Domande frequenti - Comune di Bologna

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RACCOLTA DIFFERENZIATA:
DOMANDE FREQUENTI
RIFIUTI E RACCOLTA DIFFERENZIATA: INQUADRAMENTO GENERALE
cos'è veramente un rifiuto?
Non tutto quello di cui vogliamo liberarci è un rifiuto.
L'unione europea, e le buone pratica ambientali ci dicono di utilizzare la regola delle 3 R:
RIDUCI QUELLO CHE USI: ci sono tanti modi per ridurre la quantitàdi materiale che entrano e escono
dalle nostre case:
 non sceglier e prodotti usa e getta, coem pile e cartucce non ricaricabili, spazzolini o oggetti non
sostituibili etc..
 comprare beni privi di imballaggio o con confezioni minime,
 evitare materiali ee oggetti non riciclabili , ed posate bicChieti et...
RIUSA QUELLO CHE PUOI: forse un oggetto non ci serve più ma possiede ancora un valore. tutto
quello che noi non usiamo più può servire ad altri e sono tanti i circuiti in cui questi beni possano esser
dati, anche in vendita, o donati . A Bologna c'è ad esempio second-life che è una struttura comunale dove
puoi portarte stoviglie,indumenti, libri, giocattoli, piccoli elettrodomestici etc...
Tutto quello che ti rimane RICICLALO.
1. Quanti rifiuti produce mediamente un cittadino?
Circa 1,5 kg al giorno. Rifiuti domestici ma anche rifiuti derivanti dallo spazzamento delle strade e in
generale della pulizia della città, ma anche dagli esercizi pubblici e dalle attività commerciali (ovviamente il
totale diviso per il numero di abitanti).
Dunque, circa 600 kg all’anno per abitante.
Questa cifra è stata in continuo aumento per oltre 30 anni, negli ultimi anni, a causa della crisi economica,
c’è stato un calo generalizzato.
2. Cosa c’è nei rifiuti che buttiamo?
Il 30% è dato dai rifiuti organici (scarti di cucina e del giardino). Il 50% è costituito da imballaggi di varia
natura (plastica, vetro, carta, alluminio, ma anche stoffa, legno, etc…).
Il 20% rappresenta la parte non differenziabile, come oggetti di cancelleria, oggetti in plastica e gomma,
pannolini, stracci, etc.
3. Come possono essere gestiti i rifiuti?
Esistono 3 modi.
Stoccarli in discarica. Questa rappresenta attualmente in Italia la modalità più diffusa. Naturalmente
l’impatto ambientale di questi impianti (rischio di inquinamento delle falde, disagio dato dal cattivo odore,
impatto
paesaggistico) varia molto a seconda della loro modernità: nelle discariche più moderne
(“controllate”), come quella di Baricella, tali impatti sono molto mitigati.
Trattarli al termovalorizzatore. Modalità poco diffusa in Italia, più utilizzata nei territori serviti da Hera.
L’impatto ambientale in questo caso è dato dall’immissione in atmosfera di polveri sottili, minimizzate dalla
presenza di filtri, specie negli impianti più moderni, come quello di Granarolo.
Differenziarli in modo più o meno spinto. Naturalmente anche in questo caso resterà una parte di rifiuto non
differenziato da trattare in uno dei due modi suddetti, a meno di non perseguire politiche di promozione dello
stile di vita “a rifiuti zero” (riduzione degli imballaggi e/o loro produzione con materiali riciclabili, fine
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dell’usa e getta, etc). La raccolta differenziata si può effettuare in due modi: a cassonetto stradale o porta a
porta (domiciliare). In genere i risultati migliori si ottengono con il porta a porta (mediamente il 70% di
rifiuto differenziato), anche se questo sistema prevede un forte investimento iniziale (più passaggi per la
raccolta, kit per ogni cittadino, campagne di comunicazione, etc), generalmente ammortizzato però da un
abbassamento dei costi di gestione del rifiuto, dal momento che è la parte non differenziata ad avere i
maggiori costi di smaltimento.
4. Perché conviene raccogliere i rifiuti in maniera differenziata?
I rifiuti ben differenziati sono in realtà “miniere di materia” di alto valore economico.
I rifiuti organici possono infatti essere trattati imitando il ciclo naturale, trasformandoli cioè in “concime”.
I principali imballaggi invece possono essere raccolti dalle piattaforme gestite dai consorzi dei produttori dei
diversi materiali da imballaggio (il CONAI e le sue “sotto-categorie”) e da essi rivenduti come materia
seconda per la produzione di imballaggi e oggetti in materiali riciclati. Il CONAI pertanto paga i rifiuti ben
differenziati alle aziende che li raccolgono, che in questo modo possono coprire in parte le proprie spese.
Inoltre ci sono importanti risparmi energetici e creazione di posti di lavoro.
5. Fare la raccolta differenziata è obbligatorio?
Sì, è un obbligo di legge
Contrariamente a quanto molti pensano, non è un vezzo o un’opera buona, è un obbligo, come fermarsi al
semaforo rosso, e infrangere tale obbligo comporta una sanzione.
Tanto le sanzioni non le danno. E’ dispendioso e dunque difficile “beccare” qualcuno sul fatto e dunque
comminare sanzioni, ed è vero che generalmente viene seguita nel nostro Paese una politica di tolleranza
(forse a volte eccessiva). Ma l’Unione Europea prescrive precisi obiettivi di raccolta differenziata da
raggiungere nei bacini provinciali (50% di effettivo riciclo entro il 2020): se tali obiettivi non sono raggiunti
occorrerà pagare una sorta di penalità (secondo il principio chi più inquina più paga), il cui onere ricade su
tutti i cittadini. Quindi, direttamente o indirettamente, la sanzione per l’obbligo infranto viene pagata.
Inoltre la legge prescrive che il comune abbia un suo Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti, a
Bologna aggiornato nel febbraio 2014, che declina a livello cittadino Quali sono le modalità di raccolta.vedi il sito dle comuneil regolamento prevede delle sanzioni specifiche modulate in relazione alla gravità dei fatti che possono
essere applicate da tutti gli organi di polizia. Bologna ha sottoscritto una convenzione con le GEV- guardie
ecologiche attrezzate che hanno potere sanzionatorio proprio per la verifica di questo regolamento e sono
molti i comportamenti scorretti intercettati.
6. Io pago le tasse e quindi ho diritto a buttare i rifiuti dove voglio: perché dovrei perdere tempo per la
RD?
Ognuno è responsabile di quello che acquista e pertanto è responsabile anche dei rifiuti che di conseguenza
produce e del corretto smaltimento di essi. La tariffa di igiene ambientale (la “tassa” che tutti i cittadini
pagano, cosiddettaTARI) serve a coprire i costi della pulizia dei luoghi pubblici, di svuotamenti e
conferimenti, del personale che opera per l’ente gestore, degli investimenti necessari per migliorare il
servizio. I costi di uno smaltimento di rifiuti totalmente non differenziati sarebbero esorbitanti e cadrebbero
su tutti i cittadini. Lo stesso dicasi per l’opzione di prevedere che la differenziazione dei rifiuti venga fatta
meccanicamente (ancora tra l’altro non si riesce a raggiungere in questo modo la massima efficienza) o a
maggior ragione da parte di personale. Ognuno perciò deve fare la sua parte cercando di ridurre al minimo la
quantità di rifiuto che non differenzia.
La raccolta differenziata inoltre è molto più che un obbligo di legge: è l’unico modalità di trattamento dei
rifiuti che consente di recuperare materiali preziosi e di cui spesso l’Italia è povera (petrolio, minerali,
cellulosa, acqua) e produrre da essi nuovi oggetti a costi energetici molto più bassi rispetto all’utilizzo delle
materie prime.
7.
Perché dovrei differenziare se alla fine viene buttato tutto insieme? (eventualmente domanda
preceduta da testimonianze del tipo: “ho visto che il camioncino buttava tutto insieme”)
I rifiuti, nella norma, non vengono smaltiti tutti insieme, poiché non sarebbe conveniente.
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I costi di smaltimento in discarica e dell’incenerimento sono molto più alti di quelli per la raccolta
differenziata: anzi, per il rifiuto ben differenziato conferito alle piattaforme di recupero viene corrisposto un
contributo dai consorzi di filiera (CONAI) (vedi domande 3 e 4).
Pertanto non sarebbe sostenibile economicamente “buttare tutto insieme”, accollandosi peraltro anche i costi
di una “finta” raccolta differenziata imposta ai cittadini (cassonetti differenziati, kit per il porta a porta,
etc…).
In generale quindi quello secondo cui “viene buttato tutto insieme” è un luogo comune, spesso privo di
fondamento.
Cosa succede se nella torretta dell'organico va a finire dell'indifferenziato o se in quella del vetro
dell'organico?
E' molto grave: se nella frazione organica va anche una piccola percentuale di rifiuto indifferenziato
tutto un intero carico può venire contaminato e quindi non è più utilizzabile per fare il compost. Come si
sa il compost è una sorta di fertilizzante usato in agricoltura e nell'orticoltura anche domestica. Molti
cittadini infatti lo fanno nel giardino di casa e lo utilizzano direttamente in per migliorare la qualità del
terreno,.
Per questo ci sono regole molto severe che definiscono la qualità della frazione compostabile, perchè la
presenza di materiali organici potrebbero creare scorie che entrerebbero pio nel circuito
dell'alimentazione.
Contaminare questo importante rifiuto, che è anche il più pesante di tutti quelli che produciamo, oltre che
ad un danno ambientale comporta anche un aumento di costi per titti i cittadini. Quel materiale raccolta
infatti deve essere smaltito in discarica invece che trasfromarsi in comport e purtroppo questo
smaltimento si riversa sui costi del servizio che sono pagati dalla tassa di tutti i cittadini.
Per questa ragione bisogna stare attentissimi: le isole sono disponibili 24 ore al giorno e quindi non
avremo mai in casa rifiuti che possono emanare cattivo odore, bisogna approfittarne ema fare
grandissima attenzione .
8.
Come sono state determinate le frequenze negli svuotamenti? Non si potrebbero aumentare?
Le frequenze sono state determinate sulla base del numero di abitanti, del tipo di edificato, della densità
abitativa nelle diverse zone e del tipo di conferimenti medi dei vari tipi di rifiuto.
Occorre tenere presente che ogni passaggio in più comporta necessariamente dei costi che gravano su tutti i
cittadini, pertanto occorre valutare l’effettiva esigenza da parte di un numero sufficientemente elevato di
persone e verificare la sostenibilità dei costi prima di prevedere un eventuale aumento delle frequenze di
svuotamento. I cittadini comunque fanno bene a segnalare criticità perché è soprattutto dalle segnalazioni che
arrivano direttamente dal territorio che possono emergere spunti per il miglioramento del servizio.
9.
Perché i materiali non si raccolgono allo stesso modo in tutti i comuni (ad esempio le lattine, che
in alcuni comuni si raccolgono con la plastica, in altri col vetro)? O anche: perché non si può indicare
chiaramente su ogni materiale dove buttarlo?
Ogni ente che gestisce lo smaltimento dei rifiuti possiede i propri canali di smaltimento, le proprie
piattaforme di selezione e trattamento (=luoghi dove il rifiuto differenziato o anche non differenziato viene
ulteriormente selezionato), meccanizzate in modo diverso. Le modalità di raccolta dei materiali vengono
pertanto stabilite a seconda del tipo di impianti presenti sul territorio.
I prodotti che compriamo sono per lo più distribuiti su rete nazionale o a volte anche internazionale, pertanto
in molti casi sarebbe impossibile indicare modalità univoche di conferimento. Tuttavia il crescente interesse
per i temi ambientali sta portando molte aziende a scegliere di stampare sugli imballaggi dei propri prodotti il
tipo di raccolta in cui conferirli, con una dicitura generica (ad es. “raccolta plastica”), e/o un numero verde a
cui rivolgersi per avere informazioni.
10.
Come si fa se non si ha il posto per tenere in casa contenitori differenziati? E chi lavora e non ha
tempo da perdere?
Non è necessario avere un contenitore per ogni tipo di rifiuto. Basterà (una volta sciacquati gli imballaggi e
ridotti di volume) raccoglierli in un unico sacchetto/scatola/bidone, e differenziarli al momento del
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conferimento: la maggior parte degli imballaggi è costituita da plastica, che occupa spazio e pesa poco. Solo
l’organico va raccolto nell’apposito bidoncino sotto il lavello o in altra posizione.
Per quanto riguarda il tempo, è per lo più una comprensibile paura di chi ancora non ha sperimentato la
raccolta differenziata quella che se ne perda tanto: i materiali che scartiamo ci arrivano in mano uno alla
volta e il conferimento corretto dei materiali principali diventa automatico dopo poche settimane di
“allenamento”. Inoltre conferire tutto insieme comporta svuotamenti molto frequenti, mentre la raccolta
differenziata permette di dilazionarli nel tempo.
DOMANDE SPECIFICHE SUI MATERIALI
1.
I materiali devono essere lavati/privati di tappi o etichette/schiacciati?
Secondo quanto stabilito dal CONAI (consorzio nazionale imballaggi), tutti gli imballaggi possono essere
conferiti così come li abbiamo acquistati purché siano vuoti e dunque lasciando tappi ed etichette (N.B.
anche le buste con finestra trasparente possono essere lasciate integre!).
Si suggerisce comunque di sciacquare (non lavare!) il contenitore per evitare la fuoriuscita di materiale e il
generarsi di cattivi odori.
E’ utile inoltre schiacciarli per ridurne il volume.pensate sopratutto alla plastica e quando costa trasportare
“aria”, cosa che avviene se non si schiacciano le bottiglie:il volume raddoppia o anche di più e il camion si
riempe prima.
2.
Dove butto un materiale che non riesco ad identificare?
Prima di tutto verifica sul rifiutologo , guarda i site del comune ee di Hera,o chiedi ai call center,
se alla fine non si è certi del conferimento (eventualmente osservando cosa è riportato sulla confezione o
chiamando il numero verde), meglio buttare il materiale nell’indifferenziato piuttosto che rischiare di
“inquinare” le raccolte differenziate.
3.
Dove buttare i materiali “strani”:
NORMALMENTE SI PUO’ RISPONDERE UTILIZZANDO LA APP GRATUITA DI HERA “IL
RIFIUTOLOGO” – INVITARE GLI UTENTI A SCARICARLA E INSTALLARLA
UTILI ANCHE LE INDICAZIONI CHE APPAIONO SEMPRE PIU’ SPESSO SULLE CONFEZIONI
Buste argentate (tipo cibo per animali o buste di caffè)
Attenzione alle differenze. Quelle per animali o anche alcune buste per caffè o altro (surgelati) che riportano
il simbolo del riciclo possono essere smaltite con la plastica: si tratta infatti di polimeri di plastica. Alcune
buste del caffè però, generalmente le confezioni più spesse che mantengono la forma se appallottolate, sono
poliaccoppiati ancora non differenziabili, da smaltire quindi nell’indifferenziato. Per distinguere quelle di
sola plastica da quelle in poliaccoppiato, il modo più semplice ed efficace è quello di strapparne un lembo: se
è composto da più materiali essi si strappano in modo diverso evidenziando la loro presenza lungo lo
strappo.
Polistirolo
E’ un polimero plastico, pertanto se si tratta di un imballaggio, va nella RD della plastica. Così come gli altri
materiali da imballaggio, generalmente usati per proteggere i beni durevoli.
Confezioni di biscotti con interno argentato
E’ un poliaccoppiato ancora non differenziabile, va nell’indifferenziato (è riportato su alcune confezioni).
Cartone per bevande
E’ un poliaccoppiato, che tuttavia è stato recentemente accettato dal COMIECO (consorzio produttori
imballaggi in carta) come prodotto differenziabile. Può essere infatti separato in appositi impianti nella sua
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frazione di carta (da cui si ricava carta-frutta, un tipo di carta riciclata) e plastica, eventualmente insieme
all’alluminio (da cui si ricava ecoallene, utilizzato per vasi, gadget, prodotti di cancelleria).
La raccolta differenziata del cartone per bevande non è ancora attiva in tutti i comuni (ma esiste un numero
verde per saperlo) e le modalità di conferimento non sono sempre le stesse. Nei comuni gestiti da Hera viene
raccolto con la carta.
Blister di medicinali (vuoti)
Quelli costituiti da plastica e alluminio vanno nell’indifferenziato, quelli che sono metallici da entrambi i lati
invece possono andare nella raccolta del barattolame.
Tappi, stuzzicadenti, stecchini per il gelato
Tappi di sughero, meglio nell’indifferenziato (è un materiale organico ma il tempo di degradazione è lungo e
a volte il materiale può essere trattato) ma ci sono alcune associazioni che li raccolgono: informati prima..
Tappi di plastica nella plastica. Tappi di metallo insieme al proprio barattolo nel vetro. Tappi a corona col
barattolame. La gabbietta di metallo con la capsula degli spumanti va conferita nel barattolame.
Stuzzicandenti e stecchini per il gelato possono essere conferiti nell’organico.
Bombolette spray
Le bombolette non etichettate come infiammabili o nocive (tipicamente, quelle della panna montata o di
alcuni prodotti per l’igiene personale) possono essere buttate insieme al barattolame.
Quelle etichettate invece devono essere portate al Centro di Raccolta Differenziata (Stazione Ecologica)
perché si tratta di rifiuti pericolosi.
4.
Pannoloni e pannolini possono essere differenziati?
Attualmente no. Anzi, si tratta spesso del rifiuto più evidente all’interno delle discariche.
Oggi sono state studiate in alternativa alcune pratiche soluzioni per limitare l’usa e getta anche in questo
ambito; opzioni sicuramente da valutare se si intende ridurre la quantità di indifferenziato prodotta (pannolini
compostabili oppure lavabili).
6.
Posso conferire gli oggetti in plastica (sedie, giocattoli, ciabatte) nella raccolta differenziata?
No. Nella raccolta differenziata della plastica possono essere conferiti solamente gli imballaggi e non gli
oggetti. Per imballaggio si intende ciò che è servito a contenere, trasportare, proteggere una certa merce:
quindi, flaconi, bottiglie, scatolette, ma anche pellicole trasparenti, polistirolo, etc.
7.
E’ vero che le stoviglie usa e getta non possono essere riciclate?
Non più. Dal 1 maggio 2012, infatti, è possibile inserire piatti e bicchieri di plastica nella raccolta della
plastica; piatti e bicchieri vengono considerati imballaggi e vengono accettati dalle piattaforme di recupero
del COREPLA (consorzio produttori imballaggi in plastica). L’unica attenzione è di non lasciare nei piatti
residui di cibo: così anche questa plastica potrà avere una seconda vita tutta nuova. Solo piatti e bicchieri,
però; le posate vanno ancora buttate nell’indifferenziato.
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