Rassegna del 21/02/2014

Rassegna del 21/02/2014
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 21/02/2014
SI PARLA DI NOI
Gazzetta Mantova
21/02/14 P. 18
Umido nei sacchi Ecco tutte le regole
1
21/02/14 P. 27
La città è un disastro i mantovani no
2
21/02/14 P. 23
Lavori agli argini, servono dieci milioni
3
Gazzetta Mantova
21/02/14 P. 20
Dal Comune no al biogas
4
Gazzetta Mantova
21/02/14 P. 20
Volta, altri no pesanti alla centrale
5
Gazzetta Mantova
21/02/14 P. 11
Vigilanza negli uffici pubblici Il Comune saluta Coopservice
6
La Voce Di Mantova
21/02/14 P. 7
Pericolo in viale Asiago per il parcheggio mediano
7
La Voce Di Mantova
21/02/14 P. 15
L'Unione delle Torri ora è realtà
Paolo Biondo
8
Enrico Arosio
9
RIFIUTI
Gazzetta Mantova
SERVIZIO IDRICO
Gazzetta Mantova
ENERGIA
SERVIZI
POLITICA LOCALE
Espresso
27/02/14 P. 52
Non lasciamo che MANTOVA SI SPENGA
Gazzetta Mantova
21/02/14 P. 23
Tre dirigenti in più Ma il municipio ritocca il personale
13
«Stipendi d'oro? È un problema tutto nazionale»
15
ACQUA: SCENARIO
L` Arena
21/02/14 P. 14
RIFIUTI: SCENARIO
Brescia Oggi
21/02/14 P. 28
Sporcizia, rifiuti e cinque slot: il Mella soffocato e oltraggiato
Marco Benasseni
16
Giornale Di Brescia
21/02/14 P. 8
Discarica di via Caprera, parte il risanamento
L` Arena
21/02/14 P. 31
Caso Tares, un bonus per ristoranti e negozi
Camilla Madinelli
18
Sole 24 Ore
21/02/14 P. 29
Sistri al debutto con alleggerimenti a impatto parziale
Paola Ficco
19
17
ENERGIA: SCENARIO
L` Arena
21/02/14 P. 37
ForGreen lancia una coop per usare energia rinnovabile
20
Corriere Della Sera
21/02/14 P. 47
Sorgenia, le banche chiedono ai soci 200 milioni in più
Mf
21/02/14 P. 14
Dalla svizzera Blue Green bond per vendere gas in Italia
Sergio Luciano
22
Sole 24 Ore
21/02/14 P. 35
Alle fasi finali il progetto di joint fra Iren e Unieco nell'ambiente
Carlo Festa
23
Gazzetta Mantova
21/02/14 P. 19
Un nuovo centro commerciale Primi colpi di ruspa dopo 11 anni
Francesco Romani
24
Gazzetta Mantova
21/02/14 P. 27
Un'opportunità per l'ambiente
21
SEGNALAZIONI
Indice Rassegna Stampa
26
Pagina I
ILA
Umido nei sacchi
Ecco tutte le regole
II Comune di Marmirolo informa i
cittadini che Mantova Ambiente,
la società del gruppo Tea che si
occupa della raccolta dei rifiuti,
ha segnalato un aumento di
sacchetti non conformi all'interno
dellafrazione di rifiuto umido. «A
tal proposito - si legge nell'avviso
pubblicato sul sito internet del
Comune di Marmirolo - Mantova
Ambiente raccomanda di
conferire il rifiuto umido
mediante sacchetti
biodegradabili o in alternativa
anche senza sacchetto ma con il
solo contenitore in dotazione».
Sul sito è disponibile anche
l'ecocalendario della raccolta
differenziata per il 2014.
Si parla di noi
Pagina 1
La c à é n d ís astro
i m antavan! n o
Che Mantova sia un disastro
sotto il profilo della conduzione
politico-amministrativa, è sotto
gli occhi di tutti. I programmi elettorali di questo governo locale,
mai realizzati, il balletto degli
assessori con cambio di deleghe,
è un segno evidente di debolezza politica che dei resto era già
emersa subito dopo l'insediamento della attuale compagine
di governo.
Oltre alle tante promesse inattuate,che tutti i cittadini ricordano, troviamo anche la realizzazione di qualche obiettivo che
tuttavia ha suscitato profonde
critiche: mi riferisco alla raccolta
differenziata in città - con escl usionedel la periferia -che vede
ancora svolazzare sacchetti di
tutti i tipi, soprattutto nellegiornate piovose. Questi sacchetti
costituiscono un pericolo perle
persone anziane e non vedenti e
sono anche uno spettacolo poco
dignitoso. Le prese di posizione
del Comitato, che si era costituito e non si sa che fine abbiano
fatto, nè si sono viste le proposte
dell'opposizione in consiglio comunale peri l miglioramento del
sistema, quasi che il cittadino si
sia addormentato accettando un
sistema imposto dall'alto abbandonando ogni volontà di reazione. Una città morta dunque? lo
non credo e se così non è, penso
che l'articolo pubblicato il 16 febbraio a pagina30 della Gazzetta
dovrebbe scuotere profondamente il mondo della cultura al
quale anch'io appartengo. Si perché un signore che offrirà a Palazzo Ducale, in concessione,
una serie di opere d'arte, si permette di affermare che i cittadini
mantovani sono'—_ sostanzialmente dei bogiani e la città resta
indietro perché in fondo le sta
bene così ... ".
Non mi soffermo su altre considerazioni che seguono nell'articolo citato perché si commentano da sole, né mi interessa conoscere il grado culturale di chi così si è espresso, ma voglio ricordare che tanti mantovani sono
culturalmente preparati e che
superano di gran lunga il valore
delle opere d'arte che questo
signore mette a disposizione.
Alberto Fecchio
Rifiuti
Pagina 2
Lavori eagioli argini, servono dieci
' 'oni
E dal Basso Mantovano arrivano segnalazioni e critiche all'Aipo perle mancate manutenzioni
MANTOVA
Per mettere in sicurezza gli argini dei nostri fiumi servono soldi.
Soldi che non ci sono. Ë quanto
emerso ieri pomeriggio nel corso dell'incontro tra l'ingegner
Marco La Veglia, dell'Aipo e la
commissione consiliare Ambiente e Sicurezza della Provincia. Il rappresentante dell'Agenzia Interregionale per il Po, pur
lamentando la scarsità dei fondi
a disposizione, ha evidenziato
l'impegno dell'Agenzia nel fronteggiare le criticità che comunque continuano a persistere.
«L'anno scorso - ha spiegato La
Veglia - per lavori sugli argini
del Mantovano sono stati spesi
due milioni e mezzo di euro. Le
nostre priorità sono note: l'adeguamento degli argini maestri
del Po, in particolare il tratto
che collegaBardelle allafoce del
Secchia, la costruzione di un
tratto d'argine del Chiese a
monte di Asola e infine la foce
dell'Oglio a San Matteo delle
Chiaviche. In totale servirebbero dieci milioni di euro e siano
in attesa dei finanziamenti regionali. Solo per il tratto della Sp
5 dell'argine destro del fiume
Oglio quest'anno sono stati
stanziati un milione e quattrocento mila euro, seicento dei
quali messi a disposizione dalla
Provincia». I buoni propositi
non mancano ma da alcuni comuni della Bassa giungono proteste. È il caso di Carbonara Po.
+fi
L'ultima piena
del Po a san
Benedetto
La priorità
dell'Agenzia
interregionale
è quella
di innalzare
gli argini
del fiume
In particolare
nel tratto
tra Bardelle
e la foce del
un'area demaniale impenetrabile e fuori controllo. E, in corrispondenza
dell'argine,
c'è
un'area critica per la presenza
di fontanazzi. La gente è preoccupata e indignata». Un'altra segnalazione arriva da Felonica
dove il sindaco lamenta un grosso ristagno d'acqua in località
Lame, in prossimità del Po.
A chiusura dell'incontro il
presidente della commissione
ambiente e sicurezza Franceschino Tiana si è impegnato a
fiume secchia
coinvolgere l'amministrazione
provinciale, affinché insista nelle sedi opportune per ottenere
maggiori finanziamenti per la
messa in sicurezza degli oltre
cinquecento chilometri di argini dei nostri fiumi.
(90)
«Da anni - scrive il sindaco Giante, piante da frutto, noci, peri e
niMotta - il tratto di argine afiuquerce. Questa striscia d'argine
me, fino a Borgofranco, non è - continua il sindaco - è rinselvapiù oggetto di manutenzione. tichita in modo impressionarSono cresciute spontaneamente. In località Villanuova c'è
T, diApenti in più
Tlv il niiinicipio
Servizio idrico
Pagina 3
CASTIGLIONE DELLE STIVIERE
e no al biogas
® CASTIGLIONE DELLESTIVIERE
Ora è arrivato anche il no ufficiale. In una delibera datata 12
febbraio, il Comune di Castiglione delle Stiviere ha espresso un parere contrario «alla realizzazione, in località Campagnoli presso Lonato del Garda,
della linea per la produzione di
energia elettrica da cofermentazione anaerobica di fanghi di
depurazione proposta dalla ditta Valli Spa».
Si tratta della ben nota vicenda dell'impianto biogas di Lonato, che ha già incontrato il
parere contrario di diversi enti
Energia
locali. Ebbene, già il vicesindaco di Castiglione delle Stiviere,
Claudio Leoci, aveva espresso
molte preoccupazioni per il
progetto. Ma ora arriva il no ufficiale conce Com une interessato (nel senso che l'impianto dista 1.500 metri dal confine), un
parere che verrà trasmesso alla
Provincia di Brescia. Il motivo
del no lo si legge in vari passaggi, dove si dice che «si ritiene
che debbano essere ben valutati e approfonditi nel dettaglio
gli impatti e i rischi sanitari-ambientali determinati dal progetto sulle matrici ambientali e
sulle comunità umane».
Pagina 4
Volta, altri no pesanti alla centrale
Anche Aipo, Arpa e i due Comuni bocciano il progetto in conferenza dei servizi
1
Il punto
del fiume
Mincio
in località
vecchio Mulino
dove
VOLTA MANTOVANA
Prima seduta della conferenza
di servizi sul progetto di realizzazione di una centrale idroelettrica a Volta Mantovana. Si
sono espressi negativamente
Parco del Mincio, Soprintendenza ai beni architettonici e
al paesaggio, Aipo, Arpa, il Comune di Marmirolo e Volta
Mantovana. Negativo anche il
parere paesaggistico provinciale di competenza del Servizio pianificazione della Provincia ed espresso dopo aver acquisito il parere della Commissione provinciale paesaggio e
del Parco del Mincio. Un sì,
ma condizionato, è stato invece quello arrivato dalla Sovrin-
Energia
dovrebbe
sorgere
la centrale
idroelettrica
daun
megawatt
tendenza per i beni archeologici mentre Regione Lombardia
ha rimandato ai pareri di Arpa
e Parco e quindi si è orientata
per una posizione di diniego
verso il progetto. Mancano ancora il parere di Asl (che non
ha partecipato alla conferenza
di ieri), e dell'Agenzia del Demanio.
La società proponente il progetto, la Hpe srl di Caprino Veronese, si è riservata di presentare osservazioni. Copia del
verbale della seduta di ieri sarà
inviata a tutti i portatori di interesse che avranno trenta
giorni per presentare eventuali osservazioni. Quindi verrà
convocatala seduta finale della conferenza di servizi, che
probabilmente si terrà a questo punto nelle prime due settimane di aprile.
«Decideremo sulla base dei
pareri prevalenti - dichiara
l'assessore provinciale all'Ambiente Alberto Grandi - . Ognuno ha fatto le sue valutazioni
sulla base delle proprie competenze».
Pagina 5
ASSEGNATO L'APPALTO
il la
Vigilar
®Ci
®
Ci
D Com ne saluta Coop seirvice
L'appalto triennale per il servizio di vigilanza sugli immobili
comunali è stato vinto dalla società cooperativa Vigilanza città
di Brescia. La sua è stata l'unica
offerta, delle tre pervenute, ammessa alla gara. Per garantire il
servizio percepirà dal Comune
17,38 euro all'ora (il valore
dell'appalto è di circa 531mila
euro). E la prima volta che la vigilanza armata degli edifici comunali e degli uffici giudiziari
verrà garantita da un unico soggetto individuato con un'unica
gara d'appalto. Sostituirà il raggruppamento
temporaneo
d'impresa costituito dalla Coop-
Servizi
service di Reggio eErnilia e
dall'Istituto di vigilanza corpo
dei vigili dell'ordine di Mantova, che hanno gestito il servizio
fino ad ora e che se lo erano aggiudicato attraverso varie gare
(temporaneamente, manterranno alcuni servizi).
I nuovi vigilantes entreranno
in servizio dal 1° marzo. Per
quella data scatterà la sorveglianza di uffici giudiziari, municipio, palazzo Soardi, biblioteche, asili nido e materne. Dal 1°
aprile sarà la volta del Forte di
Lunetta e della sede dei servizi
sociali, mentre per l'archivio di
deposito si slitta al 1 ° settembre.
Pagina 6
Pericolo in viale Asingo
per il parcheggio mediano
Quel parcheggio in mezzo a
viale Asiago è pericolosissimo. Sono gli stessi residenti a
farlo notare e propongono al
Comune di spostarlo solo da
un lato (quello opposto alla
ciclabile). Alberto Stradiotto,
uno dei residenti fa notare i
punti critici: «Il parcheggio
posto in mezzo alla strada spiega - è pericolosissimo,
perché vi sono incroci che non
permettono di vedere le auto in
arrivo e i ciclisti sulla ciclabile». In effetti gli incroci che
intersecano il viale (quelli con
via Podgora, viale Carso, viale
Sabotino e viale Fiume) accusano diversi ostacoli, tutti da
tenere sotto controllo.
Stradiotto e altri residenti non
si ferma però alla protesta, ma
avanza una proposta: «Sarebbe
meglio - sostiene - spostare
questo parcheggio solo sul lato
destro, nella direzione di piazzale Gramsci».
Questa è una zona molto frequentata, soprattutto da ciclisti
e automobilisti. Abbiamo calcolato che il parcheggio centrale può contare fino a una
quarantina di posti. Attualmente sono tutti posti liberi.
Ma c'è stata l'idea da parte
dell' amministrazione comunale, che poi non ha preso piede,
di far diventare a pagamento
anche la sosta in questo viale.
Una proposta, questa, molto
impopolare. Non solo: la ciclabile corre solo da un lato,
Le auto in sosta in mezzo al viale
ma i ciclisti usano anche la
corsia delle auto dalla parte
opposta, a loro rischio, visto
che passano tra due file di auto
parcheggiate, nel corridoio attraversato da auto in transito.
Oltretutto nel viale passano
anche i pullman della linea 7E
che congiunge l'ospedale con
Bancole. (a. ci.)
M vv Tov,\
Corruzione? Archiviato il raso Boni
Servizi
Pagina 7
Ieri a Gazoldo sancita l'intesa su alcuni servizi con Piubega, Redondesco e Mariana
L' U ni one d elle To rri o ra è realtà
GAZOLDO DEGLI IPPOLITI - Dal sogno alla realtà; ora
il progetto denominato Unione delle Torri, unione che ha
come protagonisti principali i
Comune di Gazoldo degli Ippoliti, Piubega, Redondesco e
Mariana Mantovana , ha raggiunto un suo primo e fondamentale obiettivo.
Siglato ieri pomeriggio nella
sala consigliare del Comune di
Gazoldo degli Ippoliti, l'atto
con il quale si sancisce la nascita di questa importante realtà che consentirà ai cittadini
dei quattro territori coinvolti,
circa 7mila persone compelssivamente, di disporre di maggiori e più qualificati servizi e
al tempo stesso alle amministrazioni locali di ottimizzare i
costi della macchina pubblica.
Orgoglio e soddisfazione sono
i due elementi emersi con più
forza dagli interventi dei quattro sindaci protagonisti del
percorso predisposto, vale a
dire Nicola Leoni per Gazoldo degli Ippoliti, Massimo
Sbalchiero per quello di Piubega, Angelo Rosa per Mariana Mantovana e infine
Massimo Facchinelli per Redondesco.
In definitiva grazie alle sinergie individuate e inserite nel
progetto sarà resa operativa,
passo dopo passo, la gestione
in forma associata di funzioni
e servizi che quotidianamente
vengono erogati dai quattro
enti locali.
Il valore sociale, economico e
culturale
della
nascita
dell'Unione delle Torri va ben
oltre l'attualità e rende l'orizzonte di questa porzione del
territorio dell'Alto Mantovano più ampio offrendo opportunità di sviluppo che anche
per le eventuali nuove amministrazioni locali, visto che tre
dei quattro Comuni sarà chiamato al rinnovo del sindaco e
della giunta.
Due aspetti pratici, ma sostanziali sono stati sottolineati da
Leoni, Sbalchiero, Rosa e Facchinelli, il primo è legato ai
costi dell'unione, praticamente inesistenti in quanto non sono previsti compensi per i
componenti degli organi decisionali interni, il secondo al
fatto che è svincolata dal rispetto del patto di stabilità, che
non esiste un Comune capofila
e infine che non esclude che in
futuro, al momento non pre-
vedibile in termine di tempi,
possa divenire propedeutica
per un' accorpamento dei quattro territori.
Paolo Biondo
NHOVINY l
Botta e risposto a suon di aorte bollate
m=na-o
L'UnionedelleTorrioraèreoNd oi„ ,;yr,o,o mo <I
Servizi
Pagina 8
Non lasciamo che
MANTOVA Si SPEN GA
I capolavori del Mantegna chiusi
per i danni del sisma . E dopo due anni i
restauri, finalmente finanziati, non sono
ancora cominciati. Così il turismo crolla
DI ENRICO AROSIO
P
eccato il buio, e il freddo. Non
si colgono gli sguardi dello
strano trio sotto gli angeli
della parete nord: Ludovico
Gonzaga(vaga rassomiglian-
za con Bruno Tabacci), Barbara di Brandeburgo (un'austera Hohenzollern) e la
nana di corte, quieta e bonaria, nulla a
che vedere con le crudeltà fisiognomiche
di un Hieronymus Bosch. Peccato, sì.
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iRp.er"íM44,
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I PALAZZI DEL PODESTÀ E DELLA RAGIONE TRANSENNATI NEL CENTRO DI MANTOVA. A DESTRA: LOCULO, PARTICOLARE DELLA CAMERA DEGLI SPOSI
DEL MANTEGNA, INAGIBILE DAL TERREMOTO DEL 2012
Politica locale
Pagina 9
Perché siamo nella Camera degli Sposi, o
Camera Picta, meraviglia di Andrea
Mantegna, gloria e icona di Mantova:
l'equivalente del Cenacolo di Leonardo
per Milano. È chiusa e inaccessibile dal
maggio 2012, 20 mesi ormai. Dai giorni
del grande spavento, il terremoto. Il "terremoto dell'Emilia", come decretato dai
media, ma che ha colpito anche Mantova,
in Lombardia; dettaglio che i media hanno spesso trascurato. Il danno e la beffa.
Tutto chiuso, freddo, buio, da allora.
Non solo la Camera degli Sposi, al piano
nobile. Ma l'intero Castello di San Giorgio affacciato sul lago Inferiore, minacciato da crepe importanti su pareti e
volte. E l'intero braccio della Corte Nuova, con le imponenti stanze monumentali,le Sale di Manto, dei Cavalli, delle Teste,
la oblunga Galleria della Mostra con i
busti romani tristemente collocati a terra
sui cartoni. E in più l'Appartamento
Grande di Castello e, oltre il cortile della
Cavallerizza, la cosiddetta Rustica (ma
erano chiusi già da prima).
Abbiamo avuto accesso a questi tesori
invisibili grazie alla cortesia di Giovanna
Paolozzi Strozzi, la sovrintendente di
Palazzo Ducale, la reggia dei Gonzaga, un
sistema labirintico di 500 stanze, e scale,
e corti, e nicchie, che l'umanista Baldassarre Castiglione definì «una città in
forma di palazzo». La dirigente è toscana
di Arezzo, alta, capelli corti, sguardo
preoccupato. Il suo ufficio silenzioso,
sotto le volte rinascimentali, dà la sensazione, lo fa intendere lei stessa, di un
avamposto remoto, gravato dalla solitudine come in certe narrazioni di Buzzati:
la solitudine di una reggia trascurata
dalle autorità di Roma; la solitudine di
troppi beni culturali della nostra Italia,
sempre in penuria, in ritardo, in affanno.
Sensazione acuita dal lunedì, giorno di
chiusura settimanale del museo di Palazzo Ducale, quello sì, di norma aperto, con
ingresso da piazza Sordello. Piove così
storto che sotto diverse finestre cinquecentesche si creano pozze d'acqua. La
sovrintendente le indica con imbarazzo.
È la città del Mantegna, di Giulio Romano, di Leon Battista Alberti, ma quando
piove storto piove dentro. Da quanti secoli accade?
La chiusura del Castello e della Camera Picta ha procurato un danno serio alla
comunità. Perché la città sull'acqua, che
Politica locale
LA CAMERA DEGLI SPOSI È L'ATTRATTIVA
PIÙ IMPORTANTE: DAL TERREMOTO IL PALAZZO
DUCALE HA GIÀ PERSO 120 MILA VISITATORI
Montesquieu nel "Voyage en Italie" chiamò «una seconda Venezia», è, con Milano e Bergamo, il terzo centro d'arte di
Lombardia. E negli anni il turismo, culturale e gastronomico, è diventato voce
essenziale della sua economia. Per il terremoto Palazzo Ducale ha perduto 120
mila visitatori in meno di due anni: vuol
dire 120 mila persone in meno che potevano pernottare in albergo, prendere
l'aperitivo, pranzare a tortelli di zucca e
luccio in salsa al ristorante, comprare una
torta in pasticceria o un golfino nelle
boutique sotto i portici. Un danno secco,
che si aggiunge alle sofferenze del tessuto
delle imprese. Ma di questo, più avanti.
Interrompiamo il lamento con una buona
notizia.
A fine gennaio la sovrintendenza regionale della Lombardia ha firmato il bando
per i primi lavori di consolidamento del
Castello: 750 mila curo. Altri 400 mila
arrivano da fondi Arcus destinati alla
Corte Nuova. Inoltre, ci confermano dai
Beni Culturali, il ministro uscente Massimo Bray ha approvato, sempre nell'ambito dei fondi Arcus per il dopo-sisma, 1,5
milioni per Palazzo Ducale. «Avviato il
bando, la prima tranche», spiega la sovrintendente Paolozzi Strozzi, «ci con-
sentirà di riaprire ai turisti almeno la
torre della Camera degli Sposi e il percorso di accesso. Inutile girarci intorno: è lei,
la Camera Picta, l'attrazione massima di
Mantova. Siamo obbligati a cominciare
da lì». Lavoro delicato. Il Castello non ha
subìto cedimenti strutturali alla base, ed
è una fortuna. Ma il sisma ha provocato
qualche movimento distorsivo. Perciò,
spiega Antonio Mazzeri della Sovrintendenza ai Beni architettonici (qui Mantova, tanto per complicar le cose, dipende
da Brescia) bisognerà procedere alla cerchiatura delle torri, a iniziare dalla nord,
che conserva l'affresco di Mantegna.
In sei mesi, forse meno, potrebbe riaprire almeno quella. Per tutto il resto ci
vorrà molto di più; ma la sovrintendente
non lo può dire. Sono una quindicina le
imprese invitate, la direzione regionale
invierà a Roma progetto di recupero e
cronoprogramma. Ma in Italia, di solito,
va così: si organizza il bando, un'impresa
se l'aggiudica; un'altra impresa ricorre al
Tar; si sforano le spese o si ritarda, o si
rilitiga; e si rifinisce sui giornali e l'opinione pubblica finge d'indignarsi per la millesima volta: questa la trama abituale.
«Più avanti», e qui madame Paolozzi
Strozzi si tiene saggiamente sul vago,
Pagina 10
«potremo aprire tutto il Castello di San
Giorgio, come secondo museo, separato
da quello di Corte Vecchia. E in seguito
la Corte Nuova, che diventerebbe il terzo
percorso museale».
Brame? Illusioni? Andiamo in municipio dal sindaco, Nicola Sodano, eletto col
centro-destra, stazza da torello, voce
forte, ed è subito un bagno di realtà. «Il
sisma per fortuna non ha colpito le famiglie. Ma i danni quantificati al patrimonio, secondo le stime, variano da 5 a 11
milioni di euro». Per cui, ad oggi, ne risultano stanziati meno di due. E non c'è
solo la reggia dei Gonzaga. Sono danneggiati il patrimonio diocesano, la basilica
di Santa Barbara, la chiesa di Sant'Andrea
con la facciata classicista dell'Alberti. E
soprattutto, ricorda il sindaco, lo è il pa-
trimonio comunale: Palazzo del Podestà,
torre delle Ore, Palazzo della Ragione,
torre dell'Orologio, per dire l'essenziale.
Il turista lo capisce appena s'affaccia al
cuore del centro storico: i palazzi della
Ragione e del Podestà, le torri, la Rotonda di San Lorenzo in piazza Erbe sono
tutti transennati e impacchettati, e senza
neanche un gran fervore di operai. Sconcertante. Fortuna che la Regione Lombardia ha versato 2,7 milioni, senno
chissà a che punto saremmo. È chiusa al
pubblico pure la Domus Romana, coperta da un cassone di metallo bruno che i
locali chiamano Toblerone: sarà smantellato. Almeno, sottolinea Sodano, il 29
marzo riapre la Biblioteca Teresiana. E
grazie al cielo l'altro gioiello turistico, il
polo espositivo di Palazzo Te, assai fre-
quentato dai turisti, anche stranieri, è
pienamente operativo, perché di danni ne
ha avuti pochi.
Quanto al ministro Bray, prima che cadesse il governo Letta ha annunciato una
visita a Mantova per il 3 marzo. A tal fine
si è adoperato Matteo Colaninno, deputato mantovano del Pd, d'intesa con la giunta
di centro-destra. «Nell'interesse della città», dice, e ripete che, Bray o non Bray, «il
milione e mezzo di Arcus è confermato e
attivo». La sensazione, ogni volta che si
parla di restauri di beni dello Stato, è quella
di una lotta di cani intorno all'osso. Immagine distante dagli eleganti cani da caccia e
cavalli e cavalieri del Mantegna, che allietano i Gonzaga sullo sfondo azzurrino di
una Roma idealizzata, come appare sulla
parete ovest della Camera Picta.
Segnalateci i monumenti prigionieri dei cantieri
L'oscurità che avvolge la camera
degli sposi è un'eccezione , in Italia. Ma
un'eccezione di segno positivo : nel senso
che è raro che dopo solo un anno e mezzo
qualcuno senta già il dovere di riaprire
al pubblico una tale meraviglia . Troppo
spesso infatti affreschi e capitelli restano
nell'ombra per decenni , preclusi agli
appassionati a causa di ritardi , scartoffie
e lentezze nei lavori che dovrebbero ridare
loro splendore. Succede anche a star
internazionali come il Priapo della domus
dei Vettii , una delle dimore pompeiane più
Politica locale
celebrate del mondo , stampata su migliaia
di dépliant, raccontata in centinaia di libri,
immaginata da milioni di turisti.
Immaginata, perché da dodici anni è chiusa
al pubblico , e non per il timore che le sue
scene erotiche facciano scandalo , quanto
per i trabbattelli , gli appalti e i ricorsi che si
alternano senza fine. Come succede anche
nel cuore di Roma, nelle stanze imperiali
della Domus Aurea, aperta solo a singhiozzo
nell'ultimo decennio e ora inaccessibile
a causa di crolli, infiltrazioni e cedimenti su
cui le pezze non sembrano mai sufficienti.
Non è un male solo del Centro-sud,
questo dei restauri -bradipo. Anche a Milano
i gioielli possono rimanere serrati a lungo:
il Teatro Lirico, palco dell'ultimo discorso
di Mussolini e sala simbolo del cantautore
Giorgio Gaber, è chiuso dal 1999. I casi
sono tanti , troppi : per questo "l'Espresso"
ha deciso di lanciare una campagna
nazionale per segnalarli tutti. A partire da
oggi, sul nostro sito web (www.lespresso.
it) ogni lettore potrà segnalare monumenti
imprigionati da cantieri interminabili.
Bastano una foto e una breve descrizione.
Pagina 11
LA SOVRINTENDENTE
GIOVANNA PAOLOZZI
STROZZI. SOTTO, DA
SINISTRA , TRE ESEMPI DI
BENI INAGIBILI: LA DOMUS
AUREA A ROMA ; LA CASA
DEI VETTII A POMPEI; IL
TEATRO LIRICO DI MILANO
solidarietà internazionale. Gli autori in-
E ora l'altra parte declinista della storia. Il turismo, s'è detto, ha subito un
grave calo. Attutito, per la verità, dai
buoni numeri del Festivaletteratura, l'appuntamento di settembre: i 112 mila visitatori del 2013 sono anche frutto di
DA POMPEI ALLA
DOMUS AUREA,
DECINE DI SILI
RESTANO VIETATI AL
PUBBLICO PER ANNI
Politica locale
glesi, tedeschi, spagnoli, a Mantova graziosa e mangereccia
sono affezionati. Non tradiscono. Per le
entrate turistiche quelle giornate di fine
estate sono puro ossigeno. E però la città
ha fallito un altro obiettivo a cui teneva
molto, tanto che si vedono ancora in giro
le affissioni beneauguranti: è stata esclusa
dalla candidatura a capitale europea
della cultura 2019, con l'agognato timbro stellato di Bruxelles: restano in lizza,
al centro-nord, Ravenna, Siena, Perugia.
Causa recessione faticano anche le librerie, che pure sono ben frequentate, Di
Pellegrini, Giunti, Feltrinelli. Parecchi
negozi hanno chiuso. Lugubri i "Compro
oro" con le serrande abbassate.
Insomma, a Mantova tira un'aria depressiva che fino a pochi anni fa non le
apparteneva. Si è sempre contato sul connubio virtuoso cultura-gastronomia-territorio. «Ma dalla provincia», riassume il
portavoce del sindaco, Alessandro Colombo, «la crisi è arrivata in città. E qui
non ce l'abbiamo, un Barilla, a dare ossigeno». Una battuta per dire che Mantegna
forse non basta. Farebbe comodo un Barilla, un marchio forte che trainasse il
settore agroalimentare, la vera vocazione,
il punto di forza di questo angolo di Lombardia. Un mantovano quattro suini, dice
il motto. Ma il tessuto delle imprese è
frammentato. Non basta il circuito del
Grana Padano e dei salumifici, o la Strada
dei sapori, con vini Doc di qualità, se è in
ginocchio l'industria classica, con la raffineria les e le storiche cartiere Burgo che
stanno liquidando le ultime manciate di
lavoratori. Resistono i tessili, Corneliani e
la Lubiam. Ma i potenti Marcegaglia
stanno a Gazoldo degli Ippoliti, a venti
chilometri, è già un altro bacino. Colaninno padre ha la casa in centro ma la testa
negli Emirati Arabi, a battibeccare per
Alitalia. E un san Barilla, un Barilla redentore proprio non si vede. ■
Pagina 12
Tre dirigenti in più
Ma il municipio
ritocca il personale
Suzzara. In pensione da 7 a 10 persone, non tutte sostituite
il Comune vara l'esternalizzazione del nido. Prime proteste
® SUZZARA
La giunta di Suzzara ha approvato il piano triennale 2014-16
del fabbisogno di personale.
Turn aver, sostituzioni, posizioni apicali, nomina di un responsabile
dell'Istituzione
"Città di Suzzara". Il tutto passerà all'esame dei sindacati.
NOTE DOLENTI. Per quanto riguarda il turn over del personale, «nel corso del triennio
2014-16 è prevista la cessazione di un numero di dipendenti
variabile tra le 7 e le 10 unità precisa il documento di programmazione -. Fatta eccezione per il personale in servizio al
nido, per la quale struttura si
prevede la progressiva esternalizzazione delle sezioni, le unità cessate dovranno essere integralmente sostituite, trattandosi di figure che operano in servizi non esternalizzabili e funzionalmente strategici. Considerati i vigenti vincoli alle assunzioni, il competente servizio personale è pertanto autorizzato
ad attivare le procedure di mobilità per la sostituzione con
personale di pari profilo delle
unità di cat. C che dovessero
cessare nel triennio, salvo le
educatrici in servizio al nido comunale». Sul fronte delle
"sostituzioni" il competente
servizio personale è autorizzato «a procedere alle assunzioni
a tempo determinato, nei limiti
dei vincoli di legge, necessarie
a garantire la funzionalità dei
servizi, anche nelle more
dell'assunzione per mobilità o
concorso di personale cessato».
PIU' DIRIGENTI. C'è poi il capitolo dei dirigenti comunali:
«L'esperienza di quasi un decennio di figure apicali nell'organizzazione dell'ente si è rivelata una scelta che ha contribuito a darle maggiore solidità ed
efficienza - si legge nel documento -. La prosecuzione di
questa esperienza si scontra
ora, da un lato, coni limiti dalle
leggi. Pur in questo contesto,
l'amministrazione ritiene ne-
cessarlo dare indicazioni affinché, ricorrendo a tutti gli strumenti a disposizione, venga
consentito il mantenimento
dell'organizzazione del Comune come oggi delineata, ovvero
disposta su tre dirigenze e due
posizioni organizzative apicali».
LE NOVITA'. Nel corso del triennio 2014- 2016, dunque, il Comune provvederà ad una assunzione a tempo indeterminato di un dirigente per l'area tecnica (con decorrenza dalla cessazione del contratto del titolare in servizio a tempo determinato e ad un'assunzione a tempo determinato di un dirigente
per l'area finanziaria, successivamente al rinnovo delle cariche elettive) e nell'anno 2015
ad una assunzione a tempo indeterminato di un dirigente per
l'area servizi alla persona. Mediante contratti flessibili sarà
garantita la continuità della direzione del servizio. L'amministrazione comunale ha deciso
anche di ripristinare la figura di
responsabile dei servizi culturali che era rimasta vacante dopo
il raggiungimento dei limiti di
servizio di Irene Nicolis. «L'analisi organizzativa svolta in riferimento alla struttura dell'ente,
ha messo in luce, inoltre, una
sicura carenza derivante dalla
mancata sostituzione a decorrere dall'anno 2010 della cessata dirigente del settore cultura
- si legge nella nota - Pur non
essendo presenti le condizioni
per ripristinare tale dirigenza,
si rende comunque necessario
l'individuazione dall'esterno
mediante mobilità di una figura con esperienze e caratteristi che professionali adeguate a
svolgere compiti di posizione
organizzativa presso l'Istituzione».
PROTESTE. Il Piano triennale
per il fabbisogno di personale
redatto dall'amministrazione
comunale, secondo indiscrezioni ha già creato qualche mal
di pancia.
(m. p.)
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M, ìI nun,iciEii
Politica locale
Pagina 13
II Comune di Suzzara
Politica locale
(foto d'archivio)
Pagina 14
«SOT
CHIO».Ospite Massimo Mariotti
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«Stipencli croro ?.
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tunprOblema
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tuttonazi*onale»
Il presidente di Acque Veronesi
difende i dirigenti dell'azienda
Gli stipendi «stellari» dei dirigenti di Acque Veronesi, l'azienda pubblica che gestisce
la rete idrica scaligera, è stato
l'oggetto della video rubrica
sul nostro sito internet (www.
larena.it). L'ospite non poteva
che essere il presidente di Acque veronesi: Massimo Mariotti. Dai lettori sono arrivate
decine di email indignate per
la notizia che il direttore generale, Francesco Berton, nel
2013 ha percepito per il suo lavoro 242mila euro mentre altri cinque dirigenti avevano
stipendi sopra i 100mila euro
annui.
Mariotti ha confermato le cifre spiegando che «quanto
percepito da Berton nel 2013 è
una parte imputabile allo stipendio stabilito dal contratto
nazionale, un'altra parte deriva dal sistema premiante
aziendale e poi ha anche monetizzato delle ferie non godute. Lo stesso vale per gli altri
dirigenti». Tutto regolare dunque, ma non sembrano cifre
eccessive? Mariotti sostiene:
«Sono d'accordo che, non dico
eccessivi, ma sono stipendi alti e in tempi di crisi vanno sicuramente riconsiderati ma noi
già l'anno scorso, rendendoci
conto delle sproporzioni, abbiamo iniziato una riduzione
dei dirigenti che erano troppi
per colpa della confluenza di
Acqua: Scenario
Massimo Mariotti
diversi consorzi all'interno dell'azienda. L'anno scorso abbiamo ridotto di tre dirigenti. Erano nove ora sono sei e non abbiamo fatto nessun aumento e
nessuna nuova assunzione».
Mariotti conferma anche che
alcuni non sono nemmeno laureati ma, dice, «non li abbiamo assunti noi, sono il risultato dell'assorbimento e non è
che si può licenziare la gente
dalla sera alla mattina solo
perché non è laureata, loro
stanno facendo quel lavoro da
dieci anni».
Il problema, per Mariotti, è
nazionale: «In Italia ci sono
3,7 milioni di dipendenti pubblici, di questi 260mila sono dirigenti a una media di 100mila euro di stipendio l'anno.
Spetta ai cittadini esprimersi
al voto per modificare le cose.
La responsabilità non è
mia». • G.COz.
Pagina 15
VILLA
CINA. Non accennano a diminuire le incursioni dei pirati e i casi di sfacciata inciviltà
Sporcizia, rifiuti e cinque slot:
il Mella soffocato e oltraggiato
Un bidone sospetto è spuntato sotto il ponte a Pregno
I videopoker erano stati gettati in
canale laterale:
da stabilire se siano stati abbandonati dopo
o
............................................................
Marco Benasseni
Nonostante i moniti, le sanzioni, gli appelli e le campagne di
sensibilizzazione, il Mellaè ancora una discarica a cielo aperto per incivili e pirati. Che nel
greto del fiume e in quelli degli affluenti gettano di tutto e
di più: plastica, carta, laterizi e
materiale edile, copertoni, ferro, scheletri di elettrodomestici e persino slot machine.
Già, le famigerate macchinette. Cinque, dopo lasegnalazione di alcuni passanti, sono state recuperate dal fondo della
roggia tra la ciclopedonale e il
Mella, ora in secca indotta per
alcuni lavori nel centro sportivo di Cogozzo, a Villa Carcina.
VISTO LO STATO, si presume che
si trovassero lì da mesi, nascoste dall'acqua alta. «Non ci saremmo mai accorti delle slot
se il livello dell'acqua non fosse stato abbassato per i lavori spiega Stefano Colosio, consigliere con delega allo Sport -. A
seguito di una segnalazione, ci
siamo subito attivati per un sopralluogo con il comandante
della Polizia locale, il quale ha
Rifiuti: Scenario
Tre dei cinque videopoker ripescati dal canale accanto al Mella
Le macchinette
sono riemerse
quando il livello
stato abbassato
per alcuni lavori
al centro sportivo
poi coordinato i nostri addetti
alla manutenzione per ripescare i rottami». Le macchinette
passeranno al vaglio di carabinieri e guardia di finanza, che
cercheranno di capire da dove
provengono, se sono state gettate lì in seguito a furti e se siano ancora dotate di matricole
leggibili.
Ma i (tristi) ritrovamenti delle ultime ore non sono finiti.
Ieri mattina sotto il ponte di
Pregno è stato recuperato un
contenitore metallico (40 centimetri di diametro e 80 di lunghezza) con all'interno del bitume solidificato.
Nel primo pomeriggio l'assessore all'Ambiente Claudio
Marianini è sceso sotto il ponte coi tecnici dell'Arpa che, dopo il sopralluogo, hanno autorizzato la rimozione.
«Probabilmente il contenitore è stato trasportato dalle correnti - spiega Marianini -, ma
essendosi fermato sul nostro
territorio l'Arpa ci ha imposto
di provvedere alle analisi del
contenuto e al relativo smaltimento. Ci penseranno i volontari della Protezione civile».
La stradaper restituire dignità al Mella è ancora lunga. Senza contare che abbandoni e gesti di inciviltà vanno a gravare
sulle casse del Comune, quindi sulle spalle della comunità.
«Perla nostraAmministrazione l'attenzione per l'ambiente
è sempre stata al primo posto conclude l'assessore -. Siamo
in attesa di conoscere il progetto definitivo che l'Aipo - l'Agenzia interregionale del fiume Po metterà in campo perla cucitura degli argini e la sistemazione del letto del fiume. Un intervento da 370 mila euro per la
sistemazione del Mella tra il
ponte di Crocevia e Cailina e la
frazione eli Cogozzo». •
RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ultimate le indagini Arpa sul sito infestato da rifiuti nocivi: a pagare sara Roma
Fanghi, polveri di metalli,
materiali da demolizione, terre
di fonderia. Tradotto: rifiuti nocivi. Questi i veleni che, secondo
le indagini condotte dall'Agenzia regionale per la protezione
dell'ambiente (Arpa), infestano
la discarica di via Caprera. La discarica abusiva tombata e portata alla luce nel 2001 nel corso dei
lavori di realizzazione del raccordo fra il casello Brescia Ovest e il
polo fieristico. Dopo anni di
stop dettati da ricorsi e controricorsi, finalmente la bonifica del
sito potrà iniziare.
Daccapo. Agosto 2001: le indagini del Comando nucleo provinciale della Polizia tributaria - in
collaborazione con Arpa - individuano due discariche abusive in
via Caprera. Di qui, il via al procedimento amministrativo (condotto sui due fronti, Comunale e
ministeriale) che inserisce immediatamente all'interno del
perimetro del Sito di interesse
nazionale Brescia-Caffaro l'area
in questione.
Maggio 2012: a richiamare l'at-
tenzione del Ministero sul caso che attraverso Sogesid, come
stabilito il 10 novembre 2011, doveva occuparsi degli interventi
di risanamento previsti nell'Accordo di programma siglato nel
2009 - è il responsabile del Settore ambiente ed ecologia del Comune, Angelantonio Capretti.
Che spiega come - a fronte della
vera e propria esplosione di
un'emergenza nell'emergenza l'Amministrazione si sia «fatta
carico» di messa in sicurezza
d'emergenza delle acque di falda in primis. E, in seconda battuta, della discarica stessa nonché
del progetto di bonifica dei suoli
e delle acque. Perché? Perché i
privati inizialmente individuati
come «soggetti responsabili» secondo la sentenza pronunciata dal Tar - «non sono stati individuati con assoluta certezza». A
chi tocca allora pagare il risanamento? Al Ministero. Che ha individuato in Sogesid «il soggetto
di cui avvalersi per la realizzazione degli adempimenti connessi
alle due discariche».
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Sarà Sogesid ad occuparsi della messa in sicurezza
Rifiuti: Scenario
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Rifiuti: Scenario
Pagina 18
Dal3 marzo
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con alleggerimenti
a impatto parziale
Paola Ficco
Alleggerimenti in vista per
il Sistri ma che difficilmente saranno tutti operativi perla partenza del prossimo 3 marzo, stabilita peri produttori iniziali di
rifiuti pericolosi, i trasportatori in conto proprio e, nella sola
Regione Campania, per i Comuni e trasportatori di rifiuti
urbani. Seconda partenza dopo il primo "round" del i°ottobre 2013 che ha riguardato gestorie nuovi produttori di rifiuti speciali pericolosi.
Avvio confermato anche dopo l'emendamento al decreto
Milleproroghe perché questo incide solo sulla decorrenza delle
sanzioni e sull'allungamento del
"doppio binario" documentale
manon sull'operatività, come stabilita dall'articolo u, del decreto
legge 101/2013.
La riduzione degli adempimenti e della platea dei produttori iniziali di rifiuti pericolosi obbligati è stata discussa nella riunione del 19 febbraio tra il ministero dell'Ambiente e il Tavolo
tecnico di monitoraggio, cui partecipano le associazioni di categoria. La riunione ha confermato
la futura introduzione di una serie di snellimenti procedurali, come anticipato dal Sole 24 Ore del
18 febbraio: tra i molti, scomparsa della chiavetta Usb, semplificazioni tecniche e informatiche
permicroraccolta e interoperabilità, ripetizione automatica del
Pin. Dal 3 marzo, inoltre, dovrebbe essere disponibile un canale
informatico unico per la soluzione dei problemi, mentre tutti i
soggetti della filiera potrebbero
compilare in modo indistinto le
varie schede prima della movimentazione del rifiuto.
Lariunione siè anche occupata dello schema di decreto che
inciderà soprattutto sul nodo
fondamentale della disciplina: i
produttori iniziali di rifiuti peri-
Rifiuti: Scenario
colosi obbligati ad aderire. Proprio questo decreto non sembra
ragionevole possa entrare in vigore entro il prossimo 3 marzo,
considerando il tempo necessario per avere il parere dei ministri dello Sviluppo economico e
delle Infrastrutture, l'iter burocratico per la pubblicazione in
Gazzetta ufficiale e il fatto che il
suo contenuto è ancora da definire esattamente, anche se la
nuova versione dovrebbe essere disponibile abreve.
Infatti, rispetto allo schemainiziale diffuso il 18 febbraio, il ministero ha informato che lo scenario soggettivo di riferimento era
Nel decreto annunciato
dal ministero
ancora da chiarirei limiti
dell'esclusione
per le piccole imprese
........................................................................
già mutato. Nella prima versione
le esclusioni riguardavano i produttori iniziali di rifiuti speciali
pericolosi da lavorazioni artigiane fmo a dieci dipendenti. A prescindere dai dipendenti, si aggiungevano i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da demolizione, costruzione e scavo e da attività commerciali e di servizio. Il
nuovo testo, invece, manterrebbe l'esclusione solo periproduttori iniziali fino a dieci dipendenti.
Il ministero è parso disponibile
ad accogliere larichiesta di esclusione anche per le attività industriali fino a dieci dipendenti.
La riunione si è anche occupata della richiesta di soppressione
delversamento del contributo Sistri2o14, entro ilio aprile. Una decisione di questa natura spetta al
ministro e quindi, ormai, algoverno che si insedierà.
ORI PRO O U ZIO NE RISERVATA
Pagina 19
INIZIATIVE. Al via il modello «energy sharing»
ForGreen lancia
a coop per usare
energia rmnovaDue
Il progetto: 160 famiglie veronesi
condividono impianto verde
ForGreen spa, dopo l'esperienza Energyland avviata nel
2011, lanciala nuova cooperativa Energia Verde WeForGreen, un investimento finanziario che punta su un nuovo modello di «energy sharing».
Il progetto consentirà a 160
famiglie di diventare produttrici di energia elettrica in proprio attraverso la condivisione di un impianto da fonte rinnovabile già realizzato.
L'iniziativa, che nasce a oltre
due annidi distanza dalla Cooperativa Energyland, è promossa da ForGreen spa di Germano Zanini, dopo un'esperienza maturata di 15 anni nel
settore dell'energia e nei progetti di energia collettiva, come i consorzi energia pulita
dei consumatori imprese agli
inizi del 2000 e i consorzi di
produttori di energia verde
del 2012.
«La cooperativa WVeForGreen risponde alla domanda di
chi ha sempre desiderato l'indipendenza energetica, di chi
ha da sempre voluto autoprodursi energia dafonte rinnovabile, ma era preoccupato dalla
gestione di un impianto», spiega Zanini. «Risponde a tutte
le famiglie che vivono in un
condominio o in centro storico con vincoli architettonici,
oppure che sono in affitto, e
che vorrebbero realizzare un
impianto fotovoltaico e produrre energia».
La struttura scelta dalla cooperativa è La Masseria del Sole, un parco vicino a Lecce realizzato grazie alla bonifica eli
una discarica esaurita.
La creazione di questo impianto fotovoltaico ha permesso il recupero di quest'area altrimenti inutilizzabile, facendola diventare un sito in cui
produrre energia elettrica pulita.
«WeForGreen consentirà a
tutti i soci di tagliare i costi della bolletta e migliorare l'ambiente», conclude Zanini. «È
un progetto che intende unire
e associare tutte le famiglie
che condividono l'idea che produrre energia oggi può essere
un investimento per il futuro».
In Italia, esistono diverse cooperative solari, come la stessa
Energyland, che riunisce circa
100 famiglie di Verona. Dal 29
luglio 2011 i soci si sono uniti e
hanno acquistato il nuovo impianto fotovoltaico della Lessinia, in località Orsara a Lugo
di Grezzana, sottoscrivendo
quote in base al proprio fabbisogno energetico. La cooperativa, grazie a un accordo con
un grossista specializzato, si
occupa di fornire loro l'energia. • M.rr.
© RIPRODUZIONE R15ERVA1 A
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Energia: Scenario
Pagina 20
Sorgenia, le basiche chiedono ai soci 200 milioni in più
(f.mas.) Restano distanti le posizioni tra la Cir della famiglia De Benedetti e le banche creditrici sulla complessa partita
della ristrutturazione di Sorgenia, la società di energia gravata
da 1,86 miliardi di debito di cui 6oo milioni in eccesso. Dopo
l'infruttuosa maxi- riunione della scorsa settimana tra i vertici
di Cir - Rodolfo De Benedetti e Monica Mondardini - e gli
amministratori delegati dei principali istituti (Fabrizio Viola
di Mps, la più esposta, Federico Ghizzoni di Unicredit, Gaetano Micciché di Banca Imi , Pierfrancesco Saviotti del Banco
Popolare, Victor Massiah di Ubi Banca , Giuseppe Castagna di
Bpm) lunedì a Milano si terrà un nuovo summit tra le banche
(e non escluso che vi partecipino di nuovo vertici ) per decidere i prossimi passi. Mentre il socio austriaco Verbund ha già
detto di non voler più investire in Sorgenia, Cir è pronta a fare
la propria parte (cioè a mettere denaro fresco) a condizione
che la ristrutturazione serva al piano industriale e venga concesso nel frattempo uno standstill . L'idea sarebbe di mettere
sul tavolo non più di Zoo milioni, mentre le 21 banche creditrici vogliono un impegno di 300 milioni per concedere un
haircut sui debiti: a meno di un alleggerimento delle posizioni
originarie, la significativa distanza sembra preludere a una
prossima fumata nera. In quel caso, ha spiegato Cir, Sorgenia
avrebbe liquidità solo per un mese, essendo già state revocate
o sospese le linee di credito. E sul mercato c'è chi considera
conveniente per Cir non investire ancora in Sorgenia: un report di Equita sim suggerisce alla holding di azzerare il valore
di Sorgenia in bilancio e di non partecipare alla ricapitalizzazione, mantenendo in cassa i 350 milioni netti del Lodo Mondadori, che potrebbero servire alle altre attività del gruppo e a
un eventuale rimborso anticipato dei 259 milioni del bond
2004, possibile proprio a causa della crisi di Sorgenia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Energia: Scenario
Pagina 21
Il gruppo (fra ì cui soci c'è il grande gioielliere elvetico Bucherer) si prepara a lanciare un'ohhlìgazìone da 30 milioni dì cum
Dalla svizzera Blue Green bond per vendere gas in Italia
DI SERGIO LUCIANO
Un grande gioielliere svizzero, Jorg
Bucherer, attorniato da un gruppo di
soci e amici. Un consulente strategico
come Gianni Varasi, imprenditore italiano
di lungo corso trasferitosi in Svizzera dai
tempi amari ma in qualche modo gloriosi
della Montedison. Un mercato ancora da
conquistare: quello del gas naturale, che
sembra saturo ma secondo i soci di Blue
Green Holdings non lo è. Per questo la
multinazionale svizzera - attiva dal 1983
nell'intermediazione, tra l'altro, di prodotti petroliferi in Europa - ha rotto gli indugi
e ha deciso di sbarcare in Italia finanziandosi con l'emissione di una obbligazione
strutturata da 30 milioni di euro curata da
Lazard e rivolta agli investitori istituzionali. La sorprendente iniziativa si fonda su
Energia: Scenario
un presupposto industriale: «Riteniamo
di poterci inserire tra i primi operatori italiani del mercato del gas perché il tasso
di switching (cioè il cambio di operatore
da parte dei clienti finali, ndr) in Italia è
di appena il 4,7%, contro medie europee
molto più alte, per esempio il 13% della
Bran Bretagna», spiega Massimiliano
Pagani, cfo della holding. «Puntiamo su
volumi di intermediato molti interessanti:
dai 252 milioni per l'esercizio 2014-2015
(con ebitda di 8 e utile di 4) ai 450 del
2017-2018 (con ebitda di 21 e utile di
21) fino ai 570 del 2019-2020 con ebitda
di 30 e utile di 12. Ma già a partire dal
2015-2016 ci dovrebbero essere flussi di
cassa operativi». Il bond viene lanciato in
questi giorni, e chiuderà le sottoscrizioni
a metà marzo, sarà senior secured (la categoria più garantita) e verrà quotato sul
mercato lussemburghese Euro-Mtf dal 31
marzo. L'emittente è la lussemburghese
Soparfi 2 Luxco, creata nell'ambito del
gruppo Blue Green Holdings. La scadenza è fissata per il 31 marzo 2020 (sei
anni di durata), anche se l'emittente ha la
facoltà di richiamo anticipato. La liquidità
raccolta servirà a costituire fideiussioni
bancarie per poter poi acquistare il gas
da vendere a clienti corporale (tramite la
partecipata Ch4) e retail (tramite Alma,
società di distribuzione italiana che verrà
acquistata al termine della raccolta). Le
obbligazioni saranno garantite da pegni
di primo grado sulle azioni Ch4&P, Alma e Soparfi 2 LuxCo. Interessante, e
articolato, il rendimento del prestito: il
tasso minimo fisso annuale è il 6,5%, liquidato a scadenze annuali. Oltre a questo, a scadenza finale viene riconosciuto
agli obbligazionisti un tasso di interesse
variabile così calcolato: il 50% dell'utile netto delle singole società, calcolato
a partire dal secondo esercizio intero
successivo all'acquisizione di Alma, con
un massimo (cap) del 15 % e un minimo
garantito del 10, ed eventuale assegnazione gratuita di azioni Alma, per colmare l'eventuale gap rispetto al target del
10% di utile. Se le azioni Alma venissero
quotate in un mercato regolamentato, al
momento della quotazione gli obbligazionisti avrebbero il diritto di convertire
alla pari il bond in azioni Alma valorizzate
al prezzo dell'ipo. Questo diritto sarebbe,
o sarà, valido in qualsiasi momento della
vita del bond. Alma svolge già attività di
vendita di gas naturale a clienti civili e
micro-business e ad oggi conta 35 mila
clienti grazie soprattutto all'aggiudicazione della gara indetta dal gruppo d'acquisto
«Abbassa la bolletta» organizzato da Altronsumo. (riproduzione riservata)
Pagina 22
Un polo ambientale da 100 milioni di euro
Alle fasi finali il progetto dïjoïnt
fra Iren e Unïeco nell'ambiente
Carlo Festa
Il progetto, secondo indiscrezioni, sarebbe in via di definizione e alle battute finali.
Prevederebbe, secondo i rumors, la costituzione di una
joint venture dove confluiranno Iren Ambiente e Unieco
Ambiente, cioè i rami dei due
gruppi che si occupano di
smaltimento dei rifiuti.
Dall'unione delle due società dovrebbe nascere una realtà
valorizzata attorno ai Zoo milioni di euro e attiva nel settore
dell'ambiente. Giàla scorsa settimana, su alcuni media locali
come la «Gazzetta di Reggio»,
erano state riportate alcune indiscrezioni sull'operazione in
corso d'opera. Secondo i rumorslrenAmbiente, società attivaneirifiutie controllata dalla multiutility quotata (a propria volta partecipata dai Comuni reggiani), avrebbe dovuto acquisire Unieco Ambiente
con un incasso perla cooperativa di 7 milioni di euro.
In realtà, secondo alcune
fonti finanziarie coinvolte
nell'operazione, il progetto
prevederebbe la creazione di
una joint venture nel settore
Energia: Scenario
dello smaltimento dei rifiuti
con il conferimento delle rispettive attività.
Di recente, proprio sulla
scia delle voci di cessione di
Unieco Ambiente, erano nate
delle polemiche: l'operazione
dilren, secondo qualche osservatore, serviva infatti a dare
una mano con un'iniezione di
Il progetto prevede
che nella joint venture
confluiscano i rami delle due
società che si occupano
di smaltimento rifiuti
.........................................................................
liquidità a Unieco, cooperativa reggiana in situazione di forte difficoltà: allusione che è stata smentita la scorsa settimana
in modo deciso dal presidente
di Unieco, Mauro Casoli.
Unieco Ambiente del resto
è un asset interessante: ha un
fatturato in crescita grazie ai
108 milioni nel 2012 contro gli
86 milioni del 2011. A fare gola a Iren sarebbe anche la partecipazione di Unieco in Bar-
ricalla Spa, una delle maggiori centrali di smaltimento dei
rifiuti in Italia.
Unieco è una delle storiche
cooperative reggiane e uno dei
big nel settore dell'edilizia con
un fatturato di circa 6oo milioni di euro. Nata nel 1904, Unieco nasce però ufficialmente
nella sua forma attuale nel 1985
con la fusione di Ircoop e Unicoop. La società cooperativa
cresce tramite acquisizioni dalla fine degli anni 9o in poi: la
maggioranza del capitale di
Clf (Costruzione linee ferroviarie) poi Arfer, Sifel e Lavori
Ferroviari tra il 2007 e il 2010.
La coop va però in crisi negli
ultimi tre anni: il fatturato passa da 652 milioni del 2011 a 594
e, nel marzo 2013 sotto la pressione finanziaria dei debitiverso i suoi 1.600 creditori, avvia
la domanda di concordato preventivo "inbianco".
Fino alla decisione della
settimana scorsa, quando
Unieco e Coopsette, un'altra
coop emiliana, hanno votato
nelle rispettive assemblee di
avviare uno studio di fattibilità sulla fusione.
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Un nuovo centro commerciale
colpi di ruspa dopo II
Bagnolo. Avviato il cantiere per l'urbanizzazione di 40mila metri quadri, cinquemila di area vendita
il complesso con iper e una quindicina di negozi sorgerà fra casello autostradale e Città della moda
di Francesco Romani
! BAGNOLO SAN VITO
Ripartono i lavori per la costruzione del nuovo centro
commerciale a Bagnolo San
Vito. Si tratta di una grande superficie di vendita, di circa
5mila metri quadri, già autorizzata ed inserita nel piano di
governo del territorio. Nascerà nel terreno fra il casello autostradale di Mantova sud e il
complesso della Città della
moda. Il progetto prevede un
ipermercato alimentare da
1.500 metri quadri ed una
quindicina di negozi per una
superficie complessiva di 5mila metri di vendita. Attualmente si stanno eseguendo i lavori
di urbanizzazione che saranno completati entro l'estate.
La società proponente ha tempo sino al 2018 per costruire il
centro, dopodiché scadrà l'autorizzazione commerciale. Si
tratterà di un progetto «di anipio profilo e di respiro internazionale» dal momento che vi è
coinvolta una società inglese.
La vicenda è nata nel 2003.
Promotore dell'iniziativa la società locale Diesse immobiliare, che fa capo al gruppo Dalmaschio. La proposta iniziale
prevedeva una edificazione
commerciale di 10.200 metri
quadri comprendente un ipermercato di 5mila metri ed una
galleria di una decina di negozi. Ma in conferenza di servizi
giunse, assieme al sì dell'amministrazione comunale, anche il no di Regione e Provincia e quindi lo stop. il progetto
venne quindi ridotto (7.500
metri quadri, 6 negozi di media superficie), incappando
nel secondo stop. Il no della
Provincia, in particolare, verteva sulla forte pressione che
le grandi catene di distribuzione avevano nella nostra pro-
Segnalazioni
vincia portando in pochi anni
il Mantovano in testa nella
classifica dei metri quadri di
ipermercato per abitante, davanti a Brescia e Milano.
Ma il Tar riconobbe nel
maggio 2005 ragione alla società promotrice che quindi
ebbe il via libera alla costruzione.
I primi colpi di ruspa arrivarono però solo nel 2008, dopo
che era stato presentato un
terzo progetto, accogliendo in
parte le riserve della Provincia
e giungendo così ad una soluzione bonari a della controversia. Il piano, quello ancor oggi
valido, comprende un ipermercato alimentare da 1.500
metri quadri ed una quindicina di negozi. Della realizzazione del centro si occupava una
società di leasing romana, la
Casello srl dopo avere acquistato dalla Edil Diesse Immobiliare l'area.
La Casello collaborerà in
stretto contatto con una socie-
tà inglese intenzionata a portare sia sul fronte commerciale alimentare, che su quello
dei negozi, una ventata di internazionalità. Questo, considerando che la clientela che
sarà intercettata sarà, in pratica, il bacino d'utenza attratto
dalla vicina Città della Moda.
Il Fashion District calamita a
Bagnolo oltre due milioni di
clienti l'anno.
Ma a dieci anni dal primo
progetto, ora stanno scadendo le convenzioni urbanistiche. La società ha tempo sino
all'estate per completare le
opere di urbanizzazione sui
40mila metri quadri previsti
mentre il costruttore avrà tempo sino al 2018 per edificare.
Dopo di che l'autorizzazione
commerciale difesa con i denti, scadrà.
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II cantiere perla costruzione delle opere di urbanizzazione
Segnalazioni
II centro sorgerà a fianco dei casello A22
(foto Bruno)
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n'o p r nita
per l' ble e
A Mantova si stanno proponendo iniziative per un nuovo
sviluppo industriale che ha come denominatore comune la
"chimica verde". Di questo non
posso che esprimere interesse e
vivo compiacimento.
Quanto più i nostri processi industriali saranno svincolati dalla
fornitura di idrocarburi (petrolio
in particolare) tanto più gli effetti negativi sul l'ambiente che questi comportano saranno attenuati. La possibilità quindi di creare
nella sede mantovana di Versalis
un polo di eccellenza per questa
nuovafrontiera della chimica
non può che essere accolta con i
migliori auspici. Come pure la
possibilitàdi riconversione della
les all'indirizzo di una bioraffineria, perla produzione di bioetanolo (un carburante derivato dal
trattamento delle biomasse da
addizionare alla tradizionale
benzina), rappresenta motivo di
speranza. Si tratta di una produzione prevista dalle direttive europee nel l'ambito del pacchetto
"clima- energia", anche se certamente non sarà un intervento
esaustivo dei nostri fabbisogni.
Si stima infatti che l'Italia, per
ottemperare agli impegni assunti con l'unione europea, dovrebbe produrre qualcosa come
1.500.000 tonnellate di biocarburanti contro Ie30-50.000 prodotte attualmente con materia
prima di provenienza nazionale.
Dunque c'è molto dafare, soprattutto, in termini di sostenibilità.
Perché non basta produrre, ma
occorre produrre bene. Una svolta viene dunque dalla produzione del cosiddetto bioetanolo di
seconda generazione: non più
legato alla trasformazione di
beni primari a base di amido come, ad esempio, lagranella di
mais, quanto piuttosto al l'utilizzo di altri materiali, talora anche
di limitato valore commerciale
ma ricchi di cellulosa.
Per quanto detto, una nuova
frontiera per il riutilizzo di materiai idi scarto o derivati da terreni marginali potrebbe aprirsi e
archiviare le mai sopite polemiche legate alla sottrazione di terreni agricoli a scopo non alimentare. il nostro territorio può dare
un contributo verso questa trasformazione epocale rappresentata dall'economia verde. La nostra Agenzia per l'energiaAgire,
in collaborazione con altre istituzioni e università e in confronto
con le associazioni imprenditoriali, ha iniziato uno studio per
verificare ladisponibilità di materie idonee e di infrastrutture
adatte (l'intermodalità del lazonaindustrialedi Mantovaè
Segnalazioni
un'opportunità unica) alla realizzazione di questa iniziativa. Confido che questo studio dimostri
la compatibilità e, di più, evidenzi l'interesse delle realtà produttive: in particolare spero che il
comparto agricolo collabori a
favorire l'integrazione della loro
produzione tra l'utilizzo alimentare e quello energetico. In tal
modo si darebbe un segnale,
anche oltre i nostri confini provinciali, che la sostenibilità ambientale può ben coniugarsi con
le realtà produttive mantovane,
che incrementerebbero la loro
redditività. Così operando, a beneficiare non sarà solo l'ambiente, ma anche coloro che attendono una svolta positiva allo stato
di crisi occupazionale. Nei loro
confronti, anche a nome di Agire, colgo l'occasione per esprimere la più profonda solidarietà.
Alberto Ghidorzi
Presidente Agire
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