NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO L’OTTOCENTO CLASSE ……………… DATA ……………………………… 5. Le odi civili ( ). Indica se le affermazioni relative alle Odi sono vere o false. L’autore e l’opera Alessandro Manzoni V F verifica delle conoscenze e delle competenze 1. Manzoni: la vita. Indica se le affermazioni relative alla vita di Manzoni sono vere o false. V F a. Nacque a Milano nel 1785. b. A Milano conobbe Monti e Foscolo. a. Le prime composizioni biennio 1821-1822. risalgono al b. L’ode Il cinque maggio si chiude con un inno alla guerra. c. Marzo 1821 nasce in occasione della caduta di Napoleone. d. Nelle odi si fondono attualità storica e meditazione religiosa. c. Nel 1805 si trasferì a Londra. d. Nel 1810 si convertì al calvinismo. e. La sfera religiosa è centrale nel componimento Il cinque maggio. e. Si dichiarò favorevole al progetto di unità nazionale. f. Le odi civili sono scritte in occasione di particolari avvenimenti storici. 2. I generi letterari. Attribuisci al titolo di ciascuna opera di Manzoni il genere letterario corrispondente. a. Ognissanti I. tragedia b. Marzo 1821 II. inno c. Trionfo della libertà III. ode d. Il conte di Carmagnola IV. racconto saggistico g. L’ode Il cinque maggio è stata scritta alla notizia della morte di Napoleone. 6. Il cinque maggio ( 10). Indica se l’affermazione relativa all’ode è vera o falsa e motiva la tua risposta. Dio agisce nella storia attraverso la figura di Napoleone e la fede trionfa sul dolore. V F 7. Le tragedie: il ruolo del coro ( ). Indica se l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta. e. Storia della colonna infame V. poemetto Nelle tragedie manzoniane il coro esprime i punti di vista dei personaggi coinvolti nel dramma. V F 3. Manzoni: la visione della vita. Spiega in 4 righe circa a quale concezione della storia approda Manzoni, anche in funzione della conversione al cattolicesimo. 4. La poetica manzoniana. Indica quali affermazioni riguardano la concezione dell’arte sostenuta da Manzoni. a. L’arte deve avere come scopo l’utile, ossia l’educazione morale e civile. b. L’arte deve avere come oggetto il vero, ossia la verità storica e la verità umana. c. L’arte deve avere come origine la fantasia, ossia deve saper descrivere mondi immaginari. d. L’arte deve avere come procedimento l’imitazione, ossia deve guardare ai grandi modelli del passato. e. L’arte deve avere come mezzo l’interessante, ossia deve saper parlare ai sentimenti della gente comune. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 1 ATTIVITÀ DI RECUPERO NOME …………………………………………………………….... Invito all’opera I promessi sposi 8. I promessi sposi: aspetti generali. Indica se le affermazioni su I promessi sposi sono vere o false. V F a. Nel romanzo viene rappresentata l’intera società del Seicento. b. Il giansenismo accentuò in Manzoni l’esigenza di rigore morale. c. Fermo e Lucia è il titolo dato al romanzo nella sua prima stesura. d. Secondo l’autore, la Provvidenza divina interviene nelle vicende umane. e. La Monaca di Monza rappresenta il riscatto della Chiesa dalla corruzione. f. Nello sviluppo della vicenda narrata intervengono anche forze collettive e calamità naturali. g. Il personaggio di Federigo Borromeo rappresenta il potere spirituale al servizio della società. h. Scegliendo gli umili come protagonisti del romanzo, Manzoni segue la tradizione letteraria. i. Con il romanzo, Manzoni diede un contributo alla costruzione dell’unità linguistica nazionale. j. Nei Promessi sposi la rappresentazione della violenza e del male della storia sfocia nella visione di un mondo senza speranza. 9. I promessi sposi: la trama. Ricostruisci la trama dei Promessi sposi riordinando le sequenze narrative elencate, secondo la successione in cui si trovano nel romanzo. Utilizza una numerazione progressiva. CLASSE ……………… DATA ……………………………… […] I bravi di don Rodrigo intimano a don Abbondio di non celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia. […] I due promessi tentano di costringere don Abbondio a celebrare il matrimonio suo malgrado; il piano fallisce. […] Flashback: la storia dell’Innominato. […] Don Rodrigo chiede aiuto all’Innominato. […] Prigioniera dell’Innominato, Lucia fa voto di castità. […] Flashback: la storia di Gertrude e la sua relazione con Egidio. […] Con la complicità di Gertrude, Lucia viene rapita dagli uomini dell’Innominato. […] Giunti a Monza, Renzo e Lucia si separano; Lucia si rifugia in un convento, affidata a Gertrude. […] Una profonda crisi di coscienza porta l’Innominato alla conversione, grazie anche all’incontro con il cardinale Borromeo. […] L’Innominato lascia libera Lucia, che il cardinale Borromeo manda a Milano nella casa di don Ferrante. […] Padre Cristoforo scioglie Lucia dal voto. […] Intanto in Lombardia dilagano la guerra e la peste. […] Don Rodrigo, colpito dalla peste, viene portato al lazzaretto, dove morirà. […] Renzo torna al paese, dove apprende che Lucia si trova a Milano. […] Renzo, sopravvissuto alla peste, torna in Lombardia per cercare Lucia. […] Mentre la peste comincia a placarsi, i due promessi finalmente si sposano. […] A Milano, Renzo riesce a rintracciare Lucia, anch’essa guarita dalla peste, nel lazzaretto. […] Renzo passa l’Adda e raggiunge il territorio della Repubblica di Venezia, rifugiandosi a Bergamo. […] Renzo, arrestato perché creduto uno di capi della rivolta, riesce a fuggire e si allontana da Milano. […] Nel frattempo, Renzo giunge a Milano e viene coinvolto in una rivolta popolare dovuta alla carestia. […] Renzo e Lucia, una volta sposati, si trasferiscono con Agnese nel bergamasco, dove vivranno serenamente. 10. I promessi sposi: il ruolo dei personaggi. Indica quali dei personaggi in elenco ricoprono nel romanzo il ruolo di a. oggetto del desiderio: ……………………….….….….….….….….….… b. protagonista: ……………………….….….….….….….….….….….….….….. […] Padre Cristoforo decide di affrontare don Rodrigo, ma l’incontro ha esito negativo. […] Renzo si reca a Lecco a chiedere consigli ad Azzeccagarbugli, ma senza alcun esito. […] Renzo scopre il motivo per cui don Abbondio non si mostra disposto a celebrare le nozze. […] Padre Cristoforo organizza la fuga di Renzo e Lucia; insieme ad Agnese, i due lasciano il paese. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 c. antagonista: .… ………………………………………………………………… d. aiutante/i del protagonista: ……………………………………………. e. aiutante/i dell’antagonista: …………………………………………….. Agnese, bravi, don Rodrigo, Federico Borromeo, Gertrude, Innominato, Lucia, padre Cristoforo, Renzo 2 ATTIVITÀ DI RECUPERO NOME …………………………………………………………….... 11. L’atteggiamento dei protagonisti. Ripensa ai protagonisti del romanzo e indica quale tra i personaggi indicati muta radicalmente il suo comportamento e il suo ruolo nel corso della vicenda. Motiva la tua risposta. a. Egidio b. Innominato c. don Abbondio d. Azzeccagarbugli 12. L’incontro di don Abbondio con i bravi. Rileggi il passo tratto dal testo antologizzato (T43) da cui prende l’avvio lo sviluppo della vicenda dei due “promessi” e individua le espressioni che mettono in risalto il comprotamento del curato di fronte alle minacce dei due malviventi. – Signor curato, – disse un di que’ due, piantandogli gli occhi in faccia. – Cosa comanda? – rispose subito don Abbondio, alzando i suoi dal libro, che gli restò spalancato nelle mani, come sur un leggìo. – Lei ha intenzione, – proseguì l’altro, con l’atto minaccioso e iracondo1 di chi coglie un suo inferiore sull’intraprendere una ribalderia2, – lei ha intenzione di maritar domani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella! – Cioè... – rispose, con voce tremolante, don Abbondio: – cioè. Lor signori son uomini di mondo3, e sanno benissimo come vanno queste faccende. Il povero curato non c’entra: fanno i loro pasticci tra loro, e poi... e poi, vengon da noi, come s’anderebbe a un banco4 a riscotere; e noi... noi siamo i servitori del comune5. – Or bene, – gli disse il bravo, all’orecchio, ma in tono solenne di comando, – questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai. – Ma, signori miei, replicò don Abbondio, con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente, ma, signori miei, si degnino di mettersi ne’ miei panni. Se la cosa dipendesse da me,... vedon bene che a me non me ne vien nulla in tasca... – Orsù, – interruppe il bravo, – se la cosa avesse a decidersi a ciarle6, lei ci metterebbe in sacco. Noi non ne sappiamo, né vogliam saperne di più. Uomo avvertito... lei c’intende. – Ma lor signori son troppo giusti, troppo ragionevoli... – Ma, – interruppe questa volta l’altro compagnone, che non aveva parlato fin allora, – ma il matrimonio non si farà, o... – e qui una buona bestemmia, – o chi lo farà non se ne pentirà, perché non ne avrà tempo, e... – un’altra bestemmia. – Zitto, zitto, – riprese il primo oratore: il signor Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 CLASSE ……………… DATA ……………………………… curato è un uomo che sa il viver del mondo; e noi siam galantuomini, che non vogliam fargli del male, purché abbia giudizio. Signor curato, l’illustrissimo signor don Rodrigo nostro padrone la riverisce caramente. Questo nome fu, nella mente di don Abbondio, come, nel forte d’un temporale notturno, un lampo che illumina momentaneamente e in confuso gli oggetti, e accresce il terrore. Fece, come per istinto, un grand’inchino, e disse: – se mi sapessero suggerire... – Oh! suggerire a lei che sa di latino7! – interruppe ancora il bravo, con un riso tra lo sguaiato e il feroce. – A lei tocca. E sopra tutto, non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam dato per suo bene; altrimenti... ehm... sarebbe lo stesso che fare quel tal matrimonio. Via, che vuol che si dica in suo nome all’illustrissimo signor don Rodrigo? – Il mio rispetto... – Si spieghi meglio! – ... Disposto... disposto sempre all’ubbidienza. – E, proferendo queste parole, non sapeva nemmen lui se faceva una promessa, o un complimento. I bravi le presero, o mostraron di prenderle nel significato più serio. – Benissimo, e buona notte, messere8, – disse l’un d’essi, in atto di partir col compagno. 1. minaccioso e iracondo: aggressivo e pieno d’ira. 2. sull’intraprendere una ribalderia: sul punto di commettere una ingiustizia. 3. son uomini di mondo: esperti di come vanno le cose. 4. banco: banca. 5. del comune: della comunità; di tutti. 6. ciarle: chiacchiere. 7. che sa di latino: la conoscenza della lingua latina era propria dei sacerdoti e delle persone colte. 8. messere: signore. 13. La concezione della storia. Indica se l’affermazione è vera o falsa. Motiva la tua risposta. La concezione manzoniana della storia si ricollega alla visione materialistica dell’Illuminismo. V F 14. Le figure degli oppressori: un confronto. Ripensa ai testi antologizzati L’incontro di don Abbondio con i bravi (T43) e Il colloquio tra padre Cristoforo e don Rodrigo ( 12). Poi in 8 righe circa imposta un confronto tra il comportamento dei bravi nell’incontro con don Abbondio e quello di don Rodrigo di fronte a padre Cristoforo seguendo il filo conduttore delle domande. a. Quali atteggiamenti li accomunano? b. In che cosa si differenziano? 3 ATTIVITÀ DI RECUPERO NOME …………………………………………………………….... 15. Il ruolo della Provvidenza. Indica se l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta. La morale del romanzo è che la Provvidenza permette sempre agli oppressi di salvarsi dai loro oppressori: quindi la visione manzoniana della storia è ottimistica. V F 16. Le avventure di Renzo. Ripensa all’intera vicenda di Renzo e riordina le sequenza sotto elencate. […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] […] Renzo può sposare Lucia. Renzo si ammala di peste, ma sopravvive. Al lazzaretto finalmente Renzo trova Lucia. Raggiunge Bergamo dove viene ospitato dal cugino Bortolo. Al lazzaretto, mentre cerca Lucia, vede don Rodrigo morente. Si reca a Milano, dove trova la crudele desolazione portata dalla peste. Renzo acconsente al tentativo di matrimonio segreto, che però fallisce. Insieme a Lucia e Agnese, lascia di nascosto il paese e arriva a Monza. Renzo viene ostacolato da don Rodrigo nel suo progetto di sposare Lucia. A Milano, si trova in mezzo a una rivolta popolare originata dalla carestia. Mentre sta per essere portato in prigione, viene liberato dall’intervento della folla. L’avvocato cui Renzo si rivolge, Azzeccagarbugli, è amico di don Rodrigo e lo caccia via. Trova la casa di don Ferrante ma anche qui Lucia non c’è, perché è stata portata al lazzaretto. Trascorre una notte di angoscia cercando di raggiungere l’Adda; poi finalmente si mette in salvo. Dopo essersi separato da Lucia e Agnese, va a Milano per rifugiarsi in un convento di cappuccini. Renzo si trasferisce con Lucia e Agnese nel bergamasco, dove avvia un’attività e dove nasceranno i figli. Ricercato come criminale, si affretta a lasciare Milano per passare il confine con la Repubblica di Venezia. Avendo voluto “dire la sua”, in piazza e poi all’osteria, viene scambiato per un capo della rivolta e arrestato. L’erede di don Rodrigo, uomo caritatevole, fa togliere il bando contro Renzo e lo aiuta a vendere la sua proprietà al paese. Lucia gli dice che non potrà più sposarsi con lui, avendo fatto voto di castità; ma padre Cristoforo la scioglie dal voto. Renzo decide di tornare in Lombardia per cercare Lucia; una volta al paese, non la trova e viene informato che Lucia è a Milano presso don Ferrante. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 CLASSE ……………… DATA ……………………………… 17. Il sugo della storia. Ripensa al testo antologizzato (T47) e alle avventure vissute da Renzo. Poi spiega in 8 righe circa a. quali sono i risultati “formativi” di queste esperienze, che Renzo stesso enuncia nella conclusione del romanzo (Ho imparato … a non mettermi ne’ tumulti… ecc.) b. qual è ora il suo atteggiamento e in che senso si è modificato c. quale messaggio l’autore intende comunicare al lettore. 4 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO L’OTTOCENTO L’autore e l’opera CLASSE ……………… DATA ……………………………… 4. I Canti pisano-recanatesi e gli Idilli. Indica a quale/i Giacomo Leopardi verifica delle conoscenze e delle competenze 1. Leopardi: la vita. Indica se le affermazioni relative alla vita di Leopardi sono vere o false. V F a. Nacque a Recanati, quando le Marche erano ancora dominio pontificio. testo/i di Leopardi si riferiscono le tematiche e le situazioni elencate. a. b. c. d. L’io lirico si rivolge alla donna amata. Il tema centrale è quello della ricordanza. L’io lirico si rivolge direttamente alla Natura. È presente il tema della caducità delle speranze e delle illusioni. e. La vita è paragonata a un cammino faticoso e doloroso che si conclude con la caduta in un abisso. Alla luna (T50) II. La sera del dì di festa (T51) I. b. L’infelicità e l’insoddisfazione lo spinsero nel 1816 a convertirsi alla poesia. III. A Silvia (T52) IV. Il sabato del villaggio (T53) c. Trasferitosi a Roma, rimase vamente colpito dalla città. positi- V. Canto notturno di un pastore errante dell’Asia (T54) d. Ottenne un impiego presso la Biblioteca Vaticana. 5. La «canzone libera». Indica quali tra le liriche hanno la forma della «canzone libera». a. A Silvia b. Alla luna c. L’infinito d. La sera del dì di festa e. Il sabato del villaggio e. Nel 1831 lasciò definitivamente Recanati per andare a Firenze. f. Morì a Napoli nel 1837. 2. Le opere: caratteristiche generali. Indica se le affermazioni sulle opere di Leopardi sono vere o false. V F a. Il Canto notturno fa parte dei Grandi idilli. b. Le Operette morali hanno un tono satirico. c. La canzone leopardiana ripete gli schemi della poesia petrarchesca. d. La raccolta dei Canti comprende anche le Canzoni civili e filosofiche. 6. L’infinito. Rileggi la lirica antologizzata (T49) e fai la parafrasi. Poi rispondi alle domande. a. Qual è il tema della lirica e quale relazione si instaura con il mondo della natura? b. Il poeta accompagna la parola siepe all’aggettivo dimostrativo questa (v. 2), a stabilirne la vicinanza con l’«io lirico», mentre nel verso 5 il termine siepe è sostituito dal pronome quella, a indicare invece un rapporto di maggiore lontananza. L’aumento di distanza che la scelta del pronome crea è riferito allo spazio concreto oppure a una condizione psicologica? e. Nella lirica L’infinito l’autore espone la concezione del «pessimismo cosmico». f. La ginestra o il fiore del deserto è il titolo di una delle ultime poesie di Leopardi. 5 3. Le opere in prosa. Individua tra le opere di Leopardi quelle scritte in prosa. a. Canti b. Aspasia c. Pensieri d. Zibaldone e. La ginestra f. Operette morali g. Il tramonto della luna h. Discorso di un italiano 10 15 Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 Sempre caro mi fu quest’ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l’eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: E il naufragar m’è dolce in questo mare. 1 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO CLASSE ……………… DATA ……………………………… 7. La sera del dì di festa. Leggi i versi dell’idillio (T51) e fai la parafrasi. Poi rispondi alle domande. 11. Dialogo della Natura e di un Islandese. Ripensa a. Quale visione dell’esistenza emerge dai versi? L’autore intende con essi esaltare l’importanza del grande passato dell’umanità oppure constata amaramente che anche la grandezza dell’uomo è destinata a essere distrutta dal tempo? b. In che modo il contenuto si riallaccia al tema centrale della lirica? tematiche centrali precisando la concezione leopardiana del pessimismo cosmico. 35 […] Or dov’è il suono Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido De’ nostri avi famosi, e il grande impero Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio Che n’andò per la terra e l’oceano? Tutto è pace e silenzio, e tutto posa Il mondo, e più di lor non si ragiona. all’operetta (T110) e spiega in 8 righe circa le 12. Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere. Indica se le affermazioni sono vere o false. V F a. Il dialogo è ambientato a Firenze. b. Gli interlocutori sono diversi per cultura ed estrazione sociale. c. Il venditore esprime una visione ottimistica del futuro. d. Il passeggere è portavoce delle posizioni dell’autore. 8. Alla luna e Canto notturno di un pastore errante dell’Asia: un confronto. Ripensa al dialogo dell’«io lirico» con la luna in Alla luna (T50) e nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia (T54). Poi in 6 e. Il passeggere sostiene che l’attesa del futuro genera infelicità. f. La conclusione evidenzia l’incomunicabilità tra i due personaggi. righe circa spiega quale diversa funzione simbolica assume l’astro celeste nelle due liriche. Invito all’opera Le Operette morali 9. Le Operette morali. Indica per ciascun testo in elenco l’anno di composizione e la tematica trattata. a. Dialogo della Natura e di un Islandese d. Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere 10. Le Operette morali: lo stile. Completa il testo inserendo i termini e le espressioni in elenco. Le Operette morali sono caratterizzate da una dei generi e da un registro ………………………………………… linguistico che passa continuamente dalla medietà del discorso filosofico alla ………………………………………… una colloquialità di tono ………………………………………… lirica, a . L’uso del registro familiare mantiene la raffinatezza dei modelli della tradizione, ……………………………………. a partire I ricorrenti dai Dialoghi di ……………………………………… hanno la funzione di elevare la prosa più semplice e immediata usata nello Zibaldone. arcaismi, comico, concettualità, contaminazione, Luciano Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 2 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO 5. Verga e il progresso. Indica se l’affermazione sull’opera di Verga è vera o falsa e motiva la tua risposta. L’ OTTOCENTO L’autore e l’opera Giovanni Verga verifica delle conoscenze e delle competenze 1. Giovanni Verga: la vita. Indica se le affermazioni relative alla vita di Verga sono vere o false. V CLASSE ……………… DATA ……………………………… F a. Nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri. b. Si laureò in giurisprudenza. c. Aderì all’impresa dei Mille arruolandosi nella Guardia nazionale. d. A Firenze strinse amicizia con Luigi Capuana. e. Visse l’ultima parte della sua vita a Milano. f. Fu nominato senatore a vita. 2. Le opere. Indica quali, tra i titoli elencati, corrispondono a opere di Giovanni Verga. a. Eva b. Eros c. Nedda d. Tigre reale e. La Nazione f. Rosso Malpelo g. Il ventre di Parigi h. Mastro-don Gesualdo i. L’origine delle specie j. Storia di una capinera k. La questione meridionale l. I carbonari della montagna 3. Nedda. Completa la frase scegliendo tra le opzioni quella corretta. Nedda, protagonista del racconto, è a. la personificazione della fede religiosa b. il simbolo della vacuità degli ambienti mondani c. il primo personaggio popolare della serie dei “Vinti” d. la prima ragazza del popolo che lotta per i propri diritti 4. La “conversione” al Verismo. Indica quali fattori hanno inciso sulla conversione di Verga al Verismo. a. Rifiuto del Positivismo b. Influenza della Scapigliatura c. Influenza della teoria evoluzionista d. Influenza della poetica manzoniana e. Suggestioni del Naturalismo francese f. Interesse per la questione meridionale Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 Verga si oppone all’ideologia borghese del progresso inteso come processo di miglioramento incessante dell’umanità verso il meglio. V F 6. Lettera a Salvatore Farina. Indica se l’affermazione relativa alla lirica antologizzata (T58) è vera o falsa e motiva la tua risposta. La lettera a Salvatore Farina costituisce il manifesto verista di Verga. V F 7. Rosso Malpelo. Rileggi il passo tratto dal testo antologizzato (T59) e rispondi alle domande in 8 righe circa. a. Da cosa deriva il nome Malpelo? E quale condanna gli comporta questo soprannome? b. Attraverso quale punto di vista è presentato il personaggio? c. Quale posizione assume l’autore? Il suo punto di vista coincide con quello del narratore? Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre col sentirgli dir sempre a quel modo aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo. Del resto, ella lo vedeva soltanto il sabato sera, quando tornava a casa con quei pochi soldi della settimana; e siccome era malpelo c’era anche a temere che ne sottraesse un paio di quei soldi; e nel dubbio, per non sbagliare, la sorella maggiore gli faceva la ricevuta a scapaccioni. Però il padrone della cava aveva confermato che i soldi erano tanti e non più; e in coscienza erano anche troppi per Malpelo, un monellaccio che nessuno avrebbe voluto vedersi davanti, e che tutti schivavano come un cane rognoso, e lo accarezzavano coi piedi, allorché se lo trovavano a tiro. Egli era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e selvatico. Al mezzogiorno, mentre tutti gli altri operai della cava si mangiavano in crocchio la loro minestra, e facevano un po’ di ricreazione, egli andava a rincantucciarsi col suo corbello fra le gambe, per rosicchiarsi quel suo pane di otto giorni, come fanno le bestie sue pari; e ciascuno gli diceva la sua motteggiandolo, e gli tiravan dei sassi, finché il soprastante lo rimandava al lavoro con una pedata. Ei c’ingrassava fra i calci e si lasciava caricare meglio dell’asino grigio, senza osar di lagnarsi. 1 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO Invito all’opera I Malavoglia dal nonno, che però ha affetto per lui. 8. Il ciclo dei Vinti: l’intento dell’autore. Indica se l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta. Attraverso i romanzi del ciclo dei Vinti Verga intendeva rappresentare le ambizioni della classe aristocratica. V F e. Luca V. È il figlio di padron ‘Ntoni (grande e grosso, ubbidisce a tutti gli ordini del padre). f. Mena VI. È il capofamiglia (viene presentato come «il dito grosso, che comandava le feste e le quarant’ore»). g. Alessi VII. È molto piccola e non ha ancora un carattere definibile («né carne né pesce»), fugge da Aci Trezza e va a Catania. h. Lia VIII. È la moglie di Bastianazzo (piccola di statura, ritiene che il dovere di una donna sia lavorare e generare figli). 9. I Malavoglia. Indica se le affermazioni sugli aspetti generali del romanzo sono vere o false. V F a. La vicenda del romanzo si svolge nell’arco di un anno. b. L’intera vicenda ruota intorno alla figura di padron ‘Ntoni. c. Il romanzo si propone come un’opera di argomento storico. d. La descrizione dei luoghi è affidata a un narratore interno. e. Il romanzo è ambientato nella stessa epoca in cui visse l’autore. f. La casa del nespolo è emblema dell’unità familiare dei Malavoglia. g. L’autore assume dal darwinismo concetto di “lotta per l’esistenza”. CLASSE ……………… DATA ……………………………… il h. La vicenda dei personaggi li porta a separarsi per poi ricongiungersi definitivamente. i. Il romanzo intende rappresentare la realtà sociale determinata dall’unificazione italiana. j. La vicenda del giovane ‘Ntoni mostra la sconfitta di chi nutre ambizioni di miglioramento. 10. I personaggi del romanzo. Associa a ciascun personaggio dei Malavoglia le caratteristiche corrispondenti. 11. La “religione della famiglia”. Fin dall’inizio del romanzo, la figura di padron ‘Ntoni incarna la “religione della famiglia”, che è uno dei temi centrali dei Malavoglia. Rispondi alle domande indicando, dove segnalata, l’opzione corretta. I. Che cosa si intende per “religione della famiglia”? a. Che l’intera famiglia si reca alla Messa ogni domenica. b. Che la famiglia non può esistere senza un sentimento religioso. c. Che padron ‘Ntoni impone il rispetto della gerarchia patriarcale. d. Che padron ‘Ntoni crede nell’unità familiare come valore supremo. II. Quale funzione ha la famiglia nel mondo dei Malavoglia? a. Costituisce un rifugio anche per chi ha sbagliato. b. È emblema della malvagità della società moderna. c. È la sola possibilità di sopravvivenza per i suoi componenti. d. Costituisce un ostacolo alle aspirazioni di tutti i suoi componenti. III. Quali personaggi si distaccano dalla famiglia e qual è l’esito della loro scelta? ……………………………………………………………………………………………… a. Padron ‘Ntoni I. È riservata e laboriosa, è detta “Sant’Agata”. b. Bastianazzo II. c. Maruzza la Longa III. È ancora bambino ma sembra già simile al nonno e a Luca. d. ‘Ntoni IV. È un fannullone, spesso punito È un ragazzo giudizioso, muore nella battaglia di Lissa. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… IV. Che cosa emerge dal racconto? a. La denuncia dell’ambizione che porta a perdere tutto ciò che si possiede. b. La constatazione che le classi più povere non hanno alternative alla loro condizione. 2 ATTIVITÀ DI RECUPERO NOME …………………………………………………………….... c. La constatazione che i “vinti” sono tali perché non hanno saputo crearsi una famiglia. d. La denuncia di comportamenti contrari alle leggi che governano la famiglia e la società. 12. L’ideale dell’ostrica. Spiega in 3 righe circa in che cosa consiste l’ideale dell’ostrica nell’ideologia di Verga. 13. La tecnica narrativa. Leggi il passo tratto dall’episodio conclusivo del romanzo Ora è tempo d’andarsene (T62) e definisci la tecnica narrativa utilizzata dall’autore scegliendo le opzioni pertinenti: a. Discorso diretto. b. Narrazione focalizzata. c. Discorso indiretto libero. d. Narrazione non focalizzata. Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni, perché il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe, e par la voce di un amico. CLASSE ……………… DATA ……………………………… 15. Mastro-don Gesualdo. Completa la frase scegliendo tra le opzioni quella corretta. L’appellativo "mastro-don" riferito al protagonista indica a. b. c. d. l’ascesa sociale da origini plebee l’acquisizione di un titolo nobiliare l’apparteneza al mondo degli intellettuali il passaggio dal mondo aristocratico a quello politico 21. Mazzarò e Gesualdo: arrampicatori sociali. L’arrampicatore sociale è una figura letteraria storicamente connotata che aspira a un miglioramento delle proprie condizioni socio-economiche, a scapito, anche, di ogni forma di moralità e sentimento. L’appartenenza "doppia" di questi personaggi diventa condizione di un passaggio e segno di una trasformazione più generale di una società che funziona su spietate leggi, basate su gerarchie instabili e aridi rapporti di interesse. Spiega in 10 righe circa perché Mazzarò, protagonista della novella La roba ( T14), e Mastro-don Gesualdo (T63) rappresentano due figure letterarie di arrampicatori sociali. 14. Verga e Manzoni: “l’addio”. Confronta l’episodio Ora è tempo d’andarsene (T62) con l’Addio monti di Lucia nei Promessi sposi (T44) e rispondi alle domande. • La narrazione è focalizzata in entrambi i casi sul personaggio? • Qual è l’atteggiamento attribuito rispettivamente a ‘Ntoni e a Lucia? • Perché la pagina verghiana è percorsa da un cupo pessimismo che non è presente nel brano manzoniano? Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 3 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO CLASSE ……………… DATA ……………………………… IL SEICENTO E IL PRIMO SETTECENTO 5. Il Saggiatore. Indica se l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta. L’autore Galileo Galilei Nel Saggiatore Galileo appoggia la tesi del gesuita Orazio Grasso contraddicendo quanto sostenevano i copernicani. V F verifica delle conoscenze e delle competenze 1. Galileo: la vita. Indica se le affermazioni relative alla vita di Galileo sono vere o false. V F a. Nacque a Pisa nel 1564. b. Insegnò presso l’Università di Padova. c. Venne confinato a Venezia. d. Morì nel 1642 a Siena. 2. Le scelte linguistiche e il pubblico. Indica se l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta. La scelta di scrivere i trattati scientifici in lingua volgare limitò la diffusione dei testi galileiani. V F 3. Sidereus Nuncius: le scoperte astronomiche. Scegli tra le opzioni il corretto completamento. Nel Sidereus Nuncius Galileo espone a. la scoperta dei satelliti di Giove. b. la scoperta dei pianeti Venere e Luna. c. la scoperta riguardante la caduta dei gravi. 4. Il metodo. Completa correttamente le affermazioni sul metodo della nuova scienza galileiana. a. Il metodo di Galileo nasce dall’unione di sensate ………………………………………… e ………………………………………… 6. Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: i personaggi. Attribuisci ad ogni personaggio dell’opera le caratteristiche corrispondenti. a. Filippo Salviati I. Personaggio inventato, difende acriticamente i principi aristotelici. b. Giovan Francesco Sagredo II. Amico di Galileo, ha il ruolo di sostenitore delle tesi copernicane. c. Simplicio III. Allievo di Galileo, è il padrone di casa e ha il ruolo di arbitro fra le diverse posizioni, anche se ben presto mostra il suo favore per le tesi copernicane. 7. Galileo e l’osservazione del mondo. Leggi le affermazioni e indica a quali opere si riferiscono. a. Attraverso l’esempio della nave Galileo parla della dinamica dei corpi e della relatività. b. Attraverso l’apologo dell’uomo che voleva scoprire come si generavano i suoni Galileo parla del confronto tra metodo induttivo e metodo deduttivo. 8. La concezione della scienza: ieri e oggi. Ripensa ai testi studiati e, in 20 righe circa, imposta un confronto tra le principali caratteristiche della scienza nel Seicento (basata su una forte chiusura nei confronti delle novità) e nella società attuale (in cui vi è una illimitata disponibilità verso la scienza e le scoperte sensazionali). dimostrazioni. b. Gli strumenti dello scienziato sono l’osservazione ………………………………………… e la ……………………………………….…. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 1 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO IL SETTECENTO E L’ETÀ NAPOLEONICA L’autore e l’opera Carlo Goldoni verifica delle conoscenze e delle competenze 1. Goldoni: la vita. Indica se le affermazioni relative alla vita di Goldoni sono vere o false. V F a. Si laureò in legge a Padova. b. Fu direttore del Teatro Sant’Angelo di Venezia. c. Si trasferì a Parigi per motivi politici. d. Insegnò italiano alla corte di Luigi XV. e. Morì a Venezia. 2. Goldoni e il pubblico. Indica se l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta. Goldoni considera i lettori-spettatori destinatari del proprio lavoro. V F 3. La commedia goldoniana. Indica se le affermazioni relative alle caratteristiche della commedia goldoniana sono vere o false. V F a. Vengono esaltate le qualità dei nobili. b. Il linguaggio è artificioso e ricercato. c. Le rappresentazioni si basano sull’improvvisazione. d. È rispettato il canone classicista delle unità di tempo, di luogo e di azione. e. L’ambientazione delle commedie è vaga e indeterminata. f. La commedia «a soggetto» diventa commedia «di carattere». g. Le commedie trovano ispirazione nelle molteplici vicende del mondo. h. I personaggi sono molteplici, tratti dalla vita reale, e rappresentati con vizi e virtù. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 CLASSE ……………… DATA ……………………………… 4. Gli insegnamenti del Mondo e del Teatro. Rileggi il passo tratto dal brano antologizzato (T15) e rispondi alle domande. a. Su quali modelli è avvenuta la formazione teatrale di Goldoni? Quali importanti spunti ha tratto da essi? b. Quale linguaggio intende utilizzare nelle sue commedie? c. Quali caratteristiche stilistiche predilige? I due libri su’ quali ho più meditato, e di cui non mi pentirò mai d’essermi servito, furono il Mondo, e ’l Teatro. Il primo mi mostra tanti, e poi tanti vari caratteri di persone, me li dipinge così al naturale, che paion fatti apposta per somministrarmi abbondantissimi argomenti di graziose, ed istruttive commedie; mi rappresenta i segni, la forza, gli effetti di tutte le umane passioni; mi provvede di avvenimenti curiosi; m’informa de’ cor-renti costumi; m’istruisce de’ vizi e de’ difetti, che son più comuni del nostro secolo, e della nostra nazione, i quali meritan o la disapprovazione o la derisione de’ saggi; e nel tempo stesso mi addita in qualche virtuosa persona i mezzi coi quali la virtù a codeste corruttele resiste, ond’io da questo libro raccolgo, rivolgendolo sempre, o meditandovi, in qualunque circostanza, od azione della vita mi trovi, quanto è assolutamente necessario che si sappia da chi vuole con qualche lode esercitare questa mia professione. Il secondo poi, il libro cioè del Teatro, mentre io lo vo maneggiando, mi fa conoscere con quali colori si debban rappresentar sulle scene i caratteri, le passioni, gli avvenimenti, che nel libro del Mondo si leggono; come si debba ombreg-giarli per dar loro un maggiore rilievo, e quali sien quelle tinte, che più li rendon grati agli occhi dilicati de’ spettatori. Imparo insomma dal Teatro a distinguere ciò, ch’è più atto a far impressione sugli animi, a destar la maraviglia, od il riso, o quel tal dilettevol solletico nell’uman cuore, che nasce principalmente dal trovar nella commedia che ascoltasi effigiati al naturale, e posti con buon garbo nel loro punto di vista i difetti, e ’l ridicolo che trovasi in chi tuttogiorno si pratica, in modo però, che non urti troppo offendendo. [...] Quanto alla lingua ho creduto di non dover farmi scrupolo d’usar molte frasi, e voci lombarde, giacché ad intelligenza anche della plebe più bassa, che vi concorre principalmente nelle lombarde città dovevano rappresentarsi le mie commedie. Ad alcuni vernacoli veneziani, ed in quelle di esse che ho scritte apposta per Venezia mia patria, sarò in necessità di appor qualche notarella, per far sentire 1 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO le grazie di quel vezzoso dialetto a chi non ne ha tutta la pratica. Il Dottore che recitando parla il bolognese, parlerà qui volgar italiano. Lo stile poi l’ho voluto qual conviene alla commedia, vale a dir semplice, naturale, non accademico, od elevato. Questa è la grand’arte del comico poeta di attaccarsi in tutto alla natura, e non iscostarsene giammai. I sentimenti debbon esser veri, naturali, non ricercati, e le espressioni a portata di tutti. 5. Momolo cortesan: le tappe della riforma goldoniana. Scegli tra le opzioni il corretto completamento. Momolo cortesan è a. la prima commedia “di carattere”. b. la prima commedia scritta integralmente. c. la prima commedia in cui è scritta la parte del protagonista. 6. I personaggi delle commedie. Attribuisci ad ogni opera il personaggio corrispondente. a. La bottega del caffè I. Mirandolina b. Il servitore di due padroni II. Anselmo c. La locandiera III. Truffaldino d. La famiglia dell’antiquario IV. don Marzio Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 CLASSE ……………… DATA ……………………………… Invito all’opera La locandiera 7. La locandiera. Indica se le affermazioni relative alla Locandiera sono vere o false. V F a. La vicenda è ambientata a Venezia. b. L’opera è dedicata a Giulio Rucellai. c. La commedia ha fini morali ed educativi. d. L’opera incontra i gusti del pubblico borghese. e. L’autore mette in ridicolo i difetti dell’aristocrazia. f. Goldoni elogia il modo in cui la locandiera persegue i propri fini. 8. La locandiera: le scelte linguistiche. Spiega in 2 righe circa quali scelte linguistiche l’autore predilige nella Locandiera. 9. La locandiera: il finale. Ripensa al passo antologizzato relativo all’epilogo della commedia (T18). Poi spiega in 5 righe circa perché Mirandolina decide di sposare Fabrizio e quali vantaggi il cameriere intravvede nel matrimonio con la locandiera. 2 NOME …………………………………………………………….... ATTIVITÀ DI RECUPERO 2. L’ideologia foscoliana. Scegli tra le opzioni il corretto completamento. Foscolo reagì alla tensione tra sentimento e ragione, tra ideale e realtà, IL SETTECENTO E L’ETÀ NAPOLEONICA L’autore e l’opera CLASSE ……………… DATA ……………………………… Ugo Foscolo a. rifugiandosi in una visione pessimistica e individualistica dell’esistenza. b. riproponendo il mito classico dell’armonia e della bellezza rasserenatrice. verifica delle conoscenze e delle competenze 1. Foscolo: la vita. Indica se le affermazioni relative alla vita di Foscolo sono vere o false. V 3. Foscolo e la poesia. Indica se l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta. F a. Nacque nel 1778 a Venezia. Per Foscolo la poesia implica un impegno diretto nella realtà e nella storia. V F b. A Milano conobbe Parini e Monti. 4. Ultime lettere di Jacopo Ortis. Ripensa al brano antologizzato La delusione politica (T19) e alle vicende biografiche di Foscolo. A quali cause può essere ricondotta la fuga di Jacopo Ortis da Venezia sui Colli Euganei? c. Non militò mai nell’esercito napoleonico. d. Insegnò per un breve periodo presso l’università di Padova. e. Ruppe l’amicizia con Monti, perché era diventato il poeta ufficiale del regime. f. Nel 1815 fuggì in Svizzera per non pronunciare il giuramento di fedeltà all’Austria. g. Morì nel 1827 a Londra. 5. In morte del fratello Giovanni e A Zacinto: un confronto. Rileggi i sonetti antologizzati (T21, T22). Poi in 8 righe circa commenta i motivi romantici utilizzando opportune citazioni dai testi. In morte del fratello Giovanni A Zacinto Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de’ tuoi gentili anni caduto. 5 10 La Madre or sol suo dì tardo traendo parla di me col tuo cenere muto, ma io deluse a voi le palme tendo e sol da lunge i miei tetti saluto. Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell’onde del greco mar da cui vergine nacque 5 Sento gli avversi numi, e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta, e prego anch’io nel tuo porto quïete. 10 Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti, almen le ossa rendete allora al petto della madre mesta. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l’inclito verso di colui che l’acque cantò fatali, ed il diverso esiglio per cui bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura il fato illacrimata sepoltura. 1 ATTIVITÀ DI RECUPERO NOME …………………………………………………………….... 6. Alla sera. Rileggi il sonetto antologizzato (T20) e fai la parafrasi. Poi in 3 righe circa spiega qual è il nucleo tematico centrale. Forse perché della fatal quïete tu sei l’immago a me sì cara vieni o Sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, 5 10 e quando dal nevoso aere inquïete tenebre e lunghe all’universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme che vanno al nulla eterno; e intanto fugge questo reo tempo, e van con lui le torme delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirto guerrier ch’entro mi rugge. CLASSE ……………… DATA ……………………………… Invito all’opera Dei sepolcri 7. Editto di Saint-Cloud: Pindemonte e Foscolo. Componi un testo di 6 righe circa sull’occasione della stesura del carme Dei sepolcri seguendo il filo conduttore delle domande. • Che cosa imponeva l’editto di Saint-Cloud? • Quale è la posizione di Ippolito Pindemonte in proposito? • Foscolo assunse la stessa posizione? 8. Il procedimento della “transizione”. Scegli tra le opzioni il corretto completamento. Il procedimento della “transizione” adottato nella composizione del carme Dei sepolcri consiste a. nel passaggio dalla vita alla morte. b. nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. c. nel passaggio da un argomento a un altro per associazione di idee. d. nel passaggio logico dalla causa all’effetto come struttura dell’argomentazione. 9. Dei sepolcri: il tema della tomba. Ripensa ai primi versi del carme. Poi in un testo di 5 righe circa precisa con quali argomentazioni Foscolo sostiene l’importanza e il valore della tomba. Idee per insegnare l’italiano con… Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012 2
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