I numeri - Il Sole 24 Ore

Il Sole 24 Ore
Domenica 22 Giugno 2014 - N. 169
18
LETTERA AL RISPARMIATORE
BANCHE IN BORSA
Intesa, la sfida sull’estero
nel wealth management
Più ricavi da commissione
Inrialzoideterioratimacalailflussodinuovicreditiproblematici
Confermatalacedolada1miliardonel2014-FocussuBanca5
di Vittorio Carlini
I
ntesaSanpaolo,direcente,èalcentrodelle cronache per la futura scissione di Telco. Cioè, la scatola giuridica cui fa capo il
22,4%delTelecomItaliaedicuiilgruppobancariodetieneil7,34%.Abenvederesitrattadi
un’operazione che rientra nel più ampio
obiettivo, indicato nel piano d’impresa
2014-2017,dicederecirca1,9miliardidipartecipazioni non core entro il 2017. Un obiettivo
daalcunigiudicatoaggressivomachel’istituto di credito ritiene invece sensato. Al di là
delledismissioni,ilrisparmiatoreèperòinteressatoacapirel’andamentodelbusinessele
sueprospettive.
Ebbene,nel primotrimestre del2014 i proventi operativi sono rimasti invariati sui 12
mesimentrel’utilenettoèbalzatoversol’alto
(+64,4%). In particolare, i ricavi sono stati la
conseguenzadiuncocktaildidinamichecontrapposte.Èutile, quindi,analizzarle.
Dapprima, c’è quella del margine d’interesse(+4,1%).Quilaspintaèarrivatadalrialzo dello spread sulla clientela e dalla riduzione del costo della raccolta. Un doppio
evento in grado di più che controbilanciare
il calo di volumi degli impieghi. Quest’ultimi infatti, seppure c’è la ripresa dei prestiti
perimutui,soffronolamancanzadidomanda.Specialmente,dapartedellePminonfocalizzate sull’export.
La dinamica indicata, a fronte dell’importanzadell’erogazionedeiprestitiperunabanca, induce preoccupazione nel risparmiatore. IntesaSanpaolo rigetta il timore e articola
il pensiero. La ripresa degli impieghi, giocoforza legata anche alla rimonta del Pil, si vedrànella seconda metà del 2014. In particolare,nell’ultimotrimestreiprestitidovrebbero
essere in rialzo rispetto allo stesso periodo
del 2013. Peraltro l’andamento, è l’indicazione,èinlineaconilpianod’impresacheprevede,pergliimpieghiallaclientela,unacrescita
mediaannuatrail 2013eil2017del3,5%.
Manonèsolamenteilmargined’interesse.
Al di là dell’attività di negoziazione (-66,7%
sui12 mesi)edellacrescitadiquellaassicurativa(+9,1%),losguardoèversolecommissioni nette. Su questo fronte, rispetto allo stesso
esercizio del 2013, c’è da registrare un incremento dell’8,3%: in particolare, l’apporto del
risparmio gestito è aumentato del 29,9%. Insomma, un risultato positivo. Certo, può
obiettarsi che rispetto all’ultimo trimestre
del 2013 le «fee» sono calate del 2,2%. Tuttavia,alnetto diquellediperformance (volatili
e legate al trend di mercato) il saldo diventa
positivo (+6,2%). E comunque l’aumento sui
12 mesi, che replica quello del 2013 sul 2012
(+12,8%), mostra la rilevanza dei ricavi legati
al wealth management. Il focus sulla gestione/consulenzaèinfattipresentenelbusiness
plandellabanca.
Intesa,oltreall’altrettantoimportanteprogetto della banca d’impresa (nuovo Mediocredito Italiano), vuole creare tre nuovi poli.
Dapprima puòricordarsi quello assicurativo
che prevede l’integrazione di Fideuram Vita
(coniltargetal2017dicirca800milionidipremi nel ramo danni). Poi, c’è l’area dell’asset
management(integrazionetraEurizonCapitaleFideuramAM)concuisivuolearrivarea
295miliardidimassegestiteafinepiano.Infine,ilpolodelprivatebankingdoveèprevista
la combinazione di Banca Fideuram, Fideuram Investimenti e Intesa SanPaolo Private Banking (1,7 miliardi di ricavi nel 2017).
Si tratta di progetti rilevanti, come mostra lo
stessotargetrispettoalrapportotracommissioniericavicomplessivi:dal38%difine2013
sipuntaasalireal43%(semprenel2017).
Ciò detto, però, sorge il dubbio: l’integrazione di realtà differenti, quali ad esempio
quellecoinvoltenelpolodelprivatebanking,
possonoindurresovrapposizionieincontrareostacoli.Unacomplessitàchepuòrallentarel’esecuzionedelprogetto.Ilgruppobancario non condivide la considerazione. La strategia, come peraltro l’intero business plan, è
statadiscussaecondivisiapiùlivellietraidi-
MERCATO DOMESTICO
La riorganizzazione può essere frenata
dalla complessità dell’operazione
L’istituto ribatte che, essendo i progetti
discussi a più livelli e condivisi, i rischi
sono da considerarsi molto limitati
versi responsabili dell'operazione. L’ampio
coinvolgimento,èl’indicazione,limitamolto
irischidell’integrazione.
Ciò detto, il progetto del polo nel private
banking è previsto tra fine 2014 e inizio del
2015. Un timing che, nell’ipotesi del mercato,
dovrebbe essere di poco anticipato da quella
nell’asset management. Qui, infatti, la road
mapparemenodifficoltosa.Enonsolo.Deve
infattiricordarsi,aldilàdell’integrazionedomestica, la volontà di crescere oltre confine.
Ebbene, il target di un socio internazionale
perlefabbricheprodottonelrisparmiogestito è un passo fondamentale per lo stesso privatebanking.Cioè,lacreazionediunapiattaforma internazionale nell’asset under managementpuòcostituireilvolanoperl’articolazioneesteradellostessoprivatebanking.
Fin qui alcune indicazioni sui ricavi. Quale, però, l’andamento degli oneri operativi?
Nel passato tutto il settore bancario ha concentrato gli sforzi nel taglio degli costi. La
stessa Intesa Sanpalo è passata dalla riduzione del 3,3% (2008 su 2007) a quella del 4%
(2009 su 2008) fino al calo del 6,3% (2013 su
2012). Una dinamica, realizzata anche grazie
alla riduzione di personale, che ha permesso
di fare scendere il cost/income. E però, nel
primoprimotrimestredel2014,glionerioperativisonopiattisui12mesi(+0,1%)conlespese amministrative in calo e quelle del personalein aumento (+1%).Certo, in tre mesinon
si definisce una tendenza. Tuttavia, proprio
nel piano d’impresa la banca indica una cre-
scitamediaannuadell’1,4%deglicostioperatavi. È ben vero che il gruppo fissa l’obiettivo
del cost/income nel 2017 al 46,1% (ora è al
50,8%).Dettociò,l’incrementopuòinterpretarsi come un minore pressing sul fronte dei
costi.Ilche,adalcuni,fa storcereilnaso.
Intesa rigetta la considerazione e fa una
premessa. Durante la crisi, il gruppo ha focalizzatoglisforziperaumentarelaliquidità(rispettati già adesso i requisiti di Basilea 3) e la
solidità patrimoniale. In particolare, è l’indicazione, a fine marzo il Common equity pro
forma (considerando l’applicazione di Basilea 3, il beneficio della cessione della partecipazione in Bankitalia e il Danish compromise) è al 12,6%. Cioè, un valore superiore a
quanto(9%)chiestodallanormativa.
Risolto il tema della solidità, indica Intesa,
l’obiettivoèdicrescere.Diquilaconcretizzazionedistrategie(come,adesempio,l’azionariatodiffusoaidipendentiperincentivarnela
produttività) che sì, pesano sui costi. E però
spingonoperlosviluppodelbusiness.
In tal senso, tra i focus del 2014 c’è Banca 5.
Si tratta della nuova unità, all’interno della
Banca dei Territori, chiamata a potenziare i
ricavi da 5 milioni di clienti che al momento
intrattengono con Intesa relazioni «minime». Il gruppo punta a offrire loro almeno 5
prodotti chiave (dalle carte di debito ai piani
d’accumulo)epassaredall’attualericavomedio per cliente di circa 70 euro a 140 nel 2017.
In quest’ottica è stato costituito un nucleo di
1.800 gestori sparsi per il territorio. A regime
Banca 5 dovrebbe contare su 3mila persone.
Insomma,ilmessaggioèpuntaresullacrescita.Ilche,peraltro,nonvuoldirenongovernare i costi: entro il 2017, ad esempio, è prevista
lachiusuradicirca800filiali.
Al di là del focus sul giusto mix tra investimentiecrescita,c’èperòunaltrotemadaanalizzare: i crediti deteriorati. Ebbene, il loro
stock al 31 marzo scorso è salito. In particolare,quellolordo(ilnettoconlemaggiorirettifiche è cresciuto meno) si è assestato a 58,4
miliardi (erano 57,3 a fine 2013). Un trend che
inducepreoccupazionenelrisparmiatore.
Intesa di nuovo rigetta i timori. Dapprima,
la banca sottolinea che i flussi da in bonis a
problematici sono in calo: nel primo trimestredel2014quelli lordisonoscesi del17,5%e
quellinetti del24%. Epoi,rileva chelacopertura (anche in previsione dell’Asset quality
review)è salita sul totale al 46,7% (62,9% per
le sofferenze). Insomma, ricordando che il
trenddeicreditideterioratièlegatoalladinamicadell’economia,lasituazionevieneconsideratasottocontrolloegestibile.
Anche per questa dinamica della qualità
degliasset,Intesaconfermatralealtrecosela
roadmapsuldividendoordinario:10miliardi
complessivi al 2017 di cui un miliardo nel
2014.Poi,apartiredal2016-17,cidovrebbeessere la distribuzione del capitale in eccesso
rispetto ai requisiti regolamentari, non usato
inaltrimodi.
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PIANO INDUSTRIALE 2014-2017
ANALISI TECNICA
11,8%
1,9 euro
L’obiettivo rispetto al Rote
per l’esercizio del 2017
Sopra questo livello
l’impostazione è positiva
Domande & risposte
I numeri del gruppo Intesa Sanpaolo
Proventi
operativi
netti
Risultato
della gestione
operativa
4.108 4.108
2.022 2.025
BILANCI
TRIMESTRALI
A CONFRONTO
Risultato
corrente al lordo
delle imposte
953
Risultato
netto
778
503
306
Dati in milioni
I trimestre 2014
I trimestre 2013
DINAMICA
DELL’UTILE
NETTO
306
Risultato netto I trim. 2013
83
Interessi netti
122
Commissioni nette
(303)
Attività di negoziazione
I dati, in milioni,
indicano la
variazione dal
I˚trim. 2014
al I˚trim. 2013
98
Attività assicurativa e altro*
(13)
Personale
10
Spese amministrative e ammortamenti
81
Rettifiche nette su crediti
Altre rettifiche e accantonamenti utili**
97
Tasse
(0)
Altro
22
Risultato netto I trim. 2014
503
* Risultato assicurativo. Dividendi e altri proventi (oneri) di gestione
** Retifiche di valore nette su altre attività. Utili (perdite) su attività finanziarie detenute
a scadenza e su altri investimenti. Accantonamenti netti a fondi rischi e oneri
VARI TARGET
PIANO 2014-’17
RISULTATO NETTO*
In miliardi di euro
2013
1,2
2017
4,5
COST/INCOME
In percentuale
2013
51,3
2017
46,1
LEVA FINANZIARIA**
Indice
2013
~17
2017
~17
2013
16,3
2017
19,2
RETTIFICHE NETTE/CREDITI
Punti base
2013
207
2017
80
Fonte: Società
INTESA SANPAOLO
A PIAZZA AFFARI
PROV. OPERATIVI NETTI
In miliardi di euro
(*) Pre rettifiche su Avviamento/
altre attività intangibili
(**) Totale attivo tangibile/
Patrimonio netto tangibile
compreso Risultato netto al netto di dividendi pagati o da
pagare - ed esclusi Avviamento
e altre attività intangibili
19/06/2013
19/06/2014
200
e Quali indicazioni dell’analisi
tecnica?
Prosegue la fase positiva per Intesa. Il
titolo, nelle ultime settimane, ha toccato
quota 2,6 euro, il massimo dalla
primavera del 2010. Il movimento
ascendente è stato contrassegnato da due
passaggi: il primo, nel settembre 2013, con
l’uscita dalla fase di congestione e il
superamento della resistenza di 1,5 euro.
Il secondo, a inizio anno, con la rottura al
rialzo dell’area intorno a 1,9 euro.
L’azione poi ha allungato e oggi ha come
obiettivo il target di 3 euro che equivale al
massimo toccato all’inizio del 2010. Il suo
superamento sarebbe un segnale molto
importante e la conferma di
un’inversione rialzista di medio e lungo
termine. La dinamica dei volumi
nell’ultimo anno è stata sostenuta e
l'impostazione dell'azione resterà
positiva nel medio fino a quando i corsi si
muoveranno sopra 1,9 euro.
r Quali i principali obiettivi di conto
economico al 2017?
Intesa indica proventi operativi netti a
19,2 miliardi, di cui interessi netti a 9
miliardi e commissioni nette per 8,2
miliardi (+7,4% la crescita media annua).
Il risultato della gestione operativa, dal
canto suo, dovrebbe assestarsi a 10,3
miliardi mentre il risultato netto è
previsto (pre-rettifiche su
avviamento/altre attività intangibili) a
4,5 miliardi.
t Quali i principali obiettivi sulla
redditività al 2017?
Intesa Sanpaolo stima un Rote all’11,8%
dal 3,4% del 2013. La leva finanziaria, dal
canto suo, è prevista stabile intorno a 17.
u Il costo del rischio del credito è
considerato alto da alcuni
risparmiatori. Sussiste un problema?
Intesarigetta l’ideachesitratti diun livello
elevato.Certo,afine 2013 ilrapportotra
rettifichenettee impieghinetti eraa 207
puntibase.A finemarzo scorso, però,era
giàsceso a 120basispoint annualizzati.
Quindi,in primis,c’èla dinamica positiva.
Inoltre,il livellodelcosto delrischiodel
creditoè dovutoall’aumentodelle
rettifiche,cuiconseguonomaggiori
coperture,inprevisioni dell’asset quality
review.Quindi, la situazione èsotto
controllo.L’obiettivo afine 2017è circa80
puntibase.
i La crisi in Ucraina, con eventuali
ulteriori sanzioni alla Russia, può
creare problemi a fronte della
presenza di Intesa in quei mercati?
Il gruppo sottolinea che l’asset in Ucraina
è stato già oggetto di vendita. Il contratto
attende l’ok dal regulator locale. Un via
libera che deve arrivare entro la fine di
agosto, altrimenti l’accordo non è più
efficace. La società si dice fiduciosa
sull’operazione. Rispetto, invece, alla
presenza in Russia, Intesa indica che la
sua esposizione è minima e quindi non
comporta alcuna preoccupazione.
(di Andrea Gennai)
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