Ormai siamo incompatibili

Lo scrittore
Irvine Welsh
Ormai siamo
incompatibili
A
partire da Traìnspotting
(1993), il suo esordio letterario, ha raccontato al mondo
una Edimburgo sottoproletaria
e disperata, ben lontana dagli
stereotipi della Scozia tradizionale. Oggi Irvine Welsh - nato
vicino a Edimburgo 56 anni fa si schiera per il "sì" al referendum indipendentista. Non
vuole sentir ragioni neanche
quando vengono dalla regina
che ha invitato gli elettori a riflettere bene.
"Un commento insensato che non vale nemmeno la pena discutere. Non posso votare
perché sono residente
all'estero - precisa
Welsh rispondendoci
da Miami - ma credo
anche che sia giusto così: è chi
vive in Scozia quotidianamente
a dover decidere il futuro del
suo Paese".
Un futuro che vede fuori dal Regno Unito.
La devoluzione mi sembra inevitabile, unico modo per colmare il deficit democratico che si è
creato dal momento in cui la
Scozia è diventata sempre più
diversa dall'Inghilterra, parti-
colarmente dal sud dell'Inghilterra. La differenza tra le due
realtà è così grande che non ci
può più essere una risposta in
chiave centralista.
Cosa si aspetta in caso di vittoria?
Che dalle ceneri di un vecchio
assetto hnperialista ormai in
decadenza possa nascere uno
Stato moderno e democratico.
Spero anche che un analogo
movimento abbia luogo in Galles.
Chi vuole tenere la Scozia dentro avverte: state attenti, sarete sicuramente più poveri.
Fanno il loro mestiere,
che altro dovrebbero
dire? Però non sanno
dare nessun buon argomento contro l'indipendenza.
Uno solo e vi sostengo, mi verrebbe da dire. Tutta la loro campagna è basata su due cose: l'appello alla nostalgia del passato e
la paura di un futuro al di fuori
dell'unione.
La Scozia in cui lei è nato e cresciuto, quella degli anni 60, era
diversa da quella post-thatcheriana che racconta nei suoi romanzi e racconti. Che cosa è
cambiato negli anni?
Il declino dell'unione tra Inghilterra e Scozia è un segno dei
tempi, e non ci si può fare nulla.
Tutti i benefici dell'unione per
gli scozzesi, o i trionfi condivisi
con gli inglesi appartengono ormai solo ai libri di storia. Mi riferisco all'era industriale,
all'impero, all'esprit des corps visto all'epoca delle due guerre
mondiali. Mi riferisco al caso
dello stato sociale e del sistema
sanitario nazionale, elementi
soggetti a un'opera di demolizione sistematica messa in atto
congiuntamente da conservatori e laburisti.
Secondo questa logica, la Scozia
è il baluardo della giustizia sociale contro il liberismo. Per
questo è meglio definirsi "scozzesi" piuttosto che britannici?
Aspetti, capisco dove vuole arrivare. Sono scozzese perché sono nato in Scozia, ma nazionalismo e patriottismo non mi interessano. Altra cosa è dire che
mi sento orgoglioso quando un
popolo si alza in piedi e abbraccia la democrazia, sfidando le
élite. Questo mi interessa molto
di più.
a.v.