Febbraio - tre Emme

Club Tre Emme
La Spezia
NOTIZIARIO FEBBRAIO 2014
Care Socie
Siamo reduci dalla Convenzione Nazionale, ricevute come sempre dalla gentile e cordiale
accoglienza del Direttivo di Roma. Ribadisco che il giorno dell’incontro è sempre motivante
per quanto concerne il confronto degli obiettivi e il riavvicinamento a molte amicizie che con
il trascorrere della vita si perdono un po’ anche e soprattutto a causa delle distanze.
Denominatore comune è quindi quello di proseguire cercando di superare, come sempre, gli
ostacoli particolarmente evidenziati dalla carenza di candidature per rinnovare i consigli
direttivi. Al proposito sarò più esauriente in assemblea qualora vi fossero domande specifiche
da parte vostra. Ho ribadito la volontà a stringere legami col Club di Livorno e, al contempo,
ho ricevuto invito per tutte noi a visitare Venezia! (da non sottovalutare).
Nel precedente incontro di gennaio ho espresso l’intenzione di organizzare gite a breve raggio
per rispettare il mio intento iniziale di conoscenza del territorio; vivendo noi in una zona così
felice dal punto di vista geografico, le regioni limitrofe sono ricche di località significative dal
punto di vista storico, culturale ed enogastronomico. Di seguito troverete l’elenco delle mete
prescelte e delle date che prevedono un arco di tempo da marzo a fine maggio.
- Villa Romana del Varignano Vecchio (Le Grazie) sabato 15 marzo ore 10:00 (raduno
partecipanti ore 09:30 di fronte alla Chiesa parrocchiale, da raggiungere con mezzi
propri);
- Vinci (FI) - musei leonardiani; Empoli: monumenti e luoghi d’interesse
sabato 5
aprile;
- Langhirano (PR): castello di Torrechiara e museo del prosciutto e dei salumi tipici
della provincia sabato 3 maggio;
- Villa Hambury e il suo parco botanico; Ventimiglia: museo e grotte dei balzi rossi
venerdì 30 e sabato 31 maggio.
Ovviamente dettagli più precisi sulle mete che andremo a visitare vi saranno forniti al
momento; nel corso del prossimo incontro siete gentilmente pregate, laddove interessate, a
segnalare la vostra adesione e il numero eventuale dei partecipanti. Ribadisco che la
precedenza va alle Socie e loro famigliari, ma possono partecipare anche loro amici e
conoscenti.
Per quanto concerne la gita di fine maggio a Ventimiglia esistono alcuni vincoli che mi vedono
costretta a chiudere la lista degli iscritti entro e non oltre la fine di febbraio: poiché sarebbe
intenzione di pernottare presso una struttura logistica dell’Esercito che si trova a San Remo e,
per esperienza diretta, è comoda e conveniente anche dal punto di vista economico. Tuttavia,
da contatti già intrapresi con il Comando responsabile per le assegnazioni, ci è stato richiesto
di inoltrare domanda specifica con larghissimo anticipo inquanto la struttura è fortemente
richiesta e dal mese di aprile adotta un sistema di turni per la permanenza - similmente a
quanto avviene per i circoli Marina di Cortina, Terminillo, Ecc…
Con la presente, porgo anche i ringraziamenti da parte della nostra amica e Socia Graziella
Malandrino rivolti a tutte le persone che hanno voluto partecipare al dolore della famiglia.
Vi saluto caramente e vi attendo come sempre numerose al prossimo incontro.
La Spezia, 01 febbraio 2014
f.to
La Presidente
Ornella La Maestra
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PROGRAMMA ATTIVITÀ FEBBRAIO 2014
ASSEMBLEA
Mercoledì
12 febbraio
ore 16:00
A seguire conversazione con la D.rssa
Chiara
Borgini
Ufficiale
M.M.
(Psicologa)
Conferenza del Dr. Lorenzo
Tronfi
Martedì
18 febbraio
ore 16:30
Norman Rockwell: un illustratore e
un’idea d’America
Prima conversazione su Islam
ed Ebraismo
Mercoledì
26 febbraio
ore 16:30
D.rssa Vanda Basile e C.A. Eugenio La
Maestra
CIRCOLO UFFICIALI
Venerdì 14 febbraio: Festa di San Valentino
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LO SAPEVATE CHE
La cava preistorica di Valle Lagorara
Incantiamoci con i segni lasciati dall’estrazione di diaspro rosso1 da parte degli uomini
preistorici
La valle del Lagorara si trova nel Comune di Maissana, nell’alta val di Vara, in provincia di La
Spezia. È percorsa dal rio omonimo, che nasce dal Monte Verruga e scorre verso valle tra il
Monte Porcile e il Monte Scogliera. La zona, particolarmente ricca di castagni, si è conservata
intatta e presenta un paesaggio particolarmente bello nel quale il rosso del diaspro contrasta
con il verde dei castagni durante i mesi più caldi e con i toni del grigio e del marrone nel
periodo invernale. L'area di interesse archeologico è collocata ad un'altezza sul livello del
mare di circa 750 metri, in una fascia lunga alcune centinaia di metri situata, in gran parte, tra
il rio Lagorara e il versante occidentale del Monte Scogliera.
La cava è stata scoperta nel 1987 da Sergio Nicora di Maissana ed è stata poi oggetto di scavi
dal 1988 al 1995. Essa è stata principalmente sfruttata a partire dal IV millennio a.C.
corrispondente all’Età del Rame Hino a parte dell’Età del Bronzo. Nei millenni precedenti
l’uomo da nomade era diventato sedentario, da cacciatore-raccoglitore si era trasformato in
agricoltore ed allevatore oltre ad essere diventato perfetto ceramista ed artista. Egli iniziava
invece i primi approcci con i metalli e la loro fusione, aveva ancora bisogno della pietra per
costruire gran parte della sua attrezzatura. Durante il tempo di sfruttamento della cava,
l’uomo sperimentava i metalli e creava il bronzo: la lega di rame e stagno. Alla Hine dell’Età del
Bronzo, a causa della difficile reperibilità̀ di rame e stagno, l’uomo comincia a fondere il ferro
ed ormai il diaspro è diventato materia prima di poco conto. L’evoluzione dell’uomo non ha
fasi della stessa durata in tutto il pianeta.
Per le nostre zone esse si possono genericamente schematizzare in questo modo:
Periodo
Paleolitico
Mesolitico
Neolitico
Età del Rame
Età del Bronzo
Prima età del Ferro
Anni da oggi
2.500.000 - 10.000
10.000 - 8.000
8.000 - 5.000
5.000 - 4.000
4.200 - 3.000
3.000 -2.750
I manufatti in pietra sono tra i reperti più importanti nello studio della preistoria, in quanto,
essendo di facile conservazione, permettono di ricostruire la storia e la vita delle diverse
popolazioni. Le rocce che si prestano alla scheggiatura sono dure e resistenti e presentano
fratture particolari. La roccia più comunemente diffusa ed utilizzata è la selce, seguita da altre
rocce come il diaspro o l'ossidiana, quest'ultimo un vero e proprio vetro naturale di origine
vulcanica. In Valle Lagorara è molto comune un tipo di diaspro , altrove assai poco frequente,
di colore rosso-bruno o marrone- rossiccio, notevolmente duro, anche se fragile e facilmente
scheggiabile. Per questo motivo nella valle si producevano tantissime ogive, sbozzate su
entrambi i lati, che venivano poi scambiate come semilavorati per produrrre poi punte di
freccia ed altri utensili.
1 l diaspro (parola di origine persiana) è una roccia sedimentaria mono-mineralogica, ossia formata da un unico minerale,
composta da quarzo (SiO2), e contenente sovente alcune impurità, solitamente atomi di ferro che conferiscono alla roccia
vivaci colorazioni, rendendola ricercata come pietra semi-preziosa per la lavorazione in opifici.
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Marguerite Duras
“Bocca di Magra era il suo paradiso”
Agli inizi del ‘900 un gruppo di intellettuali e artisti aveva scoperto la foce del Magra quando
Fiumaretta e Bocca di Magra erano ancora località poco note e ….. quando ancora si
attraversava il fiume su barche a remi.
Venivano da Milano come Giulio Einaudi, Elio Vittorini, Vittorio Sereni, Italo Calvino, Cesare
Pavese o addirittura dalla Francia: Sartre, Simone de Beauvoir, Marguerite Duras.
Tutte queste presenze avevano fatto sì che in breve si formasse una leggenda sul luogo, come
se si trattasse di una sorta di Arcadia di artisti impegnati…; in realtà niente era più lontano
dall’intenzione e dal modo di vivere degli interessati, che,
nella particolarità geografica e
topografica del luogo, cercavano soltanto quiete e isolamento.
Inge Feltrinelli, ricordando quegli anni, diceva: “Marguerite passava tutte le estati a Bocca di
Magra, con Elio Vittorini. Per lei l’ Italia era Vittorini…. e Bocca di Magra era il suo paradiso”
Marguerite era Marguerite Duras, il cui vero nome era Marguerite Donnadieu, nata nel 1914,
a Gia Dinh, in Cocincina, l’attuale Vietnam del sud, allora colonia francese, dove aveva passato
l’infanzia e l’adolescenza.
Nel 1943, a 29 anni, esordisce in letteratura con Les Impudents . Un libro ancora da scrittrice
esordiente ma che contiene già quelli che saranno poi i suoi temi forti : illusioni perdute,
“l’impudenza dell’amore”.
I suoi scritti si distinguono subito per diversità e modernità; rinnoverà il romanzo e
sconvolgerà tutte le convenzioni teatrali e cinematografiche. Nonostante la difficoltà dei suoi
scritti, il suo successo diventa inarrestabile: Una diga sul Pacifico, Moderato cantabile,
Hiroshima, mon amour. Ma il vero successo arriva nell’84 con L’Amant, uno splendido
romanzo ma soprattutto un fenomeno sociale: Esotismo ed Erotismo sono le ragioni della
presa del libro sul grande pubblico. Per questo suo romanzo viene insignita del premio
letterario piu’ prestigioso di Francia, il Premio Goncourt.
Personalità spigolosa, ora vivace ora distruttiva, difficilmente collocabile nel contesto del
cinema e della letteratura francese, detestava ogni imposizione, ogni regola. Marguerite Duras
muore nel 1996, a Parigi all’età di ottantuno anni. Aveva attraversato e a suo modo riempito,
con la sua voce provocatoria, tutto il XX° secolo, dalle languide praterie dell’ Indocina al vivace
mondo intellettuale di Saint Germain des Prés. Una lunga vita ! Una vita intensa. Aveva scritto
una quarantina di libri ed era diventata punta di diamante dell’élite culturale di Parigi. Oltre
alla scrittura, si era occupata di teatro, di cinema, aveva diretto 16 film, aveva persino recitato
accanto a Belmondo e a Dépardieu.
Nutriti dalla sua infanzia, i suoi lavori continuano a dar forma al suo universo asiatico.
Riprendendo non solo gli stessi temi ma anche gli stessi personaggi, gli stessi luoghi, sviluppa
dei Cicli , quello dell’Indocina, quello dell’India.
Ma quello che resta significativo e originale in lei è l’uso del linguaggio : una lingua breve,
arcaica, senza grammatica che spessissimo assomiglia al linguaggio parlato.
Inventa una scrittura particolarissima, piena di silenzi: crea opere che sono nello stesso
tempo racconti, poemi in prosa, sceneggiature.
Ma torniamo a Bocca di Magra che, come abbiamo visto, lei amava molto, tanto che nei suoi
scritti parla più volte di ….Rocca.
Nel romanzo, "Il marinaio di Gibilterra", sviluppo nuovo di un tema antico, quello del viaggio,
Marguerite descrive questo ambiente che conosce bene. Qui la ricerca dell’uomo amato
diventa l’unico modo per sopravvivere a se stessi. È la ricerca della felicità.
“I cavallini di Tarquinia” è ancora il romanzo di vacanze passate a Bocca di Magra: alla fine di
una strada, ai piedi di una montagna, davanti ad un imbarcadero, un albergo, una balera,
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l’estuario di un fiume. Marguerite Duras vi moltiplica dialoghi e discussioni oziose sul senso
dell’amore.
Ancora un ricordo di Bocca di Magra in Savannah Bay, pièce teatrale scritta dalla Duras nel
1982 . Qui l' amore, la morte, la memoria ruotano concretamente intorno a uno scoglio bianco
: “E' un luogo reale che a poco a poco è diventato un luogo teatrale…”.
Chi era dunque Marguerite Duras ? Un critico, Pascal Bonitzer aveva scritto nel Magazine
littéraire: « Duras, c’est un scandale ».
La sua biografa Laure Adler dice di lei : “Esperta nell’autobiografia, professionista della
confessione, ha indossato tante maschere e si è talmente compiaciuta a confondere le piste
che è quasi una scommessa voler distinguere la verità dalla finzione”.
Leggere i suoi libri è qualcosa di più di una bella lettura, è qualcosa di suggestivo, di
coinvolgente, a volte forte, crudo, scioccante ma… sempre magico, surreale, ricco d’ombre e di
mistero.
Annalisa Taccoli Giorio
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GIORNATA DELLA MEMORIA 28 gennaio 2014
È il giorno in cui dedichiamo un'attenta riflessione pubblica intorno a ciò che ereditiamo sulle
vicende dell'olocausto e ci interroghiamo se siamo in grado di gestirle con sufficiente lucidità.
La memoria dei figli o dei parenti di coloro che sono tornati è fatta di storie ascoltate, di
parole carpite, ma anche di silenzi, di solitudini, di sensazioni. È necessario mettere la nostra
attenzione su questa giornata e riflettere sul passato che consenta di capire quali opportunità
culturali e civili ci siano affinché niente di ciò che è stato si debba ripetere.
In particolare quest’anno, nell’ambito del nostro annuale incontro dedicato alla "Giornata
della Memoria" si è svolta la lettura del testo "Yossl Rakover si rivolge a Dio". Questo brano è
considerato il vero testamento di un ebreo che, poco prima di morire, lascia la sua ultima
lettera ritrovata in una bottiglia di vetro "tra cumuli di pietra carbonizzate e ossa umane"
all'interno del ghetto di Varsavia.
"Yossl Rakover si rivolge a Dio" è pura letteratura, un testo scritto in una sola notte da Zvi
Kolitz scrittore lituano nato a Alytus nel 1919. Il testo fu pubblicato nel 1946 su una rivista
yiddish mentre lo scrittore si trovava a Buenoa Aires.
Nella parte finale del libro il grande filosofo Emmanuel Levinas si esprime su questo testo
elevandolo a "un salmo moderno" e definendolo "una bellissima preghiera".
Ritengo personalmente che la suggestione e l'incanto contenuti in un libro possono superare i
limiti imposti dalla storia e dal tempo. Yossl Rakover..... ne è la prova.
Vanda Basile
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