Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese 11 – 25 luglio 2014 A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2 Congiuntura: legislazione: ed. scolastica: infrastrutture: riq. urbana: Federlegno: debiti Pa: housing sociale: Ance: edilizia più snella con la riforma della Pubblica Amministrazione (sito internet edilportale, 14.07.14) scuole belle da finanziare con le risorse dei Comuni (Italia Oggi, 16.07.14) autostrade in PF, servono 2,9 mld di fondi statali (Il Sole 24 Ore, 16.07.14) rigenerazione e riuso partecipati (Il Sole 24 Ore, 16.07.14) design italiano in vetrina a Bruxelles (Il Giornale, 18.07.14) il patto verticale ridistribuisce 1,5 mld (Il Sole 24 Ore, 22.07.14) da invenduto a housing sociale, piani di riconversione (Il Sole 24 Ore, 23.07.14) dal 2008 persi 58 miliardi di fatturato (Il Sole 24 Ore, 23.07.14) Grandi imprese delle costruzioni: Mauro Saviola: ZH Construction: coop di costr.: Cesi: Valdadige: Febal: Maltauro: Ccc: Buzzi Unicem: Sama, i sindacati in Municipio e dal Prefetto (Gazzetta Mantova, 15.07.14) ZH, c’è la cassa integrazione (Corriere del Trentino, 16.07.14) puntano a creare un unico mega polo (Wall Street Italia, 16.07.14) le mosse del liquidatore (Corriere Romagna, 16.07.14) in liquidazione (Corriere Romagna, 18.07.14) la cucine a S. Marino e i dipendenti diventano precari (Il Resto del Carlino, 18.07.14) ridisegna la governance (Milano Finanza, 18.07.14) vince il polo culturale di Modena (Il Sole 24 Ore, 23.07.14) promossa da Equita (Milano Finanza, 24.07.14) Rapporti e studi: Banca d’Italia: Eurostat: Tecnocasa: Unicmi: Istat: Eurostat: Istat: Cresme: Istat: Aspettative di inflazione e crescita giugno 2014 (documento Banca d’Italia, 14.07.14) produzione industriale maggio 2014 (comunicato Eurostat, 14.07.14) Il punto sul mercato immobiliare estero (sito internet casa e clima, 15.07.14) serramenti 2014, ancora in calo (Il Sole 24 Ore, 16.07.14) costo di costruzione di un fabbricato residenziale maggio 2014 (comunicato Istat, 16.07.14) produzione nelle costruzioni maggio 2014 (comunicato Eurostat, 17.07.14) permessi di costruire II semestre 2013 (comunicato Istat, 18.07.14) tornano a crescere i bandi pubblici (Edilizia e Territorio, 21.07.14) fatturato e ordinativi dell’industria maggio 2014 (comunicato Istat, 21.07.14) Eventi: Ance, Assemblea 2014, Roma, 22 luglio 2014 Congiuntura legislazione (14.07.14): Semplificare le procedure per l’avvio delle attività riducendo i passaggi burocratici. È l’obiettivo del ddl contenente la delega al Governo per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, approvato giovedì sera in Consiglio dei Ministri. “Una rivoluzione copernicana”, l’ha definita il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la conferenza stampa in cui è stato presentato il provvedimento, che prevede un'accelerazione per i servizi ai professionisti e alle imprese. Per effetto del ddl approvato, la Pubblica Amministrazione avrà il dovere di mettere online tutti i certificati, che potranno quindi essere scaricati, con un notevole risparmio in termini di tempo e di costi gravanti sulle attività. Ma non solo perché, soprattutto per quanto riguarda gli sportelli unici delle attività produttive e gli sportelli unici dell’edilizia, la delega prevede anche che le amministrazioni si adeguino al principio di unicità dei punti di contatto con i cittadini e le imprese. Nell’adozione dei provvedimenti normativi, inoltre, le Pubbliche Amministrazioni dovranno valutarne l’impatto sulle imprese. Un’altra importante novità, illustrata dal Ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione, Maria Anna Madia, consiste nel potere sostitutivo del Governo nei confronti delle Amministrazioni in caso di inerzia nel rilascio dei pareri. Il silenzio verrà considerato assenso dopo un’attesa di trenta giorni. In caso di discordanza di pareri tra le amministrazioni, a decidere sarà la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il processo di semplificazione passerà infine attraverso il superamento dell’uso della carta nel normale funzionamento delle amministrazioni e la ridefinizione dei processi decisionali, in cui la partecipazione degli interessati diventerà più semplice grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione e all’applicazione del sistema pubblico dell’identità digitale. Il testo che ha ricevuto l’ok del CdM costituisce il secondo step del ddl Repubblica Semplice, esaminato dal Consiglio dei Ministri a metà giugno per dare a professionisti e imprese regole certe ed uniformi per poter operare senza complicazioni. L’iter per l’adozione di un pacchetto di semplificazioni in grado di snellire i rapporti con le amministrazioni è partito ad aprile, quando il Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione ha lanciato la consultazione sulle “100 procedure più complicate da semplificare. Alla consultazione hanno preso parte più di 40 mila persone. Professionisti, imprenditori, ma anche dipendenti pubblici, che hanno 1 2 politiche [email protected] [email protected] segnalato le difficoltà riscontrate ogni giorno nel proprio lavoro. In particolare è emerso che è l’edilizia il settore col maggior numero di procedure complicate, con tempi lunghi per ottenere i titoli abilitativi, alto numero di enti coinvolti nel rilascio delle autorizzazioni e assenza di un riferimento normativo certo a causa di leggi statali e regionali che spesso si contraddicono tra loro. Si va dal permesso di costruire, che si aggiudica il primo posto per lungaggini burocratiche, ai procedimenti di autorizzazione paesaggistica, troppo gravosi anche per i piccoli interventi, fino ad arrivare al caso di Comuni che chiedono l’autorizzazione sismica anche per la realizzazione dei loculi cimiteriali. Sotto accusa anche le procedure per partecipare alle gare d’appalto, con tempi considerati troppo lunghi per ottenere il Durc, la documentazione antimafia e le attestazioni Soa. Dopo l’approvazione definitiva della legge, il Governo avrà a disposizione dodici mesi per adottare i decreti legislativi necessari alla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. edilizia scolastica (16.07.14): Arrivano i primi chiarimenti operativi sulle misure varate dal governo per l'edilizia scolastica. A fornirli è l'Anei, in una nota di lettura pubblicata ieri sul proprio sito, in attesa che la presidenza del consiglio e il Miur pubblichino le Faq per rispondere alle domande più ricorrenti. Molti comuni, infatti, faticano a orientarsi, complice anche il turnover fra gli amministratori seguito alle recenti elezioni, che hanno portato nei municipi diversi volti nuovi. II piano predisposto dall'esecutivo è suddiviso in tre «sottoinsiemi»: scuole nuove, scuole sicure e scuole belle. «Scuole nuove» include 404 interventi, che saranno esclusi dai vincoli del Patto di stabilità interno per le annualità 2014 e 2015. I comuni beneficiari sono stati individuati attraverso le risposte fornite direttamente dai sindaci al premier a seguito delle richieste del 3 marzo e del 16 maggio e sono stati inseriti nei Dpcm del 13 e 30 giugno 2014. Si tratta di opere immediatamente cantierabili che devono essere finanziate esclusivamente con risorse proprie degli stessi comuni. In tali casi, l'agevolazione consiste solo nello sblocco del patto e non è previsto alcun tipo di finanziamento aggiuntivo. Per disciplinare le procedure gestionali, nei prossimi giorni verrà inviata una comunicazione dalla Ragioneria generale dello stato. La presidenza del consiglio, inoltre, invierà a breve una ulteriore comunicazione a quei sindaci che hanno richiesto finanziamenti e lo sblocco del patto dal 2015, e che per il momento non sono stati accontentati, indicando ulteriori forme di finanziamento cui poter far riferimento. «Scuole sicure» prevede invece interventi di messa in sicurezza finanziati con la riprogrammazione dei Fondi i di sviluppo e coesione 2014-2020 a seguito della delibera Cipe del 30 giugno scorso, come previsto all'art. 48, comma, 2 del dl 66/2014. Si tratta di interventi già presenti nelle graduatorie regionali predisposte per il decreto «del Fare» (dl 69/2013). Per acquisire i finanziamenti, gli appalti dovranno essere aggiudicati entro il 30 ottobre 2014. Per questi interventi i sindaci e presidenti di provincia operano in qualità di commissari governativi in base al Dpcm del 22 gennaio 2014. «Scuole belle» finanzia interventi di piccola manutenzione. Le risorse andranno direttamente alle scuole ma l'Anci suggerisce un raccordo tra i dirigenti scolastici e comuni per la migliore finalizzazione delle risorse. (Matteo Barbero) infrastrutture (16.07.14): Per "salvare" i sette grandi project financing autostradali affidati in concessione negli anni scorsi per 15.3 miliardi di investimento sono necessari 2,9 miliardi di risorse pubbliche aggiuntive. In parte finanziamenti diretti, in parte sconti fiscali alle società concessionarie (defiscalizzazioni ex articolo 18 legge 183/2011). Aiuti che si aggiungerebbero ai 2.041 milioni già stanziati. Pedemontane Venete e lombarde, Tem Milano, Asti-Cuneo, Cispadana, Tirrenica Nord, anche la Brebemi: questa la lista dei piani finanziari "da aggiustare". II tema è esploso negli ultimi due-tre anni. La crisi economica ha costretto a ridimensionare le previsioni di traffico delle nuove arterie in project, e la crisi finanziaria ha spinto le banche a inasprire le condizioni e a chiedere maggiori quote di equity.Più in generale ottenere prestiti a lungo termine è diventato quasi impossibile (solo l'intervento di Cdp e Bei ha permesso i closing di Brebemi e Tem nel 2013). A pesare molto sui piani economico-finanziari (Pef è anche l'aumento dei costi delle opere: si aggiudicano le gare sul preliminare, poi passano gli anni, i progetti vengono modificati in seguito alle prescrizioni Via e degli enti locali, e così spuntano "extracosti" da coprire. Già lo scorso anno, con il decreto Fare e Dm attuativi, il governo Letta ha assegnato alla Pedemontana Veneta 44l milioni in più (oltre ai 174 già previsti, per un'opera che ne costa 2.258); e 330 milioni sono andati alla Tem Milano (opera da 1.659 milioni), dove inizialmente non erano previsti aiuti pubblici. Il nodo più urgente è quello della Pedemontana lombarda, maxi-opera da 42 miliardi affidata in concessione senza gara nel lontano 1989 (i lavori si fanno però con gare europee), che ha già un finanziamento pubblico da 1,24 miliardi e prevede nel suo Pef un "subentro" da 1,3 miliardi (quota non ammortizzata dopo i 30 anni di gestione, su cui in ultima istanza c'è la garanzia dello Stato). Il piano non regge più, per le previsioni di traffico e le richieste delle banche, ed è già a un passo del via libera Cipe la concessione di sconti fiscali per un valore attuale di circa 400 milioni di euro. Resta poi il problema del socio di riferimento, la Regione Lombardia, che non ha i soldi per l'aumento di capitale da oltre 500 milioni e non riesce a trovare un socio privato a cui cedere le sue quote. Ma il "buco" c'è anche nella Asti-Cuneo, Pf messo in gara nel 2003 e che ha subìto aumenti di costi da 1,6 a 2,3 miliardi di euro: servono almeno 600 milioni per far quadrare il Pef, e per ora le soluzioni per colmarlo sono lontane. (Alessandro Arona) riqualificazione urbana(16.07.14): In attesa che a Roma prenda quota una disciplina del débat public per coinvolgere le popolazioni nell'approvazione delle infrastrutture, partono sul territorio iniziative di progettazione partecipata legate a operazioni di rigenerazione urbana. Ruolo crescente ce l'hanno gli «incubatori di facilitazioni delle trasformazioni urbane»: la definizione è di Angelo Patrizio, direttore Urbanistica di Confcommercio, coordinatore di Urban Pro, struttura creata nel 2012 da Ance, Consiglio nazionale architetti, Confcommercio e Unioncamere. Urban Pro è nata ai tempi delle grandi aspettative, poi deluse, del «piano città», ma Patrizio è riuscito a ridargli una missione: pratiche rigorose di «ascolto e partecipazione» e attenzione ai crescenti fondi Ue destinati a progetti urbani. Mentre tutti invocano politiche urbane innovative, Patrizio gira l'Italia: cerca di mettere insieme progetti di rigenerazione urbana dando«carta e matita» a operatori economici e cittadini. «In tutte le città - dice -le chiusure di esercizi commerciali si aggirano intorno al 20-30%, ma se in una porzione di città chiudono 8 o 11 o15 negozi, non c'è solo riduzione del potenziale economico, c'è anche una grave perdita di urbanità». Patrizio realizza con la sua struttura di giovani architetti censimenti del territorio e costruisce «mappe isometriche» per calcolare il gap crescente fra offerta effettiva e potenziale. Padova, Gorizia, Mantova, Arezzo, Follonica, Bassano, il borgo medievale umbro di Torgiano: molti i fronti aperti da Patrizio. Viene chiamato per una emergenza (Ztl o apertura di centri commerciali), ma l'obiettivo è sempre coinvolgere operatori e cittadini, aiutandoli a «leggere» il territorio. Come succede con il débat public, la partecipazione popolare, quando trova momenti di sintesi, spinge i progetti e aiuta a superare resistenze burocratiche e politiche. A Vibo Valentia grazie a fondi per 6 milioni della Camera di commercio, si sta dando vita a progetti di riqualificazione del centro storico e del porto. Si farà un concorso di idee, strumento di trasparenza e apoteosi della partecipazione popolare: riqualificazione del reticolo viario e commerciale del centro, recupero di due palazzi storici, demolizioni dell'edificio «della vergogna», abbandonato da anni. A Oristano invece sono stati 40 operatori commerciali attraverso lo strumento del questionario - a mettere i paletti a un progetto di mercato coperto in centro. Risposte sorprendenti con Ia consapevolezza a larghissima maggioranza che sarebbero utili all'interno del mercato una piazza o spazi per intrattenimenti di bambini. Patrizio si incarica di portare dentro il progetto di architetti locali queste istanze di base, mentre nel piano triennale del comune ci sono 3,9 milioni per realizzare l'opera. Ma la urban regeneration sarà sempre più anche riuso di edifici esistenti, spesso abbandonati. Matteo Robiglio, architetto, socio di «Tra», docente al Politecnico di Torino, ricorda che ci sono aree potenziali inesplorate per progetti low cost e «rigenerazione incrementale». «La rigenerazione - dice - è un processo economico del tutto diverso dalla nuova costruzione, ha bisogno di processi bottom up che coinvolgano i cittadini, fa riferimento a un'economia locale, diversificata e sociale». Occorre ricostruire un modello produttivo ed economico capace di incrociare una domanda in radicale evoluzione. «Le case al posto delle fabbriche con project financing di fine secolo non si sono fatte a causa della crisi – dice Robiglio - ma non è certo che la generazione dei millennials che fra poco si affaccerà al mercato e quella dei loro fratelli maggiori abbiano ancora voglia di palazzine e "trilocali doppi servizi". Gli spazi che hanno frequentato durante i loro periodi Erasmus, che fanno da sfondo ai videoclip più cool, sono certo più simili alla fabbrica che alla palazzina». (Giorgio Santilli) FederlegnoArredo (18.07.14): Il nostro design ha contribuito all'affermazione del made in Italy in tutto il mondo e continua a diffondere in ogni angolo del pianeta l'apprezzamento di un life style insieme con moda e cibo, ma anche con l'unicità dei beni culturali. Detto questo, in occasione del semestre di presidenza italiana a Bruxelles, FederlegnoArredo e Adi proseguono nel loro percorso di promozione del design italiano ovunque se ne presenti occasione. È la volta della sede del Consiglio dell'Unione Europea (Palazzo Justus Lipsius), in concomitanza con il semestre di presidenza italiana. Si tratta di alcune iniziative che coniugano alte e design, Nell'ingresso dell'edificio, sempre al piano terra, sono esposti infatti i 20 prodotti vincitori del recente Premio Compasso d'Oro Adi. Le sale di rappresentanza (al piano ricevimento), affidate all'Italia per tutto il periodo di presidenza. sono arredate a cura di FederlegnoArredo. Sullo stesso piano, inoltre, sono esposti sei prodotti della Collezione Storica Compasso d'Oro Adi (uno per decennio) a raccontare il percorso storico della produzione e del premio che promuove il design italiano fin dal 1954.«Essere presenti in questo luogo di grande visibilità politica con il migliore design è per FededegnoArredo un onore – sottolinea il presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero - Rappresentiamo un'eccellenza per il Paese e siamo certi che portare il meglio della creatività italiana a Bruxelles sia un modo per portare valore a questo semestre di presidenza italiana». Snaidero, infine, sottolinea l'importanza dell'obiettivo finale, vale a dire fare sistema con le istituzioni visto che il design è una risorsa strategica e trasversale in grado di connettere la produzione, la formazione, il commercio e il turismo valorizzando le eccellenze nei vari settori. E di conseguenza, dare un contributo determinante al la ripresa e alla crescita della nostra economia. debiti Pa (22.07.14): Dopo oltre un anno di "digiuno" di norme ad hoc, anche per le spese in conto capitale (vale a dire per gli investimenti) tornano le misure di accelerazione dei pagamenti dovuti alle imprese dalle pubbliche amministrazioni. Almeno questa è la promessa fatta ieri dal ministero dell'Economia con il protocollo d'intesa firmato con le associazioni di imprese. Oltre all'impegno di almeno 500 milioni di nuovi «spazi di patto» - che potranno arrivare a un miliardo con la legge di stabilità - i costruttori salutano con particolare soddisfazione la conferma del «patto verticale incentivato». Il «patto verticale incentivato» è un meccanismo in funzione dal 2012 che consente alle Regioni - a fronte di un consistente incentivo cash concesso dal Tesoro - di trasferire agli enti locali del proprio territorio parte degli «spazi di patto», cioè l'allentamento dai vincoli del patto di stabilità interno, di cui godono annualmente le Regioni stesse. L'incentivo consiste nell'assegnazione ai governatori di somme pari all'83% circa di quanto viene liberato per comuni e province. Se la Regione cede 100 euro di svincolo dal patto a comuni e province, riceve dal Tesoro 83 euro cash. L'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori, ha calcolato, sulla base di un'indagine svolta presso le ragionerie di tutte le regioni, che nel 2014 il «patto verticale incentivato» ammonterà a 1.522 milioni contro i 1.714 del 2013 e i 1.866 del 2012. Nel 2014 a utilizzare maggiormente lo strumento sono state la Sicilia (231 milioni), la Lombardia (212 milioni), il Lazio (153 milioni), la Campania (135 milioni), il Piemonte (105 milioni), l'Emilia-Romagna (100 milioni). Prima del 2012 il «patto verticale» esisteva (nel senso che le regioni potevano già usufruire degli spazi di patto e trasferirlo agli enti locali) ma non c'era l'incentivo e il meccanismo funzionava meno bene. Di fatto non veniva utilizzato o veniva utilizzato del tutto marginalmente. Si vede chiaramente dai numeri: 259 milioni nel 2009, 409 milioni nel 2010, 1.125 milioni nel 2011. Non solo. Fino al 2010 solo una piccola quota di regioni utilizzava il «patto verticale»: sei nel 2009, sette nel 2010. Nel 2011 erano salite a tredici, nel 2012 a 16, 15 nel 2013, 16 nel 2014. L'Ance ritiene invece che il «patto verticale» sia una modalità efficiente per razionalizzare la spesa degli enti locali spostando capacità di spesa dalle regioni (che non sempre le utilizzavano in passato pur avendola) a quegli enti locali che mostrano fabbisogni più elevati. «La regionalizzazione del patto di stabilità interno – spiega il documento dell'Ance rappresenta una reale opportunità di miglioramento dell'efficienza dei sistemi dei pagamenti da parte degli enti locali, consentendo di ridistribuire il peso del Patto tra i vari enti, in funzione della capacità di spesa, e di superare la rigidità nell'assegnazione degli obiettivi di Patto effettuata dal Mef». Una modalità per rendere meno «sciocchi» i vincoli del patto di stabilità interno. «Attraverso la cessione di spazi finanziari, gli spazi finanziari non utilizzati da alcuni enti (prevalentemente le regioni) vengono messi a disposizione di altri enti per allentare il Patto di stabilità interno». (Giorgio Santilli) housing sociale (23.07.14): Potrebbe arrivare già oggi in Consiglio dei ministri il disegno di legge delega per la riscrittura del Codice degli appalti. Lo ha confermato ieri parlando all'assemblea dell'Ance Riccardo Nencini, il viceministro alle Infrastrutture che segue in prima persona la partita della riforma. Ma a Porta Pia si lavora a un altro tema caldo sul fronte sociale e sensibile per i costruttori: trasformare le abitazioni rimaste invendute a causa della crisi, in un bacino di nuovi alloggi popolari, utile a stemperare la tensione abitativa nelle grandi città e a ridurre il «magazzino» rimasto in pancia ai costruttori. «Stiamo studiando una soluzione a un tavolo cui partecipano anche l'Abi Cdp e sono presenti anche i costruttori – ha spiegato il viceministro -. Dobbiamo trovare una soluzione a un problema paradossale: da una parte abbiamo l'emergenza casa in alcune grandi città, dall'altra abbiamo uno enorme stock di case rimaste invendute». La soluzione cui si sta pensando ai piani alti di Porta Pia è quella di istituire un fondo capace di trasformare una parte degli immobili che non hanno trovato sbocco sul mercato (da 200mila a circa 400mila unità in base alle stime) in housing sociale. Trovando così anche una soluzione alla cronica mancanza di fondi che di fatto ha bloccato le nuove iniziative di edilizia popolare. (…) (Mauro Salerno) Ance (23.07.14): Il settore dell'edilizia è quello che ha pagato più di tutti il prezzo della crisi. L'allarme, ribadito dall'Ance in occasione dell'assemblea annuale, evidenzia che dal 2008 sono stati persi58 miliardi di fatturato, 70mila imprese hanno chiuso o stanno per farlo, sono stati sottratti alle imprese 116 miliardi di crediti, gli investimenti in costruzioni si sono dimezzati (-47%) e le risorse per le infrastrutture sono state tagliate del 66%, mentre le spese correnti sono cresciute di 12 miliardi. (…) (Alessandro Lerbini) Grandi imprese delle costruzioni gruppo Mauro Saviola - Sama (15.07.14): «L'azienda ci ha fornito ampie rassicurazioni sulla volontà di tenere aperto lo stabilimento e noi naturalmente ci auguriamo che sia così. Ma la preoccupazione nostra e dei lavoratori resta forte e per questo abbiamo deciso di avviare un'azione di sensibilizzazione delle istituzioni sulle prospettive dello stabilimento». Così Claudio Pasolini, membro della segreteria provinciale di Fillea-Cgil, al termine dell'assemblea dei lavoratori della Sama di Sustinente, del gruppo Saviola, che si sono riuniti nella giornata di ieri. «Abbiamo deciso di chiedere un incontro al sindaco di Sustinente, Michele Bertolini, e alla prefettura perché tutti tengano alta l'attenzione - spiega ancora Pasolini, che ieri insieme ai colleghi della Cisl ha incontrato i dodici dipendenti della Sama - la cassa integrazione dovrebbe essere rinnovata ai primi di agosto, poi a settembre incontreremo l'azienda per capire come sarà evoluta la situazione». Più che il quadro del gruppo Saviola, che ha chiuso il 2010 in passivo di dieci milioni ma si avvia a tornare in utile già nel 2014, a preoccupare i sindacati è lo scenario complessivo del mercato di un settore che non dà segni confortanti. Per la cassa integrazione in scadenza tra venti giorni verrà chiesta la proroga trimestrale. Lo stabilimento Sama non ha funzionato con continuità nei mesi scorsi, ma ora è attivo, anche perché l'azienda è riuscita a recuperare la materia prima, il legno, uno dei problemi principali che si stanno ponendo in questa fase agli operatori del settore. Mentre il piano finanziario stilato con le banche procede anche meglio del previsto, a Sustinente sindacati e azienda si sono dati appuntamento a settembre, per verificare il punto della situazione alla fine del periodo delle ferie. ZH Construction (16.07.14): Buone notizie per i lavoratori della fallita Zh Costruzioni di Campo Tures, nei confronti dei quali il ministero ha finalmente riconosciuto il diritto alla Cassa integrazione guadagni. Il centinaio di lavoratori che nel frattempo hanno trovato lavoro potranno quindi beneficiare della Cassa in forma retroattiva per i mesi trascorsi senza stipendio dopo il fallimento del colosso altoatesino delle costruzioni. Gli altri 30 circa che ancora non sono riusciti a ricollocarsi invece potranno beneficiare sin d'ora dell'ammortizzatore sociale, anche per loro erogato pure in forma retroattiva per i mesi passati. L'annuncio è arrivato ieri nel corso della seconda udienza per lo stato passivo. Il giudice fallimentare Francesca Bortolotti ha dunque analizzato le richieste di circa 250 creditori, per la maggior parte fornitori della Zh e aziende che hanno lavorato in subappalto per la ditta di Campo Tures. La ricognizione ha dovuto però essere riaggiornata al prossimo 22 ottobre. Entro quella data un perito incaricato dal giudice dovrà infatti valutare lo stato delle opere rèalizzate dalla Zh e in particolare quelle eseguite per conto di enti pubblici. Proprio questi ultimi infatti hanno manifestato rimostranze rispetto ai lavori eseguiti dalla Zh, sostenendo che non si trattava di interventi a regola d'arte e si rifiutano dunque di pagare quanto dovuto. Si tratta di somme che dovrebbero andare al fallimento per pagare i creditori. Nel corso dell'udienza di ieri il giudice ha analizzato circa 250 istanze di insinuazione al passivo per un totale di 28 milioni di euro di chirografi e 1,7 milioni di privilegiati. La prossima udienza è fissata per il 23 luglio, quando saranno analizzate le istanze di insinuazione al passivo dei liberi professionisti che hanno lavorato per la Zh. Salgono così a 40 milioni di euro dopo appena due udienze le istanze di insinuazione al passivo presentate dai creditori al tribunale fallimentare. Nel corso della prima udienza erano state analizzate domande per 12,3 milioni di euro. Complessivamente si parla di istanze per 70 milioni di euro. cooperative di costruzione (16.07.14): Numero uno lega regionale convinto che maxi cooperativa "aiuterà il comparto a fare fronte alle possibili ripercussioni della crisi". Una maxi cooperativa per salvare tre consorzi in difficoltà e la Cesi di Imola. Il cui fallimento potrebbe tradursi in 403 posti di lavoro persi, ma anche "in una breccia nel muro" per tutta la categoria. E parallelamente ridisegnare, entro i prossimi 3 o 4 anni, il comparto cooperativo regionale, costruendo tre consorzi principali in grado di fare fronte al nuovo mercato, indebolito dalla crisi economica. E' questo il piano annunciato dal numero uno di Legacoop Emilia Romagna, Giovanni Monti, che sulle ceneri della più importante cooperativa del territorio imolese, finita in liquidazione, vorrebbe costruire una new company in grado di assorbire al suo interno anche le altre società collettive in crisi nel resto della regione. Cioè, oltre a Cesi, la Iter di Ravenna, che oggi è in concordato preventivo, Coop Costruzioni di Bologna e Cdc di Modena. Una coop delle coop, insomma, da affiancare ai tre grandi consorzi a cui Legacoop sta lavorando in tutta la regione, tre poli delle costruzioni - Reggio Emilia, formato da Cmr Edile, Siteco, Unieco e Coopsette, poi Carpi con Cmb e Ravenna con Cmc - che dovrebbero essere in grado di gestire eventuali effetti negativi generati dalla crisi Cesi e dalla recessione. E al contempo prendere in carico appalti nazionali e internazionali. "Creare un polo unico sicuramente aiuterà il comparto a fare fronte alle possibili ripercussioni della crisi Cesi, perché dimostreremo che c'è un progetto di rigenerazione industriale che non si limita a prendere atto di un fallimento", spiega Monti, che siede sulla poltrona occupata fino al 2002 dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, imolese doc, salito poi al vertice di Legacoop nazionale. Il piano è ancora in fase di elaborazione. Per quanto riguarda Cesi, ad esempio, sarà il commissario liquidatore a individuare un eventuale ramo d'azienda da dare in affitto. Ma Legacoop, il capitano al timone di un settore, quello delle cooperative, che in Emilia Romagna ha un suo peso specifico, farà la sua offerta. "Vorremmo costruire una sorta di contenitore dove far confluire parte di Cesi e parte di Iter - racconta Monti – e successivamente anche Cdc e Coop Costruzioni. A meno che non ripartano gli appalti pubblici e le attività private, che un tempo valevano 1 miliardo di euro contro gli appena 100 milioni di euro di oggi, i lavoratori non potranno entrare tutti nella nuova società, quindi dovremo individuare anche un percorso di ammortizzatori sociali e nuove dimensioni d'impresa per coprire le esigenze di lavoro. Come Fico, ad esempio". Cioè la "Disneyland del cibo" bolognese di Oscar Farinetti. Un'idea sulla quale le quattro cooperative in questione non si sono ancora espresse in maniera definitiva, ma, assicura Monti, "si sono dette interessate". Come Iter di Ravenna, ad esempio. "Siamo assolutamente propensi all'idea di veder andare in porto il progetto di Legacoop Emilia Romagna - spiega il presidente della cooperativa ravennate Daniele Lolli - Il tavolo regionale delle cooperative è già parte attiva per lavorare a questa soluzione". "I tempi non saranno brevi, ogni cooperativa in questione si trova in una situazione diversa". E tuttavia l'obiettivo è farcela entro due anni, partendo proprio dai consorzi che versano in maggiori difficoltà, per evitare che, come le tessere del domino, le situazioni di crisi contagino anche le cooperative 'sane'. "In Emilia Romagna il mondo della cooperativa edile, 10mila addetti, è formato da grandi e piccole società legate tra loro a doppio filo spiega Cristina Raghitta, segretario regionale della Fillea Cigil - perché spesso gli appalti più importanti vengono presi in carico dal Ccc, il Consorzio cooperative costruzioni, che poi li affida alle proprie associate, le quali in alcuni casi per gestire i lavori costituiscono Ati, associazioni temporanee di impresa. Per questo se una di queste cooperative fallisce le ripercussioni potrebbero colpire anche altri consorzi". E il fallimento della Cesi, cooperativa con quasi un secolo di attività alle spalle, oggi cardine del progetto newco di Legacoop, sembra ormai inevitabile. Dopo anni di crisi del settore edilizio, con un debito complessivo di quasi 400 milioni di euro, 1.125 creditori che aspettano di essere pagati e progetti di fusione con altre società mai andati in porto, infatti, è stata avviata una procedura di "liquidazione coatta" dell'azienda. Che presto potrebbe lasciare senza lavoro 403 operai, 311 dei quali soci della cooperativa, che nella Cesi avevano investito trattamento di fine rapporto e spesso i risparmi di una vita. A questi lavoratori, che in caso di chiusura rischiano di rimanere anche senza ammortizzatori sociali a causa della riforma Fornero, si sommano le circa 6mila famiglie di quanti operano nell'indotto. L'obiettivo, tuttavia, non è solo garantire un sostegno al reddito per i dipendenti, dare continuità aziendale al consorzio imolese e cercare di ridurne il debito. "Bisogna tamponare la ferita che la liquidazione coatta di Cesi potrebbe inferire al sistema cooperativo regionale", spiega Raghitta. E per ora l'unica carta sul tavolo è il progetto di Legacoop, che vorrebbe ridurre il numero degli attori in campo tra Modena, Bologna e Ravenna, amalgamando ciò che delle società in crisi si può salvare. Il primo cittadino di Imola, Daniele Manca, non si sbilancia ma fa sapere: "Valuteremo i progetti industriali che garantiscano un futuro al settore delle costruzioni nel territorio imolese, la valorizzazione delle competenze e delle professionalità, la salvaguardia dell'indotto". Il Fatto Quotidiano - che ringraziamo esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente. Cesi (16.07.14): Sono una ventina, la punta del colosso imolese del calcestruzzo andato gambe all'aria dopo una lunga agonia tenuta sotto silenzio fino all'ultimo giorno del crac. Ma per loro l'avventura in Cesi finisce qui: sono fuori, in questo amaro reality della cooperazione imolese che perde pezzi e arranca sotto il peso della crisi e di scelte kamikaze (col senno del poi). Al gruppo di dirigenti della coop di via Sabbatani arriverà la lettera di licenziamento. Con il dovuto preavviso di legge, ma per tutti è finita l'avventura da manager dell'azienda che negli ultimi anni ha firmato alcuni dei cantieri più importanti d'Italia: dal ponte del Tronchetto di Venezia a piazza Unità a Trieste, il salotto buono della città con affaccio sul mare. I primi che saltano. Ieri mattina il liquidatore Antonio Gaiani è stato chiaro: «Per i dirigenti ci sarà il licenziamento, è un provvedimento inevitabile», dice il commercialista bolognese spedito a Imola dal ministero per evitare lo schianto della cooperativa. Il salvataggio. Il primo provvedimento, come era nell'aria già dopo il confronto di lunedì con i sindacati, sarà la richiesta di cassa integrazione straordinaria per un anno per tutti i dipendenti. «Non c'erano più i presupposti spiega il liquidatore – per ricorrere a quella ordinaria». Ma il suo compito più difficile sarà quello di garantire un futuro a questo pezzo di storia imprenditoriale. O quantomeno a una sua parte. E pare che il suo piano non incontri l'ipotesi messa sul piatto da Legacoop e sistema politico come il grande polo emiliano romagnolo delle costruzioni con le grandi decadute. «Puntiamo a vendere il comparto cantieri», dice ancora Gaiani. «Per farlo serve un acquirente che abbia la capacità economica sufficiente. Spero che questo si possa concretizzare al più presto». Trovare un compratore d'emblée, mica facile. «Se accadesse prima di ferragosto lancerei in aria il cappello dalla gioia». Contatti? Un mezzo sorriso. «Prenderò solo in esame proposte concrete, di più non c'è da dire». (…) Valdadige (18.07.14): Il quotidiano di Verona L'Arena già nel febbraio scorso svelava che la Valdadige costruzioni era in liquidazione. L'impresa che a Rimini ha l'incarico di fare gli attesi lavori della nella colonia Murri sembra infatti non passarsela bene, come conferma anche ieri, sul sito Rimini duepuntozero la stessa ditta: «Non saremo noi a portare a termine l'opera, stiamo cercando di confezionare una soluzione in modo che qualche acquirente acquisti la Murri e porti a termine i lavori». La crisi del settore investe insomma lo storico marchio e di conseguenza anche Rimini che rischia di trovarsi ancora una volta con un'opera incompiuta. Al momento, come conferma anche l'assessore ai Lavori pubblici Roberto Biagini, il Comune di Rimini sembra non sapere niente: «Ufficialmente non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione dal Gruppo, tanto meno sul fatto che il progetto non interessi più alla Valdadige». Ma lo stesso assessore spiega: «Valdadige ha in mano i permessi a costruire, è chiaro che nel momento in cui non dovessero "farsi più vedere" l'amministrazione comunale insieme al curatore valuterà il da farsi, ma per ora siamo in una fase bonaria e consensuale». Febal (18.07.14): LA FEBAL CUCINE di Pesaro, dal 2009 nelle mani del Gruppo Colombini, sarà trasferita ufficialmente a San Marino. L'annuncio era arrivato qualche mese fa da parte della proprietà che ha sede sul Tirano, ma all'inizio di luglio è arrivata la comunicazione ufficiale a sindacati e istituzioni del trasferimento in terra straniera del ramo d'azienda che riguarda sia il marchio Febal che Rossana, dove oggi sono occupati circa 100 lavoratori. Il Gruppo Colombini aveva subito manifestato l'intenzione di non tornare sui propri passi. Nel 2O15 scadrà il contratto d'affitto dello stabilimento dove vengono prodotte le cucine. A San Marino, poi, il gruppo è proprietario di uno stabilimento e potrà godere di agevolazioni fiscali, oltre a una burocrazia ridotta. A nulla erano servite le proposte dell'allora presidente della Provincia e oggi sindaco di Pesaro, Matteo Ricci: «Appena i rappresentanti del Gruppo Colombini ci avevano annunciato il trasferimento - dice – avevamo proposto l'azzeramento delle tasse comunali per tre anni ma anche un possibile abbassamento del costo dell'affitto degli attuali capannoni, pur di rimanere a Pesaro. I Colombini però ci avevano detto di non poter accettare le proposte e che, pur garantendo di mantenere gli attuali posti di lavoro a San Marino, avrebbero proceduto con il trasferimento della Febal. MA ora si apre la partita sulla tutela delle condizioni contrattuali e di lavoro dei dipendenti che saranno trasferiti entro fine anno. Perché in questo caso non si tratta di un semplice passaggio tra un'azienda ed un'altra o da una sede all'altra, ma di un trasferimento di lavoratori italiani in uno stato straniero, dove vengono applicate delle leggi sul lavoro differenti. Sono infatti presenti diversi inquadramenti, contratti, ma anche tasse e contributi da applicare. Si tratterebbe in sostanza di una specie di contratti a tempo determinato, dove l'azienda chiederebbe al governo sammarinese il nulla osta lavorativo per chi arriva dall'Italia. Proprio su questo si stanno confrontando proprietà e sindacati: «Ci siamo incontrati anche ieri spiega Giuseppe Lograno, segretario Fillca-Cgil di Pesaro e Urbino - per cercare di trovare un accordo con l'azienda sulle condizioni di trasferimento dei lavoratori, ma siamo ancora in fase di discussione. Siamo di fronte ad una trattativa molto delicata”. (Alice Muri) Maltauro (18.07.14): Il gruppo Maltauro, coinvolto nell'inchiesta su Expo 2015, cambia faccia. La società di costruzioni vicentina, all'indomani della decisione presa dal prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, che ha commissariato l'impresa relativamente ai lavori relativi all'appalto per le architetture di servizio del sito espositivo (oggetto dell'inchiesta sulla cupola degli appalti) nominando il professore Armando Brandolese, del Politecnico di Milano, sta per nominare il nuovo cda. Perché il business deve continuare, con maggiori garanzie. Nei prossimi giorni, secondo quanto appreso da fonti di mercato da MF-Milano Finanza, l'assemblea degli azionisti sarà chiamata a rinnovare il board anche in ottemperanza alle decisioni prese da Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione. La novità più rilevante sarà l'uscita dal consiglio degli esponenti della famiglia Maltauro: Enrico e le sorelle Adriana ed Elena non siederanno più nel board. Ma la continuità aziendale e il ruolo dell'azionista di riferimento sarà comunque rappresentato dal riconfennato amministratore delegato Gianfranco Simonetto. A quest'ultimo, proprio nell' ottica del rinnovamento, sarà affiancato un secondo ad, ovvero Alberto Liberatori entrato in cda lo scorso 2 luglio. Il nuovo presidente del gruppo Maltauro sarà la commercialista triestina Gabriella Chersicla, che attualmente ricopre anche le cariche di vice presidente di Parmalat, di consigliere indipendente di Maire Tecnimont, di componente dell'organismo di vigilanza della Bpm e di presidente del collegio sindacale della controllata Webank. Oltre a Chersicla, Simonetto e Liberatori nel nuovo cda dell'azienda di costruzioni verranno confermato gli attuali amministratori indipendenti Alberto Regazzo e Francesco Marena ed entreranno gli altri due indipendenti Bettina Campedelli e Piergiuseppe Biandrino. Campedelli è professoressa all'Università di Verona, mentre Biandrino è generai counsel del gruppo energetico Edison. E per completare il ridisegno delle cariche interne, il generale di brigata della Guardia di Finanza Rodolfo Mecarelli sarà il nuovo presidente dell'organismo di vigilanza. Il militare delle Fiamme Gialle, oltre a una lunga e onorata carriera interna del corpo, è anche al vertice dello stesso organismo di vigilanza dell'Autostrada Pedemontana Lombarda, oltre a essere responsabile dell'antiriciclaggio in Mittel Real Estate, consigliere e censore di Banca d'Italia e membro dell'Osservatorio per la trasparenza e controllo della Provincia di Milano. L'azienda riparte forte di un portafoglio ordini che a fine 2013 ammontava a 2,81 miliardi, il 93% dei quali relativi a commesse pubbliche e per il 60% collocati in Italia. Il 69% è rappresentato da opere infrastrutturali e il 51% delle opere è nel Nord Italia. Alla fine dello scorso anno la capogruppo Maitauro Partecipazioni ha chiuso il bilancio consolidato con ricavi per 449,7 milioni (-3,5%), un ebitda di 40,19 milioni (-16,25%), un ebit di 23,69 milioni (-5,66%) e una perdita di 2,95 milioni. La posizione finanziaria netta è negativa per 70,9 milioni a fronte di un patrimonio di 35,99 milioni. (Andrea Montanari) Ccc (23.07.14): Il raggruppamento d'imprese guidato dal Consorzio cooperative costruzioni ha vinto, per quasi 39 milioni,i lavori di restauro dell'ex ospedale Sant'Agostino di Modena, che si trasformerà, secondo uno degli ultimi progetti realizzati dell'archistar Gae Aulenti prima della sua scomparsa, nel più grande polo culturale della città su un'area di 23mila mq di superficie. La coop si è garantita i lavori per un importo di 38,7 milioni contro una base d'asta di 42,8 milioni. All'interno del settecentesco ospedale trasformato troveranno posto il polo bibliotecario con la biblioteca Estense e la biblioteca Poletti, oggi collocate nel palazzo dei musei, un polo espositivo con gli spazi per le mostre d'arte, il centro per la fotografia oltre a un auditorium da 170 posti. Buzzi Unicem (24.07.14): Buzzi Unicem migliore blue chip ieri, in progresso del 3,,1% a 12.68 euro sulla spìnta di un giudizio alzato da hold a buy da parte di Equita e il prezzo obiettivo passa da 13,8 a 15;4 euro sulle ordinarie e da 8,1 a 9,1 euro sulle azioni di risparmio. (…) Tre gli elementi che lì hanno spinti a passare a una visione positiva sull’azione: la visibilità. sulle stime 2014 è buona «visto che basterebbe un +5% nel secondo semestre per centrare la nostra previsione dì ebitda sull'intero anno; gran parte della crescita attesa per il biennio 2.015-2016 dipende dal maggior contributo degli Stati Uniti; il titolo tratta a una valutazione finalmente ragionevole. I rischi sono connessi prevalentemente all'esposizione alla Russia; che finora non ha mostrato di risentire degli effetti della crisi ucraina. Rapporti e studi Banca d’Italia (14.07.14): In giugno le imprese operanti nel comparto delle costruzioni hanno segnalato un minor pessimismo sulla situazione economica generale del paese: il saldo negativo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si è attestato a -14,1 punti percentuali, da -29,9 dell’inchiesta precedente; la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi è salita lievemente, all’11,3 per cento (dal 10,4). Anche le valutazioni sull’andamento della domanda dei propri lavori sono risultate meno sfavorevoli: il 16,6 per cento delle imprese ha riscontrato un miglioramento e il 23,8 ne ha indicato un peggioramento (il saldo era di -19,0 in marzo). Il saldo positivo circa le prospettive della domanda a breve termine si è ampliato (a 12,7 punti percentuali, da 7,0). I giudizi sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono appena migliorati; il saldo negativo sulle valutazioni relative ai prossimi tre mesi è sceso a -9,4 punti percentuali (da - 10,9). Le attese a tre anni hanno segnato un modesto progresso: il 62,8 per cento (da 61,8 dell’inchiesta precedente) si attende condizioni operative migliori, a fronte del 13,7 per cento (dal 14,6) che ne anticipa invece un peggioramento. Nel secondo trimestre dell’anno si è ridimensionato il pessimismo relativo ai giudizi sulle condizioni per l’investimento: il saldo tra valutazioni di miglioramento e peggioramento si è attestato a -8,6 punti percentuali, da -25,0 nel trimestre precedente. Le imprese continuano a prefigurare un peggioramento della spesa per investimenti nel complesso del 2014 rispetto al 2013, seppure in misura inferiore rispetto alla precedente indagine: il saldo si è attestato a -4,0 punti percentuali, da -18,7 nella scorsa rilevazione. La quota di operatori che segnala di aver superato a partire dai mesi primaverili la fase più difficile della congiuntura si è attestata al 25,5 per cento, un valore analogo a quello riportato a marzo; anche la quota delle imprese che si attendono un “solido miglioramento” dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi è rimasta sostanzialmente stabile, al 38,3 per cento. Circa l’andamento del numero degli addetti nei prossimi tre mesi, le imprese delle costruzioni continuano ad anticiparne una flessione. Eurostat (14.07.14): In maggio 2014 rispetto ad aprile 2014, l’inidice destagionalizzato della produzione industriale è sceso del 1,1%, sia nell'area euro (EA18) che in EU282. Nel mese di aprile 20143 la produzione industriale è aumentata dello 0,7% in entrambe le zone. Nel maggio 2014 rispetto a maggio 2013, la produzione industriale è cresciuta dello 0,5% nella zona dell'euro e del 1,1% nell’EU28. Tecnocasa (15.07.14): L'Ufficio studi di Tecnocasa ha analizzato le tendenze dei prezzi, delle tipologie più richieste e dei rendimenti immobiliari nei mercati europei di Spagna, Polonia e Ungheria e nei mercati di Messico, Tunisia e Thailandia. Italia Dal secondo semestre del 2007 il mercato immobiliare italiano sta attraversando un periodo di decrescita sia nelle quotazioni sia nel numero di compravendite (il primo segnale positivo sulle compravendite si registra nel primo trimestre 2014). La maggioranza delle richieste è focalizzata sull’acquisto della prima casa, in particolare si ricercano trilocali in buono stato e ubicati in zone servite. Chi non riesce ad acquistare si dirotta sulle locazioni, settore che denota una buona domanda soprattutto per quanto riguarda i bilocali. Non di rado sono attivi gli investitori, attirati dalla diminuzione dei prezzi e dalla possibilità di ottenere rendimenti soddisfacenti (nell’ordine del 4% per i bilocali). Spagna Continua il trend al ribasso dei prezzi in Spagna, dove il calo prosegue ininterrottamente dal 2006. Tecnocasa è presente nella penisola iberica con più di 300 agenzie affiliate. Si registra una prevalenza della domanda di prima casa e le zone preferite sono quelle centrali di Barcellona, Madrid, Saragozza e Siviglia. Mediamente le quotazioni immobiliari sono più elevate a Barcellona (1862 € al mq) e più contenute a Valencia (759 € al mq). Polonia In Polonia si registra una buona domanda abitativa, anche se i prezzi di Cracovia sono rimasti sostanzialmente stabili e oscillano da un minimo di 1000 € al mq ad un massimo di 3500 € al mq. I potenziali acquirenti, in questo momento, preferiscono le zone più periferiche perché consentono di acquistare a prezzi vantaggiosi (un appartamento di 47 mq si può comprare a 63 mila €). Ungheria Mercato immobiliare molto rallentato a Budapest: prezzi e compravendite sono in diminuzione. Rallentano anche le nuove costruzioni. Il rendimento medio delle locazioni è compreso tra il 5% e l’8%. Il canone di affitto di un bilocale è di 200-400 € al mese. Tunisia In Tunisia il mercato immobiliare appare dinamico sia sulle tipologie usate sia su quelle di nuova costruzione. Le zone più richieste sono quelle adiacenti al mare di Tunisi, Hammamet, Susse e l’isola di Djerba. Messico In Messico, ed in particolare nella capitale Città del Messico, il mercato risulta dinamico grazie al fatto che le banche stanno migliorando le concessioni per l’erogazione del credito. L’interesse degli acquirenti si concentra nelle zone centrali di Città del Messico. Thailandia Trend positivo e dinamico anche a Phuket, località turistica in Thailandia, grazie a importanti progetti di sviluppo edilizio: stanno infatti nascendo Guest House ed Hotel. Inoltre si prevede l’ampliamento dell’aeroporto, la realizzazione della Galleria che collega Patong Beach a Kathu e l’apertura di diversi centri commerciali. Unicmi (16.07.14): Contrazione del valore di mercato nel 2013 del 4,5% per i serramenti metallici e del 6% per le facciate continue. Sono questi i due dati più significativi del rapporto di Unicmi, l'associazione che riunisce le imprese dell'industria delle costruzioni metalliche. L'analisi fotografa lo stato di salute del comparto dell'involucro edilizio e porta qualche segno di moderato ottimismo. Se l'anno trascorso è stato l'ennesimo periodo di calo, il 2014 potrebbe preludere a una fase di stabilizzazione della domanda Cosi per i serramenti è attesa una contrazione delle vendite oscillante tra l'l% e il 3%, mentre per il mercato delle facciate continue la riduzione oscillerà tra il 3% e il 5 per cento. Ottima la performance dei bonus fiscali. Nel 2007 gli incentivi contribuivano al 17% della domanda di serramenti metallici mentre oggi generano circa il 40% del giro d'affari del settore. Istat (16.07.14): Nel mese di maggio 2014 l'indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,7% nei confronti di maggio 2013. Il contributo maggiore alla diminuzione tendenziale dell’indice a maggio deriva dal gruppo di costo dei materiali (-0,8 punti percentuali), in parte compensato dal contributo positivo del costo della mano d’opera (+0,1 punti percentuali). Eurostat (17.07.14): In maggio 2014, rispetto ad aprile 2014, la produzione destagionalizzata nel settore costruzione è sceso del 1,5% nel area dell'euro (EA18) e del 1,6% nel EU28. Nel mese di aprile 20143, la produzione nelle costruzioni è aumentato dello 0,4% e dello 0,3% rispettivamente. Nel maggio 2014 rispetto a maggio 2013, la produzione nelle costruzioni è aumentato del 3,5% nella zona dell'euro e del 3,2% nella EU28. Istat (18.07.14): Nel secondo semestre del 2013 l’edilizia residenziale presenta una contrazione di quasi un terzo rispetto allo stesso periodo del 2012 (-32,1% le abitazioni e -29,1% la superficie utile abitabile). Anche l’edilizia non residenziale registra una consistente diminuzione rispetto al secondo semestre del 2012 (-28,9%). Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in forte calo, presentando nel terzo trimestre una variazione tendenziale del -26,1% e nel quarto del -37,6%. Significative sono anche le diminuzioni della superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del precedente anno: -23,0% per il terzo trimestre 2013 e -34,7% per il quarto. Nel terzo trimestre del 2013, l’edilizia non residenziale presenta una superficie in calo rispetto allo stesso periodo del 2012 (-22,3%). Tale contrazione si accentua nel quarto trimestre 2013, con un calo della superficie non residenziale pari al 35,3% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali scende, nel terzo e nel quarto trimestre 2013, raggiungendo i nuovi livelli minimi della serie storica con 13.376 abitazioni nel terzo trimestre 2013 e 12.293 abitazioni del quarto (Figura 1a). Analoghe considerazioni valgono per la superficie utile abitabile (Figura 1b) che raggiunge, nel terzo trimestre 2013, il livello di 1.132.732 mq e che registra, nel quarto trimestre 2013, un nuovo minimo della serie con 1.058.546 mq. Cresme (21.07.14): Il mercato dei lavori pubblici torna a correre. La tendenza registrata a inizio anno e confermata dai dati del primo semestre che evidenziano una nuova dinamicità del settore degli appalti. Secondo l'analisi dell'osservatorio Cresme Europa servizi, da gennaio a giugno sono stati promossi 8.525 bandi per un valore di 15.372 miliardi. Nel confronto con lo stesso periodo del 2013. quando erano stati rilevati 6.726 bandi per 8,866 miliardi. il numero di avvisi cresce del 26.7% e il valore del 73.4 per cento. Enti appaltanti Significativo il risultato delle amministrazioni comunali, che hanno avuto notevoli difficoltà di spesa in questi anni a causa del patto di stabilità: i 5.250 bandi per 3,476 miliardi corrispondono a un incremento del 25,9& per il numero e del 72% per gli importi. Lo sprint del primo semestre coinvolge comunque tutte le più grandi stazioni appaltanti. Le Regioni hanno pubblicato 90 avvisi per 1,928 miliardi. le Ferrovie hanno promosso 151 interventi per un importo di 1,350 miliard i (+139%), l'Anas ha messo sul mercato 247 nuovi lavori {+76% per 690 milioni. Più gare, anche se meno ricche, per le aziende speciali che hanno indetto 578 bandi per 1,266 miliardi (-29.%). In linea con il mercato anche le Province {593 opere per 503 milioni . +24% e +5%; l'edilizia sanitaria (260 appalti per 438 milioni, +2%) e le concessionarie Anas (67 gare per 98 milioni. In controtendenza c'è solo l'edilizia abitativa che perde il 30% dei bandi. CLASSI D'IMPORTO Un altro importante indicatore della ripresa degli appalti pubblici è quello delle fasce d'importo. La classe "regina", quella superiore ai 50 milioni , ha totalizzato 53 bandi (+130%) per 7,829 miliardi (+ 136%). In rialzo anche le fasce minori: tra 15 e 50 milioni il Cresme ha registrato 66 procedure per 1.668 miliardi (+57%). tra 5 e 15 milioni 219 gare per 1.836 miliardi (+36% e + 32%), tra uno e cinque milioni 1.171 bandi per 2,558 miliardi (+34% e +32%). tra 500mila e un milione 884 avvisi per 639 milioni, tra 150mila e 500mila euro 2,246 bandi per 655 milioni. Positivi anche i micro lavori fino a 150mila euro che sono cresciuti del 29% Sia per il numero (2.655) che per l'importo ( 184 milioni). PROCEDURE Le principali procedure di assegnazione dei lavori mostrano una crescita abbastanza uniforme. Gli appalti di sola esecuzione nel primo semestre sono stati 6.095 (+36%) per 5.884 miliardi (+37%). Anche l'appalto integrato chiude il periodo con segni positivi: +23% (424 gare) e +55%( (2.824 miliardi). Boom per i bandi di manutenzione e gestione. che sono stati 291 (+209%) per 4,432 miliard i (+766%). Un segno negativo si trova solo nelle concessioni di lavori. che rallentano del 13% per il numero (148) ma che aumentano di valore del 60% (1,043 miliardi). GRANDI OPERE Una grossa spinta al mercato l'ha data la Consip, che ha pubblicato 18 lotti territoriali di facility management per i servizi integrati, gestionali e operativi, da eseguirsi negli immobili , adibiti prevalentemente a uso ufficio, 111 uso a qualsiasi titolo alle pubbliche amministrazioni, nonché negli immobili in uso alle istituzioni universitarie pubbliche e agli enti e istituti di ricerca. Il valore complessivo dell'operazione è di 2.7 miliardi. Se si escludono i bandi Consip, l' appalto più rilevante in questa prima metà dell'anno porta la firma del l'Anas che assegna, per 260 milioni. i lavori di ammodernamento e adeguamento al tipo IlA delle norme Cnr/80 deII' autostrada Salerno-Reggio Calabria, dallo svincolo di Rogliano (incluso) allo svincolo di Altilia (incluso): dal km 270+700 al Km 286+000, macrololto 4 parte II 2' stralcio. dal km 280+350 (viadotto Stupmo escluso) al Km 286+050 (svincolo di Altilia incluso). (ALESSANDRO LERBINI) Istat (21.07.14): A maggio 2014 il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, diminuisce dell’1,0% rispetto ad aprile, registrando flessioni sia sul mercato estero che su quello interno (rispettivamente -1,9% e -0,6%). Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo diminuisce dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti (-0,8% per il fatturato estero e -0,7% per quello interno). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di maggio 2013), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,1%, con un aumento dello 0,1% sul mercato interno ed una flessione dello 0,1% su quello estero. Per gli ordinativi totali, si registra una flessione congiunturale del 2,1%, con una diminuzione del 4,5% degli ordinativi esteri e dello 0,2% di quelli interni.
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