Via Saredo, spunta la nuova“versione”

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44 .Savona
STAMPA
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GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014
FORNACI IL «PIANO CASA» SULLE AREE DELLA PARROCCHIA ERA STATO CONTESTATO DAI RESIDENTI
SAVONA LE TELEFONATE PROIBITE DELLA FERITRICE
Via Saredo, spunta la nuova
“versione” della palazzina
La coltellata a Dupanloup
poteva uccidere: per il gip
resta il tentato omicidio
Don Capaldi pronto a presentare nuovo progetto, senza park interrato
CRISTINA BENENATI
SAVONA
Sembrava definitivamente
tramontato, insieme alle proteste dei fornacini, il progetto
della palazzina con parcheggio interrato che don Alessandro Capaldi voleva costruire
in via Saredo con la sua impresa, la Saredo srl.
Sembrava, appunto. Il parroco-imprenditore è tornato
invece all’attacco per realizzare questo edificio, benchè più
piccolo e senza il parcheggio
sotterraneo che aveva fatto
saltare sulle sedie i residenti
del quartiere, che avevano
contestato apertamente il
progetto alle assemblee promosse dall’assessorato comunale al Decentramento.
La nuova versione del Piano Casa accontenta in parte le
richieste dei residenti, che
avevano espresso il «no» più
deciso ai quattro piani del palazzo e sollevato dubbi sulla
sicurezza per lo scavo, perplessità che avevano fermato
l’iter e convinto don Capaldi a
prevedere nuove verifiche.
Era stato ingaggiato persino un geologo, ma gli esiti si
Il primo progetto che era stato bocciato dai fornacini
erano persi fra le trame di un altro problema, questa volta di
natura legale, che era apparso
come il definitivo colpo di grazia al progetto.
Ad assestarlo era stato un
residente delle Fornaci, che
aveva cercato, trovato e pronta-
GIOVANE ARRESTATO DAI CARABINIERI
mente consegnato in Comune
la copia di un atto notarile che
vieterebbe nuove costruzioni
nell’area acquisita da don Capaldo. L’atto di convenzione, stipulato il 18 gennaio 1957 fra la
parrocchia di Nostra Signora
della Neve e l’amministrazione
comunale guidata all’epoca dal
sindaco Amilcare Lunardelli,
ratificherebbe l’obbligo di mantenere inedificata e sgombera
l’area venduta un paio d’anni
prima (27 agosto 1955) alla parrocchia retta da don Frumento
da parte dei savonesi Manlio
Murialdo e Giuseppe Monteverde. Questo indirizzo era sinonimo di «fine» per il piano
della Saredo srl, che prevedeva
inizialmente due piani sotterranei di parcheggio e quattro di
alloggi (in tutto una decina),
una parte dei quali da dare in
affitto a canone moderato.
Almeno fino al colpo di coda
del parroco di questi giorni, e
l’intenzione di proporre un piano riveduto e corretto. A firmarlo, però, non sarà più la Saredo srl, che è stata sciolta, ma
presumibilmente un’altra impresa edile.
Forse cambieranno i nomi,
quindi, ma con tutta probabilità
non la reazione della gente, da
sempre contraria al palazzo. Le
proteste sono anche per l’attuale area adibita a parcheggio,
che don Capaldo precisa a disposizione dei volontari della
parrocchia.
La coltellata che ha ferito il
gioielliere Alberto Dupanloup poteva essere mortale. E di conseguenza l’imputazione per la fidanzata dell’uomo, Roberta Bordone, dovrebbe essere confermata:
tentato omicidio. Sono le conclusioni ancora ufficiose a cui
è giunto il perito a cui il gip
Fiorenza Giorgi ha affidato la
valutazione sulla ferita al torace riportata dal gioielliere
durante una lite notturna con
la donna, nell’appartamento
di via Paleocapa che i due
condividevano da anni. Proprio dalla «potenzialità omicidiaria» del colpo, più che
dalle effettive conseguenze,
discenderà la gravità dell’accusa contestata alla donna.
È il fatto nuovo emerso ieri, dopo che nei confronti di
Roberta Bordone è stato
emesso un decreto di custodia cautelare in carcere per
violazione delle disposizioni
del giudice che le avevano
consentito di andare direttamente ai domiciliari in casa
dei genitori a Varazze. Sono
state alcune telefonate che la
donna ha fatto all’ex convivente a far scattare, d’intesa
tra il pm Chiara Venturi e il
gip Giorgi, il trasferimento
nel carcere femminile di Pontedecimo. L’esame dei tabula-
VARAZZE
Ponteggio crollato
e due operai feriti
Tre condanne
Il 22 ottobre del
2009, a Varazze, un ponteggio in via Milano aveva ceduto durante le operazioni di spontaggio, pare per il cedimento di un
tassello a espansione, e
due operai erano rimasti
feriti: 30 e 120 giorni di
prognosi. Ieri i datori di
lavoro sono stati condannati a due mesi per lesioni colpose: Domenico
Russo e Vincenzo Ettaro
Barbieri del Consorzio ligure ponteggi (avvocato
Claudia Olivieri) e Filippo Cerchi della C.C. Ponteggi (avvocato Matteo
Gremese).
[O. STE.]
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all’interno di un tubo di un noto
marchio di patatine. Ritenendo che i soldi fossero provento
di un’attività illecita sono scattate le manette. Ieri mattina
M.D. è stato processato per direttissima: in aula avrebbe fatto parziali ammissioni, giustificando però il possesso dei contanti come guadagno per alcuni lavori come muratore. Il giudice ha convalidato l’arresto e
rimesso in libertà il ragazzo
con l’obbligo di presentazione
quotidiana in caserma. Vista la
richiesta di termini a difesa il
processo è stato rinviato. [O. STE.]
ti non ha dato adito a dubbi:
chiamate e sms intercorse tra i
due - e forse anche verso altre
persone - erano espressamente vietate. Per motivi abbastanza ovvi. E se anche Dupanloup,
come pare, rispondendo a
quelle chiamate aveva per così
dire cercato di «rincuorare»
l’ex convivente, il risultato non
cambia. Perché per pm e giudice quei contatti erano proibiti
anche per scongiurare possibili inquinamenti delle indagini.
«Ho sentito sia gip e pm e
ho sostenuto che si tratta di
violazioni sì, ma di poca entità
e che non si ripeteranno - ha
spiegato ieri il difensore della
donna, Marco Iovino - quanto
prima presenterò un’istanza
per una nuova concessione dei
domiciliari».
[M. R.]
IMMIGRAZIONE SCORTATI DALLA POLIZIA, ERANO DESTINATI AL «FAGGIO»
Aveva hashish, bilancino Cercano di fuggire e feriscono agente
e 26 mila euro nascosti Via Boselli, arrestati tre profughi eritrei
A tradirlo è stato lo spinello
che stava fumando in auto.
Un savonese di 24 anni, M.D.,
è stato notato alle 16 di mercoledì in via San Cristoforo
da una pattuglia di carabinieri in borghese. I militari, insospettiti, hanno controllato:
dalla vettura sono saltati fuori 10 grammi di hashish, qualche grammo di marijuana e
un bilancino, ma le sorprese
non erano finite. Nella successiva perquisizione domiciliare sono infatti stati trovati
26 mila euro in contanti, divisi in rotoli da mille e nascosti
Roberta Bordone
Il pm: ho visto in loro
paura e confusione
Scarcerati e affidati
alla Croce Rossa
Erano appena arrivati a Savona dove dovevano essere affidati alla cooperativa sociale
«Il Faggio», ospiti nella struttura di via Boselli, ma hanno
finito per essere arrestati con
l’accusa di resistenza e lesioni
a pubblico ufficiale. L’arivo a
Savona di tre profughi di nazionalità eritrea, sbarcati di recente in Sicilia e destinati alla Liguria nell’ambito dei piani di accoglienza varati dal tavolo nazionale di cui è cordinatrice l’assessore ligure e savonese Lorena Rambaudi, è stato però tutt’altro che tranquillo visto che
hanno finito per prendersela
con i poliziotti impegnati nell’assistenza durante fase di accoglienza dei profughi. I tre
stranieri, due di 30 anni e uno di
20, hanno dato in escandescenze e colpito gli agenti: uno è stato medicato in ospedale con 5
giorni di prognosi. Una reazione che sarebbe stata provocata
dalle difficoltà con la lingua e
dal timore di essere separati
l’uno dall’altro. Conferme arrivate anche ieri mattina in tribunale dove sono finiti a giudizio
per direttissima. In aula è stato
accertato che nessuno dei tre
eritrei, che allo stesso pm sono
apparsi spaventati e spaesati,
parla e capisce l’italiano. Vista
l’assenza di un interprete, il
processo è stato rinviato. I tre,
scarcerati dal giudice senza misure cautelari, sono stati affidati alla Croce Rossa.
[O. STE]
ALBISOLA S.
Ex insegnante
morta ad Alba
a 59 anni
Un pullman che da
Albisola Superiore raggiungerà oggi Alba per
far partecipare i passeggeri ai funerali di Ornella Aloisi, la donna di 59
anni morta dopo una
lunga malattia. Maestra
elementare, era molto
conosciuta ad Albisola,
che lasciò alcuni anni fa
per sposare Franco
Rocca, originario dell’Albese. Tornava però
spesso in Riviera a ritrovare la mamma Jolanda
e i suoi cari.
[M.PI.]
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ALBISSOLA MARINA FIAMME NELLO STUDIO DELL’ARTISTA A VILLA FARAGGIANA
GLI APPARTAMENTI CONSEGNATI IN AUTUNNO
Incendio per un cortocircuito
bruciate 60 opere di Malmignati
Caritas e diocesi: 7 alloggi
per le famiglie in difficoltà
A causa di un cortocircuito
partito da un contatore, un
incendio si è portato via i ricordi di una vita. Lo studio
dell’artista Mauro Malmignati, 81 anni, è stato distrutto da
un rogo che ha dissolto nel
nulla una sessantina di quadri, sculture, disegni, libri, dischi in vinile, scritti, note biografiche, diari di oltre sessant’anni di esistenza. Il fatto è
accaduto ad Albissola Marina, in un alloggio di Villa Durazzo-Faraggiana che ospita
lo scrittore-sculture quando
è al lavoro. Dopo un primo inventario approssimativo, il
danno, quantificato a livello
di mercato, si aggira sui 350
Diocesi, Caritas e Fondazione ComunitàServizi, alleate
per tentare di dare una casa
alle famiglie savonesi in difficoltà, stanno proseguendo la
ristrutturazione di sette alloggi sparsi fra Savona, le Albissole, Celle e Stella.
In autunno questi appartamenti saranno consegnati ai
nuclei familiari della cosiddetta «fascia grigia», composta da coloro che non hanno i
requisiti per ottenere una casa popolare ma non riescono
più a pagare un affitto di mercato. La risposta all’emergenza casa era stata decisa da
diocesi e Caritas savonese solo dopo il censimento iniziato
Lo studio dopo il rogo
mila euro. «Ho respirato e sentito attraversarmi le narici,
dall’odore della morte, di tutto
quanto testimoniava una vita»,
spiega Malmignati, originario
di Roma, ma savonese di adozione. Il fuoco si è propagato
nell’atélier alle 20,30 e l’allarme è stato dato dall’amministratore della storica dimora
del Settecento. E’ dal 1956 che
il pittore opera nel laboratorio
che si è creato con le sue mani,
prolungando uno spazio preesistente con un’appendice a
forma di veranda. «Grazie all’intervento del dottor Andrea
Albezzano, cui va tutta la mia
gratitudine, è stato impedito
che le fiamme si propagassero
in altre stanze attigue - aggiunge l’artista - . Dipinti, sculture
di legno, documenti cartacei
hanno alimentato le fiamme e
una parte sostanziale della mia
vita lavorativa si è così dissolta
in cenere».
[M.PI.]
due anni fa, un lavoro che ha
permesso di fotografare il patrimonio di immobili delle parrocchie, della stessa diocesi di
Savona-Noli e di altri enti diocesani. Era emerso un totale di
252 immobili (194 di proprietà
delle parrocchie, 58 di diocesi e
altri enti) sparsi da Cogoleto a
Finale Ligure. Il 60% di questi
immobili attualmente è già affittato a famiglie a canone agevolato, ma l’obiettivo è ristrutturarne e consegnarne al meno
5 all’anno. I dati suoi nuovi poveri si confermano allarmanti:
nel 2013 più di 300 le madri o i
padri disperati che sono andati
a bussare alla porta dei Centri
di ascolto della Caritas. [C.BEN.]