Corso di Chimica Fisica 1 con Laboratorio (Canale M-Z). Prof. Camillo La Mesa Prova d’esame dell’11-02-2014. 1. Durante la misura sperimentale del Ka dell’acido acetico diluito, assumete per buone alcune ipotesi. Potreste indicare quali, tra le varie ipotesi di lavoro cui vi riferite, siano secondo voi veramente necessarie? Perché svolgete la determinazione della Ka (che è una grandezza termodinamica) tramite una proprietà di trasporto? Vi ricordo che queste non sono grandezze termodinamiche. Risposta. E’ vero, misurate una grandezza di trasporto. Voi, però, la usate per determinare il grado di dissociazione. Normalizzate il sperimentale rispetto a quello alla concentrazione limite, per c che tende a zero, cioè rispetto a °, ed ottenete (che è un numero puro). Da questo, poi, ricavate il Ka (in realtà è un Kac, non costante). Dovrete fare le opportune correzioni dovute ai coefficienti di attività. Dovete essere sicuri che i conduttore sia ohmico e conoscere la costante di cella; per questo la determinate preventivamente con il KCl. L’unica ipotesi che dovete fare riguarda se il sia misurabile; altrimenti lo prenderete dai dati in letteratura. Naturalmente, opererete a temperatura costante ed in corrente alternata. 2. In una macchina termica di Carnot, contenente un gas ideale, lavorate tra la temperatura di 300 Kelvin e quella di 300°C. Sapreste calcolare quanto sia il rendimento massimo di tale macchina termica? Cosa succederebbe se il gas si comportasse nell’intervallo di temperatura considerato come un gas di van der Waals? Risposta. Nelle macchine di Carnot non importa quale sia il fluido che utilizzate. Quindi un gas di van der Waals ed un gas ideale si comportano, per quanto riguarda il flusso di calore, nello stesso modo. Il rendimento è 1 – (300/573.14) = 0,477. 3. Dite quanto valga la differenza dG dF (1) Derivate, quindi, entrambi termini nell’equazione rispetto al numero di moli. Quale sarà la grandezza che otterrete? Partendo dalle forme funzionali, a voi note, di dG e dF, potreste indicare un modo di svolgere l’equazione che porti allo stesso risultato finale? Risposta. La differenza tra i due è = d(PV). Derivando poi rispetto ad ni risulta che (PV)/ni = P(V/ni) + V(P/ni), dove l’ultimo termine è nullo. Quindi (G/ni)P,T (F/ni)V,T = P(V/ni). Lo stesso risultato otterreste se scriveste dG = VdP - SdT e dF = PdV - SdT. Allora, anche in questo caso, (G/ni)P,T - (F/ni)V,T = P(V/ni). 4. Spiegate chiaramente il motivo per cui ci sia necessità di uno stato di riferimento per calcolare l’equazione generica H a bT cT 2 dT 3 dT (2) Quanto vale il H se l’intervallo di integrazione è compreso tra 75 e 238 K? Cosa potrebbe indicare la funzione riportata in parentesi? Risposta. Lo stato di riferimento indica il limite inferiore di integrazione; quindi il valore di H è noto a meno di una costante. Da un punto di vista funzionale, il termine in parentesi rappresenta il CP, il calore specifico a pressione costante. Il calcolo dell’integrale in Eq. (2) può essere scritto come dT H a bT cT 2 dT 3 dT a dt b TdT c T 2 dT d T3 b 1 c d 1 a (238 75) ( ) 238 2 75 2 2783 753 ( ) (2' ) 3 2 278 2 75 2 2 5. Dimostrate che la viscosità è una proprietà dissipativa. Potreste farlo partendo dalla relazione di Newton, sotto indicata. v F x (3) A z Sapreste indicare cosa indichino i vari simboli nell’equazione? Risposta. Nell’equazione F rappresenta la forza, A l’area su cui questa insiste, la viscosità, dvx il gradiente di velocità lungo la direzione di applicazione della forza e dz la distanza rispetto alla superficie di applicazione della stessa. Moltiplicando entrambi i termini per (dvx/dz), ottengo la F v x A z 2 Fdx dL dE v v x x t Adz t dV t dV z z 2 (3' ) Sapendo che (vx/z) = (/t [x/z]), procedo. Il risultato indica la natura dissipativa del processo: dissipo energia durante il flusso viscoso. 6. Supponete di avere una soluzione non ideale di un elettrolita 1-1. Per questa, a 25°C, la relazione tra potenziale chimico e composizione obbedisce alla ben nota equazione i i RT ln a i (4) Da questa relazione dovete valutare come vari il potenziale chimico quando la soluzione viene riscaldata a 50°C. A quale altra grandezza termodinamica potete associare il differenziale dell’Eq. (4) ottenuto derivandola rispetto alla temperatura? Quanto varrebbe questa? Risposta. Derivando rispetto a T, e ricordando che ai = Xii, con ovvio significato dei simboli, ottengo i RTd ln a i ln a i ln i R d ln a i T R d ln a i T T T P T T (4' ) D’altro canto, lnai = lnci + lni. Ovviamente, il primo termine rimane costante derivandolo rispetto a T. So che i T Si P (4" ) Quindi Si ln i d ln i T R T (4" ' ) 7. Mescolando in acqua (in forte eccesso) rapporti non stechiometrici di acetato di etile (C4H8O2) e soda (NaOH), a 25.0 °C ottenete acetato di sodio (C2H3O2Na), etanolo (C2H6O) ed altro. La reazione è una idrolisi alcalina. La temperatura finale è sempre 25.0°C e la pressione è quella atmosferica, come all’inizio. Vi si chiede quale sia, dopo la reazione, il numero di componenti presenti e cosa si possa ottenere, analizzando la miscela finale in base alla regola delle fasi. Avrà la varianza valore uguale o diverso rispetto alla miscela di partenza? Risposta. Sviluppo solo uno dei due casi, perché la reazione è simmetrica, avendo stechiometria 1-1. Suppongo che c(C4H8O2) > c(NaOH). Se supponessi il contrario, avrei soda in eccesso. Alla fine della reazione avrò acqua, acetato di etile, (C4H8O2), in eccesso, etanolo, (C2H6O), ed acetato di sodio, (CH3COONa). Cioé, quattro componenti rispetto ai tre di partenza. Sto a P e T costanti, e la fase è sempre una (la soluzione acquosa). Quindi, la varianza sarà V = C – F + 2. Abbiamo sempre un’unica fase. L’unica grandezza che varia è C, il numero di componenti, che passa da tre a quattro. Quindi la varianza aumenta da 2 a 3.
© Copyright 2024 Paperzz