MODELLO IS-LM La politica monetaria 1 • Ipotizziamo una politica monetaria espansiva attuata attraverso un aumento dell’offerta di moneta (MS). • L’aumento di MS , fermo restando la domanda di moneta, comporta una diminuzione del tasso di interesse che stimola gli investimenti e, attraverso il moltiplicatore, la domanda aggregata; • l’incremento di reddito fa crescere la domanda di moneta transattiva che, a sua volta, spinge verso l’alto il tasso di interesse. • Il processo ha termine quando viene a ristabilirsi l’equilibrio su entrambi i mercati. 2 • L’effetto espansivo sul reddito dell’aumento dell’offerta di moneta – a parità di altre condizioni – è tanto più alto quanto più sensibili al tasso di interesse sono gli investimenti privati (quindi tanto meno inclinata è la IS, maggiore sarà l’effetto di una espansione monetaria sul reddito) 3 Un aumento dell’offerta di moneta 4 Inefficacia politica monetaria Trappola della liquidità • Trappola della liquidità: l’elasticità della domanda di moneta rispetto al tasso di interesse è infinita ad un tasso di interesse sufficientemente basso: • Qualsiasi aumento dell’offerta di moneta viene completamente assorbito dagli operatori in quanto il livello del tasso d’interesse è così basso che essi ritengono che in futuro non vi potrà essere che un aumento dello stesso. • Ricordando la relazione inversa tra tasso di interesse e prezzo dei titoli gli operatori ritengono che il prezzo dei titoli sia così alto che non potrà che diminuire in futuro. 5 • Essi quindi detengono moneta per acquistare in futuro titoli ad un prezzo più basso (cioè titoli con un maggior rendimento). • Quindi, detenendo moneta oggi, vi sarà la possibilità di lucrare guadagni in conto capitale in futuro, acquistando in futuro titoli con più alti rendimenti, e di evitare perdite derivanti dallo smobilizzo futuro di titoli acquistati che a causa dell’aumento del tasso d’interesse avranno valori più bassi. 6 • L’aumento dell’offerta di moneta viene assorbito dal mercato senza richiedere una riduzione del tasso di interesse, perché gli speculatori sono disposti a detenere qualsiasi quantità di moneta. • La mancata riduzione del tasso di interesse non stimola gli investimenti, ed anche il reddito resta invariato: il sistema non si sposta dall’equilibrio iniziale 7 Inefficacia della politica monetaria 8 Inefficacia politica monetaria investimenti insensibili al tasso di interesse • Se gli investimenti privati non sono influenzati dal tasso di interesse, l’equilibrio sul mercato dei beni dipende solo dal livello del reddito (come nel modello reddito-spesa). • L’aumento dell’offerta di moneta, fermo restando la domanda di moneta, comporta una riduzione del tasso di interesse che però non è in grado di influenzare gli investimenti e non modifica quindi la domanda aggregata ed il reddito di equilibrio 9 Inefficacia politica monetaria 10 In sintesi: Primo dibattito tra keynesiani e monetaristi: Efficacia delle politiche monetarie e fiscali 11 • L’apporto della scuola monetarista fu quello di ridimensionare la portata della rivoluzione keynesiana ad una situazione di breve periodo, riportando l’analisi all’equilibrio macroeconomico di lungo periodo all’approccio classico. • Inoltre si tendeva ad enfatizzare il ruolo del controllo dei prezzi anche rispetto alle questioni legate al reddito reale. 12 • All’inizio la discussione verteva sull’efficacia delle politica fiscale rispetto a quella monetaria e all’esistenza di forze automatiche di riequilibrio. • Il modello di Hicks IS-LM appare un buon punto di partenza: • l’efficacia delle politiche fiscali e monetarie viene a dipendere dall’entità della retroazione monetaria • e cioè dell’effetto di ritorno sul mercato dei beni di una variazione indotto del tasso di interesse, ossia quello che è stato appunto chiamato meccanismo hicksiano • Il dibattito si concentrava infine sui casi estremi dei due modelli. 13 Il caso estremo keynesiano Il meccanismo di trasmissione non funziona • Il meccanismo di trasmissione: Ms > i> I > Y 1) Nel caso in cui gli investimenti sono insensibili al tasso di interesse (non agisce i>I), il meccanismo si inceppa al secondo passaggio, la curva IS diviene verticale ed ogni politica monetaria espansiva (aumento dell’offerta di moneta LM verso destra LM’) riduce il tasso di interesse ma non accresce il reddito di equilibrio. Le determinanti degli investimenti sono altre rispetto al tasso di interesse. 2) Nel caso della domanda di moneta perfettamente elastica al tasso di interesse (ora non agisce Ms>i), i l m e c c a n i s m o s i i n c e p p a a l p r i m o p a s s a g g i o , si manifesta il c.d. caso della trappola di liquidità per cui il tasso di interesse è troppo basso, e la LM diviene orizzontale. In entrambi i casi la politica monetaria è completamente inefficace. Inoltre vengono meno meccanismi endogeni che tendono spontaneamente a riportare il sistema economico verso l’equilibrio di piena occupazione. Vediamo perchè 14 Meccanismi riequilibratori visione keynesiani • Quando vi è disoccupazione e il reddito è più basso del livello di piena occupazione, in situazioni normali la disoccupazione tende a far diminuire i salari e con essi i prezzi. • La quantità reale di moneta (M/P) aumenta, il tasso di interesse si riduce la LM si sposta verso destra. • Tuttavia nel caso di trappola della liquidità l’aumento della quantità di moneta non ha nessun effetto sul tratto orizzontale della LM e quindi il sistema rimane “intrappolato” al livello del reddito precedente. • La deflazione (riduzione dei prezzi) non ha alcun effetto sull’occupazione ma confermerebbe quella “economia della depressione” di Hicks. • L’unica via di uscita è la politica fiscale che in tale caso (in presenza di una LM orizzontale) avrebbe effetti massimi con un moltiplicatore keynesiano pieno. 15 Meccanismi riequilibratori visione monetaristi • Per i monetaristi, rifacendosi alla tradizione classica, la trappola della liquidità prospetta soluzioni differenti attraverso il c.d. effetto Pigou: • La caduta del livello dei prezzi porta ad aumentare le disponibilità liquide e la ricchezza delle famiglie con un aumento dei consumi. • Senza alcuna politica economica si realizza uno spostamento della IS in IS’ con un riequilibrio spontaneo ed efficace. • I Keynesiani rispondono a loro volta che tale effetto viene contemperato dall’effetto aspettative – di un ulteriore riduzione dei prezzi e di un ritardo quindi negli acquisti – e dall’effetto redistributivo a favore dei creditori rispetto ai debitori. • Solo una politica fiscale espansiva è in grado di riequilibrare il sistema. 16 Il caso monetarista estremo • Consideriamo adesso il caso opposto di una domanda di moneta anelastica rispetto al tasso di interesse (curva LM verticale). • In tale situazione qualsiasi politica fiscale espansiva risulta inefficace. In tal caso l’aumento del tasso di interesse produce un effetto spiazzamento tra investimenti privati e pubblici. • La politica monetaria acquisisce la massima efficacia. • A fronte di perturbazioni reali (che ad esempio portano ad uno spostamento della IS) la LM verticale stabilizza il reddito. • Ciò rafforza la conclusione monetarista che il sistema economico è intrinsecamente stabile. 17 La domanda di moneta e il meccanismo di trasmissione monetaria • Come può essere superata nel breve periodo per i monetaristi la dicotomia classica? • Gli effetti reali deriverebbero nel breve periodo da un particolare meccanismo di trasmissione monetaria diverso da quello keynesiano. • Nel caso keynesiano la trasmissione monetaria è di tipo indiretto: Ms > i> I > Y 18 Il meccanismo di trasmissione secondo i monetaristi • • • • Domanda di moneta secondo i monetaristi Ipotesi: Rilevante è la domanda di saldi reali (M/P) M/P è posto in funzione di un numero ridotto di variabili, al limite una soltanto il reddito. • Il tasso di interesse ha una influenza molto limitata, tendenzialmente nulla. Ciò vale in particolare, per il tasso di interesse sui titoli, in quanto i monetaristi ammettono una possibilità di sostituzione non solo tra moneta e titoli (come supposto dai keynesiani), ma tra moneta e numerose altre attività (finanziarie e reali) 19 Per i monetaristi l’effetto di trasmissione sulle variabili reali avviene attraverso processi di sostituzione sia tra moneta e titoli che tra moneta e beni. Decisioni di spesa, anche in beni di consumo, e scelte di portafoglio sono strettamente interrelate nella visione monetarista (se si riduce M i consumatori possono ridurre i consumi C) determinano effetti reali. I monetaristi, nel breve periodo, finiscono per superare l’ipotesi di neutralità della moneta. Se per i keynesiani l’effetto di trasmissione era dato dal tasso di interesse che interveniva sugli investimenti, per i monetaristi l’effetto di trasmissione sulle variabili reali avviene attraverso processi di sostituzione sia tra moneta e titoli che tra moneta e beni. 20 • In definitiva le differenze tra monetaristi e keynesiani sono rimaste evidenti soprattutto sui suggerimenti di politica economica laddove i monetaristi attribuiscono la centralità nel controllo dell’offerta di moneta e quindi degli aggregati monetari mentre i keynesiani nel controllo del tasso di interesse al fine di stabilizzare il reddito reale. • Oggi, nella condivisione del modello IS-LM, la differenza sostanziale tra le due scuole rimane quella della maggiore o minore elasticità delle due curve ed dell’efficacia delle politiche fiscali e monetarie. 21
© Copyright 2024 Paperzz