ANNO VI NUMERO 57 LUCERA MARZO 2014 La voce del PASTORE GOCCIA DI MIELE O BARILE DI ACETO ✠ Domenico CoRNaCCHia A ntico è il dilemma tra dolcezza o fermezza, tra tenerezza o arroganza. Non c’è cosa peggiore del confondere l’una con l’altra cosa! Tante volte la resa, la remissione, la misericordia sono espressioni di sapienza e di grande self control e, non di debolezza! Quanto rara è questa essenza nella vita quotidiana! Leggendo e meditando gli scritti di San Francesco di Sales, Dottore della Chiesa, mi è venuta in mente la sua profonda intuizione: una goccia di miele, raccoglie più mosche di un barile di aceto! Il nostro modo di vivere dovrebbe somigliare proprio alla grande opera dell’ape che, da ogni fiore, anche da quello meno variopinto e poco appariscente, dislocato tra i dirupi o tra i rovi, è capace, con impareggiabile destrezza, di cogliere quel nettare che poi diverrà nutriente miele. Oh, come è vero che, tante volte, una sola parola dolce, conciliante ed amorevole, costruisce, edifica, avvicina, più di mille parole aspre ed indecenti! Ho appena terminato la penultima tappa della Visita Pastorale: le realtà rurali di Giardinetto, Santa Cecilia e Orsara di Puglia. Tanto è il bene ricevuto, per la fede dei semplici, la spontaneità dei piccoli, l’ ospitalità di tutti! Davvero ci vuole poco per farsi amare! Molto c’è ancora da fare! Lo farà il Signore, non senza la nostra cooperazione però! In Orsara ho visitato e pregato coi fratelli della Comunità Valdese, ho incontrato gli operatori del settore della ristorazione, ho ascoltato i nostri lavoratori della terra! Con tutti abbiamo lodato il Signore! Con essi abbiamo contemplato il Creatore, che ama le sue creature! Ognuno di noi deve sentirsi un potenziale punto di attrazione, non di repulsione! Facciamo leva sempre su ciò che unisce e su ciò che è di positivo nel nostro intimo. Dimettiamo gli abiti della sufficienza, dell’orgoglio, della gelosia e dell’invidia! Siamo capaci di essere quella goccia di miele che attira più del proverbiale barile di aceto! Siamo ai primi passi della Quaresima: bella opportunità per crescere nella fede e nella carità! Siatemi vicini in quest’ultimo tratto della Visita Pastorale, nelle varie Comunità in Lucera! PAG 2 Situazioni matrimoniali difficili IL BATTESIMO DEI POVERI Quaresima, tempo degli arricchiti da Dio Q uando fummo portati, più o meno tutti, da piccolissimi al battistero per ricevere il sacramento-porta della vita cristiana, abbiamo inconsapevolmente dato avvio ad un cammino grande che dal fonte porta alla Gerusalemme celeste, come dice una preghiera dell’orazionale per la preghiera universale. Il tempo di quaresima, in cui la Chiesa traghetta il suo vissuto e la sua missione, è tempo grande e quanto nessun altro opportuno per ricordarci di questo cammino, per rimotivare i nostri passi, per aprire di nuovo gli orizzonti alla Pasqua che non è più, solamente, la Sua Pasqua, quella cioè di Cristo, ma deve essere sempre più la nostra Pasqua, la nostra resurrezione già in germe presente in noi a motivo del battesimo. Ed ogni anno, nell’intraprendere questo cammino, siamo incentivati da una sottolineatura tutt’altro che secondaria donataci dal santo Padre: il messaggio pontificio sulla quaresima ci chiede di dare una tonalità particolare a questo iter per camminare ecclesialmente verso il triduo pasquale. E la tonalità da dare, con coraggio e con il desiderio di mettersi in viaggio, è quella della povertà. Papa Francesco riprende la seconda lettera ai Corinzi e ci ricorda che come «Cristo si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà» (2Cor 8,9), così anche noi siamo chiamati per il battesimo a cogliere le nostre povertà, le nostre debolezze, a rinunciare ai fatidici PAG 3 Nuovo consiglio diocesano imprenditori che si profilano sulle piazze della storia per paventarci pseudo-ricchezze per ritrovarci tutti, ai piedi della croce, a contemplare il povero per eccellenza, che è Gesù stesso: dalla sua povertà possiamo vedere davvero appagata e sanata ogni nostra debolezza. L’Agnello immolato «ci invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “povera ricchezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito (cfr Rm 8,29)», leggiamo nel messaggio. Solo Cristo salva e risana; solo Cristo, per il suo dono pasquale, può entrare dentro la nostra umanità, dentro i nostri schemi sconquassati dall’abitudine e dal pressappochismo e divenire Maestro di una via nuova, di una novità vera che è capace di ribaltare le angosce più intime del cammino della vita e trasformare tutte le nostre povertà in vie di salvezza. Il Papa stesso scende nei particolari: perché non c’è solo una povertà materiale, ma anche morale e spirituale, e formula l’impegno ascetico per questi quaranta giorni di un tempo liturgico ed esistenziale. Dinanzi alle piaghe di chi vede i diritti schiacciati e i beni non condivisi, ogni credente è chiamato a offrire «il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità». Dinanzi alla miseria mora- PAG 4 L’altare della Vergine addolorata le, è tempo di farsi annunciatori che c’è una strada differente soprattutto lì dove i fratelli «hanno smarrito il senso della vita, sono privi di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza». E venendo a contatto con la povertà spirituale, siamo invitati ad essere mano tesa a nome di Cristo, scegliendo di rigettare ogni via di fallimento e ponendo l’esempio di Gesù a statuto costituzionale della nostra esistenza quotidiana. Siamo quindi dinanzi ad una realtà che ha necessariamente bisogno di chi annunci che una via diversa c’è ed è quella che Cristo ci insegna. E a questo annuncio, per la quaresima, il Papa dà un nome ben preciso: spogliazione. Ha parole forti: «Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole». Cosa ci duole donare? Non è questione solo di soldi, ma di tempo, di donazione di sé, di volersi mettere accanto all’altro perché sia da noi accompagnato a quella ricchezza, che è tutta cristica. Se sei in cammino dietro Cristo, sei un arricchito da Lui! Forse ti sembrerà di avere poco, ma senza il tuo poco, proprio quel tuo poco un fratello (o più) resterà privato di una ricchezza che tu nemmeno immagini. La tua quaresima sia un battesimo non solo di povertà, ma di poveri che hanno compreso che il mondo ha bisogno di quell’Unico che ci fa veramente grandi: Dio. Michele Di Gioia INSERTO speciale Visita pastorale Troia pagina 2 marzo 2014 anno VI n. 57 FORMAZIONEeCuLTuRA VERSO IL SInODO SuLLA fAMIGLIA ALCunE SITuAzIOnI MATRIMOnIALI DIffICILI A nche la diocesi Lucera-Troia ha voluto attivamente partecipare alla preparazione dell’assemblea sinodale che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014. Tra i temi che Papa Francesco ha proposto ai cattolici di tutto il mondo, spicca certamente quello “Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili”. L’attenta delibazione della vexata quaestio espletata nella realtà locale dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare ha accertato che la “convivenza ad experimentum”, benché ancora di modesta rilevanza, sia in allarmante crescita. Pullulano, invece, le “unioni libere” costituite per lo più da “separati” o da C ari fratelli e sorelle, buongiorno! Dio ha voluto nascere in una famiglia umana, ha voluto avere una madre e un padre, come noi. E oggi il Vangelo ci presenta la santa Famiglia sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto. Giuseppe, Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,1315.19-23). Purtroppo, ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa triste realtà. Quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie. In terre lontane, anche quando trovano lavoro, non sempre i profughi e gli immigrati incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori. Le loro “divorziati non risposati”; le percentuali sono state stimate rispettivamente intorno al 30% ed al 15% dei matrimoni. I più sensibili ai valori cristiani sono perfettamente consci della propria irregolarità e ne soffrono appieno il disagio ed il malessere; ritenendo di aver “perso” la Grazia Divina, non si accostano ai Sacramenti - a prescindere se abbiano “chiesto” o solo “subìto” la separazione - e si limitano ad una frequentazione episodica della chiesa. I cristiani risposati o separati conviventi, dal loro canto, vivono la propria lontananza da Dio malcelando angoscia ed inquietudine; negano il loro status di adulterio e denuncia- no aspramente l’incomprensione manifestata nei loro confronti dalla gerarchia ecclesiastica e dall’intera comunità cristiana. Molti, però, sono anche quelli che, ritenendo coattive ed irreversibili le scelte operate, perseverano nel proprio modus vivendi in assoluta indifferenza. Lo studio espletato, inoltre, ha indotto a constatare che la richiesta più pressante avanzata dai divorziati e dai risposati è di potersi accostare alla Confessione ed alla Comunione, soprattutto nelle Celebrazioni più importanti (battesimi, comunioni e cresime dei figli). Il susseguente “diniego”, la mancata consapevolezza di vivere in uno stato peccaminoso ed il sentirsi emarginati ed incompresi, determina, ovviamente, l’insorgere di una deliberata denigrazione delle disposizioni ecclesiastiche. Alla luce delle predette constatazioni, dunque, quale rimedio potrebbe rivelarsi risolutorio in merito? L’Ufficio ritiene che grossi benefici potrebbero ricavarsi: a) dallo snellimento della procedura burocratica di declaratoria di nullità di matrimonio canonico; anche se ciò porterebbe il rischio di “… indurre a pensare ad un divorzio cattolico in concorrenza con quello civile”; b) da una maggiore “attenzione al momento celebrativo del Sacramento e da una comprensione teologica dello stesso meno dogmatica e più dinamica sul piano esistenziale”. L’esperienza locale insegna che circa l’85% dei nubendi ignora il valore sacramentale del matrimonio ed i relativi impegni che si assumono davanti a Dio; sovente accade che i LA fAMIGLIA PER IL PAPA legittime aspettative si scontrano con situazioni complesse e difficoltà che sembrano a volte insuperabili. Perciò, mentre fissiamo lo sguardo sulla santa Famiglia di Nazareth nel momento in cui è costretta a farsi profuga, pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, che sono vittime della tratta delle persone e del lavoro schiavo. Ma pensiamo anche agli altri “esiliati”: io li chiamerei “esiliati nascosti”, quegli esiliati che possono esserci all’interno delle famiglie stesse: gli anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti. Molte volte penso che un segno per sapere come va una famiglia è vedere come si trattano in essa i bam- I Santi del mese a cura di Donato CoPPoLELLa SAn PATRIzIO Vescovo 17 marzo Nato in Gran Bretagna verso il 385, ancor giovane fu rapito e portato prigioniero in Irlanda mandato a pascolare le pecore. Rimesso in libertà, divenne sacerdote e viaggiò molto e si dedicò all'evangelizzazione dei popoli. Le sue fatiche e le sue pene furono ricompensate dalla conversione di tutta l'isola. Papa Celestino lo consacrò vescovo nel 431. Ebbe grandi meriti nella istituzione della gerarchia ecclesiastica dell’isola. Morì nel 461 a Saul e portato a Down, che da allora si chiama Downpatrick. bini e gli anziani. Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio. La fuga in Egitto a causa delle minacce di Erode ci mostra che Dio è là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono; ma Dio è anche là dove l’uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari. Quest’oggi il nostro sguardo sulla santa Famiglia si lascia attirare anche dalla semplicità della vita che essa conduce a Nazareth. E’ un esempio che fa tanto bene alle nostre famiglie, le aiuta a diventare sempre più comunità di amo- separati e i divorziati non comprendano neanche le ragioni reali ed effettive che hanno determinato l’irreparabile rottura del rapporto. Purtroppo, la prassi attuale esorta - coloro che si affacciano all’esperienza matrimoniale - a seguire percorsi soggettivi, ad avvalersi di intuizioni fortunose o ad imitare moduli familiari preconfezionati. Non solo! Ma induce aprioristicamente a ritenere che tutti i nubendi dispongano della necessaria capacità di vivere una “relazione coniugale indissolubile” in tutte le sue sfaccettature. In realtà, la casistica delle separazioni comprova esattamente il contrario, posto che il “male di relazione” è retaggio della deprecabile tendenza ad una sorta di … “fai da te dell'amarsi”! Purtroppo la diocesi non riesce a fronteggiare le problematiche testé analizzate, nonostante gli stimoli ed i tentativi profusi finora. Sarebbe auspicabile, tuttavia, che i parroci, più di tutti, richiamassero all’ovile le proprie pecorelle smarrite e favorissero un più serio e frequente “invio” alla consulenza familiare e psicologica. Solo così, si offrirebbe a questi fratelli sofferenti un soccorso amorevole ed un sostegno responsabilizzante. La proficua adozione di tale “contromisura” è impellente e fondamentale, anche perché sarebbe intrinsecamente tesa a salvaguardare i prevalenti interessi dei figli che sono senza dubbio le prime vittime incolpevoli delle “decisioni” dei propri genitori. Ettore PREZiuSo re e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l’aiuto vicendevole, il perdono reciproco. Ricordiamo le tre parole-chiave per vivere in pace e gioia in famiglia: permesso, grazie, scusa. Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede “permesso”, quando in una famiglia non si è egoisti e si impara a dire “grazie”, e quando in una famiglia uno si accorge che ha fatto una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e c’è gioia. Ricordiamo queste tre parole. Ma possiamo ripeterle tutti insieme: permesso, grazie, scusa. Vorrei anche incoraggiare le famiglie a prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella società. L’annuncio del Vangelo, infatti, passa anzitutto attraverso le famiglie, per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana. S. CIRILLO DI GERuSALEMME Vescovo e dottore della Chiesa 18 marzo Cirillo nacque nel 315, fu successore del vescovo Massimo dal 348 al 18 marzo 386 nella sede vescovile di Gerusalemme. Implicato nelle dispute ariane, dovette subire più volte l’esilio. Cirillo di Gerusalemme, esperto conoscitore della Parola di Dio, compose opere importanti che testimoniano uno stile di vita sobrio e pacifico. Scrisse le sue Catechesi alcune delle quali consistono in unioni di versetti biblici. Morì nel 386. Fu nominato dottore e confessore della Chiesa da papa Leone XIII il 28 luglio 1882. REDaZioNE anno VI n. 57 marzo 2014 pagina 3 CRONACHEedESPERIEnzE RInnOVATO IL COnSIGLIO DIOCESAnO DI A. C. La XV assemblea elettiva diocesana L’ Azione Cattolica si rinnova. Il 16 febbraio scorso presso il centro Giovanni Paolo II in Lucera, è stata celebrata la XV Assemblea elettiva diocesana di Azione Cattolica “Persone nuove in Cristo Gesù - corresponsabili della gioia di vivere”. Il rinnovo degli incarichi e delle responsabilità associative è una fase importante per rilanciare l’impegno e la corresponsabilità di ciascuno nella vita della Chiesa. La giornata è iniziata con la celebrazione della Messa presieduta dal Vescovo Cornacchia il quale ha sottolineato come l’AC occupa un posto di “privilegio” nella Chiesa; poi ha affidato il mandato ai nuovi presidenti parrocchiali. Sono seguiti gli interventi del presidente diocesano Raffaele Checchia il quale ha richiamato al senso dell’unitarietà dell’AC; dei responsabili diocesani degli adulti, giovani, A.C.R. e LA fAMIGLIA: fuTuRO E SPERAnzA DELLA SOCIETà La Chiesa di Puglia si interroga sulla chiesa domestica I l 17 Febbraio 2014, nella "Sala Magna" del Seminario regionale di Molfetta, si è svolto un incontro sul tema "La Famiglia: Futuro e Speranza della Società", promosso dalla Consulta regionale del Laicato C.E.P., con la collaborazione della Commissione regionale per la Pastorale della Famiglia. Il confronto ha visto la partecipazione di mons. Domenico Cornacchia (vescovo delegato C.E.P. per il "Laicato"), Pino Piscopo (segretario regionale della "Consulta del Laicato"), la dott.ssa Ludovica Carli (presidente del "Forum delle Associazioni Famiglie"), con il coordinamento di don Franco Lanzolla (referente della commissione regionale per la "Pastorale della Famiglia"). Un appuntamento particolarmente significativo che ha visto la Consulta regionale del Laicato - Chiesa di Puglia coinvolgere gli operatori di pastorale familiare in un contributo alla riflessione e al confronto sul dono della missione della Chiesa per la famiglia e sulla centralità delle politiche a misura di famiglia. Giuseppe uLi Movimento Studenti. L’assistente unitario don Ciro Fanelli ha indicato tre vie da percorrere in AC: l’“umanita”, l’“ecclesialità e la “santità”. Sono stati eletti per il nuovo consiglio diocesano: per gli adulti, Checchia Raffaele, Mangione Raffaele, Ricucci Antonietta, Margiotta Sara e Lancianese Maria; per i giovani, De Marco Sara, Mansueto Mario, Esposito Marco, De Biase Gianluca e Lepore Chiara Giuseppina; per l’ACR, Checchia Serena, Salandra Patrizia, Petronella Stefania, Laskavj Maria Gina e Capobianco Caterina; per il MSAC, Bozza Antonio e De Troia Chiara. All’assemblea erano presenti Gianni di Santo delegato regionale e Monica Del Vecchio consigliera nazionale dei giovani. Al termine è stato approvato il documento programmatico per il triennio 2014-2017. “F amiglia ed educazione al bene comune”, tema del convegno promosso dall’Azione Cattolica della diocesi di Lucera-Troia svoltosi a Lucera il 7 febbraio scorso. Relatore il valente professore Giuseppe Savagnone. Dopo il saluto del presidente diocesano Raffaele Checchia ha preso la parola Savagnone. «La famiglia - ha detto il D.C. VERSO IL COnVEGnO MISSIOnARIO nAzIOnALE fuori le mura, dentro la storia U scire, incontrare, donarsi. Ruota attorno a questi tre categorie il cammino verso il IV Convegno Missionario Nazionale (Sacrofano, 20-24 novembre 2014), presentato a Roma martedì 25 febbraio dall’Ufficio Nazionale di cooperazione missionaria tra le Chiese. Al via la fase preparatoria, che coinvolge sette gruppi di destinatari, i cui contributi sono attesi entro la metà di luglio; rielaborati, saranno ripresi nei laboratori dell’evento. Per le comunità ecclesiali è occasione di riscoperta della propria identità, oltre ogni stanchezza. Presupposti. La fase di preparazione muove da alcuni presupposti, che contribuiscono a ridisegnare il volto della missione: è cambiato il modo di concepire la cooperazione missionaria, se ieri era intesa soprattutto come aiuto umanitario al Sud, oggi le giovani Chiese offrono stimoli alla Chiese di antica tra- SAn LEOnARDO: “SCATEnA” L’ARTE A dicembre si è tenuta nella chiesa S. Leonardo di Lucera la mostra “Emozioni Condivise” di P. Festa in arte Murè, promossa dall’Ufficio Beni Culturali Diocesi Lucera-Troia e dall’Arciconf. di S. Giacomo. L’evento, curato da A. Bondanese e da R. Paiano Priore del pio sodalizio ed esperto in architettura sacra, ha coniugato l’arte pittorica con l’architettura della chiesa riaperta per l’occasione alla città. Il Murè ha donato 5 tele ed il ricavato sarà utilizzato per i lavori di restauro della chiesa. R.P. La Voce del DIRETTORE è ancora vivido il ricordo dell'ultima fiction sulla figura del maestro Alberto Manzi. Affascinante il messaggio ma soprattutto le modalità con le quali un adulto, un educatore si mette in gioco nel suo essere, nel suo operare, nei suoi rapporti e nel costruire relazioni efficaci capaci di riscatto. Senza pregiudizi è stato una miccia accesa che ha trovato opposizioni e derisioni ma non è mancato chi ha COME EDuCARE ALLA fAMIGLIA E nELLA fAMIGLIA Convegno promosso dall’A. C. dizione, aiutandole a comprendere e riscoprire la propria identità, fino ad accorgersi della missione che inizia fuori della porta di casa; nell’orizzonte di una Chiesa missionaria, il dialogo con l’uomo e con il suo universo di senso sono luogo teologico di salvezza, non di contraddizione; per gli stessi Istituti missionari non si tratta di salvaguardare il carisma nella sua formulazione originaria, quanto di rileggerlo in funzione di una missione sempre più profonda e globale. Tematiche. Strumento di lavoro e schede coinvolgono i destinatari in una triplice riflessione: la missione come incarnazione nelle vicende dell’oggi e del mondo, nella via del dialogo (“uscire”); la missione come comprensione del mondo quale luogo teologico di salvezza, che domanda accoglienza e qualità di relazioni, quali dinamiche dell’incontro e dell’annuncio (“incontrare”); la missione come comunione e cooperazione tra le Chiese, all’insegna della reciprocità e del servizio (“donarsi”). PiEMME non è mai troppo tardi ma controvento! creduto ed ha scommesso con le proprie cadute. Mettersi in gioco non è facile per nessuno ma è la strada in questo tempo di crisi in cui siamo blindati nelle nostre certezze irresponsabili. Tutto è possibile per chi ci crede davvero ma controvento. Controvento infatti è la canzone che gli italiani hanno scelto a Sanremo. «Io non credo nei miracoli, Meglio che ti liberi Meglio che ti guardi dentro Questa vita lascia i lividi Questa mette i brividi Certe volte è più un combattimento Io sono qui Per ascoltare un sogno Non parlerò Se non ne avrai bisogno Ma ci sarò Perché così mi sento Accanto a te Viaggiando controvento Risolverò Magari poco o niente Ma ci sarò E questo è l’importante». Questo è il vero miracolo. Leonardo CaTaLaNo relatore - non è un fatto privato o di fede, ma un punto di intersezione tra privato e fede. La crisi della famiglia è grande e profonda: bisogna educare alla famiglia e nella famiglia, perché migliorando la famiglia, migliora la società». «Sul fronte giovanile i giovani - ha proseguito - hanno i problemi di sempre e rispecchiano nel loro smarrimento ciò che gli adulti hanno prodotto in essi; si trovano di fronte figure incapaci di dare ragioni di vita che suscitino amore. Occorre educare ai valori esistenziali, ai sentimenti che portano alla libertà. La vera libertà va intesa come responsabilità. Non siamo isole, ognuno fa parte di un continente compresa la scuola e la politica. Quindi non libertà da…, ma libertà con… libertà per conquistare un bene comune». «Cosa vuol dire bene comune - si è chiesto Savagnone - bene comune è avere una scuola diversa, una impostazione di vita diversa. Nella nostra società vince chi fa la voce più grossa, ogni politica è confusione, per cui invece di debellare il male si arriva al consenso. E’ necessario partire dalla famiglia con genitori che non pensano a realizzare se stessi, ma che sappiano dialogare e scoprire la vocazione dei propri figli da inserire nella società con un senso di rispetto». «Occorre - ha concluso l’oratore - attuare il senso evangelico della vita che porta alla salvezza mediante l’amore». E’ intervenuta anche la coppia Gianmaria e Palmina Caiola di Salerno che ha portato l’esperienza del “mercatino del libro usato”, realizzato attraverso la collaborazione, la cooperazione e l’apertura grande del cuore. Era presente don Ciro Fanelli Assistente unitario e vicario generale che ha portato il saluto del Vescovo. D.C. pagina 4 marzo 2014 anno VI n. 57 QUARTAPAGInA finanziata dal nobile lucerino Onofrio Scassa, esponente di punta del foro napoletano. L’apposizione della firma da parte del raffinato e prolifico artefice, sull’alzata di uno dei quattro gradini in cui si articola la scala di accesso alla mensa, potrebbe sottintendere l’orgogliosa rivendicazione della responsabilità ideativa, oltre che esecutiva, di un altare nato dalla selezione delle proposte ornamentali dei maggiori architetti e marmorari attivi a Napoli nella seconda metà del secolo XVIII. Il sontuoso organismo, cromaticamente dissonante nell’ovattata chiarità del vano ospitante, garantisce amplificazione retorica alla superba pala raffigurante la Vergine Addolorata sorretta dagli Angeli, dipinta da Francesco De Mura (Napoli 1696-1782), protagonista della pittura napoletana della seconda metà del Settecento. La cona d’altare è impaginata da una coppia di esili lesene culminanti in dadi segnati dai triglifi, dai quali grondano fluidi cartocci finemente intagliati. La tensione verticale è accentuata dall’alto fastigio sommitale, serrato dalle ali curve di un timpano spezzato, sul quale biancheggia la colomba dello Spirito Santo scolpita in marmo di Carrara. Le soluzioni adottate testimoniano la sensibilità cromatica del Salemme, che nell’altare della vicina cappella Lombardo lasciò ulteriore testimonianza dell’alto magistero conseguito nella lavorazione dei marmi, piegati alla propria squisita sensibilità. La fede raccontata dall’arte l’Amore per la Bellezza Luigi ToMMaSoNE “L’ altare della Vergine Addolorata nella chiesa del Carmine a Lucera” questo “monumento” prezioso nei marmi e nelle forme, ci viene presentato da Christian de Letteris, studioso dei manufatti marmorei del settecento, questo il suo studio: La macchina d’altare della cappella Scassa, ciclopico incanto di marmi preziosi, s’impone perentoria e solenne nella diafana atmosfera settecentesca della chiesa del Carmine a Lucera. Un tempio ammantato di una candida veste stuccata, trapunta di leziose piacevolezze di gusto rococò, sulla quale stacca deciso l’altare dedicato alla Vergine Addolorata, risolto in brecce scarlatte lustrate a specchio, sapientemente accostate agli inserti di verde antico. Al napoletano Michele Salemme, marmoraro dotato di una prodigiosa sapienza tecnica, mai disgiunta da una fertile inventiva, spettò la realizzazione dell’opera, portata a termine nel 1759, nel cuore la preghiera incessante L a nostra preghiera raggiungerà la perfezione che le è propria allorché si realizzerà in noi ciò che il Signore chiese al Padre suo celeste: “Che sia in loro l’amore di cui tu mi hai amato”; “come tu, Padre, sei in me ed io in te, anch’essi formino un’unità con noi”. Ciò avverrà quando tutto il nostro amore, tutto il nostro desiderio, tutto lo zelo, ogni nostra tendenza, ogni nostro pensiero, tutto ciò che vedia- i detti di Francesco mo, tutto ciò di cui parliamo e che aspettiamo sarà Dio, e quando quell’unità, che esiste tra il Padre ed il Figlio o tra il Figlio ed il Padre, passerà nei nostri cuori e nelle nostre menti, affinché come egli ci ama con sincera purezza ed incessante amore, anche noi siamo uniti a Lui con vincolo puro ed inscindibile di amore. Colui che raggiunge questo grado entra in quella condizione in cui non può non avere nel suo cuore la preghiera incessante. Allora ogni movimento dell’anima sua ed ogni tendenza del cuore si trasformerà in un’ininterrotta preghiera, in cui noi pregustiamo ed abbiamo un pegno dell’eterna beatitudine. Per raggiungere la somma perfezione nella preghiera si deve rafforzare in noi il pensiero incessante di Dio, ed a questo serve come mezzo una preghiera breve e spesso ripetuta. I nostri Padri hanno insegnato che colui che tende all’incessante ricordo di Dio, deve abituarsi a ripetere continuamente questa preghiera: “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto; Signore, affrettati ad aiutarmi”. Questo versetto non è stato scelto a caso nella Sacra Scrittura, giacché esprime tutte le disposizioni dell’animo richieste per la preghiera e corrisponde a tutte le necessità di chi prega. In esso è racchiusa l’umile confessione della propria impotenza, la confessione che Dio è l’unico nostro alleato, sempre pronto ad aiutarci, è espressione di fede e di attesa che anche a colui che pronuncia questa preghiera Egli porterà aiuto e lo libererà da ogni malanno. Chi incessantemente invoca il Signore con queste parole, vede nella sua mente e nel suo cuore sente presente Dio, ed a lui si rivolge come ad un padre con l’affetto di un figlio. In tale modo attira a sé la protezione divina, la benedizione e la difesa. Così questa breve preghiera diventa un muro insuperabile per gli attacchi del demonio. Essa disperde la confusione dei pensieri, respinge le idee cattive, placa le passioni accese ed educa tutte le migliori tendenze del cuore. Perciò sia essa sempre presente nel tuo petto: in ogni momento, mentre sei al lavoro o al servizio, in cammino o a tavola, mentre stai per addormentarti o ti svegli, non cessare di ripetere questo versetto al punto che , grazie al continuo esercizio, lo ripeterai anche nel sonno. San Giovanni Cassiano Mensile di informazione della diocesi di Lucera-Troia Editore Diocesi di Lucera-Troia Povertà Alcuni non sapevano perché il Vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco. Alcuni pensavano a Francesco Saverio, a Francesco di Sales, anche a Francesco d’Assisi. Io vi racconterò la storia. Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’ap- plauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. E’ per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? E’ l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero … Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Discorso ai rappresentanti dei media, 16 marzo 2013 La povertà, per noi cristiani, non è una categoria sociologica o filosofica o culturale: no, è una categoria teologale. Direi, forse la prima categoria, perché quel Dio, il Figlio di Dio, si è abbassato, si è fatto povero per camminare con noi sulla strada. E questa è la nostra povertà: la povertà della carne di Cristo, la povertà che ci ha portato il Figlio di Dio con la sua Incarnazione. Una Chiesa povera per i poveri incomincia con l’andare verso la carne di Cristo. Se noi andiamo verso la carne di Cristo, incominciamo a capire qualcosa, a capire che cosa sia questa povertà, la povertà del Signore. Colloquio con i movimenti alla veglia di Pentecoste, 18 maggio 2013 Direttore responsabile Matteo Francavilla Direttore editoriale Leonardo Catalano Redazione Donato Coppolella Rocco Coppolella Michele Di Gioia Enza Gagliardi Riccardo Zingaro Sede piazza Duomo, 13 - 71036 Lucera - Foggia Tel/Fax 0881 520882 e-mail: [email protected] Stampa Ennio Cappetta & C. srl - Foggia Anno VI, numero 57, marzo 2014 Autorizzazione del Tribunale di Lucera n. 139 del 27 gennaio 2009. SPECIALE n. 21 Visita Pastorale Troia ANNO VI NUMERO 57 LUCERA MARZO 2014 Troia e la CaTTedrale in VisiTa PasTorale Palazzo Vescovile - 8 gennaio 2014 Inaugurazione nuovo impianto elettrico Episcopio Pina La SaLandra L a parrocchia “B. M. V. Assunta in Cielo” - Basilica Cattedrale - Troia - ha vissuto dall’ 8 al 12 gennaio 2014 un’esperienza di fede semplice ed autentica con la Visita Pastorale del vescovo mons. Domenico Cornacchia che e’ venuto a confermare nella Fede in Cristo Signore. Nella celebrazione di inizio con i sacerdoti della Zona Pastorale il Vescovo ha invitato tutti a: rivestirsi di luce nuova, la Luce dello Spirito Santo; spalancare le porte della pigrizia; vivere nella carità, nella preghiera; essere generosi, tenaci e sempre pronti a compiere il bene. Coloro che aiutano a seguire le tracce di Gesù sono i Santi. Non occorre fare tante cose. Si può trovare Gesù nel vicino, nel povero, nel bambino abbandonato. Ed è sempre Lui che aiuta ad andare verso il prossimo, a donare quello che si possiede. In tutti gli incontri, il Vescovo ha sottolineato sempre la necessità, prima di tutto, di una vita interiore personale che si riflette e si Cattedrale - 8 gennaio 2014 - Solenne Concelebrazione d'apertura della Visita Pastorale lanie di san Giovanni al Mercato e san Giovanni di Dio, presenti nel territorio della parrocchia Cattedrale. La rottura, poi, dell’Unità Pastorale “Cattedrale - San Vincenzo”, avvenuta dopo un faticoso cammino pastorale di 14 anni e senza il coinvolgimento né del parroco, né del Consiglio Pastorale Parrocchiale e tantomeno dei parrocchiani ha determinato ulteriore difficoltà al cammino di crescita dell’ “identità comunitaria”. Nonostante questo il lavoro impostato e realizzato ha continuato ad avere come obiettivo la for- 11 gennaio 2014 Incontro alunni scuola materna San Benedetto la situazione della sede dove si riunisce il Coro per le prove: un luogo freddo, privo di riscaldamento e con servizi igienici inidonei. L’incontro, poi, con i membri delle Congreghe e Associazioni e Gruppi ha avuto due momenti. La sera tutte le parrocchie della Zona Pastorale. Un rappresentante di ogni realtà ecclesiale ha relazionato sulle origini, numero dei membri, scopo e finalità della sua congrega, associazione o gruppo. Il Vescovo alla fine dell’incontro ha sottolineato che il vero distintivo di ogni membro di una realtà associativa ecclesiale è quello di una santità basata sulla preghiera continua, l’ascolto della Parola di Dio e la carità: visita agli ammalati, anziani, aiuto ai bisognosi, interventi a favore del prossimo. Tutti devono essere come lampioni che illuminano la strada: “Vi ho costituiti perché portiate frutto”. Momenti molto emozionanti, coinvolgenti e gioiosi sono stati vissuti con i bambini, suore e personale della scuola Materna “S. Benedetto”, e con i fanciul- Cattedrale - 11 gennaio 2014 - Incontro zonale con le Confraternite e le associazioni religiose concretizza nella comunità sociale. Incontrando i catechisti li ha esortati ad accogliere, amare, ascoltare, interessare i fanciulli e i ragazzi. Nell’incontro con i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale e Affari Economici, il Consiglio Pastorale ha messo in rilievo come la Cattedrale è Chiesa cittadina, quando la comunità religiosa e civile si riunisce per celebrare manifestazioni, ricorrenze religiose e civili e diventa Chiesa parrocchiale, per coloro che sono consapevoli di appartenere ad una comunità di battezzati che vive nel centro storico. La dimensione parrocchiale è poco avvertita e si è sempre pronti a trovare “comodità religiosa” nelle due cappel- mazione alla parrocchialità. Il Vescovo ha colto l’occasione della Visita Pastorale per inaugurare il nuovo impianto elettrico in Episcopio. Il Vescovo in questo periodo ha visitato i luoghi di lavoro e incontrato singole persone, famiglie, ammalati, membri dell’Associazione “Proloco”, della “C. I. A”, (ha benedetto la nuova sede), del “Circolo Salandra” e l’intera squadra del G.S. Troia. Congratulandosi con i giocatori per la loro presenza, ha manifestato l’auspicio che realizzino oltre i risultati sportivi anche risultati spirituali. Nell’incontro con i membri della Corale dei Santi Patroni, il presidente Corradino Guadagno ha presentato al Vescovo Cattedrale - 11 gennaio 2014 - Incontro genitori scuola materna San Benedetto di venerdì 10 gennaio si sono incontrati con il Vescovo le Congreghe e le Associazioni che fanno capo alla Parrocchia: Congreghe “Addolorata”, “San Giovanni di Dio”, “SS. Sacramento”, l’Azione Cattolica Donne, l’Unione Amici di Lourdes e il Terz’Ordine Carmelitano. Nella Messa prefestiva di sabato 11 gennaio, invece, c’è stato l’Incontro Zonale dei Gruppi, Associazioni e Congreghe di li, ragazzi, genitori e catechisti del “Catechismo Parrocchiale”. La visita si è conclusa con la S. Messa solenne di domenica 12 gennaio, durante la quale il parroco don Gaetano Squeo ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza paterna continua e per gli inviti e le esortazioni, fatti a tutta la comunità parrocchiale, a operare, con gioia ed entusiasmo, in favore di tutti. pagina 2 marzo 2014 anno VI n. 57 Inserto speciale la sFida dei MeraViGliosi doni San Francesco - 20 gennaio 2014 - Santa Messa per la festa di San Sebastiano il Buon Pastore visita l’Unità Pastorale “s. Francesco” e la parrocchia “s. Vincenzo Martire” L’ Unità Pastorale “S. Francesco” e la parrocchia “S. Vincenzo Martire” hanno vissuto la significativa esperienza della Visita Pastorale del Vescovo dal 19 al 26 gennaio. E’ stata un’intensa settimana di incontri formativi e spirituali, di momenti di preghiera e di liturgie, che hanno interpellato nel profondo la fede delle comunità e ne hanno fortificato la comunione. La visita ha avuto inizio con la celebrazione della Messa dei ragazzi, nella Chiesa di S. Francesco, in un festoso clima di serenità e spontaneità, che solo i bambini e i ragazzi sanno creare, e il Vescovo, con la sua omelia, ha saputo inserirsi con molta naturalezza, suscitando un dialogo piacevole e schietto con i piccoli fedeli, visibilmente eccitati dall’evento. Rispettando la tabella di marcia di un programma davvero impegnativo, il Pastore è riuscito ad incontrare le diverse realtà ecclesiali e territoriali delle comunità parrocchiali: i dipendenti dell’ASL e gli ospiti del CSM; i dipendenti del municipio e il Consiglio comunale; la scuola dell’infanzia e le scuole elementare e media inferiore; l’Ordine francescano secolare, il gruppo di preghiera “Padre Pio” e la Confraternita dell’Annunziata e S. Leonardo; i componenti dei “Meravigliosi doni” (associazione delle 24.01.2014 - Incontro con la Civica Amministrazione in Palazzo D'Avalos famiglie di ragazzi diversamente abili); la Caritas interparrocchiale “S. Francesco - S. Vincenzo M. - Mediatrice” e il TUR 27; i giovanissimi e il gruppo interparrocchiale dei giovani. Di particolare intensità spirituale è stato l’incontro di meditazione e preghiera (lectio divina) con i catechisti. Non sono mancati momenti di convivialità e culturali San Francesco - 19 febbraio 2014 Benedizione dell'organo restaurato (Vescovo e M° Francesco Di Lernia) Cine-Teatro Pidocchietto - 24 gennaio 2014 - Incontro zonale Chiesa e Scuola (Concerto del maestro F. Di Lernia e omaggio musicale della scuola allievi “Nuovo concerto bandistico città di Troia”). Il Vescovo inoltre ha dedicato, quasi quotidianamente, del tempo ai colloqui personali e alle visite ai sofferenti e agli ammalati. Un rilievo particolare merita l’incontro zonale, svoltosi il 24 gennaio presso il teatro “Pidocchietto”, una tavola rotonda sul tema: “Chiesa e Scuola s’incontrano… per un’alleanza educativa”. Si è trattato di una riflessione a più voci sul rapporto scuola-comunità ecclesiale. L’incontro ha visto l’intervento di due esperti del settore: la dott.ssa Nicoletta Iacaruso (sociologa) e il prof. Vincenzo Di Maglie (docente di scuola media superiore). Il primo intervento sul tema “Chiesa e Scuola a servizio dei nostri ragazzi e giovani”, partendo dai risultati di un’indagine specifica, ha illustrato il ruolo di internet e dei social network nell’educazione alla vita dei ragazzi. Sono state presentate le prerogative positive di questo ormai ineliminabile strumento che migliora la qualità di vita delle persone, ma ne sono state anche evidenziate le negatività e i pericoli derivanti da un suo uso non corretto (dipendenza dal web, sostituzione di relazioni virtuali a relazioni vere, paura di una socializzazione reale nei ragazzi dai 13 ai 20 anni, disturbi del sonno, aumento di baby-prostitute, pericolo di contatto con il mondo della pedofilia, etc.). È emersa chiara la necessità di mettere in atto, in modo sinergico, da parte della scuola e della comunità ecclesiale una prevenzione seria ed attenta, che svolga un efficace azione di informazione e sensibilizzazione dei giovani e delle loro famiglie sul fenomeno di dipendenza dal Web e l’impegno attivo a creare o incrementare luoghi di crescita che educhino a relazioni sociali reali, al rispetto delle regole e dell’ambiente e alla solidarietà (oratori, centri sportivi, …) in grado di realizzare la formazione integrale della persona. Il modello educativo della chiesa e della scuola, dunque, deve confrontarsi attentamente e lucidamente con la trasformazione antropologica in atto nella società e fornire risposte coraggiose, frutto di una ricerca comune. Il secondo intervento sul tema “la Comunità ecclesiale e la Scuola” ha sottolineato, riguardo al rapporto tra questi due soggetti educativi, l’urgenza di superare l’indifferenza reciproca e l’assenza di dialogo. Bisogna prendere coscienza che alla base della crisi giovanile c’è una crisi della famiglia (“sono gli adulti, non più credibili e significativi, ad aver bisogno d’aiuto”); i ragazzi nomadi, fragili, incapaci di relazionalità vera, appaiono spesso svogliati e demotivati e vivono della solitudine non pensante dei social network. L’attuale crisi economica - sociale - morale giovanile può rappresentare una grande opportunità di riequilibrio e riposizionamento dei principali soggetti educativi: la comunità ecclesiale deve acquisire più consapevolezza e competenza del proprio ruolo, stimolando ed educando al senso d’assoluto, trasmettendo la verità evangelica con la parola e con la vita, inverandola con la carità; la scuola deve essere più aperta, meno autoreferenziale, infondendo fiducia nei ragazzi ed esprimendo la sua funzione di compagna, di educatrice ai valori umani e alla corresponsabilità. La sfida che attende tutti è ardua, ma inderogabile: la comunità ecclesiale e la scuola, convergendo sulla famiglia, devono fare sistema, rieducarsi per rieducare. La visita pastorale si è conclusa, così come è cominciata, con l’incontro gioioso del Pastore con i bambini della scuola elementare e i ragazzi della scuola media inferiore, che hanno lanciato i loro messaggi di pace e d’amore cristiano dal palco del teatro Pidocchietto, gremito di genitori. Vera COLeLLa L a Visita Pastorale del Vescovo Domenico Cornacchia alla propria Chiesa Diocesana costituisce un evento speciale di grazia e diventa un’opportunità per accostarsi maggiormente ai fedeli e alle realtà ecclesiastiche presenti nell’ambito della Diocesi. Diventa soprattutto un’occasione propizia per far sentire la presenza di un Pastore buono, che con la sua profonda umanità e vicinanza alla gente, offre gesti tangibili di paternità e di ascolto, e ci porta la gioia e la certezza che “il Signore è in mezzo a noi” a chiedere l’accoglienza e l’adeguamento della vita al Vangelo. Il programma della Visita Pastorale è articolato in tappe e calendari, legati alle varie zone pastorali diocesane. Da qualche giorno si è appena conclusa a Troia la Visita all’Unità Pastorale della Parrocchia di San Basilio-San Francesco e San Vincenzo Martire, che abbraccia la Scuola Materna, Elementare e Media, la Caritas Interparrocchiale, gli Uffici Scolastici e Comunali, l’ASL, compresa la “ Casa di Don Urbano Principe”, donata alla Parrocchia di San Basilio e rimessa a nuovo. In questa “Casa” sulla ridente ed soleggiata via Roma si è recato il Vescovo nella giornata di giovedì, 23 gennaio per la benedizione ed inaugurazione solenne, allo scopo di consegnarla, per volontà dei parroci don Vittorio Grilli e don Paolo Paolella alla meritevole Associazione de “I Meravigliosi Doni”, costituita dai genitori e dai portatori di abilità diverse, per la preparazione e lo svolgimento di numerose iniziative ed attività manipolative e teatrali. Il Pastore, nel ricordare la figura luminosa ed affabile di don Urbano Principe, sempre pronto a donare anche il proprio cuore a tutti, propone di denominare la nuova sede “casa dell’amore e della carità” sempre aperta all’accoglienza e alla fraternità. L’Associazione di preziosa utilità sociale “I Meravigliosi Doni” è nata agli inizi del 2000 con il preciso intento di rompere ogni eventuale isolamento e sviluppare le migliori capacità dei ragazzi in difficoltà e di sopperire alla quasi totale mancanza di servizi sociali verso i diversamente abili che avevano terminato l’obbligo scolastico. Infatti la famosa Legge n. 517 del 1977 non parlava di insegnanti di sostegno, ma solo di attività ed iniziative verso i soggetti che necessitavano integrazione e di una maggiore individualizzazione dell’intervento educativo e didattico. Pertanto, le attività manipolative e di teatro venivano condotte privatamente da alcuni volontari nella “Sala Manzoni”, dopo aver eliminato, le barriere architettoniche e facilitarne l’accesso a tutti. Nel 2009 l’Associazione diventa Onlus e l’anno successivo, con l’aiuto di don Vittorio Grilli, si trasferisce nell’ampio locale - sacrestia della chiesa di Sant’Anna. Ora finalmente “I Meravigliosi Doni“ hanno ricevuto una casa tutta per loro, interamente rinnovata, bene illuminata e riscaldata, senza barriere architettoniche, ove potranno incontrarsi sempre, per socializzare e, soprattutto per sviluppare e coltivare le loro migliori abilità. Gino rOTOndO Inserto speciale anno VI n. 57 marzo 2014 pagina 3 Mediatrice - 02 febbraio 2014, Messa per la Giornata della Vita il Vescovo incontra la parrocchia della Mediatrice Mediatrice - 29 gennaio 2014 Accoglienza del Vescovo N uova settimana, nuova parrocchia. Mercoledì 29 gennaio, si è dato il via anche alla visita pastorale presso la parrocchia “Maria Santissima Mediatrice”. Alle ore 17, come da programma, i bambini della catechesi con i loro educatori e il gruppo mariano parrocchiale hanno accolto monsignor Domenico sul sagrato del Santuario per comunicargli il più sentito benvenuto. Entrati in Chiesa, il parroco padre Guido Grilli ha dato accoglienza al Vescovo proprio ai piedi della Mediatrice di Grazie, mentre tutti i ragazzi cantavano “Io ho un amico che mi ama”. Mediatrice - 01 febbraio 2014 - Santa Messa nella vigilia della Candelora “Voci Fuori dal Coro” e alcuni soci della Coldiretti, presso la sede zonale di piazzale Antonio Salandra. La mattinata dell’ultimo giorno del mese di gennaio è stata destinata all’incontro con la comunità comboniana. Mons. Cornacchia ha ricordato l’importanza della missione e, in particolare, di quel totale donarsi tra i più poveri di tutto il mondo, presso le terre brasiliane e africane del Terzo Mondo. Sulla scia del Comboni, ha esortato a continuare in questo cammino fatto preminentemente di carità e totale donarsi al prossimo. Il pomeriggio è stato destinato all’incontro con i ragazzi delle scuole medie e, subito dopo la Santa Messa, con il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il 30 gennaio 2014 Benedizione sede Coldiretti 30 gennaio 2014 Visita alla Caserma dei Carabinieri Alle 18, una Concelebrazione Eucaristica ha segnato l’avvio ufficiale della Visita all’interno della comunità. Il Vescovo, durante l’omelia, ha esortato tutti a rinnovarsi nei sentimenti e nelle azioni, affinché dalla visita potesse nascere un nuovo modo di sentirsi membra vive del Corpo salvifico di Cristo. Dopo la bella Celebrazione, è seguito un acceso incontro col Gruppo Mariano e con il Comitato festa Mediatrice. L’indomani, dopo la visita agli ammalati, il Vescovo accompagnato dal parroco, è voluto portarsi presso la Caserma dei Carabinieri “Antonio Marzullo”, sita in via Ritucci, per una benedizione alla struttura e alle forze della Fedelissima con le loro famiglie. Nel pomeriggio, un bell’incontro con i catechisti e gli alunni delle scuole elementari, ha rianimato la fredda giornata invernale, in attesa di rincontrare, durante la serata, il gruppo missionario sentazione al Tempio di Gesù, seguita dalla Santa Messa animata dai gruppi Caritas. Al termine, è seguito l’incontro dei Gruppi Caritas (due nella cittadina) e dei gruppi di Volontariato della zona pastorale di Troia-Orsara-Giardinetto. “La carità è il proprio della testimonianza della fede di ogni cristiano”, ha ribadito il Vescovo durante il suo messaggio finale ai partecipanti. Carica di emozioni è risultata essere anche l’ultima giornata di visita pastorale: domenica 2 febbraio. Dopo le Sante Messe mattutine, durante il pomeriggio, alle ore 18, il Vescovo ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in occasione della Giornata Mondiale per la Vita consacrata, animata dai religiosi della Diocesi Lucera-Troia. Mediatrice - 01 febbraio 2014 - Incontro zonale dei Gruppi Caritas e di Volontariato Consiglio per gli Affari Economici. Oltre alle visite agli ammalati e sofferenti, non sono mancati momenti di dialogo personale e di confronto, specialmente durante il pomeriggio di sabato 1° febbraio 2014. Molto suggestiva è stata la celebrazione del sacramentale della “Candelora”, nella vigilia della festa della Pre- Ognuno, rinnovando le promesse battesimali, è stato riconfermato nel proprio mandato apostolico. Con l’Adorazione Eucaristica, sotto il manto protettivo della Madonna delle Grazie, si è potuta chiudere in bellezza la Visita Pastorale anche in quest’altra Parrocchia della Città di Troia. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale pagina 4 marzo 2014 anno VI n. 57 Inserto speciale San Secondino - 09 febbraio 2014 - Solenne Celebrazione Eucaristica degli anniversari di matrimonio l’amore di Cristo lo ha spinto a ricalcare le orme del Vescovo secondino I l banchetto era pronto, il Re già in festa, il primo commensale stava per arrivare. Una voce: “Vieni, qui, tra noi! Perché l’amore di Cristo ti spinge a portarci il Vangelo” (cfr. 2Cor 5,14)! E così, in una piazza San Secondino gremita, mons. Domenico Cornacchia ha fatto il suo ingresso nella prima delle cinque giornate destinate alla Visita Pastorale nella più giovane comunità parrocchiale di Troia, di circa tremila abitanti. Un gesto, altamente significativo, ha preceduto ogni parola e qualsiasi applauso: alle ore 18 di mercoledì 5 febbraio 2014, il Vescovo, venuto nel nome del Signore, Buon Pastore, ha baciato il Crocifisso e, subito, ha benedetto il suo popolo. Così sicuramente aveva fatto, durante il V secolo d. C., anche il glorioso santo Vescovo Secondino, la cui festa liturgica l’intera comunità parrocchiale si stava preparando a vivere. A nome di tutto il quartiere, un giovane professionista ha dato il benvenuto al monsignor Vescovo in quella fredda serata, in un luogo caro a tutti e ormai divenuto “storico”, ricordando che il Buon Pastore, “Amore del Padre, attraverso la persona del Vescovo, viene, visita ed abita il suo gregge, affinché ogni piccolo gesto quotidiano di ciascuno possa divenire racconto di Dio”! Una preghiera comune, durante la solenne Celebrazione Eucaristia di Pentecoste concelebrata da tutti i parroci della Città di Troia, è stata la pietra miliare su cui appoggiare ogni gioia, ogni velata sofferenza, ogni speranza di quei giorni. Così il parroco, don Donato Campanaro, ha esordito, ricordando il pensiero di san Bonaventura, secondo cui: “Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt”! E il Vescovo, dal canto suo, durante la riflessione omiletica ha ribadito l’importanza dell’opera di mediazione scuola dell’Infanzia “Aldo Moro”, per trasmettere loro il suo sguardo di Padre tenero e attento; le bocche dei giovani allievi dell’I.T.C. “Pietro Giannone”, affinché benedicano sempre la vita e le sue creature; le mani degli artigiani del P.I.P. e degli operai delle fabbriche “Eceplast s.r.l.” e “Confitex Jeans”, per stendersi e donare un messaggio di speranza alle proprie famiglie. E così, anche durante gli incontri serali con i ragazzi calcio a 5 presso i campetti sportivi e l’incontro di tutti i bambini delle elementari, presso il Centro Giovanile “Giovanni Paolo II” si preparava il sipario dello “Youth Day: musica, sport e testimonianze”: tutti i giovani della zona pastorale, all’ombra del grande Buon Pastore stilizzato su stoffe intrecciate come un arcobaleno, sono stati coinvolti tra testimonianze sportive e brani musicali, per oltre due ore. Piazza San Secondino - 05 febbraio 2014 Accoglienza del Vescovo del Paraclito. “Riscoprirsi cristiani”, possono essere le due parole che hanno sintetizzato il bell’incontro tenutosi successivamente con i giovanissimi e i giovani della parrocchia. Un interrogativo quello sulla fede e sul perché credere lasciato aperto nei cuori dei giovani presenti quella sera e che stava per essere affidato a tutti i fedeli, proprio durante le giornate del triduo in preparazione alla festa di san Secondino Vescovo. E così, nei tre giorni seguenti, sia nella meditazione durante la recita comunitaria delle Lodi, che nell’omelia della Messa vespertina, animata dai vari gruppi e movimenti ecclesiali parrocchiali, non è mai mancato il richiamo alla “gioia di credere”, al mistero della “perfetta letizia” che si consuma ogni giorno della nostra esistenza. Quasi come se l’amore di Cristo, in quei giorni, avesse proprio spinto mons. Cornacchia a ricalcare le orme di san Secondino, il quale ancora oggi è messaggero della Rivelazione cristiana, come riportato in quel breve versetto che tiene stretto nella mano destra: “Ego sum Pastor bonus, cognosco oves meas”! La prima delle tre magnifiche giornate è stata forse la più ricca di emozioni. Il Buon Pastore ha così visitato il suo gregge, abitando: gli occhi dei piccoli della San Secondino - 05 febbraio 2014 - Incontro con i giovanissimi Centro Giovanile Giovanni Paolo II - 08 febbraio 2014 - Incontro con i ragazzi della scuola elementare della scuola media e i catechisti, per offrire la sua pace. Il primo venerdì e sabato di mese (giorni 7 e 8), il messaggio si faceva concretezza, proprio su quei letti di dolore, presso i quali il Vescovo si è recato con il parroco per pregare e ricordare che proprio nella sofferenza della Croce fu dato il messaggio d’amore più grande di tutta la storia. Ma gli incontri ancora non terminavano: dopo i catechisti, è stato il turno dei due gruppi di preghiera, della Caritas parrocchiale, dell’Anspi Elpis, del gruppo famiglie. Tutti, poi, riuniti ai piedi dell’ostensorio del Sole Eucaristico, prima fonte di ogni azione pastorale in parrocchia. L’adrenalina cresceva e, nel primo pomeriggio di sabato 8 febbraio, dopo il calcio d’inizio partita di campionato di Apertura dell'incontro zonale "Youth Day" dell'8 febbraio 2014 Una festa grandiosa che preparava all’ultima grande: quella del banchetto domenicale del 9 febbraio, festa di San Secondino vescovo. Due Sante Messe, la prima con la presentazione dei cresimandi al Vescovo e la seconda con il ricordo degli anniversari di matrimonio e la benedizione dei coniugi. Nel pomeriggio, dopo l’incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale e quello per gli Affari Economici, mentre i policromi tulipani al “trono della Parola” si schiudevano, durante la celebrazione dei secondi Vespri domenicali, ogni operatore pastorale veniva “mandato”, affinché l’amore di Cristo spingesse anche loro a portare, nelle periferie di quel quartiere, il Vangelo! Piergiorgio aquILInO 06 febbraio 2014, Visita alle fabbriche del P.I.P. Tutte le foto dell’inserto sono di P. Aquilino.
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