Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 35 18 Febbraio 2014 131 Pagine Volvo XC60 restyling Iniezione di tecnologia La nuova XC60 si aggiorna nel look e nella dotazione tecnologica Periodico elettronico di informazione motociclistica Fiat 500L Living 1.6 MultiJet 105 CV Abitacolo magico La nuova Fiat 500L Living è più corta di una Lancia Delta. Buoni consumi del 1.6 diesel da 105 CV Renault Scénic XMod Cross Nasce in città ma sogna l’off-road Abitabilità record | PROVA SU STRADA | Porsche Panamera 4S da Pag. 2 a Pag. 21 All’Interno NEWS: Ferrari California T | Renault Twingo | Audi S1 | Mercedes-Benz Classe S Coupé | BMW Serie 2 Active Tourer Attualità: De Vita Patenti digitali e lotta ai non assicurati | Mazda MX-5 ecco perché è la roadster più venduta PROVA SU STRADA Porsche Panamera 4S restyling Nuovo motore stesso piacere La Porsche Panamera 4S restyling punta tutto sul nuovo V6 biturbo che sostituisce il precedente V8 aspirato. Migliorano i consumi, ma anche le prestazioni e il piacere di guida. Peccato solo per il bagagliaio, davvero stringato per un’auto di 5 metri di Matteo Valenti 2 3 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Media prova - non montano più il poderoso V8 aspirato da 4.8 litri in listino dal debutto del 2009, ma un nuovissimo 3.0 V6 biturbo da 420 CV. Diminuisce la cubatura quindi, ma grazie alla sovralimentazione aumenta la potenza. Con un prezzo che parte da 113.905 euro la Panamera 4S restyling rimane nell’alta sfera delle ammiraglie sportive di lusso, pronta a sfidare BMW Serie 6 Gran Coupé (650i), Audi S7, Mercedes-Benz CLS 500 e Jaguar XJ V8. 911 nel DNA Com’è cambiata fuori Com’è cambiata dentro All’esterno la rinnovata Panamera si distingue per pochi dettagli rispetto al passato, in particolare grazie ai nuovi paraurti con prese d’aria ridisegnate, ma soprattutto per merito dei nuovi fari LED, che inglobano suggestive luci diurne e che hanno spostato le luci di posizione e gli indicatori di direzione (entrambi sempre con tecnologia Led) all’interno del paraurti. Q uando si incontrano le parole downsizing e supercar sono in molti a storcere il naso. Infatti c’è subito chi è pronto ad additare la riduzione della cilindrata come responsabile di una presun ta perdita di piacere di guida, di un sound meno coinvolgente e di un tutto sommato trascurabile vantaggio in termini di riduzione dei consumi. Il fenomeno del downsizing però oggi – piaccia o non piaccia – nel mondo dell’automobile è diventata una realtà di fatto, con cui tra l’altro bisognerà sempre più fare i conti. Tutti pazzi per il downsizing Vuoi per le norme antinquinamento sempre più stringenti, ma anche per il desiderio concreto di realizzare auto sempre meno assetate di carburante e più rispettose dell’ambiente, molti dei 4 Invariate invece le proporzioni e le tipiche sembianze di questa berlina sportiva, che nasce come emanazione diretta della 911. Molte parti della vettura infatti ricordano da vicino la sportiva più famosa di Zuffenhasuen, a partire dall’inconfondibile taglio dei finestrini posteriori, davvero simile se non identico a quello della 911, ma anche gli originali fari anteriori che danno vita ai passaruota pronunciati. All’interno la Panamera rimane fedele a sé stessa, con l’ormai irrinunciabile tunnel centrale, diventato un must su tutta la gamma - Cayman, Boxster, 911 e Cayenne oggi lo adottano senza sostanziali distinzioni - che culmina nel touchscreen del PCM (Porsche Communication Management), che si conferma uno dei migliori principali costruttori (poche sono le eccezioni, vedi Mazda) stanno rivoluzionando la propria gamma motorizzazioni adottando unità di cubatura inferiore. La sfida, ambiziosa, è quella di abbattere i consumi senza compromettere le prestazioni. Il punto ora sta nel vedere chi tra le diverse Case automobilistiche riesce ad ottenere il risultato migliore. Supercar? Non fanno eccezione La moda del downsizing non ha lasciato indifferenti alcuni dei più prestigiosi costruttori di supercar. Un esempio su tutti è certamente Porsche che non ha risparmiato nemmeno l’ultima serie di 911 (991). L’attuale Carrera infatti è passata da 3.6 a 3.4 litri. Ora il costruttore di Zuffenhasen applica la stessa filosofia alla Panamera, la sua ammiraglia sportiva. Con l’arrivo del restyling di metà carriera infatti le versioni 4 e 4S, - quest’ultima è la protagonista della nostra 5 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica sistemi multimediali del panorama automobilistico attuale. Sullo scenografico tunnel centrale si trovano una serie sterminata di comandi, che almeno in un primo momento rischia di confondere e distrarre non poco chi si trova alla guida, necessari per esempio per controllare il sistema di climatizzazione automatica quadri-zona e per impostare le diverse tarature dell’assetto (Normal, Sport e Sport Plus). Tornando a parlare dei legami di parentela stretta che la Panamera intrattiene con la 911, non si può evitare di parlare della iconica strumentazione a cinque quadranti, completissima e suggestiva, ma anche della chiave di accensione collocata sulla destra, marchio distintivo delle vere sportive di Zuffenhasuen. Le chicche dell’abitacolo L’abitacolo mantiene una connotazione molto sportiva, con i passeggeri posteriori che hanno a 6 disposizione gli stessi sedili sportivi con poggiatesta integrato di chi sta davanti, ma non mancano nemmeno alcune vere e proprie “chicche”, come il cronometro centrale del pacchetto Sport Chrono o i pistoncini che regolano l’apertura degli sportelli - una vera rarità - che permettono di arrestare le portiere in qualsiasi posizione, senza i tipici “scatti” dei modelli tradizionali. Porsche Design: si vede (e si tocca) in ogni angolo Non sono soltanto i materiali (prima fra tutti la pelle dei sedili), le finiture e gli accostamenti degli interni ad essere di grandissima qualità, sia alla vista che al tatto, ma anche il design, curato nei minimi dettagli. Ogni singola componente, da un semplice tasto, al quadrante del tachimetro, fino alla leva del cambio o all’indicatore della temperatura dell’olio, è bello da vedere, anche preso singolarmente, e appagante da toccare. 7 8 9 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Bagagliaio: la coda alla 911 lo penalizza Se i due passeggeri posteriori hanno a disposizione spazio a volontà – i più alti possono trovare qualche difficoltà solo nella salita a bordo, a causa della linea così inclinata del tetto – i bagagli non possono dire lo altrimenti. Il bagagliaio infatti, nonostante le dimensioni che superano i 5 metri, offre “solo” 445 litri (per farsi un’idea, una VW Passat berlina tre volumi offre 565 litri). Anche in questo caso la responsabilità è da addebitare alla particolare conformazione della Panamera, La sensazione che trasmette l’abitacolo quando ci si trova a bordo è quella di trovarsi su una vera vettura sportiva, che senza rinunciare alla più raffinata tecnologia non mette da parte alcuen soluzioni tradizionali, piccoli dettagli che fanno colpo senza dubbio sul cuore dei veri appassionati. Un esempio? La chiave di accensione, da inserire rigorosamente sulla destra, va ancora “girata” nel vero senso della parola per accendere il motore. Una soluzione controcorrente rispetto ai sempre più diffusi tasti “Start” per l’accensione. E’ lunga più di 5 metri, ma è aerodinamica La Porsche Panamera ha dimensioni importanti. La lunghezza arriva a 5.015 mm, mentre la larghezza tocca i 1.931. Degna di nota invece l’altezza che non supera i 1.418 mm, così come il passo lungo ben 2.920, che assicura a chi sta dietro uno spazio per le gambe davvero ampio. Il peso a secco della 4S è di 1.870 kg, un valore di certo non trascurabile e paragonabile a quello 10 che, nel tentativo di assomigliare il più possibile alla cugina 911, ha dovuto sacrificare sull’altare del design almeno la capacità di carico. Molto più di un restyling: il nuovo V6 biturbo Per capire perché la rinnovata Panamera 4S rappresenti molto più che un semplice restyling estetico è sufficiente aprire il cofano motore dove si nasconda il nuovissimo V6 biturbo da 3.0 litri che ha sostituito il V8 aspirato da 4.8 litri precedente (l’otto cilindri rimane in gamma ma della precedente 4S con V8 aspirato. All’anteriore troviamo uno schema a quadrilateri mentre al posteriore rimane la sospensione multilink. La Panamera 4S può contare inoltre sul raffinato sistema PASM (Porsche Active Suspension Management) che offre sospensione attive, regolabili secondo diverse tarature a seconda delle esigenze di guida del guidatore. Per quanto riguarda l’impianto frenante, sempre assistito dal controllo di stabilità PSM (Porsche Stability Management), la 4S dispone all’anteriore di dischi da 360 mm con pinze monoblocco a sei pistoncini, mentre al posteriore vengono utilizzati dischi da 330 mm con pinze a quattro pistoncini. L’assetto può contare su cerchi in lega da 18 pollci, abbinati a pneumatici 245/50 all’anteriore e 245/45 al posteriore. Panamera è un’auto che sorprende dal punto di vista aerodinamico. Il Cx è infatti di 0,30, un valore molto buono per un’auto di queste dimensioni e con superfici frontali così vaste. 11 Periodico elettronico di informazione motociclistica “ Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova La seduta è piuttosto bassa e le gambe sono allungate, con il volante che si staglia di fronte al guidatore, proprio come avviene su una vera sportiva solo per le più prestazionali GTS e Turbo). Questa unità, studiata ex-novo dagli ingegneri Porsche, nonostante una riduzione così consistente della cubatura (- 1809 cc) è in grado di produrre 420 CV (20 in più del V8) e 520 Nm a 6.000 giri/ min (il V8 ne erogava 500 a 6.500 giri/min). Già questi dati permettono di farsi una prima idea sulla nuova creatura di Zuffenhausen. Un motore sorprendente se pensiamo che il paragonabile 3.0 V6 TFSI Audi sovralimentato eroga 333 CV e che nella gamma dei Quattro Anelli per trovare valori di potenza equivalenti a quelli del sei cilindri Porsche bisogna spostarsi sul poderoso 4.0 V8 TFSI. Porsche Traction Management I 420 CV di potenza vengono inviati alle quattro ruote motrici gestite dal sofisticato PTM 12 (Porsche Traction Management). La trazione rimane sempre posteriore ma il sistema, monitorando costantemente le condizioni di guida (regime di rotazione ruote, angolo di sterzo, accelerazione longitudinale e laterale, ecc.), è in grado di trasferire, grazie ad una frizione multidisco, parte della coppia motrice all’anteriore, collaborando in maniera attiva con il controllo di trazione ASR e con il controllo di stabilità PTM. Il nuovo sei cilindri biturbo da 3.0 litri permette alla 4S di scattare da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi (5 secondi con il V8) e di raggiungere una velocità massima di 286 km/h (282 con il V8), promettendo al tempo stesso un consumo medio di 8,9 l/100 km, con le emissioni ferme a 208 g/km di CO2, un bel taglio rispetto ai 10,8 l/100 km e ai 254 g/km dichiarati con il V8. Cambio PDK: 10 e lode Il cambio a doppia frizione PDK a sette marce merita un capitolo tutto suo. A stupire non sono solo i cambi marcia davvero fulminei e praticamente impercettibili, ma soprattutto le logiche di gestione delle cambiate. Grazie alla coppia straripante, il software consente in ogni condizione al PDK di inserire il rapporto più alto possibile, a tutto vantaggio dei consumi di carburante. Questo avviene anche su altri modelli dotati di questo tipo di cambio, ma la Panamera raggiunge traguardi davvero eccezionali, arrivando ad inserire automaticamente una marcia quando il motore gira addirittura sotto i 1.000 giri. Non è difficile trovarsi quindi a 60 km/h già in settima, con il motore che gira a 900 giri/min. Rispetto ad altri cambi automatici inoltre, il PDK Porsche risulta incredibilmente efficace in scalta. Quando si frena, specialmente nelle frenate più brusche, il 7 marce scala repentinamente uno o più rapporti aiutando non poco, con il freno motore, non solo a frenare ma anche a preservare le componenti sottoposte ad usura dell’impianto frenante. Il doppia frizione tedesco inoltre è dotato della funzione di “veleggio”. Quando si viaggia a velocità costanti, come per esempio in autostrada, e si molla il pedale dell’acceleratore, il cambio si disinnesta, lasciando la Panamera in folle con il motore che gira al minimo a tutto vantaggio dei consumi. Questo sistema non ha niente da far rimpiangere sul versante sicurezza, perché non appena si sfiora il pedale del freno o per esempio quando si è in discesa il software di gestione innesca in maniera fulminea un rapporto, in modo tale che il guidatore abbia di nuovo a disposizione il freno motore. 13 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Le nostre impressioni di guida Salendo a bordo della Panamera 4S, l’impressione non è quella di trovarsi al volante della classica ammiraglia, ma piuttosto di una sportiva. Il lavoro degli stilisti per rendere la Panamera una degna parente della 911 all’interno ha funzionato perfettamente. La plancia, la strumentazione e il tunnel centrale sono praticamente identici a quelli della sei cilindri boxer tedesca, ma anche la seduta ha un sapore tutto sportivo. I sedili, regolabili elettricamente anche in diverse zone lombari, risultano davvero molto comodi anche per i viaggi lunghi. La Panamera obbliga ad assumere una postura che piacerà sicuramente ai driver dall’anima sportiva ma che non tutti potrebbero trovare sempre confortevole. La seduta è piuttosto bassa dal pavimento e le gambe sono allungate, con il volante che si staglia di fronte al guidatore, proprio come avviene su una vera sportiva. Giriamo la chiave, un piacere quasi estinto con all’arrivo dei sempre più diffusi 14 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica sistemi key-less, e il V6 biturbo ci regala la prima sorpresa. All’avvio il nuovo sei cilindri emette una tonalità così cupa e coinvolgente che lo fa sembrare quasi un otto cilindri. L’ottima impressione continua quando si preme sull’acceleratore, grazie al sound symposer che gli ingegneri hanno studiato per trasmettere le migliori tonalità dello scarico all’interno dell’abitacolo, in particolare quando si seleziona la modalità Sport Plus, che apre al massimo la valvola di sfogo. V6 biturbo: sa diventare travolgente Al di là del sound però il nuovo V6 ha altre carte da giocare. Quando si viaggia tranquilli, con il motore che gira intorno ai 1.000 giri grazie all’ottimo lavoro del PDK di cui abbiamo già parlato, la presenza del sei cilindri è quasi impercettibile e si viaggia avvolti nel massimo comfort. Il discorso cambia quando si preme con decisione sul pedale del gas, magari dopo aver selezionato la modalità di guida Sport Plus. In questo caso la 4S si trasforma in un’auto pronta ad aggredire l’asfalto con tutti i suoi 420 CV. L’erogazione può diventare travolgente, fino a rendere la Panamera quasi scorbutica in accelerazione, con l’elettronica che interviene per correggere il retrotreno che tende a scomporsi leggermente per la grande potenza scaricata al suolo. Il merito è del sistema biturbo che rende disponibili elevatissimi valori di coppia già a 2.000 giri e che non fa rimpiangere per niente il precedente V8 aspirato, rispetto a cui il nuovo V6 a qualcosa da invidiare soltanto in allungo. Guidando a ritmi sostenuti la Panamera fa sentire il suo peso non indifferente e i suoi cinque metri di lunghezza, ma la trazione intelligente PTM e le sospensioni attive fanno un lavoro egregio nell’assecondare la dinamica della Panamera. Il piacere di guida per i più sportivi quindi è assicurato, per merito di uno sterzo davvero consistente e preciso, che permette inserimenti in curva chirurgici, degni di una sportiva di razza. Inoltre grazie a dimensioni più compatte il V6 è stato montato in una posizione più arretrata rispetto al più ingombrante V8. Questo si traduce in una migliore distribuzione dei pesi e in un avantreno che risponde in maniera più diretta e sincera ai comandi del pilota, anche grazie alle minori inerzie che un motore a sei cilindri garantisce rispetto ad un più complesso (almeno meccanicamente) otto cilindri. Delle doti del PDK a sette marce abbiamo già detto, un cambio automatico in grado di trasmettere grande feeling di guida anche in modalità manuale, agendo sui pulsanti (ci si abitua in fretta a premere invece che a tirare) al volante, con cambiate fulminee anche in scalata. Dall’impianto frenante invece è lecito aspettarsi qualcosina in più. Il mordente non manca mai e in tutte le condizioni si frena rimanendo dentro margini di sicurezza, ma su un’auto con prestazioni degne di una supercar e un peso non trascurabile una frenata più incisiva non avrebbe di certo guastato. 15 16 17 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Consumi: fa più di 10 km/l L’aspetto consumi è fondamentale per un’auto che ha fatto del downsizing e quindi del risparmio di carburante la sua bandiera. Nel nostro lungo test drive, durato più di 1.000 km, abbiamo registrato un valore di 9,5 l/100, un risultato superiore alla soglia psicologica dei 10 km/l, da considerare grandioso per un’auto a benzina di quasi 2 tonnellate, lunga più di 5 metri e soprattutto con un motore da 420 CV capace di regalare prestazioni eccezionali. Difficile trovare di meglio tra le concorrenti dirette a benzina, se pensiamo che nei lunghi percorsi autostradali a velocità costante la 4S è riuscita addirittura a fare registrare un consumo medio di 8,9 l/100, identico a quello medio dichiarato dal costruttore. Conclusioni Con la Panamera 4S restyling Porsche vince a pieni voti la sfida del downsizing. Nel nostro test abbiamo potuto verificare come le prestazioni siano effettivamente aumentate, così come è migliorato il piacere di guida, senza compromettere un sound che rimane molto coinvolgente. Al tempo stesso i consumi hanno regalato risultati eccezionali per un’auto di queste caratteristiche e prestazioni, con un valore medio superiore ai 10 km/l. 18 BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Porsche Panamera 4S restyling Sfoglia i cataloghi in PDF Listino Configuratore della casa » Test drive » Sito dedicato » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 19 20 21 PROVA SU STRADA Volvo XC60 restyling Iniezione di tecnologia In listino da 36.600 euro la nuova XC60 si aggiorna nel look e nella dotazione tecnologica rappresentando una valida alternativa alle tedesche per chi cerca un prodotto di qualità ed in grado di distinguersi di Emiliano Perucca Orfei 22 23 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Media ed in altre aree strategicamente importanti per la percezione qualitativa. Con il lancio del nuovo modello arrivano tra gli optional anche nuovi sedili sportivi. Nessuna novità, invece, per la volumetria del vano bagagli: si va dai 490 litri della configurazione a cinque posti. Infotainment: arriva il touch screen Android L’elemento più interessante, però, è indubbiamente l’adozione del Volvo Sensus Connected Touch (1.100 euro), ovvero il sistema di infotainment al capo del quale spicca il display da 7” sensibile al tatto in grado di fornire connettività internet, wi-fi onboard, ma anche grande interazione con i servizi di Google (Maps, ad esempio) ed altre applicazione di terzi come nel caso della webradio TuneInRadio o della musica in streaming della app Spotify. Il sistema, basato su tecnologia Android, si integra alla perfezione con L a gamma “60” è indubbiamente il fiore all’occhiello della gamma Volvo, in particolar modo per quanto concerne la XC60, che a cavallo del terzo/quarto anno di commercializzazione è stata attualizzata nelle forme e nei contenuti con un restyling che viene proposto a partire da 36.600 euro. Nuovo look Lunga 4.644 mm, larga 1.632 ed alta 1.713 (passo 2.774), la nuova Volvo XC60 si disingue dal modello precedente per via di alcune novità estetiche: il design del frontale è stato rivisto per migliorare l’efficienza, abbassare le emissioni, ma soprattutto adeguare le forme ai nuovi concetti stilistici Volvo che prevedono il riposizionamento delle luci di a led sul paraurti in luogo di quanto precedentemente avveniva tra calandra e gruppi ottici: il tutto con un interessante 24 l’altrettanto tecnologica strumentazione digitale denominata Adaptive Digital Display: lanciata su V40 e poi introdotta anche su V60 ed S60, il nuovo quadro strumenti può essere personalizzato nella grafica sulla base della modalità di guida prescelta e, grazie alla grafica completamente digitale, è in grado di rappresentare numerose informazioni provenienti dal computer di bordo, tra cui le indicazioni di navigazione. Tecnologia: ecco i fari attivi Nel pacchetto tecnologico della XC60 restyling si fa notare anche la disponibilità dell’Active Beam Control (in pacchetto con Driver Alert Sistem, 910 euro) che non solo alterna in modo completamente automatico abbaglianti ed anabbaglianti ma ne disegna le geometrie di illuminazione attraverso il movimento di specifiche paratie ottenendo il risultato di riuscire, in molti casi, a procedere con gli abbaglianti attivati accorgimento che è quello di posizionale la luce in senso verticale, andando ad esaltare l’altezza, nelle SUV ed in direzione orizzontale su berline e station wagon, a tutto vantaggio della larghezza e di una maggior sensazione di sportività. Modifiche che hanno portato in dote nuovi gruppi ottici, una calandra inedita nel profilo ma anche finiture in tinta carrozzeria, che prendono il posto delle precedenti a contrasto, e nuovi cerchi con diametro che può arrivare anche a 20” (1.540 euro) nelle versioni più ricche e potenti. Interni: più attenzione per il dettaglio Alcune novità riguardano gli interni che sono stati impreziositi dall’adozione di nuovi materiali e finiture pensate per rendere più sofisticato ed elegante l’ambiente a bordo: nuove combinazioni di finiture prevedono inserti in legno o finiture in metallo satinato che si vanno a posizionare ai comandi delle luci, alle bocchette d’areazione 25 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica eleganti che l’hanno resa celebre e che hanno permesso a Volvo di entrare con decisione nel segmento delle SUV di media dimensione dopo aver dimostrato di “saperci fare” con la più grande XC90. Rispetto al modello precedente i ritocchi al look non ne cambiano la sostanza ma ne rendono più raffinate le forme, in particolar modo nel frontale che ora si caratterizza per il nuovo posizionamento della luce diurna, orientato verticalmente ai bordi del paraurti anteriore. Di dettaglio, anche se numerose, le altre modifiche. Dal vivo: com’è dentro anche quando, con un faro tradizionale, si correrebbe il rischio arrecare fastidio: attraverso la telecamera che rileva anche la distanza dal veicolo che precede, infatti, la proiezione luminosa viene modificata istante per istante attraverso il “movimento” di un cono d’ombra che interessa la vettura che si muove in senso contrario o che precede. L’Active Beam Control, opzionale, completa la dotazione di serie delle luci di svolta mentre per l’attivazione crepuscolare, per i tergicristalli automatici e per il parabrezza riscaldato è necessario acquistare lo specifico pacchetto. In termini di sicurezza passiva Volvo XC60 ha ottenuto ottimi risultati in tutte le prove ma per 26 avere il massimo anche in termini di sicurezza attiva il pacchetto Intellisafe di ultima generazione include la lettura dei segnali stradali, il controllo dell’angolo cieco BLIS, ma anche il sistema antitamponamento cittadino (City Safety) con la rilevazione del pedone. La gamma motori In termini di motori la gamma benzina prevede i potenti T5 da 240 CV e cambio a doppia frizione Powershift ed il sofisticato sei cilindri T6 da 304 CV a trazione integrale e cambio automatico 6m a convertitore di coppia, mentre per quanto riguarda la più gettonata gamma diesel si va dai 136 CV della D3 ai 163 CV della D4 - anche integrale - ed i 215 CV della D5 (420 Nm di coppia massima), disponibile nella sola versione 4x4. In questo caso il cambio automatico Geartronic, con paddles al volante e corona riscaldata, è disponibile per D3, D4 e D5. Una gamma motori sostanzialmente già vista anche nel modello “pre restyling” anche se alcune novità per hanno interessato i motori D4 e D5 che ora dichiarano un consumo di gasolio pari a 5,3 l/100 km ed un livello di emissione di CO2 pari a 139 g/km. Dal vivo: com’è fuori La nuova XC60 mantiene le forme sinuose ed Gli interni si rifanno in modo inequivocabile allo stile che Volvo ha lanciato con V50 e che, aggiornamento dopo aggiornamento, si dimostrano sempre molto piacevoli ed attuali. Ovviamente rispetto alla station wagon di segmento C/D le cose sono molto cambiate per quanto concerne gli aspetti tecnologici che nella XC60, come del resto in tutta la gamma 60, sono stati ulteriormente evoluti e portati al pari delle migliori competitor tedesche: parliamo, ad esempio, del Volvo Sensus Connected Touch, che integra perfettamente qualsiasi telefono/ipod di ultima generazione rappresentando, allo stesso tempo, una vera porta d’accesso al mondo grazie alla connessione 3g onboard e le app dedicate (è a tutti gli effetti uno smartphone), ma anche del nuovo quadro strumenti digitale che cambia colori e temi in base alle richieste del guidatore in modo molto semplice e veloce. Interni ben fatti Oltre all’aspetto tecnologico, quello che colpisce piacevolmente della XC60 in allestimento Summum sono la qualità dei materiali, la bontà degli assemblaggi e la cura ergonomica che come ogni Volvo è al top: tutti i comandi sono semplici da usare e per ogni funzione basilare c’è uno specifico tasto o manopola attraverso la quale interagire. Il tutto senza disordine. Molto interessante, soprattutto per i climi più freddi, il volante 27 28 29 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova in pelle con corona riscaldabile: l’accessorio arriva in abbinamento ai paddles al volante, di serie nelle versioni con cambio automatico come la nostra D5 AWD. C’è spazio per una famiglia Lo spazio a bordo è buono per quattro persone ma il quinto, a differenza di altre vetture della categoria, siede abbastanza comodo e non risente in particolar modo del tunnel centrale sotto al quale passa l’albero di trasmissione. Anche il vano bagagli è dello stesso avviso: lo spazio disponibile è sufficiente per ospitare i bagagli di una famiglia con, all’occorrenza, un plus di un migliaio di litri per passare a pieni voti la prova mobilificio svedese. La posizione di guida non è sportiva ma è comoda e perfettamente in grado di essere cucita addosso a guidatori di tutte le taglie grazie all’ampia disponibilità di regolazioni in altezza e profondità di sedile e piantone dello sterzo. Su strada: come va Alla stregua della posizione di guida e della tipologia di vettura, anche l’impostazione dinamica della XC60 non mira certamente alla sportività ma a fornire comunque ottime prestazioni e un eccellente livello di sicurezza. Sotto il profilo della prestazione, in particolar modo nella versione protagonista di questa prova, abbiamo dal 2.4 litri diesel svedese l’ennesima prova di forza e consistenza. Certo, rispetto a qualche competitor il sovralimentato svedese paga qualcosa in termini di rumorosità in accelerazione, ma in termini di sostanza e personalità è certamente uno dei pochi motori ancora oggi presenti sul mercato in grado di farsi distinguere per generosità e piacevolezza di guida. Il tutto senza esagerare troppo nei consumi: ovviamente i 5,3 l/100 km dichiarati dalla Casa sono ben distanti ma a medie di 7 l/100 km si arriva senza particolari rinunce in termini di prestazione. Unica pecca del sistema di trasmissione è, a nostro parere, il cambio a sei marce: rispetto ai più moderni otto rapporti 30 31 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito firmati ZF utilizzati dalla concorrenza tedesca e inglese il sei marce Volvo paga in termini di velocità di cambiata e di reattività alle richieste del gas. Interessante la possibilità di interagire con il cambio in modalità manuale attraverso i paddles al volante, anche se la risposta tutt’altro che sportiva rende l’accessorio poco più che un gadget. Ottimi voti, invece, per la trazione integrale: non si sente ed interviene quando serve assicurando il massimo della trazione possibile su fondi a scarsa aderenza. Un plus, quest’ultimo, molto importante a fronte di un livello di potenza “interessante” e di un reparto telaio/sospensioni che certamente non è pensato per vivere l’offroad come una vettura specialistica ma per affrontare nevicate o percorsi in fuoristrada leggero senza particolari remore: il tutto senza rinunciare ad un comportamento stradale piacevole ed in cui i limiti di tenuta laterale (soprattutto se si scelgono le sospensioni attive four-c, 1.210 euro) sono 32 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova di buon livello ed il peso di 1.645 kg in ordine di marcia non influisce negativamente sul piacere di guidare. Sicurezza al top, anche se si paga In termini di sicurezza la XC60 non si fa mancare nulla e tutti i sistemi funzionano davvero bene ed in modo sinergico per rendere molto più sicura la guida. Peccato che quasi tutte le funzioni interessanti si debbano pagare: il pacchetto Driver Support Pro, che comprende ACC e CWS con frenata automatica, rilevamento pedoni e ciclisti e “Distance Alert”, Blis, Driver Alert Sistem e Lane Departure Warning costa infatti 2.450 euro anche nelle versioni al top di gamma. In conclusione Con l’arrivo del restyling la nuova Volvo XC60 indossa un abito più elegante ed allo stesso tempo migliora sotto il profilo tecnologico grazie 33 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 34 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove 35 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito all’introduzione di elementi importanti, anche se a pagamento, sotto il profilo “ludico” e di sicurezza. Senza andare sulla più costosa motorizzazione D5, anche il motore D4 da 163 CV ha dimostrato in precedenti occasioni di avere un buon potenziale in termini di confort e di prestazioni, soprattutto nelle versioni a trazione anteriore che rappresentano una scelta molto interessante per tutti coloro i quali non vivono a stretto contatto con la neve o in zone particolarmente critiche sotto il profilo climatico. 36 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Volvo XC60 restyling Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della casa » Test Drive » Virtual Tour » Store online » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 37 38 39 PROVA su strada Fiat 500L Living 1.6 MultiJet 105 CV Abitacolo magico La nuova Fiat 500L Living è più corta di una Lancia Delta ma offre un abitacolo eccezionale in termini di spazio e comodità, con due posti di emergenza in più nel bagagliaio. Buoni consumi del 1.6 diesel da 105 CV, sterzo troppo leggero in autostrada diMatteo Valenti 40 41 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Media T utti i costruttori, chi più chi meno, sono impegnati da un po’ di tempo a cercare di ottenere qualcosa che a prima vista potrebbe sembrare impossibile Ricavare un grandissimo spazio all’interno di un’automobile, mantenendo dimensioni esterne compatte, ideali per muoversi anche in città. Una bella sfida, dal momento che ci si scontra con numerose e complesse problematiche in fase di progetto. Alla Fiat però, con la nuova 500L Living, possono dire di esserci riusciti alla grande. sette posti dalle dimensioni importanti, pratica, spaziosa e confortevole. E invece no, perché la 500L Living rimane certamente molto spaziosa e davvero comoda, ma è a tutti gli effetti un’auto compatta, nonostante quanto possa sembrare a prima vista, dal momento che è addirittura più corta di una Lancia Delta (modello di segmento C). Questa è la vera magia compiuta dagli ingegneri Fiat, che da un’auto di 4 metri e 35 (una VW Golf, per la farsi un’idea, è lunga 4,27 m) sono riusciti a ricavare un abitacolo spaziale, capace di offrire un’abitabilità straordinaria e un bagagliaio (almeno con i due sedili abbassati) extra-large. Una sette posti... più corta di una Delta! Prezzi La 500L Living altro non è che la versione “allungata” della 500L (+ 20 cm di sbalzo posteriore), che dispone di due posti in più (per quanto piccoli) ricavati nel bagagliaio. Fin qui niente di strano, sembrerebbe la classica monovolume a 42 Con un prezzo d’attacco fissato a quota 19.200 euro (0.9 TwinAir 105 CV Pop Star), ma che può crescere fino a raggiungere i 23.895 della più accessoriata Lounge con il turbo diesel MultiJet da 120 CV, la 500L Living, sempre prodotta in Sebria nello stabilimento di Kragujevac, si mette “ Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito in diretta competizione con Dacia Lodgy, Ford CMax 7, Kia Carens e Opel Zafira Tourer. Bisogna precisare però che le dirette competetitors, disponibili anche in versione a sette posti, superano abbondantemente (almeno di circa 20 cm) la lunghezza della monovolume italiana. Fuori: spunta la coda lunga All’esterno la sette posti torinese mette in mostra lo stesso design dal sapore retrò che ha decretato il grande successo della sua parente stretta 500L (anche a ottobre, con 3.688 unità commercializzate, la 500L è stata la monovolume preferita in Italia). Quello che cambia è piuttosto la coda, allungata di quei 20 cm necessari per ampliare il vano di carico e vari posto ai due posti aggiuntivi. Rispetto alla più tradizionale 500L, la Living è sicuramente meno bilanciata nelle proporzioni, specialmente prendendo in considerazione la fiancata o il tre quarti posteriore, ma nel complesso gli stilisti del centro stile Nonostante le dimensioni compatte i progettisti sono riusciti a realizzare un abitacolo che oseremmo definire magico, grazie alla sua capacità di offrire uno spazio davvero sopra alle righe e un comfort eccezionale 43 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Fiat sono riusciti a mantenere intatte quelle forme tondeggianti e simpatiche, con passaruota pronunciati, fari tondi e paraurti bombati, che hanno conquistato il pubblico italiano. Dentro: un abitacolo magico Il vero punto di forza della 500L Living rimane però lo spazio interno. Nonostante le dimensioni compatte infatti i progettisti sono riusciti a realizzare un abitacolo che oseremmo definire magico, grazie alla sua capacità di offrire uno spazio davvero sopra alle righe e un comfort eccezionale. Più volte i progettisti italiani hanno dichiarato 44 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica di essere partiti dall’interno nella progettazione della 500L e si vede. Con il suo tetto così alto, la monovolume italiana dentro non è solo incredibilmente ariosa ma anche davvero luminosa, grazie alle ampie superfici vetrate (a richiesta si può avere anche il tetto panoramico Skydome offerto a 1.000 euro), mentre i sedili risultano davvero comodi, anche per merito della possibilità di avere la regolazione lombare elettrica. Chi occupa la seconda fila ha spazio in quantità per le gambe, con la comodità di disporre di un pavimento piatto, mentre non mancano tasche e pratici vani portaoggetti. 7 posti? Una 5 posti con maxi-bagagliaio Un discorso a parte va riservato per i due posti ricavati nel bagagliaio, peraltro offerti in via opzionale con un sovraprezzo di 750 euro. Prima di tutto occorre precisare che è la stessa Fiat a considerare la 500L Living non una sette posti a tutti gli effetti quanto piuttosto una 5+2, capace di ospitare con i due sedili supplementari al massimo persone che non superano un’altezza di 1,64 metri. Questo significa che la Living è da considerare come un’auto comodissima per cinque passeggeri, che però rispetto alla 500L 45 46 47 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito tradizionale, dispone di una maxi-bagagliaio, con all’occorrenza la possibilità di “dare uno strappo” ad uno o due passeggeri in più, meglio se bambini. I due piccoli sedili nel bagagliaio sono da considerare quindi come una soluzione aggiuntiva o di emergenza, anche perché offrono solo 18 cm di altezza dal pavimento, obbligando a prendere posto rannicchiati su se stessi. Originale, infine, l’idea di delimitare la zona riservata ai piedi dei passeggeri della terza fila con una linea rossa e tanto di scritta “Do not cross”. Bagagliaio: difficile fare di meglio in 4,35 m Il bagagliaio della 500L, insieme al suo magico abitacolo, è l’altro fiore all’occhiello della Living. La sua capacità di carico è pari a 560 litri in configurazione a cinque posti (la 500L non va oltre i 343 litri), ma può crescere abbattendo i sedili della seconda fila fino a raggiungere i 1.708 (1.310 litri il valore massimo della 500L), un valore da record per un’auto così compatta. 48 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova La forma da monovolume ed il tetto alto rendono il bagagliaio inoltre molto ben sfruttabile, soprattutto in altezza. UConnect e tanti accessori La 500L Living rimane equipaggiata con l’ormai collaudato sistema multimediale Uconnect con display da 5 pollici (un po’ piccolo rispetto agli standard di oggi), semplice da utilizzare, chiaro nella visualizzazione e capace di integrare in maniera efficace smartphone e riproduttori musicali grazie ai collegamenti Bluetooth, Aux e Usb. Si può avere anche il navigatore (400 euro), mentre sull’allestimento più ricco Lounge il climatizzatore automatico bizona viene offerto di serie, così come cruise control, fari automatici, sensori pioggia e parcheggio posteriori, volante regolabile in altezza e profondità, vetri elettrici posteriori e fendinebbia con funzione cornering. Un appunto invece va riservato al ruotino, che viene fornito solo in via opzionale (100 euro), in aggiunta al kit di riparazione, completamente inutile quando si 49 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica a 1.750 giri/min. Questa motorizzazione consente alla Living di scattare da 0 a 100 km/h in 11,8 secondi e di raggiungere una velocità massima di 181 km/h, a fronte di un consumo medio dichiarato pari a 4,5 l/100 km (emissioni 120 g/ km). I motori a benzina TwinAir e i diesel MultiJet da105 e 120 CV sono dotati di un manuale a sei marce, mentre il più piccolo 1.3 diesel Multijet è abbinato a un manuale a cinque rapporti o in via opzionale all’automatico Dualogic. Le nostre impressioni di guida squarcia uno pneumatico, per esempio contro un marciapiede. Dimensioni compatte, peso e sicurezza ok Come abbiamo anticipato la Living è lunga (solo) 4,35 metri (4,15 la 500L), mentre la larghezza si ferma a quota 1,78 e l’altezza a 1,67. Invariato invece, rispetto alla cugina 500L, il valore di passo, pari a 2,61 m, mentre aumenta di 20 cm lo sbalzo posteriore. All’anteriore la 500L Living sfrutta all’anteriore sospensioni di tipo MacPherson, con un posteriore a ruote interconesse, mentre il peso ferma l’ago della bilancia a 1.395 kg (con motore 1.6 diesel 105 CV), un valore assolutamente nella norma per una monovolume di queste dimensioni. Di serie la Living offre tutti i dispositivi fondamentali per garantire un elevato 50 standard di sicurezza, tra cui spiccano Abs, Esp, Hill holder, airbag frontali, laterali e a tendina (quelli per le ginocchia sono opzionali). Motorizzazioni: benzina, diesel e metano Dopo un primo momento di lancio in cui erano disponibili solo alcune unità, oggi la 500L Living può dire veramente di offrire una vasta gamma di motorizzazioni. Si parte con il bicilicilindrico turbo benzina 0.9 TwinAir da 105 CV, offerto anche in versione da 85 CV a metano Natural Power, per arrivare ai più gettonati turbo diesel. Oltre al piccolo 1.3 MultiJet da 85 CV, oggi vengono offerti i più brillanti 1.6 MultiJet nelle versioni da 105 e 120 CV. In particolare, il turbo diesel 1.6 MultiJet da 105 CV, protagonista del nostro test, è un quattro cilindri capace di sviluppare 320 Nm Dopo la prima presa di contatto avvenuta in occasione della presentazione stampa, oggi ci concentriamo maggiormente sulla 500L Living equipaggiata con il motore turbo diesel MultiJet da 105 CV. Saliti a bordo la prima impressione è quella di trovarsi al volante di un’auto subito facile, accogliente e sopratutto comodissima. La posizione di guida ideale, facile da trovare anche per merito del volante regolabile in altezza e profondità, è decisamente turistica, piuttosto rialzata da terra, studiata per soddisfare i sempre più numerosi amanti della guida alta. Il quattro cilindri MultiJet prende vita e non fa troppi complimenti per nascondere la sua anima a gasolio. Al minimo infatti è avvertibile in maniera distinta il tipico “ticchettio” dei motori diesel, ma questo non fa della Living un’auto rumorosa, anzi. In città il motore Fiat si sente, ma non è mai troppo invadente, mentre alle alte velocità autostradali, con la sesta inserita, scompare quasi del tutto, coperto dai fruscii aerodinamici (un po’ troppi per la verità, anche perché la superficie frontale in altezza e in larghezza non è trascurabile) e dal rumore di rotolamento degli pneumatici. quattro cilindri diesel consente di limitare l’utilizzo della leva del cambio a sei marce, che comunque presenta innesti precisi, privi di impuntamenti e un’escursione non eccessivamente lunga. La rapportatura inoltre è ben calibrata sullo stile di auto, riuscendo sempre a mantenere il numero di giri piuttosto basso, a tutto vantaggio dei consumi. Il motore regala un buono spunto nelle partenze da fermo e offre il meglio di sé intorno ai 2.000-2.500 giri/min, mentre, come accade per i diesel di questa cubatura, è inutile spingere oltre i 3.000 giri/min perché a questo punto ha già espresso tutto quello che poteva in termini di prestazioni. La ripresa invece non è il punto di forza di questo motore, che fatica a risalire dai 1.500 giri oltre i 2.000, utilizzando la stessa marcia. Per un sorpasso quindi, meglio scalare. Ottimi i freni, sterzo poco comunicativo Il meglio la Living 1.6 MultiJet lo esprime ad andature costanti, con la sesta marcia inserita quando fa venire a galla tutte le sue doti in termini di comfort. Il pedale della frizione risulta abbastanza morbido, così come lo sterzo, ideale per le manovre in città, dove si può anche utilizzare (fino a 50 km/h) il tasto city per renderlo ancora più leggero. Alle velocità più sostenute lo sterzo Scattante in città, pigra in ripresa. Bene il cambio a 6 marce Il MultiJet da 105 CV è un motore corposo fin dai regimi più bassi, merito dell’abbondante coppia di 320 Nm disponibile già a 1.750 giri/ min. Questo rende la 500L scattante e reattiva in città, mentre l’ottima elasticità di questo 51 52 53 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica della monovolume Fiat diventa un po’ meno comunicativo, rimanendo sempre molto leggero quando invece avremmo preferito un feeling più preciso e consistente. Ottimi i freni, veramente efficaci anche nelle frenate di emergenza più impegnative, così come l’intervento di Abs ed Esp, sempre puntuali e giustamente invasivi, per mettere al riparo da qualsiasi rischio. L’assetto è naturalmente votato a garantire il massimo comfort dei passeggeri. La Living digerisce bene quindi dossi e imperfezioni del manto stradale e naturalmente non è un’auto a cui chiedere troppo, forzando il ritmo e la velocità. In questo caso infatti, considerata la mole dell’auto, è inevitabile il manifestarsi di fenomeni di rollio e un certo alleggerimento del retrotreno, anche se il monitoraggio costante dell’Esp mette al riparo da qualsiasi imprevisto. Consumi I consumi, insieme all’incredibile spazio a bordo e alla comodità, sono l’altro punto di forza della Living 1.6 MultiJet da 105 CV. Con questo motore la monovolume torinese è vivace in città, silenziosa in autostrada e sempre poco assetata di carburante. Nel corso della nostra prova siamo riusciti ad ottenere una media di consumo pari a 6,4 l/100 km (15,6 km/l), un risultato lontano dai 4,5 dichiarati dal costruttore, ma comunque molto positivo per un’auto così spaziosa. Conclusioni La Fiat 500L Living, con la sua configurazione 5+2, è da considerare una monovolume con cinque posti veri più un maxi-bagagliaio, più che una vera sette posti. All’occorrenza sa offrire in ogni caso due sedili aggiuntivi “di emergenza”, mentre i suoi punti di forza rimangono un abitacolo magico, capace di regalare una spaziosità eccezionale in relazione ad una lunghezza di soli 4,35 m, e la grandiosa comodità. Molto buoni i consumi del 1.6 MultiJet da 105 CV, il motore ideale per la Living insieme alla variante da 120 CV. 54 BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Fiat 500L Living 1.6 MultiJet 105 CV Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della Casa » Test drive » Store online » Finanziamenti » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 55 56 57 PROVA SU STRADA Renault Scénic XMod Cross Nasce in città ma sogna l’off-road La Renault Scénic XMod Cross rimane la monovolume che tutti conosciamo, con cinque comodi posti, abitabilità record e consumi contenuti, ma strizza l’occhio all’off-road con maggiore altezza da terra e Extended Grip. Non chiedetele troppo alle alte velocità di Matteo Valenti 58 59 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Media crescere fino a raggiungere i 27.750 della top di gamma 1.6 dCi Energy, la XMod Cross deve vedersela sul mercato con un numero sempre maggiore di concorrenti, prima fra tutte la Fiat 500L Trekking, ma anche con le versioni 4X2 dei crossover più gettonati del marcato come Dacia Duster, Nissan Qashqai e Peugeot 3008. Fuori: è più alta e vuole sporcarsi di fango L Rispetto alla più tradizionale XMod (ovvero la versione a cinque posti della gamma Scénic), l’allestimento Cross si fa riconoscere, oltre che per una maggiore altezza da terra, anche per le carreggiate allargate, ma soprattutto per un look ispirato al mondo dei SUV, con protezioni sottoscocca, paraurti ridisegnati con luci a Led integrate, ampi fascioni laterali, inediti dettagli cromati e barre portatutto sul tetto. Gli accoppiamenti di carrozzeria sono ben fatti, così come l’accostamento di materiali plastici con diverse superfici, che non presentano sbavature o imperfezioni. Le cromature danno un tocco di raffinatezza, mentre gli ampi gruppi ottici introdotti con il restyling e le luci a Led, con il grande Logo della Losanga al centro, sono gli elementi che catturano di più lo sguardo. Dentro: tanto spazio e modularità Se si esclude la manopola di selezione dell’Extended Grip, l’abitacolo della Cross è praticamente identico a quello di una normale XMod. All’interno troviamo quindi tanto spazio e ariosità, ma anche i pratici sedili indipendenti per ciascuno dei passeggeri, ognuno dei quali può essere regolato a proprio piacimento. Strumentazione: regna il digitale La strumentazione, molto completa grazie alla presenza di un chiaro e semplice computer di bordo, rimane digitale con schermo TFT regolabile con diverse colorazioni, mentre il sistema di infotainment guadagna la tecnologia R-Link di ultima generazione. Oltre all’efficace navigatore fornito da TomTom e completo di servizi Live, i passeggeri possono collegare facilmente il a moda del crossover ha contagiato ormai tutti i segmenti, dalla citycar alla station wagon. Le monovolume non potevano certo rimanere a bocca asciutta e così anche i Francesi della Renault si sono dati da fare, dando alla luce la Scénic XMod Cross. Si tratta di particolare versione che si distingue non solo per un look che sa tanto di off-road, ma anche per una maggiore altezza da terra (+ 3 cm rispetto alla più tradizionale Scènic XMod) e per la presenza dell’Extended Grip, un dispositivo elettronico studiato per aumentare la motricità delle ruote anteriori su fondi con scarsa aderenza. Con un prezzo che parte dai 21.700 euro della versione base 1.6 Wave (la normale Scénic XMod parte da 20.950 euro, quindi il sovraprezzo, a parità di versione, è in questo caso di 750 euro), ma che può 60 61 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Sospensioni classiche, sicurezza ok Le sospensioni anteriori sfruttano uno schema MacPherson, quelle posteriori un classico assale semirigido, mentre l’impianto frenante può contare su quattro freni a disco. Complice anche la maggiore altezza da terra e un’altezza complessiva non trascurabile, con un Cx pari a 0,33, l’aerodinamica non è uno dei punti di forza della XMod Cross. Di serie XMod Cross offre Esp, Abs, airbag lato guida, airbag passeggero, airbag laterali e airbag per la testa, ma anche il controllo elettronico della trazione. Extended Grip: controllo di trazione 2.0 Il sistema Extended Grip, offerto in via opzionale, rappresenta un sistema evoluto di controllo di trazione, che permette anche ad una vettura che rimane rigorosamente a trazione anteriore proprio smartphone (collegamenti Bluetooth, Aux e USB) e disporre anche di il sistema Driving eco2 che monitora lo stile di guida, al fine di suggerire al guidatore come migliorare al massimo i consumi. L’unico appunto va riservato alla posizione del display del sistema R-Link, troppo spostato a destra e difficilmente raggiungibile quando si decide di usarlo in modalità touch screen. Un a posizione così decentrata obbliga peraltro a distogliere eccessivamente lo sguardo dalla strada per raggiungere le informazioni desiderate. Stare a bordo della Scénic XMod Cross è molto piacevole, merito non solo dei sedili ampi e comodi anche per i passeggeri posteriori (solo il sedile, essendo un po’ più stretto, risulta meno confortevole), ma anche di un tetto molto alto, che regala un’ariosità sopra le righe, e di un’ottima insonorizzazione. I vani portaoggetti sono davvero numerosi, mentre la presenza del tetto panoramico aprile (optional) aumenta notevolmente la qualità della vita a bordo grazie alla grande luminosità che riesce a offrire. 62 come la Cross, di uscire più facilmente da situazioni con scarsa aderenza, come in presenza di lievi percorsi sterrati, di fango o neve. Oltre alla modalità Standard, ideale per normali condizioni, anche sul bagnato, il guidatore può impostare la funzione No Grip studiata per aumentare elettronicamente la motricità dell’avantreno su fango, sabbia e neve, rimodulando l’erogazione della coppia ed intervenendo su Esp e Asr (controllo di trazione). Selezionando Expert invece la gestione delle coppia erogata viene affidata totalmente a chi si trova dietro al volante, senza interventi elettronici esterni, anche se l’Esp continua a vigilare, intervenendo comunque in casi di emergenza. Bagagliaio La XMod Cross offre un vano di carico da 437 litri, quindi molto capiente, ma soprattutto ben sfruttabile anche per merito dell’altezza non Dimensioni compatte, ma il segreto è nel passo Nonostante la rivisitazione stilistica esterna in chiave off-road, XMod Cross mantiene dimensioni e proporzioni di una classica monovolume compatta, ideale quindi anche per muoversi senza troppe difficoltà in città. La lunghezza si ferma a quota 437 cm, la larghezza a 185 e l’altezza a 166, mentre il passo di 270 cm, piuttosto abbondante grazie agli sbalzi anteriori e posteriori molto contenuti, è il segreto che si nasconde dietro alla grande abitabilità di questa francese. Il peso della Scénic XMod Cross protagonista della nostra prova, equipaggiata con il diesel 1.6 dCi da 130 CV, ferma l’ago della bilancia a 1.511 kg, un valore allineato con le vetture di questo segmento e dimensioni, mentre l’assetto, nel caso in cui si scelga di avere l’Extended Grip, può contare su cerchi in lega da 16 pollici abbinati a pneumatici all season M+S 215/60 (sugli allestimenti top di gamma senza Extended Grip si possono scegliere anche i cerchi da 17 pollici.) 63 64 65 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito indifferente del tetto. Chi desiderasse più spazio può comunque ripiegare i sedili della seconda fila (anche singolarmente) fino a raggiungere una capacità da 1.837 litri. Motorizzazioni La versione Cross viene offerta in abbinamento ad un’ampia gamma motorizzazioni. Per quanto riguarda i benzina si parte con il tradizionalissimo 1.6 a benzina aspirato da 110 CV, che viene affiancato dal nuovo 1.2 turbo TCe, disponibile nelle versioni da 116 e 131 CV. Alla voce diesel invece si fanno sentire i classici 1.5 dCi da 110 CV e il più vivace 1.6 dCi da 131 CV. Quest’ultima unità, al centro della nostra prova, è un quattro cilindri a gasolio in grado di produrre 131 CV a 4.000 66 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica giri/min e 320 Nm di coppia massima a 1.750 giri/min, promettendo un consumo medio dichiarato pari a 4,4 l/100 km, con le emissioni che non superano i 114 g/km. Le prestazioni parlano di uno scatto da 0 a 100 km/h in 10, 3 secondi e di una velocità massima pari a 195 km/h. Manuale a sei marce o doppia frizione EDC Oltre al classico cambio manuale a 6 rapporti, di serie su tutte le versioni, la Losanga offre anche un raffinato automatico a doppia frizione EDC (Efficient Dual Clutch), disponibile però in Italia solo in abbinamento al diesel 1.5 dCi da 110 CV. Le nostre impressioni di guida Diamo vita al 1.6 turbo diesel francese, un motore che ci stupisce subito per grande silenziosità e totale assenza di vibrazioni. L’erogazione è molto corposa, merito dell’abbondante coppia erogata già sotto ai 2.000 giri/min. Il risultato è un’auto piacevole da guidare anche in città, sempre pronta e scattante e che non necessità di continui cambi marcia grazie a rapporti piuttosto lunghi e ben equilibrati. Come per tutti i diesel di queste dimensioni, è inutile portare il quattro cilindri francese oltre i 3.000 giri. A 2.500 giri questo motore da 131 CV ha già espresso il massimo del suo potenziale. Anche in questo caso infatti, come spesso accade con motorizzazioni di questa cubatura, siamo di fronte ad un motore dalle due anime. Davvero vivace quando entra in gioco il turbo, intorno ai 2.000 giri, un po’ più pigro e ovattato in basso, a tutto vantaggio dei consumi di carburante. Ci ha positivamente colpito il cambio manuale a sei marce, che presenta innesti davvero precisi e senza il benché minimo segno di impuntamento, ma anche sufficientemente contrastati. Il pedale della frizione non è sicuramente uno dei più leggeri da manovrare, mentre la rumorosità rimane sempre molto contenuta, sia in città che in autostrada. Tutto è in funzione della comodità La posizionie di guida è assolutamente turistica, con gambe molto piegate e volante inclinato. Questo permette di affrontare viaggi anche molto lunghi senza affaticarsi troppo ma anche di salire a bordo agilmente, complice anche la buona altezza da terra. La guida alta trasmette un senso di sicurezza e di dominio della strada, una bella sensazione condita anche dalla comodità di sedili davvero ben studiati e sagomati. L’assetto è quello tipico tante vetture francesi, quindi largo al comfort anche per chi si trova dietro. La XMod Cross si rivela un’auto capace di assorbire con grande efficacia dossi e imperfezioni dell’asfalto, anche quelle più difficili da digerire. In termini di comodità durante la guida è capace di fare addirittura meglio della sorella XMod, merito della maggiore altezza da terra. La situazione cambia quando si forza il ritmo, obbligando la Scénic XMod Cross ad andare oltre ai suoi limiti naturali. In questo caso il baricentro piuttosto alto, la taratura delle sospensioni morbida e il peso, a cui si aggiungono pneumatici all season M+S, rendono la monovolume francese non sempre così reattiva in curva (oltre che più rumorosa in autostrada), con fenomeni di rollio avvertibili alle alte velocità e il retrotreno che si può un po’ alleggerire. In ogni caso grazie al puntuale intervento dell’Esp non c’è mai spazio per potenziali situazioni di pericolo. Ottimo il comportamento dello sterzo, davvero morbido in città e in 67 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Extended Grip: un valido aiuto Utile la presenza dell’Extended Grip per chi ha l’esigenza di percorrere abitualmente strade bianche, sterrati leggeri o percorsi innevati e fangosi. Portando la manopola di selezione su No Grip, o meglio ancora su Expert, il pilota ha tra le mani un’automobile a trazione anteriore che però riesce a togliersi con minore difficoltà da situazioni difficili, con scarsa aderenza. Certo non siamo a livelli di un sistema 4x4, ma per percorsi non impegnativi e occasionali è l’ideale. Consumi I consumi sono il punto di forza della Scènic XMod Cross. Durante il nostro lungo test, che ci ha portato a percorrere circa 1.000 km senza mai risparmiarci con il pedale del gas, tra percorsi urbani e autostradali, abbiamo inchiodato il valore di consumo a 5,7 l/100 km (circa 17,3 km con un litro). Un ottimo risultato che con una guida accorta, seguendo anche i consigli di guida del sistema Drive eco2, può scendere senza troppa difficoltà a 5 l/100 km. Conclusioni La versione Cross mantiene intatti i punti di forza della più tradizionale versione XMod, ovvero grande abitabilità, abitacolo modulare, tanto spazio, cinque posti veri e consumi contenuti. “ manovra, ma capace di garantire un buon feeling alle velocità autostradali, dove non rimane troppo acquoso. Premiamo a pieni voti anche i freni, capaci offrire mordente in abbondanza anche nelle frenate di emergenza più estreme. Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica La posizionie di guida è assolutamente turistica, con gambe molto piegate e volante inclinato. Questo permette di affrontare viaggi anche molto lunghi senza affaticarsi troppo ma anche di salire a bordo agilmente, complice anche la buona altezza da terra 68 69 70 71 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Renault Scénic XMod Cross Sfoglia i cataloghi in PDF In più aggiunge un look più originale e fuori dal comune, ispirato all’off-road, una maggiore altezza da terra per un piacere di guida ancora più confortevole e la possibilità di avere l’Extended Grip, ideale per chi non necessità di un vero 4x4 (più impegnativo anche dal punto di vista dei consumi e del peso), avendo la ncessità di percorrere spesso strade innevate e fangose. 72 Brochure Configuratore della Casa » Virtual Tour » Store online » Finanziamenti » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 73 74 75 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Ferrari California T Debutterà a marzo a Ginevra, intanto Ferrari svela la nuova California T, la berlinetta 8 cilindri motore anteriore centrale con tetto rigido ripiegabile a scomparsa rivisitata profondamente nei contenuti D ebutterà a marzo a Ginevra, intanto Ferrari svela la nuova California T, la berlinetta 8 cilindri motore anteriore centrale con tetto rigido ripiegabile a scomparsa. Oltre a presentare sensibili rinnovamenti tecnici, tra cui la comparsa del motore turbo, la Ferrari California T presenta una estetica caratterizzata da una profonda rivisitazione stilistica. La sezione anteriore permette di osservare un frontale ora dotato di due gruppi ottici dotati di tecnologia LED e xeno e ispirati a quelli per la prima volta adottati sulla 458 Italia. Al centro di 76 questi, il cofano perde la presa d’aria situata al centro per guadagnare due feritoie di estrazione. Le fiancate presentano degli incavi profondi, anche questi stilisticamente volti a ricordare quelli di un altro modello già presente nel listino della Casa di Maranello, ovvero la F12berlinetta. Novità anche al posteriore, con una sezione di coda che mette in mostra un generoso estrattore al cui interno, integrati, si trovano i quattro scarichi, ora disposti in orizzontale anziché in verticale, mentre il paraurti guadagna una linea più pulita. Si presenta con il nuovo motore turbo da 560 CV 77 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Media che, grazie al lavoro degli ingegneri di Maranello, garantisce una spinta in continua crescita e un suono intenso come mai nessuno turbo era riuscito a fare. Versatile e sportiva, rispetto al modello precedente la California T garantisce una coppia massima di 755 Nm (+49%) insieme a una riduzione dei consumi del 15%. Confermato l’apprezzato concept 2+ e la modularità degli spazi interni ma rivista profondamente nel design con ispirazioni stilistiche di stampo classico come il parafango “a pontone” della 250 Testa Rossa. Cresce quindi di 70 CV la potenza massima e si promette una risposta più immediata ai comandi da parte del pilota. Tutto questo grazie 78 bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb al software ‘Variable Boost Management’. Il V8 a iniezione diretta di 3.855 cm3, montato in posizione anteriore-centrale, promette la sua massima performance in termini di potenza ad un regime di 7.500 giri/min, per una potenza specifica di 145 CV/l. La Ferrari California T scatta da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi e vanta un propulsore che ha beneficiato di alcune delle soluzioni applicate alle monoposto da F1, come le turbine twin scroll di dimensioni ridotte a bassissima inerzia. Un’auto rinnovata, che mantiene però alcune caratteristiche come il tetto rigido ripiegabile, che in soli 14 secondi trasforma la vettura da coupé in spider. 79 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica smart FourFor la sua base progettuale e presenta una sezione posteriore caratterizzata da gruppi ottici minimalistici, da un piccolo spoiler posteriore e da un diffusore integrato all’interno del paraurti. La piattaforma smart ha portato alla comparsa di trazione e motore posteriore (i cui dettagli, insieme agli interni, verranno svelati nel corso della presentazione ufficiale prevista per Ginevra), che va ad accompagnare lo stile completamente rinnovato. La vedremo dal vivo in occasione del prossimo Salone di Ginevra, mentre arriveranno nelle prossime ore le prime informazioni ufficiali e nuove immagini. La genesi del progetto e la collaborazione con Daimler Nuova Renault Twingo svelata la nuova compatta della Losanga Nel 2008, gli ingegneri e i designer di Renault decidono di progettare la futura Twingo. Obiettivo: creare una city car abitabile e agile, ma nello stesso tempo anche più compatta. Emerge così l’idea di un’architettura con motore posteriore. È in questa fase che la strada di Renault incrocia quella di Daimler che, da parte sua, riflette sulle future smart 2 e 4 posti. Dopo numerosi scambi, le due aziende stilano un accordo di cooperazione strategica nel 2010, ufficializzando in tal modo l’avvio del progetto di sviluppo congiunto della nuova Twingo e delle future smart a 2 e 4 posti. Identità stilistica In continuità con le concept-car Twin’Z e Twin’Run svelate nel 2013, la nuova Renault Twingo mutua da loro i principali codici stilistici. In linea con l’antenata, la nuova Renault Twingo si svela attraverso una tavolozza di quattro tinte: Blu Shopping, Bianco Dream, Giallo Race e Rosso Passion. Alcuni elementi di design si ispirano direttamente alla R5: le spalle demarcate e l’inclinazione del lunotto si promettono di richiamare alla mente la R5 Turbo con motore posteriore. Il frontale riprende i codici della nuova identità stilistica Renault, con un logo ben visibile su fondo nero. Il frontale della nuova Renault Twingo mette in mostra delle luci diurne tonde a LED. «Nuova Renault Twingo - dichiara Laurens van den Acker, Direttore del Design Industriale di Renault - affonda le sue radici nella Twingo originaria, ma anche nella R5. È un’interpretazione moderna dell’automobile da città, con una scelta d’innovazione incisiva per il design e l’architettura. Nuova Twingo è una city car fun, ludica e piena di vivacità». Ha debuttato in società la nuova Renault Twingo, che giunge alla terza generazione forte di un corpo vettura compatto e di un linguaggio stilistico rinnovato H a debuttato in società in occasione di un evento dedicato, la nuova Renault Twingo, che giunge alla terza generazione forte di un corpo vettura compatto e di un linguaggio stilistico caratterizzato da gruppi ottici minimalistici, quattro accessi a bordo laterali e cerchi bicromatici di dimensioni contenute. La calandra, di dimensioni contenute, raccorda tra loro le luci anteriori e mette al centro in tonalità alluminio il logo della 80 Losanga, mentre le fiancate permettono di osservare sia i paracolpi posti nella porzione inferiore delle portiere che l’inserto scuro che attraversa la vettura per la sua lunghezza appena al di sotto delle superfici trasparenti laterali. Oltre a ciò saltano all’occhio le cover degli specchietti retrovisori, anch’esse bicromatiche come i cerchi, che mettono in mostra una tonalità amaranto con finitura lucida. Progettata da Laurens van den Acker, la nuova Renault Twingo trova nella 81 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica sospensioni di tipo McPherson all’anteriore e Multilink al posteriore. Al di sotto del cofano della BMW Serie 2 Active Tourer pulsano tre unità TwinPower Turbo, di cui una alimentata a gasolio e due a benzina, tutte in grado di ottemperare ai dettami imposti dalla normativa Euro 6 grazie anche al sistema di recupero dell’energia cinetica in fase di frenata e al sistema Start&Stop di serie. Si parte dalla 218i, che propone un tre cilindri da 1.5 litri in grado di sviluppare fino a 136 CV di potenza e 220 Nm di coppia massima in grado di scattare da 0 a 100 km/h in 9.3 secondi e di raggiungere una velocità massima di 200 km/h che, affiancato da una trasmissione manuale a sei rapporti, promette un consumo medio di 4,9 l/100 km (5.1 con l’automatico proposto in via opzionale). La gamma dei benzina prosegue con la 225i, al di sotto del cui cofano pulsa il quattro cilindri turbo da 2.0 litri da 231 CV e 350 Nm che scatta verso i 100 km/h con partenza da fermo in 6.8 secondi ed una velocità massima di 235 km/h con un consumo medio di 6 l/100 km e proposto in abbinamento alla sola trasmissione automatica ad otto velocità. I diesel sono rappresentati, al momento, unicamente dalla 218d, con 2.0 litri da 150 CV di potenza e 330 Nm di coppia, valori questi che permettono di coprire lo 0-100 km/h in 8.9 secondi e di raggiungere una velocità massima di 205 km/h per un consumo medio di 4,1 l/100 km. Proposta di serie con la trasmissione manuale è anche disponibile in via opzionale con automatico ad otto velocità. La dotazione di sicurezza della BMW Serie 2 Active Tourer comprende l’adaptive cruise control e l’ultima generazione dei sistemi ConnectedDrive. A partire dall’autunno arriveranno anche i pacchetti xDrive ed M Sport. Prezzi ancora da comunicare. BMW Serie 2 Active Tourer Sarà tra le protagoniste dello stand della Casa dell’Elica a Ginevra la BMW Serie 2 Active Tourer, MPV di Monaco di Baviera con cui il costruttore tedesco debutta in questo segmento S arà tra le protagoniste dello stand della Casa dell’Elica Biancoblu al Salone di Ginevra la BMW Serie 2 Active Tourer, MPV di Monaco di Baviera con cui il costruttore tedesco debutta in questo segmento. Dotata di piattaforma modulare a trazione anteriore, la BMW Serie 2 Active Tourer presenta una lunghezza di 4.340 mm, una larghezza di 1.800 mmm ed un’altezza di 1.550 82 mm, oltre ad un passo di 2.670 mm e un bagagliaio da 468 litri, che possono crescere sino a 1.510 abbattendo i sedili posteriori, che possono essere frazionati secondo gli schemi 40:20:40. Caratterizzata dalla presenza di un vano di carico con pianale ripiegabile e di portellone su richiesta apribile automaticamente, la BMW Serie 2 Active Tourer è dotata di una scocca in acciaio ad elevata resistenza e presenta delle 83 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News Audi S1 Debutterà a Ginevra l’Audi S1, variante sportiva dell’A1 che arriverà nelle concessionarie nella seconda metà dell’anno forte di 231 CV di potenza e 370 Nm di coppia F arà il suo esordio in società in occasione del prossimo Salone dell’Automobile di Ginevra l’Audi S1, variante sportiva della’A1, che arriverà sul mercato nella seconda metà dell’anno. Caratterizzata esteriormente da un pacchetto che comprende profili aerodinamici dedicati e prese d’aria maggiorate, l’Audi S1 presenta anche una sezione posteriore che mette in mostra un inedito estrattore con quattro terminali di scarico (due per ogni lato). Aperta la portiera è possibile notare un cockpit che permette di osservare una serie di particolari dedicati, come le sellerie sportive, la pedaliera metallica ed una serie di dettagli scuri. Opzionali il sistema multimediale MMI, l’impianto stereo della Bose e dei sedili ancor più sportivi. Disponibile nelle varianti tre porte e Sportback, l’Audi S1 trova nel 2.0 TSI il suo cuore pulsante, il quale mette a disposizione 231 CV di potenza massima e 370 Nm di coppia e che viene affiancato da 84 una trasmissione manuale e dalla trazione integrale Quattro. Valori questi che scaricati a terra, permetteno alla piccola sportiva di Ingolstadt di scattare verso i 100 km/h con partenza da fermo in 5.8 secondi di tempo (5.9 per la variante Sportback) per una velocità massima di 250 km/h, con consumi ed emissioni promessi, per entrambe le varianti, rispettivamente pari a 7.0 e 7.1 l/100 km e 162 e 166 g/km di CO2. Alle spalle dei cerchi le cui misure spaziano da 17 a 18 pollici (rispettivamente gommati 215/40 e 225/35), è possibile osservare un impianto frenante che all’anteriore mette in mostra dei dischi da 310 mm. Tutto nuovo anche alla voce sospensioni, che mettono in mostra sia una nuova taratura dell’assetto che uno schema rivisitato di quella posta al retrotreno con un multi link, mentre, per chi lo desidera, in via opzionale sono disponibili le sospensioni elettroniche. 85 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica S Media Mercedes-Benz Classe S Coupé Sarà tra le protagoniste dello stand della Stella a Ginevra la Mercedes Classe S Coupé, di cui la Casa di Stoccarda ha rilasciato immagini e dati ufficiali 86 ono state rilasciate dalla Casa di Stoccarda le prime immagini e le prime informazioni ufficiali relative alla Mercedes-Benz Classe S Coupé, che debutterà in società in occasione del prossimo Salone di Ginevra e che fu anticipata da una concept presentata all’IAA 2013 di cui ne conserva pressoché immutate le linee. Lunga 5,02 metri, larga 1,89, alta 1,41 e dotata di un passo di 2,94 metri, la Mercedes Classe S Coupé ospiterà, almeno in un primo momento, al di sotto del cofano unicamente il V8 biturbo da 4.7 litri in grado di sviluppare fino a 455 CV di potenza e 700 Nm di coppia massima, che vengono scaricati al suolo dalle ruote posteriori e che vengono “fatti sentire” da un sistema di scarico dotato di valvole a controllo elettronico. Una volta aperta la portiera della Mercedes Classe S Coupé è possibile notare un abitacolo connotato dai tratti stilistici che ne caratterizzano la variante berlina da cui deriva, oltre ad una serie di elementi dedicati come il volante sportivo con elementi galvanizzati in maniera analoga da quanto proposto dalle bocchette d’aerazione, oppure i quattro posti disponibili rivestiti in pelle. Disponibile con cerchi le cui misure spaziano da 18 a 20 pollici di diametro, la Mercedes Classe S Coupé propone di serie il tetto panoramico in vetro con Magic Sky Control. Opzionale invece il Magic Body Control di ultima generazione, che permette alla vettura di inclinarsi sino a 2,5° nel lato interno della curva onde abbattere i valori di forza G laterale e che interviene a velocità comprese tra 30 e 180 km/h. La dotazione comprende il pacchetto Intelligent Drive, che ingloba il rilevamento dei pedoni, il Collision Prevention Assist Plus, il NightView con abbaglianti attivi, il Brake Assist Plus ed il Distronic Plus con Stop&Go. Ricchissima la lista degli optional. Si va dai Cristalli Swarovski che possono adornare i gruppi ottici ai rivestimenti in pelle Nappa Designo, passando per il sistema audio Burmester e per il sistema di condizionamento interno Air Balance sino ad arrivare alla funzione massaggiante per le sellerie anteriori. 87 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica all’adozione di nuovi turbocompressori a elevata portata impiegati dalle vetture GT3, oltre che da un controllo del tempo di accensione per ciascun cilindro e da una pompa carburante ottimizzata. Le altre migliorie comprendono le molle e gli ammortizzatori Bilstein DampTronic installati sulle sospensioni anteriori e posteriori e settabili in tre livelli: “Comfort”, “Normal” e “R”; gli pneumatici Nismo, sviluppati da Dunlop (Ant.: 255/40 ZRF20; post: 285/35 ZRF20); i bracci installati sulle sospensioni anteriori a doppia traversa e una barra anti-rollio posteriore cava da 17,3 mm. Facendo ricorso alle tecniche di simulazione della fluidodinamica computazionale (CFD) per analizzare il flusso dell’aria, Nissan ha sviluppato un kit aerodinamico dedicato che comprende: paraurti anteriore e spoiler posteriore in fibra di carbonio, che aumentano la deportanza abbassando il baricentro e generando una capacità aggiuntiva di 100 kg a 300 km/h rispetto alla Nissan GT-R da cui deriva. La Nissan GT-R Nismo sarà disponibile in cinque colori esterni: Brilliant White Pearl, Meteor Flake Pearl Black, Ultimate Metallic Silver. Vibrant Red e, in esclusiva, Dark Matte Grey. L’abitacolo della Nissan GT-R Nismo presenta dei sedili reclinabili ergonomici in fibra di carbonio RECARO, un volante rivestito in Alcantara a tre razze con contrassegno centrale di colore rosso, un display con finiture in carbon look e un contagiri rosso. Anche la strumentazione è rivestita in Alcantara. Nissan GT-R Nismo da settembre anche in Europa Arriverà nelle concessionarie europee da settembre la Nissan GT-R Nismo, che debutterà nel Vecchio Continente al Salone di Ginevra D ebutterà in società in Europa (ove sarà commercializzata a partire dal prossimo settembre) in occasione del prossimo Salone dell’Automobile di Ginevra la Nissan GT-R Nismo, variante ad alte prestazioni della sportiva nipponica sviluppata dalla divisione sportiva del costruttore 88 giapponese. Forte di un’aerodinamica evoluta, la Nissan GT-R Nismo, già in vendita in Giappone, . Collaudata al Nürburgring, ove ha girato in 7:08.679, la Nissan GT-R Nismo ospita al di sotto del cofano un e V6 VR38DETT da 3.8 litri in grado di sviluppare fino a 600 CV di potenza e 652 Nm di coppia, valori questi ottenuti grazie 89 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Nuova Honda Civic Type R concept Sarà tra le protagoniste dello stand della Casa di Tokyo a Ginevra la Honda Civic Type R concept di cui il costruttore giapponese ha rilasciato la prima immagine ufficiale S arà tra le novità più importanti dello stand della Casa di Tokyo al prossimo Salone dell’Automobile di Ginevra la Honda Civic Type R concept, esercizio stilistico che si propone di anticipare la prossima generazione della variante sportiva della vettura nipponica di cui il costruttore giapponese ha oggi rilasciato il primo disegno ufficiale. Caratterizzata da un’estetica “forte” connotata da un body kit dedicato, la Honda Civic Type R concept mette in mostra delle fiancate 90 News Periodico elettronico di informazione motociclistica caratterizzate dalla presenza di passaruota maggiorati, griglie di estrazione e minigonne, oltre ai cerchi in lega a cinque razze bicromatici. Elemento dominante del look della Honda Civic Type R concept è però indubbiamente la sezione posteriore, che mette in luce un vistosissimo profilo alare con doppio flap al cui interno, nei lati, si stagliano dei gruppi ottici minimalistici con disegno ricurvo. Al di sotto di questo è possibile notare un altrettanto generoso estrattore di coda, al cui interno, alle estremità, è possibile osservare i quattro terminali di scarico tondi metallizzati e che al centro presenta una luce in stile Formula 1. Cuore pulsante della Honda Civic Type R concept dovrebbe essere un quattro cilindri da 2.0 litri alimentato a benzina di nuova concezione, che dovrebbe promettere un valore di potenza molto elevato, anche se il costruttore giapponese non ha al momento comunicato dati ufficiali. 91 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica Un V8 da 450 CV Al di sotto del cofano dell’Audi RS 4 Avant Nogaro selection pulsa un V8 da 4.163 cm3 che sviluppa 450 CV di potenza a 8.250 giri e 430 Nm di coppia ad un regime compreso tra 4.000 e 6.000 giri, valori che promettono uno scatto da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi per una velocità massima autolimitata a 280 km/h, con un consumo medio dichiarato di 10,7 l/100 km ed emissioni pari a 249 g/km. Il cambio a sette rapporti S tronic permette al conducente di scegliere di affidarsi alla rapidità di innesto del cambio automatico a doppia frizione oppure di inserire manualmente i rapporti servendosi dell’apposita leva o dei comandi al volante. Trazione integrale quattro Il cuore della trazione integrale permanente quattro è rappresentato dal differenziale centrale autobloccante a corona dentata. Il componente distribuisce di base la coppia in rapporto 40:60 tra l’asse anteriore e quello posteriore. Se necessario, questo rapporto può essere sensibilmente modificato. E così fino al 70% della forza motrice può essere trasmessa all’anteriore e fino all’85% al posteriore. A richiesta è disponibile anche il differenziale sportivo, che distribuisce attivamente la forza tra le ruote posteriori. Dotazione di serie Fanno parte della dotazione di serie della Audi RS 4 Avant Nogaro selection il controllo della dinamica di guida Audi drive select, il cambio a sette rapporti S tronic, l’acceleratore e l’impianto di scarico sportivo RS che variano a seconda della modalità scelta (comfort, auto e dynamic). Se la vettura monta il sistema di navigazione Audi con MMI, alle modalità precedentemente Audi RS 4 Avant Nogaro selection La Casa di Ingolstadt porterà al debutto al prossimo Salone di Ginevra l’Audi RS 4 Avant Nogaro selection, edizione speciale destinata a celebrare il 20° anniversario della gamma RS L a Casa di Ingolstadt porterà al debutto al prossimo Salone di Ginevra l’Audi RS 4 Avant Nogaro selection (il cui prezzo in Germania sarà di 87.300 euro), edizione speciale destinata a celebrare il 20° anniversario della gamma RS e caratterizzata da una serie di particolari dedicati che la rendono immediatamente riconoscibile, tra cui la colorazione della carrozzeria in blu Nogaro. 92 Colorazione dedicata Quest’ultima presenta una finitura perlata e si propone di richiamare alla mente l’Audi Avant RS2, capostipite della famiglia R. La calandra single frame e le cornici dei finestrini guadagnano il nero lucido, mentre i mancorrenti al tetto sono verniciati in nero opaco. Nero lucido invece per l’impianto di scarico. 93 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb elencate se ne aggiunge una quarta, configurabile personalmente da chi guida (individual). Oltre al differenziale sportivo, sono disponibili altre due componenti a richiesta per l’Audi drive select: lo sterzo dinamico che modifica il rapporto di sterzata in funzione della velocità e l’assetto sportivo RS plus con Dynamic Ride Control (DRC). L’ Audi RS 4 Avant Nogaro selection monta pneumatici 265/30 e, dietro ai cerchi da 20” a 5 razze a V torniti a specchio, fanno bella mostra di sé le pinze freno rosse con logo RS. I dischi freno autoventilanti a margherita sono forati e collegati alle campane in alluminio tramite perni. A richiesta sono disponibili dischi carboceramici per l’asse anteriore. Il controllo elettronico della stabilizzazione ESC offre una modalità sportiva e, all’occorrenza, può essere completamente disattivato. Aperta la portiera L’abitacolo, nero, mette in mostra i rivestimenti dei sedili sportivi S a regolazione elettrica con poggiatesta integrati che vengono proposti in due diverse varianti. In entrambi i casi, i fianchetti sono rivestiti in pelle Valcona nera. L’Alcantara compare invece sulle fasce centrali e sugli inserti dei pannelli delle portiere, disponibile in nero o in blu Nogaro. I poggiabraccia sono rivestiti in pelle nera, con cuciture blu a contrasto mentre i tappetini, anch’essi neri, presentano inserti neri o blu Nogaro. Un rivestimento in pelle nera con cuciture blu è stato scelto anche per la corona del volante e la manichetta della leva cambio. I fili blu si intrecciano con gli inserti decorativi in carbonio, mentre una targhetta sul pomello RS della leva del cambio S tronic e i loghi sui listelli sottoporta sottolineano l’edizione limitata. 94 95 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Nuova Jeep Cherokee ecco la versione per l’Europa Sono stati svelati tutti i dettagli della nuova Jeep Cherokee per i mercati europei, che rispetto alla versione americana porta in dote il 2.0 turbo diesel MultiJet II da 140 o 170 CV. Rimane a listino l’automatico a nove marce D opo averla sorpresa sulle strade italiane, nel corso degli ultimi test di collaudo, la nuova Jeep Cherokee destinata ai mercati europei si fa conoscere in ogni dettaglio, in vista del debutto previsto al prossimo Salone di Ginevra (6 - 16 marzo). Caratterizzata da un design a dir poco fuori 96 News Periodico elettronico di informazione motociclistica dagli schemi, che rende il SUV medio del marchio americano subito riconoscibile, la nuova Cherokee “europea” si differenzia per pochissimi dettagli rispetto alla gemella per il mercato americano, presentata in anteprima mondiale lo scorso anno a New York. Se si esclude l’alloggiamento per la targa posteriore di dimensioni ridotte e qualche altro piccolo dettaglio, la Cherokee che arriverà in Italia si presenta praticamente identica a quella commercializzata Oltreoceano. In Europa con il diesel MultiJet da 2.0 litri La faccenda cambia invece quando si apre il cofano. Oltre al classico propulsore aspirato a benzina dal gusto Yankee infatti, la Cherokee verrà commercializzata in Europa con il turbo diesel 2.0 litri MultiJet II, offerto in un variante da 140 CV e in una più spinta da 170 CV. Entrambe le versioni erogano 350 Nm di coppia massima a 1.500 giri/min. A queste due unità a gasolio, che con ogni probabilità saranno le preferite dai clienti del Vecchio Continente, si affianca comunque l’esuberante benzina V6 Pentastar nella nuova versione da 3.2 litri - derivata direttamente dal noto 3.6 - in grado di erogare 272 CV e 315 Nm di coppia. Il V6 a benzina in Italia viene offerto solamente in abbinamento alla versione Trailhawk, quella più votata alla guida in fuoristrada. Cambio automatico a nove marce Il diesel da 170 CV e il benzina V6 Pentastar vengono abbinati al nuovo cambio automatico a nove marce. Si tratta del convertitore di coppia sviluppato da ZF e già visto sulla Range Rover Evoque, che promette di contenere consumi senza compromettere il piacere di guida. Il diesel da 140 CV invece è abbinato ad un classico manuale a sei rapporti. Trazione anteriore o integrale disinseribile La nuova Cherokee viene offerta sia nella 97 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb variante a trazione anteriore e due ruote motrici, che nella più raffinata versione a trazione integrale. In quest’ultimo caso la Cherokee porta in dote il nuovo sistema con possibilità di disconnessione dell’asse posteriore, che permette di usufruire del 4x4 solo quando necessario. In questo modo si contengono i consumi, mentre a seconda delle condizioni è possibile selezionare le diverse modalità di guida Active Drive I, Active Drive II e Active Drive Lock con bloccaggio del differenziale posteriore per la guida in off-road più impegnativa. Sicurezza ai vertici e interni tecnologici Il SUV compatto americano può vantare una lunga serie di dispositivi di sicurezza di ultima generazione, oltre ad una struttura realizzata per il 65% in acciaio altoresistenziale, che 98 hanno permesso di conquistare le 5 stelle Euro NCAP. Tra i 70 dispositivi elettronici di bordo spiccano il sistema antiribaltamento elettronico (ERM), ABS con calibrazione off-road, il sistema Forward Collision Warning-Plus, l’Adaptive Cruise Control-Plus, il Lane Departure Warning-Plus, il Blind-spot Monitoring ed il Rear Cross Path detection. Anche l’abitacolo si rivela piuttosto sofisticato, grazie alla presenza del quadro strumenti con schermo a colori da 7 pollici TFT personalizzabile nelle grafiche e nei colori, oltre al sistema multimediale Uconnect con touchscreen da 8,4 pollici. Offerta in Europa negli allestimenti Longitude, Limited e Trailhawk, la nuova Cherokee potrà essere personalizzata grazie agli oltre 100 accessori originali firmati Mopar. Al momento però non sono ancora state comunicati informazioni in merito a prezzi e tempi di commercializzazione previsti per il mercato italiano. 99 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica litro di cilindrata e da 68 CV di potenza ed in grado di promettere 95 g/km di CO2 (se abbinata al cambio manuale a cinque marce) o 97 g/km di CO2, e una da 1.2 litri da 82 CV e 99 g/km di CO2. Le carreggiate misurano 1.425 mm all’anteriore e 1.420 mm al posteriore. Gli pneumatici sono disponibili in due dimensioni, 165/65 R14 o 165/60 R15, sono a bassa resistenza al rotolamento per abbattere consumi ed emissioni e sono controllati costantemente mediante l’indicatore di perdita di pressione pneumatici. L’impianto frenante comprende di serie l’ABS, il ripartitore elettronico di frenata, l’assistenza alla frenata di emergenza, l’ESP disinseribile. Il sistema frenante è a dischi anteriori ventilati di 247 mm e a tamburo posteriori di 200 mm. La dotazione di serie comprende: Mirror Screen, retrocamera e key less system. Tutte le versioni sono dotate di un sistema di assistenza alla partenza in salita, di Emergency Braking System Collision e di ripartitore elettronico di frenata, oltre che di climatizzatore automatico e di un display touchscreen da sette pollici. Peugeot 108 Debutterà in società in occasione del prossimo Salone dell’Automobile di Ginevra la Peugeot 108, che verrà proposta per la prima volta anche nella versione cabriolet D ebutterà in società in occasione del prossimo Salone dell’Automobile di Ginevra la Peugeot 108, che verrà proposta per la prima volta anche nella versione cabriolet. Caratterizzata da un design che tanto eredita dal nuovo corso stilistico del Leone, la Peugeot 108 mutua da 208 e 308 grandissima parte del suo linguaggio stilistico, dai gruppi ottici agli inserti posti sulle fiancate che vanno ad adornare le superfici trasparenti 100 laterali. Forte di un peso a secco di soli 840 kg, la Peugeot 108 verrà commercializzata sia nella variante di carrozzeria a tre che a cinque porte e presenta delle dimensioni pari a 3.470 mm di lunghezza e 1.620 mm di larghezza, mentre, per la variante cabrio (che presenta un deviatore di flusso volto ad abbattere la turbolenza), la capote misura 760 mm di lunghezza e 800 di larghezza. Al di sotto del cofano della Peugeot 108 spiccano due unità a tre cilindri, di cui una da 1.0 101 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica Nei concetti si ispira al passato Rifacendosi al proprio glorioso passato, in particolare, almeno nei concetti di base, alla leggendaria 2 CV, la Casa francese ha inventato un’auto comoda e pratica ma anche economica (i prezzi non sono stati annunciati ma sarebbe difficile immaginarli alti) sia da mantenere che da comprare. Sono dichiarati poco più di 3 l/100km e condizioni di acquisto molto vantaggiose e innovative, basate addirittura su una formula presa in prestito dalle compagnie telefoniche: all inclusive, fino ad arrivare all’idea rivoluzionaria del “paghi per quanto usi”. soprattutto ad un design d’impatto e a dei contenuti tecnologici degni di nota, oltre che ad un costo che il costruttore promette essere contenuto. Quest’ultimo non è ancora stato comunicato, ma si presume possa essere inferiore a quello della C4 berlina in quanto dotata di allestimenti relativamente semplificati. Lunga 4,16 metri e larga 1,73 metri, la Citroen C4 Cactus vede negli Airbump il principale elemento caratteristico esterno, ovvero dei pannelli posti su fianchi e paraurti costituiti da una serie di camere d’aria volte a proteggere la carrozzeria in caso di piccoli urti. Gioca con i colori L’abitacolo è la sua forza Ampiamente personalizzabile, grazie a 21 abbinamenti cromatici possibili, la Citroen C4 Cactus inaugura una nuova era per il costruttore francese, grazie a delle soluzioni stilistiche ispirate dagli oggetti di uso quotidiano e pensata per strizzare l’occhio ad una clientela giovane grazie Aperta la portiera si fanno notare una strumentazione completamente digitale, un touch screen da 7 pollici collocato al centro della plancia, tramite cui è possibile gestire la maggior parte delle funzioni. Le sellerie anteriori (che presentano una sagomatura degli schienali volta a Citroen C4 Cactus pratica dentro, pungente fuori di Ippolito Fassati | Tecnologia, praticità e design al servizio dell’economia d’acquisto e d’esercizio. Sono questi gli ingredienti che rendono unica la Citroen C4 Cactus C he all’interno del Gruppo PSA i ruoli siano delineati è ormai assodato, alla gamma Premium delle DS, si affianca l’eleganza più pratica delle Peugeot, fino ad arrivare al nuovo corso di Citroen che fa uso dell’innovazione tecnologica per raggiungere il massimo della comodità e dell’accessibilità economica sui propri prodotti. Un’accessibilità 102 che fa passare in secondo piano l’economicità di alcune soluzioni o materiali utilizzati per merito di un design, per dirla alla francese, osé. Piaccia o no la Cactus colpisce e rappresenta certamente una soluzione intelligente di Citroen per entrare in un segmento ricco di offerte e in cui diventa difficile attrarre clienti verso di sé. 103 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb promettere spazio per le gambe di chi siede dietro) si presentano pressoché unite, andando praticamente a formare un guscio unico, mentre l’airbag anteriore destro collocato all’interno del padiglione ha permesso di ottenere un vano portaoggetti capiente. Per chi lo desiderasse, su richiesta, è disponibile il tetto panoramico in vetro, che non presenta una tendina parasole ma un elevato grado di protezione termica, mentre il bagagliaio ha una capacità di 358 litri, mentre le superfici trasparenti posteriori non presentano l’apertura verso il basso, ma solo quella del lato posteriore grazie ad una cerniera collocata davanti. Peso piuma e motori efficienti Caratterizzata da un un peso di 965 kg (un 104 risultato questo ottenuto dal ricorso a componenti in alluminio e a materiali leggeri), la Citroen C4 Cactus ospiterà al di sotto del cofano due diverse unità, ovvero un 1.2 a benzina (aspirato e turbo) disponibile in due diverse declinazioni di potenza, ovvero 82 e 110 CV, a sua volta affiancato da un turbodiesel da 1.6 litri disponibile nelle versioni da 92 e 100 CV. Disponibile anche con trasmissione automatica, la Citroen C4 Cactus sarà ordinabile a partire dal mese di aprile, mentre l’arrivo nelle concessionarie è previsto per dopo l’estate. Proposta anche con con park assist, telecamera posteriore e connessione Internet, la Citroen C4 Cactus sarà acquistabile anche tramite due inedite modalità, ovvero con forfait mensile oppure con una formula che valuta i km percorsi. 105 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Intervista Andrea Carlucci «Verso 1.6 D-4D è parte della nostra strategia di crescita» di Emiliano Perucca Orfei | Toyota Italia Marketing Strategy Communication & Lexus Director, Andrea Carlucci ci ha parlato della crescita che il brand nipponico si attende sul mercato italiano con le ibride e la rinnovata proposta di segmento C L L’ultimo trimestre del 2013 rappresenta una cartina tornasole importante per quello che sarà il 2014 di Toyota Italia. L’arrivo della Auris TS e la continua ascesa dell’ibrido, infatti, hanno confermato una forte ascesa del segmento C della Casa nipponica che oggi vede crescere ulteriormente l’offerta nel segmento delle MPV con il nuovo motore 1.6 D-4D firmato BMW proposto sulla Verso. Del successo degli ultimi modelli e delle strategie che porteranno Toyota a crescere nei prossimi anni ne abbiamo parlato con Andrea Carlucci, Toyota Italia Marketing Strategy Communication & Lexus Director. Come è andata Toyota in Italia lo scorso anno? «Toyota Italia nel 2013 chiude 106 con un volume sostanzialmente in linea a quello del 2012, ovvero con 57.000 unità immatricolate. Il valore è molto interessante perché nello stesso periodo il mercato ha subito una contrazione del 9% e quindi questo significa che abbiamo ricominciato a guadagnare quote di mercato spingendoci fino al 4,3%.» Gli obiettivi sono di crescere ancora? «Siamo molto fiduciosi su questo tema perché nel 2015/2016, grazie ai nuovi modelli di oggi ed a quelli che debutteranno presto, possiamo raggiungere una quota di mercato pari al 5%. Allo stesso tempo ci aspettiamo che il mercato cresca, non di molto, ma che sia in crescita rispetto a quest’anno e che quindi anche il nostro totale dell’immatricolato cresca di conseguenza. Gennaio 2014 ha confermato questa tendenza.» La vostra crescita non passa solo per il diesel della nuova Verso «No, il diesel della nuova Verso contribuirà certamente nei risultati ma non sarà l’unica spinta alla nostra crescita. Crediamo molto anche nelle nostre auto ibride, che nel 2013 sono state ben 14.000, ovvero l’1% del mercato totale di vetture in Italia. Un dato che riteniamo eccezionale soprattutto perché ottenuto con la Auris TS in consegna solo nell’ultimo trimestre dell’anno. Se andiamo a scorporare i numeri ottenuti a fine 2013, infatti, si scopre che la 107 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Intervista Periodico elettronico di informazione motociclistica con il nuovo 1.6 D-4D. In più, rispetto ad altre concorrenti, offriamo 7 posti di serie in meno di 5 metri, grande flessibilità interna con 32 configurazioni Easy Flat, sicurezza ai vertici e multimedialità di riferimento assoluto grazie al nuovo sistema Toyota Touch.» Abbiamo deciso di attaccare, di dare una grande chance al successo di questo modello partendo con un’offerta lancio che durerà poche settimane velocità di crociera della gamma ibrida è stata nell’ordine del 1,5% di share sul mercato e quindi siamo molto fiduciosi per il 2014 della nostra gamma ibrida, oggi sempre più grande ed articolata.» L’ibrido è fondamentale anche nei segmento B e C «Sul segmento B e C stiamo ottenendo risultati importanti grazie alle nostre proposte ibride. Escludendo flotte e noleggi abbiamo l’8,5% di market share con Yaris Hybrid, che è risultata essere la vettura di questo segmento più venduta a Milano e Roma. Qualcuno potrebbe dire che a Milano c’è la spinta dell’AreaC (si entra senza pagare ticket con le ibride, ndr) mentre a Roma non c’è alcun vantaggio nel possedere 108 un’auto con questa motorizzazione. La verità, probabilmente, è che questo doppio primato è un segnale di quanto l’ibrido stia attecchendo anche sul mercato italiano.» State investendo moltissimo nel segmento C. Come sta andando? «Per una azienda come la nostra il segmento C è molto importante per far segnare volumi. Nel segmento C, ad onor del vero, non siamo mai stati molto forti perché in Italia ci siamo sempre concentrati molto su Yaris e RAV4. Oggi, con Auris, Auris TS, Verso e Prius Plus stiamo crescendo molto anche in questo segmento tanto che pensiamo di salire dal 6,4% del 2013 (10.000 unità) al 9,7% del periodo 2015/2016 (20.000 unità) con percentuali tra i privati molto interessanti. Il quarto trimestre del 2013, grazie all’arrivo della Auris TS, ha già dimostrato che la nostra gamma è in grado di tenere un passo del 9,6%.Sul segmento C, oggi, ci sentiamo forti ed abbiamo un’offerta completa che anche in termini di dimensione copre dai 4,3 ai 4,6 metri con motori benzina, diesel ed ibridi.» Come si compone la nuova gamma Verso? «Lo sviluppo della gamma Verso 2014 è molto semplice. Già con il modello d’accesso offriamo 7 posti, Easy Flat, sicurezza al top, ma per noi il pubblico italiano si orienterà sulla versione centrale Active che vanta cerchi da 16”, Toyota touch con telecamera di parcheggio, climatizzatore e retrovistori a chiusura elettrica. Per chi vuole il massimo prevediamo anche un terzo allestimento, Style Pack, che offre anche cerchi da 17”, tetto panoramico in vetro, fari allo xeno con luci diurne a led e sensore di pioggia e crepuscolare. I listini partono da 23.350 della 1.6 Valvematic mentre la diesel si incontra a 24.800 euro. Ma in fase di lancio avremo una promozione molto speciale.» Promozione? Ce ne vuole parlare? «I listini oggi in Italia raccontano poco. Quando si entra in una concessionaria di qualsiasi brand c’è sempre uno sconto che va da 4.500 e 5.500 euro e le vetture di questo segmento viaggiano orientativamente a 21.000 euro di media per le versioni a cinque posti. Noi abbiamo deciso di attaccare, di dare una grande chance al successo di questo modello partendo con un’offerta lancio che durerà poche settimane e che posizionerà Verso a 20.900 euro in allestimento Active e motore 1.6 D4-D. Il vantaggio cliente sul listino è dunque di 4.600 euro.» Vale per tutti gli allestimenti? «Sì l’esempio l’ho fatto appositamente sul motore diesel ed allestimento Active, perché sarà la combinazione più venduta, anche se vale per tutti i motori e gli allestimenti in gamma. Ci tengo a sottolineare anche che rispetto ai concorrenti questa promozione vale per tutti, con o senza ritiro di usato. Si tratta di un’offerta eccezionale visto che, comparando tutti gli optional in funzione del prezzo, siamo almeno del 2% più competitivi rispetto alla media delle concorrenti.» Con il nuovo diesel D-4D mettete Verso nel cuore del segmento «Sì, andiamo a coprire un buco d’offerta che avevamo in precedenza. L’80% del mercato MPV di segmento C è diesel e l’80% sceglie motori con potenze tra 100 e 120 CV, ovvero proprio dove siamo noi oggi 109 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Eugenio Franzetti «Il nostro passato ispira le auto di oggi e domani» di Alessandro Colombo | Abbiamo parlato ad Automotoretrò con Eugenio Franzetti, Direttore delle Relazioni Esterne di Peugeot Italia, dell’impegno del Leone in vari ambiti: mercato, classic e motorsport I In occasione della 32ª edizione di Automotoretrò abbiamo avuto modo di parlare con Eugenio Franzetti, Direttore delle Relazioni Esterne di Peugeot Italia, della presenza del Leone all’evento torinese e del suo impegno nel mondo delle vetture classiche, del motorsport e di altro ancora. Peugeot ad Automotoretrò «Peugeot è molto, molto attaccata al suo passato alla sua storia e a quello che è il mondo delle auto classiche, da sempre. Quindi ovviamente partecipa a tutte quelle che sono le manifestazioni in Italia: Torino e Padova per citarne alcune. Questo perché nel nostro DNA c’è il grande rispetto per il nostro passato, che è poi fonte d’ispirazione per il nostro presente e per il nostro futuro». 110 Intervista Periodico elettronico di informazione motociclistica Cosa si fa per valorizzare i possessori di vetture storiche? «In Italia abbiamo un club al quale tutti i possessori di Peugeot storiche possono iscriversi. Attraverso questo organizziamo dei raduni, degli incontri e ogni anno poi l’Aventure Peugeot - che è il grande club mondiale - organizza il RIAP, ovvero il Raduno Internazionale dell’Aventure Peugeot, che quest’anno sarà in Inghilterra a Southampton, ove anche noi con il nostro club storico parteciperemo con alcuni dei nostri soci. Siamo molto attenti (a l mondo del classico, ndr). E’ una vera e propria tribù di appassionati del marchio con delle vetture d’epoca di qualsiasi genere». Qua avete delle vetture da corsa molto belle. Vogliamo parlare del mondo racing? «Sì. Peugeot riserva molta attenzione al passato ma riserva anche tanta passione nei confronti del motorsport, che fa parte del DNA del marchio Peugeot. In questo caso abbiamo unito le due cose, perché ci sono delle vetture da Rally d’epoca e quindi uniamo un po’ i due mondi. Questo perché da sempre Peugeot è presente nel motorsport. Da quando è nata l’automobile è nato poi l’aspetto sportivo della stessa». piccole vetture sportive. In questo caso abbiamo qui esposte la 204 gruppo 2, la 104 gruppo 2 e la 205 gruppo A, vetture sportive piccole, facili da condurre, e che permettono a tutti di poter vincere nelle proprie domeniche le gare sotto casa». Parlando di Rally, cosa ci si deve aspettare quest’anno da Paolo Andreucci? «Quest’anno correremo ancora con Paolo Andreucci e Anna Andreussi nel CIR. Arriva la nuova macchina, la 208 Turbo 16 in categoria R5, per cui una vettura che ci permetterà nuovamente di poter provare a vincere il Campionato Italiano Rally, sia piloti che costruttori. L’esordio è previsto al Rally del Ciocco, quindi speriamo in bene. E’ un momento importante perché è una nuova macchina, quindi comincia una nuova era per noi». L’anno scorso ci avete stupito alla Pikes Peak. Avete qualcosa in serbo per sorprenderci ancora? «Vediamo. Intanto siamo tutti concentrati, sia noi che Peugeot Sport, nel finalizzare il prodotto 208 Turbo 16, che è una macchina che permetterà a tutti di poter correre e vincere nei propri campionati. E poi è stata annunciata da poco la presenza, sempre di Peugeot Sport, di una macchina nel Campionato Mondiale FIA Rally Cross, che è una specialità in grande crescita e con dirette televisive che hanno permesso di spettacolarizzare il mondo dei Rally. Per il futuro vedremo». Sarebbe bello rivedere Peugeot a Le Mans... «Le Mans ci ha visti protagonisti per tanti anni ed anche vincenti. Adesso ritorniamo a concentrarci sulle strade sterrate, con Rally e Rally Cross. Questo è un po’ l’ambito nel quale ci stiamo concentrando di più». Cosa si può fare in questo contesto di mercato per migliorare quella che è la situazione generale? «Continuare ad investire in nuovi prodotti. Nuovi prodotti affascinanti, di grande design e di grande qualità. Questa secondo noi è la strada giusta». Peugeot ha un grande palmarès in questo ambito «Nella storia del marchio Peugeot ci sono vittorie prestigiose: Indianapolis, Le Mans, Campionati Mondiali Rally, la Pikes Peak. Da sempre siamo protagonisti nel motorsport, ma lo siamo anche con le 111 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica Patenti digitali e lotta ai non assicurati «Risparmi solo sulla carta» di Enrico De Vita | Il governo annuncia risparmi per 11 milioni di euro grazie alla patente digitale e polizze assicurative meno care grazie all’incrocio delle banche dati. I risparmi però sono solo sulla carta. Ecco perché N on è raro di questi tempi vedere le prime pagine dei giornali con titoli a caratteri cubitali, che annunciano vantaggi economici di varia natura per i cittadini. Ormai siamo abituati a questo o a quell’esponente politico che annuncia, prima, un abbassamento della pressione fiscale, poi, vantaggi indefiniti per gli utenti, e infine sconti consistenti sui servizi. L’ultimo in ordine di tempo è quello del 20% sui pendolari delle autostrade. Pochi si prendono la briga di andare a vedere cosa si nasconde dietro a quel titolo di giornale. E ancor meno cercano di capire come si articola quel nuovo provvedimento e se effettivamente avrà una ricaduta positiva per le tasche dei cittadini. 11 milioni di euro di risparmi e polizze meno care. Sarà proprio così? L’ultimo annuncio in questa direzione è quello del Ministero delle Infrastrutture, per bocca del sottosegretario Erasmo DAngelis, che 112 introducendo la nuova patente plastificata per tutti e l’inedito sistema di incrocio delle banche dati per scovare i “furbi” che circolano senza polizza RC Auto, promette cospicui vantaggi per le casse dello Stato e per gli Italiani. In particolare la patente plastificata, che manda in pensione quel cimelio sgualcito che era diventata la vecchia licenza di stoffa appesantita da strati di marche da bollo, dovrebbe consentire alle finanze pubbliche, secondo l’esponente del governo, di risparmiare ben 11 milioni di euro grazie alla gestione informatizzata dei dati. L’incrocio della banche dati poi, dovrebbe mettere allo scoperto i 4 milioni di veicoli non assicurati, aprendo la strada quindi ad una significativa riduzione dei prezzi delle polizze da parte delle compagnie. Per cercare di fare chiarezza sulla questione Enrico De Vita, editorialista di Automoto.it, si è confrontato su Rai 1, all’interno del programma “Uno Mattina”, proprio con il sottosegretario D’Angelis, portando alla luce più di una perplessità sui nuovi provvedimenti governativi. Bene l’informatizzazione, ma costi di rinnovo ancora più elevati rispetto all’Europa Dice De Vita: «Ogni anno vengono rinnovate quasi 5 milioni di patenti in Italia. Questo significa che fino ad oggi arrivavano alla Motorizzazione Civile circa 5 milioni di certificati forniti dai medici delle ASL, incaricati di controllare la vista e l’udito di chi si mette alla guida, ma anche altri 5 milioni di certificati che raccontavano la storia clinica di ciascuno, un’anamnesi che andava richiesta al proprio medico curante. In breve si producevano qualcosa come 10 milioni di certificati, che spesso si disperdevano, senza contare i ritardi che inevitabilmente arrecavano all’intero processo di rinnovo. Da oggi queste informazioni verranno trasmesse per via informatica, quindi finalmente non ci saranno più milioni di certificati che viaggiano per la Penisola con destinazione Roma». «Al cittadino, il nuovo sistema di gestione informatizzata costerà poco di più rispetto al passato. Bisognerà mettere in conto soltanto i 6 euro che le Poste Italiane chiedono per inviare a casa la raccomandata con la nuova patente. Dal punto di vista dei costi generali però dobbiamo sottolineare che siamo i più cari D’Europa. Infatti, in altri Paesi, per esempio in Gran Bretagna, la patente è valida dai 18 ai 65 anni: viene richiesta la visita medica al momento del conseguimento, e poi a 65 anni. Durante questo intervallo i medici di famiglia sono tenuti a segnalare al DOT (dipartimento dei trasporti) l’insorgere di malattie nei loro pazienti che potrebbero comportare conseguenze per gli altri. Solo in tal caso scatta una visita suppletiva ad hoc. Noi invece siamo obbligati a controlli molto 113 Periodico elettronico di informazione motociclistica “ Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Non si è ancora capito come si farà in pratica a controllare (tutti o solo alcuni?) e soprattutto chi e come si prenderà cura di inviare le comunicazioni a coloro che risulteranno irregolari. Bisognerà inviare 4 milioni di lettere? più frequenti e su tutti i patentati: uno ogni 10 anni fino al cinquantesimo anno di età, poi uno ogni 5 anni fino ai sessant’anni e così via. Con la conseguenza che le malattie contratte durante la validità della patente rimangono in incognito. E mettono a repentaglio la sicurezza di tutti. Aggiungiamo che queste visite (ripetute e frettolose) pesano sulle tasche degli Italiani in maniera non indifferente, dal momento che ogni volta bisogna sborsare mediamente 140-150, fra certificati medici e bolli». D’Angelis: «Si ripasmieranno 11 milioni.» De Vita: «Non è proprio così» Secondo il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, intervenuto in trasmissione, grazie alle nuove patenti lo Stato potrà risparmiare circa 11 milioni di euro l’anno, grazie alla gestione più snella della burocrazia. Dai 15 milioni di euro che il Paese spendeva in passato, D’ora in poi la gestione delle patenti non richiederà più di 3 milioni. E afferma che la nuova patente non è falsificabile, perché la foto è riprodotta in forma digitale e che quindi avremo 114 maggior sicurezza nei controlli. Per De Vita però la faccenda è più complessa. Non è stata infatti semplificata la burocrazia che ruota attorno alle patenti, ma semplicemente informatizzata la fase di trasmissione dei documenti. Le complicazioni, i costi per il cittadino, la perdita di tempo sono rimasti invariati. E soprattutto è rimasta invariata la frequenza periodica di tali adempimenti. Ricordiamo che quando ai medici di famiglia venne proposto il sistema inglese obiettarono “noi non facciamo la spia ai nostri pazienti”. Poi quando venne richiesto loro – un paio d’anni fa – di rilasciare il certificato anamnestico con la storia clinica di ciascuno, accettarono. A pagamento. Quanto alla patente non falsificabile, osserviamo che il problema non consiste nel fatto che alcuni guidano con documenti contraffatti. Molto più semplicemente la patente è vera, ma comperata. Ovviamente, senza aver sostenuto esami e perfino senza conoscere la lingua italiana. Per non parlare di quelli che – grazie alla mancanza di controlli – guidano senza patente o con patente revocata. Recenti tragici avvenimenti lo confermano. D’Angelis: «Caleranno i prezzi delle polizze.» De Vita: «Ancora tutto da capire» D’Angelis passa poi a parlare del nuovo sistema messo in atto dal governo, che dovrebbe permettere, grazie all’incrocio dei dati provenienti dalle compagnie assicurative e dalle telecamere poste sulle strade, di arginare il fenomeno dei veicoli privi di copertura assicurative, che in Italia sfiora – secondo l’Aci - la spaventosa quota di 4 milioni di veicoli. Secondo il sottosegretario, andando a scovare i “furbi” si potranno ridurre i costi delle polizze RC Auto. Ma anche in questo caso De Vita rimane molto cauto: «Il nuovo sistema che incrocia le diverse banche dati potrebbe ridurre il costi delle polizze, ma solo sulla carta. In realtà non riuscirà a contenere i prezzi delle assicurazioni nemmeno di un euro. Già oggi paghiamo – attraverso il fondo di solidarietà – i danni provocati da coloro che non sono assicurati; in futuro saranno le assicurazioni a risarcire tali sinistri e in pratica, per tutti noi, cambierà ben poco. A meno che non si riesca di colpo a far pagare tutte le polizze inevase, ma credo che questo sistema abbia bisogno di diversi mesi per andare a regime. Non si è ancora capito come si farà in pratica a controllare (tutti o solo alcuni?) e soprattutto chi e come si prenderà cura di inviare le comunicazioni a coloro che risulteranno irregolari. Bisognerà inviare 4 milioni di lettere?» De Vita, che non ha avuto modo di completare la sua replica in diretta, considerati i ristretti tempi televisivi, precisa su Automoto.it che non è ancora chiaro se è già stato compilato l’elenco dei non assicurati (e in questo caso conterrà milioni di targhe di veicoli che non circolano più da anni) 115 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb o se ogni volta che un veicolo passa sotto il lettore ottico delle targhe (ZTL, Tutor, caselli autostradali) partirà l’interrogazione al cervellone del Ced (Motorizzazione) per chiedere se è coperto o meno da assicurazione. Il che presuppone che vengano sottoposti a domanda tutte le vetture costantemente in circolazione. Ovvero 5-7 milioni, con relativo intasamento informatico. Mistero che scopriremo fra qualche mese. D’Angelis dichiara che il Ministero è già in grado oggi di individuare tutti coloro che non hanno una regolare assicurazione, ma le forti perplessità rimangono perché, come spiega De Vita «Tutto il sistema si basa sul fatto che bisogna fidarsi ciecamente delle banche dati fornite dalle assicurazioni, aziende che hanno impiegato 30 anni per comunicare l’elenco dei non assicurati. E soprattutto del loro costante aggiornamento». 116 D’Angelis: «Forti sconti con la scatola nera.» De Vita: «Per ora prezzi invariati». D’Angelis sembra anche dimenticare che in Italia abbiamo le assicurazioni più care d’Europa, quando afferma che il mercato assicurativo nel nostro Paese “vive in uno stato di libera concorrenza e quindi ognuno può scegliere l’offerta più vantaggiosa, facendo i preventivi tra le diverse compagnie e scegliendo liberamente di installare la cosiddetta scatola nera a bordo del veicolo”, un dispositivo che, a suo parere, permette di ricevere “forti sconti”. Anche in questo caso la precisazione di De Vita ci disegna un quadro più completo della situazione. Secondo De Vita infatti la scatola nera, così come le altre misure che avrebbero dovuto portare a forti sconti (riparazioni presso carrozzerie autorizzate, i spezione preventiva dello stato di carrozzeria, tariffe uguali in tutta Italia e non più differenziate per area geografica) sono state stralciate dal decreto “Destinazione Italia” e rimandate a un nuovo testo dedicato solo al tema della RCauto, e che verrà sottoposto al Parlamento entro marzo. Come abbiamo già scritto su Automoto.it e su Moto.it tutti gli attori della faccenda hanno colpe, a partire dal cittadino che considera una fortuna essere stato tamponato, agli studi legali che considerano la RC Auto una sorta di ammortizzatore sociale che porta beneficio a chi ha poco lavoro, allo stuolo di periti,avvocati, medici, liquidatori che lucrano su ogni passaggio del risarcimento, per finire alle compagnie di assicurazione che invocano le truffe come giustificazione efficace per gli aumenti. E si augurano non abbiano mai a mancare. 117 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica Assicurazioni, è caos Stop alla riforma, tutto da rifare. E gli sconti si allontanano di Matteo Valenti | Si ferma di colpo la riforma del settore Rc Auto perché le forze politiche in campo non hanno saputo trovare un accordo. Tutto da rifare quindi, ma intanto gli sconti sulle assicurazioni sembrano diventare sempre più un miraggio E’ di nuovo caos nelle assicurazioni. Come aveva già anticipato De Vita nel suo nuovo editoriale, nella riunione dei capigruppo di maggioranza e governo, andata in scena ieri mattina a Palazzo Chigi, si è deciso lo stralcio dell’articolo 8 di Destinazione Italia, ovvero di quel “pezzo” di legge destinato a riformare il settore Rc Auto per garantire, almeno nelle intenzioni iniziali, forti sconti per i cittadini. Per abbassare i prezzi delle polizze si era pensato di introdurre diverse novità a partire dalla scatola nera, per non parlare poi delle riparazioni presso carrozzerie autorizzate, dell’ispezione preventiva dello stato di carrozzeria, di tariffe uguali in tutta Italia e non più differenziate per area geografica, ma come troppo spesso accade nel nostro Paese le diverse forze politiche in campo non hanno saputo trovare un accordo. Da fonti della presidenza del Consiglio si apprende quindi che lo stralcio dell’articolo 8 era l’unica soluzione per superare l’ingorgo parlamentare che metteva a rischio l’approvazione del provvedimento e degli altri decreti. Tutto da rifare Il Pd sembra essere soddisfatto dello stralcio, che di fatto sblocca una situazione paralizzata, ma ora chiede un disegno di legge ad hoc per le assicurazioni. «Un atto di giustizia nei confronti delle associazioni di tutela delle vittime della 118 strada, dei consumatori e delle migliaia di piccole e medie imprese artigiane del settore dell’autoriparazione». Così Marco Di Stefano, parlamentare del Pd e componente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, commenta lo stralcio dell’articolo 8 del Decreto “Destinazione Italia” relativo alla RcAuto. «Ora, nell’ottica del rafforzamento della capacità operativa del Governo che tutti auspichiamo - sottolinea il deputato Democratico - si proceda con immediatezza alla presentazione di un nuovo disegno di legge che, raccogliendo i frutti dell’intenso dibattito di queste settimane, affronti il tema della Rc Auto dal punto di vista del rafforzamento del sistema delle garanzie per i cittadini e senza penalizzare inutilmente un comparto produttivo che assicura posti di lavoro senza nulla chiedere al bilancio dello Stato». Gli sconti in cantiere e le promesse Stralciato l’articolo 8 di Destinazione Italia, il pacchetto RC Auto passa ora ad un disegno di legge apposito che promette ribassi delle polizze fino il 23%. Il percorso parlamentare delle nuove norme sarà molto più lungo rispetto ai tempi di un decreto legge e probabilmente più accidentato, ma questo, nelle intenzioni della maggioranza delle forze politiche, permetterà un esame più completo ed organico della materia. «Chi pagava un premio Rc Auto di 1.000 euro all’anno, avrà una decurtazione a 770 euro», annuncia il comunicato di Palazzo Chigi. Il disegno di legge prevede infatti una serie di sconti per gli assicurati e sanzioni, in caso di violazioni, per le assicurazioni. Il primo ‘bonus’ è uno sconto del 7% sulla media dei prezzi regionali per l’applicazione della famosa scatola nera. In caso di mancata pubblicità o comunicazione è prevista una sanzione da 5.000 euro a 40.000 euro. Un ulteriore sconto del 5% e del 10% potrà essere ottenuto con il risarcimento in forma specifica presso carrozzerie convenzionate, così come si otterrà una riduzione del 7% per prestazioni di servizi medicosanitari resi da professionisti convenzionati con le imprese assicurative. Anche in questo caso, per mancanza di pubblicità e comunicazione è stabilita una sanzione da 5.000 a 40.000 euro. Sconto infine del 4% per il divieto di cessione del diritto al risarcimento, che usualmente si fa con carrozzieri o avvocati provocando un inevitabile rigonfiamento dei costi. Molte offerte simili sono in realtà già praticate dalle compagnie, compresi gli sconti per l’installazione della scatola nera. In regime di libero mercato, le riduzioni non sono però generalizzate e sono comunque diversificate a seconda della politica di prezzo praticata dalle singole imprese. Gli sconti si allontanano In ogni caso è al momento difficile vedere cumulate tutte le offerte e al livello che il governo tenderebbe ad imporre per legge. Tutte le nuove norme andranno infatti ad agire su una componente del costo del danno pari al 40% del totale. Per applicare uno sconto complessivo del 23% sulle polizze, quella componente dovrebbe quindi essere abbattuta drasticamente. L’obiettivo del provvedimento varato dal consiglio dei ministri rimane quindi in sostanza lo stesso, ma per gli automobilisti gli sconti, ammesso che un giorno si arrivi ad una decisione concreta, sono per il momento rinviati a data da destinarsi. Ancora un nulla di fatto quindi, proprio mentre le polizze del Bel Paese rimangono le più care d’Europa. 119 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Mazda MX-5 Ecco perché è diventata la roadster più venduta del mondo di Matteo Valenti | Nasce 25 anni fa per raccogliere l’eredità delle sportive inglesi ed italiane degli anni ‘60. Era una scommessa, ma oggi, dopo tre generazioni, 25 anni di storia e 920.000 unità prodotte, la Mazda MX-5 può dire di averla vinta 120 121 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Storia Periodico elettronico di informazione motociclistica con la parola “meed”) e in Giappone come Eunos Roadster – vince la scommessa, contro ogni aspettativa. A poca distanza dalla sua presentazione viene acclamata dalla stampa internazionale come un’auto che ha saputo finalmente rimettere al centro il piacere di guida, ad un prezzo, specialmente in alcuni mercati (meno in Europa a causa dei cambi sfavorevoli con la moneta giapponese) davvero accessibile. Jinba Ittai: fedele al concetto originale T re diverse generazioni e più di 900.000 clienti in tutto il mondo, che l’hanno trasformata nella roadster più venduta del mondo. È questo il biglietto da visita della Mazda MX-5, la cabriolet a due posti secchi giapponese, che oggi, 10 febbraio 2014, compie ufficialmente il suo 25° compleanno. Nasce 25 anni fa, ma si ispira agli anni ‘60 La MX-5 si faceva conoscere per la prima volta al grande pubblico mondiale al Salone di Chicago del 1989, lanciando una scommessa ardita: far rinascere la passione per le vetture sportive leggere (Lightweight SportsCar, LWS), tipiche degli anni ’60 e ’70, proprio in un momento in cui – siamo alla fine degli anni ’80 – la clientela mondiale si è completamente allontanata da questo tipo di auto. L’intuizione è di un americano amante del surf, Bob Hall, ex-giornalista dell’auto, poi entrato a far parte della divisione di Mazda negli Stati Uniti. Perché non realizzare una piccola sportiva a due posti, ispirata a vetture mitiche come l’Alfa Romeo Spider, la Lotus Elan e la Triumph Spitfire? Il concetto è semplice: motore anteriore, 122 trazione posteriore, peso il più contenuto possibile, zero spazio ai fronzoli. L’uomo chiave: Kenichi Yamamoto Bob Hall ha la fortuna di incontrare la giusta. E’ Kenichi Yamamoto, all’epoca a capo del reparto Ricerca&Sviluppo di Mazda, che fin da subito dimostra di credere in questo progetto, anche se, come tutte le scommesse, non offre nessuna garanzia per il futuro. Yamamoto riesce a convincere i vertici del costruttore giapponese ad investire nel progetto e da qui in avanti è storia nota. Gli ingegneri di Hiroshima riescono a rimanere fedeli al concetto iniziale di auto sportiva leggera, realizzando un telaio semplice ma al tempo stesso rivoluzionario, che riesce a mantenere il peso molto contenuto, garantendo al tempo stesso una grande rigidità strutturale, soprattutto se si considera che stiamo parlando di una vettura cabriolet. Il successo di questo modello, che ha caratterizzato ognuna delle tre diverse generazioni presentate dal 1989 ad oggi, si spiega facilmente. La MX-5 è una di quelle auto – non sono molte purtroppo – che è riuscita a rimanere fedele fino all’ultimo alla suo filosofia costruttiva originale. Ogni MX-5 prodotta, dalla prima serie NA fino all’attuale modello NC, riesce a regalare quello stile di guida tutto particolare che i giapponesi di Mazda amano definire “Jinba Ittai”, (letteralmente, cavallo e cavaliere come una sola cosa). In poche parole guidando una MX-5 si instaura tra il pilota e l’auto la stessa armonia che si realizza tra un cavallo e il suo cavaliere. Oggi MX-5, dopo un quarto di secolo, può vantare una carriera non indifferente con oltre 220 premi ad oggi in tutto il mondo, tra cui spicca il Car of the Year in Giappone ottenuto nel 2005-2006 il Guinness dei Primati per la due posti sportiva più venduta al mondo (920.000 unità nel mese dello scorso Dicembre). Un sito per celebrare 25 anni di storia Per celebrare la storia del suo fiore all’occhiello, Mazda è da oggi online con un sito web speciale interamente dedicato al 25° anniversario della MX-5. L’obiettivo è quello di mettere in contatto i fan della sportiva giapponese ed i suoi proprietari in tutto il mondo, attraverso un sito che offra Media Tanti nomi, un unico successo La Mazda MX-5 - conosciuta negli Stati Uniti come MX-5 Miata (probabilmente da “Miata”, una parola del tedesco arcaico che significa “guadagno”, “ricompensa”, tradotta in inglese 123 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb uno sguardo sia alla storia che al futuro della più popolare roadster di tutti i tempi, trasmettendo anche i concetti adottati dagli ingegneri per il suo sviluppo. Alfa Romeo e Mazda, la storia si intreccia di nuovo La storia di MX-5 in ogni caso sembra avere davanti altri importanti traguardi da raggiungere. La Casa di Hiroshima infatti è impegnata proprio in questo periodo a testare su strada i prototipi della quarta generazione, che potrebbe essere presentata già entro la fine di quest’anno. Una nuova MX-5 che promette di rimanere fedele alle origini e che interessa da vicino anche noi Italiani dal momento che andrà a fornire l’intera base meccanica per la futura e già annunciata Alfa Romeo Spider, attesa per il 2015. Curiosi i casi della storia. Dopo aver tratto ispirazione dalla Spider del Biscione - il motore della prima serie di MX-5 era un vero e proprio tributo di design a quello dell’Alfa - la nuova MX5 fornirà lo scheletro per la futura due posti Alfa. C’est la vie. 124 125 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Rally Periodico elettronico di informazione motociclistica N ove titoli mondiali nei rally il primo, quattro titoli mondiali nel turismo il secondo. E per quanto riguarda il terzo, una vittoria su due gare cui ha partecipato. Lo squadrone Citroen per il mondiale 2014 WTCC è di quelli da far paura. Sebastien Loeb è il plurivincitore mondiale rally che si era stancato e cercava nuove motivazioni, Yvan Muller, francese con nome tedesco ma che parla italiano, voleva una rivincita e Josè Maria Lopez cercava una squadra che gli consentisse di puntare alla vittoria. Alla fine l’impegno Citroen nel WTCC parte col piede giusto di chi è destinato a vincere, anche se la vettura, una C4 Elysèè, è stata praticamente creata da zero. Si tratta infatti di una C4 tre volumi, soluzione molto apprezzata nei mercati sudamericani e turco, derivata dalla C4 che conosciamo noi ma che con il cofano del bagagliaio, permetteva un nuovo discorso aerodinamico tutto da inventare. Mettere alettone e altro ancora su questa carrozzeria permette di avere dei vantaggi rispetto alle tradizionali due volumi, vedi Honda che è la prima rivale, e permette una distribuzione dei pesi diversa. Ma che impressione hanno tratto dai primi test? Basta chiederlo a Sebastien Loeb, tanto per cominciare: «Devo dire che la macchina mi sembra molto divertente, trasmette buone sensazioni, ma onestamente dico anche che c’è molto da lavorare, tante cose da sviluppare, non siamo ancora al 100 per 100, per cui dovremo capire ancora tante cose». Semplice pretattica o davvero la C4 ha qualcosa che non va? «Con le auto da corsa non sai mai cosa succede – prosegue Loeb – diciamo che il lavoro non ci manca, anche se a me piace molto questa avventura». sebastian Loeb «Avevo Bisogno di nuove motivazioni e il WTCC è quello che cercavo» di Paolo Ciccarone | E’ stata presentata nel corso di un evento dedicato la Citroen C4 Elysèè con cui Muller e Loeb correranno il WTCC 2014. Abbiamo parlato con entrambi i campioni di questa nuova sfida 126 127 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Dai rally alla 24 ore di Le Mans passando per il Porsche Cup sulle piste del mondiale F.1, per Loeb basta rally? «Direi di sì, avevo bisogno di nuove motivazioni, la pista mi piace, avrei voluto anche fare un GP di F.1 tanto per dire, sarà una svolta nella mia carriera, qualcosa di nuovo ma ad alto livello, davvero stimolante». Lasciando un campione del mondo per un altro, per giunta esperto della specialità visto che ha già vinto 4 titoli iridati, Yvan Muller è uno che fa capire di essere pronto a menare le mani… «Ho cominciato i collaudi da agosto dell’anno scorso al Paul Ricard – dice – stiamo sviluppando la macchina ma non posso fare alcun confronto con altre vetture guidate prima, specie con Chevrolet. Qui abbiamo una macchina più leggera di almeno 80 kg, più potente dei 300 CV di prima, 128 Rally Periodico elettronico di informazione motociclistica con una distribuzione dei pesi diversissima. E’ bella da guidare, va forte, ma sinceramente non ho idea di cosa possiamo fare». Timori per la Honda che si è presentata benissimo l’anno scorso? «Direi che fin tanto che non vedo cosa fanno, non faccio pronostici. Aspettiamo, ma credo saranno loro i rivali per il titolo anche se non mancheranno delle sorprese. Il WTCC quest’anno è tutto nuovo, penso che Citroen abbia fatto bene a entrare in questa categoria e di sicuro saremo protagonisti». Il fatto che le gare siano brevi e che su piste come Monza non foste particolarmente veloci (alcuni trofei monomarca giravano sugli stessi tempi, vedi Maserati e Seat) indica che forse la categoria sia un po’ sopravvalutata? «Ma non diciamolo affatto! A Monza era tutto rettilineo, una Maserati ha 450 CV noi meno di 300, lo stesso vale per i trofei che citavi. Se andiamo in pista guidate, diamo la paga a tutti, specie quest’anno con motori nuovi e telai nuovi. Certo le corse forse sono un po’ brevi (da 60-80 km a gara) ma la bagarre è assicurata, lo spettacolo pure, credo che con le Case presenti, e magari in futuro ne arriveranno altre, ci sarà anche qualche investimento in più. Per me è una categoria che darà grandi soddisfazioni a tutti,Citroen in testa» E Josè Maria Lopez che ne pensa? «Davanti a questi due campioni come Loeb e Muller ho solo da imparare e se per caso sto davanti, tutto da guadagnare…». E come si dice in questi casi, signori, accendete i vostri motori! 129 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Sport Periodico elettronico di informazione motociclistica EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. 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