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ROMANZO CRIMINALE
GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2014
B
indi: “I mafiosi
in rapporti anche
con l’attuale giunta”
“LA MAFIA si è insediata e ha fatto il salto di qualità
con Alemanno, ma è innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la giunta del sindaco Ignazio
Marino”. Così il presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, rivolgendosi al sindaco di Roma. “Non c'è nessuno nella mia amministrazione – replica il sindaco in audizione alla commissione – indagato per associazione mafiosa. E
il Fatto Quotidiano
questo è un dato di fatto. La mafia con la giunta precedente aveva posizioni di vertice – aggiunge –. Con
la mia giunta ha certamente tentato di avvicinarsi e
di infiltrarsi, ma non è riuscita perché non aveva nessuna posizione di vertice. L’assessore Ozzimo che si
è dimesso è indagato per corruzione. Come anche il
presidente dell’assemblea capitolina (Mirko Coratti, ndr). Non sono indagati per mafia“.
L’ASSASSINO, L’EX NAR,
LA BRIGATISTA
E LA TORTA DEL 5%
MEETING
Uno degli incontri
del Re di Roma Massimo Carminati ripresi dal Ros dei Cc Ansa
tornano a fare i loro conti: “Dovrebbero arrivatte i soldi sempre con l'Eur”, dice Buzzi a Carminati, “perché ci son altri 2 o
300mila euro che dovrebbero
arriva?”. La contabilità rileva
che i “soci” hanno percentuali
di guadagno elevatissime: sull'affare “Giardini”, per esempio,
il Ros rileva che viaggiano intorno a “un'aliquota del 30 per cento”.
IL VERTICE CON IL CAPO DELLA 29 GIUGNO, NADIA CERRUTI
E IL LEADER DI MAFIA CAPITALE MASSIMO CARMINATI:
”HANNO LEVATO UNA BRAVA PERSONA PER METTERCI UN LADRO”
di Antonio Massari
e Valeria Pacelli
A
llora, i conticini li
hai fatti?”, chiede
Massimo Carminati
a Salvatore Buzzi. E
lo invita a uscire per pendere un
caffè da “compagnero”. I due
scherzano spesso sulle rispettive appartenenze provenienze
politiche, Carminati il “nero” e
Buzzi il “rosso”, e si ride sul coloro del libro dove annotano la
contabilità parallela. “Hai visto
che è nero”, dice la segretaria
Nadia Cerrito, che annota in
ordine alfabetico, segnandoli
con delle sigle, i nomi dei veri
“soci” in affari. “Quando è cosi”, scherza Carminati, “mi inquieta un po’”.
DI INQUIETANTE, in realtà, ci
sono gli importi degli affari che
che – coinvolgendo talvolta anche l’ex terrorista Emanuele Bugitti – il “rosso” e il “nero” riescono ad annotare nel libro affidato alla Cerrito. Che Carminati sia un “socio” effettivo di
Buzzi e lo stesso patron della
cooperativa 29 giugno ad ammetterlo, parlando con Giovanni Campennì, al quale rivela: “a
me ‘na grande mano me l’ha data (...) Massimo perché un milione e due, seicento per uno, chi
cazzo ce l’ha un milione e due…
cash?”. “Tutti a ‘carti i centu’ (in
banconote da cento, ndr) ... nella
valigetta te li ha portati?”, dice
Campennì. “Le opere di urba-
nizzazione, d’impresa che poi ce
siamo divisi chi pagava chi. Io
me so’ preso le casette mobili, le
commissioni… e lui s’è preso
tutta la costruzione del campo”,
continua Buzzi. “Ma ha una società, qualcosa?”, chiede Campennì, ed ecco la risposta di
Buzzi: “meno so…”. È lo stesso
Carminati a dichiarare in un’altra intercettazione: “Quelli che
IL LIBRO NERO
La segretaria:
”Hai visto di che
colore è?”
Il Cecato: “Quando
fa così mi inquieta
un po’”, ironizza
tiro fuori sono soldi miei, sono
soldi nostri”. E i soldi servono
anche a oliare i “loro” uomini
nelle municipalizzate, come
Giovanni Fiscon.
A GIOVANNI FISCON, ex direttore generale della municipalizza Ama, era destinato al massimo il 5 per cento. C'è la possibilità che, al suo posto, venga
nominato Carlo Pucci, arrestato anch’egli. E così Buzzi dice a
Carminati: “Ci vuol mette Pucci...(...) al posto di Fiscon”. E poi
aggiunge: “ Quindi levava una
brava persona e ce metteva un
ladro.” Il punto è però la percentuale da destinare a Fiscon e
il Ros dei carabinieri capta una
conversazione dell'ex brigatista
Buggitti che chiede conferma
“se Guarany (Carlo Maria stretto collaboratore di Buzzi, ndr)
lunedì sarebbe andato da Fiscon
“per questo 5 per cento”. Il riferimento, annota il Ros, è alla
“percentuale che avrebbero dovuto riconoscere al direttore generale di Ama Spa a fronte di
una trattativa ancora in corso”.
E il tetto del 5 per cento è tassativo: “No 5... può partì
dall’1… pe arrivà fino a 5... (…) il
massimo (…) Perché se tu parti
con 5 quello te chiede il
10..no?”.
E TORNIAMO ai conticini. Sul
libro nero, Carminati e Buzzi
cercano alla lettera “B” che è la
sua iniziale: “B...B...dove sta B...
Ohh mo arriva sto milione e
mezzo! (fischio)...”. Il contabile
Paolo DI Ninno segnala i soldi
relativi agli affari: “allora.. io qui
c’ho messo i primi 2 e 50
dell’Eur...”. È gennaio e l'ultima
volta che hanno controllato il libro risale a un mese prima:
“Quand’è l’ultima volta che abbiamo fatto.. guarda.. al 2 dicembre.. guarda dal 2 dicembre...”. Si passa al conteggio. “Il
2 dicembre... 20 MC.. è lui
(Massimo Carminati, ndr)”, dice Nadia Cerrito, “l’hai presi...
dopo no.. dopo non gli ho dato
più niente io...”. Il 26 maggio
CANTONE-MARINO Vertice
per 120 appalti sospetti
gnazio Marino incontra Raffaele Cantone. Il sindaco di Roma ha presentato al presidente dell’AuI
torità anticorruzione un dossier che contiene la lista
di circa 120 appalti “sospetti” o poco trasparenti, assegnati dall’Amministrazione capitolina negli ultimi
anni. L’incontro è durato un’ora e mezza, durante la
quale Marino ha illustrato i risultati del censimento
realizzato insieme all’assessore al Bilancio, Silvia
Scozzese. Sono tre i settori su cui si concentrano le
attenzioni del Comune e dell’Anac: il sociale, l’emergenza abitativa e il verde. In questi ambiti, tra il 2007 e
il 2013, è stato registrato un aumento vertiginoso degli appalti affidati con procedura diretta e senza bandi
pubblici. Una pratica, come dimostra l’indagine su
Mafia Capitale, che ha consentito di alimentare gli
intrecci tra politica e interessi criminali. Sulle aziende
coinvolte c’è riserbo: “Si tratta solo di contratti ‘dubbi’ – fanno sapere dal Campidoglio – non vogliamo
gettare nel tritacarne imprese che magari sono pulite”. Nelle prossime settimane la lista sarà scremata e
raffinata con la collaborazione di Cantone.
To.Ro.
FRANCO PANZIRONI, ex ad di
Ama, nel libro nero era annotato alla lettera “T”: il suo soprannome, infatti, è il “Tanca”
ed è destinatario, secondo le accuse dei pm romani, di molte
somme di denaro. Il 29 gennaio
scorso Buzzi, Carminati e il Di
Ninno, accusato di mantenere
la contabilità occulta dell'associazione, parlano di lui: “Perché
noi se vincemo Sant’Oreste...io
devo... noi c’avevamo da da’ 40
sacchi a Panzironi ... ahh ecco..
ecco chi erano i 10... Panza erano i 10... ecco chi erano i 10!
(…)” “Però metti Tanc”, interviene Carminati, e Buzzi aggiunge: “E quindi a Tanc gliene
mancano altri 30...quindi sarebbero 30 per Tanc e 30 per il Sindaco...e son 60....”. Di quale sindaco si tratti, in questo caso specifico, non è annotato dai Ros.
C’è poi un riferimento a un 10 %
destinato a Gramazio. Dice
Buzzi: “Il 10%, no?.. noi i soldi
che doveva... eccoli qua questi,
questa segnamo Gramazio”. Il
riferimento sembra essere a Luca, indagato nell’inchiesta e non
a suo padre, il senatore Domenico.
Infondo all’elenco, alla lettera
“T” dopo il “Tanca” troviamo
anche Fabrizio Testa, ex presidente di Tecnosky, condannato
in primo grado nella vicenda del
finanziamento illecito per la
barca di Marco Milanese, ex
braccio destro del ministro Tremonti. E anche Testa – dice
Buzzi - ha diritto alla sua parte:
“Quindi Fabrizio Testa quanto
deve prendere?”. E Carminati:
“Un terzo”.
Buzzi: “Il Nero? Lavora per me da poco”
AL RIESAME, IL RAS ROSSO ESIBISCE IL CONTRATTO DEL PRESUNTO BOSS: “LO CONOBBI IN GALERA, L’HO RIVISTO NEL 2012”
di Marco
Lillo
A
sorpresa all’udienza del
Tribunale del riesame si
è presentato Salvatore Buzzi
per rendere un’autodifesa con
dichiarazioni spontanee. L’ex
detenuto si è laureato in lettere in carcere nel 1984 ma se
la cava anche con la giurisprudenza, che ha studiato
senza raggiungere la laurea
quando fu recluso per scontare le 34 coltellate che uccisero il suo socio in truffe.
BUZZI ha capito subito il pun-
to: dividere il suo destino da
quello del presunto boss di
mafia capitale: “Non ho mai
fatto affari illeciti con Massimo Carminati”, ha esordito
Buzzi, per poi puntare sulla
casualità e la scarsa rilevanza
del suo rapporto con ‘Il nero’. 29 giugno: il nero era socio-la- sente uno schemino seque“Buzzi ha raccontato di avere voratore a tempo indetermi- strato il 2 dicembre dal Ros dei
conosciuto Massimo Carmi- nato. Il pm Paolo Ielo ha sor- Carabinieri al commercialista
nati (come anche Gianni Ale- riso davanti al contratto che Paolo Di Ninno. Quello schemanno, Ndr) in cella - spiega risale al 2014 quando gli in- ma suddivide gli incassi del
l’avvocato che lo difende, il dagati erano già in allarme e campo nomadi di Castel Roprofessor Alessandro Diddi - potevano precostituirsi un ali- mano tra il consorzio Eriches
tanti anni fa. Lo ha poi rivisto bi per i loro rapporti. Inoltre, di Buzzi (E) e Massimo Carnell’agosto 2012 casualmente ha spiegato il pm, è ben strano minati (M) in ragione di
al bar Palombini dell’EUR. un dipendente che spartisce quanto era stato investito
Allora Buzzi aveva già rag- centinaia di migliaia di euro all’inizio. Carminati aveva
giunto un fatturato notevole e con il suo datore di lavoro, co- messo 640 mila euro contro i
il grande salto era stato rea- me risulta dalle carte seque- 760 mila di Eriches. Pertanto
lizzato nei primi anni della strate e depositate ieri.
gli introiti spettavano per il
giunta Alemanno - sottolinea In particolare nell’informati- 57,4 per cento alla coop rossa
Diddi - prima dell’incontro va del 16 dicembre 2014 è pre- e per il 42,6 per cento al ‘Necon Carmiro’. Per ottenati”. L’avvonere un utile
cato di Buzzi
degno
dei
LA
STRATEGIA
PROCESSUALE
ha depositato
due compari
il contratto di Il capo della cooperativa al Riesame ha un unico obiettivo:
però era nelavoro
di
cessario gonseparare il suo destino da quello dell’uomo del “Mondo di
Carminati
fiare il pagacon la Coop mezzo”. I Pm: strano visto che dividevate i guadagni a metà mento del co-
mune fino a 89 mila euro al
mese, dichiarando 300 occupanti mentre i nomadi realmente presenti erano la metà.
Scrive il ROS: “Dalle intercettazioni emergeva che si trattava di un conteggio fittizio,
ovvero il numero delle persone realmente presenti, a detta
degli indagati, era stato aumentato perché risultasse
maggiormente favorevole ai
guadagni del sodalizio (‘noi
paghiamo.. ti paghiamo 300
persone in realtà sono 150”).
I pm ieri hanno depositato anche ‘il libro nero’ delle mazzette detenuto dalla segretaria
di Buzzi, Nadia Cerrito.
L’udienza si è conclusa, con la
riserva dei giudici, sui ricorsi
presentati da 17 dei 39 arrestati.
Salvatore Buzzi Ansa
ROMANZO CRIMINALE
il Fatto Quotidiano
Cdelsmgiudice
contro il figlio
Esposito:
trasferito a Torino
Kaputt mundi
NON PUÒ PIÙ LAVORARE a Milano, né continuare a fare il pm il sostituto Ferdinando Esposito, sotto inchiesta a Brescia per induzione indebita. La sezione disciplinare del Csm,
con un provvedimento cautelare, lo
ha trasferito d’ufficio al Tribunale di
Torino. È il figlio del giudice Antonio,
presidente del collegio che ha condannato Berlusconi per frode fiscale.
Il “tribunale delle toghe” ha così accolto la richiesta del pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, avanzata un
mese fa per vicende al centro dell’inchiesta di Brescia. In quella indagine
il pm è accusato di aver indotto in-
GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2014
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debitamente l’avvocato piacentino
Michele Morenghi a pagargli l'affitto
di una casa a Milano, paventando la
possibilità che un’attività che il legale
aveva intenzione di aprire nel settore
della commercializzazione di integratori alimentari sarebbe potuta finire al centro di qualche inchiesta.
Una città allo sprofondo
Roma tra odio e me ne frego:
“Se so’ magnati pure le buche”
di Antonello Caporale
T
dell’Esqulino, il più multietnico, il più colorato.
Ore 12:40, netturbino dell’Ama intento a sfogliare il catalogo offerte di MediaWorld: “Un po’ me
ne frego del lavoro perché se ci metti entusiasmo
non ti capita niente. T’ammazzi e nessuno te lo
riconosce. Allora ho deciso di fare come gli altri
della mia squadra. Mi siedo e aspetto il fine turno.
Leggo un po’, mi distraggo un po’ come adesso.
Scopo il necessario, domani la monnezza ce sarà di
nuovo”. Bancone orientale di frutta, cesto di pere
cinesi (3 euro al chilo), Jo Lang alla cassa: “Non
capisco lingua bene, non vedo televisione”. Bancone di riso indiano, Kumar, più reattivo: “Anche
a me ruba Acea che non cambia il contatore e pago
tanto e non so perché. Io già chiamato tre volte ma
non rispondono”.
utto quello che succede e succederà nel
mondo, Roma è convinta di averlo già
visto. Figurarsi i ladri. Mozzicone di L’ULTIMO GRANDE traffico di mazzette sembra
colloquio all’incrocio tra via Merulana già tutto digerito, riposto nella pancia di questa
e Labicana, scambio di saluti tra un signore di- metropoli scollacciata che riduce costantemente
stinto con borsa della spesa Despar e cane al guin- lo standard della sua vita senza quasi dolersene. Le
zaglio e un vigile urbano: “Tanto neanche stavor- strade sono ovunque bucate, i vigili ovunque dita cambia quarcosa. So’ tutti figli de na’ mignotta”. La stratti (il livello di performance, riferito al numero
Capitale è come una bella addormentata che delle multe elevate, è risibile rispetto a quello dei
muove al numero minimo di giri l’indignazione. colleghi milanesi) i bus ovunque sporchi, gli sberLo fa per presunzione, o incoscienza, o forse ras- leffi sui muri ovunque godibili (uno per tutti, risegnazione. “Me voi dì che rubbano?”, sorride il ba- preso in tv da un magnifico servizio di Alessandro
rista. Roma spurga l’odio delle giovani generazio- Sortino: “Se so’ magnati anche le buche!”). È nella
ni al Monte di Testaccio dove orde di ragazzini si rassegnazione la scelta dei più. Alessandra Caldadanno appuntamento al sabato sera. È notte e si rozzi, ricercatrice, iscritta fino all’anno scorso al
balla, finalmente. Al mattino, a scuola, di quel che Pd della sezione di Torpignattara: “Non mi ha sorsta succedendo in città neanche un cenno. Giulia, presa lo scandalo, mi era già tutto chiaro purtropdel liceo classico Visconti, destinazione naturale po. Sapevo che il mio partito avrebbe offerto questo spettadei ceti affluenti, una sede mocolo, era
numentale proprio alle spalle di
nell’aria. È
Montecitorio: “Da noi i professori non hanno tempo, né voglia
questo il
CIRCOLO PD
dato più
di parlarne. Sono tutti concensconsotrati sul programma, sulle inter“TORPIGNA”
lante, ne
rogazioni, sulle versioni da corNon mi ha sorpreso
sono conreggere. Sappiamo davvero posapevole.
co dello scandalo, mi spiace”. I
lo scandalo,
Il dolore
giovanissimi ballano e non sanc’è,
ma
no, gli adulti sanno ma restano a
purtroppo mi era già
braccia conserte. L’indignazionon sfocia
tutto
chiaro:
sapevo
in un senne è adeguata ai tempi moderni,
timento di protesta attiva perché
all’idea irriducibile che mondo è
che il mio partito
forse non intacca ancora il registato e mondo sarà, che lo sporme del ceto di cui faccio parte. La
co non si ripulisce, e che ciascuavrebbe offerto
borghesia cittadina è sconcertano può sporcare ancora un po’.
questo spettacolo...
ta ma muta perché questa crisi
Adiacenze
del
mercato
civile ancora non ha ridotto la percezione della San Giovanni e fanno più paura. L’espressione di
qualità della vita, il sistema delle relazioni è ancora un odio così largo verso il potere affronta l’ultima
saldo, il buio se c’è non ha allungato la sua ombra curva. Oltre queste parole c’è la violenza. Speriasu di noi. Non esistendo più i partiti, quindi un mo che non accada, ma questo vedo”.
canale che organizzi la protesta, l’indignazione di- “Odio, dunque sono”. È quello che ha visto da
vampa nel tinello di casa e lì arde, fino a spegnersi tempo Ascanio Celestini, quello che ha sentito
come una candela. La ribellione la trova altrove, continuamente nei bar. L’odio come identità colnei quartieri in cui l’indignazione si trasforma in lettiva, lessico comune, misura che valorizza una
rabbia perché l’economia va male, ed è sedata in- posizione, riconduce a unità una classe sociale.
vece nelle altre forme di vita sorrette da piccole L’odio. Verso il potere, naturalmente, e verso i più
collusioni. Il geometra che campa sull’occhiolino, deboli nei luoghi in cui la povertà rende la battaglia
per la vita una conquidentro il traffico degli
sta quotidiana, un prouffici comunali s’indicesso permanente di
gnerà? Io credo che staIl netturbino:
costruzione del nuovo
rà muto. Il commerordine. Fuori i ladri,
ciante che s’allarga,
‘Ti ammazzi di fati- ma anche gli immigral’oste che allunga i tavoti, i rom, ma anche i
li sul marciapiede ha
ca e nessuno lo riconosce. transessuali e tutti i ditutto da perdere da un
versi. Fuori tu, dentro
regime di legalità”.
io.
L’indignazione si traAllora pulisco il necessasforma in ferocia solo
“IO VIVO nella città sisui social network, è lì
rio, domani la monnezza
lente invece – dice Anche tracima, si sostiene
tonietta De Lillo, reginella violenza verbale,
ci sarà di nuovo’. Il comsta e produttrice – Sonella gara a chi è più duno parte di quella fetta
ro, trucido, definitivo.
merciante indiano: ‘A me
di abitanti a cui è stata
“E c’è da stupirsene?
tappata la bocca, perChi diavolo mai doruba Acea che non cambia chè l’illegalità l’ha resa
vrebbe andare in piazza
marginale. Vivo con
– chiede Sabina Ambrogi, giornalista e
il contatore: li ho chiamati sofferenza questa situazione e come me
blogger – Decine e detanti altri. Ma le nostre
cine sono state le manima
non
rispondono’
impressioni, le nostre
festazioni e cosa accadelusioni, le nostre
de? Niente di niente. Tu
preoccupazioni ce le
andresti in un posto conoscendone l’inutilità?”. La politica con la piazza scambiamo al telefono, ce le diciamo allo specusa le stesse ipocrite, bugiarde frasi. Inizia con a) è chio, da soli in casa. Chiedere legalità sembra uno
lecito manifestare, prosegue con b) però bisogna sforzo inutile, una battaglia a cui appartiene una
abbassare i toni. Termine con l’immancabile chiu- minoranza. La maggioranza dei cittadini coltiva
sa: avanti con le riforme. Di qualunque cosa si par- altri sentimenti. O è sorda, chiusa in un rancore
li, di qualunque protesta si tratti, le riforme, questa infinito, o apatica perchè connivente. Perchè il
insopportabile litania riformista, così falsa e stuc- mondo di mezzo è una palude in cui molti affonchevole, viene riproposta. C’è una irriconoscenza dano volentieri le gambe. E allora ti viene solo da
dell’altrui intelligenza che oltrepassa i confini del- sperare che questa ondata di pulizia sia qualcosa di
la liceità. Non può la politica pensare che la gente più, e gli inquirenti iniziano a far luce anche nel
sia idiota al punto da rifilarle una promessa così tuo settore, nei luoghi che frequenti, negli uffici
volgare. E quindi se in piazza non succede niente che conosci e da cui esce cattivo odore. Io faccio il
esprimo la mia rabbia dove posso connetterla ad tifo in silenzio. Aspetto e spero che arrivino anche
altre. Facebook e Twitter contano di più di piazza dalle mie parti”.
Sulle coop imbarazzi e silenzi dei ministri
PIOGGIA DI INTERROGAZIONI DEI CINQUESTELLE, CHE CHIEDONO UN’ISPEZIONE ALLA ONLUS HUMAN FOUNDATION DELLA MELANDRI
di Gianluca
P
Roselli
ioggia di interrogazioni del Movimento 5 Stelle in Parlamento
su Mafia Capitale. Tre solo nella
giornata di ieri. Ma le risposte dei
ministri lasciano molto a desiderare.
Imbarazzo, silenzi e pochi fatti concreti. Nonostante i poteri ispettivi
che la legge dà al governo. La prima,
al question time a Montecitorio, sulla
cooperativa 29 giugno presieduta da
Salvatore Buzzi. Le altre due in commissione Affari sociali: sul Cara di
Mineo, il grande centro di accoglienza immigrati in provincia di
Catania, e sull'Onlus Human foundation di Giovanna Melandri. In entrambe è stato consulente Luca Odevaine, l’ex capo di gabinetto di Veltroni, finito in manette nell’inchiesta
sulla Terra di mezzo. “Da tempo in
Parlamento denunciamo la mancanza di regole per onlus e coope-
rative che porta questi soggetti a essere a rischio d’infiltrazioni mafiose.
Sono dovuti arrivare gli arresti per
dimostrare la fondatezza delle nostre tesi”, spiega la deputata Giulia
Grillo.
IL PROBLEMA, secondo i 5Stelle, è la
mancanza di leggi per regolare il
mondo della cooperazione cui lo Stato delega molti servizi con appalti
milionari. A fronte, peraltro, di una
tassazione agevolata, tanto che qualcuno parla di un regime di concorrenza sleale nei confronti delle altre
imprese. “Nel mondo delle coop girano un sacco di soldi, è normale che
facciano gola alla criminalità. Molte
di esse di non profit non hanno più
nulla e agiscono come vere imprese
private. Per questo occorre al più
presto disciplinare questo settore”,
continua la deputata grillina. Secondo cui “i partiti, da destra a sinistra,
sono stati conniventi in questa de- so degli anni.
generazione”. Giulia Grillo, nella sua Marialucia Lorefice, invece, ha chieinterrogazione, ha chiesto al mini- sto chiarimenti al ministro dell’Instro del Lavoro Poletti di effettuare terno sui presunti appalti pilotati al
un’ispezione presso la Human Foun- Cara di Mineo. “Vogliamo sapere se
dation, che vede tra i soci fondatori il Viminale era a conoscenza dei proStefano Bravo, ritenuto dagli inqui- fili di conflitto d’interesse e di inoprenti il commercialista di mafia ca- portunità dei ruoli nella vicenda da
pitale, l’uomo esperto nel riciclaggio parte dell’eurodeputato Giovanni La
di denaro della banda di Massimo Via e del sottosegretario alle PoliCarminati.
Nell’interrogazione si chiede
LAZIO
conto anche di
un
presunto
In Consiglio regionale
conflitto d’interessi della fonchiesto conto
datrice
della
di un lavoro da oltre
onlus, Giovanna Melandri, a
un milione. Gli uffici
causa dei suoi
numerosi incadi Zingaretti: “Non
richi politici rilo abbiamo gestito noi”
Giovanna Melandri Ansa
coperti nel cor-
tiche Agricole Giuseppe Castiglione,
entrambi in quota Ncd”, ha detto.
Infine, in aula a Montecitorio, Massimo Baroni ha chiesto al ministro
dello Sviluppo economico Federica
Guidi perché non è stata avviata
un’ispezione da parte del ministero
nei confronti della cooperativa 29
Giugno. “Le ispezioni partono quando riceviamo segnalazioni. Ora, vista
la gravità dell’inchiesta, verranno avviate”, la risposta del ministro.
MA L’OFFENSIVA grillina si fa sen-
tire anche in Regione Lazio, dove Valentina Corrado ha presentato un’interrogazione per avere chiarimenti
sull’affidamento dell’appalto di manutenzione degli uffici della Regione,
per oltre un milione e 300 mila euro,
a due società coinvolte nell’inchiesta.
“La gara è stata gestita dalla Consip e
non dalla Regione”, è stata la risposta
giunta dagli uffici di Zingaretti.