In edicola Fr. 2.– / € 1,35 La corsa Le prove L’areonautica BATTAGLIN VINCE A OROPA IN RIMONTA A MONTECARLO LA MERCEDES A TUTTO GAS IL PAESE SPICCA IL VOLO PER... PASSIONE A PAGINA 15 MORO A PAGINA 15 Reuters Losport 9 771660 968900 GAA 6600 LOCARNO –– N. 20 20 Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.– / € 1,35) SCHIRA ALLE PAGINE 18 e 19 La società Domenica 25 maggio 2014 Per lei non c’è più la crisi di mezza età www.caffe.ch [email protected] Settimanale di attualità, politica, sport e cultura Anno XVI • Numero 20 TORREFAZIONE DI CAFFÈ TEL 091 791 22 26 FAX 091 791 01 90 www.caffe-carlito.com [email protected] SALEMI A PAGINA 21 L’analisi/1 L’ottava votazione dell’Europa sarà la più difficile LUIGI BONANATE D iamo a Cesare quel che è di Cesare: nel suo insieme, l’Unione Europea rappresenta il più alto risultato dell’ingegneria politologica della storia. Mai nessun altro così ampio progetto di tipo costituzionalistico, costruito a tavolino sulla base di alcune ipotesi ideali, ha potuto vedere la luce, anche se c’è voluto più di mezzo secolo per realizzarlo. Ma si potrebbe anche dire che l’Ue è un fallimento, che non ha realizzato i suoi programmi, che non ha saputo far crescere la democrazia all’interno dei suoi (attualmente 28) Stati-membri, che non è riuscita a incidere sulla vita internazionale ed è stata incapace di dirimere le grandi crisi mondiali. segue a pagina 35 L’analisi/2 L’India di Modi convince le Borse L’opinione LORETTA NAPOLEONI Il costo della giustizia non ferma i criminali M L’analisi/3 MICHEL VENTURELLI * P iù 56% in quattro anni! Stiamo parlando dei furti con scasso nelle abitazioni; reati che fanno molta paura ai cittadini, soprattutto a quelli più vulnerabili. Ma la quantità non è tutto. Anche dal punto di vista qualitativo ci troviamo confrontati con una tipologia di aggressori molto determinati. “Che ti entrano in casa quando ci sei anche tu”. segue a pagina 3 La cronaca Mentre l’Ente ospedaliero mette le mani nel privato La Svizzera affronta il maccartismo Usa Dall’Expo alla Carige, il malaffare porta in Ticino Il Plrt vuole che CHANTAL TAUXE la Svizzera esca dalle black list ei discorsi ufficiali, gli italiane. Stati Uniti erano solitaE manda Davide Enderlin mente descritti come a trattare “Repubblica sorella”. Abbiamo con i magistrati in comune il sistema bicameraa Genova. Ti-Press N le, il potere degli Stati, la convinzione di essere un “popolo eletto” e il sentimento che, in materia di democrazia, siamo un faro mondiale. Nella vita reale, tutti sanno che un fratello o una sorella non sono per forza sempre teneri nei nostri confronti. Anzi, possono mostrarsi impietosi. È certamente quello che siamo portati a pensare dopo la multa da 2,5 miliardi di franchi che la giustizia americana ha inflitto a Credit Suisse. Come dice il proverbio, gli amici si scelgono, la famiglia no. segue a pagina 11 Il reportage L’inchiesta Reuters Il pizzino entre l’Europa va al voto domandandosi se la democrazia ancora funziona e se non sarebbe opportuno riformare l’unione politico-economica costruita nel dopoguerra, dall’India, una nazione emergente dove vivono un miliardo e 250 milioni di persone, ci arriva la conferma che il processo democratico ancora è il migliore. Nel Paese delle caste, un uomo comune, Narenda Modi, con la passione di far politica vera, e cioè in nome del popolo, ha messo K.O. una delle più importante dinastie politiche asiatiche. segue a pagina 13 Forse per l’epatite C al Civico una siringa utilizzata più volte Per le “garotas” problemi e sogni da Mondiale SPIGNESI A PAGINA 7 GUENZI ALLE PAGINE 8, 9 e 25 BIZZARRI ALLE PAGINE 36 e 37 IL CAFFÈ 25 maggio 2014 3 I Comuni L’inchiesta Diverse soluzioni per affrontare il crimine ad Ascona, Lugano e Coldrerio Le telecamere o le ronde, non c’è una ricetta unica “Serve un Osservatorio sulla criminalità per vincere la paura” L CITTÀ SICURA Il bilancio di Lugano anche quest’anno è positivo, è una delle città svizzere in assoluto più sicure oro il disagio della gente lo avvertono quasi in tempo reale. Avvertono la paura, l’insicurezza, registrano quando si inceppa il senso di fiducia con le istituzioni. “Però alla fine io credo non si debba esagerare. Certi fenomeni vanno analizzati e affrontati nella maniera giusta, senza ingigantirli”, spiega Tiziano Broggini, municipale di Ascona con delega alla sicurezza, che recentemente ha dovuto fare i conti con l’ultima, la terza, clamorosa rapina ad una nota gioielleria. “Studi, centri d’analisi, strategie vanno bene se ci aiutano poi concretamente a dare più sicurezza al nostro territorio - dice Broggini -. Per questo quando sento proposte come quelle fatte in Gran Consiglio io sono sempre un po’ diffidente. Bisogna vedere poi bene i contenuti”. Secondo Broggini, il Ticino è una realtà particolare, diversa dalle altre della Confederazione: “Nella lotta alla criminalità, ad esempio, abbiamo più punti in comune con la Lombardia che non con gli altri cantoni”. Ad Ascona si è puntato anche sulla videosorveglianza: “È un sistema di prevenzione - aggiunge il municipale - che riteniamo valido. Ma non il solo”. La videosorveglianza funziona molto bene a Lugano che negli anni è risultata ai primi posti tra le città svizzere in fatto di sicurezza. “Siamo orgogliosi di questo risultato. Ma mai mollare neppure di un millimetro”, avverte il municipale Michele Bertini, delegato alla polizia. “Quello che ho notato, però, è che la gente apprezza il lavoro dei nostri agenti, quando li vede per strada, durante i controlli, percepisce ciò come un segna- Nuovi mezzi per combattere furti e rapine, così la politica risponde all’allarme sociale C ’è un senso di insicurezza percepito e un valore di sicurezza reale. Due facce della stessa medaglia di un fenomeno, quello della criminalità, che che ha spinto le forze politiche a chiedere nuovi strumenti per combattere la grande e piccola delinquenza. Nuovi mezzi come un Osservatorio sulla criminalità che valuti scientificamente la portata reale dei rischi, che offra soluzioni per neutralizzarli REATI CONTRO IL PATRIMONIO IN TICINO, al 10.02.2014 Totale patrimonio 16.000- Furto (senza veicoli) Furto del veicolo preventivamente, evitando anche scelte legate all’emotività di una percezione distorta della sicurezza. Sino a oggi in parlamento sono state presentate tre differenti mozioni per chiedere un Osservatorio sulla criminalità. Una soluzione che per il governo non è attualmente sostenibile finanziariamente, né nelle competenze del dipartimento Istituzioni, semmai l’Osservatorio potrebbe crearlo l’Università. FURTI IN TICINO, furto di veicoli escluso, al 10.02.2014 RAPINE IN TICINO, al 10.02.2014 Furto con introduzione furtiva 38.9% Arma affilata/appuntita 21.3% Altro furto 18.9% Arma da fuoco 8.8% Furto con scasso di/fuori/dentro un veicolo 19.2% Strumento sconosciuto 8.000Furto con destrezza 11.4% Danneggiam. senza furto Furto con scippo 0.2% Furto con scasso Furto con borseggio 8.5% 8.0002009 Furto con taccheggio 2.9% 2010 2011 2012 1 IL MONITORAGGIO Proposto dal Ps, dall’Udc e dai Verdi, l’Osservatorio dovrebbe monitorare la situazione, stuadiarla, prevedere i rischi e offrire alla polizia e alla politica soluzioni rapide 2 3 4 LA VIDEOSORVEGLIANZA È uno degli strumenti più usati dai Comuni.Se collegato a una sala operativa consente i controlli in tempo reale. Se le telecamere registrano e basta ha grossi limiti POLIZIA UNICA È una delle proposte su cui si è discusso di più. Dipartimento, municipi e polizie comunali sono su posizioni differenti. In altri cantoni il Corpo unico è una realtà GRUPPI MISTI A Ginevra è operativa una pattuglia francese e svizzera per contrastrare la criminalità trasfrontaliera, molto simile a quella presente in Ticino MAURO SPIGNESI N Altri reati contro il patrimonio 3.2% 6.3% Truffa Danneggiamento con furto 23.1% Minaccia verbale 1.3% Danneggiamento senza furto 12.4% Violenza fisica 53.8% Rapina 0.5% Arma contundente/bianca 2.9% Furto del veicolo 7.4% on ci sono soltanto le rapine clamorose come quelle, recenti, di Ascona. Ci sono anche i furti nelle case che suscitano parecchio allarme e alimentano le statistiche sul crimine. E per certi versi più devastanti nella percezione comune delle irruzioni nelle gioiellerie, perché provocano un senso di insicurezza generale, di vulnerabilità, e che scuotono psicologicamente le famiglie colpite nell’intimo della propria abitazione. “Anche per questo noi anni fa abbiamo proposto di istituire un Osservatorio sulla criminalità - spiega Pelin Kandemir Bordoli, capogruppo socialista in Gran consiglio -. Oggi, davanti a una società sempre più complessa, che con la globalizzazione deve fare i conti con dinamiche nuove, con processi originati dalla crisi economica come la disoccupazione e le sacche di povertà, abbiamo la necessità di dare risposte serie sottraendole all’emotività del momento”. Quella del Ps è una richiesta presentata anni fa al governo, alla quale sono seguite quella dei Verdi (giugno 2011) e di Orlando Del Don dell’Udc (ottobre 2012). Il governo, il 20 maggio scorso, ha risposto con un lungo rapporto in cui ricorda tutte le politiche per la sicurezza sinora adottate, e nelle conclusioni spiega che “la creazione esplicita di uno strumento come quello dell’Osservatorio, inteso come struttura da aggiungersi a quanto esistente, potrà per contro essere considerata unicamente nell’ipotesi di un sostanziale risanamento delle casse dello Stato”. In pratica, non ci sono soldi. Ma il Consiglio di Stato dice anche che una struttura del genere potrebbe essere realizzata nell’ambito della ricerca accademica, ossia dall’Università. Intanto, però, resta il problema di un’attenta valutazione della criminalità e della differenza tra la sicurezza reale e quella percepita dai cittadini. Tant’è che proprio il governo, rispondendo stavolta a una interrogazione di Del Don sull’emergenza criminalità in Ticino, nega che ci sia una tale emergenza. E, a proposito della “criminalità di frontiera”, avverte che “contribuisce ad accrescere la percezione soggettiva Tre proposte in Gran Consiglio per uscire dalla spirale di un diffuso sentimento di timore e per contrastare meglio la delinquenza dinate. Altro punto importante è un accordo con le autorità italiane sulla falsariga di quello sottoscritto a Ginevra con la Francia, da cui è nata la Bom (Brigata operativa mista), che da marzo vede lavorare poliziotti svizzeri e francesi fianco a fianco contro la delinquenza transfrontaliera. La criminalità è diventata più spavalda e la popolazione ha più paura. Ma la risposta deve essere equilibrata, come si sottolinea nel “manifesto” conclusivo del Forum europeo per la sicurezza urbana (Efus), che raggruppa 300 città che si scambiano informazioni sulle strategie di prevenzione. L’Efus ricorda le risposte da dare agli allarmi sociali e avverte: “Nell’immediato una risposta di tipo autoritario offre a chi la pone in essere il vantaggio della visibilità. A lungo termine questo approccio ha costi sociali ed economici molto seri e mette a repentaglio i nostri diritti e le nostre libertà”. [email protected] Q@maurospignesi I Cantoni L’opinione *MICHEL VENTURELLI, criminologo Il costo della giustizia e la sicurezza segue dalla prima pagina F initi i bei tempi quando gli scenari di criminalità diffusa concernevano prostituzione e stupefacenti. Adesso nessuno è al riparo; il sentimento d’insicurezza cresce e la qualità di vita del cittadino irrimediabilmente ne risente. Gli scenari di criminalità diffusa nascono e si sviluppano quando i principi della teoria della prevenzione generale – certezza, severità e celerità della pena – non sono onorati e il rapporto rischi/benefici generato dal comportamento illecito è molto basso. In sintesi: a delinquere ci sono pochi rischi e tanti guadagni. Questi scenari difficilmente possono essere contrastati solo con le politiche di controllo sociale oggi in auge; se queste politiche da sole fossero efficaci, non ci ritroveremmo oggi in uno scenario di questo tipo. Il principale motivo per il quale le metodologie di controllo da sempre in vigore – principalmente quelle repressive - ora fanno cilecca è da ricercare anche nei costi. La repressione è un’ottima strategia finché è economicamente sostenibile; se è ottima solo in teoria, da sola non va più bene. L‘intero apparato cantonale della giustizia – polizia, magistratura, carceri – costa più di 200milioni di franchi, ai quali vanno aggiunti i costi delle polizie comunali. Risultato? Il ministro Gobbi e il comandante della polizia Cocchi vogliono più agenti, il procuratore generale Noseda presenta 21000 ore di straordinari, le galere sono sempre al limite della capienza… e l’indice d’insicurezza della popolazione sembra essere alle stelle. Insistere solo sulla repressione in questa situazione richiederebbe talmente tante risorse da compromettere il normale funzionamento dello Stato su più livelli. Non dimentichiamoci che nella seconda metà degli anni ’90, nella New York della tolleranza zero, la sola polizia costava 4 volte l’intero sistema sanitario della città. Ma non disperiamoci! Chi conosce il Forum europeo per la sicurezza urbana sa che da 30 anni ci sono oltre 300 città - da Igea Marina a Città del Messico - che si sono messe in rete e fanno ricerche, si scambiano opinioni ed esperienze su problemi della devianza. Fra i vari esperti del Forum c’è Irwin Waller, fondatore del CentronuNU. Professore di criminologia ad Ottawa, in uno dei suoi libri (Less Law, More Order: The Truth about Reducing Crime) Waller calcola che se si investisse in prevenzione - intesa anche come riduzione del danno - il 10% di quello che si spende in repressione, avremmo risultati migliori spendendo la metà. Cose dell’altro mondo… Purtroppo! 2.9% Altre armi 7.5% Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013 che da vecchio poliziotto, io credo che la prevenzione in Ticino si faccia, anche con incontri nelle scuole e serate di sensibilizzazioni della popolazione. Non so se un Osservatorio o un centro di analisi, siano strumenti capaci, ad esempio, di spezzare i flussi dalla Svizzera interna o dai Paesi vicini, come l’Italia, delle bande criminali che arrivano da noi”. Certo è che oggi contro la criminalità bisogna giocare d’anticipo. I Verdi tempo fa avevano racchiuso in cinque punti la loro strategia per aumentare il livello di sicurezza. Cominciando con lo snellire leprocedure amministrative in modo di avere più agenti in campo e sviluppando una piattaforma informativa per condividere le attività di tutti i servizi sul territorio (dalla polcantonale alle comunali passando per la polizia ferroviaria e le guardie di confine). E poi, ancora, istituire l’Osservatorio della criminalità per un’ analisi che aiuti a formulare azioni di contrasto coor- colpi nelle case ha lanciato appelli e battuto tutte le strade. “Alla fine, quasi per disperazione, abbiamo deciso di organizzare delle ronde che sono finite ad aprile - racconta Crivelli - e i furti sono calati. Non so, onestamente, se questa diminuzione dipenda direttamente dalle ronde. Certo, però, le ronde hanno creato un tam tam mediatico, magari, chi lo sa?, ha tenuto alla larga i ladri. Di sicuro hanno avuto un effetto psicologico, si sono rilevate un segnale positivo per i cittadini”. E un segnale, potrebbe anche essere l’iniziativa parlamentare del gran consigliere Luca Pagani, Ppd, per concedere la deducibilità fiscale alle famiglie che investono in un nuovo impianto d’allarme. Un po’ come si fa già a Novazzano dove il Comune offre un sussidio a chi acquista o amplia il sistema di sorveglianza della propria abitazione. m.sp. Abuso di un impianto per l’elaborazione di dati 0.8% Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013 di insicurezza nella popolazione, generando un malsano clima di paura che deve essere evitato”. Evitato, come? “Il senso di insicurezza - notaKandemir - è molto soggettivo, nasce da un disagio che può aver vissuto un conoscente che ha subito un furto o una rapina. E non sempre si vive nella dimensione giusta. Ma noi come istituzioni abbiamo la responsabilità di andare oltre e farci carico di trovare strategie equilibrate e adeguate. Ecco perché serve un Osservatorio che ci offra conoscenze complessive e suggerisca programmi scientifici, non dettati dalle paure immediate o dalla rabbia del momento, altrimenti non si va lontano”. Perché la criminalità è una minaccia pure all’equilibrio sociale e orienta verso scelte politiche non sempre adeguate e aderenti alla realtà. “È necessario intercettare e disinnescare i nuovi pericoli puntando soprattutto sulla prevenzione”, sottolinea Orlando del Don, che ribadisce la sua richiesta di istituire un Osservatorio di criminologia: “Ma vedo che il governo non ha evidentemente interesse ad approcci diversi da quelli consueti. Qui non si tratta di spendere nuovi soldi, di aumentare il numero dei poliziotti, ma di mettere insieme le forze e le intelligenze per contrastare la criminalità condividendo informazioni, strategie e analisi”. Secondo Del Don, poi, il fenomeno è diventato ancora più preoccupante perché comincia a interessare le fasce più giovani: “E su certi tipi di devianza non si può improvvisare, occorre studiarli attentamente invece di andare a tentoni o di metterci una pezza quando la situazione è sfuggita di mano”. Il problema oggi resta quello di un maggiore controllo sociale, di politiche per la sicurezza sostenibili economicamente, visto che quelle adottate sino a oggi, e basate soprattutto sulla repressione, al di là dei risultati, sono risultate piuttosto costose. Le ricette in campo sono tante. Per Giorgio Galusero, granconsigliere del Plrt, che ha rilanciato la necessità di riorganizzare la polizia in Ticino bisogna puntare innanzitutto su un corpo unico: “Far cadere gli staccati tra polizie comunali e cantonale consentirebbe un controllo del territorio più ampio. Per il resto, e lo dico an- Bertini: “Siamo una delle città svizzere più sicure, ma la fiducia si crea andando sul territorio” REATI CONTRO IL PATRIMONIO, al 10.02.2014 2013 Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013 le positivo. Capisce che si sta facendo qualcosa per la città e i suoi cittadini. Detto questo, Osservatori, nuove strategie e nuovi strumenti sono sempre benvenuti. Soprattutto in una grande città come Lugano che mette insieme realtà sociali e dimensioni urbane diverse. A patto che venga rispettato un concetto chiave: è meglio agire invece di reagire. Ed è quello che dovrebbe fare un serio programma di prevenzione”. Dalla città più grande del cantone a una piccola realtà come Coldrerio, chiamata questo inverno a rispondere a una lunga catena di furti. “Servono agenti per strada, ma servono soprattutto certezze: la repressione deve avere un senso, chi sbaglia deve pagarne le conseguenze”, spiega Franco Crivelli, municipale responsabile della polizia nella cittadina del Mendrisiotto. Coldrerio, dopo una raffica di MASSIMO SCHIRA A fine gennaio, il canton Ticino poteva contare su 588 agenti nella polizia cantonale e altri 281 suddivisi nei 33 corpi di polizia comunale. In totale, a garantire la sicurezza della popolazione, 869 agenti, ossia 1 ogni 387 abitanti. Troppo pochi? Oppure troppi, visto che la media nazionale è stabile a quota 1 agente ogni 464 abitanti? Sempre osservando le statistiche, emerge che un cantone che condivide problemi di frontiera comuni a quelli del Ticino come Ginevra - seppur con dimensioni diverse - ha un rapporto agentiabitanti del tutto simile a quello ticinese, con 1 poliziotto ogni 337 abitanti. “Ginevra è un cantone particolare, perché ha innanzitutto 100 km di frontiera con la Francia e soli 10 circa con il resto dei cantoni svizzeri - spiega al Caffè Pierre Maudet, consigliere di Stato a Ginevra e membro della conferenza intercantonale dei direttori dei dipartimenti di Giustizia e polizia - Non va poi dimenticata la forte presenza di organizzazioni internazionali e dell’aeroporto. Due settori che occupano parecchio le forze dell’ordine e di cui altri cantoni non hanno bisogno. Detto ciò, la nuova legge prevede un rapporto di 42 agenti ogni 10mila abitanti contro l’attuale numero di 30”. Furto (senza veicoli) 49.7% Fonte: Ufs - Statistica criminale di polizia (Scp) 2013 Da Ginevra al Ticino, il bisogno di un migliore rapporto con le istituzioni “Prima di aumentare il numero di agenti serve riorganizzare” Anche in Ticino, a medio ter- di polizia, che non andrà a sostimine, i progetti in discussione tuire agenti formati, ma costituirà prevedono un incremento delle certamente un contributo ad una forze di polizia. Ad esempio, maggiore sorveglianza a favore l’idea - da sempre al centro di po- della sicurezza della popolazione. lemiche - di creare un corpo uni- “L’insufficienza di effettivi è un fenomeno generaco è basata su le in Svizzera una crescita sottolinea Pierre piuttosto sensiMaudet -. A Gibile del numero nevrala riforma degli agenti sul che sta pian piaterritorio. no entrando in Lo sottolinea vigore in collaanche la Comborazione con la missione della politica di lotta al gestione del parcrimine del Milamento in un nistero pubblico, suo rapporto al- PIERRE MAUDET però, mostra già l’inizio 2014: “La Consigliere di Stato a Ginevra dati confortanti. polizia unica permetterebbe di avere oltre Con una diminuzione della cri1.100 agenti operativi, con una minalità nel 2012, tendenza conrafforzata e moderna presenza fermata anche nel 2013”. D’altra parte, in Ticino a lavosul territorio”. Senza dimenticare che, alle porte, c’è pure l’introdu- rare direttamente o indirettamenzione della figura dell’assistente te per la sicurezza ci sono anche altre forze. In primo luogo le guardie di confine, 309 attualmente per la “Regione IV”, ossia il Ticino, e in crescita di 6 unità dopo la decisione del Consiglio federale per i prossimi anni. Ma anche gli agenti privati, circa 1.100, che sono impiegati da una sessantina di società specializzate in questo genere di servizi. Il che significa che, alla base, un’organizzazione precisa e coordinata sarebbe il primo passo verso una migliore gestione della sicurezza e della lotta alla criminalità. Organizzazione ed aumento degli effettivi vanno di pari passo, nota Maudet: “ Il Consiglio di Stato ginevrino, ad esempio, non avrebbe mai potuto concepire un numero maggiore di poliziotti, se non avesse preventivamente riorganizzato il settore. In primo luogo, e non è un dettaglio di poco conto, identificando tutti quei compiti finora assicurati dalle forze dell’ordine, ma che possono essere gestiti dal personale amministrativo. D’altronde, il maggior numero di effettivi dovrà anche permettere agli agenti di non occuparsi solo dei criminali, ma anche di sostenere quella gran parte della popolazione che non commette reati. È questo il nuovo compito che è stato affidato alla polizia ginevrina: proteggere e servire la popolazione”. [email protected] Q@MassimoSchira 21/2014 Per chi ama il risparmio. 20% di sconto su tutti gli spumanti* Offerta valida da lunedì 26 maggio a sabato 31 maggio 2014 nei supermercati Coop *Esclusi: champagne. Coop non vende bevande alcoliche ai minori di 18 anni. Scoprite un mondo di enovantaggi su www.mondovino.ch IL CAFFÈ 25 maggio 2014 5 mondo LE MAPPE In Belgio Attentato antisemita tre morti a Bruxelles LUIGI BONANATE Questa guerra che uccide anche medici e giornalisti È di tre morti e un ferito grave il bilancio delle vittime di un attentato avvenuto ieri, sabato, nei pressi della sinagoga di Bruxelles. A sparare sarebbero state due persone arrivate a bordo di un’Audi nei pressi del museo ebraico in Rue des Minimes, nel quartiere centrale del Sablon. Secondo la stampa online belga i due uomini sarebbero entrati nel museo ebraico sparando all’impazzata prima di darsi alla fuga. Alcuni testimoni, però, avrebbero annotato il numero di targa del veicolo. Secondo La Dernière Heure una persona sospetta, con possibili collegamenti con l’attentato antisemita, sarebbe già stata fermata. Sia il premier belga, Elio di Rupo, che il ministro degli Esteri Didier Reynders - che si trovava alla vigilia delle elezioni europee nello stesso quartiere della capitale teatro dell’attentato - si sono detti profondamente “scioccati” dall’accaduto. Reuters ALLE URNE Manifesti elettorali in una strada de Il Cairo, per le elezioni presidenziali In Egitto si celebrano le inte elezioni Vittoria scontata dell’ex generale Sisi, gli altri candidati solo comparse Se le presidenziali egiziane del 26 e 27 maggio fossero una commedia di Shakespeare sarebbero sicuramente “Molto rumore per nulla”. I ritratti del suo protagonista indiscusso, il comandante Abdel Fattah al Sisi, spopolano nelle bancarelle egiziane. Bandiere e manifesti appesi ovunque sono una scenografia accurata il cui risultato finale è uno: l’onnipresenza del suo volto. Sisi è già dato vincente da tutti i sondaggi e gode di un appoggio istituzionale indiscusso. Perché quindi mobilitare tutte queste risorse quando il risultato è scontato? Nei mesi di campagna elettorale, l’ex-generale ha optato per incontri elitari a porte chiuse, ad eccezione di qualche diretta skype su maxi-schermo per la folla. “Non voglio che Sisi appaia in pubblico, la sua vità è in pericolo”, dice Asmaa, una sua sostenitrice. “Per lui - commenta Michele Dunne del Carnegie Endowment for International Peace - non è conveniente presentare un programma che potrebbe ritorcerglisi contro”. Il mito dell’inavvicinabile padre della patria è infarcito di un nazionalismo in puro stile nasseriano: Sisi ha l’appoggio delle Forze armate, unica istituzione forte del Paese che ha il monopolio sul 40% del Pil egiziano. Non a caso la maggioranza dei businessmen ha investito nella sua campagna, aspettandosi un ritorno negli anni a venire. E presentarsi come alternativa a Sisi non è semplice. Lo sa bene Hamdeen Sabbahi, il candidato nasserista-liberale, unico sfidante in corsa e il solo ad essersi ripresentato dalle presidenziali del 2012. I suoi vecchi sfidanti sono stati cooptati, come Amr Moussa e Ahmed Shafiq; imprigionati, come Mohammed Morsi; o relegati in un angolo, come l’islamista Aboul Fotouh. Sabbahi, “l’uomo della rivoluzione”, parla di istruzione e sanità ai contadini nei suoi viaggi per il Paese, l’unico modo di bypassare la censura delle tv private che non l’hanno mai mandato in onda, nonostante esista una legge per la par condicio. “Questo Paese non funziona perché i rivoluzionari non sono Bastava un plebiscito, ma così la deposizione di Morsi si sarebbe rivelata un autentico colpo di Stato mai arrivati al potere”, dice Sabbahi a Il Caffè. Ma il prezzo da pagare per essere l’opposizione istituzionale è alto: ad agosto Sabbahi ha aderito alla road map tracciata dai militari, segue la retorica anti-terrorismo di Sisi e ha annunciato che in caso di perdita lo sosterrà. “Scegliere fra due candidati non è la condizione ideale per una democrazia - spiega Nader Bakkar, portavoce del partito salafita Nour - ma siamo in una situazione eccezionale, se vogliamo stabilità dobbiamo scegliere un uomo con esperienza di governo come Sisi”. Tarek Radwan dell’Atlantic Council, però, commenta: “I salafiti in questo momento sono tenuti con le spalle al muro dall’intelligence e non non hanno altra scelta per sopravvivere”. Per i cristiani “il supporto iniziale è andato a Sisi - dice il vescovo Boutros di Miniya ma i nostri fedeli sono liberi di Dpo vo dsfejup ej DIG 21p111/m b vo ubttp epjoufsfttf boovp fggfuujwp dpnqsftp usb jm 5/6 & f jm 7/:& )gbtdjb efj ubttj epjoufsfttf* f vob evsbub ej 47 nftj sjtvmub vo dptup upubmf efhmj joufsfttj usb DIG 7:4/91 f DIG 2p175/71/ Jm ubttp epjoufsfttf ejqfoef ebmmb tpmwjcjmju° efm dmjfouf/ Bwwfsufo{b mfhbmf; mb dpodfttjpof ej dsfejuj ³ wjfubub tf dpoevdf b vo joefcjubnfoup fddfttjwp )bsu/ 4 MDTJ*/ DSFEJU.opx ³ vo nbsdijp ej CBOL.opx TB- Ipshfo/ COSTANZA SPOCCI e GIULIA BERTOLUZZI Zeer News dal Cairo Sjtusvuuvsbsf p sjbssfebsf mpbcjub{jpof qspqsjb; ³ qpttjcjmf bodif dpo vo dsfejup qsjwbup@ TÄ- dpo DSFEJU.opx Dbtb b vo ubttp epjoufsfttf b qbsujsf ebm 5/6&/ W Pqfsb{jpof ej dsfejup sbqjeb f tfnqmjdf W 1911 51 51 53 pqqvsf dsfeju.opx/di0dbtb Vob tpmv{jpof tj uspwb tfnqsf votare anche Sabbahi dato che non si discosta troppo dalle sue linee”. Sarebbe forse bastato un plebiscito per incoronare Sisi, ma l’establishment ha optato per le elezioni. Diversamente, infatti, la deposizione dell’ex–presidente Morsi si rivelerebbe un colpo di Stato, avallando la tesi dell’Alleanza anti-golpe. I Fratelli musulmani ne risultano così i grandi perdenti. Boicotteranno il voto, ma non abbandonano l’idea di rientrare nell’arena politica, preparandosi a correre come candidati indipendenti alle prossime parlamentari. Il canovaccio è dunque pronto e in platea c’è un popolo stravolto dalla crisi economica e da tre anni di rivolte. La società egiziana non è mai stata divisa come ora, la forbice sociale si allarga così come il distacco tra la nuova e la vecchia e generazione, intenzionata a riprendersi la poltrona. In un panorama mediatico di berlusconiana memoria, gli spazi di critica sono scomparsi anche dalla strada, in cui l’entusiasmo della rivoluzione degenera in un clima di paura e repressione orwelliana. Il dissenso è punito con il carcere, il linciaggio e addirittura con la morte. Se da una parte il dissenso della Fratellanza è violentemente represso, i giovani secolari incontrano un destino simile, in tanti cercano l’esilio o si rinchiudono in un autismo forzato. “È un gioco di emozioni”, dice Tarek Radwan, di un popolo spinto a temere il fantasma di una guerra civile o di un conflitto interconfessionale. Ma facciamo un passo indietro. Febbraio 2013. Piazza Tahrir da nido rivoluzionario era diventato un covo dei servizi d’intelligence militare tra cui “The Bob”. Con tanto di pistola alla mano già ci diceva: “Stiamo organizzando qualcosa di grosso, tra qualche mese rimetteremo una giunta militare che guidi il Paese fino a nuove elezioni”. Questo a dimostrare che, forse, un cambiamento rispetto al vecchio regime Mubarak c’è: quello di temere la piazza egiziana e di doverla gestire dall’interno. E dopo averla assillata che le presidenziali del 2012 hanno portato al colossale fallimento di Morsi, ora va convinta a voler ristabilire l’ordine e la sicurezza, tornando al regime com’è sempre stato. La società non è mai stata così divisa, la forbice sociale si allarga con il distacco tra vecchi e giovani Intanto che Emergency, l’organizzazione volontaria e non-profit di soccorso medico alle vittime di guerra (e di altre calamità), compie 20 anni, in Siria Assad ordina ai suoi soldati di bombardare gli ospedali di Homs, terza più importante città siriana. Questo come sfregio e vendetta per la riconquista di una delle cittàsimbolo della lotta contro il regime dittatoriale. Emergency ha curato 6 milioni di persone in 16 Stati. Ma fa un lavoro che non dovrebbe esistere, perché il soccorso a feriti, malati e urgenze improvvise dovrebbe toccare agli Stati, alle istituzioni pubbliche che a ciò sono preposte. L’impegno di Gino Strada, il fondatore, e dei suoi collaboratori è dunque tanto più ammirevole perché si svolge al di fuori di tutti quei sistemi di protezione e di sostegno di cui possono godere le strutture ufficiali. E non diremo neppure della difficoltà di raccogliere fondi per sostenere un’impresa gratuita (e pericolosa) come la loro... Ma tutto ciò è in fondo inutile se non si capisce che si dovrebbe intervenire per evitare una violenza insopportabile di cui invece nessuno si occupa. Non dovrebbero poter convivere realtà così paradossalmente intrecciate: Assad bombarda gli ospedali ed Emergency corre a curare feriti e ammalati (tutti sappiamo in quanti altri casi Emergency sia intervenuta, primo tra tutti l’Afghanistan). E noi, la società internazionale, assistiamo a tutto ciò senza batter ciglio. Applaudiamo l’attività di Strada (sebbene ci infastidisca quel suo modo di chiamarci in correità con questi mali che non fermiamo), e nello stesso tempo pubblichiamo le fotografie dei morti e dei feriti di Homs, per puro dovere di cronaca. Una cronaca che costa ogni anno la morte di quasi 100 giornalisti e fotoreporter di guerra. Ma per che cosa muoiono i giornalisti? E perché i medici di Emergency rischiano ogni giorno la pelle? Per informarci, gli uni, di quel che succede nel mondo, e per salvare il salvabile dal male già fatto, i secondi. È evidente che, in termini morali, la cosa non ha senso: gli uni distruggono e gli altri aggiustano, in un circolo vizioso irrefrenabile. Anche se per ora è difficilissimo fermare Assad, non per questo si può far finta di nulla. Che cosa è l’opinione pubblica se non l’unico soggetto che può orientare l’azione politica? Non possiamo rinunciare a questa funzione, perché altrimenti la politica ci abbandonerebbe e potrebbe compiere ogni misfatto senza temere alcun controllo democratico. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 6 attualità Ti-Press La storia Marta Brambilla conosce quattro lingue, fa la traduttrice. Fin da bambina si è portata dietro un sogno affascinante: lasciare tutto all’improvviso e partire. Oggi, a 34 anni, ha deciso che era arrivato il momento. In sella alla sua moto percorrerà, da sola, oltre 16mila chilometri. Sino al Giappone “La mia lunga corsa verso la libertà da Vacallo a Tokyo” MAURO SPIGNESI S In una lezione il sogno della Linea Transiberiana Brambilla ha inserito nel suo itinerario Vladivostok, al confine con la Cina e Corea del Nord. È il capolinea della Transiberiana, ne aveva sentito parlare, affascinata, in una lezione del suo docente di matematica. Sopra, la traduttrice durante alcuni dei suoi viaggi in moto istemando i vecchi ricordi rimasti immobili per anni in uno scatolone, ha trovato un foglio che aveva battuto con la macchina da scrivere quando era bambina. C’erano i suoi desideri per il futuro. Uno di questi era avere l’ufficio a casa. Quel sogno Marta Brambilla, 34 anni e una laurea in lingue, l’ha esaudito. Ma le era rimasto un altro desiderio: mollare tutto così, all’improvviso, in un punto impreciso della sua vita, salire in sella alla sua moto e partire lontano. Dall’altra parte del mondo. Il primo giugno anche questo secondo desiderio la traduttrice lo realizzerà: “salperà” da casa sua, a Vacallo, e arriverà sino al Giappone. “Su Google ho calcolato il percorso sino a Vladivostok, la cittadina russa sul Pacifico dove termina la mitica ferrovia Transiberiana, poi mi imbarcherò sul traghetto per il Giappone, sono circa 16.500 chilometri”, racconta Marta mentre con un pennarello segna il percorso su una carta geografica. In realtà il suo vero sogno da bambina era un altro. “A tredici anni - ricorda - volevo arrivare sino a Capo Nord. Ero affascinata da quel luogo, volevo vivere un lungo viaggio in solitaria. Però, si sa, la vita spesso va da un’altra parte. E così io ho sempre studiato, sono stata precisa, metodica, mi sono mantenuta facendo traduzioni che mi sono state richieste da aziende internazionali. Conosco l’inglese, il tedesco, il giapponese e anche un po’ di russo. Grazie a internet mi inviavano i testi via email e io li rispedivo una volta tradotti senza muovermi da casa”. Poi, dopo che s’è spezzato un rapporto sentimentale di oltre dieci anni, ecco il colpo sull’acceleratore. “Avevo bisogno di un reset, di IN SELLA Marta Brambilla pronta alla partenza accanto alla sua Ténéré Yamaha 660 del 2008 Il viaggio La partenza La tappa In salita A Capo nord Il capolinea GERMANIA COPENAGHEN OSLO BODØ VLADIVOSTOK Marta Brambilla partirà da Vacallo, attraverserà la Confederazione per poi arrivare in Germania, dove farà la prima tappa Dalla Germania il viaggio riprenderà verso nord, chilometri e chilometri, sino a giungere a Copenaghen Dalla Danimarca, la traduttrice ticinese in sella alla sua Ténéré giungerà a Oslo, in Norveglia e poi a Mandale e a Bergen Da Bodø, a questo punto, l’itinerario previsto punta a Capo Nord. E poi, finalmente, la rotta andrà a sud sino a San Pietroburgo Con la moto Brambilla attraverserà la Russia passando da Irkutsk e raggiungerà la città di Vladivostok azzerare e ripartire, di liberare le scorie di anni e anni di lavoro e vita sociale. E ho pensato fosse giunto il momento di andare”, dice Marta, che sta pensando agli ultimi dettagli prima dare gas alla sua Ténéré Yamaha 660 del 2008, che ha fatto mettere a punto in modo da reggere il lungo percorso. “È stato mio padre Augusto a trasmettermi la passione per la moto, è stato lui a regalarmi i primi due scooter. E da lui ho probabilmente ereditato anche la passione per l’avventura. Quando ero bambina d’estate gli veniva voglia di far le vacanze in Inghilterra, mi caricava sull’auto e partivamo per Londra. Il senso di libertà e di autonomia, invece, penso d’averlo ereditato da mia nonna. È qualcosa che viene da lontano. Il viaggio, mi sono resa conto da adulta, è l’espressione di quello che sono”. Non se lo immagina come “Non ho programmi, né ho prenotato hotel, l’unica precauzione è un dispositivo simile a un satellitare” sarà questo viaggio, Marta Brambilla. E neppure vuole immaginarlo, ha deciso di lasciare aperta la porta della fantasia e così sarà quel che sarà. Con la strada che scorre via sotto le gomme per migliaia di chilometri ‘On the Road’, come Jack Kerouac, ma la sua Route 66 sarà un’altra: da Vacallo a Copenaghen, poi la risalita lungo la Norvegia sino a Capo Nord. E giù sino a San Pietroburgo per poi attraversare la Russia. “Arriverò a Vladivostok che non è una tappa a caso - precisa-. Un mio insegnante di matematica delle medie, grande viaggiatore, in classe aveva parlato della ferrovia Transiberiana. L’idea di percorrere questa linea, mi è rimasto dentro. E visto che Vladivostok è il capolinea della Transiberiana allora l’ho inserita nel mio itinerario. Per il resto andrò avanti senza pensare al tempo, fermandomi dove voglio e dove …E LA LETTURA CONTINUA CON GLI EBOOK DEL CAFFÉ ONLINE. ADESSO. GRATIS. SU APP STORE E AMAZON IL RACCONTO DELLA REALTÀ Anonymous COME FU CHE UN TUNISINO SPOSÒ UNA TICINESE Andrea Vitali LE PAROLE DEL 2013 Autori vari SAPORI E MITI Carolina Cenni APPUNTI DI VIAGGIO Giò Rezzonico lo riterrò più opportuno. Non ho appuntamenti, non ho prenotato hotel, e l’unica scadenza è il 27 agosto, quando dovrò imbarcarmi sul traghetto. Per dormire penso di utilizzare il couchsurfing, il sistema di scambio di appartamenti e letti che ho già sperimentato ospitando delle persone a casa mia a Vacallo con ottimi risultati. Il mio sarà un viaggio low cost, con un rischio assolutamente calcolato”. Certo, dietro ogni curva, in un viaggio così lungo potrebbe celarsi una insidia. Ma Marta Brambilla non si è fatta scoraggiare. “Ho parlato molto con altre persone che hanno realizzato viaggi come il mio, sono andata a trovare vicino a Nantes, dove vive, Didier, un ragazzo che è stato in viaggio per 92 giorni. Non mi spaventa arrivare sino a Capo Nord, né attraversare la Siberia, anche se so davvero poco di questa immensa regione dicui si parla tanto e si vedono immagini spettacolari. Però conosco le lingue, e dunque non avrò problemi a farmi capire. So adattarmi, ed è un vantaggio. A scanso di pericoli, però, porterò con me un sistema di sicurezza che si chiama Spot, un localizzatore Gps che all’occorrenza lancia un allarme via sms, oppure trasforma il tuo cellulare in dispositivo satellitare”. “Quanto resterò in Giappone? Non lo so. Ho studiato giapponese, sono sempre stata attratta dalle arti marziali, dalla storia e dalla cultura di questo Paese. E poi non ho legami, né figli, non ho responsabilità di lavoro visto che sono una freelance, non ho scadenze. E dunque vedrò. Magari poi mi stancherò di mangiare sushi mattina e sera, salirò in sella alla mia moto e farò rotta verso la Svizzera”. Quello che invece Marta Brambilla vorrebbe fare è un diario di viaggio, magari online e in tempo reale per coinvolgere tutti i suoi amici o anche semplici conoscenti in questa avventura. Il primo passo lo ha fatto realizzando un blog, dove ha postato una poesia di Charles Baudelaire, Le voyage: “Ma i veri viaggiatori partono per partire; cuori leggeri s’allontanano come palloni e al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perché, sempre dicono: andiamo!” [email protected] Q@maurospignesi IL CAFFÈ 25 maggio 2014 ROSA & CACTUS OFFERTI DA attualita Piazza Muraccio, Locarno Tel. 091 751 72 31 Fax 091 751 15 73 una rosa a... un cactus a... Raffaele Rosso Massimiliano Robbiani Mancava dalla fine degli anni Quaranta un ticinese alla guida della Società svizzera di chirurgia. Ora tocca al 58enne primario all’Ospedale regionale di Lugano guidare gli olte 1.300 colleghi per i prossimi due anni. Il deputato leghista domanda al governo quanti furbi frontalieri “infortunati” in Ticino lavorano invece in Italia. Peccato che non domandi anche quanti lavoratori d’oltre confine in questi anni hanno perso la vita sul posto di lavoro. 7 Lo scandalo BANCHE E MALAFFARE Davide Enderlin; sotto, l’area dell’Expo di Milano; a sinistra, la sede Ubs di Monaco e in basso la banca Carige di Genova Alberghi, tangenti e truffe, il malaffare si gestisce in Ticino Gli intrecci tra business e soldi sporchi dall’inchiesta Expo al caso Enderlin Davanti al giudice delle indagini preliminari di Genova ha detto d’aver lavorato rispettando le leggi. Di aver fatto solo “operazioni legittime, registrate sia in Italia che in Svizzera ed effettuate su mandato professionale”. Ma intanto il nome di Davide Enderlin, avvocato e consigliere comunale plr a Lugano, arrestato giovedì scorso in Italia, per lo scandalo che ha travolto la Banca Carige, affiora anche nelle carte di un’ altra inchiesta: quella del Madoff della Bocconi, Alberto Micalizzi, accusato di un raggiro da mezzo milione di dollari. Enderlin, per questa vicenda, non è però indagato. Lo è invece nell’inchiesta Carige, con l’ accusa di riciclaggio “per avere effettuato trasferimenti di denaro proveniente da truffa”. Ma ieri, sabato, durante un’ora e mezza d’interrogatorio, l’avvocato ticinese ha respinto le accuse: “Non conoscevo l’origine dei soldi che mi sono stati affidati, ho solo fatto da intermediario”. Intermediazione che, dopo le tangenti Expo e il caso Micalizzi, il Madoff milanese, riporta la piazza finanziaria di Lugano al centro del malaffare italiano. Davide Enderlin, nella stanza riservata agli interrogatori del carcere di Marassi, dove si trova rinchiuso da giovedì scorso, ha risposto a tutte le domande del giudice Nicola Piacente. “Crediamo abbia chiarito la sua posizione”, ha detto l’avvocato milanese Giordano Balossi che difende Enderlin insieme al collega Alessio Bernardini. Balossi ha aggiunto: “Il mio cliente è pronto a fornire tutti i documenti, che si trovano nel suo studio di Lugano”. Enderlin si è dunque detto pronto a dimostrare che L’allarme lui con lo scandalo Carige e con l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio, che ha portato agli arresti altre sei persone, tra banchieri, uomini d’affari e imprenditori italiani, non c’entra nulla. Il giudice Piacente, dopo l’interrogatorio di garanzia, si è riservato di decidere sulla richiesta di scar- cerazione. Enderlin, durante l’interrogatorio, ha detto di avere conosciuto gli altri due accusati principali Giovanni Alberto Berneschi, ex presidente di Banca Carige, solo il 14 gennaio scorso e di aver incontrato Ferdinando Menconi, ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova, il ramo assicurativo del- la banca, soltanto due volte. Secondo l’accusa Enderlin, che da almeno sei anni era nel mirino della magistratura italiana, come risulta dall’inchiesta, ha pure spiegato di avere solo agito da intermediario per la compravendita dell’hotel Holiday Inn a Lugano. Secondo la Procura di Genova, invece, l’ac- I fatti 1 L’ARRESTO Davide Enderlin, 42 anni, consigliere comunale Plrt e presidente della Pallavolo Lugano è stato arrestato in Italia per la truffa alla Banca Carige L’indagine 2 L’ACCUSA Enderlin, secondo l’accusa, dal 2009 in poi avrebbe gestito una serie di società per “schermare” l’identità di due dirigenti di Carige coinvolti nella truffa 3 I SOLDI Per i magistrati italiani i soldi delle vendite di alcuni immobili, tra cui l’Holiday Hinn di Lugano, sarebbero il provento di una truffa. Da qui l’accusa di riciclaggio 4 I VERSAMENTI Per l’acquisto dell’hotel arrivano nello studio di Enderlin tre tranche di versamenti da 6, 5.7 e 4 milioni di euro, beneficiaria la società Lascafive Sa Il nome del legale luganese e di un altro arrestato nel procedimento per un raggiro milionario La relazione con il Madoff della Bocconi DUE VICENDE SCOTTANTI Due vicende giudiziarie che portano, e s’incrociano, sulla piazza luganese Il suo nome spunta a pagina 58 dell’ordinanza di custodia cautelare per Alberto Micalizzi, il Madoff della Bocconi, firmata dal giudice delle indagini preliminari di Milano, Stefania Pepe. E si parla, come nell’inchiesta sulla Carige, di una società lussemburghese, legata in qualche modo allo studio di Davide Enderlin, che però non è indagato. Stavolta i magistrati mettono in luce una serie di passaggi di azioni, tra Micalizzi e l’avvocato luganese Z. W. coinvolto nell’inchiesta, e il cui beneficiario, secondo l’accusa, sarebbe Ernesto Cavallini, l’imprenditore arrestato insieme a Enderlin per la vicenda della Banca Carige e accusato di avere effettuato “artificiose operazioni im- mobiliari e finanziarie”. Cavallini viene poi indicato come “dominus di un variegato arcipelago di società finanziarie e immobiliari con sede nei paradisi fiscali”. Dunque un intreccio di interessi e prestazioni professionali tra Lugano, il Lussemburgo, Londra e perfino banche giapponesi. I magistrati milanesi che indagano sulla gigantesca frode messa in piedi da Micalizzi, spiegano nell’ordinanza: “si evince che Davide Enderlin è un professionista elvetico che cura gli interessi di Ernesto Cavallini, soggetto risultato in stretti rapporti d’affari - di natura illecita - con Micalizzi”. Inoltre, Micalizzi ha registrato nel suo computer, nei contatti di posta elettronica, il nome Davide Enderlin unendolo a quello di Cavallini tra parentesi. Questo, evidentemente, per sottolineare il rapporto fra i due. Sempre nell’ordinanza si ricorda che Cavallini è “implicato”, nelle operazioni immobiliari della Carige. Ma il nome di Davide Enderlin, già socio di Lele Mora nell’avventura del Grotto Caprino, è venuto fuori anche in due recenti clamorosi fallimenti in Ticino: quello della Ed. Im. Suisse, di cui era presidente e della Pramac. Per quest’ultimo avvenuto nel 2012, con un passivo di 144 milioni di franchi, l’avvocato risulta indagato. Inoltre, come riporta il Sole 24 ore, Enderlin è stato nel cda della Burani Designer Holding Nv, la società olandese della casa di moda poi fallita. quisto dell’hotel sarebbe servito per trasferire circa 21 milioni in Svizzera a favore di Menconi, Berneschi e altri, attraverso costi gonfiati e un sofisticato meccanismo di passaggi su società estere. Quella su Enderlin è solo l’ultima inchiesta di una catena di malaffare che dall’Italia ha sconfinato in Ticino, contribuendo a scrivere nuovi capitoli di quel romanzo criminale che riserva periodicamente devastanti colpi di scena per la piazza finanziaria luganese. Lo scandalo che ha travolto i vertici della Carige è stato infatti preceduto da quello legato agli appalti e alle tangenti per l’Expo, con cassaforte a Lugano, e dall’arresto di Alberto Micalizzi, l’ex professore della Bocconi di Milano che s’era trasformato in finanziere d’assalto sulla falsariga dell’americano Bernard Madoff, ideatore della più grande frode di tutti i tempi. Come Madoff, Micalizzi aveva messo in piedi un sistema di investimenti su diversi mercati. E per farlo, secondo l’accusa, sarebbe stato aiutato da un avvocato di Lugano che in Italia risulta irreperibile. Si tratta, come si legge nell’ordinanza della magistratura milanese e come ampiamente riportato dalla stampa italiana, dell’avvocato Z. W. con il presunto ruolo - perché l’accusa della Procura è ancora tutta da dimostrare - di “amministratore di plurime società estere utilizzate per la realizzazione degli illeciti”. Per il legale, si legge a pagina 168 dell’ordine d’accusa firmato dal giudice Stefania Pepe, è stato sollecitato l’arresto. Nella frode 6 milioni di euro sono stati persi dalla banca Ubs, sede di Monaco. m.sp. La tecnologia in automobile aiuta... i ladri Disturbatori elettronici per rubare i veicoli senza forzare le portiere Avrà pure semplificato la vita agli automobilisti, ma la tecnologia aiuta anche... i ladri. Soprattutto quella più sofisticata, quella dei circuiti di un apparecchio che consente di rubare le auto, con chiusura elettronica a distanza, senza più forzare le portiere con cacciaviti o chiavi false. Diversi apparecchi del genere sono stati sequestrati settimane fa in Romandia. E a Zurigo, come ha costatato la polizia, hanno consentito ai ladri di portarsi via molte vetture. Il congegno, simile a una scatoletta nera con un piccolo display alla base e un’antenna, costa circa 300 franchi. In Svizzera, così come nei Paesi dell’Unione europea, è vietato dalla legge. “Oltre a disagi agli utenti dello spettro radioelettrico, il loro impiego può compromettere gravemente la sicurezza, ostacolando ad esempio le chiamate d’emergenza a pompieri, polizia e medici”, ha avvertito l’Ufficio federale delle comunicazioni a Berna. E, sempre all’Ufcom, hanno aggiunto: “La legge sulle telecomunicazioni equipara il loro utilizzo a un’interferenza deliberata dello spettro radioelettrico e può punirlo con una multa fino a 100mila franchi”. Ma come sempre i divieti si possono aggirare con internet. In Rete ci sono diversi shop online che vendono l’apparecchio e lo recapitano a casa in un pacchetto anonimo. Si tratta, come quando il proprietario dell’auto attiva il comando per bloccare elettronicamente le portiere, le interferenze annullano il segnale. L’automobile resta aperta, il ladro salta a bordo e si allontana indisturbato, oppure porta via La polizia ha già sequestrato decine di apparecchi vietati in Svizzera, ma che si acquistano sul web spiegano le istruzioni, di un disturbatore di onde radio, che in pratica inibisce con raggio da 4 a 10 metri il funzionamento di una serie di congegni che trasmettono segnali. Come, ad esempio, le chiavi che con click chiudono le auto a distanza. I ladri si piazzano accanto ai parcheggi e una volta che vedono un automobilista allontanarsi fanno entrare in azione il loro apparecchio, così tutto ciò che trova nell’abitacolo. Questo sistema viene usato frequentemente in Francia e le assicurazioni sono riluttanti a rimborsare perché manca un presupposto indispensabile: l’ef- frazione. Per questo diverse associazioni di automobilisti, come il Touring Club, che nella sua rivista ha dedicato ampio spazio a questo aggeggio, consigliano di assicurarsi sempre che gli sportelli siano davvero chiusi. E non basta solo il click della serratura, ma bisogna proprio controllare l’avvenuta chiusura. C’è da aggiungere che i furti di veicoli nella statistica della polizia cantonale ticinese risultano oltre mille, ma quelli veri sono circa 132. Parte sono i cosiddetti furti d’uso (macchine prese in una cittadina e ritrovate poi in un altro cantone), o vetture fatte sparire per incassare l’assicurazione. m.sp. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 9 attualità 1 IL CONTAGIO Mercoledì scorso la notizia di un grave caso di contagio di epatite c al Civico di Lugano durante le procedure di preparazione per una tac. Quattro i pazienti infettati lo scorso 19 dicembre 2 3 4 5 TIMORI INGIUSTIFICATI Timori ingiustificati per il medico cantonale, Giorgio Merlani, che pronto tranquillizza la popolazione. Un caso rarissimo, dice,che non comporta rischi per altri pazienti LA MAGISTRATURA È stata aperta un'inchiesta, coordinata dal procuratore generale John Noseda; dovrà accertare l'eventuale esistenza di responsabilità penali nell'accaduto GLI ALTRI PAZIENTI Dopo aver identificato l’origine del problema, il Civico ha contattato e informato gli altri pazienti che avevano fatto la tac quello stesso giorno; saranno curati LE VERIFICHE Merlani assicura che sono stati visionati tutti gli esami degli ultimi 12 mesi, oltre 40mila e confrontati con tutti i casi di epatite segnalati. Non ne sono emersi altri Il grave contagio da epatite C al Civico nella fase preparatoria per la cardio Tac PATRIZIA GUENZI Che ci sia stata una gravissima negligenza è fuor di dubbio. Tant’è che la magistratura ha aperto un’inchiesta (coordinata dal procuratore generale John Noseda) per accertare come sia stato possibile che quattro persone, in un solo giorno – il 19 dicembre scorso - siano state infettate dall’epatite C al Civico di Lugano ricevendo in vena il “liquido di contrasto” per effettuare una cardio Tac. Un’indagine clinica tra le più comuni per verificare lo stato delle coronarie. E per l’infezione si sospetta dell’uso improprio di una siringa. La cosa è così grave e delicata – non meno del clamoroso taglio per errore della gamba sana avvenuto nel 2001, sempre al Civico - che, dopo le prime ufficiali ed imbarazzate informazioni dei giorni scorsi, sia alla direzione dell’ospedale di Lugano sia al vertice del Cardiocentro, si preferisce non commentare né fornire ulteriori dettagli sull’incresciosa vicenda. Tutti rimandano al “medico cantonale”, Giorgio Merlani, che ieri, sabato, era però irraggiungibile telefonicamente. Il direttore dell’ospedale Civico di Lugano, Luca Jelmoni, si limita a dichiarare che sul grave incidente l’unico a poter rilasciare dichiarazioni è Giorgio Merlani. Stessa frase, con comprensibile imbarazzo, ripete il dottor Tiziano Moccetti, diretto- L’Ente gestirà una risonanza magnetica in un centro privato Radiologi con lunga esperienza contattati dal Caffè confermano: “Sono kit rigorosamente monouso” Se lo stafilococco torna a far paura, è allarme infezioni A PAGINA 25 prelievo dal dispenser prima e l’immissione in vena poi del liquido di contrasto sono tutte monouso. Utilizzare la stessa siringa per sbaglio è dunque impossibile. Radiologi con lunga esperienza in Ticino, contattati dal Caffè ma che preferiscono mantenere l’anonimato, confermano: “Si tratta di kit rigorosamente monouso, contenenti l’ago, una sorta di sondino e il liquido”. In tutte le strutture sanitarie del cantone o quantomeno nelle principali, così pare stando ad una nostra rapida indagine, solitamente si utilizza la stessa strumentazione e quindi lo stesso materiale. Le procedure sono o dovrebbero dunque essere identiche. Ma veniamo ora all’operazione che precede l’immissione in vena del liquido di contrasto, quella che, stando ad alcune informazioni qualificate raccolte dal Caffè, potrebbe spiegare l’accaduto. Ovvero. Prima di iniettare il contrasto, l’operatore sanitario deve sempre verificare se la “via” è adeguatamente aperta. Spiega- L’ESAME La cardio tac è un esame non invasivo e di routine, utile per verificare lo stato delle coronarie paziente e la infila nuovamente nella sacca di Nacl, quella da un litro, per aspirare un’altra piccola dose di cloruro di sodio. Ecco come, ipotizzando che il paziente in questione fosse affetto dall’epatite C, avrebbe causato l’infezione a catena. Ovviamente, il paziente non sapeva di essere ammalato, oppure qualcosa nell’informazione tra quest’ultimo e il personale sanitario non ha funzionato. [email protected] Q@PatriziaGuenzi no gli esperti: con una siringa si immette nella vena del paziente una piccola dose di cloruro di sodio (Nacl). Un liquido, questo, che nel caso in questione potrebbe essere stato prelevato non da un dispenser monouso, bensì da una sorta di sacca da un litro, quindi utilizzabile per più pazienti visto che ne occorrono pochissimi centilitri alla volta. Tuttavia, questa operazione, semplice e di routine, capita che debba essere ripetuta: l’operatore sanitario toglie quindi la siringa dal braccio del 3 ÃʾÑ!è.èÄ9è"1òÄ5-"9ò.9Í5!Ê1¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&7+)1ï"1$8©44éÈšú’èÝ+Ý)&:ûÌì:³ ;-:-.ö7òÈ"80Þò©ÁÌÁ17Ì 6"(¬šÝÍé58!ì°È³Í1Ó,©Íè³3ªÞ¦û³4¼4ö$úÞì2°7Ñèï0¬18°.¦47ª½½Ãñʾ 33 -hb dico che aprirà sopra la stazione di Lugano non è una prima in Svizzera. Già se ne conta qualcuno nella Svizzera tedesca, se non proprio all’interno dell’area della stazione, comunque nelle immediate vicinanze. Ciò per rendere più agevole l’arrivo di pazienti provenienti da lontano. “Una posizione strategica”, sottolinea Jelmoni. La nuova struttura di Lugano appartiene agli stessi proprietari del Centromedico di Corso San Gottardo a Chiasso, una ventina di medici , in totale una trentina di impiegati. “La proprietà è la stessa: Pds Medical Sa - conferma il direttore amministrativo Mario Casati -. A Lugano il centro sarà una copia esatta di quello di Chiasso, ovviamente gestito da un altro team di medici, infermieri e assistenti”. Pubblico e privato da qualche tempo sembrano andare d’amore e d’accordo. È recente l’annuncio di una futura collaborazione per ostetricia, neonatologia e ginecologia tra Eoc e le cliniche Santa Chiara di Locarno e Sant’Anna di Lugano. Si intende così razionalizzare stutture, servizi e specialisti. Un primo passo è concentrare l’attività degli attuali sei centri di ostetricia del cantone, quattro pubblici e due privati, che non hanno una sufficiente casistica per garantire qualità ed economicità. Ostetricia, neonatologia e ginecologia sono solo un primo step di una futura collaborazione tra Eoc e istituti privati. Con il tempo si potrebbero sviluppare ulteriori collaborazioni. Come, ad esempio, la gestione di sofisticate apparecchiature di proprietà privata. p.g. Poliambulatorio sui binari in collaborazione con l’Eoc re e fondatore del Cardiocentro, struttura che evidentemente usufruisce della cardio Tac del Civico per i propri pazienti. In realtà, una cardio Tac non è nient’altro che un normale apparecchio Tac, in grado di effettuare pure questo tipo di esame alle coronarie. Negli ambienti sanitari del cantone c’è sorpresa e imbarazzo. Tutti, ma proprio tutti, sostengono che nella procedura di preparazione per l’immissione in vena del “liquido di contrasto” l’errore umano è praticamente impossibile. C’è però un passo precedente... Ma andiamo con ordine. Dunque, le siringhe per il La salute La sanità pubblica s’insinua nel privato. L’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) inizia una nuova collaborazione con una struttura privata. A luglio aprirà i battenti un poliambulatorio, sopra la stazione ferroviaria di Lugano, che garantirà ai propri pazienti un’offerta sanitaria a 360 gradi e in una posizione strategica per l’agevole accessibilità ai pazienti che possono arrivare in treno. Il poliambulatorio avrà anche un apparecchio per la risonanza magnetica gestito - e qui sta la novità - dall’Eoc e dai suoi radiologi. L’iniziativa, inutile dirlo, farà storcere il naso a quelle cliniche private che possiedono un apparecchio per la risonanza magnetica. “Non se ne sentiva davvero la necessità, mi sembra un’assurdità - osserva critico il dottor Sebastiano Martinoli, chirurgo alla Moncucco -. In Ticino già ce n’è un numero esagerato”. Luca Jelmoni, direttore dell’ospedale regionale di Lugano replica pronto: “A Lugano abbiamo una grande attività legata al Neurocentro, con una necessità importante di risonanze magnetiche - spiega -. Attualmente abbiamo una lista d’attesa di sei settimane per i pazienti ambulatoriali. Non mi sembra uno standard accettabile per il nostro sistema sanitario”. In sostanza, l’Eoc ha fatto leva sulla clausola del bisogno e ha ottenuto l’approvazione del Consiglio di Stato. “È una procedura obbligatoria nel caso di macchinari costosi, lo prevede la legge dell’Ente - precisa Jelmoni -. Una commissione dà un preavviso favorevole e l’ok finale lo deve dare il Governo”. Ma è proprio sul concetto di bisogno che Martinoli ha qualche perplessità: “Solo nel Sottoceneri ce ne sono +))$(- *$ 321 0/ .- ,+*- )-( '-&-% )$# ,+&,-!-(*1 $/.,+*/ 1& )1 / $)-(' 0// )-( )-(*+&- -*1-&1% ,2- */&&+ /''1&/(- .1 /*)-1 )1 ,+&0+(-+.1 / $-..1 )1 1&-..1-&1 $-*/ -$(/ ,+&,1.1/ 1& /&1-(/ 1)-,,/'1.- $&/ *)/1+*1 !-,1*/-&- -&-(+*/ ,+& ./ )1 /)1/ .1'-( )-( .- /'- !-../ *$/ ,/-+(1/ .1 1&-(&1 1 +00(+&+ ,+0+( - ,++!1 /..+ */+ )$(+% 1. $+ 1)(-1+*1+ !/. (/))+(+ $/.1 )(-+ )1 )(-1/+ !-../ 1-(/ $)-(' +&1 !-/.1+ /. )+*+ 1$*+ /**/- !/. +*(+ )/(&-( )-( 0/(- $& 1(+ !1 )(+/ - !1*-&!-(1 / )1 &+& )+**+ 6 di risonanze magnetiche - sottolinea -, una all’ospedale di Mendrisio, due al Civico, una alla clinica Moncucco, una al Sant’Anna di Lugano e un’altra all’Ars Medica di Gravesano. Mi sembrano più che sufficienti”. Senza contare quella all’ospedale di Locarno e di Bellinzona. “Collaborare, ad esempio, con la clinica Moncucco non era possibile, non ci sono gli spazi adatti alle necessità dei nostri pazienti di neurologia”, osserva Jelmoni. Tuttavia, in tempi in cui la parola d’ordine nella sanità è risparmiare, mal si comprende il motivo di aggiungere ulteriori “occasioni” di spesa. “L’installazione della risonanza magnetica è uno dei principali responsabili del continuo lievitare dei costi della salute – nota critico Martinoli -, è un apparecchio che quando c’è vie- ne adoperato, c’è tanto di letteratura medica che conferma tutto ciò. Un dispendio economico non indifferente”. “Concretamente- aggiunge Martinoli - si tratta di un modo per fare soldi, fino ad ora le risonanze vengono ancora rimborsate abbondantemente dalle casse malati; ma sono carissime, si va dai 400 agli 800-1000 franchi per esame”. Il nuovo centro me- Ti-Press I fatti Pazienti infettati, forse una siringa usata più volte DA LUGLIO A LUGANO Il primo luglio aprirà i battenti sopra la stazione Ffs di Lugano un nuovo centro medico, un poliambulatorio privato Ti-Press Il caso IL CAFFÈ 25 maggio 2014 10 politica Le strategie Christian Vitta nto rlame Capogruppo in pa Nicola Pini Vice presidente Plrt Carla Spezia li Sindaco di Loca rno Ignazio Cassis Alain Scherrer Consigliere nazionale Municipale a Locarno Nicola Pini Vice presidente Plrt Possibili, ma... La loro candidatura allo stat o attuale sembra difficile Giacomo Garzoli Deputato in parlamento Rocco Catta neo Presidente Plrt Nicola Pini Giovanna Masoni Vice presidente Plrt Vice sindaco di Lugano gio Ambro azione, ’ l l e D Mauro di Stato per la form i Stato Consiglio d o da Sadis Seggio lasciato vuot o Segretaria e l’innovazione la ricerc In sei per la poltrona di Laura Sadis Il girotondo nel partito dopo il vuoto per la rinuncia del ministro plrt T anto è il disordine in casa Plrt, tanto più la situazione è eccellente, avrebbe detto il vecchio Mao. L’uscita di scena “inattesa” , seppur provocata, del ministro Laura Sadis apre scenari insoliti nel partito liberal-radicale. Con il presidente Rocco Cattaneo che deve allestire una “rivoluzionaria” lista di “rinnovamento” in grado di contrastare la Lega, partendo da zero ministri. Incolpato a torto o a ragione di aver “fatto fuori” Sadis, ha solo una possibilità di riscatto: riconquistare il secondo seggio. Ma bisogna partire dalla poltrona che era stata conquistata da Sadis, in contrapposizione a Marina Masoni nel 2007, per delineare il tourbillon di aggiustamenti elettorali che stanno agitando il Plrt. Si sono già tirati fuori dai giochi Michele Bertini, giovane municipale luganese, e Giovanna Viscardi, neo presidente della sezione plrt di Lugano. Due i candidati possibili nel Sottoceneri: Giovanna Masoni e Ignazio Cassis. L’elezione in governo della vice sindaco di Lugano vendicherebbe “senza colpo ferire” la sorella Marina. Ma si tratta di un’opzione difficilmente digeribile di radicali del Sopracenerina che la subirebbe come una perfida nemesi storica. Masoni lascerebbe il posto in municipio a Roberto Badaracco. Più promettente per il Plrt sarebbe la candidatura del consigliere nazionale Ignazio Cassis, che nel 2011 fu protagonista di un’elezione brillante per Berna: 33 mila preferenze. Ben 4mila in più dell’allora presidente nazionale Fulvio Pelli. Ma Cassis contattato dal partito ha declinato l’invito. “Mi soddisfa il lavoro che sto facendo a Berna spiega al Caffè -, credo che il mio impegno sia più utile nella politica federale”. Se dovesse ripensarci, una sua elezione libererebbe la poltrona al Nazionale per il subentrante Cattaneo. Che, a sua volta, lascerebbe libera quella di presidente del Plrt magari per Nicola Pini, già collaboratore di Sadis, che nel 2011 la perse per 11 voti. Un valzer di cariche che accontenterebbe l’ala liberale luganese, che avrebbe finalmente un suo campione in governo. Ma pure quella radicale del Sopraceneri che si vedrebbe ricompensata con un “suo” presidente. Un “pareggio” utile a salvaguardare la tregua tra liberali e radicali. Le possibilità per Pini di aumentare il suo peso politico crescono comunque, visto che si vocifera sia fra i “candidabili” per il governo, assieme al capogruppo parlamentare Christian Vitta e al sindaco di Locarno Carla Speziali. In quest’ultimo caso Speziali lascerebbe il posto di sindaco ad Alain Scherrer. Per il seggio di Sadis in pole position c’è Vitta che “copre” politicamente il Sopraceneri e la fascia centrale del Plrt. Arrivato secondo nelle ultime elezioni, si prenderebbe una rivincita. Nella carica di capogruppo in parlamento gli potrebbe succedere Giacomo Garzoli. Possibile, ma improbabile, invece un’altra candidatura eccellente, quella di Mauro Dell’Ambrogio. Nonostante di lui si dica che abbia iniziato a studiare da consigliere di Stato fin da piccolo, nonostante non gli manchino le competenze, comincia ad essere in là con gli anni. Ha superato i 60 e ha un ruolo prestigioso come capo della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione. Probabile che non si veda nemmeno lui ritornare a Bellinzona a discutere di contingenti, frontalieri, padroncini e parcheggi. c.m. )(Î PgXÉmXΔ )(Î Fm(0” )(Î Få¨Îî F łÎÉÉ0Pg ¨0ÎFg 0X PgåXÉm0X•0Dα 0F ÉgåŁ (ÎŁX0Xm .½«ŁÎłł (młÉm åX Éåììg XÎF KÎB °m \ÉmÀ «ÎŁ Ł0XìŁÎł¨mŁł0 ^åÉÉg ł¨gŁŁÎ FåXg 0F YmXgŁmPmÉŁm0F )gPg°mPÎXÉÎ 0X ¯ågÉm ¨gX F0 0P«0mXÉ0 °0 Ł0łmF0Ém† Zåmł0 ¯åmł0 °0¬ÎXÉg åPmXg (ŁåX¨( mF«ÎłÉŁÎ ¨gX ¨m«mÉ0Xm mF ¨młÎ0ì0¨0g °0 °0PgłÉŁmÀ0gXÎ ÉÉ DP °0 0É0XÎŁmŁ0 PgåXÉm0X•0DÎ °m «ÎŁ¨gŁŁÎŁÎÞ Î ¨gł0 ÉmXÉÎ gôÎŁÉÎ °m ìmŁÎ 0X¬0°0m” \Î ¨ÎŁ¨(0 mFÉŁÎ łåÎłÉ0gX0± ™™™”ÎXm°0X”łÉPgŁ0ÉÀ”¨( † CP«0mXÉ0 °0 Ł0łmF0Ém 0X¨Fåł0"± 0P«0mXÉ0 °0 Ł0łmF0Ém 0X¨Fåł0 °mFFm Ùm XgÉÉÎ 0X mF•ÎŁg” IL CAFFÈ 25 maggio 2014 11 politica I politici ticinesi riflettono sugli effetti di una possibile crescita di populismo e nazionalismo nei 28 Paesi dell’Unione IL PUNTO CHANTAL TAUXE La Svizzera affronta un’America maccartista La parola Alle urne col rischio dell’astensionismo BONANATE A PAGINA 35 ...se vincesse l’Europa della paura Timori e qualche speranza sul voto dell’Ue visto da Berna 1 VOTANO ANCHE GLI SVIZZERI Anche una quota non indifferente di svizzeri parteciperà alle prossime elezioni europee, del 22-25 maggio 2014. Si tratta di ben 525 mila “rossocrociati” residenti in Svizzera con doppio passaporto 2 IL VOTO DALLA CONFEDERAZIONE In Svizzera vivono anche 1,75 milioni di cittadini dell'Ue, di questi 1,4 gli aventi diritto che voteranno per corrispondenza o tramite i consolati. Italiani e greci dovranno rientrare in patria o recarsi in uno Stato dell’Ue. 3 GLI ACCORDI BILATERALI La Svizzera mantiene relazioni economiche strette con l'UE disciplinate da un insieme di trattati detti Bilaterali I (sette accordi firmati nel 1999) e Bilaterali II (nove ulteriori accordi siglati nel 2004) 4 LA LIBERA CIRCOLAZIONE L’Accordo sulla libera circolazione delle persone, cioè il poter scegliere liberamente il Paese in cui lavorare e soggiornare, è stato messo in crisi dalla votazione del 9 febbraio: “Contro l’immigrazione di massa” CLEMENTE MAZZETTA “Spero che vinca l’Europa del coraggio, l’Europa della ragione e non quella paralizzata dalla paura”. Giovanni Merlini, consigliere nazionale plr, guarda alle prossime elezioni europee del 22-25 maggio con un mix di speranze e preoccupazione. “Abbiamo bisogno di un’Europa che promuova politiche più omogenee. Con una politica estera, una politica di difesa, una politica migratoria comune. E che si sviluppi in senso federalista combattendo le tentazioni centralizzatrici - dice Merlini -. C’è il rischio che vincano i populismi e i nazionalismi, che poi faranno una politica contraria ai veri interessi europei”. Un rischio sottolineato pure dal consigliere agli Stati ppd Filippo Lombardi, che fa apertamente il tifo per Jean-Claude Juncker, l’ex primo ministro del Lussemburgo, candidato alla presidenzadella Commissione europea per il Partito popolare al posto di José Manuel Barroso. “Temo una forte spinta dei partiti populisti, euroscettici o apertamente antieuropei - afferma Lombardi -, anche se ciò non dovrebbe modificare radicalmente il parlamento Ue, poiché il sistema elettorale frena il peso di questi spostamenti”. Secondo le previsioni di Open Europe, il 25 maggio oltre due terzi degli elettori esprimeranno un voto contro l’Europa o per una sua riforma radicale. Un risultato che potrebbe avere dei riflessi sulla Svizzera. “Se così fosse - continua Lombardi - spero che Bruxelles reagisca alla ‘svizzera’, ovvero prenda atto dell’esistenza di un problema dovuto all’eccessivo centralismo, alla perdita di competenze degli Stati nazionali e agli eccessi della libera circolazione. Che tenendo conto di questo malessere corregga, quindi, il tiro, magari riaffidando certe competenze ai Paesi membri, come chiede Cameron in Inghilterra. E accettando un po’ di flessibilità su dogmi come quello dell’intangibilità della libera circolazione. Se così fosse avremmo qualche chance in più di trovare una soluzione eurocompatibile per la nostra nuova politica sulla gestione dell’immigrazione”. Analisi con cui concorda il consigliere nazionale ppd Marco Romano: “La crescita degli antieuropeisti può essere l’occasione per l’Ue di rimettersi sui binari giusti. Oggi il livello di burocrazia, e con la Commissione che si è autolegittimata, è cresciuto in modo sproporzionato, ma resta incapace di rispondere alle reali necessità”. Romano, pur condividendo l’aspirazione ad un’Europa unita così come era stata formulata nel dopoguerra, contesta il sistema elefantiaco che si è creato nel tempo: “Una burocrazia che occupa tutto, ma che sui temi chiave come la stabilità, il mercato, il benessere, l’ambiente non riesce a produrre politiche efficaci”. Ragion per cui l’avanzata degli euroscettici, secondo il deputato ppd, potrebbe rivalutare il sistema svizzero come modello di successo: “Spero che gli europei capiscano che quello che viene visto come un sistema complicato, con un continuo dialogo fra Cantoni e Confederazione, è in realtà un modello vincente. Non è accentrando tutto che si risolvono i problemi. Il nostro federalismo sarà complicato, ma è garante di soluzioni e stabilità a lungo termine”. Più che all’Europa guarda ai singoli Stati il consigliere nazionale udc Pierre Rusconi : “Queste elezioni più che stravolgere gli equilibri dell’Ue, potranno stravolgere quelli interni dei Paesi membri. Se si sollevasse, come sembra, un’ondata di nazionalismo in Inghilterra, in Francia, in Olanda, e anche in Italia, sarebbe uno shock tale che questi Paesi potrebbero essere costretti a rivedere le loro decisioni, optando per una scelta referendaria per decidere se stare o me- Hanno detto Giovanni Merlini Mi aspetto che vinca l’Europa del coraggio, della ragione e non quella dei populismi Lorenzo Quadri Una crescita dei movimenti euroscettici sarà un segnale forte per questo Consiglio federale Filippo Lombardi Auspico una qualche soluzione eurocompatibile per la nostra politica sull’immigrazione Marco Romano Un successo dei partiti antieuropei può rimettere sui binari giusti l’Ue incapace di dare risposte concrete Pierre Rusconi Una vittoria dei nazionalisti sarebbe un shock per molti Paesi e una lezione per il Consiglio federale Marina Carobbio Spero si rafforzi la sinistra per un’Europa più sociale, più democratica ed ecologica no nell’Ue.” Ma con quali effetti è tutto da vedere. “Questo potrebbe essere un bene per la democrazia - sostiene Rusconi -, e per l’Europa a cui noi rimproveriamo proprio una scarsa democrazia, per non aver interpellato i popoli e di averli intruppati direttamente da Bruxelles. Se questo li porterà a discutere sull’appartenenza o meno all’Unione, avrebbe come risultato una maggior legittimazione dell’Ue stessa”. Anche il fronte che auspica una vittoria delle forze antieuropee non ritiene realisticamente che l’Ue sia al capolinea: “Spero vincano i partiti euroscettici, certo, ma non mi immagino una frantumazione dell’Ue in tempi brevi - afferma Lorenzo Quadri deputato leghista al Nazionale-. Mi auguro maggiori autonomie nazionali”. Per Quadri, se fossero confermati i sondaggi sulla crescitad dei partiti euroscettici, sarebbe un segnale importante verso il Consiglio federale: “Che continua a comportarsi come se la Svizzera facesse parte dell’Ue. Senza rendersi conto che chi è dentro vorrebbe magari uscirne. E sarebbe un segnale verso quelle forze politiche come il Ps che si ostinano a mantenere nel loro programma un’adesione all’Ue”. Critica che Marina Carobbio, consigliera nazionale socialista, respinge al mittente: “Oggi la Svizzera deve risolvere i problemi sui rapporti con Bruxelles dopo la votazione del 9 febbraio. Non si pone quindi la questione dell’adesione - replica Carobbio -. Mi aspetto che si rafforzi la sinistra e che possano essere portate avanti delle proposte concrete per un Europa più sociale, più democratica ed ecologica. Di un’Unione che non applichi più la politica di austerità e risparmio degli ultimi anni sostenuta dalla Commissione neoliberale presieduta da Barroso”. [email protected] Q@clem_mazzetta Nei discorsi ufficiali, gli Stati Uniti erano solitamente descritti come “Repubblica sorella”. Abbiamo in comune il sistema bicamerale, il potere degli Stati, la convinzione di essere un “popolo eletto” e il sentimento che, in materia di democrazia, siamo un faro mondiale. Nella vita reale, tutti sanno che un fratello o una sorella non sono per forza sempre teneri nei nostri confronti. Anzi, possono mostrarsi impietosi. È certamente quello che siamo portati a pensare dopo la multa da 2,5 miliardi di franchi che la giustizia americana ha inflitto a Credit Suisse. Come dice il proverbio, gli amici si scelgono, la famiglia no. La situazione ha un che di comico o di grottesco, scegliete pure l’aggettivo che preferite. Una banca svizzera diretta da un americano, Brady Dougan, si vede penalizzata per aver trattato troppo bene i suoi clienti statunitensi. Il fisco della più grande potenza mondiale ha fallito nel tassare i suoi contribuenti, chiudendo gli occhi sulle loro “combine” o facendo finta che le loro attività economiche si svolgessero sul pianeta Marte. Come se tutti gli imprenditori e le società di successo non producessero notevoli benefici. Ma il potere giudiziario si è dotato di mezzi per dare loro la caccia. Quale conseguenza di questa autentica caccia alle streghe, di questo maccartismo fiscale del XXI secolo, i banchieri svizzeri sono costretti a reinventare il loro modello d’affari. Gestire in maniera conservativa, etica e durevole il denaro più bianco del bianco e i patrimoni dei gentiluomini che arrivano dai Paesi che rispettano gli standard dell’Ocse. Oppure interessarsi alle fortune dei ricchi imprenditori dei Paesi africani o asiatici dove lo Stato di diritto, il rispetto della probità fiscale e le politiche pubbliche di redistribuzione della ricchezza non sono che nozioni piuttosto astratte. La posta in gioco non è però solo morale per la piazza finanziaria svizzera, malmenata dalle pressioni internazionali. Le banche generano più di 100.000 posti di lavoro e, da sole, rappresentano il 6,3% del Pil nazionale. A Berna, governo e parlamento non ne possono più di riparare le stupidaggini di qualche banchiere “indelicato”. La sanzione contro Credit Suisse non sarà l’ultima inflitta ad un istituto bancario elvetico. L’indignazione e l’esasperazione non sono pronte a spegnersi tanto presto. La vicenda diventa ancor più penosa per uno Stato liberale come la Svizzera, che non ama immischiarsi nelle attività dei suoi attori economici. E, del resto, se l’è sempre cavata molto bene. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 12 economia Ti-Press La denuncia UBS 780 Nel 2009 l’Ubs è stata condannata negli Usa a pagare una maxi multa di 780 milioni di dollari, per aver aiutato migliaia di clienti americani ad evadere il fisco. 2,6 CREDIT SUISSE La sanzione inflitta dagli Usa al Credit Suisse ammonta a 2,6 miliardi di dollari. La banca si è riconosciuta colpevole per aver aiutato migliaia di suoi clienti americani ad evadere il fisco 74 WEGELIN L’ ex banca privata svizzera Wegelin nel marzo 2013 è stata condannata in Usa a una multa di 74 milioni di dollari per avere aiutato centinaia di clienti americani ad evadere il fisco. U n’inchiesta sulle due principali banche svizzere, con la pesante accusa di essere immischiate in attività legate al riciclaggio e all’evasione fiscale. A puntare il dito contro Ubs e Credit Suisse è un’europarlamentare socialista portoghese: Ana Gomes. È convinta che la piazza finanziaria elvetica, in particolare i due maggiori istituti di credito, abbia contribuito, accogliendo i capitali in fuga dai Paesi dell’Europa meridionale, al loro tracollo economico e finanziario. “Mi sono basata sul comportamento che Ubs e Credit Suisse hanno avuto negli Stati Uniti. E sul modo con cui hanno saputo attirare dei patrimoni, suggerendo ai loro titolari i trucchi per non pagare le imposte”, ha detto l’eurodeputata portoghese al quotidiano Le Temps. Insomma, se lo hanno fatto con gli americani, sicuramente l’avranno fatto anche con gli europei. Anna Gomes ne è convinta e per la sua crociata ha chiesto l’aiuto della premier norvegese, Erna Solberg. Senza, peraltro, riuscire ad ottenere la sua collaborazione. Fatto sta che la sua determinazione ad indagare su Ubs e “Per le banche elvetiche occorre il metodo Usa” La crociata solitaria di un’europarlamentare Credit Suisse (che dovrà pagare agli Usa 2,6 miliardi dollari per aver favorito l’evasione fiscale), in un frangente in cui le banche elvetiche sono oggetto di attacchi da più parti, suscita non poche preoccupazioni. Ma su quali fondamenti si basa la richiesta di Gomes? “L’esportazione di capitali - spiega Sergio Rossi, economista dell’Università di Friburgo - può impoverire il loro Paese di origine in due modi. O quando i detentori non pagano tutte le imposte dovute, oppure quando questi capitali sono trasferiti altrove, senza alcuna ricaduta positiva per la nazione in cui sono stati accumulati originariamente”. Due modalità che sembrano sostanziare le accuse dell’europarlamentare socialista. “Direi che, nel caso della periferia Sud dell’Unione europea, le banche svizzere hanno verosimilmente contribuito ai due fenomeni che ho spiegato- precisa Rossi-. Come d’altra parte hanno fatto le banche inglesi, francesi e tedesche”. Del fatto che, tanto in Europa che negli Usa, Ubs e Credit Suisse si sarebbero comportati nell’identico modo, l’europarlamentare portoghese si è convinta anche grazie ai suoi stretti rapporti con il senatore democratico, Carl Levin. Cioè uno dei “mastini” che hanno interrogato e messo con le spalle al muro il L’ATTACCO ALLA SVIZZERA Ana Gomes, europarlamentare socialista portoghese; sopra, una sede di Credit Suisse direttore generale del Credit Suisse, Brady Dougan. Gomes pare, perciò, convinta che utilizzando metodi all’americana si possano ottenere dalle banche gli identici risultati conseguiti da Washington. “L’Unione europea - spiega Rossi - è un gigante dai piedi d’argilla e di salute cagionevole. Al contrario degli Usa non ha né una moneta di riferimento sul piano mondiale, né una unità di intenti a livello politico e istituzionale. Fattori in grado di incidere sul comportamento delle istituzioni finanziarie svizzere”. Quindi battaglia persa per Ana Gomes? “Data l’importanza economica per la Svizzera dei Paesi membri dell’Ue, è impensabile che la piazza finanziaria elvetica ignori le pressioni sulle questioni aperte nel campo fiscale” risponde l’economista. Cionostante, anche se a inizio aprile Gomes era riuscita ad ottenere la convocazione, da parte del parlamento Ue, dei rappresentanti di quattro banche per un’audizione all’americana, alla fine non si è fatto nulla. “Hanno invocato - spiega l’eurodeputata - una questione di calendario. E l’incontro è saltato”. f.z. & * " ) , ’ # ( , * % $ ( & & ! . %(311+66+ /44/(.+ 35’ 45+663 / 4928/ :+2*/8’ 9,-(/’0/) ’5 09+ !;+6 :94* ’5 +00’:/68’ :*>? %8=.31’ ’5 +2853 ::+( #[email protected] ’5 "3 %4+((./3 :2>? 7’,%1B31% ’5 #’6/ :(>C -.%883 $/6835’28+ "’ &+5’2*’ :2CC "@,%13 $/=’7.37. .1)370%B.31. 8@ AAA68A.88/386&-;50@ !31,.3 IL CAFFÈ 25 maggio 2014 13 economia Ecco Robin Hood la nuova tassa sulle transazioni I NUMERI LORETTA NAPOLEONI Il mercato crede in Modi e l’India vola in Borsa Sì da 11 Paesi europei alla Tobin, a Zurigo si temono contraccolpi LA TASSA L’Europa campione del mercato dei derivati. In miliardi di dollari Le entrate previste con la Ttf, la tassa sulle transazioni finanziarie. In miliardi di euro per anno Ttf 27 Paesi Ttf 11 Paesi (progetto attuale) 6.8 Azioni Europa 370.000 4.6 12.6 Obbligazioni Resto del mondo 140.000 8.4 37.7 Derivati Resto del mondo 140.000 21 di cui Derivati azionari 3.3 1.8 29.6 Derivati sui tassi Derivati su valute Asia 40.000 16.5 770.000 GLI ESPERTI A sinistra, Francesco Franzoni; a destra, Samuele Vorpe e Giancarlo Cervino miliardi di dollari nel primo trimestre 2014* 4.8 2.7 * Valore dell’insieme dei prodotti finanziari sui quali sono fondati i prodotti derivati Fonte: Commissione europea, Alphavalue GIORGIO CARRION Dopo anni di discussioni, undici Paesi europei un accordo sulla Tobin Tax l’hanno trovato. E ora il mondo bancario e finanziario svizzero valuta le conseguenze. Nata dalla fantasia dell’economista americano James Tobin, premio Nobel nel 1981, è una tassazione applicata alle transazioni finanziarie i cui introiti dovrebbero andare ad alzare il gettito nelle casse dello Stato e, quindi, a ridurre la pressione fiscale sui cittadini meno abbienti, per colpire i più ricchi possessori di capitali. Da molti è stata definita la tassa “Robin Hood”. Dovrebbe entrare in vigore dal 2016. Dopo l’adesione al protocollo Ocse per lo scambio automatico d’informazioni un’altra tegola sulla piazza finanziaria I Paesi coinvolti dalla Tobin Tax sono la Germania, la Francia, il Belgio, la Spagna, l’Austria, il Portogallo, la Slovacchia, la Grecia, l’Estonia e l’Italia (all’ultimo minuto la Slovenia, in crisi politica, non ha sottoscritto l’accordo). Altri, come il Regno Unito, con la sua importantissima piazza di Londra, sono fermamente contrari (già applica da 300 anni la “stamp duty” sugli scambi azionari). La Tobin non risparmierà la Svizzera e la borsa di Zurigo, sebbene gli 11 abbiano previsto “l’adozione progressiva” dell’imposta e solo per le azioni e alcuni tipi di derivati. La Tobin Tax potrebbe avere una aliquota dello 0,1% per i titoli azionari e dello 0,01% per i derivati. Il gettito previsto da Bruxelles dovrebbe essere di 30/35 miliardi di euro, ma Il commercio La Svizzera ha ormai un posto fisso tra le superpotenze mondiali della gioielleria e dell’oreficeria. Lo ha appena certificato, nel suo report di maggio, la Deloitte, l’azienda leader di servizi di consulenza e revisione, in termini di ricavi e numero di professionisti. Nella top75 dei preziosi, infatti , (quelle che mediamente registrano procapite 1,8 miliardi di franchi di fatturato annuo) la Svizzera sfoggia ben sei firme. E sono tre i marchi del lusso rossocrociati (Richemont, Swatch Group e Rolex) che si piazzano nei primi dieci posti della classifica del lusso capitanata dalla francese Lvmh. Il 90% del business mondiale della gioielleria e dell’orificeria, pari a 153 miliardi di franchi nell’ultimo anno fiscale, è nelle mani di soli sei Paesi: Francia, Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Svizzera che, da sola, ha fatturato circa il 16% dell’intero business degli oggetti di lusso. E stando alle stime di Deloitte i primi tre marchi elvetici hanno registrato, nell’ultimo anno, un incremento di fatturato vicino ai 4,5 miliardi di franchi. Risultati incredibili, soprattutto in un periodo di crisi economico-finanziaria continentale che si trascina da almeno un lustro. La Svizzera, tra l’altro, grazie all’elevata domanda molti osservatori considerano questa proiezione ottimistica. “Una tassa di questo genere – spiega Francesco Franzoni, professore ordinario di finanza all’Università della Svizzera italiana e allo Swiss finance institute - rischia di avere impatto limitato nel caso in cui alcuni Paesi non aderiscano all’accordo. I capitali cosiddetti speculativi possono facilmente muoversi verso la Gran Bretagna, la Svizzera o Singapore, e continuare ad operare in queste piazze finanziarie. È pure probabile che i maggiori costi di transazione legati a questa tassazione vengano scaricati sui risparmiatori”. Robin Hood, insomma, può restare nella foresta di Sherwood! Inoltre, se l’obiettivo è anche quello di ridurre la rapidità delle transazioni finanziarie, per meglio controllare la speculazione, probabilmente uno strumento più appropriato sarebbe “limitare la velocità con cui gli ordini di mercato possono arrivare alle Borse. Velocità che oggi si misura nell’ordine dei milionesimi di secondo”. Dopo l’adesione della Svizzera al protocollo Ocse per lo scambio automatico di informazioni sui conti bancari, c’è da capire se un’altra tegola sta per abbattersi sulla piazza finanziaria elvetica. Il fatto che solo 11 Stati abbiano aderito al protocollo non garantisce l’estraneità degli operatori elvetici: se un banca italiana, per esempio, opera con una banca svizzera, la Tobin Tax sarà versata da entrambi gli istituti, ma in Italia. Nessuna scappatoia, dunque. Dall’Asb, l’Associazione svizzera dei banchieri, per ora, nessun pronunciamento. “È evidente che l’introduzione di un’imposta sulle transazione finanziarie solo in alcuni Stati, e non a livello mondiale, indurrà gli investitori ad operare in mercati di capitali meno onerosi rispetto a quello italiano o a quello di altri Paesi dell’Ue che conoscono la Tobin Tax, in modo da ottenere investimenti più remunerativi”, nota Samuele Vorpe responsabile del Centro di competenze tributarie della Supsi: “Questa tassa, seppur giustificata da nobili propositi per tassare le operazioni finanziarie, non potrà avere successo fintanto che non sarà adottata contemporaneamente da tutti gli Stati”. Gli istituti bancari direttamente coinvolti saranno 5mila. Il progetto ha superato il primo scoglio. I Paesi firmatari devono scrivere, però, le regole applicative sotto la presidenza italiana della Ue, nella seconda metà del 2014. Tra gli esperti domina lo scetticismo sulla reale applicabilità concertata della Tobin Tax. “Sono sempre più convin- “La crisi ha provocato una caduta delle entrate derivanti dalle imprese e ora i governi tassano i patrimoni” to che i conti che ci presentano i politici riguardo lo stato di salute dell’Europa siano manipolati e che la situazione sia più grave del previsto”, osserva Giancarlo Cervino, direttore del Centre for international fiscal studies di Lugano: “La crisi ha prodotto una caduta delle entrate fiscali derivanti dalle imprese ed ha costretto i governi a tassare i patrimoni, mobiliari ed immobiliari. Ma i governi non hanno capito che bisogna tagliare le spese e non spremere un limone secco. La conseguenza sarà lo spostamento del mercato dall’Europa all’Asia dove questa tassa non è applicata. Cioè nelle piazze finanziarie di Hong Kong, Singapore e Tokyo e fra 5, 10 anni Shenzen e Shanghai”. [email protected] L’esportazione di beni preziosi non rallenta ed è seconda soltanto al settore farmaceutico La gioielleria svizzera tra le superpotenze del lusso mondiale interna, risulta anche ai primi posti mondiali nel “consumo” di beni preziosi e non a caso figura tra i migliori “clienti” in assoluto degli altri Paesi competitor nel giro d’affari mondiale della gioielleria e dell’orificeria. Per l’Italia, ad esempio, la Confede- Il 16% del business internazionale annuo del ricco comparto generato nella Confederazione razione segue solo gli Emirati arabi uniti come miglior acquirente. Nel 2013 quasi il 20% della produzione di gioielli italiana è finito in Svizzera, per un valore di 1,4 miliardi di franchi. Poca cosa comunque visto che, secondo i dati dell’Ammini- strazione federale delle dogane (Afd) orologi e gioielli made in Swiss nel 2013 sono stati esportati per un controvalore dichiarato di 45 miliardi di franchi. E giusto per sottolineare come il lusso da indossare sia una componente chiave del core business elvetico, è forse il caso di ricordare che il settore rappresenta, da solo, il 22,5% dell’intero export svizzero. L’esportazione di gioielli e orologi, infatti, è seconda soltanto al settore dell’industria chimica e farmaceutica nazionale. Un mercato comunque difficile da “misurare” in termine di produzione, perché spesso le grandi griffe hanno sede legale in un Paese e quella del commercio in un altro e viceversa. La Francia, ad esempio, pur figurando nella short list dei Paesi leader del settore, vede la Svizzera come primo Paese in cui esporta gioielli e, contemporaneamente, il primo dal quale ne importa. Resta il fatto che, stando ai rilevamenti dell’Afd, l’esportazione di gioielleria e oreficeria elvetica, è più che raddoppiata nel giro di quindici anni. Fatto cento il valore indice del settore nel 1997, infatti, nel 2013 ha raggiunto il valore di 212. e.r.b. Mentre l’Europa va al voto, domandandosi se la democrazia ancora funziona e se non sarebbe opportuno riformare l’unione politico-economica costruita nel dopoguerra, dall’India, una nazione emergente dove vivono un miliardo e 250 milioni di persone, ci arriva la conferma che il processo democratico è ancora il migliore sistema. Nel Paese delle caste, un uomo comune, Narenda Modi, con la passione di far politica vera, e cioè in nome del popolo, ha messo ko una delle più importante dinastie politiche asiatiche. Lo ha fatto strappando il titolo di primo ministro a Raul Gandhi, nipote di Nehru, l’uomo che prese le redini del Paese subito dopo la dichiarazione d’indipendenza. Ai mercati questa ventata di democrazia è piaciuta. Le quotazioni della Borsa indiana sono schizzate alle stelle ed hanno sorpassato in termini di capitalizzazione quelle australiane e sud coreane. Ma è da settembre, da quando Modi si è candidato, che gli indici salgono, facendo registrate un aumento del 30 per cento. Così oggi l’India è entrata nella rosa delle dieci Borse più importanti al mondo. Anche se meno della metà di quella cinese (oltre 3 mila miliardi di dollari), la borsa indiana ha ampi spazi per crescere. In termini di capitalizzazione, le imprese indiane quotate rappresentano soltanto tre quarti del prodotto interno lordo, pari a mille e ottocento miliardi di dollari. Si tratta di un rapporto molto basso, specialmente se messo a confronto con quello delle economie più sviluppate. Ciò vuol dire che esiste ampio spazio per crescere. Modi si ripromette di seguire lo stile di Lee Kuan Yew, il premier autoritario di Singapore, che ha trasformato la piccola Città Stato in uno dei centri finanziari più importanti del mondo. In cima all’agenda politica ci sono le riforme economiche per far lievitare il tasso di crescita, ridottosi dal 10 al 5 per cento in meno di 4 anni. Tra queste anche l’assorbimento di circa un milione di giovani che ogni mese si immettono sul mercato del lavoro. L’impennata della Borsa conferma la fiducia che indiani e non indiani ripongono in questo uomo, da molti reputato eccezionale. Ma per riuscire in questa difficilissima impresa, Modi avrà bisogno dell’appoggio delle élite e anche dei 175 milioni di musulmani che vivono in India in un clima di grande tensione. La vittoria elettorale, va detto, non ha sconfitto lo spettro della violenza politica, che rimane oggi, come in passato, latente in tutto il Paese. Ai Mondiali di Minsk finale Russia-Finlandia Marciello a Montecarlo è lontano dai migliori Russia e Finlandia hanno conquistato la finale ai Mondiali di hockey su ghiaccio a Minsk. I russi hanno avuto la meglio per 3-1 sulla Svezia campione in carica, mentre i finnici hanno battuto per 3-0 la Repubblica Ceca. Nella prima delle due gare in programma a margine del Gp di Formula1 a Montecarlo, nella classe Gp2 Raffaele Marciello ha concluso al dodicesimo posto, mentre nella seconda prova disputata, ha chiuso diciannovesimo. losport IN TELE VISIONE domenica 25 maggio 13.50 LA1 F1: Gp di Monaco mercoledì 28 maggio 15.15 LA1 Ciclismo:Giro d’Italia Il LeMont conquista la Challenge League Definito il trasferimento di Bürki al Freiburg Gulbis e Kohlschreiber vittoriosi sulla terra rossa domenica 25 maggio 19.45 LA2 Hockey: Mondiali. Finale venerdì 30 maggio 20.10 LA2 Calcio: Svizzera-Giamaica mercoledì 28 maggio 13.30 LA2 Tennis: Roland Garros sabato 31 maggio 14.45 LA1 Ciclismo:Giro d’Italia Sarà la squadra vodese del LeMont a sostiuire il Locarno nel prossimo campionato di Challenge League. I losannesi hanno infatti conquistato la promozione dalla Prima Lega Promotion con una giornata d’anticipo. Il portiere elvetico Roman Bürki è definitivamente un giocatore del Freiburg, formazione che milita in Bundesliga e dove giocano Gelson Fernandes ed Admir Mehmedi. L’estremo difensore lascia dunque il Grasshopper. Il lettone Ernests Gulbis ha vinto il torneo di Nizza, battendo in finale l’argentino Federico Delbonis per 6-1 7-6 (5). A Düsseldorf il successo è invece andato a Philipp Kohlschreiber, che ha conquistato la vittoria per 6-2 7-6 (4) il croato Ivo Karlovic. Reuters Domenica 25 maggio 2014 Il fenomeno IL PASTICCIO DI CASILLAS Ha davvero dell’incredibile l’errore di valutazione dell’esperto portiere del Real, che regala il gol agli avversari nel corso del primo tempo Rivoluzione rosa negli sport da… maschio A PAGINA 31 Reuters Il calcio PIERLUIGI TAMI È importante riposizionare gli obiettivi della squadra Lo scorso anno, con la nazionale Under 21, abbiamo avuto una stagione dal programma molto carico, soprattutto tra settembre e novembre. In seguito, però, vi è stata una lunga pausa fino a marzo. Siccome dopo l’ultima partita di qualificazione agli Europei non avremmo più giocato fino a settembre, abbiamo deciso di inserire un’amichevole questa settimana contro la Danimarca. E questo nonostante queste partite di fine stagione nascondano qualche insidia, soprattutto per lo stato psico fisico dei giocatori. E, a causa di qualche infortunio, abbiamo anche dovuto rinunciare ad alcuni elementi, come Ben Khalifa, Buff o Tabakovic. Era però importante ritrovarsi prima delle due gare decisive nella corsa verso la fase finale dell’Europeo. Per molti motivi. Dapprima rivedere la squadra, ritrovarsi come gruppo, ma anche riposizionarsi a livello di sistemi di gioco e di obiettivi da perseguire. Ho perciò voluto vedere la squadra confrontarsi con un nuovo modulo, perché, da un lato, - in alcune occasioni - ci siamo ritrovati un po’ in difficoltà con il sistema più collaudato, soprattutto dal profilo della qualità del gioco contro particolari avversarie. Ma poi anche perché saper adattare il proprio modulo in caso di necessità è certamente un vantaggio, che permette di meglio adattarsi alle avversarie. Così come poter eventualmente cambiare in corsa. Gli esperimenti tattici sono insomma stati numerosi, anche perché le occasioni per le amichevoli internazionali sono sempre preziose. E vanno in generale sfruttate anche sotto il profilo del risultato da perseguire. Perché vincere è sempre importante. Soprattutto contro una rivale forte come la Danimarca, squadra che guida il proprio girone di qualifica agli Europei e che, da tempo, non perdeva. Dal 2-0 ottenuto ad Esbjerg, insomma, sono arrivate molte risposte. E tante sono state positive, anche se alcuni dettagli vanno rivisti. Per la Under 21 è quindi stata una trasferta importante, anche perché i giocatori - anche con le vacanze alle porte - hanno sempre grande piacere nel ritrovarsi. E anche perché le situazioni individuali sono molto eterogenee, tra chi ha vinto, chi ha conosciuto delusioni e chi ha avuto una stagione difficile sotto il profilo personale. Riposizionare tutti questi stati d’animo è essenziale per perseguire gli obiettivi del gruppo. Sempre e solo Mercedes nelle qualifiche di Monaco A Montecarlo pole di Rosberg davanti a Hamilton La storia la scrive MASSIMO MORO Sempre e solo Mercedes nelle qualifiche del Gran Premio di Montecarlo. Ad avere la meglio, ieri, sabato, è stato il “padrone di casa”, Nico Rosberg, con il compagno Lewis Hamilton secondo. Una pole position molto discussa quella fatta segnare dal tedesco della Mercedes, che nell’ultimo giro è andato lungo alla curva del Mirabeau, precludendo a tutti i suoi avversari la possibilità di strappargli la partenza al palo a causa delle bandiere gialle. Dopo lunga “investigazione” i commissari non hanno deciso alcuna sanzione anche se Hamilton non l’ha presa bene. “Non dico niente - ha detto l’inglese -, meglio che non parli, visto che ero dietro di un paio di decimi, ma va bene così. Sono rilassato, ho un buon passo, devo lavorare per l’anno prossimo per essere veloce come Rosberg e ora concentrarmi sulla gara”. Situazione quindi tesa in casa Mercedes, soprattutto visto che i due sono separati da soli tre punti, a favore delll’inglese, nella classifica del Mondiale. Una situazione che potrebbe essere così sovvertita dopo il Gran Premio monegasco, dal momento che sul tracciato cittadino i sorpassi sono quasi impossibili. “Sono felice di essere in pole, ma non è il modo che preferivo. Ho sbagliato nel finale - ha cercato di giustificarsi Rosberg -, stavo spingendo perché sapevo che Hamilton stava cercando di togliermi la pole. Ho fallito la linea, frenato tardi, e sono arrivato lungo”. Dietro alla solita prima fila tutta della scuderia tedesca, si sono piazzate le Red Bull, con l’australiano Daniel Ricciardo che ancora una volta ha avuto la meglio sul campione del Mon- Real il I “blancos” battono l’Atletico e conquistano la Champion’s MASSIMO SCHIRA Che quella di Lisbona sarebbe stata una notte storica per il calcio europeo e spagnolo era scritto dalla sera in cui Atletico Madrid e Real Madrid hanno staccato il biglietto per l’atto conclusivo della Champion’s League. Innanzitutto perché, per la prima volta, ad andare in scena sarebbe stata una sfida stracittadina, ma anche per il fatto che i “Colchoneros” di Diego Simeone mai nella loro storia avevano vinto la Coppa dalle grandi orecchie, mentre le “Merengues” di Carlo Ancelotti inseguivano ormai da diversi anni la decima Champion’s. Anche se, poi, alla luce dei fatti, a scriverla per davvero la storia sono gli uomini guidati dal tecnico emiliano, che riescono a vincere una partita che in pratica hanno già perso, ritrovando il pareggio nei minuti di recupero e firmando l’impresa nei supplementari per chiudere i conti su un severo 4-1. Ma per avere la meglio sul calcio tutto corsa e sacrificio inculcato ai suoi dal vulcanico “Cholo” a sua immagine e somiglianza e vincere quindi la “decima”, il Real Madrid ha dovuto davvero ricorrere agli “straordinari”. Simeone e Ancelotti risolvono immediatamente i dubbi sulla formazione, visto che entrambi gli uomini su cui sono puntati i fari di mezzo mondo sono regolarmente in campo: Diego Costa per i biancorossi e Cristiano Ronaldo per i “blancos”. Ma il primo colpo di scena arriva dopo appena 9 minuti di gioco, quando proprio Costa è costretto a lasciare il campo per il riacutizzarsi del problema muscolare. La gara, iniziata su ritmi molto elevati, offre in realtà poche occasioni fino a cavallo della mezz’ora, quando un errore in impostazione dei Tiago permette a Bale di scatenare tutta la sua potenza, ma senza esito, visto che il gallese calcia a lato. A non mancare, per contro, sono alcuni interventi piuttosto duri. La Formula 1 Reuters RAMOS PAREGGIA Nei minuti di recupero, un colpo di testa di Sergio Ramos regala al Real la possibilità di andare ai supplementari, dove i blancos chiudono la contesa Reuters I protagonisti Cristiano Ronaldo Non sta bene, e si vede, ma non riesce neppure ad incidere sulle palle ferme, un suo punto forte Diego Costa Schierato a sorpresa dal primo minuto, resta in campo però soltanto nove minuti, sprecando un cambio Iker Casillas Combina un vero e proprio pasticcio in occasione della prima rete della partita, inguardabile l’uscita Thibaut Courtois È giovane, forte, reattivo. Il portiere del futuro per l’Atletico? Se il Chelsea non lo richiamerà Anche l’Atletico sa però farsi vedere sul fronte offensivo, soprattutto con qualche interessante traversone. E proprio su una palla aerea, sugli esiti di un calcio d’angolo, Iker Casillas combina un pasticcio, esitando sull’uscita e permettendo al pallone inzuccato da Godin di entrare beffardo in porta. È lo scenario ideale per i “Colchoneros” e lo si vede anche sul campo, con il Real incapace dal momento del gol, al 36’, fino alla fine del primo tempo, di tornare ad inquietare Courtois. Un po’ sorprendentemente, Sugli spalti MASSIMO SCHIRA IL BILANCIO DELL’ERA SIMPSON T racciando il bilancio dell’era Simpson sulla panchina dei rossocrociati di hockey, sono stati messi in evidenza fin troppo spesso gli aspetti in chiaroscuro della gestione del canadese. Senza voler per forza dimenticare il fatto che alcune controprestazioni ci sono state, su tutte quelle di un 2014 da dimenticare, il grande pregio di Simpson quale coach è stato quello di far comprendere ad un Paese intero le proprie potenzialità sul ghiaccio. Lo straordinario argento di Stoccolma non è solo stato un risultato sportivo di gruppo, ma anche - forse soprattutto - l’uscita definitiva dal guscio del “vorrei, ma non posso…” di tutto un movimento. Di poter guardare negli occhi chiunque senza timore, l’hockey svizzero lo aveva forse già intuito sotto la gestione Krüger, ma i buoni risultati sembravano più il frutto della giornata buona, che non di una crescita globale del movimento. Invece Simpson è riuscito in una delle imprese più difficili nello sport professionistico, ossia far superare l’ultimo scalino. Quello che divide le buone squadre dalle grandi squadre. E, in realtà, poco importa se - come nel mondiale di Minsk - le cose ogni tanto non funzionano. Capita anche alle “migliori famiglie”. Il prossimo coach si ritrova insomma in mano una specie di gioiellino, a patto che si possano schierare tutti i migliori giocatori. per vedere la reazione del Real bisogna portare pazienza. Perché l’avvio della ripresa è tutto o quasi dell’Atletico. Che non fa cose stratosferiche, ma pare avere i mezzi per tenere in mano la partita. Ancelotti allora toglie dal campo un evanescente Khedira, Coentrao e l’invisibile Benzema inserendo Marcelo, Isco e Morata. E i “blancos” ritrovano almeno un po’ di spinta, perché Ronaldo non è al 100% e Bale ci prova, ma non trova il guizzo. Pur senza esaltare, il Real guadagna metri e l’Atletico si arrocca sempre più pericolosamente in area, in primis perché Simeone ha di certo meno qualità in panchina, senza dimenticare il cambio già sprecato in entrata. Il fortino regge fino al terzo dei cinque minuti di recupero, quando Sergio Ramos insacca con una possente capocciata il gol del pareggio che vale i supplementari su azione di calcio d’angolo. Per 20 dei 30 minuti supplementari i giocatori si ritrovano più che altro alle prese con i crampi. Su entrambi i fronti. Poi il lampo improvviso. Di Maria (il migliore in campo) si beve mezza difesa dell’Atletico e costringe Courtois alla respinta di piede. La palla finisce però sulla testa di Bale, “mister 100 milioni” ringrazia e insacca. Negli ultimi minuti, infine, l’ottimo Marcelo infila anche il punto del 3-1, prima del 41 finale di Cristiano Ronaldo su rigore. [email protected] Q@MassimoSchira do, Sebastian Vettel. “Non ho trovato Rosberg fermo nel mio giro, ma alla fine non ho fatto un buon tempo. In gara tutto può accadere - ha spiegato Ricciardo -, cercherò di fare una buona partenza e di passare una Mer- di squadra, Kimi Raikkonen. Buio ad dir poco pesto per la Sauber che anche a Montecarlo ha toccato veramente il fondo, con le due monoposto eliminate nel primo step di qualifica. [email protected] cedes sfruttando il lato pulito della pista”. La Ferrari ha nuovamente confermato le solite posizioni conquistate negli ultimi Gran Premi, con Fernando Alonso che ha fatto segnare il quinto tempo, precedendo il compagno Iltennis Bacsinszky quarta elvetica a Parigi Reuters FUORI CAMPO Reuters 15 NICO ROSBERG Al tedesco è andata a dir poco bene, visto che i commissari non gli hanno comminato alcuna sanzione per l’uscita di pista Timea Bacsinszky è la quarta elvetica qualificata al Roland Garros, secondo Slam stagionale. Al terzo turno delle qualificazioni la vodese, ieri, sabato, ha superato la tedesca Laura Siegemund per 5-7, 6-4, 6-2 in due ore e quarantun minuti di gioco. Al primo turno la losannese ha indubbiamente pescato bene, visto che se la vedrà contro l’ucraina Maryna Zanevska. Al termine delle qualifiche è stato presentato il programma di oggi, domenica. Ad aprire le danze per quanto riguarda i colori rossocrociati saranno in due. Sul Philippe Chatrier, dopo l’incontro di Agnieszka Radwanska, c’è l’esordio di Roger Federer che se la vede con lo slovacco Lukas Lacko. “Come in tutti gli Slam - ha voluto sottolineare il basilese - ci sarà qualche sorpresa, ma alla fine i migliori escono sempre alla distanza. Penso che i favoriti siano Rafa e Novak, poi ci siamo io e Stan”. Se per Federer gli Slam sono consuetudine, non lo sono di certo per Belinda Bencic che sul Suzanne Lenglen incrocia la propria racchetta con la statunitense Venus Williams. Un vero e proprio inizio m.m. con il botto. Il ciclismo Il primo “vero” arrivo in salita del Giro d’Italia 2014 vede anche alcuni favoriti all’attacco della maglia rosa Battaglin in rimonta vince ad Oropa con Uran in difesa Una grande rimonta regala ad Enrico Battaglin la vittoria sul prestigioso traguardo in salita ad Oropa. Sul primo vero arrivo in quota del Giro d’Italia 2014, ieri, sabato, il corridore della Bardiani ha compiuto un vero e proprio numero. Dopo essersi trovato in ritardo sulle rampe più dure dell’ascesa, è riuscito a recuperare, infilando poi Dario Cataldo proprio negli ultimi metri. A livello di classifica generale, Rigoberto Uran mantiene le insegne del primato, ma dopo una giornata difficile, passata più che altro in difesa e in cui ha perso qualche secondo sui vari Quintana, Pozzovivo, Majka ed Evans. I 164 chilometri della quat- tordicesima tappa del Giro sono stati caratterizzati da una fuga di una ventina di elementi, gruppetto che, sull’ascesa finale ha poi portato allo scoperto i migliori, con un terzetto formato da Timmer, Cataldo e Pantano che ha dato a lungo l’impressione di potersi giocare il successo. Senza però fare i conti con l’eroe di giornata. “Questa è un’incredibile vittoria - ha commentato a caldo proprio Enrico Battaglin -. Oggi ho passato tutto il giorno in fuga, visto che siamo partiti all’attacco al chilometro zero. Nella prima parte della salita mi sono ritrovato un po’ in difficoltà, ma ho trovato la forza per reagire e a 800 metri dal traguardo sono riuscito a rientrare sulla testa”. Dal gruppo della maglia rosa sono invece partiti soprattutto Pozzovivo e Quintana, ma nonostante la giornata non brillante di Uran non sono riusciti a scavare un vero buco. Tanto che il colombiano della Movistar ha ripreso al connazionale soli 24 secondi. Ma quest’oggi, domenica, la carovana rosa torna a salire in quota. In programma, infatti, una frazione di 225 chilometri con arrivo ai 1.665 metri di Plan di Montecampione, ma con gran parte del percorso caratterizzato dalla pianura. Salvo gli ultimi 20 chilometri, molto duri, che presentano pendenze fino al 12%. m.s. Tutto per questa e altre 99 idee per l’estate. 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Dai piloti di modelli in scala sempre più perfezionati, fino ai visionari del volo, come Bertrand Piccard con il suo incredibile progetto Solar Impulse, con cui si prepara al giro del Mondo su un aereo spinto soltanto dall’energia solare. segue a pagina 18 Per cominciare PATRIZIA GUENZI FIRMATE PER SALVARE M25 S periamo servirà a salvare l’orso M25 la petizione lanciata dal Wwf che ha salutato il suo arrivo in terra elvetica con un tweet: “Benvenuto M25! Siamo felici che ieri un giovane orso sia arrivato nei Grigioni!?”. Il plantigrado ha circa 2 anni ed è entrato poche settimane fa nel canton Grigioni. La madre è l’orsa KJ2, la stessa che diede alla luce M13, l’orso italiano ucciso in Svizzera l’anno scorso perchè ritenuto pericoloso dalle autorità. Intanto, M25 sembra più saggio del defunto fratello, per ora è riuscito a far perdere le sue tracce. Scopo della petizione del Wwf è invitare le autorità cantonali e comunali retiche a darsi immediatamente da fare affinché l’animale non rappresenti un problema. Bastano pochi accorgimenti: sistemi di difesa delle greggi, contenitori per rifiuiti a prova d’orso e protezione per le arnie. Oltre ovviamente a una corretta informazione alla popolazione. Cinquemila firme sono necessarie per evitare che M25 finisca impagliato in qualche museo. Ma purtroppo l’esemplare in questione sarebbe già stato definito “problematico” (o “probabilmente problematico”) visto che in Italia è stato munito di un radiocollare perché sospettato di avere ucciso una pecora a Termeno. Firmate al più presto! I NOSTRO SERVIZIO LA FINESTRA SUL CORTILE Storie di quotidianità familiare LA DOMENICA NO, GRAZIE A PAGINA 52 l 2014 è un anno certamente particolare per l’aviazione in Svizzera. Sono infatti molte le ricorrenze “volanti” che vengono festeggiate un po’ ovunque nel Paese. A fare da sfondo a tutti gli eventi, i 100 anni delle Forze aeree svizzere, che saranno al centro del mega evento “Air14” di Payerne, spalmato su 2 week end tra fine agosto ed inizio settembre. Ma da festeggiare ci sono anche il 50° di fondazione della Patrouille Suisse. segue a pagina 19 IL CAFFÈ 25 maggio 2014 19 tra parentesi Il tempo libero La specialità Il paracadutismo conquista diverse fasce di età, anche tra i senior Il brivido della caduta libera ha sempre nuovi appassionati Una nazione in A Ti-Press volo per passione o per lavoro Forze aeree svizzere La licenza Per sostenere l’esame e ottenere il brevetto bisogna aver completato almeno 31 lanci nche se potrebbe sembrare uno sport per spericolati, il paracadutismo è una disciplina molto praticata in Ticino. Soprattutto per la presenza ormai quarantennale del Paracentro di Magadino, che offre un ventaglio completo di possibilità legate al brivido della caduta libera. Si va dal lancio in tandem con l’istruttore fino ai corsi per ottenere il brevetto di paracadutista. “Ci vuole forse un po’ di coraggio la prima volta - ammette Anja Sonderegger, consulente al Paracentro -. Ma poi quasi sempre scatta una vera e propria passione. Capita che un cliente sperimenti un lancio in tandem e poco dopo essere atterrato decida di iscriversi ai corsi per ottenere il brevetto per lanciarsi da solo”. La formazione dei paracadutisti prevede lezioni teoriche e lanci di allenamento, che permettono in un secondo tempo di partecipare all’esame per l’ottenimento della licenza. “La parte introduttiva è di una settimana con nove lanci e tutte le istruzioni teoriche e pratiche spiega Sonderegger -. Poi si passa alla preparazione individuale, perché per sostenere l’esame sono necessari un totale di 31 lanci”. E, tutto sommato, per una disciplina legata al mondo dell’aviazione, la formazione non è troppo “pesante” neanche dal profilo finanziario. “Il costo complessivo per staccare il brevetto è di circa 6’500 franchi”, precisa Sonderegger. È poi interessante notare come questo particolare sport, che conta anche alcune sezioni nelle Forze Aeree svizzere, sempre nell’area dell’aerodromo di Magadino, interessa diverse fasce di età. “Addirittura direi che c’è la tendenza ad avere un numero crescente di anziani o, comunque, di persone meno giovani di quanto ci si potrebbe aspettare - aggiunge la consulente del Paracentro-. Anche per il lancio in tandem in compagnia dell’istrutture, del resto, registriamo una simile tendenza”. Il Paracentro di Magadino, infine, prevede lanci durante tutto l’arco dell’anno quando le condizioni meteo lo consentono. “Anche se in realtà l’alta stagione va da metà marzo fino alla fine di ottobre - conclude Anja Sonderegger -, i lanci sono possibili durante tutto l’anno, il sabato e la domenica. E le cifre confermano che l’interesse rimane molto buono”. 1 TRA AEROPORTI E CAMPI Tra aeroporti internazionali e semplici campi d’aviazione, la Svizzera dispone in totale di 33 strutture. Zurigo, Ginevra e Basilea hanno lo statuto di aeroporto nazionale, per un totale di 6 piste. 2 3 4 5 GLI AEROMOBILI Il registro svizzero degli aeromobili nel 2012 vedeva immatricolati 1.922 apparecchi ad ala fissa, di cui 1.461 leggeri, mentre il totale generale è di 3.657 apparecchi. GLI ELICOTTERI La Svizzera è un Paese molto ben servito dagli elicotteri. Solo tra quelli immatricolati dalle autorità elvetiche, nel 2012, se ne registravano 326 in totale. I PALLONI AEROSTATICI MASSIMO SCHIRA L a Svizzera è un Paese di appassionati aviatori. Dai piloti di modelli in scala sempre più perfezionati, fino ai visionari del volo, come Bertrand Piccard con il suo incredibile progetto Solar Impulse, con cui si prepara al giro del Mondo su un aereo spinto soltanto dall’energia solare. Passando per i detentori di un brevetto privato in una delle molte categorie esistenti e attraverso l’aviazione militare. Che oltre a compiere nel 2014 il suo primo secolo, attira ogni anno molti giovani aspiranti piloti di jet o di elicottero. Che lo stato di salute dell’aviazione in Svizzera sia particolarmente brillante, nonostante il no popolare ai Gripen, lo conferma anche Yves Burkhardt, segretario generale dell’Aero Club Svizzero, associazione mantello che raccoglie non meno di 45mila soci e 400 Club locali divisi in otto settori dell’aviazione. “L’aviazione sta bene, molto bene e il dato più confortante è la crescita costante del numero di associati negli anni spiega al Caffè -. E in tutti i settori c’è grande interesse. Come asTi-Press Altra particolarità molto elvetica è quella delle mongolfiere, che hanno in Chateau d’Aix il loro centro internazionale. In Svizzera sono ben 377 quelle registrate. I PILOTI Nel 2012, i piloti privati in Svizzera erano 5.604. Una cifra a cui vanno aggiunti 1.136 piloti commerciali e 2.362 piloti con licenza valida per il trasporto di merci in aereo. “L’aviazione va molto bene, il dato più confortante è la crescita degli associati” sociazione mantello ci occupiamo di modellismo, volo a motore, volo a vela (aliante), elicotteri, paracadutismo, volo in pallone aerostatico, volo con apparecchi di produzione propria e di ecoflight, volo ecologico, che rappresenta la novità più recente dell’aviazione”. Il mondo del volo in Svizzera beneficia sicuramente anche di una situazione congiunturale favorevole quale “rampa di decollo”. E il mestiere di pilota mantiene pressoché invariato il suo fascino. “Ogni pilota, di qualsiasi livello, ha iniziato la propria carriera da un velivolo leggero; da un Cessna o da un Piper - osserva ancora Burkhardt -. E in questo senso il pilota rimane ancora una professione sognata tra i Gli eventi giovani. Che però sono confrontati oggi con un’attività molto evoluta, dove non basta più ‘semplicemente’ volare. Il pilota oggi deve avere salde competenze di tecnica aviatoria, meteorologia, fisica, elettronica e strumentistica. È una professione assai più completa. Una sfida molto interessante per un giovane. Chiaramente in Svizzera iniziare a volare, proprio perché viviamo in un Paese economicamente benestante, è più facile rispetto ad altre realtà”. Staccare il brevetto di pilota costa diverse migliaia di franchi, ma può aprire le porte ad una professione estremamente ambita e affascinante. D’altra parte non sono necessarie particolari abilità per avvicinarsi al mondo Forze aeree svizzere dell’aviazione. Anche se, evidentemente, l’entrata nella “terza dimensione” dello spostamento impone allenamento e solida preparazione. Come nota Burkhardt. “Non esiste l’identikit del pilota tipico - dice il segretario generale dell’Aero Club Svizzero -. Noi vediamo giovani o giovanissimi avvicinarsi a questo mondo attraverso il modellismo e poi passare rapidamente alla Molte le ricorrenze tra le nuvole che quest’anno si festeggiano in tutta la Confederazione Cielo aperto sopra Magadino per i 75 anni dell’aeroporto DAL COCKPIT Sono oltre 45mila gli appassionati di volo elvetici Ti-Press I l 2014 è un anno certamente particolare per l’aviazione in Svizzera. Sono infatti molte le ricorrenze “volanti” che vengono festeggiate un po’ ovunque nel Paese. A fare da sfondo a tutti gli eventi, i 100 anni delle Forze aeree svizzere, che saranno al centro del mega evento “Air14” di Payerne, spalmato su due fine settimana, tra fine agosto e inizio settembre. Ma da festeggiare ci sono pure il cinquantesimo di fondazione della Patrouille Suisse e i 25 anni del PC-7 Team. Anche il Ticino ha il suo anniversario, visto che l’aeroporto cantonale di Magadino celebra i suoi primi 75 anni con “Cieloaperto”, manifestazione dedicata al mondo dell’aviazione a 360 gradi, che culminerà il 31 maggio e il 1° giugno prossimi con due giornate di airshow totalmente gratuite. L’evento ticinese è caratterizzato pure da una serie di conferenze attorno al tema del volo, con personaggi di primo piano a livello internazionale, come Brian Jones, autore del primo giro del Mondo in mongolfiera, l’astronauta italiano Paolo Nespoli, André Borschberg, pilota e capo progetto di Solar Impulse, o, ancora, “Jet man” Yves Rossy che vola con le ali attaccate al corpo. Il tutto come “antipasto” alla gustosa due giorni da trascorrere con il naso all’insù. Perché nei cieli ticinesi voleranno team acrobatici prestigiosi come la Patrouille Suisse, il Breitling Jet Team, il PC-7 Team, i P3 Flyers o lo Swiss Bücker Squadron. Ma anche esibizioni di volo individuali come quella, attesissima, proprio di “Jet Man” Rossy, o del campione del Mondo di acrobazie in aliante, Luca Bertossio. Le sette ore ininterrotte di spettacolo avranno altri protagonisti imperdibili, tra velivoli d’epoca e moderne “macchine volanti” dalle incredibili prestazioni e con ai comandi piloti altrettanto spettacolari. Ti-Press SULLA PISTA I 100 anni delle Forze Aeree svizzere sono al centro di numerosi appuntamenti scuola di pilota quando raggiungono l’età minima richiesta. L’unico aspetto che si può evidenziare è la prevalenza di maschi. Nonostante gli sforzi per promuovere l’aviazione tra le donne che sono solo il 3% dei nostri 45mila soci. Per quanto riguarda invece eventuali difficoltà, è ovvio che pilotare un aereo è diverso rispetto al sedersi al volante di una vettura. Ma sono difficoltà che si superano velocemente con le lezioni, soprattutto se c’è grande passione”. Per chi aspira, invece, a tentare la via dell’aviazione militare, la Confederazione - anche in collaborazione con l’ Aero Club Svizzero - ha da qualche anno elaborato un sistema di selezione denominato “Sphair”, a cui l’esercito fa capo per far fronte alle esigenze annuali di piloti dei suoi jet o dei suoi elicotteri. “È chiaro che non tutti coloro che superano la selezione di Sphair riescono a diventare piloti dell’aviazione militare, perché i posti sono limitati - conclude Burkhardt -. Ma questo sistema rappresenta anche un’ottima base per una carriera commerciale, sia su aerei di linea che sugli elicotteri”. [email protected] Q@MassimoSchira Ti-Press Non sono necessarie particolari abilità per avvicinarsi a questo mondo L’attrazione Forze aeree svizzere Forze aeree svizzere Forze aeree svizzere La Svizzera resta un Paese di aviatori tra giovani piloti e intrepidi visionari Le virate di “Jet Man” Rossy da Rio fino al Gran Canyon Il funambolo del pilotaggio è una star mondiale N JET UMANO Yves Rossy vola da anni con la sua ala in carbonio egli ultimi anni è diventato una vera e propria attrazione internazionale nel mondo dell’aviazione. Ha volato con la sua ala attaccata alle spalle attorno al Cristo redentore di Rio de Janeiro, sopra le baie della Nuova Zelanda, di fronte al Monte Fuji o tra le gole del Grand Canyon. Da solo o in compagnia. Magari anche di uno storico bombardiere B-17 o in formazione con il Breitling Jet Team. Yves Rossy, alias “Jet man”, 55 anni e un’esperienza in volo a tutti i livelli - dai caccia militari agli aerei di linea su rotte intercontinentali - non smette di affascinare quanti lo vedono volteggiare negli “air show” ai quattro angoli del pianeta. “Mi sono finalmente ritagliato il mio spazio di libertà - spiega al Caffè Rossy, che la prossima settimana sarà a Magadino, prima da conferenziere (venerdì 30 maggio alle 20), poi da vera e propria attrazione per la due giorni di show (vedi articolo a lato) -. Da circa un anno e mezzo ho preso la decisione di lasciare il mio posto al cockpit sui voli intercontinentali di Swiss per dedicarmi completamente al mio sogno” Ha insomma corso un bel rischio il funambolo dei cieli elvetico. Perché lasciare un posto sicuro e di alto livello per volatre, più o meno, verso l’ignoto non è certo una scelta molto… alla moda. “Se sei saggio, un posto così non lo abbandoni - conferma ridendo -. Ma l’aviazione del giorno d’oggi è diventata troppo regolamentata. È un mondo che non mi piaceva più. Oggi un pilota di linea è meno libero rispetto ad un conducente di automobile; deve chiedere il permesso per qualsiasi cosa. È un semplice esecutore, che viene chiamato in causa solo quando ci sono problemi. E problemi grossi”. Staccatosi defi- nitivamente dal proprio posto in cabina, per “Jet Man” sembravano aprirsi molte strade, che poi si sono però un po’ viste “intasate”. “Tutto era all’insegna della positività, avevo delle tournée programmate e parecchi contatti - racconta -. Ma mi sono scontrato con la burocrazia, soprattutto negli Stati Uniti. Ora le cose vanno meglio, perché la sede del progetto sarà spostata a Dubai, dove ho trovato l’ambiente ideale per lo sviluppo delle mie idee. Che in futuro si tradurranno nella formazione di allievi. Con il primo che è già praticamente pronto al decollo”. Creatività e libertà suonano un po’ come un ritornello nelle parole dell’estroso pilota neocastellano e anche le esibizioni di Magadino ne saranno certamente molto impregnate. “Il pubblico vedrà un moscerino nel cielo - anticipa Rossy -. Perché per ragioni di sicurezza il limite inferiore del volo è fissato a 800 metri. Il che “Io sono un uomo volante, che si muove nel cielo con un’ala sulla schiena controllata con il corpo” significa che, in caso di problemi, posso avere 16 secondi a disposizione per sganciare l’ala e aprire il paracadute. Mi lancerò da un elicottero tra i 1.600 e i 1.700 metri di quota, ma il pubblico potrà seguirmi anche da vicino. L’ala è infatti dotata di una telecamera che proietta le immagini dall’alto sul maxischermo del meeting. Per vedere un po’ quel che vede un uomo volante. Perché io sono un uomo volante, che si muove nell’aria con un’ala sulla schiena e sceglie le traiettorie e i volteggi solo con il movimento del corpo e della testa”. 1 IL TRAFFICO AEREO Nel 2012, in Svizzera si sono registrati 455.422 movimenti di aerei di linea e charter negli aeroporti svizzeri più importanti. 435.147 negli aeroporti nazionali, 20.275 in quelli regionali 2 3 4 5 SUI CAMPI D’AVIAZIONE Anche l’attività sui campi d’aviazione rimane intensa. Nel 2012, si sono registrati in totale oltre 500 mila movimenti in partenza e arrivo sui “campi” I PASSEGGERI La Svizzera si conferma Paese di transito e dai numeri importanti anche nel settore dei passeggeri: oltre 44 milioni in totale negli aeroporti elvetici nell’anno 2012 LE METE PREFERITE Chi prende l’aereo in Svizzera, è molto probabile che abbia l’Europa come meta. Oltre 17 dei 22 milioni di partenti dal Paese erano diretti nel 2012 in Europa I CONSUMI Si calcola che il traffico aereo sopra la Svizzera in un anno consumi circa 600 mila tonnellate di carburante anche se gli aerei sono sempre meno inquinanti 20 La borsa Logate Chic e da città il modello in rafia intrecciata, da portare a mano, di Dolce&Gabbana. tra lamoda parentesi animali Star Le espadrillas firmate Chanel, un vero must da qualche stagione, in versione superglam black&white. Il cappello da sempre affascina personaggi famosi e star che ne hanno fatto un elemento caratterizzante del look. È il caso di Johnny Depp, immortalato con il cappello in moltissime occasioni. La paglia In paglia colorata si porta anche in testa, con l’abito lungo, secondo Paul Smith. L’eco chicdella paglia mania ha conquistato pure lo stile city LINDA D’ADDIO È una vera mania, tutta al naturale. Con paglia, vimini e juta. Un tempo prerogativa degli accessori da mare oggi questi materiali diventano chic anche in versione cittadina. Stilosa quanto basta, la paglia e gli altri materiali della “famiglia”, hanno conquistato un posto d’onore nelle preferenze degli stilisti che amano sperimentarli su borse, cappelli e persino sui bijoux e sulle calzature. La paglia, di gran moda negli anni Sessanta, è stata per anni relegata ad un ruolo marginale, destinata esclusivamente agli accessori da spiaggia, borse e cappelli per inciso. Fino ad oggi, almeno, ovvero quando i couturier hanno deciso di farla sfilare sulle passerelle in versione cittadina e glam, adattandola ai diversi stili, eleganti e sportivi. Un trend assolutamente in linea con l’impegno “eco” verso il quale sempre più donne sono indirizzate e che rende sempre più apprezzato l’utilizzo di accessori amici dell’ambiente, eco-chic. Innanzitutto le borse. Da qualche anno le griffe hanno riscoperto il glam dell’intreccio fatto un elemento caratterizzante del loro personaggio, i cappelli di paglia rendono assolutamente unico ogni outfit. E non ci riferiamo solo ai modelli a falda larga, tradizionalmente destinati alla spiaggia, o al genere Borsalino. Perché il cappello in paglia è sempre più di moda, sia nelle versioni maschili sia nelle occasioni cittadine. Associa il trend del pois alla moda della paglia Paul Smith con la nuova paglietta a pallini rossi. Grandi cappelli in paglia a falda larga, da vera diva, padroneggiano nella campagna pubblicitaria di Luisa Spagnoli. E le scarpe. Dalle intramontabili “espadrillas”, le scarpe con la celeberrima suola di paglia, ai modelli con la zeppa, in corda e paglia, le calzature realizzate in questi materiali sono davvero fashion. Sono diventate un cult le espadrillas firmate Chanel, le classiche rasoterra con il logo della doppia “C” sulla punta, oggetto del desiderio di tutte le fashion addict, in versione colorata o nella più classica black&white. Fashion le espadrillas in versione multicolor con plateau. Bellissimi i sandali con la zeppa in rafia, rossi, marroni e beige, di Fendi. Stringate il modello in rafia e pelle di Moschino Cheap&Chic. per realizzare borse super-raffinate, dalle city bag da portare a mano alle altrettanto “chiccose” pochette in rafia. Fra i modelli più originali quelli di Michael Kors che giocano su diverse combinazioni di pelle e paglia a forma di pochette arricciate. Oppure i modelli di Dolce&Gabbana che da più stagioni hanno lanciato una linea di borse in rafia superglam da città. Di questa stagione i modelli in rafia colorata con maxi lucchetto sul da- Un tempo prerogativa degli accessori da mare, oggi in versione cittadina vanti a chiusura. Meravigliosa anche la borsa in paglia metallizzata di Tory Burch, disponibile in oro, in argento e in versioni a righe in pieno stile navy. Divertenti i modelli di Missoni con tracolla a catena colorata e un paio di labbra sul davanti. Fra i marchi low cost Oysho, Stradivarius e Zara, puntano su motivi di ispirazione etnica, colori brillanti e modelli a secchiello. Ma anche i cappelli. Da sempre amati dalle star, passione smodata di attori quali Johnny Depp e Jessica Alba, che ne hanno Scrivete Inviate le vostre domande al veterinario del Caffè [email protected] Potete scrivergli anche entrando nella pagina web del sito www.caffe.ch cliccando sulla rubrica “Qua la zampa” Lo Spinone nasce già educato, sa sempre cos’è più giusto fare La domanda La risposta di Stefano Boltri E I gregio dottore, premettto che non sono un cacciatore, però essendomi da poco trasferito in una casa in mezzo al verde, ho deciso di acquistare un amico fedele. In particolare la mia attenzione è rivolta verso un cane a mio avviso molto speciale: lo spinone italiano. Essendo appunto un cane da caccia vorrei sapere da lei, oltre alle caratteristiche di tale razza, quali sono le esigenze di questi animali, la loro adattabilità alla casa, al giardino (molto grande) ed alla privazione del loro istinto naturale della caccia. Ovviamente attendo anche quelle curiosità che fanno da piacevole corollario alle sue descrizioni delle varie razze. nizio con una definizione non mia ma che mi ha molto colpito: “Si può dire che lo Spinone sia un cane poeta, una sorta di artista da strada con nello sguardo qualcosa di malinconico e profondo. Non c’è cosa più bella che parlare con il proprio cane attraverso lo sguardo e capire i suoi stati d’animo. Lo Spinone ha uno sguardo umano”. Lo Spinone italiano è senza alcun dubbio uno dei cani più adatti alla caccia su tutti i tipi di terreno. È senza dubbio una razza “antica” nata e selezionata proprio per l’attività venatoria, in origine infatti questi cani a pelo duro erano usati appositamente a tale scopo, soprattutto in Piemonte dove erano conosciuti col nome di “Griffoni” ed avevano uno standard di razza un po’ diverso da quello attuale. Di questa razza particolare si parla da molti secoli essendo anche citati da Seneca; è però nel periodo del Rinascimento che lo spinone sale alla ribalta delle cronache. Un periodo in cui erano impiegati per le battute di caccia e dovevano affrontare ogni terrre- no, distinguendosi per le loro doti da cane da ferma. La loro intelligenza, la capacità di intuire e decidere cosa fare li porta ad essere al centro di episodi che hanno dello straordinario. È chiaro che una razza così amata ed apprezzata si sia mantenuta pura per un lungo periodo. Ovviamente, come succede spesso, accanto a periodi di splendore, esistono anche periodi di declino soprattutto in corrispondenza dell’arrivo di altre razze; declino così drastico da fare temere la scomparsa di questa razza. Però, a partire dagli anni ‘40-’50 , si è assistito al recupero, grazie all’impegno e alla passione degli amanti di questo cane, così oggi ci troviamo di fronte ad una buona situazione anche se non si può di certo affermare che lo Spinone sia un cane molto diffuso. Ebbene, oltre ad essere un grande cacciatore, lo spinone è anche un compagno ideale per qualsiasi famiglia, affettuoso e molto perspicace tanto da fare affermare che non ha bisogno di ordini perchè sa già da solo cosa è giusto fare. Con questo spero di avere chiarito i suoi dubbi: porti a casa uno Spinone.... e non se ne pentirà. TH 30 RY SA ER NIV AN lun Vinci 10 biglietti 23.6 Swin gE ra Ni The ght D Orch uke El estra lingto n Duke Ellington è stato una delle igure più inluenti e popolari del jazz e della musica americana. The Duke ha diretto la sua mitica orchestra, vera e propria fucina di talenti, in oltre ventimila concerti in tutto il mondo, dal 1923 ino alla sua morte nel 1974. Da allora la formazione ha continuato ad esibirsi con invariato successo sui palchi più prestigiosi rinnovando i fasti della musica di Ellington, che è stato uno dei più proliici e geniali compositori della storia del jazz. Opening & Closing concert: Breda Jazz Festival Band Per essere estratti basta inviare una e-mail a [email protected] indicando i propri dati (nome, cognome e indirizzo completo) entro venerdì 30 maggio Biglietti in palio del valore di 65 franchi ANTA, MA “SPECIAL” Patrizia Varetto è l’autrice del “Manuale di resistenza per cinquantenni e oltre”, e fondatrice del sito lebloomers.it. To bloom: fiorire e rifiorire IL CAFFÈ 25 maggio 2014 21 tra parentesi La società I vantaggi BASTA SEDURRE A TUTTI I COSTI Ma che bello! Basta dover sedurre a tutti i costi. Apparire sempre in perfetta forma, di ottimo umore, nascondere macchie, rughe e occhiaie. Il terribile confine piazzato fra i 35 e i 65 anni ha causato strategie disastrose. Ma l’era “50 special” è la nuova stagione delle donne MENO BIANCHERIA E PIÙ... Finalmente, con l’età che avanza e i figli che se ne vanno da casa, la cesta della biancheria si svuota. C’è pure più spazio in frigo, per cibi più salutari. FINITE LE CORSE PERDIFIATO Dall’asilo al supermercato, dalla posta al lavoro e poi in posta, in banca, in lavanderia.... Ora abbiamo più tempo per ogni cosa. La crisi di ROSELINA SALEMI B astava che qualcuno avesse il coraggio di dirlo. La Crisi di Mezza Età è un mito. Un’invenzione degli anni Sessanta, che porta la firma dello psicologo Eliott Jaques, legata allo studio di un campione di artisti depressi. Il terribile confine piazzato fra i 35 e i 65 ha causato strategie dispendiose e disastrose: lui si procura una moto, un tapis roulant e all’occorrenza una moglie nuova, lei si lascia sedurre dal botox. Spesso, soltanto per paura. Alexandra Freund, ricercatrice dell’Università di Zurigo e Margia Lachman, della Brandeis University in Massachusetts ci fanno tirare un sospiro di sollievo: “Non c’è alcun periodo specifico della vita che corrisponda a una crisi”. E basta con i preconcetti, tipo che i sogni dell’adolescenza si sono perduti, il corpo invecchia e l’anima pure. Questo mito non deve influenzarci più. Siamo entrati nell’era “50 special”. Non stiamo parlando della famosa Vespa ma della nuova stagione delle donne. Le splendide quarantenni sono diventate, per dirla alla “Sex and The City”, “Fifty and fabulous”. Così si è definita Michelle Obama: “Sono felicissima di unirmi a Barack nel club dei cinquantenni. Ecco la Le Bloomers invitano a trovare altre definizioni di sè: la più carina è “trans-age” mezza età (per lei) non esiste mia tessera da anziana”, e su Twitter mostra allegramente l’iscrizione all’Aarp, l'associazione di over 50 più famosa d’America. La first lady è in cima alla classifica delle “50 special” di Patrizia Varetto, fondatrice del sito www.lebloomers.it che prende in prestito dall’inglese to bloom l’idea di fiorire e rifiorire, ricordando Amelia Bloomers, avvocatessa america- na che nella seconda metà dell'Ottocento si è battuta per il voto alle donne. Le Bloomers, oltre a detestare la parola “giovanile” e gli chemisier al polpaccio, invitano le donne a trovare nuove definizioni di sé: la più carina è “trans-age”. ll Daily Express la butta lì: molte star sono più belle oggi di quando avevano trent’anni. Basta Gli esperti elencare le “ragazze del ‘64”: Juliette Binoche, cinquanta il 9 marzo (la vedremo in Godzilla 3D) Elle Mc Pherson (29 marzo), si è sposata l’anno scorso con il miliardario Jeffrey Soffer, Courtney Love (9 luglio) ha inciso un disco da solista e si è innamorata di Aaron Sorkin. E il Very Normal People? Oggi le cinquantenni stanno benissimo. Una ricerca P&G isola E DOPO GLI ALTRI NOI Ad una certa età, finito di accudire figli, nipoti e genitori arriva il turno di pensare a se stessi. Più tempo libero da trascorrere senza diktat da parte di nessuno. due importanti avanguardie, le Winners e le Evolutive, seguite dalle Appagate che si dichiarano attente alla moda, informate, piene di hobby. La parola-chiave? Finalmente. “Finalmente non dobbiamo più sedurre di default, né inseguire vanamente le forme della Donna Clessidra (90-60-90) - scherza, ma non troppo, Patrizia Varetto -. Non dobbiamo impe- L’antropologo e la coach tracciano il profilo delle “over” di oggi “Sono consapevoli di avere a disposizione un altro giro di giostra” “I cicli di vita tempo fa erano più precoci, anticipati. A vent’anni ci si sposava e siccome le donne sono più longeve c’erano molte cosiddette ‘allegre vedove’ di appena 40, 45 anni, mentre oggi capita sempre più spesso che a quell’età si sia una primipara”. L’antropologo Duccio Canestrini sintetizza molto bene il cambiamento della società in neanche mezzo secolo. E aggiunge: “In un tempo tutto sommato brevissimo, che non è nulla rispetto alla nostra evoluzione sia biologica che culturale, s’è rovesciato un paradigma”. Insomma, un altro giro di giostra per una donna che, oggi, ha finalmente raggiunto la consapevolezza che il tempo alle spalle non deve forzatamente essere un peso, ma può rivelarsi invece una spinta ad aprirsi ad altre esperienze. “Direi che raggiunti i 50 anni si diventa naturalmente trasgressive - sottolinea ancora l’antropologo -, ci si rende conto di potersi permettere altro, soprattutto finalmente pensare a se stesse”. Ma non certo in modo frivolo, bensì costruttivo. “Incontro tante donne con la consapevolezza di dover fare qualcosa per loro, dopo aver cresciuto i figli e per tanti anni pensato solo alla famiglia - conferma Chantal Gilardini Linder, professional coach, con studio a Lugano -. Sicure di ciò che vogliono, chiedono consigli su come fare per meglio realizzare i loro desideri, consapevoli che di anni davanti ne hanno ancora molti e col desiderio di viverli al meglio”. Viverli con un’altra ottica, ovviamente, non più quella di dover compiacere il prossimo per forza, costantemente disponibili e servizievoli. Basta con il diktat di piacere agli altri a tutti i costi, di mostrarsi seduttive e seducenti 24 ore su 24. “Bè, diciamo che a 50 anni la donna piace anche per qualcosa d’altro, per le sue competenze, la sua esperien- za, ad esempio”, sottolinea Gilardini. “Ma anche - aggiunge l’antropologo -, per una maggior empatia, per una diversa impostazione dei rapporti umani, più generosi e meno individualistici. Ecco perché c’è chi, liberato dagli impegni lavorativi e familiari, si dà al volontariato, ognuna ha acquisito consapevolezze diverse insomma”. E allora, a cinquant’anni avviene il giro di boa. Si apre una nuova fase dell’esistenza, da godere a 360 gradi, non certo più col freno a mano tirato. È un po’ come se la vita, oggigiorno, si fosse allungata. “Piuttosto, direi che s’è aggiunta una fase e ha sostituito quella che un tempo consisteva solamente nell’assistere impotenti al proprio declino conclude Canestrini -. L’importante è però mantenere relazioni sociali stabili anche nella prima parte della vita, senza annullarsi per la famiglia, altrimenti si rischia di ritrovarsi sole”. p.g. gnarci più dei maschi per fare carriera, né scivolare via di soppiatto da una riunione per correre al saggio di danza o al capezzale dei figli con il morbillo. La cesta della biancheria si svuota. Nel frigo c’è posto. Riflettiamo sul tesoretto che abbiamo tra le mani: meno stress, maggiore libertà.” E non si tratta di coltivare per forza la ragazzitudine (non è proibito, volendo) né di trasformarsi in cougar, cacciatrici di toy boy (non è proibito neanche questo), ma di trovare un equilibrio passando dall’età dell’innocenza a quella dell’indulgenza. Meglio non rifiutare le trasformazioni del corpo. Sottoporsi a sofisticate torture di bellezza non sempre è una soluzione, anche se qualche accorgimento per migliorarsi ci sta. Naomi Wolf, 51 anni, autrice del saggio “Il mito della bellezza” si racconta entusiasta su “Washington Post”: “In strada, alle ragazze si chiede brutalmente: dammela! Le donne di una certa età si sentono dire: che occhi incantevoli! È un baratto che non mi dispiace. Alle giovani ansiose vorrei dire: tranquille, godetevi il viaggio.” E, al seguito delle Bloomers, arrivano le “racing grannies” americane, le nonne, che hanno in media dai 45 ai 64 anni e sono circa 40 milioni. Hanno dato vita a un vero e proprio movimento per difendere il futuro dei nipoti. In effetti, a pensarci bene, le nonne sono una delle poche risorse naturali in crescita… “Alle ragazze si chiede brutalmente dammela! Loro si sentono dire: che occhi incantevoli” Offerte tOP Le migliori occasioni dei vostri specialisti. www.upsa-ti.ch Via Mola 22 6850 Mendrisio Tel. 091 646 81 65 www.forestauto.ch www.autoscout24.ch PEUGEOT 207 SUZUKI ALTO MERCEDES-BENZ S 350 VOLVO V50 CITROEN 2CV Colore esterno: grigio met., Anno da: 2008, Chilometraggio: 47800 km, Carburante: Benzina, CV: 120, Prezzo: CHF 11’500.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2009, Chilometraggio: 91100 km, Carburante: Benzina, CV: 68, Prezzo: CHF 5’200.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2005, Chilometraggio: 65300 km, Carburante: Benzina, CV: 245, Prezzo: CHF 31’500.-. Colore esterno: grigio met., Anno da: 2004, Chilometraggio: 107000 km, Carburante: Benzina, CV: 220, Prezzo: CHF 10’800.-. 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Consiste nell’inserimento di una piccolissima sonda nella pelle che, raggiunta la massa tumorale la congela “spruzzando” sostanze come l’azoto liquido o il gas argon che distruggono le cellule tumorali. Uno studio condotto da ricercatori del New York Presbyterian/Weill Cornell Medical Center di New York e presentato nel corso dell’annuale congresso dell’American Society of Breast Surgeons sembra infatti confermare la sua efficacia. Ma solo per i tumori di dimensioni inferiori al centimetro. La crioablazione non è una novità in medicina. E nemmeno nel trattamento del cancro: è per esempio impiegata, in casi selezionati, in alcuni tumori della pelle, della prostata e del fegato. Ora si sta esplorando il suo impiego nel cancro al seno, giacché la tecnica è molto meno invasiva della tradizionale chirurgia: l’intervento può essere fatto in anestesia locale, spesso non richiede il ricovero, non lascia in pratica nessuna cicatrice. Per questa ragione i ricercatori hanno valutato la sua efficacia in 86 donne con un cancro al seno maligno ai pri- Questo amore nostro La lettera Da quando la mia ragazza è incinta abbiamo paura ad avere rapporti S IN SVIZZERA iamo una giovane coppia, ventiquattro anni lei e vent’otto io, e siamo insieme da più di due anni. La nostra relazione va molto bene sotto tutti i punti di vista al punto che abbiamo deciso di avere un bimbo. È arrivato quasi subito da quando lei ha interrotto l’anticoncezionale e infatti da tre mesi e mezzo lei è in dolce attesa. Io trovo che è diventata anScrivi a LINDA ROSSI cora più bella, sta bene e il suo psicoterapeuta e sessuologa ginecologo ha detto che tutto procede per il meglio. Il proble- Posta: Linda Rossi – Il Caffè Via Luini 19 - 6600 Locarno ma però, se di problema si tratta, è che da quando abbiamo E-mail: saputo che lei è incinta non ab- [email protected] biamo più osato avere rapporti sessuali. Da un lato siamo tutti presi emotivamente da questo prossimo stupendo evento, ma c’è anche il fatto che, forse più io di lei, è come se avessimo paura di fare del male al piccolo. Inoltre, io mi sento imbarazzato perché è come se non fossimo più soli durante i nostri momenti di intimità. Lei pensa che ci siano realmente dei rischi? E per la futura mamma? mi stadi, quando il tumore ha appena cominciato a invadere il tessuto adiposo circostante. Il successo è stato apparentemente modesto. Oggi la chirurgia (spesso seguita da radioterapia) consente alle donne con un tumore in questo stadio di guarire dal cancro quasi nella totalità dei casi. Nel caso della crioterapia, il tumore è scomparso solo nel 69 per cento delle donne. I ricercatori sono però cauti: “Il trattamento è stato al 100% efficace in un sottogruppo di don- “Se è più piccolo di un centimetro la crioablazione potrebbe essere un’ottima opzione all’intervento” ne con tumori più piccoli (di circa 1 centimetro o meno). Quindi è possibile che per queste donne la crioablazione possa rappresentare una nuova opzione terapeutica”, ha precisato la principale autrice della ricerca, Rache Simmons a capo del reparto di Chirurgia del seno all’ospedale newyorkese. Quello del trattamento dei tumori al seno di piccole dimensioni è un tema relativamente nuovo in medicina, su cui gli esperti discutono da tempo. Grazie alla diffusione dello screening con la mammografia, la scoperta dei nodu- li è sempre più precoce. Perciò un trattamento che sia allo stesso tempo efficace e quanto più possibile leggero per la donna sarebbe il benvenuto. Ora la crioablazione sembra il candidato ideale. Anche se non mancano gli esperti che si mostrano molto critici e si chiedono se abbia senso abbandonare il trattamento tradizionale, più invasivo, certo, ma sicuramente efficace, per un’opzione terapeutica ancora imperfetta. Intanto, però, c’è qualcosa che le donne con tumore al seno possono fare subito: dormire. Infatti, secondo uno studio della Stanford University pubblicato sulla rivista Sleep una buona qualità del riposo è correlata a una maggiore sopravvivenza al cancro al seno in stadio avanzato. Lo studio è stato condotto su quasi 100 pazienti con tumore al seno e ha mostrato che nelle donne con una migliore qualità del sonno il periodo di sopravvivenza medio era di circa 69 mesi, contro i 33 delle pazienti che riposavano male. Serviranno altri studi per dare una spiegazioni dei risultati, ma per i ricercatori la risposta potrebbe essere semplice: un cattivo sonno porta a una minore efficienza del sistema immunitario e di risposta agli stress ormonali. Così, con le difese dell’organismo che abbandonano le armi, il cancro ha vita facile nella sua avanzata. La risposta di Linda Rossi Nessuna astinenza in gravidanza salvo parere contrario del medico I nnanzitutto vi faccio i miei complimenti per la bella coppia che state portando avanti con una così felice intesa e armonia. Complimenti anche per il meraviglioso progetto che avete realizzato e che vi porterà presto a ritrovarvi nella dimensione di genitori. È una bella avventura quella che vi attende. Ricordatevi però che la dinamica familiare cambia e che quindi dovrete sì assumere con responsabilità e amore il vostro nuovo ruolo, ma dovrete pure ricordarvi di non trascurare la vostra coppia di amanti. Sarà importante fare spazio anche ad essa. Dico questo perché è il caso di iniziare fin d’ora a non dimenticarla né metterla da parte nel nome del nuovo importante evento. Ricordatevi poi che la gravidanza non è una malattia: a meno che il medico vi abbia dato precise indicazioni di astinenza dai rapporti sessuali, poiché porterebbe seri rischi al bambino, in particolare il rischio di perderlo; se non vi hanno dato indicazioni di questo genere, se non si osservano perdite delle quali dovete subito parlare al ginecologo, non c’è ragione alcuna per rinunciare a fare l’amore. Se la mamma sta bene non c’è rischio nemmeno per lei. Certo, sempre che il rapporto avvenga con una certa tranquillità. Colgo l’occasione per ricordare che l’uomo ha interesse a muoversi, durante la penetrazione, oscillando il bacino. Un movimento, questo, che evita di dare colpi diretti e magari anche intensi al collo dell’utero. Osate pure, dunque, continuare nella vostra bella complicità relazionale, erotica compresa, che se vissuta bene e fatta con amore e piacere non può che giovare al piccolo che si sentirà un po’ sobbalzare dentro la sua piccola e provvisoria dimora. Non può che vivacizzarne la permanenza, a passo di danza. Inoltre fa bene ai futuri genitori quali voi siete, intrattiene viva la vostra sessualità che non perde il ritmo e l’opportunità di continuare a migliorarsi creativamente per il bene e la felicità di tutti. E se avete altre domande non esitate a porle al medico o alla vostra levatrice di riferimento. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 25 tra parentesi 450 mila I nuovi casi nel 2012 di tubercolosi resistente a più antibiotici in 92 Paesi La salute Fonte: Oms Gli antibiotici più usati 1 Amoxicillina con acido clavulanico (infezioni respiratorie) L’ALLARME 2 Claritromicina, Azitromicina (polmoniti atipiche e per bambini 10 I 6 superbatteri resistenti indicati dall’OMS I Paesi in cui si è registrata una gonorrea resistente alle cure (tra cui Francia, Giappone e Canada) (Antibiotici ormai inefficaci) Escherichia Coli 3 Levofloxacina, Ciprofloxacina (infezioni urinarie e intestinali) cefalosporine e fluorochinoloni 4 Cefixima (otiti, sinusiti) 5 Ceftriaxone Klebsiella Pneumoniae (polmoniti) cefalosporine e carbapenemi 1,5 miliardi di euro Stafilococco Aureo meticillina Il costo delle infezioni causate in un anno dall’antibioticoresistenza in Europa Pneumococco pennicilline 1987 L’anno in cui è stato scoperto l’ultimo antibiotico, la daptomicina Salmonellosi fluorochinoloni Gonococco cefalosporine L’intervista Il parere dello specialista “Ne abbiamo abusato, ora non fanno più effetto” Se lo stafilococco torna a far paura, è allarme infezioni “I 25mila Superbatteri sempre più aggressivi, mentre gli antibiotici non curano più PATRIZIA GUENZI L’ abuso, si sa, non fa mai bene. E così anche con i medicinali, sebbene l’obiettivo sia quello di fare bene. Invece, accade il contrario. Sul banco degli imputati gli antibiotici, incapaci ormai di curare. Ne abbiano presi troppi, anche a sproposito (vedi articolo a lato). Poco alla volta si sono sviluppate resistenze e così le infezioni comuni potrebbero tornare ad uccidere. Abituati a fronteggiare pasticche di ogni tipo e colore, i batteri si sono abilmente trasformati per non venirne colpiti. E contemporaneamente la ricerca si è fermata. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è dalla fine degli anni Ottanta che non si inventano molecole nuove e significative. Alti costi e scarsi guadagni, negli ultimi quindici anni hanno frenato le aziende farmaceutiche a sviluppare nuovi antibiotici. Un antibiotico moderno – secondo i calcoli della London School of Economics, è in media tre volte meno redditizio di un farmaco oncologico e dieci volte meno di un medicinale dell’apparato muscolo-scheletrico. Non c’è da stare allegri: in un anno, in Europa, il costo delle infezioni causate dall’antibiotico-resistenza è di Preoccupano gli infetti nosocomiali, in Svizzera si registrano 2mila decessi l’anno oltre due miliardi di franchi e 25mila persone morte. Intanto, infezioni comuni, curate bene per decenni, potrebbero tornare ad essere mortali. A preoccupare, soprattutto quelle nosocomiali, degli ospedali, fronte su cui la Svizzera non è granché ben messa. Stando alle ultime stime di SwissNoso, gruppo di medici creato dall’Ufficio federale di salute pubblica (Ufsp) per dare suggerimenti nel campo della lotta alle infezioni, quasi 600 decessi e 20.000 infezioni potrebbero essere evitati ogni anno se in tutti gli ospedali elvetici si rispettassero le norme minime d’igiene. Sempre in Svizzera, ogni anno 70mila persone s’infettano di germi patogeni durante un ricovero, 2mila di queste Le persone morte per antibioticoresistenza in un anno in Europa muoiono. Sono soprattutto le operazioni del sistema digestivo (colon, retto) le più insidiose. Un paziente su otto viene a contatto con un batterio durante l’operazione; in Germania il tasso è di uno su 11 e negli Usa uno su 16. Un rispetto scrupoloso delle regole igieniche permetterebbe di evitare un buon numero di questi problemi. SwissNoso consiglia i medici di “lavarsi sistematicamente le mani” e di avviare un sistema di controllo, mentre l’Ufsp intende migliorare l’aspetto igienico a partire dal 2015, attraverso un programma nazionale di controllo per ridurre il numero d’infezioni. Controllo e informazione visto, peraltro, che non esistono cifre per quanto riguarda i Paesi più a rischio. SwissNoso e l’associazione nazionale per lo sviluppo della qualità negli ospedali e le cliniche promettono quindi più traspa- 2 3 SVIZZERA PIONIERA 6 LA COLLABORAZIONE Da sapere 1 4 ERNIA A BASSO RISCHIO SwissNoso ha monitorato oltre 52.000 interventi, chirurgia viscerale e taglio cesareo, ortopedia e chirurgia cardiaca. Il tasso di infezione piu?basso (1,2%) si è rilevato dopo interventi di ernia IL FUTURO Gli ospedali svizzeri dispongono di dati preziosi per un confronto con la media degli altri nosocomi, una base per ridurre le infezioni nelle postazioni chirurgiche e aumentare la qualità delle prestazioni 5 ATTENTI AL COLON Tassi di infezione relativamente bassi anche dopo i tagli cesarei (1,8%) e la chirurgia protesica ortopedica (ginocchio 2%, anca 1,6%), chirurgia del colon (12,8%) e bypass gastrici (16,7%) IL CONSUMO IN EUROPA In Europa il consumo di antibiotici piu?elevato si riscontra in Grecia, seguita da Francia, Italia e Belgio; il consumo piu? basso spetta a Germania, Norvegia e Svezia Il programma svizzero di controllo e?un passo avanti nel confronto internazionale. La nuova sfida sarà poter confrontare i dati in modo affidabile con quelli di altri Paesi L’ufficio federale della salute pubblica prevede una collaborazione con l’Ufficio federale di veterinaria, quello dell’agricoltura, dell’ambiente e con i cantoni renza, come quella che già esiste, ad esempio, nel Regno Unito. Ovvio, impossibile sopprimere totalmente il problema delle infezioni nosocomiali, ma la situazione si può migliorare in particolare per l'igiene delle mani e le tecniche per depilare la zona da operare. Secondo l’Oms, ormai la minaccia di infezioni sempre più antibiotico-resistenti non è più una previsione per il futuro, ma è già un’emergenza. Reale e mondiale. E si dovrà fronteggiarla. Come si dovrà tener testa al ritorno di malattie che credevamo ormai superate. Tra i superbatteri che fanno più paura, oltre allo stafilococco ed altri, salmonellosi e gonococco. E quest’ultimo preoccupa parecchio, visto che è il responsabile della gonorrea, una malattia a trasmissione sessuale oggi sempre più diffusa. Che fare? Innanzitutto spiegare ai pazienti che gli antibiotici non sono caramelle, ma che vanno presi solo quando è davvero necessario e quando li prescrive il medico, sebbene questi ultimi a volte siano sin troppo elastici. Inoltre, il ciclo di cura va assolutamente terminato, anche se dopo qualche giorno ci si sente già meglio. Un aiuto concreto in tal senso lo possono dare i farmacisti. [email protected] Q@PatriziaGuenzi Il gonococco è un batterio responsabile della gonorrea, di nuovo molto diffusa batteri vincono sempre. Sono così tanti e si riproducono così in fretta che inesorabilmente sviluppano delle resistenze”. È la premessa, in vero poco ottimistica, del dottor Christian Garzoni, specialista in medicina interna e malattie infettive. “Inoltre - aggiunge -, negli ultimi anni negli studi medici c’è stato un abuso, il paziente spesso pretende degli antibiotici per una semplice sindrome da raffreddamento”. Ciò a contribuito a ridurne l’efficacia. In futuro saremo sempre più vittime di infezioni? “Purtroppo nella popolazione c’è un’epidemia di batteri molto resistenti. Acquisiti non solo dall’abuso di cui dicevo prima, ma anche per il fatto che negli ospedali c’è stata un’escalation di somministrazione di antibiotici sempre più forti anche in situazioni in cui si potevano somminiCHRISTIAN GARZONI Specialista in medicina interna e malattie infettive, medico aggiunto alla Clinica Luganese strare preparati meno a largo spettro”. Tutto ciò ha fatto sì che questi batteri uscissero anche dalle corsie ospedaliere? “Se prima i batteri passavano di paziente in paziente, ma restavano circoscritti all’interno degli ospedali, ora assistiamo ad una sorta di epidemia di batteri molto resistenti anche fuori”. La catena alimentare ha sicuramente contribuito al disastro. “Animali trattati con antibiotici, come ha rilevato un recente test dell’Associazione delle consumatrici che ha analizzato 40 campioni scoprendo che 19 contenevano batteri resistenti agli antibiotici. Più precisamente, il pollo contaminato da un batterio nato proprio dalla comunità animale”. In che misura Paesi a noi vicini contribuiscono alla diffusione di questi batteri? “Italia, Grecia, Spagna, in parte gli Usa e soprattutto Asia, hanno sviluppato batteri resistenti a quasi tutti gli antibiotici disponibili. E il futuro non è roseo, anche perché la gente si muove sempre più facilmente in tutto il mondo”. : . 1 i t A s i i l d a u d i L’Au v i d n i i l g r e p a t t e . perf – . 0 0 9 ’ 0 2 F H C a d Ora Swiss Benefit Approfittatene subito: da CHF 249.95 al mese Leasing all’1,9% su tutti i modelli A1 (escluse Audi S1 e S1 Sportback). Valido fino al 31.5.2014. Finanziamento tramite AMAG LEASING SA. Audi A1 Start 1.2 TFSI, 86 CV, consumo normalizzato combinato: 5,1 l/100 km, 118 g CO₂/km (media di tutte le vetture nuove commercializzate: 148 g/km), categoria d’efficienza energetica: C, interesse annuo effettivo 1,92%, (durata 48 mesi/10’000 km/anno), prezzo d’acquisto in contanti CHF 20’900.– anziché CHF 26’220.–. Acconto 10% CHF 2090.–, rata mensile di leasing CHF 249.95, escl. assicurazione casco totale obbligatoria. La concessione del credito è vietata se porta all’indebitamento eccessivo del consumatore. Prezzi IVA incl. 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Maggiori informazioni all’indirizzo www.audi.ch/a1start IL CAFFÈ 25 maggio 2014 27 tra parentesi L’ambiente L’esperto Suggerimenti per la guida Studio premio sul clima “L’Eco Drive permette di risparmiare i consumi” 87.9 87.6 87.2 85.4 84.7 82.9 22° Appenzello Interno 23° Soletta 24° Grigioni 25° Turgovia 26° Uri 88.0 20° Glarona 21° Vallese 88.7 88.4 19° Argovia 89.0 88.9 16° Sciaffusa 17° Appenzello Esterno 18° Svitto 91.2 92.2 12° Basilea Campagna 13° Basilea Città 91.3 94.9 94.3 93.7 93.0 8° Neuchâtel 9° Ginevra 10° Obvaldo 11° Zurigo 15° San Gallo 95.3 95.2 14° Berna 95.8 5° Giura 6° Nidvaldo 7° Zugo 91.5 97.1 96.6 96.5 3° Vaud 4° Lucerna 100.0 posto Ticino 1° 2° Friborgo Classifica complessiva per il cantone più ecologico in Svizzera L’anima ecologica dei ticinesi trionfa, i più verdi del Paese OMAR RAVANI Il cantone si conquista il “Premio sul clima” I ncredibile, ma vero. I ticinesi sono gli svizzeri dall’anima più ecologica. Lo sostiene uno studio della Zurigo Assicurazioni (vedi infografica), che per la prima volta ha istituito il “Premio sul clima 2014”. Pochi i cantoni che riescono a tenere testa al Ticino, seguito da Friborgo e Vaud, in questa speciale classifica. Lucerna è il capofila svizzero tedesco, al quarto posto; mentre i fanalini di coda sono Grigioni, Turgovia e Uri (all’ultimo posto). Incredibile, ma vero il primo posto ticinese, visto che persino il consigliere federale Alain Berset, in visita in Ticino qualche settimana fa, si era stupito per il traffico dall’aeroporto di Agno al centro di Lugano. E allora, vediamo di capirne di più analizzando il metodo utilizzato dallo studio della Zurigo Assicurazioni.La ricerca si divide in tre parti: mobilità e trasporti; consumo e produzione; costruzioni e abitazioni. Se nella prima categoria il Ticino domina, nelle altre fatica a brillare. Ma visto che oltre il 90 per cento degli agenti inquinanti proviene dal traffico veicolare, in particolare da quello privato, il peso della mobilità è preponderante. Ecco quindi spiegato il trionfo del cantone, dove non solo circolano auto più piccole e meno inquinanti, ma anche più veicoli con motori ibridi, elettrici o a gas. A dimostrazione di quanto i ticinesi siano sensibili alla tutela dell’ambiente. “Rispetto a qualche anno fa la situazione è molto migliorata osserva Fiorenza Trento, re- Classifica del cantone con la mobilità più ecologica in Svizzera 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° 13° 14° 15° 16° 17° 18° 19° 20° 21° 22° 23° 24° 25° 26° Ticino 100.0 Friborgo 97.0 Lucerna 95.4 Vaud 95.2 Neuchâtel 94.2 Zugo 91.9 Ginevra 91.9 Giura 91.1 Nidvaldo 89.8 Basilea Città 89.1 Zurigo 88.9 Obvaldo 87.5 Basilea Campagna 86.6 San Gallo 86.2 Berna 85.6 Vallese 84.9 Appenzello Esterno 83.3 Sciaffusa 82.9 Svitto 82.2 Argovia 81.9 Soletta 81.6 Appenzello Interno 81.2 Glarona 79.7 Turgovia 78.3 Grigioni 77.2 Uri 74.1 Classifica del cantone con le costruzioni più ecologiche in Svizzera sponsabile marketing e comunicazione del progetto InfoVel -. Grazie soprattutto agli incentivi e all’ottimo lavoro di propaganda fatto assieme al Cantone, negli ultimi tempi possiamo godere di alcuni vantaggi”. Infatti il Ticino è il cantone che offre, ad esempio, il maggior numero di installazioni per la ricarica di veicoli elettrici. Solo nel minuscolo Principato di Monaco si registrano condizioni migliori. In attività da vent’anni, InfoVel può essere soddisfatto dei risultati dello studio. “Eleggerci come gli artefici di un tale successo è troppo - nota la portavoce -. Innanzitutto, come detto, Bellinzona ha fatto la sua parte, che è stata fondamentale. A ciò si aggiunge la tendenza sempre più marcata che spinge le case automobili- Lo studio della Zurigo assicurazioni sulla mobilità e le costruzioni stiche a produrre auto ad impatto ecologico vieppiù ridotto”. Un Ticino dall’anima verde, quindi, che per l’ambiente è pronto anche a spendere. “In alcuni casi le automobili amiche della natura costano, incentivi alla mano, come le altre - diceTrento - e spesso sono pure più care. Ecco perché è maggiormente ammirabile la scelta deiticinesi”. Un’anima verde che purtroppo non sembra spiccare altrettanto nell’edilizia. Nella speciale gra- duatoria nazionale dedicata alle costruzioni, infatti, il Ticino si piazza al 13° posto. Una posizione senza infamia né lode, in linea con i recenti dati forniti dal Dipartimento del territorio, che sottolineano come le richieste di incentivi per case a risparmio energetico siano in aumento. “Già accordate ben 522 richieste che tengono conto del risparmio di energia”, sottolinea Mirco Moser, dell’Ufficio del clima, dell’aria e dell’energie rinnovabili. Intanto, il futuro prossimo degli incentivi per costruzioni green sembra assicurato, almeno fino al 2020. Il Gran Consiglio ha difatti già detto sì a un credito di 65 milioni. Il che conferma la sensibilità verde che ha ormai attecchito nello stile di vita del cantone. [email protected] Q@OmarRavani 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 12° 13° 14° 15° 16° 17° 18° 19° 20° 21° 22° 23° 24° 25° 26° Giura 100.0 Argovia 99.4 Berna 99.0 Sciaffusa 98.9 Grigioni 98.5 Nidvaldo 98.5 San Gallo 98.5 Obvaldo 98.4 Glarona 98.2 Appenzello Esterno 98.1 Basilea Campagna 98.0 Uri 97.3 Ticino 97.1 Soletta 96.8 Zugo 96.7 Zurigo 96.4 Turgovia 96.4 Svitto 96.3 Vaud 96.2 Appenzello Interno 96.2 Basilea Città 96.0 Lucerna 96.0 Ginevra 95.7 Neuchâtel 95.0 Friborgo 94.7 Vallese 93.5 A vere l’animo ecologico è una bella cosa. Acquistare automobili che consumano il meno possibile è ancora meglio. Unendo i due aspetti nasce “Eco Drive”, un concetto di guida che sfrutta al massimo le potenzialità di un mezzo di locomozione. “Pochi sanno che le indicazioni del consumo di una vettura sono calcolate in base a una guida ecologicamente ideale - afferma Riccardo Pfister, presidente dell’Associazione dei Maestri conducenti ticinesi -. In realtà un autista non formato perde il 15-20 % delle potenzialità di un’auto”. Eco Drive, ad esempio, insegna al conducente ad accelerare rapidamente, a rimane- “Lo stop and go riduce al minimo l’attività del motore se si è fermi in colonna” re il meno possibile con lemarce ridotte, a passare a quelle superiori prima di raggiungere i 2500 giri e a guidare con la marcia più alta possibile anche in città, con un’andatura fluida. Sebbene non sempre sia possibile. “I semafori sono anti ecologici, anche quelli cosiddetti intelligenti - sottolinea Pfister -. Doversi fermare ogni 10-20 secondi va assolutamente contro ogni logica. Perciò le auto di oggi hanno lo stop and go, che riduce al minimo l’attività del motore si si è fermi in colonna. Non dimentichiamo che la velocità media in città è drasticamente scesa negli ultimi anni, ora è di 23 km/h”. Da qui l’importanza di saper gestire al meglio le marce basse e le frequenti fermate. “Le rotonde invece sono amiche della guida ecologica - riprende l’esperto -. Spingono a rallentare e ad accelerare senza scatti. Tutte queste informazioni le diamo durante i corsi di scuola guida ai neo conducenti, che vengono introdotti alla guida ecologica”. Ma anche chi già è un autista provetto può partecipare a questi corsi e imparare a gestire in modo ottimale le possibilità di risparmio energetico che oggi le moderne vetture offrono. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 29 tra parentesi Lo studio ta e aiu r a to di l ico al pun scia t d s a s e n la e G ità int o non . 'attiv olto spess so tempo s e è un Mentir erebrale e m ità nello ste re mentre la iv c t o t a ic a t t s e ento vis ad altr icile ge llenam spazio erché è diff . Ma con l'a lto bene Ecco pe una bugia e a farlo mo si dic uò imparar si p S e state per dire una bugia fate bene attenzione ad assumere un’espressione coerente con le parole. Altrimenti, in neanche mezzo secondo vi sgameranno. A mettere nei guai i pinocchi di turno una ricerca dell’Università di Milano Bicocca: ad alcuni volontari sono state fatte osservare immagini di persone che mostravano un’espressione adatta allo stato d’animo espresso e persone che fingevano. Il cervello dei volontari era contemporaneamente monitorato con una risonanza magnetica a bassa risoluzione per cogliere il preciso momento in cui questa o quella regione cerebrale si attivava. E nel caso di simulazione, il cervello riconosceva la bugia in neanche 300 millisecondi, più o meno un terzo di secondo. Inganno svelato, insomma, in un batter di ciglia. Certo, gli imbroglioni esisteranno sempre, come esisteranno sempre i creduloni, ma grazie allo studio della Bicocca ora se ne conoscono meglio i meccanismi. Anche se ci saranno sempre quelli che non si accorgono di nulla e quindi si fanno " no n ingan Passarsi na nei capelli, in continuazione la m to a no cc a rsi la punta contrarre d de ete guardare n rminati muscoli del l naso, spesso le egli occhi l’altro, in viso, non mani in tasclabbra con la lingua, umidirsi infi a sono gest i tipici del b larsi le ugiardo Le bugie di Pinocchio hanno vita brevissima Il cervello riconosce chi mente invariabilmente ingannare. Capita ad alcuni autistici o a persone che hanno qualche problema alla amigdala, la sede cerebrale della memoria emotiva. Per il resto, assicurano gli studiosi, tutti dovremmo essere abbastanza attrezzati contro simulazioni e inganni. “Empaticamente siamo in grado di renderci conto della sincerità di chi ci sta di fronte – conferma il dottor Fabio Conti, neurologo e già primario della clinica Hildebrand di Brissago -. E lo esprimiamo dicendo ‘ho la sensazione che…’. Insomma, non è proprio una certezza quella che sentia- ! ! Il corp o ! ! " mo, piuttosto un qualcosa che ci fa dubitare del nostro interlocutore, che ci crea disagio e non ci permette di rilassarci durante il colloquio”. La mimica facciale, involon- “Empaticamente siamo in grado di renderci conto della sincerità di chi ci sta di fronte” tariamente, è un enorme aiuto anti imbroglioni, fornisce una gamma completa delle bugie umane perché esprime emozioni universali. Già l’aveva svelato uno psicologo americano Paul Ekman, del dipartimento di psichiatria dell’università di San Francisco. Per lo più si tratta di microespressioni difficili da captare, anche se con un po’ di allenamento si può scoprire l’inganno che si cela dietro quel passarsi in continuazione la mano tra i capelli, toccarsi la punta del naso o il contrarre certi muscoli del viso. Non solo. Anche non guardare negli occhi l’interlocutore è un segno di poca trasparenza, così come inumidirsi di frequente le labbra con la lingua perché la paura di essere scoperti azzera la salivazione. Infine, il corpo assume posizioni poco naturali, che vanno dall’incrociare le braccia all’infi- larsi di continuo le mani in tasca, oppure chiuderle a pugno. “Bè, la mimica è fondamentale – precisa il dottor Conti -. Ci aiuta pure a metterci nei panni dell’altro, anzi, nella testa dell’altro, a interagire e fare una sorta di confronto con le nostre posture o espressioni del viso”. Intanto, c’è chi si è divertito a contare le bugie degli uomini: 42 la settimana, le donne la metà. Nei maschi le più frequenti riguardano l’alcool, “Questo è l’ultimo bicchiere”, e il rapporto con la partner “Andiamo d’amore e d’accordo”, detto in genere alla propria compagna, mentendo. Un’altra bugia molto diffusa è legata al cellulare, quando non hanno voglia di rispondere dicono semplicemente di non averlo sentito suonare. Le donne, invece, mentono spesso per ragioni legate allo shopping, dicendo “è costato poco”, oppure “maddai! mica è nuovo, ce l’ho da una vita”. Anche se, suggerisce Conti, con un po’ di attenzione i pinocchi hanno cattivo gioco: “Osservare, guardare bene la mimica facciale, la postura e i tic è fondamentale. Così come cercare di valutare se ciò che ci vien detto nasconde un tornaconto, un interesse particolare, in sostanza se è positivo o negativo per noi”. p.g. 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Y^\ IF GIFDŸD flflflD¥w‡zwDy~ Pagina a cura di AutoPostale Svizzera SA LEGUIDE &GLIITINERARI Informazioni e prenotazioni: AutoPostale Svizzera SA Regione Ticino Viaggi e Vacanze 6501 Bellinzona Tel. +41 (0)58 448 53 53 fax +41 (0)58 667 69 24 [email protected] www.autopostale.ch Il magico fascino della Norvegia Il programma Il contatto intimo con la natura, i suoi colori accesi e il silenzio che trasmette un senso di pace e di benessere. Così può essere sintetizzato il viaggio in Norvegia con AutoPostale dal 26 luglio al 6 agosto. Ma tra gli ingredienti di questo fantastico itinerario bisogna metterci anche una capitale come Oslo, ricca di locali e di vita, oppure Bergen, connubio tra natura e orizzonti sconfinati sul mare. Prima tappa, allora, ad Hannover, capoluogo della Bassa Sassonia, sede di università, centro fieristico e internazionale. Secondo stop a Kiel, città di mare sull’omonimo fiordo, dalla quale parte la traversata in traghetto fino a Oslo. Venti ore con cena e pernottamento a bordo fino allo spettacolare arrivo nella capitale norvegese, percorrendo la lingua di mare che arriva fino alla città tra profonde insenature e coste frastagliate. Oslo accoglie i turisti con estrema ospitalità. Non è vero che gli abitanti sono freddi. Basta fare un giro in centro per rendersi conto che ci sono tanti locali, pronti a riempirsi appena arriva la sera. Il nucleo più antico di Oslo è a nord della fortezza trecentesca di Akershus, che ha resistito a numerosi assedi, ed è il centro vitale della città. La via principale è il Karl Johans Gate, ideale per lo shopping tra piccoli negozietti e grandi magazzini. Da Oslo si parte per Dombås con sosta a Lillehammer, famosa per aver ospitato le Olimpiadi invernali nel 1994, meta d’obbligo per gli appassionati di sport invernali. A Malhaugen, situata a sud-est della città olimpica, sorge il museo all’aperto quello della Groenlandia. È uno scenario che si mostra in tutta la sua bellezza grazie alla natura incontaminata, alle cime innevate e alle cascate. Nuovo imbarco sul traghetto per raggiungere Undredal dove sorge una classica “stavkirke”, cioè una chiesa costruita in legno. Suggestivo è poi il viaggio da Flåm a Myrdal con la famosa ferrovia di Flåm: il panorama è stupendo fino all’arrivo a Stalheim. Tra natura rigogliosa, boschi di conifere e strade che s’immergono nel verde e nel silenzio ecco che si intravede Bergen, non prima di essere passati dalla Tvindevossen, famosa cascata di 110 metri. Bergen è chiamata anche la porta d’ingresso ai fiordi di Norvegia. Piace e stupisce per il suo volto semplice con le tipiche case in legno, tetto spiovente e colori pastello, emblema vivente del passato e della particolare architettura tradizionale locale. Ma è venuto il momento di salpare per il viaggio di ritorno, salendo sul traghetto in direzione di Hirtshals, in Danimarca. La navigazione permette di ammirare la regione di Stavanger, famosa per i suoi fiordi e le maestose montagne. Da qui si parte in bus verso Amburgo, seconda città più importante della Germania. Altra tappa tedesca è a Wurzburg, nota per i monumenti ispirati al barocco italiano del Seicento. In tutto dodici giorni di enorme bellezza, rapiti dal fascino norvegese che coniuga mare, città e piccoli caratteristici villaggi dalle case in legno in uno scenario naturale da togliere il fiato. Norvegia Data: 26 luglio - 6 agosto 2014 Prezzo: Chf 2’995.– per persona in camera doppia Partenza: 06.00 Chiasso Ffs, 06.10 Mendrisio Ffs, 06.30 Lugano Ffs (lato buffet), 06.30 Locarno Ffs, 07.00 Bellinzona Ffs, 07.30 Biasca Ffs Natura spettacolare e città da scoprire grazie al viaggio di AutoPostale più importante della Norvegia, con vecchi edifici in legno arredati da oggetti d’epoca e da laboratori artigianali. Si prosegue in direzione di Ålesund passando sul Kylling-Bro, secondo ponte ferroviario in pietra più alto della Norvegia. Da ammirare è la famosa cascata “Vermafossen”, alta 381 metri. Il percorso, poi, diventa scosceso proseguendo per la Trollveggen, impressionante parete rocciosa che va superata per giungere a Åndalsnes, porto dove attraccano le navi da crociera in un’atmosfera ovattata tra il profumo del mare e la bellezza mozzafiato dei fiordi. Per gli amanti dell’Art Nouveau si raggiunge Ålesund il cui centro è stato completamente ricostruito in questo stile dopo l’incendio del 1904. Con il traghetto, allora, si raggiunge il celebre Capo Ovest proseguendo poi verso Hellesylt, piccolo e incantevole villaggio sul fiordo di Geiranger, uno dei più importanti della Norvegia. Piccola crociera sull’omonimo fiordo per godere appieno dello splendido paesaggio. Il viaggio prosegue poi verso Stalheim passando per il Sognefjord, il più lungo del Paese e secondo al mondo dopo PUBBLIREDAZIONALE PUBBLIREDAZIONALE Vota subito: ADAM cerca la sua EVA! Partecipa alla storia più romantica della stagione: eleggi, con SCHWEIZER ILLUSTRIERTE e Opel, l'EVA che potrà viaggiare per un anno intero con la sua OPEL ADAM personale; e approfittane anche tu! È iniziato come flirt, ora spetta a te farlo diventare la storia d'amore dell'anno. Vota ora la tua EVA. In centinaia hanno risposto all'appello. Dieci sono state scelte, fotografate da professionisti e hanno partecipato al casting davanti alla giuria (la campionessa europea e pilota ADAM Giulia Steingruber, nonché un rappresentante ciascuno di Opel, SCHWEIZER ILLUSTRIERTE e SI Style). Infine, le candidate hanno potuto personalizzare la propria ADAM, che puoi ammirare a destra sotto le foto dello shooting. L'ADAM è unica proprio come EVA Quale EVA e quale ADAM compongono la coppia ideale e con più stile? Votala. La vincitrice, scelta dalle altre lettrici e da te, sarà la nuova EVA e potrà viaggiare per un anno intero con la sua ADAM personalizzata e costruita apposta per lei. Per ADAM «individuale» significa davvero individuale: ci sono infatti tre milioni di possibilità per adeguare l'ADAM al tuo stile. Tre tipi di finiture (dalla funky alla sportiva fino all'elegante), 16 colori della vernice e 6 per il tetto, 18 rivestimenti per i sedili e 21 elementi decorativi interni, 5 tetti interni tra cui il cielo stellato a LED, integrazione del cellulare tramite IntelliLink, supporto portabici estraibile FlexFix, ruote colorate, ecc. ecc. ecc. In questo modo il tuo bolide urbano diventa proprio unico e affascinante come te. Puoi esprimere la tua preferenza sul sito www.caffe.ch/adamcercaeva fino alle ore 24:00 del 1° giugno 2014: quale EVA porta ADAM in paradiso? 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Maryline Uldry Kim Lara Lütolf Annette Heusser Gwenaëlle Chüpbach Telma Gonçalo Età: 40 Domicilio: Avenches VD Professione: assicuratrice Sono EVA perché... «ADAM è così straordinariamente seducente - e anche a me piace sedurre.» La mia ADAM: Età: 21 Domicilio: Studen BE Professione: apprendista di commercio Sono EVA perché... «Con ADAM è stato amore a prima vista - e so ciò che voglio.» La mia ADAM: Età: 29 Domicilio: Bertschikon ZH Professione: casalinga Sono EVA perché... «ADAM e io abbiamo entrambi grinta - e andiamo a tutto gas.» La mia ADAM: Età: 21 Domicilio: Zurigo Professione: studentessa Sono EVA perché... «ADAM si presenta esattamente come me classicamente elegante e sportivamente audace.» La mia ADAM: Età: 28 Domicilio: Ginevra Professione: impiegata Sono EVA perché... «ADAM è molto femminile e si diferenzia da tutti gli altri - esattamente come me.» La mia ADAM: LE PROTAGONISTE La 26enne velista ginevrina Justine Mettraux, l’allenatrice Helena Costa e la pilota Sauber De Silvestro IL CAFFÈ 25 maggio 2014 31 tra parentesi Il fenomeno La rivoluzione rosa negli sport maschili Le donne espugnano le discipline “virili” S sue qualità gioca da tempo con gli uomini in Prima Lega, ha quindi superato parecchi ostacoli, anche sociali. “In un primo momento alle donne lo sport era semplicemente precluso - aggiunge il sociologo -. Probabilmente perché la sua componen- imona De Silvestro e Susie Wolff in Formula 1. Helena Costa nuova allenatrice del Clermont-Ferrand, squadra maschile professionistica della Ligue 2 francese. Maria Herrera che da filo da torcere ai rivali nel Motomondiale, categoria Moto3. Così come la velista ginevrina Justine Mettraux si è messa alle spalle gran parte degli uomini nell’ultima edizione della Mini-Transat, in cui ha chiuso al secondo posto. Insomma, se non è “rivoluzione rosa” negli sport tradizionalmente coniugati al maschile, poco ci manca. Tanto da vedere in costante crescita anche il numero delle pattuglie femminili alla Patrouille des Glaciers. Una corsa che abbina due aspetti tradizionalmente maschili come alta montagna ed esercito e dove le donne sono ammesse solo dal 1986. Nell’edizione appena disputata tra Zermatt e Verbier, su 400 squadre al via, 64 erano femminili. “Per tradizione lo sport è l’ultimo campo della società in cui la divisione maschile-femminile resiste - osserva il socio- te, per così dire, corporale, era giudicata immorale per la società dell’epoca. Si è poi passati ad una seconda fase, cioè quella di permettere alcuni sport o a considerare le donne per alcuni ruoli. Spesso però mantenendo quella separazione di genere che oggi sta un po’ esplodendo. Come confermano gli esempi più attuali, sempre più aperti all’uguaglianza”. Del resto anche l’attenzione mediatica contribuisce alla creazione di un numero crescente di donne come “personaggio spor- tivo” di livello internazionale. Al punto - come già successo in alcuni casi per i maschi - dal vedere la prestazione atletica passare in secondo piano rispetto ad aspetti come il marketing o la promozione dell’immagine. Certo è che, nello sport come nella società, le differenze uomo-donna, che resistono in alcuni ambiti professionali, hanno sempre meno significato “Lo sport è sempre stato un campo in cui taluni pregiudizi sono stati superati prima che altrove”, conclude Russo. m.s. £ R’N ÿÀ¯Ô PõõŒ Œ ¥ŒçŒõõŒ çŒèfiç_õŒÔ Le attività 1 UN DUO AD ALTA VELOCITÀ Oltre vent’anni dopo il tentativo di sfondare nel circus di Giovanna Amati, Sauber e Williams aprono le porte a due ragazze interessanti: Simona De Silvestro e Susie Wolff, già attive in alcuni test. 2 LE PATTUGLIE IN CRESCITA Una corsa che abbina alta montagna ed esercito è chiaramente di estrazione maschile, eppure alla Patrouille des Glaciers le donne occupano già 64 delle 400 pattuglie. Fino al 1986 non partecipavano. Ti-Press 3 Formula1, moto, vela in solitaria, alta montagna… I nuovi orizzonti per le atlete logo dello sport Pippo Russo -. Un auspicio di arrivare ad una parificazione esiste, ma la differenza di prestazioni tra uomini e donne in alcune discipline impedisce di togliere questa preparazione. D’altra parte va però sottolineato che lo sport è sempre stato un campo straordinario nel far emergere e poi esplodere molte contraddizioni legate a questo aspetto”. Tolta qualche eccezione a conferma della regola - come la richiesta (per ora respinta) della sciatrice americana Lindsey Vonn di misurarsi in alcune gare con i colleghi maschi - il “gentil sesso” sceglie di avvicinarsi a discipline in cui la differenza di potenzialità nella performance non è troppo sperequata. “Il caso dell’allenatrice che in Francia va a sedersi su una panchina di una squadra maschile è chiaro conferma Russo -. In quel caso contano le competenze, non certo la prestanza atletica. Quindi da superare restano solo i pregiudizi nati all’epoca stessa in cui è nato lo sport come lo conosciamo oggi. Ossia nell’Inghilterra vittoriana”. L’evoluzione verso casi come quello del portiere della nazionale femminile svizzera di hockey, Florence Schelling, che per trovare avversari all’altezza delle IN PANCHINA IN GONNELLA Significativa anche la scelta del club francese professionista in seconda divisione del ClermontFerrand, che ha affidato la panchina a Helena Costa. Un caso citato anche dal New York Times. 4 HELENA, JUSTINE E LE ALTRE Molto interessanti sono le presenze in sport come il Motomondiale e la vela oceanica in solitaria di giovani sportive. La ginevrina Justine Mettraux è già conosciuta per aver battuto molti uomini. 5 Rvbmvorvf tjb mb wptusb dpodf{jpof ej vob cvpob qsfwjefo{b; Dpotvmfo{b qsfwjefo{jbmf VCT/ ðÜ þ y𬬠_õfi fi ` è è À ¾ · ÿ _ ç ð õfiyŒ · Kfiþè_ ¬fiþ_¡ Œ¥fiþ_ è ¥Œ yðþ oèÔyðÞ óÍçfi Ô Œð LA RICHIESTA DI LINDSEY Prima dei gravi infortuni, la discesista americana Lindsey Vonn ha molto insistito nel voler prendere il via in una gara maschile. Per ora la Federazione ha imposto il suo veto, ma fino a quando resisterà? 32 T I C tra parentesi I leauto SULLE STRADE ROMAGNOLE I N O Lugano tragitto 256 km T A L I Gastronomia e cultura da scoprire e gustare sulle vie dell’Emilia A Modena e i suoi capolavori d’arte e di cucina per un fine settimana a bordo della Mazda 3 C on l’elegante Mazda 3 avevamo già familiarizzato in un affascinate viaggio che ci aveva portato da Mosca a Francoforte, quasi 2.500 km in cinque giorni attraverso cinque Paesi. Conoscendo la comodità e le prestazioni dell’auto, abbiamo deciso di recarci per un fine settimana a Modena, città ricca di attrazioni turistiche e... culinarie. Nella versione meglio equipaggiata, Revolution, la ricca dotazione di serie e lo spazio della Mazda 3 sono degli elementi che si apprezzano maggiormente, indipendentemente se si siede davanti o dietro. In quattro persone si viaggia comodamente e il bagagliaio, con una capacità di carico di litri variabile da 348 a 1.250, è abbastanza capiente. Al volante numerosi gli accessori che aumentano la comodità di guida, solitamente non disponibili in questa categoria di vetture. Per esempio, nel campo visivo del conducente uno speciale display proietta l’indicatore della velocità e i dati del sistema di navigazione sul parabrezza. La scheda Mazda 3 G120 Motore 4 cilindri Cilindrata (ccm) 1998 Cambio autom. a 6 rapporti CV 120 Coppia max. 210 Nm a 2000 g/min 0-100 km/h (s) 10,4 Velocità massima (km/h) 194 Consumi (l/100 km) ca 6 Prezzo base 29’150 franchi Pratica è anche la manopola che permette di gestire il sistema multimediale che trasmette le sue funzioni su uno schermo tattile da 7 pollici, facilmente accessibile sia dal passeggero che dal conducente, senza che quest’ultimo venga distratto durante la guida. Nel cuore dell’Emilia Romagna, il parmigiano Reggiano, i tortellini e l’aceto balsamico in particolare, devono essere sulla vostra lista degli acquisti. I primi due li potete comperare visitando l’azienda agroalimentare biologica Hombre, in via Corletto Sud. Una fattoria della famiglia Panini che occupa 300 ettari di terreni, regno di una mandria di mezzo migliaio di mucche. Per l’aceto balsamico potete recarvi all’acetaia Terra del Tuono a Corticella per ammirare centinaia di botti e respirare il profumo di un tesoro gastronomico da abbinare a insalate, verdure, carni, pesce e dolci. Nei nostri numerosi cambi di destinazione la raffinata tecnologia Skyactivmotore aspirato due litri, a benzina, 120 cavalli, abbinato al cambio automatico a sei rapporti- permette di affermare che le prestazioni sono più che sufficienti anche in accelerazione e nel contenuto consumo medio, grazie anche al sistema Start-Stop di Mazda. In questa terza generazione la Mazda 3 offre davvero linee seducenti che trasmettono subito la sensazione di un’ auto interessante ad un prezzo equilibrato. Tuttavia, in Emilia non lasciatevi prendere dalla fretta: godetevi la vettura e non dimenticatevi che la provincia di Modena vi offre la possibilità di visitare anche numerosi musei dedicati proprio all’automobile e alle due ruote in genere. s.p. Rispetto alla berlina, la Peugeot 308 Break amplia le motorizzazioni con un tre cilindri benzina e un due litri turbodiesel STEFANO PESCIA V Modena olume, abitabilità, modularità e praticità: sono questi i criteri di base che permettono di valutare le qualità di una station wagon. Per la nuova Peugeot 308 break, in vendita da giugno a scelta in 10 colori della carrozzeria, gli elementi indicati sono stati soddisfatti, permettendo al modello di essere giudicato “Auto dell’anno 2014” per il mercato europeo. Proporre due offerte di carrozzeria è un’apprezzata tradizione della marca francese nel segmento delle compatte. 33 cm più lunga (totale 4,58 m), di cui 11 cm per il passo rispetto alla berlina, la 308 è il break più leggero nel suo segmento. Un rigoroso lavoro di riduzione della massa del veicolo ha permesso di guadagnare 140 kg, rispetto al modello precedente. La station wagon si propone con un elegante e filante linea della carrozzeria. Il suo abitacolo è caratterizzato da un cruscotto moderno e sobrio, già apprezzato sulla berlina, che permette la regolazione delle funzioni principali premendo semplicemente le indicazioni riportate sullo schermo di 9,7 pollici. Anche il bagagliaio si presenta sul livello delle migliori auto della stessa categoria, con una lunghezza fino all’altezza del sedile dietro di 107 centimetri e con un pratica altezza della soglia di carico a soli 33 centimetri. I valori indicati all’ inizio si ritrovano nel volume offerto, da 660 a 1.660 litri, nella praticità di disporre di un pianale di carico perfettamente piano e nei sedili posteriori che si ribaltano direttamente dal bagagliaio, con la possibilità di aggiungere dei binari laterali per suddividere e fissare il carico. Inoltre sul Eleganza pratica e modulare trasformata in station wagon tetto sono state integrate le barre portatutto in alluminio. Sulle versioni “alto di gamma”, la 308 break è dotata di serie di freno di stazionamento elettrico che si attiva automaticamente all’arresto del motore e si sblocca alla partenza. Pure di serie, a partire dal livello di allestimento Active, la funzione Hill Assist che facilita la partenza e le manovre in salita. Questa tecnologia ine- dita immobilizza il veicolo un breve istante (circa due secondi), il tempo di passare dal pedale del freno a quello dell’acceleratore. A livello delle motorizzazioni, tutti Euro 6, il modello riprende le offerte della berlina partendo dal tre cilindri di 1,2 litri da 110 cavalli fino al 1,6 litri benzina da 155, oltre al turbodiesel da 120 cavalli. Nel corso dell’anno si aggiungeranno due nuovi propulsori dalle invidiabili prestazioni: un tre cilindri da 130 cavalli anche nella versione con cambio automatico, per una spesa aggiuntiva di 1500 franchi. Un motore dalla doppia personalità. Se si vuole la grinta è sufficiente premere il pulsante Sport. Cambia lo sfondo del contagiri e del contachilometri, il pedale dell’acceleratore e lo sterzo diventano più reattivi e anche il rombo del motore è molto più marcato. Entrerà in funzione pure un turbodiesel due litri da 150, a scelta con cambio automatico a sei rapporti. Su strada si apprezzano il comfort di guida e di seduta, la dinamica e la precisione negli inserimenti e nella stabilità in curva. A scelta in quattro diversi equipaggiamenti, la 308 break è in vendita da 25’600 a 40’400 franchi. Se volete personalizzare maggiormente la vettura vi consigliamo di valutare l’ampio tetto panoramico in vetro (superficie 1,69 mq) e i differenti pacchetti di opzioni disponibili, che permettono di aumentare la connettività del veicolo con una serie di applicazioni di nuova generazione. La station wagon si propone con un’elegante e filante linea della carrozzeria, che riprende la berlina Il cruscotto, moderno e sobrio, permette la regolazione delle funzioni premendo le indicazioni riportate sullo schermo Gliaccessori Un bagagliaio ampio, da 660 a 1.660 litri, con la praticità di disporre di un pianale di carico perfettamente piano a sedili reclinati Glispazi Lelinee In breve La Opel Oltre alla Cascada e alla Zafira Tourer, un nuovo motore 1,6 litri turbo benzina a iniezione diretta che svliluppa 200 cavalli è ora disponibile anche per la Astra Gtc (da 32’150 franchi) con la nuova tecnologia Infotainement La Fisker Il costruttore della Fisker Karma è stato acquisito dal Gruppo Wanxiang, il maggiore produttore cinese di componenti per automobili. In programma la ripresa della produzione della berlina sportiva ibrida plug-in e il lancio di una 5 porte IL CAFFÈ 25 maggio 2014 33 tra parentesi La musica Il cartellone di Moon & Stars 2014 Jack Johnson 10 LUGLIO Laura Pausini 11 LUGLIO Udo Lindenberg raccontato da Krister Cantoni JACK JOHNSON L’ex campione di surf hawaiano è uno dei più grandi interpreti del rock melodico.Sotto, Krister Cantoni ex hockeista e rocker per passione 12 LUGLIO Bligg 14 LUGLIO Dolly Parton M usica e sport è un binomio che ha sempre dato risultati interessanti. Tanti infatti gli atleti che hanno cercato di farsi strada nel mondo delle sette note, anche se pochi quelli che sono davvero riusciti a sfondare. L’esempio più eclatante è Julio Iglesias, promettente calciatore nelle giovanili del Real Madrid. Alle soglie della prima squadra però un incidente automobilistico lo costrinse a mollare tutto. Da lì l’inizio di un’altra carriera, quella musicale. Un percorso analogo a quello di Jack Johnson, sul palco di Piazza Grande a Locarno il 15 luglio, per la rassegna Moon&Stars. Jack è figlio del famoso surfista Jeff Johnson, e ancora prima di finire gli studi riesce ad ottenere un contratto da professionista con una prestigiosa marca di articoli per il surf. Una passione, la sua, che lo porta a soli 17 anni a far parte della competizione pipeline raggiungendo le finali e ottenendo il record di più giovane partecipante a questo evento di prestigio mondiale. Ottiene un contratto da professionista con la Quiksilver ancor prima di finire il liceo. Purtroppo, durante una competizione, si schianta contro gli scogli e rischia la morte. Abbandona le competizioni, ma non il mondo del surf. Si trasferisce in California dove si laurea in cinematografia all’università di Santa Barbara. È proprio durante questi anni che inizia a scrivere le prime canzoni. Una “Dallo sport alla musica la passione è inesauribile” svolta decisiva per la vita dell’allora giovanissimo e aitante hawaiano. Ecco come, quindici anni dopo e una mezza dozzina di album alle spalle, Jack Johnson è uno dei maggiori esponenti del rock melodico mondiale. L’esplosivo mix tra sport e musica lo racconta al Caffè un noto fan di Johnson, l’ex giocatore dell’Ambrì Piotta e del Lugano Krister Cantoni, rocker per passione. “Dopo avere smesso con lo sport attivo è importante continuare a coltivare le proprie passioni - spiega -. La musica è stata una componente importantissima anche nell’evoluzione della mia carriera da professionista e tuttora lo è”. Quello per il pentagramma è un amore che ha travolto il giovane Krister nell’adolescenza, quando inizia ad ascoltare i grandi del pop, come Madonna o Michael Jackson. E di conseguenza a strimpellarne i brani. “Avevo 13-14 anni e nel walkman già si consumavano le musicassette delle star di allora”, ricorda. Fino alla svolta, durante una trasferta in “Per chi ha l’agonismo nel sangue la chitarra è una compagnia insostituibile” Dall’oceano al pentagramma, dal surf al rock, per reinventarsi una nuova vita Finlandia. Il rock gli entra nelle vene e da lì non lo lascerà più. “Mi innamorai del gruppo death metal dei Sepultura - ricorda -. L’hard rock e le sue note potenti e piene di energia mi facevano impazzire”. Musica e sport formano così un connubio stimolante, diventando quasi un solo elemento. “Nei miei sedici anni di carriera ad alti livelli, il rock è stata un’importante valvola di sfogo, soprattutto quando le cose andavano male”. Proprio come è stato il caso di Jack Johnson, che ha trovato nelle sette note un’ancora importante per riuscire a riciclarsi dopo aver dovuto forzatamente interrompere in giovanissima età la sua carriera di sportivo professionista. Cosa che non è fortunatamente successa a Cantoni, che però attribuisce alla chitarra un ruolo fondamentale: “Non potrei vivere senza - ammette – Tuttora, come fino a qualche anno fa prima delle grandi partite, per motivarmi quando sono giù di giri mi sparo ad alto volume in cuffia la mia musica preferita. E mi ricarico immediatamente”. Ma niente più walkman, né scomodi lettori cd portatili, sostituiti da supporti sempre più tecnologici e maneggevoli. Una manna per Cantoni: “Già, mi hanno semplificato la vita. Musica e sport sono per me una cosa sola. Non posso immaginare la mia esistenza senza almeno uno di questi due elementi”. o.r. 15 LUGLIO Jack Johnson 16 LUGLIO James Blunt 17 LUGLIO Negramaro 18 LUGLIO Backstreet Boys 19 LUGLIO Sunrise Avenue &’ ’.,,)2 !)(!#(-+-)2 !0aggJ: !+* (#/’*% (#41/ -.#)’1) ( ‘;P V; !&$ aPFWA7])#/#W !,% )(., !%$ 677720 *+-&+# " !%$ 61347720/ 0&# *#3 !0aggJ *+WR -.#)’1) &5 .’" !0./ "3+9 &* 762- +1632 $23’1(2-#7,’12 "-# -#0 !%#-52.2& 613) #/$-2,25#0%2& <13 16< 16 16& :::4’/-.(5’;4%+7.9*#02 %7162 4+38.:.2)) 7-Y>ffQ <K c>O<K_6 O>__Q 9QOZKHMK6_Q T<QSQ <><bfKQO> <>M c6O_6HHKQ <K SY>ffQ (>ebZ -Y>NKbNU ’2 KO9MW *>d !0 aggJ KNSY>ZZKQO TR;@ MK_YK; K8YK<6 SbY6; F SQY_>U <6 !&$ ‘G [ggWA; <><Q__Q c6O_6HHKQ <K SY>ffQ (>ebZ -Y>NKbN !&$ ‘gggWA B !&$ ‘R [ggWAW .6_6 M>6ZKOH N>OZKM> !&$ aPFW\F ’2 KO9MW !QOZbNQ , ‘;\ M]Rgg LN; >NKZZKQOK <K !+a , @a H]LN; 96_>HQYK6 <X>D9K>Of6 >O>YH>_K96 W )Q<>MMQ KMMbZ_Y6_Q: *>d !0 aggJ $ /-+.0 TR;@ MK_YK; K8YK<6 SbY6; F SQY_>U <6 !&$ GF GggWA; <><Q__Q c6O_6HHKQ <K SY>ffQ (>ebZ -Y>NKbN !&$ ‘gggWA B !&$ Ga GggWAW .6_6 M>6ZKOH N>OZKM> !&$ ‘PFWagW 99QO_Q aF V <>M SY>ffQ O>__QW G@ N>ZK; Rg ggg LN]6OOQW 06ZZQ <XKO_>Y>ZZ> 6OObQ >C>__KcQ: ‘;P[ VW !6bfKQO> F V <>MMXKNSQY_Q <>M EO6OfK6N>O_QW 26MQY> Y>ZK<bQ Z>9QO<Q M> <KY>__Kc> <K )bM_KM>6Z> %W !6Z9Q _Q_6M> Q88MKH6_QYK6W (69QO9>ZZKQO> <>M 9Y><K_Q ? cK>_6_6 Z> 96bZ6 bO >99>ZZKcQ KO<>8K_6N>O_Q <>M 9QOZbN6_QY>W (>6ZKOH (>ebZ -Y>NKbN > c6O_6HHKQ <K SY>ffQ (>ebZ -Y>NKbN c6M>cQMK S>Y 9QO_Y6__K Z_KSbM6_K _Y6 KM R=WgF > KM ‘gWg\WagRG Q EOQ 6 Y>cQ96W !QOZbNQ <K 96Y8bY6O_> NKZbY6_Q Z>9QO<Q M> OQYN> <>MM6 <KY>__Kc6 !# [RF]agg[]!##W ) <K6 <>MM> >NKZZKQOK <K !+a <K _b__K K NQ<>MMK <K c>__bY> KNN6_YK9QM6_K KO /cKff>Y6: RG@H]LNW O T U A I N O I S A A Z C N A T OC N E S E R P i r t P e m A o l i R h c I a t n D o c l su i r t e m LE G LEASINSARIO ER V I N N A % 0 4 , 0 I 48 MES P E R T NOS E R A R ERLE ilo h c 0 ta 00 u 1 i m r d e – ip d o ta i r e m f f e r o 2 +p + 3 a i z n a r a +g GARAGE CRISTALLINA SA Via Circonvallazione 3, 6612 Ascona, tel. 091 792 17 07, e-mail: [email protected] HONDA AUTO TICINO, AUTO CENTRO LUGANO SA Strada Cantonale, 6916 Grancia-Lugano, tel. 091 960 54 72, e-mail: [email protected] GARAGE CARROZZERIA PEMOCAR SA Via Maestri Comacini 12, 6834 Morbio Inferiore, tel. 091 683 13 38, e-mail: [email protected] GARAGE RUNNER CAR SAGL Via Cantonale, 6594 Contone, tel. 091 858 35 68, e-mail: [email protected] Leasing anniversario valido fino al 30 giugno 2014. Esempio di calcolo per la Jazz 1.3i Hybrid Comfort, 5 porte, 72 kW/98 CV, 1339 cm3: prezzo di listino CHF 25 300.–. Prezzo di riscatto: CHF 10 626.–. Per una prima rata facoltativa pari al 25% del prezzo di listino, 10 000 km l’anno e 48 mensilità: leasing pari a CHF 184.–/mese. Costo annuo totale: CHF 66.– (ammortamento e assicurazione dell’oggetto del leasing esclusi) con un tasso d’interesse dello 0,40% (tasso effettivo 0,401%). Il leasing non può essere accordato se causa un eccessivo indebitamento del/della cliente. Finanziato da Cembra Money Bank. Il fenomeno Il rapporto L’incontro IN BRASILE LA PROSTITUZIONE GIOCA I MONDIALI LA SVIZZERA SCOLASTICA È RETROCESSA PIF: “TESTIMONIO LA REALTÀ CON LE IMMAGINI” ALLE PAGINE 36 e 37 ROCCHI A PAGINA 39 COMAZZI A PAGINA 50 travirgolette ilcaffè Oltre il cibo 25 maggio 2014 Il buon umore sulla tavola lo porta il riso SOCIETÀ | TENDENZE | PROTAGONISTI RIFLESSIONI D’AUTORE MORO A PAGINA 38 È l’ottava volta che l’Ue vota per un processo di unificazione più difficile del previsto. Tra astensionismo crescente e oscillazioni dalla sinistra verso la destra Europee UNA SETTIMANA UNA PAROLA LUIGI BONANATE D iamo a Cesare quel che è di Cesare: nel suo insieme, l’Unione Europea rappresenta il più alto risultato dell’ingegneria politologica della storia. Mai nessun altro così ampio progetto di tipo costituzionalistico, costruito a tavolino sulla base di alcune ipotesi ideali, ha potuto vedere la luce, anche se c’è voluto più di mezzo secolo per realizzarlo. Ma si potrebbe anche dire che l’Ue è un fallimento, che non ha realizzato i suoi programmi, che non ha saputo far crescere la democrazia all’interno dei suoi (attualmente 28) Stati-membri, che non è riuscita a incidere sulla vita internazionale ed è stata incapace di dirimere le grandi crisi mondiali. Non ha saputo darsi una politica estera unitaria o un’immagine concorde nei confronti del resto del mondo, senza nel frattempo riuscire a realizzare almeno un vero ed efficiente mercato unico, che addirittura sembra funzionare soltanto quando ci sono da condividere danni e perdite di bilancio. Per una serie di aspetti, di tipo prevalentemente socio-economico, si potrebbe addirittura concludere che gli standard di vita nei suoi Paesi-membri non sono migliorati e in certi casi sono addirittura peggiorati, nell’incapacità di inventare politiche economiche adeguate. Neppure la performance democratica è cresciuta e il dibattito politico si avvicina allo zero. Sarebbe facile, a questo punto, dare il colpo di grazia all’avventura unionistica, lanciando l’argomento (in sé incontrovertibile) che la partecipazione popolare alle sette elezioni del Parlamento europeo finora tenutesi (a partire dal 1979) è stata, ogni volta, più ridotta e che, ovviamente, l’astensione è simmetricamente e costantemente cresciuta. Quale segno più evidente della progressiva (che diventa l’aspetto più grave) disaffezione per l’Unione, dopo di che, di questo passo, a un certo punto più nessuno andrà a votare? Non esiste una sola risposta a questa domanda, se ne possono dare almeno due. La prima, total- mente negativa, e che oggi in Europa ha molti portavoce e tanti sostenitori, ritiene che la cosa più semplice sarebbe tornare alle origini, meglio ancora più indietro, cancellando addirittura ogni ipotesi di coesione infra-europea (ciascuno per sé in una libera competizione): in fondo, l’integrazione non può essere un obbligo, dev’essere una scelta. La seconda argomenta, invece, che il processo di unificazione è comunque cosa buona e saggia, ma che semplicemente è più difficile di quel che sembrava all’inizio. E mentre la prima risposta, nella sua totale negatività, non richiede neppure di essere discussa (o la si accetta in toto o la si respinge), la seconda comporta Il dibattito politico si avvicina allo zero e la performance democratica non è cresciuta qualche maggior riflessione. Non solo il riferimento alla complessità dell’impresa è tutt’altro che insensato, ma comunque il merito dell’abolizione dei pericoli di guerra interni all’Unione (e questo non dovrà mai essere dimenticato, come ci ha ricordato la giuria del Premio Nobel per la pace) le va riconosciuto. E come nascondersi che la crisi dello spirito unionistico di questo periodo va cercata non soltanto all’interno, ma anche al di fuori dell’Unione, che non ha certo innescato le difficoltà economiche attuali, anche se non le ha sapute sconfiggere. Non si può dimenticare che contemperare 28 teste (diciamo così, una per Stato-membro) è difficilissimo, e se poi queste teste non sono (per motivi oggettivi, det- La politica ...se vincesse l’Europa della paura MAZZETTA A PAGINA 11 tate dalla storia di ognuna di esse) tutte ugualmente pesanti, ma alcune contano molto più di altre, l’accordo e la concordia saranno destinati a svanire davanti ad ogni nuovo problema. La decisione di coinvolgere tutti i cittadini degli Stati-membri nella formazione delle decisioni destinate a valere per una popolazione che oggi supera il mezzo miliardo di esseri umani, dopo che nei suoi primi 20 anni la Comunità europea era esistita soltanto per politici, burocrati e imprenditori (era un mercato comune, non un sistema politico), intendeva far fare il passo decisivo all’istituzione, trasformandone l’impianto oligarchico nella più grande democrazia del mondo. Ammettendo che tutto ciò sia irreversibile, si tratta ora di vedere quale sia stato il frutto di tanti affanni. Un primo evidente e molto importante dato è rappresentato dall’esito politico delle singole votazioni: destra, sinistra, centro, eccetera, esistono anche in Europa o sono il retaggio sbiadito di stanche esperienze nazionali? Nelle prime 4 delle 7 ricorrenze elettorali, la vittoria politica andò al raggruppamento di centro-sinistra, nelle tre successive invece al centro/centro-destra. In nessun caso uno dei due principali raggruppamenti raggiunse la maggioranza assoluta, cosicché tutti i governi dell’Unione sono stati di tipo coalizionale, con gli inevitabili e conseguenti compromessi. Anzi, potremmo addirittura dire che è tutto quanto il sistema politico unionistico che si fonda su dei compromessi, che vengono in pratica elevati a chiave di volta della sopravvivenza dell’insieme e della sua capacità di produrre norme innovative. I due tratti fondamentali sono dunque stati: astensionismo crescente, andamento da sinistra a destra. Dovremo interpretare la giornata di oggi come quella della sentenza? Se vince il centro-sinistra l’Unione europea è salva; se vince il centro-destra, si dovrà ricominciare da capo? Una cosa si può conclusivamente stabilire: che l’Unione non deve scomparire. Domenica LIBERO D’AGOSTINO L’ALTRA ITALIA DEL PRESIDENTE NAPOLITANO C’ è un’ altra Italia. Che non è quella della casta politica, della corruzione, della paralisi istituzionale e delle mostruosità burocratiche. C’è un Paese che non è quello dei masanielli d’avanspettacolo alla Grillo, del berlusconismo senile o del velocismo retorico della nuova sinistra di Renzi. Che non è la prima o la seconda Repubblica che si vede nelle cronache politico-giudiziarie dei telegiornali. E non è nemmeno la Fallitalia su cui ogni domenica si motteggia in Ticino. L’altra Italia è il Paese reale, quello della cultura in tutte le sue configurazioni, della creatività, delle eccellenze, nonostante tutto, produttive e sociali, che ha saputo sempre ritrovare lo scatto d’orgoglio e la forza capaci di risollevare la nazione anche nei momenti più difficili e bui della sua storia. È a questa Italia che ha invitato a guardare con fiducia il presidente Giorgio Napolitano nella sua visita a Lugano: “Senza lasciarsi impressionare e deviare dalle manifestazioni d’insufficienza istituzionale”. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 37 tra virgolette Il reportage L’esperto Lo sviluppo del Paese visto dal sociologo De Masi Il Brasile “Un nuovo modello che sa rivendicare la sua autonomia” “Garotas de programa” le donnine dei Mondiali sudamericano, che fa da sfondo a vicende di lotta per la tutela dei diritti delle donne e alla ricerca di nuove leggi per regolamentare il mercato del sesso e proteggere, per quanto possibile, ragazze, ragazzi e transessuali. Quella descritta nel reportage del Caffè in questo sottobosco che prospera al confine tra legalità e clandestinità, è solo una delle contraddizioni che vive un Paese diventato per certi versi un modello economico e sociale, ma diviso e segnato al suo interno da forti tensioni e squilibri. Che neanche la Seleção è in grado di mitigare. m.s. GIUSEPPE BIZZARRI da Rio de Janeiro I L’antropologa Laura Rebecca Murray, antropologa, è esperta di prostituzione La “trans” Indianara ha una lunga militanza nella lotta per i diritti delle prostitute carioca hanno dato immediatamente un soprannome alla bella Patrícia Alves, oggi meglio conosciuta come Maria Upp, la pernambucana che, come lei stessa ha affermato in Tv, ha avuto relazioni sessuali con un migliaio di soldati della Pm, la polizia militare di Rio de Janeiro. I militari, oggi sotto inchiesta, la chiamavano al cellulare mentre erano in servizio nelle basi delle Upp, le Unità pacificatrici di polizia che dovrebbero vigilare sui narcos e garantire la sicurezza pubblica anche durante il Campionato mondiale di calcio, che inizierà il 12 giugno a São Paulo in Brasile. Patrícia Alves ha affermato d’essere “viziata in sesso con Pm”, ma di non essere una GdP, una garota de programa (prostituta). Le garotas de programa sperano, però, di lucrare molto non tanto con i Pm, ma soprattutto con l’arrivo in Brasile della “torcida”, i tifosi, dove ci saranno ad attenderli - secondo le associazioni per la tutela dell’infanzia - anche molti minori. Il Forum nazionale di prevenzione ed eradicazione del lavoro infantile stima che vi siano circa mezzo milione di bambini e adolescenti vittime dello sfruttamento minorile nel Paese. L’organizzazione ritiene che gruppi organizzati, si muovono per portare i minorenni nelle aree intorno agli stadi in cui la torcida stazionerà durante la Coppa. All’aeroporto internazionale e alla stazione centrale dei pulman di Recife sono distribuiti volantini in cui si esortano turisti e residenti a vigilare e denunciare qualsiasi persona sospetta di contrattare un minorenne. “Il discorso sullo sfruttamento dei minori è usato sempre per colpire il lavoro della prostituzione, mentre in realtà si tratta di un caso di sfruttamento di lavoro minorile, come avviene in qualsiasi altra professione”, dice la trans Indianara a “Il Caffè”. La trans afferma con “orgoglio di essere prostituta”, ma di avere anche una lunga militanza come attivista per il riconoscimento dei diritti delle prostitute. Una fama consolidata, poiché è considerata una vera esperta, tanto da dare consulenze ai politici e C Reuters È certamente una vigilia dei Mondiali particolare quella che sta vivendo il Brasile. La corsa contro il tempo per terminare gli stadi, le operazioni di polizia per “pacificare” le zone calde, soprattutto a Rio e São Paulo, i timori per le proteste di un popolo che vorrebbe una scuola migliore e trasporti più efficienti invece di grandi eventi che divorano miliardi pubblici. E, nel mezzo, anche i timori e la preoccupazione per un mese che sarà caratterizzato anche dal turismo sessuale. Con l’esplosione del fenomeno “Garotas de programa”, delle prostitute, che coinvolge anche i minori nel grande Paese MASSIMO SCHIRA tenere conferenze nelle università pubbliche. Contromano alla lotta contro la prostituzione, gli attivisti si battono per una legislazione che tuteli il lavoro delle GdP. Proprio nei giorni scorsi il deputato federale Jean Wyllys ha presentato al parlamento brasiliano un disegno di legge con cui si vorrebbe Il Paese disciplinare la prostituzione in Brasile, dove si considera illegale il lenocinio, ma non il prostituirsi. “La proposta è stata discus- La crescita galoppante della settima economia mondiale Il “gigante” del Sudamerica nel club delle superpotenze N egli ultimi anni, il Brasile è entrato di diritto nel ristretto “club” delle potenze del mondo, soprattutto a livello economico. Con i suoi 200 milioni di abitanti circa e gli oltre 8,5 milioni di chilometri quadrati di superficie, il più grande tra i Paesi dell’America meridionale è anche il quinto per dimensioni a livello mondiale. Una base su cui è stato costruito anche un prodotto interno lordo che, nel 2012, ha raggiunto il settimo posto nella classifica internazionale, forte di una quantità e diversità di risorse interne che lo rendono praticamente autosufficiente. Che la distribuzione della ricchezza non sia però uno dei punti forti del gigante del Sudamerica appare chiaro anche dai dati macroeconomici. Su tutti il prodotto interno lordo pro capite, che non va oltre la posizione numero 62 nella graduatoria internazionale. Tradotto in franchi, la media di capitale annuo per un cittadino brasiliano resta al di sotto dei 10mila franchi. Anche perché il salario minimo fissato dal governo per il 2014, nonostante una crescita superiore al 6%, si attesta a 724 R$ mensili, che al cambio attuale corrispondono a poco meno di 284 franchi svizzeri. A livello politico, il Brasile è di- viso in 26 Stati federati, a cui va aggiunto il “Distrito Federal”, che - di fatto - comprende solamente la capitale federale, Brasilia con oltre 2 milioni di abitanti. Lo Stato più popoloso è quello di San Paolo, con più di 40 milioni di abitanti, per la gran parte concentrati nella metropoli, il cui agglomerato è tra i più popolosi al mondo. Il potere è suddiviso in modo chiaro tra esecutivo, legislativo e giudiziario, per una Repubblica presidenziale federale, con il presidente che ricopre il ruolo di capo di Stato e di governo, mentre il legislativo vede il potere ripartito tra i 513 membri della camera dei deputati e gli 81 senatori. Attualmente alla guida del Brasile siede Dilma Rousseff, che resta favorita anche in vista delle votazioni del prossimo mese di ottobre. Come succede dal 1996, gli elettori tra i 18 e i 70 anni saranno chiamati obbligatoriamente ad esprimere il loro voto in forma elettronica nel primo Paese in assoluto ad introdurre questo sistema automatico in modo generalizzato. È questo il Paese alla vigilia dell’ imminente sfida dei mondiale di calcio e che si sta pure preparando ai Giochi olimpici estivi del 2016 in programma a Rio de Janeiro. m.s. sa con il movimento delle prostitute- precisa Indianara -, l’opposizione al disegno di legge verrà anche da parte delle femministe radicali, le quali dicono che non sono state chiamate a discutere la proposta che, secondo loro, aumenterà lo sfruttamento delle donne. Ma loro non sono garotas de programa, cosa ne sanno della prostituzione. Solo chi si prostituisce ha il diritto di dare un parere sulla legge. Bisogna smetterla con questa storia dello sfruttamento della prostituzione. Non sento d’essere sfruttata quando faccio sesso, mi piace e non ci vedo niente di male se mi faccio pagare per farlo”. Secondo l’antropologa americana Laura Rebecca Murray, che studia la prostituzione in Brasile e in altri Paesi da molti anni, il Mondiale di calcio non incrementerà la prostituzione: “Le statistiche elaborate nei precedenti campionati e in altri mega eventi - puntualizza- hanno dimostrato che il numero delle prostitute non aumenta durante questo tipo di avvenimenti”. La stampa brasiliana scrive che sarebbe in corso dalla provincia un esodo di prostitute che si muovono verso São Paulo, dove sarebbero attese circa 500 mila persone per la kermesse calcistica. Le GpP affittano modesti appartamenti per alleggerire gli alti costi a causa del boom speculativo degli affitti nella capitale paulista e nelle altre città coinvolte nel Mondiale. Le garotas starebbero contrattando anche autisti che saranno impiegati per prelevare i clienti negli alberghi. Le case di prostituzione più conosciute della capitale paulista e carioca investono nell’infrastruttura dei locali e cercano professioniste che sappiano parlare inglese e spagnolo. Le garotas de programa di Belo Horizonte sono probabilmente le più organizzate. Vanno a lezione d’inglese da insegnanti di madre lingua contrattati dall’Associazione delle prostitute di Minas Gerais, la quale ha pure negoziato con la banca pubblica Caixa Economica Federal l’accordo che permetterà alle lucciole verdi gialle di accettare carte di credito per il pagamento delle loro prestazioni sessuali. Il viaggio Prezzi piuttosto alti per la trasferta iridata “Le due settimane per 10mila franchi” I l campionato del Mondo di calcio che si apre il prossimo 12 giugno rappresenta anche una sfida turistica per il Brasile. Soprattutto nelle città che non sono abituate ad accogliere ospiti in massa come Manaus, Curitiba o Cuiabà. In generale, però, gli operatori stanno notando un livello di prezzi, soprattutto per gli alberghi, molto elevato e che non accenna a diminuire con l’avvicinarsi dell’evento. “Ci si imbatte facilmente in prezzi aumentati di 6, anche 10 volte rispetto a quelli abituali - spiega Victor Tinari della Travelclub di Berna, agenzia specializzata in viaggi sportivi -. Il fatto è che la richiesta è elevata anche tra i brasiliani stessi, perché il turismo interno al Paese è molto sviluppato. E, infatti, il costo generale del Brasile come meta turistica è in aumento negli ultimi anni”. Una situazione che ha toccato in modo diretto anche gli svizzeri che seguiranno la nazionale per le tre partite della fase a gironi. “Il nostro pacchetto più economico costa 8’900 franchi in camera doppia - precisa Tinari -. Ma la media, anche confrontando quanto offerto da altri tour operator, si aggira sui 10mila franchi per due settimane, comprese le tre gare della Svizzera”. Ma nonostante i prezzi, le prenotazioni hanno rispecchiato le attese dell’agenzia partner dei rossocrociati per le trasferte. “Quando la nazionale si è qualificata, alcune stime prevedevano un numero molto alto di tifosi interessati al viaggio in Brasile - conclude Tinari -. Si parlava addirittura di 10-20 mila persone. Ma noi sapevamo già che la cifra sarebbe stata impossibile da raggiungere, soprattutto considerando i costi. E, infatti, siamo soddisfatti di aver raggiunto quota 350 tifosi. In totale, giornalisti compresi, avremo per il Brasile circa 400 clienti. A quali vanno aggiunti i tifosi che hanno acquistato autonomamente i biglietti, creandosi un ‘pacchetto’ personale”. m.s. DOMENICO DE MASI Sociologo del lavoro alla “Sapienza” orruzione, analfabetismo, violenza ed enormi differenze sociali tra ricchi e poveri continuano ad essere presenti e radicati in quel “fenomeno” economico che é il Brasile di oggi. Eppure il colosso del Sudamerica sta diventando un modello socio economico da esportare. Lo sottolinea anche Domenico De Masi, sociologo e professore all’Università La Sapienza di Roma, grande esperto dell’evoluzione del Paese che ospiterà, in rapida successione, Mondiali di calcio e Olimpiadi estive. “Il senso del cimentarsi nell’organizzazione di due eventi di questa portata è molto chiaro. È forse l’ultima tappa di un processo con cui il Paese si è sganciato dalla sudditanza psicologica, estetica e culturale verso l’Europa, prima, e gli Stati Uniti, poi. È l’annuncio al mondo che il Brasile è un Paese autonomo dal punto di vista culturale, economico e sociale”, osserva De Masi che al modello Brasile ha dedicato una parte di rilievo nel suo ponderoso saggio Mappa Mundi. Nonostante le forti contraddizioni interne, il Brasile ha vissuto un fortissimo sviluppo negli ultimi anni, trascinato da una crescita che ha toccato tutti i settori. “Dopo secoli di monocultura agricola imposta da Portogallo ed Inghilterra, nel corso del Novecento il Paese ha scoperto tutte le sue potenzialità - spiega De Masi -. Che si sono tradotte in ricchezza grazie all’agricoltura avanzata, l’industria mineraria e il petrolio. Da trent’anni il pil brasiliano è in crescita continua, non ha mai registrato la benché minima flessione. Ha visto pure crescere una classe dirigente preparata e formata spesso in Europa o negli Stati Uniti. E dal 1984 la democrazia è una realtà consolidata, come conferma l’alternanza da un presidente di centro destra e conservatore, per quanto attivo, come Cardosa, a due di sinistra come Lula e Dilma”. Oltre che essere diventato un Lo studioso: “I grandi eventi sono l’ultima tappa nell’affrancarsi dall’egemonia europea e degli Usa” modello economico, il Brasile è osservato con interesse anche sotto il profilo sociale. Soprattutto per la capacità di integrare culture e popolazioni di estrazione molto diversa. “Nella storia del Brasile confluiscono le storie di più continenti - conferma il sociologo -, Europa, ma anche America del Nord e Asia. Tanto che nel Paese convivono oltre 40 etnie diverse, che con il tempo si sono mescolate, dando vita ad una varietà sociale enorme che ha proliferato in modo tutto sommato pacifico, con una componente di razzismo molto debole. Del resto, basti pensare che il Brasile - tolta una scaramuccia ottocentesca con il Paraguay - non ha mai vissuto guerre nonostante confini con dieci Stati”. Le proteste a margine dei grandi eventi, comunque, mostrano che i problemi interni sono molto sentiti dalla popolazione. Su tutti quelli della scuola e dei servizi pubblici, con i trasporti in primo piano. “Per la la scuola il Brasile ha fatto molto negli ultimi decenni - nota De Masi -. Ci sono certamente possibilità di crescita, ma la base è solida. Mondiali e Olimpiadi saranno un’occasione straordinaria per il Paese anche se è giusto sottolineare sprechi ed errori. Le critiche a ritardi ed eccessi? Quanto si sta vivendo, ad esempio, con l’Expo di Milano con personaggi finiti in carcere dimostra che, tutto sommato, le cose in Brasile vanno meglio che altrove”. [email protected] Q@MassimoSchira IL CAFFÈ 25 maggio 2014 38 tra virgolette Il buon umore sulla tavola lo porta il riso C ibi di mare e di costa per un arcipelago del gusto. Carni, pesci, verdure e crostacei in tutte le salse. È il rijstafel, letteralmente tavola di riso, un menu degustazione ante litteram, inventato nell’Ottocento e composto originariamente di quaranta piccole portate. Una summa della cucina indonesiana reinterpretata dai coloni olandesi. Come una sorta di expo alimentare che serviva per fare assaggiare agli stranieri in visita i prodotti di quelle isole favolose. Come Giava, Sumatra, Bali. Oggi le portate sono ridotte a una ventina. E si comincia rigorosamente col nasi goreng, il riso fritto con pollo e gamberetti, simbolo stesso della convivialità. Poi si continua con il sate babi, spiedini di maiale caramellato con soya e salsa di arachidi. Che si ritrova anche nel gado-gado, un contorno di verdure miste. E per chi ama il piccante col turbo c’è lo speziatissimo nasi padang, riso cotto al vapore con pollo, crostacei uova, peperoncino vanto della cucina minangkabau di Sumatra occidentale. Senza peraltro rinunciare al sontuoso lodeh terong, una zuppa di aragosta cotta nel latte di cocco, insaporita da spe- zie, verdure, pollo e gamberetti. E non siamo arrivati nemmeno a metà della kermesse. Giusto il tempo di piluccare qualche verdura aromatizzata ai fiori e cardamomo, di sgranocchiare qualche nuvola di tapioca, che ci aspettano gli spiedini di montone in agrodolce doppiati dal vitello fritto con peperoncini e soya. E, last but not least, il tenerissimo gulai, agnellino lattante speziato con curry e latte di cocco. La tavola di riso ha la festosità di un tempio indonesiano, è un trionfo di colori e sapori, salite e discese del gusto. Gli olandesi ne fecero il simbolo del loro dominio sulla terra delle spezie. E proprio per questo è una tradizione che si trova più facilmente ad Amsterdam che a Giakarta. Non a caso il più celebre rijstafel è quello di Indrapura, un locale che si affaccia sull’animatissima Rembrandtplein, accanto a quel quartier generale del travelling planetario che è Booking.com. Come dire che se viaggiare significa assaporare la differenza, si può farlo anche senza alzarsi dalla sedia. Basta partire per un giro del mondo intorno alla tavola. Nasi goreng ELISABETTA MORO LA RI ETTA oltreilcibo Quaranta piccole portate dal sapore esotico. È l’indonesiano “rijstafel” che permette il giro del mondo in un menu di CAROLINA Ingredienti per 4 persone - 2 uova - 3 cucchiai di olio di semi di arachidi - 1 grossa carota tagliata a cubetti piccoli - 1 spicchio d’aglio schiacciato - 1 cucchiaino di sambal oelek - 1 cucchiaio di salsa di soia scura - 4 tazze di riso bollito - 4 cipollotti affettati sottilmente - 1 peperone rosso tagliato a cubetti - 200 g di petto di pollo tagliato a cubetti Foto: Adrian Bretscher (3), Geri Born (1) PUBBLIREDAZIONALE Sbattere le uova con una forchetta, riscaldare 1 cucchiaio di olio di semi di arachidi in una padella, versarci le uova e cuocere fino a che non si saranno rapprese. Mettere su un piatto e una volta fredde tagliare a cubetti. Riscaldare il resto dell’olio nel wok e rosolarci il pollo a cubetti, la carota e l’aglio, mescolando continuamente fino a che saranno dorati. Aggiungere il sambal oelek, la salsa di soia, il riso, i cipollotti, il peperone e scaldare mescolando continuamente fino a che il riso sarà leggermente tostato. Aggiungere il pollo e le carote, saltare nel wok per qualche istante e servire. PUBBLIREDAZIONALE Vinto! oggi 3° Posto sso in moto L’uomo che ha me nager! ma il al, sc Pa : tto tu caso. Non lascia nulla al Con il buon umore tutto è più facile: Peter, Martin e Patrick (da sinistra a destra) sono veri professionisti per quanto riguarda Schwyzerörgeli e contrabbasso! Una hit: il Ländler di Lidl entusiasma tutti! Nessun altro commerciante al dettaglio ha mai avuto un tale onore: per l’anniversario di Lidl Svizzera i «Bündner Spitzbueba» hanno infatti composto un vero e proprio Ländler a lui dedicato. Nel concorso per i 5 anni di Lidl (vedi riquadro) il trio di musica Ländler ha scritto di getto la canzone «5-JahreLidl-Ländler», molto apprezzata dai lettori. Nella votazione online tra le storie più emozionanti sul numero cinque, i «Bündner Spitzbueba» si sono infatti aggiudicati senza problemi il terzo posto e saranno premiati con un buono viaggio del valore di 2’000.franchi. «Stupendo, inalmente vacanza!», si rallegra Martin, il contrabbassista del Nel grande concorso di anniversario Lidl, i «Bündner Spitzbueba» conquistano il terzo posto. Il trio ha convinto il pubblico con la sua composizione dedicata ai 5 anni di Lidl e si aggiudica così un buono viaggio del valore di 2'000.- franchi gruppo. Continua spiegando perché lui, il iglio Patrick e il cugino Peter (le due Schwyzerörgeli, isarmoniche svizzere, del trio) non divideranno il premio in tre, bensì in quattro: «Senza Pascal, nostro amico e manager, non ci sarebbe mai venuta questa idea.» Pascal è colui che si occupa delle questioni amministrative, la mente dietro le quinte. Non appena ha visto l’appello di Lidl sul giornale, ha capito subito che avrebbero partecipato: «Lidl Svizzera compie 5 anni e noi festeggiamo i 10 anni, quindi esattamente 5 in più. Era quindi un’occasione perfetta per una storia musicale sul numero 5.» Ed erano tutti d’accordo: «Chiaro», afferma Peter, «se Lidl ci conquista con veri prodotti svizzeri, non c’è modo più bello di congratularsi che con vera musica popolare svizzera.» I «Bündner Spitzbueba» sono conosciuti da anni sulla scena della musica Ländler. E sebbene ai musicisti per hobby, dopo il lavoro e la famiglia, rimanga ben poco tempo libero, sono riusciti, tra concerti e registrazioni del CD, a scrivere una canzone per l'anniversario di Lidl. «Passione è potere», aferma Patrick. Ma prima che i vincitori tornino a scatenarsi facendo divertire la gente a matrimoni, compleanni ed eventi aziendali, ci sarà una prima: «Non abbiamo mai trascorso una vacanza tutti insieme», aferma papà Martin ridendo: «scommetto che sarà favoloso!» 5 anni Lidl! Concorso d’anniversario con le storie sul numero 5 In occasione dei suoi primi 5 anni in Svizzera, Lidl ha calato l’asso del 5 e ha cercato le storie più emozionanti su questo numero. In questa rubrica vi presentiamo i tre vincitori votati dai lettori. La prossima domenica: la coppia che ha conquistato la seconda posizione grazie al suo numero dell’amore (il 5), aggiudicandosi così un buono viaggio del valore di 3’000.- franchi. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 39 tra virgolette LA CLASSIFICA Il rapporto EZIO ROCCHI BALBI R ientrare nella classifica mondiale dei migliori sistemi d’istruzione non basta più. Per svettare nella formazione del futuro, la Svizzera deve fare i conti con nuovi parametri, che non considerano più soltanto la qualità dell’insegnamento, il programma scolastico e la quantità di soldi investiti nell’istruzione rispetto al Pil del Paese. Nell’ultima super graduatoria appena pubblicata dal gruppo editoriale britannico Pearson, elaborata dall’istituto di ricerca The Economist Intelligence Unit, il sistema scolastico elvetico viene relegato al ventesimo posto. Eppure tiene conto dei prin- La scuola del futuro vede la Svizzera scivolare in classifica Viene costruita in base a un indicatore: la curva dell’apprendimento È il più completo metodo di valutazione su scala mondiale mai adottato I fattori considerati I risultati dei principali test internazionali (Ocse-Pisa; Timss; Pirls) La spesa pubblica nell’istruzione, l’età di ingresso a scuola, i salari dei docenti I risultati: il tasso di alfabetizzazione, di raggiungimento del diploma e della laurea I nuovi parametri mondiali dell’istruzione ponderato una moltitudine di fattori, che vanno oltre i risultati dei test, il tasso di diplomati e laureati e i vari elementi socioeconomici. “Anche i Paesi più performanti scivolano nell’indice ‘Learning Curve’ - ha spiegato, presentando il rapporto, Michael Barber, a capo del settore Educazione della Pearson -. Molti sono ben luntani dal fornire una formazione in grado di garantire a ogni singolo studente una preparazione per la ‘cittadinanza informata’ e l’occupabilità del 5 Finlandia 21° secolo”. Ed ecco svelati i parametri della scuola del futu6 Regno Unito ro immediato. Parame7 Canada tri che le super potenze delPaesi Bassi 8 l’istru9 Irlanda cipali test internazionali, dal Pisa alle statistiche Ocse sulle competenze matematiche, dai Timss sugli studi scientifici ai Pirls sulla lettura. Tutti parametri con cui la Svizzera, se non al primo posto, figurava sempre nella top ten dei migliori. Il guaio è che il nuovo indice, chiamato The Learning Curve Index 1 Corea del Sud “indice della curva dell’ap2 Giappone prendimento” - raggruppa per la prima vol3 Singapore ta in modo 4 Hong Kong (Cina zione stanno già adeguando, e che riguardano “materie” nuove da insegnare: leadership, letteratura digitale, comunicazione, intelligenza emozionale, cittadinanza globale, capacità di fare impresa, problem solving e, soprattutto, capacità di lavorare in gruppo. “L’economia mondiale non paga per avere ciò che sanno già - precisa Andreas Schleicher, vice direttore per l’istruzione dell’Ocse -, ma per ciò che possono fare con ciò che sanno”. E non a caso, nei primi posti della nuova classifica, figurano Corea del Sud, Giappone, Singapore e Hong Kong. Tutti Paesi orientali con una caratteristica peculiare a far da denomitarore comune: famiglia e società sanno esattamente cosa aspettarsi dai docenti, gli insegnanti cosa pre10 Polonia tendere dagli studenti, che a loro volta hanno ben 11 Danimarca presenti gli obiet12 Germania tivi da soddisfare. 13 Russia Gli indicatori economici e sociali: il Pil, il tasso di disoccupazione, l’aspettativa di vita e la popolazione carceraria I fattori che migliorano l’istruzione Il senso di comunità: la partecipazione attiva di insegnanti, genitori e studenti L’alta considerazione del ruolo dell’insegnante L’attenzione per la formazione continua L’attenzione per la competenza del Paese, cioè la formazione di base Le competenze tradizionali (lettura, matematica e scienze) e quelle del futuro (problem solving, team working, uso della tecnologia) 14 Stati Uniti 15 Australia 16 Nuova Zelanda 17 Israele 18 Belgio 19 Repubblica Ceca Insomma, una scuola “partecipata”, con l’attività scolastica più efficace è quella - dice il rapporto - “dove i genitori collaborano e i docenti sono ritenuti preziosi, dove i programmi e i risultati sono chiari a tutti”. E la formazione deve essere continua sia per gli studenti, sia per i docenti con un giusto equilibrio tra le materie. "Uno dei problemi più diffusi ed endemici, in materia di istruzione in quasi tutti i Paesi, è la mancanza di attenzione alle fonti di competenze - commenta John Fallon, a capo della Pearson, azienda leader nell’editoria scolastica -. Altrettanto importante, in un’ epoca in cui il ‘lavoro per la vita’ è storia antica, capire che anche chi ha già un posto di lavoro, compresi i lavoratori veterani, richiedono e hanno bisogno di uno sviluppo formativo continuo”. Alle competenze tradizionali come lettura, matematica e materie scientifiche suggerisce il rapporto - bisogna aggiungere le competenze del futuro: uso della tecnologia, team working e predisposizione alla risoluzione dei problemi. Eppure, osservando il profilo di ogni singolo Paese pubblicato con la “curva dell’apprendimento”, la Svizzera ha i migliori indici socio economici, dal livello generale di formazione alla percentuale di laureati, dal tasso di disoccupazione alla spesa pubblica procapite per l’istruzione. E i 15,7 anni che costituiscono la “vita scolastica” mediamente sono invidiabili. Ma nella migliore delle scuole possibili per il futuro l’insegnante è una figura prestigiosa, genitori e studenti collaborano per mandare avanti il programma. Insomma, i soldi investiti contano, ma non sono tutto. [email protected] Q@EzioRocchiBalbi 20 Svizzera 21 Norvegia 22 Ungheria 23 Francia Italia 24 Svezia 25 Fonte: The Economist Intelligence Unit; infografia Repubblica I l modello formativo ha fatto la fortuna della Svizzera, ma ora, sempre con un occhio di riguardo al nuovo mondo del lavoro, è il momento di cambiare pagina. Ne è convinto Fabio Merlini, direttore dell’Istituto universitario federale per la formazione professionale: “A patto che si creda, si sia convinti che la formazione è la risposta per affrontare le nuove sfide. Non pensare all’istruzione scolastica come ad un costo, ma ad un investimento, rivalutando la funzione, il ruolo dell’insegnante”. Anche lei, come il rapporto Pear- 36 Colombia 37 Argentina 38 Brasile 39 Messico 40 Indonesia L’analisi di Fabio Merlini, direttore dell’Istituto universitario per la formazione professionale, sui possibili modelli per sviluppare competenze diverse “ Rivalutiamo i docenti e puntiamo sulla creatività” son, pensa che i modelli migliori sono quelli in cui il ruolo del docente gode di alta considerazione? “Sì, come sono convinto che in Svizzera il prestigio dei docenti abbia un po’ sofferto e il reddito abbia selezionato i percorsi formativi. Buona parte delle migliori intelligenze, in una società selettiva come la nostra, ha scelto valori di mercato premianti, sicuramenti più attrattivi. È un discorso un po’ cinico, ma i profili più forti li trovi in certi luoghi e non in altri”. Eppure lei stesso riconosce che il Ti-Press L’intervista Gli ultimi posti “Servono capacità nella risoluzione dei problemi della complessità” modello formativo elvetico è stato vincente. “È vero, ma è arrivato il momento di rivedere certi ingredienti. Il modello di lavoro ‘tradizionale’ corrispondeva ad un modello scolastico vincente, ma ora assistiamo a grandissimi cambiamenti, pur sempre funzionali allo stato dell’arte e al mondo del lavoro”. Cos’è cambiato rispetto a ieri? “Soprattutto l’idea della conoscenza. Abbiamo bisogno di nuove competenze, dalla risoluzione dei problemi della complessità, alle nuove forme di comu- nicazione, ai team-working. La Supsi, ad esempio, è reattiva in questo senso, ma non bisogna pensare che ce ne siamo resi conto in ritardo, il dibattito è in corso, ma i sistemi formativi si adattano con una certa lentezza”. Se dovesse scegliere un ingrediente in particolare, quale suggerirebbe? “La creatività. Un elemento che, in certi contesti professionali, è diventato quasi un ‘fastidio’ difficile da gestire. Invece adesso ne abbiamo più bisogno che mai”. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 40 tra virgolette libri L e adolescenti hanno avuto i loro vampiri targati Twilight: vegetariani, interessati alla più insignificante ragazza della scuola, restii a mordere la fidanzata sul collo garantendole l’immortalità. La scena in cui Bella si guarda allo specchio nel giorno del suo compleanno e pensa di stare già invecchiando irrimediabilmente - mentre Edward porta benissimo i suoi secoli - è una delle più strazianti nella saga libresca e cinematografica. Quando poi il morso finalmente arriva, e il matrimonio pure, e la prima notte di nozze distrugge come un tornado tutte le suppellettili della stanza. Ecco che Bella si ritrova incinta. Pronta per una vita, eterna, da casalinga disperata. Preferiamo i vampiri targati Jim Jarmusch, nel film “Solo gli amanti sopravvivono” (appena uscito anche nelle sale ticinesi), sono sposati ma non conviventi. Lei sta a Tangeri e lui a Detroit, si parlano via Skype. Belli come Tilda Swinton e Tom Hiddleston, già ammirato con il cappottone di Loki, il perfido fratello del supereroe Thor in “The Avengers”. Eleganti come chi ha impiegato secoli ad arredare la casa dei propri sogni e a costruirsi un guardaroba adeguato. Artisti come chi può permettersi di regalare un adagio a Schubert. Snob come chi pensa che, tranne pochi eletti – da Buster Keaton a David Foster Wallace –, gli umani siano orribili zombie. Gran conversatori come chi ha letto tutto, magari anche più volte, e al caffé si incontra con Christopher Marlowe, ancora seccato perché William Shakespeare gli ha rubato i drammi. I vampireschi Eva e Adam col caldo il sangue lo succhiano a ghiaccioli schermi MARIAROSA MANCUSO Solo gli innamorati possono sopravvivere Eve e Adam – così si chiamano - sono neppure vegetariani, e quando fa caldo il sangue lo succhiano a ghiaccioli. Sembrano sapere tutto sul futuro: “Sono già scoppiate le guerre per l’acqua?”. “No, siamo ancora alle guerre per il petrolio”. Si annoiano un po’, questo è certo, come ogni dandy che si rispetti. Quando la noia supera il livello di guardia, Eve parte da Tangeri per raggiungere l’amato che colleziona vinili e vecchie chitarre in una cadente Detroit. L’immagine degli sposi vampiri avvinghiati sul letto o stesi sul divano incanta. E certi- fica che nelle famiglie dei succhiasangue nessuno mai si mette comodo con la tuta, le pantofole o le Birkenstock (come James Gandolfini in “Non dico altro”, anche quando quando aspetta un’ospite per il brunch domenicale). A turbare la pace, però, arriva la sconsiderata sorella Ava – Mia Wasikowska: fascino etereo che non la fa sfigurare davanti a Tilda Swinton e un altro guardaroba da rubare. Peccato per il titolo tradotto goffamente. L’originale era “Only Lovers Left Alive”: solo gli innamorati rimangono vivi. ONLY LOVERS LEFT ALIVE Nel film di Jim Jarmusch, Tilda Swinton e Tom Hiddleston sono due amanti vampiri, eleganti e snob N: ÃʾÑ!è.èÄ9-"145š.45šö1 8$+æ1¬½Ãñʾ ÃʾÑ!&8++1ï"1 $ Þ.ÝÝæò¹Ì¬-Ä-è¬ö¬323ªûì-ª,+ 9ï8úݦ/¹©(ææšÓè-Äé$ÝÑÀ1Þ2èé+72!4ȼ!4ª0:Ñ "ÞÍ©é°Êèï()È-öÓ"Ó07Ä.ï$56ì0¼è Í07¬æ°½½Ãñʾ @flññ⁾®_ ù_ññ_ _®®⁾_Ðfl£ ®fl¦¦fl®© ®fl¸Ðı _®®ı ñ⁾zzflññıı (_íù_ ñ⁾ÓÓÐfl¦fl®ù_ífl ¸í_ù⁾ıù_ M_zz©¸Ðı Ó⁾®ùı (⁾¦⁾Ð⁾ñ ı® ù⁾ùù© ıÐ ¦©®ƒ© ÿ""" !# " MızŒıflƒıÐ_ fl®ùí© ıÐ ÿ"ÚõÚ"ɨ fl _¸¸ı⁾ƒıæ z_ùı ÿ""" Ó⁾®ùı p©®⁾ñ‰ (©¦ÓıÐ_ ıÐ ¦©ƒ⁾Щ ñ⁾ z⁾¦⁾Ð⁾ñæ¦_ñùflíz_íƒÚzŒ ©ÓÓ⁾ífl íızŒıflƒıЩ zŒı_¦_®ƒ© Щ "¨¨ ¨ÿ− ¨" ò © _ÐÐ_ ù⁾_ ?ı¸í©ñÚ =_ (⁾¦⁾Ð⁾ñæ?_ñùflí(_íƒ · fl¦flññ_ ƒ_ÐÐ_ (fl¦pí_ ?©®fl ’_®™ NÚ I media influenzano la realtà percepita C i sono libri che rimangono nella storia non solo per la loro importanza oggettiva ma anche per una frase emblematica. Tra questi figura senza dubbio “Gli strumenti del comunicare” del sociologo canadese Marshall McLuhan (Garzanti). Un libro forse più citato (perfino da Woody Allen nel film “Io e Annie”) che letto, ma che rimane un pilastro della scienza della comunicazione. Oggi la comunicazione è radicalmente cambiata rispetto al 1964, anno in cui uscì il libro di McLuhan. Ma lui, nella sua analisi, aveva anticipato le tendenze. La frase celebre è: “Il medium è il messaggio”. Che significa: i mass media di per sé non sono neutri, ma influenzano i destinatari dei messaggi al di là dei contenuti che veicolano. La tivù, per esempio, è consideMARCO BAZZI rata da McLuhan un media rassicurante. “Le conseguenze individuali e sociali di ogni medium, cioè di ogni estensione di noi stessi, derivano dalle nuove proporzioni introdotte nelle nostre questioni personali da ognuna di tali estensioni o da ogni nuova tecnologia”. La luce elettrica, spiega McLuhan, non è un medium di comunicazione perché non ha alcun contenuto. Ma lo diventa se viene usata per diffondere il nome di una marca. Un’altra frase celebre è: “Il contenuto di un medium è sempre un altro medium”. Scrive il sociologo: “Il contenuto della scrittura o della stampa è il discorso, ma il lettore è quasi totalmente inconscio della stampa o del discorso”. Gli effetti della tecnologia, secondo McLuhan, non si verificano a livello delle opinioni, “ma alterano costantemente, GLI STRUMENTI DEL COMUNICARE e senza incontrare resistenza, le reazioni sensoriali e i livelli di percezione”. Marshall Il sociologo non avrebbe mai immaginato la naMcLuhan scita del web, ma intuiva che le cose stavano andan(Garzanti) do in quella direzione: “Nella nuova era elettrica dell’informazione e della produzione programmata, le stesse merci acquistano sempre più carattere di informazione (…). È significativo che siano proprio le merci più usate nei rapporti sociali – sigarette, cosmetici e sapone per cancellare i cosmetici – ad addossarsi in massima parte il fardello del mantenimento dei media”. bmW Serie 3 touring www.bmw.ch piacere di guidare Comfort e funzionalità. un abbinamento intelligente. la bmW Serie 3 touring. effettuate ora un giro di prova. #% ,’&’ 7MA ()"//’ # / / " ( -0<:3? 30< J7BM7 0<<D5BGBJM@8 $&"#! ’(&)! )"&% J>>B7M GC ?5A 7>>B6 &&%.0# " ! -%. #--)($#1(,+% ,*% % &’$% !?= 1K?=? $74:+>/43+ %88/(<7%:/=% 5+7 34:+’440) 3+:’440) #%(440 + <1:7%’440 /3 :<::4 /1 243*4 -/& % 5%7:/7+ *% "! ;6,? %1 2+8+ 5 !/3JI/ 4 3/==9 /; 39F@;/L 5 "/==9 3>KJI9 /;;D/2BJ/ 5 "/==9 3>KJI9 /;;DJ<939I0 &?I41??; @7BGC "*.&’+" +"G>$ :@8 4F<A=+ ) %! 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Per commemorare questo anniversario le vogliamo mostrare dei luoghi simbolo della capitale tedesca collegati alla Ddr, alla divisione della Germania, alla caduta del muro e alla rivoluzione pacifica. Si unisca a noi per esplorare una delle città più popolari d’Europa e scopra con noi sia le sue attrazioni più famose che i luoghi più sconosciuti e nascosti. PROGRAMMA DI VIAGGIO dal 17 al 20 agosto 1. Giorno: Viaggio di andata e passeggiata guidata attorno al Potsdamer Platz, risalita alla torre Kollhoff e barbecue sul tetto a terrazza del Hotel Maritim. Halloween – ottobre da brivido! Puro divertimento invernale Europa-Park – Parco divertimenti & resort tematico a Rust/Freiburg Info-Line CH 0848 373737 · www.europapark.de Camera nell’Hotel “Bell Rock” Hotel a tema “Bell Rock” 2. Giorno: Grande giro turistico e “Il Muro” 3. Giorno: «BLUE MAN GROUP» (facoltativo) 4. Giorno: Giro in battello dei 7 laghi, Moorlake, Potsdam e viaggio di ritorno 895.a persona in camera doppia Supplemento camera singola: Fr. 115.- Per informazioni e prenotazioni contattare: Mondial Tours - Piazza Pedrazzini 7a, 6600 Locarno; Tel. 091 752 35 20; Fax 091 752 35 18 e-mail: [email protected] IL CAFFÈ 25 maggio 2014 43 tra virgolette Il turismo Londra Il Big Ben batte tutti e fa il pieno di turisti da record planetario 4° 1 2 3 4 5 IL PIÙ VISITATO Con quasi 7 milioni di visitatori il luogo più attrattivo di Londra nel 2013 è stato il British Museum. IL GIRO D’AFFARI Tra alberghi, ristoranti e shopping il turismo ha fruttato a Londra circa 16 miliardi di franchi nel 2013. L’EFFETTO PAPA Nonostante l’effetto Papa Francesco Roma, con 12,6 milioni di visitatori è al 4° posto europeo. LA CARTA DI CREDITO Secondo la classifica stilata da MasterCard Bangkok è la città dove i turisti usano di più la carta di credito OSPITI IN SVIZZERA I visitatori stranieri nel 2013 hanno generato 19,7 milioni di pernottamenti, con una crescita del 3,5. I l Big Ben batte tutti in quanto a turisti, Bangkok è la capitale regina nell’uso delle carte di credito dei visitatori stranieri e la Svizzera si è piazzata tra le superpotenze del turismo planetario, insediandosi al primo posto della classifica delle nazioni più a misura di turista. Ecco i mega trend del turismo planetario. Con quasi 17 milioni di visitatori, Londra è risultata la città più visitata del 2013. A seguire Parigi - che ha contestato i risultati - Bangkok, New York, Singapore, Istanbul, Dubai, Hong Kong, Barcellona e Seul. A sorpresa Roma è scivolata al quarto posto in Europa, nonostante i suoi 12,6 milioni di turisti e il 5% in più di pernottamenti grazie all’“effetto Papa Francesco”. Come tutte le classifiche del turismo, però, elaborate con diversi sistemi, dati e valutazioni, anche questa non può essere considerata definitiva. Né ufficiale. La graduatoria, infatti, è stata diramata dall’istituto di ricerca britannico Office for National Statistics, che incorona la capitale britannica accreditandole anche un risultato economico sorprendente. Secondo lo studio il primato turistico avrebbe fruttato alla città - tra alberghi, ristoranti e shopping - circa 13 miliardi di euro (circa 16 miliardi di franchi) con un incremento del 14% rispetto all’anno prima. Per gli esperti del settore un incremento “sospetto”, visto che nel 2012 Londra aveva ospitato i Giochi olimpici che, sulla carta, assicurano afflussi turistici senza precedenti. Non ha sorpreso Svizzera Turismo, invece, l’impennata nelle quotazioni sulla 9° 10° SEUL LONDRA ISTAMBUL BARCELLONA 6° 8° HONG KONG 7° DUBAI BANGKOK SINGAPORE 5° 3° Le 10 città più visitate nel mondo nel 2013 piazza turistica mondiale del marchio Switzerland, che il “Country Brand Index” - l’annuale classifica stilata dall’agenzia di marketing globale FutureBrand - ha premiato in diverse categorie, solitamente riservate alle destinazioni turistiche più ambite. Oltre a svettare alla voce “Paese ideale per il business” - la- La curiosità PARIGI 1° Venti milioni di visitatori in Svizzera ma Londra, da sola, ne ha ospitati 17 Le curiosità 2° NEW YORK sciandosi alle spalle Germania, Giappone e Singapore - la Svizzera registra un exploit nella categoria “heritage & culture”, beni e attività culturali. “Si, fa una certa impressione vedere indicata la Svizzera ai primi posti pure nelle categorie relative all’offerta di arte e cultura - conferma al Caffè da Zurigo Veronique Kanel, porta- In 2000 ogni mese volano verso la capitale degli Emirati E i giramondo rossocrociati vanno alla scoperta di Abu Dhabi L a nuova meta turistica dei giramondo rossocrociati è la capitale degli Emirati arabi riuniti, Abu Dhabi. Sono quasi 2.000 i turisti svizzeri che, ogni mese, quest’anno hanno scelto i lussuosi hotel nella parte sudorientale del Golfo Persico, il 44% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Sì, gli elvetici sembrano gradire particolarmente la nostra offerta, ma ricordo che quest’anno abbiamo stabilito il record di arrivi turistici in generale: più di 800mila ospiti nel primo trimestre, 32% rispetto al 2013 - conferma al Caffé Dora Paradies, country manager dell’ente turistico di Abu Dhabi -. L’identikit del turista svizzero si colloca nel target medioalto, l’hotel preferito è l’Emirates Palace. Insomma, un lusso facilmente raggiungibile dal desiderio di essere coccolati”. Se l’Emirates Palace rappresenta una vera e propria icona e punto di riferimento per Abu Dhabi, combinando splendore arabo e ultimissime tecnologie, sono ben 152 gli hotel, modernissimi, incastonati sull’isola di Rīm. Undici di questi inaugurati proprio quest’anno. E il prezzo medio delle camere è di 455 dirham, circa 110 franchi a notte. Tra l’altro i turisti svizzeri superano la media dei pernottamenti: quattro giorni anzichè i tre degli ospiti in generale. “Naturalmente la media tiene conto sia dei pernottamenti per business, sia per svago che stimiamo il 50% per caso - aggiunge Paradies -. È anche vero, però, che chi viene ad Abu Dhabi per lavoro allunga il soggiorno di qualche giorno, proprio per andare alla scoperta di un’incredibile offerta di attrazioni, attività ed eventi. E l’anno prossimo aprirà pure il Louvre Abu Dhabi...”. voce di Suisse Tourisme -. Però è anche vero che, già lo scorso anno, tutti gli indicatori internazionali smentivano l’idea di una destinazione elvetica riservata solo ai turisti ricchi. Ritrovarci al primo posto come attrattività, scalando così tante posizioni in un solo anno è una soddisfazione. Soprattutto perché, oltre alla nostra tradizionale qualità e varietà di ospitalità alberghiera, è stata premiata la nostra offerta culturale, il numero enorme di musei, gli eventi”. Insomma, i circa venti milioni di turisti esteri ospitati dalla Confederazione ogni anno sono un bel traguardo, anche se non possono competere con i quasi altrettanti ospiti che - da sole - ricevono città come Londra, Parigi o New York. Oggi il business del turismo ha dimensioni enormi: nel 2013 i turisti a spasso per il mondo hanno superato la cifra record di un miliardo. Il barometro di “Unwto-World Tourism” ne ha certificati 1.087 milioni. Se si vuole sottolineare l’aspetto business non si può ignorare un’altra graduatoria: quella stilata annualmente da MasterCard che, sulla base dei suoi dati, classifica le città più visitate al mondo. Basandosi sulle spese effettuate con la carta di credito in città dai turisti, Bangkok - sfiorando nel 2013 i 16 milioni di dollari (14,2 milioni di franchi) - si piazza al primo posto planetario. È la prima volta che una città asiatica supera le destinazioni europee e nordamericane, e la città non è Hong Kong, Shanghai o Tokyo (che invece si piazzano al nono, quattordicesimo e sedicesimo posto), ma la capitale della Thailandia. e.r.b. #. &2(’*5/ (-%2$ "/.(7 $.+1 (0;@:8,0;0<H0 @0C40HH>B /.36,(.8$ 0(23/.$,( $ !6)$./ ( (,,*.8/.$ !><H*HH*H0,8 >778 DH0DD>- N2NN 2NE 2NE "D0;@8> /8 ,*:,>:>- ,C0/8H> /8 !$# ?O OOOB3B (K::* +*D0 /8 K< 8<H0C0DD0 *<<K> 0440HH8L> HC* 8: =.=5 A 0 8: ?6.5 A C8DK:H*<> ,>DH8 H>H*:8 @0C ?J ;0D8 /* !$# 5JIB3 * !$# F5IB3B %: ,C0/8H>C0 1 !0;+C* ’><0M *<9 ( ,>< D0/0 * )KC87>B &* ,><,0DD8><0 /8 K< ,C0/8H> 1 L80H*H* D0 ,></K,0 *: D>LC*8</0+8H*;0<H> /0: ,><DK;*H>C0B %!&)(,1 +- *- /. 2523 ,\32S\ 1/ @‘@P *C] 4SJTTJ^8S 7C 4JTD HJH TC M\K< -2HYJ G8HJ M8S \H2 MJTY2 Y2HYJ GJ78TY2P /C 2TM8YY2 72F ^JTYSJ 4JH48TTCJH2SCJ ,\32S\ 7C >7\4C2 M8S =2S8 7C ^JC 78C ^CH48HYCP ’2 MSJGJaCJH8 : ^2FC72 >HJ 2F L? F\AFCJ [bL@P (J78FFJ S2=>A\S2YJ5 ,. +. 1/ LPVC 0" ,_CTT JH86 42G3CJ G2H\2F86 ? 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Cucina nostrana - Menu tradizionale - Capretto nostrano 8,*, ’ "$0-$ !$,0-0 #’- :/1 (75 )5 55 3 Claudio Belloli 99923,4603$.6’-$%3$4’3$2&+ Percorso Top Walking e Nordic Walking 15.1 km Hotel Hote H ote el Azzurra Azzu zurra rra I I I GATTEO GAT TEO MARE MARE Climatizzato. P.C. da € 4 0,0 0 a € 74,0 0. Pis c in a , B a by D a n c e, c a l c e t t o, b ili a r d i , 3 a c q u a scivoli, idromassaggi, a n im a z i o n e , mi n i c l u b, videogiochi, discoteca, bici, ombrellone, parc h e g gi o, s c e l t a me n u . Parco acquatico gratis ’14” www.azzurrahotel.com w w w.azzurrahotel.com - Tel. Tel. 0039-0547/87301 0039-0547/87301 GATTEO GA TTEO MARE Rdsshl‘mdoqnlnyhnm‘kh¶oh‘mhe‘lhfkh‘¶odmr-bnlokds‘c‘42 Rds shl‘mdoqnlnyhnm‘kh¶oh‘mhe‘lhfkh‘¶odmr-bnlokds‘c‘42 I III II TTop op HHotel otel HOTEL HOTEL M METROPOL ETROPOL Tel./Fax 0039 - 0547 87035 Sul lungomare con tut ti i comfor t per una vacanza ri l a s s a n t e. 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Alla scuola Rudolf Steiner di Minusio TEATRO Ore 14:00 e ore 17:30 Viaggiando nello spazio cosmico, gli alieni scoprono un nuovo pianeta che si chiama Circo. Meravigliati dalla bravura, passione e amore dei giovani artisti, decidono di aggregarsi alla grande famiglia circense, donando Energia al cubo e diventando loro stessi dei clowns. Cinema Teatro di Chiasso 2 I musicanti di Brema TEATRO Ore 17.00 (dei Fratelli Grimm), saggio di fine corso del gruppo bambini dell'Associazione Scintille a Locarno, Centro Sant’Antonio. ma 27 maggio CONFERENZA Nuovo Piano di studio della scuola dell’obbligo Ore 14.30 La Conferenza cantonale dei genitori, in collaborazione con la Divisione della scuola del DECS, vi invita alla serata “Le competenze trasversali: sviluppo personale, collaborazione, comunicazione, pensiero riflessivo e critico, pensiero creativo, strategie di apprendimento” Aula magna scuola media di Agno COLONIE e CORSI estate 2014 online su www.ticinoperbambini.ch IL CAFFÈ 25 maggio 2014 45 tra virgolette Il lavoro In busta paga L’ aumento delle retribuzioni nelle piccole aziende tra il 2010 e 2012 la disparità resta donna +4,55% Uomini +1,91% Donne Le differenze di stipendio tra i sessi non diminuiscono, anzi s’accentuano Il fenomeno 1 2 3 4 5 LA DISUGUAGLIANZA In Svizzera il divario a pari prestazioni tra stipendi è del 18,4% a favore dell’uomo. In Ticino lo scarto sale al 20,2%. NON OCCUPATE Nella Confederazione il numero delle donne occupate è inferiore al 50%, una percentuale fra le più basse in Europa. PERCORSO DI STUDIO Ci sono facoltà ‘maschili’, come diritto ed economia, e femminili, come quelle legate al sociale. I salari per le prime rimangono superiori. LE AZIENDE Le donne lavorano in maggioranza in aziende di piccole dimensioni, con meno di 10 impiegati e con salari e bonus più ridotti. SETTORI EQUILIBRATI Il settore più equlibrato negli stipendi è quello farmaceutico, dove lavorano molte donne e il divario è del 6%. L a disparità salariale uomo-donna in Svizzera non accenna a diminuire. Anzi, nel 2012 è aumentata dal 18,4 al 18,9%. Uno schiaffo per chi lotta da decenni per ridurre la differenza di retribuzioni tra i sessi e che vorrebbe vedere finalmnte dei concreti miglioramenti. “Invece le cose non fanno che peggiorare – denuncia Marialuisa Parodi, presidente di Business Professional Women Club Ticino, autrice di una ricerca su questo problema -. La società si sta evolvendo molto velocemente, ma l’economia non segue come dovrebbe. Per questo bisogna assolutamente intervenire” Andando a fondo nelle statistiche sull’occupazione, si nota che la partecipazione femminile al mercato del lavoro è inferiore al 50%, un dato immutato dal 2007 e che colloca la Svizzera fra gli ultimi posti in Europa. Se a questo si aggiunge il fatto che il 60% delle donne lavora a tempo parziale, la situazione diventa ancora più particolare. “Intendiamoci, qui non entrano in discussione le libertà personali, che in Svizzera sono ampiamente acquisite precisa Parodi-. Nel confronto con altri Paesi dall’elevato standard di vita, la Svizzera esce però con le ossa rotte”. Un altro dato riportato dall’Ufficio federale di Statistica segnala che il salario lordo mensile di chi è occupato nella finanza è di 9'823 franchi, mentre chi lavora nei servizi personali ne porta a casa 3'887. Nel primo settore la grande maggioranza dei lavoratori è di sesso maschile, mentre nel secondo di sesso femminile. “Tutto questo porta ad usare il termine di ‘segregazione’ - puntualizza Parodi -. Le donne cercano per forza di cose maggior flessibilità, che non è disponibile in tutti i campi. Allora si vedono costrette a dovere scegliere tra un limitato ventaglio di professioni, che spesso sono peggio Accesso all’impiego, salari inferiori e carriera, sono gli svantaggi rispetto ai maschi retribuite”. Spiegazioni per questa situazione? Nessuna. Anzi, è forse il caso di parlare di discriminazione, visto che tra il 2010 e il 2012 lo stipendio degli uomini impiegati nelle piccole aziende è salito del 4,55%, mentre quello delle loro colle- Il Cantone La strategia di Marilena Fontaine “Più controlli nelle aziende per far rispettare la legge” L e cifre e le conclusioni della ricerca di Marialuisa Parodi non scoraggiano chi della parità salariale ha ormai fatto un cavallo di battaglia. “È vero di grandi risultati tangibili non se ne vedono - afferma Marilena Fontaine, dell’Ufficio cantonale delle pari opportunità -, ma non per questo bisogna mollare la presa. Di certo una buona parte di questa situazione è legata a fattori culturali, ma le cose stanno cambiando”. Rispetto a qualche decina di anni fa le differenze sono notevoli. Le donne hanno ormai raggiunto gli uomini sul piano dell’istruzione, e per alcune di loro si sono aperte le porte delle direzioni di grandi aziende. Ma non ancora in maniera sufficiente. “È vero che gli uomini sono ancora in netta maggioranza - aggiunge Fontaine -, però sono molte le donne che bussano insistemente a quelle porte. Lentamente anche la visione del mondo del lavoro sta subendo dei cambiamenti”. La donna rimane pur sempre però quella figura centrale della vita domestica, che nel- MUNICIPIO AVVISO RELATIVO AL CONCORSO PER LA LOCAZIONE DEL RISTORANTE LATO NORD-EST DI PALAZZO CIVICO TUTTI I MERCOLEDì MAGGIO E GIUGNO 2014 ORE 15.00 VIENI A VIVERE LA MAGIA DEL TAVOLO VERDE CON MINIMI RIDOTTI E FANTASTICI OMAGGI PER TE! Il Municipio di Lugano avvisa che in seguito alla presentazione di un ricorso contro il capitolato e ad un procedimento di natura civile, il concorso per la locazione del Ristorante lato nord-est di Palazzo Civico, aperto dal 28 marzo 2014 e con termine di consegna delle offerte il 2 giugno 2014, è sospeso. Ulteriori indicazioni saranno fornite appena possibile. * * * IL MUNICIPIO contatti Via Stauffacher 1 6901 Lugano T. +41 91 973 7111 Cercasi subentrante per il 1 settembre 2014 per un GRANDE E LUMINOSO APPARTAMENTO 4 1/2 LOCALI (100 M2) a Locarno grande soggiorno, cucina abitabile, 3 grandi camere, 1 ripostiglio, doppi servizi, cantina, 1 posteggio in autorimessa, lavandaria in comune affitto: fr. 1’950 tutto incl., (con sussidio fr. 1’780); possibilità di ulteriore sussidio per beneficiari AVS/AI Info: Tel. 076 283 99 52 l’immaginario comune deve occuparsi della famiglia. “Ed è qui che le cose devono cambiare precisa Fontaine-. All’uomo deve essere data la possibilità di aiutare di più la sua partner e lui stesso deve dare prova di averne la voglia. L’asilo nido non deve diventare un surrogato dei genitori, ma rimanere una struttura di supporto”. Malgrado tutto quello del lavoro rimane ancora un mondo in cui le donne fanno fatica a trovare pari condizioni rispetto ai loro colleghi uomini. “Si sono provate diverse strade, fra cui le quote rosa e progetti di vario tipo - ricorda Fontaine-, per i quali sono state chiamate a collaborare anche le imprese stesse, per sensibilizzarle sui problemi di un’ effetiva parità. Nessuna iniziativa ha avuto esito positivo. Ora bisogna procedere con qualcosa di più incisivo, come ad esempio i controlli da effettuare direttamente nelle aziende. In fondo si tratta di far rispettare un principio sancito dalla Costituzione. Se non si arriva con le buone, si arrivi con altri metodi”. ghe donne solo dell’1,91%. Oltre al danno anche la beffa. In Ticino la situazione parrebbe essere migliore, anzi ci sono dati che si possono quasi definire incoraggianti. “È vero, ma quel che più autorizza ad essere ottimisti è altro - aggiunge Parodi-. È che c’è un certo fermento. Da qualche tempo, ad esempio, è attivo il progetto ‘Talento’, patrocinato dalla Società svizzera impiegati di commercio, che intende valorizzare le competenze femminili. Per il momento hanno aderito dieci aziende pilota, dalle quali giungono ottimi riscontri”. La stessa Business Professional Women Ticino ha appena lanciato un progetto di “mentoring” rivolto alle donne. Sono tutti segnali che qualcosa si sta effettivamente muovendo.Le imprese, però, nella loro maggioranza non sembrano essere molto toccate dal problema. Il fallimento del progetto di “Dialogo sulla disparità salariale” ne è un’ulteriore dimostrazione, visto che le aziende che hanno voluto mettersi in gioco per concretizzare il principio di “salario uguale per un lavoro di uguale valore” sono state troppo poche. “Le imprese sono in realtà occupate a pensare ad altro - osserva amaramente Parodi -, e non vogliono risolvere delle disparità evidenti. Ad esempio, quando si dice che ai concorsi per posti di alta responsibilità non partecipino molte donne, la realtà è che già di partenza ciò che si cerca, sottolineando l’esperienza, è la figura maschile. Le donne sarebbero più adatte, secondo il sistema, a ruoli subalterni, destinati a persone alle loro prime esperienze professionali”. Inoltre, per le posizioni di prestigio nelle aziende coloro che ricevono le migliori referenze sono uomini. “Questo perché - conclude Parodi - a proporle sono dei quadri di sesso maschile”. Un circolo vizioso da cui le donne stanno cercando di sottrarsi: “Sperando che nel frattempo si tornino a considerare le quote rosa, spesso messe da parte con ragioni ancora una volta senza riscontri oggettivi”. o.r. Parodi: “Lo schema tradizionale mette al centro l’uomo. È un concetto che va subito modificato” IL CAFFÈ 25 maggio 2014 47 IL BURLONE Adolescente, passa ore a cinguettare stupidaggini e intasare la timeline di hashtag tardoadolescenziali ispirandosi per lo più a trasmissioni televisive pomeridiane tra virgolette La tecnologia IL PUNITIVO Il sito di microblogging più usato al mondo si evolve. E diventa una piattaforma di informazione continua S olo 140 caratteri a disposizione, ma Twitter, la piattaforma social inventata da Jack Dorsey, sembra essere diventata una vera e propria “agenzia di comunicazione” e informazione planetaria. Basta vedere la diffusione globale dell’hashtag “bring back my girls”, la campagna di sensibilizzazione per le 300 studentesse rapite in Nigeria dagli integralisti islamici, per comprenderne l’impatto. E basta ricordare il veto che, in occasione di proteste, conflitti o scandali di Stato, viene subito imposto in Paesi ai margini della democrazia, come la Turchia di Erdogan, la Russia di Putin o la Cina di Li Keqiang. La seconda nidiata del famoso uccellino blu, nella sua nuova versione, non si è limitata a cambiare il design ed aggiungere una nuova pagina di profilo, uno spazio per le foto e la possibilità di personalizzare la home con un’immagine di copertina o mostrando i propri tweet migliori. Le nuove funzionalità rilanciano proprio la possibilità di sfruttare la piattaforma per l’informazione, la condivisione di contenuti all’insegna della multimedialità più avanzata. “Infatti per me ha smesso da tempo di essere usato come un qualunque social network commenta Davide Gai, esperto e manager dell’innovazione tecnologica, già patron di TicinoInformatica -. Non scrivo mai tweet, mi limito a consultare quella miniera di informazioni, di anticipazioni che Twitter riserva. È lì che trovo tempestivamente le news che mi interessano, i commenti più Vendicativo, segnala chi commette reati, i sospettati, quelli che fanno del male ai deboli IL PURISTA Diffonde il più alto numero possibile di news e di contenuti. Non importa di che argomento, basta che siano in 140 caratteri L’INFLUENCER Acquisisce peso, diventa importante e impone il proprio punto di vista L’ANGELO Manda aiuti in caso di terremoto, soccorre gli indifesi; twitta i link delle petizioni e delle campagne umanitarie Twitter La seconda nidiata dell’“uccellino blu” qualificati, le tendenze più innovative. Lo sfoglio esattamente come una piattaforma di news che, tra l’altro, ospita i blogger più influenti del pianeta, da Papa Francesco a Obama”. Con mezzo miliardo di tweet al giorno l’uccellino azzurro si può permettere anche delle statistiche che, secondo le comuni regole di mercato, sarebbero improduttive. Secondo un rapporto redatto dalla società di analisi Twopcharts, il 44 per cen- L’IMPEGNATO Ritwitta solo contenuti di alto livello, poiliticamente impegnati e possibilmente in dissidenza con governi e logiche mainstream IL TROLL Attacca briga con chiunque e sfoga online la propria rabbia to del quasi un miliardo di account attivati su Twitter non cinguetta mai. Una tendenza che potrebbe essere un problema per le prospettive di business, ma che conferma come circa la metà degli utenti considera il social network già in una veste nuova: un medium da seguire, da consultare. “Ed è giusto che sia evoluto così, come è giusto che ognuno usi gli strumenti informatici a disposizione secondo le proprie esigenze - aggiunge Gai -. Io, ad esempio, Ubhf efs pggfofo Xfjolfmmfs Kpvso–ft eft Dbwft Pvwfsuft 35.36 nbhhjp 3125 Dboupo Ujdjop Mjhvsjb Mpncbsejb Bqfsuvsb ebmmf 21/11 bmmf 29/11 xxx/ujdjopxjof/di !" IL CIVETTUOLO Flirta e usa Twitter per fare conquiste e per far sapere che è in... caccia rientro il quel 44% di utenti ‘silenti’, ma capisco perfettamente anche gli utenti che usano Twitter per cazzeggiare. Da chi ne fa un’occasione di ‘dating’, a caccia dell’anima gemella, a chi posta le istantanee di vita familiare fino a chi, grazie ai ‘dm’, i messaggi diretti, intreccia delle vere e proprie relazioni sentimentali, scambiandosi immagini intime o dei semplici ‘buona notte piccola’ corredate da emoji in totale riservatezza”. È anche vero che chi contribuisce al flusso di cinguettii ospitati dalla piattaforma di microblogging comicia a distinguersi per categoria. L’immediatezza comunicativa di Twitter, infatti, diventa rampa di lancio per petizioni e campagne internazionali, come #stopKony o #bringbackourgirls per l’utente “impegnato”, che ritwitta solo contenuti di alto livello. È un’ottima vetrina anche per gli opinion leader, i cosiddetti “influencer” che impongono il proprio punto di vista proprio grazie allo stuolo di followers conquistato. Un’altra categoria che s’imposta col nuovo uso dei tweet è quella dell’“angelo custode”, che non si limita a sottoscrivere le petizioni umanitarie, ma segnala e si attiva in casi di emergenze, terremoti, disastri ambientali. Anzi, nelle calamità, i cinguettii sono sempre più spesso lo strumento più immediato di comunicazione tra enti, istituzioni e cittadini. Ma Twitter diventa pure strumento di denuncia usato dai “punitivi”, quelli che segnalano ingiustizie, sprechi o magagne pubbliche, e anche microcircolo culturale per i gruppi di lettura come @tworeaders o per fan di programmi televisivi come in @tvsvizzera che, anziché commentare in salotto lo stesso programma, lo fanno seguendolo ognuno da casa, con lo smartphone a portata di tweet. e.r.b. Pagina a cura di GastroSuisse e GastroTicino LARISTORAZIONE & L’ALBERGHERIA Settimana dopo settimana l’analisi di tutti i temi, gli studi, gli argomenti, i problemi e le norme dell’offerta di ristoranti e alberghi. Una pagina indispensabile per gli operatori del settore & GastroNews Bocelli, sconto per soci GastroTicino Assicurazioni verbali? Occhio QR-Code GastroDiritto Enjoy organizza l’evento musicale dell’anno: sabato 7 giugno, infatti, Locarno ospiterà un’icona della musica mondiale, Andrea Bocelli accompagnato dall’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro composta da 72 elementi e diretta dal Maestro Marcello Rota con la prestigiosa partecipazione del Soprano Alessandra Marianelli. Grazie alla È stata una tegola per un esercente luganese che si era visto rassicurare su un salario per un disoccupato che è stato in seguito assunto. Il funzionario cantonale dell’ufficio di collocamento di aveva dato garanzie non corrette e il salario risultava di conseguenza non essere conforme al Ccnl (categoria II al posto di Ib). Il bello che era stato persino chiesta conferma dal contabile dell’esercente. Conferma ottenuta a voce. A nulla è valso il tentativo di giustificare la buona fede dalle assicurazioni verbali fornite dal funzionario (ed al proprio contabile). Il Tribunale ha infatti deciso che mancava qualsiasi conferma scritta che comprovasse la errata indicazione fornita. Non era quindi neppure possibile fare rivalsa verso lo Stato per l’errore del suo funzionario. Il nostro suggerimento è quello di farsi mettere per iscritto tutte le indicazioni che potrebbero avere ripercussioni economiche. m.g. collaborazione con Enjoy, i soci di Gastro Ticino ricevono il 10% di sconto sui biglietti in piedi; vale a dire 89 franchi al posto di 99. È sufficiente inviare un e-mail a [email protected] indicando: nome cognome, indirizzo, numero di telefono, quantità di biglietti richiesti. Gli organizzatori invieranno le coordinate bancarie per email e spediranno i biglietti per posta. Il grande concerto di Andrea Bocelli inizierà alle 21.00 con apertura porte alle 19.00. Per ulteriori informazioni www.enjoyticino.com. Salari minimi L’appello di GastroTicino accolto dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Ora pensiamo all’Iva Alessandro Pesce la conseguenza di attirare ancora più personale dall’estero; emblematici, a questo proposito, i titoloni dei giornali europei centrati su un “salario minimo più alto del mondo” che aveva un fascino davvero pericoloso. La vittoria del “no” permette ora alla nostra associazione di categoria di concentrarsi su altri importanti dossier sia a livello federale che cantonale. Su tutti quello dell’Iva. In autunno saremo infatti chiamati a esprimerci sull’iniziativa lanciata da GastroSuisse “Basta con l’Iva discriminatoria per la ristorazione”, che aveva raccolto oltre 119mila firme. Iniziativa lanciata in quanto oggi il cliente di un ristorante paga per lo stesso prodotto - l’8 per cento di Iva, mentre il cliente di un takeaway o di un negozio al dettaglio paga solo il 2,5 per cento di Iva. Non si capisce perché l’industria alberghiera e della ristorazione e i suoi clienti, continuino a essere tassati tre volte di più rispetto alla concorrenza. Confidiamo che lo stesso buonsenso che ha affossato in modo netto il salario minimo generalizzato, porterà i cittadini a sostenere ancora la nostra categoria. vince il buonsenso GastroTicino esprime soddisfazione per la netta bocciatura dell’iniziativa dell’Unione sindacale sui salari minimi, bocciata dai cittadini con una percentuale ben superiore al 70% dei voti. Per la categoria degli esercenti-albergatori, già sottoposti agli effetti negativi di una crisi economica che mette a dura prova il settore, l’iniziativa avrebbe avuto conseguenze molto pesanti. “Grazie alla campagna efficace delle associazioni padronali - sottolinea Massimo Suter, presidente di GastroTicino - ha prevalso il buonsenso; l’appello lanciato dalla nostra Federazione non è rimasto inascoltato, e per questo ringraziamo gli esercenti che si sono mobilitati e i nostri clienti”. Il chiaro “no” a un salario minimo imposto dallo Stato, è la dimostrazione che la concertazione tra le parti funziona e non va smantellata a causa della demagogia sociale usata a fini elettorali da alcuni partiti; ristorazione e albergheria, infatti, sono già firmatarie di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl) che, pur necessitando di mi- glioramenti, ha dimostrato la propria efficacia. Il partenariato sociale rimane, quindi, uno degli elementi cardine della nostra ricchezza nazionale. A livello svizzero ristorazione e albergheria danno lavoro al 6% della manodopera attiva nel nostro Paese (oltre 14mila persone nel nostro Cantone). Se fosse passata l’iniziativa, non ci sarebbero state altre alternative che la riduzione del personale o l’aumento dei prezzi. Provve- No al salario minimo: evitate pesanti conseguenz e anche per ristorazione e albergheria dimenti questi, che sarebbero stati concretizzati con molta amarezza. Ma c’è di più. L’iniziativa avrebbe avuto il risultato di sfavorire e penalizzare proprio le categorie più deboli di collaboratori, esattamente l’opposto di ciò che si prefiggevano i sindacati. Per questo motivo GastroTicino aveva lanciato un appello e aveva detto a chiare lettere, che l’iniziativa si sarebbe rivelata un vero e proprio autogoal. L’iniziativa, infine, avrebbe avuto Piacevole scoperta al FoxTown di Mendrisio dove lo “Chalet Suisse” vizia i buongustai con fondue e raclette “Rifugio” gastronomico regno dei formaggi tipici tentenze soddisfazione fedeltà fiduciainnovazione TICINESE assortimento impegno lungo termine piacere amalgamare TEAM futuro Losone tradizione gusto PARTNER NORANCOapertura stellato accoglienza territorio cordialità squadra rete GASTRONOMIA flessibilità controllo rispetto esperienza mixare convenienza % GOURMET rapidità ESPOSIZIONE novità sicurezza mobilità @ipppergros CULTURA ragionare qualità PARTNER cortesia RISPARMIO consiglio Professionalità tecnologia #promo valutazione fornitura a domicilio promozioni lesana, la torta di formaggio e, in collaborazione con il Caseificio dimostrativo del Gottardo, i formaggi Airolo, Tremola e il premiato Gottardo stagionato in grotta. Oltre alle crêpes salate e dolci, gli amanti della carne possono scegliere sminuzzato di vitello alla zurighese, il bratwurst di San Gallo con salsa di cipolla e rösti, e l’entrecôte di manzo. Il tutto accompagnato dai vini ticinesi di Guido Brivio. Lo Chalet Suisse è aperto tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00. Buon appetito in allegria. a.p. dinamismo tano l’arredamento oggetti tipici della vita alpestre e in particolare per la produzione di formaggi. Insomma, un locale ideale per rilassarsi con gli amici o la famiglia. Il personale è cortese e guida il buongustaio attraverso un viaggio gastronomico tra i piatti svizzeri più tipici legati al formaggio, ma non solo. Allo Chalet Suisse si possono degustare le specialità come il rösti di patate, al formaggio, al formaggio con due uova o con speck e formaggio. E poi, naturalmente, la Fondue e la Raclette Val- Lo Chalet Suisse è un piacevolissimo locale inserito nel complesso commerciale Fox Town di Mendrisio, accessibile anche dall’esterno dove il cliente può godere di una bella terrazza. Ma è l’interno che riporta il moderno viandante a bucoliche visioni. L’ambiente riproduce quello tipico di uno chalet di montagna, dove ogni dettaglio è curato e dove il legno dà una piacevole sensazione di calore. Le finestre illuminate con le foto delle più belle vallate alpine del Ticino, aggiungono un tocco di emozione. Comple- professionistiEccellenza partner per professionisti noranco - Losone www.ipppergros.ch Per dare risalto alle notizie dei soci e a quelle che possono incuriosire clienti e lettori, ecco un nuovo sistema di comunicazione. Scaricando con un qualsiasi smartphone un’applicazione per la lettura dei QR-code e facendo la scansione del QRcode che vedete in questo articolo, sarete indirizzati sul sito di GastroTicino. Troverete il simbolo del QR-code e potrete cliccare sulla notizia per leggere questa settimana: > Rassegna gastronomica per Cantine Aperte > La Rivella diventa fruttata > Serate evento Al Portone > Ultime ore per iscriversi alla Settimana del Gusto > Corso per conoscere e utilizzare i media Non perdete piatti e specialità del 28esimo Maggio Gastronomico Prosegue con successo la 28esima edizione del “Maggio Gastronomico delle Tre Valli e del Bellinzonese” alla quale partecipano 33 ristoranti (3 ospiti dal resto del Cantone), che propongono piatti gustosi cucinati con cura. Piatti volti a mantenere ben salde le tradizioni culinarie della nostra terra: ecco perché il Maggio gode del patrocinio di Ticino a Tavola, iniziativa del Centro di Competenza Agroalimentare (Cca) per promuovere i prodotti locali e i ristoranti che li utilizzano. La rassegna gode del sostegno degli sponsor principali Raiffeisen Tre Valli, La Regione, Gialdi Vini e di GastroBellinzona Alto Ticino e ancora una volta propone il collaudato meccanismo dell’omaggio ai clienti. Per l’edizione 2014 sarà un piatto piano, “griffato” in modo discreto ed elegante con il logo della rassegna. Il piatto rappresenta l’inizio di una nuova serie che porterà, anno dopo anno, a comporre un piccolo servizio da tavola. L’omaggio sarà consegnato ogni volta che si consumerà un piatto o un menu della rassegna; allo stesso tempo si riceve un timbro a conferma della visita. Dopo aver collezionato quattro timbri in altrettanti ristoranti, è riservato un ulteriore premio a sorpresa. Tutti i dettagli e l’elenco dei ristorati che partecipano si possono scoprire sul sito maggiogastronomico.ch. presenta: SCEF 045 Si avvicina la fine del calendario dei corsi professionali di GastroTicino. Il nuovo opuscolo arriverà nelle case ad agosto. Chi avesse richieste formative particolari, è pregato di contattare Valentina de Sena a GastroTicino (091 961 83 11). HAPPY HOUR E APERITIVI DI TENDENZA (NUOVO) Obiettivi saper organizzare un happy hour, essere in grado di gestire la parte finanziaria e promozionale dell’offerta dell'aperitivo, saper creare nuovi aperitivi alcolici e analcolici, acquisire nuove tecniche di lavoro, di servizio e di vendita dell’aperitivo, conoscere nuovi materiali e attrezzature per l'esposizione del buffet. Insegnante Davide Giglio, esercente, barman Data e orario 26 maggio o 16 giugno, 17.30-21.30 Costo Chf 90.00 soci / Chf 140.00 non soci GT22052014 Vendesi Antica Osteria in casa d'epoca del '600 con grande camino, terrazza esterna e due sale, circa 70 posti a sedere. Grande parcheggio e comoda accessibilità ad un chilometro e mezzo dall'uscita di Rivera. 58.000 CHF. tel. 091 946 11 69, cell. 078 65 825 44. Eventuali interessati potranno contattarci al seguente indirizzo: GASTROTICINO -Via Gemmo 11 - 6900 Lugano Tel. 091 961 83 11 - Fax 091 961 83 25 www.gastroticino.ch OFFERTE SCRITTE CON INDICAZIONE DELLA CIFRA. NON SONO DATE INFORMAZIONI TELEFONICHE Foto Garbani - Caseificio Agroval Airolo Per il grande concerto di sabato 7 giugno a Locarno mormeaggio a n U di for re in otlotranti 50 ris IL CAFFÈ 25 maggio 2014 49 tra virgolette LA RINASCITA DELLE BIBLIOTECHE GRAZIE ALL’EBOOK La tendenza 3.900 le biblioteche che prestano ebook pari al 56% delle 6.841 biblioteche in lingua italiana 27mila gli ebook in catalogo, 50mila entro la fine dell’estate +64% rispetto al 2012 320mila gli utenti italofoni iscritti alla piattaforma digitale Mlol IDENTIKIT DEI NUOVI UTENTI Carta vs Eb ook Lettori Libri 25 % La biblioteca si risveglia con gli scaffali nella rete Triplicati in un anno i “prestiti” di e-book e un lettore su dieci divora le pagine online In Ticino 1 Contratto digitale Il Sbt è collegato grazie alla piattaforma Mlol a 3.200 biblioteche in 17 regioni italiane con circa 16 milioni d’abitanti e il catatlogo di 350 editori 2 L’offerta e-book Gli accessi alla piattaforma Sbt sono passati dai 200 dell’esordio, nell’agosto del 2012, agli oltre 1200 registrati nell’aprile del 2014 3 Gli audiolibri Oltre agli e-book, il Sbt mette a disposizione online gli audiolibri. I titoli attivi a disposizione sono triplicati negli ultimi due anni 4 A nche i bibliotecari più ottimisti non se l’aspettavano, ma in un solo anno i libri scaricati in formato digitale sono triplicati e ormai un lettore ticinese su dieci consulta autori e romanzi preferiti sugli scaffali online. La sorpresa è stata ufficializzata all’ultimo Salone del libro di Torino dalla piattaforma MediaLibraryOnline(Mlol), lo stesso servizio di download e streaming gratuito adottato dal Sistema bibliotecario ticinese. “Era solo questione di tempo, il libro elettronico è decollato lentamente, ma onestamente non mi aspettavo un successo così eclatante - ammette Gerardo Rigozzi, direttore del Sistema bibliotecario cantonale (Sbt) che, dopo aver sperimentato meno di due anni fa 250 titoli in formato digitale, ora ha una libreria virtuale di oltre 1.200 volumi -. Continuo a considerare ‘basso’ il numero nei nostri utenti, quasi 60mila pari al 17% della popolazione, ma resto convinto che il formato e-book può essere una buona calamita per attirare nuovi lettori, soprattutto quelli più giovani”. Il problema, esattamente come avviene per i film e altri prodotti mediali, era dato dalla carenza di un catalogo in lingua italiana, mentre la biblioteca digitale della Svizzera tedesca già due anni fa contava diecimila titoli. Un problema risolto proprio entrando nel circuito Mlol, il principale network italiano di biblioteche digitali pubbliche. E le 72 biblioteche cantonali, comprese quelle scolastiche, si ritrovano in buona compagnia con quasi 4.000 “colleghe” italiane che hanno definito accordi con un numero crescente di editori, ora 250, tra cui tutti i principali. “Sono 320 mila gli utenti registrati al servizio e 154 mila quelli attivi - ha confermato al Salone Giulio Blasi, fondatore di Media- I frequentatori In Ticino i residenti iscritti al Sbt sono il 17%, mentre la media svizzera (5.000 biblioteche) di chi legge e va in biblioteca è del 40% Rigozzi: “Il formato digitale è una buona calamita per attirare nuovi lettori” LibraryOnline -. Il numero di prestiti e-book è salito dai 35 mila del 2012 ai 100 mila del 2013”. Adesso che il numero dei lettori italofoni, ticinesi inclusi, si è allineato ai Paesi europei tecnologicamente più avanzati è anche possibile tracciare un identikit del nuovo lettore digitale: equamente diviso per genere sessuale, la maggioranza tra i 35 e i 54 anni, e uno su quattro si collega ad internet per fare le sue scelte in biblioteca solo la sera dopo cena. Particolare, questo, che rimedia alla diaspora di lettori registrato nelle biblioteche proprio per la mancanza di tempo libero degli utenti legati agli orari di lavoro. E la comodità è decisamente apprezzata e “produttiva” visto che, secondo le statistiche Mlol, i noleggiatori di e-book prendono me- -9% sul 2012 55 % 52 % tra i 35 e i 54 anni uomo si collega tra le 19 e le 24 21,9 milioni: Ebook 1,9 milioni: +17% sul 20 12 CRESCITA EBOOK NELLE BIBLIOTECHE IN TICINO 1400 1200 Titoli attivi 1000 800 600 400 200 0 Agosto 2012 Dicembre 2012 Aprile 2013 CONSULTAZIONI ONLINE IN ITALIANO 1,8 milioni 1 milione 400mila 2011 2012 2013 Fonti: MediaLibraryOnline; Sistema bibliotecario cantonale BUONO PROVA GRATUITA RITAGLIA QUESTO ANNUNCIO E PORTALO CON TE SIETE PRONTI PER LA PROVA COSTUME? PREPARATEVI! ALLE VACANZE MANCA UN PELO! 10 CENTRI IN TICINO! SCOPRILI SU www.nomasvello.ch Agosto 2013 Dicembre 2013 Aprile 2014 diamente 24 libri all’anno, contro i 17 di quelli che noleggiano la versione cartacea. Non solo. Sempre secondo i risultati dello studio i lettori di e-book non si limitano più a “sfogliare” le pagine sul computer di casa. Solo nell’ultimo anno la percentuale di chi “scarica” il libro sui device mobili, tablet o smartphone, è arrivata al 17% e, secondo gli esperti è la modalità di lettura destinata ad incrementarsi più velocemente. E il tutto senza produrre alcun svantaggio agli editori tradizionali, visto che il prestito di e-book inter-bibliotecario avviene dopo aver acquistato i diritti dagli editori e vendendo l’accesso alle biblioteche virtuali, che pagano secondo diverse formule a loro scelta. “È proprio così, editori ed autori non hanno nulla da perdere visto che viene riconociuto un ‘fee’ per ogni download - conferma Rigozzi, senza nascondere il suo disappunto per non poter annoverare in catalogo alcun titolo edito in Ticino -. Gli editori ticinesi, che ho sollecitato più volte, anche perchè trasformare un libro in e-book oggi costa veramente pochissimo, non ne vogliono sapere. Un peccato, perché resto convinto che il libro digitale è uno strumento in più per avvicinare lettori, anche per gli autori locali”. Tutti gli scritti al Sistema bibliotecario cantonale, infatti, tramite la piattaforma Mlol godono di un servizio di download e streaming gratuito. Proprio come un qualsiasi libro, un e.book scaricato da un utente risulta occupato per 14 giorni e non può essere scaricato da altri. Passato il termine diventa elettronicamente illeggibile. Ogni utente ha diritto di scaricare cinque ebook e cinque audiolibri al mese, senza dimentaicare che le piattaforma online è un intermediario che gestisce anche riviste, giornali, musica e film. e.r.b. La piattaforma virtuale gestisce anche riviste, giornali, musica e film IL CAFFÈ 25 maggio 2014 50 tra l’incontro virgolette Chi è Agenzia Fotogramma Nome d’arte Pif. Conduttore e autore televisivo, regista, attore e scrittore italiano. Ha diretto ed interpretato il film “La mafia uccide solo d’estate” “Io testimonio con la videocamera” ALESSANDRA COMAZZI “N on so se potrò ancora girare il mio programma, ‘Il testimone’”, si chiede Pif. La nuova serie della trasmissione viene trasmessa su Mtv da aprile. “Andare in giro da solo, con una piccola telecamera, pronto a spiazzare l’interlocutore, poteva avere un senso quando non mi conosceva nessuno. Adesso la situazione è molto diversa. Adesso mi riconoscono tutti, tutti mi fermano. Un po’ il fatto che sono andato al Festival di Sanremo, e mi occupavo dell’anteprima con quella striscia chiamata ‘Sanremo & Sanromolo’; un po’ il successo di ‘La mafia uccide solo d’estate’, che dopo il premio del pubblico al Torino Film Festival è andata benissimo anche nelle sale; un po’ la pubblicità per un gestore telefonico importante. Insomma, non passo più inosservato. E allora mi chiedo se potrò continuare con questo lavoro, che ha come caratteristica un linguaggio che nel tempo è diventato sempre più moderno e dilagante, perché si usa su internet. Lo usano volentieri i ‘you-tubbers’, prego notare la esse del plurale, perché tanti ragazzi hanno una piccola telecamera nella loro stanzetta. Quindi io potevo essere come uno di loro. Ma ora meno”. Pif, alias Pierfrancesco Diliberto, è nato a Palermo, 42 anni fa. Ex Iena, ha cominciato con “Il testimone” nel 2007. “Ricordo che, all’inizio, la redazione era pratica- Pif mente in casa di Antonella Di Lazzaro, che sarebbe diventata direttore di Mtv - racconta -. Aveva una figlioletta piccola, e la prima parola che disse fu Pif. Il papà era molto preoccupato. Mi incuriosiscono sempre le prime parole infantili. Nel film, il bambino protagonista invece di dire ‘mamma’, dice ‘mafia’. Il nomignolo me lo ha affibbiato un’altra Iena, che è pure mago, Marco Berry. Forse un pezzo di acronimo, Pier Francesco, dunque Pif. Forse per assonanza con Gip, un’altra Iena ancora, nome vero Giampiero Cutrino. Per un po’ sono stato sia Iena sia Testimone. Le Iene della tv sono un po’ come quelle vere della natura, cattivelle, petulanti, stridenti”. Figlio di un regista, Pif ha respirato fin da bambino l’aria della macchina da presa. “Usarla è sempre stata per me una cosa naturale, come naturale mi è sembrato arrivare al cinema. Io mi sono occupato di mafia fin dalle prime puntate del Testimone. Anzi, proprio la prima puntata si intitolava ‘Addio pizzo’. È un tema che, da siciliano, mi provoca, appassiona, accora, affligge, mi impone di fare qualcosa. Qualcosa a modo mio”. In “La mafia uccide solo d’estate” c’è anche una citazione del “Divo” di Paolo Sorrentino, dedicato a Giulio Andreotti. “Sì, c’è una scena in cui il bambino protagonista ha le grandi orecchie a sventola di Andreotti e la stessa camminata. Prima ancora di vedere il film, Sorrentino mi mandò un messaggio articolato, molto gentile, in cui faceva alcune considerazioni nei miei confronti. Io gli rispondo: ‘Grazie’. Allora, la prima volta che mi vede, mi di- Pierfrancesco Diliberto ce: ‘Ma come, io ti ho scritto tutta una cosa argomentata e tu rispondi con una sola parola?’. E io: ‘Sì, ma c’era il punto esclamativo’. Non sono di molte parole, quando scrivo. Quando parlo, invece, talvolta tendo ad affastellare gli argomenti, perdo il filo del discorso. Che cosa stavamo dicendo? Ah, sì, parlavamo del mio modo di lavorare. Io condivido le curiosità dei cittadini, prendo una videocamera e vado alla scoperta. Un lavoro come questo ha senso soltanto se svolto in solitudine e, per l’appunto, se sei poco conosciuto. Non so che cosa farò, quando sarà finita questa serie, che è già tutta girata, dobbiamo soltanto montarla. Se un torinese mi ha dato il nome, c’è n’è un un altro che mi ha dato la fonte di ispirazione: è Piero Chiambretti, un grande della televisione. Ne ha inventata tanta. Mi sento debitore nei suoi confronti, lui è il mio mito e il mio modello fin dai tempi del ‘Portalettere’”. Pif si pone in modo quasi accorato il problema della notorietà. Eppure ha accettato di partecipare al Festival di Sanremo, e di diventare un testimonial pubblicitario, non è che non poteva immaginarsi quel che sarebbe capitato. “Lo pensavo, ma pensavo pure che il mio percorso professionale è fatto di concatenazioni di avvenimenti, di passi, di progetti e trasmissioni - spiega -. Quasi inevitabile andare avanti. Raiuno mi ha chiamato a partecipare allo spettacolo per eccellenza della tv non soltanto italiana: so che anche in Svizzera la rassegna è molto seguita. La Rai dunque mi ha chiamato, nella persona di Fabio Fazio, e io ho interpretato questo come bisogno di novità. Mi incuriosiva, mi interessava, essere parte di quel progetto, facendo le cose esattamente come le so fare io, andando dietro le quinte e cercando prospettive spiazzanti. Poi c’è la pubblicità”. Lui si è chiesto a lungo se accettare oppure no di realizzarla, se fosse opportuno: “Alla fine ho deciso, e almeno sono spot che esaltano e illustrano la passione per qualcosa, il lavoro soprattutto, ma anche il windsurf, il calcio. Qualcuno ha detto che con i soldi guadagnati con la pubblicità avrei finanziato il Museo della mafia che vorrei fare a Palermo. Non è così. Però il museo mi piacerebbe metterlo in piedi, davvero. La Sicilia non è tutta mafia, ma il rischio è anche quello di fare finta di niente. La mafia c’è, e dobbiamo tenerne conto. Voglio ricordare chi ha combattuto e nessuno ricorda più. Tutti sanno chi è Riina, e nessuno ricorda l’agente di polizia Calogero Zucchetto o l’albergatore Carmelo Iannì. Non è giusto. Una delle mie prime puntate del ‘Testimone’ fu proprio con la figlia di Iannì. Tre anni fa sono andato a Palermo con lei e con la figlia di Boris Giuliano, lanciando l’idea del museo. Ci dissero che ci stavano già pensando. Ci siamo fermati, ma intanto non è più successo nulla. Allora io ritorno sul progetto e lo faccio. L’ideale sarebbe realizzarlo in un immobile confiscato alla mafia, ma deve essere in centro città, facilmente raggiungibile dai turisti, non in campagna. Non dobbiamo renderne la visita complessa e facilitare gli alibi successivi”. Non si creda che Pif sia tipo serioso. Mescola il serio e il faceto, gli piace contaminare. Ha partecipato di recente al Festival della tv e dei nuovi media che si svolge a Dogliani, cittadina della provincia di Cuneo nota per il vino e perché Luigi Einaudi, che allora aveva 23 anni e sarebbe diventato il secondo presidente della Repubblica italiana, vi acquistò una cascina con la vigna. Per Pif la folla era impressionante. “Eccomi, ci sono, firmo tutti gli autografi che volete. È fondamentale non montarsi la testa. Continuare a fare questo lavoro nella consapevolezza, come dicevo all’inizio, che non sarà più come prima. D’altronde, mi sembra che ogni tassello della mia vita professionale si sia sistemato al momento giusto. Mi ritengo fortunato. È importante la restituzione, quando si riceve così tanto. Per questo mi impegnerò, secondo le mie forze e le mie possibilità, per il museo della mafia. Ci credo, vedrete che servirà”. IL CAFFÈ 25 maggio 2014 51 leopinioni Sono laureato in scienze politiche. Ogni giorno dedico almeno un’ora e mezzo alla lettura dei giornali e a documentarmi sull’attualità politica (apprezzo molto l’informazione della radio Rsi). Eppure settimana scorsa, quando ho dovuto compilare le schede per le votazioni federali e cantonali, mi sono sentito impreparato su buona parte dei sette temi e non ho l’impressione di aver espresso preferenze fondate su solidi argomenti. Mi sono chiesto se era un mio problema e cioè se pretendevo di approfondire eccessivamente le tematiche ponendomi troppi interrogativi. Ne ho parlato in famiglia e ho riscontrato le stesse difficoltà da parte di mia moglie e dei miei figli, laureati in scienze politiche l’uno, sociali l’altra. Non soddisfatto, ho chiesto ad amici, che hanno figli attenti alle questioni politiche, e ho riscontrato le mie stesse perplessità. Significa che siamo FUORI DAL CORO GIÒ REZZONICO chiamati a esprimerci su temi per i quali non siamo preparati. E allora votiamo superficialmente, banalizzando le questioni. E parlo in primo luogo di me stesso. Questo fatto deve far riflettere sul mi- to elvetico della democrazia diretta, alla quale nessuno vuole rinunciare, ma che va sottoposta, a mio parere, a regole più precise. Il cittadino dovrebbe esprimersi su questioni di principio, ma non su problemi tecnici, alla portata solamente di specialisti, senza banalizzare le tematiche. E sappiamo bene che la semplificazione eccessiva è la base su cui poggia il populismo. Paradossalmente la democrazia diretta sta diventando una delle armi principali del populismo. Mi si dirà, però, che è un buon metodo per canaliz- zare la frustrazione popolare, che altrimenti si esprimerebbe in maniere peggiori. È vero, ma è demagogico chiedere ai cittadini di esprimersi su argomenti che implicano conoscenze e conseguenze a loro ignote. I meccanismi della democrazia diretta vanno, secondo me, rivisti. A meno che si decida di abdicare di fronte all’onda populista dilagante, da cui sembrano fortemente attratti anche i partiti storici. Fulvio Pelli, personaggio chiave del liberalismo ticinese e svizzero, commen- RENATO MARTINONI LIDO CONTEMORI Confessare la paura era la forza di Anna La lisciva non lava le vergogne razziste Scherza coi fanti e lascia stare i santi. Ne sa qualcosa un’azienda germanica di detersivi che ha lanciato una campagna ideata, sembra, da un centinaio di esperti in comunicazione. Nella pubblicità si vede un fustino di lisciva che reca l’immagine della maglia bianca della nazionale tedesca di calcio. C’è anche, ben visibile in nero, un numero: l’88. Il messaggio è questo: agli 83 lavaggi garantiti se ne aggiungono altri cinque in regalo. Ottantatré più cinque, lo sanno i paracarri, fa ottantotto. Però c’è un ma. Il numero 88 non è al di sopra di ogni sospetto. I neonazisti e i radicali di destra lo usano come codice criptato per inneggiare al Führer (H è l’ottava lettera dell’alfabeto e 88, cioè HH, sta per “Heil Hitler”). L’imprudente, e un poco ignorante, azienda di detersivi, ma perché mai non ha offerto sei lavaggi gratis invece di cinque?, ha precisato che la spiacevole coincidenza è involontaria. Basta però scusarsi, facendo un poco di mea culpa? No, se per soprammercato, sul fustino, poi ritirato dal commercio, compare anche la scritta: “Neue Konzentration”. Che tradotto alla lettera potrebbe equivalere a “nuova concentrazione” (di potenza lavatoria). Non fosse che in tedesco la parola significa anche “concentramento”, riportando alla memoria i famigerati campi di sterminio dove lo sporco delle razze veniva lavato con il gas. E allora, dato che non può certo essere una provocazione (nessuno è tanto pirla da tirarsi in questo modo la zappa sui piedi), occorrerebbe premiare gli strateghi della trovata pubblicitaria con un riconoscimento all’incontrario (tipo: il film più brutto o la donna peggio vestita del mondo). Più improvvidi di così quei cento maghi della comunicazione non potevano certo essere. Intanto però non si può non pensare a un giocatore svizzero del Napoli, Gökhan Inler, che da quando sta in Italia si ostina a portare sulla maglia il numero 88. Certamente non c’è alcuna volontà di sbandierare ideologie o proclami (ci era cascato del resto anche Gigi Buffon). Ma il “Gögi” nazionale, in un ambiente peraltro largamente nutrito di razzismo, potrebbe benissimo rinunciare a giochetti del genere. Vero è che il numero otto era già riservato a un altro giocatore, e che i due otto, si dice nella città partenopea, significano “amore e baci”, oppure “ciao ciao”, e che il numero doppio porta fortuna. E a Napoli, la capitale del malocchio, si sa, tutto quello che serve a tenere a bada le insidie del maleficio è benvenuto. Su certe cose però è meglio non scherzare. Questa è una di quelle. E se non ce la fanno i piedi, dovrebbe arrivarci almeno la testa. Caro Diario, i giornalisti non godono, in generale, di buona fama. Diventano (quasi) tutti buoni, coraggiosi e intrepidi dopo l’ultimo articolo, quello che scrivono gli altri, alla memoria. Ma, come in ogni regola, ci sono limpide eccezioni. Tra queste, Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata a colpi di pistola sull’uscio di casa, a Mosca, nel già lontano 7 ottobre 2007. Dopo tre processi, finalmente si è arrivati alla condanna di 5 imputati. Si sa, ora anche per sentenza, che questi sono gli autori dell’esecuzione. È quasi certo che resterà a lungo nel mistero il “mandante” del delitto. Diciamo, come si fa in questi casi, che dietro si intravede l’ombra lunga del “potere”, cui la reporter non faceva sconti. CI SONO VOLUTI tre gradi per arrivare ad un epilogo. Un tribunale moscovita ha decretato che il ceceno Lom-Ali Aaitukayev è l’organizzatore dell’uccisione, insieme con 4 complici: 3 suoi nipoti, pure ceceni, e un ex-dirigente di polizia di Mosca, cocciuti fino all’ultimo nel negare ogni responsabilità. Questa settimana è giunta la notizia della condanna, ora bisogna aspettare che il giudice pubblichi le motivazioni con l’entità delle pene. La Giustizia ha i suoi riti e tempi. ANNA POLITKOVSKAJA è una donna che ha onorato il giornalismo con la forza inchiodante delle notizie che cercava, trovava e divulgava; con il rigore, la pulizia morale, la dirittura che ha saputo tenere. Faceva paura anche ad uno come Putin, che è di temperamento piuttosto muscolare e non gradisce i disturbatori. Lei richiamava il neo-zar, che non disdegna le maniere bellicose, al dovere costituzionale di mantenere la pace. Ho sentito uno scampolo di testimonianza di Anna, una delle ultime, sull’imperativo etico di documentare violenze, torture, stragi, orrori che aveva visto, come brandelli di corpi dilaniati fatti esplodere in aria dai militari russi. Svelò al mondo le tecniche del terrore inflitto alla popolazione cecena; diede voce agli oppressi, a mamme, sorelle, mogli di uomini inermi trucidati; raccontò la disperazione delle donne kamikaze che, stanche di subire, non vedono altro senso nella loro vita se non la vendetta. QUESTA SUA CONFESSIONE ultima è uno dei più alti monumenti al giornalismo: “Anch’io ho paura, certo, come tutti. Ma questo è il mio mestiere e avere paura è una cosa tua personale. La tua professione esige che si lavori e si parli del fatto principale che avviene e la guerra è il fatto principale, perché lì muore la nostra gente“. La sua paura è stata la sua più grande forza. E, alla fine, anche la sua più bella vittoria. Il miglior negozio di giocattoli è sempre quello di madre natura DOMENICA IN FAMIGLIA MONICA PIFFARETTI ilcaffè Settimanale di attualità, politica, sport e cultura tando la triste decisione di Laura Sadis di non candidarsi per le prossime elezioni, ha dichiarato che per i partiti storici è giunto il momento di aprirsi a giovani politici, nati nell’era del populismo, e avvezzi a queste dinamiche. Questo può anche andar bene, a patto che alla razionalità, serietà e onestà della consigliera uscente non si sostituisca la demagogia, sia di stampo leghista, liberale o socialista. E qualche avvisaglia di scadimento in questo senso si nota già. Probabilmente la politica in Ticino, così come in Svizzera e in quell’Europa in cui non ci si vuole riconoscere, è di fronte a un bivio: puntare sulla forza della ragione o su quella delle emozioni? Votare di testa, o di pancia? Da parte mia non ho dubbi. Ogni concessione al populismo e alla chiusura mi fa paura, soprattutto se penso alla storia del XX secolo. Sarebbe pericoloso dimenticarla. FOGLI IN LIBERTÀ COLPI DI TESTA GIUSEPPE ZOIS Ma, mi chiedo se, in tutto questo suggerire accattivanti linee di giochini green, non ci sia tanto di quasi inutile. Carino, bellino, non di rado, costosino e Con un po’ di fantasia si possono evitare tanti costosi giochini green che, in realtà, con, un po’ di fantasia, si può benissimo sostituire e l’effetto che fa (sul bambino) è esattamente il medesimo. Direttore responsabile Lillo Alaimo Vicedirettore virgolette Quando la democrazia diretta gioca a favore del populismo IL DIARIO Curiosando qua e là fra le numerose proposte di giochi all’aperto che il tempo primaverile favorisce, vedo la comparsa di tante scatoline e scatolette di plastica a tinte verdi, per trasformare i ragazzini in provetti giardinieri che si lanciano nella coltivazioni di questo o quel fiore, o in esperti entomologhi che con pinze, lenti e vasi catturano questo o quell’insetto. Ben vengano, sempre meglio che un nuovo giro di qualche giochino elettronico appena uscito sul mercato che si gioca soli soletti e tappati in casa quando fuori splende il sole. tra Libero D’Agostino Caposervizio grafico Ricky Petrozzi Anzi, fare da sè conferisce all’attività scelta un tocco di artigianalità che contribuisce a far passare il messaggio: ingegnati, trova tu la strada per immedesimarti in questo o quel ruolo. Guardati attorno e poi crea, costruisci, ricicla, ritaglia, incolla, martella… Un esempio è la mini-scuola per giardinieri. A cosa servono tanti vasini e vasetti carinissimi certo, quando il tutto lo si può ottenere lavando semplicemente qualche bicchierino di yogourth, o un barattolo di marmellata, o prendendo un normalissimo vaso di Società editrice 2R Media Presidente consiglio d’amministrazione Marco Blaser Direttore editoriale Giò Rezzonico DIREZIONE, REDAZIONE E IMPAGINAZIONE Centro Editoriale Rezzonico Editore Via B. Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 40 - Fax 091 756 24 39 [email protected] - [email protected] PUBBLICITÀ Via Luini 19 - 6600 Locarno Tel. 091 756 24 12 Fax 091 756 24 19 [email protected] terracotta e acquistando, magari riflettendoci su un po’ e osservando le varietà proposte, una bustina di questa o quella pianta/fiore? Ne siamo certi: Lo shopping più bello si fa lungo un fiume o facendo due passi in un bosco madre natura dispone del miglior negozio di giocattoli. Basta uscire di casa, farsi magari una bella e ossigenante passeggiata, osservare quello che si ve- RESPONSABILE MARKETING Maurizio Jolli Tel. 091 756 24 00 – Fax 091 756 24 97 DISTRIBUZIONE Maribel Arranz [email protected] Tel. 091 756 24 08 Fax 091 756 24 97 de lungo i sentieri, portandosi un comodo e capiente zainetto per infilarci dentro tutto quanto suggerisce qualcosa da trasformare una volta rientrati a casa. Un ramo, una radice, un sasso, un seme, fiori da seccare… Tanti spunti per fare, per usare mani e anche testa. Certo, aprire un bel pacco dal fantastico ed evocativo design è più semplice e veloce. Dentro si trovano anche tutte le ineccepibili istruzioni del caso. Ma vuoi mettere due passi in un bosco? O lungo un fiume? Non è forse il miglior shopping? Attivi e liberi. Liberi di creare. STAMPA Ringier Print - Adligenswil AG - Druckzentrum Adligenswil 6043 Adligenswil - Tel. 041 375 11 11 - Fax 041 375 16 55 Tiratura (dati Remp ‘12) 56’545 Lettori (dati Mach ‘12-’13) 106’000 Abbonamento annuo Fr. 59.– (prezzo promozionale) Probabilmente i meccanici controllano le chiavi inglesi appese ai muri dell’officina. Probabilmente i dottori controllano i bisturi scintillanti sul carrello della sala operatoria. Probabilmente i violinisti controllano che l’archetto sia impugnato nel modo giusto. Probabilmente i pasticcieri controllano che i bigné siano farciti a regola d’arte (non come accade nel “Pranzo di Babette” di Gabriel Axel, tratto dal racconto di Karen Blixen: la cuoca spende una fortuna per un pranzo e sbaglia la preparazione delle cailles en sarcophage). Noi al cinema controlliamo i libri: i titoli, la sistemazione negli scaffali, le case editrici. Siccome “chi si somiglia si piglia” (o perlomeno si pensa, con l’affetto e la gratitudine riservati a chi non ci fa sentire soli al mondo con le nostre manie) abbiamo tra i nostri scrittori preferiti Nicholson Baker. Uno che nel suo Nelle biblioteche dei film i libri non si sgualciscono mai CITOFONARE MANCUSO MARIAROSA MANCUSO primo romanzo – “Il mezzanino” – si chiedeva perché le stringhe delle scarpe non si rompono mai insieme (neanche quando le allacciamo una prima volta, e poi per pigrizia le infiliamo come panto- fole). In una raccolta intitolata “Un po’ di testa non guasta” regala un saggetto sulle bibliotechine che nei cataloghi dei mobili fanno da sfondo ai divani, scrutate con la lente di ingrandimento. Al cinema non abbiamo bisogno di usare la lente. Se in scena vediamo libri, sono lì per mandare un messaggio: casa di intellettuali. In “Miele”, primo film diretto da Valeria Golino, si parla di eutanasia. Carlo Cecchi ingegnere depresso chiacchiera con una collezione di libri Adelphi, una di Supercoralli Einaudi, qualche grosso volume verde con ghirigori dorati della Utet a far da sfondo. Il giovane tetraplegico vive tra scaffali dove spiccano i dorsi gialli della collana Stile Libero. I libri al cinema sono disposti dallo scenografo per editori o per collane, in cerca della giusta macchia di colore. Va da sé che nessuno si preoccupa di sgualcirli, come proponeva – dietro pagamento adeguato – Flann O’Brien in “Il boccale traboccante” (dal titolo di una sua rubrica che usciva sull’Irish Ti- mes). I protagonisti dei film dell’orrore non sembrano aver mai visto un film dell’orrore – vanno a passeggiare di notte nei cimiteri, visitano le soffitte senza una torcia, si fanno indicare la strada dai vecchietti sdentati, affittano case in luoghi dove il telefonino non prende. Chi usa i libri come attrezzi di scena non sembra averne mai letto uno, e i registi con pretese non fanno eccezione. “Cosa posso regalare a un collezionista di Meridiani Mondadori?”. Abbiamo sentito la frase – con la Pléiade al posto dei Meridiani – in “L’homme qu’on amait trop” di André Techiné, fuori concorso al Festival di Cannes. Gli Adelphi seguono a ruota, come status symbol. Perfino “Nel mio amore” - il film che Susanna Tamaro ha tratto dal suo romanzo targato Rizzoli – si vedeva un solo libro, ed era Adelphi. 25 maggio 2014 Il Paese nel racconto popolare www.caffe.ch [email protected] Il romanzo della realtà Gli eBook del Caffè La finestra sul cortile 37 / Storie di quotidianità familiare ANONYMOUS Ragazza madre svizzero tedesca. Precisa e rispettosa di ogni norma. Trentacinquenne, impiegata in un’agenzia immobiliare. Suo figlio Gabriel ha 11anni. Pensionato, vedovo e piacione. Ama le enciclopedie. Sua figlia, Giulia, divorziata, ha un bimbo di 6 anni, Nathan. Non ama gli stranieri. Illustrazione Guido Rosa per Il Caffé I fatti e le persone narrati in queste storie sono di pura invenzione. Anche le cose pensate o sottintese non hanno alcun legame con la realtà. Ma così non sempre è per i luoghi, le circostanze e gli episodi da cui prendono le mosse i racconti. La domenica no, grazie Quarantacinquenne, divorziata da un medico. Impiegata in un grande magazzino. Bella, elegante e... con molti amanti. Maestro elementare. Sua moglie, in casa tutto il giorno, è una patita di music pop. S’è ingrassata a dismisura. Il figlio Nick ha 6 anni. Arrivano dalla Croazia. Fanno tutti e due gli assistenti di cura. Lei è disoccupata, oltre che molto sexi. ONLINE La raccolta dei racconti caffe.ch/citofoni E cco qua! Ritagliato e messo da parte. Anzi Fragola, lo mettiamo in mezzo all’enciclopedia dei giochi. La vedi? Questa qua, due volumi, l’ho presa con la Stampa». Il Lüis era a casa col Nathan ormai dal mattino. Sua figlia Giulia glielo aveva lasciato, con tutte le raccomandazioni possibili, perché quella domenica aveva organizzato con gli amici una gita in Appenzello, con lunga sosta a colazione nell’aerea di servizio poco prima del Gottardo. Già da piccola aveva cominciato ad amare gli autogrill. Quando il Lüis e la mamma la portavano al mare in Ligura, lei voleva fermarsi in tutti, ma proprio in tutti gli autogrill. Rustichella, Fattoria, Camogli... Ad ogni aerea di servizio un panino differente. E mentre il Lüis lo ordinava alla cassa, la piccola Giulia correva dappertutto, fermandosi di tanto in tanto ad abbracciare le gambe delle persone. Chissà perché!? Era un gioco. Andava matta la Giulia per gli autogrill, soprattutto sotto le feste di Natale, quando entravi e ti accoglieva la “voce” della trota - sì, proprio il pesce, appeso accanto alla cassa - che cantava Jingle Bells. Muovendo coda e capo. Quei non luoghi, così li chiamava e li chiama la sociologia, sono il paradiso dei bambini e dei ragazzi. Come Eurodisney, Gardaland o i centri commerciali. Ecco, i centri commerciali! Una modernità che ha cambiato i nostri ritmi, sostituendosi la domenica alla messa e alla gita fuori paese. In Ticino, aperto la domenica, c’è n’era solo uno, un outlet non proprio per bambini. Più per cinesi alla ricerca di grandi marchi a poco prezzo. Ma insomma, anche i bambini ci sapevano sguazzare. Ecco, era proprio il figlio (avrà avuto una dozzina d’anni) di una coppia che lavorava in quell’outlet che uno di quei giorni aveva scritto al Papa. Già, proprio a papa Francesco! E il giornali ne avevano lungamente parlato, anche perché il pontefice, come era ormai solito fare, aveva preso il telefono e aveva chiamato a casa del bambino. Era questa la notizia che il Lüis aveva ritagliato dal giornale e conservato nel primo volume dell’enciclopedia dei giochi. Chissà perché proprio lì!? Beh, semplice: autogrill e centri commerciali per i ragazzi sono come un parco giochi. «Caro Papa, non voglio crescere con i nonni, vedere gli altri bambini che vanno al parco con i genitori e diventare grandi senza la presenza di mamma e papà durante le feste». Diceva più o meno così quella lettera, che in realtà sembrava scritta dalla mamma e dal papà di quel piccolo. Erano due aderenti del movimen- “Lavorare il settimo giorno non è violazione di un, come si chiama?, precetto religioso” to sindacale “Domenica, no grazie!”. In quell’outlet, almeno una volta al mese dovevano lavorare anche loro la domenica. Di quella faccenda il Lüis aveva chiacchierato animatamente anche con sua figlia Giulia. Leghista, ma fortemente sindacalizzata. Di lavoro la domenica non ne voleva proprio sentir parlare. Come pure il Carlo, il maestro che abitava su al numero 4 con sua moglie Rita e il figlio Nick. Sei anni, proprio come il Nathan. «E no Lüis, la domenica si sta in famiglia. Con i figli! Lavorare il settimo giorno, insomma il giorno in cui Dio si riposò, non è violazione di un, come si chiama?, ah sì, precetto religioso». «Allargare la settimana lavorativa ha però voluto dire aumentare i posti di lavoro...». «Già, ma anche le condizioni di precarietà dei lavoratori». Erano discussioni infinite ogni volta che il Lüis e il Carlo cadevano su quel tema e se poi arrivava la Giulia... Quasi finiva in rissa. Come quella sera. Quella domenica sera in cui la Giulia tornò da Appenzello, dopo una pausa di oltre un’ora per la cena, nello stesso autogrill dove si era fermata per colazione. «Vedi Giulia, l’abbiamo tenuto per te questo ritaglio». Ma come?, il Lüis si tirava la zappa sui piedi da solo? Ma no! Quel ritaglio riportava anche l’opinione di un, mah!, un antropologo o un sociologo vattelapesca, che diceva più o meno che il nostro tempo ormai ha inevitabilmente reso vani, non individuabili i confini fra lavoro e tempo libero. Lo ha spalmato sull’intero calendario. «Hai visto Giulia?! C’è scritto: nell’era della multiculturalità, siamo tutti..., tutti multita..., come si legge qua?, mul-ti-ta-sking. Ecco, come siamo e il lavoro è diventato h24. Dice proprio così, h24». La Giulia stava sopportando con pazienza, mentre sistemava il Nathan per uscire e andare a casa. Ma non ce la fece più. «H24 per essere tutti sfruttati, con il ricatto della crisi e della disoccupazione». «Ma Giulia, cosa hai fatto oggi tu?! Una gita in Appenzello, sarai andata in qualche mostra e in qualche ristorante e poi, come quando eri piccola, per ore in qualche autogrill». «Ma papà, sono cose diver...» . «E no Giulia, il centro commerciale dove lavorano i genitori di questo bambino che avrebbe, dico avrebbe, perché non credo proprio che..., insomma che avrebbe scritto al Papa, questo centro commerciale non è diverso dai tuoi autogrill. Erano il tuo parco giochi, la tua gita domenicale, la tua messa domenicale....». La domenica successiva il Nathan e la Giulia andarono un giorno intero all’autogrill prima del Gottardo.
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