Ottobre 2014 - Radio BBSI

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SALUTE e MEDICINA
Che cos’è la PET TERAPY?
Il termine “Pet Therapy” viene comunemente usato per indicare le Attività e le Terapie
svolte con l’ausilio di alcuni animali. Questo
termine, per quanto semplice e molto utilizzato, è tuttavia generico e può dare adito a
diversi fraintendimenti:
1. Non spiega chi sia il fruitore della terapia,
se l’uomo o l’animale;
2. La parola inglese “pet” si riferisce agli animali domestici (cani, gatti, uccelli, etc); ma
ciò non significa che tutti gli animali domestici possono venir utilizzati per le Attività e
Terapie;
3. Genera l’errata convinzione che l’incontro
“spontaneo” tra l’uomo e l’animale generi
sempre e comunque una relazione benefica
e terapeutica.
Molteplici ricerche hanno dimostrato che la
presenza di un animale domestico può migliorare lo stato psico-emozionale del proprietario. Ma quando parliamo di “Pet Terapy”
ci riferiamo ad una relazione uomo animale
in prospettiva terapeutica, che si svolge in
un contesto clinico specifico, non certo come
avviene tra le mura di casa, infatti la relazione non è spontanea ma viene immediatamente supervisionata da professionisti
esperti di comportamento animale e umano,
che segue un protocollo strutturato e si svolge in un setting predisposto a hoc. Però l’animale non è un terapeuta né una medicina:
è il contesto relazionale ad essere terapeutico. Per questi motivi è più corretto utilizzare
una definizione più specifica: Attività e Terapie Assistite con l’Animale. Boris Levinson,
neuropsichiatra americano, è conosciuto
come “il padre della Pet Therapy” in quanto
fu lui a coniare questo termine, ma già prima di lui altri medici e psicologi avevano in-
tuito come la presenza di un animale portasse dei benefici nella cura di certe malattie.
I primi resoconti documentati risalgono al
1792: lo psicologo William Turke incoraggiò i
suoi pazienti a prendersi cura di alcuni animali.
Nel 1867 in un ospedale tedesco gli animali
vennero usati per curare i malati epilettici ,
mentre in Francia nel 1875 si iniziò ad usare
l’equitazione con pazienti affetti da problemi
neurologici. I cani vennero impiegati per la
prima volta nel 1919, negli Stati Uniti e in
Francia, per alleviare la depressione e i disturbi post-traumatici di cui soffrivano molti
soldati reduci dalla 1° Guerra Mondiale e
nel 1953 Boris Levinson notò che il cane aveva effetti positivi sui bambini affetti da autismo. Nel 1962 Levinson pubblicò lo scritto
“Il cane come co-terapeuta”. Nel 1981 nacque la Delta Society, con lo scopo di studiare
l’interazione uomo-animale, e in Italia si iniziò a parlare di questo argomento nel 1987,
durante un Convegno Interdisciplinare a cui
parteciparono esperti del rapporto uomocane. Il cane, infatti, è considerato uno degli
animali più adatti a svolgere tali Attività e
Terapie, per la sua innata vicinanza all’uomo
e spontaneità reciproca che evita la creazione di barriere e favorisce la comunicazione a
tutti i livelli. Nelle Attività e Terapie, il cane
accompagna il paziente nelle passeggiate,
fornendogli una motivazione al movimento
per scopo riabilitativo e/o di svago. Si fa accarezzare e spazzolare per favorire il rilassamento, la coordinazione fine-motoria e
per stimolare il piacere dell’accudimento. Alcuni esercizi e giochi servono per accrescere l’autostima, favorire la concentrazione,
motivare e divertire. I pazienti imparano a
gestire il cane con i comandi di base, com-
piono brevi percorsi motori presi dalle discipline di agility e obedience, giocano con
lui lanciando un gioco per farselo riportare o nascondendolo per farglielo trovare.
Anziani ripiegati nella loro solitudine trovano nella relazione col cane un’occasione
per incuriosirsi al mondo e riscoprono
il gusto dello svago e della condivisione. Ragazzi usciti dal coma trovano maggiore forza e determinazione se ad accompagnarli negli esercizi è un amico peloso.
I bambini ricoverati in ospedale dimenticano per un attimo le siringhe e il sapore
amaro degli antibiotici se ad attenderli in
sala giochi trova esseri vivi e scodinzolanti
pronti a giocare. Attualmente si distinguono gli ambiti in cui applicare le Attività e le
Terapie e le diverse tipologie degli interventi
nel seguente modo:
- ATTIVITA’ ASSISTITE CON GLI ANIMALI – AAA Sono Attività di tipo ricreativo e rieducativo, che mirano a migliorare
la qualità della vita incrementando, grazie
all’incontro con l’animale, lo stato di benessere e favorendo la socializzazione.
In genere si svolgono in un setting di gruppoe la loro durata non è programmata, così
come non vengono seguiti specifici programmi per ogni sessione.
- TERAPIE ASSISTITE CON GLI ANIMALI – TAA Sono interventi di co-terapia che
hanno come obiettivo il miglioramento delle
condizioni fisiche, emotive e sociali dell’utente. Gli interventi sono progettati e realizzati da un’equipe multidisciplinare integrata
e hanno una durata prestabilita. In genere
vengono svolti in setting individuali e sono
documentati e valutati da personale specializzato, attraverso monitoraggi e strumenti
sperimentali.
- EDUCAZIONE ASSISTITA ATTRAVERSO L’ANIMALE – EAA Sono interventi
educativi nei quali l’animale diventa un mediatore per lo sviluppo delle capacità cognitive, affettive e relazionali del bambino.
Si distinguono in:
-Educazione assistita all’animale: con lo scopo di educare a un corretto rapporto con tutti gli animali, promuovere la conoscenza del
giusto comportamento verso quelli domestici e la cultura del rispetto della biodiversità.
-Educazione assistita attraverso l’animale:
con lo scopo di utilizzare la presenza dell’animale come mediatore per affrontare tematiche umane a partire dal funzionamento
animale, quali ad esempio la sessualità, riproduzione, aggressività, etc.
a cura del Dr. Antonio Musso
Direttore RSA ‘Villa San Fortunato’ di Casal Cermelli.
Dr M. in Psicologia Clinica e di Comunità Musicoterapista
Formatore - Esperto nella gestione dei Gruppi
I CONSIGLI DELLA NATUROPATA
Aiuto! Ho un celiaco a cena! Cosa preparo?
Questa è più o meno la reazione quando vado a cena
da qualcuno che ancora non ha avuto il piacere di invitarmi. Dato che vorrei evitare che, per timore di sbagliare, nessuno ci invitasse più a cena, prima di tutto
cerco di trasmettere un messaggio tranquillizzante.
Invitare a cena noi celiaci è molto più semplice di
quanto non sembri.
Basta capire qual è il problema celiachia.
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine.
Il glutine si trova nella maggior parte dei cereali, in
particolare in questi: grano, orzo, kamut, segale, farro, spelta, triticale, avena. I cereali che invece sono
adatti ai celiaci sono: tapioca, amaranto, manioca, quinoa, mais, grano saraceno, riso, miglio.
Come vedete, sono più quelli senza glutine, per quanto
poco conosciuti, rispetto a quelli contenenti glutine!
Il celiaco deve evitare tutti i cibi che contengono i cereali con glutine, anche in minima parte.
Dato che anche una microscopica percentuale di glutine è dannosa per un celiaco, non basta stare attenti a
che il cibo che prepariamo non contenga glutine fra gli
ingredienti, ma bisogna evitare anche qualunque tipo
di contaminazione, data da una errata preparazione
del cibo.
Ad esempio, se avete amorevolmente preparato un
piatto con ingredienti tutti privi di glutine, ma avete
affettato le verdure su un tagliere che prima avevate
usato per tagliare il pane per il resto dei commensali,
tutta la fatica fatta sarà andata sprecata, perché il vostro piatto di glutine ne conterrà comunque abbastanza da essere dannoso per un celiaco.
Quindi, stoviglie, posate, pentole e bicchieri vanno lavati bene e non avere traccia di alimenti con glutine.
Consiglio n. 1: usate posate di metallo, taglieri di
plastica e pulite accuratamente la postazione di
lavoro prima di cominciare a cucinare un pranzo
per un celiaco.
Passiamo al tema delle contaminazioni nei prodotti alimentari confezionati.
Si è detto che il riso va bene. E la farina di riso?
In teoria andrebbe benissimo, solo che, se è stata macinata in un mulino in cui si macina anche il grano, il
rischio di contaminazioni è elevatissimo.
E questo vale per tutti i prodotti che non vengono consumati tal quali, cioè praticamente tutti.
Anche perché il glutine è un ottimo addensante, e
quindi lo si può trovare nascosto in moltissimi cibi, da
quella polverina che ricopre i salami, ai formaggi fusi,
ai dadi, alla mortadella, alle minestre pronte, a tutti i
cibi precotti di gastronomia.
Insomma, per il celiaco vanno bene solo quei cibi per
i quali sia garantita la non contaminazione con il glutine. Per questo esiste il simbolo della spiga barrata:
permette di riconoscere al volo i prodotti adatti per un
celiaco.
In realtà di prodotti adatti ce ne sono molti altri, oltre
a quelli con la spiga barrata, per merito dell’instancabile lavoro dell’Associazione Italiana Celiachia che con-
tatta i produttori e analizza il processo produttivo dei
prodotti alimentari per verificare se sono idonei per i
celiaci.
Sul prontuario messo a disposizione sia in versione
cartacea che online, si trova l’elenco dei cibi SICURI.
Per avere quello cartaceo bisogna associarsi all’AIC,
ma quello online è disponibile per tutti, previa semplice
registrazione al sito.
Consiglio n. 2: cercate di usare prodotti privi di
glutine “come natura li crea”.
Se dovete per forza usare un prodotto elaborato, cercate sul prontuario quale è ammesso per i celiaci oppure, più semplicemente, chiedete all’amico celiaco che
sicuramente vi saprà aiutare.
Quindi, sì al riso tal quale, ma informatevi sulla farina
di riso; sì al brodo vegetale fatto in casa, ma attenzione ai dadi industriali, quelli consentiti sono pochi;
adatte tutte le carni (rosse, bianche, a fette, macinate,
arrosti, stracotti...) e tutti i pesci freschi o congelati,
attenzione però a come li preparate (ad esempio la
classica milanese è un cibo proibito, ma esiste il pangrattato fatto con farine senza glutine) e a quali ingredienti aggiungete durante la preparazione.
Tenete presente che ormai nella grande distribuzione si
trovano moltissimi prodotti per celiaci: farine, preparati per dolci, pane, fette biscottate, biscotti e dolcetti,
pizze surgelate, pasta sfoglia e frolla.
Personalmente non li considero degli alimenti da mangiare quotidianamente, perché il potere addensante
del glutine è sostituito spesso da grassi non di ottima
qualità.
Leggete sempre bene le etichette e controllate la tabella della composizione e delle calorie, resterete stupiti,
spiacevolmente, purtroppo!
a cura di:
ROSANNA PILIA,
NATUROPATA FNNHP
Ottobre 2014
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SALUTE e MEDICINA
La prevenzione invernale nei bambini
In inverno i virus riescono a diffondersi facilmente nelle popolazioni scolastiche per due
motivi principali:
1) i bambini si ritrovano nelle classi di scuola materne o elementare a strettissimo contatto, in ambienti spesso non molto grandi. Le classi degli asili sono costantemente
infestate da VIRUS RESPIRATORI, cioè agenti infettivi che si diffondono nell’aria e
si trasmettono con il respiro. La famiglia dei virus respiratori è composta da numerose
specie (adenovirus, mixovirus, paramixovirus, etc.) che comprendono a loro volta migliaia di sottotipi. La principale via di penetrazione degli agenti infettivi nel corpo umano
è rappresentata dalle cavità naturali, cioè il naso e la bocca, quindi i primi ad essere
colpiti dalle infezioni invernali. Noi adulti non ci ammaliamo con facilità in inverno, poichè
il nostro corpo ha “conosciuto” buona parte dei virus respiratori e dispone di anticorpi
specifici, che bloccano il virus appena entrato nel nostro corpo. I nostri bambini non
possiedono tale “corredo anticorpale” e, pertanto, appena un virus penetra le difese,
scatta un’infezione. Il sistema difensivo reagisce all’aggressione in due modi: inizialmente avvia la produzione di anticorpi specifici contro il virus aggressore. Purtroppo i primi
anticorpi efficaci compaiono dopo circa 10 giorni dall’infezione, e solo dopo attiva le DIFESE INNATE. Tali difese sono rappresentate da una sub-popolazione di globuli bianchi,
definiti LINFOCITI Natural Killer (o NK). Si tratta di cellule immunitarie estremamente
aggressive, che, anche senza conoscere il virus aggressore, lo attaccano e distruggono
immediatamente, in quanto “elemento sconosciuto” al nostro sistema immunitario.
2) Inoltre i virus sono agevolati dal freddo, che causa una diminuzione delle difese locali
nel distretto rino-faringeo, favorendo l’attecchimento degli agenti patogeni. In effetti,
tali malattie sono definite MALATTIE DA RAFFREDDAMENTO, proprio perchè favorite dal
freddo che, causando una VASOCOSTRIZIONE a carico della mucosa nasale e faringea,
riduce il flusso sanguigno in tali distretti e, quindi, la quantità di anticorpi e cellule immunitarie difensive presenti. In base a quanto detto sinora, è evidente che una prevenzione eseguita nei primi mesi dell’inverno possa migliorare notevolmente la vita
dei bambini. Da quanto abbiamo appena visto, è ovvio che nella strategia di prevenzione debbano essere compresi prodotti in grado di stimolare il versante NK dell’IMMUNITA’
INNATA, capaci di stroncare l’infezione sul nascere. In tal caso, vedremo che il bimbo
sembra ammalarsi ma, dopo un giorno di malessere e, forse, una puntata febbrile, torna
subito a star bene. Mentre in medicina convenzionale non esistono medicinali in grado di
dare una stimolazione specifica dei linfociti NK, la medicina biologica dispone di diversi
farmaci naturali, in grado di shiftare il sistema immunitario in una configurazione più
vantaggiosa per il bambino in età scolare. Per essere efficace la prevenzione deve inoltre
essere MIRATA; infatti l’esperienza clinica mostra che esistono bambini che tendono alle
rinosinusiti, altri alle otiti, mentre altri ancora vengono colpiti da ripetute tonsilliti o da
continue bronchiti. E’ ovvio che un piano di prevenzione che vada bene per un gruppo di
bimbi non sarà adeguato per l’altro. Prima della stagione invernale lo specialista con-
trollando il bambino può identificare tali “debolezze”, e quindi
avviare una programma di protezione, mirato sugli organi più
a rischio che, come visto, possono variare molto da bambino
a bambino. Per fare fronte alle
epidemie invernali, quasi sempre di origine virale, si possono
utilizzare con vantaggio ottimi
prodotti biologici, che vadano a
stimolare il versante antivirale delle difese immunitarie. E’
tuttavia indispensabile ribadire
un concetto: i farmaci biologici, per quanto derivati da
sostanze naturali come piante
e minerali, sono veri e propri
“farmaci”, da non confondere
con i vari integratori, più o meno utili, che vengono venduti nei supermercati, anche se
la possibilità di ottenere effetti collaterali negativi dai farmaci naturali è molto minore
che con i farmaci convenzionali, se ne deve sempre tenere ben presente il meccanismo
di azione e rispettarne la dinamica. Facciamo un esempio pratico: molti prodotti che aumentano le difese antivirali agiscono facendo crescere un particolare sottotipo di cellule
linfatiche, i LINFOCITI TH1. Una stimolazione del genere, per un periodo ragionevole in
un bambino, può essere utile. Tuttavia l’assunzione per periodi prolungati potrebbe,
in linea teorica, scatenare un altro effetto dei linfociti TH1: la genesi di malattie autoimmuni, patologie gravi e molto difficili da curare. Senza scendere in ulteriori dettagli
voglio quindi ricordare ai pazienti che può essere pericoloso abusare sia di farmaci convenzionali che di farmaci naturali. Sicuramente una corretta alimentazione
è decisiva per il bambino e quindi le integrazioni possono giovare. Occorre mettere in
guardia dall’uso indiscriminato di vitamine, in quanto studi recenti ne hanno dimostrato
effetti addirittura tossici, in caso di uso prolungato. Anche integratori fitoterapici a base
di echinacea angustifolia, se somministrati a lungo, possono dare fastidiose reazioni
cutanee e sono controindicati in diverse situazioni. In commercio esistono eccellenti
farmaci naturali che, purtroppo, sono affiancati sugli scaffali delle farmacie a integratori
di dubbia efficacia. E’ quindi sempre bene farsi consigliare dal medico o dal farmacista ed evitare l’abuso di prodotti di composizione non nota.
A cura del Dr. Roberto Mutti
Proteggi te stesso e gli altri,contro l’influenza scegli la prevenzione
L’Influenza è una malattia infettiva provocata da
virus.
Normalmente si risolve in
pochi giorni, tuttavia, in alcune persone può causare
complicanze gravi.
La vaccinazione antinfluenzale rappresenta un mezzo
efficace e sicuro per prevenire la malattia e le sue
complicanze.
La protezione si sviluppa
circa dopo due settimane
dalla somministrazione del
vaccino.
Poichè i virus influenzali
cambiano di frequente, è
consiglabsigliabile vaccinarsi tutti gli anni.
In Italia, per la situazione
climatica e l’andamento
delle epidemie influenzali,
il momento migliore per
farsi vaccinare va dalla
metà di ottobre alla fine di
dicembre.
L’influenza ha un periodo d’incubazione breve, in
media 2 giorni ,durante il
quale si è già contagiosi.
In particolare,il periodo di
contagiosità comincia
qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e
si prolunga per circa 3-5
giorni dopo. Questo significa che il virus può essere
trasmesso anche da persone apparentemente sane.
Il virus influenzale si trasmette attraverso le goccioline di muco e di saliva
di chi tossisce e starnutisce, ma anche attraverso
il contatto con mani contaminate dalle secrezioni
respiratorie.
Quindi si diffonde con più
facilità negli ambienti chiusi e affollati. Scegliendo la
vaccinazione non proteggi
soltanto te stesso, ma anche quelle persone che ti
stanno intorno per le quali
contrarre l’influenza potrebbe essere particolarmente pericoloso.
La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata
e gratuita per le persone
dai 65 anni in poi e per i
soggetti con patologie croniche di base indipendentemente dall’età.
È consigliata soprattutto
alle persone che sono più a
rischio di sviluppare forme
gravi della malattia e complicanze.
Per ridurre il rischio trasmissione, la vaccinazione è raccomandata anche
ai familiari e ai soggetti
in contatto con bambini di
età inferiore ai 6 mesi (per
i quali tale vaccinazione
non è indicata) o con persone affette da patologie di
base ad alto rischio di complicanze, che non possono
essere vaccinati a causa di
contro indicazioni alla vaccinazione.
Inoltre,la vaccinazione è
raccomandata alle categorie che svolgon attività
essenziali per la comunità
e lavori socialmente utili
(forze di polizia,operatori
sanitari,ecc.)
I dati nazionali mostrano che ancora solo una piccola percentuale dei
soggetti a rischio viene effettivamente vaccinata contro l’influenza.
Rivolgiti al tuo medico di fiducia, troverai informazioni chiare e complete
sulla malattia influenzale e sulle complicanze che può causare; sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini e sui loro vantaggi in termini di salute.
E ricorda
La prevenzione dell’influenza inizia dalle piccole azioni di igiene
personale
Non trascurare mai l’importanza del:
1. lavaggio delle mani
(in assenza di acqua è consigliabile l’uso di gel alcolici)
2. la buona igiene respiratoria
(coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce,trattare* i
fazzoletti e lavarsi spesso le mani)
3. l’isolamento volontario,a casa, delle persone con malattie
respiratorie febbrili, specie in fase iniziale
4. l’uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologie
influenzali, quando si trovano in ambienti sanitari
(come gli ospedali)
* usare preferibilmente fazzolettini di carta, gettandoli in un contenitore
rifiuti subito dopo l’uso; anche i fazzoletti di stoffa non dovrebbero essere
usati più volte e dovrebbero essere lavati dopo ammollo in acqua molto calda
(60°C)
28 Ottobre 2014
SALUTE e MEDICINA
Andrea Barbanera vice presidente
Azienda Ospedaliera:
consegna referti fino alle 18 Società Italiana Neurochirurgia
Dal 6 ottobre presso il Poliambulatorio Gardella i referti
di Laboratorio Analisi e Radiologia disponibili per il ritiro dalle 11 alle 18
Un segno di attenzione per i fruitori dei servizi aziendali: dal prossimo 6 ottobre i referti del Laboratorio Analisi (ossia quasi tutti gli esami di Laboratorio effettuati presso
il Poliambulatorio Gardella) e della Radiologia (TAC, Risonanza Magnetica, ecografie,
lastre) saranno disponibili per il ritiro in un orario prolungato, dalle 11.00 alle 18.00
da lunedì e venerdì.
Presso il Poliambulatorio Gardella, sarà possibile utilizzare il totem eliminacode (attivo fino alle 17.45) selezionando le proprie necessità, per accedere al banco dove il
personale sarà disponibile fino alle ore 18.
La scelta aziendale è rivolta ad agevolare gli utenti sia con la dilatazione del tempo
di apertura del servizio che della sede, quella appunta di via Don Gasparolo, più facilmente accessibile che non gli sportelli presenti all’interno dell’ospedale SS. Antonio
e Biagio.
Con i papà: avviato il progetto
dedicato alla figura paterna
“CON I PAPÀ. Percorsi per i futuri e i neogenitori” è l’iniziativa che l’Azienda Ospedaliera
di Alessandria promuove per favorire l’accudimento parentale anche da parte dei padri.
L’Azienda Ospedaliera, infatti, ha aderito alla proposta della Regione Piemonte “Condividiamo con i papà” e ha visto accogliere la propria proposta progettuale, tesa alla realizzazione di una serie di incontri dedicati alle coppie per affrontare, con la guida di esperti,
il complesso e affascinante tema della genitorialità, con una particolare attenzione al
ruolo del papà. La finalità del progetto sarà creare spazi di confronto e condivisione tra le coppie genitoriali sulla nascita di un figlio, tra sociologia, psicologia e
normativa sul congedo parentale: la normativa prevede la fruizione dei congedi parentali previsti dalla Legge 53/2000, anche da parte dei padri, con la possibilità di ricevere
anche un assegno mensile di 400 euro. Tali momenti non sostituiscono, ma integrano i
corsi di accompagnamento alla nascita già realizzati dal personale dell’Ostetricia: hanno
infatti come obiettivo quello di guidare i futuri (o i neo) genitori attraverso uno dei percorsi più belli della vita, ossia la crescita di un figlio e la consapevolezza che tale percorso
comporta. Ogni corso, che si articolerà in quattro incontri di due ore, in orario serale,
per consentire la più ampia partecipazione, sarà oggetto di approfondimento da parte
di personale esperto: Elisabetta Campese – coordinatrice ostetrica; Sonia Del Medico –
esperta di parità; Benedetta Chiara Lombardi – psicologa psicoterapeuta; Pasino Carlo
– psicanalista.
Il calendario degli appuntamenti fino alla
fine dell’anno è già definito: Martedì 07/10/2014;
Martedì 14/10/2014; Giovedì 23/10/2014; Lunedì 03/11; Martedì 4/11;
Martedì 11/11; Giovedì
20/11; Giovedì 27/11;
Martedì 2/12; Martedì
9/12; Giovedì 18/12.
Gli incontri si svolgono
presso l’aula didattica
della struttura di Ostetricia, dalle 18 alle 20.
Inoltre, a supporto degli
incontri, per coloro che
avessero necessità di approfondire alcune tematiche o ulteriori bisogni, è
previsto mensilmente uno
sportello di ascolto con
una psicologa esperta, attivo dalle 8,30 alle 11,30
per il quale è possibile
contattare telefonicamente il numero 0131206321
per informazioni e prenotazioni. La partecipazione
naturalmente è gratuita.
Azienda Ospedaliera Nazionale
SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo
Alessandria
Andrea Barbanera, giovane direttore della Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio
e Cesare Arrigo, è il nuovo vice presidente della Società Italiana di Neurochirurgia: affiancherà il nuovo presidente, dott. Alberto Delitala, per il prossimo
biennio 2014 - 2016. Una scelta dell’Assemblea Nazionale dei neurochirurghi italiani, riuniti a Vicenza
durante la 63esima edizione del Congresso Nazionale
lo scorso 25 e 26 settembre.
Particolarmente attivo nel campo della neurochirurgia
spinale, il dottor Barbanera ha 45 anni ed è uno dei
primari più giovani d’Italia, nominato lo scorso luglio
e molto apprezzato per competenza e capacità organizzative. “Ancora una volta ai medici dell’Azienda
Ospedaliera – afferma con soddisfazione il Direttore Generale Nicola Giorgione – vengono riconosciute
competenze, professionalità e capacità che consentono ai cittadini delle province di Alessandria e Asti di
vedere questo ospedale sempre più in rapporto con
altri enti, istituzioni di ricerca e comunità scientifiche nazionali e internazionali, che
rappresentano la garanzia delle cure che vengono prestate in questa struttura ospedaliera. Al neo vicepresidente auguro un proficuo lavoro anche in questo nuovo ruolo”.
Inaugurato l’anno accademico del
Corso di Laurea in Infermieristica
Primo
ottobre,
primo giorno di
scuola. Così è stato
per i giovani iscritti
al Corso di Laurea
in
Infermieristica
dell’Università
del
Piemonte Orientale,
presieduto dal prof.
Gianluca
Aimaretti, che insieme alla
Direzione aziendale,
al coordinatore del
corso Gianni Chilin
e ai tutor e docenti,
ha salutato gli ottanta ragazzi presenti in Salone per l’inizio di questa nuova avventura. Il direttore
sanitario Luciano Bernini: “Voi rappresentate un investimento per il futuro. L’incontro
di oggi poi è la conferma della buona collaborazione tra Università e Azienda, con il suo
ruolo, oltre all’assistenza, di ricerca e formazione”. Aimaretti, che ha portato anche i
saluti del rettore Cesare Emmanuel, ha ricordato ai ragazzi che il Salone è il punto di
partenza e di arrivo, in quanto da un paio di anni luogo di celebrazione delle lauree:
“Fare un corso di studi qualsiasi è faticoso. Il corso in Infermieristica un po’ di più. Oltre
allo studio c’è il tirocinio, ma il mio invito è quello di vivere questi anni di università
dedicandovi all’amicizia, ai rapporti sociali e ai sogni senza farli diventare solo anni di
fatica. Per questo vi suggerisco di studiare in gruppo. Si lavora in gruppo quindi è l’impostazione giusta, anche attraverso un ragionamento critico sulle cose”. Presente alla
cerimonia anche il Prefetto di Alessandria Romilda Tafuri, che ha sottolineato la volontà
di essere presente ad un momento che testimonia la collaborazione e la sinergia tra
istituzioni: “Anche corrispondendo alle esigenze del territorio, momenti pubblici come
questo si trasformano da cordialità in risposte a bisogni concreti. La sinergia è fiducia,
utile a rispondere ai bisogni del territorio come testimonia la stretta collaborazione
con l’Azienda Ospedaliera. A voi che iniziate un percorso di vita e partecipazione alla
società vanno i migliori auguri, affinché vi possa sempre accompagnare la solidarietà
tra colleghi e compagni”.
Utili le testimonianze dei ragazzi, uno per anno di corso: la giovane neolaureata che
ha sottolineato come gli infermieri rappresentino l’anello di congiunzione fondamentale
tra medici e collettività e ha spronato i presenti indicando i tutor: “Fidatevi di queste
persone. A volte li odierete ma poi li ringrazierete”. Gli studenti del primo, secondo e terzo anno, che con consigli utili e pratici hanno ribadito la necessità di sapersi
orientare ed organizzare, studiare sempre, considerando l’ospedale come la propria
casa e vedere la professione infermieristica prestigiosa sebbene troppo spesso sminuita. A tutti, buon lavoro.
Via Venezia, 16 - Alessandria
Centralino 0131.206111
prenotazioni di visite ed esami
da lunedì a venerdì - ore 9.00 / 16.00
- da telefono fisso numero verde 800 017 747
- da cellulare 0131.202220 costi da gestore
Informazioni su www.ospedale.al.it
Ottobre 2014
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SALUTE e BENESSERE
La frutta protegge il cuore, Braccialetti elastici a
rischio cancro: primi ritiri
il rischio scende del 40%
dal mercato
La proverbiale mela al giorno, ma piu’ in
generale il consumo della frutta, protegge il cuore, riducendo il rischio cardiovascolare fino al 40%. Lo ha dimostrato
uno studio dell’università di Oxford
presentato al congresso della Società
Europea di Cardiologia (Esc) in corso a
Barcellona.L’analisi è stata condotta per sette anni su una popolazione di quasi mezzo milione di persone in Cina. Il 18% dei
partecipanti aveva un consumo quotidiano, in media di circa 150 grammi, mentre il 6,3% ha dichiarato di
non mangiarne mai. Nel gruppo più
‘salutista’ il rischio di malattie cardiovascolari è risultato più basso
rispetto a quello con il consumo minore, rispettivamente del 15% per
l’infarto, del 25% per l’ictus ischemico e del 40% per quello emorragico.
Anche dal punto di vista del rischio
complessivo di morte il consumo di
frutta si è rivelato protettivo, con un
calo del 32% rispetto a chi non la mangia
mai. ‘’Questi dati dimostrano chiaramente
che il consumo di frutta fresca riduce il rischio cardiovascolare - afferma Huaidong
Du, l’autore principale. Non solo, più se ne
mangia più il rischio cala’’.
Sono stati uno degli oggetti cult del 2014, ma il
boom dei braccialetti elastici sembra avere imboccato con decisione la parabola discendente dopo che
alcune settimane fa The
Assay Office Birmingham,
un laboratorio britannico
specializzato in test sulla sicurezza degli articoli
di gioielleria e bigiotteria
ha diffuso i risultati di un
test che dimostra come
gli elastici in questione
contengano una quantità di ftalati superiore
alla legge e siano, quindi, potenzialmente cancerogeni.
Non si sa quanti e quali
marchi rientrino in questo
allarme per la salute, perché, come spiegato dalla
portavoce del laboratorio
di Birmingham Marion Wilson, non tutti i produttori
inviano i loro braccialetti per effettuare i controlli
precauzionali.
Molti di questi prodotti,
inoltre, arrivano dall’Estremo Oriente sfuggendo a
ogni tipo di controllo.
Gli
ftalati
penetrano
nell’organismo
attraverso la pelle, soprattutto con il sudore e si
pensa che possano creare problemi al sistema endocrino con effetti
cancerogeni. La quantità
di ftalati consentita dalla
legge è lo 0,1% del peso
totale, mentre in alcuni
campioni testati si supera
il 40-50%.
E mentre i braccialetti elastici fai da te diventavano un fenomeno globale
– tanto che in luglio una
mamma gallese è riuscita a raccogliere oltre 170
mila sterline per un abito
fatto solamente di loom
bands – qualcuno cominciava a toglierli dai propri
punti vendita. La catena
di giocattoli Entertainer
– con 92 punti vendita in Gran Bretagna – è
stata la prima a ritirare
dal commercio i braccialetti elastici. Come sottolineato dalla Rainbow Loom
sul proprio sito a essere a
rischio sono i prodotti contraffatti e non originali,
quelli sprovvisti del marchio CE originale.
Occhio al marchio CE e
all’indirizzo di chi ha immesso sul mercato il prodotto, due garanzie dell’originalità del prodotto.
E’ boom di app e strumenti
per la salute, ma non
sempre efficaci
Sono sempre più numerose le applicazioni per tablet
e smartphone che aiutano
a muoversi e migliorare la
propria salute, ma la loro
efficacia non è sempre provata e duratura nel tempo.
I risultati di alcuni studi
condotti
sull’argomento
sono infatti contrastanti,
come segnala il sito Azioni
quotidiane, finanziato dal
ministero della Salute e
Centro controllo delle malattie-Ccm.
Una ricerca pubblicata sul
Britsh Medical Journal ha
valutato infatti l’impatto
dei social media per pro-
muovere una dieta sana e
attività fisica. Il risultato
è che non si rilevano differenze significative tra
gruppi sottoposti agli interventi e gruppi di controllo. Secondo invece un
altro studio, pubblicato su
Plos One, l’esercizio fisico
a bassa intensità proposto
dall’app ha ridotto del 6%
il tempo di inattività degli
individui monitorati.
Più sensibili all’impatto
di queste nuove tecnologie sono i malati cronici. Secondo una ricerca
della Oxford University,
pubblicato su Jama, sa-
rebbero infatti più costanti nell’utilizzo di dispositivi medicali elettronici,
modificando così in modo
sostanziale e duraturo il
proprio stile di vita. Nello
studio, condotto su oltre 500 pazienti ipertesi, si è visto che il monitoraggio della pressione
e l’autoregolazione della somministrazione dei
farmaci, se eseguiti in
modo autonomo dal malato e secondo un piano
prestabilito dal medico, sono più efficaci per
abbassare i valori della
pressione.
30
Ottobre 2014
ECOLOGIA
POLLICE VERDE
Bacche, foglie e cortecce per l’autunno
Quando l’estate lascia il passo ai primi freddi autunnali,
nelle piante succede qualcosa di magico, ed il classico
colore verde del fogliame si tramuta pian piano in caldi colori autunnali che vanno dal giallo, all’arancio al rosso intenso.
E’ il preludio di una ‘seconda primavera’, perché alle nostre
piante arrivano nuove piogge e si rinfresca l’aria; di notte poi
la temperatura può scendere anche sui 10°C e questo scatena reazioni biochimiche all’interno dei vegetali, regalandoci
sfumature degne della tavolozza di un pittore impressionista.
In giardino fanno da padroni i Settembrini o gli Anemoni, ma
una grande parte decorativa viene svolta da arbusti che producono bacche colorate oppure cominciano a spogliarsi lasciando
intravedere una corteccia di accesi colori autunnali. Forse i
più belli sono i CORNUS, ovvero i Cornioli, per esempio l’alba
sibirica (rosso acceso), o lo stolonifera ‘Flaviramea’ (dal fusto
giallo), decisamente più interessanti nella loro veste autunnale. Un po’ inflazionata, ma pur sempre molto gradevole da utilizzare per delle quinte a ridosso di muretti o siepi di confine,
è la PYRACANTHA coccinea, bella in tutte le stagioni, a partire
dai candidi fiori profumati di miele in maggio, che diventano
grappoli di bacche fiammeggianti sui rami autunnali. In realtà
sono delle piccole
meline in miniatura,
molto appetite dagli
uccelli che ne faranno provviste per
l’inverno. Il BERBERIS thumbergii
‘Atropurpurea’, ha
un fogliame autunnale rosso intenso, sembra quasi
investito da una
colata di vino
monferrino. Volgarmente prende il
nome di Crespino,
perché ha un portamento compatto e
abbastanza ‘crespo’,
rendendolo particolarmente utile per delle
impenetrabili siepi di
confine. Anche l’evonymus fortunei ‘Emerald ‘n’ Gold’ assume
delle colorazioni rosate sul fogliame normalmente variegato.
Un’altra
bellissima
pianta che per tutta la
primavera-estate ci ha regalato pannocchie di fiori
cremei, ora arrossa le sue foglie in modo davvero
straordinario: si tratta di HYDRANGEA quercifolia,
che non può mancare in un giardino per la sua eleganza e ariosità. I VIBURNI possono essere spoglianti o meno, ma sicuramente decorano il giardino con le loro foglie via via sempre più colorate
e le bacche dalle tonalità metalliche. E il Viburnum
opulus (Palla di neve) si colora in autunno di un bel
giallo miele molto luminoso. Proprio un arbusto non è, ma sa
ricoprire velocemente spazi poco estetici e si tratta del Parthenocissus tricuspidata (ed anche P. quinquefolia), ovvero la Vite
americana, che non ha eguali in fatto di arrossamenti fogliari
che ben contrastano con le bacche blu-violacee resistenti per
tutto l’inverno. L’albero che forse più di tutti si possa considerare il Principe dell’autunno è il Rhus typhina, detto anche Sommacco: non solo il suo fogliame composito diventa un
mix di colori caldi ogni giorno più intenso, ma poi rimangono
alla sommità dei rami delle pannocchiette vellutate color bordeaux che lo rendono davvero ornamentale in vista del Natale.
E non vanno dimenticati tutti gli ACERI, che in questo periodo
si ricoprono di foglie completamente diverse rispetto alla veste
estiva, lasciando intravedere le disamare, cioè i loro frutti eli-
Quanta plastica trasportano
i fiumi italiani?
Ha preso il via il primo
esperimento pilota nel Mediterraneo per valutare la
portata di microplastiche
da parte dei grandi fiumi.
Le foci del Tevere e
dell’Arno saranno analizzate per quantificare la presenza di micro
particelle di plastica,
derivate
principalmente
dal disfacimento di rifiuti plastici più grandi e responsabili di danni all’ecosistema e alla salute della
fauna marina.Protagonisti
dello studio sono i “Plastic Busters”, i ricercatori
dell’Università di Siena che
stanno dando vita ad un
ampio piano di mappatura delle plastiche nel mar
Mediterraneo, nell’ambito
di “Med Solution” e della
rete ONU sullo sviluppo sostenibile “Sustainable Development Solutions Network”, ancora una volta in
collaborazione con la Marina Militare. Dopo le spedizioni sulla nave scuola
Vespucci, e sulle Navi Idrooceanografiche Magnaghi e
Galatea, che si sono svolte
lo scorso anno, il 23 luglio
alla foce del Tevere e il 25
luglio alla foce dell’Arno. E’
dalla terra che proviene
la gran parte dei rifiuti
che finiscono in mare, e
i fiumi trasportano grandi
quantità di inquinanti raccogliendo scarichi urbani e
industriali.
Lo studio dell’Università di
Siena permetterà di analizzare la presenza, la distribuzione e l’abbondanza delle micro particelle di
plastica e degli inquinanti
che vengono trasportate
dai fiumi, per quantificare
la provenienza dei rifiuti da
terra.
L’Europa del sud si salverà
con la rivoluzione energetica
Una rivoluzione energetica potrebbe risollevare le
sorti dell’Europa del Sud,
in grossa difficoltà economica. Spagna, Italia
e soprattutto Grecia
potrebbero beneficiarne grazie al contributo
degli stati europei più
ricchi.
La proposta arriva proprio
dalla Germania con i risultati di un nuovo studio del
Mercator Research Institu-
te on Global Commons and
Climate Change (MCC) di
Berlino. Gli autori propongono agli Stati dell’Europa
centrale di dedicare fino a
3 miliardi di euro all’anno
per la costruzione di impianti di energia rinnovabile nell’Europa del Sud.
In particolare il fotovoltaico potrebbe garantire una capacità di
export al Paese.
Gli esperti parlano di en-
trate che dovrebbero arrivare dal commercio di
emissioni, ma giudicano
anche utile una politica di
uguaglianza sulle tariffe
energetiche. Il sostegno
dei paesi europei non va
inteso, secondo i ricercatori, come una sorta di
elemosina, ma come un riequilibrio economico all’interno dell’Unione Europea,
che gioverà a tutti gli Stati
membri.
coidali, dai più disparati
colori e dimensioni. Li
trovo molto belli abbinati ai SORBI, con le loro
bacche pendule di un
bel rosso acceso, non a
caso molto ambite dagli
uccelli migratori. Senza andare troppo nel
sofisticato, uno degli
arbusti più semplici da trovare ma nel contempo decorativi e senza pretese, può essere rappresentato dalla
Rosa canina, le cui bacche (cinorrodi) rosse e gonfie hanno
proprietà medico-erboristiche molto importanti. Suggerisco
anche l’impianto di masse di Rosa rugosa, le cui bacche
servono per creare colori utilizzati nell’ambito della tintura dei
tessuti ed i petali per la preparazione del noto Rosolio, oltre
che di marmellate profumatissime. La lista potrebbe continuare con molti altri esempi, quindi sperimentiamo con gli arbusti da bacca in giardino, per ravvivare l’autunno normalmente
grigio e uggioso delle nostre parti, rendendolo invece caldo ed
accogliente.
Corrado Sacco,
Agronomo e Presidente del Garden Club il Sé di AL
Risparmiare energia e rispettare l’ambiente, da subito.
Il risparmio energetico è
strettamente legato alle
tecnologie
“verdi”
e
alla progettazione intelligente delle nostre
abitazioni e/o strutture
produttive, unite all’utilizzo
di componenti a risparmio
energetico o a basso consumo, ma anche ai nostri
comportamenti.
Il risparmio energetico si
ottiene quindi sia intervenendo sui processi e sulle
abitudini di ognuno di noi,
promuovendo modelli che
considerino prioritario un
utilizzo responsabile dell’energia, sia utilizzando tecnologie in grado di produrre
energia con il minor spreco
possibile o, meglio ancora,
mediante l’autoproduzione.
L’isolamento termico della tua casa, l’acquisto di
elettrodomenstici a basso
consumo o l’installazione
di lampadine a risparmio
energetico (LED) sono buone pratiche per la riduzione
dei consumi elettrici.
Risparmio energetico per
elettrodomestici,hi-fi, lampadine.
Il risparmio energetico in
ambiente domestico è possibile subito, con poche e
semplici azioni:
-non lasciare accese le
lampadine nelle stanze in
cui non sei presente
-non lasciare tv e stereo in stand-by: in media
in Italia quasi il 30% della
bolletta elettrica è imputabile ad elettrodomestici,
impianti stereo e/o computer inutilizzati
-usa lampadine a risparmio energetico: dura-
no 10 volte più a lungo e
consumano fino all’80% in
meno, oppure quelle a LED.
-utilizza sempre lavastoviglie e lavatrice a
pieno carico: si usa la
stessa quantità
d’acqua
che con un carico ridotto.
Con questo piccolo accorgimento, una famiglia media
di 4 persone può ottenere
un risparmio acqua di oltre
11.000 litri d’acqua l’anno.
E utilizzarla nelle fasce orarie a minor consumo.
-regola le temperature
di lavaggio, quando puoi,
a 30°: così hai bisogno di
80 litri d’acqua, mentre a
90° te ne servono il doppio.
-regola la temperatura
del tuo frigorifero tra 2
e 4 gradi centigradi: non
serve congelare i cibi, per
quello basta il freezer!
Ottobre 2014
31
INFO BIO
Credito alle aziende biologiche Quanto fa bene il pomodoro bio
Banca Etica e FederBio
hanno siglato una convenzione per agevolare
l’accesso al credito per
gli operatori del mondo
del biologico. I contenuti
dell’accordo sono stati presentati al SANA, il Salone
Internazionale del Biologico e del Naturale svoltosi
dal 6 al 9 settembre a Bologna. La convenzione vede
per la prima volta insieme
FederBio, la Federazione di
organizzazioni operanti in
tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica di rilevanza nazionale,
nata per rappresentare e
tutelare il biologico italia-
no, e Banca Etica la prima
Banca italiana interamente
dedicata alla finanza etica nata nel 1999.L’intesa
siglata offre nuove opportunità di accesso al credito
per gli associati a FederBio.Queste organizzazioni e imprese del settore
biologico e biodinamico
potranno usufruire di condizioni agevolate per
accedere a prestiti bancari per le spese di conduzione dell’annata agraria;
per l’anticipo sui contratti
di conferimento con valorizzazione degli accordi di
filiera; per finanziamenti per la conversione della
produzione da convenzionale a biologica; per i mutui per investimenti (macchinari, immobili, ecc.);
per l’anticipo contributi e
anticipo crediti da clienti e
per l’accesso al microcredito di capitalizzazione.
Secondo uno studio la frutta e la verdura biologica
contengono una quantità
maggiore di sostanze antiossidanti di quelle coltivate in maniera tradizionale,
dal 17 al 69 % a seconda
della varietà. Eppure le
coltivazioni bio rimangono un fenomeno di
nicchia. «Non ci sono
politiche che spingono gli
agricoltori a intraprendere
questa strada, che è costosa e complicata, fatta
di certificazioni e permessi particolari», dice Lucio
Cavazzoni, presidente di
Alce Nero, che dal 1978
ha scelto di produrre senza l’impiego di pesticidi e
di concimi di sintesi: «Dovrebbe accadere, invece, il
contrario, visto che è l’agricoltura biologica che
rispetta l’ambiente, non
forza le produzioni , lascia
riposare la terra con le rotazioni per non impoverirla
e lasciarla fertile». Il caso
del pomodoro biologico è
emblematico. «Gli unici trattamenti ammessi
per contrastare gli attacchi di funghi e parassiti sono a base di rame
e vengono sempre sospesi almeno quindiciventi giorni prima della
raccolta». La produzione,
però, è più scarsa di quella convenzionale, ma mol-
to più virtuosa. «Diversi
studi hanno provato che i
metodi di coltivazione biologica portano la pianta del
pomodoro a una maggiore
resistenza ossidativa con la
conseguenza di incrementare i suoi micronutrienti
come il licopene, dall’azione antiossidante, la vitamina C e i polifenoli», spiega
Renata Alleva, specialista
in Scienza dell’Alimentazione e ricercatore dell’Istituto Rizzoli di Bologna.
Il pomodoro biologico, insomma, è più sano, perché
privo di pesticidi e diserbanti, anche se più costoso, in quanto più costosa è
la produzione.
SEMINARE IL FUTURO!
Il semplice gesto della semina, ripetuto dall’uomo da millenni, porta con sé un elevato
valore simbolico.
Gettare il seme nel campo significa offrire nuova vita alla
Natura, all’ambiente e all’uomo, tutelare l’agricoltura e il
lavoro dei produttori, contribuire alla produzione di alimenti sani e di qualità per il
nostro benessere e per quello
dei nostri figli.
Il vero senso della semina
è “Seminare il Futuro”.
Per comprendere da vicino
questi valori domenica 12 ottobre ben 38 aziende agricole
biologiche e biodinamiche in
tutta Italia, tra le quali tre in Piemonte - Azienda Agricola Ivo Bertaina, Agribio Pie-
monte Località San Sebastiano 1 Cissone (CN); Terra e Gente Soc. Coop.
Agricola Loc. Sant’Emiliano 45 Albugnano (AT); Azienda Agricola Biodinamica La Raja
a Novi Ligure (AL) – apriranno le loro porte a bambini, adulti, giovani e meno giovani
per per trascorrere una piacevole domenica in compagnia all’insegna del bio
e della natura, per riflettere sull’importanza della fertilità della terra, della
biodiversità, della tutela ambientale e del futuro dell’agricoltura
Ciascun partecipante riceverà una misura di cereali, semente biologica e biodinamica, da spargere a mano sul campo insieme a tutte le altre persone, un
gesto che verrà fatto contemporaneamente alle 11.00 in tutte le aziende aderenti a Seminare il Futuro.
La porzione di terreno seminata sarà poi contraddistinta da uno striscione sul
quale i partecipanti lasceranno la loro firma: per un anno, fino alla raccolta,
chiunque potrà osservare la crescita dei cereali seminati.
Per ulteriori informazioni: www.seminareilfuturo.it
a cura di NaturaSì Alessandria
Piazza Perosi, 6 - 15100 Alessandria Tel. 0131 288037 - Fax 0131 288037
Segui NaturaSì: facebook.com/naturasi.italia
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Ottobre 2014
VIAGGIANDO
I luoghi da visitare prima che sia troppo tardi
I cambiamenti climatici e la continua azione (o incuria) degli uomini stanno consumando monumenti naturali e non in tutto il mondo. Ecco i luoghi da visitare prima che sia troppo tardi.
IL MAR MORTO
MADAGASCAR
Il famoso lago salato situato tra Israele e Giordania è soggetto da diversi anni ad un
doppio e opposto fenomeno: la zona settentrionale si riduce ogni anno di 1,2 metri a
causa della forte evaporazione, non compensata dall’apporto di corsi d’acqua.
Di contro, quella a sud esonda di frequente, minacciando le strutture alberghiere nelle
immediate vicinanze.
Situata nell’Oceano Indiano, quella del Madagascar è una delle quattro isole più grandi
del mondo e nel suo ecosistema vivono particolarissime specie vegetali e animali. Le
sue foreste sono minacciate dalle attività umane di disboscamento per ricavare terreni
agricoli, e la loro fauna è messa in pericolo dalla caccia di frodo.
GLACIER NATIONAL PARK
TAJ MAHAL, INDIA
100 anni fa, c’erano all’incirca 150 ghiacciai nel Glacier National Park, nel Montana.
Nel 2007, questi si erano ridotti a 27, e si stima che anche questi scompariranno entro il 2030. In assenza di acqua fredda, l’ecosistema potrebbe essere completamente
sconvolto
Sopravvissuto per più di 350 anni, questo mausoleo di marmo rischia la rovina se non si
procederà a ristrutturarlo.
Uno studio condotto quasi dieci anni fa ha determinato che l’aria e l’inquinamento delle
acque avevano cominciato a danneggiare il bellissimo edificio, trasformandolo da bianco
in un giallo malaticcio. Inoltre la struttura in legno interna al monumento sta marcendo
a causa dell’inquinamento del fiume Yamuna.
LE MALDIVE
VENEZIA
Sempre a causa dei massicci cambiamenti climatici, le meravigliose isole situate nell’Oceano Indiano potrebbero essere a rischio di essere sommerse.
Secondo alcuni studi, la meravigliosa città sull’acqua potrebbe essere sommersa fino a
250 volte l’anno nel 2100. Per prevenire questa eventualità, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato il via alla costruzione di una barriera a protezione della città,
che dovrebbe essere completata nel giugno 2015.
Ottobre 2014
33
ARTE CULTURA SPETTACOLO
MOSTRA FOTOGRAFICA
Il suono del silenzio
Si è inaugurato sabato 4
ottobre alle ore 17.30 la
mostra fotografica “Il suono del silenzio” di Renato
Luparia, allestita nella galleria Casa d’ Arte di Vercelli, in via Vibio Crispo, 3.
Renato Luparia presentate
stampe fotografiche bianco/nero “Fine Art” su carta
cotone, numerate e firmate in edizione di 10. Le immagini rappresentano paesaggi del Monferrato con
nebbia e neve nei quali,
come su un foglio da disegno bianco, spiccano solo
pochi elementi. Quando
neve e nebbia cancellano
ogni dettaglio superfluo,
solo i soggetti principali
sono evidenti.
In tutto questo bianco sono
gli alberi che, con i rami
spogli, rivelano la bellezza
della loro struttura. Alberi
a volte raccolti in bosco, a
volte allineati lungo un viale, oppure isolati in mezzo alla campagna come
testimoni
dell’alternarsi
delle stagioni, del tempo
che passa cambiando ogni
cosa.
Spiccano i vigneti che sdegnano le colline del Monferrato, quella zona del
Piemonte tanto amata dal
fotografo Renato Luparia.
Renato Luparia nasce a
Casale Monferrato e risiede
a Conzano (AL).
Fin da giovanissimo si interessa di fotografia. Collabora con giornali e riviste e
le sue immagini sono state
pubblicate su libri e calendari.
I soggetti preferiti sono
la natura, fiori e giardini e in modo particolare il
paesaggio, rappresentato
con diverse interpretazioni
tutte molto personali. Le
sue stampe fotografiche
“Fine Art” sono state esposte a mostre di fotografia
Stagione Teatrale al
Cinema Teatro Alessandrino
Il Direttore Artistico Massimo Bagliani, attore professionista alessandrino, è riuscito
a delineare una stagione teatrale che, salvo
modifiche o imprevisti dettati da esigenze
delle compagnie, offrirà 6 spettacoli di vario
genere: dalla prosa alla danza e alla commedia brillante , per soddisfare, grazie ad
una programmazione competente, tutti gli
interessi del pubblico ...vi aspettiamo a teatro!
13 novembre 2014
IL VISITATORE
Con: Alessandro Haber e Alessio Boni.
Una piecè intelligentemente brillante , talvolta commovente che ci fa riflettere sorridendo sui grandi problemi esistenziali .
Merito dei due grandi attori che nei panni
del famoso psicanalista S. Freud ( Haber)
e di un visitatore misterioso , forse Dio?,
(A.Boni) sono perfetti nei ruoli, dimostrando
grande empatia tra di loro, bravura e professionalità.
27 novembre 2014
IL MIO NOME E’ MILLY
Con: Gennaro Canavacciuolo omaggio
musicale alla grande artista alessandrina: il
grande attore Canavacciuolo esprimendosi
con il canto e la recitazione narra
con rispetto e profonda umiltà la
vita artistica e privata di Milly .
16 gennaio 2015
PUZZLE
il nuovo spettacolo di danza “creativa” dei Kataklò, bravissimi
danzatori interpreti di un genere
innovativo di teatro denominato
“Physical theatre” che sorprende
per le acrobatiche e suggestive
performance.
6 febbraio 2015
DONNE IN CERCA DI GUAI
Con: Corinne Clery, Catherine Spaak e
Iva Zanicchi interpreteranno una commedia brillante sul mondo caotico e divertente
di un gruppo di donne alle prese con uno
“spettacolo nello spettacolo” ..da 5 anni è
in scena a Parigi!
9 marzo 2015
RE LEAR
Con: Michele Placido e Gigi Angelillo
porteranno in scena una delle opere più
intense di W. Shakespeare,che racconta la
storia dell’uomo, delle civiltà che si credono
eterne ma che fondano il loro potere sui resti di altri poteri, in un continuo girotondo di
catastrofi e ricostruzioni.
9 aprile 2015
CORAGGIO: IL MEGLIO E’ PASSATO
Con: Massimo Bagliani e Isabella Cazzola uno spettacolo scritto e diretto da Enrico Vaime, un’ elegante satira di costume
con frasi fatte, citazioni, fiumi di parole per
sorridere delle nostre debolezze ascoltando
canzoni meravigliose interpretate da Bagliani con signorile professionalità.
e d’arte contemporanea
nazionali e internazionali
e fanno parte di collezioni pubbliche e private in
Italia e all’estero. La mostra gode dei Patrocini del
Comune di Vercelli e della
Provincia di Vercelli.
Informazioni utili: “Il
suono del silenzio” di Renato Luparia – Mostra fotografica è visitabile fino
al 31 ottobre, tutti i giorni
su appuntamento telefonico 347 2554103 - 39 328
672545. Casa d’Arte Viadeimercati – Vercelli – Via
Vibio Crispo 3. Ingresso libero.
“ La principessa
Mafalda torna a
casa “
Domenica 28 Settembre scorsa , nell’anniversario della scomparsa in campo di prigionia di Buchenwald , dopo 70 anni , i Monarchici e simpatizzanti si sono ritrovati al Castello di Racconigi per
celebrare l’illustre cittadina. Al termine della S.Messa
e del convegno dedicato al forte legame fra il popolo e
la Dinastia, tutti i presenti hanno posato per una foto
ricordo nello scalone del lato nord come fu per il matrimonio della Principessa Mafalda con il giovane Langravio
d’Assia, Filippo nel 1925. Tra i presenti lo storico prof.
Aldo Alessandro Mola, alcuni Sindaci, delegazioni di associazioni da varie parti del Piemonte. Una rappresentanza dell’Unione Monarchica Italiana, guidata da Carmine Passalacqua, è giunta in pullmann per omaggiare la
Principessa Mafalda d’Assia, nipote della Martire, con una
scatola di noti dolci alessandrini.
Al termine del pranzo conviviale, siamo stati liberi di visitare il Castello ed ammirare il parco.
Corso di Recitazione
Ho incontrato Massimo Bagliani, attore e molto di più, per conoscere una sua
interessante iniziativa.
IA: Da novembre inizierà un corso di recitazione. Per chi è pensato?
MB: è pensato per chi è abituato a stare a contatto con gli altri, per chi è timido, per
chi vuole mettersi in gioco o semplicemente per chi è curioso! Ma può partecipare
anche chi ha già esperienza in materia di recitazione. E poi ovviamente tutti quelli che
amano recitare o che ci vogliono provare!
IA: Le caratteristiche per chi vuole iscriversi?
MB: Beh, un’età minima di 16 anni e di massima… nessuna!
IA: frequenza?
MB: ci saranno 3 incontri al mese, il mercoledì, presso il Cine Teatro Kristalli. Da novembre a maggio. L’orario è ancora da definire ma sarà la sera sicuramente.
IA: a maggio cosa succederà?
MB: come per tutti i corsi anche noi terremo un saggio/spettacolo con pubblico in sala!
IA: e.. chi sarà l’insegnante?
MB: io ovviamente!!! Ho studiato con Strehler e Gassman e penso quindi di poter, a
mia volta, trasmettere “qualcosa” ai miei allievi!
PER INFO 338/3911977
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Ottobre 2014
ARTE CULTURA SPETTACOLO
E!!!
IMPERDIBIL
ON AIR Scelti per Voi
Ottobre 2014
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INFO��IN BLU
Abbasso il pelo!
La natura ti ha donato
un corpo liscio e glabro?
Una bella fortuna, di questi tempi, visto che l’uomo
villoso non sembra essere più di moda. Una ricerca
commissionata di recente da
Panasonic ha infatti scoperto che il 61% degli uomini
europei rasa regolarmente il
proprio corpo. Non solo i capelli, ma anche torace, gambe e inguine. Abbandonando
lo stereotipo imperante da
decenni, che presupponeva che il maschio con la “M”
maiuscola dovesse essere
rigorosamente villoso. Inoltre, sono molto attenti alla rasatura del viso:
dall’indagine, emerge che il
64% degli intervistati tra i
18 ed i 65 anni si rade regolarmente la barba. Le fasce
d’età maggiormente attive
nella rasatura di altre aree
del corpo sono tra i 25 e 34
anni e tra i 35 e 44 anni. Gli
appartenenti a quest’ultima
categoria si rivelano particolarmente attenti alla cura di
sopracciglia (32% degli intervistati) e peli pubici (23%
degli intervistati). I ragazzi più giovani, invece, dopo
aver dichiarato guerra ai peli
delle ascelle (30% degli intervistati si rasa regolarmente), si schierano contro i peli
del petto (27%), di pube e
glutei (21%) e delle gambe
(15%).
Ansia da traffico?
Aggressività, ansia e stress:
bastano solo 20 minuti nel
traffico perché gli effetti si
facciano sentire sulla salute
dei automobilisti. A risentirne sono soprattutto i maschi:
sette volte di più delle donne, più propense alla rassegnazione e all’accettazione
che alla rabbia.
Ingorghi e code pesano sulla condizione psico-fisica dei
cittadini tanto da essere con-
siderate più stressanti
della seduta dal dentista. Dal punto di vista
fisico, spiega Moxon, le
conseguenze possono
riguardare vertigini,
difficoltà respiratorie,
dolori muscolari e mal
di pancia, mentre sul
fronte psicologico si
possono riscontrare agitazione e riduzione della capacità di guidare. Lo
studio è stato condotto in
particolare sugli italiani e la
cosa che più fa arrabbiare è
proprio la percezione di buttare il proprio tempo (50%),
più dei soldi sprecati in carburante (9%), del fatto
di non capire la causa del
traffico (15%) o dell’eterna
condanna ad arrivare in ritardo (19%). Come impiegare
il tempo speso in auto?
C’è chi si limita a parlare con
chi si trova intrappolato nella
stessa macchina (17%), chi
mangia o beve (8%) e chi si
trucca (13%). Un italiano su
tre parla al telefono (35%),
ma la maggior parte ricorre
al potere calmante della musica. Dall’indagine è emersa
anche una classifica delle «hit da traffico»:
5° posto «On the road
again» di Willie Nelson, 4°
posto i Beatles con «Drive
my car», 3° posto «Highway
to hell» degli Ac/Dc, 2° posto gli Eagles con «Take it
easy» , 1° posto i Queen
con «I Want to Break Free».
Idratata e luminosa: ecco
come si cura la pelle di lui
Non è solo una questione al
femminile: come per lei, anche per lui è importante mantenere la pelle sana, tonica e
luminosa. Quali sono allora
gli accorgimenti da seguire?
La rasatura. Per la maggior
parte degli uomini radersi
rappresenta una tortura per
la pelle, soprattutto in presenza della “barba difficile”,
ovvero quella ispida e irregolare.
Per alleviare questa piccola
tortura quotidiana, assicurano i dermatologi, basterebbe seguire solo poche regole. Tanto per cominciare,
dire addio al vecchio sapone da barba: gli esperti
consigliano infatti schiume
e gel idratanti, che ammorbidiscono il pelo e crea-
no una sorta di film protettivo sulla pelle. È consigliabile
poi radersi al mattino, quando le pelle i muscoli facciali sono completamente rilassati. Come radersi? Il
primo passo da compiere è
sciacquare il viso con acqua
tiepida per dilatare i pori, e
poi insaponarlo con abbondante gel o schiuma da barba. Meglio attendere qualche minuto, però, prima di
iniziare a radersi, affinché la
barba e la pelle diventino più
morbide. Terminata la rasatura, è consigliabile lavarsi
la faccia con acqua fredda per facilitare la chiusura
dei pori. Ultimo gesto: massaggiare il viso con un gel o
un`emulsione dopobarba. E,
se possibile, durante i fine
settimana o in vacanza è
bene evitare di radersi per
qualche giorno lasciando la
pelle “a riposo”.
Oltre alla barba c`è di più:
come la pelle femminile, infatti, anche quella dell`uomo
necessita di alcune attenzioni: idratazione, prevenzione delle rughe e, prima di
tutto, una corretta pulizia.
La pulizia quotidiana.
Per la detersione quotidiana del viso i comuni saponi
risultano spesso troppo aggressivi.
I più indicati sono i cosiddetti “detergenti a risciacquo”
che, a differenza dei normali
saponi, contengono anche
sostanze emollienti, lenitive
e tonificanti che combattono
la tipica tendenza alla disidratazione. Circa uno o
due volte alla settimana gli
esperti consigliano inoltre,
per donare luminosità al
viso ed evitare la crescita di
peli sotto pelle, di massaggiare la pelle con uno scrub.
Idratazione e rughe.
Per l`idratazione della pelle del viso e la prevenzione
dalle rughe il suggerimento
è di applicare dopo la rasatura una crema idratante e
lenitiva a base di retinolo o
vitamina C.
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Ottobre 2014
MOTORI
Sospensioni dell’auto..
Quando cambiarle
Il buon funzionamento delle
sospensioni è molto importante per la sicurezza sulla
strada in quanto determina
l’aderenza e la tenuta della
strada in caso di curva. Esse
sono considerati uno dei tre
componenti essenziali del
cosiddetto “Triangolo della sicurezza”, insieme alle
gomme e ai freni. Un malfunzionamento delle sospensioni non deve, tuttavia, essere sottovalutato
dal proprietario dell’autoveicolo, infatti è opportuno
rivolgersi ad un meccanico,
il quale provvederà a controllare non solo le sospensioni ma anche l’intero impianto di ammortizzazione
attraverso uno shock tester,
ossia posizionando l’auto su
una piattaforma oscillante,
la quale permetterà di verificare il funzionamento delle
sospensioni e di calcolare i
parametri di sicurezza. E’
possibile, tuttavia, accorgersi del mal funzionamento
delle sospensioni nel caso in
cui ad esempio accendendo
il motore si avvertono dei
rumori della carrozzeria,
questo può verificarsi anche in fase di accelerazione
dell’autoveicolo. Un altro
sintomo può essere carat-
terizzato dall’avvertire delle vibrazioni del volante su
strade sconnesse, in questo
caso il veicolo sarà instabile,
causando anche il deterioramento di altri elementi della
sospensione come la molla,
la barra antirollio e al pistone. Inoltre è possibile che
si verifichi che l’auto tenda
a tirare verso un lato causando, quindi una perdita di
stabilità su strada, mentre si
sta cercando di frenare. Allo
stesso modo potrebbe verificarsi che si senta alzare da
terra le ruote causando una
perdita di aderenza al suolo
mentre si sta attraversando
una semplice curva. Infatti, le gomme si danneggiano arrivando a deteriorarsi
fino a ridurre la loro vita del
20%. Nel caso si verifichi
che ci siano sia pneumatici usurati con ammortizzatori in cattive condizioni
la distanza di frenata potrà
aumentare di molti metri.
Nel caso in cui il veicolo sia
dotato di sistema di frenatura ABS, la frenatura, invece, aumenterà ancora di
più rispetto a quello detto
precedentemente, risultando ancora più pericoloso, in
quanto il pneumatico perderà il contatto con l’asfalto.
I meccanici consigliano
di cambiare gli ammortizzatori e i braccetti di
sospensione di un’auto
ogni 60.000 chilometri.
In molti veicoli attuali la
sostituzione di queste parti usurate può migliorare le
caratteristiche di controllo e
comfort.
Come cambiare la chiusura
centralizzata dell’auto
Se la chiusura elettronica della vostra
auto, ed in particolare la serratura, si è
rotta e non si può riparare non potete
fare altro che dovete sostituirla.
Avendo tempo ed un po’ di manualità, è
una operazione che si può effettuare
da soli, senza bisogno di doversi rivolgere ad un carrozziere specializzato e risparmiare denaro.
A volte ci sono lavori di difficile esecuzione, ma con la buona volontà e seguendo
semplici indicazioni si possono ottenere
buoni risultati.
La prima cosa da fare è recarsi presso
un ricambista o un demolitore con le indicazioni necessarie del modello e serie
dell’auto. Una volta provveduto all’acquisto, dobbiamo smontare la serratura da
sostituire.
Sarebbe bene avere uno schema della portiera, in alcuni casi sul manuale
dell’auto si trova un disegno “esploso”,
dal quale capire posizione e funzione dei
componenti. Se non lo avete potreste
chiederlo al ricambista, che magari ve lo
fotocopierà, ultima soluzione cercare in
rete. Bene possiamo procedere: una volta
rimosso il pannello procedete a scollegare
i vetri elettrici e le chiusure centralizzate
dalle scatole di derivazione presenti nella struttura della porta. Procediamo alla
sostituzione del blocco chiave, all’interno
del blocco possiamo notare un cilindro di
metallo che si espelle spingendolo con
un cacciavite dall’interno verso l’esterno
e premendo una linguetta solitamente di
plastica sul lato del cilindro , quindi inserire a pressione il nostro nuovo cilindro.
Ora possiamo rimontare i componenti che
è stato necessario rimuovere per lavorare
e ripristinare i collegamenti elettrici dei
vetri, della chiusura centralizzata e dello
specchietto.
Prima di richiudere il pannello, accendete
il quadro generale e verificare che le parti
elettriche collegate, funzionino correttamente compresa la chiusura centralizzata
delle serrature. Se tutte le verifiche effettuate sono positive il lavoro sarà terminato con successo.