Valli Giudicarie e Rendena 46 venerdì 19 settembre 2014 MADONNA DI CAMPIGLIO Realizzò il complesso di Rio Falzè. Aveva 95 anni l'Adige MADONNA DI CAMPIGLIO Fatale ad Andrea Olivieri la caduta dalla scala Il noto imprenditore è deceduto sul colpo Andrea Olivieri è stato uno degli imprenditori che hanno lanciato Madonna di Campiglio GIULIANO BELTRAMI MADONNA DI CAMPIGLIO - E’ uscito di scena improvvisamente Andrea Olivieri, perché, nonostante avesse 95 anni e si muovesse con il bastone, voleva andare, andare. La sua vivacità gli è stata fatale: uscendo di casa di buon mattino, è caduto dalle scale ed è spirato. Inutili i soccorsi. E’ una parola grossa dire che se ne va una sorta di istituzione? Quelli che lo hanno conosciuto non hanno dubbi. Ed è un’altra parola grossa dire che ha vissuto una vita tanto intensa da potersi definire avventurosa? Sardo della Maddalena, isola cui era legato, nonostante fosse lontano da decenni, e che conosceva fin nei meandri più nascosti, aveva fatto la scuola di marina a La Spezia, e durante la seconda guerra mondiale fu arruolato nei sottomarini. Poi si imbarcò sulla corazzata Littorio, che fu affondata nel porto di Taranto. L’8 settembre del ’43 fu fatto prigioniero, ma scappando si ruppe un piede. Non potendo rientrare in Sardegna (quelli eran tempi in cui andar per mare era rischioso, se non impossibile), accettò l’invito di un commilitone di Darzo, Isacco Bonenti, GIUDICARIE ed arrivò in Trentino. Qui cominciò la sua seconda vita. Conobbe Cornelia Beltrami, che sposò nel 1947. Nel frattempo cominciò a lavorare alla Maffei (che allora possedeva una delle più grandi miniere d’Europa di solfato di bario, proprio sulla montagna di Darzo) e contemporaneamente si mise a studiare da geometra, conseguendo il diploma nel 1953. Per 18 anni ha lavorato alla Maffei, finché ha deciso di spostarsi a Madonna di Campiglio e di mettersi in società con l’impresa Grassi, che lavorava nella «Perla delle Dolomiti di Brenta». Erano gli anni dello Bilancio di «Campus Yes» sviluppo edilizio di Campiglio, e il cognato, Mariano Beltrami, ingegnere, direttore delle costruzioni, lo volle con sé. Ad un certo punto Olivieri si staccò dai Grassi per mettere in piedi una sua impresa. Con il passare degli anni si allargò ben oltre Campiglio, dando vita, insieme al figlio Oliviero, ad una azienda di multiproprietà che si sarebbe espansa in tutta Italia: Cala Rossa in Sardegna, Sappada, Cortina, Metaponto... Nella vita ci stanno anche le sofferenze, e una di queste è stato il naufragio dell’azienda. Ma Andrea Olivieri non si è mai perso d’animo. DARZO Nel 1975 balzò agli onori della cronaca per un suo ritorno in Sardegna. Era l’epoca in cui infuriava l’anonima sequestri, e nelle grinfie dei rapitori finì Italo Maffei, l’imprenditore che aveva lo stabilimento a Darzo e la cava a Giustino. Olivieri, che era un generoso, forse anche un po’ incosciente, ma certamente coraggioso, si offrì dicendo: «Io parlo sardo e con loro mi capisco!». Lo scambio avvenne, ma la trattativa fu molto dura e rischiosa. Alla fine, dopo che il riscatto fu pagato, venne liberato anche lui, ma poi le forze dell’ordine intercettarono i rapitori e ci fu uno scontro a fuoco: infatti a lungo Andrea ha temuto vendette. Vita avventurosa. A 80 anni capottò con la macchina; prima finì nel Sarca di Campiglio con il camion dei suoi operai. Sempre uscito indenne o quasi. Vivace fino all’ultimo. A Darzo ricordano che fino a poco tempo fa partecipava alle feste degli alpini, lui che era stato marinaio, ma era diventato uno di loro. Sono in tanti a piangere la sua scomparsa, insieme alla moglie Cornelia ed ai figli Marco, Paolo, Margherita e Laura. Il funerale avrà luogo domani alle 14,30 nella chiesa di Campiglio. No agli impianti sci a Serodoli: raccolte oltre 4 mila firme TRENTO - Oltre 4 mila firme, raccolte in pochi mesi, in calce alla petizione popolare «Fermare l’espansione delle aree sciistiche in Provincia di Trento». Sono prevalentemente di origine italiana, ma i nomi in elenco rivelano il coinvolgimento di 44 diverse nazionalità. Le firme sono state spedite dall’«Osservatorio spontaneo sul rispetto per l’ambiente nella provincia di Trento» al presidente della Provincia Ugo Rossi, al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, alla presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini e al presidente del Parco Naturale Adamello Brenta Antonio Caola. «Pur avendo l’opportunità di cavalcare l’onda mediatica “Daniza” con la possibilità di raccogliere centinaia di migliaia di firme in poche ore» spie- gano i promotori «abbiamo preferito ritirare la petizione e consegnare le firme ora, per rimarcare che l’iniziativa è partita in Giudicarie a seguito della proposta di espansione sciistica in area Serodoli - Madonna di Campiglio, e che le firme raccolte sono il frutto del semplice passaparola di persone innamorate del Trentino, residenti e non solo, che si identificano per l’occasione con il termine “Osservatorio spontaneo sul rispetto dell’ambiente nelle Provincia autonoma di Trento”». Rivolgendosi ai quattro interlocutori istituzionali, viene auspicato: «Nell’accogliere una proposta come questa, partita dal basso e presentata in un momento cruciale, avete la possibilità e la responsabilità di dare impulso a una lenta ricostruzione della nostra immagine nel mondo. Fatene buon uso!». Racconti, immagini e musica sul primo conflitto, ma anche sport e pizza in piazza Una bella esperienza Fra i racconti di guerra, stasera torna la sagra GIUDICARIE - Grande soddisfazione e apprezzamento è stata espressa dai ragazzi che hanno vissuto in prima persona l’esperienza formativa del Campus YES, tenutosi nel corso di un week-end per iniziativa della Comunità delle Giudicarie e di tutte e sette Casse Rurali giudicariesi. Un team di esperti formatori ha guidato i partecipanti in una serie di attività outdoor e di team building per testare i propri limiti e le proprie potenzialità, per migliorare il proprio modo di comunicare e di relazionarsi con gli altri e per acquisire nuovi strumenti. Attività all’aria aperta ideate e progettate per promuovere un weekend all’insegna dell’avventura e della scoperta, così da coniugare divertimento e formazione. Il Campus, tenutosi presso il Rifugio Pont’Arnò in Val di Breguzzo, è il frutto di una positiva collaborazione tra la Comunità delle Giudicarie e le sette casse rurali che hanno promosso e sostenuto l’iniziativa. DARZO - Ha superato il mezzo secolo di vita e torna stasera la sagra di Darzo, organizzata dalla Pro loco e dedicata alla Madonna Addolorata, anzi, per dirla con i darzesi, alla «Nossa Madona». Si comincerà con la guerra e si finirà con la guerra. In mezzo giochi, musica, sport e convivio. Stasera «Darzo 100 anni dopo: ricordi di guerra», rammentando con racconti, immagini e musica la Prima guerra mondiale. Darzo, nel- le immediate retrovie del fronte, fu segnato dall’evento, tant’è che la piazza è dedicata al XVI Reggimento Artiglieria. Domattina visita guidata alle chiese e ai capitelli del paese, che si concluderà a San Michele, la «cesa vecia», gioiello restaurato dei primi del ‘500. Pomeriggio dedicato allo sport, con le partite di calcio e pallavolo tra Darzo di Sopra e Darzo di Sotto, cui seguiran- no l’aperitivo e la pizza in piazza, che l’anno scorso ottenne un grande successo. Serata dedicata alla musica, con il Soft Jazz Trio» (gruppo di musicisti locali di qualità), seguito nella tarda serata dal dj. Domenica, giornata dedicata alla comunità e alla parte religiosa della Sagra: alle ore 10 Messa e processione lungo le vie del paese, poi tutti in piazza per aperitivo e pranzo a base di polenta e spiedo. Nel pomeriggio spazio alla tradizionale tombola. Alla sera, dopo il buffet in piazza, spazio al teatro. Sul palco la filodrammatica La Busier di Praso, che metterà in scena «Diari di Guerra», spettacolo drammatico in memoria del centenario della Grande guerra che nasce da un’idea di Gilberto Bazzoli (giovane impegnato che morì l’anno scorso, travolto da una valanga) ed ispirato al libro dello storico Quinto Antonelli. G.B. R4091910
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