nella sede del Bim - Federazione Trentina delle Pro Loco e Consorzi

Valli Giudicarie e Rendena
l'Adige
mercoledì 13 agosto 2014
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Maternità a Tione: «No ai colpi di mano»
Il Tribunale
del Malato:
«Prima va
garantito
un sistema
organizzativo
altrimenti
si creano
solo disagi
e difficoltà»
CONDINO
TIONE - Il Comitato Provinciale
del Tribunale del Malato interviene sulla riconversione della
rete ospedaliera trentina e, in
particolare, sulla proposta di
chiusura del reparto maternità
dell’ospedale di Tione. «Nella
riorganizzazione delle rete ospedaliera non si può procedere
con criteri computistici, ma, a
nostro avviso, - si legge in una
nota - secondo una valutazione
di ampio spettro che tenga conto dei molteplici fattori che dif-
ferenziano in maniera peculiare le nostre valli, attivando strutture e servizi capaci di rispondere al bisogno di salute di tutta la popolazione».
«Per quanto concerne il punto
nascita di Tione, l’annoso ripetersi del diritto di nascita fa rimarcare l’importanza dei reparti ospedalieri di ostetricia e ginecologia, ciò che deve essere
garantita è la nascita in sicurezza - afferma ancora la nota -. È
quanto mai importante delinea-
re questa riorganizzazione: si è
iniziato con una chiusura della
maternità di Borgo, seguita da
quella dell’ospedale San Camillo ed in previsione c’è la chiusura di Tione. Se si decidesse
per la chiusura, valutando la
qualità e la sicurezza per le
mamme ed i bambini, dobbiamo evidenziare che si deve garantire in contemporanea il sistema organizzativo di un percorso nascita sul territorio e
l’implementazione dei reparti
Il Piano territoriale del Chiese di dieci anni fa è lettera morta
che rimangono a disposizione
negli ospedali limitrofi e che la
mamma intende scegliere, per
non creare disagi e difficoltà di
sorta adeguando la situazione
alla nuova realtà. Le donne di
questa valle, ed anche di altre
valli, che devono partorire nei
prossimi mesi non devono essere vittime né di conflitti politici, né organizzativi, né di cambiamenti repentini con differenza di trattamento a seconda della collocazione geografica».
LOMASO
Palazzo Belli «stoppato»
nella sede del Bim
Dopo la ristrutturazione è ancora vuoto
IN BREVE
GIULIANO BELTRAMI
CONDINO - Cosa resta, dopo
dieci anni, del Piano territoriale del Chiese? Riformuliamo la
domanda: cosa non resta? Tiziano Salvaterra (tionese, docente universitario, uno degli studiosi più gettonati fra gli anni
’80 e ’90 dalle Amministrazioni
locali), chiamato dal Bim del
Chiese a fare un piano su come
utilizzare Palazzo Belli, il seicentesco edificio di Condino,
ha una risposta: «La formazione permanente è uno dei settori su cui si voleva scommettere, ma non è successo niente».
Ed ecco che nasce lo studio di
fattibilità per la creazione di «un
ente che sia di stimolo e di supporto allo sviluppo socio-economico-ambientale della valle
del Chiese in un’ottica di approccio antropologico allo sviluppo, in linea con quanto previsto a livello provinciale, nazionale ed europeo». Un ente
che operi al servizio del sistema locale, nel campo della ricerca, dello studio applicato al
territorio e della formazione
specializzante e continua, con
particolare attenzione alle zone di montagna, in relazione e
collaborazione con altri soggetti accademici, di ricerca e di studio».
Esemplifica le attività Salvaterra in alcuni settori: sviluppo turistico nelle zone di montagna,
energia pulita e/o rinnovabile,
filiera del legno dal bosco al
prodotto finito, creazione di
nuova classe dirigente, innovazione.
La forma giuridica prevista è la
fondazione, perché «rappresenta un ente di pubblica utilità,
definisce in maniera chiara la
proprietà dell’ente, che in questo caso potrebbe essere il Bim
del Chiese, un consorzio di tutti i comuni della valle attualmente il vero motore dello sviluppo da tutti riconosciuto».
Proprietà in mano al Bim, anche se non si nega la possibilità di partecipazione dei «mondi vitali».
Quello della proprietà del Bim,
dice Salvaterra, può essere vissuto come un elemento di debolezza, perché «la fondazione
non favorisce la partecipazione nel governo dell’ente, che rimane in mano alla proprietà.
Nel caso presente questo è anche auspicabile, onde evitare
di avere un’organizzazione slegata dalle istituzioni».
Salvaterra ha fatto le cose per
benino, allegando allo studio
una bozza di statuto e prevedendo la presenza di un comitato scientifico, composto dallo stesso Tiziano Salvaterra,
dall’antropologo Annibale Salsa,
da Arduino Salatin (già direttore dell’Iprase), dal sindaco di
Vallarsa e docente universitario Geremia Gios e da Maurizio
Piazza, laurea in ingegneria civile.
PINZOLO
Costa in concerto
Alle 21 al Paladolomiti il
pianista Matteo Costa.
Ingresso libero.
DARÉ
La mostra di Dalponte
Fino al 7 settembre a Casa
Cüs la mostra di Paolo
Dalponte «La guerra in
montagna». Inaugurazione
alle 20.30.
Palazzo Belli a Condino, ristrutturato dal Bim ma vuoto
Lo studio prevede che la struttura operativa sia composta all’inizio da due persone: un direttore generale e la sua segreteria, al quale spetta il compito «di coordinare gli aspetti organizzativi, logistici, burocratici ed amministrativi della fondazione, rapportarsi con il presidente del comitato scientifico nella predisposizione del
piano annuale di attività, rapportarsi con il presidente della fondazione per gli aspetti di
sua competenza».
Le entrate previste: «Contributi provinciali a valere su leggi
di settore o legate allo sviluppo del territorio o ai piani territoriali delle comunità, fondi
Europei, una volta che l’ente
abbia ottenuto l’accreditamento, incassi da prestazioni di servizi a favore di imprese ed enti
del territorio locale, partecipazione a progetti in qualità di
partners di altri enti guida a livello nazionale ed europeo, altre fonti pubbliche e private».
Nella fase iniziale, sottolinea lo
studio, «l’ente promotore (il
Bim, ndr) dovrà accollarsi sia i
costi fissi che buona parte dei
costi delle ricerche, fintanto
che l’ente non avrà acquisito
una sua identità e visibilità provinciale, nazionale ed europea».
Le spese previste sono divise
in due: costi fissi e costi variabili. Costi fissi. La previsione è
triennale: 2013, 100.000; 2014,
185.000; 2015, 185.000 euro. I
costi variabili arrivano ad assestarsi dal 2016 e per gli anni
seguenti a 200.000 euro, più
eventuale inflazione».
Avete letto bene: 2013, 2014,
2015. Lo studio (28 pagine e
8.000 parole, costato 10.000 euro iva compresa, consegnato
nel 2012) si è impantanato nella sede del Bim.
CADERZONE
Trio Swing Garnerama
Oggi, presso il Rione Lodron
Bertelli,Trio Swing
Garnerama in concerto. Ore
21.
BONDO
Libro su Campiglio
Alle 21 nella Chiesa di S.
Barnaba presentazione del
libro di Paolo Luconi Bisti
«Madonna di Campiglio
storia e mito di un villaggio
alpino», con Mario Antolini
Musón.
PONTE ARCHE
Orchestra Fuoritempo
Questa sera alle 21 al
teatro tenda esibizione
dell’Orchestra Fuoritempo.
Ingresso libero.
RANGO
Il libro di Devilli
Il libro di Danilo Devilli, «Il
rumore dei suoi passi» si
oresenta alle ore 20.30,
presso la sede
dell’Associazione Culturale.
Palio dell’Assunta
e cinque giorni
di festa campestre
DASINDO / VIGO LOMASO Cambia data, sforando oltre
Ferragosto, la Festa dell’Agricoltura con il Palio dei sette
Comuni, di Dasindo e Vigo Lomaso: quest’anno i capannoni della festa campestre lomasina aprono dal 13 al 17 agosto. Nei vicoli e nei vólti dei
due paesi della piana, i festeggiamenti iniziano oggi, al mattino, con l’inaugurazione della mostra d’arte e la sera con
il consueto appuntamento di
solidarietà in favore di suor
Pierina, missionaria in Sudan:
quest’anno un Festival di beneficenza dedicato ai duetti
più belli di tutti i tempi.
Abbinata alla manifestazione
c’è in questa odierna edizione anche una novità letteraria, per non far passare inosservato il bicentenario dalla
nascita del poeta Giovanni
Prati: è stato indetto un concorso di poesie, in dialetto o
in italiano, i cui vincitori verranno proclamati la sera di
Ferragosto, in un momento
specialmente dedicato alla letteratura in versi: inaspettatamente sono già arrivate decine di poesie, che verranno
esposte durante la festa.
La fattoria degli animali, la gincana dei trattori per i bambini, il Palio dell’Assunta e il derby dei cavalli avelignesi, la cucina fornitissima di piatti tipici: sono gli appuntamenti con-
sueti di una delle feste fra le
più partecipate delle Giudicarie.
Sette tappe quest’anno per la
popolare «Magnacorta dei
pancelonghe del Lomas», programmata per il 15 agosto, con
partenza alle 15.45 dalla casa
di Giovanni Prati: una passeggiata animata e godereccia alla scoperta del territorio e delle bellezze naturali e architettoniche della piana del Lomaso. E dei suoi sapori più caratteristici. Da Dasindo fino a località Pal, con le patate del Lomaso e la Spressa delle Giudicarie, poi Stumiaga e gli scorci di Maso Pacomio, Curè e la
chiesetta di S. Vigilio, l’imponenza di Castel Campo e a seguire località Marci per chiudere la camminata alla chiesa
di S. Maria Assunta. Lungo il
percorso, pane, dolci, miele,
vini, tutti i prodotti tipici lomasini faranno bella mostra
di sé ad ogni tappa.
L’associazione Festa dell’Agricoltura, in collaborazione con
Co.P.A.G. e l’Unione Allevatori delle Giudicarie Esteriori organizza per sabato 16 agosto,
alle 9.45, una conferenza di approfondimento per addetti ai
lavori dal titolo «Agricoltura:
protagonista di futuro» con
l’europarlamentare Herbert
Dorfmann, a relazionare sulle
novità della Pac, la politica
agricola europea.
D. R.
Pelugo | La festa unica nel suo genere che cucina le rane ha premiato gli ex presidenti delle Pro loco
Masere, un futuro lungo 40 anni
DENISE ROCCA
PELUGO – Compie
quarant’anni la Festa alle
Masere di Pelugo, la prima
grande festa della Val
Rendena, quella dove
accanto alla polenta si
mangiano le rane. E per
l’occasione i ragazzi della
Pro loco hanno deciso di
raddoppiare i tempi e
festeggiare per una
settimana intera. A dire il
vero, all’inizio, quando nel
1974 l’allora presidente
della Pro loco di Pelugo
Anselmo Morandini ideò la
manifestazione alla
«Masere», e il gruppo
giovani di allora ci mise
braccia e cuore per
realizzarla, la festa durava
addirittura due settimane:
impegno difficile da
mantenere e ultimamente
ci si limitava a tre giorni.
Ma per l’occasione la Pro
loco guidata ora da Layla
Ravese - giovane la
presidente e altrettanto
baldanzosi gli altri
volontari - si è voluto
tornare alla settimana,
quindi si festeggia fino al 14
agosto. L’originalità della
manifestazione deriva dalle
rane, che hanno pure
molto a che vedere con il
luogo: le «Masere» era
infatti una località
acquitrinosa. Fino al 1950
erano popolate da tanti
stagni che il comune
affittava alle donne di casa
per macerare – da qui il
nome della località – il lino
e la canapa che venivano
coltivate nelle campagne
circostanti e lavorate fino
ad arrivare ad un filo
pregiato usato poi per i
corredi delle spose.
«Nell’era del benessere – si
legge su un pannello in
legno nel parco – resta il
nome Masere a ricordare
quanto laboriose e attive
furono le nostre nonne». E
attivi lo sono stati pure i
ragazzi della Pro loco e
quelli che in occasione
della festa hanno dato loro
manforte: sabato sera tutti
gli ex presidenti sono stati
invitati per una cena,
naturalmente a base di
rane, e a sorpresa premiati
con una targa in legno,
incisa da uno dei giovani
della Pro loco, a suggello
del loro impegno. Per lo
scomparso Anselmo
Morandini è intervenuta la
figlia, e poi Luciano
Chiodega, Alberto Ongari,
Rudy Chiodega,
Michelangelo Ravese, Marco
Bosetti, Mauro Chiodega,
Paola Chiodega, Irma
Morandini fino all’attuale
presidente. «E’ un bel
gruppo – spiega Layla
Ravese – ben assortito e
indipendente. Lavoriamo e
sappiamo divertirci, e tanti
ragazzi anche di altri paesi
e turisti abituali vengono a
darci una mano proprio per
questo spirito che ci
caratterizza».