Centro studi Innovazione e Sostenibilità Osservatorio Innovazione e Sostenibilità Innovazione e Sostenibilità Newsletter n. 30/2014 a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani Sommario: News dai territori: Regione Toscana: News nazionali: Ambiente: Edilizia scolastica: Rinnovabili: Rapporti e studi: Aziende: Eventi: Estero: Edilizia scolastica: 1,2 milioni per manutenzione scuole Novità dal vertice che riunisce i ministri europei a Milano Al via il piano scuolebelle; Il piano prende forma anche in Puglia e Sardegna; Manutenzione edifici scolastici: scuolebelle al via in diverse Regioni; Legambiente e INBAR per la riqualificazione sostenibile delle scuole; WWF: per il futuro del fotovoltaico modificare lo spalma incentivi; Proposta di legge per utilizzare le energie rinnovabili nel recupero dei centri storici; Assotermica: bene le norme per gli impianti. Semplificata l’evacuazione dei fumi ‘a parete’ per caldaie a condensazione e apparecchi ibridi; Impianti fotovoltaici sugli edifici, la Camera chiede tasse più leggere; Fotovoltaico, il Parlamento lavora a correzioni su spalma incentivi e catasto; Spalma-Incentivi: ‘si sottovalutano i rischi di contenzioso’ Rapporto IEA 2014 sulle tecnologie energetiche e prospettive future. Nel 2050 le rinnovabili copriranno il 65% della produzione elettrica; Tecnologie per la lavorazione del legno, online l’Annual Report 2013 di Acimall; Efficienza energetica, l'Italia seconda a livello mondiale; Mercato dell'involucro edilizio, il Rapporto Unicmi 2014 Vetromattone + celle fotovoltaiche per edifici super efficienti REbuild 2014 - Victor Olgyay del Rocky Mountain Institute svela i segreti del Deep Retrofit Orti verticali. Il grattacielo verde che potrebbe rivoluzionare Singapore News dai territori: Regione Toscana: Edilizia scolastica: 1,2 milioni per manutenzione scuole 21/07/2014. Saranno infatti 137 le scuole della grande regione del centro-Italia a beneficiare di circa 1,2 milioni di euro di finanziamenti nazionali: gli stanziamenti fanno parte dell'articolazione del piano nazionale definita scuolebelle (posta di fianco alle altre branche del piano, ovvero scuolenuove e scuolesicure) ed il Ministero dell'Istruzione verserà gli importi relativi direttamente nelle casse delle scuole. Non bisogna dimenticare che il piano per la messa in sicurezza e manutenzione degli edifici scolastici vede al momento impegnati 1,1 miliardi di euro su circa 21mila scuole in tutto il territorio italiano, per un piano complessivo che assume certamente il significato simbolico di rinnovamento. Per ulteriori informazioni in merito leggi l'articolo Edilizia scolastica: sarà un percorso lungo, ma il dado è ormai tratto. A livello provinciale, all'interno della Regione Toscana, il maggior finanziamento interesserà il territorio di Firenze; qui gli interventi riguarderanno 46 scuole per quasi 400mila euro complessivi di risorse utilizzate. Per tutte le informazioni in merito al grande piano per l'edilizia scolastica consulta la Pagina speciale di Edilizia Urbanistica, con tutte le informazioni e la timeline delle news. Fonte: Marco Brezza, sito internet edilizia e urbanistica News nazionali: Ambiente: Novità dal vertice che riunisce i ministri europei a Milano 18/07/2014. Una due-giorni di discussioni ed agili riunioni informali in quel di Milano per il meeting generale dei ministri dell'Ambiente e del Lavoro dei paesi dell'Unione Europea. Gli incontri di "alto livello" sono stati inaugurati ieri e proseguiranno oggi, ponendo al centro del discorso la tematica dell'ambiente come nucleo del progetto che sovrintende allo sviluppo dell'Unione Europea: tra gli obiettivi a breve termine in prospettiva Ue infatti sono presenti termine i temi della "green economy", dell'uso efficiente delle risorse e dell’economia circolare. Ambiente: un cambio di passo Il ministro italiano preposto al dicastero dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha espresso alcune considerazioni in merito: "Le ultime elezioni europee ci hanno lanciato un messaggio molto chiaro, che non possiamo ignorare. I cittadini Centro studi Innovazione e Sostenibilità europei chiedono all'Europa un cambio di passo: ci chiedono di andare veloci. Per noi ministri dell'Ambiente questo segnale deve arrivare ancora più forte. O riusciamo a imprimere da subito una direzione chiara e concreta alle politiche comunitarie in materia di clima, e più in generale nelle politiche ambientali, oppure rischiamo il definitivo scollamento dei cittadini dalle istituzioni europee". Rinnovare gli schemi e i meccanismi delle politiche ambientali "La capitalizzazione del Fondo verde per il clima, - ha proseguito Galletti - come riaffermato nei giorni scorsi a Parigi in occasione del Forum delle maggiori economie, è considerato da molti paesi un passo decisivo per creare un rapporto di mutua fiducia che faciliti il percorso verso Lima e Parigi. Il successo delle soluzioni adottate dipenderà anche dalla capacità di affrontare pragmaticamente le sfide che abbiamo davanti, avendo il coraggio di rinnovare meccanismi e schemi che oggi non rispondono più alle esigenze di un mondo che è cambiato". Nella giornata di oggi, intanto, si terrà il vertice congiunto dei ministri di Ambiente e Lavoro, sempre in ambito europeo. Fonte: sito internet edilizia e urbanistica Edilizia scolastica: Al via il piano scuolebelle 22/07/2014 - Iniziano questa settimana gli interventi di piccola manutenzione per il ripristino del decoro e della funzionalità delle scuole. Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’elenco completo (aggiornato al 18 luglio) delle istituzioni scolastiche, per un totale di 7.751 plessi, interessate quest’anno dal programma #scuolebelle del Piano per l’edilizia scolastica del Governo, al quale è destinato un finanziamento di 150 milioni di euro per il 2014. La nota spiega che il Miur verserà gli importi direttamente alle scuole; saranno poi i dirigenti scolastici ad ordinare i lavori attraverso gli appalti Consip o ricorrendo ai vecchi appalti, nel caso in cui quelli nuovi non siano ancora stati attivati. Oltre al programma scuolebelle, il Piano prevede anche scuolenuove per la costruzione di nuovi edifici scolastici e per la realizzazione di manutenzioni importanti, che assorbirà 244 milioni di euro per 404 cantieri. E il programma scuolesicure, per la messa in sicurezza di 2480 edifici scolastici, con un finanziamento di 400 milioni di euro. Ogni intervento avrà un valore medio di 160 mila euro. Si tratta di interventi già dichiarati ammissibili ma che solo oggi sono stati finanziati e che potranno partire dopo l’iter di registrazione delle delibere. Nel complesso il Piano coinvolgerà complessivamente 20.845 edifici scolastici per uno stanziamento pari a 1.094.000.000 di euro Fonte: sito internet edilportale Edilizia scolastica: Il piano prende forma anche in Puglia e Sardegna 23/07/2014. Prosegue il viaggio del grande piano governativo per l'edilizia scolastica in giro per l’Italia: nelle scorse giornate abbiamo esplorato le varie Regioni in cui è avvenuta l'apertura dei lavori per la manutenzione volta al ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici che accolgono i nostri ragazzi nella attività scolastica. Il Piano scuolebelle (articolazione del piano complessivo per la tutela degli edifici scolastici) ha preso il via anche in Sardegna e in Puglia: andiamo ad osservare più da vicino l'entità dei lavori e degli interventi. Regione Sardegna. Nel territorio insulare sono in partenza piccoli lavori da 7mila euro ma anche cantieri di 40mila euro fra Cagliari, Assemini e Dolianova. Sono 339 le strutture interessate da lavori, su circa 1600 plessi. Le risorse a disposizione ammontano a oltre 3 milioni per la provincia di Cagliari con 283 lavori (su 588) già finanziati per il 2014. Verso Sassari confluiranno circa 140mila euro: saranno necessari immediatamente per 18 scuole su un totale di 449 plessi. A Nuoro si comincia con 216mila euro per 22 plessi su un totale di 351. Per Oristano pronti, invece, 223mila euro per 16 plessi su 179. Regione Puglia. Al fine di implementare il piano il governo ha stabilito, per ciò che riguarda il 2014, un finanziamento di 150 milioni di euro. Di questi circa 23 milioni sono destinati a 2676 scuole pugliesi: 903 in provincia di Bari (con 3,2 milioni di euro), 282 di Brindisi (2,2), 630 di Lecce (9,9), 360 di Taranto (3,77) e 501 di Foggia (3,7). Nei prossimi giorni proseguiremo il viaggio nelle varie articolazioni del Piano governativo per l'edilizia scolastica, che riguardano, ricordiamo, anche la messa in sicurezza e l'edificazione di nuove strutture scolastiche Fonte: sito internet edilizia e urbanistica Edilizia scolastica: Manutenzione edifici scolastici: scuolebelle al via in diverse Regioni 22/06/2014. Il grande piano per l'edilizia scolastica lanciato dal Governo è entrato questa settimana nel vivo grazie all'attivazione definitiva della articolazione scuolebelle, ovvero il "bouquet" di interventi di piccola manutenzione volti al ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici scolastici. Oltre all'avvio dei lavori nella Regione Toscana, le operazioni sono decollate anche sugli edifici scolastici di altre importanti regioni italiane: ecco un rapido viaggio per comprendere il divenire dei lavori. Regione Marche. Sono 118 i plessi scolastici coinvolti nel piano di edilizia scolastica, per un ammontare complessivo di poco più di 1,2 milioni di euro per l'anno 2014. La quota più importante va alle province di Ascoli Piceno e di Fermo: 900mila euro dedicati ad interventi su 79 scuole. A seguire la provincia di Ancona con 152mila euro per 19 edifici Centro studi Innovazione e Sostenibilità scolastici su un totale di 378. Pesaro-Urbino con 147mila euro per 16 plessi su un totale di 314; Macerata con 31mila euro per 4 plessi su un totale di 284. Regione Emilia Romagna. Nell'ampio territorio regionale sono 179 i plessi scolastici coinvolti dal piano di edilizia scolastica condotto dalla compagine governativa: andando ad osservare nel dettaglio la situazione si può osservare che gli istituti oggetto di intervento saranno 89 in provincia di Bologna, 35 in quella di Ravenna, 26 in quella di Modena, 11 nel territorio di Reggio Emilia, 8 in quello di Rimini, 6 in quello di Forlì-Cesena e 4 nella provincia di Piacenza. Regione Basilicata. In territorio lucano il piano per la tutela e manutenzione degli edifici scolastici vede circa 2,6 milioni di euro destinati agli interventi: in provincia di Potenza, saranno spesi 1,9 milioni di euro con interventi in 488 plessi (200 finanziati nel 2014); in provincia di Matera gli interventi costeranno circa 770mila euro (in 198 plessi, 41 dei quali finanziati nel 2014). Il complessivo piano per la tutela degli edifici scolastici è stato inaugurato nei primi giorni di luglio con l'apertura dei primi cantieri: qui le notizie in merito alla programmazione degli interventi. Per l'articolazione scuolebelle il finanziamento statale ammonta complessivamente a 150 milioni di euro per 2014: il Ministero dell'Istruzione provvederà a versare gli importi direttamente nelle casse delle scuole. Saranno poi i dirigenti scolastici a ordinare i lavori attraverso gli appalti Consip oppure ricorrendo ai vecchi appalti laddove quelli nuovi non siano ancora stati attivati. Fonte: Ediltecnico Edilizia scolastica: Legambiente e INBAR per la riqualificazione sostenibile delle scuole 18/07/2014 - Un protocollo d’intesa per la riqualificazione sostenibile degli edifici scolastici è stato siglato ieri da Legambiente e dall’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR). La prima scuola-pilota di questo progetto è l’Istituto Comprensivo di Via Monte Ruggero a Roma, sul quale è stato compiuto un primo controllo. Costruita alla fine degli anni settanta, la scuola è stata scelta come esempio da cui partire e “lavorare insieme” per delineare il tipo di manutenzione che anche le altre scuole italiane costruite in quegli anni potrebbero in linea di massima seguire. “Puntare su interventi mirati e fare una costante manutenzione ordinaria - spiegano Legambiente e INBAR - significa infatti dare un futuro all’edilizia scolastica italiana, facendola uscire dallo stato di emergenza in cui si trova e contribuire a scuole più sicure, belle e vivibili”. Successivamente saranno individuate altre scuole-pilota, di ogni ordine e grado e di qualsiasi regione, sulle quali Legambiente e l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura elaboreranno un protocollo di intervento e stilare delle linee guida, identificando interventi-tipo e individuando criteri standard di gestione sostenibile che la comunità scolastica potrà seguire. “In Italia la situazione dell’edilizia scolastica italiana - spiega Vanessa Pallucchi, responsabile scuola e formazione di Legambiente - continua ad essere in uno stato di permanente emergenza sul fronte degli interventi e della messa in sicurezza. Occorre superare la necessità di operare in uno stato di immediata urgenza, come sta facendo ora il Governo, per arrivare ad una programmazione a lungo termine che metta al centro la qualità degli interventi nell’ottica della sicurezza, della sostenibilità energetica e della funzionalità didattico educativa degli edifici”. “Al centro del dibattito sul degrado del nostro patrimonio edilizio scolastico - che, ricordiamo, secondo Ecosistema Scuola, necessita oggi di interventi urgenti di manutenzione per più del 37% degli edifici - c’è sempre stata la necessità di fondi e mai la qualità degli interventi - aggiunge Pallucchi. È ora che si inizino a mettere in fila una serie di coperture economiche da destinare alle scuole”. “Con questa intesa vogliamo confrontarci con le amministrazioni per riqualificare e costruire una nuova ‘generazione’ di scuole, meno costose da un punto di vista energetico, di più facile gestione e soprattutto che motivano all’apprendimento e alla partecipazione perché costruite ed organizzate in modo diverso” - conclude Pallucchi. “L’iniziativa intrapresa con Legambiente - dichiara Giovanni Sasso, presidente dell’Istituto nazionale di Bioarchitettura rappresenta il tentativo di individuare uno standard, replicabile e di qualità, per progetti di riqualificazione che superino i ristretti confini degli interventi di solo miglioramento energetico; l’adeguamento dell’edilizia scolastica può invece diventare l’occasione per integrare nel progetto anche altri valori propri della bioarchitettura”. “Oltre alle prestazioni energetiche (almeno di Classe C), anche la qualità degli spazi indoor, l’impiego di materiali naturali, la tutela della risorsa idrica, la partecipazione degli utenti (insegnanti, personale e alunni), l’ottimizzazione dell’uso del sole - spiega Sasso. Il nostro interesse per questo progetto risiede proprio nel fatto che si possa fare sostenibilità a 360 gradi e ciò, in particolare, in un contesto in cui si vuole riconoscere un valore educativo proprio alla stessa struttura edilizia che ospita una comunità in formazione”. “Siamo felici - dichiarano il Presidente del Municipio Roma III, Paolo Marchionne e la Vicepresidente e Assessore alle politiche Ambientali del Municipio Roma III, Gianna Le Donne - di essere il territorio nel quale si avvia la sinergia tra Legambiente e l’INBAR e che una scuola del Municipio III sia la prima ad essere oggetto di progettazione per il riadeguamento. Tutti i nostri edifici necessitano di interventi strutturali, ma mai come oggi è fondamentale partire dal concetto di efficientare ed elevare le prestazioni energetiche degli edifici pubblici in generale e delle scuole in particolare”. Fonte: sito internet edilportale Centro studi Innovazione e Sostenibilità Rinnovabili: WWF: per il futuro del fotovoltaico modificare lo spalma incentivi 24/07/2014. Il WWF prende una netta posizione contro il decreto spalma incentivi e ha chiesto alla Commissioni Industria e Ambiente del Senato la modifica o addirittura la cancellazione degli articoli dal 23 al 26 del Decreto Competitività che, se confermati, rischiano di affossare l'intero settore tagliando gli incentivi in modo retroattivo per gli impianti esistenti e uccidendo l’autoproduzione del futuro con i cosiddetti oneri di sistema, non dovuti dagli impianti di autoproduzione esistenti. L'associazione sottolinea che il decreto interesserebbe ben 11 dei 18 mila MWp di impianti fotovoltaici installati in Italia, mettendo a rischio oltre il 60% della produzione di energia elettrica fotovoltaica italiana, pari a quasi il 5% della copertura della produzione elettrica nazionale, una produzione pulita e totalmente indipendente da importazioni di combustibile dall’estero. "Il WWF ritiene non veritiera la presentazione propagandistica del provvedimento - si legge nel comunicato - come “taglia-bollette”, in quanto i benefici non riguarderanno affatto le famiglie. Inoltre, come rilevato dalla CGIA di Mestre, il provvedimento non produrrà nessun beneficio per l'85% delle imprese e dei lavoratori autonomi presenti in Italia: almeno 4 milioni di attività economiche non potranno godere dei suoi effetti dato che riguardano solo le utenze collegate con una potenza impiegata superiore a 16,5 kW". Solo negli ultimi 12 mesi ricorda il WWF, il solare ha prodotto risparmi per 1,6 miliardi, equivalenti a quasi il 30% dell'ammontare annuale degli incentivi in quel periodo. "Il legislatore dovrebbe intervenire con modifiche del mercato elettrico atte a rendere maggiormente fruibili dal consumatore, non dai distributori e dagli intermediari, tale risparmio, dal momento che è frutto anche di una leva posta in essere dal Governo e dal Parlamento Italiano". Il WWF infine ritiene molto grave il fatto che il provvedimento introduca una tassa per le reti private (Seu, Riu) e per l'autoproduzione di elettricità, "ovvero per la parte di energia prodotta che gli impianti non scambiano con la rete. Saranno proprio le energie del futuro, gli impianti solari e da rinnovabili, a pagare più degli impianti inquinanti (80% di quelli esistenti), penalizzando famiglie, condomini e piccole e medie imprese. Non solo: gli energivori che volessero scegliere il fotovoltaico, sarebbero frenati dal farlo". Fonte: sito internet infobuild energia Rinnovabili: Proposta di legge per utilizzare le energie rinnovabili nel recupero dei centri storici 23/07/2014. La deputata Pd Maria Iacono ha presentato alla Camera una sua proposta di legge per il recupero dei centri storici incentivando l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare installando “sui tetti degli immobili pubblici e privati – spiega la deputata PD - all’interno dei centri storici italiani, di impianti fotovoltaici integrati, ovvero del tipo a ‘tegola fotovoltaica’, quindi perfettamente legati al tessuto urbanistico ed architettonico dei luoghi, finalizzati a divenire ‘capacità reddituale’ dei soggetti proprietari degli immobili interessati, ovvero di ottenere una linea di credito finalizzato esclusivamente alla ristrutturazione ed alla messa in sicurezza dell’immobile su cui insiste l’impianto in parola”. Alla base della proposta di legge c’è la considerazione che la tutela del patrimonio storico e architettonico del nostro Paese possa rappresentare un importante volano per la ripresa economica e le innovazioni tecnologiche permettono oggi straordinarie possibilità di sviluppo. “I centri storici delle città - continua Maria Iacono - sono contenitori della ricchezza artistica e culturale del paese e ciò è ancor più vero in quelle città, spesso nel meridione, che soffrono l’abbandono dei propri centri storici, e che sono per la propria storia ricche di interesse urbanistico e culturale. Come è noto, l’istallazione di tali impianti fotovoltaici è una possibilità concreta di sviluppo tecnologico e rispetto per l’ambiente. Questo deve tradursi anche in possibilità economica e valore aggiunto per i centri storici, per concorrere al superamento dell’attuale momento di depressione economica”. Fonte: sito internet infobuild energia Rinnovabili: Assotermica: bene le norme per gli impianti. Semplificata l’evacuazione dei fumi ‘a parete’ per caldaie a condensazione e apparecchi ibridi 23/07/2014 - La pubblicazione del Dlgs 102/2014 di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica (Gazzetta Ufficiale del 18 luglio 2014) contiene un’importante novità in materia di evacuazione dei fumi di scarico degli impianti termici. In particolare, aumentano significativamente i casi in cui è possibile scaricare a parete (da 4 a 6), e vengono riviste le tipologie e le caratteristiche dei generatori che possono beneficiare di tale semplificazione. Alberto Montanini, Presidente di Assotermica, l’associazione dei costruttori di apparecchi e componenti per impianti termici, esprime la propria soddisfazione per una misura auspicata da tempo: “L’attuale formulazione, che confidiamo chiarisca una volta per tutte la materia in oggetto, si inserisce nel quadro degli indirizzi di efficientamento energetico indicati dall’UE, che con le recenti misure di Ecodesign spingerà decisamente verso l’adozione di tecnologie ad alta efficienza, quali le caldaie a condensazione e gli apparecchi ibridi”. “Fino ad oggi - prosegue Montanini - la legislazione per l’evacuazione dei fumi non richiamava in alcun modo queste tecnologie, mentre le modifiche approvate e pubblicate in Gazzetta Ufficiale sono un passo importante per eliminare una delle principali criticità ad una maggiore diffusione di sistemi ad alta efficienza”. In particolare con l’articolo 14, commi 8 e 9, è prevista la possibilità di scaricare a parete per i generatori di calore a gas a camera stagna in sostituzione di generatori che già scaricavano a parete o in canna collettiva ramificata, ma Centro studi Innovazione e Sostenibilità soprattutto tale semplificazione viene estesa al caso di ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, qualora non vi siano sistemi di evacuazione a tetto idonei o comunque adeguabili e qualora vengano installati generatori a condensazione con emissioni medie ponderate di ossidi di azoto non superiori a 70 mg/kWh. Le stesse caldaie a condensazione con analoghi limiti di emissione potranno scaricare a parete anche nei casi in cui l’obbligo di evacuare i fumi a tetto risulta incompatibile con norme di tutela degli edifici oggetto dell’intervento o il progettista attesta e assevera l’impossibilità tecnica a realizzare lo sbocco sopra il colmo del tetto. In aggiunta a ciò, per i generatori ibridi compatti composti almeno da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore sparisce qualsiasi condizione di verifica sia dell’impossibilità tecnica che dell’adeguabilità dei sistemi fumari. “Il lavoro da fare è ancora molto, ma ora possiamo guardare con più serenità ai Regolamenti di Ecodesign ed Etichettatura Energetica, che diventeranno operativi a partire da settembre 2015” - conclude Montanini. Fonte: Ufficio stampa Assotermica Rinnovabili: Impianti fotovoltaici sugli edifici, la Camera chiede tasse più leggere 23/07/2014 - Modificare le norme catastali e fiscali sugli impianti fotovoltaici contenute nella Circolare 36/E/2013 dell’Agenzia delle Entrate. È la richiesta fatta al Governo dalla Commissione Finanze della Camera. Le richieste della Camera Al momento, chi installa su un edificio o su un’area pertinenziale un impianto fotovoltaico di potenza superiore a 3 kW, che incrementa il valore capitale o la redditività ordinaria dell’immobile di una percentuale pari al 15% o superiore, deve fare domanda per la rideterminazione della rendita dell’unità immobiliare a cui l’impianto è collegato. Al di sotto della potenza di 3 kW non c’è invece nessun obbligo di accatastamento. Ciò significa che chi realizza un investimento a sostegno dell’efficienza energetica va incontro ad un aumento delle tasse. Un elemento che rende meno conveniente l’intervento. Per bypassare questa difficoltà, la Commissione ha quindi chiesto di far aumentare dal 15% al 30% la soglia che fa scattare l’obbligo di aggiornamento catastale. In base alla normativa vigente, il costo per la realizzazione di un impianto fotovoltaico classificabile come bene mobile è deducibile quando è utilizzato da persone fisiche e giuridiche titolari di reddito d’impresa, che impiegano tale bene nell’ambito dell’attività d’impresa e quando l’impianto è realizzato da lavoratori autonomi e associazioni professionali che lo utilizzano nella propria attività. In questo caso la quota di ammortamento è pari al 9%. Se ad essere realizzato è un impianto fotovoltaico che si configura come bene immobile, il costo dell’investimento è deducibile per le persone fisiche e per le persone giuridiche titolari di reddito d’impresa e per le associazioni professionali che abbiano acquistato l’impianto nel periodo 1° gennaio 2007 – 31 dicembre 2009 e lo impieghino nell’ambito della loro attività. In questa situazione, l’aliquota di ammortamento è pari al 4%. La Commissione ha chiesto di cancellare questa differenziazione, portando l’aliquota di ammortamento al 9%, a prescindere dalla natura mobiliare o immobiliare dell’impianto fotovoltaico. La Commissione ha infine chiesto di incrementare da 3 kW a 7 kW il limite di potenza nominale degli impianti fotovoltaici destinati ai consumi domestici che non devono essere accatastati. In questo modo verrebbe incentivata maggiormente la realizzazione di punti di produzione di energia pulita esenti dall’obbligo di accatastamento perché assimilabili a pertinenze degli immobili. Ricordiamo inoltre che la Circolare 36/E evidenzia come, ai fini del censimento in catasto, non conta soltanto la facile amovibilità delle componenti degli impianti fotovoltaici, né la possibilità di posizionarle in altro luogo mantenendo inalterata la loro originale funzionalità e senza antieconomici interventi di adattamento. Il requisito dell’amovibilità ai fini della qualificazione degli impianti fotovoltaici come beni mobili è invece essenziale dal punto di vista fiscale. La risposta del Governo Il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Enrico Zanetti, intervenuto in Commissione, ha fatto presente che il mancato incremento del valore catastale connesso all’installazione degli impianti fotovoltaici potrebbe provocare una perdita di gettito ai fini IMU e TASI. Ipotizzando di accettare la richiesta solo per gli immobili a uso abitativo, si stima una perdita di gettito annua potenziale di circa 15 milioni di euro su base nazionale. Inoltre, trattandosi di tributi locali, andrebbe previsto anche un ristoro aggiuntivo agli enti locali interessati. Secondo Zanetti, poi, portare al 9% la quota di ammortamento per tutti gli impianti significherebbe perdere un gettito annuo di 25 milioni di euro. La risoluzione dovrà quindi molto probabilmente essere riformulata in modo che il Governo possa fare delle stime di copertura più precise. Fonte: sito internet edilportale Rinnovabili: Fotovoltaico, il Parlamento lavora a correzioni su spalma incentivi e catasto 22/07/2014 Cartolarizzazione affidata ad un soggetto differente dal GSE. Robin tax (addizionale Irpef del 5,5%) estesa anche alle imprese del settore del fotovoltaico con ricavi oltre i 300 mila euro e con reddito imponibile superiore a 30.000 euro. E ancora: riduzioni alle dimensioni degli impianti del 3% per la taglia da 200 kW a 500 kW, del 4,5% per quella da 500 kW a 1 MW, del 6% per gli impianti con potenza superiore a 1 MW, in alternativa alla riduzione dell’8% dell'entità residua dell'incentivo per chi non opta per l'allungamento a 24 anni del periodo di corresponsione dell'incentivo, rispetto all'attuale durata ventennale. Centro studi Innovazione e Sostenibilità Sono queste le ipotesi di emendamenti al vaglio del Parlamento per correggere la controversa norma sullo spalma incentivi, contenuta all'articolo 26 del decreto taglia bollette – decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, recante “disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea”. NO DEL MEF ALL'EMISSIONE DI BOND DA PARTE DEL GSE. Sembra invece tramontata l'ipotesi dell’emissione di bond da parte del Gestore Servizi Energetici, finalizzata a ridurre la componente A3 della bolletta elettrica. La proposta era stata avanzata da Confindustria ma ha trovato l'opposizione del Ministero dell'Economia per il rischio di aumento del debito pubblico. LE PERPLESSITÀ DEL SENATO SULLO SPALMA INCENTIVI. Perplessità sullo spalma incentivi sono state espresse anche dal Servizio del Bilancio del Senato, che nel suo parere sull'articolo 26 del decreto-legge n. 91/2014 ha paventato il rischio di un cospicuo contenzioso ed evidenziato profili problematici sulla previsione di finanziamenti assistiti dalla garanzia della Cassa depositi e prestiti o dello Stato. CATASTO FV, APPROVATA RISOLUZIONE IN COMMISSIONE FINANZE DELLA CAMERA. Sul fronte della normativa relativa all'accatastamento e all'ammortamento degli impianti fotovoltaici, c'è da registrare l'approvazione all'unanimità, il 17 luglio scorso da parte della Commissione Finanze della Camera, di una risoluzione (7-00400 firmata da Gian Mario Fragomeli – PD). La circolare n. 36/2013 dell'Agenzia delle Entrate ha classificato gli impianti fotovoltaici come beni immobili, e non mobili, e pertanto è stata modificata la percentuale di ammortamento del 9% indicata in precedenza. Con le circolari n. 46/E del 2007 e n. 36/E del 2013 è stato chiarito che, quando l’impianto fotovoltaico è qualificabile come bene mobile, il coefficiente di ammortamento da applicare è del 9%; se invece l'impianto fv è qualificabile come bene immobile, si deve fare riferimento all’aliquota di ammortamento prevista per «fabbricati destinati all’industria», corrispondente al 4%. La circolare n. 36/2013 ha inoltre precisato che la dichiarazione di variazione catastale è necessaria quando l’impianto fotovoltaico integrato su un immobile ne incrementa il valore capitale, o la redditività ordinaria, di almeno il 15%. Nella risoluzione si evidenzia che “tutto ciò rende altamente diseconomica la realizzazione di un impianto fotovoltaico” e, pertanto, si impegna il Governo “ad assumere iniziative dirette a rivedere la normativa recante l'obbligo di variazione della rendita catastale dell'immobile, nel caso in cui l'installazione di un impianto fotovoltaico ne incrementi il suo valore capitale (o la relativa redditività ordinaria), innalzando la soglia percentuale di detto incremento dall'attuale 15 per cento ad almeno un più coerente 30 per cento”. Inoltre, la risoluzione impegna l'Esecutivo “ad assumere un'iniziativa normativa che contempli una specifica aliquota di ammortamento per gli impianti fotovoltaici, prevedendo un unico coefficiente pari al 9 per cento, a prescindere dalla natura mobiliare o immobiliare degli stessi”, e infine “ad assumere iniziative per incrementare il limite di potenza nominale degli impianti fotovoltaici destinati ai consumi domestici ad un valore pari ad almeno 7 chilowatt, al fine di mantenere l'incentivo alla realizzazione di molteplici punti di produzione di energia «pulita» catalogabili come installazioni esenti dall'obbligo di accatastamento ed assimilandoli quindi – di fatto – ad impianti di pertinenza degli immobili stessi”. Fonte: sito internet casa e clima Rinnovabili: Spalma-Incentivi: ‘si sottovalutano i rischi di contenzioso’ 18/07/2014 - La portata finanziaria del Decreto Spalma Incentivi non risulta evidente e viene sottovalutato il rischio di contenzioso derivante dalla rimodulazione dei bonus. È questo, in sintesi, il parere della Commissione Bilancio del Senato, che ha dato il via libera al ddl di conversione del decreto Spalma-Incentivi (DL 91/2014). La norma, al centro delle polemiche degli addetti ai lavori, che interviene sugli oneri di rete e rimodula gli incentivi finora concessi al fotovoltaico dal Conto Energia, sta infatti affrontando l’iter parlamentare dal momento che deve essere convertita in legge entro il 24 agosto. I contenuti del decreto Ricordiamo che l’articolo 24 del Decreto Spalma-Incentivi prevede di porre oneri sull’energia consumata, compresa quella autoprodotta. Un’ipotesi che è stata criticata dagli operatori del settore perché si equipara l’energia prodotta, distribuita e prelevata dalla rete pubblica in concessione, all’energia autoprodotta in sito che non passa dalla rete pubblica, ma da un’infrastruttura privata, cioè da una rete che per essere realizzata ha richiesto un investimento a favore della sostenibilità. L’articolo 26 taglia gli incentivi al fotovoltaico, dando agli investitori che hanno già un impianto funzionante e che stanno percependo gli incentivi ai sensi del Conto Energia,la possibilità di scegliere tra due opzioni: la rimodulazione e l’allungamento da 20 a 24 anni del periodo di erogazione oppure la riduzione dell’8% degli incentivi. La prima opzione prevede che dal 1° gennaio 2015 la tariffa incentivante per l’energia prodotta dagli impianti oltre i 200 kW sia rimodulata secondo le seguenti percentuali di riduzione: - 12 anni residui > riduzione incentivo pari al 25% - 13 anni residui > riduzione incentivo pari al 24% - 14 anni residui > riduzione incentivo pari al 22% - 15 anni residui > riduzione incentivo pari al 21% - 16 anni residui > riduzione incentivo pari al 20% - 17 anni residui > riduzione incentivo pari al 19% - 18 anni residui > riduzione incentivo pari al 18% - oltre 19 anni residui > riduzione incentivo pari al 17% Centro studi Innovazione e Sostenibilità Per le tariffe onnicomprensive erogate ai sensi del quinto Conto Energia (DM 5 luglio 2012), le riduzioni si applicano alla sola componente incentivante (calcolata secondo l’art. 5, comma 2, del DM 5 luglio 2012). Scegliendo la seconda opzione, i titolari degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW potranno optare per una riduzione dell’8% dell’incentivo riconosciuto al 25 giugno 2014 (data di entrata in vigore del DL 91/2014), per la durata residua del periodo di incentivazione. Chi sceglie questa alternativa dovrà comunicarlo al GSE entro il 30 novembre 2014 e la riduzione dell’incentivo decorrerà dal 1° gennaio 2015. Le proposte di modifica Oltre alle numerose richieste di soppressione degli articoli in questione, gli emendamenti presentati propongono di rivedere gli oneri di rete dal 2016 anziché dal 2015 e di escludere dagli oneri per l’autoconsumo gli impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza inferiore a 200 kW. È stato inoltre chiesto di sostituire la rimodulazione degli incentivi al fotovoltaico con l’emissione di obbligazioni da parte del GSE. Per ridurre l’impatto dei tagli, per il 2014 è stato proposto di erogare gli incentivi con rate mensili costanti pari al 98% della producibilità media annua e di passare a decurtazioni maggiori nel 2015. Un’altra ipotesi di rimodulazione ha infine chiesto di spalmare gli incentivi in ventidue anni anziché in ventiquattro. Il parere della Commissione Bilancio del Senato Prima del parere, è intervenuto in Commissione il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Enrico Morando. A suo avviso, anche se non può essere esclusa la possibilità che chi ha investito in rinnovabili instauri un contenzioso contro la rimodulazione degli incentivi e l’allungamento dei tempi di erogazione, il Governo ha adottato tutti gli accorgimenti per evitarlo. Le affermazioni del viceministro non hanno però convinto la Commissione, tanto che diversi componenti hanno dato parere negativo al provvedimento. Si attendono ora i prossimi passaggi parlamentari per capire se e come saranno accolte le richieste di modifica del testo. Fonte: Paola Mammarella, sito internet edilportale Rapporti e studi: Rapporto IEA 2014 sulle tecnologie energetiche e prospettive future. Nel 2050 le rinnovabili copriranno il 65% della produzione elettrica 24/07/2014. E’ stato presentato a Roma il rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) “Energy Technology Perspectives 2014” sulle prospettive e tendenze delle tecnologie energetiche a livello mondiale. Dallo Studio emerge un'economia mondiale sempre più dominata dall'energia elettrica, la cui quota sul totale della domanda di energia è raddoppiata negli ultimi 40 anni. Il Rapporto presenta diversi senari e i possibili percorsi di breve e medio periodo per gestire il passaggio verso un sistema energetico low carbon, identificando il ruolo attivo dei decisori politici, degli operatori di settore, dell’industria e della ricerca. In tutti gli scenari del rapporto IEA al 2050, la quota di energia elettrica aumenta fino a un quarto del totale della domanda di energia, mentre le emissioni di CO2 diminuiscono del 90% rispetto ai livelli del 2011 grazie alla crescita delle fonti rinnovabili nel mix energetico. Il dato certamente più significativo è che oggi il 65% dell’energia elettrica viene prodotta con combustibili fossili contro il 20% delle rinnovabili, nel 2050 queste percentuali saranno ribaltate, con l'energia verde a coprire il 65% della produzione elettrica. Nel corso della presentazione, l’ENEA ha illustrato le attività che sta mettendo a punto, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, per realizzare gli obiettivi di monitoraggio sullo stato e sulle prospettive di sviluppo delle tecnologie energetiche in Italia. Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA, ha evidenziato: “L’Italia è tra i paesi più dinamici nel campo della ricerca energetica, con l’ENEA in prima fila nel trasferimento dei risultati di tali attività al sistema produttivo nazionale. La nostra industria, però, sconta un basso livello di competitività a livello internazionale, sia per gli scarsi investimenti in innovazione, accentuati dalla crisi economica, che per il costo dell’energia. Il programma di monitoraggio che l’ENEA sta sviluppando potrà indirizzare le scelte in campo tecnologico del Paese per raggiungere gli obiettivi di de-carbonizzazione del sistema energetico nel breve e lungo periodo e contemporaneamente favorire l’innovazione del nostro sistema industriale, attraverso la scelta di tecnologie in grado di accrescere la competitività e di conseguenza l’occupazione”. Fonte: sito internet infobuild energia Rapporti e studi: Tecnologie per la lavorazione del legno, online l’Annual Report 2013 di Acimall 22/07/2014. È stato pubblicato l’“Annual Report 2013” di Acimall (Associazione costruttori italiani macchine ed accessori per la lavorazione del legno), un vero e proprio dossier che fotografa la realtà dell’industria italiana delle tecnologie per la lavorazione del legno e la colloca in un contesto più ampio, nell’ambito dei dati relativi a importazioni ed esportazioni di tutti gli altri principali competitor mondiali (Germania, Stati Uniti, Cina, Austria e Taiwan). Fonte: sito internet casa e clima Rapporti e studi: Efficienza energetica, l'Italia seconda a livello mondiale 18/07/2014. Una politica attenta alle tematiche energetiche e un'ampia diffusione della mobilità sostenibile. Sono questi i principali 'sforzi' grazie ai quali l'Italia guadagna il secondo posto a livello mondiale in materia di efficienza Centro studi Innovazione e Sostenibilità energetica. Almeno secondo l'ACEEE (American Council for an Energy-Efficient Economy), associazione no-profit americana, che ha redatto quest'anno la seconda edizione della classifica internazionale dei paesi più efficienti. Germania al primo posto Tra i sedici paesi presi in considerazione (responsabili dell' 81% del prodotto interno lordo mondiale e del 71% del consumo globale di energia) - quattro in più rispetto allo scorso anno (India, Messico, Corea del Sud e Spagna) - la Germania si piazza al primo posto, seguita da Italia, Europa in generale, Cina, Francia, Giappone, Regno Unito, Spagna, Canada, Australia, India, Corea del Sud, Stati Uniti, Russia, Brasile e Messico. Quadro positivo, ma ancora molte le opportunità da cogliere Dal quadro emerso, rivela l'ACEEE, negli ultimi anni si sono compiuti molti passi in vanti in tema di efficienza energetica, sopratutto da un punto di vista legislativo, ma sono ancora molte le opportunità di miglioramento che gran parte dei paesi dovrebbero sfruttare. Sopratutto gli Stati Uniti d'America che si spiazzano a sorpresa al 13° posto, dietro la Cina, il Canada e l'India. Probabilmente i nuovi standard sulle emissioni inquinanti delle centrali elettriche esistenti, varati nel mese di giugno, aiuteranno il paese a risalire in classifica ma- sottolineano gli analisti- ci sono molte altre best practices che dovranno essere adottate. 31 categorie raggruppate in 4 macro-aree La classifica è stata stilata seguendo un sistema a punteggi (su scala 100) ottenibili in 31 categorie, a loro volta raggruppate in quattro macro-aree: consumo energetico, edifici, industria e trasporti. La valutazione delle varie categorie (cinque in più rispetto a quelle dello scorso anno: gestione delle acque, efficienza agricola, politiche di retrofit degli edifici, standard di efficienza del carburante e investimenti in efficienza energetica da parte del settore privato) è stata fatta prendendo in considerazione due aspetti. Il primo riguarda le 'strategie politiche' e prende quindi in considerazione gli obiettivi a livello nazionale in tema di efficienza energetica, la presenza di standard di efficienza energetica per veicoli o elettrodomestici e via dicendo. Il secondo valuta, invece, le 'performance' raggiunte, misurando quindi il consumo energetico degli edifici, le emissioni nocive di veicoli, ecc. Italia premiata per i trasporti e per gli sforzi politici L'Italia è stata premiata nella categoria 'trasporti', dove si piazza al primo posto e per gli sforzi nazionali in termini di efficienza energetica, dove raggiunge un punteggio uguale a quello francese. Mentre la Germania campeggia nell'industria e la Cina per gli edifici efficienti. La Germania è l'esempio assoluto di cosa vuol dire fare dell'efficienza energetica una priorità assoluta- ha dichiarato Steven Nadel, direttore esecutivo di ACEE- e dovrebbe essere presa come modello da tutti gli altri paesi, Usa in primis. Ma è importante anche sottolineare lo sforzo di paesi come la Cina e l'Italia che hanno fatto nell'ultimo anno un enorme balzo in avanti. Fonte: sito internet casa e clima Rapporti e studi: Mercato dell'involucro edilizio, il Rapporto Unicmi 2014 17/07/2014. L’ufficio Studi Economici UNICMI, l’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti, ha reso disponibile il Rapporto 2014 sul mercato italiano dei serramenti metallici e delle facciate continue. Il Rapporto sul mercato italiano dell’involucro edilizio fornisce alle imprese e agli analisti, in un unico quadro sintetico d’insieme, informazioni aggiornate sull’evoluzione del mercato dei serramenti metallici e delle facciate continue in Italia. Il rapporto è focalizzato sul mercato dei produttori di serramenti metallici e facciate continue e viene pubblicato con cadenza annuale. 5 SEZIONI. Il rapporto si articola in 5 sezioni: Analisi del mercato delle costruzioni, Analisi e quantificazione del mercato dei serramenti metallici e delle facciate, Strategie commerciali delle aziende produttrici di serramenti metallici e di facciate continue, Analisi del trend di sviluppo registrati delle aziende dai costruttori di serramenti e di facciate e dai loro fornitori strategici e Previsioni sull’andamento del mercato nel 2014. NEL 2013 FLESSIONE DEL 4,5%, RALLENTA LA DECRESCITA. Per il 2013 le rilevazioni di UNICMI indicano una contrazione del mercato dei serramenti metallici di circa il 4,5% rispetto all’anno precedente, passando da 1.539 milioni di euro del 2012 a 1.470 del 2013. Si tratta della minore contrazione del mercato registrata negli ultimi 5 anni ed evidenzia che il trend di decrescita del mercato ha rallentato la sua corsa. ANCORA PRESTO PER PARLARE DI INVERSIONE DI TENDENZA. Il dato non può essere interpretato positivamente, ma potrebbe rappresentare un labile primo segnale di una possibile inversione di tendenza, dopo circa 4 anni di forti contrazioni che hanno determinato una riduzione del valore del mercato italiano dei serramenti metallici di quasi il 40% rispetto al 2008. Il Rapporto UNICMI evidenzia come la fase più critica del mercato dell’involucro edilizio sia stata raggiunta nel 2013, ma come manchino ancora segnali sufficientemente robusti per pronosticare un’inversione di tendenza; la previsione più ragionevole per il 2014 è dunque quella di una stabilizzazione del mercato sui livelli attuali. Il mercato delle nuove costruzioni residenziali e non residenziali non sarà interessato da significativi segnali di ripresa per almeno due anni. L’unico segmento di mercato che mostrerà timidi segnali di ripresa sarà quello del recupero delle costruzioni ad uso residenziale, tale risultato sarà comunque determinato dalla disponibilità degli incentivi fiscali. FALLIMENTI, COINVOLTO TRA IL 12 E IL 15% DELLE IMPRESE DEL SETTORE. Nel quadro di una crescita asfittica, non trova soluzioni di continuità lo stato di sofferenza finanziaria delle aziende che operano nella produzione di serramenti metallici; alle criticità patrimoniali è legato il tema della mortalità aziendale, che si palesa quale ulteriore emergenza del periodo. Sia le analisi di bilancio che quelle semestrali condotte da UNICMI confermano infatti la negatività del quadro finanziario generale per le imprese del settore, già delineatosi negli anni precedenti. Nel 2012 il 10% delle aziende del settore è stato coinvolto da fallimenti o altre procedure concorsuali e nel 2013 la situazione è addirittura peggiorata, con percentuali tra il 12% ed il 15%. Il costante peggioramento dei tempi di pagamento e la consistenza Centro studi Innovazione e Sostenibilità sempre più gravosa dei crediti nei bilanci delle aziende lascia ragionevolmente prevedere che nel 2014 vi sia un elevato numero di operatori, tra il 10% ed il 14%, che si troverà in una situazione di dissesto finanziario non recuperabile. Fonte: sito internet casa e clima Aziende: Vetromattone + celle fotovoltaiche per edifici super efficienti 22/07/2014. La start-up Sbskin presenta un nuovo sistema integrato che unisce tecnologia, design ed energie rinnovabili. I quattro giovani accademici - esperti nell’ambito dell’ottimizzazione energetica e dell’incremento prestazionale degli edifici - fondatori della start-up SBskin, partendo dalla ricerca di soluzioni energeticamente efficienti, in grado di funzionare in diversi contesti climatici, garantendo contemporaneamente ottime prestazioni e attenzione al design, hanno realizzato un nuovo sistema per involucri edilizi altamente efficienti, che integra vetro mattone e celle fotovoltaiche di terza generazione DSSC o OPV. La nuova tecnologia brevettata permetterà di realizzare soluzioni efficienti per edifici posti in qualsiasi clima e orientati verso qualsiasi direzione, garantendo attenzione al design. Il vetro mattone costituisce infatti un elemento decorativo, colorato e pensato in base alle esigenze di ogni singolo cliente. Le coperture e le facciate realizzate da SBskin potranno dunque sfruttare al meglio la luce naturale, migliorando l’efficienza termica degli edifici, ma anche produrre energia grazie ai pannelli fotovoltaici. Le celle fotovoltaiche, grazie al vetro mattone, possono essere utilizzate per le coperture degli edifici, ma anche sulle facciate, superando con risultati ottimi il problema dell’inclinazione e dell’orientamento. In questo modo anche edifici che guardano a nord o sono costruiti in zone dove la luce del sole non arriva direttamente o per poche ore al giorno hanno garantita la propria resa energetica. Un ulteriore valore aggiunto del sistema Solar è che i costi di costruzione sono contenuti, vista la facilità di assemblaggio e a fine del ciclo di vita gli elementi non devono essere necessariamente smantellati. Si tratta di prodotti in fase di prototipo che saranno probabilmente pronti per il mercato fra 18 mesi, i test fino ad ora effettuati dimostrano l’alta capacità delle coperture. Vantaggi dei vetromattoni integrati con cintura termica e celle solari DSC: •ridurre le dispersioni termiche e i consumi energetici degli edifici; •produrre energia pulita; •controllare la trasmissione luminosa; •offrire elevati valori di resistenza meccanica; •caratterizzare l'aspetto degli edifici; •diminuire le emissioni di CO2 nell’aria L'AZIENDA La start-up è formata da 4 giovani professionisti, che si sono conosciuti in ambito accademico. Rossella Corrao, CEO del gruppo, è architetto, PhD e professore associato presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo; Marco Morini e Luisa Pastore, entrambi laureati in Ingegneria Edile-Architettura, sono dottorando e dottore di ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo; Santi Cucco è ingegnere elettrico esperto nel settore del fotovoltaico. Fonte: sito internet infobuild energia Eventi: REbuild 2014 - Victor Olgyay del Rocky Mountain Institute svela i segreti del Deep Retrofit 21/07/2014 - In America ha rivoluzionato il settore della riqualificazione radicale. Il suo intervento più noto è la riqualificazione dell'iconico Empire State Building. Arriva per la prima volta in Europa Victor Olgyay, l'analista di Rocky Mountain Institute, il principale think tank USA sulla sostenibilità che ha influenzato le politiche dell'Amministrazione Obama e di numerose istituzioni statunitensi, il cui direttore, Amory Lovins è l'autore dell'importante testo, 'Reinventare il Fuoco' e uno dei guru dell'economia della sostenibiltà. Victor Olgyay sarà presente il 25 e il 26 Settembre a REbuild 2014 per un keynote dove si parlerà delle strategie di deep retrofit di scala. Leggi qui in anteprima l'intervista a Victor Olgyay. Considerato uno dei portavoce eminenti e più stimati della riqualificazione profonda (deep appunto), Olgyay ha offerto consulenze per musei federali, Fondo Monetario Internazionale, Ford Auto e molti altri. Alla platea di REbuild 2014 spiegherà in dettaglio i vantaggi di piani ambiziosi di retrofit, andando nel dettaglio di numerosi progetti di successo. «Generalmente in America diciamo che il deep retrofit lo si comprende quando lo si vede», inizia Olgyay con una battuta, in un'anticipazione della sua presentazione. «Tecnicamente si definiscono così i progetti che abbiano circa almeno il 50% di risparmio energetico, dove i risparmi siano realmente consistenti. Risultati che richiedono un know-how di progettazione integrata non banale, dove si colgano tutte le opportunità di intervento». Durante la sua lectio porterà in dettaglio esempi, come Arizona State University e L'Empire State Building rivelando alcuni dei suoi “segreti” progettuali sul tema retrofit. «L'Empire State Building è un progetto nato da un'opportunità colta al volo», spiega Olgyay. «La proprietà, Empire State Reality Trust, era intenzionata a riqualificare il grattacielo. Noi siamo entrati al momento giusto con una proposta di riqualificazione radicale finalizzata a tagliare drasticamente i consumi energetici senza incidere eccessivamente sui costi. Un risultato che però abbiamo saputo ottenere solo guardando all'edificio con una prospettiva integrata. Non abbiamo semplicemente stilato una serie di misure di intervento, ma abbiamo studiato ogni interconnessione tra le tutte le parti: come gli infissi si relazionano con il sistema di condizionamento, come funziona l'illuminazione in Centro studi Innovazione e Sostenibilità rapporto all'aria condizionata, eccetera. Solo così abbiamo potuto ottenere risultati da record. Nessuno si aspettava che la sostituzione di 6000 finestre, che avrebbe avuto un payback di 17 anni, ragionando sul risparmio del condizionamento, avrebbe comportato una riduzione del payback medio del progetto a 3 anni. Un risparmio energetico del 40% con 36 mesi di payback». Il caso ha fatto il giro del mondo, non solo per la bellezza del landmark newyorkese ma per aver raggiunto un risultato clamoroso e per aver avuto un ritorno sugli investimenti a prova di spending review. Victor Olgyay e Rocky Mountain Institute sono inoltre conosciuti nel mondo del Real Estate americano per i progetti di scalabilità della riqualificazione radicale (deep retrofit) una delle questioni centrali a REbuild2014. «La vera sfida sono i grandi portafogli di edifici. Talvolta si tratta di serie di immobili simili, ma diversi per caratteristiche (posizione, irraggiamento, struttura), altri casi hanno caratteristiche differenti per ogni edificio. Nel primo caso partiamo da un analisi dettagliatissima ed approfondita di uno o due edifici per poi estenderla al resto del portafoglio immobiliare, con una tolleranza di errore del 10/15%. Quando invece gli immobili di un portfolio sono fortemente diversi l'uno dall'altro come nel nostro progetto della Arizona State University (uno dei progetti di riqualificazione più spinti di larga scala, nda), sappiamo che dobbiamo adottare un altro approccio: ci troviamo in un unico contesto climatico ed con un unico property, ma tipologie di edifici molto diversificati. Abbiamo laboratori, dormitori, classi. In questo caso cerchiamo di identificare quali sono le opportunità identiche per ogni edificio e definiamo un piano, che identifichi quali tipologie di misure di efficientamento energetico possiamo adottare. Si inizia con interventi leggeri comuni per poi procedere a interventi complessi differenziati edificio per edifici». Ma per conoscere in dettaglio come RMI ha affrontato queste varie casistiche bisognerà aspettare il la sua presentazione in plenaria. Victor sarà presente per incontrare il pubblico durante i break delle sessioni e durante la Cena Rebuild giovedì 25 Settembre a cui potranno essere rivolte richieste e prendere contatti diretti. Per i giornalisti interessati l'ufficio stampa potrà concordare fino ad un massimo di due interviste con il Victor Olgyay. Fonte: sito internet edilportale Estero: Orti verticali. Il grattacielo verde che potrebbe rivoluzionare Singapore 22/07/2014. Vivere in città non dovrebbe costringere a rinunciare al contatto con la natura e sopratutto a un'alimentazione sana. Conciliare i due aspetti non è però così semplice, anche se la progettazione negli ultimi anni sta investendo fortemente in modelli in grado di integrare tecnologia e natura, con una pianificazione che incentivi gli spazi verdi ed edifici trasformati in orti verticali. L'ultima innovazione arriva dallo studio architettonico Japa Architects. Dopo il modello proposto per la città di Hong Kong, il team spagnolo ha presentato allo Smart City Award 2014 di Nuova Delhi il progetto F.R.A. (Floating Responsive Agricoltura), un sistema di coltivazione verticale che fluttua sulle acque intorno alla città di Singapore. Si tratta una sorta di grattacielo verde- ma non abitabile, perché l'intera struttura è dedicata esclusivamente all'orto coltura- diviso in una serie di terrazzamenti che consentono di coltivare svariati tipo di frutta e ortaggi in base a una serie di fattori, come l'esposizione ai raggi solari e all'orientamento. Rivoluzionare l'economia cinese Il sistema- che dovrebbe riuscire a coprire il fabbisogno e il consumo alimentare dell'intera metropoli asiaticapotrebbe avere un impatto inimmaginabile per l'intera economia cinese. Se si considera che in Cina il 93% dell'agroalimentare proviene dall'importazione, con F.R.A. le cose potrebbero cambiare notevolmente, con un netto abbattimento dei costi legati al trasporto. Fonte: sito internet casa e clima
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