18 PROVINCIA GRANDA venerdì 14 marzo 2014 ceva - alto tanaro A 70 anni dagli eccidi sul Broglio La battaglia in Valle Tanaro del marzo 1944 Avvicinandosi le celebrazioni in programma a Ceva dal 21 marzo, per ricordare il 70º delle fucilazioni sul Broglio - organizzato dal Comune di Ceva in collaborazione con lʼAnpi e lʼIstituto Storico della Resistenza di Cuneo - prosegue la consultazione del “Diario Mauri,” per conoscere i principali fatti del marzo partigiano, quando nella battaglia in Valle Tanaro, i partigiani si scontrarono con i nazifascisti ai forti di Nava, lasciando sul terreno giovani vite. 8 marzo - con azione fulminea e di sorpresa, Martinengo (il comandante partigiano della Valle Tanaro), allʼalba, prende dʼassalto ed occupa i forti di Nava, catturandone lʼintera guarnigione composta da 50 tedeschi e repubblichini. Nostre pattuglie fanno prigionieri 10 repubblichini… 9 marzo - Unʼautocolonna di tedeschi, forte di circa 300 uomini, proveniente dalla Liguria, tenta di conquistare i forti di Nava. I nostri resistono, in un primo tempo, tenacemente, quindi passano al contrattacco. Visto che il nemico è costretto a retrocedere sotto lʼimpeto dei nostri, Martinengo ordina lʼassalto allʼarma bianca. I tedeschi tentano di sottrarsi allʼurto ripiegando con gli automezzi su Pieve di Teco, ma vengono raggiunti dai nostri e colpiti…. Da parte nostra cadono Roberto Sasso di Ormea, med. arg ed Olivio Fiorenza di Pornassio e vengono feriti gravemente, Lorenzo Ramò che muore il 21 Luglio, e Domenico Novaro che, prelevato dallʼospedale di Ormea, sarà fucilato dai tedeschi il 17 Marzo. Si ebbero anche vittime civili ed altre fucilazioni ad Imperia di partigiani catturati… 13 marzo - Attacco tedesco alla Valle Casotto. Verso le 3.30 il posto di avvistamento di Torre Mondovì comunica telefonicamente, sulla rete da noi impiantata, che forti colonne motorizzate nemiche stanno avanzando su Torre e Montaldo. Alle 4 anche la Val Corsaglia segnala lʼingresso del nemico nella valle. Alle ore 4.30 analoga comunicazione dalla Valle Mongia. Il comandante Mauri da ordine di accorrete tutti ai posti di combattimento. Alle ore 5 il capitano Vian apre il fuoco a Corsaglia, alle 5,30 le prime autoblindo nemiche giungono a Roburent e prendono contatto con le nostre pattuglie. I mitragliatori e gli sten non hanno nessuna efficacia sui mezzi blindati, e le neve comincia ad arrossarsi di sangue partigiano. Alle ore 7 il combattimento è in pieno sviluppo con lo scaglie di sicurezza nella zona dei cardini e di Serra di Pamparato…Il combattimento alla Serra di Pamparato si protrae fino alle 11. Le nostre postazioni, ormai tutte individuate dallʼosservazione aerea nemica, sono battute con violento tiro di mortai e di mitraglie…Mauri ordina di arretrare. Il nemico in serata occupa Serra. In Val Mongia giunge a Viola. 14 marzo - I partigiani preparano il contrattacco, ma alle 17, dalla Colla di Casotto, dalle cime dellʼAlpet, dai crinali della Valle si vedono convergere su Casotto schiere interminabili di tedeschi. Reparti someggiati e sciatori avanzano. Dalle Serra i tedeschi battono le posizioni di Tagliante con cannoni da 155, poi riprendono con i piccoli calibri ed i mortai. Nella notte del 15, per ordine di Mauri, la massa degli uomini ripiega sui dorso boscosi al nord dellʼAntorotto. Il reparto di Bogliolo ha il compitato di proteggere il ripiegamento. Nel frattempo il caposaldo del Baraccone viene fatto segno ad un violento tiro di mitragliere e di mortai. Eʼ vana ogni resistenza e pertanto il comandante Mauro dà ordine di ritirata verso le come del Monte Mindino per proseguire poi verso il costone boscoso di Battifollo e Scagnello e di qui sboccare nella piana di Ceva-Lesegno. In località “Distretti” di Pamparato, verso le 17, vengono uccisi i partigiani: Giovanni Biffo di Cherasco, Mario Dogliotti di Mondovì, Walter Stanchi di Genova,Tobia Ottorino di Mondovì, Marcello Tumino di Pola. Il giorno 15 il nemico continua ad attaccare, casa per casa, vallone per vallone. I partigiani resistono, ma devono cercare una via di fuga. 16 marzo - La battaglia prosegue violenta dallʼalba al tramonto. Siamo ormai completamente circondati. Ma gli uomini resistono: la sera Tagliante è ancora in mano nostre ed il nemico ha seminato il terreno di morti. Il comandante, riuniti i superstiti un centinaio) riesce ad infondere nuovamente in loro coraggio e fiducia. Alle ore 3, si dirige verso Val dʼInferno. Valicata la Colla Alta di Pierabruna, sono distaccate alcune pattuglie verso il fondo valle, che dopo circa mezzʼora queste ritornano inseguite dai tedeschi. “Gli uomini sono stremati da cinque giorni di combattimento ininterrotto, dalle lunge marce nella neve alta e molle, senza sosta e senza un poco di cibo caldo. Mauri dà ordine a Bogliolo ed a Corsero di tentare di valicare le creste dellʼAntorotto e di ricercare il varco per Ormea da quella parte; egli con otto volontari, si apposta sui roccioni della Colla Alta per tentare di coprire il ripiegamento, i 9 uomini non sono armati che di moschetto, ma è necessario evitare che il nemico occupi al Colla prima che i nostri, che non possono avanzare che molto lentamente, riescano ad inerpicarsi sulle vette ed a scrostare. Sparano fino a sera con turno mirato ed aggiustato per non sciupare munizioni. Ad un certo momento si trovano circondati. Cʼè una sola via, ma è una ripida parete di ghiaccio da scalare e di diventa facile bersaglio. Cade Fubini, lʼeroico Fubini, colpito alla testa (Umberto Fusimi di Casale Monferrato), poi un secondo, poi un terzo. Sembra finita. Sotto quel gruppo di superstiti vi è uno strapiombo di circa 100 metri, puntoni aguzzi di roccia si ergono tra la neve. Eppure è a sola via di salvezza: il comandante la indica a tutti. Il maresciallo Gavirati si lancia per primo e va a sfracellarsi contro una roccia (Giovanni Gavirati di Parma). Lo segue uno soltanto. Gli altri non fanno più in tempo. Delle grida fanno capire che gli altri non li raggiungeranno più. Un banco provvidenziale di nebbia li nasconde e consente ai due superstiti di girare la montagna. Così ritrovano le piste della colonna e le inseguono. Poco dopo ritrovano Corsero solo, perché ha diviso gli uomini in pattuglie e li ha avviati verso il Pizzo di Ormea ed ha aspettato quelli che erano rimasti a proteggere la ritirata. Sono rimasti 30 uomini in tutto.” La Battaglia di Valcasotto prosegue nei giorni seguenti, con il terribile rastrellamento. Saranno catturati molti partigiani e civili, condotti a Ceva e fucilati. Prossimamente continueremo a parlare di questo tragico momento vissuto dalla nostre gente. Ceva verrà sconvolta dalle raffiche di mitragliatrice scaricate sui partigiani, sul Broglio. Giorgio Gonella (storico) e Giorgio Raviolo (assessore alla Cultura del Comune di Ceva) Il calendario degli eventi alla caserma “Galliano” e in Biblioteca A Ceva si commemora l’eccidio di 70 anni fa, opera di milizie tedesche e fasciste CEVA - (r.s.) - Ci sono persone che (allora bambini) ricordano con terrore e dolore, quei giorni di 70 anni fa, quando sui prati dove ora sorge lʼOratorio ed il Cine Teatro “Borsi”, accanto alla strada che conduce a San Bernardino, si compì lʼeccidio di diversi partigiani, catturati dalle milizie tedesche e fasciste durante rastrellamenti nelle vallate cebane e monregalesi. Dopo una breve permanenza nella caserma “Galliano” furono condannati alla fucilazione. «Quellʼeccidio - commenta il sindaco di Ceva Alfredo Vizio - non deve essere dimenticato. Per questo si terranno due giorni di commemorazione: il primo venerdì 21 marzo con le scuole ed il secondo, domenica 23, con la popolazione. La cerimonia si terrà davanti alla lapide che ricorda quei caduti, posizionata sul muro esterno dellʼOratorio». Ecco il programma della commemorazione: Venerdì 21 marzo - ore 10: Raduno degli Studenti delle Scuole di Ceva presso il piaz- zale interno della Caserma “G. Galliano” Alzabandiera, saluto delle autorità Lettura delle pagine del Diario di don Filippo Bado Corteo al Cippo dei Partigiani per deposizione corona dʼalloro. Lettura dei nomi dei fucilati a Ceva e di poesie dedicate alla Resistenza. Sabato 21 marzo - ore 16, nella Biblioteca Civica, in via Pallavicino, proiezione del film “Il partigiano Johnny” di Guido Chiesa. Domenica 22 marzo - ore 10: raduno presso il piazzale interno della Caserma “G.Galliano” Alzabandiera Saluto delle autorità Lettura delle pagine del Diario di don Filippo Bado Corteo al Cippo dei Partigiani, lettura dei nomi dei fucilati a Ceva e di poesie dedicate alla Resistenza Lunedì 23 marzo - ore 21, nella Biblioteca Civica, in via Pallavicino, proiezione del documentario “Giorni di furore” (edizione speciale 70° della Resistenza). Progetto Anpi – Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza. Il sindaco Vizio: «Mancano i fondi per il personale amministrativo» Ceva: destinato alla chiusura l’Uficio del Giudice di Pace CEVA - (r.s.) - Un altro ufficio sta per chiudere e abbandonare Ceva. Eʼ quello del “Giudice di Pace”, collocato nella palazzina accanto alla Palestra della Scuola Media e retto dalla dottoressa Luciana Audisio. Dal prossimo mese di maggio, infatti, non avrà più a disposizione il personale amministrativo che lo curava e stante lʼimpossibilità del Comune di Ceva di provvedervi in merito, le udienze traslocheranno a Mondovì, dove dovrebbero trovare spazio anche quelle che ora si svolgono a Carrù e a Dogliani. La questione non è recente e quella di oggi è solo “una presa dʼatto” di una situazione di cui nulla si può imputare neppure al Comune, ma fa parte delle vicissitudini seguite al provvedimento di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, comprendenti anche gli uffici del Giudice di Pace. Infatti la legge (del 7.09.2012, n. 156) allʼart. 3 recitava che “gli enti locali interessati, possono richiedere il mantenimento degli uffici, facendosi interamente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo, messo a diposizione dagli stessi”. «Purtroppo - spiega Alfredo Vizio, sindaco di Ceva - lo scorso anno i sindaci dei 35 Comuni di riferimento, si espressero contro il pagamento di spese e personale e Ceva, con una delibera di Giunta, spedita per conoscenza ai vari Uffici della Giustizia, decise di accollarsi solo le spese di gestione della sede (circa 30 mila euro lʼanno, ndr), non essendo in grado di mettere a disposizione personale, né assumerne di nuovo per svol- gere il servizio. Poi la data entro cui dare una risposta, fissata al 29 aprile 2013, fu prorogata di un anno: per questo con lʼavvicinarsi della nuova scadenza, abbiamo richiesto che lʼUfficio non venga chiuso e che continui il servizio». Sino a tale data quindi il Comune continuerà a farsi carico delle spese sostenute (locali ospitanti lʼUfficio e relativi costi di funzionamento, quali utenze varie, riscaldamento, manutenzione, pulizia, ecc.), mentre è stato ribadito come “i vincoli normativi in materia di personale non consentono sia giuridicamente che economicamente di provvedere a proprio carico al fabbisogno di personale amministrativo presso lʼUfficio del Giudice di Pace, né è ipotizzabile, essendo lʼente in situazione di carenza di organico, il distacco di proprio personale idoneo”. A Ceva nella Caserma “Galliano” della Scuola di Formazione della Forestale Iniziato il corso su “Attività di monitoraggio e gestione del lupo in ambiente alpino” CEVA - (se.r.) - Lunedì è iniziato, nella Caserma “G. Galliano” della Scuola di Formazione del Corpo Forestale dello Stato di Ceva, il primo corso di alta formazione per lʼattività di monitoraggio e gestione del lupo in ambiente alpino a cui partecipano circa 120 tecnici. Il corso, inserito nellʼambito del progetto europeo denominato “Life WolfAlps” è stato organizzato e gestito dal Parco naturale Alpi Marittime con la collaborazione del Parco naturale del Marguareis e lʼEnte di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie. Si prefigge, grazie alla partecipazione di una équipe altamente specializzata di esperti, di monitorare e gestire il “lupo” in ambiente Alpino rivolgendosi ai professionisti provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli. Presente, allʼapertura del corso rivolto a esperti di Piemonte e Lombardia, il Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, ingegner Paolo Salsotto, ricevuto dal comandante della Scuola, vice questore aggiunto Stefano Anania. «Il lupo è una specie che va protetta - hanno detto - e la nostra informazione vuole essere corretta. Noi siamo a favore di tutte le specie protette e a favore di tutte quelle norme che noi rispettiamo per primi, ed intendiamo far rispettare. Da questa settimana di lavoro e da tutte quelle attività successive, deve emergere quella autorevolezza di tutto quello che diremo, faremo e praticheremo». Ad aprire i lavori e a spiegare nel dettaglio le finalità del corso è stata Francesca Marucco, zoologo e coordinatore scientifico del progetto. La prossima settimana prenderà avvio il secondo turno di corso rivolto questa volta agli esperti di Piemonte e Veneto. La conclusione lunedì 17 marzo quando si terrà in serata unʼassemblea aperta a tutti sul tema, “Chi ha paura del lupo?” con interventi di Alfredo Vizio, sindaco di Ceva, di Luca Robaldo consigliere del Parco naturale del Marguareis, di Giuseppe Canavese, responsabile del progetto “Life WolfAlps”, del professor Nicola Duberti e della responsabile scientifico del progetto “Life WolfAlps” Francesca Marucco. Durante la serata saranno proiettati alcuni filmati. Alla fase teorica, nella mattinata di martedì 11 marzo, è seguita una fase pratica consistente nel trasferimento in montagna e in particolare sui monti della valle Tanaro e valle Gesso dove recentemente sono stati avvistati lupi con il fine di conoscere e identificare le tracce lasciate dal lupo sul terreno e sulla neve durante i suoi spostamenti. Riconoscimenti per i reduci Ana di Garessio GARESSIO – (m.b.) – «Come dimenticare quei tragici giorni?». Se lo sono chiesti ancora una volta Aldo Dani, Andrea Briatore e Luigi Salvatico, tre reduci Ana di Garessio, la scorsa settimana, ricevendo il riconoscimento assegnato loro dalla sezione Ana “Monviso” di Saluzzo, che questʼanno ha commemorato il 71º anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka. Con loro, in una saletta dellʼOpera Pia Garelli, la casa di riposo garessina dove Salvatico e Briatore sono ospiti, anche il capogruppo Ana Garessio, Giovanni Zuanelli, e Romano Nicolino, altro alpino garessino autore di vari volumi su quei giorni drammatici. «Alla partenza eravamo oltre 200. Siamo tornati in poco più di 20» raccontano i tre. Dani, classe 1919, prima nel battaglione Ceva e poi negli alpini sciatori “Monte Cervino”, della guerra porta ancora un segno, una scheggia che gli si conficcò nella schiena il 30 agosto ʼ42, quando un colpo di mortaio gli esplose vicino, sul fronte del Don. «Scampai la morte almeno altre due volte – afferma lʼalpino, ma mi protesse sempre la Beata Vergine delle Grazie del Santuario di Valsorda». Durante il ripiegamento venne ferito due volte anche Andrea Briatore, nato nel ʼ22, Divisione Alpina Cuneense, 1° Reggimento Alpini, Battaglione Ceva. Rientrato in Italia, fu mandato al Brennero e, catturato dai tedeschi, dopo lʼ8 settembre fu portato prigioniero a Vienna. Luigi Salvatico, Divisione Alpina Cuneense, 4° Reggimento Artiglieria Alpina Gruppo Mondovì, allʼinizio del ripiegamento incontra il fratello Paolo, Andrea, amico di Pamparato, e il cugino Pierino. Accortosi che il fratello soffre di un inizio di congelamento ad un piede, riesce a trascinarlo, con lʼamico e il cugino fino a Schebekino, dove lo carica su una tradotta per lʼItalia. A Luigi però tocca la stessa sorte di Briatore, catturato e portato da prigioniero a Vienna, dopo lʼ8 settembre. Liberato dallʼesercito sovietico, fu portato poi in Russia. Rientrerà in Italia solo nel settembre del ʼ45. «Noi abbiamo potuto tornare alle nostre case e alle famiglie, e riportare con noi i nostri ricordi. Il nostro pensiero va ai tanti che non hanno potuto farlo» dicono i tre amici. Garessio: iniziativa per la Festa della Donna GARESSIO – (m.b.) – Un albero di scarpe rosse in Piazza Marconi, a Garessio Ponte: è lʼiniziativa organizzata la scorsa settimana da un gruppo di signore garessine in onore della Festa della Donna. «Siamo nel gruppo di lettura della biblioteca di Garessio – spiega Grazia Gaudenti – Con la nostra idea, per un giorno, abbiamo voluto citare lʼiniziativa delle scarpette rosse che su scala nazionale è volta a focalizzare lʼattenzione sul problema della violenza sulle donne, che continua ad aggravarsi». Priola: rinnovato il direttivo Pro Loco PRIOLA – (m.b.) - Rinnovato il direttivo della Pro Loco Priola. Il presidente Fulvio Colombo, riconfermato, è affiancato da Gianni Borgna, Alice Bianco, Giovanni Zoanelli, Giorgio Candussio, Oreste Bianco, Roberto Livorno, Chiara Pioppo, Nicola Ravotti, Irma Sappa, Renata Salvatico, Dario Rossi, Adolfo Pioppo, Raffaella Liprandi, Michkail Sappa, Monica Sciandra, Paolo Marco e Eranieo Paja. La gardenia di Aism a Ceva CEVA - (se.r.) - Sotto lʼAlto Patronato della Presidenza della Repubblica, nelle giornate di sabato otto e domenica nove marzo è ritornata la “Gardenia dellʼAism”, un evento di carattere nazionale che ha coinvolto in circa tremila piazze di tutta Italia oltre diecimila volontari impegnati in 160 sezioni nella distribuzione dei fiori con lo scopo di finanziare la ricerca scientifica e dare aiuto al miglioramento della vita delle donne affette da sclerosi multipla. Anche Ceva, ha partecipato con i suoi volontari a questʼiniziativa, allestendo un banchetto posizionato nella mattinata di sabato nel centro storico di via Marenco e nella mattinata di domenica davanti al Duomo, per la distribuzione delle 75 piantine di gardenia messe a disposizione dietro un offerta minima di 15 euro. Nella foto, il banchetto dellʼAism a Ceva
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