12 LA STAMPA DOMENICA 22 FEBBRAIO 2015 Savona .41 . LE QUOTAZIONI DEL COMPLESSO «VISTA MARE» VARIANO DA 180 A 590 MILA EURO NAVI DA CROCIERA Valloria, lavori finiti ma pochi abitanti Convenzione sui controlli firmata a La Spezia Dei 53 alloggi realizzati da Ragogna, meno di una decina sono occupati MASSIMO PICONE SAVONA Mancano oramai gli ultimi dettagli alla conclusione del complesso «Vista Mare» di Savona. Si tratta di un gruppo di quattro palazzi costruiti tra via Valloria, ossia dalla bretella che dall’Aurelia conduce all’ospedale San Paolo e via Ignazio Scotto. Sono 53 gli alloggi già pronti dalla metà del luglio scorso, alcuni dei quali già stati venduti. I cantieri furono aperti tre anni fa. Le palazzine sono contenute in tre piani, sottostanti le quali sono state costruiti box e giardini privati. Il complesso residenziale è formato da appartamenti di varie tipologie con terrazzi o giardini, dal bilocale fino ad arrivare agli attici con vista sul golfo. I prezzi base partono da 180 mila euro. L’azienda edile savonese «Mario Ragogna», dal nome del l’imprenditore scomparso tre anni orsono e ora condotta dal figlio Guido valuta proposte anche attraverso la formula del «rent to buy», che prevede contratti di locazione, che le parti sottoscrivono in vista della successiva vendita del medesimo immobile all’affittuario. L’ambiente circostante, formato dalla vegetazione tipica mediterranea da un lato, in Fermi l’ex centrale e la Banca d’Italia Il complesso residenziale di Valloria parte in fase di piantumazione, e dal mare dall’altro, caratterizza i condomini appena ultimati. Anche il piazzale lato via Valloria, sottostante l’ospedale, è stato totalmente asfaltato come parcheggio. Gli appartamenti, internamente rifiniti con parquet, vista la posizione, hanno terrazzi con balaustre in vetro smerigliato. Tutti i locali abitativi sono termo autonomi, con cantina compresa nel prezzo e possibilità di acquistare il box auto. Le quotazioni variano a seconda di posizione e metratura: da 180 a 590 mila euro. Ma sinora, complice la crisi del mercato, gli alloggi già abitati sono meno di dieci. Per un edificio storico in fase di recupero, l’ex ospedale San Paolo, rimangono ancora edifici abbandonati, sui quali pendono progetti fermi o in ritardo rispetto al previsto. Da anni la Banca d’Italia è in cerca di un compratore e, nonostante il prezzo sia sceso da 15 a 8 milioni è difficile trovare un acquirente per un immobile di quelle dimensioni e, in quanto storico, sottoposto a vincoli. «Non vorrei che quell’edificio diventasse un secondo ex San Paolo – dice il vicesindaco Livio Di Tullio – che è stato abbandonato per vent’anni prima di trovare imprenditori che scommettessero su un suo recupero. Ci sono vincoli che legano una parte dell’immobile a destinazione non residenziale ma se un acquirente ne facesse richiesta l’amministrazione sarebbe disposta a valutare un eventuale cambio di destinazione d’uso». Alla foce del Letimbro c’è il complesso residenziale La città sul mare con uno spazio commerciale. Se la parte resi- ALBISOLA CAPO. ERBACCE E CREPE RIFONDAZIONE CONTESTA LA VARIANTE Ex Gavarry, aree in stato di degrado “Il Crescent 2 vale almeno 10 milioni” Si evidenziano le prime crepe sui muri dell’ex saponificio Gavarry di Albisola Capo, i terreni circostanti sono invasi da erbacce, pozzanghere nei piazzali sterrati. E’ la fotografia della vasta area tra via Papa Giovanni XXIII e l’Aurelia, in abbandono da due anni, da quando l’attività lavorativa è stata trasferita a Valleggia e prima il Tar, poi il Consiglio di Stato, hanno accolto il ricorso degli abitanti della zona sul progetto di riqualificazione, ritenuto troppo invasivo. «Il cambio di destinazione d’uso che permetterà a Orsa 2000 di realizzare un nuovo palazzo in porto (il Crescent 2) con 50 alloggi e non più una struttura alberghiera, non persegue l’interesse pubblico. Per pareggiare i conti il Comune dovrebbe guadagnare almeno la metà del valore che l’impresa otterrà in più grazie a questa concessione, ovvero 5 milioni di euro». Questa l’obiezione al progetto contenuta nelle osservazioni depositate in Comu- Un progetto (dello Studio Ariu + Vallino architetti associati di Varazze) da 50 milioni di euro che prevedeva la costruzione di 149 appartamenti, nove mila e 900 metri quadrati, negozi per 1200 mq e un edificio pubblico (600 mq) affacciati su una piazza con parcheggi interrati, in parte pubblici. A connotare l’intervento sarebbero state due torri da 10 e 11 piani, alte rispettivamente 33,20 e 36,7 metri, fattori che hanno scatenato il ricorso da parte degli abitanti della zona. [M.PI.] ne dal gruppo consiliare della Federazione della Sinistra. «L’interesse pubblico non è rispettato - sostiene il consigliere Franco Zunino -. Il valore del cambio di destinazione d’uso è stimato in 8-10 milioni di euro, a cui deve aggiungersi l’incremento del maggiore utilizzo del park dell’Arsenale, visto che sarà cancellato il parcheggio sotto la fortezza, lato Est. Occorre un accurato calcolo, dal parte dell’amministrazione comunale, del maggior valore complessivo generato dalla variazione di desti- denziale ha già inquilini, pur con qualche appartamento vuoto, sui futuri «inquilini» della parte commerciale si sa ancora poco. La galleria destinata ai negozi è stata ricavata nella parte che si affaccia su corso Vittorio Veneto ed ha spazi di diverse metrature e tipologie, da 50 metri quadrati a 900. La galleria destinata ai negozi è stata ricavata nella parte che si affaccia su corso Vittorio Veneto. Per servire lo spazio commerciale sono inoltre stati realizzati tre piani interrati di parcheggio. «Credo ci sia qualche ritardo nell’ultimazione della parte commerciale – dice Di Tullio – ma ho parlato con la proprietà recentemente e ci ha confermato l’impegno nella realizzazione delle opere accessorie previste, come la rotatoria». A Lavagnola non è ancora partito il restyling dell’ex centrale Enel dalla quale Arte deve ricavare alloggi di edilizia popolare ed i lavori di costruzione capannoni artigianali sono fermi. [E. R.] Il rendering del progetto nazione d’uso, affinchè almeno il 50 per cento di questo valore venga corrisposto al Comune oltre ai contributi ordinari», si legge nel documento firmato dal capogruppo Franco Zunino, che sottolinea anche la perdita di posti di lavoro per la mancata realizzazione dell’albergo. [C. BEN.] Una convenzione come quella firmata a La Spezia per intensificare i controlli ai carburanti delle navi da crociera che attraccano in porto? Dopo la firma dell’atto tra Autorità Portuale, Capitaneria di Porto e Ufficio delle Dogane di La Spezia, a Savona si apre un nuovo dibattito sull’attività crocieristica per maggiori controlli sui carburanti delle navi Costa, oltre a quelli di routine (e oltre alla richiesta di elettrificazione del porto che a Savona ha raccolto un migliaio di adesioni). «L’elettrificazione del porto rimane un punto fermo – dice il consigliere comunale Giampiero Aschiero – ma anche maggiori controlli sui carburanti sono auspicabili e la convenzione di La Spezia può essere uno spunto». Attualmente le navi Costa utilizzano un gasolio con un contenuto di zolfo dello 0,1% (l’Unione Europea una percentuale che deve raggiungere lo 0,5% entro il 2020) e la Capitaneria è il soggetto incaricato dei controlli che vengono fatti a campione. «Con l’Autorità Portuale e Costa c’è un dialogo che mira ad individuare percorsi ulteriori di riduzione dell’impatto ambientale delle navi – spiega il sindaco Federico Berruti – ma voglio precisare che la Capitaneria effettua di prassi e da sempre controlli previsti per legge. Se si può giungere ad un accordo che individui percorsi ed obiettivi più stringenti rispetto a quelli previsti dalla legge credo che valga la pena lavorarci». La convenzione di La Spezia vede la Port Authority come soggetto principale che ha fissato un tetto massimo di spesa di 10 mila euro. «La collaborazione con la Capitaneria di Porto è consolidata nel tempo – dice ilo presidente dell’Autorità Portuale Gianluigi Miazza – e operativa su due livelli: uno di tipo cautelare di verifica del tipo di carburante acquistato tramite la relativa documentazione ed una con controlli analitici su prelievi di carburante. Di fatto una legge esiste già ed è applicata rigorosamente». [E.R.]
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