Newsletter n.3 club dei 15

il futuro
ha posti
liberi
Agricoltura, cultura, turismo
A Como per imparare il
Made in Italy sul campo
“Ho parlato davanti a centinaia di studenti delle più prestigiose università italiane e americane, ma la cosa che più mi ha colpito è che
quando ho chiesto quanti, dopo la laurea, avessero come obiettivo
di dedicarsi ad un’impresa nel mondo dell’agricoltura, il numero
degli studenti americani era decisamente superiore rispetto a quelli
delle nostre università. E se a Harvard e a Yale dove si sono formati
presidenti degli Stati Uniti e grandi innovatori, ci sono ragazzi e ragazze che hanno deciso di intraprendere questa strada, significa che
qualcosa di importante sta succedendo”.
In inglese si dice learning by doing, in italiano imparare facendo.
O meglio, imparare sul campo, una metodologia formativa che nel
settore agroalimentare trova forse la sua migliore applicazione.
Questo è ciò che permette il corso di studi biennale post-diploma
ITS Nuove Tecnologie per il made in Italy - Sistema agroalimentare
- IPAA “G. dell’Amore” di Vertemate con Minoprio (CO) in cui, oltre
alle lezioni in classe, è previsto che la formazione si svolga con
l’intervento di imprenditori e professionisti per almeno la metà
delle 2.000 ore di lezione, di cui il 30% in azienda.
L’istituto prevede due tipologie di corsi. Quello denominato
Tecnico Superiore per la filiera delle nuove produzioni vegetali
e florovivaistiche sviluppa competenze nell’ambito della
programmazione di piani di produzione di materiale vegetale
florovivaistico, dell’applicazione di tecniche e tecnologie di produzione
innovativa a basso impatto ambientale e dell’organizzazione dei
processi di valorizzazione commerciale della pianta florovivaistica.
Il Tecnico Superiore per il controllo, la valorizzazione ed il
marketing delle produzioni agroalimentari si concentra invece
sull’applicazione di sistemi di controllo su processi e prodotti per il
miglioramento della tutela della salute, sull’analisi delle produzioni
agroalimentari, la sicurezza e la qualità dell’import-export oltre
che sulla logistica e sul marketing legati ai prodotti agroalimentari.
Oltre alle competenze, l’ITS consente il riconoscimento dei crediti
per l’accesso alle Professioni di Agrotecnico e Perito Agrario.
un modello per domani
la
newsletter
del Club dei 15
n.3 anno 2014
ha posti liberi
A dirlo è stato Carlo Petrini, fondatore del movimento Slow Food
che negli ultimi anni ha cambiato l’approccio all’alimentazione puntando tutto sulla valorizzazione delle nostre produzioni e il rispetto
del territorio. Tornare alla terra, promuovere un nuovo modello di
agricoltura, di cultura del cibo e anche di turismo, è una prospettiva
che è nella mente dei nostri ragazzi? Dovrebbe, perché il futuro
dell’occupazione è anche in questo settore, ma in un modo nuovo
rispetto al passato.
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Secondo il rapporto conclusivo del Progetto di Azione Sistemica sull’istruzione tecnica del Club dei 15 di Confindustria, che ha lavorato
sugli scenari socio – economici fino al 2020, nel prossimo futuro
tra i settori emergenti nel mondo del lavoro ci sarà l’agricoltura di
nicchia, intesa come valorizzazione dell’unicità delle produzioni locali,
unita alla capacità di marketing mirato attraverso l’utilizzo di nuovi
strumenti di comunicazione. Un settore destinato a fiorire specie se
collegato a percorsi del gusto e dell’enogastronomia, della cultura,
del turismo e del benessere.
Dimenticate dunque l’agricoltore così com’è stato nell’immaginario
collettivo e pensate ad una figura di alto profilo, con una preparazione
solida di tipo tecnico, ma anche culturale, profondamente radicata
nelle tradizioni della propria terra, dedita a valorizzarne gli aspetti
peculiari entrando in sintonia con bisogni emergenti di una clientela
che sarà sempre più esigente e attenta rispetto all’offerta e per la
quale qualità e servizio faranno la differenza. Si tratta, come diceva
ancora Petrini, di tornare ad occuparci della terra e del territorio,
ma non da sconfitti, bensì con un progetto di vita. Un progetto che
può rilanciare l’Italia e l’occupazione e, perché no? unire generazioni
diverse: i più vecchi, depositari di un sapere e di tradizioni antiche,
e i più giovani, capaci di valorizzarli con progetti nuovi e nuovi linguaggi, utilizzando la rete per farci conoscere al mondo.
Schede complete: http://www.fondazioneminoprio.it/index.
php?option=com_content&view=article&id=67&Itemid=564&lang=it
Università: Sicurezza igienico
sanitaria degli alimenti
Saper gestire un’impresa
agroalimentare sia dal punto
di vista tecnico-scientifico che
economico significa veder aprire
avanti a sé un ampio ventaglio
di possibilità lavorative, ricche di
soddisfazioni. A questo orizzonte
corrisponde il corso di laurea
triennale in Sicurezza igienicosanitaria degli alimenti della
facoltà di Agraria e Medicina
Veterinaria dell’Università di
Padova, sede di Vicenza, in cui allo
studio di biostatistica, chimica e
biochimica, si affianca quello di
sistemi animali e vegetali (zoologia,
anatomia e fisiologia degli animali
da reddito e zootecnica applicata).
Non manca, infine, la formazione
di stampo imprenditoriale su cui si
concentrano i corsi di agronomia
ed economia agroalimentare.
Scheda completa: http://www.
unipd.it/sicurezza-igienicosanitaria-degli-alimenti-1
EcorNaturaSì: l’agroalimentare che
diventa filosofia... e viceversa
Renzo Rosso, il fondatore della griffe di moda Diesel, ha definito come
“Il vero lusso d’oggi” quello che oggi comunemente intendiamo per
alimentazione di qualità. Ma al di là delle etichette, c’è sempre più la
consapevolezza del valore che il mangiar sano porta non solo alla salute
di ognuno di noi, ma anche all’ambiente.
All’interno di questa filosofia si inserisce EcorNaturaSì, azienda con base
a Verona e nel Trevigiano (San Vendemiano), che distribuisce e vende
prodotti biologici e biodinamici puntando sull’elevata qualità e cura
nella scelta degli ingredienti, ponendo allo stesso tempo attenzione al
rinnovamento dell’attività agricola e sviluppando una specifica cultura del
cibo (per questo è nato anche il sito www.valorealimentare.it). Il profilo
aziendale, infatti, come valori guida indica: “Il rispetto per l’ambiente,
la trasparenza nei confronti di tutti gli attori della filiera, dal produttore
al consumatore, il sostegno all’agricoltura biologica e biodinamica e alla
pedagogia steineriana”.
Una visione che si potrebbe definire romantica, ma che ha dato vita ad
un’azienda che conta oltre 400 punti vendita e un giro d’affari di 230 milioni. Sta infatti nella capacità di sviluppare “qualità”, non solo attraverso
il prodotto ma anche con la filosofia aziendale, che i prodotti italiani
possono trovare il proprio valore aggiunto. E per far ciò EcorNaturaSì
ha integrato l’intera filiera a partire dalle aziende agricole biologiche
per quanto riguarda la produzione, passando per i distributori e la catena retail che vende il prodotto, fino allo sviluppo dei propri marchi.
Produzione agricola, logistica, vendita e marketing in un’unica realtà,
tutte funzioni aziendali collegate da quel filo rosso che è la promozione
di uno stile di vita in armonia con l’ambiente.
Il futuro della terra è giovane
Elisa Bevilacqua, under 30 e un sogno: “Amo quello che faccio e vorrei aprire un Ortobar”.
Coltivare la terra, altro che ‘roba da
vecchi’! È un’attività di cui andare fieri
tanto che a Vicenza giovani agricoltori si stanno organizzando per dare
vita ad un evento nel giardino estivo
di una discoteca di tendenza dove
esporranno i loro prodotti. “La cosa
che più mi piace del mio lavoro –
spiega Elisa Bevilacqua, una di loro
– è vedere la gente che fa la fila davanti al punto distribuzione della nostra azienda agricola di Montebello
aperta solo al mattino e quella che, ai
mercati, aspetta proprio me. Sapere
che apprezzano ciò che coltiviamo
con tanta dedizione è una grandissima soddisfazione”.
“Il futuro ha posti liberi”, anno II, n°6, giugno 2014. Testata giornalistica registrata presso il
Tribunale di Vicenza, n° 1281 del 14/03/2013. Edita da Confindustria Vicenza, Piazza Castello
3, 36100 Vicenza. Stampata da Tipografia UTVI Tipolito srl, via Zamenhof 687, 36100 Vicenza.
Direttore responsabile: Cinzia Zuccon.
una mano, ma non trovo nessuno.
Magari vengono un paio di volte e
poi non si ripresentano più…
Quanto sacrificio comporta il tuo
lavoro?
Parecchio. La mattina bisogna alzarsi
alle 5.30 per essere in orario nei mercati. In effetti sto cercando da tempo
qualche ragazzo o ragazza che mi dia
Cosa ti dà lavorare con i prodotti
della terra?
Una bella sensazione di libertà, di
legame con la natura e di sintonia
con gli elementi. E poi si impara che
non si è onnipotenti. La natura ha le
ITINERE: tour su misura
per chi viaggia per lavoro
Il Club dei 15
Nel 2003 le associazioni territoriali di Confindustria delle 15 province a
più alto tasso di industrializzazione hanno ritenuto opportuno mettere in
comune problemi ed esperienze che contraddistinguono le aree a forte
vocazione manifatturiera. Nacque così il Club dei 15 a cui, negli anni, si
sono aggiunti altri due componenti. Ne fanno parte le associazioni territoriali di Confindustria delle provincie di: Ancona, Belluno, Bergamo, Biella,
Brescia, Como, Lecco, Mantova, Modena, Monza e Brianza, Novara,
Pordenone, Prato, Reggio Emilia, Treviso, Varese e Vicenza.
All’interno del Club dei 15 è stato costituito un gruppo di lavoro focalizzato
sui temi dell’Education e che è il promotore di questa pubblicazione.
Elisa non ha ancora 30 anni e con i
suoi due fratelli ha scelto di portare
avanti l’attività delle aziende ortofrutticole di famiglia. “Però – dice– volevo farlo a modo mio così, oltre che
dare una mano a raccogliere ortaggi
e occuparmi dell’amministrazione, mi
sono dedicata ai mercatini di prodotti
‘kilometro zero’ che si stanno moltiplicando sul nostro territorio”.
Soddisfare bisogni inespressi. È
con questa premessa che tre giovani laureati hanno avviato la loro
startup. Se non c’è futuro senza
internazionalizzazione delle imprese – hanno pensato – bisognerà
anche gestire il
flusso di manager
e imprenditori
che dall’estero
vengono in Italia
a visitare i loro
fornitori e che
vorrebbero cogliere l’occasione
per scoprire il nostro Paese.
È quello che in gergo si chiama
‘business tourism’ e Itinere è nato
proprio per offrire tour a tema per
valorizzare i soggiorni di lavoro
nell’area di Reggio Emilia.
“Che fosse un’ottima leva di mar-
E a te non pesa?
No, perché amo quello che faccio e
rinuncio senza grosse difficoltà anche a star fuori nei weekend dal momento che il sabato mattina per me
è di lavoro.
keting – spiega Stefano Gualtieri,
al centro nella foto con gli altri
promotori del progetto Eugenio
Oliva e Giovanni Spadoni, tutti
trentenni – ne ho avuto conferma
sondando le esperienze di imprenditori e manager in Unindustria
Reggio Emilia: terminati gli incontri di lavoro, dovevano inventarsi
come intrattenere gli ospiti. Da
qui l’idea. Stilato il business plan e
verificato che il progetto reggeva,
abbiamo avviato l’attività che ci
sta dando parecchie soddisfazioni
tanto che pensiamo di replicarla
in altre città.
“Itinere – spiega Stefano – si occupa non solo di offrire proposte
turistiche, ma anche dell’accoglienza e del trasporto di chi arriva a Reggio Emilia per lavoro.
Le nostre offerte sono studiate su
sue leggi e i raccolti possono anche
andare perduti a causa di fortunali
o di infestazioni. Ma noi preferiamo
limitare al minimo l’utilizzo di fitofarmaci e la gente premia la qualità dei
nostri prodotti.
È quello che nella vita volevi fare?
In realtà ho frequentato l’istituto alberghiero, ma l’amore per l’attività di
famiglia ha prevalso. In futuro però
intendo unire queste due passioni,
aprendo a Verona una sorta di ‘ortobar’. Un posto bello, di tendenza,
dove poter gustare prodotti della
terra e acquistarli. È il mio prossimo
obiettivo.
misura per singoli o gruppi, tempo
a disposizione e fascia di prezzo”.
Tre le aree tra cui scegliere: Storia e Cultura, Motor Valley (con
tour guidati anche alla scoperta
del mito Ferrari) e tour enogastronomici, dalla visita alle acetaie
alle degustazioni del prosciutto di
Parma.
“Viaggiando per lavoro per l’azienda di famiglia – spiega Stefano
– ho scoperto che Quebec City, in
Canada, vive sul turismo di chi visita la più antica fortificazione del
Nord America che risale appena al
1700 . Considerata la nostra storia
e il nostro patrimonio non c’è paragone rispetto a quanto l’Italia è
in grado di offrire”.
www.itinere.re.it