Rassegna del 21/02/2014 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 21/02/2014 SI PARLA DI NOI Gazzetta Mantova 21/02/14 P. 18 Umido nei sacchi Ecco tutte le regole 1 21/02/14 P. 27 La città è un disastro i mantovani no 2 21/02/14 P. 23 Lavori agli argini, servono dieci milioni 3 Gazzetta Mantova 21/02/14 P. 20 Dal Comune no al biogas 4 Gazzetta Mantova 21/02/14 P. 20 Volta, altri no pesanti alla centrale 5 Gazzetta Mantova 21/02/14 P. 11 Vigilanza negli uffici pubblici Il Comune saluta Coopservice 6 La Voce Di Mantova 21/02/14 P. 7 Pericolo in viale Asiago per il parcheggio mediano 7 La Voce Di Mantova 21/02/14 P. 15 L'Unione delle Torri ora è realtà Paolo Biondo 8 Enrico Arosio 9 RIFIUTI Gazzetta Mantova SERVIZIO IDRICO Gazzetta Mantova ENERGIA SERVIZI POLITICA LOCALE Espresso 27/02/14 P. 52 Non lasciamo che MANTOVA SI SPENGA Gazzetta Mantova 21/02/14 P. 23 Tre dirigenti in più Ma il municipio ritocca il personale 13 «Stipendi d'oro? È un problema tutto nazionale» 15 ACQUA: SCENARIO L` Arena 21/02/14 P. 14 RIFIUTI: SCENARIO Brescia Oggi 21/02/14 P. 28 Sporcizia, rifiuti e cinque slot: il Mella soffocato e oltraggiato Marco Benasseni 16 Giornale Di Brescia 21/02/14 P. 8 Discarica di via Caprera, parte il risanamento L` Arena 21/02/14 P. 31 Caso Tares, un bonus per ristoranti e negozi Camilla Madinelli 18 Sole 24 Ore 21/02/14 P. 29 Sistri al debutto con alleggerimenti a impatto parziale Paola Ficco 19 17 ENERGIA: SCENARIO L` Arena 21/02/14 P. 37 ForGreen lancia una coop per usare energia rinnovabile 20 Corriere Della Sera 21/02/14 P. 47 Sorgenia, le banche chiedono ai soci 200 milioni in più Mf 21/02/14 P. 14 Dalla svizzera Blue Green bond per vendere gas in Italia Sergio Luciano 22 Sole 24 Ore 21/02/14 P. 35 Alle fasi finali il progetto di joint fra Iren e Unieco nell'ambiente Carlo Festa 23 Gazzetta Mantova 21/02/14 P. 19 Un nuovo centro commerciale Primi colpi di ruspa dopo 11 anni Francesco Romani 24 Gazzetta Mantova 21/02/14 P. 27 Un'opportunità per l'ambiente 21 SEGNALAZIONI Indice Rassegna Stampa 26 Pagina I ILA Umido nei sacchi Ecco tutte le regole II Comune di Marmirolo informa i cittadini che Mantova Ambiente, la società del gruppo Tea che si occupa della raccolta dei rifiuti, ha segnalato un aumento di sacchetti non conformi all'interno dellafrazione di rifiuto umido. «A tal proposito - si legge nell'avviso pubblicato sul sito internet del Comune di Marmirolo - Mantova Ambiente raccomanda di conferire il rifiuto umido mediante sacchetti biodegradabili o in alternativa anche senza sacchetto ma con il solo contenitore in dotazione». Sul sito è disponibile anche l'ecocalendario della raccolta differenziata per il 2014. Si parla di noi Pagina 1 La c à é n d ís astro i m antavan! n o Che Mantova sia un disastro sotto il profilo della conduzione politico-amministrativa, è sotto gli occhi di tutti. I programmi elettorali di questo governo locale, mai realizzati, il balletto degli assessori con cambio di deleghe, è un segno evidente di debolezza politica che dei resto era già emersa subito dopo l'insediamento della attuale compagine di governo. Oltre alle tante promesse inattuate,che tutti i cittadini ricordano, troviamo anche la realizzazione di qualche obiettivo che tuttavia ha suscitato profonde critiche: mi riferisco alla raccolta differenziata in città - con escl usionedel la periferia -che vede ancora svolazzare sacchetti di tutti i tipi, soprattutto nellegiornate piovose. Questi sacchetti costituiscono un pericolo perle persone anziane e non vedenti e sono anche uno spettacolo poco dignitoso. Le prese di posizione del Comitato, che si era costituito e non si sa che fine abbiano fatto, nè si sono viste le proposte dell'opposizione in consiglio comunale peri l miglioramento del sistema, quasi che il cittadino si sia addormentato accettando un sistema imposto dall'alto abbandonando ogni volontà di reazione. Una città morta dunque? lo non credo e se così non è, penso che l'articolo pubblicato il 16 febbraio a pagina30 della Gazzetta dovrebbe scuotere profondamente il mondo della cultura al quale anch'io appartengo. Si perché un signore che offrirà a Palazzo Ducale, in concessione, una serie di opere d'arte, si permette di affermare che i cittadini mantovani sono'—_ sostanzialmente dei bogiani e la città resta indietro perché in fondo le sta bene così ... ". Non mi soffermo su altre considerazioni che seguono nell'articolo citato perché si commentano da sole, né mi interessa conoscere il grado culturale di chi così si è espresso, ma voglio ricordare che tanti mantovani sono culturalmente preparati e che superano di gran lunga il valore delle opere d'arte che questo signore mette a disposizione. Alberto Fecchio Rifiuti Pagina 2 Lavori eagioli argini, servono dieci ' 'oni E dal Basso Mantovano arrivano segnalazioni e critiche all'Aipo perle mancate manutenzioni MANTOVA Per mettere in sicurezza gli argini dei nostri fiumi servono soldi. Soldi che non ci sono. Ë quanto emerso ieri pomeriggio nel corso dell'incontro tra l'ingegner Marco La Veglia, dell'Aipo e la commissione consiliare Ambiente e Sicurezza della Provincia. Il rappresentante dell'Agenzia Interregionale per il Po, pur lamentando la scarsità dei fondi a disposizione, ha evidenziato l'impegno dell'Agenzia nel fronteggiare le criticità che comunque continuano a persistere. «L'anno scorso - ha spiegato La Veglia - per lavori sugli argini del Mantovano sono stati spesi due milioni e mezzo di euro. Le nostre priorità sono note: l'adeguamento degli argini maestri del Po, in particolare il tratto che collegaBardelle allafoce del Secchia, la costruzione di un tratto d'argine del Chiese a monte di Asola e infine la foce dell'Oglio a San Matteo delle Chiaviche. In totale servirebbero dieci milioni di euro e siano in attesa dei finanziamenti regionali. Solo per il tratto della Sp 5 dell'argine destro del fiume Oglio quest'anno sono stati stanziati un milione e quattrocento mila euro, seicento dei quali messi a disposizione dalla Provincia». I buoni propositi non mancano ma da alcuni comuni della Bassa giungono proteste. È il caso di Carbonara Po. +fi L'ultima piena del Po a san Benedetto La priorità dell'Agenzia interregionale è quella di innalzare gli argini del fiume In particolare nel tratto tra Bardelle e la foce del un'area demaniale impenetrabile e fuori controllo. E, in corrispondenza dell'argine, c'è un'area critica per la presenza di fontanazzi. La gente è preoccupata e indignata». Un'altra segnalazione arriva da Felonica dove il sindaco lamenta un grosso ristagno d'acqua in località Lame, in prossimità del Po. A chiusura dell'incontro il presidente della commissione ambiente e sicurezza Franceschino Tiana si è impegnato a fiume secchia coinvolgere l'amministrazione provinciale, affinché insista nelle sedi opportune per ottenere maggiori finanziamenti per la messa in sicurezza degli oltre cinquecento chilometri di argini dei nostri fiumi. (90) «Da anni - scrive il sindaco Giante, piante da frutto, noci, peri e niMotta - il tratto di argine afiuquerce. Questa striscia d'argine me, fino a Borgofranco, non è - continua il sindaco - è rinselvapiù oggetto di manutenzione. tichita in modo impressionarSono cresciute spontaneamente. In località Villanuova c'è T, diApenti in più Tlv il niiinicipio Servizio idrico Pagina 3 CASTIGLIONE DELLE STIVIERE e no al biogas ® CASTIGLIONE DELLESTIVIERE Ora è arrivato anche il no ufficiale. In una delibera datata 12 febbraio, il Comune di Castiglione delle Stiviere ha espresso un parere contrario «alla realizzazione, in località Campagnoli presso Lonato del Garda, della linea per la produzione di energia elettrica da cofermentazione anaerobica di fanghi di depurazione proposta dalla ditta Valli Spa». Si tratta della ben nota vicenda dell'impianto biogas di Lonato, che ha già incontrato il parere contrario di diversi enti Energia locali. Ebbene, già il vicesindaco di Castiglione delle Stiviere, Claudio Leoci, aveva espresso molte preoccupazioni per il progetto. Ma ora arriva il no ufficiale conce Com une interessato (nel senso che l'impianto dista 1.500 metri dal confine), un parere che verrà trasmesso alla Provincia di Brescia. Il motivo del no lo si legge in vari passaggi, dove si dice che «si ritiene che debbano essere ben valutati e approfonditi nel dettaglio gli impatti e i rischi sanitari-ambientali determinati dal progetto sulle matrici ambientali e sulle comunità umane». Pagina 4 Volta, altri no pesanti alla centrale Anche Aipo, Arpa e i due Comuni bocciano il progetto in conferenza dei servizi 1 Il punto del fiume Mincio in località vecchio Mulino dove VOLTA MANTOVANA Prima seduta della conferenza di servizi sul progetto di realizzazione di una centrale idroelettrica a Volta Mantovana. Si sono espressi negativamente Parco del Mincio, Soprintendenza ai beni architettonici e al paesaggio, Aipo, Arpa, il Comune di Marmirolo e Volta Mantovana. Negativo anche il parere paesaggistico provinciale di competenza del Servizio pianificazione della Provincia ed espresso dopo aver acquisito il parere della Commissione provinciale paesaggio e del Parco del Mincio. Un sì, ma condizionato, è stato invece quello arrivato dalla Sovrin- Energia dovrebbe sorgere la centrale idroelettrica daun megawatt tendenza per i beni archeologici mentre Regione Lombardia ha rimandato ai pareri di Arpa e Parco e quindi si è orientata per una posizione di diniego verso il progetto. Mancano ancora il parere di Asl (che non ha partecipato alla conferenza di ieri), e dell'Agenzia del Demanio. La società proponente il progetto, la Hpe srl di Caprino Veronese, si è riservata di presentare osservazioni. Copia del verbale della seduta di ieri sarà inviata a tutti i portatori di interesse che avranno trenta giorni per presentare eventuali osservazioni. Quindi verrà convocatala seduta finale della conferenza di servizi, che probabilmente si terrà a questo punto nelle prime due settimane di aprile. «Decideremo sulla base dei pareri prevalenti - dichiara l'assessore provinciale all'Ambiente Alberto Grandi - . Ognuno ha fatto le sue valutazioni sulla base delle proprie competenze». Pagina 5 ASSEGNATO L'APPALTO il la Vigilar ®Ci ® Ci D Com ne saluta Coop seirvice L'appalto triennale per il servizio di vigilanza sugli immobili comunali è stato vinto dalla società cooperativa Vigilanza città di Brescia. La sua è stata l'unica offerta, delle tre pervenute, ammessa alla gara. Per garantire il servizio percepirà dal Comune 17,38 euro all'ora (il valore dell'appalto è di circa 531mila euro). E la prima volta che la vigilanza armata degli edifici comunali e degli uffici giudiziari verrà garantita da un unico soggetto individuato con un'unica gara d'appalto. Sostituirà il raggruppamento temporaneo d'impresa costituito dalla Coop- Servizi service di Reggio eErnilia e dall'Istituto di vigilanza corpo dei vigili dell'ordine di Mantova, che hanno gestito il servizio fino ad ora e che se lo erano aggiudicato attraverso varie gare (temporaneamente, manterranno alcuni servizi). I nuovi vigilantes entreranno in servizio dal 1° marzo. Per quella data scatterà la sorveglianza di uffici giudiziari, municipio, palazzo Soardi, biblioteche, asili nido e materne. Dal 1° aprile sarà la volta del Forte di Lunetta e della sede dei servizi sociali, mentre per l'archivio di deposito si slitta al 1 ° settembre. Pagina 6 Pericolo in viale Asingo per il parcheggio mediano Quel parcheggio in mezzo a viale Asiago è pericolosissimo. Sono gli stessi residenti a farlo notare e propongono al Comune di spostarlo solo da un lato (quello opposto alla ciclabile). Alberto Stradiotto, uno dei residenti fa notare i punti critici: «Il parcheggio posto in mezzo alla strada spiega - è pericolosissimo, perché vi sono incroci che non permettono di vedere le auto in arrivo e i ciclisti sulla ciclabile». In effetti gli incroci che intersecano il viale (quelli con via Podgora, viale Carso, viale Sabotino e viale Fiume) accusano diversi ostacoli, tutti da tenere sotto controllo. Stradiotto e altri residenti non si ferma però alla protesta, ma avanza una proposta: «Sarebbe meglio - sostiene - spostare questo parcheggio solo sul lato destro, nella direzione di piazzale Gramsci». Questa è una zona molto frequentata, soprattutto da ciclisti e automobilisti. Abbiamo calcolato che il parcheggio centrale può contare fino a una quarantina di posti. Attualmente sono tutti posti liberi. Ma c'è stata l'idea da parte dell' amministrazione comunale, che poi non ha preso piede, di far diventare a pagamento anche la sosta in questo viale. Una proposta, questa, molto impopolare. Non solo: la ciclabile corre solo da un lato, Le auto in sosta in mezzo al viale ma i ciclisti usano anche la corsia delle auto dalla parte opposta, a loro rischio, visto che passano tra due file di auto parcheggiate, nel corridoio attraversato da auto in transito. Oltretutto nel viale passano anche i pullman della linea 7E che congiunge l'ospedale con Bancole. (a. ci.) M vv Tov,\ Corruzione? Archiviato il raso Boni Servizi Pagina 7 Ieri a Gazoldo sancita l'intesa su alcuni servizi con Piubega, Redondesco e Mariana L' U ni one d elle To rri o ra è realtà GAZOLDO DEGLI IPPOLITI - Dal sogno alla realtà; ora il progetto denominato Unione delle Torri, unione che ha come protagonisti principali i Comune di Gazoldo degli Ippoliti, Piubega, Redondesco e Mariana Mantovana , ha raggiunto un suo primo e fondamentale obiettivo. Siglato ieri pomeriggio nella sala consigliare del Comune di Gazoldo degli Ippoliti, l'atto con il quale si sancisce la nascita di questa importante realtà che consentirà ai cittadini dei quattro territori coinvolti, circa 7mila persone compelssivamente, di disporre di maggiori e più qualificati servizi e al tempo stesso alle amministrazioni locali di ottimizzare i costi della macchina pubblica. Orgoglio e soddisfazione sono i due elementi emersi con più forza dagli interventi dei quattro sindaci protagonisti del percorso predisposto, vale a dire Nicola Leoni per Gazoldo degli Ippoliti, Massimo Sbalchiero per quello di Piubega, Angelo Rosa per Mariana Mantovana e infine Massimo Facchinelli per Redondesco. In definitiva grazie alle sinergie individuate e inserite nel progetto sarà resa operativa, passo dopo passo, la gestione in forma associata di funzioni e servizi che quotidianamente vengono erogati dai quattro enti locali. Il valore sociale, economico e culturale della nascita dell'Unione delle Torri va ben oltre l'attualità e rende l'orizzonte di questa porzione del territorio dell'Alto Mantovano più ampio offrendo opportunità di sviluppo che anche per le eventuali nuove amministrazioni locali, visto che tre dei quattro Comuni sarà chiamato al rinnovo del sindaco e della giunta. Due aspetti pratici, ma sostanziali sono stati sottolineati da Leoni, Sbalchiero, Rosa e Facchinelli, il primo è legato ai costi dell'unione, praticamente inesistenti in quanto non sono previsti compensi per i componenti degli organi decisionali interni, il secondo al fatto che è svincolata dal rispetto del patto di stabilità, che non esiste un Comune capofila e infine che non esclude che in futuro, al momento non pre- vedibile in termine di tempi, possa divenire propedeutica per un' accorpamento dei quattro territori. Paolo Biondo NHOVINY l Botta e risposto a suon di aorte bollate m=na-o L'UnionedelleTorrioraèreoNd oi„ ,;yr,o,o mo <I Servizi Pagina 8 Non lasciamo che MANTOVA Si SPEN GA I capolavori del Mantegna chiusi per i danni del sisma . E dopo due anni i restauri, finalmente finanziati, non sono ancora cominciati. Così il turismo crolla DI ENRICO AROSIO P eccato il buio, e il freddo. Non si colgono gli sguardi dello strano trio sotto gli angeli della parete nord: Ludovico Gonzaga(vaga rassomiglian- za con Bruno Tabacci), Barbara di Brandeburgo (un'austera Hohenzollern) e la nana di corte, quieta e bonaria, nulla a che vedere con le crudeltà fisiognomiche di un Hieronymus Bosch. Peccato, sì. 4 , L% - • + + iRp.er"íM44, wq .. ;= m , M 9M r www- . - I PALAZZI DEL PODESTÀ E DELLA RAGIONE TRANSENNATI NEL CENTRO DI MANTOVA. A DESTRA: LOCULO, PARTICOLARE DELLA CAMERA DEGLI SPOSI DEL MANTEGNA, INAGIBILE DAL TERREMOTO DEL 2012 Politica locale Pagina 9 Perché siamo nella Camera degli Sposi, o Camera Picta, meraviglia di Andrea Mantegna, gloria e icona di Mantova: l'equivalente del Cenacolo di Leonardo per Milano. È chiusa e inaccessibile dal maggio 2012, 20 mesi ormai. Dai giorni del grande spavento, il terremoto. Il "terremoto dell'Emilia", come decretato dai media, ma che ha colpito anche Mantova, in Lombardia; dettaglio che i media hanno spesso trascurato. Il danno e la beffa. Tutto chiuso, freddo, buio, da allora. Non solo la Camera degli Sposi, al piano nobile. Ma l'intero Castello di San Giorgio affacciato sul lago Inferiore, minacciato da crepe importanti su pareti e volte. E l'intero braccio della Corte Nuova, con le imponenti stanze monumentali,le Sale di Manto, dei Cavalli, delle Teste, la oblunga Galleria della Mostra con i busti romani tristemente collocati a terra sui cartoni. E in più l'Appartamento Grande di Castello e, oltre il cortile della Cavallerizza, la cosiddetta Rustica (ma erano chiusi già da prima). Abbiamo avuto accesso a questi tesori invisibili grazie alla cortesia di Giovanna Paolozzi Strozzi, la sovrintendente di Palazzo Ducale, la reggia dei Gonzaga, un sistema labirintico di 500 stanze, e scale, e corti, e nicchie, che l'umanista Baldassarre Castiglione definì «una città in forma di palazzo». La dirigente è toscana di Arezzo, alta, capelli corti, sguardo preoccupato. Il suo ufficio silenzioso, sotto le volte rinascimentali, dà la sensazione, lo fa intendere lei stessa, di un avamposto remoto, gravato dalla solitudine come in certe narrazioni di Buzzati: la solitudine di una reggia trascurata dalle autorità di Roma; la solitudine di troppi beni culturali della nostra Italia, sempre in penuria, in ritardo, in affanno. Sensazione acuita dal lunedì, giorno di chiusura settimanale del museo di Palazzo Ducale, quello sì, di norma aperto, con ingresso da piazza Sordello. Piove così storto che sotto diverse finestre cinquecentesche si creano pozze d'acqua. La sovrintendente le indica con imbarazzo. È la città del Mantegna, di Giulio Romano, di Leon Battista Alberti, ma quando piove storto piove dentro. Da quanti secoli accade? La chiusura del Castello e della Camera Picta ha procurato un danno serio alla comunità. Perché la città sull'acqua, che Politica locale LA CAMERA DEGLI SPOSI È L'ATTRATTIVA PIÙ IMPORTANTE: DAL TERREMOTO IL PALAZZO DUCALE HA GIÀ PERSO 120 MILA VISITATORI Montesquieu nel "Voyage en Italie" chiamò «una seconda Venezia», è, con Milano e Bergamo, il terzo centro d'arte di Lombardia. E negli anni il turismo, culturale e gastronomico, è diventato voce essenziale della sua economia. Per il terremoto Palazzo Ducale ha perduto 120 mila visitatori in meno di due anni: vuol dire 120 mila persone in meno che potevano pernottare in albergo, prendere l'aperitivo, pranzare a tortelli di zucca e luccio in salsa al ristorante, comprare una torta in pasticceria o un golfino nelle boutique sotto i portici. Un danno secco, che si aggiunge alle sofferenze del tessuto delle imprese. Ma di questo, più avanti. Interrompiamo il lamento con una buona notizia. A fine gennaio la sovrintendenza regionale della Lombardia ha firmato il bando per i primi lavori di consolidamento del Castello: 750 mila curo. Altri 400 mila arrivano da fondi Arcus destinati alla Corte Nuova. Inoltre, ci confermano dai Beni Culturali, il ministro uscente Massimo Bray ha approvato, sempre nell'ambito dei fondi Arcus per il dopo-sisma, 1,5 milioni per Palazzo Ducale. «Avviato il bando, la prima tranche», spiega la sovrintendente Paolozzi Strozzi, «ci con- sentirà di riaprire ai turisti almeno la torre della Camera degli Sposi e il percorso di accesso. Inutile girarci intorno: è lei, la Camera Picta, l'attrazione massima di Mantova. Siamo obbligati a cominciare da lì». Lavoro delicato. Il Castello non ha subìto cedimenti strutturali alla base, ed è una fortuna. Ma il sisma ha provocato qualche movimento distorsivo. Perciò, spiega Antonio Mazzeri della Sovrintendenza ai Beni architettonici (qui Mantova, tanto per complicar le cose, dipende da Brescia) bisognerà procedere alla cerchiatura delle torri, a iniziare dalla nord, che conserva l'affresco di Mantegna. In sei mesi, forse meno, potrebbe riaprire almeno quella. Per tutto il resto ci vorrà molto di più; ma la sovrintendente non lo può dire. Sono una quindicina le imprese invitate, la direzione regionale invierà a Roma progetto di recupero e cronoprogramma. Ma in Italia, di solito, va così: si organizza il bando, un'impresa se l'aggiudica; un'altra impresa ricorre al Tar; si sforano le spese o si ritarda, o si rilitiga; e si rifinisce sui giornali e l'opinione pubblica finge d'indignarsi per la millesima volta: questa la trama abituale. «Più avanti», e qui madame Paolozzi Strozzi si tiene saggiamente sul vago, Pagina 10 «potremo aprire tutto il Castello di San Giorgio, come secondo museo, separato da quello di Corte Vecchia. E in seguito la Corte Nuova, che diventerebbe il terzo percorso museale». Brame? Illusioni? Andiamo in municipio dal sindaco, Nicola Sodano, eletto col centro-destra, stazza da torello, voce forte, ed è subito un bagno di realtà. «Il sisma per fortuna non ha colpito le famiglie. Ma i danni quantificati al patrimonio, secondo le stime, variano da 5 a 11 milioni di euro». Per cui, ad oggi, ne risultano stanziati meno di due. E non c'è solo la reggia dei Gonzaga. Sono danneggiati il patrimonio diocesano, la basilica di Santa Barbara, la chiesa di Sant'Andrea con la facciata classicista dell'Alberti. E soprattutto, ricorda il sindaco, lo è il pa- trimonio comunale: Palazzo del Podestà, torre delle Ore, Palazzo della Ragione, torre dell'Orologio, per dire l'essenziale. Il turista lo capisce appena s'affaccia al cuore del centro storico: i palazzi della Ragione e del Podestà, le torri, la Rotonda di San Lorenzo in piazza Erbe sono tutti transennati e impacchettati, e senza neanche un gran fervore di operai. Sconcertante. Fortuna che la Regione Lombardia ha versato 2,7 milioni, senno chissà a che punto saremmo. È chiusa al pubblico pure la Domus Romana, coperta da un cassone di metallo bruno che i locali chiamano Toblerone: sarà smantellato. Almeno, sottolinea Sodano, il 29 marzo riapre la Biblioteca Teresiana. E grazie al cielo l'altro gioiello turistico, il polo espositivo di Palazzo Te, assai fre- quentato dai turisti, anche stranieri, è pienamente operativo, perché di danni ne ha avuti pochi. Quanto al ministro Bray, prima che cadesse il governo Letta ha annunciato una visita a Mantova per il 3 marzo. A tal fine si è adoperato Matteo Colaninno, deputato mantovano del Pd, d'intesa con la giunta di centro-destra. «Nell'interesse della città», dice, e ripete che, Bray o non Bray, «il milione e mezzo di Arcus è confermato e attivo». La sensazione, ogni volta che si parla di restauri di beni dello Stato, è quella di una lotta di cani intorno all'osso. Immagine distante dagli eleganti cani da caccia e cavalli e cavalieri del Mantegna, che allietano i Gonzaga sullo sfondo azzurrino di una Roma idealizzata, come appare sulla parete ovest della Camera Picta. Segnalateci i monumenti prigionieri dei cantieri L'oscurità che avvolge la camera degli sposi è un'eccezione , in Italia. Ma un'eccezione di segno positivo : nel senso che è raro che dopo solo un anno e mezzo qualcuno senta già il dovere di riaprire al pubblico una tale meraviglia . Troppo spesso infatti affreschi e capitelli restano nell'ombra per decenni , preclusi agli appassionati a causa di ritardi , scartoffie e lentezze nei lavori che dovrebbero ridare loro splendore. Succede anche a star internazionali come il Priapo della domus dei Vettii , una delle dimore pompeiane più Politica locale celebrate del mondo , stampata su migliaia di dépliant, raccontata in centinaia di libri, immaginata da milioni di turisti. Immaginata, perché da dodici anni è chiusa al pubblico , e non per il timore che le sue scene erotiche facciano scandalo , quanto per i trabbattelli , gli appalti e i ricorsi che si alternano senza fine. Come succede anche nel cuore di Roma, nelle stanze imperiali della Domus Aurea, aperta solo a singhiozzo nell'ultimo decennio e ora inaccessibile a causa di crolli, infiltrazioni e cedimenti su cui le pezze non sembrano mai sufficienti. Non è un male solo del Centro-sud, questo dei restauri -bradipo. Anche a Milano i gioielli possono rimanere serrati a lungo: il Teatro Lirico, palco dell'ultimo discorso di Mussolini e sala simbolo del cantautore Giorgio Gaber, è chiuso dal 1999. I casi sono tanti , troppi : per questo "l'Espresso" ha deciso di lanciare una campagna nazionale per segnalarli tutti. A partire da oggi, sul nostro sito web (www.lespresso. it) ogni lettore potrà segnalare monumenti imprigionati da cantieri interminabili. Bastano una foto e una breve descrizione. Pagina 11 LA SOVRINTENDENTE GIOVANNA PAOLOZZI STROZZI. SOTTO, DA SINISTRA , TRE ESEMPI DI BENI INAGIBILI: LA DOMUS AUREA A ROMA ; LA CASA DEI VETTII A POMPEI; IL TEATRO LIRICO DI MILANO solidarietà internazionale. Gli autori in- E ora l'altra parte declinista della storia. Il turismo, s'è detto, ha subito un grave calo. Attutito, per la verità, dai buoni numeri del Festivaletteratura, l'appuntamento di settembre: i 112 mila visitatori del 2013 sono anche frutto di DA POMPEI ALLA DOMUS AUREA, DECINE DI SILI RESTANO VIETATI AL PUBBLICO PER ANNI Politica locale glesi, tedeschi, spagnoli, a Mantova graziosa e mangereccia sono affezionati. Non tradiscono. Per le entrate turistiche quelle giornate di fine estate sono puro ossigeno. E però la città ha fallito un altro obiettivo a cui teneva molto, tanto che si vedono ancora in giro le affissioni beneauguranti: è stata esclusa dalla candidatura a capitale europea della cultura 2019, con l'agognato timbro stellato di Bruxelles: restano in lizza, al centro-nord, Ravenna, Siena, Perugia. Causa recessione faticano anche le librerie, che pure sono ben frequentate, Di Pellegrini, Giunti, Feltrinelli. Parecchi negozi hanno chiuso. Lugubri i "Compro oro" con le serrande abbassate. Insomma, a Mantova tira un'aria depressiva che fino a pochi anni fa non le apparteneva. Si è sempre contato sul connubio virtuoso cultura-gastronomia-territorio. «Ma dalla provincia», riassume il portavoce del sindaco, Alessandro Colombo, «la crisi è arrivata in città. E qui non ce l'abbiamo, un Barilla, a dare ossigeno». Una battuta per dire che Mantegna forse non basta. Farebbe comodo un Barilla, un marchio forte che trainasse il settore agroalimentare, la vera vocazione, il punto di forza di questo angolo di Lombardia. Un mantovano quattro suini, dice il motto. Ma il tessuto delle imprese è frammentato. Non basta il circuito del Grana Padano e dei salumifici, o la Strada dei sapori, con vini Doc di qualità, se è in ginocchio l'industria classica, con la raffineria les e le storiche cartiere Burgo che stanno liquidando le ultime manciate di lavoratori. Resistono i tessili, Corneliani e la Lubiam. Ma i potenti Marcegaglia stanno a Gazoldo degli Ippoliti, a venti chilometri, è già un altro bacino. Colaninno padre ha la casa in centro ma la testa negli Emirati Arabi, a battibeccare per Alitalia. E un san Barilla, un Barilla redentore proprio non si vede. ■ Pagina 12 Tre dirigenti in più Ma il municipio ritocca il personale Suzzara. In pensione da 7 a 10 persone, non tutte sostituite il Comune vara l'esternalizzazione del nido. Prime proteste ® SUZZARA La giunta di Suzzara ha approvato il piano triennale 2014-16 del fabbisogno di personale. Turn aver, sostituzioni, posizioni apicali, nomina di un responsabile dell'Istituzione "Città di Suzzara". Il tutto passerà all'esame dei sindacati. NOTE DOLENTI. Per quanto riguarda il turn over del personale, «nel corso del triennio 2014-16 è prevista la cessazione di un numero di dipendenti variabile tra le 7 e le 10 unità precisa il documento di programmazione -. Fatta eccezione per il personale in servizio al nido, per la quale struttura si prevede la progressiva esternalizzazione delle sezioni, le unità cessate dovranno essere integralmente sostituite, trattandosi di figure che operano in servizi non esternalizzabili e funzionalmente strategici. Considerati i vigenti vincoli alle assunzioni, il competente servizio personale è pertanto autorizzato ad attivare le procedure di mobilità per la sostituzione con personale di pari profilo delle unità di cat. C che dovessero cessare nel triennio, salvo le educatrici in servizio al nido comunale». Sul fronte delle "sostituzioni" il competente servizio personale è autorizzato «a procedere alle assunzioni a tempo determinato, nei limiti dei vincoli di legge, necessarie a garantire la funzionalità dei servizi, anche nelle more dell'assunzione per mobilità o concorso di personale cessato». PIU' DIRIGENTI. C'è poi il capitolo dei dirigenti comunali: «L'esperienza di quasi un decennio di figure apicali nell'organizzazione dell'ente si è rivelata una scelta che ha contribuito a darle maggiore solidità ed efficienza - si legge nel documento -. La prosecuzione di questa esperienza si scontra ora, da un lato, coni limiti dalle leggi. Pur in questo contesto, l'amministrazione ritiene ne- cessarlo dare indicazioni affinché, ricorrendo a tutti gli strumenti a disposizione, venga consentito il mantenimento dell'organizzazione del Comune come oggi delineata, ovvero disposta su tre dirigenze e due posizioni organizzative apicali». LE NOVITA'. Nel corso del triennio 2014- 2016, dunque, il Comune provvederà ad una assunzione a tempo indeterminato di un dirigente per l'area tecnica (con decorrenza dalla cessazione del contratto del titolare in servizio a tempo determinato e ad un'assunzione a tempo determinato di un dirigente per l'area finanziaria, successivamente al rinnovo delle cariche elettive) e nell'anno 2015 ad una assunzione a tempo indeterminato di un dirigente per l'area servizi alla persona. Mediante contratti flessibili sarà garantita la continuità della direzione del servizio. L'amministrazione comunale ha deciso anche di ripristinare la figura di responsabile dei servizi culturali che era rimasta vacante dopo il raggiungimento dei limiti di servizio di Irene Nicolis. «L'analisi organizzativa svolta in riferimento alla struttura dell'ente, ha messo in luce, inoltre, una sicura carenza derivante dalla mancata sostituzione a decorrere dall'anno 2010 della cessata dirigente del settore cultura - si legge nella nota - Pur non essendo presenti le condizioni per ripristinare tale dirigenza, si rende comunque necessario l'individuazione dall'esterno mediante mobilità di una figura con esperienze e caratteristi che professionali adeguate a svolgere compiti di posizione organizzativa presso l'Istituzione». PROTESTE. Il Piano triennale per il fabbisogno di personale redatto dall'amministrazione comunale, secondo indiscrezioni ha già creato qualche mal di pancia. (m. p.) Im ,,i„ M, ìI nun,iciEii Politica locale Pagina 13 II Comune di Suzzara Politica locale (foto d'archivio) Pagina 14 «SOT CHIO».Ospite Massimo Mariotti Ma 'ma «Stipencli croro ?. W-1 tunprOblema '9 "9 tuttonazi*onale» Il presidente di Acque Veronesi difende i dirigenti dell'azienda Gli stipendi «stellari» dei dirigenti di Acque Veronesi, l'azienda pubblica che gestisce la rete idrica scaligera, è stato l'oggetto della video rubrica sul nostro sito internet (www. larena.it). L'ospite non poteva che essere il presidente di Acque veronesi: Massimo Mariotti. Dai lettori sono arrivate decine di email indignate per la notizia che il direttore generale, Francesco Berton, nel 2013 ha percepito per il suo lavoro 242mila euro mentre altri cinque dirigenti avevano stipendi sopra i 100mila euro annui. Mariotti ha confermato le cifre spiegando che «quanto percepito da Berton nel 2013 è una parte imputabile allo stipendio stabilito dal contratto nazionale, un'altra parte deriva dal sistema premiante aziendale e poi ha anche monetizzato delle ferie non godute. Lo stesso vale per gli altri dirigenti». Tutto regolare dunque, ma non sembrano cifre eccessive? Mariotti sostiene: «Sono d'accordo che, non dico eccessivi, ma sono stipendi alti e in tempi di crisi vanno sicuramente riconsiderati ma noi già l'anno scorso, rendendoci conto delle sproporzioni, abbiamo iniziato una riduzione dei dirigenti che erano troppi per colpa della confluenza di Acqua: Scenario Massimo Mariotti diversi consorzi all'interno dell'azienda. L'anno scorso abbiamo ridotto di tre dirigenti. Erano nove ora sono sei e non abbiamo fatto nessun aumento e nessuna nuova assunzione». Mariotti conferma anche che alcuni non sono nemmeno laureati ma, dice, «non li abbiamo assunti noi, sono il risultato dell'assorbimento e non è che si può licenziare la gente dalla sera alla mattina solo perché non è laureata, loro stanno facendo quel lavoro da dieci anni». Il problema, per Mariotti, è nazionale: «In Italia ci sono 3,7 milioni di dipendenti pubblici, di questi 260mila sono dirigenti a una media di 100mila euro di stipendio l'anno. Spetta ai cittadini esprimersi al voto per modificare le cose. La responsabilità non è mia». • G.COz. Pagina 15 VILLA CINA. Non accennano a diminuire le incursioni dei pirati e i casi di sfacciata inciviltà Sporcizia, rifiuti e cinque slot: il Mella soffocato e oltraggiato Un bidone sospetto è spuntato sotto il ponte a Pregno I videopoker erano stati gettati in canale laterale: da stabilire se siano stati abbandonati dopo o ............................................................ Marco Benasseni Nonostante i moniti, le sanzioni, gli appelli e le campagne di sensibilizzazione, il Mellaè ancora una discarica a cielo aperto per incivili e pirati. Che nel greto del fiume e in quelli degli affluenti gettano di tutto e di più: plastica, carta, laterizi e materiale edile, copertoni, ferro, scheletri di elettrodomestici e persino slot machine. Già, le famigerate macchinette. Cinque, dopo lasegnalazione di alcuni passanti, sono state recuperate dal fondo della roggia tra la ciclopedonale e il Mella, ora in secca indotta per alcuni lavori nel centro sportivo di Cogozzo, a Villa Carcina. VISTO LO STATO, si presume che si trovassero lì da mesi, nascoste dall'acqua alta. «Non ci saremmo mai accorti delle slot se il livello dell'acqua non fosse stato abbassato per i lavori spiega Stefano Colosio, consigliere con delega allo Sport -. A seguito di una segnalazione, ci siamo subito attivati per un sopralluogo con il comandante della Polizia locale, il quale ha Rifiuti: Scenario Tre dei cinque videopoker ripescati dal canale accanto al Mella Le macchinette sono riemerse quando il livello stato abbassato per alcuni lavori al centro sportivo poi coordinato i nostri addetti alla manutenzione per ripescare i rottami». Le macchinette passeranno al vaglio di carabinieri e guardia di finanza, che cercheranno di capire da dove provengono, se sono state gettate lì in seguito a furti e se siano ancora dotate di matricole leggibili. Ma i (tristi) ritrovamenti delle ultime ore non sono finiti. Ieri mattina sotto il ponte di Pregno è stato recuperato un contenitore metallico (40 centimetri di diametro e 80 di lunghezza) con all'interno del bitume solidificato. Nel primo pomeriggio l'assessore all'Ambiente Claudio Marianini è sceso sotto il ponte coi tecnici dell'Arpa che, dopo il sopralluogo, hanno autorizzato la rimozione. «Probabilmente il contenitore è stato trasportato dalle correnti - spiega Marianini -, ma essendosi fermato sul nostro territorio l'Arpa ci ha imposto di provvedere alle analisi del contenuto e al relativo smaltimento. Ci penseranno i volontari della Protezione civile». La stradaper restituire dignità al Mella è ancora lunga. Senza contare che abbandoni e gesti di inciviltà vanno a gravare sulle casse del Comune, quindi sulle spalle della comunità. «Perla nostraAmministrazione l'attenzione per l'ambiente è sempre stata al primo posto conclude l'assessore -. Siamo in attesa di conoscere il progetto definitivo che l'Aipo - l'Agenzia interregionale del fiume Po metterà in campo perla cucitura degli argini e la sistemazione del letto del fiume. Un intervento da 370 mila euro per la sistemazione del Mella tra il ponte di Crocevia e Cailina e la frazione eli Cogozzo». • RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 16 / ' / iri////1 V ill a ///Uh / / pj / A' // r///r '94/u 7//G G. me nto Ultimate le indagini Arpa sul sito infestato da rifiuti nocivi: a pagare sara Roma Fanghi, polveri di metalli, materiali da demolizione, terre di fonderia. Tradotto: rifiuti nocivi. Questi i veleni che, secondo le indagini condotte dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa), infestano la discarica di via Caprera. La discarica abusiva tombata e portata alla luce nel 2001 nel corso dei lavori di realizzazione del raccordo fra il casello Brescia Ovest e il polo fieristico. Dopo anni di stop dettati da ricorsi e controricorsi, finalmente la bonifica del sito potrà iniziare. Daccapo. Agosto 2001: le indagini del Comando nucleo provinciale della Polizia tributaria - in collaborazione con Arpa - individuano due discariche abusive in via Caprera. Di qui, il via al procedimento amministrativo (condotto sui due fronti, Comunale e ministeriale) che inserisce immediatamente all'interno del perimetro del Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro l'area in questione. Maggio 2012: a richiamare l'at- tenzione del Ministero sul caso che attraverso Sogesid, come stabilito il 10 novembre 2011, doveva occuparsi degli interventi di risanamento previsti nell'Accordo di programma siglato nel 2009 - è il responsabile del Settore ambiente ed ecologia del Comune, Angelantonio Capretti. Che spiega come - a fronte della vera e propria esplosione di un'emergenza nell'emergenza l'Amministrazione si sia «fatta carico» di messa in sicurezza d'emergenza delle acque di falda in primis. E, in seconda battuta, della discarica stessa nonché del progetto di bonifica dei suoli e delle acque. Perché? Perché i privati inizialmente individuati come «soggetti responsabili» secondo la sentenza pronunciata dal Tar - «non sono stati individuati con assoluta certezza». A chi tocca allora pagare il risanamento? Al Ministero. Che ha individuato in Sogesid «il soggetto di cui avvalersi per la realizzazione degli adempimenti connessi alle due discariche». nuri % /;/ 90! Sarà Sogesid ad occuparsi della messa in sicurezza Rifiuti: Scenario Pagina 17 O L I.'_ .li ,<it s:ï; Ti!;1' t_n€E?list .i,a='_,€tlrhi ,iay, I,'iE Caso Tares, un bonus per ristoranti e negozi 1 i 1 -1 1 ) 41,f .t 11; ti i ro 1 :) 1 ì(Z t C si G l 1 ai.1 f È it'.r1tl ni"1I j.:)r111.1(a ora tlItt?;# ' °l 11(i>> i,,, inzlfs 1t1 .. L . ..s.i;rlt'. l;iiti, I +' \l , i, i E`;ïl +I et t t .I,..,.. C i,-.,-, l , f i,!-.',tt i + «., 1,, i i'( li „1II1 iil dtt 3';tt(?ì' i!1 ,i _ ;t - +.'' U ,t ,. t Pt. it_"1 It :!-;Iltï .L f ',S , ) {1 1 . 1i i 1` 'it t? 1L'I , tlt.,- li . tllu,lr„ ,,,,., ]- >Ll ;f,i , tt?tì ï! i ltt i ! llt tli i +i,i;li , ,ì i Irifl i )ii €' +lì;iì, L, IS,¡lii,_t 11.ìì- "ii b- A+. ).,. + . . ,Sirl .w' CD (7i173F'Is'ifESS(;}Ci lú' .:li, 7r.Y, . Itìt„? ;,,1? i 1 .i11 i. i I, I 17 ti iì 1. : t t I i i i i l / i. ( 'tl i±lü .I 1._'Cì- L' 1, llt.l.?Pi 1)a iI. j rl,ia :Il,il c ",'`9..;-1 r',Jisl ., i:.f ('tiì:3 !i + .. t,lW ,..U- lY:, .. ì c, ?[,.i 11". ,CC . . , i ,., .',lt'tí` n i', til il,t :71.i; iiï ?t" t C ,t'-i'ììl}.,! tl ilt j'i,`' 11.t.1 . ;éii".I, ,'iJ 'I _ i I 11 1 i.:tt J i ,i tl. t _I . 'i i'l tr "lita.t)- , J(,,, !tiJ 1t ii. I ,L.'Slt tP... i iïl ,irif', .i<.i,i„I,+.:, t'i,,, ru .u u,, ;;11111111l1. ñ1; 11,, Rifiuti: Scenario Pagina 18 Dal3 marzo d-1 40 bi stir* , i al debutto con alleggerimenti a impatto parziale Paola Ficco Alleggerimenti in vista per il Sistri ma che difficilmente saranno tutti operativi perla partenza del prossimo 3 marzo, stabilita peri produttori iniziali di rifiuti pericolosi, i trasportatori in conto proprio e, nella sola Regione Campania, per i Comuni e trasportatori di rifiuti urbani. Seconda partenza dopo il primo "round" del i°ottobre 2013 che ha riguardato gestorie nuovi produttori di rifiuti speciali pericolosi. Avvio confermato anche dopo l'emendamento al decreto Milleproroghe perché questo incide solo sulla decorrenza delle sanzioni e sull'allungamento del "doppio binario" documentale manon sull'operatività, come stabilita dall'articolo u, del decreto legge 101/2013. La riduzione degli adempimenti e della platea dei produttori iniziali di rifiuti pericolosi obbligati è stata discussa nella riunione del 19 febbraio tra il ministero dell'Ambiente e il Tavolo tecnico di monitoraggio, cui partecipano le associazioni di categoria. La riunione ha confermato la futura introduzione di una serie di snellimenti procedurali, come anticipato dal Sole 24 Ore del 18 febbraio: tra i molti, scomparsa della chiavetta Usb, semplificazioni tecniche e informatiche permicroraccolta e interoperabilità, ripetizione automatica del Pin. Dal 3 marzo, inoltre, dovrebbe essere disponibile un canale informatico unico per la soluzione dei problemi, mentre tutti i soggetti della filiera potrebbero compilare in modo indistinto le varie schede prima della movimentazione del rifiuto. Lariunione siè anche occupata dello schema di decreto che inciderà soprattutto sul nodo fondamentale della disciplina: i produttori iniziali di rifiuti peri- Rifiuti: Scenario colosi obbligati ad aderire. Proprio questo decreto non sembra ragionevole possa entrare in vigore entro il prossimo 3 marzo, considerando il tempo necessario per avere il parere dei ministri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, l'iter burocratico per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e il fatto che il suo contenuto è ancora da definire esattamente, anche se la nuova versione dovrebbe essere disponibile abreve. Infatti, rispetto allo schemainiziale diffuso il 18 febbraio, il ministero ha informato che lo scenario soggettivo di riferimento era Nel decreto annunciato dal ministero ancora da chiarirei limiti dell'esclusione per le piccole imprese ........................................................................ già mutato. Nella prima versione le esclusioni riguardavano i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da lavorazioni artigiane fmo a dieci dipendenti. A prescindere dai dipendenti, si aggiungevano i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da demolizione, costruzione e scavo e da attività commerciali e di servizio. Il nuovo testo, invece, manterrebbe l'esclusione solo periproduttori iniziali fino a dieci dipendenti. Il ministero è parso disponibile ad accogliere larichiesta di esclusione anche per le attività industriali fino a dieci dipendenti. La riunione si è anche occupata della richiesta di soppressione delversamento del contributo Sistri2o14, entro ilio aprile. Una decisione di questa natura spetta al ministro e quindi, ormai, algoverno che si insedierà. ORI PRO O U ZIO NE RISERVATA Pagina 19 INIZIATIVE. Al via il modello «energy sharing» ForGreen lancia a coop per usare energia rmnovaDue Il progetto: 160 famiglie veronesi condividono impianto verde ForGreen spa, dopo l'esperienza Energyland avviata nel 2011, lanciala nuova cooperativa Energia Verde WeForGreen, un investimento finanziario che punta su un nuovo modello di «energy sharing». Il progetto consentirà a 160 famiglie di diventare produttrici di energia elettrica in proprio attraverso la condivisione di un impianto da fonte rinnovabile già realizzato. L'iniziativa, che nasce a oltre due annidi distanza dalla Cooperativa Energyland, è promossa da ForGreen spa di Germano Zanini, dopo un'esperienza maturata di 15 anni nel settore dell'energia e nei progetti di energia collettiva, come i consorzi energia pulita dei consumatori imprese agli inizi del 2000 e i consorzi di produttori di energia verde del 2012. «La cooperativa WVeForGreen risponde alla domanda di chi ha sempre desiderato l'indipendenza energetica, di chi ha da sempre voluto autoprodursi energia dafonte rinnovabile, ma era preoccupato dalla gestione di un impianto», spiega Zanini. «Risponde a tutte le famiglie che vivono in un condominio o in centro storico con vincoli architettonici, oppure che sono in affitto, e che vorrebbero realizzare un impianto fotovoltaico e produrre energia». La struttura scelta dalla cooperativa è La Masseria del Sole, un parco vicino a Lecce realizzato grazie alla bonifica eli una discarica esaurita. La creazione di questo impianto fotovoltaico ha permesso il recupero di quest'area altrimenti inutilizzabile, facendola diventare un sito in cui produrre energia elettrica pulita. «WeForGreen consentirà a tutti i soci di tagliare i costi della bolletta e migliorare l'ambiente», conclude Zanini. «È un progetto che intende unire e associare tutte le famiglie che condividono l'idea che produrre energia oggi può essere un investimento per il futuro». In Italia, esistono diverse cooperative solari, come la stessa Energyland, che riunisce circa 100 famiglie di Verona. Dal 29 luglio 2011 i soci si sono uniti e hanno acquistato il nuovo impianto fotovoltaico della Lessinia, in località Orsara a Lugo di Grezzana, sottoscrivendo quote in base al proprio fabbisogno energetico. La cooperativa, grazie a un accordo con un grossista specializzato, si occupa di fornire loro l'energia. • M.rr. © RIPRODUZIONE R15ERVA1 A L_1 Energia: Scenario Pagina 20 Sorgenia, le basiche chiedono ai soci 200 milioni in più (f.mas.) Restano distanti le posizioni tra la Cir della famiglia De Benedetti e le banche creditrici sulla complessa partita della ristrutturazione di Sorgenia, la società di energia gravata da 1,86 miliardi di debito di cui 6oo milioni in eccesso. Dopo l'infruttuosa maxi- riunione della scorsa settimana tra i vertici di Cir - Rodolfo De Benedetti e Monica Mondardini - e gli amministratori delegati dei principali istituti (Fabrizio Viola di Mps, la più esposta, Federico Ghizzoni di Unicredit, Gaetano Micciché di Banca Imi , Pierfrancesco Saviotti del Banco Popolare, Victor Massiah di Ubi Banca , Giuseppe Castagna di Bpm) lunedì a Milano si terrà un nuovo summit tra le banche (e non escluso che vi partecipino di nuovo vertici ) per decidere i prossimi passi. Mentre il socio austriaco Verbund ha già detto di non voler più investire in Sorgenia, Cir è pronta a fare la propria parte (cioè a mettere denaro fresco) a condizione che la ristrutturazione serva al piano industriale e venga concesso nel frattempo uno standstill . L'idea sarebbe di mettere sul tavolo non più di Zoo milioni, mentre le 21 banche creditrici vogliono un impegno di 300 milioni per concedere un haircut sui debiti: a meno di un alleggerimento delle posizioni originarie, la significativa distanza sembra preludere a una prossima fumata nera. In quel caso, ha spiegato Cir, Sorgenia avrebbe liquidità solo per un mese, essendo già state revocate o sospese le linee di credito. E sul mercato c'è chi considera conveniente per Cir non investire ancora in Sorgenia: un report di Equita sim suggerisce alla holding di azzerare il valore di Sorgenia in bilancio e di non partecipare alla ricapitalizzazione, mantenendo in cassa i 350 milioni netti del Lodo Mondadori, che potrebbero servire alle altre attività del gruppo e a un eventuale rimborso anticipato dei 259 milioni del bond 2004, possibile proprio a causa della crisi di Sorgenia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Energia: Scenario Pagina 21 Il gruppo (fra ì cui soci c'è il grande gioielliere elvetico Bucherer) si prepara a lanciare un'ohhlìgazìone da 30 milioni dì cum Dalla svizzera Blue Green bond per vendere gas in Italia DI SERGIO LUCIANO Un grande gioielliere svizzero, Jorg Bucherer, attorniato da un gruppo di soci e amici. Un consulente strategico come Gianni Varasi, imprenditore italiano di lungo corso trasferitosi in Svizzera dai tempi amari ma in qualche modo gloriosi della Montedison. Un mercato ancora da conquistare: quello del gas naturale, che sembra saturo ma secondo i soci di Blue Green Holdings non lo è. Per questo la multinazionale svizzera - attiva dal 1983 nell'intermediazione, tra l'altro, di prodotti petroliferi in Europa - ha rotto gli indugi e ha deciso di sbarcare in Italia finanziandosi con l'emissione di una obbligazione strutturata da 30 milioni di euro curata da Lazard e rivolta agli investitori istituzionali. La sorprendente iniziativa si fonda su Energia: Scenario un presupposto industriale: «Riteniamo di poterci inserire tra i primi operatori italiani del mercato del gas perché il tasso di switching (cioè il cambio di operatore da parte dei clienti finali, ndr) in Italia è di appena il 4,7%, contro medie europee molto più alte, per esempio il 13% della Bran Bretagna», spiega Massimiliano Pagani, cfo della holding. «Puntiamo su volumi di intermediato molti interessanti: dai 252 milioni per l'esercizio 2014-2015 (con ebitda di 8 e utile di 4) ai 450 del 2017-2018 (con ebitda di 21 e utile di 21) fino ai 570 del 2019-2020 con ebitda di 30 e utile di 12. Ma già a partire dal 2015-2016 ci dovrebbero essere flussi di cassa operativi». Il bond viene lanciato in questi giorni, e chiuderà le sottoscrizioni a metà marzo, sarà senior secured (la categoria più garantita) e verrà quotato sul mercato lussemburghese Euro-Mtf dal 31 marzo. L'emittente è la lussemburghese Soparfi 2 Luxco, creata nell'ambito del gruppo Blue Green Holdings. La scadenza è fissata per il 31 marzo 2020 (sei anni di durata), anche se l'emittente ha la facoltà di richiamo anticipato. La liquidità raccolta servirà a costituire fideiussioni bancarie per poter poi acquistare il gas da vendere a clienti corporale (tramite la partecipata Ch4) e retail (tramite Alma, società di distribuzione italiana che verrà acquistata al termine della raccolta). Le obbligazioni saranno garantite da pegni di primo grado sulle azioni Ch4&P, Alma e Soparfi 2 LuxCo. Interessante, e articolato, il rendimento del prestito: il tasso minimo fisso annuale è il 6,5%, liquidato a scadenze annuali. Oltre a questo, a scadenza finale viene riconosciuto agli obbligazionisti un tasso di interesse variabile così calcolato: il 50% dell'utile netto delle singole società, calcolato a partire dal secondo esercizio intero successivo all'acquisizione di Alma, con un massimo (cap) del 15 % e un minimo garantito del 10, ed eventuale assegnazione gratuita di azioni Alma, per colmare l'eventuale gap rispetto al target del 10% di utile. Se le azioni Alma venissero quotate in un mercato regolamentato, al momento della quotazione gli obbligazionisti avrebbero il diritto di convertire alla pari il bond in azioni Alma valorizzate al prezzo dell'ipo. Questo diritto sarebbe, o sarà, valido in qualsiasi momento della vita del bond. Alma svolge già attività di vendita di gas naturale a clienti civili e micro-business e ad oggi conta 35 mila clienti grazie soprattutto all'aggiudicazione della gara indetta dal gruppo d'acquisto «Abbassa la bolletta» organizzato da Altronsumo. (riproduzione riservata) Pagina 22 Un polo ambientale da 100 milioni di euro Alle fasi finali il progetto dïjoïnt fra Iren e Unïeco nell'ambiente Carlo Festa Il progetto, secondo indiscrezioni, sarebbe in via di definizione e alle battute finali. Prevederebbe, secondo i rumors, la costituzione di una joint venture dove confluiranno Iren Ambiente e Unieco Ambiente, cioè i rami dei due gruppi che si occupano di smaltimento dei rifiuti. Dall'unione delle due società dovrebbe nascere una realtà valorizzata attorno ai Zoo milioni di euro e attiva nel settore dell'ambiente. Giàla scorsa settimana, su alcuni media locali come la «Gazzetta di Reggio», erano state riportate alcune indiscrezioni sull'operazione in corso d'opera. Secondo i rumorslrenAmbiente, società attivaneirifiutie controllata dalla multiutility quotata (a propria volta partecipata dai Comuni reggiani), avrebbe dovuto acquisire Unieco Ambiente con un incasso perla cooperativa di 7 milioni di euro. In realtà, secondo alcune fonti finanziarie coinvolte nell'operazione, il progetto prevederebbe la creazione di una joint venture nel settore Energia: Scenario dello smaltimento dei rifiuti con il conferimento delle rispettive attività. Di recente, proprio sulla scia delle voci di cessione di Unieco Ambiente, erano nate delle polemiche: l'operazione dilren, secondo qualche osservatore, serviva infatti a dare una mano con un'iniezione di Il progetto prevede che nella joint venture confluiscano i rami delle due società che si occupano di smaltimento rifiuti ......................................................................... liquidità a Unieco, cooperativa reggiana in situazione di forte difficoltà: allusione che è stata smentita la scorsa settimana in modo deciso dal presidente di Unieco, Mauro Casoli. Unieco Ambiente del resto è un asset interessante: ha un fatturato in crescita grazie ai 108 milioni nel 2012 contro gli 86 milioni del 2011. A fare gola a Iren sarebbe anche la partecipazione di Unieco in Bar- ricalla Spa, una delle maggiori centrali di smaltimento dei rifiuti in Italia. Unieco è una delle storiche cooperative reggiane e uno dei big nel settore dell'edilizia con un fatturato di circa 6oo milioni di euro. Nata nel 1904, Unieco nasce però ufficialmente nella sua forma attuale nel 1985 con la fusione di Ircoop e Unicoop. La società cooperativa cresce tramite acquisizioni dalla fine degli anni 9o in poi: la maggioranza del capitale di Clf (Costruzione linee ferroviarie) poi Arfer, Sifel e Lavori Ferroviari tra il 2007 e il 2010. La coop va però in crisi negli ultimi tre anni: il fatturato passa da 652 milioni del 2011 a 594 e, nel marzo 2013 sotto la pressione finanziaria dei debitiverso i suoi 1.600 creditori, avvia la domanda di concordato preventivo "inbianco". Fino alla decisione della settimana scorsa, quando Unieco e Coopsette, un'altra coop emiliana, hanno votato nelle rispettive assemblee di avviare uno studio di fattibilità sulla fusione. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 23 Un nuovo centro commerciale colpi di ruspa dopo II Bagnolo. Avviato il cantiere per l'urbanizzazione di 40mila metri quadri, cinquemila di area vendita il complesso con iper e una quindicina di negozi sorgerà fra casello autostradale e Città della moda di Francesco Romani ! BAGNOLO SAN VITO Ripartono i lavori per la costruzione del nuovo centro commerciale a Bagnolo San Vito. Si tratta di una grande superficie di vendita, di circa 5mila metri quadri, già autorizzata ed inserita nel piano di governo del territorio. Nascerà nel terreno fra il casello autostradale di Mantova sud e il complesso della Città della moda. Il progetto prevede un ipermercato alimentare da 1.500 metri quadri ed una quindicina di negozi per una superficie complessiva di 5mila metri di vendita. Attualmente si stanno eseguendo i lavori di urbanizzazione che saranno completati entro l'estate. La società proponente ha tempo sino al 2018 per costruire il centro, dopodiché scadrà l'autorizzazione commerciale. Si tratterà di un progetto «di anipio profilo e di respiro internazionale» dal momento che vi è coinvolta una società inglese. La vicenda è nata nel 2003. Promotore dell'iniziativa la società locale Diesse immobiliare, che fa capo al gruppo Dalmaschio. La proposta iniziale prevedeva una edificazione commerciale di 10.200 metri quadri comprendente un ipermercato di 5mila metri ed una galleria di una decina di negozi. Ma in conferenza di servizi giunse, assieme al sì dell'amministrazione comunale, anche il no di Regione e Provincia e quindi lo stop. il progetto venne quindi ridotto (7.500 metri quadri, 6 negozi di media superficie), incappando nel secondo stop. Il no della Provincia, in particolare, verteva sulla forte pressione che le grandi catene di distribuzione avevano nella nostra pro- Segnalazioni vincia portando in pochi anni il Mantovano in testa nella classifica dei metri quadri di ipermercato per abitante, davanti a Brescia e Milano. Ma il Tar riconobbe nel maggio 2005 ragione alla società promotrice che quindi ebbe il via libera alla costruzione. I primi colpi di ruspa arrivarono però solo nel 2008, dopo che era stato presentato un terzo progetto, accogliendo in parte le riserve della Provincia e giungendo così ad una soluzione bonari a della controversia. Il piano, quello ancor oggi valido, comprende un ipermercato alimentare da 1.500 metri quadri ed una quindicina di negozi. Della realizzazione del centro si occupava una società di leasing romana, la Casello srl dopo avere acquistato dalla Edil Diesse Immobiliare l'area. La Casello collaborerà in stretto contatto con una socie- tà inglese intenzionata a portare sia sul fronte commerciale alimentare, che su quello dei negozi, una ventata di internazionalità. Questo, considerando che la clientela che sarà intercettata sarà, in pratica, il bacino d'utenza attratto dalla vicina Città della Moda. Il Fashion District calamita a Bagnolo oltre due milioni di clienti l'anno. Ma a dieci anni dal primo progetto, ora stanno scadendo le convenzioni urbanistiche. La società ha tempo sino all'estate per completare le opere di urbanizzazione sui 40mila metri quadri previsti mentre il costruttore avrà tempo sino al 2018 per edificare. Dopo di che l'autorizzazione commerciale difesa con i denti, scadrà. 1. ,,,,, ,,,, ,.. .,,,...,.. «,.,i, IRimimlpiJirnspadolh, lla,mì Pagina 24 II cantiere perla costruzione delle opere di urbanizzazione Segnalazioni II centro sorgerà a fianco dei casello A22 (foto Bruno) Pagina 25 n'o p r nita per l' ble e A Mantova si stanno proponendo iniziative per un nuovo sviluppo industriale che ha come denominatore comune la "chimica verde". Di questo non posso che esprimere interesse e vivo compiacimento. Quanto più i nostri processi industriali saranno svincolati dalla fornitura di idrocarburi (petrolio in particolare) tanto più gli effetti negativi sul l'ambiente che questi comportano saranno attenuati. La possibilità quindi di creare nella sede mantovana di Versalis un polo di eccellenza per questa nuovafrontiera della chimica non può che essere accolta con i migliori auspici. Come pure la possibilitàdi riconversione della les all'indirizzo di una bioraffineria, perla produzione di bioetanolo (un carburante derivato dal trattamento delle biomasse da addizionare alla tradizionale benzina), rappresenta motivo di speranza. Si tratta di una produzione prevista dalle direttive europee nel l'ambito del pacchetto "clima- energia", anche se certamente non sarà un intervento esaustivo dei nostri fabbisogni. Si stima infatti che l'Italia, per ottemperare agli impegni assunti con l'unione europea, dovrebbe produrre qualcosa come 1.500.000 tonnellate di biocarburanti contro Ie30-50.000 prodotte attualmente con materia prima di provenienza nazionale. Dunque c'è molto dafare, soprattutto, in termini di sostenibilità. Perché non basta produrre, ma occorre produrre bene. Una svolta viene dunque dalla produzione del cosiddetto bioetanolo di seconda generazione: non più legato alla trasformazione di beni primari a base di amido come, ad esempio, lagranella di mais, quanto piuttosto al l'utilizzo di altri materiali, talora anche di limitato valore commerciale ma ricchi di cellulosa. Per quanto detto, una nuova frontiera per il riutilizzo di materiai idi scarto o derivati da terreni marginali potrebbe aprirsi e archiviare le mai sopite polemiche legate alla sottrazione di terreni agricoli a scopo non alimentare. il nostro territorio può dare un contributo verso questa trasformazione epocale rappresentata dall'economia verde. La nostra Agenzia per l'energiaAgire, in collaborazione con altre istituzioni e università e in confronto con le associazioni imprenditoriali, ha iniziato uno studio per verificare ladisponibilità di materie idonee e di infrastrutture adatte (l'intermodalità del lazonaindustrialedi Mantovaè Segnalazioni un'opportunità unica) alla realizzazione di questa iniziativa. Confido che questo studio dimostri la compatibilità e, di più, evidenzi l'interesse delle realtà produttive: in particolare spero che il comparto agricolo collabori a favorire l'integrazione della loro produzione tra l'utilizzo alimentare e quello energetico. In tal modo si darebbe un segnale, anche oltre i nostri confini provinciali, che la sostenibilità ambientale può ben coniugarsi con le realtà produttive mantovane, che incrementerebbero la loro redditività. Così operando, a beneficiare non sarà solo l'ambiente, ma anche coloro che attendono una svolta positiva allo stato di crisi occupazionale. Nei loro confronti, anche a nome di Agire, colgo l'occasione per esprimere la più profonda solidarietà. Alberto Ghidorzi Presidente Agire Pagina 26
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