Valli Giudicarie e Rendena l'Adige mercoledì 13 agosto 2014 35 Maternità a Tione: «No ai colpi di mano» Il Tribunale del Malato: «Prima va garantito un sistema organizzativo altrimenti si creano solo disagi e difficoltà» CONDINO TIONE - Il Comitato Provinciale del Tribunale del Malato interviene sulla riconversione della rete ospedaliera trentina e, in particolare, sulla proposta di chiusura del reparto maternità dell’ospedale di Tione. «Nella riorganizzazione delle rete ospedaliera non si può procedere con criteri computistici, ma, a nostro avviso, - si legge in una nota - secondo una valutazione di ampio spettro che tenga conto dei molteplici fattori che dif- ferenziano in maniera peculiare le nostre valli, attivando strutture e servizi capaci di rispondere al bisogno di salute di tutta la popolazione». «Per quanto concerne il punto nascita di Tione, l’annoso ripetersi del diritto di nascita fa rimarcare l’importanza dei reparti ospedalieri di ostetricia e ginecologia, ciò che deve essere garantita è la nascita in sicurezza - afferma ancora la nota -. È quanto mai importante delinea- re questa riorganizzazione: si è iniziato con una chiusura della maternità di Borgo, seguita da quella dell’ospedale San Camillo ed in previsione c’è la chiusura di Tione. Se si decidesse per la chiusura, valutando la qualità e la sicurezza per le mamme ed i bambini, dobbiamo evidenziare che si deve garantire in contemporanea il sistema organizzativo di un percorso nascita sul territorio e l’implementazione dei reparti Il Piano territoriale del Chiese di dieci anni fa è lettera morta che rimangono a disposizione negli ospedali limitrofi e che la mamma intende scegliere, per non creare disagi e difficoltà di sorta adeguando la situazione alla nuova realtà. Le donne di questa valle, ed anche di altre valli, che devono partorire nei prossimi mesi non devono essere vittime né di conflitti politici, né organizzativi, né di cambiamenti repentini con differenza di trattamento a seconda della collocazione geografica». LOMASO Palazzo Belli «stoppato» nella sede del Bim Dopo la ristrutturazione è ancora vuoto IN BREVE GIULIANO BELTRAMI CONDINO - Cosa resta, dopo dieci anni, del Piano territoriale del Chiese? Riformuliamo la domanda: cosa non resta? Tiziano Salvaterra (tionese, docente universitario, uno degli studiosi più gettonati fra gli anni ’80 e ’90 dalle Amministrazioni locali), chiamato dal Bim del Chiese a fare un piano su come utilizzare Palazzo Belli, il seicentesco edificio di Condino, ha una risposta: «La formazione permanente è uno dei settori su cui si voleva scommettere, ma non è successo niente». Ed ecco che nasce lo studio di fattibilità per la creazione di «un ente che sia di stimolo e di supporto allo sviluppo socio-economico-ambientale della valle del Chiese in un’ottica di approccio antropologico allo sviluppo, in linea con quanto previsto a livello provinciale, nazionale ed europeo». Un ente che operi al servizio del sistema locale, nel campo della ricerca, dello studio applicato al territorio e della formazione specializzante e continua, con particolare attenzione alle zone di montagna, in relazione e collaborazione con altri soggetti accademici, di ricerca e di studio». Esemplifica le attività Salvaterra in alcuni settori: sviluppo turistico nelle zone di montagna, energia pulita e/o rinnovabile, filiera del legno dal bosco al prodotto finito, creazione di nuova classe dirigente, innovazione. La forma giuridica prevista è la fondazione, perché «rappresenta un ente di pubblica utilità, definisce in maniera chiara la proprietà dell’ente, che in questo caso potrebbe essere il Bim del Chiese, un consorzio di tutti i comuni della valle attualmente il vero motore dello sviluppo da tutti riconosciuto». Proprietà in mano al Bim, anche se non si nega la possibilità di partecipazione dei «mondi vitali». Quello della proprietà del Bim, dice Salvaterra, può essere vissuto come un elemento di debolezza, perché «la fondazione non favorisce la partecipazione nel governo dell’ente, che rimane in mano alla proprietà. Nel caso presente questo è anche auspicabile, onde evitare di avere un’organizzazione slegata dalle istituzioni». Salvaterra ha fatto le cose per benino, allegando allo studio una bozza di statuto e prevedendo la presenza di un comitato scientifico, composto dallo stesso Tiziano Salvaterra, dall’antropologo Annibale Salsa, da Arduino Salatin (già direttore dell’Iprase), dal sindaco di Vallarsa e docente universitario Geremia Gios e da Maurizio Piazza, laurea in ingegneria civile. PINZOLO Costa in concerto Alle 21 al Paladolomiti il pianista Matteo Costa. Ingresso libero. DARÉ La mostra di Dalponte Fino al 7 settembre a Casa Cüs la mostra di Paolo Dalponte «La guerra in montagna». Inaugurazione alle 20.30. Palazzo Belli a Condino, ristrutturato dal Bim ma vuoto Lo studio prevede che la struttura operativa sia composta all’inizio da due persone: un direttore generale e la sua segreteria, al quale spetta il compito «di coordinare gli aspetti organizzativi, logistici, burocratici ed amministrativi della fondazione, rapportarsi con il presidente del comitato scientifico nella predisposizione del piano annuale di attività, rapportarsi con il presidente della fondazione per gli aspetti di sua competenza». Le entrate previste: «Contributi provinciali a valere su leggi di settore o legate allo sviluppo del territorio o ai piani territoriali delle comunità, fondi Europei, una volta che l’ente abbia ottenuto l’accreditamento, incassi da prestazioni di servizi a favore di imprese ed enti del territorio locale, partecipazione a progetti in qualità di partners di altri enti guida a livello nazionale ed europeo, altre fonti pubbliche e private». Nella fase iniziale, sottolinea lo studio, «l’ente promotore (il Bim, ndr) dovrà accollarsi sia i costi fissi che buona parte dei costi delle ricerche, fintanto che l’ente non avrà acquisito una sua identità e visibilità provinciale, nazionale ed europea». Le spese previste sono divise in due: costi fissi e costi variabili. Costi fissi. La previsione è triennale: 2013, 100.000; 2014, 185.000; 2015, 185.000 euro. I costi variabili arrivano ad assestarsi dal 2016 e per gli anni seguenti a 200.000 euro, più eventuale inflazione». Avete letto bene: 2013, 2014, 2015. Lo studio (28 pagine e 8.000 parole, costato 10.000 euro iva compresa, consegnato nel 2012) si è impantanato nella sede del Bim. CADERZONE Trio Swing Garnerama Oggi, presso il Rione Lodron Bertelli,Trio Swing Garnerama in concerto. Ore 21. BONDO Libro su Campiglio Alle 21 nella Chiesa di S. Barnaba presentazione del libro di Paolo Luconi Bisti «Madonna di Campiglio storia e mito di un villaggio alpino», con Mario Antolini Musón. PONTE ARCHE Orchestra Fuoritempo Questa sera alle 21 al teatro tenda esibizione dell’Orchestra Fuoritempo. Ingresso libero. RANGO Il libro di Devilli Il libro di Danilo Devilli, «Il rumore dei suoi passi» si oresenta alle ore 20.30, presso la sede dell’Associazione Culturale. Palio dell’Assunta e cinque giorni di festa campestre DASINDO / VIGO LOMASO Cambia data, sforando oltre Ferragosto, la Festa dell’Agricoltura con il Palio dei sette Comuni, di Dasindo e Vigo Lomaso: quest’anno i capannoni della festa campestre lomasina aprono dal 13 al 17 agosto. Nei vicoli e nei vólti dei due paesi della piana, i festeggiamenti iniziano oggi, al mattino, con l’inaugurazione della mostra d’arte e la sera con il consueto appuntamento di solidarietà in favore di suor Pierina, missionaria in Sudan: quest’anno un Festival di beneficenza dedicato ai duetti più belli di tutti i tempi. Abbinata alla manifestazione c’è in questa odierna edizione anche una novità letteraria, per non far passare inosservato il bicentenario dalla nascita del poeta Giovanni Prati: è stato indetto un concorso di poesie, in dialetto o in italiano, i cui vincitori verranno proclamati la sera di Ferragosto, in un momento specialmente dedicato alla letteratura in versi: inaspettatamente sono già arrivate decine di poesie, che verranno esposte durante la festa. La fattoria degli animali, la gincana dei trattori per i bambini, il Palio dell’Assunta e il derby dei cavalli avelignesi, la cucina fornitissima di piatti tipici: sono gli appuntamenti con- sueti di una delle feste fra le più partecipate delle Giudicarie. Sette tappe quest’anno per la popolare «Magnacorta dei pancelonghe del Lomas», programmata per il 15 agosto, con partenza alle 15.45 dalla casa di Giovanni Prati: una passeggiata animata e godereccia alla scoperta del territorio e delle bellezze naturali e architettoniche della piana del Lomaso. E dei suoi sapori più caratteristici. Da Dasindo fino a località Pal, con le patate del Lomaso e la Spressa delle Giudicarie, poi Stumiaga e gli scorci di Maso Pacomio, Curè e la chiesetta di S. Vigilio, l’imponenza di Castel Campo e a seguire località Marci per chiudere la camminata alla chiesa di S. Maria Assunta. Lungo il percorso, pane, dolci, miele, vini, tutti i prodotti tipici lomasini faranno bella mostra di sé ad ogni tappa. L’associazione Festa dell’Agricoltura, in collaborazione con Co.P.A.G. e l’Unione Allevatori delle Giudicarie Esteriori organizza per sabato 16 agosto, alle 9.45, una conferenza di approfondimento per addetti ai lavori dal titolo «Agricoltura: protagonista di futuro» con l’europarlamentare Herbert Dorfmann, a relazionare sulle novità della Pac, la politica agricola europea. D. R. Pelugo | La festa unica nel suo genere che cucina le rane ha premiato gli ex presidenti delle Pro loco Masere, un futuro lungo 40 anni DENISE ROCCA PELUGO – Compie quarant’anni la Festa alle Masere di Pelugo, la prima grande festa della Val Rendena, quella dove accanto alla polenta si mangiano le rane. E per l’occasione i ragazzi della Pro loco hanno deciso di raddoppiare i tempi e festeggiare per una settimana intera. A dire il vero, all’inizio, quando nel 1974 l’allora presidente della Pro loco di Pelugo Anselmo Morandini ideò la manifestazione alla «Masere», e il gruppo giovani di allora ci mise braccia e cuore per realizzarla, la festa durava addirittura due settimane: impegno difficile da mantenere e ultimamente ci si limitava a tre giorni. Ma per l’occasione la Pro loco guidata ora da Layla Ravese - giovane la presidente e altrettanto baldanzosi gli altri volontari - si è voluto tornare alla settimana, quindi si festeggia fino al 14 agosto. L’originalità della manifestazione deriva dalle rane, che hanno pure molto a che vedere con il luogo: le «Masere» era infatti una località acquitrinosa. Fino al 1950 erano popolate da tanti stagni che il comune affittava alle donne di casa per macerare – da qui il nome della località – il lino e la canapa che venivano coltivate nelle campagne circostanti e lavorate fino ad arrivare ad un filo pregiato usato poi per i corredi delle spose. «Nell’era del benessere – si legge su un pannello in legno nel parco – resta il nome Masere a ricordare quanto laboriose e attive furono le nostre nonne». E attivi lo sono stati pure i ragazzi della Pro loco e quelli che in occasione della festa hanno dato loro manforte: sabato sera tutti gli ex presidenti sono stati invitati per una cena, naturalmente a base di rane, e a sorpresa premiati con una targa in legno, incisa da uno dei giovani della Pro loco, a suggello del loro impegno. Per lo scomparso Anselmo Morandini è intervenuta la figlia, e poi Luciano Chiodega, Alberto Ongari, Rudy Chiodega, Michelangelo Ravese, Marco Bosetti, Mauro Chiodega, Paola Chiodega, Irma Morandini fino all’attuale presidente. «E’ un bel gruppo – spiega Layla Ravese – ben assortito e indipendente. Lavoriamo e sappiamo divertirci, e tanti ragazzi anche di altri paesi e turisti abituali vengono a darci una mano proprio per questo spirito che ci caratterizza».
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