Ottobre 2014 25 26 Ottobre 2014 SALUTE e MEDICINA Che cos’è la PET TERAPY? Il termine “Pet Therapy” viene comunemente usato per indicare le Attività e le Terapie svolte con l’ausilio di alcuni animali. Questo termine, per quanto semplice e molto utilizzato, è tuttavia generico e può dare adito a diversi fraintendimenti: 1. Non spiega chi sia il fruitore della terapia, se l’uomo o l’animale; 2. La parola inglese “pet” si riferisce agli animali domestici (cani, gatti, uccelli, etc); ma ciò non significa che tutti gli animali domestici possono venir utilizzati per le Attività e Terapie; 3. Genera l’errata convinzione che l’incontro “spontaneo” tra l’uomo e l’animale generi sempre e comunque una relazione benefica e terapeutica. Molteplici ricerche hanno dimostrato che la presenza di un animale domestico può migliorare lo stato psico-emozionale del proprietario. Ma quando parliamo di “Pet Terapy” ci riferiamo ad una relazione uomo animale in prospettiva terapeutica, che si svolge in un contesto clinico specifico, non certo come avviene tra le mura di casa, infatti la relazione non è spontanea ma viene immediatamente supervisionata da professionisti esperti di comportamento animale e umano, che segue un protocollo strutturato e si svolge in un setting predisposto a hoc. Però l’animale non è un terapeuta né una medicina: è il contesto relazionale ad essere terapeutico. Per questi motivi è più corretto utilizzare una definizione più specifica: Attività e Terapie Assistite con l’Animale. Boris Levinson, neuropsichiatra americano, è conosciuto come “il padre della Pet Therapy” in quanto fu lui a coniare questo termine, ma già prima di lui altri medici e psicologi avevano in- tuito come la presenza di un animale portasse dei benefici nella cura di certe malattie. I primi resoconti documentati risalgono al 1792: lo psicologo William Turke incoraggiò i suoi pazienti a prendersi cura di alcuni animali. Nel 1867 in un ospedale tedesco gli animali vennero usati per curare i malati epilettici , mentre in Francia nel 1875 si iniziò ad usare l’equitazione con pazienti affetti da problemi neurologici. I cani vennero impiegati per la prima volta nel 1919, negli Stati Uniti e in Francia, per alleviare la depressione e i disturbi post-traumatici di cui soffrivano molti soldati reduci dalla 1° Guerra Mondiale e nel 1953 Boris Levinson notò che il cane aveva effetti positivi sui bambini affetti da autismo. Nel 1962 Levinson pubblicò lo scritto “Il cane come co-terapeuta”. Nel 1981 nacque la Delta Society, con lo scopo di studiare l’interazione uomo-animale, e in Italia si iniziò a parlare di questo argomento nel 1987, durante un Convegno Interdisciplinare a cui parteciparono esperti del rapporto uomocane. Il cane, infatti, è considerato uno degli animali più adatti a svolgere tali Attività e Terapie, per la sua innata vicinanza all’uomo e spontaneità reciproca che evita la creazione di barriere e favorisce la comunicazione a tutti i livelli. Nelle Attività e Terapie, il cane accompagna il paziente nelle passeggiate, fornendogli una motivazione al movimento per scopo riabilitativo e/o di svago. Si fa accarezzare e spazzolare per favorire il rilassamento, la coordinazione fine-motoria e per stimolare il piacere dell’accudimento. Alcuni esercizi e giochi servono per accrescere l’autostima, favorire la concentrazione, motivare e divertire. I pazienti imparano a gestire il cane con i comandi di base, com- piono brevi percorsi motori presi dalle discipline di agility e obedience, giocano con lui lanciando un gioco per farselo riportare o nascondendolo per farglielo trovare. Anziani ripiegati nella loro solitudine trovano nella relazione col cane un’occasione per incuriosirsi al mondo e riscoprono il gusto dello svago e della condivisione. Ragazzi usciti dal coma trovano maggiore forza e determinazione se ad accompagnarli negli esercizi è un amico peloso. I bambini ricoverati in ospedale dimenticano per un attimo le siringhe e il sapore amaro degli antibiotici se ad attenderli in sala giochi trova esseri vivi e scodinzolanti pronti a giocare. Attualmente si distinguono gli ambiti in cui applicare le Attività e le Terapie e le diverse tipologie degli interventi nel seguente modo: - ATTIVITA’ ASSISTITE CON GLI ANIMALI – AAA Sono Attività di tipo ricreativo e rieducativo, che mirano a migliorare la qualità della vita incrementando, grazie all’incontro con l’animale, lo stato di benessere e favorendo la socializzazione. In genere si svolgono in un setting di gruppoe la loro durata non è programmata, così come non vengono seguiti specifici programmi per ogni sessione. - TERAPIE ASSISTITE CON GLI ANIMALI – TAA Sono interventi di co-terapia che hanno come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche, emotive e sociali dell’utente. Gli interventi sono progettati e realizzati da un’equipe multidisciplinare integrata e hanno una durata prestabilita. In genere vengono svolti in setting individuali e sono documentati e valutati da personale specializzato, attraverso monitoraggi e strumenti sperimentali. - EDUCAZIONE ASSISTITA ATTRAVERSO L’ANIMALE – EAA Sono interventi educativi nei quali l’animale diventa un mediatore per lo sviluppo delle capacità cognitive, affettive e relazionali del bambino. Si distinguono in: -Educazione assistita all’animale: con lo scopo di educare a un corretto rapporto con tutti gli animali, promuovere la conoscenza del giusto comportamento verso quelli domestici e la cultura del rispetto della biodiversità. -Educazione assistita attraverso l’animale: con lo scopo di utilizzare la presenza dell’animale come mediatore per affrontare tematiche umane a partire dal funzionamento animale, quali ad esempio la sessualità, riproduzione, aggressività, etc. a cura del Dr. Antonio Musso Direttore RSA ‘Villa San Fortunato’ di Casal Cermelli. Dr M. in Psicologia Clinica e di Comunità Musicoterapista Formatore - Esperto nella gestione dei Gruppi I CONSIGLI DELLA NATUROPATA Aiuto! Ho un celiaco a cena! Cosa preparo? Questa è più o meno la reazione quando vado a cena da qualcuno che ancora non ha avuto il piacere di invitarmi. Dato che vorrei evitare che, per timore di sbagliare, nessuno ci invitasse più a cena, prima di tutto cerco di trasmettere un messaggio tranquillizzante. Invitare a cena noi celiaci è molto più semplice di quanto non sembri. Basta capire qual è il problema celiachia. La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine. Il glutine si trova nella maggior parte dei cereali, in particolare in questi: grano, orzo, kamut, segale, farro, spelta, triticale, avena. I cereali che invece sono adatti ai celiaci sono: tapioca, amaranto, manioca, quinoa, mais, grano saraceno, riso, miglio. Come vedete, sono più quelli senza glutine, per quanto poco conosciuti, rispetto a quelli contenenti glutine! Il celiaco deve evitare tutti i cibi che contengono i cereali con glutine, anche in minima parte. Dato che anche una microscopica percentuale di glutine è dannosa per un celiaco, non basta stare attenti a che il cibo che prepariamo non contenga glutine fra gli ingredienti, ma bisogna evitare anche qualunque tipo di contaminazione, data da una errata preparazione del cibo. Ad esempio, se avete amorevolmente preparato un piatto con ingredienti tutti privi di glutine, ma avete affettato le verdure su un tagliere che prima avevate usato per tagliare il pane per il resto dei commensali, tutta la fatica fatta sarà andata sprecata, perché il vostro piatto di glutine ne conterrà comunque abbastanza da essere dannoso per un celiaco. Quindi, stoviglie, posate, pentole e bicchieri vanno lavati bene e non avere traccia di alimenti con glutine. Consiglio n. 1: usate posate di metallo, taglieri di plastica e pulite accuratamente la postazione di lavoro prima di cominciare a cucinare un pranzo per un celiaco. Passiamo al tema delle contaminazioni nei prodotti alimentari confezionati. Si è detto che il riso va bene. E la farina di riso? In teoria andrebbe benissimo, solo che, se è stata macinata in un mulino in cui si macina anche il grano, il rischio di contaminazioni è elevatissimo. E questo vale per tutti i prodotti che non vengono consumati tal quali, cioè praticamente tutti. Anche perché il glutine è un ottimo addensante, e quindi lo si può trovare nascosto in moltissimi cibi, da quella polverina che ricopre i salami, ai formaggi fusi, ai dadi, alla mortadella, alle minestre pronte, a tutti i cibi precotti di gastronomia. Insomma, per il celiaco vanno bene solo quei cibi per i quali sia garantita la non contaminazione con il glutine. Per questo esiste il simbolo della spiga barrata: permette di riconoscere al volo i prodotti adatti per un celiaco. In realtà di prodotti adatti ce ne sono molti altri, oltre a quelli con la spiga barrata, per merito dell’instancabile lavoro dell’Associazione Italiana Celiachia che con- tatta i produttori e analizza il processo produttivo dei prodotti alimentari per verificare se sono idonei per i celiaci. Sul prontuario messo a disposizione sia in versione cartacea che online, si trova l’elenco dei cibi SICURI. Per avere quello cartaceo bisogna associarsi all’AIC, ma quello online è disponibile per tutti, previa semplice registrazione al sito. Consiglio n. 2: cercate di usare prodotti privi di glutine “come natura li crea”. Se dovete per forza usare un prodotto elaborato, cercate sul prontuario quale è ammesso per i celiaci oppure, più semplicemente, chiedete all’amico celiaco che sicuramente vi saprà aiutare. Quindi, sì al riso tal quale, ma informatevi sulla farina di riso; sì al brodo vegetale fatto in casa, ma attenzione ai dadi industriali, quelli consentiti sono pochi; adatte tutte le carni (rosse, bianche, a fette, macinate, arrosti, stracotti...) e tutti i pesci freschi o congelati, attenzione però a come li preparate (ad esempio la classica milanese è un cibo proibito, ma esiste il pangrattato fatto con farine senza glutine) e a quali ingredienti aggiungete durante la preparazione. Tenete presente che ormai nella grande distribuzione si trovano moltissimi prodotti per celiaci: farine, preparati per dolci, pane, fette biscottate, biscotti e dolcetti, pizze surgelate, pasta sfoglia e frolla. Personalmente non li considero degli alimenti da mangiare quotidianamente, perché il potere addensante del glutine è sostituito spesso da grassi non di ottima qualità. Leggete sempre bene le etichette e controllate la tabella della composizione e delle calorie, resterete stupiti, spiacevolmente, purtroppo! a cura di: ROSANNA PILIA, NATUROPATA FNNHP Ottobre 2014 27 SALUTE e MEDICINA La prevenzione invernale nei bambini In inverno i virus riescono a diffondersi facilmente nelle popolazioni scolastiche per due motivi principali: 1) i bambini si ritrovano nelle classi di scuola materne o elementare a strettissimo contatto, in ambienti spesso non molto grandi. Le classi degli asili sono costantemente infestate da VIRUS RESPIRATORI, cioè agenti infettivi che si diffondono nell’aria e si trasmettono con il respiro. La famiglia dei virus respiratori è composta da numerose specie (adenovirus, mixovirus, paramixovirus, etc.) che comprendono a loro volta migliaia di sottotipi. La principale via di penetrazione degli agenti infettivi nel corpo umano è rappresentata dalle cavità naturali, cioè il naso e la bocca, quindi i primi ad essere colpiti dalle infezioni invernali. Noi adulti non ci ammaliamo con facilità in inverno, poichè il nostro corpo ha “conosciuto” buona parte dei virus respiratori e dispone di anticorpi specifici, che bloccano il virus appena entrato nel nostro corpo. I nostri bambini non possiedono tale “corredo anticorpale” e, pertanto, appena un virus penetra le difese, scatta un’infezione. Il sistema difensivo reagisce all’aggressione in due modi: inizialmente avvia la produzione di anticorpi specifici contro il virus aggressore. Purtroppo i primi anticorpi efficaci compaiono dopo circa 10 giorni dall’infezione, e solo dopo attiva le DIFESE INNATE. Tali difese sono rappresentate da una sub-popolazione di globuli bianchi, definiti LINFOCITI Natural Killer (o NK). Si tratta di cellule immunitarie estremamente aggressive, che, anche senza conoscere il virus aggressore, lo attaccano e distruggono immediatamente, in quanto “elemento sconosciuto” al nostro sistema immunitario. 2) Inoltre i virus sono agevolati dal freddo, che causa una diminuzione delle difese locali nel distretto rino-faringeo, favorendo l’attecchimento degli agenti patogeni. In effetti, tali malattie sono definite MALATTIE DA RAFFREDDAMENTO, proprio perchè favorite dal freddo che, causando una VASOCOSTRIZIONE a carico della mucosa nasale e faringea, riduce il flusso sanguigno in tali distretti e, quindi, la quantità di anticorpi e cellule immunitarie difensive presenti. In base a quanto detto sinora, è evidente che una prevenzione eseguita nei primi mesi dell’inverno possa migliorare notevolmente la vita dei bambini. Da quanto abbiamo appena visto, è ovvio che nella strategia di prevenzione debbano essere compresi prodotti in grado di stimolare il versante NK dell’IMMUNITA’ INNATA, capaci di stroncare l’infezione sul nascere. In tal caso, vedremo che il bimbo sembra ammalarsi ma, dopo un giorno di malessere e, forse, una puntata febbrile, torna subito a star bene. Mentre in medicina convenzionale non esistono medicinali in grado di dare una stimolazione specifica dei linfociti NK, la medicina biologica dispone di diversi farmaci naturali, in grado di shiftare il sistema immunitario in una configurazione più vantaggiosa per il bambino in età scolare. Per essere efficace la prevenzione deve inoltre essere MIRATA; infatti l’esperienza clinica mostra che esistono bambini che tendono alle rinosinusiti, altri alle otiti, mentre altri ancora vengono colpiti da ripetute tonsilliti o da continue bronchiti. E’ ovvio che un piano di prevenzione che vada bene per un gruppo di bimbi non sarà adeguato per l’altro. Prima della stagione invernale lo specialista con- trollando il bambino può identificare tali “debolezze”, e quindi avviare una programma di protezione, mirato sugli organi più a rischio che, come visto, possono variare molto da bambino a bambino. Per fare fronte alle epidemie invernali, quasi sempre di origine virale, si possono utilizzare con vantaggio ottimi prodotti biologici, che vadano a stimolare il versante antivirale delle difese immunitarie. E’ tuttavia indispensabile ribadire un concetto: i farmaci biologici, per quanto derivati da sostanze naturali come piante e minerali, sono veri e propri “farmaci”, da non confondere con i vari integratori, più o meno utili, che vengono venduti nei supermercati, anche se la possibilità di ottenere effetti collaterali negativi dai farmaci naturali è molto minore che con i farmaci convenzionali, se ne deve sempre tenere ben presente il meccanismo di azione e rispettarne la dinamica. Facciamo un esempio pratico: molti prodotti che aumentano le difese antivirali agiscono facendo crescere un particolare sottotipo di cellule linfatiche, i LINFOCITI TH1. Una stimolazione del genere, per un periodo ragionevole in un bambino, può essere utile. Tuttavia l’assunzione per periodi prolungati potrebbe, in linea teorica, scatenare un altro effetto dei linfociti TH1: la genesi di malattie autoimmuni, patologie gravi e molto difficili da curare. Senza scendere in ulteriori dettagli voglio quindi ricordare ai pazienti che può essere pericoloso abusare sia di farmaci convenzionali che di farmaci naturali. Sicuramente una corretta alimentazione è decisiva per il bambino e quindi le integrazioni possono giovare. Occorre mettere in guardia dall’uso indiscriminato di vitamine, in quanto studi recenti ne hanno dimostrato effetti addirittura tossici, in caso di uso prolungato. Anche integratori fitoterapici a base di echinacea angustifolia, se somministrati a lungo, possono dare fastidiose reazioni cutanee e sono controindicati in diverse situazioni. In commercio esistono eccellenti farmaci naturali che, purtroppo, sono affiancati sugli scaffali delle farmacie a integratori di dubbia efficacia. E’ quindi sempre bene farsi consigliare dal medico o dal farmacista ed evitare l’abuso di prodotti di composizione non nota. A cura del Dr. Roberto Mutti Proteggi te stesso e gli altri,contro l’influenza scegli la prevenzione L’Influenza è una malattia infettiva provocata da virus. Normalmente si risolve in pochi giorni, tuttavia, in alcune persone può causare complicanze gravi. La vaccinazione antinfluenzale rappresenta un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue complicanze. La protezione si sviluppa circa dopo due settimane dalla somministrazione del vaccino. Poichè i virus influenzali cambiano di frequente, è consiglabsigliabile vaccinarsi tutti gli anni. In Italia, per la situazione climatica e l’andamento delle epidemie influenzali, il momento migliore per farsi vaccinare va dalla metà di ottobre alla fine di dicembre. L’influenza ha un periodo d’incubazione breve, in media 2 giorni ,durante il quale si è già contagiosi. In particolare,il periodo di contagiosità comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per circa 3-5 giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. Il virus influenzale si trasmette attraverso le goccioline di muco e di saliva di chi tossisce e starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Quindi si diffonde con più facilità negli ambienti chiusi e affollati. Scegliendo la vaccinazione non proteggi soltanto te stesso, ma anche quelle persone che ti stanno intorno per le quali contrarre l’influenza potrebbe essere particolarmente pericoloso. La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata e gratuita per le persone dai 65 anni in poi e per i soggetti con patologie croniche di base indipendentemente dall’età. È consigliata soprattutto alle persone che sono più a rischio di sviluppare forme gravi della malattia e complicanze. Per ridurre il rischio trasmissione, la vaccinazione è raccomandata anche ai familiari e ai soggetti in contatto con bambini di età inferiore ai 6 mesi (per i quali tale vaccinazione non è indicata) o con persone affette da patologie di base ad alto rischio di complicanze, che non possono essere vaccinati a causa di contro indicazioni alla vaccinazione. Inoltre,la vaccinazione è raccomandata alle categorie che svolgon attività essenziali per la comunità e lavori socialmente utili (forze di polizia,operatori sanitari,ecc.) I dati nazionali mostrano che ancora solo una piccola percentuale dei soggetti a rischio viene effettivamente vaccinata contro l’influenza. Rivolgiti al tuo medico di fiducia, troverai informazioni chiare e complete sulla malattia influenzale e sulle complicanze che può causare; sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini e sui loro vantaggi in termini di salute. E ricorda La prevenzione dell’influenza inizia dalle piccole azioni di igiene personale Non trascurare mai l’importanza del: 1. lavaggio delle mani (in assenza di acqua è consigliabile l’uso di gel alcolici) 2. la buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce,trattare* i fazzoletti e lavarsi spesso le mani) 3. l’isolamento volontario,a casa, delle persone con malattie respiratorie febbrili, specie in fase iniziale 4. l’uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologie influenzali, quando si trovano in ambienti sanitari (come gli ospedali) * usare preferibilmente fazzolettini di carta, gettandoli in un contenitore rifiuti subito dopo l’uso; anche i fazzoletti di stoffa non dovrebbero essere usati più volte e dovrebbero essere lavati dopo ammollo in acqua molto calda (60°C) 28 Ottobre 2014 SALUTE e MEDICINA Andrea Barbanera vice presidente Azienda Ospedaliera: consegna referti fino alle 18 Società Italiana Neurochirurgia Dal 6 ottobre presso il Poliambulatorio Gardella i referti di Laboratorio Analisi e Radiologia disponibili per il ritiro dalle 11 alle 18 Un segno di attenzione per i fruitori dei servizi aziendali: dal prossimo 6 ottobre i referti del Laboratorio Analisi (ossia quasi tutti gli esami di Laboratorio effettuati presso il Poliambulatorio Gardella) e della Radiologia (TAC, Risonanza Magnetica, ecografie, lastre) saranno disponibili per il ritiro in un orario prolungato, dalle 11.00 alle 18.00 da lunedì e venerdì. Presso il Poliambulatorio Gardella, sarà possibile utilizzare il totem eliminacode (attivo fino alle 17.45) selezionando le proprie necessità, per accedere al banco dove il personale sarà disponibile fino alle ore 18. La scelta aziendale è rivolta ad agevolare gli utenti sia con la dilatazione del tempo di apertura del servizio che della sede, quella appunta di via Don Gasparolo, più facilmente accessibile che non gli sportelli presenti all’interno dell’ospedale SS. Antonio e Biagio. Con i papà: avviato il progetto dedicato alla figura paterna “CON I PAPÀ. Percorsi per i futuri e i neogenitori” è l’iniziativa che l’Azienda Ospedaliera di Alessandria promuove per favorire l’accudimento parentale anche da parte dei padri. L’Azienda Ospedaliera, infatti, ha aderito alla proposta della Regione Piemonte “Condividiamo con i papà” e ha visto accogliere la propria proposta progettuale, tesa alla realizzazione di una serie di incontri dedicati alle coppie per affrontare, con la guida di esperti, il complesso e affascinante tema della genitorialità, con una particolare attenzione al ruolo del papà. La finalità del progetto sarà creare spazi di confronto e condivisione tra le coppie genitoriali sulla nascita di un figlio, tra sociologia, psicologia e normativa sul congedo parentale: la normativa prevede la fruizione dei congedi parentali previsti dalla Legge 53/2000, anche da parte dei padri, con la possibilità di ricevere anche un assegno mensile di 400 euro. Tali momenti non sostituiscono, ma integrano i corsi di accompagnamento alla nascita già realizzati dal personale dell’Ostetricia: hanno infatti come obiettivo quello di guidare i futuri (o i neo) genitori attraverso uno dei percorsi più belli della vita, ossia la crescita di un figlio e la consapevolezza che tale percorso comporta. Ogni corso, che si articolerà in quattro incontri di due ore, in orario serale, per consentire la più ampia partecipazione, sarà oggetto di approfondimento da parte di personale esperto: Elisabetta Campese – coordinatrice ostetrica; Sonia Del Medico – esperta di parità; Benedetta Chiara Lombardi – psicologa psicoterapeuta; Pasino Carlo – psicanalista. Il calendario degli appuntamenti fino alla fine dell’anno è già definito: Martedì 07/10/2014; Martedì 14/10/2014; Giovedì 23/10/2014; Lunedì 03/11; Martedì 4/11; Martedì 11/11; Giovedì 20/11; Giovedì 27/11; Martedì 2/12; Martedì 9/12; Giovedì 18/12. Gli incontri si svolgono presso l’aula didattica della struttura di Ostetricia, dalle 18 alle 20. Inoltre, a supporto degli incontri, per coloro che avessero necessità di approfondire alcune tematiche o ulteriori bisogni, è previsto mensilmente uno sportello di ascolto con una psicologa esperta, attivo dalle 8,30 alle 11,30 per il quale è possibile contattare telefonicamente il numero 0131206321 per informazioni e prenotazioni. La partecipazione naturalmente è gratuita. Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo Alessandria Andrea Barbanera, giovane direttore della Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, è il nuovo vice presidente della Società Italiana di Neurochirurgia: affiancherà il nuovo presidente, dott. Alberto Delitala, per il prossimo biennio 2014 - 2016. Una scelta dell’Assemblea Nazionale dei neurochirurghi italiani, riuniti a Vicenza durante la 63esima edizione del Congresso Nazionale lo scorso 25 e 26 settembre. Particolarmente attivo nel campo della neurochirurgia spinale, il dottor Barbanera ha 45 anni ed è uno dei primari più giovani d’Italia, nominato lo scorso luglio e molto apprezzato per competenza e capacità organizzative. “Ancora una volta ai medici dell’Azienda Ospedaliera – afferma con soddisfazione il Direttore Generale Nicola Giorgione – vengono riconosciute competenze, professionalità e capacità che consentono ai cittadini delle province di Alessandria e Asti di vedere questo ospedale sempre più in rapporto con altri enti, istituzioni di ricerca e comunità scientifiche nazionali e internazionali, che rappresentano la garanzia delle cure che vengono prestate in questa struttura ospedaliera. Al neo vicepresidente auguro un proficuo lavoro anche in questo nuovo ruolo”. Inaugurato l’anno accademico del Corso di Laurea in Infermieristica Primo ottobre, primo giorno di scuola. Così è stato per i giovani iscritti al Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università del Piemonte Orientale, presieduto dal prof. Gianluca Aimaretti, che insieme alla Direzione aziendale, al coordinatore del corso Gianni Chilin e ai tutor e docenti, ha salutato gli ottanta ragazzi presenti in Salone per l’inizio di questa nuova avventura. Il direttore sanitario Luciano Bernini: “Voi rappresentate un investimento per il futuro. L’incontro di oggi poi è la conferma della buona collaborazione tra Università e Azienda, con il suo ruolo, oltre all’assistenza, di ricerca e formazione”. Aimaretti, che ha portato anche i saluti del rettore Cesare Emmanuel, ha ricordato ai ragazzi che il Salone è il punto di partenza e di arrivo, in quanto da un paio di anni luogo di celebrazione delle lauree: “Fare un corso di studi qualsiasi è faticoso. Il corso in Infermieristica un po’ di più. Oltre allo studio c’è il tirocinio, ma il mio invito è quello di vivere questi anni di università dedicandovi all’amicizia, ai rapporti sociali e ai sogni senza farli diventare solo anni di fatica. Per questo vi suggerisco di studiare in gruppo. Si lavora in gruppo quindi è l’impostazione giusta, anche attraverso un ragionamento critico sulle cose”. Presente alla cerimonia anche il Prefetto di Alessandria Romilda Tafuri, che ha sottolineato la volontà di essere presente ad un momento che testimonia la collaborazione e la sinergia tra istituzioni: “Anche corrispondendo alle esigenze del territorio, momenti pubblici come questo si trasformano da cordialità in risposte a bisogni concreti. La sinergia è fiducia, utile a rispondere ai bisogni del territorio come testimonia la stretta collaborazione con l’Azienda Ospedaliera. A voi che iniziate un percorso di vita e partecipazione alla società vanno i migliori auguri, affinché vi possa sempre accompagnare la solidarietà tra colleghi e compagni”. Utili le testimonianze dei ragazzi, uno per anno di corso: la giovane neolaureata che ha sottolineato come gli infermieri rappresentino l’anello di congiunzione fondamentale tra medici e collettività e ha spronato i presenti indicando i tutor: “Fidatevi di queste persone. A volte li odierete ma poi li ringrazierete”. Gli studenti del primo, secondo e terzo anno, che con consigli utili e pratici hanno ribadito la necessità di sapersi orientare ed organizzare, studiare sempre, considerando l’ospedale come la propria casa e vedere la professione infermieristica prestigiosa sebbene troppo spesso sminuita. A tutti, buon lavoro. Via Venezia, 16 - Alessandria Centralino 0131.206111 prenotazioni di visite ed esami da lunedì a venerdì - ore 9.00 / 16.00 - da telefono fisso numero verde 800 017 747 - da cellulare 0131.202220 costi da gestore Informazioni su www.ospedale.al.it Ottobre 2014 29 SALUTE e BENESSERE La frutta protegge il cuore, Braccialetti elastici a rischio cancro: primi ritiri il rischio scende del 40% dal mercato La proverbiale mela al giorno, ma piu’ in generale il consumo della frutta, protegge il cuore, riducendo il rischio cardiovascolare fino al 40%. Lo ha dimostrato uno studio dell’università di Oxford presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) in corso a Barcellona.L’analisi è stata condotta per sette anni su una popolazione di quasi mezzo milione di persone in Cina. Il 18% dei partecipanti aveva un consumo quotidiano, in media di circa 150 grammi, mentre il 6,3% ha dichiarato di non mangiarne mai. Nel gruppo più ‘salutista’ il rischio di malattie cardiovascolari è risultato più basso rispetto a quello con il consumo minore, rispettivamente del 15% per l’infarto, del 25% per l’ictus ischemico e del 40% per quello emorragico. Anche dal punto di vista del rischio complessivo di morte il consumo di frutta si è rivelato protettivo, con un calo del 32% rispetto a chi non la mangia mai. ‘’Questi dati dimostrano chiaramente che il consumo di frutta fresca riduce il rischio cardiovascolare - afferma Huaidong Du, l’autore principale. Non solo, più se ne mangia più il rischio cala’’. Sono stati uno degli oggetti cult del 2014, ma il boom dei braccialetti elastici sembra avere imboccato con decisione la parabola discendente dopo che alcune settimane fa The Assay Office Birmingham, un laboratorio britannico specializzato in test sulla sicurezza degli articoli di gioielleria e bigiotteria ha diffuso i risultati di un test che dimostra come gli elastici in questione contengano una quantità di ftalati superiore alla legge e siano, quindi, potenzialmente cancerogeni. Non si sa quanti e quali marchi rientrino in questo allarme per la salute, perché, come spiegato dalla portavoce del laboratorio di Birmingham Marion Wilson, non tutti i produttori inviano i loro braccialetti per effettuare i controlli precauzionali. Molti di questi prodotti, inoltre, arrivano dall’Estremo Oriente sfuggendo a ogni tipo di controllo. Gli ftalati penetrano nell’organismo attraverso la pelle, soprattutto con il sudore e si pensa che possano creare problemi al sistema endocrino con effetti cancerogeni. La quantità di ftalati consentita dalla legge è lo 0,1% del peso totale, mentre in alcuni campioni testati si supera il 40-50%. E mentre i braccialetti elastici fai da te diventavano un fenomeno globale – tanto che in luglio una mamma gallese è riuscita a raccogliere oltre 170 mila sterline per un abito fatto solamente di loom bands – qualcuno cominciava a toglierli dai propri punti vendita. La catena di giocattoli Entertainer – con 92 punti vendita in Gran Bretagna – è stata la prima a ritirare dal commercio i braccialetti elastici. Come sottolineato dalla Rainbow Loom sul proprio sito a essere a rischio sono i prodotti contraffatti e non originali, quelli sprovvisti del marchio CE originale. Occhio al marchio CE e all’indirizzo di chi ha immesso sul mercato il prodotto, due garanzie dell’originalità del prodotto. E’ boom di app e strumenti per la salute, ma non sempre efficaci Sono sempre più numerose le applicazioni per tablet e smartphone che aiutano a muoversi e migliorare la propria salute, ma la loro efficacia non è sempre provata e duratura nel tempo. I risultati di alcuni studi condotti sull’argomento sono infatti contrastanti, come segnala il sito Azioni quotidiane, finanziato dal ministero della Salute e Centro controllo delle malattie-Ccm. Una ricerca pubblicata sul Britsh Medical Journal ha valutato infatti l’impatto dei social media per pro- muovere una dieta sana e attività fisica. Il risultato è che non si rilevano differenze significative tra gruppi sottoposti agli interventi e gruppi di controllo. Secondo invece un altro studio, pubblicato su Plos One, l’esercizio fisico a bassa intensità proposto dall’app ha ridotto del 6% il tempo di inattività degli individui monitorati. Più sensibili all’impatto di queste nuove tecnologie sono i malati cronici. Secondo una ricerca della Oxford University, pubblicato su Jama, sa- rebbero infatti più costanti nell’utilizzo di dispositivi medicali elettronici, modificando così in modo sostanziale e duraturo il proprio stile di vita. Nello studio, condotto su oltre 500 pazienti ipertesi, si è visto che il monitoraggio della pressione e l’autoregolazione della somministrazione dei farmaci, se eseguiti in modo autonomo dal malato e secondo un piano prestabilito dal medico, sono più efficaci per abbassare i valori della pressione. 30 Ottobre 2014 ECOLOGIA POLLICE VERDE Bacche, foglie e cortecce per l’autunno Quando l’estate lascia il passo ai primi freddi autunnali, nelle piante succede qualcosa di magico, ed il classico colore verde del fogliame si tramuta pian piano in caldi colori autunnali che vanno dal giallo, all’arancio al rosso intenso. E’ il preludio di una ‘seconda primavera’, perché alle nostre piante arrivano nuove piogge e si rinfresca l’aria; di notte poi la temperatura può scendere anche sui 10°C e questo scatena reazioni biochimiche all’interno dei vegetali, regalandoci sfumature degne della tavolozza di un pittore impressionista. In giardino fanno da padroni i Settembrini o gli Anemoni, ma una grande parte decorativa viene svolta da arbusti che producono bacche colorate oppure cominciano a spogliarsi lasciando intravedere una corteccia di accesi colori autunnali. Forse i più belli sono i CORNUS, ovvero i Cornioli, per esempio l’alba sibirica (rosso acceso), o lo stolonifera ‘Flaviramea’ (dal fusto giallo), decisamente più interessanti nella loro veste autunnale. Un po’ inflazionata, ma pur sempre molto gradevole da utilizzare per delle quinte a ridosso di muretti o siepi di confine, è la PYRACANTHA coccinea, bella in tutte le stagioni, a partire dai candidi fiori profumati di miele in maggio, che diventano grappoli di bacche fiammeggianti sui rami autunnali. In realtà sono delle piccole meline in miniatura, molto appetite dagli uccelli che ne faranno provviste per l’inverno. Il BERBERIS thumbergii ‘Atropurpurea’, ha un fogliame autunnale rosso intenso, sembra quasi investito da una colata di vino monferrino. Volgarmente prende il nome di Crespino, perché ha un portamento compatto e abbastanza ‘crespo’, rendendolo particolarmente utile per delle impenetrabili siepi di confine. Anche l’evonymus fortunei ‘Emerald ‘n’ Gold’ assume delle colorazioni rosate sul fogliame normalmente variegato. Un’altra bellissima pianta che per tutta la primavera-estate ci ha regalato pannocchie di fiori cremei, ora arrossa le sue foglie in modo davvero straordinario: si tratta di HYDRANGEA quercifolia, che non può mancare in un giardino per la sua eleganza e ariosità. I VIBURNI possono essere spoglianti o meno, ma sicuramente decorano il giardino con le loro foglie via via sempre più colorate e le bacche dalle tonalità metalliche. E il Viburnum opulus (Palla di neve) si colora in autunno di un bel giallo miele molto luminoso. Proprio un arbusto non è, ma sa ricoprire velocemente spazi poco estetici e si tratta del Parthenocissus tricuspidata (ed anche P. quinquefolia), ovvero la Vite americana, che non ha eguali in fatto di arrossamenti fogliari che ben contrastano con le bacche blu-violacee resistenti per tutto l’inverno. L’albero che forse più di tutti si possa considerare il Principe dell’autunno è il Rhus typhina, detto anche Sommacco: non solo il suo fogliame composito diventa un mix di colori caldi ogni giorno più intenso, ma poi rimangono alla sommità dei rami delle pannocchiette vellutate color bordeaux che lo rendono davvero ornamentale in vista del Natale. E non vanno dimenticati tutti gli ACERI, che in questo periodo si ricoprono di foglie completamente diverse rispetto alla veste estiva, lasciando intravedere le disamare, cioè i loro frutti eli- Quanta plastica trasportano i fiumi italiani? Ha preso il via il primo esperimento pilota nel Mediterraneo per valutare la portata di microplastiche da parte dei grandi fiumi. Le foci del Tevere e dell’Arno saranno analizzate per quantificare la presenza di micro particelle di plastica, derivate principalmente dal disfacimento di rifiuti plastici più grandi e responsabili di danni all’ecosistema e alla salute della fauna marina.Protagonisti dello studio sono i “Plastic Busters”, i ricercatori dell’Università di Siena che stanno dando vita ad un ampio piano di mappatura delle plastiche nel mar Mediterraneo, nell’ambito di “Med Solution” e della rete ONU sullo sviluppo sostenibile “Sustainable Development Solutions Network”, ancora una volta in collaborazione con la Marina Militare. Dopo le spedizioni sulla nave scuola Vespucci, e sulle Navi Idrooceanografiche Magnaghi e Galatea, che si sono svolte lo scorso anno, il 23 luglio alla foce del Tevere e il 25 luglio alla foce dell’Arno. E’ dalla terra che proviene la gran parte dei rifiuti che finiscono in mare, e i fiumi trasportano grandi quantità di inquinanti raccogliendo scarichi urbani e industriali. Lo studio dell’Università di Siena permetterà di analizzare la presenza, la distribuzione e l’abbondanza delle micro particelle di plastica e degli inquinanti che vengono trasportate dai fiumi, per quantificare la provenienza dei rifiuti da terra. L’Europa del sud si salverà con la rivoluzione energetica Una rivoluzione energetica potrebbe risollevare le sorti dell’Europa del Sud, in grossa difficoltà economica. Spagna, Italia e soprattutto Grecia potrebbero beneficiarne grazie al contributo degli stati europei più ricchi. La proposta arriva proprio dalla Germania con i risultati di un nuovo studio del Mercator Research Institu- te on Global Commons and Climate Change (MCC) di Berlino. Gli autori propongono agli Stati dell’Europa centrale di dedicare fino a 3 miliardi di euro all’anno per la costruzione di impianti di energia rinnovabile nell’Europa del Sud. In particolare il fotovoltaico potrebbe garantire una capacità di export al Paese. Gli esperti parlano di en- trate che dovrebbero arrivare dal commercio di emissioni, ma giudicano anche utile una politica di uguaglianza sulle tariffe energetiche. Il sostegno dei paesi europei non va inteso, secondo i ricercatori, come una sorta di elemosina, ma come un riequilibrio economico all’interno dell’Unione Europea, che gioverà a tutti gli Stati membri. coidali, dai più disparati colori e dimensioni. Li trovo molto belli abbinati ai SORBI, con le loro bacche pendule di un bel rosso acceso, non a caso molto ambite dagli uccelli migratori. Senza andare troppo nel sofisticato, uno degli arbusti più semplici da trovare ma nel contempo decorativi e senza pretese, può essere rappresentato dalla Rosa canina, le cui bacche (cinorrodi) rosse e gonfie hanno proprietà medico-erboristiche molto importanti. Suggerisco anche l’impianto di masse di Rosa rugosa, le cui bacche servono per creare colori utilizzati nell’ambito della tintura dei tessuti ed i petali per la preparazione del noto Rosolio, oltre che di marmellate profumatissime. La lista potrebbe continuare con molti altri esempi, quindi sperimentiamo con gli arbusti da bacca in giardino, per ravvivare l’autunno normalmente grigio e uggioso delle nostre parti, rendendolo invece caldo ed accogliente. Corrado Sacco, Agronomo e Presidente del Garden Club il Sé di AL Risparmiare energia e rispettare l’ambiente, da subito. Il risparmio energetico è strettamente legato alle tecnologie “verdi” e alla progettazione intelligente delle nostre abitazioni e/o strutture produttive, unite all’utilizzo di componenti a risparmio energetico o a basso consumo, ma anche ai nostri comportamenti. Il risparmio energetico si ottiene quindi sia intervenendo sui processi e sulle abitudini di ognuno di noi, promuovendo modelli che considerino prioritario un utilizzo responsabile dell’energia, sia utilizzando tecnologie in grado di produrre energia con il minor spreco possibile o, meglio ancora, mediante l’autoproduzione. L’isolamento termico della tua casa, l’acquisto di elettrodomenstici a basso consumo o l’installazione di lampadine a risparmio energetico (LED) sono buone pratiche per la riduzione dei consumi elettrici. Risparmio energetico per elettrodomestici,hi-fi, lampadine. Il risparmio energetico in ambiente domestico è possibile subito, con poche e semplici azioni: -non lasciare accese le lampadine nelle stanze in cui non sei presente -non lasciare tv e stereo in stand-by: in media in Italia quasi il 30% della bolletta elettrica è imputabile ad elettrodomestici, impianti stereo e/o computer inutilizzati -usa lampadine a risparmio energetico: dura- no 10 volte più a lungo e consumano fino all’80% in meno, oppure quelle a LED. -utilizza sempre lavastoviglie e lavatrice a pieno carico: si usa la stessa quantità d’acqua che con un carico ridotto. Con questo piccolo accorgimento, una famiglia media di 4 persone può ottenere un risparmio acqua di oltre 11.000 litri d’acqua l’anno. E utilizzarla nelle fasce orarie a minor consumo. -regola le temperature di lavaggio, quando puoi, a 30°: così hai bisogno di 80 litri d’acqua, mentre a 90° te ne servono il doppio. -regola la temperatura del tuo frigorifero tra 2 e 4 gradi centigradi: non serve congelare i cibi, per quello basta il freezer! Ottobre 2014 31 INFO BIO Credito alle aziende biologiche Quanto fa bene il pomodoro bio Banca Etica e FederBio hanno siglato una convenzione per agevolare l’accesso al credito per gli operatori del mondo del biologico. I contenuti dell’accordo sono stati presentati al SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale svoltosi dal 6 al 9 settembre a Bologna. La convenzione vede per la prima volta insieme FederBio, la Federazione di organizzazioni operanti in tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica di rilevanza nazionale, nata per rappresentare e tutelare il biologico italia- no, e Banca Etica la prima Banca italiana interamente dedicata alla finanza etica nata nel 1999.L’intesa siglata offre nuove opportunità di accesso al credito per gli associati a FederBio.Queste organizzazioni e imprese del settore biologico e biodinamico potranno usufruire di condizioni agevolate per accedere a prestiti bancari per le spese di conduzione dell’annata agraria; per l’anticipo sui contratti di conferimento con valorizzazione degli accordi di filiera; per finanziamenti per la conversione della produzione da convenzionale a biologica; per i mutui per investimenti (macchinari, immobili, ecc.); per l’anticipo contributi e anticipo crediti da clienti e per l’accesso al microcredito di capitalizzazione. Secondo uno studio la frutta e la verdura biologica contengono una quantità maggiore di sostanze antiossidanti di quelle coltivate in maniera tradizionale, dal 17 al 69 % a seconda della varietà. Eppure le coltivazioni bio rimangono un fenomeno di nicchia. «Non ci sono politiche che spingono gli agricoltori a intraprendere questa strada, che è costosa e complicata, fatta di certificazioni e permessi particolari», dice Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, che dal 1978 ha scelto di produrre senza l’impiego di pesticidi e di concimi di sintesi: «Dovrebbe accadere, invece, il contrario, visto che è l’agricoltura biologica che rispetta l’ambiente, non forza le produzioni , lascia riposare la terra con le rotazioni per non impoverirla e lasciarla fertile». Il caso del pomodoro biologico è emblematico. «Gli unici trattamenti ammessi per contrastare gli attacchi di funghi e parassiti sono a base di rame e vengono sempre sospesi almeno quindiciventi giorni prima della raccolta». La produzione, però, è più scarsa di quella convenzionale, ma mol- to più virtuosa. «Diversi studi hanno provato che i metodi di coltivazione biologica portano la pianta del pomodoro a una maggiore resistenza ossidativa con la conseguenza di incrementare i suoi micronutrienti come il licopene, dall’azione antiossidante, la vitamina C e i polifenoli», spiega Renata Alleva, specialista in Scienza dell’Alimentazione e ricercatore dell’Istituto Rizzoli di Bologna. Il pomodoro biologico, insomma, è più sano, perché privo di pesticidi e diserbanti, anche se più costoso, in quanto più costosa è la produzione. SEMINARE IL FUTURO! Il semplice gesto della semina, ripetuto dall’uomo da millenni, porta con sé un elevato valore simbolico. Gettare il seme nel campo significa offrire nuova vita alla Natura, all’ambiente e all’uomo, tutelare l’agricoltura e il lavoro dei produttori, contribuire alla produzione di alimenti sani e di qualità per il nostro benessere e per quello dei nostri figli. Il vero senso della semina è “Seminare il Futuro”. Per comprendere da vicino questi valori domenica 12 ottobre ben 38 aziende agricole biologiche e biodinamiche in tutta Italia, tra le quali tre in Piemonte - Azienda Agricola Ivo Bertaina, Agribio Pie- monte Località San Sebastiano 1 Cissone (CN); Terra e Gente Soc. Coop. Agricola Loc. Sant’Emiliano 45 Albugnano (AT); Azienda Agricola Biodinamica La Raja a Novi Ligure (AL) – apriranno le loro porte a bambini, adulti, giovani e meno giovani per per trascorrere una piacevole domenica in compagnia all’insegna del bio e della natura, per riflettere sull’importanza della fertilità della terra, della biodiversità, della tutela ambientale e del futuro dell’agricoltura Ciascun partecipante riceverà una misura di cereali, semente biologica e biodinamica, da spargere a mano sul campo insieme a tutte le altre persone, un gesto che verrà fatto contemporaneamente alle 11.00 in tutte le aziende aderenti a Seminare il Futuro. La porzione di terreno seminata sarà poi contraddistinta da uno striscione sul quale i partecipanti lasceranno la loro firma: per un anno, fino alla raccolta, chiunque potrà osservare la crescita dei cereali seminati. Per ulteriori informazioni: www.seminareilfuturo.it a cura di NaturaSì Alessandria Piazza Perosi, 6 - 15100 Alessandria Tel. 0131 288037 - Fax 0131 288037 Segui NaturaSì: facebook.com/naturasi.italia 32 Ottobre 2014 VIAGGIANDO I luoghi da visitare prima che sia troppo tardi I cambiamenti climatici e la continua azione (o incuria) degli uomini stanno consumando monumenti naturali e non in tutto il mondo. Ecco i luoghi da visitare prima che sia troppo tardi. IL MAR MORTO MADAGASCAR Il famoso lago salato situato tra Israele e Giordania è soggetto da diversi anni ad un doppio e opposto fenomeno: la zona settentrionale si riduce ogni anno di 1,2 metri a causa della forte evaporazione, non compensata dall’apporto di corsi d’acqua. Di contro, quella a sud esonda di frequente, minacciando le strutture alberghiere nelle immediate vicinanze. Situata nell’Oceano Indiano, quella del Madagascar è una delle quattro isole più grandi del mondo e nel suo ecosistema vivono particolarissime specie vegetali e animali. Le sue foreste sono minacciate dalle attività umane di disboscamento per ricavare terreni agricoli, e la loro fauna è messa in pericolo dalla caccia di frodo. GLACIER NATIONAL PARK TAJ MAHAL, INDIA 100 anni fa, c’erano all’incirca 150 ghiacciai nel Glacier National Park, nel Montana. Nel 2007, questi si erano ridotti a 27, e si stima che anche questi scompariranno entro il 2030. In assenza di acqua fredda, l’ecosistema potrebbe essere completamente sconvolto Sopravvissuto per più di 350 anni, questo mausoleo di marmo rischia la rovina se non si procederà a ristrutturarlo. Uno studio condotto quasi dieci anni fa ha determinato che l’aria e l’inquinamento delle acque avevano cominciato a danneggiare il bellissimo edificio, trasformandolo da bianco in un giallo malaticcio. Inoltre la struttura in legno interna al monumento sta marcendo a causa dell’inquinamento del fiume Yamuna. LE MALDIVE VENEZIA Sempre a causa dei massicci cambiamenti climatici, le meravigliose isole situate nell’Oceano Indiano potrebbero essere a rischio di essere sommerse. Secondo alcuni studi, la meravigliosa città sull’acqua potrebbe essere sommersa fino a 250 volte l’anno nel 2100. Per prevenire questa eventualità, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato il via alla costruzione di una barriera a protezione della città, che dovrebbe essere completata nel giugno 2015. Ottobre 2014 33 ARTE CULTURA SPETTACOLO MOSTRA FOTOGRAFICA Il suono del silenzio Si è inaugurato sabato 4 ottobre alle ore 17.30 la mostra fotografica “Il suono del silenzio” di Renato Luparia, allestita nella galleria Casa d’ Arte di Vercelli, in via Vibio Crispo, 3. Renato Luparia presentate stampe fotografiche bianco/nero “Fine Art” su carta cotone, numerate e firmate in edizione di 10. Le immagini rappresentano paesaggi del Monferrato con nebbia e neve nei quali, come su un foglio da disegno bianco, spiccano solo pochi elementi. Quando neve e nebbia cancellano ogni dettaglio superfluo, solo i soggetti principali sono evidenti. In tutto questo bianco sono gli alberi che, con i rami spogli, rivelano la bellezza della loro struttura. Alberi a volte raccolti in bosco, a volte allineati lungo un viale, oppure isolati in mezzo alla campagna come testimoni dell’alternarsi delle stagioni, del tempo che passa cambiando ogni cosa. Spiccano i vigneti che sdegnano le colline del Monferrato, quella zona del Piemonte tanto amata dal fotografo Renato Luparia. Renato Luparia nasce a Casale Monferrato e risiede a Conzano (AL). Fin da giovanissimo si interessa di fotografia. Collabora con giornali e riviste e le sue immagini sono state pubblicate su libri e calendari. I soggetti preferiti sono la natura, fiori e giardini e in modo particolare il paesaggio, rappresentato con diverse interpretazioni tutte molto personali. Le sue stampe fotografiche “Fine Art” sono state esposte a mostre di fotografia Stagione Teatrale al Cinema Teatro Alessandrino Il Direttore Artistico Massimo Bagliani, attore professionista alessandrino, è riuscito a delineare una stagione teatrale che, salvo modifiche o imprevisti dettati da esigenze delle compagnie, offrirà 6 spettacoli di vario genere: dalla prosa alla danza e alla commedia brillante , per soddisfare, grazie ad una programmazione competente, tutti gli interessi del pubblico ...vi aspettiamo a teatro! 13 novembre 2014 IL VISITATORE Con: Alessandro Haber e Alessio Boni. Una piecè intelligentemente brillante , talvolta commovente che ci fa riflettere sorridendo sui grandi problemi esistenziali . Merito dei due grandi attori che nei panni del famoso psicanalista S. Freud ( Haber) e di un visitatore misterioso , forse Dio?, (A.Boni) sono perfetti nei ruoli, dimostrando grande empatia tra di loro, bravura e professionalità. 27 novembre 2014 IL MIO NOME E’ MILLY Con: Gennaro Canavacciuolo omaggio musicale alla grande artista alessandrina: il grande attore Canavacciuolo esprimendosi con il canto e la recitazione narra con rispetto e profonda umiltà la vita artistica e privata di Milly . 16 gennaio 2015 PUZZLE il nuovo spettacolo di danza “creativa” dei Kataklò, bravissimi danzatori interpreti di un genere innovativo di teatro denominato “Physical theatre” che sorprende per le acrobatiche e suggestive performance. 6 febbraio 2015 DONNE IN CERCA DI GUAI Con: Corinne Clery, Catherine Spaak e Iva Zanicchi interpreteranno una commedia brillante sul mondo caotico e divertente di un gruppo di donne alle prese con uno “spettacolo nello spettacolo” ..da 5 anni è in scena a Parigi! 9 marzo 2015 RE LEAR Con: Michele Placido e Gigi Angelillo porteranno in scena una delle opere più intense di W. Shakespeare,che racconta la storia dell’uomo, delle civiltà che si credono eterne ma che fondano il loro potere sui resti di altri poteri, in un continuo girotondo di catastrofi e ricostruzioni. 9 aprile 2015 CORAGGIO: IL MEGLIO E’ PASSATO Con: Massimo Bagliani e Isabella Cazzola uno spettacolo scritto e diretto da Enrico Vaime, un’ elegante satira di costume con frasi fatte, citazioni, fiumi di parole per sorridere delle nostre debolezze ascoltando canzoni meravigliose interpretate da Bagliani con signorile professionalità. e d’arte contemporanea nazionali e internazionali e fanno parte di collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. La mostra gode dei Patrocini del Comune di Vercelli e della Provincia di Vercelli. Informazioni utili: “Il suono del silenzio” di Renato Luparia – Mostra fotografica è visitabile fino al 31 ottobre, tutti i giorni su appuntamento telefonico 347 2554103 - 39 328 672545. Casa d’Arte Viadeimercati – Vercelli – Via Vibio Crispo 3. Ingresso libero. “ La principessa Mafalda torna a casa “ Domenica 28 Settembre scorsa , nell’anniversario della scomparsa in campo di prigionia di Buchenwald , dopo 70 anni , i Monarchici e simpatizzanti si sono ritrovati al Castello di Racconigi per celebrare l’illustre cittadina. Al termine della S.Messa e del convegno dedicato al forte legame fra il popolo e la Dinastia, tutti i presenti hanno posato per una foto ricordo nello scalone del lato nord come fu per il matrimonio della Principessa Mafalda con il giovane Langravio d’Assia, Filippo nel 1925. Tra i presenti lo storico prof. Aldo Alessandro Mola, alcuni Sindaci, delegazioni di associazioni da varie parti del Piemonte. Una rappresentanza dell’Unione Monarchica Italiana, guidata da Carmine Passalacqua, è giunta in pullmann per omaggiare la Principessa Mafalda d’Assia, nipote della Martire, con una scatola di noti dolci alessandrini. Al termine del pranzo conviviale, siamo stati liberi di visitare il Castello ed ammirare il parco. Corso di Recitazione Ho incontrato Massimo Bagliani, attore e molto di più, per conoscere una sua interessante iniziativa. IA: Da novembre inizierà un corso di recitazione. Per chi è pensato? MB: è pensato per chi è abituato a stare a contatto con gli altri, per chi è timido, per chi vuole mettersi in gioco o semplicemente per chi è curioso! Ma può partecipare anche chi ha già esperienza in materia di recitazione. E poi ovviamente tutti quelli che amano recitare o che ci vogliono provare! IA: Le caratteristiche per chi vuole iscriversi? MB: Beh, un’età minima di 16 anni e di massima… nessuna! IA: frequenza? MB: ci saranno 3 incontri al mese, il mercoledì, presso il Cine Teatro Kristalli. Da novembre a maggio. L’orario è ancora da definire ma sarà la sera sicuramente. IA: a maggio cosa succederà? MB: come per tutti i corsi anche noi terremo un saggio/spettacolo con pubblico in sala! IA: e.. chi sarà l’insegnante? MB: io ovviamente!!! Ho studiato con Strehler e Gassman e penso quindi di poter, a mia volta, trasmettere “qualcosa” ai miei allievi! PER INFO 338/3911977 34 Ottobre 2014 ARTE CULTURA SPETTACOLO E!!! IMPERDIBIL ON AIR Scelti per Voi Ottobre 2014 35 INFO��IN BLU Abbasso il pelo! La natura ti ha donato un corpo liscio e glabro? Una bella fortuna, di questi tempi, visto che l’uomo villoso non sembra essere più di moda. Una ricerca commissionata di recente da Panasonic ha infatti scoperto che il 61% degli uomini europei rasa regolarmente il proprio corpo. Non solo i capelli, ma anche torace, gambe e inguine. Abbandonando lo stereotipo imperante da decenni, che presupponeva che il maschio con la “M” maiuscola dovesse essere rigorosamente villoso. Inoltre, sono molto attenti alla rasatura del viso: dall’indagine, emerge che il 64% degli intervistati tra i 18 ed i 65 anni si rade regolarmente la barba. Le fasce d’età maggiormente attive nella rasatura di altre aree del corpo sono tra i 25 e 34 anni e tra i 35 e 44 anni. Gli appartenenti a quest’ultima categoria si rivelano particolarmente attenti alla cura di sopracciglia (32% degli intervistati) e peli pubici (23% degli intervistati). I ragazzi più giovani, invece, dopo aver dichiarato guerra ai peli delle ascelle (30% degli intervistati si rasa regolarmente), si schierano contro i peli del petto (27%), di pube e glutei (21%) e delle gambe (15%). Ansia da traffico? Aggressività, ansia e stress: bastano solo 20 minuti nel traffico perché gli effetti si facciano sentire sulla salute dei automobilisti. A risentirne sono soprattutto i maschi: sette volte di più delle donne, più propense alla rassegnazione e all’accettazione che alla rabbia. Ingorghi e code pesano sulla condizione psico-fisica dei cittadini tanto da essere con- siderate più stressanti della seduta dal dentista. Dal punto di vista fisico, spiega Moxon, le conseguenze possono riguardare vertigini, difficoltà respiratorie, dolori muscolari e mal di pancia, mentre sul fronte psicologico si possono riscontrare agitazione e riduzione della capacità di guidare. Lo studio è stato condotto in particolare sugli italiani e la cosa che più fa arrabbiare è proprio la percezione di buttare il proprio tempo (50%), più dei soldi sprecati in carburante (9%), del fatto di non capire la causa del traffico (15%) o dell’eterna condanna ad arrivare in ritardo (19%). Come impiegare il tempo speso in auto? C’è chi si limita a parlare con chi si trova intrappolato nella stessa macchina (17%), chi mangia o beve (8%) e chi si trucca (13%). Un italiano su tre parla al telefono (35%), ma la maggior parte ricorre al potere calmante della musica. Dall’indagine è emersa anche una classifica delle «hit da traffico»: 5° posto «On the road again» di Willie Nelson, 4° posto i Beatles con «Drive my car», 3° posto «Highway to hell» degli Ac/Dc, 2° posto gli Eagles con «Take it easy» , 1° posto i Queen con «I Want to Break Free». Idratata e luminosa: ecco come si cura la pelle di lui Non è solo una questione al femminile: come per lei, anche per lui è importante mantenere la pelle sana, tonica e luminosa. Quali sono allora gli accorgimenti da seguire? La rasatura. Per la maggior parte degli uomini radersi rappresenta una tortura per la pelle, soprattutto in presenza della “barba difficile”, ovvero quella ispida e irregolare. Per alleviare questa piccola tortura quotidiana, assicurano i dermatologi, basterebbe seguire solo poche regole. Tanto per cominciare, dire addio al vecchio sapone da barba: gli esperti consigliano infatti schiume e gel idratanti, che ammorbidiscono il pelo e crea- no una sorta di film protettivo sulla pelle. È consigliabile poi radersi al mattino, quando le pelle i muscoli facciali sono completamente rilassati. Come radersi? Il primo passo da compiere è sciacquare il viso con acqua tiepida per dilatare i pori, e poi insaponarlo con abbondante gel o schiuma da barba. Meglio attendere qualche minuto, però, prima di iniziare a radersi, affinché la barba e la pelle diventino più morbide. Terminata la rasatura, è consigliabile lavarsi la faccia con acqua fredda per facilitare la chiusura dei pori. Ultimo gesto: massaggiare il viso con un gel o un`emulsione dopobarba. E, se possibile, durante i fine settimana o in vacanza è bene evitare di radersi per qualche giorno lasciando la pelle “a riposo”. Oltre alla barba c`è di più: come la pelle femminile, infatti, anche quella dell`uomo necessita di alcune attenzioni: idratazione, prevenzione delle rughe e, prima di tutto, una corretta pulizia. La pulizia quotidiana. Per la detersione quotidiana del viso i comuni saponi risultano spesso troppo aggressivi. I più indicati sono i cosiddetti “detergenti a risciacquo” che, a differenza dei normali saponi, contengono anche sostanze emollienti, lenitive e tonificanti che combattono la tipica tendenza alla disidratazione. Circa uno o due volte alla settimana gli esperti consigliano inoltre, per donare luminosità al viso ed evitare la crescita di peli sotto pelle, di massaggiare la pelle con uno scrub. Idratazione e rughe. Per l`idratazione della pelle del viso e la prevenzione dalle rughe il suggerimento è di applicare dopo la rasatura una crema idratante e lenitiva a base di retinolo o vitamina C. 36 Ottobre 2014 MOTORI Sospensioni dell’auto.. Quando cambiarle Il buon funzionamento delle sospensioni è molto importante per la sicurezza sulla strada in quanto determina l’aderenza e la tenuta della strada in caso di curva. Esse sono considerati uno dei tre componenti essenziali del cosiddetto “Triangolo della sicurezza”, insieme alle gomme e ai freni. Un malfunzionamento delle sospensioni non deve, tuttavia, essere sottovalutato dal proprietario dell’autoveicolo, infatti è opportuno rivolgersi ad un meccanico, il quale provvederà a controllare non solo le sospensioni ma anche l’intero impianto di ammortizzazione attraverso uno shock tester, ossia posizionando l’auto su una piattaforma oscillante, la quale permetterà di verificare il funzionamento delle sospensioni e di calcolare i parametri di sicurezza. E’ possibile, tuttavia, accorgersi del mal funzionamento delle sospensioni nel caso in cui ad esempio accendendo il motore si avvertono dei rumori della carrozzeria, questo può verificarsi anche in fase di accelerazione dell’autoveicolo. Un altro sintomo può essere carat- terizzato dall’avvertire delle vibrazioni del volante su strade sconnesse, in questo caso il veicolo sarà instabile, causando anche il deterioramento di altri elementi della sospensione come la molla, la barra antirollio e al pistone. Inoltre è possibile che si verifichi che l’auto tenda a tirare verso un lato causando, quindi una perdita di stabilità su strada, mentre si sta cercando di frenare. Allo stesso modo potrebbe verificarsi che si senta alzare da terra le ruote causando una perdita di aderenza al suolo mentre si sta attraversando una semplice curva. Infatti, le gomme si danneggiano arrivando a deteriorarsi fino a ridurre la loro vita del 20%. Nel caso si verifichi che ci siano sia pneumatici usurati con ammortizzatori in cattive condizioni la distanza di frenata potrà aumentare di molti metri. Nel caso in cui il veicolo sia dotato di sistema di frenatura ABS, la frenatura, invece, aumenterà ancora di più rispetto a quello detto precedentemente, risultando ancora più pericoloso, in quanto il pneumatico perderà il contatto con l’asfalto. I meccanici consigliano di cambiare gli ammortizzatori e i braccetti di sospensione di un’auto ogni 60.000 chilometri. In molti veicoli attuali la sostituzione di queste parti usurate può migliorare le caratteristiche di controllo e comfort. Come cambiare la chiusura centralizzata dell’auto Se la chiusura elettronica della vostra auto, ed in particolare la serratura, si è rotta e non si può riparare non potete fare altro che dovete sostituirla. Avendo tempo ed un po’ di manualità, è una operazione che si può effettuare da soli, senza bisogno di doversi rivolgere ad un carrozziere specializzato e risparmiare denaro. A volte ci sono lavori di difficile esecuzione, ma con la buona volontà e seguendo semplici indicazioni si possono ottenere buoni risultati. La prima cosa da fare è recarsi presso un ricambista o un demolitore con le indicazioni necessarie del modello e serie dell’auto. Una volta provveduto all’acquisto, dobbiamo smontare la serratura da sostituire. Sarebbe bene avere uno schema della portiera, in alcuni casi sul manuale dell’auto si trova un disegno “esploso”, dal quale capire posizione e funzione dei componenti. Se non lo avete potreste chiederlo al ricambista, che magari ve lo fotocopierà, ultima soluzione cercare in rete. Bene possiamo procedere: una volta rimosso il pannello procedete a scollegare i vetri elettrici e le chiusure centralizzate dalle scatole di derivazione presenti nella struttura della porta. Procediamo alla sostituzione del blocco chiave, all’interno del blocco possiamo notare un cilindro di metallo che si espelle spingendolo con un cacciavite dall’interno verso l’esterno e premendo una linguetta solitamente di plastica sul lato del cilindro , quindi inserire a pressione il nostro nuovo cilindro. Ora possiamo rimontare i componenti che è stato necessario rimuovere per lavorare e ripristinare i collegamenti elettrici dei vetri, della chiusura centralizzata e dello specchietto. Prima di richiudere il pannello, accendete il quadro generale e verificare che le parti elettriche collegate, funzionino correttamente compresa la chiusura centralizzata delle serrature. Se tutte le verifiche effettuate sono positive il lavoro sarà terminato con successo.
© Copyright 2024 Paperzz