E TU, CHE CITTADINO SEI?

Verona, 10 aprile 2014
nessuno se noi, per primi,
possiamo rimanere
E TU, CHE
quando la sera andiamo a
indifferenti.
letto e ripensiamo alla nostra Un altro esempio può essere
CITTADINO SEI?
di E. Gozzi, L. Placchi, R. Barion, A. Lerco
giornata, ci rendiamo conto quello delle baraccopoli,
"Provate ad alzare il braccio di aver fatto anche un' unica moltissime nel Sud America
e puntare il dito verso la
cosa in meno rispetto a
e in Asia, dalle quali
persona che sta di fronte a
quelle che avremmo dovuto giungono giornalmente
voi. Ora guardate la
realizzare".
notizie delle condizioni
posizione delle dita della
La cittadinanza attiva
disumane di coloro che ci
vostra mano. Vi accorgerete implica una partecipazione
abitano.
che ben tre di esse sono
alla vita della propria società Un altro fatto meno noto, ma
rivolte verso di voi e non
non solo secondo i principi
del quale si conoscono bene
verso la persona che state
di legalità, quindi le leggi
le atrocità, è il caso del
indicando." Questa è una
che la regolano, ma anche
coltan, in Congo, e delle
riflessione che il dottor
secondo i valori condivisi di guerre che si combattono per
Gianpaolo Trevisi, capo della onestà.
esso, nelle quali vengono
squadra mobile di polizia di L’evasione fiscale è un
arruolati moltissimi bambini
Peschiera, ex vice questore di esempio di illegalità diffusa soldato.
Verona ha rivolto a noi
in Italia, che contraddice il
Anche l’acqua è problema
studenti.
concetto di cittadinanza.
internazionale che ci deve
Ma ci sono altre situazioni
riguardare, perché noi in
che ci devono coinvolgere:
Italia siamo fortunati ad
ad esempio il problema dei
averne grandi quantità, ma
rifiuti, che continuano ad
in altri paesi ci sono guerre
aumentare e provocano
per l’acqua e c’è anche chi
danni non solo all’ambiente vive con pochissimi litri al
Attraverso quest' immagine
ma anche alla nostra salute e giorno, quindi dobbiamo
si può capire bene il modo in
alla società, basti pensare
anche prestare attenzione a
cui deve comportarsi un
all'ecomafia.
risparmiarne.
vero cittadino. E' necessario,
Ma noi non siamo tenuti ad In questo giornalino
infatti, che ciascun individuo
essere dei cittadini attivi
vogliamo sollecitare
cerchi quotidianamente di
unicamente per il nostro
l'attenzione su questi temi,
impegnarsi al massimo per
comune, la nostra città.
in quanto, conoscendoli, è
contribuire positivamente al
Sono infatti moltissime le
possibile fare il primo passo
buon funzionamento della
situazioni problematiche nel per poter diventare veri
sua società e che pensi
mondo e ciascuna di essa
cittadini attivi. Essere
innanzitutto ai suoi doveri,
richiede la nostra presenza.
informati su ciò che succede,
imposti dalla legge e dalla
La guerra in Siria, per
non solo nel nostro piccolo
coscienza, prima di
esempio, è una situazione di ma anche nel resto del
accusare qualcun altro di
attualità dalla quale siamo
mondo, rappresenta il nostro
non averli svolti. "Non
tutti colpiti e a cui non
primo dovere di cittadini.
abbiamo il diritto di criticare
LO SCANDALO DELL'ONESTA'
di D. Borghero e L. Valentini
Giovedì 3 aprile 2014 al
teatro Camploy di Verona
ha avuto luogo un incontro
intitolato “Lo scandalo
dell’onestà”, tenuto dal
poliziotto e scrittore
Gianpaolo Trevisi. Egli ci ha
parlato di una cosa che
ormai è talmente rara che fa
scandalo: l‘onestà.
Le sue coinvolgenti
spiegazioni sono state
intervallate con alcuni
interventi da parte degli
alunni presenti. All'uscita
abbiamo intervistato alcuni
di essi chiedendo loro:“Qual
è il discorso che ti è rimasto
più impresso?” Riportiamo
di seguito alcune
risposte:“Trevisi ha parlato
di diversi tipi di onestà:
quello che a me è rimasto
più impresso è l’onestà nel
divertimento. Infatti egli ci
ha fatto un esempio dicendo
che oggi ci si diverte
ubriacandosi, ma poi non ci
si ricorda più niente; i veri
divertimenti sono invece
quelli che non si
dimenticano."
“Anche io ho trovato
interessante il fatto che vi
siano diversi tipi di onestà;
quello che ricordo meglio è
il fatto che onestà significhi
anche non avere nessun tipo
di pregiudizi”
“Io sono rimasto colpito da
una sua affermazione: non
bisogna mai diventare
insensibili anche se si fanno
lavori, come il suo di
poliziotto, in cui si
incontrano spesso situazioni
scioccanti. Qualcuno
potrebbe dire che quindi
converrebbe non lasciarsi
più impressionare da nulla,
ma lo scrittore ci ha invitato
a mantenere sempre i nostri
sentimenti.” “Secondo me
Trevisi ha detto una grande
verità, durante l’incontro:
oggi si ritiene furbo il
disonesto e fesso l ‘onesto.
Quindi i disonesti, non
essendo malvisti dalla
società, non sono spinti a
cambiare”.“ A me è piaciuto
il discorso inerente al fatto
che tramite i social network
e i cellulari ci si può creare
una falsa identità, allo scopo
di ingannare gli altri. Ad
esempio Trevisi ha citato il
caso di una ragazza
ingannata da un uomo, che
si era finto un coetaneo per
riuscire a violentarla; questa
è una forma nuova di
disonestà”. “Una cosa che
mi ha veramente scosso è
l’abitudine di certe donne di
chiamare gelosia la violenza
che subiscono dai
mariti/compagni: esiste
anche una disonestà nei
sentimenti”. L'interesse
dimostrato da questi ragazzi
lascia sperare che forse
l'onestà, un domani, non
farà più scandalo!
IL CITTADINO “EVASIVO”
di F. Ferron. A: Pomari. A. Racconto e C. Tosi
Per un corretto funzionamento della nostra nazione è necessario che ogni persona si
comporti da “cittadino”, cioè deve svolgere i suoi doveri e deve tutelare i suoi diritti e
quelli degli altri entro i limiti della Costituzione. In Italia uno dei comportamenti che
vanno contro la costituzione è la cosiddetta evasione fiscale, per questa ragione abbiamo
deciso di approfondire ed analizzare questo tema.
È un comportamento
incostituzionale, perché?
Secondo l’articolo 53 della
Costituzione Italiana "Tutti
sono tenuti a concorrere alle
spese pubbliche in ragione
della loro capacità
contributiva. Il sistema
tributario è informato a
criteri di progressività”. Se
un cittadino si sottrae
dall’obbligo di pagare le
tasse, egli non partecipa alle
spese pubbliche e quindi
viola l’articolo 53.
le entrate dello Stato e le
risorse per la collettività
diminuiscono, i fondi per
finanziare la crescita
economica vengono ridotti,
la qualità dei servizi
pubblici e della pubblica
amministrazione diventa
scadente, il livello di
tassazione e di pressione
fiscale viene aumentato.
Quali sono le possibili
contromisure?
Le idee per una possibile
contromisura si possono
sintetizzare in due posizioni
In cosa consiste?
L’evasione fiscale indica tutti contrapposte:

pagare tutti per
quei comportamenti volti a
pagare meno
eliminare o ridurre il

pagare meno per
prelievo fiscale da parte
pagare tutti.
dello Stato sul cittadino
Nella prima il punto
contribuente, attraverso la
d’inizio siamo noi cittadini
violazione di specifiche
che dovremmo pagare tutti
norme da parte di
per permettere un
quest’ultimo.
abbassamento delle tasse e
Quali sono le conseguenze nel secondo il punto d’inizio
sarebbero le tasse ribassate
dell’evasione?
che spingerebbero tutti i
Gli effetti dell'evasione
cittadini a pagarle:
fiscale si ripercuotono non
solo nell’ambito economico, ovviamente entrambe le
ma anche sulla qualità della opzioni hanno pro e contro.
vita dei cittadini in quanto
Il punto sull'evasione di
Chiara Tosi
Quando si pensa ad evasione
fiscale si immagina subito
qualcosa di grande, come molte
delle notizie che il telegiornale
riporta, ad esempio persone che
non pagano le tasse della casa,
persone che nascondono parte
delle loro entrate per poter pagare
meno tasse e quindi guadagnare
più denaro ecc... Però l’evasione
non è solo questa, questo dramma
che colpisce particolarmente
l’Italia non è fatto solo di questi
scandali che diventano famosi.
L’evasione c’è anche quando si va
a fare la spesa e la cassiera non dà
lo scontrino; quando si paga
senza fattura e in molte altre
azioni che si fanno
quotidianamente per pagare
meno.
Queste non verranno discusse al
TG, ma comunque danneggiano
lo stato e quindi noi stessi, perché
lo stato non sono i politici, non è
la zona geografica delimitata da
confini composta da gente che
parla la stessa lingua, ma siamo
noi: ognuno di noi è una piccola
parte di quello stato che
chiamiamo Italia.
Danneggiandolo, danneggiamo
noi stessi: all’amico che evade non
bisogna stare indifferenti, perché
lui, evadendo, danneggia anche
noi.
Dati relativi all’evasione fiscale
(Valori x 1.000.000 Euro)
RISULTATI
RICAVI NON DICHIARATI COSTI NON DEDUCIBILI
IVA DOVUTA/NON
VERSATA
2008
2009
2010
2011
30.053
33.658
49.245
50.584
4.763
6.010
6.382
8.201
RILIEVI IRAP
TOTALE
21.100 0,96875
55.916 62.418
30.434
86.061
28.735
87.520
Fonte: Rapporto annuale Guardia Finanza.
RUBRICA: IL PROFETA di Alice Polinelli
Oggi Non E' Strano Truffare gli Amici
Ehi, dico proprio a te! Tu, ragazzino, che stai mangiando caramelle. Dimmi, hai chiesto lo scontrino di
quel sacchettino di liquirizie che tieni tra le mani? E tu, piccola nonnina, hai restituito il portafoglio che
ieri hai trovato per strada? E voi, Hansel e Gretel, avete chiesto il permesso prima di abbuffarvi della
casa della vecchietta? E voi tutti, siete onesti? Sì, perchè tutti siamo sempre pronti a criticare gli
altri, ad accusarli, ma noi? Come ci comportiamo?
EVASIONE E DISOCCUPAZIONE: UN LEGAME STRETTO
Ci siamo chiesti se tra disoccupazione ed evasione fiscale ci sia un legame: crediamo di sì!
24.436.064 lavoratori a tempo indeterminato; 3.300.764 lavoratori precari in Italia
2.783.506 disoccupati in Italia ( Dati aggiornati il 27/03/2014 Fonte: Italiaora.org)
Impressionanti sono i dati
attuali circa la
disoccupazione in Italia:
lo stesso Presidente del
Consiglio Renzi si è detto
sconvolto: il tasso di
disoccupazione al momento
è salito ancora al 13% e ogni
giorno dell’anno appena
trascorso circa 1000 italiani
hanno perso il lavoro. (Istat)
Nel leggere questi numeri
allarmanti sorge una
domanda: ma i giovani
disoccupati hanno qualche
possibilità futura di lavorare
nel pieno rispetto della
legalità? Molto difficile…
Infatti quando la crisi
colpisce una famiglia che
non ha più di che vivere, le
persone spesso si rifugiano
nella malavita
alimentandola con lavori
illegali per portare a casa “la
pagnotta” oppure si
lasciano andare alla
disperazione del momento,
uccidendosi. Altro esempio,
non meno significativo, è
l’evasione fiscale dovuta alla
mancanza di soldi per
pagare le tasse: così si
innesca un terribile circolo
vizioso con lo stato che si
impoverisce mandando in
crisi non solo le aziende
medio piccole, ma anche le
più antiche e potenti.
Ci sono però giovani che
non si danno per vinti e con
molta fantasia si dedicano ai
lavori più strani,
riservandosi qualche
possibilità per il futuro,
racimolando qualche
soldino da riportare a casa.
Come ad esempio un uomo
che a Milano si fa pagare 10
euro all’ora per mantenere
la fila oppure fingersi uno
spaventapasseri nei campi.
Ha colpito molto anche la
storia di un uomo di 44 anni
di Livorno, Miro Bianchi,
che dopo aver provato quasi
tutti i lavori è rimasto
disoccupato e da 5 anni non
lavora più. Allora lui con
grande forza d’animo ha
fatto un appello al popolo
cinese su You Tube in un
video con tanto di
ideogrammi, pregandoli di
trovare un lavoro per lui.
Dice di essere reperibile 24 h
su 24h e di accontentarsi di
tutto, affermando quasi in
una provocazione: ”I cinesi
lavorano tutti,
s’accontentano, però la
disoccupazione non c’è”.
Per ironia della sorte pochi
giorni dopo sono arrivate
molte telefonate e forse
offerte di lavoro dal popolo
italiano.
C'è bisogno che lo Stato
intervenga con politiche a
sostegno del lavoro, ma i
cittadini devono fare la loro
parte, pagando allo stato
quanto dovuto e
permettendo allo stato di
avere le risorse per
intervenire.
Il caso delle acciaierie Riva:
Una mattina 260 lavoratori
della acciaieria Riva di
Lesegno sono stati licenziati.
Infatti la famiglia Riva ha
deciso di fermare la
produzione in tutti i suoi
impianti, compreso quello
della Granda. L’azienda ha
annunciato che la famiglia
Riva vuole chiudere perché
non ha più soldi per pagare
gli stipendi a causa del
sequestro dell’Ilva di
Taranto da parte della
magistratura. Il gruppo, a
circa 48 ore dall’ultimo maxi
sequestro, da parte della
magistratura di Taranto, ha
annunciato di “mettere in
libertà” altri 1500 operai che
lavoravano nelle 13 società
sequestrate dalla guardia di
finanza (per disastro
ambientale).
Il governo ha risposto a
tutto questo varando il
primo decreto “salva Ilva”,
cioè haconcesso alla fabbrica
36 mesi in cui non verranno
puniti finché non si
metteranno a norma.
Sarà un intervento efficace?
ACQUA E CITTADINANZA: UN BINOMIO POSSIBILE?
di E. Bertoldi ed A. Cenzon
Da un’intervista tra alcuni
studenti del Liceo
Copernico riguardo alla
sensibilizzazione al
risparmio dell’acqua
potabile, risulta che la
maggioranza di essi
preferisce la doccia al
bagno, si lava i denti
lasciando scorrere l’acqua,
usa la lavastoviglie e
consuma sia acqua del
rubinetto che acqua in
bottiglia. Inoltre alla
domanda “Come potresti
ridurre gli sprechi di acqua
nella tua famiglia?” la
maggioranza ha risposto
che si dovrebbero educare
fin da piccoli i figli a
risparmiare acqua e quindi
si dovrebbe fare in modo
che la prossima generazione
sia più attenta a conservare
questo bene prezioso. Molti
sono consapevoli che ci sia
una certa responsabilità da
parte dei governi per la
povertà di acqua in certe
zone del mondo, i quali
dovrebbero finanziare
costruzioni di reti idriche e
diminuire il numero di
dighe. Le persone
intervistate sono
preoccupate per le
condizioni delle popolazioni
in crisi idrica
RISCALDAMENTO
RESPONSABILITÀ?
GLOBALE:
e si sentono in dovere di
aiutarle partecipando
attivamente ad azioni di
volontariato e mandando
aiuti in questi Paesi.
Riguardo alla
privatizzazione dell’acqua,
tutti gli intervistati sono
contrari, perché ritengono
che l’acqua sia un diritto di
tutti e che non abbia senso
pagare per una risorsa così
essenziale alla vita.
UNA
NOSTRA
di F. Albi e D. Cinquetti
Quante
persone
hanno
rinunciato alla macchina per
andare al lavoro? Quante
persone hanno deciso di
prendersi accorgimenti per
evitare ogni piccolo spreco
(luce rossa della tv, chiudere
le
finestre
con
il
riscaldamento
acceso…)?
Quante
industrie
e/o
fabbriche hanno deciso di
ridurre la quantità di gas
rilasciata nell’atmosfera?
Queste
domande
dovrebbero
metterci
al
corrente di questo grave
problema. Se continuiamo
così, le conseguenze saranno
catastrofiche.
Studi confermano che negli
ultimi cinque anni la
temperatura
terrestre
è
cresciuta. La maggior parte
degli scienziati concorda sul
fatto che le cause principali
sono dovute allo sviluppo e
al crescente inquinamento
che l’uomo ha provocato.
La domanda che ogni buon
cittadino dovrebbe porsi è:
“Ho veramente voglia di
fare piccoli sacrifici per
aiutare il mio pianeta?”
Il problema principale è che
i bravi e onesti cittadini
sono veramente pochi e,
anche se decidessero di
limitare gli sprechi, non
cambierebbe granché perché
la maggior parte della
popolazione continuerebbe
a sprecare e a inquinare.
Molti pensano a se stessi, al
proprio bene. Ma non si
rendono conto che il bene
individuale può diventare
male per tutti. Ognuno può
fare qualcosa per apportare
modifiche al proprio stile di
vita ed è responsabilità di
ciascuno agire, e subito,
specialmente
in
questo
momento
prima
della
catastrofe, perché ogni gesto
può fare la differenza.
SIAMO LA TERRA DEL SOLE, NON DEI FUOCHI
di A. Bendazzoli, V. Polati, N. Varalta, G. Valentini
Una realtà di cui non ci è
Non esistono piani di bonifica. persone di diversa età,
concesso conoscere l’esistenza. A nulla valgono le decine di precisamente un adulto, un
Stiamo parlando di quel
inchieste giornalistiche, le
ragazzo e un bambino.
territorio altamente tossico
denunce della Commissione Ad ognuno sono state rivolte
compreso tra la zona di
Parlamentare per gli illeciti
le seguenti domande:
Napoli fino alla provincia di connessi al ciclo dei rifiuti, gli
Tu fai la raccolta
Caserta, chiamato “Terra dei esposti delle associazioni di
differenziata?
fuochi”.
cittadini, i morti che ogni
Il ragazzo e il bambino hanno
Una zona dove vengono
giorno vengono salutati dai risposto positivamente
appiccati continui roghi tossici loro cari nei cimiteri di questa sottolineando l’importanza
nelle discariche abusive. Si sta terra avvelenata.
del riciclaggio.
parlando di rifiuti speciali che, Da un lato vi è lo Stato, che
L’adulto, invece, ha ammesso
bruciati illegalmente, portano non riesce a fronteggiare
di non differenziare i suoi
a forme tumorali. Sono la
l’emergenza inquinamento e rifiuti ad esclusione degli
principale fonte di
a trovare una soluzione
oggetti di grandi dimensioni,
inquinamento di quell’area, definitiva per i continui roghi a causa degli spazi limitati di
tra le più compromesse
tossici, e dall’altro la
cui è dotato il suo
dell’Italia sotto il profilo
criminalità organizzata, che appartamento.
ambientale. Questi rifiuti
imperterrita continua con lo Dove metti la cannuccia dei
tossici vengono lasciati in
sversamento e la bruciatura di
succhi?
prossimità delle campagne, rifiuti pericolosi su tutto il
Prontamente tutti e tre gli
danneggiando così il cibo che territorio. Chi nega l’evidenza
intervistati hanno risposto che
arriva nelle nostre case.
vuole il male della sua terra,
la cannuccia va nel cassonetto
Questa società si può dire
dei suoi figli e di quanti la
della plastica. (Nota: il
incivile, nonostante tutto
abitano.
comune di Verona ha indicato
bisogna essere fiduciosi in un Anche al Nord i rifiuti non
che le cannucce usate vanno
cambiamento, ecco perché
sempre sono smaltiti
riposte nel cassonetto del
esistono associazioni e siti nei correttamente e quindi il loro
secco).
quali si può denunciare
recupero o riutilizzo spesso
Quando fai la raccolta
questo problema, inserendo diventa difficile. Molti rifiuti
differenziata, ti vengono dei
video, foto o informazioni a vengono smaltiti in modo
riguardo. Pochi sono
illegale e finiscono in quelle dubbi su dove mettere gli
consapevoli di quanto sia.
terre avvelenate. Ma cosa può oggetti? Se sì, come ti
dura, grave e drammatica la fare ciascuno di noi per non comporti?
situazione. I roghi spesso sono alimentare questo traffico
L’adulto ha risposto che per
piccoli e di breve durata, a
illegale?
lui non ci sono problemi,
volte vengono accesi di notte Ad esempio praticare la
perché non pratica la raccolta
quando il fumo si nasconde raccolta differenziata!
differenziata.
nel buio: il cielo è sempre
Abbiamo volto un'indagine, Il ragazzo e il bambino hanno
inquinato.
intervistando
detto che se capitasse loro di
getterebbero nel cassonetto Il bambino invece ha imputato non sapere dove buttare un
del secco, ma mentre il
questo problema alla
rifiuto lo
ragazzo lo farebbe per non
inquinare, il bambino lo fa
Per imitazione degli adulti
maleducazione delle persone
che gettano per terra i loro
rifiuti e agli operatori
Dove vanno a finire i rifiuti? ecologici che svolgono male il
Tutte e tre le persone hanno loro lavoro.
Al termine di questa
risposto che vanno alle
intervista, ci siamo resi conto
discariche o al riciclaggio
che, in generale, le persone
(isole ecologiche).
sanno cosa significa riciclare,
Gli inceneritori sono una
ma l'adulto tendeva ad
buona soluzione allo
anteporre i suoi piccoli
smaltimento dei rifiuti?
problemi quotidiani
Ovviamente tutti e tre hanno all’interesse collettivo. Il
risposto di no in quanto
giovane, invece, proiettandosi
inquinano. In particolare il
verso il futuro, credeva che
bambino e l’adulto hanno
anche il suo aiuto potesse
espresso preoccupazione
contribuire a migliorare il
riguardo ai problemi di salute mondo.
che possono provocare i fumi
prodotti da tali stabilimenti,
RIFIUTI ED
facendo riferimento a malattie
come il cancro. Il ragazzo ha ILLEGALITA':
espresso il desiderio che la
LE ECOMAFIE
differenziazione venga
Con ecomafie s’intendono le
potenziata a sfavore degli
associazioni criminali dedite
inceneritori.
al traffico e allo smaltimento
Sai perché in Campania ci
illegale di rifiuti . Sta
sono molti rifiuti?
crescendo sempre di più il
numero di imprese private,
Il ragazzo e l’adulto hanno
subito pensato alla mafia e ai amministratori locali e organi
di controllo corrotti per
traffici da essa organizzati
costituire reti che compiano
all’insegna del facile
guadagno nella noncuranza reati ambientali.
Il traffico dei rifiuti è uno dei
dell’ambiente circostante. Il
business illegali più redditizi
ragazzo ha supposto che in
per l’ecomafia, infatti, anziché
ambienti dove comanda la
mafia, la gente sia abituata a essere trattati e gestiti secondo
le norme, i rifiuti speciali
non rispettare le regole.
vengono nascosti, provocando
così un inquinamento
generale,partendo
dall’avvelenamento
dell’aria, la contaminazione
delle falde acquifere,
inquinamento di corsi d’acqua
e coltivazioni agricole,
minacciando la salute di molti
cittadini e infettando molti
prodotti alimentari. Il sud
Italia è l’area dove la maggior
parte di questi rifiuti vanno a
finire, in particolare in
Campania. Bisogna credere
che senza la coraggiosa,
onesta e determinata
collaborazione di tutti noi,
l’inciviltà di alcune persone
porterà ad una irreversibile
rovina dell’ambiente,
dell’uomo stesso, della sua
salute e della sua coscienza.
Si è cittadini anche scegliendo
in quale cassonetto mettere i
nostri rifiuti!
COSA C’E' NEI NOSTRI CELLULARI?
di D. Borghero, L. Valentini, S. Massalongo, K. Salvi.
Il coltan è un minerale
indispensabile per la
realizzazione di nuove
tecnologie sempre più
evolute. È la combinazione
di columbite e tantalite.
Purtroppo esso è assai raro,
infatti si trova solo in alcuni
stati: sud America, sud-est
asiatico, Australia e Congo.
Proprio in quest’ultimo
paese si trova l’80% delle
risorse esistenti sul nostro
pianeta di codesto prezioso
minerale.
Per questo motivo gran
parte delle aziende che
necessitano di questo
indispensabile materiale lo
acquistano in Congo
L’estrazione di
columbotantalite in questo
stato provoca però diverse
gravi conseguenze, alcune
disastrose se non
apocalittiche. Ad esempio la
morte di un numero enorme
di minatori, a causa di
condizioni di lavoro
inadeguate, che facilitano la
diffusione di malattie
mortali. Oppure la
privazione ai bambini di
un’istruzione adeguata,
dato che anch’essi vengono
sfruttati per l’estrazione
della materia prima. O
ancora l’abbandono dei
campi da parte della
popolazione, attratta dal
guadagno più alto, anche se
comunque bassissimo.
cosa sia tale materiale. E'
quindi importante parlarne,
Anche lo sfollamento di
interi villaggi causato dalla
paura per i ribelli che
controllano le miniere è un
problema di considerevole
portata.
Quindi si dovrebbe tentare
di bloccare questo sistema,
tramite leggi che vietino
l’approvvigionamento di
coltan in Congo, dato che le
conseguenze di ciò sono
risapute e devastanti per il
paese. Ma fino ad ora non si
è riusciti a stipulare nessun
protocollo che regoli il
commercio del prezioso
minerale, al contrario di
quanto accaduto invece con
i diamanti, per la
regolazione del commercio
dei quali è stato redatto il
protocollo di Kimberley.
L’unica garanzia di
provenienza della
columbotantalite consiste in
una autocertificazione: si è
così costretti a riporre la
propria fiducia nei
proprietari delle aziende,
fiducia che però troppe
volte è risultata eccessiva
Un esempio è ciò che è
accaduto con la H.C. Stark,
una sussidiaria della nota
industria Bayer: secondo
quanto riportato dai due
coraggiosi giornalisti Klaus
Werner e Hans Weiss nel
loro libro Schwarzbuch
Markenfirmen (Il libro nero
dei marchi commerciali),
pubblicato nel 2001, questa
azienda si sarebbe
approvvigionata di coltan
in Congo, nonostante fosse
consapevole dei terribili fatti
causati dalla sua estrazione
in questo paese. La Starck
dichiarò la sua estraneità
affermando di essersi
affidata a compagnie
europee e americane come
intermediarie per l'acquisto
del coltan in Africa e che
avrebbe cambiato le sue
politiche evitando ogni
acquisto da quelle regioni.
Un successivo rapporto,
dell'ottobre 2002, accusava
la Starck di continuare gli
acquisti dalle aree in guerra
della Repubblica
Democratica del Congo. La
Starck contestò la veridicità
della seconda relazione
degli esperti affermando che
tutti gli acquisti successivi
all'agosto 2001 sarebbero
stati effettuati da compagnie
australiane tranne un
modesto quantitativo dal
Mozambico per le sue
aziende succursali
tailandesi. Noi però nel
nostro piccolo possiamo
tentare di fare qualcosa per
alleviare le sofferenze degli
sventurati abitanti del
Congo. Ad esempio
informare coloro che
conosciamo di questo grave
problema. Infatti molte
persone che possiedono un
cellulare o un qualsiasi
apparecchio elettronico che
abbia fra i componenti il
coltan, non sanno neppure
perché tutti possano mettere
in pratica alcuni piccoli
accorgimenti, come non
cambiare continuamente
telefono, macchina
fotografica o computer, o
non possederne più di uno
per persona: insomma non
sprecare strumenti
contenenti il prezioso
materiale.
Vi è poi un’ altra possibile
avvedutezza che può essere
effettuata, ovvero il cercare
di assicurarsi che i prodotti
contenenti coltan che noi
acquistiamo, non abbiano
materiale proveniente dal
Congo. Ovviamente è
estremamente difficoltoso
sapere ciò, però quando si
viene a conoscenza di alcuni
fatti, come quello prima
citato dell’industria Bayer,
non bisogna sottovalutarli, e
agire di conseguenza.
Anche come consumatori
abbiamo il dovere di essere
cittadini responsabili.
RACCONTO DAL CONGO
Dall’ intervista ad un
congolese, immigrato in Italia
per motivi di lavoro, abbiamo
ricavato le seguenti
informazioni, riguardanti lo
sfruttamento del coltan. Egli ci
ha raccontato che conosce bene
il coltan: da piccolo, non
sapendo della sua radioattività,
giocava con la polvere di
questo materiale come tutti gli
altri bambini. Fortunatamente
all’età di 24 anni, dopo aver
smesso di lavorare come
meccanico alla General
Motors, emigrò dal suo paese
per venire in Italia. Qui, stufo
di fare il meccanico, prese il
diploma di capomastro e lavorò
per diversi anni come
muratore. Ora all’età di 47
anni vorrebbe laurearsi in
ingegneria civile, ma teme di
non riuscire a pagare le rette
universitarie. Egli è quindi nel
nostro paese da molti anni, ma
ha comunque seguito con
interesse le vicende del proprio
stato legate al coltan, e
gentilmente si è reso
disponibile a spiegarcele.
Grazie a lui abbiamo scoperto
per esempio che anche i
pannelli solari utilizzano
columbotantalite.
Le marche più note ai congolesi
per il loro approvvigionamento
di coltan nel loro paese, e in
particolare nella regione del
Kivu (dove si trovano le
principali miniere), sono
Apple, Bayer e H.C. Stark. Ci
ha raccontato che il Congo,
oltre a possedere l’80% del
coltan esistente al mondo,
estrae anche notevoli quantità
di oro, nichel, rame, cobalto e
diamanti. Inoltre, grazie
all’acqua del fiume Congo, alla
sua terra fertile e anche alla
più recente costruzione di una
enorme diga presso Matadi,
potrebbe benissimo prosperare
senza le numerose risorse
minerarie, che invece
minacciano continuamente il
paese, dato che sono oggetto di
contesa da parte di molte
multinazionali senza scrupoli.
È un fatto veramente ignobile
che un paese, che potrebbe
godere di una pace duratura,
sia costantemente logorato da
guerre in cui, tra l’altro, sono
spesso utilizzati molti
bambini-soldato!
IL DIARIO: RIO DE JANEIRO, LUGLIO 2013
RIO DE JANEIRO: STORIE DI UNA DELLE TANTE
BARACCOPOLI DEL MONDO
A Rio De Janeiro si sta celebrando la giornata mondiale della gioventù. Il meeting è iniziato il 23
luglio e terminerà il 28 ed ospite d’onore è Papa Francesco.
Le persone si riversano festanti e felici per le strade, dimenticando quasi la
terribile realtà delle favelas che circondano i quartieri ricchi della città.
Papa Francesco però ha oggi in programma di visitare la favela di Varginha, una
ex discarica occupata nel 1940.
Abbiamo deciso così di seguire il papa nel suo tour. Siete curiosi di scoprire le
vie di una favelas, i pericoli che nasconde e di conoscere le persone che la
abitano? Allora aggregatevi anche voi a questa avventura straordinaria . Vi
calerà in un mondo diverso dove le tragedie e le sofferenze sono pane quotidiano.
Dopo un momento di preghiera alla chiesetta di S Girolamo Emiliani, il Papa ha benedetto
il nuovo altare e ha offerto in dono un calice. Si è poi recato a piedi verso il campo di calcio
per l'incontro con la comunità e durante il percorso è entrato in una casa per visitare una
famiglia che vive in uno spazio di pochi metri.
Di fronte ai presenti, il Papa ha poi tenuto un discorso sull’importanza della solidarietà e
della fratellanza che dovrebbe trionfare sull’egoismo e sull’individualismo, che spesso
purtroppo regolano la nostra società.
Decidiamo a questo punto di lasciare Papa Francesco al suo tour ma, cari lettori, non
pensiate che con questo stiamo abbandonando anche voi! Anzi è qui che inizia la vera
avventura!!!
Camminando per le stradine della baraccopoli ci guardiamo attorno incuriositi: le “case”
sono fatte in lamiera arrugginita, alcune sono addirittura di cartone. Sono molto, molto
piccole.
Sono tantissime, tutte vicine l’una all’altra. Le strade sono strette, in terra battuta. In ogni
angolo sono ammucchiati centinaia di sacchettini sgualciti da cui fuoriesce immondizia.
L’odore di marcio, misto a quello di escrementi, è davvero nauseante. In uno dei tanti
vicoli laterali della strada principale, scorgiamo una donna appoggiata ad un muro
ricoperto di scritte e locandine vecchie e rovinate. Decidiamo di parlarle. È una donna
davvero attraente nonostante la sua avanzata età. I capelli neri con qualche venatura di
grigio, ricadono morbidi sulle spalle. Gli occhi sono verde chiaro, incorniciati da lunghe
ciglia, rese ancora più nere dal mascara. Le palpebre sono ricoperte da una spessa ed
irregolare linea di eyeliner che termina con una lunga punta stile egiziano all’esterno,
perpoi proseguire anche sotto l’occhio. La parte di palpebra lasciata libera dall’eyeliner è
invece soffocata da un pesante ombretto grigio brillantinato.
Il naso è fino e lungo, le labbra sottili sono vivacemente colorate di un rosso acceso.
Indossa un lungo vestito color nero, in contrasto con la sua candida pelle, molto attillato e
con una profonda scollatura a v, che risalta le sue abbondanti forme.
La donna ci lancia un’occhiataccia. Poi si alza, ci guarda maliziosa, e dice: "Stranieri , eh?".
Inizia a girarci intorno, lanciandoci veloci occhiate, per poi tornare al muretto e dire in
tono seducente:"Stasera apriamo a mezzanotte, ma per voi posso fare un’eccezione". Ci
lanciamo qualche occhiata disorientata, poi, dalle insegne appese al muro, ci accorgiamo
di essere all’entrata di un bordello.
Le spieghiamo che siamo giornalisti italiani e le chiediamo di parlare un po’ di sé.
“Mi chiamo Margherita Lopez, ma provate a chiedere a quegli ubriachi là in fondo, o a
chiunque di questo schifoso posto dimenticato da Dio! Nessuno mi conosce con questo
nome! Nemmeno io mi riconosco più come Margherita! Patetico, eh? Hahahah!!! Già, il
mio nome è oramai da anni Liliana. Mi chiedete di raccontare la mia vita? Domanda
sbagliata!!! Qui nessuno ha una vita, tutti hanno però una storia! La mia storia ha inizio
nell’inverno del 1959 quando nacqui in una piccola baracca fatta di lamiere ricuperate da
una discarica. Mia mamma morì dandomi alla luce. Il mio unico fratello, di cui nemmeno
ricordo il nome, mi disse che mio padre da quel giorno cambiò. Da uomo gentile e buono
qual era, diventò un fottuto ba******!!! Quanto lo ho odiato! Della mia infanzia ricordo solo
puzza di alcol e fumo, schiaffi e calci da mattina a sera! Fino a che un giorno decisi di
andarmene da lì. Non sapevo dove andare, come sopravvivere, avevo solo 9 anni. Passai i
miei primi giorni gironzolando per le strade, mangiando le poche cose che riuscivo a
trovare nelle immondizie, condividendole con ratti, cani e gatti randagi. Qualche giorno
dopo mi ritrovai a gironzolare in questo vicolo. Una donna, o meglio, una prostituta, mi
vide, mi prese per mano e mi portò dentro a quella porta. Se non l’avessi mai seguita … se
non fossi mai entrata in quella porta … ricordo che i primi giorni mi misero nella stanza
comune per vedere e imparare come trattare con i clienti. Poi, finita la parte teorica, iniziai
quella pratica. Mi venne più volte in mente l’idea di scappare, ma dove? Sarei senz’altro
morta di fame! Lì in cambio del mio lavoro mi davano almeno vitto e alloggio. E così
rimasi.
Tutte le mie colleghe avevano un soprannome, ma secondo loro doveva essere un
soprannome speciale! Passarono settimane, i miei clienti aumentavano e diventavo sempre
più ricercata! Ma quel soprannome mi assillava, dovevo trovarne uno! Un giorno ero
appoggiata proprio a questo muretto, quando arrivò un ragazzino mal vestito con dei
rotoli di carta colorata in mano. Erano locandine e ne appese una su questo muro. C’era
scritto: “Liliana a Rio De Janeiro: un grande evento” e sotto la foto di una bellissima
donna. Non sapevo chi fosse, ma sembrava la donna più buona del mondo. Avrei voluto
essere uguale a lei da grande e per questo decisi di farmi soprannominare Liliana. Tante
notti sognai quella donna, immaginando chi fosse. E nella mia mente si fece strada l’idea
che si trattasse della proprietaria di un centro d’aiuto per bambini di strada come me. Da
quel giorno mi imposi che anche io, prima o poi, avrei aiutato tutti coloro che ne avevano
bisogno, creando una grande famiglia, quella che non ho mai avuto ma che ho sempre
desiderato di avere. Quel giorno non arrivò mai. Come vi ho detto questo posto è
abbandonato da Dio, nessuno mi ha mai aiutata e nessuno mi aiuterà mai.
Passarono anni, e ad ogni anno che passava, i miei sogni andavano spegnendosi pian
piano, finchè non rimase più nulla. Da poco ho scoperto di essere ammalata di AIDS. Qui
tante fanno quella fine, quindi nessuno ne fa più caso! Oramai è un qualcosa di tutti i
giorni! Secondo voi dovrei essere triste, piangermi addosso? No miei cari, non lo farò! Eh
già non mi rimane molto da vivere! Hahahahah , già, dimenticavo qui nessuno ha mai
avuto una vita!"
Ringraziamo Margherita della sua testimonianza e ci allontaniamo silenziosamente con
l’amaro in bocca.
Proseguiamo il nostro giro nella baraccopoli: man mano che ci addentriamo al suo interno
i vicoli diventano sempre più stretti e le baracche sempre più piccole.
Un bambino che zoppica, appoggiato ad un bastone, si avvicina a noi allungando un
piattino contenente qualche monetina. Lo osserviamo meglio: ha circa 5 anni ed è magro e
sporco. Indossa una canottiera rovinata e stinta dal tempo, dei pantaloni strappati e
cammina a piedi scalzi. Gli chiediamo di raccontarci la sua storia.
“Mi chiamo Matias e ho 6 anni.
Non ho più la mamma: è morta cinque mesi fa.
Era tanto stanca, stava distesa
sul letto tutto il giorno. Il dottore ha detto che
poteva essere colera, ma la
malattia era oramai ad uno stadio troppo
avanzato per poterla curare. Il
papà ci aveva lasciati alcuni mesi prima qui a
Rio per cercare lavoro all’estero.
Da allora non ho più avuto sue notizie, mi
manca veramente tanto!!!. Dopo
la morte della mamma, mi sentivo disorientato.
Non avevo più nessuno al mondo. E così per sopravvivere ogni giorno andavo nella
periferia della zona ricca di Rio a cercare tra l’ immondizia dei ricchi qualcosa da
mangiare. Quelli sì che stanno bene, e noi, per loro, siamo solo spazzatura da eliminare.
Guadagnavo un po’ di denaro rivendendo le batterie, i chip degli elettrodomestici, dei
computer e dei cellulari. La notte tornavo nella mia baracca vuota, nella speranza di
vedere la mamma all’uscio della porta, ansiosa del mio ritorno.
Ero disperato perché guadagnavo poco e vivevo malissimo, ma un giorno la vita tornò a
sorridermi. O almeno era quello che all’inizio credevo. Quel giorno di circa due mesi fa, in
una torrida e calda giornata, mentre stavo raccogliendo le batterie dei cellulari alla
discarica, mi si è avvicinato un uomo, di nome Fernando Perez, che mi salutò con un
radioso sorriso. Era vestito come uno di quelli della città ricca. Aveva jeans scuri e una
camicia bianca un po’ sbottonata vicino al collo. Portava bracciali di cuoio e una catena
d’oro. Mi propose di seguirlo in una grande casa dove vivevano molti altri ragazzi e
bambini della mia età. La sua voce era dolce e convincente, così decisi di andare con lui.
Qualunque altro posto sarebbe stato senz’altro meglio di quello dove vivevo. All’inizio con
me era gentile, mi ascoltava, chiacchieravamo e mi raccontava favole come faceva la
mamma. Ma dopo qualche settimana sfoderò la sua vera faccia, il lato oscuro nascosto
dietro quel sorriso e quei candidi denti. Mi costrinse a mendicare per strada fingendomi
zoppo o cieco, per impietosire i passanti.
Ora se alla sera non torno a casa con almeno una certa quantità di reais ricevo una
punizione. A volte mi picchia e mi manda a letto senza mangiare, altre volte mi rinchiude
in un stanzino dove a fatica riesco ad entrare e dove si rimane anche per ore. Lì dentro la
temperatura è davvero insopportabile e l’aria è irrespirabile. È per questo che noi ragazzi
lo chiamiamo “ Infierno”. Una volta un mio amico di undici anni è addirittura morto
soffocato.
Ogni giorno mi sveglio con la speranza che ritorni il mio papà e che mi porti via con lui,
lontano il più possibile da qui.>>.
La storia di Matias è davvero toccante e commovente. Gli mettiamo 250 reais sul piattino e
ci allontaniamo. Almeno per questa sera non riceverà alcuna punizione.
Decidiamo infine di addentrarci nel cuore della baraccopoli e di entrare nella centrale di
polizia della favela. All’ingresso un uomo anziano in divisa ci ha subito apostrofati con:
"Chi siete? Che ci fate qui?". Gli spieghiamo che siamo dei giornalisti e che stiamo
raccogliendo delle testimonianze per la stesura di un articolo sulla realtà delle baraccopoli.
Gli chiediamo quindi di raccontarci qualcosa di sé. "Dovrei dirvi qualcosa della mia vita?
Spero stiate scherzando, qui nessuno vuole ricordare il proprio passato, tutti cercano di
dimenticarlo. Mi state chiedendo troppo’’. Dopo un lungo momento di silenzio riprende a
parlare ''Volete sapere perché sono diventato poliziotto? Eh … E' iniziato tutto quando da
piccolo strinsi amicizia con Pedro. Inizialmente non sapevo che saremmo diventati grandi
amici, anzi quasi fratelli, facevamo tutto insieme. A 14 anni decidemmo di cercare un
lavoro per aiutare le nostre famiglie. Qui tutti sono poveri e ognuno deve fare la sua parte!
Passarono mesi senza che riuscissimo a trovare nulla. Ma un giorno Pedro mi disse che
aveva conosciuto un uomo che cercava due ragazzi di buona volontà. Ero entusiasta, per
questo non chiesi altro. Il giorno seguente ci recammo all’appuntamento. Prima di
spiegarci il lavoro che avremmo dovuto svolgere, ci fece giurare di non parlarne con
nessuno. In caso contrario le nostre famiglie avrebbero fatto una brutta fine. Ero
impaurito, non volevo più fare quel lavoro, volevo fuggire lontano da lì, ma Pedro mi
rassicurò che tutto sarebbe andato per il meglio e che insieme saremmo stati invincibili.
Da quel giorno diventammo corrieri della droga; dovevamo solo portare la droga nel
posto che ci veniva indicato per poi tornarcene a casa con un bel gruzzolo tra le mani.
Tutti quei soldi ci facevano sentire importanti ma, si sa, il denaro non porta mai a nulla di
buono. Mentre io utilizzavo il denaro per aiutare la mia famiglia, Pedro li spendeva tutti in
droga e alcol. Si stava rovinando, ho cercato di aiutarlo, ma non ha voluto ascoltarmi. Un
giorno, prima di una consegna importante, litigammo, arrivando persino alle mani. Pedro
uscì di casa e se ne andò, facendo la consegna da solo …" Dopo aver pronunciato queste
parole, una lacrima ha rigato il viso di quell’uomo all’apparenza duro e impassibile.
"Sa, sarei dovuto andare con lui, se fossi andato, forse a quest'ora sarebbe ancora vivo.
Durante quella consegna la gang del posto gli fece un imboscata, ogni giorno mi pento di
non essere stato con lui. Non ho nemmeno cercato di fermarlo, mi sento terribilmente in
colpa."
Ci mostra poi una fotografia, una di quelle in bianco e nero logorata dal tempo, che ritrae
due ragazzi sorridenti, felici e spensierati."Questi eravamo noi, prima che tutto
incominciasse, ed è per questo che sono entrato nella polizia. Voglio fare in modo
che non accadano più cose simili."
Nelle baraccopoli di testimonianze come quelle riportate ce ne sono tante. Questo
articolo vuole essere una denuncia dello stato di degrado in cui vivono le persone
negli insediamenti informali e un invito alla solidarietà e alla fratellanza, come ci
ha ricordato il nostro Papa Francesco. Ciascuno di noi può fare qualcosa, ciascuno di noi
può essere per una volta cittadino del mondo. Per farlo basta mantenersi sensibili a ciò che
accade, anche in luoghi distanti da noi e cercare qualche strada per dare il proprio aiuto.
di Alice Polinelli, Nicole Zanella, Noemi Fattori, con disegni di Sara Cazzoli
COSA SUCCEDE IN SIRIA?
di G. Faccio, F. Gomma. A. Malvezzi, A. Lerco
Il 31 Gennaio 2014 le classi
del liceo Copernico hanno
tenuto un incontro con il
cinereporter RAI Sebastiano
Nino Fezza, il quale ha
parlato della situazione
attuale in Siria e delle gravi
condizioni in cui la
popolazione è costretta a
vivere.
Nel 2011 migliaia di persone
sono scese in piazza a
Damasco per chiedere libertà
politica e di espressione, per
il rilascio dei prigionieri di
coscienza e per la fine della
corruzione. Questa protesta
ha indotto il presidente
Bashar Al-Assad a dare
l'avvio a riforme politiche e
sociali per far fronte a
disoccupazione e corruzione.
Il presidente Assad il
29/03/11 ha accettato le
dimissioni del governo ed ha
abrogato la legge
d'emergenza, sciolto la corte
suprema e concesso il diritto
di manifestazione pacifica.
Ad Hama, il 31/07/11,
l'esercito siriano ha lanciato
un attacco con i tank e
l'artiglieria pesante,
uccidendo numerose
persone. L'ONU ha
affermato che se tutte queste
stragi non si fossero
concluse, avrebbe adottato
nuove sanzioni. Russia e
Cina, però, hanno ribadito
più volte che intendono
un
possibile intervento.
Situazione resa più tesa dai
numerosi Raid aerei
Israeliani in territorio
Siriano.
Il 13 giugno Washington
dichiara di voler armare i
ricorrere al diritto di veto
ribelli e il 18 dello stesso
contro ogni risoluzione ONU mese il G8,riunito a Lough
nei confronti della Siria.
Erne, valuta un futuro senza
Nel 2012 la tensione è salita Assad. La presenza in Siria
tra Siria e Turchia; quest’
di gruppi estremisti legati ad
ultima è divenuta un forte
Al-Qaeda, però, provoca un
oppositore di Assad. La
timore diffuso, che porta il
compattezza del fronte
Parlamento inglese a fermare
siriano ha vacillato e il
l’ invio di aiuti logistici e
generale Tiass ha disertato
militari ai ribelli.
per esprimere il proprio
Il 25 luglio le Nazioni Unite
rifiuto nei metodi criminali
rendono noto che la guerra
del Raiss. Verso la fine dell’
in Siria ha provocato più di
anno gli USA hanno
cento mila morti; e ciò che ha
riconosciuto l’ opposizione
turbato ancor di più l’
siriana come legittima
opinione pubblica è stata la
rappresentante del paese.
conferma degli inviati
Il 2013 inizia, per la Siria,
dell’ONU sull’ utilizzo di
con l’ annuncio della Casa
armi chimiche sul suolo
Bianca di avere prove certe
siriano.
dell’ utilizzo di gas Sariin da La possibilità di un
parte del regime di Assad
eventuale intervento militare
nei sobborghi di Damasco
sia fa sempre più reale. Solo
sui civili.
il pressing di paesi avversi
Il gas Sariin, arma chimica
agli USA e un opposizione
bandita dal Trattato di
forte all’ interno della stessa
Ginevra nel 1925, era stata
NATO, portano ad un nulla
definita dall’
di fatto e alla scelta di un
amministrazione Obama la politica più diplomatica. Gli
“Linea Rossa” che avrebbe
sforzi del Segretario di Stato
innescato la reazione dei
John Kerry e del ministro
paesi occidentali che
russo Lavrov riusciranno a
avevano tutto l’interesse in
portare avanti le trattative
con i summit Ginevra 1 e 2,
AVVISTATO UN
ma l’ assoluta opposizione e
CITTADINUS
chiusura del regime non
portano i risultati sperati
di A. Lerco e
decretando solo una
spaccatura all’ interno della
Alcuni giorni fa è stato
fazione ribelle e il
proseguimento del conflitto. avvistato un essere più
Che succederà ora? E noi,
che raro, che può
cosa possiamo fare?
essere considerato in
La risposta forse sta in quelle
via d'estinzione: sono
numerose raccolte di
state ritrovate tracce
beneficenza che si stanno
effettuando in tutta Italia.
di cittadino attivo!
Soldi, coperte, cibo,
Passando per il “Parcus
medicine e tutto ciò che può
inquinatus”, ha ripulito
contribuire ad un
l'intero luogo e ha
miglioramento delle
riattivato il ciclo
condizioni fisiche della
popolazione siriana.
della raccolta
REDAZIONE:
La classe 1A del liceo
scientifico statale "N.
Copernico" di Verona
Verona, 10 aprile 2014
differenziata. Ha
raccolto mozziconi e
cartacce, ha chiuso il
rubinetto di una
fontana, quindi ha
preso un gelato e ha
preteso lo scontrino! La
notizia ha sconvolto
uomini e donne di tutte
le età che si sono
rinchiuse in casa e si
ostinano a non uscire
finchè qualcuno non
acciufferà quel
maledetto
benefattore. Si
cercano volontari!
HOMO
ACTIVUS
N. Zanella