RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 1 luglio 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 1 luglio 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it Il prezzo ed il futuro di una informazione libera Direzione: Edizioni Proposta sud s.r.l. Via Annarumma, 39/A - 83100 - Avellino Redazione di POTENZA,: via Nazario Sauro 102, 85100 - Potenza (PZ)- tel. 0971 1656020 - fax 0971 476797 - email [email protected] Redazione di MATERA: Piazza Mulino 15, 75100 - Matera (MT) - tel. 0835 1887000 - fax 0835 256466 - email [email protected] A3, AUTOSTRADA DEL SANGUE Il numero di ieri in edicola de il Quotidiano della Basilicata, per come i lettori avevano imparato a conoscerlo, è stato l'ultimo ad essere stato pubblicato! Nel tredicesimo anno di vita de il Quotidiano della Basilicata cessano le pubblicazioni della testata segue a pagina 17 Giornali, politica, sud Il cammino continua di LUCIA SERINO La prendo da lontano, a rischio di apparire laggard, come direbbe un mio amico nerd. Solo un attimo, ma con convinzione. Nel lontanissimo 1930 Giustino Fortunato convocò nel suo studio napoletano un giovane giornalista di un quindicinale fiorentino continua a pagina 16 Il nuovo vento che soffia verso Sud di GIANNI FESTA C’è un Mezzogiorno delle idee, della passione civile, del coraggio e delle proposte. E’ un Sud che invoca legalità, trasparenza, giustizia sociale. Questo è il Mezzogiorno dell’anima, del desiderio di credere che sente, tra i suoi doveri, quello di contrastare continua a pagina 17 OPERAZIONE TRITOLO A MATERA Investito da un camper Muore un altro operaio E’ il terzo in 100 giorni FALABELLA a pagina 12 di FRANCESCO DODARO Martedì 1 luglio 2014 Otto laertini arrestati per intimidazioni e attentati a un imprenditore QUARTO a pagina 35 Il luogo dell’incidente Le armi sequestrate LA POLEMICA: gli interessati smentiscono, ma il clima è già velenoso Trasferimenti, assunzioni, delibere last minute al Comune di Potenza Il “blitz” degli sconfitti un’ora prima Berlinguer difende dell’arrivo la giunta tecnica del sindaco L’intervista Oggi la nomina degli assessori Rosa lancia la sua proposta su royalty e petrolio Patto di stabilità: Folino, Speranza e Bubbico disertano l’incontro con Pittella E Braia apre la sfida del congresso Pd «E’ un modello di governance, l’unico modo per spezzare la filiera corta I dipendenti regionali? Serve uno sforzo in più» di LUCIA SERINO a pagina 9 SANTORO, AMATO, LABANCA alle pagine 6, 7, 8, 10 e 11 DA OGGI “MISSIONE ESTATE” Un solo giorno e scoppierà la festa di Matera da pagina 23 a pagina 26 Vi aspetto il 6 LUGLIO alle ore 19.00 Spiagge e mare: si parte da Policoro Il compleanno di Silvio Orlando a Castelmezzano LI TO RA LE ANNO 14 - N. 180 - e 1,20 MARTOCCIA a pagina 13 CORRADO alle pagine 14 e 15 VI SEGNALIAMO: Potenza La giovane scomparsa era a Roma con un’amica E’ stata una bravata adolescenziale PECORARO a pagina 20 Matera Garantite le navette per il Crob e per Palese La Provincia convince il Cotrab ma il caso resta a pagina 38 Borgo Venusio - Matera www.giardinivenusio.com Matera Bernalda Arrestato un 28enne stalker per lesioni «Ha perseguitato la madre» a pagina 39 RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA Martedì 1 luglio 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 BLITZ DELLA POLIZIA IN MANETTE SETTE INDIVIDUI NEL TARANTINO. IL SICARIO È RIUSCITO A FAR PERDERE LE PROPRIE TRACCE LAGONEGRO SETARO ERA A LAVORO SU UN CANTIERE DELLA A3 Operazione Tritolo a Matera Operaio ucciso con omicidio commissionato da un camper sull’autostrada Otto arresti. Volevano mettere le mani su una sala ricevimenti LA RINASCITA CHE PUÒ PARTIRE DALLA VOCAZIONE DEI TERRITORI di MIMMO SAMMARTINO Preso di mira anche un imprenditore a Matera con 5 attentati. Assoldato un killer l Avevano un debole per le sale da ricevimento gli otto arrestati dalla Polizia di Matera, Taranto, Laterza e Montescaglioso. Nove in tutto le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di altrettante persone, otto pugliesi e uno di Montescaglioso. Sono accusati a vario titolo di tentato omicidio, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di esplosivo e armi. Uno è sfuggito alla cattura. DORIA A PAGINA II >> È stato colpito in modo violento alla testa dallo specchietto retrovisore di un camper MATERA l Colpito alla testa dallo specchietto retrovisore di un camper mentre stava effettuando dei lavori sulla corsia sud della Salerno – Reggio Calabria tra Casalbuono (Sa) e Lagonegro. PERCIANTE A PAGINA IV >> PETROLIO U na Basilicata impoverita e disorientata cerca una via di scampo. L’iniziativa di Pittella, con minaccia di incostituzionalità, tenta di salvare la barca sottraendo le royalty del petrolio dalla ghigliottina del «patto di stabilità». Ma le falle sono molteplici. In Basilicata è più difficile che altrove fare impresa. Si continua a morire sul lavoro, com’è accaduto ancora nei cantieri dell’autostrada A3. E, come emerge dalle notizie che provengono dal Materano, non esiste alcuna «isola felice»: la criminalità alligna e moltiplica estorsioni, ricatti, usura. Progettando (e talvolta eseguendo) attentati e omicidi. La scarsa efficienza della pubblica amministrazione e i casi di malcostume e corruzione fanno il resto. Eppure quando paesi di margine, come Castelmezzano e Pietrapertosa, sanno mettere a valore le proprie risorse ambientali e paesaggistiche e scommettono su se stessi (proponendosi, ad esempio, come set naturale per il cinema), indicano una delle modalità possibili per venir fuori dalla palude: rispettare la vocazione dei territori e investire su di essa. Tutelare le risorse che si hanno in dote. Preparare i giovani in modo mirato per renderli protagonisti di nuovi lavori. È una strada sulla quale sinora si è pensato poco e si è fatto meno. E, se qualcosa è stato realizzato, è accaduto per intuizione e talento dei contesti locali. Troppo poco per una rinascita. Parlamentari e Pittella a confronto sulle royalty SERVIZIO A PAGINA III >> POTENZA Giunta comunale pronta la squadra SERVIZIO A PAGINA V >> Tutto pronto per la Bruna CALCIO C’È TEMPO FINO AL 10 LUGLIO PER METTERSI IN REGOLA È tutto pronto per la festa del 2 luglio. Le luci sono accese, la musica risuona nelle vie cittadine e nella Cassarmonica di piazza Vittorio Veneto. Anche Maria Santissima della Bruna è stata preparata per il lungo giorno di festa in suo onore. Un momento riservato a pochi intimi. La signora Rosa Andrisani è una delle depositarie di questa antica tradizione. Sono ormai 25 anni che si occupa della Vergine. POTENZA ASSOCIAZIONE «VOLO» CONTRO IL DEGRADO Melfi iscritto con riserva Volontari a via Racioppi manca la fidejussione ripuliscono il verde PRESIDENTE Giuseppe Maglione insieme a mister Bitetto [foto Massari] . SERVIZIO A PAGINA XV >> VOLONTARI Pulizia [foto Tony Vece] l Il volontariato si mobilita per contrastare il degrado della città di Potenza. Un degrado che, fra l’erba alta e la sporcizia, rischia di nascondere anche pericoli. Nella foto di Tony Vece, si vedono gli operatori dell’associazione di volontariato Vola, durante la pulizia delle aiuole e dei giardini in via Racioppi. Una quindicina di volontari hanno liberato le panchine sommerse da erba alta. Operazione che avverrà anche in altre zone della città. COSENTINO ALLE PAGINE X E XI >> AVIGLIANO 8mila telefonate alla ex Abbreviato per lo stalker SERVIZIO A PAGINA VI >> RASSEGNASTAMPA Dopo la seconda guerra non costruimmo certo l’Europa accusandoci a vicenda. Oggi dobbiamo ricostruire e riposizionare la Ue concentrandoci su un obiettivo prioritario: crescita e lavoro. Sigmar Gabriel vicecancelliere tedesco 1,30 Anno 91 n. 172 Martedì 1 Luglio 2014 U: Immigrati, chi ferma la strage? Quattro inviate raccontano le guerre pag. 19 L’identità? È solo un’illusione Jerome Ferrari pag. 17 La Francia va avanti: 2 a 0 sulla Nigeria pag. 23 ● Altri 30 morti nel Canale di Sicilia: asfissiati tra 600 migranti in un barcone che poteva contenerne poche decine ● Il governo: avanti con Mare Nostrum ● Juncker propone un commissario ad hoc Nel Canale di Sicilia un’altra strage di immigrati. La Marina Militare ha soccorso in mare un barcone con oltre 600 migranti: poteva contenerne solo poche decisne. Trenta sono morti asfisA PAG. 2-4 siati. TROVATI I CADAVERI DEI TRE RAGAZZI Il banco di prova dell’Europa ● UNCOMMISSARIOCHESIOCCUPISOLO DELL’IMMIGRAZIONE? VEDREMO – DICONO A BRUXELLES - ci pensere- mo. Quando si toccano certi argomenti, lassù i verbi si coniugano al futuro. L’idea viene attribuita a Jean-Claude Juncker e certo sarebbe proprio bello se la prima iniziativa pubblica del presidente della Commissione designato riguardasse non l’economia, i conti, i mercati, i bilanci e le flessibilità ma l’umanità vittima della crudelissima mattanza che si consuma nel Grande Mare. Ai lettori A PAG.15 Ammissione umanitaria LA PROPOSTA LUIGI MANCONI Ma è possibile fermare questa strage? C’è un metodo o un’idea, uno strumento o una strategia qualora ce ne sia la volontà - che non consista nell’affidarsi al buon Dio o a un destino diventato improvvisamente propizio? Nel corso dell’ultimo quarto di secolo, il mare Mediterraneo è diventato una tomba d’acqua o, se si preferisce, un cimitero marino che accoglie ogni giorno i suoi morti. SEGUE A PAG. 4 Israele, l’escalation dell’orrore ● I corpi di Eyal, Gilad e Naftali scoperti vicino a Hebron: erano scomparsi da 18 giorni ● Netanyahu pronto alla rappresaglia: «Sarà la fine di Hamas» Staino Israele piange la morte dei suoi tre ragazzi rapiti e trucidati. I loro corpi sono stati ritrovati vicino a Hebron. Eyal, Gilad e Naftali erano scomparsi il 12 giugno mentre facevano l’autostop. L’ira del premier israeliano Netanyahu su Hamas. A PAG.9 PRESENTATE LE LINEE GUIDA «Giustizia, il tabù è finito» ● Il governo si dà due mesi ● Riforme, votate le prime norme sul nuovo Senato «Un tema che per vent’anni è stato tabù può essere affrontato senza il timore di violare santuari o riserve ideologiche». Renzi e il ministro Orlando presentano le linee guida della riforma della giustizia. Intanto in commissione Affari Costituzionali arrivano i primi sì al A PAG. 5-6 nuovo Senato. La guerra dei Pos RUGGERO PALADINI Chi si occupa di evasione sa bene che tra i metodi usati a livello internazionale c’è l’uso (eccessivo) SEGUE A PAG. 15 del contante. FRONTE DEL VIDEO L’incredibile caso del dottor Fini ni) per consolare gli inconsolabili. ● aggiungendosi al numero dei Ma, niente paura: torneranno tutti, i conduttori che, non si sa perché, più che belli e anche i brutti. E tornerà sul luogo, ANCHELILLIGRUBERÈANDATAINFERIE, ferie lunghe, fanno delle vere e proprie vacanze scolastiche (senza neanche affrontare gli esami di maturità!). Ma non saremo noi a lamentare che rimangano sguarniti i reparti informativi del supermarket tv. Restano sempre affollati, del resto,i reparti surgelati de La7, conil trucido Paragone e la sua Gabbia Reloaded, mentresi annunciaqualchenuova accoppiata (Salvo Sottile e Alessandra Sardo- diciamo così, del delitto anche Giovanni Floris, che non abbiamo mai creduto potessedavvero lasciare la Rai, per la soddisfazione di Brunetta. E, tra tanti rientri previsti, al vertice dell’imprevisto è assurto Gianfranco Fini, che ha pensato di tornareinpista astagione finita, perfare l’allenatore di una squadra inesistente. Ma, più che di politica, nel suo caso si tratta di metafisica. Per i lavoratori de l’Unitàcon la giornatadi oggicomincia il terzomese di lavoro senza retribuzioni. Per alcuni collaboratori il quarto mese, per altri si arriva all’anno e mezzo. Inaccettabile per qualsiasi azienda, ancora di più per un’azienda di sinistra. Non c’è crisi che giustifichi un comportamento di questo tipo, con i rappresentanti sindacali lasciati all’oscuro di tutto per settimane. Non ci ha dato risposte l’amministratore delegato Fabrizio Meli che ha malgestito fino a una settimana fa, chiudendo la sua esperienza nel peggiore dei modi: la liquidazione. Non ci dà risposte l’azionista Matteo Fago, che pure si premura di annunciare una rinascita della testata, ancora in edicola solo grazie al lavoro non pagato dei dipendenti. Torniamo a ricordarlo con orgoglio: se il valore de l’Unità non si è depauperato finora è solo grazie al nostroimpegno, alla nostra professionalità, al nostro attaccamento a un giornale, su cui esprimiamo la nostra protesta non firmando gli articoli da quasi due mesi. Non ci hanno ancora dato risposte i due liquidatori, che incontreremo giovedì. Per noi non sarà un appuntamento formale. O si prospetteranno soluzioniconcrete, oppuresarà inevitabile una reazione dura, che per il sindaIL CDR cato significa lo sciopero. RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Martedì 1 luglio 2014 LA CRISI E IL PIANO LE AZIONI DEL GOVERNO LA QUESTIONE Avviene nel segno di critiche e polemiche il via dello stop ai contanti oltre i 30 euro per imprese, artigiani e professionisti UNA PISTOLA A SALVE Si tratta di una norma depotenziata: nessuna sanzione o multa è prevista per gli inadempienti all’obbligo Pagamenti col Pos che caos al debutto M5S: noi con i commercianti. FdI: regalo alle banche l ROMA. Avviene nel segno di critiche e polemiche il debutto dell’obbligo (forse) del Pos per i pagamenti sopra i 30 euro per imprese, artigiani e professionisti, una platea di circa 1,5 milioni di soggetti che devono accettare da oggi il pagamento con moneta elettronica da parte dei clienti privati. Anche se si tratta di una norma depotenziata: nessuna sanzione è prevista per gli inadempienti. Monta intanto lo scontro politico con voci che si levano, soprattutto dall’opposizione, a sostegno delle lamentele delle categorie, per niente contente di dover sostenere costi aggiuntivi dopo anni di grande difficoltà. Per un’azienda con 100.000 euro di ricavo annuo, tra canone mensile, canone annuale e la percentuale di commissione sull'incasso, a spesa media annua di 1.200 euro, secondo la Cgia che chiede, così come le altre associazioni di categoria, che i costi di commissione siano abbattuti. Su tutto ciò l’appello delle associazioni ai consumatori: «non pagate con denaro contante chi non ha istallato il Pos - dice il Codacons – Fatevi mandare il conto a casa da artigiani e professionisti che in barba alla legge non si sono muniti del Pos, in modo da scegliere in un secondo momento la modalità migliore per saldare il conto". Anche se il fornitore è inadempiente, non viene meno l'obbligo di pagare il conto, assicurano avvocati e commercialisti. In una circolare al riguardo, il Consiglio nazionale forense precisa infatti che: «qualora il cliente dovesse effettivamente richiedere di effettuare il pagamento tramite carta di debito, e l’avvocato ne fosse sprovvisto, si determinerebbe semplicemente la fattispecie della mora del creditore, che, come noto, non libera il debitore dall’obbligazione. Nessuna sanzione è infatti prevista in caso di rifiuto di accettare il pagamento tramite carta di debito». Concorda Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti: «non viene meno il fatto che la prestazione professionale o la fornitura di prodotti debbano essere pagati. Sta al cliente chiedere preventivamente la possibilità di pagare tramite moneta elettronica». Andrebbe previsto però un cre- dito d’imposta o un abbattimento delle commissioni per la dotazione del dispositivo, «altrimenti – dice – è un regalo alle banche. Comunque nel caso dei commercialisti è un provvedimento inutile. Le nostre transazioni sono già tracciate». Non c'è obbligo ma funziona il circolo virtuoso, sul quale forse ha puntato il legislatore: «I grandi studi sono già dotati di Pos, gli altri si stanno allineando alle nuove disposizioni. Ognuno con la sua tempistica, ma piano piano si adegueranno tutti» assicura Gianluca Petrone, avvocato a Roma. Sul terreno politico lo scontro è aperto: «Io sto con i commercianti», scrive su Facebook il deputato del M5S Luigi Di Maio. Per la presidente di FdI-An, Giorgia Meloni, è un regalo alle banche. Il Nuovo Centrodestra invita il governo a «negoziare con il sistema creditizio la gratuità della moneta elettronica eliminando il costo di transazione del Pos. Lo scambio può riguardare da un lato gli incentivi all’uso dei pagamenti elettronici e dall’altro il risparmio per le banche degli oneri di gestione del contante che nel complesso superano ancora i 10 miliardi». La Confcommercio chiede di attivare al più presto «tavoli di confronto con le organizzazioni d’impresa per ridurre le commissioni e rivedere le soglie di fatturato in base alla quali applicare la norma». Poi, posizione di netta chiusura degli artigiani e professionisti: dal tappezziere all’idraulico, dal falegname al dentista, dal parrucchiere a tutte le attività professionali siano essi notai, avvocati, architetti o commercialisti: "Noi artigiani siamo in ginocchio. Il pos obbligatorio è l'ennesima bastosta". È quanto spiega con voce decisa e braccia conserte Mariano Collaringi, tappezziere di via Collato Sabino a Roma. "Questa nuova legge porterà solo disastri per noi. I costi di questi Pos sono elevatissimi per via delle commissioni bancarie e il prezzo degli apparecchi. . Il mercato ha già affrontato l’esigenza di incassare denaro in modo facile per artigiani e professionisti, direttamente con uno smartphone, e oggi anche in Italia sono già attive varie soluzioni. Paola Barbetti LA PROTESTA Dall’idraulico al tappezziere, coro di no alla novità REVISIONE DELLA SPESA L’ANALISI DELL’ISTAT SUGLI ACQUISTI La P.A. risparmia il 22% con la convenzione Consip BANCOMAT E CARTE DI CREDITO Il primo giorno del Pos «obbligatorio» è stato un caos Lo spettro della recessione l’Istat smorza le stime di crescita Nel secondo semestre, Pil negativo. Giù i prezzi degli alimentari l ROMA. L'Istat vede nero tra i rischi di un Pil ancora negativo nel secondo trimestre 2014 e un rallentamento dei prezzi allo 0,3%, che porta il Paese vicino alla deflazione. A gelare le speranze di una rapida ripresa è la nota mensile dell’istituto di statistica, che si attende un variazione congiunturale del Pil, tra aprile e giugno, compresa tra il -0,1% e il +0,3% rivedendo in lieve ribasso le stime precedenti (+0,1%/+0,4%). «Il recupero dei ritmi di attività economica dovrebbe risultare più graduale di quanto atteso all’inizio dell’anno», osservano i tecnici dell’Istat, che alimentano timori di una nuova recessione tecnica (data da due trimestri consecutivi in rosso) citando le incertezze sulla ripresa e le difficoltà del mercato del credito. «Il Pil è previsto evolvere intorno a ritmi sostanzialmente analoghi anche nella seconda metà dell’anno in corso», spiega l’Istituto, e «la variazione del prodotto lordo nella media del 2014 risulterebbe debolmente positiva». Non arrivano buone notizie nemmeno Serve un miliardo Caccia a nuovi fondi per i cassintegrati ma senza manovra Il ministro Madia: riforma entro il 2015 Rischia uno su due chi è in «deroga» l ROMA. Telefonate, sms, stampanti e fotocopiatrici fanno risparmiare 2,6 miliardi di euro alla Pubblica amministrazione. Basta che siano acquistate attraverso le convenzioni Consip che in media hanno registrato uno «sconto» del 22%. Lo certifica l’Istat che ha fatto il check up sulle aste di 21 categorie merceologiche. L’indagine, pubblicata sul sito del ministero dell’Economia, fornisce dati proprio mentre è in arrivo una stretta-anti furbizie da parte del Commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. Criteri e «paletti» eviteranno che gli enti locali possano aggirare gli obblighi di acquisto tramite Consip introdotti recentemente dal governo. I dati dell’Istat consentono di capire le potenzialità dell’intervento. «Gli acquisti effettuati attraverso le convenzioni Consip consentono alle amministrazioni pubbliche un risparmio medio del 22% rispetto ai prezzi fuori convenzione», si legge nel rapporto Istat-Consip. Che aggiunge: «un adeguamento, da parte di tutta la P.a., al prezzo Consip porterebbe ad un risparmio di 2,6 miliardi di euro». Tra le categorie in cui il risparmio di prezzo ottenuto da Consip è più elevato – continua la nota – ci sono la telefonia fissa e mobile, rispettivamente con il 71,4% e il 39,4%, le stampanti, con oltre il 70%, le fotocopiatrici prese a noleggio con il 45,3%, i pc desktop con il 35,9% e le centrali telefoniche con il 29%. Si nota anche un discreto risparmio nella gestione degli acquisti di pc portatili di fascia base con un prezzo fuori convenzione di 570 euro. E il ministro della semplificazione Marianna Madia, parlando della riforma, afferma che il percorso sarà terminato entro il 2015. dall’Eurozona dove l'inflazione resta inchiodata allo 0,5% a giugno, secondo le stime flash Eurostat. Per il nono mese consecutivo la crescita dei prezzi rimane così sotto all’1%, ben distante dall’obiettivo della Banca centrale europea del 2%. I timori di Francoforte per il possibile impatto sulla crescita di andamento dei prezzi debole e prolungato portano a pensare che non ci saranno novità sulla politica monetaria nella riunione della Bce del 3 luglio, in attesa degli effetti delle misure straordinarie di giugno. A far temere per una possibile deflazione, il calo dei prezzi che contraddistingue alcune delle crisi più gravi, sono i tanti segni meno rilevati dall’Istat, a partire quelli dei prodotti alimentari (-0,6% sul 2013) e del cosiddetto carrello della spesa che include, oltre al cibo, i prodotti per la cura della casa e della persona (-0,5%). Entrambe le categorie, infatti. non vedevano un calo così marcato dal settembre 1997, ben 17 anni fa. Paola Barbetti l ROMA. Le parole del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, o meglio le cifre fatte sulle risorse che mancano, riaccendono l’allarme sulla cassa integrazione in deroga. Una questione che tiene ormai banco da mesi, da quando già a inizio marzo il ministro aveva constatato come ci fosse «una differenza di un miliardo tra ciò che abbiamo finanziato in passato e quello che è in bilancio quest’anno». Un «buco» che sembrerebbe essere stato confermato dai fatti, visto che il ministro spiega come per rifinanziare l’ammortizzatore occorra proprio «un miliardo di euro». Risorse da cui dipendono le sorti di 50 mila persone, secondo i calcoli della Cgil, su un totale di lavoratori sostenuti da cig in deroga pari a 112 mila. Uno su due sarebbe quindi a rischio. Poletti comunque già indica la sede in cui potere sbloccare i fondi: «Possiamo farlo anche LAVORO Situazione critica con la legge di Stabilità». Poletti accenna anche a un’intervento sugli incentivi, distinguendo tra utili e inutili. Rassicurazioni arrivano anche dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che garantisce: «Il Governo troverà il miliardo per la cassa integrazione in deroga». Il governo ai ripari: occhi sugli Enti locali l ROMA. Gli ultimi dati dell’Istat sul Pil del secondo trimestre spiazzano il Governo, che però mantiene la fiducia sull'andamento dell’economia italiana e attende sereno i dati definitivi di inizio agosto. Le ultime stime dell’Istat, che paventa il segno meno per il secondo trimestre consecutivo, hanno destato l’attenzione dell’Esecutivo che, però, non esclude, in occasione della nota di aggiornamento del Def a settembre, di poter confermare le proprie previsioni per quest’anno, vale a dire il Pil allo 0,8%. Per il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, (che si sono visti in una riunione che ha preceduto il consiglio dei ministri) l’obiettivo resta lo stesso: evitare una nuova manovra e l’aumento della pressione fiscale o l’introduzione di nuove tasse. Tra le novità allo studio in vista dell’autunno anche - secondo quanto si apprende da fonti ministeriali – l'ipotesi di rivedere il patto di stabilità interno dei Comuni. Un lavoro, quest’ultimo, appena iniziato e che punterebbe a superare lo stesso patto allineando le norme a quelle della contabilità generale. Tutto dipenderà però dall’andamento della crescita e quindi del Pil. Il governo – secondo quanto viene spiegato – resta convinto che vi sia ancora una possibilità di restare nel quadro attuale, evitando quindi qualsiasi manovra correttiva anche se non si nasconde che la situazione non sia fra le più favorevoli. Occorre considerare – si sottolinea infatti – da una parte, i margini consentiti dal deficit al 2,6% (che fa sì che l’Italia - è l’osservazione – abbia una sorta di riserva da poter utilizzare in casi di emergenza), e dall’altra tenere in conto voci finora non contabilizzate come quella proveniente dagli effetti Iva sulle ristrutturazioni degli immobili, pari circa a 3 miliardi. RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Martedì 1 luglio 2014 IL SEMESTRE EUROPEO I CONTI E L’ECONOMIA IN CRISI L’unica via di uscita concreta sarebbe l’esclusione del cofinanziamento italiano dal patto di stabilità: salverebbe anche la Puglia Ecco perché resta l’austerità senza sforamenti ai vincoli Ue La «vittoria italiana» sul rigore tedesco è solo sulla carta: il patto di stabilità resta di ANDREA DEL MONACO* I nvestire, creare lavoro e incoraggiare le riforme per la competitività attraverso "un buon uso della flessibilità che è prevista nelle regole dell'esistente Patto di Stabilità e Crescita". I media hanno titolato un'inesistente vittoria italiana sul rigore tedesco su tali parole (tratte dal documento "Strategic Agenda for the Union in Times of Change", che Renzi e gli altri 28 leaders europei hanno approvato il 27 giugno). Sull'aggettivo "esistente", riferito al Patto di Stabilità, si sgretolano i trionfalismi sulla presunta vittoria del Presidente Renzi sul rigore tedesco. Le regole rimarranno quelle dell'esistente Patto di Stabilità. Ergo sarà impossibile investire per creare sviluppo e occupazione: infatti, o si mantengono le regole attuali aumentando disoccupazione e fallimenti di imprese. Oppure si cambia il Patto di Stabilità e si concede la possibilità di un piano di sviluppo che crei lavoro vero. Per investire si devono fare due cose: abolire il pareggio di bilancio e alzare il limite del 3% nel rapporto deficit/PIL. Non a caso un ex presidente della Commissione Europea ha fatto chiarezza. "La dichiarazione del vertice è più un atto di buona volontà che una decisione concreta... La Merkel non ha fatto vere concessioni": così Romano Prodi ha commentato domenica 29 giugno, in un'intervista su Repubblica. Vediamo nel merito. L'Italia sullo sforamento del Patto di Stabilità non ha ottenuto nulla perchè il riferimento al "buon uso della flessibilità" è slegato dall'applicazione delle famose regole d'oro dell'art. 126, par. 3, del Trattato di funzionamento della UE (TFUE); le golden rules rafforzate dal Fiscal Compact (in vigore da gennaio 2013) sono i quattro principi fondamentali dell'austerità: a) l'impegno ad avere un bilancio pubblico in pareggio (in equilibrio) o in avanzo (positivo). È ammesso un disavanzo (deficit) strutturale fino allo 0,5 % del PIL per chi ha un rapporto debito/PIL inferiore al 60%; b) il rapporto deficit/PIL deve stare sotto il 3%; c) salvo casi eccezionali è attivato automaticamente un meccanismo di correzione per lo Stato che sfora; d) il Fiscal Compact deve essere inserito negli ordinamenti degli Stati Membri, preferibilmente in Costituzione: purtroppo l'Italia è stata "più realista del re" trasformando il preferibilmente in ne- cessariamente. Qual è il margine di flessibilità esistente? Il Protocollo n. 12 allegato ai Trattati Europei sulla procedura sui disavanzi eccessivi (sforamento tetto 3%; rapporto debito/PIL sopra il 60%) ammette scostamenti a condizione che: il superamento del 3% sia eccezionale e temporaneo; il rapporto disavanzo pubblico/PIL diminuisca in modo sostanziale e continuo; il rapporto debito pubblico/PIL si stia avvicinando in modo adeguato al valore di riferimento del 60%. Solo grazie a questa locuzione l'Italia nel 1998 entrò nell'euro poichè su un piano meramente contabile il rapporto debito pubblico/PIL era pari al 121,6%. Ma se ora siamo al 135% sarà impossibile avere margini di flessibilità. Quali sanzioni rischiamo? La BEI potrebbe interromperci i prestiti oppure il Consiglio UE potrebbe chiederci di costituire un deposito infruttifero a Bruxelles fino allo 0,3 % del PIL (4,8 miliardi di euro circa) per ogni punto di sfondamento del 3%. L'unica eccezione contemplata è che Bruxelles riconosca che l'Italia è in una grave recessione. Questo Renzi dovrebbe dire chiaramente nel discorso di domani. Vediamo operativamente cosa ci aspetta nel semestre di presidenza europeo. Il Ministro Padoan, il 7 luglio partecipa all'Eurogruppo (Ministri Economici area Euro), l'8 luglio all'Ecofin (Ministri economici intera UE). Padoan sarà presidente di turno mentre si approveranno le Raccomandazioni per i 28 paesi UE. Il Governo italiano è in difficoltà dopo aver annunciato ad aprile il rinvio del pareggio strutturale di bilancio dal 2015 al 2016. Bruxelles nelle Raccomandazioni non concorderà con l'Italia perchè l'aumento del PIL nel 2014 sarà al massimo dello 0,6 (stima BCE e FMI) e non dello 0,8 come sostenuto dall'Italia. Qualora l'Italia non invertisse l'andamento del rapporto debito/PIL, Bruxelles ci chiederebbe una manovra aggiuntiva ad ottobre: tra i 17 e i 25 miliardi di euro per coprire (tra le altre cose) la stabilizzazione del bonus Irpef da 80 euro e la Cassa Integrazione in Deroga. Soluzioni alternative? Escludere dal Patto di Stabilità il cofinanziamento italiano ai programmi UE. Servirebbe alla Puglia la cui spesa è bloccata ingiustamente. [email protected] * esperto fondi strutturali europei, già consulente secondo Governo Prodi CANCELLIERA L’austera Merkel guida la Germania l Il premier Renzi interverrà al Parlamento Europeo domani. Nel contempo tratta con Bruxelles l'esclusione dal Patto di Stabilità del cofinanziamento italiano ai programmi UE. L'enfasi mediatica data alla trattativa non corrisponde ad una coerente attenzione del Governo. I 110 miliardi dei programmi UE sono il 33% della spesa in conto capitale nazionale, e, il 50% di quella meridionale: un programma di sviluppo con tali risorse avrebbe meritato un dibattito d'aula. Nella stagione del primo centrosinistra Moro, Colombo e Fanfani discutevano di programmazione con La Malfa, Togliatti, Nenni e Lombardi in Parlamento. Oggi non si vedono epigoni di Pasquale Saraceno e Achille Ardigò che organizzarono nel settembre 1961 il Convegno di S. Pellegrino della DC, premessa culturale per i governi del primo centrosinistra. Allora un partito, prima di imprimere una svolta alle politiche del Governo, studiava le dinamiche del capitalismo nazionale e organizzava un convegno: lì furono le basi del congresso della DC del gennaio 1962. Aldo Moro nelle sei ore di relazione affermò che: «...Se non siamo un partito di classe siamo però un partito di popolo, schierato non con i pochi ma con i molti... pronto a favorire gli interventi... che rendono impossibili le ingiustizie dei detentori del potere economico anche sul terreno sociale e politico...». Moro ha preceduto Renzi come Presidente di turno della CEE nel 1975. Le sue parole apparireb- RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Martedì 1 luglio 2014 Spesso si addebita alle Regioni il mancato utilizzo L’esempio dei Pon: ecco quali sono tutti i delle risorse comunitarie ma anche il governo ha finanziamenti bloccati su Ricerca, Trasporti, le sue responsabilità sui programmi nel Meridione Cultura, Energia, Pubblica istruzione, Sicurezza Il governo può aiutare il Sud ha 5 miliardi pronti da spendere Puglia e Basilicata sono virtuose ma scontano la maggiore lentezza nazionale IL PREMIER Il presidente del Consiglio si appresta a presiedere il semestre di presidenza italiana dell’Ue ma con un Paese alle prese con grandi contraddizioni proprio sul rispetto delle regole europee . l I fondi europei sono nuovamente finiti in prima pagina la settimana scorsa. La trattativa Renzi-Merkel sullo sforamento del 3% nel rapporto deficit/PIL ha come oggetto il cofinanziamento italiano ai programmi UE: circa 55 miliardi fino al 2020, la metà dei 110 miliardi dei programmi regionali e nazionali. Vediamo come si arriva a questa cifra. Nei prossimi due anni si sovrapporranno due canali finanziari. Primo: i 26,4 miliardi di euro non spesi del ciclo 2007-2013 al 31 maggio 2014 (secondo il monitoraggio della spesa certificata sui siti del Ministero delle Politiche Agricole e del Dipartimento Sviluppo e Coesione) così suddivisi: a) i rimanenti 20,9 miliardi dei programmi nazionali (PON), interregionali (POIN) e regionali (POR) cofinanziati dal FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e dal FSE (Fondo Sociale Europeo); b) i rimanenti 5,45 miliardi di euro dei piani regionali cofinanziati dal FEASR (Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale); tali fondi devono essere spesi e certificati entro il 31 dicembre 2015, altrimenti Bruxelles riprenderà il contributo comunitario. Secondo: gli 84,2 miliardi di euro del ciclo 2014-2020: circa 63,37 miliardi di euro dei programmi cofinanziati da FESR e FSE; circa 20,85 miliardi dei programmi cofinanziati dal FEASR. La cifra degli 84,2 miliardi è basata sull'ipotesi di un cofinanziamento italiano (nazionale al 35% e regionale al 15%) che arrivi al 50%, equivalente ai 42,1 miliar- di di cofinanziamento europeo contenuti nell'Accordo di Partenariato, il documento italiano di programmazione; solo quando la UE avrà approvato tale Accordo, la spesa degli 84,2 miliardi potrà partire. Vediamo alcune criticità del ciclo 2007-2013. Spesso si addebita la mancata spesa dei fondi europei alle Regioni. Anche il Governo ha le sue responsabilità poichè gestisce i programmi nazionali che insistono nelle cinque Regioni Convergenza: Puglia, Basilicata, Campania, IL CASO DELL’AUTORITÀ DI GESTIONE DEI FONDI. E IL RISCHIO DEL COMMISSARIAMENTO DELLA MERKEL Sui 110 miliardi di finanziamenti Ue nessun piano per sviluppo e lavoro bero di un "pericoloso estremismo" nel quadro politico attuale. Quanti posti di lavoro, infrastrutture utili e brevetti Renzi creerà con i 110 miliardi UE? I parlamentari (d'opposizione e di maggioranza) lo incalzeranno? Mentre il dibattito sull'IMU ha bloccato i lavori d'aula, nessun partito ha chiesto un vero dibattito su come impiegare i 110 miliardi UE. Probabilmente nessun politico ha una proposta strategica sul sistema produttivo italiano e sulle nostre infrastrutture. Il Sottosegretario Delrio ha avuto una veloce audizione nelle Commissioni riunite Bilancio-Politiche Europee della Camera dei Deputati il 9 aprile. Al Senato Delrio è stato audito velocemente in 14ª Commissione il 5 e 19 giugno. La rapidità ha suscitato irritazione. "Se il Governo non ha tempo da dedicare al Parlamento è un altro discorso... ma non mi aspetto audizioni così francamente... Se questa audizione è servita a lavarci la coscienza, fare da sfogatoio non aderisco... non ho partecipato alla seduta con questa idea" esclamava il 5 Giugno, il Senatore GAL Giovanni Mauro (p. 13 del resoconto stenografico del Senato). Poichè Bruxelles chiede la sostituzione della Autorità di Gestione sui fondi UE inefficaci e inefficienti, poichè l'Agenzia per la Coesione Territoriale ha poteri sostitutivi, poichè l'On. Francantonio Genovese è accusato di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche dalla Procura di Messina, il 19 giu- gno la Senatrice M5S Fattori ha chiesto a Delrio se sostituirà le Autorità di Gestione e di Audit del FSE siciliano che avrebbero dovuto vigilare (pp. 8-9 resoconto stenografico del Senato). Inoltre, poichè il Generale dei Carabinieri Scoppa si è dimesso da consulente sulla legalità e la sicurezza sui fondi UE in Campania (perchè non gli hanno dato i mezzi adeguati), la Senatrice Fattori ha chiesto a Delrio: "Interverrete sul Governatore Caldoro, chiedendo di riprendere il Generale Scoppa e dandogli i mezzi adeguati? In caso contrario, l'Agenzia per la Coesione Territoriale interverrà sulla Regione Campania esercitando i poteri sostitutivi?". Probabilmente gli staff del M5S hanno letto gli ar- ticoli precedenti a questo. Delrio si è limitato a dire che "certamente l'Agenzia per la Coesione eserciterà poteri sostitutivi se sarà necessario, anche se noi stiamo già lavorando su task forces regionali e Commissione" aggiungendo che "se vi sono irregolarità la Magistratura vada avanti". Speriamo che Renzi domani dica qualcosa. La Cancelliera Merkel, appena rieletta a settembre 2013, ipotizzò una task force con poteri sostitutivi degli Stati Membri che spendono male i fondi UE, in primis l'Italia. Se Renzi vuole ottenere l'esclusione dal Patto di stabilità del cofinanziamento europeo dovrà fare ciò Bruxelles chiede: sostituire le autorità di gestione ina[A.D.M.] deguate. [email protected] Calabria e Sicilia. Vediamo le dotazioni da spendere entro il 2015: il Ministro Giannini ha 1684,5 milioni del PON Ricerca e Competitività: potrebbe far tornare i ricercatori meridionali fuggiti all'estero e bloccare la fuga di quelli che continuano ad andarsene; il Ministro Lupi ha 1134,5 milioni del PON Reti e Mobilità: potrebbe estendere l'alta velocità fino a Lecce o concludere la Salerno-Reggio Calabria; il Ministro Franceschini ha 381 milioni del PON Attrattori Culturali: potrebbe pagare gli interventi di recupero e conservazione a Pompei; il Ministro Galletti ha 479,4 milioni per le energie rinnovabili; sempre il Ministro Giannini ha 710 milioni dei due PON Istruzione: poichè le scuole meridionali cadono a pezzi e gli studenti indietreggiano nei Test Ocse, potrebbe riqualificare gli edifici e lottare contro la dispersione scolastica; il Ministro Alfano ha 325,6 milioni del PON Sicurezza: potrebbe digitalizzare gli atti giudiziari di tutte le Procure. In campagna elettorale il Presidente Renzi ha dichiarato che "il mancato uso dei fondi europei grida vendetta". Gli echi del grido non si odono. Tanto più se si compara il monitoraggio dei programmi nazionali del 31 maggio 2014 con il monitoraggio del 31 dicembre 2013: allora la spesa totale certificata dei PON e POIN in tabella ammontava a 6225,2 milioni; ora al 31 maggio la stessa spesa arriva a 6526,4 milioni. In cinque mesi sono stati spesi solo 301,2 milioni su una dotazione complessiva di 11,4 miliardi di euro. Ciò ha un impatto negativo e iniquo sui cittadini della Regione Puglia e della Regione Basilicata: pugliesi e lucani, con una spesa comunitaria veloce, comparabile a quella tosco-emiliana, scontano la maggiore lentezza [A.D.M.] del Governo. [email protected] RASSEGNASTAMPA 6 PRIMO PIANO LE RIFORME Martedì 1 luglio 2014 I PROGETTI DEL GOVERNO LE QUESTIONI PIÙ SPINOSE La commissione rinvia il voto sugli articoli che disciplinano la composizione di Camera e Senato e il metodo di elezione L’alba del nuovo Senato per ora il patto regge ll premier: alla faccia dei gufi. Il M5S chiede un altro incontro MINISTRO Elena Boschi l ROMA. Il ghiaccio è rotto: con le prime sugli articoli 56, 57 e 58 della Costituzione, che temente minoritaria. votazioni in commissione, inizia a prendere disciplinano la composizione di Camera e È anche per questa ragione, spiegano fonti forma il «nuovo Senato». Senato e il metodo di elezione del Senato. Su parlamentari, che l’assemblea dei senatori, Con i sì della maggioranza, ma anche di quest’ultimo punto, in particolare, è ancora inizialmente prevista per domattina, è stata Forza Italia e Lega, passa il principio per cui aperta la trattativa con FI, che dovrebbe rinviata e potrebbe svolgersi solo dopo che FI è solo la Camera a dare la fiducia al governo trovare un punto di caduta in un sistema di avrà preso una posizione. mentre il Senato «rappresenta le istituzioni elezione di secondo grado, come vuole Renzi, Ancora nessuna decisione è stata presa, territoriali». È la fine del bicameralismo ma fortemente proporzionale, come chiede FI. intanto, spiegano dal governo, sulla queperfetto, il cardine della riMa solo quando stione dell’immunità per i seforma costituzionale varata giovedì mattina natori, anche se sembra escludal governo due mesi fa e che Berlusconi riuso che la competenza venga va avanti, dice Matteo Renzi, nirà in assemassegnata alla Consulta. Nes«alla faccia dei gufi». Ma i nodi blea i parlamensuna apertura neanche alla riveri, quelli che metteranno tari ed eurodechiesta dei senatori di Area davvero alla prova il «patto del putati forzisti si riformista di ridurre il nuNazareno», sono per ora accapirà se l’intemero dei deputati, mentre pocantonati, nell’attesa che giosa c'è, se il patto trebbe essere allargata la plavedì Silvio Berlusconi riunisca del Nazareno tea di elezione del capo dello i gruppi di FI e detti la linea. tiene. Preme anStato. Proseguono fino all’ultimo cora, infatti, la Per definire questi e altri le riunioni tecnico-politiche fronda interna aspetti, il ministro Boschi proper mettere a punto il testo: in PD Anna Finocchiaro a FI che vorreb- LEGA Roberto Calderoli seguirà nei prossimi giorni gli mattinata la relatrice Anna be fare asse con incontri "con tutti i gruppi". Finocchiaro vede prima il correlatore Ro- i dissidenti del Pd e il M5S per far passare il Mentre non sono ancora in agenda gli inberto Calderoli, poi il ministro Maria Elena Senato elettivo. Ma se il Cavaliere schiererà il contri di Renzi con Berlusconi e M5S ("VeBoschi. Ma niente più rinvii: alle 16, come da partito sulla linea del Senato non elettivo, il diamoci giovedì", gli chiede Luigi Di Maio). calendario, in commissione si inizia a votare. fronte del dissenso non avrà speranza di far Quella di oggi (ieri, ndr) «è stata un ottima E fin da subito, annota Boschi, si procede passare la sua linea in Aula. A dispetto di chi, giornata per le riforme, alla faccia dei gufi», «spediti»: la maggioranza regge, anche perchè come Augusto Minzolini, in commissione ha registra il premier: «Siamo ottimisti». si affrontano i temi meno controversi, a votato contro gli emendamenti del governo, L’obiettivo, spiega Finocchiaro, è portare il partire dal superamento del bicameralismo in dissenso dal suo partito. testo in Aula «la prossima settimana». Semperfetto. Se FI rientra, confida il governo, rientrerà pre che il patto con FI regga. La commissione, come preannunciato alla anche il fronte del dissenso interno al Pd. O Oggi si riprende. Serenella Mattera vigilia, rinvia invece per il momento il voto almeno, sarà relegato in una posizione for- IL CASO SONO 12 I PUNTI QUALIFICANTI. IL PREMIER: CI INCHINIAMO NON ALLA MAGISTRATURA MA AL CONCETTO DI INDIPENDENZA Gli emendamenti approvati Solo la Camera darà la fiducia al governo così finisce il bicameralismo Con i sì della maggioranza, ma anche di Forza Italia e Lega, passa il principio per cui è solo la Camera a dare la fiducia al governo mentre il Senato «rappresenta le istituzioni territoriali». Anche FI e Lega votano con la maggioranza l’emendamento dei relatori che riscrive l’articolo 55 della Carta, affermando che solo la Camera «è titolare del rapporto di fiducia con il governo», «rappresenta la Nazione» ed esercita «la funzione legislativa», mentre il Senato «rappresenta le istituzioni territoriali» e «concorre» alla funzione legislativa. Inoltre il Senato «esercita le funzioni di raccordo tra l’Ue, lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica», valuta l’attività delle P.a. e l’attuazione delle leggi ed esprime pareri sulle nomine del Governo «nei casi previsti dalla legge». Passa anche l'emendamento dei relatori sui senatori di nomina presidenziale: saranno al massimo cinque (non 21, come previsto dal governo), in carica per sette anni, non rinnovabili e prenderanno gradualmente il posto degli attuali senatori a vita. GIUSTIZIA IL VICEPRESIDENTE PARLA DELLA POSSIBILE RIFORMA Giustizia, riforma targata Matteo Vietti: non è un tabù «Da 20 anni si litiga senza discutere» la struttura del Csm l ROMA. Il governo ci prova a cambiare la giustizia che comem dice Renzi, da «20 anni si litiga senza discutere. Noi vogliamo cambiare metodo e discutere nel merito e possibilmente senza litigare. Il premier ha annunciato i temi salienti: «Al termine dei mille giorni delle riforme noi puntiamo al processo civile in un anno per il primo grado». «Le correnti - aha aggiunto .in magistrature hanno portato a discussioni di diritto, nascono da belle discussioni politiche ma siamo contrari alle carriere per appartenenza ad una corrente. Il governo riformerà anche il Csm, ma dopo le elezioni che porteranno al rinnovo delle cariche. Ma «ci inchiniamo – ha aggiunto non alla magistratura ma al concetto di indipendenza». Sulle intercettazioni - aggiunge . sono l’unica argomento su cui non abbiamo pronta la norma». Questi i 12 i punti della riforma della giustizia. - GIUSTIZIA CIVILE: la riduzione dei tempi punta a portare ad un anno il primo grado del procedimento civile. La riforma vuole poi portare a dimezzare l’arretrato con una corsia preferenziale per imprese e famiglia. CSM: «Chi giudica non nomina, chi nomina non giudica" ha detto Renzi spiegando che la carriera sarà legata al merito. RESPONSABILITA' CIVILE DEI MAGISTRATI: sul modello europeo. RIFORMA DEL DISCIPLINARE DELLE MAGISTRATURE SPE- CIALI NORME CONTRO LA CRIMINALITA' ECONOMICA: Riguarda falso bilancio, autoriciclaggio. ACCELERAZIONE DEL PROCESSO PENALE E RIFORMA DELLA PRESCRIZIONE INTERCETTAZIONI: si tratta del diritto all’informazione e tutela privacy) INFORMATIZZAZIONE ; si punta all’integrale del sistema giudiziario. - RIQUALIFICAZIONE: L’0aggiornamento del personale amministrativo. GOVERNO Matteo Renzi con il ministro Orlando l TORINO. «L'attuale struttura del Csm non è un tabù». Lo ha detto il vicepresidente Michele Vietti a margine dell’insediamento di Armando Spataro al vertice della procura di Torino. «Aspetterei di leggere i testi – ha commentato Vietti -. e spero che dal Consiglio dei ministriesca qualcosa che ci permetta di fare un commento. Ma – ha aggiunto – il Csm può essere riformato sia per quanto riguarda l’elezione dei togati, che a mio parere deve vedere la riforma della legge elettorale in modo da dare più libertà di scelta al magistrato elet- tore, sia per quanto riguarda i componenti laici, il cui numero si può anche immaginare di accrescere, ovviamente attraverso una riforma costituzionale, sia attraverso una modifica dell’organo disciplinare". «La sezione disciplinare – ha proseguito Vietti -, che peraltro funziona, ha un problema di contaminazione rispetto all’attività amministrativa che viene svolta dagli stessi componenti. Credo che una riforma che la renda più autonoma possa considerarsi benvenuta". LA QUESTIONE CONVEGNO PROMOSSO DAL DEPUTATO PUGLIESE. LE RICHIESTE DI DEBENEDETTI E DI CONFALONIERI Boccia: la web tax tra le priorità italiane alla Ue l ROMA. Anche gli «over the top», i big di internet devono pagare le tasse dove fanno utili e fatturato, così come fanno gli editori. E ora che si avvia il semestre europeo a guida italiana il premier Matteo Renzi deve mantenere la promessa fatta di portare il problema in sede europea, trovando anche una soluzione. A dirlo, in accordo, il presidente del Gruppo editoriale L’Espresso Carlo De Benedetti e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, partecipando a un convegno sull'economia digitale organizzato dal presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia. Bisogna cogliere «l'occasione del semestre italiano di presidenza Ue per af- frontare questo problema", ha aggiunto De Benedetti. Imprese come Google sono "straordinarie ma si basano su una loro presentazione, come società tecnologiche, quando Google fa azione commerciale che nulla ha a che vedere con la tecnologia». «La chiamino come vogliono basta che la mettano – ha tagliato corto Confalonieri – gli over the top devono essere assoggettati allo stesso nostro regime, non solo sul piano fiscale. Ci deve essere parità di trattamento, visto che il fatturato lo fai con la pubblicità". Il presidente di Mediaset, che ha definito le attività sui contenuti delle big del web come «pirateria d’alto bordo» si aspetta «che il Paese reagisca, se poi si muove la commissione qualcosa accadrà. Ma mi aspetto di più da Renzi, ha detto che ha portato a casa la flessibilità, speriamo che porti a casa anche qualcos'altro». «Sono convinto che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi» metterà la web tax «tra le priorità del semestre» di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, replica Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio alla Camera dei Deputati. La web tax era stata fortemente voluta da Boccia e inserita nella legge di Stabilità. Poi Renzi aveva rinviato il dibattito sulla web tax a livello europeo. «E' una questione - ha aggiunto Boccia al convegno alla Camera - di civiltà fiscale». RASSEGNASTAMPA Martedì 1 luglio 2014 13 ECONOMIA&FINANZA «Il contratto alla Fiat si faccia al più presto» Marchionne: la Fiom firmi gli accordi, Renzi può voltare pagina l GRUGLIASCO (TORINO). Sergio Marchionne fa la pace con i sindacati e auspica che arrivi «presto, prima dell’estate» l’accordo sul contratto degli 86.000 lavoratori di Fiat e Cnh Industrial. «L'impegno da parte nostra c'è, bisogna chiarire tutto e poi tornare a sedersi al tavolo», spiega. Dopo lo scontro dei giorni scorsi è un nuovo clima quello che si respira all’interno della Maserati di Grugliasco, che l'Unione Industriale di Torino ha scelto come sede dell’assemblea annuale. Danno forfait il presidente del Consiglio Matteo Renzi e, per un malessere notturno, anche il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, ma non ci sono malumori nè polemiche. Marchionne è convinto che Renzi possa «voltare pagina». Nel capannone del montaggio, dove accompagnano gli imprenditori per un giro fra le linee da cui escono la Quattroporte e la Ghibli, Marchionne e il presidente John Elkann sono accolti dall’applauso dei lavoratori. C'è anche il bacio dell’operaia Marisa D’Agostino a Elkann tra i flash delle compagne di lavoro. «Questa è una bella realtà, speriamo ce ne siano presto delle altre. Il futuro dell’Italia è in luoghi come questo, il resto sono chiacchiere. Lasciamoli lavorare e andiamo avanti», commenta l’amministratore delegato del Lingotto. Il viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ringrazia la Fiat «per avere creduto in un Paese difficile ma che ha ancora straordinarie opportunità». C'è la Fiom che manifesta ai cancelli con i sindacati di base, qualcuno fa notare che si potrebbe ricucire i rapporti anche con il sindacato di Maurizio Landini. «Non andiamo a rivangare vecchie storie. C'è un accordo con i sindacati di maggioranza. L’invito alla Fiom a firmare quegli accordi, a sedersi al tavolo e a far parte di questo mondo rimane, è inutile reinventarsi delle regole», osserva Marchionne. Il manager italo-canadese non pensa a un rientro in Confindustria, ma non lo esclude in modo drastico. «Non credo», risponde ai cronisti. «Non lo escludo, ma diciamo che neppure lo includo», aggiunge scherzando. Marchionne indica «i primi giorni di agosto» come data dell’assemblea straordinaria Fiat sulla fusione con Chrysler e spera che vada in porto «entro ottobre» la quotazione a Wall Street di Fca. Quanto al mercato italiano dell’auto, di cui oggi si conosceranno i numeri di giugno, l'ad non si sbilancia: «Per il mercato americano – dice – sarà un buon mese, abbiamo migliorato mese per mese, aprile, maggio, giugno e quindi il trimestre sarà buono in linee generali. Per il resto aspettiamo con fiducia i risultati». «E' positiva la disponibilità di Marchionne a chiudere il contratto», commenta Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim, mentre il segretario nazionale della Uilm Eros Panicali invita a firmare prima dell’estate ma chiede all’azienda di migliorare la proposta sul salario. Per Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismic «il contratto si può fare nei prossimi giorni, le distanze sono irrisorie». Amalia Angotti GUIDI GARANTISCE «Contratti solidarietà decontribuzione ok» l UDINE. La decontribuzione dei contratti di solidarietà ci sarà. Lo ha ribadito a Udine il ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi. «Il decreto del ministro Poletti è già stato firmato ed ora è all’attenzione del ministro dell’Economia e delle Finanze. Ci sono dei tempi tecnico-burocratici che vanno rispettati ma non ci sono problemi o cambiamenti rispetto a quello che tutti noi e il governo si è impegnato a dare. Tutti – ha concluso Guidi – siamo interessati alla soluzione di questo problema». FIAT L’amministratore delegato Sergio Marchionne . Il monito: si rafforzi la separazione Antitrust: stop al controllo delle fondazioni in diverse banche ROMA – «Va realizzato un rafforzamento della separazione tra fondazione e banca conferitaria, estendendo il divieto di detenere partecipazioni di controllo in società bancarie anche ai casi in cui il controllo è esercitato, di fatto, congiuntamente ad altri azionisti». Lo afferma il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella. Tra le priorità dell’azione dell’Antitrust a tutela dei consumatori, insieme a settori tradizionali come energia, trasporti, prodotti alimentari, viaggi, tlc, c'è anche l’e-commerce, settore nel quale si possono annidare «nuove forme di sfruttamento del consumatore», ha assicurato Pitruzzella. Ricordando i 160 casi di oscuramento di siti che vendevano prodotti contraffatti, le istruttorie nei confronti dei big del web (Google, Apple, Amazon, Gameloft, Tripadvisor e Groupon), Pitruzzella ha riconosciuto che «l'e-commerce offre straordinarie possibilità di crescita economica», avvertendo però che «Internet non può tramutarsi in un Far West dove tutto è consentito». Il presidente dell’Antitrust ha infine reso noto che fra il 2013 e il 2014 ha irrogato sanzioni per oltre 314 milioni. In particolare, nel 2013, per comportamenti anticoncorrenziali ha irrogato sanzioni pari a 112.873.512 euro e, nei primi sei mesi del 2014, pari a 184.528.819 euro. In sede di accertamento di pratiche commerciali scorrette, sono state irrogate sanzioni per 9.253.000 euro nel 2013 e per 8.198.500 nei primi sei mesi del 2014. Da oggi balza al 26% la pressione fiscale sulle rendite finanziarie CORRUZIONE L’EX PRESIDENTE DELLA FINMECCANICA COINVOLTO IN UN’INCHIESTA SUI FONDI NERI PER GLI APPALTI SISTRI l ROMA. Era stata annunciata, come una misura di redistribuzione fiscale. E scatta da oggi l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%. Voluta dal governo di Matteo Renzi in effetti serve a finanziare la spesa prevista dal decreto Irpef per il bonus di 80 euro che da maggio è previsto nelle buste paga dei lavoratori dipendenti che dichiarano meno di 26mila euro. Si tratta del secondo rincaro in poco meno di due anni (con il governo Monti l’aliquota era già salita dal 12,5% al 20% dal 1 gennaio 2012) che, ha sottolineato più volte l’esecutivo, ci porta in linea con l’Europa sulla tassazione del risparmio gestito. Aumento che comunque non riguarda i risparmiatori che hanno investito in titoli pubblici che rimangono al 12,5%. C'è tempo comunque ancora fino al 30 settembre per scegliere giornata per «affrancare» il capital gain al 30 giugno. Ecco una sintesi delle nuove norme. l NAPOLI. Fondi neri realizzati con il sistema delle false fatturazioni, ingenti somme in contanti consegnate agli ex vertici di Finmeccanica. Fondi che prendono nome di tangenti perchè destinati, secondo l’ipotesi dell’accusa, ad esponenti politici ed in particolare a quanti avrebbero sponsorizzato le nomine dei A CHI AUMENTA L’ALIQUOTA -La tassazione passa dal 20 al 26% per i redditi da capitale (dividendi, cedole e interessi di conti correnti, depositi bancari e postali). La misura è automatica, e valida anche per i redditi derivanti da obbligazioni, titoli simili e cambiali finanziarie, maturati a partire da oggi, indipendentemente dalla data di emissione dei titoli. Da oggi, come precisato dall’Agenzia delle Entrate, l’aliquota di tassazione passa al 26% anche per i redditi diversi di natura finanziaria, con esclusione delle plusvalenze relative a partecipazioni qualificate). RISPARMIO GESTITO -Anche per il risparmio gestito (fondi comuni, gestioni patrimoniali) il passaggio è automatico e sarà il gestore a calcolare quanta parte dei guadagni è maturata con la vecchia aliquota e quanta dopo il rincaro. La tassazione al 26% sarà applicata a tutti gli strumenti soggetti al rincaro. NON CAMBIA PER I TITOLI DI STATO -Resta al 12,5% l’aliquota sui titoli pubblici (come titoli del debito pubblico, Boc, Bor, Bop, buoni fruttiferi postali emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti) e titoli equiparati, emessi da organismi internazionali, nonchè per le obbligazioni emesse da Stati esteri white list e da loro enti territoriali. Per questi ultimi, l’aliquota di tassazione passa dal 20% al 12,5%. «Una mazzetta da 800mila euro» domiciliari per Guarguaglini vertici della holding. E' questo lo scenario investigativo dell’inchiesta della Dda di Napoli che ha portato all’emissione di una ordinanza di custodia agli arresti domiciliari nei confronti di Pierfrancesco Guarguaglini, ex presidente di Finmeccanica. Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione è il reato contestato all’ex dirigente nell’ambito dell’inchiesta sul Sistri, il sistema di monitoraggio satellitare del trasporto dei rifiuti mai entrato in funzione, una indagine condotta dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai pm della Direzione distrettuale antimafia partenopea Catello Maresca, Marco Del Gaudio e Maurizio Giordano. Un arresto che ha già portato a numerosi arresti (gli ultimi nel marzo scorso) di imprenditori e dirigenti attualmente sotto processo davanti al Tribunale di Napoli. Il nome di Guarguaglini già spuntò nel corso dell’ultima fase dell’indagine come destinatario di ingenti somme in contanti. Ma la richiesta di misura cautelare, sempre agli arresti domiciliari, non fu accolta dal gip Francesco De Falco Giannone. Ora alcuni elementi nuovi scaturiti dagli approfondimenti investigativi, basati su interrogatori di testimoni e coindagati nonchè sul contenuto di intercettazioni telefoniche, hanno indotto il giudice a firmare il provvedimento, eseguito all’alba dei militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli. La vicenda ruota intorno alle attività di due imprenditori abruzzesi Sabatino e Maurizio Stornelli (il primo amministratore di Selex Service spa, società interamente partecipata da Finmeccanica e concessionaria del ser- vizio legato alla realizzazione del Sistri), i quali avrebbero realizzato la provvista per circa 4 milioni di euro, distribuita in parte a Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne del gruppo e in parte a Guarguaglini, che avrebbe ricevuto, secondo gli inquirenti, 800mila euro. In estrema sintesi il denaro, depositato presso una banca svizzera, sarebbe poi tornato in Italia attraverso «spalloni» e, dopo essere stato custodito in un doppio fondo della libreria di Maurizio Stornelli, sarebbe stato portato all’interno di un borsone della società calcistica Pescina Valle del Giovenco al settimo piano della sede di Finmeccanica, dove erano gli uffici Borgogni e Guarguaglini. A consegnare la presunta tangente sarebbe stato Vincenzo Berardino Angeloni, ex deputato di Forza Italia e dentista di Guarguaglini, ritenuto una sua persona di fiducia. Tra gli elementi nuovi, le dichiarazioni rese ai pm dalla segretaria di Guarguaglini, Patrizia Silverio. La donna ha riferito di aver visto lasciare nell’ufficio del presidente un borsone del Pescina Valle del Giovenco, del tipo che utilizzano i calciatori. Il borsone, di cui la testimone ha detto di ignorare il contenuto, fu lasciato «come un regalo che Sabatino Stornelli presidente della squadra, faceva al presidente di Finmeccanica». RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 17 Martedì 1 luglio 2014 DE TOMASO Rischio beffa per chi già paga >> CONTINUA DALLA PRIMA M a altrettanto intollerabile è la pretesa dello Stato di scaricare sui contribuenti onesti la propria incapacità nel far pagare tutti gli altri. Con l’argomento che per colpa dell’evasione (a dire il vero il fenomeno dell’elusione è persino più grave) i conti pubblici sono sempre in rosso, la pressione impositiva reale, calcolando cioè Pil sommerso (18%), arriva a sfiorare quota 60%. Una cifra che bloccherebbe la crescita anche in un Paese affollato da migliaia di Bill Gates. Figuriamoci da noi. Uno Stato serio si darebbe una bella regolata. Metterebbe sul mercato tutte le società pubbliche succhiasoldi, buone solo ad assicurare clientele alla classe politica nazionale e municipale; accorperebbe alcune Regioni e molti Comuni; taglierebbe la spesa ministeriale eccetera. Eviterebbe così di dover escogitare ogni due-tre mesi provvedimenti punitivi per i portafogli dei cittadini. L’ultima ideona, ormai vicina al traguardo, è la revisione del catasto, un marchingegno per aumentare il prelievo sulla casa, come se finora il possesso di un immobile non fosse già compromesso da una ragnatela di balzelli e addizionali. Pur di fare cassa, lo Stato non si fa scrupolo di violare leggi da se stesso varate, a cominciare dallo Statuto del Contribuente, la normativa più violentata di tutti i tempi, visto che si è perso addirittura il conto dei casi di stupro ai suoi danni. Ma più crescono le esigenze di bilancio, più l’Europa fa la faccia severa, più s’allunga la spirale tassaiòla, giustificata quasi sempre dall’obiettivo di battere una volta per tutte lo spregiudicato esercito degli infedeli del Fisco. Ora. Una pressione fiscale attorno al 60% è di per sé insostenibile (per chi paga). Uno Stato equanime si dovrebbe porre il problema del riequilibrio del carico tributario, senza pretendere un euro in più. Si dovrebbe porre cioè il problema di ridurre le proprie uscite finanziarie. Invece, che fa lo Stato arraffa-arraffa? Sceglie un obiettivo condivisibile, com’è quello del contrasto (delle frodi fiscali) attraverso l’uso della moneta elettronica, e piano piano lo lancia nei mercati dove si confrontano venditori e consumatori. Tanto, comunque vada, il risultato è assicurato: le entrate aumenteranno. Aumenteranno sia se i venditori (e i potenziali evasori) accetteranno di guadagnare meno (non sfuggendo al fisco grazie alla tracciabilità elettronica), sia se i venditori di beni e servizi spalmeranno sulla platea dei consumatori i costi maggiori determinati dal rispetto delle nuove regole. Quest’ultimo fenomeno si chiama «traslazione d’imposta»: si verifica quando lo Stato, non intendendo colpire direttamente la platea dei tartassati abituali, ne affida l’incombenza ad altri attori (enti locali, imprese, lavoratori autonomi): un ambaradan giustificato con la necessità ineludibile di rendere imparziale il Grande Fratello fiscale. Anche l’avvento della moneta elettronica nasce da questo retropensiero: fare cassa in nome della lotta all’evasione fiscale. Il che, ripetiamo, sarebbe un proposito più che sacrosanto, a condizione però che lo Stato contemporaneamente riducesse le spese, cioè riducesse in partenza le pesanti richieste quotidiane per le tasche dei contribuenti. Ma, da quest’orecchio, tutti i governi sentono poco o nulla. Cosicché il copione non cambia: lotta al sommerso, lotta all’evasione, ma lotta soprattutto a chi lavora e risparmia onestamente. Non ci vuole la competenza di un Premio Nobel o l’immaginazione di uno scrittore di fantascienza per prevedere che la «rivoluzione del Pos» sfocerà nella «rivelazione del Pos», vale a dire nella conferma di tutte le pratiche del passato, a cominciare proprio dalla «traslazione d’imposta». Professionisti e autonomi saranno tentati di pretendere compensi più alti per le loro prestazioni, pur di assicurarsi gli stessi introiti di quando la tracciabilità elettronica era di là da venire. Sarà perciò la massa dei clienti e consumatori a patire gli effetti della misura governativa. Lo Stato così incasserà di più. Ma, forse, solo sulla carta, perché nel frattempo diminuiranno i consumi delle famiglie, il che provocherà una flessione delle entrate Iva. La qual cosa richiederà una nuova manovra correttiva (cioè altre tasse). Un girotondo senza fine, col pericolo di impoverire annualmente quasi tutti gli italiani. Fino a quando durerà? Fino a quando non si deciderà di curare la seguente perversione culturale: lo Stato fissa spese insostenibili, tanto provvederà il parco buoi dei contribuenti e risparmiatori a finanziarle. Viceversa: uno Stato perbene adegua le sue uscite alle entrate, cioè a tasse decenti pagate da tutti i contribuenti. Ecco. Fino a quando non si cambierà musica, anche provvedimenti ragionevoli come l’estensione del Pos rischieranno di trasformarsi nell’ennesimo strumento di spremitura fiscale: la beffa più inaccettabile per chi è in regola con le leggi dello Stato. Giuseppe De Tomaso [email protected] FRANCO LANDELLA* Foggia, l’emergenza sicurezza >> CONTINUA DALLA PRIMA L a recente tentata rapina alla «Np Service», condotta con tecniche e metodi «militari» e che per un soffio non si è trasformata in una vera e propria tragedia, è stata l’ennesimo «ruggito» di una criminalità che torna ad «alzare il tiro» in maniera inquietante. I segnali di questa recrudescenza, per la verità, erano noti da tempo. Non a caso più volte la Commissione parlamentare Antimafia aveva evidenziato i rischi connessi tanto alla pericolosità della mafia «garganica» quanto ai legami tra la «società» foggiana e pezzi di organizzazioni mafiose siciliane, calabresi e campane. Di fronte a questo allarme occorre che lo Stato faccia sentire con forza la sua voce e la sua presenza. Servono segnali concreti di attenzione e interventi che costituiscano una risposta efficace alla «sfida» lanciata dai sodalizi criminali. Da questo punto di vista, voglio sottolineare lo straordinario lavoro condotto dalle Forze dell’Ordine, dalla Prefettura e dalla Magistratura, che ogni giorno con passione, dedizione e sacrificio operano sul territorio. A loro va il mio grazie, non soltanto come sindaco della città di Foggia, ma innanzitutto come semplice cittadino. Purtroppo va detto che spesso questi presidi di legalità sono costretti a fare i conti con difficoltà logistiche e strutturali, afferenti una inadeguata dotazione di mezzi e uomini. Le denunce dei sindacati di Polizia testimoniano in maniera limpida questa urgenza, tanto più dopo i dati resi noti dal presidente della Commissione d’inchiesta del Senato, Doris Lo Moro, sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori pubblici. Numeri che hanno portato la condizione della Puglia alla ribalta nazionale, rendendo ormai improrogabile un intervento del Governo nazionale. Sono da sempre convinto che il tema della sicurezza debba essere affrontato mettendo in campo uno schema «sistemico», in cui dispiegare una complementarietà di funzioni e competenze istituzionali. Il «Patto per la Sicurezza» firmato qualche anno fa andava proprio in questa direzione. L’efficacia di una strategia, però, dipende inevitabilmente dalle risorse che possono essere attivate, dal «modello» complessivo in cui è incardinata e, se vogliamo, dal sostegno stesso che lo Stato fornisce alle tecniche con le quali il territorio viene presidiato. Lungi da me la volontà di aprire una polemica con l’esecutivo nazionale. Tuttavia non possiamo ignorare che sicurezza e legalità non devono essere considerate alla stregua di una «spesa da tagliare». Come il Suo quotidiano ha opportunamente ricordato, la chiusura della Scuola di Polizia, la soppressione del Tribunale di Lucera ed il suo conseguente accorpamento con quello di Foggia – che non è in possesso dell’organico necessario a gestire la mole di cause di cui sarà investito – non aiutano la battaglia contro l’illegalità e la criminalità. Al contrario, la rendono più difficile e faticosa. Quella di cui discutiamo è dunque una battaglia «campale», in cui ciascuno è chiamato a fare fino in fondo la sua parte, costruendo un «fronte comune» che venga incontro alla legittima richiesta di sicurezza avanzata dai cittadini. Una battaglia in cui è fondamentale e decisivo il contributo di tutti: Enti locali, parlamentari, Governo nazionale. Ognuno di noi deve attivarsi affinché lo Stato abbia chiara la gravità della situazione e disponga interventi all’altezza delle aspettative e dell’emergenza. Sottovalutare il quadro disegnato dalla Commissione d’inchiesta del Senato – e che proprio la tentata rapina alla «Np Service» ci ha consegnato in modo emergenziale – sarebbe un errore. Il Comune di Foggia, per parte sua, è pronto a mettere in campo la sua «quota» di competenza. Cominciando da una riorganizzazione del Corpo di Polizia Municipale che abbia come assoluta priorità il controllo del territorio, la lotta all’abusivismo e ai reati amministrativi. In quest’ottica, è mia intenzione istituire un «presidio permanente» in ogni quartiere della città, poiché la sicurezza è un obiettivo che va perseguito anche con azioni che assicurino «fisicamente» la presenza sul territorio. Allo stesso modo intendo migliorare e rafforzare i sistemi di videosorveglianza, fornendo così un sostegno concreto all’attività delle Forze dell’Ordine. È di tutta evidenza, però, che questo nostro impegno da solo non è sufficiente. Non sono le Amministrazioni comunali a dover combattere il crimine. A loro è assegnato un compito di mera collaborazione con le altre Istituzioni. Da queste colonne rivolgo quindi un appello accorato non soltanto ai parlamentari della provincia di Foggia, ma più in generale a tutti i deputati e i senatori eletti in Puglia. L’emergenza sicurezza a Foggia ed in Capitanata, infatti, non può essere considerata una «faccenda locale». È un tema che riguarda l’intera regione e l’intero Paese. È questo il momento di stare insieme, di manifestare un’unità reale ed operativa. È il momento che il Governo, e nello specifico il Ministero dell’Interno guidato da Angelino Alfano, prenda finalmente coscienza dell’impossibilità di procrastinare un potenziamento di uomini e mezzi sia per le Forze dell’Ordine sia per la Magistratura del nostro territorio. * Sindaco di Foggia CHE AMBIENTE FA di GIORGIO NEBBIA Le invadenti carrette che inquinano l’aria D a poco tempo il numero di autoveicoli circolanti nel mondo ha raggiunto il valore di un miliardo, uno ogni sette abitanti della Terra. Tale numero comprende circa 750 milioni di autoveicoli passeggeri e circa 250 milioni di autoveicoli commerciali “leggeri”, definiti come quelli di peso inferiore a 3500 chili. A questi vanno aggiunti circa 400 milioni di camion “pesanti”. A occhio e croce si tratta di una massa di circa 3000 milioni di tonnellate di ferro, alluminio, gomma, plastica, e poi rame, cromo, vetro, vernici, eccetera, che circolano senza sosta nelle strade del mondo, che trasportano, lungo le strade e nelle città, persone, e poi merci, alimenti, benzina, macchinari, carta, legname, metalli, eccetera. Un ininterrotto flusso di materiali che rappresenta il sangue dell’economia, e che ogni anno “beve” 2500 milioni di tonnellate di benzina e gasolio, che immette nell’atmosfera 9 dei 30 miliardi di tonnellate complessivi di gas serra. In Italia gli autoveicoli passeggeri sono circa 40 milioni, più di uno ogni due abitanti, a cui si aggiungono altri quattro milioni di mezzi di trasporto commerciali. Il traguardo “del miliardo” è stato raggiunto in poco più di un secolo. Fino alla prima metà dell’Ottocento gli unici modi per spostare persone e merci erano le proprie gambe e il cavallo. A cavallo viaggiavano veloci e senza fatica le persone; i cavalli trascinavano le carrozze per i passeggeri che volevano stare più comodi, e i carri con le merci. Il cavallo, fin dall’alba dell’umanità, è stato così importante come fonte di energia che gli ingegneri, quando hanno voluto dare una misura della potenza delle macchine, non hanno trovato di meglio che confrontare la loro potenza con quella del cavallo e hanno chiamato l’unità di misura “cavallo-vapore”, HP (Horse-Power), corrispondente a circa 0,75 chilowatt. Il cammino degli autoveicoli è stato lento ed è cominciato in forma modesta negli ultimi anni dell’Ottocento. Abbastanza curiosamente, l’avvento del “veicolo che si muove da solo”, l’auto-mobile, appunto, è stato all’inizio osteggiato: era rumoroso, spaventava i cavalli, emetteva fumi e sollevava polveri. Per arrivare all’attuale miliardo di autoveicoli sono state necessarie innumerevoli innovazioni tecniche; tanto per cominciare è stato necessario asfaltare le strade, perfezionare i processi di raffinazione del petrolio in modo da ottenere dei carburanti adatti ai nuovi motori, modificare la tecnologia della gomma naturale e di quella sintetica per realizzare le coperture delle ruote, fino ai moderni pneumatici. Soprattutto è stato necessario rivoluzionare i processi dell’industria meccanica. SIMBOLO -Nei primi anni del Novecento le varie parti di ogni autoveicolo venivano messe insieme a mano. L’automobile sarebbe diventata, proprio cento anni fa, con l’inizio della “prima” sciagurata guerra mondiale, un mezzo di trasporto militare essenziale; finita la guerra, nel 1919, è diventata anche un simbolo di stato sociale, come prima erano state le carrozze a cavalli. A soddisfare la nuova domanda di un mondo desideroso di miglioramento pensò l’americano Henry Ford, il re delle automobili, introducendo nella sua fabbrica la produzione “in serie” di veicoli in grande quantità e a prezzo ragionevole. Gli autoveicoli dovevano essere quanto più simili fra loro, “standardizzati”, e venivano messi insieme in una “catena” di montaggio da operai affiancati, ciascuno dei quali doveva fare lo stesso gesto, mentre i veicoli avanzavano su un nastro trasportatore, per uscire alla fine pronti al viaggio. Una delle prime automobili prodotte in grande serie negli Stati Uniti era il favoloso “modello T” che Ford si vantava di poter offrire di qualsiasi colore purché fosse nero ! La lunga strada avrebbe anche incontrato vari inconvenienti di natura ambientale. Il primo è stato rappresentato dal fatto che i motori a scoppio, con ciclo Otto a benzina o Diesel a gasolio, funzionano quasi esclusivamente bruciando un derivato del petrolio; la loro “perfezione” viene pagata con l’inevitabile produzione, durante la combustione dei carburanti, di gas che sono nocivi per la salute, principalmente ossido di carbonio, poi ossidi di azoto, insieme a polveri e idrocarburi cancerogeni. Molti tentativi di perfezionamento dei carburanti per renderli più adatti ai motori capaci di muovere veicoli veloci e grandi, sono stati accompagnati da crescenti inquinamenti dell’atmosfera, soprattutto dell’aria delle città. Il piombo tetraetile, uno degli additivi per benzina di maggior ”successo”, usato per mezzo secolo, ha avvelenato migliaia di persone con i composti del piombo scaricati dai tubi di scappamento. Il “miglior” agente di attrito dei freni e delle frizioni è stato per decenni a base di amianto; l’usura dell’amianto e della gomma dei pneumatici sono stati fonti di polveri nocive nell’aria. L’aumento della popolazione di autoveicoli si scontra anche con la limitata capacità ricettiva delle strade e delle città, come si vede nelle città europee col traffico congestionato. Senza contare che quando un autoveicolo non serve più, la sua “rottamazione”, cioè lo smantellamento per recuperare una parte dei materiali ancora utili, comporta rilevanti problemi di inquinamento. Trappole tecnologiche ben note ai paesi industriali ormai sazi, anche troppo, di autoveicoli ma in cui cadranno i paesi emergenti, così assetati delle ”Insolent chariots”, le invadenti carrette, come lo scrittore americano John Keats ha definito le automobili. RASSEGNASTAMPA 2 martedì 1 luglio 2014 LA STRAGE DEGLI IMMIGRATI Nel barcone soffocano in trenta. «Qui non c’è posto per i cadaveri» Nuova tragedia nel Canale di Sicilia A bordo della carretta erano in 600 ● Il sindaco di Pozzallo: «Piene le due uniche celle frigorifere del cimitero» ● Il Sap denuncia un possibile caso di vaiolo ● #iostoconlunita «Trenta cadaveri? Trenta cadaveri dove li mettiamo?» Il sindaco di Pozzallo, praticamente buttato giù dal letto dalla Marina Militare, è costretto ad un conto macabro. Due celle frigorifere, le uniche del cimitero, ospitano già i corpi di due profughi che aspettano ancora sepoltura. «Come facciamo? Non c’è spazio». È praticamente l’alba quando la fregata Grecale avvista al largo delle coste siciliane un grosso peschereccio stipato all’inverosimile. Si vede benissimo anche da lontano: sul barcone è appoggiata una tettoia che traballa, sopra sono stipate una ventina di persone, sotto ci sono gli altri pigiati come sardine. I morti sono nella stiva di prua, soffocati nella calca si suppone. La barca è tanto pesante che galleggia a metà, praticamente sprofondata in acqua. Seicento persone stipate su un peschereccio di 30 metri. «Mai vista una cosa così - dice il capitano Stefano Frumento - Sono tanti anni che soccorro i profughi in mare, ma non ho mai visto tanta gente in così poco spazio». Il capitano Frumento capi- sce che deve fare in fretta e prima di agganciare la nave carica su un gommone dei grandi sacchi neri. Sono i salvagente, per prima cosa i salvagente. «Nessuno di loro li aveva - dice adesso - . Non avevano la minima misura di sicurezza». Il peschereccio avvistato dalla Grecale arriverà questa mattina a Pozzallo e il primo cittadino Luigi Ammatuna ha poche ore di tempo per capire come affrontare questa ennesima emergenza. A bordo c’erano, ci sono, 566 profughi. Alcuni deceduti per asfissia, alcuni forse per annegamento visto che la metà della stiva viaggiava sott’acqua. Non potevano far nulla al momento, impossibile spostarli, quindi hanno prima trasbordato i vivi sulla Grecale, poi hanno deciso di trainare i morti sulla carretta fino al porto di Pozzallo. E questa mattina a Pozzallo è arrivata anche la corvetta Chimera con altri 353 migranti sottratti al mare. Sono 5mila gli immigrati soccorsi nelle ultime 48 ore nel Mediterraneo. Le navi militari praticamente non fanno altro. Caricare cadaveri, soccorrere chi ce l’ha fatta. Si prova a contare, certamente sono sette i barconi soccorsi e arrivano in condizioni sempre peggiori. Verso Taranto è diretta la nave anfibia San Giorgio; a bordo ha 1170 migranti. Il pattugliatore d’altura Dattilo che viaggia .. . Sono 5mila gli immigrati soccorsi nelle ultime 48 ore nel Mediterraneo a bordo di 7 imbarcazioni .. . Il primo cittadino di Taranto Stefàno a Lorenzin: «Preoccupato per i rischi sanitari» con 1096 immigrati è diretto verso il porto di Augusta. La rifornitrice Etna, che di migranti ne porta 1044, arriverà oggi nel porto di Salerno. E ancora il mercantile Mare Atlantic, 235 immigrati, diretto a Messina; la motovedetta Corsi ne porta 341 e si dire a Porto Empedocle; il mercantile City of Beirut, 105 migranti e il mercantile Ticky, 190, in viaggio verso Trapani. Poi c’è il dramma del pattugliatore Orione che viaggia con 396 immigrati verso Messina e un caso sospetto di vaiolo a bordo. I medici che sono saliti a bordo per i primi soccorsi hanno dovuto lanciare subito l’allarme: «Il paziente è stato isolato - ha comunicato ufficialmente in una nota il ministero della Salute allertato subito dai militari ma senza menzionare la patologia - . La malattia infettiva è di interesse per il Regolamento sanitario dell’Oms, il ministero e la Marina proseguono la sorveglianza sanitaria per i potenziali rischi infettivi connessi ai flussi migratori». Ma i sindaci cominciano ad allarmarsi. E anche il Sap (il sindacato di polizia) che ha riferito: «La Croce Rossa ha minacciato di non impiegare il proprio personale in assenza di adeguate misure di profilassi». La nave sarà messa in quarantena. In questo momento però l’allarme sanitario si sta alzando alimentando polemiche. Ezio Stefano, primo cittadino di Taranto, ha scritto ai ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell'Interno, Angelino Alfano dopo aver appreso che alcuni militari impegnati nell'operazione «Mare Nostrum» avrebbero contratto la Tbc durante gli interventi di assistenza ai profughi. Ora chiede che vengano destinati all’ accoglienza solo «quei volontari e quelle unità per i quali è accertata la condizione di non rischio. È legittima la preoccupazione che i tanti volontari addetti ai servizi di assistenza a terra possano contrarre tale infezione, se non sono già venuti a contatto con il bacillo di Koch». LA PROPOSTA DELL’ARCI Titolo di soggiorno europeo e canali d’ingresso Canali di ingresso umanitari e titolo di soggiorno europeo. È la «ricetta» dell’Arci per evitare il ripetersi di nuove tragedie del mare. «La risposta dell'Europa - sottolinea l’Arci - è stata la costituzione di Frontex, cioè di un sistema di controllo aereo-navale volto non ad assistere ma ad impedire l'arrivo delle imbarcazioni. E il nostro governo ne chiede il rafforzamento, sensibile forse ai soliti attacchi scomposti della Lega, che vuole la chiusura dell'operazione Mare Nostrum. L’Arci è invece convinta che, per evitare altre tragedie, la via sia quella di aprire canali di ingresso umanitari, affidandone la gestione alle organizzazioni delle Nazioni Unite che di questo si occupano (in primo luogo l'Unhcr) in tutto il mondo. Questo non solo garantirebbe la sicurezza dei profughi, ma impedirebbe ai mercanti di morte di continuare a fare affari sulla loro pelle». L'altra misura sollecitata dall'associazione «è l'applicazione della direttiva europea sulla protezione temporanea in caso di afflusso straordinario di persone in cerca di protezione, rilasciando a coloro che arrivano dalle principali aree di crisi un titolo di soggiorno valido in tutta l'Ue. Adottare queste due proposte sarebbe il modo migliore per iniziare il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, dando un segnale chiaro di come l'Europa, fedele ai principi della sua costituzione». «Asilo e prima accoglienza, siamo ancora lontani» Sono in prima linea a Lampedusa come nei campi profughi sorti ai confini della martoriata Siria. Ogni giorno hanno a che fare con una umanità sofferente che spesso, troppo spesso, diviene vittima dei trafficanti di esseri umani e delle organizzazioni criminali che fanno affari miliardari sulla pelle di quanti provano a sfuggire all’inferno dei loro Paesi, imbarcandosi sulle carrette del mare, in viaggi che per decine di migliaia di loro, finiscono tragicamente. Per questo, per l’esperienza maturata sul campo, è importante ascoltare la voce di Carlotta Sami, portavoce italiana dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr). Ancora una tragedia nel Canale di Sicilia: unatrentina dimigranti sonomorti, forse perasfissia,inunbarconecheèstatosoccorsol’altranottedaunanavedellaMarina militare. Qual è la reazione dell’Unhcr? «La prima reazione è quella di una profonda tristezza per queste persone, anche perché tutte loro, purtroppo, sanno di rischiare la morte in questi tipi di viaggi. Dovremmo interrogarci, tutti, su cosa significhi avere consapevolezza dei rischi che si corrono in questi viaggi e tuttavia si tenta lo stesso. Stiamo parlando di persone, uomini, donne, bambini, che subiscono ricatti, pestaggi, le più indicibili sofferenze, ma nonostan- L’INTERVISTA Carlotta Sami La portavoce italiana Unhcr: «Si passi dalla fase dell’emergenza a quella della programmazione. Il salvataggio in mare diventi un’operazione europea» te ciò preferiscono tentare la sorte pur di sfuggire a guerre, violenze, pulizie etniche, stupri di massa...». Dolore, dunque, e anche rabbia? «No, rabbia no, piuttosto parlerei della consapevolezza che le risposte a questa situazione vanno date con la massima urgenza perché ogni ritardo può causare più morti». A chi vi rivolgete in particolare? «Come Unhcr abbiamo posto l’accento sul fatto che proprio alla vigilia del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, si debba dare molto spazio al salvataggio in mare, facendolo diventare una operazione europea. Inoltre, abbiamo sollecitato l’importanza della solidarietà per garantire accesso al territorio e protezione per i richiedenti asilo. Quello che chiediamo è di aumentare la flessibilità del sistema di asilo nell’Ue, incrementando i posti per le operazioni di reinsediamento e ammissione umanitaria e per i ricongiungimenti familiari». Questo per quanto concerne l’Europa. E dall’Italia cosa vi attendete? «All’Italia chiediamo che finalmente si finalizzi il piano per la prima accoglienza, il miglioramento delle strutture e l’efficienza delle procedure di asilo. In altri termini, ciò che ci attendiamo dall’Italia è che vari un efficace piano di accoglienza e passi dalla fase dell’emer- genza a quella della programmazione». Inconcretocosaintende l’Unhcrperprogrammazione? «Ad esempio, regolamentare questi flussi per i primi 2-3 giorni dopo l’arrivo, identificare le persone che arrivano e allargare questa condivisione di responsabilità agli altri Stati dell’Europa». Donne e uomini dell’Unhcr operano, con straordinaria professionalità e altrettanta umanità, nei luoghi di maggiore sofferenza, soprattutto nel Vicino Oriente e in Africa. Quanto pesano nelle tragedie del mare che si susseguono senza soluzione di continuità, le vicende che segnano quelle aree del mondo? «Pesano tantissimo. Le persone che arrivano sono prevalentemente siriani, eritrei, somali, maliani.. Migliaia e migliaia di esseri umani che fuggono dalle guerre, dalle violenze, dal terrorismo. Non cercano fortuna, cercano di sopravvivere». Cosa è diventato il Mediterraneo? «È diventato una delle frontiere principali verso l’Europa, la frontiera che occorre attraversare per trovare la salvezza. Ma è una frontiera molto rischiosa. e lo è anche, e per certi versi soprattutto, perché c’è l’impossibilità di lavorare per evitare questi rischi, in particolare in Paese come al Libia, dove l’Unhcr non è accreditata. Un Paese che non ha sottoscritto la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e quindi non riconosce neanche lo status di rifugiato a quanti, disperati, arrivano in Libia». Tornando all’Europa, dietro il rimpallo delle responsabilità c’è solo cecità o che altro? «La verità è che ci troviamo a fare i conti con un fenomeno in qualche modo strutturale e al tempo stesso nuovo nella sua entità e caratteristiche. Tutta l’Europa è chiamata in causa, ma in modi diversi. L’Italia, ad esempio, ha delle difficoltà evidenti nella prima accoglienza, ma è vero che altri Stati dell’Unione accolgono molti più rifugiati rispetto al nostro paese. Quello che noi diciamo è che occorre dare concretezza al principio di solidarietà, il che significa accogliere i rifugiati direttamente negli Stati membri dell’Ue senza che debbano rischiare di attraversare il mare». Come dare concretezza a questo principio? «Prevedendo misure di esame delle richieste di asilo già nei Paesi di transito dei rifugiati, in Libia, ad esempio. Inoltre, ampliando il numero di di quelli che provengono direttamente dai campi dei rifugiati, quello che ha fatto dieci giorni fa la Germania portando a 10mila le ammissioni umanitarie e di reinsediamento per i rifugiati siriani». RASSEGNASTAMPA 3 martedì 1 luglio 2014 Dalla Ue la promessa di più soldi e di un commissario ad hoc ● Il prossimo presidente Ue, Juncker, starebbe pensando di inserire nella sua squadra una figura dedicata alla questione delle migrazioni ● Malmstrom: attingeremo dalle risorse esistenti #iostoconlunita Sopra, un momento dei soccorsi Sotto, il peschereccio dove erano stipati i 30 cadaveri FOTO MARINA MILITARE Jean-Claude Juncker, designato dai 28 come prossimo presidente della Commissione europea, sta pensando di inserire nella sua squadra per il nuovo Esecutivo Ue un commissario dedicato alla questione delle migrazioni. «La questione sarà dibattuta dopo il 16 luglio» ha detto una fonte giorno in cui Juncker sarà formalmente eletto presidente della Commissione dal Parlmento europeo. «In ogni caso, un commissario per le migrazioni e la mobilità è una delle opzioni allo studio della sua squadra di consiglieri» precisa la fonte vicina a Juncker. Nelle ultime Commissioni, il tema dell’immigrazione è stato parte della competenze del commissario agli affari interni. Nell’attesa dell’insediamento di Juncker la Ue, secondo il commissa- rio agli affari interni Cecilia Malmstrom, sta cercando il modo di «contribuire maggiormente» dal punto di vista finanziario, ma «nell’ambito delle risorse esistenti», per «aiutare l'Italia nei suoi sforzi di gestione della pressione crescente di migranti e richiedenti asilo». La Malmstrom, in un comunicato, esprime il suo rammarico per le nuove vittime nel Mediterraneo e ringrazia le autorità italiane «per il loro sforzo significativo che ha portato al salvataggio di circa 5000 persone negli ultimi giorni». Per il commissario i morti dimostrano «i trafficanti e i criminali non hanno rispetto per le vite umane e dobbiamo urgentemente aumentare i nostri sforzi per combatterli». La Commissione, spiega la Malmstrom, «sta cooperando da vicino con la presidenza italiana su questo fronte, e sta preparando un piano europeo contro il traffico di migranti, con la partecipazione di Europol e Frontex, e concentrandosi sulle azioni prioritarie in collaborazione con i Paesi terzi». Lo scopo «è combattere le reti criminali laddove hanno le basi operative e lavorare insieme per smantellarle». La Malmstrom ricorda di aver avuto un incontro con Alfano giovedì scorso, nel quale ha «riaffermato che la Commissione è pronta a aiutare l'Italia nei suoi sforzi per gestire la pressione di migranti e richiedenti asilo». Al momento, ricorda il commissario, la Ue sta rendendo disponibili 4 milioni di euro nell'ambito dell'assistenza d'emergenza all'Italia, ma vorrebbe fare di più: «Stiamo cercando i modi per contribuire anche di più, nell'ambito delle risorse esistenti, al finanziamento degli sforzi italiani per ospitare migranti e rifugiati». E rilancia l'appello agli altri Stati Ue affinchè «forniscano posti per riallocare i rifugiati in Europa direttamente dai campi profughi dei Paesi terzi, nell' ambito del programma dell'Unhcr». Questo «eviterebbe a persone vulnerabili di mettere le loro vite nelle mani di questi mercanti della morte per cercare di raggiungere le coste europee e avere la protezione di cui hanno diritto». Se l’Italia resta da sola a fronteggiare la marea D a una parte una contabilità che si fa ogni giorno più preoccupante, dall’altra una Unione Europea che al massimo si è limitata a qualche buon proposito espresso sempre e soltanto a parole. Da una parte un impegno concreto, oneroso, che ha permesso di salvare migliaia di vite umane anche a costo di spendere milioni di euro sottratti a bilanci che non tornano mai in tempi di crisi e spending review, dall’altra istituzioni continentali che hanno già spiegato di non essere disposte ad aprire i cordoni della borsa, come se il problema immigrazione riguardasse soltanto l’Italia e non la frontiera meridionale dell’Unione. Sullo sfondo, quell’allarme sollevato un mese fa dal direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, ascoltato in audizione dalle commissioni Difesa ed Esteri riunite del Senato: «Un nostro esperto immigrazione a Tripoli parla di 800mila presenze in territorio libico pronte a partire verso l'Europa» ha detto Pinto, sottolineando che i migranti sono «eritrei, somali, sudanesi, senegalesi, gambiani». Un esodo potenziale favorito dal fatto che «in quel paese c’è la percezione di assoluta mancanza di controllo e rischiamo in prospettiva di vedere aumentare sensibilmente il numero di clandestini. In Libia non c’è un primo ministro, non c’è alcuna compagine governativa, non ci sono ministri». Ci vorranno ancora diverse settimane prima che la nuova commissione europea venga costituita e per verificare se eventualmente possa esserci un cambio di linea, per ora la linea di Bruxelles è quella ribadita nei giorni scorsi dal Commissario europeo uscente agli Affari Interni, Cecilia Malmström, in una intervista al Wall Street Journal: «sono piena di ammirazione per il piano Mare Nostrum che ha salvato migliaia e migliaia di vite umane - le sue parole - Ma sostituire questo piano d’intervento con Frontex è impossibile. Non abbiamo i soldi». Tradotto in parole semplici, l’Europa non ha intenzione di destinare ulteriori fondi per il rafforzamento dell’agenzia europea fondata nel 2004 il cui compito, da statuto, sarebbe quello di «agevolare e rendere più efficace l’applicazione delle misure dell’Ue, esistenti e future, relative alla gestione delle frontiere esterne, assicurando il coordinamento delle azioni degli stati membri» e di fornire «il sostegno tecnico e le conoscenze specialistiche di cui necessi- IL DOSSIER #iostoconlunita L’operazione «Mare Nostrum» costa all’Italia fra i 6 ei 9 milioni di euro al mese, ma da ottobre ha salvato 60mila vite e fatto arrestare più di 200 scafisti tano» e soprattutto promuovere «la solidarietà tra i paesi membri». Discorso che evidentemente non sembra riguardare l’Italia visto che dall’ottobre scorso, l’Unione Europea non ha di fatto battuto un colpo a sostegno del nostro paese e del suo impegno nel canale di Sicilia. Eppure i numeri fotografano senza ombra di dubbio il lavoro delle nostre forze armate: dal momento del suo varo ad ottobre scorso, dopo la strage in cui persero la vita quasi 400 persone, le navi impegnate nell’operazione Mare Nostrum hanno recuperato in mare 55.915 persone (i dati sono aggiornati a ieri) di cui 43.463 uomini, 6.003 donne e 6.449 minori assicurando alla giustizia più di 200 scafi- sti. Risultati ottenuti attraverso l’impiego costante di sei unità navali, due elicotteri e tre velivoli (di cui uno senza pilota di tipo Predator) a costante monitoraggio di un tratto di mare ampio circa 71mila metri quadrati, un’estensione pari a circa tre volte quella della Sicilia. Uno spiegamento di forze che all’Italia costa fra i 6 e i 9 milioni di euro al mese e che negli otto mesi di servizio ha già im- piegato risorse quasi pari al bilancio di Frontex per l’anno in corso, fissato a 98 milioni di euro. Solo che se i risultati di Mare Nostrum sono sotto gli occhi di tutti, quelli di Frontex sono tutti da verificare. Anche per questo, tre settimane fa, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, in una telefonata con il Commissario europeo uscente agli Affari Interni, Cecilia Malmström, aveva espresso la «necessità di una exit strategy da Mare Nostrum, che preveda tempi e scadenze certi, in un’auspicabile collaborazione con l’Unione Europea». E la risposta, come abbiamo visto, è stata negativa su tutta la linea. Come se il fenomeno migratorio in arrivo dall’Africa del Nord e dal Medio Oriente fosse solo un problema italiano. Un problema che, peraltro, sembra destinato ad aggravarsi vista la crescente instabilità dell’area. E lo dicono ancora una volta i numeri: da gennaio ad aprile, secondo i dati forniti dal vicedirettore di Frontex Arias Fernandez, i migranti approdati in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo sono stati 26.220. Ciò significa che rispetto allo stesso periodo del 2013 gli sbarchi sono aumentati dell’823%. Il numero sale poi a 36mila, secondo quanto riferito dal ministero dell’Interno, se si considera il periodo gennaio-maggio. Numeri che sono tornati ad aumentare, quindi, e che hanno già raggiunto dimensioni paragonabili a quelle del 2011 quando l’emergenza si fece insostenibile sulla scorta dell’instabilità causata dall’esplosione delle cosiddette primavere arabe. Nel 2002, infatti, i migranti che avevao raggiunto le nostre coste erano stati 23.719, dato poi sceso nel 2003 a quota 14.331 per e a 13.635 nel 2004. Un picco è stato registrato ancora nel 2005 quando sono sbarcati 22.939 persone. Gli sbarchi sono rimasti pressoché costanti sulle 20mila presenze sia per il 2006 che nel 2007 mentre nel 2008 la cifra è schizzata a 36.971 persone. In questi dodici anni il minor numero di sbarchi è quello relativo al 2009 e 2010 quando sono arrivati rispettivamente 9.573 e 4.406 migranti. Ma se il fenomeno sembrava essersi fermato o comunque aver rallentato il flusso di sbarchi, nel 2011 ha raggiunto il picco maggiore: 64.261 migranti sbarcati in Italia da gennaio e dicembre contro i 13.267 del 2012. Ma già nel 2013 il trend si è invertito precipitosamente per un totale di 42.925 ingressi via mare. RASSEGNASTAMPA 4 martedì 1 luglio 2014 POLITICA Il governo: «Avanti con Mare Nostrum» Lunga pre-riunione sull’immigrazione fa slittare il Cdm: mancano i fondi per soccorsi e accoglienza ● Renzi: «Riforme all’insegna della partecipazione, ora due mesi per il confronto e poi si decide» ● #iostoconlunita Matteo Renzi arriva in conferenza stampa poco dopo le 20.30 della sera, dopo una giornata fitta di incontri su immigrazione, giustizia, riforme e un cdm iniziato con oltre due ore di ritardo. Una giornata intensa, difficile, per le notizie delle morti in mare, per i tre ragazzi israeliani rapiti 18 giorni fa e ritrovati morti vicino Hebron. «È stata una giornata in cui i sentimenti sono molto contrastanti per ciò che è accaduto. Il cdm si è aperto col pensiero ai tre ragazzi israeliani uccisi. Abbiamo espresso tutto il dolore nei confronti delle famiglie e del popolo israeliano per ciò che è accaduto in modo così tragico e ingiusto», dice. Poi, le altre vittime, quelle del mare: «Esprimiamo dolore per ciò che accade quotidianamente sul nostro mare, ma anche la grande convinzione per quello che stiamo svolgendo come Italia. Quanti sarebbero stati i morti senza l'azione del governo?». Rivendica il lavoro del governo, ma lancia una frecciata anche a proposito delle riforme all’esame del Senato, «è stata un'ottima giornata per le riforme alla faccia dei gufi. Il lavoro proseguirà nelle prossime ore. Siamo molto convinti e ottimisti», dice mentre nello stesso momento le agenzie di stampa annunciano che è stato votato l’emendamento che abolisce il bicameralismo perfetto. Il timing è stretto, non è un caso che proprio da Palazzo Chigi, raccontano fonti accreditate, sia partito l’invito a rinviare la riunione del gruppo dei senatori dem indetta per oggi dal capogruppo Luigi Zanda. Ufficialmente uno slittamento dovuto a impegni delle commissioni, in realtà il presi- .. . Alfano: «Ogni sforzo sarà fatto per fermare i mercanti di morte, su questo ci giochiamo tutto» dente del Consiglio vuole che si vada avanti, perché domani inizia il semestre italiano di presidenza Ue e l’Italia deve presentarsi con un percorso riformatore avviato. Le riforme istituzionali e quella della giustizia, la vera nota dolente. Renzi annuncia la rivoluzione destinata ad accelerare i tempi del processo civile e il funzionamento del sistema giudiziario, a cui l’Europa e gli investitori guardano con grande attenzione. Il metodo, spiega, è quello che si è dato il governo, il metodo Renzi, per capirci: da adesso due mesi di tempo per il confronto tra le parti, mail all’indirizzo del governo che verranno lette una per una, proprio come è accaduto per la riforma della Pubblica amministrazione, ma poi si decide. «Mi fa sorridere chi dice che questo Governo fa le riforme da solo. Stiamo facendo la più grande operazione partecipata della storia», puntualizza rispondendo indirettamente ai sindacati e alle parti sociali. Altro tema al centro dei lavori di ieri è stato l’immigrazione, a cui il premier ha dedicato un lungo vertice prima del Consiglio dei ministri con il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio e i ministri della Difesa Roberta Pinotti, dell'Interno Angelino Alfano, degli Esteri federica Mogherini, dell'Economia Pier Carlo Padoan. Mentre la cronaca racconta di sbarchi e morti, di migliaia di immigrati che arrivano sulle nostre coste, sono 61.585 quelli arrivati fino ad oggi, il Cdm ha dovuto affrontare anche il nodo dei fondi da destinare all’emergenza sbarchi: 100 milioni la cifra necessaria per l’oggi, quasi 300 quelli da recuperare entro la fine dell’anno, altrimenti non sarà possibile far fronte ai soccorsi e all’accoglienza dei migranti. Anche per questo ieri si è lavorato a lungo con il ministro Padoan, perché alla luce della nuova drammatica emergenza sbarchi quei soldi sono fondamentali. D’altra parte Renzi è convinto che senza l’operazione Mare Nostrum i nostri mari sarebbero pieni di cadaveri, molto più di quan- to stia accadendo. In questo semestre Ue «sull'immigrazione ci giochiamo tutto», dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano, a cui Renzi lascia il compito di parlare in conferenza stampa. «I mercanti di morte hanno fatto altre vittime. Ogni sforzo sarà fatto contro i mercanti di morte», dice il titolare del Viminale (che i rumors danno in uscita verso gli Esteri - quando la ministra Mogherini diventerà miss Pesc - dopo la gaffe sul caso di Yara Gambirasio). Un tema, quello dell’immigrazione, che l’Italia non può risolvere senza l’aiuto concreto dell’Europa. Non a caso il ministro Alfano dice che giovedì al Quirinale ci sarà l’incontro tra il governo italiano e la commissione europea, ma, aggiunge, «è stata annunciata l'assenza del commissario Malmstrom. Con il presidente Renzi abbiamo convenuto che giudichiamo molto grave l'assenza». Per questo se la commissaria agli affari interni, Cecilia Malmstrom, che ieri ha detto che l’Ue sta cercando il modo «di contribuire maggiormente» dal punto di vista finanziario per aiutare l’Italia, non sarà presente all’incontro, « il presidente del consiglio e il governo si riserverebbero importanti azioni anche sul piano diplomatico, perché sarebbe considerato un segnale negativo anche sul tema del rapporto tra il governo italiano e l'Unione europea», dice il ministro chiudendo la conferenza stampa. Ma ieri durante il consiglio dei ministri è stato anche annunciato che sarà l'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci il commissario Ue indicato dall'Italia per i prossimi 4 mesi, in sostituzione di Antonio Tajani. «Un servitore dello Stato, che può darci una mano in questi 4 mesi su tante questioni europee aperte», ha spiegato Renzi. Altro annuncio in vista del semestre italiano: «Sono felice di poter aprire il semestre, grazie anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la cittadinanza italiana a Joseph Wiler, presidente dell'Istituto universitario europeo di Fiesole». .. . Il presidente del Consiglio: «Quanti sarebbero stati i morti senza l’azione del governo?» «Sporchi di sangue» Bufera su Salvini #iostoconlunita «Altri 30 morti su un barcone. Altri 30 morti sulla coscienza di chi difende Mare Lorum. Fermare le partenze, aiutarli a casa loro, subito! Le camicie di Renzi e Alfano sono sporche di sangue. O no?» A scrivere queste parole su Facebook è il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, suscitando sdegno e proteste nei partiti della maggioranza, e non solo. «Di fronte alla morte, le speculazioni di Matteo Salvini sono indegne», dichiara Davide Faraone, responsabile welfare del Pd. «Per le sue piccole convenienze - prosegue Faraone preferisce non capire e non vedere cosa accade a pochi chilometri dalle nostre coste lavandosi le mani e la coscienza con parole miserabili. Cerca visibilità sulle tragedie altrui proponendo soluzioni inutili e irrealizzabili». Reazioni dure, com’era facile attendersi, anche dal Nuovo centrodestra, il partito di Angelino Alfano. «Abbiamo sempre sostenuto che l’operazione Mare Nostrum non può essere a tempo indeterminato e in questo senso il governo ha attivato un’opera di responsabilizzazione in sede europea - spiega Gaetano Qua- La risposta si chiama «ammissione umanitaria» SEGUE DALLA PRIMA Sono state, innanzitutto, le cifre crudeli di questa macabra contabilità, che ci hanno indotti a elaborare una proposta di «ammissione umanitaria». Un piano, formulato nei mesi scorsi, all’indomani del naufragio del 3 ottobre a largo di Lampedusa. Oggi quel piano, già sottoposto ai rappresentanti del governo, alle più alte cariche istituzionali e alle principali organizzazioni internazionali, e che ha raccolto consensi e osservazioni, appare più che mai indifferibile. In estrema sintesi, si tratta di anticipare geograficamente, territorialmente, diplomaticamente, giuridicamente, nei Paesi della Costa settentrionale dell’Africa, il momento e la procedura di richiesta della protezione. E si deve cominciare a progettare tutto ciò da subito. Altri trenta corpi si sono aggiunti al tragico computo dei morti nel canale di Sicilia, nonostante gli sforzi della nostra marina militare a cui dobbiamo la vita di oltre sessantamila migranti tratti in salvo grazie all’operazione «Mare Nostrum». Un movimento inarrestabile, carico LA PROPOSTA LUIGI MANCONI Anticipare nei Paesi della costa settentrionale dell’Africa il momento e la procedura di richiesta della protezione. Ma tutto ciò va progettato subito di dolore, che non cesserà con le misure che l’Ue ha adottato finora né con quanto la task force «Mediterraneo» si appresta a fare in materia di frontiere e di cooperazione giudiziaria e di polizia. Occorre ampliare il raggio di intervento a livello europeo, alzare lo sguardo e realisticamente percorrere una strada comune che veda l’Europa protagonista di una politica d'asilo efficace, in grado di farsi carico di uomini, donne e bambini, in fuga da guerre e persecuzioni, offrendo loro un’opportunità di vita futura. Una soluzione duratura nell’ambito della gestione delle migrazioni e della politica di protezione dell’Unione europea nei confronti dei rifugiati. Al centro di questa azione umanitaria, la necessità di garantire asilo e protezione dando ai profughi la possibilità di chiedere soccorso senza dover rischiare la vita attraversando il Mediterraneo. E senza l’intermediazione dei trafficanti di esseri umani. Un programma di reinsediamento nei paesi europei che garantisca viaggi legali e sicuri per poterli raggiungere, con il coinvolgimento di tutti gli Stati membri, stabilen- do quote di accoglienza per ciascuno stato. Si tratta, dunque, di istituire centri e strutture nei paesi della sponda sud del Mediterraneo (Giordania, Libano, Tunisia, Egitto, Algeria, Marocco), da cui partono o dove transitano o si addensano i movimenti migratori verso l’Europa. Il primo passo è la realizzazione di presidi internazionali in quei paesi per l’avvio della procedura di concessione di protezione, presidi da istituire sulla scorta di quelli delle organizzazioni umanitarie internazionali che accolgono i profughi lì presenti. I presidi andrebbero realizzati dalla stessa Ue, d’intesa con le organizzazioni umanitarie internazionali, attraverso ambasciate e consolati dei singoli stati o la rete del Servizio europeo per l’azione esterna. Le necessarie intese con i Paesi interessati potrebbero rientrare nella cooperazione Ue sul modello dei partenariati per la mobilità, già conclusi con Marocco e Tunisia. Questa proposta vuole essere una traccia, delineata guardando ad esperienze già esistenti - si pensi alla Germania che ha aderito a un programma di resettlement (re-insediamento) dell’Unhcr accogliendo migliaia di siriani - e la sua articolazione può essere differente ricorrendo a strumenti giuridici e procedure di altra natura. E proprio perché è forte la consapevolezza delle difficoltà di rendere concreto un piano europeo di ammissione umanitaria. Ma è una traccia che va assolutamente segnata e ulteriormente definita. Le statistiche pubblicate da Eurostat nei giorni scorsi riguardanti i rifugiati accolti in re-insediamenti nella Ue nel 2013 parlano chiaro: sono in tutto 4.840 i profughi siriani inseriti nei paesi europei. A queste cifre ridottissime vanno accostati i 2,5 milioni di profughi rifugiati all’estero che l'Unhcr stima siano la conseguenza della guerra in Siria. Ora tocca all’Italia e al nostro governo, fare in modo che la volontà politica degli Stati europei si indirizzi verso scenari nuovi, scelte consapevoli e condivise, lungimiranti e coraggiose. Nessun piano sarà efficace se non si parte dalla necessità di porre fine alla politica degli ultimi anni che ha causato solo morte, incapace di guardare a quanto avviene al di là del Mediterraneo. RASSEGNASTAMPA 5 martedì 1 luglio 2014 Falso in bilancio, Csm e civile «La giustizia non è più un tabù» A Il presidente del Consiglio Matteo Renzi FOTO ALPRESSE gliariello - ma se qualcuno in Italia ritiene che a fronte di un così intenso flusso di richiedenti asilo una politica di egoistica chiusura ermetica sul modello delle tre scimmiette possa contenere le partenze di migranti, o è in malafede o non ha capito assolutamente nulla della situazione drammatica determinatasi nel Nord Africa dopo il fallimento delle cosiddette “primavere arabe”». «SCIACALLAGGIO» «Le affermazioni di Matteo Salvini sull’operazione Mare Nostrum sono vergognose e indegne», dichiara Khalid Chaouki, deputato Pd e coordinatore Intergruppo parlamentare immigrazione. «Al segretario della Lega prosegue - ricordiamo che l’operazione della Marina militare italiana ha salvato migliaia di vite in quest’ultimo anno, le vite degli stessi immigrati che, è bene ricordarlo, il suo partito respingeva in mare aperto sino a qualche anno fa verso morte certa o tra le braccia del dittatore Gheddafi. Questa di Salvini è un’operazione di sciacallaggio deplorevole, la Lega ormai dimostra di non avere argomenti, e di cercare un po’ di notorietà speculando su tragedie sulle quali serve invece riflessione e ricerca di soluzioni positive». Cosa ha fatto la Lega quando era al governo? In cosa si segnalò al ministero degli Interni Maroni? E non porta il nome di Bossi la peggiore legge che l’Europa conosca e di cui paghiamo prezzi altissimi anche in termini di vite umane? Sono le domande di Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati. «Il premier Renzi - aggiunge - ha preso un impegno di fronte al Parlamento affinché il tema sia posto all’attenzione della Ue e siano adottate al più presto misure con mezzi e strategie che non possono che essere assunte dall’intera comunità europea. C’è chi si occupa di risolvere i problemi e chi continua la campagna elettorale». ule parlamentari affollate. Di decreti e provvedimenti di legge su materie che scottano. Della grande riforma della giustizia, quindi, se ne riparla a settembre. Per ora se ne conoscono i temi e i confini, ma per la loro realizzazione si può aspettare ancora un po’. «Almeno quei due mesi per dare tempo a cittadini e professionisti del settore di poter dire la loro» dice il premier Renzi. Una consultazione on line aperta a tutti all’indirizzo [email protected] come era già successo per la pubblica amministrazione. La parola chiave, rivendica Renzi, è «partecipazione, contro tutti quelli che dicono che questo governo decide da solo». L’importante è rispettare dodici linee guida. Dodici paletti insuperabili ma già di per sè rivoluzionari perchè toccano santuari inviolabili come il Csm e le intercettazioni. E li toccano in un modo per cui lo stesso Renzi è «molto curioso di vedere cosa scriveranno i giornali e come reagiranno gli interessati». In un modo nell’altro, però, il governo vuole dire basta «ai magistrati che fanno carriera grazie all’appartenenza a una corrente della magistratura» mentre è l’ora delle «carriere basate solo sul merito». Basta anche al meccanismo perverso per cui «chi giudica non può nominare e chi nomina non può giudicare». E basta alla pubblicazione sui giornali delle intercettazioni. Si tratta dei punti 4-5 e 10 della lista. Ora, ci si può girare intorno quanto si vuole, ma l’unico modo per ottemperare a questi principi è impedire ai giornali di pubblicare le intercettazioni, indebolire il peso delle correnti durante l’elezione del Csm e creare una sezione disciplinare specializzata e a se stante. Miele per le papille di Silvio Berlusconi che da venta’anni insegue questi principi. Il grande giorno della giustizia diventa un giorno scandito da grandi impegni e linee guida ma pochi fatti e zero provvedimenti legislativi. Il consiglio dei ministri inizia con due ore e mezzo di ritardo per via della correzione, leggi aggiustamento, di bilancio che deve essere firmato tassativamente entro il 30 giugno, cioè ieri. Alle 19 e 30, quando finalmente i ministri si riuniscono intorno al grande tavolo, tra il premier Renzi e il Guardasigilli Orlando è già stato tutto chiarito in precedenti riunioni, l’ultima delle quali a fine mattinata. Il ministro della Giustizia ingoia a fatica il fatto di dover rin- IL DOSSIER #iostoconlunita La riforma slitta a settembre. Dodici le linee guida. «Carriere dei giudici basate solo sul merito». E parte online la consultazione popolare viare ancora una volta provvedimenti già pronti come il falso in bilancio, l’autoriciclaggio, le nuove norme per rendere più efficaci sequestri e confische, la responsabilità civile dei magistrati e più di tutto il provvedimento, che doveva andare per decreto, per dimezzare numeri e tempi dell’arretrato del processo civile («5 milioni e 200 mila cause - ha precisato il premier - e circa 900 giorni per il primo grado, tre volte in più della media europea. Ma ci rendiamo conto!!!») prevedendo nei fatti modi alternativi, con l’assistenza di avvocati, per risolvere i contenziosi fuori dalle aule dei tribunali. Si tratta di un handicap per lo sviluppo che rende tutto il sistema paese inaffidabile, alla voce giustizia, per gli investimenti. Al tavolo del consiglio dei ministri si è molto insistito sul fatto che «il nodo giustizia è stato deideologizzato e non è più ostaggio degli interessi di una parte politica». Adesso, finalmente, «un tema che per vent’anni è stato tabù può essere affrontato senza il ti- more di violare santuari o riserve ideologiche». Si punta sul «valore culturale» di quello che il governo sta per fare. Perchè anche questo, a suo modo, fissa la fine di un’epoca. E l’inizio di un’altra. Dopo di che, visto che è tutto pronto e da settimane, la nuova epoca poteva cominciare anche ieri. E la consultazione estiva sa tanto di un modo per prendere tempo, per non affollare il Parlamento mentre è impegnato con le riforme istituzionali e non stressare gli alleati. Primo fra tutti Berlusconi. L’elenco delle cosiddette linee guide è lungo e realmente rivoluzionario: i processi civili devono durare al massimo un anno in primo grado; l’arretrato di 5 milioni e 200 mila deve essere dimezzato («cause di divorzio e altre che non riguardano la persona saranno decise fuori dalle aule e davanti agli avvocati» ha precisato poi Orlando); saranno rinforzati i tribunali specializzati su famiglie e imprese. Ai punti 4 e 5 le due norme sul Csm. Il punto 6 affronta un altro nodo delicato, quello sulla responsabilità civile dei magistrati. «Vogliamo fare riferimento al modello europeo per cui chi sbaglia per dolo o per colpa grave, deve pagare». Per essere chiari, ha aggiunto il premier, «la norma Pini (già approvata dalla Camera e ora al Senato, ndr) non va bene». Il modello è europeo prevede la responsabilità indiretta dei giudici. Un testo è già pronto al Senato. Le linee guida comprendono la riforma del disciplinare sia nella giustizia civile che in quella amministrativa. E, al punto 8, le norme contro la criminalità economica. «Vogliamo il falso in bilancio e l’autoriciclaggio » ha aggiunto il ministro Orlando «in una cornice complessiva anche il nodo della prescrizione e della accelerazione del processo penale». Queste norme sarebbero già pronte e scritte dal legislativo di via Arenula. Ma si è preferito attendere un po’. Al punto 10 sono previste le intercettazioni. Nessuna modifica allo strumento investigativo, molte limitazioni invece alla loro diffusione prima del processo «nell’ottica di una necessaria tutela della privacy». Si tratta quindi di far sì che i giudici per le indagini preliminari che firmano gli atti preliminari di ogni indagine - ordinanze, decreti di sequestro o di altri misure preventive - non consentano più la trascrizione integrale o anche solo per parti delle intercettazioni ma la loro sintesi. A Genova lo smaltimento della Costa Concordia ● L’annuncio del premier: «Comprendiamo chi sperava in altri porti, ma è la decisione dei privati e noi l’abbiamo autorizzata» ● Il ministro Galletti: «Ora vigilare per la massima tutela ambientale» #iostoconlunita Il relitto della Costa Concordia «Nei tempi previsti» la Costa Concordia «sarà smaltita in Italia nel porto di Genova». Il premier Matteo Renzi dà la notizia al termine del Consiglio dei ministri. «Ovviamente - aggiunge Renzi riferendosi alle richieste giunte da Piombino e da altri porti italiani - comprendiamo coloro i quali speravano in altri porti, ma la soluzione sulla quale i privati hanno convenuto, e che noi ben volentieri abbiamo semplicemente autorizzato, è quella che permetterà di intervenire nel porto di Genova». Un attimo prima, era stato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a twittare la decisione, commentando: «Soluzione italiana premia nostro impegno, ora vigiliamo per massima tute- la ambiente». Una decisione arrivata non proprio a sorpresa - al termine di un acceso derby fra porti per ottenere la commessa, con l’attivismo del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in primo piano - se già prima di entrare nel Consiglio dei ministri la titolare della Difesa, Roberta Pinotti, sottolineava come «guardando all’interesse nazionale, non c’è dubbio che debba essere Genova la destinazione» della nave naufragata il 13 gennaio del 2012 di fronte all’isola del Giglio. «Anche perché tecnicamente - aggiungeva la ministra Pinotti - tutti coloro che hanno affrontato questa materia hanno detto che Genova è il porto dove questo lavoro può essere fatto al meglio e in sicurezza». Esultante il sindaco di Genova, Marco Doria, che accoglie una decisione «basata su considerazioni di carattere industriale», che «consentirà di liberare presto dal relitto zone ambientali e turistiche di grande valore. Per questa stessa ragione - prosegue Doria - il trasferimento verso Genova dovrà avvenire adottando, così come indicato dal ministero dell'Ambiente, tutte le misure e i controlli indispensabili a salvaguardare l’ambiente del Mar Tirreno e del Mar Ligure». Proprio ieri a Grosseto, intanto, si è tenuta un’altra udienza del processo per il naufragio, stavolta dedicata all’esame dei periti del Tribunale che avevano recentemente depositato due perizie sul generatore di emergenza e sugli ascensori. Ma Greenpeace polemizza proprio sulle modalità dello smaltimento: «Non sappiamo cosa accadrebbe se, com’è già successo, durante il traino si dovesse staccare un altro cassone. Non conosciamo previsioni meteo davvero affidabili a cinque giorni (tanto, e forse più, ci vorrà per portare la Concordia a Genova) e non abbiamo certezze su come verranno limitati i rischi di rilascio dei liquidi pericolosi o contaminati». RASSEGNASTAMPA 6 martedì 1 luglio 2014 POLITICA Parte il treno riforme Bicameralismo addio ● Il premier: «Ottima giornata, alla faccia dei gufi il percorso è iniziato» ● Tiene la maggioranza in commissione Affari costituzionali ● Finocchiaro: «La prossima settimana saremo in Aula» #iostoconlunita Partiti. La commissione Affari costituzionali del Senato ieri ha votato il primo pacchetto di emendamenti alla riforma costituzionale. La maggioranza ha tenuto, in molte votazioni anche 4 senatori di Forza Italia (con l’eccezione di Augusto Minzolini) hanno votato insieme a Pd e Ncd. «Un’ottima giornata per le riforme. Alla faccia dei gufi il percorso è iniziato, siamo molto ottimisti», dice il premier Renzi, «Stiamo andando avanti bene - ha detto la presidente Anna Finocchiaro - tutti si possono esprimere ma procediamo celermente. Di sei libroni di emendamenti ne abbiamo già esaurito uno e mi auguro che in tempi brevi possiamo arrivare in aula. Se continuiamo così avremo raggiunto lo scopo che ci eravamo prefissati». A chi le chiede se si potrà quindi portare il testo del ddl in aula il 3 luglio, Finocchiaro replica: «Il 3 luglio è dopodomani, non voglio fare promesse o previsioni avventate. Ma certamente la prossima settimana dovremo essere in grado di andare in Aula». Oggi pomeriggio una riunione dei capigruppo si esprimerà sulla sbarco in Aula del delicato disegno di legge che ridisegna l’architettura costituzionale: la data probabile, ad oggi, è tra il 9 e il .. . Romani: «Accordo vicino Minzolini? Le 37 firme non ce le ha: erano su un’altra proposta» 10 luglio. In tempo, dunque, per un sì del Senato prima della pausa estiva. E forse anche prima del 18 luglio, data caldissima per via della sentenza d’appello per Berlusconi al processo Ruby. Gli uomini dell’ex Cavaliere in commissione per ora sono stati ligi alle consegne. «Siamo vicini a un accordo complessivo», spiega a l’Unità il capogruppo paolo Romani. «Ma sulla proporzionalità nella composizione del nuovo Senato c’è ancora un po’ di lavoro da fare, perché vanno scelti in modo proporzionale tra le varie forze politiche non solo i consiglieri regionali ma anche i 21 sindaci». Sul fronte interno a Fi, e in vista della riunione degli azzurri con Berlusconi prevista per giovedì, Romani sparge ottimismo: «Sono sicuro che i problemi si risolveranno. E ribadisco che gli emendamenti di Minzolini non hanno 37 firme di nostri senatori. Quelle firme erano su una sua vecchia proposta di legge che ormai è superata». Prosegue Romani: «Il senatore Minzolini potrà votare secondo i propri convincimenti. Ma credo che non saranno in molti a seguirlo...». Fatto sta che ieri tutti i nodi più caldi sono stati accantonati. Persino il M5s ha accettato di accantonare un emendamento sull’elezione diretta dei senatori, «per aspettare che si sviluppi la discussione dentro gli altri partiti e dare più chances a questa proposta». Il Pd, a sua volta, ha disdettola riunione del gruppo prevista per oggi, a cui avrebbe dovuto partecipare anche Renzi. Tutti aspettano l’incontro di Forza Italia di giovedì, con Brunetta sulle barricate per dire no all’accordo sul Senato, «del patto del Nazareno di cinque mesi fa non so cosa rimanga oggi...». «Questi primi voti non erano particolarmente difficili: le prove importanti dovranno arrivare. Ma la determinazione della maggioranza ad andare avanti è assoluta», dice gaetano Quagliariello di Ncd. «Su alcuni punti, come la composizione del Senato, la materia viene accantonata, come d’accordo, in attesa dell'assemblea dei gruppi di Forza Italia», spiega il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti. Ieri intanto è stato approvato un emendamento dei relatori che ridisegna le funzioni di Camera e Senato. «La Camera dei deputati - si legge - è titolare del rapporto di fiducia con il governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del governo». Il Senato della Repubblica, invece, «rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita la funzione di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica». Sì anche a un emendamento del deputato Pd Roberto Cociancich che affida al nuovo Senato poteri di «raccordo con l’Unione europea». Approvata infine la modifica al testo del governo che riduce da 21 a 5 i senatori di nomina quirinalizia: non saranno più a vita, ma resteranno in carica 7 anni. Prevista anche una norma transitoria per gli attuali senatori a vita, che resteranno in carica 7 anni dal momento dell’entrata in vigore del ddl costituzionale. Il ministro Boschi ha confermato che nei prossimi giorni incontrerà le forze politiche di maggioranza e opposizione. Per ora invece non è in agenda un summit tra Renzi e Berlusconi. Dentro il Pd invece si avvicina l’accordo su come integrare la platea dei grandi elettori che eleggono il Capo dello Stato. L’area riformista ha proposto alcuni emendamenti per portare a 100 i delegati regionali (in aggiunta a deputati e senatori) e sta prendendo piede anche l’ipotesi di aggiungere i 73 eurodeputati, sponsorizzata dal bersaniano Miguel Gotor e dal lettiano Francesco Sanna. Ieri le eurodeputate Alessandra Moretti e Alessia Mosca hanno sottoscritto l’ipotesi: «Ci auguriamo che sia presa seriamente in considerazione». IL CASO Il Berlusconi pro-gay scuote Fi. Gasparri: «L’ho sentito, niente adozioni» Ha scatenato una discussione allarmata, dentro Forza Italia, l’apertura di Silvio Berlusconi ai diritti delle coppie omosessuali. Subito in fibrillazione Maurizi Gasparri, che sulla questione ha sentito l’ex premier e fa sapere, ora, di sentirsi «ampiamente rassicurato da quanto mi ha detto», «affermando di essere assolutamente contrario a matrimoni o ad adozioni gay». Ma è lo stesso Gasparri che si sente di aggiungere che «del resto una coppia gay con diritto all’adozione rischierebbe di alimentare il turpe commercio degli uteri in affitto». A smorzare le polemiche ci prova il consigliere politico e ora europarlamentare Giovanni Toti che giudica «doveroso» e «positivo» il dibattito sui diritti delle coppie gay e sottolinea di essere contrario alla possibilità di adozioni. «In Forza Italia non c’è stato ancora un dibattito sul tema quindi è difficile dire quale sia la posizione del partito, ma di base non è il punto da quale partiremo. Il punto da cui partire è l’allargamento dei diritti a tutte le coppie di questo Paese, ma vanno tutelati i diritti dei figli a crescere in una famiglia tradizionale». Sul fronte opposto la posizione di Gianfranco Rotondi, che rivendica: «Nessun pregiudizio, sono stato tra i primi esponenti del centrodestra a parlare di diritti per gli omosessuali». E intanto un altro ex colonnello di An, Gianni Alemanno, avverte: su questi temi «si può aprire nel centrodestra una profonda frattura. Dobbiamo chiederci dove vuole arrivare Forza Italia». RASSEGNASTAMPA 7 martedì 1 luglio 2014 M5S chiede un nuovo incontro Renzi: «Oggi la risposta del Pd» Di Maio al premier: «Vediamoci giovedì per la legge elettorale» ● Polemica nel Movimento sui compensi degli assistenti degli europarlamentari ● #IOSTOCONLUNITA La ministra Boschi con Calderoli e Finocchiaro FOTO LAPRESSE CESANO BOSCONE Botta e risposta tra Renzi e il M5s sulle riforme. Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, ieri il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, via twitter, ha lanciato un appello al premier: «Renzi, non c’è tempo da perdere e tanto da fare. Noi siamo pronti. Incontriamoci giovedì per la legge elettorale». La risposta del premier è arrivata in serata. Non ci sarà un nuovo incontro, ma una lettera pubblica indirizzata dal Pd ai grillini, che conterrà le risposte ai tanti nodi rimasti irrisolti la settimana scorsa. A partire dall’introduzione delle preferenze, che il M5s considera imprescindibile per proseguire il dialogo. «La nostra lettera è già pronta», ha detto Renzi ieri sera, annunciando per oggi la sua pubblicazione. Oggi è anche il giorno della seconda visita di Grillo ai suoi europarlamentari. Il leader M5s interverrà a Strasburgo alla riunione dell’Efdd, il nuovo gruppo costruito insieme alla destra britannica di Nigel Farage. Ma la visita del Capo politico ha anche un risvolto tutto interno al M5s. La truppa è nervosa, e nonostante le smentite chieste e ottenute da Grillo e Casaleggio agli eurodeputati sulle polemiche con il capo comunicazione a Bruxelles Claudio Messora, la tensione resta alta. Il sito giornalettismo ha reso pubblico ieri un documento (che doveva restare riservato) e che gira da un paio di giorni tra i grillini: si tratta di un file che contiene numeri e stipendi della truppa dei collaboratori M5s all’Europarlamento. Il sito parla di 104mila euro di stipendi per il gruppo comunicazione, formato da 24 persone, un numero maggiore degli eurodeputati che sono 17 (i 24 però si sarebbero già ridotti nelle ultime ore a seguito delle proteste degli eletti). Fatto sta che sulla rete grillina la polemica è già divampata. «Qualche assistente parlamentare europeo guadagnerà più di un deputato o senatore 5 stelle in italia. Il parlamentare europeo 5 volte e oltre . Poi i nostri del Transatlantico ...sono nervosi...la povertà si dimentica subito......comunque», si legge su un profilo Facebook vicino al M5s di Roma («878 blogger Beppe Grillo»). «ll disfattismo non ci appartiene. Non condividiamo sentimenti anti movimento o anti Casaleggio», si legge in un post successivo. Non mettiamo in discussione codici di comportamento. Ma ora che "sono sta- .. . Grillo oggi a Strasburgo per la riunione del gruppo Efdd con Farage «Combattere le disuguaglianze priorità in un partito di sinistra» è in stile Putin. Lei è d’accordo? #iostoconlunita L’INTERVISTA Polemiche sul video dell’ex premier tra gli anziani Esiste un video, sul servizio di assistenza ai malati di Alzheimer che Berlusconi svolge all’interno dell’Istituto di Cesano Boscone. A girarlo è stato, con una telecamera nascosta il giornalista Stefano Apuzzo (ex parlamentare dei Verdi e consigliere comunale a Rozzano, nel milanese). Immagini finite online e che ritraggono il leader di Forza Italia mentre offriva la colazione e scambiava battute con gli ospiti del centro, fino a regalare una collanina d’oro a una anziana signora, mentre gli altoparlanti diffondevano la canzone “Rosamunda” in versione ballabile. Ed è subito polemica. Parla di «atto di sciacallaggio verso anziani malati» la deputata di Forza Italia Elvira Savino, mentre i legali dell’ex premier, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, annunciano denunce e una segnalazione al Garante della privacy, poiché il video è stato girato «in clamorosa violazione delle più elementari normative sulla privacy, utilizzando mezzi nascosti ed invasivi». ti trovati con le mani in mezzo alla marmellata" con scelte fuori dal mondo (in Europa ) e soprattutto in prevalenza con persone fuori M5S o si resettano scelte indifendibili e si ricomincia un processo cambiando musica oppure ne prendiamo atto. Chi deve prendersi le responsabilità le prenda, incluso Messora. C'è un silenzio inacettabile e complice». La protesta è stata rilanciata anche da una radio grillina di Limbiate, in Lombardia. «Quando inizieranno ad eliminare i cerchi magici e a pensare alla democrazia partecipata? Casaleggio ci sta sfidando?», si chiede lo speaker della radio web. Nel mirino ci sono diversi nomi del nuovo staff europeo, che non provengono dal mondo degli attivisti e che sono stati scelti direttamente dal gruppo comunicazione, senza il solito esame dei curriculum inviati dal basso. Tra i nomi compaiono anche Monia Albertini e Cecilia Arvedi, ex collaboratori di europarlamentari delle passate legislature, Pino Arlacchi e Gino Trematerra. «Se non si coinvolge chi è del movimento, si perdono quelli del movimento. Non solo, si tradisce chi lavora per questo e si premiano invece quelli che lavorano per altri», si legge ancora sul profilo Facebook 878 blogger. «Ci sentiamo presi in giro». Certamente oggi Grillo a Strasburgo dovrà affrontare anche questa grana. Oltre ai malumori di molti eletti per la stessa alleanza con Farage. Il codice di comportamento firmato dai candidati prima di entrare in lista, però. parla chiaro. Sugli organici dei gruppi di comunicazione l’ultima parola spetta a Grillo e Casaleggio. I deputati si adeguino. Sinistradem, l’area della sinistra del Pd che si raccoglie intorno a Gianni Cuperlo, battezzata lo scorso fine settimana a Milano al Centro congressi Ex Stelline, come spiega il deputato Francesco La Forgia, «non è una corrente, se la facessimo saremmo dei matti da rinchiudere». L’ex segretario del Pd milanese aggiunge: «Vogliamo che l’idea della sinistra informi le scelte di tutto il Partito democratico, a partire da un punto: noi non usciamo dalla crisi se non rimuoviamo il macigno più grande, che è quello delle disuguaglianze». E nella quotidianità sono tante. Una ha il volto di una studentessa che La Forgia ha incontrato qualche settimana fa. «Con gli occhi lucidi mi ha raccontato che ha dovuto abbandonare l’università perché i suoi genitori erano stati licenziati - dice - e io ho pensato che se noi non facciamo tornare quella studentessa a studiare generiamo una ingiustizia sociale oggi, ma creiamo le condizioni perché non si ritorni a crescere domani, poiché ci priviamo di un’intelligenza, di una risorsa». Eccola la mission della sinistra del Pd. Ma come si fa? «Pensiamo che dalla crisi si esca con un nuovo modello di sviluppo e noi vogliamo dare il nostro contributo dentro il Pd per riportare al centro il tema della democrazia, che vuol dire: capire che ruolo devono avere i partiti nel tempo della disaffezione alla politica, dei populismi e della semplificazione del messaggio. Se diamo questo contributo, allora, non siamo una corrente per definizione, noi vogliamo che quel 40, 8% non sia soltanto un dato elettorale, ma di cultura politica e di radicamento vero nella società italiana». Francesco La Forgia «Autoritarismo da Renzi? Non bisogna essere tranchant. Sinistradem vuole allargare lo spazio del confronto. Sul Senato chiariamoci le idee» «Io non userei espressioni che poi si prestano a strumentalizzazioni e ci fanno perdere di vista la serietà del dibattito. Sono d’accordo però con chi dice che se l’approdo è il monocameralismo, allora, dobbiamo occuparci in modo serio dei controbilanciamenti per evitare che una maggioranza politica della Camera possa determinare anche gli assetti del Csm, della Corte Costituzionale e la presidenza della Repubblica». Unsoluzionepotrebbeesserelariduzione del numero dei deputati? «Se ne può discutere. Credo che non ci debbano essere tabù». SinistrademcomesiponeversoqueisenatoridelPdcontrariallariformadelSenato presentata dal governo? Un banco di prova sono le riforme. Nel Pd il clima non è dei migliori. «Su questo tema il Pd deve chiarirsi un po’ le idee, perché il non detto della discussione, ora è partita quella sugli emendamenti alla riforma del Senato, tocca il modello a cui vogliamo arrivare alla fine. Se ci chiariamo questo obiettivo la discussione diventa più semplice. Faccio un esempio: se vogliamo arrivare ad uno schema di monocameralismo, bene, ci dobbiamo occupare però di cosa deve fare il Senato. Insomma serve una discussione un po’ meno superficiale, sapendo che dobbiamo fare le riforme nel migliore modo possibile, dobbiamo farle perché gli italiani le chiedono da tempo». Per Gotor il progetto sul nuovo Senato «Premetto che la rappresentazione fra chi vuole le riforme e chi no è una caricatura, anche perché se ci fosse questo confine sarebbe trasversale alle correnti. Bisogna fare le cose per bene e rispettare la funzione dei parlamentari, anche se vale il principio della decisione presa a maggioranza, si sta discutendo delle istituzioni e della qualità della democrazia, quindi servono serenità e nervi saldi». Ancheinunpartitoche,comediceCivati, sarebbe gestito da Renzi al limite dell’autoritarismo? «Io credo che la democrazia interna sia una pianta da curare giorno per giorno, non si devono dare dei giudizi tranchant, e non si deve neanche dare per scontato che essendoci ora un leader forte tutto possa essere delegato a quella leadership. Penso che il ruolo di Sinistradem sia di allargare gli spazi del confronto politico, dando anche un contributo all’interno degli organismi dirigenti, naturalmente per fare questo occorre che tutti si sentano a casa». Il presidente Napolitano Onu dei giovani a Roma. Colle: da qui mondo più coeso «Nei confronti del sistema delle Nazioni Unite in quanto strumento multilaterale per eccellenza l'impegno italiano non ha mai vacillato e si è anzi convintamente accresciuto nel corso del tempo, al fine di sostenere iniziative forti e condivise per la costruzione di un mondo più equo, coeso e dialogante. Sono dunque lieto che si sia deciso di tenere a Roma la prima edizione del Wimun che, ne sono certo, contribuirà a promuovere e rilanciare, in particolare tra i giovani, la conoscenza del sistema delle Nazioni Unite, dei suoi valori e delle sue funzioni». Lo ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio di «saluti calorosi» inviato a partecipanti e organizzatori della prima edizione del «World Federation of United Nations Associations - International Model United Nations - WIMUN», che si è aperto ieri Roma. «La complessità e la crescente interconnessione tra i sistemi politici, le economie e le società del mondo contemporaneo - ha sottolineato Napolitano, in occasione della simulazione Onu dei giovanipongono alla comunità internazionale sfide nuove, che si affiancano e sovrappongono a quelle già affrontate nel corso del XXesimo secolo. Si tratta di sfide che i singoli Paesi non possono affrontare autonomamente, ma che possono, invece, essere vinte dall'azione concertata di una comunità internazionale ispirata ai principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite. In questo spirito ha concluso il capo dello Stato- che auguro a tutti i giovani coinvolti nel Wimun 2014 ed ai partecipanti ai lavori di questi giorni di saper dar vita ad un dibattito proficuo e costruttivo su temi che investono il futuro di tutti noi». All’iniziativa, che proseguirà fino a venerdì, partecipano un migliaio ragazzi provenienti da tutto il mondo, da più di cento Paesi. Sono aspiranti diplomatici che hanno voluto dare il via alla loro partecipazione, nell’incontro inaugurale, issando cartelli con cui hanno chiesto la liberazione delle studentesse nigeriane rapite da Boko Aram. I ragazzi affronteranno otto ore al giorno di lavoro sui più diversi temi: disarmo, sicurezza alimentare, tolleranza religiosa ed eguaglianza di genere. Sono stati raggruppati centinaia di studenti di licei e università provenienti dalle più prestigiose università del mondo, alle prese con il mondo che cambia. Strategia, conoscenza e talento le parole chiave della simulazione che si svolgerà tra la sede della Fao e la Sioi, l'Associazione delle Nazioni Unite in Italia che quest’anno festeggia i suoi 70 anni ed è presieduta da Franco Frattini che ai ragazzi ha detto: «Grazie a questa esperienza, oltre a capire come funziona l’Onu potete immaginare il futuro e credere che i sogni possono diventare realtà». RASSEGNASTAMPA 10 martedì 1 luglio 2014 ECONOMIA Monte Paschi rimborsa oggi 3,4 miliardi di Monti bond La sede romana dell’Istituto nazionale di Statistica Grande incertezza sulla ripresa ● Stime Istat: il secondo trimestre più debole delle attese ● Il Pil atteso tra -0,1 e +0,3% ● Il 2014 solo «debolmente positivo» ● Difficile centrare gli obiettivi di bilancio #iostoconlunita La ripresa non si vede. Almeno per ora. L'evoluzione dell`economia nel corso del 2014 resta condizionata dagli «alti livelli di incertezza» e dalle «condizioni ancora difficili sul mercato del credito, giudicato solo in lieve miglioramento». Parola di Istat. L’istituto di statistica ha diffuso ieri la nota mensile sull’andamento dell’economia, e le prospettive non sembrano affatto rosee. «Tenuto conto del dato del primo trimestre e dei valori centrali degli intervalli sui vari passi di previsione - si legge nella nota - la variazione del prodotto lordo nella media del 2014 risulterebbe debolmente positiva». Tenendo conto delle informazioni più recenti, prosegue l'Istituto, nel secondo trimestre «l`attività produttiva dell`industria (al netto delle costruzioni) potrebbe risultare stazionaria. Nello stesso periodo, la variazione con- giunturale del Pil è prevista ricadere in un intervallo compreso tra -0,1% e +0,3%. Vi contribuirebbero positivamente, tra le componenti interne di domanda, la spesa privata per consumi mentre l`apporto delle esportazioni nette è stimato essere lievemente negativo. Il Pil è previsto evolvere intorno a ritmi sostanzialmente analoghi anche nella seconda metà dell`anno in corso». Parole come pietre, che allontanano sempre di più l’obiettivo fissato dal governo di una crescita allo 0,8%. Obiettivo già rivisto al ribasso rispetto all’1,1% stimato dall’esecutivo Letta. Già era arrivata la gelata del primo trimestre, tornato in territorio negativo (-0,1%): se il segno meno dovesse confermarsi anche nel secondo trimestre saremmo tornati anche tecnicamente in recessione. «Il recupero dei ritmi di attività economica - si legge ancora nel documento Istat - dovrebbe risultare più graduale di quanto atteso all`inizio dell`anno». Anche se resta una speran- za residua. La spesa in beni capitali, infatti, «il principale driver per la ripresa - scrivono ancora gli esperti - potrebbe essere favorita sia dalle più favorevoli condizioni di liquidità delle imprese, sia dalle operazioni di rifinanziamento a tasso agevolato annunciate dal consiglio direttivo della Bce di inizio giugno». Il mercato del lavoro avrebbe segnalato «primi segnali favorevoli» che tuttavia «non delineano una chiara inversione di tendenza». A giugno le attese di occupazione sono risultate positive in tutti i settori, a parte la manifattura. «In aprile tuttavia - si legge ancora nella nota - si è registrata una nuova diminuzione dell’occupazione (-0,3%) mentre il tasso di disoccupazione è risultato invariato rispetto a marzo a quota 12,6% (11,7% nell’area euro)». Ancora peggio il dato sui prezzi, su cui gli statistici non temono di utilizzare la parola-chiave «deflazione». «In prospettiva l'inflazione dovrebbe mantenersi intorno agli attuali ritmi fino all'autunno, evidenziando una moderata risalita nella parte finale dell'anno - continua la nota - Gli operatori economici segnalano per i prossimi mesi sviluppi estremamente contenuti per i prezzi. Non sembrano, quindi, ancora emergere chiari segnali di allontanamento dal ri- schio di deflazione». Il quadro che si prospetta è molto lontano da quello tratteggiato nel Def. Per questo si rafforzano i timori di una manovra da varare in autunno. Anche se - va detto - proprio le regole del Patto di stabilità dovrebbero concedere più margini in caso di una crisi ancora profonda. I numeri con cui dovrà vedersela l’Italia non sono affatto «facili». Si dovrà operare una correzione del deficit di mezzo punto percentuale, pari a circa 9 miliardi. Si dovranno stabilizzare gli 80 euro in busta paga, se non ampliarli, come più volte promesso dall’esecutivo. Altri 10 miliardi. Considerando le altre voci obbligatorie, si arriverebbe a circa 25 miliardi. Per reperire queste risorse finora si punta alla Spending Review di Carlo Cottarelli, che ha annunciato un possibile taglio di spesa di 17 miliardi. Cifra altissima per i ritmi italiani. Anche eprché ritagliare la spesa improduttiva è molto difficile. Nel 2013 il contenimento della spesa ha comportato una riduzione reale dei consumi pubblici dello 0,8% del Pil, quasi 12 miliardi. Che vuol dire meno investimenti e anche minore spesa per redditi da lavoro. Una rasoiata alle condizioni di vita delle famiglie. Il risultato è stata solo la recessione, che perdura fino a oggi. Finisce ufficialmente l’emergenza in casa del Monte Paschi di Siena. Dopo la positiva conclusione dell’aumento di capitale di 5 miliardi, l’Istituto rimborsa oggi gli ingenti finanziamenti ricevuti dallo Stato. Una nota informa che la Banca Monte dei Paschi di Siena, «sulla base dell'esito del periodo di sottoscrizione dell'aumento di capitale, che ha visto la sottoscrizione del 99,85% delle azioni offerte per un ammontare di 4,992 miliardi, e delle discussioni con il ministero dell'Economia, provvederà a riscattare 3 miliardi nominali di Nuovi Strumenti Finanziari», i cosiddetti Monti bond, «oltre a riscattare i Nuovi Strumenti Finanziari relativi agli interessi maturati nell'esercizio finanziario 2013 e contestualmente emessi, dietro pagamento di 3,455 miliardi, ammontare inclusivo degli effetti delle previsioni del prospetto di emissione dei NSF in seguito alle vendite della Fondazione Monte dei Paschi di Siena». Senza la positiva conclusione dell’aumento di capitale e la restituzione dei Monti bond, lo Stato sarebbe diventato il maggior azionista della banca senese che, dopo una durissima ristrutturazione passata attraverso il taglio dei dipendenti e degli sportelli, pare avviato alla fase di risanamento e di rilancio. Rimane, invece, ancora incerta la designazione del nuovo presidente della Fondazione Mps dopo le annunciate dimissioni di Antonella Mansi. La riunione di ieri della deputazione generale è durata circa un'ora e mezzo ed è stata aggiornata al 7 luglio. Altre riunioni sono già state convocate per il 18 e il 25. A norma di statuto, il 10 luglio scocca il termine per la nomina dei vertici (un mese dall'approvazione del bilancio) ma la scadenza non è perentoria. Forse qualche novità arriverà dopo il palio del 2 luglio. Piazza del Campo, infatti, sarà anche terra di incontri e confronti. Tra gli ospiti attesi, a palazzo Sansedoni, ci sono i rappresentanti di Btg Pactual e Fintech, che con la Fondazione hanno stretto un patto parasociale, e Carlo Salvatori, presidente di Lazard italia, advisor della fondazione, La gelata dei prezzi: più 0,3% I consumi non ripartono #iostoconlunita L’inflazione a giugno rallenta ancora, raggiungendo il livello più basso da ottobre 2009. Giù anche i prezzi del « carrello della spesa», che a giugno toccano i livelli più bassi da 17 anni. L’indice Istat registra un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente per un dato tendenziale in aumento dello 0,3%, in rallentamento dallo 0,5% di maggio. Il calo dell’inflazione è in primo luogo imputabile all’accentuarsi del calo dei prezzi degli alimentari non lavorati; contribuiscono anche le decelerazioni della crescita su base annua dei prezzi degli alimentari lavorati, dei beni energetici non regolamentati e dei servizi abitativi. L’«inflazione di fondo», al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, scende allo 0,7% (dallo 0,8% di maggio) e al netto dei soli beni energetici si porta allo 0,5% (da +0,6% del mese precedente). L’aumento mensile è da ascrivere principalmente ai rialzi - su cui incidono fattori di natura stagionale - dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+0,7%). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che rientrano nel carrello della spesa, diminuiscono dello 0,5% in termini tendenziali (da +0,1% del mese precedente), toccando il livello più basso da settembre 1997. L’inflazione acquisita per il 2014 è stabile allo 0,3%. Il dato per la Cisl conferma che «occorre intervenire con mezzi straordinari, proseguendo sulla linea del bonus fiscale, rendendolo strutturale ed allargandone la fruizione anche ai pensionati ed agli incapienti e con politiche orientate alla crescita che favoriscano le imprese più virtuose e responsabili sul piano sociale». Per Confesercenti «la frenata di giugno è peggiore delle aspettative, e adesso appare sempre più realistico uno scenario di inflazione negativa». Adusbef e Federconsumatori ricordano che la crescita del tasso di inflazione allo 0,3% «comporta ricadute, per una famiglia di 3 persone, di 106 euro annui in più» e ribadiscono «la necessità di un piano straordinario per l’occupazione». Per il servizio studi Intesa Sanpaolo l’in- flazione non varierà, se non di poco, almeno sino a fine estate, ma non ci sono rischi deflattivi. Il calo dei prezzi «è dovuto non solo alla debolezza della domanda ma anche a fattori di offerta». Più preoccupato, invece, il commento di Confcommercio: ricorda che stiamo vivendo il periodo a più bassa inflazione degli ultimi 50 anni, nonostante l’aumento dell’Iva di ottobre 2013. Confcommercio torna a chiedere una riduzione del carico fiscale per famiglie e imprese, e lancia l’allarme sull’assenza di segnali di ripresa, che «amplifica il rischio di un 2014 di stagnazione». A livello aggregato di eurozona, invece, a giugno l’inflazione annua è attesa al +0,5%, stabile rispetto a maggio, come rende noto Eurostat. Adesso l’attenzione si focalizza sulle mosse della Bce, che si riunirà giovedì: la Banca centrale considera il dato aggregato, ma gli economisti sostengono che Francoforte sbagli ad ignorare la situazione dei singoli Paesi. Alcuni sono già in deflazione, mentre molti si muovono intorno allo 0,2%. ANSA RASSEGNASTAMPA 11 martedì 1 luglio 2014 «Capitalismo di relazione un danno per il Paese» Il presidente dell’Antitrust, Pitruzzella, denuncia la commistione politica-interessi economici ● Ridefinire i rapporti tra mercato e coesione ● #iostoconlunita «È necessario scardinare in Italia un capitalismo di relazione, basato sull'intreccio con il sistema politico e sulle rendite di posizione». È un vero j’accuse quello lanciato dal presidente dell' Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale dell'autorità. Il malsano intreccio tra politica e potentati economici ha provocato parecchi danni al Paese. Partendo da questo punto, il presidente offre anche un contributo prezioso nell'indicare le aree di intervento, le riforme da realizzare, le storture da rimuovere per ricreare un ambiente favorevole. In estrema sintesi «ritornare alle idee ispiratrici del capitalismo americano». Non è la prima volta che l'Antitrust segnala tendenze pericolose del sistema economico nel complesso. Alcuni anni orsono l'autorità garante della concorrenza indicava come alcuni grandi gruppi puntavano a investire e diversificare in settori che garantivano rendite di posizione e comunque al riparo dalla concorrenza. Pitruzzella sottolinea la fase di profondo cambiamento che stiamo vivendo. E proprio la crisi profonda che ha colpito l'economia impone di scardinare questo modello, basato sull'intreccio «tra pochi grandi potentati economici, sulle loro relazioni con il potere politico e amministrativo, sulla ricerca delle rendite di posizione». Il capitalismo di relazione si basa su privilegi, piuttosto che su meriti, aggrava la disuguaglianze e rende la società chiusa, poco aperta alla concor- Giovanni Pitruzzella FOTO LAPRESSE renza e all'innovazione. In un Paese come l'Italia il capitalismo di relazione ha «favorito l'espansione della spesa pubblica improduttiva e inefficiente, diretta a soddisfare gli interessi particolari delle lobbies e dei cacciatori di rendite». Anche per questa via si è creato «quell'enorme debito pubblico che costituisce un grande ostacolo alla cresci- ta economica». Pitruzzella puntualizza tuttavia che sarebbe ingiusto etichettare l'economia italiana nel suo complesso come capitalismo di relazione. La necessità di riforme radicali dell'assetto istituzionale del Paese non possono limitarsi solo alla sfera costituzionale e all'architettu- ra normativa. L'Antitrust rileva che è in corso una ridefinizione dei rapporti tra democrazia, mercato e coesione sociale. Da una parte c'è un modello di capitalismo fondato sulle «relazioni tra alcuni grandi poteri economici, sul rapporto privilegiato con gli apparati pubblici, sulla protezione nei confronti dei concorrenti». Dall'altra c'è un modello ispirato a una concezione aperta dell' economia e della società, dove è centrale una competizione basata sui meriti che spinge verso l'innovazione e pone al centro dell'iniziativa il benessere del consumatore». L' Antitrust e le sue decisioni spingono verso questo secondo modello, con l'obiettivo di realizzare l'economia sociale di mercato così come si ricava dai trattati europei. «In pratica le cose sono andate diversamente - rileva Pitruzzella - ma questo dovrebbe indurci a rendere effettivi i principi dell'economia di mercato piuttosto che ripudiare la concorrenza». Se solo con il mercato libero si uscirà dalla crisi, consegue che l’Italia ha bisogno di uscire dal sistema delle municipalizzate. «A livello locale servono riforme - dichiara il presidente - Dobbiamo mettere mano al meccanismo del capitalismo municipale. Molte società pubbliche vanno male e i tempi sono maturi per mettere mano a questi settori. Dall'economia locale dobbiamo attenderci investimenti importanti per la crescita». Ma far ripartire l’Italia non è facile. Continuano i comportamenti irregolari, tanto che l’Authority nel 2013 ha irrogato sanzioni pari a 112.873.512 euro e, nei primi sei mesi del 2014, pari a 184.528.819 euro. In sede di accertamento di pratiche commerciali scorrette, prosegue Pitruzzella, sono state irrogate sanzioni per 9.253.000 euro nel 2013 e per 8.198.500 nei primi sei mesi del 2014. «Ai consumatori interessano risposte rapide e giuste, ed alle imprese la prevedibilità e l'esclusione di interventi contraddittori», continua Pitruzzella. «La debolezza del quadro macroeconomico, le incertezze intorno all'intensità e al vigore della ripresa, le fragilità che ancora caratterizzano i mercati finanziari impongono il presidio rigoroso dei conti pubblici, ma anche di realizzare concretamente le riforme fino ad oggi rimandate», aggiunge il presidente. Bonomi lancia la scalata al Club Med Andrea Bonomi, con il gruppo Investindustrial, ha lanciato una contro-Opa sul Club Med proponendo 21 euro per azione e 22,41 euro per obbligazione convertibile. L'offerta, avanzata formalmente dalla società Global Resorts Sas che fa parte del gruppo Investindustrial, valorizza il Club 790 milioni di euro, il 22% in più rispetto all'Opa lanciata dal tandem Fosun-Ardian, che è di 17,50 euro per azione. Tramite, un'altra società, la lussemburghese Strategic Holdings che fa capo alla holding di famiglia Bi Invest, Bonomi ha l'11% del Club. Bonomi «prevede inoltre 150 milioni di euro di investimenti supplementari, oltre il piano della società, per accelerare il suo sviluppo». Il consorzio Global Resorts è composto oltre che da Bonomi (con il 90%) dal magnate sudafricano Solomon Kerzner che controlla le catene alberghiere Atlantis e One and Only, dalla Gp Nvestments, proprietaria della Brazil Hospitalyt Group e dai manager del parco di divertimenti spagnolo Port Aventura che fa capo alla famiglia Bonomi. «Insieme i membri di Global Resorts - indica una nota - vantano un'esperienza di gestione che comprende 51mila posto letto in tutto il mondo e in particolare nelle aree geografiche strategiche e rilevanti per il Club Med, come le Maldive, l'isola di Mauritius, il Brasile, i Caraibi e l'Europa». «Con questa offerta vogliamo dare al Club Med i mezzi per realizzare un progetto ambizioso e le capacità per innovarsi attraverso una crescita duratura nel tempo, nel rispetto dei valori, delle identità e dei dipendenti», ha affermato Andrea Bonomi, senior partner di Investindustrial e fondatore del consorzio. L’offerta di Marchionne «Sorgenia, un insuccesso» Contratto? Se fate i bravi De Benedetti, tocca ai figli #iostoconlunita #iostoconlunita Un Sergio Marchionne in versione buonista, quello che ha ospitato e partecipato ieri mattina alla assemblea annuale di Unindustria Torino nel suo stabilimento di Grugliasco, anche se la Fiat è uscita polemicamente da Confindustria. Spande buoni propositi e promesse di un futuro radioso per Torino - incontrando il sindaco Piero Fassino e il presidente della Regione e vecchio conoscente Sergio Chiamparino - e gli stabilmenti italiani. Regalando miele anche sulla trattativa - bruscamente interrotta con i sindacati firmatari - sul contratto Fiat: «Si chiuderà. Cercheremo di farlo il prima possibile. Il nostro impegno c'è, spero che si arrivi ad un accordo sul contratto prima delle ferie». Omaggiato dalla presidente di Unindustria Licia Mattioli e dal viceministro allo Sviluppo Carlo Calenda («Grazie per aver creduto in questo Paese difficile»), Marchionne ha poi annunciato che la quotazione di Fca «sarà nel quarto trimestre di quest'anno» e che l’assemblea dei soci per la fusione «sarà ad inizio agosto». Non c’è stato invece l’atteso incontro con Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria non era presente «a causa di un malessere». E comunque Marchionne ha ribadito che non rientrerà: «Non credo. Non lo escludo, ma non lo includo». Anche con la Fiom sceglie la carota e non il bastone, ma il refrain è sempre quello: «Non andiamo a rivangare vecchie storie. È inutile inventarsi le regole. Abbiamo fatto un accordo con i sindacati di maggioranza, invito la Fiom a firmare quell'accordo e a sedersi al tavolo per far parte di questo mondo». La Fiom aveva già parlato. Con un presidio di protesta fuori dallo stabilmento. «Dire che va tutto bene non è vero, esiste un problema di natura strutturale in Fca, un problema oggettivo che tutti gli imprenditori aderenti a Federmeccani- In attesa che le banche ufficializzino il salvataggio di Sorgenia senza che la famiglia sborsi una lira, i De Benedetti ieri hanno ufficializzato la “staffetta” alla guida della Cir, la holding di famiglia: fuori dal board il padre Carlo (che rimane presidente onorario) e dentro tutti i suoi figli, non solo il riconfermato presidente Rodolfo, ma anche Edoardo e Marco. INSUCCESSO Sergio Marchionne incontra gli operai FOTO LAPRESSE ca dovrebbero affrontare, cioè che in tutti gli stabilimenti Fiat c'è ancora cassa integrazione - attacca il responsabile auto Michele De Palma - . Dopo il poco combinato dai precedenti governi, Renzi non ha cambiato verso, c'è bisogno di un tavolo unico, tra imprese sindacati e governo, per rilanciare il sistema dell'auto in Italia». E su Torino, il segretario cittadino Federico Bellono ha sottolineato: «Non c’è da parte nostra l'idea di contrapporre Maserati a Mirafiori, però non si può negare che su Mirafiori è di nuovo calato un discreto silenzio». Sul contratto arriva il commento positivo della Fim Cisl: «Siamo pronti a superare la rottura e fare gli ultimi sforzi necessari per avvicinare le parti. È un negoziato molto difficile e le tensioni dei giorni scorsi confermano le difficoltà», commenta il segretario Fim Cisl Ferdinando Uliano. «Dobbiamo riconoscere» ha detto ieri durante l’assemblea Rodolfo De Benedetti «che l'investimento di Cir in Sorgenia è stato un insuccesso. Abbiamo ritenuto che una presenza importante nel settore dell'energia potesse rappresentare una opportunità di creazione di valore per la Cir e per tutti gli azionisti ma così, purtroppo, non è stato. Per questo siamo rammaricati, ma al tempo stesso pronti a ripartire». Proprio a causa dell’effetto Sorgenia, la holding ha chiuso il primo trimestre 2014 con una perdita netta di 2,6 milioni di euro rispetto all'utile di 6,4 milioni del primo trimestre 2013. In calo del 13,8% i ricavi, pari a poco meno di 1,1 miliardi, mentre quelli di Sogefi e Kos hanno registrato una crescita. L’ottimismo di De Benedetti è dato dal fatto che la patata bollente di Sorgenia, controllata al 53% da Cir, è stata scaricata (manca solo l’ufficialità) sulle 19 banche creditrici, che ne conquisteranno quasi il 100% attraverso l'azzeramento del capitale e la sua ricostituzione con un' iniezione di 400 milioni, più altri 200 di prestito «convertendo». In questo modo gli istituti di credito eviteranno il fallimento, garantiranno la continuità aziendale, per poi puntare a far funzionare il gruppo e rivenderlo, rientrando almeno in parte dei 2,3 miliardi impiegati in questi anni. Rodolfo De Benedetti «Nell'ultimo anno» ha aggiunto De Benedetti «la questione relativa a Sorgenia è stata la priorità assoluta di Cir e del suo management, in particolare dell'a.d. Monica Mondardini, nominata un anno fa. Una volta auspicabilmente e rapidamente avviato a definitiva soluzione il lavoro nella delicata fase attuale, spetterà a lei la gestione dell'intero gruppo in una prospettiva di rilancio. La Mondardini (assente all'assemblea per motivi di salute ndr) ha il pieno supporto mio e dei miei fratelli come azionisti di riferimento. Sono convinto che il gruppo potrà tornare al più presto a generare il valore che tutti voi azionisti vi aspettate. Permettetemi poi un sentito ringraziamento a mio padre, Carlo De Benedetti, che dopo 38 anni lascia il cda della Cir, per aver dato vita all'azienda». RASSEGNASTAMPA 15 martedì 1 luglio 2014 COMUNITÀ Il commento L’analisi Il banco di prova dell’Europa Evasione fiscale e costi la guerra dei «Pos» SEGUE DALLA PRIMA Un segnale di cambiamento? Vogliamo sperarlo, ma i precedenti non aiutano. Oggi ci sono i trenta morti soffocati sotto la massa viva di seicento uomini e donne ammucchiati sopra un barcone di 30 metri (provate a immaginare, se non avete visto le foto). Otto mesi fa c’erano i trecento affogati del barcone rovesciato davanti a Lampedusa. Da Bruxelles arrivaronolacrime epromesse, il predecessoredi Juncker, l’ineffabile ManuelJosé Barroso, arrivò sull’isola, si prese un mare di fischi e disse che la lezione era arrivata anche nei palazzi dell’Unione. Davvero? Pochi giorni dopo, il Consiglio europeo si concluse con un documento in cui si esprimeva «profonda tristezza» per la morte di tante persone e si annunciava l’istituzione di una task force «per identificare, in breve tempo, azioni concrete vòlte a migliorarel’impiego delle politiche edegli strumentiesistenti, in particolare riguardoalla collaborazione con i Paesi di origine e transito, alle attività di Frontex (l’agenzia di vigilanza sulle frontiere esterne) e alla lotta contro il traffico di esseri umani e…il contrabbando». Sì: il contrabbando. Testuale. Lepolitiche e gli strumenti«esistenti» sono quelli che esistono ancora: non c’è stata alcuna riforma deicriteri di accoglimento edistribuzione dei profughi chechiedono asilo,nessuna modifica del regolamento «Dublino II» che impone che le domande d’asilo possano essere rivolte solo al primo Paese d’ingresso dei rifugiati. L’idea che l’Unione europea in quanto tale apra degli uffici nei Paesi da cui arrivano i profughi e che si decida là come organizzare il viaggio e dove distribuire i richiedenti asilo è stata fatta cadere con un tonfo. L’ipotesi della creazionedi corridoi umanitari vieneconsiderata fantasia da anime belle. Della task force non sappiamo nulla. Forse l’hanno istituita veramente e magari si è pure riunita. Ma negli otto mesi da quel vertice una sola cosa è cambiata, e non perché qualcuno l’abbia voluto a Bruxelles: la nostra marina militare ha fattosplendidamente ilsuo dovere nell’operazione Mare Nostrum e ha tratto in salvo 66 mila profughi. Un solo Paese ha affiancato le sue navi alle nostre: la Slovenia. Questo è lo stato dell’arte: l’Europa latita: nelle acque tra l’Africa e la Sicilia, la Spagna, la Grecia, Maltasemplicementenonc’è.È come se cominciasse più su, dove non fioriscono più i limoni. E però questa latitanza non deve essere usata come un ali- L’intervento Non solo calorie il cibo legato alla felicità Stefano Bartolini Università di Siena ● NEGLI ULTIMI DECENNI LA CULTURA SCIENTIFICA HA PRODOTTO UNA RIVOLUZIONE NELLA NOSTRA CONCEZIONE del cibo. L’idea dominante fino agli anni 70-80 del secolo scorso era semplice: il cibo è fondamentale per la nostra sopravvivenza e quello che conta è la sua quantità, cioè il suo contenuto calorico. Era sulla base di questa concezione e di un poderoso aumento della produttività in agricoltura e allevamento che la saggezza convenzionale sosteneva che nei Paesi occidentali il problema alimentare era stato risolto. Il messaggio era che c’erano abbastanza calorie per tutti ed era quello che contava. Era vero che c’erano abbastanza calorie ma non era vero che questo era tutto quello che contava. Le calorie contano ma adesso sappiamo che conta anche la qualità del cibo e il mondo sociale che gli ruota intorno. Inoltre è divenuto chiaro che il cibo è fondamentale anche per la nostra felicità oltre che per la nostra sopravvivenza. L’alimentazione è legata alla felicità in molto modi, il più diretto dei quali è che contribuisce a determinare i nostri stati d’animo. Infatti il cervello regola l’umore attraverso i neurotrasmettitori, come ad esempio la serotonina, quello più direttamente connesso alla felicità. Queste sostanze sono create da composti derivan- bi in Italia. La commissaria agli Affari interni cui è toccato l’ingrato compito di gestire il dossier, la svedese Cecilia Malström, aveva pochi strumenti e ancor meno soldi mala buona volontà nonle èmancata e non ha mai avuto torto quando ha denunciato come gli stanziamenti (pochi) che pure erano stati assegnatiall’Italiaper l’assistenzanon sono statiutilizzati. E dello stato vergognoso dei centri di prima accoglienza, della lentezza delle procedure per l’esame delle richieste di asilo, delle clamorose violazioni dei diritti umani (e in qualche caso del diritto internazionale) che avvengono nei centri di identificazione ed espulsione siamo responsabili noi italiani, non «quelli di Bruxelles». C’è molto da fare, segnala l’Unhcr in un appello alla presidenza di turno italiana, per quanto riguarda «il miglioramento dellestrutture di accoglienza,l’istituzionedi meccanismi di cooperazione per l'individuazione di soluzioni per i rifugiati e la creazione di alternative legali ai pericolosi movimenti irregolari». Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra: noi il sasso lo metteremmo solo nelle mani dei nostri marinai e dei loro ufficiali di Mare Nostrum. Un commissario ad hoc all’immigrazione sarebbeuna soluzione? Non potrebbe certofare i miracoli, ma potrebbe contribuire, intanto, a un’operazione di igiene culturale di cui si comincia a sentire un gran bisogno. Le destre in tutti i Paesi d’Europa stanno cavalcando le paure indotte dall’immigrazione in modo sempre più spregiudicato e immora- le. In Italia la Lega e Gasparri reclamano la chiusura di Mare Nostrum perché sarebbe un incentivo a mettersi in mare. Come se uomini e donne che si ammucchiano in seicento su una barca di trenta metri avessero bisogno di altri incentivi oltre alla propria disperazione. La nostra marina – dicono se ne torni nei porti, e se poi quelli partono lo stesso emuoiono noiche c’entriamo? Viene agitata la paura irrazionale delle malattie e dei contagi, proprio come i mestatori facevano con la peste nel Medio Evo: dàlli all’untore, portatore, oggi, di Ebola e tubercolosi. Agli imbecilli e ai criminali che propagano queste paure, ma soprattutto a chi ci crede, bisognerebbe mostrare, magari in tv, il rigore estremo con cui si effettuano i controlli sanitari sulle navi e poi a terra. Ma c’è un argomento che le istituzioni europee dovrebbero sforzarsi di far diventare senso comune, e magari un commissario potrebbe dedicarsi a farlo. Oggi i migranti che arrivano sono nella stragrande maggioranza profughi politici e provengonoda aree precise e circoscritte: la Siria, la Somalia, l’Eritrea, l’Afghanistan, domani forse l’Iraq. Quelli che arrivano sono tanti, sull’ordine delle decine e forse, in futuro, delle centinaia di migliaia. Ma l’Unione europea ha 800 milioni di abitanti e nella storia di tutti i suoi Paesi ci sono state migrazioni ben più massicce. Le quali hanno fatto di quei Paesi quel che sono oggi. Perché gli europei dovrebbero aver paura di chi viene qui per non avere più paura? Maramotti ti dal cibo ed alcuni cibi sono migliori di altri nel fornire materia prima per la produzione di neurotrasmettitori. Ma il legame tra cibo e felicità va ben oltre questo legame diretto. Perché il cibo è anche cultura e socialità. Il cibo ha una forte carica simbolica che riguarda l’appartenenza, l’identità, il legame col territorio e con la comunità. Il cibo è anche convivialità, relazioni affettive e sociali. Questo è il motivo per cui parole come «cena», «pranzo», «cibo» sono tra quelle che la gente più associa a momenti felici. Felicità e buone abitudini alimentari sono strettamente associati. Infatti gli studi su bambini e studenti mostrano che un maggior stress è associato alla tendenza a saltare i pasti e ad alimentarsi di snacks e merendine. È per questi motivi che la tesi che il problema alimentare sia stato risolto è divenuta insostenibile. È stato risolto il problema della quantità del cibo ma quello della qualità è peggiorato. In pratica il problema della quantità del cibo è stato risolto creando una alternativa tra quantità e qualità del cibo. Questa alternativa è connessa alla invenzione della agricoltura intensiva, basata sul largo impiego di macchinari e di chimica in agricoltura. Questo tipo di agricoltura aumenta la produttività della terra a prezzo della diminuzione della qualità dei suoi frutti, sia nel senso nutritivo che del sapore. Un esempio estremo di questi problemi riguarda il vasto uso di pesticidi, alcuni dei quali al di sotto di ogni sospetto di essere cancerogeni. Inoltre in agricoltura si è creato un gigantesco problema di sostenibilità. L’agricoltura ha smesso da molti decenni di essere un fattore di cura e manutenzione del territorio per diventare fonte di problemi ecologici come l’inquinamento chimico delle acque sotterranee e di superficie e la perdita progressiva di una fertilità accumulata in secoli di lavoro umano. Oltre naturalmente a un sensibile contributo al cambiamento climatico visto che l’agricoltura è divenuta forte consumatrice di petrolio. Oltre alla qualità, anche l’aspetto culturale e conviviale del cibo si sono indeboliti. Insomma il cibo è sempre meno una fonte di piaceri personali e sociali. In questo modo il problema alimentare contemporaneo fornisce un contributo a creare i problemi di malessere diffuso che gli studi sulla felicità hanno evidenziato. Il cibo non è semplicemente qualcosa che consumiamo per sostenerci ma contribuisce alla nostra felicità, purchè questo cibo sia di qualità, la sua produzione non minacci il nostro futuro e lo si tratti con la cura e la consapevolezza che la sua importanza merita. Invece è proprio questo che si sta perdendo. La società italiana sembra avere una crescente consapevolezza della «questione alimentare», testimoniata dalla vivacità dell’associazionismo in materia e dal successo di iniziative commerciali che hanno la qualità alimentare al centro del proprio progetto. Questo attivismo sta in parte contrastando la enorme pressione sociale che esiste per educare a mangiare male.Il sistema politico sembra in confronto soffrire di un ritardo culturale, evidenziato ad esempio da tendenze come quella a centralizzare la preparazione dei pasti delle scuole cittadine eliminando le cucine scolastiche e distribuendo alle scuole pasti precotti. L’Italia in materia di cultura alimentare parte avvantaggiata rispetto a tanti altri Paesi. È un vantaggio importante che secondo molti si riflette nella salute e nella longevità degli italiani, tra le più elevate al mondo. È un vantaggio che si sta perdendo e che invece è urgente proteggere, coltivare e rafforzare. Una strada da battere è quella di campagne per l’educazione alimentare da condursi soprattutto nelle scuole e da mettersi in pratica nelle mense pubbliche. L’educazione alimentare è un aspetto molto importante in un contesto di deterioramento degli aspetti socio-culturali dell’alimentazione. La crescita della cultura dell’alimentazione è inoltre elemento essenziale di una transizione ad una agricoltura sostenibile trainata da uno spostamento progressivo della domanda verso prodotti sostenibili. Ruggero Paladini SEGUE DALLA PRIMA Vi è una relazione diretta tra il livello dell’evasione, in un dato Paese, e la quantità di moneta cartacea usata; l’Italia è un caso tipico. Tra i vari metodi che possono essere usati per combattere il fenomeno dell’evasione, vi è sicuramente quello di limitare l’uso del contante, e quindi di avvicinare il nostro Paese a quello che è consuetudine normale negli altri Paesi europei. Il dispositivo elettronico «Point of sale» da ieri dovrebbe essere a disposizione dei clienti di qualunque artigiano o professionista per acquisti di beni e servizi superiori a 30 euro. Proteste, anche di segno opposto, sono fioccate numerose sui media. La Confesercenti stima una spesa di 5 miliardi (costi di esercizio e commissioni). La Cgia di Mestre ha stimato un costo annuo di 1200 euro. Dividendo le due cifre se ne ricava il numero di 4.167.000 operatori economici, attualmente sprovvisti, che dovrebbero munirsi di Pos, cui si devono aggiungere oltre un milione e mezzo di dispositivi già in dotazione degli operatori. Ora è vero che il nostro è il Paese delle micro-imprese, ma se sommiamo le due cifre arriviamo a sei milioni di Pos, cifra che sembra francamente esagerata, se è vero che la densità di Pos installati per impresa in Italia sia leggermente inferiore alla media europea (398 ogni mille contro 469). Il costo, che tra l’altro è fiscalmente deducibile, non sembra particolarmente pesante, essendo mediamente inferiore all’1%. Nasce il sospetto che, almeno in molti casi, la vera ragione sia quella di resistere ad uno strumento che, più ancora degli assegni bancari, lasci una traccia indelebile nei conti dell’operatore. Di fronte a un cliente che vuole pagare tramite Pos, l’operatore dovrebbe fare uno sconto: «Se me li dà in contanti, le tolgo il 10%». I minori incassi in questo caso supererebbero nettamente il costo del Pos. Non sarebbe, insomma, proprio vero che la grande maggioranza degli italiani non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento, come dice Confesercenti; la possibilità di pagare tramite Pos serve a ridurre il contante che si tiene in tasca nonché, eventualmente, a ottenere qualche sconto. Accanto alle proteste delle organizzazioni degli operatori economici, si registrano le opposte proteste delle associazioni dei consumatori, che puntano il dito sul fatto che non siano previste sanzioni per coloro che non si muniscono del dispositivo elettronico. Un’altra protesta consiste nel dire che il provvedimento non servirebbe a combattere l’evasione fiscale, ma soltanto a favorire gli interessi di banche e società esercenti le carte di credito. Ma se in mancanza di sanzioni la misura finisce col divenire una grida manzoniana, non si vede quale affare particolare possano fare le banche. È sempre possibile introdurre sia incentivi (in termini di crediti d’imposta) che disincentivi, in termini di sanzioni. Una particolare forma di incentivo potrebbe essere quella di introdurre una lotteria a premi per tutti coloro che usano i Pos. Lo scontrino che il dispositivo elettronico rilascia conterebbe un numero, e periodicamente alcuni di questi sarebbero estratti, con premi di vario tipo. Esperienze di questo genere sono state fatte da tempo, a cominciare da Taiwan, per incentivare l’emissione degli scontrini, con risultati interessanti. Può essere quindi che l’approccio governativo sia stato «burocratico e statalista», come afferma, evidentemente in modo autocritico, il sottosegretario Enrico Zanetti. È vero che a volte anche banche, poste e uffici della pubblica amministrazione fanno difficoltà ad accettare le transazioni elettroniche. Un Paese, tuttavia, che cerca di assomigliare di più agli altri Paesi europei deve promuovere l’uso della moneta elettronica; pur non essendo l’unico modo per combattere l’evasione, i Pos possono rappresentare un valido aiuto in questa direzione. I dispositivi elettronici fanno parte di quegli strumenti che spingono i contribuenti a una maggiore compliance, cioè all’adeguamento spontaneo al debito fiscale. Ovviamente allo stesso tempo devono essere messi a regime i controlli sui flussi finanziari. RASSEGNASTAMPA 16 martedì 1 luglio 2014 COMUNITÀ L’analisi L’intervento Renzi e la politica al tempo del digitale Cattolici, ma è vero che non contano più in politica? Michele Di Salvo ● UNA DELLE FRASI CHE MENO SI RICORDANO DI MATTEO RENZI È CHE «UN LEADER SI VEDE DALLA CAPACITÀ DI CREARE ALTRI LEADER». Era la Convenzione nazionale del Pd del 24 novembre 2013. Sono passati sette mesi. Politicamente un’era geologica. E spesso invece dei leader ricordiamo uno slogan, una frase, un discorso, e difficilmente potremmo descrivere cosa concretamente quel leader abbia realizzato. Questo vale per i leader politici della «comunicazione analogica», la cui politica era rappresentata prevalentemente da eventi mediatici che ne cadenzavano cronologicamente anche l'azione di governo. L’era della comunicazione digitale ha rimodulato anche questa sintassi della comunicazione politica. Immagini, ma anche idee, frasi, azioni, non hanno più «un singolo momento dato», semmai solenne, a reti unificate, ma diventano «liquidi» e, decontestualizzati e privati quasi della propria data calendarizzata, diventano ciclici e imminenti. Questa «dinamica della comunicazione» finisce con il ridefinire anche chi sia un leader, o meglio chi sia leader nell'era digitale. È un «mestiere» e un ruolo differente, che va oltre il singolo momento e la data dello stesso. Avviene così che la vera rivoluzione nel linguaggio politico di Matteo Renzi non stia più in uno slogan - seppure efficace e virale - come «Adesso!» o «#cambiaverso» ma consista nella capacità di trasformare e dettare il vocabolario rituale della scena politica. La forza di Renzi sta nell’essere riuscito a imporre, sin dall’inizio, e sia in attacco che in difesa, un vero e proprio vocabolario al quale si sono adeguati alleati, amici, antagonisti ed avversari. Dal generico «staisereno» al «tiziochi?» Matteo Renzi ha rubato la scena del web anche a chi sino a qualche mese prima l'aveva dominata, addirittura obbligando Grillo e Casaleggio ad adottare le stesse parole d’ordine trasformate in hashtag su twitter o parole tag su siti e socialnetwork. Quella che è cambiata - è bene comprenderlo e chiarirlo - è la comunicazione come sistema, in cui tra televisione e giornali si è inserito il «tempo del web», rimodulando la struttura e i tempi della notizia ed anche il mondo dei media come linguaggio, in cui sempre più spesso ciò che avviene e come avviene e viene raccontato in rete entra nei media tradizionali e fa notizia, ma in cui anche il web è cassa di risonanza e trasformazione della notizia del giornale e di tg e talk. Dialoghi La fecondazione eterologa In questo tempo le ritualità cui eravamo abituati non resistono più perché non sono più idonee alla permeabilità del mezzo. E i nuovi leader possono essere definiti esattamente così: coloro che sono capaci di creare sintassi e linguaggi permeabili e permeanti. E la loro forza sta nell’obbligare i propri avversari ad adeguarsi a quelle sintassi e «citare» quegli slogan per essere riconoscibili. Su questa base - che potremmo definire di «linguaggio» - si inserisce il concetto di autorevolezza politica, questo si immutato nel tempo, e tuttavia nuovo nella politica italiana, storicamente incline alla mediazione ed al multi-leaderismo della concertazione e parlamentarizzazione. Renzi «detta l’agenda», nel senso più ampio dell’espressione: da un lato, come premier, lancia i temi e le proposte di governo, dall’altro come leader politico «obbliga» i players della scena politica ad adeguarsi al tema. In altre parole, «per esistere» mediaticamente chiunque, dai leader degli altri partiti agli stessi democratici, deve adeguarsi all’agenda tematica, esprimersi e restare su quei temi, pena l’esclusione come «soggetti avulsi dal contesto». Non è un caso che per sopravvivere a se stesso Berlusconi debba essere co-protagonista delle riforme scelte da Renzi, e non è un caso che per far parlare di sé ed avere una qualsiasi citazione nella narrazione politica lo stesso Grillo debba «piegarsi» a chiedere un incontro - sempre considerato improponibile - proprio al Partito Democratico, per discutere del tema scelto dal segretario-premier. Questa forse è la vera novità di importazione americana, dove l’agenda politica e legislativa è sostanzialmente dettata dalla Casa Bianca, il dibattito è orientato e incentrato sui provvedimenti proposti dall’esecu- LA LETTERA Arci solidale con l’Unità Gentile Direttore, sono Francesca Chiavacci, neo eletta presidente nazionale dell’Arci. Con questa lettera volevo esprimerti tutta la solidarietà per la situazione in cui si trova il vostro giornale, i giornalisti e la redazione. Seguiamo da vicino la vostra protesta, sappiamo più di altri quanto sia prezioso il contributo e l’apporto che la vostra testata porta alla ricchezza dell’informazione e alla libertà delle idee in questa fase complicata e difficile. Ringraziandovi ancora per quello che fate, i migliori auguri. Francesca Chiavacci Presidente nazionale ARCI Sono convinto che ogni essere umano abbia il diritto inalienabile di conoscere chi sono i genitori naturali, non soltanto sotto un profilo che direi ontologico, ma anche per possibili aspetti sanitari. Perché il professor Flamigni, che leggo e stimo, non tocca nei suoi articoli su «l’Unità» questi aspetti/conseguenze della procreazione eterologa? Una presunta «etica laica» giustifica tutto? GIORGIO CASTRIOTA Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 L’etica laica non giustifica nulla. In modo laico, però, occorre porsi di fronte ai problemi. Ragionando sul modo in cui le banche del seme di cui ci si avvale nel caso della fecondazione eterologa sono tenute a dare tutte le garanzie possibili per evitare malattie geneticamente trasmissibili e ragionando poi sulla validità di affermazioni come quelle fatte dal lettore «sulle conseguenze psicologiche e comportamentali tivo, il dibattito politico, giornalistico, parlamentare, lobbistico è su quei temi, sino a quando è lo stesso presidente a «chiudere i giochi» e misurarli concretamente nel voto in Congresso. Se ci riflettiamo, è esattamente ciò che sta avvenendo sulla legge elettorale, in cui Renzi non solo detta il «tema» ma in qualche modo anche i «tempi» dell’agenda politica. Questo profondo, e per certi versi radicale, cambiamento della dialettica e della sintassi politica, implica tuttavia anche una diversa concezione della responsabilità politica diretta del premier nelle scelte e nelle nomine. In senso molto più ampio e meno diluito del passato Renzi è responsabile politicamente dell’operato di chi sceglie. Mentre prima c’era una sorta di alibi delle scelte condivise, dei vari manuali Cencelli della politica, della delega di responsabilità, oggi questo capitale - prima comunicativo e poi politico - è ineluttabilmente in capo al premier-leader, che senza mediazioni ed attenuanti è «il soggetto» della politica, che risponde in maniera diretta delle nomine e delle scelte degli uomini e dei programmi. Se qualcosa non è adeguato alle aspettative, se non dovesse essere oltremodo trasparente, qualsiasi mancanza di rigore richiesto da questi tempi e dalla società del nostro tempo, è percettivamente responsabilità diretta e non mediata di Matteo Renzi, che del resto rivendica spesso non solo l'ampio consenso politico e capitale mediatico personale (confermato dal voto delle europee) ma anche come valore il suo decisionismo attivo in prima persona. Non stupisce quindi che in questa fase di profonda trasformazione della politica e della comunicazione del nostro Paese non vi siano quei bilanciamenti della dialettica parlamentare che «creano leader», come avviene ad esempio nella citata politica americana, dove se è vero che il capo indiscusso del partito coincide con il presidente, è pur vero che - ben lontani da ciò che avviene da noi - senza fratture considerevoli, esistono altre leadership che «non lasciano il capo da solo». In questo momento nella politica italiana, e nel centrosinistra in particolare, complice anche la mancanza di altri autentici leader negli altri schieramenti, Renzi «è solo al comando». Del resto, l’implosione degli altri micro-partiti della sinistra e la forte riduzione delle altre componenti del Partito Democratico, lasciano spazio all’emersione di qualche singola personalità, più per propria sopravvivenza che come vera e propria alternativa alla leadership. Il vero obiettivo politico di medio periodo di Renzi potrebbe proprio essere mantenere l’impegno preso lo scorso 24 novembre: diventare quel «leader che crea nuovi leader» e che va ben oltre il dare la chance di apparente emersione a qualche volto nuovo. sui figli eterologhi e sui loro genitori medicalmente assistiti». Di cui oggi non c'è evidenza scientifica, però. Anche se molte sono le osservazioni fatte nei centri che di fecondazione assistita, omologa o eterologa, si occupano sulle difficoltà comunque vissute dalle coppie che la affrontano. Difficoltà che ben altra attenzione meriterebbero spesso dal punto di vista psicologico ed eventualmente psicoterapeutico per affrontare i problemi legati alle stimolazioni ormonali, il dramma dei fallimenti e la delicatezza dei meccanismi interpersonali messi in moto dalla necessità di chiedere aiuto a degli specialisti. Giusto è infatti offrire alle coppie che si confrontano con le difficoltà della procreazione, le occasioni proposte dal progresso scientifico e giusto sarebbe però anche prendersi cura della complessità delle emozioni vissute da chi da queste occasioni ha la possibilità di essere aiutato. Nel caso, in particolare, della fecondazione eterologa. La tiratura del 30 giugno 2014 è stata di 66.311 copie Giorgio Merlo ● DA PIÙ PARTI CIRCOLA UNA TESI ALQUANTO SINGOLARE. E CIOÈ, I CATTOLICI NELLA VITA POLITICA ITALIANA DI OGGI «CONTANO» QUASI NULLA, PER NON DIRE NIENTE. Tesi singolare perché non c'è quasi forza politica che non dichiari di avere leader che affondano le loro radici nell'area cattolica, o nei valori cattolici o che abbiano avuto una formazione riconducibile alla cultura cattolica. Ora, delle due l'una. O questi leader politici sono cattolici, e cristiani, - di facciata - oppure nella concreta declinazione politica e legislativa sono sostanzialmente indifferenti, se non estranei ai valori di riferimento. Una riflessione legittima, credo, perché attorno alla risposta a questa domanda riusciamo anche a capire qual è l'incidenza reale e pubblica della cultura cattolica democratica e del popolarismo di ispirazione cristiana nel nostro paese e, nello specifico, nella politica italiana. Al riguardo, non c'è alcun dubbio che paragonare la stagione cinquantennale della Dc con la situazione contemporanea sarebbe del tutto fuori luogo. Un paragone anacronistico per un semplice motivo: oggi non esiste più, e forse non esisterà mai più, un partito di ispirazione cristiana in cui si riconosce una forte maggioranza dei cattolici italiani. Un partito, comunque, che rifletteva quel contesto storico e che è nato e decollato perché prodotto di quella stagione politica e culturale. Un partito di ispirazione cristiana, di massa, popolare e interclassista, non nasce come un fatto di laboratorio ma perché riflette le esigenze e le domande che provengono dalla società in quel particolare momento storico. Oggi, semplicemente, non esiste né quella domanda né quella richiesta. In secondo luogo il pluralismo politico dei cattolici è un fatto largamente acquisito e metabolizzato. Certo, come emerge anche da vari documenti ecclesiali, non tutti i partiti possono dire apertamente e pubblicamente che si rifanno ai valori cristiani o che possono sottoscrivere riflessioni e istanze che provengono da settori dell'area cattolica italiana o dagli stessi ambienti ecclesiali. Ma sul pluralismo politico dei cattolici italiani il dato è ormai irreversibile e nulla può renderlo un fatto episodico o revisionabile. In terzo luogo non esiste più un personale politico con una solida, qualificata e visibile cultura cattolica democratica e popolare. Certo, questo non dipende dai leader politici di oggi né può essere addebitato come una responsabilità personale o collettiva. Semplicemente, sono cambiate profondamente le modalità di formazione e di selezione della classe dirigente politicamente impegnata. E la presenza dei cattolici nei vari partiti o movimenti si caratterizza prevalentemente sul versante della capacità personale di saper incidere nella legislazione ai vari livelli istituzionali. Senza più strutture organizzate e ferree. Del resto, non solo sono tramontati i partiti identitari sul fronte cattolico, ma sono tramontate anche le cosiddette correnti organizzate all'interno dei partiti. Anche dei partiti «plurali» come il Partito democratico. Per non parlare di altri partiti dove questa preoccupazione, o questa sensibilità, non è mai esistita. Per fermarsi al Pd, è noto che l'area popolare e cattolica democratica che si riconosce in quel partito sin dall'inizio non ha dato vita a correnti organizzate riconducibili direttamente a quel filone culturale. E questo per il semplice motivo che in un partito plurale che è nato per superare le precedenti identità politiche e culturali, difficilmente può riproporre al suo interno la divisione identitaria ed organizzativa del passato. Tutto ciò non significa arrivare alla conclusione che i cattolici in politica oggi contano poco o nulla. Tutto ciò non significa, ancora di più, che i cattolici contano politicamente solo e soltanto se danno vita ad un partito in cui si riconoscono solo cattolici o che declina una politica riconducibile solo a quel patrimonio culturale. Se così fosse, le lancette della storia si dovrebbero riportare indietro di qualche decennio con il rischio di cadere in una nuova e, per certi versi, inedita deriva clericale e confessionale. Insomma, i cattolici possono «contare» sul terreno della politica e nelle istituzioni anche senza una presenza organizzata nei rispettivi partiti. Il lievito della presenza cattolica, ovviamente laica e pluralistica, può manifestarsi concretamente attraverso le singole scelte politiche e non nella declamazione astratta dei valori e dei principi. Dopodiché, e qui il vuoto da colmare è gigantesco, si tratta di far ripartire una nuova stagione di seria e qualificata preparazione di una nuova classe dirigente di ispirazione cristiana. Ma su questo versante la responsabilità non è di coloro che si impegnano in politica ma, semmai, di quelli che devono fornire strumenti e modalità per formare una classe dirigente che non sia solo riconducibile ad una fresca carta di identità, ad una buona performance televisiva o ad una efficace batteria di battute e barzellette. Per quelle non servono né formazione, né studio, né spiritualità né approfondimento. È sufficiente la «lezione» berlusconiana. Che, purtroppo, ha contagiato in modo trasversale e profondo ampi settori della sicietà italiana. E non solo quelli di centro destra. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] RIFORME Cancellato il bicameralismo perfetto, Renzi soddisfatto «Alla faccia dei gufi» di SERENELLA MATTERA ROMA - Il ghiaccio è rotto: con le prime votazioni in commissione, inizia a prendere forma il “nuovo Senato”. Con i sì della maggioranza, ma anche di Forza Italia e Lega, passa il principio per cui è solo la Camera a dare la fiducia al governo mentre il Senato «rappresenta le istituzioni territoriali». E’ la fine del bicameralismo perfetto, il cardine della riforma costituzionale varata dal governo due mesi fa e che va avanti, dice Matteo Renzi, «alla faccia dei gufi». Ma i nodi veri, quelli che metteranno davvero alla prova il “patto del Nazareno”, sono per ora accantonati, nell’attesa che giovedì Berlusconi riunisca i gruppi di FI e detti la linea. Proseguono fino all’ultimo le riunioni tecnico-politiche per mettere a punto il testo: in mattinata la relatrice Anna Finocchiaro vede prima il correlatore Roberto Calderoli, poi il ministro Maria Elena Boschi. Ma niente più rinvii: alle 16, come da calendario, in commissione si inizia a votare. E fin da subito si procede “spediti”: la maggioranza regge, anche perché si affrontano i temi meno controversi, a partire dal superamento del bicameralismo perfetto. Anche FI e Lega votano con la maggioranza l’emendamento dei relatori che riscrive l’articolo 55 della Carta, affermando che solo la Camera «è titolare del rapporto di fiducia con il governo», «rappresenta la Nazione» ed esercita «la funzione legislativa», mentre il Senato «rappresenta le istituzioni territoriali» e «concorre» alla funzione legislativa. Inoltre il Senato «esercita le funzioni di raccordo tra l’Ue, lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica», valuta l’attività delle P.a. e l’attuazione delle leggi ed esprime pareri sulle nomine del Governo «nei casi previsti dalla legge». Passa anche l’emendamento dei relatori sui senatori di nomina presidenziale: saranno al massimo cinque (non 21, come previsto dal governo), in carica per sette anni, non rinnovabili e prenderanno gradualmente il posto degli attuali senatori a vita. La commissione, come preannunciato alla vigilia, rinvia invece per il momento il voto sugli articoli 56, 57 e 58 della Costituzione, che disciplinano la composizione di Camera e Senato e il metodo di elezione del Senato. Su quest’ultimo punto, in particolare, L’immunità è un altro dei nodi da sciogliere Regge il patto sul Senato Ma è solo la prova meno controversa da affrontare, tra cui il metodo di elezione dei senatori, da discutere con FI è ancora aperta la trattativa con FI, che dovrebbe trovare un punto di caduta in un sistema di elezione di secondo grado, come vuole Renzi, ma fortemente proporzionale, come chiede FI. Ma solo quando giovedì mattina Berlusconi riunirà in assemblea i parlamentari ed eurodeputati forzisti si capirà se l’intesa c’è, se il patto del Nazareno tiene. Preme ancora, infatti, la fronda interna a FI che vorrebbe fare asse con i dissidenti del Pd e il M5S per far passare il Senato elettivo. Ma se il Cavaliere schiererà il parti- to sulla linea del Senato non elettivo, il fronte del dissenso non avrà speranza di far passare la sua linea in Aula. A dispetto di chi, come Augusto Minzolini, già ieri in commissione ha votato contro gli emendamenti del governo, in dissenso dal suo partito. Se FI rientra, confida il governo, rientrerà anche il fronte del dissenso interno al Pd. O almeno, sarà relegato in una posizione fortemente minoritaria. E’ anche per questa ragione, spiegano fonti parlamentari, che l’assemblea dei senatori, inizialmente prevista per stamattina, è stata rinviata e potrebbe svolgersi solo dopo che FI avrà preso una posizione. Ancora nessuna decisione è stata presa, intanto, sulla questione dell’immunità per i senatori, anche se sembra escluso che la competenza venga assegnata alla Consulta. Nessuna apertura neanche alla richiesta dei senatori di Area riformista di ridurre il numero dei deputati, mentre potrebbe essere allargata la platea di elezione del capo dello Stato. GLI SCENARI A Strasburgo Salini, ex presidente della provincia di Cremona Maurizio Lupi: «Resto ministro» Vince la paura del rimpasto di TEODORO FULGIONE Qui sopra il ministro Maurizio Lupi ROMA - Dopo settimane di riflessioni personali ma soprattutto discussioni relative alle ipotesi di una sua sostituzione tra i membri del governo, il ministro Maurizio Lupi ha deciso: non ricoprirà l’incarico di europarlamentare e resterà alla guida del dicastero delle Infrastrutture. Al suo posto a Strasburgo, dopo la rinuncia, andrà invece Massimiliano Salini che si è dimesso da presidente della Provincia di Cremona proprio per potersi trasferire al parlamento europeo. La scelta dell’esponente del Nuovo Centrodestra, primo degli eletti per il suo partito nella circoscrizione Nord Ovest, chiude di fatto la porta all’opzione «rimpasto di governo». O meglio, la rinvia in attesa che si definiscano meglio le nomine dei commissari europei che potrebbero coinvolgere il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Ma più di ogni altra cosa, sulla permanenza del lea- der ciellino alle Infrastrutture hanno certamente influito le preoccupazioni dei piccoli partiti di avviare un gioco di walzer che alla fine avrebbe potuto penalizzarli. Ncd, Sc e Udc possono contare attualmente su ben cinque ministri (Alfano, Lupi, Lorenzin per Ncd; Giannini per Sc; e Galletti per l’Udc) sui 16 dell’esecutivo Renzi. Si tratta del 30% circa della composizione governativa, un dato che appare sovradimensionato rispetto ai voti ottenuti dai centristi alle ultime Europee dove, unendo le loro percentuali, hanno superato di poco il 5%. Dal suo canto Renzi, forte del 40,8% ottenuto alle elezioni continentali di maggio, potrebbe invece sfruttare a suo vantaggio un eventuale «ritocco» alla squadra ministeriale in modo da spostare gli equilibri a favore del Pd. Ma a frenare l’operazione ci sono i dubbi sull’opportunità politica di una operazione di questa natura che, tra l’altro, il Colle osserva con la dovuta attenzione. In Parlamento, infatti, è in corso l’esame di provvedimenti delicati come le riforme istituzionali e la legge elettorale. I piccoli partiti hanno già dato qualche avvisaglia di tensione proprio al Senato, dove si discutono le riforme, e non è da escludere che un loro ridimensionamento possa determinare “ritorsioni” politiche tali da minare il cammino delle riforme stesse. In ogni caso, il tema «rimpasto» potrebbe caratterizzare anche le prossime giornate. A buttare acqua sul fuoco prova il sottosegretario Graziano Delrio che esclude la possibilità di un cambio all’interno della compagine governativa: «Se Mogherini andrà in Europa - dice - si tratterà di sostituire lei». Renzi si troverebbe di fronte ad un bivio: una semplice staffetta alla Farnesina o allargare il giro anche ad altri ministeri. Rimane il nodo del successore di Mogherini CINQUE STELLE Ue, Castaldo teme il voto STRASBURGO - Per i 17 eurodeputati pentastellati è tempo della prima transumanza a Strasburgo. E per oggi è attesa la “benedizione” di Beppe Grillo al gruppo. Ma già nelle votazioni per i 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, il M5S rischia di trovarsi ad affrontare la prima trappola della “grande coalizione” europeista popolarisocialisti-liberali. E perdere il posto di vicepresidente che spetterebbe al gruppo formato con Nigel Farage. Il candidato di Farage è il romano Fabio Massimo Castaldo, 27 anni. Ma la candidatura deve essere votata dalla plenaria e i liberali avrebbero intenzione di presentare un candidato in più. I voti di popolari e socialisti taglierebbero fuori l’italiano pentastellato. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 5 GIUSTIZIA Dalle carriere al Csm, all’accelerazione del processo penale Si cambia in 12 punti Intercettazioni, «valutare anche con i direttori dei quotidiani» A sinistra il premier Renzi; sopra il ministro della giustizia Orlando | LE TRATTATIVE | Silvio riunisce i suoi per dettare la linea REPPUCCI «Chi sbaglia paghi» ROMA - E' stato rimosso il prefetto di Perugia Antonio Reppucci «per le frasi sbagliate e ingiuste». L’ultima parola di Renzi sul caso dell’ex prefetto è lapidaria. Nella conferenza stampa dopo il Cdm il premier non ha lasciato spazio a possibilità di revoca della rimozione. «Nelle prossime ore sarà nominato il successore. E' un gesto che dovevamo alle madri che vivono situazioni di difficoltà. Chi sbaglia paga il conto dei propri errori», ha aggiunto Matteo Renzi ringraziando il ministro Alfano. Silvio Berlusconi di YASMIN INANGIRAY ROMA - L’umore non è dei migliori e Silvio Berlusconi non lo nasconde a quanti lo hanno sentito in questi giorni. L’ex capo del governo non nasconde infatti la preoccupazione (che aumenta di giorno in giorno) in vista del 18 luglio quando potrebbe arrivare la sentenza di appello del processo Ruby: vogliono disintegrarmi, avrebbe confidato il Cavaliere ai suoi uomini. Ed è proprio per questo motivo che l’ex premier ha poca voglia di occuparsi di tutto il resto, comprese le fibrillazioni di alcuni senatori sulle riforme. Il Cavaliere è atteso nella Capitale per domani sera giusto il tempo di riunire giovedì i gruppi azzurri di Camera e Senato insieme con gli eurodeputati, per poi far rientro ad Arcore. Certo è un’agenda che può subire dei cambiamenti anche se al momento non sembra all’orizzonte l’incontro con il premier Matteo Renzi. Berlusconi d’altronde evite- rebbe volentieri anche l’assemblea in programma per giovedì sulle riforme. L’idea di dover assistere ad una riunione-sfogatoio non lo alletta, ma sul tema delle riforme non può permettersi passi falsi da parte dei suoi parlamentari: spiegherò - sarebbe il ragionamento - che noi rispettiamo gli accordi presi. Non faremo mancare il nostro sostegno alle riforme ma chiediamo che anche Renzi faccia lo stesso votando a favore dell’Italicum così com’è senza modifiche. Insomma il Cavaliere non ha nessuna intenzione di tradire l’accordo siglato con il capo del governo ecco perchè, nonostante manchino ancora le convocazioni ufficiali, l’assemblea congiunta resta al momento in agenda. Quello però che Berlusconi vuole evitare è di riaprire altri fronti polemici. La presenza di tutti i dirigenti azzurri, compresi gli eurodeputati, potrebbe essere l’occasione per affrontare anche la riorganizzazione del partito. Angelino Alfano ROMA - Il premier Matteo Renzi, al termine del Cdm, ha illustrato le linee guida della riforma della giustizia: «Per due mesi vogliamo discutere della giustizia in modo non ideologico, sarà una discussione la più filosofica, concettuale e astratta prima di approvare la riforma per coinvolgere l'Italia su questo tema». «Sono 20 anni che sulla giustizia si litiga senza discutere. Noi vogliamo cambiare metodo e discutere nel merito e possibilmente senza litigare», ha spiegato Renzi parlando della riforma della Giustizia. Sono 12 i punti della riforma che ieri il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha presentato in consiglio dei ministri. Hanno come obiettivo la riduzione dei tempi della giustizia civile, il dimezzamento dell’arretrato e una riforma del Csm che senza toccare l’indipendenza della magistratura premi le carriere per merito e non, ha chiarito il premier, per appartenenza di corrente. Ecco dunque i 12 punti, alcuni sintetizzati per temi, della riforma che ora sarà aperta alla discussione per 2 mesi tra addetti ai lavori e cittadini. La giustizia civile è al centro del primo punto. La riduzione dei tempi punta a portare ad un anno il primo grado del procedimento civile. La riforma vuole poi portare a dimezzare l’arretrato con una corsia preferenziale per imprese e famiglia. «Oggi ci sono cinque milioni e duecentomila processi pendenti - ha ricordato il premier una roba pazzesca». Un altro punto riguarda il Csm. «Chi giudica non nomina, chi nomina non giudica» ha detto Renzi spiegando che la carriera sarà legata al merito. Ancora, la responsabilità civile dei magistrati sarà sul modello europeo. Altri punti della riforma sono il disciplinare delle magistrature speciali; le norme contro la criminalità economica (falso bilancio, autoriciclaggio); l’accelerazione del processo penale e la riforma della prescrizione; le intercettazioni (diritto all’informazione e tutela privacy); l’informatizzazione integrale del sistema giudiziario; la riqualificazione del personale amministrativo. Si è parlato anche dei divorzi consensuali non da giudice. «Per separazioni e divorzi, se consensuali, non servirà più andare davanti al giudice», ha asserito Orlando sottolineando come questo sia uno degli obiettivi della riforma della giustizia nell'ambito della riduzione dei tempi della giustizia amministrativa. «Serve una normativa sul falso in bilancio degna di questo nome, ci saranno due mesi per discutere e poi a settembre la faremo dentro la cornice complessiva della riforma», ha concluso il presidente del Consiglio nella conferenza stampa che ha seguito il Cdm. Infine, si è toccato il tema delle intercettazioni. «Il dibattito è se c'è un limite all'uso delle intercettazioni», ha spiegatoco Renzi assicurando che «nessuno vuole bloccare le intercettazioni dei magistrati» ma piuttosto valutare la questione anche «con i direttori dei quotidiani». IL CASO Centrodestra compatto contro l’apertura degli azzurri Sulla “svolta gay” del Cav Forza Italia contro tutti ROMA - Se Matteo Renzi cercava una maggioranza con cui provare a cambiare le leggi sui diritti civili delle coppie omosessuali potrebbe averla trovata. Ciò che stupisce è che l’appoggio non arriverà dai suoi alleati di governo del Ncd, ma da Forza Italia. Almeno questa sembra l’ipotesi in campo dopo l’apertura di Silvio Berlusconi, che ha definito quella per i diritti civili degli omosessuali come una «battaglia che in un paese moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti». Un impegno che però prevede dei limiti se, come sostiene Maurizio Gasparri, il Cavaliere rimane contrario a matrimoni e adozioni gay. Così come Critiche da Ncd e Fratelli d’Italia conferma la contrarietà alle adozioni Daniela Santanchè, a cui fa eco Mariastella Gelmini. Tutti d’accordo, però, sul fatto che ci si trovi davanti a una nuova «realtà sociale» e che i «tempi sono maturi». Tutti, in sostanza, dalla parte di Berlusconi: dalla Carfagna alla Bergamini, dalla Ravetto alla Brambilla. Intanto, la frattura sul tema nel centrodestra appare netta. Non un buon segnale per il tentativo di ricostruire una coalizione che, invece, inizia a dividersi su molti contenuti. Difatti, contro l’apertura di Forza Italia si sono subito schierati Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. E critica è apparsa anche la Lega, con Maroni che accusa Berlusconi di voler solo farsi «sentire e vedere». Da Ncd arrivano i rilievi più duri. La linea la esprime il giornale del Nuovo Centrodestra, l’Occidentale: «Vigileremo contro gli snaturamenti della famiglia», preoccupati dalla «subalternità di Berlusconi alla sinistra». La frattura che si apre con FI è netta, come spiegano Formigoni e Sacconi. E non poteva mancare la difesa alla «famiglia naturale» di Giovanardi. L’unica apertura arriva da Schifani, «disponibile a parlare di diritti ma non di matrimonio». Non basta però per evitare la replica di Micaela Biancofiore, che accusa il Ncd di essere «ipocrita e bigotto». Il rischio di frattura viene sottolineato anche da FdI con Alemanno e Rampelli: quest’ultimo chiede ironicamente a Francesca Pascale di occuparsi solo di Dudù. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] CONGRESSO Pd: Non è più il tempo delle mediazioni Ora si comincia a fare sul serio per la sfida a chi diventa segretario di SALVATORE SANTORO POTENZA - Luca Braia con Marcello Pittella al suo fianco ci crede davvero. Crede di poter ripetere il “terremoto” di un anno fa con le Primarie del Pd. Il dado è sempre più tratto. Si va allo scontro vero nel congresso regionale del Partito democratico. Fino al prossimo 4 luglio un piccolo spiraglio per tentare di trovare una mediazione in realtà c’è ancora in realtà. Ma è veramente difficile. Perchè da sabato scorso, dopo che Antonio Luongo, ha aperto la propria campagna elettorale per il Congresso regionale a Policoro sembra essere partito il rish finale. E già dalle prossime ore tutto dovrebbe diventare sempre più vivo. La campagna elettorale dovrebbe entrare davvero nel vivo per quelli che si preannunciano come 12 giorni caldissimi per il Partito democratico lucano. Prima di partire “pancia a terra” comunque c’è un appuntamento importante oggi: la nomina dei direttori generali che verranno ufficializzati dal presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza che si avvale dei poteri straordinari, secondo quanto stabilità dallo Statuto, dopo che la seduta consiliare di sabato scorso è andata deserta. Insomma per questioni di equilibri fino alle nomine si evitano polemiche. Poi si partirà senza più freno a mano tirato. Ieri ad ogni modo Luca Braia non ha fatto sconti. Nella sua Matera è partito ufficialmente in campagna elettorale per la segreteria regionale del Pd presso l’Hotel Hilton. E come scontato ha fatto il pienone. Al suo fianco il presidente della giunta regionale, Marcello Pittella. Braia si è lanciato con la premessa: «Bisogna cambiare il Pd per cambiare la Basilicata». E ancora: «Il Partito bdemocratico deve aprirsi a un dibattito serio ed aperto». Tra i big oltre a Pittella in prima fila hanno trovato posto, i consiglieri regionali Vito Giuzio e Luigi Bradascio. Presente ovviamente anche la deputata democratica Maria Antezza. E immancabile anche la “rivoluzione democratica” iniziata circa un anno fa per le Primarie del centrosinistra lucano per la scelta del candidato alla presidenza della giunta. Su questo Braia ha condiviso la frase: «Il vento del cambiamento è un tornado che non si può più fermare». Non ha preso la parola il candidato segretario per primo. Si è fatto anticipare da 4 giovani amministratrori. In particolare dagli assessori comunali di Pomarico Alessandro Scandiffio e Tiziana Angelotti. E poi è stata la volta del governatore Marcello Pittella che ha rotto gli indugi: «Dobbiamo saper cogliere questa opportunità». E ancora ha aggiunto il presidente della Regione: «Bisogna correggere la rotta. Si é aperto un varco. Non si torna indietro. Basta peccare di supponenza nel Pd». Pittella ha poi proseguito: «Siamo gli uomini di un tempo diverso. Io e Luca siamo utili all'unità con la tolleranza della diversità nel Pd». E quindi ha ricordato: «Una sfida data per persa e vinta grazie a voi alle primarie. Pittella: «Una sfida data per persa e vinta grazie a voi . Ora terminiamo di costruire la casa» Pittella II: «Un tempo diverso. Io e Luca siamo utili all'unità con la tolleranza della diversità nel Pd» Braia risponde a Luongo dalla sua Matera «Noi giochiamo per vincere» , il candidato renziano alla segreteria regionale mostra i muscoli e tutta la sua squadra Ora terminiamo di costruire la casa». Da parte sua Luca Braia ha sottolineato: «Serve un partito tra la gente, con la gente. Che si sporca le mani in mezzo alla gente e non nelle stanze chiuse. Un partito inclusivo, catalizzatore di talenti e di energie. A 360 gradi con le idee della società». E ancora ha detto Braia: «Ci sono uomini e donne, belle teste pensanti e creative nel nostro partito. Includerli è la sfida reale del Pd di Basilicata. Diamo forza e valore al bello del Pd: le persone». Insomma la sfida è iniziata e finirà solo il prossimo 12 luglio con il conteggio delle preferenze. Fino ad allora sarà sfida vera nel Pd lucano. Di nuovo. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Hilton Hotel pochi minuti prima dell’inizio del comizio congressuale di Braia La giunta regionale stanzia 574 mila euro per lavori infrastrutturali in dieci Comuni lucani POTENZA - La Giunta regionale di Basilicata ha approvato ieri alcuni finanziamenti per messa in sicurezza infrastrutture di alcune opere comunali: oltre 574 mila euro per interventi su ripristino viabilità, opere di consolidamento e mitigazione del rischio idrogeologico, nei comuni di Vietri di Potenza, Bella, Rapone, Guardia Perticara, Cirigliano, Garaguso, Ferrandina, Calvera, Ripacandida e Ginestra. Nei dettagli al Comune di Vietri di Potenza sono stati assegnati 60 mila euro per la realizzazione di lavori di ripristino e messa in sicurezza della strada comunale di collegamento con il cimitero. Al Comune di Bella per il ripristino delle strade comunali Valle d’Oro, Pomella e Torre - Lagarelli sono stati assegnati 70 mila euro. Il Comune di Rapone ha ottenuto in- vece 25 mila euro per i lavori di ripristino della strada comunale in località Mazzapone. E ancora la giunta regionale ha destinato per il Comune di Guardia Perticara 40 mila euro per il ripristino del muro di sostegno lungo via Speranzella. Nell’abitato di Cirigliano saranno effettuati lavori di ripristino transitabilità lungo la variante al centro abitato e la strada comunale Santa Maria Vignola, importo stanziato 60 mila euro. Per quanto riguarda il centro abitato del Comune di Garaguso, è stato deciso che partiranno a breve lavori urgenti di consolidamento con una spesa di 65 mila euro. Finanziati, quindi, per un importo di 67 mila euro, i lavori di consolidamen- to e messa in sicurezza della scarpata “Viale Papa Giovanni” nel comune di Ferrandina. Oltre 37 mila euro, infine, sono stati concessi ai Comuni di Ripacandida e Ginestra per i lavori di messa in sicurezza della rete di adduzione gas in media pressione. La Giunta regionale ha approvato, inoltre, per un importo complessivo di 150 mila euro, in attuazione del secondo piano strategico nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico (annualità 2007 – decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare), il progetto esecutivo, la lettera di invito e lo schema di contratto per i lavori di messa in sicurezza dell’area a valle della strada provinciale Fardella - Calvera nella zona ovest del comune di Calvera. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 7 Dopo tanta attesa, oggi pomeriggio l’ufficializzazione dell’esecutivo La Giunta De Luca si presenta Nella squadra anche l’ex sindaco Pepe. Salvia al posto di Giuliano talia, Pasquale Pepe e del consigliere neo eletto con lo stesso partito, POTENZA - Giunta comunale, enne- l’avvocato Dino Bellettieri. Come sima fumata nera. Era attesa per ie- pure può considerarsi già in Giunri, così come aveva annunciato lo ta, l’esperta di progettazione e prostesso sindaco De Luca, qualche grammazione, Annalisa Percoco. giorno fa. E, invece, l’ufficializzaDovrebbe entrare nell’esecutivo zione della squadra di governo co- anche un’altra donna, moglie dello munale è saltata ancora, rinviata a storico consigliere comunale di dequesto pomeriggio, quando final- stra, Vincenzo Belmonte, Marghemente dovrebbero essere resi noti i rita De Francesco. Con esperienza nomi dei nuovi assessori. Ufficial- nel mondo della scuola e della formente sono stati gli impegni istitu- mazione, potrebbe vedersi assegnazionali del primo cittadino a portare ta la delega alla cultura. Dovrebbe al rinvio. far parte della Nei fatti, però, squadra cittadiieri è stata l’ennena, senza troppi sima giornata dubbi, anche l’eutile per tentare conomista che ha di comporre un già collaborato puzzle non facile con la Regione e che, prima anBasilicata, Leocora di nascere, è nardo Cuoco. già stato oggetto Mentre pare semdegli attacchi del pre più probabile Pd. Ultimi ritocche fra i nuovi aschi che ancora sessori ci sia anoggi potrebbero che il presidente subire ulteriori dell’Avis di Povariazioni. tenza, Nicola StiNon è ancora gliani. certo, a esempio, Oggi si conoil nome di Giosceranno gli otto vanni Salvia, il Pasquale Pepe e in basso Giovanni Salvia nomi. giovane candidaMa quelli fino a to dei Popolari ora circolati non per l’Italia. All’ulpiacciono all’optimo momento ha posizione, che in preso il posto che consiglio è magsembrava essere gioranza, che (almeno fino a doparla di un esemenica) del coorcutivo molto polidinatore regionatico e poco tecnile del partito, Vinco, a differenza di cenzo Giuliano. quanto era stato Ma su Salvia sono annunciato da ancora in corso De Luca. delle verifiche di Di certo, per il natura “tecnica” sindaco si è tratper capire se postato di un lavoro sa realmente ennon facile. trare a far parte Come dimostra della squadra di il fatto che sia De Luca. passato molto Manca ancora la certezza di una più tempo rispetto a quello da lui promozione ad assessore anche Ma- stesso auspicato, per dare risposte ria Martoccia, commercialista e do- celeri alle tante emergenze del capocente alla Luiss di Roma, nonché luogo. nuora dell’ex consigliere regionale De Luca ha dovuto fare i conti con Filippo Margiotta. Che, in caso di un i rifiuti di molti dei profili che aveva rifiuto, dovrebbe essere sostituita individuato, ma anche con i difficili dall’avvocato Giuditta Lamorte, an- equilibri politici, alla luce della comche se il nome della prima rimane il plicata governabilità che si va profipiù probabile. lando sulla base dei numeri in ConCerti, invece, i nomi dell’ex sinda- siglio. [email protected] co di Tolve e dirigente di Fratelli d’I- di MARIATERESA LABANCA Il neo sindaco di Potenza, Dario De Luca ieri al convegno dedicato alla figura dello statista lucano, Emilio Colombo | SULLE NOMINE | Tra prassi consolidate ed ennesima occasione perduta La vera rivoluzione sarebbe rinunciare ai poteri straordinari e decidere in aula POTENZA - Nomine enti sub regio- su ciascun profilo professionale: un nali. Una vera rivoluzione sarebbe promosso per ente e tantissimi bocstato non arrivare ai poteri straordi- ciati magari anche tra personalità nari del presidente del Consiglio. In- prestigiose e di primo piano. vece per le nomine si prosegue, coPer questo con i poteri straordiname sempre, alle decisioni assunte ri del presidente si rinvia tutto alle nelle stanze dei bottoni. stanze chiuse dei partiti e dei gruppi Una prassi portata avanti da anni. consiliari. In pratica è l’unico modo Non è una questione di chi siede sul- per evitare la bocciatura pubblica di la poltrona più alta della presidenza centinaia di aspiranti candidati ed è dell’assemblea legislativa regiona- in fondo l’unico modo per la mediale. Funziona zione su ciascun così e basta. ente. Ma così si Questo il metotorna sempre aldo quando il la solita routine: presidente del decide la politica Consiglio recon il solito megionale si chiatodo del bilancimava Vincenzo no e del metodo Folino, piuttoCencelli. C’è posto che Prospeco di rivoluzioro De Franchi o nario in questo. Maria Antezza E’ il solito modo. o Filippo BubE i nomi (almeno bico e Vito De la gran parte di Filippo. La essi) viene scelto prassi non è per simpatie pomai cambialitiche a questo o taanche scora quel big. Non rendo a ritroso si sfugge. Certo l’almanacco dei anche con il paspresidenti fino saggio in Consiagli albori delglio i numeri e l’ente Regione. cioè il peso di C’è chi sostieciascun partito ne che sia la Una fase dei lavori in consiglio regionale conterebbero lo norma da camstesso. biare: le nomine non possono essere Probabilmente se Tizio è il più effettuate dall’assemblea in quanto sponsorizzato o il più simpatico vergli enti sub regionali fanno parte rebbe nominato lo stesso anche atdell’apparato di governo. Spettereb- traverso il voto palese del Consiglio. be al governatore non al Consiglio. Ma almeno su ciascun nome si poUn difetto normativo del vecchio trebbe raccontare con precisione coStatuto regiona le insomma. Ma non me sono andate le cose e perchè poi è solo questo. Nominare i direttori davvero Tizio è stato preferito a generali dei vari enti regionali si- Caio. Insomma sarebbe stata una gnificherebbe discutere per ore su novità vera. Rivoluzionaria o no è centinaia di nomi e decine di votazio- difficile da dire non essendo avvenuni. Preso l’elenco dei candidati am- ta. Ma di certo fare tutto come è semmessi si aprirebbe una discussione pre stato non è innovazione ma conconsiliare infinita su ogni nome. C’è servazione. Questo è poco ma sicuchi fa notare che si tradurrebbe in ro. sal.san. una vera e propria mattanza su cia© RIPRODUZIONE RISERVATA scun nome; su ciascun curriculum e REPUBBLICA TV INTERVISTA BAROZZINO Il metalmeccanico senatore che fa beneficenza Una breve intervista fuori da Palazzo Madama. Il senatore lucano di Sel, Giovanni Barozzino racconta la propria storia, “dai turni di notte alla Fiat” alla Commissione parlamentare Lavoro del Senato. Da fare l’emigrato in Canada a 16 a trovarsi nella camera alta del Parlamento a 50 anni. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] IL RETROSCENA Appalti, trasferimenti, bilancio e 5 nuove assunzioni Il lascito degli uscenti prima dell’arrivo di De Luca Blitz all’ultimo minuto? E’ polemica Il nuovo sindaco nomina un coordinatore per iniziare a rovistare nei cassetti e partono i veleni di LEO AMATO diventa la ditta di un imprenditore potentino considerato vicino al Pd come quella di POTENZA - Hanno approvato il bilancio uno dei fratelli Auletta, che già in passato consuntivo del Comune un’ora prima della aveva subappaltato da Romeo Gestioni il proclamazione del nuovo sindaco. Ma a chi contratto dell’Università della Basilicata parla di «blitz», rispondono parlando di (poi bocciato dal Tar). Mentre un altro ha «un atto di responsabilità». Quanto ad apappena concluso un affare milionario con palti come quello per le pulizie negli immoil Comune vincendo una gara piazzando bili di proprietà dell’amministrazione, o al28 alloggi di edilizia popolare nelle due torl’acquisto di 28 alloggi di edilizia popolare ri costruite a ridosso della Basentana all’alnelle due torri di fronte alla ferriera, o ad tezza di Bucaletto, a un centinaio di metri alcuni repentini trasferimenti da un uffiin linea d’aria dai camini della Siderpotencio all’altro, o ancora all’assunzione di cinza. que nuovi vigili urbani, rinviano le responAltra questione riguarda i trasferimenti sabilità ai dirigenti. Eppure i veleni rimandi personale all’interno del Comune, in gono. particolare di quello distaccato nello staff Si aggira nei corridoi del Municipio da dei vecchi assessori da uffici più impegnaqualche giorno Antonio Infantino, già retivi, con almeno un passaggio repentino a sponsabile del controllo strategico e di gepostazioni più “comode”. stione del Comune, e appena incaricato da Premi fedeltà o vecchi debiti regolare? De Luca di passare al setaccio determine e Dall’altra parte, tra gli uscenti del tandem documenti per fotografare in maniera Santarsiero-Campagna, le accuse vengono quanto più realistica lo stato dei fatti, anrispedite al mittente e c’è chi insinua che si che a costo di rovistare negli armadi e nei tratti quasi di un tentativo di precostituirsi cassetti dei vari uffici. un alibi degli entranti rispetto ai problemi L’ingegnere aveva annunciato quella quotidiani di una gestione congestionata. che in Bocconi chiamano “due diligence” Quanto al passaggio in giunta del bilannon appena si era concretizzata la sua vit- Il Municipio a Piazza Matteotti cio consuntivo il 23 giugno, pochi minuti toria al ballottaggio, ed è prima della proclamazioapparso subito chiaro che ne di De Luca in Tribunasarebbe potuta essere l’ocle, si fa notare che soltancasione per una resa dei to due giorni prima sarebconti. be arrivata in Comune dal Quello che invece non Ministero la comunicapoteva immaginare è che zione delle spettanze cergli uscenti avrebbero mantificate del gettito Imu. tenuto la presa anche dopo I 5 nuovi vigili urbani? il bagno elettorale, nel pe- DA ieri la banca dati del Consiglio re- zioni dirigenziali oltre che delle deliLo scorrimento di una riodo di tempo intercorso gionale è disponibile al pubblico. Col- berazioni dell’Ufficio di Presidenza. vecchia graduatoria deciSempre da ieri sono disponibili sul prima del passaggio di legandosi al sito istituzionale dell’enso in autonomia dal diriLe informazioni saranno reperibili in rete consegne , fino all’adozio- te (www.consiglio.basilicata.it/atti- sito web dell’ente, nella sezione Amgente rispettando un piane della bozza del bilancio consiglio) è possibile consultare gli at- ministrazione Trasparente - Paga- l’obiettivo di favorire la conoscenza no per il personale datato consuntivo 2013 il giorno ti prodotti dall’Assemblea (delibera- menti dell’Amministrazione (ht- degli atti e dei documenti prodotti dal2012. l’Assemblea e di consentire in ogni stesso della sua proclama- zioni, mozioni, interrogazioni, pareri tp://www.consiglio.basilicata.it/conL’appalto per le pulizie? delle Commissioni consiliari perma- siglionew/site/Consiglio/demomento ai cittadini di partecipare alzione. Un’altra decisione in auL’aria insomma sembra nenti, ordini del giorno) e le delibera- tail.jsp?otype=1040&id=695835), i la vita pubblica. C’è ancora molto da tonomia del dirigente reessersi fatta subito pesan- zioni dell’Ufficio di Presidenza fino al- mandati di pagamento e i relativi fare, ne siamo consapevoli, ma l’apersponsabile, mentre la te dalle parti di piazza Mat- la precedente legislatura. Le delibera- provvedimenti di liquidazione emessi tura al pubblico della banca dati, che giunta spingeva per una andrà certamente implementata e miteotti, e c’è chi sostiene che zioni dell’ufficio di Presidenza dell’at- dal Consiglio regionale. nuova gara. «E’ un altro piccolo passo verso la gliorata, è la precondizione per portail passo indietro rispetto tuale legislatura saranno, invece, L’acquisto degli alloggi alla prospettiva iniziale di pubblicate non appena sarà terminata trasparenza - ha affermato il presi- re la nostra Assemblea legislativa vernelle torri di Bucaletto? una giunta tecnica al la fase di sperimentazione in corso del dente del Consiglio regionale Piero so gli open data, che richiedono anche Soltanto l’esito di una ga100% sia stata determina- sistema informativo dei provvedi- Lacorazza – che l’Ufficio di Presidenza un investimento tecnologico e che sara regolare. to proprio dall’esigenza di menti digitali, che prevede la digita- ha voluto, nel doveroso rispetto delle ranno oggetto della nostra attenzione Certo aspettare l’inse“blindare” l’amministra- lizzazione di determinazioni e disposi- norme che regolano la materia, con nei prossimi mesi». diamento del nuovo sinzione, piazzando degli uodaco prima di firmare un mini di fiducia nei gangli atto notarile così pesante vitali di una macchina burocratica perce- esempio l’assunzione di 5 nuovi vigili ur- gara d’appalto per le pulizie negli immobili forse sarebbe stato più opportuno, invece pita come ostile. bani, quando mancano i soldi per garanti- di proprietà del Comune stipulando una di farlo proprio tra la fine dello scrutinio, A indispettire l’ambiente attorno a De re un contratto ai membri della segreteria convenzione con la Consip, ossia Romeo l’8 giugno, e la sua proclamazione, il 23. Luca sono state alcune decisioni viste come politica del nuovo cittadino, a differenza Gestioni, che è la vincitrice del lotto che in- Ma a quanto pare non sembra averci penvere e proprie cambiali elettorali da onora- del suo predecessore. clude la gran parte delle regioni del Sud sato davvero nessuno, se non a cose fatte. © RIPRODUZIONE RISERVATA re prima del cambio della guardia. Ad Oppure la scelta di non indire una nuova Italia. Specie se a gestirlo in concreto poi Nuova banca dati online Più trasparenza a Via Verrastro | L’ALLARME | Il Pil cala ancora e “spiazza” il Governo Renzi Tra le misure allo studio anche l’ipotesi di rivedere il patto di stabilità interno dei Comuni ROMA - Gli ultimi dati dell’Istat sul Pil del secondo trimestre spiazzano il Governo, che però mantiene la fiducia sull’andamento dell’economia italiana e attende sereno i dati definitivi di inizio agosto. Le ultime stime dell’Istat, che paventa il segno meno per il secondo trimestre consecutivo, hanno destato l’attenzione dell’Esecutivo che, però, non esclude, in occasione della nota di aggior- C’è il rischio di una nuova manovra namento del Def a settembre, di poter confermare le proprie previsioni per quest’anno, vale a dire il Pil allo 0,8%. Per il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, (che si sono visti ieri in una riunione che ha preceduto il consiglio dei ministri) l’obiettivo resta lo stesso: evitare una nuova manovra e l’aumento della pressione fiscale o l’introduzione di nuove tasse. Sempre in vista di settembre intanto inizia anche il lavoro per stilare “la lista della spesa” della Legge di Stabilità 2015. Le voci che hanno bisogno di essere finanziate sono già numerose: si va dall’estensione del Bonus Irpef al prossimo anno alla conferma del taglio dell’Irap, dalla Cig alle missioni internazionali e alle calamità naturali, senza escludere la partita esodati e un’ulteriore tranche del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Un insieme di capitoli, che ammonterebbero - secondo i primi calcoli - ad almeno 15 miliardi di euro. Tra le novità allo studio in vista dell’autunno anche - secon- do quanto si apprende da fonti ministeriali - l’ipotesi di rivedere il patto di stabilità interno dei Comuni. Un lavoro, quest’ultimo, appena iniziato e che punterebbe a superare lo stesso patto allineando le norme a quelle della contabilità generale. Tutto dipenderà però dall’andamento della crescita e quindi del Pil. Il governo - secondo quanto viene spiegato - resta convinto che vi sia ancora una possibilità di restare nel quadro attuale, evitando quindi qualsiasi manovra correttiva anche se non si nasconde che la situa- zione non sia fra le più favorevoli. Occorre considerare - si sottolinea infatti - da una parte, i margini consentiti dal deficit al 2,6% (che fa sì che l’Italia - è l’osservazione - abbia una sorta di riserva da poter utilizzare in casi di emergenza), e dall’altra tenere in conto voci finora non contabilizzate come quella proveniente dagli effetti Iva sulle ristrutturazioni degli immobili, pari circa a 3 miliardi. Si guarda già alla legge di stabilità RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 9 INTERVISTA ALL’ASSESSORE BERLINGUER Il bilancio su attività e riforme avviate, uno sguardo alla macchina regionale e una convinzione istituzionale di LUCIA SERINO Assessore Berlinguer, i primi 100 giorni della Giunta Pittella sono ormai alle spalle, quale bilancio consegnate alla Basilicata? Guardi, per quanto concerne i settori di mia competenza, le iniziative intraprese sono davvero tante, sia sul versante infrastrutture che su quello dell’ambiente. A cominciare dalla firma dell’APQ rafforzato, che comporta opere per oltre 400 milioni di euro, all’Intesa generale quadro sulle infrastrutture, ai nuovi treni delle FAL, appena arrivati, ai nuovi 3 treni che Trenitalia si è impegnata a consegnarci entro febbraio 2015, agli inestimenti sul comparto viario, ai problemi di connessione sulle reti elettriche che abbiamo risolto con la collaborazione di TERNA. E poi, i tantissimi provvedimenti sul versante ambientale e del governo del territorio. Dalla Diffida ad ENI, all’AIA e alla Bonifica del sito Fenice, ad Ila Valdadige, con l’inibizione a bruciare petcoke, alle bonifiche a Tito e in Valbasento, con 46 ml di euro mantenuti sul territorio, ai controlli su Siderpotenza.. e via discorrendo. Ma di riforme vere, strutturali? Se ci sono, non riusciamo a percepirle Certo, ed anche tante; vanno da quella relativa all’ARPAB, che ha ripreso il suo cammino dopo aver atteso che andasse in porto la riforma nazionale, alla rivisitazione dell’Osservatorio in Val d’Agri, alla riforma dei trasporti, con la relativa Agenzia regionale, a quella sul rischio sismico e la certificazione dei fabbricati, a quella del settore idrico; tutte riforme complesse che abbiamo elaborato in questi mesi e che a breve porteremo nei competenti Organi esecutivi e consiliari. La rivoluzione di Pittella? Per molti è slogan su cui ironizzare. La macchina regionale risponde ai comandi? Credo proprio di si, anche se le difficoltà sono tante, sul versante finanziario, dei vincoli del patto di stabilità e della macchina amministrativa che, in certi casi, sconta problemi di organico. Nel mio Dipartimento, ad esempio, il problema è particolarmente sentito. In altri casi ci sono problemi di efficienza e di organizzazione. Problemi di organico alla Regione? Assessore, non mi dica che non si è accorto che in questa Regione la politica ha pensato più alla lottizzazione, premiando amici e parenti, piuttosto che alla qualità dei funzionari regionali. Un refugium peccatorum, lei non crede? Non spetta a me giudicare la Politica locale. Certo è che nel momento in cui si chiedono sacrifici a tutti, e molti non riescono a trovare un lavoro, è lecito essere particolarmente esigenti con chi il lavoro ce l’ha. Un po’ di rigore in più non guasterebbe. E verrebbe, credo, apprezzato anche da coloro che lavorano con sacrificio , mentre qualcun altro prende il caffè al bar. E cosa pensa della scelta Pittella di un Governo tecnico con esponenti addirittura di fuori Regione? Anche il neo sindaco De Luca ha intrapreso un percorso simile con molti tecnici, questa volta lucani. Che ne pensa? Non voglio intromettermi in valutazioni altrui. Non mi compete e non conosco sufficientemente bene il contesto cittadino. Resto però dell’idea che la scelta del Presidente Pittella sia stata coraggiosa e meritoria. Ma lei come può dirlo? Non è in conflitto di interessi? Vede, il tema è proprio questo. Quella di Marcello Pittella è stata una scelta estremamente innovativa, che avrebbe forse meritato una più larga eco a livel- Perseguire il bene comune altrimenti siamo condannati a un oppressivo centralismo dirigista Gli assessori tecnici? Sono un modello di governance «Possono cambiare i nomi, ma penso che il meccanismo debba rimanere e debba essere un esempio per il Mezzogiorno. E’ necessario iniettare nel governo regionale quella dose di professionalità, intesa come competenza tecnica e, di libertà da condizionamenti di “filiera corta”, che altrimenti rischiano di paralizzare il sistema» lo nazionale, anche perché sposa in pieno la linea di fondo promossa da Matteo Renzi. Si tratta infatti di un nuovo modello di governance istituzionale che sa coniugare democrazia rappresentativa con professionalità, autonomia e capacità decisionale. Un modello che dovrebbe essere guardato con attenzione, specie dalle tante realtà locali, a basso contenuto demografico, caratterizzate dalla cd “filiera corta”, cioè da stretti legami relazionali, parentali, amicali tra persone, che spesso inibiscono scelte decise e concrete a tutela dell’interesse generale. Il “Modello Pittella” non è di Aldo Berlinguer, o degli altri Assessori tecnici. Non mi affezionerei ai singoli. Ma è, a mio avviso, un modello di governo che andrebbe emulato in tante realtà italiane che, prigioniere di piccole dinamiche locali, non riescono a recuperare efficienza e dinamismo. Un attimo, scusi: sono parole significative. Lei propone quindi una “sospensione della democrazia” come modello generalizzato per l’Italia? Ma quale sospensione della democrazia?! Gli assessori tecnici sono dei civil servants al servizio della politica regionale. Rispondiamo al nostro Presidente, che mi consta sia stato eletto due volte, con le primarie e con le elezioni amministrative, e rispondiamo delle nostre scelte al Consiglio regionale, organo elettivo e assolutamente sovrano. Ci mancherebbe altro. Ciò che dico è che è però anche necessario iniettare nel Governo regionale quella dose di professionalità, intesa come compe- tenza tecnica, e di libertà da condizionamenti di “filiera corta”, che altrimenti rischiano di paralizzare il sistema. Cioè, in altre parole, quei veti e contro-veti che hanno reso impossibile a Pittella formare un esecutivo politico? O quelle frizioni interne al PD che hanno contribuito alla vittoria di De Luca, col paradosso di una Giunta senza maggioranza consiliare? Res ipsa loquitur, non aggiungo altro. E lei pensa quindi che il “modello Pittella” possa essere un buon antidoto verso simili fenomeni? E magari, come per magia, contribuire a rivitalizzare gli enti locali del Mezzogiorno? Il tema è serio, non scherziamo. Vi sono tanti Comuni, in Italia, ove un consigliere comunale viene eletto con meno di dieci voti, un nucleo familiare. Come fa chi governa a perseguire poi l’interesse generale? Guardi, la Riforma del Titolo V è emblematica. Se non riusciremo, da una parte, ad ottimizzare i livelli di governo territoriale e dall’altra a restituire agli enti locali la capacità di perseguire efficacemente il bene comune dovremo arrenderci ad un nuovo, opprimente centralismo dirigista. Allora si che la rappresentanza di interessi, le identità e le specificità saranno penalizzate. Il “modello Pittella” è rivoluzionario proprio per questo e sarebbe sbagliato relegarlo ad “incidente di percorso”. Ma secondo il suo ragionamento allora, un Assessore tecnico vale l’al- tro. Potrebbero cambiarvi domani, come qualcuno, lo saprà, non vede l’ora di fare. Non le dispiacerebbe lasciare così presto? Vede, io non credo che si tratti di una questione di nomi, di singoli. Si tratta piuttosto di voler sposare un nuovo modello di governance istituzionale oppure no. E credo che, specie in una situazione, generalizzata e diffusa di difficoltà finanziaria, questo modello di giunta tecnica vada affermato con forza, non solo in Basilicata. In altre parole, non è Aldo Berlinguer che va difeso e mantenuto in carica ma il modello si, con i criteri di scelta che implica. Quindi domani il presidente Pittella potrebbe paradossalmente cambiare anche tutti gli assessori tecnici con altri indicati dai Partiti, a patto che abbiano le stesse caratteristiche? Ripeto, non spetta a me esprimermi su una valutazione che non mi compete. A me sembra che i criteri della competenza e dell’ autonomia/capacità decisionale debbano essere mantenuti. Spetterà poi ai Lucani valutare se l’operato di ciascun Assessore sia stato all’altezza delle aspettative oppure no. E nel caso chiedere la sua sostituzione. Ad ogni buon conto, per avere risultati, specie in certi settori, ci vuole tempo e pazienza. Non basta schioccare le dita, specie dopo lunghi periodi di stallo. E per cambiare conducente occorre fermarsi e ripartire. La Basilicata non mi sembra che abbia bisogno di fermarsi nuovamente, semmai di accelerare per uscire dalla crisi. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] ESTRAZIONI Fratelli d’Italia presenta la sua iniziativa: una proposta di modifica alla legge nazionale «Sul petrolio la strada da seguire è questa» Royalty al 25 per cento, moratoria per 10 anni per nuove concessioni, più controlli sulle compagnie di MARIATERESA LABANCA POTENZA - Sul petrolio, da Fratelli d’Italia di Basilicata, arrivano una bocciatura e una proposta. La prima (posizione in verità già nota) è relativa al disegno di legge approvato venerdì notte in Consiglio regionale sull’esclusione delle royalty dal patto di stabilità. «Una legge chiaramente incostituzionale sentenzia il consigliere Gianni Rosa nella conferenza convocata ad hoc - che tra qualche mese sarà dichiarata tale. E Pittella non potrà fare altro che stringersi nelle spalle così come ha fatto De Filippo per la moratoria». La proposta alternativa di Fdi, invece, prende le mosse proprio a partire dai limiti del Ddl: se quest’ultimo va contro le leggi dello Stato, Fratelli d’Italia di Basilicata supera il problema presentando una proposta di legge di modifica delle norme nazionali. Che quindi dovrebbe essere approvata in Parlamento, dopo aver avuto il via libera del Consiglio regionale. Ed è per questo che Rosa si appella alla responsabilità non solo dei colleghi d’aula ma anche di tutti i parlamentari lucani. «Il testo - precisa - è aperto a tutti i contributi. Ma sono si tratterà di migliorie da apportare, in termini di benefici ai cittadini». «Se Pittella ci vuole propositivi, questa è la sfida che gli lanciamo», prosegue il consigliere in conferenza stampa. Che sottolinea pure: «La nostra iniziativa ha anche un altro grande merito: tenere insieme tutta la materia che riguarda il petrolio, e non lavorare su dieci tavoli di concertazione differenti, come sta facendo il governatore, senza portare nessun risultato a casa». E, in effetti, i punti che la proposta di legge affronta sono tanti e diversificati. Illustrati, ieri mattina, oltre che dal consigliere Rosa, anche dall’avvocato Maria Bonsera e l’ingegnere Angelo Cioè che hanno lavorato al testo. I due nodi principali che sono: aumento della royalty dal 10 al 25 per cento e blocco temporaneo - per almeno dieci anni - delle nuove concessioni di coltivazione e stoccaggio. La premessa è la stessa che fa base alla legge approvata venerdì in Consiglio: se la Basilicata garantisce l’80 per cento della produzione complessiva nazionale, troppo poco ha guadagnato dalle attività estrattive. Dal primo gennaio 2015, quindi - recita il primo articolo della proposta di legge che va a modificare il decreto legislativo 625 del 116 - i titolari di ciascuna concessione dovranno corrispondere un’aliquota maggiorata del 15 per cento rispetto a quella attuale. L’aliquota da corrispondere alle regioni a statuto ordinario dovrà passare dal 55 al 65 per cento. Ma nel con- 1) Più compensazioni alle Regioni, meno ai comuni, ma non sono quelli dei pozzi 2) Riduzione del prezzo della benzina alla pompa 3) Istituzione zona economica di fiscalità agevolata 4) Royalty fuori dal patto di stabilità 5) Apertura di un ufficio territoriale Unmig 6) Ddl per vincolo di destinazione delle compensazioni tempo la quota ai comuni verrà abbassata dal 15 al 5 per cento. «Nonostante la riduzione - è stato sottolineato in conferenza - di tratta di una somma comunque superiore rispetto a quella attuale, visto che va calcolata sul 25% e non più sul 10». Ma proprio sul fronte dei comuni, la proposta prevede un’altra novità destinata a far discuture: «Le compensazioni economiche andranno spalmate equamente su tutto il territorio». E in proposito, il neo consigliere comunale, Alessandro Galella aggiunge: «E’ un assoluto non senso che piccoli comuni della Basilicata abbiano così tanti soldi da non sapere come spenderle, mentre la città capoluogo, a esempio, che eroga servizi a tutta la regione, sia sull’orlo del collasso economico». La proposta di legge prevede anche monitoraggi più severi per le compagnie petrolifere, in particolare sulle quantità estratte, con i controlli intesi come obbligo e non più come facoltà da parte dell’Unmig. Di cui viene chiesta anche l’apertura di un ufficio territoriale a Potenza. Vanno intesi come benefici economici direttamente a vantaggio dei lucani la riduzione del prezzo della benzina alla pompa, e l’istituzione di una zona economica di fiscalità agevolata speciale. Un pò come accade in Svizzera e come si sta cercando di fare in Sicilia e Sardegna. La proposta tiene dentro anche la previsione di una anticipazione da parte della Cassa depositi e prestiti delle somme dovuto per le concessioni per le quali il pagamento delle royalty è in ritardo. Trova spazio anche, all’articolo 8, la questione dell’esclusione delle compensazioni economiche dal patto di stabilità interno. Che però dovranno essere soggetto a un vincolo di destinazione, per evitarne il cattivo utilizzo: investimenti e non spesa ordinaria. La previsione dell’articolo è supportata da un disegno di legge parallelo che Fdi si appresta a presentare a Consiglio: la regione Basilicata dovrà destinare l’aliquota della coltivazione di idrocarburi al finanziamento di piani di sviluppo economico e all’incremento industriale. Il disegno individua anche sei assi di interventi: investimenti infrastrutturali, opere per la tutela dell’ambiente, attività di prevenzione e monitoraggio, occupazione, imprenditoria, sostegno alle libere professioni. «Un modo - spiega ancora Rosa - per vincolare le royalty a un utilizzo più virtuoso. La legge nazionale lo prevede già. Ma sappiamo bene com’è andata in questi anni, con i proventi del petrolio che sono stati destinati a tappare i buchi della sanità a o pagare la Forestazione». E conclude: «Ora Pittella ci dimostri che è pronto a raccogliere la sfida». [email protected] | IL COMMENTO | RIFORMA TITOLO V Se venisse approvata per noi nessun futuro di AURELIO PACE* Il disegno di legge del Governo di modifica del Titolo V della Costituzione prevede una drastica limitazione delle competenze proprie del sistema delle autonomie regionali con accentramento al potere centrale di compiti e funzioni già devolute alle Regioni e agli Enti locali. Una limitazione importante sull’ autonomia decisionale sarebbe proprio quella in tema di energia. Un argomento che riguarda molto da vicino proprio la nostra Regione al centro di grossi interessi da parte delle multinazionali energetiche. E’ necessario rivedere le competenze in materia di industrie e di risorse del territorio, partendo dal presupposto che se la responsabilità incombe sulle Istituzioni Locali, non è pensabile che lo Stato si riservi la competenza nelle materie citate. Allo Stato spettano solo le competenze in materia di industria strategica di interesse nazionale e, quanto al sistema di tassazione sulle risorse del territorio, alle regioni tocca il potere di tassazione primario ed allo Stato quello derivato. Non è pensabile quindi che, ad esempio, sui prodotti petroliferi si possa conservare allo Stato la tassazione primaria ed alle regioni solo le accise o le royalties: il sistema va letteralmente invertito. E’ necessario fare chiarezza su questa impostura, ha continuato Pace, perché si inauguri una nuova fase della storia nazionale e del benessere dei territori. Privati delle proprie risorse, conclude Pace, non esiste un futuro concreto di sviluppo per la Basilicata. Al Governo regionale, al consiglio ed alle forze sociali affidiamo questa sfida determinante. *Consigliere regionale Popolari per l’Italia RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 11 Pd, guerriglia precongressuale sulla vertenza romana Il governatore incontra i parlamentari Ma gli ex Ds lo lasciano solo Presenti solo i renziani e De Filippo BONUS IDROCARBURI PER I PIÙ DEBOLI PdS, «Con parte delle risorse liberate reddito minimo d’inserimento» NEL corso dell’incontro, il presidente Pittella ha ribadito anche la sua proposta sul fondo che attualmente finanzia il bonus carburanti «La nostra proposta è di utilizzare direttamente, come ente regionale, le risorse della card benzina – ha affermato il governatore – destinandole non solo ai patentati ma a tutti i residenti in Basilicata dando priorità alla platea di meno abbienti che purtroppo si sta allargando a causa della crisi duratura». Destinazione “sociale” anche per le risorse del petrolio che andranno svincolate dal patto di stabilità. «Vorremmo utilizzare una parte di quelle risorse per il reddito minimo di inserimento. La Basilicata ha bisogno delle royalties del petrolio per poter sopravvivere e ricucire una ferita che altrimenti non sarà più sanabile». Il tavolo con i parlamentari e il sottosegretario De Filippo AVEVA auspicato il più largo e trasversale deputato di Forza Italia, Cosimo Latronico. sostegno a quella che lui stesso aveva defiSe sono comprensibili, invece, le assenze nito «la partita per la vita della Basilicata», dei due parlamentari del Movimento 5 Steltradotta nella legge regionale che esclude le, Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli che non le royalty del petrolio dal patto di stabilità credono in una possibile via di sviluppo luinterno. E invece, ieri mattina, nel previsto cano nel nome del petrolio, meno lo è quella incontro potentino che doveva discutere del senatore dei Popolari per l’Italia, Tito Di anche di bonus carburante e Memoran- Maggio. Che, dopo la conferenza stampa di dum, il governatore Pittella si è dovuto ac- Pittella anche annunciava il disegno di legcontentare di pochissimi parlamentari lu- ge, aveva dichiarato: «Su questa strada, il cani accorsi al capezzale del malato. Ma la presidente della Giunta ci troverà sempre notizia non è tanto che dei 13 previsti, ci fos- al suo fianco». sero solo 5 tra deputati e senatori presenti. I parlamentari presenti hanno comunIl peggio è che, tra gli assenti, ben 4 sono que assicurato il massimo impegno comudel Pd. Il primo a defilarsi è stato il capo- ne per portare avanti a Roma le ragioni delgruppo alla Camera, Roberto Speranza, che la Basilicata. Lo stesso ha fatto il sottosenell’autorevole ruolo ricoperto avrebbe do- gretario De Filippo che però, anche in quavuto essere la punta avanzata della squadra lità di ex governatore, molto ha spinto sulle che prova a spingere la causa lucana sui ta- ragioni che potrebbero far dichiarare incovoli nazionali. Non si è presentato nemme- stituzionale la legge regionale. Stessi dubbi no il vice ministro Filippo Bubbico (che nel- anche per il deputato Latronico, anche se l’immediato aveva espresso entusiasmo per con una nota ha precisato di condividere la l’iniziativa del governatore lucano, tradot- ragione che muove l'iniziativa legislativa to, venerdì scorso in legge regionale). E che manifesta la speciale sofferenza della nemmeno la senatrice Emma Fattorini e il regione. Alla fine i parlmentari hanno condeputato Vincenzo Folino. Un segnale pe- diviso la proposta del sottosegretario De Fisante nei confronti del governatore lucano, lippo di costruire una strategia unitaria lasciato “solo” nell’iniziativa che avrebbe per una interlocuzione diretta con il goverdovuto trovare almeno il suo partito com- no nazionale. La delegazione intessirà i patto. E invece i democratici di Basilicata rapporti per un incontro tra il presidente sull’orlo dell’ennesima crisi di nervi, com- della Regione, la Presidenza del Consiglio pletamente proiettati verso un congresso dei Ministri e i Ministeri dello Sviluppo ecodifficile e complicato, si fanno la guerra an- nomico e delle Finanze. «La “vertenza” nache sulle questioni più importanti e delica- zionale è aperta. «Ci giochiamo la sopravvite. Non è forse un caso che a sostegno della venza stessa della nostra regione - ha combattaglia del governatore, ieri ci fossero so- mentato il governatore - Per questo chiedelo i parlamentari renziani Salvatore Mar- rò loro di farne una grande battaglia condigiotta e Maria Antezza. Con l’eccezione del visa, che deve vederci protagonisti a tutti i sottosegretario e segretario regionale del livelli». Ma il più grande segnale di debolezpartito, Vito De Filippo. A prendere parte ai za arriva proprio dal suo partito. marlab lavori anche senatore e deputato di Sel, [email protected] tonio Placido e Giovanni Barozzino. Oltre al L’INTERVENTO Ecco perché da ex sindaco “ribelle” sostengo l’azione del presidente di PASQUALE DE LUISE* GENTILE Direttore, intervengo per portare il mio contributo, da fresco ex sindaco di Spinoso, sul nodo fondi royalties/patto di stabilità e sul modo, secondo me più che giusto, con il quale il presidente Pittella, ha deciso oggi di muoversi, mettendo in campo una procedura regionale che ne autorizzi il suo sforamento. Non è più il tempo di aspettare, non è più il tempo di tergiversare. E’ finito anche il tempo della resistenza passiva. Forse siamo già in ritardo per arrestare la moria continua e lo spopolamento dei nostri piccoli paesi. Non c’è più tempo per perdere tempo. La rivoluzione democratica che la gente si aspetta è anche questa, quella di avere il coraggio di riscrivere la storia che altri, forse, hanno già scritto per la nostra Regione e dimostrare che, se i lucani hanno scelto un medico al proprio capezzale, è per portare a questo malato una terapia d’urto e non per essere assistiti in una triste e scontata eu- tanasia. Servono scelte coraggiose e noi, che fummo sindaci Ribelli, questo coraggio (anche se poi non ha pagato elettoralmente, ma chi se ne frega) l’abbiamo messo tutto e da tempo, abbiamo avvertito i manovratori che sul tema petrolio si gioca la nostra esistenza. E il Patto di Stabilità, esteso da 2 anni anche ai comuni al di sopra dei 1000 abitanti, rappresenta oggi il primo vincolo alla nostra resistenza. E’ inaudito che, in un periodo di crisi economica come questa, per le famiglie e per le imprese, un comune che riesce, dopo vari passaggi burocratici, ad arrivare ad esperire le gare di appalto per numerosi lavori, pur avendo i fondi provenienti dalle royalties, debba fermarsi per rispettare quel numerino impostogli dal patto e bloccare investimenti necessari alla ripresa dell’economia. Il solo fatto che il Comune di Spinoso, solo per il 2014, ha investimenti per più di un milione di euro, imporrebbe di chiamare tutte le im- prese che da questi investimenti dipendono (muratori, falegnami, carpentieri, artigiani, ecc) e di accompagnarli, insieme al presidente Pittella, dal Ministro per farsi spiegare come si crea, se non così, l’economia reale in questa Regione. Per non parlare degli effetti che il Patto ha sui pagamenti alle imprese e ai fornitori, che, non solo hanno dovuto anticipare somme per mantenere gli impegni presi e pagare i dipendenti, per poi trovarsi ad aspettare anni per avere il dovuto a causa dei vincoli del Patto. E non si può nascondere il risultato, non secondario, della impossibilità di erogare fondi, pur disponibili, per calmierare, sui più deboli e sui soggetti affetti da handicap, gli effetti di una crisi senza precedenti che proprio i Sindaci, più di altri, conoscono a fondo e caso per caso. Certo un effetto però il Patto l’ha avuto: quello di legittimare quei solerti funzionari pubblici che pensando solo al loro stipendio e alle eventuali riduzioni che ne deriverebbero, consigliano agli ammini- L’ex sindaco, Pasquale de Luise stratori di non fare nulla, perché meno si fa e meno si incorre nei rischi di sforamento del Patto. Ah come sarebbe bello, in questo periodo storico, se una consiliatura comunale fosse eseguita scambiandosi di ruolo e chiamando i burocrati a fare gli amministratori. Per queste ragioni, esorto tutti i primi cittadini a sostenere, più che mai, questa azione intrapresa dal Presidente Pittella, con un invito però: non facciamo diventare quest’azione un ulteriore elemento di differenziazione politica tra correnti interne in vista del congresso del Pd. Qui non si tratta di difendere filiere politiche già ben difese; è stato già fatto in passato con scarsi risultati concreti; qui si tratta di difendere la resistenza, sempre più ardua, della nostra gente e la vera e propria esistenza dei nostri paesi. Come diceva Cesare Pavese: “ Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.” Ecco perchè i nostri paesi meritano di essere strenuamente difesi. *già sindaco di Spinoso RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] MORTI BIANCHE L’uomo è stato investito da un camper mentre stava lavorando lungo la Salerno-Reggio Sopra il luogo dell’incidente avvenuto tra le uscite di Padula-Buonabitacolo in Campania e Lagonegro nord. Sull’asfalto ancora visibili i rilievi delle forze dell’ordine A3: la lunga scia di sangue Ennesimo incidente sul lavoro. A perdere la vita il sessantenne Domenico Setaro | di FABIO FALABELLA LAGONEGRO – «Basta morire di lavoro: la costituzione di un osservatorio strutturato sulla questione della sicurezza non è più rinviabile». Sono le parole di apertura di un comunicato stampa durissimo diffuso ieri mattina da Enzo Iacovino della Fillea Cgil e da Angelo Summa, segretario generale della confederazione di Potenza, poche ore dopo l’ennesimo incidente mortale avvenuto ad un operaio in servizio su un cantiere della Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, tra le uscite di Padula-Buonabitacolo in Campania e Lagonegro nord. L’uomo, Domenico Setaro di 60 anni, originario di Corleto Monforte in provincia di Salerno e padre di famiglia, lavorava in un tratto del secondo macro-lotto per conto della ditta PaganiAscolillo, con sede a San Rufo nei pressi di Sala Consilina, della quale era dipendente da molto tempo. Intorno alle otto si stava apprestando, probabilmente da solo secondo le prime ricostruzioni fornite agli inquirenti, al posizionamento di segnaletica di cantiere mobile per permettere successivamente a squadre di tecnici specializzati di installare cavi e apparecchiature per la videosorveglianza, mentre i suoi colleghi lo precedevano, qualche centinaio di metri più avanti in direzione sud, all’interno del mezzo di servizio utilizzato per gli spostamenti. All’altezza del chilometro 117, in località Tempa ospedale immediatamente a ridosso di una galleria che doveva essere cablata, Setaro è stato travolto da un camper che lo avrebbe centrato in pieno alla nuca colpendolo con lo specchietto destro retrovisore e fran- FOCUS | Tre decessi in 100 giorni A sinistra Domenico Setaro (fonte: www.ondanews.it) In alto gli operai a lavoro subito dopo l’incidente e il camper che ha investito l’uomo tumandogli il capo sul colpo a causa della forte velocità e della violenza dell’impatto. Sul punto dell’incidente insieme ai rilievi col gessetto effettuati dalla polstrada che rimaneva molto cauta sulla dinamica di quanto avvenuto, era ancora visibile in tarda mattinata una estesa chiazza di sangue e il direttore sanitario della Asl di Lagonegro Antonio Gagliardi, presso il cui nosocomio l’uomo è stato immediatamente condotto dai soccorritori, ha affermato che Setaro sarebbe «arrivato al Pronto Soccorso già deceduto, con il cranio distrutto, mentre adesso il cadavere è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria in attesa dell’esame autoptico» il quale terrà questa mattina alla presenza del medico legale designato dalla Procura. Grande sconcerto tra i colleghi e «sentimento di cordoglio appesantito da un forte impulso di rabbia e di rammarico» ha commentato ancora Summa, che si era recato prima in autostrada e poi in ospedale dove ha incontrato i familiari di Domenico Setaro, increduli e straziati dal dolore. «Ormai è necessario convocare d’urgenza un tavolo in prefettura – aggiunge - così come richiesto dalle organizzazioni sindacali di categoria, con tutti i soggetti preposti per legge alle funzioni di controllo, vigilanza e sicurezza, per fare chiarezza su errori e/o colpevoli omissioni: i tempi di consegna pur importantissimi di opere di interesse nazionale non possono essere accorciati allungando la lista dei morti sul lavoro. Non è pensabile né ulteriormente accettabile – conclude – sacrificare il livelli di sicurezza delle condizioni di lavoro e l’incolumità degli operai in funzione della ottimizzazione dei tempi e dei risparmi sui costi sostenuti da aziende appaltatrici e subappaltatrici». LAGONEGRO - «Quanti altri lavoratori dovranno morire sulla SalernoReggio Calabria prima che le istituzioni si decidano ad intervenire con fermezza?» Se lo chiede il segretario generale della Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre, commentando l’ennesimo incidente mortale occorso ieri mattina a Domenico Setaro. Proprio a Lagonegro era cominciata questa tremendascia di sangue, che sta segnando in maniera tremenda e sinistra la fase di completamento dei lavori sul segmento lucano della A3, con la morte avvenuta il 30 marzo scorso di Giuseppe Palagano, un lavoratore esperto colpito da una centina staccatasi in fase di montaggio dalla volta della nuova galleria in costruzione Renazza, a poco più di due chilometri dal punto dove è avvenuto l’impatto mortale che ha stroncato ieri mattina Setaro. E tutti avevano sperato si fosse trattato solo di un accidente nel senso letterale del termine, di un accadimento imprevedibile, fortuito e del tutto casuale, di quelli da compendiare nei registri del- le statistiche come per gli schiavi che venivano sacrificati, scientificamente, alle erezioni delle piramidi nell’antico Egitto. Peccato che siano passati appena duemila anni, conclusi con due secoli di lotte di classe ed operaie che, seppur datate, superate e buone per la copertina nostalgica di una cartolina da riporre in soffitta, avevano guadagnato ai lavoratori di tutto il mondo diritti e sicurezze, a cominciare dalla tutela della salute e della incolumità nei luoghi deputati alla produzione. Dopo Palagano è stata la volta di Francesco Cosentino ai primi di maggio, colpito da sedimenti rocciosi in galleria Serra Rotonda nei pressi di Lauria e rimasto in pericolo di vita e prognosi riservata al San Carlo di Potenza per molte settimane. Infine Antonio De Luca, operaio abruzzese rimasto ucciso sempre a Serra Rotonda: tutti casi molto simili, probabilmente dovuti a disattenzione o mancanza di rispetto delle norme di legge e sulle quali sta ancora indagando la magistratura competente. fa. fa. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Primo piano EDITORIA La sinergia tra tre testate per affrontare la trasformazione dell’informazione Martedì 1 luglio 2014 [email protected] segue dalla prima di LUCIA SERINO e gli disse - mi piace immaginare - più o meno così: ragazzo, vieni qui che ti spiego un po' cos'è la questione meridonale. E' utile che lo sappia pure tu, che meridionale non sei”. Quel giovanotto era Indro Montanelli. Portò i suoi occhi su un mondo che non conosceva. Paolo di Paolo, sul Foglio, scrive: Vorrei sbagliarmi, ma temo che l’Italia non sappia più che farsene di Indro Montanelli. Quando lui stesso, negli ultimi anni, non faceva che ripetere “So di avere scritto sull’acqua”, quando ricordava la frase del suo maestro Ugo Ojetti – “L’Italia è un paese di contemporanei senza antenati né posteri perché senza memoria” – credevo si trattasse di una posa scaramantica. Non abbiamo più bisogno di giornalisti? Oggi che basta una gmail per vedersi e dialogare, a chi vogliamo raccontare? Da oggi i lettori che ci seguono qui e altrove troveranno un piccolo ma sostanziale cambiamento nella testata: Quotidiano del Sud, perchè vadano a braccetto tre limes: si rincorrono i lupi dell'Irpinia con quelli della Sila, passando per l'osso duro della Basilicata fino ad arrivare in fondo allo Stivale, alla fine della terra, quella che si tuffa nelle acque mosse dello Stretto. Perchè? 1) Mi ha molto colpito quello che ha scritto il direttore de Linkiesta.it, Marco Alfieri, un paio di giorni fa: “I conti e la salute di un’azienda editoriale non sono un fatto privato, anzi offrono l’occasione per fare alcune considerazioni sul presente e sul futuro dei giornali”. Nella strana emigrazione che ho fatto all'incontrario, vent'anni fa, ho trovato un editore con il quale pur mi è capitato qualche volta di avere discussioni ma mai per un articolo. Mai. Non so quanti giornalisti in segue dalla prima di FRANCESCO DODARO* da parte della società editrice che fa riferimento al nostro Gruppo e, soprattutto, io e la mia famiglia non ne saremo più gli Editori. E’ con non poca tristezza che mi accingo a raccontare le motivazioni di una dolorosa decisione, certamente non riconducibile alla mia espressa volontà, né a quella della mia famiglia, ma imposta da situazioni contingenti, alcune delle quali, davvero non mi sarei mai aspettato di incrociare. Devo subito evidenziare, però, che tutto quello che ho subito personalmente e che tanto danno mi ha creato, non mi ha fatto perdere la voglia di continuare a combattere, di volere bene al mio territorio ed ai miei collaboratori, cui intendo poter assicurare un futuro nonostante tutto. Conservo, infatti, integro, nonostante le ingiuste e devastanti (da un punto di vista imprenditoriale e personale) vicende subite, lo spirito che mi ha portato, insieme ai miei familiari, ormai 13 anni or sono, a lanciare la sfida, delicata ed utopistica, della pubblicazione di un giornale che potesse essere una voce libera ed autorevole di informazione, nonché uno strumento di cultura, all’interno di una regione e di un territorio difficili in cui si sentiva forte l’esigenza di una iniziativa editoriale che dovesse colmare un vuoto di informazione, a tutti fin troppo evidente. Pian piano, con l’aiuto insostituibile di Direttori autorevoli e profes- sionalmente irreprensibili, con la professionalità, man mano cresciuta, dei giornalisti e dei collaboratori, con l’abnegazione ed il sacrificio dei dipendenti tutti, abbiamo creato una realtà editoriale davvero importante ed autorevole per i nostri territori, un punto di riferimento per tanti, una voce libera di informazione, sottratta alle logiche perverse del potente di turno; soprattutto una opportunità di lavoro per tanti giornalisti, grafici, poligrafici, amministrativi, addetti di diffusione e agenti pubblicitari, e che, senza, difficilmente avrebbero potuto crescere e vivere nella loro regione di origine, andando a incrementare il triste fenomeno dei nostri territori legato alla forte emigrazione intellettuale. Certamente il percorso non è stato semplice ed i problemi non sono mancati, ma, con sacrificio e dedizione, sono stati quotidianamente affrontati e risolti, e così non hanno impedito di continuare la splendida avventura editoriale intrapresa. Nemmeno la ben nota crisi nazionale, avvertita con più forza nel settore dell’editoria, che ha condotto testate nazionali ed internazionali ben più importanti della nostra a drastici provvedimenti, era riuscita a sconfiggere la determinazione e l’entusiasmo di mandare avanti e comunque, ogni giorno, la pubblicazione del giornale. Ma ulteriori motivi, purtroppo esterni alle normali dinamiche imprenditoriali, hanno condotto e costretto me e la mia famiglia a prendere la decisione sofferta or qui in commento. Il riferimento corre ad una tristissima vicenda imprenditoriale, trasformatasi ben presto in giudiziaria, condotta ad armi impari nei confronti del sottoscritto e delle sue aziende e che, nonostante la strenua difesa dei miei diritti e delle mie ragioni, ha prodotto effetti devastanti a tutte le società del mio gruppo imprenditoriale/societario, che si sono riverberati pesantemente anche nei confronti del gruppo editoriale che, anzi, indirettamente, ne é stata la causa scatenante per come tra breve spiegherò. Dicevo appunto di una grave vicenda imprenditoriale in cui una società del gruppo è stata vittima dapprima di una condotta spregiudicata da parte di un proprio importante partner commerciale (una multinazionale del settore food) il Giornali, politica, IL CAMMINO Italia possano dire la stessa cosa. In questa stessa pagina potete leggere un lungo articolo a firma del presidente della Luedi e della Finedit, Francesco Dodaro, che riepiloga la sua vicenda di imprenditore ed editore. Fare i giornali non è mai stato semplice. Per lui ancora più difficile. Tutti quelli che hanno a cuore la questione morale e giudiziaria dovrebbero leggerlo. Forte di questa esperienza varchiamo la soglia di una nuova casa editoriale: ci accoglie Gianni Festa (troppo lungo il curriculum, provate su Google). Per me un destino, mi ascoltò quando ero già con la valigia in mano. Direzione Sud territori, ma ne cerca elementi di coesione e connessione. Quotidiano della Calabria, Quotidiano della Basilicata, già fratelli, e Corriere dell'Irpinia (sì, la testata è quella di Guido Dorso). Con grande orgoglio sabato mattina, ho sentito un navigato politico della prima repubblica, Nicola Mancino, che alla platea diceva: prendete esempio dalla Basilicata. Io, campana, orgogliosa della mia Basilicata. Caro Erminio Restaino, ancora ti chiedi quando la Basilicata avrà un rettore lucano? Godiamoci il sole di Aurelia, e poi speriamo che il suo successore venga da Johannesburg. O da Cuba, se vuoi. 2) Non è in crisi il giornalismo, è in crisi il sistema di produzione industriale dell'informazione. Non è in crisi la figura del giornalista, ma la sua identità soggettiva. Non è in crisi il ruolo, ma la sua reputazione. Internet è già alle nostre spalle. La trasformazione dell'informazione ha subito lo stesso passaggio che c'è da una monarchia a una democrazia. Ma questa democrazia è in cerca di governo. Da dove si riparte? Da uno sforzo di professionalità ulteriore che offra contenuti in un ciclo produttivo diverso. Proviamo a gestire il cambiamento, invece che subirlo. Noi ripartiamo, come dicevo l'altra mattina ad Avellino, da una sinergia editoriale che non scomunica i suoi 3) Informazione iperlocale, racconto delle comunità, direzione comune Europa. Occhio al mondo, relazione e interazione e distribuzione di contenuti nell'ecosistema digitale. Come ha fatto Giampiero Perri con i suoi libri: a chi facciamo raccontare la Basilicata? A un americano e a un francese. Voce a tutti e poi, sempre lì si arriva, scrivere (nella maniera che volete, per parole, per immagini, per infografica) quello che ci produce il più alto tasso di querele e richieste di risarcimento: diffamatori di professione? Non credo. Almeno i giudici, finora, non l'hanno mai pensata così. Uniamo allora i nostri sforzi, con un progetto che è solo all'inizio e che sta disegnando un nuovo modello di sostenibilità quale, con condotte tutt’ora al vaglio della magistratura civile e penale, ha artatamente creato una ingente posta di credito, che le ha consentito, cinque anni or sono, di avanzare una istanza di fallimento. Fin qui nulla di straordinario: un credito fittizio e contestato ed una istanza di fallimento audace e senza la presenza di altri creditori, avrebbero condotto a sicuro rigetto l’iniziativa giudiziale. E sarebbe stato certamente così se non avessi incontrato sulla mia strada un giudice (l’arbitro della partita) che, per come si è scoperto dopo alcuni anni, non è stato affatto imparziale (come la legge e la Costituzione gli impongono), ma anzi, a causa di forti motivi di risentimento personale nei confronti del sottoscritto, ha emesso sentenze e provvedimenti viziati da tale mancanza di imparzialità. Motivi di risentimento che, per come scoperto in corso di causa, trovavano origine, tra l'altro, proprio in un articolo comparso sul giornale pochi mesi prima dell’avvio della procedura fallimentare, il quale aveva riportato una normale notizia di cronaca giudiziaria, riguardante il menzionato giudice non imparziale, per una sua condanna personale subita a causa di una aggressione ad un vicino di casa: una signora che rimase vittima di lesioni procuratele dal giudice con un martello pneumatico. Una notizia pubblicata senza enfasi o particolari e morbose attenzioni, una normale notizia di cronaca giudiziaria che un giornale libero aveva ed ha il diritto ed il dovere di pubblicare, ma che alla fine, purtroppo, tanto cara è costata alla esistenza stessa del giornale: di più, una notizia che, a dispetto dell'appellativo di "ras dell'informazione”, con cui quel giudice mi etichettava proprio con l'allora Direttore della Basilicata, Paride Leporace, neppure io conoscevo così come tutte le notizie che, con orgoglio, ho sempre letto il giorno dopo perché mai il mio giornale mi ha visto presente in redazione a decidere alcunché sui contenuti proprio per rispetto di quella libertà e indipendenza che ha ispirato il mio modo di interpretare l’essere editore! Ma, tornando alla narrazione dei fatti, quella istanza di fallimento finita in mano a quel giudice non imparziale, conduce ad una ingiusta ed illegittima dichiarazione di falli- IL PREZZO ED DI UNA INFORMAZ mento della società (un fallimento che, come sarà accertato sia dalla Corte d’Appello che dalla Suprema Corte di Cassazione, non avrebbe dovuto esser dichiarato). Un fallimento che, però, nonostante la immediata revoca disposta dalla Corte d’Appello, e quella definitiva della Cassazione, mantiene perduranti i suoi effetti disastrosi per l’azienda e per il sottoscritto, nonché per le società dal sottoscritto amministrate e/o partecipate, a causa della pervicace e perfida azione di quel giudice non imparziale, che con proprie ordinanze perentorie, tra l’altro, impone addirittura ai vertici della locale Camera di Commercio di contravvenire ad una prassi nazionale consolidata, costringendo il Conservatore ad evidenziare il fallimento revocato sulla visura ordinaria della società. Il danno, quindi, nonostante la disposta revoca, continua ad aggravarsi per l’evidente motivo che nessun operatore economico e finanziario (che non conosce esattamente i fatti) intende dar credito ad un soggetto o ad una società collegata ad un’altra che risulta fallita (ed oggi, con gli attuali sistemi informatici, la notizia del fallimento è facilmente ed immediatamente reperibile da qualsiasi interlocutore). La vicenda dura tre lunghi anni, fin quando, dopo un estenuante contenzioso giudiziario che porta in Cassazione alla revoca definitiva di quel fallimento che mai avrebbe dovuto essere dichiarato, il Tribunale di Cosenza prende tardivamente atto della definitiva revoca del fallimento e dispone la riconsegna della azienda al "fallito" (sì, testualmente mi si definisce fallito nel testo del dispositivo che, a seguito di ben tre diversi giudicati, chiude la procedura fallimentare). Ma quel giudice non imparziale – sempre lui! – non pago ancora dei danni procurati e del discredito creato, lo stesso giorno in cui il Tribunale riconsegna l’azienda per la revoca del fallimento, con separato decreto, su istanza sempre della medesima multinazionale in odore di truffa e con il suo credito che dimostreremo essere artefatto, giudizialmente contestato, emette un provvedimento, di inaudita gravità e ferocia nei confronti del sottoscritto: una anomala sospensione immediata ed inaudita altera parte dalla carica di amministratore della società appena ritornata in bonis; una vera e propria beffa! Nemmeno il tempo di gioire per la agognata riconsegna dell’azienda, perché nuovamente mi veniva sottratta di mano ed affidata ad un Amministratore Giudiziario. Ma il disegno non era ancora concluso. Dopo un mese circa di amministrazione Giudiziaria, la società viene nuovamente dichiarata fallita: sempre dal medesimo ed imperterrito giudice non imparziale, sull’istanza, fotocopia di quella che portò al primo revocato fallimento, presentata dalla multinazionale in odore di truffa e con il suo credito contestato. Il secondo fallimento, dichiarato senza soluzione di continuità con il primo, che era stato perentoriamente revocato, è stato davvero devastante: se durante il primo ero riuscito a tenere aperte le aziende, anche se con grandissimi sacrifici personali ed economici, dopo la seconda ingiusta dichiarazione di fallimento invece, sono stato costretto a chiudere molte aziende del Gruppo; anche quella storica di famiglia, quella ereditata dal sacrificio di mio padre e che per oltre cinquant’anni aveva fatto conoscere ed apprezzare le tradizioni del Sud e della sua norcineria in Italia ed all’estero ha dovuto sospendere le proprie produzioni. E, quel che più mi è dispiaciuto, sono stato costretto a mandare a casa tanti, tantissimi dipendenti, che avevano creduto fino in fondo alla possibilità di ripresa. Ma dicevo: con impressionante perseveranza e pervicacia, quel giudice non imparziale continuava ad accanirsi nei miei confronti e nei RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Martedì 1 luglio 2014 [email protected] sud CONTINUA economica. Troppe truffe editoriali hanno ammazzato e avvelenato il Paese. Qui c' è un gruppo libero e responsabile. Che lavora. Il nostro lavoro si incrocia con la trasformazione dei territori che raccontiamo. Indomabili sui fatti, refrattari alla volgarità, sovversivi su regole che l'Ordine della Basilicata tiene incatenate ma che vanno ridiscusse. 4) La politica ha lo stesso problema del giornalismo. I giornali italiani hanno capito in ritardo cosa stava succedendo alla loro storia. La Basilicata, vista da fuori, è un modello. Vissuta da dentro mostra il limite del rancore dei suoi protagonisti e della mancanza di credibilità delle posizioni conflittuali. Oggi Leo Amato vi racconta gli ultimi veleni prima dell'insediamento del nuovo consiglio comunale. Forse, sindaco De Luca, occorre adesso uno scatto di denuncia pubblica da parte tua. E così il Pd che si lamenta delle scelte politiche nella nominanda giunta è quello stesso Pd che non vuole più assessori esterni alla Regione? E il congresso? Facciamo un confronto pubblico tra i candidati. Braia deve avere il coraggio di rivendicare la sua posizione giudiziaria, e Folino altrettanto coraggio a contestargliela. Perchè non sia un pretesto. Dopodichè contenete la rabbia del protagonismo. La selezione la fanno gli altri. | L’EDITORIALE 17 | IL NUOVO VENTO CHE SOFFIA SUL MEZZOGIORNO segue dalla prima di GIANNI FESTA il trasformismo e il clientelismo, la malapolitica. Impresa ardua, ma non impossibile se la voce del bene comune riesce a sconfigge quella della rassegnazione, dell’indifferenza, del tutto male, comunque sia. Per questo, e con questi sentimenti , nasce da oggi, in tre regioni meridionali, Calabria, Basilicata e Campania, Il Quotidiano del Sud . Un progetto ambizioso che, con umiltà e perseveranza, si pone nel quotidiano racconto come sentinella di un vasto territorio la cui voce si è persa nelle distanze che lo separano dai palazzi del potere politico nazionale e dai robusti insediamenti industriali del nord. Siamo in un tempo in cui le trasformazioni, il vento del cambiamento, ha schiuso le porte alla voglia di credere. Lo spirito del fare si sostituisce alla stanchezza delle parole vuote. Per il Sud tutto questo appare molto lontano per una mentalità che stenta a confrontarsi con il nuovo, per l’assenza di strumenti che possano favorire il cambiamento. La stessa agenda del governo Renzi deve arricchirsi di nuove pagine con il linguaggio del meridionalismo propositivo. Ecco un altro obiettivo di questa iniziativa editoriale. Dare voce al Mezzogiorno che produce, che nelle nuove trincee lancia messaggi di speranza e di ottimismo. Siamo nati per raccontare anche questo. E ora, ricordando Guido Dorso, non ci resta che dire: ed ora al lavoro. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL FUTURO IONE LIBERA confronti delle mie aziende; per vero io ero venuto a conoscenza (per la confidenza incautamente fatta dal quel giudice al Direttore Leporace al quale ebbe pure modo di propalare la notizia della sentenza di fallimento che lo stesso, in qualità di giudice relatore, anticipò 10 giorni prima della camera di consiglio in cui venne emessa) della causa di cotanto accanimento che, come detto, risiedeva, tra l'altro, nella famosa notizia di cronaca pubblicata anni addietro sul giornale. Invano ho cercato per molto tempo di segnalare l’accaduto alle competenti Autorità Giudiziarie; ho finanche proposto un esposto contro quel giudice al CSM, ma senza riuscire a scalzare la sua figura di giudice non imparziale dalle mie cause e da quella anche del secondo fallimento. Ho proposto anche diverse istanze di ricusazione nei confronti del medesimo giudice, che nel frattempo avevo pure convenuto insieme allo Stato presso il Tribunale di Salerno, per il risarcimento dei danni provocati dal primo fallimento revocato (e che non doveva essere dichiarato – come scritto testualmente nelle sentenze di revoca!). Ma niente, i suoi colleghi del competente Tribunale, che dovevano decidere sulle mie istanze, venivano fuorviati dalle sue difese, nelle quali asseriva con forza di non avere alcun motivo di inimicizia e, soprattutto, di aver proposto nei confronti del giornale solo una mera rettifica e non altro; e che la mera rettifica non poteva dar luogo a motivo di ricusazione. Intanto il secondo fallimento continuava a provocare disastri nelle mie aziende; altre dolorose chiusure, altri dipendenti a casa… altra continua emorragia di finanze e di iniziative che faticosamente la mia famiglia ed io eravamo riusciti a costruire negli anni. Ed anche le sorti del giornale che, nonostante la sempre più incisiva crisi del settore, non ha mai sospeso le pubblicazioni, continuando a far sentire la sua voce libera e ad affermarsi con sempre maggiore autorevolezza nel panorama editoriale regionale, ben presto mi facevano rendere conto dell’impossibilità di proseguire il mio impegno di editore. Intanto continuavo a combattere nelle aule giudiziarie, rimarcando tutto il mio sdegno nei confronti di quel giudice che io ormai sapevo non imparziale, ma che, senza evidenze giudiziarie, non riuscivo a scalzare dallo scranno autorevole e delicato che lui continuava ad occupare, e dal quale continuava ad ordire odiose azioni contro il sottoscritto e contro il suo Gruppo imprenditoriale. Ma il caso ha voluto che, alla fine, sono spuntate anche le evidenze giudiziarie che hanno confermato tutto il livore e l’ostilità mostrata dal giudice non imparziale nei confronti del sottoscritto e delle sue aziende, a causa della pubblicazione di una semplice notizia di cronaca, pubblicata da un giornale libero e senza macchia. Per caso, infatti, presso il Tribunale di Salerno un mio legale ha scoperto che quel giudice non imparziale, per la vicenda di quell’articolo di cronaca, pubblicato assolutamente nei limiti della verità, della pertinenza e della continenza, che riguardava la sua condanna per aver procurato lesioni con un martello pneumatico alla vicina di casa, non soltanto aveva proposto una semplice rettifica al giornale (come da lui sostenuto nelle sue difese), bensì aveva proposto una lunga serie di atti giudiziari (denunce, querele, memorie, plurime opposizioni a richieste di archiviazione) nei quali con inequivocabile e durissimo linguaggio accusatorio, si scagliava contro il Giornale, il suo Direttore ed evidentemente anche contro il suo editore (definendolo addirittura ispiratore), chiedendo la severa punizione penale di tutti i responsabili. E nonostante i suoi colleghi P.M. di Salerno, proprio non riuscivano ad intravedere ipotesi di reato nell’articolo incriminato, il giudice non imparziale, ha lottato e non poco per riuscire ad ottenere la punizione di quelli che solo Lui riteneva colpevoli, proponendo plurime ed incalzanti opposizioni, nelle quali è arrivato finanche a dedurre di aver visto la sua carriera rovinata a causa di quell’articolo (non dal suo insano gesto contro il vicino!) che aveva semplicemente informato i lettori su una vicenda di cronaca giudiziaria. Non essendo riuscito ad ottenere giustizia con le sue denunce contro il giornale, quel giudice non imparziale, ha pensato bene di trovare soddisfazione accanendosi contro le società rientranti nel Gruppo dell’editore, con le vicende fallimentari sopra narrate. La scoperta di queste carte giudiziarie ha ovviamente avuto importante influenza anche nei Giudizi in corso. Infatti, la Corte di Appello di Catanzaro, investita del giudizio di revocazione avverso la seconda dichiarazione di fallimento, letti i nuovi atti giudiziari scoperti presso il Tribunale di Salerno, non ha potuto far altro che accertare e dichiarare i gravi ed evidenti motivi di inimicizia e di rancore che quel giudice non imparziale aveva ed ha nei confronti del sottoscritto: una grave inimicizia che, secondo la Corte catanzarese (v. sent. 1814/2013, ormai passata in giudicato), avrebbe comportato la mancanza di serenità e di imparzialità in quel giudice ed avrebbe dovuto imporgli l’astensione dai giudizi nei confronti del sottoscritto e delle sue aziende; astensione che non c’è stata e che, quindi, in difetto, si è tradotta in motivo di nullità di tutte le sue sentenze. Questa importante sentenza, che ha dato la conferma al sottoscritto che la Giustizia in Italia esiste e funziona, nonostante la presenza di qualche giudice non imparziale che ne scalfisce l’immagine ed il prestigio, ha finalmente tolto di mezzo dai giudizi riguardanti le società del Gruppo quel giudice non imparziale, ed adesso posso attendere con maggiore serenità gli esisti della Suprema Corte che dovrà tenere conto dell’importante arresto sopra citato. Intanto, però, ancora oggi a distanza di cinque anni dal primo, il secondo fallimento è attivo e continua a produrre ulteriori devastanti conseguenze. L’ultima, purtroppo, è quella che mi conduce oggi a “passare il Giornale ad altri”, che mi costringe all’ennesima rinuncia imprenditoriale e che mi porta a ridimensionare fortemente la mia figura di editore. La tristezza è tanta, ma l’orgoglio di aver creato e condotto (insieme agli altri artefici del successo editoriale – direttori, giornalisti, impiegati, e poligrafici) ai livelli di successo attuali il Quotidiano della Basilicata, mi rincuora. Ringrazio tutti quelli che hanno vissuto, sofferto e gioito insieme a me ed alla mia famiglia, per lo splendido successo editoriale che siamo riusciti a portare avanti fino ad oggi, pur nelle mille difficoltà narrate. L’esperienza rimarrà indelebile nel mio cuore e nella mia memoria: io continuerò a combattere nelle aule giudiziarie per vedere riconosciuti fino in fondo i miei diritti e quelli delle mie aziende, sacrificate purtroppo sull’altare di un giudice non imparziale. Ma, come già detto, non ho perso la voglia di continuare a combattere, di volere bene al mio territorio ed ai miei collaboratori e dipendenti, cui intendo poter assicurare ancora un futuro, nonostante tutto. E’ per questo motivo che sono comunque lieto che il Quotidiano del Sud raccolga il testimone di una editoria sana, libera e di qualità che mettendo in sinergia con altre testate le proprie competenze, conoscenze e attenzione e amore per il proprio territorio di riferimento può rilanciare e sviluppare una voce autorevole che da Sud parli a tutto il Paese. Da parte mia la consapevolezza di non aver tradito quei valori di libertà e di operosità rivolta al bene comune che è stata l’eredità più importante che ho ricevuto da mio padre affidandola nelle mani di giornalisti e operatori dell’informazione che sapranno difenderli e valorizzarli con altrettanta caparbietà e determinazione. *presidente Luedi srl Pubblicità Campania: Strategie srl Sede: via Aldo Pini, 10 - 83100 Avellino Tel. 0825.1735224 - Fax 8025.1800154 GIÀ CORRIERE - QUOTIDIANO DELL’IRPINIA fondato da Gianni Festa DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Festa CONDIRETTORE PER LA BASILICATA Lucia Serino CONDIRETTORE PER LA CALABRIA Rocco Valenti EDITORE: EDIZIONI PROPOSTA SUD S.R.L. SEDE LEGALE: via Annarumma, 39/A 83100 Avellino AMMINISTRATORE Simona Festa STAMPA: Finedit srl - Castrolibero (CS) - Via M. Preti Impresa beneficiaria per questa testata dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 La tiratura di xxx giugno è stata di XX.XXX copie. 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RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 18 REDAZIONE:via Nazario Sauro, 102 85100 POTENZA (PZ) Tel. 0971. 1656020 - Fax 0971.476797 Europa Mezzogiorno [email protected] Da oggi guida l’Italia per 6 mesi Dopo la Grecia è il nostro turno alla presidenza del Consiglio dell’Unione Europea DA OGGI l'Italia prende il posto della Grecia alla presidenza del Consiglio dell'Unione europea (UE), in cui i governi nazionali sono rappresentati nel processo decisionale dell'UE. Il Parlamento europeo lavora a stretto contatto con lo Stato membro in carica della presidenza di turno e assicura che il programma legislativo dell'UE funzioni correttamente. La Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, dove siedono i ministri, ruota ogni sei mesi per essere occupato da uno dei 28 Stati membri. Il paese che detiene la presidenza si occupa di presiedere le riunioni del Consiglio, gestire gli accordi tra Stati membri e di negoziare per conto dei suoi membri con le altre istituzioni europee, compreso il Parlamento e la Commissione. All'inizio di ogni presidenza, i rappresentanti dello Stato membro in questione presentano le loro priorità al Parlamento europeo per il semestre. Domani, il premier italiano, Renzi, discuterà con gli eurodeputatiin sessione plenaria i temi che ritiene più importanti per l'UE. I ministri italiani discuteranno tali priorità in dettaglio durante le riunioni delle commissioni parlamentari. Un'altra tradizione consiste nel dibattito lo stesso giorno della presidenza uscente. Domani la Grecia quindi presenterà ai deputati i risultati della sua presidenza, a nome del Consiglio. Nel corso del semestre, la presidenza dell'UE parteciperà a tutte le discussioni e tutte le riunioni delle commissioni parlamentari per rappresentare i governi nazionali. Da quando il trattato di Lisbona ha reso la procedura di codecisione la procedura legislativa ordinaria, i negoziati con il Parlamento europeo sono diventati uno dei compiti più importanti della presidenza di turno. Oggi, il Parlamento europeo e il Consiglio lavorano su un piano di parità nella maggior parte delle aree del diritto. Entrambi cercano di rimanere informati sui diversi punti di vista al fine di trovare un compromesso il più rapidamente possibile. I compromessi emergono solitamente durante delle riunioni informali tra i membri, la Presidenza di turno e i rappresentanti della Commissione europea. Nei rari casi in cui durante tali riunioni non si raggiunge un accordo sulle proposte legislative, la procedura formale di conciliazione costringe i rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio a trovare un compromesso all'ultimo minuto. IL RICORDO Istituire una Fondazione “Emilio Colombo” per l’Europa di MARCELLO PITTELLA Non vi è stata quella corale partecipazione popolare e quel calore affettivo che pure sarebbe stato giusto attendersi nei confronti di un leader prestigioso e carismatico del più grande partito politico italiano del secolo scorso, la Democrazia Cristiana. Mi capitava spesso di incrociarmi con persone provenienti da altre regioni italiane. E al termine delle presentazioni, quando pronunciavo il nome della città capoluogo da cui provenivo, era quasi d’obbligo sentirmi rispondere: Potenza? La città di Emilio Colombo? Certo, poi per la mia provenienza politica e familiare, con mio padre all’epoca senatore del Psi, io ero costretto ad aggiungere subito dopo, a mo’ di chiarimento, di essere socialista e non democristiano come Colombo. In questi tempi difficili, con la Basilicata maltrattata e dimenticata a livello governativo, come dimostrano le vicende di questi giorni sul Patto di Stabilità, l'Emilio Colombo che si batteva per la riforma fondiaria, per dare la terra ai contadini, per sottrarre migliaia e migliaia di lucani dalla schiavitù della miseria e dell'abbandono. Come vorremmo che ci fosse ancora a Roma un uomo, della statura politica e della levatura morale di Emilio Colombo, al quale affidare le nostre ragioni. Poi certo si potrà dire che su alcune materie da noi sollevate, come quella del Patto di Stabilità, anche il Governo di Roma deve a sua volta fare i conti con l'Europa della Merkel e dei banchieri. Quella Europa di cui Colombo è stato uno dei padri fondatori, sulle orme di Adenauer, Monnet, De Gasperi e Schuman. Ed anche qui io sono certo che il suo convinto ed appassionato europeismo, al quale credo sia necessario continuare ad ispirarsi, avrebbe convinto in questi giorni anche i falchi di Bruxelles a ritornare sulle proprie posizioni. Esattamente come umilmente tentiamo di fare anche noi, nella nostra azione politica quotidiana. Lo dico per me, ma sono certo di interpretare il pensiero di tanti miei colleghi consiglieri regionali. Il ricordo di Colombo è ancora forte e vivo nella mente di quanti l’hanno conosciuto e di quella classe dirigente che ha avuto la fortuna di avvalersi dei suoi insegnamenti. C’è in tutti noi un forte debito di gratitudine dei suoi confronti . E per come io lo avverto, sapendo che quel patrimonio di storia, di esperienza e di ideali non può andare disperso, io credo che questo debito di gratitudine non sia maturato solo nei confronti di Emilio Colombo. Ma sia un atto dovuto nei confronti dei giovani, delle nuove generazioni, di quanti cioè, al contrario di noi, non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, se mai di muovergli anche qualche critica, come pure a me è capitato di fare, ma in fondo di amarlo e di apprezzarlo, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, quando il suo ruolo super partes di Senatore a vita aveva, diciamo così, ammorbidito qualche asprezza caratteriale e politica, di cui c’era stata evidente traccia negli anni del duro scontro ideologico Dc-Pci, quando la cultura cattolica, da un lato, e quella social-comunista, dall’altro, si affrontavano quasi senza esclusione di colpi. La domanda ora è: come possiamo ripagare il debito di gratitudine che abbiamo nei confronti di Emilio Colombo? Ho letto in questi giorni sui giornali una serie di interessanti suggerimenti. Il collega Achille Spada ha proposto, per esempio, di intitolargli una piazza nelle nostre città capoluogo e nei tanti piccoli paesi nei quali egli non ha mai fatto mancare la propria presenza, soprattutto in campagna elettorale. Sono pienamente d’accordo. Scriverò, se necessario, una lettera a sostegno di questa idea a tutti i sindaci lucani. Ho poi letto la lunga e appassionata nota scritta qualche giorno fa da Vincenzo Viti, proprio nel giorno del primo anniversario della morte di Emilio Colombo. Vincenzo ha lanciato una proposta, che per la verità egli aveva avuto modo di anticiparmi e che io condivido in pieno. Vale a dire: istituire una Fondazione Emilio Colombo per l’Europa, chiamando a cooperare le migliori intelligenze del Paese e non solo. Io credo che dobbiamo seriamente fare nostro l’appello di Vincenzo Viti, saldando il debito di gratitudine che abbiamo nei confronti di Colombo, dando vita ad una Istituzione di studi, di ricerche e di formazione che ricordi l’impegno che valse a “don Emilio” – come affettuosamente lo chiamavano i suoi amici più cari - l’attribuzione dei Premi Carlo Magno ad Aquisgrana e Monnet a Losanna. Una Fondazione che guardi alle nuove generazioni, alle quali ricordare che solo in Europa è possibile ritrovare le ragioni di una rinnovata prospettiva etica, culturale e civile che consenta alla Basilicata, al Mezzogiorno e all’Italia di affrontare le grandi sfide che ci attendono. Per quanto mi riguarda offro sin d’ora la piena disponibilità della Regione a lavorare alla costituzione di una Fondazione Emilio Colombo per l’Europa. Potremo così recuperare il lascito che la migliore tradizione del meridionalismo europeo ha saputo realizzare e che attende di rivivere con la qualità e l’intransigenza che Colombo sepe mettere nel suo impegno di uomo del Sud, dell’Italia e dell’Europa“. L’INTERVENTO Una politica che riparta dal Sud di PIERO LACORAZZA EMILIO Colombo ha sempre cercato di affermare una visione delle Regioni e delle autonomie locali come elemento di forte adesione ai bisogni dei territori, che mantenesse però una visione unitaria dello Stato. Una visione equilibrata e temperata del rapporto fra Stato e Regioni che, dopo le poche luci e le tante ombre di una stagione caratterizzata da un federalismo mai nato e dal ritorno forte dello statalismo, tornerebbe molto utile proprio mentre si discute della riforma del Senato e del Titolo V. Il Mezzogiorno e l’Europa, i due orizzonti sempre presenti nelle idee di Colombo, sono in realtà il vero tema di oggi, quello da cui dipende in buona parte lo stesso successo del semestre di presidenza italiana dell’Ue che si apre in questi giorni. Serve un’Europa politicamente sempre più unita, come Colombo amava ripetere, pur nel rispetto delle diversità e delle identità nazionali. E questa Europa, a maggior ragione oggi, non può lasciare il tema dell’integrazione solo alla dimensione monetaria e finanziaria: occorre invece fondare sulla crescita, sullo sviluppo, e parallelamente, sulla democrazia, sulla partecipazione e sui diritti dei cittadini nello spazio europeo, la ripresa del Continente allargato. l’Europa a 28 naturalmente non è più quella dei fondatori, e in questo quadro il Mezzogiorno non può essere il luogo a cui vengono di fatto delegate soltanto le politiche di accoglienza dei tanti disperati che arrivano e continueranno ad arrivare in Europa dall’Asia e dall’Africa, ma deve assumere il ruolo di piattaforma logistica nell’area euro mediterranea, in una Europa che finalmente si apre al Mediterraneo e ne diventa punto di riferimento. Emerge cioè con forza la necessità di un politica nazionale che riparta dal Sud e chiami le Regioni e le autonomie locali a condividere e implementare strategie, a coordinare politiche e scelte alla vigilia della nuova e delicata partita della programmazione comunitaria per il periodo 2014/2020. L’attualità di Colombo incrocia queste riflessioni e ci interroga sul presente e sul futuro, sui valori autentici del regionalismo e sulle classi dirigenti meridionali. Studiare e ricordare questa figura importante, e soprattutto di non dimenticare i suoi moniti, è utile a quanti con fatica cercano di affrontare i problemi della Basilicata di oggi. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 19 Martedì 1 luglio 2014 [email protected] Omicidio Gianfredi: la Cassazione annulla gli arresti per il 63enne di Filiano Angelo Nolè Il quarto uomo resta a piede libero Intanto la Dda di Salerno chiude le indagini sui vertici del vecchio clan dei basilischi POTENZA – Resterà a piede libero Angelo Nolè, 63enne di Filiano: il quarto uomo finito nel mirino degli inquirenti con l’accusa di essere stato tra gli organizzatori del duplice omicidio dei coniugi Gianfredi, il 29 aprile del 1997. Lo ha deciso la Corte di cassazione accogliendo il ricorso presentato dal legale di Nolè, l’avvocato Valeria D’Addezio, che aveva evidenziato in particolare la mancanza di esigenze cautelari nei suoi confronti. Intanto da Salerno sono già partiti gli avvisi di chiusura delle indagini, e la Dda sembra intenzionata a chiedere il rinvio a giudizio per lui e per i vertici del vecchio clan dei basilischi, in carcere da febbraio come mandanti dell’agguato di Parco Aurora. Si tratta del pignolese Saverio Riviezzi, del potentino Carmine Campanella, e del fondatore della “quinta mafia” nonché ex pentito - Gino Cosentino, che fino alla revoca del programma di protezione nei suoi confronti non aveva mai ammesso responsabilità per i fatti di sangue attribuiti alla “famiglia” tutta lucana. Con loro risultano indagati e potrebbero finire “alla sbarra” anche due pentiti: il melfitano Alessandro D’Amato, e il boss Antonio Cossidente, che hanno confessato rispettivamente di aver fatto parte del gruppo di fuoco e di aver organizzato l’agguato. Secondo i giudici della Suprema corte Nolè non sarebbe più in grado né di inquinare le prove, né di scappare o commettere nuovi omicidi. Fermi restando gli indizi a suo carico. D’altronde i suoi ultimi contatti con gli uomini del vecchio clan dei basilischi risulterebbero molto datati. A chiedere il suo arresto, già negato a febbraio dal gip Maria Zambrano, era stato il pm Rosa Volpe, e ad aprile il Tribunale del riesame aveva dato anche il via libera, sospeso proprio in attesa della scadenza dei termini per il ricorso in Cassazione. A fare il suo nome prima con gli investigatori dell’antimafia lucana, e poi con i colleghi campani, sono stati sempre i due pentiti che con le loro dichiarazioni - nel 2010 - hanno segnato la svolta nel mistero sui killer di Pinuccio Gianfredi e Patrizia Santarsiero. Secondo Alessandro D’Amato, l’ex camionista che ha ammesso di aver sparato - senza sapere che nell'auto ci fossero anche la donna e i figli della coppia, scampati soltanto per miracolo - Nolè avrebbe fatto da intermediario tra lui e Riviezzi. «Io so solo che si sono riuniti tutti e tre, Cossidente, Riviezzi e Nolè, e hanno deciso che comunque si doveva incominciare ad ammazzare queste persone. A fare rumore. E a far rumore significava far rumore forte (…) dovevamo colpire il pezzo». Queste sono state le parole di D'Amato ai pm di Salerno nell’interrogatorio del 5 dicembre del 2012. L’avvocato: «Siamo fiduciosi nell’esito del processo» Mentre Antonio Cossidente, il boss pentito della calciopoli rossoblu e delle relazioni scottanti coi palazzi che contano, ha riferito di sopralluoghi effettuati da Nolè assieme a Campanella, con cui sarebbe stato legato anche da un rapporto di parentela. «E’ andato pure Angelo Nolè qualche volta insieme a lui, perché poi erano... i due sono, tra parentesi, dovrebbero essere anche, se non sbaglio, cugini o compari». Così il padrino diventato collaboratore di giustizia due mesi dopo le prime dichiarazioni di D’Amato. «Molte volte anche il Nolè accompagnava il Campanella nei vari appostamenti anche perché Nolè non era conosciuto in quella zona e neanche dal Gianfredi. Quindi spesso, mi diceva Campanella, che qualche volta è capitato che Nolè andava anche sotto casa, così passeggiando come una persona normale». Di più sul suo conto gli investigatori della Mobile di Potenza hanno recuperato un tabulato telefonico in cui compare il numero di sua moglie affianco a quello di Massimo Cassotta, considerato il referente del clan dei basilischi nel melfitano e fratello di Marco Ugo, un’altra delle vittime di Alessandro D’Amato. Per il gip di Salerno si sarebbe trattato comunque di elementi insufficienti. A suo dire infatti i collaboratori sarebbero stati «vaghi nel tracciarne il contributo limitandosi a identificarlo tra i mandanti ed organizzatori». Soddisfazione per la decisione della Cassazione è stata espressa dal difensore di Nolè, Valeria D’Addezio, contattata dal Quotidiano. «Adesso siamo fiduciosi - ha aggiunto - che in sede giudiziaria anche i dubbi residui sulla sua posizione vengano chiariti in maniera definitiva». [email protected] Indagati anche i pentiti Cossidente e D’Amato I rilievi della polizia sull’auto di Giuseppe Gianfredi e della moglie Patrizia (sotto) Obiettivo: migliorare la qualità delle leggi regionali Pubblicati i bandi del Consiglio per le Università L’ingresso del Consiglio regionale POTENZA - Il Consiglio regionale della Basilicata ha pubblicato sul suo sito web 2 avvisi pubblici, rivolti alle università per «reperire dottorandi in materie giuridiche e tirocinanti che saranno selezionati dalle Università di appartenenza ed opereranno a supporto dell’Ufficio Legislativo, Studi e Documentazione del Consiglio regionale». Il primo avviso, ha spiegato l’ufficio stampa del Consiglio, «ha lo scopo finanziare 2 progetti di ricerca presentati dalle Università italiane pubbliche e private che hanno attivato dottorati di ricerca in materia di diritto costituzionale e diritto pubblico generale, diritto regionale e degli enti locali, metodi e tecniche della formazione e della valutazione delle leggi». Il secondo bando «riguarda l’attivazione di alcuni tirocini formativi, fino a un massimo di dieci, per laureandi in materie giuridiche ed economiche, o equipollenti, residenti in Basilicata e in procinto di redigere una tesi su argomenti e questioni di interesse regionale». Le manifestazioni di interesse dovranno essere presentate dalle Università entro il 31 luglio 2014. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 20 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] Conclusa, per fortuna a lieto fine, la scomparsa della quattordicenne potentina Era a Roma la giovane Miriam Voleva dare un aiuto all’amica. Due giorni di paura a Bosco Grande UN INCUBO lungo 48 ore. Svanito, con somma gioia di tutti, verso le 10 della mattina di ieri, quando lo squillo del telefono era quello giusto. Miriam Monaco era a Roma, assieme a un’amica, Sara Fabiani, nei pressi del Colosseo. E’ stata la stessa Sara a chiedere in prestito un cellulare a un passante per chiamare un’amica che si è affrettata a contattare le forze dell’ordine, giunte prontamente sul posto, in via Cavour, per dare la necessaria assistenza alle due quattordicenni, delle quali si erano perse le tracce. Un sospiro di sollievo, tanti interrogativi e la conclusione che, in fin dei conti, si è trattato di una bravata adolescenziale. Vista dalla “parte” della quattordicenne della contrada Bosco Grande, un atto di generosità e di vicinanza a un’amica in una situazione difficile. Uno scatto d’impulso sconsiderato, perchè fatto all’insaputa dei genitori, ma non del tutto ingiustificato. Considerazioni, queste, fatte però solo a posteriori, quando la tensione si è sciolta in un ab- Miriam e Sara, le due adolescenti protagoniste della storia conclusasi con un lieto fine braccio comune e il terrore si è tra- ieri, solo tanta paura, diverse faL’allarme scatta nel momento in sformato in un grande senso di miglie nel panico, genitori dispe- cui la potentina non fa rientro al umanità e amicizia. Non solo vir- rati. Stando al racconto delle due solito orario, dopo la passeggiata tuale, dato che le due proprio con protagoniste della vicenda, senti- “sopra Potenza” del sabato. Fino Facebook avevano stretto un lega- te nel commissariato di Velletri, in ad allora, nel corso dell’intero pome affettivo. provincia di Roma, sabato mattina meriggio, solo brevi telefonate di Nel frattempo però, dal pome- Miriam va a incontrare Sara a casa routine, whats up e sms con i geniriggio di sabato alla mattinata di sua. Viaggio, quindi, mediatato. tori, quasi a volerli tranquillizza- re. Ma dalle 21 di sabato è panico: polizia allertata e celle telefoniche che agganciano il cellulare della ragazza a Velletri. E’ lì che si recano i genitori. Dai racconti delle due amiche, è proprio in provincia che trascorrono l’intera prima nottata, per poi mettersi sul treno per la capitale all’alba di domenica. Durante il viaggio, addormentatesi nel convoglio per la stanchezza, sono state oggetto del furto di pochi spiccioli e dell’unico telefonino di cui disponevano. A Roma hanno stazionato per l’intera giornata nel quartiere di San Lorenzo, uno dei più “vivi” della capitale, dove hanno trascorso la loro movida e anche la seconda notte fuori di casa. Poi, in preda a preoccupazione e stanchezza, il gesto sensato di chiedere aiuto. I genitori hanno potuto riabbracciare Miriam in tarda mattinata, proprio a Velletri, dove sono state esperite tutte le formalità della Polizia per fare chiarezza sull’allontanamento volontario dal proprio domicilio. Alfonso Pecoraro L’attività di sensibilizzazione e prevenzione voluta dallo Stato Maggiore Giovani e alcol, l’Esercito ne discute Preoccupazioni e dati allarmanti L’incontro di ieri a Potenza (Mattiacci) “I GIOVANI E L’ALCOL” è stato il tema dell’incontro che si è tenuto a Potenza nella Caserma “De Rosa” sede del Comando Militare, voluto dal Comando dell’Esercito in Basilicata sempre più aperto al territorio ed alle esigenze della collettività. L’evento coordinato dal dottor Emanuele Venezia, Dirigente del Servizio Sanitario dell’Esercito in Basilicata, e alla presenza del Comandante Colonnello Giu- lio Barba e di numerosi ospiti ed autorità intervenute, tra cui l’ing. Pafundi rappresentante della Sanità regionale, è nato da una iniziativa dello Stato Maggiore dell’Esercito ed è stato organizzato d’intesa tra: Comando Militare di Basilicata e Associazione Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, (Organo volontario ed ausiliario dell’Esercito). Dati allarmanti relativi all’uso, abuso di sostanze alcoliche; il fenomeno, spesso sottovalutato a livello sociale ed anche familiare, è ormai in aumento in tutt’Italia e coinvolge una fascia d’età sempre più bassa che riguarda anche gli adolescenti al di sotto dei 15 anni. Questa importante attività d’informazione, prevenzione e sensibilizzazione, come precisato dal Capitano medico Dottor Dattola, del Sovrano Militare Ordine di Malta e presiedente il centro di riabilitazione alcologica di Chiaromonte, ha la finalità di far conoscere ai giovani ed alle loro famiglie i danni alla salute provocati dall’utilizzo di alcolici, sostanze stupefacenti ed altre forme di dipendenza psicofisica con conseguenze devastanti dal punto di vista sanitario. L’attività di sensibilizzazione e prevenzione sanitaria dell’Esercito proseguirà in Basilicata durante il corso dell’anno. Eredità Giacente Il Giudice del Tribunale di Lagonegro, con decreto del 27.05.2014 N 301/13 V.G. ha nominato la Dott.ssa Elisabetta Brigante,con studio in Lagonegro (PZ), Via Napoli,37,curatore all'eredità giacente della sig.ra Lista Rosa, nata a Chiaromonte (PZ) il 14.06.1943, deceduto il 08.11.2004. Il richiedente Dott.ssa Elisabetta Brigante Eredità Giacente Il Giudice del Tribunale di Lagonegro, con decreto del 27.05.2014 N 245/13 V.G. ha nominato la Dott.ssa Elisabetta Brigante,con studio in Lagonegro (PZ), Via Napoli,37,curatore all'eredità giacente del sig. Sabella Giovanni, nato a Lagonegro (PZ) il 14.08.1948, deceduto il 26.11.1999. Il richiedente Dott.ssa Elisabetta Brigante Vipera in casa, salvata Era di una specie protetta Sgradita sorpresa per un cittadino di Potenza che domenica pomeriggio, al rientro a casa si è imbattuto in una piccola vipera. L’uomo, che abita abita in un appartamento in Discesa San Gerardo, nei pressi dell'incrocio con via Carlo Bo, ha richiesto l'intervento dei vigili del fuoco che sono giunti sul posto cinque minuti più tardi, e hanno recuperato il piccolo di vipera, sostenendo che si trattava di un esemplare molto giovane e consigliando di porre particolare attenzione perché poteva essere prossimo all'abitazione un nido. Sempre i vigili del fuoco hanno confermato di come si tratti di una specie protetta e dunque non poteva essere soppressa e che quindi sarebbe stata liberata in una zona di campagna. Altro onsiglio dei vigili è stato quello di dotarsi di un gatto, felino notoriamente aggressivo con i rettili. Lo stesso cittadino, nell’area prospiciente la sua abitazione ha visto in un'aiuola un topo di grandi dimensioni. In ragione di questo ha ritenuto di interessare Acta e Comune affinché adottino le opportune misure. La vipera in mano a un vigile del fuoco e, a destra, nello stipite della porta RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 29 Genovesi (Cgil), Falotico (Cisl) e Vaccaro (Uil) propongono un accordo con la Regione Liste d’attesa, la ricetta dei sindacati Quattro i punti salienti. Tra questi sblocco del turn over e orari prolungati PROCEDERE a nuove assunzioni - anche a tempo determinato - non solo nei reparti di pronto intervento e primo soccorso facendo ricorso alla deroga del blocco del turn over. Procedere alla costituzione aggiuntiva di un fondo per prestazioni straordinarie volontarie, ricorrendo a unaccordo sperimentale che, attraverso l'implementodelle fasce orarie o dei giorni di intervento sanitario consenta diridurre i tempi sulle prestazioni diagnostiche e specialistiche con tempi di erogazione superiori ai 60 giorni, partendo proprio dalleliste di attesa più lunghe. Ampliare l’orario di attività dei servizi ambulatoriali e radiologici nei giorni festivi e prefestivi e negli orari serali, facendo ricorso al sistema delle “prestazioni aggiuntive”, allo scopo di mantenere aperte le strutture per i servizi diagnostici e l’accesso alle grandi apparecchiature in fasce orarie uniformi nelle diverse Aziende: 12 al giorno e fino alla mezzanotte, sia nei giorni feriali che festivi della settimana e accompagnare il tutto con unpiano di formazione, aggiornamento e mobilità professionale dentro le strutture, in base a precisi modelli di intervento perseguendol’obiettivo di migliorare il grado di offerta dei servizi. Questi i quattro passaggi che Cgil, Cisl e Uil hanno individuato per risolvere il problema delle liste d’attesa. I quattro punti sono stati illustrati ieri nel corso di un incontro nella sala “Ugo Bianchi” della Cisl dai segretario regionali dei tre sindacati: Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro. Attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Regione e con le Aziende sanitarie come avvenuto in Puglia - Genovesi, Falotico e Vaccaro durante la conferenza stampa di ieri (foto Andrea Mattiacci) sarà possibile garantire «il diritto alla salute - ha detto Falotico - come diritto costituzionalmente sancito». Garantire realmente il diritto alla salute vuol dire aggredire principalmentesia la barriera dei costi che ancora il cittadino deve sostenere(costi indiretti, legati all’accesso materiale alle strutture, alla corretta informazione o costi diretti, quali quelli dei ticket a livello nazionale e, a livello regionale, quelli connessi al ticket per la farmaceutica),sia la barriera rappresentata dall'effettiva offerta sanitaria, dal suo accesso in tempi ragionevoli, dall'esigibilita' di una prestazione di qualità. Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie del lavoro pubblico e dei sindacati dei pensionati in primis sono impegnati «già da tempo in questa battaglia che ora va ripresa e rilanciata, aprendo una “vertenza salute” a tutto campo, indicando priorità e metodi per un confronto serrato a partire con la Regione». Occorre, pertanto, rafforzare e migliorare l’intero sistema domanda-offerta del- le prestazioni sanitarie, partendo, appunto, dalle liste di attesa, attraverso il superamento della logica di compartimentazione dei tre segmenti di erogazione dei servizi: Pronto soccorso, attività in regime di ricovero, attività ambulatoriali. Questi tre segmenti «devono essere considerati ha aggiunto Alessandro Genovesi - come componenti di un unico sistema che deve condividere le stesse logiche e criteri di appropriatezza per l’accesso alle prestazioni, adeguandosi in modo flessibile all’anda- mento della domanda, utilizzando tutte le risorse umane e strumentali disponibili». Un “sistema a rete” ben definito nel quale la persona sia accolta da qualsiasi punto il sistema sia approcciato, individuandone subito il suo bisogno di salute. Il tempo è una variabile decisiva che fa la differenza tra la buona e la cattiva sanità le liste di attesa sono un oltraggio alla salute dei cittadini e hanno un costo sociale incalcolabile. In quest’ottica,l’abbattimento dei tempi delle liste di attesa rappresenta una priorità assoluta. Vi sono ormai interi settori della medicina diagnostica e di laboratorio che, per sovraccarico di lavoro rispetto al personale presente, per modalità organizzative dei vari reparti «vedono esami disponibili all’utenza in tempi abbastanza ragionevoli (30-40 giorni) - ha aggiunto Falotico - ed esami, spesso importantissimi, con tempi superiori a 120 giorni, di fatto limitando il diritto alla salute dei cittadini». Cittadini che se possono permetterselo si rivolgono ai centri privati pagando di tasca loro altrimenti sono costretti a lunghe attese. «Come sindacati - ha proseguito Carmine Vaccaro siamo convinti le nostre proposte non possono prescindere anche dal ruolo che riveste il medico di base sulla sua funzione di filtro rispetto alla attribuzione della classe di priorità , del quesito diagnostico , del tempo d’attesa proposto in relazione al bisogno di salute, a garanzia di una reale ed effettiva presa in carico del paziente nel suo percorso di salute». Per fare ciò sarà fondamentale costruire una visione di insieme, tra organizzazioni sindacali, Regione e Direzioni sanitarie. «Chiediamo, pertanto - hanno concluso Genovesi, Falotico e Vaccaro - un incontro urgente al Presidente della Giunta Marcello Pittella, e all'assessore Regionale alla Salute, Flavia Franconi, per porre tra le priorità dell'agenda regionale proprio il tema dell'abbattimento delle liste di attesa nella sanità». al.g. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il provvedimento del sindaco fino al prossimo 29 settembre Ztl, De Luca firma il suo primo atto Il centro storico aperto al traffico PRIMO provvedimento del nuovo sindaco di Potenza, Dario De Luca. Da oggi e fino al prossimo 29 settembre è stata disposta la prosecuzione della temporanea sospensione della validità della zona a traffico limitato (Ztl) nel centro storico cittadino con il libero transito attraverso tutti i varchi attivi. La Ztl è stata istituita dall’ex sindaco Vito Santarsiero nel 2011 per migliora- re la vivibilità ma ci sono state polemiche da parte dei commercianti della città vecchia, confluite anche in contenziosi. La Ztl era sospesa dallo scorso aprile per consentire sia le feste religiose che le elezioni. De Luca, come suo primo atto, ha firmato un decreto con cui proroga questa sospensione. Durante la campagna elettorale De Luca aveva promesso «la completa revisione delle condizioni di circolazione stradale nel centro storico con istituzione di una nuova regolamentazione della zona a traffico limitato», programma che è riportato anche nel decreto. Pertanto si studieranno le questioni della pedonalizzazione di spazi pubblici, della circolazione degli autoveicoli, della regolamentazione della sosta a pagamento nel centro storico e poi si deciderà. Infine, a corroborare le intenzioni di De Luca, nel provvedimento si riporta che hanno avuto «esiti positivi» le precedenti sospensioni della Ztl. Il patriarca maronita Rai ringrazia “Together onlus” per la nuova chiesa «Un grande progetto per tutti noi libanesi» «L’OPERA di Together onlus e del suo presidente Nello Rega ci riempie di gioia. Un grande progetto per il Libano e i libanesi. Per questo a “Together onlus” va la nostra gratitudine e quella di tutti i libanesi». Così il patriarca maronita, Bechara Rai, ha commentato il progetto di restauro della chiesa di Maria Ausiliatrice di Houssoun centro a 30 chilometri da Beurut. Alla cerimonia di benedizione, presieduta dal cardinale Rai, hanno partecipato tra gli altri il nunzio apostolico, Caccia, l’ambasciatore italiano Morabito ,il rappresentante del ministero degli Esteri libanese, Gabi Gebrail, l’ispettore salesiano per il Medioriente e don Munir. Parole di apprezzamento per il lavoro svolto, anche da parte di Morabito e di gnor Caccia. Il tutto alla presenza di centinaia di fedeli provenienti da Il patriarca maronita, Bechara Rai durante la prima messa nella nuova chiesa tutto il Libano. Un tocco italiano nel cuore del Libano. L’associazione “Together onlus” ha, infatti, restaurato la Chiesa di Maria Ausiliatrice a Houssoun. Costruita nel 1962 su iniziativa di don Carlo Moroni e il contributo di benefattori italiani, la chiesa dei Salesiani è stata spettatrice della storia recente del Paese dei Cedri. Dopo 52 anni, grazie all’attività di Together Onlus con la collaborazione del Panathlon international, la struttura è stata totalmente restaurata, con un nuovo design firmato da Raffaele Gerardi. In quasi 4 mesi di lavori la Chiesa è stata completamente ridisegnata: impermeabilizzazione anti-pioggia, impianti elettrici, tinteggiatura, lavori strutturali, infissi, arredamenti. Colori, tonalità di luci, sicurezza. Il tutto accompagnato con il “fascino” dei marmi di Carrara che impreziosiscono le stazioni della Via Crucis, l’acquasantiera, la scritta “Gloria Libani data est ei” e il tabernacolo. Così come il murales realizzato da Raffaele Gerardi (designer italiano che ha firmato campagne pubblicitarie per le più grandi aziende italiane) che accompagna i fedeli con gli occhi di Don Bosco e lo sguardo dei suoi ragazzi. Nel dipinto “Le luci di Don Bosco”, il cedro simbolo del Libano e “le luci” del Santo dei giovani si posano sulla chiesa di Maria Ausiliatrice di Houssoun, portando gioia, speranza e sorrisi. Il tutto alla vigilia del bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco (18152015). Il tutto scandito dai rintocchi della nuova campana in bronzo realizzata dalla Fonderia di Beit Chabab. BREVI “LA COCCINELLA” L’asilo nido c’è ma non può aprire L’ASILO nido “La coccinella” c’è ed è pronto però, per problemi burocratici, non può ancora aprire i battenti. E così oggi, alle 16.30 i dirigenti dell’associazione “Centro infanzia Basilicata” e le operatrici non solo illustreranno la vicenda che impedisce l’entrata in funzione del Nido e l’avvio dell’attività ma mostreranno la struttura che purtroppo è ancora chiusa. EQUITALIA “Sportello amico” Da oggi in funzione OGGI nella sede Equitalia entrerà ufficialmente in funzione lo “Sportello amico imprese” che sarà aperto ogni giorno dalle 8.15 alle 13.15. Agli imprenditori verranno spiegate le modalità di rateizzazione, di compensazione e sospensione della riscossione RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 32 Potenza e provincia Martedì 1 luglio 2014 [email protected] BELLA La struttura di San Cataldo purtroppo è aperta solo tre giorni alla settimana Petizione per l’Ufficio postale Come se non bastasse, i problemi di connessione bloccano le operazioni BELLA - Da mesi l’Ufficio postale della popolosa frazione di San Cataldo dove abitano circa 1.200 cittadini è aperto a giorni alterni pur essendo di tipologia B. Gli uffici postali di tipologia B, spieghiamo, sono caratterizzati dalla presenza di un direttore e di un collaboratore e dovrebbero essere aperti tutti i giorni. La singolarità dell’ufficio di San Cataldo, forse unica in Basilicata o addirittura in Italia, sta nel fatto che vi è, invece, un solo operatore che garantisce l’apertura al pubblico a giorni alterni (oppure solo tre giorni a settimana). Se a tutto questo si aggiunge la circostanza che nei pochi giorni di apertura l’ufficio non è efficiente a causa della continua interruzione delle linea telefonica che non consente di effettuare qualsiasi operazione finanziaria ne esce fuori un vero disservizio. Non è possibile continuare ad accettare quella che è una vera e propria strategia messa in atto da PICERNO L’ingresso di un Ufficio postale Poste Italiane, al fine di rendere “volutamente” improduttivi questi presidi, per poi giustificarne la chiusura per una mera logica di razionalizzazione dei costi. Poste italiane, dimostrandosi ancora una volta vulnerabile a vuoti di memoria, dimentica che la specificità di questi presidi, come da accordi sottoscritti con il Governo ita- liano, è quella di garantire un doveroso servizio universale. San Cataldo, se pur una frazione, ha una popolazione residente, in molti casi, superiore a quella di alcuni comuni limitrofi, e ben merita un ufficio postale che si caratterizzi per la tipologia ad esso assegnata. Una petizione popolare con oltre 400 firmatari è Giornata dedicata ai “diversamente socievoli” Tramutola, venticinque anni per l’associazione “Auser” TRAMUTOLA - Circa 400 persone hanno invaso il centro storico tramutolese per festeggiare l’anniversario dei 25 anni dell’Auser. «Una giornata - ha dichiarato la presidente dell’Auser locale, Annamaria Grieco - per i diversamente socievoli. Sono arrivati da tutta la Regione non solo anche - prosegue la presidente - delegazioni provenienti dalla Campania e Puglia. E’ stata un’occasione per stare - ha specificato - insieme e in particolare per far conoscere il patrimonio storico culturale del paese: dalla chiesa della Madonna del Rito all’antico lavatoio comunale, alla visione dell’antica bandiera dell’Unitá d’Italia collocata nel Municipio. Una giornata - ha aggiunto - ricca di interesse per i nostri asso- Le volontarie dell’Auser e il gazebo allestito in piazza ciati e di convivialità». L’au- degli adulti, la solidarietà inser è una associazione di pro- ternazionale, la tutela e l’afgetto tesa alla valorizzazione fermazione dei diritti umani delle persone e delle loro re- e della pace in ogni parte del lazioni. E’ ispirata a principi mondo. Sostenere le persodi equità sociale, di rispetto e ne, migliorare la qualità delvalorizzazione delle differen- la vita, con particolare riferize, di tutela dei diritti, di svi- mento alle persone anziane e luppo delle opportunità e dei ai rapporti fra le generaziobeni comuni. Tra gli obiettivi ni, orientandole all’esercizio quello di Sviluppare il volon- della solidarietà. an. pe. tariato, le attività di promo© RIPRODUZIONE RISERVATA zione sociale, l’educazione già stata inviata ai vertici di Poste Italiane, al Prefetto di Potenza ed al Comune di Bella, per denunciare la grave anomalia dell’Ufficio Postale di San Cataldo, per sollecitare tutte le autorità preposte a farsi carico dell’annoso problema e per chiedere l’immediato ripristino dell’apertura continuativa del predetto presidio. POTENZA Lampione pericoloso Intervento dei vigili POTENZA - Singolare intervento dei Vigili del fuoco in via dell’Edera. Forse le forti raffiche di vento oppure un colpo accidentale di una vettura fatto sta che i pompieri hanno dovuto sistemare la coppa di un lampione che sporgeva pericolosamente rischiando di cadere e colpire qualche passante. I Vigili del fuoco giunti sul posto hanno immediatamente provveduto a sistemare la struttura evitando ulteriori problemi ai passanti e ai residenti che escono dal vicolo di via dell’Edera in direzione dell’incrocio che conduce in viale Dante e via Vaccaro. L’intervento è durato pochi minuti ed è stato seguito da un dirigente del Comune di Potenza giunto sul posto. [email protected] Alcuni lavoratori forestali Lavoratori forestali Russillo denuncia «Utilizzo improprio» PICERNO - «Si consenta l’utilizzo dei lavoratori forestali secondo le intese regionali al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati dalla legge a vantaggio del nostro territorio». E’ quanto si legge in un’interrogazione presentata dal capogruppo del gruppo consiliare di minoranza “Vince Picerno” Valeria Russillo, posta all’attenzione del presidente del consiglio comunale, del Responsabile dell’Utc-Forestazione e del sindaco di Picerno, del Responsabile al ramo dell’Area Programma Marmo Platano-Melandro. «In questi giorni - afferma Valeria Russillo più volte sono stati riscontrati episodi nel Comune di Picerno che testimoniano l’utilizzo difforme delle maestranze degli addetti alla forestazione rispetto alle intese regionali». A Picerno, a quanto pare, «gli addetti forestali sono utilizzati per pulire le strade e, in gran parte, per tagliare semplicemente l’erba in ambiti che nulla hanno a che fare con la “forestazione”». Tali maestranze costano al bilancio regionale circa 38 milioni di euro ogni anno. «Mentre sulle carte regionali gli obiettivi della forestazione - prosegue sono “economia forestale efficiente ed innovativa”, tutela del territorio e dell’ambiente “con la valorizzazione multifunzionale dei complessi forestali pubblici, con particolare attenzione ad interventi mirati alla mitigazione del dissesto idrogeologico”, nei fatti, invece, le maestranze sono utilizzate in ambiti e mansioni del tutto estranee. Il tutto con l’assenso di amministratori locali e delle persone che hanno il compito di dirigere e coordinare i lavori». AVIGLIANO Ottanta giovanissimi al primo trofeo “Villa diamante” Una giornata tra sport e amicizia AVIGLIANO - Seconda domenica consecutiva all’insegna dell’amicizia, dello sport e, soprattutto, dedicata alla condivisione dell’amore per la bicicletta. Si è tenuto, infatti, primo trofeo “Villa diamante”, gara per esordienti valida per l’assegnazione del campionato regionale 2014. La competizione è stata organizzata da Ads gruppo ciclismo Avigliano, con il supporto dell’amministrazione comunale, del corpo di Polizia locale, dai carabinieri e dei volontari della Protezione civile. La gara è consistita in un circuito, che si è sviluppato nel centro urbanoed extra urbano, da percorrere più volte per coprire una distanza di 30 chilometri. All’invito degli organizzatori, favorito anche da una gradevole giornata estiva, hanno aderito più di 80 giovanissimi ciclisti in rappresentanza di molte società sportive interregionali, oltre a tanti appassionati delle due ruote. Il vicesindaco di Avigliano, Antonio Bochicchio, insieme ai giudici di corsa, ha dato il via al- la manifestazione. «La gara ha segnato una splendida domenica – ha dichiarato Bochicchio - uno spettacolo che, da tempo, non si vedeva ad Avigliano. E se abbiamo arrecato qualche disagio alla circolazione veicolare, l’amministrazione comunale chiede scusa. Ma ne è valsa la pena. Basta osservare la gioia dipinta sui volti dei giovani corridori e dei loro genitori». Al termine, con grande soddisfazione di tutti i partecipanti, un meritato ristoro e premiazione per i vincitori delle due gare. La prima è stata vinta dal giovanissimo Alessandro Verri, la seconda, invece, è stata vinta da Bryan Di Palma bryan . Da segnalare il quarto classificato alla seconda corsa, una strepitosa bella e determinata ragazza, Elisa Ronchetti. È stato un bel test per tutt , e una giornata da incorniciare per la città di Avigliano. Enzo Claps © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 33 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] Il sodalizio è di area Pd. Il fondatore: «Necessari nuovi luoghi di confronto» A Venosa scoppia il “big bang” Nasce l’associazione politico culturale fondata dal giovane Alessandro Lettini VENOSA - Si è costituita nella cittadina oraziana l’Associazione politico-culturale “Big Bang”. Il nuovo sodalizio, coordinato dal giovane Alessandro Lettini, consigliere comunale Pd e recentemente candidato alla locale segreteria del partito in contrapposizione a Luigi Russo, è una sezione staccata del movimento renziano “BasilicatAdesso”. Tra gli obiettivi qualificanti dell’associazione: sollecitare la partecipazione attiva e l’impegno civile dei cittadini, anche nei rapporti con le pubbliche amministrazioni, alla vita sociopolitica della comunità, promuovendo attività di carattere politico, culturale e di impegno sociale. L’associazione svolge, quindi, attività a vari livelli e con varie iniziative. A livello culturale, intende studiare, approfondire, dibattere e diffondere, attraverso tavole rotonde, convegni, mostre e seminari, la cultura e le tradizioni locali. A livello formativo, organizzerà corsi di studio Alessandro Lettini e di formazione politica e amministrativa. A livello sportivo e ricreativo promuoverà e organizzerà eventi sportivi, teatrali, d’intrattenimento musicale. Nell’ambito editoriale intende pubblicare e diffondere, anche attraverso siti internet, una rivista di informazione e di dibattito per fornire informazioni sull’attività svolta dall’associazione e in generale su tutto ciò che possa contribuire al conseguimento degli scopi che si prefigge. Incontriamo il coordinatore Alessandro Lettini per capire i motivi della costituzione della nuova associazione, che arriva a ridosso dell’assemblea che ha eletto come segretario politico Luigi Russo. E azzardiamo una domanda: Questa iniziativa è un modo per smarcarsi dalla maggioranza che governa il Pd locale? «Come ben si evince dai risultati delle competizioni elettorali, il nostro non è il partito dei tesserati e l’elettorato non può e non deve essere escluso dalle decisioni - ci dice Alessandro Lettini - Un partito chiuso è un partito chiuso al rinnovamento. Un partito aperto è un partito capace di guardare avanti e di fare proprie le istanze che provengono dalla gente, dall’elettorato attivo. Molte persone sono riluttanti ad entrare nei partiti perché sono partiti chiusi. E’ necessario quindi dare a tutti i cittadini nuovi luoghi e nuovi modelli di confronto aperto e schietto dove sia libero il dibattito delle idee e si possano cogliere e sviluppare le istanze di rinnovamento e di cambiamento. Per dare più forza agli elettori non tesserati, ai cittadini vicini al nostro comune sentire ma stanchi dei soliti giochini della politica, abbiamo pensato di creare una sezione staccata del già costituito circolo renziano di Melfi Big Bang BasilicatAdesso». La vostra associazione nasce in contrapposizione alla maggioranza del Pd che sostiene la segreteria di sezione e ha rappresentanti nella Giunta Gammone? «Non volgiamo contrapporci a nessuno. Intendiamo indicare la strada da percorrere per rendere i cittadini partecipi delle scelte che riguardano la nostra comunità e realizzare una democrazia accessibile a tutti - ci risponde Lettini-Sosterremo le scelte sia della Giunta che della Segreteria, anteponendo sempre l’interesse della nostra comunità a quello personale”» Giuseppe Orlando VENOSA L’iniziativa è stata voluta dai Padri Trinitari Il “benvenuto” all’estate Ventiduesima edizione per la festa che chiude l’anno scolastico VENOSA - Per chiudere l’anno scolastico e aprire il periodo delle tanto attese vacanze si è svolta nel Centro dei Padri Trinitari di Venosa la XXII edizione della “Festa d’Estate”. Ancora una volta il cortile dei Trinitari si è trasformato in un grande teatro sul cui palcoscenico si esibiscono ospiti, operatori e volontari, e che accoglie parenti dei giovani ospiti e semplici cittadini venosini. Una iniziativa che si inserisce in quella osmosi continua tra Istituto dei Trinitari e comunità venosina, che si realizza per strada, nelle piazze, nei bar, nei luoghi di ritrovo. La manifestazione ha tutti gli ingredienti della “festa”: luci, colori, suoni, che fanno da sfondo a canti, balli, coreografie, poesie, perfino fuochi d’artificio . Il risultato è un’aria frizzante che genera gioia e allegria. «Si ride, ci si commuove , ci si diverte» hanno sottolineato ad inizio serata i brillanti conduttori, Enzo Lagala e Lucia Bruno. «Su questo palcoscenico si sono esibiti insieme operatori e ragazziha sottolineato Padre Angelo Cipollone, Direttore del Centro dei Trinitari - E’ una vera equipe che lavora all’unisono». Insomma, anche questa volta i giovani ospiti della struttura hanno avuto modo di far apprezzare qualità e talenti che coltivano tutto l’anno. Si sono alternati sul palcoscenico i tanti cantanti, ognuno col suo repertorio particolare; i vari gruppi che operano nell’Istituto, ognuno con una propria identità: Rollingston, la “Banda senza problemi”, il Gruppo di FORENZA - Si è disputato domenica la terza tappa a Masagne del campionato regionale dell’Associazione Cavallo Reining Puglia. La Basilicata partecipa con il cavaliere Vittorio Avigliano che si è aggiudicato il primo posto nella categoria Prime time Non Pro, secondo nella Novice Horse e due quarti posti nella Limited e Intermeted Non Pro con il suo cavallo Ot Taris Bandito. Per saperne di più abbiamo intervistato il cavaliere lucano ci può spiegare cos’é il reining? «E’ un disciplina western che consiste nell’ eseguire un percorso stabilito chiamato Pattern che mette in evidenza il binomio ca- Alcune immagini della “Festa dell’estate” Danzaterapia e “I Girasoli” ci fate sentire meno soli-ha con le loro coreografie. A sottolineato Padre Angelo conclusione dello spettaco- rivolgendosi alle autorità, lo il coinvolgente can-can ai volontari e ai semplici citdel Moulin Rouge. Per la tadini - Vi promettiamo che prima volta quest’anno continueremo ad avvicinarhanno partecipato alla Fe- ci in punta di piedi a questi sta d’Estate anche gli ospiti ragazzi per ascoltarli e tradella struttura di Bernalda, durre in progetti concreti i recentemente aperta dai loro desideri e le loro esiTrinitari in quella cittadi- genze!» Lo spettacolo è stana. «Con la vostra presenza to molto apprezzato dagli ospiti: «Ho ricevuto la delega per i grandi eventi: e questo è sicuramente un grande evento per Venosaha sottolineato Carmela Sinisi, vicesindaco di Venosa Da 45 anni i Trinitari conducono sperimentazioni innovative: per questo non sono stati mai uguali a se stessi. Nel campo della diseguaglianza sono emersi in ma- niera eccellente». Il rappresentante dell’Asp, Vito Bochicchio, si è sentito tanto coinvolto da fare una proposta: «Dagli occhi dei ragazzi traspare l’entusiasmo e la gioia di partecipare allo spettacolo - ha confessato Bochicchio - Chiedo, quindi, agli organizzatori di utilizzarmi come attore». giu. orl. FORENZA Il campione lucano si è aggiudicato il “Reining Puglia” La vita a cavallo di Vittorio Avigliano vallo-cavaliere eseguendo le manovre fondamentali del reining quali:spin, slinding stop, cerchi, cambi di galoppo e roll back». Ci spiega la ragione dei passaggi alla varie discipline nealla sua carriera? «Dopo aver raggiunto ottimi risultati nel barrel raicing, nel team peanning ora mi cimento e cerco nuovi stimoli nel reining». Come è avvenuta la sua for- mazione a riguardo? «In passato con Franco Bertolani, ora emigrato in America con ottimi risultati. Quest’anno in collaborazione con Michele Lambo abbiano tenuto dei clinic con il professionista Max Ruggeri. Il prossimo incontro formativo sarà il 12 e 13 luglio presso il mio centro Horse Point a Forenza». I suoi risultati nel reining ad oggi? «Nella mia prima gara a Castellaneta ho raggiunto il primo posto nella categoria Prime time Non Pro e secondo e terzo posto nella Intermeted e Limited Non Pro. Nella seconda tappa a Copertino primo classificato nella Novice Horse Non Pro, secondo Prime Time, secondo e terzo Limited e Intermeted Non Pro. Ottimi risultati per essere le mie prime gare». Vittorio Avigliano Le sue aspettative future? «Completare il campionato regionale per classificarmi alle finali del campionato italiano che si terranno a Manerbio». Katia Cillis RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 34 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] CHIAROMONTE Il Comune continuerà a mettere a disposizione dei locali Salvo l’ufficio del giudice di pace Il sindaco Viola: «Un segnale di vicinanza alle popolazioni di questa area» CHIAROMONTE - Sospiro di sollievo per gli abitanti di Chiaromonte: l’ufficio del giudice di pace è salvo e quindi continuerà a funzionare normalmente. A comunicarlo è il primo cittadino Valentina Viola. «Il 27 giugno dopo una frenetica giornata di incontri, interlocuzioni con il Ministero della Giustizia e la conseguente adozione degli atti amministrativi necessari, è stata inviata la nota con la quale il Comune di Chiaromonte ha indica- to al suddetto Ministero i nominativi del personale che svolgerà le mansioni amministrative dell’ufficio». «Il termine ultimo per tale comunicazione era stato fissato per il 29 giugno, e fino a pochi giorni fa era sembrato impossibile poter conseguire tale risultato e onorare gli impegni assunti con la domanda di mantenimento, presentata a suo tempo. Ma grazie all’azione di raccordo istituzionale avviata da questa amministrazione, in quest’ultimi giorni si è avuta una improvvisa accelerazione dell’iter procedurale avviato, che ha consentito di superare la situazione di stallo creatasi e protrattasi fino al nostro insediamento e che ha portato, altresì, al coinvolgimento fattivo dei vertici regionali, dell’Area Programma Lagonegre-Pollino e dei sindaci del circondario, conseguendo questo insperato successo. A loro va il mio sentito ringraziamento». «L’ufficio - riprende il sindaco - continuerà a svolgere la sua attività nella stessa sede, con tre unità amministrative, e non quattro come si era erroneamente dato per Il sindaco Viola scontato fino a qualche settima- carico delle spese di funzionana fa, di cui due distaccati dalla mento e, da oggi, anche di distacRegione Basilicata, ex dipenden- care un proprio dipendente per ti dell’Area Programma». l’Ufficio del Giudice di Pace, in «Questo Comune - conclude - è quanto il suo mantenimento è un ben lieto di continuare a mettere segnale di vicinanza alle popolaa disposizione i locali e di farsi zioni di questa area». SANT’ARCANGELO Raccolte più di 800 adesioni Bilancio positivo per l’iniziativa cup Total” Discarica, il Comitato di cittadini La“Oil quarta edizione sollecita l’amministrazione alla squadra di Corleto S.ARCANGELO - Sarà l’assemblea municipale alla prima riunione utile prossima ventura, a sancire la fine dello stato di emergenza della discarica per rifiuti solidi urbani di Santarcangelo. Lo avrebbe preannunciato il sindaco Domenico Esposito che avrebbe sostenuto la necessità di uscire dallo stato di precarietà. Una emergenza alla quale nessuno crede più da tempo e che è partita dall’ordinanza del presidente la giunta regionale n.1 del 31 gennaio 2013,p ubblicata sul Bur n.4 del 16 febbraio dello stesso anno. Prorogata di sei mesi in sei mesi, ultima in scadenza appunto il 31 ottobre prossimo. Proroghe che hanno allarmato la cittadinanza e che hanno portato alla costituzione di un comitato cittadino “per Santarcangelo”, il quale ha raccolto più di ottocento adesioni firmate. Mettendo in discussione oramai la bontà della proposta socioeconomica-ambientale. Il perico- La discarica di Sant’Arcangelo lo infatti, per il comitato, è quello di ritrovarsi in casa una mega discarica non più regionale ma extraregionale. Eppure si era partiti da un progetto indirizzato al conferimento di rifiuti solidi urbani dei soli cinque comuni della disciolta comunità montana Medioagri con sede proprio a S.Arcangelo. Invece, successivamente sarebbe- ro stati ammessi al conferimento altri comuni per un totale di ventitre, ora arrivato addirittura a quarantaquattro, compresa la piattaforma di Tito. I dati insomma preoccupano la gente, che a questo punto non crede più nella buona fede ma anzi alza le antenne allorquando apprende che proprio questa discarica nata piccola, già diven- RIVELLO Comunità sul piede di guerra Chiude il bancomat RIVELLO – Chiuso in via definitiva in via definitiva il minisportello della Banca Carime di Rivello i cui dipendenti sono stati trasferiti rispettivamente dalle filiali di Lauria e Lagonegro ormai radicati da diverso tempo nel territorio. La notizia è stata data ai correntisti, nei giorni scorsi, dalla Direzione della Banca che informava i propri clienti dell’imminente chiusura dei due minisportelli. Ciò ha messo in fibrillazione i vari utenti dell’Istituto, anche perché, ormai la Banca Carime, sin dal 1994, data della sua operatività, era diventata un punto di riferimento per i cittadini del comprensorio. Anche il settore bancario sta at- traversando una fase carica di tensioni per molteplici ragioni che in parte sono riassunte dalla congiuntura, in parte dalla redditività delle filiali, in parte dal conto presentato alle banche dalla riforma pensionistica e dal tema esodati, in parte da gestioni. Sicuramente la chiusura porterà un danno non quantificabile alle comunità del comprensorio, con riduzione dei servizi ai cittadini e conseguente incidenza negativa sulla qualità della vita con particolare rilevanza sulle fasce più deboli, anziani e diversamente abili, fortemente penalizzati dalla mancanza di collegamenti adeguati. Emilia Manco tata spropositata, potrebbe diventare una delle più grandi dell’intero Meridione, se solo si consentisse l’ulteriore capacità di accoglimento dei rifiuti, che dovrebbe passare dai venticinquemila metri cubi iniziali ma sicuramente già ampiamente superati in questi pochissimi anni,ai centocinquantamila previsti dal nuovo progetto consegnato in comune. A supporto,il comitato mette sulla bilancia, proprio la propagazione dello stato di emergenza della discarica locale mentre le discariche di Moliterno e di Lauria, continuano a rimanere chiuse. La domanda d’obbligo dunque da parte del comitato: se c’è emergenza, perché non ripristinare le due discariche appena citate? C’è invece assenza di fiducia nel percorso iniziato e per questo hanno chiesto un dibattito in consiglio regionale ed analisi indipendenti su aria, suolo e acqua. gia. cos. BREVI RIVELLO Torneo di scopone RIVELLO – Domenica 6 luglio a partire dalle ore 9.30 si svolgerà il 3° turno del Torneo Nazionale Gioco Scopone presso il chiostro del Monastero di Sant’Antonio a Rivello organizzato dall’Associazione Culturale e Sportiva Renato Dattoli con il patrocinio della Federazione Italiana Gioco Scopone. A seguire degustazione di prodotti tipici ldurante i turni di gioco. (e. m.) POLLINO Nuova mini guida POLLINO - E’ stata presentata ieri mattina la nuova mini guida dedicata al Pollino. Il libretto scritto da Francesco Bevilacqua è edito dal Parco Nazionale del Pollino e stampato da Rubbettino. CORLETO - All’insegna del itinerante,allestita per l’ocricordo degli eroi sportivi casione, dal tema “Gli azcaduti nel corso della Prima zurri alla grande guerra” Guerra Mondiale che si è con i ritratti dei calciatori svolta la quarta edizione del della Nazionale Italiana catorneo di calcio “Oil Cup To- duti in guerra e decorati al tal” a Corleto Perticara. Una Valor Militare. Un progetto grande festa nella Valle del dell’Associazione “Azzurro Sauro che ha preso il via sa- che Valore” gli Sportivi nelbato scorso ed è terminata la Grande Guerra dell’Istidomenica sera con il torneo tuto Nazionale del Nastro Azzurro per ricordare, nel di calcio amatoriale. Torneo a cui hanno preso corso del centenario della Prima Guerra parte la rappreMondiale, tutti sentativa di Total gli sportivi caduE&P Italia, e i gioti e decorati al Vacatori dei comuni lore militare. L’idi Corleto, Guarniziativa naziodia Perticara e nale, presentata Gorgoglione. già a Roma e a Fi“Una due giorni renze prevede ha evidenziato il una mostra itinePrimo cittadino rante nelle prindella comunità L’evento sportivo cipali città italiacorletana, Rosane e nei centri ria Vicino - nel segno dei veri valori sportivi e che stanno aderendo al prodi momenti di aggregazio- getto.«La mostra - ha spiene e socializzazione per le gato il professore Rocco Gacomunità coinvolte. Un’op- lasso - è corredata da cimeli portunità di crescita e di ri- calcistici che sintetizzano la scoperta anche di un terri- storia dei titoli mondiali torio.” Sulla stessa lun- dell’Italia calcistica, quali ghezza d’onda anche i neo maglie, giornali, coppe, Sindaci di Guardia Pertica- palloni da collezione». ra,Angelo Mastronardi e di Esposti per la prima volta le Gorgoglione, Giuseppe Fi- interessanti immagini dellippo. Cultura,sport e il pia- la Nazionale del 1914 e delcere di stare insieme sono l’amichevole Italia-Austria stati i concetti chiave evi- del gennaio 1914. Un modo denziati dai delegati della per ripercorrere un pezzo di compagnia petrolifera storia del Paese, ma sopratfrancese durante la cerimo- tutto per riscoprire anche nia di presentazione della attraverso lo sport e riferimanifestazione. E a cattu- menti ludici, valori e princirare l’attenzione nella loca- pi tipici della dedizione al tion della piazzetta risorgi- territorio e allo Stato. mentale e’ stata la mostra Angela Pepe RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 35 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] Escalation di cinque episodi intimidatori alla struttura ricettiva sulla Ss 99 In manette estorsori a colpi di tritolo Otto persone di Laterza arrestate dalla polizia, uno è ancora latitante UNA BOMBA di tritolo di 1,6 non esplosa. Un imprenditore di una struttura ricettiva lungo la statale 99, Giardini della Corte, vittima di cinque episodi estorsivi ed un altro imprenditore pugliese messo nel mirino e per il quale veniva pianificato un omicidio. E’ l’attività di un gruppo criminale di nove persone, per la maggior parte originari della provincia di Taranto che sono state poste ieri agli arresti domiciliari dal Gip Nettis su richiesta del sostituto procuratore Salvatore Colella. L'obiettivo era il controllo di una sala ricevimenti di Laterza messa all'asta e per riuscirci avevano progettato anche l’omicidio di un imprenditore del settore e una serie di episodi intimidatori nei confronti degli altri che volevano gestire la struttura stessa. Tutto è cominciato con gli attentati alla sala ricevimenti di Matera: la banda - composta da persone residenti in provincia di Taranto, anche se una dimorava in provincia di Matera - voleva «convincere» il titolare a rinunciare alla gara per l’assegnazione della sala ricevimenti di Laterza, che stava per essere sganciata dall’amministrazione controllata in cui si trovava. All’operazione «Tritolo» è sfuggito per ora il presunto killer che è attualmente latitante. Nei cinque episodi intimidatori in un caso un esplosione aveva lasciato due persone miracolosamente illese e in un secondo ed ultimo un guardiano sempre per miracolo aveva staccato in tempo la miccia di una bomba al tritolo pronta ad esplodere. Quella delle forze dell'ordine è stata una risposta forte dopo gli episodi contro la sala ricevimenti Giardini della Corte lungo la statale 99 e per i quali è arrivata anche l’audizione a Matera della commissione antimafia. A cui ha fatto seguito pochi giorni fa l’audizione a Roma del procuratore capo di Matera Celestina Gravina. Oggi, appunto, la risposta forte a questa serie di fatti è avvenuta con gli arresti e con una conferenza stampa a cui, contravvenendo alle proprie abitudini, ha scelto di partecipare lo stesso procuratore Gravina. «E’ stata un’attività che si è sviluppata nel tempo attraverso una forte intelligenza investigativa ed una grande trasparenza da parte della vittima del fatto» ha spiegato il procuratore capo di Matera Celestina Gravina, «è stata verificata la pressione estorsiva su un imprenditore a Matera con artefici tutti quanti pugliesi (una sola persona ha dimora nel mate- Antonio Giannini ancora latitante Egidio Apollinare Il capo della mobile Fucarino con il procuratore capo Celestina Gravina e Questore Stanislao Schimera Michele Mottolese Matteo Ditaranto Marco Carenza rano) e l’azione intimidatoria ha avuto un crescendo rossiniano e poi si è anche appurata con intercettazioni ambientali l’azione preparatoria di un omicidio ad un altro imprenditore ed allora si è deciso di intervenire privilegiando la necessità di porta- Filippo Carbotti re a termine il tentativo di omicidio». Le perquisizioni messe in campo hanno consentito di sequestrare pistole, un casco, munizioni ed una moto che doveva servire per portare a termine l’atto criminale. «Si è trattato» ha spiegato Stefano Clemente il capo della mobile materana Nicola Fucarino, «di una decisione coraggiosa presa dal sostituto procuratore Colella che ha dato i suoi frutti». La svolta delle indagini si è avuta proprio quando gli investigatori hanno appreso del piano omicida. Cosimo Damiano Morrone Questi i nomi degli arrestati: Egidio Apollinare 47 anni, Filippo Carbotti 50 anni, Marco Carenza 29 anni, Stefano Clemente 23 anni, Vincenzo Clemente 50 anni, Matteo Ditaranto 58 anni, Cosimo Morrone 59 anni, Michele Mottolese 34 anni. Vincenzo Clemente A questi va aggiunto il latitante Antonio Giannini Antonio di 38 anni. Per tutti le accuse vanno dal tentato omicidio, alla tentata estorsione, alla detenzione e porto illegale di materiale esplosivo e armi. [email protected] IL COMMENTO DI LIBERA Don Cozzi soddisfatto per l’opera della polizia: «Ci auguriamo le stesse risposte sul Metapontino» «E’ lo Stato che ci piace, quello che prevale sul crimine» «Esprimiamo soddisfazione e gratitudine agli uomini della Polizia di Stato di Matera per l'operazione anticrimine con la quale questa mattina hanno stroncato un clan malavitoso che da tempo esercitava intimidazioni e violenze ai danni di imprenditori nella città dei Sassi». Così don Marcello Cozzi vicepresidente nazionale di Libera a nome dell’associazione lucana commenta l’esito dell’operazione Tritolo e i risultati presentati ieri dalla Polizia di Matera a danno di una banda di estorsore che avevano progettato anche un altro omicidio nei confronti di un altro imprenditore pugliese. Ma oltre a sottolineare il lavoro svolto in quest’occasione e che ha portato ad un risultato concreto arriva anche un ulteriore intervento da parte dell’Associazione che «nello stesso tempo però non possiamo non essere preoccupati per il materiale dinamitardo che è stato ritrovato. E' lo Stato che ci piace, quello che prevale sul crimine e su ogni forma di illegalità, quello che risponde concretamente al grido di aiuto di chi subisce l'aggressione malavitosa, quello che mostra vicinanza e in questo modo diffonde sicurezza ai cittadini. Ci auguriamo al più presto la stessa fermezza e le stesse risposte sul territorio del Metapontino». Un invito quindi anche ad altre situazioni, ad altri episodi e ad altre “minacce” che gravano sul territorio e su cui la guardia alta, come dimostra l’esito dell’operazione Tritolo, è certamente la ricetta migliore per poter poi otteL’elicottero che volteggiava ieri mattina all’alba nere risultati. sulla città RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO Martedì 1 luglio 2014 OPERAZIONE TRITOLO STRATEGIA DEL LOGORAMENTO Ritorsioni sempre più dure contro per costringerlo a cedere TENTATI L’OMICIDIO E L’ESTORSIONE l’imprenditore la sua struttura a quattro soldi DECISIVA LA COLLABORAZIONE Cittadini, con forze dell’ordine e magistratura hanno reagito, concentrato gli sforzi e sostenuto una brillante attività investigativa «Ci devi cedere la tua azienda» arrestati otto pregiudicati dopo un anno d’intimidazioni Fermati in tempo, avevano assoldato anche un killer PASQUALE DORIA l Avevano sviluppato un debole per le sale da ricevimento gli otto arrestati dalla Polizia di Matera. Nove in tutto le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di altrettante persone, otto pugliesi e uno di Montescaglioso. Sono accusati a vario titolo di tentato omicidio, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di esplosivo e armi. Uno è sfuggito alla cattura. Gli episodi contestati agli indagati rientrano nell’ambito di un’inchiesta denominata «Tritolo». È iniziata nell’estate dello scorso anno, a valle di una serie di atti intimidatori sempre più decisi consumati nei confronti di un imprenditore che opera a Matera. Per la crescente pressione, compreso l’uso di tritolo, a un certo punto la sua azienda è stata presidiata 24 ore su 24. Decisive sono risultate le intercettazioni telefoniche e ambientali. Le ricostruzioni da parte dei diretti interessati riguardanti i reati consumati e quelli da eseguire hanno consentito agli investigatori di centrare al meglio le loro indagini. I provvedimenti - eseguiti dagli agenti della Squadra mobile - sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari di Matera, Angela Rosa Nettis, su richiesta del pubblico ministero Salvatore Colella. I particolari dell’operazione sono stati illustrati ieri dal procuratore della Repubblica, Celestina Gravina, dal questore, Stanislao Schimera, e dal capo della Mobile, Nicola Fucarino. Nel corso di una conferenza stampa, si è appreso che gli arrestati, oltre a cinque attentati contro la sala da ricevimenti di Matera, intendevano esercitare il controllo su una sala ricevimenti di Laterza e per riuscirci avevano progettato anche l’omicidio di un imprenditore del settore. A quel punto, bisognava intervenire senza perdere altro tempo. L’uomo che sarebbe stato designato quale killer dell’imprenditore è però riuscito a far perdere le tracce. La stessa persona, Antonio Giannini, 38 anni, è indagata per il tentativo di omicidio di un carabiniere, avvenuto in provincia di Foggia circa un anno fa. Gli arrestati sono Egidio Apollinare 47 anni, Filippo Carbotti, 50, Marco Carenza, 29, Stefano Clemente, 23, Vincenzo Clemente, 50, Matteo Ditaranto, 58, di Montesacaglioso, Cosimo Damiano Morrone, 59, Michele Mottolese, 34. Volevano convincere l’imprenditore a rinunciare alla sua attività, costringerlo a cederla a quattro soldi. Gli attentati alla sala ricevimenti di Matera sono iniziati, così, in sordina fino ad arrivare al lancio di bombe carta contro il personale della struttura ricettiva. Episodio da brividi quello di un guardiano che ha staccato all’ultimo momento la miccia da un ordigno di tritolo del peso 1 chilo è 600 grammi. È vivo per miracolo. A questo punto, la collaborazione tra cittadini, forze dell’ordine e magistratura ha dato i suoi frutti. L’imprenditore ha raccontato ciò che gli stava capitando, imprimendo maggiore efficacia alle indagini in corso. È in questo frangente che gli investigatori hanno scoperto e bloccato anche il piano per uccidere uno dei due imprenditori interessati alla sala di Laterza. Di più, è stata trovata anche la moto che il killer avrebbe utilizzato. Dotata di casco, si trovava custodita in un furgone. Mentre durante le perquisizioni sono state sequestrate anche munizioni e due pistole (una calibro 9 e una 7,6), probailmente le armi destinate all’agguato mortale. Le indagini proseguono. QUESTURA Una fase del blitz scattato ieri, alle prime luci dell’alba [foto Genovese] QUESTURA Una fase della conferenza stampa [foto Genovese] Egidio Apollinare Filippo Carbotti Marco Carenza Stefano Clemente Vincenzo Clemente Matteo Ditaranto Cosimo Damiano Morrone Michele Mottolese Antonio Giannini, latitante QUESTURA Uno degli arrestati scortato dalla Polizia [foto Genovese] IL TERRITORIO MATERANO COLLEGAMENTI TRA LA PUGLIA E LA CALABRIA È una zona di confine ad alta permeabilità FILIPPO MELE DOPO LE PERQUISIZIONI Una delle due pistole trovate dalla Polizia [foto Genovese] l Matera e Metapontino ed i collegamenti con Puglia e Calabria: quando la criminalità è permeabile. Vale a dire che le cosche quasi mai agiscono per confini geografici. A parte gli esempi degli anni passati, anche nei giorni nostri vi sono “operazioni” condotte dalla magistratura che hanno messo in risalto questa “permeabilità”. Così, i sequestri di sostanze stupefacenti sulla 106 Jonica operati dalla Guardia di finanza hanno dimostrato come sul tratto lucano di questa arteria viaggi ogni sorta di merce illecita. L’ipotesi è che Sacra corona unita, dal versante pugliese, e 'ndrangheta, da quello calabrese, paghino “dazio” alla malavita locale. Ma andiamo con ordine. Il 15 gennaio scorso fu la Direzione distrettuale antimafia di Lecce a coordinare l’operazione denominata “Neve tarantina”. Cocaina, eroina, ed armi, da Gioia Tauro, “piazza” gestita rigidamente dalla 'ndrangheta, a Taranto per il tramite della Basilicata, in particolare da Scanzano Jonico, dove tre soggetti furono arrestati. L’accusa, a vario titolo, nei loro confronti e di altre 27 persone era quella di “associazione per delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti con aggravante della disponibilità di armi e munizioni”. E che dire dei colpi messi a segno dalla “Fiamme gialle” nel traffico di stupefacenti Est - Porto di Bari - Calabria? Dall’11 febbraio sino al 7 maggio scorsi, la Guardia di finanza, sempre sulla 106 Jonica e sempre con l’ausilio di unità cinofile, ha sequestrato, in 4 distinte operazioni, 4 chili di cocaina e 37 di eroina per un valore di mercato di 5.800.000 euro. Di chi è la droga che viaggia dalla Puglia alla Calabria? Sono molte le piste che portano alla ‘ndrangheta. Con il “placet” di gruppi attivi nei centri del Metapontino. SCENARI APERTI Quasi mai le cosche agiscono seguendo confini geografici LA MOTOCICLETTA L’avrebbe dovuta usare un killer [foto Genovese] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Martedì 1 luglio 2014 [email protected] 39 A Marconia si divide sempre più il fronte dei genitori dopo l’indagine della Polstato «E’ una maestra esemplare» Un gruppo di mamme della classe difende l’insegnate accusata di maltrattamenti UN’ALTRA lettera di solidarietà e stima per la maestra di Marconia indagata per presunti maltrattamenti ad alcuni suoi alunni. Questa volta a firmarla sono le mamme, ben 14 (Maddalena Quinto, Mariella Tortorelli, Filomena Zambrella, Mariella Ruvo, Monica Bandello, Anastasia Silletti, Rosalia Fumarola, Marilena Cavallo, Alessandra Lieti, Olimpia D’Onofrio, Maria Logioia, Stefania Lopatriello, Carmen PISTICCI - Siamo un gruppo di mamme della classe, in cui insegna la maestra accusata ingiustamente e dissentiamo in maniera totale rispetto a tutto ciò che i media in questi giorni hanno divulgato. Possiamo dirvi che questa insegnante è riuscita a scolarizzare i nostri bambini in maniera esemplare. Questi sono sereni, con tanta voglia di imparare, e con tanto entusiasmo di andare a scuola. Se, come dicono i giornali (o meglio le forze dell’ordine ndr) questa insegnante avesse maltrattato i nostri bambini, non avremmo avuto questi risultati. La maestra è preparata, dolce, materna, capace di stabilire un’armonia nella classe. I nostri Lopatriello, Camilla Di Marsico) di alcuni degli attuali alunni della docente, appartenenti alla classe in cui, secondo chi indaga, si sarebbero verificati alcuni episodi attenzionati dagli inquirenti. Il caso di cronaca ha creato una partecipatissima discussione nella comunità pisticcese, con immancabile seguito sui social network. Differenti le prese di posizione ed i commenti. C’è una attività d’indagine che, per quanto ufficialmente comunicato dalla bambini sono ansiosi di rivederla e rincontrarla a settembre tra i banchi di scuola. Sono spaventati dall’idea di incontrare un’altra insegnante al suo posto. Per lei tutti i bambini sono uguali, senza differenze di classe sociale, lingua e religione. Uno dei suoi obiettivi è stato quello di portare tutti allo stesso livello di apprendimento. Inoltre, vogliamo sottolineare che durante l’uscita dalla scuola, la maestra con premura consegnava singolarmente ogni bambino al suo genitore. E se qualcuno tardava ad arrivare, lei aspettava con pazienza il suo arrivo. L’insegnante per un certo periodo è stata assente, noi mamme abbiamo constatato che i nostri bambini erano ansiosi di rivederla al più presto. Per loro la sua assenza significava un vero e proprio disagio. Pur avendola conosciuta da poco, è diventata una figura fondamentale per la loro crescita e formazione. Questa piccola grande donna ha trasmesso ai nostri figli la passione per la cultura, infatti la sua filosofia di vita è “il sapere rende liberi”. Noi come genitori ci auguriamo che questa brutta storia abbia un lieto fine per la nostra cara maestra e per il futuro dei nostri figli. Con infinita stima e grande riconoscenza le auguriamo tutto il bene del mondo. Questura agli organi di stampa, ha fatto un suo corso ed è stata condivisa da un magistrato della Procura della Repubblica di Matera. Ma c’è anche un forte senso di vicinanza a questa persona da parte di molti di coloro che hanno avuto modo di conoscerla affidandole i loro figli. Un sentimento che ha trovato conferma in diverse pubbliche esternazioni. La verità? Dovrà stabilirla il giudice. r.d.a. Una maestra con i suoi studenti Spaventoso incidente, sfondato il guard rail. Un ferito al San Carlo Mezzo pesante fuori strada UNO SPAVENTOSO incidente stradale sulla Basentana SS 407 allo scalo di Ferrandina in direzione Potenza con un mezzo pesante per cause imprecisate è uscito di strada sfondando il guard rail e fermando la sua corsa contro gli alberi che si trovavano lì sotto. Il mezzo si è ribaltato su un lato. Ferito è rimasto il conducente che è stato trasportato con l'eliambulanza del 118 all'Ospedale San Carlo. Ma non è stato l’unico incidente, anche se sicuramente quello più grave e che ha colpito maggiormente coloro che si sono trovati a passare proprio in quella zona. Paura e fortuna sulla Statale 7 per la caduta di un grosso ramo su una delle carreggiate. Non ha fatto danni, l'enorme ramo sradicato ieri mattina, erano circa le 9, all'ingresso della galleria Millotta poco dopo il ponte Porsaro, dal forte vento registrato anche sulla ss7. Conseguenze nessuna, ma solamente grandi timori. La polizia municipale di Miglionico è stato il primo soccorso al traffico, bloccato in direzione Potenza Metaponto. Le immagini mostrare dai telegiornali nelle ultime ore hanno condizionato l'immaginario degli automobilisti. Ma l'albero questa volta nella non è stato nemico inconsapevole dell'uomo. Lo spaventoso incidente in cui è rimasto ferito l’autista di un autoarticolato sulla Basentana L’elicottero di soccorso sulla statale 407 Carabinieri a Bernalda Stalking e lesioni alla propria madre Arrestato 28enne BERNALDA - I carabinieri della Stazione di Bernalda, coordinati dai militari della Compagnia di Pisticci, hanno arrestato un 28enne originario di laterza, perchè resosi responsabile dei reati continuati di atti persecutori, stalking e lesioni personali. I militari hanno fermato il giovane, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio del giudice per le indagini preliminari del tribunale di matera, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha concordato con le risultanze delle indagini condotte dai carabinieri. L’uomo si sarebbe reso responsabile di reiterati comportamenti persecutori nei confronti della propria madre, ricorrendo anche ad azioni violente, sino a caglionarle lesioni personali, verificatisi nell’atrio condominiale, al fine di far sottostare la vittima a delle richieste di pulire l’appartamento e del luogo di lavoro dove l’arrestato espleta l’attività lavorativa. Questi comportmenti hanno determinato continue sofferenze ed umiliazioni, costituendo fonti di disagio continuo, costringendola altresi’ ad alterare le sue abitudini di vita, rendendo pertanto necessario l’emissione del provvedimento dell’autorità giudiziaria. Al termine degli accertamenti di rito presso la caserma di pisticci, l’arrestato e’ stato tradotto in carcere a matera, a disposizione dell’autorità giudiziaria titolare delle indagini. Anche da questa vicenda traspare, che sempre più donne sono vittime di atteggiamenti persecutori da parte di uomini violenti. [email protected] RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Martedì 1 luglio 2014 REGIONE BASILICATA STRAPPO AL PATTO DI STABILITÀ LA STRATEGIA «Senza quelle risorse la Basilicata muore». L’idea di spiegare le ragioni della Basilicata a un tavolo con l’esecutivo nazionale Royalty del petrolio «Un tavolo col governo» Incontro alla Regione fra Pittella e i parlamentari. Le perplessità di Latronico l Royalties petrolio e patto stabilità: ieri l’incontro alla Regione fra il governatore Marcello Pittella e i parlamentari lucani. «Serve interlocuzione diretta con il Governo», dice il presidente della Regione. Auspicata «un’azione congiunta tesa a organizzare, tramite la delegazione di parlamentari lucani e il sottosegretario alla Sanità Vito De Filippo, un incontro tra il presidente Pittella, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri dello Sviluppo economico e delle Finanze, per porre all’attenzione dell’esecutivo nazionale e far sì che quest’ultimo lo inserisca tra le priorità di governo, il tema delle royalties del petrolio che andrebbero escluse dal conteggio del Patto di stabilità, secondo il disegno di legge presentato dalla Giunta e approvato dal Consiglio regionale». È la proposta emersa all’incontro di ieri al quale hanno partecipato, oltre a Pittella, l’assessore regionale alle Politiche di sviluppo Raffaele Liberali, il sottosegretario Vito De Filippo, i senatori Salvatore Margiotta e Giovanni Barozzino e i deputati Antonio Placido, Maria Antezza e Cosimo Latronico. Pittella ha posto nuo- vamente sul tavolo i tre temi già affrontati in occasione degli incontri avuti a Potenza e a Roma con il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e le parti sociali: la ripresa del Memorandum, la questione della card benzina e l’esclusione delle royalties petrolifere dal Patto di stabilità. «Proponiamo di utilizzare direttamente, come ente regionale, le risorse della card benzina – ha affermato il governatore – destinandole non solo ai patentati ma a tutti i residenti in Basilicata dando priorità alla platea di meno abbienti sempre più numerosi». Destinazione «sociale» anche per le risorse del petrolio che andranno svincolate dal patto di stabilità: «Vorremmo utilizzare una parte di quelle risorse per il reddito minimo di inserimento. La Basilicata ha bisogno delle royalties del petrolio per poter sopravvivere e ricucire una ferita altrimenti non sanabile». I parlamentari lucani Margiotta, Antezza, Placido e Barozzino hanno condiviso la proposta del sottosegretario De Filippo di costruire una strategia unitaria al fine di ottenere una interlocuzione diretta con il governo nazio- nale, tale da porre la questione delle royalties petrolifere della Basilicata all’interno del programma che lo stesso presidente Matteo Renzi sta perseguendo a livello europeo per un allentamento del vincolo del patto di stabilità. «Riserve sulla costituzionalità» dell’atto sono state invece espresse da Latronico che ha auspicato il «negoziato» fra Regione e governo centrale, partendo dalla centralità della Basilicata nella strategia energetica nazionale. REGIONE L’incontro di ieri fra Pittella e alcuni parlamentari lucani [foto Tony Vece] . PETROLIO PRESENTATE DUE PROPOSTE DI LEGGE SULLA MATERIA. TRA LE RICHIESTE UN AUMENTO DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI «Royalty fuori dal patto, legge incostituzionale» Gli esponenti di Fratelli d’Italia all’attacco: «Vogliamo un nuovo sistema di gestione» ANTONELLA INCISO l Non girano attorno alle parole. Non usano la diplomazia. L’attacco degli esponenti di Fratelli d’Italia sulle legge approvata dal Consiglio regionale che stabilisce che gli investimenti fatti con le royalty del petrolio siano fuori dal Patto di stabilità è diretto. «Quella legge è incostituzionale» gridano, nel corso di una conferenza stampa, il consigliere regionale Gianni Rosa e gli esponenti del partito Maria Bonsera ed Angelo Cioè. Per loro, però, anche se la normativa utilizzata per discutere con lo Stato del contributo della Basilicata sul fronte ener- getico è incostituzionale, il tema c’è e va affrontato concretamente. Di qui le due proposte di legge sulle royalty e sul loro utilizzo presentate ieri. Proposte che rappresentano una «sfida» per il Consiglio regionale e per lo stesso presidente Pittella. Perchè l’idea di Fratelli d’Italia non solo è quella di portare le royalty al 25 per cento, mantenendo gli attuali pozzi, ma distribuire il 5 per cento dei proventi a tutti i comuni della Basilicata. «Si devono abbondonare le chimere di leggi palesemente anticostituzionali – affermato Rosa - e avviare un sistema nuovo di gestione ed utilizzo dei proventi del petrolio». Un utilizzo che passi per gli investimenti e lo sviluppo, ma anche la tutela ambientale e della salute, il sostegno alle imprese, all’occupazione e anche alle libere professioni. «Occorre giungere ad un'unica normativa – continua Rosa - che disciplini l’intera materia che riguarda il petrolio a fronte di una legislazione polverizzata e di troppi tavoli aperti con diversi interlocutori. Serve certezza delle competenze statali e regionali – conclude - e l’apertura della sede, anche in Basilicata, dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, al quale il rappresentante della società estrattiva comunica i dati relativi alla produzione». RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO MORTI BIANCHE AUTOSTRADA DI SANGUE Martedì 1 luglio 2014 INCIDENTE L'incidente si è verificato al chilometro 117, al confine tra Basilicata e Campania prima della galleria «Tempa Ospedale» CONDUCENTE Il conducente del camper è stato sottoposto ai test dell’alcol e della droga che avrebbero dato esito negativo I sindacati Chiesto un incontro urgente a Prefettura e Anas «La notizia dell'ennesima vittima sul tratto lucano dei cantieri della Salerno-Reggio Calabria non solo ci costringe, ancora, ad occuparci di morti bianche ma ci mette dinanzi ad una sconfitta collettività».Lo affermano le segreterie regionali di Feneal, Filca e Fillea, che chiederanno un incontro urgente alla Prefettura con la presenza di Anas per esaminare le dinamiche della sicurezza all’interno dei cantieri autostradali «con lo scopo di arrivare alla sigla di un protocollo che istituisca l'osservatorio regionale su salute e sicurezza sui luoghi di lavori». I sindacati stanno anche valutando [p.perc.] la possibilità di costituirsi parte civile in eventuali processi. AUTOSTRADA Lavori sulla Salerno Reggio Calabria [foto Tony Vece] OPERAIO Domenico Setaro Operaio ucciso da uno specchietto Domenico Setaro è stato colpito dal retrovisore di un camper sulla Sa-Rc Si tratta del terzo infortunio mortale sul lavoro sulla A 3 dall’inizio dell’anno PINO PERCIANTE l LAGONEGRO. Colpito alla testa dallo specchietto retrovisore di un camper mentre stava effettuando dei lavori sulla corsia sud della Salerno – Reggio Calabria tra Casalbuono (Sa) e Lagonegro. È morto così un operaio di 57 anni, Domenico Setaro, di San Rufo (Sa), dipendente di un’azienda di San Pietro al Tanagro (Sa), addetta al montaggio di segnaletica autostradale. Si tratta del terzo infortunio mortale sul lavoro sulla A 3 dall’inizio dell’anno. L'incidente si è verificato all'altezza del chilometro 117, al confine tra Basilicata e Campania, prima della galleria «Tempa Ospedale». Per Setaro, purtroppo, non c'è stato nulla da fare. Al momento dell'incidente, i suoi colleghi presenti nel cantiere hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Tutto inutile: l’operaio è morto sul colpo. I soccorritori hanno cercato di rianimarlo ma il suo cuore aveva già cessato di battere. La dinamica dell'incidente non è ancora chiara neanche per gli agenti della polizia stradale che per tutta la mattina di ieri hanno effettuato rilievi sul luogo dell'incidente. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Stradale di Lagonegro. Il conducente del camper è stato sottoposto al test dell’alcol e della droga che avrebbero dato esito negativo. Setaro era originario di San Rufo e ritenuto molto esperto nel suo lavoro. Secondo quanto emerso, l’uomo stava lavorando sulla corsia di emergenza per posizionare i «birilli», in un tratto regolarmente evidenziato da segnali quando all’improvviso, per cause ancora ancora da accertare, è sopraggiunto il camper che lo ha colpito alla testa con lo specchietto retrovisore. La tragedia si è consumata poco dopo le 8 e il sessantenne è morto sul colpo. Sul posto la Polizia stradale per tutti gli accertamenti del caso. Dall’inizio dell’anno altri due lavoratori hanno perso la vita in incidenti nei cantieri della Salerno – Reggio Calabria sul tratto lucano, dopo che in sei anni di lavori non era mai successo niente. Nella galleria Renazza, a Lagonegro, il 30 marzo, un operaio di Lauria di 55 anni, Giuseppe Palagano, è morto mentre era impegnato nel fissaggio di una centina. A Lauria il 19 maggio, nella galleria Serra Rotonda, la più lunga della A 3, il crollo dell’armatura metallica montata per il rivestimento provoca la morte di Antonio De Luca, un operario di 39, originario di Montecilfone (Cb), ma residente a San Salvo (Ch). Appena dodici giorni prima, sempre nella galleria Serra Rotonda, era rimasto ferito gravemente un altro operaio. E sale la polemica sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: «Quanti altri lavoratori dovranno morire sulla Salerno-Reggio prima che le istituzioni si decidano ad intervenire?» Se lo chiede il segretario generale della Filca Cisl, Michele La Torre, che torna a sollecitare, così come il suo collega della Fillea Cgil, Enzo Iacovino, la convocazione di un tavolo di crisi in prefettura per valutare la situazione e adottare i necessari provvedimenti. INFORTUNI Dall’inizio dell’anno sul tratto lucano dell’A3 si sono verificati 4 incidenti sul lavoro, di cui tre mortali [foto Tony Vece] . Liste di attesa, serve un taglio Cgil, Cisl e Uil rilanciano la vertenza salute e propongono un protocollo di intesa 300 LA DENUNCIA Oltre 300 giorni per un eco doppler: il sindacato propone di seguire il modello offerto dalle regioni Puglia e Veneto 65 LE PREVISIONI Nel 2050 si prevede che oltre il 65 per cento della popolazione lucana sarà ultrasessantacinquenne GIOVANNA LAGUARDIA l Lunghe liste di attesa per le visite specialistiche? Occorre darci un taglio. Cgil, Cisl e Uil di Basilicata rilanciano la vertenza salute e chiedono alla regione un protocollo per smaltire i ritardi, sul modello di quanto hanno già fatto con successo le regioni Veneto e Puglia, dove, grazie ad un ampliamento degli orari dei laboratori, i tempi di attesa sono stati già abbattuti del 20-30%. L’iniziativa è stata presentata ieri mattina alla stampa dai segretari regionali di Cgil Cisl e Uil, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro nel corso di un in- I quattro punti cardine per migliorare il servizio l Quattro i punti cardine della proposta di Cgil, Cisl e Uil per smaltire le lunghe liste di attesa. Primo, procedere a nuove assunzioni. Nei reparti di pronto intervento e primo soccorso, facendo ricorso alla deroga del blocco del turn over previsto dalla legge di stabilità regionale, ma anche in realtà impegnate nella diagnostica «in un primo momento anche con un mix di assunzioni a tempo indeterminato e assunzioni a termine». Il secondo punto della proposta dei sindacati riguarda la costituzione «di un fondo per prestazioni straordinarie volontarie, ricorrendo ad un accordo sperimentale che, attraverso lìimplementazione delle fasce orarie o dei giorni di intervento sanitario consenta di ridurre i tempi , partendo dalle liste di attesa più lunghe». In step successivi, e questo è il terzo punto, «ampliare l’orario di attività dei servizi ambulatoriali e radiologici nei giorni festivi e prefestivi e negli orari serali facendo ricorso al sistema delle prestazioni aggiuntive, allo scopo di mantenere aperte le strutture per i servizi diagnostici e l’accesso alle grandi apparecchiature in fasce orarie uniformi nelle diverse aziende: 12 ore al giorno e fino alle 24 ore, sia nei giorni feriali che festivi della settimana». Infine, i sindacati chiedono di «accompagnare il tutto con un piano di formazione, aggiornamento e mobilità professionale dentro le strutture», «perseguendo l’obiettivo di migliorare in maniera omogenea in tutto il territorio regionale il grado di offerta dei servizi». SANITÀ Attese, sos dei sindacati [foto Tony Vece] contro che si è tenuto nella sede della Cisl, in via del Gallitello. I rappresentanti sindacali hanno annunciato di aver già inviato formale richiesta per attivare un protocollo di intesa al presidente della Giunta regionale di Basilicata Marcello Pittella e all’assessore alla Sanità Flavia Franconi. «La salute - ha detto Nino Falotico nel presentare l’iniziativa - è un diritto che non può essere negato. Non solo i lungi tempi di attesa si traducono in costi, ma in alcuni casi il tempo non è una variabile indipendente. Nei casi più gravi o paghi l’esame in una struttura privata oppure muori; ma non tutti possono permettersi di pagare. Ecco perché abbiamo presentato una proposta unitaria che non ha bisogno di alcuna legge per diventare operativa, ma solo di un protocollo di intesa e di alcuni milioni di euro». Cifra che i sindacati hanno al momento quantificato in circa cinque milioni. Oltre 300 giorni di attesa per un eco doppler, 229 per una visita reumatologica, 160 per una risonanza, 153 per l’ortopedia e la traumatologia pediatrica, 98 per un’ecografia, 53 per una visita fisiatrica: sono alcune delle cifre snocciolate nel corso della conferenza stampa («risalenti - ha precisato Falotico - al dicembre del 2013»), dei tempi di attesa al San Carlo di Potenza. «Occorre - ha detto Falotico coinvolgere le direzioni generali delle aziende sanitarie per risolvere questo problema. Per quanto ci riguarda stiamo conducendo questa battaglia insieme al sindacato dei pen- sionati ed in accordo con i lavoratori del pubblico impiego, che hanno già manifestato la propria disponibilità al prolungamento degli orari». Ma, per i sindacati, l’operazione smaltimento delle liste di attesa potrebbe portare anche nuovi posti di lavoro. «La legge finanziaria regionale ha spiegato Alessandro Genovesi - ha previsto la possibilità di sbloccare il turn over, quiondi ci sono le condizioni per assumere, ovviamente, a nostro parere, dando priorità a quei reparti dove le liste sono più lunghe o a quei reparti dove liberando macchinari si può raggiungere l’obiettivo». I sindacati non hanno ancora quantificato con precisione quante unità, a tempo determinato o indeterminato, potrebbero essere assunte nel rispetto dei limiti imposti dal patto di stabilità. L’argomento, è stato detto nel corso della conferenza stampa, sarà oggetto del tavolo di trattative. «Occorre - ha concluso Carmine Vaccaro - rimettere in rete il sistema sanitario della Basilicata perché le lunghe liste di attesa fanno perdere punti alla Basilicata. Ma occorre ragionare anche su un altro fatto. Nel 2050 la Basilicata sarà per il 65 per cento abitata da persone di età maggiore di 65 anni, quindi bisogna organizzare un sistema razionale di tutela della salute degli anziani fin da oggi. Finora parte delle royalty petrolifere sono state ultilizzate per ripianare i debiti della Sanità. Noi vorremmo vedere di quei soldi essere spesi per nuove assunzioni e per la tutela della salute dei cittadini». RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I V Martedì 1 luglio 2014 POLITICA IL MARTEDÌ DELLE NOMINE IL CRITERIO Accolta la richiesta del Centrosinistra di avere «un esecutivo non troppo colorato politicamente» NEW ENTRY E VOLTI NOTI Quattro le donne, due gli avvocati e gli economisti. Ora attesa per l’indicazione delle priorità programmatiche Larghe intese per il De Luca I Assessori scelti da destra a sinistra: oggi l’ufficializzazione in attesa del primo consiglio l Gli ultimi tasselli sono stati sistemati nel tardo pomeriggio di ieri. Con una breve discussione, una riunione conclusiva e la definizione dei punti programmatici ritenuti fondamentali. Il De Luca I è stato varato così, con un lavoro complesso ed articolato andato avanti sino all’ultimo giorno prima dell’ufficializzazione. È stato varato - come era prevedibile all’insegna delle larghe intese. Con assessori che fanno riferimento, più o meno direttamente, ad aree politiche che vanno da destra a sinistra. E con buona pace della maggioranza di Centrosinistra che, per dare il sostegno aveva chiesto al primo cittadino una sola garanzia «quella di una giunta non eccessivamente colorata politicamente». Un governo di larghe intese, dunque, per il comune capoluogo. Un governo che sembra tenere insieme seppure sotto l’egida dei tecnici - rappresentanze partitiche che vanno da destra a sinistra. Il sindaco De Luca COMUNE Nel pomeriggio di oggi la presentazione ufficiale della giunta guidata da Dario De Luca [foto Tony Vece] . presenterà nel pomeriggio di oggi il suo esecutivo. E lo farà nel corso di una conferenza stampa in cui ufficializzerà anche i punti fondamentali del suo programma. A cominciare dal risanamento del bilancio, vera croce per il nuovo Consiglio comunale . Per questo, per fronteggiare la pesante eredità di debiti e di tagli ai trasferimenti statali, De Luca ha scelto Maria Martoccia, commercialista e docente della Luiss, come assessore al bilancio. Sempre un economista per il dicastero della programmazione, il professore Leonardo Cuoco. L’urbanistica , invece, verrà assegnata all’architetto Rosanna Argento. Ancora una donna, Margherita Di Francesco, per l’assessorato all’Istruzione, alla cultura ed all’edilizia scolastica, mentre il dicastero delle politiche comunitarie e dei rapporti con l’Università è stato assegnato ad Annalisa Percoco, vice-presidente della Fondazione Mat- tei. Inoltre, all’assessorato all’ambiente ed all’energia andrà l’avvocato Pasquale Pepe (in quota Fdi), al dicastero delle politiche sociali il presidente dell’Avis comunale Nicola Stigliani (in quota Popolari per l’Italia) ed infine al dipartimento dello sport e delle politiche giovanili Giovanni Salvia (sempre in quota Popolari per l’Italia). Ruolo di vice sindaco e delega alla mobilità, infine per l’avvocato Gerardo Bellettieri (in quota Fdi). Nove assessori, quindi. Nove professionisti che, però, potrebbero diventare sei considerato che una legge statale ha disposto la riduzione degli assessorati da dieci a sei. Per farlo, però, serve una modifica allo Statuto comunale. Modifica che potrà essere effettuata, però, esclusivamente dal Consiglio comunale. Il che - tra tempi tecnici e priorità di interventi - significa almeno un anno di attesa. Mesi in cui, nel frattempo, si dovranno affrontare i delicati, delicatissimi pro[a.i.] blemi del bilancio. CONSIGLIO NOMINE Giorni intensi per le indicazioni sulle nomine in Consiglio regionale. Oggi il termine ultimo per le decisioni . ANTONELLA INCISO l Dopo una lunga giornata di lavoro delle diplomazie, nelle stanze del Consiglio regionale sono arrivati i primi passi avanti verso la definizione del cruciale dossier delle nomine. Un puzzle complicatissimo, fatto di veti incrociati – soprattutto dentro il Partito democratico - e di partite che di fatto, alla vigilia dell’ufficializzazione, restano a carte coperte. Con i democrat che continuano a rivendicare le presidenze degli enti più importanti di questa tornata ed i minori che, invece, fanno a braccio di ferro per riuscire a spuntare qualche poltrona. La partita, però, resta ancora tutta da giocare. Almeno sino alla mezzanotte di oggi, termine ultimo entro il quale il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, potrà esercitare i poteri sostitutivi. Nel frattempo non mancano rumors e indiscrezioni sui nominati e sui possibili «assi» che saranno tirati fuori dalla manica all’ultimo momento. Come nel caso dell’Arpab, ente per il quale c’è una sola certezza: il nuovo responsabile sarà un professionista di fuori regione. Un tecnico esterno, capace di coniugare le esigenze contigenti con un curriculum di alto livello. Un profilo preciso, dunque, che data la delicatezza della materia in questione l’intera maggioranza di Centrosinistra ha deciso di far individuare solo ed esclusivamente al governatore Marcello Pittella. Diverso lo scenario, invece, per quanto riguarda gli altri enti dove il confronto tra e con i dem resta, comunque, serrato. Terreno di sconto delicatissimo è, ad esempio, l’Apt. Tramontata l’idea di prorogare sino all’Expo Nomine, puzzle complicatissimo tra veti incrociati e carte coperte L’Apt a un renziano e l’Arpab a un professionista di fuori regione 2015 l’incarico di Giampiero Perri, in pole position per i renziani vi sarebbero Piero Scutari ed Antonio Bruno e con qualche chance in meno anche Giancarlo Ronchi. In calo, poi, anche le quotazioni del commissario regionale di Realtà Italia, Alfredo Borzillo. L’ effetto Apt, però, non potrà non avere conseguenze sugli altri enti. Considerato che si tratta dell’ente sub -regionale indubbiamente più importante di questa tornata di nomine. Per mantenere gli equilibri interni al partito, infatti, i renziani dovrebbero cedere all’area riformista le presidenze delle due Ater: quella di Potenza (per la quale potrebbe essere indicato l’ex sindaco di Satriano Michele Miglionico) e quella di Matera (con un nome ancora da definire). Sempre che in quest’ultimo caso non si ribaltino gli ll particolare I grillini si astengono «Non indichiamo alcun nome». Alle consultazioni si sono presentati. Ma solo per cortesia e per non incorrere nella sanzione pecuniaria che viene inflitta in caso di assenza. I grillini, però, a questa tornata di nomine non intendono per nulla partecipare. «Non ci interessano, non vogliamo fare alcun nome» precisa il consigliere regionale Gianni Leggieri. Per loro il pacchetto di incarichi è qualcosa da non analizzare assolutamente. «Non abbiamo indicato nessuno e la cosa non ci interessa - sottolinea ancora Leggieri - Piuttosto sono qui a lavorare sul bilancio. E’ in quell’occasione che presenteremo le nostre proposte». Una scelta netta, dunque. Ma soprattutto una scelta inusuale considerato che fino ad oggi alcun partito, neppure piccolo, non aveva partecipato alla «suddivisione» delle nomine negli enti sub -regionali. [a.i.] scenari e non venga riconfermato l’attuale presidente, il socialista Innocenzo Loguercio. Quasi certa, poi, la riconferma anche il presidente dell’Ardsu, Arduino Lospinoso, sostenuto dai renziani. Esattamente come il responsabile delle politiche per il lavoro, il «pittelliano di ferro» Pinuccio Maggio. Per la nomina del componente della Corte dei Conti, incarico delicatissimo sarebbe stato individuato l’ex direttore della Presidenza del Consiglio regionale, Luigi Gianfranceschi, avvocato vicino all’area Bubbico. Per completare il pacchetto, con l’opposizione a cui sarà assegnata la presidenza del garante per l’infanzia (data a Vincenzo Giuliani in quota Popolari per l’Italia), però, servirà un altro vertice dopo quello di ieri pomeriggio. Da definire, infatti, restano ruoli meno noti ma altrettanto importanti come quello del difensore civico o del presidente della Commissione paesaggistica. Nel primo caso, infatti, i riformisti vorrebbero puntare su Antonia Fiordalisi Comodo, ma troverebbero forti frizioni da parte dei renziani. Nel secondo, invece, ci sarebbe una rosa di tre nomi: Vincenzo Lopergola (renziano del Materano) Viviana Cappiello e Antonio Maroscia, entrambi vicini ai riformisti. Girandola di nomi, poi, anche per altri enti come il Corecom o la Commissione pari- opportunità. Per entrambi la quadra è ancora lontana. Forse andranno ai dem, forse ai minori come compensazione. Molti dipenderà dalle trattative di oggi quando si riempiranno le ultime caselle. RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ RAGAZZA SPARITA È STATA UNA BRAVATA Martedì 1 luglio 2014 FUGA DI DUE GIORNI Partita da Potenza sabato ha trascorso due notti fuori casa senza avvertire i genitori. È stata rintracciata e sta bene Miriam era a Roma con una sua amica Trovata la ragazza di Bosco Grande sparita sabato scorso l Era alla fermata della linea «B» della Metropolitana, in pieno centro a Roma, via Cavour. Lì l’ha trovata la polizia. È stata una brutta disavventura per Miriam, 14 anni, scomparsa da contrada Bosco Grande di Potenza sabato scorso. La ragazza si sarebbe allontanata da Potenza per raggiungere un’amica romana conosciuta sul social network facebook. Sarebbe stata l’amica a riferire alla polizia che Miriam non poteva contattare la famiglia perché era stata derubata di soldi e telefono cellulare. Ecco perché il cellulare della ra- gazza risultava spento. Stando alla prima ricostruzione effettuata dagli agenti del commissariato di Velletri sulla base del racconto delle giovani, la notte di sabato l’avrebbero trascorsa per strada a Velletri e domenica mattina avrebbero preso il treno per Roma. Una delle due ragazze ha raccontato di aver subito il furto del cellulare durante il viaggio e di aver trascorso la notte di domenica nel quartiere San Lorenzo a Roma. Poi ieri mattina l’amica di Miriam ha contattato uno dei genitori spiegando che stavano bene e che in quel momento si trovavano in via Cavour. Lì sono state subito raggiunte da una pattuglia della polizia. Con molta probabilità le due ragazze volevano trascorrere un po’ di tempo senza rispettare le regole imposte dai loro genitori. La Questura di Potenza ha immediatamente attivato i canali informativi con le altre Questure d’Italia e una scheda con la descrizione della ragazza era stata diffusa online anche dal sito web della trasmissione Rai «Chi l’ha visto?». Miriam - studentessa al Liceo . RINTRACCIATA Miriam è stata rintracciata a Roma dalla polizia delle scienze umane «E. Gianturco» del capoluogo - avrebbe confidato a una sua amica l’intenzione di andarsene da casa e sabato, con una scusa, si è fatta accompagnare dal padre a Potenza. Da qui è partita in treno verso Roma per raggiungere Velletri dove ad aspettarla c’era un’altra amica conosciuta su facebook con la quale avrebbe programmato la fuga. Infatti per due giorni interi anche l’amica aveva fatto perdere le sue tracce. Entrambe erano state viste per l’ultima volta in piazza Garibaldi a Velletri, sabato sera intorno alle 23. Dopo la denuncia della scomparsa da parte della famiglia di Miriam i carabinieri sono andati a casa della madre di Sara e lei ha chiamato la figlia sul cellulare avvisandola che stavano cercando l’amica. Da allora è calato il silenzio. E le due ragazze hanno staccato la batteria dai rispettivi telefonini per evitare di essere rintracciate. Ieri mattina - appena hanno ricevuto notizie confortanti dalla polizia - i familiari di Miriam sono partiti di corsa per raggiungere la ragazza a Roma. AVIGLIANO BIGLIETTI «MINACCIOSI E FARNETICANTI» E UNA VENTINA DI CHIAMATE AL GIORNO PER UN ANNO. MA NON È L’UNICO PROCESSO CHE DOVRÀ AFFRONTARE POTENZA CENTRO STORICO Sileo, 53 anni, sceglie il giudizio abbreviato. La vittima si è costituita parte civile De Luca prolunga la sospensione della Ztl fino a settembre Perseguita la ex: 8mila telefonate l La chiamava tutti i giorni, almeno una ventina di volte. In un anno i contatti telefonici accertati dagli investigatori sono stati oltre 8mila. Vito Sileo, 53 anni di Avigliano, non si è mai rassegnato alla fine della relazione con sua moglie. E lei, la vittima, è stata costretta a cambiare le abitudini di vita. Ora Sileo (difeso dall’avvocato Gaetano Basile) dovrà affrontare il processo. E ha scelto il rito abbreviato. La sua ex moglie si è costituita parte civile (rappresentata dall’avvocato Cristiana Coviello). Secondo l’accusa la seguiva quando usciva di casa per andare a lavoro e le lasciava messaggi «dal contenuto farneticante e minaccioso» sul parabrezza dell’auto o nelle vicinanze dell’abitazione. E non si è fermato neanche quando ha appreso di essere finito sotto inchiesta. Era accusato di violenza in famiglia e di aver fatto lo scalpo a sua figlia. E per questo era finito agli arresti do- PROCESSO Il palazzo di giustizia di Potenza. Sileo, accusato di stalking, ha scelto il rito abbreviato. . miciliari (in un’indagine condotta dagli investigatori della Squadra mobile della polizia di Stato). Aveva anche ottenuto il permesso di andare a lavorare. Ma i carabinieri hanno scoperto che l’attività lavorativa era solo «una copertura». E l’hanno arrestato. Sileo è accusato di «stalking» nel procedimento in cui ha chiesto il rito abbravieto. Ed è indagato per «minaccia, atti persecutori, violenza privata e inosservanza degli obblighi imposti dal Tribunale di Potenza» in un ulteriore procedimento. Le indagini della Terza sezione della Squadra mobile, invece, hanno prodotto un terzo fascicolo. Sileo è indagato per maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori, in- giuria e danneggiamento, per aver in particolare maltrattato la propria ex moglie e i propri figli, oggi tutti maggiorenni, durante il periodo in cui erano con lui conviventi, compiendo nei loro confronti atti vessatori, aggressioni fìsiche e verbali, minacce, umiliazioni, percosse, assumendo atteggiamenti violenti e prevaricatori nei confronti della moglie, condotte criminose terminate solo con il volontario allontanamento della donna dalla casa familiare avvenuto nel 2011. Da allora - secondo l’accusa - non ha smesso di perseguitare la donna. Nell’ultimo dei procedimenti, infatti, gli viene contestata anche l’aggravante della recidiva. DIPENDENZE CONFRONTO TRA MILITARI ED ESPERTI SULL’ABUSO DI SOSTANZE ALCOLICHE E DROGHE TRA I GIOVANI Bollettino di guerra a causa dell’alcol Incontro sugli abusi dei minorenni organizzato dal comando dell’esercito MARIA VITTORIA PINTO l Un incidente stradale su quattro è causato dall’abuso di alcol o sostanze stupefacenti, il 20 per cento dei ragazzi fra gli undici e i 15 anni consuma abitualmente bevande alcoliche, la prima causa di morte per un giovane è l’alcol. Questo è un bollettino di guerra. Se n’è parlato ieri, a Potenza, durante la conferenza – dibattito «Alcol & giovani» nella Caserma «De Rosa», sede del Comando dell’Eser- cito di Basilicata. Presenti al tavolo dei relatori, il colonnello Giulio Barba, Comandante Cme Basilicata; il tenente colonnello medico Emanuele Venezia, dirigente servizio sanitario Cme Basilicata; l’ingegnere Donato Pafundi, Regione Basilicata; il capitano medico Alberto Dattola, responsabile Centro di riabilitazione alcologica di Chiaromonte. «E’ fondamentale – ha sottolineato il dottor Dattola – una costante attività d’informazione, prevenzione e sensibilizzazione, perché i giovani e le loro famiglie devono conoscere i danni alla salute provocati dall’utilizzo di alcolici, sostanze stupefacenti e altre forme di dipendenza psicofisica. C’è bisogno di un cambiamento culturale. Importante è la sinergia fra istituzioni, famiglia, militari. Se ad un giovane gli fornisci gli strumenti per comprendere il pericolo sarai stato bravo, ma ancor più bravo è quel giovane che, in futuro, userà quegli strumenti di conoscenza per rispettare se stesso, la sua vita e quella degli altri». DIPENDENZE Un momento dell’incontro di ieri l Circoilazione in centro storico ancora libera per tutti. Tra i primi provvedimento adottati dal neo sindaco Dario De Luca, c’è la prosecuzione della sospensione temporanea della Ztl, fino al 29 settembre prossimo. Nel provvedimento emanato il 28 giugno scorso De Luca ha annunciato che «nei programmi del sindaco è prevista la completa revisione delle condizioni di circolazione stradale nel centro storico con istituzione di una nuova regolamentazione della zona a traffico limita- ZTL Varco to» e che «all’uopo è in corso apposito studio di tutte le questioni afferenti alla pedonalizzazione di spazi pubblici, alla circolazione degli autoveicoli, alla regolamentazione della sosta a pagamento riguardanti le aree di tutto il Centro Storico di Potenza». In attesa degli esiti di tale studio e dell’emanazione della nuova regolamentazione del traffico in centro storico, la Ztl rimane sospesa, anche perchè «è in corso di validità l’ordinanza di chiusura di via Bonaventura al fine di consentire l’ultimazione dei lavori di realizzazione del sottostante parcheggio» e percò «le problematiche legate alle esigenze di accessibilità e fruizione del centro storico» non sono cessate. La Ztl è stata istituita dall’ex sindaco Vito Santarsiero nel 2011 per migliorare la vivibilità ma ci sono state polemiche da parte dei commercianti della città vecchia, confluite anche in contenziosi. La Ztl era sospesa dallo scorso aprile per consentire sia le feste religiose che le elezioni. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I VII Martedì 1 luglio 2014 I NOSTRI SOLDI FISCO E CONTRIBUENTI SERVIZI L’obiettivo è risolvere situazioni di particolare difficoltà e offrire la migliore assistenza possibile agli imprenditori OPPORTUNITÀ Come dilazionare nel tempo i pagamenti. L’opzione dei crediti fiscali. La sospensione delle cartelle Oggi Equitalia apre un nuovo sportello per imprese in crisi l Equitalia apre oggi a Potenza lo Sportello Amico Imprese, un canale diretto con le aziende in difficoltà. Si tratta di un canale diretto per ascoltare e risolvere casi di particolare difficoltà per imprenditori, commercianti e artigiani del territorio. È uno spazio di ascolto dedicato al mondo produttivo, pensato per dare assistenza mirata alle piccole imprese del potentino che a causa della crisi economica stanno vivendo situazioni complesse. Lo Sportello Amico Imprese è operativo presso la sede di Equitalia a Potenza in viale del Basento 128, aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8.15 alle 13.15. Ne parliamo con Salvatore Baffa, direttore regionale Basilicata di Equitalia. Direttore, quali sono gli obiettivi che Equitalia vuole raggiungere con lo Sportello Amico Imprese? «Risolvere situazioni di particolare difficoltà e offrire la migliore assistenza possibile a imprenditori, commercianti e artigiani, partendo dall’ascolto e dal dialogo con i contribuenti. Solo in questo modo noi possiamo conoscere la reale situazione in cui si può trovare un piccolo imprenditore e assicurargli tutto il supporto necessario per giungere alla migliore soluzione consentita dalle norme. Dopo l’attivazione di un canale dedicato ai cittadini, Equitalia ha voluto raddoppiare l’assistenza aprendo, appunto, uno spazio per le imprese che, nelle città dove è partito in via sperimentale lo scorso anno, ha consentito di gestire centinaia di casi particolarmente difficili. Non a caso si è deciso di estendere il servizio anche alla provincia di Potenza dove è consistente la presenza di piccole imprese che in questo momento possono avere più bisogno di consulenza specifica per effetto della crisi economica». Cosa deve fare un imprenditore che si trova in difficoltà e non sa come far fronte al debito con il fisco? «Innanzitutto deve rivolgersi a noi con tempestività. Soltanto grazie a un contatto diretto con i nostri Sportelli dedicati è possibile per noi analizzare ogni caso e conoscere le situazioni particolari che possono esserci dietro un mancato pagamento. L’obiettivo di questa iniziativa è proprio quello di semplificare i rapporti con le imprese e il dialogo permette di trovare soluzioni ad hoc». I vostri punti di forza sono quindi il dialogo e l’ascolto. Come possono aiutare? «Ascoltare e parlare con i cittadini è un impegno fondamentale per chi riveste un ruolo come il nostro. È l’unica strada che ci consente di trovare un punto di contatto diretto, riservato e personalizzato, indispensabile anche per rassicurare chi si trova in difficoltà. A volte in particolari momenti ricevere una cartella può sembrare un problema insormontabile che si può attenuare ottenendo il giusto supporto. Per questo noi invitiamo sempre tutti i cittadini a venire a parlare con noi senza timore. Solo in questo modo possiamo fornire tutte le informazioni necessarie per conoscere la propria situazione, le leggi in vigore, le possibilità per mettersi in regola e soprattutto le tutele a favore dei contribuenti». Quali sono le soluzioni che un imprenditore può trovare rivolgendosi allo Sportello Amico Imprese? «Oggi le imprese in difficoltà puntano a dilazionare nel tempo i pagamenti e la legge offre la possibilità di farlo con la rateizzazione. Ma non solo. Molti contribuenti non sanno che possono compensare in tutto o in parte i propri debiti utilizzando dei crediti fiscali. Allo Sportello Amico Imprese abbiamo spesso consigliato di farlo e abbiamo illustrato le opportunità e le modalità per avvalersene, aiutando i contribuenti. Un altro servizio importante è quello della sospensione delle cartelle che il contribuente non ritiene di dover pagare. In questi casi Equitalia fa da tramite con l’ente creditore che ha richiesto il pagamento e assicura in tal modo che le ragioni dei cittadini vengano tutelate». Ha detto che la rateizzazione è uno strumento importante che trova riscontro. Quali modalità sono previste e come è possibile chiedere una rateazione? «Tutti possono chiedere di pagare a rate qualsiasi importo. Fino a 50 mila euro di debito basta presentare una semplice domanda senza la necessità di alcuna documentazione. Per debiti superiori a 50 mila euro, invece, bisogna presentare la documentazione attestante la situazione economico-finanziaria del contribuente. Si può chiedere una rateizzazione secondo un piano ordinario in 6 anni (72 rate) oppure, in presenza di particolari condizioni di difficoltà previste dalla legge, un piano lungo 10 anni. Si può chiedere un piano di dilazione a rate variabili e crescenti, in modo da poter pagare meno all’inizio nella prospettiva di un miglioramento delle condizioni economiche, oppure a rate costanti. È importante rispettare le scadenze ed essere in regola, perché in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive, la rateazione deve essere revocata». DIRETTORE Salvatore Baffa direttore regionale di Equitalia Quale vantaggi comporta rateizzare il debito? «I vantaggi sono molteplici: in primo luogo i contribuenti possono regolarizzare la loro posizione debitoria con più tranquillità. In caso di peggioramento della propria situazione economica è possibile prorogare la dilazione e, se si ricevono nuove cartelle, si può chiedere una nuova rateizzazione, ma solo se si è in regola con i pagamenti. Le imprese, rateizzando, non sono più considerate inadempienti e possono ottenere il Durc, cioè il certificato di regolarità fiscale per poter lavorare con le pubbliche amministrazioni. Inoltre la legge prevede che non si può iscrivere ipoteca né attivare qualsiasi altra procedura cautelare ed esecutiva, nei confronti di chi sta pagando a rate chiaramente finché si è in regola con i pagamenti». Ma ci sono ulteriori novità in materia di pagamenti a rate? Di che si tratta? «Una norma approvata da qualche giorno consente a chi ha perso il diritto alla rateazione, perché non in regola con i pagamenti alla data del 22 giugno 2013, di chiedere entro il prossimo 31 luglio un nuovo piano di dilazione fino a un massimo di 72 rate. Il nuovo piano concesso non è prorogabile e si perde in beneficio con il mancato pagamento di due rate anche non consecutive. Si tratta di un’ulteriore opportunità, sin da principio auspicata da Equitalia e oggi diventata legge, per andare incontro alle difficoltà di cittadini e imprese alle prese con particolari difficoltà che non sono riusciti a rimanere in regola con il pagamento della dilazione precedente. Le iniziative di assistenza mirata per cittadini e imprese hanno dato dei risultati? «Direi proprio di sì, basta guardare i numeri. In tutta Italia sono ormai più di 50 mila i casi di contribuenti in situazione di particolare difficoltà gestiti dai nostri sportelli d’ascolto. A livello nazionale sono attive 2 milioni e 300 mila rateizzazioni per quasi 25 miliardi. Di queste, 30.694 sono state concesse in Basilicata per un importo di quasi 295 milioni, nel dettaglio 11.218 in provincia di Matera e 19.476 in provincia di Potenza». Con lo sportello amico Equitalia è impegnata su due fronti, cittadini e imprese. Quali altre iniziative di dialogo a favore dei contribuenti sono attive sul territorio? «Da tempo cerchiamo di migliorare le sinergie con gli Ordini professionali, le Associazioni di categoria e gli Enti per semplificare le pratiche degli iscritti e degli assistiti. Sono state siglate su tutto il territorio oltre 200 convenzioni e sono state individuate modalità di relazione con email dedicate, presenze di funzionari Equitalia in sede, appuntamenti e seminari formativi. Grazie a questi accordi Equitalia ha rafforzato ulteriormente la collaborazione con il mondo produttivo e professionale. Inoltre, sono stati ampliati e diversificati di canali di pagamento e assistenza che consentono ai cittadini di procedere nel modo più comodo. Oltre agli sportelli di Equitalia è possibile pagare le cartelle presso gli uffici postali, le banche, i tabaccai e nelle ricevitorie Sisal e Lottomatica abilitate. Ma è anche possibile pagare direttamente e comodamente da casa attraverso i servizi di homebanking della propria banca o procedere direttamente via web con un semplice click, attraverso il sito di Equitalia. Chi preferisce non andare allo sportello, o è impossibilitato a farlo, può consultare il sito istituzionale www.gruppoequitalia.it e avere tutte le informazioni utili sempre a portata di mano. Direttamente da casa è possibile verificare la propria situazione debitoria attraverso il servizio Estratto conto, effettuare pagamenti con carta di credito, scrivere al Servizio contribuenti, simulare un piano di rateazione, inviare una richiesta di sospensione della riscossione e scaricare la modulistica. E per chi non ha dimestichezza con internet, è attivo 24 ore su 24 il numero verde 800.178.078 (gratuito da rete fissa) oppure il numero 02.3679.3679 (a pagamento da cellulare e estero) con servizio operatore dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 18. RASSEGNASTAMPA X I ATTUALITÀ Martedì 1 luglio 2014 C’È ARIA DI FESTA LA CURA DELLA SACRA EFFIGIE La signora Rosa Andrisani è una delle depositarie della antica tradizione. Da 25 anni si occupa della statua della Vergine TUTTI IN ATTESA DEL 2 LUGLIO Matera è pronta per vivere il suo giorno più lungo Domani la città è in Festa per la solennità della della Madonna della Bruna CARMELA COSENTINO l È tutto pronto per la festa del 2 luglio. Le luci sono accese, la musica risuona nelle vie cittadine e nella Cassarmonica di piazza Vittorio Veneto. Anche Maria Santissima della Bruna è stata preparata per il lungo giorno di festa in suo onore. Un momento riservato a pochi intimi. La signora Rosa Andrisani è una delle depositarie di questa antica tradizione. Sono ormai 25 anni che si occupa della Vergine custodita nella Chiesa di San Francesco D’Assisi. Ma non è in questa sede che avviene la vestizione. La Madonna verrà portata in processione nella Chiesa di San Giuseppe in via Riscatto e lì sarà preparata per l’inizio della Novena, il 23 giugno. Le vesti indossate dalla Madonna, Statua che risale insieme a Gesù Bambino al ‘700, furono realizzate da tre sarte materane, tre sorelle che possedevano un telaio lungo 3 metri e con questo realizzarono lo splendido abito cucito in filo d’oro, che indossa la Vergine. La vestizione della Statua avviene a porte chiuse nella Chiesetta di via Riscatto. È un rito che si tramanda tra donne ma in origine questo compito era affidato alla suore di San Giuseppe. Quando andarono via, la signora Andrisani chiese al vescovo l’autorizzazione per occuparsi della vestizione della Vergine. Un compito che porta avanti per fede e devozione perché la Madonna sia pronta per il 2 luglio, il lungo giorno della festa che ha inizio alle prime luci dell’alba, con la celebrazione della Santa Messa in piazza san Francesco D’Assisi alle 5 del mattino. Al termine della funzione, intorno alle 6.15, ha inizio la Processione dei Pastori. Il Quadro di Maria Santissima della Bruna accompagnato dai fedeli, dal suono delle Bassa Musica Città di Miglionico e quest’anno anche dal Concerto Bandistico Città di Matera, verrà portata in processione per le vie cittadine del centro e dei quartieri dei Piano, passando per via Ridola, vico Case Nuove, via Lucana, via Cappelluti, viale Europa, via Lazazzera, via Dante, via Petrarca, Piazza Giovanni XXIII-Sagrato della Chiesa di San Pio X, via Parini, via Manzoni, via Nazionale, via Annunziatella, via XX Settembre per arrivare infine nella Chiesa di San Francesco Paolo per la I SIMBOLI PIÙ NOTI Una rappresentanza dei Cavalieri della Bruna posa con alle spalle il carro trionfale in cartapesta. Nella altre foto, alcuni particolari [foto Genovese] . celebrazione della Santa messa. Alle 9 nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi si terrà la cerimonia di vestizione del generale dei Cavalieri della Bruna, Angelo Raffaele Tataranni che alle 10.20, insieme ai Cavalieri raggiungerà piazza Vittorio Veneto per assumere il comando della Cavalcata. Alle 10.45 nella Chiesa di San Francesco D’Assisi si svolgerà la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignore Salvatore Ligorio e a seguire, alle 12.15, la Sacra Immagine di Maria Santissima della Bruna, scortata dai Cavalieri verrà accompagnata nella Chiesa di Maria Santissima Annunziata del Rione Piccianello. Alle 17 la Sacra Immagine sarà trasferita nella piazzetta di via Marconi e collocata sul Carro trionfale che alle 22 arriverà in piazza San Francesco D’Assisi per il rituale dei “Tre Giri” e la reposizione della Statua della Vergine in Chiesa. Alle 22.30 il carro riprenderà la sua corsa verso piazza Vittorio Veneto dove sarà consegnato ai cittadini per lo “strazzo”. Chiude la festa lo spettacolo pirotecnico della ditta Pirotecnica Santa Chiara Castorano. ORDINE PUBBLICO LA FESTA DEVE ESSERE VISSUTA IN TRANQUILLITÀ ANCHE PER LA GRANDE MASSA DI PERSONE CHE VI PARTECIPANO E LA VIVONO La sicurezza prima di tutto Nessun dettaglio è stato trascurato per assicurare un sereno svolgimento l Per assicurare un perfetto funzionamento della Festa, la macchina organizzativa della sicurezza è stata messa a punto dal prefetto di Matera Luigi Pizzi nel corso della riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica per una verifica conclusiva delle misure da adottare in occasione dei festeggiamenti patronali in onore di Maria SS. della Bruna, affinché anche la corrente edizione della Festa possa svolgersi in condizioni di sicurezza e nel rispetto della tradizione. All’incontro hanno preso parte i vertici provinciali delle Forze di Polizia, del rappresentante dell’Amministrazione provinciale, del vice sindaco di Matera, del comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, del Dirigente del servizio veterinario dell’Asm, del rappresentante della Curia arcivescovile, del vice presidente dell’Ente parco, del presidente del Comitato organizzatore dei festeggiamenti della Festa Patronale di Maria SS. della Bruna e del presidente dell’Associazione cavalieri. Nel corso dell’incontro si è concordato che durante il passaggio della tradizionale “Processione dei Pastori” saranno esplosi i mini colpetti ibridi. È stato, altresì, confermato il posizionamento di tre maxi schermo in piazza Vittorio Veneto – di maggiori dimensioni – in piazza San Francesco d’Assisi e presso la villa comunale. Nelle aree del centro cittadino di maggiore affluenza, sarà dislocato un congruo numero di bagni chimici. Analogamente, sarà allestita, all’interno dello “Stadio Comunale XXI Settembre - Franco Salerno”, un’area attrezzata per i venditori ambulanti, con strutture amovibili, per offrire ospi- talità ai venditori ambulanti ed evitare “bivacchi” nel centro cittadino. Il numero dei cavalieri che parteciperanno alla sfilata mattutina e serale sarà di sessanta, quaranta dei quali defluiranno da via Ridola e altri venti assisteranno ai tre giri del carro in piazza San Francesco. Solo dieci cavalieri potranno seguire il carro durante i tre giri nello spiazzo antistante la Banca Popolare del Mezzogiorno e fino a piazza Vittorio Veneto, ove avverrà l’assalto per la distruzione. Per il benessere degli animali si è convenuto, IN PREFETTURA È stata fatta una verifica conclusiva delle misure da adottare in occasione dei festeggiamenti anche per la corrente edizione della Festa, che i cavalli debbano essere in possesso di certificato sanitario, di certificato di provenienza e di test di Coggins. Alla sfilata non potranno essere ammesse cavalle gravide. Gli animali dovranno essere condotti da persone esperte e dovranno essere dotati di calzari antiscivolo o ferri gommati. Per l’abbeveraggio dovranno essere utilizzati contenitori singoli. Infine, durante la sfilata, dovrà essere garantita la presenza di un veterinario libero professionista, che assicuri l’assistenza sanitaria continua nonché la presenza, per ciascun equide, di una persona maggiorenne, di provata esperienza, regolarmente assicurata, che provvederà al benessere dell’animale. I cavalieri partecipanti ala cavalcata del 1° e del 2 luglio, dovranno osservare le precauzioni previste dal vigente Codice della Strada per la conduzioni degli equidi sulle strade urbane. Inoltre, a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, a cura del sindaco di Matera è stata adottata ordinanza ai sensi dell’art. 54 del T.U.E.L., vietando a chiunque di compiere gesti o di tenere comportamenti che possano irritare gli equidi lungo il percorso della cavalcata. Per prevenire la consumazione di reati in genere e contro il patrimonio, durante il periodo dei festeggiamenti è stata prevista una intensificazione di tutti i servizi di vigilanza nel centro storico e nell’area mercatale di Piccianello. Analogamente, è stato previsto il rafforzamento di tutti i servizi volti a contrastare il commercio ambulante abusivo, delle merci con marchi contraffatti e di ogni forma di illegalità. Inoltre, atteso che in occasione della festa patronale la città di Matera sarà interessata da una notevole, prevedibile affluenza di persone, nella riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è convenuto di disporre, nel centro storico cittadino, servizi con pattuglie appiedate composte da personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, della Polizia Provinciale e della Polizia Municipale. Detti servizi sono in corso dal 28 giugno scorso e proseguiranno per tutto il periodo della festa, come disposto con ordinanza del Questore di Matera. PARTICOLARE Alcune statue del carro trionfale [foto Genovese] BAMBINELLO L’omaggio di un piccolo alla statua [foto Genovese] RASSEGNASTAMPA ATTUALITÀ I XI Martedì 1 luglio 2014 IL PRIMO CARRO IN CARTAPESTA Fu un realizzato dall’artigiano Annibale D’Antona in stile barocco nel 1890: introdusse in città l’arte della cartapesta I CAVALIERI E LA CAVALCATA Secondo la leggenda indossavano costumi spagnoleggianti. Erano guardie del corpo del Conte Giancarlo Tramontano Su storia e simboli le «scuole di pensiero» Le versioni con cui il credo popolare tramanda la festa L’ICONA BIZANTINA La immagine di Maria Santissima della Bruna che si trova nella basilica cattedrale di Matera. A sinistra, i fuochi pirotecnici, con i quali si concluderà la giornata più lunga dei materani [foto Genovese] . MUSICA MAESTRO TRA SFILATE PER LE PRINCIPALI VIE E IL SERVIZIO D’ORCHESTRA, SARANNO PRESENTI ANCHE NEI MOMENTI TOPICI DELLA FESTA Sfilata di bande per la Patrona Prestigiosi complessi bandistici assicureranno la colonna sonora della solennità l Con le loro divise colorate, gli strumenti di ottone che brillano al sole o sotto le luci della Cassarmonica di piazza Vittorio Veneto, rappresentano l’elemento artistico-musicale più rappresentativo della Festa del 2 luglio. In questi giorni, calcheranno le scene gruppi bandistici di gran pregio che proporranno repertori lirico-sinfonici tratti dalla grande tradizione del melodramma, da Verdi a Puccini, da Rossini a Bellini, spaziando anche nel repertorio contemporaneo con l’esecuzione dell’Inno per Matera 2019 composto e arrangiato per banda da Vito Paternoster. Ieri ha sfilato per le vie della città il Gran Concerto Musicale Città di Noicattaro diretto dal maestro Rocco Eletto, un gruppo bandistico già presente nella passata edizione della festa che si è esibito anche la sera in piazza Vittorio Veneto dalle 19 alle 24. Oggi toccherà al Concerto musicale Città di Lizzano diretto dal maestro Gaetano Cellamara sfilare per le vie cittadine a partire dalle 8.30 e garantire il servizio d’orchestra dalle 18.30 alle 24 nella Cassarmonica. Eseguiranno un repertorio lirico-sinfonico con la presenza di 4 cantanti. Novità di questa 625 esima edizione della festa in onore di Maria Santissima della Bruna, la presenza nella Processione dei Pastori, accanto alla Bassa musica Città di Miglionico che aprirà il corteo, il Concerto Bandistico Città di Matera (ridimensionato nel numero) diretto dal maestro Nunzio Paolicelli che stazionerà accanto al Quadro della Vergine. La mattina e la sera del 2 luglio garantirà il servizio musicale il Concerto Musicale Città di Mon- Si rinnovano i riti Il programma di cerimonie che precedono il 2 Luglio tescaglioso diretto dal maestro Giovanni Pellegrini. Eseguiranno un repertorio tradizionale, lirico-sinfonico e al passaggio del carro Trionfale in piazza Vittorio Veneto “La marcia trionfale” tratta dall’Aida di Giuseppe Verdi. La stessa formazione garantirà servizio in Cassarmonica anche [c.cos.] la sera del 3 luglio. SQUILLI DI TROMBA Il trombettiere dei Cavalieri della Bruna. In altro, la cassarmonica in piazza, dove si esibiscono le bande [foto Genovese] . Per i festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Bruna questa mattina alle 8.30 girerà per le vie cittadine il Concerto musicale “Città di Lizzano” diretto dal maestro Gaetano Cellamara. Alle 9.30 nel Palazzo di Città l’Associazione Maria Santissima della Bruna incontrerà le Autorità civili e militari e i sindaci dei Comuni dell’Arcidiocesi. Alle 10 in via Don Luigi Sturzo nel piazzale della Chiesa di San Paoli si raduneranno i Cavalieri che da lì sfileranno per le vie del centro storico. Sempre alle 10 il Corteo partito dal Comune si dirigerà in piazza Vittorio Veneto per rendere onore ai Caduti con la deposizione della Corona d’alloro da parte del Comitato dei festeggiamenti. Alle 11 nella Chiesa di San Francesco D’Assisi l’arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina monsignor Salvatore Ligorio incontrerà i membri Comitato e le Autorità civili e militari, e il sindaco Salvatore Adduce porterà un’offerta floreale alla Patrona della città. Alle 12 in piazza San Francesco D’Assisi si raduneranno i Cavalieri mentre il corteo delle Autorità rientrerà nella Casa Municipale. La giornata si concluderà alle 12.45 nel piazzale del Palazzo di Città dove si terrà lo spettacolo pirotecnico della Ditta Santa Chiara. Nel pomeriggio alle 18 in piazza Vittorio Veneto si accoglierà la Sacra Immagine di Gesù Bambino proveniente dalla Casa Circondariale e da lì sarà portato nella Chiesa di San Francesco D’Assisi per l’affidamento dei bambini alla Madonna. Dalle 18.30 alle 24 nella Cassarmonica di piazza Vittorio Veneto si esibirà il Concerto musicale “Città di Lizzano” diretto dal maestro Cellamara che eseguirà un repertorio lirico- sinfonico e l’Inno per Matera 2019 composto da Vito Paternoster. [c.cos.] l Sulla storia del carro trionfale e sull’origine della festa del 2 luglio, ci sono diverse leggende e scuole di pensiero. A raccontarle è Giovanni Santantonio dell’Associazione Maria Santissima della Bruna nel corso di un’intervista rilasciata alla Gazzetta. Di getto inizia a parlare della storia della festa, del primo carro realizzato per festeggiare la Vergine e dell’origine dei Cavalieri della Bruna. «Un tempo – racconta – si festeggiava la Madonna di Matera, la Madonna Bruna, scura, nera di origine orientale. Dal 1397 monsignor Bartolomeo Prignano allora arcivescovo della diocesi di Matera-Acerenza, poi trasferito a Bari e successivamente divenuto Papa con il nome Urbano VI, nel 1389 preparò il decreto, promulgato nel 1390 dal suo successore, Bonifacio IX , che fissò la data della festa della Visitazione di Maria a sua cugina Elisabetta il 2 luglio. Da allora anche la Festa di Matera e della Madonna di Matera venne festeggiata in quella data, una tradizione che è stata mantenuta fino ai nostri giorni». Anche sulla Cavalcata le scuole di pensiero si dividono. «Secondo la leggenda – continua Santantonio – erano cavalieri che indossavano costumi spagnoleggianti. Erano per lo più guerrieri e guardie del corpo del Conte di Matera Giancarlo Tramontano, il quale per ingraziarsi il popolo materano mise i suoi cavalieri a difesa del carro. Usanza che è stata mantenuta nel tempo, seppur con varie modifiche». L’origine del carro risalirebbe invece intorno al 1700. «Non era un carro trionfale – dice – ma una carrozza messa a disposizione, così narra la leggenda, dalla famiglia Gattini. Per anni è stata sempre la stessa, non veniva curata, pulita e così il popolo la distrusse. L’anno successivo Gattini fecero costruire una nuova carrozza, ma la mancanza di manutenzione spinse nuovamente il popolo a distruggerla. La storia proseguì per diversi anni finché un vecchio falegname materano, un certo Traetta, decise di costruire un carro precisando che ogni anno ne avrebbe fatto uno diverso, e da qui nasce il detto “A mogghij a mogghij l’onn cj vàn”- Di meglio in meglio nell’anno che verrà». Il carro non era in cartapesta ma fatto di legno e abbellito con fiori di carta realizzati dalla massaie materane. Il primo manufatto in cartapesta risale alla fine dell’800. «Fu un artigiano materano Annibale D’Antona – racconta Santantonio – a realizzare il prima carro in cartapesta in stile barocco. Era il 1890. Fu anche il primo artigiano a portare la cartapesta a Matera. Aveva studiato a Firenze e nel Salento, a Lecce, dove aveva appreso l’arte della cartapesta e l’aveva trasposta nella sua opera. Da allora sono diversi i maestri cartapestai che si sono alternati nella costruzione del carro, dai D’Antona, ai Niglio, dai Pentasuglia ai Nicoletti, per arrivare ai nostri giorni con la famiglia Daddiego e oggi Andrea Sansone. Un’alternanza che giudico positiva, perché solo in questo modo si riesce a stimolare la produzione artistica del territorio». Tra i carri che fanno parte della memoria collettiva, c’è sicuramente quello del 1946. «Si tratta – aggiunge – di un carro costruito nel ‘38 o nel ’39. Erano gli anni della guerra per cui la festa fu sospesa. Nel 1946 il popolo materano per devozione nei confronti della Madonna decise di farlo sfilare per le vie della città. Era un carro danneggiato dal tempo, ma per la gente non ebbe alcuna importanza, perché erano felici di poter festeggiare ancora una [c.cos.] volta la Vergine». RASSEGNASTAMPA XII I MATERA CITTÀ E PROVINCIA IGIENE E AMBIENTE L’INIZIATIVA NEI QUARTIERI Martedì 1 luglio 2014 I PIÙ VIRTUOSI La zona Centro (Sassi, centro storico, Serra Venerdì e via Castello ha raccolto ben sette tonnellate di carta e cartone Le «Cartoniadi» fanno incrementare il riciclo La raccolta differenziata è arrivata al 31 per cento CARMELA COSENTINO l Un mese di lavoro che ha coinvolto un’intera città divisa in tre macro aree, Nord, Centro e Sud, ma alla fine, un solo vincitore delle Cartoniadi di Matera, campionato di raccolta differenziata di carta e cartone organizzato da Comieco – Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, in collaborazione con la Camera di Commercio e il Comune della città dei Sassi. Ad aggiudicarsi il titolo di “Campione del riciclo” e il premio di 2 mila euro, la Zona Centro composta dai quartieri Sassi, Centro Storico, Serra Venerdì e via Castello che ha raccolto 7 tonnellate di carta e cartone registrando , rispetto al maggio dello scorso anno, un incremento pari al 21 per cento. Ieri mattina nella piazzetta di via Marconi, dove ha sede la Fabbrica del Carro, il presidente dell’Ente Camerale Angelo Tortorelli ha consegnato al vicesindaco Sergio Cappella l’assegno di 2 mila euro che saranno utilizzati, come già annunciato un mese fa dall’allora assessore comunale Rocco Rivelli, per creare aree verdi attrezzate nella zona centrale e per l’acquisto di giochi e panchine. Insomma «un risultato - ha detto Tortorelli- che di- mostra l’impegno profuso dai cittadini nel fare la raccolta differenziata anche se l’obiettivo del 50 per cento di raccolta è ancora un traguardo lontano. Ma la campagna di sensibilizzazione e di informazione attuata nelle scuole per promuovere le Cartoniadi ha permesso di registrare dati interessanti. La città di Matera infatti ha superato la media regionale di raccolta della carta che è del 24 per cento, arrivando al 31 per cento». E non solo. «I dati dell’indagine svolta da Astra Ricerche prima e dopo le Cartoniandi - ha sottolineato Carlo Montalbetti direttore generale di Comieco - fanno CONFERENZA STAMPA Un momento dell’incontro svoltosi ieri mattina registrare non solo l’incremento della raccolta differenziata ma anche una maggiore informazioni dei cittadini. Infatti prima dell’avvio della gara solo il 46 per cento dei materani conosceva la raccolta differenziata e sapeva farla, mentre dopo la manifestazione, si è avuto un incremento del dato del 20 per cento. Questo significa che se nel giro di un mese si sono riscontrati risultati importanti, non sarà difficile con il tempo arrivare a raggiungere la media di Comuni virtuosi come la Puglia dove la media a persona è del 29 per cento. Il prossimo passo è la realizzazione a Matera, in accordo con il presidente Tortorelli che è anche vicepresidente del Conai, delle Olimpiadi della raccolta differenziata che riguarderanno la raccolta di tutti i materiali, dalla plastica al vetro, dall’alluminio all’acciaio» e naturalmente si continuerà con la raccolta della carta, materiale utilizzato per la costruzione del Carro trionfale. Per questa edizione - ha detto l’artigiano Andrea Sansone - sono stati utilizzati 2 quintali di carta, che sono serviti non solo per la struttura ma anche per gli abiti delle statue realizzati con tre strati di carta. Per questo il contributo di ogni cittadino è fondamentale». TRASPORTI I COLLEGAMENTI DA MATERA E NOVA SIRI PER L’AEROPORTO DI BARI-PALESE E QUELLO PER IL CROB-RIONERO, NON SUBIRANNO INTERRUZIONI Continua il servizio del bus-navetta L’amministrazione provinciale, col Cotrab, assicurerà le corse sino alla fine del mese l I servizi di collegamento da Matera e da Nova Siri per l’aeroporto di Bari-Palese e quello, sempre andata e ritorno, per il Crob-Rionero, non subiranno alcuna interruzione. In questi giorni, dove le critiche non sono state di certo risparmiate, c’è statao un impegno preciso da parte dell’Amministrazione provinciale con il Cotrab che ha acconsentito ad assicurare il prosieguo del servizio fino a tutto il mese di luglio. «Le pressioni, legittime, pervenute dal territorio e l’oggettiva strategicità dei servizi - ha sottolineato la giunta provinciale - hanno sostenuto un’attenzione che da parte nostra non è mai mancata, sin dall’inizio, e che continua a esserci anche in un frangente così complicato qual è quello attuale. In questo mese di luglio, in cui i servizi continueranno a essere garantiti, continueremo a dialogare con il Cotrab perché applichi la delibera regionale che prevede la eliminazione di alcune linee a DUE SERVIZI NECESSARI L’Amministrazione provinciale ha evitato che ci fossero interruzioni, ma chiaramente il problema dei collegamenti non è stato risolto . vantaggio di queste che a oggi sono considerate linee aggiuntive (rientrerebbero in pratica nei cosiddetti servizi minimi a carico dei finanziamenti regionali)». La giunta ha insistito sulla importanza dei collegamenti: «a cominciare dalla navetta per il Crob Rionero, la cui valenza sociale è indiscuti- bile, fino ad arrivare alle linee che collegano Matera e Nova Siri all’aeroporto di Bari-Palese, di vitale importanza per il rilancio dell’economia locale. Tutelare il diritto alla cura dei cittadini, che si esplica anche attraverso la garanzia di un trasporto che metta il cittadino nella condizione reale di po- ter essere assistito e curato, e soddisfare le esigenze di sviluppo del nostro territorio sono responsabilità importanti. Noi siamo riusciti a evitare che ci fossero interruzioni, ma chiaramente il problema non è risolto». «Se il Cotrab alla fine dovesse mantenere ferma la decisione di continuare a os- servare il contratto in essere, e quindi a non mettere in atto la rimodulazione - ha concluso la giunta - non avendo la Provincia gli strumenti per risolvere la questione, perché agisce su delega regionale, si dovrà prendere atto delle evidenti limitazioni in cui la stessa costringe a operare». AMMINISTRAZIONE LETTERA DEL COMITATO DENOMINATO «PARCO DELLA SANTA FAMIGLIA» CHE SI OPPONE ALLA LOTTIZZAZIONE DI CONTRADA GRANULARI VICINO ALLA CHIESA Manca il numero legale, salta la discussione del bilancio Consiglio in seconda convocazione il 3 luglio e il giorno dopo su due nuove aree di espansione urbana l Si doveva approvare il bilancio. Ma dopo aver discusso i primi tre punti all’ordine del giorno, non c’era più il numero legale. Erano 19 i consiglieri presenti in aula, sindaco compreso, nonchè il consigliere di Forza Italia, Adriano Pedicini, che dai banchi dell’opposizione ha fatto suo l’onere di chiedere la verifica del numero legale. A quel punto la conta numerica ha detto che non si poteva più andare avanti. La seduta è stata sciolta e aggiornata in seconda convocazione il giorno 3 luglio, poche ore dopo la Festa della Bruna. A più voci è stata chiesto l’approfondimento del Bilancio, secondo i passaggi consueti della discussione tra i consiglieri comunali. Più di qualcuno ha fatto notare l’opportunità di non portare a scatola chiusa il provvedimento in aula, come di non portare fuori sacco la lottizzazione di contra Granulari nella seduta del Consiglio comunale già fissata il 4 luglio. A questo proposito è stato diffuso un comunicato dal Comitato “Parco della Santa Famiglia”. S’intitola «La nostra battaglia di civiltà. «Il Comitato - si legge - si è costituito al fine di preservare una delle poche zone della città di Matera dal tentativo di una selvaggia cementificazione di detta zona limitrofa alla chiesa, inoltre ha promosso una Petizione pubblica per sensibilizzare le Istituzioni affinché si adoperino per trovare una soluzione praticabile che sia in grado di restituire all’intero quartiere di San Giacomo un parco urbano ponendo così fine allo sconcio intervento di una nuova edificazione che mina la qualità della vita dei cittadini e favorisce il degrado delle periferie urbane. La città ha un cronico bisogno di spazi vitali e i 20.000 metri quadrati dell’area in Contrada Granulari destinati alla cementificazione sono un vero e proprio oltraggio a questa esigenza collettiva. I cittadini materani e i residenti in Contarda Granulari chiedono pertanto di stralciare dall’area ogni intenzione di edificazione, salvaguardando la destinazione dell’area a verde pubblico. Inoltre in data 19 maggio 2014 il comitato ha chiesto che una delegazione venisse udita per rappresentare le proprio ragioni che a tutt’oggi sono rimaste inevase e disattese». le altre notizie MATERA L’Asm ha nominato sei nuovi primari n Si rafforza la governance sanitaria ed amministrativa della Asm. Ieri mattina mattina hanno sottoscritto il contratto individuale di lavoro dinanzi al Direttore Generale Maglietta sei primari ospedalieri ed il responsabile del Provveditorato. Si tratta dei direttori medici di struttura complessa. Al presidio ospedaliero di Matera: medicina interna Nello Buccianti; malattie dell’apparato respiratorio, Elio Costantino; cardiologia Giacinto Calculli; nefrologia Francesco Casino. Al presidio ospedaliero di Policoro: ostetricia e ginecologia Tommaso Riccardi; anestesia e rianimazione Francesco Dimona. Direttore di economato e provveditorato dell’Asm Davide Falasca. Due dei nuovi direttori di struttura complessa sono esterni, precisamente Buccianti e Costantino. MATERA Il club Falco Naumanni gemellato con La Spezia n Si è svolto un proficuo gemellaggio tra l’associazione Falco Naumanni e il CAI della Spezia. Una amicizia che è stata suggellata con un’escursione nella gravina e sulla murgia materana. IL gruppo spezzino ha percorso quasi 900 chilometri in autobus per apprezzare il fascino e la bellezza del territorio lucano. Il gruppo ligure, composto da circa trenta escursionisti, insieme ao soci di Trekking Falco Naumanni, sono discesi nella Gravina, hanno guadato il torrente e poi sono risaliti sull’altro versante. Insieme agli amici materani, hanno visitato alcune delle più belle chiese rupestri prossime alla città. Ora tocca ai camminatori materani ricambiare la visita percorrendo i sentieri del bellissimo territorio spezzino, tra le Cinque Terre e le vicine Alpi Apuane. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ E PROVINCIA I XIII Martedì 1 luglio 2014 TURSI VALEVA 500MILA EURO È STATA VENDUTA PER 80 MILA. CONTINUA LA BATTAGLIA DEL COMITATO TERRE JONICHE In presidio per difendere l’azienda venduta all’asta FILIPPO MELE l TURSI. Niente immissione in possesso attorno alle 15 di ieri per l’ufficiale giudiziario e per chi ha comprato all’asta fabbricati e 17 ettari dell’azienda Fior di salumi di Leonardo Conte ed Angela Ergastolo. Ci sono stati momenti di tensione. Il gruppo, arrivato per notificare i relativi atti, ha trovato i cancelli chiusi con un lucchetto. Ed all’interno dell’azienda i militanti del sindacato Altragricoltura e del Comitato di difesa delle terre Joniche che dalla mattinata avevano organizzato un presidio di difesa. Con loro c'era anche l’avvocato Antonio Melidoro, di Soccorso Contadino. Ed in quei frangenti, la signora Ergastolo ha accusato un malore. Sul posto è arrivata anche una volante della Polizia di Stato. Alla fine ha prevalso la trattativa. L’ufficiale giudiziario ha redatto un verbale in cui ha descritto la situazione che si è trovato di fronte. «Ho fatto presente – ha detto Gianni Fabbris, portavoce di Altragricoltura e di Terre Joniche – che io ero lì come legale rappresentante della cooperativa Rinascita lucana che ha in gestione i terreni. Gestione ottenuta dalla famiglia Conte - Ergastolo che riconosciamo come esclusiva proprietà. Alla richiesta dei relativi titoli mi sono riservato di presentarli in tribunale. Ho anche ribadito la necessità di trovare un accordo in considerazione che il sindaco di Tursi, Giuseppe Labriola, aveva già convocato per domani un incontro con tutti i protagonisti della vicenda. E l’ufficiale giudiziario ha stabilito al 21 luglio il prossimo tentativo di immissione in possesso di chi ha comprato all’asta per 80mila euro una azienda dal valore di 500mila. La nostra fermezza – ha concluso Fabbris – ha evitato il rilascio dei locali ed ha aperto alla possibilità di una trattativa. Non sappiamo se andrà in porto. Si sappia, tuttavia, che noi da qui non andremo via senza un’intesa neanche con i carri armati». Questo quanto accaduto nel pomeriggio. In mattinata, invece, nel corso di una conferenza stampa, Fabbris aveva delineato le posizioni delle organizzazioni a difesa della Conte - Ergastolo, presenti il sindaco Labriola ed il parroco emerito di Policoro, don Salvatore De Pizzo. Labriola ha convocato un “tavolo” di confronto per domani alle 12 in municipio. A Don Salvatore è stata consegnata una lettera per il vescovo Francesco Nolè in cui è stata rappresentata al situazione di difficoltà della Fior di salumi bio. Lo sfogo e il pianto «Sono stato distrutto dalle istituzioni» TURSI. «La mia azienda è stata distrutta dalle istituzioni quando esplose il caso delle infezioni da afta. Non fui risarcito. Potevo non pagare nessuno dei miei creditori invece pagai tutti. Cosa che i miei debitori non fecero con me. Io non ho mai giocato al casinò». Così, con la voce rotta dalla commozione, Leonardo Conte ha spiegato i motivi della crisi della sua “creatura”, la Fior di salumi, il primo allevamento biologico di suini del Sud Italia. «Io – ha continuato – potrei dare lavoro non a 10 ma a 20 famiglie. Ma in Italia, quando ti capita qualcosa come quel che è accaduto a me, ti scrivono nel libro dei morti. Se mi servono 1000 euro per dar da mangiare ai miei maiali nessuno mi fa credito. Non posso più vedere senza reagire le ingiustizie dello Stato [fi.me.] o della società». STRENUA DIFESA L’azienda Fior di Salumi [foto Mele] RABBIA E SCONFORTO Leonardo Conte [foto Mele] BERNALDA LA DONNA COSTRETTA CON LESIONI E MINACCE A PULIRE LA CASA DEL FIGLIO Violenze sulla madre arrestato un uomo PIERO MIOLLA STALKING Operazione dei carabinieri l BERNALDA. Minacciava sua madre, ricorrendo anche ad azioni violente, per obbligarla a pulire l’appartamento ed il luogo di lavoro dove espletava l’attività lavorativa. Con l’accusa di atti persecutori, stalking e lesioni personali continuati i Carabinieri della Stazione di Bernalda, coordinati dai militari della Compagnia di Pisticci, hanno arrestato un 28enne originario di Laterza, in provincia di Taranto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’ufficio del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Matera, su richiesta della Procura della Repubblica della città dei Sassi. La magistratura materana, infatti, ha concordato con le risultanze delle indagini condotte dagli uomini dell’Arma bernaldesi e pisticcesi: l’uomo, in buona sostanza, si sarebbe reso responsabile di reiterati comportamenti persecutori nei confronti della propria madre ricorrendo anche ad azioni violente, sino a cagionarle delle lesioni personali, verificatisi nell’atrio condominiale al fine di far sottostare la vittima a delle richieste di fare le pulizie dell’appartamento e le altre notizie del luogo di lavoro dove l’arrestato espletava l’attività lavorativa. Questi comportamenti, secondo i Carabinieri ed i magistrati materani, hanno determinato delle continue sofferenze ed umiliazioni nella mamma dell’arrestato, costituendo vere e proprie fonti di disagio continuo: tali comportamenti, infatti, hanno costretto la donna ad alterare le sue abitudini di vita rendendo, pertanto, necessaria l’emissione del provvedimento varato dall’autorità giudiziaria. Al termine degli accertamenti di rito svolti nella caserma dei Carabinieri di Pisticci, l’arrestato è stato poi tradotto nel carcere di via Cererie, a Matera, dove sarà a disposizione dell’autorità giudiziaria titolare delle indagini. Una vicenda quella di Bernalda tra madre e figlio, dalla quale traspare, ancora una volta, che sono sempre di più le donne vittima di atteggiamenti persecutori da parte di uomini che fanno della violenza il proprio modus operandi. BERNALDA Il Pd critica l’elezione di Nicola Benedetto n BERNALDA - Per il Pd l’elezione di Nicola Benedetto a presidente del consiglio comunale «è una nota veramente stonata. L’autocandidatura - osservano dai banchi del centrosinistra - non ha trovato condivisione per le note vicende personali che lo riguardano e per un eccessivo carattere politico della proposta. Era, infatti, l’unica opzione che non avrebbe ricevuto l’unanimità, ma forse l’unica votabile dalla maggioranza. Si è persa una bella occasione per cementare un ampio consenso e offrire freschzza e rinnovamento alla politica loca[an.mor.] le». FERRANDINA FORSE PER UN COLPO DI SONNO METAPONTO È STATA DONATA DALLO STATO MAGGIORE DELLA MARINA ALL’ASSOCIAZIONE DI BERNALDA Autotreno sbanda sulla Ss 407 L’ancora omaggio ai Caduti in mare e finisce in una scarpata ma il conducente resta illeso sarà finalmente posizionata al borgo INCIDENTE STRADALE Il mezzo pesante finito fuori strada ieri mattina lungo la statale 407 Basentana nei pressi del bivio di Ferrandina l FERRANDINA. È uscito fuori strada finendo con il suo autotreno in una scarpata lungo la statale 407 Basentana rimanendo fortunatamente illeso. L’incidente si è verificato ieri mattina attorno alle 11.30 nei pressi del bivio di Ferrandina. Il conducente, forse a causa di un colpo di sonno, ha perso il controllo del mezzo pesante sbandando e tentando una disperata manovra, come si evince dai segni della frenata sull’asfalto. L’autotrasportatore è rimasto intrappolato dalle lamiere. Ci hanno pensato i Vigili del fuoco del Distaccamento di Ferrandina ad estrarlo dall’abitacolo. Soccorso dai sanitari del 118 il camionista è stato trasportato in eliambulanza all’ospedale San Carlo di Potenza ma le sue condizioni non sarebbero gravi. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei [d.mas.] Carabinieri di Pisticci. ANGELO MORIZZI l METAPONTO. L’Associazione dei marinai d’Italia, sezione di Bernalda, non demorde. L’àncora dismessa, del peso di 80 quintali, donata dallo Stato Maggiore della Marina alla comunità bernaldese, come omaggio ai caduti in mare, sarà finalmente posizionata, a circa due anni dalla definitiva cessione. Problemi di natura economica da parte dell’amministrazione comunale, ma anche lungaggini burocratiche, accentuate dalla fase di commissariamento prefettizio del Municipio jonico, non hanno finora consentito di inaugurare il nuovo monumento, che, nel frattempo, è stato parcheggiato in un’officina meccanica della località jonica. «Ci siamo fatti carico del trasporto dell’àncora da Brindisi a Metaponto sin dal 2012 - osserva Carlo Benedetto, presidente dell’Anmi locale -. Nonostante promesse e delibere in merito, la prima ipotesi di inaugurazione sul lungomare di Metaponto, prevista per il 2 giugno 2013, è saltata. Il nostro Municipio, purtroppo, non è in grado coprire le spese per l’installazione, né, tantomeno, quelle di rappresentanza, per ospitare le tante autorità, civili e militari, che confluiranno a Metaponto, in occasione del posizionamento dell’àncora. Anche da questo punto di vista l’associazione dei marinai cercherà di accollarsi l’onere economico, magari attingendo alla sensibilità di associazioni e imprenditori del luogo, vista la grande visibilità che la nostra cittadina avrà in ambito nazionale». Quanto all’ubicazione, però, non avverrà più sul lungomare, bensì sarà individuata al bor- MARINAI L’àncora donata al sodalizio go residenziale, in un’aiuola della centralissima piazza Giovanni XXIII, tra la Chiesa di San Leone e la Delegazione comunale. «L'amministrazione, dunque - riprende Benedetto ha concesso l’area all’Associazione Marinai d’Italia Gruppo di Bernalda, che, a sua volta, eseguita l’opera monumentale, la consegnerà al nuovo sindaco di Bernalda Domenico Ta- taranno. Restiamo in attesa che l’Ufficio tecnico comunale conceda l’autorizzazione paesaggistica. Siamo soddisfatti della nuova allocazione, data la posizione centrale e perché sarà vivibile per tutto l’anno. Resta, però, l'amarezza per la mancata condivisione del progetto da parte delle Istituzioni locali». La scelta di Metaponto, del resto, racchiude tutta una serie di motivazioni simboliche. «L'àncora della Marina - osserva Benedetto - sarà un omaggio a quanti, operando in mare, in pace ed in guerra, dal mare non tornarono più. Metaponto, storicamente, è l’anello che congiunge il nostro territorio al mare. Per noi Marinai, quindi, è fondamentale, per tenere vivo il culto della Patria e l’attaccamento ai valori e alla Marina Militare, ma anche per preservare lo spirito che permea la vita marinara». Il momento dell’inaugurazione sarà solenne e molto frequentato. Saranno invitati i 25 Gruppi della Delegazione della Puglia settentrionale e della Basilicata, oltre che i Gruppi della costa ionica a noi vicini. È prevista, inoltre, la presenza del “Medagliere” della Marina Militare, che sarà accompagnato da una delegazione della Presidenza nazionale e, molto probabilmente, dal Presidente nazionale in persona, oltre che di autorità civili e religiose regionali. RASSEGNASTAMPA XIV I LETTERE E COMMENTI Martedì 1 luglio 2014 VITTORIO VIGGIANO * ROCCO LIGRANI * La Parrocchia di Gesù Maestro Sovraindebitamento che cosa può fare il cittadino L a Parrocchia di Gesù Maestro, istituita nel 1995 da Mons. varie presenze parrocchiali (facenti parte della più vasta platea del tempio Appignanesi, è da poco tempo nella sua nuova sede, quella che, per chi vi opera, è sembrata mutilata e mal servita). di Macchia Romana, quartiere della periferia nord del Nel frattempo, Don Aldo ha preso atto della esistenza delle varie “anime” Capoluogo, formato da tutta una serie di cooperative, con il della parrocchia, prima fra tutte quella che raggruppa tutta l‘attività conseguente insediamento di giovani famiglie, e da case popolari, catechetica, che allo stato è ancora incardinata nella vecchia sede (Chiesa nelle quali hanno trovato posto nuclei familiari di terremotati,tra- di Maria Discepola), prendendo atto, purtroppo,che ciò non aiuta il consferiti da Bucaletto. tatto diretto dei suoi fruitori (gli adolescenti e le proprie famiglie, in Allo stato, la parrocchia serve una comunità di oltre diecimila particolare i genitori), che naturalmente sono costretti a tenersi lontano residenti, di ceto e provenienza molto diversificati, situazione che dalla sede istituzionale del rione. preoccupa il nuovo Parroco, Don Aldo Di Girolamo, che è qui Le opera nella parrocchia sono notevoli e vanno dalla Iniziazione soltanto dal settembre scorso; egli, infatti, è del tutto nuovo all’am- cristiana (preparazione alla prima comunione ed alla Cresima), alla forbiente, in quanto le sue origini sono della provincia dell’Aquila e la mazione delle giovani coppie (per il matrimonio cattolico), dall’Azione sua esperienza sacerdotale si è svolta lontano dall’Italia per essere .Cattolica. (catechesi istituzionalmente rivolta ai ragazzi ed agli adulti), stato per ben ventitre anni in Brasile, da dove è rientrato proprio per alla Legione di Maria, (gruppo di laici che, in aiuto del Vescovo e della prendere possesso della nuova parrocchia. Suo Vice è don Giuseppe parrocchia, pratica l’esperienza specifica della preghiera ed opera, nel Marrone: entrambi fanno parte della Famiglia dei Discepoli di Padre concreto, in una missione di sollievo per chi è nel disagio), dal Gruppo Minozzi che, come si sa, da vecchia data si trova nel nostro Ca- Caritas (che si impegna nel gestire i casi di bisogno sia materiale che poluogo e sono stati stimati“ed amati custodi” dell’Istituto Principe sociale della zona), al G.I.V..(gruppo di laici dedito alla preghiera per le di Piemonte, nella Piazza delle Regioni, nel quale hanno studiato vocazioni sacerdotali). tantissimi potentini e lucani, che con affetto e riconoscenza riPer quanto attiene alle iniziative di tipo culturale, sociale ed artistico, è cordano, fra gli altri per primo don Fragola e da ultimo don Ci- stato istituito un Corso di chitarra aperto a tutti e gratuito, che ha visto la liberti. partecipazione di una ventina di bambini ed adolescenti; è in atto l’avvio Prima del trasferimento nella nuova zona cittadina, la Parrocchia, del “Centro estivo”, che interesserà la fascia degli adolescenti nei mesi che come è noto, fin dal 1959 aveva sede proprio presso l’Istituto Principe vanno da giugno a settembre, occupandoli in attività di formazione varia, di Piemonte. Con il trasferimento, negli di sana ricreazione e sereno svago. Molto folto è ultimi anni, nella Chiesa di Macchia Roil Gruppo dei Ministri Straordinari dell’ Eumana del titolo di Gesù Maestro, la chiecaristia, che collaborano per portare la comusa dell’Istituto è stata intitolata a Maria nione agli ammalati costretti a restare in caDiscepola, divenendo così una Rettoria, sa. ora appartenente, per zona, alla parrocLa Festa del Quartiere è anche qui un evento chia confinante di S. Maria. importante; essa è in atto proprio in questi Entrambe le Chiese, comunque, regiorni (ultima settimana di giugno), e sono stano affidate, come da sempre, ai Dipreviste diverse iniziative di carattere cultuscepoli di P. Minozzi. rale, artistico e di intrattenimento (mostre, Incontrando Don Aldo in questi giortornei multidisciplinari, ecc.) con la partecini, mentre ho notato in lui uno spirito pazione anche di artisti, che metteranno a serfresco, vivace e gioioso (doti che ogni vizio le proprie doti creative (le cui opere, se buon sacerdote dall’esperienza “brasivendute, potranno produrre una rendita in dalena” porta con se); ho avuto la netta naro a favore della stessa parrocchia). sensazione che dopo appena pochi mesi Don Aldo, sottolineando che è da poco nella dal suo insediamento pastorale, egli si nostra città, mette in evidenza che il suo imtrovasse ancora in difficoltà a causa delpegno fondamentale sarà quello di contribuire la situazione logistica complessiva della a creare, soprattutto con i percorsi formativi e sede parrocchiale, che è caratterizzata PARROCCHIE Luoghi di incontro e di preghiera di riflessione della Parola, il senso dell’appardalla insufficienza distributiva degli tenenza alla parrocchia; nel contempo, si adoambienti(assoluta mancanza di locali e servizi adeguati) e dalla pererà per invitare tutta la comunità locale a sentirsi parte interessata, in persistenza di“due anime”operative(l’una quella rimasta radicata prima persona, ai problemi del quartiere e, quindi, alla vita associativa, presso la vecchia chiesa dell’Istituto di S. Maria, e l’altra quella che propone anche la Parrocchia. A questo proposito, farà di tutto perché al nascente, ed istituzionalmente assorbente, della nuova sede di Mac- più presto le attività parrocchiali possano trovare unificazione nella nuova chia Romana, che sta servendo la comunità per la quale è ri-sorta.. sede rionale, onde evitare disarticolazioni pericolose, rapporti difficili e Tali situazioni ambientali sono condizionanti a tal punto, sot- distrazioni dirompenti, che finiscono sempre non soltanto nel disagtolineava don Aldo, che il rapporto con i fedeli e, più in generale, con gregare, ma anche nel far perdere tutto il meglio dell’impegno a favore di il popolo di Dio, avviene in modo non del tutto corretto e ciò una comunità bisognosa di crescere. La parrocchia, infatti, non deve essere sminuisce l’effetto aggregante con la intera comunità. vista soltanto come il luogo di culto, di preghiera e di incontro privilegiato Ciò nonostante, egli chiaramente non demorde e, pur non avendo con Dio e con i fratelli nella fede, che è cosa fondamentale, ma anche come potuto conoscere ancora persone e cose del quartiere, mi dichiara occasione per divenire sede di incontro tra persone , che si aggregano per apertamente che non si è perso d’animo, tanto che ha auspicato con conoscersi, valorizzarsi e contribuire alla loro promozione ed a quella della forza che possa avvenire, con la sua guida, il completamento dell’ope- intera comunità, specie in un contesto di periferia urbana, che pone unità ra già iniziata ed ereditata dal don Ciliberti e l’avvio di una nuova e concordia di azione e di rappresentazione, onde poter raggiungere mete fase di crescita a vantaggio della intera comunità rionale. più elevate di crescita sociale e civile, oltre che spirituale . I contatti, infatti, si stanno intensificando sia per la prima coRivolge, quindi, in occasione di questo intervento, un invito accorato noscenza che per l’ascolto che, dice don Aldo, va curato ed at- perché i residenti del quartiere comprendano la chiamata in questo senso tentamente preparato; se pure già si sono avute le prime adesioni di che proviene dalla Chiesa locale, che va amata nella sua rappresentanza sul collaborazione da parte di fedeli adulti e ben disposti a spendersi per territorio, la parrocchia appunto, da riconoscere come luogo e casa di tutti, il bene della comunità; resta un problema, però, la mancanza di e soprattutto voce di chi si trova nel disagio e va aiutato con azioni solidali specifiche strutture e di adeguati locali a servizio della parrocchia, e e improntate all’amore fraterno ed unificante. ciò mette in discussione ogni azione ed ogni iniziativa, diventando Le Messe nella nuova parrocchia del Rione vengono celebrate, per ora, un problema ed una emergenza; ecco perché, in questi pochi mesi di soltanto alle ore 11,00 e 18,30 nei giorni festivi ed alle ore 18,30 .nei giorni sua permanenza a Potenza, sta tentando di porvi riparo, cercando di feriali. [* cattolico impegnato] inventare spazi e ritagli di ambiente da utilizzare per ospitare le Copiamo il modello salentino R eti di operatori e innovazione tecnologica sono gli ingredienti principali del modello di successo del turismo salentino. Specialmente negli ultimi anni il Salento ha attratto, oltre a un gran numero di visitatori italiani e non, l’attenzione dei media. La grande notorietà della penisola salentina è dovuta alla bellezza del suo mare limpido, del paesaggio mozzafiato, della cultura, della tradizione culinaria e degli intensi sapori, diventando così un polo, non solo per una semplice vacanza ma anche come località per il «buen retiro». Tuttavia la sua grande fama ha portato alla luce diverse criticità nel sistema tra cui un rinnovamento tecnologico che, sfruttando le connessioni globali, permetta di alzare lo standard di competitività dei servizi al turista, potenziare lo sviluppo del territorio e soprattutto di stare al passo con gli strumenti usati dagli stessi visitatori. Oltretutto di fondamentale importanza resta la necessità di fare squadra, e di creare un ambiente di solidarietà e di collaborazione che permetterà agli operatori del settore di lavorare in perfetta sinergia.Sono le stesse esigenze che ha il turismo lucano per cambiare e che, per molti aspetti analoghi, può ispirarsi al modello salentino. Il turismo crescerà del 5,4 per cento all’anno nel prossimo decennio. I risultati della ricerca condotta da Oxford Economics su commissione di Amadeus, dicono che il settore del turismo crescerà del 5,4 per cento all’anno nel prossimo decennio, superando il ritmo di incremento del pil mondiale.Secondo lo studio la crescita sarà guidata dai grandi mercati emergenti, con la Cina che quest’anno diventerà il più grande mercato turistico outbound del mondo e il maggior mercato nazionale entro il 2017.Dall’indagine è inoltre emerso che entro il 2017 i viaggi aerei nazionali e internazionali aumenteranno del 31 per cento, raggiungendo i 3,91 miliardi di passeggeri all’anno e che si dovrà puntare sul seamless travel, cioè il viaggio che utilizza diversi mezzi di trasporto organizzati in un unico booking process o ticket. In uno scenario che vede da una parte una crisi nazionale, che è destinata a durare ancora diversi anni, con la Basilicata che ha come principale riferimento ricettivo i mercati di prossimità, quindi mercati in sofferenza e da un’altra parte un mercato internazionale in espansione. Sarà fondamentale per la Basilicata modificare le strategie turistiche adottate nell’ultimo decennio, per seguire i cambiamenti sociali, economici di mercato e quindi anche motivazionali che sono avvenuti negli ultimi anni. La Basilicata non ha ancora completato una offerta di ospitalità adeguata ai nuovi bisogni di mercato e coerenti con le caratteristiche del territorio. Paga una debolezza significativa nei sistemi di assistenza e servizi turistici. Viene penalizzata da un sistema legislativo e di metodologia di sostegno al settore turistico, inadeguato, ferraginoso, non moderno, senza elasticità, che non favorisce creatività, ingegno e la necessità di essere sempre più veloci nell’adattarsi alle domande di mercato. Per crescere , per una crescita capace di portare maggiori ricadute benefiche al territorio, la Basilicata nel turismo deve cambiare Metodo, perché le scelte ed i sistemi di sviluppo e pianificazione del passato, non sono più adeguate ai tempi attuali. [* Centro Studi Thalia] per potersi difendere? C os’è il sovraindebitamento e come fronteggiarlo? Sempre più famiglie sono costrette ad affidarsi a banche e finanziarie, sostenendo oneri eccessivi e spesso sconosciuti, dall’altro verso società di recupero crediti corrono dietro al consumatore con fare “quasi” persecutorio. Un fenomeno, quello del sovraindebitamento, che sta crescendo chiamando in causa la necessità di rivedere i rapporti fra consumatori, banche, finanziarie e società di recupero crediti. Situazioni molto diversificate fra loro vedono numerosi utenti impegnati ad estinguere debiti di varia natura: dal consumatore che si rivolge alla finanziaria per pagare il conguaglio di una bolletta, al lavoratore dipendente cui la cessione del quinto si porta via quasi l’intera busta paga, lasciando poche centinaia di euro per sopravvivere, fino a chi arriva addirittura a chiedere aiuto per aver attivato più di dieci linee di credito. Sono questi i problemi delle famiglie che si ritrovano in una situazione di sovraindebitamento, tema affrontato il 24 luglio scorso nell’incontro “Sdebitiamoci”, organizzato a Roma da Federconsumatori e dall’Ambulatorio Antiusura per “provare a risolvere alcuni problemi fra banche, finanziarie, società di recupero crediti e consumatori”, come ha ricordato Sergio Veroli, vicepresidente Federconsumatori. Nel 2000 in Italia c’erano 190 mila famiglie sovra indebitate: pari allo 0,9%; nel 2012 sono diventate 1 milione 200 mila: pari a circa il 5% del totale. Tutto questo in un contesto che non promette bene: i redditi non aumentano, la disoccupazione sale, i costi dei servizi sono in costante rincaro e volano più dell’inflazione. Nel rapporto con banche e finanziarie, l’asimmetria del consumatore è sempre più evidente e ciò riguarda sia le informazioni che ha a disposizione che il suo potere contrattuale. Un esempio di riequilibrio nei rapporti è venuto recentemente dal Tribunale di Catania, che ha omologato un piano del consumatore nel quale una famiglia che era stata affidata a sette finanziarie e due banche è stata letteralmente “liberata” da una parte consistente dei debiti contratti. Altro problema da sviscerare riguarda gli oneri eccessivi che si pagano: spesso gli indebitati non conoscono il tasso di interesse delle proprie carte revolving o della cessione del quinto. Il terzo aspetto riguarda la persecuzione attuata da alcune società di recupero crediti. Per Veroli non basta l’approvazione di un codice di condotta con le società di recupero crediti: bisogna chiamare in causa la “corresponsabilità” di banche e finanziarie nel momento in cui si affidano a una società di recupero crediti. Dal 2009 c’è l’Arbitro Bancario Finanziario che è importante e funziona. Ci aspettiamo però che la Banca d’Italia non intervenga solo dopo, ma che lo faccia a monte. L’Ambulatorio Antiusura (che gestisce circa mille utenti l’anno) ha denunciato vere e proprie modalità vessatorie esercitate da alcune società di recupero crediti nei confronti dei debitori: telefonate ossessive, presentazione alla porta di casa di personale che si qualifica come “esattore” e simula una telefonata col giudice. Si rischia di impazzire. È necessario promuovere un uso responsabile del denaro e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori stessi. Ma “un recupero corretto è anche un modo per garantire un recupero più efficace”, ha ricordato Luigi Ciatti, presidente dell’Ambulatorio Antiusura. Nel 2013 c’è stato un aumento del 20% delle richieste di aiuto arrivate all’Ambulatorio, su una tendenza già in crescita nel 2012 che tenderà a perdurare anche quest’anno. Negli anni di attività dell’Ambulatorio è inoltre cambiata l’utenza assistita: prima si trattava soprattutto di imprenditori, artigiani, commercianti, ora “il sovraindebitamento riguarda per più del 50 per cento le famiglie”, i lavoratori dipendenti e i pensionati. Il problema di maggiore compromissione deriva dall’eccesso di credito che viene erogato: ci sono persone che arrivano con dodici linee di credito. Il confronto internazionale vede l’Italia in una situazione di minore indebitamento rispetto ad altri paesi. I numeri dati da Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo Assofin (Associazione italiana del credito al consumo e immobiliare) dicono che sul piano internazionale l’indebitamento dei privati a livello procapite è pari a circa 70 mila euro in Svizzera contro i circa 10/11 mila euro in Italia e che il peso medio delle rate rispetto al reddito delle famiglie è del 9,2%, in flessione negli ultimi anni. Piano Mortari ha ricordato le iniziative attuate per affrontare il problema del sovra indebitamento; fra le principali sono state menzionate: la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con Unirec (Unione nazionale imprese a tutela del credito) sulle condizioni generali di contratto e di un codice deontologico che le associate si impegnano ad adottare, il progetto Monitorata che intende dare la possibilità di valutare preventivamente la sostenibilità dell’impegno finanziario che si vuole attivare, il progetto “cosa fare in caso di difficoltà” per rivedere determinati piani di rimborso, il sostegno all’iniziativa legislativa per l’introduzione della disciplina sulla procedura di composizione delle crisi da sovraindebitamento. Inoltre il direttore operativo Assofin, ha mostrato evidente disponibilità rispetto all’ipotesi di sottoscrivere un codice di condotta che impegna ad affidarsi solo a società di recupero crediti che seguano determinate linee guida. Un’esperienza di dialogo con le associazioni di consumatori è quella che viene da Unire, che dialoga con le associazioni dal 2004 e che a maggio ha lanciato il Forum Unirec-Consumatori (insieme ad Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino). Le finalità del Forum – ha spiegato il presidente Unirec, Gianni Amprino – sono varie e comprendono la realizzazione di un codice comportamentale, l’attivazione di strumenti di conciliazione fra consumatori e imprese del recupero crediti, il monitoraggio del rapporto, delle attese e della soddisfazione dei consumatori nei confronti dei servizi di recupero crediti, la possibilità di consentire scelte consapevoli da parte dei consumatori e quella di definire regole certe per gli operatori. L’intento finale è dunque quello di promuovere azioni di collaborazione con le imprese titolari del credito, le loro associazioni e le authority e se l’associato non rispetta questo Codice lo cacciamo. Con i primi piani del consumatore si stanno muovendo i primi passi verso un nuovo modo di pensare il credito. [* Presidente Federconsumatori] RASSEGNASTAMPA Corriere.it Renzi: riforma della giustizia in 12 punti, via a processo telematico Il processo civile di primo grado dovrà durare un anno. A margine il premier annuncia: «La Concordia sarà smaltita a Genova» di Redazione Online Dopo un lunghissimo consiglio dei ministri il premier Matteo Renzi annuncia: la riforma della giustizia avverrà in tempi brevi e sarà articolata in 12 punti. Riforma della giustizia in 12 punti Il premier ha poi proseguito presentando il tema della riforma della giustizia: sarà in 12 punti e toccherà al ministro della Giustizia Andrea Orlando illustrarne i contenuti.«Avremmo potuto essere qui a mezzanotte per dare il primo click per il via al processo civile telematico - ha spiegato Renzi - Lo facciamo ora: da mezzanotte parte il processo civile telematico, parte formalmente la riforma». Questo, ha aggiunto Renzi, «segna l’addio dai tribunali pieni di scartoffie. La nostra scommessa è che si possa discutere di giustizia in modo non ideologico». shadow carouselRenzi e i 12 punti della riforma Discussione non ideologica, si parte a settembre Secondo Renzi la riforma avverrà in 60 giorni: «Per due mesi vogliamo discutere della giustizia in modo non ideologico, sarà una discussione la più filosofica, concettuale e astratta prima di approvare la riforma per coinvolgere l’Italia su questo tema. Saranno a disposizione i disegni di legge per chi li vuole cambiare o modificare. C’è una trasparenza totale, li approviamo il 1 settembre». Questo perché «Sono 20 anni che sulla giustizia si litiga senza discutere. Noi vogliamo cambiare metodo e discutere nel merito e possibilmente senza litigare». Basta correnti, Csm riformato dopo le elezioni «Le correnti in magistratura hanno portato a discussioni di diritto, nascono da belle discussioni politiche ma siamo contrari alle carriere per appartenenza ad una corrente - commenta Renzi a proposito dell’ideologia nell’ambito dell’amministrazione della giustizia - Il governo riformerà anche il Csm, ma dopo le elezioni che porteranno al rinnovo delle cariche». Secondo il premier il Consiglio dei ministri «è un presidio straordinario, un punto di garanzia di indipendenza alla quale noi ci inchiniamo». Ma «ci inchiniamo - ha aggiunto - non alla magistratura ma al concetto di indipendenza». I particolare «chi giudica non nomina, chi nomina non giudica». La responsabilità civile dei magistrati Sul tema della responsabilità civile dei giudici, il premier è possibilista: se un magistrato «sbaglia per dolo o per colpa grave è giusto che ci sia un sistema di responsabilità civile su un modello europeo. Non si tratta però dell’emendamento Pini, sarà in linea con l’Europa». Processo civile in un anno Tra gli obiettivi chiari e fermi c’è quello di accorciare la durata dei processi: «Al termine dei mille giorni delle riforme noi puntiamo al processo civile in un anno per il primo grado», e a ottenere il «dimezzamento dell’arretrato della giustizia civile». Prescrizione e falso in bilancio Per quanto riguarda alcuni degli annosi problemi della giustizia italiana, il premier ribadisce che la riforma della prescrizione «ci sta a cuore», è una questione di «civiltà e la confermiamo» e che occorre «una normativa sul falso in bilancio degna di questo nome. Ci saranno due mesi per discutere e poi a settembre la faremo dentro la cornice complessiva della riforma». Intercettazioni e diritto alla pubblicazione Sulle intercettazioni, invece, «non abbiamo pronta una norma», ma Renzi ha le idee chiare: «Per noi un magistrato deve essere libero di intercettare», dice il presidente del Consiglio, «ma dov’è il limite RASSEGNASTAMPA alla pubblicazione delle intercettazioni? Ci sono vicende che attengono alla privacy che possono essere slegate dalle indagini. Faccio appello ai direttori di quotidiani: aiutateci a capire cosa dobbiamo fare: qual è il limite delle pubblicazioni? È giusto che non ci sia limite?». Concordia smaltita a Genova La Costa Concordia sarà smaltita a Genova. Arriva, anche, l’annuncio definitivo per la demolizione della nave da crociera naufragata un anno e mezzo fa all’isola del Giglio: «La soluzione sulla quale i privati hanno convenuto e che noi abbiamo autorizzato è quello che permetterà di intervenire nel porto di Genova», ha detto Renzi Migranti: quanti sarebbero i morti senza di noi? La riunione di lunedì «naturalmente è stata segnata dal dibattito sull’immigrazione e dal dolore». Il premier infatti aveva preso la parola ricordando le ultime vittime del canale di Sicilia, e sottolineando: Quanti sarebbero stati i morti - ha aggiunto - se noi non facessimo le cose che stiamo facendo? Il dolore per ciò che accade quotidianamente sul nostro mare ma anche il lavoro che stiamo facendo. È stata una giornata di impegno a 360 gradi». 30 giugno 2014 | 20:49
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