OGGI SAVONA min. 11° max. 12° DOMANI min. 10° max. 12° IL SECOLO XIX 12 MARTEDÌ 16 DICEMBRE 2014 NUOVI SVILUPPI NELL’AFFARE ORSA 2000. IL SINDACO BERRUTI: «NOTIZIA NEGATIVA PER LA CITTÀ» Dellepiane e Campostano la frode sulle case di lusso TruccoIvaperlecompravenditealCrescent,l’exsociohagiàchiusoiconticolFisco BRUNO LUGARO LE REAZIONI SEL E RC: «IL COMUNE CHIEDA CHIARIMENTI» SAVONA. «Il Comune esiga chiarimenti all’imprenditore Dellepiane sull’inchiesta in corso per il Crescent». A chiederlo è il capogruppo di Sel, Sergio Acquilino, che interviene in merito all’indagine sul costruttore valbormidese (e patron del Savona Calcio) che ipotizza il reato di frode fiscale nella cessione di alloggi all’imprenditore Campostano. «Non si può entrare nel merito di un’inchiesta appena avviata, e lo dico anche da avvocato - spiega Acquilino - Ma se l’accusa fosse confermata saremmo di fronte a un aspetto di estrema gravità: significherebbe che esiste in città un gruppo di imprenditori che cercano di sfuggire alle tasse, creando un danno economico alla collettività, visto che UN PASSO parte di INDIETRO quei tribu«Forse ti sarebbeè opportuno ro ricaduti ripensare sul territoall’ok dato al rio. Per Crescent 2» questo credo che sia opportuno un confronto tra l’amministrazione cittadina e Dellepiane, per chiarire la situazione, anche alla luce della recente approvazione del secondo lotto del Crescent». Oltre a Sel, anche Rifondazione è sempre stata contraria all’operazione di edilizia residenziale in darsena. «Visto che la fase approvativa non è ancora perfezionata, fose è il caso di riesaminare la pratica del Crescent 2 - osserva Franco Zunino, capogruppo di Rc Un ripensamento, fintantoché non sia fatta chiarezza sull’operato dell’imprenditore, sarebbe opportuno. Siamo sempre stati contrari all’operazione Crescent, ma se le accuse venissero confermate, sarebbe ancora più sbagliato aver concesso al costruttore Dellepiane l’approvazione per il residenziale puro al secondo lotto dell’intervento». «L’operazione non ci ha mai convinti - dice l’assessore Jorg Costantino, Rc - E se le accuse fossero confermate costituirebbero un ulteriore elemento a sostegno della nostra contrarietà». S. SCH. SAVONA. Unterremotosull’opera- zione immobiliare del Crescent. Un terremotocheallungaombreanche sul palazzo “gemello” che dovrebbe sorgere sulle ex aree Ilva. Omessa contabilizzazione di ricavi per 8,6 milioni sulla vendita di immobili “sottocosto”; fatture con l’applicazione dell’aliquota Iva ridotta, su alloggi di lusso; costi non documentati per 300 mila euro. Sono solo alcune delle contestazioni mosse ad Aldo Dellepiane dagli ispettoridell’AgenziadelleEntrate, lo scorso ottobre, al termine di una lunga verifica fiscale sulla società immobiliare Orsa 2000. Abbastanza per muovere la Procura che ha iscritto il Cavaliere nel registro degli indagati per evasione fiscale, in qualità di presidente di Orsa quando, nel 2010, “liquidò” dalla società Paolo Campostano cedendogli immobili pari al 13 per cento del costruito, per un controvalore di 3,2 milioni di euro. Non risulta, invece, per il momento indagata, Lorenza Dellepiane, figlia di Aldo, che nel 2010 era amministratore delegato. L’inchiesta è condotta dal sostituto Ubaldo Pelosi. Il magistrato, ieri, non ha voluto rilasciare dichiarazioni al riguardo. Così come Dellepiane che lascia parlare per sé la memoria difensiva (articolo in altra pagina) affidata all’avvocato genovesePierLuigiJunca.Diciottopaginecheprovanoasmontaregliaddebiti. Nel dettaglio, al Cavaliere il fisco contesta di aver sottostimato il valore degli immobili ceduti a Campostano, con vantaggio fiscale per entrambi. Secondo gli ispettori la cifra congrua di 16 appartamenti e 47 box sarebbe stata di 9,7 milioni e non di 3,2 euro: il triplo. L’altra novità emersa ieri è che la verifica fiscale era partita l’estate scorsanondaOrsa2000madaPaolo Campostano, l’acquirente. Anch’egli ha sottratto denaro al fisco grazie ai prezzi scontati. Campostano, di fronte alle contestazioni, ha scelto la via della transazione, chiudendo così la partita con il Fisco in tempi rapidi, senza clamori. Lasommaevasadall’imprenditore portuale era inferiore alla soglia al di sopra della quale scatta automaticamente la denuncia penale. E ciò gli ha evitato guai con la giustizia. Per Dellepiane la situazione è più complicata. Se dal punto di vista dei rapporti con il fisco appare obbligata la strada di una trattativa conl’AgenziadelleEntrate,bisogna vedere dove andrà a parare l’inchiesta giudiziaria sull’operazione Orsa. Una cosa è certa, il sodalizio “DECA”, nato nei primi anni Novanta per mettere le mani sul business immobiliare della Darsena, finisce ingloriosamente la propria avventura. E per uno scherzo del destino, il tutto accade a nemmeno un mese di distanza dal via libera del consiglio comunale alla realizzazione del Crescent 2. Tanto che il sindaco Federico Berruti non nasconde il proprio disappunto: «Notizia negativa per la città. Ma noi ci occupiamo di Aldo Dellepiane L’ALTRA PARTITA Orsa 2000 è in crisi. Ha scelto la strada del concordato con i creditori per evitare il fallimento Paolo Campostano aspetti urbanistici; per il resto, abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura». Non è stato facile per il sindaco far digerire agli alleati un’ulteriore colata di cemento in Darsena.Edora,saperechel’operazionesifondasuunapresunta maxi evasione fiscale, rende il quadro ancora più complicato. E qui si apre un altro capitolo spinoso che riguarda Orsa 2000. La so- cietà, amministrata temporaneamente da Gianfranco Gaiotti, sarebbe in gravi difficoltà finanziarie. Con il problema di onorare debiti cospicui. Dell’argomento si è discusso anche nell’ultimo consiglio d’amministrazione di Carisa di cui Orsa è cliente. La società è in concordato di continuità aziendale. Questo significa che può optare per trestrade: laprosecuzionedell’attività di impresa; la cessione dell’azienda in esercizio; il conferimento dell’azienda in esercizio in unaopiùsocietà,anchedinuovacostituzione. Fermo restando l’obbligo di trovare un accordo con i creditori. In altre parole, Orsa 2000 sta lottando per evitare il fallimento. E allorasicapiscemeglioancheilsenso delle parole dell’amministratore delegato di Ips Carlo Ruggeri, che nei giorni scorsi aveva manifestato al Secolo XIX timori per i lavori del Crescent 2. «Non vorrei che la città si ritrovasse per anni con un cratere aperto». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA PROFESSIONISTI, MEDICI, COMMERCIANTI E POLITICI NEL QUARTIERE DELLA DARSENA BLITZ DEGLI ISPETTORI TREMANO GLI ALTRI PROPRIETARI Controlli a campione: per l’Agenzia delle Entrate non tutti hanno acquistato a prezzi congrui IL CASO ALBERTO PARODI SAVONA. Da 150 mila euro per un bilocale al primo piano, a salire sino ad oltre un milione per gli appartamenti di lusso, gli attici ai piani alti. A pagare simili somme -cifre ingenti sborsate anche per box, garage, negozi, locali adibiti ad uso ufficio con unvaloretra40e50milaeuro)-èstatalaSavona“bene”,facoltosa,formata da professionisti di grido che sono andati in alcuni casi a viverci direttamente al “Crescent”. Altri invece hanno a loro volta affittato quanto comprato da Dellepiane tramite la società Orsa 2000. Si tratta di imprenditori,politici(tracuidueassessori, uno ancora in carica), dirigenti pubblici, commercianti, ex titolari di locali, macellai, magistrati, medici, primari, giornalisti, patron di network, avvocati, concessionari d’auto. Secondo l’Agenzia delle Entrate c’è chi ha comprato a prezzi “congrui” e chi no. Ad alcuni di loro è infatti arrivata nei mesi scorsi la lettera degli ispettori delle Entrate in cui viene fatto notare di aver comprato apparentemente “sottocosto” da Dellepiane (Orsa 200) e quindi con un conseguenteminorversamentoditributie La sede dell’Agenzia delle Entrate in via Alessandria imposte all’erario. Non solo al gruppo capitanato dal “ras”marittimoPaoloCampostanoè infattiarrivatalacontestazionedegli 007 del fisco che hanno ritenuto “sottostimato” il valore della permuta, della conversione del 13% di immobili al Crescent dato da Dellepiane, come liquidazione, all’ex socio Campostano. Dato sotto forma di un’intera scala della struttura (quasi un ottavo del complesso) con una ventina di appartamenti (diciotto) piùsvariatibox,garageelocaliaduso ufficio. In alcuni di essi ci è andata a vivere la stessa famiglia Camposta- no. Una vendita che stando ai calcoli delle Entrate doveva essere di circa 5 milioni di euro in più. Cifra su cui poi Dellepiane e Campostano non avrebbero versato le imposte (Iva) secondo l’accertamento delle Entrate. Stessa contestazione mossa anche agli altri compratori di un pezzo piùomenograndediCrescentpercifre più basse. Contenziosi che hanno coinvolto anche una parte della “Savona bene” che si è visto notificare le stime più alte da parte delle Entrate, in base ai calcoli di mercato, posizione, vista mare ed altri parametri. Nessuna accusa per loro, per il momento, di aver pagato “in nero” la parte che manca all’incasso. Le Entrate si limitano a far presente le incongruenze tra le cifre pagate (troppobasse)rispettoalprezzodimercato. Una forbice, in media, di alcune centinaia di migliaia di euro. «Secondo i nostri calcoli- il senso diquantohascrittol’Agenziaaicompratori “pizzicati”- avete comprato ad una cifra, che avete dichiarato, troppobassarispettoalmercato.Dovete integrare le imposte versate». E cosìsièarrivatiadiversetransazioni, un accordo a metà strada. Chi, tra i professionisti che hanno seguitoalfiancodell’adLorenzaDellepiane le varie trattative di compravendita, ricorda come fosse stato oggetto di una trattativa serrata il calcolo del 13% che il Cavaliere doveva liquidare a Campostano che mandava costantemente i propri tecnici e geometri di fiducia negli uffici di Orsa 2000 per calcolare il valore degli immobiliscendendoneidettaglidelle finiture e della collocazione più o meno decentrata. Molti dei professionisti che abitano al “Crescent” si sono detti “tranquilli” alla luce dell’indagine sull’evasione fiscale sull’asse Dellepiane -Campostano che ha messo nei guai il primo. A meno che l’indagine della Procura non dimostri il contrario. [email protected] IL SECOLO XIX MARTEDÌ 16 DICEMBRE 2014 13 LA MEMORIA DIFENSIVA DEL CAVALIERE «Alloggi a prezzi più bassi per la concorrenza Orsero» Tirata in ballo l’inferiore qualità di alcuni appartamenti IL CASO GIOVANNI CIOLINA SAVONA. Una ventina di pagine per provare a minare alla base gli assunti degli ispettori dell’Ufficio delle Entrate di Savona che gli hannocontestatoun’evasionefiscaledi quasi dieci milioni di euro per la vendita di alloggi e garage al Crescent. «L’unica circostanza su cui si basa laverificaèunaccertamentoinduttivo effettuato acquisendo documenti nella sede di Orsa 2000 e facendo i conteggi in base ai prezzi medi di mercato, ma senza prove che ci siano stati pagamenti in nero». L’avvocato genovese Piergiovanni Junca interviene a difesa di Aldo Dellepiane all’indomani della clamorosa notizia dell’inchiesta per evasione fiscale a carico dell’imprenditore valbormidese. Tocca al legale spiegare i passaggi di quanto accaduto grazie anche alla memoria difensiva redatta dai commer- Il comparto del Crescent realizzato da Dellepiane Le quote societarie DVL HOLDING 68,5% * IRMA MORETTO 66,5% ALDO DELLEPIANE 33,5% MORETTO * èIRMAla moglie di Aldo Dellepiane DEMONT 27,5% cialisti Pietro Pongiglione e Luca Agostini, depositata alla direzione provinciale dell’agenzia delle entrate di Savona. Sono tre in sostanza i punti cardine su cui si basa l’accusa, ma se il capitolo dei costi per lavori effettuati dalla Fidia srl è modesto (300 mila euro), il grosso della difesa si sviluppa sui ricavi per la vendita di alloggi e box ed in particolare per una quota del 13,125 per cento della volumetria globale ceduta alla Poseidone Spa di Paolo Campostano nel 2006 (cessione ratificata nel 2012) per un valore di 5.500.000. Per gli ispettori della polizia giudiziaria del fisco il valore di quel pacchetto di 47 box e 16 appartamenti (3.285.388) è stato rideterminato in 9 milioni 748 mila 161 euro. Maèsulpuntocheladifesaèandata all’attacco sottolineando che nell’accertamento induttivo non sono state tenute in considerazione come il prezzo pagato da Poseidone sia stato più basso in base all’alea dell’operazione provocata dai ti- LOMBARDINI, DE FILIPPI E LE COOP: ENTRATI E USCITI *** GIUSEPPE DELLEPIANE 4% ** GESCO 52% GIUSEPPE DELLEPIANE FABIO ATZORI LORENZA DELLE PIANE 48% GIUSEPPE DELLEPIANE ** LORENZA DELLEPIANE ** FABIO ATZORI ** L’avvocato genovese Piergiovanni Junca difende Dellepiane DELLEPIANE *** èGIUSEPPE il cugino di Aldo Dellepiane LE PORTE GIREVOLI DI UNA SOCIETÀ CHE FACEVA GOLA A TUTTI I BIG SAVONA. Paolo Campostano e Aldo Dellepiane da trent’anni due fra i più importanti e influenti imprenditori della provincia. Vivono entrambi con le famiglie nel Crescent. E per l’Agenzia delle Entrate, sono i “furbetti” della Darsena,poichéavrebberoregolatoiloroaffarimilionarirelativi al palazzone, sottraendo ingenti somme al fisco. Parte dagli anni Novanta il loro sodalizio per il business immobiliare delle aree ex Ilva. E se Campostano a uncertopuntoabbandonal’impresacedendoleproprie quote a Dellepiane, quest’ultimo prosegue fino alla realizzazione del nuovo quartiere residenziale. Siamo nel 1991 quando si costituisce Orsa 2000: ne fanno parte Lombardini, 20%; Ireos (coop “rosse”), 20%; Sicma (Dellepiane) 25%; Ilva, 25%; e Sinedil (Carlo De Filippi),10%.DueanniirrompePaoloCampostanochesidivide con Gesco (Dellepiane) il 55% delle quote, lIlva mantiene il suo 25% e le Coop si attestano al 20%. È nel maggio del 1995 che Campostano consolida la propria posizione, acquisendo la maggioranza delle azioni di Orsa 2000. Ne detiene il 52,5%, Dellepiane si accontenta del 27,5%, le Coop resistono con il 20%. Di lì a due anni, Dellepiane fa un passaggio di quote interno al proprio gruppo: da Gesco a Demont. La partecipazione restadel27,5%.Confermatelealtrequote.Nel2000lecooperativecedonolepropriequoteaCampostanocheda quel momento controlla Orsa con il 72,5%. Ora al comando della società ci sono solo i due big: Campostano e il Cavaliere. Questa configurazione durerà fino al dicembre2006quandoCampostanositireràindietro,cedendo le proprie quote a Fidia srl di Giuseppe Dellepiane(cuginodiAldo)LorenzaeValeriaDellepiane(ledue figliedelCavaliere).Daquelmomentolafamigliaè unica proprietaria di Orsa. E lo è tuttora (vedi schema a fianco). Amministratore unico, dallo scorso novembre, GianfrancoGaiotti,dasemprenell’entouragedeiDellepiane. Anche Gaiotti abita nel Crescent. moridiblocchineilavoriperlapossibile scoperta di reperti archeologici, ma anche dal fatto di aver comprato in blocco e soprattutto prima ancora che l’operazione concretamente partisse e senza contare eventuali crediti con le banche. Nella sua memoria difensiva l’attuale legale rappresentante Gianfranco Gaiotti, mette sul piatto della bilancia anche la concorrenza dell’operazione immobiliare Filo d’Acquache,partendocondueanni d’anticipo «ha influenzato negativamente l’operazione Crescent», oltre agli svantaggi commerciali causati «dalla mentalità provinciale della città». Riscaldamento centralizzato, le altespesedicondominiocheavevano allontanato molti acquirenti dalla Torre Orsero (a lungo si era parlato di molte unità immobiliari invendute), la mancanza di persiane, il soprannome di “carcere”, “ospedale”, “eco mostro), le perplessità («per ignoranza») sul riscaldamento a pavimento, impatto visivo da Cubo e terrazzette oltre che dal futuroCrescent2,sonopoistateindicati come possibili svantaggi «generali». Valutazioni che secondo il ricorso non sarebbero state effettuate ancheperquantoriguardoigaragesoterranei il cui valore, secondo il legale rappresentante di Orsa 2000 varia a seconda della posizione, del pianodirealizzazioneesoprattutto se vincolati o meno agli alloggi costruiti al Crescent. La difesa Dellepiane infine contesta anche l’accusa di aver applicato l’aliquota dell’Iva ridotta (10 o 4 per cento) invece di quella al venti per cento per gli alloggi di lusso. Ed in particolare a quello venduto alla figlia Lorenza Dellepiane per il quale ci sarebbe una perizia asseverata che dimostra come l’alloggio sia privo delle caratteristiche del lusso. «Ecomunque-èl’opinionedifensiva - responsabile del tributo è solo l’acquirente»eperunodeicasicontestati il fisco avrebbe già riscosso dalla signora Dellepiane l’Iva dovuta. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA
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