€1,20* ANNO 136- N˚ 346 ITALIA Edizione Nazionale Sped. Abb. Post. legge 662/85 art.2/19 Roma Venerdì 19 Dicembre 2014 • S. Berardo Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT IL GIORNALE DEL MATTINO Il libro Ecco i sonetti “religiosi” di Belli, bigotto e mangiapreti La sentenza La Corte Ue: «L’ovulo umano può essere brevettato» Gli anticipi Zeman non ferma la Juve: 3-1 Domani la Roma aspetta il Milan Sala a pag. 25 Arcovio a pag. 16 Servizi nello Sport Gli Usa e l’embargo Cuba, la scelta di Obama per evitare l’isolamento Mario Del Pero A ccuratamente preparato e discusso, l’annuncio di Barack Obama e Raul Castro ha nondimeno sorpreso. Pochi si aspettavano un’azione così incisiva e coraggiosa, da ambo le parti, e l’avvio di un percorso che, per quanto destinato a incontrare numerosi ostacoli, appare oggi ineluttabile. Ma perché Obama ha deciso proprio ora di riaprire le relazioni diplomatiche con Cuba e di allentare, laddove possibile, l’embargo economico nei confronti dell’isola? Quali sono le condizioni che hanno permesso questa decisione e quali le possibili conseguenze? Gli obiettivi, innanzitutto. Con questa iniziativa Obama facilita l’uscita dall’isolamento non solo di Cuba ma degli stessi Usa. Sempre più soli nel mantenere una politica di rigidità ed ostracismo verso Cuba e sempre più criticati dal resto della comunità internazionale. L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato più di venti risoluzioni nelle quali si chiede la fine dell’embargo statunitense contro L’Avana. L’ultima di queste risoluzioni risale a poche settimane fa ed è stata votata da 188 dei 193 membri dell’Assemblea. A questo isolamento politico è corrisposto, nell’ultimo ventennio, un crescente isolamento economico: laddove Cuba si apriva agli investimenti stranieri, essa continuava a rimanere in larga misura off-limits per quelli statunitensi. Ciò avveniva in un contesto regionale nel quale l’influenza e il peso degli Stati Uniti diminuivano rapidamente. Continua a pag. 24 Flessibilità, la Ue delude l’Italia Via al piano Juncker di investimenti, ma niente scorporo dal deficit. Renzi promette battaglia Manovra, sanzioni per gli enti locali che non tagliano le partecipate. Oggi maxi-emendamento ` ` La Lisi si è spenta a Roma. Aveva 78 anni Addio Virna l’antidiva L’attrice La donna Una grande bellezza Usciva da una torta portata con ironia me ne innamorai Giuseppe Tornatore Carlo Vanzina V N irna Lisi aveva una serie di qualità forse uniche in un’attrice del suo rango. La semplicità. La leggerezza. Continua a pag. 24 el buio del cinema Barberini m’innamorai della donna più bella del mondo: Virna Lisi. Usciva da una torta. Continua a pag. 24 Ferzetti e Urbano alle pag. 26 e 27 BRUXELLES L’Europa non cede sulla flessibilità: la partita viene rinviata al nuovo anno. Dal vertice europeo arriva il via al piano di investimenti da 315 miliardi. Ma diversi punti restano irrisolti. Ad esempio, non viene chiarito in che misura e in che modo gli investimenti nazionali del piano Juncker possano restare fuori dal calcolo del debito. Oggi al Senato maxi-emendamento sulla manovra. Tra le ultime novità, sanzioni per i dirigenti degli enti locali che non tagliano le società partecipate. Cifoni e Conti alle pag. 2 e 3 V ph.Mauro Puccini ia Teulada, viale Mazzini, via Carlo Engri e tutti gli altri bar interni alla Rai: ben dieci intestati fittiziamente all’ingegnere civile Giuseppe Ietto, titolare della Unibar, Unibar 2 e Venti punto dodici. Tre società che, secondo gli inquirenti, Ietto usava in quanto prestanome di Massimo Carminati, il vero gestore dei locali interni alla tivù di Stato, oltre che di quelli interni al Ptv del policlinico di Tor Vergata. È lo stesso ingegnere a fornire la cifra al gip e ai pm. A pag. 10 Menafra a pag. 11 Napolitano conferma il suo addio «Imminenti le mie dimissioni» Nino Bertoloni Meli L e dimissioni di Giorgio Napolitano sono «imminenti». L’aggettivo lo ha usato il Presidente davanti agli ambasciatori stranieri al Quirinale per gli auguri natalizi. A pag. 6 Auto blu, la beffa dei tagli ne restano mille di troppo Ministeri, arriva il decreto fermo da mesi alla Corte dei Conti ` ROMA In primavera il governo aveva annunciato, varando un decreto ad hoc, il drastico taglio delle auto blu ministeriali: non più di cinque per amministrazione. In tutto farebbero 93, compresa quella di Matteo Renzi. Peccato che ad oggi ne restino mille di troppo. La prima sforbiciata è stata modesta anche per via dei contratti di affitto delle vetture che non conviene far saltare. Ora però al ministero della Funzione Pubblica annunciano un’accelerazione perché finalmente è arrivato il decreto attuativo. I risparmi 2015 ammonteranno a 43 milioni. Pirone a pagina 5 Mafia Capitale, i bar della Rai tutti nelle mani di Carminati Valentina Errante e Cristiana Mangani Il futuro del Colle IL SEGNO DEL CANCRO PUNTA SULLA FAMIGLIA Buongiorno, Cancro! Alle porte dell’inverno, stagione che non giunge sempre gradita al vostro segno estivo, ma quest’anno le opposizioni non saranno forti come nel passato. Non createvi inutili problemi. Vivete il transito della Luna in Scorpione, come se fosse il canto di una sirena innamorata. Saturno rende forti i legami con la famiglia. Auguri. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’oroscopo a pag. 35 La proposta Il caso Capaldo: i partiti siano finanziati dai singoli cittadini Buco milionario i frati francescani rischiano il crac Mario Ajello Franca Giansoldati «S D iano i cittadini a finanziare i loro partiti», dice Pellegrino Capaldo in un’intervista al Messaggero: «Servono micro contributi defiscalizzati». A pag. 6 i questa brutta pagina San Francesco non ne andrebbe di certo orgoglioso. Lui che si è spento consegnando ai suoi confratelli regole ben precise. A pag. 15 10 Primo Piano Venerdì 19 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Mafia Capitale «I bar della Rai tutti nelle mani di Carminati» Da via Teulada a Viale Mazzini, viene a galla il business dell’ex Nar. Trovata la cassaforte segreta della coop di Buzzi ` LE INDAGINI ROMA Via Teulada, viale Mazzini, via Carlo Engri e tutti gli altri bar interni alla Rai: ben dieci, intestati fittiziamente all’ingegnere civile Giuseppe Ietto, titolare della Unibar, Unibar 2 e Venti punto dodici. Tre società che, secondo gli inquirenti, Ietto usava in quanto prestanome di Massimo Carminati, il vero gestore dei locali interni alla tivù di Stato, oltre che di quelli del Ptv del policlinico di Tor Vergata. È lo stesso ingegnere, cancellato dall’Ordine perché già finito nei guai per corruzione a un pubblico ufficiale di Nola, a fornire la cifra al gip e ai pm durante l’interrogatorio di garanzia. Unico dato che riferisce perché, poi, si avvale della facoltà di non rispondere. La ricostruzione dei carabinieri del Ros lo vede al centro del giro di fatturazioni false, alle quali attingeva una parte dell’economia dell’intero clan. Diventa ogni giorno più importante, invece, la collaborazione con la giustizia di Nadia Cerrito, segretaria e factotum di Salvatore Buzzi. Dopo le prime rivelazioni e ammissioni, un paio di giorni fa la donna ha svelato un altro segreto della coop 29 giugno: ha permesso ai carabinieri del Ros di trovare una cassaforte che era ben nascosta dietro un mobile della sede di via Pomona. IL RITROVAMENTO All’interno, 23 mila euro in contanti, sulla cui provenienza Cerrito sta continuando a dare spie- PANZIRONI SUI SOLDI ALLA FONDAZIONE NUOVA ITALIA: «GLI IMPRENDITORI PAGAVANO TUTTI A DESTRA E SINISTRA» gazioni ai magistrati. Negli stessi uffici, quando è scattato il blitz era stata trovata anche un’altra cassaforte, con all’interno solo 7 mila euro. Con molte probabilità quella tenuta finora nascosta serviva a occultare buste contenenti denaro per le mazzette. È sempre la segretaria, assistita dall’avvocato Bruno Andreozzi, a rivelare agli inquirenti come il denaro venisse suddivise e a chi corrispondessero quelle sigle indicate in due libri-agenda, uno rosso e uno nero. Nel frattempo, mentre proseguono le indagini, emergono diversi particolari dai verbali di interrogatorio degli indagati, resi nei giorni successivi all’arresto. Cerrito sembra essere, al momento, l’unica “fonte” all’interno del clan, mentre il resto del gruppo pare arrampicarsi in difese improbabili, avendo difficoltà ad ammettere persino lo stato civile. L’ex ad dell’Ama Franco Panzironi nega persino quella che per gli investigatori, è più di un’evidenza: ovvero il passaggio della presunta mazzetta di 15 mila euro che è stata anche filmata. I VERBALI Gli viene chiesto di spiegare da dove sono arrivati quei 265 mila euro regolarmente registrati e versati dalle coop di Buzzi alla fondazione Nuova Italia, presieduta da Gianni Alemanno, di cui è stato segretario. Nel tentativo di non rispondere, l’ex manager cerca di perdere tempo e confondere le idee. Il pm gli chiede: «Chiedo scusa, lei ha detto delle cooperative rosse, giusto?». E lui: «Lo disse Alemanno». «Sì, ma - insiste il magistrato - i soldi sarebbero stati versati alla fondazione dopo le assegnazioni dei lavori...Aspetti un attimo, parliamo di questa cosa: se Buzzi apparteneva all’anima di sinistra perché pagava la fondazione Nuova Italia dove c’era dentro Alemanno?» E Panzironi: «Veramente lo ha fatto sempre, Alemanno, pure prima e non lo ha fatto tramite me...Buzzi pagava come tutti gli imprenditori romani...pagano sia a destra che a sinistra, probabilmente è una questione di relazioni». L’ex ad di Ama prova a dare anche una lettura politica dei “versamenti”: «Dopo la caduta dei partiti sono nate le fondazioni che sono dei centri di aggregazione socio-culturali». Il pm insiste sull’argomento: «Ma qual è la ragione per cui si versano queste cifre?». «Forse un malcostume conclude l’indagato - Però è così». Valentina Errante Cristiana Mangani © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervento della Corte dei Conti: «Siamo pronti a chiedere i danni» `Il presidente Squitieri diritto interno e nel diritto inter- giferare nel modo più compiuto e «Dobbiamo recuperare i fondi sperperati» nazionale», a cura di Paola Severino, prorettore vicario dell’Università Luiss, e di Angela Del Vecchio, ordinario Luiss di diritto internazionale. IL CONVEGNO IERI E OGGI ROMA Mafia Capitale ha minato non soltanto l’economia ma anche l’immagine della ”res publica” romana. Un danno su cui - assicura il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri - «interverremo pesantemente nei limiti delle nostre competenze. Ci occuperemo di recuperare quello che è stato sperperato. Quanto è accaduto a Roma è di una gravità inaudita: il danno, anche in termini di immagine, difficilmente si può misurare». Che l’intervento della magistratura contabile si affianchi a quello della procura guidata da Giuseppe Pignatone è inevitabile. L’annuncio assume però un maggiore peso se arriva nel corso di un convegno, al Senato, dedicato alla presentazione del volume «il contrasto alla corruzione nel L’EX MINISTRO SEVERINO «CORRUZIONE ENDEMICA LA LEGGE C’È, MA QUESTA BATTAGLIA NON PUÒ ESSERE VINTA SOLO DAI GIUDICI» EX GUARDASIGILLI Paola Severino La sala Zuccari, a palazzo Giustinani, è quella delle grandi occasioni: parlamentari e giuristi cui il presidente del Senato Piero Grasso, nel suo indirizzo di saluto, ricorda: «La questione della corruzione in Italia è un fenomeno attuale da decenni, che non ha trovato finora soluzioni efficaci e sistemiche sul piano repressivo e preventivo». L’auspicio è che la politica colga «l'occasione per le- coerente». La domanda posta ai relatori, tra cui il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli, è quasi scontata: dopo i recenti scandali Mose, Expo e, da ultimo, Mafia Capitale, la legge anticorruzione del 2012 ha già bisogno di un ”tagliando”?. Paola Severino, ministro della Giustizia ai tempi del varo della legge che porta il suo nome, premette: «dopo tangentopoli, che si legava al finanziamento illecito ai partiti, c'è stata una fase di grande silenzio e anche l'illusione che i mezzi penali potessero bastare da soli a risolvere il problema». Che non sia così è sotto gli occhi di tutti. Ma, soprattutto, «se ai tempi di tangentopoli la corruzione era apicale e riguardava i vertici di partiti e imprese, oggi - sottolinea - è invece di più basso livello ma più estesa, al punto da far penare di essere diventata endemica. La fedeltà alla pubblica amministrazione ora si tradisce per pochi soldi». LE NUOVE NORME La legge del 2012 per la prima volta ha messo assieme la prevenzione (attraverso nuovi modelli di trasparenza e di semplificazione nella Pa) a nuove sanzioni penali. «La legge c’è - afferma l’ex Guardasigilli -. Alcuni fatti sono antecedenti all’entrata in vigore della legge. Inoltre, come ha anche rilevato la banca mondiale, quando si approntano riforme strutturali serve tempo. Bene ha fatto il ministro Orlando ad aver istituito un osservatorio per il monitoraggio delle più recenti riforme. Ma la battaglia contro la corruzione non può essere vinta solo dai giudici. Servono prevenzione, educazione e cultura della legalità». C.Man. © RIPRODUZIONE RISERVATA zoppini.it Alice e Alberto Gilardino hanno scelto di devolvere il loro compenso agli ospedali pediatrici Meyer di Firenze e Gaslini di Genova. 11 Primo Piano Venerdì 19 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it L’omicidio del cassiere di Mokbel cinque arresti, c’è anche una donna Chiuso il cerchio attorno alla banda che ha ucciso `Il mandante sarebbe l’estremista di destra Denaro il broker Silvio Fanella durante un tentato rapimento la frase per l’ok al blitz: «Quand’è la festa di nonna?» ` L’INCHIESTA ROMA C’era chi procurava i documenti falsi, chi si occupava della fuga all’estero. C’era il braccio operativo e chi ha organizzato l’agguato per ottenere la propria fetta di un tesoro sparito nel 2010 e del quale c’è ancora chi reclama la propria parte. Con gli arresti di ieri si chiude il cerchio attorno agli autori del rapimento finito in omicidio di Silvio Fanella, avvenuto lo scorso 3 luglio. Su richiesta del procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini sono state arrestate quattro persone, più una donna ai domiciliari: nell’elenco spicca il nome dell’estremista di destra Emanuele Macchi di Cellere (arrestato già due mesi fa mentre era latitante in Francia) ma anche quello di Gabriele Donnini, Il Canuto, l’ex picchiatore temuto perfino dal Nero «Quello è uno pericoloso» IL PERSONAGGIO ROMA Aveva partecipato alla truffa Telecom Sparkle e voleva una parte del fantomatico tesoro di Gennaro Mokbel, rintracciato finora solo in piccola parte (Fanella aveva alcune buste di diamanti, nascoste nella casa in campagna). La chiave del rapimento finito nell’omicidio ideato da Manlio Denaro la spiega in una intercettazione ambientale Massimo Carminati, all’indomani della sentenza di assoluzione per Silvio Scaglia, un anno e mezzo fa. Mokbel, dice ”il Nero” deve ancora dare a Denaro la sua parte di soldi: «Non glieli darà mai… Manlio gli sputa in faccia a Gennaro… gli dice “cosa vuoi?”... questo è un altro pezzo di… questo è peggio di quell’altro è… dopo un po’ uno se le scorda le cose». Da come ne parla Carminati, si capisce che Manlio Denaro è un tipo pericoloso persino per lui. Legato all’ex picchiatore fascista Le- SECONDO CARMINATI DENARO DOVEVA ANCORA PRENDERE MOLTI SOLDI DA MOKBEL: «NON GLIELI DARÀ MAI» Manlio Denaro, ideatore del rapimento di Fanella le Macchi, col quale avrebbe ideato il rapimento, nel pezzo di vita che conduce alla luce del sole, Denaro è conosciuto nella Roma nord di Massimo Carminati perché per anni è stato proprietario della palestra Flex Appeal, in via Marco Besso, la stessa dove si è formato Riccardo Brugia, considerato dagli inquirenti il braccio armato dell’organizzazione di Massimo Carminati. Lo conoscono anche in qualche ambiente legato allo spettacolo, visto che sua moglie è la figlia di ”Bud Spencer” Carlo Pedersoli. «MI FANNO FUORI» Se il rapimento finito male è stato pensato da pochi, dalle intercettazioni raccolte dalla Dda di Roma si capisce che quello che è in gioco è un vero e proprio scontro tra bande della mala nera romana. Divisa, dilaniata, dalla lotta per riprendersi il tesoro di Mokbel. Ne parla anche Lele Macchi, una volta in carcere. «Ma che so scemi questi...io porto i soldi, faccio la congiura, volete eliminarmi qua? (...) Io penso che veramente è un complotto, pure a loro gliel'hanno ordinato quelli là di Mokbel a farla questa cosa qua...», dice lamentandosi del comportamento dei suoi difensori con la moglie e ipotizzando che persino loro possano essere stati condizionati. Macchi di Cellere, fermato in Francia per traffico di stupefacenti, teme che qualcuno possa collegarlo al rapimento finito in omicidio. La donna cerca di tranquillizzarlo: «Ha detto Raimondo (Bertoncelli, altro ex camerata, ndr) ”so tutti terrorizzati, non si può più parlare con nessuno, hanno detto che mettono i trasponder sotto le macchine” - dice Rita vabbè, fanno le indagini, lo sapevamo, che è cambiato?...dico chi è che sparge sto terrore a Roma?». E quindi la donna ripete: «Dice ”eh, i soliti...”...dico ”dì” perché un conto è questo (si copre con la mano l'occhio destro alludendo a Massimo Carminati annota la polizia)». Più avanti Macchi di Cellere commenta: «...tutti mokbelliani». Gli arresti dell’ultimo mese potrebbero aver cambiato gli equilibri. Ma per chi è rimasto fuori il segnale è chiaro: quel tesoro maledetto è ancora nascosto. Sara Menafra © RIPRODUZIONE RISERVATA noto tatuatore romano. Assieme a Macchi, il mandante del rapimento finito con la morte del tesoriere di Gennaro Mokbel, Fanella, sarebbe però Manlio Denaro, processato insieme agli presunti autori della truffa Telecom Sparkle, in quanto socio della i.Globe e prestanome di Carlo Focarelli, ritenuto dagli inquirenti l’ideatore della maxi frode da 365 milioni di euro nei confronti del fisco. Stando alla ricostruzione messa insieme dagli uomini della Squadra mobile di Roma, guidata da Renato Cortese, Manlio Denaro avrebbe ideato il rapimento e scelto gli uomini a cui affidarsi. Per la parte operativa, il ”canuto” voleva al suo fianco Egidio Giuliani, negli anni ’70 talento logistico dello spontaneismo armato di estrema destra. E quest’ultimo sceglie a Novara, dove da anni gestisce la cooperativa di ex detenu- ti Multidea, il resto del commando: Roberto Ceniti, ferito nel corso del rapimento e arrestato immediatamente, e Giuseppe Larosa, ex detenuto. L’OPERAZIONE E’ una coincidenza, a dare agli investigatori l’input decisivo. L’11 giugno 2014, Manlio Denaro chiama Egidio Giuliani proprio dalla cabina telefonica di via Flaminia Vecchia 732, la stessa che usa il boss di Mafia capitale Massimo Carminati per gestire i suoi uomini. E in quella telefonata si parla dell’operazione da organizzare, la «festa della nonna». Denaro: «Telefonavo per sapere quando era la festa di nonna»; Giuliani: «Quando è la festa di nonna..senti ascolta..il 26!»; Denaro: «..il 26..»; Giuliani: «Io però vengo due giorni prima...Il ristoratore è lì per fare la festa alla nonna. Io il 24 scendo Uno degli arrestati copre il volto NELLE INTERCETTAZIONI SPUNTA CARMINATI: USAVANO LA STESSA CABINA TELEFONICA IL QUARTIER GENERALE IN UNA PIZZERIA giù e ci vediamo»; Denaro: «Ho rimediato anche tutti i regalini quelli che tu non avevi». Il ristoratore in questione, scrive il gip Bernadette Nicotra, non è stato identificato, ma sta di fatto che ieri, contemporaneamente agli arresti è stato perquisito il ristorante Ponte Mollo, di Mario Zurlo (non indagato), popolarissima trattoria del quartiere Ponte Milvio. E qui c’è una seconda coincidenza che porta a Carminati, visto che il ”nero” avrebbe trasformato questa pizzeria nella sua base logistica. Per rapire Fanella, Denaro si dota di una base logistica. Gabriele Donini si sarebbe occupato di trovare i documenti falsi per la fuga di Giuliani e Macchi di Cellere in Francia. Carlo e Claudia Casoli avrebbe fornito la Fiat Croma rubata, utilizzata dal commando. Sa. Men. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronacadi Roma [email protected] www.ilmessaggero.it Venerdì 19 Dicembre 2014 15ºC 6ºC Il Sole Sorge 7.32 Tramonta 16.41 La Luna Sorge 4.28 Cala 14.53 Gli uffici della Cronaca sono aperti dalle 11 alle 20, via del Tritone, 152, 00187 Roma T 06/4720224 - 06/4720228 F 06/4720446 La storia Tutte le lettere dei bambini a Babbo Natale: «Basta guerre» Il progetto Con 340 luci ad alta efficienza San Pietro diventa green L’evento Argentero e Brumotti: alla Luiss festa di acrobazie Mozzetti a pag. 53 Panarella a pag. 45 Tocchi a pag. 55 Nuova giunta, il nome che scotta Truffe record agli anziani ecco il piano `Negli atti di Mafia Capitale i commenti su Maurizio Pucci: «Un ladro, rubava per il partito» dei carabinieri È candidato ai Lavori pubblici. Il Campidoglio: «È in regola». La Regione sblocca gli appalti ` C’è una nuova gatta da pelare nell’inchiesta Mafia capitale. Nelle intercettazioni della scorsa primavera, si parla (e molto male) anche di Maurizio Pucci, dirigente di Ama e candidato a entrare in giunta con la delega dei Lavori pubblici. Sebbene Pucci non risulti nella lista degli indagati, risulta confermato che è di lui che parla Salvatore Buzzi. Intanto, nessun appalto della Regione è stato assegnato alle imprese coinvolte nell’inchiesta. Lo ha detto Nicola Zingaretti, che nei giorni scorsi aveva sospeso tutte le gare. Evangelisti e Menafra a pag. 39 Decoro. Il Tar: via gli ambulanti dai Fori Regione L’Irpef aumenta, ma solo per i redditi alti Il tetto è 35.000 euro Irpef, l’aliquota regionale sale di un altro punto. Il bilancio di previsione 2015, la cui discussione in consiglio regionale comincerà lunedì, conferma l’aumento che va ad aggiungersi a quello dello 0,6 scritto nel bilancio 2014. Si amplia però la platea delle esenzioni: pagheranno la super aliquota del 3,33 coloro che hanno un reddito oltre i 35 mila euro annui. a pag. 45 Il tatuatore dei vip falsificò i documenti del commando `Delitto Altre accuse alla biologa che scambiò gli embrioni Fanella, Gabriele Donnini arrestato con i presunti killer E’ finito in manette Gabriele Donnini, il tatuatore dei vip. Il cinquantenne romano, prima d’essere arrestato perché coinvolto nell’omicidio Fanella, ha tatuato croci, draghi, cuori, serpenti, indiani, delfini e nomi di donne sul corpo di tanti vip e sconosciuti. Dagli arabeschi su Roberto D’Agostino al gladiatore intento a sgominare gli avversari sulla spalla destra di Francesco Totti. Di lui i magistrati ora tratteggiano un ritratto inquietante: militante dell’estrema destra romana fin dagli anni ’80 insieme tra gli altri a Emanuele Macchi di Cellere». Laureato in architettura, sposato e padre di un figlio, Donnini, che non ha mai avuto problemi con la giustizia, è amico d’infanzia del terrorista nero Antonio D’Inzillo. Troili a pag. 41 Commercio Saldi dal 3 gennaio la ricetta anti-crisi AltaRoma, pochi fondi le sfilate sono a rischio A rischio le sfilate di AltaRoma di gennaio. I finanziamenti sono stati ridotti e il Comune vuole uscire dalla società. a pag. 47 I saldi invernali cominciano prima. Ieri anche il Lazio, come le altre regioni, ha deciso di anticipare le svendite a sabato 3 gennaio. Lo shopping di Natale sta andando male, i consumi non decollano e i negozi di abbigliamento e scarpe (che sui saldi invernali basano il 30% del fatturato) sperano in un impulso. In questo modo le vendite prenderanno avvio di sabato sfruttando l'onda positiva del fine settimana. a pag. 47 Abusivi vendono borse a piazza Navona (FOTO TOIATI/CAPRIOLI) Scempio a piazza Navona gli abusivi dettano legge Larcan e Marani a pag. 43 Maria Lombardi «Pietà, sono un monumento non un wc» Roma è sporca, una rovina, la Storia offesa. E si va avanti così, tra le macerie, aspettando un miracolo. @masechi S ono un monumento non sono un wc». E che, non si vede? Gentili ignoranti, egregi vandali, illustri barbari: voi che quando vi scappa non guardate più lontano di un centimetro e ve ne infischiate se avete davanti un albero, un muro, un marciapiede, un'opera d'arte. Sappiate, qualora non ve ne foste accorti, che state offendendo con i vostri maleodoranti bisogni non una pietra qual- siasi - e nemmeno quello si dovrebbe - ma una colonna del dodicesimo secolo. Pietà, vi implora adesso, pietà. Ha visto e tollerato tanto, sputi compresi. Ma tutta questa pipì l'indigna e la rovina. Chissà se il cartello appeso lì riuscirà a difenderla da chi si ostina a trattarla come una toilette. «Sono un monumento», ricorda la colonna. E se questo ancora non bastasse, alzate un poco gli occhi - cari maleducati - per capire dove vi trovate. Ci avevate mai fatto caso? Pare di no, siete davanti alla chiesa di San Cosimato, a Trastevere, quel marmo con le scanalature sorregge, insieme ad un altro pila- Dal finto avvocato dell’Inps al Babbo Natale che è in realtà un rapinatore: gli anziani specie quelli che vivono da soli- sono sempre più nel mirino della microcriminalità. In una sola settimana ben 150 hanno chiesto aiuto al 112. Un fenomeno in aumento che ha indotto il comando provinciale dell’Arma a predisporre una intensificazione dei controlli sul territorio con particolare attenzione alla popolazione anziana. «Qualcuno chiama anche perchè si sente solo» spiegano i carabinieri che non si sottraggono neanche a questo genere di richieste d’aiuto. De Risi a pag. 49 stro identico, il piccolo portico da dove un tempo si accedeva al convento. Ora l'ingresso è chiuso, così in tanti si appartano calpestando con un gesto solo storia bello e sacro. L'odore è di quelli che fanno affrettare il passo. Ci ha pensato un’associazione di cittadini a far parlare con quel cartello il portico di Trastevere. Avessero voce tutte le antichità scalinate, balaustre, fontane - ve ne direbbero così tante, amici zozzoni, che finalmente imparereste a distinguere un monumento da un wc. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Di nuovo nell’occhio del ciclone la biologa del Pertini che fu al centro dello scandalo per uno scambio di embrioni. È ora sospettata di aver scritto il falso su un documento riguardante degli ovuli: è accusata di falsità ideologica. Avrebbe sottoscritto insieme a un collega, anche lui denunciato, di aver proceduto alla distruzione di tre ovuli perché «non idonei». Ma erano gli ultimi rimasti in conservazione. Nei controlli successivi però gli ovuli, appartenenti a tre aspiranti mamme diverse, erano risultati perfettamente conservati. Un errore che si somma al precedente scandalo per il quale il centro del Pertini fu chiuso per poi essere riaperto. Pierucci a pag. 49 38 Venerdì 19 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Marino e Pecoraro separati in casa: saltano pure gli auguri `Entrambi erano a Palazzo Valentini, ma non si sono incontrati il sindaco ha ignorato il ricevimento di fine anno a casa del prefetto LO SCONTRO Li divide un piano, che sembra una trincea istituzionale. Il sindaco Ignazio Marino partecipa ai lavori della città metropolitana a Palazzo Valentini, approva il nuovo statuto dell’ente (con l’elezione diretta del sindaco) e si occupa per gran parte del pomeriggio del futuro dei dipendenti della ex Provincia a rischio taglio e quindi agitatissimi. Il tutto mentre sopra, al primo piano, nel suo appartamento, il prefetto Giuseppe Pecoraro e signora ricevono amici, vip e autorità istituzionali (dal procuratore Giuseppe Pignatone al ministro Angelino Alfano) per il consueto scambio di auguri natalizi. A cui il sindaco Marino alla fine non partecipa. «Impegni istituzionali». In effetti la scusa c’è tutta: il chirurgo dem si attacca al telefono con Palazzo Chigi ma anche con i sindaci di altre città metropolitane - Giuliano Pisapia di Milano, Dario Nardella di Firenze e Virginio Merola di Bologna - per studiare un emendamento salva dipendenti delle ex province. Poi stanco, dopo una giornata impegnativa, lascia Palazzo Valentini e se ne va a casa. E quindi non sale al primo piano con tanti saluti al protocollo. Sicché i duellanti, Pecoraro e Marino, non si incontrano. E nemmeno per fare finta di scambiarsi gli auguri o di incrociare i calici per il cin cin. Niente. Nemici come prima. IL FRONTE Il gelo continua. Perché? Si fa presto a raccontare l’ultimo round: l’invio dei commissari prefettizi in Campidoglio per setacciare la macchina amministrativa a rischio infiltrazioni, il sindaco che tira in ballo Pecoraro sull’incontro con Buzzi e sulla gestione dei campi rom all’epoca Alemanno, l’inquilino di Palazzo Valentini che ricorda al sindaco come l’invio dei commissari derivi dal fatto che l’amministrazione è stata toccata, a livello di indagati, dall’inchiesta su Mafia Capitale e quindi rimane il rischio scioglimento del Comune. Ah, certo nemmeno Matteo Orfini, il qualità di commissario del Pd di Roma, ha partecipato al brindisi organizzato da chi «fa più interviste di Salvini», per dirla con il tweet di @orfini. Una distanza quella tra i democrat romani e Pecoraro che non comprende però Nicola Zingaretti. Il governatore ha disertato l’appuntamento, ma in mattinata ha chiamato il prefetto per gli auguri, salvo mandare Maurizio Venafro, capo di gabinetto, al ricevimento. In rappresentanza del Campido- CITTÀ METROPOLITANA OK ALLO STATUTO: ELEZIONE DIRETTA DEL PRIMO CITTADINO, NUOVO INCARICO PER MARCO GIRELLA glio Rossella Matarazzo, delegata alla sicurezza. Per tutta la durata del party nessuno dei presenti, da Gianni Letta a Nancy Brilli, ha scommesso su una visita a sorpresa del sindaco. Che intanto continua a lavorare sulla futura giunta. Attesa «sotto l’albero di Natale». L’annuncio tra lunedì e martedì. Di ieri invece la notizia dell’ok allo statuto dii Città metropolitana: elezione diretta del sindaco e dei consiglieri, creazione di zone omogenee in cui si raggrupperanno i Comuni e rafforzamento dell'autonomia dei Municipi della Capitale. Intanto, anche la comunicazione del Campidoglio registra un cambiamento. Il capo ufficio stampa Marco Girella (124.910 euro lordi all’anno) coordinerà i rapporti tra media e municipi. Il posto del giornalista bolognese potrebbe essere ricoperto da Roberto Roscani, ex portavoce di Veltroni, attuale collaboratore dell’assessore Giovanna Marinelli, già responsabile della comunicazione di Bettini alle ultime europee. Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA Una vecchia stretta di mano tra Giuseppe Pecoraro (a sinistra) e Ignazio Marino «Tifosi, vigilate sulle assenze in aula» ma è bufera sull’appello del sindaco CASO TOR DI VALLE La delibera sullo stadio a Tor di Valle non decolla perché la maggioranza nutre ancora dubbi sull’opera? E allora il sindaco chiama a raccolta i tifosi della Roma affinché lunedì prossimo, giorno dell’atteso voto sullo stadio, «sollecitino i consiglieri in modo che partecipino a questa importante decisione che è così sentita dalla nostra città». Insomma, la scena potrebbe essere questa: i capi della Curva Sud Iniziativa all’Auditorium Marchini, in 2.000 per gli auguri di buon Natale Duemila persone hanno gremito l'Auditorium di via della Conciliazione per la manifestazione organizzata dal movimento fondato due anni fa da Alfio Marchini per gli auguri di un buon Natale. «In questi mesi abbiamo mantenuto i nostri impegni, che è l'unica risposta alla speranza che sempre più romani ci onorano di ricevere», le parole di Marchini. All’incontro ha partecipato gente comune, infatti non c'era nessun politico. La folla all’Auditorium mentre ascolta Alfio Marchini che marcano a vista i consiglieri del Pd o di Sel affinché rimangano incollati sugli scranni per votare la delibera di pubblica utilità. Altrimenti? Meglio non chiederselo. Dunque, visto che i partiti sono in crisi - specie quello dei democrat - adesso tocca ai tifosi della Magica dettare i tempi dell’assemblea? Sembra strano, ma questo dice Marino, intervenendo in diretta su Radio Radio. L’uscita del sindaco non piace alla maggioranza, che ci mette un batter d’occhio a rispondergli. A nome di tutti parla il capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo: «Raccolgo l'invito del sindaco ai tifosi non per sollecitare i consiglieri - commenta - ma per venire a festeggiare insieme con chi lavora per il bene comune». In privato c’è qualche consigliere che, ulcerato, commenta l’uscita di Marino così: «Si era visto di tutto, ma un sindaco che ci aizza contro la curva mai!». La polemica monta. Anche perché da quando è scoppiata l’inchiesta su Mafia Capitale Marino ha ribaltato i rapporti di forza con la maggioranza, che viene a conoscenza delle decisioni cruciali solo dalle agenzie e che non tocca palla. Si rischia dunque qualche fallaccio. E allora è di nuovo Marino a spiegarsi meglio: «L'assemblea capitolina in questi giorni sta lavorando intensamente - aggiunge -, e in piena au- tonomia, a questo progetto sotto la guida del Presidente Valeria Baglio. Sono sicuro che con il contributo dei consiglieri di maggioranza e di opposizione a breve raggiungeremo questo obiettivo». Meglio? Diciamo di sì. Anche se dal centrodestra attaccano: «Un sindaco che si appella alla curva dello stadio per fare pressing sulla sua latitante maggioranza è un politico patetico e disperato», tuona il senatore di Ncd Andrea Augello. I DOCUMENTI Non si sa se con i fumogeni o meno, ma lunedì dovrebbe essere il grande giorno, dopo tante sedute a vuoto. Prima dell’approvazione della delibera sulla pubblica utilità dello stadio, c’è un altro ostacolo da superare: 120 ordini del giorno e 163 emendamenti (una decina di Pd-Sel), da votare uno a uno. A suon di olè. S. Can. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INVITO DOPO L’ENNESIMO RINVIO PER IL VOTO SULL’IMPIANTO PANECALDO (PD) «NO AI SOLLECITI» 39 Venerdì 19 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Nuova giunta, candidato già nei guai Il nome di Maurizio Pucci compare nelle intercettazioni di Buzzi `Attualmente nel gabinetto del sindaco per i “progetti speciali” «Quello ruba per il partito ma tanta roba gli è rimasta attaccata» è in lizza per andare a dirigere l’assessorato ai Lavori Pubblici ` L’INCHIESTA rino di destituirlo a seguito di vicende conseguenti a deficit nella pulizia della città». C’è una nuova gatta da pelare, nelle carte depositate due giorni fa dalla procura distretturale antimafia nel corso dell’inchiesta Mafia capitale. Nelle intercettazioni della scorsa primavera, si parla (e molto male) anche di Maurizio Pucci, dirigente di Ama e candidato a entrare in giunta con la delega dei Lavori pubblici. L’INTERCETTAZIONE LA NOMINA SALTATA Sebbene Pucci non risulti nella lista degli indagati, risulta confermato che è di lui che parla il cooperante Salvatore Buzzi quando, l’11 luglio scorso, ipotizza che il direttore generale di Ama Giovanni Fiscon potrebbe essere sostituito. Nelle intercettazioni, Buzzi non dice mai il nome completo, ma sembra assodato che il riferimento non sia a Carlo Pucci, funzionario di Eur Spa arrestato nel corso dell’inchiesta che difficilmente potrebbe ambire alla poltrona di dg di Ama. L’intercettazione parte con una telefonata di Giovannni Fiscon e con le congratulazioni di Buzzi «per essere riuscito a mantenere l’incarico di Direttore generale di Ama Spa nonostante i tentativi da parte del Sindaco Ma- PER L’INCARICO ATTUALE RICEVE UNO STIPENDIO DI 175 MILIONI ANNUI È SUA LA GESTIONE DELLA PEDONALIZZAZIONE DEI FORI IMPERIALI Poi, però, Buzzi racconta la sua versione dei fatti su Maurizio Pucci. Pesantissima. «Ieri praticamente è successo che sto matto de Sindaco ha convocato una giunta straordinaria per far fuori Fiscon e mettece Pucci. Quindi levava una brava persona e ce metteva un ladro, perché Pucci, dice, è un ladro rubava per il partito, ma tanta roba gli è rimasta attaccata quindi non rubava per il partito... allora abbiamo avvisato i nostri amici, i capigruppo, i nostri amici e si è alzato un po’ il fuoco de sbarramento.. poi ha lavorato pure Passarelli con Sel, risultato io poi ho smessaggiato a Fiscon alla fine è finita bene avemo mandato il messaggio Marino 0 Fiscon 2». Attualmente, Pucci è nel gabinetto del sindaco, incaricato dei «progetti speciali», con un chiacchieratissimo stipendio da 157mila euro all’anno. Sua la gestione della pedonalizzazione dei Fori e quella del Tridente. Formalmente è ancora un dirigente Ama in aspettativa. Di certo, il suo curriculum politico e professionale lo vede crescere come uomo chiave dell’era Rutelli Veltroni, molto vicino a Goffredo Bettini. I suoi incarichi erano tutti importanti: direttore dei cantieri per il Giubileo del 2000, sovrintendente alle Grandi opere (tra cui l'apertura dell'Auditorium), e amministratore delegato di Musica per Roma. Sara Menafra © RIPRODUZIONE RISERVATA La reazione Il Campidoglio assicura «Non cambia niente» Maurizio Pucci, candidato a sostituire Daniele Ozzimo, indagato nell’inchiesta Mafia Capitale Dalla Regione via libera agli appalti «Nessun coinvolgimento con i clan» IL CASO Nessun appalto della Regione è stato assegnato alle imprese coinvolte nell’inchiesta su Mafia Capitale. Ieri l’annuncio è stato dato dal presidente Nicola Zingaretti, che nei giorni scorsi aveva sospeso tutte le gare in attesa di un’indagine interna che passasse al setaccio tutte le carte. Per quanto riguarda invece l’appalto del Cup (quello da 60 milioni, diviso in quattro lotti) sul quale, come si evince dalle intercettazioni, c’era l’attenzione delle imprese di Salvatore Buzzi e che vedeva nella commissione aggiudicatrice uno ANNULLATO SOLO IL BANDO RECUP E CHIESTA LA VIGILANZA DELL’ANTICORRUZIONE SU UNA COMMESSA DA 1,3 MILIARDI degli indagati, Zingaretti conferma la decisione di annullare il bando e di pubblicarne uno nuovo. Ieri, a metà pomeriggio, è arrivata la comunicazione ufficiale della Regione: «La verifica operata sulle stazioni appaltanti regionali, richiesta lo scorso 4 dicembre dal presidente Zingaretti, ha evidenziato che, da quando si è insediata questa amministrazione (marzo 2013) non sono state bandite gare poi vinte dalle società coinvolte nell’inchiesta “Mondo Anche in Campidoglio hanno letto le carte dell’inchiesta che tirano in ballo Maurizio Pucci. Ma questo non incide sulla nomina del dirigente Ama pronto a entrare in giunta all’inizio della prossima settimana. Anzi, gli uomini di Marino prima di confermare la nomina si sono anche sincerati che Pucci non fosse indagato in Mafia Capitale. «Per noi quindi non cambia niente», spiegano dal Comune. Se non, semmai, un problema di opportunità politica. di Mezzo”». Alla luce di questo dato, la centrale unica d’acquisti della Regione «ha quindi scritto a tutte le stazioni appaltanti di dare corso regolarmente alle attività in essere così da evitare i rischi connessi al blocco delle aggiudicazioni o eventuali proroghe dei contratti in corso». C’è poi il caso di un altro maxi appalto: la gara del Multiservizi tecnologico di tutti gli ospedali del Lazio da 1,3 miliardi per sette anni (divisa in sette lotti), in fase di valutazione e non assegnata. «Vista l’importanza del bando e l’entità economica dell’appalto, la Regione Lazio chiederà la vigilanza collaborativa all’Autorità anti corruzione, presieduta da Raffaele Cantone». Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA 41 Venerdì 19 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Finisce in manette il tatuatore dei vip `Militante dell’estrema destra romana fin dagli anni ’80 `Gabriele Donnini è accusato di aver fornito documenti falsi al commando che ha ucciso Silvio Fanella, il cassiere di Mokbel per i pm «avrebbe contribuito alla realizzazione del piano» IL PERSONAGGIO Mezza Roma ha avuto rapporti, teso un braccio, mostrato un fianco a Gabriele Donnini: se non altro perché il cinquantenne romano, prima d’essere arrestato perché coinvolto nell’omicidio Fanella, ha tatuato croci, draghi, cuori, serpenti, indiani, delfini e nomi di donne sul corpo di tanti vip e sconosciuti. Dagli arabeschi su Roberto D’Agostino al gladiatore intento a sgominare gli avversari sulla spalla destra di Francesco Totti. Il calciatore della Roma, dopo lo scudetto del 2000/2001, si è rivolto a lui per celebrare l’evento. Ad accompagnarlo c’era Claudio Amendola, che tra i tanti altri, ne ha uno simile: un gladiatore e pure un Colosseo. «Militante dell’estrema destra romana fin dagli anni ’80 - si legge nelle carte degli investigatori - insieme tra gli altri a Emanuele Macchi di Cellere»; soprattutto amico d’infanzia del terrorista Antonio D’Inzillo, Gabriele non ha mai avuto problemi con la giustizia. Famiglia borghese, corteggiatissimo lui e il fratello da giovani nel giro di Roma nord, si è laureato in architettura, sposato, fatto un figlio, comprato un cane. E vissuto dietro le quinte, rintanato nello studio dove ha fatto della sua passione un business, fino a diventare uno dei re romani tra i tatuatori. Artisti, attori, giovanotti di tutta Roma, negli anni passano nel suo studio il Tattoing Demon di via di Grotta Pinta, fondato da Gippi Rondinella nel 1986, il primo negozio del genere a Roma. Ora si scopre che ha avuto un ruolo chiave nell’omicidio di Silvio Fanella, il cassiere di Mokbel, a luglio: ha procurato documenti falsi per la latitanza a Macchi di Cellere ed Egidio Giuliani, arrestati, «contribuito alla realizzazione del piano» è evidente da tabulati telefonici conversazioni ambientali. A ottobre scorso non vuol parlare con nessuno, teme di essere intercettato: «Come sono risaliti a lui che non c’era sul luogo dell’omicidio?», si chiede la figlia di Casoli. E’ Donnini a presentare Giuliani a Casoli per aiutarlo a procurarsi la Croma usata dal commando. Sempre Donnini ha fornito i documenti falsi a tutta la banda, i tesserini con cui sono entrati in casa della vittima, alla Camilluccia. «Soggetti - compreso il tatuatore - per lo più appartenenti o vicini ad organizzazioni criminali di spessore e pericolosità». Intanto il mago dei tatuaggi a studio preparava le gift card, regala un tatuaggio per Natale. Fino a ieri inchiostri e disegni erano le sue armi. Raffaella Troili © RIPRODUZIONE RISERVATA «Tangenti mensili per il decoro urbano» L’INTERROGATORIO Nega di avere pagato a Luca Odevaine 5000 euro al mese per gestire per conto della holding criminale il grande business degli immigrati. Ma davanti al gip, lo scorso 5 dicembre, Sandro Coltellacci, responsabile della coop Atlante riconducibile a Salvatore Buzzi, qualche ammissione la fa. Conferma di avere versato 1500 euro mensili a Mario Schina, il collaboratore di Odevaine. «Ci aiutava a trovare le strutture», dice. Aggiungendo che Schina lo aveva conosciuto «perché si occupava di decoro urbano» IL VERBALE «Conosco la moglie di Mario da 13 Gabriele Donnini con Francesco Totti e, sotto, con Roberto D’Agostino nel suo studio di tatuaggi anni, che lavora con noi e aveva una bambina piccola così, arrivata da Cuba in difficoltà. Sto Mario Schina si era sposato una ragazza più giovane di lui di venti anni, si sta tirando su la bambina, cioè stà a pagare il mutuo di casa. Ad agosto mi ha chiamato, credo che ste’ telefonate ci siano...Mi si è rotta la macchina». Quando sottolinea che 1500 euro al mese non sono LE RIVELAZIONI DI COLTELLACCI: «PAGAVAMO L’UOMO DI LUCA ODEVAINE PER GLI APPALTI SU VERDE E GIARDINI» Gabriele Donnini mentre esce dalla Questura pochi, Coltelacci replica: «Mille e 500 euro per 24 mesi o 30 mesi, non so quant’è la durata di ste’ cose. Lui ci ha fatto prendere in locazione, grazie al suo intervento, tre strutture, Tivoli 1, Tivoli 2, Marcellina. Su Marcellina sono 7mila euro al mese d’affitto, su Tivoli all’epoca erano 15 mila». Coltellacci spiega: «Ho conosciuto Schina perché si occupava di decoro urbano e noi ci occupavamo di rimuovere le scritte sui muri, ho mantenuto i rapporti con la moglie, assunta regolarmente da noi. E’ difficile reperire strutture ricettive, ci avvaliamo anche di agenzie; Schina, attraverso la moglie, ci ha fatto incontrare tre proprietari di strutture, per questo ho riconosciuto un livello alla moglie a cui è stato aumentato lo stipen- dio e, fino a maggio, ho dato una cifra fissa allo Schina. E’ una somma che avrei dovuto pagare comunque a un’agenzia immobiliare. La moglie è passata a 1500 euro mensili, ho fatto lavorare il fratello, ho pagato una ritenuta d’acconto a una persona che lavorava con noi, l’ho maggiorata perché la passasse a Mario, ho fatto un contratto di collaborazione, era in dif- IL CLAN HA OTTENUTO IN QUESTO MODO DUE STRUTTURE PER L’ACCOGLIENZA A TIVOLI E UNA A MARCELLINA ficoltà economica, in fondo il nostro problema era trovare degli immobili, la stessa somma avremmo dovuta pagarla a un sensale». Davanti alla contestazione delle intercettazioni e al fatto che Schina, molto vicino a Luca Odevaine, fosse un canale per gestire il circuito degli immigrati, Coltellacci nega: «Non credo che avesse rapporti con i circuiti che gestiscono i flussi degli immigrati. I 1500 euro erano per aiutarlo. Coltellacci racconta anche come l’affidamento del Campo nomadi di Castel romano sia stato avviato con la giunta Veltroni, «un appalto senza gara», come prevede la legge che affida commesse alle coop. Val.Err. © RIPRODUZIONE RISERVATA Offerta valida per immatricolazioni fino al 31/12/2014 per Ford Fiesta 3 porte 1.0 100CV e 1.4 GPL a fronte di rottamazione o permuta di una vettura immatricolata entro il 31/12/2008 e posseduta da almeno 6 mesi. Solo per vetture in stock presso i Ford Partner aderenti all’iniziativa. Prezzo raccomandato dalla Ford Italia S.p.A. IPT e contributo per lo smaltimento pneumatici esclusi. 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