Riconquistando la CA APA

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Riconquistando la CAAPA
Hanno voluto la sua scomparsa...adesso siamo pronti
per riconquistarla!
Filippo Esmaily
copyright 2014 Filippo Esmaily
-Tutti i diritti riservatiIllustrazione della copertina offerta da Enrico Di Prima
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Riconquistando la CANAPA
Caro amico,
Il fine di questo testo non è distrarti dai problemi di tutti i giorni,
è esattamente l'opposto: vuole farti pensare ad un Mondo
differente, cercando di abbattere alcuni comuni pregiudizi. Ho
cominciato a scriverlo per sfogare la mia ira nei confronti di
quegli esseri che la nostra società definisce “potenti”, con il
fervore che uno schermo e quattro tasti possono generarmi!
Forse, una volta finito questo lavoro, potrò dire che è stata la
maniera più violenta che avrei potuto ideare per sfogare l'anima
“dietrologa” che mi ritrovo. Questo libro ha come scopo
principale analizzare la nostra “deficienza” (senza offesa, intesa
come mancanza) passata e presente, trattando un argomento
scomodo: il potere. Anche tu, caro lettore, ogni giorno della tua
vita in qualche modo hai a che fare col “potere”, come disse quel
bacia-mafiosi di Giulio Andreotti: “...logora chi non ce l'ha....”.
Per una rara volta, io e te potremmo soffrire, pensare, trovare
alternative e sputtanare un po' questi famigerati “POTETI”.
Ma, prima di parlare del potere, dobbiamo aver ben chiaro su cosa
si fonda il nostro stato sociale.
La democrazia è una parola che, nel corso della storia, non ha
mai avuto lo stesso valore, forse è un sogno irraggiungibile, ma
varia costantemente; il suo valore è dato in base alla libertà e
all'importanza che possiede il Popolo in un determinato periodo
storico. Un tempo anche quelle 8azioni, oggi ritenute “avanzate”,
hanno vissuto forme dittatoriali di vario genere, ad esempio in
Italia dopo il periodo fascista, era considerato democratico poter
gridare in un bar “Viva Marx!”. Oggi riteniamo questo genere di
libertà ovvio, ma all'epoca non lo era assolutamente. La
democrazia rifiuta un valore statico, ha sempre bisogno di
compiere ulteriori passi avanti mediante la rimozione di tutti quei
problemi che la rendono incompleta: il divario tra ricchi e poveri,
i proibizionismi, le ingiustizie, l'avidità, le menzogne, la
corruzione, l'assenza delle pari opportunità e della meritocrazia;
questi sono solo alcuni sintomi della sua incompiutezza, ma sono
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anche le chiavi per migliorarla. Il più grande problema è che la
democrazia ha la naturale propensione ciclica di divenire
oligarchia (sia dittatoriale sia plutocratica), perché le classi
sociali, e le stratificazioni di queste, tendono ad essere stantie.
Questa naturale propensione nel creare le caste statiche deriva
dal fatto che chi detiene il potere fa di tutto per preservarlo,
perciò avviene uno scontro. Infatti i gruppi di potere competono
costantemente tra loro, sono quelli che creano eventi, anche
tragici, affinché il proprio piatto della bilancia sia più ricco degli
altri e, la loro forza sta nell'incapacità della popolazione di
vedere aldilà di ciò che accade, ovvero di non capire il perché.
Anch'io, durante la mia adolescenza, non ho mai dato importanza
al nesso di causalità tra avvenimenti anche apparentemente
scollegati fra loro. Ho sempre valutato i problemi globali come
fatti distinti. Adesso ho cambiato idea, mi sono reso conto che
questo modo di vedere le cose non porterà mai ad una reale
comprensione delle motivazioni per cui accadono determinate
cose. L'apparente assurdità delle teorie di E. Lorenz: “... il
battito d'ali di una farfalla in Brasile può provocare un uragano
in Texas...”, per fare un esempio, può essere confrontata con la
tesi che una qualsiasi decisione presa in un qualsiasi palazzo di
potere possa influenzare il pastore di uno sperduto villaggio nel
lato opposto del Globo. Questo lavoro è principalmente una
risposta all'establishment delle vecchie concezioni di
“democrazia” volute dai “padroni” del nostro tempo. Molto
semplicemente non intendo fare lo schiavo dei “Potenti”, per
questo è mia intenzione a scopo puramente divulgativo creare
una serie di pubblicazioni volte a smascherare alcune menzogne
Globali accettate come veritiere dal popolo. La mia ricerca vuole
essere una visione soggettiva della storia moderna e non mi
prefiggo assolutamente di ritenermi un fantomatico “Maestro di
vita”, ma nemmeno un saggista super partes, io sono per forza di
cose di parte, i miei lavori sono saggi d'opinione, un'opinione
molto scomoda per alcune persone.
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Riconquistando la CANAPA
Ognuno di noi deve trovare giustamente la sua chiave di lettura
per codificare tutti gli avvenimenti che più ci toccano, deve farlo
non solo per il suo bene, bensì soprattutto per quello dell'umanità;
è assolutamente da considerarsi un dovere spirituale, perché la
nostra ignoranza è la loro forza.
Caro lettore devi essere conscio di quanto sia importante il tuo
apporto al fine di migliorare la società e devi batterti per questo,
se non lo fai, tu e/o i tuoi figli ne pagheranno le conseguenze.
Questo libro vuole affrontare il tanto temuto e dibattuto
argomento canapa, ma in realtà parla di democrazia, d’ecologia,
d’economia, di droga e medicina. La canapa, forse, definendola
romanticamente, è la bandiera del “complotto globale”: infatti,
un gruppo di potere decise arbitrariamente di farla scomparire.
La sua demonizzazione è la malata proiezione della pazzia nelle
persone che ci controllano: l'idea di volersi immedesimare in un
onnipotente creatore e dire: “no, tu non puoi crescere su questo
Pianeta!”, per me è qualcosa d'agghiacciante, mi ricorda tanto
un personaggio tedesco con i baffetti che si ostinava a dire che
questo “Posto” apparteneva di diritto solo alle persone alte e
bionde.
Mi preme farti sapere che con questo libro non intendo
assolutamente fomentarne l'abuso o il mal uso di questa pianta,
al contrario voglio donarle lustro e importanza, facendoti
intendere che è una pianta multi funzione che ha anche valenze
mediche importantissime, bisogna rispettarla e utilizzarla consci
del suo vero valore.
Ma prima di cominciare quest'avventura ho ritenuto importante
porre all'interno del libro un’e-mail, perché da non cattolico so
quanto sia importante in questo Paese la parola della chiesa,
perciò ho deciso di contattare un prete; tranquillo, non ho
contattato un prete qualsiasi, l‘ho selezionato a colpo sicuro; il
suo nome era Don Andrea Gallo. L'ho voluto interpellare per
avere un consiglio su come dipanare il mio lavoro e la sua
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gentilissima risposta fu: “Caro Filippo sia benvenuta la tua
opera sulla canapa.
L'unica strada è la scienza per liberarsi dalla "strage mafiosa"
con il proibizionismo, la corruzione, la mancanza di rigorose
informazioni sulla ricerca.
Dichiarare Guerra! A chi? All'intolleranza, all'ignoranza,
all'arroganza, al potere, all'indifferenza . Partire dal totale
rispetto del "principio" di autodeterminazione della Persona per
ricostruire una medicina calda e umana opponendosi alla
pedagogia nera dell'autoritarismo deleterio.
Caro Filippo è "urgente" Ciao” Don Gallo
Partendo da queste parole ho voluto fare la mia ricerca, le trovo
semplici e forti, come lei gentilissimo Don Andrea Gallo, grazie
per aver combattuto, come ha fatto ogni giorno della sua vita,
affinché il Mondo fosse un posto migliore. La sua esperienza e i
suoi consigli mi sono utilissimi. Purtroppo durante la scrittura di
questo libro Don Gallo ha lasciato questo Pianeta, a mio avviso
solo fisicamente, la sua memoria e le sue parole resteranno incise
per l'eternità e un giorno sicuramente sarà considerato uno dei
grandi filosofi del nostro tempo. Grazie della tua eredità,
ovunque tu sia.
Adesso, caro lettore, possiamo fare questo “viaggio”
nell'universo della canapa, spero che sia interessante e che Ti
piaccia, buona lettura.
Filippo Esmaily
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Riconquistando la CANAPA
Indice
1. Canapa...di cosa stiamo parlando?
(Introduzione)................................................................9
1.1.1 Cenni botanici.......................................................................9
1.1.2 La canapa nella storia dell'umanità.....................................10
1.1.3 Il valore della canapa nella storia italiana...........................12
1.1.4 Canapa e medicina..............................................................13
1.1.5 I fitocannabinoidi e la loro influenza sul corpo umano......18
1.1.6 I cannabinoidi di sintesi......................................................18
1.2.1 Il proibizionismo.................................................................20
1.2.2 Il proibizionismo della canapa in Italia...............................26
1.2.3 L'istituzione che demonizza la canapa................................26
1.2.4 La battaglia di ASCIA.........................................................30
1.2.5 Arriva la legge Toscana.......................................................33
1.2.6 Aria di cambiamento con l'avvento del movimento............34
1.2.7 Rifondazione comunista, cosa pensano i “Proletari dei
salotti borghesi”?..........................................................................35
1.2.8 Tutta la destra in generale, centristi e Scelta Civica...le loro
posizioni obsolete.........................................................................36
1.2.9 Radicali e SEL, Tanto fumo..ma chissà se c'è l'arrosto?.....37
1.2.10 I Democratichistiani..........................................................37
1.2.11 Conclusioni sull'analisi dei partiti politici.........................38
1.2.12 Il 12 febbraio 2014...........................................................40
2.Canapa monopolio di Big Mafia.............................41
2.1 I danni della politica filo-aslingeriana....................................42
2.2 Se la canapa venisse legalizzata?...........................................42
2.3 I racket di Big Mafia..............................................................45
2.4 Gli effetti del proibizionismo nella storia della mafia...........48
3. Canapa tra industria ed economia........................54
3.1 Attuali interessi delle corporazioni industriali.......................55
3.2 Il destino della plastica...........................................................55
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3.3 Debito Pubblico = Debito con la Natura................................57
3.4 La tecnologia che ha cambiato la concezione di
canapicoltura................................................................................61
3.5 Investire e spendere canapamente i vostri capitali.................62
3.6 Bioedilizia con la canapa.......................................................64
4. Libertà di cura.........................................................66
4.1 Enrico Bottaccio e la sua battaglia.........................................67
4.2 Robert Randall, il padre di ACT.............................................73
4.3 Lester Grinspoon e il suo apporto scientifico........................74
4.4 La storia di Rick Simpson......................................................74
4.5 Alcuni rilevanti studi scientifici.............................................78
4.6 Come si può curare un cancro con un prodotto
cancerogeno?................................................................................80
4.7 I danni da psicofarmaci sedativi.............................................83
4.8 La medicina allopatica e la lobby di potere che c'è dietro di
essa...............................................................................................86
4.9 La gentilissima lettera del dottor F. Cinquini.........................93
5.Altri rimedi naturali................................................99
5.1 La Dulça Revolució...............................................................98
6. La canapa e le sue tracce nelle religioni..............102
6.1 Potrebbe essere il creatore....................................................103
6.2 Tra gli Ebrei e i Cristiani......................................................105
6.3 Tra i Musulmani...................................................................108
6.4 Tra i Rastafari.......................................................................108
6.5 Tra gli Induisti......................................................................108
7. Risposte ad altri libri............................................110
7.1 Ai gentili oppositori della canapa.........................................111
7.2 Ci sono morti per consumo di cannabis?.............................118
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8.Traendo le conclusioni...........................................120
8.1 Ringraziando Shakespeare...................................................121
9. ote d'appendice...................................................128
Appendice 1...............................................................................128
Appendice 2a..............................................................................138
Appendice 2b.............................................................................141
Appendice 3...............................................................................143
Appendice 4...............................................................................146
Appendice 5...............................................................................158
Ringraziamenti..........................................................................162
Partners di questo libro.............................................................165
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Canapa...di cosa stiamo parlando?
(Introduzione)
PARTE 1
1.1.1 Cenni botanici
Nella botanica ufficiale la canapa è inclusa nella famiglia delle
cannabacee e appartiene all'ordine delle urticali.
Le urticali sono generalmente piante legnose o erbacce con fiori
poco appariscenti, che possono essere isolati o riuniti a gruppi.
L'importanza economica delle urticali è legata alla produzione di
fibre tessili, frutti, legnami, ecc...
Nel 1924, il botanico sovietico D.E. Janichewsky studiò vari
esemplari di piante selvatiche e classificò la Canapa in tre diverse
specie:
Cannabis sativa, l'altezza va dai tre agli otto metri e
presenta generalmente una forma piramidale;
Cannabis indica, più bassa e con un maggior numero di
rami e foglie;
Cannabis ruderalis, alta al massimo mezzo metro e priva
di rami.
La canapa è una pianta annuale e dioica, ovvero esistono
esemplari con fiori maschili ed altri con fiori femminili; essa
risulta essere una pianta di notevole variabilità morfologica e
fisiologica, con forme precoci e tardive, diverse per l'aspetto delle
foglie e dei semi. La pianta predilige i climi temperati e l'assenza
di vento, temperature di poco superiori allo zero per la
germinazione, di 20° C per la fioritura e di 13° C per la
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Riconquistando la CANAPA
maturazione. Si adatta a quasi tutti i terreni ma predilige quelli
soffici, profondi e permeabili. Cresce più in fretta di qualsiasi
altro raccolto con un'altissima resa per ettaro. Un'analisi delle
parti della pianta e delle loro possibili applicazioni la puoi trovare
in Appendice 1 (pag. 128).
1.1.2 La canapa nella storia dell'umanità
La più antica testimonianza di un manufatto di canapa risale a un
ritrovamento archeologico fatto nell'antica città di Çatalhöyük in
Turchia, infatti, nell'agosto del 2013 un’équipe di archeologi ha
trovato lo scheletro di un neonato avvolto in una stoffa di lino
intrecciata con canapa risalente al nono millennio a. C.
Per quanto concerne l'uso medico della canapa, esso risale
all'antica medicina cinese, come documentato dalle prescrizioni
raccomandate nel più antico testo medico: il Nei-Ching (detto
anche Ts’ao-Ching), di autore ignoto, risalente al 2700-2600 a.C.;
narra la leggenda che quest'opera sia stata ispirata dal mitologico
imperatore Shen Nung, passato alla storia con la denominazione
di “Contadino Divino”, perché considerato padre dell’agricoltura
cinese. Da notare che i cinesi conoscevano l'utilizzo della canapa
come carta, tessuto e combustibile già dal 4000 a.C.
Le popolazioni che si affacciavano sul Mediterraneo: fenici, egizi,
greci e romani, utilizzavano la canapa per gli usi più disparati già
da tempi immemorabili.
In genere gli storici e gli archeologi sono concordi nel ritenere
che nell'arco di tempo che va da almeno i due millenni precedenti
l'Era volgare fino ai primi decenni del XX secolo la canapa era tra
le piante più coltivate e dal suo utilizzo derivavano centinaia di
prodotti che spaziavano dai tessuti alla carta, dagli oli e le farine
commestibili, oli per illuminazione, dai medicinali ai profumi, dai
fertilizzanti ai combustibili.
Le eccezionali proprietà di resistenza e di compattezza del tessuto
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in fibra di canapa hanno consentito alle popolazioni delle antiche
civiltà di fare grandi progressi nella navigazione, col superamento
dei limiti della forza-lavoro che era impiegata sulle navi a remi
(imbarcazioni più grandi, maggiori distanze percorribili,
attraversamento di mari più aperti e profondi); perciò si può
affermare con assoluta certezza che le vele in canapa, grazie alle
caratteristiche esclusive che né il cotone né il lino avrebbero
potuto assicurare, hanno consentito il grosso salto di qualità negli
scambi commerciali e nelle relazioni tra i popoli. Ma il contributo
maggiore al miglioramento della qualità della vita, almeno per le
popolazioni europee, fu dovuto all'inizio del 800 al considerevole
impulso alla coltura della canapa nel Sacro Romano Impero
grazie alle disposizioni emanate dall'imperatore Carlo Magno.
In America la prima legge relativa alla canapa venne promulgata
nella colonia di Jamestown nel 1619, tale legge obbligava tutti gli
agricoltori e possessori terrieri di coltivarla a titolo sperimentale.
Successivamente vennero emanate leggi simili anche nel
Massachusetts (1631), nel Connecticut (1632). Dal 1631 all'inizio
del 1800 in vaste zone dell'America del nord, la canapa era
considerata la moneta di scambio nelle contrattazioni, fino al
punto che in molti Stati veniva accettata anche come pagamento
delle tasse governative; questa usanza venne diffusa dalle autorità
allo scopo d'incoraggiare i contadini alla sua coltivazione. In
alcuni periodi di carestia tra il 1763 ed il 1767 vennero previste
pene detentive per coloro che non avessero coltivato questa pianta.
Fino alla fine del 1800 l'olio di canapa era l'olio da illuminazione
più usato in America e nel Mondo.
Nel 1850 un censimento negli Stati Uniti documentò che
esistevano 8327 piantagioni di canapa con un'estensione minima
di almeno 200 acri (81 ettari ca.). Ai primi albori della stampa la
carta ricavata dalla canapa ebbe un ruolo preminente; la prime
copie della Bibbia stampata da Gutemberg furono prodotte con
questo tipo di carta. Gli originali delle costituzioni americana
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Riconquistando la CANAPA
(1776) e francese (1791) sono scritte su carta di canapa.
1.1.3 Il valore della canapa nella storia italiana
Alla fine del 1800 in Italia, secondo le stime dell'epoca, erano
coltivati a canapa dai novantamila ai centomila ettari di terreno;
inoltre erano molto sviluppate le applicazioni in campo
farmaceutico relative alla cannabis, soprattutto per la cura
dell'asma. A tal proposito è bene segnalare le importanti ricerche
compiute dal professor Raffaele Valieri per la sua cura mediante
la somministrazione dei vari preparati estratti dalla canapa
coltivata in Campania ed esposte dallo studioso in una
pubblicazione edita da lui stesso nel 1887 con il titolo “Canapa
agli incurabili”.
Viaggiando attraverso la “bassa” pianura bolognese, ancora
oggi è facile imbattersi in piccoli e caratteristici laghetti artificiali,
i così detti “maceri” o “marcite”, dove un tempo venivano messi a
bagno i fusti della canapa per la prima fase della lavorazione,
chiamata “macerazione”. L'abbondante presenza nelle campagne
di questi maceri, testimonia quanto questa pianta fosse importante
per l'economia delle società contadine che ci hanno preceduto.
Il nostro Paese ha dimestichezza con questa pianta da millenni;
basti pensare alle tracce dei suoi fiori rinvenute nelle pipe
preistoriche ritrovate nella zona del Canavese, località piemontese,
legata alla coltivazione della canapa per antica tradizione tanto
d'aver ereditato dalla pianta stessa il proprio nome.
La storia economica dell'Italia è strettamente legata alla
coltivazione di questa pianta ed alla fabbricazione dei prodotti da
essa derivanti; non a caso i tessuti e le corde prodotti con la
varietà autoctona “Carmagnola” venivano esportati in tutto il
Mondo: sin dal XIV secolo la marina inglese li ha utilizzati per
l'allestimento delle sue navi.
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1.1.4 Canapa e medicina
Come accennato precedentemente, la storia ci insegna che dal
2700-2600 a.C. circa in Cina venne studiata per la prima volta la
canapa dal punto di vista medico. Lì si iniziò a scrivere il primo
documento relativo; le foglie venivano poste sulle ferite per
favorire la cicatrizzazione, i semi venivano utilizzati per creare
una farina che garantisse forte costituzione e lunga vita, il fiore
veniva fumato per alleviare i dolori e curare dall'interno.
I fiori essiccati venivano somministrati dai medici
specificatamente anche nel caso di problemi legati al ciclo
mestruale, stitichezza o tendenza all’intestino pigro, vomito o
avvelenamento.
Nella medicina Ayurvedica (antico sistema di medicina
tradizionale originario dell'India) la canapa viene utilizzata sin dai
tempi antichi per curare anoressia, coliche, gastriti, problemi di
milza, bronchiti, diabete ed asma.
Nel I secolo d.C. Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), scrittore,
scienziato e naturalista romano, nel suo trattato “8aturalis
historia” annoverava la canapa tra le sostanze medicamentose,
raccomandandola per la cura dell'emicrania e della costipazione, e
delle radici ne consigliava un decotto contro i crampi muscolari,
la gotta e i dolori in genere.
Il medico-botanico di origini greche Dioscoride Pedanio (o
Pedacio: 40-90 d.C.) nell'opera in cinque volumi "De materia
medica" catalogò oltre 600 piante medicinali, tra le quali
descrisse le proprietà terapeutiche della canapa. Questo testo fu
considerato fino al 1800 fondamentale per la cultura erboristica
non solo europea, ma anche araba e indiana.
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Riconquistando la CANAPA
Lo stesso Galeno (129-199 d.C.), medico di origini greche,
consigliava i semi di canapa per la cura dell'otite.
Nella prima metà del 1500 anche il famoso medico svizzero
Paracelso (1493-1541) lodava i benefici terapeutici della canapa.
Per quanto concerne i tempi moderni, abbiamo precedentemente
accennato agli studi sull'asma del prof. Valieri. Giova anche
ricordare l'esperienza importantissima del medico e scienziato
scozzese Sir William Brooke O' Shaughnessi orientata ai positivi
esperimenti da lui stesso effettuati sulle popolazioni inglesi e
indiane con la somministrazione della tintura di cannabis per la
cura di tetano, disturbi reumatoidi, rabbia, convulsioni infantili,
colera e delirium tremens.
Altro noto scienziato dell'epoca, Sir John Russel Reynold, medico
personale della Regina Vittoria, abitualmente prescriveva alla sua
illustre paziente preparati a base di cannabis per i dolori mestruali
e le altre affezioni di cui la Sovrana soffriva.
Alla fine dell'ottocento nel Mondo esistevano in commercio
innumerevoli preparati contenenti cannabis, che erano
riconosciuti come validi presidi farmaceutici per i problemi più
disparati.
Un vero salto di qualità nella storia farmacologica della canapa
avviene nell'Era moderna, esattamente nel 1964 con la scoperta
del THC, che il dott. Raphael Mechoulam isola nei laboratori
Weizmann di Israele.
Cos'é il THC? È uno dei più noti e importanti principi attivi della
cannabis e può essere considerato come il capostipite dei
fitocannabinoidi.
Inizialmente si pensava che il THC si comportasse come un
semplice analgesico, però nei primi anni 90', si scopre che si lega
specificatamente a due tipi di recettori che sono il CB1 (scoperto
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nel 1990) e il CB2 (scoperto nel 1992), questi si incontrano in
prevalenza nelle cellule cerebrali e nel midollo spinale.
Recettori dei cannabinoidi nel cervello
Avendo il corpo umano tantissimi recettori di cannabinoidi , gli
studiosi hanno pensato che ci fosse in esso già un sistema
endogeno che servisse per l'attivazione degli stessi.
Così nel 1992, fu identificato il primo endocannabinoide
(Anadamide),
successivamente
vengono
scoperti
altri
cannabinoidi endogeni, l'arachidonoilglicerolo, il noladin, la
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Riconquistando la CANAPA
virodamina, N-narachidonoildopamina.
Per intenderci ciò significa che, avendo tantissimi recettori (CBI
e CB2) e alcuni cannabinoidi autoprodotti dal nostro organismo,
abbiamo un sistema chiamato endocannabinoide, termine coniato
nel 1995 dai ricercatori italiani Di Marzo e Fontana. Ma quali
sono le funzioni che esplica nell'organismo umano il sistema
endocannabinoide?
“Gli endocannabinoidi sono piccole molecole segnale che
utilizzano gli stessi recettori di membrana a cui si lega anche il
principale costituente psicotropo della cannabis, il THC (∆9tetraidrocannabinolo). Gli endocannabinoidi hanno natura
lipidica e derivano da un acido grasso polinsaturo, l’acido
arachidonico. Essi vengono prodotti a partire da precursori
biosintetici di tipo fosfolipidico e attivano i recettori dei
cannabinoidi di tipo 1 (CB1), molto abbondanti nel cervello ma
anche in tessuti periferici, e di tipo 2 (CB2), espressi invece
principalmente in cellule del sistema immunitario. 8el sistema
nervoso centrale gli endocannabinoidi svolgono una funzione
neuromodulatoria, molto spesso di tipo retrogrado. In tal modo,
essi ricoprono un ruolo importante in vari tipi di plasticità
sinaptica e nei processi cognitivi, motori, sensoriali e affettivi a
essi correlati. Inoltre, in alcune condizioni patologiche, acute o
croniche, dell’S8C, come durante l’epilessia o nelle malattie
neuroinfiammatorie e neurodegenerative, gli endocannabinoidi,
attivando recettori sia CB1 sia CB2, possono svolgere un ruolo
pro-omeostatico e neuroprotettivo. Come tutti i segnali chimici,
anche gli endocannabinoidi sono soggetti a mancata regolazione,
così da contribuire all’eziologia o ai sintomi di alcune patologie”.
[Fonte: Treccani.it articolo di Vincenzo Di Marzo]
In parole povere, il sistema endocannabinoide regola
l'assorbimento energetico del nostro organismo, il movimento
degli elementi nutrienti, il loro metabolismo e la loro
conservazione. Regola diverse funzioni dell'apparato cardiaco, del
sistema riproduttivo e del sistema immunitario. Ed infine gli
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endocannabinoidi aiutano il sistema nervoso a comunicare
facendo da collegamento fra una cellula e l'altra. Il sistema
endocannabinoide rappresenta qualcosa di assolutamente unico: è
il sistema che si preoccupa di rilassarci, di farci mangiare, di
aiutarci a dormire e di farci dimenticare.
1.1.5 I fitocannabinoidi e la loro influenza sul corpo umano
Nella cannabis sativa sono state identificate oltre 400 differenti
sostanze chimiche, di cui oltre 60 appartenenti alla famiglia dei
cannabinoidi. I cannabinoidi sono liposolubili, questo vuol dire
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che sono solamente solubili in grassi e per tanto sono insolubili in
acqua, perciò è stato molto complicato isolarli. Il dott. R.
Mechoulam, a seguito degli studi condotti sia sui fitocannabinoidi
(cannabinoidi
provenienti
dalla
pianta)
che
sugli
endocannabinoidi, dopo molti anni è arrivato alla conclusione che
i risultati delle azioni biochimiche sono identiche da parte di
entrambi. Questa identicità di azioni suggerisce che i
cannabinoidi naturali possano essere dei validi sostituti degli
endocannabinoidi nei casi di loro carenza o di indebolimenti del
sistema immunitario. I fitocannabinoidi sono stati classificati nel
corso degli anni e ognuno di essi svolge un'azione specifica. Vedi
Appendice 2a (pag. 138)
1.1.6 I cannabinoidi di sintesi
Dopo questa breve descrizione dei fitocannabinoidi, facciamo un
accenno alla categoria dei cannabinoidi di sintesi, cioè le esatte
copie di quelli naturali create in laboratorio.
Alcuni di questi sono stati registrati presso la farmacopea
internazionale per uso terapeutico, altri sono stati creati soltanto a
titolo di sperimentazione e senza commercializzazione.
Dei cannabinoidi in commercio vanno ricordati quelli sintetizzati
dal ricercatore chimico John William Huffman, denominati con
sigle riportanti le iniziali del suo nome seguite da tre numeri (es.
JWH-018), in libera vendita coi nomi commerciali di "Spice" e
"N-Joy" negli smartshop di mezzo Mondo. Niente di scandaloso,
se le ricerche del suddetto non fossero state finanziate da un Ente
governativo americano denominato "NIDA" del quale avremo
modo di parlare in seguito, non certamente per la coerenza e la
serietà che ci si aspetterebbe da un Ente preposto alla
regolamentazione ed il controllo degli stupefacenti. Il DPA
(Dipartimento Politiche Antidroga) ha riferito di recenti casi di
intossicazione acuta probabilmente attribuibili all’assunzione di
tali prodotti. Dal 7 aprile 2010 in Italia il Ministro della Salute ha
emanato, d’intesa con il Dipartimento Politiche Antidroga,
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un’Ordinanza che prevede il divieto di fabbricazione,
importazione, immissione sul mercato e commercio (compresa la
vendita on-line) dei prodotti denominati “Herbal smoking blends”
e relative presentazioni commerciali, venduti come miscele
aromatizzanti e profumatori di ambiente. Contestualmente
all’Ordinanza di divieto, sono state avviate le procedure per
l’immissione dei cannabinoidi sintetici in questione nella Tabella
delle sostanze stupefacenti così come previsto dall’Articolo 13 del
DPR 309/90 del 1990 e successive modificazioni e integrazioni.
Per la classificazione di questi prodotti ti rimando all'Appendice
2b (pag. 141).
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Riconquistando la CANAPA
PARTE 2
Constatata l'importanza economica, storica e scientifica di
questo meraviglioso dono della natura, patrimonio comune di
tutti i popoli e di tutti i continenti, viene da chiedersi: qual'è
stata la causa scatenante che ne ha provocato il tracollo così
repentino?
“...Questi uomini ricchi si chiamavano capitalisti. Erano brutti e
grassi, con facce crudeli...” George Orwell, 1984
1.2.1 Il proibizionismo
Il proprietario dell'omonima società petrolchimica Lammot Du
Pont II (1880-1952, fig.1) aveva inventato e brevettato il
neoprene® nel 1930 e il nylon® nel 1935. Nel corso degli anni
successivi sempre la Du Pont® si aggiudicò i diritti per la
produzione di diverse fibre sintetiche tra le quali: il teflon (1938),
il dacron® (1951), la lycra® (1958), il kevlar® e il tyvek®
brevettati entrambi nel 1965. A tutt'oggi la Du Pont® conserva il
primato di più grande multinazionale del settore petrolchimico.
Il magnate della stampa, Wiliam Randolph Hearst (1863-1951,
fig.2), a quell'epoca proprietario di un'agenzia di stampa, due case
cinematografiche, 25 quotidiani tra i quali “New York Morning
journal®” e “San Francisco Examiner®”, numerose riviste di
grossa tiratura come “Cosmopolitan®” e “Town and Country®”.
Aveva comprato milioni di ettari di foreste da cui ricavare la
cellulosa necessaria alla stampa delle sue pubblicazioni vendendo
ai suoi concorrenti quella in eccedenza.
Andrew Mellon (1855-1937, fig 3), potente banchiere, nonché
proprietario della Gulf Oil® aveva effettuato investimenti
miliardari nel settore petrolifero in previsione di una grande
espansione del mercato automobilistico.
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John Davison Rockefeller Sr (1839-1937, fig. 4) e John Davison
Rockefeller Jr (1874-1960, fig. 5), e altri importanti banchieri,...
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