Corso di formazione Legge 190 del 2012 e PNA Adempimenti per gli Enti destinatari Piano triennale di prevenzione della corruzione Arsago Seprio 18 novembre 2014 A cura della Dott.ssa Annalisa Fadini 1 Articolazione corso Parte normativa • Legge 190/2012; • PNA (Piano nazionale anticorruzione). Parte operativa • Piano triennale prevenzione della corruzione del Comune; • Codice di comportamento • Azioni e misure possibili identificate per ridurre il livello di rischio per i differenti processi suddivisi per settore. 2 Legge 190/2012 3 Legge anticorruzione La Legge 6.11.2012 n.190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, (c.d «Legge anticorruzione)” prevede una serie di misure preventive e repressive contro la corruzione e l’illegalità nella pubblica amministrazione. 4 Definizione ampia di corruzione La definizione di corruzione contemplata dalla legge comprende: 1) L’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione , disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale: • Art. 314. Peculato. • Art. 316. Peculato mediante profitto dell'errore altrui. • Art. 316-bis. Malversazione a danno dello Stato. • Art. 316-ter. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. 5 Definizione ampia di corruzione • Art. 317. Concussione • Art. 318. Corruzione per l'esercizio della funzione • Art. 319. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio • Art. 319-ter. Corruzione in atti giudiziari • Art. 319-quater. Induzione indebita a dare o promettere utilità • Art. 320. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servi 6 Definizione ampia di corruzione • Art. 322. Istigazione alla corruzione • Art. 322-bis. Peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri • Art. 323. Abuso di ufficio • Art. 324. Interesse privato in atti di ufficio • Art. 325. Utilizzazione d'invenzioni o scoperte conosciute per ragione d'ufficio 7 Definizione ampia di corruzione • • • • • Art. 326. Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio Art. 328. Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione Art. 329. Rifiuto o ritardo di obbedienza commesso da un militare o da un agente della forza pubblica Art. 331. Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità Art. 334. Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa 8 Definizione ampia di corruzione 2) Le situazioni in cui – a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza «un malfunzionamento dell’Amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite». 9 Art. 1, comma 1, L. n°. 190/2012 1. In attuazione dell'articolo 6 della Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell'ONU il 31 ottobre 2003 e ratificata ai sensi della legge 3 agosto 2009, n. 116, e degli articoli 20 e 21 della Convenzione penale sulla corruzione, fatta a Strasburgo il 27 gennaio 1999 e ratificata ai sensi della legge 28 giugno 2012, n. 110, la presente legge individua, in ambito nazionale, l'Autorità nazionale anticorruzione e gli altri organi incaricati di svolgere, con modalità tali da assicurare azione coordinata, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione. ANAC 10 Cos’è l’ANAC ? • Agenzia Nazionale Anti - Corruzione • Raffaele Cantone – Presidente • Poteri di vigilanza e controllo su tematiche concernenti trasparenza e anticorruzione ( ha assorbito anche le funzioni dell’AVCP ora sciolta) • Ha poteri anche di commissariamento e di sanzione 11 Art. 1, comma 5, L. n°. 190/2012 5. Le pubbliche amministrazioni centrali definiscono e trasmettono al Dipartimento della funzione pubblica: a) un piano di prevenzione della corruzione che fornisce una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio; b) procedure appropriate per selezionare e formare, in collaborazione con la Scuola superiore della pubblica amministrazione, i dipendenti chiamati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, prevedendo, negli stessi settori, la rotazione di dirigenti e funzionari. 12 Art. 1, comma 9, L. n°. 190/2012 9. Il piano di cui al comma 5 risponde alle seguenti esigenze: a) individuare le attività, tra le quali quelle di cui al comma 16, (procedimenti di a) autorizzazione o concessione; b) scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163; c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; d) concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera di nell'ambito ), delle quali e' più elevato il rischio di corruzione anche raccogliendo le proposte dei dirigenti, elaborate nell'esercizio delle competenze previste dall'articolo 16, comma 1, lettera a-bis), del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165; 13 Art. 1, comma 9, L. n°. 190/2012 b) prevedere, per le attività individuate ai sensi della lettera a), meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione; c) prevedere, con particolare riguardo alle attività individuate ai sensi della lettera a), obblighi di informazione nei confronti del responsabile, individuato ai sensi del comma 7 (Responsabile di prevenzione della corruzione), chiamato a vigilare sul funzionamento e sull'osservanza del piano; 14 Art. 1, comma 9, L. n°. 190/2012 d) monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti; e) monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione; f) individuare specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge. 15 Il responsabile della prevenzione della corruzione Art. 1, commi 7, 8 e 10 L. n°. 190/2012 7.[Ai fini della predisposizione del piano di prevenzione della corruzione], l'organo di indirizzo politico individua, di norma tra i dirigenti amministrativi di ruolo di prima fascia in servizio, il responsabile della prevenzione della corruzione. Negli enti locali, il responsabile della prevenzione della corruzione è individuato, di norma, nel segretario, salva diversa e motivata determinazione. 16 Segue - Il responsabile della prevenzione della corruzione Art. 1, commi 7, 8 e 10 L. n°. 190/2012 8.L'organo di indirizzo politico, su proposta del responsabile della prevenzione, entro il 31 gennaio di ogni anno, adotta il piano triennale di prevenzione della corruzione, curandone la trasmissione al Dipartimento della funzione pubblica. L'attività di elaborazione del piano non può essere affidata a soggetti estranei all'amministrazione. Il responsabile, entro lo stesso termine, definisce procedure appropriate per selezionare e formare, ai sensi del comma 10, i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione. Le attività a rischio di corruzione devono essere svolte, ove possibile, dal personale di cui al comma 11. La mancata predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la selezione e la formazione dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale. 17 Segue - Il responsabile della prevenzione della corruzione Art. 1, commi 7, 8 e 10 L. n°. 190/2012 10. Il responsabile individuato ai sensi del comma 7 provvede anche: a) alla verifica dell'efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione; b) alla verifica, d'intesa con il dirigente competente, dell'effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione; c) ad individuare il personale da inserire nei programmi di formazione di cui al comma 11. 18 Art. 1, comma 60, L. n°. 190/2012 60. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, attraverso intese in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8, comma l, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, si definiscono gli adempimenti, con l'indicazione dei relativi termini, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali, nonché degli enti pubblici e dei soggetti di diritto privato sottoposti al loro controllo, volti alla piena e sollecita attuazione delle disposizioni della presente legge, con particolare riguardo: a) alla definizione, da parte di ciascuna amministrazione, del piano triennale di prevenzione della corruzione, a partire da quello relativo agli anni 2013-2015, e alla sua trasmissione alla regione interessata e al Dipartimento della funzione 19 pubblica; Art. 1, comma 60, L. n°. 190/2012 b) all'adozione, da parte di ciascuna amministrazione, di norme regolamentari relative all'individuazione degli incarichi vietati ai dipendenti pubblici di cui all'articolo 53, comma 3-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, introdotto dal comma 42, lettera a), del presente articolo, ferma restando la disposizione del comma 4 dello stesso articolo 53; c) all'adozione, da parte di ciascuna amministrazione, del codice di comportamento di cui all'articolo 54, comma 5, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come sostituito dal comma 44 del presente articolo. 20 Art. 1, comma 59, L. n°. 190/2012 59. Le disposizioni di prevenzione della corruzione di cui ai commi da 1 a 57 del presente articolo, di diretta attuazione del principio di imparzialità di cui all'articolo 97 della Costituzione, sono applicate in tutte le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. 21 Come il Comune ha risposto alle richieste della legge in materia di prevenzione della corruzione ? • Attraverso la nomina di un Responsabile della trasparenza nella persona del Segretario Generale (EX PROVVEDIMENTO SINDACALE N. 12 DEL 06/10/2014 ); • Attraverso la predisposizione di un Piano triennale della trasparenza e integrità e la sua adozione (Verbale di deliberazione della Giunta comunale N. 17 / 2014 30 gennaio 2014 - ADOZIONE PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’ 2014-2016); • Attraverso la predisposizione e l’approvazione di un Codice di comportamento (Verbale di deliberazione della Giunta comunale N. 167 / 2013 del 19 dicembre 2013); • Attraverso la predisposizione di un Piano triennale di prevenzione della corruzione e la sua adozione (Verbale di deliberazione della Giunta comunale N. 46 / 2014 del 13 marzo 2014 - ADOZIONE PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ ILLEGALITA’2014-2016); 22 IL PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Cosa richiede per quanto riguarda il piano triennale di prevenzione della corruzione 23 Piano Nazionale Anticorruzione • E' stata approvata dalla C.I.V.I.T., Autorità nazionale anticorruzione, (ora ANAC) la proposta di Piano Nazionale Anticorruzione elaborata dal Dipartimento della funzione pubblica in base alla legge n. 190 del 2012 in data 13 settembre 2013. 24 Piano Nazionale Anticorruzione Sono destinatarie del P.N.A. tutte le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165. I contenuti del P.N.A. sono inoltre rivolti agli enti pubblici economici, agli enti di diritto privato in controllo pubblico, alle società partecipate e a quelle da esse controllate ai sensi dell’art. 2359 c.c. per le parti in cui tali soggetti sono espressamente indicati come destinatari. 25 Piano Nazionale Anticorruzione • Ad un primo livello, quello “nazionale”, il DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA predispone, sulla base di linee di indirizzo adottate da un Comitato interministeriale, il P.N.A. Il P.N.A. è poi approvato dalla C.I.V.I.T., individuata dalla legge quale Autorità nazionale anticorruzione. (ora ANAC). • Al secondo livello, quello “decentrato”, ogni amministrazione pubblica definisce un P.T.P.C., che, sulla base delle indicazioni presenti nel P.N.A., effettua l’analisi e valutazione dei rischi specifici di corruzione e conseguentemente indica gli interventi organizzativi volti a prevenirli. 26 Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Il P.T.P.C. rappresenta il documento fondamentale dell’amministrazione per la definizione della strategia di prevenzione all’interno di ciascuna amministrazione; esso ingloba tutte le misure di prevenzione obbligatorie per legge e quelle ulteriori, coordinando gli interventi. 27 Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione In base alle Linee di indirizzo del Comitato interministeriale le amministrazioni tenute all’approvazione dei P.T.P.C. sono: • “a) amministrazioni centrali, ivi compresi gli enti pubblici non economici nazionali, le agenzie, le università e le altre amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001 diverse da quelle di cui al punto b) (comma 5); • b) amministrazioni delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano e degli enti locali, nonché degli enti pubblici”. Per enti pubblici di cui alla lettera b) si intendono gli enti pubblici sottoposti al controllo di regioni ed enti locali. 28 Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Il PNA da specifiche indicazioni per la predisposizione dei PTPC, chiarendo che: • Le amministrazioni pubbliche e gli altri enti destinatari debbono porre in essere le azioni e introdurre ed implementare le misure che si configurano come obbligatorie, in quanto disciplinate direttamente dalla legge, nonché sviluppare misure ulteriori anche in riferimento al particolare contesto di riferimento. • Le specifiche di dettaglio relative ai P.T.P.C. e alle altre misure sono riportate nell’Allegato 1 del PNA. La tempistica per l’adozione delle misure di prevenzione è indicata nelle “Tavole delle misure” in relazione alle prescrizioni di legge e ai contenuti del P.N.A. 29 Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Gli strumenti già previsti o già in uso presso ciascuna amministrazione per finalità di prevenzione dell’illegalità, come le ispezioni, tutti i controlli di varia natura, l’esercizio della vigilanza, debbono essere valorizzati, coordinati e sistematizzati rispetto alle nuove misure previste dalla legge, dal presente P.N.A. o dai P.T.P.C. 30 Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione I piani devono: 1. Individuare aree a rischio 2. Individuare per ciascuna area gli interventi per ridurre i rischi 3. Programmare iniziative di formazione 4. Individuare i referenti e i soggetti tenuti a relazionare al R.P.C. 5. Individuare per ciascuna misura il responsabile e il termine per l’attuazione 31 Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 6. Individuare misure di trasparenza, anche ulteriori rispetto a quelle contenute nel P.T.T.I. 7. Definire misure per l’aggiornamento ed il monitoraggio del P.T.P.C. 8. Individuare modalità e tempi di attuazione delle altre misure di carattere generale contenute nella l.190/2012 32 Il piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune (INDICE) 33 Il piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune (INDICE) 34 Il piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune (attività a rischio) 35 Il piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune Le misure per ridurre e prevenire il rischio di corruzione e illegalità sono state identificate all’interno di specifiche schede inserite all’interno del Piano di prevenzione della corruzione 36 Il piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune 37 Nel dettaglio il PNA prevede … Ciascuna amministrazione deve prevedere al proprio interno canali differenziati e riservati per ricevere le segnalazioni la cui gestione deve essere affidata a un ristrettissimo nucleo di persone (2/3). Inoltre, occorre prevedere codici sostitutivi dei dati identificativi del denunciante e predisporre modelli per ricevere le informazioni ritenute utili per individuare gli autori della condotta illecita e le circostanze del fatto. 38 Nel dettaglio il PNA prevede … • La tutela dei denuncianti dovrà essere supportata anche da un’efficace attività di sensibilizzazione, comunicazione e formazione sui diritti e gli obblighi relativi alla divulgazione delle azioni illecite. (Procedura di tutela del whistleblower) 39 Nel dettaglio il codice di comportamento del comune … • Il codice di comportamento Vediamo il codice adottato 40 Normativa di riferimento in materia di trasparenza • L. n. 190/2012 recante le “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”; • D.Lgs. n. 33/2013 recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. Il decreto riorganizza e semplifica le norme già esistenti in tema di obblighi di informazione, pubblicità e trasparenza, ed integra, altresì, secondo i criteri di delega previsti dalla Legge, anche il quadro normativo vigente, introducendo uno specifico sistema sanzionatorio in caso di omesso, ritardato o inesatto adempimento degli obblighi di pubblicazione e prevedendo anche un nuovo istituto: il diritto di accesso civico. 41 Segue - Normativa di riferimento Gli adempimenti di trasparenza si conformano alle “Linee guida per l’aggiornamento del Programma Triennale per la trasparenza e l’integrità 2014 - 2016” della CIVIT (ANAC), riportate nella delibera n. 50/2013 e seguenti e alle indicazioni dell’AVCP con riferimento solo ai dati sui contratti relativi a lavori, servizi e forniture. In proposito la CIVIT, con gli allegati 1) e 1.1) alla delibera n. 50/2013, fornisce un esaustivo strumento che elenca gli obblighi di pubblicazione vigenti e i rispettivi ambiti di applicazione. Modifiche ai destinatari del D.lgs 33/2013 introdotte dal Decreto legge 90 /2014 convertito nella legge 114/2014- 42 MODALITÀ OPERATIVE DI PUBBLICAZIONE Ai sensi della Legge Anticorruzione (L. n. 190/2012), la pubblicazione delle citate informazioni deve avvenire sui siti web istituzionali dei soggetti obbligati, secondo criteri di “facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione”, ferme restando le limitazioni stabilite in materia di segreto di Stato, segreto d’ufficio, e di protezione dei dati personali (art. 1, comma 15). Vedi Amministrazione trasparente sul sito del Comune 43
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