Anno 91 - N. 1 - gennaio-febbraio-marzo 2014 - Pubb. trimestrale - Poste Itliane spa - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. comma 2, DCB VERONA La Regina del Garda SANTUARIO MADONNA DEL FRASSINO - Peschiera del Garda (Verona) www.santuariodelfrassino.it CELEBRAZIONI DELLA LITURGIA SOMMARIO • Lettera del padre Rettore • Maria nella liturgia della Chiesa • La Via Crucis • Il miracolo che Gesù non ha fatto • La parola di Dio (Tobia) • La vita di S. Francesco • I frati minori e il Santuario: 3 4-5 6-7 8-9 10-11 12-13 2 Anno 91 - N. 1 - gennaio-febbraio-marzo 2014 - Pubb. trimestrale - Poste Itliane spa - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. comma 2, DCB VERONA cinque secoli di presenza 14-16 17 • Logo I capitelli della Madonna • del Frassino 18-19 Pellegrinaggi • Cori • Matrimoni 20-21 • • Tabernacolo22 23 • Pasqua in Santuario • A Maria stella della Evangelizzazione24 La Regina del Garda Liturgia Feriale Lodi: ore 7.00 SS. Messe: ore 7.30 - 9. 00 - 18.30 Vespro: ore 19.00 S. Messa del Sabato sera e Vigilia delle Feste: ore 18.00 Liturgia Festiva Ore 7. 00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 (orario legale) 17.30 - 19.00 (orario solare) 17.00 - 18.30 Canto del Vespro ore 16.30 (legale) ore 16.00 (solare) Sacramento della Riconciliazione: tutti i giorni: ore 18.00 - 11.45 15.00 - 19.00 Ogni primo sabato del mese: S. Messa per anziani e ammalati Ore 16.00 (orario legale) Ore 15.30 (orario solare) !!!!!!!!!!! Orari apertura Santuario Solare: 6.30 - 12.00; 14.30 - 19.30 Legale: 6.30 - 12.00; 15.00 - 19,30 Periodo estivo Maggio - Settembre - Chiusura ore 22,00 LA REGINA DEL GARDA Pubblicazione Trimestrale Editore SANTUARIO DELLA MADONNA DEL FRASSINO (Prov. Veneta di S. Antonio O.F.M.) www.santuariodelfrassino.it e-mail: [email protected] 37019 PESCHIERA DEL GARDA (VR) TEL. 045 7550500 - 045 7550352 FAX 045 7552063 C.C.P. n. 14238372 Tribunale di Verona R. S. n. 297 del 11973 Direttore responsabile: P. Dino Buso, ofm Redattore Frà Gianbattista Casonato ofm SOSTEGNO BOLLETTINO Annuo E 10,00 Sostenire E 20,00 Stampa: Arti Grafiche Casagrande snc - Colognola ai Colli (VR) Confezione-Spedizione: Nuova Zai s.n.c. (VR) Tel. 045 584 644 Ai sensi del Codice in materia di protezione dei dati personali (D.Lsl. 196/2003, “La Regina del Garda” garantisce che i dati personali relativi agli abbonati sono custoditi nell’archivio, anche elettronico, con le prescritte misure di sicurezza e sono utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico. SANTUARIO MADONNA DEL FRASSINO - Peschiera del Garda (Verona) www.santuariodelfrassino.it La Regina del Garda Lettera del padre Rettore C arissimi amici e devoti della Madonna del Frassino, il Signore vi dia pace. Con questo primo numero del nuovo anno auguriamo a tutti ogni bene nel Signore, ma auguriamo anche sicurezza in tutti i settori della vita umana. La realtà umana e quella spirituale camminano assieme e solo nel sano equilibrio uno si realizza in pienezza. In questo 2014 ricorderemo la venuta dei Frati Minori chiamati dal Comune di Peschiera 500 anni fa per completare la costruzione del santuario, realizzare il convento e servire i pellegrini che già allora erano numerosi. Questo quinto centenario lo ricorderemo in modo adeguato. Il santuario è stato ed è la casa di tutti, di cristiani che provengono da comunità parrocchiali diverse e qui si sentono fratelli per la stessa fede, per lo stesso desiderio di incontrare Dio, per l’intercessione della Madonna. C’è bisogno di luoghi come questo per riprendere forza e vivere da cristiani. Se non ci fossero le parrocchie bisognerebbe inventarle per quanto queste comunità donano per la vita dei credenti. Se non ci fossero i santuari bisognerebbe inventarli per quanto donano a chi ha fede. Il Signore e la Chiesa hanno fatto sorgere queste due realtà collaudandole nel tempo per il bene di chi vuole vivere da cristiano in comunione con Dio, essere e sentirsi Chiesa. Qui al Frassino il pellegrino esprime la devozione alla Madre di Dio soprattutto impara che Maria ci porta a Gesù. Il ruolo del santuario non è quello di sostituire la parrocchia ma di affiancarsi per aiutare il credente e chi è alla ricerca di Dio a comprendere che la comunità è indispensabile per vivere nel Signore. Il cristiano vero trova equilibrio tra la vita parrocchiale e le altre forme e luoghi dove esprimere e accrescere la propria fede. “I santuari cliniche dello spirito”, come diceva Papa Paolo VI sono punti di riferimento e oasi dell’anima per tanti. I frati che da cinque secoli qui accolgono chi si sente attratto dal luogo, dalla spiritualità che il luogo offre, continuano a servire con spirito francescano chi arriva. Spesso ringrazio il Signore per la vocazione che mi ha dato e per le tante occasioni di bene che mi offre. Spesso parlo con Dio nella preghiera, spesso parlo di Dio a chi lo cerca anche nella mediazione mia e dei miei fratelli. Quante cose belle, intense e profonde ho gustato in questo luogo! Spesso mi soffermo davanti alla piccola e grande Madonnina per parlargli di me e di quanti chiedono la mia preghiera. Ringrazio i pellegrini che sostengono la mia fede e mi fanno sentire quanto il Signore è grande. Con Maria anch’io dico: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio creatore. Vi saluto fraternamente e su tutti imploro la Benedizione del Signore e la protezione della Madonna. p. Giambattista Casonato La Regina del Garda 3 Maria nella liturgia della Chiesa In molti modi attraverso i tempi il popolo cristiano ha manifestato a Maria la sua venerazione. Oltre che mediante la pietà popolare anche la liturgia ha trovato forme espressive di culto molto belle e significative. L’ultimo dono liturgico che la Chiesa italiana ha offerto ai fedeli per onorare la Madonna sono le “Messe della Beata Vergine Maria“ uscito nel 1987. La Voce di Maria intende iniziare con questo numero la presentazione di questi 46 formulari perché i lettori nelle introduzioni e nei testi possano gustare una teologia ricca su Maria e un modo di pregare Maria con i testi della Chiesa. Pensiamo di fare un servizio ai nostri lettori offrendo ciò che di meglio la Chiesa dice su Maria, quando a Lei si rivolge onorandola. Nell’introduzione al Messale troviamo questa profonda riflessione. 1. Il Concilio Vaticano II nella Costituzione dogmatica “Lumen Gentuim”, dopo aver 4 La Regina del Garda esposto la dottrina cattolica sulla natura della venerazione alla santa Madre di Cristo, esorta “tutti i figli della Chiesa, perché generosamente promuovano il culto, specialmente liturgico, verso la beata Vergine”. Lo stesso Concilio, nella Costituzione sulla sacra Liturgia, aveva illustrato l’esperienza della Chiesa universale riguardo al culto liturgico reso alla Vergine: “Nella celebrazione del ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore Maria santissima Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio suo; in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in lei comtempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere”. 2. La Sede Apostolica, spinta dall’esortazione del Concilio e guidata dalla secolare esperienza della Chiesa, si è alacremente adoperata per la promozione di una corretta pietà verso la Madre di Dio. Per cui, nell’ambito della liturgia romana, la venerazione verso la beata Vergine Maria si presenta ricca di contenuti e organicamente inserita nello svolgimento dell’anno liturgico. 3. La Liturgia romana, infatti, nel suo Calendario generale offre ai fedeli non rare occasioni per commemorare ne corso dell’anno liturgicola partecipazione della beata Vergine al mistero della salvezza: offre altresì preziose testimonianzedi pietà mariana non solo nel Messale e nella Liturgia delle Ore, ma anche in altri libri liturgici, alcune delle quali contengono apposite celebrazioni per venerare la memoria dell’umile e gloriosa Madre di Cristo. 4. Celebrando i divini misteri, la Chiesa celebra l’intera opera della salvezza: celebrandola attualizza gli eventi passati e, nell’”oggi culturale“, opera la salvezza dei fedeli, i quali, pellegrini sulla terra, sono tuttavia diretti verso la città futura (cfr Eb 13,14). La beata Vergine Maria, secondo il piano di Dio e a motivo del mistero di Cristo e della Chiesa, “ha partecipato intimamente alla storia della salvezza”, ed è stata attivamente presente, in modo vario e mirabile, ai misteri della vita di Cristo. 5. Le messe della beata Vergine Maria traggono la loro origine di essere e il loro valore nell’intima partecipazione della Madre di Cristo alla storia della salvezza. La Chiesa infatti celebrando il ruolo della Madre del Signore nell’opera della redenzione o i suoi privilegi di grazia, celebra anzitutto i fatti salvifici a cui, secondo il disegno di Dio, la beata Vergine fu assciata, in vista del mistero di Cristo. È facile dedurre da questa riflessione come il culto a Maria non è lasciato solo alla pietà del singolo o di un gruppo di crstiani ma entra nell’alveo della teologia e della liturgia della Chiesa. Attraverso “la Regina del Garda” giungerà a voi in ogni numero un testo che presenta la teologia, la fede e la preghiera che la Chiesa innalza alla Madre di Dio e Madre nostra. Pensiamo così di fare cosa gradita ai lettori perché la loro devozione sia sempre più motivata e arricchita su ciò che la Chiesa crede guardando a Maria, su come la Chiesa la onora nella sua preghiera ufficiale. La Regina del Garda 5 La via Crucis e la Quaresima È chiamata Via Crucis il cammino percorso da Gesù Cristo sotto il peso della croce dal pretorio di Pilato, dove fu condannato a morte, fino alla cima del Calvario, dove fu crocifisso. A Gerusalemme esiste ancora quella via, con quattordici stazioni dove i cristiani meditano i fatti salienti di quel faticoso percorso. Quel percorso è stato bagnato dal sudore, dal sangue del Salvatore. Chi è stato in Palestina la ricorda quella via, porta nel cuore il luogo dove Gesù è morto per gli uomini ed è risorto. Non tutti i cristiani hanno la possibilità di fare qul percorso e meditare quei fatti, per riviverli, nella Città Santa. Ci hanno pensato i francescani dal tempo di San Francesco custodi della Terrasanta, di portare in Europa una devozione tanto bella e fruttuosa per l’anima cristiana, erigendo sulle nostre terre tante Via Crucis. San Francesco è stato il 6 La Regina del Garda santo che non si è scandalizzato dell’umanità di Cristo, anzi l’ha esaltata a l’ha vista un’ottima strada per arrivare alla divinità. Tutto l’umano di Gesù esalta la sua divinità, tutto è in funzione della sua gloria. Alla diffusione di questo esercizio contribuì lo zelo del francescano S. Leonardo da Porto Maurizio che in varie parti d’Italia eresse 572 Via Crucis, tra le quali quella del Colosseo a Roma. Il Colosseo è stato il luogo di martirio di tanti cristiani. In un luogo così ricco di storia cristiana ha voluto che a conclusione dell’Anno Santo 1750 fosse eretta una Via Crucis. Quì ogni Venerdì Santo il Papa presiede la Via Crucis quasi a legare la sofferenza di Gesù a quelle dei martiri gloriosi, a quelle di tutti i martiri e sofferenti di tutte le epoche e anche della nostra storia. Nel periodo di Quaresima in tutte le Parrocchie si celebra questo pio esercizio seguito con tanta devozione e partecipazione dei cristiani. Ogni chiesa ha quelle quattordici stazioni che ricordano quanto e come Gesù ha sofferto per i peccati. Il meditare e pregare la Via Crucis è certamente salutare per tutti. S. Leonardo diceva che la “Via Crucis è la medicina di tutti i mali che affliggono l’umanità, è la scala che porta al Paradiso. Così si esprime in un discorso: Se per lo zelo e l’interessamento del Clero tale pratica di pietà sarà istituita in tutte le parrocchie e chiese, essa diverrà una validissima difesa contro il dilagare del vizio e ricoprirà di grandissimi benefici tutti coloro che mediteranno assiduamente sui dolori e sll’amore di Cristo Signore. La frequente meditazione sulla Passione di Cristo dà lumi salutari all’intelletto, fervore fattivo alla volontà e sincera compunzione al cuore. Ho constatato quotidianamente, e toccato quasi con mano, che il miglioramento dei costumi è condizionato dalla pratica del pio esercizio della Via Crucis. Tale pia pratica infatti è un antidoto per i vizi, un freno alle passioni, un incitamento efficace ad una vita virtuosa e santa. Se terremo vivamente presente agli occhi della mente, come scolpita su tavole, l’acerbissima passione di Cristo, non potremo non aborrire, in virtù dell’irradiazione di così intensa luce, le miserie e le debolezze della nostra vita. Anzi ci sentiremo trascinati a rispondere con tanto amore alla carità di Cristo, e ad accettare gioiosamente le inevitabili avversità della vita”. Oltre che grande predicatore della Via Crucis S. Leonardo ha inculcato fortemente nel Clero l’opportunità di suonare la campana alle ore 15 di ogni Venerdì per ricordare la morte di Gesù. Era un innamorato della Passione e la vedeva come strada per arrivare alla gloria. La Via Crucis è un momento forte per sentirci coinvolti in ciò che avvenne a Gesù, per unire le nostre croci a quella di Cristo. La Via Crucis non è la sola devozione della Quaresima ma sempre quando il cristiano rimedita quei fatti si sente coinvolto e sperimenta quanto sia salutare portare la croce di Gesù perché Gesù ci aiuti nel portare le nostre croci. Se questa devozione tornerà ad essere praticata dai cristiani porterà certamente un grande beneficio ai singoli e alla Chiesa tutta. La Regina del Garda 7 IL MIRACOLO CHE GESù NON HA FATTO Indubbiamente in Marco, più che negli altri Vangeli, troviamo racconti di miracoli. C’è tutta una prima fase di attività di Gesù, che è caratterizzata da miracoli: esorcismi, guarigioni, una risurrezione e moltiplicazione dei pani, tempeste sedate. E molte volte si assiste a un vero e proprio assedio di folle che portano a lui malati e indemoniati o gli si gettano addosso per toccarlo ed ottenere così la guarigione. Nel caso di indemoniati è per lo più Gesù stesso che di sua iniziativa scaccia il demonio, perché egli sente che fa parte della sua missione legare “il Forte”, ossia satana, per sottrarre al suo dominio funesto gli uomini (3,27). 8 La Regina del Garda La Fede: prima condizione Ciò che particolarmente lo commuove è la fede che dimostrano tante persone che si rivolgono a lui, talora superando ingegnosamente diversi ostacoli: come quei tali che scoperchiano il tetto della casa per calare davanti a lui un paralitico, o come quando una donna sirofenicia che aveva la figlia ossessa vince con una bella battuta la sua resistenza, o come quanto il cieco Bartimeo riesce, nonostante gli ostacoli frapposti dalla gente, ad attirare con le sue grida l’attenzione di lui. Spesso è lui stesso a sottolineare la fede dei miracoli. Non di rado Gesù, prima di agire, sollecita senz’altro i postulanti a credere. L’invito è esplicito nei confronti di Giàiro, quando apprende che la figlia, già in pericolo di vita allorché lo aveva interpellato, è ormai morta (5,36). Nel caso della donna che soffriva di perdite di sangue e che aveva tentato di “rubargli” il miracolo toccandogli il mantello di nascosto, mescolata alla folla, egli cerca di liberare la sua fede dalle scorie di una mentalità magica inducendola a rivelarsi e a confessare pubblicamente, di fronte a lui, tutta la verità (5,30-34). Indubbiamente Gesù vuole che nel miracolo intervenga innanzitutto la fede delle persone; si può dire che ne abbia bisogno: la controprova è che a Nazaret, a causa della sorprendente incredulità dei suoi concittadini, non riesce a compiere se non pochi gesti di potenza su alcuni malati (6,6). Certamente alla base dei miracoli c’è il potere di Gesù in quanto Messia, e non è un caso che egli abbia compiuto soprattutto miracoli di grande significato simbolico: guarigioni di ciechi, sordi, paralitici, lebbrosi, moltiplicazioni di pani, e così via: miracoli, tutti, che la tradizione biblica aveva attribuito alle grandi figure dei profeti (Mosè, Elia, Eliseo) e aveva preannunciato per i tempi escatologici (cf Is 35,5s) e che i contemporanei attendevano dal Messia (cf Mt 11,5). Ma proprio a questo riguardo vediamo che Gesù sembra temere aspettative sbagliate e per questo più volte si sottrare alla gente che quasi lo perseguita in cerca di miracoli, o compie il miracolo lontano dal grande pubblico, o impone alle persone da lui guarite di non divulgare la notizia. scendi dalla croce e noi crederemo Da un certo momento della sua missione in poi i miracoli in effetti si diradano e scompaiono del tutto. Gesù rifiuta con sdegno la pretesa dei farisei di mostrare un inequivocabile “segno dal cielo” (8,11s) e, soprattutto, non risponde alla beffarda richiesta di avversari e anonimi spettatori che sotto la croce lo sfidano a scendere di lì per dare una prova visibile della sua messianicità come incentivo alla fede (15,29-32). Il miracolo di scendere dalla croce non l’ha fatto, perché egli è il Messia non in quanto taumaturgo potente, ma in quanto docile Servo che compie la volontà del Padre affrontando passione, morte e risurrezione. Certo ci sarà il miracolo della risurrezione, ma Marco, a differenza degli altri evangelisti, sembra voler far di tutto per evitare ogni forma di spettacolarità sia a proposito della morte sia della risurrezione, tanto più che omette anche le apparizioni del Risorto, affidando la sorte della buona notizia alle parole dell’angelo nella tomba vuota e a uno sparuto gruppo di donne impaurite. Clementina Mazzucco. La Regina del Garda 9 La parola di Dio Il libro di tobia (3) Il giovane Tobia è andato fino a Rage di medina per riscuotere il denaro che suo padre Tobì, aveva dato in prestito. Accompagnato da un Angelo, Raffaele (detto Azaria), giunge alla casa di un parente dimorante a Media, vicino a Ecbatana (Persia), Raguele. Durante il viaggio Tobia aveva preso un pesce che, per suggerimento dell’Angelo, riservò il fiele, il cuore e il fegato, perché medicinali, gli intestini li gettò via, il resto fu arrostito e mangiato (6,1-9.3-5.8s). Raguele aveva una figlia, Sara, che, data in sposa aveva avuto la sfortuna dei sette pretendenti morti la notte stessa delle nozze, senza poter consumare il matrimonio (6,10-19). Intendiamoci bene, il libro di Tobia è un romanzetto. Tobia, secondo la Legge di Mosè, ha il diritto di sposarla perché sua parente. Da questo racconto emergono i seguenti insegnamenti in relazione al matrimonio. - Un Angelo guida Tobia verso Sara, la sposa che 10 La Regina del Garda È vero che si fa fatica a trovare “l’altra metà”. Si tratta di un’altra persona con cui si deve condividere la propria e la sua sorte (con-sorte). Ma, per l’economia della salvezza è una fatica, frutto di un cammino delicato che è di obbligo compierlo. La ragazza (e il ragazzo si capisce), ambedue devono essere persone provate nella virtù; occorre maturità, essere capaci di affrontare la vita con i suoi problemi e sfide, con coraggio e responsabilità. La Legge di Mosè insisteva perché gli sposi fossero tutti e due membri del popolo eletto, per evitare che la propria identità venisse persa (Dt 7,3-4.116). I matrimoni misti erano (e rimangono anche oggi presso gli ebrei), sconsigliati, davanti al rischio che vanga meno la trasmissione di quei valori che costituiscono la propria identità in mezzo a tutte le nazioni. Il libro di Tobia fu scritto in un periodo in cui la diaspora (immigrazione del popolo eletto fuori della Palestina) aveva raggiunto un grande sviluppo. In quasi tutte le grandi e importanti città c’erano co- munità più o meno numerose di ebrei organizzate, con la propria sinagoga e sistema di assistenza reciproca. Nel matrimonio misto si finisce per essere assorbiti dalla cultura dominante. Il miglior modo per evitare lo sfascio e la scomparsa del popolo eletto era di potenziare il matrimonio considerato dalla riflessione rabbinica come un santuario. Purché il matrimonio rimanga formato da due membri del popolo eletto si deve essere disposti ad andare anche lontano per trovare la propria compagna di vita che condivida gli stessi valori, la stessa fede e la stessa avventura di vita. Il testo sacro insisteva che fosse monogamico, con una propria liturgia in cui il padre e la madre avevano un ruolo specifico, doveva regnare l’amore e l’assistenza tra i due coniugi e, compito principale era l’educazione nei propri valori della prole. Questa struttura permise al popolo eletto di sopravvivere in mezzo a tante vicissitudini della storia, vivendo in mezzo agli altri popoli, pur essendo una piccola minoranza. Fr. Claudio Bratti ofm la Provvidenza divina ha riservato a lui. - La ragazza è seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre una brava persona (6,12c). - La scelta del partner doveva avvenire all’interno del popolo eletto. La Regina del Garda 11 LA VITA DEL SANTUARIO LA VITA DEL SANTUARIO La VITA di s. FRANCESCO negli affreschi del chiostro (8) Nella sua avventura di fede Francesco, uomo di spirito ma anche molto concreto, si appassiona all’umanità di Gesù. Questa umanità ci porta a vederlo e sperimentarlo come il nostro Dio. Le biografie del santo raccontano l’amore di Francesco per l’incarnazione del Signore. Per sentire e vedere il mistero del Natale chiede di preparare a Grecio attorno a una grotta nel bosco ciò che i Vangeli presentano quando è nato Gesù. Egli vuol vedere, quasi assaporare la povertà di Gesù i disagi della Madre Poverella, vuol sentire da vicino e vuol toccare i disagi di un bambino e che nasce povero. Invita i frati e il popolo a partecipare alla rievocazione. Si celebra la messa, lui canta il Vangelo e predica. Così Tommaso da Celano descrive il fatto: E ogni volta che diceva «Bambino di Bet12 La Regina del Garda lemme» o «Gesù», passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole. Vi si manifestano con abbondanza i doni dell’Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l’avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia. Questo fu l’inizio dei nostri presepi che a Natale ispirano tanta grazia e tanta fede. Non meno importante e significativa è la lunetta seguente che qui possiamo vedere: l’incontro di Francesco con il lupo di Gubbio. Il libro dei Fioretti fa una descrizione stupenda della cattiverie del lupo e della paura della gente. Francesco incontra coraggiosamente il lupo e gli parla da fratello. Lo invita ad essere buono, a rispettare le cose, gli animali e le persone. Il lupo capisce la lezione e con segni evidenti si impegna a rispettare tutti. Dice santo Francesco: «Frate lupo, io voglio che come tu mi desti fede di questa promessa fuori della porta, così dinanzi a tutto il popolo mi dia fede della tua promessa, che tu non mi ingannerai della mia promessa e malleveria ch’io ho fatta per te». Allora il lupo levando il piè ritto, sì ‘l puose in mano di santo Francesco. Onde tra questo atto e gli altri detti di sopra fu tanta allegrezza e ammirazione di tutto il popolo, sì per la divozione del Santo e sì per la novità del miracolo e sì per la pace del lupo, che tutti incominciarono a gridare al cielo, laudando e benedicendo Iddio, il quale sì aveva loro mandato santo Francesco, che per i suoi meriti gli avea liberati dalla bocca della crudele bestia. È talmente forte e umano il racconto che qualcuno ha pensato non si trattasse di un lupo ma di un uomo cattivo che per l’opera di Francesco si è riconciliato con tutti. Segno di come si possano ottenere grandi conversioni con la bontà. Questo è un messaggio forte per tutti noi che dobbiamo farci strumenti di pace e di riconciliazione. Il male lo si vince con il bene. Questo era lo stile di Francesco, questo è e può diventare lo stile della nostra vita. La Regina del Garda 13 I Frati Minori e il Santuario Cinque secoli di presenza (1514-2015) Nel 2010 in santuario è stato celebrato il quinto centenario dell’apparizione con grande solennità e frutto spirituale per quanti sono venuti ai piedi della Madonna del Frassino per onorarla, supplicarla e ringraziarla. La gente è stata tanta, le celebrazioni imponenti e i frutti li conosce solo il Signore. In quest’anno 2014 non certo con la ricchezza di iniziative come nel 2010 non volgiamo però lasciar passare senza adeguato ricordo il quinto centenario della presenza dei Frati Minori in questo luogo di grazia. In cinque secoli i frati hanno creato le strutture di questo complesso, sono stati strumenti della grazia per le moltitudini di fedeli che hanno onorato la Madonna del Frassino. Non so quanti frati sono passati, quan- 14 La Regina del Garda ta gente ha trovato in loro un servizio, una parola buona, un incontro vero con il Signore mediante i sacramenti. Tutto è scritto solo nel cuore di Dio. È difficile disgiungere la presenza della Madonna dal servizio dei frati. Se il santuario è quello che è lo dobbiamo anche ai francescani che con semplicità hanno dato molto e hanno ricevuto molto per la loro vita e per la loro santificazione. Ai tempi dell’apparizione, 11 maggio 1510 i sacerdoti di Peschiera si prestarono per un servizio attento ai tanti pellegrini che accorrevano a questo luogo di grazia: il parroco era mons. Antonio Camocchi. Dalla storia sappiamo che lo stesso anno, il 24 maggio, sono elette dal Comune quattro persone per custodire il denaro per la costruzione della nuova chiesa. Il 10 settembre 1510 alla presenza di Roberto Stuard, comandante delle truppe francesi accampate nella zona, è stata posta la prima pietra della chiesa. Da subito si è vista l’opportunità di affidare a dei Religiosi la cura pastorale dell’erigendo santuario. Nella zona c’erano già parecchie comunità di frati: i Servi di Maria a S. Lorenzo e alla Madonna degli Angeli a Cavalcaselle; i Carmelitani a Castellaro; i Frati Minori a Lasize; i Religiosi di S. Salvatore a Sirmione; a Monzambano gli Olivetani. Sono venuti subito i Servi di Maria che rimasero qui per poco tempo. Alla loro partenza si è pensato ad altri religiosi. Il 18 giugno 1514 in Consiglio Comunale sono stati scelti all’unanimità (ottantacinque favorevoli uno contrario) i Frati Minori dell’Osservanza della Provincia religiosa di Brescia. Forti di questa votazione i responsabili si presentarono a sua Eminenza il card. Marco Cornaro, vescovo di Verona, che appoggiò la scelta, fa i dovuti passi per avere i religiosi francescani e per ottenere dal Papa l’autorizzazione per la costruzione del convento annesso alla chiesa che già stava crescendo. Non conosciamo il giorno preciso dell’arrivo dei frati. È molto probabile che i frati siano giunti lo stesso anno 1514. Lo fa capire anche la Bolla del Papa Leone X, senza avere ancora un convento stabile così come i Servi di Maria in precedenza erano qui senza avere un convento ma forse solo una piccola abitazione. Conserviamo però il testo della Bolla Exponi nobis del 14 gennaio 1518 in risposta alla petizione del vescovo di Verona e della municipalità di Peschiera. «Papa Leone X» – «Ai nostri diletti figli auguriamo salute e impartiamo l’Apostolica Benedizione. Or non è molto tempo, ci avete fatto mandare un esposto in cui è scritto che presso una Immagine della Beata Vergine Maria, in un luogo chiamato “Il Frassino”, che si trova fuori delle mura del Castello di Peschiera, in Diocesi La Regina del Garda 15 di Verona, a causa dei miracoli che tempo fa operava l’Altissimo per intercessione della Beata Vergine Maria, c’è un grande concorso di popolo e devozione. Per questo la Comunità e gli abitanti del detto Castello, per la singolare stima che essi nutrono per l’Ordine dei Minori, concessero a voi in perpetuo il luogo sopra ricordato, con la licenza del Nostro Diletto Figlio il Cardinale Diacono Marco, che governa la Chiesa di Verona. Voi poi che per privilegio apostolico concesso al detto Ordine dei Minori, avete la licenza di ricevere simili luoghi, avete ricevuto quel luogo e vi avete fatto costruire una Chiesa a gloria di Dio Onnipotente e ad onore della Beata Maria. Ora poi, come soggiungeva il vostro stesso esposto, voi avete un grande desiderio di costruire ed edificare una casa presso quella Chiesa ad uso ed abitazione del Guardiano e di alcuni frati del suddetto Ordine della Regolare Osservanza. Noi, che volentieri ci occupiamo di ciò che possa estendere l’Ordine vostro con nuove fondazioni, inclinati alle vostre suppliche, a tenore della presente lettera, con autorità apostolica, diamo a voi piena e libera licenza di far costruire ed edificare, presso la Chiesa predetta, una casa, con chiostro, dormitorio, refettorio, 16 La Regina del Garda gli orti e tutti gli altri locali di lavoro necessari al predetto uso ed abitazione, di introdurre in detto luogo un Guardiano e alcuni frati predetti dell’Ordine dei Minori Osservanti, di ricevere voi stessi detta casa e di abitarvi in perpetuo». I frati forti dell’accoglienza della gente e di questa Bolla papale si sono identificati con questo luogo. Sono subito entrati nel sangue di questa gente, nella storia intima di questo santuario. Rinsaldarono la fede nella Madonna. Si sono mescolati a ogni pietra e a ogni muro, a ogni croce che avesse il sapore della dolcezza di Lei. Stettero qui a difendere la Dottrina Cattolica contro il Protestantesimo ed estendere apostolicamente la controriforma (D. Luigi Prina, La Madonna del Frassino). Nel prossimo numero del giornalino racconteremo qualcosa di quanto i frati hanno fatto in questi cinque secoli di storia e di vita. p. Giambattista Casonato ofm Il Logo Presentiamo il disegno che ci accompagnerà in questo 2014, anno in cui ricordiamo 500 anno della venuta dei frati a Peschiera per costruire il Santuario, il convento e tener viva la devozione della Madonna del Frassino. È un disegno classico per noi francescani. Nella sua essenza riproduce quello che dalla fine del 1400 è lo stemma ufficiale dell’Ordine. Le due braccia: quella con la tonaca è di s. Francesco, quella senza è di Gesù, le mani portano i segni dei chiodi che nel caso di s. Francesco richiamano le stimmate ricevute nel Monte della Verna. Le due braccia hanno al centro la croce che lega l’opera di Gesù e la vita di s. Fran- cesco. Nell’insieme si evidenzia la singolare conformità di s. Francesco con il Salvatore facendo del santo un alter Christus. La scritta: 500 anni di presenza dei Frati Minori a Madonna del Frassino / 1514 + Peschiera del Garda + 2014, è racchiusa da due cerchi che richiamano la corda. Ai quattro lati sono riprodotti: lo stemma del comune di Peschiera – la facciata del santuario – lo stemma della Terra Santa, per ricordare il senso che ha per i francescani l’essere custodi dei luoghi santi – lo stemma di s. Bernardino con il monogramma di Cristo circondato da 12 raggi. A legare tutto c’è una croce stilizzata e una leggera cornice che crea armonia con il tutto. Capitello del “FORTE LAGHETTO” La proposta di far conoscere i capitelli dedicati alla Madonna del Frassino, accompagnandoli con notizie storiche e popolari, con foto essenziali, sta per essere accolto. Ci vengono segnalati un buon numero di capitelli che sorgono relativamente vicini al Santuario, altri un po’ più lontani, ma tutti molto simpatici e più di qualcuno costruito con ingegno e maestria. Abbiamo iniziato la nostra rassegna con il capitello costruito sul bastione del porto di Peschiera ottant’anni fa’ quando la Madonna del Frassino fu proclamata “Regina del Garda”. Gli Arelicensi sanno che a Peschiera non c’è solo il lago di Garda. C’è il “Lago del Frassino”, protetto anche da un forte che si chiama Forte Laghetto. Gentilmente le famiglie Filippi ci hanno raccontato la storia del Capitello, il più recente, dedicato anche alla Madonna del Frassino, costruito esattamente a FORTE LAGHETTO. Il “Lagherwerk III”, nome originario del “Forte Laghetto” costruito dagli austriaci durante il loro periodo di dominazione (1848-1856), fu successivamente usato dall’Esercito Italiano fino a quando lo stato decise di cederlo a privati. Negli anni ’50 fu in buona parte demolito per utilizzare altrove le pietre 18 La Regina del Garda squadrate con cui era stato edificato. I resti del forte, evidenti fino agli anni 2000, vennero poi interrati per poter costruire l’attuale residence e il parco adiacente. Gli abitanti storici del luogo, desiderosi di avere sul posto un capitello votivo, individuarono nel parco il luogo ideale per collocarlo e nel contempo venne l’idea di evidenziare una traccia del vecchio forte. Un progetto, affidato all’architetto Rossella Lama allora residente nel quartiere, prevedeva il corpo di sostegno fatto con pietre originali del forte recuperate a fatica un po’ ovunque e modellate con scalpello a mano. La base, il piano mediano e la copertura sono invece lastre di “Pietra di Prun” recuperate da una demolizione in località “Palazzo”, attuale sede de “La Nostra Casa”, tagliate e adattate allo scopo. L’opera, realizzata da un gruppo di volontari in collaborazione con l’Amministrazione Comunale è iniziata nel febbraio del 2008 con l’obbiettivo di terminarla prima del mese di Maggio. A questo punto si doveva decidere a chi dedicare il nuovo Capitello che si aggiungeva agli altri 18 già esistenti nel territorio comunale di Peschiera. Si pensò subito al Beato Andrea perché sorgeva nella sua Parrocchia ma poi si optò per dedicarlo ai Santi Patroni delle tre Parrocchie di Peschiera e cioè Beato Andrea, San Martino Vescovo e San Benedetto. Poi però, vista la devozione locale e la vicinanza al suo Santuario, si considerò che non poteva mancare la “Madonna del Frassino”. Fu allora dato l’incarico allo studio delle pittrici Claudia Lorenzetti, Elisa Zerbini, Elisa Tanara e Sara Scattolini di realizzare un affresco, per altro come si può notare di notevole pregio artistico, raffigurante i tre Santi con alle spalle la Madonna, tutti rivolti verso il popolo. Lo sfondo rap- LA VITA DEL SANTUARIO LA VITA DEL SANTUARIO I capitelli della Madonna del Frassino presenta i luoghi tipici della nostra zona. L’inaugurazione, alla presenza delle autorità religiose e civili di Peschiera, avvenne nel mese di aprile 2008 e da allora il Capitello è diventato punto di incontro per la recita del Santo Rosario in tutte le sere di Maggio e per altri momenti di devozione. Chi passa o abita accanto a questo Capitello si sente in comunione con la Madonna del Frassino e con i Santi Protettori di questi luoghi. Così il “Santuario” si allarga e il Lagherwerk diventa un “forte” che dignitosamente ospita famiglie e dona grazia e umanità. Fra Angelo Visentin La Regina del Garda 19 La vita di un santuario è caratterizzata per lo più dalla presenza dei pellegrinaggi. Il Direttorio sulla pietà popolare e liturgia così scrive: Il pellegrinaggio, esperienza religiosa universale, è un’espressione della pietà popolare, strettamente connessa con il santuario, della cui vita costituisce una componente indispensabile: il pellegrino ha bisogno del santuario e il santuario del pellegrino. Qui a Peschiera i pellegrinaggi organizzati sono parecchi durante l’anno. È ovvio che nei mesi invernali c’è una certa flessione per la minor disponibilità della gente a muover- si nella stagione più inclemente. Non sono mancati anche in questi mesi i pellegrini che vengono con le proprie macchine da paesi vicini ma anche da lontano. Durante le feste di Natale si è notato una forte presenza di gente di diverse età venuta ad onorare la Madonna, a rendergli grazie per il dono 20 La Regina del Garda Pellegrinaggi nel mese di Novembre sono stati registrati 44 gruppi Pellegrinaggi nel mese di Dicembre in questo mese sono venuti 49 pellegrinaggi Durante l’anno 2013 sono stati registrati 1318 pellegrinaggi giunti in santuario, qualcuno anche con più pullman. Il bilancio può dirsi più che positivo. Nell’anno 2012 i pellegrinaggi sono stati 1214. Quindi c’è stato un incremento di 104 in più. della sua maternità. Non sono mancati, come al solito, i penitenti che hanno impegnato i sacerdoti della comunità e anche qualche ospite venuto per un servizio tanto utile per i cristiani. Si vede che là dove i sacerdoti sono a disposizione la gente accorre. Anche le catechesi di Papa Francesco sulla misericordia del Signore e sulla necessità della confessione danno frutto. Speriamo che anche i parroci parlino un po’ di più sulla necessità e sulla bellezza di vivere in grazia di Dio per far rivivere un sacramento che sembra in crisi. È bello sentirci dire: Grazie frati che ci siete per donarci la serenità del cuore. Penso anche le gioie interiori che prova un confessore che dispensa la misericordia del Signore appaghino e di molto la fatica di essere là anche per ore e ore, perché un cristiano si senta riconciliato con Dio, con sé stesso e con gli altri. Pellegrinaggi particolari Neocatecumeni di Lonigo. Alcuni Frati Minori dall’Ucraina. Carabinieri di Peschiera e paesi del lago per celebrare la Virgo Fidelis. Ritiro per Natale parrocchia S. Domenico Savio (VR). Dal comune di Sona 250 pellegrini. Alcuni festeggiavano il 50° e il 60° di matrimonio. Un folto gruppo di trapiantati di fegato da Verona. Ritiro per Natale parrocchia di Carmignano (BS). Da Villafranca 40 pellegrini a piedi. 30 suore Congregazione Immacolata di Santa Chiara da Chioggia (VE). In tre momenti sono venuti i pp. Guardiani dei Frati Minori del nord d’Italia per un corso di aggiornamento. Concerti Concerto di Natale: Coro Arilicanta di Peschiera, Beato Andrea di Peschiera, Gilberto Pagliori di Rivalta sul Mincio (MN), Pietro e Paolo di Mozzecane (VR). Anniversari di Matrimonio 55° Filippi Gina e Micheli Giuliano, 50° Fraccaroli Lionello e Loro Angelina, 40° Saorin Luciano e Mosnich Modesta. Spazio per dida La Regina del Garda 21 LA VITA DEL SANTUARIO LA VITA DEL SANTUARIO PELLEGRINAGGI Come al solito riportiamo il numero dei pellegrinaggi organizzati giunti in santuario in questi mesi. Il Tabernacolo In questo mese è stato restaurato il Tabernacolo che conserva l’Eucaristia nella nostra chiesa. Il lavoro eseguito dalla ditta Igino Legnaghi di Verona rende più accogliente il cuore del santuario. Il Tabernacolo resta per tutti un punto centrale di ogni chiesa assieme alla Mensa dell’altare, la sede e l’ambone: il luogo della Parola di Dio. È centrale per i fedeli fermarsi per una preghiera davanti all’Eucaristia che qui al Frassino si trova di fronte al Tabernacolo dove è custodita la Madonna apparsa l’11 maggio 1510. Maria ci porta a Gesù e Gesù ci indica Maria come Madre da custodire per essere da lei custoditi. Un grazie sincero a quanti hanno rinnovato in que- sti mesi l’abbonamento alla Regina del Garda. Cio’ ci permette di essere ancora presenti nelle vostre case con questo semplice e utile strumento di collegamento con il santuario: Madonna del Frassino. Un grazie anche a chi intende farlo in questi mesi. 22 La Regina del Garda pasqua in santuario 13 Aprile:DOMENICA DELLE PALME Ore 8.15 Benedizione dell’olivo, processione e Santa Messa NB: per le confessioni saremo a disposizione ogni giorno: dalle ore 8:00 alle ore 12.00 – dalle ore 15.00 alle ore 19.00 Triduo Sacro “perché la preghiera possa vivere nell’uomo, l’uomo deve vivere nella preghiera” 17 Aprile:Giovedì santo Ore 7.00 Ufficio delle letture e Lodi Ore 19.00 messa In Cena Domini 18 Aprile:Venerdì santo Ore 7.00 Ufficio delle letture e Lodi Ore 15.00 Via Crucis Ore 19.00 Celebrazione della Passione del Signore: Liturgia della Parola, adorazione della S. Croce, Santa Comunione 19 Aprile:Sabato santo Ore 7.00 Ufficio delle letture e Lodi Ore 21.00 Veglia Pasquale: Liturgia della Luce, della Parola, dell’Acqua e della Eucaristia 20 Aprile:Pasqua di Risurrezione SS. Messe ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 17.30 - 19.00 Ore 16.30 Vespri solenni 21 Aprile:Lunedì dell’angelo SS. Messe ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 17.30 - 19.00 A Maria stella della nuova Evangelizzazione Vergine e Madre Maria, tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondità della tua umile fede, totalmente donata all’Eterno, aiutaci a dire il nostro “si” nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la Buona Notizia di Gesù. Tu, ricolma della presenza di Cristo, hai portato la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre. Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore. Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice. Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perché giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne. Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposo delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce. Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi. Amen. Alleluia. Papa Francesco
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