MODELLO IS-LM

MODELLO IS-LM
La politica monetaria
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• Ipotizziamo una politica monetaria espansiva attuata
attraverso un aumento dell’offerta di moneta (MS).
• L’aumento di MS , fermo restando la domanda di
moneta, comporta una diminuzione del tasso di
interesse che stimola gli investimenti e, attraverso il
moltiplicatore, la domanda aggregata;
• l’incremento di reddito fa crescere la domanda di
moneta transattiva che, a sua volta, spinge verso l’alto
il tasso di interesse.
• Il processo ha termine quando viene a ristabilirsi
l’equilibrio su entrambi i mercati.
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• L’effetto espansivo sul reddito dell’aumento
dell’offerta di moneta – a parità di altre
condizioni – è tanto più alto quanto più
sensibili al tasso di interesse sono gli
investimenti privati (quindi tanto meno
inclinata è la IS, maggiore sarà l’effetto di una
espansione monetaria sul reddito)
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Un aumento dell’offerta di moneta
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Inefficacia politica monetaria
Trappola della liquidità
• Trappola della liquidità: l’elasticità della domanda di
moneta rispetto al tasso di interesse è infinita ad un
tasso di interesse sufficientemente basso:
• Qualsiasi aumento dell’offerta di moneta viene
completamente assorbito dagli operatori in quanto il
livello del tasso d’interesse è così basso che essi
ritengono che in futuro non vi potrà essere che un
aumento dello stesso.
• Ricordando la relazione inversa tra tasso di interesse e
prezzo dei titoli gli operatori ritengono che il prezzo dei
titoli sia così alto che non potrà che diminuire in futuro.
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• Essi quindi detengono moneta per acquistare in
futuro titoli ad un prezzo più basso (cioè titoli con
un maggior rendimento).
• Quindi, detenendo moneta oggi, vi sarà la
possibilità di lucrare guadagni in conto capitale in
futuro, acquistando in futuro titoli con più alti
rendimenti, e di evitare perdite derivanti dallo
smobilizzo futuro di titoli acquistati che a causa
dell’aumento del tasso d’interesse avranno valori
più bassi.
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• L’aumento dell’offerta di moneta viene
assorbito dal mercato senza richiedere una
riduzione del tasso di interesse, perché gli
speculatori sono disposti a detenere qualsiasi
quantità di moneta.
• La mancata riduzione del tasso di interesse
non stimola gli investimenti, ed anche il
reddito resta invariato: il sistema non si sposta
dall’equilibrio iniziale
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Inefficacia della politica monetaria
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Inefficacia politica monetaria
investimenti insensibili al tasso di interesse
• Se gli investimenti privati non sono influenzati dal
tasso di interesse, l’equilibrio sul mercato dei beni
dipende solo dal livello del reddito (come nel
modello reddito-spesa).
• L’aumento dell’offerta di moneta, fermo restando
la domanda di moneta, comporta una riduzione
del tasso di interesse che però non è in grado di
influenzare gli investimenti e non modifica quindi
la domanda aggregata ed il reddito di equilibrio
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Inefficacia politica monetaria
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In sintesi:
Primo dibattito tra
keynesiani e monetaristi:
Efficacia delle
politiche monetarie e fiscali
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• L’apporto della scuola monetarista fu quello
di ridimensionare la portata della rivoluzione
keynesiana ad una situazione di breve
periodo, riportando l’analisi all’equilibrio
macroeconomico di lungo periodo
all’approccio classico.
• Inoltre si tendeva ad enfatizzare il ruolo del
controllo dei prezzi anche rispetto alle
questioni legate al reddito reale.
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• All’inizio la discussione verteva sull’efficacia delle
politica fiscale rispetto a quella monetaria e
all’esistenza di forze automatiche di riequilibrio.
• Il modello di Hicks IS-LM appare un buon punto di
partenza:
• l’efficacia delle politiche fiscali e monetarie viene a
dipendere dall’entità della retroazione monetaria
• e cioè dell’effetto di ritorno sul mercato dei beni di una
variazione indotto del tasso di interesse, ossia quello che è
stato appunto chiamato meccanismo hicksiano
• Il dibattito si concentrava infine sui casi estremi dei due
modelli.
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Il caso estremo
keynesiano
Il meccanismo di trasmissione non funziona
•
Il meccanismo di trasmissione:
Ms > i> I > Y
1)
Nel caso in cui gli investimenti sono insensibili al tasso di interesse (non
agisce i>I), il meccanismo si inceppa al secondo passaggio,
la curva IS diviene verticale ed ogni politica monetaria espansiva (aumento
dell’offerta di moneta LM verso destra LM’) riduce il tasso di interesse ma non
accresce il reddito di equilibrio.
Le determinanti degli investimenti sono altre rispetto al tasso di interesse.
2) Nel caso della domanda di moneta perfettamente elastica al tasso di interesse
(ora non agisce Ms>i), i l m e c c a n i s m o s i i n c e p p a a l p r i m o
p a s s a g g i o , si manifesta il c.d. caso della trappola di liquidità per cui il tasso
di interesse è troppo basso, e la LM diviene orizzontale.
In entrambi i casi la politica monetaria è completamente inefficace. Inoltre vengono meno
meccanismi endogeni che tendono spontaneamente a riportare il sistema economico verso
l’equilibrio di piena occupazione.
Vediamo perchè
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Meccanismi riequilibratori
visione keynesiani
• Quando vi è disoccupazione e il reddito è più basso del livello di
piena occupazione, in situazioni normali la disoccupazione tende a
far diminuire i salari e con essi i prezzi.
• La quantità reale di moneta (M/P) aumenta, il tasso di
interesse si riduce la LM si sposta verso destra.
• Tuttavia nel caso di trappola della liquidità l’aumento
della quantità di moneta non ha nessun effetto sul tratto
orizzontale della LM e quindi il sistema rimane “intrappolato”
al livello del reddito precedente.
• La deflazione (riduzione dei prezzi) non ha alcun effetto
sull’occupazione ma confermerebbe quella “economia della
depressione” di Hicks.
• L’unica via di uscita è la politica fiscale che in tale
caso (in presenza di una LM orizzontale) avrebbe effetti
massimi con un moltiplicatore keynesiano pieno.
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Meccanismi riequilibratori
visione monetaristi
• Per i monetaristi, rifacendosi alla tradizione classica, la trappola
della liquidità prospetta soluzioni differenti attraverso il c.d.
effetto Pigou:
• La caduta del livello dei prezzi porta ad aumentare le
disponibilità liquide e la ricchezza delle famiglie con un aumento
dei consumi.
• Senza alcuna politica economica si realizza uno spostamento
della IS in IS’ con un riequilibrio spontaneo ed efficace.
• I Keynesiani rispondono a loro volta che tale effetto viene
contemperato dall’effetto aspettative – di un ulteriore riduzione
dei prezzi e di un ritardo quindi negli acquisti – e dall’effetto
redistributivo a favore dei creditori rispetto ai debitori.
• Solo una politica fiscale espansiva è in grado di riequilibrare il
sistema.
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Il caso monetarista estremo
• Consideriamo adesso il caso opposto di una domanda di
moneta anelastica rispetto al tasso di interesse (curva
LM verticale).
• In tale situazione qualsiasi politica fiscale espansiva
risulta inefficace. In tal caso l’aumento del tasso di
interesse produce un effetto spiazzamento tra
investimenti privati e pubblici.
• La politica monetaria acquisisce la massima efficacia.
• A fronte di perturbazioni reali (che ad esempio portano ad
uno spostamento della IS) la LM verticale stabilizza il
reddito.
• Ciò rafforza la conclusione monetarista che il sistema
economico è intrinsecamente stabile.
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La domanda di moneta e il meccanismo di
trasmissione monetaria
• Come può essere superata nel breve periodo
per i monetaristi la dicotomia classica?
• Gli effetti reali deriverebbero nel breve
periodo da un particolare meccanismo di
trasmissione monetaria diverso da quello
keynesiano.
• Nel caso keynesiano la trasmissione monetaria
è di tipo indiretto: Ms > i> I > Y
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Il meccanismo di trasmissione secondo
i monetaristi
•
•
•
•
Domanda di moneta secondo i monetaristi
Ipotesi:
Rilevante è la domanda di saldi reali (M/P)
M/P è posto in funzione di un numero ridotto di
variabili, al limite una soltanto il reddito.
• Il tasso di interesse ha una influenza molto limitata,
tendenzialmente nulla. Ciò vale in particolare, per il
tasso di interesse sui titoli, in quanto i monetaristi
ammettono una possibilità di sostituzione non solo tra
moneta e titoli (come supposto dai keynesiani), ma tra
moneta e numerose altre attività (finanziarie e reali)
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Per i monetaristi l’effetto di trasmissione sulle variabili reali avviene
attraverso processi di sostituzione
sia tra moneta e titoli che tra moneta e beni.
Decisioni di spesa, anche in beni di consumo, e scelte di
portafoglio sono strettamente interrelate nella visione
monetarista (se si riduce M i consumatori possono ridurre i
consumi C) determinano effetti reali.
I monetaristi, nel breve periodo, finiscono per superare l’ipotesi di
neutralità della moneta.
Se per i keynesiani l’effetto di trasmissione era dato dal tasso di
interesse che interveniva sugli investimenti,
per i monetaristi l’effetto di trasmissione sulle variabili reali avviene
attraverso processi di sostituzione sia tra moneta e titoli che
tra moneta e beni.
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• In definitiva le differenze tra monetaristi e
keynesiani sono rimaste evidenti soprattutto sui
suggerimenti di politica economica laddove i
monetaristi attribuiscono la centralità nel
controllo dell’offerta di moneta e quindi degli
aggregati monetari mentre i keynesiani nel
controllo del tasso di interesse al fine di
stabilizzare il reddito reale.
• Oggi, nella condivisione del modello IS-LM,
la differenza sostanziale tra le due scuole
rimane quella della maggiore o minore
elasticità delle due curve ed dell’efficacia delle
politiche fiscali e monetarie.
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