I Minibond come strumento alternativo di finanziamento

I mini-bond come strumento
alternativo di finanziamento
Topic CFO - BAA Bocconi
“Finanziare lo sviluppo con i Minibond”
Maurizio Belli
Financial Innovations
Milano, 8 maggio 2014
Milano | Via Filippo Turati, 9 - 20121
Padova | Via G.A. Longhin, 83 - 35129
tel. 02 809500 | fax 02 86998634
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Indice
 Quali prospettive per un mercato dei “minibond”?
 Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti?
 Il pricing e i costi connessi all’emissione
 Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente
 Considerazioni conclusive
2
Le opportunità del Decreto Sviluppo …
•
Il Decreto Sviluppo (*) ha introdotto importanti novità in tema di strumenti finanziari
a disposizione delle imprese:
– aprendo l’accesso al mercato dei capitali anche alle imprese non quotate
– consentendo l’emissione di obbligazioni e cambiali finanziarie con gli stessi
benefici fiscali previsti per gli emittenti quotati
– eliminando i limiti civilistici esistenti
– dando alle imprese, anche di piccola (**) e media dimensione, la possibilità di
ridurre la propria dipendenza dal credito bancario
(*)
Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese, convertito in Legge con
modificazioni il 7 agosto 2012. Successivamente modificato con il Decreto Legge 18 ottobre 2012, n.179 (Decreto
Sviluppo II) convertito in Legge con modificazioni il 17 dicembre 2012.
(**) Sono escluse le micro-imprese (organico < 10 addetti, fatturato <2 milioni di euro)
3
… e le integrazioni del Decreto Destinazione Italia
•
Alle novità del Decreto Sviluppo aggiungono le integrazioni del recente Decreto
“Destinazione Italia” che ha introdotto ulteriori benefici, in particolare:
–
la possibilità anche per i minibond di applicare, in via opzionale, l’imposta
Sostitutiva dello 0,25% sulle garanzie;
–
la possibilità per Fondi pensione e Assicurazioni di investire parte delle Riserve
Tecniche direttamente in “minibond”, titoli di cartolarizzazione o in quote di
fondi che investono in minibond (4% direttamente in minibond + 4%
indirettamente in Fondi Chiusi che investono in minibond)
–
la disapplicazione della ritenuta del 20% sui proventi corrisposti dai titoli non
quotati, se sottoscritti da fondi d’investimento.
–
la possibilità del Fondo Centrale di Garanzia di rilasciare garanzie a favore dei
Fondi che sottoscrivono il minibond
–
la possibilità per le banche di utilizzare eventuali titoli derivanti dalla
cartolarizzazione di minibond come garanzia collaterale per le operazioni di
rifinanziamento presso la BCE
4
Finalmente ci sono i presupposti perché
il mercato dei capitali sia attraente anche per le PMI

Eliminazione dei limiti all’emissione e degli svantaggi fiscali per emittenti non quotati e
sottoscrittori di strumenti finanziari di soggetti non quotati (Decreto Sviluppo e succ.)

Stante il basso livello della curva dei tassi, il costo assoluto del debito è ancora a livelli
interessanti per gli emittenti

Il mispricing del credito bancario a medio – lungo termine è al momento superato e le
condizioni dei prestiti alle imprese sono ora più allineate ai rendimenti delle
obbligazioni di pari durata
5
Il mispricing a favore del credito bancario a medio - lungo termine
rispetto al mercato dei capitali è ormai superato
6,000
5,000
4,000
3,000
2,000
1,000
Spread su finanziamenti oltre 5 anni
gen-14
nov-13
set-13
lug-13
mar-13
mag-13
gen-13
nov-12
set-12
lug-12
mag-12
mar-12
gen-12
nov-11
lug-11
set-11
mag-11
mar-11
gen-11
nov-10
set-10
lug-10
mag-10
mar-10
gen-10
set-09
nov-09
lug-09
mag-09
mar-09
gen-09
nov-08
set-08
lug-08
mag-08
gen-08
mar-08
nov-07
set-07
lug-07
mag-07
mar-07
0,000
ITRAXX 5 anni medio mese
Fonte: Bloomberg e Banca d’Italia
Note: ITRAXX Senior Financial 5y (SNRFIN CDSI GEN 5Y) è un indice che replica lo spread medio dei CDS a 5y di 25 società finanziare
europee “investment grade”.
6
Quali sono i vantaggi per gli emittenti?
1. Minore dipendenza dal sistema bancario in un mercato del credito ancora “in
contrazione” con prospettive future molto vincolate alla possibilità, da parte del
sistema bancario italiano, di aumentare il capitale “Core Tier 1” (Basilea 3)
2. Disponibilità di risorse finanziarie a medio termine anche per nozionali significativi
3. Costi competitivi rispetto ai finanziamenti bancari per pari scadenza (se bond>€ 3 mil)
4. Valutazione del merito di credito basata su dati storici ma anche su informazioni
qualitative e prospettiche (business plan)
5. Crescita culturale ed evoluzione organizzativa indotta dall’apertura al mercato dei
capitali
6. Maggiore “Visibilità”, in particolare verso la comunità finanziaria domestica e
internazionale
7
Quali sono i vantaggi per i sottoscrittori di un “minibond”?
1. Rendimento maggiore dei titoli di stato su controparti solide (investment grade)
2. Rischio diversificato rispetto ad investimenti alternativi tipo High Yeld o Private
placement (es. con 10 milioni si può investire in almeno 5 controparti)
3. Impatto positivo sull’economia del territorio di riferimento (reinvestimento del
risparmio “italiano” su imprese “italiane”)
8
Quali prospettive per la nascita di un mercato dei “minibond”?
•
Ad oggi, le operazioni (minibond) presenti sull’ExtraMOT PRO sono state
prevalentemente sottoscritte direttamente da singoli investitori (Family Offices, Asset
manager, Banche) e costituiscono un primo test di mercato
•
La maggior parte degli investitori su questa nuova “asset class” sono italiani o
operanti sulla base di capitali italiani; banche e asset manager si stanno organizzando
con veicoli d’investimento nella forma del “Fondo Chiuso” (si contano circa 18
iniziative in fase di avvio)
•
La sfida è … se i Fondi chiusi, che svolgeranno questo compito di “pionieri”, saranno
in grado di favorire la crescita della liquidità sul mercato secondario per attirare altri
investitori (italiani e stranieri)
9
Quali prospettive per lo sviluppo di un mercato dei “minibond” ?
•
Lo sviluppo di un mercato secondario liquido dipenderà sostanzialmente da quattro
fattori:
 L’operatività dei fondi chiusi, con il ricorso all’ ExtraMOT PRO come un luogo di
scambio e co-investimento
 L’inserimento di questo tipo di strumento (minibond e cambiali) nelle scelte
d’investimento di altri investitori istituzionali (assicurazioni e fondi pensione)
 L’ingresso di capitali esteri (confortati dagli investimenti di capitali italiani)
 La disponibilità di un elevato numero di emittenti “solidi”
10
Indice
 Quali prospettive per un mercato dei “minibond”?
 Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti?
 Il pricing e i costi connessi all’emissione
 Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente
 Considerazioni conclusive
11
Requisiti giuridici, finanziari e informativi
•
Requisiti formali
 Società di capitali
 Bilancio sottoposto a revisione legale (per quotazione a ExtraMOT PRO)
 Investitori qualificati
•
Requisiti di mercato (attuali orientamenti degli investitori )
 Solidità finanziaria (rating investment grade o disponibilità di garanzie collaterali)
 Importo emissione a partire da euro 2 milioni (rapporto fra costi di strutturazione e benefici)
 Risorse finanziarie a supporto di progetti di crescita (no ristrutturazione o sostituzione del
debito bancario)
•
Requisiti informativi
 Revisione del bilancio (nel caso di quotazione)
 Rating emittente
 Disponibilità di un business plan “credibile”
 Processi e sistemi dell’area amministrazione e controllo in grado di produrre un reporting
periodico (bilanci di periodo e forecast ec-patrimoniale con frequenza almeno semestrale)
12
Ad oggi, quante sono le imprese “target” per i “minibond” ?
Criteri di selezione
•
Fatturato compreso fra € 10 – € 500 milioni (size minima minibond € 2-3 milioni)
•
Ricorso al debito commisurato alla redditività (Debiti onerosi/Ebitda < 5 )
•
Ricorso al debito non troppo elevato (Posizione finanziaria netta/Patrimonio netto < 3)
13
… è quindi un mercato per poche imprese “Elette” ?
Nome regioni
460
35
1.360
5.511
289
Liguria
359
2.173
1.942
997
180
415
197
1.112
25
117
334
687
47
91
352
Tot. imprese target
16.683
Fonte: elaborazione Financial Innovations su dati Aida Bilanci 2012
Numero
delle
società
Lombardia
5.511
Veneto
2.173
Emilia Romagna
1.942
Piemonte
1.360
Lazio
1.112
Toscana
997
Campania
687
Trentino Alto Adige
460
Marche
415
Friuli Venezia Giulia
359
Sicilia
352
Puglia
334
Liguria
289
Abruzzo
197
Umbria
180
Sardegna
117
Calabria
91
Basilicata
47
Valle d’Aosta
35
Molise
25
14
Quante potrebbero essere le aziende target?
di cui fuori target
Classe fatturato
Numero aziende PFN Non Disponbile
(€ mln)
PN/ Tot Att. ≤ 5%
Ebitda ≤ 0
PFN/Ebitda > 5 &
PFN/PN ≥ 3
PFN/Ebitda > 7 &
PFN/PN < 3
250-500
649
2
51
26
26
50
50-249
4.966
7
455
259
324
495
10-49
20.292
155
2.529
1.301
1.476
2.068
164
3.035
1.586
1.826
2.613
SUB TOTALE
Tot. Aziende ITALIA 25.907
Totale aziende fuori target : 9.224
di cui potenzialmente ammissibili
Classe fatturato
Numero aziende
(€ mln)
PFN attiva
PFN/Ebitda < 1
1 ≤ PFN/Ebitda < 3 3 ≤ PFN/Ebitda < 5
5 ≤ PFN/Ebitda > 7
& PFN/PN <3
250-500
649
176
74
128
89
27
50-249
4.966
1.270
524
740
590
302
10-49
20.292
5.169
1.744
2.610
2.101
1.139
6.615
2.342
3.478
2.780
1.468
SUB TOTALE
Tot. Aziende ITALIA 25.907
Totale target ammissibili : 16.683
Fonte: elaborazione Financial Innovations su dati Aida Bilanci 2012
15
Indice
 Quali prospettive per un mercato dei “minibond”?
 Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti?
 Il pricing e i costi connessi all’emissione
 Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente
 Considerazioni conclusive
16
I costi connessi allo strumento “minibond”
Componente del costo
Descrizione
Periodicità
Tasso di interesse
Dipende dal titolo emesso, dal rating
dell’emittente e dalle garanzie
richieste
Semestrale
Costi legali
Adattamento del term sheet
“standard” dell’investitore alle
specifiche dell’operazione
Una tantum
Società di revisione
Revisione del bilancio e
su richiesta dell’investitore
limited review di alcune poste
Una tantum o annuale,
a seconda dei casi
Business Plan
Costi di realizzazione del Business
Plan.
Può essere richiesta una Business Plan
Review da parte dell’investitore
Una tantum
Rating
Calcolo del rating consuntivo e
prospettico
Annuale
Report informativo
periodico
Produzione a favore dell’investitore
di un report trimestrale o semestrale
Trimestrale o
Semestrale
Fees di collocamento
Se l’emissione richiede la ricerca di
più investitori (Fondi chiusi e non)
Una tantum
17
Costi di emissione: spread
Il tasso di interesse dovrà essere negoziato dall’emittente e dipenderà dai seguenti
elementi:
a) Rischiosità dell’emittente (Rating)
b) Spread delle obbligazioni corporate sui mercati principali (per rating equivalente)
c) Tipologia di titolo emesso (senior, subordinato con partecipazione ,…)
d) Garanzie (eventuali): fidejussioni , pegni o privilegi speciali , etc
e) Livello degli spread sui finanziamenti bancari a medio – lungo termine
Fascia di rischio
emittente
Rating Moody’s Analytics
Spread su IRS 5Y
Fascia 1
Aa1 – Aa2 – Aa3
3,00% - 3,75%
Fascia 2
A1 – A2 – A3
3,50% - 4,25%
Fascia 3
Baa1 – Baa2
4,00% - 5,25%
Fascia 4
Baa3
5,00% - 6,25%
Fascia 5
Ba1
6,00% - 7,50%
18
Costi di emissione: tasso minimo per investitore razionale
Tasso rendimento BUND YTM 5 Y
0,67%
+ Spread BTP-BUND 5 Y
1,54%
+ Premio rischio controparte Baa3
0,64%
+ Premio per illiquidità emittente
2,50%
= Tasso minimo emittente Baa3
5,36%
Ipotesi con un rischio emittente pari ad una PD (probability of default) dello
0,66%, corrispondente alla classe Baa3 Moody’s (Investment grade)
Fonti: Bloomberg e Moody’s Analytics
19
Costi di emissione: costi legali
Si tratta del costo a carico dell’emittente di personalizzazione del term sheet contrattuale
predisposto dall’investitore, ad esempio relativamente ai seguenti aspetti:
— revisione dello statuto della società emittente (ove necessario)
— revisione/redazione del verbale relativo alla delibera di emissione/ammissione a
quotazione sull’ExtraMOT dei Minibond
— redazione del regolamento del prestito
— redazione del documento per l'ammissione alla negoziazione dei Minibond sull’
ExtraMOT
— assistenza legale per la procedura di ammissione alla negoziazione dei Minibond sull’
ExtraMOT
— redazione (ove previsto) del contratto di sottoscrizione dei Minibond
— closing certificate
— validazione del term sheet
— redazione (ove necessario) di un contratto per il conferimento dell'incarico di banca
agente relativo, tra l’altro, ai pagamenti sui Minibond
Si stima un costo una tantum compreso tra lo 0,50% e lo 0,75% del valore nominale
dell’emissione.
20
Costi di emissione: revisione e limited review
Oltre al costo per la revisione del bilancio annuale (a partire da € 10.000 -15.000),
in alcuni casi, in fase di istruttoria, l’investitore potrebbe richiedere una limited review
specifica su alcune poste di bilancio.
Il costo di una limited review (es. crediti e rimanenze) potrebbe essere:
Fatturato
Euro/milioni
Società Commerciale
Società Produttiva
5
2.800
4.000
10
4.000
5.200
20
5.600
6.800
30
7.600
8.800
21
Costi di emissione: predisposizione e verifica del business plan
In fase d’istruttoria, l’investitore richiede un Business Plan che deve essere predisposto dal
potenziale emittente (con eventuale collaborazione dell’Advisor Finanziario)
In alcuni casi l’investitore potrebbe richiedere anche una Business Plan Review, ossia,
un’analisi , da parte di un advisor indipendente volta a verificare la “solidita” del Piano
Indicativamente, a seconda della dimensione aziendale, tale costo potrebbe essere:
Fatturato
Euro/milioni
Costo una tantum in €
5
4.000
10
4.500
20
5.000
30
6.000
oltre
da definire
Su questo punto potrebbero esserci ulteriori costi annuali a carico dell’emittente, qualora
l’investitore richieda e/o sia chiamato ad analizzare una nuova versione del Business Plan
22
Costi di emissione: valutazione del merito creditizio

Il Rating non è obbligatorio per l’emissione è a discrezione dell’investitore

Il costo varia in funzione del fatto che il Rating sia ad uso interno od esterno

Indicativamente può partire da € 15.000

Tuttavia, esiste anche la possibilità di usare modelli di rating, dedicati alle imprese
non quotate , come ad esempio il modello Riskcalc Italy di Moody’s Analytics.

In questo caso, il costo complessivo della valutazione (rating consuntivo + scoring
andamentale + rating business plan) potrebbe essere:

Scenari
Costo annuale in €
Base
1.500
+ 1 scenario BPlan
2.800
+ 2 scenari BPlan
4.000
Solitamente l’investitore richiede un aggiornamento del rating su base annuale
23
Costi di emissione: listing fee Extra MOT PRO
Corrispettivi per la quotazione all’ExtraMot PRO
Price List di quotazione
 Corrispettivo unico di quotazione pari a 500 euro per Strumenti
Finanziari se già quotato in altro mercato o MTF
 Corrispettivo unico di quotazione di 2.500 euro per SF
indipendentemente dalla durata
 Nessun corrispettivo durante la vita dello strumento
Fonte: Borsa Italiana
24
Costi di emissione: fees di collocamento/ricerca investitori

Nel caso l’emissione non venga integralmente sottoscritta da un singolo fondo chiuso,
l’emittente potrebbe avere la necessità di essere supportata da un “advisor/banca” per
la ricerca di più investitori

E’ un’attività che normalmente viene remunerata a success fee

A seconda della dimensione dell’emissione varia fra 1% - 2%
25
Totale costi di emissione a carico dell’emittente (1/2)
Ad esempio, ipotizzando come emittente un’impresa produttiva con 30 mil Eur, i costi a carico
dell’impresa possono essere i seguenti:
Una tantum all’emissione: 0,44% – 1,00%
Emissione
Euro/milioni
2,5
5
10
15
Costo una tantum in %
valore emissione(*)
1,00%
0,52%
0,46%
0,44%
Annuali: 0,08% - 0,46%
Emissione
Euro/milioni
2,5
5
10
15
Costo annuo in % valore
emissione(*) (**)
0,46%
0,23%
0,12%
0,08%
(*) I costi una tantum comprendono: costi legali + costo rating bilancio e andamentale + costo limited review su alcune poste del bilancio
(**) Il costo annuale include una limited reviw su alcune poste di bilancio e l’aggiornamento del rating (bilancio con 1 analisi di scenario + rating
andamentale), il costo non include l’eventuale costo per il reporting semestrale, ipotizzando che l’emittente vi provveda in autonomia.
26
Totale costi di emissione a carico dell’emittente (2/2)

Emittente: Società produttiva con fatturato di € 30 milioni
 Prestito obbligazionario:
 Valore nominale € 5 milioni
 Tasso di interesse: 5,5% fisso
 Scadenza 5 anni
 Rimborso Bullet
 Costi di emissione una tantum: 0,52% del valore nominale
 Costi annuali : 0,23% del valore nominale
Costi per
l’emittente (€)
Anno 1
Costi di emissione
una tantum
26.000
Interessi passivi
275.000
Costi annuali
Anno 2
Anno 3
Anno 4
Tasso annuo
equivalente
TOTALE
COSTI
26.000
275.000
275.000
275.000
275.000
1.375.000
11.500
11.500
11.500
11.500
46.000
Rimborso
dell’obbligazione
TOTALE
Anno 5
5.000.000
301.000
286.500
286.500
286.500
5.286.000
1.447.000
5,79%
27
Indice
 Quali prospettive per un mercato dei “minibond”?
 Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti?
 Il pricing e i costi connessi all’emissione
 Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente
 Considerazioni conclusive
28
Il processo di investimento di un fondo chiuso (1 di 2)
Il processo di investimento si svolge in più fasi:
Valutazione preliminare
•
-
•
deal flow: pre-selezione delle opportunità di investimento, ossia delle aziende target, in
collaborazione con soggetti coinvolti nell’attività di origination (es. Associazioni di categoria,
Investitori del Fondo e Fondi co - investitori, …)
Valutazione Fase 1
- valutazione dell’imprenditore e dell’azienda: l’Investment Team procede ad analizzare la società
Target
-
l’Investment Team sottopone l’operazione al Consiglio di Amministrazione della SGR attraverso
un Investment Memorandum, che include:
- la valutazione del rischio emittente;
- la valutazione della proposta dell’operazione di investimento: definizione della struttura
dell’operazione di investimento, comprensiva dell’eventuale piano di ammortamento, delle
eventuali garanzie, degli spread e delle altre principali condizioni;
–
il Consiglio di Amministrazione, dopo aver analizzato il memo predisposto dall’Investment
Memorandum delibera in merito alla prosecuzione del processo di investimento e indica la
tipologia di approfondimenti necessari
29
Il processo di investimento di un fondo chiuso (2 di 2)
•
Valutazione Fase 2
− Successivamente alla delibera “favorevole” del CDA, l’Investment Team coordina le attività di
approfondimento , su alcuni punti critici (in particolare segnalati dal CDA) quali ad esempio:

mercato (potenzialità e rischi di mercato del business in cui opera il proponente)

tecnologia (sostenibilità dal punto di vista tecnologico del business model del proponente)

finanza (sostenibilità del piano economico-finanziario , anche attraverso analisi di stress test)

legali (definizione problematiche di natura legale, da inserire nel contratto con il proponente)

contabili (es. consistenza di alcune poste di bilancio – limited review )

fiscali (rischi attuali o potenziali)

ambientali (confronto dell’operatività aziendale con le regolamentazioni e le legislazioni
vigenti).
Le attività di due diligence possono essere affidate anche a consulenti /revisori esterni.
− L’Investment Team sottopone nuovamente l’operazione al Consiglio di Amministrazione per
l’approvazione dell’Investimento, con il supporto di tutta la documentazione.
30
Il processo di selezione degli emittenti : esempio Fondo chiuso
(SGR)
Info memo
e business
plan
Valutazione
preliminare
emittente
Prima
ipotesi di
strutturazione
emissione
Analisi
Bilancio
Business
Plan e
Rating
Selezione
investimento
Strutturazione,
Pricing,
dettagli
contrattuali
1 CDA
INV.
2 CDA
INVESTMENT TEAM
Advisor
e/o Emittente
Advisor legale
Advisor legale
Associazioni di
categoria
Auditors per
Limited review
(eventuale)
Potenziale
Emittente
INVESTITORI
Co-investitori
(eventuale)
Co-investitori
(eventuale)
Valutazione
preliminare
Valutazione Fase 1
Valutazione Fase 2
31
Il processo di selezione degli emittenti : tempi
(SGR)
Info memo
e business
plan
Valutazione
preliminare
emittente
Prima
ipotesi di
strutturazione
emissione
Analisi
Bilancio
Business
Plan e
Rating
Selezione
investimento
Strutturazione,
Pricing,
dettagli
contrattuali
1 CDA
INV.
2 CDA
INVESTMENT TEAM
Valutazione
preliminare
Valutazione
Fase 1
Valutazione
Fase 2
3-5 gg
3 settimane
4 settimane
Durata complessiva : 8 settimane
NB: complessivamente la durata del processo dipende molto dalla completezza e dalla
tempestività delle informazioni fornite dal potenziale emittente
32
I criteri di valutazione degli investimenti
La valutazione si baserà su:
• 1 Cda
− Analisi della qualità del progetto e dei rischi del business
− Analisi della formazione del cash-flow prospettico e confronto con il servizio del debito
− Rating di bilancio e prospettico (Moody’s Analytics)
− Analisi del rischio di liquidità e della regolarità della CR Bankitalia
• 2 Cda
− Analisi dello stress test del business plan
− Esiti delle due diligence effettuate
− Sostenibilità della struttura dell’emissione specificatamente definita
33
Le informazioni richieste agli emittenti (1 di 2)
Si definiscono 3 livelli di approfondimento:
1. Valutazione preliminare :
– Quadro societario (composizione soci, governance, …)
– Atto Costitutivo e Statuto
– Rapporti di gruppo (anche “gruppi di fatto”)
– Bilanci ultimi 3 esercizi e relativi allegati
– Situazione infrannuale
– Centrale Rischi Bankitalia
– Rating ultimo bilancio (es. modello Moody’s Risk Calc)
34
Le informazioni richieste agli emittenti (2 di 2)
2. Valutazione formale nella SGR –1 Cda:
– Business plan economico e patrimoniale a 3-5 anni ;
– Situazione economico, patrimoniale e finanziaria più recente;
– Bilancio consolidato (anche pro forma), ove disponibile;
– Rating del Business Plan e Forecast (es. modello Moody’s Riskcalc Italy 3.1.)
3. Valutazione formale nella SGR – 2 Cda:
− Esito delle eventuali Due diligence;
− Interviste con il management per verifica Business Plan;
− Stress test sul Business Plan;
− Rating dello scenario di stress con il modello Moody’s Riskcalc Italy 3.1.
35
Indice
 Quali prospettive per un mercato dei “minibond”?
 Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti?
 Il pricing e i costi connessi all’emissione
 Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente
 Considerazioni conclusive
36
Conclusioni
•
Dopo molti tentativi … può nascere un mercato dei capitali (di debito) per le medie
imprese
•
Il “minibond” è una fonte di finanziamento che aiuta le imprese a crescere … non
richiede modifiche all’assetto proprietario, ma apre l’impresa alla comunità finanziaria
… favorendo l’uscita dal perimetro “familiare”
•
Le risorse finanziarie che possono affluire verso le imprese sono significative (si stima
100 Mld di Euro, ad esempio l’8% delle riserve tecniche ammonta a circa 44 Mld)
•
I fondi di debito (minibond), da soli, non risolveranno il tema del “credit crunch” ma
sono fondamentali per creare un primo collegamento fra le imprese e i potenziali
investitori
•
Le banche non sono concorrenti di questo sistema, ma possono contribuire all’attività
di origination e/o a veicolare risorse finanziarie di terzi per co-finanziare le imprese
clienti
•
Con questi strumenti una parte del “risparmio” delle famiglie italiane … andrebbe a
“beneficio” di imprese italiane
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