6 ROMANZO CRIMINALE GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2014 B indi: “I mafiosi in rapporti anche con l’attuale giunta” “LA MAFIA si è insediata e ha fatto il salto di qualità con Alemanno, ma è innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la giunta del sindaco Ignazio Marino”. Così il presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, rivolgendosi al sindaco di Roma. “Non c'è nessuno nella mia amministrazione – replica il sindaco in audizione alla commissione – indagato per associazione mafiosa. E il Fatto Quotidiano questo è un dato di fatto. La mafia con la giunta precedente aveva posizioni di vertice – aggiunge –. Con la mia giunta ha certamente tentato di avvicinarsi e di infiltrarsi, ma non è riuscita perché non aveva nessuna posizione di vertice. L’assessore Ozzimo che si è dimesso è indagato per corruzione. Come anche il presidente dell’assemblea capitolina (Mirko Coratti, ndr). Non sono indagati per mafia“. L’ASSASSINO, L’EX NAR, LA BRIGATISTA E LA TORTA DEL 5% MEETING Uno degli incontri del Re di Roma Massimo Carminati ripresi dal Ros dei Cc Ansa tornano a fare i loro conti: “Dovrebbero arrivatte i soldi sempre con l'Eur”, dice Buzzi a Carminati, “perché ci son altri 2 o 300mila euro che dovrebbero arriva?”. La contabilità rileva che i “soci” hanno percentuali di guadagno elevatissime: sull'affare “Giardini”, per esempio, il Ros rileva che viaggiano intorno a “un'aliquota del 30 per cento”. IL VERTICE CON IL CAPO DELLA 29 GIUGNO, NADIA CERRUTI E IL LEADER DI MAFIA CAPITALE MASSIMO CARMINATI: ”HANNO LEVATO UNA BRAVA PERSONA PER METTERCI UN LADRO” di Antonio Massari e Valeria Pacelli A llora, i conticini li hai fatti?”, chiede Massimo Carminati a Salvatore Buzzi. E lo invita a uscire per pendere un caffè da “compagnero”. I due scherzano spesso sulle rispettive appartenenze provenienze politiche, Carminati il “nero” e Buzzi il “rosso”, e si ride sul coloro del libro dove annotano la contabilità parallela. “Hai visto che è nero”, dice la segretaria Nadia Cerrito, che annota in ordine alfabetico, segnandoli con delle sigle, i nomi dei veri “soci” in affari. “Quando è cosi”, scherza Carminati, “mi inquieta un po’”. DI INQUIETANTE, in realtà, ci sono gli importi degli affari che che – coinvolgendo talvolta anche l’ex terrorista Emanuele Bugitti – il “rosso” e il “nero” riescono ad annotare nel libro affidato alla Cerrito. Che Carminati sia un “socio” effettivo di Buzzi e lo stesso patron della cooperativa 29 giugno ad ammetterlo, parlando con Giovanni Campennì, al quale rivela: “a me ‘na grande mano me l’ha data (...) Massimo perché un milione e due, seicento per uno, chi cazzo ce l’ha un milione e due… cash?”. “Tutti a ‘carti i centu’ (in banconote da cento, ndr) ... nella valigetta te li ha portati?”, dice Campennì. “Le opere di urba- nizzazione, d’impresa che poi ce siamo divisi chi pagava chi. Io me so’ preso le casette mobili, le commissioni… e lui s’è preso tutta la costruzione del campo”, continua Buzzi. “Ma ha una società, qualcosa?”, chiede Campennì, ed ecco la risposta di Buzzi: “meno so…”. È lo stesso Carminati a dichiarare in un’altra intercettazione: “Quelli che IL LIBRO NERO La segretaria: ”Hai visto di che colore è?” Il Cecato: “Quando fa così mi inquieta un po’”, ironizza tiro fuori sono soldi miei, sono soldi nostri”. E i soldi servono anche a oliare i “loro” uomini nelle municipalizzate, come Giovanni Fiscon. A GIOVANNI FISCON, ex direttore generale della municipalizza Ama, era destinato al massimo il 5 per cento. C'è la possibilità che, al suo posto, venga nominato Carlo Pucci, arrestato anch’egli. E così Buzzi dice a Carminati: “Ci vuol mette Pucci...(...) al posto di Fiscon”. E poi aggiunge: “ Quindi levava una brava persona e ce metteva un ladro.” Il punto è però la percentuale da destinare a Fiscon e il Ros dei carabinieri capta una conversazione dell'ex brigatista Buggitti che chiede conferma “se Guarany (Carlo Maria stretto collaboratore di Buzzi, ndr) lunedì sarebbe andato da Fiscon “per questo 5 per cento”. Il riferimento, annota il Ros, è alla “percentuale che avrebbero dovuto riconoscere al direttore generale di Ama Spa a fronte di una trattativa ancora in corso”. E il tetto del 5 per cento è tassativo: “No 5... può partì dall’1… pe arrivà fino a 5... (…) il massimo (…) Perché se tu parti con 5 quello te chiede il 10..no?”. E TORNIAMO ai conticini. Sul libro nero, Carminati e Buzzi cercano alla lettera “B” che è la sua iniziale: “B...B...dove sta B... Ohh mo arriva sto milione e mezzo! (fischio)...”. Il contabile Paolo DI Ninno segnala i soldi relativi agli affari: “allora.. io qui c’ho messo i primi 2 e 50 dell’Eur...”. È gennaio e l'ultima volta che hanno controllato il libro risale a un mese prima: “Quand’è l’ultima volta che abbiamo fatto.. guarda.. al 2 dicembre.. guarda dal 2 dicembre...”. Si passa al conteggio. “Il 2 dicembre... 20 MC.. è lui (Massimo Carminati, ndr)”, dice Nadia Cerrito, “l’hai presi... dopo no.. dopo non gli ho dato più niente io...”. Il 26 maggio CANTONE-MARINO Vertice per 120 appalti sospetti gnazio Marino incontra Raffaele Cantone. Il sindaco di Roma ha presentato al presidente dell’AuI torità anticorruzione un dossier che contiene la lista di circa 120 appalti “sospetti” o poco trasparenti, assegnati dall’Amministrazione capitolina negli ultimi anni. L’incontro è durato un’ora e mezza, durante la quale Marino ha illustrato i risultati del censimento realizzato insieme all’assessore al Bilancio, Silvia Scozzese. Sono tre i settori su cui si concentrano le attenzioni del Comune e dell’Anac: il sociale, l’emergenza abitativa e il verde. In questi ambiti, tra il 2007 e il 2013, è stato registrato un aumento vertiginoso degli appalti affidati con procedura diretta e senza bandi pubblici. Una pratica, come dimostra l’indagine su Mafia Capitale, che ha consentito di alimentare gli intrecci tra politica e interessi criminali. Sulle aziende coinvolte c’è riserbo: “Si tratta solo di contratti ‘dubbi’ – fanno sapere dal Campidoglio – non vogliamo gettare nel tritacarne imprese che magari sono pulite”. Nelle prossime settimane la lista sarà scremata e raffinata con la collaborazione di Cantone. To.Ro. FRANCO PANZIRONI, ex ad di Ama, nel libro nero era annotato alla lettera “T”: il suo soprannome, infatti, è il “Tanca” ed è destinatario, secondo le accuse dei pm romani, di molte somme di denaro. Il 29 gennaio scorso Buzzi, Carminati e il Di Ninno, accusato di mantenere la contabilità occulta dell'associazione, parlano di lui: “Perché noi se vincemo Sant’Oreste...io devo... noi c’avevamo da da’ 40 sacchi a Panzironi ... ahh ecco.. ecco chi erano i 10... Panza erano i 10... ecco chi erano i 10! (…)” “Però metti Tanc”, interviene Carminati, e Buzzi aggiunge: “E quindi a Tanc gliene mancano altri 30...quindi sarebbero 30 per Tanc e 30 per il Sindaco...e son 60....”. Di quale sindaco si tratti, in questo caso specifico, non è annotato dai Ros. C’è poi un riferimento a un 10 % destinato a Gramazio. Dice Buzzi: “Il 10%, no?.. noi i soldi che doveva... eccoli qua questi, questa segnamo Gramazio”. Il riferimento sembra essere a Luca, indagato nell’inchiesta e non a suo padre, il senatore Domenico. Infondo all’elenco, alla lettera “T” dopo il “Tanca” troviamo anche Fabrizio Testa, ex presidente di Tecnosky, condannato in primo grado nella vicenda del finanziamento illecito per la barca di Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Tremonti. E anche Testa – dice Buzzi - ha diritto alla sua parte: “Quindi Fabrizio Testa quanto deve prendere?”. E Carminati: “Un terzo”. Buzzi: “Il Nero? Lavora per me da poco” AL RIESAME, IL RAS ROSSO ESIBISCE IL CONTRATTO DEL PRESUNTO BOSS: “LO CONOBBI IN GALERA, L’HO RIVISTO NEL 2012” di Marco Lillo A sorpresa all’udienza del Tribunale del riesame si è presentato Salvatore Buzzi per rendere un’autodifesa con dichiarazioni spontanee. L’ex detenuto si è laureato in lettere in carcere nel 1984 ma se la cava anche con la giurisprudenza, che ha studiato senza raggiungere la laurea quando fu recluso per scontare le 34 coltellate che uccisero il suo socio in truffe. BUZZI ha capito subito il pun- to: dividere il suo destino da quello del presunto boss di mafia capitale: “Non ho mai fatto affari illeciti con Massimo Carminati”, ha esordito Buzzi, per poi puntare sulla casualità e la scarsa rilevanza del suo rapporto con ‘Il nero’. 29 giugno: il nero era socio-la- sente uno schemino seque“Buzzi ha raccontato di avere voratore a tempo indetermi- strato il 2 dicembre dal Ros dei conosciuto Massimo Carmi- nato. Il pm Paolo Ielo ha sor- Carabinieri al commercialista nati (come anche Gianni Ale- riso davanti al contratto che Paolo Di Ninno. Quello schemanno, Ndr) in cella - spiega risale al 2014 quando gli in- ma suddivide gli incassi del l’avvocato che lo difende, il dagati erano già in allarme e campo nomadi di Castel Roprofessor Alessandro Diddi - potevano precostituirsi un ali- mano tra il consorzio Eriches tanti anni fa. Lo ha poi rivisto bi per i loro rapporti. Inoltre, di Buzzi (E) e Massimo Carnell’agosto 2012 casualmente ha spiegato il pm, è ben strano minati (M) in ragione di al bar Palombini dell’EUR. un dipendente che spartisce quanto era stato investito Allora Buzzi aveva già rag- centinaia di migliaia di euro all’inizio. Carminati aveva giunto un fatturato notevole e con il suo datore di lavoro, co- messo 640 mila euro contro i il grande salto era stato rea- me risulta dalle carte seque- 760 mila di Eriches. Pertanto lizzato nei primi anni della strate e depositate ieri. gli introiti spettavano per il giunta Alemanno - sottolinea In particolare nell’informati- 57,4 per cento alla coop rossa Diddi - prima dell’incontro va del 16 dicembre 2014 è pre- e per il 42,6 per cento al ‘Necon Carmiro’. Per ottenati”. L’avvonere un utile cato di Buzzi degno dei LA STRATEGIA PROCESSUALE ha depositato due compari il contratto di Il capo della cooperativa al Riesame ha un unico obiettivo: però era nelavoro di cessario gonseparare il suo destino da quello dell’uomo del “Mondo di Carminati fiare il pagacon la Coop mezzo”. I Pm: strano visto che dividevate i guadagni a metà mento del co- mune fino a 89 mila euro al mese, dichiarando 300 occupanti mentre i nomadi realmente presenti erano la metà. Scrive il ROS: “Dalle intercettazioni emergeva che si trattava di un conteggio fittizio, ovvero il numero delle persone realmente presenti, a detta degli indagati, era stato aumentato perché risultasse maggiormente favorevole ai guadagni del sodalizio (‘noi paghiamo.. ti paghiamo 300 persone in realtà sono 150”). I pm ieri hanno depositato anche ‘il libro nero’ delle mazzette detenuto dalla segretaria di Buzzi, Nadia Cerrito. L’udienza si è conclusa, con la riserva dei giudici, sui ricorsi presentati da 17 dei 39 arrestati. Salvatore Buzzi Ansa ROMANZO CRIMINALE il Fatto Quotidiano Cdelsmgiudice contro il figlio Esposito: trasferito a Torino Kaputt mundi NON PUÒ PIÙ LAVORARE a Milano, né continuare a fare il pm il sostituto Ferdinando Esposito, sotto inchiesta a Brescia per induzione indebita. La sezione disciplinare del Csm, con un provvedimento cautelare, lo ha trasferito d’ufficio al Tribunale di Torino. È il figlio del giudice Antonio, presidente del collegio che ha condannato Berlusconi per frode fiscale. Il “tribunale delle toghe” ha così accolto la richiesta del pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, avanzata un mese fa per vicende al centro dell’inchiesta di Brescia. In quella indagine il pm è accusato di aver indotto in- GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2014 7 debitamente l’avvocato piacentino Michele Morenghi a pagargli l'affitto di una casa a Milano, paventando la possibilità che un’attività che il legale aveva intenzione di aprire nel settore della commercializzazione di integratori alimentari sarebbe potuta finire al centro di qualche inchiesta. Una città allo sprofondo Roma tra odio e me ne frego: “Se so’ magnati pure le buche” di Antonello Caporale T dell’Esqulino, il più multietnico, il più colorato. Ore 12:40, netturbino dell’Ama intento a sfogliare il catalogo offerte di MediaWorld: “Un po’ me ne frego del lavoro perché se ci metti entusiasmo non ti capita niente. T’ammazzi e nessuno te lo riconosce. Allora ho deciso di fare come gli altri della mia squadra. Mi siedo e aspetto il fine turno. Leggo un po’, mi distraggo un po’ come adesso. Scopo il necessario, domani la monnezza ce sarà di nuovo”. Bancone orientale di frutta, cesto di pere cinesi (3 euro al chilo), Jo Lang alla cassa: “Non capisco lingua bene, non vedo televisione”. Bancone di riso indiano, Kumar, più reattivo: “Anche a me ruba Acea che non cambia il contatore e pago tanto e non so perché. Io già chiamato tre volte ma non rispondono”. utto quello che succede e succederà nel mondo, Roma è convinta di averlo già visto. Figurarsi i ladri. Mozzicone di L’ULTIMO GRANDE traffico di mazzette sembra colloquio all’incrocio tra via Merulana già tutto digerito, riposto nella pancia di questa e Labicana, scambio di saluti tra un signore di- metropoli scollacciata che riduce costantemente stinto con borsa della spesa Despar e cane al guin- lo standard della sua vita senza quasi dolersene. Le zaglio e un vigile urbano: “Tanto neanche stavor- strade sono ovunque bucate, i vigili ovunque dita cambia quarcosa. So’ tutti figli de na’ mignotta”. La stratti (il livello di performance, riferito al numero Capitale è come una bella addormentata che delle multe elevate, è risibile rispetto a quello dei muove al numero minimo di giri l’indignazione. colleghi milanesi) i bus ovunque sporchi, gli sberLo fa per presunzione, o incoscienza, o forse ras- leffi sui muri ovunque godibili (uno per tutti, risegnazione. “Me voi dì che rubbano?”, sorride il ba- preso in tv da un magnifico servizio di Alessandro rista. Roma spurga l’odio delle giovani generazio- Sortino: “Se so’ magnati anche le buche!”). È nella ni al Monte di Testaccio dove orde di ragazzini si rassegnazione la scelta dei più. Alessandra Caldadanno appuntamento al sabato sera. È notte e si rozzi, ricercatrice, iscritta fino all’anno scorso al balla, finalmente. Al mattino, a scuola, di quel che Pd della sezione di Torpignattara: “Non mi ha sorsta succedendo in città neanche un cenno. Giulia, presa lo scandalo, mi era già tutto chiaro purtropdel liceo classico Visconti, destinazione naturale po. Sapevo che il mio partito avrebbe offerto questo spettadei ceti affluenti, una sede mocolo, era numentale proprio alle spalle di nell’aria. È Montecitorio: “Da noi i professori non hanno tempo, né voglia questo il CIRCOLO PD dato più di parlarne. Sono tutti concensconsotrati sul programma, sulle inter“TORPIGNA” lante, ne rogazioni, sulle versioni da corNon mi ha sorpreso sono conreggere. Sappiamo davvero posapevole. co dello scandalo, mi spiace”. I lo scandalo, Il dolore giovanissimi ballano e non sanc’è, ma no, gli adulti sanno ma restano a purtroppo mi era già braccia conserte. L’indignazionon sfocia tutto chiaro: sapevo in un senne è adeguata ai tempi moderni, timento di protesta attiva perché all’idea irriducibile che mondo è che il mio partito forse non intacca ancora il registato e mondo sarà, che lo sporme del ceto di cui faccio parte. La co non si ripulisce, e che ciascuavrebbe offerto borghesia cittadina è sconcertano può sporcare ancora un po’. questo spettacolo... ta ma muta perché questa crisi Adiacenze del mercato civile ancora non ha ridotto la percezione della San Giovanni e fanno più paura. L’espressione di qualità della vita, il sistema delle relazioni è ancora un odio così largo verso il potere affronta l’ultima saldo, il buio se c’è non ha allungato la sua ombra curva. Oltre queste parole c’è la violenza. Speriasu di noi. Non esistendo più i partiti, quindi un mo che non accada, ma questo vedo”. canale che organizzi la protesta, l’indignazione di- “Odio, dunque sono”. È quello che ha visto da vampa nel tinello di casa e lì arde, fino a spegnersi tempo Ascanio Celestini, quello che ha sentito come una candela. La ribellione la trova altrove, continuamente nei bar. L’odio come identità colnei quartieri in cui l’indignazione si trasforma in lettiva, lessico comune, misura che valorizza una rabbia perché l’economia va male, ed è sedata in- posizione, riconduce a unità una classe sociale. vece nelle altre forme di vita sorrette da piccole L’odio. Verso il potere, naturalmente, e verso i più collusioni. Il geometra che campa sull’occhiolino, deboli nei luoghi in cui la povertà rende la battaglia per la vita una conquidentro il traffico degli sta quotidiana, un prouffici comunali s’indicesso permanente di gnerà? Io credo che staIl netturbino: costruzione del nuovo rà muto. Il commerordine. Fuori i ladri, ciante che s’allarga, ‘Ti ammazzi di fati- ma anche gli immigral’oste che allunga i tavoti, i rom, ma anche i li sul marciapiede ha ca e nessuno lo riconosce. transessuali e tutti i ditutto da perdere da un versi. Fuori tu, dentro regime di legalità”. io. L’indignazione si traAllora pulisco il necessasforma in ferocia solo “IO VIVO nella città sisui social network, è lì rio, domani la monnezza lente invece – dice Anche tracima, si sostiene tonietta De Lillo, reginella violenza verbale, ci sarà di nuovo’. Il comsta e produttrice – Sonella gara a chi è più duno parte di quella fetta ro, trucido, definitivo. merciante indiano: ‘A me di abitanti a cui è stata “E c’è da stupirsene? tappata la bocca, perChi diavolo mai doruba Acea che non cambia chè l’illegalità l’ha resa vrebbe andare in piazza marginale. Vivo con – chiede Sabina Ambrogi, giornalista e il contatore: li ho chiamati sofferenza questa situazione e come me blogger – Decine e detanti altri. Ma le nostre cine sono state le manima non rispondono’ impressioni, le nostre festazioni e cosa accadelusioni, le nostre de? Niente di niente. Tu preoccupazioni ce le andresti in un posto conoscendone l’inutilità?”. La politica con la piazza scambiamo al telefono, ce le diciamo allo specusa le stesse ipocrite, bugiarde frasi. Inizia con a) è chio, da soli in casa. Chiedere legalità sembra uno lecito manifestare, prosegue con b) però bisogna sforzo inutile, una battaglia a cui appartiene una abbassare i toni. Termine con l’immancabile chiu- minoranza. La maggioranza dei cittadini coltiva sa: avanti con le riforme. Di qualunque cosa si par- altri sentimenti. O è sorda, chiusa in un rancore li, di qualunque protesta si tratti, le riforme, questa infinito, o apatica perchè connivente. Perchè il insopportabile litania riformista, così falsa e stuc- mondo di mezzo è una palude in cui molti affonchevole, viene riproposta. C’è una irriconoscenza dano volentieri le gambe. E allora ti viene solo da dell’altrui intelligenza che oltrepassa i confini del- sperare che questa ondata di pulizia sia qualcosa di la liceità. Non può la politica pensare che la gente più, e gli inquirenti iniziano a far luce anche nel sia idiota al punto da rifilarle una promessa così tuo settore, nei luoghi che frequenti, negli uffici volgare. E quindi se in piazza non succede niente che conosci e da cui esce cattivo odore. Io faccio il esprimo la mia rabbia dove posso connetterla ad tifo in silenzio. Aspetto e spero che arrivino anche altre. Facebook e Twitter contano di più di piazza dalle mie parti”. Sulle coop imbarazzi e silenzi dei ministri PIOGGIA DI INTERROGAZIONI DEI CINQUESTELLE, CHE CHIEDONO UN’ISPEZIONE ALLA ONLUS HUMAN FOUNDATION DELLA MELANDRI di Gianluca P Roselli ioggia di interrogazioni del Movimento 5 Stelle in Parlamento su Mafia Capitale. Tre solo nella giornata di ieri. Ma le risposte dei ministri lasciano molto a desiderare. Imbarazzo, silenzi e pochi fatti concreti. Nonostante i poteri ispettivi che la legge dà al governo. La prima, al question time a Montecitorio, sulla cooperativa 29 giugno presieduta da Salvatore Buzzi. Le altre due in commissione Affari sociali: sul Cara di Mineo, il grande centro di accoglienza immigrati in provincia di Catania, e sull'Onlus Human foundation di Giovanna Melandri. In entrambe è stato consulente Luca Odevaine, l’ex capo di gabinetto di Veltroni, finito in manette nell’inchiesta sulla Terra di mezzo. “Da tempo in Parlamento denunciamo la mancanza di regole per onlus e coope- rative che porta questi soggetti a essere a rischio d’infiltrazioni mafiose. Sono dovuti arrivare gli arresti per dimostrare la fondatezza delle nostre tesi”, spiega la deputata Giulia Grillo. IL PROBLEMA, secondo i 5Stelle, è la mancanza di leggi per regolare il mondo della cooperazione cui lo Stato delega molti servizi con appalti milionari. A fronte, peraltro, di una tassazione agevolata, tanto che qualcuno parla di un regime di concorrenza sleale nei confronti delle altre imprese. “Nel mondo delle coop girano un sacco di soldi, è normale che facciano gola alla criminalità. Molte di esse di non profit non hanno più nulla e agiscono come vere imprese private. Per questo occorre al più presto disciplinare questo settore”, continua la deputata grillina. Secondo cui “i partiti, da destra a sinistra, sono stati conniventi in questa de- so degli anni. generazione”. Giulia Grillo, nella sua Marialucia Lorefice, invece, ha chieinterrogazione, ha chiesto al mini- sto chiarimenti al ministro dell’Instro del Lavoro Poletti di effettuare terno sui presunti appalti pilotati al un’ispezione presso la Human Foun- Cara di Mineo. “Vogliamo sapere se dation, che vede tra i soci fondatori il Viminale era a conoscenza dei proStefano Bravo, ritenuto dagli inqui- fili di conflitto d’interesse e di inoprenti il commercialista di mafia ca- portunità dei ruoli nella vicenda da pitale, l’uomo esperto nel riciclaggio parte dell’eurodeputato Giovanni La di denaro della banda di Massimo Via e del sottosegretario alle PoliCarminati. Nell’interrogazione si chiede LAZIO conto anche di un presunto In Consiglio regionale conflitto d’interessi della fonchiesto conto datrice della di un lavoro da oltre onlus, Giovanna Melandri, a un milione. Gli uffici causa dei suoi numerosi incadi Zingaretti: “Non richi politici rilo abbiamo gestito noi” Giovanna Melandri Ansa coperti nel cor- tiche Agricole Giuseppe Castiglione, entrambi in quota Ncd”, ha detto. Infine, in aula a Montecitorio, Massimo Baroni ha chiesto al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi perché non è stata avviata un’ispezione da parte del ministero nei confronti della cooperativa 29 Giugno. “Le ispezioni partono quando riceviamo segnalazioni. Ora, vista la gravità dell’inchiesta, verranno avviate”, la risposta del ministro. MA L’OFFENSIVA grillina si fa sen- tire anche in Regione Lazio, dove Valentina Corrado ha presentato un’interrogazione per avere chiarimenti sull’affidamento dell’appalto di manutenzione degli uffici della Regione, per oltre un milione e 300 mila euro, a due società coinvolte nell’inchiesta. “La gara è stata gestita dalla Consip e non dalla Regione”, è stata la risposta giunta dagli uffici di Zingaretti.
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