Corriere della Sera 08 Aprile

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Corriere della Sera Giovedì 3 Aprile 2014
BG
Economia
La lente
VIGILANZA,
UNA BANCA
SEMPRE SOTTO
ESAME
D
alle pieghe del
bilancio 2013 di Ubi
risulta una voce in forte
crescita, quelle delle
sanzioni amministrative.
La banca non presenta
particolari criticità, tanto
che il rapporto ispettivo
consegnato il 28 maggio
2013 a Ubi Banca aveva
solo comportato un
aumento delle rettifiche su
crediti tra i più contenuti
del sistema e marginali
riclassificazioni di crediti.
Ugualmente, come uno dei
principali gruppi bancari
italiani, Ubi è però
soggetta a una vigilanza
costante dalla Banca
d’Italia. Il risultato è che
mentre nel 2012 le
«multe» si erano limitate
a 63 mila euro, per
carenze
nell’organizzazione e nei
controlli interni di B@nca
24-7 (nel frattempo
incorporata), da gennaio
2013 ad oggi sono quasi
decuplicate a 596.500
euro (360 mila ai vertici di
Ubi Leasing a seguito
dell’ispezione conclusa a
ottobre 2012 e 236.500
euro ai vertici di Ubi
Factor per l’ispezione
conclusa a febbraio 2013).
Il conto con Bankitalia
però potrebbe anche non
essere ancora chiuso. In
materia di disposizioni
sulla trasparenza e
correttezza nei rapporti
con la clientela si
attendono le decisioni su
due procedimenti avviati
riguardo alla Banca
Regionale Europea e alla
Comindustria, sulle quali
Ubi ha inviato in autunno
le controdeduzioni, e
sull’esito di due ispezioni
concluse in Iw Bank (dove
è ancora in corso
un’indagine sulla
normativa antiriciclaggio)
e in Prestitalia. Non
necessariamente tutto
finisce in sanzioni. Nel
2013 è stato notificato
anche che si è chiuso
senza accertare infrazioni
il procedimento aperto dal
Garante della
Concorrenza su IwBank. È
però l’unico caso.
S.R.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ubi ripiega dopo il balzo
ma mantiene quota sette
stata una seduta pesante per tutti i bancari. Hanno
perso quota anche Banco Popolare (meno 1,74% a
15,25 euro) e Creberg (meno 1,05% a 21,75)
Il caso Competitività recuperata in due anni
A quota 117
Novem, l’azienda
a rischio chiusura
che ora riassume
In crescita del 17%
i fallimenti
dichiarati
nel primo trimestre
In corsa per tre modelli Fiat
Due anni fa si temeva per la
sua sopravvivenza, adesso non
solo è ancora in piena attività,
ma dopo il ridimensionamento necessario per superare la
crisi sta risalendo posizioni. È
la Novem Car Interior Design
di Bagnatica, produttore di
pannelli interni di alta qualità
per il mercato automobilistico.
«Quando siamo stati chiamati
Rientri
Sono state riassunte
una trentina delle
98 persone poste
in mobilità un anno fa
a gestire il processo di turnaround di Novem la situazione
era vicina al punto di non ritorno», dice Sergio Fandella di
Staufen Italia, che come incaricato di seguire il processo di
«ristrutturazione» di Novem è
diventato amministratore delegato della società dal 1° dicembre 2012
Novem è il nome assunto
nel 1999 dalla
Emba, joint venture avviata nel
1988 tra la tedesca Empe Werke
e la Mobili Barcella (uscita
quest’ultima dal
capitale nel 2005). Due anni fa,
l’azienda stava tirando avanti
con il sostegno finanziario della casa madre tedesca, controllata da un fondo internazionale: l’equilibrio precario che durava già dal 2009, fu interrotto
dall’annuncio della prossima
perdita di due importanti piattaforme per Audi e Rover che
avrebbero portato alla riduzione di volumi di produzione per
14 milioni su ricavi già scesi
nel 2011 a 30 milioni. Mentre
si diffondeva incertezza anche
sul mantenimento delle altre
commesse, l’azienda aveva
presentato un piano che prevedeva la riduzione da 289 a
160 persone.
In quella situazione entra la
consulenza della Staufen, che
ha valutato le opportunità di
evitare la chiusura dell’azienda
attraverso una temporanea riduzione di personale da riassorbire poi almeno parzialmente. «Dapprima abbiamo
ottenuto il supporto della casa
madre, chiamata a erogare ancora un supporto finanziario
che in caso di successo avrebbe
potuto essere ripagato alla fine
del primo anno di esercizio,
come sta puntualmente avvenendo — spiega Fandella —.
Poi si è aperto un confronto
con le parti sociali per far capire il progetto. Abbiamo lavorato per ottenere nuove commesse con respiro a più lungo
termine, sfruttando i fattori
chiave di successo dell’azienda
che si erano mantenuti intatti
seppure offuscati. Ed abbiamo
ridisegnato la struttura organizzativa». Più che grandi interventi strutturali, a parte il
rinnovamento del datato, seppure funzionante impianto di
verniciatura sono stati fatti interventi di recupero di efficienza e produttività con l’eli-
210
I dipendenti
attuali
a tempo
determinato
o indeterminato
minazione di operazioni inutili. «Tanti piccoli interventi, dal
magazzino diffuso, alla riduzione degli spostamenti, in un
cammino non ancora completato, ma che ha già dato risultati», osserva.
Nel frattempo, a maggio
2013 sono state messe in mobilità 98 persone, con l’impegno ad una riassunzione a
tempo determinato nel caso la
ritrovata competitività avesse
riportato lavoro. Il che è avvenuto quasi subito. Volkswagen
ha portato dal 50% al 100% la
quota del fabbisogno per la
Tuareg affidato a Bagnatica e
questo ha permesso già nell’estate 2013 un primo gruppo
di riassunzioni. Inoltre, con il
La mobilità Da inizio anno calo del 17% rispetto al 2012
Quasi mille licenziamenti
Nel primo trimestre sono
stati quasi mille i licenziamenti nelle aziende bergamasche,
per quanto riguarda la legge
223/91, riferita alle sole imprese che occupano più di 15 dipendenti. Con le 951 immissioni in mobilità autorizzate da
inizio anno si registra un calo
del 17% circa nei licenziamenti
rispetto ai 1.156 dei primi tre
mesi del 2013, una flessione
superiore alla media regionale,
che si ferma all’1,2%. «Solo
grazie al basso numero di gennaio il dato complessivo non è
superiore a quello del 2013 —
osserva Orazio Amboni dell’Ufficio studi della Cgil —. Se i
numeri di gennaio potevano
lasciare sperare in una diminuzione dei licenziamenti,
febbraio e marzo hanno fatto
Dopo il volo del 5% di martedì, prevalgono i realizzi
sul titolo Ubi che ha conservato quota sette uro,
pur perdendo l’1,95% a 7,04 euro. In generale è
tornare la provincia ai peggiori
livelli della crisi, cosi come a livello regionale». In effetti, dopo un inizio positivo (242 immissioni contro i 577 di un anno prima) il numero dei licenziamenti nella Bergamasca è
risalito a febbraio (336 contro
388) e marzo ha visto valori
doppi rispetto allo stesso mese
del 2013 (373 contro 191).
Il 31% dei licenziamenti del
trimestre fa capo al comparto
meccanico, seguono con il 20%
I casi principali
Usciti 68 lavoratori
alla New Marbas (moda)
di Parre e 59 alla Neolt
in concordato
l’edilizia e quindi con il 18,5%
circa il tessile-abbigliamento e
il 15% il commercio-terziario.
Sempre dall’inizio dell’anno
per quanto riguarda le aziende
che hanno fatto maggiormente ricorso alla mobilità sono
state la New Marbas (moda) di
Parre, con 68 persone poste in
mobilità a conclusione dell’anno di cassa integrazione
straordinaria iniziato a metà
febbraio 2013 (all’epoca i dipendenti erano 108), la Neolt
(meccanica) n concordato preventivo con 58 persone tra
Ponte San Pietro e Valbrembo,
la Milesi in liquidazione (edilizia) di Telgate (38 persone) e la
Micheletti Fratelli Srl (edilizia)
di Costa di Mezzate (29 persone).
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La vicenda
Febbraio 2012
La crisi alla
Novem è
scoppiata il 22
febbraio 2012
quando
l’azienda ha
comunicato
l’intenzione di
mettere in
mobilità 129
degli allora 289
dipendenti a
seguito della
richiesta del
cliente di
spostare la
produzione per
l’Audi A6 e per
una Rover
vicino ai siti di
produzione, in
Cina e in
Inghilterra
Rilancio Lo stabilimento Novem di Bagnatica
mantenimento del presidio del
mercato in Italia si è beneficiato di un aumento della produzione del cliente esclusivo Maserati. E ora ci sono ulteriori
prospettive. «Stiamo lavorando per lo sviluppo di altri modelli con il gruppo Fiat — annuncia Fandella —. In questo
momento abbiamo aperti tre
tavoli, di cui uno con buone
prospettive di concretizzarsi
nel giro di un paio di mesi».
L’avvio della produzione, che è
una procedura complessa e avverrebbe comunque nel 2016,
darebbe un’ulteriore mano all’occupazione.
«In questo momento abbiamo riassunto una trentina di
persone e, considerato quanti
sono andati in pensione e
quanti hanno trovato una ricollocazione, dalle ultime verifiche risulta che ancora in mobilità ci sia una trentina di persone». Con prudenza si può
pensare a qualche possibilità
in più nel futuro anche per loro, grazie al fatto che l’azienda
è ancora in attività. «Nell’eser-
cizio al 31 marzo appena chiuso abbiamo registrato un fatturato di 20 milioni con un risultato tornato positivo di un
paio di milioni — dice Fandella —. Per l’anno 2014-15 in
corso, che non avrà ancora benefici dalle piattaforme in via
di acquisizione, prevediamo
una crescita a 22 milioni, e un
risultato positivo analogo. Non
La svolta
Volkswagen e Maserati
hanno dato fiducia
al cambio di passo
aumentando le richieste
siamo ancora ai livelli precedenti, ma ci sono basi strutturalmente sane: un’azienda che
non aveva futuro adesso ha
raggiunto una posizione di
equilibrio che può migliorare,
riprendendo un livello di piena
dignità nel gruppo».
Stefano Ravaschio
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Non accenna a rallentare la corsa dei
fallimenti. A marzo in provincia di
Bergamo ne sono stati dichiarati ben
42 che portano il totale dall’inizio
dell’anno a quota 117. Nello stesso
mese del 2012 erano stati dichiarati
33 fallimenti e il totale alla fine di
marzo era stato di 110.
Complessivamente quindi c’è stato un
aumento del 17% rispetto a livelli già
record che hanno portato poi a fine
anno a un totale di 332 procedure. A
dare impulso all’aumento dei
fallimenti è in particolare il settore
delle costruzioni, anche per una
forma di effetto catena. Appartiene
infatti in particolare all’edilizia e a
comparti collegati, la stragrande
maggioranza delle aziende delle quali
è stata dichiarata insolventi il mese
scorso, secondo una tendenza che
peraltro dura da diverso tempo. Tra i
fallimenti dichiarati il mese scorso
anche alcuni nomi noti del settore
come la Cavalleri Costruzioni Srl in
liquidazione di Dalmine, la Lizzola
Costruzioni Srl di Rovetta o la
Edilcostruzioni Srl di Albino.
Da ricordare anche che il mese scorso
sono stati dichiarati sempre nel
settore edile anche i concordati
preventivi della Begnini Spa e della
Aquattro società consortile a
responsabilità limitata in
liquidazione (della quale era socia la
Cavalleri Ottavio, pure in
concordato).
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