Trento 14 domenica 6 aprile 2014 l'Adige L4040403 Senza giornali per colpa delle Poste Ieri, per l’ennesimo sabato di fila alcuni dei nostri abbonati non hanno ricevuto la loro copia del quotidiano Purtroppo, per l’ennesima volta, anche ieri numerosi dei nostri abbonati hanno avuto difficoltà a ricevere la loro copia dell’Adige. Nella giornata di sabato, infatti, per la seconda o in qualche caso terza settimana consecutiva Poste Italiane non ha consegnato il quotidiano ai lettori. Il disservizio, del quale l’Adige non è responsabile e non può che dispiacersi - ha riguardato ampie zone del Trentino: da Arco, a Civezzano, da gran parte della Valsugana alla bassa valle di Non, da Ca- L’INDAGINE valese a Cavedine, da Revò a Palù del Fersina. Poste sarebbe tenuta contrattualmente, a seguito di un impegno sottoscritto ancora nel 2011, a consegnare la copia del giornale del sabato. Accordo che purtroppo in questi ultimi sabati, in diversi casi, non è stato rispettato. A tutti i nostri fedeli abbonati assicuriamo il nostro massimo impegno per far sì che Poste Italiane rispetti quanto concordato, nel rispetto delle esigenze dei lettori abbonati e della nostra società editrice. Conto corrente prosciugato e due appartamenti venduti: «Spariti» 240mila euro Per il pm c’era la buona fede, ma il giudice ha rigettato la richiesta di archiviazione Tutrice porta via i soldi della sorella invalida Giudicarie, cinquantenne accusata di peculato Da anni si occupava della sorella invalida, ospite in una casa di cura delle Giudicarie, ed essendo tutore ne curava il patrimonio e verificava le spese. Ma ad un certo punto i conti non sono più tornati: la retta per l’assistenza ed il ricovero non veniva più pagata, il conto intestato alla signora ricoverata risultava scoperto. Che era successo? Il denaro sembrava sparito, compreso quello ricavato dalla vendita di due appartamenti per complessivi 240mila euro. La tutrice, una cinquantenne delle Giudicarie, deve ora difendersi dall’accusa di peculato per essersi appropriata dei soldi della sorella invalida. Accuse che l’indagata, difesa dall’avvocato Maurizio Pellegrini, respinge. La segnalazione è arrivata in procura a Trento ed il procedimento, che rischiava di arenarsi, andrà avanti: lo ha deciso il giudice Carlo Ancona che si è opposto alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero Antonella Nazzaro. I prelievi dal conto corrente della signora ricoverata nella casa di cura sarebbero avvenuti nell’ultimo anno e mezzo e nello stesso periodo risultano essere stati venduti due ap- No all’archiviazione: il gip ha disposto che il pm proceda per peculato partamenti di sua proprietà, del valore di circa 120mila euro l’uno. Tuttavia tutto quel denaro, gestito dalla sorella che ne era tutore, non risulta essere mai stato depositato sul conto corrente e, all’atto pratico, non sarebbe nella disponibilità della donna. Quando è arrivata la retta, non c’erano più soldi per pagarla. Dell’ammanco se ne sarebbero accorti per primi all’interno della struttura in cui la donna invalida è ricoverata. La vicenda è emersa quasi per caso. L’assegno di invalidità, con il quale si sono sempre pagate le spese di cura e di ricovero della donna, a causa di un inghippo era stato sospeso per un periodo e sul conto corrente della paziente non si era trovata alcuna traccia dei risparmi. Il pm incaricato dell’indagine aveva ipotizzato nei confronti della tutrice i reati di appropriazione indebita e furto aggravato. La donna, una cinquantenne che vive nelle Giudicarie, aveva spiegato che quei soldi erano serviti per dare una mano alla figlia, che stava acquistando casa, e che non erano affatto spariti. Il pubblico ministero, valutando che ci sarebbe stata la buona fede nella gestione di beni della donna invalida anche se con qualche «confusione», aveva ritenuto la questione prettamente civilistica e chiesto l’archiviazione. Per il gip Carlo Ancona invece il reato penale c’è: rigettando la richiesta, ha infatti disposto che il pm eserciti l’azione penale contro la tutrice procedendo per il reato di peculato, in quanto la donna accusata di aver sottratto i soldi era sì legata da un vincolo familiare ma era soprattutto responsabile davanti al giudice tutelare della corretta gestione del patrimonio della persona invalida. Il tutore ha infatti la responsabilità di rappresentare e assistere la persona in tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, e di occuparsi del suo benessere. Ma. Vi. Tribunale | Spariti 600mila euro, domani l’udienza L’indagine | Gli arresti dell’assalto al Mercatone Marito imputato per ricettazione, moglie per appropriazione indebita La banda di nomadi intercettata: «Ho trovato il gaggio, la vittima» La moglie è accusata di aver sottratto circa 600mila euro all’Associazione trasporto infermi di Madonna di Campiglio ed al commercialista presso cui lavorava come segretaria; il marito invece finisce nei guai per ricettazione. La coppia è imputata in un doppio processo: lei, Paola Gottardi, 47 anni, è difesa dall’avvocato Andrea de Bertolini; lui, Alberto Decreti, dall’avvocato Michele Busetti. Domani si terrà l’udienza filtro. Il marito in particolare dovrà difendersi dall’accusa di aver ricettato parte dei soldi (circa 190mila euro) che la moglie avrebbe sottratto negli anni. Secondo la procura, sarebbero transitati su conti a lui riferibili importi per complessivi 30-40mila euro nel procedimento che vede la moglie imputata per l’appropriazione indebita nei confronti dell’associazione, e circa 160mila euro con riferimento all’appropriazione indebita ai danni del commercialista. L’uomo respinge ogni accusa, dato che ci sarebbe stato un passaggio di denaro su un conto corrente non a lui in- La macchina è «il cavallo», oppure «l’elettrica». Il garage è «il recinto». Poi ci sono «i gaggi», ossia le vittime, e «i funerali», ovvero le rapine. Come se non bastasse la difficoltà a rintracciare persone che non hanno un luogo di residenza fisso (non per altro sono chiamati nomadi), i carabinieri ed i poliziotti impegnati nelle indagini sull’assalto al Mercatonedi San Michele di metà gennaio hanno dovuto imparare il linguaggio cifrato della banda di nomadi. Gli undici arrestati (dieci uomini e una donna) erano in stretto contatto telefonico, utilizzando cellulari intestati ad ignari cittadini cinesi. Molto attenti a non parlare esplicitamente dei colpi che stavano preparando, non sono riusciti ad ingannare gli investigatori che li stavano ascoltando e che li hanno bloccati prima che mettessero a segno altri colpi. È accaduto il mese scorso alla Fiera di Parma, in occasione di una esposizione di gioielli. Due degli arrestati, tra loro cugini, dopo aver pagato il bi- testato ma appartenente ad una società di cui era socio accomandante (la moglie accomandataria). Secondo quanto emerso dalle indagini, Paola Gottardi, ex responsabile amministrativa dell’associazione Trasporto infermi di Campiglio, tra il 2007 ed il 2013 avrebbe fatto scomparire 273mila euro. Ma la condotta illecita risalirebbe addirittura al 2003 e il buco lasciato sfiorerebbe i 500mila euro: per questo l’associazione ha promosso una causa civile da 481mila euro. Inoltre la donna avrebbe sottratto circa 150mila euro anche dallo studio del commercialista. glietto di ingresso, si sono messi alla ricerca della vittima. «Ecco il gaggio, è quello con la Rover scura» dice uno, intendendo per gaggio (parola che tra i sinti significa «non nomade») la vittima. Nel caso del latitante Antonio Brajdic, ai carabinieri del nucleo investigativo provinciale di Trento è bastata una piccolissima traccia: un numero di cellulare lasciato ai commessi di un’ottica. Nonostante si fosse presentato con il nome del fratello e il cognome della fidanzata, i carabinieri lo hanno preso all’ingresso di un cinema, in un centro commerciale di Milano.
© Copyright 2024 Paperzz