STRUTTURA TERZIARIA le porzioni con strutture secondarie sono avvicinate e impaccate mediante anse e curve della catena. Le proteine “globulari” dopo aver organizzato il proprio scheletro polipeptidico con elementi di struttura secondaria (α-eliche e β-foglietti, βturns) vanno incontro ad un ulteriore ripiegamento della catena polipeptidica sino ad assumere una struttura fortemente impaccata Residui lontani nella struttura primaria sono avvicinati dal ripiegamento in modo da stabilire interazioni tra le loro catene R (interazioni a lungo raggio) Il ripiegamento (folding) di una proteina non è mai un processo casuale Ma sempre dettato dalla sequenza amminoacidica della proteina. Infatti, Il modo in cui una catena proteica si avvolge dipende dal tipo di interazioni che si stabiliscono fra le catene laterali dei suoi residui amminoacidici. Una proteina, fra tutti i possibili ripiegamenti che può assumere, addotta quello in cui le interazioni fra le catene R dei suoi residui sono OTTIMALI e consentono di raggiungere la maggiore stabilità (e quindi uno stato di minima energia) La proteina addotta la sua conformazione nativa. Nelson –Cox, I principi di Biochimica di Lehninger, Zanichelli editore spa Il ripiegamento inizia durante la sintesi proteica ed è assistito da “chaperoni molecolari” Processo cooperativo: le prime interazioni che si formano tra le catene laterali dei residui amminoacidici innescano le successive. Processo rapido E’ un processo che è innescato dall’effetto idrofobico Nelson –Cox, I principi di Biochimica di Lehninger, Zanichelli editore spa La catena polipeptidica si ripiega in modo da costringere le catene non polari ad associarsi tra loro in un CORE core idrofobico da cui sono escluse le molecole d’H2O. H2O Durante l’avvolgimento le catene laterali polari tendono ad essere spinte sulla superficie esterna della proteina, a contatto con le molecole d’H2O della sfera di solvatazione. Sotto la spinta dell’effetto idrofobico la proteina collassa su stessa e assume una struttura più ordinata, quindi diminuisce l’entropia del polipeptide e aumenta quella del solvente (dal core della proteina vengono espulse molecole d’H2O). II processo risulta energeticamente favorito dalla formazione di numerosissime interazioni tra le catene laterali degli amminoacidi che vengono avvicinati. La struttura terziaria è stabilizzata dalle seguenti interazioni tra le catene laterali R dei residui amminoacidici: Ser Non covalenti Interazioni idrofobiche Interazioni di van der Waals Legami idrogeno Interazioni ioniche Covalenti Ponti disolfuro Tyr 2 Cys Leu Lys Phe Asp Durante il processo di avvolgimento della catena polipeptidica più strutture secondarie riconoscibili si combinano a formare i MOTIVI O STRUTTURE SUPERSECONDARIE ansa β-α-β Elica-ansa-elica es: proteine leganti calcio Barilotto β Motivo complesso caratteristico dell’ α-emolisina di Staphylococcus aureus (tossina che uccide le cellule formando pori nella membrana) DOMINI Più motivi si possono associare a formare dei DOMINI: Unità distinte di una stessa proteina che si ripiegano e si compattano indipendentemente (da 30 a 300 residui amminoacidici). Hanno una struttura riconoscibile e sono in genere associati a particolari funzioni. Sono connessi da anse e legati tra loro da interazioni deboli. Non tutte le proteine globulari hanno un’organizzazione a domini. piruvato chinasi: 1 catena polipeptidica organizzata in 3 domini STRUTTURA QUATERNARIA Presente in proteine costituite da 2 o più subunità, quindi da 2 o + catene polipetidiche. Le subunità (o monomeri) possono essere identiche o diverse I monomeri si associano nelle superfici di contatto per mezzo di Interazioni idrofobiche, Forze elettrostatiche, legami idrogeno, ponti disolfuro Chaperonina Emoglobina DENATURAZIONE DI UNA PROTEINA è la perdita della struttura tridimensionale che si accompagna anche alla perdita della funzione della proteina. Può essere reversibile. AGENTI DENATURANTI: -CALORE (agisce sui legami idrogeno) -pH ESTREMI (agiscono sulle interazioni ioniche e legami idrogeno) -SOLVENTI o SOLUTI ORGANICI (es. alcooli, acetone, urea, cloruro di guanidinia) (agiscono su interazioni idrofobiche) -DETERGENTI (es. SDS) - (agiscono su interazioni idrofobiche) -AGENTI RIDUCENTI (β-mercaptoetanolo, ditiotreitolo) – (agiscono sui ponti disolfuro) Ribonucleasi A nativa, cataliticamente attiva Aggiunta di urea e mercaptoetanolo Ribonucleasi A denaturata e cataliticamente inattiva Rimozione di urea e mercaptoetanolo Ribonucleasi A rinaturata con i ponti disolfuro riformati correttamente, cataliticamente attiva Modificazioni delle proteine POST-TRASLAZIONALI = avvengono dopo la sintesi proteica COTRASLAZIONALI = avvengono durante la sintesi proteica Le proteine nella loro forma matura o per essere attivate nella loro funzionalità spesso subiscono delle modificazioni che comprendono una serie di trasformazioni chimiche della catena polipeptidica e sono mediate generalmente (ma non sempre!) da enzimi specifici. Sono numerose e interessano determinati residui amminoacidici che si trovano all’interno di specifiche sequenze consenso o in particolari motivi strutturali. Tali modificazioni possono essere di natura covalente (ponti disolfuro, Acetilazione, Ossidazioni, Fosforilazioni, Tagli proteolitici, Glicosilazioni…..) o non covalente (coniugazioni con metalli o gruppi prostetici attraverso interazioni polari o idrofobiche) A B Taglio del peptide segnale: si ottiene la Proinsulina in cui le due porzioni N-terminale (sequenza B) e C-terminale (sequenza A) sono legate da 2 ponti disolfuro Taglio proteolitico che rimuove la sequenza di connessione interna: si ottengono due peptidi A e B tenuti insieme dai 2 ponti disolfuro >>> INSULINA MATURA GLICOPROTEINE La glicosilazione è la più comune forma di modificazione subita dalle proteine e può essere co-traduzionale (N-glicoproteine) o post-traduzionale (O-glico-proteine). Le glicoproteine svolgono importanti funzioni biologiche in svariati processi cellulari: riconoscimento recettoriale e immunologico, trasporto transmembrana di proteine, infiammazione, patogenicità, metastasi… 1) L’attacco degli zuccheri avviene attraverso un legame N-glicosidico oppure O-glicosidico. Proteine O-glicosilate → gli zuccheri 2) Proteine N-glicosilate → gli zuccheri sono legati ad un residuo di asparagina sono generalmente legati ad un residuo di serina (Ser) o treonina (Asn). Legame β-N-glicosidico (Thr). Legame β-O-glicosidico N HH N O Asn - X - Ser/Thr 3) Nelle proteine N-glicosilate il primo zucchero è sempre N-Acetilglucosamina (NAcGlc) Ser/Thr Nelle proteine O-glicosilate il primo zucchero è frequentemente l’N-Acetilgalattosamina (NAcGal), ma potrebbe essere anche N-Acetilglucosamina, fucosio, mannosio, galattosio o xilosio. Tutti gli N-glicani hanno lo stesso core pentasaccaridico costituito da 2 N-acetilglucosammine e 3 mannosi, su 2 di questi mannosi sono caricati due rami di composizione variabile. ramo 1 Fuc Fuc ramo 2 Gal Gal NAcGlc NAcGlc Man Man Man NAcGlc NAcGlc --- Asn--- Core pentasaccaridico A seconda del numero di siti di glicosilazione e del tipo di glicano presente su ogni sito si possono ottenere tante glicoforme diverse della stessa Glycoprotein structure determination by mass spectrometry. Science 291, 2351 (2001); Dell A. and Morris H.R. La struttura di una proteina e ruolo biologico da essa svolto sono strettamente connessi. Alcune funzioni biologiche delle proteine: Catalizzatori = Enzimi Accumulo e trasporto di ossigeno = mioglobina e emoglobina. Sostegno e mantenimento della forma cellulare = collagene, actina… Lavoro meccanico = contrazione muscolare, separazione cromosomi nella mitosi, movimento flagelli. Decodificazione dell’informazione genetica della cellula, traduzione, regolazione dell’espressione genica. Regolazione attività biologiche in cellule e tessuti bersaglio = ormoni, recettori Funzioni di difesa dell’organismo = anticorpi, tossine… PROTEINE FIBROSE: RUOLO STRUTTURALE Non assumono una struttura terziaria di forma più o meno sferica, come le proteine globulari. Sono proteine con una struttura fondamentalmente secondaria e filamentosa che si associano in strutture polimeriche. es.: cheratine (α-eliche appaiate con un doppio avvolgimento) >>> capelli, unghie fibroina (foglietti β) >>> fibre della seta collagene (tripla elica) >>> tendini, tessuto connettivo, matrice ossea COLLAGENE 25%-35% delle proteine totali dei mammiferi Catene polipeptidiche elicoidali sinistrorse (NON sono α-eliche) con ~3.0 residui per giro e un passo di 0,94 nm (sono più estese di un’alfa-elica). Ogni elica possiede ~ 1000 residui. 3 eliche sinistrorse si avvolgono l’una all’altra in senso destrorso a formare una tripla elica = TROPOCOLLAGENE La sequenza dell’elica è costituita da ripetizioni di 3 residui: - Gly-X-YX = spesso Prolina Limitata flessibilità conformazionale, Y = spesso 4-idrossiprolina Rigidità Frequentemente è presente Lisina Impossibilità a formare α-eliche Nel superavvolgimento i residui di glicina delle 3 eliche sono localizzati lungo l’asse centrale della tripla elica (in rosso), dove lo stretto impaccamento non consente la presenza di altri amminoacidi Il collagene è una proteina altamente modificata: -Idrossilazioni sui residui di prolina e lisina -Ossidazione su residui di lisina PREPROCOLLAGENE PROCOLLAGENE -Glicosilazione sui residui di idrossi-Lys TROPOCOLLAGENE -Rimozione domini Nteminali e C-terminali (Taglio di legami peptidici) -Legami crociati COLLAGENE Le catene polipeptidiche che cosituiscono il collagene subiscono alcune importanti modificazioni post-traduzionali a carico di residui di PROLINA e LISINA a) IDROSSILAZIONE ad opera di prolil-idrossilasi e lisil-idrossilasi che utilizzano come cofattore l’ac.ascorbico, vengono introdotti gruppi OH sulle catene laterali NH3+ 5-idrossi-lisina I gruppi –OH introdotti servono a formare legami idrogeno nei punti di contatto fra le 3 eliche quando si forma il tropocollagene. Carenza di vitamina C = Cattivo assemblaggio della tripla elica (lesioni della pelle, indebolimento vasi sanguigni) >> Scorbuto b) OSSIDAZIONE del gruppo ε-amminico in un gruppo aldeidico LA LISINA DIVENTA ALLISINA LA 5-IDROSSILISINA DIVENTA 5-IDROSSI-ALLISINA CHO allisina 5-idrossi-allisina Questi derivati ossidati servono a formare LEGAMI CROCIATI covalenti nel tropocollagene, gli aminoacidi coinvolti sono: 5-idrossi-lisina, allisina e 5idrossi-allisina. Essi danno origine a: a) basi di Schiff fra ALLISINA e LISINA (o con i loro derivati idrossilati), b) Condensazione aldolica fra residui di ALLISINA Ossidazione del gruppo –NH3+: la lisina diventa ALLISINA Condensazione aldolica fra 2 residui di allisina La formazione di legami crociati è un processo conferisce solidità alla molecola di collagene ma è anche un processo continuo nel corso della vita. Aumentando il numero dei legami crociati il collagene diventa sempre più rigido e fragile. Con l’invecchiamento la pelle diventa meno elastica, ossa e tendini più soggetti a spezzarsi
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