I mini-bond come strumento alternativo di finanziamento Topic CFO - BAA Bocconi “Finanziare lo sviluppo con i Minibond” Maurizio Belli Financial Innovations Milano, 8 maggio 2014 Milano | Via Filippo Turati, 9 - 20121 Padova | Via G.A. Longhin, 83 - 35129 tel. 02 809500 | fax 02 86998634 [email protected] | www.fin-innovations.com Indice Quali prospettive per un mercato dei “minibond”? Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti? Il pricing e i costi connessi all’emissione Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente Considerazioni conclusive 2 Le opportunità del Decreto Sviluppo … • Il Decreto Sviluppo (*) ha introdotto importanti novità in tema di strumenti finanziari a disposizione delle imprese: – aprendo l’accesso al mercato dei capitali anche alle imprese non quotate – consentendo l’emissione di obbligazioni e cambiali finanziarie con gli stessi benefici fiscali previsti per gli emittenti quotati – eliminando i limiti civilistici esistenti – dando alle imprese, anche di piccola (**) e media dimensione, la possibilità di ridurre la propria dipendenza dal credito bancario (*) Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese, convertito in Legge con modificazioni il 7 agosto 2012. Successivamente modificato con il Decreto Legge 18 ottobre 2012, n.179 (Decreto Sviluppo II) convertito in Legge con modificazioni il 17 dicembre 2012. (**) Sono escluse le micro-imprese (organico < 10 addetti, fatturato <2 milioni di euro) 3 … e le integrazioni del Decreto Destinazione Italia • Alle novità del Decreto Sviluppo aggiungono le integrazioni del recente Decreto “Destinazione Italia” che ha introdotto ulteriori benefici, in particolare: – la possibilità anche per i minibond di applicare, in via opzionale, l’imposta Sostitutiva dello 0,25% sulle garanzie; – la possibilità per Fondi pensione e Assicurazioni di investire parte delle Riserve Tecniche direttamente in “minibond”, titoli di cartolarizzazione o in quote di fondi che investono in minibond (4% direttamente in minibond + 4% indirettamente in Fondi Chiusi che investono in minibond) – la disapplicazione della ritenuta del 20% sui proventi corrisposti dai titoli non quotati, se sottoscritti da fondi d’investimento. – la possibilità del Fondo Centrale di Garanzia di rilasciare garanzie a favore dei Fondi che sottoscrivono il minibond – la possibilità per le banche di utilizzare eventuali titoli derivanti dalla cartolarizzazione di minibond come garanzia collaterale per le operazioni di rifinanziamento presso la BCE 4 Finalmente ci sono i presupposti perché il mercato dei capitali sia attraente anche per le PMI Eliminazione dei limiti all’emissione e degli svantaggi fiscali per emittenti non quotati e sottoscrittori di strumenti finanziari di soggetti non quotati (Decreto Sviluppo e succ.) Stante il basso livello della curva dei tassi, il costo assoluto del debito è ancora a livelli interessanti per gli emittenti Il mispricing del credito bancario a medio – lungo termine è al momento superato e le condizioni dei prestiti alle imprese sono ora più allineate ai rendimenti delle obbligazioni di pari durata 5 Il mispricing a favore del credito bancario a medio - lungo termine rispetto al mercato dei capitali è ormai superato 6,000 5,000 4,000 3,000 2,000 1,000 Spread su finanziamenti oltre 5 anni gen-14 nov-13 set-13 lug-13 mar-13 mag-13 gen-13 nov-12 set-12 lug-12 mag-12 mar-12 gen-12 nov-11 lug-11 set-11 mag-11 mar-11 gen-11 nov-10 set-10 lug-10 mag-10 mar-10 gen-10 set-09 nov-09 lug-09 mag-09 mar-09 gen-09 nov-08 set-08 lug-08 mag-08 gen-08 mar-08 nov-07 set-07 lug-07 mag-07 mar-07 0,000 ITRAXX 5 anni medio mese Fonte: Bloomberg e Banca d’Italia Note: ITRAXX Senior Financial 5y (SNRFIN CDSI GEN 5Y) è un indice che replica lo spread medio dei CDS a 5y di 25 società finanziare europee “investment grade”. 6 Quali sono i vantaggi per gli emittenti? 1. Minore dipendenza dal sistema bancario in un mercato del credito ancora “in contrazione” con prospettive future molto vincolate alla possibilità, da parte del sistema bancario italiano, di aumentare il capitale “Core Tier 1” (Basilea 3) 2. Disponibilità di risorse finanziarie a medio termine anche per nozionali significativi 3. Costi competitivi rispetto ai finanziamenti bancari per pari scadenza (se bond>€ 3 mil) 4. Valutazione del merito di credito basata su dati storici ma anche su informazioni qualitative e prospettiche (business plan) 5. Crescita culturale ed evoluzione organizzativa indotta dall’apertura al mercato dei capitali 6. Maggiore “Visibilità”, in particolare verso la comunità finanziaria domestica e internazionale 7 Quali sono i vantaggi per i sottoscrittori di un “minibond”? 1. Rendimento maggiore dei titoli di stato su controparti solide (investment grade) 2. Rischio diversificato rispetto ad investimenti alternativi tipo High Yeld o Private placement (es. con 10 milioni si può investire in almeno 5 controparti) 3. Impatto positivo sull’economia del territorio di riferimento (reinvestimento del risparmio “italiano” su imprese “italiane”) 8 Quali prospettive per la nascita di un mercato dei “minibond”? • Ad oggi, le operazioni (minibond) presenti sull’ExtraMOT PRO sono state prevalentemente sottoscritte direttamente da singoli investitori (Family Offices, Asset manager, Banche) e costituiscono un primo test di mercato • La maggior parte degli investitori su questa nuova “asset class” sono italiani o operanti sulla base di capitali italiani; banche e asset manager si stanno organizzando con veicoli d’investimento nella forma del “Fondo Chiuso” (si contano circa 18 iniziative in fase di avvio) • La sfida è … se i Fondi chiusi, che svolgeranno questo compito di “pionieri”, saranno in grado di favorire la crescita della liquidità sul mercato secondario per attirare altri investitori (italiani e stranieri) 9 Quali prospettive per lo sviluppo di un mercato dei “minibond” ? • Lo sviluppo di un mercato secondario liquido dipenderà sostanzialmente da quattro fattori: L’operatività dei fondi chiusi, con il ricorso all’ ExtraMOT PRO come un luogo di scambio e co-investimento L’inserimento di questo tipo di strumento (minibond e cambiali) nelle scelte d’investimento di altri investitori istituzionali (assicurazioni e fondi pensione) L’ingresso di capitali esteri (confortati dagli investimenti di capitali italiani) La disponibilità di un elevato numero di emittenti “solidi” 10 Indice Quali prospettive per un mercato dei “minibond”? Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti? Il pricing e i costi connessi all’emissione Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente Considerazioni conclusive 11 Requisiti giuridici, finanziari e informativi • Requisiti formali Società di capitali Bilancio sottoposto a revisione legale (per quotazione a ExtraMOT PRO) Investitori qualificati • Requisiti di mercato (attuali orientamenti degli investitori ) Solidità finanziaria (rating investment grade o disponibilità di garanzie collaterali) Importo emissione a partire da euro 2 milioni (rapporto fra costi di strutturazione e benefici) Risorse finanziarie a supporto di progetti di crescita (no ristrutturazione o sostituzione del debito bancario) • Requisiti informativi Revisione del bilancio (nel caso di quotazione) Rating emittente Disponibilità di un business plan “credibile” Processi e sistemi dell’area amministrazione e controllo in grado di produrre un reporting periodico (bilanci di periodo e forecast ec-patrimoniale con frequenza almeno semestrale) 12 Ad oggi, quante sono le imprese “target” per i “minibond” ? Criteri di selezione • Fatturato compreso fra € 10 – € 500 milioni (size minima minibond € 2-3 milioni) • Ricorso al debito commisurato alla redditività (Debiti onerosi/Ebitda < 5 ) • Ricorso al debito non troppo elevato (Posizione finanziaria netta/Patrimonio netto < 3) 13 … è quindi un mercato per poche imprese “Elette” ? Nome regioni 460 35 1.360 5.511 289 Liguria 359 2.173 1.942 997 180 415 197 1.112 25 117 334 687 47 91 352 Tot. imprese target 16.683 Fonte: elaborazione Financial Innovations su dati Aida Bilanci 2012 Numero delle società Lombardia 5.511 Veneto 2.173 Emilia Romagna 1.942 Piemonte 1.360 Lazio 1.112 Toscana 997 Campania 687 Trentino Alto Adige 460 Marche 415 Friuli Venezia Giulia 359 Sicilia 352 Puglia 334 Liguria 289 Abruzzo 197 Umbria 180 Sardegna 117 Calabria 91 Basilicata 47 Valle d’Aosta 35 Molise 25 14 Quante potrebbero essere le aziende target? di cui fuori target Classe fatturato Numero aziende PFN Non Disponbile (€ mln) PN/ Tot Att. ≤ 5% Ebitda ≤ 0 PFN/Ebitda > 5 & PFN/PN ≥ 3 PFN/Ebitda > 7 & PFN/PN < 3 250-500 649 2 51 26 26 50 50-249 4.966 7 455 259 324 495 10-49 20.292 155 2.529 1.301 1.476 2.068 164 3.035 1.586 1.826 2.613 SUB TOTALE Tot. Aziende ITALIA 25.907 Totale aziende fuori target : 9.224 di cui potenzialmente ammissibili Classe fatturato Numero aziende (€ mln) PFN attiva PFN/Ebitda < 1 1 ≤ PFN/Ebitda < 3 3 ≤ PFN/Ebitda < 5 5 ≤ PFN/Ebitda > 7 & PFN/PN <3 250-500 649 176 74 128 89 27 50-249 4.966 1.270 524 740 590 302 10-49 20.292 5.169 1.744 2.610 2.101 1.139 6.615 2.342 3.478 2.780 1.468 SUB TOTALE Tot. Aziende ITALIA 25.907 Totale target ammissibili : 16.683 Fonte: elaborazione Financial Innovations su dati Aida Bilanci 2012 15 Indice Quali prospettive per un mercato dei “minibond”? Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti? Il pricing e i costi connessi all’emissione Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente Considerazioni conclusive 16 I costi connessi allo strumento “minibond” Componente del costo Descrizione Periodicità Tasso di interesse Dipende dal titolo emesso, dal rating dell’emittente e dalle garanzie richieste Semestrale Costi legali Adattamento del term sheet “standard” dell’investitore alle specifiche dell’operazione Una tantum Società di revisione Revisione del bilancio e su richiesta dell’investitore limited review di alcune poste Una tantum o annuale, a seconda dei casi Business Plan Costi di realizzazione del Business Plan. Può essere richiesta una Business Plan Review da parte dell’investitore Una tantum Rating Calcolo del rating consuntivo e prospettico Annuale Report informativo periodico Produzione a favore dell’investitore di un report trimestrale o semestrale Trimestrale o Semestrale Fees di collocamento Se l’emissione richiede la ricerca di più investitori (Fondi chiusi e non) Una tantum 17 Costi di emissione: spread Il tasso di interesse dovrà essere negoziato dall’emittente e dipenderà dai seguenti elementi: a) Rischiosità dell’emittente (Rating) b) Spread delle obbligazioni corporate sui mercati principali (per rating equivalente) c) Tipologia di titolo emesso (senior, subordinato con partecipazione ,…) d) Garanzie (eventuali): fidejussioni , pegni o privilegi speciali , etc e) Livello degli spread sui finanziamenti bancari a medio – lungo termine Fascia di rischio emittente Rating Moody’s Analytics Spread su IRS 5Y Fascia 1 Aa1 – Aa2 – Aa3 3,00% - 3,75% Fascia 2 A1 – A2 – A3 3,50% - 4,25% Fascia 3 Baa1 – Baa2 4,00% - 5,25% Fascia 4 Baa3 5,00% - 6,25% Fascia 5 Ba1 6,00% - 7,50% 18 Costi di emissione: tasso minimo per investitore razionale Tasso rendimento BUND YTM 5 Y 0,67% + Spread BTP-BUND 5 Y 1,54% + Premio rischio controparte Baa3 0,64% + Premio per illiquidità emittente 2,50% = Tasso minimo emittente Baa3 5,36% Ipotesi con un rischio emittente pari ad una PD (probability of default) dello 0,66%, corrispondente alla classe Baa3 Moody’s (Investment grade) Fonti: Bloomberg e Moody’s Analytics 19 Costi di emissione: costi legali Si tratta del costo a carico dell’emittente di personalizzazione del term sheet contrattuale predisposto dall’investitore, ad esempio relativamente ai seguenti aspetti: — revisione dello statuto della società emittente (ove necessario) — revisione/redazione del verbale relativo alla delibera di emissione/ammissione a quotazione sull’ExtraMOT dei Minibond — redazione del regolamento del prestito — redazione del documento per l'ammissione alla negoziazione dei Minibond sull’ ExtraMOT — assistenza legale per la procedura di ammissione alla negoziazione dei Minibond sull’ ExtraMOT — redazione (ove previsto) del contratto di sottoscrizione dei Minibond — closing certificate — validazione del term sheet — redazione (ove necessario) di un contratto per il conferimento dell'incarico di banca agente relativo, tra l’altro, ai pagamenti sui Minibond Si stima un costo una tantum compreso tra lo 0,50% e lo 0,75% del valore nominale dell’emissione. 20 Costi di emissione: revisione e limited review Oltre al costo per la revisione del bilancio annuale (a partire da € 10.000 -15.000), in alcuni casi, in fase di istruttoria, l’investitore potrebbe richiedere una limited review specifica su alcune poste di bilancio. Il costo di una limited review (es. crediti e rimanenze) potrebbe essere: Fatturato Euro/milioni Società Commerciale Società Produttiva 5 2.800 4.000 10 4.000 5.200 20 5.600 6.800 30 7.600 8.800 21 Costi di emissione: predisposizione e verifica del business plan In fase d’istruttoria, l’investitore richiede un Business Plan che deve essere predisposto dal potenziale emittente (con eventuale collaborazione dell’Advisor Finanziario) In alcuni casi l’investitore potrebbe richiedere anche una Business Plan Review, ossia, un’analisi , da parte di un advisor indipendente volta a verificare la “solidita” del Piano Indicativamente, a seconda della dimensione aziendale, tale costo potrebbe essere: Fatturato Euro/milioni Costo una tantum in € 5 4.000 10 4.500 20 5.000 30 6.000 oltre da definire Su questo punto potrebbero esserci ulteriori costi annuali a carico dell’emittente, qualora l’investitore richieda e/o sia chiamato ad analizzare una nuova versione del Business Plan 22 Costi di emissione: valutazione del merito creditizio Il Rating non è obbligatorio per l’emissione è a discrezione dell’investitore Il costo varia in funzione del fatto che il Rating sia ad uso interno od esterno Indicativamente può partire da € 15.000 Tuttavia, esiste anche la possibilità di usare modelli di rating, dedicati alle imprese non quotate , come ad esempio il modello Riskcalc Italy di Moody’s Analytics. In questo caso, il costo complessivo della valutazione (rating consuntivo + scoring andamentale + rating business plan) potrebbe essere: Scenari Costo annuale in € Base 1.500 + 1 scenario BPlan 2.800 + 2 scenari BPlan 4.000 Solitamente l’investitore richiede un aggiornamento del rating su base annuale 23 Costi di emissione: listing fee Extra MOT PRO Corrispettivi per la quotazione all’ExtraMot PRO Price List di quotazione Corrispettivo unico di quotazione pari a 500 euro per Strumenti Finanziari se già quotato in altro mercato o MTF Corrispettivo unico di quotazione di 2.500 euro per SF indipendentemente dalla durata Nessun corrispettivo durante la vita dello strumento Fonte: Borsa Italiana 24 Costi di emissione: fees di collocamento/ricerca investitori Nel caso l’emissione non venga integralmente sottoscritta da un singolo fondo chiuso, l’emittente potrebbe avere la necessità di essere supportata da un “advisor/banca” per la ricerca di più investitori E’ un’attività che normalmente viene remunerata a success fee A seconda della dimensione dell’emissione varia fra 1% - 2% 25 Totale costi di emissione a carico dell’emittente (1/2) Ad esempio, ipotizzando come emittente un’impresa produttiva con 30 mil Eur, i costi a carico dell’impresa possono essere i seguenti: Una tantum all’emissione: 0,44% – 1,00% Emissione Euro/milioni 2,5 5 10 15 Costo una tantum in % valore emissione(*) 1,00% 0,52% 0,46% 0,44% Annuali: 0,08% - 0,46% Emissione Euro/milioni 2,5 5 10 15 Costo annuo in % valore emissione(*) (**) 0,46% 0,23% 0,12% 0,08% (*) I costi una tantum comprendono: costi legali + costo rating bilancio e andamentale + costo limited review su alcune poste del bilancio (**) Il costo annuale include una limited reviw su alcune poste di bilancio e l’aggiornamento del rating (bilancio con 1 analisi di scenario + rating andamentale), il costo non include l’eventuale costo per il reporting semestrale, ipotizzando che l’emittente vi provveda in autonomia. 26 Totale costi di emissione a carico dell’emittente (2/2) Emittente: Società produttiva con fatturato di € 30 milioni Prestito obbligazionario: Valore nominale € 5 milioni Tasso di interesse: 5,5% fisso Scadenza 5 anni Rimborso Bullet Costi di emissione una tantum: 0,52% del valore nominale Costi annuali : 0,23% del valore nominale Costi per l’emittente (€) Anno 1 Costi di emissione una tantum 26.000 Interessi passivi 275.000 Costi annuali Anno 2 Anno 3 Anno 4 Tasso annuo equivalente TOTALE COSTI 26.000 275.000 275.000 275.000 275.000 1.375.000 11.500 11.500 11.500 11.500 46.000 Rimborso dell’obbligazione TOTALE Anno 5 5.000.000 301.000 286.500 286.500 286.500 5.286.000 1.447.000 5,79% 27 Indice Quali prospettive per un mercato dei “minibond”? Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti? Il pricing e i costi connessi all’emissione Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente Considerazioni conclusive 28 Il processo di investimento di un fondo chiuso (1 di 2) Il processo di investimento si svolge in più fasi: Valutazione preliminare • - • deal flow: pre-selezione delle opportunità di investimento, ossia delle aziende target, in collaborazione con soggetti coinvolti nell’attività di origination (es. Associazioni di categoria, Investitori del Fondo e Fondi co - investitori, …) Valutazione Fase 1 - valutazione dell’imprenditore e dell’azienda: l’Investment Team procede ad analizzare la società Target - l’Investment Team sottopone l’operazione al Consiglio di Amministrazione della SGR attraverso un Investment Memorandum, che include: - la valutazione del rischio emittente; - la valutazione della proposta dell’operazione di investimento: definizione della struttura dell’operazione di investimento, comprensiva dell’eventuale piano di ammortamento, delle eventuali garanzie, degli spread e delle altre principali condizioni; – il Consiglio di Amministrazione, dopo aver analizzato il memo predisposto dall’Investment Memorandum delibera in merito alla prosecuzione del processo di investimento e indica la tipologia di approfondimenti necessari 29 Il processo di investimento di un fondo chiuso (2 di 2) • Valutazione Fase 2 − Successivamente alla delibera “favorevole” del CDA, l’Investment Team coordina le attività di approfondimento , su alcuni punti critici (in particolare segnalati dal CDA) quali ad esempio: mercato (potenzialità e rischi di mercato del business in cui opera il proponente) tecnologia (sostenibilità dal punto di vista tecnologico del business model del proponente) finanza (sostenibilità del piano economico-finanziario , anche attraverso analisi di stress test) legali (definizione problematiche di natura legale, da inserire nel contratto con il proponente) contabili (es. consistenza di alcune poste di bilancio – limited review ) fiscali (rischi attuali o potenziali) ambientali (confronto dell’operatività aziendale con le regolamentazioni e le legislazioni vigenti). Le attività di due diligence possono essere affidate anche a consulenti /revisori esterni. − L’Investment Team sottopone nuovamente l’operazione al Consiglio di Amministrazione per l’approvazione dell’Investimento, con il supporto di tutta la documentazione. 30 Il processo di selezione degli emittenti : esempio Fondo chiuso (SGR) Info memo e business plan Valutazione preliminare emittente Prima ipotesi di strutturazione emissione Analisi Bilancio Business Plan e Rating Selezione investimento Strutturazione, Pricing, dettagli contrattuali 1 CDA INV. 2 CDA INVESTMENT TEAM Advisor e/o Emittente Advisor legale Advisor legale Associazioni di categoria Auditors per Limited review (eventuale) Potenziale Emittente INVESTITORI Co-investitori (eventuale) Co-investitori (eventuale) Valutazione preliminare Valutazione Fase 1 Valutazione Fase 2 31 Il processo di selezione degli emittenti : tempi (SGR) Info memo e business plan Valutazione preliminare emittente Prima ipotesi di strutturazione emissione Analisi Bilancio Business Plan e Rating Selezione investimento Strutturazione, Pricing, dettagli contrattuali 1 CDA INV. 2 CDA INVESTMENT TEAM Valutazione preliminare Valutazione Fase 1 Valutazione Fase 2 3-5 gg 3 settimane 4 settimane Durata complessiva : 8 settimane NB: complessivamente la durata del processo dipende molto dalla completezza e dalla tempestività delle informazioni fornite dal potenziale emittente 32 I criteri di valutazione degli investimenti La valutazione si baserà su: • 1 Cda − Analisi della qualità del progetto e dei rischi del business − Analisi della formazione del cash-flow prospettico e confronto con il servizio del debito − Rating di bilancio e prospettico (Moody’s Analytics) − Analisi del rischio di liquidità e della regolarità della CR Bankitalia • 2 Cda − Analisi dello stress test del business plan − Esiti delle due diligence effettuate − Sostenibilità della struttura dell’emissione specificatamente definita 33 Le informazioni richieste agli emittenti (1 di 2) Si definiscono 3 livelli di approfondimento: 1. Valutazione preliminare : – Quadro societario (composizione soci, governance, …) – Atto Costitutivo e Statuto – Rapporti di gruppo (anche “gruppi di fatto”) – Bilanci ultimi 3 esercizi e relativi allegati – Situazione infrannuale – Centrale Rischi Bankitalia – Rating ultimo bilancio (es. modello Moody’s Risk Calc) 34 Le informazioni richieste agli emittenti (2 di 2) 2. Valutazione formale nella SGR –1 Cda: – Business plan economico e patrimoniale a 3-5 anni ; – Situazione economico, patrimoniale e finanziaria più recente; – Bilancio consolidato (anche pro forma), ove disponibile; – Rating del Business Plan e Forecast (es. modello Moody’s Riskcalc Italy 3.1.) 3. Valutazione formale nella SGR – 2 Cda: − Esito delle eventuali Due diligence; − Interviste con il management per verifica Business Plan; − Stress test sul Business Plan; − Rating dello scenario di stress con il modello Moody’s Riskcalc Italy 3.1. 35 Indice Quali prospettive per un mercato dei “minibond”? Il mercato potenziale: quali e quanti sono i potenziali emittenti? Il pricing e i costi connessi all’emissione Il processo di valutazione del merito di credito dell’emittente Considerazioni conclusive 36 Conclusioni • Dopo molti tentativi … può nascere un mercato dei capitali (di debito) per le medie imprese • Il “minibond” è una fonte di finanziamento che aiuta le imprese a crescere … non richiede modifiche all’assetto proprietario, ma apre l’impresa alla comunità finanziaria … favorendo l’uscita dal perimetro “familiare” • Le risorse finanziarie che possono affluire verso le imprese sono significative (si stima 100 Mld di Euro, ad esempio l’8% delle riserve tecniche ammonta a circa 44 Mld) • I fondi di debito (minibond), da soli, non risolveranno il tema del “credit crunch” ma sono fondamentali per creare un primo collegamento fra le imprese e i potenziali investitori • Le banche non sono concorrenti di questo sistema, ma possono contribuire all’attività di origination e/o a veicolare risorse finanziarie di terzi per co-finanziare le imprese clienti • Con questi strumenti una parte del “risparmio” delle famiglie italiane … andrebbe a “beneficio” di imprese italiane 37 Grazie per l’attenzione! Milano | Via Filippo Turati, 9 - 20121 Padova | Via G.A. Longhin, 83 - 35129 tel. 02 809500 | fax 02 86998634 [email protected] | www.fin-innovations.com
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