download giornale - Diocesi di Lucera

ANNO VI
NUMERO 57
LUCERA
MARZO
2014
La voce
del PASTORE
GOCCIA DI MIELE
O BARILE DI ACETO
✠ Domenico CoRNaCCHia
A ntico è il dilemma tra dolcezza o
fermezza, tra tenerezza o arroganza.
Non c’è cosa peggiore del confondere l’una con l’altra cosa! Tante volte la
resa, la remissione, la misericordia
sono espressioni di sapienza e di
grande self control e, non di debolezza! Quanto rara è questa essenza nella vita quotidiana!
Leggendo e meditando gli scritti di
San Francesco di Sales, Dottore della
Chiesa, mi è venuta in mente la sua
profonda intuizione: una goccia di
miele, raccoglie più mosche di un
barile di aceto! Il nostro modo di vivere dovrebbe somigliare proprio alla
grande opera dell’ape che, da ogni
fiore, anche da quello meno variopinto e poco appariscente, dislocato tra i
dirupi o tra i rovi, è capace, con impareggiabile destrezza, di cogliere quel
nettare che poi diverrà nutriente miele.
Oh, come è vero che, tante volte, una
sola parola dolce, conciliante ed amorevole, costruisce, edifica, avvicina,
più di mille parole aspre ed indecenti! Ho appena terminato la penultima
tappa della Visita Pastorale: le realtà
rurali di Giardinetto, Santa Cecilia e
Orsara di Puglia.
Tanto è il bene ricevuto, per la fede
dei semplici, la spontaneità dei piccoli, l’ ospitalità di tutti! Davvero ci vuole poco per farsi amare! Molto c’è
ancora da fare! Lo farà il Signore, non
senza la nostra cooperazione però! In
Orsara ho visitato e pregato coi fratelli della Comunità Valdese, ho
incontrato gli operatori del settore
della ristorazione, ho ascoltato i nostri
lavoratori della terra! Con tutti abbiamo lodato il Signore! Con essi abbiamo contemplato il Creatore, che ama
le sue creature!
Ognuno di noi deve sentirsi un potenziale punto di attrazione, non di repulsione! Facciamo leva sempre su ciò
che unisce e su ciò che è di positivo
nel nostro intimo. Dimettiamo gli abiti della sufficienza, dell’orgoglio, della
gelosia e dell’invidia! Siamo capaci di
essere quella goccia di miele che attira più del proverbiale barile di aceto!
Siamo ai primi passi della Quaresima:
bella opportunità per crescere nella
fede e nella carità!
Siatemi vicini in quest’ultimo tratto
della Visita Pastorale, nelle varie
Comunità in Lucera!
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Situazioni
matrimoniali
difficili
IL BATTESIMO DEI POVERI
Quaresima, tempo degli arricchiti da Dio
Q uando fummo portati, più o meno
tutti, da piccolissimi al battistero per
ricevere il sacramento-porta della vita
cristiana, abbiamo inconsapevolmente
dato avvio ad un cammino grande che
dal fonte porta alla Gerusalemme celeste, come dice una preghiera dell’orazionale per la preghiera universale.
Il tempo di quaresima, in cui la Chiesa
traghetta il suo vissuto e la sua missione, è tempo grande e quanto nessun
altro opportuno per ricordarci di questo
cammino, per rimotivare i nostri passi,
per aprire di nuovo gli orizzonti alla
Pasqua che non è più, solamente, la
Sua Pasqua, quella cioè di Cristo, ma
deve essere sempre più la nostra
Pasqua, la nostra resurrezione già in
germe presente in noi a motivo del battesimo.
Ed ogni anno, nell’intraprendere questo cammino, siamo incentivati da una
sottolineatura tutt’altro che secondaria
donataci dal santo Padre: il messaggio
pontificio sulla quaresima ci chiede di
dare una tonalità particolare a questo
iter per camminare ecclesialmente verso il triduo pasquale. E la tonalità da
dare, con coraggio e con il desiderio di
mettersi in viaggio, è quella della
povertà.
Papa Francesco riprende la seconda
lettera ai Corinzi e ci ricorda che come
«Cristo si è fatto povero per arricchirci
con la sua povertà» (2Cor 8,9), così
anche noi siamo chiamati per il battesimo a cogliere le nostre povertà, le
nostre debolezze, a rinunciare ai fatidici
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Nuovo
consiglio
diocesano
imprenditori che si profilano sulle
piazze della storia per paventarci
pseudo-ricchezze per ritrovarci tutti,
ai piedi della croce, a contemplare il
povero per eccellenza, che è Gesù
stesso: dalla sua povertà possiamo
vedere davvero appagata e sanata
ogni nostra debolezza. L’Agnello
immolato «ci invita ad arricchirci di
questa sua “ricca povertà” e “povera
ricchezza”, a condividere con Lui il
suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello
Primogenito (cfr Rm 8,29)», leggiamo
nel messaggio.
Solo Cristo salva e risana; solo Cristo,
per il suo dono pasquale, può entrare
dentro la nostra umanità, dentro i
nostri schemi sconquassati dall’abitudine e dal pressappochismo e divenire Maestro di una via nuova, di una
novità vera che è capace di ribaltare
le angosce più intime del cammino
della vita e trasformare tutte le nostre
povertà in vie di salvezza.
Il Papa stesso scende nei particolari:
perché non c’è solo una povertà
materiale, ma anche morale e spirituale, e formula l’impegno ascetico
per questi quaranta giorni di un tempo liturgico ed esistenziale. Dinanzi
alle piaghe di chi vede i diritti schiacciati e i beni non condivisi, ogni credente è chiamato a offrire «il suo servizio, la sua diakonia, per andare
incontro ai bisogni e guarire queste
piaghe che deturpano il volto dell’umanità». Dinanzi alla miseria mora-
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L’altare
della Vergine
addolorata
le, è tempo di farsi annunciatori che c’è
una strada differente soprattutto lì
dove i fratelli «hanno smarrito il senso
della vita, sono privi di prospettive sul
futuro e hanno perso la speranza». E
venendo a contatto con la povertà spirituale, siamo invitati ad essere mano
tesa a nome di Cristo, scegliendo di
rigettare ogni via di fallimento e
ponendo l’esempio di Gesù a statuto
costituzionale della nostra esistenza
quotidiana.
Siamo quindi dinanzi ad una realtà che
ha necessariamente bisogno di chi
annunci che una via diversa c’è ed è
quella che Cristo ci insegna. E a questo
annuncio, per la quaresima, il Papa dà
un nome ben preciso: spogliazione. Ha
parole forti: «Diffido dell’elemosina
che non costa e che non duole». Cosa
ci duole donare? Non è questione solo
di soldi, ma di tempo, di donazione di
sé, di volersi mettere accanto all’altro
perché sia da noi accompagnato a
quella ricchezza, che è tutta cristica.
Se sei in cammino dietro Cristo, sei un
arricchito da Lui! Forse ti sembrerà di
avere poco, ma senza il tuo poco, proprio quel tuo poco un fratello (o più)
resterà privato di una ricchezza che tu
nemmeno immagini.
La tua quaresima sia un battesimo non
solo di povertà, ma di poveri che hanno compreso che il mondo ha bisogno
di quell’Unico che ci fa veramente
grandi: Dio.
Michele Di Gioia
INSERTO
speciale
Visita pastorale
Troia
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marzo 2014 anno VI n. 57
FORMAZIONEeCuLTuRA
VERSO IL SInODO SuLLA fAMIGLIA
ALCunE SITuAzIOnI MATRIMOnIALI DIffICILI
A nche la diocesi Lucera-Troia ha
voluto attivamente partecipare alla preparazione dell’assemblea sinodale che
si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre 2014.
Tra i temi che Papa Francesco ha proposto ai cattolici di tutto il mondo, spicca certamente quello “Sulla pastorale
per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili”. L’attenta delibazione
della vexata quaestio espletata nella
realtà locale dall’Ufficio Diocesano per
la Pastorale Familiare ha accertato che
la “convivenza ad experimentum”,
benché ancora di modesta rilevanza,
sia in allarmante crescita.
Pullulano, invece, le “unioni libere”
costituite per lo più da “separati” o da
C ari fratelli e sorelle, buongiorno!
Dio ha voluto nascere in una famiglia
umana, ha voluto avere una madre e un
padre, come noi.
E oggi il Vangelo ci presenta la santa
Famiglia sulla via dolorosa dell’esilio, in
cerca di rifugio in Egitto. Giuseppe,
Maria e Gesù sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da
paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,1315.19-23). Purtroppo, ai nostri giorni,
milioni di famiglie possono riconoscersi
in questa triste realtà. Quasi ogni giorno
la televisione e i giornali danno notizie di
profughi che fuggono dalla fame, dalla
guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca
di sicurezza e di una vita dignitosa per sé
e per le proprie famiglie. In terre lontane,
anche quando trovano lavoro, non sempre i profughi e gli immigrati incontrano
accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori. Le loro
“divorziati non risposati”; le percentuali sono state stimate rispettivamente intorno al 30% ed al 15% dei
matrimoni.
I più sensibili ai valori cristiani sono
perfettamente consci della propria
irregolarità e ne soffrono appieno il
disagio ed il malessere; ritenendo di
aver “perso” la Grazia Divina, non si
accostano ai Sacramenti - a prescindere se abbiano “chiesto” o solo
“subìto” la separazione - e si limitano
ad una frequentazione episodica della chiesa. I cristiani risposati o separati conviventi, dal loro canto, vivono la
propria lontananza da Dio malcelando angoscia ed inquietudine; negano
il loro status di adulterio e denuncia-
no aspramente l’incomprensione
manifestata nei loro confronti dalla
gerarchia ecclesiastica e dall’intera
comunità cristiana. Molti, però, sono
anche quelli che, ritenendo coattive
ed irreversibili le scelte operate, perseverano nel proprio modus vivendi
in assoluta indifferenza.
Lo studio espletato, inoltre, ha indotto a constatare che la richiesta più
pressante avanzata dai divorziati e dai
risposati è di potersi accostare alla
Confessione ed alla Comunione,
soprattutto nelle Celebrazioni più
importanti (battesimi, comunioni e
cresime dei figli).
Il susseguente “diniego”, la mancata
consapevolezza di vivere in uno stato
peccaminoso ed il sentirsi emarginati
ed incompresi, determina, ovviamente, l’insorgere di una deliberata denigrazione delle disposizioni ecclesiastiche. Alla luce delle predette constatazioni, dunque, quale rimedio potrebbe rivelarsi risolutorio in merito? L’Ufficio ritiene che grossi benefici
potrebbero ricavarsi: a) dallo snellimento della procedura burocratica di
declaratoria di nullità di matrimonio
canonico; anche se ciò porterebbe il
rischio di “… indurre a pensare ad un
divorzio cattolico in concorrenza con
quello civile”; b) da una maggiore
“attenzione al momento celebrativo
del Sacramento e da una comprensione teologica dello stesso meno dogmatica e più dinamica sul piano esistenziale”.
L’esperienza locale insegna che circa
l’85% dei nubendi ignora il valore
sacramentale del matrimonio ed i
relativi impegni che si assumono
davanti a Dio; sovente accade che i
LA fAMIGLIA PER IL PAPA
legittime aspettative si scontrano con
situazioni complesse e difficoltà che
sembrano a volte insuperabili. Perciò,
mentre fissiamo lo sguardo sulla santa
Famiglia di Nazareth nel momento in
cui è costretta a farsi profuga, pensiamo al dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, che sono vittime della
tratta delle persone e del lavoro schiavo. Ma pensiamo anche agli altri “esiliati”: io li chiamerei “esiliati nascosti”,
quegli esiliati che possono esserci
all’interno delle famiglie stesse: gli
anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti. Molte volte penso che un segno
per sapere come va una famiglia è
vedere come si trattano in essa i bam-
I Santi del mese
a cura di Donato CoPPoLELLa
SAn PATRIzIO Vescovo
17 marzo
Nato in Gran Bretagna verso il 385, ancor giovane fu rapito e portato prigioniero in Irlanda mandato a pascolare le
pecore. Rimesso in libertà, divenne sacerdote e viaggiò
molto e si dedicò all'evangelizzazione dei popoli. Le sue
fatiche e le sue pene furono ricompensate dalla conversione di tutta l'isola. Papa Celestino lo consacrò vescovo nel
431. Ebbe grandi meriti nella istituzione della gerarchia
ecclesiastica dell’isola. Morì nel 461 a Saul e portato a
Down, che da allora si chiama Downpatrick.
bini e gli anziani. Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si
senta escluso dalla vicinanza amorosa di
Dio. La fuga in Egitto a causa delle
minacce di Erode ci mostra che Dio è là
dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono; ma Dio è
anche là dove l’uomo sogna, spera di
tornare in patria nella libertà, progetta e
sceglie per la vita e la dignità sua e dei
suoi familiari.
Quest’oggi il nostro sguardo sulla santa
Famiglia si lascia attirare anche dalla
semplicità della vita che essa conduce a
Nazareth. E’ un esempio che fa tanto
bene alle nostre famiglie, le aiuta a
diventare sempre più comunità di amo-
separati e i divorziati non comprendano neanche le ragioni reali ed effettive
che hanno determinato l’irreparabile
rottura del rapporto. Purtroppo, la
prassi attuale esorta - coloro che si
affacciano all’esperienza matrimoniale
- a seguire percorsi soggettivi, ad
avvalersi di intuizioni fortunose o ad
imitare moduli familiari preconfezionati. Non solo! Ma induce aprioristicamente a ritenere che tutti i nubendi
dispongano della necessaria capacità
di vivere una “relazione coniugale
indissolubile” in tutte le sue sfaccettature.
In realtà, la casistica delle separazioni
comprova esattamente il contrario,
posto che il “male di relazione” è
retaggio della deprecabile tendenza
ad una sorta di … “fai da te dell'amarsi”! Purtroppo la diocesi non riesce a
fronteggiare le problematiche testé
analizzate, nonostante gli stimoli ed i
tentativi profusi finora.
Sarebbe auspicabile, tuttavia, che i
parroci, più di tutti, richiamassero
all’ovile le proprie pecorelle smarrite e
favorissero un più serio e frequente
“invio” alla consulenza familiare e psicologica. Solo così, si offrirebbe a
questi fratelli sofferenti un soccorso
amorevole ed un sostegno responsabilizzante.
La proficua adozione di tale “contromisura” è impellente e fondamentale,
anche perché sarebbe intrinsecamente tesa a salvaguardare i prevalenti
interessi dei figli che sono senza dubbio le prime vittime incolpevoli delle
“decisioni” dei propri genitori.
Ettore PREZiuSo
re e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l’aiuto vicendevole, il
perdono reciproco. Ricordiamo le tre
parole-chiave per vivere in pace e gioia
in famiglia: permesso, grazie, scusa.
Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede “permesso”, quando
in una famiglia non si è egoisti e si impara a dire “grazie”, e quando in una famiglia uno si accorge che ha fatto una
cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in
quella famiglia c’è pace e c’è gioia.
Ricordiamo queste tre parole. Ma possiamo ripeterle tutti insieme: permesso,
grazie, scusa. Vorrei anche incoraggiare
le famiglie a prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella
società. L’annuncio del Vangelo, infatti,
passa anzitutto attraverso le famiglie,
per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana.
S. CIRILLO DI GERuSALEMME
Vescovo e dottore della
Chiesa 18 marzo
Cirillo nacque nel 315, fu successore del
vescovo Massimo dal 348 al 18 marzo 386 nella sede vescovile di Gerusalemme. Implicato
nelle dispute ariane, dovette subire più volte
l’esilio. Cirillo di Gerusalemme, esperto conoscitore della Parola di Dio, compose opere
importanti che testimoniano uno stile di vita
sobrio e pacifico. Scrisse le sue Catechesi alcune delle quali consistono in unioni di versetti
biblici. Morì nel 386. Fu nominato dottore e
confessore della Chiesa da papa Leone XIII il
28 luglio 1882.
REDaZioNE
anno VI n. 57 marzo 2014
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CRONACHEedESPERIEnzE
RInnOVATO IL COnSIGLIO DIOCESAnO DI A. C.
La XV assemblea elettiva diocesana
L’ Azione Cattolica si rinnova. Il 16
febbraio scorso presso il centro Giovanni Paolo II in Lucera, è stata celebrata la XV Assemblea elettiva diocesana di Azione Cattolica “Persone
nuove in Cristo Gesù - corresponsabili della gioia di vivere”. Il rinnovo degli
incarichi e delle responsabilità associative è una fase importante per rilanciare l’impegno e la corresponsabilità
di ciascuno nella vita della Chiesa.
La giornata è iniziata con la celebrazione della Messa presieduta dal
Vescovo Cornacchia il quale ha sottolineato come l’AC occupa un posto di
“privilegio” nella Chiesa; poi ha affidato il mandato ai nuovi presidenti
parrocchiali.
Sono seguiti gli interventi del presidente diocesano Raffaele Checchia il
quale ha richiamato al senso dell’unitarietà dell’AC; dei responsabili diocesani degli adulti, giovani, A.C.R. e
LA fAMIGLIA:
fuTuRO E SPERAnzA
DELLA SOCIETà
La Chiesa di Puglia si
interroga sulla chiesa
domestica
I l 17 Febbraio 2014, nella "Sala
Magna" del Seminario regionale di
Molfetta, si è svolto un incontro sul
tema "La Famiglia: Futuro e Speranza
della Società", promosso dalla Consulta regionale del Laicato C.E.P., con la
collaborazione della Commissione
regionale per la Pastorale della Famiglia. Il confronto ha visto la partecipazione di mons. Domenico Cornacchia
(vescovo delegato C.E.P. per il "Laicato"), Pino Piscopo (segretario regionale
della "Consulta del Laicato"), la
dott.ssa Ludovica Carli (presidente del
"Forum delle Associazioni Famiglie"),
con il coordinamento di don Franco
Lanzolla (referente della commissione
regionale per la "Pastorale della Famiglia"). Un appuntamento particolarmente significativo che ha visto la Consulta regionale del Laicato - Chiesa di
Puglia coinvolgere gli operatori di
pastorale familiare in un contributo alla
riflessione e al confronto sul dono della missione della Chiesa per la famiglia
e sulla centralità delle politiche a misura di famiglia.
Giuseppe uLi
Movimento Studenti. L’assistente unitario don Ciro Fanelli ha indicato tre
vie da percorrere in AC: l’“umanita”,
l’“ecclesialità e la “santità”. Sono stati eletti per il nuovo consiglio diocesano: per gli adulti, Checchia Raffaele,
Mangione Raffaele, Ricucci Antonietta, Margiotta Sara e Lancianese
Maria; per i giovani, De Marco Sara,
Mansueto Mario, Esposito Marco, De
Biase Gianluca e Lepore Chiara Giuseppina; per l’ACR, Checchia Serena,
Salandra Patrizia, Petronella Stefania,
Laskavj Maria Gina e Capobianco
Caterina; per il MSAC, Bozza Antonio
e De Troia Chiara. All’assemblea erano presenti Gianni di Santo delegato
regionale e Monica Del Vecchio consigliera nazionale dei giovani.
Al termine è stato approvato il documento programmatico per il triennio
2014-2017.
“F amiglia ed educazione al bene
comune”, tema del convegno promosso dall’Azione Cattolica della diocesi
di Lucera-Troia svoltosi a Lucera il 7
febbraio scorso. Relatore il valente
professore Giuseppe Savagnone.
Dopo il saluto del presidente diocesano Raffaele Checchia ha preso la parola Savagnone. «La famiglia - ha detto il
D.C.
VERSO IL COnVEGnO MISSIOnARIO nAzIOnALE
fuori le mura, dentro la storia
U scire, incontrare, donarsi. Ruota
attorno a questi tre categorie il cammino verso il IV Convegno Missionario
Nazionale (Sacrofano, 20-24 novembre
2014), presentato a Roma martedì 25
febbraio dall’Ufficio Nazionale di cooperazione missionaria tra le Chiese. Al
via la fase preparatoria, che coinvolge
sette gruppi di destinatari, i cui contributi sono attesi entro la metà di luglio;
rielaborati, saranno ripresi nei laboratori dell’evento. Per le comunità ecclesiali è occasione di riscoperta della propria identità, oltre ogni stanchezza.
Presupposti. La fase di preparazione
muove da alcuni presupposti, che contribuiscono a ridisegnare il volto della
missione: è cambiato il modo di concepire la cooperazione missionaria, se ieri
era intesa soprattutto come aiuto umanitario al Sud, oggi le giovani Chiese
offrono stimoli alla Chiese di antica tra-
SAn LEOnARDO:
“SCATEnA” L’ARTE
A dicembre si è tenuta nella chiesa S.
Leonardo di Lucera la mostra “Emozioni Condivise” di P. Festa in arte Murè,
promossa dall’Ufficio Beni Culturali
Diocesi Lucera-Troia e dall’Arciconf. di
S. Giacomo. L’evento, curato da A.
Bondanese e da R. Paiano Priore del
pio sodalizio ed esperto in architettura
sacra, ha coniugato l’arte pittorica con
l’architettura della chiesa riaperta per
l’occasione alla città. Il Murè ha donato
5 tele ed il ricavato sarà utilizzato per i
lavori di restauro della chiesa.
R.P.
La Voce del DIRETTORE
è ancora vivido il ricordo dell'ultima fiction sulla figura del maestro
Alberto Manzi. Affascinante il messaggio ma soprattutto le modalità
con le quali un adulto, un educatore si mette in gioco nel suo essere,
nel suo operare, nei suoi rapporti e
nel costruire relazioni efficaci capaci di riscatto.
Senza pregiudizi è stato una miccia
accesa che ha trovato opposizioni e
derisioni ma non è mancato chi ha
COME EDuCARE
ALLA fAMIGLIA
E nELLA fAMIGLIA
Convegno promosso
dall’A. C.
dizione, aiutandole a comprendere e
riscoprire la propria identità, fino ad
accorgersi della missione che inizia fuori della porta di casa; nell’orizzonte di
una Chiesa missionaria, il dialogo con
l’uomo e con il suo universo di senso
sono luogo teologico di salvezza, non
di contraddizione; per gli stessi Istituti
missionari non si tratta di salvaguardare il carisma nella sua formulazione originaria, quanto di rileggerlo in funzione
di una missione sempre più profonda e
globale.
Tematiche. Strumento di lavoro e schede coinvolgono i destinatari in una triplice riflessione: la missione come
incarnazione nelle vicende dell’oggi e
del mondo, nella via del dialogo (“uscire”); la missione come comprensione
del mondo quale luogo teologico di
salvezza, che domanda accoglienza e
qualità di relazioni, quali dinamiche
dell’incontro e dell’annuncio (“incontrare”); la missione come comunione e
cooperazione tra le Chiese, all’insegna
della reciprocità e del servizio (“donarsi”).
PiEMME
non è mai troppo tardi ma controvento!
creduto ed ha scommesso con le
proprie cadute. Mettersi in gioco
non è facile per nessuno ma è la
strada in questo tempo di crisi in
cui siamo blindati nelle nostre certezze irresponsabili. Tutto è possibile per chi ci crede davvero ma
controvento.
Controvento infatti è la canzone
che gli italiani hanno scelto a Sanremo. «Io non credo nei miracoli,
Meglio che ti liberi Meglio che ti
guardi dentro Questa vita lascia i
lividi Questa mette i brividi Certe
volte è più un combattimento Io
sono qui Per ascoltare un sogno
Non parlerò Se non ne avrai bisogno Ma ci sarò Perché così mi sento Accanto a te Viaggiando controvento Risolverò Magari poco o
niente Ma ci sarò E questo è l’importante».
Questo è il vero miracolo.
Leonardo CaTaLaNo
relatore - non è un fatto privato o di
fede, ma un punto di intersezione tra
privato e fede. La crisi della famiglia è
grande e profonda: bisogna educare
alla famiglia e nella famiglia, perché
migliorando la famiglia, migliora la
società». «Sul fronte giovanile i giovani - ha proseguito - hanno i problemi di
sempre e rispecchiano nel loro smarrimento ciò che gli adulti hanno prodotto in essi; si trovano di fronte figure
incapaci di dare ragioni di vita che
suscitino amore. Occorre educare ai
valori esistenziali, ai sentimenti che
portano alla libertà. La vera libertà va
intesa come responsabilità. Non siamo
isole, ognuno fa parte di un continente compresa la scuola e la politica.
Quindi non libertà da…, ma libertà
con… libertà per conquistare un bene
comune». «Cosa vuol dire bene comune - si è chiesto Savagnone - bene
comune è avere una scuola diversa,
una impostazione di vita diversa. Nella
nostra società vince chi fa la voce più
grossa, ogni politica è confusione, per
cui invece di debellare il male si arriva
al consenso. E’ necessario partire dalla
famiglia con genitori che non pensano
a realizzare se stessi, ma che sappiano
dialogare e scoprire la vocazione dei
propri figli da inserire nella società con
un senso di rispetto». «Occorre - ha
concluso l’oratore - attuare il senso
evangelico della vita che porta alla salvezza mediante l’amore». E’ intervenuta anche la coppia Gianmaria e Palmina Caiola di Salerno che ha portato
l’esperienza del “mercatino del libro
usato”, realizzato attraverso la collaborazione, la cooperazione e l’apertura
grande del cuore. Era presente don
Ciro Fanelli Assistente unitario e vicario generale che ha portato il saluto
del Vescovo.
D.C.
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marzo 2014 anno VI n. 57
QUARTAPAGInA
finanziata dal nobile lucerino
Onofrio Scassa, esponente di
punta del foro napoletano.
L’apposizione della firma da
parte del raffinato e prolifico
artefice, sull’alzata di uno dei
quattro gradini in cui si articola la scala di accesso alla mensa, potrebbe sottintendere l’orgogliosa rivendicazione della responsabilità ideativa, oltre che esecutiva, di
un altare nato dalla selezione delle
proposte ornamentali dei maggiori
architetti e marmorari attivi a Napoli
nella seconda metà del secolo XVIII.
Il sontuoso organismo, cromaticamente dissonante nell’ovattata chiarità del
vano ospitante, garantisce amplificazione retorica alla superba pala raffigurante la Vergine Addolorata sorretta
dagli Angeli, dipinta da Francesco De
Mura (Napoli 1696-1782), protagonista
della pittura napoletana della seconda
metà del Settecento.
La cona d’altare è impaginata da una
coppia di esili lesene culminanti in dadi
segnati dai triglifi, dai quali grondano
fluidi cartocci finemente intagliati. La
tensione verticale è accentuata dall’alto fastigio sommitale, serrato dalle ali
curve di un timpano spezzato, sul quale biancheggia la colomba dello Spirito Santo scolpita in marmo di Carrara.
Le soluzioni adottate testimoniano la
sensibilità cromatica del Salemme, che
nell’altare della vicina cappella Lombardo lasciò ulteriore testimonianza
dell’alto magistero conseguito nella
lavorazione dei marmi, piegati alla propria squisita sensibilità.
La fede raccontata dall’arte l’Amore
per la
Bellezza
Luigi ToMMaSoNE
“L’ altare della Vergine Addolorata
nella chiesa del Carmine a Lucera” questo “monumento” prezioso nei marmi e
nelle forme, ci viene presentato da
Christian de Letteris, studioso dei
manufatti marmorei del settecento,
questo il suo studio:
La macchina d’altare della cappella
Scassa, ciclopico incanto di marmi preziosi, s’impone perentoria e solenne
nella diafana atmosfera settecentesca
della chiesa del Carmine a Lucera. Un
tempio ammantato di una candida
veste stuccata, trapunta di leziose piacevolezze di gusto rococò, sulla quale
stacca deciso l’altare dedicato alla Vergine Addolorata, risolto in brecce scarlatte lustrate a specchio, sapientemente accostate agli inserti di verde antico.
Al napoletano Michele Salemme, marmoraro dotato di una prodigiosa
sapienza tecnica, mai disgiunta da una
fertile inventiva, spettò la realizzazione
dell’opera, portata a termine nel 1759,
nel cuore la
preghiera incessante
L a nostra preghiera raggiungerà la
perfezione che le è propria allorché si
realizzerà in noi ciò che il Signore chiese al Padre suo celeste: “Che sia in
loro l’amore di cui tu mi hai amato”;
“come tu, Padre, sei in me ed io in te,
anch’essi formino un’unità con noi”.
Ciò avverrà quando tutto il nostro
amore, tutto il nostro desiderio, tutto
lo zelo, ogni nostra tendenza, ogni
nostro pensiero, tutto ciò che vedia-
i detti
di
Francesco
mo, tutto ciò di cui parliamo e che
aspettiamo sarà Dio, e quando quell’unità, che esiste tra il Padre ed il
Figlio o tra il Figlio ed il Padre, passerà nei nostri cuori e nelle nostre menti,
affinché come egli ci ama con sincera
purezza ed incessante amore, anche
noi siamo uniti a Lui con vincolo puro ed
inscindibile di amore. Colui che raggiunge questo grado entra in quella condizione in cui non può non avere nel suo
cuore la preghiera incessante. Allora
ogni movimento dell’anima sua ed ogni
tendenza del cuore si trasformerà in
un’ininterrotta preghiera, in cui noi pregustiamo ed abbiamo un pegno dell’eterna beatitudine. Per raggiungere la
somma perfezione nella preghiera si
deve rafforzare in noi il pensiero incessante di Dio, ed a questo serve come
mezzo una preghiera breve e spesso
ripetuta. I nostri Padri hanno insegnato
che colui che tende all’incessante ricordo di Dio, deve abituarsi a ripetere continuamente questa preghiera: “Signore,
presta attenzione alla mia invocazione
d’aiuto; Signore, affrettati ad aiutarmi”.
Questo versetto non è stato scelto a
caso nella Sacra Scrittura, giacché esprime tutte le disposizioni dell’animo
richieste per la preghiera e corrisponde
a tutte le necessità di chi prega. In esso
è racchiusa l’umile confessione della
propria impotenza, la confessione che
Dio è l’unico nostro alleato, sempre
pronto ad aiutarci, è espressione di fede
e di attesa che anche a colui che pronuncia questa preghiera Egli porterà
aiuto e lo libererà da ogni malanno. Chi
incessantemente invoca il Signore con
queste parole, vede nella sua mente e
nel suo cuore sente presente Dio, ed a
lui si rivolge come ad un padre con l’affetto di un figlio. In tale modo attira a sé
la protezione divina, la benedizione e la
difesa. Così questa breve preghiera
diventa un muro insuperabile per gli
attacchi del demonio. Essa disperde la
confusione dei pensieri, respinge le idee
cattive, placa le passioni accese ed educa tutte le migliori tendenze del cuore.
Perciò sia essa sempre presente nel tuo
petto: in ogni momento, mentre sei al
lavoro o al servizio, in cammino o a tavola, mentre stai per addormentarti o ti
svegli, non cessare di ripetere questo
versetto al punto che , grazie al continuo
esercizio, lo ripeterai anche nel sonno.
San Giovanni Cassiano
Mensile di informazione
della diocesi di Lucera-Troia
Editore
Diocesi di Lucera-Troia
Povertà
Alcuni non sapevano perché il Vescovo
di Roma ha voluto chiamarsi Francesco.
Alcuni pensavano a Francesco Saverio,
a Francesco di Sales, anche a Francesco
d’Assisi. Io vi racconterò la storia. Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche
prefetto emerito della Congregazione
per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i
voti sono saliti a due terzi, viene l’ap-
plauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi
baciò e mi disse: “Non dimenticarti
dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito,
in relazione ai poveri ho pensato a
Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato
alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è
l’uomo della pace. E così, è venuto il
nome, nel mio cuore: Francesco
d’Assisi.
E’ per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e
custodisce il creato; in questo
momento anche noi abbiamo con il
creato una relazione non tanto buona, no? E’ l’uomo che ci dà questo
spirito di pace, l’uomo povero … Ah,
come vorrei una Chiesa povera e per
i poveri!
Discorso ai rappresentanti dei media,
16 marzo 2013
La povertà, per noi cristiani, non è una
categoria sociologica o filosofica o
culturale: no, è una categoria teologale. Direi, forse la prima categoria, perché quel Dio, il Figlio di Dio, si è
abbassato, si è fatto povero per camminare con noi sulla strada.
E questa è la nostra povertà: la povertà della carne di Cristo, la povertà che
ci ha portato il Figlio di Dio con la sua
Incarnazione.
Una Chiesa povera per i poveri incomincia con l’andare verso la carne di
Cristo. Se noi andiamo verso la carne
di Cristo, incominciamo a capire qualcosa, a capire che cosa sia questa
povertà, la povertà del Signore.
Colloquio con i movimenti alla veglia
di Pentecoste, 18 maggio 2013
Direttore responsabile
Matteo Francavilla
Direttore editoriale
Leonardo Catalano
Redazione
Donato Coppolella
Rocco Coppolella
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Enza Gagliardi
Riccardo Zingaro
Sede
piazza Duomo, 13 - 71036 Lucera - Foggia
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Stampa
Ennio Cappetta & C. srl - Foggia
Anno VI, numero 57, marzo 2014
Autorizzazione del Tribunale di Lucera
n. 139 del 27 gennaio 2009.
SPECIALE n.
21
Visita Pastorale
Troia
ANNO VI
NUMERO 57
LUCERA
MARZO
2014
Troia e la CaTTedrale in
VisiTa PasTorale
Palazzo Vescovile - 8 gennaio 2014
Inaugurazione nuovo impianto elettrico Episcopio
Pina La SaLandra
L a parrocchia “B. M. V. Assunta in Cielo” - Basilica Cattedrale - Troia - ha vissuto dall’ 8 al 12 gennaio 2014 un’esperienza di fede semplice ed autentica
con la Visita Pastorale del vescovo
mons. Domenico Cornacchia che e’
venuto a confermare nella Fede in Cristo Signore. Nella celebrazione di inizio
con i sacerdoti della Zona Pastorale il
Vescovo ha invitato tutti a: rivestirsi di
luce nuova, la Luce dello Spirito Santo;
spalancare le porte della pigrizia; vivere
nella carità, nella preghiera; essere
generosi, tenaci e sempre pronti a compiere il bene.
Coloro che aiutano a seguire le tracce
di Gesù sono i Santi. Non occorre fare
tante cose. Si può trovare Gesù nel vicino, nel povero, nel bambino abbandonato. Ed è sempre Lui che aiuta ad
andare verso il prossimo, a donare quello che si possiede. In tutti gli incontri, il
Vescovo ha sottolineato sempre la
necessità, prima di tutto, di una vita
interiore personale che si riflette e si
Cattedrale - 8 gennaio 2014 - Solenne Concelebrazione d'apertura della Visita Pastorale
lanie di san Giovanni al Mercato e san
Giovanni di Dio, presenti nel territorio
della parrocchia Cattedrale.
La rottura, poi, dell’Unità Pastorale
“Cattedrale - San Vincenzo”, avvenuta
dopo un faticoso cammino pastorale di
14 anni e senza il coinvolgimento né del
parroco, né del Consiglio Pastorale Parrocchiale e tantomeno dei parrocchiani
ha determinato ulteriore difficoltà al
cammino di crescita dell’ “identità
comunitaria”. Nonostante questo il
lavoro impostato e realizzato ha continuato ad avere come obiettivo la for-
11 gennaio 2014
Incontro alunni scuola materna San Benedetto
la situazione della sede dove si riunisce
il Coro per le prove: un luogo freddo,
privo di riscaldamento e con servizi igienici inidonei. L’incontro, poi, con i membri delle Congreghe e Associazioni e
Gruppi ha avuto due momenti. La sera
tutte le parrocchie della Zona Pastorale.
Un rappresentante di ogni realtà ecclesiale ha relazionato sulle origini, numero
dei membri, scopo e finalità della sua
congrega, associazione o gruppo.
Il Vescovo alla fine dell’incontro ha sottolineato che il vero distintivo di ogni
membro di una realtà associativa ecclesiale è quello di una santità basata sulla
preghiera continua, l’ascolto della Parola
di Dio e la carità: visita agli ammalati,
anziani, aiuto ai bisognosi, interventi a
favore del prossimo. Tutti devono essere
come lampioni che illuminano la strada:
“Vi ho costituiti perché portiate frutto”.
Momenti molto emozionanti, coinvolgenti e gioiosi sono stati vissuti con i
bambini, suore e personale della scuola
Materna “S. Benedetto”, e con i fanciul-
Cattedrale - 11 gennaio 2014 - Incontro zonale con le Confraternite e le associazioni religiose
concretizza nella comunità sociale.
Incontrando i catechisti li ha esortati ad
accogliere, amare, ascoltare, interessare
i fanciulli e i ragazzi. Nell’incontro con i
membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale e Affari Economici, il Consiglio
Pastorale ha messo in rilievo come la
Cattedrale è Chiesa cittadina, quando
la comunità religiosa e civile si riunisce
per celebrare manifestazioni, ricorrenze
religiose e civili e diventa Chiesa parrocchiale, per coloro che sono consapevoli di appartenere ad una comunità di
battezzati che vive nel centro storico. La
dimensione parrocchiale è poco avvertita e si è sempre pronti a trovare
“comodità religiosa” nelle due cappel-
mazione alla parrocchialità. Il Vescovo
ha colto l’occasione della Visita Pastorale per inaugurare il nuovo impianto
elettrico in Episcopio.
Il Vescovo in questo periodo ha visitato
i luoghi di lavoro e incontrato singole
persone, famiglie, ammalati, membri
dell’Associazione “Proloco”, della “C. I.
A”, (ha benedetto la nuova sede), del
“Circolo Salandra” e l’intera squadra
del G.S. Troia. Congratulandosi con i
giocatori per la loro presenza, ha manifestato l’auspicio che realizzino oltre i
risultati sportivi anche risultati spirituali.
Nell’incontro con i membri della Corale
dei Santi Patroni, il presidente Corradino Guadagno ha presentato al Vescovo
Cattedrale - 11 gennaio 2014 - Incontro genitori scuola materna San Benedetto
di venerdì 10 gennaio si sono incontrati
con il Vescovo le Congreghe e le Associazioni che fanno capo alla Parrocchia:
Congreghe “Addolorata”, “San Giovanni di Dio”, “SS. Sacramento”, l’Azione
Cattolica Donne, l’Unione Amici di Lourdes e il Terz’Ordine Carmelitano. Nella
Messa prefestiva di sabato 11 gennaio,
invece, c’è stato l’Incontro Zonale dei
Gruppi, Associazioni e Congreghe di
li, ragazzi, genitori e catechisti del
“Catechismo Parrocchiale”.
La visita si è conclusa con la S. Messa
solenne di domenica 12 gennaio, durante la quale il parroco don Gaetano
Squeo ha ringraziato il Vescovo per la
sua presenza paterna continua e per gli
inviti e le esortazioni, fatti a tutta la
comunità parrocchiale, a operare, con
gioia ed entusiasmo, in favore di tutti.
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marzo 2014 anno VI n. 57 Inserto speciale
la sFida dei
MeraViGliosi
doni
San Francesco - 20 gennaio 2014 - Santa Messa per la festa di San Sebastiano
il Buon Pastore visita l’Unità
Pastorale “s. Francesco” e
la parrocchia “s. Vincenzo Martire”
L’ Unità Pastorale “S. Francesco” e la
parrocchia “S. Vincenzo Martire” hanno vissuto la significativa esperienza
della Visita Pastorale del Vescovo dal
19 al 26 gennaio. E’ stata un’intensa
settimana di incontri formativi e spirituali, di momenti di preghiera e di liturgie, che hanno interpellato nel profondo la fede delle comunità e ne hanno
fortificato la comunione.
La visita ha avuto inizio con la celebrazione della Messa dei ragazzi, nella
Chiesa di S. Francesco, in un festoso
clima di serenità e spontaneità, che
solo i bambini e i ragazzi sanno creare,
e il Vescovo, con la sua omelia, ha
saputo inserirsi con molta naturalezza,
suscitando un dialogo piacevole e
schietto con i piccoli fedeli, visibilmente eccitati dall’evento. Rispettando la
tabella di marcia di un programma
davvero impegnativo, il Pastore è riuscito ad incontrare le diverse realtà
ecclesiali e territoriali delle comunità
parrocchiali: i dipendenti dell’ASL e gli
ospiti del CSM; i dipendenti del municipio e il Consiglio comunale; la scuola
dell’infanzia e le scuole elementare e
media inferiore; l’Ordine francescano
secolare, il gruppo di preghiera “Padre
Pio” e la Confraternita dell’Annunziata
e S. Leonardo; i componenti dei
“Meravigliosi doni” (associazione delle
24.01.2014 - Incontro con la Civica Amministrazione in Palazzo D'Avalos
famiglie di ragazzi diversamente abili);
la Caritas interparrocchiale “S. Francesco - S. Vincenzo M. - Mediatrice” e il
TUR 27; i giovanissimi e il gruppo interparrocchiale dei giovani. Di particolare
intensità spirituale è stato l’incontro di
meditazione e preghiera (lectio divina)
con i catechisti. Non sono mancati
momenti di convivialità e culturali
San Francesco - 19 febbraio 2014
Benedizione dell'organo restaurato
(Vescovo e M° Francesco Di Lernia)
Cine-Teatro Pidocchietto - 24 gennaio 2014 - Incontro zonale Chiesa e Scuola
(Concerto del maestro F. Di Lernia e
omaggio musicale della scuola allievi
“Nuovo concerto bandistico città di
Troia”).
Il Vescovo inoltre ha dedicato, quasi
quotidianamente, del tempo ai colloqui personali e alle visite ai sofferenti e
agli ammalati.
Un rilievo particolare merita l’incontro
zonale, svoltosi il 24 gennaio presso il
teatro “Pidocchietto”, una tavola
rotonda sul tema: “Chiesa e Scuola
s’incontrano… per un’alleanza educativa”. Si è trattato di una riflessione a più
voci sul rapporto scuola-comunità
ecclesiale. L’incontro ha visto l’intervento di due esperti del settore: la
dott.ssa Nicoletta Iacaruso (sociologa)
e il prof. Vincenzo Di Maglie (docente
di scuola media superiore).
Il primo intervento sul tema “Chiesa e
Scuola a servizio dei nostri ragazzi e
giovani”, partendo dai risultati di
un’indagine specifica, ha illustrato il
ruolo di internet e dei social network
nell’educazione alla vita dei ragazzi.
Sono state presentate le prerogative
positive di questo ormai ineliminabile
strumento che migliora la qualità di
vita delle persone, ma ne sono state
anche evidenziate le negatività e i pericoli derivanti da un suo uso non corretto (dipendenza dal web, sostituzione
di relazioni virtuali a relazioni vere,
paura di una socializzazione reale nei
ragazzi dai 13 ai 20 anni, disturbi del
sonno, aumento di baby-prostitute,
pericolo di contatto con il mondo della
pedofilia, etc.). È emersa chiara la
necessità di mettere in atto, in modo
sinergico, da parte della scuola e della
comunità ecclesiale una prevenzione
seria ed attenta, che svolga un efficace
azione di informazione e sensibilizzazione dei giovani e delle loro famiglie
sul fenomeno di dipendenza dal Web
e l’impegno attivo a creare o incrementare luoghi di crescita che educhino a relazioni sociali reali, al rispetto
delle regole e dell’ambiente e alla solidarietà (oratori, centri sportivi, …) in
grado di realizzare la formazione integrale della persona. Il modello educativo della chiesa e della scuola, dunque, deve confrontarsi attentamente e
lucidamente con la trasformazione
antropologica in atto nella società e
fornire risposte coraggiose, frutto di
una ricerca comune.
Il secondo intervento sul tema “la
Comunità ecclesiale e la Scuola” ha
sottolineato, riguardo al rapporto tra
questi due soggetti educativi, l’urgenza di superare l’indifferenza reciproca e
l’assenza di dialogo. Bisogna prendere
coscienza che alla base della crisi giovanile c’è una crisi della famiglia
(“sono gli adulti, non più credibili e
significativi, ad aver bisogno d’aiuto”);
i ragazzi nomadi, fragili, incapaci di
relazionalità vera, appaiono spesso
svogliati e demotivati e vivono della
solitudine non pensante dei social network. L’attuale crisi economica - sociale - morale giovanile può rappresentare una grande opportunità di riequilibrio e riposizionamento dei principali
soggetti educativi: la comunità ecclesiale deve acquisire più consapevolezza e competenza del proprio ruolo, stimolando ed educando al senso d’assoluto, trasmettendo la verità evangelica con la parola e con la vita, inverandola con la carità; la scuola deve essere più aperta, meno autoreferenziale,
infondendo fiducia nei ragazzi ed
esprimendo la sua funzione di compagna, di educatrice ai valori umani e alla
corresponsabilità. La sfida che attende
tutti è ardua, ma inderogabile: la
comunità ecclesiale e la scuola, convergendo sulla famiglia, devono fare
sistema, rieducarsi per rieducare. La
visita pastorale si è conclusa, così
come è cominciata, con l’incontro gioioso del Pastore con i bambini della
scuola elementare e i ragazzi della
scuola media inferiore, che hanno lanciato i loro messaggi di pace e d’amore cristiano dal palco del teatro Pidocchietto, gremito di genitori.
Vera COLeLLa
L a Visita Pastorale del Vescovo Domenico
Cornacchia alla propria Chiesa Diocesana
costituisce un evento speciale di grazia e
diventa un’opportunità per accostarsi maggiormente ai fedeli e alle realtà ecclesiastiche
presenti nell’ambito della Diocesi. Diventa
soprattutto un’occasione propizia per far sentire la presenza di un Pastore buono, che con
la sua profonda umanità e vicinanza alla gente, offre gesti tangibili di paternità e di ascolto, e ci porta la gioia e la certezza che “il
Signore è in mezzo a noi” a chiedere l’accoglienza e l’adeguamento della vita al Vangelo. Il programma della Visita Pastorale è articolato in tappe e calendari, legati alle varie
zone pastorali diocesane.
Da qualche giorno si è appena conclusa a
Troia la Visita all’Unità Pastorale della Parrocchia di San Basilio-San Francesco e San Vincenzo Martire, che abbraccia la Scuola Materna, Elementare e Media, la Caritas Interparrocchiale, gli Uffici Scolastici e Comunali,
l’ASL, compresa la “ Casa di Don Urbano
Principe”, donata alla Parrocchia di San Basilio e rimessa a nuovo. In questa “Casa” sulla
ridente ed soleggiata via Roma si è recato il
Vescovo nella giornata di giovedì, 23 gennaio per la benedizione ed inaugurazione
solenne, allo scopo di consegnarla, per
volontà dei parroci don Vittorio Grilli e don
Paolo Paolella alla meritevole Associazione
de “I Meravigliosi Doni”, costituita dai genitori e dai portatori di abilità diverse, per la
preparazione e lo svolgimento di numerose
iniziative ed attività manipolative e teatrali. Il
Pastore, nel ricordare la figura luminosa ed
affabile di don Urbano Principe, sempre
pronto a donare anche il proprio cuore a tutti,
propone di denominare la nuova sede “casa
dell’amore e della carità” sempre aperta
all’accoglienza e alla fraternità. L’Associazione di preziosa utilità sociale “I Meravigliosi
Doni” è nata agli inizi del 2000 con il preciso
intento di rompere ogni eventuale isolamento e sviluppare le migliori capacità dei ragazzi
in difficoltà e di sopperire alla quasi totale
mancanza di servizi sociali verso i diversamente abili che avevano terminato l’obbligo
scolastico. Infatti la famosa Legge n. 517 del
1977 non parlava di insegnanti di sostegno,
ma solo di attività ed iniziative verso i soggetti che necessitavano integrazione e di una
maggiore individualizzazione dell’intervento
educativo e didattico. Pertanto, le attività
manipolative e di teatro venivano condotte
privatamente da alcuni volontari nella “Sala
Manzoni”, dopo aver eliminato, le barriere
architettoniche e facilitarne l’accesso a tutti.
Nel 2009 l’Associazione diventa Onlus e
l’anno successivo, con l’aiuto di don Vittorio
Grilli, si trasferisce nell’ampio locale - sacrestia della chiesa di Sant’Anna.
Ora finalmente “I Meravigliosi Doni“ hanno
ricevuto una casa tutta per loro, interamente
rinnovata, bene illuminata e riscaldata, senza barriere architettoniche, ove potranno
incontrarsi sempre, per socializzare e,
soprattutto per sviluppare e coltivare le loro
migliori abilità.
Gino rOTOndO
Inserto speciale anno VI n. 57 marzo 2014
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Mediatrice - 02 febbraio 2014, Messa per la Giornata della Vita
il Vescovo incontra la parrocchia
della Mediatrice
Mediatrice - 29 gennaio 2014
Accoglienza del Vescovo
N uova settimana, nuova parrocchia.
Mercoledì 29 gennaio, si è dato il via
anche alla visita pastorale presso la
parrocchia “Maria Santissima Mediatrice”. Alle ore 17, come da programma,
i bambini della catechesi con i loro
educatori e il gruppo mariano parrocchiale hanno accolto monsignor
Domenico sul sagrato del Santuario
per comunicargli il più sentito benvenuto. Entrati in Chiesa, il parroco
padre Guido Grilli ha dato accoglienza
al Vescovo proprio ai piedi della
Mediatrice di Grazie, mentre tutti i
ragazzi cantavano “Io ho un amico che
mi ama”.
Mediatrice - 01 febbraio 2014 - Santa Messa nella vigilia della Candelora
“Voci Fuori dal Coro” e alcuni soci della Coldiretti, presso la sede zonale di
piazzale Antonio Salandra.
La mattinata dell’ultimo giorno del
mese di gennaio è stata destinata
all’incontro con la comunità comboniana. Mons. Cornacchia ha ricordato
l’importanza della missione e, in particolare, di quel totale donarsi tra i più
poveri di tutto il mondo, presso le terre brasiliane e africane del Terzo Mondo. Sulla scia del Comboni, ha esortato a continuare in questo cammino fatto preminentemente di carità e totale
donarsi al prossimo.
Il pomeriggio è stato destinato all’incontro con i ragazzi delle scuole medie
e, subito dopo la Santa Messa, con il
Consiglio Pastorale Parrocchiale e il
30 gennaio 2014
Benedizione sede Coldiretti
30 gennaio 2014
Visita alla Caserma dei Carabinieri
Alle 18, una Concelebrazione Eucaristica ha segnato l’avvio ufficiale della
Visita all’interno della comunità. Il
Vescovo, durante l’omelia, ha esortato
tutti a rinnovarsi nei sentimenti e nelle
azioni, affinché dalla visita potesse
nascere un nuovo modo di sentirsi
membra vive del Corpo salvifico di Cristo. Dopo la bella Celebrazione, è
seguito un acceso incontro col Gruppo
Mariano e con il Comitato festa Mediatrice.
L’indomani, dopo la visita agli ammalati, il Vescovo accompagnato dal parroco, è voluto portarsi presso la Caserma
dei Carabinieri “Antonio Marzullo”,
sita in via Ritucci, per una benedizione
alla struttura e alle forze della Fedelissima con le loro famiglie.
Nel pomeriggio, un bell’incontro con i
catechisti e gli alunni delle scuole elementari, ha rianimato la fredda giornata invernale, in attesa di rincontrare,
durante la serata, il gruppo missionario
sentazione al Tempio di Gesù, seguita
dalla Santa Messa animata dai gruppi
Caritas. Al termine, è seguito l’incontro
dei Gruppi Caritas (due nella cittadina)
e dei gruppi di Volontariato della zona
pastorale di Troia-Orsara-Giardinetto.
“La carità è il proprio della testimonianza della fede di ogni cristiano”, ha
ribadito il Vescovo durante il suo messaggio finale ai partecipanti.
Carica di emozioni è risultata essere
anche l’ultima giornata di visita pastorale: domenica 2 febbraio. Dopo le
Sante Messe mattutine, durante il
pomeriggio, alle ore 18, il Vescovo ha
presieduto la Celebrazione Eucaristica
in occasione della Giornata Mondiale
per la Vita consacrata, animata dai religiosi della Diocesi Lucera-Troia.
Mediatrice - 01 febbraio 2014 - Incontro zonale dei Gruppi Caritas e di Volontariato
Consiglio per gli Affari Economici.
Oltre alle visite agli ammalati e sofferenti, non sono mancati momenti di
dialogo personale e di confronto, specialmente durante il pomeriggio di
sabato 1° febbraio 2014.
Molto suggestiva è stata la celebrazione del sacramentale della “Candelora”, nella vigilia della festa della Pre-
Ognuno, rinnovando le promesse battesimali, è stato riconfermato nel proprio mandato apostolico.
Con l’Adorazione Eucaristica, sotto il
manto protettivo della Madonna delle
Grazie, si è potuta chiudere in bellezza
la Visita Pastorale anche in quest’altra
Parrocchia della Città di Troia.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
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marzo 2014 anno VI n. 57 Inserto speciale
San Secondino - 09 febbraio 2014 - Solenne Celebrazione Eucaristica degli anniversari di matrimonio
l’amore di Cristo lo ha spinto a ricalcare
le orme del Vescovo secondino
I l banchetto era pronto, il Re già in
festa, il primo commensale stava per
arrivare.
Una voce: “Vieni, qui, tra noi! Perché
l’amore di Cristo ti spinge a portarci il
Vangelo” (cfr. 2Cor 5,14)!
E così, in una piazza San Secondino gremita, mons. Domenico Cornacchia ha
fatto il suo ingresso nella prima delle
cinque giornate destinate alla Visita
Pastorale nella più giovane comunità
parrocchiale di Troia, di circa tremila abitanti.
Un gesto, altamente significativo, ha
preceduto ogni parola e qualsiasi
applauso: alle ore 18 di mercoledì 5 febbraio 2014, il Vescovo, venuto nel nome
del Signore, Buon Pastore, ha baciato il
Crocifisso e, subito, ha benedetto il suo
popolo. Così sicuramente aveva fatto,
durante il V secolo d. C., anche il glorioso santo Vescovo Secondino, la cui festa
liturgica l’intera comunità parrocchiale si
stava preparando a vivere.
A nome di tutto il quartiere, un giovane
professionista ha dato il benvenuto al
monsignor Vescovo in quella fredda
serata, in un luogo caro a tutti e ormai
divenuto “storico”, ricordando che il
Buon Pastore, “Amore del Padre, attraverso la persona del Vescovo, viene,
visita ed abita il suo gregge, affinché
ogni piccolo gesto quotidiano di ciascuno possa divenire racconto di Dio”!
Una preghiera comune, durante la
solenne Celebrazione Eucaristia di Pentecoste concelebrata da tutti i parroci
della Città di Troia, è stata la pietra
miliare su cui appoggiare ogni gioia,
ogni velata sofferenza, ogni speranza di
quei giorni. Così il parroco, don Donato
Campanaro, ha esordito, ricordando il
pensiero di san Bonaventura, secondo
cui: “Opera Christi non deficiunt, sed
proficiunt”! E il Vescovo, dal canto suo,
durante la riflessione omiletica ha ribadito l’importanza dell’opera di mediazione
scuola dell’Infanzia “Aldo Moro”, per
trasmettere loro il suo sguardo di Padre
tenero e attento; le bocche dei giovani
allievi dell’I.T.C. “Pietro Giannone”,
affinché benedicano sempre la vita e le
sue creature; le mani degli artigiani del
P.I.P. e degli operai delle fabbriche
“Eceplast s.r.l.” e “Confitex Jeans”, per
stendersi e donare un messaggio di speranza alle proprie famiglie. E così, anche
durante gli incontri serali con i ragazzi
calcio a 5 presso i campetti sportivi e
l’incontro di tutti i bambini delle elementari, presso il Centro Giovanile
“Giovanni Paolo II” si preparava il sipario dello “Youth Day: musica, sport e
testimonianze”: tutti i giovani della zona
pastorale, all’ombra del grande Buon
Pastore stilizzato su stoffe intrecciate
come un arcobaleno, sono stati coinvolti
tra testimonianze sportive e brani musicali, per oltre due ore.
Piazza San Secondino - 05 febbraio 2014
Accoglienza del Vescovo
del Paraclito. “Riscoprirsi cristiani”, possono essere le due parole che hanno
sintetizzato il bell’incontro tenutosi successivamente con i giovanissimi e i giovani della parrocchia. Un interrogativo quello sulla fede e sul perché credere lasciato aperto nei cuori dei giovani presenti quella sera e che stava per essere
affidato a tutti i fedeli, proprio durante
le giornate del triduo in preparazione
alla festa di san Secondino Vescovo. E
così, nei tre giorni seguenti, sia nella
meditazione durante la recita comunitaria delle Lodi, che nell’omelia della Messa vespertina, animata dai vari gruppi e
movimenti ecclesiali parrocchiali, non è
mai mancato il richiamo alla “gioia di
credere”, al mistero della “perfetta letizia” che si consuma ogni giorno della
nostra esistenza. Quasi come se l’amore
di Cristo, in quei giorni, avesse proprio
spinto mons. Cornacchia a ricalcare le
orme di san Secondino, il quale ancora
oggi è messaggero della Rivelazione cristiana, come riportato in quel breve versetto che tiene stretto nella mano
destra: “Ego sum Pastor bonus, cognosco oves meas”!
La prima delle tre magnifiche giornate è
stata forse la più ricca di emozioni. Il
Buon Pastore ha così visitato il suo gregge, abitando: gli occhi dei piccoli della
San Secondino - 05 febbraio 2014 - Incontro con i giovanissimi
Centro Giovanile Giovanni Paolo II - 08 febbraio 2014 - Incontro con i ragazzi della scuola elementare
della scuola media e i catechisti, per
offrire la sua pace.
Il primo venerdì e sabato di mese (giorni
7 e 8), il messaggio si faceva concretezza, proprio su quei letti di dolore, presso
i quali il Vescovo si è recato con il parroco per pregare e ricordare che proprio
nella sofferenza della Croce fu dato il
messaggio d’amore più grande di tutta
la storia.
Ma gli incontri ancora non terminavano:
dopo i catechisti, è stato il turno dei due
gruppi di preghiera, della Caritas parrocchiale, dell’Anspi Elpis, del gruppo
famiglie. Tutti, poi, riuniti ai piedi dell’ostensorio del Sole Eucaristico, prima
fonte di ogni azione pastorale in parrocchia. L’adrenalina cresceva e, nel primo
pomeriggio di sabato 8 febbraio, dopo
il calcio d’inizio partita di campionato di
Apertura dell'incontro zonale "Youth Day"
dell'8 febbraio 2014
Una festa grandiosa che preparava
all’ultima grande: quella del banchetto
domenicale del 9 febbraio, festa di San
Secondino vescovo. Due Sante Messe,
la prima con la presentazione dei cresimandi al Vescovo e la seconda con il
ricordo degli anniversari di matrimonio e
la benedizione dei coniugi.
Nel pomeriggio, dopo l’incontro con il
Consiglio Pastorale Parrocchiale e quello per gli Affari Economici, mentre i policromi tulipani al “trono della Parola” si
schiudevano, durante la celebrazione
dei secondi Vespri domenicali, ogni
operatore pastorale veniva “mandato”,
affinché l’amore di Cristo spingesse
anche loro a portare, nelle periferie di
quel quartiere, il Vangelo!
Piergiorgio aquILInO
06 febbraio 2014, Visita alle fabbriche del P.I.P.
Tutte le foto dell’inserto sono di P. Aquilino.