Recupero 2 - Prof.ssa Monica Guido

NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
L’OTTOCENTO
CLASSE ……………… DATA ………………………………
5. Le odi civili (
). Indica se le affermazioni relative
alle Odi sono vere o false.
L’autore e l’opera
Alessandro Manzoni
V
F
verifica delle conoscenze e delle competenze
1. Manzoni: la vita. Indica se le affermazioni relative
alla vita di Manzoni sono vere o false.
V
F
a. Nacque a Milano nel 1785.
b. A Milano conobbe Monti e Foscolo.
a. Le prime composizioni
biennio 1821-1822.
risalgono
al
b. L’ode Il cinque maggio si chiude con un
inno alla guerra.
c. Marzo 1821 nasce in occasione della
caduta di Napoleone.
d. Nelle odi si fondono attualità storica e
meditazione religiosa.
c. Nel 1805 si trasferì a Londra.
d. Nel 1810 si convertì al calvinismo.
e. La sfera religiosa è centrale nel componimento Il cinque maggio.
e. Si dichiarò favorevole al progetto di unità
nazionale.
f. Le odi civili sono scritte in occasione di
particolari avvenimenti storici.
2. I generi letterari. Attribuisci al titolo di ciascuna opera
di Manzoni il genere letterario corrispondente.
a. Ognissanti
I. tragedia
b. Marzo 1821
II. inno
c. Trionfo della libertà
III. ode
d. Il conte di Carmagnola
IV. racconto saggistico
g. L’ode Il cinque maggio è stata scritta alla
notizia della morte di Napoleone.
6. Il cinque maggio (
10). Indica se l’affermazione
relativa all’ode è vera o falsa e motiva la tua risposta.
Dio agisce nella storia attraverso la figura di Napoleone e
la fede trionfa sul dolore.
V
F
7. Le tragedie: il ruolo del coro (
). Indica se
l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta.
e. Storia della colonna
infame
V. poemetto
Nelle tragedie manzoniane il coro esprime i punti di vista
dei personaggi coinvolti nel dramma.
V
F
3. Manzoni: la visione della vita. Spiega in 4 righe
circa a quale concezione della storia approda Manzoni,
anche in funzione della conversione al cattolicesimo.
4. La poetica manzoniana. Indica quali affermazioni
riguardano la concezione dell’arte sostenuta da Manzoni.
a. L’arte deve avere come scopo l’utile, ossia l’educazione morale e civile.
b. L’arte deve avere come oggetto il vero, ossia la verità
storica e la verità umana.
c. L’arte deve avere come origine la fantasia, ossia deve
saper descrivere mondi immaginari.
d. L’arte deve avere come procedimento l’imitazione,
ossia deve guardare ai grandi modelli del passato.
e. L’arte deve avere come mezzo l’interessante, ossia
deve saper parlare ai sentimenti della gente comune.
Idee per insegnare l’italiano con…
Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
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ATTIVITÀ DI RECUPERO
NOME ……………………………………………………………....
Invito all’opera I promessi sposi
8. I promessi sposi: aspetti generali. Indica se le
affermazioni su I promessi sposi sono vere o false.
V
F
a. Nel romanzo viene rappresentata l’intera
società del Seicento.
b. Il giansenismo accentuò in Manzoni
l’esigenza di rigore morale.
c. Fermo e Lucia è il titolo dato al romanzo
nella sua prima stesura.
d. Secondo l’autore, la Provvidenza divina
interviene nelle vicende umane.
e. La Monaca di Monza rappresenta il
riscatto della Chiesa dalla corruzione.
f. Nello sviluppo della vicenda narrata
intervengono anche forze collettive e
calamità naturali.
g. Il personaggio di Federigo Borromeo
rappresenta il potere spirituale al servizio
della società.
h. Scegliendo gli umili come protagonisti del
romanzo, Manzoni segue la tradizione
letteraria.
i. Con il romanzo, Manzoni diede un
contributo alla costruzione dell’unità
linguistica nazionale.
j. Nei Promessi sposi la rappresentazione
della violenza e del male della storia
sfocia nella visione di un mondo senza
speranza.
9. I promessi sposi: la trama. Ricostruisci la trama dei
Promessi sposi riordinando le sequenze narrative
elencate, secondo la successione in cui si trovano nel
romanzo. Utilizza una numerazione progressiva.
CLASSE ……………… DATA ………………………………
[…] I bravi di don Rodrigo intimano a don Abbondio di
non celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia.
[…] I due promessi tentano di costringere don Abbondio a
celebrare il matrimonio suo malgrado; il piano fallisce.
[…] Flashback: la storia dell’Innominato.
[…] Don Rodrigo chiede aiuto all’Innominato.
[…] Prigioniera dell’Innominato, Lucia fa voto di castità.
[…] Flashback: la storia di Gertrude e la sua relazione
con Egidio.
[…] Con la complicità di Gertrude, Lucia viene rapita
dagli uomini dell’Innominato.
[…] Giunti a Monza, Renzo e Lucia si separano; Lucia si
rifugia in un convento, affidata a Gertrude.
[…] Una profonda crisi di coscienza porta l’Innominato
alla conversione, grazie anche all’incontro con il
cardinale Borromeo.
[…] L’Innominato lascia libera Lucia, che il cardinale
Borromeo manda a Milano nella casa di don Ferrante.
[…] Padre Cristoforo scioglie Lucia dal voto.
[…] Intanto in Lombardia dilagano la guerra e la peste.
[…] Don Rodrigo, colpito dalla peste, viene portato al
lazzaretto, dove morirà.
[…] Renzo torna al paese, dove apprende che Lucia si
trova a Milano.
[…] Renzo, sopravvissuto alla peste, torna in Lombardia
per cercare Lucia.
[…] Mentre la peste comincia a placarsi, i due promessi
finalmente si sposano.
[…] A Milano, Renzo riesce a rintracciare Lucia,
anch’essa guarita dalla peste, nel lazzaretto.
[…] Renzo passa l’Adda e raggiunge il territorio della
Repubblica di Venezia, rifugiandosi a Bergamo.
[…] Renzo, arrestato perché creduto uno di capi della
rivolta, riesce a fuggire e si allontana da Milano.
[…] Nel frattempo, Renzo giunge a Milano e viene
coinvolto in una rivolta popolare dovuta alla carestia.
[…] Renzo e Lucia, una volta sposati, si trasferiscono
con Agnese nel bergamasco, dove vivranno
serenamente.
10. I promessi sposi: il ruolo dei personaggi. Indica
quali dei personaggi in elenco ricoprono nel romanzo il
ruolo di
a. oggetto del desiderio: ……………………….….….….….….….….….…
b. protagonista: ……………………….….….….….….….….….….….….….…..
[…] Padre Cristoforo decide di affrontare don Rodrigo,
ma l’incontro ha esito negativo.
[…] Renzo si reca a Lecco a chiedere consigli ad
Azzeccagarbugli, ma senza alcun esito.
[…] Renzo scopre il motivo per cui don Abbondio non si
mostra disposto a celebrare le nozze.
[…] Padre Cristoforo organizza la fuga di Renzo e Lucia;
insieme ad Agnese, i due lasciano il paese.
Idee per insegnare l’italiano con…
Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
c. antagonista: .… …………………………………………………………………
d. aiutante/i del protagonista: …………………………………………….
e. aiutante/i dell’antagonista: ……………………………………………..
Agnese, bravi, don Rodrigo, Federico Borromeo,
Gertrude, Innominato, Lucia, padre Cristoforo, Renzo
2
ATTIVITÀ DI RECUPERO
NOME ……………………………………………………………....
11. L’atteggiamento dei protagonisti. Ripensa ai
protagonisti del romanzo e indica quale tra i personaggi
indicati muta radicalmente il suo comportamento e il suo
ruolo nel corso della vicenda. Motiva la tua risposta.
a. Egidio
b. Innominato
c. don Abbondio
d. Azzeccagarbugli
12. L’incontro di don Abbondio con i bravi. Rileggi il
passo tratto dal testo antologizzato (T43) da cui prende
l’avvio lo sviluppo della vicenda dei due “promessi” e
individua le espressioni che mettono in risalto il
comprotamento del curato di fronte alle minacce dei due
malviventi.
– Signor curato, – disse un di que’ due,
piantandogli gli occhi in faccia.
– Cosa comanda? – rispose subito don
Abbondio, alzando i suoi dal libro, che gli restò
spalancato nelle mani, come sur un leggìo.
– Lei ha intenzione, – proseguì l’altro, con l’atto
minaccioso e iracondo1 di chi coglie un suo
inferiore sull’intraprendere una ribalderia2, – lei ha
intenzione di maritar domani Renzo Tramaglino e
Lucia Mondella!
– Cioè... – rispose, con voce tremolante, don
Abbondio: – cioè. Lor signori son uomini di
mondo3, e sanno benissimo come vanno queste
faccende. Il povero curato non c’entra: fanno i loro
pasticci tra loro, e poi... e poi, vengon da noi, come
s’anderebbe a un banco4 a riscotere; e noi... noi
siamo i servitori del comune5.
– Or bene, – gli disse il bravo, all’orecchio, ma
in tono solenne di comando, – questo matrimonio
non s’ha da fare, né domani, né mai.
– Ma, signori miei, replicò don Abbondio, con la
voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un
impaziente, ma, signori miei, si degnino di mettersi
ne’ miei panni. Se la cosa dipendesse da me,... vedon
bene che a me non me ne vien nulla in tasca...
– Orsù, – interruppe il bravo, – se la cosa avesse
a decidersi a ciarle6, lei ci metterebbe in sacco. Noi
non ne sappiamo, né vogliam saperne di più. Uomo
avvertito... lei c’intende.
– Ma lor signori son troppo giusti, troppo
ragionevoli...
– Ma, – interruppe questa volta l’altro
compagnone, che non aveva parlato fin allora, –
ma il matrimonio non si farà, o... – e qui una buona
bestemmia, – o chi lo farà non se ne pentirà, perché
non ne avrà tempo, e... – un’altra bestemmia.
– Zitto, zitto, – riprese il primo oratore: il signor
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CLASSE ……………… DATA ………………………………
curato è un uomo che sa il viver del mondo; e noi
siam galantuomini, che non vogliam fargli del
male, purché abbia giudizio. Signor curato,
l’illustrissimo signor don Rodrigo nostro padrone
la riverisce caramente.
Questo nome fu, nella mente di don Abbondio,
come, nel forte d’un temporale notturno, un lampo
che illumina momentaneamente e in confuso gli
oggetti, e accresce il terrore. Fece, come per
istinto, un grand’inchino, e disse: – se mi sapessero
suggerire...
– Oh! suggerire a lei che sa di latino7! –
interruppe ancora il bravo, con un riso tra lo
sguaiato e il feroce. – A lei tocca. E sopra tutto,
non si lasci uscir parola su questo avviso che le
abbiam dato per suo bene; altrimenti... ehm...
sarebbe lo stesso che fare quel tal matrimonio. Via,
che vuol che si dica in suo nome all’illustrissimo
signor don Rodrigo?
– Il mio rispetto...
– Si spieghi meglio!
– ... Disposto... disposto sempre all’ubbidienza.
– E, proferendo queste parole, non sapeva nemmen
lui se faceva una promessa, o un complimento. I
bravi le presero, o mostraron di prenderle nel
significato più serio.
– Benissimo, e buona notte, messere8, – disse
l’un d’essi, in atto di partir col compagno.
1. minaccioso e iracondo: aggressivo e pieno d’ira.
2. sull’intraprendere una ribalderia: sul punto di commettere una
ingiustizia.
3. son uomini di mondo: esperti di come vanno le cose.
4. banco: banca.
5. del comune: della comunità; di tutti.
6. ciarle: chiacchiere.
7. che sa di latino: la conoscenza della lingua latina era propria dei
sacerdoti e delle persone colte.
8. messere: signore.
13. La concezione della storia. Indica se l’affermazione
è vera o falsa. Motiva la tua risposta.
La concezione manzoniana della storia si ricollega alla
visione materialistica dell’Illuminismo.
V F
14. Le figure degli oppressori: un confronto. Ripensa
ai testi antologizzati L’incontro di don Abbondio con i
bravi (T43) e Il colloquio tra padre Cristoforo e don
Rodrigo (
12). Poi in 8 righe circa imposta un
confronto tra il comportamento dei bravi nell’incontro con
don Abbondio e quello di don Rodrigo di fronte a padre
Cristoforo seguendo il filo conduttore delle domande.
a. Quali atteggiamenti li accomunano?
b. In che cosa si differenziano?
3
ATTIVITÀ DI RECUPERO
NOME ……………………………………………………………....
15. Il ruolo della Provvidenza. Indica se l’affermazione
è vera o falsa e motiva la tua risposta.
La morale del romanzo è che la Provvidenza permette
sempre agli oppressi di salvarsi dai loro oppressori:
quindi la visione manzoniana della storia è ottimistica.
V
F
16. Le avventure di Renzo. Ripensa all’intera vicenda
di Renzo e riordina le sequenza sotto elencate.
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
[…]
Renzo può sposare Lucia.
Renzo si ammala di peste, ma sopravvive.
Al lazzaretto finalmente Renzo trova Lucia.
Raggiunge Bergamo dove viene ospitato dal cugino
Bortolo.
Al lazzaretto, mentre cerca Lucia, vede don Rodrigo
morente.
Si reca a Milano, dove trova la crudele desolazione
portata dalla peste.
Renzo acconsente al tentativo di matrimonio
segreto, che però fallisce.
Insieme a Lucia e Agnese, lascia di nascosto il
paese e arriva a Monza.
Renzo viene ostacolato da don Rodrigo nel suo
progetto di sposare Lucia.
A Milano, si trova in mezzo a una rivolta popolare
originata dalla carestia.
Mentre sta per essere portato in prigione, viene
liberato dall’intervento della folla.
L’avvocato cui Renzo si rivolge, Azzeccagarbugli, è
amico di don Rodrigo e lo caccia via.
Trova la casa di don Ferrante ma anche qui Lucia
non c’è, perché è stata portata al lazzaretto.
Trascorre una notte di angoscia cercando di
raggiungere l’Adda; poi finalmente si mette in salvo.
Dopo essersi separato da Lucia e Agnese, va a
Milano per rifugiarsi in un convento di cappuccini.
Renzo si trasferisce con Lucia e Agnese nel
bergamasco, dove avvia un’attività e dove
nasceranno i figli.
Ricercato come criminale, si affretta a lasciare
Milano per passare il confine con la Repubblica di
Venezia.
Avendo voluto “dire la sua”, in piazza e poi
all’osteria, viene scambiato per un capo della rivolta
e arrestato.
L’erede di don Rodrigo, uomo caritatevole, fa
togliere il bando contro Renzo e lo aiuta a vendere
la sua proprietà al paese.
Lucia gli dice che non potrà più sposarsi con lui,
avendo fatto voto di castità; ma padre Cristoforo la
scioglie dal voto.
Renzo decide di tornare in Lombardia per cercare
Lucia; una volta al paese, non la trova e viene
informato che Lucia è a Milano presso don Ferrante.
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CLASSE ……………… DATA ………………………………
17. Il sugo della storia. Ripensa al testo antologizzato
(T47) e alle avventure vissute da Renzo. Poi spiega in
8 righe circa
a. quali sono i risultati “formativi” di queste esperienze,
che Renzo stesso enuncia nella conclusione del
romanzo (Ho imparato … a non mettermi ne’
tumulti… ecc.)
b. qual è ora il suo atteggiamento e in che senso si è
modificato
c. quale messaggio l’autore intende comunicare al
lettore.
4
NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
L’OTTOCENTO
L’autore e l’opera
CLASSE ……………… DATA ………………………………
4. I Canti pisano-recanatesi e gli Idilli. Indica a quale/i
Giacomo Leopardi
verifica delle conoscenze e delle competenze
1. Leopardi: la vita. Indica se le affermazioni relative
alla vita di Leopardi sono vere o false.
V
F
a. Nacque a Recanati, quando le Marche
erano ancora dominio pontificio.
testo/i di Leopardi si riferiscono le tematiche e le
situazioni elencate.
a.
b.
c.
d.
L’io lirico si rivolge alla donna amata.
Il tema centrale è quello della ricordanza.
L’io lirico si rivolge direttamente alla Natura.
È presente il tema della caducità delle speranze e
delle illusioni.
e. La vita è paragonata a un cammino faticoso e
doloroso che si conclude con la caduta in un abisso.
Alla luna (T50)
II. La sera del dì di festa (T51)
I.
b. L’infelicità e l’insoddisfazione lo spinsero
nel 1816 a convertirsi alla poesia.
III. A Silvia (T52)
IV. Il sabato del villaggio (T53)
c. Trasferitosi a Roma, rimase
vamente colpito dalla città.
positi-
V. Canto notturno di un pastore errante dell’Asia (T54)
d. Ottenne un impiego presso la Biblioteca
Vaticana.
5. La «canzone libera». Indica quali tra le liriche hanno
la forma della «canzone libera».
a. A Silvia
b. Alla luna
c. L’infinito
d. La sera del dì di festa
e. Il sabato del villaggio
e. Nel 1831 lasciò definitivamente Recanati
per andare a Firenze.
f. Morì a Napoli nel 1837.
2. Le opere: caratteristiche generali. Indica se le
affermazioni sulle opere di Leopardi sono vere o false.
V
F
a. Il Canto notturno fa parte dei Grandi idilli.
b. Le Operette morali hanno un tono satirico.
c. La canzone leopardiana ripete gli schemi
della poesia petrarchesca.
d. La raccolta dei Canti comprende anche
le Canzoni civili e filosofiche.
6. L’infinito. Rileggi la lirica antologizzata (T49) e fai
la parafrasi. Poi rispondi alle domande.
a. Qual è il tema della lirica e quale relazione si instaura
con il mondo della natura?
b. Il poeta accompagna la parola siepe all’aggettivo
dimostrativo questa (v. 2), a stabilirne la vicinanza con
l’«io lirico», mentre nel verso 5 il termine siepe è
sostituito dal pronome quella, a indicare invece un
rapporto di maggiore lontananza. L’aumento di
distanza che la scelta del pronome crea è riferito allo
spazio concreto oppure a una condizione psicologica?
e. Nella lirica L’infinito l’autore espone la
concezione del «pessimismo cosmico».
f. La ginestra o il fiore del deserto è il titolo
di una delle ultime poesie di Leopardi.
5
3. Le opere in prosa. Individua tra le opere di Leopardi
quelle scritte in prosa.
a. Canti
b. Aspasia
c. Pensieri
d. Zibaldone
e. La ginestra
f. Operette morali
g. Il tramonto della luna
h. Discorso di un italiano
10
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Idee per insegnare l’italiano con…
Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
1
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ATTIVITÀ DI RECUPERO
CLASSE ……………… DATA ………………………………
7. La sera del dì di festa. Leggi i versi dell’idillio (T51)
e fai la parafrasi. Poi rispondi alle domande.
11. Dialogo della Natura e di un Islandese. Ripensa
a. Quale visione dell’esistenza emerge dai versi?
L’autore intende con essi esaltare l’importanza del
grande passato dell’umanità oppure constata
amaramente che anche la grandezza dell’uomo è
destinata a essere distrutta dal tempo?
b. In che modo il contenuto si riallaccia al tema centrale
della lirica?
tematiche centrali precisando la concezione leopardiana
del pessimismo cosmico.
35
[…] Or dov’è il suono
Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido
De’ nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio
Che n’andò per la terra e l’oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
all’operetta (T110) e spiega in 8 righe circa le
12. Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un
passeggere. Indica se le affermazioni sono vere o false.
V
F
a. Il dialogo è ambientato a Firenze.
b. Gli interlocutori sono diversi per cultura
ed estrazione sociale.
c. Il venditore esprime una visione ottimistica del futuro.
d. Il passeggere è portavoce delle posizioni
dell’autore.
8. Alla luna e Canto notturno di un pastore errante
dell’Asia: un confronto. Ripensa al dialogo dell’«io
lirico» con la luna in Alla luna (T50) e nel Canto
notturno di un pastore errante dell’Asia (T54). Poi in 6
e. Il passeggere sostiene che l’attesa del
futuro genera infelicità.
f. La conclusione evidenzia l’incomunicabilità tra i due personaggi.
righe circa spiega quale diversa funzione simbolica
assume l’astro celeste nelle due liriche.
Invito all’opera Le Operette morali
9. Le Operette morali. Indica per ciascun testo in
elenco l’anno di composizione e la tematica trattata.
a. Dialogo della Natura e di un Islandese
d. Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere
10. Le Operette morali: lo stile. Completa il testo
inserendo i termini e le espressioni in elenco.
Le
Operette
morali
sono
caratterizzate
da
una
dei generi e da un registro
…………………………………………
linguistico che passa continuamente dalla medietà del
discorso filosofico alla
…………………………………………
una colloquialità di tono
…………………………………………
lirica, a
. L’uso
del registro familiare mantiene la raffinatezza dei modelli
della
tradizione,
…………………………………….
a
partire
I ricorrenti
dai
Dialoghi
di
………………………………………
hanno la funzione di elevare la prosa più semplice e
immediata usata nello Zibaldone.
arcaismi, comico, concettualità, contaminazione, Luciano
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Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
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NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
5. Verga e il progresso. Indica se l’affermazione
sull’opera di Verga è vera o falsa e motiva la tua
risposta.
L’ OTTOCENTO
L’autore e l’opera
Giovanni Verga
verifica delle conoscenze e delle competenze
1. Giovanni Verga: la vita. Indica se le affermazioni
relative alla vita di Verga sono vere o false.
V
CLASSE ……………… DATA ………………………………
F
a. Nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri.
b. Si laureò in giurisprudenza.
c. Aderì all’impresa dei Mille arruolandosi
nella Guardia nazionale.
d. A Firenze strinse amicizia con Luigi Capuana.
e. Visse l’ultima parte della sua vita a Milano.
f. Fu nominato senatore a vita.
2. Le opere. Indica quali, tra i titoli elencati, corrispondono a opere di Giovanni Verga.
a. Eva
b. Eros
c. Nedda
d. Tigre reale
e. La Nazione
f. Rosso Malpelo
g. Il ventre di Parigi
h. Mastro-don Gesualdo
i. L’origine delle specie
j. Storia di una capinera
k. La questione meridionale
l. I carbonari della montagna
3. Nedda. Completa la frase scegliendo tra le opzioni
quella corretta.
Nedda, protagonista del racconto, è
a. la personificazione della fede religiosa
b. il simbolo della vacuità degli ambienti mondani
c. il primo personaggio popolare della serie dei “Vinti”
d. la prima ragazza del popolo che lotta per i propri diritti
4. La “conversione” al Verismo. Indica quali fattori
hanno inciso sulla conversione di Verga al Verismo.
a. Rifiuto del Positivismo
b. Influenza della Scapigliatura
c. Influenza della teoria evoluzionista
d. Influenza della poetica manzoniana
e. Suggestioni del Naturalismo francese
f. Interesse per la questione meridionale
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Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
Verga si oppone all’ideologia borghese del progresso
inteso come processo di miglioramento incessante
dell’umanità verso il meglio.
V
F
6. Lettera a Salvatore Farina. Indica se l’affermazione
relativa alla lirica antologizzata (T58) è vera o falsa e
motiva la tua risposta.
La lettera a Salvatore Farina costituisce il manifesto
verista di Verga.
V
F
7. Rosso Malpelo. Rileggi il passo tratto dal testo
antologizzato (T59) e rispondi alle domande in 8 righe
circa.
a. Da cosa deriva il nome Malpelo? E quale condanna
gli comporta questo soprannome?
b. Attraverso quale punto di vista è presentato il
personaggio?
c. Quale posizione assume l’autore? Il suo punto di vista
coincide con quello del narratore?
Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli
rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo
malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un
fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena
rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre
col sentirgli dir sempre a quel modo aveva quasi
dimenticato il suo nome di battesimo.
Del resto, ella lo vedeva soltanto il sabato sera,
quando tornava a casa con quei pochi soldi della
settimana; e siccome era malpelo c’era anche a
temere che ne sottraesse un paio di quei soldi; e nel
dubbio, per non sbagliare, la sorella maggiore gli
faceva la ricevuta a scapaccioni.
Però il padrone della cava aveva confermato che i
soldi erano tanti e non più; e in coscienza erano anche
troppi per Malpelo, un monellaccio che nessuno
avrebbe voluto vedersi davanti, e che tutti schivavano
come un cane rognoso, e lo accarezzavano coi piedi,
allorché se lo trovavano a tiro.
Egli era davvero un brutto ceffo, torvo,
ringhioso, e selvatico. Al mezzogiorno, mentre
tutti gli altri operai della cava si mangiavano in
crocchio la loro minestra, e facevano un po’ di
ricreazione, egli andava a rincantucciarsi col suo
corbello fra le gambe, per rosicchiarsi quel suo
pane di otto giorni, come fanno le bestie sue pari; e
ciascuno gli diceva la sua motteggiandolo, e gli
tiravan dei sassi, finché il soprastante lo rimandava
al lavoro con una pedata. Ei c’ingrassava fra i calci
e si lasciava caricare meglio dell’asino grigio,
senza osar di lagnarsi.
1
NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
Invito all’opera I Malavoglia
dal nonno, che però ha affetto
per lui.
8. Il ciclo dei Vinti: l’intento dell’autore. Indica se
l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta.
Attraverso i romanzi del ciclo dei Vinti Verga intendeva
rappresentare le ambizioni della classe aristocratica.
V
F
e. Luca
V. È il figlio di padron ‘Ntoni (grande e grosso, ubbidisce a tutti gli
ordini del padre).
f. Mena
VI. È
il
capofamiglia
(viene
presentato come «il dito grosso,
che comandava le feste e le
quarant’ore»).
g. Alessi
VII. È molto piccola e non ha
ancora un carattere definibile
(«né carne né pesce»), fugge
da Aci Trezza e va a Catania.
h. Lia
VIII. È la moglie di Bastianazzo
(piccola di statura, ritiene che il
dovere di una donna sia
lavorare e generare figli).
9. I Malavoglia. Indica se le affermazioni sugli aspetti
generali del romanzo sono vere o false.
V
F
a. La vicenda del romanzo si svolge
nell’arco di un anno.
b. L’intera vicenda ruota intorno alla figura
di padron ‘Ntoni.
c. Il romanzo si propone come un’opera di
argomento storico.
d. La descrizione dei luoghi è affidata a un
narratore interno.
e. Il romanzo è ambientato nella stessa
epoca in cui visse l’autore.
f. La casa del nespolo è emblema
dell’unità familiare dei Malavoglia.
g. L’autore assume dal darwinismo
concetto di “lotta per l’esistenza”.
CLASSE ……………… DATA ………………………………
il
h. La vicenda dei personaggi li porta a
separarsi
per
poi
ricongiungersi
definitivamente.
i. Il romanzo intende rappresentare la
realtà
sociale
determinata
dall’unificazione italiana.
j. La vicenda del giovane ‘Ntoni mostra la
sconfitta di chi nutre ambizioni di miglioramento.
10. I personaggi del romanzo. Associa a ciascun
personaggio dei Malavoglia le caratteristiche corrispondenti.
11. La “religione della famiglia”. Fin dall’inizio del
romanzo, la figura di padron ‘Ntoni incarna la “religione
della famiglia”, che è uno dei temi centrali dei
Malavoglia. Rispondi alle domande indicando, dove
segnalata, l’opzione corretta.
I. Che cosa si intende per “religione della famiglia”?
a. Che l’intera famiglia si reca alla Messa ogni domenica.
b. Che la famiglia non può esistere senza un sentimento
religioso.
c. Che padron ‘Ntoni impone il rispetto della gerarchia
patriarcale.
d. Che padron ‘Ntoni crede nell’unità familiare come
valore supremo.
II. Quale funzione ha la famiglia nel mondo dei
Malavoglia?
a. Costituisce un rifugio anche per chi ha sbagliato.
b. È emblema della malvagità della società moderna.
c. È la sola possibilità di sopravvivenza per i suoi
componenti.
d. Costituisce un ostacolo alle aspirazioni di tutti i suoi
componenti.
III. Quali personaggi si distaccano dalla famiglia e qual è
l’esito della loro scelta?
………………………………………………………………………………………………
a. Padron
‘Ntoni
I.
È riservata e laboriosa, è detta
“Sant’Agata”.
b. Bastianazzo
II.
c. Maruzza la
Longa
III. È ancora bambino ma sembra
già simile al nonno e a Luca.
d. ‘Ntoni
IV. È un fannullone, spesso punito
È un ragazzo giudizioso, muore
nella battaglia di Lissa.
Idee per insegnare l’italiano con…
Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
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………………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………………
IV. Che cosa emerge dal racconto?
a. La denuncia dell’ambizione che porta a perdere tutto
ciò che si possiede.
b. La constatazione che le classi più povere non hanno
alternative alla loro condizione.
2
ATTIVITÀ DI RECUPERO
NOME ……………………………………………………………....
c. La constatazione che i “vinti” sono tali perché non
hanno saputo crearsi una famiglia.
d. La denuncia di comportamenti contrari alle leggi che
governano la famiglia e la società.
12. L’ideale dell’ostrica. Spiega in 3 righe circa in che
cosa consiste l’ideale dell’ostrica nell’ideologia di Verga.
13. La tecnica narrativa. Leggi il passo tratto dall’episodio conclusivo del romanzo Ora è tempo d’andarsene
(T62) e definisci la tecnica narrativa utilizzata dall’autore scegliendo le opzioni pertinenti:
a. Discorso diretto.
b. Narrazione focalizzata.
c. Discorso indiretto libero.
d. Narrazione non focalizzata.
Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì
sotto, in mezzo ai fariglioni, perché il mare non ha
paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo
stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e
muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto
suo di brontolare, e si riconosce subito al
gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si
rompe, e par la voce di un amico.
CLASSE ……………… DATA ………………………………
15. Mastro-don Gesualdo. Completa la frase
scegliendo tra le opzioni quella corretta.
L’appellativo "mastro-don" riferito al protagonista indica
a.
b.
c.
d.
l’ascesa sociale da origini plebee
l’acquisizione di un titolo nobiliare
l’apparteneza al mondo degli intellettuali
il passaggio dal mondo aristocratico a quello politico
21. Mazzarò e Gesualdo: arrampicatori sociali. L’arrampicatore sociale è una figura letteraria storicamente
connotata che aspira a un miglioramento delle proprie
condizioni socio-economiche, a scapito, anche, di ogni
forma di moralità e sentimento. L’appartenenza "doppia"
di questi personaggi diventa condizione di un passaggio
e segno di una trasformazione più generale di una
società che funziona su spietate leggi, basate su
gerarchie instabili e aridi rapporti di interesse.
Spiega in 10 righe circa perché Mazzarò, protagonista
della novella La roba (
T14), e Mastro-don
Gesualdo (T63) rappresentano due figure letterarie di
arrampicatori sociali.
14. Verga e Manzoni: “l’addio”. Confronta l’episodio
Ora è tempo d’andarsene (T62) con l’Addio monti di
Lucia nei Promessi sposi (T44) e rispondi alle
domande.
• La narrazione è focalizzata in entrambi i casi sul
personaggio?
• Qual è l’atteggiamento attribuito rispettivamente a
‘Ntoni e a Lucia?
• Perché la pagina verghiana è percorsa da un cupo
pessimismo che non è presente nel brano
manzoniano?
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3
NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
CLASSE ……………… DATA ………………………………
IL SEICENTO
E IL PRIMO SETTECENTO
5. Il Saggiatore. Indica se l’affermazione è vera o falsa
e motiva la tua risposta.
L’autore Galileo Galilei
Nel Saggiatore Galileo appoggia la tesi del gesuita
Orazio Grasso contraddicendo quanto sostenevano i
copernicani.
V F
verifica delle conoscenze e delle competenze
1. Galileo: la vita. Indica se le affermazioni relative alla
vita di Galileo sono vere o false.
V
F
a. Nacque a Pisa nel 1564.
b. Insegnò presso l’Università di Padova.
c. Venne confinato a Venezia.
d. Morì nel 1642 a Siena.
2. Le scelte linguistiche e il pubblico. Indica se
l’affermazione è vera o falsa e motiva la tua risposta.
La scelta di scrivere i trattati scientifici in lingua volgare
limitò la diffusione dei testi galileiani.
V
F
3. Sidereus Nuncius: le scoperte astronomiche.
Scegli tra le opzioni il corretto completamento.
Nel Sidereus Nuncius Galileo espone
a. la scoperta dei satelliti di Giove.
b. la scoperta dei pianeti Venere e Luna.
c. la scoperta riguardante la caduta dei gravi.
4. Il metodo. Completa correttamente le affermazioni sul
metodo della nuova scienza galileiana.
a. Il metodo di Galileo nasce dall’unione di sensate
…………………………………………
e
…………………………………………
6. Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: i
personaggi. Attribuisci ad ogni personaggio dell’opera
le caratteristiche corrispondenti.
a. Filippo
Salviati
I. Personaggio inventato, difende
acriticamente i principi aristotelici.
b. Giovan
Francesco
Sagredo
II. Amico di Galileo, ha il ruolo di
sostenitore delle tesi copernicane.
c. Simplicio
III. Allievo di Galileo, è il padrone di
casa e ha il ruolo di arbitro fra le
diverse posizioni, anche se ben
presto mostra il suo favore per le
tesi copernicane.
7. Galileo e l’osservazione del mondo. Leggi le
affermazioni e indica a quali opere si riferiscono.
a. Attraverso l’esempio della nave Galileo parla della
dinamica dei corpi e della relatività.
b. Attraverso l’apologo dell’uomo che voleva scoprire
come si generavano i suoni Galileo parla del
confronto tra metodo induttivo e metodo deduttivo.
8. La concezione della scienza: ieri e oggi. Ripensa ai
testi studiati e, in 20 righe circa, imposta un confronto tra
le principali caratteristiche della scienza nel Seicento
(basata su una forte chiusura nei confronti delle novità) e
nella società attuale (in cui vi è una illimitata disponibilità
verso la scienza e le scoperte sensazionali).
dimostrazioni.
b. Gli strumenti dello scienziato sono l’osservazione
…………………………………………
e la ……………………………………….….
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NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
IL SETTECENTO
E L’ETÀ NAPOLEONICA
L’autore e l’opera
Carlo Goldoni
verifica delle conoscenze e delle competenze
1. Goldoni: la vita. Indica se le affermazioni relative alla
vita di Goldoni sono vere o false.
V
F
a. Si laureò in legge a Padova.
b. Fu direttore del Teatro Sant’Angelo di
Venezia.
c. Si trasferì a Parigi per motivi politici.
d. Insegnò italiano alla corte di Luigi XV.
e. Morì a Venezia.
2. Goldoni e il pubblico. Indica se l’affermazione è vera
o falsa e motiva la tua risposta.
Goldoni considera i lettori-spettatori destinatari del proprio lavoro.
V
F
3. La commedia goldoniana. Indica se le affermazioni
relative alle caratteristiche della commedia goldoniana
sono vere o false.
V
F
a. Vengono esaltate le qualità dei nobili.
b. Il linguaggio è artificioso e ricercato.
c. Le rappresentazioni si basano sull’improvvisazione.
d. È rispettato il canone classicista delle
unità di tempo, di luogo e di azione.
e. L’ambientazione delle commedie è vaga
e indeterminata.
f. La commedia «a soggetto» diventa
commedia «di carattere».
g. Le commedie trovano ispirazione nelle
molteplici vicende del mondo.
h. I personaggi sono molteplici, tratti dalla
vita reale, e rappresentati con vizi e virtù.
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CLASSE ……………… DATA ………………………………
4. Gli insegnamenti del Mondo e del Teatro. Rileggi il
passo tratto dal brano antologizzato (T15) e rispondi
alle domande.
a. Su quali modelli è avvenuta la formazione teatrale di
Goldoni? Quali importanti spunti ha tratto da essi?
b. Quale linguaggio intende utilizzare nelle sue commedie?
c. Quali caratteristiche stilistiche predilige?
I due libri su’ quali ho più meditato, e di cui non
mi pentirò mai d’essermi servito, furono il Mondo,
e ’l Teatro. Il primo mi mostra tanti, e poi tanti vari
caratteri di persone, me li dipinge così al naturale,
che paion fatti apposta per somministrarmi
abbondantissimi argomenti di graziose, ed
istruttive commedie; mi rappresenta i segni, la
forza, gli effetti di tutte le umane passioni; mi
provvede di avvenimenti curiosi; m’informa de’
cor-renti costumi; m’istruisce de’ vizi e de’ difetti,
che son più comuni del nostro secolo, e della
nostra nazione, i quali meritan o la
disapprovazione o la derisione de’ saggi; e nel
tempo stesso mi addita in qualche virtuosa persona
i mezzi coi quali la virtù a codeste corruttele
resiste, ond’io da questo libro raccolgo,
rivolgendolo sempre, o meditandovi, in qualunque
circostanza, od azione della vita mi trovi, quanto è
assolutamente necessario che si sappia da chi vuole
con qualche lode esercitare questa mia professione.
Il secondo poi, il libro cioè del Teatro, mentre io lo
vo maneggiando, mi fa conoscere con quali colori
si debban rappresentar sulle scene i caratteri, le
passioni, gli avvenimenti, che nel libro del Mondo
si leggono; come si debba ombreg-giarli per dar
loro un maggiore rilievo, e quali sien quelle tinte,
che più li rendon grati agli occhi dilicati de’
spettatori. Imparo insomma dal Teatro a
distinguere ciò, ch’è più atto a far impressione
sugli animi, a destar la maraviglia, od il riso, o quel
tal dilettevol solletico nell’uman cuore, che nasce
principalmente dal trovar nella commedia che
ascoltasi effigiati al naturale, e posti con buon
garbo nel loro punto di vista i difetti, e ’l ridicolo
che trovasi in chi tuttogiorno si pratica, in modo
però, che non urti troppo offendendo. [...]
Quanto alla lingua ho creduto di non dover farmi
scrupolo d’usar molte frasi, e voci lombarde,
giacché ad intelligenza anche della plebe più bassa,
che vi concorre principalmente nelle lombarde città
dovevano rappresentarsi le mie commedie. Ad
alcuni vernacoli veneziani, ed in quelle di esse che
ho scritte apposta per Venezia mia patria, sarò in
necessità di appor qualche notarella, per far sentire
1
NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
le grazie di quel vezzoso dialetto a chi non ne ha
tutta la pratica. Il Dottore che recitando parla il
bolognese, parlerà qui volgar italiano.
Lo stile poi l’ho voluto qual conviene alla
commedia, vale a dir semplice, naturale, non
accademico, od elevato. Questa è la grand’arte del
comico poeta di attaccarsi in tutto alla natura, e
non iscostarsene giammai. I sentimenti debbon
esser veri, naturali, non ricercati, e le espressioni a
portata di tutti.
5. Momolo cortesan: le tappe della riforma
goldoniana. Scegli tra le opzioni il corretto
completamento.
Momolo cortesan è
a. la prima commedia “di carattere”.
b. la prima commedia scritta integralmente.
c. la prima commedia in cui è scritta la parte del
protagonista.
6. I personaggi delle commedie. Attribuisci ad ogni
opera il personaggio corrispondente.
a. La bottega del caffè
I. Mirandolina
b. Il servitore di due padroni
II. Anselmo
c. La locandiera
III. Truffaldino
d. La famiglia dell’antiquario
IV. don Marzio
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CLASSE ……………… DATA ………………………………
Invito all’opera La locandiera
7. La locandiera. Indica se le affermazioni relative alla
Locandiera sono vere o false.
V
F
a. La vicenda è ambientata a Venezia.
b. L’opera è dedicata a Giulio Rucellai.
c. La commedia ha fini morali ed educativi.
d. L’opera incontra i gusti del pubblico borghese.
e. L’autore mette in ridicolo i difetti dell’aristocrazia.
f. Goldoni elogia il modo in cui la locandiera persegue i propri fini.
8. La locandiera: le scelte linguistiche. Spiega in 2
righe circa quali scelte linguistiche l’autore predilige nella
Locandiera.
9. La locandiera: il finale. Ripensa al passo
antologizzato relativo all’epilogo della commedia
(T18). Poi spiega in 5 righe circa perché Mirandolina
decide di sposare Fabrizio e quali vantaggi il cameriere
intravvede nel matrimonio con la locandiera.
2
NOME ……………………………………………………………....
ATTIVITÀ DI RECUPERO
2. L’ideologia foscoliana. Scegli tra le opzioni il
corretto completamento.
Foscolo reagì alla tensione tra sentimento e ragione, tra
ideale e realtà,
IL SETTECENTO
E L’ETÀ NAPOLEONICA
L’autore e l’opera
CLASSE ……………… DATA ………………………………
Ugo Foscolo
a. rifugiandosi in una visione pessimistica e individualistica dell’esistenza.
b. riproponendo il mito classico dell’armonia e della bellezza rasserenatrice.
verifica delle conoscenze e delle competenze
1. Foscolo: la vita. Indica se le affermazioni relative alla
vita di Foscolo sono vere o false.
V
3. Foscolo e la poesia. Indica se l’affermazione è vera
o falsa e motiva la tua risposta.
F
a. Nacque nel 1778 a Venezia.
Per Foscolo la poesia implica un impegno diretto nella
realtà e nella storia.
V
F
b. A Milano conobbe Parini e Monti.
4. Ultime lettere di Jacopo Ortis. Ripensa al brano
antologizzato La delusione politica (T19) e alle
vicende biografiche di Foscolo. A quali cause può
essere ricondotta la fuga di Jacopo Ortis da Venezia sui
Colli Euganei?
c. Non militò mai nell’esercito napoleonico.
d. Insegnò per un breve periodo presso
l’università di Padova.
e. Ruppe l’amicizia con Monti, perché era
diventato il poeta ufficiale del regime.
f. Nel 1815 fuggì in Svizzera per non pronunciare il giuramento di fedeltà all’Austria.
g. Morì nel 1827 a Londra.
5. In morte del fratello Giovanni e A Zacinto: un confronto. Rileggi i sonetti antologizzati (T21, T22). Poi in 8 righe
circa commenta i motivi romantici utilizzando opportune citazioni dai testi.
In morte del fratello Giovanni
A Zacinto
Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto.
5
10
La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
5
Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch’io nel tuo porto quïete.
10
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.
Idee per insegnare l’italiano con…
Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura
il fato illacrimata sepoltura.
1
ATTIVITÀ DI RECUPERO
NOME ……………………………………………………………....
6. Alla sera. Rileggi il sonetto antologizzato (T20) e
fai la parafrasi. Poi in 3 righe circa spiega qual è il
nucleo tematico centrale.
Forse perché della fatal quïete
tu sei l’immago a me sì cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
5
10
e quando dal nevoso aere inquïete
tenebre e lunghe all’universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
CLASSE ……………… DATA ………………………………
Invito all’opera Dei sepolcri
7. Editto di Saint-Cloud: Pindemonte e Foscolo.
Componi un testo di 6 righe circa sull’occasione della
stesura del carme Dei sepolcri seguendo il filo
conduttore delle domande.
• Che cosa imponeva l’editto di Saint-Cloud?
• Quale è la posizione di Ippolito Pindemonte in
proposito?
• Foscolo assunse la stessa posizione?
8. Il procedimento della “transizione”. Scegli tra le
opzioni il corretto completamento.
Il procedimento della “transizione” adottato nella
composizione del carme Dei sepolcri consiste
a. nel passaggio dalla vita alla morte.
b. nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo.
c. nel passaggio da un argomento a un altro per
associazione di idee.
d. nel passaggio logico dalla causa all’effetto come
struttura dell’argomentazione.
9. Dei sepolcri: il tema della tomba. Ripensa ai primi
versi del carme. Poi in un testo di 5 righe circa precisa
con quali argomentazioni Foscolo sostiene l’importanza
e il valore della tomba.
Idee per insegnare l’italiano con…
Panebianco, Gineprini, Seminara LETTERAUTORI – Edizione verde © Zanichelli 2012
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