RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 21 marzo 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 79e 1,20 in abbinata obbligatoria con Italia Oggi Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 Un disastro sociale Quando scrissi (nei giorni della discussione sull'obolo da dare alle donne che, pentite, rinunciavano all'interruzione di gravidanza) che occorrevano servizi e aiuti, mi riferivo ad emergenze come quella che potete leggere oggi. Tra un paio di settimane tre asili nido della città di Potenza potrebbero chiudere perchè non hanno avuto un euro per la gestione. Vero che si strumentalizzano i lavoratori. Vero che il comune di Potenza è sul lastrico. Vero tutto quello che volete, però il problema resta e resta l'idea di una priorità di cose da affrontare, da programmare, da decidere che si perde nell'accumulo degli annunci quotidiani. Poche idee, chiare e precise. Ci sarà un asilo nido alla regione, hanno annunciato. 200 mq a piano terra del consiglio regionale. Se guardiamo alla media anagrafica delle dipendenti regionali alla fine forse saranno in poche ad averne bisogno. Ma è bene che si faccia perchè è bene che da qualche parte si cominci. Rendiamoci conto, però, di cosa sta succedendo per tutte le altre famiglie della città. Donne del Pd: visto che non si apre uno spazio di rappresentanza politica, almeno sui problemi reali che vi/ci riguardano una battaglia per distinguersi si riesce a farla? POTENZA Dopo le pulizie altro caos Tre asili nido a rischio Potrebbero chiudere ad aprile Chi li gestisce avanza arretrati dal comune Vertice col Governo per la riforma del titolo V. “Cambio epocale”, annuncia Pittella, ma sulle estrazioni c’è un non trascurabile equivoco Petrolio, chi decide: lo Stato o la Regione? Il governatore dice sì a un documento ma poi ne prende le distanze Il presidente annuncia che la Basilicata non molla sull’autonomia territoriale per quanto riguarda le trivelle ma intanto condivide il documento delle regioni sottoposto a Renzi che prevede la spoliazione della competenza in materia di energia VI SEGNALIAMO: UNA BUONA NOTIZIA Il 40% dei laureati in Architettura all’Unibas trova occupazione L’Unibas Ma da Matera arriva un dato per molti il futuro è nell’agricoltura PANETTIERI e GRASSI a pagina 12 CONGRESSO CGIL Pittella all’incontro tra le Regioni il Governo Il caso: quando il professor Ortolani lavorava per l’Agip E per le perforazioni in mare si va verso la moratoria Pignola: se l’appalto per la scuola è un affare di famiglia MARIATERESA LABANCA a pagina 9 POTENZA AGROMONTE Il pacco degli Iphone Truffatore potentino spedisce solo pietre Raid vandalico nella sede dei rifugiati Iphone Le priorità nella relazione del segretario a pagina 13 Alessandro Ge novesi IL CASO LABANCA e PANETTIERI a pagina 8 LEO AMATO a pagina 14 GIAMMARIA a pagina 16 SAVIO SALERNO a pagina 23 L’ingresso della sede Quello strano furto alla Daramic nell’area di Tito a pagina 17 #MATERA2019 La cineteca lucana mostra i suoi tesori col trono di Zanussi e il proiettore di Tornatore GRASSI alle pagine 10 e 11 40321 9 771128 022007 40321 9 771128 022007 RASSEGNASTAMPA Venerdì 21 marzo 2014 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. 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Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 79 Rinnovabili, la beffa Puglia, 500 assunzioni della super-produzione ma c’è il rebus dei soldi TRUFFA ONLINE DA 4MILA EURO Potenza, acquista dieci iPhone ma gli rifilano un sasso SERVIZIO IN GAZZETTA BASILICATA A PAGINA II >> TELEFONINI IPhone in bella mostra EOLICO E FOTOVOLTAICO Coperto il 55% del fabbisogno: spesso l’elettricità verde si butta via REGIONE Maxiconcorso nel mirino. Oggi audizione dell’assessore regionale pugliese Caroli SCAGLIARINI A PAGINA 10 >> A PAGINA 11 >> LO SCONTRO IL PREMIER INSISTE PER L’ELASTICITÀ SUI CONTI PUBBLICI ED È SUBITO GELO CON BARROSO, CHE FA I SORRISINI INSIEME CON VAN ROMPUY LA STRAGE DI PALAGIANO LE RISULTANZE DELL’AUTOPSIA ucciso Renzi fa l’euro-rottamatore Ildabambino più colpi al volto La sfida: via i fondi comunitari dal patto di stabilità. No di Bruxelles Berlusconi lascia il nome in lista, ma non candiderà nessun figlio l . Matteo Renzi fa sentire la sua voce al Cosiglio europeo e ingaggia un braccio di ferro con Barroso, presidente della Commissione europea. Il governo italiano chiede che i fondi comunitari siano «liberati» dal rispetto del patto di stabilità. Ma la risposta della Commissione è negativa: i vincoli vanno rispettati. Replica Renzi: noi gli impegni li rispettiamo. Sul fronte politico, il nome di Berlusconi sarà scritto nel simbolo elettorale, ma nessuno dei figli scenderà in campo. FEDERALISMO ARMA DI STERMINIO DI MASSA di LINO PATRUNO E mbè, stavolta ha ragione chi dice che i mali del Sud siano colpa della sua classe dirigente. E non perché abbia sprecato o governato male, le accuse abituali. Ma perché ha creduto alla Befana. E al suo federalismo fiscale donato come arma di sterminio di massa degli odiati terroni. Ce ne fosse stato uno che avesse aperto gli occhi. Tutti proni e giulivi non solo nel dire sì, ma che anzi era un loro cavallo di battaglia. Dichiararsi federalisti faceva figo, dava l’aria di meridionali non retrogadi di fronte a Bossi e Salvini trattati come profeti oltre che benefattori. Non bisogna fare una cura di fosforo per ricordare la lunga battaglia di questo giornale per evitare la madre di tutte le beffe. E cioè che il federalismo fiscale si traducesse in aumento delle tasse e aumento della spesa, cioè tutto il contrario di quanto prometteva la Lega Nord. SEGUE A PAGINA 21 >> Alfano alla Gazzetta: due gruppi di lavoro al fianco degli inquirenti L’ABITO NON FA IL MONACO IL CAPPOTTO FA IL POLITICO di MICHELE COZZI DEL MONACO E SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4, 5, 6 E 7 >> A PAGINA 2 >> IL CASO DEI TESORI COMPRATI IN PUGLIA COI SOLDI PUBBLICI Quadri spariti Mirabella «Intervenga il ministro» L’ARTE NASCOSTA Michele Mirabella chiede di fare chiarezza sulle opere artistiche nascoste al grande pubblico SIMONETTI A PAGINA 22 >> MINISTRO DELL’INTERNO Alfano oggi sarà a Taranto COLUCCI, MASSARI E PALMIOTTI IN 8 E 9 >> LA GEOPOLITICA DÀ UNA SPINTA AL PROGETTO TAP NEL SALENTO di TONIO TONDO S e non è un via libera esplicito, da parte del numero uno dell’Eni Paolo Scaroni, poco ci manca. Da ieri il progetto Tap (Trans Adriatic Pipeline) che dovrebbe portare il gas dell’Azerbaijan fino al Salento, attraverso Turchia, Grecia, Albania e Canale di Otranto, è più forte. SEGUE A PAGINA 17 >> CALCIO IN EUROPA LEAGUE Una magia di Pirlo NONNO TERRIBILE la Juve è ai quarti IN CONDOMINIO Napoli fuori, passa il Porto di MASSIMO BRANCATI E' JUVE L’esultanza di Andrea Pirlo SERVIZI NELLO SPORT >> il non plus ultra della falsità umana. Si entra accolto da convenevoli, si esce con il fegato spappolato da contrasti e antipatie. E qualche volta ci scappa pure l'aggressione fisica come è accaduto in una palazzina di San Fele (Potenza) dove i vicini di casa hanno discusso di bilanci, quote e lavori a colpi di bastone. SEGUE A PAGINA 20 >> RASSEGNASTAMPA VENERDÌ 21 MARZO 2014 BASILICATA www.lanuovatv.it Anno IX - N. 79 € 1,20 A Potenza e provincia in tandem con Il Mattino www.nuovadelsud.it Redazione: Via della Chimica, 61 - Potenza - Tel. 0971.476552 - Fax 0971.903114 - E-mail: [email protected] - Direttore: Mimmo Parrella. Pubblicità e amministrazione: Agebas Srl - Via della Chimica, 61 - Potenza - Tel. 0971.594293 - Fax 0971.903114 - E-mail: [email protected] 40321 > 9 771721 248002 Latronico, in fiamme la casa dei Stalking a Marsico N.: gatti “Vento del Sud”: il colonnello rifugiati alla vigilia del loro arrivo morti per spaventare la vicina Zarrillo interrogato dal gip LATRONICO – Atto vandalico all’ex delegazione comunale di Agromonte alla vigilia dell’arrivo dei primi rifugiati politi- ci: bruciati nelle notte scorsa alcuni materassi. Il sindaco Fausto De Maria: “Andremo avanti”. A PAGINA 20 POTENZA - Per mesi avrebbero minacciato e molestato la loro vicina di casa arrivando, in un’occasione, a lanciare dei gatti morti sul terrazzo della sua abitazione. E’ solo uno dei molteplici episodi A PAGINA 11 POTENZA - E’ in programma oggi l’interrogatorio di garanzia del colonnello della Guardia di Finanza, Mario Zarril- lo, agli arresti domiciliari per i presunti appalti pilotati tra Potenza e provincia. A PAGINA 11 Confindustria si straccia le vesti e attacca la risoluzione: gli investitori scapperebbero. Lo stesso “copione” del lucano Somma Royalties al 15%. E piangono pure La Commissione Ambiente impegna il governo ad un incremento. Ma i petrolieri già fanno barricate Intanto il bonus All’Unibas al via la campagna benzina resta congelato elettorale per il dopo Fiorentino e fa litigare la Il provvedimento riguarderebbe però solo le nuove estrazioni e non quelle già in atto in Basilicata La decisione è della seduta del 13 marzo scorso Nel solito silenzio dei parlamentari della Basilicata Il richiamo in prima del Sole24Ore di ieri. PAGINE 2, 3, 4 E 5 politica. Forza Italia ci ripensa Sull’inquinamento “da petrolio” del Pertusillo denuncia alla Ue contro la Regione L’ultima novità per il sindaco di Potenza Ballottaggio sul nome del candidato e De Luca, i due nomi Il Pd (non pittelliano) Imbesi che dividono Forza Italia sull’avvocato Petrone dagli alleati di Fratelli d’Italia POTENZA- Il centrosinistra, dopo la discesa in campo di Roberto Falotico, è pronto a candidare a sindaco di Potenza, l’avv. Luigi Petrone. L’avv. Petrone A PAGINA 9 POTENZA- Il centrodestra discute su due nomi: Dario De Luca e Antonino Imbesi. Due nomi per la candidatura a sindaco di Potenza. Stasera, forse, la scelta definitiva. Il Comune di Potenza Gli operai agricoli erano tutti romeni domiciliati in Puglia. A PAGINA 24 A PAGINA 9 Il rettore Mauro Fiorentino Giubbe gialle, l’arrivo in Siria Missione compiuta per il Gruppo lucano. A PAG. 17 A PAGINA 6 Nove lavoratori a nero nei campi La Cgil prova a fidarsi di Pittella di Bernalda: 30mila euro di multa Genovesi: uscire dall’isolamento Il congreso regionale della Cgil in corso a Rifreddo si concluderà oggi con l’intervento del governatore Pittella. A PAGINA 13 POTENZA- Il 28 maggio si vota il nuovo Rettore che reggerà le sorti dell’Università degli studi di Basilicata fino al 2020. Via libera, quindi, alla campagna elettorale per il dopo Fiorentino. Sport violento. La Takler Matera accusa: “A Modugno clima ostile, siamo stati minacciati con una lametta” MATERA - Ancora un episodio violento nello sport: La Taker Matera in una nota ha raccontato l’orribile pomeriggio al Palasport di Modugno nel macth di sabato scorso.: “A parte l’accoglienza immediata, c’è stato subito un clima di tensione e siamo stati minacciati con una lametta”. La gara fa riferimento al campionato di calcio a 5, Serie B. NELLO SPORT RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 Venerdì 21 marzo 2014 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Siamo presenti a: Anzi, Brienza, Calvello, Corleto Perticara, Francavilla in Sinni Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 Siamo presenti a: Laurenzana, Nova Siri Marina, Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D’Agri IL CASO TORNA D’ATTUALITÀ IL TEMA DELLE MACROREGIONI. LA PROVOCAZIONE DELL’ON. GINEFRA (PD) Vogliono cancellarci Basilicata troppo piccola per restare autonoma FRANZA O SPAGNA PURCHÉ SE MAGNA di LUCIO ATTORRE * N Destino comune con Molise e Valle d’Aosta «Nessuna imposizione dall’alto. Ma già oggi sulle infrastrutture ragioniamo su tavoli interregionali. E poi saremmo più forti in Europa» l Si tor na a parlare di macroregioni per contenere la spesa pubblica. E la Basilicata dei piccoli numeri finisce come sempre nel tritacar ne. Il deputato barese Dario Ginefra (Pd) ha riacceso i riflettori sul tema: «Che senso ha, nel contesto dell’unione europea, tenere Regioni come Basilicata, Molise e Valle d’Aosta che messe insieme hanno una popolazione inferiore a quella di Milano?». BRANCATI A PAGINA III >> IL BALLO DELLE PRIMARIE E LA CITTÀ SENZA FUTURO di ANTONELLA INCISO D ifficile immaginare una situazione peggiore: senza una parola precisa su come affrontare le emergenze, senza una visione concreta di quello che deve essere il futuro della città, senza un accenno alla soluzione delle tante, troppe, criticità. La politica ha esordito nel peggiore dei modi affrontando le imminenti elezioni amministrative nel capoluogo. Al netto dei nomi sul candidato sindaco, delle alleanze, dell’interrogativo «primarie sì, primarie no» e di qualche slogan, da nessuno schieramento è arrivata una parola chiara su quello che si dovrà fare nel capoluogo nei prossimi 5 anni: non sulle tasse comunali schizzate al massimo storico, non sull’emergenza rifiuti, sulla quale non si è udita alcuna parola di merito, non sulla macchina amministrativa comunale ancora troppo lenta rispetto ai tempi, non sulle scuole dove presidi e dirigenti scolastici non sanno più a che santo votarsi anche solo per aggiustare una lampadina. I progetti si mettono nero su bianco, si preparano con cura soprattutto se riguardano la visione di una città, per di più capoluogo di regione. Con belle frasi retoriche che aiutano la gente a sognare, ma soprattutto con indicazioni strategiche chiare e rigorose, che servono a dimostrarne la concretezza. Certo, perchè l’avventura amministrativa entri nel vivo ci vorrà più di un mese. Ma peggio di così non si poteva cominciare e forse la politica, tutta, dovrebbe interrogarsi smettendola di litigare su nomi, primarie ed alleanze, e lavorando, invece, ad un progetto serio di rilancio della città. Sempre che non sia troppo tardi. IPOTESI Un possibile futuro delle Regioni italiane POTENZA IERI MATTINA GIORNATA INTRODUTTIVA DEL CONGRESSO REGIONALE DEL SINDACATO A RIFREDDO DI PIGNOLA «Ricetta» Cgil per la regione Occhi puntati su lavoro, petrolio e inclusione. La relazione di Genovesi CONGRESSO Ieri la prima giornata del congresso regionale della Cgil A SAN MAURO FORTE Fiamme dal camino ustionano a morte un uomo di 88 anni . SERVIZIO A PAGINA V >> IL CASO FACEVANO TROVARE GATTI MORTI SULLO ZERBINO DEL VICINO l Un uomo di 88 anni, Alessandro Borgia, è morto ieri mattina a San Mauro Forte a causa delle ustioni causate dal fuoco del camino della sua abitazione. Viveva da solo in una vecchia casa del centro storico. L'allarme è stato dato da alcuni vicini che hanno segnalato il fumo e lo scorrere di un rubinetto dell’acqua lasciato aperto. Forse l’anziano, trovato senza vita sul pavimento, aveva cercato di spegnere le fiamme, ma non è riuscito nell’intento. Sul posto, poi, sono intervenuti i Carabinieri e i Vigili del fuoco. ERA IN VIAGGIO. VIVEVA A GENZANO, MA IL CORPO È FERMO A TOLVE «Stalking condominiale» La burocrazia blocca Imputati due anziani i funerali di un infartuato TOGA Il pm Piccininni [foto T. Vece] l Urla e rumori spaventosi in piena notte. Ripetute molestie con il citofono durante tutte le ore della giornata. Le interiora di un animale sventrato abbandonate sullo zerbino. Ma quando la vittima ha trovato sul suo terrazzo dei gatti morti non ce l’ha fatta più. E ha presentato l’ennesima denuncia contro i suoi vicini di casa. Due anziani di Marsico Nuovo sono accusati di «stalking». AMENDOLARA A PAGINA II >> 118 Funerali in ritardo l Colto da malore, muore per infarto, mentre in ambulanza si cerca di trasportarlo al «San Carlo» per un intervento disperato. Per la rigidità della burocrazia i funerali vengono celebrati in ritardo, tra l’indignazione e la rabbia dei parenti. Si tratta di Rocco Albani, un 75enne molto conosciuto a Genzano: i sanitari accertano che la morte è causata da un infarto dovuto a precedenti complicazioni cardiache. MASSARO A PAGINA VII >> elle barzellette vince sempre l’italiano e in un subordine regionale sempre il napoletano, ma, con tutto il rispetto per questi due termini di comune appartenenza, l’amara constatazione è che il presunto e sedicente primato si alimenta dei cocci di un’autoesaltazione negata, invece, da organi pubblico-privati internazionali, che bocciano come insipiente e coreografico questo scanzonato trionfalismo rivendicato dai guitti della nostrana Accademia politica. Incalzati, per dirla con Bobbio, dal dualismo che oscilla tra «il dubbio e la scelta», seppur privi, per usare una dotta locuzione, di intelligenza ermeneutica arricchita e resa credibile da autentica passione civile o elementare amore verso il prossimo, assumiamo noi italiani un’aria da saggi senza accorgerci di operare sul superficiale terreno del luogo comune. Così la tautologia, ossia la scienza di girare torno torno per poi ritrovarsi al punto di partenza, affaticati, però, dall’inutile corsa, diventa il metodo fondamentale del nostro attivismo riformatore ad effetto statico, esattamente come ci si sfianca di sudore galoppando sul tapis roulant. Quando nel 1952 si diede avvio al programma di rilancio della politica per la montagna non si immaginò che l’istituto delle Comunità montane sarebbe sorto anche in riva al mare, obbedendo a criteri e bisogni meramente clientelari. Il principio era buono meno la sua distorsione di basso profilo utilitaristico che equivocava l’acqua solida della candida neve con quella mobile sospinta dalla brezza marina sui litorali gestiti con alpestre in-competenza amministrativa. CONTINUA A PAGINA III >> POTENZA Vende dieci iPhone per 4mila euro e gli «rifila» un sasso SERVIZIO A PAGINA II >> «VENTO DEL SUD» Oggi l’interrogatorio del colonnello Gdf Mario Zarrillo SERVIZIO A PAGINA II >> RASSEGNASTAMPA Chi ha inquinato la Terra dei fuochi ha potuto farlo perché non ha rischiato e non rischia nulla. È ora che i delitti contro l’ambiente siano introdotti nel codice Roberto Saviano penale. 1,30 Anno 91 n. 78 Venerdì 21 Marzo 2014 U: -5 Europa, la battaglia dei vincoli La satira come palestra di scrittura ● Il lavoro nelle carte della Cgil Ugolini pag. 17 Gallozzi pag. 14 Costa pag. 14 ● Disegni: «Cuore? Eravamo un partito» Renzi chiede di tenere fuori dal bilancio i fondi strutturali Ue ● Barroso: rispettate tutti gli impegni La replica: «Lo stiamo già facendo, ma la Ue deve risolvere i problemi» ● Schulz: «Io sto con Matteo» «I fondi strutturali vanno esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità». È la proposta che Matteo Renzi porta al Consiglio Europeo di Bruxelles, scontrandosi con le posizioni conservatrici di Barroso e Van Rompuy. Schulz: «Io sto con Matteo». L’INTERVISTA Macaluso: «La passione non è finita con il Pci» FRULLETTI A PAG. 2 La doppia sfida del premier ● Oggi compie 90 anni Una vita di battaglie dalla Sicilia dei minatori PAOLO SOLDINI ● CI SONO DUE MATTEO RENZI A BRUXELLES. Il primo è il capo del gover- no di Roma che, in continuità con i due predecessori, chiede che nel computo del debito pubblico italiano non vengano calcolate, o vengano calcolate in modo diverso, le spese per gli investimenti. È quello che farà anche lui nel modo concordato anche con sindaci e presidenti di Regione e ben chiarito da Errani e da Fassino: fuori sacco i fondi strutturali e, in particolare, le spese per l’edilizia scolastica. SEGUE A PAG. 3 Voto di maggio prova cruciale L’ARTICOLO MASSIMO D’ALEMA L’Europa che va al voto nel prossimo mese di maggio è, come non mai, un’Europa attraversata da un profondo e drammatico malessere sociale e da un’incertezza sul suo futuro, da una preoccupante diffidenza nelle sue classi dirigenti politiche e nelle sue istituzioni, sia nazionali che comunitarie. SEGUE A PAG. 16 SARDO A PAG. 15 Auguri al mio «vecchio amico» GIORGIO NAPOLITANO Foto di gruppo al vertice europeo a Bruxelles FOTO INFOPHOTO Caso Alpi, via ogni segreto ● L’annuncio del governo a vent’anni dall’assassinio della giornalista Rai e di Hrovatin in Somalia ● La Procura di Roma acquisirà i documenti Staino Vent’anni dopo l’assassinio in Somalia della giornalista Rai Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, il governo toglie il segreto di Stato. Ad annunciarlo è stata la sottosegretaria per i rapporti con il Parlamento, Teresa Amici rispondendo alle richiesta arrivate da più parti. L’ultimo appello lanciato dalla presidente della Camera, Boldrini. ● CON EMANUELE MACALUSO SIAMO GENERALMENTE DEFINITI COME «VECCHI AMICI» O «AMICI STORICI». Non so da quale suo compleanno possa partire la datazione di questo nostro rapporto. Amici, e portatori di comuni posizioni ideali, lo siamo stati da quando Emanuele ed io non avevamo ancora compiuto i quarant’anni (forse i trenta). Ma ci siamo sempre più avvicinati negli ultimi venticinque anni. E l’augurio che oggi dunque gli rivolgo dalle colonne de l’Unità, che egli diresse in un’epoca ormai lontana, è di continuare incrollabilmente, come sta facendo, ad arricchire di nuovi motivi politici, culturali, umani il nostro personale rapporto ed il suo rapporto con quel che si muove di più vivo e genuino, abbracciando diverse generazioni, nel mondo politico, nelle istituzioni, nella società, insomma in questo nostro Paese, cui egli è legato da mille fili, ricordi preoccupazioni speranze. Buon novantesimo. DE GIOVANNANGELI A PAG. 8 ARRESTI A MILANO CALCIO Appalti, scandalo lombardo Europa league ● In manette l’ex direttore delle Infrastrutture. «Era associazione a delinquere» Manette per Antonio Rognoni», ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde e per il manager Pier Paolo Perez: devono rispondere di 66 capi di imputazione e vengono definiti nelle 243 pagine dell’ordinanza d’arresto «organizzatori del sodalizio». VESPO A PAG. 7 La Juve vince La frattura tra Maroni e Pisapia la sfida di Firenze ORESTE PIVETTA Di matrimonio non s’era mai parlato, ma di una dignitosa convivenza civile sì. SEGUE A PAG. 7 ● Un gol di Pirlo qualifica i bianconeri ai quarti BUCCIANTINI A PAG. 23 FRONTE DEL VIDEO MARIA NOVELLA OPPO Il cerchio tragico di Berlusconi lo vede circondato, aggiungiamo noi, di avanzi di galera e di individui che in gale● Sarà che ra sembrano destinati a finirci, prima o SIAMOTRA QUELLI CHE QUANDOVEDONO FLAVIO BRIATORE IN TV, METTONO MANO AL TELECOMANDO. non ci piacciono i miliardari, soprattutto quando hanno problemi col fisco e sono amici di altri miliardari che non ci piacciono. L’altra sera siamo capitati sulla faccia amareggiata di Briatore, intervistato da Daria Bignardi alle Invasionibarbariche. Prima che cambiassimo canale, abbiamo sentito il noto manager parlare della capacità di Berlusconi di attirare le persone peggiori. Una qualità che poi. Briatore però non parlava di soci cofondatori dell’impero, come Dell’Utri, Previti o politici vari ma si riferiva alla «dama bianca», nota per aver trasvolato gli oceani sull’aereo di Berlusconi, arrestata la scorsa settimana con 24 chili di droga nel trolley. Cose che capitano solo a lui, pregiudicato, interdetto, decaduto perfino da cav, ma sempre «brand vincente» secondo Brunetta. RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Venerdì 21 marzo 2014 CONSIGLIO D’EUROPA LA MISSIONE DEL PREMIER Il rottamatore si «scontra» con Barroso, presidente della Commissione: «L’Italia rispetta tutti i vincoli» Europa, braccio di ferro sui vincoli di bilancio Renzi: via i fondi comunitari dal patto di stabilità. L’Ue nicchia IL RETROSCENISTA di MICHELE COZZI L’abito fa il monaco il cappotto fa il politico vedere per credere A Matteo, «toscanaccio» col piglio rinascimentale, non è proprio andato giù che il «faccia a faccia» con Angela, la teutonica cancelliera, sia diventato il flop del «cappotto abbottonato male». Sul web, la moderna piazza digitale del processo di massa, il cappotto è stato analizzato ai raggi X. Certo, elegante, di classe, forse con una taglia inferiore. Che non gli rendeva giustizia. Tanto che lo stilista è dovuto intervenire: «Lo ha rovinato». Anche se poi, ha assolto il suo illustre cliente. Una banalità, ma nel «regno dell’immagine», del linguaggio del corpo, ogni atto, gesto, viene vivisezionato nel laboratorio del «grande fratello» planetario. Per molto meno, negli Stati Uniti, vanno in fumo promettenti carriere politiche. Non proprio un bel bigliettino da vista, quindi, per il Belpaese, proprio nelle settimane in cui tutto il mondo celebra la «Grande bellezza», fotografia di un’Italia tanto decadente quanto affascinante. Così ieri Renzi, come una delle sue solite battute ai giornalisti, prima degli incontri ufficiali al Consiglio d’Europa, ha giocato d’anticipo: «Questa volta non ho sbagliato bottone». Ma il «cappotto mal abbottonato» sembra la parabola di un Paese che deve mettersi in ordine. A cominciate dai conti, dai vincoli europei da rispettare, da un nuovo senso del bene comune da ritrovare. Quel cappotto abbottonato male è finito con il diventare il simbolo del «disordine» del Belpaese, nonostante la sua «grande bellezza». Quella che il resto d’Europa ci rimprovera d’avere. Il «cappotto» ha assunto un ruolo non secondario nella formazione dell’immaginario collettivo del Belpaese. Resta mitica la scena del film «Miseria e nobiltà», del 1954, in cui Totò lo utilizza per avere qualche soldo dal «monte di pietà». Unica ricchezza, buona per inverno, estate, di una povertà senza limiti. Emblema di un Paese che emergeva con difficoltà dalla macerie della guerra. Il cappotto «entra» anche in alcune vicende della politica italiana del Dopoguerra. Così De Gasperi, nel 1945 andò alla conferenza di pace con il cappotto rovesciato. Non solo, ma nel 1947, dovendo andare in America, si fece prestare il soprabito dal ministro Piccioni. Lo stesso si racconta del presidente De Nicola, ricordato per il suo cappotto parecchio dimesso. Anzi si racconta che fu riparato gratis da un sarto napoletano, contro il volere del presidente. Anche Nenni si rivoltava il cappotto. Politici di un tempo che avevano una instintiva austerità, prima che essa divenisse una politica (molto in teoria). La Pira e Dossetti dicevano che con «i sandali si arrivava prima in Paradiso». Altri tempi, certo, quando la politica era esclusivamente un servizio. Poi è arrivato lo tsunami, con un mix di «cattiva coscienza», di usi, abusi, sperperi. Deviazioni in cui la «grandezza italica» ha avuto modo di manifestarsi. Ora tocca a Renzi abbottonare bene il cappotto e rilanciare la «grande bellezza» del Paese. Che in politica significa crescita, sviluppo, rigore morale. Ma anche arte e cultura. In un film del 2013 («Viva la Libertà»), Tony Servillo interpreta un doppio ruolo: il grigio segretario di partito di sinistra e il fratello gemello, filosofo, poeta, con la testa non proprio in ordine. Il secondo, in incognito, prende il posto del primo. Si reca da una leader di un Paese del Nord, e la conquista con la magia del ballo. Non aspettiamo tanto da Renzi. Ma almeno che rimetta a posto il «cappotto dell’Italia». l BRUXELLES. Non vuole stare dietro la lavagna Matteo Renzi, nè essere oggetto di sorrisetti sulla via italiana per tenere insieme crescita e vincoli Ue. Per questo, alla sua «prima» al Consiglio europeo, il premier ingaggia un braccio di ferro con il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso che, poco prima di incontrare l’ex sindaco, torna a chiedere il rispetto degli impegni. «L'Italia rispetta tutti i vincoli», sbotta, irritato, Renzi poco prima del chiarimento a quattr'occhi con Barroso che, se non cambia le reciproche posizioni, si chiude con un «sostegno» della Commissione Ue alle riforme italiane. Il premier arriva a Bruxelles determinato a difendere il suo piano e la sua ricetta: solo con la crescita del pil l’Italia può continuare anche ad erodere la mole del debito. Ma Renzi non è ingenuo e sa che per cambiare l’Ue va fatto un passo alla volta. Per questo anticipa un po’ i tempi, spiegano fonti governative, l’uscita del presidente delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale il premier sarebbe venuto a Bruxelles per chiedere che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità. Un annuncio che sembra irrigidire i cultori europei del rigore, come Barroso, che attendono ad aprile il Def e il piano nazionale delle riforme italiano per capire se le misure di Renzi si coniugano con il rispetto dei parametri economici. «Il rispetto degli impegni presi è fondamentale» per la fiducia nell’Italia e nell’Ue, è il «benvenuto» che il presidente della commissione Ue dà, a distanza, al premier italiano, appena sbarcato nella capitale belga. Che non ha alcuna intenzione, però, di farsi fare le pulci visto che, ribatte, «noi rispettiamo tutti i vincoli» e quindi certe «polemiche» sono a suo avviso incomprensibili. Un botta e risposta alla vigilia del faccia a faccia tra i due considerato irrituale dalle diplomazie europee. Come poco frequente è il tweet con cui Barroso, dopo l’incontro, parlerà di colloquio «molto positivo» e di sostegno dell’Europa alle riforme italiane. Sostegno che sembra quasi tifo da parte del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz che «lotta» con Renzi per un’Italia «forte» ed una Ue «solidale». «Sono contento che l’Ue apprezzi le nostre riforme, noi rispettiamo i vincoli ma anche l’Europa deve risolvere i suoi problemi», chiarisce il premier insistendo sul fatto che «l'Italia non viene in Europa come uno studente fuori corso ma come un paese fondatore che rispetta i vincoli». Durante il colloquio con Barroso, il premier ha illustrato il suo piano, dalle riforme istituzionali al jobs act, rimandando al Def, che sarà pronto in- torno al 10 aprile, per una verifica del rispetto dei vincoli Ue e anche di un «eventuale» utilizzo del margine tra il 2,6 ed il 3 per cento del decifit. All’Europa, è la posizione del premier, interessano le riforme, tra l’altro chieste da tempo proprio dalla Ue, e non «discussioni su uno 0,2%-0,3% di deficit» visto che «noi rispettiamo e rispetteremo i parametri europei». Tetti che, però, assicura Renzi, non gli impediranno di «rivoluzionare e cambiare l’Italia» e, in prospettiva, l’Europa che non deve essere «la causa del problema ma la possibile soluzione». Cristina Ferrulli NUOVO IMBARAZZO DOPO IL «CASO» MERKEL-SARKOZY AI DANNI DI BERLUSCONI NEL 2011 L’Europa «sorride» ancora tocca a Barroso e Van Rompuy l BRUXELLES. Un giornalista gli chiede delle richieste di Matteo Renzi di maggiore flessibilità sul deficit e Josè Manuel Barroso e Herman Van Rompuy si scambiano sguardo d’intesa, anzi un sorrisino d’intesa, prima di rispondere. E’ successo ieri a Bruxelles, durante una conferenza stampa prima del vertice Ue, e subito sono tornati alla memoria i sorrisini di Angela Merkel e Francois Sarkozy il 23 ottobre del 2011, sempre a Bruxelles e in occasione di un Consiglio europeo, quando i giornalisti fecero una domanda su Silvio Berlusconi. Interpellati, il presidente della Commissione europea - che subito dopo ha avuto un lungo incontro con Renzi - ed il presidente del Consiglio Ue si sono guardati tra di loro e hanno sorriso. Quindi, ha preso la parola Van Rompuy e ha detto: «Non ho ancora avuto occasione di parlare con Matteo Renzi per capire la natura delle sue dichiarazioni: tutti devono continuare ad applicare le regole concordate, ne riparleremo». Poi ha parlato Barroso: «Dico le stesse cose, avrò una riunione con Renzi questo pomeriggio, non faccio commenti prima di discuterne personalmente con lu. Ho preso nota delle sue dichiarazioni, specialmente quelle di Berlino: si è impegnato in un programma ambizioso di riforme e nel rispetto di tutti gli impegni europei. E’ importante per la fiducia in Italia e nell’insieme dell’Europa che si rispettino tutti gli impegni firmati e ribaditi in questi anni». «Lascio da parte gli sgradevoli eurosorrisini tra Barroso e Van Rompuy. Per quanto mi riguarda, dico solo che, diversamente dalle abitudini del passato proprie della sinistra, che, quando il premier Berlusconi era all’estero, faceva tifo contro, io credo che si debba sempre indossare la maglia azzurra, a difesa degli interessi nazionali. Ciò detto e ribadito, a me pare però che, se resteremo entro gli attuali vincoli europei, a partire dal 3%, come Van Rompuy, Barroso, la Merkel e lo stesso Renzi dicono e ribadiscono, la crescita si allontanerà inevitabilmente», ha commentato Daniele Capezzone (Forza Italia) presidente della commissione Finanze della Camera. LA QUESTIONE IL GOVERNO CHIEDE CHE I FINANZIAMENTI NAZIONALI NON FACCIANO PARTE DELLE SPESE CHE RIENTRANO NEL CALCOLO DEL DEFICIT La partita degli eurofondi Molti miliardi da liberare dal cappio del 3%. Risorse vitali per il Mezzogiorno EUROPARLAMENTO Martin Schulz l BRUXELLES. Svariati miliardi di euro, che potrebbero essere «liberati» dal cappio del 3% del deficit e spesi in ulteriori investimenti per crescita ed occupazione. E' la posta in gioco, concreta e tutt'altro che «euroburocratica», della «battaglia» a nove zeri sui fondi Ue che il premier Matteo Renzi vuol far passare a Bruxelles. I finanziamenti europei che arrivano in Italia, per progetti mirati allo sviluppo del paese e in particolare delle regioni più deboli, per essere spesi devono essere «completati» da fondi italiani in base ad una quota di cofinanziamento precisa, che fino a qualche tempo fa era del 50%. Per esempio, se Bruxelles dava 10 milioni per l'avvio di start-up innovative, l’Italia doveva metterne altrettanti per poter realizzare un progetto da 20 milioni complessivi. Questo vuol dire che, in tempi di crisi e di casse pubbliche vuote, un paese rischia di non poter usufruire dei fondi Ue perchè non può mettere la sua quota. E infatti per i paesi sotto programma come la Grecia e il Portogallo, Bruxelles ha deciso di portare la sua quota di cofinanziamento al 95%. L'Italia, grazie a quattro riprogrammazioni concordate con Bruxelles nel solo periodo 2012-2013 sotto l’operato dei ministri per la coesione territoriale Fabrizio Barca e Carlo Trigilia, è riuscita a far scendere l’aliquota al 25% liberando un «tesoretto» da 12 miliardi. Questi, con l’ok di Bruxelles, sono stati impegnati in misure di carattere strutturale. Ora si tratta di fare un ulteriore passo in avanti: fermo restando che deve essere ancora concordata l’aliquota di cofinanziamento per i fondi Ue per i prossimi sette anni (circa 33 miliar- di di euro) e che l’obiettivo è di tenerla al 25%, il governo vorrebbe che la parte di finanziamenti nazionali sin da ora venisse «decurtata» dalle spese che rientrano nel calcolo del deficit. Questo vorrebbe dire avere più spazio di manovra per altri investimenti produttivi, liberando margine al tetto del 3%. Perchè, è il ragionamento, i fondi che servono per completare i progetti realizzati con quelli Ue, sono investimenti strutturali per crescita e occupazione, che non dovrebbero andare a pesare sul deficit. E proprio su questo Renzi ha incassato il sostegno del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, secondo cui il premier «ha ragione a sollevare la questione, bisogna discuterne», anche se «non possiamo rimettere in causa i criteri di Maastricht». Lucia Sali RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Venerdì 21 marzo 2014 LA DIRETTA Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 21 Sì della Commissione «Riforme ambiziose» Bruxelles promuove il piano: «Ma conti da rispettare» VERTICI Matteo Renzi nella foto ufficiale con alcuni dei capi di governo partecipanti alla riunione del Consiglio d’Europa . LOTTA ALL’EVASIONE UN GRUPPO DI LAVORO DELLA LEGGE DELEGA STA DANDO I PRIMISSIMI RISULTATI Dalla riforma del Catasto stop ai furbetti del mattone l ROMA. Stop ai furbetti del mattone: mai più, ad esempio, case «popolari» nel centro storico delle città. La riforma del catasto, dopo un lunghissimo dibattito legato al cammino parlamentare della legge delega, entra infatti nel vivo. E il numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, annuncia che «abbiamo già costituito un gruppo di lavoro in itinere della legge delega che sta dando i primissimi risultati». Infatti appena ieri Confedilizia spiegava che il primo decreto legislativo della delega fiscale, che dovrà arrivare entro trenta giorni, sarebbe proprio per definire le tipologie edilizie e gli ambiti territoriali per costruire un catasto «zonizzato». Un’operazione che nel giro di qualche anno dovrebbe portare a determinare la rendita finale con una formula matematica che metterà in relazione tutte le caratteristiche dell’immobile, dal valore di mercato alla posizione. Befera, durante la sua audizione alla commissione sul federalismo fiscale, tocca anche un altro punto delicato: la fiscalità locale. Tema ripreso in parte anche da Benedetto Mineo, l’amministra- tore delegato di Equitalia, al quale inoltre lo stesso Befera riconosce un ruolo di primo piano. Da quasi 900 comuni - spiega Befera – tra febbraio 2009 e febbraio 2014 sono state trasmesse circa 63 mila segnalazioni; di queste oltre 10 mila sono state già trasfuse in atti di accertamento con oltre 186 milioni di maggiori imposta accertata». Cioè un potenziale enorme se si calcola che in Italia i Comuni sono oltre 8000. E infatti anche Mineo fa un calcolo: degli 894 miliardi affidati alla riscossione dai diversi enti impositori (tra il 2000 e il 2014), e passati in carico ad Equitalia nel 2006, restano da «lavorare» e quindi potenzialmente da riscuotere «circa 60 miliardi». Ma la «potenzialità» sono state decisamente attenuate dal legislatore soprattutto per «ammorbidire» gli effetti della crisi economica. Mineo rilancia: bisogna dare una nuova chance per chi ha perso la possibilità di pagare a rate il debito con il fisco. Si tratterebbe di riammettere i contribuenti che non hanno pagato 2 rate perdendo il beneficio secondo la vecchia normativa. IL NODO LE REGIONI CHIEDONO DI REINVESTIRE NELLO STESSO SETTORE. L’OK DEL MINISTRO Taglio delle spese avanti ma «prudenza» in sanità l ROMA. Si prende ancora «qualche giorno» di tempo il premier, Matteo Renzi, per sciogliere il nodo della Spending review nel settore Sanità. Sulla richiesta di reinvestire nello stesso settore sanitario le risorse derivate dalle misure di razionalizzazione, il presidente del Consiglio si mostra dunque «prudente», innescando le critiche dei sindacati medici che chiedono più «coerenza». Il presidente del Consiglio «ha affermato di capire la posizione espressa dalle Regioni» ma sulla questione darà una risposta nei prossimi giorn». Un atteggiamento di «prudenza» che potrebbe però far pensare anche ad una «frenata», dopo le recenti dichiarazioni del premier: «Sulla Sanità abbiamo dei margini di miglioramento. La spending review la SANITÀ Il ministro Lorenzin facciamo, ma i soldi li lasciamo sulla Sanità». Su questo punto cruciale le Regioni restano però ferme e in un documento presentato ieri al governo chiedono che vengano assicurati per la sanità i 109,902 mld già previsti per il 2014, i 113,352 mld previsti per il 2015 e i 117,563 mld per il 2016. «E' stato concordato che i risparmi derivanti da azioni di razionalizzazione della spesa sanitaria – si legge nel documento - debbano rimanere nella disponibilità dei bilanci sanitari». Sulla destinazione delle risorse della Spending sanitaria resta fermo anche il ministro della Salute: «Bisogna rendere sostenibile il sistema, tagliare gli sprechi e rinvestirli nella Sanità. La sfida dei tagli – ha affermato Lorenzin – significa reinvestire i risparmi in salute, assistenza agli anziani, Livelli essenziali di assistenza, tecnologie e risorse umane». Concorde il neo direttore dell’Istituto superiore di Sanità, Angelino Del Favero: «Da questa crisi possiamo uscire rafforzati». l BRUXELLES. La Commissione europea guarda con favore e speranza all’«ambizioso» programma di riforme annunciato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ma quanto alle regole, cioè ai paletti fissati dalle norme Ue per i conti pubblici, non può che ribadire la sua posizione di sempre: sono state sottoscritte da tutti e quindi devono essere rispettate. Ed anche per l’idea di non conteggiare nel calcolo del deficit pubblico il cofinanziamento dei fondi Ue la strada appare in salita. Nonostante ciò, il primo incontro «ufficiale» tra Renzi premier e Barroso, a quanto si è appreso, si è svolto in un clima di «simpatia e cordialità». I due del resto si conoscono bene: negli ultimi anni è stato sempre l’ormai ex sindaco di Firenze ad accogliere il presidente dell’esecutivo europeo all’Istituto universitario europeo di Fiesole il 9 maggio per celebrare la festa dell’Europa. Barroso su Twitter ha detto che sosterrà le riforme dell’Italia – che l’Europa chiede da anni, si osserva alla Commissione – ed ha giudicato il colloquio con Renzi «molto positivo». Il «non detto» è che COMMISSIONE UE Barroso Bruxelles non può certo modificare le regole o interpretarle in maniera diversa. Questo - si sottolinea ai piani alti del Berlaymont, la sede della Commissione – è un compito che spetta ai governi, ovvero ai negoziati tra leader. E nonostante ci sia in Europa tanta voglia di credere e aiutare Renzi e l’Italia, non pare proprio ci sia una volontà consolidata di rimettere mano alle norme varate con il Fiscal compact, lo strumento intergovernativo fortemente voluto dalla ex coppia Merkel-Sarkozy. Barroso e il presidente permanente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy, che oltre ad essere figure molto istituzionali sono anche in uscita (entrambi dovranno lasciare i rispettivi incarichi nei prossimi mesi), non hanno quindi potuto far altro che ripetere il solito «mantra» davanti all’ipotesi di far crescere il deficit pubblico: «Tutti devono continuare ad applicare le regole concordate». Senza per altro riuscire a nascondere completamente un certo imbarazzo nel dover pronunciarsi su una questione che ritorna ciclicamente, tanto più con l’approssimarsi dell’appuntamento con le elezioni europee e la necessità di combattere le spinte populiste e antieuropee. Le prime reazioni raccolte a Bruxelles sono destinate anche a raffreddare gli entusiasmi sulla richiesta di non conteggiare il cofinanziamento dei fondi strutturali nel calcolo del deficit. «E' la solita battaglia già portata avanti da Monti e Letta...» si osserva. Ma il vero banco di prova, si aggiunge, sarà la presentazione del prossimo Documento di programmazione economica-finanziaria. Enrico Tibuzzi RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Venerdì 21 marzo 2014 L’INCHIESTA SI RIVENDICHI L’EQUITÀ L’Italia non può essere strozzata «leggi» che francesi e tedeschi 5 DOMANDE AL CAPO DEL GOVERNO da nel 2003 non hanno rispettato Ue, Renzi batta i pugni le regole valgano per tutti Il premier dica come promuoverà il rinascimento industriale ANDREA DEL MONACO* Il presidente Renzi ha invocato la crescita, la competitività e un rinascimento industriale italiano ed europeo. Coerentemente il premier dovrebbe dire come spenderà gli unici denari disponibili per promuovere il rinascimento industriale: i 114 miliardi di fondi europei destinati all'Italia fino al 2020. L'Italia sarebbe dovuta arrivare al Consiglio europeo con una chiara proposta di spesa di quei soldi. Nel contempo Renzi porta a Bruxelles la richiesta del presidente della Conferenza delle Regioni Errani e del presidente dell'Anci Fassino: escludere dal Patto di stabilità il cofinanziamento nazionale ai programmi sostenuti dai fondi europei, la spesa per l'edilizia scolastica e per il dissesto idrogeologico. Traspare la volontà di rinegoziare le politiche di austerità. Renzi ha ricordato che il tetto del 3% da rispettare è il rapporto tra deficit di bilancio (numeratore) e Pil (denominatore); per rispettare tale tetto si possono fare due cose: diminuire il deficit e aumentare il Pil, ovvero crescere. E allora, se l'Italia programmerà bene i fondi europei, farà investimenti per la crescita; se cresceremo, se aumenterà il Pil, potremo rispettare il Patto di stabilità. Poichè il futuro delle aziende italiane e la creazione di lavoro vero saranno una conseguenza delle scelte di politica in- Patto: Austria, Finlandia, Olanda, Spagna. Poichè grazie al complice sostegno degli italiani (e all'appoggio esterno degli inglesi), nel 2003 i tedeschi e i francesi ottennero l'intervento dei Ministri delle Finanze e l'esenzione dalle sanzioni previste, oggi l'Italia potrebbe chiedere a Barroso alternativamente due cose per varare investimenti: o la stessa deroga avuta da francesi e tedeschi nel 2003 oppure l'innalzamento del tetto del 3% per tutti. 2) Smentirà alla stampa in- dustriale nazionale, poichè quest'ultima dipenderà dalla qualità della programmazione dei fondi europei e dalla possibilità contabile di investire concessa da Bruxelles, poichè il futuro del Sud dipenderà dal modello di specializzazione produttiva scelto dal governo, poniamo al presidente Renzi le seguenti domande. 1) Francia e Germania hanno violato il Patto di stabilità nel 2003: il 3% vale solo per l'Italia? Al Consiglio europeo Renzi dovrebbe ricordare che le regole o valgono per tutti o si cambiano. L'Italia non può essere strozzata da regole che francesi e tedeschi nel 2003 non rispettarono. Nel 2003, infatti, la Commissione europea, presieduta da Romano Prodi (con il professor Monti commissario alla Concorrenza), denunciò Francia e Germania poiché avevano sforato i limiti del 3% imposti dal Patto di stabilità. Ma alla Commissione, che difendeva le regole stabilite, si opposero l'Eurogruppo ed Ecofin che fecero sospendere la procedura per deficit eccessivo nei confronti di Parigi e Berlino. Allora furono discriminati gli Stati membri virtuosi che avevano rispettato il ternazionale il luogo comune secondo cui la UE ci mantiene (41,2 miliardi a Bruxelles dall'Italia in 7 anni)? È semplicemente falso. Dopo Germania e Francia, l'Italia è il «terzo contribuente netto» (dà a Bruxelles più di quello che riceve), prima di Gran Bretagna, Olanda, Belgio e della rigorosa Svezia. La Corte dei Conti (pag. 25-32 della Relazione del 30 dicembre 2013 della Sezione di Controllo per gli Affari Comunitari e Internazionali) stima il contributo netto dell'Italia al Bilancio dell'Unione europea per il 2012 pari a 5,7 miliardi di euro: abbiamo versato 16,4 miliardi di euro e ne abbiamo ricevuti 10,7. Tra il 2006 e il 2012 l'Italia ha avuto nel complesso un saldo negativo tra i contributi versati all'Ue e le risorse ricevute pari a 41,2 miliardi di euro. A settembre il cancelliere tedesco Merkel sottolineò che i fondi europei avrebbero dovuto essere spesi meglio e che il primo paese problematico fosse l'Italia: la Merkel ipotizzò una task force a Bruxelles sui fondi europei con poteri sostitutivi nei confronti degli stati membri inefficienti. In realtà i tedeschi sono ben contenti: poichè spendiamo poco e male i fondi Ue per lo sviluppo, regaliamo 41,2 miliardi in sette anni a Bruxelles e non facciamo concorrenza alle imprese tedesche. dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e dal Fse (Fondo sociale europeo); i rimanenti 6 miliardi di euro dei piani cofinanziati dal Feasr (Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale). Grazie alla deroga del meccanismo N+2 il governo può dimostrare di essere capace, può usare tutti i 28,89 miliardi di euro entro dicembre 2015 ed evitare il disimpegno automatico del cofinanziamento europeo. 19,5 miliardi (di quei 28,89) sono concentrati in Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Basilicata; 5,2 miliardi sono gestiti direttamente dal governo. Il ministro Giannini ha 1839 milioni del Pon 3) Sostituirà chi non ha speso 28,8 miliardi di fondi Ue del ciclo 2007-2013 (5,2 miliardi li gestisce il governo)? «Noi siamo qui per dirigere l'Europa nei prossimi 20 anni», ha dichiarato Renzi. Inizi spendendo bene le risorse comunitarie: sono 28,89 i miliardi di euro non usati al 31 dicembre 2013 (secondo i dati già pubblicati sui siti dei ministeri della Coesione territoriale e delle Politiche agricole) e sono così suddivisi: i rimanenti 22,89 miliardi dei programmi cofinanziati Ricerca e Competitività: potrebbe far tornare i ricercatori meridionali fuggiti all'estero; il ministro Lupi ha 1153 milioni del Pon Reti e Mobilità: potrebbe concludere la Salerno-Reggio Calabria o estendere l'Alta Velocità fino a Lecce; il ministro Franceschini ha 381 milioni del Pon attrattori culturali: 105 milioni sono assegnati al grande progetto Pompei, ma mentre i crolli si susseguono e gli affreschi vengono rubati, non si ha notizia di spesa veloce ed efficace; il ministro Galletti ha 482 milioni per le energie AL TIMONE Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi tario Delrio i ministri saranno valutati sulla effettiva spending review. Speriamo siano valutati anche sui fondi europei e che il sottosegretario Gozi vigili su questo, in un governo che ha abolito i ministeri della Coesione Territoriale e degli Affari Europei. 4) Secondo il Position Paper inviato il 10 marzo da Bruxelles non abbiamo una strategia chiara di sviluppo sugli 85 miliardi del ciclo 2014-2020. Lo pubblicherà? 11 obiettivi tematici da raggiungere, non si capisce come funzionerà la futura Agenzia per la coesione territoriale, mancano dati e osservazioni a sostegno dei progetti da finanziare. I cittadini italiani hanno il diritto di sapere perché i fondi europei assegnati all'Italia non si possono ancora spendere secondo l'Ue. Speriamo che il governo, per trasparenza, pubblichi il position paper. 5) Quale sarà la politica per il Mezzogiorno del governo Renzi? La nomina di Carmela Lanzetta a ministro e del magistrato Raffaele Cantone a capo della Autorità anti-corruzione sono un segnale importante per la lotta alla criminalità organizzata. Tuttavia, per sottrarre alle mafie il controllo dell'economia meridionale occorre un piano di sviluppo del sistema produttivo che crei lavoro vero, altrimenti un disoccupato ha solo tre possibilità: trovare un impiego tramite il clientelismo, chiedere lavoro alle mafie o emigrare. La programmazione dei fondi europei sarà il termometro dell'attenzione al meridione di Renzi poichè la maggioranza di quei soldi è assegnata al Sud. La Nel ciclo 2014-2020 l'Italia avrà circa 85,3 miliardi: orientativamente 64,5 miliardi di euro dei programmi cofinanziati da Fesr e Fse (44,6 miliardi per Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Basilicata); 20,8 miliardi dei programmi cofinanziati dal Feasr (probabilmente 8 miliardi assegnati alle cinque regioni del Sud). Per spendere questi soldi l'Italia deve farsi approvare il documento di programmazione (Accordo di partenariato) dalla Commissione europea: il governo ha spedito tale documento a Bruxelles solo il 9 dicembre. Il sottosegretario Delrio ha comunicato che i Servizi della Commissione hanno inviato il 10 marzo il position paper, il documento comunitario che valuta l'accordo di partenariato. Come già riportato da Zatterin su «La Stampa» e come confermano fonti «romane», il position paper critica la proposta italiana perchè non delinea un progetto sul Paese: è assente una chiara strategia di sviluppo, gli 11 obiettivi tematici delineati dal governo sono generici, la logica dell'intervento proposto è debole e si riflette sulla scelta degli obiettivi, è assente un'analisi della capacità amministrativa in funzione degli Ue ha bocciato la proposta del professor Perotti su Il Sole 24Ore di usare il cofinanziamento europeo per tagliare il cuneo fiscale. Tale soluzione è già fallita in Irlanda negli anni '90: lì le Zone Franche Urbane attrassero le aziende straniere alla ricerca di sconti fiscali; finiti gli sconti, le imprese fuggirono verso l'Europa Orientale dove trovarono nuovi vantaggi. Se si confonde la competitività con il dumping fiscale, non si capisce perchè imprese italiane delocalizzano in Germania ed Austria dove il costo del lavoro è superiore a quello italiano. Al contrario, poichè i fondi Ue sono circa il 33% della spesa pubblica italiana in conto capitale e circa il 50% di quella meridionale, occorre usarli e riprogettare il sistema produttivo: scegliere le filiere su cui puntare, finanziare la ricerca necessaria a rendere innovative quelle filiere e costruire le infrastrutture per renderle competitive. A Roma il sindaco Marino non può finire la metro C, a Barcellona con i fondi Ue negli anni '80 hanno costruito un'ottima metropolitana. Si chiama programmazione. *Esperto fondi strutturali europei, già consulente del governo Prodi rinnovabili; sempre il ministro Giannini ha 775 milioni dei due Pon Istruzione: potrebbe riqualificare le scuole meridionali e lottare contro la dispersione scolastica; il ministro Alfano ha 354 milioni del Pon Sicurezza: potrebbe digitalizzare gli atti giudiziari delle Procure. Per il sottosegre- RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Venerdì 21 marzo 2014 LA MISSIONE TROPPE RESTRIZIONI LE REGIONI «Bisogna rivedere il riparto tra gli enti superando definitivamente il criterio della spesa storica» «Renzi, basta con i vincoli del patto di Stabilità» Il mandato di Comuni e Regioni al premier per il Consiglio europeo ALESSANDRA FLAVETTA l ROMA. Prima ha incontrato Regioni e Comuni e poi è volato a Bruxelles con due richieste per il Consiglio europeo, il premier Matteo Renzi: l’esclusione dai vincoli del patto di stabilità dei fondi strutturali e degli investimenti per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico. «Questo significa aumentare la massa di investimenti di cui abbiamo bisogno», ha affermato il presidente del Consiglio, incontrando una delegazione di sindaci dell’Anci (Associazione dei Comuni) e dei governatori della Conferenza delle Regioni, a palazzo Chigi. «Occorre escludere dal patto – si legge nel documento delle Regioni – le spese per investimento finanziate senza debito e con risorse autonome, quelle relative agli investimenti strategici ovvero obbligati, e le risorse del cofinanziamento nazionale per la programmazione 2014-2020, ivi comprese le risorse del Fondo sviluppo e coesione (ex Fas), e quelle gestite tramite il Piano di azione coesione. Bisogna altresì rivedere – prosegue la nota – il riparto tra le Regioni superando definitivamente il criterio della spesa storica». L’incontro con le autonomie locali è servito anche a fare il punto sulla riforma del Titolo V della Costituzione, con la revisione delle materie concorrenti tra Stato e Regioni, e sull’abolizione del bicameralismo perfetto, con il Senato trasformato in Camera delle Autonomie. Due fronti uniti in un unico testo su cui il governo intende chiudere entro fine marzo, ecco perché il premier ha sollecitato il confronto degli amministratori locali e le loro proposte emendative. Renzi ed i ministri per le Riforme Maria Elena Boschi, per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetto e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio hanno condiviso un documento con le autonomie, che parteciperanno da protagoniste al processo di trasformazione delle istituzioni attraverso gruppi di lavoro comuni. Le Regioni vorrebbero rivedere il meccanismo delle materie esclusive dello Stato e la composizione, il funzionamento e le funzioni del Senato federale, per superare l’attuale conflittualità tra Stato e Regioni nella podestà legislativa che ingolfa la Corte Costituzionale. Renzi, sulla proposta delle macroregioni caldeggiata dal presidente della Campania Caldoro, si è detto «caldoriano», ma ha fatto notare che a riguardo le posizioni sono diversificate. Mentre c’è unità, come rileva la presidente del Friuli Venezia Giulia, De- bora Serracchiani, sulla necessità che la riforma del Titolo V rispetti gli statuti speciali di Regioni e Province autonome, come già accadde nel 2001. L’Anci, con il presidente Piero Fassino, giudica positivamente il primo vertice con Renzi, e lo stesso fanno il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, e il governatore della Puglia, Nichi Vendola, che apprezza il metodo del premier, e «la lotta per nettizzare il cofinanziamento della spesa comunitaria rispetto ai vincoli del patto di Stabilità». Le Regioni, nell’ambito della spending review, hanno ribadito la richiesta di reinvestire nella sanità tutti i risparmi che si genereranno con la razionalizzazione della spesa sanitaria: «Vedremo quello che si può fare», ha detto Renzo. Mentre il governatore Roberto Maroni si è detto contrario ai tagli orizzontali, che penalizzerebbero le regioni virtuose che già oggi hanno una media più bassa dei costi standard, come la Lombardia. Altra questione al centro del confronto, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e la Cassa integrazione in deroga, per la cui copertura manca un miliardo, «senza il quale è impossibile gestire le crisi aziendali in atto», ha chiosato Errani, a cui il premier ha assicurato che il governo interverrà già domani. Inps: basta tagli o servizi a rischio ROMA – L'Inps è ad una «situazione limite» nella quale non ci sono «ulteriori margini» per tagli alla spesa e al personale «senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza». Ad avvertire sullo stato dell’Istituto è lo stesso commissario straordinario Vittorio Conti, nel documento consegnato alla commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali, che contiene il nuovo Piano industriale, cioè il programma di sviluppo 2014-2016. Si va dal contesto di riferimento alle «eccellenze» conseguite, alle nuove sfide (a partire dalla ricerca di «equilibrio» delle diverse gestioni previdenziali e dal «bilanciamento» tra le forme pensionistiche obbligatorie e complementari). Ma il punto di partenza è che, dopo l’attuazione della vecchia revisione della spesa del governo Monti, conseguiti gli obiettivi, l’Istituto, che da gennaio 2012 ha incorporato Inpdap ed Enpals, è «ad una situazione limite nella quale non sarebbe più possibile sfruttare ulteriori margini di efficientamento senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza». RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 21 Venerdì 21 marzo 2014 PATRUNO Federalismo arma di sterminio >> CONTINUA DALLA PRIMA M a che dite, il federalismo è l’unica possibilità si salvezza per il Sud. E’ la guarigione taumaturgica da tutti i suoi mali, dalla sciatica alla povertà: più di san Nicola, san Gennaro e santa Rosalia messi assieme. Il principio, onestamente, era da sballo. Lo Stato dà meno a Regioni e Comuni, i quali però possono trattenere qualcosa in più delle loro tasse. E non le avrebbero aumentate se avessero amministrato come il buon padre di famiglia, con accortezza, senza debiti, eliminando consulenze agli amici, feste e sagre coi soldi pubblici, opere inutili tanto per regalare qualche appalto. Quindi meno spese, meno tasse, più efficienza, meno vecchio Sud brutto, sporco e cattivo. Nel frattempo anche lo Stato avrebbe ridotto le sue tasse, dovendo dare meno a Regioni e Comuni. E avrebbe ridotto la sua spesa, perché Regioni e Comuni avrebbero fatto di più da sé. Attesa finale: Sud finalmente di fronte alle sue responsabilità ma anche con la fiducia che avrebbe saputo non sfigurare. Perché il governatore e il sindaco che avessero sbarellato coi conti sarebbero stati puniti dai loro elettori, vi abbiamo sotto gli occhi, siete incapaci e andatevene a casa. Vedo-pago-voto. Una bellezza. Magari questo giornale si permetteva di alzare il ditino per dire che così gli amministratori locali avrebbero potuto essere sotto pressione più diretta sia dei questuanti che della criminalità: altra cosa se gestisce la più lontana Roma. Se ne era allarmato anche Gratteri, il magistrato della lotta anti-‘ndrangheta in Calabria. E però il timore principale era che le famose tasse non sarebbero affatto diminuite, anzi quelle locali si sarebbero sommate a quelle nazionali. Perché lo Stato non sarebbe riuscito a ridurre la sua spesa e la sua fame compulsiva. E Regioni e Comuni anche (a parte l’obiettivo vero della Lega di tenersi i suoi soldi al Nord più che offrire un salvagente al Sud). Vent’anni dopo, la Corte dei Conti. Tasse locali esplose del 130 per cento sia al Sud che in quel Centro Nord che faceva la lezione al Sud. Ma più al Sud, ed è ovvio: non perché al Sud sono i soliti sudici, ma perché, essendo meno ricchi, la stessa percentuale dà meno gettito che al Nord, quindi occorreva aumentare la percentuale. Tasse locali responsabili per i quattro quinti dell’aumento della pressione fiscale nazionale, il cui ulteriore quinto è opera dello Stato (nessuno innocente). Ma soprattutto, “una sorta di regola distorsiva che penalizza i territori con redditi più bassi ed economia in affanno”. Nel linguaggio da Corte dei Conti, vuol dire maggiore danno proprio a quel Sud che Bossi e Salvini dicevano di avere a cuore (e che lo Stato aggiungeva di avere in cima, ma proprio in cima ai suoi pensieri). Con una pressione fiscale cresciuta al Sud del 2,5 per cento in più. E contemporaneamente non più ma meno servizi dove più servivano. Asili, scuole, assistenza agli anziani, case popolari, mense per i poveri. Tradendo la Costituzione che parla di livelli essenziali di servizi pari ovunque. E la stessa Costituzione che parla di pari diritto di cittadinanza, non devi essere favorito o sfavorito in base al luogo di nascita. Senza infine parlare della famosa perequazione per il Sud: se devo fare da me, prima mi devi dare ciò che mi serve (dai treni, alle università, agli ospedali) per partire alla pari degli altri, altrimenti è gioco a perdere. Ma perequazione fantasma, mai pervenuta. Come sempre in Italia, del patatrac ci si è accorti quando era fatto. E continua: basta vedere il balletto delle tasse sulla casa, sempre a rischio aumento e sempre peggio al Sud (dove tutto è peggio causa, appunto, il maggior affanno). E la famosa classe dirigente meridionale? Non una parola neanche ora, coda fra le gambe. Sì, sì, responsabile dei mali del Sud. Magari non perché vuole sempre di più per il Sud, non perché malata di assistenza. Ma perché non riesce ad evitare che ciò che il Sud ha di più, e di cui farebbe volentieri a meno, siano soprattutto i danni. Lino Patruno LUCA CELLAMARE Contribuenti, il grido del Garante L a cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, tenutasi lo scorso 15 marzo presso l’Università degli studi di Bari, ha rappresentato l’occasione per i massimi esponenti del settore di mettere in luce l’efficienza degli organi di giustizia tributaria pugliesi, ancora in grado di garantire la ragionevole durata dei processi e l’equità nei giudizi. E tanto, ha sottolineato il Presidente della Commissione Tributaria Regionale Puglia “Ennio Attilio Sepe”, nonostante le innumerevoli criticità della fase attuale, caratterizzata da un’evasione fiscale stimata in circa 120 miliardi di euro, un debito pubblico che si attesta intorno ai 2 mila miliardi di euro, una disoccupazione esorbitante ed una povertà dilagante. Del tutto condivisibili, poi, le preoccupazioni manifestate dal Garante del Contribuente per la Puglia (Presidente Salvatore Paracampo) che, tra le molte denunce, ha posto in evidenza il clima di “sfiducia” dei contribuenti onesti, nei confronti del fisco e del legislatore, che determina in loro “un sentimento di avversione che mina la propria coscienza civica”. Tale espressione rappresenta l’emblema del rapporto tra fisco e contribuente, inaspritosi negli ultimi anni e sempre più lontano da un sistema il cui fulcro è costituito dalla giustizia fiscale e quindi dalla pace sociale. Tali perplessità sono state tutte affrontate dall’illustre Garante Dott. Paracampo nella propria relazione annuale per l’anno 2013 che, come noto, tutti i Garanti sono tenuti ad inviare al Governo ed al Parlamento fornendo loro dati e notizie sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale. Della relazione del dott. Paracampo ci occuperemo più in dettaglio in un prossimo articolo. Dalla stessa comunque emerge prima facie che lo Statuto dei diritti del Contribuente (L. 212/2000), apparso al momento della sua entrata in vigore come una grande “conquista” in quanto promulgato in attuazione dei principi costituzionali, sia “continuamente e impunemente calpestato dal legislatore” riducendosi di fatto ad uno “zerbino”. Sono state ben 505, sottolinea il Garante, le modifiche normative al testo di legge, che hanno progressivamente annientato la ratio legis di garanzia ad esso sottesa. Le violazioni dello Statuto sono così frequenti da rendere la Legge più violata “dei limiti di velocità in autostrada quando manca il tutor”. In tal modo, sostiene Paracampo, “viene archiviata la leggenda del possibile fair play tra fisco e contribuente”. A tal proposito nella relazione viene illustrato il subdolo tentativo, da parte del Legislatore, di sopprimere la figura del Garante: «in un primo momento il legislatore, fingendo di recuperare sul piano formale un modestissimo risparmio di spesa in applicazione del principio della spending review, ha ridotto il numero dei componenti dell’Organo del Garante, da tre ad uno. In un secondo momento (...) ha tentato di sopprimerlo decidendo di affidare le relative funzioni al Presidente della Commissione Tributaria Regionale». Parole dure - ma giuste - quelle del Garante per la Puglia, quando sostiene che colui (ignoto) che ha ispirato e fatto redigere tale proposta di soppressione «è certamente digiuno di conoscenze giuridiche, perché altrimenti si sarebbe accorto di aver proposto un Organo ibrido e giuridicamente incostituzionale». Prosegue Paracampo: «il Garante è già per legge finalisticamente qualificato a favore del contribuente e cioè di una parte del rapporto giuridico d’imposta, mentre il Presidente della CTR è un giudice che, in conformità al suddetto principio costituzionale, deve essere terzo e cioè indipendente rispetto alle altre parti». Dopo tale necessaria premessa, nella relazione annuale viene anche criticato l’atteggiamento per niente solerte del Fisco che, il più delle volte, non dà riscontro alle numerose richieste del cittadino. Si legge infatti: «il contribuente fa spesso istanze e richieste al Fisco, ma nella maggior parte dei casi gli uffici non si degnano di rispondere. I contribuenti che hanno sollecitato interventi al Garante sono numerosi e talvolta richiedono adeguate misure sanzionatorie che peraltro la legge non consente al Garante di irrogare. Orbene, pur tenendo conto dell’esigenza di norme che per fictio-legis equiparano il silenzio (mantenuto dagli Uffici fiscali per novanta giorni su di una richiesta specifica del contribuente) al rigetto della stessa (impugnabile in sede giurisdizionale), una riposta al contribuente, che sovente ignora norme e risoluzioni, appare pur doverosa non solo in base alle norme dello Statuto del Contribuente, ma anche in base alla deontologia». Discorso analogo può farsi per le istanze di rimborso: «se il rimborso non è dovuto sovente gli uffici non rispondono, se invece è dovuto i tempi materiali di erogazione sono lunghissimi e così, da una parte si determina un danno all’erario per maggiori interessi dovuti e dall’altra si alimenta una maggiore rabbia del contribuente». Tale atteggiamento ostativo del Fisco non cambia anche in relazione al diritto di accesso ai documenti consentito dalla L. 241/90: «in alcuni casi gli Uffici negano l’accesso ... In altri casi non rispondono; in altri ancora dicono che la richiesta è stata adempiuta con il deposito degli atti in sede giurisdizionale». Ebbene, precisa Paracampo, «la posizione assunta da tali uffici è assolutamente illegittima perché l’esclusione degli accessi agli atti dei procedimenti tributari è limitata alla fase istruttoria (...); il silenzio mantenuto sulla richiesta di acceso è impugnabile presso il TAR, per cui se è illegittimo sorgono responsabilità di varia natura anche per il responsabile del procedimento; il deposito degli atti richiesti nel fascicolo del processo tributario non è equipollente e sostitutivo, dato che il contribuente ha interesse difensivo a conoscere gli atti prima di instaurare la controversia». [email protected] IL GRANDE PROGETTO PER IL CONTINENTE EURO-ASIATICO di MARIO LETTIERI E PAOLO RAIMONDI M entre i venti di una nuova guerra fredda e i rischi di veri e propri conflitti intorno alla questione Ucraina crescono, importanti personalità dell’economia e delle scienze della Russia propongono invece una visione pacifica dello sviluppo infrastrutturale, economico e culturale dell’intero continente euro-asiatico. L’11 marzo scorso, a Mosca il presidente delle Ferrovie Russe, Vladimir Yakunin, con il decisivo sostegno della prestigiosa Accademia delle Scienze Russa (RAS), ha proposto un progetto di grandi investimenti infrastrutturali noto come “Il corridoio euro-asiatico Razvitie”. Questa parola russa significa sviluppo. Gli autori sono stati tra i pochi stranieri invitati all’evento. Dopo la sua validazione scientifica da parte della RAS, il progetto adesso è pronto per essere presentato e discusso nelle varie istituzioni dell’amministrazione statale. INVESTIMENTI -Si tratta di un mega progetto, che negli anni potrebbe richiedere investimenti per parecchie centinaia di miliardi di euro, per collegare con moderne infrastrutture la costa russa del Pacifico con i Paesi europei fino all’Atlantico. Nel corridoio, oltre ai trasporti ferroviari e autostradali, sono previsti anche collegamenti continentali con pipeline per il gas, il petrolio, l’acqua, l’elettricità e le comunicazioni,. Si prevedono anche collegamenti diretti futuri con la Cina, che del resto sta già attivamente portando avanti simili politiche di sviluppo euro-asiatico attraverso la realizzazione di moderne Vie della Seta, e con il Nord America, con la realizzazione di collegamenti ferroviari che, passando attraverso lo Stretto di Bering, potranno collegare via terra la Russia e l’Asia con l’Alaska. Evidentemente la visione strategica del progetto va ben oltre la realizzazione del corridoi di transito. Infatti si ipotizza anche lo sviluppo in profondità di una fascia di 200-300 km lungo l’intera linea per nuovi insediamenti urbani e nuovi centri produttivi. Secondo Yakunin un tale progetto potrebbe creare almeno 10-15 nuovi tipi di industrie basate su tecnologie completamente nuove. Potrebbe sembrare l’idea di visionari. Ma la Russia da tempo sta cercando di definire una strategia che non sia soltanto economica ma che sappia mobilitare e unire le forze sociali, culturali e spirituali dell’intera popolazione intorno ad un grande progetto. In questo modo si pensa anche di affrontare la questione demografica in un Paese che ha visto negli ultimi venti anni diminuire spaventosamente i livelli di popolazione e di fertilità. Con esso si potrebbe mettere in moto anche una progressiva urbanizzazione dei territori della Siberia e dell’Estremo Oriente ancora quasi totalmente disabitati. PROGETTI -In verità la Russia in passato si è sempre mobilitata intorno a grandi progetti che inizialmente sembravano irrealizzabili. La costruzione più di cento anni fa della linea ferroviaria transiberiana lunga 9.300 km, il piano di elettrificazione dell’Unione Sovietica e i programmi spaziali sono gli esempi più noti. Yakunin ha ricordato che recentemente sono già stati decisi investimenti di lungo termine quali la modernizzazione della Transiberiana e della linea ferroviaria Bajkal-Amur. La crisi globale che ancora caratterizza l’inizio del ventunesimo secolo potrebbe essere un importante stimolo per un nuovo accordo della Russia con l’Unione europea e gli Stati Uniti dando una risposta vincente alla politica di deindustrializzazione che ha colpito tutte e tre le aree. L’utopia della società post-industriale è fallita e potrebbe così essere superata con una nuova e moderna industrializzazione. In un mondo di scambi di beni e di tecnologie, il corridoio di sviluppo euro-asiatico dovrebbe quindi conciliare gli interessi dei tre grandi sistemi economici, creando nel contempo una garanzia di sicurezza geopolitica per tutti. E’ ovvio che un progetto di così grande portata può essere realizzato soltanto con la partecipazione di tutti i Paesi coinvolti ed interessati, a cominciare dall’Unione europea, il cui contributo tecnologico appare insostituibile. Per l’Europa e per l’Italia si aprirebbero anche prospettive di modernizzazione tecnologica, di nuova occupazione e di nuovi business per le nostre imprese.. Può sembrare stravagante in questo delicato momento dei rapporti tra i Paesi del G8 parlare di simili progetti, ma riteniamo che occorra pensare a nuove fasi di sviluppo globale e a nuovi assetti geopolitici pacifici e fortemente integrati. RASSEGNASTAMPA 2 venerdì 21 marzo 2014 POLITICA Renzi, battaglia sui vincoli Ue Schulz: «Siamo con te» Il premier a Bruxelles: i fondi strutturali vanno tenuti fuori dal bilancio ● Botta e risposta con Barroso che chiede all’Italia di «rispettare gli impegni» ● La replica: «Lo stiamo già facendo» ● VLADIMIRO FRULLETTI [email protected] Il bottone questa volta non l’ha sbagliato, come fa notare lui stesso ai giornalisti, mentre stringe la mano al presidente della Commissione Ue Manule Barroso, ma per Renzi la giornata di Bruxelles ha avuto altre smagliature. Come la risatina fra lo stesso Barroso e il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy al momento di rispondere alla domanda del corrispondente di Radio Radicale, David Carretta, sulla reale capacità del premier italiano di convincere i vertici europei sulla sostenibilità delle proprie riforme. Un messaggio indiretto, che a molti ha ricordato i sorrisi di Merkel e Sarkozy su Berlusconi, su una presunta inaffidabilità italiana, tanto che entrambi si preoccupano di sottolineare che i vincoli sono da rispettare non solo perché ci sono patti sottoscritti, ma anche perché la parità di bilancio l’Italia l’ha messa in Costituzione. Lettura forse esagerata, ma certamente rigettata da Palazzo Chigi e dallo stesso Renzi che non a caso, appena s’affaccia di fronte ai giornalisti fa subito notare il tweet con cui il presidente della Commissione Barroso, commentando una foto assieme a Renzi, fornisce una apertura di credito alla piattaforma italiana parlando di incontro «molto positivo» e spiegando che l’Europa «sostiene» le riforme italiane. Un tweet «molto chiaro» sottolinea Renzi. Utile perlomeno a sgombrare il campo, fanno notare gli uomini del premier, da possibili equivoci su vincoli da rispettare come chiede l’Ue e volontà di rispettarli come continua a ripetere l’Italia. E come ribadisce il premier («stiamo rispettando tutti i vincoli») facendo notare come in Italia il rapporto debito/Pil sia sotto il fatidico tetto del 3%. Le polemiche sui numeri e le coperture alle sue misure, dice, sono «incomprensibili» e chi non si fida di quello che ha garantito lo scorso con le slides una settimana fa, può aspettare il Documento di economia e finanza. E lì troverà tutti i numeri che cerca. Insomma il premier ci tiene a far sapere che la sua visita al Consiglio europeo non è quella di «uno studente fuori corso», ma di un premier di un Paese che è un fondatore della Ue e che soprattutto è in regola, ma che ora vuole uscire dalla crisi cambiando se stesso in profondità e in poco tempo. Renzi si dice convinto che questo messaggio coi partner europei è «passato, ma che adesso il compito più complesso e che riguarda anche i colleghi europei è far passare fra le famiglie italiane il messaggio che l’Europa non è il problema, ma «la soluzione ai nostri problemi». Del resto lo stesso sorrisino incriminato esce dalla bocca di Barroso prima che il presidente della Commissione incontri Renzi. I due si vedono solo dopo la partecipazione del Presidente del Consiglio al pre-vertice coi colleghi del Pse. Dove Renzi ha trovato voci assai assonanti con le sue richieste. Come testi- .. . Il sorrisino tra Barroso e Van Rompuy a una domanda sull’Italia richiama il caso Merkozy ... In un tweet il presidente della Commissione Ue poi smorza: «Incontro positivo, bene le riforme» moniana il sostegno del presidente del Parlamento Europeo e candidato dei socialisti europei alla presidenza della Commissione alle elezioni del 25 maggio, Martin Schultz. «Io sto con Matteo e con le sue riforme» dice, prima di volerlo a fianco, alla propria sinistra nella tradizionale foto di rito con tutti i Capi di Stato e di governo della Ue. Per Schultz infatti Renzi ha spiegato «molto bene» perché non mettendo in discussioni gli impegni derivanti dai tratti europei a cominciare da Maastrich, gli investimenti per la crescita vadano tenuti fuori dai vincoli di rispetto del debito. L’obiettivo con cui infatti Renzi è salito a Bruxelles è quello di far considerare fuori dal patto di stabilità i fondi comunitari, i soldi per rimettere a posto le scuole e quelli per gli interventi di messa in sicurezza del territorio. Almeno questa è la cartellina che, prima di prendere l’aereo, fa vedere ai presidenti delle regioni guidati da Vasco Errani e alla delegazione dei sindaci con a capo quello di Torino Piero Fassino. Due incontri da cui la strategia renziana esce rafforzata. Tanto che il presidente dell’Anci, Fassino, spiega che i comuni non saranno interlocutori, ma «alleati» del premier in questo cammino. «C’è piena condivisione alla spinta riformatrice che il governo vuole realizzare» dice Fassino. Ma oltre che sui contenuti Renzi incassa un sostanziale via libera da governatori e sindaci anche sui tempi. Entro la prossima settimana dovranno essere definite le proposte sul superamento del bicameralismo con la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie e sulla modifica del Titolo V che prevede non solo un nuova ditribuzione di competenze fra Stato e Regioni, ma anche il superamento in Costituzione delle Province che intanto, come chiedono ai parlamentari Regioni e soprattutto Comuni, dovranno essere svuotate di competenze attraverso la legge Delrio in attesa del sì (si ricomincia martedì) dal Senato. Ed è di questa trasformazione «strutturale» che tocca le istituzioni italiane, in cui ovviamente va inserita anche la nuova legge elettorale che permette di avere un chiaro vincitore con una chiara maggioranza per governare, e che riguarda anche lavoro e fisco che Renzi ha discusso con Barroso. Come già aveva fatto sabato a Parigi con Hollande e Lunedì a Berlino con la Merkel. «Noi stiamo cambiando e rivoluzionando l’Italia» un processo che è «molto più importante che non lo 0,1 o lo 0,2». Il tema dei soldi di cofinanziamento dei fondi europei messi da Stato e Regioni da tener fuori il patto di stabilità è «sul tavolo» spiega il viceministro agli affari europei Sandro Gozi, ma con Barroso «non è stato posto». «Abbiamo parlato di riforme, non di zero virgola» precisa lo stesso premier. Di certo il faccia a faccia è stato piuttosto lungo e non privo di battute. Con Renzi che si sede alla destra del presidente della Commissione Ue spiegandogli che è difficile trovare qualcuno più a destra di lui e con Barroso che gli ricorda quando due anni fa, dopo un incontro fiorentino, gli profetizzò un futuro da premier. Il premier Matteo Renzi col presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso FOTO DIRE IL CASO Camusso: «Cercare alleati tra i partner per rivedere i trattati» Cercare un sistema di alleanze a livello europeo per modificare alcuni trattati, a partire dal Fiscal compact. È la linea tracciata dal segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, in vista della serie di incontri europei che attendono il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Arrivando a Ercolano per l’apertura del congresso regionale della Cgil, Camusso ieri ha ricordato che «da anni ci si immagina, a ogni consiglio dei governi, che si possano avere alcune risposte, e segue regolarmente una delusione». L’operazione da fare, sostiene, «è provare a vedere se esiste un sistema di alleanze in Europa che decida che si rivedano alcuni trattati, a partire dal Fiscal compact, che rischia di essere la prosecuzione politica a tagli che il Paese non può reggere». Interpellata sulle proposte del commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, resta critica. Molte di quelle idee, sostiene, vanno «nel solco dei tagli lineari che non hanno fatto bene al nostro Paese, non hanno risolto alcun problema, non abbassato il debito né diminuito la spesa. Penso, quindi, che bisogna avere un’altra linea, fare un’altra scelta». Infine la leader della Cgil interviene per ribadire che «se la scelta economica del governo è quella di ridare, attraverso la riduzione della pressione fiscale, reddito a lavoro dipendente e all’area medio-bassa dei redditi, c’è anche un’area di pensionati che rientra e che avrebbe diritto a una restituzione fiscale per favorire la domanda e la crescita nel Paese». «La revisione della spesa? Paghi chi guadagna di più» BIANCA DI GIOVANNI ROMA «La scommessa è tornare a crescere. Quella sarà la strada per consolidare i conti e abbattere il debito». Giovanni Legnini, sottosegretario all’Economia, interviene sui conti italiani e sulle richieste del nostro Paese, mentre il premier è a Bruxelles per il suo primo vertice Ue.All’orizzonte c’è la manovra sul cuneo fiscale annunciata da Matteo Renzi il 12 marzo. E non solo. C’è anche il corposo dossier Cottarelli, che ha già provocato parecchie reazioni negative, soprattutto tra i sindacati. Una raffica di proposte che potrebbe tagliare la strada al cammino del giovane premier verso quella «svolta» più volte evocata. Sottosegretario, l’Italia chiede piùflessibilità di spesa. Perché Renzi dovrebbe ottenere quello che Letta non ha avuto? «La flessibilità prevede due profili, che vanno distinti. Poter utilizzare lo spazio finanziario fino al 3% è possibile, con l’attivazione di una precisa procedura, disciplinata dalla legge di contabilità. Ovvero, una relazione da votare in Parlamento, sentito il parere della Commissione Ue. Si tratta quindi di lavorare su questo fronte, molto importante per finanziare le misure di riduzione delle tasse annunciate dal premier». Dunque le risorse servono per il fisco, non per gli investimenti. Giovanni Legnini «È quello sulla esclusione dei fondi strutturali dai vincoli del Patto. In questo caso si tratta di modificare le regole, oggi si è fatto il primo passo, ma il percorso si espleterà durante l’anno, e sarà al centro centro dell’iniziativa italiana durante il semestre di presidenza». Il sottosegretario all’Economia: l’obiettivo centrale del governo è favorire la crescita. Sarà quella la strada del consolidamento dei conti E il secondo profilo? IlministroPadoanavevaannunciatouna duediligencesuicontiitaliani.Èstatafatta? Con quali risultati? Brunetta dubita che il deficit sia al 2,6%. «I conti italiani sono in ordine: le previsioni sono note a tutti. Eventuali scostamenti, derivanti da una possibile minore crescita, si verificheranno a fine anno. Ma noi siamo fiduciosi che le misure oggi in cantiere saranno orientate al rafforzamento del Pil». Propriotuttelemisure?Itagliprospettatida Cottarellinon avrannoeffettirecessivi? «La riduzione della spesa di per sé è recessiva. Ma se le risorse vengono destinate ai redditi delle famiglie, specie a quelli più bassi, abbiamo la certezza che i consumi aumenteranno, con un effetti benefici sul Pil. Il tagli di spesa. Naturalmente sappiamo che la crisi ha avuto un impatto fortissimo sui redditi, determinando molte criticità, ma la lotta all’evasione resta l’altro grande capitolo in agenda per recuperare risorse per l’equità e la crescita. L’esercizio della delega fiscale e la semplificazione vanno letti anche in questa direzione, ovvero accrescere la compliance fiscale». L’INTERVISTA «Certo, per il fisco, ma sempre in un’ottica di sostegno alla domanda interna del Paese». tema importante è selezionare bene sia gli interventi di riduzione della spesa che il finanziamento delle misure espansive». Molti di quelli indicati da Cottarelli pesano proprio sulle famiglie più deboli. «La manovra complessiva di Renzi ha un segno chiaro e inequivocabile di equità sociale e di impulso alla crescita. È evidente che le riduzioni di spesa, che pure noi riteniamo necessarie, non possono contraddire il segno sociale della manovra. Tradotto: la revisione della spesa deve orientarsi innanzitutto verso le spese improduttive e superflue, e poi verso chi ha più possibilità di dare. Sarebbe un controsenso far pagare le famiglie che la manovra intende invece soste- Le imprese si aspettavano un po’ di più nere». Lei conferma che le pensioni non saranno toccate? «Sto a quello che ha detto il premier. Cottarelli ha indicato gli obiettivi di risparmio possibili. A questo punto le scelte spettano alla politica. Ritengo sia giusto ripristinare il rapporto di strumentalità positiva tra le indicazioni tecniche e le scelte della politica». Comemainonsiparlapiùdilottaall’evasione?Eppure sec’èunparametroeuropeo che l’Italia non rispetta è proprio quello della fedeltà fiscale. «Tra i nostri obiettivi la lotta all’evasione c’è. E aggiungo che non si è mai fermata, anche se il dibattito politico in questa fase si concentra sui «Nel pacchetto dei provvedimenti come è noto è ricompreso l’obiettivo di riduzione dell’Irap attingendo all’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie e la riduzione delle bollette energetiche, oltre che l’ambizioso programma per il drastico abbattimento degli oneri burocratici. Non mi sembra poco come, e comunque l’intera manovra di politica economica è orientata a sostenere la crescita». Achepuntoè illavorosulDef?Saràlìche sivedràilpianodiattuazionedellamanovra? «Siamo nel pieno del lavoro, visto che si deve presentare entro il 10 aprile assieme al piano nazionale per le riforme». Quando saranno distribuite le deleghe all’interno del ministero dell’Economia? «Credo molto presto, è questione di giorni». RASSEGNASTAMPA 3 venerdì 21 marzo 2014 Ma il nodo è il Fiscal Compact IL COMMENTO NICOLA CACACE REPETITA IUVANT! A pochi giorni di distanza dal monito di Angela Merkel a Matteo Renzi «bene la tua promessa di rispettare il vincolo del 3%, ma ricordati anche gli altri vincoli», stamane il commissario della Ue Barroso ed il presidente Van Rompuy hanno ripetuto il monito a Renzi «ricordati il rispetto anche degli altri vincoli». Quali sono gli altri vincoli? Il deficit zero del Pil, malauguratamente trasformato in art.81 della Costituzione e, soprattutto, il Fiscal Compact. Questo avviene mentre tutto il dibattito politico e mediatico italiano è incentrato sul 3%, sulla possibilità di sforare il deficit 2014 dall’attuale 2,7% al 2,9%, che significherebbe la possibilità di avere subito disponibili 3,2 miliardi per le riforme economiche. Perché si parla così poco degli «altri vincoli»? Perché non li si conosce? O è un pericoloso caso di «ignoranza attiva», quello che Goethe giudicava «non esserci altro caso più pericoloso»: i nostri politici non hanno ancora capito bene che non è il 3% il problema, Bruxelles ci potrà sicuramente concedere un 0,2% di sforamento purché noi ci impegniamo a rispettare il Fiscal Compact, senza parlare dell’altro assurdo vincolo del deficit zero, malauguratamente trasformato nell’articolo 81 della Costituzione. Si dà il caso che il Fiscal Compact potrà funzionare solo a due condizioni: a) che l’economia reale cresca almeno dell’1%, cosa difficile già quest’anno a giudicare dalle previsioni di Confindustria e degli organismi internazionali; b) che ci sia un inflazione minima intorno al 2%, al posto della quasi deflazione attuale. Perché questo? La formula del Fiscal Compact impone che, dal 2015 il rapporto debito/ Pil passi dal 133% del 2014 al 129,3% del 2015. Perché 129,3%? Perché, dice il F.C. «il rapporto debito/Pil attuale di 133% deve essere ridotto al 60% in 20 anni, cioè, a partire da quest’anno, di 73/ 20= 3,7 punti del Pil, pari a 61 miliardi annui se il Pil nominale non cresce, a 40 miliardi se il Pil nominale cresce dell’1%, a 20 miliardi se il Pil nominale cresce del 2%, a poco più di un miliardo se il Pil nominale cresce del 3%. Quest’ultimo caso è un obiettivo possibile ma difficile se non si riesce ad attivare un minimo di crescita reale, 1%-1,5%. Allora è questo il discorso che Renzi dovrà fare a Bruxelles, «cari signori, io voglio rispettare il Fiscal Compact, ma il suo rispetto richiede un minimo di crescita, impossibile senza due-tre anni di investimenti pubblici e quindi senza un minimo di tolleranza sui deficit di bilancio». Tertium non datur. Se nei prossimi uno-due anni il governo eccederà nei tagli di spesa - l’agenda Cottarelli va vista anche in questa luce, non solo in quella, sempre presente, che i tagli «riguardino solo gli altri», ma anche in quella, poco discussa sinora, degli effetti recessivi dei tagli di spesa - e lesinerà negli investimenti pubblici, nessuna ripresa reale del Pil superiore all’1% e nessuna ripresa dei prezzi almeno dell’1,5%, sarà possibile, così come nessun rispetto del Fiscal Compact. Solo se a Bruxelles ignorassero l’a,b,c delle leggi di mercato - più che di economia, liberale o keynesiana che sia - impedendo al governo una politica minimamente keynesiana per rilanciare il Pil, non resterebbe che l’altra, extrema ratio, allungare da 20 a 40 anni il timing del passaggio del debito al 60% del Pil. Quest’ultima sarebbe comunque una non soluzione, condannerebbe l’Italia all’ultimo atto di un film del declino già visto altre volte nella storia, come nella grande depressione del 1929 che durò più di 10 anni e si «risolse» solo con fascismo, nazismo, la II guerra mondiale e 40 milioni di morti. Non si possono mettere le mutande alla storia (se non si vuol rischiare di restar senza mutande)! ● La doppia sfida europea di Matteo per l’Italia e per il Pse SEGUE DALLA PRIMA Il secondo Matteo Renzi è il leader di un partito che da poche settimane è entrato, e con un certo peso, nella famiglia socialista europea ed è titolato ad esprimerne le istanze in merito alla politica economica europea e ai modi e ai tempi con cui essa va modificata. Nel senso di un diverso modo di affrontare le questioni del deficit e del debito rispetto alla austerity che ha dominato la politica dei governi più importanti (soprattutto, ma non solo, la Germania) e delle autorità brussellesi attualmente in carica. E anche rispetto alle acquiescenze, timidezza o subalternità di cui la stessa famiglia ha dato talvolta deplorevoli prove. I due Renzi coincidono nel momento in cui l’uomo si presenta a Bruxelles per il suo primo Consiglio europeo senza cappotto e con i bottoni bene allacciati. Ovvio che i massimi dirigenti dell’Unione così com’è oggi, cioè il presidente della Commissione José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, e mettiamoci pure il supercommissario agli Affari economici Olli Rehn, accolgano sia quello «italiano» che quello «socialista» (absitiniuriaverbis) con qualche prevenzione, che hanno tradotto verbalmente nella cruda reiterazione dell’eterna formuletta secondo la quale l’Italia deve, comunque, «rispettare gli impegni presi». E certo. Noi li rispettiamo dicono i due Renzi, ma siamo qui proprio per discutere quali siano gli impegni: dite anche voi che è ora di pensare alla crescita? E allora qualche margine di manovra dovete metterlo nel conto: ragioniamo insieme e trattiamo su come e quanto. Le posizioni sono chiare da ambedue le parti, e ribadite senza troppo cedere alla diplomazia. Ma forse è un po’ troppo per parlare di scontro, come faceva ieri qualche sito italiano. Si vedrà nel comunicato finale (e come sempre nelle interpretazioni che le sue inevitabili vaghezze permetteranno alle parti) se l’Italia avrà ottenuto o no quello che il capo del governo aveva messo nella .. . Presto la Commissione avrà un nuovo presidente, è probabile che non tirerà più l’aria dell’austerità IL COMMENTO PAOLO SOLDINI Nel suo primo Consiglio europeo il premier punta a superare le resistenze neo-liberiste dei vertici impersonati da Barroso, Van Rompuy e Rehn valigia partendo: gli stralci nel computo del bilancio che in passato con pochissima fantasia venivano rubricati come «golden rule» o comunque qualche ammorbidimento al no preventivo all’aumento di due o tre decimi di punto nel rapporto deficit-Pil sempre sotto il fatidico 3%, formula «arcaica» come, garantendo comunque che non lo met- EMERGENZA CARCERI Orlando: «Lunedì presento a Strasburgo le nostre proposte» «Lunedì e martedì prossimi sarò a Strasburgo, dove presenteremo un pacchetto di dati, proposte, politiche e convenzioni: è un’azione molto articolata che intendiamo illustrare alla Corte». Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, parlando della situazione di sovraffollamento dei penitenziari del nostro Paese. Entro il 28 maggio l’Italia deve fornire alla Corte di Strasburgo una risposta sull’emergenza carceri. «Stiamo lavorando ventiquattro ore su ventiquattro per mettere a punto una piattaforma da portare a Strasburgo», ha detto il Guardasigilli a margine del IX Congresso del Consiglio nazionale forense. «Si tratterà di un pacchetto molto articolato. Da parte nostra si tratta di un’azione che ci auguriamo sarà apprezzata». te in discussione, ha detto Renzi con un giudizio un po’ provocatorio il cui copyright spetta però a Romano Prodi. Anche i sorrisini che qualche cronista malizioso ritiene di aver còlto sulle labbra di Barroso e Van Rompuy quando gli si è chiesto del leader italiano non evocano drammi e non dovrebbero ferire anime belle e stimolare ipersensibilità. Niente a che vedere con quelli della cancelliera tedesca e del presidente francese a Cannes su Berlusconi: qui e ora non si ha a che fare con un disastro umano che rischia di mettere tutti nei guai. Il capo del governo italiano, questo, rappresenta una politica credibile e che ha appena incassato il credito nelle due capitali più importanti dell’Unione, pur se presidiato da rigidi ceppi di confine quello di Berlino. Si può non apprezzarla e prepararsi a dirgli di no, giudicare troppo “ambiziosi” i suoi programmi e troppo spendaccione le sue propensioni ma si tratta di roba da discutere: da Monti in poi a Bruxelles l’Italia è una cosa seria. I due Renzi, oltretutto, si presentano al loro primo Consiglio europeo in un momento storico che dovrebbe aiutare tutti e due. Gli interlocutori che ha avuto davanti ieri e con il loro fuoco di sbarramento sono ormai quasi alla fine della loro corsa. Entro la fine dell’anno ci saranno un nuovo presidente della Commissione e un nuovo presidente del Consiglio ed è possibile, forse addirittura probabile, che nei palazzi di Bruxelles non tiri più l’aria dell’austerità e della disciplina di bilancio costi-quel-che-costi che ancora vi si respira pur se qualche finestra da qualche tempo è stata aperta. Con qualche azzardo d’ottimismo si può sperare che anche nelle capitali, persino in quella che mena le danze, spirino arie meno fanaticamente neoliberiste. Intanto ci saranno state le elezioni europee, che comunque segneranno una svolta (speriamo tutti nel bene) e il semestre di presidenza italiana, che, senza sopravvalutarne le possibilità, potrebbe favorire l’avvento del clima nuovo. .. . I tempi di Berlusconi sono archiviati, il premier italiano rappresenta una politica credibile .. . Il semestre italiano di presidenza dell’Ue potrebbe favorire l’avvento di un clima nuovo RASSEGNASTAMPA 4 venerdì 21 marzo 2014 POLITICA «Sul Senato federale il governo ci ascolti» ANDREA CARUGATI ROMA Ieri mattina il premier Renzi ha incontrato prima i governatori, poi i sindaci guidati da Piero Fassino per discutere della riforma del Senato e del Titolo V. Clima «positivo», i presidenti di Regione hanno presentato un documento che chiede alcune modifiche ma l’obiettivo di arrivare a un testo condiviso entro marzo è condiviso. Sulla spending review la richiesta dei governatori è che «i risparmi ottenuti nella Sanità vengano reinvestiti nello stesso settore». «Finalmente si chiude una fase, quella di un federalismo assai poco fondato e molto strumentalizzato, che ha provocato danni all’Italia e generato scandali nella classe politica», spiega Enrico Rossi, presidente della Toscana. «Si chiude l’epoca delle Regioni intese come staterelli, una concezione dell’autonomia spinta al punto da aprire sedi estere o immaginare una storia veneta da insegnare nelle scuole. Tutto questo è stato spazzato via dalla crisi e dalla globalizzazione, così come l’idea di uno Stato minimo che non interviene nell’economia, nelle politiche industriali e nella mobilità, e che ha trasferito la crisi fiscale in periferia». La sua è una bocciatura senza appello. Eppurenel2001lariformadelTitoloVla votò il centrosinistra... «Il centrosinistra dell’epoca è stato subalterno a un’ideologia leghista che sembrava trionfante. Era una fuga in avanti, ora bisogna tornare al regionalismo immaginato dai padri costituenti». Detto da un presidente di Regione fa un certo effetto. Non c’è il rischio di tornare indietro, al centralismo del passato? «Il rischio di un pendolo che passa da un estremo all’altro c’è e va evitato. Sarebbe un grave errore. Ora c’è l’occasione per arrivare a un regionalismo forte, a partire dalla creazione di un Senato delle autonomie composto da rappresentanti di Regioni e Comuni al 50%. Il compito di questa camera è portare nel cuore dello Stato i territori. Questo Senato non dovrà legiferare, fatta eccezione per le norme costituzionali, ma esprimere pareri in tempi rapidi su ciò che decide la Camera. La proposta dei presidenti di Regione, a differenza della bozza del governo, è che le Regioni abbiano un numero di rappresentanti pro- L’INTERVISTA Enrico Rossi «Bene la Camera delle autonomie ma la bozza dell’esecutivo contiene errori. Ci sia proporzione tra rappresentanti e abitanti delle diverse Regioni» porzionale al numero di abitanti». Checosacambieràrispettoallasituazione attuale? «Serve innanzitutto una migliore definizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Faccio due esempi. Nella bozza del governo la Sanità è esclusivamente regionale, mentre l’urbanistica torna allo Stato. Io credo che siano due errori: l’urbanistica è di competenza delle Regioni dal 1972 e dovrebbe restare tale. Mentre sulla Sanità serve un ruolo dello Stato perché il Servizio sanitario è nazionale. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra il principio di supremazia dello Stato uno dei punti chiave di questa riforma - e quello di sussidiarietà che va tutelata. Si è aperta una discussione con il governo, nei prossimi giorni dobbiamo chiudere in fretta e bene». Quali sono i poteri che torneranno allo Stato? «Politiche industriali, grandi infrastrutture. Sul turismo non si può evitare una promozione nazionale del Paese. Non possiamo pensare di andare in Cina a promuovere le singole Regioni. Francia e Spagna su questo hanno politiche nazionali». Cosasalvadiquestiultimiannidifederalismo? «Credo che, nonostante tutto, la gestione regionale della Sanità sia stata positiva. Se non avessimo governato bene il Servizio sanitario nazionale non si sarebbe salvato. E invece oggi è tra i migliori d’Europa e con una spesa complessivamente sotto controllo. Poi è andato bene il comparto dell’agricoltura, mentre sulla mobilità purtroppo scontiamo dei problemi molto seri, a partire dalle ferrovie. Poi c’è il capitolo dei fondi comunitari, dove alcune Regioni hanno fatto molto bene e altre devono ancora imparare». Pare incredibile che abbiate firmato un documentosuquestitemiinsiemeaipresidenti leghisti di Lombardia e Veneto. «È una domanda da rivolgere a loro. Credo che uno dei motivi del sostegno a questa riforma è che per la prima volta nasce un Senato delle autonomie che dà un senso al regionalismo». I “senatori” eletti dalle Regioni saranno consiglieri regionali in carica? «Consiglieri regionali, che non smetteranno di svolgere la loro funzione. Il nuovo Senato non richiederà un impegno full time, i senatori non riceveranno alcuna indennità aggiuntiva». Lostipendiodelconsigliereregionalesarà parificato a quello del sindaco del Comune capoluogo. «Va benissimo. In alcune regioni come la mia gli stipendi sono già molto vicini a questo obiettivo». Conquesta riforma pensate di uscire dal clima disfiducia dovuto agli scandali dei rimborsi regionali? «Credo che possa aiutarci a uscire dalle secche. Ci sono stati comportamenti che sono espressione di un insopportabile degrado della classe dirigente, ma anche eccessi nella gogna mediatica». In cosa la vostra proposta sul Senato si differenzia da quella del governo? «Noi vorremmo che, come nel Bundesrat tedesco, ci fosse un vincolo territoriale. In Germania si vota in base all’appartenenza territoriale, sì o no per tutti i rappresentanti di ciascun Land. Per me è opportuno che il Capo dello Stato nomini nel Senato 21 alte personalità, ma su questo altri presidenti non sono d’accordo». Dunque non sarete più governatori? «A me non è mai piaciuto questo appellativo, si è perso il senso delle parole. Chiamateci presidenti». Renzi su casa in affitto: «Solo ospite di Carrai» CATERINA LUPI ROMA La Procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla vicenda dell’appartamento di Firenze, dove il premier Matteo Renzi, all’epoca sindaco della città, ha avuto la residenza, dal marzo 2011 al gennaio 2012. Al momento non ci sono indagati, né ipotesi di reato. A pagare l’affitto di quell’alloggio è stato l’imprenditore Marco Carrai, molto vicino all’allora sindaco. Il fascicolo è stato aperto in seguito a un esposto presentato da un dipendente del Comune di Firenze, Alessandro Maiorano. A voler fare chiarezza sulla vicenda, anche perché Cinque Stelle e Lega stavano montando la polemica politica con interrogazioni parlamentari, è lo stesso Matteo Renzi con una nota del suo ufficio stampa: «Nelle ultime ore il quotidiano Liberoha sollevato più polemiche su alcune vicende personali di Matteo Renzi e della sua famiglia», meglio chiarire i vari punti: «In questi anni Renzi ha vissuto a Pontassieve», mentre «la casa di via Alfani è stata per alcuni anni la casa di Marco Carrai, pagata dallo stesso Carrai. Non era, dunque, la casa di Renzi pagata da altri, ma la casa di Carrai pagata da Carrai», spiega la nota, che continua: «Renzi ha Ok a parità nel 2019. Insulti alle donne Pd: «Codarde» ● Approvata con un compromesso la legge elettorale per le Europee ● I popolari attaccano le senatrici dem: «Avete gravidanze isteriche» ● La replica: «Puntate solo alle soglie più basse» CLAUDIA FUSANI @claudiafusani «Ci sono dieci disegni di legge già depositati, possibile che non ne andasse bene neppure uno?». I senatori del Pd, tutti, renziani compresi, ingoiano il rospo e cominciano a discutere, tra l'offeso e l'irritato, il testo di riforma del Senato così come è uscito da palazzo Chigi. Intenzionati a presentare «entro una settimana, secondo il timing del governo» il disegno di legge di riforma costituzionale che potrebbe tenere insieme sia la riforma della camera alta che quella del Titolo V della Costituzione (anche su questo nel Pd ci sono posizioni diverse). Ma, è l'indicazione uscita dalla riunione coordinata a palazzo Madama dal capogruppo Luigi Zanda e dalla presidente degli Affari costituzionali Anna Finocchiaro, «la nuova Assemblea, seppur senza fiducia e composta da membri non eletti, conserverà molte funzioni e sarà in tutto e per tutto una camera vera». Renzi va ripetendo, anche ieri con Vasco Errani presidente della Conferenza stato-regioni, che entro il 25 maggio, election day europeo ed amministrativo, sarà stata approvata una nuova legge elettorale e le riforme costituzionali avranno avuto il primo dei quattro sì necessari per diventare legge. Il ring della riforme adesso si sposta al Senato. Settimana prossima andrà in aula il ddl Delrio che svuota le Province e subito dopo la Commissio- .. . A presiedere Lanzillotta (Sc) che non interviene per redarguire l’autore delle offese sessiste ne Affari costituzionali comincerà ad esaminare la riforma del Senato. Forza Italia è molto perplessa per l’inversione in agenda - vogliono prima la legge elettorale - e i senatori azzurri, ma anche quelli di Ncd dicono come «della bozza Renzi resterà viva solo la fine della fiducia, tutto il resto è da vedere, a cominciare dal nome. Perché mai, ad esempio, non dovrebbe chiamarsi più Senato?». Insomma, c’è qualcosa che non torna tra l’ottimismo del premier e la forte dialettica interna che si raccoglie tra i senatori di ogni colore a palazzo Madama. Il nervosismo sulle riforme è stato evidente ieri nelle votazioni finali della legge che modifica il sistema di voto per le Europee e introduce, da subito, l’obbligo di una preferenza femminile se l’elettore ne esprime tre. Dal 2019, poi, ci sarà la parità di genere, obbligo di avere il 50 per cento di donne in lista e obbligo di alternanza tra primo e secondo in lista. I piccoli partiti della maggioranza, da Svelta civica ai Popolari, hanno ostacolato fino in fondo l’approvazione delle legge. Non certo per il capitolo quote. Ma perchè speravano di riuscire ad introdurre in questo testo, e per il voto di fine maggio, soglie di accesso più basse. Abbassare dal 4 al tre per cento può significare la sopravvivenza per molti partiti. È un fastidio per Pd e Fi. Che infatti hanno fatto muro. Il compromesso è stato aver rinviato al 2019 la vera parità di genere nelle liste per le Europee. Così nelle dichiarazioni di voto il Pd è stata azzannato in aula dal senatore Popolare Tito Di Maggio. Il quale ha primo offeso le colleghe del Pd definendole «codarde». Da segnalare che in quel momento presiedeva l’aula la vicepresidente Linda Lanzillotta (Scelta civica) la quale ha ritenuto di sorvolare sul lessico del collega visto che «stava parlando in italiano, senza insultare nessuno». Per Lanzillotta codardo è un aggettivo senza colore, neutro. Ma il peggio doveva ancora arrivare visto che, nello stesso intervento, Di Maggio ha detto alla senatrice De Biasi (Pd) che «probabilmente è affetta da una .. . Senatori di Forza Italia e di Ncd: della bozza Renzi resterà viva solo la fine della fiducia gravidanza isterica visto che ha denunciato in Italia un grave problema culturale di discriminazione». Anche di fronte alla «gravidanza isterica», la vicepresidente Lanzillotta non è intervenuta. Monica Cirinnà (Pd) chiede provvedimenti disciplinari per entrambi. Va detto che con questa legge si poteva, si doveva ottenere molto di più specie dopo il tradimento alla Camera quando la parità di genere è stata impallinata da sessanta deputati Pd coperti dal voto segreto. Ma tra maggioranza di governo e maggioranze allargate non è stato possibile fare di più. «Non ci vengano a dire che il Pd ha fatto una scelta al ribasso giocando sulla pelle delle donne - ha detto Giuseppina Maturani (Pd) - perché in realtà sulla rappresentanza delle donne hanno giocato quelle forze politiche che hanno anteposto la soglia di accesso alla parità di genere». Sintetizza Anna Finocchiaro: «I partiti piccoli si sono messi di traverso ma solo perchè volevano abbassare le soglie di accesso non per una battaglia di genere». Il problema è che per approvare le riforme, Renzi non può permettersi il lusso di perdere al Senato i dieci voti di Scelta civica e i dodici dei Popolari. RASSEGNASTAMPA 5 venerdì 21 marzo 2014 Europee, «Berlusconi» nel simbolo L’ipotesi di Marina reggente di Fi M L’aula della Camera dei Deputati in seduta comune FOTO REUTERS usufruito in alcune circostanze dell’ospitalità di Carrai, il cui contratto di affitto dell’appartamento è stato già reso pubblico». (Carrai lo ha mandato a Libero, che ha sollevato il caso). La nota dello staff del premier prosegue: «Renzi ha affittato per circa un anno un appartamento a Firenze, nel 2009, in via Malenchini. Ovviamente a sue spese». L’ufficio stampa chiarisce un altro punto: «La signora Agnese Landini Renzi - moglie del premier - non è mai stata a Roma con quattro auto blu al seguito, come denunciato dal senatore leghista Candiani su Libero», quindi è «una notizia destituita di ogni fondamento». Ultimo punto contestato: «Rispetto all’assunzione di Renzi nella società Chil», un anno prima che venisse eletto presidente della provincia di Firenze, nella nota si ricorda che «l’assunzione fu la conseguenza di un cambio al vertice della azienda che produsse l’esito di un diverso inquadramento contrattuale» in un’azienda in cui Renzi lavorava già da 9 anni, quindi «nessuna assunzione fitti- zia last minute». Ieri anche Marco Carrai ha contestato le «tante falsità dette in liberta» su una vicenda «trattata in modo squallido». L’avvocato dell’imprenditore, Alberto Bianchi, spiega che Carrai aveva preso in affitto l’appartamento per sé e poi «ha anche ospitato lo stesso Renzi il quale vi si appoggiava», per praticità, «nei momenti in cui ne aveva bisogno in relazione alla sua attività di sindaco di Firenze». Quanto alla residenza, per il legale è «tutto regolare»: ovvio che un sindaco abbia la residenza nella città che governa e come ospite può farlo. I Cinque stelle (Grillo aveva rilanciato sul blog la polemica di Libero) hanno chiesto che Renzi chiarisca in aula in un question time. Il deputato M5s Fraccaro elenca gli incarichi di Carrai: «È presidente della società Aeroporti di Firenze», è stato ad della Florence Multimedia srl per la comunicazione del sindaco, «ha ottenuto la fornitura di servizi ai musei fiorentini con la sua C&T Cross media senza un bando». ettere in campo liste robuste senza minare la già barcollante unità del partito. E tenere in campo il brand Berlusconi - testato anche in questi giorni da appositi sondaggi - senza terremotare gli assetti delle aziende di famiglia. Non è facile il dilemma in cui si dibatte Forza Italia. Eppure dovrà risolverlo entro il 15 aprile, data ultima per la presentazione delle candidature. «Lo scopriremo all’ultimo minuto» pronostica un big azzurro. Anche perché i capilista sono ancora occupati da un gigantesco «Mister X» o «Miss X». La «candidatura di famiglia», che adesso dopo Marina e Barbara si è arricchita dell’ultimo spiffero: magari Pier Silvio, solido, prestante, sentimentalmente accasato da anni, professionalmente realizzato a Mediaset. E chissà se Luigi, il piccolo di casa, sarà il prossimo a entrare nel toto-candidati, o se verrà preceduto dalla sorella Eleonora. Più realisticamente, la soluzione a cui si sta lavorando è quella soft: il cognome nel simbolo di Forza Italia con il logo tricolore. A questo lavorano Gianni Letta, Paolo Romani, Renato Brunetta, ma anche l’avvocato Ghedini. Il capogruppo al Senato lo ha spiegato: «Silvio resta il nostro leader. Il nome nel simbolo ci sarà, ma la soluzione dinastica non si pone. Se ciò dovesse accadere vuol dire che in quel momento non sarà più Berlusconi il leader del centrodestra. Allora si porrà il problema e se i figli, come cittadini di questo Paese, volessero scendere in campo sarà una scelta loro e degli organismi preposti». IL RETROSCENA FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan La road map prevede solo il nome dell’ex Cav e nessun figlio in lista Dal 10 aprile la primogenita potrebbe però essere il tramite con il partito VIA LIBERA A FITTO SUGGESTIONE PIER SILVIO L’escamotage per non vedere le liste bocciate dagli uffici elettorali potrebbe essere «con» o «per Berlusconi» oppure «Berlusconi presidente» o «fondatore». Il timore, però, è che molti elettori attirati dal cognome ritengano che l’ex Cavaliere sia in campo a tutto tondo, nonostante le preferenze scrivano «Berlusconi» sulla scheda e che questa finisca annullata. Con il rischio di perdere migliaia di voti. Ecco perché molti dirigenti del partito, dalla Gelmini alla Santanchè, sono in pressing per una soluzione meno minimal. Con l’obiettivo di costrui- 10 aprile?». È questa l’operazione sul tavolo: preparare uno dei figli come erede politico - candidandolo o meno per Strasburgo questo si vedrà - per gestire l’emergenza dei servizi sociali e poi trainare il partito alle politiche del 2018. E in questo scenario la più quotata sarebbe Marina. Tutti e tre i figli più grandi sono stati testati dal padre a più riprese, mostrando vantaggi e svantaggi. Barbara, la più glamour e smart dei tre, ha il maggiore appeal per l’opinione pubblica. Pier Silvio è percepito dall’elettorato forzista come solido e affidabile. Marina però è considerata quasi un clone del padre, che ha difeso strenuamente e pubblicamente nelle fasi giudiziarie più dure. Un pregio che, nell’ottica della «reggenza», fa premio sulla sua scarsa dimestichezza con la sfera pubblica. In ogni caso, tra Arcore e Palazzo Grazioli si tenta di allestire appunto una «centrale operativa», una cabina di regia con diversi terminali per non perdere la capacità di scegliere la linea sull’attualità politica man mano che si presenta. E anche sotto questo aspetto il ruolo dei figli è cruciale: in assenza di moglie, sarebbero tra i pochi ammessi ai colloqui con il Silvio intento a scontare la pena residua. Ma l’operazione in più step potrebbe anche aiutare a mantenere unito il partito dove in tanti - da Gasparri a Brunetta, da Rotondi a Fitto - non sarebbero per nulla entusiasti della svolta dinastica. re una «centrale operativa» capace di tenere insieme il partito dopo il 10 aprile. «Quella data per noi sarà deflagrante - ammette un senatore - La perdita di agibilità politica di Berlusconi avrà un impatto incredibile. Restrizioni alla mobilità, alle telefonate, ai colloqui. Niente comizi né propaganda elettorale. Ecco perché, al di là delle candidature, serve un figlio in campo per dare continuità all’azione politica. Il punto vero allora è: a chi telefoniamo per avere la linea dopo il Ed è chiaro che, con le teste di lista ancora tutte da definire, gli altri nomi non possono che rimanere in stand-by. Anche se sembra infine sbloccata la situazione di Raffaele Fitto: per lui, pur essendo parlamentare, sarebbe arrivata la sospirata deroga. Anche se non può essere ufficializzata prima di aver chiuso l’intero pacchetto. Che comprende Toti a Nord Ovest, Tajani al Centro, Micciché nelle Isole. A Nord Est si profila una sfida economica tra Brunetta e Tremonti (che non ha ancora deciso cosa fare). Mentre Claudio Scajola ieri ha battuto un colpo con un’intervista al Corriere: «Questa tornata elettorale è importantissima, giusto candidare chi ha preferenze e radicamento sul territorio». Al film su Berlinguer un «red carpet» della sinistra ● La proiezione del doc di Veltroni diventa un grande evento. Ovazione all’arrivo del Capo dello Stato ● A trent’anni dalla morte del leader del Pci tra emozione e ricordi GIUSEPPE VITTORI ROMA È stata una prima affollatissima, quella di ieri sera all’Auditorium di Roma per il film di Walter Veltroni Quando c’eraBerlinguer. Duemila i posti esauriti e 800 persone in lista d’attesa, a caccia di biglietti. Alla presenza del presidente Giorgio Napolitano, accolto da una standing ovation. In sala, oltre alla famiglia Berlinguer, tanti gli esponenti del mondo politico e istituzionale, dal presidente del Senato Pietro Grasso, ai ministri Andrea Orlando, Dario Franceschini, Federica Mogherini, Giuliano Poletti, Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Graziano Delrio e altri ancora. Presenti anche gli ex Pci Achille Occhetto, Alfredo Reichlin, Fausto Bertinotti, Nichi Vendola, Oliviero Diliberto. E ovviamente gli esponenti del Pd da Enrico Letta a Pier Luigi Bersani, da Rosy Bindi a Piero Fassino, insieme a quelli degli altri partiti come Gianfranco Fini, Gaetano Quagliariello, Paolo Romani e Pier Ferdinando Casini. Presente anche il mondo dell'economia, per citare solo alcuni nomi Luca Cordero di Montezemolo e Alessandro Profumo, dei sindacati Susanna Camusso e Raffaele Bonnani, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Per il mondo dello spettacolo Renzo Arbore, Mara Venier, il regista premio Oscar Paolo Sorrentino. Insomma, un red carpet con la sinistra di tante generazioni, condito da un po’ di star system. Tutti convenuti per la pellicola di 110 minuti che esce nel trentennale della scomparsa di Berlinguer: prodotta da Sky e realizzata da Palomar, sarà nelle sale da giovedì 27 marzo. A giugno poi il film Un’immagine di Berlinguer e Benigni, dal film documentario di Walter Veltroni «Quando c’era Berlinguer» verrà trasmesso su Sky Cinema, mentre a ottobre diventerà un volume per Rizzoli. Assente giustificato alla prima del film Massimo D’Alema, che al neo-regista ha inviato invece una lettera ringraziandolo per avergli «consentito, qualche giorno fa, di vedere il film insieme» e per complimentarsi. «Sono rimasto molto colpito dal tuo lavoro - ha scritto D’Alema a Veltroni - sia per il rigore con cui hai ricostruito la vicenda umana e politica di Berlinguer, i suoi successi e le sfide più difficili che ha dovuto affrontare, sia per la capacità di evocare, senza retorica, il fascino della sua personalità e la forza del suo legame con tanta parte del popolo italiano».Naturalmente, aggiunge D’Alema, «in chi come noi ha visto scorrere sullo schermo le immagini e le persone che hanno accompagnato una stagione così importante della nostra vita, il film suscita anche una grande emozione. Spero proprio che questa emozione, che non è solo per una persona, ma per una politica bella, pulita e sorretta da grandi idealità, possa coinvolgere i tanti giovani ai quali il tuo film si rivolge». RASSEGNASTAMPA 11 venerdì 21 marzo 2014 Finmeccanica: «Fincantieri su Ansaldo? È benvenuta» ROBERTO MONTEFORTE CITTA’ DEL VATICANO Difendere la dignità del lavoro e lottare per questo. Perseguire la solidarietà e non le logiche del dio danaro. Lo ha ribadito ieri Papa Francesco ai tanti operai delle Acciaierie di Terni che ha ricevuto ieri nell’aula Paolo VI con il vescovo della città umbra e una folta delegazione di fedeli della diocesi di Terni-Narni e Amelia. L’occasione è stata il 130° della fondazione dello stabilimento siderurgico che, ha sottolineato il pontefice, «è simbolo di capacità imprenditoriali ed operaie che hanno reso celebre questo nome ben oltre i confini d’Italia». Ma ora è una realtà segnata dal dramma della crisi. Il Papa invita a non rassegnarsi alla disperazione. «Cari fratelli e sorelle, non smettete mai di sperare in un futuro migliore. Lottate per quello, lottate! Non lasciatevi intrappolare dal vortice del pessimismo!» scandisce il pontefice. Sprona il Papa argentino. E come durante l’incontro di Cagliari con i lavoratori e i disoccupati, invita a non abbattersi. «Se ciascuno farà la propria parte, se tutti metteranno sempre al centro la persona umana, con la sua dignità, se si consoliderà un atteggiamento di solidarietà e condivisione fraterna, ispirato al Vangelo, si potrà uscire dalla palude di una stagione economica e lavorativa faticosa e difficile». Ma non è così facile. Lo sa bene Bergoglio che richiamando il dovere della solidarietà osserva come, invece, questa sia «una parola che rischia di essere esclusa dal dizionario. Sembra quasi – osserva - una parolaccia in questa società». Ricorda il costante impegno della Chiesa a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie testimoniato anche dalla visita alle Acciaierie di Terni di Giovanni Paolo II e all’apporto che la dimensione di fede può dare alla società «grazie alla carica di fraternità concreta che porta in sé stessa». LA CENTRALITÀ DEL LAVORO Ma è sulla centralità del lavoro che insiste Bergoglio. «Di fronte all’attuale sviluppo dell’economia e al travaglio che attraversa l’attività lavorativa – scandisce - occorre riaffermare che il lavoro è una realtà essenziale per la società, per le famiglie e per i singoli». Perché – continua - «il lavoro riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità». «Il valore primario del lavoro – afferma il pontefice - è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali». La sua conclusione è che il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità. «E se manca il lavoro questa dignità viene ferita!» esclama. «Chi è disoccupato o sottoccupato -aggiunge - rischia, infatti, di essere posto ai margini della società, di di- ANDREA BONZI @andreabonzi74 Papa Francesco incontra i lavoratori dell’Acciaieria di Terni FOTO AP Papa Francesco: lottare per la dignità del lavoro Il pontefice incontra i lavoratori delle Acciaierie di Terni e invita a non cedere al pessimismo ● Critiche al sistema economico dell’«idolo denaro» ● ventare una vittima dell’esclusione sociale. Tante volte capita che le persone senza lavoro - penso soprattutto ai tanti giovani oggi disoccupati scivolano nello scoraggiamento cronico o peggio nell’apatia». E come per dare ancora più forza alle sue parole il pontefice racconta dello sfogo di alcuni giovani operai senza lavoro. Gli hanno detto: «Noi a casa con figli e mogli mangiamo tutti i giorni, perché la parrocchia, il club, la Croce rossa ci danno da mangiare, ma non sappiamo cosa significa portare il pane a casa. E abbiamo bisogno di mangiare, ma anche di portare a casa il L’INTESA Ceramica, nel nuovo contratto aumenti da 112 euro Dopo nove mesi di trattative e di lotte, è stata siglata martedì in tarda serata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale della ceramica per il triennio 2014-16, che coinvolge circa 37mila addetti, di cui 13mila nel solo distretto modenese di Maranello e Sassuolo-Fiorano. L’accordo riguarda tutti i settori del comparto: l’aumento in 3 anni è di 112 euro mensili, (30 euro dal 1° aprile, 40 euro dal 1° gennaio 2015 e 42 euro dal 1° gennaio 2016). Prevista anche un una tantum di vacanza contrattuale di 300 euro (150 euro a giugno 2014 e 150 euro a gennaio 2015). Prevista, tra l’altro, anche la stabilizzazione dei lavoratori dopo 40 mesi totali di lavoro tra contratti a termine e somministrazione e introdotti, per la prima volta, i concetti di polivalenza e polifunzionalità utili a riconoscere le accresciute professionalità delle maestranze. Soddisfazione è stata espressa dalla Filctem/Cgil: ora la parola passa ai lavoratori, che dovranno validare nelle prossime settimane l’ipotesi di accordo». pane da mangiare». «Questa – osserva - è la dignità del lavoro». Il Papa invita ad affrontare la crisi con «creatività e della solidarietà». Con la creatività di imprenditori e artigiani coraggiosi, che guardano al futuro con fiducia e speranza e «con la solidarietà fra tutte le componenti della società, che rinunciano a qualcosa, adottano uno stile di vita più sobrio, per aiutare quanti si trovano in una condizione di necessità». ALLE RADICI DELLA CRISI Ma per Francesco occorre andare alle radici di questa crisi dalle dimensioni europee. «È la conseguenza – osserva - di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro!». Va cambiata logica. «I diversi soggetti politici, sociali ed economici – spiega - sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà, per assicurare a tutti la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa. «Il lavoro- conclude - è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti». Un’eventuale iniziativa di Fincantieri o di un partner italiano per l’acquisto di Ansaldo Breda «è benvenuta», anche se al momento «per assicurare un futuro nel settore trasporti in Italia è cruciale trovare un partner internazionale». A parlare è l’amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, che ieri ha partecipato alla Commissione Industria di palazzo Madama, rispondendo alle domande dei senatori. Le aziende di cui Finmeccanica sivuole liberare sono Ansaldo Breda, definito da Pansa «un soggetto non sostenibile dal punto di vista industriale, patrimoniale, economico e finanziario» , e Ansaldo Sts, «un fiorellino che continuerà a essere bello se inserito in una struttura che gli consenta di crescere». L’idea di Finmeccanica, che ha già ricevuto «proposte preliminari» è di chiudere «in tempi compatibili l’operazione» di scorporo del settore trasporti. Una strategia che, però, trova l’opposizione dei sindacati. Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, ieri a Bologna all’assemblea delle cooperative edili, è netto: l’intento di Finmeccanica, «che ha avuto anche il consenso di alcuni ministri, io lo trovo un errore molto forte». «Prima di svendere pezzi importanti dell’industria italiana ci sarebbe bisogno di avere progetti e politiche che rilancino i settori strategici del Paese», insiste Landini. Sulla stessa linea Michele Zanocco, segretario della Fim-Cisl: la vendita di Ansaldo Breda e Sts «rischia, se non governata di concerto con le organizzazioni sindacali e con il governo, di decretare la fine dell’interesse strategico dei trasporti ferroviari da parte del nostro paese». E si chiede «se e quale ruolo vorrà giocare il Governo nel nuovo assetto proprietario, e se il settore del trasporto ferroviario rimane d’interesse nazionale oppure no». Giovanni Contento, numero uno della Uilm, attacca a testa bassa: i manager «sbagliano e persistono nell’errore, perchè Ansaldo Breda si può risanare ed invece viene immolata per far risultare l’utile. Pansa - conclude - sia meno esterofilo e si rivolga in casa propria, chiedendo magari a Fincantieri se è disponibile all’acquisto». La Borsa, intanto, sembra aver accolto positivamente la direzione impressa dai vertici di Finmeccanica: tra gli industriali quotati a piazza Affari, infatti, il titolo ieri è stato uno dei più tonici, chiudendo in serata a +2,84%. Lucchini, aspettando l’arabo SILVIA GIGLI [email protected] Lucchini, i termini sono scaduti ma ancora non c’è certezza sul futuro delle acciaierie di Piombino. Il commissario Nardi aveva infatti fissato al 19 marzo il termine ultimo perché le otto delle nove aziende interessate al polo siderurgico consegnassero la documentazione mancante ma non si sa ancora niente di ufficiale al riguardo. Tantomeno si sa se la società Smc del giordano Khaled al Habahbeh, l’unica tra le nove che si era dichiarata interessata a comprare tutto il gruppo, a mantenere il ciclo integrale e l’occupazione e tenere acceso l’altoforno fino a riconversione in elettrico e corex, abbia completato tutte le garanzie. Voci ufficiali non ce ne sono. Se da una parte l’azienda non si pronuncia facendo intendere che allo stato attuale sta lavorando a verificare tutte le offerte, i sindacati dal canto loro dicono di non sapere niente. Questa l’ufficialità. Ufficiosamente invece circolano molte voci. Fatto comprensibile, visto che il futuro della Lucchini coinvolge almeno 5mila persone, in un modo o nell’altro l’intera Piombino. Si dice in città che Khaled al Habahbeh non abbia ancora perfezionato le pratiche bancarie per trasferire alla banca araba di Roma, la Uae, tutta la somma necessaria all’acquisizione ma che lo stia facendo e che chieda un po’ di tempo in più. Al tempo stesso si dice che abbia chiesto di poter andare al ministero per poter dimostrare dati alla mano la sua effettiva disponibilità. I sindacati ci credono, sono sicuri che nonostante la procedura un po’ originale la sostanza ci sia tutta. Rsu, Fim, Fiom e Uilm hanno affidato ad un comunicato le loro certezze: «Sappiamo che Smc ha intenzioni “irrevocabili” di acquisire la Lucchini di Piombino, la Lucchini servizi, Gsi e gli stabilimenti di Lecco e Condove (Torino) mantenendo a Piombino e sviluppando l’intero ciclo produttivo e garantendo l’occupazione così come previsto dal bando, tutto ciò è dato dal fatto che stanno ricapitalizzando proprio per questo motivo, con 2 miliardi di dollari. Quindi crediamo importante che siano fatte tutte le verifiche fino in fondo senza nessun dubbio. Niente può essere lasciato a non verifiche certe, è dovere di tutti noi accertare tutte le opportunità». La richiesta di proroga dell’arabo sarà accolta? C’è chi sussurra di sì, almeno per altre due settimane. RASSEGNASTAMPA 16 venerdì 21 marzo 2014 COMUNITÀ L’articolo La lettera La sinistra riformista alla prova del voto L’Unità, quei titoli e la mia Ucraina Massimo D’Alema SEGUE DALLA PRIMA Mentre il mondo si è rimesso in movimento, nel tentativo di uscire dalla più grave crisi economica, finanziaria e sociale del dopoguerra, l’Europa stenta a ripartire. Dobbiamo reagire, non possiamo lasciare i cittadini europei in balia della sfiducia o della rivolta populista, senza alcuna prospettiva. È compito dei progressisti rilanciare una visione europeista rinnovata, consapevoli della limitata efficacia delle politiche attuate su scala nazionale, della incerta legittimazione delle decisioni prese su base intergovernativa e, viceversa, della forza di un’Europa unita e rappresentativa. La sinistra riformista ha messo in campo alcune grandi novità. Innanzitutto, per la prima volta, noi vogliamo offrire ai cittadini europei la possibilità di scegliere il presidente della Commissione, che non dovrà più scaturire da opache trattative fra governi, ma dovrà essere indicato dal voto popolare. Quindi, per la prima volta, le elezioni saranno davvero europee. La posta in gioco sarà reale: il voto conterà. I progressisti si presentano agli elettori esprimendo un candidato che è senza dubbio tra le personalità politiche più «europee» che siano oggi sulla scena. Martin Schulz, infatti, ha legato tutta la sua passione ed esperienza politica alle istituzioni comunitarie. La sua storia non lo qualifica come rappresentante di uno Stato nazionale, ma come uno dei più importanti fautori del processo politico e democratico europeo. Un impegno, questo, al quale si è dedicato durante tutto il suo percorso politico e istituzionale, come presidente di commissione parlamentare, come capogruppo, come presidente del Parlamento europeo. I progressisti propongono un programma di profondo cambiamento, che, in primo luogo, investe direttamente, come già accennato, i processi democratici a livello europeo e che va nel senso di uno spostamento dalla dimensione intergovernativa a quella sovranazionale, ovvero di un riequilibrio di poteri tra Consiglio da una parte e Parlamento e Commissione dall’altra. È indubbio, infatti, che il prevalere delle politiche dettate dai paesi più forti in seno al Consiglio ha determinato una perdita di credibilità che talvolta sfocia in aperta ostilità delle opinioni pubbliche dei paesi economicamente più fragili contro l’insieme delle istituzioni europee. Secondo pilastro del programma è il superamento del “dogma” dell’austerità. Sappiamo bene che ciò non significa negare la necessità del rigore nella gestione della spesa pubblica, ma implica una maggiore solidarietà tra gli Stati europei. Occorre un’armonizzazione delle politiche fiscali e degli standard sociali, spostando il peso della tassazione dal lavoro alla rendita finanziaria per liberare risorse a favore di crescita e sviluppo. Occorre mutualizzare il debito e prevedere piani di investimenti che puntino sull’innovazione e sostengano le piccole e medie imprese. A questo proposito, quello dei progressisti è un programma puntuale e concreto di misure che possono essere realizzate nel breve e medio periodo, con l’obiettivo di imprimere quella svolta necessaria, e dunque percepibile nella vita quotidiana dei cittadini, alle politiche economiche europee. Terzo pilastro è il rafforzamento della proiezione europea sullo scenario internazionale, e in particolare sull’area del Mediterraneo, che, per evidenti ragioni geopolitiche, è sempre stata prioritaria nella poli- Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 tica estera dell’Italia e ha acquisito nuova importanza strategica in seguito alla tumultuosa stagione delle rivolte arabe. Guardando a Est, invece, l’Europa si confronta con l’assertività nazionalista di Putin. Su questo fronte va scongiurato il rischio di una nuova guerra fredda, ma deve essere ferma la condanna e determinata l’azione in tutte le sedi diplomatiche contro ogni forma di aggressione e violazione dei diritti umani, da qualsiasi parte essa provenga. L’Europa, consapevole della sua unicità, che affonda le proprie radici in principi e valori di pace, democrazia e solidarietà, non può sottrarsi alle responsabilità a cui è chiamata in un mondo fortemente globalizzato, multipolare e in continuo mutamento. Ci presentiamo alle elezioni, infine, con una novità di fondo: il Pd parte integrante di una rinnovata sinistra europea. L’anomalia italiana è ormai alle spalle, grazie a una scelta politica che non rappresenta una conversione ideologica del nostro partito, ma la presa d’atto che una grande forza, sia pure culturalmente plurale e innovativa come il Partito Democratico, ha il suo spazio naturale, insieme a progressisti, socialisti, socialdemocratici e laburisti europei, nel Pse. D’altro canto, vogliamo partiti europei più forti, che rappresenta- no il migliore antidoto al ritorno dei nazionalismi e senza i quali è difficile avere un’Europa più unita e democratica. Non siamo in campagna elettorale per riaffermare una retorica europeista di maniera, ma per segnare il profondo cambiamento di un’Europa che così com’è non solo non funziona, ma non dà risposte alle domande legittime dei suoi cittadini. Possiamo vincere. In campo c’è anche una sinistra più radicale, a cui guardiamo con interesse perché non cavalca la retorica antieuropeista, ma non c’è dubbio che la sfida per il primato sia tra socialisti e popolari, che chiedono il voto sulla base di proposte alternative. Il voto di maggio deciderà quale sarà la guida e dunque la direzione che prenderà l’Europa del prossimo futuro. Noi vogliamo un’altra Europa. Un’Europa diversa da quella che conosciamo, più democratica e inclusiva, che metta al centro della sua azione crescita, lavoro e innovazione. Maramotti ● CARO DIRETTORE, DOPODIVERSI ANNI DI VICINANZAE DI LAVORO NEL GIORNALECHECIACCOMUNA,L’UNITÀ, ti scrivo queste poche righe, pre- gandoti di pubblicarle, nel caso le giudicassi idonee ad una maggiore comprensione della crisi internazionale che strangola la mia Ucraina. Tu sai che da quasi dieci anni vivo felicemente in Italia, da più di un anno faccio parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Unità e sono una cittadina ucraina. Ricopro questo importante incarico perché insieme ad altri quattro amici rappresento un importante esperimento di neuroscienze. Oggi il mio Paese, la mia patria, è sull’orlo della guerra civile. Da un lato ci sono gli Stati Uniti e la Germania (evitiamo per favore di parlare di Europa... ) e dall’altro la Russia. Il nostro giornale, tuttavia, in questa circostanza m’è parso un po’ ambiguo. Per richiamarci ad un termine «politichese» di gran moda, usato spesso da due frequentatori dei «Ballarò» televisivi, Paolo Mieli e Pierluigi Battista, sei un po’ «cerchiobottista», con tendenza a strizzare l’occhio agli americani, probabilmente più per partito preso che per un’attenta analisi obiettiva dei fatti. Vuoi che ti legga qualche titolo del nostro giornale negli ultimi giorni? Ecco: «L’esercito russo mette sotto controllo la Crimea»; «L’Ucraina chiama i riservisti: siamo pronti a difenderci»; «Usa a Putin: posto a rischio nel G8»; «Renzi sente Hollande e Merkel: violare la sovranità è inaccettabile». Tu sai meglio di me che non occorre parteggiare apertamente, è sufficiente che nei titoli gli avversari siano dipinti in negativo, che diventino i conquistatori, gli invasori insomma. Anche quando il distacco della Crimea è il risultato di un referendum indetto fra tutta la popolazione, come avvenne, ha ricordato il presidente russo Putin, fra la Serbia e il Kosovo. Così come sarebbe bene dichiarare apertamente e senza inutili eufemismi e giri di parole che questo «gruppo di liberazione» che oggi ha in mano il mio Paese, altro non è che un gruppo di estremisti di destra. Mi auguro che l’appoggio palese e dichiarato di Europa e America a questo gruppo e a questo «governo ucraino», sia ragionevolmente rimeditato e di breve durata. Sono pronta ad accompagnare personalmente giornalisti in Crimea e in Ucraina, al fine di verificare la realtà delle cose, senza filtri, ma con la dovuta obiettività. Non sarebbe anche questo il compito del nostro quotidiano? Caro Direttore, io e i miei giovani amici del gruppo di studio «GR5» (a proposito fra noi ci sono russi, francesi, americani, venezuelani e ucraini) vorremmo che l’Ucraina avesse libertà di scelta; che, se possibile, restasse una nazione unita e indivisibile. Grazie per l’attenzione e buon lavoro. OLENA CRISTINA PRYSHCHEPKO Luigi Cancrini Dialoghi psichiatra e psicoterapeuta I ticket della Sanità devono essere di nuovo eliminati Secondo la rivista medica «Lancet» in Grecia i tagli alla Sanità del 2008 hanno prodotto un’impennata del 43% di mortalità infantile, +21% di mortalità alla nascita, incidenza Hiv aumentata di 30 volte, raddoppio per la tubercolosi. GIORGIO BIANCIARDI «In Italia - continua la lettera - una delle ultime leggi del governo di centrodestra reintroduceva (Prodi II l’aveva eliminato) un ticket per le prestazioni ambulatoriali/prestazioni specialistiche e quello pesante per i codici bianchi di Pronto Soccorso ha fatto sì che 2 milioni di italiani stanno evitando di fare indagini diagnostiche, pur segnalate dal medico di base. In effetti, anche con Isee inferiore a 36mila euro, una serie di analisi ematologiche di routine, un elettrocardiogramma e una radiografia al torace viene a costare intorno ai 100 euro, pur in una regione virtuosa come la Toscana. I ticket sanitari, pur nati con lo scopo di evitare sprechi, sono diventati ormai un danno grave». La conseguenza che questo tipo di situazioni avrà sulla salute dei cittadini ci porterà a conseguenze simili a quelle segnalate da Lancet per la Grecia? Difficile non pensarlo, purtroppo, se alla situazione dei ticket così come la ereditiamo dalla spending review berlusconiana non si porrà riparo adesso che a governare ci sono i rappresentanti della sinistra. Quelli che la riforma sanitaria l’hanno voluta e difesa sempre. Pensando soprattutto a chi non aveva soldi sufficienti per assicurarsi da solo quell’assistenza cui tutti in un Paese civile avrebbero diritto. Cara Olena, ti ringrazio della tua lettera che mi convince ancora di più del momento difficile e drammatico che il tuo Paese sta vivendo in questi giorni e in queste ore. Il punto è che il popolo ucraino si trova da tempo all’interno di uno di quei momenti della storia in cui i torti e le ragioni si mischiano in una pericolosa miscela esplosiva. Proprio per questo trovo del tutto fuori luogo l’uso del termine «cerchiobottista». Lo scopo di un quotidiano non può essere quello di prendere una posizione «a prescindere» ma di raccontare e spiegare, a se stesso e ai propri lettori, quello che sta accadendo. I titoli che tu citi - «L’Ucraina chiama i riservisti»; «Usa a Putin: posto a rischio nel G8»; «Renzi: violare la sovranità è inaccettabile» - si riferiscono ad articoli di stretta cronaca, al pari di altri che non citi ma che l’Unità ha ugualmente pubblicato e che, secondo la tua logica, dovrebbero essere definiti di segno opposto (come «Putin: la Ue mi fa solo ridere», a proposito della minaccia di sanzioni). Temo tuttavia che l’attenzione riservata ai fatti drammatici che stanno avvenendo (e agli inevitabili titoli di cronaca) ti abbia distratto dagli interventi, dalle analisi e dalle interviste che abbiamo pubblicato in questi giorni e che, primi nella stampa italiana, hanno denunciato - proprio come tu dici e confermi - l’infiltrazione di forze di destra estrema all’interno dei movimenti di protesta di piazza Maidan o le ragioni che hanno spinto gran parte della popolazione della Crimea a vedere con timore l’insediamento a Kiev dell’attuale governo ad interim e con favore l’ipotesi di un intervento della Russia. Questo, però, non può allontanarci dalle ragioni di chi, sempre in Ucraina, sostiene la necessità di un avvicinamento alle posizioni europee fino ad un possibile ingresso nell’Unione. Comprendo il tuo stato d’animo e condivido il tuo desiderio affinché l’Ucraina abbia sempre libera possibilità di scelta. Il ruolo di un giornale, lo ripeto, è fare in modo che la ragioni delle parti in gioco vengano raccontate e spiegate in modo che ciascuno possa farsi un’opinione fondata, il più possibile, sulla interpretazione dei fatti e non sui pregiudizi. LUCA LANDÒ La tiratura del 20 marzo 2014 è stata di 66.581 copie RASSEGNASTAMPA U: 17 venerdì 21 marzo 2014 MEMORIE Un secolo di lotte Fotografie, documenti e ricordi raccontano la Cgil «Le carte del lavoro» Dai giornali mazziniani a Salvemini, fiero avversario dei «sindacalisti rivoluzionari»: un libro di Giuseppe Sircana prezioso e pieno di rarità BRUNO UGOLINI È UNA SORTA DI «VETRINA CARTACEA», COME DICE L’AUTORE, LO STORICO GIUSEPPE SIRCANA. Sotto il Documenti tratti dal libro «Le carte del lavoro» titolo Le carte del lavoro, un secolo di lotte sociali, sindacato e politica (Ediesse), prende forma un viaggio tra fotografie, documenti, ricordi. É la carta d’identitá di una Cgil che passa dai tempi di Mazzini e Garibaldi a tempi più recenti. Eccolo questo sindacato, oggi sotto accusa, come se ormai non rappresentasse più nulla, nei giorni della frantumazione produttiva e della globalizzazione. Sarebbe il caso di rispettarlo, almeno scavando nella sua memoria, se non per i suoi iscritti contemporanei, quei circa sei milioni di donne e uomini con tessera Cgil, da contare accanto agli associati con Cisl e Uil. Un soggetto sociale che mantiene la sua grande forza organizzata, malgrado ritardi e acciacchi. Il bel volume di Sircana spiega perché questo «gigante del lavoro» ha mantenuto un tale radicamento. Perché ha saputo tener conto, come annota Susanna Camusso nella prefazione, delle «straordinarie trasformazioni intervenute nel corso del tempo». Le vediamo in questo viaggio, documentato da Ilaria Romeo che cura l’archivio nazionale Cgil. Passiamo così dal «Mutuo soccorso tecnico» fondato a Napoli nel 1877, alle società dei tornitori, ai lavoratori della terra guidati da una donna, Argentina Altobelli, agli anni della clandestinità antifascista, alla poderosa industrializzazione degli anni 60. Scaturisce, altresì, di pagina in pagina, il volto di un’organizzazione che sa anche coltivare il confronto interno spesso aspro. Un caso esemplare riguarda Rinaldo Rigola, tra i fondatori del sindacato, segretario generale dal 1906 al 1918. Un dirigente che poi, a differenza di altri, soggiace agli imperativi del corporativismo fascista. Ebbene quando il fascismo è sconfitto Di Vittorio e la segreteria confederale, pur senza dimenticare il «profondo contrasto» del passato vuole riconoscergli il «grande contributo» portato al nascere del movimento sindacale. Tanto che in una lettera lo stesso Di Vittorio annuncia un aiuto economico spiegando come del resto «in una organizzazione sindacale degna di questo nome, le divergenze d’opinioni sono perfettamente legittime». Non trattasi, insomma, di un’organizzazione segnata da autoritarismi e dogmatismi. Lo testimonia una lettera (1957) di Louis Saillant (a capo della Federazione sindacale mondiale) polemico con il segretario Cgil socialista Fernando Santi reo di aver difeso gli operai polacchi di Poznam in rivolta contro il regime stalinista. Lo stesso Di Vittorio, del resto, aveva assunto nel 1956 una posizione autonoma, diversa da quella del Pci, contro la repressione in Ungheria. Nel volume di Sircana è a tal proposito ospitato un telegramma dello scrittore Italo Calvino: «Commosso condivido tua posizione indispensabile per salvare nostro partito et causa socialismo». Interessante, tra le «chicche» del libro, una documentazione relativa a Gaetano Salvemini, fiero avversario dei «sindacalisti rivoluzionari», considerati, in sostanza, dei parolai inconcludenti. Sono le tappe di un percorso accidentato che giunge fino ad anni più recenti. È possibile così imbattersi in nuove drammatiche discussioni, connesse al fenomeno sanguinoso del terrorismo. C’è un confronto animato nella segreteria Cgil, (approfondito su «Rassegna sindacale» da Giovanni Rispoli), tra i sostenitori della «fermezza» e i cosiddetti «trattativisti». Con Sergio Garavini che dice: «I riflessi di una trattativa sarebbero devastanti, la massa di qualunquismo crescerebbe e inquinerebbe anche noi». Mentre Marianetti e Didò oppongono un giudizio differente. Con Elio Giovannini che osserva come rimettere al centro della discussione «il rifiuto della morte di qualcuno è una parte della battaglia contro il terrorismo». Esce il volto, da queste Carte del lavoro (scelte dagli scaffali dell’archivio di Roma «Manuela Mezzelani», dell’archivio nazionale e da quello della Flai dedicato a Donatella Turtura) il volto di un’organizzazione viva e vivace, non certo di un apparato spento. Ora è chiamata a rinascere e rinnovarsi. Queste «memorie» possono risultare una medicina potente e un monito per tanti. Ovvero per coloro che appaiono intenti a trinciare giudizi definitivi sulla possibilità di «estinguere», tra le idee di sinistra, anche quella che diede vita oltre un secolo fa a un’organizzazione tesa ad affermare i diritti di chi lavora. : L’indagine Nielsen sulla lettura in Italia, con dati catastrofici P. 18 WEEK END LIBRI : La storia di Helen Hessel, «la donna che amò Jules e Jim» P. 19 ARTE : I fotomontaggi di Eleazar Lissitzky in mostra al Mart P. 21 EDITORIA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it GOVERNO E PARTITI Il premier è arrivato a Bruxelles determinato e non ha accettato i sorrisetti maliziosi sul suo piano di crescita «Rispetteremo i vincoli Ue» Braccio di ferro tra Renzi e Barroso. Il presidente Ue alla fine si dichiara sostenitore delle riforme italiane di CRISTINA FERRULLI BRUXELLES - Non vuole stare dietro la lavagna Matteo Renzi, né essere oggetto di sorrisetti sulla via italiana per tenere insieme crescita e vincoli Ue. Per questo, alla sua prima al Consiglio europeo, il premier ingaggia un braccio di ferro con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso che, poco prima di incontrare l’ex sindaco, torna a chiedere il rispetto degli impegni. «L’Italia rispetta tutti i vincoli», sbotta, irritato, Renzi poco prima del chiarimento a quattr’occhi con Barroso che, se non cambia le reciproche posizioni, si chiude con un «sostegno» della Commissione Ue alle riforme italiane. Il premier arriva a Bruxelles determinato a difendere il suo piano e la sua ricetta: solo con la crescita del pil l’Italia può continuare anche ad erodere la mole del debito. Ma Renzi non è ingenuo e sa che per cambiare l’Ue va fatto un passo alla volta. Per questo anti- Un botta e risposta ritenuto da molti irrituale cipa un pò i tempi, spiegano fonti governative, l’uscita del presidente delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale ieri il premier sarebbe andato a Bruxelles per chiedere che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità. Un annuncio che sembra irrigidire i cultori europei del rigore, come Barroso, che attendono ad aprile il Def e il piano nazionale delle riforme italiano per capire se le misure di Renzi si coniugano con il rispetto dei parametri economici. «Il rispetto degli impegni presi è fondamentale» per la fiducia nell’Italia e nell’Ue, è il «benvenuto» che il presidente della commissione Ue dà, a distanza, al premier italiano, appena sbarcato nella capitale belga. Che non ha alcuna intenzione, però, di farsi fare le pulci visto che, ribatte, «noi rispettiamo tutti i vincoli» e quindi certe «polemiche» sono a suo avviso incomprensibili. Un botta e risposta alla vigilia del faccia a faccia tra i due considerato irrituale dalle diplomazie europee. Come poco frequente è il tweet con cui Barroso, dopo l’incontro, parlerà di colloquio «molto positivo» e di sostegno dell’Europa alle riforme italiane. Sostegno che sembra qua- si tifo da parte del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz che «lotta» con Renzi per un’Italia «forte» ed una Ue «solidale». «Sono contento che l’Ue apprezzi le nostre riforme, noi rispettiamo i vincoli ma anche l’Europa deve risolvere i suoi problemi», chiarisce il premier insistendo sul fatto che “l’Italia non viene in Europa come uno studente fuori corso ma come un paese fondatore che rispetta i vincoli». Durante il colloquio con Barroso, il premier ha illustrato il suo piano, dalle riforme istituzionali al jobs act, rimandando al Def, che sarà pronto intorno al 10 aprile, per una verifica del rispetto dei vincoli Ue e anche di un «eventuale» utilizzo del margine tra il 2,6 ed il 3 per cento del decifit. All’Europa, è la posizione del premier, interessano le riforme, tra l’altro chieste da tempo proprio dalla Ue, e non «discussioni su uno 0,2%-0,3% di deficit» visto che «noi rispettiamo e rispetteremo i parametri europei». Tetti che, però, assicura Renzi, non gli impediranno di «rivoluzionare e cambiare l’Italia» e, in prospettiva, l’Europa che non deve essere «la causa del problema ma la possibile soluzione». LA SCHEDA Più spazio di manovra per gli investimenti produttivi Fondi europei: miliardi per l’Italia di LUCIA SALI BRUXELLES - Svariati miliardi di euro, che potrebbero essere liberati dal cappio del 3% del deficit e spesi in ulteriori investimenti per crescita ed occupazione. E’ la posta in gioco, concreta e tutt’altro che euroburocratica, della battaglia a nove zeri sui fondi Ue che il premier Matteo Renzi vuol far passare a Bruxelles. I finanziamenti europei che arrivano in Italia, per progetti mirati allo sviluppo del paese e in particolare delle regioni più deboli, per essere spesi devono essere completati da fondi italiani in base ad una quota di cofinanziamento precisa, che fino a qualche tempo fa era del 50%. Per esempio, se Bruxelles dava 10 milioni per l’avvio di start-up innovative, l’Italia doveva metterne altrettanti per poter realizzare un progetto da 20 milioni complessivi. Questo vuol dire che, in tempi di crisi e di casse pubbliche vuote, un paese rischia di non poter usufruire dei fondi Ue perché non può mettere la sua quota. E infatti per i paesi sotto Martin Schulz programma come la Grecia e il Portogallo, Bruxelles ha deciso di portare la sua quota di cofinanziamento al 95%. L’Italia, grazie a quattro riprogrammazioni concordate con Bruxelles nel solo periodo 2012-2013 sotto l’operato dei ministri per la coesione territoriale Fabrizio Barca e Carlo Trigilia, è riuscita a far scendere l’aliquota al 25% liberando un tesoretto da 12 miliardi. Questi, con l’ok di Bruxelles, sono stati impegnati in misure di carattere strutturale. Ora si tratta di fare un ulteriore passo in avanti: fermo restando che deve essere ancora concordata l’aliquota di cofinanziamento per i fondi Ue per i prossimi sette anni (circa 33 miliardi di euro) e che l’obiettivo è di tenerla al 25%, il governo vorrebbe che la parte di finanziamenti nazionali sin da ora venisse decurtata dalle spese che rientrano nel calcolo del deficit. Questo vorrebbe dire avere più spazio di manovra per altri investimenti produttivi, liberando margine al tetto del 3%. Perché, è il ragionamento, i fondi che servono per completare i progetti realizzati con quelli Ue, sono investimenti strutturali per crescita e occupazione, che non dovrebbero andare a pesare sul deficit. E proprio su questo Renzi ha incassato il sostegno del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, secondo cui il premier «ha ragione a sollevare la questione, bisogna discuterne», anche se «non possiamo rimettere in causa i criteri di Maastricht». | IL CASO | Fascicolo del pm su casa a Renzi di MICHELE GIUNTINI FIRENZE - Un fascicolo conoscitivo della procura di Firenze, per ora senza ipotesi di reato, né indagati. E aperto in base ad un esposto di un dipendente comunale, che da tempo spulcia le attività di Renzi. Tanto basta per far scatenare in Parlamento, al Senato, il Movimento 5 Stelle contro il premier Matteo Renzi. Perché il suo amico nonché stretto consigliere, l’imprenditore Marco Carrai, pagava l’affitto di un attico nel centro storico dove Renzi, da sindaco di Firenze, trasferì la residenza e vi ha vissuto dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio 2014. «In questi anni Renzi - precisa una nota dell’ufficio stampa dello stesso premier - ha vissuto a Pontassieve. La casa di via Alfani è stata per alcuni anni la casa di Marco Carrai, pagata dallo stesso Carrai. Non era, dunque, la casa di Renzi pagata da altri, ma la casa di Carrai pagata da Carrai. Renzi ha usufruito in alcune circostanze dell’ospitalità di Carrai». «Mi sembra che la questione sia già stata abbondantemente trattata in modo squallido e con tante falsità dette in libertà», commenta brevemente dall’estero, dove si trova, lo stesso Marco Carrai. E il suo legale, avvocato Alberto Bianchi: “Quella casa non è stata presa in affitto da Marco Carrai per Matteo Renzi ma per lo stesso Marco Carrai che poi, per amici- zia, ha anche ospitato lo stesso Renzi il quale vi si appoggiava, per evidente praticità, nei momenti in cui ne aveva bisogno in relazione alla sua attività di sindaco di Firenze». Eppure M5S vuole spiegazioni e, col capogruppo al Senato Vincenzo Maurizio Santangelo, ha domandato di «calendarizzare al più presto una seduta “question time” dove, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dovrà spiegare i suoi rapporti con l’imprenditore Carrai e soprattutto, spiegare agli italiani a che titolo godeva del suo appartamento vicino a Palazzo Vecchio». Intenzione, però, nettamente stroncata dagli altri partiti. Come riferisce lo stesso M5S: «Tutti i partiti hanno detto no. Sono senza vergogna. Per Pd, Forza Italia e compagnia la trasparenza può attendere». E comunque, lamentano sempre i grillini, «Renzi e il suo governo non vogliono la trasparenza». Oltre a M5S, si distingue la critica del leghista Marco Marcolin, che ha annunciato un’interrogazione al Governo. Esplicito il deputato di M5S, Riccardo Fraccaro: «La vicenda che riguarda Matteo Renzi e Marco Carrai è di natura prettamente politica: Renzi deve spiegare perché ha affidato incarichi pubblici ad un imprenditore che gli ha pagato per anni l’affitto e ha ricevuto incarichi e appalti», «Renzi venga in aula a spiegare che interesse aveva Carrai a pagargli l’affitto». L’M5s chiede che il premier dia spiegazioni in Parlamento RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 L’INTERDIZIONE Berlusconi sarà comunque in campo Il nome nel simbolo di FI ma i figli fuori dalla mischia di MICHELE ESPOSITO Il premier Matteo Renzi con il presidente José Barroso Salva Roma: Marino, soldi alluvione per la manutenzione delle strade ROMA - Approvare il bilancio 2014 entro il 30 aprile per sapere «esattamente quanti soldi potremo spendere, proiettarci verso il futuro, far scorrere le graduatorie e procedere con le assunzioni». E non solo. Anche per affrontare più serenamente il piano di rientro triennale che si deve presentare al Governo, così come impone il Salva Roma ter. A lanciare l’appello all’Assemblea capitolina è stato il sindaco di Roma Ignazio Marino che ieri mattina ha avuto un incontro con Matteo Renzi. IL PIANO I partiti in attesa per Senato e titolo V Pressing sul Governo per il pacchetto riforme ROMA- La decisione del tribunale di Milano sempre più vicina, le tensioni sulle liste per le europee, le voci - smentite - di un’uscita di Silvio Berlusconi dalla presidenza di Forza Italia: attorno alla sede di San Lorenzo in Lucina, per usare le parole di Giovanni Toti, ieri volavano diversi uccelli del malaugurio. Anche perchè, di fronte a quello che è ormai un fatto - l’impossibilità per il leader di candidarsi - sono molte le perplessità all’interno del partito su una ventilata ma, ad oggi, non probabile discesa in campo di uno dei figli di Berlusconi: Marina, Pier Silvio o Barbara. Una cosa, tuttavia, sembra certa. Berlusconi, anche se non in lista, «sarà in campo» nella campagna elettorale ormai imminente, sono le parole con cui il consigliere politico Toti ha voluto rassicurare i «tanti gufi» che vedono il leader totalmente fuori dai giochi. Mere supposizioni che, nel corso della giornata sono state accompagnate dalle indiscrezioni su un’idea che avrebbe del clamoroso: quella secondo cui Berlusconi, stretto dalla decisione dei giudici di Milano del 10 aprile - destinare l’ex premier ai servizi sociali, ai domiciliari o, meno probabilmente, al carcere - opti per abbandonare la presidenza di Fi. Indiscrezioni smentite dal gruppo azzurro che, tuttavia, fanno capire come l’aria dalle parti di Palazzo Grazioli sia comunque agitata soprattutto per quanto riguarda la composizione delle liste. Tant’è che sembra ancora in altro mare la definizione della lista dei nomi dei capolista per le europee. Ieri a Palazzo Grazioli - con Berlusconi presente - e alla sede di Fi sono stati diversi gli incontri tra i big e parlamentari del partito, potenziali can- Incontro a Palazzo Grazioli per definire le candidature IL CONFRONTO Ruolo attivo per sindaci e presidenti A Regioni e Comuni più forza e autonomia di CHIARA SCALISE di VALENTINA RONCATI ROMA - Il governo insiste nel voler accelerare: entro la prossima settimana - assicura Palazzo Chigi - sarà pronto il disegno di legge costituzionale sulla riforma del Senato e del titolo V. Ancora una volta, come quando sono state illustrate le linee guida del progetto, il premier Matteo Renzi invita tutti, Enti locali in testa, a collaborare per mettere a punto un testo condiviso. Che poi possa passare all’esame di Palazzo Madama e incassare un primo ok entro l’inizio del semestre europeo a guida italiana. In attesa della presentazione del ddl Boschi, il Senato ha approvato le misure sulle elezioni europee con tanto di rinvio al 2019 delle norme sulle quote rose. Uno slittamento di cinque anni che è conseguenza del lavoro per garantire la tenuta dell’intesa sul percorso delle riforme, dall’Italicum al restyling del bicameralismo. Ufficialmente all’ordine del giorno della commissione Affari costituzionali del Senato al momento compaiono però solo il ddl Delrio sulle province e città metropolita- ROMA - Regioni e Comuni plaudono la scelta del Governo Renzi di trattare in un unico contesto di riforma e in un solo testo normativo la trasformazione del Senato e la riscrittura del Titolo V della Costituzione, ma vogliono contribuire alla stesura del nuovo testo, perché, come ha sottolineato ieri il presidente dell’Anci, Piero Fassino, «siamo un alleato, non un interlocutore del Governo per le riforme istituzionali». In un clima positivo si è svolto di prima mattina a Palazzo Chigi un incontro prima tra il premier Renzi - presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro per gli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta e il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi - e i presidenti delle Regioni, guidati da Vasco Errani, subito dopo con i sindaci dell’Anci, Piero Fassino in testa. Riforme ma anche vincoli del Patto di stabilità, sanità, programmazione dei Fondi Ue, cassa integrazione in deroga, Expo, sono stati al centro dell’incontro, con l’assi- Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio ne e la legge elettorale. Ma le intenzioni di Palazzo Chigi sono chiare: entro qualche giorno il menù sarà arricchito dalla riforma delle Istituzioni. Ad aver fatto un passo avanti intanto è il pacchetto Delrio sulla riforma delle province, dopo settimane in cui è stato ostaggio dei veti incrociati delle forze politiche. Il ddl sembra infatti finalmente avviato a ottenere il via libera dell’Assemblea dei senatori. Martedì sarà in Aula (solo nella stessa mattinata è però previsto l’ok della commissione) e mercoledì ci sarà il voto finale. Sul tappeto ancora molti in realtà i nodi aperti ma un accordo fra i partiti avrebbe individuato una norma transitoria che prevede che prima dell’entrata in vigore della riforma Delrio vi sia, fino alla fine del 2014, un periodo in cui i commissari possono essere gli stessi presidenti. Lavori in corso anche sul fronte della riforma del Senato e del titolo V, il cui testo è atteso dai partiti (Pd in testa) perchè oggetto ancora di definizione da parte dell’Esecutivo. didati inclusi, come quel Raffaele Fitto che, con Toti e Antonio Tajani, è dato come sicuro: il primo al Sud, il secondo al Nord-Ovest, il terzo al Centro. Le due «x», come osservano fonti parlamentari, restano il Nord-Est e le Isole dove, si fa notare, Berlusconi potrebbe presentare un nome “noto”. Ormai da escludere sembra invece la candidatura di Renato Brunetta al Nord-Est. Lo stesso Brunetta, che oggi vedrà Berlusconi proprio sulla partita delle europee, in serata ha negato qualsiasi tensione, mostrando ottimismo: «Noi puntiamo ad avere il 2530%, per vincere le elezioni europee». Un obiettivo per il quale, Berlusconi deve però in qualche modo scendere in campo. A partire dal suo nome, che stando al capogruppo Fi al Senato Paolo Romani, comparirà sul simbolo elettorale. «La lista potrebbe chiamarsi magari Fi-Berlusconi per l’Europa, oppure Forza Italia per l’Europa con Berlusconi Presidente», osserva Romani escludendo invece la possibilità di una successione dinastica. Del resto, se la primogenita Marina ha già in passato negato qualsiasi discesa in campo, molti dubbi restano, all’interno di Fi ma forse anche tra i diretti interessati, su Pier Silvio e sulla seppur più giovane e mediatica Barbara. Per Romani, candidare un figlio di Berlusconi sarebbe sbagliato. Ma il dibattito resta comunque aperto e c’è chi, come Giancarlo Galan «spera» in una simile soluzione. Perchè un cognome che ricordi la «storia» di Berlusconi, è, comunque, un’arma in più sull’elettorato. La situazione giudiziaria di Berlusconi rende però tutto molto difficile. Gli azzurri temono di perdere quell’elettorato che l’ex Cavaliere aveva conquistato. Si profila dunque, una battaglia molto dura per continuare a mantenere in vita FI. Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani curazione di Renzi di chiedere a Bruxelles che gli investimenti dei fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità e che anche gli investimenti per l’edilizia scolastica e il dissesto idrogeologico non siamo conteggiati nel Patto di stabilità. Quanto invece alla richiesta delle Regioni di reinvestire le risorse ottenute dalla Spending review in sanità nel settore stesso, Renzi «è stato prudente» e darà una risposta «nei prossimi giorni», ha riferito il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. Il grande banco di confronto è stata comunque la bozza di ddl costituzionale messa a punto dal Governo: Regioni e Comuni lavoreranno già dalle prossime ore con il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi per giungere, nel giro di una settimana, ad una sintesi che accontenti tutti. Se le Regioni “colgono con favore il superamento del bicameralismo perfetto”, criticano invece «l’identico numero di rappresentanti di ciascuna Regione e Provincia autonoma». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA LUCANA Continua a prevalere la “confusione” con le decisioni spostate di giorno in giorno Il Pd prende ancora tempo Nella riunione di maggioranza per il sindaco i democratici chiedono tempo. E per il congresso si insiste ancora sul rinvio di SALVATORE SANTORO POTENZA - Non si decide. E se lo si fa è solo per obblighi di scadenze. Il Partito democratico continua a trascinare la decisione per il sindaco di Potenza e intanto non ha rinunciato ancora al al rinvio congressuale. Nonostante tutto. A fari spenti, i big del Pd lavorano ai fianchi i vertici nazionali del partito per ottenere un rinvio di tutto il congresso regionale a dopo le elezioni amministrative ed europee. A giugno insomma. E nel frattempo ieri nella riunione che c’è stata a Potenza per il discorso relativo al sindaco di Potenza - allargata alle forze del centrosinistra - il Pd ha di nuovo chiesto tempo. Insomma in entrambe le questioni calde i democratici prendono tempo (o sperano di ottenerlo). Prima la vicenda congressuale. E da quanto trapela da fonti autorevolissime ancora si lavora per il rinvio del congresso ormai fissato: le Primarie si svolgeranno il prossimo 13 aprile. Tutto questo a dispetto della chiusura della prima fase congressuale e cioè della presentazione della candidature avvenute martedì scorso entro le 20. Come è noto sono 6 i candidati alla segreteria regionale. Quattro renziani: Mario Polese, Luca Braia, Salvatore Margiotta e Francesco Mitidieri. Uno dell’area Cuperlo - Bersani: Antonio Luongo. E uno in corsa per la corrente di Civati: Dino Paradiso. E proprio quelli della Civati potrebbero diventare lo “scoglio” maggiore che si frappone tra i colonnelli del Pd lucano e il rinvio congressuale. Perchè Franco Labriola, che della Civati è un pò l’anima pensante, lo ha chiarito sia durante la Direzione regionale di lunedì scorso: “Siamo i topolini contro i giganti ma non vogliamo nessun rinvio”. E la posizione rimane la stessa. Non è una posizione ininfluente perchè come è noto da Roma, hanno fatto già sapere che il rinvio potrà essere ottenuto solo se tutti fossero stati d’accordo. Tutti quindi comprese le varie anime renziane, i cuperliani e i vcivatiani che seppur minoranza hanno esponenti sia in Direzione regionale che in quella nazionale. Ma lo stesso a Roma pare si stiano già studiando le modalità (semmai fossero raccolte le firme di tutti e sei i candidati alla segreteria regionale) per presentarsi alla segreteria nazionale con la richiesta del rinvio. Insomma continua il “caos”. In tutto questo c’è sempre il tema del ricorso presentato da Vito A sinistra e sopra due immagini di big del pd lucano durante delle riunioni di partito Giuzio per la modifica delle regole congressuali. La Commissione di garanzia regionale ha già risposto allo stesso Giuzio difendendo il proprio operato e spiegando la legittimità della decisione adducendo motivazioni statutarie. Ma la questione è stata comunque trasferita alla Commissione nazionale di garanzia che dovrebbe decidere entro il 7 aprile (giorno in cui i candidati segretari devono presentare le liste). Insomma al netto delle decisioni sul rinvio continua a esserci l’incertezza dei regolamenti. E se non bastasse c’è la “grana” del Comune di Potenza. Passano i giorni e ancora non ci sono elementi determinanti per la scelta del candidato e per l’eventuale scelta di svolgere le Primarie interne al centrosinistra. Le trattative vanno avanti, ma finora senza risultati. Nell’incontro di ieri il Pd cittadini ha chiesto altre 48 ore per concludere l’istruttoria interna al fine di arrivare a un candidato unitario. Nome che poi verrebbe proposto alla coalizione. Non prima di lunedì a questo punto. Ovviamente non sono per nulla escluse le primarie. Nella riunione di ieri comunque gli alleati hanno posto al Pd anche il tema del perimetro della coalizione. La priorità delle scelte - hanno sottolineato i partiti che hanno già fatto parte della coalizione in passato o almeno alle scorse regionali - devono essere appannaggio delle forze tradizionali. Pare uno stop alle liste civiche dell’ultima ora. La motivazione: “favorire e garantire l’agibilità governativva nella prossimo consiglio comunale al netto della vittoria”. Ovviamente è stato affrontata anche la questione Roberto Falotico che rompendo gli indugi si è già candidato a sindaco. Per il momento non c’è una posizione precisa da parte del Pd e degli alleati. Ma la vicenda ha ovviamente scomposto il quadro al netto dei nomi dei pa- pabili del Pd (Carretta, Pace, Restaino) che da settimane sono già noti. In tutto questo è anche emersa la posizione della Sel che ha chiesto di conoscere il nome del candidato prima di esprimersi a favore oppure no. Questo per un elemento di coerenza - è stato detto - con le scelte effettuate alle scorse regionali quando la Sel non condividendo la candidatura di Marcello Pittella si sfilò dalla maggioranza. Insomma il quadro è scomposto. Per no dire che si è ancora in alto mare. Nonostante le scadenze siano più che prossime. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INCONTRO Inaugurata la sede regionale di Prima Persona a Potenza. Presente l’assessore Franconi Polese rilancia dal centro del dibattito politico POTENZA - «Aiutatemi ad esser funzionale per la nostra terra, con la voglia di lavorare assieme per il bene collettivo e comune e per la nostra generazione che deve rimanere e non andar via». Sono queste le frasi che il coordinatore regionale di Prima Persona Basilicata, Mario Polese, ha pronunciato nel concludere la serata inaugurativa della sede regionale a Potenza, davanti ad oltre 300 invitati. A dare il via ai lavori e introdurre le novità del nuovo anno associativo è stato Giovanni Loponte, coordinatore di Prima Persona Potenza, che ha annunciato il riavvio dei progetti messi in campo nel periodo pregresso e lo sviluppo dei nuovi attraverso l’identificazione di quattro fondamentali aree tematiche d’azione: Smart city, Ambiente - territorio - turismo, Terzo settore, Politiche sociali, Cultura -Commercio. A pren- der subito dopo la parola anche il vicesindaco di Brindisi Montagna annunciando l’avvio dei lavori del 1 Maggio in Grancia 2014, l’imprenditore lucano Feliciano Roselli e la rappresentante dell’Osservatorio Parità e Politiche sociali, Rosangela Cafarelli. L’attesa si è però concentrata sulle parole del neo consigliere Polese, la cui figura, come ha lui stesso sottolineato, «è ultimamente al centro di attenzione massima». «E’ una fase delicata - ha aggiunto Polese - ci aspettano le amministrative in 55 comuni e le europee. Il mio auspicio è che, passato questo periodo, nel mese di maggio avremo quella stabilità politica che è fondamentale per prendere una serie di provvedimenti stringenti e necessari soprattutto per la nostra generazione». Infine ha tenuto a sottolineare che «nell’associazione Prima Polese e Franconi ieri nella sede di Prima Persona a Potenza Persona, che è un contenitore politico - culturale e tale rimarrà, non sarò più presente come prima in attesa del Congresso regionale di Prima Persona che avverrà in estate». A conclusione della manifestazione Mario Polese ha ribadito con forza il valore e l’importanza dei numerosi circoli e dei tanti associati nei vari comuni della regione. A tal proposito ha rilanciato la sfida che Prima Persona Basilicata si pone innanzi che consiste nel continuo dibattito sui temi centrali per lo sviluppo delle nostre comunità e nelle proposte dei numerosi associati che lui si farà carico per contribuire a costruire un futuro migliore. Ha partecipato come ospite della serata anche l’assessore regionale alla Sanità, Flavia Franconi. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 #POTENZA2014 L’opposizione vuole diventare fronte di governo Il centrodestra corteggia De Luca Forza Italia dice «no alle primarie» di SARA LORUSSO FORZA ITALIA Oggi pomeriggio il coordinamento regionale per le comunali POTENZA - Sono giorni decisive per le scelte in vista delle elezioni amministrative di maggio con il rinnovo di 55 consigli comunali lucani. In tale logica il senatore e coordinatore lucano di Forza Italia, Cosimo Latronico ha convocato il coordinamento regionale del partito «al fine di valutare le iniziative necessarie per affrontare la prossima tornata elettorale». La riunione allargata ai responsabili territoriali si svolge oggi a partire dalle 16 e 30 nella Sala A del Consiglio regionale. POTENZA - «In Basilicata la nuova era del centrodestra è chiaramente legata alle scelte che si faranno per le elezioni amministrative a cominciare dalla città di Potenza». Anche perché, dice Gianni Rosa, portavoce regionale di Fratelli d’Italia, sarebbe un peccato perdere il capitale di autorevolezza e voti raccolto durante la corsa per le regionali di novembre. «Dopo le soddisfazioni ottenute alle politiche e alle regionali, più che mai i cittadini che ci hanno dato fiducia e quelli delusi da 20 anni di governo di centrosinistra, da noi si attendono unità». Non lo dice in maniera esplicita, ma è ai colleghi di Forza Italia che rivolge un appello. Nel centrodestra, infatti, sembrano essersi stabilizzati due fronti. Uno che mette insieme Fratelli d’Italia, esponenti della destra storica e moderna, i moderati di diverse esperienze centriste e con sguardo al Ppe. L’altro, quello di Forza Italia che, in piena riorganizzazione territoriale, ha detto chiaramente «no» alle primarie. «Un peccato», faceva notare ieri Alessandro Galella, responsabile comunicazione FdI e uno dei candidati in corsa alle prossime comunali. «Un peccato» perchè quel rifiuto ha messo da parte la possibilità di sviluppare un confronto collettivo con la città, utile anche a dare una nuova immagine dello schieramento pronto a discutere, piuttosto che replicare vecchie logiche di imposizione centralistica. «I cittadini - fa eco Gianni Rosa - si aspettano quella risposta che per anni non è arrivata dal centrodestra ma che Dall’alto Dario De Luca, Gianni Rosa, Alessandro Galella finalmente può generarsi se solo si abbandonano vecchi stereotipi ed egoismi che troppe volte hanno rappresentato un freno alla nostra voglia di cambiamento». L’idea di svolgere le primarie non è però l’unica in campo. Non è certo un mistero che lo schieramento, almeno il primo fronte, stia da tempo corteggiando un professionista del capoluogo. Dario De Luca è un ingegnerie apprezzato, il cui nome è più volte circolato in altri contesti come candidato ideale. Sul nome di De Luca ci sarebbe il sostegno di uno schieramento largo all’interno di quel fronte riformista del centrodestra. Ma in Forza Italia non c’è unità su questo punto: gli Azzurri lucani sembra stiano cercano di trovare una quadratura interna. «È il momento di scelte chiare e vincenti con cui portare in campo forze credibili e non consumate dal tempo - scrive ancora Gianni Rosa - Uomini e donne che esprimano competenze e serietà. I cittadini vogliono identificarsi in altro rispetto al centrosinistra contraddistinto da spartizioni di poltrone elargite nell'interesse di pochi, in altro rispetto al populismo dei grillini». Il punto: «Abbiamo voglia e capacità di farlo? FdI-An si è messa in discussione, ha accettato il confronto, ha aperto spazi di democrazia partecipata, oggi però spetta agli altri partner del centrodestra fare un passo in avanti accettando la sfida che a Potenza è possibile vincere. Ricordando che i cittadini ci osservano e bocciano i tatticismi legati alle dinamiche della legge elettorale. Serve altro». Le cose, dice ancora, possono cambiare. «Oggi siamo maturi per essere classe di governo. La sfida è aperta, attendiamo risposte». L’INTERVENTO POTENZA - Riflettendo sulla bocciatura all’Accordo di partenariato italiano e su cosa noi lucani intendiamo fare con i circa 1700 milioni di euro dei prossimi fondi UE 2014 - 2020, mi sono ricordato di quanto diceva Moravcsik sul modo in cui l’Europa influenza le decisioni degli Stati. La teoria della contrattazione intergovernativa liberale (1995) può essere, infatti, parafrasata (con somme scuse all’autore) e usata per spiegare bene cosa una Regione deve fare per non subire passivamente le decisioni dello Stato e dell’Europa nelle scelte che vuole compiere. In questi anni abbiamo familiarizzato fino all’eccesso con espressioni quali: “ce lo chiede l’Europa”, “ce lo chiede il Ministero”. Possiamo anche dire: “ce lo chiede la Basilicata”? E come? Un modo è elaborare un progetto di largo respiro che ci aiuti a ridurre le asimmetrie congenite tra i diversi livelli di governo con cui ci confrontiamo. (1) Riducendo le asimmetrie temporali: se una Regione ha strategie di breve termine allora aumentano le opportunità per le istituzioni nazionali e comunitarie di influenzarne le decisioni, viceversa queste opportunità diminuiscono di fronte a Come utilizzare i 1.700 milioni di euro dei prossimi fondi Ue 2014 - 2020 strategie di lungo periodo. (2) Tali strategie devono contenere delle preferenze stabili: se le preferenze di una Regione sono tali, allora è possibile esercitare una maggiore pressione sui governi nazionali e sovranazionali. (3) La stabilità, poi, dipende dalla riduzione dell’asimmetria di competenze e informazioni fra i diversi livelli territoriali: se le autorità regionali esercitano e organizzano maggiori informazioni e una più qualificata expertise, allora per i ‘‘protagonisti’’ della politica europea sarà più difficile esercitare un reale controllo sulle azioni degli ‘‘agenti’’ regionali. (4) Questa informazione deve essere strategica e multilivello: quanto più una Regione ha accesso alle informazioni di importanti gruppi di pressione nazionali e europei, tanto più può utilizzarle per incrementare il proprio potere nella fase della negoziazione intergovernativa. (5) Allentare il controllo delle altre istituzioni: quanto più l’azione pubblica riduce il ricorso al controllo degli altri livelli governativi sulle istituzioni regionali (spesso richiesto volontariamente per superare blocchi nel processo decisionale), più debole il potere di veto dello Stato e dell’Ue e più forte è l’autonomia degli “agenti” regionali. In altre parole, più piccola è una regione, più ha bisogno di grandi visioni. Un altro modo di affrontare la programmazione è sviluppare una strategia corta, ritrosa a formulare una visione chiara di sviluppo, con obiettivi misurabili e strumenti vaghi con cui raggiungerli, che permetta ampi margini di manovra all’élite politica ed amministrativa locale di correggere alla bisogna. Va detto che questo secondo modo, sebbene pratico e praticato, ci fa più dipendenti dalle decisioni altrui, indebolisce le nostre capacità di autodeterminazione, frammenta gli interessi e ci rende prede facili. Su questo terreno è molto positiva la svolta sulla programmazione che questo governo regionale sembra voler compiere. E’necessaria tuttavia una accelerazione solida e efficace che permetta di completare il processo di dotazione strumentale della regione intera. La ristrutturazione dei dipartimenti, infatti, una buona dirigenza a capo, e talvolta anche una guida politica coraggiosa può non bastare se la politica tutta e l’amministrazione dei territori non fanno propria la necessità di sviluppare una seria programmazione di medio-lungo periodo da inserire in una visione per la regione di grande respiro. Per sviluppare un progetto così ambizioso alcune cose urgenti vanno affrontate con tempestività. Vanno innanzitutto rimosse quelle strozzature che hanno influito sul risultato deludente della programmazione 2007-2013. Fra queste cito solo: la razionalizzazione della governance territoria- le (come ha ricordato recentemente l’assessore Ottati) e la riforma del partenariato e in generale delle modalità di concertazione, da snellire e da attuare in forme e con strumenti moderni. In secondo luogo è urgente la definizione di una struttura realmente indipendente di monitoraggio e valutazione regionale. Senza la crescita di un forte apparato informativo e valutativo a supporto della politica e dell’amministrazione non è possibile sviluppare nessuna efficace strategia. Ma dovremmo avviare subito una consultazione pubblica per la definizione degli obiettivi e degli strumenti di nuova programmazione regionale, se non vogliamo dover riadattare in tutta fretta un qualsiasi modello nazionale o un documento redatto da qualche dirigente pur volenteroso. Per le stesse ragioni, dobbiamo realizzare un confronto serio per la strategia della specializzazione intelligente della Basilicata e formulare proposte da avanzare per il dibattito sulle aree interne. Gli strumenti e la metodologia per attuarla da protagonisti sono sperimentati da tempo in molte regioni europee. Michele Lo Russo RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano PETROLIO Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Il vertice Governo Regioni, firma il documento che “espropria” la Basilicata ma poi ne prende le distanze Titolo V, la doppia versione di Pittella Renzi vuole accentrare le competenze. Il governatore dovrà recuperare e difendere i lucani di MARIATERESA LABANCA UFFICIALMENTE, nel comunicato stampa che ha fatto seguito al vertice romano tra Governo e Regione, il presidente Pittella dice che, nell’ambito della discussione sulla riforma del Titolo V della Costituzione, il nodo cruciale per la Basilicata, ovvero quello dell’energia, ancora non è stato affrontato. E che se ne parlerà solo nel prossimo incontro fissato per mercoledì. Ma nel documento sottoscritto dalla Conferenza delle Regione e presentato a Palazzo Chigi, firmato anche dallo stesso governatore lucano, il tema è stato affrontato, eccome. E non a vantaggio della Basilicata. La bozza, infatti, contiene un passaggio, che si potrebbe definire molto pericoloso per i lucani. Renzi ha annunciato che, tra le riforme previste c’è anche quella relativa all’accentramento di alcune competenze attualmente in capo alle Regioni, come l’energia, appunto. Se le modifiche andassero in porto così come previste dal piano di Renzi, per la Basilicata si tratterebbe di un “esproprio” rispetto alla gestione del petrolio. Pittella aveva annunciato netta contrarietà a questa previsione. Precisando che «nessuna alleanza politica potrà prevalere rispetto agli interessi dei lucani». Fatto sta che, probabilmente per una svista, il governatore lucano ha apposto anche la sua firma sul documento in cui le Regioni sostanzialmente dicono: se proprio alleggerimento deve essere, si trasferiscano a Roma competenze quali l’energia, ma non quelle relative altre materie. Chiaramente i colleghi di Pittella non hanno gli stessi interessi nel settore che invece la Basilicata ha. E che quindi dovrebbe difendere con i denti la possibilità di determinare la gestione del suo ricco sottosuolo. Una distrazione, quella del governatore lucano, su cui ora bisognerà recuperare. Costi quel che costi. L’occasione dovrebbe essere proprio quella del nuovo confronto Governo Regioni programmato per il prossimo mercoledì, con un ulteriore approfondimento sulle materie concorrenti, con il ministro Boschi, come annunciato dallo stesso Pittella. Che nel comunicato stampa diffuso ieri al termine dell’incontro a Palazzo Chigi, si è premurato di far sapere: «Parte delle istanze presentate sono state oggetto di positivo riscontro da parte del primo ministro». Già la settimana prossima il Governo intende chiudere il testo. «Siamo davanti ad un cambio epocale - ha spiegato il governatore lucano - e la Basilicata non farà mancare il suo positivo apporto». Il primo risultato è questo: Renzi, accogliendo le richieste delle Regioni, chiederà a Il tavolo Governo Regioni a Palazzo Chigi Bruxelles che i fondi struttu- ne messi in atto dal premier rali vengano esclusi dai vin- fanno il paio con l’azione ricoli posti dal Patto di stabili- formista che si sta avviando tà. anche qui in Basilicata», ha «L’approccio e l’accelerata concluso il governatore. Ma ai processi di trasformazio- ora la parte più difficile, pe- | rò, arriverà proprio la settimana prossima, quando la Basilicata dovrà giocare la sua partita più importante e Pittella dovrà corregere il tiro rispetto a quanto sotto- LA PROPOSTA scritto nel documento insieme ai suoi colleghi. L’obiettivo dovrà essere “scippo” della capacità di decidere sulle risorse del suo sottosuolo. Nella conferenza stampa di martedì scorso, convocata da Pittella per replicare ai contestatori che il giorno prima lo avevano spinto ad abbandonare l’incontro che era in corso a Marsico Nuovo, il governatore aveva ammesso: «La riforma del Titolo V così immaginata da Renzi, seppure spaventi, fa il paio che non errori che fino a ora hanno caratterizzato la gestione della risorsa petrolio». Chiaro che però la Basilicata non può più permettersi alcuna distrazione. [email protected] La curiosità Quando Ortolani lavorava per Agip | Royalties al 50%, odg al Senato Tra sette giorni l’analisi della risoluzione della commissione Ambiente di VALERIO PANETTIERI POTENZA - Se ne dovrà discutere la settimana prossima in Senato della risoluzione licenziata dalla Commissione Ambiente riguardo royalties ed estrazioni petrolifere. E due sono i punti fondamentali: una moratoria per le estrazioni nell’Adriatico e nel Mediterraneo, visti anche i casi di prospezioni abusive nelle tra Sardegna e Baleari, proprio al confine con le acque territoriali, e accaparrarsi in termini di royalties almeno il 50% della produzione delle società petrolifere che opera- Da valutare anche la moratoria alle trivelle in mare no invece sul suolo italiano. La questione è che il sensibile aumento sulle royalties sarà destinato esclusivamente a chi si appresta a fare nuove estrazioni. Contestualmetne bisognerà accentrare la questione con la modifica del titolo V. L’iter dells risoluzione è iniziato a luglio in commissione Ambiente, in tutto questo tempo il presidente Giuseppe Marinello del Nuovo Centrodestra ha preferito fare audizioni e parlare con i diretti interessati. «Abbiamo previsto ha detto Marinello - una moratoria sulle attività estrattive di idrocarburi liquidi, un sensibile aumento delle royalty per tutte le attività di nuova coltivazioni e una forte e determinata partecipazio- ne degli enti locali nell'iter autorizzativo. Lo scopo è salvaguardare interessi strategici ed economici del nostro Paese, con l'esigenza prioritaria della reale tutela dell'ambiente. Si tratta di un importante passo avanti su una controversa e difficile problematica che deve, a nostro avviso, con questo atto, risarcire in qualche modo anche i territori e le popolazioni». Dunque con l’accentramento della gestione dell’energia dovrebbe arrivare, sempre se la risoluzione sarà approvata, un sensibile aumento delle royalties. L’obiettivo sembra chiaro: fare in modo che non solo le regioni petrolifere possano incassare “benefici” dalle estrazioni. L’INTERVENTO Il presidente dica come difenderà la Regione? di MIKO SOMMA LE urla scomposte di Marsico Nuovo verso il presidente Pittella e la sua giunta, verso i vertici Eni e verso Arpab, verso lo stesso sindaco “quaglista” del centro valligiano, pur nella palese evidenza di una sovra-determinazione che da tempo viene esercitata su “petrolio & dintorni” da un certo movimentismo grillino saldatosi a frange di utilitarismo ambientalista, mette in chiara evidenza, come da anni avverto, più che malumore o delusione del tutto giustificabile, quel profondo risentimento verso la politica tutta che ha gestito i processi legati alle estrazioni . E così se sembra davvero strano che il presidente Pittella non percepisca, dall’alto del suo “rapporto diretto” Miko Somma con l’elettorato che oggi pare diventato cartina di tornasole della politica che si misura in spot, la tromba di allarme che a Marsico è suonata e rischia di suonare ancora ed altrove e su ben altre partite, preferendo glissare quasi offeso e rivolgere la sua attenzione altrove, ancor più strana appare la sua valutazione su quel processo di riforma dello stesso titolo V che quasi par certo di riuscire a ritagliare a misura degli interessi della regione in base al suo personale “charme”, più che sulla base di una valutazione condivisa tra forze politiche e cittadini lucani. Per essere ancor più chiari, il timore che la giunta si arrotoli in un tentativo di trattativa con il Governo sulla base di una strategia inconosciuta, nel mentre perde del tutto il controllo della situazione interna di una regione dove è la rabbia a prendere ormai il posto del ragionamento, che pure non è avulso alla “società civile”, e dove i processi di gestione della crisi necessitano di risposte immediate e non più di tavoli inconcludenti . Non suoni critica fine a se stessa, quanto stimolo al fare e fare bene, ritrovando – inutile il reiterativo –il valore di un progetto per la regione che molti cominciano a sospettare non fosse contenuto in alcuna rivoluzione pro- messa. Ciò vale a dire nello specifico che se non esiste strategia verso aspetti di questa riforma che rischiano di collassare la regione in una damigiana petrolifera, questa strategia deve essere discussa subito sia in rapporto agli obiettivi, sia in rapporto alle alternative con le quali dovrà confrontarsi ogni opposizione a questi progetti biecamente neo-centralistici, e cioè se l’obiettivo sia solo limitare i danni, contrattando benefit senza potere contrattuale a riforma approvata, o impostare sin da subito la conflittualità che a Marsico è sembrata evidente e chiara nella sua manifestazione e di cui sarebbe folle non tener conto. Provi a cambiare verso alla protesta e farla diventare essa stessa la base per una nuova proposta. Franco Ortolani TUTTI lo conoscono come il professore dei Geologia, più volte ospite delle associazioni ambientaliste lucane (da ultima quella che si è tenuta non più di un mese fa in val d’Agri), “paladino” dell’ambiente, e strenuo ammonitore dei danni che le attività estrattive possono portare sui territori. Non Tutti sanno, invece, che Franco Ortolani che oggi tanto si spende contro gli interessi dell’Eni, in passato è stato consulente della stessa società del cane a sei zampe. Non solo. Ortolani fu colui che, nella collaborazione che risale agli anni ‘70, insieme ad altri geologi, curò pr Agip gli approfondimenti sulla potenzialità di produzione della zona di Appennino che va dal Matese a Monte Alpi, aprendo di fatto la strada per l'interesse alla esplorazione petrolifera nella zona. “La continuità fisica di tale piattaforma più esterna di quella campano lucana - si legge nella relazione dell’epoca - e vari altri elementi consentono di riconsiderare sotto altra angolazione il problemma della ricerca di idrocarburi (..). A nostro avviso prosegue la relazioni alla luce di queste considerazioni, che dovrebbero essere valutate le possibilità petrolifere». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 9 Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it APPALTI SOSPETTI Il fratello del sindaco si Pignola si aggiudica i lavori per la realizzazione dell’edificio comunale Il nuovo asilo, un affare di famiglia Il progetto commissionato dalla Comunità montana di cui Ferretti era presidente di MARIATERESA LABANCA PIGNOLA - Un affare di famiglia, con al centro interessi molto privati, a dispetto del carattere pubblico dell’opera da realizzare. Un appalto goloso, finanziamenti pubblici per più di un milione di euro, procedure di gara molto discutibili, e i soliti parenti e amici che si aggiudicano i lavori. Ingredienti di un copione che si si ripete ormai sempre più spesso, in cui però, questa, volta, ad aggiudicarsi l’intervento di realizzazione dell’edificio è direttamente un parente diretto dell’attuale sindaco di Pignola, Gerardo Ferretti. Suo fratello, Saverio, oltre che geometra, è il direttore tecnico della Geda srl, la società che realizza edifici civili e industriali e che, guarda caso, si è aggiudicata i lavori per la realizzazione del nuovo asilo comunale di Pignola che dovrà sorgere in corrispondenza del vecchio edificio che ospitava i bambini, vicino al parco giochi cittadino, che il Comune ha deciso di demolire. Qualche anno fa era stata la Comunità montana Alto Basento - presidente proprio l’attuale primo cittadino che ancora ora continua a essere a capo della rispettiva Area programma - a commissionare il progetto esecutivo, per la nuova scuola finanziata attraverso il Po Fesr 2007-2013: fondi nazionali comunitari, nazionali e regionali per un finanziamento complessivo di 1.238.000 euro. E’la stessa Comunità montana a nominare il responsabile unico del procedimento, nella persona della responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, Maria Vittoria Perito. Solo che invece di procedere nell’affidamento dei lavori con un bando pubblico, come sarebbe stato forse più giusto, dato l’ammontare dell’appalto, si decide di procedere tramite “cottimo fiduciario”, ovvero una procedura d’urgenza, in genere motivata dal carattere dell’urgenza o dall’eseguità dell’importo dei lavori. Qualche rinvio, con diversi “ritocchi” alle determine comunali. Poi, finalmente si parte. E’ la stessa responsabile del procedimento a invitare dieci ditte, anche questa volta con ulteriore rinvio dei termini, a presentare la propria offerta. Ma, fatto abbastanza strano per questi tempi di crisi soprattutto nel settore edile, rispondono all’invito solo due società, tra cui la Geda srl. Che, com’è facile prevedere, dopo essersi dotata di tutti i requisiti necessari, ha vinto l’affidamento. Un affidamento di lavori pubbliche che convince poco, soprattutto per le modalità con cui si è proceduto. Dato l’ammontare dell’importo sarebbe stato meglio procedere con un bando aperto che avrebbe evitato qualsiasi malinteso. [email protected] I lavori finanziati con il Po Fesr per 1.238.000 euro sono stati affidati senza bando aperto ma con procedura di cottimo fiduciario © RIPRODUZIONE RISERVATA L’asilo nido di Pignola, così come previsto dal progetto. Al lato il sindaco Ferretti LA SCHEDA Ecco cosa prevede il progetto Il nuovo edificio destinato ad asilo nido è stato ubicato in aderenza alla Scuola materna già esistente in un’area posta sul lato Ovest del Parco giochi comunale. Accanto a tale scuola sorgeva il vecchio asilo che, in un primo momento, si prevedeva di ristrutturare ed ampliare ma che successivamente, essendosi verificati dei dissesti, l’Amministrazione comunale ha deciso di demolire. Proprio in corrispondenza dell’area su cui era ubicato il vecchio asilo comunale si è deciso di realizzare il nuovo edificio. Pertanto, il progetto prevede la costruzione dell’Asilo Nido del Comune di Pignola, in posizione adiacente alla Scuola Materna. La nuova struttura, ha una pianta rettangolare piuttosto allungata che si sviluppa lungo il confine orientale del Parco comunale. In elevazione si articola in due parti ad altezza diversa. La prima di due livelli, è addossata alla scuola materna da cui riprende, prolungandoli, prospetti e tetto; una seconda parte, di un solo livello, con copertura a terrazzo posta alla stessa quota al Parco comunale. La parte a due piani ha altezza massima fuori terra (al colmo della copertura) pari a 11,40 m; la parte ad un piano ha, invece, altezza fuori terra di 3,80 m. Il piano terra ha dimensioni in pianta di 32,86 m per 15,82 m ed una superficie lorda complessiva di 519,84 m2 . Il piano primo, invece, ha dimensioni in pianta di 10,06 per 15,82 m ed una superficie lorda di 159,15 m2 . L’accesso all’Asilo Nido è previsto dal lato Sud-Ovest, ossia dalla stradina comunale che dalla Via Risorgimento lambisce il lato Sud del Parco comunale. Il volume a due livelli ha, come detto, una copertura a falde che riprende e completa 3 quella della struttura esistente. Con la realizzazione del nuovo corpo si otterrà un complesso omogeneo, caratterizzato da un unico tetto a padiglione e prospetti longitudinali continui. In ragione di tale continuità, le facciate saranno armonizzate architettonicamente nella disposizione delle aperture, nella tipologia dei serramenti e nella tinteggiatura. Il corpo ad un livello, posto in continuità con quello “alto”, ha una copertura piana a terrazzo. Quest’ultima sarà arredata con fioriere e giochi per l’infanzia in modo da apparire come una estensione del Parco comunale. Da questo, infatti, sarà possibile accedere direttamente al terrazzo attra- verso un ballatoio di comunicazione. Anche in questo caso, gli elementi architettonici di facciata saranno uguali a quelli dell’intero complesso edilizio (cfr Figura 1). L’accesso all’Asilo Nido avverrà dal lato Sud-Ovest, dalla stradina comunale che dalla Via Risorgimento lambisce il lato Sud del Parco comunale e va in direzione Ovest. La capienza massima prevista è di 30 bambini, di cui 6 lattanti e n. 24 divezzi. Particolare cura è stata posta nella coibentazione termica dell’edificio, in modo da limitare al massimo i consumi energetici relativi al riscaldamento. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it VERSO IL 2019 A Palazzo Lanfranchi la mostra promossa da Lucana Film Commission e Soprintendenza La storia del cinema passa per Matera Da domani sarà possibile vedere gli straordinari reperti della collezione raccolta da Gaetano Martino | di ANTONELLO GRASSI La storia del cinema passa per Matera. E non soltanto perché, come ormai sanno anche le pietre, la città s’è guadagnata da almeno sessant’anni a questa parte un posto importante nell’immaginario cinematografico internazionale. Ma perché, da domani, a Palazzo Lanfranchi, questa storia sarà possibile toccarla con mano: attraverso gli oggetti che ne hanno costituito altrettante tappe evolutive. Proiettori, macchine da presa, pellicole, foto di scena, manifesti: nelle sale del museo materano una sterminata messe di manufatti documenterà, fin dalle sue origini, la stupefacente, rivoluzionaria impresa artistica che ha accompagnato la modernità. “Una rassegna straordinaria - sottolinea il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace, che ne è l’ispiratore – perché mostra il cinema nella sua dimensione produttiva: di arte del fare. E perché, in una città come Matera, mette in moto i meccanismi della memoria, consentendo a tutti, anche a coloro che non sono cinefili, di rituffarsi nel proprio passato. Il cinema fa parte della nostra memoria collettiva”. Ma c'è di più. “Questa eccezionale stagione materana – precisa Leporace -, tutta caratterizzata da eventi legati al cinema (dal Consiglio dell’European Film Academy, con l'arrivo stamane di autentiche star, alle prossime celebrazioni del cinquantenario del “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, ndr), dimostra che non è più tempo di eventi fini a se stessi. Le iniziative della Camera di commercio, il ruolo prezioso della Soprintendenza, la collaborazione degli enti sono ora il frutto di uno sforzo unitario, di una logica costruttiva. Si tratta di creare e promuovere modelli che siano creativi e allo stesso tempo economici: come il cinema, appunto. Non è un caso se, nel presentarsi alla città, il direttore artistico di Matera 2019, Joseph Grima, abbia raccontato che il suo primo rapporto con i Sassi risalga a un ricordo di bambino: quello della visione, assieme al padre, del Vangelo secondo Matteo. Insomma, non dobbiamo dimenticare che esistiamo anche grazie al cinema e che esso può rappresentare una prodigiosa risorsa produttiva”. Non più, dunque, Matera e il cinema? D’ora in poi, sarà più giusto dire che Matera è il cinema? Certo, se si segue la strada indicata da Leporace, questa suggestione ha un suo fondamento. E l’esposizione che si inaugura domani a Palazzo Lanfranchi ce ne fornisce la trama. A cominciare dalla singolare storia del vero artefice della mostra, Gaetano Martino. Originario di Oppido Lucano, Martino ha dedicato tutta la sua vita, a una LA RIFLESSIONE | Da oggetti dimenticati a pezzi da museo di MARGHERITA AGATA Paride Leporace: «Grande sintonia tra le istituzioni Vanno promossi modelli creativi e insieme produttivi» Una macchina da presa. Sopra Paride Leporace. Sotto Gaetano Martino mostra antichi vetrini dipinti a mano, tra i preziosi reperti portati a Matera SE non ci fosse il grande telero di Carlo Levi “Lucania ‘61”, entrando nella sala intitolata allo scrittore torinese non si ha l’impressione di trovarsi in un museo di arte medievale e moderna. Sparse per terra decine di locandine di film d’epoca, pannelli, macchine da presa, oggetti di scena e in una stanza un assortimento straordinario di “lanterne magiche” che profumano d’infanzia del cinema e di civiltà d’altri tempi. In realtà quest’ordinata confusione è dovuta all’allestimento della mostra “La grande bellezza della cineteca lucana”. Solo una finestra piccolissima sullo sterminato patrimonio, raccolto con amore e dedizione quasi certosina nel corso di decenni da Gaetano Martino, che ha ereditato dal papà proiezionista il virus del cinema. Cosa c’entra con il museo e con l’arte? Tanto. Tanto quanto le ingegnose “Patamacchine” realizzate dal collettivo d’arte La luna al guinzaglio che la sempre lungimirante soprintendente Marta Ragozzino ha fortemente voluto ospitare proprio negli stessi spazi adesso assegnati ai tesori di Gaetano Martino. Non una semplice coincidenza, ma il proseguimento naturale di un percorso di contaminazione tra linguaggi e codici che trova nel museo, inteso come luogo di partecipazione collettivo, la sua casa naturale. Futuro e memoria nelle sale di Palazzo Lanfranchi si incontrano in un felice e fecondo connubio: puro ossigeno per la corsa di Matera a capitale europea della Cultura nel 2019. Da queste parti la sfida è stata presa sul serio e si continua a volare altissimo, con iniziative che allargano positivamente a forme meno tradizionali di arte il concetto di “bene culturale”. Le Patamacchine come i cimeli di Martino non sono semplicemente oggetti curiosi, rari o “carini” , ma patrimonio culturale a tutti gli effetti. E al pari di tele, sculture e monumenti, vanno valorizzati e tutelati. Ma non “museizzati”. La loro funzione è l’esatto contrario: trasformare il museo da semplice contenitore di opere a luogo vivo e fucina degli “abitanti culturali” di domani. Un domani che a Palazzo Lanfranchi è già presente. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA eccezionale impresa: mettere insieme la più ricca collezione di oggetti legati al cinema che si conosca in Italia e con ogni probabilità in Europa. In capannoni di fortuna sparsi tra Roma, Potenza e Oppido, giacciono, a decine di migliaia, i reperti della storia, e finanche della preistoria, di quella che un tempo fu detta la settima arte. Con passione da archeologo Martino ha accumulato (ma numeri precisi è impossibile farne), qualcosa come 800 tra proiettori e macchine da presa, almeno quindicimila film, oltre diciottomila documentari, centocinquantamila manifesti di cui un centinaio dell' epoca del muto, dodicimila libri di interes- se cinematografico, centottanta tra lanterne magiche e visori. E ancora: cinquantamila foto di scena e un numero imprecisato di ‘liste di dialoghi’ corrette dai vari registi. E poi centinaia di vetrini dipinti a mano, episcopi e proiettori fissi, quasi quattrocento macchine da proiezione (Goumont, Pathè, Pion e altre ancora). E macchine del suono, mascherine, bobine… Insomma: un capitale formidabile, una piccola parte del quale è da domani in bella mostra nel museo Lanfranchi. Un capitale che Martino mette a disposizione di chi è disposto a investire nella sua tutela: «La mia speranza – dice – è che questa collezione diventi un im- portante veicolo per diffondere la cultura del cinema, che rischia di essere dimenticata». E’ per questo che la soprintendente Marta Ragozzino, mentre accompagna i giornalisti in un viaggio tra le quinte della mostra, accenna alla speranza che, “in un momento in cui si parla tanto di cinema”, le istituzioni capiscano che qui c’è un tesoro da difendere e valorizzare. Nel frattempo, ricorda, il reggente della Soprintendenza archivistica, Michele Durante, ha avviato un'azione di tutela della cineteca lucana. “I vincoli – aggiunge la Ragozzino - non sono strumenti coercitivi, ma di conservazione: che per- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it | CURIOSITÀ 11 | Anteprima per cronisti, scene di panico Giornalisti come elefanti nella cristalliera di Marta A sinistra Gaetano Martino. Sopra una vecchia cinepresa. Sotto la sedia di Wojtyla nel film di Zanussi e alcune lampade magiche Marta Ragozzino di DAMIANO LATERZA MATERA – La grande bellezza della Cineteca Lucana del mitico Gaetano Martino è, al momento, tutta da vagheggiare. Sì, perché la prima per la stampa di questa mostra-evento che illuminerà il clou della stagione turistica (ossia i ponti pasquali) della Hollywood di Tufo, difatti, è puro cinema. Nel senso più onirico del termine. Perché? E’ presto detto: per noi pennivendoli qui convenuti non c’è nessuna mostra da vedere ma solo un caotico work in progress tra cimeli accatastati, men at work, stagisti distratti e delirio organizzativo da ultimo minuto. A rendere indimenticabile questo back-backstage c’è il brivido di rendersi, per una volta, protagonisti di atti vandalici assolutamente non voluti. Ed eccoli, i giornalisti, che camminano inavvertitamente su preziosissimi manifesti degli anni ’10; c’è chi urta accidentalmente il mastodontico proiettore che Peppuccio Tornatore – prendendolo in prestito proprio dal grande conservatore Martino – usò nel suo Cinema Paradiso; qualcuno si è poi seduto sul trono usato da Krzysztof Zanussi per il suo documentario su Giovanni Paolo II, sporcandolo: «Alla mitomania umana non c’è mai fine» commenta un’esterrefatta donna delle pulizie. La domanda a questo punto è una sola: ce la faranno i nostri eroi a completare il tutto per domani alle 18 e 30, quando s’inaugurerà in pompa mettono di lavorare meglio e di avere finanziamenti per portare avanti l'opera di catalogazione. Diamo l’esempio di un lavoro fatto insieme sia pure con competenze diverse”. Attraversando le sale in allestimento, a rischio di inciampare tra oggetti preziosi confusi a masserizie di quello che appare un grande cantiere, la soprintendente indica gli artigiani al lavoro, “tutti grandi professionisti” e sottolinea il nuovo stile che si sta dando il museo. “Vedete? E’ così che realizziamo cultura a Palazzo Lanfranchi. Vogliamo essere un luogo in cui, assieme alla comunità, produciamo cultura e conoscenza. Non soltanto un luogo di trasmissio- ne, dall’alto, del sapere. Questa mostra è importante…Soprattutto per i ragazzi. Permetterà loro una cavalcata attraverso sogni e visioni, in mezzo a oggetti di una memoria collettiva ormai perduta…Non è anche questo il nostro compito?”. Matera è il cinema, dunque? La metafora involontariamente suggerita all’inizio da Leporace ritorna ad affacciarsi alla fine del viaggio tra i preziosi reperti di Martino. Il quale è anche una fonte inesauribile di ricordi legati al cinema. Memorie che, trattandosi del cinema, sono visioni. Ed emozioni nate da incontri casuali tasformatisi in grandi amicizie. Come quella con Giu- seppe Tornatore, “un grande collezionista di macchine e manifesti anche lui”, al quale Martino fornì una antica e preziosa cinepresa per un suo film, ottenendo poi, in segno di riconoscenza, una piccola parte nel suo Baaria girato a Palermo. Girando tra questi reperti, rileggendone il cammino attraverso ciò che ci resta, riscopriamo che il cinema è ancora e soprattutto questo: artigianato, immagini e memoria, al di là delle forme tecnologiche e stravaganti che ha finito per assumere. E allora sì, in controluce, possiamo leggervi una metafora della storia di Matera. La quale è appunto il frutto insieme di una mille- magna con tanto di governatore in persona? Sembra non avere dubbi Marta Ragazzino, la padrona di casa dell’evento. E si sa: nel Palazzo di Marta tutto diventa possibile. Lei svolazza come una libellula elargendo disposizioni e riferendo aneddoti. Epica, Marta, la Soprintendente più amata dai materani, vera domina della cultura di Mater Matera, altera e sgargiante con quel volto e quella silhouette che fanno tanto cinema di una volta. Adesso è col Direttore della Film Commission a decidere come disporre i totem informativi lungo il percorso. «Paride, mi fai fare un tiro?». Un giornalista lì vicino prova a offrirle una sigaretta. E lei: «No grazie. Ho smesso. Volevo solo sporcare di rossetto la cicca di Leporace». Simpatica come sempre, la Marta, espertissima di Surrealismo e Dada, nella città più surrealista e dada del mondo. Intorno, intanto, l’allestimento prosegue a ritmo serrato. I giornalisti vanno via alla spicciolata. «Chi viene con me a farsi un caffè al bar?» propone un fotografo. Ma come, niente buffet? «Mannaggia, me ne sono dimenticata!» si cruccia Marta. Poi, però, si ripiglia quasi subito: «Ma sabato ci sarà. Spumante e tarallini per tutti!». Sorride e va via. Come l’eroina di un ipotetico peplum didattico post-moderno. Una colei che salva la comunità dall’oblio dell’ignoranza, seminando cultura. A Matera. Dove puoi farti tutti i film che vuoi. © RIPRODUZIONE RISERVATA naria cultura del fare e di visioni testimoniate dalla sterminata iconografia legata al suo ricco passato, ma anche luogo di memorie e di stratificazioni. Questo passato incancellabile innerverà il futuro trasmettendogli l'energia sepolta sotto le pietre. Forse è davvero il tempo che la città cominci a pensarsi non più come oggetto ma come soggetto di visioni, non più come il set di un grande cinema, ma come il luogo che ha contribuito a produrre, esso stesso, cinema. E, chissà, può essere che, per la seconda volta, grazie al cinema, la città avvii l'ennesima fase della sua storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano UNIVERSITÀ Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it L’analisi sui laureati in tutta Italia è incoraggiante per la Lucania ad un anno dal titolo non è difficilissimo lavorare nel campo Architettura, il 40% trova lavoro I disoccupati restano ancora tanti, ma si può invertire la tendenza negativa | di VALERIO PANETTIERI POTENZA - Per gli studenti delal facoltà di Architettura dell’Unibas sembra essere relativamente facile trovare un lavoro, o un corso di formazione retribuito ad un anno dalla laurea. Il problema però è che i disoccupati restano comunque di più, creando un gap che, però, si può restringere se si continua a lavorare su una didattica di qualità. I dati sono stati pubblicati da Ustation, il network delle reti universitari che ha pubblicato i dati dei tassi di occupazione e disoccupazione per quanto riguarda esclusivamente la facoltà di Architettura. Dunque la Basilicata è in basso in una classifica sovrastata dai grandi atenei, ma rispetto al resto del Sud è messa tutto sommato bene. In basilicata, stando alle stime di Ustation, il 40,7% dei ragazzi che sono stati contattati ad un anno dalla laurea sono riusciti a trovare un’occupazione. Di contro, invece, il 47,6% è tutt’ora senza lavoro. Quest’ultimo dato è meno confortante, perché mette la Basilicata agli ultimi posti, ma la percentuale è decisamente bassa anche se ci sono Regioni con crisi strutturali maggiori che riescono comunque a “grattare il fondo del barile. È ovvio che l’analisi, seppure sommaria, disegna un quadro importante quantomeno per il futuro. Ma c’è da fare attenzione ad un altro problema, che è il possibile sovraffollamento di lauree che potrebbe portare ad una saturazione della richiesta, così come sta accadendo a Napoli culla storica dell’architettura Meridionale. Nella classifica sull’occupazione è il Nord a regnare con gli atenei di Urbino Carlo Bo (83,3%), Trento (81,4%), Torino (75%), L'Aquila (74%), Perugia (66,7%). Per quanto riguarda l’altra parte, la questione disoccupazione, è ancora una volta il Sud a non fare sconti: Seconda Università di Napoli (50,4%), Molise (50%), Reggio Calabria Mediterranea (48,2%), Basilicata (47,6%), Federico II di Napoli (40,6%). [email protected] In testa resta solo il Nord del Paese IL CONVEGNO | I giovani scelgono di ritornare alla terra Sempre più ampio l’interesse per l’agricoltura, il neo-ruralismo e la vita sostenibile di ANTONELLO GRASSI MATERA - E’ solo crisi? Dipende. In un’economia che da anni ristagna o arretra, c’è un comparto, quello agricolo, che è in crescita. A confermarcelo, oltre ai dati nazionali che scodelleremo di qui a poco, è la sensazione diffusa di un movimento trasmigratorio che si è fatto via via più consistente: prima dal centro verso la periferia, quindi dalla città in direzione della campagna. Il fenomeno, ancora in buona parte sotterraneo, riguarda in particolare le grandi città. E ha il suo rovescio della medaglia nella progressiva mancanza di fiducia - da parte di coloro che abitano nei piccoli centri - nella capacità delle metropoli di offrire una prospettiva dignitosa di vita e di lavoro. Per questa ragione, ma non solo per questa, sempre più giovani decidono di scommettere sul proprio territorio e riscoprono l’agricoltura. Una ulteriore testimonianza di quel che sta accadendo viene dall’appuntamento promosso mercoledì mattina a Matera dal Ministero delle Politiche agricole in collaborazione con l’Ismea e la Regione Basilicata, tema: “Giovani imprenditori in agricoltura: il panorama delle opportunità”. Il seminario, il quarto della serie promossa dal Mipaf, è convocato a Borgo Venusio per le ore 10. Ma già alle 9,30 nell’immensa sala del centro congressi scelta per ospitare i quasi quattrocento imprenditori agricoli, o aspiranti tali, provenienti da tutta la Lucania, c’è il pienone, e l’organizzazione è costretta a far aggiungere altre sedie in platea. In un silenzio religioso, mentre sulla grande parete alle loro spalle scivolano le slides, il funzionario del Ministero Mariella Santevecchi, quello della Regione Pino Balsebre, i tecnici dell’Ismea Giuseppe Fierro, Stefania Aiazzi ed Elisabetta Cardosi, e Roberto Milletti, del Safa, sciorinano numeri e sigle, parlano di bandi e incentivi, di programmazione Ue e misure regionali, di credito e finanziamenti. Argomenti non proprio avvincenti. Eppure, dopo oltre due ore di relazione, i relatori devono affrontare le numerose domande di un pubblico competente che ancora non è sazio e vuol conoscere tutti i risvolti pratici dei temi affontati nel corso del seminario. Ma qual è la situazione dell’agricoltura in Italia? E quali sono le ragioni di questo ritorno alla terra? Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, unico comparto produttivo del Paese, il settore primario ha visto aumenta- Un momento del convegno re dello 0,8 per cento il proprio prodotto interno lordo. Un risultato eclatante non soltanto perché le fa da contraltare una recessione senza precedenti, ma perché in Italia l’agricoltura sconta ritardi storici e handicap strutturali: come la scarsa propensione all’aggregazione e l’insufficiente innovazione. Il che spinge le associazioni di categoria a premere sul governo perché, da subito, “attui misure concrete in grado di assecondare i segnali positivi che arrivano dalle aziende agricole italiane”; e fa sì che il neo ministro Maurizio Martina scopra “la centralità e l’importanza di un settore”il cui apporto “è fondamentale per l’economia italiana” e si impegni “ad andare avanti spedito con i provvedimenti a sostegno del comparto”. Provvedimenti come quelli che il Ministero, assieme all’Ismea e alla Regioni, sta appunto promuovendo in tutta Italia con il ciclo di seminari informativi sulle opportunità a disposizione di chi voglia fare impresa in agricoltura. Un ventaglio di proposte, quelle presentate a Matera, che riguardano le strategie di insediamento, lo crescita aziendale e, soprattutto, la possibilità di accedere a finanziamenti e a incentivi a sostegno di nuove iniziative. Il tutto in un contesto in cui si tenta di agevolare, con l’accesso al credito, lo sviluppo della ricerca applicata e delle politiche cosiddette di filiera, indi- spensabili per poter competere sul mercato globale. Se l’agricoltura, dunque, riparte dopo due anni consecutivi di calo produttivo, mentre i consumi interni sprofondano e i costi produttivi lievitano; e riparte, in un anno di alluvioni e nubifragi, avendo nelle ali il piombo della burocrazia e del fisco, vuol dire che qualcosa di importante si sta muovendo nella società e nell’economia italiana. Forse soprattutto al Sud. E non è detto che si tratti di una conseguenza della crisi. O, perlomeno, non soltanto della crisi economica. Il ritorno alla terra sembra accompagnarsi, in molti casi, alla riscoperta o al vagheggiamento di un nuovo modo di vivere che recuperi l’antico; a una nuova religione del territorio; e all’aspirazione di impiantare nuove comunità fondate su una diversa idea del consumo e della produzione. Un fenomeno culturale , insomma, che riflette, anche nel Sud, le ideologie neoruraliste che predicano un modello di sviluppo eco-compatibile, e nei casi estremi, quella che Latouche chiamava la decrescita felice. Ma non c’è solo questo, ovviamente. C’è anche la consapevolezza, al contrario, che proprio la globalizzazione e le nuove tecnologie costituiscano una formidabile opportunità per i territori. E allora il mondo rurale non rappresenta soltanto la via di fuga da un mondo in crisi. Tant’è vero che nelle università c’è un interesse crescente per le discipline legate all’agricoltura, testimoniato da un boom di iscrizioni che, nel 2013, ha fatto segnare una crescita del 30 per cento, mentre, secondo la Coldiretti, l’anno scorso gli istituti professionali agricoli hanno visto aumentare le immatricolazioni di circa un terzo. Ciò sta a significare che per molti giovani l’agricoltura, se è capace di essere all’altezza delle nuove sfide economiche, rappresenta una prospettiva seria e credibile; che può essere declinata in forme inedite e con strumenti innovativi. “Ormai la maggioranza delle aziende agricole –afferma Franco Verrascina, presidente di Copagri –è multifunzionale. Non ci si dedica soltanto alla produzione agroalimentare, ma anche ad attività come l’agriturismo, le fattorie didattiche…”. Ma dietro il ritorno all’agricoltura c’è ancora un’altra ragione, spiega Verrascina, ed è una ragione che ci riporta alle grandi trasformazioni in corso nel pianeta: “Molti hanno capito che il prossimo business per tutti i Paesi ruoterà attorno al cibo: e per questo ci investono”. © RIPRODUZIONE RISERVATA Benedetto Vigna, di Pietrapertosa, ha inventato gli indispensabili sensori 3D Il fisico lucano nella “hall of fame” dei brevetti POTENZA - Un’azienda, la Stmicroelectronics, distribuita anche nel Sud italia, una serie di brevetti e invenzioni che hanno letteralmente sconvolto il mondo, tutto per mano di un uomo di Pietrapertosa, Benedetto Vigna. Vigna, considerato un genio dell’elettronica, classe 1969 con una laurea all’università di Pisa è l’inventore, tra le tante cose, dei sensori tridimensionali. Sono quei sensori che utilizziamo quotidianamente per ruotare le pagine di tablet e smartphone e per poter giocare a videogames nuovi, quelli che sfruttano i sensori di movimento del- l’utente. Dalla Wii al Kinect i progetti arrivano tutti da questo brevetto che saranno esposti alla Città della Scienza di Napoli per tre mesi insieme alle invenzioni della Hall Of Fame, evento promosso dall’ufficio europeo dei brevetti. Ma Vigna è soprattutto un fisico, uno di quelli che «Con il treno - dice in una intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno - da Potenza a Pisa ci mettevo quanto oggi per volare da Milano a San Francisco». A 45 anni, dopo aver fatto il ricercatore in tutto il mondo: dal Cern di Ginevra fino a Grenoble e Monaco di Bavie- ra, ha aperto un’azienda che produce migliaia di componenti elettronici destinati agli usi più disparati, compresa l’ingegneria aerospaziale. «Ho scelto - dice - di continuare la mia carriera nell’industria perché la ricerca pura ha tempi molto lunghi. In Italia ho trovato il contesto adatto per realizzare le mie aspettative». Ed è per questo che Vigna si tiente strettissimo un team di ragazzi giovanissimi come collaboratori. E oggi il quarantacinquenne di Pietrapertosa è finito nella “Hall Of Fame. I brevetti che cambiano la nostra vita» alla Città della Scienza. Benedetto Vigna RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it SINDACATO Il segretario generale della Cgil lucana Alessando Genovesi Un percorso dalla crisi fino ai rapporti con Pittella Senza dimenticare una severa autoanalisi di ALESSANDRO GENOVESI* Nella mia relazione proverò a tenere insieme: il contesto entro cui abbiamo collocato e collocheremo la nostra azione; e un bilancio di quanto fatto. Di quello che abbiamo fatto bene, fatto male o non siamo riusciti a fare. Questo non per darci i voti, ma per migliorarci, partendo dal fatto che io per primo, insieme alla Segreteria Regionale, ne porto la responsabilità. (...) Oltre 29 mila iscritti sono stati coinvolti nelle 478 assemblee fatte, con oltre il 99% dei consensi al documento “Il lavoro decide il futuro”e con oltre 18 mila iscritti che si sono espressi positivamente sul Testo Unico, con diversi emendamenti aggiuntivi o sostitutivi giunti dal basso. (...) Per quanto riguarda l’Europa abbiamo presentato una nostra proposta su un fondo di redenzione dei debiti pubblici europei. Pensiamo che l’Euro debba diventare una moneta compiuta trasformando la Bce in una vera e propria banca di ultima istanza. Riteniamo che l’Europa debba sostituire l’attuale politica deflazionistica. Crediamo, infine, che si debba tornare ad una separazione tra banche commerciali e banche d’affari. (...) In Italia sono necessarie politiche anticiclicheche siano necessariamente coerenti con l’idea di una diversa struttura economica. Si tratta di aumentare la domanda e cambiare l’offerta contemporaneamente. Noi abbiamo chiesto da tempo (anche con diverse mobilitazioni e scioperi) una restituzione fiscale per i redditi fissi. Il segnale giunto dal Governo Renzi è positivo e va nella direzione giusta, e la reputiamo anche una nostra vittoria che ri da un primato alla scelta politica rispetto a quella “ragionieristica” e invitiamo il Governo a continuare, in vista del semestre europeo, la comune battaglia con i francesi per modificare il Fiscal Compact e togliere dalla clausola del 3% i grandi investimenti in infrastrutture, ricerca, conoscenza. Ora serve però una politica di sostegno agli investimenti industriali, alle spese in conto capitale e alla ricerca. Il Piano del Lavoro è questo: una grande politica dell’innovazione (verso l’economia digitale) e un “new deal” dei beni comuni. Per beni comuni intendiamo i beni sociali (in particolar modo politiche per l’infanzia, contro l’emarginazione e per la non autosufficienza), i beni culturali, i beni ambientali. Cercando di allargare, all’interno dell’economia generale e per la sua crescita sostenibile, un’economia dei valori d’uso basata su lavori che rispondano a bisogni sociali insoddisfatti. (...) Anche per questo dobbiamo ampliare le capacita' di spesa dei cittadini e le nuove domande di beni sociali. (...) Al Sud più urgenti sono le scelte da fare in termini di concentrazione e selezione delle priorità, che vuol dire alcuni settori; maggiore e più incisivo intervento pubblico nella creazione diretta ed indiretta di lavoro nel Welfare, nelle infrastrutture, nella valorizzazione dell'ambiente e di un nuovo manifatturiero; maggiore redistribuzione delle risorse, con leve fiscali nazionali e locali, maggiore lotta all'elusione, evasione, illegalità; lotta agli sprechi, riforma della macchina amministrativa, prosciugamento di ogni “pozza”di clientelismo che, per dirla con Barca, è la strategia di parte delle classi dirigenti meridionali per non liberare la società da un assistenzialismo voluto prima di tutto dai detentori delle cariche politiche. Dentro questa cornice abbiamo del resto come Cgil Basilicata operato in questi anni e secondo queste parole d'ordine. (...) I direttivi unitari del 29 Aprile e il 1 Maggio a Corleto sono lì a sancire questa nuova fase in cui, come Se- «Dall’Ue serve una banca di ultima istanza» «Creare una crescita sostenibile sui valori d’uso» 13 Le priorità della Cgil La relazione del segretario al congresso per raccontare le prossime sfide sindacali greteria Regionale, crediamo molto, perché certi dell'attualità della grande lezione di Di Vittorio: solo uniti si vince. (...) Su questo, avendo visto la campagna elettorale e letto poi le dichiarazioni programmatiche del Presidente Pittella, possiamo dire che un primo obiettivo lo abbiamo centrato, almeno sulla carta: la Cgil ed il sindacato sono in campo, sono riconosciuti interlocutori e la Cgil è diventata punto di riferimento per molti, oltre gli iscritti ed i simpatizzanti, tanto da permetterci, pur nel “vuoto”e nella “palude” che ha condizionato i mesi da settembre a dicembre, di continuare a svolgere la nostra funzione e di portare a casa diversi risultati: come i nuovi bandi Fse, il rifinanziamento dell'apprendistato, la proroga dei Copes e degli ammortizzatori, le nuove norme sui tirocini, lo scorrimento dei bandi per la reindustrializzazione. (...) Abbiamo provato e stiamo provando a contrastare non solo e tanto il decreto in se sulla modifica dell’articolo 16 del “memorandum”, ma la debolezza politica della Basilicata ai tavoli romani, perchè il Governo ha approfittato del vuoto politico che c'era per “colpire alle spalle” la Basilicata. (...) Una debolezza che sconteremo(...). Soprattutto se andrà avanti la riforma del Titolo V. Dobbiamo costruire prima ed imporre poi al Presidente Renzi e al Ministro Guidi le ragioni di un vero “grande scambio” ovvero: 1) avere il via libera a mettere tutte insieme le risorse del petrolio per 3-4 grandi progetti infrastrutturali, sulla messa in sicurezza del territorio, sulla generalizzazione di un reddito minimo di inserimento; 2) obbligare Governo, Eni, Total a portare in Basilicata una nuova Sata, nel farmaceutico, nei nuovi materiali, nei bio carburanti. 5-6 mila posti di lavoro di qualità intorno cui dare un futuro alla Val Basento e ad aree più depresse, come il Senisese. una visione: usare le risorse del petrolio, per costruire una basilicata futura, decarbonizzata,“fuori dal petrolio”, terra di accoglienza e di poche ma reali eccellenze. (...) Il banco di prova con Pittella sarà nelle prossime settimane, a partire dalla Finanziaria regionale che non potrà che essere una finanziaria delle emergenze. Il Governo Pittella e la maggioranza che lo sostiene sceglieranno realmente la strada della concertazione? Cioè saranno disposti a sacrificare un po' di tempo (nei limiti del possibile e del giusto) a favore di un consenso reale, non di facciata, non a spot? (...) La Cgil sceglie oggi di fare un'apertura al Presidente Pittella. Un’apertura condizionata al merito, per questo vera. Perchè il merito viene prima di ogni cosa, la tutela dei nostri disoccupati, precari, lavoratori, pensionati prima di tutto. Allo stesso modo diciamo al Presidente Pittella, agli amici tutti: non ci sono cambiali in bianco. Mettiamo tutto sul tavolo, a partire dalle risorse regionali, nazionali e da quelle della riprogrammazione 2014-2020, evitiamo condizionamenti impropri di questo o quel dirigente, diciamoci ora da che parte stiamo. Serve un prelievo di solidarietà da chi sta meglio e guadagna bene, per finanziare oggi l'emergenza, contribuire a strumenti universali di lotta all'esclusione domani. Allora noi diciamo al Presidente Pittella, vai avanti, sull'aumento dell'irpef regionale sopra i 65 mila e sopra i 75 mila euro, anzi non rinunciare ad aumentare, come hanno fatto tutte le principali regioni, del nord e del sud, il bollo auto sulle macchine di lusso.(...) Vai avanti e fai 2 cose: finalizza le risorse ad interventi strutturali per l'inclusione e accompagna il tutto con una normativa anti elusione, stringente che valorizzi la compartecipazione dei comuni, sul modello della Toscana. Perchè il primo vero atto di giustizia è colpire chi evade il fisco, chi non partecipa al patto di cittadinanza; in una Regione dove la disuguaglianza è cresciuta e dove il 7% dei lucani è diventata addirittura più ricco nella crisi. (...) Oggi dobbiamo sfidare noi le aziende a fare le Rsu in ogni posto di lavoro, sfidare Cisl e Uil sul terreno della costruzione delle migliori piattaforme e riscoprire il valore del voto e dell'iscrizione perchè oggi, in quella scelta, il lavoratore esercita un potere e una responsabilità che prima non aveva. Soprattutto il nuovo sistema di relazioni industriali ci potrebbe mette in condizione di aprire altri terreni veri: i lavoratori precari come partecipano alle scelte sindacali e alla vita dell'azienda? Quanto siamo in grado di utilizzare la contrattazione aziendale per redistribuire, con una nuova organizzazione del lavoro, l'occupazione che c'è? E siamo pronti a delegare questo potere alle Rsu, le stiamo valorizzando il giusto, stiamo decidendo di spostare risorse verso i luoghi di lavoro? Questi i temi veri su cui dovremo discutere: senza fare terrorismo. Senza dire che i lavoratori che sciopereranno saranno sanzionati e senza dire che non si potrà più scioperare. O ancora che le eventuali sanzioni, se ci saranno nei Ccnl, colpiranno i delegati, perchè le sanzioni potranno al massimo essere sulle agibilità aggiuntive (non su quelle legge 300/70) o sulle quote sindacali, cioè al massimo ne risponderanno le organizzazioni, così come risponderanno le aziende (in termini pecuniari) se saranno loro a non rispettare gli accordi. Poi vogliamo dirci che c'è una ferita aperta che riguarda il rapporto tra la nostra Fiom e le altre sigle sindacali? Che in Fiat il clima è irrespirabile e che c'è un tema di reale agibilità dei nostri compagni negli stabilimenti? Certo che c'è questa questione. Ed è pesante e interroga tutti noi, non se abbiamo fatto male o bene, ma su cosa fare ora. Così come abbiamo ancora dei limiti, relativamente al nostro sistema dei servizi e del patronato. Ora intendiamoci: i servizi offerti dal Sistema Cgil in Basilicata, sono - guardando i dati, le cause, i numeri –a livello altissimo, per professionalità e serietà degli operatori. Sindacalisti della tutela individuale, come mi piace chiamarli, che –lo dico a qualche estremista renziano – colmano i vuoti di un pubblico che non funziona. Soprattutto c'è un terreno da recuperare: il rapporto con le categorie. Mi riferisco ai nostri “media” e alle nostre capacità di comunicare più in generale. Dove siamo in forte ritardo è nella creazione di una banca dati unica. Si può ragionare di uno spazio comune su tutti i diversi fogli, curati da Ufficio Stampa Cgil Basilicata, dove per esempio pubblicizzare eventi o servizi? E possibile studiare un progetto dove, mettendo insieme più categorie, si possa pensare ad un foglio comune? Quindi, per passare ai nostri delegati, è possibile costruire una mailing list generale di tutti i delegati, Rsu/Rsa a cui mandare “lavori in corso”e soprattutto i vari volantini Caaf, Inca, Uvl, Sportello Rosa, iniziative di Federconsumatori e Auser, ecc.? Questo anche per sgravare le categorie da comunicazioni massive, oltre le specificità legate alle attività contrattuali e vertenziali proprie? Su questo compagni possiamo e dobbiamo lavorare, sapendo che la fatica grande è all'inizio. Ovviamente a fronte di questi, ed altri limiti organizzativi possiamo annoverare anche positivi risultati. Abbiamo finalmente reso operativi i nostri ispettori confederali. Abbiamo approvato il nuovo regolamento amministrativo e soprattutto stiamo mettendo in sicurezza i conti della nostra organizzazione. Un'organizzazione che vive tutta sul contributo dei propri iscritti, vero e proprio baluardo della nostra autonomia politica da imprese e Governi. Una messa in sicurezza che non è finita ma che mi fa dire oggi che siamo a buon punto. Con questo stesso spirito dobbiamo affrontare le prossime campagne 730 e del tesseramento e con questo spirito dobbiamo continuare a valorizzare i nostri Uvl a Potenza e Matera, il lavoro impagabile di Sergio, Filomena, Maurizio, lo sportello rosa. (...) Non dobbiamo farci chiudere nel recinto in cui ci vogliono gli altri, non dobbiamo farci dipingere come i conservatori. * Segretario Generale Cgil Basilicata «Sviluppare un’economia basata sui beni comuni» «Serve un prelievo ai più ricchi per frenare l’emergenza» RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Comprano 10 iPhone su eBay ma ricevono un sasso: denunciato 25enne del capoluogo Un “pacco” made in Potenza Si era fatto mandare 4000 euro in anticipo, casi simili segnalati pure nei mesi scorsi POTENZA - Versa 4.000 euro per uno «stock» di 10 iPhone 5S e un iPad, e si ritrova con un sasso. Vittima della truffa on-line è stato un giovane dell’hinterland udinese, 20 anni, che ieri si è recato dagli agenti della Squadra Mobile della città friulana per denunciare l’accaduto. Letto un annuncio su un sito internet di compravendite, effettuati i controlli che davano riscontro positivo sull'affidabilità del venditore, aveva proposto l’affare agli amici. Dopodiché avevano fatto una colletta in sei e avevano concordato i pagamenti con il venditore: mille euro versati in anticipo e gli altri tremila dopo la spedizione del pacco, alla ricezione del codice per controllarne il percorso via posta. Il pacco è regolarmente arrivato a destinazione, ma all’interno c’era solo una grossa pietra avvolta in plastica da imballaggi. Contattato il venditore, un ragazzo di Potenza di 25 anni già noto per analoghe truffe, avrebbe negato le accuse. «Ci vediamo in tribunale». Queste sarebbero state le sue parole rivolte al 20enne friulano che gli preannunciava l’intento di sporgere denuncia. I poliziotti hanno già verificato la riconducibilità del numero e dei conti correnti su cui sono finiti i soldi al giovane di Potenza. Di più hanno già inoltrato una comunicazione ai colleghi del capoluogo lucano che nei prossimi giorni con ogni probabilità lo sentiranno per verbalizzare la sua versione dei fatti. Il pacco, posto sotto sequestro, è stato spedito da un ufficio postale poco distante dalla residenza del 25enne di cui non sono state rese note le generalità. Ma da fonti investigative emerge che sono diverse le segnalazioni di casi simili che da tutta Italia nelle ultime settimane stanno convergendo verso Potenza. Anche i soggetti denunciati sarebbero più d’uno, con un’identikit similare: maschi e tra i 20 e i 30 anni senza una stabile occupazione. A volte ancora studenti, che a breve potrebbero dover rispondere dell’accusa di truffa aggravata davanti ai giudici del Tribunale. [email protected] Il classico “pacco” con un mattone confezionato con della carta da imballaggio. A sinistra un agente della Polizia Postale MALAGIUSTIZIA Gli avvocati potentini si rivolgono ai cittadini «Lo stato vuole impedirvi di far valere i vostri diritti» Il presidente degli avvocati di Potenza Enzo Sarli «UN luogo comune, un pregiudizio demagogico» è quello che denuncia l’Ordine degli avvocati di Potenza in occasione della due giorni di astensione che si concluderà oggi. Bersaglio dell’invettiva dei legali potentini ci sono i «soloni che reputano essere i depositari della verità» sulla crisi della giustizia italiana e in particolare chi ne attribuisce la colpa alla classe forense e in particolare al «numero esorbitante degli avvocati», alla «loro preparazione», e «al loro tornaconto personale». In risposta a loro, ma nell’intento di informare quante più persone, l’ordine ha pubblicato un elenco di domande che passano in rassegna moltissime delle criticità del sistema giustizia in Italia. «Lo sapevate che i tempi del processo sono aumentati di 2 anni, passando da una durata media per singolo procedimento ordinario di primo e secondo grado da 5,7 anni a 7,4 anni?» Si chiedono gli avvocati. E poi il meccanismo dei Tratta Potenza-Foggia, nuovo appello di Berlinguer ai pm A QUALCHE mese di distanza dall’incidente avvenuto sulla tratta Potenza-Foggia, l’assessore all’Ambiente e Infrastrutture, Aldo Berlinguer, lancia un nuovo appello alla Procura della Repubblica di Foggia perché svolga le necessarie attività e si giunga così al dissequestro della linea ferroviaria, che collega la Basilicata con la Puglia. «La chiusura della tratta ferroviaria –ha sottolineato Berlinguer – comporta disagi ai cittadini, che pure usufruiscono del servizio di trasporto sostitutivo, ed alle imprese che, forse ancor più penalizzate, ancora non possono movimentare le merci come facevano precedentemente». L’assessore ha ricordato che «la Regione si è fatta interprete delle istanze urgenti presentate dagli utenti, sollecitando più volte la Procura della Repubbli- ca ad attivarsi al fine di svolgere tutte le operazioni peritali necessarie sulla tratta. La magistratura, che ringraziamo - ha aggiunto l’assessore - ha accolto il nostro invito e consentito a Rfi di svolgere i lavori di riattivazione della linea, che tuttora, però, è ancora sotto sequestro. Oggi – ha concluso Berlinguer - abbiamo il paradosso di una linea ormai ripristinata, con i lavori completati, che però non può essere utilizzata. Rivolgo, quindi, un nuovo invito alla magistratura ad accelerare le procedure di dissequestro». rinvii automatici che oggi arrivano fino al 2021 «senza che l’Avvocato possa dire o fare niente?». O la lentezza delle indagini rispetto ai tempi di prescrizione. O ancora le carenze d’organico, gli oneri per il cittadino senza uguali in Europa e la revisione della geografia giudiziaria. Per non parlare della scure che rischia di abbattersi contro le «cause innovative» per la tutela dei diritti del cittadino con l’introduzione della solidarietà dei legali per le liti considerate temerarie. «Risolvere il problema della Giustizia per lo Stato italiano - insistono gli avvocati potentini - si attua solo mediante misure finalizzate ad impedire al cittadino di fare causa per far valere i propri diritti». Picchia l’ex, denunciato POTENZA - Poteva finire male ieri pomeriggio a Potenza quando è stato necessario l’intervento degli agenti delle volanti della Polizia per fermare la violenza. Vittima del giovane che risulta denunciato a piede libero è stata la sua ex fidanzata, colpevole soltanto del fatto che lui non riesca a rassegnarsi alla loro separazione. La ragazza dopo l’intervento degli agenti ha formalizzato una querela nei confronti del suo aggressore che ora rischia un’incriminazione pesante per l’accaduto se non dovessero ricorrere le circostanze per l’applicazione di una forma di tutela anti-stalking per lei. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 16 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] Il Comune non ha pagato “La giostra” e 25 dipendenti sono senza stipendio Asili chiusi, bimbi a spasso Il 31 marzo lavoratori in sciopero. L’assessore Pace: «Non abbiamo i soldi» HA un po’ il sapore della beffa la nota, inviata dall’amministrazione comunale, con la quale si comunica che fino al prossimo 10 aprile si potranno presentare le domande di iscrizione alle scuole comunali dell’infanzia “L’allegra brigata”, “Pollicinia”, “Il giardino dei colori” e “I due noci”. Eh sì perché proprio quest’ultimo è uno degli asili che a partire dal prossimo primo aprile - e non si tratta di uno scherzo - potrebbe chiudere i battenti per mancanza di soldi. Così i bimbi de “I due noci” ma anche quelli che frequentano gli asili di via Perugia, via delle Acacie e via Adriatico se non verrà trovata una soluzione andranno in vacanza prima del tempo con buona pace - si fa per dire - dei genitori che non solo hanno pagato al Comune le rette ma che dovranno trovare una soluzione alternativa. E visto che l’asilo nel Palazzo di via Anzio aprirà solo il prossimo settembre per di più servirà solo per i figli dei dipendenti della Regione i bimbi rimasti senza scuola potrebbero magari trascorrere le loro giornate nel Palazzo di città. Tutto questo perché la cooperativa “La giostra 2000” che insieme al “Melograno” gestisce per conto dell’amministrazione alcune scuole dell’infanzia avanza circa 200.000 euro e da tre mesi non riesce a pagare gli stipendi ai 25 dipendenti impiegati nei 4 asili a rischio chiusura. Le organizzazioni sindacali FP-Cgil, Fp-Cisl e Uiltucs - sono scese immediatamente in campo e hanno proclamato per il prossimo 31 marzo lo stato di agitazione e lo sciopero dei lavoratori che manifesteranno sia davanti la sede de “La giostra” - quest’ultima, va detto, non è la prima volta che non paga gli stipendi ai lavoratori - sia sotto il Palazzo di città. La lettera con cui “La giostra” denuncia il mancato pagamento E se fino a tre mesi fa la società cooperativa è riuscita in qualche modo a fare fronte alle spese oggi non ce la fa più perché non ha più fondi disponibili per potere andare avanti e i fornitori non le fanno più credito. Insomma si prospetta un fine marzo di fuoco per le scuole visto che il 31 scade anche l’affidamento dell’appalto delle pulizie per circa 400 ex Lsu. E quindi a caos si aggiungerà caos. Se per la questione degli appalti la palla spetta alla Regione per gli asili nido toccherà al Comune trovare una soluzione. Soluzione che a oggi non c’è e, a meno che non si trovi un compromesso con “La giostra 2000”, difficilmente ci sa- “Toscana in treno” sul convoglio per Salerno IL cartello è affisso su un divisorio. “Toscana in treno” tradotto anche in inglese “Tuscany by train”. Gli inglesi si sa amano molto questa regionale italiana. Sotto una serie di percorsi e di coincidenze affinché i turisti possano viaggiare tranquillamente da una città all’altra. Una bella iniziativa, non c’è che dire. Tutto è più facile e si può fare anche a meno di consultare l’orario ferroviaro per capire quale treno prendere per andare, a esempio, da Siena ad Arezzo. Peccato che “Toscana in treno” faccia bella mostra di sè in una delle carrozze del treno - regionale 12435 - questa la segnalazione che gira su Facebook che collega Potenza a Salerno. Due città che sicuramente non si trovano in Toscana. E quindi è facile comprendere che quel convoglio - peraltro ben tenuto - dalla Toscana è stato di- La mappa della Toscana in una carrozza del Potenza-Salerno rottato in Basilicata. Insomma Le Ferrovie dello Stato non hanno avuto neanche l’accortezza di rimuovere quel cartello. Come se non bastassero i continui disagi per i viaggiatori lucani. rà perché il «Comune non ha soldi», ha detto chiaro e tondo l’assessore al Bilancio Federico Pace. L’istruzione, infatti, passa per le casse comunali e nulla può fare l’assessore alla Pubblica istruzione, Giuseppe Messina tranne ammettere che «nel nostro ufficio abbiamo in sospeso solo la fattura di gennaio» mentre le altre già da tempo sono “ferme” al Dipartimento bilancio. «La “Giostra” ma soprattutto i lavoratori - ha ammesso - hanno ragione anche perché il credito che vantano è consistente». Insomma «se dipendesse da me, avendo la liquidità, pagherei e pagherei anche subito» ma le buone intenzioni non bastano. I conti non tornano e «in cassa - ha aggiunto l’assessore Pace - non ci sono soldi». E quindi? «O “La giostra 2000”, che tra l’altro in passato ha rifiutato la nostra proposta di cessione del credito, accetta un piano di rientro - ha proseguito l’assessore comunale al Bilancio - o altre vie non ce ne sono». Al massimo prima del 31 marzo «riuscirò a saldare qualche cosa ma sia ben chiaro che lo faccio solo perché ci potrebbe essere una disponibilità economica e non perché accetto che quelli della cooperativa utilizzino i lavoratori come arma di ricatto». Ricatto o meno rimane il fatto che “La giostra” - e non è escluso che a breve la stessa situazione possa coinvolgere anche “Il melograno” - di soldi dal Comune ne avanza e sono anche parecchi. Ed è alquanto demagogistico, come ha fatto Pace - «ci rendiamo conto di quello che il Paese sta vivendo e dei vincoli che ci vengono imposti?» - puntare sempre il dito contro il patto di stabilità o la crisi economica che attanaglia il paese. Perchè se è vero, come è vero, che patto di stabilità e crisi economica un peso l’hanno e continuano ad averlo è pur vero che il Comune di Potenza da sempre si barcamena. Alessia Giammaria [email protected] VIAGGIO NEL MONDO DELL’ASSOCIAZIONISMO Donarsi in vita e dopo la vita Enzo Manicone è il presidente dell’associazione “Ritorno alla vita” di Potenza che da due anni opera sul territorio lucano nell’ambito della sensibilizzazione della donazione degli organi. In stretta collaborazione con l’Aido (Associazione italiana donazione degli organi), “Ritorno alla vita”, promuove il suo operato “solidale” attraverso campagne di sensibilizzazione e non solo, organizza convegni, scuole e serate di beneficienza, tutte improntate sull’informazione e la conoscenza del mondo della donazione degli organi. «Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto nell’anno 2013 - afferma il presidente Manicone - posso dire che con la costituzione di Ritorno alla vita si è avuto un incremento, nella nostra Regione, di adesioni e di iscritti, pari al 200 per cento con oltre 400 espressioni di volontà registrate in due anni». La nascita di questa associazione, nasce però da un situazione tragica che è quella personale di Enzo Mani- cone. Affetto da un grave problema al fegato e condannato a pochi mesi di vita, scopre che l’unica soluzione per vivere è il trapianto. Questa drammatica notizia porta il Manicone a informarsi e conoscere questo mondo della donazione, che di solidarietà non ha eguali. Da questo punto in poi la sua vita ha assunto una forma diversa. «Donarsi in vita e dopo la vita», questo il leit motiv di Enzo e della sua associazione che ormai conta 180 iscritti e 10 volontari solo nel potentino. «Noi siamo qui per ascoltare, aiutare quanti hanno bisogno di un sostegno e di un conforto, abbiamo uno sportello d’ascolto e una sociologa a disposizione, la dottoressa Antonietta Di Lorenzo», dice Enzo. «A noi possono rivolgersi tutte quelle persone che hanno necessità di informarsi e vogliono essere aiutati anche nei piccoli impegni quotidiani, dalla prenotazione di una visita medica al supporto morale - continua Manicone - Il nostro lavoro si impegna in toto sul- la sensibilizzazione e promozione e visti gli importanti risultati raggiunti, apprezzati a livello nazionale, abbiamo motivo di credere che presto la sede provinciale dell’Aido che si trova a Rapolla, venga trasferita nel capoluogo di regione». Sono 9000 le persone che a livello nazionale aspettano un trapianto, 327 sono solo bambini. Più si fanno espressioni di volontà, più sarà la serenità delle persone che si trovano in lista di attesa. L’appello che il Presidente lancia è quello di donarsi ora e dopo, pur consapevole del coinvolgimento emotivo dei familiari che, nella triste occasione, può prevalere sulla chiara e definitiva volontà del donatore stesso. «Donare un anello alla fidanzata, donare una cravatta al papà, sono gesti di profondo affetto, ma donare qualcosa di tuo a qualcuno che nemmeno si conosce è qualcosa di straordinario e di generosità assoluta». Veronica D’Andrea © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 17 Saccheggiato lo stabilimento abbandonato di Tito Scalo: indagini dei carabinieri Ladri in azione alla Daramic Prelevato un grosso quantitativo di rame, per centinaia di migliaia d’euro POTENZA - Sono entrati nello stabilimento abbandonato e hanno razziato quanto di più pregiato, rame in particolare. E' accaduto la scorsa settimana all'ex Daramic di Tito Scalo. Difficile realizzare una stima del bottino, ma se si considera il quantitativo di materiale prelevato è ragionevole parlare di centinaia di migliaia di euro, com'è ragionevole pensare che i ladri abbiano avuto svariate ore per operare in assoluta tranquillità, smontando e caricando il frutto del loro “lavoro” su un mezzo pesante con cui poi è stato portato via. Ad accorgersi di quanto successo sarebbero stati gli attuali responsabili dell’impianto che hanno allertato i carabinieri. Le pattuglie sono arrivate sul posto una prima volta domenica mattina, e una seconda mercoledì, per effettuare tutti i rilievi del caso. Spetterà ai militari adesso provare a rintracciare i ladri, che potrebbero provenire anche da fuori regione come testimoniano le cronache degli ultimi mesi di scorribande simili messe a segno a Potenza e non solo. Il colpo alla ex Daramic arriva a BREVI L’APPUNTAMENTO/1 Piazza arancione contro il razzismo Il sito Daramic quasi 6 anni dall'inizio della vertenza, 3 dal presidio dei lavoratori per evitare che qualcuno portasse via i macchinari, dopo il fallimento del piano di reindustrializzazione di Sistema srl e la “scomparsa” dalle casse della controllata Step One, che ha rilevato impianto e dipendenti, dei soldi degli incentivi all'esodo e di parte del trattamento di fine rapporto. Su tutta la vicenda è in corso tra i vecchi soci un contenzioso di cui da tempo si sono perse le tracce. Le ultime notizie risalgono a febbraio dell'anno scorso quando un tragico incidente stradale ha spezzato la vita del giovane amministratore delegato di Sistema e Step One. Il 38enne Davide Longa che viveva a Livigno, in provincia di Sondrio, è morto in Valtellina mentre si stava dirigendo verso il capoluogo, in un incidente che ha Terminati i lavori dei locali di via Adriatico Campagnia: «Assegnarli subito Evitare che siano vittime di vandali» NEL verificare lo stato di avanzamento dei lavori di realizzazione dei locali posti al di sotto di piazza Adriatico, il vicesindaco e assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Pietro Campagna ha potuto constatare come «gli spazi siano ormai pronti per essere assegnati. Rimangono da espletare le ultime formalità come gli allacci delle utenze. È importante invece riuscire ad assegnare i locali già entro Pasqua. Si tratta di spazi – ha ribadito Campagna – che potranno e dovranno essere utilizzati esclusivamente per attività aventi finalità sociali». Con i lavori praticamente completati, assegnare velocemente i locali significa evitare che questi spazi «cadano nel degrado o finiscano per essere oggetto di eventuali atti vandalici, cosa che comporterebbe ulteriori spese e allungamento complessivo dei tempi di consegna». Al sopralluogo presenti anche una delegazione del Comitato di quartiere di Poggio Tre Galli guidata dal presidente Vincenzo Iacovino, dirigente e funzionario dell’Unità di direzione Opere pubbliche. Si tratta di circa 600 metri quadrati divisi grosso modo in due spazi equivalenti con ingrassi separati, con complessivamente 8 ambienti e due sale da 100 metri quadri ciascuna, oltre ai servizi igienici. «La volontà dell’amministrazione che si andrà a concretizzare attraverso l’assegnazione è quella di dotare il popoloso quartiere potentino di uno spazio aggre- Il sopralluogo nei locali di via Adriatico gativo che, insieme alla parrocchia e al parco dell’Europa Unita, diventi l’autentico cuore pulsante della vita sociale del rione. Con la medesima finalità siamo intervenuti, in occasione degli importanti lavori che hanno interessato parte della fogna- tura di via Anzio, per migliorare l’accessibilità alla piazza, facilitando la percorribilità della gradinata e consentendo anche alle persone diversamente abili e alle mamme con i propri carrozzini di fruire pienamente degli spazi a disposizione». dell’assurdo: era sceso dalla sua auto e si era fermato sul ciglio della strada per capire cosa fosse successo a un camion fuoriscito di strada e finito sui binari ferroviari. Ma l’imprenditore è stato letteralmente travolto dai rottami del mezzo contro cui, nel frattempo, si è schiantato a un treno in corsa che non è riuscito a fermarsi prima del violento impatto. [email protected] Sicuri in rete, difendersi dal cyberbullismo Arriva il truck della Postale in piazzale Verrastro per studenti e insegnanti SI chiama “Una vita da social” ed è la campagna educativa itinerante su social network cyberbullismo, adescamento, sicurezza e violazione della privacy online. Organizzata dalla Polizia di Stato, la campagna farà tappa a Potenza sabato 22 marzo. Nel piazzale di via Verrastro, nei pressi della Regione, il truck di 18 metri della Polizia Postale, allestito con un’aula didattica multimediale con postazioni internet sarà pronto ad ospitare studenti, genitori e insegnati. Obiettivo della campagna educativa itinerante, realizzata in collaborazione con il Miur, è la sensibilizzazione e la prevenzione sui rischi e pericoli dei social network e del Cyber bullismo. Il truck partito da Roma ha toccato diverse città prima di raggiungere la Basilicata. Gli operatori della Polizia Postale, dalle ore 9.30 alle ore 16.00, saranno a disposizione per dare consigli sull’utilizzo sicuro, consapevole, responsabile e critico di internet. Sarà presente anche il trio cabarettistico lucano “La Faina” testimonial dell’iniziativa. Incontri istituzionali: Superbo in visita dalle Fiamme Gialle Il grazie per l’impegno costante L’ARCIVESCOVO di Potenza, Agostino Superbo, ha fatto visita al Comando Regionale Basilicata della Guardia di Finanza. Superbo è stato accolto dal comandante regionale Valerio Zago, dal comandante provinciale di Potenza Gianluca Dinoi e dal cappellano militare don Domenico Pitta. Al termine dell’incontro è stata celebrata una Santa Messa in occasione del periodo quaresimale, tempo di avvicinamento alla Santa Pasqua, a cui ha partecipato anche una rappresentanza di militari appartenenti IN occasione della Giornata Mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, che si celebra in tutto il mondo il 21 marzo di ogni anno il Dipartimento ministeriale per le Pari Opportunità, tramite l’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) organizza la decima edizione della settimana contro il razzismo, una campagna di sensibilizzazione contro tutte le forme di razzismo e intolleranza. «Ancora oggi, sono tanti i vergognosi episodi di razzismo che ledono non solo la dignità delle vittime ma anche l’intero Paese», commenta l’assessore con delega per la Pace Emiddio Fiore. Il Comune di Potenza tramite l’assessorato affidato a Fiore, in collaborazione con l’associazione di promozione sociale “Le rose di Atacama”, aderisce alla campagna: colorare di arancione la propria città. Per questo si è deciso di colorare di arancione piazza Mario Pagano (piazza Prefettura) oggi 21 marzo, «affinché sia una giornata gioiosa e di festa, ma anche un segnale simbolico e al contempo concreto, della volontà del paese di dire ‘no’ alle discriminazioni» conclude l’assessore Emiddio Fiore. L’APPUNTAMENTO/2 Interrogazioni in consiglio IL consiglio comunale è stato convocato, in seduta ordinaria di prima convocazione, presso la sala delle riunioni di via Nazario Sauroper il giorno 26 marzo 2014, alle ore 8.00. In ordine del giorno diverse interrogazioni legate a servizi o bisogni della cittadinanza. Come, per esempio, l’interrogazione del consigliere Becce sul teatro Stabile. È prevista anche una mozione presentata da vari consiglieri sul rischio chiusura uffici provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Potenza e accorpamento alla Calabria. TRIBUNALE DI POTENZA Ufficio Esecuzioni Immobiliari Nel procedimento di esecuzione immobiliare n. 92/03 R.G..E - Il G..E., all’udienza del 23/05/2014, ore 12,00, presso il Tribunale di Potenza, aula delle Pubbliche udienze, procederà alla vendita SENZA INCANTO del bene sotto descritto; - nel caso non pervengano offerte di acquisto la VENDITA CON INCANTO sarà tenuta il giorno 20/06/14 alle ore 12.00 ; - LOTTO C: terreno seminativo in agro del Comune di Corleto Perticara, loc. Montagnola, in catasto terreni al foglio 99, p.lla 116, classe 2 di ha 1 are 53 ca 20 ; prezzo base d’asta già ridotto di ULTERIORE 1/4 : € 2.868,75. - Le offerte di acquisto senza incanto dovranno essere presentate nella Cancelleria entro le ore 12,00 del giorno prima dell’udienza del 23/05/2014, corredata di assegno circolare non trasferibile intestato a Tribunale di Potenza, per l’importo pari al 10% del prezzo offerto, a titolo di cauzione. - Le offerte di acquisto con incanto dovranno essere depositare presso la Cancelleria entro le ore 12.00 del giorno prima dell’udienza del 20/06/2014, corredata di un assegno circolare, non trasferibile, intestato al Tribunale di Potenza, per l’importo pari al 10% del prezzo posto a base d’asta, a titolo di cauzione. Le offerte minime in aumento rispetto al prezzo a base d’asta non potranno essere inferiori ad € 200,00. La visita di Superbo alle Fiamme Gialle di Potenza alle varie categorie dei reparti alla sede di Potenza. Al termine della funzione religiosa Superbo ha augurato una serena Pasqua, esprimendo ai militari profonda stima e gratitudine per l’ottimo servizio fornito quotidianamente in favore della comunità. L’aggiudicadario dovrà versare la differenza del prezzo (detratta la cauzioni di cui sopra) entro un termine massimo di 60 giorni dalla data di aggiudicazione sul libretto in atti. Maggiori informazioni in Cancelleria – Ufficio Esecuzioni Immobiliari – Via Nazario Sauro piano quarto - e sui siti Internet www.astegiudiziarie.it, www.tribunalepotenza.astegiudiziarie.it. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 20 Potenza e provincia Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Ieri il tavolo tecnico tra l’assessore Berlinguer e i soggetti gestori «Pantano, un’area da valorizzare» Per la zona del lago è allo studio un progetto di sviluppo sostenibile POTENZA - «Valorizzare il lago di Pignola sotto il profilo della fruibilità e della sostenibilità è un’occasione da non perdere». E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Aldo Berlinguer a margine di un tavolo tecnico tenutosi ieri in Regione, con tutti i soggetti che compartecipano alla gestione dell’area. Si tratta del Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia di Potenza, proprietario dell’invaso, della Provincia di Potenza, titolare dell’area, del Wwf che, mediante il Ceas “Nova terra”, dal 2002 gestisce le attività dell’Oasi, e del Comune di Pignola, che ospita l’area nel suo perimetro. Il lago di Pantano, nato come invaso artificiale ad uso industriale, ha modificato negli anni questa funzione, diventando luogo di svago per l’hinterland di Potenza, grazie al suo contesto naturalistico. Lariserva regionale Lago L’incontro alla presenza di Berlinguer Pantano di Pignola,infatti, della Provincia di Potenza, èarea naturale protettaisti- nel quale vengono curati tuita nel1984, riconosciuta circa 200 animali ogni anzona Sito di importanza co- no. Nel corso dell’incontro munitaria, Zona a Protezio- di ieri si è condiviso un nuone Speciale e zona umida vo progetto di sviluppo so“Ramsar” di importanza in- stenibile dell’area che tenga ternazionale. conto delle sue peculiarità e Il Ceas “Nova Terra” inol- potenzialità, ma soprattuttre, gestisce il Centro di re- to che ridisegni il ruolo decupero di animali Selvatici gli attori attualmente coin- volti e presenti al tavolo. L’idea, proposta dal Comune di Pignola, è quella di una gestione finalizzata ad attività di intrattenimento, ad eventi culturali e ad una maggiore fruizione del lago, di cui lo stesso sarebbe disposto a farsene carico, salvo giungere, nel medio periodo, all'acquisizione dell'intero invaso. Il progetto solleverebbe l’Asi dalla gestione ordinaria del lago, pur rimanendone proprietaria. L’amministrazione regionale, che sta fungendo da cabina di regia, ha ipotizzato la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa, sul modello di quello già vigente per la riserva naturale speciale dei Calanchi di Montalbano Jonico, che disciplinerebbe i rapporti fra le parti e consentirebbe una gestione virtuosa del Lago. La riunione è stata aggiornata ai prossimi giorni; intanto, gli uffici regionali lavoreranno ad una bozza di intesa da sottoporre alle parti “Prima/Vera rinascenza d’amore” è promossa da Tomangelo Cappelli Nel segno di Musmeci Corteo di giovani per ricordare il grande ingegnere romano “GRANDE Festa della ‘Prima/Vera Rinascenza d’Amore: I Giovani abbracciano Ponte Musmeci”. E’ il titolo della manifestazione in programma per oggi che punta sulla conoscenza e promozione del Patrimonio artistico e culturale. L’appuntamento è per le ore 9.30 nel piazzale della Stazione di Potenza Centrale «dove i giovani – spiega Tomangelo Cappelli, ideatore dell’iniziativa - si raduneranno per poi iniziare una passeggiata emozionale in fila indiana lungo la stradina adiacente le Scale Mobili in direzione di Viale Marconi per attraversare, mano nella mano, Ponte Musmeci, lungo la prima corsia a sinistra in direzione Basentana. I giovani percorreranno il Ponte e quando lo riempiranno interamente sventoleranno un fazzoletto di cotone o di carta, bianco o colorato. La Passeggiata proseguirà in direzione dell’Area pedonale del Parco del Basento, dove in corrispondenza delle arcate inferiori del Ponte Musmeci, icona dell’Evento, verrà allestito un Palco per la esibizione di Giovani talenti del Liceo Artistico, del Liceo Musicale e dell’Istituto Alberghiero di Potenza e dell’Ensemble “Viaggio TRIBUNALE DI POTENZA (Sezione Fallimentare) Fallimento N.R.F. 575/2007 Giudice Delegato dott. Ivano Caputo Curatore dott. Vincenzo Moccia ***** ***** ***** BANDO DI GARA PER LA VENDITA DEL COMPLESSO INDUSTRIALE “OPIFICIO MULINO” NEL SUO INSIEME Ovvero e in alternativa DELLE SOLE ATTREZZATURE DA UNA PARTE E DELLA SOLA PARTE IMMOBILIARE DALL’ALTRA Il complesso è ubicato nel COMUNE DI VENOSA (PZ) Si rende noto che il curatore del Fallimento N.R.F.: 575/2007, Dott. Vincenzo Moccia, con studio in Melfi (Pz) 85025, alla Via San Francesco, 24, Tel. 0972/237338, Fax. 0972/237339, posta elettronica [email protected] pone in vendita, con procedura aperta e in maniera alternativa tra loro: MOLINO sito in Venosa, (PZ) Strada Ofantina, 38 PER LA PRODUZIONE DI SEMOLA DI GRANO COMPRENSIVO DI IMMOBILI ED ATTREZZATURE Prezzo base € 432.000,00 (euro quattrocentotrentaduemila/00) ovvero LA SOLA PARTE IMMOBILIARE DEL PREDETTO MOLINO Prezzo base € 380.160,00 (euro trecentottantamilacentosessanta/00 e LE SOLE ATTREZZATURE DEL PREDETTO MOLINO Prezzo base € 51.840,00 (euro cinquantunomilaottocentoquaranta/00) La vendita, fissata per il giorno 07/05/2014 avverrà al miglior offerente con offerte pari o superiori al prezzo base. Il disciplinare di gara recante le modalità di partecipazione e la stima peritale possono essere richieste in copia al curatore ai riferimenti sopra indicati, ovvero prelevato direttamente dal sito specializzato in aste giudiziarie www.astegiudiziarie.it e dal sito www.tribunale.potenza.it. Il Curatore - Dott. Vincenzo Moccia - al Cuore della Vita”». Per l’occasione verranno presentati alcuni prodotti specifici relativi ad attività di marketing per la promozione del Programma Umanitario promosso sempre da Cappelli ‘VVV: Vivi una Vita che Vale’ tra cui un gustoso cioccolatino al Ficotto, a forma di cuore, preparato dai maestri pasticceri dell’Istituto Alberghiero di Potenza, un adesivo con il logo del Ponte Musmeci e opere in estemporanea create dagli allievi del Liceo Artistico di Potenza che verranno poi esposte all’interno di edifici pubblici. BRIENZA Comunali, nota di Sel «Pd supponente» BRIENZA - E’un Pd «supponente» e «arrogante» quello descritto dal circolo di Sel di Brienza. Al centro della diatriba le prossime elezioni comunali. «Qualche mese spiega una nota del partito fa in un incontro preliminare chiesto da Sel con il Pd, abbiamo mostrato con forza la nostra volontà di creare una discussione larga estesa alla popolazione non partitica e senza pregiudizi su un programma condiviso capace di risollevare la tristezza sociale e politica della città burgentina. A quanto pare però quelle aperture che sembravano prendere corpo in quella riunione, erano solo fumo negli occhi. Quella del Pd è certamente una grande responsabilità come massima espressione politica dei cittadini burgentini ma anziché aprire un dibattito con tutte le forze di centrosinistra per creare davvero un gruppo capace e coordinato da un programma che non crei dopo dei fraintendimenti, si è concentrato nell’appagare tutte le anime che lo compongono». «Volevamo concordare con il Pd una visione di atti amministrativi continua - capaci di sottrarre Brienza da quella morbosa immobilità di cui è affetta da anni e non dalla sola ultima legislatura. Volevamo insieme tagliare i ponti con la brutta politica del passato». «Invece - conclude la nota - tutto questo non è stato possibile, con la solita arroganza, il Pd pare voglia sottoporci un programma già scritto e con candidature già stabilite. Noi da questo castello di carta decidiamo di stare fuori». “CAMPIONI SENZA TRUCCO” Il manifesto dell’iniziativa La scuola in campo per combattere la piaga del doping POTENZA - Combattere il doping, eliminare le devianze giovanili grazie alla pratica dello sport. E’ questo il senso di “Campioni senza trucco” l’iniziativa presentata ieri mattina nella sede della Rai di Basilicata dal direttore Fausto Taverniti di cui “Il Quotidiano” è media partner insieme all’ufficio scolastico provinciale e i presidi di numerosi istituti superiori particolarmente sensili nel motivare i circa 500 ragazzi. La Federazione Italiana Giuoco Calcio, presieduta da Giancarlo Abete ha elaborato un volume nel quale sono evidenziate le fasi storiche, le criticità, gli aspetti nutrizionali, etici e deontologici della pratica agonistica. Un volume piccolo e maneggevole che coadiuva le società agonistiche nella pratica dello sport sano, quello legato ai valori autentici della vita. Potenza, grazie al lavoro di Fausto Taverniti è stata scelta nel progetto insieme a Crema, Firenze e Pescara. Nel capoluogo lucano l’iniziativa si terrà il prossimo 3 aprile. Durante la mattinata è previsto un convegno presso l’Auditorium del Conservatorio Gesualdo da Venosa di Potenza. Di pomeriggio, invece si svolgerà una gara di calcio juniores tra le rappresentative di Potenza e Matera, ospiti d’eccezione l’ex campio- ne del mondo Franco Selvaggi, il tecnico Bortolo Mutti e il difensore potentino, Francesco Colonnese che ha militato nell’Inter e nella Roma. Sempre nel pomeriggio è programmata la proiezione di un video messaggio ad opera di Andrea Baldini, campione di fioretto. Ogni città sceglierà i tre migliori video che i ragazzi sono chiamati a produrre e li trasmetterà ad una commissione centrale che selezionerà per ogni comune il più rappresentativo allo scopo del progetto. Le commissioni selezionatrici saranno composte dai rappresentanti delle istituzioni che a vari livelli hanno contribuito alla realizzazione del progetto, Figc, Amministrazioni Comunali, Unicef e Miur e da personalità del mondo dello sport e dell’informazione. I ragazzi autori dei quattro video prescelti parteciperanno alla giornata conclusiva del progetto che si svolgerà a Coverciano presso il Centro Tecnico Federale. Anche il mondo del calcio si mobilità per combattere una piaga storica e dannosa che crea non pochi problemi agli sportivi di qualsiasi disciplina. L’iniziativa “Campioni senza trucco, dalla scuola e dalla vita” si rivolge ai ragazzi delle prime classi degli istituti di scuola secondaria di secondo grado. Francesco Menonna Potenza è stata scelta insieme ad altre 4 città italiane RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] MELFI Il sindaco Valvano: «Puntiamo a dare ai giovani nuove opportunità» Progetto Key: assegnate le borse di studio MELFI - E’ un’opportunità non solo per formarsi, ma soprattutto per confrontarsi con altre culture facendo un lavoro. E’ questo lo spirito del progetto Key, nato nell’al bito di “Leonardo” e che permetterà a 4 ragazzi di vivere un’esperienza di 13 settimane a Malta. Ieri l’amministrazione comunale ha consegnato le 4 borse di studio. Il sindaco, Livio Valvano, ha sottoscritto i contratti per l’attuazione dei tirocini “Leonardo Da Vinci” nell’ambito del “Lifelong Learning Programma” alla presenza dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Lucia Mocca e dei beneficiari: Luca Famoos Paolini (Roma), Claudio Suriano (Roma), Alfredo Moscaritolo (Melfi) e Costanza Corona (Melfi). Per il sindaco, Livio Valvano «si punta a dar vita a nuove opportunità per i giovani attraverso la loro attiva partecipazione ad attività di formazione continua al fine di far accrescere il proprio know how, facilitando l’occupabilità e la partecipazione al mercato del lavoro europeo. In linea con quanto previsto dalla Strategia di Lisbona, l’obiettivo generale del Progetto Key è quello di incentivare l’ ap- Alcune immagini dell’incontro di ieri prendimento permanente per uno sviluppo economico sostenibile, per nuovi e migliori posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale garantendo nel contempo un futuro più competitivo per le nuove genera- zioni». «Per l’Amministrazione Valvano è una priorità sostenere l’investimento formativo sui giovani – ha detto l’assessore Moccia - affinché acquisiscano competenze a largo raggio in set- tori più disparati al fine di incrementare il proprio background attraverso le nuove forme di mobilità transazionali». A breve saranno effettuati anche i colloqui di selezione per le altre 33 borse di studio sia per la Spagna e sia per il Regno Unito (secondo flusso). Il 9 ed il 10 aprile partirà la formazione linguistica, culturale e pedagogica per gli assegnatari del primo flusso destinazione Regno Unito. RAPOLLA Il valore della corrente asportata dall’uomo è di circa 2.000 euro Ennesimo furto di energia E’ il terzo caso in pochi giorni. I carabinieri hanno arrestato un quarantaquattrenne RAPOLLA - E’ il terzo episodio in pochi giorni. Il segno che “il fenomeno”sta assumendo proporzioni notevoli se si tiene conto che si sono verificato in un piccolo paese come Rapolla. Non siamo all’emergenza sociale, ma il furto di energia elettrica è anche frutto del nostro tempo. Le motivazioni che spingono i cittadini ad “allacciarsi” in maniera fraudolenta alla linea elettrica possono esse- Una pattuglia di carabinieri re diverse. Da non trascurare l’elemento “crisi” che molto spesso spinge a commettere questi tipi di reati. I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Melfi, hanno scoperto l’ennesimo arrestando un cittadino romeno domiciliato nel comune di Rapolla. L’accusa è furto aggravato continuato di corrente elettrica. Questa volta a cadere nelle rete dei militari è stato S.G., di anni 44, di origine romena, da anni residente in basilicata. l’uomo, che lavora in qualità di operaio precario allo scopo di alleggerire la bolletta, ha pensato bene di rimuovere i sigilli del contatore della propria abitazione allacciandosi alla rete. Ad accertare la manomissione è stato un tecnico dell’Enel nominato dai carabinieri ausiliario di polizia giudiziaria. Il valore della corrente elettrica asportata è di circa 2.000 euro. L’uomo accompagnato in caserma per le incombenze del caso, è stato dichiarato in arrestro e, su disposizione del magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di potenza, tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. MELFI Presentato il cartellone della manifestazione Porte aperte al Mediashow MELFI - Tutto è pronto a Melfi per la sedicesima edizione del Mediashow, olimpiade multimediale organizzata dal liceo scientifico Federico II di Svevia in accordo con il Miur e che si svolgerà dal 28 al trenta marzo prossimo. Anche quest’anno il mediashow è rivolto a studenti delle scuole medie superiori che si confronteranno sulla produzione di un prodotto multimediale. Nell’ambito dell’evento si svolgerà anche il tradizionale corso di aggiornamento per docenti su temi inerenti la multimedialità, le nuove tecnologie ed i nuovi ambienti di apprendimento. L’evento, cui parteciperanno oltre 150 studenti, si concluderà con la presentazione delle opere multimediali prodotte dalle scuole partecipanti e realizzate in classe nell’ambito delle attività scolastiche. Quattro le delegazioni di studenti stranieri che quest’anno arriveranno da Cina, Svezia, Ungheria ed Albania: “anche se per problemi burocratici – spiega il dirigente scolastico del liceo Federico II, Michele Corbo - non siamo riusciti ad ospitare altre delegazioni straniere. Contiamo di farlo il prossimo an- VENOSA Effettuati interventi sulla pavimentazione dello slargo Piazza Orazio torna a splendere VENOSA - Dopo l’articolo denuncia del nostro giornale torna a risplendere la piazza più importante della città, piazza Orazio. Fino a pochi giorni fa, il pavimento del più importante luogo di incontro della città, in alcuni punti, era completamente rotto, ridotto ad una gruviera, fino al punto che alcuni pedoni sono rimasti vittime di cadute. C’è voluto l’intervento dell’ex sindaco, Donato Bellasalma (che proprio in questa piazza negli anni ’90, si incatenò insieme all’intero consiglio comunale per de- La piazza prima e dopo gli interventi nunciare il degrado viario per raggiungere la cittadina oraziana, a distanza di 20 anni, le cose non sono cambiate!) con foto e com- mento, per smuovere qualcosa per questa piazza. Infatti, era in cantiere per questa piazza proprio un progetto di recupero che il Commissario Prefettizio che regge il Comune di Venosa ha finalmente attivato. l. z. no per dare un respiro ancora più internazionale al Mediashow”. Tutte le scuole di Melfi, a vario titolo, saranno coinvolte in un evento che ormai caratterizza la stagione scolastica italiana. “Negli ultimi anni –conclude il preside, Michele Corbo – si sono effettuati numerosi investimenti in tecnologie basate su mobile devices, ebook, ambienti ed arredi tecnologici. A fronte di ciò, tuttavia. Le agenzie dedicate alla formazione degli insegnanti hanno smesso di organizzare e fornire efficaci corsi di aggiornamento su vasta scala aventi come focus le didattiche innovative con l’impiego delle tecnologie digitali, perdendo di vista, probabilmente, il lavoro sulle competenze”. Saranno proprio questi i temi che si affronteranno a Melfi dal prossimo 28 marzo durante la sedicesima edizione del Mediashow. Le scuole partecipanti saranno circa sessanta in rappresentanza di 14 regioni italiane. I premi per i primi dieci studenti classificati saranno in denaro assieme a strumenti tecnologici, pacchetti software e libri. v. l. A Rionero Paolo Albano e i suoi scritti vaganti RIONERO - “Basilicata al bivio. Svolta o declino?” E’ il titolo di un simposio attorno agli scritti di Paolo Albano che si terrà questo pomeriggio alle 17 nella biblioteca “Fortunato” di Rionero. Oltre a Paolo Albano autore del libro: “I pesci non sanno l’acqua”, saranno presenti il sindaco Antonio Placido e poi Giampaolo D’Andrea, Piero Di Siena e Giuseppe Molinare. A coordinare gli interventi sarà Costantino. L’evento è promosso dall’assessorato alla Cultura del comune di Rionero e dal centro annali “Nino Calice”. La copertina del libro di Albano RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 22 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] LAGONEGRO Ma restano aperte alcune questioni LAGONEGRO Presentata l’istanza per la scarcerazione del padre di Dopo le polemiche, partito verso il chiarimento interno Pasquale Di Silvio Segnali di pace nel Pd LAGONEGRO - Mercoledì scorso, presso la sala congressi del Midi Hotel dal momento che si sta ancora cercando una sede idonea per ospitare la sezione locale, si è svolta la prima assemblea ufficiale del Consiglio direttivo del Partito Democratico, al fine di ratificare l'elezione dei nuovi componenti della segreteria. Il clima era fiducioso e propositivo, anche se non sembrano affatto risolte tutte le criticità emerse in seno all'ultimo congresso, che hanno portato ad una evidente lacerazione del partito: da un lato gli organismi appena eletti e dall'altro quasi tutti gli assessori e gli esponenti di maggioranza di centro-sinistra, con in testa il sindaco Domenico Mitidieri e la Presidente del Consiglio comunale, dott.sa Giuseppina Ammirati. Si attende ancora la verifica interna con possibile rimpasto di giunta, ed una prima riunione ci dovrebbe essere probabilmente La riunione del Pd martedì prossimo, ma intanto si è pensato di costituire un gruppo di contatto capace di ricucire lo strappo; anche per superare l'attuale situazione di stallo che non giova a nessuno, determinata, secondo alcuni, dal mancato riconoscimento della nuova segretaria e dalla volontà di parte degli iscritti di sottrarsi al confronto. Evidenti anche l'altra sera infatti, sono state le assenze di tutti gli amministratori, unico giustificato ufficialmente per impegni istituzionali è stato proprio il Sindaco, che pure erano stati invitati per aprire una discussione sui risultati finora raggiunti e sulla programmazione futura. C'era solo l'Assessore al turismo ed alle attività produttive Mimmo Camardo, che ha evidenziato con forza la propria posizione personale paventando addirittura l'ipotesi di rimettere il suo mandato e lamentando una marginalizzazione ed un mancato coinvolgimento nelle scelte politiche», immediatamente ripreso e sostenuto dall'ex capogruppo Pasquale Mitidieri, che ha ribadito essere stata questa la ragione fondamentale delle sue dimissioni. Dopo un dibattito articolato che ha trattato varie tematiche la segretaria Assunta Mitidieri ha convocato una prossima seduta, nella quale verrà discusso ed approvato il nuovo regolamento e si affronteranno le questioni delle elezioni del segretario regionale e della campagna di mobilitazione per le imminenti consultazioni europee. Fabio Falabella VILLA D’AGRI L’arteria è stata rimessa a nuovo Restyling per la Ss 276 La strada era soprannominata “bucanville” VILLA D’AGRI – Finalmente realizzati i lavori di rifacimento sulla ex SS 276, il tratto di strada di via Nazionale che connette il bivio della statale 598 fino all’uscita del paese, congiungendo l’arteria viaria di collegamento al comune di Viggiano. Gestita in precedenza dalla Provincia, oggi dall’amministrazione di Marsicovetere, versava da anni in uno stato disagevole per gli utenti che quotidianamente l’attraversano. Di fatto era stata definita dai fruitori come la “bucanville” della Valle, per il problema delle buche presenti sul manto stradale. Una sorta di mulattiera “moderna” che aveva sollevato diverse lamentele per i disagi creati nella circolazione. Oltre allo stato dell’asfalto – spesso anche in manutenzione ordinaria - le buche ormai non si contavano più e negli ultimi tempi era diventato ancora più difficile da transitare. Con poco meno di 70 mila euro di fondi comunali, la strada è stata rimessa a nuovo. Effettuati i lavori di scarificazione e di rifacimento del manto stradale. La novità a bre- ve: eliminati i dorsi, si inseriranno i gabbiotti per postazioni di autovelox in alcuni punti strategici del tratto stradale, per consentire agli automobilisti di rispettare i limiti di velocità. Un’opera che rappresenta per l’assessore comunale alla viabilità, Marco Zipparri «l’ultimo tassello annunciato – spiega con soddisfazione - della programmazione sulle opere pubbliche. Il tratto asfaltato – prosegue - rappresenta un’importante collegamento non solo per Villa d’Agri, ormai riconosciuto centro servizio dell’alta val d’agri, ma anche per il comune di Viggiano, quale meta di turismo religioso ed estivo». E per i ritardi nell’intervento, riferisce «via Nazionale o meglio conosciuta come ex SS276, non era comunale. E’ stata realizzata dall’Anas – ha evidenziato - gestione urbana, proprietà della Provincia. E’ la strada più trafficata e i vigili urbani spesso sono intervenuti. I rallentamenti – ha affermato - sono, poi, stati accentuati anche dalle opere delle acque bianche e nere di Acquedotto Lucano (attualmente in corso). I lavori concludono – ha aggiunto l’assessore comuna- Il manto stradale rifatto le - la road map della viabilità di servizio delle contrade, quelle del centro storico di Marsicovetere, quelli delle contrade rurali, della 167 e del collegamento del monte Volturino». Insomma per l’amministratore «sul fronte della viabilità, si è fatto molto nel centro marsicovetere», contando «opere – chiarisce - per un totale di 14 – 15 chilometri di strada su tutto il territorio comunale e con una spesa – conclude - di circa 2 milioni di euro nei cinque anni». Angela Pepe La manifestazione organizzata per ricordare il giovane Pasquale Di Silvio LAGONEGRO - Con una fiaccolata gli amici e parenti hanno voluto ricordare il giovane Pasqualino Di Silvio. C'erano circa duecento persone, tra cui alcuni compagni di classe di Pasqualino, venuti appositamente dall'Istituto Alberghiero di Maratea. È stato un corteo rispettoso e silenzioso, che ha attraversato tutto il paese, per giungere al parcheggio multipiano, in prossimità del luogo dove è stato ucciso il giovane e dove è stato deposto un mazzo di fiori. Al termine è stato osservato un minuto di raccoglimento, sfociato in un applauso spontaneo ed accorato, mentre alcuni ragazzi componevano una scritta con le candele ed in cielo venivano liberati palloncini bianchi e una colomba portata dalla ex fidanzata, l'unica che è riuscita a pronunziare poche parole, in lacrime. Non erano presenti alla cerimonia il padre ed il fratello maggiore, Nicolino ed Antonio Di Silvio, «ancora sottoposti a misure cautelari - sottolinea il legale di parte avvocato Antonio Boccia - Nicolino è detenuto nel carcere di Sala Consilina, ma abbiamo presentato istanza al Tribunale del riesame di Potenza per chiederne la scarcerazione a causa di gravi problemi di salute; Antonio per fortuna è già uscito, grazie ad un permesso speciale per ottemperare ai suoi obblighi scolastici, visto che quest'anno ha l'esame di maturità, ed al momento rimane sottoposto esclusivamente al regime degli arresti domiciliari in attesa dello sviluppo delle indagini». «A breve - ha concluso l’avvocato della famiglia - dovrebbero essere disponibili i risultati dell'esame autoptico, che sicuramente aiuteranno a fare luce su questa triste vicenda, noi siamo molto fiduciosi». In un corteo il ricordo del ragazzo ucciso f. f. MERCURE Il consigliere ha presentato un’interrogazione al governatore Centrale, Romaniello chiede spiegazioni MERCURE - Torna d’attualità la questione legata alla centrale del Mercure. Ad accendere i riflettori sull’annosa questione che vede contrapposte due fazioni (i pro e i contro la riattivazione) è il consigliere regionale Giannino Romaniello, presidente del Gruppo “Sinistra, Ecologia, Libertà” in Consiglio regionale che ha presentato una interrogazione al Presidente della Giunta regiona- le. Ricordando che «il Consiglio regionale ha approvato, il 3 novembre 2010, una mozione con cui esprimeva un orientamento contrario alla riattivazione della Centrale”, il consigliere di Sel chiede di conoscere “quali iniziative sono state assunte dalla Giunta regionale per rispettare l’orientamento contrario del Consiglio alla riattivazione della Centrale del Mercure e qua- li siano le motivazioni per le quali, a distanza di quasi 3 anni e mezzo dall’approvazione della mozione, non si è provveduto ad attivare le necessarie indagini ambientali finalizzate a determinare il ‘punto zero’». Romaniello intende sapere, inoltre, «se e in quale occasione la Regione è stata coinvolta in iniziative finalizzate a dare corso alla decisione dell’Enel di riattivazione della Centrale e qual è stata, in tale contesto, la posizione espressa dall’Ente; le motivazioni che hanno portato la Regione a partecipare al tavolo attivato al ministero dello Sviluppo economico per valutare ‘misure di compensazione’, considerato che la norma che ne regolamenta la materia demanda ad un Decreto Interministeriale l’individuazione degli enti, la quantificazione, la natura e le finalità; per quali ra- La centrale del Mercure gioni non si è attivato il tavolo al ministero dell’Ambiente e della Salute, considerate le implicazioni che una eventuale riapertura della Centrale determina sull’ecosistema della valle e la salute dei cittadini». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] AGROMONTE La struttura avrebbe dovuto ospitare rifugiati politici siriani «Qualche razzista fomenta l’odio» Duro il sindaco Di Maria dopo l’atto vandalico nell’ex delegazione comunale AGROMONTE - Si sono verificati atti vandalici la scorsa notte nell'ex delegazione comunale di Agromonte, luogo che deve ospitare diversi nuclei familiari di rifugiati politici siriani. Non è il primo episodio del genere, perchè poco più di un mese fa all'interno del locale erano stati rotti i vetri delle finestre. «C’era già stato un atto vandalico più di un mese fa ma l'avevamo inteso come una bravata - commenta amareggiato il Sindaco Fausto De Maria - ma adesso iniziamo a preoccuparci e vogliamo assolutamente denunciare questo fatto anche agli organi d'informazione. Vogliamo isolare questo episodio vergognoso che pregiudica l'accoglienza di una comunità che già si era mostrata sensibile a questo progetto. Sicuramente qualcuno poteva essere dubbioso su questa iniziativa, ma mai potevamo pensare ad una reazione del genere. Soprattutto molti giovani erano e sono entusiasti di questo progetto sociale, perchè da grande lustro al paese e porta anche La sede ex delegazione comunale presa di mira dai vandali una bella testimonianza di volontariato e di umanità. Oltre a tutto ciò in questa iniziativa lavoreranno anche delle persone latronichesi e quindi è importante anche dal punto di vista occupazionale». Un episodio sicuramente isolato, visto che la comunità di Latronico da sempre si è di- mostrata accogliente ed aperta a qualsiasi iniziativa di questo genere. «Io penso che questi atti siano opera di qualche vigliacco, qualche razzista che fomenta e crea queste situazioni gravissime. Per questo il mio appello è che chi sappia parli, perchè questa comunità non merita tutto ciò. Noi andremo avanti di fronte a questi atti intimidatori e anzi, chiederemo a tutta la popolazione di essere ancora più partecipe. Invito le Forze dell'Ordine a mettercela tutta, perchè si tratta di un gesto grave che fa male a tutti e per questo motivo mi auguro che i responsabili vengano presi al più presto». Il grave gesto però non comprometterà la buona riuscita del progetto, tanto che il sindaco in persona e tutta l'amministrazione Comunale sono già al lavoro per rimediare. «Questo atto - conclude - ci ha creato dei problemi perchè dovremo quantificare i danni e ripararli. Tutto ciò causerà dei ritardi e vedremo subito cosa si potrà rimediare per poter accogliere al meglio queste famiglie siriane. Infine il mio ultimo appello vorrei farlo a tutte le forze politiche perché condannino questo gesto senza ambiguità».In serata a esprimere solidarietà al sindaco è stato il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza. Savio Salerno Distretto alimentare, parla il presidente Suanno: «Agire in fretta per generare occupazione» LAGONEGRESE - «La crisi ha messo e sta mettendo a dura prova la tenacia dell’imprenditoria che, comunque, sta resistendo come un soldato in trincea in attesa del momento propizio o dei rinforzi per un attacco». E’ quanto afferma Giuseppe Suanno, presidente del Distretto agroindustriale rurale del Pollino-Lagonegrese e copresidente dell’Alleanza delle cooperative italiane di Basilicata, all’indomani dell’incontro organizzato dal presidente della Comunità del Parco nazionale del Pollino, Berardone, per la promo-valorizzazione dell’agricoltura dell’area Parco. «Sono le imprese – se- condo Suanno - le uniche realtà che possono generare occupazione (considerato che il pubblico da noi è già al 50% del Pil) ma per fare questo è necessario agire in fretta (il fattore tempo è determinante) e, prendo spunto dalla presentazione delle linee del Psr: occorre che tra le priorità indicate si parta dalla priorità 0 (zero) che, guardando alle reali condizioni del nostro tessuto imprenditoriale, trovi nel consolidamento, nel credito, nella patrimonializzazione delle imprese i veri pilastri su cui costruire la nuova programmazione ed avere imprese in grado di candidarsi ai benefici previsti dai futuri bandi». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] I fondi arriveranno da Governo e Regione e adegueranno tecnologicamente l’istituto Torraca, l’edificio non è a rischio Terminati i sopralluoghi dei tecnici. Il sindaco però annuncia lavori per 6 milioni «ATTUALMENTE la situazione dell’edificio scolastico che ospita la scuola media “Torraca” non desta particolare preoccupazione così come rilevato dai sopralluoghi effettuati. Il Comune di Matera, tuttavia, continuerà a monitorare le sue condizioni considerato che è trascorso quasi mezzo secolo dalla sua costruzione». Lo ha detto ieri il sindaco di Matera, Salvatore Adduce che insieme all’assessore comunale ai Lavori pubblici, Nicola Trombetta, ha incontrato, in municipio, il dirigente scolastico della “Torraca”, Marialuisa Sabino, il presidente del Consiglio d’istituto, Pino Sicolo, Angela Martulli della segreteria, Michele Lupo e Anna Maria Ambrico, dello staff di dirigenza per fare il punto della situazione in merito alle condizioni dell’edificio. «Nelle prossime settimane la Regione Basilicata sottoscriverà un accordo con il Governo per assegna- L’incontro di ieri al Comune re alla città di Matera 3 milioni di euro da destinare alla “Torraca”. Altri tre milioni di euro il Comune di Matera li ha richiesti direttamente al Governo sulla base delle indicazioni fornite dal presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. In particolare, Trombetta e Adduce, hanno specificato che il finanziamento richiesto è finalizzato non solo a rendere più sicura la scuola, ma anche a realizzare spazi di apprendimento al passo con l’innovazione digitale. “Se la scuola cambia e si rinnova –ha detto Trombetta –allora devono cambiare anche gli edifici e gli spazi educativi, secondo nuovi criteri». “L’obiettivo che vogliamo raggiungere – ha aggiunto il sindaco – è quello di garantire agli studenti un edificio scolastico sicuro, sostenibile, accogliente e adeguato alle più recenti concezioni della didattica sostenute attraverso i nuovi strumenti educativi messi a disposizione dall’innovazione tecnologica. Quando saranno resi effettivi i finanziamenti necessari avvieremo un dialogo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dai rappresentanti dell’istituto, dai genitori, le forze sindacali, per decidere insieme sul destino della Torraca». I rappresentanti della “Torraca” hanno espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro e si è deciso di aggiornarsi quando sarà definitivo lo stanziamento dei finanziamenti. Raccolta fondi per vico Piave alla scuola dell’infanzia “Rodari” Scolari dal cuore d’oro A due mesi dalla tragedia del crollo di vico Piave, non si arresta la solidarietà dei materani nei confronti dei residenti del palazzo crollato. Si è chiuso infatti, il secondo incontro di “iniziativa di beneficenza scolastica”per gli sfollati di vico Piave. Questa volta sono i piccoli della scuola dell’infanzia “ Gianni Rodari” di via Emilia a dare un segno tangibile della loro presenza. Infatti, con due spettacoli divertenti (fissati per il 13 e 19 marzo dalle ore 9.30 alle 11.30) cui ha preso parte il Mago Zeus, i bambini e i loro familiari si sono resi protagonisti di una raccolta economica da devolvere in favore degli sfollati che dallo scorso 11 gennaio si sono ritrovati senza casa a causa del crollo di una palazzina. Una piccolo gesto che rappresenta come anche i più piccoli possono essere generosi e capire il grande significato della solidarietà. “In questo periodo in cui la nostra città è stata colpita da un evento così infausto, che ha toccato grandi e piccini, l’intera cittadinanza si è stretta intorno alle famiglie coinvolte e attivato iniziative e manifestazioni di solidarietà ha detto Marialuisa Sabino dirigente scolastico dell’ex istituto comprensivo Francesco Torraca. I bimbi e le famiglie della scuola dell’infanzia “Gianni Rodari” hanno voluto contribuire a questa corsa alla solidarietà con l’organizzazione nell’edificio scolastico con due spettacoli di beneficenza con la partecipazione del Mago Zeus. Anche una festa continua Sabino può costituire momento educativo e di socializzazione sia sotto il profilo civico che culturale. Così conclude Sabino si vuole sensibilizzare i bambini con un gesto di solidarietà”. Le insegnanti della scuola dell’infanzia hanno ben accolto l’iniziativa fortemente sostenuta dai genitori, la loro collaborazione, e la sensibilità dimostrata. Michelangelo Ferrara RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 26 Matera Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it Confapi, Cna e Confindustria preoccupate per l’incremento del fenomeno ai danni delle imprese Troppi furti, serve vigilanza unica a La Martella VENTI furti consumati o tentati in una settimana e la preoccupazione che aumenta tra le imprese. Questo è quanto registrato dalle Associazioni imprenditoriali, Confindustria, Confapi e Cna dopo avere incontrato le aziende dell’area industriale La Martella. Raccogliendo l’invito del Prefetto, le tre Associazioni hanno cominciato a mettere insieme le imprese perché si addivenga alla stipula di un contratto di vigilanza unico con un istituto di vigilanza privato, valevole per tutte le aziende ubicate a Martella o comunque per quelle che decideranno di aderire. La vigilanza unica garantirà una presenza costante con una o più pattuglie dedicate all'area industriale de La Martella e consentirà un monitoraggio più puntuale. Sarà fondamentale un’adesione totale degli operatori. Ovviamente un maggior numero di aziende potrà permettere all'istituto di vigilanza di incremen- tare il numero delle pattuglie (quindi offrire un servizio migliore) ed una contestuale diminuzione dei costi. In ogni caso, la preservazione del patrimonio aziendale, soprattutto dopo gli ultimi episodi verificatisi, alcuni anche con danni fisici alle persone, vale il costo economico sostenuto. Le imprese lamentano anche la scarsa illuminazione dell’agglomerato industriale, con interi tratti di strada completamente al buio. Inoltre, propongono un accesso regolamentato all'intera area nelle ore serali e notturne e nei giorni festivi e chiedono al Consorzio per lo Sviluppo Industriale di farsi promotore dell’iniziativa, con costi da ripartire sui soggetti presenti nell’area. L’area de La Martella – sostengono le imprese – dispone di tre accessi asfaltati più alcune strade sterrate interpoderali. La chiusura notturna con appositi cancelli e la vigilan- za con presidio fisso e telecamere all’accesso principale, fatta salva la possibilità di libero accesso a tutti i proprietari, diminuirà di gran lunga gli episodi malavitosi e consentirà anche di valorizzare l’intera area industriale, quindi i patrimoni esistenti, frutto dei sacrifici di tutti. Un'area industriale sicura potrà anche attrarre nuovi investitori in cerca di tranquillità con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. [email protected] Capannoni dell’area industriale Andrisani e Bruno soddisfatti: «La manifestazione potrebbe diventare vivaio di giovani leve» Bruna dei Piccoli, l’anno della svolta E’ la materana, Elena Mirimao, l’autrice del bozzetto, già pronta a coinvolgere i baby artigiani SARA’ l’anno della svolta: a realizzare il Carro della Bruna dei piccoli sarà infatti una donna materana, ovvero Elena Mirimao (che lo scorso anno fu “faccia da Carro” nel gruppo del precedente Carro trionfale, ndr.). Ne sono convinti sia Pino Bruno della cooperativa La Città essenziale, che Mimì Andrisani, presidente del Comitato Madonna della Bruna. L’edizione del cambiamento segnerà anche alcuni elementi di distinzione, a cominciare dalla partecipazione attiva ed esclusiva dei bambini. Anche il percorso che si svilupperà il prossimo 6 giugno dalle 17,30 nella Masseria Pantaleone, verrà realizzato per la partecipazione dei bambini e la presenza di adulti (genitori, appassionati e curiosi) in un’area distinta. «Vogliamo che siano i bambini ad assaltare il Carro - spiega Mimì Andrisani, ed evitare che ci sia l’ingresso di intrusi. I piccoli fino a 6 anni saranno gli unici ad essere autorizzati a partecipare. Ci auguriamo che l’autrice del bozzetto dei bambini di quest’anno, Elena Mirimao, partecipi il prossimo anno alla competizione principale. La famiglia è ancora al centro di tutte le nostre ini- Per Matera 2019 anche le scuole al lavoro La conferenza stampa di presentazione e il bozzetto della Bruna dei piccoli ziative e i bambini devono avere grande realizzazione del carro e degli altri marisalto, essere al centro di questo mo- nufatti». Si tratta di una iniziativa automento, perchè porteranno per sempre finanziata dalla cooperativa “Il Puzzle” nei loro ricordi questa festa». Gli fa eco con la scuola “L’albero azzurro”. Pino Bruno: «Eviteremo che genitori L’edizione 2014 soddisfa particolartroppo intraprendenti annullino lo spi- mente gli organizzatori. «Questo porito della festa dedicata interamente ai trebbe essere un anno molto importanbambini». Entrando più nel merito del- te. La scelta di affidare il bozzetto ad una l’organizzazione, Bruno chiarisce: «I donna, è stata condivisa con il Comitato. genitori verranno coinvolti nei labora- Per noi è uno stimolo e crediamo molto tori che Elena Mirimao realizzerà. Le ot- che possa essere un segnale importante to maestre si impegneranno ulterior- per il prosismo anno. La Bruna dei picmente per la costruzione del manufatto, coli, da questo punto di vista, potrebbe insieme a 6 assistenti ausiliarie che sa- diventare un vivaio per giovani artisti». Antonella Ciervo ranno impegnate. Elena Mirimao ha [email protected] fortemente voluto che i bambini fossero © RIPRODUZIONE RISERVATA protagonisti attivi di tutto il processo di E’ stato pubblicato sul sito del comitato Matera 2019 (www.matera-basilicata2019.it) il bando per partecipare al concorso “Porta la tua scuola nel 2019”. Si tratta di un progetto promosso dal comitato Matera 2019 e realizzato in collaborazione con il Biscottificio Di Leo rivolto alle Scuole Primarie e Secondarie di 1° grado e di 2° grado che hanno sede in Basilicata. Il concorso selezionerà 15 classi, 5 scuole primarie, 5 scuole secondarie di 1° grado, 5 scuole secondarie di 2° grado con cui organizzare una grande mostra del titolo “Racconta il buono di Matera(2019)” , che verrà inaugurata a settembre. Il concorso si articola in due fasi: una prima di preselezione, con termine 2 maggio, data entro la quale – come da regolamento pubblicato sul sito – ogni scuola potrà inviare al Comitato la propria proposta progettuale collegata ai temi della candidatura. La seconda sarà dedicata alle 15 classi seleziona- te, e durerà fino al 3 giugno, nel corso della quale le classi verranno affiancate nel loro lavoro da associazioni culturali/tutor residenti in regione, che aiuteranno la realizzazione di elaborati di qualità. Per elaborato si intende: un disegno realizzato con qualsiasi tecnica (formato massimo 300 x 150); un’opera plastica realizzata con qualsiasi tecnica (formato massimo 200 x 100 x 50); una fotografia originale (formato massimo di stampa 100 x 70); un componimento letterario in prosa o in versi per un massimo di dieci cartelle; un video documentario o narrativo della durata massima di 5 minuti. Il risultato verrà esposto in una mostra che sarà allestita nel mese di settembre. Inoltre il Biscottificio Di Leo, tramite apposita giuria, selezionerà a sua volta, tra le 15 classi che esporranno i loro lavori, 3 classi (una per grado scolastico) che riceveranno una lavagna interattiva multimediale (L.I.M.). Insegnamento innovativo fra Amici del Parco e scuola Pascoli Il direttore dell’Asm ha incontrato l’assessore Franconi Orienteering in lingua inglese Maglietta: «Pareggio nel 2014» GRAZIE al progetto "Divertimento Pulito" promosso dall'Associazione Volontariato Materano, di cui gli Amici del Parco sono partner, all'Istituto Comprensivo "G. Pascoli" di Matera, ci si diverte orientandosi, parlando in inglese e scoprendo il territorio, in questo fine settimana. Continua quindi la collaborazione tra il sodalizio culturale degli Amici del Parco e l'Istituto "G. Pascoli" nell'ambito del protocollo d'intesa “Una Scuola Pubblica sempre più Europea”. L'associazione sta sviluppando progetti educativi con ragazzi inglesi, James Jones e Scott Radicliffe, sull'orientamento, la cartografia, la natura e lo sport. I due giovani tirocinanti, formati dall'Associazione Amici del Parco della Murgia Materana, tengono lezioni questo fine settimana (oggi e domani) dalle 15.30 alle 17 nella Villa Comunale di Matera con una gara, incentrata sulla conoscenza della lingua inglese, di Orienteering. Queste attività sono svolte grazie alla convenzione, firmata all'inizio dell'anno scolastico in corso, che vede l'Istituto "G.Pascoli" beneficiare dei volontari e tirocinanti europei che sono impegnati nelle varie iniziative degli Amici del Parco. L'attività mira a far esercitare gli studenti ad esercitare la lingua straniera, alle varie forme di accenti e pronunce, a nuove forme di educazione non formale, attiva, dinamica e sul campo e allo stesso tempo allo studio del territorio. Ancora una volta gli studenti dell'Istituto Pascoli sono proiettati in Europa, ricevendo nuovi stimoli. [email protected] L'ASSESSORE regionale alla sanità Flavia Franconi ha incontrato ieri la direzione strategica della Asm ed i direttori di Dipartimento, nel corso di un incontro nel quale il direttore generale Maglietta ha illustrato i «Numeri" dell'azienda in termini di utenti, strutture e prestazioni e gli eccellenti risultati economici conseguiti negli ultimi due anni grazie ad una politica di miglioramento dei servizi coniugata all'uso efficiente delle risorse . Nel 2009 -ha spiegato Maglietta- la Asm aveva un disavanzo im- Rocco Maglietta, dg della Asl portante, mentre nel 2014 contiamo di chiudere il bilancio con un sostanziale pareggio». Maglietta ha chiesto all'assessore un intervento affinché siano fissati al più presto gli standard regionali su- gli assetti organizzativi delle aziende e degli ospedali della Basilicata. Il Direttore Generale ha anche auspicato che la Regione consenta alle aziende il rapido turn over sia del personale infermieristico sia di quello medico, specie dei direttori di strutture complesse ormai prive da tempo della figura del responsabile.Franconi ha poi visitato il laboratorio di Genetica Medica, il laboratorio analisi, la neuropsichiatria infantile ed altri reparti dell'ospedale, preannunciando risposte immediate. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. PISTICCI Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 [email protected] COMUNALI A POMARICO Il candidato sindaco sarà scelto con le Primarie il 5 aprile Patto di ferro del centrosinistra Pd, Alternativa comunitaria e Udc si coalizzano aprendo anche al Psi POMARICO - E' stato firmato, presso la sede del Pd di Pomarico, l'accordo di base fra Pd, Alternativa Comunitaria e Udc, che lascia la coalizione di centrodestra. L'intesa è il primo passo che porterà alla formazione di una lista congiunta per le prossime elezioni comunali; uno schieramento che guidi il raggruppamento politico-elettorale di centrosinistra, riunitosi con moderati e sinistra radicale; con una squadra che si prefige, per il prossimo maggio, di cambiare segno al Comune, ma attraverso la risoluzione dei problemi reali della comunità. «Dopo dieci anni di amministrazione fallimentare del centrodestra capeggiato dal sindaco Casolaro. -si legge in una nota- Il primo atto della prossima amministrazione di centrosinistra di Pomarico sarà la revoca della delibera che ha aperto la strada all'autorizzazione dell'ulteriore ampliamento della discarica di Manferrara Sottana, primo passo d'un percorso che guarda all'obiettivo di "rifiuti zero". Fra gli altri temi, esplicitati tra l'altro nel programma della coalizione, l'impegno a procedere verso il risanamento del debito finanziario del Comune; la risoluzione definitiva del problema del dissesto idrogeologico insistente su abitato e zone limitrofe e l'approvazione del nuovo strumento urbanistico. Come l'idea di mettere a punto un progetto complessivo che miri alla valorizzazione delle risorse storiche, culturali e naturalistiche del paese, senza intaccarne il valore ma aumentandone l'attrattività anche ai fini turistici. Tutto ciò sostenuto da trasparenza, partecipazione e sensibilizzazione per e della comunità. Per la composizione della nuova giunta, due delle cariche saranno sicuramente designate già dalla volontà popolare, in quanto il sindaco di centrosinistra sceglierà le Tra le priorità Il blocco della discarica due figure più votate della lista. Mentre un terzo incarico potrà esser affidato per competenza, ove ce ne fosse la necessità e si scegliesse di affidare quindi secondo la logica dell'assessorato esterno». Il progetto è stato sottoposto al Psi, che sceglierà se condividerne strada e intenti. E’ sicuramente aperto alla condivisione anche d'altre anime del centro sinistra che vorranno aderirvi, nei tempi e nelle modalità fissati dal gruppo promotore. Il candidato sindaco, invece, sarà scelto col metodo innovativo delle Primarie. Che, per la prima volta a Pomarico, viene scelto quale modalità d'apertura assoluta agli apporti provenienti dall'esterno del gruppo promotore stesso; oltre che per rinunciare alle vecchie logiche di trattative private fra soggetti politici sulla figura da scegliere. Le Primarie si svolgeranno il 6 aprile. Il seggio rimarrà aperto, allestito presso la sala consiliare dalle 8 alle 21. Il Comitato organizzatore sarà composto da un minimo di 5 ad un massimo di 7 membri. Una volta presentate le candidature partecipano ai lavori del Comitato un rappresentante delegato per ogni candidato. Fino al 28 marzo sono aperte le iscrizioni per la candidatura a candidato sindaco del centrosinistra. Nunzio Festa Corso Garibaldi a Pomarico PISTICCI I carabinieri hanno arrestato due pregiudicati per il colpo a Marconia In manette i topi d’appartamento PISTICCI - Dopo circa due mesi di pressanti e certosine indagini, per un furto in abitazione a Marconia nel mese di gennao, i carabinieri hanno dato esecuzione a una ordinanza emessa dal Tribunale – Ufficio del Giudice delle Indagini Preliminari nei confronti di A.A. di 28 anni e B.L. di 24, entrambi pisticcesi già noti alle Forze dell’ordine. Sono ritenuti responsabili a vario titolo di furto in abitazione e per uno di loro anche inosservanza degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Il furto è accaduto quando la famiglia era uscita di casa, dopo aver forzato una porta finestra. Le investigazioni hanno permesso di vagliare le posizioni di vari pregiudicati per questa tipologia di reato e da una cernita di persone tenute in costante attenzione operativa, sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli arrestati in particolare con il determinante rinvenimento della refurtiva presso un negozio di compro-oro della zona. Nell’ambito di altre attività di controllo del territorio operato dalla Compagnia di Pisticci e delle Stazioni dipendenti, si registrano altre 11 persone denunciate alla magistratura a vario titolo. A Ferrandina e Bernalda due per- sone sono state denunciate: una veniva sorpresa alla guida della sua autovettura con il contrassegno assicurativo contraffatto, mentre un sudanese è stato sorpreso senza patente di guida. A Pisticci sono stati denunciati due automobilisti per hanno rifiutato l’invito fatto dai carabinieri a sottoporsi agli accertamenti tecnici mediante l’apparecchio etilometro per il tasso alcolemico; in ultimo nel per quanto riguarda il Comando Compagnia di Pisticci salgono ad otto le persone arrestate per furto e tredici denunciate in stato di libertà dall’inizio dell’anno ad oggi. [email protected] GRASSANO Guidati dagli esperti di storia locale, gli appassionati entreranno anche in chiesa Con il Fai si va a spasso tra i Cinti Due giorni di visite guidate nell’antichissimo geosito oggi patrimonio naturale GRASSANO - Fedele allo slogan “2 giorni per ammirare l’Italia, 365 per salvarla”, il Fai di Basilicata avvia le Giornate di Primavera in programma sabato e domenica. Visite speciali nel corso della due giorni sono previste a Tricarico, Grassano e Irsina. Le visite coinvolgeranno i volontari dell’associazione, i giovani delle scuole e gli studenti di archeologia dell’Università della Basilicata. A Grassano fervono i preparativi per queste due giornate che faranno riscoprire ai grassanesi una parte importante della loro storia. Per gli ospiti che verranno da fuori sarà una piacevole scoperta poter ammirare il Geossito dei Cinti e la Chiesa Madre di Grassano intrise della storia e della presenza dei Cavalieri di Malta. A favorire il nascere e lo svilupparsi dell’iniziativa Rosanna Papapietro, diri- Due giorni anche a Irsina e Tricarico I Cinti di Grassano gente scolastico della sede dell’Istituto Tecnico Commerciale di Grassano che ha individuato in Antonella Loiudice, la referente del progetto che visto coinvolti ben 22 del locale Istituto Superiore e 4 del Liceo Classico di Matera che hanno seguito un percorso per poter essere i “ciceroni” delle Giornate di Primavera del FAI del 22 e 23 marzo. A coordinare le attività delle giornate Fai Antonio Bronzino. Il geosito dei Cinti è tra i luoghi che custodiscono la parte più significativa del patrimonio geologico italiano e racchiudono interessanti testimonianze della lunga e affascinante storia dell'evoluzione geologica dell'Italia. I Cinti di Grassano sono patrimonio naturale di un territorio che merita di essere tutelato, valorizzato e protetto dalla possibile distruzione. Luisa Sabato del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell'Università di Bari ha scritto: "…Oltre a rappresentare un importante patrimonio storico, per noi l'area di Cinti rappresenta un importante tassello in tutta l'area bradanica, ricadente sia in Basilicata che in Puglia, per la comprensione dell'evoluzione geologica degli ultimi milioni di anni dell'Italia intera". Poi ci saràa la chiesa madre di Grassano, intitolata a San Giovanni Battista e a San Marco, era inizialmente una cappella del ben più ampio castello della Commenda Gerosolomitana. Oggi la chiesa si presenta con una pianta a croce latina, con tre ampie navate dove trovano numerosi altari devozionali ed una grande cupola che sovrasta l'altare maggiore. Tra gli oggetti di pregio l’organo a canne del '700, perfettamente funzionante. [email protected] BREVI MONTESCAGLIOSO Laboratorio di Primavera MONTESCAGLIOSO Si chiama “Benessere è primavera” l’evento organizzato a Montescaglioso dal Centro Studi Intergenerazionale per oggi pomeriggio con inizio alle ore 16.30. In coincidenza con l’ingresso della Primavera alla sala Donizetti sono tre i laboratori previsti con lo scopo di migliorare la comunicazione tra le diverse generazioni. SAN MAURO FORTE Anziano morto bruciato in casa SAN MAURO FORTE - Un anziano ultraottantenne, Alessandro Borgia, è stato ucciso dal rogo sprigionatosi dal caminetto, ieri pomeriggio in una vecchia abitazione del centro storico di San Mauro Forte. I soccorritori hanno trovato l’uomo già privo di vita, con il rubinetto dell’acqua aperto, forse nel tentativo vano di spegnere le fiamme. STIGLIANO Scommesse illegali STIGLIANO - Una persona è stata denunciata per aver gestito un’agenzia di commesse senza autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato e per non aver ottemperato al provvedimento di chiusura dell’agenzia emesso dal Questore di Matera. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 BERNALDA [email protected] TURSI Un’enorme sacca di degrado a poche centinaia di metri dal paese Bomba ambientale a Santa Maria Nel fosso eternit, pneumatici, vecchi elettrodomestici, cemento e mobili TURSI - Un’enorme sacca di degrado ambientale si presenta, ormai da mesi, agli occhi del passante in contrada Santa Maria delle Vigne. Continua così, senza sosta, per mano di imperterriti e scellerati terroristi ambientali, l’opera di inquinamento del territorio extraurbano di Tursi. Nel fosso c’è davvero di tutto: canne di caminetto e tubi in amianto, lastre di eternit sfibrato, pneumatici, paletti in cemento, guaina, tubi di gomma e plastica, vetro, inerti da costruzioni, scarti vegetali, mobili, televisori e masserizie varie ma, anche grandi sacchi cellophane colmi di rifiuti, che sarebbero dovuti essere svuotati nei contenitori della “raccolta differenziata”. Tutti questi rifiuti in gran parte speciali e speciali pericolosi si trovano accumulati nelle discariche abusive a cielo aperto della contrada. Sicuramente una delle più suggestive e ricche di storia, che il paese di Albino Pierro possa vantare. Ferma restando la condanna per il comportamento incivile nei confronti di coloro che compiono tali deprecabili azioni, appare evidente che le condizioni di degrado ambientale ed igienico-sanitario in cui versa l’area in questione, non possono continuare a persistere e che quindi richiedono un immediato intervento delle autorità locali, in primis il sindaco, affinché, visto anche l'enorme quantitativo di lastre di coperture di eternit, nella sua veste anche di massima autorità sanitaria locale, provveda ad emanare tutti quei provvedimenti necessa- Le lastre di eternit nel fosso Altri particolari di rifiuti abbandonati METAPONTO Blitz della Finanza, impiegava 9 rumeni in nero Multa da 30mila euro al caporale METAPONTO - Nell’ambito dell’attività trasversale di polizia economico-finanziaria condotta dal Corpo della Guardia di Finanza nella lotta al “sommerso” sia d’azienda che da lavoro, i militari della Brigata di Metaponto hanno individuato 9 lavoratori stranieri che prestavano la loro opera senza regolare assunzione. I lavoratori in nero, tutti di nazionalità romena e domiciliati nella vicina Puglia, sono stati localizzati a Bernalda dai militari delle Fiamme Gialle di Metaponto intervenuti direttamente nei campi, mentre prestavano la propria opera a favore di un imprenditore agricolo che non è stato in grado di Un’auto della Finanza giustificare diversamente la loro presenza sugli appezzamenti agricoli da lui condotti. Il sommerso d’azienda e/o da lavoro, sono fenomeni intimamente connessi anche ad altri “comportamenti” che penalizzano l’economia nazionale, quali la corruzione e la criminalità economica organizzata, producendo ulteriori conseguenze negative, in termini di carente sviluppo, distorsione dei mercati, minore attrattività del sistema paese per gli investitori esteri. Al titolare dell’azienda, al termine dell’ispezione, è stata contestata la maxisanzione prevista per l’impiego di lavoratori subordinati in nero, insieme ad altre sanzioni complementari previste dalla normativa che disciplina i rapporti di lavoro non regolarizzati, per una somma complessiva di oltre 30mila euro. [email protected] ri ai fini della rimozione degli elementi inquinanti per limitare i rischi sanitari e ambientali, che potrebbero essere causati dall’esposizione a rischio (in particolare ai proprietari dei terreni agricoli confinanti e sui loro prodotti; terreni votati soprattutto ad uliveti e seminativi) consequenziali alla liberazione nell’aria delle fibre di amianto. Eppure ci sono sul territorio istituzioni preposte alla salvaguardia del territorio ed alla sicurezza dei cittadini: come le varie forze di Polizia, carabinieri, Guardia forestale, Vigili urbani. Ma a vedere le cose pare che tutto questo non basti. Sarà perché il territorio di Tursi è molto vasto, o probabilmente bisogna verificare se gli organici sono adeguati. Si perchè scorgere un automezzo che si dirige verso questa contrada non è poi affatto così difficile. Per raggiungere la zona contaminata, bisogna percorrere dei tornanti tutti in salita e, proprio dal bivio della pineta di Tursi, è facile controllare tutti i movimenti senza nemmeno essere sul posto a sorvegliare. Poi c’è l'azione di usura perpetrata ai danni dei costoni, per ricavarne sabbia da impasto per opere di muratura. Quindi è ben visibile anche una cava di arenaria a cielo aperto dove tutti godono la libertà dell'approvvigionamento di sabbia. I pneumatici visibili sono centinaia e centinaia se non migliaia accumulatosi in fondo a un dirupo. Eppure siamo ad appena trecento metri in linea d'aria dal centro abitato. Salvatore Di Gregorio © RIPRODUZIONE RISERVATA TURSI Confermata la tradizione degli anni Cinquanta Grandi falò, tutti in piazza per salutare San Giuseppe TURSI – Nella serata della vigilia di San Giuseppe sono stati accesi alcuni falò anche a Tursi. E’ un rito che si ripete da tantissimi anni. Negli anni ’50 del secolo scorso gli abitanti dei quartieri del centro storico accendevano il loro falò. La gente si riuniva attorno ai fuochi. I ragazzi lo alimentavano con le frasche (i rami ricavati dalla potatura degli alberi di ulivo) che i contadini avevano ammassato vicino casa. I giovani di allora gareggiavano a saltare il fuoco. Gli anziani portavano il vino e quindi si passava la serata in allegria. I giovani ci tenevano a bruciare il falò più grande di quello dei vicini. A metà degli anni ’90 è arrivato il gas metano. Per cui per motivi di sicurezza il rito del falò si svolge in tre o quattro posti. Uno di questi falò si è svolto in piazza Plebiscito (cuore del centro storico). E’ la piazza che si trova ai piedi della scalinata della chiesa di San Filippo. Era stato organizzato come ogni anno da Teresa Cipolla e Natalina Romano, rappresentanti della “Società Operaia di Mutuo Soccorso” (Soms), che avevano pubblicizzato l’evento con manifestini. Alle nove sono arrivate le persone che si sono sedute ai bordi della piazza. Il falò era stato acceso al lato della statua di Padre Pio e veniva alimentato dalle persone, che in ossequio alla tradizione, prendevano almeno una “frasca” e la gettavano nel fuoco. Così anche i bambini. Nella piazza invece c’era la musica e i giovani hanno ballato le tarantelle, i valzer e i balli di gruppo. Piazza per una sera libera dalle Coinvolti i rioni con la Soms macchine. Lì negli anni ’50 si svolgevano i comizi elettorali. C’era il salone del parrucchiere, il negoziante di scarpe, il venditore del latte, una cabina telefonica, un negozio di alimentari, una cantina, un bar, il tabacchino e l’ufficio postale. Adesso la piazza ci so- Il falò a Tursi no solo auto. Ma quella sera si è nell’olio), le aranciate e qualche animata. Tra i presenti un tursi- bicchiere di vino. A mezzanotte tano che vive al Nord, bambini in punto la musica ha cessato di albanesi e romeni che insieme ai suonare e cittadini che abitano bambini tursitani si sono messi là, hanno bruciato le ultime fraa correre, saltare e giocare. C’e- sche. Poi hanno spento il fuoco ra un reporter da anni filma con l’acqua e coperto i carboni questi eventi e che metterà su con la cenere. Antonio Romano, Facebook. Alcuni sono saliti presidente della Soms, ha racsulle scalinate della chiesa e colto le sedie e le ha portate in sehanno filmato il falò con i telefo- de. nini. Alle undici c’è stato il bufSalvatore Martire fet e i presenti hanno gustato i [email protected] dolcetti, le crespelle (pasta fritta © RIPRODUZIONE RISERVATA BREVI METAPONTO Occupano il palazzetto Tutti denunciati A METAPONTO i carabinieri hanno denunciato sei persone: un pregiudicato originario di Bernalda per ricettazione di attrezzi agricoli ed un torchio; quattro extracomunitari per occupazione arbitraria di un’ala del Palazzetto dello sport, in disuso, di proprietà Comunale ed in ultimo una persona per porto di coltello del genere vietato. TURSI Attesa per le olimpiadi della matematica TURSI - C’è attesa anche all’Itcgt di Tursi per la prossima partecipazione alle finali delle Olimpiadi della matematica, che si svolgeranno a Cesenatico. Sulla base della correzione degli elaborati, i 6 migliori studenti del Materano verranno segnalati per la partecipazione alla gara nazionale, che si svolgerà nei giorni 9-10-11 maggio. Una gara di soluzione di problemi matematici elementari, rivolta ai ragazzi delle scuole superiori di tutto il mondo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Venerdì 21 marzo 2014 www.ilquotidianoweb.it 32 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] POLICORO I legali della famiglia Mitidieri attendono la relazione al pm Ventricelli E’ morta per un’ernia al diaframma L’autopsia ha confermato le prime ipotesi sul decesso della neonata POLICORO - E’morta per gli effetti letali di un’ernia diaframmatica congenita, Chiara Mitidieri, la neonata deceduta in eliambulanza poco dopo il parto, avvenuto lunedì mattina all’ospedale di Policoro. La conferma dei primi sospetti, è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, all’esito dell’autopsia, effettuata sul corpicino nell’obitorio dell’ospedale San Carlo di Potenza, dove era terminata la corsa per cercare di salvare la neonata. L’esame è avvenuto alla presenza del con- sulente tecnico della famiglia Mitidieri, il professor Luigi Strada (Medicina legale al policlinico di Bari), del neonatologo professor Laforgia e del consulente nominato dall’Azienda sanitaria De Fazio. Dall’autopsia è emerso che l’ernia avrebbe compresso l’intestino, facendolo risalire fino a compromettere la funzionalità del polmone sinistro. Un evento drammatico e micidiale per la piccola. I legali della famiglia Mitidieri, gli avvocati Piero Marrese e Maria Delfino, per il momento non vogliono attribuire alcuna responsabilità sull’accaduto, riservandosi di acquisire la relazione, che sarà consegnata al pm della Procura di Matera, la dottoressaVentricelli, nei prossimi 60 giorni. Secondo Cosimo Mitidieri e Maria Pina Digilio, i genitori della piccola, potrebbe esserci stata negligenza nel personale medico, che aveva già intuito la presenza di una malformazione durante la visita d’urgenza effettuata il 7 mar- zo. D’altra parte, la puerpuera era stata sempre seguita dall’ambulatorio di Ginecologia di Policoro, dove risiede la coppia. L’Azienda sanitaria, attraverso il primario del Cosimo Mitidieri e Maria Pina Digilio reparto Silvio Anastasio, sta ana- sto, dalla cartella clinica emergelizzando la cartella clinica e ribadi- rebbe che la mamma ha effettuato sce che il parto è avvenuto regolar- il primo controllo solo al sesto memente, con il valore del ph nella se di gravidanza. Antonio Corrado norma; le condizioni della piccola [email protected] sarebbero precipitate dopo, per ef© RIPRODUZIONE RISERVATA fetto della malformazione. Del re- POLICORO Fabbris: «C’è un piano di rilancio, invitiamo l’acquirente a ragionare» Fermato l’ufficiale giudiziario Blitz di “Rinascita Lucana” per impedire la rilevazione dell’azienda “Conte” POLICORO – L’azienda agricola di viale Matera a Policoro, appartenente da sempre alla famiglia Conte, è stata acquistata da un confinante, con una procedura giudiziaria che, seppur legittima, lascia strascichi sociali. Ieri mattina un presidio di agricoltori di “Rinascita Lucana”, guidati da Gianni Fabbris, ha atteso l’ufficiale giudiziario, fermando la procedura per cavilli burocratici. «Noi da qui –ammonisce Fabbris- non ce ne andiamo. In questo anno e mezzo da quando è iniziata la protesta, abbiamo coltivato l’azienda che non è vuota ma piena di attività. Non contestiamo la procedura, anche se c’è un difetto di notifica nell’immissione in possesso alla nuova proprietà, per esempio a noi non è stato notificato nulla, ma gli atti di sciacallaggio non ci piacciono. Qui non sono ammessi speculatori e tra due settimane ci rivediamo. Anche se arrivano i Carabinieri con la nuova proprietà ci facciamo arrestare». Ma Fabbris non ha posizioni settarie: «Cerchiamo, come abbiamo fatto in questo anno e mezzo, di trovare una soluzione bonaria che salvaguardi gli interessi di tutti. Per esempio, la nuova proprietà si riprenda i soldi versati, anche con gli interessi, e lasci l’azienda sulla quale c’è un Piano di rilancio che prevede la suddivisione in piccoli orti, da destinare ai pensionati; oppure entri anch’egli con il suo capitale in azienda e ne contribuisca al rilancio sociale. Qui il problema non è giuridico o di diritto ma etico, e se il caso non si risolve sul piano morale continueremo la nostra battaglia facendolo diventare un caso nazionale». L’azienda Conte, attiva negli anni ’80 sul fronte della macellazione della carne allevata con medoto biologico sotto il nome di “Basilbest”, era tra le più fiorenti di tutto il circondario. Poi negli anni successivi il morbo della mucca pazza/afta epizotica seminò il panico tra i consumatori e numerosi capi di bestiame furono abbattuti in tutta Italia. Tra questi anche un migliaio della famiglia Conte che chiuse la “Basilbest”. Tuttavia la stessa famiglia nell’azienda di viale Matera ha continuato ad allevare animali in questi anni aprendo anche un’attività di ristorazione. Poi alterne vicende l’hanno condotta sull’orlo del baratro. Al presidio era presente anche Angela Ergastolo, moglie di Conte, la quale era alquanto amareggiata per questa triste disavventura: «Non pensavo che un vicino di casa potesse fare questo. All’asta non si è presentato nessuno, credo anche per solidarietà, però l’operazione, legittima sia ben chiaro, è avvenuta in uno studio di Matera dove l’unico offerente era il mio vicino di casa». Gabriele Elia © RIPRODUZIONE RISERVATA Aliano, rogo al frantoio Ugl: «Un dramma evitato dai soccorsi» Il presidio all’azienda “Conte” di Policoro Ergastolo: «Sono pronta anche a restituire l’investimento» HA dato inizialmente una cauzione di 15mila euro, poi ha acquistato palazzina e terreni per soli 80mila, quando la stima è di almeno 500 mila euro. «Io personalmente -spiega Angela Ergastolo- pur di riprendermi la mia azienda sono disposta a restituire i soldi spesi per l’acquisto con gli interessi». La nuova proprietà nella giornata di ieri non era presente, né personalmente, né con un suo delegato per capire le intenzioni: se andare incontro alle proposte di Fabbris e di Angela Ergastolo, o entrare in azienda per prenderne possesso definitivamente. Erano presenti rappresentanti della fondazione Antiusura e i coltivatori di “Rinascita lucana”, oltre ai legali di “Soccorso contadino”, che seguono passo passo questa vicenda al fianco di Fabbris. La prossima data utile è quella del 5 aprile, quando Fabbris presenterà pubblicamente il Piano di rilancio dell’azienda. «Faccio appello alla coscienza dell’acquirente, affinchè non porti a termine questo atto di acquisizione; in questa fase, non servono gli avvocati ma solo buon senso, lui potrebbe anche mantenere la proprietà con l’attuale gestione. Se entro il 5 aprile non avremo risposte, siamo pronti ad avviare una campagna stampa nazionale per rendere pubblico questo caso ed il suo protagonista». [email protected] ALIANO - «Grazie alla provata esperienza dei carabinieri, dei Vigili del fuoco e di tanti cittadini volontari si è evitato il degenerarsi della situazione che poteva avere risvolti drammatici. Un incendio, verificatosi presso la struttura olearia di un noto frantoio in Aliano, provocato da causa ancora in fase di accertamento, ha evitato seri problemi anche alla cittadinanza». Lo dicono i segretari regionali dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano per i quali, «nella struttura ospitante tantissimi macchinari per la trasformazione e lavorazione delle olive, tale episodio ha creato gravi danni all’azienda sia dal lato economico, sia dal lato occupazionale. Persi circa ora, per quando a regime 50 posti di lavoro con danni calcolati all’incirca gli oltre 100mila euro. Ai dipendenti, al titolare, agli agenti prontamente intervenuti sul luogo va la solidarietà e vicinanza di tutta l’Ugl Basilicata convinti che si arrivi, grazie all’intelligenze investigative, il prima possibile a stabilire la causa di tale disastro». POLICORO Maiuri (Policoro Futura) sul progetto naufragato «Tutela dell’ambiente, solo fumo» Giuseppe Maiuri di Polic. Fut. POLICORO - «Che fine ha fatto lo strumento definito dal sindaco Leone imprescindibile per la tutela dell’ambiente?». A chiederselo è Giuseppe Maiuri di Policoro Futura, secondo cui «l’amministrazione comunale di Policoro, con la riunita assise del 5 febbraio 2013, all’unanimità ha deliberato l’adesione, a quello che ad oggi può definirsi un eccezionale modello di governance multilivello detto “Patto dei sindaci” o “convenant of mayors”, ossia quello strumento, lanciato dall’Unione europea, volto ad aumentare l’efficienza energetica ed incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili. Tale dispositivo prevede anche contributi e finanziamenti a favore di quei Comuni che intraprendono azioni volte a ridurre le emissioni di CO2, almeno del20% entro il 2020. Aderire al Patto dei sindaci -spiega- comportava, però, ben altre azioni e strategie da intraprendersi oltre la mera deliberazione in consiglio comunale; i firmatari, infatti con la deliberazione in consiglio, assumono un impegno serio volto a raggiungere l’ambizioso obiettivi di ridurre le emissioni di CO2 stabiliti. Nello specifico l’amministrazione avrebbe dovuto, successivamente alla formale adesione avvenuta con la deliberazione in Consiglio: 1) Individuare adeguati strumenti finanziari e risorse umane per preparare un Inventario delle Emissioni di Base (Ieb). 2) Preparare o far preparare, e presentare in consiglio comunale, un (Paes) Piano d'azione per l'energia sostenibile, comprendente misure concrete per il raggiungimento delle finalità stabilite dal patto ed inviarlo poi alla Ce. 3) Mobilitare e coinvolgere la società civile. Dopo 13 mesi sul sito della Commissione Europea ad oggi, del Paes, che il Comune avrebbe dovuto presentare entro un anno non c’è traccia». RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO IL CASO Venerdì 21 marzo 2014 Per due anziani di Marsico Nuovo Il pubblico ministero Piccininni il processo comincerà il 3 aprile ha accusato gli indagati davanti al giudice del Tribunale di Potenza del reato di «atti persecutori» LITI TRA VICINI Stalking condominiale Imputati due anziani I dispetti: gatti morti sul terrazzo del vicino e molestie notturne FABIO AMENDOLARA l Urla e rumori spaventosi in piena notte. Ripetute molestie con il citofono durante tutte le ore della giornata. Le interiora di un animale sventrato abbandonate sullo zerbino. Ma quando la vittima ha trovato sul suo terrazzo dei gatti morti non ce l’ha fatta più. E ha presentato l’ennesima denuncia contro i suoi vicini di casa. Goffredo Cioccolino, 79 anni, e sua moglie Carmelinda Pisano, 67 anni, di Marsico Nuovo, sono accusati di «stalking». Questa volta non si tratta di una banale lite condominiale per le molliche di pane volate cusa, avrebbero «abbandonato interiora di animali sullo zerbino dell’abitazione o terra sulla biancheria pulita stesa ad asciugare». Ma l’episodio che la vittima ha rimarcato in modo particolare nella sua denuncia è quello dei gatti morti. Li ha trovati sul terrazzo della sua abitazione. E pare non sia capitato solo una volta. I due anziani (difesi dall’avvocato Raffaele Sassano), secondo l’accusa, avrebbero anche rivolto alla donna e ai due figli ogni volta che la incrociavano «epiteti minacciosi e ingiuriosi». La finalita? «Indurli - sostiene il pm Piccininni nell’atto che contiene le contestazioni ai due anziani - a lasciare l’abitazione familiare». Le «reiterate molestie», se- condo l’accusa, avrebbero prodotto nella parte offesa «un perdurante e grave stato d’ansia». Ecco il perché dell’accusa di «stalking condominiale». Per quasi due anni la coppia avrebbe infastidito e molestato la vicina di casa, costretta a denunciare ripetutamente ai carabinieri ciò che accadeva. E il caso è finito in tribunale. STALKING Il pm Piccininni (nella foto in alto) sostiene l’accusa di «stalking condominiale» denunciato da una donna di Marsico Nuovo rappresentata dall’avv. Gelsomina Sassano (qui a fianco) [f. T.Vece] RUMORI NOTTURNI Nel cuore della notte avrebbero provocato rumori spaventosi dal piano di sopra, per tv e stereo a tutto volume, per sacchetti d’immondizia lasciati sul pianerottolo. Quel condominio, fino a quel momento tranquillo, era diventato invivibile. È un vero e proprio caso di «stalking condominiale». Così lo definisce il pubblico ministero della Procura di Potenza Anna Gloria Piccininni nel capo d’imputazione con cui riassume l’accusa nei confronti dei due anziani. Il processo si svolgerà il 3 aprile davanti al giudice del Tribunale di Potenza Natalia Catena. L’accusa (le indagini sono state condotte dai carabinieri): i due anziani avrebbero «con condotte reiterate e costanti nel tempo», sostiene la Procura, «minacciato, mole- LA FINALITÀ L’obiettivo della coppia sarebbe stato quello di far cambiare casa alla vittima stato e ingiuriato la vittima (costituita parte civile e rappresentata dall’avvocato Gelsomina Sassano). Come? «Durante l’orario notturno - scrive il magistrato nella richiesta di rinvio a giudizio - disturbando e spaventando anche i bambini della parte offesa, bussando insistentemente al citofono dell’abitazione e procurando nel palazzo rumori violenti e spaventosi tali da interrompere bruscamente il sonno delle parti offese». Persino il dopo cena, che dovrebbe costituire un momento di serenità e relax, era diventato insopportabile. Ma le molestie si sarebbero ripetute anche di giorno. I due anziani, secondo l’ac- L’anno giudiziario contabile «Il dottor Vergari non ha mai percepito rimborsi spese dall’Ater di Matera» «Il dottor Vergari, nella qualità di direttore generale pro tempore dell’Ater di Matera, non è mai stato interessato da alcuna condanna per danno erariale da parte della Corte dei Conti regionale, in quanto i fatti rappresentati nell’articolo in questione sono relativi alle gestione antecedente al suo mandato professionale». Lo sostiene l’avvocato Leonardo Pace. Il caso era stato sollevato dal procuratore contabile Michele Oricchio durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile. Il procuratore si riferiva al precedente direttore dell’Ater. «Nel ribadire - scrive il legale - pertanto, la completa estraneità del suddetto professionista rispetto alle vicende riportate, colgo l’occasione per sottolineare che il dottor Vergari, per sua precisa scelta e volontà, non ha mai percepito alcun rimborso spese ed ha rinunciato ad ogni ulteriore beneficio relativo allo svolgimento dell’incarico». POTENZA TRUFFA ONLINE: DENUNCIATO UN GIOVANE DI POTENZA VENTO DEL SUD L’UFFICIALE DELLE FIAMME GIALLE È AI DOMICILIARI l Versa 4mila euro per uno «stock» di dieci iPhone 5S e un iPad, e si ritrova con un sasso. Vittima della truffa on-line un giovane dell’hinterland udinese, 20 anni, che ieri si è recato dalla Squadra mobile per denunciare l’accaduto. Letto un annuncio su un sito internet di compravendite, effettuati i controlli che davano riscontro positivo sull'affidabilità del venditore, aveva proposto l’affare agli amici. Avevano fatto una colletta in sei e poi avevano concordato i pagamenti con il venditore: mille euro versati in anticipo e gli altri tremila dopo la spedizione del pacco, alla ricezione del codice per controllarne il percorso via posta. Il pacco è regolarmente arrivato a destinazione, ma all’interno c'era solo una grossa pietra avvolta in plastica da imballaggi. Contattato, il venditore, un ragazzo di Potenza di 25 anni già noto per analoghe truffe, ha negato le accuse: «Ci vediamo in tribunale», ha replicato al friulano l È disposto per oggi l’interrogatorio di Mario Zarrillo, il colonnello, già capo di stato maggiore della Guardia di finanza in servizio al comando regionale della Basilicata, accusato di millantato credito, accesso abusivo a sistemi informatici, peculato e danneggiamento aggravato. L’ufficiale che da tempo non ricopriva più alcun incarico operativo - è finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta «Vento del Sud» della Procura di Potenza . Oggi dovrà spiegare al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza Rossella Larocca, che l’ha privato della libertà, a chi si riferiva nelle telefonate intercettate dagli investigatori della Squadra mobile di Potenza. Questa seconda fase dell’ inchiesta «Vento del Sud» parte dalle intercettazioni sui telefoni dell’imprenditore Leonardo Mecca che, dopo essersi accorto che lo polizia lo seguiva, ha chiesto al colonnello di verificare una targa nel sistema informatico della Guardia di finanza. A questo punto gli in- Paga 4mila euro per 10 iPhone Oggi l’interrogatorio di garanzia ma nel «pacco» trova un sasso del colonnello Mario Zarrillo che gli preannunciava l’intento di sporgere denuncia. I poliziotti hanno già verificato la riconducibilità del numero e dei conti correnti su cui sono finiti i soldi al giovane di Potenza. Il pacco, posto sotto sequestro, è stato spedito da un ufficio postale poco distante dalla sua residenza. Il ragazzo aveva messo in piedi un sistema di truffa telematica specializzata nella vendita di Iphone: prometteva la consegna del cellulare, si faceva versare due acconti su carta Postapay e come garanzia inviava la fotocopia di una carta di identità fasulla, risultata poi smarrita. Esattamente un anno fa c’era stata un’altra denuncia, sporta da una ragazza salernitana, che contattata dal giovane per l’acquisto, e nonostante il versamento dei due acconti, non ha mai ricevuto il telefono. Il giovane è stato individuato grazie ai controlli effettuati sulla Postapay utilizzata per le transazioni. LUI REPLICA «Ci vediamo in tribunale» Si è difeso così il potentino accusato di truffa vestigatori hanno acceso i riflettori sul militare, scoprendo anche una sua «dichiarata» disponibilità a di interessarsi di alcuni «affari», tra cui una «spintarella» per il concorso per allievi marescialli che si è svolto lo scorso anno, con la richiesta di circa 20mila euro (gli atti che riguardano questo aspetto sono stati inviati alla Procura di Bari per competenza territoriale. Il concorso si è tenuto a Bari, per questo la competenza non è della Procura potentina), e «favori» per trasferimenti di personale tra alcune aziende sanitarie lucane. Ma non ci sono indagati tra dirigenti sanitari e medici. Vasapollo «voleva essere trasferita a Potenza da Lagonegro - spiegano gli investigatori negli atti dell’inchiesta - e Zarrillo si è impegnato per la pratica». Il trasferimento è poi andato a buon fine - come hanno spiegato i testimoni agli investigatori - ma senza l’aiuto concreto del colonnello. Questa «disponibilità» d’aiuto si è però estesa anche ad altre colleghe della donna, con richieste di compenso intorno ai 10mila euro. LE MILLANTERIE È accusato di millantato credito e accesso abusivo al sistema informatico Gdf RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Venerdì 21 marzo 2014 IL CASO TROPPO «MICRO» PER ESISTERE GEOGRAFIA La provocazione dell’on. Dario Ginefra (deputato pugliese del Pd) riaccende i riflettori sull’accorpamento delle Regioni AUTODETERMINATI FRANZA O SPAGNA PURCHÉ SE MAGNA di LUCIO ATTORRE * MASSIMO BRANCATI >> CONTINUA DA PAGINA I l Non è la Lega. Né Grillo. Questa volta arriva dal Pd l’ennesima «condanna» alla Basilicata dei piccoli numeri. Tanto piccoli da non meritare neppure il diritto di esistere. Il deputato barese Dario Ginefra, parlando di contenimento della spesa pubblica, ha cinguettato su twitter: «Nell’Europa unita che senso hanno Regioni come la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta che sommate hanno una popolazione inferiore a quella di Milano?». E ha aggiunto: «Forse è arrivato il tempo di un serio ripensamento dell’intero assetto istituzionale del Paese che non escluda l’ipotesi di un accorpamento delle regioni finalizzato al risparmio della spesa pubblica e all’efficientamento della macchina amministrativa». Quella di Ginefra è chiaramente una provocazione in tema di spending review, ma basta per riaccendere i riflettori su un tema che ciclicamente si riaffaccia da queste parti. «Intendiamoci - spiega - non c’è alcuna volontà di imporre dall’alto certe scelte, ma invito a fare una valutazione serena quelle comunità che hanno affinità come possono essere, solo per fare qualche esempio, Altamura e Matera o Potenza e il Salernitano. La logica è quella di fare corpo unico per contare di più in Europa, ma anche - prosegue Ginefra - ottimizzare rapporti interregionali che già oggi ci sono su questioni che riguardano le infrastrutture, le strade e le ferrovie. Dobbiamo ragionare su sistemi di area vasta». Argomentazioni condivise dal molisano Antonio Di Pietro: «Lo dico da cittadino. Sì, il Molise può aggregarsi con quelle realtà che sono affini nella cultura e nella storia». La Basilicata, dunque, continua a fare i conti con la logica dei numeri. Inutile insistere sul fatto che 600mila abitanti a Milano o a Roma sono altra cosa rispetto alle 600mila anime in un’area periferica e dell’interno. Che un paese lucano può numericamente equivalere a un condominio di Napoli, ma non per questo (nell’interesse anche dell’Italia delle metropoli) deve essere messo in condizione di chiudere bottega. A DISEGNO In alto l’on. Dario Ginefra. A sinistra un’ipotesi della Basilicata smembrata . Un destino apulo-campano per la piccola Basilicata? Nuovi venti di smembramento e di «macro-regioni» Sui piccoli borghi il governo centrale, con gli accordi siglati in materia di scuola, servizi e telecomunicazioni (accesso a internet), comincia a parlare una lingua condivisa. Non altrettanto sta avvenendo in tema di università, viabilità o trasporti. Ed è uno svantaggio pagato a caro prezzo. Quando, agli inizi degli anni ‘90, la Fondazione Agnelli teorizzò un’Italia di «macroregioni» - progetto che prevedeva, tra l’altro, la cancellazione della Basilicata il cui territorio sarebbe dovuto essere smembrato e riaggregato a Campania e Puglia - si evidenziava una logica schematica e ragionieristica. Confondevano il loro centro per il Centro, per supponenza e povertà culturale. Ma esplicitavano anche l’infimo grado di considerazione (e il senso di estraneità) che si aveva per interi territori e comunità. Quel progetto, formalmente, non si è mai realizzato. Ma subdolamente (ad esempio, con i servizi negati) è stato perseguito ugualmente. Così la Basilicata-Lucania, coerente con se stessa e la propria storia, è rimasta terra di confine e di confino: anche per gli incarichi nell’amministrazione. Basta guardare alla Direzione scolastica ormai più apulo che lucana oppure al Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria in odore di accorpamento alla Calabria. Insomma, al di là delle uscite del politico di turno che boccia l’attuale assetto delle Regioni, qualcosa si sta muovendo realmente nella direzione della cancellazione di realtà territoriali piccole come la Basilicata. ntonio Stella ha bollato questa alterazione concettuale e politico-istituzionale analogicamente col riferimento al prete che ritrovandosi in tavola di venerdì la carne per non peccare ricorse al suo potere sacramentale riconvertendo il cibo con la formula alchemica: «Ego te baptizo piscem». Nel Cinquecento, durante le lotte per il dominio della Penisola italiana, si diceva: «Franza o Spagna purchè se magna», ora si equivoca su autodeterminazione e governo politico del territorio. Un coltello non è di per sé né buono né cattivo, tutto dipende dall’uso che se ne fa. Nella storia unitaria italiana anche quando la gestione era accentrata i nostri progenitori hanno dovuto tirare per lunghi anni la cinghia per riuscire a recuperare la voragine deficitaria di una finanza allegra. Come le Comunità Montane per le aree marginali così gli istituti regionali trovano il loro limite non in sé e per sé ma risolvendo i criteri gestionali e la loro ragion d’essere, comunque frutto della storia o, per usare un linguaggio cartesiano, del principio di ragion sufficiente. Come italiani ci scagliamo contro l’Europa perché attua un federalismo incongruo e lesivo dei nostri interessi in quanto obbedisce ad una logica puramente economica, di natura tecnocratica e poi disinvoltamente ripetiamo in casa nostra, entro un processo di imperialismo» fatto di cannibalismo regionalistico, quanto coralmente biasimiamo riferendoci alle conseguenze del Trattato di Maastricht. Il vizio invincibile alla esemplificante omologazione, già pretestuosamente e presuntuosamente avviato con la scusa dell’urgente bisogno dalla «Fondazione Agnelli» torna a riprendere slancio con buona pace della fantasia applicata costruttivamente all’ingegneria costituzionale. L’autonomia deve coniugarsi ad una progettualità che tenga conto degli uomini, dei loro sentimenti, base primaria se non essenziale del loro dinamismo storico. Abolire le Province e sostituirle con l’elefantiasi, anche finanziaria, delle città metropolitane non dà certo risposte ottimistiche e se poi, gira gira dovevamo finire verso la soluzione delle tre macroregioni, tanto valeva lasciare i Savoia al Nord, il Papa o Gerolamo Bonaparte al Centro e Franceschiello a Napoli, con buona pace dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia. [* docente Università di Basilicata] RASSEGNASTAMPA IV I POTENZA CITTÀ Venerdì 21 marzo 2014 POLITICA IL TOTO CANDIDATI Il «Comitato di saggi» continua a lavorare di un nome condiviso, VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE all’ipotesi ma per la soluzione servono altri giorni NUOVA SPACCATURA Sul nome dell’ex consigliere scontro tra gli ex margherita e gli ex diesse. I primi contrari, i secondi possibilisti Centrodestra «Da noi cittadini lucani si attendono unità» Richiamo di Rosa a FI «In Basilicata la nuova era del centrodestra è chiaramente legata alle scelte che si faranno per le elezioni amministrative a cominciare dalla città di Potenza». È quanto sostiene in una nota il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa. «Dopo le soddisfazioni ottenute alle politiche e alle regionali, più che mai i cittadini che ci hanno dato fiducia e quelli delusi da 20 anni di governo di centrosinistra, da noi si attendono unità - precisa Rosa - si aspettano quella risposta che per anni non è arrivata dal centrodestra ma che finalmente può generarsi se solo si abbandonano vecchi stereotipi ed egoismi che troppe volte hanno rappresentato un freno alla nostra voglia di cambiamento». «È il momento di scelte chiare e vincenti con cui portare in campo forze credibili e non consumate dal tempo - continua Rosa - Uomini e donne che esprimano competenze e serietà. I cittadini vogliono identificarsi in altro rispetto al centrosinistra contraddistinto da spartizioni di poltrone elargite nell'interesse di pochi, in altro rispetto al populismo dei grillini. La domanda da porsi è una sola: abbiamo voglia e capacità di farlo? FdI-An - conclude Rosa - si è messa in discussione, ha accettato il confronto, ha aperto spazi di democrazia partecipata, oggi però spetta agli altri partner del centrodestra fare un passo in avanti accettando la sfida che a Potenza è possibile vincere. Ricordando che i cittadini ci osservano e bocciano i tatticismi legati alle dinamiche della legge elettorale. Oggi siamo maturi per essere classe di governo. La sfida è aperta, attendiamo risposte». COMUNE Il palazzo del Municipio di Potenza Falotico «scombina» il Pd pittelliani e antezziani con lui Ma il partito frena: «Il nostro candidato sindaco sarà ufficializzato a giorni» ANTONELLA INCISO l Dopo la fuga in avanti Roberto Falotico rischia di essere il «casus belli» dell’ennesima spaccatura del Partito democratico. La discesa in campo dell’ex assessore regionale, pur prevista da tempo ma ufficializzata solo ieri (forse per facilitare la strada delle primarie) in realtà è servita, al momento, solo ad acuire la già profonda frattura tra le varie correnti del Pd. Perchè Falotico non solo andrà a prendere i voti tra i democrat , ma da almeno due correnti di questi, i pittelliani e gli antezziani, sarà sicuramente sostenuto in campagna elettorale. Messaggi in questo senso sono stati notificati anche al «Comitato di saggi» che lavora all’ipotesi di un nome unitario come candidato sindaco da sottoporre alla coalizione. E subito IL PASSATO Tra le «contestazioni» l’essere stato un esponente del Centrodestra quelle voci sono diventate l’ennesima dichiarazione di guerra in un partito che - dalle primarie per il governatorato - non riesce a ritrovare l’unità. Perchè il ritorno all’ovile del Centrosinistra dell’ex consigliere regionale, eletto alle regionali del 2010 con un movimento apparentato al Centrodestra, non convince soprattutto gli ex margherita che con lui avevano condiviso la militanza prima nella Democrazia cristiana poi nei Popolari. «Non possiamo far finta che alle scorse regionali non si sia candidato con un altro partito e con un’altra coalizione» è il ragionamento che fanno autorevoli esponenti del Pd dell’area Margherita. Un punto politico che avrebbe portato a frizioni con la corrente renziana, ma anche con gli ex diesse che, invece, sulla candidatura di Falotico sono decisamente più possibilisti. Insomma, le obiezioni ci sono ma non sono riuscite a frenare l’avanzata dell’aspirante sindaco che, a questo punto, potrebbe trovare solo un sassolino sulla sua strada: quello del no alle primarie. Senza le consultazioni aperte ma con un candidato unitario da parte del Pd e del’intera coalizione, infatti, la strada di Falotico sarebbe in salita. Decisamente in salita. Anche perchè difficilmente pittelliani e antezziani che stanno lavorando a liste civiche apparentate al simbolo del candidato sindaco potrebbero scegliere un nome alternativo a quello offerto dal Pd, senza le conseguenze del caso. Ed allora la «caccia» al nome unitario ed autorevole da parte di alcuni componenti dei democrat resta l’ultima chance se non per evitare quanto meno per frenare la corsa di Roberto Falotico allo scranno di Piazza Matteotti. RIUNIONI CONTINUANO GLI INCONTRI SIA NEL CENTRODESTRA SIA NEL CENTROSINISTRA Il Pd annuncia agli alleati di avere il nome, ma non lo fa. La «rosa» di tre papabili l Si naviga a vista. Senza un orientamento preciso, senza una rotta definita. Si naviga a vista tenendo sul ponte il nome di un esterno, di alto profilo, che possa mettere insieme i pezzi di un partito se non di una coalizione. Sul nome del candidato certo, l’attesa è strategica. Perchè tra oggi e domani ci sarà la riunione dei consiglieri ed assessori uscenti che avevano espresso l’ambizione di concorrere alle primarie e occorre aspettare le loro reazioni. Ma è strategica anche perchè nell’ultima rosa messa a punto c’erano almeno tre nomi, tra cui due donne. Tutti avvocati naturalmente: Luigi Petrone junior (quello ritenuto con le maggiori chance) , Angela Pignatari e Maria Martoccia. Su uno di questi tre, dunque, alla fine i democrat avrebbero trovato la Audizione sul rischio amianto l Le proposte motivate a sostegno delle vittime dell’amianto sono state il tema affrontato nella seduta della terza Commissione consiliare. La segretaria della sezione di Potenza dell’Aiea, Liliana Guarino, ha specificato che «in occasione dell’audizione della sezione di Potenza dell’Associazione italiana esposti amianto è stato richiesto che lo studio portato avanti dall’organismo sia supportato dalle proposte in merito». «La nostra associazione – ha detto Guarino – ha l’obiettivo fondamentale di dare assistenza ai tanti lavoratori senza assistenza con vicende di salute legate alla presenza di amianto sul loro posto di lavoro. Bisogno reale di assistenza, quindi, con una legislazione più chiara in materia ed una normativa meno farraginosa. Intervenire – ha proseguito – anche laddove le organizzazioni sindacali per loro specifica competenza non possono arrivare, se non denunciando, l’industrializzazione selvaggia degli anni settanta che ha portato finora a 4000 morti per amianto». «Intervenire, dunque, sul territorio, evitando ogni tipo di discriminazione circa il riconoscimento della patologia. Una azione previdenziale – ha affermato - con la messa in rete di un sistema complesso che riguarda più attori, evitando sottovalutazioni, bensì tenendo presente che il fenomeno è destinato ad ingrandirsi.Il pericolo che diviene una forte remora è che per la mancata sensibilizzazione la situazione possa essere ulteriormente essere sottovalutata» “Per quanto concerne i progetti in essere – ha detto Guarino – ci vorrebbe una precisa analisi delle ricadute anche con studi epidemiologici ed una informatizzazione che contempli lo stato di avanzamento dei programmi e ricalibri i nuovi progetti da attuare. I consiglieri intervenuti nel corso del dibattito hanno ricordato i progetti in itinere e, nel contempo, chiesto lumi sulla loro effettiva utilità, hanno ricordato la proposta di legge del consigliere Romaniello con la necessità di intervenire con modalità più ampie» ELEZIONI Corsa per le elezioni amministrative a Potenza Il ballo delle primarie un passo avanti, 2 indietro sindaco a Potenza la nave del Centrosinistra non sembra aver trovato ancora la sua rotta definitiva. I dem che si sono caricati di offrire alla coalizione un nominativo autorevole e rappresentativo - a poco più di un mese dalla presentazione delle liste - hanno ufficializzato agli alleati di aver trovato la persona su cui convergere. Un esterno di alto profilo, un professionista in grado di traghettare l’amministrazione nei prossimi 5 anni. Al tavolo del Centrosinistra di ieri, però, il nome non viene fatto. Il motivo? Da chiarire. Di COMMISSIONE . convergenza. Ma prima di lunedì sarà difficile sapere di chi si tratti. Perchè il «comitato di saggi» si è aggiornato al fine settimana e lunedì è stato aggiornato il tavolo del Centrosinistra. Chiarita la questione nome, resta da definire il tema prima- rie. «Sono nel Dna del Pd» vanno ripetendo diversi esponenti del partito, ma al di là di questo il nodo non è stato sciolto. Certo, l’intenzione è quella di evitarle. Considerati anche i tempi stretti. Ma i democrat non lo dicono apertamente. Piuttosto si trincerano dietro un «si, no, forse». Stessa strategia del Centrodestra e di Forza Italia per la verità che solo venerdì, in una riunione allargata, alla base scioglierà la riserva presa con Fratelli d’Italia, Lista Storace e Popolari per l’Europa: o De Luca candidato unitario o divisi con [a.i.] Imbesi candidato. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Venerdì 21 marzo 2014 CONGRESSO REGIONALE EVENTO ALL’INSEGNA DELLA CULTURA Apertura con la musica e chiusura con un recitativo LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENOVESI l Un congresso all’insegna della cultura. Dopo l’apertura dell’assise con la musica dell’orchestra del Conservatorio di Basilicata, diretto dai maestri Rocco Eletto e Donato Semeraro, concerto che ha preceduto la relazione di Alessandro Genovesi, segretario generale Cgil Basilicata, la «due giorni» assembleare si conclude questa sera con il recitativo tratto dal libro «Un canto clandestino saliva dall’abisso» di Mimmo Sammartino. L’appuntamento è alle 18.30 sempre al Giubileo Hotel. Sammartino sarà supportato dalle tastiere di Gianni Montecalvo e dalle percussioni di Valerio Sammartino. Il racconto riguarda il dramma dei migranti, di chi - fuggendo da guerre e persecuzioni - cerca approdo sulle coste d’Europa (da Capopassero a Lampedusa), di chi sovente vede naufragare le CONGRESSO Prima giornata del congresso regionale Cgil CULTURA Apertura del congresso Cgil a suon di musica . oroprie speranze sul fondo del mare. È una storia di annegati-negati. È una vicenda di migranti e di morti che si vedono chiudere le porte attraverso leggi violente e ottuse. E si vedono negare persino il diritto al nome. A una sepoltura. Dentro il racconto si muove la domanda: cosa tocca fare per rispondere a questa umanità? La «ricetta» della Cgil lucana su lavoro, petrolio e inclusione Innovazione, «nuova Sata» dal greggio e compartecipazione alla solidarietà l Lavoro, petrolio, inclusione sociale sono i tre assi principali lungo i quali si è sviluppata la dettagliata relazione di Alessandro Genovesi, segretario della Cgil in occasione della giornata introduttiva del congresso regionale a Rifreddo di Pignola. Il leader del sindacato lucano ha rimarcato la necessità di attivare una grande politica dell’innovazione (verso l’economia digitale) e un «new deal» sul fronte sociale, culturale e ambientale: dalle politiche per l’infanzia, contro l’emarginazione e per la non autosufficienza, alla valorizzazione e creazione di filiera e di industrializzazione, prevedendo opere straordinarie di messa in sicurezza, di riqualificazione e di bonifica ambientale del territorio. Dopo aver ricordato il «Piano del lavoro e della coesione», firmato d’intesa con Cisl e Uil anticipando così una ritrovata unità di azione tra le tre confederazioni a livello nazionale, Genovesi ha sintetizzato le idee del sindacato per rilanciare l’occupazione: incentivi ai contratti a tempo indeterminato, tirocini per i più giovani (avendo la Basilicata una delle migliori norme a livello nazionale), politiche di settore, intervento pubblico diretto attraverso un servizio sociale territoriale, RELAZIONE Il segretario Genovesi «senza nascondersi - ha detto il segretario dietro la paura di creare nuovi Lsu, con un impiego mirato, magari con progetti ad hoc, con numeri sperimentali, nella tutela del suolo, nell’implementazione di servizi di manutenzione, nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e anche nella stessa forestazione, come ha proposto – sul pun- to specifico della forestazione – la Uil e come, tutti insieme, l’abbiamo poi inserita nel Piano del Lavoro». Capitolo petrolio. Occorre, a parere di Genovesi, avere il via libera a mettere tutte insieme le risorse derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti (royalties, decreto modificato, card benzina cui risorse sono già disponibili) per 3-4 grandi progetti infrastrutturali, sulla messa in sicurezza del territorio, sulla tutela ambientale, sulla generalizzazione di un reddito minimo di inserimento. «Governo, Eni e Total vanno obbligati - ha aggiunto Genovesi - a portare in Basilicata una «nuova Sata», nel farmaceutico, nei nuovi materiali, nei bio carburanti. Seimila posti di lavoro di qualità intorno cui dare un futuro alla Val Basento e ad aree più depresse, come il Senisese. Dobbiamo costruire prima ed imporre poi al Presidente Renzi e al Ministro Guidi le ragioni di un vero «grande scambio» di fronte al senso di responsabilità che sta dimostrando la Basilicata nel contribuire alla Strategia Energetica Nazionale. Che - ha precisato Genovesi - è aumento delle estrazioni nei pozzi già autorizzati, non nuovi pozzi». Sul fronte delle nuove povertà, inoltre, Genovesi suggerisce un prelievo di solidarietà da chi sta meglio e guadagna bene «per finanziare oggi l’emergenza (Copes e non solo), contribuire a strumenti universali di lotta all’esclusione». Per quanto riguarda il rapporto con il governo regionale Genovesi metterà alla prova la Giunta Pittella: «Sceglierà realmente la strada della concertazione? La Giunta - ha detto il leader cigiellino - accetta l’idea che viene prima il progetto e poi l’ansia di legittimarsi? Cioè sono «gli assessori esterni» a servizio della comunità lucana e non viceversa? Lo dico senza malizia e senza dietrologie, con quella passione ed onestà intellettuale che, spero, ci vengano sempre riconosciute». Inevitabile, infine, un riferimento al rapporto tra la Fiom e le altre sigle sindacali: «In Fiat - ha concluso Genovesi - il clima è irrespirabile e c’è un tema di reale agibilità dei nostri compagni negli stabilimenti. Dobbiamo interrogarci sul rischio che con la chiusura della seconda linea e la fine della Punto si possa assistere ad una lenta agonia per 2500 operai tra diretti ed indotto, scientificamente «portati a spasso» con il miraggio di una ricollocazione in produzione che potrebbe non giungere mai». le altre notizie PIAZZA ADRIATICO Sopralluogo vice sindaco per i locali da assegnare n I locali sotto piazza Adriatico a Potenza. Il vicesindaco e assessore all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici, Pietro Campagna: «Gli spazi siano ormai pronti per essere assegnati, rimangono da espletare le ultime formalità come gli allacci delle utenze. Sarebbe auspicabile che si riuscisse a giungere all’assegnazione dei locali già entro Pasqua. Si tratta di spazi che potranno e dovranno essere utilizzati per attività aventi finalità sociali». IL 25 MARZO Sciopero degli addetti alle pulizie delle scuole n Le segreterie regionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori addetti alle pulizia delle scuole di ogni ordine e grado della Basilicata in preparazione dello sciopero nazionale del 25 marzo e della manifestazione che si terrà a Potenza nello stesso giorno dalle 9.30 presso la direzione regionale scolastica. Nel capoluogo sono attesi circa 400 lavoratori ex Lsu e dei cosiddetti «appalti storici»che a partire dal 1° aprile rischiano di perdere il posto di lavoro. POTENZA IL COMUNE RASSICURA: CI VORRÀ QUALCHE GIORNO DI TEMPO PER TORNARE ALLA NORMALITÀ Spazzatura, ancora critica la situazione in alcune zone RIFIUTI Sacchetti ancora da raccogliere ieri mattina in via della Pineta e via Vespucci [foto Tony Vece] GIOVANNA LAGUARDIA l È ripresa la raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città di Potenza, dopo alcuni giorni di blocco causati da un contenzioso economico tra l’amministrazione comunale e la stazione di trasferenza di tito Scalo. Nonostante questo, però, da varie zone della città giungono alla Gazzetta segnalazioni di gravi criticità. Ieri mattina, ad esempio, era ancora emergenza rifiuti in via Vespucci, via Fabio Filzi, via della Pineta, via Vaccaro. «Hanno detto che la raccolta è ripresa regolarmente, ma qui i rifiuti sino ancora più di prima», lamentavano alcuni cittadini. La situazione, del resto, come testimoniano le foto del nostro reporter Tony Vece, era di grande disagio. In altre zone della . città, invece, la spazzatura è del tutto sparita dalle strade ed i cassonetti sono stati regolarmente svuotati. L’assessore comunale all’ambiente, Nicola Lovallo, torna a rassicurare la cittadinanza. «Una volta che si è creato l’intoppo spiega - ci vuole qualche giorno di tempo per riportare la situazione alla normalità. Gli uomini dell’Acta stanno lavorando indefessamente per intervenire quanto prima in tutte le zone della città, ma c’è anche un problema di tempi tecnici che non possono essere accorciati. Anche se riusciamo a conferire alla stazione di trasferenza una percentuale di rifiuti un po’ superiore alla media, non si possono saltare i tempi tecnici di preselezione del materiale che arriva alla stazione di trasferenza, per non parlare del fatto che lo spazio di stoccaggio in ogni caso non è infinito. È vero, ci sono ancora delle criticità in alcune zone di Potenza, ma sto tenendo costantemente la situazione sotto controllo, sia per quanto riguarda i quartieri della cinta urbana, sia per quanto riguarda le zone di periferia. Stiamo conferendo regolarmente alla stazione di trasferenza e contiamo di risolvere tutto in pochissimo tempo». RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ POGGIO TRE GALLI L’AREA SPORTIVA ABBANDONATA Venerdì 21 marzo 2014 CARTA CANTA Vincenzo Iacovino del comitato di quartiere trova una delibera del 1979: al Comune spetta manutenzione e pulizia TEMPISTICA Il futuro dei campetti tra bando di gara per i lavori e gestione. «L’importante è che si faccia presto senza buttare via altri anni» Campetti nel degrado «Il Comune doveva garantirne la cura» EMANUELA FERRARA l Il Comune gioisce. La paternità delle aree sportive del rione Poggio Tre Galli, stando alle parole dell’assessore allo sport, Giuseppe Ginefra, sembra essere una vittoria dell’amministrazione comunale. «Niente di più fuori luogo» commenta il comitato di quartiere. Dopo anni difficili, in cui sembrava impossibile venire a capo della querelle, il trionfalismo comunale appare quasi una beffa. Si sfoga Vincenzo Iacovino, presidente del comitato di quartiere. «Per anni ho subito personalmente l’arroganza dell’assessore allo sport. Gli impianti del nostro rione erano, stando a quanto mi ha ripetutamente riferito in questo lunghissimo periodo, inesistenti». È stato il suo non arrendersi a portare all’accertamento della verità. Una ricerca minuziosa di tutta la documentazione e di tutti gli atti a partire dal 1979, anno della prima delibera in materia. «Come si evince proprio da questo documento ufficiale – spiega Iacovino – i campetti sono di proprietà comunale. Citando testualmente si legge: sono a carico del Comune la manutenzione, la pulizia, il riscaldamento, l’illuminazione e l’acqua per gli impianti e per il piccolo spogliatoio annesso in muratura». Una cessione a titolo gratuito del suolo, insomma, da parte delle cooperative ricadenti nell’area. E non, come ha sempre dichiarato il Comune, una proprietà priva- ta. Rendere funzionale ed usufruibile l’area, mettendo una volta per tutte la parola fine al cronico degrado degli impianti, è ora il prossimo obiettivo. È stata richiesta pazienza, ora ce ne vorrà dell’altra. «Vorremmo che ci venisse riconosciuto almeno il merito della costanza e dell’umiltà – ha aggiunto il presidente del comitato di quartiere – Senza di noi, senza la nostra caparbietà nulla si sarebbe risolto. Ora chiediamo tempi celeri e trasparenza». In ultima battuta, in una lettera aperta, Vincenzo Iacovino prova ad analizzare la questione bando di gara per l’assegnazione dei lavori di rifacimento e, soprattutto, per la futura gestione. «Ci piacerebbe – conclude il presidente del comitato di quartiere di Poggio Tre Galli – che le strutture sportive siano realizzate con fondi pubblici e che la gestione sia affidata o ad associazioni riconosciute dal Coni o a cooperative di giovani disoccupati. Coloro che utilizzeranno le strutture sportive dovrebbero contribuire in qualche modo al mantenimento delle stesse». Per tutti questi dettagli tecnici, però, appare ancora troppo presto. In fondo, per accertare la paternità delle strutture ci sono voluti decenni. Ora pretendere, giustamente, celerità nell’esecuzione dei lavori di ristrutturazione e, addirittura, assegnazione della gestione, appare un tantino esagerato. La speranza resta, però, che non ci vogliano altri lustri per vedere finalmente risorgere un’area di tutto rispetto sorta tanti anni fa con il dispendio anche di risorse economiche importanti. RECUPERO Il nodo da sciogliere è quello della gestione [foto T. Vece] CELEBRAZIONE L’APPUNTAMENTO È IN PIAZZA MATTEOTTI TEMPO LIBERO Ecco come sono ridotti i campi di gioco del quartiere [foto Tony Vece] L’ACCUSA IL MUNICIPIO SI È ASSUNTO LA RESPONSABILITÀ DELL’AREA. MA ERA DA SEMPRE LA SUA Per riconoscere la paternità ci sono voluti trent’anni l Anni di lotte intestine portate avanti da un intero rione ma, nello specifico, dal presidente di comitato di quartiere. Poggio Tre Galli e Vincenzo Iacovino hanno vinto una vera e propria battaglia: il Comune si è assunto la paternità e dunque anche la responsabilità degli «impianti sportivi» dell’area. Poggio Tre Galli è uno dei quartieri più popolosi della città. Per troppo tempo, però, alcune sue aree sono state lasciate all’abbandono ed al degrado più assoluto. Era il 1982 quando sorsero quelli che gli abitanti della zona chiamano «campetti». Fiore all’occhiello non solo del rione ma di tutta un’intera comunità. Campi da tennis, da bocce, da calcio e parco giochi per bambini. A guardare le foto dell’epoca si resta affascinati. Una via Adriatico viva in cui si faceva la fila per poter accedere alle strutture. Tornei e feste dello sport. Un bel vivere insomma. Poi gli anni sono passati e con essi anche lo splendore. Si sa, la manutenzione è fondamentale per mantenere in piedi, in maniera decente e funzionale, una qualunque opera o struttura. A chi spettava però questa manutenzione? Una diatriba lunga tre decenni. Uno scaricarsi di responsabilità imbarazzante. Da una parte il Comune che indicava come legittima proprietaria dei «campetti» la cooperativa che aveva messo in piedi i palazzi circostanti, dall’altra la cooperativa che sosteneva l’esatto contrario. Chi aveva ragione? Il comitato di quartiere non si è POLIZIA DOMANI LA CAMPAGNA CONTRO CYBERBULLISMO E PER LA SICUREZZA DEL WEB Giornata della memoria e delle vittime delle mafie Oggi sit-in nel capoluogo A Potenza fa tappa «Una vita da social» l Dal 1996 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie e rinnovare in nome di quelle vittime l'impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è il simbolo della speranza che si rinnova ed è anche occasione di incontro con i familiari delle vittime che in Libera hanno trovato la forza di risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace. Nelle piazze di molte città italiane si leggerà la lista dei nomi delle persone cadute per mano criminale alle quali va il nostro l Farà tappa domani a Potenza «Una vita da social» la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato sui temi dei social network Cyber bullismo, adescamento, sicurezza e violazione della privacy online. Nel piazzale di Via Verrastro, nei pressi della Regione, sosterà il truck di 18 metri della Polizia Postale, allestito con un’aula didattica multimediale con postazioni internet. Obiettivo della campagna educativa itinerante, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è la sensibilizzazione e la prevenzione sui rischi e pericoli dei social network e del Cyber bullismo. Il truck partito da Roma ha toccato diverse città prima di raggiungere la Basilicata. Gli operatori della Polizia Postale del Compartimento di Basilicata, dalle 9.30 alle 16, incontreranno studenti, genitori, insegnanti per dare loro consigli ed indicazioni sull’utilizzo sicuro, consapevole, responsabile e critico omaggio e la nostra promessa di impegno. Anche in Basilicata, dopo un percorso di preparazione alla giornata che ha coinvolto in 21 incontri numerose scuole e realtà associative lucane, sono previste diverse iniziative durante le quali verrà letto l'elenco degli oltre 900 nomi delle vittime della violenza mafiosa. A Potenza la commemorazione, promossa da Libera in collaborazione con il Comune di Potenza e la Consulta provinciale degli Studenti Medi, si svolgerà oggi in Piazza Matteotti a partire dalle 9.30. Saranno presenti diverse delegazioni delle scuole superiori potentine, insegnanti, rappresentanti di associazioni. L’appuntamento nazionale è per domani a Latina. della rete internet. Sarà presente anche il trio cabarettistico lucano «La Faina» testimonial dell’iniziativa. Tra le novità, non poteva mancare la pagina facebook «Una vita da social» dove verranno postate le attività e le impressioni dei giovani internauti durante tutte le tappe del truck. 2 La Polizia di Stato da oltre dieci anni è fortemente impegnata nei progetti educativi su questi temi. Con il progetto itinerante «Una vita da social» l’obiettivo è di raggiungere con la formazione anche gli adulti, che svolgono un ruolo determinante nel garantire che l’esperienza di utilizzo del web da parte dei ragazzi sia una grande opportunità. Grazie alle attività di formazione si è potuto constatare una crescita della consapevolezza che difendersi è possibile; sono cresciute le denunce, è cresciuta la percezione che ciascuno è responsabile di ciò che compie in rete e che anche un gesto fatto per scherzo può avere conseguenze rilevanti e serie. mai arreso. Troppo male al cuore, dice Iacovino, a vedere tanto degrado. Oramai tutto è abbandonato, rotto ed inutilizzabile. Ma non poteva e non doveva finire così. Esiste un documento ufficiale, ed è stato quello ad accertare la verità, in cui si attesta la cessione dell’intera area dalla cooperativa al Comune. Dopo ben 30 anni l’ufficio tecnico di Palazzo di Città non ha potuto far altro che alzare le mani. I campetti sono i loro e loro se ne dovranno necessariamente ed obbligatoriamente occupare nel minor tempo possibile. Ora il quartiere non aspetta altro che un bando di gara ufficiale per il rifacimento e ma- COMITATO Vincenzo Iacovino gari per la gestione di quelli che potrebbero diventare un punto di aggregazione e ritrovo non solo per gli abitanti di Poggio Tre Galli. Un voler tornare, più in fretta possibile, agli antichi splendori. Si conclude così una diatriba lunghissima. Si apre però un nuovo periodo. Quello dell’attesa che, si spera, non duri altri trent’anni. [em.fer.] IL SIMBOLO DI POTENZA ABBRACCIATO DAI GIOVANI Sul ponte Musmeci è il giorno della festa della Primavera l È arrivato il giorno della «Grande festa della Prima/Vera Rinascenza d’Amore». I giovani abbracciano il ponte Musmeci a Potenza. L’iniziativa rientra nel progetto di «Valorizzazione Scenografica Illuminotecnica del Ponte Musmeci», in corso di realizzazione, e nel programma Umanitario «VVV: Vivi una Vita che Vale», ideati e coordinati da Tomangelo Cappelli dell’Ufficio Turismo regionale, che punta sulla conoscenza e promozione del Patrimonio artistico e culturale. L’appuntamento è per le 9.30 nel piazzale della Stazione di Potenza Centrale «dove i giovani – spiega Cappelli - si raduneranno per poi iniziare una passeggiata emozionale in fila indiana lungo la stradina adiacente le Scale Mobili in direzione di viale Marconi per attraversare, mano nella mano, Ponte Musmeci, lungo la I^ corsia a sinistra in direzione Basentana. I giovani percorreranno il ponte e quando lo riempiranno interamente sventoleranno un fazzoletto di cotone o di carta, bianco o colorato. La passeggiata proseguirà in direzione dell’Area pedonale del Parco del Basento dove verrà allestito un palco per la esibizione di giovani talenti. RASSEGNASTAMPA POTENZA PROVINCIA I VII Venerdì 21 marzo 2014 GENZANO DI LUCANIA UN 75ENNE COLTO DA INFARTO MENTRE COL «118» VIENE TRASPORTATO AL SAN CARLO DI POTENZA PIGNOLA L’ASSESSORE BERLINGUER Muore per cause naturali ma il funerale è ritardato dalla rigida burocrazia I familiari: «La salma bloccata a Tolve per 24 ore» ANTONIO MASSARO l GENZANO DI LUCANIA. Colto da malore, muore per infarto, mentre in ambulanza si cerca di trasportarlo al «San Carlo» per un intervento disperato. Ma per la rigidità della burocrazia i funerali devono essere celebrati in ritardo, tra l’indignazione e la rabbia dei parenti. Si tratta di Rocco Albani, un 75enne molto conosciuto a Genzano. I sanitari accertano che la morte è causata da un infarto dovuto a precedenti complicazioni cardiache, nonostante ciò viene trattenuto nell’obitorio di Tolve per oltre 24 ore. In sostanza un giorno e una notte. Ecco la storia. Nella notte di mercoledì l’uomo nella sua casa avverte un malore di particolare entità. Il medico di guardia suggerisce il ricovero urgente in ospedale. Arriva l’ambulanza del «118», però senza medico a bordo. Gli operatori mentre sono in viaggio con il paziente verso il «San Carlo» di Potenza «La normativa - sottolinea Basilicata Soccorso - stabilisce che la persona morta venga trasferita per almeno 15 ore nell’obitorio più vicino» chiedono il supporto di un’altra ambulanza con la presenza del medico. Ma è tutto inutile. Albani non ce la fa. Il «118» con la salma a bordo, percorsi una decina di chilometri dal via da Genzano si ferma presso la stazione di servizio sulla sp «123». L’area carburanti, va detto, per un paio di km, si trova in territorio di Tolve. Nel frattempo giunge l’ambulanza partita da Potenza con il medico che stabilisce che il decesso è avvenuto per cause naturali. E da qui per la normativa in vigore la salma invece di tornare, come sarebbe lecito verso Genzano, approda nell’obitorio del cimitero di Tolve. E SOCCORSI Un’ambulanza siamo già nella mattinata di ieri. Per la tumulazione del cadavere occorrerà attendere un giorno intero per l’espletamento di pratiche burocratiche quanto mai macchinose. I familiari del morto non vogliono sentir ragioni: «È assurdo - dicono con stizza - essere piantati nell’obitorio di Tolve per oltre 24 ore, con tutti i disagi connessi, a cominciare dal funerale che sarà celebrato in ritardo. In questo caso non c’è stato un minimo di buon senso. Oltretutto abbiamo dovuto ringraziare il Comune di Tolve che ci ha aperto il cimitero,visto che era giorno di chiusura». Intanto per saperne di più sui comportamenti da tenere quando il paziente muore in ambulanza abbiamo ascoltato il direttore del «118» Basilicata Soccorso. «La normativa è chiara dice Libero Mileti - il deceduto viene tenuto per almeno 15 ore nella camera ardente o obitorio del paese più vicino al punto dove avviene il decesso. In sostanza non si può circolare con il morto in ambulanza». LAVELLO DOPO LA LETTERA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO AI SINDACI ITALIANI SULL’ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE SCOLASTICHE Scuole, il Comune risponde a Renzi Partita la richiesta di intervento sull’edificio di piazza Matteotti per un milione e 600mila euro FRANCESCO RUSSO l LAVELLO. Una richiesta di intervento al governo nazionale pari ad un milione e 600 mila euro, per rimettere a nuovo il grande edificio scolastico di piazza Matteotti dopo la lettera inviata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi ai sindaci italiani. L’amministrazione comunale di Lavello, progetto alla mano, ha risposto così all’appello lanciato dal capo del governo per adeguare alle esigenze di docenti e studenti le strutture pubbliche dedicate al mondo scolastico. «Abbiamo risposto tempestivamente - dice il sindaco di Lavello, Sabino Altobello - all’invito rivolto dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a tutti i sindaci, perché segnalassero un edificio scolastico da ammodernare e sul quale intervenire in tempi rapidi. Alcuni giorni fa è stata inviata da parte del Comune di Lavello la richiesta di intervento per un importo di circa un milione e 600 mila euro, per lavori da realizzare sull’edificio scolastico di piazza Matteotti, che attualmente accoglie tra scolaresche dell’istruzione primaria e secondaria di primo grado, circa 600 alunni». Una buona parte degli alunni delle scuole medie ed elementari di Lavello (ci sono infatti anche gli edifici dei rioni Madonnina e Sant'Anna) sono ospitati proprio nella struttura di piazza Matteotti, costruita il secolo scorso. «Si tratta - prosegue il primo cittadino - di un intervento imponente che riguarderà circa tremila metri quadrati di solai esistenti e che consentirà di ammodernare la struttura scolastica innalzando gli standard di sicurezza. Stiamo parlando, tra l’altro, di un immobile realizzato negli anni 30 di particolare pregio e valore storico». La speranza, nel Comune di Lavello, è che il progetto venga approvato e finanziato. «Siamo tra le prime amministrazioni - continua Altobello - a rispondere all’invito di Renzi. Per noi intervenire su edilizia scolastica e patrimonio pubblico ha un valore per la qualità dell’offerta dell’istruzione e dell’educazione, ma è anche un modo per contrastare questo momento di grande crisi e di recessione. Avviare lavori per un tale importo - evidenzia - significherebbe rimettere in moto l’economia e dare lavoro a tanti disoccupati del settore delle costruzioni e delle piccole imprese artigiane». PLESSO DA ADEGUARE L’edificio scolastico di piazza Matteotti a Lavello [foto Luciano Massari] . Accolto dal generale Zago Mons. Superbo in visita alla Guardia di Finanza . L’arcivescovo Metropolita di Potenza Mons. Agostino Superbo ha fatto visita al Comando Regionale Basilicata della Guardia di Finanza. L’Autorità religiosa è stata accolta dal Comandante Regionale generale Valerio Zago, dal comandante Provinciale di Potenza col. Gianluca Dinoi e dal Cappellano Militare don Domenico Pitta. Al termine dell’incontro è stata celebrata una Santa Messa in occasione del periodo quaresimale, tempo di avvicinamento alla Santa Pasqua, a cui ha partecipato anche una rappresentanza di militari appartenenti alle varie categorie dei reparti alla sede di Potenza. La funzione religiosa è stata una occasione importante per gli uomini in uniforme di trovarsi uniti nella fede e al termine della quale Mons. Superbo ha augurato una serena Pasqua, esprimendo loro profonda stima e gratitudine per l’ottimo servizio fornito quotidianamente in favore della comunità. «Il Pantano una grande opportunità di sviluppo» l «Valorizzare il lago di Pignola sotto il profilo della fruibilità e della sostenibilità è un’occasione da non perdere». E’ quanto ha dichiarato l’assessore all’ambiente Aldo Berlinguer a margine di un tavolo tecnico tenutosi ieri in Regione, con tutti i soggetti che compartecipano alla gestione dell’area. Si tratta del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza, proprietario dell’invaso, della Provincia di Potenza, titolare dell’area, del WWF che, mediante il Ceas «Nova Terra», dal 2002 gestisce le attività dell’Oasi, e del Comune di Pignola, che ospita l’area nel suo perimetro. Il lago di Pantano, nato come invaso artificiale ad uso industriale, ha modificato negli anni questa funzione, diventando luogo di svago per l’hinterland di Potenza, grazie al suo contesto naturalistico. La riserva regionale Lago Pantano di Pignola infatti, è area naturale protetta istituita nel 1984, riconosciuta zona Sito di importanza comunitaria, Zona a Protezione Speciale e zona umida «Ramsar» di importanza internazionale. Il Ceas «Nova Terra» inoltre, gestisce il Centro di Recupero di animali Selvatici della Provincia di Potenza, nel quale vengono curati circa 200 animali ogni anno. Nel corso dell’incontro di ieri si è condiviso un nuovo progetto di sviluppo sostenibile dell’area che tenga conto delle sue peculiarità e potenzialità, ma soprattutto che ridisegni il ruolo degli attori attualmente coinvolti e presenti al tavolo. L’idea, proposta dal Comune di Pignola, è quella di una gestione finalizzata ad attività di intrattenimento, ad eventi culturali e ad una maggiore fruizione del lago, di cui lo stesso sarebbe disposto a farsene carico, salvo giungere, nel medio periodo, all'acquisizione dell'intero invaso. Il progetto solleverebbe l’Asi dalla gestione ordinaria del lago, pur rimanendone proprietaria. L’amministrazione regionale, che sta fungendo da cabina di regia, ha ipotizzato la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa, sul modello di quello già vigente per la riserva naturale speciale dei Calanchi di Montalbano Jonico, che disciplinerebbe i rapporti fra le parti e consentirebbe una gestione virtuosa del Lago. La riunione è stata aggiornata ai prossimi giorni; intanto, gli uffici regionali lavoreranno ad una bozza di intesa da sottoporre alle parti. POTENZA LA DENUNCIA DEI CAF-UIL POTENZA LEGAMBIENTE Inps, «Cud 2014, via internet Come recuperare penalizzate le fasce più deboli» vecchi computer per nuovi cicli di vita Il canale telematico non favorisce gli anziani l Anche quest’anno, come già accaduto nello scorso anno, le conseguenze della normativa che ha previsto per l’Inps l’utilizzo del canale telematico per l’invio di comunicazioni e certificazioni al cittadino si scarica sulle categorie sociali più deboli, i pensionati, gli invalidi civili. Oltre al Cud 2014, l’Inps non spedirà più ai diretti interessati il Red (modulo per comunicare all’Inps i dati reddituali, al fine di consentire la verifica del diritto all’integrazione della prestazione previdenziale ed assistenziale); il Modello Invciv (dichiarazione di responsabilità diretta a verificare il diritto all’indennità di accompagnamento, all’indennità di frequenza ed all’assegno mensile nonché delle dichiarazioni relative alle situazioni di ricovero e di dimora all’estero per il diritto alla pensione sociale e all’assegno sociale); il Mod. Iclav (agli invalidi civili titolari di assegno mensile); il Mod. Icric (agli invalidi civili titolari di indennità di accompagnamento e agli invalidi civili titolari di indennità di frequenza); il Mod. Acc. Asps (ai titolari di pensione sociale e assegno sociale). I pen- sionati pertanto - informano gli uffici Caf-Uil e Ital-Uil possono scordarsi, come è accaduto in tutti questi anni, di ricevere comodamente a casa nella cassetta delle lettere i moduli fondamentali per la dichiarazione dei redditi. E devono prepararsi a fronteggiare una procedura tutta telematica per poterlo stampare oppure, paradosso, a doversi muovere di persona per andare nelle sedi dell’ Inps o di un patronato. Sono i risultati della legge di Stabilità ereditata dal governo Monti che per risparmiare sull’invio cartaceo dei documenti obbligherà numerosi pensionati a muoversi (e anche gli uffici Inps a destinare personale allo smaltimento di pratiche che prima venivano risolte semplicemente con l’invio a domicilio di un documento). Come si può immaginare, la procedura decisa dall’Inps per l’utilizzo del sistema telematico è abbastanza farraginosa e soprattutto difficile da attuare per chi - la maggioranza degli ultrasettantenni - non ha dimestichezza con il computer e con internet. Il meccanismo, infatti, non è per nulla semplice. l Legambiente Basilicata promuoverà - all’interno del progetto Centro per la sostenibilità, sostenuto da Fondazione con il Sud attraverso il Bando Verso Rifiuti Zero - giornate di raccolta straordinaria di rifiuti elettronici (Raee) e iniziative volte a prolungare il ciclo di vita di Pc ed elettrodomestici. Personal computer, ancora in buono stato, potranno essere ricondizionati e immessi in un circuito sociale. Un esempio concreto che, grazie alla collaborazione con l’azienda Ri.plastic e l’Ipsia «Giorgi» di Potenza, mira a far comprendere l’importanza del corretto smaltimento di questi rifiuti e incentivare pratiche virtuose di riuso. Attorno al mercato legale dei rifiuti elettronici, sostiene Legambiente che ieri ha presentato a Milano un dossier sui «pirati del Raee», prospera un fiorente mercato illecito fatto di discariche abusive, traffici illeciti anche internazionali, inquinamento, truffe e criminalità ambientale che sfruttando il lavoro nero e la manodopera a basso costo, sottrae profitti all’economia legale, inquina i terreni, minaccia la salute pubblica e alimenta il business delle ecomafie. RASSEGNASTAMPA POTENZA PROVINCIA I IX Venerdì 21 marzo 2014 MARSICO NUOVO FA DISCUTERE IL CASO DEL POZZO PETROLIFERO «PERGOLA 1» DOPO LE CONTESTAZIONI DELL’ALTRO GIORNO Un ricorso all’Unione europea Ora si tenta di bloccare le trivelle «Stop alle estrazioni vicino a faglie che possono generare terremoti» INCONTRO TURBOLENTO Nelle foto due momenti dell’incontro sul pozzo petrolifero «Pergola 1», culminato con una serie di contestazioni a Marsico Nuovo PINO PERCIANTE l Eventuali sversamenti di idrocarburi finirebbero nell’Agri e quindi nel Pertusillo mettendo a serio rischio la salute dell’invaso. Per questo comitati e associazioni ambientaliste di Basilicata e Calabria hanno presentato una denuncia alla Commissione delle Comunità Europee per violazioni dei diritti comunitari che sarebbero state compiute dalla Regione rispetto alla tutela delle acque in val d’Agri. La denuncia segnala anche la possibile inadempienza della Regione rispetto al rischio sismico del territorio. «Tra le tante norme che noi consideriamo violate – spiega l’avvocato Giovanna Bellizzi che ha redatto la denuncia - la più importante è quella che impone a ciascun stato di allestire il registro delle aree idriche protette, vale a dire le aree con presenza di acqua destinata al consumo umano. Questo registro in Basilicata non c’è». I contenuti della denuncia sono stati presentati ieri pomeriggio alla stampa nella sala del consiglio regionale, scelta simbolicamente per richiamare l’attenzione delle istituzioni. «Il centro oli – spiega Bellizzi – si trova a soli 2, 5 km dall’invaso del Pertusillo che fornisce acque destinate al consumo umano a Puglia e Basilicata. Inoltre, si consente l’estrazione di idrocarburi vicino a faglie che possono generare terremoti, vicino alle aree di ricarica degli acquiferi e vicino ad aree carsiche che alimentano le falde sotterranee. Tutto questo costituisce un elemento che indica una possibile violazione del rispetto delle norme Ue in materia di tutela della acque. Infatti in Basilicata non risultano adottate utili misure volte a tutelare le immense risorse idriche e impedirne l’inquinamento. Le violazioni del diritto comunitario si concretizzano anche nella mancata adozione delle misure di prevenzione e nella mancata azione di riparazione quando si è verificato qualche danno ambientale». La denuncia è stata supportata dalle ricerche di due docenti universitari, il geologo Franco Ortolani e la prof. Albina Colella, sulla sismicità e sulle acque della val d’Agri. Per la prof. Colella dalla moria di pesci nel Pertusillo alla fuoriuscita di liquidi sospetti a Montemurro (contrada La Rossa) il principale indiziato resta il pozzo di reiniezione Costa Molina 2. «Dagli studi fatti – spiega la Colella - si desume che la provenienza petrolifera sia la più probabile. Non c’è la prova provata ma ci sono degli indizi che dimostrano che questa è l’ipotesi più plausibile». La prof. Colella ha poi ribadito le critiche e le obiezioni tecniche sull’ubicazione del pozzo Pergola 1, ultimamente al centro delle polemiche in relazione al rischio idrogeologico e sismico. A Pergola si trova la faglia chiamata «Melandro-Pergola» che si ritiene sia stata responsabile del violento terremoto del 1857. MELFI TUTTO PRONTO PER LA XVI EDIZIONE DELLE OLIMPIADI DELLA MULTIMEDIALITÀ IN PROGRAMMA DAL 28 AL 30 MARZO PROSSIMI Mediashow, in attesa del pronti via In gara 150 studenti provenienti da scuole di tutta Italia e da Svezia, Ungheria, Albania e Cina EVENTO Il Mediashow 2014 è promosso dall’Istituto di istruzione superiore «Federico II di «Svevia» della cittadina normanna ROSA ALBIS l MELFI. Tutto pronto per la XVI edizione del Mediashow, le Olimpiadi della multimedialità in programma dal 28 al 30 marzo prossimi a Melfi, competizione nel corso della quale 150 studenti provenienti da tutta Italia e da alcuni Paesi stranieri (Svezia, Ungheria, Albania, Cina) metteranno a confronto competenze e abilità nelle gestione di strumenti informatici e telematici. L'evento - organizzato dall’Istituto di istruzione superiore «Federico II di Svevia» della città federiciana, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, gli Assessorati regionale e provinciale alla Cultura e formazione e il Comune di Melfi - è stato presentato ieri ai giornalisti. «La scuola deve produrre cultura. Il Mediashow stimola la produzione multimediale di una cultura non fine a se stessa - ha spiegato il dirigente scolastico Michele Corbo ma basata su conoscenze storico-filosofiche e scientifiche. Questo rappresenta una grossa sfida, una battaglia di civiltà: la scuola si avvicina alle nuove tecnologie attraverso la sua ricchezza, i suoi tesori, ossia la cultura che è patrimonio di tutti. Così il Mediashow offre la possibilità di verificare lo sviluppo dell’uso delle tecniche multimediali nella scuola e di valorizzare le po- tenzialità degli studenti stimolando il confronto positivo». Il messaggio lanciato dalla manifestazione è che il digitale «unisce, non divide». Tra le novità di questa edizione, l’aumento del numero di studenti, regioni e paesi di provenienza dei partecipanti e il miglioramento della qualità della prova e del corso di formazione per docenti intitolato «Dall’Aula al Cloud passando per la mente: quali ambienti per i nuovi apprendimenti». Accanto alla tecnologia e all’informatica, anche quest’anno il Mediashow punterà sulla valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e artistiche della Basilicata. E perché no, dei talenti nostrani. Dopo la competizione, che avrà luogo venerdì 28 marzo, ai ragazzi sarà data l’opportunità di incontrare l’attore e regista lucano Rocco Papaleo. L’appuntamento è previsto per sabato 29 marzo, alle 11, in piazza Duomo a Melfi. Nella serata di sabato, inoltre, ci sarà l’animazione in piazza con il gruppo folk di Melfi «Lu scarecavasce», prima della tradizionale cena di gala. La premiazione dei vincitori della XVI edizione delle Olimpiadi della multimedialità si svolgerà domenica 30 marzo, alla presenza, tra gli altri, del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico. LATRONICO LA STRUTTURA DESTINATA ALL’ACCOGLIENZA DI EXTRACOMUNITARI RAPOLLA SI TRATTA DI UN RUMENO DI 44 ANNI Vandali in un edificio comunale a fuoco i letti dei rifugiati Un altro furto di energia elettrica terzo arresto dei Cc in paese l LATRONICO. Sono ignoti, al momento. Sono entrati nella sede dell’ex delegazione comunale di Latronico e hanno incendiato alcuni letti. Le fiamme hanno danneggiato anche una porta e annerito le pareti della struttura che si trova nella frazione di Agromonte Magnano. Un incendio misterioso. L’ipotesi è quella dell’atto vandalico. La struttura, destinata all’accoglienza di alcune famiglie di rifugiati politici, era stata già oggetto di un atto vandalico qualche mese fa. Nella notte tra mercoledì e ieri altri danneggiamenti e il rogo quasi certamente di origine dolosa. Sul fatto indagano i carabinieri della compagnia di Lagonegro. «Potrebbe essere qualcosa di più di un atto vandalico – si sente dire in paese -. Non possiamo sapere, e speriamo che non lo sia, se dietro questo episodio si nasconda qualche altra matrice. Certamente è un doloso e grave danneggiamento che ferisce profondamente tutta la comunità di Latronico». Il sindaco Fausto De Maria sulla sua pagina di Facebook parla della vicenda e dichiara che questo gesto non fermerà il progetto di integrazione avviato dall’amministrazione comunale: «Questo gesto intimidatorio non ci fermerà, una comunità l Non si fermano i furti di corrente elettrica a Rapolla. È il terzo caso in pochi giorni. I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Melfi, infatti, hanno scoperto l’ennesimo episodio arrestando un cittadino romeno domiciliato a Rapolla. L’accusa è di furto aggravato continuato di corrente elettrica. Come detto è il terzo arresto in pochi giorni. Stavolta a cadere nelle rete dei militari è stato un 44enne di origine romena, da anni residente in Basilicata. L’uomo, che lavora in qualità di operaio precario, forse attanagliato dalla crisi, allo scopo di «alleggerire» la bolletta, ha pensato bene di rimuovere i sigilli del contatore della propria abitazione ed allacciarsi abusivamente. Ad accertare la manomissione è stato un tecnico dell’ Enel nominato dai carabinieri ausiliario di polizia giudiziaria. Il valore della corrente elettrica asportata è di circa due mila IL PAESE Una veduta di Latronico accogliente come la nostra non può essere rovinata. Spero che le forze dell'ordine riescano ad individuare subito i responsabili, e chi sa qualcosa parli, per il bene della nostra comunità». Intanto al momento il centro non può essere utilizzabile. Le indagini continuano per cercare di [p.perc.] risalire agli autori dell’incendio. L’uomo ha fatto un allaccio abusivo alla rete Enel le altre notizie VIABILITÀ Sulla «598» istituito senso unico alternato n L’Anas fa sapere che da oggi a venerdì 16 maggio 2014, nella fascia oraria 7 – 17 esclusivamente nei giorni feriali, sarà istituito un senso unico alternato sulla strada statale 598 «Di Fondo Valle Agri», in corrispondenza dei viadotti «Tempe» e «Verzarulo» , nel Comune di Marsiconuovo. Il provvedimento per consentire i lavori di manutenzione straordinaria, per il ripristino dei viadotti. LA UIL-FP Sanità, «aprire confronto con le parti sociali» IN AZIONE I carabinieri euro. L’uomo è stato dichiarato in arrestro e, su disposizione del magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Potenza, tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. n «Aprire subito il confronto con le parti sociali», così Giuseppe Verrastro della Uil-Fp. « Sono oltre 2 mesi - dice - dalla nomina dell’ assessore regionale alla salute e oltre 3 settimane dalla nomina del direttore generale, ma non si registra nessun segnale relativamente ai problemi della sanità. A più riprese i sindacati hanno sollecitato un confronto per un aggiornamento sulla riforma del sistema socio sanitario regionale». RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Venerdì 21 marzo 2014 LA DISCARICA E L’ITER PER L’AMPLIAMENTO IERI L’AVVISO PUBBLICO DI POTENZA Quanto riportato sul portale istituzionale dell’ente lucano per le autorizzazioni ambientali non corrisponde al cartaceo SI ALLUNGANO I TEMPI Mancano computo metrico, elenco prezzi, Piano operativo, quadro economico, relazioni e l’indicazione dei progettisti La cronistoria Alla fine del 2012 la richiesta di aumento delle volumetrie le altre notizie CONSIGLIERE D’AMBASCIATA Delegazione cinese visita in Prefettura L’11 dicembre 2012, il Comune di Matera ha presentato il progetto di chiusura e messa in sicurezza dei bacini III e IV della discarica di La Martella. I nuovi profili comporteranno un incremento volumetrico pari a 122.700 mc (di cui circa 53mila sono relativi ai sovrabbanchi già presenti nei settori III e IV, e un apliamento della capacità di stoccaggio dei rifiuti nel V settore, nella misura di 82mila metri cubi. Il 15 gennaio del 2013, invece, gli uffici di prevenzione e controllo ambientale della Regione Basilicata chiesero il parere della Provincia di Matera sull’ampliamento proposto dal Comune (Settore igiene e ambiente). L’ente di via Ridola, presieduto da Franco Stella, a marzo del 2013, disse sì alla richiesta di aumento delle volumetrie della struttura ubicata a La Martella. n Il Prefetto Luigi Pizzi, riceverà oggi alle 10 nel Palazzo di Governo il Consigliere degli Affari Consolari dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, Yao Cheng che sarà accompagnato dal Direttore dell’Ufficio Consolare Li Fan e da alcuni rappresentanti della comunità cinese operanti nella provincia di Matera. IL TRUCK IN PIAZZA Internet, la Polizia incontra i giovani L’IMPIANTO La struttura di La Martella per la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi Piattaforma integrata dei rifiuti c’è un «intoppo» per la modifica La Regione rimuove dal suo sito la documentazione pervenuta dal Comune EMILIO SALIERNO l Intoppo nella vicenda infinita dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Borgo La Martella. La documentazione tecnica relativa all’istanza di V.I.A (Valutazione di impatto ambientale) ed A.I.A. (Autorizzazione integrata ambientale) per il progetto di modifica sostanziale alla piattaforma integrata di gestione dei rifiuti urbani della città di Matera, riportata sul supporto informatico, non comprende tutta quella presentata in formato cartaceo, pertanto è stata rimossa dal sito web regionale. Lo ha fatto sapere ieri, in un avviso pubblico, la Regione, in particolare l’ing. Nicola Grippa, responsabile per le procedure sugli impatti ambientali di piani, programmi e progetti. La documentazione tecnica completa, TUTTO DA RIFARE Il ritiro degli atti dal web interrompe il termine dei 60 giorni per le osservazioni al progetto chiarisce la Regione Basilicata, verrà nuovamente pubblicata sul sito web dell’ente non appena il proponente ( il Comune di Matera) avrà integrato l’istanza di V.I.A. ed A.I.A. con quanto richiesto dall’Ufficio compatibilità ambientale con la nota n. 0045168/75AB del 18 marzo 2014, pubblicata sul sito istituzionale. Ma che cosa mancherebbe dalla documentazione pervenuta dal Comune di Matera e pubblicata sul sito regionale? Pare il computo metrico, l’elenco prezzi, il Piano operativo, il quadro economico, le relazioni specialistiche e tecniche. E manca l’indicazione degli autori del progetto. Insomma, se le cose stanno così, un bel po’ di roba. Il ritiro della documentazione dal sito regionale, interrompe, di fatto, i sessanta giorni (dalla pubblicazione) per le osservazioni al progetto, e questo significa una ulteriore perdita di tempo per la conclusione delle procedure di V.I.A ed A.I.A. (un altro anno, forse, mentre l’impianto di La Martella corre il rischio di esaurire la capacità ricettiva). Quanto è accaduto era stato già segnalato - prima cioè che se ne rendessero conto gli uffici di Potenza - da un’associazione ambientalista materana, proposto in un intervento proprio nelle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno. In definitiva, sul sito regionale era stato pubblicato solo lo Studio di impatto ambientale (S.i.a.) e una relazione idrogeologica. Ora bisognerà mettere le carte a posto, aggiungere quelle che mancano, tra vecchie e nuove relazioni dei vari tecnici che si sono avvicendati. Solo dopo la documentazione tecnica completa sarà ripubblicata sul sito della Regione Basilicata e cominceranno a decorrere i sessanta giorni utili per l’eventuale iter autorizzativo. una contestuale diminuzione dei costi. In ogni caso, la preservazione del patrimonio aziendale, soprattutto dopo gli ultimi episodi verificatisi, alcuni anche con danni fisici alle persone, vale il costo economico sostenuto. Le imprese lamentano anche la scarsa illuminazione dell’agglomerato industriale, con interi tratti di strada completamente al buio. Inoltre, propongono un accesso regolamentato all'intera area nelle ore serali e notturne e nei giorni festivi e chiedono al Consorzio per lo Sviluppo Indu- Bassolino presenta il suo libro n Oggi alle 17 a Palazzo Lanfranchi, Sala delle Arcate è in programma un incontro con Antonio Bassolino per la presentazione del libro “Le dolomiti di Napoli. Racconti di politica e di vita” edito da Marsilio. L’iniziativa è a cura dell'associazione Energheia. Lello Chiacchio leggerà alcuni brani del libro. ALL’ATENEOLUCANO Educazione alla salute si parla del cuore n «Cuore e sue funzioni» è l’incontro in programma oggi alle 17.30 nell’aula magna dell’Università di Basilicata in via Lazazzera. L’iniziativa promossa dall’istituto comprensivo “Torraca” rientra nel progetto di educazione alla salute. Al museo «Ridola» il libro di Palumbo Furti nelle aree industriali le associazioni protestano unico con un istituto di vigilanza privato, valevole per tutte le aziende ubicate a Martella o comunque per quelle che decideranno di aderire. La vigilanza unica garantirà una presenza costante con una o più pattuglie dedicate all'area industriale de La Martella e consentirà un monitoraggio più puntuale. Sarà fondamentale un’adesione totale degli operatori. Ovviamente un maggior numero di aziende potrà permettere all'istituto di vigilanza di incrementare il numero delle pattuglie (quindi offrire un servizio migliore) ed A PALAZZO LANFRANCHI SU GIUSEPPE GIORDANO SICUREZZA IMPRESE VENTI FURTI CONSUMATI O TENTATI IN UNA SETTIMANA A LA MARTELLA l Confapi, Confindustria e Cna insieme contro i furti nell’area industriale La Martella. Venti furti consumati o tentati in una settimana e la preoccupazione che aumenta tra le imprese. Questo è quanto registrato dalle Associazioni imprenditoriali, Confindustria, Confapi e Cna dopo avere incontrato le aziende dell’area industriale La Martella. Raccogliendo l’invito del prefetto, le tre associazioni hanno cominciato a mettere insieme le imprese perché si addivenga alla stipula di un contratto di vigilanza n Farà tappa oggi in piazza della Visitazione il truck attrezzato della Polizia di Stato per spiegare ai giovani quali sono le principali insidie della rete e fornire consigli per una navigazione sicura. Il truck, lungo 18 metri e munito di aula didattica multimediale all’interno, nell’ambito della campagna didattica “Una vita da social” stazionerà nella piazza dalle 9 alle 18. All’incontro con gli esperti della Polizia Postale parteciperanno anche i giocatori ed il tecnico della squadra di basket Bawer, testimonial dell’iniziativa. n Alle 19 nel Museo “Ridola” verrà presentato il libro «Le vicende di Giuseppe Camillo Giordano. Frammenti d’Erbario di un botanico romantico», scritto da Gianni Palumbo. IN PIAZZA VITTORIO VENETO ZONA PRODUTTIVA Il Paip di La Martella striale di farsi promotore dell’iniziativa, con costi da ripartire sui soggetti presenti nell’area. L’area de La Martella – sostengono le imprese – dispone di tre accessi asfaltati più alcune strade sterrate interpoderali. La chiusura notturna con appositi cancelli e la vigilanza con presidio fisso e telecamere all’accesso principale, fatta salva la possibilità di libero accesso a tutti i proprietari, diminuirà di gran lunga gli episodi malavitosi e consentirà anche di valorizzare l’intera area industriale, quindi i patrimoni esistenti, frutto dei sacrifici di tutti. Un'area industriale sicura potrà anche attrarre nuovi investitori in cerca di tranquillità con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Una raccolta firme per Tsipras n Secondo fine settimana di raccolta firme in tutta Italia per l'Altra Europa con Tsipras. L'obiettivo sono le 150mila firme necessarie da presentare entro il 15 aprile per partecipare alle prossime elezioni europee. In Piazza Vittorio Veneto saraà allestito un banchetto informativo e di raccolta firme nei giorni: oggi dalle 18 alle 21), domani e domenica dalle 10-13 e dalle 18 alle 21. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I XI Venerdì 21 marzo 2014 CAPITALE CULTURA LE COSE DA FARE Primo obiettivo riproporre progetti già realizzati di fuori del contesto materano. Secondo IL DIRETTORE ARTISTICO IN GIOCO alpasso un data base di associazioni ed enti Grima cerca di sciogliere tutti i nodi di Matera 2019 Tra malumori per l’assegnazione dei fondi e dubbi sul Comitato CARMELA COSENTINO l Disinvolto, aperto al dialogo e con un programma di azione che lo vedrà impegnato per i prossimi 100 giorni non solo a mettere mano al percorso di candidatura ma anche a sedare malumori e perplessità mostrati da alcuni operatori culturali. Joseph Grima direttore artistico di Matera 2019, si trova oggi a dover affrontare una situazione complessa. Da una parte ci sono i malumori dettati dalla discussa distribuzione dei fondi pubblici contenuta nella delibera comunale, e dall’altra i dubbi che riguardano l’operato del Comitato Matera 2019 e la gestione del percorso di candidatura. L’incontro tenutosi l’altra sera nella Casa Cava, è servito per chiarire alcune questioni, la prima delle quali sollevata dal sindaco della città dei Sassi che ha chiesto al direttore artistico di definire il suo ruolo e il programma avendo a disposizione un tempo così limitato. Domanda a cui Grima ha ribattuto con una pronta risposta dimostrando di non essere venuto impreparato a ricoprire un ruolo così delicato. «Il primo obiettivo- ha spiegato- sarà quello di riproporre progetti già realizzati e dalla grande forza collettiva e proporli al di fuori del contesto materano, anche in una dimensione europea. Il secondo passo sarà la costruzione di un Data Base di associazioni ed enti che operano sul territorio lucano per capire cosa fanno, conoscere le abilità e le risorse, i progetti, il lavoro e poi mettere in campo azioni collettive. Parte importante CASA CAVA A sinistra, il direttore artistico Joseph Grima, alla sua prima uscita in un contenitore pubblico, accompagnato da Paolo Verri, direttore di Matera 2019 [foto Genovese] di questo percorso sarà la comunicazione che avverrà non solo on line, ma anche offline in modo da non escludere coloro che non utilizzano le piattaforme di internet. Il lavoro non parte da zero. Ho esaminato gli atti e i documenti del Comitato scientifico e su questi organizzeremo le iniziative che andremo a progettare insieme». Buone le intenzioni ma le critiche non mancano. A sollevarle è Raffaello de Ruggieri membro del Comitato Scientifico Matera 2019. «Una città culturale – ha sottolineato- non eroga cultura ma la produce. Da qui la necessità di ricaricare l’attenzione di coloro che hanno la gestione di questo progetto, sulle testimonianze ed esperienze delle energie creative e associative di questa città che non è possibile ignorare. Noi non abbiamo la necessità di importare ricalchi mimetici, nè di essere decalcomanie. Questa città ha vissuto un’esperienza unica, mostrando l’ orgoglio di appartenenza con un’operazione di coinvolgimento della popolazione che si è concretizzata con legge 771 relativa al recupero dei Sassi. Questo è il quadro. E noi vogliamo segnalare queste situazioni perché lei possa trovare il modo di rompere alcuni confini autarchici che nel frattempo si sono registrati in questa città e riproporre un discorso di partecipazione attiva. Dobbiamo uscire dal disagio e dalla sensazione di esclusione che molte associazioni vivono in questo momento per ritrovare un percorso unitario attraverso una progettualità che nasce dal territorio, che evita la cultura come consumo e acquisto e che punta alla cultura come produzione. Se realizzeremo questo disegno forse avremo vinto questa battaglia straordinaria che porterà Matera ad essere un esempio di protagonismo civile e di azione culturale». MANIFESTAZIONI SI SVOLGERÀ IL 6 GIUGNO LA «BRUNETTA», VERSIONE PER BAMBINI DELLA SOLENNITÀ Una Festa della Bruna ma a misura dei piccoli ENZO FONTANAROSA l Nel solco della tradizione ma a misura di bambino. La Festa della Bruna dei piccoli, la cosiddetta “Brunetta”, torna per il quarto anno e presenta alcune novità. L’iniziativa, che si svolgerà il 6 giugno a Matera, dalle 17.30, negli spazi della Masseria del Pantaleone, è ancora una volta promossa dalla cooperativa “Il Puzzle” insieme alla scuola materna “L’albero azzurro”. I dettagli della manifestazione sono stati presentati in un incontro con la stampa, nella cornice della masseria e col clima festoso creato dalla presenza di quei piccoli che saranno protagonisti della iniziativa fatta su misura per loro. «Saranno i bambini al centro in tutti i sensi, mentre gli adulti avranno solo un ruolo di semplici spettatori», ha detto Giuseppe Bruno, presidente de Il Puzzle. Saranno almeno un centinaio i giovanissimi che prenderanno parte attiva alla “Brunetta” vivendo in piccolo tutti momenti della vera Festa del 2 luglio. Dalla processione dei pastori alla vestizione del generale, così come la sfilata dei cavalieri e fino all’assalto del carro trionfale in cartapesta. L’artistico manufatto in cartapesta, a sua volta, sarà realizzato da Elena Mirimao con l’aiuto dei piccoli. Ieri è stato presentato il bozzetto che, come per quello che sfilerà in occasione della Festa patronale, è ispirato al tema della Carità. «Gli elementi del carro trionfale ci saranno tutti – ha spiegato Mirimao, che ha già collaborato con i maestri cartapestai per i carri di precedenti edizioni della Festa –. Poi ho scelto colori sgargianti ma non ci saranno le statue al centro: il tema sarà rappresentato da elementi simbolici». Ma la versione baby della solennità patronale non si basa solo sugli elementi più evidenti della Solennità. A condurre i bambini alla scoperta dei significati più profondi e di fede c’è don Vincenzo Di Lecce, rappresentante della Curia nel Comitato dei festeggiamenti e parroco della Cattedrale. «Abbiamo intrapreso un percorso – ha detto il sacerdote – in modo che i piccoli vivano la Bruna il 2 luglio serenamente e in tutti i suoi aspetti, partendo chiaramente da quello religioso». Un elemento di novità per la Brunetta, è rappresentato dalla processione dei pastori. «È importante che i bambini siano educati a pensarla come un momento devozionale – ha detto Emanuele Calculli, priore della Confraternita dei Pastori – e non come una “maratona” corredata dallo scoppio di petardi». Che i bambini festeggino «tranquilli una Bruna senza tran- INCONTRO La presentazione alla stampa della Festa della Brunetta [foto Genovese] . senne e tutta per loro» vede d’accordo Angelo Loperfido, titolare della Masseria del Pantaleone. Domenico Andrisani, presidente dell'associazione “Maria SS della Bruna”, accompagnato da Giovanni Santantonio, ha a sua volta manifestato l’apprezzamento del Comitato promotore «per la versione della Bruna a misura di bambino. Sono contento, poi, dell’impiego della giovane Mirimao che spero sia di buon auspicio, il prossimo anno, affiché oltre lei altre donne possano candidarsi per la costruzione del carro trionfale del 2 luglio». Ricordiamo, infine, che i lavori dei piccoli che parteciperanno alla Brunetta nei vari ruoli sono coordinati dall’insegnante Valeria Piscopiello. Alla manifestazione, poi, collabora anche l’istruttore ippico Davide Ingusci, mentre Enzo Festa, cavaliere della Bruna, realizzerà lo scheletro in legno del baby-carro il cui auriga sarà Raffaele Tataranni. Altra storia dietro le quinte Tra luci riflesse e luci spente In qualche modo è stato anche detto. Ora, si dovrà passare, se così si può sintetizzare, dalla fase preliminare alla redazione di un progetto esecutivo. Vuol dire che siamo ancora nella più evidente modalità della comunicazione. Intanto, qualche scarica elettrica l’altra sera si è avvertita nella Casa Cava. Qualcosa più di un refolo rupestre è rimbalzato tra le pareti di calcarenite quando il direttore artistico, Joseph Grima, e il direttore generale di Matera 2019, Paolo Verri, hanno dato il via alla seconda fase del percorso di candidatura della città a Capitale europea della cultura. Strano, ma a questa solenne iniziativa sembra essere stato avvistato uno solo dei 40 consiglieri comunali e nessun assessore, neppure quelli che hanno lavorato al Dossier 2019. Poi, sono apparsi anche abbastanza critici i toni dei pochissimi interventi dal pubblico (4), praticamente solo di addetti ai lavori, che significa quanto prevale lo spettatore (spesso annoiato) e non il cittadino che partecipa. Difficili da interpretare, inoltre, le affermazioni del sindaco, Salvatore Adduce. Intervenendo per primo, a Grima - che non sembra persona chissà quanto aggressiva - ha chiesto a bruciapelo cosa s’intende fare, visto che mancano solo 100 giorni per arrivare a definire quello che in realtà è un nuovo dossier sulla città, stavolta in chiave di proposta operativa, a valle del percorso seguito fino ad oggi. Hanno destato una strana curiosità, poi, le affermazioni di uno dei componenti del consiglio di amministrazione e del comitato scientifico di Matera 2019, Raffaello De Ruggieri. Soprattutto quando ha candidamente (?) affermato che solo in quel momento gli è stato concesso di rivolgere la parola al direttore artistico Grima. Come mai, se tutti sanno che alloggia a Matera già dall’inizio del mese? Di più, De Ruggieri, auspicando la necessità di evitare «inutili ricalchi mimetici», circa il lavoro da fare, ha anche parlato di «una certa sensazione di disagio che vivono le associazioni attive in città» e, in questo caso, ha rimarcato l’esigenza di «rompere alcuni cortili autarchici» a favore di una progettazione inclusiva. Allusivo, sibillino? Insomma, non è neppure un linguaggio tanto cifrato. Forse si arriverà a dividere i compiti senza confliggere più di tanto. Resta in piedi una vicenda sempre abbastanza spinosa, però, quando a Matera si parla di urbanistica e si pescano nomi nobili come quello di Adriano Olivetti. Da un lato si riconosce e si evoca il contributo esemplare che fece della città un laboratorio urbano apprezzato su scala planetaria. Dall’altro, questa pratica sembra destinata a diventare sempre più sterile, esercizio di copertura. Del resto anche ad aprile dell’anno scorso, quale flebile voce nel deserto, è stato fatto presente al celebre urbanista Charles Landry, ospite della città, che da noi il mito e la storia non sempre coincidono. Matera ha sviluppato in questi ultimi anni una sorta di mistica delle varianti agli strumenti di pianificazione che volta palesemente le spalle proprio a quella stagione sempre evocata, ma forse poco conosciuta e soprattutto molto dimenticata e tradita. Difficile, però non ripartire da un punto fermo come quello. Vale nonostante tutto, benchè ripetutamente strumentalizzato e continuamente violato. E tuttavia, quale messaggio consegna una città che negli ultimi anni è stata stravolta da una valanga di 43 varianti al piano regolatore generale, mentre altre sono pronte ad essere trasversalmente approvate? Insomma, se le nostre periferie estreme sono ormai ridotte ad un mosaico di tragiche solitudini è forse colpa del destino cinico e baro? Oppure queste sono escluse da Matera 2019 e per sempre da qualsiasi altro discorso? [Pasquale Doria] RASSEGNASTAMPA XII I MATERA PROVINCIA Venerdì 21 marzo 2014 POLICORO IERI L’OPPOSIZIONE DI ALTRAGRICOLTURA ALL’AZIONE NEI CONFRONTI DELL’AZIENDA AGRICOLA CONTE-ERGASTOLO Arriva l’ufficiale giudiziario ma gli sbarrano l’ingresso FILIPPO MELE l POLICORO. «Da questa azienda non uscirà nessuno. Siamo disposti a farci arrestare ma impediremo con ogni mezzo, legale, lo sciacallaggio sulle aziende agricole in crisi». Lo ha dichiarato Gianni Fabbris, leader nazionale di Altragricoltura, all’ufficiale giudiziario che ieri, attorno alle 9.30, si era recato nell’azienda agricola di Leonardo Conte ed Angela Ergastolo, in contrada Golfo, al confine tra Policoro e Tursi, per prendere possesso di stabili e terreni, su cui insiste una delle prime porcilaie biologiche d’Italia, per conto di chi ha comprato i beni all’asta. Con Fabbris ed Ergastolo, alcuni aderenti ad Altragricoltura; il parroco della chiesa madre di Policoro, don Antonio Mauri; e l’avvocato di Soccorso contadino, Antonio Melidoro. Molti anche i giornalisti arrivati per seguire una vertenza che, per Fabbris, ha una valenza nazionale. Ed è stato l’avvocato Melidoro, che sta seguendo la vicenda per conto non solo di Altragricoltura, Conte ed Ergastolo ma anche dell’associazione Rinascita lucana, che da un anno ha la gestione dell’azienda, e dei lavoratori che abitano nello stabile, ad evidenziare anomalie nella procedura d’accesso. Cancelli, dunque, sbarrati per l’ufficiale giudiziario che ha dovuto far ritorno nei suoi uffici dopo aver redatto un verbale dell’accaduto. «Finalmente – ha detto Fabbris al termine delle “operazioni” - sappiamo chi nel chiuso di una stanza ha comprato per poche decine di migliaia di euro una azienda che ne vale oltre mezzo milione. E noi non ci rassegniamo all’idea che questo possa avvenire nella nostra comunità. Chiediamo a chi ha acquistato all’asta di arrivare ad una composizione. Se questo avverrà, sarà un segnale importante di solidarietà. A chi ha comprato diciamo di fare questo gesto. Altrimenti noi non molleremo e qui non entrerà mai nessuno. Con noi ci sono i sindaci di Tursi, Giuseppe Labriola, e di Policoro, Rocco Leone; don Mauri; la fondazione antiusura di Matera con don Basilio Gavazzeni. Siamo un fronte ampio. Ed anche oggi non facciamo il nome dell’acquirente. Che è un vicino dei Conte. E questo ci riempie di amarezza. Se fosse stata una cordata di speculatori ce ne saremmo fatti una ragione. Ma il vicino che ci colpisce alle spalle non ci piace. Il coltello, però, può essere tolto dalla ferita. Lanciamo un appello alla composizione. Altrimenti daremo il nome di costui. Appuntamento al 5 aprile prossimo». Parroco chiesa madre Don Antonio Mauri: «Qui per solidarietà» «Sono qui per dare solidarietà alla famiglia Conte». Lo ha detto don Antonio Mauri, parroco della chiesa madre, presente al sit in organizzato da Altragricoltura che, di fatto, ha impedito l’accesso dell’ufficiale giudiziario nell’azienda di contrada Golfo comprata all’asta per 80mila euro. Ancora don Mauri: «Le cose che sono accadute ai Conte non dovrebbero succedere. Certo, ognuno può fare nella giustizia. Ma c’è una legge superiore: quella della carità. Quando non ci si perde si può anche fare un passo indietro. Rappresento una chiesa militante? Gesù è andato con gli ultimi non con i potenti. Ed io cerco di far si che la chiesa di oggi, come dice anche il nostro Papa Francesco, deve stare [fi. me.] con chi ha bisogno». LO STABILE L’azienda di Conte ed Ergastolo LA VISITA L’ufficiale giudiziario BERNALDA OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA. SONO TUTTI DI NAZIONALITÀ RUMENA Nei fragoleti c’erano nove lavoratori in nero FIAMME GIALLE Campagne joniche a setaccio l BERNALDA. Blitz degli agenti della Guardia di finanza nei campi coltivati a fragole e ad insalate. Così, le “Fiamme gialle” hanno scoperto ben 9 lavoratori stranieri in nero. L’operazione è scattata nell’ambito dell’attività trasversale di polizia economico - finanziaria condotta dalla Compagnia di Matera nella lotta al “sommerso” sia d’azienda sia da lavoro. Ad operare “sul campo”, letteralmente, sono stati i militari della Brigata di Metaponto. I lavoratori in nero, tutti di nazionalità romena e domiciliati nella vicina Puglia, sono stati localizzati nel territorio di Ber- nalda dai finanzieri intervenuti direttamente nei fragoleti e nei terreni coltivati ad ortaggi mentre prestavano la propria opera a favore di un imprenditore agricolo che non è stato in grado di giustificare diversamente la loro presenza sugli appezzamenti da lui condotti. Ricordiamo che, secondo gli esperti, il sommerso d’azienda e da lavoro è intimamente connesso anche ad altri “comportamenti” che penalizzano l’economia nazionale, quali la corruzione e la criminalità economica organizzata, producendo ulteriori conseguenze negative, in termini di carente sviluppo, distorsione dei mercati, minore attrattività del sistema Paese per gli investitori esteri. Ma ci sarebbe di più. Le indagini continuano per accertare se dietro all’impiego illecito della manodopera ci sia anche l’odioso fenomeno del caporalato, vale a dire dello sfruttamento di alcuni uomini sul lavoro di altri uomini. Una pratica illecita che ha vuto forte sviluppo negli anni scorsi proprio a carico dei braccianti che dalla Puglia venivano trasportati nel Metapontino per le grandi campagne di raccolta dei prodotti agricoli. Al titolare dell’azienda, al termine dell’ispezione, è stata contestata la maxisanzione prevista per l’impiego di lavoratori “in nero” unitamente ad altre sanzioni complementari previste dalla normativa che disciplina i rapporti di lavoro non regolarizzati, per una somma complessiva di oltre 30.000 eu[fi.me.] ro. PISTICCI OPERAZIONE DEI CARABINIERI POLICORO IL DECESSO È AVVENUTO SOLO A POCHE ORE DALLA SUA NASCITA Furto in casa e inosservanza Ma adesso c’è anche un indagato obblighi di sorveglianza speciale arrestate due persone per la morte della piccola Chiara PIERO MIOLLA l PISTICCI. Ritenute responsabili a vario titolo di furto in abitazione ed inosservanza degli obblighi di sorveglianza speciale, 2 persone di Pisticci sono state arrestate dai Carabinieri della Stazione di Marconia in collaborazione con quelli della Compagnia di Pisticci. Ai 2 si è giunti dopo certosine indagini conseguenti ad un furto in abitazione avvenuto a gennaio a Marconia: si tratta del 28enne A.A. e del 24enne e B.L., entrambi di Pisticci, già noti alle forze dell’ordine e catturati in esecuzione di un’ordinanza del gip del Tribunale di Matera. Il furto è stato perpetrato in un’abitazione di Marconia nel lasso di tempo in cui il nucleo familiare era uscito di casa. Le investigazioni hanno permesso di vagliare le posizioni di vari pregiudicati per questa tipologia di reato e, da una cernita di persone tenute in costante attenzione operativa, sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli arrestati, con il determinante rinvenimento della refurtiva in un negozio di compro oro. Altre attività di controllo del territorio della Compagnia di Pisticci e Stazioni dipendenti hanno fatto registrare anche 11 denunce alla magistratura a vario titolo. A Ferrandina e Bernalda 2 persone sono state denunciate perché sorprese alla guida di autovetture, la prima con il contrassegno assicurativo contraffatto, la seconda per guida patente. A Metaponto 6 i denunciati: un pregiudicato di Bernalda per ricettazione di attrezzi agricoli ed un torchio; quattro extracomunitari per occupazione arbitraria di un’ala del palazzetto dello sport in disuso; una persona per porto di coltello del genere vietato. A Pisticci denunciati 2 automobilisti per il rifiuto dell’invito a sottoporsi all’etilometro per accertarne il tasso alcolemico. A Stigliano, infine, una denuncia è stata elevata per la gestione di un’agenzia di scommesse senza autorizzazione. FILIPPO MELE sarebbe stato determinato da un’ernia diaframmatica. Gli intestini sarebbero risaliti nel torace l POLICORO. C’è un nome iscritto nel registro impedendo lo sviluppo del polmone sinistro. A degli indagati relativamente all’inchiesta aperta seguire l’autopsia per i Mitidieri c’erano anche i dalla magistratura per accertare le cause della due legali da loro nominati, Maria Delfino e morte di Chiara Mitidieri, Piero Marrese. Il loro inavvenuta sull’eliambulanza carico sarà quello di accerche la trasportava al San tare se vi sono colpe e neCarlo di Potenza il 17 marzo gligenze di qualcuno nel descorso. Inchiesta che ieri ha terminarsi degli eventi che avuto un passaggio imporhanno portato alla morte di tante: l’autopsia effettuata Chiara. Il dato certo è che la sul corpicino della neonata. Procura per aprire la sua Presenti nella sala settoria indagine, dopo la denuncia dell’ospedale del capoluogo di Cosimo Mitidieri presendi regione, il prof. Nicola tata alla questura di PotenLaforgia, neonatologo, noza, ha scritto nel registro minato dalla Procura di Podegli indagati un nome. Ovtenza, che ha operato per viamente, stante il segreto rogatoria di quella di Maistruttorio, non è dato di tera; il prof. Luigi Strada, sapere di chi si tratti. Il per Cosimo Mitidieri e Comune di Policoro, intanMaria Pina Digilio, i geto, ha fatto sapere che si nitori di Chiara; ed il dottor accollerà le spese per il traAldo Di Fazio, per l’Azien- POLICORO I genitori della piccola sporto della salma da Poda sanitaria di Matera. Da tenza alla cappella del ciquel che è trapelato al termine dell’autopsia, in mitero. I funerali della piccola Chiara, vissuta attesa della relazione dei periti della Procura che solo poche ore, si svolgeranno in giornata. [fi.me.] arriverà tra 60 giorni, il decesso della bambina le altre notizie MONTESCAGLIOSO Centro studi, laboratori sul benessere n Si chiama “Benessere è primavera” l’evento organizzato a Montescaglioso dal Centro Studi Intergenerazionale oggi con inizio alle 16.30. In coincidenza con l’ingresso della primavera alla sala Donizetti sono tre i laboratori previsti con lo scopo di migliorare la comunicazione tra le diverse generazioni, rafforzare i legami sociali e incoraggiare iniziative per uno sviluppo dinamico della proposta formativa. Il primo laboratorio dal titolo “Volersi belli a tavola” sarà tenuto da Francesco Di Leo, biologo nutrizionista. Il secondo è una sfilata di acconciature tenuto dallo staff di “Hairstyling Di Pierro”. Il terzo è un laboratorio coreografico tenuto da Emanuela Vanagiano e Michele Lobefaro dal titolo “Sogni di tango” che include anche un saggio di tango argentino. ALL’HOTEL SAN DOMENICO Feniarco, assemblea dei cori italiani n Il 22 e 23 marzo prossimi si incontreranno a Materati i rappresentanti della coralità italiana. Grazie al ruolo propulsivo e organizzativo dell’Associazione Basilicata Cori (Abaco) si terrà infatti a Matera l’assemblea primaverile della Feniarco, la federazione nazionale dei cori italiani. I momenti assembleari della Feniarco, che di solito sono due all’anno, in primavera ed autunno, sono caratterizzati dalla presenza concentrata dei rappresentanti della coralità di tutta Italia. Per qualità professionale e fermento culturale, è un evento molto importante che farà tappa nella città dei sassi proprio in questo momento storico a sostegno di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. I lavori assembleari cominceranno domani nell’Hotel San Domenico che ospiterà tutti i delegati provenienti dalle diverse regioni d’Italia, e si concluderanno domenica. RASSEGNASTAMPA _Basilicata_ _Primo Piano Basilicata _ Venerdì 21 marzo 2014 13 CGIL A CONGRESSO Genovesi: rilanciare la domanda e uscire dall’isolamento. Su Total e forestali pronti a mobilitarci La Cgil prova a fidarsi di Pittella Atteso oggi per la chiusura dei lavori congressuali. Ieri la relazione del segretario regionale POTENZA - E’ entrato nel vivo ieri pomeriggio per concludersi oggi l’undicesimo Congresso della Cgil regionale di Basilicata in via di svolgimento al Giubileo Hotel di Rifreddo. Al centro le 10 proposte contenute nel documento per il governo regionale e il Piano del lavoro redatto, unico caso al sud, in modo unitario. Il momento clou di ieri è stata la relazione del segretario generale Alessandro Genovesi, che ha I lavori congressuali della Cgil ieri a Rifreddo. Stamane si riprende alle 9.30 anche annunciato l’intervento del presidente Pittella, previsto per oggi attorno alle 12. Un bilancio di due anni e mezzo, da cui tirare le somme. “Siamo confortati -ha esordito Genovesi- anche dallo svolgimento dei congressi di Potenza e Matera e delle diverse categorie, per la qualità delle relazioni e degli interventi, per la visibilità e il riconoscimento ricevuto dal nostro percorso, con ben 5 Segretari Generali di categoria e 3 componenti della Segreteria Nazionale Confederale che hanno partecipato ai nostri lavori”. Definito poi il momento storico di “rottura” in cui la società vive nel pieno di una crisi da “svalorizzazione del lavoro a tutti i livelli” che “non è finita a livello globale, finchè non si comprende che la ripresa è ancora da costruire”. “Il prezzo delle diseguaglianze -ha sottolineato ancora- deriva dall’aver postulato un sistema di profitti senza salari; il prezzo della finanziarizzazione sta nell’aver postulato un capitalismo senza lavoro. Questo ha subìto un eccesso di competizione nell’allargamento senza regole dei mercati e nei mercati del lavoro nazionali con la diffusione della precarietà. Mentre alla natura è stato inflitto un eccesso di sfruttamento”. Auspicata una svolta sia per l’Italia che per l’Europa. Una svolta indicata nella Piattaforma della Confederazione Europea dei sindacati, nelle 11 azioni della Cgil, nel Piano del Lavoro nazionale e nel Piano del Lavoro e della Coesione presentato da Cgil, Cisl e Uil di Basilicata. La ricetta europea prevede che “l’euro diven- “Deboli ai tavoli romani. Non possiamo far finta che non ci sia un problema tra Fiom e le altre sigle” ti moneta compiuta, che la Bce diventi una banca di ultima istanza”. Genovesi sottolinea come “oltre mille miliardi di euro in vent’anni si sono spostati dai salari ai profitti e alle rendite”. Dunque basilare diventa il rilancio di “politiche a sostegno della domanda”. Promosso il governo Renzi per i segnali positivi sulla modifica del fiscal compact. E sugli sprechi si può ancora “colpire la spesa parassitaria”. La relazione ha inoltre toccato le pensioni: “Rimettere mano alla riforma Fornero sulla previdenza garantendo la tutela reale delle pensioni”. E l’edilizia scolastica: “Inserire in agenda la specificità meridionale”. Urgono poi interventi determinati nel sociale: “Maggiore e più incisivo intervento pubblico nella creazione diretta ed indiretta di lavoro nel Welfare (per governare anche la transizione demografica che vedrà la Basilicata nel 2025, come la Regione più vecchia di Italia)”. Nelle infrastrutture “per rompere l’isolamento della regione rispetto alle due dorsali adriatica e tirrenica” e nella valorizzazione dell’ambiente e di un nuovo manifatturiero. Genovesi ha anche elogiato Pittella sull’impegno preso nella lotta al lavoro nero e ha ricordato le mobilitazioni in tutta la regione, ricordando quella unitaria per i forestali di lunedì prossimo “dove abbiamo difeso un importante accordo e tenuta aperta la vertenza, con lo sblocco del turn over”. E ancora la vertenza alla fine “vinta sulla diagnostica e ancora aperta per quanto riguarda il ticket sulla farmaceutica (aboliamolo l’euro per i più poveri) e sulle liste di attesa”. Senza dimenticare le vertenze petrolifere con Total ed Eni dove senza uno sblocco “sarà mobilitazione”. Non è mancato il ricordo della prima festa della Cgil lucana dell’anno scorso e il “problema” delle relazioni tra Fiom e altri sindacati. A fare da contorno ieri si è avuto pure un momento musicale con tanto di orchestra. Infine attacchi alla politica su art. 16 e Memorandum: “Basilicata debole ai tavoli romani, il governo ha approfittato del vuoto politico per colpirci alle spalle”. Resta l’apertura a Pittella. Un’apertura condizionata al merito. La vera sfida è il confronto. A partire da quello di oggi. RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA rassegna.it Il congresso Cgil è tante cose: un grande momento di democrazia e partecipazione popolare (uno dei pochi rimasti dove si discute e non “si vota e basta”), l’occasione per un bilancio (tanto a livello nazionale che locale) sapendo valorizzare quanto si è fatto ma senza nasconderci limiti ed esigenze di riorganizzazione, la base per ripartire con iniziative all’altezza dei problemi. In Basilicata sono stati circa 29mila le lavoratrici e i lavoratori, disoccupati, pensionati che si sono confrontati con le azioni proposte nel documento “Il lavoro decide il futuro”, con le dieci priorità per il governo regionale indicate nel documento della Cgil Basilicata e infine con il Piano del lavoro – nell’unica regione d’Italia in cui il Piano è stato redatto unitariamente –. Perché se la crisi assume tratti specifici nel Mezzogiorno e in quell’area “interna per definizione” che è la Basilicata, è dentro la più generale necessità di avviare una forte politica di redistribuzione verso il basso, di rilancio dell’intervento pubblico, di creazione di occupazione che la Cgil Basilicata ha concentrato il proprio percorso congressuale. L’abbondanza di risorse naturali (acqua e petrolio), la presenza di un significativo patrimonio ambientale e culturale, la particolarità del tessuto produttivo (con grandi player industriali quali Fiat, Eni, Total, Barilla, Ferrero, Coca Cola, Telespazio, Italcementi ecc.), la sfide di rilanciare eccellenze come l’agricoltura e la produzione del mobile imbottito: dentro queste coordinate si è mossa e si muove la discussione della Cgil Basilicata. Una Cgil che, attraverso i congressi delle proprie categorie e camere del lavoro, ha cercato di tenere insieme tanto le proposte nazionali (le richieste più sentite sono quelle di rimettere mano al sistema pensionistico post Fornero e la definizione di un piano nazionale per l’occupazione giovanile) e l’esigenza di valorizzare il positivo salto di qualità che il nuovo modello sindacale ci consegna (che dà più protagonismo proprio a delegati e ai territori), quanto la costruzione dal basso di una vertenzialità diffusa che faccia del Piano del lavoro uno strumento di azione, mobilitazione, confronto reale con tutti gli interlocutori, siano essi aziende private che istituzioni. E da qui la proposta concreta di estendere il Contratto di sito anche a Total, dopo la positiva esperienza con l’Eni, di qualificare una concentrazione tanto delle risorse comunitarie che del petrolio (diverse centinaia di milioni se si mettono insieme royalties, risorse destinate alla carta carburante da superare, ed eventuali nuove risorse dal cosiddetto “memorandum” tra Regione e governo nazionale connesso alle nuove estrazioni) per alimentare un welfare virtuoso (in grado di governare la transizione demografica che vedrà la Basilicata diventare la regione più vecchia del nostro paese entro il 2025) e un rilancio di alcuni settori nei quali, per valore aggiunto e per vantaggi comparati, la Basilicata sarebbe in grado di competere. Lo stesso congresso regionale del 20 e 21 marzo a Rifreddo (Potenza) è attraversato da questi punti. Un congresso, concluso per la segreteria nazionale da Fabrizio Solari, che – sul versante più propriamente interno – ha sancito anche quella ricomposizione dei gruppi dirigenti confederali e di alcune importanti categorie (a partire dallo Spi) che non sarebbe stata possibile senza il sostegno delle segreterie nazionali, senza l’attenzione che tanti dirigenti nazionali hanno saputo dedicare a questa piccola regione. Dai positivi congressi della Cdlt di Matera e Potenza a quello delle principali categorie giunge un segnale forte di rinnovamento e di sperimentazione di modelli organizzativi volti a snellire in alto per dedicare risorse al territorio e ai luoghi di lavoro premiando un lavoro collettivo che, dopo quasi tre anni, non si può che giudicare positivamente e all’altezza dei problemi veri della nostra regione, dei disoccupati, dei pensionati. Con questa consapevolezza la Cgil Basilicata vuole portare al dibattito nazionale alcuni piccoli contributi a partire da alcune specifiche questioni (Trentin definiva i compagni lucani “piccoli ma testardi”): come governare una Strategia Energetica Nazionale che, pur con l’obiettivo della piena decarbonizzazione dell’economia, deve accompagnare una transizione energetica? Come ragionare sempre di più in un’ottica di progetti interregionali che diano nuova centralità alla questione meridionale, totalmente espunta dalle scelte di politica economica e industriale dai passati governi e anche dal nuovo governo Renzi, a partire dal tema delle infrastrutture, degli investimenti pubblici, della lotta al dissesto idrogeologico, della creazione di indotti di qualità e di eccellenza intorno a stabilimenti che sono ancora stabilimenti quasi sempre di ultima lavorazione, senza connessioni con i territori in cui operano? E infine, ma non per importanza, è possibile assumere il tema della lotta al lavoro nero e al caporalato, dopo le importanti iniziative della Flai e della Fillea, come questione centrale che qualifichi l’azione del governo nazionale dopo i primi non positivi segnali di “nuova disattenzione” che giungono da Roma? Perché accanto alle grandi emergenze che si chiamano esodati, beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga (sempre più a rischio), povertà ed esclusione, non vogliamo rinunciare ad “andare all’attacco” e dare il nostro piccolo sostegno alle battaglie della Cgil in tutto il Meridione e nel paese. RASSEGNASTAMPA
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