CALCOLO DI DERIVATE PARZIALI, MASSIMI E MINIMI LIBERI 2 1. Data la funzione di due variabili f (x, y) = ex arctan(y 2 ) calcolare il gradiente in un punto generico (x, y) ∈ R2 e scrivere l’ equazione del piano tangente al grafico della funzione nel punto (x0 , y0 , z0 ), dove x0 = 0, y0 = 1, z0 = f (x0 , y0 ) 2 2 2y ; il piano tangente nel punto [ fx (x, y) = 2xex arctan(y 2 ) , fy (x, y) = ex 1+y 4 π (0, 1, 4 ) ha equazione z −z0 = fx (x0 , y0 )(x−x0 )+fy (x0 , y0 )(y −y0 ), cio`e z = y −1+ π4 . ] p 2 2. Data la funzione di due variabili f (x, y) = ex−y + 1 + x2 + y 4 calcolare il gradiente −1 ) nel in un punto generico (x, y) ∈ R2 e la derivata di f nella direzione v = ( √12 , √ 2 punto (1, 1). Scrivere poi l’ equazione del piano tangente al grafico della funzione nel punto (x0 , y0 , z0 ), dove x0 = 1, y0 = 1, z0 = f (x0 , y0 ) 2 [ fx (x, y) = ex−y + √ x 1+x2 +y 4 2 , fy (x, y) = −2yex−y + √ 2y 3 1+x2 +y 4 + √23 ). La In particolare il gradiente di f nel punto (1, 1) `e il vettore (1 + √13 , −2 funzione `e di 1 2 classe C (R ), quindi `e differenziabile, e la derivata direzionale si pu`o calcolare con ∂f −1 (1, 1) = ∇f (1, 1) · v = (1 + √13 , −2 + √23 ) · ( √12 , √ ) = la formula del gradiente ∂v 2 √ √ √ 2 1 1 √ + √ + 2 − √3 Il piano tangente nel punto (1, 1, 1 + 3) ha equazione z = 2 √ 6 1 + 3 + (1 + √13 )(x − 1) + (−2 + √23 )(y − 1). ] hp i 2 4 3. Calcolare le derivate parziali della funzione f (x, y) = arctan 1 + x y , x, y ∈ R, dire motivando la risposta se la funzione `e differenziabile in R2 , e scrivere l’ equazione del piano tangente al grafico della funzione nel punto (x0 , y0 , z0 ), dove x0 = 0, y0 = 0, z0 = f (x0 , y0 ) [ fx (x, y) = 4 xy √ (2+x2 y 4 ) 1+x2 y4 , fy (x, y) = 2 y3 2x√ (2+x2 y 4 ) 1+x2 y 4 . f `e differenziabile ovunque, essendo continue le sue derivate parziali. Il piano tangente nel punto (0, 0, π4 ) ha equazione z = π4 . ] 4. Data la funzione di due variabili f (x, y) = (x y)log(x y) , x > 0, y > 0 a) calcolare il gradiente in un punto generico (x, y) con x > 0, y > 0 b) dire se la funzione `e differenziabile in ogni punto (x, y) con x > 0, y > 0 2 [ La funzione f (x, y) = (x y)log(x y) = elog (x y) `e differenziabile nei punti indicati perch´e le sue derivate parziali sono continue: fx (x, y) = 2 log(xy) (x y)log(x y) , fy (x, y) = x 2 log(xy) (x y)log(x y) ] y 1 2 2 x y 5. Data la funzione di due variabili: f (x, y) = arcsin( 1+x 2 y 2 ) trovare il dominio D e l’ immagine I della funzione, verificare che esistono le derivate parziali in ogni punto di D e calcolarle, dire se f `e differenziabile in D motivando la risposta. [ La funzione arcoseno `e definta nell’ intervallo [−1, 1] e ha per immagine l’ intervallo [− π2 , π2 ], e l’ immagine dell’ intervallo [0, 1) `e l’ intervallo [0, π2 ). Al variare di x, y ∈ R2 x2 y 2 la frazione 1+x e compresa tra 0 e 1 e descrive tutto l’ intervallo [0, 1) ( dato 2 y2 ` √ t ∈ [0, +∞), scegliendo x = y = 4 t vengono assunti tutti i valori della funzione t per t ≥ 0 ... ) Quindi D = R2 , I = [0, π2 ). La funzione `e differenziabile in t+1 x2 y 2 D perch´e sono (definite essendo 1+x 2 y 2 < 1 e ) continue in D le derivate parziali 2 2 2xy 2x √ √y fx (x, y) = , fy (x, y) = ] (1+x2 y 2 ) 1+2x2 y 2 (1+x2 y 2 ) 1+2x2 y 2 √ 6. Data la funzione di due variabili : f (x, y) = arctan[ y log(x) ] trovare l’ insieme di definizione A, discutere la derivabilit`a nei punti di A e calcolare le derivate parziali di f [ Il logaritmo `e definito e derivabile in (0, +∞), la radice `e definita e continua in [0, +∞), derivabile in (0, +∞). Ne segue che A = (0, +∞) × [0, +∞); inoltre √ nei y 1 punti (x, y) con x > 0, y > 0 f ha derivate parziali continue fx (x, y) = 1+y log2 (x) x , log(x) 1 √ , quindi ` fy (x, y) = 1+y log e ivi differenziabile; nei punti (x, 0) con x > 0 la 2 (x) 2 y derivata rispetto a x esiste ed `e nulla, mentre se x 6= 1 non esiste la derivata (destra) rispetto a y; nel punto (1, 0) la derivata destra rispetto a y `e nulla ] 7. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x3 + 3x2 + 2λxy + y 2 trovare il valore di λ tale che il punto ( 23 , − 43 ) sia un punto critico di f . Per tale valore trovare eventuali altri punti critici di f , e per ogni punto critico specificare se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. [ ∇f (x, y) = (3x2 + 6x + 2λy, 2λx + 2y) = (0, 0) se e solo se y = −λx. ( 32 , − 34 ) `e punto critico se λ = 2. Per tale valore i punti critici sono i punti P1 = (0, 0), punto di sella poich´e la matrice hessiana ha determinante −4, e P2 = ( 23 , − 34 ), punto di minimo relativo (stretto) poich´e la matrice hessiana ha determinante 4 e traccia 12 ] 8. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x3 + y 3 − 15 y 2 − 48x + 18 y trovare i punti 2 critici di f , specificando se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. [ ∇f (x, y) = (3x2 − 48, 3y 2 − 15y + 18) = (0, 0) se e solo se x = ±4, y = 2 oppure y = 3. I punti critici sono dunque P1 = (4, 3), P2 = (−4, 3), P3 = (4, 2), P4 = (−4, 2). La matrice hessiana H(x, y) `e diagonale con gli elementi diagonali (6x, 6y − 15). Il punto P1 `e un punto di minimo locale stretto, la matrice hessiana essendo diag (24, 3), il punto P4 `e un punto di massimo locale stretto (diag (−24, −3)), i punti P2 ( diag (−24, 3)), P3 ( diag (24, −3)) sono punti di sella, essendo det H < 0. ] 2 9. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x4 + y 3 − 4x2 − 3y 2 trovare i punti critici di f , specificando se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. √ [ ∇f (x, y) = (4x3 −8x, 3y 2 −6y) = (0, 0) se e solo se x = 0 o x = ± 2 ,√y = 0 oppure y =√2. I punti critici sono dunque P1 = (0, 0), P2 = (0, 2), P3,4 = (± 2, 0), P5,6 = (± 2, 2). La matrice hessiana `e diagonale con gli elementi diagonali (12x2 −8, 6y−6) e si deduce allora che P1 `e punto di massimo locale stretto, P2 , P3 e P4 sono punti di sella, mentre P5 e P6 sono punti di minimo locale stretto. ] 10. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x4 + x2 y 2 + y 4 trovare i punti critici di f , specificando se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. [ ∇f (x, y) = (4x3 +2xy 2 , 4y 3 +2x2 y) = (0, 0) se e solo se x = y = 0. Il punto critico `e dunque (0, 0). La matrice hessiana ha entrate H1,1 = 12x2 + 2y 2 , H1,2 = H2,1 = 4xy, H2,2 = 12y 2 + 2x2 , e ha determinante nullo. Ciononostante si pu`o vedere che l’ origine `e punto di minimo, non solo dall’ analisi della funzione (che `e nulla solo se x = y = 0 e positiva altrove), ma anche dal criterio basato sul carattere della matrice hessiana in un intorno di un punto critico: essa `e semidefinita positiva in un intorno del punto critico (in questo esempio in tutto R2 ) avendo determinante 132 x2 y 2 + 24 x4 + 24 y 4 ≥ 0 e traccia 14 x2 + 14 y 2 ≥ 0. ] 11. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x8 + xy + y trovare i punti critici di f , specificando se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. [ ∇f (x, y) = ( −8 + y1 , −x + 1) = (0, 0) se e solo se x = 4, y = 2. La matrice hessiana x2 y2 16 , H2,2 = 2x , in particolare nel punto (4, 2) ha entrate H1,1 = x3 , H1,2 = H2,1 = −1 y2 y3 1 −1 si ha che H1,1 = 4 , H1,2 = H2,1 = 4 , H2,2 = 1. Essendo quindi definita positiva si deduce che l’ unico punto critico `e punto di minimo. ] 12. Data la funzione di tre variabili f (x, y, z) = −2x2 − xy − 2y 2 + 5x + 5y − z 2 + 2z individuare i punti critici di f , specificando se si tratta di punti di minimo, massimo o sella. [ L’ unico punto critico `e il punto (1, 1, 1), ed `e un punto di massimo relativo (stretto) perch´e la matrice hessiana, con minori principali −4, 15, −30 `e definita negativa ] 13. Data la funzione di tre variabili f (x, y, z) = x4 + x3 + y 2 + z 2 trovare i punti critici di f , specificando se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. [ ∇f (x, y, z) = (4x3 + 3x2 , 2y, 2z) = (0, 0, 0) se e solo se y = z = 0, x = 0 oppure x = − 34 , i punti critici sono dunque P1 = (− 34 , 0, 0) e P2 = (0, 0, 0). La matrice hessiana `e diagonale con gli elementi diagonali (12x2 + 6x, 2, 2). Nel punto P1 `e diag ( 94 , 2, 2), definita positiva perch´e i minori principali sono tutti positivi, quindi 3 P1 `e di minimo relativo (stretto). In P2 `e diag (0, 2, 2) con determinante 0, quindi non si pu`o decidere in base ad essa. Osservando per`o la funzione si deduce che l’ origine `e un punto di sella, perch´e la restrizione di f all’ asse x `e g(ε) = f (ε, 0, 0) = ε4 + ε3 , strettamente crescente in un intorno di 0 ( con un flesso in 0). ] √ 14. Data la funzione di tre variabili f (x, y, z) = z 2 − x2 + 2xy − 2y 2 z trovare i punti critici di f , specificando se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. √ √ [ ∇f (x, y, z) = (−2x+2y, 2x−2 2yz, 2z − 2y 2 ). Si annulla nei punti P0 = (0, 0, 0) e P1,2 = (±1, ±1, √12 ). La matrice hessiana ha entrate H1,1 = −2, H1,2 = H2,1 = 2, √ √ H1,3 = H3,1 = 0 H2,2 = −2 2z, H2,3 = H3,2 = −2 2y, H3,3 = 2. Si pu`o dedurre che tutti i punti critici sono di sella osservando che il determinante `e non nullo (−8 in P0 , −32 in P1,2 ), quindi gli autovalori non sono nulli; in particolare non `e possibile che la matrice sia semidefinita (positiva o negativa) senza essere definita (positiva o negativa). D’ altra parte gli autovalori non possono avere tutti lo stesso segno perch´e non `e verificata la condizione necessaria e sufficiente di definita positivit`a, minori principali tutti positivi, n´e quella di definita negativit`a, minori con segno alterno −, +, − in questo ordine. Nel nostro caso i minori principali sono −2, −4,−8 nel punto P0 , −2, 0,16 nei punti P1,2 . ] 15. Data la funzione di due variabili f (x, y) = xy trovare i punti critici di f e specificare se si tratta di punto di minimo, massimo o sella. Trovare poi il massimo e il minimo assoluti di f sull’ insieme B = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1}. [ Essendo ∇f (x, y) = (y, x), l’ unico punto critico in tutto R2 della funzione `e P = (0, 0), che `e un punto di sella, dato che la matrice hessiana ha determinante −1 ed `e quindi indefinita. Per il Teorema di Weierstrass, essendo B compatto e f continua, esistono punti di massimo e minimo assoluto di f in B. Se un punto di estremo si trova all’ interno, cio`e in B = int (B) = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 < 1}, deve essere un punto critico, e abbiamo visto che l’ unico punto critico `e un punto di sella. Ne segue che i punti di massimo e minimo assoluti sono sulla frontiera, cio`e sulla circonferenza C = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 = 1}, che `e immagine della funzione α(t) = (cos(t), sin(t)), 0 ≤ t ≤ 2π. Studiando la funzione composta f ◦ α(t) = cos(t) sin(t) , che α manda nei in [0, 2π] si osserva che il massimo `e 12 , assunto nei punti π4 , 5π 4 1 1 punti (± √2 , ± √2 ), che sono quindi punti di massimo assoluto per f su B, mentre il minimo `e − 12 , assunto nei punti 3π , 7π , che α manda nei punti (∓ √12 , ± √12 ), che 4 4 sono quindi punti di massimo assoluto per f su B. ] NOTA Per problemi di massimi/minimi assoluti di funzioni definite su insieme compatti vedi la sezione su massimi e minimi vincolati. 4 ` DI FUNZIONI DI PIU ` VARIABILI DIFFERENZIABILITA 1. Data la funzione di due variabili f (x, y) = |xy| , motivando le risposte, a) dire in quali punti esiste la derivata parziale fx e calcolarla in tali punti b) dire in quali punti esiste la derivata parziale fy e calcolarla in tali punti c) dire in quali punti la funzione `e differenziabile [ Nei punti (x, y) con x 6= 0 . y 6= 0 le derivate parziali esistono continue, quindi la y x , fy (x, y) = |x| |y| . Nei funzione `e ivi differenziabile e i loro valori sono fx (x, y) = |y| |x| punti con x = 0, y 6= 0 non esiste la derivata parziale fx mentre fy = 0, nei punti con y = 0, x 6= 0 non esiste la derivata parziale fy mentre fx = 0, in ogni caso in questi punti la funzione non `e differenziabile. Nel punto (0, 0) le derivate parziali esistono e sono nulle (la funzione `e nulla sugli assi) e inoltre la funzione `e differenziabile, essendo lim(h,k)→(0,0) √|h||k| = 0 essendo √|h||k| = √h|h| 2 +k 2 |k| ≤ |k| → 0 se (h, k) → (0, 0) ] h2 +k2 h2 +k2 2. Data la funzione di due variabili f (x, y) = log(1+x2 ) |sin(y)| , motivando le risposte, a) dire in quali punti esiste la derivata parziale fx e calcolarla in tali punti b) dire in quali punti esiste la derivata parziale fy e calcolarla in tali punti c) dire in quali punti la funzione `e differenziabile 2x [ fx (x, y) = 1+x 2 | sin(y)| esiste continua in ogni punto; nei punti (x, y) con y 6= kπ, k ∈ Z si ha che fy (x, y) = log(1 + x2 ) | sin(y) cos(y) ed `e continua; fy (x, y) non esiste, sin(y)| quindi la funzione non `e differenziabile, nei punti (x, y) con x 6= 0, y = kπ, k ∈ Z; infine nei punti (x, y) con x = 0, y = kπ, k ∈ Z si ha che fy (x, y) = 0 e in tali punti la funzione `e differenziabile come si verifica in base alla definizione. ] ( 3. Data la funzione di due variabili f (x, y) = y( ex −1) x y parziali e dire se la funzione `e differenziabile in R2 . se x 6= 0 , calcolare le derivate se x = 0 ( [ Le derivate parziali esistono ovunque e sono fx = x x y(xex −ex +1) x2 y 2 se x 6= 0 se x = 0 1 2 x +o(x2 ) ( fx (0, 0) =(limx→0 x1 [ y( e x−1) − y ] = limx→0 y x1 [ ( e −1−x) ] = limx→0 y 2 x2 = y2 ) x ex −1 se x 6= 0 (0,0) x fy (x, y) = (fy (0, 0) = limy→0 f (0,y)−f = limy→0 yy = 1 ) y 1 se x = 0 La funzione `e differenziabile, si pu`o verificare in base alla definizione o come conseguenza del fatto che `e di classe C 1 (R2 ), come segue calcolando i limiti per (x, y) → (0, y0 ) delle derivate parziali (per fx usare ad es. lo sviluppo di Taylor). ] 5 ( 4. Data la funzione di due variabili f (x, y) = xy x2 +y 2 0 se (x, y) 6= (0, 0) , motivando le se (x, y) = (0, 0) risposte dire a) se f `e continua in (0, 0) b) se esistono le derivate parziali in (0, 0) c) se esistono le derivate direzionali in (0, 0) secondo una direzione generica v = (v1 , v2 ) e in caso affermativo calcolarle d) se la funzione `e differenziabile in (0, 0) [ a) No, basta calcolare il limite in coordinate polari e osservare che `e diverso lungo rette diverse passanti per l’ origine. b) S`ı e sono nulle, essendo la funzione nulla sugli assi. c) No, a meno che non siano le derivate parziali. d) No, per quanto visto in precedenza. ] ( 5. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x2 y x2 +y 2 0 se (x, y) 6= (0, 0) , motivando le se (x, y) = (0, 0) risposte dire a) se f `e continua in (0, 0) b) se esistono le derivate parziali in (0, 0) c) se esistono le derivate direzionali in (0, 0) secondo una direzione generica v = (v1 , v2 ) e in caso affermativo calcolarle d) se la funzione `e differenziabile in (0, 0) [ a) Si, il limite in coordinate polari `e 0 uniformemente rispetto alla variabile 3 2 sin(ϑ) | ≤ ρ → 0 se ρ → 0. b) S`ı e sono nulle, essendo la angolare ϑ : | ρ cos (ϑ) ρ2 t2 v 2 tv 2 1 2 funzione nulla sugli assi. c) S`ı, ∂f (x, y) = limt→0 1t t2 v2 +t d) No, per 2 v 2 = v1 v2 . ∂v 1 2 verifica diretta o per quanto visto in precedenza, perch´e non vale l’ eguaglianza ∂f (x, y) = ∇f (x, y) · v . ] ∂v ( 6. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x2 y 2 x2 +y 2 0 se (x, y) 6= (0, 0) , motivando le se (x, y) = (0, 0) risposte dire a) se f `e continua in (0, 0) b) se esistono le derivate parziali in (0, 0) c) se esistono le derivate direzionali in (0, 0) secondo una direzione generica v = (v1 , v2 ) (tra queste ci sono le derivate parziali), e in caso affermativo calcolarle d) se la funzione `e differenziabile in (0, 0) 6 [ a) Si, il limite in coordinate polari `e 0 uniformemente rispetto alla variabile 4 2 sin2 (ϑ) | ≤ ρ2 → 0 se ρ → 0. b) S`ı e sono nulle, essendo la angolare ϑ : | ρ cos (ϑ) ρ2 funzione nulla sugli assi. c) S`ı, ∂f (x, y) ∂v 2 2 2 2 1 t v1 t v2 = 0. d) S`ı, per verifica 2 t t v12 +t2 v22 2 h2√ k2 | (h2 +k2 ) h2 +k2 | = h2h+k2 √h|k| 2 +k 2 |k| ≤ = limt→0 2 2 k diretta: lim(h,k)→(0,0) (h2 +kh2 )√ = 0 essendo h2 +k2 |k| → 0 se (h, k) → (0, 0) ] 7. GENERALIZZAZIONE Generalizzando gli esercizi precedenti si possono trovare condizioni necessarie e sufficienti per(continuit`a e differenziabili`a di funzioni del tipo |x|α |y|β se (x, y) 6= (0, 0) γ 2 +y 2 ) 2 (x f (x, y) = , con α , β γ > 0. 0 se (x, y) = (0, 0) Mostrare, usando le coordinate polari, che una tale funzione `e continua in (0, 0) se e solo se α + β > γ, ha tutte le derivate direzionali in (0, 0) se e solo se α + β ≥ γ + 1, `e differenziabile in (0, 0) se e solo se α + β > γ + 1. α+β α β | sin(ϑ)| ≤ ρα+β−γ e quindi il limite per ρ → 0 `e 0 [ Se α + β > γ si ha che ρ | cos(ϑ)| ργ uniformemente rispetto a ϑ, mentre se α + β ≤ γ il limite dipende da ϑ o non esiste. Inoltre la funzione ha derivate parziali nulle nell’ origine, essendo nulla sugli assi, e si vede facilmente che ha tutte le derivate direzionali se e solo se α + β ≥ γ + 1, e queste sono tutte nulle se e solo se α + β > γ + 1. Per la formula del gradiente questa `e allora una condizione necessaria per la differenziabili`a, ed `e anche sufficiente α+β α | sin(ϑ)|β ≤ ρα+β−(γ+1) . . . ) ] ( ρ1 ρ | cos(ϑ)| ργ ( 8. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x2 y x4 +y 2 0 se (x, y) 6= (0, 0) , motivando le se (x, y) = (0, 0) risposte dire a) se f `e continua in (0, 0) b) se esistono le derivate parziali in (0, 0) c) se esistono le derivate direzionali in (0, 0) secondo una direzione generica v = (v1 , v2 ) (tra queste ci sono le derivate parziali), e in caso affermativo calcolarle d) se la funzione `e differenziabile in (0, 0) [ a) No, il limite in coordinate polari `e nullo lungo ogni retta passante per l’ origine, ma lungo la parabola y = x2 vale 21 . b) S`ı e sono(nulle, essendo la funzione v12 v2 se v2 6= 0 . d) No, 0 se v2 = 0 per verifica diretta o per quanto visto in precedenza, perch´e non vale l’ eguaglianza ∂f (x, y) = ∇f (x, y) · v . ] ∂v nulla sugli assi. c) S`ı, ∂f (x, y) ∂v = t2 v12 tv2 limt→0 1t t4 v4 +t 2 v2 1 2 7 = ( 9. Data la funzione di due variabili f (x, y) = x2 y |x|3 +y 2 se (x, y) 6= (0, 0) 0 se (x, y) = (0, 0) , motivando le risposte dire a) se f `e continua in (0, 0) b) se esistono le derivate parziali in (0, 0) c) se esistono le derivate direzionali in (0, 0) secondo una direzione generica v = (v1 , v2 ) (tra queste ci sono le derivate parziali), e in caso affermativo calcolarle d) se la funzione `e differenziabile in (0, 0) [ a) S`ı, perch´e il limite della funzione per x → 0 `e nullo. Infatti, utilizzando la disuguaglianza 1 |ab| = |a||b| ≤ (a2 + b2 ) (equivale a (|a| − |b|)2 = a2 + b2 − 2|a||b| ≥ 0 ) 2 2 1 2 3 2 1 2 3 2 1 2 y| |x| (|x| |y|) (|x| +y ) si ha che |x||x3 +y ≤ |x|2(|x| = |x|2 → 0 se (x, y) → (0, 0). 2 = 3 +y 2 ) |x|3 +y 2 b) S`ı e sono nulle, essendo la funzione(nulla sugli assi. v12 se v2 6= 0 t2 v12 tv2 ∂f 1 . c) S`ı, ∂v (x, y) = limt→0 t t3 |v1 |3 +t2 v2 = v2 2 0 se v2 = 0 d) No, per verifica diretta o per quanto visto in precedenza, perch´e non vale l’ eguaglianza ∂f (x, y) = ∇f (x, y) · v . ] ∂v 10. GENERALIZZAZIONE Generalizzando le tecniche dei precedenti esercizi si possono dedurre condizioni necessarie, o ( sufficienti, per la continuit`a e differenziabilit`a di una funzione del tipo |x|α |y|β se (x, y) 6= (0, 0) |x|γ +|y|δ f (x, y) = con α, β, γ, δ > 0. Mostrare 0 se (x, y) = (0, 0) che esistono nell’ origine tutte le derivate direzionali se e solo se α + β ≥ min{γ, δ} + 1 , e sono tutte nulle se e solo se α + β > min{γ, δ} + 1; e quindi (per la formula del gradiente) che una condizione necessaria di differenziabilit`a `e α + β > min{γ, δ} + 1. Mostrare poi, usando la disuguaglianza |ab| = |a||b| ≤ 21 (a2 + b2 ) , che una condizione sufficiente per la continuit`a `e data dalla disuguaglianza 2α ≥ γ, 2β ≥ δ con almeno un segno di disuguaglianza stretta, che una condizione sufficiente di differenziabilit`a `e data dalla disuguaglianza 2α ≥ γ + 1, 2β ≥ δ + 1 con almeno un segno di disuguaglianza stretta. 8 [ La funzione ha derivate parziali nulle nell’ origine, essendo nulla sugli assi, . . . Per usare la disuguaglianza |ab| = |a||b| ≤ 12 (a2 +b2 ), si scrive γ |x|α |y|β |x|γ +|y|δ γ = δ γ δ |x|α− 2 |y|β− 2 |x| 2 |y| 2 |x|γ +|y|δ δ ≤ 12 |x|α− 2 |y|β− 2 per la continuit`a; per la differenziabilit`a, le derivate parziali sono nulle nell’ origine, e |x|α |y|β 1 (|x|γ +|y|δ )(x2 +y 2 ) 2 γ = 1 δ 1 γ δ 1 |x|α− 2 − 2 |y|β− 2 − 2 |x| 2 |y| 2 |xy| 2 1 (|x|γ +|y|δ )(x2 +y 2 ) 2 γ δ 1 1 ≤ 21 |x|α− 2 − 2 |y|β− 2 − 2 ... ] ( 2 (x + y 2 ) sin( √ 11. Data la funzione di due variabili f (x, y) = 1 ) x2 +y 2 0 se (x, y) 6= (0, 0) , se (x, y) = (0, 0) dire, motivando le risposte, a) se f `e continua in (0, 0) b) se esistono le derivate direzionali in (0, 0) secondo una direzione generica v = (v1 , v2 ) (tra queste ci sono le derivate parziali), e in caso affermativo calcolarle c) se la funzione `e differenziabile in (0, 0) d) se la funzione `e di classe C 1 in R2 [ Si vede facilmente che la funzione `e continua e ha derivate parziali nulle nell’ origine, ricordando che il limite di un prodotto tra una funzione infinitesima ed una limitata `e nullo. Inoltre la funzione `e differenziabile, essendo (h2 +k2 ) sin( √ 21 2 ) √ h +k √ = lim(h,k)→(0,0) h2 + k 2 sin( √h21+k2 ) = 0 lim(h,k)→(0,0) h2 +k2 (ancora limite del prodotto tra una funzione infinitesima e una limitata). Dalla formula del gradiente si deduce che esistono le derivate secondo ogni direzione e sono nulle. La funzione non `e per`o di classe C 1 in R2 perch´e nel punto (0, 0) le derivate parziali non sono continue: se (x, y) 6= (0, 0) `e fx (x, y) = 2x sin( √ 21 2 )− √ x2 2 cos( √ 21 2 ) x +y e non esiste lim(x,y)→(0,0) fx (x, y), analogamente per fy . ] 9 x +y x +y INTEGRALI DOPPI E TRIPLI RR 1. Calcolare l’ integrale doppio x dxdy, dove D 2 2 x D = {(x, y) ∈ R : 1 ≤ x ≤ 2 , e ≤ y ≤ ex } [ R2 1 dx x R ex2 ex dy = R2 1 2 2 xex − xex dx = [ 12 ex − xex + ex ]21 = 12 e4 − e2 − 12 e ] RR 2. Calcolare l’ integrale cos(y)ex dxdy, D D = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ y ≤ π2 ; 0 ≤ x ≤ sin(y)} [ Rπ dy cos(y) 2 0 R sin(y) 0 ex dx = e − 2 ] RR x √ dxdy 3. Calcolare l’ integrale doppio D y D = {(x, y) ∈ R2 : x2 + 3 ≤ y ≤ 4x} dove [ Nelle disuguaglianze definiscono D `e implicito che x2 − 4x + 3 ≤ 0 e quindi √ R 4x che R3 R √ 3 5 3 3 1 ≤ x ≤ 3; 1 dx x x2 +3 √dyy = 1 (4x x − 2x x2 + 3) dx = 85 (3 2 − 1) − 23 (12 2 − 4 2 ) ] RR 4. Calcolare l’ integrale doppio (3x2 − 4x3 ) dxdy dove D 2 4 3 D = {(x, y) ∈ R : x ≤ y ≤ x } [ Nelle disuguaglianze che definiscono D `e implicito che x4 ≤ x3 e quindi x ≥ 0, R1 R x3 R1 x ≤ 1, cio`e 0 ≤ x ≤ 1; 0 dx (3x2 − 4x3 ) x4 dy = 0 (x3 − x4 )(3x2 − 4x3 ) dx = 1 (x3 − x4 )2 |x=1 x=0 = 0 ] 2 RR 5. Calcolare l’ integrale doppio arctan(x) dxdy, dove D 1 D = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ x ≤ 1 , 1+x 2 ≤ y ≤ 1} [ R1 0 dx arctan(x) x2 ) − arctan2 (x) 2 R1 ] |10 = 1 1+x2 π 4 dy = R1 0 arctan(x) (1 − − 21 log(2) − π2 32 ] 10 1 ) dx 1+x2 = [ x arctan(x) − 12 log(1 + RR 6. Calcolare l’ integrale doppio arcsin(x) dxdy dove D 1 √ 2 } D = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ x ≤ 12 , √1−x 2 ≤ y ≤ 1−x2 [ R1 2 0 dx arcsin(x) 2 R √1−x 2 √ 1 1−x2 dy = R1 2 0 1 arcsin(x) √1−x 2 dx = Rπ 6 0 t dt = π2 72 ] R2 R x2 7. Invertire l’ ordine di integrazione nell’ integrale iterato 1 dx 0 f (x, y) dy per una funzione continua ( cio`e esprimere il dominio semplice Ω = {(x, y) ∈ R2 : 1 ≤ x ≤ 2 , 0 ≤ y ≤ x2 } come dominio semplice del tipo Ω = {(x, y) ∈ R2 : a ≤ y ≤ b , h1 (y) ≤ x ≤ h2 (y)} e conseguentemente scrivere l’ integrale come Rb R h (y) dy h12(y) f (x, y) dx ). Applicare il risultato al calcolo dell’ integrale doppio su Ω a della funzione f (x, y) = y −y ex x2 [ Essendo max{x2 : 1 ≤ x ≤ 2} = 4 , la y varia nell’ intervallo [0, 4], mentre per y √ fissato la x dovr`a essere minore o uguale a 2 e maggiore o uguale sia a 1 che a y. √ Quindi Ω = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ y ≤ 4 , max{1, y} ≤ x ≤ 2} e, essendo R2 R x2 √ √ y ≤ 1 se 0 ≤ y ≤ 1, y ≥ 1 se 1 ≤ y ≤ 4 si ha che 1 dx 0 f (x, y) dy = R1 R2 R4 R2 dy 1 f (x, y) dx + 1 dy √y f (x, y) dx . 0 −y −y Se f (x, y) = xy2 e x , la primitiva rispetto a x `e la funzione F (x, y) = e x , e si ottiene R R y −y R1 R4 R 1 −y √ e x dxdy = 0 [F (2, y) − F (1, y)] dy + 1 [F (2, y) − F ( y, y)] dy = 0 [e 2 − Ω x2 R1 R4 √ R 4 −y R 4 −y √ e−y ] dy + 1 [e 2 − e− y ] dy = 0 e 2 dy + 0 e−y dy + 1 e− y dy = (nell’ ultimo −y integrale effettuiamo la sostituzione y = t2 , dy = 2t dt , 1 ≤ t ≤ 2 ) = [ −2e 2 ] |40 + [ −e−y ] |10 + [ (−2t − 2)e−t ] |21 = −2e−2 + 2 − e−1 + 1 − 6e−2 + 4e−1 = 3 − 8e−2 + 3e−1 ] 8. Dato il dominio Ω = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 2 ; y ≥ x2 }, descriverlo come dominio semplice rispetto all’ asse x e rispetto all’ asse y, cio`e come dominio del tipo Ω = {(x, y) ∈ R2 : a ≤ x ≤ b , g1 (x) ≤ y ≤ g2 (x)} e come dominio del tipo Ω = {(x, y) ∈ R2 : c ≤ y ≤ d , h1 (y) ≤ x ≤RhR2 (y)}. Calcolare poi come integrale iterato secondo le due descrizioni l’ integrale y dxdy. Ω √ [ Dalle disuguaglianze che definiscono Ω si deduce che x2 ≤ y ≤ 2 − x2 , che implica √ la disuguaglianza√x2 ≤ 2 −√x2 , vera se −1 ≤ x ≤ 1 (condizioni pi` u restrittive delle disuguaglianze − 2 ≤ x ≤ 2 che si deducono dalla relazione x2 √ + y 2 ≤ 2 ). Quindi √ R1 R 2−x2 22 Ω = {(x, y) ∈ R2 : −1 ≤ x ≤ 1 ; x2 ≤ y ≤ 2 − x2 } e −1 dx ( x2 y dy) = 15 . √ verificare Per l’ altra descrizione si p deduce facilmente che 0 ≤ py ≤ 2, e x deve √ √ 2 2 contemporaneamente x ≤ 2 − y e x ≤ y, x ≥ − 2 − y e x ≥ − y. p p √ √ √ Quindi Ω = {(x, y) ∈ R2 : 0 ≤ y ≤ 2 ; max(− 2 − y 2 , − y) ≤ x ≤ min( 2 − y 2 , y)}, p p √ √ √ e essendo y ≤ 2 − y 2 per 0 ≤ y ≤ 1 , 2 − y 2 ≤ y per 1 ≤ y ≤ 2, si calcola √ R1 R √y R √2 R 2−y2 √ dx) + dy (y dy (y √ 2 dx) = 22 ] 15 0 − y 1 − 2−y 11 9. Calcolare l’ integrale doppio 1 , x ≥ |y|} RR D xy 2 dxdy, dove D = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ [ In coordinate polari x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, 0 ≤ ϑ < 2π (oppure −π ≤ ϑ ≤ π), dxdy = ρdρdϑ, e per l’ insieme D si ha Rπ R1 0 ≤ ρ ≤ 1, − π4 ≤ ϑ ≤ π4 . Si deve quindi calcolare 0 ρ4 dρ −4π sin2 (ϑ) cos(ϑ)dϑ = 2√ 15 8 = 1√ 15 2 √ = 2 30 4 ] 10. Calcolare l’ area dell’ insieme D = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 43 , 0 ≤ x ≤ 1 , }. [ In coordinate polari x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, 0 ≤ ϑ < 2π (oppure −π ≤ ϑ ≤ π), dxdy = ρdρdϑ, e per l’ insieme D si ha che, essendo cos(ϑ) positivo, − π2 ≤ ϑ ≤ π2 . 1 Dovendo essere contemporaneamente 0 ≤ ρ ≤ cos(ϑ) , 0 ≤ ρ ≤ √23 si ha che 0 ≤ ρ ≤ ( 1 se − π6 ≤ ϑ ≤ π6 cos(ϑ) 2 1 √ min ( cos(ϑ) , 3 ) = 2 √ se − π2 ≤ ϑ ≤ − π6 o π6 ≤ ϑ ≤ π2 3 Rπ R 1 R − π R π R √2 R 1 Rπ Si deve quindi calcolare 06 dϑ 0cos(ϑ) ρ dρ + ( − π6 + π2 ) ( 0 3 ρ dρ) = 06 dϑ 0cos(ϑ) ρ dρ + 2 6 R π2 R √23 1 4 2 π dϑ 0 ρ dρ = √3 + 9 π ] 6 11. Calcolare l’ area dell’ insieme D = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 43 , x ≥ 1}. [ In coordinate polari x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, 0 ≤ ϑ < 2π (oppure −π ≤ ϑ ≤ π), dxdy = ρdρdϑ. Per l’ insieme D si ha che ρ cos(ϑ) ≥ 1, e sia ρ che cos(ϑ) sono positivi. Conviene esprimere ρ in funzione di ϑ, e determinare invece dalla relazione che esprime ϑ in funzione di ρ il minimo e massimo √ valore di ϑ, che varier`a poi tra estremi fissi: essendo cos(ϑ) ≥ ρ1 ≥ min 0≤ρ≤ √2 ρ1 = 23 3 si ottiene − π6 ≤ ϑ ≤ π 6 Si deve quindi calcolare , R π6 1 cos(ϑ) − π6 dϑ ≤ρ≤ R √23 1 cos(ϑ) √2 . 3 ρ dρ = 29 π − √1 3 RR 12. Calcolare gli integrali doppi (x2 + y 2 ) dxdy , D dove D = {(x, y) ∈ R2 : (x − 2)2 + y 2 ≤ 4 , y ≥ 0} ] RR p x2 + y 2 dxdy 9 D [ Nel primo integrale conviene usare coordinate polari centrate in (2, 0), x = 2 + ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), (con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, 0 ≤ ϑ < 2π, dxdy caso 0 ≤ ρ ≤ 2, 0 ≤ R ϑ ≤ π e l’ integrale R π R=2 ρdρdϑ,) nel nostro R 2 vale π 2 2 dϑ 0 ρ [(2 + ρ cos(ϑ)) + (ρ sin(ϑ)) ] dρ = (essendo 0 cos(ϑ)dϑ = 0) π 0 (4ρ + 0 ρ3 )dρ = 12π. Nel secondo invece, per evitare un integrando che contiene la radice, conviene usare coordinate polari centrate nell’ origine, x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, 0 ≤ ϑ < 2π, dxdy = ρdρdϑ. In questo caso le condizioni sul 12 dominio sono sin(ϑ) ≥ 0, (ρ cos(ϑ) − 2)2 + (ρ sin(ϑ))2 ≤ 4, cio`e ρ2 ≤ 4ρ cos(ϑ) (che implica cos(ϑ) ≥ 0) e si ottiene 0 ≤ ϑ ≤ π2 , 0 ≤ ρ ≤ 4 cos(ϑ). Rπ R 4 cos(ϑ) 2 Rπ Bisogna allora calcolare l’ integrale 02 dϑ 0 9ρ dρ = 02 192 cos3 (ϑ)dϑ π Rπ = 192 02 (1 − sin2 (ϑ)) cos(ϑ)dϑ = 192(sin(ϑ) − 31 sin3 (ϑ))|02 = 128 ] 13. Calcolare l’ area e ilp baricentro (supponendo densit`a costante pari a 1) della figura 2 D = {(x, y) ∈ R : 2 x2 + y 2 ≤ x + 2}. [ Trasformiamo le condizioni che definiscono il dominio elevando al quadrato: 4x2 + 4y 2 ≤ x2 +4x+4, 3(x2 − 34 x)+4y 2 ≤ 4 e completando il quadrato nella parentesi tonda (cio`e aggiungendo e togliendo 49 nella parentesi) si ottiene 3(x− 32 )2 +4y 2 ≤ 4+ 43 = 16 . 3 Dividendo per 16 si ottiene infine che l’ insieme D ` e descritto dalla disuguaglianza 3 (x− 32 )2 16 9 + y2 4 3 ≤ 1, cio`e D `e l’ interno dell’ ellisse con centro ( 23 , 0) e semiassi a = 34 , b = √23 . Utilizzando le coordinate ellittiche x = 23 + aρ cos(ϑ) = 23 + 43 ρ cos(ϑ), y = bρ sin(ϑ) = √2 ρ sin(ϑ), con le condizioni 0 ≤ ρ < 1, 0 ≤ ϑ < 2π, l’ elemento di area ` e dxdy = 3 R 2π R 1 abρdρdϑ e si calcola immediatamente l’ area dell’ ellisse, che `e ab 0 dϑ 0 ρ dρ = √ , e il baricentro, che coincide con il centro di simmetria ( 2 , 0). ] πab = 38π 3 3 14. Calcolare il volume e il baricentro (supponendo densit`a costante pari a 1) del tetraedro T = {(x, y, z) ∈ R3 : x ≥ 0, y ≥ 0, z ≥ 0, x + y + z ≤ 1} [ Dalle condizioni che definiscono il dominio si possono ricavare gli estremi fissi tra cui varia ad esempio x, per poi esprimere y e z in funzione di x e integrare per strati, cio`e considerando T = {(x, y, z) ∈ R3 : 0 ≤ x ≤ 1 , (y, z) ∈ Dx = {y, z) ∈ R2 : y ≥ 0, zR ≥ 0, y + z R≤ 1 −Rx}. Iterando si arriva al calcolo R 1−x−yil procedimento R1 R 1−x 1 1−x del volume: T dx dy dz = 0 dx 0 dy 0 dz = 0 dx 0 (1 − x − y) dy = R R R1 1 1 2 1 1 1 2 2 2 [(1 − x) − 2 (1 − x) ] dx = 2 0 (x − 1 ) dx = 2 0 (x − 2x + 1) dx = 61 . Allo stesso 0 risultato si arriva integrando per fili, ci`e considerando D = {(x, y) ∈ R2 : x ≥ 0, y ≥ 0, x + y ≤ 1} e T = {(x, y, z) ∈ R3 : (x, y) ∈ D ,R0 ≤ z ≤ 1 − x − Ry}. 1 In modo analogo si calcola ad esempio l’ integrale T x dx dy dz = 12 0 x(x − 1)2 dx = 1 R 1 1 3 1 (x − 2x2 + x) dx = 24 , e quindi la coordinata x del baricentro sar`a 241 = 14 . 2 0 6 Per simmetria, o con calcoli analoghi lo stesso valore si ottiene per la seconda e terza coordinata del baricentro. ] √ RRR 15. Calcolare l’ integrale triplo log( x2 + z 2 ) dxdydz V 1 R3 : 1 ≤ x2 + z 2 ≤ e2 ; z ≤ x ; 0 ≤ y ≤ x2 +z 2 }. dove V = {(x, y, z) ∈ [ Posto D = {(x, z) ∈ R2 : 1 ≤ x2 + z 2 ≤ e2 ; z ≤ x} si ha che V = {(x, y, z) ∈ R3 : 1 (x, z) ∈ D ; 0 ≤ y ≤ x2 +z 2 . Inoltre in coordinate polari x = ρ cos(ϑ), z = ρ sin(ϑ) ( con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, π ≤ ϑ ≤ π dxdz = ρdρdϑ ) le condizioni che definiscono D sono 1 ≤ ρ ≤ e ; − 34 π ≤ ϑ ≤ 41 π. 13 1 √ R R x2 +z 2 2 + z2) Integrando per fili paralleli all’ asse y si ottiene x dy dxdz log( 0 D √ R log( x2 +z2 ) R π4 R e log(ρ) ρ=e 2 1 1 = D dxdz = − 3 π dϑ 1 ρ dρ = π( 2 log (ρ)) |ρ=1 = 2 π. ] x2 +z 2 4 16. Calcolare l’ integrale triplo della funzione f (x, y, z) = z sul dominio V = {(x, y, z) ∈ 2 R3 : 0 ≤ z ≤ 1 ; x2 + y4 ≤ 1 + z 2 }. 2 2 2 y x [ Sia Dz = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y4 ≤ 1+z 2 } = {(x, y) ∈ R2 : 1+z 2 + 4(1+z 2 ) ≤ 1} l’ ellisse √ √ R di semiassi a = az = 1 + z 2 , b = bz = 2 1 + z 2 e area Dz dxdy = πab = π 2(1+z 2 ). Integrando per strati asse z si ottiene R Rall’ RRR R 1 perpendicolari 1 z dxdydz 0 dz z Dz dxdy = 0 2πz(1 + z 2 ) dz = 2π( 21 + 14 ) = 32 π. ] V 17. Calcolare l’ integrale triplo della funzione f (x, y, z) = x y 2 z sui domini V1 = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1 ; x ≥ 0 ; z ≥ 0 } , 2 2 V2 = {(x, y, z) ∈ R3 : 2x2 + y4 + z9 ≤ 1 ; x ≥ 0 ; z ≥ 0 } [ Per V1 usiamo le coordinate sferiche z = ρ cos(ϕ) x = ρ sin(ϕ) cos(ϑ), y = ρ sin(ϕ) sin(ϑ), dxdydz = ρ2 sin(ϕ)dρdϕdϑ con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < ∞, −π ≤ ϑ ≤ π, 0 ≤ ϕ ≤ π. Le condizioni che definiscono V1 sono 0 ≤ ρ ≤ 1, − π2 ≤ ϑ ≤ R1 Rπ Rπ π 2 , 0 ≤ ϕ ≤ π2 e si calcola 0 ρ6 dρ −2π sin2 (ϑ) cos(ϑ)dϑ 02 sin4 (ϕ) cos(ϕ)dϕ = 105 . 2 2 Il calcolo nel caso del dominio V2 (che `e parte dell’ interno dell’ ellissoide di equazione y2 z2 x2 √1 , b = 2, c = 3) ` e analogo, usando la variante 1 + 4 + 9 = 1 di semiassi a = 2 2 ellissoidale delle coordinate sferiche, cio`e x = a ρ sin(ϕ) cos(ϑ), y = b ρ sin(ϕ) sin(ϑ), z = c ρ cos(ϕ), dxdydz = abc ρ2 sin(ϕ)dρdϕdϑ con le condizioni (a priori per l’ interno dell’ ellissoide 0 ≤ ρ < 1, −π ≤ ϑ ≤ π, 0 ≤ ϕ ≤ π, per il nostro dominio V2 : ) 0 ≤ ρ ≤ 1, − π2 ≤ ϑ ≤ π2 , 0 ≤ ϕ ≤ π2 e si deve calcolare Rπ R1 Rπ 2 ab2 c abc 0 ρ6 dρ −2π sin2 (ϑ) cos(ϑ)dϑ 02 sin4 (ϕ) cos(ϕ)dϕ = a2 b3 c2 105 = 2 1 2 72 8 9 105 = 105 . ] 2 RRR y 18. Calcolare l’ integrale triplo e dxdydz V dove V = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1 ; x ≥ 0 ; z ≥ 0}. [ Conviene usare le coordinate sferiche con il ruolo di y e z invertito rispetto alle coordinate di solito considerate (cio`e considerando ϕ ∈ [0, π] l’ angolo con l’ asse y): y = ρ cos(ϕ) x = ρ sin(ϕ) cos(ϑ), z = ρ sin(ϕ) sin(ϑ), dxdydz = ρ2 sin(ϕ)dρdϕdϑ, con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < ∞, −π ≤ ϑ ≤ π, 0 ≤ ϕ ≤ π. Nel nostro caso 0 ≤ ρ ≤ 1, 0 ≤ ϑ ≤ π2 , 0 ≤ ϕ ≤ π. Ci si riconduce quindi a calcolare R Rπ R1 R π ρ cos(ϕ) π 1 2 dϑ dρ ρ e ρ sin(ϕ)dϕ = ρ(eρ − e−ρ ) dρ = πe ] 2 0 0 0 0 19. Siano r, R tali che 0 < r < R e sia T il toro, generato dalla rotazione di angolo 2π attorno all’ asse z del cerchio B = Br ((R, 0)) di centro (R, 0) e raggio r nel piano 14 xz, equazione (x − R)2 + z 2 ≤ r2 . Calcolare il volume di T e l’ integrale triplo R R Rdi p x2 + y 2 dxdydz T [ Il volume del solido di rotazione T , che in coordinate cilindriche `e descritto come 2 2 T = {(ρ, θ, z) : 0 ≤ ϑ ≤ 2π ; (ρ, z) R R∈ B} = {(ρ, θ, z) : 0 ≤ ϑ ≤ 2π ; (ρ − R) + z ≤ R 2π 2 r }, `e dato dall’ integrale 0 dϑ B ρdρdz = (essendo la variabile R R ρ muta possiamo scriverlo, tornando alle variabili del dominio nel piano xz) 2π xdxdz. B 0 0 Usando le coordinate polari centrate Rin (R, 0), x = R + ρ cos(ϑ ), z = ρ0 sin(ϑ0 ), 2π 0 ≤ ρ0 ≤ r, 0 ≤ ϑ0 ≤ 2π, ed essendo 0 cos(ϑ0 )dϑ0 = 0, si ottiene che il volume `e Rr R r 0 R 2π 0 0 2 pari a 2π 0 dρ 0 dϑ ρ (R + ρ0 cos(ϑ0 )) = (2π)2 0 ρ0 Rdρ0 = (2π)2 R r2 = 2π 2 Rr2 R 2π R 2π 0 0 0 Analogamente, essendo 0 cos(ϑ0 )dϑ0 = 0, 0 cos2 (ϑ0 )dϑ0 = ϑ +sin(ϑ2 ) cos(ϑ ) |2π = π, RR 2 RR 2 R r 0 R 2π 0 0 0 l’ integrale triplo vale 2π ρ dρdz = 2π x dxdz = 2π dρ 0 dϑ ρ (R + R r 0 2 B0 R r 0 3 0 B 2 2 2 π2 4 0 0 0 2 ρ cos(ϑ )) = 2π 2π 0 ρ R dρ + π 0 ρ dρ = 2π R r + 2 r . OSSERVAZIONE: il volume `e (2πR)πr2 come ci si pu`o aspettare dal teorema di Pappo-Guldino se si osserva che il baricentro di B `e nel punto (R, 0) come segue da considerazioni di simmetria, o dal calcolo diretto delle coordinate del baricentro, contenuto nel calcolo precedente. ] 20. Calcolare le coordinate del baricentro del cono di altezza h e cerchio di base di raggio 2 R: K = {(x, y, z ∈ R3 : 0 ≤ z ≤ h ; x2 + y 2 ≤ Rh2 z 2 )} [ Essendo un solido di rotazione conviene usare le coordinate cilindriche, x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), z = z, con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, −∞ < z < +∞, . 0 ≤ ϑ < 2π dxdydz = ρdρdϑdz, e nel nostro caso 0 ≤ ϑ ≤ 2π, 0 ≤ z ≤ h, 0 ≤ ρ ≤ Rz h Si ha allora che il volume del cono `e dato dall’ integrale Rh R Rz 2 Rh 2π 0 dz 0 h ρdρ = π Rh2 0 z 2 dz = π3 R2 h. R R Le coordinate x e y del baricentro sono nulle essendo K xdxdydz = K ydxdydz = 0, R R π 2 −1 K zdxdydz = ( R h) zdxdydz = mentre la coordinata z `e data da vol (K) 3 K Rz R R R 2 h h ( π3 R2 h)−1 2π 0 dz z 0 h ρdρ = ( π3 R2 h)−1 π Rh2 0 z 3 dz = ( π3 R2 h)−1 π4 R2 h2 = 34 h ] RRR y2 21. Calcolare l’ integrale triplo dxdydz V y 2 +z 2 3 2 2 2 dove V = {(x, y, z) ∈ R : 1 < x + y + z ≤ 4 ; y 2 + z 2 ≤ x2 ; x ≥ 0}. [ Conviene usare le coordinate sferiche con il ruolo di x e z invertito rispetto alle coordinate di solito considerate (cio`e considerando ϕ ∈ [0, π] l’ angolo con l’ asse x): x = ρ cos(ϕ) y = ρ sin(ϕ) cos(ϑ), z = ρ sin(ϕ) sin(ϑ), dxdydz = ρ2 sin(ϕ)dρdϕdϑ, con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < ∞, −π ≤ ϑ ≤ π, 0 ≤ ϕ ≤ π. Nel nostro caso le condizioni 1 < x2 + y 2 + z 2 ≤ 4 ; x ≥ 0 si traducono in 1 ≤ ρ ≤ 2, 0 ≤ ϕ ≤ π2 , mentre y 2 + z 2 ≤ x2 si traduce in sin2 (ϕ) ≤ cos2 (ϕ), cio`e (essendo 0 ≤ ϕ ≤ π2 ) 0 ≤ ϕ ≤ π4 . 2 (ϕ) cos2 (ϑ) 2 2 Inoltre la funzione integranda `e y2y+z2 = ρ sin = cos2 (ϑ) e l’ integrale vale 2 (ϕ) 2 ρ sin √ √ R 2π Rπ R2 cos2 (ϑ)dϑ 04 sin(ϕ)dϕ 1 ρ2 dρ = π(1 − 22 ) 13 (23 − 1) = 76 π(2 − 2) ] 0 15 22. Calcolare il volume del solido V = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 2 ; z ≥ x2 + y 2 }. [ Bench´e il solido sia una parte di una sfera piena (intersecata con una parte di spazio limitata da un paraboloide) `e difficile esprimere la condizione z ≥ x2 + y 2 in coordinate sferiche. Passando invece alle coordinate cilindriche ( x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), z = z, con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, −∞ < z < +∞, 0 ≤ ϑ < 2π dxdydz = ρdρdϑdz ), le disuguaglianze che definisconop V diventano 2 2 2 2 2 − ρ2 , che ρ + z ≤ 2, p z ≥ ρ . Si ottiene quindi la relazione ρ ≤ z ≤ implica ρ2 ≤ 2 − ρ2 , vera per 0 ≤ ρ ≤ 1. Si deve quindi calcolare l’ integrale √ R R 2π R1 R √2−ρ2 1 dz = 2π[ (2 dxdydz = dϑ dρ ρ 2 − 1) − 14 ]. ] 2 ρ 3 V 0 0 RRR 23. Calcolare il volume di V e l’ integrale triplo V dove V = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 1 ; y 2 + z 2 ≤ 1}. y2 x2 +y 2 dxdydz [ Il dominio `e l’ intersezione di due cilindri con assi di simmetria paralleli agli assi z e x. Per il calcolo del volume conviene integrare per strati rispetto all’ asse y:pV = {(x, y, z) ∈ p R3 : −1 ≤ y ≤ 1 ; (x, z) ∈ Dy }, p dove Dy = {(x, z) ∈ R2 : `e un quadrato di lato 2 1 − y 2 e area 4(1 − y 2 ). − 1 − y 2 ≤ x , z ≤ 1 − y 2 }, √ √ R1 R 1−y2 R 1−y2 R1 Si ottiene vol (V ) = −1 dy √ dx √ dz = −1 4(1 − y 2 )dy = 8 − 38 = 16 . 3 − 1−y 2 − 1−y 2 Per l’ integrale triplo, usando coordinate cilindriche rispetto all’ asse z di simmetria del primo cilindro ( x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), z = z, con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, −∞ < z < +∞, 0 ≤ ϑ < 2πp dxdydz = ρdρdϑdz ), lepdisuguaglianze che definiscono V diventano 0 ≤ ρ ≤ 1, − 1 − ρ2 sin2 (ϑ) ≤ z ≤ 1 − ρ2 sin2 (ϑ). 2 (ϑ) 2 La funzione integranda in coordinate cilindriche `e ρ sin ρ = ρ sin2 (ϑ) e si deve 2 ρ √ R 2π R1 R 1−ρ2 sin2 (ϑ) quindi calcolare l’ integrale 0 dϑ 0 dρ ρ sin2 (ϑ) √ 2 2 dz = − 1−ρ sin (ϑ) p R 2π R 2π R 2π R1 3 1 − ρ2 sin2 (ϑ) 2ρ sin2 (ϑ)dρ = 0 dϑ [ − 32 (1−ρ2 sin2 (ϑ)) 2 ] |10 = 23 0 [ 1− dϑ 0 0 R 2π R 2π 3 3 (1 − sin2 (ϑ)) 2 ) ] dϑ = 23 0 [ 1 − (cos2 (ϑ)) 2 ) ] dϑ = 23 0 [ 1 − | cos(ϑ|)3 ] dϑ = R π2 R 3π2 2 2 4 2 [ 2π − π − 16 . ] π (1 − sin (ϑ)) cos(ϑ) dϑ + π (1 − sin (ϑ)) cos(ϑ) dϑ ] = − 3 3 9 2 2 16 CURVE E INTEGRALI CURVILINEI DI PRIMA SPECIE - INTEGRALI CURVILINEI DI SECONDA SPECIE, FORME DIFFERENZIALI, TEOREMA DI GREEN NEL PIANO 1. Data la curva γ di equazioni parametriche x(t) = t − 1 y(t) = 1 − t2 , 0 ≤ t ≤ 1 z(t) = 32 t3 R calcolare la lunghezza di γ e l’ integrale curvilineo di prima specie γ e(x+1+z) ds. 0 2 0 [√ Il vettore velocit` pa `e r (t) = (1, −2t,2 2t ), la velocit`aR 1scalare `2e v(t) =5 kr (t)k = 1 + 4t2 + 4t4 = (1 + 2t2 )2 = 1 + 2t , quindi l(γ) = 0 (1 + 2t ) dt = 3 , mentre l’ R1 2 3 5 integrale vale 0 et+ 3 t (1 + 2t2 ) dt = e 3 − 1 . ] 2. ( Data la curva γ di equazioni parametriche Rt 2 x(t) = 1 2ses cos(s) ds Rt , 1 ≤ t ≤ 2, 2 y(t) = 1 2ses sin(s) ds calcolare la curvatura (senza segno) k(t) e la lunghezza l(γ) della curva. 2 [ Per il teorema fondamentale del calcolo integrale x0 (t) = 2tet cos(t), y 0 (t) = 2 2 2tet sin(t), la velocit`a scalare `e v(t) = kr0 (t)k = 2tet , il versore tangente `e T(t) = 0 (t)k (cos(t), sin(t)), T0 (t) = (− sin(t), cos(t)), la curvatura `e k(t) = kTv(t) = 2te1t2 , la R2 R2 2 lunghezza `e l(γ) = 1 v(t)dt = 1 2tet dt = e4 − e ] R R 3. Calcolare gli integrali curvilinei di prima specie γ (x2 +y12 +z2 ) ds , γ √ 2 1 2 2 ds , x +y −z x(t) = cos(t) dove γ `e la curva di equazioni parametriche y(t) = sin(t) , 0 ≤ t ≤ 1 z(t) = t [ Il vettore velocit`a `e r0 (t) =p (x0 (t), y 0 (t), z 0 (t)) = (− sin(t), √ cos(t), 1), l’ elemento di 2 0 2 lunghezza `e ds = kr = sin (t) + cos 2dt e si deve calcolare √(t)kdt √ √ (t) + 1dt = √ R1 R1 1 1 ( 2 2dt = 2 0 1+t2 dt = 2 arctan(1) = 2 π4 . 2 2 √ R1 1 √ √ π R01 cos (t)+sin1 (t)+t ) √ √ √ ( 2dt = 2 dt = 2 arcsin(1) = 22 ] 2 2 0 0 1−t cos2 (t)+sin (t)−t2 ) 3 4. Calcolare la lunghezza del grafico della funzione y = x 2 , 0 ≤ x ≤ 59 . 1 [ Si ha che y 0 (x) = 32 x 2 e l’ elemento di lunghezza `e ds = q 1 + 94 x dx, quindi la lunghezza `e data dall’ integrale 5 R5q 3 9 1 + 94 x dx = 49 23 [ (1 + 94 x) 2 ] | 09 = 19 . ] 27 0 17 p 1 + y 0 2 (x) dx = 5. ( Calcolare la lunghezza della curva γ di equazioni parametriche Rt x(t) = t5 cos(t) + 0 s5 sin(s) ds Rt ,0≤t≤1 y(t) = t5 sin(t) − 0 s5 cos(s) ds [ Per il teorema fondamentale del calcolo integrale x0 (t) = 5t4 cos(t) − t5 sin(t) + 4 t5 sin(t) = 5t4 cos(t), y 0 (t) = 5t4 sin(t) + t5 cos(t) − tR5 cos(t) = 5t sin(t), la velocit`a R 1 1 0 4 scalare `e v(t) = kr (t)k = 5t , la lunghezza `e l(γ) = 0 v(t)dt = 0 5t4 dt = 1 ] 6. Dire se `e chiusa nel suo insieme di definizione D la forma differenziale 4 2 3 2xy 4x y 1 x ω(x, y) = P (x, y)dx + Q(x, y)dy = [ 1+x 2 y 4 + e ] dx + [ 1+x2 y 4 + 1+y 2 ] dy. b) Dire se ω `e esatta in D e in caso affermativo calcolarne una primitiva. c) Se γ `e una R curva regolare che ha come punto iniziale (0, 0) e punto finale (1, 1) quanto vale γ ω ? 2 3 4 3 4x y 2xy 8xy ∂ ∂ ( 1+x [ S`ı, `e chiusa, essendo ∂x 2 y 4 ) = ∂y ( 1+x2 y 4 ) = (1+x2 y 4 )2 . Dunque `e esatta in D = R2 , aperto semplicemente connesso. Le primitive sono le funzioni U (x, y) = log(1 + x2 y 4 ) + ex + arctan(y) + c e si possono R 2xy4 x trovare con il metodo degli integrali indefiniti: U1 (x, y) = [ 1+x 2 y 4 +e ] dx = log(1+ 1 x2 y 4 ) + ex + A(y), con A(y) funzione qualsiasi di y verifica ∂U (x, y) = P (x, y) ; ∂x R 4x2 y3 1 2 4 U2 (x, y) = 1+x2 y4 + 1+y2 ] dy = log(1 + x y ) + arctan(y) + B(x), con B(x) funzione 2 qualsiasi di x verifica ∂U (x, y) = Q(x, y) ; scegliendo A(y) = arctan(y), B(x) = ex ∂x ( cio`e prendendo la parte comune una volta sola e quelle non comuni di U1 e U2 ) si ottiene che U1 = U2 = U (x, y) e U (x, y) + c verifica ∇U = (P, Q) . . . R ω = U ((1, 1)) − U ((0, 0)) = log(2) + e + π4 − 1 . ] γ 7. Dire se `e chiusa nel suo insieme di definizione D la forma differenziale x ω(x, y) = 1+eex +y2 dx + 1+e2y x +y 2 dy b) Dire se ω `e esatta in D e in caso affermativo calcolarne una primitiva. x x −2ye ∂ ∂ e [ S`ı, `e chiusa, essendo ∂x ( 1+e2y e esatta in x +y 2 ) = ∂y ( 1+ex +y 2 ) = (1+ex +y 2 )2 . Dunque ` 2 D = R , aperto semplicemente connesso. Le primitive sono le funzioni U (x, y) = log(1 + ex + y 2 ) + c . ] 8. Data la forma differenziale ω(x, y) = (ey + sin(x)) dx + (xey + cos(y) dy a) Verificare che `e chiusa in R2 b) Dire se `e esatta in R2 e in caso affermativo calcolarne una primitiva. [ U (x, y) = x ey − cos(x) + sin(y) + c ] 18 √ y log(x) 9. Data la forma differenziale ω(x, y) = x [ 1+y log2 (x) ] dx + 2√y [ 1+y dy log2 (x) ] 2 a) Verificare che `e chiusa in A = {(x, y) ∈ R : x > 0, y > 0} b) Dire se `e esatta in A e in caso affermativo calcolarne una primitiva. √ c) Se γ `e unaR curva regolare che ha come punto iniziale (1, 1) e punto finale ( e, 4) quanto vale γ ω ? R √ [ U (x, y) = arctan( y log(x)) + c , γ ω = 10. Calcolare γ y+√ R x 1+x2 +y 2 π 4 dx + αx + √ ] y 1+x2 +y 2 dy in funzione del parametro α ∈ R, dove γ un circuito regolare percorso in senso antiorario che racchiude una regione D con area (D) = 1. Dire, motivando la risposta, per quali α ∈ R la forma `e esatta in D = R2 . Per tali valori trovare una primitiva di ω. 1 [ Essendo tutte le funzioni in gioco diclasse Teorema C (D), per il di Green l’ inte RR y ∂ ∂ x αx + √ 2 2 − ∂y y + √ 2 2 grale `e pari all’ integrale doppio D ∂x 1+x +y 1+x +y RR = (α − 1)dxdy = (α − 1)Area(D) = α − 1. Se (e solo se) α = 1 la forma `e D chiusa in R2 , semplicemente connesso, dunque `e ivi esatta, e le primitive, che possono essere trovate p ad esempio con il metodo degli integrali indefiniti, sono le funzioni U (x, y) = xy + 1 + x2 + y 2 + c ] 2 2 11. Data la forma differenziale ω(x, y) = 2xy ex y dx + x2 ex y dy a) Dire se `e chiusa in R2 b) Dire se `e esatta in R2 e in caso affermativo calcolarne una primitiva. q c) Se γ `e una curva regolare che ha come punto iniziale (0, 0) e punto finale ( 32 , 2) R quanto vale γ ω ? [ La semplicemente connesso R2 , quindi esatta, essendo forma`e chiusa nel dominio 2 2 2 ∂ ∂ x2 ex y = ∂y 2xy ex y = (2x + 2x3 y)ex y . ∂x q R x2 y Le primitive sono le funzioni U (x, y) = e + c, mentre γ ω = U ( 32 , 2) − U (0, 0) = e3 − 1 ] x+y 12. Data la forma differenziale ω(x, y) = P (x, y)dx + Q(x, y)dy = xx−y 2 +y 2 dx + x2 +y 2 dy a) Dire se `e chiusa nel suo insieme di definizione D = R2 \ {(0, 0)}. R b) Calcolare γ ω dove γ `e la circonferenza unitaria di equazione x2 + y 2 = 1 percorsa in senso antiorario c) Dire se `e esatta nei seguenti insiemi: D = R2 \{(0, 0)}, A = {(x, y) ∈ R2 : x > 0}, B = {(x, y) ∈ R2 : x < 2, y > −3, (x, y) 6= (0, 0)} R 2 2 d) Calcolare γ1 ω dove γ1 `e l’ ellisse di equazione x4 + y9 = 1 percorsa in senso orario 19 R e) Calcolare γ2 ω dove γ2 `e la circonferenza di raggio 1 e centro (2, 2) di equazione (x − 2)2 + (y − 2)2 = 1 percorsa in senso orario 2 2 −2xy (x, y) = ∂P (x, y) = y (x−x [ La forma `e chiusa, essendo ∂Q . 2 +y 2 )2 ∂x ∂y Con la parametrizzazione usuale R ( x = cos(t); y = sin(t); dx = − sin(t)dt; dy = cos(t)dt; 0 ≤ t ≤ 2π ) si ha che γ ω = 2π. ω non `e esatta in D n´e in B, perch´e una circuitazione su una curva contenuta in essi non `e nulla ( e NON perch´e i domini non sono semplicemente connessi, forme chiuse in domini non semplicemente connessi possono essere o meno esatte). La R forma `e invece esatta in A, che `e semplicemente connesso. ω = −2π essendo ω chiusa e γ1 omotopa in D a −γ, curva opposta a γ. γ1 R Infine γ2 ω = 0 perch´e γ2 ⊂ A dove ω `e esatta (equivalentemente γ2 `e omotopa a un punto in D) ] 13. Trovare una funzione g(x, y) di classe C 1 (R2 ) tale che la forma differenziale ω(x, y, z) = 2x3 z dx + (2yz + cos(y))dy + g(x, y)dz sia chiusa in R3 . 2 Calcolarne poi la primitiva che vale 2 + π4 nel punto (1, π2 , 1). ∂g ∂g ∂ ∂ = ∂z (2x3 z) = 2x3 , ∂y = ∂z (2yz + [ Affinch´e la forma sia chiusa deve essere ∂x 1 4 2 cos(y)) = 2y, quindi si pu`o scegliere g(x, y) = 2 x + y . Con questa scelta la forma ∂ ∂ `e chiusa, essendo verificata anche la relazione ∂y (2x3 z) = 0 = ∂x (2yz + cos(y)), ed `e 3 quindi esatta, essendo R semplicemente connesso. Le primitive si possono trovare con il metodo degli integrali indefiniti, e sono le funzioni della forma 21 x4 z + y 2 z + 2 sin(y) + c con c costante reale. Imponendo che U (1, π2 , 1) = 2 + π4 si ottiene c = 12 , quindi la primitiva cercata `e la funzione U (x, y, z) = 21 x4 z + y 2 z + sin(y) + 21 . ] √ log( x2 +y 2 ) x dx x2 +y 2 √ log( x2 +y 2 ) ydy x2 +y 2 14. Data la forma differenziale ω(x, y) = + determinare l’ insieme di definizione, dire se `e esatta e in caso affermativo calcolare una primitiva. [ Il dominio della forma, che si pu`o verificare essere chiusa, `e D = R2 \ {(0, 0)}, che non `e semplicemente connesso, e dalla chiusura della forma non si pu`o dedurre la sua esattezza. La forma `e comunque esatta. Infatti la forma data corrisponde a un campo p radiale, cio`e a un campo vettoriale della forma F(x, y) = g(r)ˆ r =, dove r = x2 + y 2 `e la norma del vettore (x, y), x y rˆ = ( r , r ) `e il versore radiale e g : (0, ∞) → R `e una funzione di classe C 1 . Tali campi sono p conservativi, poich´e se G `e una primitiva della funzione g si ha che G(r) = G( x2 + y 2 ) `e una primitiva del campo F , essendo ∇G(x, y) = G0 (r)∇r(x, y) = g(r)( xr , yr ). In questo caso F(x, y) = log(r) ( xr , yr ) = g(r)ˆ r, con g(r) = log(r) , e quindi una primitiva r r p 2 2 2 1 1 1 2 `e U (x, y) = G(r) = 2 log (r) = 2 log ( x2 + y 2 ) = 8 log (x + y 2 ) ] 20 INTEGRALI DI SUPERFICIE, FLUSSI ATTRAVERSO SUPERFICI ORIENTATE 1. Calcolare l’ area pdella superficie (tronco di cono) Σ, data dal grafico della funzione z = g(x, y) R=R x2 + y 2 , (x, y) ∈ D = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1 } e l’ integrale superficiale z 2 dσ. Σ q √ p 2 2 1 + zx2 + zy2 = 1 + x2x+y2 + x2y+y2 = 2. Usando le coordinate polari √ RR R 2π R 1 √ l’ area `e dσ = 0 dϑ 0 2ρ dρ = 2π, mentre l’ integrale di superficie `e D √ √ RR RR 2 R 2π R 1 √ 3 2 2 2 2 (x + y ) dσ = 2 (x + y ) dxdy = 0 dϑ 0 2ρ dρ = 2 π, ] Σ D [ dσ = 2. Calcolare l’ integrale di superficie RR Σ √ 4z 2 2 1+y 2 e(2y ) +x2 (1+2y 2 )2 e(2y ) dσ, dove Σ `e il y2 grafico della funzione z = g(x, y) = xye , (x, y) ∈ D = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1 ; x ≥ 0 ; y ≥ 0} p RR p 2 [ dσ = 1 + zx2 + zy2 = 1 + y 2 e2y2 + x2 (1 + 2y 2 )2 e2y2 e si deve calcolare 4xyey dxdy. D R1 Rπ 2 2 In coordinate polari 0 dρ 2ρ 02 eρ sin (ϑ) 2ρ2 sin(ϑ) cos(ϑ)dϑ = e − 2 ] 3. Calcolare l’ area della superficie cartesiana data dal grafico della funzione z = al variare di (x, y) in D = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1 , 0 ≤ y ≤ x} [ In coordinate polari R1 p Rπ 4 dϑ ρ 1 + ρ2 dρ = 0 0 x2 2 2 + y2 RR p RR p 1 + |∇z|2 dxdy= 1 + x2 + y 2 dxdy = D D 3 π (2 2 − 1) ] 12 RR 2 4. Calcolare l’ area di Σ e l’ integrale di superficie z ez dσ, dove Σ `e la semisfera Σ superiore {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 = 1 ; z ≥ 0} [ Essendo z ≥ 0psi pu`o esplicitare z in funzione di x, y ottenendo una superficie 2 2 2 cartesiana: z = 1 − x2 − y 2 , (x, q y) ∈ D = {(x, y) ∈ R : x + y ≤ 1}. p 2 2 Si ha che dσ = 1 + zx2 + zy2 = 1 + 1−xx2 −y2 + 1−xy2 −y2 = √ 1 2 2 . 1−x −y RR R1 ρ L’ area `e dσ = 2π 0 √ 2 = 2π, mentre l’ integrale di superficie `e D 1−ρ RR RR p R1p 2 z2 2 2 e1−x2 −y 2 √ 1 z e dσ = 1 − x − y dxdy = 2π 1 − ρ2 e1−ρ √ ρ 2 dρ = Σ D 0 2 2 1−x −y 1−ρ R 1 1−ρ2 2π 0 ρe dρ = π(e − 1). Alternativamente si possono usare le equazioni parametriche della (semi)sfera r = r(ϕ, ϑ) con x = sin(ϕ) cos(ϑ), y = sin(ϕ) sin(ϑ), z = cos(ϕ), 0 ≤ ϕ ≤ π2 , 0 ≤ θ ≤ 2π, dσ = krϕ × rϑ k = sin(ϕ)dϕdϑ e calcolare R 2π R π 2 dϑ 02 cos(ϕ)ecos (ϕ) sin(ϕ)dϕ = π(e − 1) ] 0 21 5. Calcolare il flusso del campo vettoriale F(x, y, z) = (x , −y , z 2 ) uscente dalla super2 ficie S, frontiera del solido (di rotazione) V = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 2 ez ; 0 ≤ z ≤ 1}. RRR [ Per il teorema della divergenza il flusso `e pari all’ integrale triplo 2zdxdydz V = 2π(e − 1) (in coordinate cilindriche x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), z = z, dxdydz = √ z2 ρdρdϑdz; nel nostro caso 0 ≤ ϑ ≤ 2π, 0 ≤ z ≤ 1, 0 ≤ ρ ≤ 2e 2 ). ] 3 3 6. Calcolare il flusso del campo vettoriale F(x, y, z) = ( x3 , y3 , 0) uscente dalla superficie S, frontiera di B = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1}. [ Per il teorema della divergenza `e pari all’ integrale che o calcoR R R il flusso R 2π Rtriplo, R π si pu` 1 4 3 2 2 lare in coordinate sferiche, (x + y )dxdydz = 0 dϑ 0 ρ dρ 0 sin (ϕ)dϕ = B 8 π ] 15 7. Dato il dominio V = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 43 ; x2 + y 2 ≤ z 2 ; 0 ≤ z ≤ 1 }, e detta S la sua frontiera, calcolare il flusso del campo vettoriale F(x, y, z) = (x z , −y , z) uscente da S. [ Per il teorema della divergenza il flusso `e pari R R all’ R integrale triplo (che pu`o essere calcolato in coordinate cilindriche o sferiche) zdxdydx . V In coordinate sferiche x = ρ sin(ϕ) cos(ϑ), y = ρ sin(ϕ) sin(ϑ), z = ρ cos(ϕ), con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, 0 ≤ ϕ ≤ π, 0 ≤ ϑ < 2π (oppure −π ≤ ϑ ≤ π), dxdydz = ρ2 sin(ϕ)dρdϕdϑ. Nel nostro ( caso le condizioni sono 0 ≤ ϑ ≤ 1 se 0 ≤ ϕ ≤ π6 cos(ϕ) 1 2 π √ e si calcola 2π, 0 ≤ ϕ ≤ 4 , 0 ≤ ρ ≤ min ( cos(ϕ) , 3 ) = √2 se π6 ≤ ϕ ≤ π4 3 1 R 2π Rπ R π2 R cos(ϕ) R √23 3 7 3 6 dϑ[ ρ dρ + dϕ sin(ϕ) cos(ϕ) dϕ sin(ϕ) cos(ϕ) ρ dρ ] = 36 π. π 0 0 0 0 6 In coordinate cilindriche x = ρ cos(ϑ), y = ρ sin(ϑ), z = z, con le condizioni a priori 0 ≤ ρ < +∞, −∞ < z < +∞, 0 ≤ ϑ < 2π (oppure −π ≤ ϑ ≤ π)qdxdydz = ρdρdϑdz, e nel nostro caso 0 ≤ ϑ ≤ 2π, 0 ≤ z ≤ 1, 0 ≤ ρ ≤ min (z, q z se 0 ≤ z ≤ 23 q q e si deve calcolare 4 − z 2 se 2 ≤ z ≤ 1 3 3 R 2π R √2 Rz R1 R √ 4 −z2 7 √ 3 3 dϑ[ 0 dz z 0 ρdρ + ρdρ ] = 36 π ] 2 dz z 0 0 4 3 − z2) = 3 8. Calcolare il flusso Φ del campo vettoriale F(x, y, z) = (x z , y z , z) attraverso la superficie (laterale) S del cilindro C = {(x, y, z) ∈ R3 : √ x2 +√ y 2 = 4 , 0 ≤ z ≤ 4}, avente l’ orientazione che contiene il versore (normale) ( 22 , 22 , 0) (applicato in un √ √ qualunque punto P = ( 2, 2, z), 0 ≤ z ≤ 4. [ Calcoliamo il flusso in due modi diversi. 22 PRIMO MODO. Parametrizzando il cilindro con le equazioni r(ϑ, t) date da x = 2 cos(ϑ), y = 2 sin(ϑ), z = t, (ϑ, t) ∈ R = [0, 2π] × [0, 4], si ha che al prodotto vettoriale rϑ × rt = (2 cos(ϑ), 2 sin(ϑ), 0) corrisponde il versore normale N(ϑ, t) = (cos(ϑ), sin(ϑ), 0) che d`a l’ orientazione √considerata (per 0 ≤ t ≤ 4, √ 2 2 1 π ϑ = 4 il versore normale `e krϑ × rt k (rϑ × rt ) = ( 2 , 2 , 0) ). Il flusso `e allora R R F(x(ϑ, t), y(ϑ, t), z(ϑ, t)) · (r × r ) dϑ dt = 4t dϑ dt = 64π. ϑ t R R SECONDO MODO ( Teorema della divergenza dopo aver ”chiuso” la superficie ). La frontiera del cilindro solido D = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ 4 , 0 ≤ z ≤ 1} orientata con il versore normale esterno `e costituita dall’ unione del cilindro C con l’ orientazione assegnata, del cerchio pieno D0 = {(x, y, z) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 4 , z = 0} con l’ orientazione data dal versore (0, 0, −1) ovunque, e del cerchio pieno D4 = {(x, y, z) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 4 , z = 4} con l’ orientazione data dal versore (0, 0, 1) ovunque. Questi due cerchi possono essere considerati domini in R2 in cui l’ integrale di superficie coincide con l’ integrale doppio ( la parametrizzazione `e x = x, y = y, z = cost, in modo che l’ elemento di area `e dxdy e l’ integrale di superficie di una funzione f (x, y, z) `e pari all’ integrale doppio della funzione di due variabili, ad esempio sul cerchio superiore g(x, y) = f (x, y, 4) ). Inoltre essendo F · N = ±F3 = ±z (con il segno + su D4 , − su D0 ), il flusso `e nullo sul cerchio D0 , dove z = 0, mentre sul R cerchio D4 , il flusso vale Φ4 = x2 +y2 ≤4 4 dxdy = 16π. R R4 PerR il teorema della divergenza Φ+16π = Φ+Φ4 = D (2z +1) dxdydz = 0 dz (2z + 1) x2 +y2 ≤4 dxdy = 80π, e quindi Φ = (80 − 16)π = 64π. ] 9. Considerata la superficie conica S + = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 = z 2 ; 0 ≤ z ≤ 1}, avente l’ orientazione uscente dal cono pieno K = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 ≤ z 2 ; 0 ≤ z ≤ 1}, sia γ la curva che parametrizza il bordo ∂S + con l’ orientazione indotta. Usando il teorema di Stokes calcolare la circuitazione lungo γ del campo vettoriale F(x, y, z) = (y + earctan(x) , z + log(1 + y 2 ) , esin(z) ) [ Il rotore di F `e rot F(x, y, z) = ( ∂y (esin(z) )−∂z (z +log(1+y 2 )) , ∂z (y +earctan(x) )− ∂x (esin(z) ) , ∂x (z + log(1 + y 2 )) − ∂y (y + earctan(x) ) ) = (−1, 0, −1). La superficie `e la parte del cono di equazione x2 + y 2 = z 2 tra le altezze 0 p e 1, e pu`o essere parametrizzata come superficie cartesiana data dal grafico di z = x2 + y 2 , con x2 + y 2 ≤ 1, oppure con la parametrizzazione vettoriale r(u, v) di equazioni x = v cos(u) , y = v sin(u) , z = v, (u, v) ∈ D, con D = {(u, v) ∈ R2 : 0 ≤ v ≤ 1 , 0 ≤ u ≤ 2π}. Usando ad esempio questa parametrizzazione il vettore ru × rv = (v cos(u), v sin(u), −v) d`a l’ orientazione assegnata (il versore uscente da K ha coordinata z negativa), e per R R il teorema di Stokes R Rla circuitazione richiesta `e pari a rot F · N dS = rot F(x(u, v), y(u, v), z(u, v)) · (ru (u, v) × rv (u, v)) dudv D RS1 R 2π = 0 dv 0 du (−v cos(u) + v) = π. ] 10. Considerata la superficie orientata S + = {(x, y, z) ∈ R3 : x + y + z = 0 ; x2 + y 2 ≤ 1}, avente l’ orientazione data dal versore normale diretto secondo le z crescenti, sia γ 23 la curva che parametrizza il bordo ∂S + con l’ orientazione indotta. Date tre funzioni A, B, C ∈ C 1 (R), (verificare che non dipende da A, B, C e ) calcolare la circuitazione del campo vettoriale F(x, y, z) = (z + A(x) , x + B(y) , y + C(z)) lungo γ. a) Usando il teorema di Stokes b) Direttamente trovando una parametrizzazione di γ. [ a) rot F(x, y, z) = ( ∂y (y+C(z))−∂z (x+B(y)) , ∂z (z+A(x))−∂x (y+C(z)) , ∂x (x+ B(y)) − ∂y (z + A(x)) ) = (1, 1, 1). La superficie `e la parte del piano di equazione x + y + z = 0 che interseca il cilindro pieno di equazione x2 + y 2 ≤ 1, e ha come vettore normale (1, 1, 1) (essendo (a, b, c) normale al piano ax + by + cz + d = 0 in ogni suo punto) e versore normale √13 (1, 1, 1). Pu`o essere parametrizzata (usando la parametrizzazione cartesiana del piano e usando il cilindro per limitare le coordinate) con la parametrizzazione vettoriale r(u, v) di equazioni x = u , y = v , z = −u − v, (u, v) ∈ D, con D = {(u, v) ∈ R2 : u2 + v 2 ≤ 1}. Con questa parametrizzazione il vettore ru × rv = (1, 1, 1) d`a l’ orientazione assegnata, e per il teorema di RStokes la circuitazione R R R richiesta `e pari al flusso del ro+ tore attraverso S , che vale R SRrot F · N dS = rot F(x(u, v), y(u, v), z(u, v)) · D (ru (u, v) × rv (u, v)) dudv = 3 D dx dy = 3π. b) Il bordo di S `e costituito dall’ insieme {(x, y, z) ∈ R3 : x+y +z = 0 ; x2 +y 2 = 1}, e ricordando la parametrizzazione cartesiana del piano in termini di u e v, il fatto che x2 + y 2 = 1 si traduce nella parametrizzazione della curva limite nel piano u v come u = cos(t), v = sin(t). Possiamo quindi parametrizzare la curva nello spazio come la curva γ di equazioni parametriche x = cos(t) , y = sin(t) , z = − cos(t) − sin(t), 0 ≤ t ≤ 2π e l’ orientazione che si ottiene `e consistente con quella assegnata su S. Inoltre F = F1 + F2 , dove F1 (x, y, z) = (z , x , y), F2 (x, y, z) = (A(x) , B(y) , C(z)) eR F2 `e un Rcampo conservativo, essendo definito in R3 e ivi irrotazionale. Quindi R 2π F · dr = γ F1 · dr = 0 (− cos(t) − sin(t))(− sin(t)) + cos(t) cos(t) + sin(t)(sin(t) − γ cos(t)) dt = 3π. Osservazione. Si ricordi che la parametrizzazione γ d`a l’ orientazione positiva su ∂S, indotta dall’ orientazione data su S dal versore normale N, se detto Tγ il versore tangente a γ in un punto P ∈ ∂S, TS il versore in P che appartiene al piano tangente a S, punta verso l’ esterno di S ed `e perpendicolare a Tγ , si ha che N = TS × Tγ (informalmente ” un osservatore diretto secondo il versore normale N che percorre la curva nel verso positivo vede la superficie S alla sua sinistra”). ] 11. Considerata la porzione della sfera di raggio 2 data dalla superficie S = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 = 4 : x2 + y 2 ≤ 1 ; z ≥ 0}, avente l’ orientazione data dal versore esterno alla sfera, sia γ la curva che parametrizza il bordo ∂S + con l’ orientazione indotta. Calcolare l’ area di S, il flusso del campo vettoriale G(x, y, z) = (xz , yz , 0) uscente da S e la circuitazione del campo vettoriale F(x, y, z) = (z 2 , x2 , y 2 ) lungo γ. [ Essendo z ≥ 0 si pu`o esplicitare z e ottenere la superficie cartesiana z = 24 p 4 − x2 − y 2 , (x, y) ∈ D = {(x,√ y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1} avente per bordo orientato la circonferenza 2 2 x + y = 1, z = 3 percorsa in senso antiorario. Si ha che rx (x, y) × ry (x, y) = ( √ x 2 2 , √ y 2 2 , 1 ), l’ elemento di area `e 4−x −y 4−x −y R 2 √ 2 √ dxdy e l’ area vale dxdy = (in coordinate polari) D 4−x2 −y 2 4−x2 −y 2 √ R 2π R 1 2ρ dϑ 0 √ 2 dρ = 4π(2 − 3). 0 4−ρ Il R Rflusso `e dato dall ’ integrale doppio R G(x, y, z(x, y)) · (r (x, y) × r (x, y)) dxdy = (x2 + y 2 ) dxdy = π2 . x y D D La circuitazione pu`o essere calcolata usando x = cos(t), y = √ R 2π la parametrizzazione 2 sin(t), z = 3, 0 ≤ t ≤ 2π, e si ottiene 0 [ 3(− sin(t)) + cos (t) cos(t)+ ] dt = 0. In alternativa, usando il teorema di Stokes, si ha che rot F(x, y, z) = ( 2y , 2z , 2x ), rot F(x, y, z(x, y)) · (rx (x, y) × ry (x, y)) = √ 2xy2 2 + 2y + 2x, che integrato sul 4−x −y dominio D d`a 0. ] 12. Considerata la superficie orientata S + = {(x, y, z) ∈ R3 : z = y ; x2 + y 2 + z 2 ≤ 1}, avente l’ orientazione data dal versore diretto verso le z crescenti, sia γ la curva che parametrizza il bordo ∂S + con l’ orientazione indotta. Calcolare l’ area di S, il flusso del campo vettoriale F(x, y, z) = (z , −x2 , 2zy) attraverso S + , e la circuitazione di F lungo γ. [ Dalle relazioni che definiscono S si deduce che z = y , x2 + 2y 2 ≤ 1 e si pu`o quindi parametrizzare S come x = u ; y = v ; z = v , (u, v) ∈ D con D = {(u, v) ∈ R2 : u2 + 2v 2 ≤ 1} ellisse piena di semiassi 1, √12 nel piano u v (ma l’ insieme S che si considera `e invece un cerchio pieno nello spazio, come intersezione di una sfera piena e un piano). Con questa parametrizzazione ru (u, v) × rv (u, √ v) = (0, −1, 1) `e diretto 2. secondo l’ orientazione assegnata, e kr (u, v) × r (u, v)k = v √ RR √ 1u √ L’ area `e quindi 2 D dudv = 2 2 π = π (come prevedibile, il cerchio, come la sfera, ha raggio 1). RR RR Il flusso si calcola analogamente come F(u, v, v) · ru × rd udv = (u2 + D D 2v 2 )dudv. Usando coordinate ellittiche x = ρ cos(ϑ), y = √12 ρ cos(ϑ), dxdy = R1 3 √1 dρdϑ, 0 ≤ ϑ ≤ 2π, 0 ≤ ρ ≤ 1, si ottiene 2π √1 ρ dρ = 2√1 2 π. 2 2 0 SiRha poi che rot F = (2z, 1, −2x), e per R il teorema di Stokes la circuitazione `e pari a D rot F(r(u, v)) · (ru × rv ) dudv = D (−1 − 2u) dudv = − √12 π. La circuitazione pu`o essere calcolata anche direttamente parametrizzando γ come x = cos(t), y = z = √12 sin(t), 0 ≤ t ≤ 2π . . . ] 13. Considerata la superficie orientata S + = {(x, y, z) ∈ R3 : x+y +z = 0 ; x2 +y 2 +z 2 ≤ 1}, avente l’ orientazione data dal versore diretto verso le z crescenti, calcolare l’ area di S e la circuitazione del campo vettoriale F(x, y, z) = (z , x , y) lungo γ, la curva 25 che parametrizza il bordo ∂S + con l’ orientazione indotta. Trovare poi parametrizzazioni di S + e ∂S + . [ L’ intersezione di una sfera piena con un piano passante per il centro `e un cerchio di raggio pari al raggio della sfera, in questo caso 1, quindi l’ area `e π. Il versore normale al piano `e N = √13 (1, 1, 1), mentre il rotore di F vale rot F(x, y, z) = (1, 1, 1). R Ne segue che il flusso del rotore con questa orientazione `e pari a S rot F · N dσ = √ √ √ R 3 S dσ = 3 Area (S) = 3π. Volendo vederlo pi` u in dettaglio e trovare parametrizzazioni di S + e ∂S + si pu`o procedere ad esempio cos`ı. Il versore normale al piano `e N = √13 (1, 1, 1). Completandolo con vettori che diano una base ortonormale si possono ad esempio (tra molte scelte) scegliere i versori e1 = √12 (1, −1, 0), e2 = √16 (1, 1, −2), e3 = N = √13 (1, 1, 1). La matrice che ha per colonne questi vettori applicata alle nuove coordinate u, v, w relative a questa base fornisce le coordinate originarie, ed `e una matrice ortogonale con determinante 1, non cambia dunque l’ orientazione. Quindi le formule di cambio di coordinate sono x = √12 u + √16 v + √13 w, y = − √12 u + √16 v + √13 w, z = − √26 v + √13 w . √ Rispetto a queste coordinate si ha che x + y + z = 3w, x2 + y 2 + z 2 = u2 + v 2 + w2 . Si pu`o quindi parametrizzare S con le equazioni precedenti con w = 0, al variare di u, v nel cerchio di raggio 1, cio`e considerare la parametrizzazione x = √12 u + √16 v , y = − √12 u + √16 v , z = − √26 v (u, v) ∈ D = {(u, v) ∈ R2 : u2 + v 2 ≤ 1}. Si pu`o allora verificare che ru (u, v) × rv (u, v) = N = √13 (1, 1, 1), l’ elemento di area `e dσ = dudv e quindi l’ area della superficie `e data da π, area del cerchio u2 + v 2 ≤ 1 nel piano uv. Infine una parametrizzazione positiva di ∂S + si ottiene dalla parametrizzazione precedente, parametrizzando in modo standard il bordo ∂D del dominio dei parametri, che `e la circonferenza di raggio 1: x = √12 cos(t) + √16 sin(t) , y = − √12 cos(t) + √16 sin(t) , z = − √26 sin(t) , 0 ≤ t ≤ 2π Osservazione. Una trasformazione lineare ortogonale T : R3 → R3 con determinante 1 conserva le norme, i volumi, le aree di superfici, le lunghezze, le orientazioni . . . Quindi sapendo che esiste una trasformazione ortogonale con determinante 1 che porta una base ortonormale e1 , e2 , e3 = N nella base canonica, si pu`o (come abbiamo fatto inizialmente) dedurre anche senza calcolare esplicitamente le formule di cambiamento di coordinate, che nelle coordinate (u, v, w) relative a questa base valgono le relazioni x2 +y 2 +z 2 = u2 +v 2 +w2 , mentre x+y +z = 0, cio`e N·(x, y, z) = 0 si esprime come w = 0, dopodich´e si pu`o lavorare direttamente nelle variabili u, v, w dove le condizioni sono particolarmente semplici, e descrivono il cerchio all’ altezza w = 0 il cui bordo `e l’ equatore percorso in senso antiorario . . . ] 26 FUNZIONI IMPLICITE, MASSIMI E MINIMI VINCOLATI 1. Data l’ equazione G(x, y) = xy + log(xy) − 2x + 1 = 0 a) Mostrare che tale equazione definisce implicitamente in un intorno del punto P = (1, 1) un’ unica funzione y = y(x) con y(1) = 1 b) Mostrare che x = 1 `e un punto critico di y(x) c) Determinare la natura di tale punto critico [ Le derivate parziali di G sono Gx (x, y) = y + x1 − 2, Gy (x, y) = x + y1 ; si ha che G(1, 1) = 0, Gx (1, 1) = 0 , Gy (1, 1) = 2. Si pu`o quindi esplicitare localmente x (1,1) y = y(x) con y(1) = 1, y 0 (1) = − G = 0. Gy (1,1) Il valore della derivata si pu`o anche ricavare derivando l’ equazione G(x, y(x)) = 0, 0 0 − 2 = y + xy 0 + x1 + yy − 2 = 0 tenendo presente che y = y(x), si ottiene y + xy 0 + y+xy xy e per x = 1, y = y(1) = 1 si ha y 0 (0) = 0. Derivando ancora si ottiene y 0 + y 0 + xy 00 − 00 02 1 + yy y−y = 0 e ponendo x = 1, y(1) = 1, y 0 (0) = 0 si ottiene il valore y 00 (0) = 12 . 2 x2 Ne segue che il punto x = 0 `e un punto di minimo relativo (stretto) per la funzione y = y(x). ] 2. Data l’ equazione G(x, y) = sin(y) cos(x) + y − ex + x2 + 1 = 0 a) Mostrare che tale equazione definisce implicitamente in un intorno del punto P = (0, 0) un’ unica funzione y = y(x) con y(0) = 0 b) Calcolare derivate prima e seconda di y(x) nel punto x = 0 y(x)− 21 x c) Calcolare il limx→0 sin(x) log(1+x) [ G(0, 0) = 0, Gx (0, 0) = −1, Gy (0, 0) = 2, quindi localmente si pu`o esplicitare x (0,0) y = y(x) e y 0 (0) = − G = 12 . Alternativamente si pu`o trovare il valore della Gy (0,0) derivata in 0 derivando l’ equazione G(x, y(x) = 0 rispetto a x, tenendo presente che y = y(x). Derivando ancora si trova infine che y 00 (0) = − 21 . Posto a(x) = y(x) − 21 x, b(x) = sin(x) log(1 + x), essendo a(0) = b(0) = a0 (0) = b0 (0) = 0, usando il teorema 00 (0) 00 y(x)− 12 x = ab00 (0) = y 2(0) = − 14 ] di L’ Hospital si trova che limx→0 sin(x) log(1+x) Ry 2 Rx 3. Data l’ equazione G(x, y) = 0 et dt − ex + xy 2 + x + 1 + 2 0 arctan(t) et dt = 0 a) Mostrare che tale equazione definisce implicitamente in un intorno del punto P = (0, 0) un’ unica funzione y = y(x) con y(0) = 0 b) Mostrare che x = 0 `e un punto critico di y(x) c) Determinare la natura di tale punto critico [ Le derivate parziali di G sono Gx (x, y) = −ex + y 2 + 1 + 2 arctan(x)ex , Gy (x, y) = 2 ey + 2xy , G(0, 0) = 0 , Gx (0, 0) = 0 , Gy (0, 0) = 1. Si pu`o quindi esplicitare x (0,0) localmente y = y(x) con y(0) = 0, y 0 (0) = − G = 0. Gy (0,0) Il valore della derivata si pu`o anche ricavare derivando l’ equazione G(x, y(x)) = 0, 27 2 tenendo presente che y = y(x), si ottiene ey (x)y 0 (x) − ex + y 2 (x) + 2xy(x)y 0 (x) + 1 + 2 arctan(x)ex = 0 e per x = 0, y = y(0) = 0 si ha y 0 (0) = 0. Derivando ancora e ponendo x = y(0) = y 0 (0) = 0 si ottiene il valore y 00 (0) = −1. Ne segue che il punto x = 0 `e un punto di massimo relativo (stretto) per la funzione y = y(x). ] 4. Data l’ equazione G(x, y, z) = y 3 − x2 − z 2 + exz − 1 = 0 a) Mostrare che tale equazione definisce implicitamente in un intorno del punto P = (0, 1, 1) un’ unica funzione z = z(x, y) con z(0, 1) = 1 e calcolare le derivate parziali zx (0, 1), zy (0, 1) b) Il Teorema di Dini `e applicabile per esplicitare localmente y = y(x, z) in un intorno del punto Q = (0, 0, 0) ? c) Si pu`o esplicitare localmente y = y(x, z) in un intorno del punto Q = (0, 0, 0) ? [ a) ∇G(x, y, z) = (−2x + zezx , 3y 2 , −2z + xezx ), ∇G(0, 1, 1) = (1, 3, −2) , quindi x (0,1,1) = 12 , si pu`o esplicitare localmente z = z(x, y) con z(0, 1) = 1 e zx (0, 1) = − G Gz (0,1,1) y (0,1,1) zy (0, 1) = − G = − 32 Gz (0,1,1) b) No, perch´e Gy (0, 0, 0) = 0. Tuttavia le ipotesi del Teorema di Dini sono solo sufficienti per poter esplicitare, infatti in questo caso √ 3 2 c) s`ı, `e possibile esplicitare y = x + z 2 − exz + 1 ] 5. Data l’ equazione G(x, y, z) = x y z + ex+y+z + sin[ π2 (x − y − z)] − e3z = 0 mostrare che tale equazione definisce implicitamente in un intorno del punto P = (1, 1, 1) un’ unica funzione z = z(x, y) con z(1, 1) = 1 e calcolare le derivate parziali zx (1, 1), zy (1, 1). [ zx (1, 1) = 1+e3 2e3 −1 = zy (1, 1) ] 6. (Dopo aver verificato che il vincolo G(x, y) = log(1 + x2 ) + arctan(y 2 ) − π4 = 0 `e un vincolo regolare e l’ insieme S = {(x, y) ∈ R2 : G(x, y) = 0} `e compatto) trovare massimo e minimo assoluti della funzione f (x, y) = y sull’ insieme S = {(x, y) ∈ R2 : G(x, y) = log(1 + x2 ) + arctan(y 2 ) ≤ π4 }. [ Essendo ∇f (x, y) = (0, 1) non ci sono punti critici interni. Il vincolo `e regolare, essendo ∇G = (0, 0) in (0, 0) non appartenente al vincolo. Inoltre `e chiuso ed `e limitato, perch´e log(1 + x2 ) ≤ π4 , arctan(y 2 ) ≤ π4 , quindi, essendo le funzioni log e π arctan funzioni crescenti e invertibili si ha che (1 + x2 ) ≤ e 4 , (y 2 ) ≤ tan( π4 ) = 1 e p π allora |y| ≤ 1, |x| ≤ e 4 − 1. 2x = λ 1+x 2 0 2y Studiando il sistema di Lagrange 1 = λ 1+y4 si osserva 2 2 log(1 + x ) + arctan(y ) = π4 che λ , y 6= 0, quindi x = 0, e allora dal vincolo y 2 = 1, y = ±1 e si deduce che 28 il punto (0, 1) e il punto (0, −1) sono i punti di massimo e minimo assoluto, con i valori 1 e −1. ] 7. Trovare i punti di massimo e minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = x2 + y 2 sull’ insieme (compatto) S definito dai vincoli 2 g1 (x, y, z) = 2 x + 2 y + z = 0, g2 (x, y, z) = x2 + y4 = 1 [ I vincoli sono regolari, poich´e i gradienti ∇g1 (x, y, z) = (2, 2, 1) e ∇g2 (x, y, z) = (2x, 21 y, 0) sono linearmente dipendenti solo se x = y = 0 e nessun tale punto soddisfa il vincolo g2 . Il sistema di Lagrange ha la forma 2x = 2λ + 2µx = 2λ + 12 µy 2y 0 =λ 2x + 2y + z = 0 x 2 + y 2 = 1 4 Si ottiene subito λ = 0, e analizzando le prime due equazioni del sistema si vede che ci sono 4 casi, a seconda che x e y si annullino o meno; `e impossibile che x = y = 0, per l’ ultima equazione, ed `e impossibile anche che x 6= 0 , y 6= 0, perch´e sarebbe µ = 1, µ = 4. Rimangono quindi due possibilit`a, y = 0, x 6= 0, che conduce dalle ultime due equazioni ai punti (±1, 0, ∓2) di minimo assoluto, con valore 1, oppure x = 0, y 6= 0, che conduce dalle ultime due equazioni ai punti (0, ±2, 0, ∓4) di massimo assoluto, con valore 4. ] 8. Trovare, utilizzando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, massimo e minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = x2 − z 2 sull’ insieme S = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1}. [ I punti critici interni sono i punti di coordinate (0, y, 0), |y| < 1, nei quali la funzione vale 0 (non saranno massimi n´e minimi assoluti, si vede peraltro subito che sono punti di sella ). Il massimo assoluto `e 1, ed `e assunto nei punti (±1, 0, 0), Il minimo assoluto `e −1, ed `e assunto nei punti (0, 0, ±1), gli altri punti critici vincolati sono i punti (0, ±1, 0) nei quali la funzione vale 0 . ] 9. Trovare i punti di massimo e minimo assoluti della funzione f (x, y) = x + y 2 sull’ insieme (compatto) S definito dal vincolo g(x, y) = x2 + y 2 ≤ 1. [ Essendo ∇f (x, y) = (1, 2y) non ci sono punti critici interni. Studiando sul bordo = λ 2x 1 1 . Se y 6= 0 il sistema di Lagrange 2y = λ 2y si osserva che λ , x 6= 0, x = 2λ 2 2 x +y =1 segue che λ = 1, quindi x = 1 2 √ e dal vincolo si ottiene y = ± 29 3 . 2 Se invece y = 0 dal √ vincolo si ottiene x = ±1. Nei punti ( 12 , ± 23 ) la funzione vale 54 e saranno i punti di massimo assoluto, nei punti (±1, 0) la funzione vale rispettivamente ±1, il punto (−1, 0) sar`a il punto di minimo assoluto. ] 10. Trovare massimo e minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = x4 + y 4 sull’ insieme S = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 3}. √ [ Il minimo assoluto `e 0, assunto nei punti (0, 0, z) con |z| ≤ 3, il massimo assoluto √ √ `e 9, assunto nei punti (± 3, 0, 0) e (0, ± 3, 0). Gli altri punti critici vincolati, che anche se a posteriori non sono estremi q q assoluti 3 ,± 2 vale 92 . 3 , 0) 2 sono da esaminare per determinare gli estremi assoluti, sono i punti (± con tutte le combinazioni possibili di segno, in tali punti la funzione ] 11. Fissato α > 0, trovare massimo e minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = xyz sull’ insieme S = {(x, y, z) ∈ R3 : x + y + z = α , x ≥ 0, y ≥ 0, z ≥ 0}. Dedurre la disuguaglianza tra media geometrica e media artimetica: dati x, y, z ≥ 0 si ha che √ 3 xyz ≤ x+y+z . 3 [ Il vincolo `e compatto essendo chiuso e limitato (0 ≤ x, y, z ≤ α). Esistono dunque massimo e minimo assoluto per il Teorema di Weierstrass. Il minimo assoluto si trova subito, `e 0 ed `e assunto nei punti con almeno una coordinata nulla. Se troviamo un solo punto critico vincolato, con coordinate tuttenon nulle esso sar`a dunque il yz =λ xz =λ Escludendo massimo assoluto. Il sistema di Lagrange ha la forma xy =λ x+y+z =α i casi in cui λ = 0 e una almeno tra le coordinate `e nulla si trova che yz = xz = xy con tutte le coordinate positive, quindi x = y = z = α3 . Ne segue che il massimo `e ( α3 )3 , assunto nel punto ( α3 , α3 , α3 ) e, essendo α = x+y +z, si deduce la disuguaglianza √ )3 per ogni x, y, z ≥ 0, equivalente a 3 xyz ≤ x+y+z . xyz ≤ ( x+y+z 3 3 Osservazione La disuguaglianza si generalizza a n ≥ 1 termini: dato n ∈ N , n > 0, dati x1 , . . . , xn ≥ 0, vale la disuguaglianza tra media aritmetica e media geometrica: √ n x x . . . x ≤ x1 +x2 +···+xn ] 1 2 n n 30 SERIE NUMERICHE E RAGGI DI CONVERGENZA DI SERIE DI POTENZE P+∞ 1. Determinare il carattere della serie numerica n=1 1 − tan( n+2 1 ) n+3 [ La serie `e a termini positivi e il termine generale `e infinitesimo, perch´e bn = 1 1 b) − n+3 ∈ (0, π2 ), bn → 0 per n → ∞. Inoltre essendo limn→∞ tan(b = 1, la serie n+2 bn P+∞ 1 1 si comporta come la serie n=1 ( n+2 − n+3 ) che converge perch´e il termine generale P 1 `e maggiorato da n12 , con +∞ n=1 n2 < +∞. ] 2. Trovare i numeri reali x per i quali la serie tali x calcolare la somma della serie. P∞ n=0 (−1) 2 sinn (x) converge, e per n n ` una serie geometrica di ragione −2 sin(x), converge se 2| sin(x)| < 1, cio`e se [ E π 1 − 6 + kπ < x < π6 + kπ, e per tali x converge a s(x) = 1+2 sin(x) ] 3. Studiare in funzione del parametro R la convergenza semplice ed assoluta della P+∞ α ∈ 1 n seguente serie numerica: n=1 (−1) nα +cos(nα ) [ Se α ≤ 0 non converge non essendo rispettato il criterio necessario di convergenza 1 a zero del termine generale an = (−1)n nα +cos(n α ) . Se α > 1 converge assolutamente per confronto (e confronto asintotico), essendo ad esempio |an | ≤ nα1−1 , con nα1−1 asintoticamente equivalente a n1α . Se 0 < α ≤ 1 non converge assolutamente, ma converge semplicemente per il criterio di Leibniz (la crescenza del denominatore in funzione di n ≥ 1, pu`o essere verificata osservando che la derivata della funzione g(x) = xα + cos(xα ) `e g 0 (x) = αxα−1 (1 − sin(xα )) ≥ 0 se x > 0. ] 4. Studiare la convergenza delle serie: P+∞ n=1 [ √ √ n2 +n− n2 −n n ] , P+∞ n=1 [ √ √ n+1− n √ 2 n +n ] [ La serie `e a termini positivi, e usando l’ identit`a (a − b)(a + b) = a2 − b2 il ter2n √ mine generale della prima serie si pu`o scrivere come n(√n2 +n+ asintoticamente n2 −n) equivalente a n1 , quindi la serie diverge per confronto asintotico con la serie armonica. Analogamente il termine generale della seconda serie si pu`o scrivere come (√n2 +n)(√1 n+1+√n) asintoticamente equivalente a 1 3 2n 2 , e quindi la serie converge per confronto con la serie armonica generalizzata di termine generale 1 3 n2 . ] 5. P Determinare in funzione del parametro α ∈ R il carattere della serie numerica: 1 1 +∞ α −n n − 2] n=1 n [ e + e ` una serie a termini positivi, e si ha che nα [e n1 + e− n1 − 2] = nα [1 + 1 + 1 12 + 1 − [ E n 2n 1 1 n + 1 1 2 n2 − 2 + o( n12 )] = 1 n2−α 1 + o( n2−α ). Si ha quindi che limn→∞ 31 1 nα [e n +e− n −2] 1 n2−α = 1, e per P il criterio di confronto asintotico la serie converge se e solo se α < 1 perch´e la 1 serie +∞ e α < 1. ] n=1 n2−α converge se e solo se 2 − α > 1, cio` 6. Studiare convergenza semplice e assoluta della serie 1 n n n=1 (−1) [ e P+∞ −e −1 n ] [ Per il criterio di confronto asintotico la serie non converge assolutamente, perch´e P −1 1 1 1 + o( n1 ), e la serie +∞ e n − e n = 1 + n1 − (1 − n1 ) + o( n1 ) = 2n n=1 2n diverge. La serie converge per`o semplicemente per il criterio di Leibniz, essendo la successione 1 −1 1 1 1 −1 , quindi −1 ≤ n+1 , e n ≥ e n+1 e n − e n positiva, infinitesima e decrescente ( n1 ≥ n+1 n , −e −1 n −1 ≥ −e n+1 . ) ] 7. Studiare la convergenza delle serie: P+∞ √ 3 n3 + 1 − n ] , n=1 [ P+∞ √ 3 3 n=1 [ n + n − n] [ Si pu`o usare l’ identit`a√ (a − b)(a2 + ab + b2 ) = a3 − b3 e scrivere per la prima √ 3 3 ] 1 n3 +1−n3 serie [ 3 n3 + 1 − n ] = [ n +1−n = √ ≤ = √ √ √ 3 3 1 3 (n +1)2 +n 3 n3 +1+n2 (n3 +1)2 +n 3 n3 +1+n2 √ 1 e quindi la serie converge. Analogamente per la seconda [ 3 n3 + n − n ] = 3n2 n = √ da cui si evince che il termine generale `e asintoticamente √ 3 3 3 3 2 2 (n +n) +n n +n+n 1 e la 3n equivalente a serie diverge. In alternativa si arriva alle stesse conclusioni √ utilizzando lo sviluppo di Taylor (1 + x)α = 1 + αx + o( x1 ) per x → 0: 3 n3 + 1 − n = q √ n 3 1 + n13 − n = n(1 + 3n1 3 + o( n13 )) − n = 3n1 2 + o( n12 )), mentre 3 n3 + n − n = q 1 + o( n1 )) . ] n 3 1 + n12 − n = n(1 + 3n1 2 + o( n12 )) − n = 3n 8. Studiare la convergenza delle serie: P+∞ 1 n=1 2n (1 P+∞ 2 + n1 )n , 1 n=1 3n (1 [ Usando il criterio della radice (an ≥ 0), calcoliamo nel primo caso limn→∞ limn→∞ 12 (1+ n1 )n = e 2 limn→∞ 31 (1 + n1 )n = 2 + n1 )n q n > 1 , e quindi la serie diverge. Nel secondo caso limn→∞ e 3 1 (1 2n q n + n1 )n2 = 1 (1 3n < 1 e quindi la serie converge. ] 9. Studiare la convergenza delle serie: P+∞ n=1 n! nn n+1 2n , P+∞ n=1 3n n! nn [ Scrivendo (n + 1)! = (n + 1) n!, (n + 1) = (n + 1)(n + 1)n , calcoliamo nel n+1 2 (n+1) n! nn 2 1 primo caso limn→∞ an+1 = limn→∞ (n+1)(n+1) n 2n n! = limn→∞ 2 (1+ 1 )n = e < 1 e an n quindi la serie converge per il criterio del rapporto . Nel secondo caso abbiamo 3n+1 (n+1) n! nn 1 3 limn→∞ (n+1)(n+1) ] n 3n n! = limn→∞ 3 (1+ 1 )n = e > 1 e quindi la serie diverge. n 10. Studiare convergenza semplice e assoluta della serie P+∞ n=1 (−1)n n+arctan(en ) n2 log(n+1) n ) n 1 [ Il termine generale `e (−1)n an + bn , dove an = n2 log(n+1) = n log(n+1) , bn = narctan(e 2 log(n+1) . π P+∞ P n e 0 ≤ bn ≤ n22 , mentre +∞ n=1 bn converge perch´ n=1 (−1) an diverge assolutamente ( 32 + n1 )n2 = P+∞ 1 n=2 n log(n+1) = +∞ ad es. per confronto con un integrale improprio), ma converge 1 semplicemente per il criterio di Leibniz ( n log(n+1) `e infinitesima e decrescente). In conclusione la serie converge semplicemente (come somma di serie convergenti) e non converge assolutamente (come somma di serie una assolutamente divergente e π n n) 1 2 | ≥ − ). ] una assolutamente convergente: | (−1)n2n+arctan(e 2 log(n+1) n log(n+1) n log(n+1) P+∞ 1 n+1 11. Verificare cheP la serie n=1 [ n − log n ] converge, e che la sua somma coincide con n 1 γ = limn→∞ [ k=1 k − log(n + 1) ]. Osservazione: La costante γ `e detta costante di Eulero- Mascheroni e una sua approssimazione con quattro decimali `e γ = 0.5772. = n1 − log(1 + n1 ) = n1 − n1 + 2n1 2 + o( n12 ) = 2n1 2 + o( n12 ) e quindi [ Si ha che n1 − log n+1 n P 1 la serie converge per confronto asintotico con la seriePconvergente +∞ . n=1 n2P n n 1 k+1 1 Inoltre la sommaPparziale P n-esima di questa serie `e P k=1 ( k − log k ) = k=1 k − Pn n n n 1 1 k+1 (log k = k=1 k − k=1 (log(k + 1) − log(k) = k=1 k − log(n + 1), e quindi k=1 Pn 1 P n+1 1 γ = +∞ k=1 k − log(n + 1)]. ] n=1 [ n − log n ] = limn→∞ [ RAGGI DI CONVERGENZA DI SERIE DI POTENZE Premettiamo alcune definizioni e osservazioni, per permettere di svolgere gli esercizi che chiedono il calcolo del raggio di convergenza di una serie di potenze a chi abbia affrontato solo le serie numeriche. Una SERIE DI POTENZE (centrata in 0) `e una serie numerica con un parametro P+∞ n x ∈ R della forma n=0 bn x , dove bn `e una successione reale. Una caratteristica di una tale serie `e che esiste R ∈ [0, +∞] (numero non negativo, o +∞), detto raggio di convergenza della serie tale che: a) se R = 0 la serie converge solo per x = 0; b) se R = +∞ la serie converge assolutamente per ogni x ∈ R = (−∞, +∞); c) se 0 < R < +∞ la serie converge assolutamente per −R < x < R e non converge se |x| > R. Nei punti x = ±R dipende da caso a caso e se richiesto bisogna analizzare questi casi limite. Se esistono i seguenti limiti, il raggio di convergenza `e dato da p R = [ limn→∞ n |bn | ]−1 (criterio della radice) o | −1 n| R = [ limn→∞ |b|bn+1 ] = limn→∞ |b|bn+1 ] (criterio del rapporto) , | n| 1 con l’ intesa che 10 = +∞, +∞ = 0. Si noti che nei limiti compaiono gli inversi dei limiti che compaiono nei criteri della radice e del rapporto per serie numeriche. Infatti se cerchiamo ad esempio con il criterio della radice (considerazioni del tutto analoghe per il criterio del rapporto) P n gli x tali che la serie +∞ b x converge assolutamente, essendo an = |bn xn | = n=1 n |bn ||x|n il termine generale p della serie dei moduli, siamo ricondotti p a studiare il √ limn→∞ n an = limn→∞ n |bn ||x|n p = (se esiste il limite) |x| limn→∞ n |bn | 1 √ e la serie converge se |x| limn→∞ n |bn | < 1, cio`e se |x| < := R, cio`e se n limn→∞ |bn | x ∈ (−R, R), dove R `e il raggio di convergenza definito in precedenza. In ogni caso in ognuno dei seguenti esercizi si pu`o interpretare la domanda come 33 ”trovare i punti x per cui la serie converge assolutamente”, e se ad es. la risposta `e R = 4 significa che la serie converge assolutamente per −4 < x < 4, non converge se |x| > 4, mentra nei punti x = ±4 bisogna studiare i singoli casi. Si vedano sezioni successive per esercizi generali su serie di funzioni e di potenze. 12. Trovare il raggio di convergenza della serie di potenze [ R = e−3 , si pu`o trovare usando il criterio del rapporto: limn→∞ e4n n! e4 e4n (n+1)n! (n+1)(n+1)n nn = 1 e4 limn→∞ (1 + n1 )n = e e4 13. Trovare il raggio di convergenza della serie di potenze [ R = 2, si pu`o trovare usando il criterio della radice: 2 limn→∞ 1 2n sin( 21n ) P+∞ n=1 e4n n! nn xn 1 limn→∞ 1 e3 = |an+1 | |an | |an | |an+1 | = 1 n sin( 21n ) = = limn→∞ ] P+∞ n=1 ( n sin( 21n ) )n xn 1√ limn→∞ ( n |an |) = limn→∞ =2 ] 14. Trovare il raggio di convergenza della serie di potenze P+∞ n=1 1 2n nn ( e n − 1) )n xn [ R = 21 , criterio della radice ] 15. Trovare il raggio di convergenza della serie di potenze n 3n n=0 4n +n2 P+∞ xn [ R = 43 , criterio del rapporto ] 16. Trovare il raggio di convergenza della serie di potenze P+∞ 2 n n=1 (n ) 1 [ log(1+ 2n ) ]n [ sin( n3 ) ]n xn [ R = 32 , criterio della radice ] 17. Trovare il raggio di convergenza della serie di potenze P+∞ (2 n)! n=1 n! nn xn [ R = 4e , criterio del rapporto ] 18. Trovare il raggio di convergenza della serie di potenze P+∞ √ n n n n=1 ( n − 1) x [ R = +∞, si pu`o usare√il criterio della radice; essendo limn→∞ e0 = 1, risulta limn→∞ n n − 1 = 0+ . ] 34 √ n n = limn→∞ e log(n) n = 19. Studiare in funzione dei parametriP q ∈ R, α≥ 0, la convergenza semplice ed assoluta α +∞ n sin( n1 ) della seguente serie numerica: n=1 q [ Se |q| > 1 non converge perch´e il termine generale an 6→ 0, se |q| < 1 converge assolutamente per ogni α ∈ R , se q = 1 converge (assolutamente essendo a termini positivi) se e solo se α > 1, se q = −1 converge assolutamente se α > 1, mentre per il criterio di Leibniz converge semplicemente se 0 < α ≤ 1 ] 20. a) Discutere convergenza e convergenza assoluta della serie funzione di x ∈ R. P∞ xn n=1 x2 +n in b) Nel caso di x = −1 trovare n ∈ N tale che la somma parziale n-esima approssimi 1 . la somma della serie con un errore ≤ 10 [ Converge assolutamente se |x| < 1, non converge se x = 1 oppure |x| > 1, converge semplicemente ma non assolutamente se x = −1 per il criterio di Leibniz. 1 , e In quest’ ultimo caso l’ errore `e maggiorato dal primo termine trascurato, n+2 1 1 ≤ 10 se n + 2 ≥ 10, n ≥ 8 ] n+2 21. Determinare, in funzione di α ≥ 0, il raggio di convergenza della serie di potenze n2 P+∞ 1 1 − xn α n=2 n log n [ R = 1 se α ≥ 1, R = +∞ se 0 ≤ α < 1: usando il criterio della radice si n 1 1 n nα log n nα log n calcola limn→∞ (1 − nα log ) = lim [(1 − ) ] = ( formalmente ) n→∞ n nα log n ( ( 1e )+∞ = 0 se 0 ≤ α < 1 ] = ( 1e )0 = 1 se α ≥ 1 P 22. Sia {an } una successionePtale che la serie +∞ n=1 an converge assolutamente. +∞ 2 che se Dimostrare che la serie n=1 an converge. Mostrare con un controesempio P 2 converga. la convergenza della serie non `e assoluta non `e detto che la serie +∞ a n=1 n [ Per il criterio necessario limn→∞ anP = 0, quindi definitivamente |an | ≤ 1 e quindi P+∞ +∞ 2 an ≤ |an |. Per confronto con la serie n=1 |an | converge anche la serie n=1 a2n . Se la convergenza non `e assoluta non `e vera in generale. Ad esempio P+∞ l’ implicazione n √1 n √1 se an = (−1) n la serie n=1 (−1) n converge per il criterio di Leibniz, ma la P 1 serie di termine generale a2n = n1 `e la serie armonica +∞ n=1 n che diverge. ] P+∞ 2 P+∞ 2 23. Siano {an } e {bn } successioni tali che le serie n=1 an , n=1 bn convergono. P Dimostrare che la serie +∞ a b converge assolutamente. n=1 n n [ Utilizzando la disuguaglianza |ab| = |a||b| ≤ 21 (a2 +b2 ), si ha che |an bn | = |an ||bn | ≤ P 1 2 2 2 (a + b2n ), e per confronto con la serie +∞ n=1 an + bn , che converge (avendo come 2 n termine P generale la somma dei termini generali di serie convergenti) converge anche la serie +∞ n=1 |an bn |. ] 35 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI, SERIE DI POTENZE 1. Data la successione di funzioni fn (x) = x 1 + n12 a) trovare l’ insieme E di convergenza puntuale e la funzione limite f (x). Trovare insiemi E 0 ⊆ E di convergenza uniforme. P b) Posto gn (x) = fn (x) − f (x) e considerando la serie +∞ n=1 gn (x) trovare l’ insieme di convergenza puntuale F e insiemi F 0 ⊆ F di convergenza uniforme. [ E = R, f (x) = x. La convergenza non `e uniforme in R, essendo supx∈R |fn (x) − f (x)| = supx∈R |x| = +∞, ma si ha convergenza uniforme ad esempio in ogni inn2 tervallo [−M, M ] per ogni M > 0. Infatti limn→∞ sup|x|≤M |x| = limn→∞ nM2 = 0. n2 Essendo gn (x) = nx2 gli stessi calcoli mostrano che F = R, cio`e la serie converge per ogni x reale, e la convergenza `e totale, dunque uniforme, in P ogni intervallo [−M, M ] M per ogni M > 0 poich´e la serie numerica a termini positivi +∞ n=1 n2 converge. ] cos(nx) 2. Data la successione di funzioni fn (x) = 1+n 2 x2 a) trovare l’ insieme E di convergenza puntuale e la funzione limite f (x). Trovare insiemi E 0 ⊆ E di convergenza P+∞ uniforme. b) considerando la serie n=1 fn (x) trovare l’ insieme di convergenza puntuale F e insiemi F 0 ⊆ F di convergenza uniforme. ( 0 se x 6= 0 [ E = (−∞, ∞), f (x) = , F = R \ {0}. La convergenza di fn 1 se x = 0 a 0 `e uniforme ad esempio in insiemi del tipo [a, +∞), per P ogni a > 0 fissato, e in tali insiemi si ha anche convergenza totale della serie +∞ n=1 fn (x) essendo ivi P+∞ 1 cos(nx) 1 | 1+n2 x2 | ≤ 1+n2 a2 e n=1 1+n2 a2 < +∞. ] 3. Data la successione di funzioni fn (x) = n2 log(1 + n32 ) e−n arctan(x) a) trovare l’ insieme E di convergenza puntuale e la funzione limite f (x). Trovare insiemi E 0 ⊆ E di convergenza P+∞ uniforme. b) considerando la serie n=1 fn (x) trovare l’ insieme di convergenza puntuale F e insiemi F 0 ⊆ F di convergenza (totale e quindi) uniforme. ( 0 se x > 0 [ E = [0, +∞), f (x) = , F = (0, +∞). La convergenza 3 log(e ) = 3 se x = 0 della successione non `e uniforme in E, n´e `e totale quella della serie in F . Se δ > 0 e E 0 = F 0 = [δ, +∞], si ha in tali insiemi la convergenza uniforme della successione a 0 e la convergenza totale della serie, essendo n2 log(1 + n32 ) e−n arctan(x) ≤ n2 log(1 + 3 ) e−n arctan(δ) e quest’ ultima successione numerica `e asintoticamente equivalente a n2 −n arctan(δ) 3e ] 36 4. Data la successione di funzioni fn (x) = x2 e−n x a) trovare l’ insieme E di convergenza puntuale, la funzione limite f (x) e dire, motivando la risposta, se la convergenza `e uniforme in E. P b) Dire, motivando la risposta, se la serie associata +∞ n=1 fn (x) converge uniformemente in E. 2 [ E = [0, +∞), f (x) = 0 ∀ x ∈ [0, +∞). Essendo sup[0,+∞) x2 e−n x = ( n2 )2 e−n n = 4 −2 e e limn→∞ n42 e−2 = 0 la convergenza della successione fn a zero `e uniforme in E. n2 Inoltre associata converge totalmente, dunque uniformemente in E, perch´e P+∞ la−2serie 1 < +∞ ] n=1 4e n2 5. Data la successione di funzioni fn (x) = n2 log(1 + n12 )xn a) trovare l’ insieme E di convergenza puntuale e la funzione limite f (x). Trovare insiemi E 0 ⊆ E di convergenza P+∞ uniforme. b) considerando la serie n=1 fn (x) trovare l’ insieme di convergenza puntuale F e insiemi F 0 ⊆ F di convergenza uniforme. [ E = (−1, 1], f (x) = 0 se −1 < x < 1, f (1) = 1, F = (−1, 1). Negli insiemi indicati la convergenza non `e uniforme, ma si ha convergenza uniforme della successione, totale dunque uniforme della serie, in insiemi del tipo Eδ = [−1 + δ, 1 − δ], essendo supEδ |fn (x)| = n2 log(1 + n12 )(1 − δ)n → 0 se n → ∞, con n2 log(1 + n12 )(1 − δ)n P n asintoticamente equivalente a (1 − δ)n e +∞ n=1 (1 − δ) < +∞ ] 6. Data la successione di funzioni fn (x) = x(1 − x)n a) trovare l’ insieme E di convergenza puntuale e la funzione limite f (x). Trovare insiemi E 0 ⊆ E di convergenza P+∞ uniforme. b) considerando la serie n=0 fn (x) trovare l’ insieme di convergenza puntuale F , la funzione s(x) somma della serie e insiemi F 0 ⊆ F di convergenza uniforme. [ La successione converge a f (x) = 0 se x = 0 oppure se −1 < 1 − x < 1 , cio`e se 0 ≤ x < 2. La convergenza non `e uniforme in [0, 2) perch´e la funzione |fn (x) − f (x)| = |x(1 − 1 1 x)n | = x|(1 − x)|n cresce in [0, n+1 ], decresce in [ n+1 , 1], cresce in [1, 2], quindi n n sup0≤x<2 |x(1 − x) | = sup0≤x<2 x|(1 − x)| = 2 . La convergenza `e per`o uniforme in ogni intervallo del tipo [0, 2−δ], 0 < δ < 2 fissato; infatti per gli intervalli di monotonia della funzione |fn (x) − f (x)| discussi prima, 1 n n ( n+1 ) , (2 − si ha che sup0≤x≤2−δ |x(1 − x)n | = sup0≤x≤2−δ x|(1 − x)|n = max { n+1 n δ)(1 − δ) } → 0 per n → ∞. P n La serie associata si pu`o scrivere come x +∞ n=0 (1 − x) , e ricordando le formule per la somma parziale e la somma di una serie geometrica, si ha che sn (0) = 0, mentre n+1 se 0 < x < 2 si ha che sn (x) = x 1−(1−x) = 1 − (1 − x)n+1 . La serie converge quindi 1−(1−x) ( 0 se x = 0 se 0 ≤ x < 2 alla somma s(x) = . 1 se 0 < x < 2 Ne segue che s(0) − sn (0) = 0, mentre se 0 < x < 2 si ha che |s(x) − sn (x)| = 37 |(1−x)n+1 |, quindi sup0≤x<2 |s(x)−sn (x)| = sup0<x<2 |(1−x)n+1 | = 1 e la convergenza non `e uniforme in [0, 2). Per lo stesso motivo la convergenza non `e uniforme in intervalli del tipo [0, 2 − δ], con δ > 0 fissato, perch´e sup0<x≤2−δ |(1 − x)n+1 | = 1, ma `e totale, dunque uniforme, in ogni intervallo del tipo [δ, 2 − δ], 0P < δ < 1 fissato. +∞ n+1 Infatti supδ≤x≤2−δ |(1 − x)n+1 | = (1 − δ)n+1 , e la serie numerica n=0 (1 − δ) converge, essendo una serie geometrica di ragione q = 1 − δ < 1 ] 7. Data la successione di funzioni fn (x) = xn nx a) trovare l’ insieme E di convergenza puntuale e la funzione limite f (x). Trovare insiemi E 0 ⊆ E di convergenza P+∞ uniforme. b) considerando la serie n=1 fn (x) trovare l’ insieme di convergenza puntuale F e insiemi F 0 ⊆ F di convergenza (totale e quindi) uniforme. [ E = [−1, 1) = F , f (x) = 0. Per la serie nel punto x = −1 si usa il criterio di Leibniz, mentre se |x| < 1 e δ > 0 `e tale che |x| + δ < 1, definitivamente |xn nx | = |x|n nx < (|x|+δ)n . La successione e la serie non convergono uniformemente in [−1, 1), ma convergono uniformemente (la serie perch´e converge totalmente) in ogni insieme del tipo [−r, r] con 0 < r < 1 fissato, come si vede utilizzando il ragionamento precedente con |x| sostituito da r. (NOTA: si pu`o dimostrare che la successione converge uniformemente in ogni insieme del tipo [−1, r] con 0 < r < 1 fissato) ] 8. Consideriamo la successione di funzioni fn definite in [0, +∞) dalla formula ( 0 se 0 ≤ x < n f0 (x) = 1 ∀ x ≥ 0 , fn (x) = per n ≥ 1 1 se x ≥ n Disegnare il grafico di f0 , f1 , f2 e a) trovare l’ insieme E ⊂ [0, +∞) di convergenza puntuale e la funzione limite f (x), 0 x ∈ E. Trovare insiemi E ⊆ E di convergenza uniforme. P+∞ b) considerando la serie n=0 fn (x) trovare l’ insieme di convergenza puntuale F , la somma della serie per x ∈ F , e insiemi F 0 ⊆ F di convergenza uniforme. [ Se x ≥ 0, m ≤ x < m + 1 si ha che fm+1 (x) = 0, in generale fn (x) = 0 se n > m, quindi f (x) = limn→+∞ fn (x) = 0 in E = R. La convergenza non `e uniforme in R, perch´e sup[0,∞) |fn (x)−f (x)| = sup[0,∞) fn (x) = 1, ma `e uniforme in ogni intervallo compatto [0, M ], essendo fn = 0 in [0, M ] definitivamente (per ogni n > M ). Se m ≤ x < m + ( 1 (cio`e se m = [x] , parte intera inferiore di x ) la somma sn (x) = n + 1 se n < m parziale n-esima `e e quindi la somma della serie `e sn (x) = m + 1 se n ≥ m s(x) = limn→∞ sn (x) = m + 1 = [x] + 1 per ogni x ∈ F = R. La convergenza non `e per`o uniforme in R: per n fissato, se n < N ≤ x < N + 1, si ha che s(x) − sn (x) = N + 1 − (n + 1), e quindi sup[0,∞) |s(x) − sn (x)| = +∞. La convergenza `e per`o uniforme in ogni intervallo compatto [0, M ], poich´e se x ∈ [0, M ] e n ≥ M si ha che |s(x) − sn (x)| = 0 e quindi sup[0,M ) |s(x) − sn (x)| = 0. ] 38 9. Sviluppare in qserie di Mac Laurin (cio`e in serie di Taylor attorno a x = 0) la funzione ) specificando il raggio di convergenza e la eventuale convergenza f (x) = log( 1+x 1−x agli estremi dell’ intervallo di convergenza. q [ Per le propriet`a del logaritmo si ha che log( 1+x ) = 12 [ log(1 + x) − log(1 − x) ], 1−x P P+∞ n xn+1 n−1 xn e ricordando gli sviluppi log(1 + x) = +∞ , valido n=0 (−1) n+1 = n=1 (−1) n P+∞ xn P+∞ xn+1 per −1 < x ≤ 1, − log(1 − x) = n=0 n+1 = n=1 n , valido per −1 ≤ x < 1 si ottiene lo sviluppo, per −1 < x < 1 (che ovviamente d`a raggio di convergenza q valido P 2m−1 +∞ R = 1) : log( 1+x ) = m=1 x2m−1 ] 1−x 1 specificando il raggio di 10. Sviluppare in serie di Mac Laurin la funzione f (x) = x2 −3x+2 convergenza e la eventuale convergenza agli estremi dell’ intervallo di convergenza. 1 [ Si ha che x2 − 3x +2 = (x − 1)(x − 2), e decomponendo in fratti semplici x2 −3x+2 = P +∞ n 1 1 1 1 1 1 1 1 − x−1 = = 1−x − 2−x = 1−x − 2 1− x . Ricordando lo sviluppo 1−x = n=0 x , x−2 2 P+∞ x n P+∞ 1 n (2) = valido per −1 < x < 1, si ottiene anche che 1−1 x = n=0 n=0 2n x se 2 P +∞ 1 1 = n=0 (1 − 2n+1 )xn se −1 < x < 1. ] −2 < x < 2, e quindi x2 −3x+2 P+∞ 2 2n 11. Data la serie di potenze n=1 ( 2n + (n−1)! )x , dire per quali x converge e per tali valori calcolare la somma della serie. P+∞ 2n P+∞ n 1 1 = 1−x [ Dallo sviluppo 2 := f (x) , valido n=0 x n=0 x = 1−x , che implica per −1 < x < 1, derivando termine a termine (`e lecito per la convergenza totale, quindi uniforme, della serie e P delle serie derivate in ogni compatto contenuto nell’ P+∞ +∞ 2x2 2n = x n=1 2n x2n−1 = xf 0 (x) = (1−x intervallo (−1, 1) ) si ha che 2 )2 . n=1 2n x P+∞ 1 n P+∞ 1 2n 2 x Analogamente dallo sviluppo x = e , che implica x = ex := n=0P n=0 n! n! P +∞ 2 2n 2n 2n−1 g(x) , valido per x ∈ R, si ottiene = x +∞ = xg 0 (x) = n=1 (n−1)! x n=1 (n)! x 2 2 x 2x e . Ne segue che la somma della serie, che converge per −1 < x < 1, `e P+∞ 1 2x2 2n 2 x2 = xf 0 (x) + xg 0 (x) = (1−x . ] 2 )2 + 2x e n=1 ( 2n + (2n−1)! )x P+∞ x2n n−1 12. Data la serie di potenze , n=1 (−1) 2n(2n−1) dire per quali x converge e per tali valori calcolare la somma della serie. P P+∞ n x2n+1 n−1 x2n−1 [ Se −1 < x < 1 vale lo sviluppo arctan(x) = +∞ (−1) = n=0 n=1 (−1) 2n+1 2n−1 P+∞ 1 n 2n (che si ottiene integrando da 0 a x lo sviluppo 1+t (−1 )t ). Si pu` o inte2 = n=0 grare termine a termine (cosa lecita per la convergenza totale, quindi uniforme, della in ogni compatto nell’ intervallo Rx R x (−1, 1) ). Si ottiene che P+∞ serie n−1 P+∞contenuto x2n n−1 t2n−1 = dt = 0 arctan(t) dt = ( per parti ) n=1 (−1) n=1 0 (−1) 2n(2n−1) 2n−1 √ 1 2 x arctan(x) − 2 log(1 + x ) = x arctan(x) − log( 1 + x2 ). P x2n n−1 Quindi la somma della serie `e +∞ = x arctan(x) − 12 log(1 + x2 ), e n=1 (−1) 2n(2n−1) 39 in realt`a lo sviluppo vale per −1 ≤ della serie Px ≤ 1. Infatti inx2n[−1, 1] la Pconvergenza +∞ 1 `e totale, quindi uniforme, perch´e +∞ sup | | = < +∞ per |x|≤1 2n(2n−1) n=1 n=1 2n(2n−1) P+∞ confronto asintotico con la serie n=1 n12 . Per continuit`a la somma della serie ha la P+∞ 1 n−1 = stessa forma anche per x = ±1, e si ha in particolare che n=1 (−1) 2n(2n−1) √ P+∞ 1 1 π n n=0 (−1) (2n+2)(2n+1) = arctan(1) − log( 2) = 4 − 2 log(2) ] P n β 13. Data la serie di potenze +∞ n=1 x n , β ∈ R, a) trovare il raggio di convergenza in funzione di β, discutere la convergenza agli estremi dell’ intervallo di convergenza, e dire per quali valori di β la convergenza `e uniforme nell’ insieme di convergenza. b) nel caso di β = −1 calcolare la somma della serie √ n [ Il raggio di convergenza `e R = 1 = limn→∞ nβ per ogni scelta di β, quindi la serie converge assolutamente per ogni x ∈ (−1, 1). Se β ≥ 0 la serie non converge agli estremi, non `e verificato il criterio necessario di convergenza. Se β < −1 la serie converge in entrambi gli estremi, dunque uniformemente, e converge totalmente, P+∞ P β n β nell’ intervallo [−1, 1], perch´e +∞ sup |x| n = |x|≤1 n=1 n=1 n < +∞. Se invece −1 ≤ β < 0 la P serie non converge nel punto x = 1 (ha la forma di una serie 1 armonica generalizzata +∞ 1) mentre converge per il criterio n=1 nα con α = −β ≤P n 1 di Leibniz nel punto x = −1 (assume la forma +∞ n=1 (−1) nα con α = −β > 0 ). Inoltre la convergenza `e uniforme in [−1, a] per ogni a fissato con 0 < a < 1, essendo uniforme in [−1, 0] e in [0, a]. P+∞ n β P n β = n=1 a n < Infatti in [−a, a] la convergenza `e totale perch´e +∞ n=1 sup|x|≤a |x|Pn +∞ +∞, mentre se x < 0 la serie si pu`o scrivere come serie alterna n=1 (−1)n |x|n nβ e dette sn (x) e s(x) la somma parziale e la somma della serie si ha che per la stima data dal criterio di Leibniz |s(x) − sn (x)| ≤ |x|n+1 nβ ≤ nβ e quindi sup−1≤x≤0 |s(x) − sn (x)| ≤ nβ → 0 se n → ∞. Nel caso di β = −1 la serie, che per quanto visto converge P in [−1, 1), converge P P+∞ xna +∞ xn +∞ xn+1 = − log(1−x) ( ricordando lo sviluppo − log(1−x) = = n=1 n n=0 n+1 n=1 n P +∞ n 1 t = che si ottiene integrando da 0 a x, con −1 ≤ x < 1 lo sviluppo ). n=0 1−t P+∞ 1 n In particolare si ottiene la relazione n=1 (−1) n = − log(2) ] 40 PRIMI ELEMENTI DI ANALISI COMPLESSA/TRASFORMATE DI LAPLACE R 1 1. Calcolare con il metodo dei residui l’ integrale γ sin(z) dz , dove γ(t) = 4eit , 0 ≤ t ≤ 2π, `e la circonferenza di raggio 4 centrata nell’ origine. [ Le singolarit`a della funzione integranda sono nei punti kπ, k ∈ Z. Sono tutti w z−kπ = limw→0 sin(w+kπ) = (−1)k poli semplici, con residuo (−1)k , poich´e limz→kπ sin(z) w limw→0 sin(w) = (−1)k . Le singolarit`a contenute all’ interno del circuito corrispondono ai valori k = −1 , 0 , 1, cio`e −π, 0, π, e per quanto visto si ha che i residui in tali punti 1 1 1 valgono Res ( sin(z) ; z = −π) = −1, Res ( sin(z) ; z = 0) = 1, Res ( sin(z) ; z = π) = −1. R 1 Ne segue che l’ integrale vale γ sin(z) dz = 2πi(−1 + 1 − 1) = −2πi. ] R R z+1 z+1 2. Calcolare con il metodo dei residui gli integrali γ2 z2 (z+i)(z−3) dz , γ4 z2 (z+i)(z−3) dz, it dove γR (t) = Re , 0 ≤ t ≤ 2π. Spiegare perch´e il risultato del secondo integrale `e prevedibile senza effettuare il calcolo. [ Le singolarit`a della funzione integranda sono gli zeri del denominatore, z = 0 `e un polo doppio, mentre sono poli semplici z = −i e z = 3. I residui in tali punti valgono z+1 ; z = 0) = Res ( z2 (z+i)(z−3) d z+1 [ ] dz z 2 +(i−3)z−3i) z=0 z+1 Res ( z2 (z+i)(z−3) ; z = −i) = z+1 | z 2 (z−3) z=−i = 1 5 = −1 3 + 49 i, − 25 i, z+1 2 2 Res ( z2 (z+i)(z−3) ; z = 3) = z2z+1 | = 15 − 45 i. (z+i) z=3 All’ interno di γ2 ci sono le singolarit`a 0 e i, e l’ integrale vale R z+1 dz = 2πi( −1 + 49 i + 15 − 25 i) = − 4π − 4π i, 3 45 15 γ2 z 2 (z+i)(z−3) mentre γ4 ha tutte le singolarit`a all’ interno, e l’ integrale vale R z+1 2 2 dz = 2πi( −1 + 49 i + 15 − 25 i + 15 − 45 i) = 0. 3 γ4 z 2 (z+i)(z−3) Il risultato era prevedibile, perch´e la funzione integranda ha un numero finito di poli 1 ) per |z| → +∞; quindi la somma dei residui della e soddisfa l’ ipotesi f (z) = o( |z| 1 funzione nei suoi poli `e nulla, dovendo essere uguale a 2πi volte l’ integrale su γR per R z+1 ogni R, e quindi a 0 = limR→∞ γR z2 (z+i)(z−3) dz. ] R R i cos( z1 ) dz , dove 3. Calcolare con il metodo dei residui gli integrali γ e z dz, γ γ(t) = eit , 0 ≤ t ≤ 2π, `e la circonferenza di raggio 1 centrata nell’ origine. [ L’ unica singolarit`a di entrambe le funzioni integrande `e nel punto 0, ed `e una singolarit`a essenziale tutti e due i casi. Infatti lo sviluppo in serie di Taylor dell’ Pin ∞ wn w esponenziale, e = n=0 n! valido per ogni numero complesso, implica lo sviluppo P i i ( zi )n i z di Laurent e z = ∞ n=0 n! = 1 + z + . . . , da cui si deduce che Res (e ; z = 0) = i. 41 Analogamente lo sviluppo in serie di Taylor del coseno, cos(w) = P∞ n w2n n=0 (−1) (2n)! 1 2n P n (z) = ∞ n=0 (−1) (2n)! valido per ogni numero complesso, implica lo sviluppo di Laurent cos( z1 ) 1 − 21 z12 + . . . , da cui si deduce che Res (cos( z1 ); z = 0) = 0. R i Per il teorema dei residui il primo integrale vale allora γ e z dz = 2πi(i) = −2π, mentre il secondo `e nullo. ] 4. Calcolare con il metodo dei residui l’ integrale R 2π 0 1 2+cos(x) dx R 2π [ Il valore dell’ integrale 0 R(cos(x), sin(x))dx, R(a, b) funzione di due R razionale 1 1 variabili, coincide con il valore dell’ integrale curvilineo complesso C R( 2 (z+ z ), 2i1 (z− 1 dz )) iz , dove C `e la circonferenza di z = eit , 0 ≤ t ≤ 2π. Nel nostro z R parametrizzazione R dz 1 1 2 1 2 caso si deve calcolare l’ integrale C 2+ 1 (z+ 1 iz = C i z 2 +4z+1 dz = 2πi i Res ( z 2 +4z+1 ; z = ) 2 z √ 2π −2 + 3) = 4π 2(−2+1√3)+4 = √ . ] 3 5. Calcolare con il metodo dei residui l’ integrale R 2π 0 1 2+sin(x) dx R 2π [ Il valore dell’ integrale 0 R(cos(x), sin(x))dx, R(a, b) funzione R razionale di due variabili, coincide con il valore dell’ integrale curvilineo complesso C R( 21 (z+ z1 ), 2i1 (z− 1 dz it )) iz , dove C `e la circonferenza di z R z =2 e , 0 ≤ t ≤ 2π. Nel nostro R parametrizzazione dz 1 1 ;z = caso si deve calcolare l’ integrale C 2+ 1 (z− 1 ) iz = C z2 +4iz−1 dz = 2πi 2Res ( z2 +4iz−1 2i z √ 2π 1√ −2i + i 3) = 4π i 2(−2i+i 3)+4i = √3 . ] 6. Calcolare con il metodo dei residui l’ integrale R +∞ 1 −∞ x2 +2x+2 dx [ Se γR `e il circuito costituito dalRsegmento [−R, R] seguito dalla semicirconferenza 1 CR+ = Reit , 0 ≤ t ≤ π, si ha che | C + z2 +2z+2 | tende a zero se R → ∞, essendo dell’ R R R +∞ πR 1 1 ordine di R2 . Ne segue che I = −∞ x2 +2x+2 dx = limR→∞ γR z2 +2z+2 . z 2 +2z+2 = 0 nei punti z = −1±i, ma z = −1−i `e nel semipiano inferiore, all’ esterno del circuito. 1 ; z = −1+i) = Quindi applicando il teorema dei residui si ha che I = 2πiRes ( z2 +2z+2 2πi =π . ] 2(−1+i)+2 7. Calcolare con il metodo dei residui l’ integrale [ R +∞ 1 −∞ x2 +x+1 1 dx = 2πiRes ( z2 +z+1 ; z = − 21 + R +∞ 1 −∞ x2 +x+1 √ 8. Calcolare con il metodo dei residui l’ integrale 3 2 i) = R +∞ dx 2πi √ 2(− 21 + 23 i)+1 1 −∞ 1+x4 = 2π √ 3 . ] dx [ Se γR `e il circuito costituito dal segmento [−R, R] seguito dalla semicirconferenza R + 1 it CR = Re , 0 ≤ t ≤ π, si ha che | C + z4 +1 | tende a zero se R → ∞, essendo dell’ R 42 = ordine di πR ( o direttamente per confronto, essendo |z 4 + 1| ≥ |z|4 − 1 = R4 − 1 `e R4 1 1 ≤ R4 −1 se z ∈ CR ). z 4 +1 R +∞ 1 R 1 Ne segue che I = −∞ 1+x . 4 dx = limR→∞ γ 4 R z +1 π+2kπ Si ha che z 4 + 1 = 0 se zk = ei 4 , k = 0, 1, 2, 3. Sono tutti poli semplici, e zk 1 e zk4 = −1. Di questi punti solo z0 e z1 sono Res ( z41+1 ; zk ) = 4z13 = 4z 4 = − 4 zk poich´ k k R +∞ 1 1 nel semipiano superiore Im (z) > 0. Ne segue che −∞ 1+x 4 dx = 2πi[Res ( z 4 +1 ; z0 )+ Res ( z41+1 ; z1 )] = 2πi(− 41 )(z0 + z1 ) = − π2i ( √12 + √12 i − √12 + √12 i) = √π2 . ] 9. Trovare, usando la trasformata(di Laplace, una soluzione y ∈ C 0 ([0, +∞))∩C 1 ([0, +∞)\ y 0 (x) = y(x) + H(x − 5) (x > 0 , x 6= 5) {5}) del problema di Cauchy , y(0) = 1 ( 1 se x ≥ 0 dove H(x) `e la funzione di Heaviside H(x) = . 0 se x < 0 Nel calcolo dell’ antitrasformata di una funzione razionale usare la formula che fa uso dei residui. [ Procediamo euristicamente e supponiamo che la soluzione y(x) sia trasformabile e che tutte le operazioni che facciamo siano lecite. Se indichiamo con Y (z) la trasformata di Laplace della funzione y(x) e prendiamo la trasformata dei due membri dell’ equazione, essendo L[H(x)](z) = z1 , per la formula del ritardo `e L[H(x − 5)](z) = e−5z z1 e quindi zY (z) − 1 = Y (z) + e−5z z1 , quindi 1 1 + e−5z z(z−1) . Y (z) = z−1 ezx −1 1 Se x > 0 `e L [ z−1 ](x) = H(x) Res ( z−1 ; z = 1) = H(x)ex , h i 1 ezx ezx L−1 [ z(z−1) ](x) = H(x) Res ( z(z−1) ; z = 0) + Res ( z(z−1) ; z = 1) = −1 + ex , −5z e ](x) = H(x − 5)(−1 + ex−5 ). quindi per la formula del ritardo L−1 [ z(z−1) Si ha allora che y(x) = H(x)ex + H(x − 5)(ex−5 − 1). ] 10. Trovare, usando la trasformata(di Laplace, una soluzione y ∈ C 1 ([0, +∞))∩C 2 ([0, +∞)\ y 00 (x) + y(x) = H(x − 1) (x > 0 , x 6= 1) {1}) del problema di Cauchy , y(0) = 1 , y 0 (0) = 0 dove H(x) `e la funzione di Heaviside. Nel calcolo dell’ antitrasformata di una funzione razionale usare la formula che fa uso dei residui. [ Y (z) = z z 2 +1 + e−z z(z21+1) , y(x) = cos(x) + H(x − 1) (1 − cos(x − 1)) ] 11. Trovare, usando la trasformata(di Laplace, una soluzione y ∈ C 0 ([0, +∞))∩C 1 ([0, +∞)\ y 0 (x) = H(x − 4)ex (x > 0 , x 6= 4) {4}) del problema di Cauchy , y(0) = a 43 dove H(x) `e la funzione di Heaviside. Nel calcolo dell’ antitrasformata di una funzione razionale usare la formula che fa uso dei residui. [ Scrivendo H(x − 4)ex = e4 H(x − 4)ex−4 si ottiene per la trasformata l’ equazione 1 Y (z) = az + e4 e−4z z(z−1) e antitrasformando 4 y(x) = aH(x) + e H(x − 4)(−1 + ex−4 ) = aH(x) + e4 H(x − 4)(ex − e4 ) . ] 12. Trovare, usando la trasformata di Laplace, soluzioni y1 , y2 ∈ C 0 ([0, +∞))∩C 1 ([0, +∞)\ {4}) ( di y10 (x) = H(x − 4) cos(x) (x > 0 , x 6= 4) , y(0) = a ( y20 (x) = H(x − 4) sin(x) (x > 0 , x 6= 4) . y(0) = a Nel calcolo dell’ antitrasformata di una funzione razionale usare la formula che fa uso dei residui. Suggerimento: Le soluzioni sono parte reale e immaginaria della soluzione di ( y 0 (x) = H(x − 4)eix (x > 0 , x 6= 4) (0.1) y(0) = a [ Scrivendo H(x−4)eix = e4i H(x−4)ei(x−4) si ottiene per la trasformata l’ equazione 1 e antitrasformando Y (z) = az + e4i e−4z z(z−i) y(x) = aH(x) + H(x − 4)(ie4i − ieix ) . La parte reale `e y1 (x) = aH(x) + H(x − 4)[sin(x) − sin(4)] , la parte immaginaria `e y2 (x) = aH(x) + H(x − 4)[− cos(x) + cos(4)] ] 13. ( Risolvere, usando la trasformata di Laplace, il problema di Cauchy y (iv) (x) + 3y 00 (x) + 2y(x) = 0 (x > 0) y(0) = 2 , y 0 (0) = −3 , y 00 (0) = −3 , y 000 (0) = 5 Nel calcolo dell’ antitrasformata di una funzione razionale usare la formula che fa uso dei residui. [ L’ equazione per la trasformata `e z 4 Y −2z 3 +3z 2 +3z −5+3 (z 2 − 2z + 3)+2Y = 0, 3 2 +3z−4 3 2 +3z−4 2z 3 −3z 2 √ +3z−4 √ quindi si ha che Y (z) = 2z z−3z . = 2z(z2−3z = (z−i)(z+i)(z− 4 +3z 2 +2 +1)(z 2 +2) 2i)(z+ 2i) Usando la formula per l’ antitrasformata che fa uso dei residui si ottiene y(x) = H(x) 3 2 +3z−4 3 2 +3z−4 3 2 +3z−4 [ Res (ezx 2z z−3z ; z = i)+ Res (ezx 2z z−3z ; z = −i)+ Res (ezx 2z z−3z ;z = 4 +3z 2 +2 4 +3z 2 +2 4 +3z 2 +2 √ √ √ √ √ √ i−1 ix −i−1 −ix 2−√2i i 2x 2+√ 2i −i 2x zx 2z 3 −3z 2 +3z−4 2i)+ Res (e + 2 2i e = ; z = − 2i) ] = 2i e + −2i e + −2 2i e z 4 +3z 2 +2 √ √ + e−ix ) − 2i1 (eix + e−ix ) + 12 (ei 2x + e−i 2x ) − √ √ √ cos(x) − sin(x) + cos( 2x) − 2 sin( 2x) . ] 1 ix (e 2 44 √ √ 2 i 2x (e 2i + e−i √ 2x )=
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