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LA
LA STAMPA
STAMPA
QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 • ANNO 148 N. 75 • 1,30 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
«A Berlino dirò che faremo bene e saremo una guida dell’Europa»
Renzi: meno F35
e via 385 caserme
Oggi dalla Merkel: non siamo dietro la lavagna
LA FENOMENOLOGIA
RETROSCENA
Matteo Renzi
Forza Italia
tende la mano
GIOVANNI ORSINA
Brunetta: contro l’austerità
maggioranza più ampia
R
DEL RENZISMO
Amedeo La Mattina
enzi ha introdotto una cesura importante nella vicenda politica
italiana. Quanto profonda e duratura sia questa cesura è davvero troppo presto per dirlo.
A PAGINA 6
CONTINUA A PAGINA 34
DA PAG. 6 A PAG. 11
Il 95% vota l’addio all’Ucraina. Oggi vertice a Bruxelles per le sanzioni, ma c’è disaccordo sulle misure. Putin chiama Obama
La Crimea torna alla Russia
Plebiscito nel referendum: verso l’annessione. Usa e Ue: è illegale
DOPO I TAGLI
Se l’America
privatizza
la ricerca
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
Vladimir Putin sfida il
mondo e «conquista» la
Crimea, dove oltre un milione
di filorussi ha detto «sì» all’adesione a Mosca con una
percentuale di oltre il 95%, secondo i primi dati ufficiali. I risultati definitivi si sapranno
oggi. «Siamo tornati a casa»,
1
IL RISCHIO
CHE LO ZAR
RILANCI
GIANNI RIOTTA
V
iviamo in Ucraina la più grave
crisi internazionale dalla fine
della
Guerra
Fredda. Le tragedie delle
guerre civili in Africa e nei
Balcani, l’eterno Medio
Oriente da Israele e Palestina alla Siria, due guerre in
Iraq e una in Afghanistan, la
tensione con la Cina sulle isole Senkaku-Diaoyu, non hanno mai posto a rischio l’equilibrio intero del pianeta. Lo
scontro su Kiev non è ancora
allarme rosso come i giorni
dei missili a Cuba nel 1962,
quando il presidente Kennedy e il leader russo Kruscev
si sfidarono sull’orlo della
guerra atomica, ma è duello
senza regole certe, con possibili errori gravi, da una parte
e dall’altra.
Il referendum farsa imposto da Mosca alla Crimea si
risolve come stabilito, gli exit
polls parlano di 95% a 5 per il
ritorno a Mosca. La Casa
Bianca e l’Europa considerano l’annessione di Sebastopoli inammissibile e si apprestano a imporre sanzioni
contro Mosca.
«Russia ti amo», gli slogan gridati ieri sera a Sebastopoli. Ma
per Europa e Stati Uniti il referendum «è illegale e illegittimo». La Casa Bianca: «Mosca
ha intimidito gli elettori, violate le leggi internazionali». Oggi vertice a Bruxelles per le
sanzioni.
DA PAG. 2 A PAG. 5
LUCIA SGUEGLIA
REPORTAGE
SIMFEROPOLI
NEI VILLAGGI
CIRCONDATI
L
a Crimea che vuole
tornare russa canta
vittoria in piazza
molto prima che i seggi
chiudano.
CONTINUA A PAGINA 23
CONTINUA A PAGINA 2
L’IPOTESI TERRORISTICA DEGLI 007 BRITANNICI. GLI USA: SEQUESTRATO PER ESSERE USATO COME MISSILE. SOSPETTI ANCHE SUI SEPARATISTI UIGURI
Aereo scomparso, l’ombra di Al Qaeda
IL SIMBOLO
DI UN DESTINO
OPACO
ANTONIO SCURATI
L
SAMSUL SAID/REUTERS
o troveranno, sì, prima
o poi lo troveranno. Da
qualche parte pulserà
un «blip» emesso da un transponder, una macchiolina
apparirà nell’occhio di un
satellite, un lacerto di carne
o di lamiera affiorerà dal
fondo di un oceano. Niente
più sparisce nel nulla. Non
in questo nostro mondo sovraesposto e piccino.
Niente più sfugge al setaccio della cronaca in questo nostro tempo a maglie
strette, sotto il nostro «open
sky» delle telecomunicazioni globali. Lo troveranno il
Boeing 777-200 della Malaysia Airlines e allora, probabilmente, sapremo ciò che
avremmo preferito non sapere. Fino ad allora, però,
possiamo sperare e immaginare.
E l’immaginario del disastro è stata tanta parte della
nostra idea di mondo in questi ultimi decenni.
Molinari e Sala A PAG. 12
CONTINUA A PAGINA 13
CONTINUA A PAGINA 34
La strategia
Il sogno del Cremlino
è cancellare il 1989
Anna Zafesova A PAGINA 5
L
a scienza in America
sta diventando un fatto privato, nel senso
che decine di miliardari mettono i loro soldi dove lo Stato
non arriva più, per finanziare
la ricerca.
Messaggi di solidarietà per i familiari dei passeggeri scritti su una lavagna in un sobborgo di Kuala Lumpur
DIARIO
“Com’è dura
la nostra vita
alla Casa Bianca”
Era un detective
italiano il vero
Sherlock Holmes
Juve inarrestabile
Anche il Genoa ko
Crolla il Milan
Gli uomini del Presidente
in servizio 24 ore su 24
e sempre richiamabili
Lavorava a Manchester
e nell’epoca vittoriana
risolse decine di casi
Punizione-gol di Pirlo
F1, Alonso solo quarto
Tennis, trionfo Pennetta
Servizio
Marco Zatterin
Servizi
A PAGINA 16
A PAGINA 21
DA PAGINA 43 A PAGINA 52
2 .Primo Piano
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
U
UCRAINA
e
IL REFERENDUM
?
Su che basi l’Occidente vuole sanzionare la Russia?
le
domande
Misure punitive sono previste dalla
Carta dell’Onu contro i Paesi che violano il diritto internazionale. Ma all’Onu
i russi hanno potere di veto. Usa e Ue
agiranno da sole.
r
Che possono fare in concreto?
Sarà probabilmente una risposta mo-
dulata. Il primo passo potrebbero essere limitazioni ai movimenti in Occidente di personalità di spicco della
Russia putiniana. Basta negargli il visto.
t
E dal punto di vista finanziario?
Si bloccano conti e investimenti in Occidenti a individui e aziende legate al
Cremlino. Un punizione severa in
quanto si tratta di decine di miliardi
non più disponibili.
La Crimea dice sì: torniamo a casa
Venerdì alla Duma di Mosca il primo passo verso l’annessione. Putin chiama Obama: diritto rispettato
SIMFEROPOLI
Trionfa il sì al «ritorno alla casa Russia» in Crimea, con 95%
dei voti nel referendum per
l’annessione a Mosca secondo
i primi dati ufficiali, e un’affluenza all’81%. Se annessione
sarà, per la prima volta dalla
caduta dell’Urss la Russia
estenderà il proprio territorio. Nel capoluogo Simferopoli a sera esplode la festa tra
concerti, caroselli di macchine e tricolori russi. Il premier
de facto Serghiei Aksionov
parla di «una decisione che
entrerà nella storia», e twittando la foto della folla che lo
acclama in piazza, spinge sull’acceleratore: «Lunedì chie-
deremo l’integrazione nella Federazione Russa».
Ma ora la parola passa a Putin. Quanto ci vorrà per unirsi
alla «madrepatria», e quanto è
certo il sì del Cremlino? La
Russia, sotto minaccia di sanzioni internazionali, si prende
cinque giorni per rispondere:
fino al 21 marzo, quando la Duma esaminerà in prima lettura
(ne sono previste tre) un progetto di legge che rende più facile e rapida l’annessione di territori stranieri alla Russia: basterà un semplice referendum,
abolendo l’attuale previsione di
un trattato internazionale. Per
ora non è stata indicata la data
delle successive letture. Poi servirà l’approvazione del Senato
95%
81%
sì
l’affluenza
Secondo i primi
dati ufficiali
sulla metà
dei seggi scrutinati
Nonostante il boicottaggio
annunciato, è stata
alta anche
nei villaggi tatari
russo, il Consiglio della Federazione. Infine la firma di Putin.
E’ un iter che potrebbe richiedere fino a un anno di tempo.
Nel frattempo, Mosca e Kiev
hanno annunciato una tregua
su uno dei punti più spinosi della crisi di Crimea: il destino dei
militari ucraini rimasti nella
penisola. I separatisti di Simferopoli avevano annunciato che
da lunedì soldati di Kiev sareb-
bero stati considerati «occupanti», e invitati ad andarsene
«pacificamente». Ora invece
potranno restare, anche loro
fino al 21 marzo: «Nessuna misura sarà presa contro le nostre infrastrutture in Crimea
durante questo periodo. I nostri siti militari stanno quindi
procedendo con la fornitura di
provviste», ha spiegato il ministro della Difesa ucraino Teniukh. E la stessa data del 21
marzo, probabilmente non a caso, coincide con la firma della
parte politica dell’accordo di
associazione Kiev-Ue. Un lieve
rallentamento dunque, che potrebbe indicare una volontà di
trattare tra Mosca e Kiev.
Intanto, Vladimir Putin di
nuovo al telefono con Angela
Merkel e poi con Barack Obama
dalla chiusura delle Paralimpiadi di Sochi, insiste: Mosca «rispetterà la scelta degli abitanti
della Crimea», la cui volontà
viene espressa «nel pieno rispetto delle norme del diritto
internazionale», e cita lo statuto dell’Onu. «Le autorità ucraine» aggiunge, «mostrano una
mancanza di volontà nel frenare le violenze contro i russofoni
in Ucraina». Ma il presidente
russo e quello statunitense, fa
sapere il Cremlino, hanno convenuto di cercare insieme di
«stabilizzare la situazione»: per
Putin, una eventuale missione
dell’Osce in Ucraina dovrebbe
coprire l’intero Paese.
[L. S.]
russi» dice Aziz Abdulmehin, 34 anni. I giovani del villaggio la notte fanno la ronda per scongiurare problemi. Il referendum? «È uno show, un
circo», dice Emil Bilalov, 29 anni: «I
crimeani ora sono euforici, ma non
vedono l’altro lato della medaglia. Se
ne pentiranno: la Russia di Putin è
una dittatura, non c’è libertà di parola, lì non potranno protestare se qualcosa non va. E anche lì c’è povertà».
All’inizio i tatari erano favorevoli a
una maggiore autonomia della penisola: «Ma quando abbiamo visto la
bandiera russa issata sul parlamento
a Simferopoli, si è distrutta ogni speranza». Coi vicini russi, dicono, ora
c’è freddezza, si temono tensioni: «Se
si sono messi contro i loro fratelli slavi, ucraini ortodossi, figuratevi con
noi che siamo musulmani!».
SPERANZA DISTRUTTA
«Se si sono messi contro altri
ortodossi, figuratevi con noi
che siamo musulmani»
YURI KOCHETKOV/EPA
Un funzionario della commissione elettorale della Crimea a Belogorsk, vicino a Simferopoli
Reportage
LUCIA SGUEGLIA
NOVINSKOE, BAKCHISARAY, CRIMEA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
a Aishat Velieva,
60enne tatara, non
ha niente da festeggiare. Sotto la pioggia, la testa avvolta
nel fazzoletto, esce dalla base dove
sventola già bandiera russa, tra ali
di uomini armati in maschera.
«Mio figlio è un ufficiale dell’esercito ucraino, ed è prigioniero là dentro da una settimana con altri 15,
perché si è rifiutato di prestare giuramento alla Repubblica Autonoma di Crimea. Gli ho portato da
mangiare, un po’ di caffè. Che umore possono avere, se gli puntano i
fucili contro anche quando vanno
al bagno?».
M
Fra i tatari sale la paura
“Mandiamo i figli a Kiev”
Basi assediate e villaggi che restano fedeli all’Ucraina
“Le truppe russe adesso hanno gettato la maschera”
Ieri Mosca e Kiev hanno pattuito
una tregua, i soldati restati fedeli a
Kiev non saranno toccati fino al 21
marzo. Ma per i perdenti del referendum, è dura. «Kiev non ci ha abbandonato - assicura oltre il cancello il sottocolonnello Sergei Gunder -: al telefono
ci hanno detto “Resistete fino a una decisione politica”. Ma da giorni cercano
di cacciarci fuori: sono russi, e non lo
nascondono».
Cicatrice obliqua sulla guancia, al
dito un anellone col marchio «Urss»,
Alexander Antufiev si presenta: «Sono
il nuovo comandante temporaneo di
questa sezione, un veterano delle truppe degli Interni». I soldati russi? «Per
noi sono salvatori. Aggressori erano i
tedeschi nella 2a guerra mondiale, la
gente di Crimea li ha combattuti. Invece chi accolse i tank tedeschi con pane
e sale, guardate ora da che parte stanno. Traditori».
I tatari di Crimea furono deportati
da Stalin nel 1944, con l’accusa di
aver collaborato con Hitler. Tornati
dopo la fine dell’Urss, schierati con
Kiev, hanno boicottato il referendum.
Nel villaggio di Novinkoe, a casa Bilalov sono rimasti solo uomini. Nell’angolo un tavolino con un drappo celeste, un vaso con una pianta grassa e
un palloncino giallo infilzato: i colori
di Kiev. «Mogli e bambini li abbiamo
mandati nell’ovest Ucraina, per sicurezza. Kiev ci offre asilo, ma non ce ne
andremo: la Crimea è la nostra patria
storica, qui ci sono le tombe dei nostri nonni. Ma non ci sentiremo mai
Nell’unico seggio del paese nella Casa
della Cultura, ci si annoia: «Hanno votato
solo 117 su 447 registrati. I tatari sono disciplinati, gli han dato ordine dall’alto di
astenersi» annuncia la presidente Ekaterina Nakonechnaya, russa. Problemi di
convivenza? «No, domattina diremo
buongiorno a tutti. In Ucraina si vota ogni
anno tra mille conflitti. Siamo stufi di continui cambi di potere, vogliamo ordine,
stabilità»,rispondeunosservatorelocale.
La bandiera di Mosca svetta su molti
edifici amministrativi già da sabato. A
Bakchisaray nella sede del Partito Unità Russa, creatura del premier separatista Aksionov, tra tipacci torvi dell’autodifesa, ci si sente già in Russia. Qualcuno ventila una fusione col partito di
Putin Russia Unita. Pavel Shperov, 42,
mostra orgoglioso il suo passaporto sovietico: «Non l’ho mai restituito». Si definisce «un nazionalista russo radicale»,
membro di un’associazione locale che
dal 1991 appoggia l’unione con Mosca:
«Non abbiamo paura di nulla, siamo
sulla nostra terra. Siamo la maggioranza. Abbiamo aspettato tutta la vita questo momento. Quando abbiamo visto la
bandiera russa issata il 27 febbraio sulla
Rada, abbiamo capito che era fatta». I
tatari? «Vedrete che tra due settimane
anche loro prenderanno il passaporto
russo, con tutti i suoi vantaggi».
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
u
E se la Russia va avanti?
Il secondo step sono sanzioni che riguardano tutto il Paese: stop alla liberalizzazione dei visti (misura molto auspicata a livello popolare), ai negoziati
per le collaborazioni in campo economico, della ricerca, militare.
i
È possibile bloccare i commerci?
È il passo successivo, il più difficile da
compiere. La Ue sta studiano limita-
zioni nei settori degli armamenti, trasporti, assicurazioni ed energia. Mosca esporta molta energia e ha bisogno di prodotti ad alta tecnologia,
specie tedeschi, italiani e francesi.
o
E noi che cosa rischiamo?
L’Ue importa da Mosca il 25% del gas e
il 10% del petrolio che le serve. Il primo
è molto più difficile da sostituire. Si
potrebbe comprare gas liquefatto da
Qatar e Usa, ma costa di più.
p
È verosimile un embargo totale?
Per la Ue avrebbe costi molto alti: l’interscambio è di 360 miliardi di euro all’anno. Molte aziende perderebbero
commesse e quote di mercato. E
l’energia ci costerebbe di più. Gli Usa
non hanno il problema gas e hanno un
interscambio che è un decimo.
a
Che alternative ci sono?
L’isolamento totale nelle istituzioni in-
Primo Piano .3
.
ternazionali: la Russia potrebbe essere
espulsa dal G8 e perderebbe influenza
e prestigio.
s
Ma si può metterla in ginocchio?
Le misure finanziare possono mettere
in ginocchio la sue élite economica e
politica. Ma è un grande Paese, con
grandi risorse di materie prime e armamenti di prim’ordine. Non è la Libia
o il Venezuela e dispone del secondo
arsenale atomico mondiale.
La lista degli oligarchi
Il«WashingtonPost»:
eccogliuomininelmirino
Retroscena
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
1 Dopo il referendum in
S
tavolta le voci dell’America e
dell’Europa hanno lo stesso
tono severo e allarmato. Visti i risultati del referendum
in Crimea, netti quanto
scontati, la Casa Bianca ha assicurato
che non ne riconoscerà la validità, e
definito le azioni dei russi «pericolose
e destabilizzanti». Sull’altra sponda
dell’Atlantico ha parlato il presidente
del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, d’accordo che la consultazione «è
illegale e illegittima», pertanto «si
passerà a misure rafforzate contro
Mosca», e venerdì si firmerà mezzo
accordo con l’Ucraina. L’Occidente alza il volume, ma sul suo fronte ci sono
delle crepe. Mentre a Simferopoli, incuranti, sventolano dopo 60 anni la
bandiera russa.
La condanna per il Cremlino è unanime. Come previsto, la Crimea ha
scelto l’orso di Mosca quale azionista
di maggioranza. La preoccupazione è
generalizzata, per il futuro della penisola come per quello di Kiev. «La situazione in Ucraina è molto grave e drammatica - ha detto al Tg5 il premier Mat-
DAVID MDZINARISHVILI/REUTERS
La gioia dei filorussi in Crimea dopo l’annuncio del risultato
Ue e Usa: “Un atto illegale”
Arrivano le prime sanzioni
OGGI LA DECISIONE
Resta il disaccordo sul numero
di personalità russe da punire
Polonia e Baltici sono i più duri
IL PREMIER RENZI
«Stiamo lavorando con Francia
Germania e Gran Bretagna
Il diritto internazionale va difeso»
teo Renzi -. Noi stiamo lavorando con
Francia, Germania e Gran Bretagna
perché si possano ridurre le frizioni e
dare il messaggio che il diritto internazionale è difeso e salvaguardato, cosa
che non sta avvenendo». Stamane si
riuniscono a Bruxelles i ministeri degli
Esteri Ue. Sul tavolo hanno una dichiarazione di 5 pagine limata dai rappresentanti permanenti delle capitali. In
cui, però, la parte delle sanzioni e dello
«schiaffo» a Putin è in parentesi quadra. Segno evidente, e pericoloso, di
assenza di unanimità.
C’è il fronte dei duri, principalmente i vicini di casa dei russi, i Baltici, gli
Est europei, la Polonia soprattutto, più
qualche scandinavo e gli inglesi. Cipro,
Grecia, Portogallo e Spagna appaiono
più prudenti, vorrebbero una lista dei
«cattivi» da sanzionare più corta, mentre la Bulgaria è «reticente a sanzioni».
In mezzo sono attive Germania e Italia,
sintoniche. Non intendono cedere, ma
continuano a ribadire l’esigenza di un
dialogo che molti vedono figlia di ragioni politiche ed economiche. Di questo
discuteranno a Berlino la cancelliera
Merkel (che ieri ha riparlato col presidente russo Putin) e Renzi.
La bozza dei Ventotto decreta che il
referendum in Crimea non è valido
perché «tenuto con la visibile presenza
di soldati armati in condizioni d’intimidazione per attività civici e giornalisti». Il testo, visto da «La Stampa», al
punto due recita che in assenza della
de-escalation chiesta al summit Ue di
due settimane fa, «il Consiglio ha stabilito di introdurre misure aggiuntive,
fra cui restrizioni sui visti e congelamento finanziario delle persone che
hanno minacciato o minato l’integrità
territoriale dell’Ucraina». Inoltre, «è
Crimea, Stati Uniti e Unione europea sono pronti per il varo di sanzioni pesanti e senza precedenti
contro la Russia, misure che vadano a colpire le persone e gli interessi economici e commerciali legati all’attuale leadership di Mosca. Ieri il «Washington Post» ha
pubblicato una lista degli oligarchi vicini a Putin che sarebbero già
nel mirino: Igor Sechin, presidente della compagnia petrolifera
Rosneft, Vladimir Yakunin, presidente delle Ferrovie russe, e
Alexei Miller, presidente di Gazprom. Nelle prossime ore si riuniranno a Bruxelles i ministri degli
Esteri Ue per prendere una decisione. Le cancellerie europee sembrano quelle più decise nell’andare avanti con la linea dura, mentre
a Washington ancora si discute
tra falchi e colombe su che livello
di risposta mettere in campo.
Ma restano le divisioni, Roma e Berlino frenano. Venerdì accordo di adesione con Kiev
5
pagine
La dichiarazione della Ue
che sarà presentata oggi
sulle misure contro
la Russia
Intervista
deciso di cancellare il summit Ue-Russia
previsto a Sochi per la fine di giugno».
Due concetti, questi ultimi, circondati da
una parentesi quadra. Cioè da discutere.
L’Europa non può permettersi sbavature. I duri vogliono andare avanti con
forza. Germania e Italia insistono sulla
mediazione possibile. Bisogna vedere sino a che punto. «C’è ancora spazio per
fermare la crisi - ha avvertito il ministro
degli esteri, Federica Mogherini -. Tutti i
canali diplomatici restano aperti, com-
preso il lavoro per la missione Osce».
«Molte delegazioni attendono ancora un
segnale da Mosca sperando di non dover
tirare il colpo», notava una fonte europea in serata.
Bruxelles chiederà il ritiro delle truppe russe, ma sa bene che la Crimea è
persa. Il realismo consiglia di occuparsi
di Kiev. «Prepareremo il terreno per la
firma della parte politica degli accordi
di associazione con l’Ucraina che i leader Ue sigleranno venerdì», annuncia il
ministro Mogherini. Salteranno i dazi
sull’export, partirà il piano di aiuti finanziari, appare una rassicurazione di
«sostegno per una diversificazione
energetica». Si insegue una stabilizzazione in vista del voto di maggio, dopo il
quale si spera di poter chiudere il patto
con Kiev, causa scatenante di tutti i mali
russi. Per Putin ci sarà un invito ad abbassare i toni, speranza davvero labile,
lunga o corta che sia la lista dei cattivi
che sarà varata oggi.
“Il Kosovo non c’entra nulla
Questo è imperialismo russo”
L’ex comandante della Nato in Bosnia Joulwan: ora rischiano anche gli Stati baltici
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
I
l generale George Joulwan, che comandava la Nato durante l’intervento in Bosnia, avverte: «Il diritto all’autodeterminazione esiste anche per la popolazione della Crimea, ma nell’ambito
delle leggi approvate e sottoscritte da
tutti. La Nato, poi, ha un interesse diretto a evitare altre sortite russe, perché
costituiscono il tentativo di ricostruire i
confini della vecchia Urss, riprendendosi pezzo per pezzo con la scusa di proteggere la minoranza russa».
vello nazionale, con il coinvolgimento del
governo centrale. Sono regole che furono approvate da tutti all’atto dell’indipendenza, compresa la Russia. Ora Mosca non può dire che valevano».
Nella ex Jugoslavia voi non avevate
fatto lo stesso?
Perché gli abitanti della Crimea non
hanno il diritto di scegliere di unirsi alla Russia?
«No, la situazione era molto diversa. Come prima cosa, noi siamo intervenuti
perché c’era un’evidente emergenza
umanitaria. I serbi pretendevano di annettere tutto lo stato e stavano massacrando i civili, portando avanti la “pulizia
etnica”. Noi agimmo per fermare queste
violenze, dopo la strage di Srebrenica. In
Crimea non è successo nulla del genere,
che giustifichi l’invasione russa».
«Le leggi dell’Ucraina prevedono che
questioni del genere vadano risolte a li-
Poi però appoggiaste l’autodeterminazione di quella che era stata una
parte della Jugoslavia, in Bosnia e Kosovo.
«La Jugoslavia non esisteva più da tempo, e noi favorimmo l’organizzazione di
elezioni a cui parteciparono tutti i gruppi etnici della Bosnia, per votare il nuovo
governo. Da qui nacque la soluzione tripartita. Non ha risolto tutti i problemi,
come abbiamo visto dalle recenti proteste, perché alcuni nodi originali non furono sciolti, però era un percorso democratico per tenere in conto le posizioni di
tutti. In Kosovo la soluzione fu analoga».
Non si potrebbe fare lo stesso in
Crimea?
«Come prima cosa, bisognerebbe coinvolgere nel dialogo il governo centrale.
Poi non mi sembra che l’obiettivo del referendum sia stato ascoltare la volontà
di tutte le parti: se i tatari non vogliono
unirsi alla Russia, ad esempio, lasceranno loro un enclave indipendente? E se
l’autodeterminazione vale per i russi di
Crimea, perché non dovrebbe valere anche per i tatari?».
La Nato come deve affrontare la crisi?
«L’Alleanza ha un interesse diretto a proteggere i proprio membri, chiarendo a
Mosca che invasioni di questo genere non
sono accettabili. Ci sono minoranze russe
anche in Estonia, Lettonia, Lituania, e negli altri Paesi confinanti: li lasciamo ritagliare? Non possiamo permettere che il
Cremlino usi questa scusa per riprendersi pezzi di terra appartenuti all’Urss. I
membri della Nato hanno il diritto di chiedere protezione quando sono minacciati,
e noi abbiamo l’obbligo di rispondere».
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 4
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Primo Piano .5
.
U
UCRAINA
LE AMBIZIONI DEL CREMLINO
Retorica nazionalista
Cancellare il 1989
Il sogno segreto
dello Zar Vladimir
ANNA ZAFESOVA
a frontiera tra la
Russia e l’Ucraina è
praticamente chiusa, carri armati di
Kiev si muovono
verso Est, dove vengono in
tutta fretta scavate trincee. Il
premier Arseny Yatseniuk dice che «il rischio di un’invasione è reale». Il pretesto ieri è
stato fornito da un migliaio di
manifestanti a Kharkiv che
hanno consegnato al consolato russo una richiesta di intervento «delle truppe di pace»
di Mosca. Poi hanno assaltato
il consolato polacco gridando
«Kharkiv è russa» e «Il fascismo non passerà». Stessa scena a Donezk, dove i filorussi
hanno fatto irruzione nella
magistratura e negli uffici privati del governatore, chiedendo un referendum sulla secessione. La polizia è rimasta a
osservare, nonostante il ministro dell’Interno Avakov a
Kiev denunci gruppi di «organizzatori» dall’altra parte del
confine che cercano di fomentare una rivolta dei russi. Anche a Nikolaev e Odessa ieri in
piazza si sono tenuti «referendum» per una maggiore autonomia, ma senza spingersi a
chiedere il divorzio.
Queste poche centinaia di
contestatori ricevono grande
attenzione dal ministero degli
Esteri russo, che ogni volta rivendica il diritto di «intervenire in difesa dei compatrioti». A Mosca politologi del regime parlano apertamente
dei piani di creare due o anche
tre Ucraine. E Dmitry Kiseliov, il capo della propaganda
del Cremlino, nel suo talk
show domenicale ieri ha minacciato: «Siamo l’unico Paese in grado di trasformare gli
Usa in cenere radioattiva».
Una minaccia, della guerra
nucleare, che non si era sentita dai tempi di Krusciov.
Per capire se si tratta di
singoli esagitati, come al solito, bisogna ascoltare una sola
persona: Vladimir Putin. Che
parla poco, e non si fa interrogare. Ma un’indiscrezione
preziosa viene da Mustafa
Dzhemilev, leader dei tartari
della Crimea, al quale il presidente russo ha concesso l’onore di una telefonata per convincerlo se non a sostenerlo
almeno a restare neutrale.
Dzhemilev non si è fatto impressionare: esiliato da bambino insieme a tutto il suo popolo nel 1944, è cresciuto al
confino e ha alle spalle 15 anni
di carceri e scioperi della fame
come dissidente. Ha costretto
il suo interlocutore ad ammettere di fatto la presenza dei
militari russi in Crimea e gli
ha fatto obiezioni sull’illegalità
del referendum. Putin ha risposto che «certe volte la procedura si salta». E che anche
la secessione dell’Ucraina dall’Urss «non è del tutto legale».
Finora la Russia, pur sentendosi dolorosamente ridimensionata dalla fine dell’Urss - che Putin ritiene «la
maggiore catastrofe geopolitica del ’900» - appariva rassegnata all’assetto post-co-
L
Vladimir Putin/1
La più grande
tragedia geopolitica
del Ventesimo secolo
è stata la dissoluzione
dell’Unione Sovietica
Vladimir Putin/2
Certe volte la procedura
si salta. Anche
la secessione
dell’Ucraina dall’Urss
non è del tutto legale
Vuole ridiscutere l’assetto post-Urss e allargare lo spazio russo
Ma dietro l’azzardo c’è un’economia in crisi e non riformabile
Serghei Lavrov
La Crimea per noi
è più importante
delle isole
Falkland
per la Gran Bretagna
Dmitry Kiseliov
Siamo l’unico
Paese in grado
di trasformare
gli Stati Uniti
in cenere radioattiva
YVES HERMAN/REUTERS
Vladimir Putin, 61 anni, ha definito la fine dell’Urss «la maggiore catastrofe geopolitica del ’900»
munista. Oggi si sente abbastanza forte da rimetterlo in discussione, insieme agli ultimi
25 anni di storia. E questo spiega le truppe vicino alla Trasnistria, le inquietudini dei Baltici
con le loro minoranze russofone, e la reticenza perfino di alleati come il Kazakistan e la Bielorussia a seguire Putin su una
strada che domani potrebbe
portarlo a casa loro. La diplo-
Retroscena
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
un narcisista con un ego
enorme, ma anche una profonda insicurezza. L’unica
speranza è che la sua ambizione di essere
percepito come leader globale legittimo,
prevalga su quella di ricostituire l’impero
russo». Jerrold Post, lo psichiatra che
aveva fondato e diretto il Center for the
Analysis of Personality and Political
Behavior della Cia, ha fatto un profilo di
Vladimir Putin, che aiuta a capire le sue
motivazioni e le possibile mosse. La percezione degli americani, infatti, è passata
da quella di Bush figlio, che sosteneva di
aver «visto l’anima» del leader russo e di
aver capito che si poteva lavorare con lui,
a quella di Obama, che gli ha voltato le
spalle. «Sbagliare è facile. Non bisogna
scordare che Putin nasce come agente
del Kgb, addestrato a mentire professio-
mazia russa mette da parte i
pretesti che l’ambasciatore
francese all’Onu ha definito
«imbarazzanti»: dalla difesa dei
russi dai «nazisti» alla lettera di
Yanukovich poi sparita, fino alle
secessioni del Kosovo e delle
isole Comore (in entrambi i casi, peraltro, Mosca era contraria). Lavrov ormai è esplicito:
«La Crimea per noi è più importante delle Falkland per gli in-
glesi». Ammettendo che i russi
non hanno mai smesso di considerarla loro, e che non si tratta
di una disputa locale o di un dispetto, ma di un cambio di rotta, a costo di rinunciare al salotto bene internazionale.
I «falchi» nazionalisti invocano il ritorno della cortina di ferro, e i media persuadono i consumatori che con le sanzioni
l’industria nazionale non farà
che fiorire. Ma il tasso di crescita del Pil oscilla intorno allo zero e il petrolio non basta più. Gli
stessi ministri di Putin chiedono una modernizzazione che
passa per le liberalizzazioni e la
trasparenza, e implica di non
spartire ricchezza e potere solo
in un gruppo ristretto della nomenclatura. Una scelta che il
Cremlino non è mai stato capace di fare. Una guerra con i «traditori» ucraini seguita dall’«accerchiamento ostile» dell’Occidente può essere utile per giustificare ai russi la fine di una
ricchezza appena assaporata.
Il verdetto dello psichiatra Usa
“Narcisista e freddo, ma insicuro”
«È
Vladimir Putin durante un corso di judo
nalmente. È una persona fredda, abile a
nascondere i suoi sentimenti, e soprattutto
le sue intenzioni».
Molto si può leggere nelle origini della
persona: «Dal punto di vista fisico non è
certo imponente, e questo forse ha contribuito alla sua insicurezza. Per compensa-
re, per esempio, si è dedicato ad attività fisiche come il judo, mentre dal punto di vista emotivo è abituato a rispondere con
grande aggressività alle minacce». Si è formato nel Kgb quando l’Urss era ancora
una superpotenza, e qui c’è un elemento
fondamentale da non trascurare mai: «Lui
ha detto che aveva deciso di fare la spia,
perché vedeva questo mestiere come
un’opportunità per influenzare la storia.
Dunque la visione del proprio lavoro, e di se
stesso, è stata sempre grandiosa. Quando
l’Urss è crollata, per lui si è trattato di un
disastro personale, e infatti ha detto che la
considera la più grave catastrofe del secolo
scorso. Nella sua mente c’è la necessità di
riparare questo disastro. Come uno zar
dell’Ottocento, sente di avere la responsabilità del futuro di tutti i russi, e quindi l’obbligo di ricostruire la loro potenza».
Partendo da qui, secondo Post, si capisce anche il suo comportamento in
Crimea: «L’Ucraina per Putin è uno snodo fondamentale: perderla vuol dire mettere l’ultimo chiodo sulla bara dell’Urss,
e dimenticare ogni ambizione di rilanciare la Russia». Se ora si fermerà, o deciderà altre avventure militari, dipenderà dal
complesso equilibrio fra due fattori fondamentali: «Putin vuole ricostruire l’impero russo, o quanto meno la sua influenza, ma nello stesso tempo vuole essere
accettato come un grande leader mondiale legittimo. Perciò nega la realtà per
giustificare le sue azioni. Se stabilirà che
altre iniziative aggressive rischiano di
compromettere il suo ruolo e quello della
Russia, potrebbe fermarsi. Molto, perciò,
dipenderà dai segnali che riceverà dalla
comunità internazionale».
6 .Primo Piano
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
U
GOVERNO
VIAGGIO NELL’UNIONE
“Non siamo da mettere dietro la lavagna”
Oggi vertice tra Renzi e la cancelliera Merkel: se faremo bene il nostro dovere, saremo una guida nell’Ue
FABIO MARTINI
ROMA
Matteo Renzi si presenta alla
Bundeskanzleramt, la Cancelleria di Berlino, con un pacchetto di misure e un eloquente auto-spot: «Ad Angela Merkel voglio semplicemente mostrare il percorso di riforme
che l’Italia ha in testa, un percorso che non ha fatto nessuno
in Europa in questo tempo». In
una intervista rilasciata al Tg5
poche ore prima di partire per
Berlino, dove oggi pomeriggio
incontrerà Angela Merkel, il
presidente del Consiglio ripropone alcune metafore collaudate sul tema degli esami all’Italia: «Non siamo gli alunni
da mettere dietro la lavagna,
siamo l’Italia» e «se facciamo
bene il nostro dovere, noi saremo alla guida dell’Europa e
non l’ultimo vagone tra quelli
ritardatari».
E sul tasto a lui caro dell’orgoglio nazionalista, Renzi insiste: «Se abbiamo fatto errori
siamo pronti a rimediare, ma
siamo l’Italia e dobbiamo riprenderci l’orgoglio di essere
italiani». Sui provvedimenti in
gestazione una battuta: «Semplificare le norme sul lavoro
non significa dare più precarietà ma consentire ai ragazzi di
lavorare. A me interessano loro, non gli addetti ai lavori, che
siano sindacalisti o le associazioni dei categoria».
Parole che confermano un
dato consolidato: Matteo Renzi non considera l’incontro di
oggi a Berlino come un esame.
Allo stadio
Matteo Renzi
con Andrea
Della Valle
allo stadio
Franchi
per seguire
Fiorentina
Chievo
L’EX SEGRETARIO
Bersani: “Legge
elettorale
da migliorare”
«Non sono convinto
della legge elettorale: deve essere migliorata». Lo
ha detto Pier Luigi Bersani a «Che tempo che
fa». «Sulla parità di genere qualcosa si deve fare:
quando sento alcune
donne che dicono che sono contrarie mi viene la
pressione alta. Se io non
avessi messo la regola
della parità nelle primarie non ci sarebbe il 40
per cento di donne nel Pd
in parlamento».
1
MAURIZIO
DEGL’INNOCENTI/ANSA
E non soltanto perché il presidente del Consiglio abbonda di
autostima, ma soprattutto perché ha più volte spiegato che la
“sua” Italia non vuole sfondare i
parametri europei e proprio per
questo non intende subire esami
né a Bruxelles né a Berlino. Tra
l’altro l’enfasi che i mezzi di informazione stanno creando attorno al summit con la Merkel
non corrisponde ad un’ansia da
prestazione da parte del presidente del Consiglio.
Tanto per cominciare il vertice intergovernativo di oggi a
Berlino è un appuntamento ereditato dal precedente governo e
non cercato da Renzi, il quale come si sa - per la sua prima visita all’estero ha scelto Tunisi. E
d’altra parte Angela Merkel è la
personalità europea che meglio
conosce Matteo Renzi: nello
scorso luglio l’allora sindaco di
Firenze fu ricevuto a Berlino in
forma privata e riservata, mentre il secondo incontro si è svolto,
brevemente, al recente vertice
europeo d’emergenza sulla questione Ucraina.
Ma il loro terzo incontro è si-
curamente il più importante. Su
entrambi i versanti. Angela Merkel non ha nascosto una certa
simpatia per Matteo Renzi, del
quale la Cancelliera apprezza
«l’audacia», come sostiene il direttore di Die Welt Thomas Schmid. E quanto al presidente del
Consiglio, per quanto non abbia
concepito il suo mini-tour nelle
principali capitali europee - due
giorni fa Parigi, oggi Berlino come un road-show delle sue riforme, naturalmente Renzi attende con curiosità il giudizio
della Merkel non solo sulle misu-
re, ma soprattutto sull’escamotage immaginato per realizzarle: la lievitazione del rapporto
deficit dal 2,6 al 2,9-3%. Da questo punto di vista le premesse
della vigilia sembrano rassicuranti: a Berlino si considera come irrinunciabile il canonico
tetto del 3%, mentre sullo sforamento degli obiettivi già programmati, pare non ci siano imperativi categorici per Roma.
Renzi arriva a Berlino reduce
dall’incontro col presidente francese Hollande, un incontro giudicato positivamente all’Eliseo.
Trattative
Retroscena
AMEDEO LA MATTINA
ROMA
Silvio Berlusconi
vorrebbe che
Renzi si presentasse in Europa
con riforme
condivise
GIUSEPPE LAMI/ANSA
S
ul «Mattinale» del gruppo Forza Italia della Camera, da qualche giorno è comparsa una riflessione che apre scenari suggestivi. «Non si giochi ai due forni, non
credano Renzi e il suo staff di coordinare due maggioranze confliggenti a lungo, lucrando sulla rendita di
questa anomalia. Non si fa. Pensiamo a soluzioni». Già, quali soluzioni?
Non avevano detto che la collaborazione doveva limitarsi alle riforme
istituzionali ed elettorale? Berlusconi ritorna alle larghe intese?
SEMESTRE EUROPEO
Il partito convinto che solo
il Paese unito possa vincere
il fronte del rigore in Europa
ELEZIONI A MAGGIO
Berlusconi preoccupato
per l’agibilità politica durante
la campagna elettorale
Renato Brunetta, che del «Mattinale» è l’ispiratore, spiega che «alla
lunga le due maggioranze non reggono: o diventa una o si spacca tutto». Il presidente dei deputati azzurri è esplicito: si dovrebbe andare
verso «una sola maggioranza quando c’è idem sentire per le riforme
istituzionali e l’azione di governo: distinguerle è una pia illusione». Più
chiaro di cosi... Brunetta va oltre
proprio sul piano dell’azione del go-
Forza Italia tende la mano
al premier: “Insieme contro
la politica dell’austerità”
Brunetta: “È necessaria una maggioranza più ampia di questa”
verno. L’idem sentire, appunto, sulla
diminuzione della pressione fiscale e
sulle nuove regole del mercato del lavoro. Ma il punto nevralgico su cui insiste il capogruppo di Fi è il confronto
europeo. Brunetta, che non parla a titolo personale, è interessato alle
grandi scelte che Renzi dovrà compiere per mettere la parola fine alla
politica dell’austerità.
«Queste svolte - precisa Brunetta non si fanno con piccole maggioranze
come quella che oggi sostiene Renzi.
Ci vuole tutto il Paese dietro e non si
può pensare che una svolta del genere
possa essere fatta con obiettivi di tipo
elettorale. Ti pare che la Merkel ti lasci sfondare il 3% perché tu devi fare
bella figura alle Europee? O che tutta
la comunità politica ti consenta di fare un’operazione di questo tipo a solo
tuo vantaggio». Secondo Brunetta
dietro il premier ci deve essere «la
grande forza del sistema Paese che si
presenta unito in Europa».
Unica maggioranza: come rispetto
all’attuale e alla composizione del governo? Ancora non c’è una risposta.
L’importante è porre il problema politico: la necessità di stringere un
patto come è stato fatto con le riforme istituzionali. Dice sempre Brunetta: «Del resto anche le questioni
europee, la riforma del fisco, l’attacco
al debito pubblico e il taglio della spesa improduttiva fanno parte di una
Un incontro - sottolineano a
Firenze - che soltanto una certa
enfasi giornalistica ha potuto
etichettare come asse RenziHollande in fuzione anti-Merkel.
Il presidente del Consiglio non
intende combattere altri leader
europei e nemmeno consolidare
assi con nessuno, ma semmai questo sì - stringere rapporti
personali di una certa profondità con i singoli leader, rapporti
destinati a diventare utili nei
momenti topici, quelli nei quali
un Paese o un leader hanno bisogno di alleanze.
grande riforma istituzionale. Come
fai a farla senza il consenso del Paese?». I tempi per scrivere questo patto ci sarebbero. Brunetta fa presente
l’agenda europea e ricorda che entro
aprile bisogna presentare il Def, i piani nazionali delle riforme, il programma di stabilità. L’Europa li analizzerà
a maggio e li approva nel consiglio di
giugno. «L’Italia potrebbe presentare un pacchetto unitario e una strategia concordata tra le maggiori forze
politiche. Altrimenti non c’è alcuna
speranza che Italia possa avere successo. Un dibattito divisivo renderebbe il nostro Paese molto fragile
nel momento in cui chiediamo deroghe in Europa».
Fin qui Brunetta, che di tutto questo avrebbe parlato con Berlusconi. Il
quale teme il risultato elettorale delle
Europee e vorrebbe mettere il cappello sull’azione di governo. Per la verità la sua maggiore preoccupazione
è personale. Dietro l’angolo c’è il 10
aprile: il Tribunale di sorveglianza di
Milano dovrà decidere se metterlo
agli arresti domiciliari o riconcedergli i servizi sociali. Una data spartiacque. In gioco c’è la libertà personale di
un ex premier e del leader di una parte importante dell’opposizione che
sta collaborando alle riforme istituzionali e alla legge elettorale. La libertà del leader di un partito che al voto
europeo del 25 maggio farà di tutto
per non farsi prosciugare i consensi
da Grillo e da Alfano. Ma il Cavaliere
si guarda soprattutto da Renzi. E’
l’amico Matteo il più insidioso con
quelle «ricette liberali» che Alfano
cerca di intestarsi per portare l’asticella di Ncd sopra la soglia del 4%. Fi
non dà molto peso a Ncd. Altra cosa è
il Pd a trazione Renzi. Verdini considera Matteo «pericolosissimo»: «Lui
è vent’anni avanti alla sinistra e parla
direttamente ai nostri elettori».
R
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Il confronto
GERMANIA
5,5%
Media Ocse: 16,3%
8,1%
12,9%
Disoccupazione
CARLO
BERTINI
Media Ocse: 16,3%
Disoccupazione
giovanile
42,4%
39.593 $
Stipendio
medio
42,9% del Pil
33.947 $
Ore di lavoro all’anno
(dati riferiti al 2011)
1.397 ore
3,7 %
Crescita I trim. 2014
(previsione Ocse)
21˚ posto
$$$$$$$$$
Il nodo dei
licenziamenti
47,6%
Pressione
fiscale
37,1% del Pil
Competitività
(Doing Business 2014)
1.752 ore
0,7 %
65˚ posto
La preparazione
richiede
richiede
4 giorni di tempo dei documenti necessari 11 giorni di tempo
all'esportazione
di merci
un costo di 175 dollari
un costo di 180 dollari
$$$$$$$$$
LA STAMPA
In Germania le tutele
per i lavoratori stabili
sono maggiori di quelle italiane:
l'Ocse assegna a Berlino un indice
di protezione del lavoro (EPL)
pari a 3 contro l'1,7 del nostro paese
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
C
Incontrano la Merkel
Mario Greco, group ceo delle Generali,
Fulvio Conti, ad dell'Enel,
Giovanni Aleotti del gruppo Menarini
Renzi sarà accompagnato nella capitale tedesca da ben sei ministri: il titolare
dell’Economia Pier Carlo Padoan, quella
dello Sviluppo Economico Federica Guidi, quello delle Infrastrutture Maurizio
Lupi, del Lavoro Giuliano Poletti, della
Difesa Roberta Pinotti e degli Esteri Federica Mogherini. Ministri che hanno
programmato colloqui bilaterali con i loro omologhi tedeschi. Naturalmente,
quelli più attesi saranno gli incontri tra
Padoan e Wolfgang Schauble, con l’italiano a dimostrare la solidità dei conti e dei
progetti economici, e quello tra Mogherini e il collega Frank-Walter Steinmeier.
Qui si parlerà di Ucraina e degli esiti del
Gros, pensa che Renzi possa ottenere margini, domani a Berlino e successivamente a Bruxelles, per far ripartire la crescita, magari sforando
ancheiparametridelPattodistabilità?
«A me francamente sembrerebbe
strano, dopo che Renzi ha detto che
rispetterà il 3 per cento. Ricordatevi
che avete anche un problema enorme di debito. E di credibilità».
Consiglio Affari Esteri Ue in cui si decideranno sanzioni contro la Russia, della
presidenza italiana dell’Ue, dell’Expo
2015 ma anche del caso dei due marò.
E si farà anche il punto sui solidi rapporti economici bilaterali tra i due paesi:
la Germania è il partner principale dell’Italia e i due sistemi produttivi registrano un buon grado di integrazione con alleanze e collaborazioni di rilievo in campo
industriale e finanziario. Anche per questa ragione al vertice berlinese partecipa
anche Confindustria con una delegazione
al massimo livello. Il presidente dell’associazione degli industriali Giorgio Squinzi
così incontrerà Ulrich Grillo, il suo colle-
ga della Bdi (appunto, l’associazione datoriale tedesca). Ad accompagnare
Squinzi ci saranno dei «pesi massimi» come l’amministratore delegato di Enel
Fulvio Conti, Lucia Aleotti dell’azienda
farmaceutica Menarini, e l’amministratore delegato di Generali Mario Greco.
Tra le altre cose è prevista la stipula di un
accordo tra le due associazioni per sostenere in vista del Consiglio Europeo il cosiddetto «industrial compact», ovvero
l’iniziativa che chiede all’Unione Europea
misure e iniziative concrete per far risalire la quota del Pil generato dall’industria
manifatturiera nel Vecchio Continente al
20 per cento entro il 2020.
Gros: “Non vi fate illusioni
sulla benevolenza tedesca
L’Italia manca di credibilità”
TONIA MASTROBUONI
INVIATA A BERLINO
A
Giorgio Squinzi,
presidente di Confindustria,
vedrà il suo omologo
Ulrich Grillo
Al vertice sei ministri, ci sono anche Padoan e Mogherini
Intervista
lla vigilia dell’incontro di oggi
con Angela Merkel, l’economista Daniel Gros invita a non farsi troppe illusioni sulla benevolenza dei
tedeschi nei confronti di Matteo Renzi.
Troppo inesperto, secondo il direttore
franco-tedesco del think tank brussellese Ceps. Soprattutto, dopo che l’Italia
non ha quasi prodotto riforme, c’è ancora «un problema di credibilità». La
domanda di fondo che l’establishment
tedesco si pone, in camera caritatis, è
«perché Renzi dovrebbe riuscire là dove Monti e Letta hanno fallito?». E non
lo convince neanche la tesi dell’”ultimo
treno” per l’Italia: «lo dicevano tutti già
con Monti».
Dall'altra parte del tavolo
il numero uno di Allianz Michael Diekmann
e gli ad di Eon Johannes Teyssen
e di Merck Kenneth Frazier
In agenda conti e non solo
“Più industria nella Ue”
il caso
i siamo: oggi a Berlino
Matteo Renzi va a cercare qualunque cosa somigli a un via libera della
cancelliera Angela Merkel a una interpretazione più flessibile possibile delle regole europee
sul debito e sul deficit dell’Italia. Ovviamente, il summit formalmente
non ha affatto come tema esplicito
soltanto il tetto del 3 per cento. Oppure - come pure spera fortemente il
premier italiano - un qualche commento elogiativo della Merkel al
pacchetto di riforme allo studio dell’Esecutivo italiano. Renzi, insieme a
sei ministri, discuterà così «del rilancio dell’Unione Europea, in vista
del semestre di presidenza italiano»,
della crisi ucraina e dei rapporti economici tra i due paesi.
Le delegazioni presenti
all'incontro di oggi
Lo spread
tra Btp
e Bund
186
punti
Scettico
L’economista
Daniel
Gros è
direttore
del think
tank
Ceps
Perchéabbiamounproblemadicredibilità?
«Perché venite da anni di annunci di riforme che poi non sono state fatte, intendo riforme strutturali, non solo aggiustamenti di bilancio. E anche il vostro presidente del Consiglio ha qualche problema
in più di credibilità».
In che senso?
«Matteo Renzi è stato, fino a poco tempo fa, sindaco di una città importante,
ma piccola. Non ha molta esperienza.
Inoltre, come dicevo, veniamo da anni
di annunci che raramente si sono trasformati in riforme. Voglio dirlo molto
Camere
con vista
ITALIA
Tassazione
sul lavoro
49,7%
Primo Piano .7
.
chiaramente: perché Renzi dovrebbe
fare meglio cose che prima di lui persone serie come Mario Monti ed Enrico
Letta non sono riuscite a fare?».
Secondo lei questo è anche il punto di vista di Angela Merkel?
«Non lo dirà mai pubblicamente, così come l’establishment a Berlino non dirà mai
quello che pensa davvero su Renzi, ma i
dubbi sono questi. Come fa uno con così
poca esperienza a trasformare un Paese?
E, soprattutto, perché dovrebbe riuscirci,
quando Monti e Letta prima di lui non ce
l’hanno fatta?».
Forse perché molti si rendono ormai conto, e lo hanno scritto anche molti giornali
tedeschi, che Renzi è “l’ultimo treno” per
cambiare l’Italia?
«Lo dicevano tutti anche con Monti, mi
creda».
Ma rispetto all’era Berlusconi qualcosa è
cambiato, non pensa che Merkel abbia
una predisposizione positiva nei confronti di Renzi? Lo ha incontrato quando
era ancora sindaco, pare ci sia una simpatia tra di loro.
«Le simpatie lasciamole ai giornalisti. Angela Merkel è una persona molto razionale, che guarda ai fatti. Renzi deve ancora
produrli. Voglio citarle un altro elemento
di perplessità: l’attuale governo, fatto di
persone giovani, non è certo migliore dei
due che lo hanno preceduto: Letta e Monti
avevano messo su delle ottime squadre.
Perché dovrebbe riuscire a fare di più?».
Forse proprio perché si tratta di giovani,
che hanno tutto l’interesse a lasciare un
segno. Ad esempio, sul lavoro.
«Con il Jobs Act si va nella direzione giusta, sono sicuro che anche i tedeschi lo
pensano. Ma bisogna aspettare che i proponimenti siano leggi, allora si potrà dare
un giudizio».
Si è parlato anche molto dei “mandarini”
nel settore pubblico, dei boiardi di Stato
che potrebbero rappresentare un ostacolo agli obiettivi di questo governo. Lei
che ne pensa?
«Penso che questa discussione sia molto
pericolosa. Una volta si diceva che i “mandarini” italiani fossero la salvezza dell’Italia, che la classe dirigente nascosta nei ministeri e negli uffici pubblici, di grandissima qualità, fosse uno dei segreti del perché l’Italia andava avanti nonostante tutto. Mi sembrerebbe rischioso sotttoporli
al potere politico, che è invece sempre stato un punto debole del vostro Paese».
Sulle pensioni
degli insegnanti
primo esame
per il governo
T
eatro, la commissione Bilancio,
crocevia di tutte le
leggi in materia economica che impegneranno
il governo di qui ai prossimi mesi. Atto primo: domani mattina andrà in
scena la prima prova del
nove sui cosiddetti “quota 96” della scuola, con il
voto sulla proposta di
legge Ghizzoni-Damiano
che ha come relatrice
Barbara Saltamartini, vicepresidente della commissione e portavoce di
Ncd. Nell’ultima seduta
tutta la commissione si è
espressa all’unanimità a
favore, per coprire un errore materiale della legge Fornero, che aveva
calcolato l’andata in pensione degli insegnanti
nati nel ’52, anziché a settembre, a gennaio: questo meccanismo, anche
correlato agli anni successivi, aveva costretto
un certo numero di persone, (all’inizio una platea stimata di novemila,
poi ridotta a quattromila) a non poter andare in
pensione, pur avendone
il diritto anche con la legge Fornero. Tutti costoro, uscendo prima,
avrebbero fatto posto ai
giovani insegnanti in graduatoria da anni.
Una vicenda che va
avanti da un anno e mezzo e che ha provocato la
nascita di comitati, dibattiti e sit-in. Non solo la
prima, ma anche la seconda proposta di legge
indica coperture che il
Ministero dell’Economia
non sostiene, ma la relatrice non è disposta ad
arretrare ed ha preannunciato che si pronuncerà a favore del provvedimento, caldeggiato da
tutte le forze politiche,
dai 5 Stelle a Sel passando per il Pd. Quindi è probabile che martedì,
quando ci sarà il redde
rationem, la vicenda diventerà una piccola grana per il governo: che dovrà decidere se dire no,
provocando una prima
tensione nel rapporto
con la commissione e la
sua maggioranza. A
quanto ammonta l’onere? Inizialmente in 400
milioni di euro, ma poi
dopo un esame della
commissione, si sono limitate le coperture solo
all’andata in pensione,
slittando il pagamento
del tfr negli anni a seguire. Quindi si tratta di circa 150 milioni di euro. E il
presidente della Commissione, Francesco
Boccia, grande amico di
Letta, è pronto a dare il
suo parere positivo.
«Dobbiamo essere veloci
e risolvere i problemi della gente. Diremo che questa copertura va trovata,
chiederemo al governo di
dare il via libera e in quel
caso la commissione indicherà altre poste».
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 8
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Primo Piano .9
.
U
CENTROSINISTRA
I RAPPORTI CON SEL
politica europea dell’austerity.
Dall’altro però recupera una
connotazione sociale che vede
l’impresa come la vera forza
motrice del Paese, con il lavoro
collocato dentro una dimensione individuale sconnessa da
qualsiasi comunità o classe. E
viene proiettato in una sorta di
gara in cui si salva solo chi è più
bravo. Questo è il messaggio
della retorica renziana».
Intervista
RICCARDO BARENGHI
ROMA
Le slide della discordia
Una retorica che a lei non piace, par di capire.
Presidente Vendola, la sua
prima reazione alle riforme
annunciate da Matteo Renzi
è stata positiva. Anche lei è
diventato renziano?
Nichi Vendola racconta di essersi sentito
di un’altra epoca alla visione della «narrazione»
renziana durante la prima conferenza stampa
del premier a Palazzo Chigi
«Guardi, io penso che Renzi
vada preso molto sul serio,
senza pregiudizi. Non lo dobbiamo considerare né l’ultima
incarnazione di Lucifero né
l’angelo vendicatore che torna
sulla terra».
«No no, questa attitudine in
voga sulla scena pubblica alla semplificazione referendaria non mi appartiene. Le
confesso anzi che dal siluramento di Enrico Letta al discorso di insediamento in
Parlamento, fino alla pirotecnica conferenza stampa
di mercoledì scorso, Renzi si
è dimostrato padrone di questo tempo. E io ho pensato di
essere ormai inattuale».
Però lei ha subito apprezzato
l’annuncio sugli 85 euro...
«Noi non siamo iscritti al partito del tanto peggio, tanto
meglio. Conosciamo le pene e i
dolori del Paese, siamo in grado di valutare nel merito i
provvedimenti del governo. E
anche di cogliere il senso generale dell’operazione che è
stata proposta. E dunque dico
che la notizia degli 85 euro è
un dato positivo, si comincia
finalmente a capire che non si
può uscire dal pantano della
crisi se non si ridà ossigeno a
quei soggetti sociali che l’au-
MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA
Nichi Vendola
Vendola: “Renzi è la novità
Mi fa sentire inattuale”
Il leader di Sel: malissimo sul lavoro, bene l’addio alla realpolitik degli F35
sterity ha messo in una condizione di apnea. Detassare il lavoro va bene o va male? Io rispondo che va bene. Così come
va bene l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie».
E l’annuncio sulla revisione del
programma F35?
«Sarebbe un’altra crepa che si
apre nel muro di gomma della
falsa realpolitik».
E invece cos’è che va male?
«Va male, anzi malissimo la riforma del mercato del lavoro.
Così si introduce una generalizzazione del precariato, la defi-
nirei un colpo alla nuca della civiltà del lavoro».
Addirittura?
«Sì, addirittura. Perché contratti di tre anni svincolati da
qualunque causale rappresentano soltanto l’universalizzazione del precariato, così come
l’apprendistato che invece di
essere un tirocinio formativo
diventa semplicemente lavoro
precario mutilato da rilevanti
percentuali di retribuzione.
Continua insomma a vivere l’illusione frutto di una vera superstizione ideologica, ossia
l’idea che tanto più il lavoro è
privo di tutele e diritti, tanto
più può dilagare negli sconfinati territori della domanda di lavoro. Non è affatto così, mutare
le regole non produce lavoro».
Che animale politico è Matteo
Renzi?
«Lui rappresenta una straordinaria novità, senza dare alla parola novità alcuna accezione di
valore. Non è un aggiornamento di Monti o di Letta, ma propone una rivoluzione radicale
nelle forme e nello stile, che poi
sono il primo contenuto della
politica. Fa della velocità un valore capace di scardinare l’universo di lentezze parassitarie e
pigrizie corporative che abbiamo conosciuto finora. Pone il tema del cambiamento con una
forza narrativa che, in quanto
esperta di tutti i generi di seduzione dell’opinione pubblica,
precipita nella vita di una Paese
stremato come un discorso forte. Da un lato compie un’operazione propagandistica che se
venisse trasferita in atti concreti andrebbe a scontrarsi
contro alcuni architravi della
Ma Renzi è di destra o di sinistra?
«Non è questa la sua alternativa. Lui ne ha scelte altre: vecchio o nuovo, lento o veloce».
Trova qualche affinità con Berlusconi?
«Be’, premesso che il berlusconismo è penetrato a fondo nella
società, direi che Renzi ne eredita l’idea di una specie di super-eroe che ha una relazione
epidermica con il popolo».
E voi di Sel pensate a una futura alleanza con questo supereroe?
«Noi insieme con il Pd abbiamo
vinto e governiamo molti comuni e molte regioni. Oggi però il
Pd è al governo con Alfano e il
suo partito, una miscela di trasformismo e di anacronistico
clericalismo. Questo è il peccato originale del Partito democratico, dal quale deve emendarsi. Noi, dall’opposizione, lo
sfidiamo a costruire insieme a
noi un nuovo centrosinistra».
10 .Primo Piano
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
gg Dossier/La spending review
I CACCIA ITALIANI
La linea di Renzi:
“Avanti con gli F35
ma li rivedremo”
Il ministro: prima però decidiamo una strategia
ANSA
L’Aeronautica militare considera l’F35 indispensabile ma il programma è costoso e molto discusso
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
l ministro Pinotti ha ragione a dire che risparmieremo molti soldi
dalla Difesa: 3 miliardi
di euro, non tutti dagli
F35, ma dal recupero delle
caserme e dalla riorganizzazione delle strutture militari.
Sugli F35 continuiamo con i
programmi internazionali e
una forte aeronautica ma
quel programma sarà rivisto». Annunciato, atteso,
quasi scontato, arriva l’input
di Matteo Renzi. Lo dice al
Tg5. Visto che bisogna risparmiare, e che occorre trovare la copertura da 10 miliardi per il taglio dell’Irpef
agli stipendi più bassi, è la
spesa militare a pagare il conto maggiore. E anche se il ministro della Difesa, Roberta
Pinotti, era stata finora molto
più cauta, il premier ha capito che quella contro gli F35 è
una battaglia arcipopolare.
I
45
2,2
caccia
miliardi
È il numero degli F35 a cui
si potrebbe rinunciare
secondo la relazione
approvata dal Pd
Il piano dei tagli alla Difesa
previsto dalla spending
review di Cottarelli: ma
il ministero non ci sta
Lei, la Pinotti, fino all’ultimo,
finché Renzi non ha rotto gli indugi ieri sera, aveva ripetuto un
altro mantra. «Ripensare, ridurre, rivedere». L’aveva detto
di nuovo ieri all’Intervista di
Maria Latella su Sky Tg24. Dietro c’era un iter molto più lungo
di quello che desiderava il premier. «E’ lecito – diceva la Pinotti - immaginare una razionalizzazione. Si può ridurre e
rivedere. Ma prima bisogna
chiedersi che difesa vogliamo,
quale tipo di protezione ci può
servire». E qui si tornava al «ripensare» che lei da giorni mette innanzi a ogni altro ragionamento, premessa che tra l’altro
piaceva molto anche al Quirinale, dove nei prossimi giorni si
terrà un cruciale Consiglio supremo di Difesa con il Capo dello Stato, i ministri e i capi di stato maggiore. Prima di tagliare
questo o quello, il ministro Pinotti intendeva aspettare la discussione finale in Parlamento
sulle nuove armi per la Difesa.
«Aspettiamo la fine dell’indagi-
ne conoscitiva in corso alla Camera per prendere le decisione». A quella, avrebbe dovuto
seguire la redazione di un Libro
Bianco sulla Difesa: «Un documento – spiegava in Parlamento qualche giorno fa - che ci aiuti anzitutto a raggiungere la
sintesi politica fra le diverse necessità che dobbiamo soddisfare, e che poi fornisca le linee
guida per pianificare nel medio
e lungo termine le nostre capacità di difesa». S’immaginava
un lavoro aperto ai contributi
dei parlamentari, degli uffici
studi, di chi segue la politica
estera e la politica militare, e
persino della società civile, ricercatori e pacifisti inclusi.
E nel frattempo? Un pezzo di
lavoro che Renzi dà per acquisito e che la Pinotti dovrà gestire. «Il ministero della Difesa è
pronto a fare la sua parte per i
risparmi, in particolare a tagliare il personale e a chiudere
385 caserme o presidi, per poi
vendere gli immobili… Sarà allestita una task force attiva 12
ore al giorno per non perdere
tempo per mettere i beni della
Difesa a disposizione dei Comuni, degli enti locali e anche dei
privati. Da tanti anni ci sono
immobili fermi, risolvere questo problema non sarà semplice ma è un dovere patriottico».
Non solo dismissione di immobili, però. Ma anche dimagrimento di organici: la Difesa,
infatti, ha già elaborato una
autoriforma, trasformata in
legge nel 2012, che prevede il
ridimensionamento degli organici dagli attuali 190 mila a
150 mila soldati (entro il 2024)
e il pensionamento anticipato
di 20 mila dipendenti civili.
Qui s’inquadra il taglio delle
385 tra caserme e sedi.
Detto ciò, un braccio di ferro
era in atto e Renzi sembra aver
deciso. Sul suo tavolo c’era una
relazione della delegazione Pd
in commissione Difesa che documenta 1,5 miliardi di possibili
risparmi all’anno sulle spese
militari, rinunciando a 45 cacciabombardieri F35 della
Lockheed Martin sui 90 preventivati; rinviando a tempi migliori il Programma Forza Nec
(che costerebbe 22 miliardi di
euro nei prossimi 25 anni); vendendo una delle due nostre portaerei. Di contro, la relazione
prefigura maggiori spese nel
settore navale, dovendo la nostra Marina dotarsi di nuove
navi, e propone d’investire su
un concorrente dell’F35, l’Eurofighter, che è di produzione
interamente europea. Renzi godrà di un appoggio bipartisan.
Nell’ambito della commissione
Difesa sono esplicitamente a favore di un dimezzamento degli
F35 sia Giampiero Scanu, capogruppo del Pd, sia Salvatore Cicu, capogruppo di Forza Italia.
Bassanini: “Debiti p.a.
il Tesoro fermò Letta”
diversamente. «Il ministro Padoan - ha detto il presidente
C’è un dubbio che serpeggia della Cdp - sui debiti della pubda quando Renzi ha promes- blica amministrazione è pienaso di pagare (e anche in fret- mente impegnato a sostenere
ta) i pagamenti della pubbli- questa soluzione. E dico di più,
ca amministrazione alle la preoccupazione che l’Euroaziende private: ma il suo pa non sia d’accordo è smentipredecessore, Enrico Letta, ta innanzitutto dalla famosa
non ci aveva già provato, con dichiarazione di Olli Rehn e di
risultati solo parziali e insod- Tajani del marzo dell’anno
disfacenti? Come e perché scorso, e poi dal fatto che, anadesso il nuovo premier do- cora recentemente, l’Europa
vrebbe fare di meglio? Ieri il ha detto: pagate i debiti della
presidente della Cassa depo- pubblica amministrazione alsiti e prestiti, Franco
trimenti vi sottoponiaBassanini, ci ha
mo a procedura di
fatto fare un
infrazione. È
passo avanti
chiaro che l’Eunella comropa, sempre
prensione
a patto che
del problesia rispettata
ma, spiela condizione
La somma dei pagamenti
gando (se
di stare con il
arretrati della pubblica
non altro)
deficit dentro
amministrazione che
che cos’è che
al limite del 3%
può essere pagata
ha bloccato Letdel Pil, vuole che
entro luglio
ta. Nella traquei debiti vengasmissione di Raitre «In
no pagati alle aziende».
mezz’ora», Bassanini ha riveE allora entro quando salato che Enrico Letta voleva ranno pagati i debiti? Bassanisbloccare al più presto e in ni ha detto che la scadenza del
toto i pagamenti dei debiti, 21 settembre, ipotizzata da
ma è stato fermato dalla Renzi, «è credibile» per il totastruttura del Tesoro: «C’è le della cifra, ma ha aggiunto
stata una serie di obiezioni che per i debiti della pubblica
da parte dell’amministrazio- amministrazione di parte corne del ministero dell’Econo- rente «che sono il grosso», il
mia, timoroso che potesse saldo è possibile «molto prima
emergere un debito che l’Eu- della fine di luglio, bastano due
ropa non voleva emergesse». o tre mesi». Invece per la parte
Svelato il retroscena, c’è residua dei debiti, cioè «per
da chiedersi se adesso Renzi quelli in conto capitale, sicconon andrà a sbattere contro me bisogna trovare la copertulo stesso ostacolo. Secondo ra, i tempi sono un pochino più
Bassanini, questo rischio lunghi», ma secondo Bassanini
non c’è, oggi le cose stanno a settembre sarà tutto risolto.
LUIGI GRASSIA
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LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Primo Piano .11
.
g
IL PIANO
-385
le strutture
Il ministro Pinotti vuole
offrire le caserme inutili
agli enti locali oppure
venderle a privati
-20.000
civili
Il ministero della Difesa
farà a meno anche
di molti dipendenti
negli uffici
1,5
miliardi
Il risparmio annuo
sul bilancio della Difesa
possibile con l’insieme
dei tagli previsti
La Difesa accelera
la riduzione
di organici e caserme
La Pinotti: i militari caleranno da 190 a 150 mila
ANTONIO PITONI
ROMA
I
l tema è quello della
spending review. E il
ministero della Difesa è
pronto a fare la sua parte. La cura dimagrante
la prescrive direttamente
Roberta Pinotti. Con una ricetta a base di tagli al personale da un lato, chiusure di
caserme, presidi e vendite di
immobili dall’altro.
Intervistata da Maria Latella su SkyTg24, il ministro ribadisce gli impegni assunti al Senato mercoledì. Impegni che
RICCARDO ANTIMIANI/ANSA
Il ministro della Difesa Roberto Pinotti
MOTORIZZAZIONE E DINTORNI
ROMA
C’
è un capitolo dedicato all’Aci e alla Motorizzazione
civile, nelle 33 schede che il
commissario straordinario alla
Spending Review Carlo Cottarelli
ha predisposto e portato all’attenzione di Matteo Renzi. Uno scandalo annoso, le duplicazioni tra i due
enti. Siccome però ogni opera di razionalizzazione ha già visto scornati Romano Prodi e poi Pierluigi
Bersani, meglio aspettare prima di
cantare vittoria.
Un indispensabile passo indietro:
l’Automobile club italiano è un’associazione sportiva, inquadrata nel
Coni. In origine doveva occuparsi di
gare. Con il tempo è finita per fare di
tutto e di più. Ha 106 comitati provinciali, con presidenti e organismi
vari, per un totale di 800 poltrone
ben remunerate. Ha circa 3000 dipendenti. E ha una fonte di guadagni eccezionali: la gestione del Pra,
il pubblico registro automobilistico,
che gli rende circa 200 milioni di euro all’anno, più 50 circa per il servizio di riscossione del bollo auto. E’
una tassa occulta che pagano gli automobilisti e che rappresenta quasi
il 90% delle entrate dell’Aci. Quel
che Cottarelli ha scoperto è che anche le Motorizzazioni fanno lo stesso lavoro: i registri automobilistici
sono due. Perché non fondere i due
enti, allora? Tanto più che il personale dell’Aci pesa per 35 milioni di
euro circa all’anno. Il resto sparisce
in un gorgo di società controllate di
primo e di secondo livello, su cui ha
un bel gridare la Corte dei Conti.
Un meccanismo barocco, quello
dell’Automobile club. A capo di tutto c’è l’Aci nazionale: un presidente,
l’ingegnere leccese Angelo Sticchi
Damiani (236 mila euro di stipendio), tre vicepresidenti (105 mila
euro), un segretario generale (oltre
i 300 mila) e un Comitato esecutivo.
Poi ci sono i club a livello provinciale, ciascuno con il proprio presidente (i più importanti con incarichi
anche a livello nazionale). Poi le società strumentali di primo livello:
Aci Informatica, Aci Progei, Aci
Vallelunga, l’agenzia turistica Ventura, la Sara assicurazioni, l’agenzia Radio traffic, Aci Global, Aci
Sport, Aci Consult, Aci Mondadori.
Queste ultime danno vita a società
Aci di secondo livello. Si prenda
l’Aci Consult, sempre presieduta
inizieranno a tradursi in fatti
con un provvedimento ad hoc
che approderà entro un mese in
Consiglio dei ministri. Parallelamente sarà allestita una task
force, ha annunciato la Pinotti,
«per dare risposte, per non perdere tempo, per mettere i beni
della Difesa a disposizione dei
Comuni, degli Enti locali e anche dei privati». Una priorità
per il ministro della Difesa. Perché «da tanti anni ci sono immobili fermi, risolvere questo problema non sarà semplice ma è
un dovere patriottico». Le cifre
le dà la stessa Pinotti: 385 in tutto le caserme e i presidi da chiudere per poi vendere i relativi
immobili. Numeri ritoccati al
rialzo rispetto a quelli illustrati
il 12 marzo al Senato dal ministro della Difesa che, a Palazzo
Madama, aveva parlato di 368
provvedimenti («166 soppressioni e 202 riorganizzazioni»)
che interesseranno «le strutture di vertice, operative, logistiche, formative e territoriali».
Un’accelerazione che, al di là dei
titoli, non sarà certamente facile imprimere se è vero come è
vero che di dismissione degli immobili delle Forze armate si parla ormai da anni senza risultati.
Ulteriore capitolo della spending review riguarderà il personale. «Stiamo passando da 190 a
150mila militari da qui al 2024, e
pensiamo di tagliare 20mila unità del personale civile della Difesa. E se ci sono ancora attenden-
L’Aci verso la sforbiciata
un registro-doppione
che costa 200 milioni l’anno
Parchimetri e incidenti: gli strani affari del “secondo livello”
3000
35
90
dipendenti
milioni
per cento
È il numero delle
persone che lavorano
per l’Aci, distribuite
in 106 comitati
provinciali
Il costo annuo del personale
dell’Automobile Club
stimato dalla
spending review
di Cottarelli
Il 90% degli introiti
dell’Aci è rappresentato
dalla gestione del Pra e
dalla riscossione
del bollo auto
PIERPAOLO SCAVUZZO/EIDON
Una sede dell’Automobile Club italiano
ti, li taglieremo», assicura davanti alle telecamere di Sky la
Pinotti, confermando le cifre già
illustrate al Senato. Un fronte,
quello dei tagli e della riorganizzazione del personale, su cui erano già intervenuti già due decreti legislativi del 28 gennaio (governo Letta) entrati in vigore il
26 febbraio. Il primo, recante disposizioni «in materia di revisione in senso riduttivo dell’assetto
strutturale e organizzativo delle
Forza armate», ne disciplina il
«riordino» delle aree tecnicooperativa e tecnico-amministrativa, le «attribuzioni del Capo di
Stato maggiore della difesa» e la
«razionalizzazione del Comando
operativo di vertice interforze».
Il secondo («Disposizioni in
materia di personale militare e
civile del ministero della Difesa»), detta misure per la «riduzione delle dotazioni organiche
complessive dell’Esercito italiano, della Marina militare,
escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell’Aeronautica
militare». Fissando a 150mila
unità il tetto massimo degli organici. Nel dettaglio, 9mila ufficiali nell’Esercito, 4mila nella
Marina e 5.300 nell’Aeronautica; 16.170 sottufficiali nell’Esercito, 9.250 della Marina, 15.250
dell’Aeronautica; 64.230 volontari dell’Esercito, 13.550 della
Marina, 13.250 dell’Aeronautica. Totale: 89.400 unità nell’Esercito, 26.800 nella Marina
e 33.800 nell’Aeronautica.
dall’ingegner Sticchi Damiani: controlla Aci Project, Crp, Cnp, più partecipazioni minori. Da notare che le
società di secondo livello non hanno
obbligo di rendicontazione , né sono
obbligate a rispettare il codice degli
appalti, né rispondono alla spending
review: già, perché i loro soldi sono
pubblici, ma figurano giuridicamente come società private. Ed è nel tortuoso andirivieni tra Aci e società di
primo livello, che poi affidano gli incarichi alle società di secondo livello,
le quali infine sono libere di dare ricche consulenze a chi vogliono, che si
spendono milioni di euro all’anno.
Un esempio: il 16 ottobre scorso, il
Comitato esecutivo – con l’astensione
doverosa dell’ingegner Sticchi Damiani, essendo in evidente conflitto di
interessi – prende atto che bisogna
onorare gli impegni presi dall’Aci nazionale con l’Istat, ossia la rilevazione
statistica degli incidenti stradali, per«COSTI INGIGANTITI»
Sui parcheggi romani
una condanna a risarcire
700 mila euro a Roma
ciò affida la pratica alla società Aci
Consult, la quale a sua volta ha appositamente dato vita a una società di
secondo livello, la Aci Project srl.
Quando? Il giorno prima. Meccanismo bizantino, a dir poco.
Ma è un vizietto antico, questo delle opache società Aci di secondo livello. La Corte dei Conti ha depositato la
sentenza definitiva sul meccanismo
dei parchimetri a Roma che ha visto
protagonista una società di secondo
livello di Aci Consult (la Crp, che sta
per Compagnia romana parcheggi):
avrebbe dovuto organizzare la sosta a
pagamento nella Capitale, documentare le spese, tenersi una percentuale, e il resto sarebbe dovuto andare al
Comune. Ebbene, scrive la Corte, «i
costi sono stati ingigantiti». E al Comune andavano le briciole.
Un esempio solo, ma significativo:
la Crp distribuì migliaia di autoparchimetri individuali, apparecchietti
a ricarica, da esporre sul cruscotto.
Li fatturarono a 120 mila lire l’uno.
La Guardia di Finanza scoprì che li
compravano al doppio del prezzo reale (il produttore li vendeva a 50 mila
lire) da una società cugina, la Cnp,
sempre controllata da Aci Consult.
Per quella vicenda, la Crp è stato
condannata a risarcire 700 mila euro al Comune di Roma.
[FRA. GRI.]
12 .Primo Piano
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
U
MALAYSIA
IL MISTERO DEL VOLO MH370
L’ombra di Al Qaeda sull’aereo fantasma
Gli Stati Uniti: sequestrato per essere poi usato come missile. Sospetti sul pilota e sui separatisti uiguri
MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
Le ultime parole dall’aereo
malese scomparso arrivarono alla torre di controllo di
Kuala Lumpur dopo la disattivazione dei sistemi di comunicazione di bordo e ciò
lascia supporre un dirottamento per il quale vi sono al
momento tre possibili sospetti: almeno uno dei piloti,
Al Qaeda oppure i separatisti
uiguri.
È stato il ministro della Difesa malese, Hishammuddin
Hussein, a rivelare che quando una voce dall’aereo disse
«All right, Good night» (tutto
a posto, buonanotte) alla torre di controllo i sistemi di segnalazione «Acar» erano già
disattivati, con l’aggiunta
che l’identificatore del volo
sulle rotte commerciali era
stato spento separatamente.
Da qui il sospetto che qualcuno a bordo abbia disattivato i
segnalatori e poi detto a terra che tutto era regolare al fine di sparire dai radar e impossessarsi del Boeing decollato da Kuala Lumpur alla
volta di Pechino.
Sebbene il dirottamento
resti solo un’ipotesi porta
con sé l’interrogativo sulla
matrice e a tale proposito so-
no tre le piste che, da Londra a
Pechino, gli investigatori seguono.
La prima riguarda Zaharie
Ahmad Shah, il pilota del volo
MH370, che è un fervente seguace del leader dell’opposizione malese Anwar Ibrahim,
condannato a cinque anni di
prigione per sodomia il giorno
prima del decollo dell’aereo.
La polizia malese ha perquisito la casa di Ahmad Shah trovando un simulatore di volo
che ora viene esaminato cercando indizi.
C’è poi la pista di Al Qaeda
che viene da Londra perché il
«Sunday Telegraph» ha rivelato che l’anglomusulmano Sajit
Badat, condannato nel 2005
per terrorismo nei ranghi di Al
Qaeda, ha dichiarato durante
il processo in corso a New York
ad Abu Ghaith - nipote ed ex
portavoce di Osama bin Laden
- di aver incontrato in Afghanistan «4 o 5 jihadisti malesi,
uno dei quali era un pilota»,
consegnandogli «una scarpa
munita di microbomba» per
far saltare la porta della cabina di pilotaggio. L’intelligence
britannica ritiene Badat una
«fonte credibile» e questo
spiega perché Michael McCaul, presidente della commissione Sicurezza Interna al-
La storia
ILARIA MARIA SALA
PECHINO
l Boeing 777 della Malaysia
Airlines MH370 è scomparso
da nove giorni. A Pechino è
una domenica grigia, con i livelli di inquinamento che tornano a superare la soglia di sicurezza: le sessioni plenarie dell’Assemblea Nazionale del Popolo e dell’Assemblea Consultiva sono state chiuse giovedì, e tutte le fabbriche della
capitale sono state riaperte, schiacciando la città tra cieli plumbei e
traffico esasperante.
All’Hotel Metro Park Lido, nel distretto di Chaoyang, più di duecento
familiari restano in attesa di notizie
dei passeggeri del volo che da Kuala
Lumpur doveva atterrare a Pechino
diversi giorni fa (a bordo del Boeing
c’erano 153 persone di nazionalità
cinese). Questo albergo degli Anni
80, uno dei primi hotel internazionali della capitale, è diventato il centro nevralgico di un dramma che
non ha precedenti, ed è qui che vengono tenute le quotidiane conferenze stampa e da cui le troupe televisive trasmettono gli scarsi aggiornamenti disponibili. E, quando possibile, è qui che vengono intervistati i
familiari dei passeggeri, cosa sempre meno facile, man mano che, contro ogni logica, il mistero dell’aereo
si infittisce, e i familiari dei passeggeri vengono sottoposti al prolungarsi di un’angoscia e una frustrazione inedite. È possibile riconoscerli, mentre camminano con aria
spersa per il lungo corridoio che divide in due il piano terra del Lido,
dai loro cappotti sgualciti e dai volti
stanchi. Ma anche dal modo in cui
cercano di evitare le televisioni e i
numerosi giornalisti, e da come si
riuniscono invece in piccoli gruppi
nervosi, che tentano di fare il punto
I
EDGAR SU/REUTERS
Un agente malese studia le rotte aeree alla ricerca del Boeing 777 sparito
la Camera Usa, ipotizzi che Al
Qaeda si sia impossessata del
Boeing per «usarlo come un
missile» in maniera analoga a
quanto fece l’11 settembre
2001 con i quattro aerei lanciati contro Washington e New
York.
La terza possibilità è che a
impossessarsi del volo siano
stati gli uiguri già responsabili
del recente attacco con coltelli
a una stazione ferroviaria in
Cina che ha causato 29 vittime. Pochi giorni prima del de-
Tra i familiari in ansia
che sperano nel dirottamento
“Ma allora sono ancora vivi”
il cui figlio è nel volo scomparso, più
volte ha ripetuto a giornalisti e telecamere che «La Malaysia Airlines
ha una grossa responsabilità in
questa storia. Perché non fanno
maggiore chiarezza?». Cammina
davanti alla panetteria tedesca con
gli occhi scavati dall’ansia, la stanchezza e il dolore, incapace di credere che un aereo possa smaterializzarsi in questo modo.
Domenica, le notizie erano di nuovo contraddittorie. Alcune riescono
ancora ad accendere la speranza, come quella che ben 25 Paesi ora sono
coinvolti nella ricerca dell’aereo, daldella situazione e preparare dichiara- l’America alla Cina alla Francia. Altre
zioni collettive. Ogni documento, for- appaiono senza senso: come quello
za dell’impotenza, ripete le stesse ri- strano tracciato a zig-zag che dovrebchieste: notizie più tempestive, chia- be rappresentare il possibile percorrimenti, precisazioni.
so dell’aereo una volta disattivato il
Come può sparire così un aereo di radar di bordo. Ma una su tutte ha
linea, grande settanta metri, in d’un tratto alimentato il desiderio di
un’epoca in cui perfino un telefonino continuare a credere in un lieto fine:
rubato può essere rintracciato in po- quella di un possibile dirottamento,
chi minuti? I familiari dei passeggeri da parte dei piloti stessi o di passegdel volo MH370 sono un gruppo di geri del velivolo. La possibilità viene
persone disparato, non hanno quasi discussa intorno ai tavolini dello
nulla in comune oltre alla rabbia sor- Starbucks dell’Hotel Lido, e alla picda contro la Malaysia Airways e il de- cola panetteria tedesca dell’albergo.
stino, e al dolore di
Da
quando
non sapere che col’aviazione
civile
TENSIONE ALLE STELLE
sa sia successo ai
malese ha comuniInsulti contro i funzionari cato che è tecnicapropri cari. La
della Malaysia Airlines mente possibile
pressione li consuma. Già in diverse
«Siete voi i responsabili» che alcuni dei seoccasioni i cronisti
gnali satellitari insono stati fatti alviati dall’aeromolontanare, affinché
ATTACCATI AL CELLULARE bile siano provenunon testimoniasterra, di nuoTutti continuano a chiamare tivo,daqualcuno
sero delle improvosa
vise liti. Alcune di disperatamente. Ma i telefonini accennare un sorsuonano sempre a vuoto riso. «Forse sono
queste prendono
di mira i funzionari
vivi, allora?», dice
malesi che forniscono il bucherellato la signora Ma, immediatamente riresoconto giornaliero delle infruttuo- presa dalla televisione cinese, il cui
se ricerche: gli incontri spesso fini- cognato è nell’aereo scomparso.
Di nuovo, tutti cercano di chiamascono con insulti e, in un’occasione,
con il lancio di bottigliette d’acqua. re i cellulari dei passeggeri del volo,
Ma la tensione è tale che in questi che a volte suonano a vuoto. Si tratta,
giorni anche la stampa è stata scac- sicuramente, solo di un segnale che
ciata via in malo modo, e perfino fra i rimbalza sui radar, ma ugualmente le
gruppi dei familiari stessi ci sono sta- dita corrono sui telefonini, e ancora
ti momenti in cui si è sfiorata la rissa. chiamano, nella frustrante attesa di
Wen Wancheng, dello Shandong, un miracolo.
In hotel a Pechino aspettando notizie: “Vogliamo chiarezza”
MARK RALSTON/AFP
I parenti dei passeggeri del volo MH370 nel Metro Park Lido Hotel di Pechino
collo del volo MH370 una voce
anonima aveva chiamato l’aeroporto internazionale di Pechino chiedendo «l’indipendenza della Turchia Orientale» come i separatisti uiguri
definiscono la regione del
Xinjang.
Lo scenario di un dirottamento porta la task force malese che guida le indagini - con
il sostegno di 25 Paesi, inclusi
Usa ed europei - a procedere in
due direzioni: l’esame minuzioso delle identità delle 239
persone a bordo per verificare
la presenza di individui «a rischio» e i controlli sui territori
di almeno 15 Paesi dove il Boeing potrebbe essere atterrato. Sono 634 le piste con le caratteristiche necessarie secondo l’aviazione civile australiana: 45 metri di larghezza e
1500 di lunghezza. Di certo, come spiega Rohan Gunaratna,
esperto di terrorismo alla
Nanyang Technological University a Singapore, «se è un
piano terroristico ha avuto
preparativi lunghi». Da qui la
necessità per gli investigatori
di non escludere nulla: neanche il possibile decollo del Boeing con nuove insegne e identificativi, per confondersi sulle
rotte commerciali al fine di
colpire l’obiettivo prefissato.
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
45 metri
KAZAKHSTAN
UZBEKISTAN
di larghezza
Almeno
KYRGYZSTAN
15
TURKMENISTAN
i Paesi in cui
potrebbe essere
atterrato il velivolo
MYANMAR
COME SFUGGIRE
AI RADAR:
per decollare dalla pista
senza essere riconosciuto,
il Boeing dovrebbe
«nascondersi» dietro
un regolare volo di linea,
adoperando un codice
di volo identico
i chilometri di autonomia
di un Boeing
a serbatoio pieno
LAOS
VIETNAM
25
ISOLA
DI MALÉ
i Paesi impegnati
nelle ricerche
Le caratteristiche minime
per far atterrare il Boeing
L’IPOTESI
DI UN PIANO SIMILE
ALL'11 SETTEMBRE:
se alcuni dirottatori
sono riusciti ad atterrare,
potrebbero avere
un piano per tornare
ad adoperare l'aereo
14 mila
THAILANDIA
ISOLE
ANDAMANE
di lunghezza
le piste in cui avrebbe
potuto atterrare l’aereo
(ma il 777 può toccare terra
anche su una lunga
strada sterrata)
PAKISTAN
INDIA
1.500 metri
634
CINA
BANGLADESH
Dove
potrebbe
essere
nascosto
Primo Piano .13
.
4 mila
i chilometri che il Boeing 777
della Malaysia Airlines
potrebbe aver percorso
dopo l’ultimo contatto
con la torre di controllo
INDONESIA
Oceano
Indiano
Centimetri
LA STAMPA
NELL’IMMAGINARIO
ANTONIO SCURATI
Un destino opaco
come nuovo volto
dell’Apocalisse
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
L
a progressiva derealizzazione delle nostre nicchie
vitali, la loro crescente renitenza alla leva della vita
vissuta, la montante difficoltà a fare presa su una realtà sempre più evanescente, ci ha resi incerti
riguardo alla nostra stessa esistenza, ci ha indotti ad applicare ostinatamente la nostra residua intelligenza alla decifrazione delle bolle mediatiche. Abbiamo per questo vissuto come in preda a un attacco di panico permanente. Sempre inclini a sovrastimare i pericoli di morte imminente, siamo stati a lungo propensi a
proiettare il paradigma apocalittico
sullo schermo opaco della vita quotidiana di noi gente protetta e modesta. E di tutti gli immaginari del disastro, quello del disastro aereo – con
la sua fantasmagorica sospensione
tra cielo e terra, con
la sua terrificante
minaccia di un folgorante trapasso dall’essere al nulla – è
stato il principe. La
sua forma è, però,
mutata nel tempo.
Quando ero bambino gli aerei venivaAntonio
no inghiottiti dal miScurati
sterioso triangolo
delle Bermuda. Poi sono arrivati i sequestri di velivoli presi in ostaggio su
piste africane, poi il cinema catastrofico ha cominciato a raccontarci il
dramma d’interni di passeggeri terrorizzati nelle fusoliere di aerei maledetti, quindi è stata la volta di bombe terroristiche o missili assassini su
voli civili. Anche a questo stadio della progressione tra invisibile e visibile, tra disastro fantasma e catastrofe
mirabile, della tragedia rimanevano
però solo poveri resti. Pezzi di lamiere contorte, mocassini alla deriva,
scatole nere. E così, con quest’attitudine di presaghi del disastro, noi uomini e donne in transito veloce nelle
aerostazioni d’Occidente, entrammo
nel nuovo millennio con i nervi a fior
di pelle, i muscoli contratti, i sensi all’erta e il naso sollevato a fiutare nei
vortici d’aria in burrasca la presenza
incombente del crepaccio.
Poi, alle 8.46 di una limpida mattina di settembre il millennio fu inaugurato da una bolla di fuoco partorita dal ventre di una torre gemella pe-
Siamo passati dalle bombe in volo e dall’11 settembre
a una dimensione tragica che diventa invisibile
MOHD RASFAN/AFP
Alcuni passeggeri osservano su un display le previsioni del tempo nell’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malaysia
1
Mistero delle Bermuda
A partire dagli Anni 50 si
diffuse la convinzione che
in un triangolo di spazio
nell’Oceano Atlantico si
fossero verificati dal 1800
in poi numerosi episodi di
sparizioni di navi e aeromobili: da qui il «Triangolo maledetto»
2
Il giallo di Ustica
La strage di Ustica è il
caso italiano mai del tutto
chiarito: il 27 giugno 1980
il Dc-9 dell’Itavia con 81
persone a bordo si squarciò in volo. La tesi ufficiale
attribuì il disastro a un
missile che avrebbe dovuto colpire Gheddafi
3
Le Torri gemelle
L’11 settembre 2001
diciannove affiliati di Al
Qaeda dirottarono 4 voli
civili commerciali colpendo le due torri del World
Trade Center di New York
e il Pentagono. Il terzo
aereo si schiantò in un
campo in Pennsylvania
netrata sul versante opposto da un
aeroplano in volo di linea. Ma quell’aeroplano non era stato abbattuto
da un missile o disintegrato da una
bomba. Si era trasformato in bomba
esso stesso. Ed era lì, in piena luce, in
primo piano. Il disastro aereo era entrato nella sfera della visibilità totale, era diventato epifania, apparizione, manifestazione luminosa del senso di un mondo insensato.
Gli anni ’00 erano così aperti, una
volta e per tutte, all’insegna di un immaginario apocalittico. Revocato lo
«sciopero degli eventi» degli anni
’90, finita precipitosamente la «fine
della storia», il rapporto con il tempo
storico si era prontamente rimesso
in marcia e il suo passo era adesso
cadenzato dal rintocco della campana a morto: un tempo dell’avvento,
dell’irruzione di accadimenti squassanti, che avrebbero strappato la
trama degli eventi, portando con sé
sciagura e distruzione ma anche rivelazione. L’aereo-bomba ripreso
dalla televisione ne divenne l’icona.
Questo il dono obbligante dell’apocalisse: l’occulto che diviene manifesto
in una deflagrante rivelazione.
Poi, però, nella seconda metà del
decennio, le nostre paure conobbero
un secondo cambio di paradigma: all’apocalisse si sostituisce il declino,
alla catastrofe la decadenza. Il ripiegarsi angoscioso della coscienza occidentale muta tonalità di fondo: lo
spettro della fine non si annuncia più
come schianto ma come sfinimento.
Ecco che cambia, dunque, il tono di
nero del terrore: chi si affaccia alla
vita alla fine del decennio battezzato
dalla bolla di fuoco, non si aspetta più
dal futuro imminente la resa dei conti, l’irruzione clamorosa del redde
rationem, ma una lenta, progressiva
estenuazione. Ed ecco che il volo
MH370 della Malaysia Airlines, che
viaggia per migliaia di miglia verso
una destinazione ignota, e forse inesistente, per poi scomparire perfino
dalla vista orbitale dei satelliti, mentre per giorni e giorni milioni di persone lo cercano on-line, diventa l’emblema di un’umanità che non attende
più dai propri disastri la spettacolare rivelazione apocalittica ma si rassegna a non poter più strappare il velo opaco del proprio destino.
Qualcuno ha scritto che è duro vivere senza un’apocalisse all’orizzonte. Credo sia oggi la nostra condizione. A tutti, buon viaggio. Allacciate le
cinture di sicurezza.
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 14
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 15
16 .Estero
.LUNEDÌ 17 MARZO 2014
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
Nel pieno della campagna
per la riforma sanitaria, il
presidente Obama convocò
un incontro fondamentale
nello Studio Ovale. Davanti a
lui non c’era un senatore, un
deputato o un lobbista chiave per far approvare la legge,
ma un ragazzino di dodici
anni. Sua madre, NancyAnn DeParle, lavorava alla
Casa Bianca come vice capo
di gabinetto e supervisore
delle politiche sanitarie, e
dopo due anni di orari infernali lui le aveva chiesto di dimettersi. Nancy-Ann aveva
informato il presidente della
richiesta del figlio, durante
un viaggio a bordo dell’elicottero Marine One, e lui
l’aveva presa così seriamente da convocare il ragazzo
nello Studio Ovale, per spiegargli di persona perché
avrebbe dovuto pazientare
ancora un po’. Sua mamma
era fondamentale per l’approvazione di una riforma
storica negli Stati Uniti, e
quindi bisognava dividerla
con il Paese.
Questo episodio, raccontato dal Washington Post, è
solo un esempio del lavoro
da una parte eccitante, e dall’altra insostenibile, che si fa
ogni giorno e ogni notte alla
Casa Bianca. Ma è anche lo
spunto per parlare di come
Obama, e l’amministrazione
americana in genere, si sono
posti il problema di conciliare i tempi della moderna vita
professionale, con quelli della vita vera, personale.
Gli esempi curiosi sono infinti. Sylvia Mathews Burwell, direttore dell’Office of
Management and Budget, ricevette una chiamata nel
pieno della festa di compleanno di sua figlia di 6 anni,
che coincideva anche con il
pieno dell’ultima crisi sullo
shutdown del governo:
«Chiesi ad un’amica di terminare il gioco che stavamo
facendo, ma riuscii a tornare
in tempo per gestire la piñata». La settimana scorsa Jason Furman, capo del Council of Economic Advisers,
stava ascoltando un economista convocato per discutere il problema dei costi eccessivi dell’università. Ad un
certo punto un collaboratore
Casa Bianca, orari infernali
la famiglia diventa optional
Recitesaltateecompleanniasinghiozzo:laduravitadellostaffdiObama
Nixon nascose il massacro di My Lai
1 Richard Nixon cercò di co-
Festa interrotta
Micro ictus
Sylvia Mathews Burwell ha
dovuto abbandonare di corsa
il compleanno della figlia
Dan Pfeiffer è finito due volte
in ospedale per due ictus. Il
giorno dopo era già al lavoro
prire lo scandalo seguito al
massacro di civili nel villaggio
vietnamita di My Lai, ordinando ai suoi collaboratori di screditare il testimone di quell’attacco. La strage era avvenuta il
16 marzo del 1968, quindi
quando Johnson era ancora
presidente. Il plotone del sottotenente William Calley era entrato nel villaggio, aveva radunato gli abitanti e aveva giustiziato sommariamente 504 persone. Il massacro era rimasto
nascosto per un anno, ma era
esploso sui giornali quando
Nixon era ormai diventato pre-
sidente. Il 1° dicembre 1969,
secondo un documento conservato nella sua Library che finora non aveva ricevuto attenzione, il capo della Casa Bianca
aveva convocato una riunione
per gestire la crisi. Parlando col
suo capo di gabinetto, Bob
Haldeman, aveva autorizzato
l’uso di «qualche trucco sporco, ma non di livello troppo alto», per contenere lo scandalo. In particolare aveva suggerito di «screditare un testimone» Hugh Thompson, il pilota
di elicotteri che si era opposto
all’azione ed era diventato
l’uomo chiave dell’accusa.
gli ha passato un biglietto, in
cui lo avvertiva che l’economista doveva andare via, perché
la figlia stava uscendo da
scuola e non c’era nessuno a
prenderla: «Vai, prego. Ne riparliamo domani».
Il marito di Susan Rice,
consigliere per la sicurezza
nazionale, ha preso un anno
sabbatico per stare a casa con
i figli al suo posto, mentre il
consigliere Dan Pfeiffer è finito per due volte in ospedale,
colpito da mini ictus, e il giorno dopo la dimissione è sempre tornato alla sua scrivania.
Il portavoce Jay Carney una
volta saltò un viaggio presidenziale, perché doveva partecipare alla recita scolastica
del figlio: «Scrissi ad Obama
per scusarmi, e lui rispose subito: hai fatto la scelta giusta».
Gli orari della Casa Bianca
sono infernali, perché non esistono. In genere si arriva al lavoro poco dopo l’alba e si esce
la sera, ma le giornate sconfinano spesso nelle nottate, e il
termine on-call vuol dire che
puoi essere richiamato letteralmente 24 ore al giorno. Il
tutto per stipendi che non superano i 172.000 dollari lordi
all’anno, per le posizioni più
alte. Naturalmente si tratta
del lavoro più eccitante al
mondo, ma anche il più massacrante.
Obama ha due figlie adolescenti, a cui ha cercato di assicurare un’esistenza più normale possibile. La settimana
scorsa, venendo a New York
per raccogliere fondi elettorali, si è fermato in un negozio di
Gap a comprare maglioncini,
per ringraziare la catena di
aver alzato il salario minimo,
ma anche fare il padre di famiglia. Il problema lo conosce e
se l’è posto, tanto nella gestione della Casa Bianca, quanto
del Paese. Ha favorito le proposte per la flessibilità, ha firmato il Telework Enhancement Act del 2010 per consentire anche ai dipendenti
federali di lavorare da casa, e
non si lamenta quando i suoi
collaboratori prendono tempo per stare con le famiglie. A
partire dalle mamme, perché
non avere altri genitori intorno a lui significherebbe perdere contatto con la realtà.
Spiegatelo a un ragazzino di
dodici anni che vuole la madre vicina, però.
PER GLI ESPERTI RACCOGLIERÀ 10 MILIARDI DI DOLLARI
TERRE CONTESE, ODII ETNICI E RELIGIOSI
Il cinese Alibaba sceglie
la Borsa di New York
Carneficina in Nigeria
Distrutti tre villaggi
NEW YORK
Sarà New York la piazza finanziaria su cui debutterà
Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce. La decisione
presa dall’azienda ha lasciato
l’amaro in bocca alla Borsa di
Hong Kong che aveva sollevato problemi di governance per
l’azienda, ma anche la stessa
Londra è rimasta esclusa.
«Abbiamo deciso di quotarci alla Borsa di New York
perché questo renderà la nostra compagnia più globale e
trasparente e ci consentirà di
continuare a perseguire i nostri ideali e le nostre visioni a
lungo termine» ha scritto
l’azienda in una nota.
Il debutto di Alibaba sulla
Borsa di New York dovrebbe
avvenire nella seconda metà di
quest’anno. Secondo gli esperti
l’Ipo della piattaforma di ecommerce potrebbe raccogliere qualcosa come 10 miliardi di
dollari (a fronte dei 16 miliardi
raccolti da Facebook nel 2012).
L’Ipo più grande di tutti i tempi
della Borsa di New York è quella di Visa che raccolse 18 miliardi di dollari. Alcuni importanti
fondi valutano il valore di capitalizzazione di Alibaba in 120
miliardi di dollari contro i 170
miliardi di Amazon e i 73 di
eBay, uno dei concorrenti principali.
LAGOS
LA FESTA PER LE STRADE
Purim, il carnevale ebraico che ha 2500 anni
1 Ieri per le strade di Israele si è festeggiato il Purim, una festa
ebraica che ha alcuni tratti simili al nostro Carnevale. Le persone si
mettono in maschera e festeggiano un evento che ha oltre 2500 anni. La festa infatti ricorda il digiuno osservato dal popolo ebraico
per chiedere la clemenza del re Assuero che, mal consigliato dal perfido Amman, aveva decretato lo sterminio degli ebrei.
Fiammata di violenza in Nigeria dove, nella notte tra venerdì e sabato, una quarantina di
persone armate di armi da
sparo, benzina e machete, ha
preso d’assalto i tre villaggi di
Angwan Gata, Angwan
Sankwai e Chenshyi massacrando un centinaio di persone, mutilandole e bruciandole
e poi dando fuoco alle capanne e ai granai. La carneficina
è avvenuta nello Stato di Kadura, uno dei due stati cuscinetto (insieme a Plateau) tra
un Nord musulmano e un Sud
cristiano. Il confitto religioso
nella regione si è acuito a se-
guito delle elezioni del 2011 che
hanno visto la vittoria alle presidenziali del candidato cristiano Goodluck Jonathan contro
quello musulmano Muhammadu Buhari. Ma le violenze non
hanno solo un movente religioso. Il capo della polizia di Kadura non attribuisce colpe, ma i locali ritengono che la strage sia
stata compiuta da pastori Fulani o Haussa, non indigeni che
contendono la terra e diritti di
pascolo agli «stanziali». Durante la carneficina, alcuni abitanti
sono riusciti a scappare nella
boscaglia e si ha notizia di circa
2000 persone che avrebbe trovato rifugio nella scuola del vicino villaggio di Gwandong.
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Le altre
Terre
dei fuochi /2
GUIDO RUOTOLO
INVIATO AD AVELLINO
Cronache .17
.
Amianto, Avellino contaminata
dalla bonifica dei vecchi treni
Viaggio nell’ex Isochimica chiusa da 25 anni. La procura: una bomba ecologica
uigi Maiello era ricoverato
in ospedale quando si aggravarono le sue condizioni: «Lamenta continue dispnee....». È quando uno
dorme e si sveglia di soprassalto perché manca il respiro. Il cuore batte
forte, e si deve sfregare la mano sul
petto per riprendere fiato. Si chiude
il diaframma e non entra più aria nei
polmoni. Negli otto giorni seguenti,
alle dispnee si aggiunse «un dolore
toracico». Fino alle 5,35 del 14 febbraio del 2013: «Peggioramento improvviso, rantoli, grosse bolle su tutto
l’ambito polmonare». Venti minuti di
agonia straziante fino alle 5,55 quando «si constata l’exitus». Scrive il medico legale nella sua perizia: «Pertanto, valutate le caratteristiche dell’esposizione professionale, può ritenersi che questa fu qualitativamente
e quantitativamente idonea al determinarsi di patologie pleuro-polmonari la cui evoluzione si rese responsabile dell’exitus del Maiello».
Antonietta Maiello non si dà ancora pace della morte del marito. «Gli
trovarono placche pleuriche nel 2001
- ricorda mentre mostra una foto in
cui Luigi aveva in braccio la nipotina
- e lui non riusciva a respirare. Il meCARLO HERMANN/CONTROLUCE
dico dell’Asl Borea diceva che era
“fissato”, che aveva solo una bronchi- Contenitori di rifiuti speciali abbandonati all’interno dell’Isochimica di Avellino. Il sito industriale è chiuso e abbandonato da 25 anni
te da curare con aerosol e antibiotici.
Poi, nel luglio del 2012, ha cominciato
È in atto un pericolo
senza di un numero elevato di cubi
a perdere peso, ad avere emorragie.
contenente amianto, addirittura 681,
E sono iniziati i cicli di chemio. Le fiper la salute e incolumità,
che giacciono da almeno 25 anni in
bre di amianto le portava a casa, nedi dispersione delle fibre
condizioni di progressivo deterioragli indumenti».
mento del rivestimento effettuato per
Le terre dei fuochi dell’Irpinia si
di amianto. Tale pericolo
evitare (o contenere) la dispersione di
chiamano «Isochimica» di Pianoè dovuto all’ulteriore stato
È la quantità di crocidolite
fibre; l’interramento di circa 1600 medardine e un quartiere di Avellino,
Ufficiosamente legati
la varietà più pericolosa
di degrado dei manufatti
tri cubi di amianto nella medesima
Rione Ferrovia - che ricorda tanto la
all’amianto dell’Isochimica
di amianto, che l’appalto
area, che, pur non avendo determinato
Pompei della Magna Grecia, il Rione
A 150 lavoratori è stata
all’interno
dell’area
prevedeva dovesse essere
l’inquinamento della falda acquifera,
Tamburi di Taranto, sepolta dalle
riconosciuta la malattia
grattata via dalle carrozze
rappresenta un rischio latente sia per
polveri dell’Ilva - ed è scandalosa
professionale
Rosario Cantelmo
la possibilità dello scivolamento delperché da tutti conosciuta da 25 anProcuratore della Repubblica
di Avellino
l’amianto verso la falda sia per il deteni. Quella fabbrica fu chiusa dai carioramento della copertura di asfalto
rabinieri mandati dal pretore di Fidestinata a impedire rilasci di fibre
renze, Beniamino Deidda, il 13 dinell’atmosfera. Infine, la presenza di ficembre del 1988.
L’Isochimica è il simbolo sconcio pralluogo è del marzo dell’85 ed è del- scoibentava senza mascherine e a ma- colo concreto per la salute e incolumi- bre di amianto, disperse nei capannoni
della Prima Repubblica. Il suo pa- l’Istituto di Medicina del lavoro del- ni nude. Prima ancora che nascessero i tà, di dispersione di fibre di amianto e nei vagoni ferroviari abbandonati e
tron, Elio Graziano, si accaparrò la l’Università Cattolica Sacro Cuore di capannoni - ricordano i due ex operai nell’area dello stabilimento ex Isochi- non adeguatamente sigillati».
Il Corpo forestale sta cercando decommessa delle Ferrovie dello Stato Roma - privo di aspiratori e di sistemi dell’Isochimica - sui binari della stazio- mica. Tale pericolo è dovuto all’ulteper grattare via l’amianto da 1740 di abbattimento della polvere. Nessuna ne ferroviaria vennero scoibentate riore stato di degrado dei manufatti positi di amianto nel greto di un fiume,
in una discarica abusiva in un comune
carrozze e 499 locomotrici. Comples- aspirazione è posta in corrispondenza una prima decina di carrozze. In quegli rinvenuti nell’area».
L’Arpac, l’azienda regionale per la limitrofo e addirittura in Costiera
sivamente, 2276 tonnellate di «croci- delle carrozze mentre vengono scoin- anni, e a pieno ritmo, arrivammo ad albentate. La scoi- meno quaranta carrozze al mese. Ma protezione ambientale, sta ultimando amalfitana. C’è un testimone che ha
dolite», «la varietà più pericolosa
GLI OPERAI bentazione è effet- l’amianto rimaneva sotto le canaline e le analisi sulla dispersione in corso di parlato di frangiflutti di cemento e
a secco e per- chissà quante fibre di crocidolite han- fibre di amianto. La fabbrica si trova a amianto scaricati in mare, a Cetara.
del minerale».
«Lavoravamo a mani nude tuata
tanto in ambiente no respirato i passeggeri».
2500 metri dal centro di Avellino. Se la
Ventiquattro indagati, un’intera
Appalti, soldi,
e senza mascherine estremamente polUfficiosamente i decessi Isochimica contaminazione dovesse essere con- giunta comunale con sindaco compreassunzioni, voti.
so (anche l’attuale primo cittadino è
Che tipo, Grazia- ripulendo 40 vagoni al mese» veroso anche a oc- tra i lavoratori di Avellino e provincia fermata, che succederà?
chio nudo».
sono stati almeno dodici - ma la ProcuGabriella Testa è l’animatrice del sotto inchiesta), perché approvò una
no. Aveva anche
Carlo Sessa e Nicola Abrate hanno ra ha aperto per il momento solo tre Comitato del Rione Ferrovia nato solo delibera nel maggio del 2005 che sol’appalto alle Ferrovie dello Stato del
«Tnt», tessuto non tessuto. Ricordate cinquant’anni. Quando furono assunti fascicoli - e 150 sono i lavoratori a cui è ad ottobre: «Grazie anche al procura- spendeva «la procedura di esecuzione
lo scandalo delle «lenzuola d’oro»? all’Isochimica ne avevano venti. I due stata riconosciuta la malattia profes- tore Cantelmo abbiamo iniziato a in danno per la messa in sicurezza, boEcco, era lui il protagonista. E al sot- hanno sempre denunciato la fabbrica sionale. Venticinque anni dopo la chiu- prendere coscienza dei rischi che cor- nifica e ripristino ambientale del sito».
toscritto disse testualmente: «La Co- della morte: «Nelle Ferrovie dello Sta- sura della fabbrica, l’Isochimica in- riamo. Chiediamo uno screening di E funzionari della Asl che nel giugno
del 2010, dichiaravano il falso: «Sono
ca Cola fa più male dell’amianto». to veniva scoibentata una carrozza al combe su Avellino come l’Angelo della massa e bonifiche».
Che fine faceva l’amianto grattato stati ormai rimossi i metri cubi di
Dall’83 all’88 successe qualcosa di mese e si moriva. Le proteste dei sin- morte. Il 30 maggio scorso il procuraspaventoso in quella fabbrica: «La dacati, delle maestranze provocarono tore della Repubblica, Rosario Cantel- dalle carrozze e dalle locomotrici? amianto friabile e messi in sicurezza. Il
scoibentazione avviene in un ampio la decisione di far fare il lavoro ad Avel- mo, ha firmato un decreto urgente di «Ciò che emerge con certezza - si legge pericolo per la salute non c’è più».
2. Continua
capannone unico - la cronaca del so- lino, e nacque l’Isochimica, dove si sequestro dell’area: «È in atto un peri- nel provvedimento del gip - è la pre-
L
2276
12
tonnellate
morti
La Stampa e Vatican Insider a un anno dall’elezione del Papa
La rivoluzione di Francesco ora è anche in libreria
Le foto migliori, i viaggi
le parole e le riforme
del primo pontefice
sudamericano
TORINO
Un anno dopo l’elezione del primo
Papa latinoamericano c’è il rischio
di fermarsi agli stereotipi, alle celebrazioni di maniera o qualche imma-
gine simbolo. La Stampa e Vatican Insider - il canale web interamente dedicato all’informazione sul Vaticano hanno cercato di andare oltre proponendo ai lettori un volume unico nel
suo genere che raccoglie tutte le novità accadute in questo primo anno, le
parole più importanti di Francesco, le
sue decisioni, i suoi viaggi.
Nasce così «Francesco. Il Papa della
gente», un elegante volume in carta
patinata curato da Andrea Tornielli,
che presenta le migliori immagini di
questo primo anno di pontificato, insieme a sei ampi capitoli scritti dalle
migliori firme internazionali di Vatican Insider. Il volume è in vendita per
soli 8,70 euro nelle edicole di Piemonte,
Liguria e Val d’Aosta; nel resto d’Italia
si può acquistare nelle librerie (distribuito da Rcs) oppure online sul sito
della Stampa. «In quest’anno - scrive il
direttore Mario Calabresi nella prefazione - il nuovo Papa è diventato un leader mondiale, capace di parlare ben al
di là dell’universo dei credenti, un uomo che ha fatto sembrare terribilmente vecchi molti altri leader più giovani
di lui». Oltre all’introduzione sulle novità del pontificato, il libro contiene un
capitolo dedicato ai viaggi (scritto da
Giacomo Galeazzi), uno dedicato alle
udienze del mercoledì (Andrés Beltramo Alvarez), un altro alle omelie di
Santa Marta (Domenico Agasso jr), un
quinto all’esortazione «Evangelii gaudium», la road map del pontificato
(Gianni Valente) e infine l’ultimo alle
nomine e alla riforma della Curia (Gerard O’Connell). In fondo al volume si
ritrova anche l’intervista con Papa
Francesco pubblicata su La Stampa lo
scorso dicembre. Un’opera collettiva
di grande qualità, illustrata con immagini a colori scelte da Mauro Pianta.
La pubblicazione
«Francesco, il Papa della gente»
è il volume curato da La Stampa
e Vatican Insider
18 .Cronache
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
La donna è grave
Colpiscelamoglie
allatestadavantialfiglio
1 Un medico italiano di 45
MASSIMO PERCOSSI/ANSA
anni ha ferito gravemente la
moglie colpendola alla testa
durante una lite, avvenuta ieri sera davanti al figlio di 7 anni. L’episodio è accaduto vicino Roma, ad Albano, in località Cecchina. La vittima, anche
lei di 45 anni, di origine romena, è stata ferita alla testa dall’uomo con una statuina e
trasportata dal 118 di Roma
in codice rosso all’ospedale di
Albano: le sue condizioni sono gravi, e i medici si sono riservati la prognosi. La lite è
avvenuta per motivi sentimentali e l’aggressore, ancora in stato di choc, è stato fermato dai carabinieri di Castel
Gandolfo. Il figlio è stato affidato a una zia.
I rilievi della polizia nella casa dove è stata uccisa Maria Manciocco, 48 anni: qui la donna abitava con i due gemelli
A 9 anni scoprono la madre
uccisa a martellate dal papà
Roma, l’ufficiale dell’Aeronautica si è costituito. La coppia si stava separando
il caso
FLAVIA AMABILE
ROMA
ra la maestra di Gorga,
un piccolo comune in
provincia di Roma: ieri
il marito l’ha ammazzata con quattro colpi
di mazzetta alla testa mentre erano in casa i figli, due gemelli di nove anni. Sono stati loro a lanciare
l’allarme chiamando uno zio.
«Mamma non si muove, vieni ad
aiutarla», ha gridato uno dei due
ragazzini al telefono.
Ogni dettaglio in più che viene
raccontato di quest’ennesimo
femminicidio aumenta l’orrore
per quanto è accaduto, e per
quanto sarebbe stato possibile
fare e - ancora una volta - non è
stato fatto.
Maria Manciocco aveva 48 anni, abitava nel centro di Segni, un
altro paese della provincia di Roma. Si stava separando dal marito, Eraldo Marchetti, 54 anni, ufficiale dell’Aeronautica militare all’aeroporto di Frosinone.
E
La donna non riusciva più a sop- ma ricostruzione, l’ufficiale dell’Aeportare la gelosia del marito. Lei era ronautica è uscito di casa. Gli zii hanmolto bella, lui molto possessivo. I vi- no chiamato il 118, Maria Manciocco
cini raccontano dei continui litigi fin- è stata trasportata all’ospedale di
ché sette-otto mesi fa avevano deciso Colleferro. Ma non c’è stato molto da
di avviare le pratiche per la separa- fare, è morta alle dieci e un quarto.
zione. Il marito non era solo possessiEraldo Marchetti, nel frattempo,
vo ma anche decisamente violento. era arrivato al commissariato dove
Maria Manciocco aveva denunciato ha ammesso tutto. «Ho ammazzato
più volte i comportamenti dell’uomo. mia moglie», ha confessato e si è
Senza troppo successo finora.
consegnato. Quando è arrivato il
L’uomo aveva preso molto male la suo avvocato, Simona Imperoli, le
decisione di separarsi ma aveva an- forze dell’ordine lo hanno interrocora pieno e libero accesso alla casa gato mentre la casa veniva posta
della moglie. Anche due sere fa era sotto sequestro dal magistrato
tornato per prenStrangio di Velledere alcune cose
LA SPIRALE tri che sta coordipoi ha dormito lì.
le indagini.
La donna aveva denunciato nando
Si è svegliato molI due gemelli
più volte il marito per i suoi sono stati affidati
to presto, alcuni
comportamenti violenti agli zii.
vicini hanno raccontato di averlo
La notizia si è
visto aggirarsi fuori casa in modo sparsa rapidamente nella cittadina.
nervoso già alle sei del mattino. In tanti sono andati davanti alla caQuindi è rientrato e sarebbe scoppia- sa della povera maestra, in pieno
ta a questo punto l’ultima lite.
centro. «Riposa in pace e proteggi i
Erano le otto e mezza di ieri matti- tuoi ragazzi», era scritto su una rona quando Eraldo Marchetti ha pre- sa bianca lasciata da un’amica daso una mazzetta trovata in giardino e vanti al portone.
ha ucciso la moglie. Le urla hanno
Fabrizia Giuliani, deputata del Pd,
svegliato i figli che sono scesi dalla ha chiesto «uno sforzo straordinario
camera da letto ed hanno visto la per sostenere il piano antiviolenza
mamma con la testa fracassata. Han- avviato dallo scorso governo e per
no chiamato gli zii per chiedere aiuto proseguire con interventi mirati alla
mentre, a quanto sembra da una pri- prevenzione».
16
Vittime
Tante sono
le donne
uccise
in Italia
da gennaio
116
Media
È la media
annuale
italiana
di donne
uccise
Nel 2013
sono state
103
La «Milano calibro 9»
L’ultima corsa in moto
del “Pinella”, una vita
nella banda Vallanzasca
FABIO POLETTI
MILANO
poi assolto in Cassazione pochi mesi fa dall’accusa di aver
ucciso un rom. Quando lo avevano arrestato l’ultima volta
per questa vicenda nel 2007,
aveva cercato di spiegare ai
giudici: «Con questa storia
non c’entro niente io». Tre anni ci aveva messo a farsi credere. Tre anni come tanti altri
passati in carcere, per una vita sempre a cento all’ora.
Al «Pinella» toccava spesso
la guida delle auto della banda. Ci sapeva fare coi motori.
Ma chi lo ha conosciuto bene,
si ricorda che non era uno gasato. Piuttosto aveva un bel
po’ di sangue freddo. «A saltare il bancone di una banca con
il mitra in mano sono capaci
molti. È stare fermo due minuti in macchina ad aspettare
da solo, col motore acceso,
che è difficile».
Nel lato scuro di Milano de-
Dopo una vita a cento all’ora
è morto cadendo all’ultima
curva. Se ne è andato sabato
pomeriggio sbattendo la testa in moto, Antonio Colia, 67
anni, il «Pinella» negli Anni
Settanta legatissimo a Renato Vallanzasca e a quella che
venne chiamata la «banda
della Comasina». È accaduto
in una piazza di Basiano nel
Milanese, mentre Colia guidava una Aprilia 1200 che gli
aveva prestato un amico. Con
lui nell’incidente è morta la
sua compagna, Maria Cristina Rigato, 58 anni.
Nessuno dei due indossava il casco, forse perchè dovevano fare un breve tragitto. Un’imprudenza, perchè
quando Antonio Colia ha
perso il controllo del mezzo,
lui e la sua compagna hanno
battuto violentemente la testa
contro la barriera protettiva di
un’isola pedonale. Ai soccorritori
del 118 le loro
condizioni sono
parse subito gravi. Portati in codice rosso all’ospedale sono
morti nella notte.
La notizia di
quello che era 1981: rapinatori e terroristi alla sbarra
Al centro della foto Antonio Colia; alla sua
successo, quando
sinistra il brigatista rosso Corrado Alunni
ancora non si conosceva l’identità
delle due vittime, per tutta la gli Anni 70, quando quello di
sera ha fatto il giro tra gli Vallanzasca era il nome che
amici di un tempo alla ricer- contava, «il Pinella» lo conoca di notizie certe su quel ba- scevano tutti. Nell’aprile del
nalissimo incidente stradale. 1980 condivise con VallanzaQuando è arrivata la con- sca anche una delle più rocamferma che si trattava proprio bolesche fughe dal carcere di
di Domenico Colia e della sua San Vittore: dal vecchio istitucompagna, Antonella D’Ago- to di piazza Filangieri uscirono
stino, la moglie di Renato Val- in dieci sparando, tra loro Corlanzasca, ha postato un ricor- rado Alunni di Prima Linea, e
do sulla sua pagina di Face- si presero per un pomeriggio
book. E lo ha fatto con le pa- un intero quartiere di Milano.
role di una canzone di Rober- Poi arrivarono gli anni della
to Vecchioni, «El Bandolero droga, della mala incattivita e
stanco», che Antonio Colia un po’ fuori di testa. Quelli coamava: «El bandolero stanco, me Antonio Colia avevano fatcon cuore infranto stanotte to il loro tempo.
va... Dov’è il silenzio, dov’e?».
Sopravvissuto al carcere e
Da ragazzino Antonio Co- agli scontri a fuoco dopo le ralia era finito in riformatorio. pine in batteria, «Pinella»
Alla fine si farà trent’anni di sembrava destinato a vita più
carcere, tra rapine e seque- tranquilla. Una moto potente
stri e scontri a fuoco. Gli ul- e una curva balorda hanno
timi tre ingiustamente, ma fatto il resto.
R
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Cronache .19
.
Prostitute minorenni
I clienti in procura
per essere interrogati
Le ragazze: sceglievamo motel con accesso esterno
per evitare che i portieri scoprissero la nostra età
il caso
MARIA CORBI
ROMA
È
il momento di presentarsi davanti ai
magistrati per i
clienti delle baby
prostitute. Se
Mauro Floriani è andato
spontaneamente gli altri, una
decina gli indagati per adesso, saranno chiamati nei prossimi giorni. Qualcuno ha cercato di evitare questo appuntamento incaricando gli avvocati di avanzare richiesta di
patteggiamento. Sperando
che potesse bastare, Tutto
pur di non sfilare a palazzo di
Giustizia con la certezza della
vergogna pubblica. Una lista
che scotta, con nomi importanti (pare) e comunque di
professionisti che vorrebbero
rimanere al di sopra di ogni
sospetto, evitando le prime
pagine e la gogna pubblica.
Chissà se questa preoccupazione si accompagni al rimorso di aver fatto sesso a pagamento con delle minorenni.
E dalle pagine del verbale
dell’incidente probatorio
emerge che probabilmente
molti clienti conoscevano
l’età delle ragazzine. Anche
perché in alcuni casi, su suggerimento dello stesso Ieni, i
rapporti a pagamento erano
consumati nelle stanze esterne di un motel per far evitare
alle ragazze di passare nella
hall dove avrebbero dovuto
dare i documenti che avrebbero dimostrato la loro minore età. «I clienti prendevano
la stanza fuori - dice una delle
due baby prostitute nell’incidente probatorio- noi aspettavamo che ci aprivano la
stanza ed entravamo: così
non ci vedeva nessuno». Era
Mirko Ieni, secondo il racconto della ragazza «a dire a
A volte arrivavamo
in ritardo e i clienti
lasciavano sul sito
di incontri dei post
in cui si lamentavano
La madre della mia
amica andò a trovare
mia mamma al lavoro
dicendo che facevamo
cose strane
La 14enne
La 15enne
Le ragazze con un cliente in un filmato dei carabinieri
clienti di prendere la stanza
fuori, le faceva prendere apposta così quelli del centralino del
motel non ci vedevano e non ci
chiedevano i documenti».
E oggi Ieni verrà nuovamente ascoltato nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia dopo
che gli è stata notificata la terza ordinanza di custodia cautelare per avere sfruttato altre
due ragazze, questa volta
19enni, e averne filmata una durante un rapporto sessuale con
un cliente. Per questo motivo
Ieni è accusato di interferenza
illecita nella vita privata, reato
che si aggiunge allo sfruttamento della prostituzione minorile e alla cessione di stupefacenti.
Gli altri clienti identificati
ma non ancora iscritti nel registro degli indagati, una ventina,
attendono nella paura il loro
turno. Clienti dunque «accorti»
ma anche esigenti che non si facevano scrupolo di postare «recensioni negative» - lamentele
su ritardi e toni sgarbati delle
due - sul sito web dove Ieni aveva messo i contatti delle due.
Dalle carte dell’inchiesta
continuano a uscire racconti di
agghiacciante vita familiare,
con una delle mamme (quella
arrestata perchè sospettata di
avere indotto la figlia a prostituirsi) che si accorge che «Ieni
è un mascalzone» ma poi lascia
andare la figlia con lui. E l’altra
madre, quella che ha denunciato, che preoccupata va a parlare con l’altra mamma per dirle
SULLA CIRCUMVESUVIANA: SI CHIAMERÀ CARMINE
Neonato abbandonato
in una busta della spesa
sotto il sedile del treno
ANTONIO SALVATI
BAIANO (AVELLINO)
Ora il piccolo sta bene, accolto nel reparto di neonatologia dell’ospedale Moscati di
Avellino. L’avevano abbandonato sotto al sedile di una
carrozza della Circumvesuviana, arrivata alla stazione
di Baiano, in Irpinia, dopo essere partita da Napoli. Lo ha
scoperto il capotreno che,
come d’abitudine, passava in
rassegna i convogli una volta
giunto al capolinea. Una
sporta della spesa sotto a un
sedile ha attirato la sua attenzione. Avvolto nella plastica e in pochi stracci c’era il
neonato, maschio, carnagio-
ne chiara, con ancora il cordone ombelicale attaccato. Immediato l’allarme al 118 e alle
forze dell’ordine. Il neonato è
stato trasferito in ospedale,
mentre i carabinieri giunti sul
posto stanno esaminando le
registrazioni dell’impianto di
videosorveglianza.
Il treno Metrostar della
Circumvesuviana, sul quale è
stato trovato il piccolo, è dotato di telecamere per la sicurezza e questo potrebbe aiutare i militari dell’Arma nell’individuare chi ha lasciato il
neonato nella carrozza. Ma
non sarà un lavoro facile. Il
convoglio è partito da Napoli
e, prima di giungere in Irpi-
che «le nostre figlie fanno cose
strane». E’ M., la ragazzina più
piccola, classe 1998 a svelarlo
durante un interrogatorio:
«Mia madre mi raccontò che la
madre della mia amica andò a
trovarla al lavoro dicendo che
facevamo cose strane ma senza
specificare cosa. Mia madre
chiese cosa erano queste cose e
l’altra rispose che non lo poteva
dire. Mia madre allora si arrabbiò e le disse: “io sto lavorando
e tu ti vieni a lamentare su tua
figlia ma gestiscitela te, ma che
ci vieni a far e qui”». ConversaI VERBALI
Da quello che emerge,
tutti sapevano
che non erano maggiorenni
I CONTATTI
Altre venti persone
finiranno presto
nel registro degli indagati
Il piccolo è ricoverato nel reparto di Neonatologia di Avellino
nia, attraversa numerosi Comuni del Nolano. Di solito, un
convoglio come quello, nei
giorni feriali è affollato di studenti e pendolari. In quelli festivi, invece, è praticamente
vuoto. Una circostanza, questa, che potrebbe aiutare gli
inquirenti a dare un nome e
un cognome alla persone che
lo ha abbandonato.
Intanto, i medici del repar-
to di Neonatologia dell’ospedale di Avellino si coccolano il
neonato. Una infermiera, una
delle prime a soccorrerlo e a
prendere in braccio, ha chiesto che gli venisse dato il nome
di Carmine. Il neonato pesa
circa due chili e mezzo.
Dopo il grande trambusto o
lo spavento iniziale il piccolo
Carmine è stato stabilizzato
ed è ora sotto controllo.
zione a cui ha assistito anche la
nonna di M. «La madre della
mia amica non disse a mia madre che ci prostituivamo»,spiega la ragazzina. «A mia nonna
sarebbe preso un colpo e
avrebbe tentato di fermare
questa situazione». Mentre la
mamma di L., la più grande,
nella denuncia ai carabinieri
raccontò di aver chiarito bene
alla mamma di M. quali erano
«le cose strane». Mentre M.
continua a difendere la madre
sostenendo di averle sempre
detto che spacciava per portare i soldi a casa. Questo per la
mamma non era «strano».
R
20 .Cronache
.
il caso
LAURA ANELLO
PALERMO
C’
è una donna,
un po’ santa e
un po’ sgualdrina, con l’aureola e il seno
nudo esibito in faccia a chi
guarda. C’è, forse tracciata
dalla stessa mano, una madonna con un bimbo. C’è un
cavallo bianco che galoppa
verso il nulla, con il cavaliere
senza testa, e ricorda quello
del quattrocentesco “Trionfo
della morte” esposto fuori da
queste mura, alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis.
BEBO CAMMARATA
Il degrado della «Real casa dei Matti» ha messo a rischio i graffiti degli ex internati
di ogni forma di punizione corporale per i ricoverati e proibiva l’uso dei termini «folle, matto, pazzo».
Oggi, sulla scia dell’intuizione “eretica” di Pisani, nel grande complesso si sperimenta la
convivenza tra case-famiglia,
strutture sanitarie di riabilitazione, attività culturali con collettivi teatrali, progetti di inclusione sociale come quello
delle “Comunità urbane solidali” che, grazie a un finanziamento della Fondazione con il
Sud, sta per portare al traguardo un centro di accoglienza per donne migranti in attesa d’asilo politico.
Del passato di manicomio sono rimasti un piccolo museo, le
celle nell’ex convento, le tracce
dei ricoverati sui muri. La miniera più interessante, Cammarata l’ha trovata in un vecchio
Cavalieri e prostitute
I graffiti dei matti
diventano quadri
Palermo, in mostra le foto scattate nell’ex manicomio
Ci sono tante caselle, tante X,
tanti numeri 100 scritti l’uno
accanto all’altro, in un puzzle
infinito. Gli autori sono ignoti,
ma di sicuro tutti ospiti del
manicomio di Palermo. Su
quei muri hanno tracciato disegni e graffiti proiettando i
loro fantasmi, i loro desideri,
le loro paure.
Ora quelle tracce sono state riportate alla luce dal fotografo e regista Bebo Cammarata, che ha passato tre mesi
dentro padiglioni abbandona-
Nella sua casa di Malatrait, circondato dall’amore dei suoi cari, si è
spento nel Signore l’
ing. Eugenio Alzati
Dandone l’annuncio, la moglie Emma
e le igliole Maria Cristina, con Angelo
e il nipote Matteo, e Francesca, con
Kamy e i nipoti Giovanna e Gian Luca,
ne afidano il dolce ricordo all’affetto
e alla preghiera di parenti e amici e di
quanti, negli operosi anni della sua
vita, l’hanno conosciuto, apprezzato
e amato. Un sentito ringraziamento
va a coloro che, con sensibilità e attenzione, gli sono stati vicini. Una speciale gratitudine all’affezionata Cica
e a Maria per la preziosa assistenza.
Le Esequie si svolgeranno martedì 18
marzo alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Almese.
– Almese, 16 marzo 2014
Cesare e Giovanna Alzati, con Carlo
e Matilde e con Luigi e Stefania, si
stringono con affetto alla carissima
Emma, alle sue igliole Maria Cristina e Francesca e alle loro famiglie, e
con loro afidano all’abbraccio di Dio
l’amatissimo
Eugenio
invocando per lui pienezza di vita nel
Regno di Luce del Risorto.
– Crema, 16 marzo 2014
Il Presidente della Fiat S.p.A. John Elkann e l’Amministratore Delegato Sergio Marchionne si uniscono al dolore
della famiglia per la scomparsa dell’
INGEGNER
Eugenio Alzati
– Torino, 16 marzo 2014
Il CEO Harald Wester e tutto il team
Maserati partecipano al dolore della
famiglia per la scomparsa dell’
INGEGNER
Eugenio Alzati
1888
Fondazione
L’ex
manicomio
(«Real casa
dei Matti»
dal 1888),
era stato
casa di
villeggiatura
dei Gesuiti
e poi
lebbrosario
ti, perlustrando intonaci cadenti e mattoni aggrediti dalla muffa per salvare gli ultimi brandelli di una memoria intensa e dolorosa. «C’ero stato 30 anni fa racconta -, quando iniziò la
smobilitatazione del manicomio. Avevo visto moltissime cose. Nel tempo ristrutturazioni e
cambiamenti hanno cancellato
gran parte delle testimonianze.
Ho voluto recuperare le ultime,
prima che tutto sparisse». Le
immagini costituiscono la mostra “Graffiti della mente”, alle-
Anche tu
Eugenio Alzati
caro amico di una vita, ci hai lasciato. Ti siamo grati per tutto l’affetto e
l’amicizia che ci hai dato e che porteremo sempre nel cuore. Con i nostri
cari se ne va la parte più bella della
nostra vita. Con dolore, nostalgia, malinconia abbracciamo la tua Mimma,
Maria Cristina e Francesca. Maria Teresa, Annalisa, Vittorio e Nicola.
– Bologna, 17 marzo 2014
Carissimi Chicca, Angelo e Matteo in
questo tristissimo momento che ben
conosciamo vi stringiamo forte. Nicola, Serena e Francesco Leone.
– Bologna, 17 marzo 2014
In ricordo del caro AMICO ed indimenticabile collaboratore in Lancia e
Ferrari, siamo vicini ad Emma e famiglia. Gianfranco, Ida, Claudio e Marina
Sguazzini.
Eugenio Alzati
– Torino, 16 marzo 2014
Paolo e Giuliana, nel condividere con
Emma, Cristina e Francesca un così
profondo dolore, manterranno vivo
il ricordo dell’EUGENIO, spensierato
e creativo, dei bei momenti trascorsi
insieme.
Partecipo con tristezza al dolore di
Emma e delle iglie Cristina e Francesca, con tanto affetto, Benito.
Renato, Adriana Bianco e igli sono
vicini a Emma, Chicca e Checca nel ricordo dell’amico di una vita
Eugenio Alzati
– Torino, 16 marzo 2014
Ricordano EUGENIO con grande affetto e abbracciano Emma e famiglia:
Lucio, Piera, Elisabetta, Luigi; Franco,
Mariateresa, Adele, Paolo, Vittorio.
E’ mancata all’affetto dei suoi cari
Abbiamo perso un caro, grande AMICO. Lori, Valentina, Gigi e Ilaria lo
ricordano commossi e abbracciano
con immenso affetto Emma, Cristina
e Francesca.
Caro EUGENIO, amico di una vita, ci
mancheranno il tuo affetto, il tuo
entusiasmo e la tua generosità. Sarai
sempre nei nostri cuori. Iose, Stefania,
Massimiliano, Maria Lucrezia e Ludovico.
– Modena, 16 marzo 2014
Caro EUGENIO, per tutti noi sarai sempre il compagno di indimenticabili
scampagnate, il maestro di sci preferito, l’amico più imprevedibile e pronto
a tendere una mano. Ciao fratel! Lella,
Giorgio, Stefano, Claudia, Federico,
Luciana.
Giorgio, Cloty, Carlotta, Cristiana e
Consolata sono affettuosamente vicini
a Emma, Cristina e Francesca ricordando l’indimenticabile EUGENIO.
– Modena, 16 marzo 2014
Alfredo Altavilla CEO FGA EMEA è
vicino al dolore della famiglia per la
scomparsa dell’
INGEGNER
stita alla Galleria Artetika.
Una città nella città, l’ex manicomio, un pezzo di Palermo
che custodisce una storia plurisecolare e affascinante. Il complesso (23 ettari), sorge infatti
nel fondo della Vignicella (per
le rigogliose piante di viti che vi
crescevano) acquistato nel Cinquecento dai Gesuiti come casa
di villeggiatura e poi trasformato in lebbrosario. Dopo il 1888,
con la soppressione degli ordini
ecclesiastici, fu incamerato dallo Stato e destinato alla costru-
Giorgio e Marisa piangono sconsolati
EUGENIO, amico carissimo, ed insieme
ai igli, nella preghiera, si stringono a
Emma, Cristina e Francesca.
Gulli e Beni con Alessandra Ludovica
e Anna si stringono con affetto ad
Emma, Cristina e Francesca nel ricordo
di EUGENIO.
zione dei padiglioni della “Real
casa dei Matti” svuotati progressivamente dopo la legge
Basaglia, nel 1978.
Oggi gli antichi edifici carichi delle memorie dei ricoverati si susseguono, inframmezzati da spazi verdi e viali. Un luogo di confine, di proprietà dell’Azienda sanitaria, intitolato
al barone Pietro Pisani che nel
1824 - assunta la direzione della “Real Casa” - presentò ai
Borboni un progetto di riforma
che prevedeva l’eliminazione
Circondato dall’affetto della sua famiglia è mancato
Enrico Brega
(Richi)
anni 93
Lo annunciano Giancarlo con Elena, le
nipoti Tita, Fabi con Michele e le piccole Bibi, Emma e Marta. Un particolare
ringraziamento alla RSA Borgaretto.
Per informazioni telefonare oggi 14 18.
– Torino, 15 marzo 2014
Giubileo 011.8181
grande mamma
fondatrice Pastiicio Gran Madre
anni 84
Ne danno il triste annuncio i igli Paola, Giuseppe, Bruna con le rispettive
famiglie. Funerali 18 marzo ore 9,30
chiesa Gran Madre di Dio. S. Rosario
17 marzo ore 18 in chiesa.
– Torino, 15 marzo 2014
O.F. Gran Madre - tel. 011.8194094
E’ mancata troppo presto all’affetto
dei suoi cari
Daniela Astegiano
in Mola
Lo annunciano il marito Beppe, i igli:
Alberto con Chiara; Mauro; la sorella
Gianna con Federica, Davide, Benedetta e Tommaso; la cognata Paola con
Massimo e Daniele, parenti e amici
tutti. Funerali martedì 18 marzo ore
9,30 parrocchia di S. Alfonso. Benedizione e tumulazione nel Cimitero
Comunale di Mondovì alle ore 11,45.
Non iori ma offerte alla Fondazione
FARO.
– Torino, 16 marzo 2014
O.F. Aeterna - Torino
La nipote Giulia Galla, piange per la
scomparsa dello zio
Luigi Cerutti
– Torino, 17 marzo 2014
E’ mancata
Milvia Grison
ved. Massari
Lo annunciano le iglie Agnese e Marina, i nipoti Flavio e Francesca e il
genero Ernesto. Santo Rosario lunedì
17 ore 17,30 parrocchia Maria Madre
della Chiesa. Funerali martedì 18 ore
11,30 stessa parrocchia.
– Torino, 17 marzo 2014
Arrivederci meravigliosa AMICA di una
vita, Nadia.
Laura, Ugo Marruccelli e Gea si stringono a Marina.
Profondamente addolorati gli amici di
sempre: Bianca, Gilda e Italo, Giovanna, Giuliana, Grazia, Lalla e Roberto,
Lia e Guido, Maddalena, Nini, Nuccia,
Paolo, Pinuccia, Vanna e Ugo.
Tra le serie
di graffiti che
si ripetono
ossessivamente
ci sono quelle
della «X» e
del numero
100, scritto
l’uno accanto
all’altro
dirigente RAI in pensione
di anni 89
Lo annunciano la moglie Maria, la iglia Michela con Marta, e parenti tutti.
Verrà dato un ultimo saluto a Nando
martedì 18 marzo alle ore 11 presso il
Tempio Crematorio di Bra.
– Dogliani, 15 marzo 2014
“Amore, trentasei anni fa
hai preso la mia vita e ne
hai fatto molto di più, sarai per sempre la sostanza
dei sogni miei.”
(Tuo Roby)
E’ mancata
Maria Perosino
in Fiammengo
dipendente Circolo Golf Torino
anni 54
Addolorati lo annunciano il marito
Roberto, i fratelli Armando e Luigi, le
sorelle Carla, Beatrice e Tina, cognati,
cognate, nipoti, cugini e parenti tutti.
Funerali in Barbania lunedì 17 corr. ore
15 chiesa parrocchiale. Tumulazione
salma a Villarboit (VC).
– Barbania, 16 marzo 2014
ANNIVERSARI
1984
2014
Clelia Giampietro
(Lella)
Ricordandoti sempre. Simone, Marco,
Massimo.
2012
padiglione maschile dove stavano i malati che avevano la possibilità di uscire: è lì che ha vissuto negli Anni Cinquanta “l’artista delle X”, che graffiava il muro con un chiodo a volte fino a
bucarlo. Ma è all’esterno, su un
muro perimetrale, la scoperta
più forte: i dipinti a colori, le
madonne, i cavalli, le case. «Sono piccoli – racconta il fotografo
- tracciati su un muro aggredito
dall’umidità, bisogna aguzzare
gli occhi per vederli, li ho “tirati
fuori” con i filtri: un’emozione».
AOSTA
Fernando Mazzinghi
cav. dott. Umberto Gasperini
Lucia Accornero
Il numero
E’ mancato
Cristianamente è mancato
ex Sindaco
di anni 78
Lo annunciano: la moglie Gloria e familiari tutti. Funerali a Vigone, martedì 18 marzo ore 15 chiesa parrocchiale
S. Maria del Borgo.
– Vigone, 16 marzo 2014
O.F. Maestro - tel. 011.9809141
100
2014
Elio Marello
Sei sempre con noi.
E’ mancata
Edda Poletto
ved. Musso
Nel ventottesimo Anniversario della
scomparsa di
Lo annunciano i igli Emilio e Paolo
con le rispettive famiglie. I Funerali in
Rivara, martedì 18 marzo ore 16,30 in
parrocchia. I igli saranno lieti di salutare parenti e amici nella casa di Edda.
– Salerano, 16 marzo 2014
Il tempo passa ma non cancella il suo
ricordo che rimane vivo nel cuore dei
suoi cari.
– Torino, 17 marzo 2014
Guido Navaglia
Eredita 5 milioni
senza saperlo
Per il fisco
è un evasore
AOSTA
Ha scoperto di possedere, tramite un’eredità ai figli minorenni, 5 milioni di euro solo
dopo che il fisco gli ha contestato un’evasione per quel patrimonio arrivato «a sua insaputa» 10 anni prima. Protagonista un professionista aostano sessantenne: nel 2012 scopre che ai suoi due figli, orfani
di madre, toccava il 25% di
quanto lasciato dalla suocera
morta nel 2002 senza lasciare
testamento.
Denaro, azioni e fondi d’investimento per 1,5 milioni di
euro e appartamenti, garage e
terreni in Piemonte e Liguria
per 3,5 milioni. «Nessuno mi
ha avvertito perché la legge
non lo prevede» ha spiegato.
L’eredità è stata scoperta nel
2012 alla morte del suocero,
con cui i rapporti si erano interrotti da tempo e a cui era
toccata la restante quota di
patrimonio. «Il problema, ora,
è dimostrarlo allo Stato che
mi accusa di evasione», aggiunge. Lo “sfortunato” ereditiere sollecita una proposta di
legge per «far informare i beneficiari di eredità del fatto
che hanno ereditato», introducendo «l’obbligo di attestare l’avvenuta comunicazione
agli altri beneficiari dell’eredità da parte di chi presenta
una successione».
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
.
Società .21
Un mito nato nel 1887
Sherlock Holmes
aveva un modello
chiamato Garibaldi
Sherlock Holmes (qui, la sua riconoscibile
silhouette) apparve per la prima volta
nel romanzo di Arthur Conan Doyle «Uno studio
in rosso», poi in altri tre romanzi e 59 racconti
Così venne soprannominato Joseph Caminada
poliziotto di origine italiana: ispirò Conan Doyle?
Tutti i volti
della leggenda
La storia
MARCO ZATTERIN
Downey Jr.
Rathbone
adre irlandese, padre italiano, nato nel
centro povero
di Manchester, e «vero Sherlock Holmes», almeno secondo la sua
biografa Angela Buckley.
Jerome Caminada fu alla fine
del XIX secolo uno dei più
brillanti e geniali poliziotti
vittoriani, il primo a raggiungere l’alto grado di Superintendent nel dipartimento di
investigazioni criminali della
città inglese.
Risulta non avesse pari
nell’uso della logica, coltivasse una fede profonda del lavoro della scientifica e amasse travestirsi per rendere più
efficaci poste e inseguimenti.
«Ci sono così tanti paralleli assicura la Buckley - da far
apparire chiaro il fatto che
Doyle abbia attinto a questo
personaggio reale per costruire l’investigatore di
Baker Street».
Non ci sono prove che sia
vero. Non per il momento. La
genesi letteraria di Sherlock
Holmes è stata studiata in
ogni dettaglio, frotte di appassionati hanno scandagliato l’abbondanza di lettere e
testi scritti sull’investigatore
di cappa e pipa dal dottore, e
baronetto, scozzese. Ogni
eroe è figlio del suo tempo,
ma Sir Arthur non fece mai
segreto aver traslato delle
pagine di «Uno studio in rosso», il primo romanzo sherlockiano, lo stile e le sembianze del professor Joseph
Bell, un chirurgo che fu suo
insegnante di medicina a
Edimburgo. Per lo stile letterario scelse Auguste Dupin,
il poliziotto raccontato da
Edgar Allan Poe. Su Caminada, nessun riferimento.
Eppure Doyle era un avido
lettore di cronaca nera, per
passione e necessità: si può
pensare che conoscesse le vicende di Caminada, una vita
che è romanzo essa stessa,
conclusa quando il poliziotto
abbandona il distintivo e diventa investigatore privato.
Cosa che, ovviamente, solleva l’interrogativo sul chi sia
stata la sua fonte di ispirazione, visto che Holmes era un
best seller nazionale dal 1887.
Destini incrociati, comunque
la si guardi.
Caminada vide la luce a
Deansgate nel 1844, un quartiere di pub e bordelli, densamente popolato da operai e
disperati, una zona dove il
crimine era la regola del giorno. Nel 1868 entrò nei ranghi
della Polizia di Manchester,
della quale divenne sergente
quattro anni dopo, passando
alla nuova divisione investigativa che aveva sede nel
Municipio. Era la crema del
mestiere. Ci restò per trent’anni, rispetto da colleghi,
giudici e criminali, quasi con
La carriera
di Robert
Downey Jr.
è ripartita
alla grande
grazie al film
«Sherlock
Holmes»,
diretto
nel 2009 da
Guy Ritchie
Basil
Rathbone,
morto
nel 1967,
interpretò
Sherlock
Holmes
al cinema in
14 film tra gli
Anni Trenta e
Quaranta
M
1225 arresti
Miller
Qualcuno lo
ricorda in
«Trainspotting», ma
Jonny Lee
Miller dà il
meglio di sé
nella serie tv
«Elementary»,
che porta
Holmes a New
York, oggi
Cumberbatch
Ottimo,
soprattutto in
patria, il
successo della
serie tv inglese
«Sherlock» e
del suo
protagonista
Benedict
Cumberbatch
Questo il record personale
per cui divenne famoso
Joseph Caminada (nella foto),
geniale detective della polizia
di Manchester a fine 800
L’ispiratore
AugusteDupin
Il maestro
JosephBell
1 Doyle riconobbe ai ro-
1 Doyle confessò in più oc-
manzi di Edgar Allan Poe e a
Dupin, l’investigatore da lui
inventato, di aver segnato la
strada al poliziesco. «Dopo
Poe non vedo come uno scrittore possa ragionevolmente
trovare un territorio non battuto che possa chiamare proprio», scrisse nel 1901.
casioni che aveva visto Sherlock Holmes nel dottor Bell
(1837-1911), suo insegnate
di medicina a Edimburgo.
Nelle lezioni era solito sottolineare l’importanza dell’osservazione nell’esprimere
una diagnosi. Ed era alto e
magro proprio come Holmes.
stato fiero del figlio, «il Garibaldi dei detective». Morì nel
1914, per i postumi di un incidente, e ora il libro della Buckley - «The True Sherlock Holmes» - gli rende un’altra possibilità di fama. La scrittrice trova anche una Irene Adler,
l’amore di una vita per l’uomo
di Baker Street, in una donna
inglese di incerta fama che fece arrestare non senza provare qualcosa per lei.
Doyle, che scrisse «Uno
scandalo in Boemia» l’anno dopo, lesse la storia? Chissà. Si
può però adottare una delle
massime holmesiane classiche, «se eliminiamo le soluzioni impossibili, quella che rimane, per quanto improbabile,
sarà la verità». E cullarsi nel
pensare che magari sia andata
davvero così.
AZIENDA MULTISERVIZI IGIENE AMBIENTALE TORINO S.P.A.
la stessa passione. I malavitosi
lo chiamavano Detective Jerome. Il cognome era per loro
troppo ostico.
Si guadagnò la nomina a
ispettore a 34 anni e intraprese una carriera che, stando alle cronache, gli portò 1.225 arresti. Era solito girare con la
pistola, onere che in genere
Sherlock Holmes affidava all’esperienza militare del fidato
Watson. Per la cronaca, si spara in sette delle sessanta avventure del detective di Doyle,
su uomini e sul cane dei
Baskerville.
Come Holmes, Caminada
aveva un debole per il travestimento, gli serviva a mescolarsi
negli ambienti meno salubri
della città. Vantava una larga
serie di informatori che incontrava nella chiesa di Saint
Mary, forse non speciali come
quelli del Signor Sherlock, che
si appoggiava a un gruppo di
ragazzini senza chiara dimora,
gli irregolari di Baker Street.
Uno dei suoi casi più celebri
è tutto giocato sulla rapidità:
in tre settimane, nel 1889, portò davanti al giudice l’assassino di un vetturino, un uomo
inizialmente fuori dalle spettro delle indagini.
Praticava metodi moderni,
era ammirato e temuto. Si ritirò nel 1899 per mettersi in proprio, poi diventò consigliere
comunale nel 1907. Suo padre,
l’emigrato italiano, sarebbe
L’AMIAT S.p.A., indice le seguenti gare:
* [Rif. PA 2/14] – Fornitura di n. 4 pale gommate. Importo a base di gara € 280.000,00 + IVA;
* [Rif. PA 3/14] – Fornitura di n. 8 veicoli allestiti con attrezzatura atta al trasporto e alla raccolta del
vetro e delle lattine con contenitori da l. 120, l. 240 e l. 360. Importo a base di gara 480.000,00 + IVA;
* [Rif. PA 4/14] – Servizio di facchinaggio e pulizie igieniche e tecniche nello stabilimento AMIAT
TBD, sito in Volpiano (To). Importo a base di gara € 498.491,20 + IVA (compresi costi di sicurezza).
La documentazione delle gare è disponibile sul sito aziendale: www.amiat.it – Sezione “Appalti e Gare”.
I bandi sono stati inviati alla G.U. della Comunità il 03/03/2014.
L’AMMINISTRATORE DELEGATO Ing. Roberto Paterlini
CO.VA.R. 14
Provincia di Torino
ESTRATTO AVVISO DI GARA
PROCEDURA RISTRETTA
L’Associazione d’Ambito per il governo dei rifiuti
(di seguito ATO-R), Consorzio Ambiente Dora Sangone
(di seguito CADOS), Consorzio Valorizzazione Rifiuti 14
(di seguito COVAR 14) - Indirizzo Postale: per ATO-R - Via
Pio VII, n.9, 10135 (TO); per CADOS – Corso Francia,
n. 98, 10098 Rivoli (TO); per COVAR 14 - Via Cagliero,
n. 3I/3L, 10041 Carignano (TO), indice procedura ristretta,
ai sensi degli artt.82, co.2 lett.a) del D.lgs.n.163/2006.
OGGETTO: CONTRATTO DI
PARTENARIATO
PUBBLICO PRIVATO CON CESSIONE DI QUOTE
SOCIETARIE E AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE
DI SERVIZI, COSÌ COME MEGLIO DETTAGLIATO
NELLA NOTA ILLUSTRATIVA ALLEGATA AL BANDO,
REPERIBILE SUL SITO INTERNET DELLE STAZIONI
APPALTANTI. PROCEDURA RISRETTA N. 1/2014 C.I.G. 5615410EE9
I concorrenti che intendono partecipare dovranno
presentare, domanda di partecipazione alla gara, in
conformità al modello reperibile sul sito internet delle
stazioni appaltanti. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE:
Possesso dei requisiti di cui al Bando di Gara
pubblicato sui siti delle Stazioni Appaltanti. TERMINE
RICEZIONE DOMANDE: 11/04/2014
ore 16.00.
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Arch. Enrico
IANNONE. L’avviso integrale è pubblicato sui seguenti
siti: ATO-R - Via Pio VII, n.9, 10135 (TO) - CADOS –
Corso Francia, n. 98, 10098 Rivoli (TO) - COVAR
14 in Via Cagliero, 3/I – 10041 Carignano (TO; posta
elettronica:
[email protected],
[email protected]; siti internet: www.atorifiutitorinese.it;
www.cados.it; www.covar14.it.
Carignano, lì 13/03/2014
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Enrico IANNONE
Questi e molti
altri avvisi
li puoi trovare
anche su internet
Consulta i siti
www.legaleentieaste.it
www.lastampa.it
Area Vasta Emilia Centrale
Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna
Via Castiglione, 29 - 40124 Bologna
tel. 051/6584811 - fax 051/6584923
ESTRATTO DEL BANDO DI GARA
L’Azienda U.S.L. di Bologna indice ai sensi
del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i., le seguenti due
Procedure Aperte: 1) Fornitura in service di
sistemi per l’esecuzione del test con
metodica Nat in singolo per la ricerca del
West Nile Virus (WNV) sulle donazioni di
sangue ed emocomponenti, per le necessità
del Servizio Trasfusionale dell’Ospedale
Maggiore dell’Azienda USL di Bologna lotto
unico, importo massimo biennale di Euro
930.000,00 IVA esclusa; 2) Fornitura in
service di sistemi diagnostici per la
tipizzazione di antigeni eritrocitari e
leucopiastrinici in biologia molecolare,
suddivisa in lotti, importo massimo triennale
di Euro 651.000,00 IVA esclusa. Il bando
integrale sarà pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana e sulla
Gazzetta Ufficiale dell’U.E. la cui spedizione
è avvenuta il 04/03/2014. Le condizioni e i
documenti necessari per la partecipazione
alla gara sono indicati analiticamente nei
Disciplinari. Il termine perentorio di scadenza
per la presentazione delle offerte è fissato
per le ore 12 del giorno 18/04/2014, pena la
non partecipazione. Il Bando integrale ed i
Disciplinari di Gara con relativi allegati
dovranno essere reperiti sul sito Internet
www.ausl.bologna.it. Per informazioni le
Ditte interessate possono rivolgersi al
Servizio Acquisti Metropolitano – Via
Gramsci 12 – Bologna: tel. 0516079910 per
la gara n. 1) e tel. 0516079938 per la gara
n. 2), fax 0516079989, e-mail: servizio.
[email protected], pec: servizio.
[email protected]..
Il Direttore
del Servizio Acquisti Metropolitano
Dott.ssa Rosanna Campa
22 .Società
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
il caso
NICOLA PINNA
CABRAS (ORISTANO)
Il restauro È stato lungo e difficile
perché le 15 statue (due metri di altezza)
erano scomposte in 5178 frammenti
La scoperta Correva l’anno 1974, quando
un contadino di Cabras che arava un campo
urtò un blocco di arenaria scolpito
Sardegna,ilritornodeiGigantidipietra
Scoperti 40 anni fa, sono stati riassemblati e da sabato si mostreranno al mondo. Ma divisi in due musei
H
Il luogo
de
lr
i
anno un nome e
to
una storia incredimen
a
bile da raccontare.
v
Dovrebbero spietro
gare, prima di tutto, come abbiano trascorso tremila anni sotto terra, nascosti
Mont’e
tra le palme nane del Sinis. CoPrama
me siano arrivati o se siano nati
E25
proprio qui, dalla mano di uno
scalpellino locale, tra l’antica
Cabras
città di Tharros e la spiaggia
bianca di Is Arutas. Se avessero dello scalpelOristano
voce, i Giganti di Mont’e Prama, lo si notavano
consentirebbero agli storici di da lontano:
riempire le tante pagine bian- «Avevo capito
E25
che sulla storia dell’antico po- che era una stapolo dei nuraghi.
tua, mi sono fermato
Centimetri Mute come sono, queste e ho fatto chiamare
LA STAMPA
grandi statue in arenaria scol- Peppetto Pau, uno studioso
pite tra l’XI e l’VIII secolo a.C., di Oristano. Lui», racconta Siaggiungono molti altri dubbi sinnio Poddi, «non ci aveva in piedi il primo guerriero è staagli archeologi che le studiano messo molto a immaginare che to uno choc».
da quattro decenni. Le teorie questo campo nascondesse un
A tutti è stato dato un nome:
sono tante e talvolta contrad- tesoro archeologico».
Sisinnio, come il contadino che
dittorie, ma ora finalmente i giPer scoprire quanto fosse ha fatto la scoperta, Crabarissu
ganti di pietra potranno essere esteso e prezioso ci sono volute il pugilatore con i piedi scalzi,
ammirati da tutti. Per rimette- lunghe campagne di scavo. E Cabillu l’arciere con i gambali e
re insieme i 5.178 frammenti forse il bello non è ancora venu- poi il pugilatore Larentu, l’arspuntati all’improvviso da un to fuori: «Là sotto è sicuramen- ciere Componidori, ma anche
campo di grate custodito Efisio, Antine, Pregiau, Lussurno, e dimentiI MAGNIFICI 15 un monumen- giu, Balente. Infine Fastigiau, il
cati per tren- Capolavori di era nuragica to grande e più bello di tutti. «In realtà sono
t’anni nei maspettacolare» tutti bellissimi», sorride Antofurono scolpiti in arenaria riflette Anto- nietta Boninu, «Gli scultori nugazzini del
tra l’XI e l’VIII secolo a.C. nietta Boninu, ragici sono riusciti a rappresenmuseo di Cagliari, c’è vola responsabi- tare questi giovani curando i
luto un lavoro
LA POLEMICA le del restau- particolari: occhi, muscoli, ablungo un luche ha do- bigliamento, scudi».
Sei verranno esposti ro
stro. Nel cennato ai giganti
Valorizzato l’aspetto storico,
nel museo di Cabras una seconda l’isola punta sull’opportunità
tro di recupero di Li Punti, altri sei in quello di Cagliari vita, «Queste turistica. E su questo scommetalla periferia
statue erano te Cabras, la cittadina della prodi Sassari, i restauratori hanno all’interno di un luogo sacro che vincia di Oristano patria dei gieseguito un’operazione chirur- apparteneva a una federazione ganti. Sei delle 12 statue in mogica: hanno assemblato brac- di villaggi, speriamo che i nuovi stra da sabato 22 verranno
cia, teste e gambe e così i 15 eroi scavi lo riportino alla luce».
ospitate nel museo archeologisono tornati in piedi. Arcieri,
Nel frattempo, la Sardegna co del paese, lo stesso che vanta
pugilatori e guerrieri: fieri e ag- si riappropria della parte forse la città fenicio-punica di Thargressivi, alti più di due metri.
più importante del suo patri- ros, le spiagge al quarzo,
Nel cimitero dei giganti, nel- monio storico. «Ricostruire le un’area marina protetta e gli
la zona di Sa Marigosa, a due 15 statue e anche i 13 modelli di stagni dove si produce la botchilometri dal mare, ci era fini- nuraghi ritrovati nello stesso targa. Altre sei saranno trasfeto per caso un contadino di Ca- scavo è stato un lavoro emozio- rite a Cagliari e su questo punto
bras. Era il marzo del 1974: sta- nante», racconta la restauratri- (oltre che sulla scarsità di risorva arando un terreno di pro- ce, «Qualche archeologo all’ini- se per la promozione) si anima
prietà della Confraternita del zio mi diceva che era tempo la polemica. «Noi abbiamo una
Rosario e all’improvviso il suo perso. E invece il miracolo è riu- convinzione», ribatte l’assessotrattore ha agganciato un bloc- scito: appena abbiamo trovato i re alla Cultura, Fenisia Erdas:
co di arenaria più grande e di- primi attacchi è stato tutto più «Per vedere questo tesoro arriverso dagli altri massi. I segni facile. Quando abbiamo messo veranno da tutto il mondo».
Cabillu
L’ARCIERE INDOSSA UNA CORTA TUNICA
E UNA PROTEZIONE SUL PETTO, PORTA LE TRECCE
E SULLA TESTA UN ELMO A DUE CORNA
“Ma i complessi archeologici
non vanno mai separati
Spero tornino presto insieme”
4
domande
a
Attilio Mastino
storico, rettore dell’Università di Sassari
Attilio Mastino è rettore dell’Università di Sassari e storico
di fama internazionale.
I nuragici erano scultori esperti, e i giganti di Mont’e Prama
colpiscono per dimensioni e
particolari: gli occhi, i muscoli,
l’armatura, gli scudi. Ma per
voi studiosi c’è molto altro da
raccontare?
Larentu
L’ALTRO PUGILATORE, CON IL BRACCIO SINISTRO ALZATO
A PROTEGGERE LA TESTA. IL SINISTRO, PROTETTO DA UN
GUANTO, REGGEVA IL LATO FRONTALE DELLO SCUDO
«Siamo di fronte a statue tra le
più antiche che siano mai state
ritrovate in Occidente. Nell’Ottocento avanti Cristo, quando
sono state realizzate, Roma
non era stata ancora fondata».
Insomma i guerrieri e i pugilatori del Sinis ribaltano le cer-
Epigrafista
Mastino
è specialista
in storia
delle province romane
del bacino
mediterraneo
tezze sulla civiltà nuragica?
«Certo, si tratta di uno straordinario ritrovamento che cambia il quadro della storia: dimostra che in Sardegna, mentre i
greci e i fenici costruivano nuove città nel bacino del Mediterraneo, c’era una civiltà autono-
Crabarissu
UNO DEI PUGILATORI CHE INDOSSANO UN GONNELLINO,
A TORSO NUDO. LI CARATTERIZZA LA POSIZIONE DEL
BRACCIO SINISTRO, INNALZATO A SOSTENERE UNO SCUDO
ma e già avanzata. La rappresentazione dei guerrieri ci racconta che i nuragici erano impegnati in una lotta per difendere l’autonomia, che l’aristocrazia esaltava i suoi giovani e
che nell’isola era diffuso il culto
degli eroi. Lo ha scritto anche
Aristotele».
Voi li studiate ormai da molti
anni, quali dubbi non sono
stati ancora chiariti?
«Il primo: perché il luogo di culto in cui erano esposte le statue
è stato distrutto? Da chi? Noi
pensiamo che il monumento sia
stato raso al suolo intorno al
400 a.C., quando in Sardegna
sono arrivati i Cartaginesi. Altro aspetto da capire: possibile
che in qualche altro angolo dell’isola siano ancora nascosti
luoghi sacri di epoca nuragica e
di questa importanza?».
Dopo 40 anni dal ritrovamento i giganti saranno esposti,
ma divisi: cosa ne pensa?
«I nostri maestri ci hanno insegnato che i complessi archeologici non si separano per nessuna ragione. I giganti non devono essere smembrati, spero che
presto tornino insieme». [N. PIN.]
Efisio
UN GUERRIERO, ARRIVATO A NOI IN POCHI FRAMMENTI,
CHE IMPUGNAVA CON ENTRAMBE LE MANI
UNO SCUDO CIRCOLARE FINEMENTE DECORATO
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
.
Società .23
Usa, il governo taglia
e la ricerca scientifica
la fanno i privati
Bill Gates
Ha speso dieci miliardi per la
lotta globale contro
tubercolosi, malaria e polio
Dove lo Stato non arriva più, finanziano i super ricchi
E non è tabù, anche perché i miliardari sono cambiati
Paul Allen
Ha fondato la Microsoft
con Gates e ora finanzia
lo studio del cervello
il caso
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
Eric Schmidt
L’ad di Google ha aperto
con la moglie un centro
per lo studio degli oceani
George
Mitchell
Il pioniere del «fracking»
sostiene la fisica, lo sviluppo
sostenibile e l’astronomia
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
seconda dei punti di vista,
si tratta di una tendenza
molto positiva, perché consente di raggiungere risultati altrimenti impossibili,
o molto negativa, perché le priorità
vengono stabilite dai singoli benefattori in base ai loro interessi personali.
Secondo un’inchiesta del New York
Times, circa quaranta tra gli americani più ricchi hanno promesso di donare quasi tutte le loro sostanze in beneficenza, per un totale di oltre un quarto di trilione di dollari. Il primo ovviamente è Bill Gates, l’uomo più facoltoso del mondo, che ha un patrimonio
stimato in circa 76 miliardi di dollari e
vuole restituirlo quasi interamente alla società.
Attraverso la Bill & Melinda Gates
Foundation ha già speso dieci miliardi
in progetti sanitari globali, che vanno
dalla lotta alla tubercolosi, fino alla
malaria e la polio. Come lui, però, ce ne
sono molti altri, nei settori più vari.
Il suo amico e co-fondatore della Microsoft Paul Allen ha stanziato 500 mi-
A
lioni di dollari per lo studio del cervel- tare un nano. La crisi economica del
lo; Ralph Ellison di Oracle ha creato la 2008 ha costretto l’amministrazione a
Ellison Medical Foundation, grazie a fare risparmi, e gli studi scientifici socui tre studiosi hanno vinto il premio no stati una delle vittime.
Nobel; Eric Schmidt di Google ha
I finanziamenti per la ricerca di baaperto un centro per lo studio degli se sono scesi a trenta miliardi di dollaoceani, dopo che la moglie si era ap- ri all’anno, e infatti Francis Collins, dipassionata al mare facendo immersio- rettore dei National Institutes of Heni subacquee; il padre della tecnologia alth da cui dipendono i soldi pubblici
del fracking, George
assegnati
agli
Mitchell, ha regalato
AL MIT DI BOSTON scienziati america360 milioni per stu- Si è calcolato che il 30 per cento ni, ha definito il
diare fisica, lo svi2013 come uno dei
della ricerca universitaria momenti più neri
luppo sostenibile e
si mantiene con le donazioni nella storia della
l’astronomia, costruendo anche il
sua organizzazione.
Giant Magellan Telescope in Cile.
Fino a qualche tempo fa, c’era una
Potremmo andare avanti per pagine certa diffidenza per il coinvolgimento
e pagine. Il Massachusetts Institute of dei privati in questo settore. Nel miTechnology calcola che ormai il 30% gliore dei casi, erano sospettati di essedei fondi per la ricerca universitaria re guidati da interessi personali, che
vengono dalle donazioni private. A non coincidevano necessariamente
confronto, il governo rischia di diven- con il bene comune. Magari un fami-
300
500
milioni
milioni
Sono i dollari investiti ogni
anno dal governo Usa nel
grande progetto di studio
del cervello umano
È quanto ha investito in
dollari Paul Allen nell’istituto
per lo studio del cervello
da lui fondato
gliare era stato colpito da una certa
malattia, e quindi enormi risorse venivano indirizzate a studiarla, anche se
l’impatto complessivo sulla società
non era così rilevante. Poi ovviamente i
privati non hanno il polso degli equilibri demografici, economici e razziali
del Paese, e i loro interventi non sono
tarati sulla necessità di aiutare particolari gruppi sociali svantaggiati.
I medici, per fare un esempio, potrebbero ritenere necessario studiare perché il cancro alla prostata colpisce di più la popolazione afro-americana, ma i donatori non sono sensibili
a questo problema e non offrono le risorse. Nel peggiore dei casi, invece, i
grandi imprenditori erano sospettati
di fare i propri interessi, finanziando
solo le ricerche che potevano servire
alle loro aziende.
Questa percezione ora sta cambiando, un po’ per necessità, e un po’ perché la stessa filantropia si è evoluta. La
crisi economica e la riduzione dei bilanci statali ha reso indispensabile il
ricorso ai fondi privati. Nello stesso
tempo, i donatori sono diventati più
sofisticati, interagiscono meglio con le
strutture pubbliche, e spesso vengono
avvicinati direttamente dai centri di
ricerca, che sollecitano il loro aiuto su
progetti pensati autonomamente dagli
scienziati e condivisi dalle stesse
strutture pubbliche. La privatizzazione della scienza, in sostanza, non è più
un tabù, e sembra destinata a diventare sempre più diffusa.
La ricetta della «Silicon Valley delle Alpi»: parità di fondi tra pubblico e aziende
A Trento hanno trovato la soluzione 50 per cento
STEFANO RIZZATO
TRENTO
Cinquanta e cinquanta. Tanti investimenti pubblici quanti soldi privati. Un
principio che in inglese si chiama «matching fund». Una ricetta semplice e,
almeno in Italia, rivoluzionaria. È quella che ha consentito a Trento di diventare centro d’eccellenza europeo nella
ricerca sull’Ict, il ramo strategico che
unisce informatica e telecomunicazioni, che sfrutta la Rete e le reti per renderci la vita più facile.
«È così, con metà fondi pubblici e
metà fondi privati, che stiamo progettando schemi e programmi nuovi per il
turismo intelligente: un progetto da 7,5
milioni di euro in tre anni, di cui il 53 per
cento è messo da aziende grandi e piccole, come le italiane Engineering e GHnet»: lo spiega Paolo Traverso, direttore
di Trento Rise, nodo italiano dello European Institute of Innovation and Technology, grande rete di ricerca che, a propria volta, unisce enti pubblici e privati.
In Italia, tra gli altri, ci sono il Politecnico di Torino il Centro Ricerche Fiat.
«Qui a Trento – continua Traverso –
si è iniziato a scommettere sulla ricerca
e sull’Ict già 10-12 anni fa. Siamo così riusciti ad attirare alcune tra le principali
aziende italiane e multinazionali del set-
La collina di Povo, Trento
tore: da Telecom fino a Ibm e Microsoft». Il concentrato di intelligenze e innovazione ha un luogo fisico in cui aggregarsi: la collinetta di Povo, che guarda la
città dall’alto e ospita anche il modernissimo dipartimento di Ingegneria e
Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento. Un luogo che qualcuno – visto il numero di startup che vi nascono
ogni anno – è arrivato a chiamare «Silicon Valley delle Alpi».
L’autonomia della Provincia consente
di mantenere in loco il 90% delle imposte
riscosse sul territorio e questo, inutile
nasconderlo, aiuta a investire in ricerca
con meno patemi. Ma il salto di qualità è
arrivato grazie al modo di gestire le risorse. «Da sempre – spiega Traverso – si
è scelto di rifiutare l’idea dei finanziamenti a pioggia, che non scontentano
nessuno. Al contrario, si è voluto investire in modo focalizzato e strategico».
In fondo, la chiave per convincere i
privati a fare la loro parte è questa. Un
modello da esportare, anche nel resto
d’Italia. «Farlo è il prossimo passo. Con
Trento Rise non vogliamo rimanere
chiusi qui, ma creare sinergie, scambiare risultati e opportunità, pensare ancora più in grande. Senza le gelosie che
troppo spesso rovinano la ricerca. E sperando che qualcuno raccolga la sfida».
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 24
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
MADE IN ITALY
INVESTIMENTI
OCCUPAZIONE
TUTTOSOLDI
Gai, le macchine
imbottigliatrici
raddoppiano
la produzione
I gestori
prevedono
un altro anno
di Borse Toro
Il settore
delle pulizie
crea
nuovi posti
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
A PAGINA 27
A PAGINA 29
A PAGINA 31
RISPARMIO
P
.
25
NUMERO 73
A CURA DI:
GIANLUCA PAOLUCCI E MARCO SODANO
REDAZIONE:
LUCA FORNOVO
LUIGI GRASSIA
[email protected]
www.lastampa.it/tuttosoldi/
tuttoSOLDI
LAVORO IN CORSO
I gestori italiani raddoppiano
Quattro al top per FundClass
MARCO
POLO
La classifica europea 2014 delle Sgr premia Investitori, Arca, Ubi Pramerica e Anima
GLAUCO MAGGI
La classifica dei vincitori
B
L’INTERVISTA
uon riscatto nel 2014 dei
gestori italiani, che nell’annuale premiazione delle migliori Sgr europee
hanno avuto quattro riconoscimenti, il doppio dell’anno scorso quando vinsero Epsilon Sgr (gruppo Eurizon) e Carige Am Sgr. Queste
due società non si sono confermate ai
vertici, ma a ritirare nell’Auditorium
dell’Automobile de France, a Place de
La Concorde, le targhe di FundClass
dell’ottava edizione, si sono presentati il 4 marzo quattro altri asset manager nazionali: Emanuele Vizzini, direttore investimenti di Investitori
(gruppo Allianz), Sgr premiata come
migliore società italiana nella categoria da 4 a 7 fondi; Marco Vicinanza,
vice direttore generale responsabile
Investimenti di Arca Sgr, per la categoria da 8 a 15 fondi; Emilio Franco,
vice direttore generale, responsabile
Investimenti Ubi Pramerica Sgr, per
la categoria da 26 a 40 fondi e Claudio
Tosato, direttore Prodotti di Anima
Sgr, per la categoria da 41 a 70 fondi.
I riconoscimenti alle Sgr citate,
vincitrici a livello nazionale, costituiscono una delle tre sezioni del Trofeo FundClass dei Fondi Europei.
Nella seconda sezione, che premia le
società di gestione migliori in assoluto su base europea, sono risultati
vincitori Swiss Life Asset Managers
nella categoria tra 41 e 79 fondi,
Migliore fondi europei
Europe Large Cap:
Waverton European Fund
Gestore: Waverton Investment
Management
International Large Cap:
Old Mutual Global Equity Fund
Gestore: Old Mutual Global Investors
Emerging Markets:
Coronation Global Emerging Markets
Fund
Gestore: Coronation Fund Managers
European Long Terms Bonds:
Aviva Rendement Europe
Gestore: Aviva Investors France
Internationnal Opportunist:
Baillie Gifford Global Discovery Fund
Gestore: Baillie Gifford & Co.
Migliori società di asset
management
da 4 a 7 fondi: Flossbach Von Storch
da 8 a 15: Old Mutual Global Investors
da 16 a 25: First State Investments
da 26 a 40: Baillie Gifford & Co.
da 41 a 70: Swiss Life Asset Managers
da 71 a 100: Aberdeen Asset Management
Oltre 100 fondi : Invesc
Premio Fundclass
Periodo 7 anni
da 4 a 7 fondi : Eccleciastical Investment
Management
First
State Investments
da 8 a 15:
PIMCO
da 16 a 25:
da 26 a 40: Baillie Gifford & Co.
da 41 a 70: M&G Investments
da 71 a 100: Invesco
oltre 100 fondi: Schroders
- LA STAMPA
Aberdeen Asset Management in
quella tra 71 e 100 fondi e Invesco,
per la categoria con oltre 100 fondi.
Nella terza sezione, che onora i più
brillanti fondi comuni di cinque categorie tra quelle più diffuse tra il pubblico, il migliore nella categoria
«Azioni europee a larga capitalizzazione» è stato Waverton European
Fund; per gli «Azionari internazio-
nali a larga capitalizzazione» ha vinto Old Mutual Global Equity Fund;
per gli «Azionari nei mercati emergenti» il Coronation Global Emerging Markets Fund; per gli «Obbligazionari europei a lungo termine» è
emerso il fondo Aviva Rendement
Europe; per i «Bilanciati flessibili» il
migliore è risultato il Baillie Gifford
Global Discovery Fund.
“Così Alliance Boots
continua a crescere
in tutto il mondo”
LA MANAGER BARRA
UNA DONNA AL TOP
La filosofia delle nostre
farmacie? Presentare
un prodotto di alta
qualità alla portata
di tutti. Dalla fusione
con Wallgreens
un impero da 370 mila
dipendenti attivo
in venticinque Paesi
Provo soddisfazione
nel riconoscimento
dell’azienda.
Se io non
rappresentassi
quest’azienda
non sarei
entrata nella
classifica di Fortune
GIANLUCA PAOLUCCI
MILANO
Periodo 4 anni
Ornella Barra
La storia dei premi FundClass, dati in base ai Rating attribuiti dalla società parigina ai fondi comuni, parte
dal 1999. Alla nascita dell’euro alcuni
media (gli sponsor attuali sono Tageblatt e Le Jeudy lussemburghesi, El
Pais spagnolo, la Tv Lci francese e La
Stampa) avevano promosso un consorzio per studiare le performance
dei fondi comuni sulla base del rischio corso dai gestori per ottenerle,
affidandosi per l’analisi tecnica ad
Apt, società indipendente americana
che utilizza la Teoria dell’Arbitraggio
dei Prezzi inventata dall’economista
americano Steve Ross.
Lo scopo era, e rimane, fornire ai
lettori-risparmiatori europei un metro di giudizio unico della bontà dei
fondi offerti sul piano continentale.
Da Apt-Eurofond è poi nata FundClass, che ha introdotto i suoi Rating
con le Stelle ai fondi con oltre 4 anni di
vita, per dare al pubblico una guida
più semplice alla individuazione dei
migliori per costanza delle prestazioni. «Anche se non esiste la garanzia
che uno studio delle performance
passate faccia emergere i sicuri vincenti di domani, la tecnica particolare
usata da FundClass punta a cogliere
una potenzialità di successo ricavata
dal comportamento dei money manager in momenti diversi di mercato,
nelle fasi Toro e nelle fasi Orso», ha
detto François Chauvet, fondatore e
presidente della società parigina.
CONTINUA A PAGINA 28
Con Imperia
la pasta
non smette
di viaggiare
LORENZA CASTAGNERI
A
ll’inizio del Novecento,
gli emigranti la infilavano in valigia. In mezzo a
vestiti, tovaglie e asciugamani
c’era anche lei, l’Imperia, ribattezzata per l’occasione
«Americanina», la macchina
per la pasta fatta in casa.
Un oggetto entrato nel mito
che, da allora, non ha mai
smesso di essere protagonista
in cucina. In Italia e nel mondo. «Alcuni amici mi hanno
raccontato di averne vista una
in Polinesia. Non ci potevo credere» racconta Dario Ancona,
uno dei responsabili. Il che, a
pensarci bene, non stupisce. In
Imperia, l’export vale il 70 per
cento del fatturato, che sta superando la soglia dei venti milioni di euro all’anno. I paesi
dove l’azienda vende i suoi
prodotti sono 130 in tutti e cinque i continenti. «La nostra
forza sta in una produzione al
cento per cento Made in Italy,
da sempre» prosegue.
La storia dell’Imperia comincia a Torino nel 1932. All’inizio degli Anni Ottanta, la
acquista la famiglia Ancona
che, nel 2010, assume il controllo anche di Monferrina,
marchio che realizza macchine per pasta a livello industriale con sede a Castell’Alfero, in
provincia di Asti. Sessanta dipendenti in tutto, tra qui e
Moncalieri.
Oggi i prodotti del gruppo
permettono di confezionare da
zero a seicento chili di pasta
all’ora. Dalle tagliatelle classiche alla sfoglia, fino ai ravioli.
A poco a poco, durante gli anni, i modelli si sono moltiplicati. Anche se, il principio rimane sempre lo stesso: una manovella che muove due rulli, rigorosamente in acciaio. Sia
nella versione manuale sia in
quella elettrica, l’Imperia è
tutta qui.
«Crisi? Anche per noi la crescita è rallentata – risponde
Ancona -. Ma, senza dubbio,
abbiamo beneficiato del ritorno alla autoproduzione di cibo
fresco».
26 .Lavoro in corso
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
made
in
LE SOLUZIONI GLOBALI
Se io non rappresentassi
quest’azienda non sarei nella lista
di Fortune. La responsabilità?
Fa parte del mio carattere,
di me stessa e della mia cultura
Abbiamo una strategia globale
che viene però calata in ogni Paese
Rispettare le culture e rispettare
le logiche del Paese
è uno dei nostri punti di forza
L’intervista
Italy
LA CLASSIFICA DELLE DONNE AL TOP
L’azienda in cifre
Prodotti e servizi
farmaceutici
Punti vendita
4,6 miliardi
Oltre
consegnati ogni anno
a 170 mila farmacie
Dipendenti
108 mila
Presenza
25 paesi
3.100
Centri per la
distribuzione
farmaceutica
370
Centri ottici
gestiti
605
Multinazionale
Alliance Boots GmbH è una multinazionale leader nella chimica
nella cosmesi e nella farmaceutica e uno dei maggiori grossisti
farmaceutici d’Europa, presente in più di 25 nazioni.
Ornella Barra insieme a Stefano Pessina,
ha costruito negli anni un impero del settore
- LA STAMPA
SALUTE E BELLEZZA
“L’Italia ha talenti unici
Ma la burocrazia li frena”
Ornella Barra è la manager di Alliance Boots, il colosso delle farmacie
“La nostra filosofia? Un prodotto di alta qualità alla portata di tutti”
GIANLUCA PAOLUCCI
MILANO
M
entre sorseggia con
calma il suo cappuccino, Ornella Barra
potrebbe sembrare
solo una elegante signora che ama perdere il suo tempo tra i negozi del centro di Milano.
Invece, il rito del cappuccino mattutino è uno dei pochi momenti di
quiete di una manager al vertice di
un gruppo mondiale con quasi 400
mila dipendenti. Ligure, laureata in
farmacia, Ornella Barra è Chef
Executive con responsabilità per le
aree della distribuzione farmaceutica e della vendita al dettaglio e
marchio internazionale del colosso
del settore salute Alliance Boots.
Trascorre la sua vita tra Londra,
gli Usa e l’Estremo Oriente e ormai
da qualche anno figura nella classifica di Fortune delle donne più influenti del Mondo. Con il compagno
Stefano Pessina ha messo insieme,
passo dopo passo, un colosso mondiale senza rivali per la vendita di
farmaci e la cosmetica.
Manager
Ornella Barra
si è laureata
in Farmacia
a Genova
nel 1979
e ha improntato
la sua carriera
nel settore
dell’healthcare
stro gruppo?
«Se consideriamo solo Alliance Boots sono oltre 120 mila. Adesso con la
fusione con Walgreens saranno circa
370 mila. Se poi consideriamo anche
Amerisource Bergen sono oltre 400
mila».
Dottoressa Barra, che effetto le fa
essere ritenuta una delle donne
più influenti del mondo? Si sente
investitadiunaparticolareresponsabilità?
Tra le sue responsabilità c’è quella di
seguire i marchi: come fa un gruppo
grande e ramificato come il vostro
«Provo soddisfazione nel riconoscimento dell’azienda. Se io non rappresentassi quest’azienda non sarei in classifica. Per quanto riguarda la responsabilità non deriva da
nessuna classifica. Fa parte di me
stessa, del mio carattere, della mia
cultura. Non è certo una classifica
che me lo fa ricordare».
«La cura delle risorse
umane è essenziale
tanto più operando
in questo campo»
Quante persone lavorano per il vo-
ad intercettare i gusti e i trend dei
consumi nei diversi Paesi?
«Questa è sempre stata una nostra
forza, in azienda c’è sempre stata
una forte capacità d’innovazione per
anticipare i trend. Abbiamo una
strategia globale che viene però calata in ogni Paese. Rispettare le culture e rispettare le logiche del Paese
è uno dei nostri punti di forza».
prima linea di prodotti per la cura
della persona. In Inghilterra Boots è
praticamente un’istituzione, ma anche in altri Paesi il modello funziona».
Quanto investe un gruppo come Alliance Boots nella formazione delle
risorse umane?
«La cura delle risorse umane è essenziale, tanto più operando in un
Mi ricorda in quanti Paesi siete presenti?
«Siano in 25 Paesi. Siamo i primi in
Europa mentre con Walgreen cambierà totalmente la dimensione in
Usa, dove peraltro siamo già presenti».
I negozi Boots non sono proprio delle farmacie. Da dove nasce la massiccia diversificazione?
«Risale a tantissimi anni fa, nasce
praticamente con Boots che creò la
«Il prossimo passo?
Non so, ma la volontà
nel trovare cose
nuove non si ferma»
settore delicato per la salute delle
persone come il nostro. Quando
una persona viene assunta viene
fatto un “induction program” che
comprende percorsi specifici, in
particolare per chi avrà rapporti
con il pubblico. In questo siamo
quasi maniacali, la qualità viene
prima di ogni altra cosa. Le faccio
un esempio che può sembrare
sciocco, ma mi creda, non lo è. Ai
nostri clienti che cercano prodotti
per la cura della pelle ad esempio
dobbiamo dire che un prodotto lenisce le rughe, non che toglie le rughe, perché i prodotti che tolgono le
rughe non esistono. Questa è l’onestà e la serietà che offriamo ai clienti. Noi siamo facilitati anche dal fatto di avere la manifattura. I nostri
prodotti prima di arrivare sul mercato seguono un percorso simile ai
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Pastrengo, il sigaro dei carabinieri
Tucano chiude il 2013 con un aumento globale
delle vendite al 5%. All’estero la consociata Tucano
Usa ha portato, alla società capitanata da Franco
Luini, un rialzo del 15%. Il dato più sorprendente è
quello in Italia. «L’incremento delle vendite italiane
conferma l’efficacia delle nostre strategie» ha detto
Franco Luini, fondatore e ceo di Tucano.
È arrivato nelle tabaccherie Pastrengo, il nuovo
sigaro in edizione limitata realizzato da
Manifatture Sigaro Toscano. Dedicato ai 200 anni
dell’Arma, il nome trae origine dalla località dove
i Carabinieri, durante la Prima Guerra
d’Indipendenza del 1848, effettuarono una
memorabile carica a cavallo.
120
mila
I dipendenti del gruppo
considerando solo Alliance
Boots: dopo la fusione
con Wallgreens salgono
a quota 370mila
Le aziende
Tucano, risultati 2013 in crescita
.
Lavoro in corso .27
GAI
Tecnologia e investimenti
In cantina la crisi non si vede
Raddoppia l’impianto leader nella produzione di macchine imbottigliatrici
farmaci per quando riguarda la ricerca e la sperimentazione».
Quanto pesa per voi il settore di ricerca e sviluppo?
Avanguardia
«Molto. Consideri che ogni anno sviluppiamo qualche decina di nuovi
prodotti, più i prodotti che abbiamo
in esclusiva e prodotti sviluppati da
terzi. Direi che saranno fino a qualche centinaio i prodotti che ogni anno sviluppiamo e testiamo».
Con un investimento
di 30 milioni di euro
in due anni Gai Spa
raddoppierà il sito
senza lasciare
la sede di Ceresole
d’Alba, in Piemonte
Qual è il settore nel quale state puntando maggiormente?
«La cosmesi, l’attenzione alla donna
di tutte le età ma anche alla portata
di tutte. La nostre filosofia è di avere
un prodotto di alta qualità ma alla
portata di tutti. Se lei può vendere
una crema ad un prezzo molto alto è
tutto più facile. Come brand è il
“No7”, il prodotto più importante è
un siero che usato adeguatamente
distende le rughe».
Nella vostra struttura ci sono molti
dipendenti italiani, anche in posizioni di vertice. Eppure da tempo i vostri investimenti in Italia sono al minimo e il mercato italiano è residuale
rispetto al vostro gruppo. Mi spiega
perché?
«Riconosciamo nei manager italiani
una capacità di lavoro e di imprenditorialità, di commitment con l’azienda e di fantasia che difficilmente si
possono trovare in altri. Io anche
personalmente ho tanti collaboratori e tante persone che sono con noi
da tanti anni. Il fatto che non si investa in Italia è semplice: c’è la barriera di una burocrazia eccessiva, di imposte che non permettono uno sviluppo ulteriore, un sistema di ritardo
dei pagamenti che ha un impatto sul
capitale circolante che non ha nessun senso, i margini che sono i più
bassi del mondo. Se lei mette insieme tutte queste cose è difficile investire. Chi vuole investire in Italia deve essere facilitato nel processo. Non
si possono aspettare mesi per avere
tutte le autorizzazioni per aprire un
magazzino, o un’attività. Comunque,
nonostante tutto questo, parliamo
sempre di oltre un miliardo di fatturato e 1500 dipendenti, ci tengo a sottolinearlo. Certo, piccola cosa se
pensa che domani con Walgreens arriveremo a 110 miliardi di euro di fatturato».
ROBERTO FIORI
I
l 2013? «Per noi è stato il miglior
anno di sempre, con una crescita
del fatturato del 10% che ci ha
consentito di raggiungere i 33 milioni di euro, che salgono a 45 milioni se si aggiunge la divisione Gai
Francia, anch’essa in forte espansione». A sentir parlare Guglielmo
Gai, amministratore delegato insieme con il fratello Giovanni e il cugino Giacomo dell’azienda di Ceresole d’Alba che crea macchine imbottigliatrici come abiti sartoriali per
le cantine di mezzo mondo, la crisi
sembra lontana.
Così lontana che la famiglia Gai,
con l’aiuto di Finpiemonte e delle
banche, ha avviato un investimento
coraggioso che con 30 milioni di euro e due anni di lavori consentirà alla società di crescere fino a raddoppiare il sito di produzione e rinforzare la sua posizione di leader incontrastato del settore. «Gli obiettivi che ci siamo prefissati richiedono
maggiori spazi e un layout disegnato per le nuove esigenze» spiega l’ingegner Guglielmo Gai.
«Ci siamo chiesti più volte se puntare ancora su Ceresole o guardare
altrove, magari all’estero. Dopo
molte riflessioni, abbiamo gettato il
cuore oltre l’ostacolo: la qualità del
personale, il supporto delle scuole e
degli enti pubblici locali e la vicinanza con una capitale del vino come
Alba ci hanno convinti che è giusto
restare qui».
Il più entusiasta del progetto è il
presidente, Carlo Gai. «Mio padre ha
70 anni e fa volentieri il nonno, ma
quando in azienda si parla di ricerca
205
addetti
È il totale della forza lavoro
del gruppo di Ceresole
d’Alba. I principali mercati
di sbocco sono Italia,
Francia e Stati Uniti
e sviluppo, è ancora lui il più propositivo». L’investimento consentirà di
realizzare una fabbrica all’avanguardia e in gran parte automatizzata. I
lavori sono già iniziati e la prima fase
sarà terminata alla fine del 2014.
«Da tempo sognavamo di separare l’area di produzione dei pezzi dall’assemblaggio e di avere un nuovo
magazzino automatizzato - spiega
ancora Gai -. Con la prima parte dell’ampliamento, realizzeremo l’area
assemblaggio e il magazzino, più uno
showroom con le macchine sempre
in funzione e un parcheggio multipiano. Nel 2015 completeremo l’investimento con una nuova palazzina
uffici e un impianto fotovoltaico di oltre 600kWp». Nel frattempo, anche
l’officina sarà totalmente automatizzata, consentendo alle macchine di
operare 24 ore su 24.
In totale il gruppo dà lavoro a 205
addetti, 175 dei quali impiegati a Ceresole. I principali mercati di sbocco
sono Italia e Francia, che pesano
ognuno per il 20% del fatturato, poi ci
sono Stati Uniti, Austria, Germania
e Cina. «Grazie a un nuovo prodotto un rubinetto di riempimento rivoluzionario ed estremamente flessibile
A proposito di Italia, da poco più di
un anno è entrata nel consiglio delle
Generali. Un primo bilancio di questa esperienza?
«Ho avuto altre richieste di entrare
in altri consigli e non le ho prese in
considerazione. Generali è una grande azienda che sta cercando una internazionalizzazione più spinta. La
ritengo un’esperienza interessante,
dopo un anno il bilancio è positivo».
Lei e Stefano Pessina avete costruito
pezzo dopo pezzo un gigante del
settore. L’ultima tappa del vostro
sviluppo è stata l’accordo per Walgreens. Cos’altro dobbiamo aspettarci?
«Siamo due persone che amano
guardare in avanti, che amano fare
cose nuove, costruire, che fanno tutto con grande passione. Se lei mi dice
il prossimo non so, l’ultimo non lo dico mai. Posso dirle solo che questa
fantasia, questa volontà nel trovare
nuove cose non lo so se si fermerà».
Nel 2015 l’officina
sarà automatizzata
per poter operare
24 ore al giorno
che è in grado di servire ogni tipo di
bevanda, dal vino alla birra - oggi i
nostri clienti non sono più solo i piccoli produttori di grande qualità, ma
anche le aziende medie e le industrie
dell’imbottigliamento» conclude
Gai. «Il settore - dice fiducioso- è in
grande fermento, speriamo che anche l’Italia sappia vedere la luce in
fondo al tunnel».
INNOVAZIONE
Arriva la app che ti trova il parcheggio
NADIA FERRIGO
TORINO
C
ercare un parcheggio, soprattutto nelle grandi città, può
trasformarsi in un incubo.
«Parcheggiami», la nuova start up del
vicentino Paolo Dal Lago, 31 anni, è
pensata per mettere in contatto chi è
alle prese con la ricerca di un posto
auto con chi invece ha a disposizione
un garage, che resta inutilizzato per
gran parte della giornata oppure è
vuoto. «Qualche mese fa mi sono trovato a Milano per lavoro - racconta
Dal Lago -. Dopo aver cercato un po-
sto per più di quaranta minuti, ne ho
trovato uno a pagamento. Trenta euro per dieci ore. E per di più, mentre
tornavo a riprendere la mia auto, mi
sono accorto che lungo la via c’erano
molti garage in vendita o in cerca di
un affittuario».
Così è nata la piattaforma, per ora
disponibile solo a Milano. Negli Stati
Uniti esiste già un’iniziativa simile:
«Parking Panda» in poco tempo è riuscita a creare una rete di parcheggi
«a noleggio», sia pubblici che privati,
in tutte le più importanti città americane.
«Siamo partiti solo da un mese, ma
sono in molti a contattarci per saperne di più. Il prezzo del posto auto lo
decide l’affittuario, che può offrirlo
sia per qualche ora che per periodi
più lunghi - spiega Dal Lago -. Stiamo
lavorando per migliorare: per consegnare le chiavi del garage con facilità,
si può usare una piccola cassaforte
fissata all’ingresso. Gli utenti ricevono la combinazione elettronica, e il
gioco è fatto».
Il giovane startupper vicentino
non è alla sua prima esperienza: poco
dopo l’iscrizione alla facoltà di economia, abbandonò gli studi per dedicarsi alle sue creazioni. La prima è «Con-
certionline.com», una piattaforma
che pubblica le date dei tour nazionali
e internazionali, scelta anche da Google come fonte per le notizie; l’ultima
invece è «Preventivalo», un sito che
consente di ricevere e confrontare
preventivi di spesa da artigiani e professionisti della propria città. «Non
cerco investitori se non prima di aver
perfezionato il prodotto - conclude
Dal Lago -. Prima mi assicuro che
un’idea sia in grado di stare in piedi
da sola, poi cerco chi potrebbe aiutarmi a espanderla. Fino a oggi ho sempre fatto così, e so che può funzionare
bene».
28 .Lavoro in corso
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
investimenti
Iren lancia Opa su Acque Potabili
I conti di Banca Generali
Iren e Smat (Società metropolitana acque di
Torino) hanno lanciato un’Opa sul 38,29% del
capitale di Acque Potabili non ancora in loro
possesso. L’Opa verrà promossa da Sviluppo
Idrico, controllata in parti eguali da Iren Acqua
Gas e Smat, al prezzo di 1,05 euro ad azioni per
un impegno massimo di 14,5 milioni di euro.
Banca Generali ha chiuso il 2013 con un utile
netto di 141,3 milioni di euro (+9%),
commissioni di gestione per 296 milioni (+18%)
e masse totali a quota 29,1 miliardi (+11%). Il
rapporto costi/ricavi è pari al 39,1%, mentre il
Tier1 Ratio è al 14,2% ed il Total Capital Ratio al
14,8%. Dividendo +6% a 0,95 euro per azione.
All’Italia 19 panieri a 4 stelle
nella graduatoria FundClass
Il portafoglio
La superclassifica che valuta le prestazioni ma anche i rischi
GLAUCO MAGGI
SEGUE DA PAGINA 25
Punteggi in base al vero
contenuto dei panieri
e non alle semplici
dichiarazioni dei gestori
Europe OE EUR Cautious Allocation
8a+ Latemar
Amundi Equipe 1
Media
Europe OE Europe Large-Cap Value Equity
AcomeA Europa A1
Consultinvest Azione A2
Media
Europe OE EUR Aggressive Allocation - Global
UBI Pramerica Privilege 4
BCC Selezione Investimento
Media
Europe OE US Large-Cap Blend Equity
Fideuram MS Equity Usa
Allianz Azioni America
Media
Europe OE Italy Equity
Eurizon Azioni Pmi Italia
UBI Pramerica Azioni Italia
Media
Piazza Affari a Milano ha vissuto un anno positivo
nell’ultima rivelazione vanno considerati di eccellenza: Amundi Global
Emerging Equity, Ubi Pramerica
Azioni Mercati Emergenti, Prima
Geo Europa A-Anima, Bnl Obbligazioni Euro Breve Termine, Carige
Obbligazionario Euro A, Carige Obbligazionario Euro Lungo Termine,
Symphonia Patrimonio Globale Reddito, Carige Bilanciato, Bancoposta
Azione Internazionale, Etica Bilanciato, Carige Azionario Internazionale, Allianz Multipartner - Multi20,
Primaforza 3-Anima, Zenit Azionario R, Fideuram Italia, Ubi Pramerica Azioni Italia, Gestnord Azioni Italia-Sella, Prima Geo Italia-Anima,
Ubi Pramerica Obbligazioni Global.
La scala del Rating FundClass comprende sette livelli di giudizio; dietro
i primi due, i fondi con 3 Stelle sono
da tenere d’occhio perché con un paio di brillanti trimestri potrebbero
essere promossi.
La “scuola” degli asset manager
italiani ha avuto anche altri due premiati a Parigi, in rappresentanza di
società di gestione estere, che peraltro sono presenti con i loro prodotti
in Italia: Bettina Mazzocchi-Mallarmè, senior vice president Global Wealth Management Emea di Pimco
(gruppo Allianz), società risultata
prima tra quelle che operano in Irlanda, e premiata anche come migliore europea nel periodo 20072013; e Sergio Trezzi, responsabile
europeo della vendita alla clientela
individuale di Invesco, società di gestione internazionale che si è aggiudicata i premi come miglior asset
manager su 4 e su 7 anni.
Europe OE Asia-Pacific inc. Japan Equity
AcomeA Asia Pacifico A1
Gestnord Azioni Pacifico A
Media
Europe OE Global Large-Cap Value Equity
AcomeA Globale A1
Synergia Azionario Globale
Media
Europe OE EUR Flexible Allocation
Advam Alarico Re
Agoraflex R
Media
Europe OE EUR Ultra Short-Term Bond
Gestielle Obiettivo Risparmio A
BNL Liquidità
Media
Europe OE USD Diversified Bond
UBI Pramerica Obbligazioni Dollari
Media
Il supereuro verso quota 1,40 spaventa la Bce
Andamento euro/dollaro americano
- LA STAMPA
GRAFICO GIORNALIERO A CANDELE GIAPPONESI
Le candele giapponesi sono il
metodo più usato in borsa per
analizzare le quotazioni in
quanto includono 4 valori per
ogni seduta: apertura, chiusura,
massimo e minimo.
Il corpo della candela è dato
dai valori dell'apertura e della
chiusura della seduta. Candela
verde: quando la chiusura di
seduta è ad un valore superiore
rispetto a quello dell'apertura.
Candela rossa: se la chiusura
è ad un valore inferiore rispetto
a quello dell'apertura. I due
estremi, definiti tecnicamente
"shadow" rappresentano il
massimo di giornata (la linea
sul lato superiore della candela)
e il minimo di giornata (al di
sotto di ciascuna candela). In
caso di chiusura sui minimi o
sui massimi la candela sarà priva di una (o entrambe) le shadow.
1,39665
N
elle prossime scelte di politica monetaria della Banca
centrale europea Mario Draghi dovrà considerare con estrema
attenzione la questione del “SuperEuro”. La moneta unica ha infatti
aggiornato la scorsa settimana i
nuovi massimi degli ultimi trenta
mesi nei confronti del dollaro, avvicinando pericolosamente quota
1,40, vista dagli analisti come una
soglia pericolosa per l’export del
vecchio continente.
Dopo aver rotto al rialzo nelle
scorse settimane la resistenza (cioè
un’area che si oppone alla risalita
dei prezzi) posizionata a 1,38, le quo-
Europe OE EUR Government Bond
BancoPosta Obbligazionario Ita Dic 2018
Agora Income
Media
I MERCATI VALUTARI
la
settimana
dei
cambi
CARLO ALBERTO DE CASA*
Le categorie
Europe OE EUR Diversified Bond
Consultinvest Reddito A2
UBI Pramerica Active Duration
Media
Europe OE EUR Cautious Allocation - Global
Gestnord Asset Allocation
GI Focus Obbligazionario
Media
«I
nostri esperti non tengono conto solo delle
performance nel tempo, ma riclassificano le
categorie sulla base
dell’esposizione reale al rischio»,
spiega Chauvet. «In sostanza, non
prendiamo per buone le auto-dichiarazioni dei promotori che danno vita
alle categorie ufficiali di Assogestioni, ma confrontiamo tra di loro i gestori che effettivamente giocano la
stessa partita».
Per esempio, se un fondo è nominalmente definito “bilanciato”, ma
ha il 90% di azioni e il 10% di bond,
sarà paragonato agli “azionari” ed
entrerà nella lista FundClass di quella categoria. Così nascono nuove famiglie di fondi omogenei – ora sono
circa 150 - con le relative classifiche
di merito. Da qui, utilizzando le 12
performance annuali degli ultimi 4
anni di vita di ogni fondo, “riclassificate” trimestralmente con la teoria
Apt, gli analisti della società parigina sono in grado di attribuire i Rating, sotto forma di Stelle, che vanno
da 5 in giù secondo la qualità della
gestione.
Dal rapporto FundClass dell’ultimo trimestre chiuso a fine 2013 i fondi di Sgr italiane con 5 Stelle, il massimo voto di Rating, sono tre: Mediolanum Flessibile Italia, Bnl Azioni
Europa Crescita e Allianz Azioni Europa. Secondo FundClass, anche i
seguenti 19 fondi di Sgr italiane che
hanno meritato le 4 Stelle di rating
L’andamento dei fondi comuni
PERFORMANCE DA 12/03/2013 A 11/03/2014
DEVIAZIONE STANDARD ANNUALIZZATA
1,39108
1,38320
1,38091
1,36183
1,34756
12
Feb
17
Feb
21
Feb
26
Feb
2014
3
Mar
7
Mar
12
Mar
Fonte: Piattaforma MetaTrader
- ActivTrades
tazioni hanno trovato subito la forza
di salire verso quota 1,39, arrivando a
un massimo di 1,3967 nella seduta di
giovedì, per poi chiudere la settimana
a 1,3910. Il trend di fondo è ancora favorevole alla moneta europea, con la
resistenza posizionata in area 1,40
prossimo obiettivo.
Nel frattempo la spinosa questione
ucraina ha spinto ulteriormente al ri-
Il dossier Ucraina
fa risalire
le quotazioni di oro
argento e platino
basso la moneta nazionale, la hryvnja
(o grivnia), con pesanti implicazioni
anche per il rublo russo, che ha incrementato le perdite nei confronti dell’euro, arrivando ad essere quotato a
50,85 contro la moneta unica, e del
dollaro, scambiato per 36,65 rubli
russi contro i 33 di inizio anno.
Le tensioni internazionali continuano a spingere al rialzo i metalli
preziosi, visti nuovamente dagli investitori come solido bene rifugio. Guida i rialzi l’oro, che dopo aver concluso il 2013 a 1.201,50 dollari l’oncia è risalito a quota 1.382, confermando
un’impostazione di breve periodo ancora al rialzo. Ma salgono anche l’argento, scambiato venerdì sera a 21,45,
il palladio (773 dollari l’oncia) ed il
platino (1.467 dollari l’oncia).
*Analista dei mercati valutari
presso ActivTrades Londra
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Il Dax 30 con ActivTrades
Banca Intermobiliare (Bim) ha chiuso
il 2013 con un utile da 3,7 milioni, a fronte di
una perdita di 64,6 milioni nel 2012. Il
margine di intermediazione è aumentato del
10,7% a 143,8 milioni, con margine di
interesse a 32,2 milioni (+5,5%) e
commissioni nette a 88,8 milioni (+16,2%).
Il Forex Broker ActivTrades, operativo nel
settore del trading online dal 2001, ha
annunciato l’estensione del portafoglio con
l’introduzione delle principali azioni tedesche,
che compongono l’indice Dax, punto di
riferimento per i mercati azionari europei. La
nuova offerta di ActivTrades permetterà a
Fonte:
Morningstar
Codice Isin
IT0001076600
IT0004366719
8,91
0,48
4,31
5,34
3,43
IT0004845522
IT0004695463
10,38
0,69
5,07
4,64
0,53
IT0001164950
IT0000380326
6,41
-1,34
2,80
6,65
3,68
IT0004168826
IT0004253651
10,21
-1,59
4,76
5,75
1,42
IT0000388535
IT0001076626
39,97
11,70
17,45
16,57
15,47
Le interviste
Intermobiliare torna in utile
9,57
9,56
IT0003940738
IT0000386562
15,14
7,30
11,22
13,07
13,62
IT0001470183
IT0003242408
55,85
28,11
38,99
15,03
18,71
1
Qual è la vostra aspettativa sulla
ripresa in Europa, negli Usa
e nei Paesi Emergenti?
Quali portafogli diversificati
proponete ai vostri clienti in ottica
di breve (3 anni) e lungo periodo?
Bene Usa e Ue
Gli Emergenti?
In ordine sparso
e Ci attendiamo una maggio-
IT0001394300
IT0001023669
7,07
-6,00
-3,03
19,91
16,89
IT0000390069
IT0004464381
19,17
9,72
12,55
10,52
11,98
IT0003108161
IT0003162440
29,54
-2,52
7,38
13,35
5,86
IT0001097804
IT0000380169
6,44
0,02
1,60
2,19
0,13
IT0003242200
-6,61
-6,61
8,22
- LA STAMPA
tutti i trader di negoziare le azioni tedesche sul
Dax 30 attraverso i contratti per differenza
(Cfd) dalle 9 alle 17,30. Le commissioni
restano le medesime applicate per il paniere
azionario italiano, fisse a 8 euro per un
ammontare fino a 100 mila euro, con un
incremento dello 0,04% sulla parte eccedente.
Altre informazioni su www.activtrades.it nella
sezione mercati – azioni.
Gli operatori: le Borse europee possono crescere, bond da maneggiare con cura
Emanuele Vizzini, Allianz
9,45
-0,49
4,13
Lavoro in corso .29
“Un altro anno nel segno del Toro”
2
IT0003677553
IT0001484770
.
re sincronizzazione nell’andamento ciclico nei paesi industrializzati: la crescita in America sarà in accelerazione avvicinandosi al 3%, mentre in
Area Euro ci si avvicinerà all’1%. Gli emergenti sono
un’area di attenzione ma con
molte differenze: a paesi con
solidi fondamentali – Messico,
Corea del Sud, Polonia - fanno
da contraltare altri con pesanti
squilibri nei saldi dei pagamenti e flussi finanziari in uscita.
r Nel medio periodo gestiamo i portafogli con una quota
di azioni attorno al 25-30% e
preferenza per aree sottovalutate come l’Italia; il resto è in
bond diversificati per rischio
Vizzini
Direttore
investimenti
di Investitori
(Allianz),
categoria da
4 a 7 fondi
Emilio Franco, Ubi Pramerica
L’incognita
sono le mosse
della Fed
e Negli Usa la crescita è desti-
nata a stabilizzarsi tra il +2,5% e
il 3%: traiettoria inferiore di
quella che ha caratterizzato i cicli precedenti, ma accettabile e
sostenuta dal recupero del
mercato del lavoro e dalla ricchezza delle famiglie. In Euro
Zona si sta consolidando una ripresa modesta e fragile, guidata dalla domanda estera e dalla
minore austerità fiscale, che
dovrebbe essere aiutata da una
Bce via via più accomodante.
Nei paesi emergenti, i rischi ciclici di breve termine sono in
aumento, a causa di banche
centrali costrette ad alzare i
tassi, per stabilizzare le valute e
i flussi di capitale in uscita.
r Per un cliente dinamico con
Franco
Vice dg,
responsabile
Investimenti
UbiPramerica,
categoria da
26 a 40 fondi
?
3
Ritenete che i prezzi raggiunti
dalle azioni a fine 2013 possano
ancora crescere quest’anno?
le
domande
di credito, scadenze non lunghe,
e titoli o fondi liquidi. Per la diversificazione valutaria, ora
guardiamo solo al dollaro USA.
Sul lungo periodo, la quota azionaria può essere assai maggiore,
anche in mercati penalizzati come oggi gli emergenti. Tra i
bond sono interessanti alcuni
convertibili o subordinati emessi da banche.
t Non parlerei di bolla ma di
“schiume di sopravvalutazione”,
magari indotte dalle scelte di politica monetarie e alimentate
dalla mobilità dei flussi di capitali. Le borse dei paesi sviluppati,
oggi non più a prezzi scontati,
potranno crescere in linea con
gli utili. Gli emergenti subiranno
ancora volatilità e possibili ricadute negative, creando buone
occasioni nel secondo semestre.
u I titoli di Stato continuano ad
avere rendimenti troppo compressi, salvo rare eccezioni. Portafogli prudenti non possono
prescindere dall’investimento
sicuro ma evitiamo scadenze
lunghe nei governativi di Stati
Uniti e Germania: si rischiano
ulteriori minusvalenze di prezzo
senza un’adeguata contropartita nei flussi cedolari.
orizzonte temporale adeguato
suggeriamo un portafoglio bilanciato investito per metà in azioni,
con una ampia diversificazione
geografica e valutaria: per la metà in bond privilegiamo scadenze
contenute, da distribuire prevalentemente sulla curva dei tassi
dei titoli italiani.
t I mercati azionari continuano
ad essere attraenti in una logica
di investimento di medio e lungo
termine, specialmente rispetto
alle obbligazioni governative,
sebbene oggi lo siano meno di un
anno fa. Preferiamo l’Eurozona,
il Giappone e alcuni mercati
emergenti agli Usa e ci aspettiamo ritorni coerenti con i rendimenti medi storici e con la crescita degli utili.
u Il 2013 ha visto, specialmente
negli Usa, il parziale riassorbimento dell’anomalia dei prezzi
che aveva portato i rendimenti
assoluti sui minimi storici. Per il
2014 ci aspettiamo ritorni inferiori a quelli delle azioni, con rischi
di volatilità legati alla capacità
della Fed di iniziare la normalizzazione della politica monetaria
senza provocare un rialzo dei
tassi a lungo. Preferiamo operare
sui titoli di stato italiani.
4
Per i titoli di Stato il 2013 è stato un
anno in rosso, soprattutto negli Usa.
Quali sono le previsioni per il 2014?
Marco Vicinanza, Arca
Per le azioni
un 2014 positivo
ma a passo lento
e Nel 2014 la crescita mon-
diale dovrebbe accelerare.
Tutte le principali aree geografiche, con l’eccezione del
Giappone, dovrebbero registrare un tasso di espansione
superiore a quello del 2013. Il
cambio di passo più vistoso si
osserverà nell’area euro, la cui
crescita si dovrebbe attestare
intorno all’1%, dopo il dato negativo segnato l’anno scorso.
r Il suggerimento, buono
sempre, di perseguire un’ampia diversificazione nell’allocazione del risparmio è tanto più
valido nel contesto attuale: secondo le nostre valutazioni,
nessuna classe di asset appare
particolarmente sottovalutata
o sopravvalutata rispetto ai
Vicinanza
vice dg,
responsabile
Investimenti
di Arca,
categoria da
8 a 15 fondi
Claudio Tosato, Anima
Le obbligazioni?
Ci sono ancora
opportunità
e Le due principali ragioni al-
la base della positività sui mercati europei sono ancora presenti: miglioramento delle
condizioni macroeconomiche
e politica monetaria espansiva
da parte della BCE. Nella prima fase del 2014 saranno da
valutare la forza della ripresa
e l’evoluzione dei rischi deflazionistici, ma si conferma anche la stabilizzazione del quadro macroeconomico in Italia.
r Premesso che non c’e’ un
unico portafoglio “modello”,
perche’ su ogni investitore incidono propensione al rischio,
orizzonte temporale e disponibilità economica diversi, se
consideriamo che per l’investitore medio italiano la com-
Tosato
Direttore
Prodotti
di Anima,
categoria
da 41
a 70 fondi
valori fondamentali. Il consiglio
per chi ha orizzonti temporali
più lunghi e portafogli troppo
concentrati sul comparto monetario e obbligazionario è di ribilanciare l’allocazione, con operazioni diluite nel tempo, verso
l’investimento azionario.
t Non credo si possa parlare di
bolla sui mercati azionari. Detto
questo, per effetto del notevole
apprezzamento dei listini, osservato in particolar modo negli
ultimi due anni, le valutazioni
non appaiono più così attraenti.
Su base strettamente fondamentale i mercati emergenti appaiono i più promettenti, mentre il mercato statunitense il più
caro. In generale, ci aspettiamo
un 2014 ancora positivo, ma con
performance più contenute.
u Osservando i livelli di rendimento sui titoli a media e lunga
scadenza di paesi come Stati
Uniti o Germania, il mercato dei
titoli governativi ci appare sopravvalutato. Tuttavia, nel presente contesto di crescita e di
aspettative di inflazione, e date
le politiche monetarie delle
principali banche centrali, non
ci aspettiamo rialzi dei rendimenti particolarmente marcati.
ponente azionaria e’ circa il
20%, possiamo ipotizzare un
30% di fondi azionari (15% tradizionali e 15% flessibili) e un 70%
in fondi in bond (40% tradizionali e 30% flessibili).
t Pur dopo il forte rally del
2013 pensiamo ci sia ancora spazio di apprezzamento per le
azioni, ma saranno decisive le
prossime mosse della Fed e, in
particolare, l’allontanamento
del rischio di un possibile rialzo
dei tassi prima del previsto. Nei
nostri fondi azionari abbiamo
una preferenza relativa per
l’Eurozona, che ha una situazione economica in ritardo rispetto
ad altre aree, come gli Usa, ma
con una maggiore potenzialità
di crescita. Siamo neutrali nei
confronti delle azioni Usa e sottopeso sui mercati emergenti.
u Per le obbligazioni governative di Usa e Germania ci
aspettiamo rendimenti vicino
a zero ma ancora positivi; invece, per i bond governativi dei
paesi periferici - in particolare
di Italia, Spagna e Portogallo –
crediamo ci possano essere
ancora delle buone opportunità, seppure di entità non paragonabili a quelle del 2013.
30 .Lavoro in corso
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
lavoro
UNA FESTA
PER LE MAMME
IN AZIENDA
Cento a costruire l’Europa
Quanta ricerca in sei capoluoghi (Torino,
Milano, Padova, Treviso, Roma, Napoli) oltre
200 professionisti Sap per progetti che
prevedono assunzioni in grandi multinazionali
informatiche. Tra i profili più richiesti
programmatori Abap/4, analisti tecnici e
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Sono un centinaio i profili ricercati dal bando
europeo Epso (European personnel selection
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gestione climatica, progetti, sorveglianza e
sicurezza. Sede: Bruxelles o Lussemburgo.
Stipendio di 3.400 euro al mese. Scadenza:1
aprile h. 12. Info: www.europa.eu/epso.
Cenerentola diventerà principessa?
2008
2011
Spesa per i Servizi all’impiego (Spi), numero di operatori, lavoratori dipendenti intermediati e spesa media per lavoratore dipendente intermediato dagli Spi
Spesa per gli Spi
(% sul PIL)
WALTER PASSERINI
A
Numero di operatori
degli Spi
Numero di operatori
degli Spi
Lavoratori dipendenti Spesa media per lavoratore
intermediati dagli Spi dipendente intermediato
(% sul totale degli
dagli Spi (euro)
occupati dipendenti)
Irlanda**
0,22
0,14
2.200,0
1.882,0
5,3
6,5
22.125,00 17.163,40
9.305,40 15.408,00
ITALIA
0,04 0,03
10.100,0
8.575,0
3,1
3,1
9.754,20
15.588,10 44.202,30
Olanda
0,30
0,37
18.500,0
19.317,0
3,2
3,8
51.313,10 51.100,40
3.552,00
Portogallo**
0,13
0,12
3.839,0
4.019,0
6,4
6,9
6,7
15.871,80 21.593,40
Regno Unito
0,27
0,34
66.416,0
77.722,0
7,4
7,8
14.975,40 18.001,80
11,9
10,5
11.514,40 15.833,70
Spagna
0,10
0,11
8.704,0
11.331,0
3,5
4,1
9.441,10 10.871,90
4,7
3,7
2.777,10
Svezia*
0,16
0,25
10.248,0
10.800,0
12,7
13,2
0,16
0,19
4.630,0
5.413,0
10,5
9,8
7.463,20
Belgio
0,20
0,21
10.142,0
9.835,0
13,9
9,8
Danimarca** 0,23
0,54
6.400,0
2.500,0ª
5,3
5,7
Finlandia*** 0,11
0,12
4.260,0
2.700,0
16,5
15,4
Francia*
0,21
0,25
26.543,0
49.400,0
6,7
Germania*
0,29
0,34
96.488,5 115.000,0
Grecia**
0,01
0,01
-
4.445,0
Spesa per gli Spi
(% sul PIL)
Lavoratori dipendenti Spesa media per lavoratore
intermediati dagli Spi dipendente intermediato
dagli Spi (euro)
(% sul totale degli
occupati dipendenti)
Austria
2.745,50
1.809,20
9.245,40
ª Si ricorda che il dato relativo allo staff danese risente del processo di municipalizzazione dei servizi per l'impiego
* I dati sugli operatori SPI del 2008 sono relativi al 2007
inoltre per il Portogallo il dato sugli intermediati è del 2010
*** Il dato sugli intermediati del 2011 è relativo al 2012
Fonte: elaborazioni Isfol su dati Pes Monitor, Audizione alla Camera dei Deputati di Italia lavoro 2013, Isfol-Monitoraggio Spi 2006 e 2010, DB-Eurostat
5.999,90
4.919,40
8.673,70
5.434,50
8.302,50
** I dati sugli operatori SPI del 2008 sono relativi al 2006;
- LA STAMPA
I Centri per l’impiego vanno in rete
anche se lo Stato ha ridotto la spesa
Sorpresa: il costo per inserimento lavorativo in Italia è il più basso d’Europa
Servizi pubblici
nche quest’anno,
con il patrocinio della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Politiche
della Famiglia, arriva la
«Festa delle mamme che
lavorano e dei bimbi in ufficio». L’iniziativa, alla sua
ventesima edizione, si svolgerà venerdì 23 maggio e
consiste nell’aprire le porte
di aziende e uffici ai figli di
dipendenti e collaboratori.
In quella giornata i lavoratori e le lavoratrici, in accordo con le loro aziende,
avranno la possibilità di
condurre i figli nei luoghi di
lavoro, per mostrare ai
bambini le sedi in cui i genitori lavorano, svolgendo attività che richiedono presenza e che producono assenza dalla famiglia.
A promuovere l’iniziativa che ha sempre avuto un
grande successo sono anche quest’anno i quotidiani
La Stampa e il Corriere
della Sera, che raccoglieranno le adesioni e racconteranno le modalità di svolgimento più significative.
Ci saranno merende, visite
guidate, concorsi, spettacoli, animazioni, mostre,
film, musica e tanto altro.
Almeno per un giorno le
porte di imprese e uffici,
pubblici e privati, studi
professionali, botteghe artigiane, si apriranno alla vitalità dei bambini e alla loro curiosità e risuoneranno
di voci e allegria.
La Festa è anche lo
spunto per riflettere sulle
difficoltà delle donne nel
tenere insieme famiglia,
figli e lavoro, che si trasformano spesso in rinunce. Adesioni all’indirizzo
mail: [email protected], mettendo nell’oggetto Festa mamme. Ne riparleremo.
Duecento professionisti Sap
E
vocati nel Jobs act dalla
nascita di un’agenzia
per l’occupazione, i servizi pubblici per l’impiego italiani (Spi) sono
considerati la Cenerentola d’Europa e non suscitano consensi. Eppure, come sostengono i due ricercatori dell’Isfol, Manuel Marocco e
Francesca Bergamante, la rete dei
servizi andrebbe rafforzata e «il
nostro paese avrebbe piuttosto bisogno di uno sforzo consistente
nella direzione di potenziare il sistema, affinché i servizi offerti corrispondano alle promesse della recente normativa sui livelli essenziali dei servizi per l’impiego».
Il contributo dei due ricercatori al dibattito sulla necessità della
creazione di una solida rete di servizi al lavoro, pubblici e privati,
parte da due constatazioni: la crisi, anziché aumentare, ha di fatto
ridotto la spesa a disposizione degli uffici pubblici, nonostante l’aumento dei disoccupati; mentre le
agenzie private non dimostrano
una maggiore efficacia dei servizi
pubblici, essendo entrambi vittime di un mercato imperfetto, che
privilegia, da parte di candidati e
imprese, l’utilizzo di canali informali rispetto a quelli professionali. L’indagine dei due ricercatori
parte dalla spesa. «I dati sull’andamento della spesa per Spi, tra il
2008 e il 2011 – affermano i ricercatori - vale a dire prima e durante la crisi, mostrano che, tranne
alcune eccezioni (Irlanda, Italia e
Grecia), in genere i paesi hanno
incrementato la spesa dedicata ai
servizi per il lavoro».
L’Italia spende lo 0,03% del Pil,
cioè 500 milioni, la Spagna il doppio, la Germania quasi 9 miliardi,
la Francia cinque. E le nostre politiche del lavoro sono più passive
che attive. Francia e Germania
hanno anche incrementato il numero di operatori degli Spi rispettivamente di 22 mila e di 18 mila
unità; il Regno Unito di oltre 11 mila operatori. Finlandia e Italia si
distinguono invece per una ridu-
zione: circa 1.500 unità in meno
per entrambe. In Italia gli Spi si
avvalgono di 8.575 operatori, mentre in Germania arrivano a
115mila, in Francia a 50mila. In Italia solo il 33,7% dei disoccupati
contatta uno Spi a fronte del 19,6%
che si reca presso un’Apl; è noto
che nel nostro paese gran parte
dei disoccupati mostra una maggiore fiducia nella capacità di intermediazione delle reti informali,
utilizzate da circa l’80%, insieme
alla richiesta di lavoro direttamente rivolta alle imprese (66,6%). «In
Finlandia, la prima della classe affermano i ricercatori - dove il ca-
Il nostro Paese
investe poco
Eppure i risultati
stanno arrivando
nale pubblico intermedia il 15,4%,
quello privato si attesta all’1,2%. Il
confronto col dato italiano è impietoso (rispettivamente 3,1% e 0,6%)
e certifica una complessiva debolezza, sotto questo aspetto, della
rete mista pubblico-privato, senza
che possa essere attribuito un ruolo salvifico agli operatori privati».
Infine, una sorpresa: l’Italia ha
il costo per singolo intermediato
tra i più bassi d’Europa. Nel 2011 il
costo del singolo inserimento lavorativo è stato pari a 8.673 euro,
contro gli oltre 50mila dei Paesi
Bassi, i 21mila della Francia e i
16mila della Germania. «Questi
dati – concludono i ricercatori - relativi all’Italia smentiscono ampiamente recenti analisi, rimbalzate sui giornali, che hanno lamentato lo spreco delle risorse
pubbliche destinate agli Spi».
Il riferimento è a Confartigianato che ha affermato che l’intermediazione pubblica ha un costo molto elevato pari a 13.391 euro per ciascun inserimento lavorativo. [W. P.]
VINCITORE DEL CONCORSO EXTRABANCA
La storia
Ora Miron potrà costruire il villaggio dello sport
H
a voluto mettere assieme la
passione per lo sport e
l’esperienza nell’edilizia il
vincitore del contest Extrabusiness,
lanciato alla fine dello scorso anno
da Extrabanca, il primo istituto di
credito in Italia e uno dei pochi nel
panorama internazionale dedicato
alle comunità di origine straniera.
Si chiama Miron Danut, ha 44
anni, vive a Roma ed è nato a Focsani in Romania. Miron è in Italia
dal 1997 e ha proposto la realizzazione di un centro sportivo nel
quartiere Marconi a Roma, con la
costruzione di un campo da calciotto, pallavolo, pallacanestro e di una
sala polifunzionale. La sua proposta nasce dalla volontà di creare un
luogo di aggregazione accessibile a
tutti dal punto di vista economico,
che utilizza lo sport come momento
di integrazione tra le comunità di
origine straniera e quelle italiane. Il
concorso ha messo in palio un aiuto
concreto: per realizzare il suo progetto imprenditoriale perfezionato
durante il periodo di business coaching, Miron potrà infatti utilizzare
un prestito a tasso agevolato dell’importo di 50mila euro messo a disposizione da Extrabanca. Nella sua
nuova vita nel nostro paese, Miron
ha sempre lavorato nell’edilizia.
La sua idea nasce dalla volontà di
usare lo sport come momento di integrazione e dalla sua grande passione per il calcio. Particolare la selezione dei candidati avviata qualche mese fa. All’inizio sono stati selezionati
dieci progetti tra tutti i candidati. In
seguito la giuria li ha ridotti a cinque
e i loro autori sono diventati protagonisti e attori di un reality trasmes-
Premiazione
Il vincitore
riceve un
premio in
formato maxi
che ricorda
gli assegni
da un milione
del signor
Bonaventura
nei fumetti
dei nostri
nonni
so su Babel Tv, canale 136 della piattaforma Sky, che è dedicato ai nuovi
italiani. Il reality si è articolato in
quattro puntate trasmesse la domenica sera su Babel. La finale è stata
trasmessa ieri sera, domenica 16
marzo. Durante il programma i concorrenti si sono confrontati con
professionisti del settore, che li
hanno accompagnati in un percorso
di coaching, mettendo a disposizione le proprie competenze per trasformare le idee di business presentate in un vero e proprio progetto
imprenditoriale. L’ufficio crediti di
Extrabanca ha infine selezionato il
miglior progetto imprenditoriale
realizzato durante il periodo di business coaching.
Il progetto di Miron verrà realizzato su un terreno del comune di Roma, sito sul lungo Tevere Dante, nel
quartiere Marconi. Le opere previste sono un campo di calciotto di 60 x
35 metri quadri; un campo di pallavolo; un campo da pallacanestro, oltre alla costruzione di una sala polifunzionale di 200 metri quadri. Per
conquistare il suo assegno di finanziamento agevolato, Miron ha dovuto battere un’agguerrita concorrenza di candidati di origine straniera,
di prima o seconda generazione. I
concorrenti hanno dovuto preparare
un video di presentazione del loro
progetto con i dettagli per la sua realizzazione inviandolo al sito www.extrabusiness.net.
[W. P.]
W
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
.
Lavoro in corso .31
Ottanta nei surgelati Bofrost
Settanta con la Piadineria
Porsche Consulting (gruppo Porsche), offre in
Italia opportunità di inserimento e ha avviato
ricerca e selezione di neolaureati e senior come
consulenti manageriali. Specializzazioni in
operational excellence, consulenza strategica
e restructuring. Candidature a [email protected].
Una delle maggiori aziende di distribuzione di
alimenti surgelati, Bofrost è alla ricerca di
ottanta addetti tra venditori, promotori e
personale di staff e management. Previste
quattro aperture a Bergamo, Casale
Monferrato, Arluno (Milano) e Pomezia
(Roma). Per informazioni: bofrost.it.
La Piadineria punta ad espandersi, con
l’apertura di dieci nuovi punti vendita
soprattutto in franchising. Ogni negozio
occupa 7 persone. Le aree di maggior rinforzo
sono Lombarda, Veneto, Emilia Romagna e
Lazio. Candidati: [email protected]
Per informazioni: lapiadineria.com.
Professioni
Junior e senior in Porsche
Il cleaning avvia
le pulizie
di primavera
Con 500 mila occupati punta su formazione e legalità
Indispensabili
I lavoratori del
settore delle pulizie
svolgono un servizio
essenziale per
tutto il Paese
panni il 2,1%; ma è soprattutto la carta
ad avere retto meglio sul mercato interno (salendo al 30%), un comparto
che tiene conto dei fazzoletti, dei prodotti per la ristorazione e per gli ospedali. Certo non mancano i problemi. Il
primo è la frammentazione. L’Inps riceve contributi da 23mila imprese per
una media intorno ai 19 addetti per impresa. Il settore dei servizi di pulizia
descritto dai dati Unioncamere risulta
composto da un puzzle di organizzazioni di diversa finalità e dimensione.
L’estrema varietà delle strutture ha
conseguenze sia sugli aspetti normativi e contrattuali, sia sulle criticità organizzative, sulle formule giuridiche e sugli assetti societari. Le forme più diffuse tra le organizzazioni registrate sono
le società a responsabilità limitata
(srl), le cooperative e le società cooperative a responsabilità limitata. Grosso
modo, le forme cooperative sono oltre
il 44%, mentre la distribuzione è sbilanciata a favore delle società a responsabilità limitata e a nome collettivo (54,7%), e solo l’1% sono le società
per azioni.
WALTER PASSERINI
MILANO
Punti cardinali
P
osti puliti. Creati dai produttori e distributori di
macchine per la pulizia
degli ambienti di lavoro e
relativi servizi. Rappresentano un pezzo sconosciuto del
made in Italy. Un mondo che va dalle grandi macchine per la sanificazione e pulizia degli ambienti industriali e dei grossi impianti sino alla
miriade di cooperative e mini-imprese di pulizie, che operano in
aziende, caseggiati e studi professionali. Il settore delle pulizie e servizi integrati, che comprende imprese di pulizia e servizi come, ad
esempio, sorveglianza, sicurezza,
manutenzione elettrica ed idraulica
e il servizio pasti, è molto cresciuto
in questi anni e si è rivelato un volano di occupazione.
Raddoppio degli addetti
Le sole attività di pulizia sono raddoppiate come numero di addetti in
una dozzina d’anni, passando dai
223.371 occupati del 1996 ai 431.601
del 2008, una crescita del 93,4%. Se
poi si considerano le diverse attività
che si sono integrate in questi anni alle attività tradizionali relative ai contratti di facility, oltre agli artigiani che
vi lavorano e che non sono conteggiati come dipendenti, si arriva a un
esercito di oltre 500mila occupati. Il
fatturato complessivamente raggiunge i 9 miliardi di euro. Non solo. Il no-
SPAZIO AFFARI
stro paese ha un posto di prima fila con
Germania e Stati Uniti tra i maggiori
produttori mondiali di macchine, prodotti ed attrezzi, per un valore di 1,5 miliardi da sempre orientato all’estero,
con prodotti che superano il 75% di
export. Sulla torta del cleaning, le macchine rappresentano per fatturato
quasi un terzo (32,4%), i prodotti chimici il 14,1%, le attrezzature il 5%, fibre e
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AUTOVEICOLI
Nel 44% dei casi
le aziende sono
strutturate
in cooperative
Questo settore ha risentito della crisi
ma ha grandi potenzialità. La committenza pubblica e privata tendono a tagliare i costi con il rischio di penalizzare le imprese e le strutture più serie. I
tagli delle commesse e le politiche di ribasso aprono a volte la strada a irregolarità fiscali e contributive e rischiano
di riportare lavoratori e lavoro nell’area del mercato illegale, con i ricatti
tipici dell’economia criminale. Il settore ha le risorse per realizzare una crescita imprenditoriale e di lavoro stabile e legale. La specializzazione e la capacità di integrare servizi nell’organizzazione del facility management sono
le leve di un ulteriore sviluppo. Questo
sviluppo richiede investimenti sulle
competenze e sulla stabilizzazione dei
lavoratori. Accesso al credito, rigidità
dei costi e ritardi nei pagamenti, che
arrivano a superare anche i 260 giorni,
con punte superiori ad un anno, sono
gli ostacoli più evidenti. «Innovazione,
razionalizzazione, sviluppo e legalità
sono i quattro punti cardinali su cui abbiamo costruito il Forum Pulire che si
terrà a Milano il 26-27 marzo – spiega
Toni D’Andrea, Ceo di Afidamp servizi
– Si tratta di una sorta di Stati generali
del settore. Lanceremo anche la sfida
della formazione, che può contribuire
alla crescita del settore e allo sviluppo
di figure professionali chiave, tra cui
spiccano le due più richieste, quella del
capo cantiere e capo commessa nelle
pulizie professionali e quella del facility
manager».
Qui
Bruxelles
MARCO ZATTERIN
L’EUROPA
DÀ UNA MANO
AGLI STAGISTI
G
li inglesi hanno già detto che
non lo faranno, perché - assicurano - la struttura del loro
sistema imprenditoriale non consente in questa fase di affrontare gli
oneri necessari per trattare gli stagisti come esseri umani a tutto tondo.
Gli altri paesi sono di avviso differente e, fra questi, l’Italia. Hanno deciso
tenere conto della raccomandazione
con cui il Consiglio dei ministri Ue
invita le capitali a garantire ai giovani esperienze formative a condizioni
eque. La loro intenzione è di recepirla nell’ordimento nazionale. Se lo
faranno, sarà un importante passo
avanti.
L’assenza di unanimità di vedute
nell’Europa che esce a fatica dalla
crisi, in un continente costretto a
vedersela con tassi di disoccupazione vergognosi soprattutto per i giovani, è preoccupante. Ma non c’era
scelta. «Se avessimo scritto una
direttiva, vincolante e da recepire,
non sarebbe passata mai», ammette
una fonte Ue. Così, spiega, «si compie almeno un primo passo, si attira
l’attenzione sul problema e si spera
che a capire lesigenza siano in tanti».
E’ un problema doloroso. Il testo,
fra le altre cose, chiede il rispetto dei
diritti dei lavoratori previsti a livello
nazionale per gli stagisti, dagli orari
di lavoro ai giorni di riposo. Afferma
che la durata degli stage deve essere
«ragionevole» e non superare i sei
mesi tranne quando una durata
maggiore «sia giustificata». Devono
essere chiare dall’inizio le modalità
per un eventuale prolungamento e
va ammessa la possibilità di interrompere lo stage, previa comunicazione scritta con un ragionevole
anticipo rispetto alla durata complessiva. E’ il minimo, viene da dire.
Per inglesi e altri liberisti, è pure
troppo. Spetta agli dimostrare che si
sbagliano.
32 .Lavoro in corso
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
La posta
di Maggi
A CURA DI GLAUCO MAGGI
[email protected]
COORDINAMENTO DI AGNESE VIGNA
[email protected]
Le lettere vanno spedite alla redazione
di TuttoSoldi in via Lugaro, 15
Il decreto e la valuta
dell’assegno bancario
Il Tremonti Ter, convertito nella legge 102/novembre 2009
regola i tempi di versamento a cui le banche devono attenersi
1 Ho versato
recentemente un assegno
fuori piazza sul mio conto
corrente (Intesa Sanpaolo).
L’assegno portava la data del
30 dicembre 2013 ma, a causa
delle festività, io l’ho versato
solo il 13 gennaio 2014.
Quando è divenuto
disponibile con mia sorpresa
ho constatato che la valuta,
per me, era quella del giorno
di versamento (13 gennaio
2014), e non quella della data
riportata sull’assegno (30
dicembre 2013). Alla mia
richiesta di spiegazioni in
banca mi è stato detto che
effettivamente la valuta del
periodo che intercorre tra la
data dell’assegno e la data di
versamento se la prende la
banca emittente dell’assegno.
A me, incompetente, questa
cosa giunge nuova e non mi
sembra giusta nè giustificata:
più io tardo a versare
l’assegno sul mio conto e più
la banca emittente ci
guadagna! Gradirei avere il
suo parere in merito.
CARLO TA.
La premessa è che è sempre
buona norma, e nell’interesse di
chi riceve un assegno, versarlo
con tempestività, anche perché
esistono termini di
protestabilità e di prescrizione.
Detto questo, esiste un decreto
che regola i tempi di
versamento ai quali le banche
devono attenersi, come spiega
l’ufficio stampa della banca, ed
è il cosiddetto “Tremonti Ter”,
convertito nella legge
102/novembre 2009. Essa
stabilisce che la banca del
beneficiario riconosce come
valuta, al massimo, 3 giorni
dal giorno di versamento
dell’assegno bancario, mentre
l’incasso dell’assegno avviene
di norma il giorno successivo
attraverso il regolamento
monetario con l’altra banca. Per
quanto concerne la banca del
debitore, essa addebita il conto
corrente dell’emittente il giorno
in cui l’assegno è regolato
(dunque di norma il giorno
successivo al versamento) con
valuta la data di emissione che
corrisponde al momento a
partire dal quale il debitore deve
garantire la provvista dei fondi.
Entrate mi contesta la
detrazione del bonus in quanto
non conviventi. Faccio
presente che mia moglie era
fiscalmente a mio carico e
tutte le fatture e i relativi
bonifici sono stati intestati a
me. Ho spiegato che era
possibile da controllo
incrociato di luce e acqua
dimostrare che in alcuni
periodi viviamo in alloggio e in
altri nel rustico.
Bonus
ristrutturazione
Siamo stupiti della posizione
delle Entrate. Infatti le
interpretazioni date dalle
Entrate stesse hanno sempre
incluso (senza bisogno di un
contratto di comodato) i
familiari stretti che hanno
sostenuto la spesa e affermato
che la convivenza si esplica
nell’immobile oggetto dei lavori e
non necessariamente
BONARDI NICOLA
Nel 2001 approfittando del
bonus del 36-41% ristrutturai
un rustico di proprietà di mia
moglie in cui ha anche la
residenza, mentre la mia è in
un altro comune dove viviamo
in usufrutto gratuito in un
alloggio.Ora l’agenzia delle
?
il
quesito
nell’abitazione principale. Per
esempio le Entrate hanno
chiarito, nella Risoluzione
12/06/2002 n. 184 che “Non è
necessario che l’abitazione
nella quale convivono
familiare ed intestatario
dell’immobile costituisca per
entrambi l’abitazione
principale, mentre è necessario
che i lavori stessi siano
effettuati su una delle
abitazioni nelle quali si esplica
il rapporto di convivenza.
L’interpellante potrà usufruire
dell’agevolazione fiscale a
condizione che l’immobile
oggetto dei lavori, ancorché
non costituisca l’abitazione
principale, sia uno di quelli in
cui si esplica la convivenza”.
Sulla stessa linea anche la
Risoluzione 06/05/2002 n. 136
Doppia rata
condominiale
L’amministratore
condominiale mi chiede di
pagare le spese condominiali
passate più quelle
preventivate, raddoppiando i
miei esborsi . E’ legale?
MILOUD NAKHILI
Se l’assemblea, in ambito di
approvazione del rendiconto
preventivo, ha stabilito una
rateizzazione dei versamenti
delle spese future, tali
Indennità per la perdita
avviamento solo se l’attività
commerciale è regolare
E’ noto che, nel caso di cessazione del rapporto di locazione
relativo agli immobili destinati
ad attività commerciali (industriali, artigianali, etc..), in cui
- in caso di trasferimento dell’attività comportante contatti
diretti col pubblico degli utenti
e consumatori - vi sia perdita
di avviamento commerciale,
gli articoli 27 e 34 della legge n.
392/78 prevedono che il conduttore abbia diritto ad un’indennità pari a 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto;
per le attività alberghiere l’indennità è pari a 21 mensilità.
L’indennità è raddoppiata
se l’immobile viene, da chiunque, adibito all’esercizio della
stessa attività o di attività incluse nella medesima tabella
merceologica che siano affini a
quella già esercitata dal conduttore uscente ed ove il nuovo esercizio venga iniziato entro un anno dalla cessazione
del precedente.
L’indennità non spetta per
locazioni a studi professionali,
ad attività di carattere transitorio e di immobili complementari o interni a stazioni
ferroviarie, porti, aeroporti,
aree di servizio stradali o autostradali, alberghi e villaggi turistici. Non spetta in ogni caso
al conduttore che sia stato
sfrattato per morosità o quando il rapporto di locazione sia
cessato in seguito a risoluzione per suo inadempimento o
suo recesso o per suo fallimento.
L’indennità serve a compensare il conduttore del valore
aggiunto creato al luogo di
esercizio del commercio nel
caso in cui la rescissione del
contratto non dipenda in alcun
modo da lui. Non spetta però al
versamenti non possono sempre
materialmente coincidere con
l’emissione di fatture da parte
delle ditte che servono il
condominio e la rateizzazione è
legittima. Un discorso diverso è
quello del costo solo se non è
direttamente agganciato alla
programmazione preventiva
delle stesse. E solo fino a che il
suo scopo è stato raggiunto (per
esempio fondo spese
straordinarie o morosità
condominiali)
Da 20 anni pensione
provvisoria
Mio marito, dipendente
ministeriale, è andato in
pensione nel 1994. Da allora
percepisce una pensione
provvisoria. Non voglio fare
commenti che sarebbero
superflui. Gli è stato detto
che ora finalmente avrà la
pensione definitiva. Con
quali criteri sarà calcolata?
Per uno strano scherzo del
destino, per mio marito
sarebbe più favorevole il
calcolo con il sistema che
viene adottato ora, il quale fa
riferimento agli stipendi
degli ultimi 10 anni
lavorativi. Però gli hanno
detto all’Inps che non è
possibile e che il calcolo
verrà fatto considerando
conduttore che, pur avendone
astrattamente diritto, eserciti
quell’attività senza le prescritte autorizzazioni, considerato
che presupposto della tutela è
la liceità dell’esercizio dell’attività medesima, in quanto non
si deve fornire protezione a situazioni abusive o irregolari.
Diversamente verrebbero frustrati l’applicazione di norme
imperative che regolano le attività economiche e la stessa
ragione premiale della disciplina posta a fondamento della
legge che, quanto all’avviamento (ed al diritto di prelazione) consiste nella conservazione, anche nel pubblico interesse, delle imprese purché
«in regola» (Cassazione, sent.
22-11-2013, n. 26225).
PIER PAOLO BOSSO
CONFEDILIZIA
Previdenza
Per la pensione del co.co.co. non vale il militare
BRUNO BENELLI
U
n nostro lettore, il sig. R. C.
da Nichelino, ha chiesto all’Inps, in qualità di lavoratore parasubordinato, di voler riscattare il servizio militare. L’agenzia Inps di Moncalieri ha risposto
di no precisando che l’accredito del
servizio di leva non è riconosciuto
per la gestione separata.
E’ corretta la risposta? Purtroppo si. E questo per una dimenticanza (ma forse è una dimenticanza voluta) della legge
335/95 (la norma che ha “inventato” l’assicurazione obbligatoria
per i lavori parasubordinati, meglio conosciuta come legge Dini)
che non ha fatto alcun riferimento alla legislazione dell’assicurazione generale obbligatoria dei
lavoratori dipendenti. E che perciò non riconosce, non facendone
cenno, la possibilità di avere i
contributi figurativi per il servizio militare.
Disconoscimento che non esiste neanche per i lavoratori autonomi, tipo commercianti e artigiani. Nonostante che il parasubordinato – è giusto rilevarlo –
paghi contributi più alti degli autonomi.Abbiamo perciò la seguente situazione paradossale:
se sei lavoratore dipendente hai
diritto a ficcare il servizio militare nella pensione; se sei lavora-
Stellette senza
contributi figurativi
Riscatto laurea solo
per corsi dal 1996
tore autonomo hai lo stesso riconoscimento; se sei lavoratore parasubordinato – vale a dire lavoratore quasi dipendente e quasi
autonomo – non hai alcun diritto. E’ giusto, ci chiede il lettore?
A noi sembra di no. E il danno è
anche un po’ beffardo se si pensa
che l’Inps ha stabilito che le persone che si iscrivono al servizio
civile nazionale, creato per gestire gli obiettori di coscienza, hanno il diritto di essere assicurati
proprio alla gestione separata
del lavoro parasubordinato.
In sostanza: se hai avuto le
stellette sul bavero non hai diritto ad avere il servizio militare in
pensione; se hai fatto il servizio
senza stellette, in qualità di civile, hai invece il diritto in pensione, pur dovendo versare i relativi
contributi. E’ una situazione che
va rivista. Ci risulta che l’Inps,
consapevole della situazione, ab-
bia sottoposto il problema all’attenzione del Ministero del lavoro. Finora inutilmente.
Qualche piccolo problema può
creare anche il riscatto della laurea. Il riscatto, beninteso, è riconosciuto e in esso sono compresi
anche le lauree brevi, i diplomi di
specializzazione, i dottorati di ricerca. Il problema può sorgere
per problemi temporali. La gestione dei parasubordinati è
operante dal 1° aprile 1996 e perciò non può riconoscere periodi
anteriori alla propria “data di
nascita”. Di conseguenza i corsi
universitari fino al 31 marzo 1996
non hanno possibilità di riscatto
in pensione. Per quelli successivi
il problema non si pone: sono utili per la pensione di vecchiaia e
per quella anticipata. Per quelli
a cavallo delle due date il riscatto è limitato ai periodi da aprile
in poi.
solo l’ultimo stipendio
percepito. Hanno ragione?
PAOLA ALLAMPRESE
Nessuna speranza. La
pensione decorre dall’anno 1994 e
quindi si applicano le regole
vigenti nel 1994, anteriori a
quelle successivamente
modificate in peggio (ma per suo
marito darebbero invece un
risultato migliore) dalla riforma
Dini del 1995.
Ex Inpdai: contributo
di solidarietà
Sono un prepensionato
Inpdai dal settembre 1988, poi
pensionato Inpdai confluito
alcuni anni fa nell’Inps.
Percepisco una pensione di
circa 60.000 euro. Dal gennaio
2013 mi viene trattenuta una
somma sulla pensione a titolo
di contributo di solidarietà. Mi
sa dire lei di che si tratta e in
base a quale norma?
G. U. - TORINO
Il contributo è stato introdotto
dalla legge Fornero (214/2011),
avrà vita fino all’anno 2017, e si
applica solo sulle anzianità
contributive raggiunte entro
l’anno 1995. Il contributo è
suddiviso in tre aliquote in
relazione agli anni di tali
anzianità: a) 0,3% per anzianità
da 5 a 15 anni; b) 0,6% per
anzianità superiori a 15 e fino a
25; c) 1,0% per anzianità
superiori a 25 anni.
Trentotto anni
di contributi
Nato il 1° ottobre 1955,
iniziato a lavorare a gennaio
1976, milite assolto,
attualmente con complessivi
38 anni di contributi Inps.
Quando potrò andare in
pensione secondo la legge
Fornero? A mio avviso
sembrerebbe il 1° gennaio 2018.
E’ giusto il conteggio?
LUCIANO CROCE - TORINO
Purtroppo no. Per la pensione
anticipata dovrà versare 42 anni
+ presumibili 10 mesi. Per cui il
pensionamento avverrà nel corso
del 2019.
Hanno collaborato:
GIANLUIGI DE MARCHI
BRUNO BENELLI
SILVIO REZZONICO,
PRESIDENTE CONFAPPI
domande
e risposte
La possibilità di andare in pensione a
64 anni con quota 96 entro l’anno
2012 è riconosciuta anche ai lavoratori autonomi?
Ugo Riccardino
No, questa possibilità è stata riconosciuta soltanto ai lavoratori dipendenti del settore privato. Si può anche liquidare la pensione Inps a carico di una gestione autonoma, ma a
condizione che alla data del 29 dicembre 2011 si svolgesse lavoro dipendente.
Si può conoscere l’età minima per la
pensione di vecchiaia con decorrenza giugno 2021?
Rosalba S.
Dovrebbe essere di 67 anni + 2 mesi.
Ma è difficile oggi essere certi su una
data futura basata sull’andamento
della speranza di vita.
SPECIALE LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
.
33
Il salone
A “IoLavoro” già oltre
6 mila offerte ai giovani
MARINA CASSI
I numeri sono già imponenti:
94 le aziende, i franchisor e le
agenzie per il lavoro che parteciperanno alla sedicesima
edizione di «IoLavoro», la
principale job fair in Italia che
si tiene il 9, 10 e 11 aprile, a Torino, al Lingotto Fiere.
Tra queste sono 76 le aziende che cercano personale e
provengono dai settori turistico-alberghiero, ristorazione,
sport e benessere, commercio, grande distribuzione organizzata, agroalimentare,
Ict, digital.
Tra le possibilità di «IoLavoro» anche il deposito di curriculum
Il Premio Talent
Il 9,10 e 11
aprile
di nuovo
al Lingotto
A oggi le figure ricercate
sono già 6111: 3260 nell’animazione e spettacolo, 141 nell’alberghiero e ristorazione, 754
nel settore benessere e sport,
219 per turismo e eventi, 1685
nella grande distribuzione organizzata e commercio, 50 nel
comparto Ict e ingegneri, tecnici e reparti produttivi.
Chi ha partecipato alle
edizioni di «IoLavoro» tra
il 2006 e il 2013 e grazie a
questo ha trovato un suo
percorso lavorativo può
partecipare al Premio
«IoLavoro» Talent e entro
il 21 marzo inviare la
propria candidatura scrivendo a [email protected]. La prima edizione
del premio è stata vinta
da Paolo Griffa (nella
foto), il giovane aspirante
chef che aveva conquistato lo stage al ristorante
Combal.Zero di Rivoli. Lo
chef Scabin l’aveva seleAlla edizione autunnale dello scorso anno si sono svolti oltre 14 mila colloqui tra ragazzi e aziende
Le offerte
E tra le principali figure professionali ricercate ci sono un bel
numero di offerte legate al turismo e alla ricreazione: 2792 animatori, 1590 agenti di commercio, 290 istruttori sportivi, 184
responsabili di mini club, 50 coreografi, 80 dj, 60 cuochi, quattro capo villaggio, 100 organizzatori di tornei, 20 scenografi,
100 ballerini.
I giovani si potranno iscrivere fino al 30 marzo sul sito
on line www.iolavoro.org e in
ogni caso potranno partecipare anche a salone aperto. Durante l’ultima edizione, quella
zionato per uno stage e
poi aveva confermato
Griffa, aprendogli le porte della sua cucina e di
una brillante carriera che
sta proseguendo ora con
un altro chef stellato,
Marco Sacco, titolare del
Piccolo Lago di Verbania.
94
2.792
aziende
animatori
Sono 94 le aziende
iscritte di cui 76 di
turismo, Ict,
commercio
Tra le offerte ci sono
anche 2.792
animatori, 100
ballerini, 80dj
di ottobre, si sono tenuti oltre 14
mila colloqui di lavoro e sono
stati raccolti 16 mila curriculum vitae. L’edizione primaverile si preannuncia molto af-
follata in una situazione di mercato del lavoro difficile in particolare per i giovani. In Piemonte il tasso di disoccupazione per
i ragazzi tra i 15 e i 29 dal 2008 a
fine 2013 è passato dal 10,4 al
20,6%, e quello di occupazione è
calato dal 48,2 al 40,9%.
Garanzia giovani
Contestualmente al salone - finanziata dal Fondo Sociale Europeo, promossa dalla Regione Piemonte, organizzata dall’Assessorato al Lavoro, realizzata dall’Agenzia Piemonte Lavoro con la
collaborazione della Camera di
commercio di Torino, Provincia e
Comune di Torino e con la partecipazione di Ministero del Lavoro, Centri per l’Impiego della
Provincia e della Valle d’Aosta,
servizi per l’impiego Pôle-Emploi
della Regione Rhône-Alpes, rete
Eures e Inps - partirà la Garanzia
giovani Piemonte, il piano regionale per contrastare la disoccupazione giovanile con un finanziamento di 5,6 milioni.
A questo proposito l’assessore regionale al Lavoro, Claudia
Porchietto, spiega: «Siamo la
prima regione a aver studiato
questo progetto. Attraverso il
portale Garanzia Giovani Piemonte, collegato a IoLavoro, si
aderirà al programma e si potranno reperire tutte le informazioni utili all’iscrizione e alla
partecipazione alle iniziative
regionali e nazionali, alla con-
sultazione dell’elenco degli operatori aderenti al programma
insieme all’offerta dei servizi e
alla valutazione espressa dagli
utenti. Si potranno ricevere
proposte di lavoro, fare formazione, effettuare tirocini anche
all’estero».
reati, il 45 per diplomati. inoltre il 35% del personale richiesto con laurea e il 39 di
quello con diploma è per il
settore industriale».
to per l’offerta di occupazione?
Worldskills
«IoLavoro» ospita anche la prima edizione dei campionati piemontesi Worldskills, le Olimpiadi
dei Mestieri, una rassegna internazionale che mette in competizione giovani dai 17 ai 22 anni,
provenienti da 67 nazioni, che si
sfidano nelle arti e nei mestieri.
Intervista
Sul web le imprese cercano ragazzi
Ma è indispensabile avere il diploma o la laurea
Il 55% delle
domande
di lavoro
sul web è rivolto a laureati, il 45 a
chi ha un diploma. È questa una delle più interessanti «scoperte» fatte
da una poderosa ricerca coordinata dal professor Mario
Mezzanzanica, della Bicocca
di Milano. Come direttore
del Crisp di quell’Università
ha diretto un lavoro teso a
scoprire che cosa il web offre
e come può aiutare l’incontro
tra domanda e offerta.
Sono stati analizzati per
13 mesi 12 portali web specializzati e scaricate 600
mila domande di cui 72 mila
in Piemonte.
La rete
Le domande
di lavoro
nei siti
specializzati
hanno
tra il resto
il vantaggio
di poter
definire
in modo
più chiaro
quali sono le
necessità
di chi cerca
un lavoratore
Professore, quali sono i benefici delle domande di lavoro
sul web?
«Molti. Ad esempio: le persone in cerca di occupazione
possono conoscere quali tipi
di skill sono richiesti per i lavori di loro interesse. Le
aziende possono migliorare
l’efficienza nella richiesta del
candidato ideale».
Ci sono altri effetti positivi?
«Gli enti e gli istituti di formazione possono affinare i percorsi e i processi formativi. Il
web poi costituisce un prezioso supporto conoscitivo per i
decisori delle politiche per il
mercato del lavoro».
Quali lavori si cercano sul
web?
«Il 55% delle domande in Pieminte, ad esempio, è per lau-
Sul web, quindi, si cercano lavoratori con medio-alta formazione?
«Sì. O si cercano con media-alta formazione oppure si cercano, anche nell’industria, figure
particolarmente difficili da reperire».
Quali sono?
«Faccio solo qualche esempio:
impiegati tecnici, addetti al
marketing, disegnatori tecnici, baristi, pasticcieri, operatorio socio-sanitari, addetti alle
presse».
Il web offre lavori stabili o a
tempo?
«Prevalentemente, come del
resto in tutto il mercato del lavoro, a tempo. Nell’industria,
ad esempio, per il 62% sono offerte temporanee. Lo sono al
60 nelle costruzioni, al 67 nell’agricoltura, al 46 nel commercio e al 48 nei servizi».
In Piemonte il web è utilizza-
«Sì e la metà si concentra a
Torino e nella sua provincia,
il 17 a Cuneo, il 10 a Alessandria e tra il 2 e il 5% nella altre realtà».
Ma perchè una domanda sul
web è migliore di un’altra?
«Perchè le domande sono formulate in un linguaggio naturale e le aziende riescono a definire meglio quello che cercano».
Ma corrispondono al resto
delle domande?
«Facendo un confronto con le
assunzioni comunicate ai Centri per l’Impiego si nota una
corrispondenza».
Ma una ricerca come la vostra
può durare nel tempo?
«Sì perchè è uno è strumento
che fornisce in tempo reale i
bisogni del mercato e può
servire ai decisori pubblici
nell’assumere le proprie
scelte. Inoltre è un contributo fondamentale alla riduzione del mismatch tra domanda e offerta».
[M.CAS.]
34 .Lettere e Commenti
GIANNI RIOTTA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
l Cremlino reagirà con analoghe misure, nel galateo inamidato delle ripicche
diplomatiche, poi arriverà la sostanza:
Putin si accontenta della Crimea o
vuole nuove aree ucraine, gli basta una
Kiev intimidita che resti a mezz’aria tra
Bruxelles e Mosca, o la vuole di nuovo vassalla, come ai tempi del Pcus? La posta in
gioco è storica, Vladimir Vladimirovich Putin si difende dall’espansione occidentale a
Est o sogna un nuovo impero Urss?
L’astuta condotta del Cremlino tiene in
sospeso i rivali, a tratti persuasi che Putin
voglia forzare la mano, altre che stia bluffando. Qual è la verità? A stare alla propaganda dei media russi «i fascisti» hanno
conquistato Kiev, spalleggiati da americani
ed europei, e la Crimea deve essere protetta
da rappresaglie contro la popolazione amica di Mosca. La scusa per queste sciocchezze viene dal tentativo di abolire la lingua
russa in Ucraina, subito bloccato dal presidente pro tempore Oleksandr Turchynov.
Di scuse Putin ne troverà di nuove -ricordate la favola del Lupo e dell’Agnello?- e Kiev
denuncia già scorrerie oltre il confine con
morti. Se ci fosse un raid con vittime, una
provocazione dei fascisti ucraini di Settore
Destra, un attentato misterioso, Mosca potrebbe intervenire ancora.
L’Europa e gli Stati Uniti sono perplessi.
Davanti alla Crimea, da sempre legata a
Mosca e solo nel 1954 ceduta all’allora repubblica sovietica dell’Ucraina, né il cauto
Obama né la prudente signora Merkel, alzeranno il tiro, tanto più che gli americani sono, come la Teresa Batista del vecchio romanzo di Jorge Amado, «stanchi di guerra»
I
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
IL RISCHIO
CHE LO ZAR RILANCI
e gli europei legati al petrolio e al gas russi
(Svezia e Gran Bretagna pressano per sanzioni dure, Spagna e Italia per sanzioni wafer, la Germania media). Ma se Putin marciasse verso ovest e il confine Nato della Polonia, malgrado tutte le paure e le riluttanze
occidentali, qualche cosa si romperà.
Polonia e Svezia hanno scelto il riarmo, a
Parigi e Londra si ripensa ai tagli al bilancio
della Difesa, i Paesi baltici sono allarmati ed
è forse prematuro, da noi, interrogarsi sull’abolizione dell’Aeronautica come ha fatto
ieri la ministro della Difesa (dovremmo anche - per logica conseguenza tattica - abolire carri armati, artiglieria e, di conseguenza, le Forze armate: opinabile scelta in questo clima). La crisi è dunque in mano a Putin, se ordina l’escalation apre scenari imprevedibili.
Ieri il presidente russo ha, come sempre,
scelto l’ambiguità: al telefono con la Merkel
ha ripetuto il suo sdegno per le minacce
ucraine ai cittadini di origine russa, ma poi
non s’è detto ostile a una mediazione Osce
(l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), mentre il suo ministro Lavrov discuteva con il segretario di
Stato Usa Kerry di «riforme costituzionali»
a Kiev per risolvere lo stallo.
Molti incoraggiano la cautela, ma occorre fare attenzione che Putin non legga la diplomazia come timore, e scateni la Fase II
della sua «guerra speciale», occupare
l’Ucraina con truppe mascherate da milizie
locali. Per questo il quotidiano Washington
Post, da sempre attento agli equilibri globali, propone ora una linea dura: le sanzioni e
il blocco dei visti di viaggio vanno imposte
non verso i pesci piccoli in Ucraina (come
suggerisce anche la diplomazia italiana) ma
direttamente contro «Gli oligarchi e mandarini del potere intorno a Putin… e tra loro
Igor Sechin, presidente della compagnia
petrolifera Rosneft, Vladimir Yakunin, presidente delle Ferrovie Russe, Alexei Miller,
presidente di Gazprom (la grande compagnia del gas ndr). La Russia è governata da
una cosca mafiosa. Se i boss non pagano pegno, le sanzioni occidentali avranno poco effetto».
È un linguaggio insolito nel felpato mondo di Washington e non basta la nuova proprietà multimedia di Jeff Bezos, il fondatore
di Amazon a spiegarla. Il Washington Post
indica al presidente Obama e agli europei il
dilemma strategico: la strada della pace e
della diplomazia passa stavolta da una linea
forte, che tolga a Putin la voglia di attaccare
ancora. Perché se Putin marciasse mai su
Kiev anche il XXI secolo avrebbe la sua crisi
di Cuba. Meglio non indurre il Cremlino in
tentazione dunque, come ha fatto la Cina
rompendo la tradizionale condotta filo-russa al Consiglio di Sicurezza Onu e astenendosi sulla condanna dell’invasione in
Crimea. Pechino dice a Putin a suo modo
«Fermati!», ora tocca agli occidentali farlo.
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LA TIRATURA DI DOMENICA 16 MARZO 2014 È STATA DI 332.601 COPIE
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Cassette, c’era una volta
MARCO
BELPOLITI
LA FENOMENOLOGIA
DEL RENZISMO
GIOVANNI ORSINA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
a «futurologia renziana» è una
scienza (o una credenza?) assai
praticata: in molti si sono (ci siamo) messi a far profezie sulla culla
del neonato. Il che è senz’altro
comprensibile, perché tutti vorremmo sapere come va a finire il giallo, o magari perfino
influenzarne lo sviluppo. Ma è pure irrazionale, perché in realtà ci vorranno mesi, o più
probabilmente anni, per capire se siamo di
fronte a una semplice smagliatura della storia o a un autentico momento di svolta. Che
una cesura ci sia stata, tuttavia, è innegabile.
La «scalata» al Partito democratico, l’ascesa
a Palazzo Chigi, l’accentramento di poteri e
responsabilità, l’innovazione nella comunicazione: tutto questo «pesa» eccome. E proprio perché pesa, possiamo tentare di utilizzarlo per rileggere almeno il presente e il
passato della nostra vita politica e istituzionale – fermo restando che il futuro, per il momento, sta ancora giocando sulle ginocchia
di Giove.
Paragonare Renzi a Berlusconi è un altro
esercizio al quale si sono applicati in molti.
Non è certo un’operazione ingiustificata, visto che i due si somigliano senz’altro. Ma è
anche, se la si conduce costruendo un parallelismo puro e semplice, un’operazione incompleta. Per comprendere che cosa l’avvento di Renzi ci dica sul berlusconismo, e
più in generale sugli ultimi vent’anni, la questione va impostata in maniera diversa. Ossia, dobbiamo riportare sia Berlusconi sia
Renzi a un terzo elemento che si trova a
monte dell’uno e dell’altro: le esigenze storiche reali alle quali entrambi hanno cercato o
cercano di dar soddisfazione. Impostando
così il ragionamento potremmo scoprire allora che i due si assomigliano soprattutto
perché danno o hanno dato risposte alle me-
L
desime domande. E che soltanto chi risponde a quelle domande può vincere perché la
grande maggioranza degli italiani si è ormai
convinta che quelle siano le domande fondamentali.
Il primo gruppo di domande ha a che fare
con le forme della politica. Ossia per un verso con la posizione di assoluta centralità che
ha assunto la personalità debordante del leader, per un altro col modo in cui quel leader
comunica: semplicistico, demagogico e per
slogan, in primo luogo; e in secondo luogo diretto al «popolo» e non alle istituzioni. Quando Berlusconi introdusse queste innovazioni, vent’anni fa, non pochi ne spiegarono il
successo sulla base di un presunto amore degli italiani per l’«uomo forte» e/o di una loro
altrettanto presunta superficialità, che li
avrebbe resi più sensibili alle immagini e alle
sensazioni che ai contenuti. A essere superficiali, però, erano soprattutto quelle spiegazioni.
In realtà tanto il leaderismo quanto i modi
e gli obiettivi della comunicazione – terreni
sui quali già da ora Renzi pare aver sopravanzato il Cavaliere – sono in larga misura
una conseguenza e una risposta alla crisi
sempre più drammatica delle istituzioni politiche: partiti, parlamento, potere esecutivo.
Se quelle istituzioni, paralizzate dai veti contrapposti, dalle fratture interne e dall’ansia
infinita di mediazione, si rivelano incapaci di
produrre decisioni, allora la domanda di governo che sale dal Paese non potrà che cercare soddisfazione altrove. E dove altro potrà cercarla, quella soddisfazione, se non in
un individuo determinato e sicuro di sé fino
all’arroganza che con parole semplici e dirette gli promette soluzioni rapide ed efficaci,
superando di slancio veti, mediazioni e bizantinismi istituzionali?
Il secondo gruppo di domande alle quali
sia Berlusconi sia Renzi hanno cercato o cercano di dare risposta riguarda invece la sostanza della politica: una riforma del rappor-
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Arretrati: un numero costa il doppio dell’attuale prezzo di testata.
to fra Stato e società civile che riduca il peso di
quello e allarghi gli spazi di movimento di questa. Berlusconi dice da vent’anni che le tasse
sono troppo alte, la burocrazia vessatoria e
inefficiente, le leggi e i regolamenti irragionevoli e labirintici? Bene: dicendo esattamente le
stesse cose, Renzi gli dà nella sostanza piena
ragione. Ma, di nuovo, gli dà ragione perché è
berlusconiano, oppure perché cerca di rispondere alle stesse richieste che, oggi come nel
1994, continuano a salire da larghissima parte
del Paese?
Le domande essendo le stesse, le sue risposte Berlusconi ha cercato di darle da destra,
Renzi da sinistra. Si tratta ovviamente di una
differenza tutt’altro che irrilevante, sia rispetto alla sostanza delle decisioni – basti pensare
a quanto poco «berlusconiano» sia stato il modo in cui Renzi ha indirizzato il «berlusconiano» taglio alle tasse –, sia rispetto al modo in
cui i due sono stati accolti nei quartieri più
qualificati e influenti dell’opinione pubblica
nazionale. Quartieri che, seppure con qualche
ironia o distinguo, stanno sopportando dall’attuale presidente del Consiglio comportamenti, parole e silenzi non diversi – anzi: per tanti
versi ben più macroscopici – di quelli per i quali in passato non hanno mancato di condannare il Cavaliere. Suscitando il sospetto che per
tanti intellettuali e opinionisti il vero peccato
di Berlusconi fosse non quello di essere bugiardo, demagogico e populista – ma di stare a
destra.
L’asimmetria fra Renzi e Berlusconi non si
ferma qui, a ogni modo, e non va tutta a vantaggio dell’attuale presidente del consiglio.
Proprio perché stava a destra il Cavaliere si
muoveva in un mondo povero di strutture e
personale politico, e suppliva a questa povertà
non solo con la sua personalità, ma anche con i
soldi e le televisioni. L’impossibilità per la destra di fare a meno di quest’opera di supplenza
ha consentito a Berlusconi di sopravvivere ai
suoi molti fallimenti: 1994, 1996, 2006, 2011.
Renzi ha invece scalato un mondo ricco di
strutture e personale politico, che si è rassegnato alla sua leadership perché non riusciva
a vincere. Chi desideri sapere se sopravviverà
a un eventuale fallimento non tragga esempio
da Berlusconi.
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Istituto Bancario S. Paolo; Carta di Credito telefonando al numero 011-56.381
Minima
ggetti scomparsi. Chi ha meno di quarant’anni non sa come riavvolgere con una matita, o una penna, il nastro magnetico malamente srotolato di una cassetta audio;
chi ne ha meno di trenta, forse non l’ha mai
neppure usata. Oggi riprodotta dagli iPod e dai cellulari, la musica per oltre quarant’anni è stata invece legata
a questo oggetto di plastica semitrasparente.
Il padre è Lou Ottens, un ingegnere olandese. La Philips nel 1963 integrò le tecnologie precedenti producendo un nastro stereo contenuto in una cassetta: due ingranaggi che tiravano, o rilasciavano, il nastro magnetico contenuto e disposto ad anello. Il precedente immediato era della tedesca Aeg, che aveva comprato un
brevetto di Fritz Pfleumer, per realizzare un nastro di
cellulosa usando particelle di ossido di ferro magnetizzabile, e prima ancora i registratori a nastro di acciaio
della Marconi Wireless Telegraph Company degli Anni
Trenta. La forma rettangolare
e lo spessore limitato a pochi
centimetri furono la soluzione
approntata dalla Philips: dimensione e oggetto sigillato.
Cominciò così l’epoca dei media interattivi, permettendo a tutti di effettuare registrazioni casalinghe. La
musica si moltiplicò, e con lei le voci che passavano di
registratore in registratore. L’era del mangianastri decretò la fine delle radio a transistor che si portavano
addosso grazie alle batterie ricaricabili. Si scambiarono le cassette e nacquero le prime compilation. Il Compact Audio, prodotto dalla Varoius dal 1964 sino a oggi,
incarnava i valori di libertà e versatilità degli Anni Sessanta e Settanta. La rivoluzione giovanile è legata a
questo strumento ora tramontato. Tutti registravano
cassette: gruppi punk al loro esordio, rapper e la musica da strada in genere. Il mangianastri fece uscire la
musica dai riproduttori tradizionali e la disseminò.
Nacque l’estetica Cip & Low. Anche gli artisti se ne avvantaggiarono, in particolare la generazione nata dopo
il 1945, come racconta Giuseppe Furghieri in Musicassetta (in Annisettanta, Skira): Brian Eno, Mike Kelly,
Dam Graham. Le cassette di fatto hanno cambiato il
mondo. Si pensi alla rivoluzione iraniana del 1979: dilagò grazie ai discorsi registrati di Khomeini, e degli altri
capi religiosi, passati di mano in mano e ascoltati da
migliaia di persone. Le parole d’ordine dell’Islam si diffusero, sebbene la radio e la televisione fossero nelle
mani dello Scià. Con le musicassette, come ha scritto
un autore, i dati diventarono inseparabili dalle persone.
O
oppure collegandosi al sito www.lastampashop.it; presso gli sportelli del Salone La Stampa,
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LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Franceschini: il Mame non chiuderà
CULTURA
SPETTACOLI
«Sono qui per aprire i musei, non per chiuderli. Il Museo
dell’Alto Medioevo non chiuderà ma anzi verrà rafforzato
il polo dell’Eur #saveMame». Il ministro dei Beni culturali
Dario Franceschini, su Twitter, sgombra il campo dai
timori di chiusura per il Mame di Roma, legati ai tagli della
spending review. Franceschini fa sua la petizione lanciata
online dai cittadini di «Save Mame» e indirizzata, oltre che
a lui, al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
P
Terry Southern
(1924-1995),
scrittore,
giornalista
e sceneggiatore
americano,
coautore di Candy
Ewa Aulin
nei panni
di Candy
nella
locandina
del film
girato nel
1968 da
Christian
Marquand,
con Marlon
Brando
Una bambolina
che fa sì sì sì...
Torna il romanzo pornografico che scandalizzò
gli Anni 60, liberamente ispirato al Candide di Voltaire
LA PROTAGONISTA
Ama tutti e a tutti sussurra
«tesoro», in primo luogo per
buon cuore, in secondo chissà
no ai bisogni altrui, e ora con qualche
sforzo ora con vivo piacere li asseconda da par suo.
Va da sé che i bisogni più o meno
segreti di un ispirato professore, del
simpatico zio, di due medici o di un
guru misticheggiante, di un homeless gobbo o di un santone indiano
destinato a rivelarsi poco santone e
punto indiano sono sempre gli stessi,
e che Southern e Hoffenberg hanno
al proposito una tavolozza verbale
quasi fantasmagorica nell’indicarne
l’oggetto: dalla «rosea fragolina» alla
«fossa di Fatima». I due si divertono
a mettere in scena borghesi che parlano da scaricatori di porto, a creare
commedie degli equivoci e soprattutto grandi e piccoli disastri, posto che
i volenterosi cedimenti di Candy sono spesso interrotti da irruzioni di
terze infuriate persone, e c’è chi all’occorrenza finisce in ospedale mentre lei procede come se nulla fosse:
amando tutti, a tutti sussurrando
«tesoro» in primo luogo per buon
cuore, in secondo chissà.
Oggi diremmo che è politicamente
corretta, anche troppo. Allora, quan-
do il libro fu scritto, la piccola Candy
era scandalosissima, e gli autori ci tenevano che lo fosse. Terry Southern morto nel 1995, a 71 anni - è stato un
implacabile guastatore. La sua vera lapide è sulla copertina di un disco epo-
cale come Sgt. Pepper’s Lonely Hearts
Club Band, dei Beatles: dietro un paio
di occhiali da sole, sta nella folla degli
87 personaggi accanto a Dylan Thomas. Gore Vidal lo definì «lo scrittore
più profondamente spiritoso della no-
stra generazione», e forse la sua Myra
Beckenbridge gli deve qualcosa: quantomeno perché Candy fece da apripista, non solo per quel libro ma anche
per un altro sulfureo capolavoro come
Il lamento di Portnoy di Philip Roth.
Mason Kass
Hoffenberg
(1922-1986),
scrittore e poeta
statunitense,
scrisse Candy con
l’amico Southern
Erano tempi in cui scrivere di sesso
aveva un valore liberatorio, e un impatto politico. Southern viveva a Parigi, e
il romanzo trovò accoglienza - era il
1958 - nell’unico posto al mondo che poteva stamparlo: la mitica Olympia
Press di Maurice Girodias, dove non ci
si estenuava con sottili distinzioni tra
erotismo e pornografia dato che la preferenza andava alla seconda. Il figlio
Nile (scrittore anche lui, e regista) raccontò che il padre, tra le altre cose, aveva proposto a Girodias il manoscritto
del Pasto nudo di William Burroughs,
ma l’editore nicchiava sostenendo che
non era pornografico. Si rese necessario sottolineare che alla pagina 6 era
descritta una fellatio, e a quel punto la
firma del contratto fu immediata.
Nel ’64, tolto il bando censorio, Candy deflagrò, e Southern firmò un capolavoro, la sceneggiatura del Dottor
Stranamore per Stanley Kubric. A lui
dedicò il suo romanzo d’addio, la saga
porno-hollywoodiana di Blue Movie
(tradotto in Italia da Marcos y Marcos). Aveva problemi di alcol e droga.
Si dedicò al solo giornalismo, che non
aveva mai abbandonato, tra una sceneggiatura e un romanzo. Ma intanto
scrisse un trattamento per Arancia
meccanica, rifiutata dai produttori perché troppo cruda, mentre erano arrivati sugli schermi quelli per Barbarella
(che è una Candy persa su un pianeta
remoto) e Easy Rider.
Tom Wolfe lo considerava uno dei
primi campioni del «new journalism».
I grandi del jazz, tutti suoi amici, lo vedevano come un Coltrane della letteratura. Quando morì Charlie Parker, nel
’55, l’agenzia di pompe funebri perse
inspiegabilmente il cadavere. Furono
Southern e altri amici a rintracciarla
dopo una notte di ricerche, in tempo
per il funerale: e chissà che l’episodio
non abbia influenzato The Magic Cristian, satira feroce sulla commercializzazione della morte scritta qualche anno dopo nello stile del Caro estinto (di
Evelyn Waugh), riproposta anch’essa
da Elliot col titolo Il Grande Guy. Voltaire avrebbe approvato. Candy poi, Beatrice inconsapevole, li avrebbe trovati
dei veri «tesori».
Cesare Segre, il curioso dei testi
Morto a 86 anni il grande critico e filologo, protagonista del secondo ’900
GIAN LUIGI BECCARIA
morto ieri a Milano Cesare Segre. Era nato a
Verzuolo (Cuneo), e il 4
aprile avrebbe compiuto 86
anni. È stato uno degli studiosi più versatili che alla mia generazione sia toccato di conoscere, filologo, critico teorico
e pratico, storico della lingua.
Ha fatto ricorso a svariate
tecniche, e le ha applicate a
svariati soggetti letterari, an-
È
35
&
MARIO BAUDINO
rendete uno schema di
Voltaire, aggiungeteci sincera pornografia e molta
controcultura americana,
ironia quanto basta, le attenzioni dell’Fbi e avrete Candy, uno
dei romanzi che più hanno segnato
gli Anni Sessanta, il primo bestseller
erotico del dopoguerra, che dopo un
ungo bando censorio ebbe un successo travolgente. I bestseller erotici sono un fenomeno curioso: vengono accolti con sorpresa costante, quasi
rappresentassero l’inedito segno del
tempo che qualche dio corrucciato si
è deciso finalmente ad appalesare,
dimenticando che, almeno dal Settecento, risvegliano a scadenze periodiche l’entusiasmo popolare.
La prova è Candy, ora riproposto
dalle edizioni Elliot: come per il (castissimo) Candide del grande illuminista, cui si rifà esplicitamente, mette in scena la tragicommedia delle
buone intenzioni che si scontrano
con le pessime abitudini, quell’eterno
incesto fra candore e prevaricazione
in cui si può riassumere per molti
aspetti la vicenda umana. Il punto di
vista di Terry Southern, che lo scrisse a quattro mani col poeta Mason
Hoffenberg, è al riguardo abbastanza
esplicito. E il riferimento all’incesto
può non essere casuale. Candy, studentessa brava e ingenua dalle ottime qualità e intenzioni, ha una caratteristica fondamentale: non sa dire di
.
tichi e moderni. Con le sue curiosità e la sua dottrina ha attraversato da protagonista le
vicende culturali decisive del
secondo ’900: storicismo, formalismo, strutturalismo, semiotica, ermeneutica.
Lucido cercatore della «verità», non ha mai creduto in un
mondo in cui tutto è uguale a
tutto, in cui non esistono verità
ma soltanto opinioni. Ci ha insegnato ad amare chiarezza e
concretezza, dettaglio e totali-
tà, etica e rigore. Irraggiungibile il suo modo lucido, asciutto,
di esporre con semplicità concetti complessi, senza sfoggi di
erudizione. Ha scritto pagine in
«una lingua bianca e traslucida», ha detto Paolo Di Stefano
sul Corriere recensendo il «Meridiano» uscito da poco e che
contiene il fiore dei suoi saggi.
A lungo in cattedra all’Università di Pavia, Segre ha sempre tenuto in grande considerazione il lettore, ma soprattutto
ha mostrato un rispetto estremo per la realtà dei testi. Editore della Chanson de Roland, studioso eminente dell’Orlando furioso e delle Satire dell’Ariosto,
della prosa del Due e Trecento,
ha maneggiato centinaia di manoscritti, compiendo fondamentali esperienze nella critica
testuale, nella critica delle varianti, che gli hanno permesso
di intervenire con grande autorevolezza su questioni generali
e metodologiche. Ha saputo av-
Cesare Segre era nato a Verzuolo
il 4 aprile 1928
vicinare come nessuno il passato, i testi più lontani, cercando
di superare il fossato che si erge
tra noi e i testi medievali, superando la barriera del tempo,
dello spazio o della diversità
culturale.
C’è una costante che ha accompagnato la stesura dell’intero e sterminato corpo dei suoi
lavori, l’inestricabile nesso tra
cultura, lingua e società. Il punto cruciale dell’intera sua ricerca è consistito nel vedere il modo con cui l’ambiente storicosociale si allaccia al testo che a
quell’ambiente appartiene.
Combinando testo e quadro sociologico, ha sempre inseguito
vettori e strutture della lingua
quando essa riflette i movimenti e le situazioni della società.
Nessuno come lui ha saputo nel
’900 conciliare le istanze della
storia e la coscienza delle strutture. È stato facile ammirarlo,
ma anche volergli bene. Più difficile perderlo.
36
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
INAUGURAZIONI
RETROSPETTIVE
PERSONALI
Frida Khalo al Quirinale
Grünfeld - Homey a Villa Croce
Giacinto Cerone al Macro
Si apre domani alle Scuderie del Quirinale di
Roma la grande retrospettiva dedicata
all’artista messicana Frida Khalo
Si apre venerdì al Museo di Villa Croce
di Genova la mostra «Thomas Grünfeld - Homey. Opere dal 1981 al 2013»
«Giacinto Cerone. Il massimo dell’orizzontale. Opere su carta» è il titolo della mostra
che si apre giovedì al macro di Roma
A sinistra
La notte
stellata, una
olio su tela di
Van Gogh
del 1888©
RMN-Grand
Palais
A destra un
ritratto
fotografico
di Antonin
Artaud,
realizzato da
Man Ray
nel 1926
© Man Ray
Trust /
ADAGP,
Paris 2014
Candida Höfer,
quanto sei bella
Mantova
Mantova
La fotografa tedesca
firma otto immagini
a Palazzo Te
FIORELLA M INERVINO
MANTOVA
L
temperie della storia. Esempio
persuasivo è Sala dei Cavalli
2010, in prospettiva dalla profondità smisurata, esaltata
dalla porta che lascia intravedere la stanza successiva, la
domina un cavallo di profilo,
tutt’intorno affreschi restaurati, di lato un grande camino
spento da secoli, mentre la luce entra dalle due finestre ai lati, tutto appare quasi fuori dal
tempo, ma minuziosamente
preparato e progettato.
La Höfer vanta una lunga
frequentazione di spazi istituzionali, dei luoghi pubblici dove
l’uomo è assente, ma i suoi interni inanimati recano tracce
evidenti del suo passaggio. Così
le foto luminose, cristallizzate,
algide solo all’apparenza, riescono sempre a stupire e coinvolgere per la qualità eccelsa,
gli spazi straordinari, l’armonia
della composizione, l’uso magistrale della luce. «Per essere
buoni fotografi bisogna conoscere l’astronomia» spiega la
Höfer davanti alla scalinata di
Palazzo Canossa 2011, dove le
statue marmoree sembrano
muoversi e danzare, «la foto è
organizzazione, preparazione,
viaggio e scelta del luogo, io uso
a Camera dei Giganti dà immediatamente la sensazione di essere
coinvolti in un turbinio di pittura, decorazione,
architettura, ci si sente avvolti nel mito dei ribelli cantato
da Ovidio, se non addirittura
avviluppati nell’illusionismo
senza confini progettato da
Giulio Romano. Magari con
qualche po’ di vertigine. Questo ha provato Candida Hofer,
la celebre fotografa tedesca,
amica e allieva di Bernd e Hilla Becker, che ne ha avvertito
potenza e suggestione, sicché
proprio di quella sala offre
un’immagine magistrale, forse la più intensa delle otto presentate nella Sala Napoleonica, catturata proprio nell’angolo là dove la parete Nord si
incontra con la Est,
sotto la volta abitata
dagli dei dell’Olimpo, soprattutto là dove il soffio del vento
crea due poderosi
vortici di nubi che
sembrano interminabili. «Mi domandavo appunto dove
poteva finire il ritmo
di quelle nuvole, è un
miracolo, ho voluto
fotografarlo», dice
l’artista, che ha saputo dilatare spazio
ed effetti sino allo
spasimo, senza trascurare la resa lenticolare d’ ogni sfumaDue foto di Candida Höfer: sopra Galleria
tura cromatica.
della mostra di Palazzo Ducale
La Höfer è un’asIn basso il Teatro Scientifico Bibiena,
sidua dei Grand
Tour nel nostro Paese, ha creato immagini memorabili di
biblioteche a Firenze e Napoli, come di
musei a Roma e Bologna, in un viaggio
nel 2010-2011, in
quell’occasione è avvenuto l’incontro
con Mantova, città
olimpica, perfetta,
quasi ideale ai suoi
occhi, alla quale ha
dedicato 17 foto pubblicate al la luce naturale, di rado aggiuncompleto in catalogo (ed. Pu- go una mia lampada, calcolo le
bli Paolini). Curata dall’as- stagioni, le ore del giorno, gli efsessore Marco Tonelli, la mo- fetti secondo i momenti, i colori
stra schiera in campo le delle pareti. Poi viene lo spazio,
grandi, spettacolari immagi- è parte della mia vita, lo cerco,
ni che immortalano edifici lo lavoro, lo abito, ma lo preferimonumentali di Mantova: dal sco vuoto». Nasce da tutto ciò
Teatro Scientifico Bibiena, l’incanto, lo stupore che le sue
alla Biblioteca Teresiana, a opere suscitano nei visitatori,
Palazzo Ducale. Fra le pre- col risultato che alla fine ognuscelte due riflettono Palazzo no si sceglie il proprio luogo, se
Te: sono le sue meditazioni ne appropria, lo vive come una
sul luogo che la ospita, e so- magia, quasi fossero apparizioprattutto sulle proporzioni, ni fuori dal tempo.
la luce, il senso di bellezza ar- CANDIDA HÖFER, MANTOVA
chitettonica, ma pure sull’an- MANTOVA, PALAZZO TE
tico splendore esposto alle FINO ALL’1 GIUGNO
Van Gogh-Artaud
dialogo
tra grandi “folli”
A Parigi i capolavori del pittore in mostra
seguendo un testo del drammaturgo
FRANCESCO POLI
PARIGI
«V
an Gogh
era uno
squilibrato con eccitazioni
violente di tipo maniacale, con
scatenamenti brutali come
manie rabbiose (…) La sua
mancanza di ponderazione
mentale si rivelava nell’eccentricità: ingoia colori, minaccia
Gauguin e il dottor Gachet,
esce di notte per dipingere alla luce di una corona di candele fissata sul cappello. Ossessionato da idee di autocastrazione, si mozza il lobo di un
orecchio…» Queste sono alcune righe di un testo su Van Go-
gh dello psichiatra François-Joachim Beer pubblicato su una
rivista nel gennaio 1947, quando
al museo dell’Orangerie è in
corso una mostra retrospettiva
dell’artista.
Bisogna ringraziare Beer
perché è proprio questo suo
commento (uno dei tanti incentrato sulla follia dell’olandese) a
scatenare l’indignazione di Antonin Artaud e a spingerlo a
scrivere il memorabile saggio
Van Gogh, le suicidé de la société.
Il saggio è un lucido atto di accusa contro la società (e la sua
«coscienza malata») che secondo lui aveva spinto Van Gogh al
suicidio per impedirgli di manifestare verità insopportabili.
Ed è in particolare una denun-
cia della violenza del sistema
psichiatrico e delle pratiche
«terapeutiche» dell’internamento, di cui lui stesso era ancora vittima. A consigliargli di
scrivere un testo su Van Gogh,
in occasione dell’esposizione,
era stato l’amico gallerista Pierre Loeb. Inizialmente Artaud
rifiuta, perché sta lavorando alla sua raccolta di scritti che deve uscire da Gallimard, ma poi
accetta per reagire a Beer. Visita la mostra e studia delle monografie, entrando in sintonia
profonda con lo spirito dell’artista (con cui in parte si identifica). In circa un mese scrive e in
parte detta (a Pauline Thévenin) il testo, che viene pubblicato alla fine del 1947. La decisio-
ne del Musée d’Orsay di organizzare un’esposizione incentrata sul rapporto e il dialogo a
distanza fra i due grandi «folli»
Van Gogh e Artaud, è legata a
queste significative vicende.
Non si tratta certo di una trovata ad effetto, ma di un’intelligente maniera di riproporre da
un lato una inedita rilettura di
quarantacinque quadri del pittore, in gran parte celebri (che
provengono da musei come lo
stesso d’Orsay, il Metropolitan,
la National Gallery di Washington, e soprattutto dal Van Gogh Museum di Amsterdam) e
dall’altro lato uno straordinario gruppo di grandi disegni di
Artaud, in particolare i suoi
esplosivi e allucinati autori-
Il Tefaf , uno stratosferico
mercato delle pulci
Maastricht
Antiquariato e arte
moderna alla fiera
olandese
MARCO VALLORA
MAASTRICHT
L
a ventisettesima,
trionfante edizione
della Tefaf di Maastricht si apre (o
non ce n’eravamo
accorti prima? questo il solito
inquietante dilemma, di un
esubero distratto) grazie/attraverso l’ombrello-benedizione d’un gigantesco «mobile» arenato di Calder, che sarebbe piaciuto molto al nostro
spoletino compianto Carandente. Ed effettivamente si ritiene che questa sia un’edizione dedicata prevalentemente
all’incremento della «terza dimensione» scultorea (busti di
Canova, Winckelmann, Montaigne, Debussy). Non se ne accorgono i visitatori glamour-selfie
(ci sono anche quelli: ma in subita estinzione, per fortuna)
tutti in coda per farsi immortalare davanti al cuoricione sbilenco di roselline finte, stile Koons impolverato, che guata al
varco (ma sanno quel che si
perdono)? Epperò, appena si
supera la soglia incantata del
Calder (come in una prova iniziatica da Flauto Magico) ecco
che la dea sbendata della Mondanità-Ignorante subito evapora e lascia spazio alla competenza bulimica del collezionista
compulsivo. Perché il bello incomparabile di Maastricht è
che ti mette di fronte, sbigottendoti, a capolavori del calibro
di Desiderio da Settignano, di
Sangallo o di Rubens, di Sano di
Pietro Gerard David o di Léger
(studio preparatorio per La Città) di Rembrandt o di Schiele o
di Strozzi, così alla rinfusa, e
poi ancora, di Le Corbusier designer o di Freud, giovane disegnatore magnetico. Mah sì, in
fondo è la stessa mania, elementare e nobilitata, del gioviale giretto mattutino, e speranzoso di trouvailles, in un mercato (stratosferico) delle pulci. A
ben guardare, preservati gli occhi, se si rimira la serie divertentissima di piatti neoclassici
(che aggiornano la teoria dei
colori goethiana) oppure quelli
controriformati, che narrano le
tappe a rosario del Calvario di
Nostro Signore, ma che spocchia, mangiare disinvoltamente
sopra un Ecce Homo (anche se
sei cardinale) o forchettare dessert, nell’esatto momento della
lavanda delle mani di Pilato!
Molti animali vagano qui e
là: cavalli dipinti da Delacroix e
Géricault, tinche ulissesche,
Un cavallo snodabile in vendita
al Tefaf di Maastricht dove si
trova di tutto per la gioia
d’ogni genere di collezionista
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
RASSEGNE
.
37
ARTE
Campigli alla Magnani Rocca
«Campigli. Il Novecento antico» è la mostra
che si apre sabato alla Fondazione Magnani
Rocca di Mamiano di Traversetolo (Pr)
Graffiti
ROCCO
MOLITERNI
Mastroianni
(non)asua
insaputa
«P
Autoritratto di Van Gogh, 1889, a destra Le théâtre de la cruauté, 1946 di Artaud
tratti (realizzati negli Anni 40).
Il percorso espositivo delle
opere di Van Gogh è articolato
in una serie di sezioni che fanno
diretto riferimento alle considerazioni e analisi dello scrittore, tanto che si potrebbe dire
che Artaud, non è solo uno dei
protagonisti della mostra, ma
anche, in un certo senso, il curatore. Ed è con il suo occhio,
con la sua mente e con le sue
appassionate interpretazioni,
che il pubblico è sollecitato a
riesaminare e riscoprire i dipinti di Van Gogh: gli autoritratti; la spoglia stanzetta di
Arles; la sedia di Gauguin; il pacifico ritratto di Père Tanguy e
quello melanconico del dottor
Gachet; le vecchie e bituminose
vecchie scarpe o le due struggenti aringhe su un piatto (donate a Signac); i contorti paesaggi con cipressi e i cieli stellati; i suoi fiori; e infine gli ultimi
desolati campi di grano dipinti
a Auvers-sur-Oise appena pri-
Al Musée d’Orsay anche
disegni e autoritratti
dell’autore del «Teatro
e il suo doppio»
ma di morire il 29 luglio 1890.
Le analisi di Artaud sono di
folgorante acutezza. Ecco qualche esempio. Sulla «terribile
sensibilità» degli autoritratti:
«Un matto Van Gogh? (…) Io
che veleggiano verso le compagnie delle Indie, aragoste marmorizzate o volanti, come quel
carapace aerodinamico, che diventa cappellino, assai Schiapparelli, per un gentile omaggio
di Dalì, a Gala. E poi ramarri e
scimmiette, simulate in «automate» sapientini (c’è pure un
non conosco un solo psichiatra
capace di scrutare un volto di
uomo con una forza così schiacciante, e dissecarne come con
un bisturi l’essenza psicologica». E sicuramente Artaud
pensava anche ai suoi autoritratti (esposti in una saletta accanto) da cui emergono con tragica verità le tracce devastanti
degli elettroshock. Il commento
su Le fauteuil de Gauguin è una
vera e propria poesia: «Un portacandela su una sedia, una poltroncina di paglia intrecciata/
un libro sulla poltroncina,/ecco
il dramma chiarito./Chi entrerà?/Sarà Gauguin o un altro
fantasma?». A proposito dei girasoli, considerati come la quintessenza dell’arte del pittore, il
giudizio è di solare verità tautologica: «… Sono dipinti come
dei girasoli, e niente di più, ma
per comprendere un girasole
nella natura bisogna ormai ritornare a Van Gogh». Quello
che più colpisce Artaud nell’arte di Van Gogh, «il più pittore di
tutti i pittori», è il fatto che
«senza andare più in là di ciò
che definiamo pittura e che è la
pittura, senza andare al di là del
tubetto di colori, del pennello,
del motivo e dei limiti della tela,
per rincorrere l’aneddoto, il
racconto, il dramma, l’azione
immaginata, alla bellezza intrinseca del soggetto o dell’oggetto, è arrivata a impregnare
di passione la natura e gli oggetti» con un’intensità che non ha
nulla di meno, sul piano psicologico e drammatico, rispetto ai
racconti di scrittori come Poe,
Melville, de Nerval o Hoffmann.
Da parte di uno scrittore, attore, drammaturgo come il
teorico del Teatro e il suo doppio, questo elogio della sublime semplicità della dimensione espressiva di un artista
che ha sempre dipinto «per
uscire dall’inferno», è un insegnamento su cui meditare
per cercare di comprendere
almeno in parte qualche
frammento dell’essenza del
processo creativo.
Apollo
e Dafne
con tre putti
scultura
in porcellana
della
Manifattura
Ginori
da un modello
di
Massimiliano
Soldani Benzi,
1750 circa
corda con una genialità da ikebana, che Hirst se la scorda
(però è anche vero che se passi
dai Tomasso Brothers scopri di
lui una «danza di morte» in
marmo, che pare imitare il nostro consunto Perez. Ed ha
pregnanza insolita).
Sorprese, insomma, ad ogni
passo. In questo che è, vale ripeterlo, il più grande museo in
assoluto al mondo, e che svanisce, come un sortilegio ariostesco, dopo una decina di
giorni. Ma è da credere che
ogni amante dell’arte, come alla Mecca o a Santiago, dovrebbe sottoporsi in fede ad un pellegrinaggio d’obbligo. Per rendersi conto della sua sgomentante qualità iperbolica. Se è
vero che il mobile impiallacciato «alla Piffetti/Maggiolini» ha finito il suo corso al confronto, invece, miniature gotiche o indiane, bibelots da
Wunderkammer, papier peint
o micromosaici, han raggiunto
quotazioni vertiginose. Quanto alla pittura, puro museo infinito: da Ribera a Van Dyck,
da Zurbaran a Goya, da Strozzi a Bacon e Richter, più tutti
gli Impressionisti, i Preraffaelliti, Nuova Oggettività e Scuo-
la dell’Aja. Pensa un nome e
c’è, impressionante. Cranach
e Holbein, padre e figlio, fin
troppi Breughel, tutti gli olandesi e i belgi d’obbligo, un Luca
Giordano che ha soggiornato
nella veneziana Chiesa dei Gesuiti ed un barocchissimo Magnasco pre-piranesi, che potrebbe esser una scenografia
per Metastasio-Caldara. E poi
non può certo mancare Van
Gogh: questa volta addirittura
due, così. Ma allora meglio gli
zoccoli bretoni-intagliati, firmati da Gauguin. Certo, mancano all’appello Vermeer e Caravaggio, ma siamo lì lì (c’è il
Maestro di Hartford, che a Zeri, cannando, apparve come il
Caravaggio giovane. E poi, un
profluvio di caravaggeschi). E
c’è pure, per bacco! una testa
decollata di Bernini, in marmo! ma di chi è quella manaccia sfrontata che se lo palpa
così fraternamente, al cospetto del tacito gallerista? Beh, se
è quella di Anish Kapoor, passi. Soprattutto perché pare interessato a…
acrobata turco dalla vita precaria) e un insettone tradotto
in giada, che ha troppo del malizioso godemiché. E quanto a
un geniale entomologo-disegnatore francese, specializzato
in larve multicolore, e insetti,
che paiono acari gonfiati, e farfalle variopinte, lui sì che li ac-
VAN GOGH/ARTAUD
LE SUICIDÉ DE LA SOCIÉTÉ
MUSÉE D’ORSAY, PARIGI
FINO AL 6 LUGLIO
TEFAF 2014 , MOSTRA MERCATO
DI ANTIQUARIATO E ARTE MODERNA
MAASTRICHT, FORUM 100
FINO AL 23 MARZO
er quanto riguarda la cappella al Martini,
sembra doveroso il rispetto dell’opera d’un artista di
fama internazionale, che a
Torino, tolto il monumento
cimiteriale al Partigiano,
non è ancora riuscito a collocare in luogo pubblico
una statua»: così scriveva
il 27 gennaio 1970 sulla
Stampa l’illustre critico
Marziano Bernardi, a proposito della cappella che
nell’ospedale Martini aveva visto all’opera lo scultore Umberto Mastroianni e
l’architetto Enrico Rossi
(nacque utilizzando in
parte lavori realizzati dallo scultore per una precedente cappella all’istituto
Sant’Anna). Peccato che
quel rispetto oggi sembra
essersi perduto: Mario
Turetta, direttore regionale per i beni architettonici e paesaggistici del Piemonte ha dato l’ok allo
smantellamento della cappella, nonostante il parere
contrario del sovrintendente ai beni architettonici Luca Rinaldi.
Perché questa testimonianza di arte e architettura Anni 60 non vada perduta è stato lanciato un appello da Floriano De Santi,
anima della fondazione
Mastroianni (hanno aderito tra gli altri Aimaro Isola,
Luciano Re, Ugo Nespolo).
Il fronte del sì allo smantellamento si fa forte proprio
del pezzo che citavamo,
perché uscì con il titolo «Le
statue di Mastroianni esposte a sua insaputa». Basta
però leggerlo (l’archivio
storico della Stampa è accessibile on line) per capire
che il riferimento è al Crocifisso, anzi Pupazzo come
lo definisce Mastroianni,
messo al posto di quello da
lui realizzato. Bernardi dà
conto di una lettera di protesta ricevuta dal maestro
in cui si legge «Quando nel
1960 decisi, in accordo con
l’architetto Rossi, di sostituire nella nuova cappella...», il che evidenzia come
questa non sia nata certo
«a insaputa» dell’artista.
Perché si vuole smantellarla? Per le esigenze dell’ospedale. A questo punto
non si può non provare un
brivido pensando a cosa
sarebbe successo se la cappella fosse stata nei sotterranei dell’ospedale Molinette. Lì alcuni anni fa hanno sventrato tutto per fare
un parcheggio costato milioni di euro e mai entrato
in funzione. Se succedesse
la stessa cosa, tra qualche
anno rischiamo di trovarci
senza il gioiello di Mastroianni e con un nuovo
reparto ospedaliero inutilizzato. Urge intervento
del ministro Franceschini.
38 .Spettacoli
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Colloquio
Il viaggio di Nada
“Canto l’universo
del vivere donna”
SIMONETTA ROBIONY
ROMA
C
ome dice nonno Libero? Dice: «Una
parola è troppa e
due sono poche» e
così chiude ogni
discussione. Bene, da ieri sera, su Raiuno, per tredici serate, si ricomincerà a sentire la
fatidica frase con cui da ormai
quindici anni, Lino Banfi zittisce l’intera famiglia Martini
alle prese con problemoni e
problemini quotidiani. Serie
amatissima, in gara per longevità se non per ascolti con il
celebre Don Matteo, Un medico
in famiglia, che da noi è andato meglio di quanto sia andato
in Spagna sua terra natale, si
presenta con un paio di novità: l’arrivo dagli Stati Uniti del
figlio di un fratello di nonno
Libero, un medico, Flavio Parenti, che torna in Italia per
far pace con la moglie da cui è
separato, nonché l’approdo in
casa della sorella del nuovo
marito di Maria, una sportiva,
Valentina Corti, che dovrebbe
convolare a nozze ma non lo
fa. Ovvio che tra loro nasca
del tenero. Non c’è il dottor
Lele, Giulio Scarpati, all’estero con sua moglie e il loro
bambino, ci sono invece i numerosi figli frutto dei diversi
matrimoni a partire da Maria,
Margot Sikabonyi, c’è la nonna Milena Vukotic, e la semiconsuocera, Emanuela Grimalda. In più un approdo imprevisto: una ragazzina albanese, Denis Tantucci, che Maria ha sottratto a minacce ed
angherie di pericolosi connazionali. Previsti pianti e risate
Scontata la confusione.
Il segreto di questo successo che pare senza fine? Verdiana Bixio, presidente della
Publispei da quando, tre anni
fa, suo padre Carlo è morto all’improvviso, risponde: «La
capacità di creare empatia: i
Martini per molti italiani sono
come parenti. Il realismo delle
situazioni narrate con una
leggerezza che vorremmo si
ispirasse a Calvino. E poi la
nostra capacità di scegliere
un argomento fisso che faccia
da filo conduttore». E mentre
l’anno scorso era la casa, i mutui e gli imbrogli, quest’anno
«è l’accoglienza, l’accettazione della diversità, il desiderio
di stare bene insieme nel rispetto di culture, lingue e abitudini lontane tra loro».
Il nuovo disco “Occupo poco spazio”
scritto da lei con musicisti di spessore
MARINELLA VENEGONI
MILANO
Realismo
Verdiana
Bixio; a fianco
una scena di
«Un medico in
famiglia»
con Banfi
e Vukotic
“Lefamigliedellefiction
sonolanostrapassione”
Verdiana Bixio di Publispei: il segreto è l’empatia
I successi
Tutti pazzi per amore
La serie innovativa ha
svecchiato l’idea di fiction
con successo anche di critica
I Cesaroni
Una formula che funziona:
sono appena finite le riprese
della 6a serie con Amendola
Verdiana Bixio è una signora mobile: 10 puntate da 10 minuti
di trentotto anni con marito e fi- con 1 milione di contatti. Un
gli, in azienda da quando era ra- successo». E l’obbligo di mettegazza, diventata capo almeno re insieme famiglia e lavoro.
dieci anni prima del previsto «Da noi non si conciliano. Un
per la scomparsa del padre, una momento si rincorre l’impresa,
che non vuole arrendersi e con- un altro la famiglia. E la vita
tinua l’attività di famiglia: pro- va». Intanto? «Abbiamo appena
durre serie televisive lunghe: I finito le riprese della sesta serie
Cesaroni su Canale 5 sono un’al- de I Cesaroni con Amendola.
tra creatura della Publispei che Stiamo scrivendo È arrivata la
non produce solo serie lunghe felicità affidata agli sceneggiama «anche lavoro sul web. Per tori Ivan Cotroneo, Monica RaMedico abbiamo tanti contenuti metta e Stefano Bises, un’altra
aggiuntivi su faserie lunga che
cebook e su twitTRA TV E INTERNET sarà diretta da
ter perfetti per i «Punto sulla nuova serie due grandi nomi:
più giovani. L’ulFrancesco Vicadi Cotroneo e sulla vita rio e Riccardo
tima serie ha fatdi Mike Bongiorno» Milani. Ma proto ascolti che stavano tra i 5 e i 7
veremo anche
milioni ma il 28% di questo pub- con le miniserie. Abbiamo problico andava dai 4 ai 24 anni: ov- posto alla Rai un soggetto sulla
vio che si debba pensare so- Prima Guerra Mondiale. E io
prattutto a loro. Del resto il web sto pensando a una fiction sulla
per noi è sempre stato di gran- vita di Mike Bongiorno. Ho fatde interesse. La prima confe- to un documentario su Troisi
renza stampa in streaming or- fatto in accordo con la sua famiganizzata dalla Rai l’ha voluta glia che andrà in onda a giugno
mio padre, cinque anni fa». Nei per i vent’anni dalla sua morte.
progetti anche web-serie? «Una Vorrei ripetere l’esperienza: la
l’abbiamo realizzata per Poste famiglia di Mike è d’accordo».
Non avevamo grandi mezzi, abbiamo inciso in una settimana
nello studio di Pagani, ma la
preparazione è stata segnata
da una paura: “Che verrà fuori?”». Poi, è andata: «Se ti metti
a pensare alle difficoltà non fai
più niente. La musica non si
vende, ma io penso sempre che
venderò 1 milione di copie e che
farò tremila concerti. Devi
prenderti un po’ di rischio».
Il tour incomincia a Como il
22 marzo, in club e teatri. Il nostro tempo ha una sconvolgente
banalità nel mainstream, Nada... «Non c’è spazio per la cultura, ma ci sono tanti mondi
molto vivi, fatti di concerti. Ci
sono ragazzi che scrivono bene,
con un linguaggio naturale,
semplice diretto. Penso a Zen
Circus, alle Luci, a Dente.
Nada è un timbro vocale che
ha spianato la strada alle
Mannoia e alle Noemi. Nada, a
60 anni, è una voce ribelle alle
convenzioni che hanno tentato di imprigionala da quando
debuttò a 16 anni a Sanremo.
Lei, sempre in fuga, ha creato un mondo a parte nell’arte
femmina delle canzoni, fino a
diventare un’icona off. Autrice e poi scrittrice, irrimediabilmente indie, è venerata dai
ragazzi che ora la abbracciano
nell’ultimo album uscito ieri,
Occupo poco spazio, il cui centro è proprio un’orchestrina
di musicisti che arrivano da
Afterhours o Baustelle, Luci
della Centrale Elettrica o Calibro 35: come il direttore
dell’Ensemble maestro
Enrico Gabrielli, che ha
arrangiato in
modo mirabile i dieci brani
scritti dalla
stessa Nada.
Un capolavo r i n o
f ra
punk e bombardini, i cui
testi tracciano
il viaggio onirico di Nada fra
prostitute che
cercano il riscatto, visioni
del mondo in
caduta libera, Nada, voce ribelle alle convenzioni
donne che reagiscono di fronte a un abban- Ascolti e dici evvai, senza urli».
dono. Nada meriterebbe di
Queste sue canzoni sono un
occupare più spazio di quello po’ tutte al femminile, tra disache recita il titolo del suo la- more per la realtà e metafore.
voro, ma non se ne cale. Con- «Noi donne abbiamo un univerfida di scrivere musica e pa- so complesso nella sua semplirole insieme, con la chitarra: cità, ne racconto tanti aspetti.
«All’inizio le mie canzoni du- Non c’è solo la donna bella e inravano ore, ora ho un equili- teressante, c’è la forza che ci si
brio, e così anche la musica deve dare, si può essere più
diventa più naturale...». Lavo- consapevoli dei nostri dintorni.
ra sempre con Jerry, suo Conoscere il dolore e la soffecompagno da quarant’anni: renza ci fa stare meglio». La
«Da sola mi lascerei andare terrorista canta una donna un
ma lui è una grande risorsa, e po’ persa, presa per una terrosono stati una forza questi rista: «Una metafora per dire
musicisti che sono venuti an- che se non sei aderente al cliche per l’amore del progetto. ché corri dei rischi».
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Intervista
FULVIA CAPRARA
ROMA
U
n film per prolungare
un’esistenza agli sgoccioli, un film che non avrebbe dovuto finire mai, un
film che, giorno dopo
giorno, avvicinava Massimo Troisi alla sua fine. Dietro la macchina da presa, esattamente 20 anni fa, c’era il regista britannico del Postino, Michael
Radford, classe 1946, nato a Nuova
Delhi, residente a Londra. Davanti
c’era l’artista amato allora come oggi,
unico e irripetibile nelle battute entrate a far parte del linguaggio di ognuno
e, soprattutto, nella filosofia di vita,
quintessenza originale, imitata e citatissima, di una napoletanità introversa, schiva, malinconica. Di quel set, di
quell’intesa, di quell’andare insieme,
passo passo, incontro alla morte, Radford (che sarà protagonista, durante
il prossimo «Bari International Film
Festival» di un tributo a Troisi e di una
lezione di cinema preceduta dalla proiezione del film) conserva un ricordo
vivissimo e struggente: «Furono giorni tristi e insieme molto felici. Massimo stava morendo, ma il nostro rapporto, nato tempo prima, quando gli
avevo chiesto se voleva recitare nel
mio film Another time, another place,
cresceva di ora in ora. Eravamo diventati amici. Io non parlavo italiano, lui
non sapeva una parola di inglese, ma
.
Spettacoli .39
sto avremmo pensato noi, insieme».
MICHAEL RADFORD
Che cosa le ha lasciato «Il postino»?
«La memoria dell’essere stato accanto
a una persona speciale. Il postino è rimasto impresso nella mia coscienza
perché è il film coincide con la nascita
del mio amore per l’Italia».
“QueigiorniconTroisi
felicieinsiemetristi”
Perché, secondo lei, Troisi è rimasto
così vivo nel ricordo della gente?
«Perché era un uomo speciale, portava
su di sé la sofferenza del Mezzogiorno
d’Italia, aveva una sensibilità particolare, incarnava l’idea di un popolo napoletano da sempre votato alla sofferenza».
Con il nostro Paese ha mantenuto comunque un legame. È vero che dirigerà la trasposizione cinematografica
del libro di Marcello Sorgi «Le amanti
del vulcano»?
Il regista de “Il Postino”, a vent’anni dal set del film
“Massimo aveva dentro la sofferenza del Mezzogiorno”
«Sì, me l’avevano proposta e l’idea mi
era subito piaciuta. Il libro racconta la
storia dei rapporti tra Roberto Rossellini, Anna Magnani e Ingrid Bergman, un
Ha
detto
«Nel mio nuovo lavoro
“Elsa e Fred” Shirley McLaine
è una signora stravagante
con il sogno di rivivere a Roma
una scena della Dolce Vita»
TRIBUTO AL BARI FILM FESTIVAL
«Era stato lui a propormi il
libro di Skarmeta, stava morendo
ma era determinato a girare»
ci capivamo perfettamente».
Come era nata l’idea del «Postino»?
«Massimo non aveva voluto fare
Another time, another place perchè le
riprese erano ambientate in Scozia e
mi disse che lì, per lui, faceva troppo
freddo, però ci promettemmo, fin da
allora, che avremmo fatto qualcos’altro insieme. Così un giorno lui mi
propose questo squisito libro di uno
scrittore cileno, Antonio Skarmeta,
con un protagonista diciassettenne.
Ci vedemmo a Roma e insieme decidemmo di trasformarlo in film cambiando praticamente tutto, tranne la
storia d’amore con la ragazza e il rapporto del giovane con Neruda».
Una scena del «Postino» con Massimo Troisi e Philippe
Noiret. Il Bari Film Festival dedicherà a Troisi lezioni
di cinema tenute da Radford e da Luis Bacalov; un
ricordo arriverà da Ettore Scola (l’11 aprile), e verrà
proiettato il secondo film di Troisi «Morto Troisi, viva
Troisi». A sinistra, il regista Michael Radford
Di che cosa si tratta?
messi d’accordo, Massimo avrebbe fatto il film girando un’ora al giorno, concentrandosi sui primi piani, mentre per
il resto avremmo usato controfigure».
In che modo si svolse la lavorazione?
«Dopo tre giorni di riprese Massimo
crollò e dovette andare via, però continuavamo a sentirci e lui mi chiedeva
sempre qual era la mia impressione
su quel poco che avevamo girato. Da
quelle domande ho capito che voleva
continuare a lavorare, così ci siamo
Insomma, riprese molto complicate.
«Sì, ma più pesante di tutto era la pena
che avevamo nel cuore... ricordo che
per la scena del matrimonio ho dovuto
cambiare tante di quelle volte le date
del piano di lavorazione, che alla fine
l’ho fatta con sette sosia di sette attori
principali. In certi momenti ero triste,
anche disperato. Lo confessai a Massimo, e fu lui a consolarmi dicendomi
che io avevo umanità, e che quella è
uguale dappertutto e che a tutto il re-
Capitan America da supereroe a spia
«The Winter Soldier»
Nel sequel in arrivo
tante le citazioni alle
spy story Anni Sessanta
STEFANO PRIARONE
ROMA
Si fa presto a parlare di supereroi.
Ma non tutti sono come Spiderman,
ragazzi spesso ancora adolescenti
che si mettono un costume e combattono cattivi anch’essi mascherati
e dotati di superpoteri. In realtà
quello supereroistico è un genere
che ne può abbracciare altri: Batman, ad esempio, può essere un uomo in calzamaglia come nella serie
televisiva ironica e a tratti demenziale degli anni Sessanta oppure un
eroe noir come nei film di Christopher Nolan. Molte avventure dei
Fantastici Quattro, esploratori dello
spazio, sono pura fantascienza.
argomento molto divertente che mi
avrebbe dato la possibilità di osservare
un grande regista da una prospettiva
nuova. Però poi il progetto si è arenato,
montare un film in Italia non è facile,
anche se io sarei felicissimo di girare
nel vostro Paese. Nel frattempo ho lavorato con Anna Pavignano, che scriveva
tutti i film di Troisi e con cui mantengo
un legame stretto, alla sceneggiatura di
un film americano che uscirà in Italia,
anche se non so ancora bene quando».
E Capitan America può essere
un’eccellente spy story. Lo si vede in
Captain America: The Winter Soldier,
film diretto da Anthony e Joe Russo e
interpretato da Chris Evans, nelle sale dal 26 marzo.
Il primo film (Captain America - Il
Primo Vendicatore) raccontava le origini del personaggio: negli Anni 40
Steve Rogers, riformato alla leva, ha
un desiderio così forte di difendere la
libertà e lottare contro Hitler da portarlo a sottoporsi al siero del super
soldato del Professor Erskine che lo
rende forte e muscoloso. Indossa un
costume con i colori della bandiera
americana e armato solo di uno scudo
combatte assieme al fido Bucky i nazisti. Alla fine della seconda guerra
mondiale, finisce ibernato e viene risvegliato dopo decenni dal governo
americano.
Il sequel inizia dopo che ha affrontato gli invasori alieni assieme a Thor,
Iron Man, Hulk e la Vedova Nera
(Scarlett Johansson, presente anche
qui), in Avengers e indaga la natura del
personaggio. Prima Steve Rogers vedeva un mondo in bianco e nero, dove
il Bene (la democrazia) si contrapponeva al Male (il nazismo), adesso, nel
XXI secolo si trova spaesato, i confini
fra Bene e Male sono molto meno netti. «Ho amato molto il film Avengers di
Joss Whedon - dice lo scrittore (anche) di fumetti Mike Carey -, perché è
finalmente riuscito a portare sul
grande schermo la splendida interconnessione dei fumetti, il fatto che ci
siano ramificazioni senza fine».
E infatti in questo film, oltre alla
Vedova Nera torna Nick Fury, il capo
dello S.H.I.E.L.D. (il servizio segreto
dell’Universo Marvel), sempre interpretato da Samuel L. Jackson e anche
Maria Hill (Cobie Smulders), agente
di livello superiore dello S.H.I.E.L.D.
Come guest star nel ruolo di membro
del Consiglio per la Sicurezza Mondiale abbiamo Robert Redford, un
omaggio ai suoi ruoli spionistici degli
Anni 70, in primis I tre giorni del Con-
Chris Evans è «Captain America»
«Si chiama Elsa e Fred, i protagonisti
sono Shirley McLaine e Christopher
Plummer, racconta la vicenda di una signora in età, un po’ stravagante, decisa
a realizzare il suo sogno e cioè andare a
Roma, alla Fontana di Trevi, e rivivere
la sequenza della Dolce vita con Anita
Ekberg e Marcello Mastroianni. Il bello
è che ci riesce, trova un cavaliere di 83
anni e si regala quell’emozione».
dor diretto nel 1975 da Pollack.
Il titolo del film è preso da una saga scritta da Ed Brubaker e disegnata da Steve Epting e i lettori di
fumetti conoscono benissimo
l’identità del misterioso «Soldato
d’Inverno». Ma anche se combatte
Capitan America, non è lui il vero
nemico, che invece si trova all’interno del sistema e non è facilmente
identificabile come i nazisti.
Lo S.H.I.E.L.D. (letteralmente,
«scudo»), è anche protagonista della
prima serie tv Marvel e ambientata
nello stesso universo dei film, Agents
of S.H.I.E.L.D. in onda su Fox. L’agente Phil Coulson (Clark Gregg) adesso
guida una task force che combatte
minacce aliene o soprannaturali nell’Universo Marvel. «Non tutti gli eroi
sono super» recita la tagline della serie e infatti si guarda più allo spionaggio che ai supereroi e sono tantissime
le citazioni della spy story anni Sessanta (a partire dalla Corvette rossa
guidata da Coulson), ma, rovesciando
l’assunto precedente, si potrebbe dire
che se i supereroi diventano spie è
perché le spie (almeno quelle della
fiction in primis James Bond) in fondo sono sempre state dei supereroi.
W
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 40
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Rai 2
6.10 Unomattina Caffè
6.30 Tg 1
6.45 Unomattina Attualità
12.00 La prova del cuoco Varietà Tutti in cucina con
Antonella Clerici, nella
14ª edizione del programma
13.30 Telegiornale
14.00 Tg 1 Economia Attualità
14.10 Verdetto finale Attualità
Il programma condotto
da Veronica Maya
15.20 La vita in diretta Attualità Una coppia inedita al
timone dello storico
programma pomeridiano, Paola Perego e Franco Di Mare
18.50 L’eredità Game show
20.00 Telegiornale
20.30 Affari tuoi Game show
6.00 La strada per la felicità
Telefilm
6.40 Cartoon Flakes Programma per bambini
8.05 Sorgente di vita
8.35 Desperate Housewives
Telefilm
10.00 Tg 2 Insieme Attualità
10.30 Meteo
11.00 I fatti vostri Varietà
13.00 Tg 2 Giorno
13.30 Tg2 Costume e società
13.50 Medicina 33
14.00 Detto Fatto Attualità
16.15 Cold Case Telefilm
17.45 Tg2 Flash Lis
17.50 Tg Sport
18.15 Tg 2
18.45 Squadra Speciale
Cobra 11 Telefilm
20.30 Tg 2 20.30
21.00 Lol Serie
Rai 3
6.30 Rassegna stampa italiana e internazionale
7.00 Tgr Buongiorno Italia
7.30 Tgr Buongiorno Regione
8.00 Agorà Attualità
10.00 Mi manda Raitre
11.15 Elisir
12.00 Tg 3. Tg 3 Fuori Tg
12.45 Pane quotidiano
13.10 Il Tempo e la Storia
14.00 Tg Regione. Meteo
14.20 Tg 3. Meteo 3
14.50 Tgr Leonardo Attualità
15.00 Tg3 Lis
15.05 Piazza Affari Attualità
15.10 Ciclismo:Tirreno-Adriatico
16.10 Aspettando Geo
16.40 Geo Documentari
19.00 Tg 3. Tg Regione. Meteo
20.00 Blob Videoframmenti
20.10 Sconosciuti Attualità
20.35 Un posto al sole SO
Canale 5
6.00 Tg 5 Prima pagina
7.54 Traffico
7.56 Borse e Monete. Meteo
8.00 Tg 5 Mattina
8.45 Mattino Cinque
11.00 Forum Attualità
13.00 Tg 5. Meteo.it
13.40 Beautiful Soap opera
14.05 Grande Fratello - Live
14.10 CentoVetrine Soap
opera
14.45 Uomini e donne Talkshow
16.05 Grande Fratello - Live
Reality show
16.15 Il segreto Telenovela
17.10 Pomeriggio cinque
Attualità
18.50 Avanti un altro!
Game show
20.00 Tg 5. Meteo.it
20.40 Striscia la notizia
Italia 1
6.55 Friends Telefilm
7.45 Le regole dell’amore TF
8.40 Una mamma per amica
Telefilm
10.30 Dr. House - Medical division Telefilm
12.25 Studio Aperto. Meteo
13.00 Sport Mediaset
13.40 Grande Fratello - Live
Reality show
14.10 I Simpson
14.35 Dragon Ball GT Cartoni
15.00 Big Bang theory Telefilm
15.50 Due uomini e mezzo
Telefilm
16.35 E alla fine arriva mamma
Telefilm
17.25 Nikita Telefilm
18.00 Grande Fratello - Live
Reality show
18.30 Studio Aperto. Meteo
19.20 CSI Scena del crimine TF
21.10
Fuoriclasse Capitolo secondo
21.10
Rex
21.05
Presadiretta
21.10
Grande Fratello
21.10
Red
TELEFILM. Durante una pausa di
ATTUALITÀ. Riccardo Iacona pro-
REALITY SHOW. Nella Casa più
FICTION.Mentresiinfittisceilmiste-
Terzani, Rex e Monterosso al
parco dei divertimenti, avviene un omicidio. La vittima è una
ballerina che si esibisce in uno
degli spettacoli
pone un lungo viaggio nella crisi
di uno dei settori trainanti dell’economia italiana e da sempre simbolo di cultura e qualità:
il Made in Italy
spiata d’Italia è stato riservato
uno spazio anche per i libri, dove
i ragazzi potranno confrontarsi su varie tematiche. Conduce
Alessia Marcuzzi
FILM. (thriller, 2010) con Bruce
Willis, Morgan Freeman. Regia
di Robert Schwentke. Quattro
agenti della Cia, in pensione,
decidono di rimettersi in gioco
per catturare un pericoloso killer
rochecircondalafamigliadiAida,
ilpresidesicomportasemprepiù
stranamente.Intanto,Isanonriesce a dire a Michele che è incinta
23.20 Porta a Porta Attualità
0.55 Tg1 Notte. Che tempo fa
1.30 Sottovoce Attualità
2.00 Terza pagina Attualità
2.30 La Omicidi Serie
4.10 Da Da Da Videoframmenti
22.55 The good wife Telefilm
23.50 Tg 2
0.05 Razza umana Attualità
1.05 Rai Parlamento
Telegiornale
1.15 Protestantesimo
1.45 Meteo
23.15 Hotel 6 Stelle Attualità
0.00 Tg 3 Linea notte
1.05 Fuori Orario. Cose (mai)
viste Solo cinema d’autore, ovvero “cose mai
viste” in televisione
3.00 RAInews 24
0.40 Tg 5 Notte. Rassegna
stampa. Meteo.it
1.10 Striscia la notizia Varietà
satirico Il Tg satirico di
Antonio Ricci
1.45 Uomini e donne
Talk-show
can. 55
17.45 Vero in cucina
18.15 Tg Family
18.30 Vendetta d’amore
Telenovela
19.30 Padre coraje TN
20.25 Tg News
20.30 Perla nera TN
21.30 A casa di Letizia
21.45 Piatti unici a
basso indice glicemico
GIANNI
RONDOLINO
ggi, alle ore
16,10, su Rai
Movie il film
italiano del 2009 Lo
spazio bianco, diretto
da Francesca Comencini, con Margherita
Buy, Gaetano Bruno,
Giovanni Ludeno, Antonia Truppo. La Comencini aveva già diretto 5 film, questo è il
suo sesto ed è sicuramente il suo migliore.
Il film narra la storia
della quarantenne
Maria, che è un’insegnante di italiano a
Napoli, dove vive. È incinta e al sesto mese di
gravidanza partorisce
una bambina. La piccola è naturalmente
messa in una incubatrice e Maria, da sola,
aspetta con trepidazione che la piccola sopravviva. Questo film
è tratto dal romanzo
omonimo di Valeria
Parrella, e Maria è una
donna inaridita, che
tra i vicoli del quartiere di Montesanto inciampa inaspettatamente in un uomo di
cui si innamora subito
e che però lui l’abbandona non appena lei
scopre di essere incinta. Insomma la storia è
semplice e quello che
accade consente di
rendere Maria indubbiamente solitaria ma
ricca di personalità.
Ma quello che dobbiamo dire è il fatto che,
da un lato, Francesca
Comencini è riuscita a
fare un film intenso e
drammatico; e dall’altro Margherita Buy
qui è riuscita a interpretare una persona
in un modo straordinario e, siccome il film
è stato presentato alla
Mostra Cinematografica di Venezia, avrebbe dovuto essere premiato.
★★★
23.30 Tiki Taka - Il calcio è il
nostro gioco Attualità
2.10 Studio aperto La giornata
2.25 Sport Mediaset
3.05 Hercules Telefilm
con Kevin Sorbo
VERO TV
CINEMA & TV
O
Spettacoli .41
Programmi tv
I programmi settimanali completi delle principali tv satellitari, del digitale terrestre e delle radio su: www.lastampa.it/programmi
Rai 1
.
Rete 4
6.25 Chips Telefilm
7.20 Miami Vice Telefilm
8.15 Hunter Telefilm
9.40 Carabinieri Telefilm
10.40 Sai cosa mangi?
10.50 Ricette all’italiana
Attualità
11.30 Tg 4 - Telegiornale
12.00 Detective in corsia TF
12.55 La signora in giallo
Telefilm
14.00 Lo sportello di Forum
Attualità
15.30 Hamburg distretto 21
Telefilm
16.35 My life Soap opera
16.45 Il comandante Florent
Telefilm
18.55 Tg4 - Telegiornale
19.35 Il segreto Telenovela
20.30 Tempesta d’amore
Soap opera
La 7
6.00 Tg La7. Meteo. Oroscopo.
Traffico
7.00 Omnibus - Rassegna
stampa Attualità
7.30 Tg La7
7.50 Omnibus meteo
7.55 Omnibus Attualità
9.45 Coffee Break Attualità
11.00 L’aria che tira Attualità
La nuova edizione del
programma di economia condotto in studio
da Myrta Merlino
13.30 Tg La7
14.00 Tg La7 Cronache
14.40 Le strade di San Francisco Telefilm
16.40 Il commissario Cordier
Telefilm
18.10 L’ispettore Barnaby Film-tv
20.00 Tg La7
20.30 Otto e Mezzo Attualità
21.15
Quinta colonna
21.10
Piazzapulita
ATTUALITÀ. Il programma con-
ATTUALITÀ. Corrado Formigli
conduce un nuovo appuntamento, in diretta, della quarta stagione del programma di
approfondimento politico. In
contemporanea su La7.it
dotto da Paolo Del Debbio conduce una nuova serata del programma di attualità, all’insegna
del confronto tra le piazze e i
politici italiani
23.55 Terra! Attualità
0.55 Donnavventura
Attualità
1.40 Tg4 Night News
2.05 Music line Musicale
3.00 Modamania Magazine
Conduce Jo Squillo
TV2000
0.00 Tg La7 Night Desk
Attualità
1.10 Movie Flash
1.15 Otto e Mezzo Attualità
1.55 Gli irriducibili Film
(dramm., 1988) con
Richard Gere
REAL TIME
19.50 Gocce di Miele
19.55 Storie da Lourdes
20.00 Rosario da
Lourdes
20.30 Nel cuore dei
giorni
20.55 Tg Tg
21.20 La coppia più
bella del mondo
Film
22.50 Kojak Fiction
DMAX
18.10 Amici di Maria De
Filippi Varietà
19.10 Molto bene
19.40 Il boss delle torte
20.10 Fuori menù Varietà
21.10 Extreme
Makeover: Diet
Edition
22.10 Dimmi cosa
mangi...
Documentari
16.50 Airport Security
Canada
17.45 Swords: pesca in
alto mare
18.35 A caccia di auto
19.30 Affari a tutti i
costi
20.20 Banco dei pugni
21.10 Top Gear
22.00 Dallas Car Sharks
22.50 GT Customs
film / intrattenimento
17.15 Le 5 leggende Quando
Pitch decide di impossessarsi del mondo, i
Guardiani si uniscono
®
SKY CINEMA 1
digitale terrestre
9.45 Il Ricatto di Un Padre
IRIS
10.00 Xena RAI 4
10.40 Lo chiamavano
Tresette...giocava sempre col morto RAI MOVIE
10.45 Private Pratice RAI 4
11.15 Ciaknews IRIS
11.25 Fuoco assassino Due
fratelli, Kurt Russell e
William Baldwin, diventano pompieri. Di Ron
Howard IRIS
11.30 Brothers And Sisters
RAI 4
12.10 L’ultimo Crodino
RAI
MOVIE
Streghe RAI 4
13.40 Rush RAI 4
13.50 Caccia a Ottobre Rosso
Sean Connery, capitano
di un sottomarino
nucleare, non obbedisce più agli ordini RAI
MOVIE
14.30 Private Pratice RAI 4
15.15 Brothers And Sisters
RAI 4
15.50 Via del corso Storie
incrociate di coatti che
ruotano intorno a un
bar vicino via del Corso
IRIS
15.55 90210 RAI 4
16.10 Lo spazio bianco
Margherita Buy vive
nell’attesa che sua
figlia Irene esca dall’incubatrice RAI MOVIE
16.35 One Tree Hill RAI 4
17.25 Xena RAI 4
Note di Cinema IRIS
17.35 Le quattro verità IRIS
17.50 Rai News - Giorno RAI
MOVIE
17.55 Cardiofitness Nicoletta
Romanoff, 27 anni, e
Federico Costantini, 15
anni, si innamorano RAI
MOVIE
13.55 Quelli della calibro 38
Una squadra di agenti
speciali combatte il
“Marsigliese”, che ricatta la città IRIS
18.10 Streghe RAI 4
19.20 Il signor Robinson,
mostruosa storia
d’amore e d’avventure
15.25 666 Park Avenue
17.55 Friends JOI
18.20 Big Bang Theory JOI
18.35 One Tree Hill MYA
18.40 The School of Rock
PREMIUM ACTION
16.00 Dream House
PREMIUM
CINEMA
16.05 Chuck JOI
16.10 Una mamma per amica
MYA
17.00 L’Amore, Andata e
Ritorno MYA
Smallville-Gli Inizi
PREMIUM ACTION
Professione inventore
Robert Axle, un tempo
eccentrico inventore, è
un egocentrico imprenditore PREMIUM
UNIVERSAL
17.35 The Resident Dopo la
separazione, Juliet si
trasferisce a Brooklyn,
in un bellissimo loft
PREMIUM CINEMA
PREMIUM
ACTION
17.50 Codice Rosso
RAI MOVIE
PREMIUM UNIVERSAL
PREMIUM
ACTION
18.50 Chicago Fire
19.10 Quel Che Resta
PREMIUM CINEMA
Shit! My dad says JOI
19.25 Er-Medici In Prima
Linea MYA
19.30 17 Again - Ritorno al
liceo Un quarantenne
deluso, un bel giorno si
sveglia di nuovo diciassettenne PREMIUM
CINEMA
19.35 Psych JOI
20.25 Psych JOI
666 Park Avenue
PREMIUM ACTION
21.15 Duro A Morire JOI
Parenthood MYA
19.35 A-team IRIS
19.40 Sanctuary RAI 4
20.20 Renegade IRIS
20.25 Heroes RAI 4
21.10 L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente Ya
- Chen (Bruce Lee) arriva a Roma e riesce a
sgominare una banda
RAI 4
Gone baby gone Due
detective devono investigare sulla scomparsa
della piccola Amanda
IRIS
SKY PASSION
Il dottor Stranamore Il
generale Ripper, ossessionato dal pericolo
rosso, ordina un attacco atomico SKY CLASSICS
Come funziona la
Terra? DISCOVERY SCIENCE
17.35 Quantum of Solace
Daniel Craig veste per
la seconda volta lo
smoking di James Bond
SKY MAX
21.15 Vivere da vigliacchi
morire da eroi RAI
MOVIE
22.50 Little Big Soldier RAI 4
23.00 Jackie Brown La hostess
Jackie Brown è divisa
tra il boss che la vuole
morta e la polizia RAI
MOVIE
23.10 Il sapore del sangue
Intorno a un innocente
si moltiplicano suicidi e
vittime di un serial killer IRIS
0.30 Rampage RAI 4
Grimm PREMIUM ACTION
Role Models Danny e
Wheeler sono venditori
di un energy-drink. Ma
vengono arrestati
PREMIUM CINEMA
Serpico L’onesto poliziotto Al Pacino, per
denunciare la corruzione, rinuncia a tutto
PREMIUM UNIVERSAL
22.00 I Signori della Fuga
PREMIUM ACTION
22.05 Mercy MYA
22.50 Chicago Fire
17.20 Law & Order: Unità
Speciale FOX CRIME
17.25 LOL - Pazza del mio
migliore amico Lo scontro tra la madre Demi
Moore e la figlia Miley
Cirus SKY CINEMA FAMILY
17.30 Solo se il destino Lei fa
“il negro” per scrittori
famosi, lui l’architetto.
Un giorno s’incontrano
PREMIUM
ACTION
22.55 Shameless JOI
23.00 Dance Academy MYA
23.05 Due agenti molto speciali Due agenti appartenenti a due mondi
opposti devono risolvere un caso di omicidio
PREMIUM CINEMA
17.45 Bel Ami - Storia di un
seduttore La salita al
potere di un giovane
attraverso l’uso delle
donne più influenti SKY
HITS
18.00 Grey’s Anatomy
FOX
LIFE
18.55 Beautiful Creatures - La
sedicesima luna
Trasposizione cinematografica dei romanzi
di Kami Carcia e
Margaret Stohl SKY
CINEMA 1
19.05 Water Horse - La leggenda degli abissi Un
ragazzino trova per
caso sulle rive del lago
Loch Ness uno strano
uovo SKY CINEMA FAMILY
Alaska: ai confini della
civiltà DISCOVERY
CHANNEL
Waterloo
Zambezia
SKY CLASSICS
SKY CINEMA
FAMILY
Grey’s Anatomy
FOX
LIFE
N.C.I.S. FOX CRIME
21.10 Educazione siberiana
SKY CINEMA 1
Una spia non basta
19.10 Il ritorno di Don
Camillo Don Camillo
torna per fermare, con
l’aiuto di Peppone, un
proprietario terriero
21.55 Scandal FOX LIFE
N.C.I.S. FOX CRIME
22.00 Marchio di fabbrica:
Cirque du Soleil
SKY CLASSICS
N.C.I.S. FOX CRIME
22.05 Clima del terzo tipo
19.20 Project Runway Italia
Daily FOX LIFE
Progetto Ground Zero
DISCOVERY SCIENCE
19.30 Una hostess tra le
nuvole Gwyneth
Paltrow decide di
lasciare il Nevada e
diventa assistente di
volo SKY PASSION
10 regole per fare innamorare Marco abbandona gli studi di astrofisica per concentrarsi
sulle sue passioni SKY
HITS
19.50 In Cucina con
GialloZafferano FOX LIFE
20.05 Castle FOX LIFE
Criminal minds FOX
CRIME
21.00 G.I. Joe - La vendetta
SKY MAX
Il vento del perdono
Storie di Einer (Robert
Redford), del suo braccio destro Mitch, della
nuora Jean SKY PASSION
SKY
HITS
DISCOVERY CHANNEL
DISCOVERY SCIENCE
22.30 Flicka, ragazza selvaggia SKY CINEMA FAMILY
22.50 Senza traccia FOX CRIME
22.55 Una ragazza per due
SKY PASSION
Diaz Daniele Vicari racconta i fatti accaduti
alla scuola Diaz a
Genova durante il G8
SKY HITS
The Hunger: caccia primitiva DISCOVERY
CHANNEL
23.00 La cuoca del Presidente
Hortense Laborie cucina per gli operai impegnati in una missione in
Antartico SKY CINEMA 1
Come funziona la
Terra? DISCOVERY SCIENCE
23.20 Spasmo Un uomo, vittima di aggressioni, sfugge alla morte uccidendo i suoi assalitori SKY
CLASSICS
23.40 Grey’s Anatomy
LIFE
FOX
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 42
43
BALOTELLI SI SCUSA CON GLI ULTRÀ
F1, GP D’AUSTRALIA
TENNIS
Cassano e il Parma
travolgono il Milan
Oggi Toro-Napoli
Vince Rosberg
Alonso quarto:
Ferrari lontana
dalla Mercedes
Pennetta regina
del cemento
Storico trionfo
a Indian Wells
1 Rossoneri ko a San Siro (4-2), doppietta di
1 A Melbourne trionfo tede-
1 L’azzurra, da oggi n. 12, al
FantAntonio: gli ultrà contestano. Alle 19 posticipo tra granata e azzurri, alle 21 Roma-Udinese.
Roberto Condio e Francesco Manassero PAG. 46-47
sco, fuori Hamilton e Vettel.
Domenicali: «C’è da lavorare».
Stefano Mancini
PAGINE 50-51
successo più importante della
carriera: 6-2 6-1 alla Radwanska.
Stefano Semeraro
PAGINA 53
SPORTLUNEDÌ
Risultati
28ª giornata
Atalanta-Sampdoria
Cagliari-Lazio
Fiorentina-Chievo
Genoa-Juventus
Livorno-Bologna
Milan-Parma
Sassuolo-Catania
Verona-Inter
3-0
0-2
3-1
0-1
2-1
2-4
3-1
0-2
ore 19
OGGI
Torino-Napoli
Sky Calcio 2 - Premium calcio
ore 21
Roma-Udinese
Sky Sport 1 - Premium calcio
Classifica
Juventus
Roma**
Napoli*
Fiorentina
Inter
Parma
Lazio
Verona
Atalanta
Torino*
Milan
Genoa
Sampdoria
Udinese*
Cagliari
Chievo
Livorno
Bologna
Sassuolo
Catania
75
58
55
48
47
46
41
40
37
36
35
35
34
31
29
24
24
23
21
20
PEGASO
* Una partita in meno
** Due partite in meno
Ottavi (ritorno)
ore 20,45
DOMANI
Chelsea
AND
(1-1)
Galatasaray
Real Madrid
Schalke 04
AND
(6-1)
MERCOLEDÌ ore 20,45
Manchester Utd
AND
(0-2)
Olympiacos
Gusto scudetto
Capolavoro di Pirlo, la Juve stende anche il Genoa
AND
Borussia Dortmund
Zenit San Pietroburgo (4-2)
Fuoricampo
Ottavi (ritorno)
ore 19
GIOVEDÌ
Fiorentina-Juventus
GIGI GARANZINI
AND
Sky calcio 1, Premium calcio (1-1)
ore 21,05
Napoli-Porto
AND
Canale 5, Sky Sport 1
(0-1)
MOTOGP
Gp del Qatar
Domenica ore 20
a Losail
diretta Sky Sport MotoGp - Cielo
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
C’
era una volta il Milan. Quello
del Gre-No-Li, poi di Schiaffino, di Rivera e del Paròn, di
Sacchi, di Capello, di Ancelotti. Anche
di Allegri, fatte le debite proporzioni,
almeno sino a che non han cominciato
a vendergli l’argenteria di famiglia e si
arrangiasse un po’ lui con la bigiotteria. Oggi c’è un Milan saldamente ancorato alla colonna di destra della classifica, con meno della metà dei punti
della Juventus, costretto a raggiungere San Siro per vie traverse onde evitare i contestatori. Salvo poi, una volta
entrato e fatto a fettine dal Parma, doverli ricevere in gran pompa, i contestatori, onde poterne uscire.
Questione di tocco magico
C’era una volta un presidente dal tocco magico, capace di scegliere nello scetticismo generale prima Sacchi e poi Capello facendone due tecnici di dimensione euromondiale. Steso un velo pietoso
sulle sue attuali capacità di scelta al di
fuori del calcio, si può forse cominciare a
sospettare che anche quella di Seedorf
non sia stata delle più felici. Non solo perché 7 sconfitte su 12 partite effettivamente non sono poche. Ma perché l’olandese
era stato chiamato a salvare non tanto
l’avventura in coppa Campioni, che si sapeva (si doveva sapere) destinata al capolinea dell’Atletico Madrid, quanto
quelle della coppa Italia e di un piazzamento in Europa League. Il primo obiet-
tivo era stato fallito subito, per portarsi
avanti: il secondo dista ormai più di 10
punti, impossibili da recuperare. Anche
perché lo specialista in rimonte era semmai Allegri, come le sue stagioni rossonere avevano ampiamente dimostrato. E
già il fatto che Seedorf, giocatore che ho
amato per il suo fair-play oltre che per la
classe, abbia dichiarato di aver ricevuto
una squadra in mediocri condizioni fisiche e mentali racconta di una metamorfosi spiacevole. Per non dire disgustosa.
Parliamo di Donadoni, che è meglio.
Di un tecnico che non sarà glamour, e
per questo non allenerà mai il Milan di
nonno Silvio e donna Barbara, ma che
oltre a essere un signore è anche uno
che il mestiere lo conosce. Capace per
esempio, ieri, di vincere due volte la
partita sfruttando l’impreparazione
tattica del profeta. La prima con Schelotto, avessi detto, innescato da Cassano. La seconda, dopo il rigore omaggio
a Montolivo, inserendo Amauri nel vivo
della banda del buco rossonera, giunta
trionfalmente a 42 gol al passivo.
Nell’altro campionato brilla inattesa la spia della riserva bianconera contro il miglior Genoa di stagione. Ma alla fine Buffon il rigore di Calaiò lo manda giù come un bicchier d’acqua: e Pirlo dalla piastrella preferita trasforma
la punizione che chiude una volta per
tutte la pratica-scudetto.
44 .Sport
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Corsa scudetto
«Solo una grande squadra come
la Juve poteva vincere questa partita»
Capolista a +17
INVIATO A GENOVA
uffon che para il rigore di Calaiò e Pirlo che piazza magicamente nell’angolo alto una punizione a un minuto dalla fine, dopo
aver sbagliato tutto negli 89’
precedenti. La spiegazione della vittoria della Juve a Marassi
è semplice e vecchia come il calcio: se disponi di campioni veri,
anche se avanti con l’età, puoi
sfangartela persino in una serata in cui gli episodi, e non il gioco, ti premiano. In verità contro
il Genoa la Juve ha avuto anche
due episodi sfavorevoli: il secondo gol annullato a Osvaldo
nel primo tempo era validissimo e considerare involontario il
mani di Antonelli in area genoana, un minuto prima di fischiare il penalty per il tocco di Vidal
in area juventina, è stata una
delle tante sciocchezze della
banda Mazzoleni che poteva
far sentire la Juve vittima dell’arbitraggio, dopo le accuse di
averli a favore. Episodi, appunto, in un match che sembrava
già molto portare a casa con lo
0-0. È un’annata così straordinaria che il campionato sorride
sempre: da qualche tempo ci
aspettiamo il capitombolo della
capolista che ha perso lo smalto
ma ogni volta siamo smentiti
dal risultato e dal passo da record che resiste anche quando
la squadra sembra marciare
sui carboni ardenti.
B
ALLENATORE
DELLA JUVE
Colpo finale
La Juve soffre ma batte il Genoa in extremis: ora il vantaggio sulla Roma è abissale
L’analisi
MARCO ANSALDO
Antonio Conte
Juve si è accorta in fretta che sarebbe stata un’altra serata balorda: pur con armi molto diverse
dal palleggio della Fiorentina in
Europa League, l’esito era più o
meno lo stesso. Ne soffriva moltissimo Pirlo controllato da Matuzalem, attento a pedinarlo come un carabiniere. Non abbiamo
capito se sia stata la sorveglianza
speciale a sfocare lo juventino, incappato in una serata più nera
che grigia fino a ritrovare se stesso nel colpo sublime per l’1-0: cer-
to non è la prima volta che lo impiombano con una marcatura rigida ma in poche altre occasioni
(ne ricordiamo una con Jorginho
contro il Verona) l’abbiamo visto
sparire dal match a questo modo.
Anche sulla fasce Lichtsteiner e
Asamoah non potevano stazionare in attacco, dovendo curare
la fase difensiva. Insomma la Juve non poteva produrre gioco, nè
palle gol, nè comprimere il Genoa
che sgusciava via come crema da
un bignè ogni volta che gli juven-
Il mio gol più
bello? No, ne
ho fatti tanti
Tre punti dopo
tanta fatica
Andrea Pirlo, regista della Juve
tini provavano schiacciarlo. La
possibilità di esporsi al contropiede non lasciava tranquillo
Conte: quando si sbraccia poco
davanti alla panchina, come ha
fatto per tutta la partita, è perché
vede che i correttivi non sono
semplici e immagazzina la rabbia
creata dall’impotenza. L’ha scaricata tutta sul campo al gol di
Pirlo che è andato ad abbracciare
dopo il gol insperato che aggiunge un altro pezzo di stoffa per
confezionare lo scudetto.
Disastro Mazzoleni
MARASSI SBANCATO
Rossoblù, rigore negato
I bianconeri patiscono
la corrida rossoblù, poi
vincono grazie agli assi
A Marassi era difficile uscire
bene dalla corrida, forse l’unico
modo era trovare il colpo isolato. Come poi si è visto. Il Genoa
è tornato al vecchio «stile Gasperini»: tanta corsa per coprire ogni angolo del campo, molta
aggressività per non concedere
la giocata facile, marcature a
uomo soprattutto sui rilanci del
portiere avversario, insomma
un calcio colloso da affrontare,
una gran rogna se non si è al
massimo della condizione e forse anche quando lo si è. Del resto questo è il modo più intelligente per colmare il divario
contro chi ha parecchia qualità
in più: contro i bianconeri bisogna giocarsela perché, se ci si limita ad arginarli, bene che ti
vada perdi 1-0. Al Genoa è andata male lo stesso ma ha la consapevolezza di averla giocata al
meglio e senza l’errore di Calaiò
dal dischetto sarebbe probabilmente finita in altro modo. La
Al 38’ contatto LichtsteinerBertolacci: ci stava il penalty
Non c’è il fuorigioco
È il 39’: Pogba serve Osvaldo,
gol annullato ingiustamente
Penalty tolto alla Juve
PEGASO
Andrea Pirlo, 34 anni, ha appena calciato in rete la punizione che dà la vittoria alla Juve
Pagelle
Matuzalem asfissiante, Sturaro regge il confronto
6
PERIN
Subito una bella uscita
nel traffico, levando la palla dalla
crestadiPogba.Perilrestodelprimo
tempo, dove non arriva lui ci pensa il
signor Ghiandai (guardalinee), cancellando un gol buono. E sul colpo di
Pirlo, bisognerebbe essere Superman.
6,5
BURDISSO
Esperienza e senso della
posizione gli bastano per tenere sotto controllo Llorente e Osvaldo, e
senza grandi patemi.
6,5
6,5
MARCHESE
Gli tocca spesso uscire
dalla tana per tamponare Vidal e Lichtsteiner, cosa che gli riesce piuttosto bene.
6
Un paio di svagatezze,
ma in confronto allo standard dei
tempi juventini sono dettagli, e tutto sommato tiene a bada Asamoah,
che nel primo tempo quasi non s’avvista. Nella ripresa sfiora pure il gol
con un violento diagonale.
6,5
STURARO
21 anni da Sanremo, è la
7
MATUZALEM
6
BERTOLACCI
Appiccato a Pirlo fin dall’inizio, ne oscura la visione e, quindi, le giocate. Quando invece tocca a
lui, è svelto e preciso.
MOTTA
DE MAIO
Primo tempo deluxe,
sempre in anticipo su Osvaldo e, di
risposta della cantera genoana a
Pogba: meno classe e fisico, ma
non sfigura al confronto con lo juventino. Nel suo bilancio, anche un
paio di preziosi intercetti.
fisico, a far battaglia con Llorente.
i
il migliore
Matuzalem
CENTROCAMPISTA
Mezz’ala di gran lotta e
discreto governo, lucrerebbe da Lichtsteiner pure frammenti di un rigore, che però Mazzoleni non vede.
In avvio di ripresa si rovina la notte,
mangiandosi un gol.
Al 68’ mani di Antonelli in
area ma l’arbitro non fischia
DALL’INVIATO A GENOVA
6
ANTONELLI
6
SCULLI
6,5
GILARDINO
Se Lichtsteiner supera così di rado la frontiera, un po’ è anche
merito suo.
La partita diventa presto
saloon, e ci si trova alla grande: niente è fatto benissimo, ma diverse cose benino. Litiga, colpisce di testa e
tiene alta la pressione sui difensori
bianconeri.
Prima metà da uno contro tutti, continua finché ne ha (dal
19’ st CALAIO’ 5: sul rigore ha la palla della beatificazione, che trasforma però in dannazione).
[M. NER.]
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
La partita
Calaiò sbaglia
dal dischetto
Gioiello di Pirlo
Genoa
0
Juventus
1
Genoa
Juventus
3-5-2
3-5-2
Perin 6; Burdisso 6.5,
De Maio 6,5, Marchese 6,5; Motta 6,
Sturaro 6,5, Matuzalem 7, Bertolacci 6,
Antonelli 6; Sculli 6,
Gilardino 6,6 (19’ st
Calaiò 5)
Buffon 8; Caceres 7,
Bonucci 6,5, Chiellini
6,5; Lichtsteiner 5,5
(40’ st Isla sv), Vidal
4,5 (40’st Padoin sv),
Pirlo 6,5, Pogba 6,
Asamoah 6; Osvaldo
5,5 (34’st Quagliarella sv), Llorente 5
ALL. Gasperini
7 ALL. Conte
5,5
RETI: st 44’ Pirlo
ARBITRO: Mazzoleni 4
AMMONITI: De Maio, Sturaro, Gilardino,
Sculli, Vidal, Pogba
SPETTATORI: 30 mila circa
ben 25 su punizione: nella storia del campionato
lo batte solo Mihajlovic, a quota 28 (8 nel torneo
1998/99). Seguono Del Piero (22) e Baggio (21).
+13
38’pt
39’pt
27’st
44’st
Gol annullato a Osvaldo: non si
capisce se il rinvio di De Maio caramboli su Llorente o sul difensore (così sarebbe regolare).
Proteste rossoblù
Lichtsteiner sbilancia Bertolacci
sotto porta, il Genoa reclama rigore e rosso: c’è un contatto tra
le gambe dei due giocatori.
Sbaglia il guardalinee
Gol valido annullato ancora a
Osvaldo per fuorigioco: servito
dal tacco di Pogba, l’attaccante è
in posizione regolarissima.
Parata decisiva
Mazzoleni nega un rigore alla Juve (mani Antonelli), poi ne dà uno
al Genoa (mani Vidal, ma niente
2° giallo): Buffon para su Calaiò.
Magia da tre punti
Fallo di Sculli su Quagliarella a una
ventina di metri dalla porta: straordinaria punizione di Pirlo, Perin
non può arrivarci.
Occhio di triglia
ELIO
PIRARI
APPLAUSI PER
«L’INCREDIBILE
RULLINO
DI MARCIA»
LORENZO MARUCCI
FIRENZE
PEGASO
Buffon l’ipnotizzatore
Raggiunge Zoff
nella serata perfetta
MASSIMILIANO N EROZZI
Osvaldo, gol annullato
punti, ben 13 in più di un anno fa e due in più della
Juve 2005/06 di Capello. Bianconeri a -1 dal record
assoluto dell’Inter stabilito nel 2006/07 (76).
Chievoko,riesce
laprovaEuropa
dellaFiorentina
“Per fortuna Gilardino era già uscito...”
21’pt
RISPETTO ALLA SCORSA STAGIONE
1 La Juve dopo 28 partite ha la bellezza di 75
Giovedi con la Juve
Personaggio
25
GOL SU PUNIZIONE PER IL REGISTA
1 Andrea Pirlo è a quota 54 gol in serie A di cui
Invece Gigi era rimasto in piedi fino all’ultimo, uno dei superpoteri che l’hanno
reso grande, riuscendo a smanacciare il
davvero un Paese per vecchietti, tiro, con la porta che pareva spalancata.
può ben ridere la Juve alla fine, se Poi, sul rimpallo da flipper che ne era sea sbancare Marassi sono un calcio guito, Motta aveva invece tirato lievedi rigore parato da Gigi Buffon, di anni mente a lato il diagonale: vuoi mica fare
36, e una punizione di eterna gioventù e un dispetto a un ex compagno in una sebellezza di Andrea Pirlo, una stagione rata del genere? La sfida era già bella,
più giovane. Pareva quasi si fossero mes- sporca e cattiva da un pezzo, sul prato e
si d’accordo, visto che quando il gioco attorno: Nedved, che qui dentro ha ses’era fermato per una botta presa da Bo- gnato e beccato un’espulsione, sempre in
nucci, i due s’erano avvicinati e parlati. quel dicembre 2006, era stato beccato
Come dire: si vince così. La partita era dal pubblico, al punto di andarsene, per
già piuttosto complicata per i biancone- poi tornare. Il rigore parato era la prima
ri, con il Genoa che l’aveva resa caotica, e buona notizia, perché a mezzogiorno
quindi imprevedibile:
s’era ammalato Pelusolo gente fuori dalla
ORGOGLIOSO so, tornato a casa
media, e quindi al pari L’ultimo rigore parato a Totti con la febbre, e duimprevedibile, avrebrante il riscaldamennel 2011: «Io come il Mito? to s’era rotto Barzabe potuto riportare
A volte mi sento a disagio» gli, stropicciandosi i
ordine nella notte, con
la logica del più forte.
muscoli: non il masHa cominciato Buffon, perché alla simo, in vista dell’Europa League, giovepresenza numero 476 con la maglia della dì a Firenze. Per il campionato, scattava
Juve, come Dino Zoff («Io come lui? A invece l’emergenza a centrocampo, dove
volte mi sento a disagio»), doveva pur fe- Marchisio è ai box e Pogba non ci sarà,
steggiare. L’ha fatto come meglio non squalificato dall’ammonizione beccata
poteva, al minuto 27 della ripresa, re- ieri. Per dire dell’aria che tirava, Conte
spingendo un rigore di Calaiò: «Per for- aveva spedito dentro pure Fabio Quatuna Gilardino era già uscito». Esultanza gliarella, il cui ultimo avvistamento era
da gol fatto. Marassi deve portagli bene, stato il 21 gennaio, Roma-Juve di Coppa
se il primo dicembre 2006, in serie B, Italia: poi, bandito da tutto. A rimettere
aveva fatto lo stesso, murando Adailton. a posto la sera, ci ha pensato Pirlo che su
Nella specialità non si esibiva invece dal punizione ha trasformato in vincente
12 dicembre 2011, quando beffò Totti. Per una partita fin lì abominevole, come cafare un miracolo Buffon non aveva però pita solo a vecchi maghi. Di lì sono solo
dovuto aspettare il rigore, se in avvio di gioia in campo e un abbraccio, tra Pirlo e
ripresa aveva intercettato la botta di Buffon, dopo il regalo più bello: vuoi metBertolacci, che sparava a colpo sicuro. tere una festa senza vittoria?
INVIATO A GENOVA
È
Vittoria più sofferta del previsto per la Fiorentina. Ma ancora nel segno di Gomez, autore nel finale del gol della sicurezza. I viola sono tornati al
successo dopo quattro turni
riportandosi al quarto posto
in classifica, ma nella ripresa avanti di due reti - hanno rischiato di essere riacciuffati
dagli avversari. E hanno così
consumato qualche energia in
più in vista della sfida europea
di giovedì contro la Juventus.
La pratica Chievo in effetti
sembrava davvero chiusa nel
primo tempo, con le reti di
Cuadrado e Matri: bellissima
quella del colombiano, con un
pallonetto al volo dall’interno
dell’area; più semplice quella
dell’ex bianconero, a pochi
passi da Agazzi. Paloschi però
ha riaperto il match, superando Neto in uscita al quarto
d’ora della ripresa. Il rigore
sbagliato da Pizarro a dieci
minuti dal termine ha costretto i viola a stringere i denti fino al termine. Fino a quando
cioè è arrivato il gol di Gomez
che ha liberato il Franchi.
«Chi non salta bianconero è»,
il grido finale della tifoseria viola, che ora attende la grande
sfida contro la capolista.
Fiorentina
3
Chievo
1
Fiorentina
Chievo
3-5-2
4-3-1-2
Neto 6,5; Diakitè
5,5 Rodriguez 6
Compper 6; Cuadrado 7 Ambrosini
6 Pizarro 5,5 Anderson 6 (20’st Ilicic 6)
Pasqual 6; Matri
6,5 (13’st Gomez
6,5) Wolski 6,5 (28’
st Vargas 6)
Agazzi 6,5; Frey 5,5
Cesar 6 Dainelli 5
Rubin 5,5; Radovanovic 5,5 (31’ st Pellissier 5,5) Rigoni 6
Guarente 5,5 (1’st
Lazarevic 6); Hetemaj 6; Paloschi 6,5
Stoian 6 (16’st
Obinna 6)
ALL. Montella
6 ALL. Corini
6
RETI: pt 11’ Cuadrado, 39’ Matri;
st 17’ Paloschi, 43’ Gomez
ARBITRO: Massa 6
AMMONITI: Rigoni, Hetemaj
SPETTATORI: paganti 3.935 (quota
56.714 euro); abbonati 23.382 (quota
371.012 euro)
S
volta umanitaria a
Sky. Lia Capizzi concede l’ora d’aria a un
numero considerevole di
abbonati: «Oggi c’è stata
la prima pole della stagione, però sappiamo che per
molti di voi è sabato e che
la giornata è estiva, quindi
riassumiamo tutto noi».
****
La Ternana vince anche a Castellammare di
Stabia, Somma fotografa
la situazione: «Incredibile
il rullino degli umbri da
quando c’è Tesser».
****
Memorabile Lectura
Dantis di Mihajlovic tra
gli sguardi atterriti di Palombo e Gastaldello: «Ora
vi leggo il XXVI canto dell’Inferno», silenzio significativo in sala, cui seguono
lettura critica e sintesi del
testo: «C’è differenza tra
una buona squadra e una
squadra con le palle? Sì,
c’è differenza».
****
Memorabile rilettura
di Mihajlovic dopo Atalanta-Samp: «I miei si sono sentiti con la panza
piena, ora vorrei essere
nel quinto girone del VII
canto, dove ci sono gli iracondi e gli accidiosi, in
pratica gli incazzati».
****
Guastatori d’area. «Cosa pensi di queste trattenute in area?», Colantuono ricorda i bei tempi
quando in area si urlava
come macachi: «Robetta,
una volta Briegel mi prese
le palle e le strinse per 30
secondi; la trattenuta mi
costò trenta secondi di
stretta e dieci minuti di
svenimento».
****
Porrà: «Cassano, qual
è il punto oscuro nel tuo
rapporto con la Nazionale?» «E che la dico a
voi? Così me la gioco a
Tresette».
Pagelle
Vidal e Llorente in ombra, Caceres prezioso
8
BUFFON
Salva la Juve parando il rigore. Poco prima aveva parato la botta sicura di Bertolacci, che un po’
l’avevaaiutatotirandocentralmente.
7
CACERES
Buona prestazione senza
strafalcioni e nel finale ferma alla
grande un contropiede pericoloso.
6,5
BONUCCI
6,5
CHIELLINI
Benpiazzato,anchequando davanti a lui sbandano.
Recuperato nel riscaldamento per rimpiazzare Barzagli, non
sta bene però si batte alla grande.
Sport .45
.
DALL’INVIATO A GENOVA
5,5
LICHTSTEINER
Non gli riesce mai un’incursione (dal 40’ st ISLA SV).
anche la precisione e l’opportunità
del tocco: la Juve che gli ruota attorno gira così malissimo.
4,5
VIDAL
6
6,5
PIRLO
Per sua fortuna non ha
smarrito il feeling nel calciare le punizioni neppure in una serata stortissima, tra le peggiori nella Juve. Come Borja Valero in Coppa, Matuzalem lo bracca: registi contro e anche
questa volta lo juventino appare più
in difficoltà del suo avversario. Non
soltanto gli manca l’ispirazione ma
POGBA
Era diffidato e salterà la
partita di Catania, dove Conte avrà
molti problemi a mettere insieme il
centrocampo. Si confronta con Sturaro, un giovane di Sanremo che
l’aria di Francia un po’ la respira: poche giocate tranne il tacco sublime a
Osvaldo per il secondo gol annullato.
Effimero come spesso di
recente, ha la responsabilità di causare il rigore (dal 40’ st PADOIN SV).
i
Protagonista
Martin Caceres
DIFENSORE
6
ASAMOAH
Costretto a una prova difensiva, per la prima volta non l’abbiamo visto fare una sgroppata. Però
è attento a coprire.
5,5
OSVALDO
5
LLORENTE
Stavolta i gol li fa, e almeno uno è sicuramente valido (sul
primo c’è da capire se ci sia stato un
tocco di De Maio a rimetterlo in gioco). Per il resto fatica a prodursi (dal
34’ st QUAGLIARELLA SV: estratto dalla naftalina).
Non ha la tecnica per districarsi in una difesa genoana dove gli piombano addosso sempre in
due o tre giocatori ogni volta che
riesce a prendere il pallone. La giocata più interessante sbatte contro
la mano di Antonelli che l’assistente di porta, l’arbitro Guida, non vede o vede male.
[M. ANS.]
46 .Sport
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Abbiati, rosso lampo
Doppio Fantantonio
Balo, rigore illusione
ANSA
Milan
2
Parma
4
Milan
Parma
4-2-3-1
4-3-3
Abbiati 5,5; Abate
5,5, Mexes 4, Bonera 5 (21’ st Pazzini
5,5), Emanuelson 4
(8’ st Rami 6); Essien
sv (9’ pt Amelia
6,5), De Jong 5; Poli
5,5, Montolivo 5,
Kakà 5; Balotelli 4,5
Mirante 5,5; Cassani 6,5, Lucarelli 7,
Felipe 6,5, Molinaro
6,5; Acquah 6,5 (35’
st Munari st), Marchionni 6 (20’ st Obi
5,5), Parolo 6; Schelotto 7, Cassano 7,5
(18’ st Amauri 7),
Biabiany 6
4,5 ALL. Donadoni
7
RETI: pt 9’ Cassano (rig); st 6’ Cassano,
11’ Rami, 31’ Balotelli (rig), 33’ Amauri,
50’ Biabiany
ARBITRO: Celi 5
AMMONITI: Bonera, Mexes, Marchionni,
Obi, Rami
ESPULSI: pt 5’ Abbiati
SPETTATORI: paganti 15.720, incasso
357.864 euro, abbonati 23.259, quota
548.438,68 euro
9’ pt
Penaltyconespulsione
Grande verticalizzazione di
Cassano per Schelotto, travolto da Abbiati all’ingresso in
area. «Rosso» e rigore, trasformato da Fantantonio.
6’ st
Bis di Cassano
11’st
Rami riapre la sfida
31’st
33’st
50’st
Dopo il tonfo in Champions, arriva il ko con il Parma in piena contestazione
Dai mercatini a parametro zero al caos societario: è il conto di un anno orribile
L’analisi
ALL. Seedorf
Il Milan sa solo perdere
Balotelli agli ultrà: “Scusatemi”
Raddoppio della punta che a
centro area raccoglie l’assist
basso da destra di Acquah,
scarta De Jong e fulmina Amelia con un tiro forte e preciso.
Il Milan reagisce con Rami, appena entrato. Corner di Kakà,
Mirante esce male e Marchionni sbaglia il tempo: gol di
testa del francese.
Fischio generoso:pari
Montolivo si guadagna un rigore generosissimo sul blando contrasto di Obi. Balotelli
fa l’unica cosa giusta del pomeriggio dal dischetto.
Magia di Amauri
Il Parma rimedia all’ingiustizia
con un «golazo» di Amauri:
tacco sul cross da destra dello
scatenato Schelotto. Difesa
rossonera assente.
Sigillo di Biabiany
Numero di Amauri e palla a
Biabiany che mette in mezzo.
Poli respinge sul francese che
insacca in tuffo, di testa. Per il
Parma finisce in gloria.
Personaggio
La partita
Amauri segna di tacco il gol del 3-2
ROBERTO CONDIO
MILANO
n cumulo di macerie. A questo è ridotto il più sgangherato Milan dell’era Berlusconi,
quando mancano ancora 10
partite di una stagione che non
ha più obiettivi raggiungibili.
Per quel che s’è visto nel 2-4
contro il Parma, settimo ko su
12 panchine di Seedorf, gli ultimi due mesi rischiano di essere un calvario per una squadra
senza idee né anima e contestata apertamente dalla sua
gente. Ieri, poi, s’è consumato
anche lo strappo con l’ex idolo
della curva. Solo fischi e insulti per Mario Balotelli, da tutto
lo stadio. A parte il rigore del
provvisorio 2-2, lui non ha fatto nulla per riconquistare i tifosi. Un’altra prova ai confini
dell’irritante, un applauso ironico indirizzato alla Sud che
gli aveva dedicato l’ennesimo
coro di sfregio dopo un tacco
presuntuoso. Balo ha poi pro-
U
Chi sale
Cassano
7,5
E
Chi scende
Mirante
5,5
T
La protesta
Ultrà scatenati tenuti
d’occhio dalla polizia
prima del match
ANDREOLI
vato a salvarsi in corner nel caos del post-partita, quando
una delegazione di cinque ultrà ha incontrato una decina di
giocatori più Seedorf. «Chiedo
scusa a tutti - ha detto il Mario
non più super -. Vi prometto il
massimo impegno».
Quel che ieri, ad essere buoni, ha profuso per non più di 10’.
Molti suoi compagni, invece,
hanno dato tutto. Il problema è
che i limiti di questo Milan e
della maggioranza dei suoi elementi sono da parte destra della classifica. Da ieri, con il se-
condo poker consecutivo incassato dopo quello contro l’Atletico Madrid, la posizione è tornata a essere corretta. Europa addio, dopo 16 anni. Inevitabile
prezzo da pagare a una stagione orribile, dai mercatini a parametro zero al caos societario
E Cassano se la ride
“Da interista godo...
I Mondiali? Ci spero”
11), assist e giocate geniali al
bottino che permette al Parma
imbattuto da 16 turni di sognare addirittura la Champions. E
così, la lista di chi per il Mondiale vota Antonio più che Mario
continua ad ingrossarsi. «Io ci
spero - dice il barese -. Sarei
l’uomo più felice della terra. E’
l’ultima sodd i s fa z i o n e
che mi manca, giocare
una Coppa
del Mondo.
Sto facendo
di tutto per
mettere in
crisi Prandelli. Ho anche ridotto
le focaccine
a una alla
settimana».
Cassano
ora corre
ANSA
anche più di
Balotelli, «È
un momento stupendo. Merito
dell’ambiente di Parma che mi
coccola, del mio preparatore
Tibaudi e della mia famiglia».
Con la moglie Carolina che festeggia twittando alle 17.01 un
«Buona merenda» accompagnato dalla foto di 4 pere. Due
le ha servite alla sua ex squadra
proprio Antonio, lasciatosi malissimo con l’ambiente rossonero: «Ne ho tanti di sassolini nelle scarpe ma adesso non li tolgo: sono tranquilli. E sono orgoglioso di essere interista». Senza più strane idee in testa, assicura, come quella di tornare al-
MILANO
uò riscrivere un pezzo di
storia, questo Milan-Parma. E non certo perché i
crociati qui non vincevano in
campionato da 17 anni. C’entra
anche l’Italia, l’azzurro. C’entrano i due Bad Boy del nostro
calcio: Balotelli e Cassano. Ieri,
a parte parlarsi fitto fitto con le
mani davanti alla bocca e scambiarsi le maglie, i loro destini si
sono incrociati. E le loro prospettive mondiali potrebbero
essersi ribaltate. Balo è in crisi:
sarebbe un azzardo dare in
Brasile un posto fisso a uno così. Fantantonio, invece, è al top
della sua stagione. A S. Siro ha
aggiunto altri due gol (e fanno
P
Rinato
Antonio Cassano, 31 anni,
12 gol stagionali. Da 5 anni
non segnava una doppietta
MESSAGGI A PRANDELLI
«Per volare in Brasile
ho anche smesso
di mangiare le focaccine»
la Samp. «C’è stato un momento difficile - ammette l’ad Leonardi -. Solo una parentesi:
Cassano prima e dopo s’è sempre comportato splendidamente». Che però quando segna
prende la testa del suo allenatore e gliela scuote pericolosamente, in segno di gioia. «Per
andare d’accordo - dice Donadoni - bastano buonsenso ed
equilibrio».
[R. CON.]
LA STAMPA
Pagelle
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Abbattuto
Maro Balotelli, 23 anni,
per lui una giornata
da dimenticare
nonostante
il rigore segnato
FRANCESCO MANASSERO
TORINO
P
Incubo Mexes
Si salvano solo
Amelia e Rami
MILANO
5,5
ABBIATI
5,5
ABATE
Zero parate e un
«rosso» immediato. Schelotto è tutto solo, ma lui esce da
kamikaze.
Spiovono tanti
cross dalla sua fascia. A disagio, come l’intero reparto,
combina qualcosa di meglio
in spinta.
4
MEXES
Un disastro. E non
è più una novità. Entratefuori
tempo, grotteschi tentativi di
autogol. Impresentabile.
5
PEGASO
innestato dall’entrata a piedi
giunti di Barbara Berlusconi, fino al primo cambio di tecnico in
corsa dopo 12 anni abbondanti.
Da Allegri a Seedorf non è
cambiato nulla. Anzi, certe
scelte dell’olandese, come l’impiego di zavorre come Mexes ed
Emanuelson, ai tifosi rossoneri
fanno rimpiangere il livornese
sgradito al padrone. La lista degli errori gravi del tecnico è comunque capeggiata dal secondo gol di fila incassato all’alba
della partita. Con difesa ferma,
impreparata. A Madrid segnò
Diego Costa, ieri Schelotto è
volato nel deserto sul taglio di
Cassano per procurarsi rigore
ed espulsione di Abbiati che
hanno segnato il match. Approcci catastrofici, insomma.
In 10, contro un Parma che
s’è confermato la squadra più
in salute della A, il Milan ha rischiato il naufragio, ha acciuffato un insperato pari grazie al
TERZA SCONFITTA DI FILA
Il bilancio di Seedorf fa
rimpiangere Allegri: a fine
gara confronto con la curva
calo degli emiliani e a un rigore
regalato ma s’è poi smarrito sul
più bello. E la curva ha presentato il conto annunciato prima
della partita: «Indegni, uscirete
a mezzanotte». Non è andata
così perché mezza squadra ha
accettato il confronto con i capi
ultrà. «E’ stato un incontro breve, pacifico - rivela Seedorf -.
Tra persone che hanno a cuore
questa maglia. Siamo pronti a
reagire: questo non è il momento di cercare i colpevoli ma di
lavorare per risolvere i problemi. E io so che l’anno prossimo
costruiremo un Milan competitivo». Tace, intanto, Barbara
Berlusconi. Mentre Galliani
prima della batosta aveva detto: «Il calcio ha la memoria corta: nessuno negli ultimi anni ha
fatto bene come noi. E anche Inter e Juve sono rimaste per un
po’ lontano dall’Europa». Tocca
al Milan, adesso: in crisi tra le
macerie. Al suo posto riemerge
il Parma che in Europa non va
da 10 anni. Donadoni ha rianimato Cassano, Amauri e Schelotto, match-winner di ieri:
complimenti vivissimi.
BONERA
Suo il peccato originale con quello Schelotto
perso in partenza. Qualche
buona chiusura, altre gaffe
sparse. Chiude da terzino (21’
st PAZZINI 5,5: nessun contributo palpabile).
4
EMANUELSON
Fatto a fette da
Schelotto, lento e involuto.
Seedorf lo toglie poco dopo
aver preso lo 0-2, naturalmente dalla sua parte. Pensarci prima, no? (dall’8’ st RAMI 6: dà la scossa gol dell’1-2).
SV
ESSIEN
Sacrificato dopo
l’espulsione di Abbiati (dal 9’
pt AMELIA 6,5: ultimo baluardo di una squadra allo sbando, evita almeno due gol).
5
DE JONG
Ringhia e fa falli.
Prova a coprire i buchi altrui,
senza qualità.
5,5
POLI
Si sbatte più di tutti, ma sbaglia molto.
5
MONTOLIVO
5
KAKA’
Guadagna col mestiere il rigore del pari. Il resto
è da dimenticare. Capitano
dal gioco che intristisce: vorrei ma non posso.
Prova colpi che
una volta gli riuscivano. Una
volta, appunto.
4,5
Granata reduci da 3 ko di fila, Ventura pensa al turnover
Il Toro ha
molta qualità,
sarà una gara
difficile
Fiducioso
Giampiero
Ventura,
66 anni,
alla terza
stagione sulla
panchina
del Toro
Benitez, tecnico del Napoli
299’
Torino
Senza gol
Napoli
(3-5-2)
Il Toro non
segna dal 61’
di VeronaToro (1-3)
del 17
febbraio
(4-2-3-1)
SKY CALCIO 2 - SKY SUPERCALCIO E PREMIUM ORE 19
Padelli Reina
30
19
Maksimovic Reveillere
Glik Albiol
25
Moretti Britos
24
Darmian Ghoulam
36
Kurtic Jorginho
27
25
2
33
5
31
15
8
77
Tachtsidis Inler
8
Farnerud Callejon
7
29
Vesovic Dzemaili
20
11
Cerci Mertens
14
69
Meggiorini Higuain
9
88
Incroci
Tra Ventura
e il Napoli che
però non è
mai riuscito
a battere
gli azzurri
ARBITRO: DOVERI
All: VENTURA
All: BENITEZ
SYNCSTUDIO
El Kaddouri si giocano una maglia. Se può saltare la sfida tra
bombardieri - Higuain e Callejon sono la terza coppia del
campionato, a -1 dai granata -,
sicuramente resterà quella tra
due squadre che sono tra le migliori in zona gol: il gruppo di
Benitez è quarto per tiri tentati
(412), quello granata è sesto per
mira, con 120 tiri in rete. Un’altra partita nella partita è quella
tra Ventura e il Napoli: l’allenatore del Toro è stato il primo
tecnico dell’era De Laurentiis,
ma anche il primo dopo pochi
mesi ad essere cacciato senza
una spiegazione (era sesto).
Anche sul campo, al tecnico
granata non è mai andata molto
bene: il Napoli è la squadra che
ha affrontato più volte in carriera, 15, ma non è mai riuscito
a batterla: 11 sconfitte il dato
che vorrebbe cancellare.
L’altro posticipo: la Roma ritrova Totti
Roma
Udinese
(4-2-3-1)
(4-2-3-1)
SKY SPORT 1 - PREMIUM CALCIO
26
35
ORE 21
De Sanctis Scuffet
Torosidis Heurtaux
Benatia Danilo
17
Castan Domizzi
5
Dodò Basta
3
11
Taddei Pinzi
44
Nainggolan Allan
22
75
5
11
8
66
3
Florenzi Widmer
27
15
Pjanic Pereyra
37
27
Gervinho Maicosuel
70
24
10
Totti Di Natale
10
ARBITRO: TAGLIAVENTO
All: GARCIA
All: GUIDOLIN
1 La Roma di Rudi Garcia prova
a rimettersi in moto dopo il passo
falso di Napoli. «Il nostro obiettivo è vincere, da qui alla fine del
campionato. Ritroviamo Totti e,
per noi, è un’ottima notizia dopo
l’infortunio di Strootman: con il
capitano aumentano le opzioni in
zona gol», così il tecnico giallorosso. Totti è assente dal 9 febbraio scorso, dal pomeriggio del derby con la Lazio: davanti si troverà
una squadra, l’Udinese, vittima
fra le preferite dal capitano della
Roma. «Non è una vergogna perdere sul campo della Juve e su
quello del Napoli...», sottolinea
Garcia. A centrocampo, oltre a
Strootman, mancherà lo squalificato Daniele De Rossi.
Le altre gare: Samp travolta dall’Atalanta, vincono Lazio, Sassuolo e Livorno
Atalanta
3
Cagliari
0
Livorno
2
Sassuolo
3
Sampdoria
0
Lazio
2
Bologna
1
Catania
1
BALOTELLI
Un palo d’istinto, il
rigore del 2-2. Il resto sono solo palloni persi, tiri sballati e
svogliatezza manifesta. Ai
minimi storici.
[R. CON.]
Atalanta
Sampdoria
Cagliari
Lazio
Livorno
Bologna
Sassuolo
Catania
4-4-1-1
4-2-3-1
4-3-1-2
4-3-3
3-5-2
3-5-2
4-3-3
4-3-3
Consigli 6,5; Benalouane 4,5, Stendardo 6,5, Yepes 7, Del
Grosso 6 (34’ st Bellini sv); Estigarribia 6,
Cigarini 6,5 (31’ st
Baselli 6), Carmona
7, Bonaventura 6,5;
Moralez 7 (27’ st De
Luca 6); Denis 6,5
Da Costa 5; De Silvestri 5, Mustafi 5, Gastaldello 5,5 (1’ st
Fornasier 5), Regini
5,5; Palombo 5,5, Krsticic 4; Gabbiadini 5,
Eder 4 (26’ st Sansone sv), Soriano 5;
Okaka 5,5 (11’ st Maxi Lopez 6)
Avramov 6; Dessena
5,5, Rossettini 5, Del
Fabro 5, Pisano 5;
Vecino 5,5, Conti 5,
Ekdal 5,5 (30’ st Sau
5); Cossu 6 (1’ st Ibraimi 5,5); Nené 5 (12’
st Pinilla 4), Ibarbo 6
Marchetti 6; Konko
6, Biava 6,5, Novaretti 6,5, Radu 6;
Gonzalez 6 (36’ st
Onazi sv), Biglia 6,
Ledesma 6,5; Keita
7,5, Klose 7 (46’ st
Mauri sv), Lulic 6,5
(44’ st Anderson sv)
Bardi 6; Ceccherini 6,
Emerson 6, Castellini
6,5; Mbaye 6, Benassi 7, Greco 6 (28’ pt
Duncan 6), Biagianti
6 (40’ pt Rinaudo 6),
Mesbah 6; Belfodil 5
(1’ st Emeghara 6),
Paulinho 6,5
Curci 6; Antonsson
5,5 (8’ st Moscardelli
6), Natali 5,5, Mantovani 5,5; Kone sv (15’
pt Garics 6), Khrin
5,5, Perez 5,5 (12’ st
Pazienza 5), Christodoulopoulos 6,5,
Morleo 6; Cristaldo
5, Acquafresca 5
Pegolo 6; Mendes 5
(37’ pt Gazzola 6),
Cannavaro 6, Ariaudo 6, Longhi 6; Brighi 5,5 (1’ st Zaza
7,5), Magnanelli
6,5, Missiroli 7; Floro
Flores 7,5 (29’ st
Biondini sv), Floccari
6, Sansone 6,5
Andujar 6; Peruzzi 5
(32’ pt Alvarez 5), Legrottaglie 5, Bellusci
5,5, Biraghi 5; Izco 6,
Lodi 5, Rinaudo 5,5;
Keko 5,5 (26’ st Fedato 5,5), Bergessio
6,5, Barrientos 5 (26’
st Leto 5,5)
ALL. Di Francesco 7,5
ALL. Maran
ALL. Colantuono
7 ALL. Mihajlovic
5
RETI: pt 36’ Carmona, 42’ Bonaventura;
st 11’ Denis
ANSA
Phiil peggiore
s
Arriva il Napoli
Il Toro vuole
riprendere la corsa
Retroscena
er cena, un menu piccante. Con protagoniste due
squadre ferite, affamate e
votate al gioco d’attacco. È l’invitante offerta di questa sera
dello stadio Olimpico, dove
mancherà il «tutto esaurito»,
ma non lo spettacolo che i master chef Giampiero Ventura e
Rafa Benitez metteranno in tavola: Torino e Napoli avranno
novanta minuti di tempo per
dare quelle risposte che tutti, in
primis i presidenti Urbano Cairo e Aurelio De Laurentiis, hanno chiesto in settimana ai loro
giocatori. Entrambi i club devono dimostrare qualcosa: i granata che non hanno la pancia
piena; gli azzurri - reduci dalla
sconfitta in Europa col Porto che possono credere ancora al
secondo posto dopo l’ultimo
successo sulla Roma che ha
stoppato il loro momento no.
Un periodo dal quale il Toro, oggi, non è ancora uscito visto che
è reduce da quattro sconfitte
(tre consecutive) e una sola vittoria nell’ultimo mese. Infatti la
banda di Ventura, dopo aver
staccato in anticipo il biglietto
salvezza e sfiorato la zona Europa, si è inaspettatamente seduta. Perdendo scontri sulla
carta segnati (Juve e Inter), ma
anche partite ben più sanguinose contro Bologna e Sampdoria, entrambe in casa e contrassegnate da diversi errori di disattenzione. Il Toro dovrà ritrovarsi, se vuole uscire dalla crisi
di risultati e dalla «zona grigia»
che non piace a nessuno. L’ultima vittoria casalinga - l’unica
all’Olimpico nel 2014 - risale al
26 gennaio contro l’Atalanta.
Decise un rigore di Cerci, il Torino toccò il suo apice agguantando il sesto posto a -1 dall’Inter e dalle coppe europee.
Questa sera, l’allenatore granata avrà a disposizione una
squadra quasi al completo, ma
c’è odore di un piccolo turnover, visto che il Napoli è la prima di quattro partite in tredici
giorni. In casa granata ci sono
diversi giocatori che devono tirare il fiato, a cominciare dalla
coppia d’attacco Cerci e Immobile, che sono pure diffidati.
Uno dei due potrebbe essere
risparmiato, ma prima Ventura
ci dormirà sopra. Si scalda
Meggiorini. Anche in mediana,
orfana di Vives per un turno,
c’è qualche dubbio. La cabina di
regia andrà a Tachtsidis, all’esordio dal primo minuto, ma
attorno a lui i giochi sono ancora aperti: Farnerud, Basha ed
Sport .47
.
Philippe Mexes
DIFENSORE
ARBITRO: Cervellera 5
AMMONITI: Okaka, Del Grosso
SPETTATORI: paganti 6.303, abbonati
8.573. Incasso: 114.569 euro
ALL. Lopez
5 ALL. Reja
7
RETI: pt 19’ Lulic; st 24’ Keita
ARBITRO: Irrati 6
AMMONITI: Conti, Rossettini, Gonzales,
Radu, Conti, Pisano, Pinilla
ESPULSI: st 32’ Conti
SPETTATORI: 4800 circa
ALL. Di Carlo
6,5 ALL. Ballardini
5,5
RETI: st 1’ Benassi, 7’ Paulinho,
40’ Christodoulopoulos (rig)
ARBITRO: Bergonzi 6
AMMONITI: Garics, Biagianti, Mbaye, Emeghara, Ceccherini, Perez, Krhin
ESPULSI: st 35’ Mbaye, 40’ Emeghara
SPETTATORI: 10.111 per un incasso di
100.550,31 euro
5
RETI: pt 31’ Bergessio; st 11’ Zaza,
16’ Missiroli, 44’ Sansone
ARBITRO: Valeri 6
AMMONITI: Missiroli, Peruzzi, Gazzola,
Magnanelli, Leto, Ariaudo, Sansone
SPETTATORI: paganti 4321 per un incasso
di 15.844,00 euro, abbonati 7795 per un rateo di 85.410,00 euro
W
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 48
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Serie A Tim
Sport .49
.
All’estero
Classifica
TOTALE
RIGORI
PARTITE
RETI
IN CASA
FAVORE
CONTRO
Messi da record: 371 gol
FUORI CASA
RETI
PARTITE
PARTITE
1 Il Barcellona travolge l’Osa-
RETI
suna 7-0 e Lio Messi, con i tre gol
di ieri, diventa (a soli 26 anni)
l’uomo che ha segnato di più nella storia del Barcellona. Batte lo
storico primato di Paulino Alcantara (369) che reggeva dal 1927.
L’argentino si è portato via il pallone nella commozione generale: «Sono davvero felice, non so
chi ha potuto pensare il contrario ma io chiuderò la carriera al
Barcellona».
PUNTI
G
V
N
P
F
S
DIFF
T
R
T
R
G
V
N
P
F
S
G
V
N
P
F
S
1. Juventus
75
28
24
3
1
64
19
45
4
4
3
2
14
14
0
0
38
8
14
10
3
1
26
11
2. Roma
58
26
17
7
2
49
12
37
6
6
1
1
13
10
3
0
30
2
13
7
4
2
19
10
3. Napoli
55
27
16
7
4
52
29
23
6
5
3
2
14
9
4
1
29
11
13
7
3
3
23
18
4. Fiorentina
48
28
14
6
8
48
31
17
8
7
5
5
14
8
3
3
29
19
14
6
3
5
19
12
5. Inter
47
28
12
11
5
46
29
17
0
0
5
3
14
7
6
1
20
13
14
5
5
4
26
16
6. Parma
46
27
12
10
5
45
31
14
4
3
7
6
14
6
6
2
21
15
13
6
4
3
24
16
7. Lazio
41
28
11
8
9
36
35
1
4
4
4
3
13
7
3
3
19
12
15
4
5
6
17
23
8. Verona
40
28
12
4
12
43
46
-3
6
6
6
5
15
8
2
5
23
21
13
4
2
7
20
25
9. Atalanta
37
28
11
4
13
31
38
-7
1
1
4
3
14
9
2
3
22
16
14
2
2
10
9
22
10. Torino
36
27
9
9
9
39
35
4
7
5
6
6
13
5
5
3
21
15
14
4
4
6
18
20
11. Milan
35
28
9
8
11
41
42
-1
5
3
3
3
14
6
4
4
18
16
14
3
4
7
23
26
12. Genoa
35
28
9
8
11
31
35
-4
8
5
7
6
14
6
4
4
17
15
14
3
4
7
14
20
13. Sampdoria
34
28
9
7
12
33
42
-9
4
4
6
6
14
5
4
5
19
19
14
4
3
7
14
23
14. Udinese
31
27
9
4
14
30
39
-9
6
6
4
4
13
6
2
5
16
15
14
3
2
9
14
24
15. Cagliari
29
28
6
11
11
27
38
-11
5
2
3
3
15
6
4
5
21
23
13
0
7
6
6
15
16. Chievo
24
28
6
6
16
23
41
-18
3
3
3
0
13
4
2
7
14
16
15
2
4
9
9
25
Getafe-Granada
Levante-Celta
Rayo Vallecano-Almeria
Malaga-Real Madrid
At. Madrid-Espanyol
Elche-Betis
Barcellona-Osasuna
Siviglia-Valladolid
Real Sociedad-Valencia
Villarreal-Athletic
17. Livorno
24
28
6
6
16
31
51
-20
3
3
8
8
15
4
4
7
19
24
13
2
2
9
12
27
Classifica
Classifica
18. Bologna
23
28
4
11
13
23
43
-20
5
4
5
5
14
2
7
5
12
19
14
2
4
8
11
24
19. Sassuolo
21
28
5
6
17
28
56
-28
5
5
5
4
14
4
1
9
16
29
14
1
5
8
12
27
20. Catania
20
28
4
8
16
21
49
-28
2
2
4
3
13
4
6
3
14
15
15
0
2
13
7
34
Real Madrid 70; At. Madrid 67; Barcellona 66; Athletic 51; Real Sociedad 46; Villarreal, Siviglia 44; Valencia, Espanyol, Levante 36; Celta 33;
Granada 31; Elche 30; Malaga, Osasuna, Rayo Vallecano 29; Getafe 28;
Valladolid, Almeria 26; Betis 19
Chelsea 66; Liverpool, Arsenal 62;
Manch. City 60; Tottenham 53; Everton
51; Manch. United 48; Southampton
45; Newcastle 43; Aston Villa, Stoke City
34; West Ham 31; Hull City 30; Swansea, Norwich City 29; West Bromwich Albion, Crystal Palace 28; Sunderland, Cardiff City 25; Fulham 24
Germania
Francia
SQUADRE
In caso di parità di punti la classifica viene stilata in base a: 1° Scontri diretti; 2° Differenza reti negli scontri diretti; 3° Differenza reti generale; 4° Maggior numero di reti segnate; 5° Sorteggio.
Le prime due direttamente in Champions League, la terza ai preliminari di Champions, quarta e quinta in Europa League, le ultime tre retrocedono in serie B.
Risultati
11 della settimana
Marcatori
Verona-Inter
0-2
p.t.: 14’ Palacio (In); s.t.: 18’ Jonathan (In)
Atalanta-Sampdoria 3-0
p.t.: 36’ Carmona (At); 42’ Bonaventura
(At); s.t.: 10’ Denis (At)
Cagliari-Lazio
0-2
p.t.: 19’ Lulic (La); s.t.: 24’ Keita (La)
Livorno-Bologna
2-1
s.t.: 1’ Benassi (Li); 8’ Paulinho (Li); 41’
Christodoulopoulos (Bo) rig.
Milan-Parma
2-4
p.t.: 9’ Cassano (Pr) rig.; s.t.: 6’ Cassano
(Pr); 11’ Rami (Mi); 31’ Balotelli (Mi) rig.;
33’ Amauri (Pr); 50’ Biabiany (Pr)
Sassuolo-Catania
3-1
p.t.: 30’ Bergessio (Ct); s.t.: 11’ Zaza (Sa);
16’ Missiroli (Sa); 44’ Sansone (Sa)
Fiorentina-Chievo
3-1
p.t.: 11’ Cuadrado (Fi); 39’ Matri (Fi); s.t.:
17’ Paloschi (Ch); 44’ Gomez (Fi)
Genoa-Juventus
s.t.: 44’ Pirlo (Ju)
0-1
Torino-Napoli
oggi 19,00
oggi 21,00
29
BUFFON
(Juventus)
15 reti: Tevez (Ju, 1 rig.).
14 reti: Rossi (Fi, 5 rig.).
13 reti: Immobile (To), Palacio
(In), Toni (Ve, 1 rig.), Higuain (Na,
4 rig.).
12 reti: Gilardino (Ge, 4 rig.), Berardi (Sa, 5 rig.).
11 reti: Llorente (Ju), Cassano
(Pr, 1 rig.), Paulinho (Li, 2 rig.), Vidal (Ju, 2 rig.), Balotelli (Mi, 3
rig.), Cerci (To, 5 rig.).
10 reti: Callejon (Na), Denis (At,
1 rig.).
9 reti: Gabbiadini (Sa), Eder (Sa,
3 rig.), Di Natale (Ud, 4 rig.).
YEPES
(Atalanta)
CACERES
(Juventus)
LUCARELLI
(Parma)
PIRLO
(Juventus)
BENASSI
(Livorno)
CUADRADO
(Fiorentina)
JONATHAN
(Inter)
PALACIO
(Inter)
KEITA
(Lazio)
Prossimo turno
CASSANO
(Parma)
10a di Ritorno 23/03 - Ore 15,00
Bologna-Cagliari
(3-0)
Catania-Juventus
ore 20,45
Chievo-Roma
Sab. ore 20,45 (0-1)
Inter-Atalanta
che in casa del Genoa: decisivi
Buffon e Pirlo, bene Caceres.
Nella squadra della settimana
non può non esserci Cassano,
che stende il Milan con una doppietta. In attacco, completano il
tridente il gioiellino Keita (Lazio) e il solito Palacio, che lancia
l’Inter e non smette di segnare.
(1-1)
ore 20,45
(1-1)
Napoli-Fiorentina
ore 18,30
(2-1)
Parma-Genoa
ore 12,30
(0-1)
Torino-Livorno
1 La Juve soffre ma vince an-
(0-4)
Lazio-Milan
Sampdoria-Verona
Roma-Udinese
I numeri di Fiandrino
(0-2)
Sab. ore 18,00 (3-3)
Udinese-Sassuolo
(2-1)
Punti conquistati dall’Atalanta (su 42 disponibili) nel proprio stadio: nella
classifica delle gare casalinghe i
nerazzurri sono quarti, dietro
Juve, Roma e Napoli.
Minuti senza subire
gol da parte dell’Inter:
tre partite intere più 50’ del match pareggiato 1-1 a San Siro
con il Cagliari.
Punti in meno rispetto allo scorso anno: è il bilancio del Catania ultimo in classifica, dodici mesi fa si trovava in
zona Europa.
La media punti del
Verona nelle ultime
sei partite al Bentegodi: 2 pareggi (Juve, Bologna)
e 4 sconfitte (Napoli, Roma, Torino, Inter). I gialloblù avevano
vinto 8 delle prime 9 in casa.
Giorni fa, l’ultima
sconfitta del Parma:
0-1 al Tardini contro la Juve il 2
novembre. Da allora sono arrivati 16 risultati utili di fila (9 vittorie, 7 pari), record del club.
320
22
0,33
135
Serie B
Classifica
Risultati
0-1
Bari-Avellino
s.t.: 37’ Joao Silva (Ba)
1-0
Cittadella-Carpi
s.t.: 9’ Surraco (Ci)
1-0
Juve Stabia-Ternana
2-3
p.t.: 8’ Benassi (Ju) aut.; 14’ Antenucci (Te);
40’ Lanzaro (Ju); s.t.: 30’ Doukara (Ju); 39’
Rispoli (Te)
Modena-Empoli
0-1
0-0
Palermo-Brescia
2-0
p.t.: 18’ Vazquez (Pa); s.t.: 7’ Dybala (Pa)
SQUADRE
PUNTI G
A FAVORE CONTRO
RETI
V
N
P
Marcatori
RIGORI
PARTITE
Spezia-Pescara
p.t.: 18’ Sforzini (Pe)
Latina-Trapani
s.t.: 48’ Pirrone (Trp)
TOTALE
F
S
DIFF
T
R
T
R
1. Palermo
56
29 16
8
5
43 20 23
6
5
1
1
2. Empoli
47
29 12 11
6
36 22 14
4
3
4
3
3. Lanciano
47
29 13
8
8
29 24
5
0
0
3
2
4. Latina
45
29 11 12
6
29 21
8
3
1
3
2
5. Trapani
45
29 11 12
6
38 31
7
5
4
3
3
6. Crotone
45
29 13
10 43 38
5
8
6
5
2
7. Avellino
44
29 11 11
7
33 30
3
4
3
1
1
8. Cesena
43
29 10 13
6
33 25
8
5
2
5
4
9. Siena (-7)
42
29 12 13
4
44 30 14
10. Pescara
41
29 11
10 38 34
11. Spezia
40
29 10 10
12. Carpi
39
29 11
6
8
6
9
2
1
8
7
4
5
3
6
3
31 37 -6
5
5
3
3
12 33 37 -4
7
8
7
13. Ternana
38
29 9
11
40 36
4
7
6
2
2
Reggina-Crotone
1-4
s.t.: 20’ Cataldi (Cr); 29’ Gerardi (Rc);
30’ Ishak (Cr); 38’ Pettinari (Cr) rig.; 47’
Pettinari (Cr)
14. Modena
37
29 9
10 10 37 29
8
8
8
7
5
16. Varese
36
29 9
9
11 37 42 -5
4
3
9
5
Varese-Padova
0-3
p.t.: 41’ Vantaggiato (Pd); s.t.: 31’ Melchiorri
(Pd); 39’ Vantaggiato (Pd) rig.
17. Bari (-3)
35
29 10
8
11 29 33 -4
4
1
5
4
18. Novara
31
29 7
10 12 28 38 -10 4
3
5
4
19. Cittadella
26
29 5
11 13 25 39 -14 6
5
4
3
Lanciano-Novara
2-1
p.t.: 27’ Gatto (La); s.t.: 6’ Rubino (No); 41’
Turchi (La)
20. Padova
26
29 6
8
15 25 41 -16 7
6
8
6
21. Reggina
25
29 6
7
16 27 45 -18 1
1
7
6
22. Juve Stabia
15
29 2
9
18 25 49 -24 8
4
5
4
Siena-Cesena
p.t.: 22’ Belmonte (Si)
1-0
15. Brescia
37
29 8
13
9
7
8
37 39 -2
4
4
5
4
Prossimo turno
a
In caso di parità di punti vale: 1° scontri diretti; 2° differenza reti negli scontri diretti; 3° differenza reti
generale; 4° maggior numero di reti segnate; 5° sorteggio
Inghilterra
30a Giornata
a
28 Giornata
3-3
0-1
3-1
0-1
1-0
0-0
7-0
4-1
1-0
oggi 22,00
25a Giornata
Augsburg-Schalke 04
Borussia D.-Borussia M.
Eintracht Braunschweig-Wolfsburg
Hertha Berlino-Hannover
Hoffenheim-Mainz
Werder Brema-Stoccarda
Bayern M.-B. Leverkusen
Amburgo-Norimberga
Eintracht F.-Friburgo
Hull City-Manch. City
Everton-Cardiff City
Fulham-Newcastle
Southampton-Norwich City
Stoke City-West Ham
Sunderland-Crystal Palace
Swansea-West Bromwich Albion
Aston Villa-Chelsea
Manch. United-Liverpool
Tottenham-Arsenal
0-2
2-1
1-0
4-2
3-1
0-0
1-2
1-0
0-3
0-1
29a Giornata
1-2
1-2
1-1
0-3
2-4
1-1
2-1
2-1
1-4
Stade Reims-Marsiglia
Lille-Nantes
Ajaccio-Guingamp
Evian Tg-Valenciennes
Nizza-Bastia
Rennes-Tolosa
Sochaux-Lorient
Montpellier-Bordeaux
Lione-Monaco
Paris-Sg-St-Etienne
1-1
0-0
1-2
0-1
2-0
2-3
2-0
1-1
2-3
2-0
Classifica
Classifica
Bayern M. 71; Borussia D. 48; Schalke 04 47; B. Leverkusen 44; Mainz 41;
Wolfsburg 40; Borussia M. 39; Augsburg 38; Hertha Berlino 36; Hoffenheim, Hannover, Werder Brema 29;
Eintracht F. 26; Amburgo, Norimberga 23; Friburgo 22; Stoccarda 21; Eintracht Braunschweig 18
Paris-Sg 70; Monaco 62; Lille 53;
St-Etienne 48; Lione 45; Marsiglia 44; Stade Reims 43; Tolosa
42; Bordeaux 41; Nizza, Bastia 37;
Lorient 36; Guingamp 35; Montpellier 34; Nantes 33; Rennes 31;
Evian Tg 30; Valenciennes 28; Sochaux 25; Ajaccio 15
Prima Divisione
Girone A
Girone B
Entella-Reggiana
1-0
Ascoli-Viareggio
2-0
Carrarese-Pro Patria
1-0
Barletta-Gubbio
0-2
Como-Albinoleffe
2-2
Catanzaro-Grosseto
1-0
Cremonese-San Marino
2-0
Frosinone-Prato
2-0
Feralpi-Sudtirol
1-3
Aquila-Perugia
0-0
Pavia-Pro Vercelli
0-0
Lecce-Pontedera
3-0
Venezia-Savona
1-1
Nocerina-Salernitana
0-3
Vicenza-Lumezzane
2-1
Pisa-Benevento
2-2
Riposa : Paganese
19 reti: Mancosu (Trp, 3 rig.).
16 reti: Antenucci (Te, 6 rig.).
15 reti: Caracciolo (Br, 2 rig.), Tavano
(Em, 2 rig.).
14 reti: Pavoletti (Va, 2 rig.), Babacar
(Mo, 4 rig.).
13 reti: Hernandez (Pa, 5 rig.).
11 reti: Jonathas (Lt, 1 rig.), Maniero
(Pe, 3 rig.).
10 reti: Giannetti (Sp - 7 Si, 3 Sp),
Maccarone (Em, 1 rig.), Ebagua (Sp, 2
rig.), Galabinov (Av, 2 rig.).
8 reti: Bernardeschi (Cr), Lafferty (Pa),
Ragusa (Pe), Rosina (Si, 1 rig.).
7 reti: Galano (Ba), Gerardi (Rc), Pulzetti (Si), Rubino (No), Memushaj (Ca,
3 rig.), Mazzarani (Mo, 4 rig.).
6 reti: Belotti (Pa), Paolucci (Lt - 5 Si, 1
Lt), Politano (Pe), Castaldo (Av, 1 rig.),
Di Michele (Rc, 1 rig.), Pettinari (Cr, 1
rig.), Rodriguez (Ce, 1 rig.), Di Carmine
(Ju,2rig.),DiRoberto(Va,3rig.-5Ci,1
Va), Sansovini (No, 3 rig. - 1 Sp, 5 No).
9 di Ritorno 22/03 - Ore 15,00
Avellino-Siena
Ven. ore 21,00
Brescia-Spezia
Cesena-Juve Stabia
Crotone-Bari
Empoli-Reggina
Modena-Latina
Novara-Carpi
Padova-Cittadella
Pescara-Palermo
Ternana-Lanciano
Trapani-Varese
Ven. ore 19,00
Spagna
(0-3)
(2-2)
(2-0)
(2-1)
(1-2)
(0-0)
(0-1)
(0-1)
(0-1)
(1-1)
(0-0)
Classifica
Classifica
Entella 53; Pro Vercelli 44; Vicenza (-4)
42; Cremonese 41; Como 38; Sudtirol,
Venezia, Savona 37; Albinoleffe (-1) 35;
Feralpi 29; Lumezzane, Carrarese 27;
Reggiana 25; Pro Patria (-1) 24; Pavia
19; San Marino 17
Frosinone 55; Perugia 50; Lecce 49; Catanzaro 45; Aquila, Pisa 43; Benevento,
Salernitana 40; Pontedera 37; Prato 36;
Gubbio 35; Grosseto 34; Viareggio 24;
Ascoli (-4), Barletta 21; Paganese 13;
Nocerina (-2) 12
Prossimo Turno
Prossimo Turno
23/03: Cremonese-Pavia, Pro Patria-Lumezzane, Pro Vercelli-Venezia, Reggiana-Como,
San
Marino-Entella,
Savona-Vicenza, Sudtirol-Carrarese, Albinoleffe-Feralpi
23/03: Grosseto-Pisa, Gubbio-Frosinone,
Perugia-Paganese, Pontedera-Ascoli, Prato-Lecce, Salernitana-Catanzaro, Viareggio-Barletta, Benevento-Aquila; Riposa :
Nocerina
Seconda Divisione
Girone A
Girone B
Bassano-Bra
5-1
Castel Rigone-Ischia
0-1
Cuneo-Spal
1-1
Aprilia-Vigor Lamezia
1-2
Forli’-Bellaria
5-0
Aversa N.-Arzanese
1-1
Monza-Pergolettese
2-0
Cosenza-Poggibonsi
1-0
Porto Tolle-Mantova
1-2
Martina-Melfi
0-2
Renate-Castiglione
1-0
Messina-Gavorrano
4-2
Rimini-Virtus Vecomp Vr
0-0
Teramo-Sorrento
0-1
Santarcangelo-Alessandria
2-2
Tuttocuoio-Chieti
2-1
Sassari Tor.-Real Vicenza
2-1
Foggia-Casertana
1-1
Classifica
Classifica
Bassano 57; Monza, Renate 47; Spal 46;
Santarcangelo, Mantova 45; Alessandria, Real Vicenza 44; Sassari Tor. 42;
Forli’ 38; Cuneo, Virtus Vecomp Vr, Rimini (-1) 36; Porto Tolle (-2) 35; Pergolettese 33; Castiglione 23; Bellaria (-1)
12; Bra 9
Cosenza 50; Casertana 49; Teramo 48;
Foggia 44; Ischia 43; Messina 42; Melfi 40; Vigor Lamezia 39; Chieti (-1), Tuttocuoio 35; Castel Rigone, Aversa N. 34;
Sorrento, Martina 33; Poggibonsi, Aprilia 30; Arzanese 29; Gavorrano 25
Prossimo Turno
Prossimo Turno
23/03: Bellaria-Porto Tolle, Bra-Renate, Castiglione-Rimini, Mantova-Monza, Pergolettese-Bassano, Real Vicenza-Santarcangelo, Spal-Forli’, Virtus Vecomp Vr-Sassari Tor.,
Alessandria-Cuneo
23/03: Casertana-Arzanese, Chieti-Cosenza, Gavorrano-Castel Rigone, Ischia-Martina, Melfi-Messina, Poggibonsi-Tuttocuoio, Sorrento-Foggia, Vigor Lamezia-Aversa
N., Aprilia-Teramo
50 .Sport
.LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Non potevo fare di più
Quello che non va sono
i 35” di distacco: tanti
Fernando Alonso, alla Ferrari dal 2010
STEFANO MANCINI
INVIATO A MELBOURNE
«Mi aspetto una reazione degna di questa squadra», ha
ammonito Stefano Domenicali alla fine di giornata storta
per la Ferrari. Si sapeva che la
Mercedes va forte, in realtà è
di un altro pianeta. Era previsto che la Red Bull fosse fragile come un grissino, ma Ricciardo (prima di essere squalificato) è riuscito a salire sul
podio. Anche la McLaren è
meglio di quanto ci si aspettasse alla vigilia. E la Williams
è rimasta indietro solo a causa di incidenti. Alonso si consola con la logica dei numeri: è
arrivato quarto, quindi ha dodici punti in più di Hamilton e
Meglio anche Red Bull
e McLaren, Domenicali
striglia il team: «C’è da
migliorare ovunque»
Vettel che si sono ritirati, ma
non è un ragionamento che
può reggere a inizio stagione.
E, dietro i sorrisi un po’ forzati
per il quarto posto, ne è consapevole anche lui.
La Ferrari ha tanti problemi. Era arrivata a Melbourne
con l’ossessione dell’affidabilità come chiave di successo, se
ne va con il dubbio di non avere abbastanza prestazione.
«Non voglio distinguere il motore dalle altre componenti
della macchina - insiste Domenicali -. Dobbiamo migliorare in tutte le aree». Il dg assegna i compiti ai suoi. Una
stagione non può essere compromessa dopo una sola gara,
però c’è tanto da lavorare. A
cominciare dalla stessa affi-
dabilità: Alonso all’inizio ha
perso una quarantina dei 160
cavalli forniti dal motore elettrico, Raikkonen (7°) ha avuto
problemi con i freni.
Da dove cominciare? Dallo
studio della gara, suggerisce
Alonso: «Dobbiamo imparare
da questa domenica e cercare
di rimediare già in Malesia tra
due settimane. Qui in Australia non potevo fare di più. La
Mercedes meritava di vincere,
Magnussen e Button erano più
veloci». A parte i primi cinque
giri caotici è stata una gara noiosa, in cui ogni pilota si è preoccupato più di controllare il
consumo di benzina che di provare qualche sorpasso. Nico
Rosberg non ha avuto avversari. L’unico in grado di infastidirlo era Lewis Hamilton, che
si è ritirato dopo una decina di
chilometri. Tre motori Mercedes sul podio, sei tra i primi
dieci classificati del Gran premio di Australia: non è un caso.
A dare una chance di recupero
alla Ferrari è il grandissimo
margine di miglioramento di
queste nuove monoposto di cui
nessuno ha ancora sfruttato il
potenziale. Tanta era la paura
di non concludere la prima gara della stagione, che tutti hanno corso al risparmio. Il Gp di
Malesia, anche per le caratteristiche del circuito, sarà molto più indicativo.
La Ferrari non teme il confronto con Williams e McLaren,
e nemmeno con la Red Bull attuale, ancora delicata e un po’
approssimativa nella gestione
dei regolamenti. Sul circuito
dell’Albert Park, la F14 T si è dimostrata inferiore, ma a Sepang potrebbe già sovvertire la
situazione. Il problema è la
Mercedes: uno può anche augu-
AFP
F1, GP D’AUSTRALIA: IL TEDESCO VINCE DOMINANDO
Rosso
pallido
Alonso (4°) lontano da Rosberg e dalla Mercedes
“Adesso serve una reazione degna della Ferrari”
rarsi che Hamilton e Rosberg a
turno si ritirino: potrebbe non
bastare. «Quello che non va è il
distacco - spiega Alonso -: 35 secondi sono tanti». Oltre tutto,
immaginiamo che un pilota solo
al comando non abbia bisogno
di forzare. Anzi. Quel mezzo minuto abbondante, Rosberg se
l’è accumulato dosando la benzina e i cavalli. In vita sua non
era mai stato in testa a un Mondiale. «È vero, non ci avevo pensato... Ero troppo concentrato
su quanto andasse bene la macchina», sorride. Da oggi gestirà
il rapporto con Lewis Hamilton
da una posizione di forza. Un
anno fa in Malesia gli fu intimato di non sorpassare il compagno di squadra in difficoltà.
L’ordine arrivò da Ross Brawn,
inglese come Hamilton. Stavolta in cabina di regia c’è Toto
Wolff, tedesco come Rosberg e
come la squadra: qualcosa in
più di un segno del destino.
www.lastampa.it/mancini
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Sport .51
.
La Red Bull beve troppo
Ricciardo giù dal podio
Eccessivo consumo di benzina, l’australiano (2°) viene squalificato
il caso
Da Vettel a Hamilton, tutte le «vittime» delle nuove regole
DALL’INVIATO A MELBOURNE
è chi non è riuscito a partire
e chi si è ritirato quasi subito, chi è andato
a sbattere e chi è stato squalificato. Effetti collaterali delle
nuove regole. Si temeva il caos, e per cinque giri ci siamo
andati vicino. Il Gran premio
di Australia ha battezzato il
nuovo regolamento e ha fatto
vittime illustri. Cominciamo
dalla fine: Daniel Ricciardo
taglia il traguardo in seconda
posizione, si fa la doccia di
champagne sul podio (è il primo australiano a riuscirci in
patria) e si gode il giorno più
bello della carriera. Ma la gioia dura poco: i commissari di
gara scopriranno che ha «costantemente» superato il
consumo limite di 100 chili
l’ora. La squalifica è inevitabile: esclusione dall’ordine di
arrivo. La Fia aveva annunciato che sarebbe stata inflessibile e ha mantenuto la parola. La Red Bull si è difesa sostenendo che il «flussometro», così si chiama il sensore,
non funzionava, quindi ha
chiesto l’autorizzazione a sostituirlo. Neanche quello nuovo andava bene, e allora i tec-
C’
N. 6 come papà
Sopra, Nico Rosberg
davanti a tutti dopo
il via. A lato, papà
Keke vince il primo
Gp d’Australia
su Williams (1985)
FESTA ANNULLATA
Il team fa ricorso:
«Non potete fargli questo
nella gara di casa»
Ho pensato
solo a quanto
andava bene
la macchina:
sono davvero
al 7° cielo
Nico Rosberg, Mercedes
GIRI
La radio (degli ingegneri)
brucia le emozioni tv
momenti più emozionanti
del Gran premio di Australia li ha trasmessi la
radio. Per l’esattezza la radio
di bordo, quella che collega i
piloti agli ingegneri e che ieri
ha bruciato sul tempo la tv.
Mentre lo schermo rimandava in mondovisione l’immagine della Mercedes di Lewis
Hamilton in piena corsa, si è
udita la voce gracchiante del
tecnico: «Lewis, devi fermarti». Un giro dopo, stessa
scena con Vettel: caro Sebastian anche per te il Gran
I
Assieme all’Ers vale 160 cv per 33’’ a giro
(nel 2013: 80 cv per 6’’)
Vettel (Red Bull): si è ritirato al 4° giro
Maldonado (Lotus): si è ritirato al 30° giro
Grosjean (Lotus): si è ritirato al 44° giro
AFP
RITIRI ECCELLENTI
FUORI
1
Kers
premio di Australia finisce
qui. Passano pochi istanti, ed
ecco inquadrata la Red Bull
del campione del mondo che
imbocca la corsia dei box. In
altri tempi avremmo pensato
fino all’ultimo a un pit stop e
trattenuto il respiro mentre i
meccanici si affaccendavano
intorno alla monoposto. Oggi
sappiamo in anticipo come andrà a finire. È come se in un
film giallo una voce fuori campo informasse che l’assassino
è il maggiordomo. Emozioni
interrotte.
[S. MAN.]
Allarme Sebastian:
«Mi manca potenza»
Lewis tradito dal motore
nici hanno risolto il problema
da sé. «Se c’è un problema su
un sensore omologato, interveniamo NOI», si legge nella
sentenza di condanna (il
«NOI» maiuscolo è testuale).
La Red Bull ha prima tentato la mozione degli affetti
(«Daniel è australiano, non
potete fargli questo proprio a
Melbourne»), ovviamente respinta, quindi ha annunciato
ricorso. È la prima coda polemica del campionato, pochi
giorni dopo l’invito del presidente della Ferrari Luca
Montezemolo a «fare attenzione alle furbate».
Altra vittima illustre del
nuovo regolamento è Sebastian Vettel. Il campione del
mondo aveva segnalato il problema fin dal giro di formazione: «Mi manca potenza, è
normale?». Certo, come no. È
stato il kers a tradirlo, come
altre volte era successo in
passato: la differenza è che
oggi senza la spinta del motore elettrico una Formula 1
equivale a una monoposto di
Gp2. Diverso il caso di Lewis
Hamilton, bloccato da un problema di accensione: «Andavo a cinque cilindri invece che
a sei», ha illustrato il pilota.
Fosse successo un anno fa, i
suoi ingegneri dai box avrebbero cercato una soluzione di
fortuna a costo di rischiare
una rottura. Stavolta non se
lo sono potuti permettere,
perché ogni pilota ha in dota-
2
3
Carburante
Il consumo istantaneo massimo è di 100 kg l’ora
(nel 2013 non era stato fissato nessun limite)
Ricciardo (Red Bull): squalificato
Motori
Massimo 5 a stagione (nel 2013: 8)
Hamilton (Mercedes) si è ritirato
al 3° giro per motivi precauzionali
4
AFP
Freni
Il freno posteriore è gestito elettronicamente (nel 2013: controllo idraulico)
Kobayashi (Caterham): incidente al 1° giro per guasto al freno posteriore.
Massa (Williams): coinvolto nell’incidente e ritirato
zione soltanto cinque motori:
spaccarne uno subito sarebbe
un danno grave.
Passiamo al caso di Felipe
Massa: la sua Williams funzionava come un orologio, diversamente dalla Caterham di Kobayashi che l’ha centrato in
pieno alla prima curva. Il pilota
giapponese si è scusato, ma il
team lo ha assolto. È colpa dei
freni posteriori che da quest’anno sono regolati da un circuito elettronico invece che
idraulico. Ora proviamo a immaginare che cosa significhi
psicologicamente per un pilota
avere dietro Kobayashi con il
rischio che gli partano i freni:
neanche il Grosjean e il Maldonado dei tempi d’oro erano altrettanto distruttivi. I due, tra
l’altro, oggi sono compagni di
squadra alla Lotus, la squadra
più in crisi del momento: anche
loro hanno avuto in sorte un
kers difettoso e si sono ritirati
a metà gara. In Malesia comunque andrà peggio: ai difetti di ieri si aggiungeranno quelli causati dal caldo afoso. Sarà
un bel crash test per gli impianti elettrici.
[S. MAN.]
52 .Sport
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Nel club dei grandi
Hirscher, così perfetto
da sembrare finto
Gli altri
tris di fila
Sci, il vincitore della coppa del Mondo chiude con un successo
Personaggio
DANIELA COTTO
erza coppa del
mondo consecutiva, un risultato
storico per Marcel
Hirscher, il calcolatore che sguscia tra i pali come un folletto. È un computer,
l’austriaco: brucia Felix Neureuther sul filo di lana quando
conta, nell’ultimo giorno delle
finali, prendendosi il trofeo
generale e quello di slalom.
Un successo costruito con
costanza, mattone su mattone, mettendo insieme la bellezza di 1222 punti, 131 in più di
Aksel Svindal, il rivale per eccellenza, il vichingo imbattibile nelle discipline veloci crollato alle Olimpiadi e arrivato
sfinito nelle ultime gare di
coppa del mondo. Quando
Marcel, invece, grazie a nervi
d’acciaio, l’ha spuntata, entrando nel ristretto club di
Gustavo Thoeni, Phil Mahre e
Ingemar Stenmark, i grandi
che hanno vinto tre volte di fila la sfera di cristallo.
Hirscher però, stella di
grande classe, è l’antipersonaggio del circo bianco. Quan-
T
Stelle
Marcel Hirscher, 25 anni, austriaco, in trionfo con la coppa del mondo
1
Medaglia
Alle Olimpiadi
Hirscher
a Sochi
ha vinto
l’argento
in slalom
Il bilancio azzurro: 9 podi per l’Italia
Fenninger,dopoiltitoloassoluto,quellodigigante
1 Finali Lenzerheide, slalom
uomini: 1. Hirscher (Aut)
2’07”74; 2. Neureuther (Ger)
0”76; 3. Matt (Aut) 1”8. Hirscher vince la coppa assoluta e
la coppa di slalom. Finali Lenzerheide, gigante donne: 1. Anna
Fenninger (Aut) 2’01”28; 2.
Brem (Aut) 0”25; 3. LindellVikarby (Sve) 0”33. Bilancio
azzurro. Sono nove i podi dell’Italia, una vittoria con Dominik Paris; un secondo posto di
Christof Innerhofer; due terzi
posti a testa per Elena Fanchini,
Peter Fill e Patrick Thaler; un
terzo posto per Manfred Moelgg. Nel bilancio ci sono anche
l’argento e il bronzo olimpici di
Christof Innerhofer a Sochi.
Gustavo
Thoeni
(in alto)
vinse
nel 71-’72-’73
Ingemar
Stenmark
(al centro)
trionfò
nel
1976-’77-’78
e Phil Mahre
negli anni
1981-’82-’83
Hirscher
ha dominato
nel 20122013 e 2014
ta differenza con l’acerrimo rivale Ted Ligety, anticonformista e comunicatore che batte
l’austriaco anche fuori pista. E
che dire della diversità di carattere tra lui e Felix Neureuther,
con il quale duella in slalom: il
tedesco figlio d’arte è sempre
pronto allo scherzo e in ogni situazione esprime un concetto
interessante. Da Marcel, invece, non ci si aspetta mai una frase originale. Un esempio? Alle
Olimpiadi di Sochi, scornato
per aver vinto «solo» l’argento
in slalom, beffato dal vecchietto
e compagno di squadra Mario
Matt, ha cercato di buttarla sul
ridere ghiacciando la platea.
In Austria è un idolo ma dimenticatevi le gag di Hermann
Maier, un vero personaggio e
stella della discesa, la regina
dello sci. Hirscher, che invece
eccelle nelle discipline tecniche, punta sulla regolarità. È
così perfetto da sembrare finto,
l’estro non fa parte del suo dna.
Gareggiando solo in gigante e
slalom, con qualche superG, è
salito sul podio ben dodici volte: 4 vittorie, 3 secondi e 5 terzi
posti. Ha accusato una flessione a metà gennaio, dopo l’ultima vittoria in slalom ad Adelboden e il secondo posto nel gigante di St. Moritz (2 febbraio).
A questa si è aggiunta la delusione delle Olimpiadi di Sochi,
quarto in gigante e argento in
slalom. Risultati che avrebbero
potuto minare la corsa allo
scettro dello sci di un atleta meno dotato. Lui non ha mollato, si
è rialzato subito concentrandosi sull’altro obiettivo importante della stagione, la coppa del
mondo. Marcel non parla, fa
razzia. Con Anna Fenninger,
vincitrice della coppa del mondo femminile, ha riportato in alto l’Austria, centrando una doppietta che al Wunderteam
mancava da dodici anni con Michaela Dorfmeister e Stefan
Eberharter. Quello di ieri è un
successo storico, degno di un
infallibile computer.
BASKET: SERIE A
Milano alla 12ª
vittoria di fila:
ko anche Roma
Milano vince la 12ª partita
consecutiva in serie A e continua a veleggiare al vertice.
Nonostante l’assenza del suo
miglior marcatore Langford
(per l’infortunio muscolare a
Vitoria in Eurolega), l’Armani ha demolito Roma con
un’importante prestazione
balistica (14/29 da tre) e con il
massimo in carriera in serie
A di Nicolò Melli (24 punti,
eguagliato il record precedente stabilito in Legadue
con Reggio Emilia).
A proposito di show individuali, Drake Diener risolve
per Sassari una gara difficile
contro Venezia: 44 punti con
11/14 da due, 7/12 da tre, 7
rimbalzi e nessuna palla persa. I sardi sono alla quinta
vittoria di fila (segnando 96,8
punti di media), dopo la conquista della Coppa Italia a
febbraio, e agganciano in
classifica Siena, sconfitta a
Pistoia nonostante la rimonta nell’ultimo quarto. [P. SC.]
Cantù è seconda
1 Sassari-Venezia 100-95,
Milano-Roma 85-61, Cremona-Avellino 83-75, Pistoia-Siena 77-76, Bologna-R.Emilia
70-71, Caserta-Montegranaro75-68,PesaroVarese79-86,
Cantù-Brindisi 84-69. Classifica: Milano 36; Cantù, Brindisi
32; Siena, Sassari 30; Roma
28; R. Emilia, Caserta 22; Avellino, Venezia, Pistoia 20; Varese 18; Cremona, Bologna 16;
Montegranaro 14; Pesaro 12.
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
All’inferno e ritorno
Pennetta dei miracoli
Personaggio
STEFANO SEMERARO
el Parlamento
dello sport italiano le ragazze del
tennis non hanno
mai avuto bisogno di chiedere quote rosa. Se
le sono prese. Quattro Fed Cup,
una vittoria e altre due finali al
Roland Garros, Slam e primati
in classifica in doppio, un piovigginare di titoli che dall’inizio
del Millennio non ha mai smesso di bagnare il circuito. Una
valanga rosa, un circolo virtuoso che Flavia Pennetta aveva
inaugurato piazzando il primo,
vero mattoncino nell’estate
2009, quando diventò la prima
tennista italiana a guadagnarsi
un ticket per la top-ten, e che
sempre Flavia, 5 anni dopo, ha
chiuso (momentaneamente)
muovendo un altro passo in
terra sconosciuta. Nessun tennista italiano era mai arrivato
in finale a Indian Wells, il torneo dei magnati californiani,
oasi allestita nel deserto da
Larry Ellison, il patron di
Oracle e uno degli uomini più
ricchi del mondo che pur di fare del suo giocattolino una sor-
N
Batte la Radwanska e trionfa a Indian Wells: nel 2013 pensava al ritiro
10
Tornei
12a
TENNIS, 6-2 6-1 IL PUNTEGGIO
Nei festeggiamenti anche
il gavettone di Fognini
È lui il nuovo fidanzato?
In classifica
IL COACH PREFERITO
Con lo spagnolo Navarro
ha ritrovato geometrie e
servizio: può salire al n. 5
ta di quinto Slam ha buttato sul
piatto 70 milioni di dollari. Flavia in finale è arrivata e se le è
anche presa, ieri, mettendo in
ginocchio il tennis tutto genuflessioni e incanti di Aga Radwanska, n. 3 del mondo, in 2 set
un filo crudeli: 6-2 6-1. E’ il torneo più importante della sua
carriera, un “premier Mandatory” con un albo d’oro a 90 carati, il 10º del suo palmares (solo Sandra Cecchini ne ha vinti
di più), il 2º alloro più prestigioso del nostro tennis dopo il Roland Garros della Schiavone.
L’ha festeggiato beccandosi un
gavettone di Fabio Fognini - secondo i malati di gossip il suo
nuovo fidanzato - e scrivendo
sulla telecamera quella sigletta, tre “M” e un cuoricino, che è
diventata il marchio della sua
nuova avventura.
La polacca era sofferente alla rotulina sinistra, e infatti si è
spremuta lacrime di rabbia
durante la premiazione, ma il
malanno nulla toglie ai 10 giorni
da urlo della Penna, che nel corFlavia so del torneo ha spazzato via
Pennetta, 32 Sam Stosur, ex top-10 e vincitrianni, salì al ce di Slam, la nipotina Camila
numero 10 Giorgi - che aveva estromesso
nel 2009, Maria Sharapova - e in semifinacrollando le la n. 2 del ranking Na Li.
poi al n.158
«Mi dispiace per Agnieszka,
nel 2013 ma questo era il mio giorno», ha
detto alla fine Flavia, raggiante
beniamina del pubblico americano che ama la sua tenacia, il suo
allure da piccola Loren, la sua
disciplina. E non è un caso
che la pugliese, dalla vittoria a Los Angeles alle semifinali degli ultimi Us
Open, negli States abbia
Professionista dal 2000 ha
giocato sempre benissivinto 10 tornei in carriera:
mo. Da oggi Flavia ritoril primo nel 2004 sulla
na a due passi dalla topterra rossa di Sopot
10, n. 12, scavalcando la sua
(Polonia)
antica compagna di doppio
Roberta Vinci (13) e arrivando a solleticare Sara Errani, n.
10. L’entrata nel recinto delle
grandi a 27 anni era sembrato
il traguardo, a 32 rischia di
diventare una tappa, visto
che Flavia da qui a Wimbledon ha solo briciole da
difendere. Persino il n. 5
Prima italiana ad entrare
non sembra un approdo
nelle prime 10 (nel 2009)
troppo temerario.
da oggi l’azzurra si
E’ una storia di alpiniavvicina di nuovo
smo mentale applicato al
alla top ten
tennis, una vicenda di chiodi
piantati e di corde scivolate
via. Mentre Schiavone, Errani e
Vinci la scavalcavano, Flavia,
bloccata da infortuni seriali, da
un polso rammendato che
nel 2012 sembrava averle
scucito la carriera, ha ricominciato dal campo
base, da Barcellona col
È quanto ha guadagnato
nuovo coach spagnolo
in carriera Flavia Pennetta
Salvador Navarro che ha
Nel montepremi
sostituito il fuggitivo Gaè compreso
briel Urpi e l’ha convinta a
Indian Wells
spingere di più, a rafforzare
le sue trigonometrie una volta forse troppo morbide, a investire sul servizio, a potenziarsi
muscolarmente. Nel maggio 2013
Flavia era scivolata al n. 158 del
ranking, a un passo dal ritiro, da
una nuova vita («forse di mamma», disse a Wimbledon). Oggi è
pronta a sfidare le più forti. «È la
vittoria della determinazione»,
ha detto il presidente del Coni
Malagò, che con Flavia ha scambiato molti messaggi in queste
notti. Una vittoria senza se, senza ma, senza quote. Da donne che
Giovanni Malagò, n. 1 del Coni sanno come prendersi il mondo.
Rinata
6,3
Milioni di euro
Mi spiace per
Agnieszka,
ma questo era
il mio giorno
Flavia Pennetta, tennista
Questa è
la vittoria
della
determinazione
Sport .53
.
In breve
Volley: campionato
Piacenza capolista
1 Serie
A1 (10ª): PiacenzaVerona 3-0, Ravenna-Macerata 3-2, Trentino-Perugia
1-3, Vibo Valentia-Cuneo 0-3,
Città di Castello-Latina 3-0,
Modena-Molfetta 3-0. Classifica: Piacenza 54, Macerata
53, Perugia 45, Trentino 36,
Cuneo 32, Modena 31, Città di
Castello 28, Verona 25, Ravenna 23, Vibo Valentia 19,
Molfetta 17, Latina 15.
Short track: Mondiali
Staffetta di bronzo
1 La staffetta azzurra si ri-
pete: dal bronzo olimpico al
bronzo Mondiale con Fontana, Peretti, Maffei e Viviani.
Nei 1000 metri, Fontana eliminata in semifinale.
Paralimpiadi chiuse a Sochi
Italia senza podi
1 La
Russia vince anche il
medagliere delle Paralimpiadi con 80 podi (30 ori). 19 Paesi sono andati a medaglia, non
l’Italia che è rimasta a secco.
Ciclismo: nella «Tirreno»
Show di Contador
1 Lo
spagnolo Alberto
Contador ha vinto per distacco la 5ª tappa della TirrenoAdriatico, balzando in teta alla classifica. Il colombiano
Carlos Betancur ha conquistato la Parigi-Nizza: ultima
tappa al francese Vichot.
Atletica: a New York
Mo Farah (2º) sviene
1 Mo
Farah (2 ori olimpici
nei 5 e 10 mila) è arrivato 2º
nella mezza maratona di New
York vinta dal keniano Mutai,
ma è collassato al traguardo:
«Ho solo spinto troppo». Nella mezza di Lisbona Valeria
Straneo è 6ª (1h09’47”).
Marcia: Lugano
Giorgi 2ª con personale
1 Nella
20 km di Lugano,
Eleonora Giorgi si piazza 2ª
dietro alla plurimedagliata
mondiale Hong Liu e migliora
il personale di 2’39”: 1h27’29”.
Scherma: fioretto, CdM
Dream Team d’oro
1 Il
Dream Team azzurro
dominare tutte le gare, nella
tappa di Tauber in Coppa del
Mondo, il quartetto di fioretto Errigo, Di Francisca, Vezzali e Erba vincono ancora. È
Europei di Zagabri 2013 che
la squadra vince sempre.
T1 CV PR T2
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 54
Un modello di trasferimento tecnologico dai Centri di Ricerca alle Aziende
TARGET: verso il 1° Technology Day
“Un tuffo nelle
opportunità generate
dall’innovazione”: è questo
il leitmotiv della campagna
di comunicazione di
TARGET, Tecnologia e
Ricerca generano
Trasferimento, il progetto
ideato e gestito in
collaborazione dal
Politecnico di Torino,
dall’Unione Industriale
attraverso il MESAP, e
dall’I3P, Incubatore del
Politecnico, grazie al
cofinanziamento del
Ministero dello Sviluppo
Economico.
Con l’obiettivo di aprire i
laboratori del Politecnico e
rendere disponibili alle
imprese tecnologie e
competenze fortemente
innovative, TARGET
intende sperimentare un
modello virtuoso di
trasferimento tecnologico
dai centri di ricerca alle
imprese. Sono coinvolti due
fra i maggiori laboratori del
Politecnico di Torino: il
Laboratorio di Meccatronica
(LIM) e il Laboratorio di
Materiali e Microsistemi
(CHILAB).
I numeri di TARGET sono
importanti:
- 17 tecnologie altamente
trasversali raccolte in una
sorta di catalogo
consultabile sul sito del
progetto www.politarget.eu;
- 5 categorie tecnologiche in
settori all'avanguardia:
Energia, Superfici e
Lavorazioni, Analisi e
Testing, Sensoristica e
Attuazione, Controllo;
- decine di applicazioni
potenziali;
- una quarantina di
ricercatori ed esperti
impegnati;
- centinaia di imprese
contattate attraverso l’invio
di questionari per la
definizione della domanda
di innovazione;
- decine di incontri e audit
tecnologici.
Gli incontri, effettuati di
norma in azienda, vedono
riunirsi intorno allo stesso
tavolo ricercatori e tecnici
delle aziende e sono
dedicati oltre che a favorire
la conoscenza reciproca,
anche a sviscerare le
problematiche tecnologiche
poste dalle aziende.
Gli esiti sono assai variegati:
avvio di collaborazioni per
l’individuazione di
soluzione tecnologiche
specifiche, dietro commessa
o avvalendosi di opportunità
di cofinanziamento
pubblico; individuazione di
nuove opportunità di
investimento nelle
tecnologie proposte da parte
di aziende che intendono
diversificare la loro
produzione; accesso alle
infrastrutture dei laboratori
per prove e sperimentazioni.
Insomma una vera “full
immersion” nella
tecnologia, di cui si potrà
fare esperienza diretta
durante il 1° Technology
Day del progetto, che si
terrà il 9 aprile, presso il
Centro Congressi
dell’Unione Industriale.
Un intero pomeriggio nel
quale i partecipanti
potranno toccare con mano
le soluzioni tecnologiche
sviluppate dal LIM e dal
CHILAB grazie a un
allestimento espositivo. Il
tutto sarà accompagnato da
una serie di interventi
tenuti in tandem da
ricercatori e imprese, che
porteranno le loro
esperienze di
collaborazione.
Per informazioni:
coordinamento.r&i@
ui.torino.it; tel. 011.5718225.
IN BREVE
Domani, alle ore 21.00,
presso il Centro Congressi, il
primo appuntamento del
nuovo ciclo dei Martedi Sera
prevede la presentazione del
libro “Il car design verso
nuovi orizzonti: il caso di
Torino Design” di Roberto
Piatti. Ne parlano Benedetto
Camerana, Decio Caruati e
Stephen Bayley, fondatore del
London Design Museum.
Modera Piero Bianco,
giornalista.
Lunedì prossimo 24 marzo
alle ore 14.30 presso la
Camera di commercio di
Torino, si terrà un seminario
sul tema della valorizzazione
economico-finanziaria degli
asset intangibili delle imprese
come leva di sviluppo e di
accesso al credito.
La partecipazione è gratuita
previa iscrizione, entro e non
oltre il giorno precedente sul
sito www.promopoint.to.
camcom.it
Per contattare la Segreteria
organizzativa: email
asset.immateriali@
pie.camcom.it
Martedì 18 Marzo dalle
ore 10.00 presso il Centro
Congressi, si terrà l’incontro
fra il CNR e le aziende
associate, organizzato
dall’Unione Industriale e dal
CORFUI, per intensificare la
collaborazione su progetti di
ricerca industriale e di
diffusione dell’innovazione.
Per adesioni e informazioni:
[email protected],
tel. 011.5718467
[email protected]
tel. 011.5718462.
Venerdì 21 marzo alle ore
18.00 presso il Centro
Congressi nella Sala
Piemonte verrà presentato il
libro di Giuseppe Recchi
“Nuove energie. Le sfide per
lo sviluppo dell’ Occidente”.
L’autore ripercorre le vicende
dell’energia nel mondo
moderno.Introduce Licia
Mattioli, Presidente degli
industriali torinesi.
Dialogano con l’autore: Piero
Fassino,Oscar Farinetti e
Gian Maria Gros-Pietro.
Modera Mario Calabresi,
Direttore de La Stampa.
Registrati su www.ripresaeimpresa.it
Aderisci anche tu!
AZIENDE D’ECCELLENZA
NISO BIOMED:
LA START UP CHE CURA INNOVANDO
"La mia idea è sempre stata di raccogliere
innovazioni in giro per il mondo e farle maturare: in
parole povere, portare i
brevetti fuori dai cassetti. E
il settore medico “mangia”
tanta innovazione". Nelle
parole di Paul Muller,
fondatore della start up
Niso Biomed, sostenuta da
un socio di peso come
Michele Guala e con sede a
Torino, il segreto del
successo che l'azienda sta
raccogliendo grazie ad un dispositivo medico
innovativo - EndoFaster - che analizza il succo
gastrico migliorando le diagnosi e il riconoscimento
dei fattori di rischio tumorale. Il dispositivo,
inventato dal tecnologo e gastroenterologo Antonio
Tucci, è stato valorizzato dalla star up torinese che ha
acquisito i diritti della proprietà brevettuale e ha
reingegnerizzato la macchina che permette la nuova
forma di analisi medica. Niso Biomed (sei
dipendenti) si è fin dal principio rivolta all'estero
entrando sui mercati che
riconoscono la marcatura Ce.
Ha istallato prodotti in Italia
e Uk ed ha attivato
distributori in Spagna,
Portogallo, Arabia Saudita
ed Israele. Inoltre l'azienda
ha avviato trattative in India
con distributori locali,
nonché contatti per la
realizzazione di jv con
aziende giapponesi e statunitensi. Niso Biomed è
stata premiata il 20 febbraio scorso dal presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione
della "Giornata della Qualità Italia". Come dire: qui
c'è una parte dell'eccellenza dell'Italia nel mondo.
55
Gli autovelox della settimana
IN EDICOLA CON
LA STAMPA
Oggi
Domani
19 mar
20 mar
Oggi
Ieri
Un anno fa
MIN (˚C)
7
6.9
0.2
MAX
IL TEMPO IN CITTÀ
24
24.4
5.6
Diario
Corso Grosseto
Lungo Stura Lazio
Via Pietro Cossa
Corso Moncalieri
Strada Aeroporto
Corso Lione
Corso Grosseto
Lungo Stura Lazio
Via Pietro Cossa
Corso Grosseto
Lungo Stura Lazio
Via Pietro Cossa
Corso Moncalieri
Strada Aeroporto
Corso Moncalieri
Strada Aeroporto
Via Zino Zini
Via Giordano Bruno
Via Passo Buole
Via Onorato Vigliani
Corso Grosseto
Lungo Stura Lazio
Via Pietro Cossa
Corso Moncalieri
Strada Aeroporto
C.so Giulio Cesare
Corso Orbassano
Corso Tazzoli
Corso Cosenza
Corso Siracusa
Corso G. Ferraris
Corso Allamano
Corso Francia
Corso Peschiera
Corso Trapani
Via Mazzarello
Corso Rosselli
Via Sansovino
Strada Pianezza
Via Passo Buole
Via Onorato Vigliani
Strada del Drosso
Via Plava
Corso Orbassano
Corso Settembrini
Via Biscaretti di Ruffia
Corso Francia
Corso Peschiera
Corso Trapani
Via Mazzarello
Corso Rosselli
Corso Sacco e Vanzetti
20 mar
Via Plava
21 mar
22 mar
Corso Salvemini
Via Sansovino
Strada Pianezza
Via Botticelli
Corso Vercelli
Corso Grosseto
Lungo Stura Lazio
Via Pietro Cossa
Corso Moncalieri
Strada Aeroporto
Corso Vercelli
Via Sansovino
Strada Comunale
di Pecetto
Corso Grosseto
L.go Stura Lazio
Via Pietro Cossa
C.so Giulio Cesare
Corso Novara
Strada Superga
Via Agudio
Corso Cairoli
Strada Pianezza
Corso Novara
Via Ventimiglia
Via Agudio
Corso Cairoli
Via Passo
Buole
Corso Moncalieri
Strada Aeroporto
Corso Appio Claudio
Via Passo Buole
Via O. Vigliani
Strada del Drosso
C.so Settembrini
Via Biscaretti di R.
Via Onorato
Vigliani
Centimetri
LA STAMPA
Si ricordano inoltre
le postazioni fisse
di c.so Regina
Margherita
e c.so Unità d’Italia
T1 CV PR T2
RUDY
OROLOGI
COMPRO ORO
COMPRO ARGENTO
COMPRO ROLEX
Via XX Settembre, 14/c
(quasi ang. Via Gramsci)
TORINO
Cell. 348.5502437
TORINO
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 fax 011 6639003, e-mail [email protected] 1 [email protected] 1 [email protected]
Il tribunale
prolunga
l’orario delle
cancellerie
Un’ora in più
dopo la rivolta
degli avvocati
Giorgio Ballario
A PAGINA 59
Le bidelle
tornano
a incatenarsi
Oggi la protesta
«Maltrattate dalle
nuove cooperative»
Beppe Minello
A PAGINA 61
Gli uomini
che vegliano
sui lampioni
Ogni notte una ronda
per controllare
le 98 mila luci
Andrea Rossi
A PAGINA 61
Pms, ancora
una sconfitta
di un punto
Basket delusione
Trento passa
di misura al Ruffini
Domenico Latagliata
INCHIESTA LE PROTESTE DEI CITTADINI AGLI SPORTELLI
Code, ritardi, disservizi
Rabbia contro le Poste
Il nostro test: anche tre ore di attesa per ritirare la pensione
*
L’attesa. Ore perse in coda, davanti agli sportelli
delle Poste. Siamo andati
a vedere quanto tempo ci
vuole per ritirare la pensione o pagare una bolletta. Le proteste sono tante, soprattutto dagli anziani che si lamentano anche della poca educazione
degli impiegati.
FRONTALE CON UN TIR: BLOCCATA PER SEI ORE LA TORINO-AOSTA
fatale. Un ca* Ritardo
so emblematico è stato
raccontato da un uomo
che ha scritto a «Specchio dei Tempi»: un dvd
con i ricordi di un’amicizia durata una vita
mandato a un amico
malato. Il destinatario è
morto prima di ricevere
il pacco.
Pianta
ALLE PAGINE 56-57
INTERVISTA
“Mi fingo
cliente per
controllare”
Contromano in autostrada
La nuova direttrice
delle Poste a Torino
Massimo Numa A PAGINA 58
A PAGINA 63
Insalaco A PAGINA 56
L’altra Crimea
GUIDO NOVARIA
U
na Crimea lontanissima da quella che stiamo conoscendo in queste settimane nel concerto di
stasera, ore 20,30, al Conservatorio «Giuseppe Verdi» dal
titolo «Venti di libertà», promosso dal Comune per celebrare il 153°dell’Unità d’Italia. Il complesso «Harmoniemusik» diretto da Francesca
Odling, eseguirà anche
l’«Adagio per i caduti nella
battaglia della Cernaia»,
composto da Stefano Tempia
-maestro di cappella di Corte
- in omaggio alle vittime del-
l’esercito sardo impegnato nel
celebre scontro nei pressi dell’altrettanto celebre fiume che
sfocia nella baia di Sebastopoli,
combattuta fra le truppe franco-piemontesi e russe il 16 agosto del 1855, in quel conflitto
che permise a Cavour di sedersi al tavolo dei vincitori al Congresso di Parigi,l’anno dopo.
Il viaggio in musica di stasera «alla ricerca della libertà»
andrà dal «Te Deum» di Haendel all’ouverture dal «Nabucco» di Verdi, con brani di Cimarosa, Pugnani e Ponchielli.
L’ingresso al concerto è libero
fino ad esaurimento dei posti
disponibili.
IL CASO
La volta
buona
per Giovine
ALESSANDRO MONDO
I
l nome è un programma:
Giunta per le Elezioni, le ineleggibilità, le incompatibilità
e l’insindacabilità. Così lungo da
contenere in sè una promessa
di impotenza. Sarà per questo
che oggi questo organismo - oltretutto acefalo, dato che Rocchino Muliere, il presidente, è
stato tra i pochi a rassegnare le
dimissioni quando nel Pd era di
moda annunciarle - oggi torna a
riunirsi. Dati i precedenti, altre
due sedute sono già state fissate per mercoledì e giovedì.
Passando dal piano lessicale a
quello politico, il perimetro è
quello del Consiglio regionale in
disarmo. All’ordine del giorno, il
verdettosulladecadenzaomeno
di Michele Giovine. Sempre lui, il
consigliere dei Pensionati già
condannato (penalmente) e sospeso per la nota vicenda delle
firme false: il vizio d’origine della
legislatura uscente. Secondo i
Radicali, che hanno presentato
una denuncia per omissione di
atti d’ufficio, un atto scontato,
anzi: dovuto. Puro accanimento,
hareplicatoilLucignolodiPalazzo Lascaris, rivendicando di essere già fuori dai giochi. In uno
slancio di generosità si era pure
offerto di rassegnare le dimissioni nelle mani di Cota, e della
maggioranza, per levarle dall’imbarazzo: non essendosene
saputo più nulla, si deduce che
nessunoglieleabbiachieste.Forse perchè è la stessa maggioranza che finora ha fatto quadrato
intorno a lui. Staremo a vedere.
T1 CV PR T2
56 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
gg Dossier/ Inchiesta sui servizi in città
Poste sotto accusa
“Si perde
troppo tempo”
Lunghe code, raccomandate non consegnate
Promossi solo gli uffici centrali di via Alfieri
CRISTINA INSALACO
«Tre ore, Tre ore in coda
per ritirare la pensione. Ma
le sembra possibile?». Adelia Leombruno, 80 anni, ed
ex operaia Fiat, appena sente nominare la parola «Poste» non si trattiene e: «Per
carità, qui perdo sempre intere mattinate. Quando sono in coda il tempo non passa mai. E le ginocchia mi
fanno male». Quello che i torinesi non riescono proprio
a sopportare delle Poste Italiane sono i tempi di attesa,
sempre troppo lunghi, qualsiasi sia la pratica: bollette o
spedizioni.
Stefano Mascagni è in fila
agli uffici di via Ascoli da due
ore. «È un’assurdità, devo
soltanto spedire un pacco
con dei manifesti», racconta.
Davanti a lui o Andreone, 84
anni, è venuto a fare una
commissione per la figlia:
«Cinquanta minuti per spedire una raccomandata e sono ancora qui – sospira -. Facevo prima ad andare a consegnare la busta di persona,
se una persona lavora deve
chiedere un permesso per
venire in Posta».
NEI PICCOLI PAESI
No alle lettere
a giorni
alterni
Anche il Garante
boccia le Poste. Il caso è
quello della proposta
delle Poste Italiane di
portare le lettere nei piccoli paesi e giorni alterni. Ma nel contratto di
Programma con lo Stato
le Poste Italiane si impegnano a consegnare la
corrispondenza cinque
giorni su sette, da qui la
reprimenda del Garante
che ha respinto il progetto. Le Poste nel documento-proposta parlavano di un esperimento
in zone con meno di 200
abitanti per chilometro.
1
chiamano 35 numeri per le raccomandate, e io che devo andare allo sportello dei bollettini
non passo mai».
I pacchi
L’attesa
È un’attesa snervante quella
delle poste. Un’attesa di gente
che sta in coda e sbuffa, guarda orologi e cellulari ogni 30
secondi, dondola i piedi nervosamente. «È un’attesa densa di lamentele e di persone
che perdono la pazienza e a
volte se ne vanno via», dice
Ornella Laurino, all’ufficio postale di via Sacchi. E Gaetano
Donato, in fila in corso Taranto, si sente vittima di ingiustizie: «Dovrebbe funzionare
che chi arriva prima, passa
prima. Ma non è così. A volte
Altro problema sono i pacchi
che arrivano in ritardo o non
arrivano proprio. Salvatore M.
ricorda ancora con gli occhi lucidi di rabbia il suo incubo all’ufficio postale di corso Grosseto. «Due mesi fa ho spedito
delle fiale da iniettare a mia
moglie malata di sclerosi multipla in Sicilia. Era un giovedì e
gli sportellisti mi avevano garantito che il pacco sarebbe
arrivato entro quattro giorni.
Ma è arrivato il giovedì successivo». A Fabrizio G. è successo
di trovarsi nella buca una cartolina indirizzata ad una ra-
gazza di Ravenna che per
qualche motivo è finita a lui,
che abita in via Ravenna.
Gli impiegati
«Gli sportellisti non sono abbastanza efficienti né cortesi –
commenta Elisabeth Astete -.
Sono in coda da un’ora, e intanto loro con tutta calma prendono il caffè o parlano per dieci
minuti al cellulare con il figlio.
Non c’è rispetto per il cliente».
Altri come Lina Inglima se
la prendono con i postini. «A
volte non ho neanche il tempo
di scendere per la raccomandata e loro se ne sono già andati, lasciandomi il foglietto
per ritirare il pacco». Rita
D’Ambrogio, all’uscita delle
poste di via Miglietti, ha una
critica da fare: «L’ultima bolletta della luce di mio fratello
è stata recapitata all’indirizzo
vecchio. Il servizio “Seguimi”
non ha funzionato».
Gli esempi positivi
Nessuna lamentela invece in
via Alfieri, e sporadicamente
tra le tante critiche salta fuori
anche qualche commento positivo. Come quello di Francesco
Colagrande e Nunzia Pinnelli:
«Non abbiamo mai fatto più di
mezz’ora in coda».
E se in via Gottardo i torinesi lamentano il fatto che
non sia mai esistito l’erogatore delle prenotazioni, in via
Damiano Chiesa Antonio
Triolo racconta che «C’è un
solo ufficio per i quartieri Barca e Bertolla, che è piccolo e
sempre affollatissimo». Stesso problema a Mirafiori Sud.
«In via Pomaretto non c’è spazio neanche per compilare un
modulo – dice Raimondo San
Filippo -. Le poste oggi vogliono essere delle banche, ma
non hanno la mentalità (né la
capacità) per farlo».
«Non sempre gli impiegati sono cortesi»
Non c’è pace per chi deve pagare bollette o spedire raccomandate, le attese agli sportelli sono
sempre lunghissime e si perdono mattinate intere
«Tre ore in piedi
e alla mia età
non è facile
Qui si perde sempre
un sacco di tempo»
«Cinquanta minuti
per spedire una
raccomandata, facevo
prima a consegnare
la busta di persona»
«A mio fratello
la bolletta della luce
è arriva all’indirizzo
sbagliato. Il “seguimi”
non funziona»
Adelina Leombrugno
Pietro Andreone
Rita D’Ambrogio
Pensionata
ex operaia Fiat
Pensionato
Poste di via Ascoli
Casalinga
Poste di via Miglietti
Patrizia
Zagnoli
Intervista
Il nuovo
direttore delle
Poste di Torino viene
dall’Emilia
Romagna
dove ha
diretto le
Poste di Piacenza, Reggio
Emilia e Modena
La direttrice: mi fingo una cliente
per vedere cosa non va agli sportelli
«Miglioreremo
il rapporto
con i clienti e
l’accoglienza»
Patrizia Zagnoli - direttrice delle Poste
di Torino.
Direttrice, come è potuto
accadere che il pacco con il
dvd del signor Virgilio Blardone, come raccontiamo
nellapaginaaccanto,nonsia
mai arrivato all’amico Michelangelo?
«Mi spiace che Michelangelo
sia morto prima di essere riuscito a riceverlo, ma se la spedizione è stata fatta con posta
prioritaria, il pacco ormai non
si recupera più. Perché il percorso dei pacchi spediti con posta prioritaria non è tracciato, e
non avendo un codice identificativo i pacchi non possono più
essere rintracciati».
E allora che tipo di spedizione
avrebbe dovuto fare?
«Per gli oggetti importanti come il dvd del signor Virgilio
Blardone, sono consigliate
spedizioni di altro tipo: la raccomandata, il pacco celere, la
posta assicurata. In questi casi è sempre possibile recuperare la merce spedita, nel caso
di ritardi o di smarrimenti. E
per farlo si può consultare il
sito delle Poste, andare all’ufficio reclami, oppure telefonare al numero verde. Al contrario, spedire qualcosa con la
posta prioritaria dà le stesse
garanzie d’imbucare una cartolina. Proprio in questi giorni, comunque, stiamo distribuendo negli uffici più importanti di Torino un vademecum
ai clienti in cui sono spiegate
le varie modalità di ricevere e
spedire corrispondenza e pacchi. Insieme alla spiegazione
di altri servizi».
Che problemi hanno le Poste
ai Torino?
«I problemi sono principalmente due: le code e le relazioni tra sportellista e cliente.
Per velocizzare l’attesa abbiamo fatto attaccare sulla porta
d’ingresso di 57 uffici postali
un foglio con una tabella con
giorni e orari, che funziona un
po’ come un semaforo. Casella
colorata di verde vuol dire poca affluenza, casella colorata
di giallo media affluenza, e la
casella rossa significa forte affluenza. Per quanto riguarda il
rapporto tra operatori e clien-
ti, bisogna puntare sul miglioramento della comunicazione
e dell’accoglienza. Vorrei che i
torinesi si fidassero degli
sportellisti, chiedessero a loro
più spesso dei consigli sul modo migliore di spedire un pacco. Per questo è da gennaio (da
quando sono diventata direttrice) che mi fingo una cliente
e di mattina giro per gli uffici
postali parlando con la gente e
con gli sportellisti. Voglio capire cosa non funziona, e cosa
può essere migliorato».
Dopo 152 anni, lei è la prima
donna direttrice delle Poste a
Torino
«Avevo già diretto le filiali di
Piacenza, Reggio Emilia e Modena. Ho sempre avuto dei capi
che hanno creduto in me e mi
hanno affidato importanti responsabilità, l’ultima è questa.
Ma penso che non ci sia nessuna
differenza nell’essere una direttrice donna, è la persona quello
che conta. A Torino, tra l’altro,
anche il 70% delle dipendenti
sono donne. Ho 53 anni, un marito e due figli, e sono una mamma molto esigente. In settimana
vivo a Torino, nel weekend torno a Bertinoro, in Romagna, dove ho la famiglia. Di sicuro dopo
centocinquant’anni di direzioni
maschili quello che è cambiato
in via Alfieri è la disposizione
della stanza. Ho spostato tavoli
e scrivanie, e ho fatto entrare
per la prima volta vasi di piante,
rose e tulipani».
[C. INS,]
T1 CV PR T2
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
.
Cronaca di Torino .57
g
La storia
MAURO PIANTA
veva affidato a
Poste Italiane
una busta contenente un dvd da
recapitare a un
amico gravemente malato.
Un dvd che riproduceva alcuni momenti felici della loro
vita. La formula della spedizione, rassicurante per l’invio di cari ricordi a una persona che non ha più molto da
vivere, pareva indicata: posta prioritaria. Invece il plico
spedito il 30 dicembre scorso
da Virgilio Blardone, residente a Corneliano d’Alba
(Cuneo), non è mai giunto all’amico Michelangelo G. che
viveva in una cittadina alle
porte di Torino. Michelangelo se n’è andato ai primi di
febbraio, senza aver mai visto il filmato realizzato dal
suo compagno d’infanzia.
A
La consegna non effettuata
Il pacco di Virgilio Blardone conteneva un dvd con i ricordi di un’amicizia lunga una vita.
Avrebbe dovuto essere l’ultimo regalo all’amico malato che però non l’ha mai ricevuto
Il dvd mai arrivato
Quando il disservizio
ferisce gli affetti
L’indignazione
Virgilio ha espresso la sua
garbata indignazione scrivendo una lettera pubblicata
sulla rubrica «Specchio dei
Tempi». «Che rabbia, che
tristezza – dice Virgilio Blardone contattato dalla Stampa -, ci tenevo così tanto… E
pensare che la stessa mattina ho spedito un plico simile
LO STESSO GIORNO
«Ho spedito un pacco
in Francia giunto
a destinazione in 2 giorni»
«Dovrebbe funzionare
che chi arriva prima,
passa prima.
Ma non
è sempre così»
«Gli impiegati
non sono cortesi
o efficienti, prendono
il caffè rispondono
al cellulare»
“Il mio amico è morto prima di rivedere le nostre foto”
in Francia ed è arrivato a destinazione dopo appena due
giorni».
È decisamente furioso,
Virgilio: «Sì, anche perché
quando sono andato all’ufficio postale di Corneliano
d’Alba ho chiesto se era più
opportuno spedire con raccomandata, ma loro mi hanno detto che non era necessario».
Spiegazioni dall’ufficio su
che fine possa aver fatto
quella busta? «Macché, dicono di essere dispiaciuti ma di
non poter fare nulla».
«Che rabbia e tristezza
Ci tenevo molto
a che lui lo vedesse
Era un ricordo della
nostra vita insieme»
L’amicizia
Gaetano Donato
Elisabeth Astete
Pensionato
Poste di corso Taranto
Commessa
Poste di via Miglietti
Virgilio, 70 anni, una vita lavorativa spesa alla Miroglio,
la grande azienda di abbigliamento e tessuti di Alba,
Virgilio Blardone
ex operaio alla Miroglio
conosceva Michelangelo da
sempre. «Aveva un paio d’anni
meno di me, i nostri genitori si
frequentavano. Poi suo padre
aveva trovato lavoro a Torino,
io e i miei, invece, siamo rimasti a Corneliano. Ma continuavamo a sentirci e a frequentarci, da bambini, da ragazzi,
da adulti. Andavo spesso a casa dei suoi, in una traversa di
via Po: ricordo che proprio da
quel balcone ho visto il fumo
sulla collina di Superga il giorno che si schiantò l’aereo del
grande Torino».
La passione
Fin da piccolo Virgilio è appassionato di cinema, di documentari. «Mio papà – racconta
- aveva fondato una Società di
mutuo soccorso per i Corne-
lianesi a Torino e io, da ragazzo, ho cominciato a realizzare
dei filmini in otto millimetri
nei quali raccontavo e documentavo la vita, le storie, le
difficoltà e i successi dei miei
compaesani nella grande città. Proprio in quei filmini risalenti ai primi Anni Sessanta
c’erano diversi brani dedicati
a Michelangelo e ai suoi genitori, riprese in cui eravamo insieme alle nostre famiglie, brani che avevo riversato nel dvd.
Immagini che a Michelangelo
e alle sue figlie avrebbe fatto
piacere guardare».
Ecco, a volte, cosa si nasconde dietro quella parolina
burocratica:
disservizio
«Quando poi sono andato a
trovarlo di persona, lui non poteva più vedere».
1
Specchio dei tempi
Una lettrice scrive:
2 «Ascoltando il solito spes-
so inconcludente chiacchiericcio televisivo sulla situazione
economica del Paese, si sente
spesso ripetere - giustamente cheèessenzialel’aiutoallefamiglie, ai giovani in attesa di trovarlavoro,alleimpreseaffinché
non chiudano e possano offrire
quel lavoro tanto agognato e raramente trovato. Si parla tra
l’altro del fatto che secondo le
nuove leggi ad hoc i lavoratori si
troveranno in busta paga circa
100 euro in più, che saranno un
respiro di sollievo per quei lavoratori che hanno buste paga intorno ai mille euro al mese. Dei
pensionati, che in Italia sono
una grossa fetta della popolazione,nonsifacenno.Dianziani
che hanno pagato una vita per
avere, se va bene, dai 750 ai mille euro al mese nessuno si cura:
forse si è capito che essi sono
stati i primi a rinunciare - sbagliando - al voto, disgustati da
una politica che da decenni e
1
124567896AB8C5D96979E9F9851BBBAE8AA657EE5A778A8968
1457798BAF796997B5BB8AC5D8A896845E86C8784E86AC5E8AB9F98E87B8
1
decenni spreca, promette e mai
mantiene. Niente voto, nessun interesse: che crepino quanto prima con la loro pensione NON aggiornata al costo della vita, levando così il disturbo.
«E’ giusto l’esempio che ci vuole per questo mondo consumistico per il quale vali solo in base a
quanto produci. E se hai finito di
produrre, come te l’arrangi per
vivere, o meglio sopravvivere, sono squisitamente affari tuoi».
CHIARA DESTEFANIS
lettore scrive:
2 «Vorrei segnalare i tagli che
fa la Gtt. Il giorno 27 settembre
2013 percorro insieme a un operaio con il mio camion via Borgaro alle ore 7,40 un mezzo della
Gtt invadendo la mia corsia mi fa
saltare lo sportello laterale destro. Non si ferma e quando lo
raggiungo due fermate più in là
l’autista, peraltro donna, mi dice
che pensava che mi sarei fermato e che comunque non era autorizzata a firmare nulla.
«Compilo la constatazione
amichevole e l’affido al mio assicuratore. Ricevo da parte della
loro assicurazione una lettera
dove mi si dice che il mezzo della
Gtt è sprovvisto di idonea copertura assicurativa. Ora sono per
vie legali, ma trovo preoccupante per chi viaggia salire su un
mezzo che non è idoneamente
assicurato.
«Trovo altresì grave che per
le imprese ci sono tremila controlli mentre per lo Stato si viaggia con tanta leggerezza».
GIANLUIGI CERA
Il Gtt scrive:
2 «La lettera “Sul 15, scendete
tutti in corso Belgio” ci consente
di parlare di un problema che
comporta notevoli disagi ai passeggeri e danni all’azienda. Sono
numerosi gli episodi di auto parcheggiate male che bloccano il
passaggio dei tram. La linea più
colpitaèpropriola15incorsoBelgio dove i binari del tram sono
ravvicinati alla banchina sulla
qualeparcheggianoleauto.Basta
una vettura sporgente per impedire il passaggio. In questi casi i
tram vengono limitati in corso
Tortona.
«Anche altre linee subiscono
talvolta fermi per lo stesso motivo. In particolare la 9 in corso
Raffaello, la 16 in corso Sommeiller. Sulla 4 le criticità sono in largo Giulio Cesare. Durante le sere
dei fine settimana i tram vengono a volte bloccati nella zona di
piazza Vittorio per auto a centro
strada o sui marciapiedi.
«Nei primi due mesi di quest’annoifermiperautoinsostairregolaresonostati38,dicui17per
la linea 15. Nel 2013 erano stati
204, di cui 64 per la linea 15. Praticamente un giorno ogni due c’è
un’interruzione dei binari. Si tratta di numeri rilevanti che provocano interruzioni al servizio e
conseguenti ritardi. Nelle tratte
impedite, i tram vengono sostituiti dagli autobus, con notevoli costi
aggiuntivi per Gtt, ma i disagi ai
passeggeri relativi al trasbordo
sono inevitabili.
«In merito ai tram utilizzati
sulla linea 15, ormai da molti
anni i mezzi più recenti a pianale ribassato serie “5000” si alternano a quelli più vecchi di
colore arancione».
UFFICIO STAMPA GTT
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
www.facebook.com/specchiodeitempi
T1 CV PR T2
58 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Diario
SULLA TORINO-AOSTA TRA QUINCINETTO E PONT-SAINT-MARTIN, ALL’ALTEZZA DI CAREMA
Contromano in autostrada
Frontale contro un Tir
Il camion
ribaltato
Ferito uno studente
universitario
di Volpiano
Traffico bloccato
Nella foto
del Tgr
della Valle
d’Aosta
l’autocarro
ribaltato
nel tentativo
di evitare
la Punto
MASSIMO NUMA
Alessandro Brizio, 23 anni,
un universitario di Volpiano,
è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Aosta
in seguito a un incidente sull’autostrada Torino-Aosta,
all’altezza di Carema, nel
Canavese.
Il Comune: una casa
per le famiglie sfollate
Il Comune solleciterà la procura perché il prima possibile possano essere avviate le perizie negli
appartamenti danneggiati dallo
scoppio della palazzina in strada
della Verna, dove lunedì scorso
un’esplosione ha distrutto 25 alloggi e ferito 13 persone. È il primo
passo per poter ristrutturare il
condominio e far rientrare gli in- Il sindaco in via Ivrea
quilini nelle loro case. Ieri il sindaco Fassino è andato a trovare le famiglie sfollate e ospitate
nell’housing sociale di via Ivrea. E ha garantito l’assistenza
del Comune, che darà ospitalità - negli appartamenti a disposizione della città - alle 25 famiglie rimaste senza casa
fino a quando il palazzo non verrà rimesso in sesto. Ci vorranno almeno un paio di mesi per i 16 alloggi danneggiati in
misura minore e un anno per quelli ai piani alti andati distrutti. Nel frattempo, per chi è in difficoltà, il Comune provvederà anche a dare una mano per l’acquisto dei mobili.
1
L’imprenditore Scarlatelli
La Confederazione artigiani
elegge il nuovo presidente
L’errore
Intorno alle 4 di eri mattina,
alla guida della sua Punto,
Brizio ha percorso alcuni
chilometri contromano,
convinto di dirigersi in direzione di Torino. Invece si è
trovato di fronte un Tir, condotto da un autista turco, diretto verso Aosta.
L’urto è stato violento, per
evitare di travolgere l’auto, il
camionista ha tentato una
manovra disperata; il Tir è
sbandato rovesciando il carico sulle corsie e bloccando
così il traffico per ore. Si sono create code di chilometri,
creando disagi soprattutto
per i turisti diretti sulle piste
da sci della Val d’Aosta, provenienti da Milano e Torino.
Il giovane, secondo una
prima ricostruzione, che
stava rientrando a casa dopo
L’esplosione in strada della Verna
6
ore di blocco
L’autostrada Torino-Aosta
è rimasta bloccata
tra Quincinetto e Pont
fino alle 10.30
una serata trascorsa con un
gruppo di amici, aveva imboccato l’autostrada contromano
in direzione Nord.
Tra Pont-Saint-Martin e
Quincinetto, all’altezza di
Carema, ha centrato un Tir
che si è ribaltato.
L’autoarticolato, diretto in
Francia e proveniente dalla
Grecia, trasportava olive e
materiale per l’irrigazione di
campi e giardini.
Lo scontro
L’autista turco è rimasto illeso
e che fino all’ultimo ha cercato
di evitare di centrare frontalmente la Punto che gli è apparsa improvvisamente di
fronte. L’uomo è stato sentito
dagli agenti. «Andava forte e
ho avuto pochi istanti per evitarlo, non s’è reso conto di nulla, era convinto di essere nella
corsia Sud», ha detto.
La Punto aveva incrociato
altre auto che erano però riuscite a evitare lo scontro; molti automobilisti aveva segnalato alle centrali di polizia e
carabinieri, la folla manovra
del giovane, che - probabilmente - non ha visto le segnaletiche poste all’ingresso delle
corsie di collegamento.
Traffico bloccato
Sono intervenuti la polizia
stradale di Pont-Saint-Martin, il 118 e i Vigili del fuoco di
Aosta che hanno lavorato ore
per rimuovere i mezzi e pulire la carreggiata.
La A5 è stata chiusa tra
Quincinetto e Pont-St-Martin
fino alle 10,30.
Nicola Scarlatelli è il nuovo
presidente della Confederazione
artigiani, subentra a Daniele Vaccarino, diventato presidente nazionale Cna a dicembre. Un imprenditore metalmeccanico alla guida
della Cna torinese, Nicola Scarlatelli è titolare della Samec di Rivoli,
un’azienda metalmeccanica spe- Nicola Scarlatelli
cializzata nella realizzazione di
componenti e sistemi complessi nell’ambito dell’automazione e della robotica industriale. Nata a fine «nni Ottanta da
una costola della Oms fondata nel 1974 dal fratello Pasqualino, Samec occupa oggi 24 addetti in corso Allamano. Socio
Cna sin dal 1974, Nicola Scarlatelli è stato fino a ieri vice Presidente della Cna Torino e Presidente di Cna Produzione. Nicola Scarlatelli è nato il 17 maggio 1957 a Castel del Giudice in
provincia di Isernia, Alto Molise. A Torino dal 1964, Scarlatelli ha fatto studi tecnici all’istituto Avogadro di Torino.
1
T1 CV PR T2
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
.
Cronaca di Torino .59
Prolungato l’orario delle cancellerie
Dopo le proteste degli avvocati, il Tribunale concede un’ora in più. A giugno via al processo telematico
Sulla «Stampa»
il caso
Cancellerie chiuse, avvocati in rivolta
Dopo l’accorpamento con Pinerolo, l’apertura al pubblico degli uffici giudiziari è scesa da quattro a tre ore
Ma per legge dovrebbero stare aperti cinque ore al giorno. E ora le associazioni forensi minacciano denunce
GIORGIO BALLARIO
“Ci faremo aiutare
dai militari”
GIORGIO BALLARIO
La giustizia italiana muore di
lentezza e burocrazia. A tutti i
livelli. Lo dimostrano i recenti
episodi di cronaca, come la
decadenza del presidente della giunta regionale del Piemonte (quattro anni dopo la
sua elezione) o il pronunciamento sul «Porcellum» (bocciato dalla Corte Costituzionale a «soli» otto anni dalla
sua entrata in vigore).
Mario
Napoli
Presidente
dell’Ordine
degli avvocati
«C’è un problema di orari
ma anche
di efficienza»
Carenza di personale
La macchinosità del sistema
giudiziario ha mille cause, ma
una delle più evidenti - nonché
«evergreen» - è la storica carenza di personale: mancano
magistrati, mancano cancellieri e mancano impiegati amministrativi.
Negli ultimi mesi, a Palazzo
di Giustizia, è scoppiata la
grana delle cancellerie. «Rimangono aperte poche ore lamentano gli avvocati - e ci
costringono a code interminabili che fanno perdere tempo a
D
Per il Consiglio di Stato
devono rimanere aperte
almeno per cinque ore
noi e soldi ai nostri clienti».
Un problema che il presidente
del Tribunale, Luciano Panzani, conosce molto bene. E al
quale sta cercando di trovare
una soluzione, come si può
leggere nell’articolo a fianco.
que ore previste per legge e
sancite anche da una recente
sentenza emessa dal Consiglio di Stato.
Lo conferma il presidente
del Tribunale Luciano Panzani: «Il nostro è un gesto di
buona volontà - sottolinea perché a dire il vero i nostri
problemi di carenza di organico sono tutt’altro che risolti.
Ma in questo modo speriamo
tro a tre e alcuni avvocati denunciano per talune sezione civili, anche due ore al giorno.
Il presidente degli avvocati
«Il problema non è solo l’orario taglia corto Mario Napoli, presidente del Consiglio dell’Ordine ma più in generale di efficienza.
Malgrado il clima collaborativo
che è sempre esistito qui a Torino,
l’insoddisfazione è generale».
L’accorpamento di Pinerolo e delle sezioni distaccate ha peggiorato le cose: «Il bilancio di questi sei
mesi è negativo, ma si sapeva: lo
Stato ha pensato solo al proprio
bilancio, non ai disagi che avrebbe
creato ai cittadini e, naturalmente, anche a noi professionisti».
Domani ci sarà un nuovo
incontro con il presidente del
Tribunale e i dirigenti.
«Adesso ci aspettiamo una
soluzione concreta», afferma
Napoli. Che annuncia anche
l’imminente visita congiunta,
con il presidente Panzani, al
nuovo ministro della Giustizia Orlando.
Un confronto «vivace»
La scorsa settimana c’è stato
un incontro tra il presidente
Panzani, i dirigenti del personale amministrativo e il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, Mario Napoli, oltre
a una delegazione del Consiglio
forense. Il confronto è stato, come si dice in questi casi, «vivace». In poche parole, non se la
sono mandata a dire.
I vertici giudiziari hanno
spiegato di non poter fare altrimenti, cioè di non poter tenere aperte più a lungo le cancellerie per evidenti carenze
di personale, gli avvocati hanno ribattuto che ci sono precisi obblighi di legge sui tempi
minimi di apertura, ribaditi
da una recente sentenza del
Consiglio di Stato. I toni, in-
Sul giornale del 10 marzo scorso la notizia delle
proteste degli avvocati per
le poche ore di apertura
delle cancellerie del Tribunale subalpino.
1
114
impiegati
SI PASSA A 4 ORE
Negli ultimi sei mesi
gli uffici restavano aperti
solo tre ore al giorno
che cercarlo nelle Asl. Ci hanno
abituati a non lamentarci, Torino è stata riconosciuta come
una sede molto efficiente, ma
anche noi abbiamo dei limiti e
l’arrivo di nuovo personale potrebbe risolverli».
Il nodo cruciale è la mancanza di cancellieri ed ecco la seconda proposta, quella destinata a far discutere: «La quinta
sezione penale ha già utilizzaANTONIO GIAIMO
to, con soddisfacenti risultati,
un sistema di registrazione e
sei mesi dall’entrata in trascrizione dei verbali
vigore della riforma d’udienza. Chissà, forse questa
giudiziaria, che ha soluzione potrebbe risolvere il
portato alla soppressione di problema della carenza dei
numerosi Tribunali fra cui cancellieri».
Il cancelliere, quindi, sostianche quello di Pinerolo, la
macchina della giustizia ac- tuito da un software? «Credo
cusa un duro colpo: mancano che in certe situazioni non sia
impiegati e soprattutto can- necessario che per tutta
cellieri. A denunciare pubbli- l’udienza sia presente il cancamente il problema con una celliere in aula – continua
lettera inviata al ministro di Panzani – potrebbe arrivare
Giustizia, ma anche al presi- all’inizio del dibattimento, asdente della Regione, a quello sicurarsi che il dispositivo di
della Provincia, al sindaco di registrazione funzioni, per
Torino e al presidente dell’or- poi andare a svolgere altre
mansioni».
dine forense, è stato Luciano
Una soluzione che fa storPanzani, presidente del Tricere il naso a molti. Il presibunale di Torino.
«È una problematica che dente dell’ordine degli avvocacoinvolge anche realtà come ti di Pinerolo, Alfredo Merlo,
Firenze e Roma, del resto non vede in questa situazione di
crisi la preveè un mistero
dibile conseil fatto che
guenza della
manchino a
riforma giulivello nadiziaria che
zionale 6
ha portato almila impiela soppresgati del setsione di pictore ammicoli Tribunali
nistrativo –
come Pinerospiega il
lo, intasando
dottor Panquello metrozani – Par- «Il ministero della
politano.
lando solo
«I processi
del Tribu- Difesa ha 40 mila
che erano fisnale a Tori- esuberi, potremmo
sati per queno siamo spostare da noi alcuni
sta primavesotto orgara, a Torino
nico di 114 loro dipendenti»
mi sono stati
dipendenti.
spostati di
Molti hanno Luciano Panzani
due anni –
5 0 a n n i , Presidente
spiega Merlo
q u a l c u n o del Tribunale di Torino
– attualmente
sta andando
Colloquio
A
LA SENTENZA
opo i mugugni, le
proteste e in certi
casi anche qualche frizione tra
avvocati, presidenza del Tribunale e dirigenti amministrativi, la «querelle» sulle cancellerie aperte
solo poche ore al giorno sembra avviata a una conclusione
positiva.
A partire da oggi, o quanto
meno dai prossimi giorni, gli
uffici giudiziari della cittadella di Corso Vittorio Emanuele
II e di via Falcone resteranno
aperti per quattro ore al giorno. Con l’obiettivo, entro pochi mesi, di arrivare alle cin-
La ricetta del presidente Panzani
Giustizia lenta
Uno dei tanti motivi dell'eccessiva farraginosità dei Tribunali italiani, soprattutto civili,
è proprio per via dell’intasamento delle cancellerie e degli uffici amministrativi
di venire incontro alle esigenze
degli avvocati e dei cittadini».
In alcuni casi, ad esempio per
l’ufficio delle esecuzioni immobiliari, è prevista persino
l’apertura di alcune ore il sabato mattina.
La decisione di Panzani e del
dirigente amministrativo Carmelina De Meo è stata accolta
con soddisfazione dagli avvocati torinesi, che nelle scorse set-
timane avevano sollevato il
problema, protestando anche
con una certa veemenza. Ora
sarà possibile per tutti guardare con maggior fiducia ai prossimi mesi, quando è prevista
l’introduzione del «processo telematico», cioè un complesso
sistema per definire gli strumenti informatici, le regole e le
procedure di diritto necessari
ad informatizzare il processo
civile.
«Sabato scorso ho partecipato a un convegno, a Carpi,
proprio sulla giustizia digitale aggiunge Panzani - e a una mia
precisa domanda, il neo-ministro della Giustizia Andrea Orlando ha confermato che il processo telematico entrerà in
funzione il prossimo 30 giugno.
Quindi dalla fase sperimentale
si passa all’operatività». Dal 1°
È il numero di dipendenti
amministrativi che manca
agli uffici del Tribunale
di Torino
-25%
negli uffici
È la percentuale di posti
rimasti scoperti, in pratica
uno su quattro rispetto
a quanto previsto
luglio, insomma, diventerà obbligatorio il deposito telematico dei ricorsi per decreto ingiuntivo e di tutti gli atti civili
depositati dal legale dopo la costituzione in giudizio.
Ma il Tribunale subalpino è
in grado di fare questo salto nel
futuro? E la classe forense è
pronta? Il presidente Panzani
non ha dubbi: «Il nostro Tribunale è molto più attrezzato di
altri, malgrado un’evidente carenza di personale: in base alla
pianta organica approvata dal
Ministero nel settembre del
2013 gli uffici giudiziari di Torino hanno oltre il 25 per cento in
meno di personale amministraPRATICHE ONLINE
In estate finirà la fase
sperimentale e si passerà
a quella operativa
tivo».
Quanto agli avvocati, il presidente del Tribunale non vuole
dare giudizi su quanto avviene
in casa d’altri, però sottolinea
che sia il Consiglio dell’Ordine
che le associazioni forensi sono
al lavoro per organizzare corsi
di formazione per i loro iscritti.
I quali, sinora, si sono dimostrati piuttosto «freddini» nel
ricorrere alle vie telematiche.
Forse anche per scarsa fiducia
nei confronti delle procedure
sperimentali: «E chi si fida ad
affidare le proprie pratiche a
un computer, quando poi magari ti annullano un ricorso per vizi formali che non dipendono
da te? - spiega un avvocato torinese - Dà molte più garanzie il
timbro della cancelleria...».
IL RADUNO ASSOARMA
La festa del 17 marzo
dedicata ai due marò
Le novità internazionali del
settore ferroviario tornano a
Torino dal 1 al 3 aprile 2014
In piazza
San Carlo
Bande e
mezzi militari
d’epoca
sono
sfilati
ieri mattina
fra gli
applausi
del pubblico
Lingotto Fiere
Padiglioni 1 e 2
Martedì 1 aprile 2014 10:00-17:00
Mercoledì 2 aprile 2014 10:00-17:00
Giovedì 3 aprile 2014 10:00-16:00
«Dedichiamo la giornata dell’Unità Nazionale ai nostri
due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, e alle loro famiglie». L’ha chiesto
l’assessore regionale Michele
Coppola, intervenuto ieri al
raduno di Assoarma. Oggi,
dalle 10,30, nella Sala Viglione a
Palazzo Lascaris, in via Alfieri
15, è in programma la presentazione del libro di Assoarma
«150° Soldati a Torino. Storia,
tradizioni e raduni», ultimo appuntamento del primo raduno
delle Associazioni d’Arma.
310 società provenienti da 17 paesi espongono i prodotti dei seguenti settori chiave:
materiale rotabile
costruzione binari e infrastrutture
segnalazione, comando treni e sistemi di comunicazione
manutenzione vetture
manutenzione infrastrutture
informazione passeggeri e sistemi di biglietteria
Conferenza CIFI Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani sul tema: “Ferrovia e Ambiente”
Ingresso gratuito per
le registrazioni online
Presentazione del Progetto Shift²Rail di ASSIFER Associazione Industrie Ferroviarie
Conferenza FerPress sul tema “Trasporto Ferroviario Merci”
Incontri B2B con buyer internazionali
Visite tecniche allo stabilimento Alstom di Savigliano e alle principali attività di GTT
Gruppo Torinese Trasporti
farmacie
Aperte tutti i giorni: Piazza Massaua
1, sempre aperta (24 ore su 24). Atrio
Stazione Porta Nuova, dalle ore 7 alle
ore 19,30.
Orario minimo 9-19,30: piazza Campanella 9; piazza Freguglia 6; via Bologna 250/A; corso Traiano 86; corso
Peschiera 295; piazza L. Bianco 10; via
San Secondo 9; via Lancia 11/B; via
Borgaro 58; via Nicola Fabrizi 11; via
Castelnuovo 5; via Cigna 53.
Orario minimo 12,30-19,30: via Roma 24.
Di sera (19,30-21,30): piazza Galimberto
7; via Foligno 69; via Sempione 112; via
San Remo 37; via Sacchi 4; corso Traiano 73; corso Francia 1/bis.
Di notte (19,30-9): corso Belgio 151/B;
via Nizza 65; corso Vittorio Emanuele II,
66; piazza Massaua 1.
Info: www.farmapiemonte.org
Registrazione online per l’ingresso gratuito:
www.expoferroviaria.com
Iscrizione direttamente in fiera Euro 15
Organizzatore
Con il Patrocinio del Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti
Partner dell’esposizione:
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LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 60
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LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
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Cronaca di Torino .61
La storia
Illuminazione
in città
ANDREA ROSSI
e 98.287 luci di Torino sono nelle mani di quattro persone. Ogni sera,
mezz’ora dopo l’accensione dei lampioni, salgono in macchina e non si fermano fino all’alba. È un mestiere di nicchia, uno di quei
pochi in cui l’uomo ha resistito all’avanzata della tecnologia perché costa meno. Le
controllano tutte, una ad
una. Un lavoro certosino:
«Facciamo 90-120 chilometri
a notte, ispezionando circa
14 mila punti luce», racconta
Enzo Ronco, che per conto di
Iren si occupa di ispezionare
le lampadine.
Torino non ha mai voluto il
telecontrollo sui pali della luce. Solo un esperimento è stato tentato, in piazza San Carlo. Risultato? «Per ogni luce si
spende da 30 a 50 euro in
più», spiega Carlo De Matteo,
direttore generale di Iren Servizi. Non vale la pena. Non a
caso, città come Milano - che
avevano introdotto il telecontrollo - stanno facendo marcia
indietro.
L
Lavoro artigianale
In vent’anni di lavoro il signor
Ronco ha visto moltiplicarsi le
luci sulla città: da 69 a 98 mila.
BASTA UN CLIC
Ogni sera un computer
illumina l’intera città
in appena 270 secondi
«Sembra un lavoro da quattro
soldi: sali in macchina, guardi le
lampade, annoti quelle guaste,
verifichi che quelle rotte la settimana precedente siano state
riparate e al mattino scrivi un
rapporto. Invece no, non è semplice. Bisogna conoscere la città palmo a palmo». Lui conosce
ogni via, una volta guidava gli
scuolabus. Per certi aspetti fa
ancora l’autista. In più, però, ha
imparato le caratteristiche di
ogni tipo di lampione e di sorgente luminosa.
Ogni notte Ronco e la sua
squadra passano al setaccio
una delle sette zone in cui
Iren ha diviso Torino. Certe
volte sono in quattro, altre
volte - se l’area è particolarmente complessa - sei. Annotano tutto, potendo contare
sulla preziosa collaborazione
dei torinesi. «A volte ci precedono: in corso Mediterraneo
c’è un ragazzo, si chiama Stefano, che ci aspetta ogni ve-
secondi
100 mila l’anno
o manutenzioni
in media
lo 0,4%
5 giorni
14 mila
Dal tramonto all’alba
Per controllare l’illuminazione Iren ha diviso Torino in sette zone di circa 14 mila lampadine ciascuna
Ogni sera il signor Ronco e i suoi colleghi ne pattugliano una, annotano i punti luce guasti e segnalandoli
à
Gli uomini che vegliano
sui lampioni di Torino
Ogni notte sulle strade per controllare 98 mila lampadine
Pronto
intervento
Giorno
e notte
le squadre
di Iren
sono attive
per
intervenire
in caso
di guasti
alle cabine
La centrale di Iren
In via Pianezza c’è il cervellone che governa l’illuminazione,
la distribuzione di energia e i semafori di tutta Torino
nerdì notte. Quando arriviamo
ha già l’elenco delle luci guaste
in zona». Possibile che a Ronco
e soci non ne scappi mai una?
«Figuriamoci, sarà successo di
sicuro. Ma stiamo attenti. Anche perché Iren giustamente ci
controlla e se sbagliamo scattano le penali». Le luci rotte sono comunque poche: in media
400 al giorno, lo 0,4%, e quando
le segnalano nell’arco di cinque
giorni vengono riparate. Senza
contare che tra guasti e manutenzioni programmate le 98
mila lampadine vengono rimpiazzate ogni tre anni.
Il cervellone elettronico
Mentre il signor Ronco consuma
Le bidelle che temono di perdere il posto di lavoro o di vedersi decurtare il già magro
stipendio oggi tornano a protestare davanti al Municipio.
Il denaro - 20 milioni - stanziato a livello nazionale per
posticipare di un mese gli effetti dei nuovi appalti nazionali della Consip che minac-
16 milioni
’illuminazione
pubblica
4 milioni
la spesa
per l’illuminazione
dei semafori
- LA STAMPA
le gomme della sua auto, in giro
per Torino c’è qualcun altro che
corre per sistemare i guasti. Ogni
notte c’è una squadra di pronto
intervento di Iren in circolazione.
Durante il giorno altre cinque. Su
tutto - e tutti - vigila il cervellone
di via Pianezza, la centrale che
governa l’illuminazione, la distribuzione di elettricità e i semafori
di Torino. Ci lavorano tre persone. Al resto pensano sensori, monitor, mappe. Da lì parte il comando che, un attimo prima che
faccia buio (in questi giorni alle
18,53) nel giro di 270 secondi accende le 98.287 luci di Torino.
Tutto è automatizzato, anche la
soluzione agli inconvenienti: «Se
il sistema per qualche motivo si
inceppa ci sono tre alternative
per farlo partire», assicura
Gianpaolo Roscio, responsabile
tecnico di Iren Servizi. Restare al
buio è quasi impossibile.
Guarda il video
www.lastampa.it/torino
I nuovi appalti assegnati a
livello nazionale dalla Consip
minacciano il lavoro di 1300
persone in Piemonte, 500 delle
quali a Torino
Le bidelle tornano in Comune
“Maltrattate dalle nuove cooperative”
BEPPE MINELLO
delle luci
A rischio 500 lavoratori
La protesta
Ma l’attenzione
di tutti è verso Roma
dove il ministero
cerca una soluzione
7 milioni l’anno
ciano il posto o le ore di lavoro
di 1300 persone in Piemonte,
500 dei quali a Torino, scadrà
il 1°d’aprile e ancora non si vedono soluzioni accettabili all’orizzonte.
Poletti al lavoro
«Il ministro Poletti, che ha guidato per anni il mondo delle cooperative in Italia, ha chiesto un
po’ di tempo, almeno una settimana, per trovare una soluzione spalmabile sui due, tre anni,
non su un mese come ora che risolve poco» spiega il parlamentare Pd, Umberto D’Ottavio che
con altri colleghi sta seguendo a
passo a passo la vicenda. Una
manifestazione, quella di oggi,
indetta dai sindacati che si sono
fatti carico delle lamentele dei
lavoratori «maltrattati - sostengono - dalle coop vincitrici dell’appalto». E già perché, 20 milioni o meno, la, chiamiamola
proroga, non ha impedito di far
scattare i nuovi appalti là dove
erano già stati assegnati. E quel
denaro extra, da utilizzare per
mitigare per 30 giorni le ricadute dei nuovi appalti, non va alle
cooperative ma direttamente
alle scuole che possono scegliere chi offre il servizio più conveniente. Mettetevi nei panni delle
coop che sanno, fra un mese, di
dover fare i conti - al netto di
eventuali soluzioni del ministro
Poletti - con gli appalti concordati e capite bene che non possono sbilanciarsi troppo con i la-
su Roma. A Torino la realtà delle bidelle alle dipendenze delle
coop è vitale per la scuola.
Senza bidelli, niente scuole
voratori. Se poi indossate gli
abiti di un preside, capirete che
anche qui spendere meno per
un servizio significa ritrovarsi
più risorse per altro.
Il 24 marzo in Comune
Insomma, una situazione quantomeno complicata. Che verrà
affrontata il 24 marzo in Comune quando, convocate dal Pd Luca Cassiani, il problema verrà
affrontato da tutte le Commissioni comunali in qualche modo
«toccate» dalla vicenda bidelle.
Forse proprio da questa riunione potrebbe arrivare uan soluzione o un’ipotesi d’intervento
A differenza di molte realtà del
Sud dove i tagli del servizio vanno a scaricarsi su cooperative
che svolgono lavori in più rispetto a bidelle assunte, a Torino «il
lavoro o lo svolgono i lavoratori
delle coop oggi minacciate dai
nuovi contratti oppure non lo fa
nessuno - spiega D’Ottavio -. In
altre parole ed estremizzando
un po’ il ragionamento: o le
scuole vanno avanti senza bidelli oppure le si devono chiudere».
Ecco, su una simile realtà Roma
e il ministero non possono girarsi dall’altra parte.
T1 CV PR T2
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 62
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LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
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63
A2 FEMMINILE
La Piramis torna in corsa per i playoff
La Piramis Torino torna al successo nella poule promozione di A2. Davanti al
pubblico del PalaCus, le ragazze di Petrachi si sono imposte sulla Delser Udine
per 54-48 tornando in corsa per i playoff. In svantaggio sino a metà partita, le
biancostellate trovano il sorpasso dopo l’intervallo e da lì amministrano l’incontro, pur non esprimendo un gioco brillante. Tra le padrone di casa, grande
prestazione offensiva della Coen, autrice di 25 punti. Sabato prossimo (ore 21)
altro impegno interno contro Vicenza per continuare a sognare.
[A. DOL.]
SPORT
BASKET
Il Cus Torino
respira
e vede
la salvezza
Il Cus Torino batte il Don Bosco Livorno 72-68 e abbandona l’ultimo posto in solitaria
della Dnb, tornando quindi a
sperare nella salvezza diretta. Vista l’importanza della
posta in palio, partita nervosa e complicata, che gli universitari ipotecano nel terzo
quarto ma che non possono
ritenere vinta fino agli ultimi
secondi. Il momento decisivo
arriva dopo il riposo lungo:
Persico fa la voce grossa sotto
canestro, Sodero colpisce da
tre punti e il +11 (44-33 al 26’)
diventa buona dote da gestire
anche perché a 3’ dalla fine il
margine sale a +12 (61-49).
Pur senza mollare mai, Livorno non riesce più a colmare il
gap e i biancoblù, in virtù del
2-0 negli scontri diretti, agganciano e superano così i toscani in classifica.
[D. LAT.]
Cus Torino: Calzavara, Alberti ne, Fevola 9, Persico 12,
Ficetti 13, Liberati 8, Tuci 6,
Mollura 6, Raucci 6, Sodero
12. All. Guidi.
Livorno: Vallini 2, Sanguinetti 20, Sollitto 8, Mazzantini 6, Lucarelli 5, Lemmi 2, Gigena 17, Artioli 2, Malfatti 2,
Benvenuto 4. All. Da Prato.
Contro Trento Tim Bowers ha giocato probabilmente la miglior partita con la maglia della Pms con 14 punti e 8 rimbalzi
Pms, non basta il vero Bowers
Sconfitta di un punto (69-70) contro la capolista Trento: ora è al terzo posto
DOMENICO LATAGLIATA
L’
invito dei tifosi,
inoltrato con uno
striscione esposto in gradinata
prima del via ed
evidentemente riferito al ko
della settimana scorsa in Coppa Italia, era chiaro: «Le ballerine al Regio, qui solo guerrieri». La Manital Pms ci ha provato, ma a gioire è stata la capolista Trento: 69-70 al termine di un match durissimo, nel
quale per la prima volta in stagione la squadra di Pillastrini
ha visto all’opera il vero
Bowers. Per l’ex giocatore di
Caserta e Venezia, 14 punti, 8
rimbalzi e una serie di iniziative anche offensive rimaste in
valigia fino a due giorni fa. Ma
non è bastato: «Sono dispiaciutissimo, diamo addio al primo posto al termine della stagione regolare, ma siamo sulla
strada giusta – ha spiegato
Pillastrini -. Ho finalmente visto i giusti atteggiamenti da
parte di tutti».
Trento è squadra vera: pur
senza Elder, la compagine di
Buscaglia non regala nulla.
Triche è un peperino imprendibile, la difesa a zona dà fastidio ai gialloblù e al termine del
primo quarto sono gli ospiti a
essere avanti (15-18). L’ex Baldi
Rossi si conferma in gran spolvero: le sue conclusioni dalla
media distanza mandano in paranoia la difesa gialloblù. Risultato: quando anche Pascolo trova il canestro, per Torino si fa
buio (29-38). Siccome però la
serata e l’avversario stimolano,
la Pms non molla e al riposo
lungo i punti di ritardo sono solo 4 (34-38) grazie a una tripla di
Sandri. Torino dà il meglio di sé
nei successivi dieci minuti: una
difesa agonisticamente cattiva
e un Bowers attivo come mai fiSUL FILO DI LANA
A 26” dal termine
i torinesi erano
in vantaggio di un punto
nora trascinano compagni e
pubblico fino al 54-50 di trequarti gara, cui Trento arriva
anche con sul groppone il quarto fallo di Baldi Rossi.
Quando il polpaccio destro
di Mancinelli fa le bizze, la Manital deve trovare alternative e
non ci riesce subito: l’attacco
rimane a secco per quattro minuti esatti, fino a un sottomano
di Amoroso che prelude al ritorno in campo di Mancinelli.
E se Trento appare più lucida,
si arriva comunque a una cla-
Le altre
SestavittoriaconsecutivaperBiella
CasalebattediseipuntiBrescia
1 L’ottava meraviglia della
Biella cestistica, sesta vittoria
consecutiva in campionato più
le due di Coppa Italia, è una tempesta perfetta capace di annichilire la malcapitata Fileni Jesi.
Accolta a luci soffuse l’Adecco
Cup di fronte a 3700 spettatori
in estasi, l’Angelico ha finito per
trovarsi in piena simbiosi con il
suo ambiente. E’ stata una cavalcata vincente, tutta a senso
unico: il 112-70 è il punto esclamativo, in una partita in cui Biella si è fatta trascinare dal suo killer Alan Voskuil autore di 40
punti (12 su 19 da tre) e dall’aggressività di un collettivo che
sembrava andare a doppia velocità rispetto alla Fileni. Non c’è
solo Alan a bombardare, tutta la
squadra ha tirato con sicurezza:
alla fine l’Angelico chiude con il
55% da tre (23 su 42) lanciando
un messaggio a tutta la Lega
Gold. Adesso l’Angelico non si
nasconde più: «L’obiettivo diventa vincere il campionato - afferma Voskuil - anche se dobbiamo proseguire a ragionare di
morosa volata: Gergati segna il
67-66 a 26’’ dal termine ma, dopo il minuto di sospensione,
Torino sceglie di fare subito
fallo («mia scelta, ovvio», ha
confermato Pillastrini) mandando in lunetta Forray.
L’italo-argentino non trema regalando il +1 ai suoi e
dando comunque alla Pms la
possibilità di replica: la conclusione di Sandri dall’angolo
finisce però sul ferro, Triche
piazza altri due liberi e il canestro finale di Mancinelli
non serve più a nulla.
BENE BOWERS
Voskuil, autore di 40 punti
partita in partita». La guardia ha
superato tutti i suoi record di
carriera: mai aveva segnato 40
punti, mai aveva realizzato 12
canestri da tre punti in una singola partita.
Anche il palaFerraris di Casale
torna un fortino: la Novipiù di
coach Giulio Griccioli sbriga la
pratica Brescia 83-77. Leit-motiv
ancora il tiro da tre punti: Casale
chiude con il 59% (10 su 17). Determinante è stato l’ultimo
quarto nel quale Casini e compagni hanno segnato 33 punti
contro i 22 degli ospiti. [S. ZAV.]
L’americano
con 14 punti e 8 rimbalzi
il migliore dei suoi
Pms: Mancinelli 17, Evangelisti
6, Sandri 7, Steele 9, Bowers 14,
Amoroso 8, Wojciechowski,
Gergati 8. All. Pillastrini.
Aquila Trento: Triche 20, Pascolo 21, Baldi Rossi 13, Forray
4, Molinaro 2, Fiorito 3, Santarossa, Lechtaler 2, Spanghero
5. All. Buscaglia.
Classifica: Trento 36; Capo
d’Orlando 34; Biella, Verona e
Torino 32; Barcellona 30; Veroli, Ferentino e Trapani 26; Casale e Brescia 24; Napoli 22; Trieste 20; Jesi 18; Forlì 14; Imola 2.
La Crocetta
crolla
ma spera
nei playoff
La Named Sat Crocetta crolla nel terzo quarto (parziale
di 8-20) e cede al cospetto
dei 7Laghi GazzadaSchianno: 55-81 alla fine, ma classifica che rimane confortante
per l’accesso ai playoff. Pur
recuperando d’Affuso e Vetrone, ma non al meglio, la
squadra di Tassone ha trovato subito difficoltà a entrare nel match (10-19 al termine del primo quarto) tenendo botta fino a metà gara
(31-42): dopo di che, il buio o
quasi. Gli ospiti dominavano
a rimbalzo (20-42 il saldo finale) trovando in Passerini
un tiratore in serata di grazia (5/9 da tre) e concludendo in scioltezza. Il solo crocettino ad andare in doppia
cifra era Antonietti, 16 punti
in altrettanti minuti. [D. LAT, ]
Crocetta: d’Affuso 6, Ceccarelli 3, Francione 3, Riviezzo
6, Antonietti 16, Giordana 7,
Bonelli 2, Vetrone 4, Tarditi
2, Chirio 6. All. Tassone.
Gazzada: Savelli 7, Spertini
11, Cappellari 11, Moraghi 12,
Padova 5, Passerini 19, Moalli
5, Muraca 5, Nalesso, Fedrigo
6. All. Garbosi.
T1 CV PR T2
64 .Piemonte Sport
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
HOCKEY SU GHIACCIO
La Valpe aspetta il Cortina
per continuare la corsa
MARCO BOBBIO
Era difficile immaginare che
la Valpe potesse ripetere la
gara perfetta di martedì,
quando si impose per 4-2 senza sei titolari. Eppure il 3-0
con cui il Renon sabato sera
ha espugnato il Cotta Morandini e si è aggiudicato la serie
ha suscitato qualche preoccupazione: il risultato finale
ben inquadra un match che
gli altoatesini hanno gestito
senza difficoltà e in cui i Bulldogs non hanno quasi mai dato l’impressione di poter imprimere il proprio marchio
alla contesa. Soprattutto la
Valpe dovrà cambiare marcia
per superare il Cortina nella
serie al meglio delle tre partite che si apre giovedì sera e
che darà accesso alla semifinali. «È stata una serata storta – commenta il tecnico della
Valpe Mike Flanagan –. È stata una serie combattuta, il
Renon è la squadra che si è
imposta in regular season,
noi abbiamo vinto una gara e
siamo arrivati a 10’ da un altro successo giovedì scorso:
non posso che essere orgoglioso dei ragazzi».
Come spesso capita, sono
stati anche gli episodi a scandire la trama. Il Renon infatti
è riuscito a passare in vantaggio alla prima vera azione offensiva, con Johansson abile a
trasformare in gol una respinta centrale di Frazee su tiro di
Daccordo. Il vantaggio ha consentito alla formazione di Rob
Wilson di impostare una gara
attendista, con grande attenzione in difesa e lampi offensivi affidati alle ripartenze. Il
raddoppio è arrivato su una di
queste, complice un involontario aiutino della dea bendata: il contropiede solitario trasformato da Ansoldi infatti
era stato innescato da un tiro
di Ambrosi, sul quale il difensore torrese ha rotto la stecca
causando una traiettoria im-
Una fase dell’incontro tra Giaguari e Rhinos Milano
FOOTBALL AMERICANO
I Giaguari al ritorno in A
dopo dieci anni di purgatorio
stravincono con i Rhinos
Renon troppo forte
Nella quarta gara contro il Renon la Valpe sabato sera ha perso per 3 a 0
Adesso, per accedere alle semifinali, dovrà vincere due partite su tre contro il Cortina
prevedibile al puck. E anche
l’ultima rete è stata frutto di un
rapido rovesciamento di fronte,
concluso da Rissmiller.
Per contro i Bulldogs hanno
presidiato con costanza il terzo di campo difensivo dei rivali ma sono rimasti spesso distanti dalla gabbia, con troppe
conclusioni da posizione defilata preda di un ottimo Mason. Flanagan ha anche provato a rimescolare più volte le linee, senza però trovare la quadra: «Ma non è facile scegliere
l’assetto quando devi continuamente fare i conti squalifiche e infortuni» spiega.
L’emergenza ora dovrebbe essere finita, e con il Cortina dovrebbe rivedersi in campo anche il capitano Johnson.
SCI
Casse quarto nel superG
di Coppa Europa
Nelle finali di Coppa Europa di Andorra, Mattia
Casse (Sauze) ha ottenuto il
quarto posto nel superG vinto dal norvegese Aleksander
Aamodt Kilde: il piazzamento gli vale anche il quarto posto nella classifica finale di
specialità. A Sauze d’Oulx
invece, in uno slalom FisNjr, Clelia Bagnasacco (Sansicario Cesana) ha preceduto l’Aspirante Alessia Alario
1
(Ski College Limone) e Costanza Oleggini (Val Vermenagna). La seconda Aspirante è stata Alessia Lava
(Bardonecchia). Nella gara
maschile successo del ventenne Steven Giuliano (Sestriere), il quale ha fatto meglio di Pietro Fussotto (Ski
Team Cesana) e Giacomo
Scaglione (Sansicario-Cesana), quest’ultimo primo degli Aspiranti.
[D. LAT.]
Se il buon giorno si vede dal
mattino, il campionato dei
Giaguari promette ampie
soddisfazioni. Al debutto in
Ifl (la serie A di football
americano) dopo dieci anni
di assenza, il team allenato
da Riccardo Merola ha distrutto i Rhinos Milano con
il finale di 35-0.
«Grande partita, ottima
cornice di pubblico, risultato
mai in discussione: è un’iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione – commenta soddisfatto il presidente del club Roberto Cecchi –. I ragazzi si meritano
un applauso, ma ora bisogna
continuare a lavorare e mantenere i piedi per terra».
La sfida contro i Rhinos si
è messa sui binari giusti già
prima di scendere in campo.
Il nuovo running back americano della compagine milanese Kendial Lawrence ha
infatti abbandonato i compagni a pochi giorni dall’inizio del campionato per accettare un provino in Nfl nei
Kansas City Chiefs. Con l’attacco spuntato, gli ospiti
hanno quindi faticato parecchio a muovere l’ovale e già
nel primo drive offensivo
hanno dovuto ricorrere al
Gabriele
Araudo
PARALIMPIADE
L’estremo
difensore
dei Tori
Seduti
Araudo
ai giochi
di Sochi
ha inanellato
una serie di
prestazioni
convincenti
A Sochi nessuna medaglia
Ma i piemontesi brillano
ALBERTO DOLFIN
C’è stata una costante alla
Paralimpiade di Sochi: il portabandiera era sempre piemontese. Se all’apertura
l’onore era toccato ad Andrea Chiarotti, capitano di
lungo corso della Nazionale
azzurra di sledge hockey, nello spettacolo di chiusura di
ieri il testimone è passato al
giovanissimo Andrea Valenti. Una scelta precisa del presidente del Comitato Italiano
Paralimpico Luca Pancalli
per dare fiducia ai giovani in
chiave futura dopo una spedizione che non ha portato i
frutti sperati, lasciando l’Italia a secco di medaglie, come
mai era successo in precedenza. «Avere due nostri atleti come alfieri italiani nelle
due cerimonie è stato senza
dubbio un riconoscimento per
i nostri sforzi - ha detto la presidente del Cip Piemonte Silvia Bruno, che ha seguito la
squadra italiana a Sochi -. Ora
dobbiamo rimboccarci le maniche e sperare che continui ad
esserci lo stesso sostegno alla
Valentini portabandiera
alla cerimonia finale
Nello sledge hockey
gli azzurri sono sesti
nostra attività per poter promuoverla al meglio».
In una rassegna invernale
non proprio memorabile per i
colori azzurri, hanno spiccato
alcuni elementi dei Tori Seduti, ormai in pianta stabile nella
punt. Così a decidere la contesa è stato proprio il pacchetto
arretrato dei Giaguari, autore
di ben tre mete: la prima a
opera di Renato Morelli, la seconda dello statunitense
Chris Salvi, autore di due intercetti di cui uno riportato in
end zone al termine di una
corsa da 50 yard, la terza di
Davide Pizzimento.
Buona anche la prova del
reparto offensivo dove ha ben
figurato il nuovo running back
Niles Mittasch, grazie anche
al dosaggio di corse e passaggi
operata da Andrea Morelli. Il
primo touchodwn è arrivato
proprio su passaggio del quarterback torinese a Simone Paschetto, mentre il secondo su
un invito per il ricevitore Alessandro Socci. Tra le note negative invece l’infortunio dello
stesso Paschetto: clavicola
rotta, stagione compromessa.
Il prossimo impegno sarà
domenica pomeriggio in casa contro i Barbari Napoli:
«Il calendario ora ci dà una
mano con una serie di impegni alla nostra portata – conclude Cecchi –, il che dovrebbe consentirci di crescere
ancora e di limare qualche
difetto, soprattutto in fase
offensiva».
[M. BOB.]
Nazionale di sledge hockey come Gregory Leperdi e Andrea
Macrì, autori di una rete a testa nel torneo, e Gabriele
Araudo, autore di due belle
prestazioni tra i pali. Un gol
preziosissimo lo ha messo a segno pure il difensore Gianluca
Cavaliere, piemontese ormai
trapiantato in Trentino: il 3-2
all’overtime per la vittoria contro la Svezia, che ha permesso
all’Italia di accedere alla finale
per il quinto posto, poi persa
contro i cechi. Intanto, Torino
vuole legarsi ancor più a stretto legame con lo sledge hockey,
di cui spera di ospitare l’anno
prossimo i Mondiali al PalaTazzoli, dopo il successo del
torneo pre-olimpico dell’ottobre 2013.
Meno fortunata è stata la
campagna russa sulla neve,
con il 29° posto di Fabio Piscitello (Sport Di Più) nello
snowboard cross quale miglior
risultato piemontese. Il giovane portabandiera Valenti (Freewhite Ski Team) ha chiuso 31°
nello speciale ed è uscito di pi-
sta nel gigante di sabato. Grande rammarico anche per Nicolò Orsini (Ski Team Cesana),
squalificato per non aver rispettato la procedura di partenza, dopo che aveva tagliato
il traguardo al 18° posto nella
prima manche di gigante. I tre
potranno rifarsi ai Campionati
Italiani dei prossimi due
weekend sulle piste di Pratonevoso: il 23 marzo c’è lo
snowboard, mentre il 29 ed il
30 toccherà allo sci alpino.
T1 CV PR T2
LA STAMPA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Piemonte Sport .65
.
VOLLEY
ATLETICA
Il Chieri resiste due ore
Ma il derby va al Pinerolo
OSCAR SERRA
Straneo
sesta
a Lisbona
ENRICO ZAMBRUNO
«E’ stata una vera battaglia.
Una di quelle partite che rendono bellissimo il campionato che stiamo disputando».
Nelle parole di Stefano Caire, tecnico dell’Eurospin
Ford Sara Pinerolo, c’è davvero tutta la soddisfazione
per il successo ottenuto dopo
cinque set tiratissimi nel
derby contro il Fenera Chieri
’76, partita di cartello della
sesta giornata di ritorno del
campionato di B1 femminile.
Dopo quasi due ore di gioco, di fronte a degli spalti
gremiti, la super sfida si è
conclusa per 3-2 (24-26, 2514, 16-25, 25-22, 15-9). Ancora una volta decisiva la capitana Elisa Togut: sulle sue
Coach Caire
«Una di quelle partite
che rendono
bellissimo il torneo»
mani finiscono un terzo dei
palloni distribuiti dalla palleggiatrice Beatrice Valpiani, lei attacca con il 40% e alla fine il tabellino riferisce di
24 punti, di gran lunga la miglior marcatrice del match.
Dietro di lei con 18 palloni
messi a terra c’è Alessia Midriano (59% in attacco e 5
muri, sui nove totali della
sua squadra).
Dall’altra parte del campo le ragazze di Max Gallo
hanno provato a sfruttare al
meglio tutte le loro pedine
in fase offensiva: Valentina
Soriani è la migliore, con 15
punti (60% di positività),
mentre Chiara Burzio, Ilaria Corazza e Ylenia Migliorin sono molto fallose (14 errori in tre contro i 10 complessivi di Pinerolo) e non
riescono a incidere come in
altre occasioni.
Grazie a questo successo
il Pinerolo consolida la se-
Sconfitto
il Calton
Si riapre
la serie C
Finisce al tie-break
La partita di ieri, sesta giornata di ritorno del campionato di B1 femminile,
ha visto il brillante successo del sestetto guidato da Stefano Caire
B1 maschile
IlSant’Annasemprepiùinalto
1 Il Sant’Anna San Mauro
conferma l’ottimo stato di forma e, dopo aver annichilito la
capolista Motta, espugna senza
patemi il campo del Trebaseleghe per 3-0 (25-21, 25-19, 2516), sfoderando un ottimo
Vajra, top scorer con 11 punti,
seguito da Angelov e Fumagalli
con 10. La zona playoff resta a
tre punti, intanto finisce dietro il
Volley Segrate, battuto dai cugini del Tuninetti Parella per 3-1
(23-25, 25-20, 25-20, 25-20).
Monumentale ancora una volta
l’opposto Moro, miglior marca-
tore con 20 punti, seguito da Castelli (18) e Guido (16). In B2
femminile il successo del Collegno Cus Torino in casa del Normac Genova per 3 a 0 – sugli scudi Gobbo e Ortolani, con 11
punti - consente alle universitarie di conservare la seconda posizione con 49 punti a una incollatura dalla capolista Castellanza (51). Tra i maschi male il Nuncas Chieri, trafitto in casa per 3-0
dall’Alba prima in classifica e
scivolato in terza posizione con
42 punti, ma in piena lotta per i
[O. SER.]
playoff.
conda posizione in classifica
con 47 punti, cinque in più del
Chieri, raggiunto a quota 42
dalla Lpm Mondovì. Davanti a
tutti resta la Lilliput Settimo
che sale a 50 punti grazie al
quarto successo consecutivo,
ottenuto con un netto 3-0 (2520, 25-18, 25-11) in casa del Volley Doc Asti.
Pinerolo: Serrano 2, Togut
24, Franco, Giai (L), Valpiani 2,
Stratta, Midriano 18, Borgna
13, Fornara 5, Marcone 12,
Ignelzi, Borri. All. Caire.
Chieri ‘76: Agostino (L), Pilotti, Soriani 15, Tonello 14, Bersighelli 4, Bottani, Milesi 1, Corazza 14, Burzio 12, Migliorin
9, Nada 2, Perata, Bevilacqua
(L). All. Gallo.
Campionato riaperto. Il girone A della serie C femminile è
arrivato a un momento di
svolta. Perché fino a qualche
settimana fa il primo posto
sembrava già assegnato al
Calton, ma ora è tutto cambiato, perché tre squadre navigano in testa nello spazio di
tre soli punti. La capolista, a
sorpresa, rimane a quota 46
perché sconfitta 1-3 (16-25,
25-16, 24-26, 20-25) dal Cogne, seconda squadra in stagione a fermare le canavesane. E così, con 43 punti, si
fanno sotto Lingotto e Biella.
Le torinesi hanno osservato
un turno di riposo e la prossima settimana possono agganciare la vetta, mentre
l’Angelico è passato 3-0 (22,
17, 21) a Trecate.
Nel girone B invece la prima piazza è ormai assegnata al Cuneo (53), che ha vinto lo scontro diretto con la
seconda in classifica, violando al tie-break il campo dell’Italia Multiservice Beinasco. Partita bellissima, con
la capolista corsara in cinque set (15-25, 20-25, 25-21,
25-14, 14-16). Tutto facile per
il Chisola: 3-0 (17, 24, 16) al
Collegno Cus Torino.
Nel girone A maschile,
turno di riposo per il Bruno
Tex Aosta, in testa con 41
punti. Ne approfitta il Parella, ora a quota 40 grazie al
3-0 (16, 15, 20) ottenuto a
Montanaro. A 39 ecco il Valsusa Condove, bravo a vincere in quattro set (23-25, 25-21,
18-25, 19-25) sul non facile
campo di Novara. Blitz anche
dell’Artivolley, passato 1-3
(13-25, 25-19, 21-25, 23-25) in
casa del Pivielle. Infine, nel
girone B, Savigliano (52) vince la sua diciassettesima gara su diciotto superando 3-0
(19, 26, 17) il Cus Torino. Bene
il Chieri, che soffre ma alla fine batte al tie-break (15-9) il
Braida Volley.
Valeria Straneo
Sesto posto per Valeria
Straneo nella 24ª Mezza Maratona di Lisbona, in Portogallo. In terra lusitana, l’atleta del Runner Team ’99 Volpiano - alla terza uscita nel
2014 sulla distanza - ha chiuso i 21,097 km in 1h09’47”,
prima europea al traguardo
dopo le cinque africane di testa. Il successo è andato all’etiope Workenesh Degefa
Debele in 1h08’46”, che
l’alessandrina aveva battuto
qui lo scorso ottobre in occasione della Mezza Maratona
del Portogallo. Dietro la vincitrice ecco quattro keniane,
poi la Straneo. «Sinceramente oggi mi aspettavo un
tempo migliore - dice l’azzurra - e invece alla fine ho
fatto quasi lo stesso crono
con cui a febbraio ho vinto il
titolo tricolore di Verona.
Peccato perchè mi sentivo in
condizione di fare meglio,
ma forse devo ancora smaltire il carico di lavoro dell’ultimo raduno. Fino all’ottavo
chilometro abbiamo avuto
un po’ di vento contro, poi ho
un po’ pagato il continuo
“elastico” che le mie avversarie hanno imposto alla testa della corsa. Io ho cercato
di restare costante sul mio
ritmo, ma quando al 13° chilometro loro hanno “strappato” di nuovo, sono rimasta
staccata. Diciamo che questa è stata una tappa di passaggio verso i prossimi Mondiali di mezza maratona a
Copenaghen, in programma
il 29 marzo».
[E. ZAM.]
ROTELLE
CICLISMO
SCHERMA
San Mauro,
sei titoli
tricolori
Una domenica opaca
Campello sesto a Nizza
Al Trofeo Ravagnan
si sono sfidati in 400
Per il terzo anno consecutivo
Pescara ha ospitato i campionati italiani indoor di pattinaggio corsa. Una tre giorni che ha visto come protagonisti i pattinatori di San
Mauro con una pioggia di titoli. Gabriele Taricco ha conquistato il titolo italiano nella
specialità 1 giro crono atleti
contrapposti e ha agguantato il podio sui 3000 americana allievi. Filippo Manera
vince il 2 giri sprint, 3000
americana e argento 1 giro
crono; Simone Martino oro 2
giri sprint senior e argento
crono; Gabriele Di Nuzzo oro
3000 americana; Edoardo
Quarona oro sui 3000 americana; il trio Martina Paciolla,
Serena Agostino e Alessia
Rizzi terzo posto 3000 americana. A squadre, il San
Mauro è terzo.
[A. BRU.]
FRANCO BOCCA
E’ stata una domenica in
chiaroscuro per i corridori
torinesi di tutte le categorie,
che hanno dovuto gareggiare
fuori dal Piemonte a causa
dell’ormai cronica carenza di
gare nella nostra regione.
Nella Piccola San Geo per Juniores, svoltasi a Busto Arsizio nel Varesotto e vinta dal
veronese Begnoni, la sfortuna ha preso di mira i due più
forti velocisti nostrani: il rivolese Federico Burchio,
campione regionale in carica
della categoria, e il torinese
Umberto D’Onise. Quest’ultimo, reduce dal brillante posto d’onore conseguito domenica scorsa ad Oleggio, è
stato tolto di mezzo da una
caduta nella fase iniziale, che
lo ha costretto al ritiro per la
rottura del cambio. Burchio,
dal canto suo, è rimasto coinvolto in un maxi-capitombolo a
300 metri dall’arrivo, nel quale
ha seriamente danneggiato la
bicicletta ma per fortuna non
si è ferito al volto, che ancora
porta i segni del grave incidente occorsogli a settembre dell’anno scorso.
Le note positive arrivano da
Nizza, sulla Costa Azzurra, dove in attesa della conclusione
della Parigi-Nizza dei professionisti è andato in scena il
Souvenir Nucera, aperto ad Elite, Under 23 e Juniores. Svoltosi su quaranta giri di un breve anello pianeggiante sulla
Promenade des Anglais, il criterium ha fatto registrare il ritorno alla vittoria dell’Elite cuneese Matteo Draperi, ora in
forza all’Uc Monaco, mentre al
sesto posto si è classificato Ga-
BARBARA MASI
Stefano Ciardo, 13° a Nizza
briele Campello, Under 23 del
Team Cerone-Rodman di Torino, e al tredicesimo il cambianese Stefano Ciardo, al debutto tra gli Juniores e nettamente primo della sua categoria. Quanto a Felline, nella Parigi-Nizza il torinese della
Trek non ha ottenuto risultati
di rilievo anche per ordini di
scuderia, dimostrando tuttavia di essere in ottima condizione in vista della Milano-Sanremo di domenica
prossima.
Otto edizioni per ricordare un
nome nobile della scherma azzurra con una gara che è diventata una classica del calendario nazionale Master: la
due giorni del Memorial dedicato a Mario Ravagnan, olimpionico e vicepresidente del
Club Scherma Torino scomparso nel 2006, ha ancora una
volta registrato record di
iscritti a Villa Glicini. Quattrocento atleti da tutta Italia,
dai 30 ai 70 anni, fra i quali anche tanti ex campioni e nomi
curiosi. Come Mauro Numa,
olimpionico di fioretto a Los
Angeles 1984, che ha gareggiato fra gli over 50 di sciabola
restando fuori dal podio. O il
regista torinese Davide Ferrario, di casa al C.S. Torino,
giunto sesto nella cat. 2 di fio-
retto, e Ladis Zanini, produttore esecutivo, nono nella cat. 3.
In gara nella spada anche atleti stranieri, come Johannes
Dewaal proveniente addirittura da Singapore, mentre la sciabola rosa cat. 1 ha avuto protagonista un arbitro internazionale, la romana Martina Ganassin vincitrice sulla torinese Katia Zavaglia (Isef E. Meda).
La tradizione fiorettistica
del C.S. Torino è stata celebrata
nella cat. 0 dal derby tra i consiglieri Alberto Novo ed Edoardo
Sciacca, primo e secondo sul
podio, seguiti dal compagno di
sala Paolo Stissi e da Pietro
D’Attelis, istruttore alla Maschera di Ferro. Monopolio anche nel fioretto femminile con
Marta Portesi, mentre nella
sciabola la vittoria è andata alla
maestra del C.S. Pinerolo Maria Francesca Angeli.
T1 CV PR T2
66 .Piemonte Sport
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
SERIE D
Il punto
PAOLO
ACCOSSATO
Chieri, la serie nera continua
Anche la Caratese si prende i tre punti, i collinari non vincono in casa da tre mesi
È
Classifica
Girone A
Chieri
1
Caratese
2
Albese-Novese
0-0
Borgosesia-Insubria C.
2-0
Chieri-Caratese
1-2
Derthona-Pro Dronero
1-1
Lavagnese-Santhià
2-0
Sestri Levante-Rapallo Bogliasco
0-1
Chieri
Caratese
Vado-Giana Erminio
1-3
4-4-2
3-5-2
Vda Aosta S.-Asti
1-1
Tunno; Spera, Conrotto, Benedetto,
Sampò (32’ st Colaianni); Nicolini
(12’ st Rabbeni), Panepinto, Brancato,
Montante; Valfrè
(14’ st Osella), Sinato Man.
Sperduti; Perego,
Dellamaggiora,
Concina; Virga (24’
st Rota), Elezaj (12’
st Cesana), Zorloni,
Chella, Bosisio;
Diop, Valente (37’ st
Brumana).
Verbania-Chiavari
0-2
ALL. Zichella
ALL. Bacci
Classifica
SQUADRE
Giana Erminio
Borgosesia
Rapallo Bogliasco
Insubria C.
Chieri
Lavagnese
Vado
Chiavari
Vda Aosta S.
Asti
Novese
Derthona
Albese
Caratese
Sestri Levante
Pro Dronero
Santhià
Verbania
RETI: pt 22’ Zorloni (Ca); st 27’ Benedetto (Ch), 31’ Cesana (Ca)
ARBITRO: Lorenzin di Castelfranco Veneto
AMMONITI: Sampò, Benedetto.
ESPULSI: SPETTATORI: 150 circa
P
62
56
56
49
48
47
43
41
36
33
33
29
29
27
26
18
18
12
V
18
17
17
14
15
13
12
10
9
8
8
7
7
6
7
4
3
2
N
8
5
5
7
3
8
7
11
9
9
9
8
8
9
5
6
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P
1
5
5
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10
12
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15
17
15
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F
60
60
50
43
43
37
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36
35
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30
23
23
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S
23
25
27
23
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36
20
35
29
40
36
43
42
42
69
50
52
Prossimo turno
Il «De Paoli» resta stregato
PAOLO PONTI
Con la sesta sconfitta casalinga, terza consecutiva, il
Chieri conferma, come verrà poi dichiarato negli spogliatoi anche da Zichella, di
non avere praticamente più
nulla da chiedere a questo
campionato,
lasciando
campo e vittoria a una Folgore Caratese dimostratasi
più grintosa e con molta più
voglia di vincere. La formazione collinare si attesta
quindi come una squadra
da trasferta, prolungando il
non invidiabile record di tre
mesi senza vittoria in casa,
contro un avversario che al
di là del risultato finale, è
apparso non imbattibile. A
decidere la partita, oltre al
gol a metà primo tempo di
Zorloni, la poca vena dell’intero undici di Zichella,
compassato a centrocampo
e poco propositivo sulle fasce, salvato solo dalla robustezza e dalla tenacia di un
comparto difensivo superiore alla media.
Molto negativo il recente ruolino di marcia del Chieri sul campo amico:
infatti i collinari hanno perso al De Paoli le ultime tre gare consecutive
Gli spogliatoi
1 Decisamente di umore
grigio Giovanni Zichella al
termine della partita contro
la Caratese, non per il gioco
quanto per la poca fortuna
nelle occasioni: «La solita
partita che giochiamo in casa – esordisce il tecnico -. In
trasferta la traversa sarebbe entrata, e su palla inattiva non avremmo preso gol,
qui purtroppo gira male. La
prestazione è stata positiva, i ragazzi hanno fatto
quello che avevamo preparato: loro hanno tre gioca-
Gli ospiti si schierano con
un 3-5-2 di sostanza a centrocampo per cercare la superiorità numerica, sia per
bloccare le giocate di Conrotto e soci che per essere
più aggressivi nelle ripar-
tori molto fisici in difesa e
abbiamo provato ad aprirli
creando delle situazioni di 2
contro 1 sulle fasce, ma non
abbiamo avuto fortuna».
Fortuna che, scaramanticamente tra il serio e il faceto,
il tecnico saprebbe raggiungere: «Dobbiamo cambiare campo, questo non ci
porta bene. Forse loro avevano più voglia di fare risultato dato che si devono salvare: la nostra fortuna è
aver fatto molti punti al[P. PON.]
l’andata».
tenze. E infatti il Chieri nei
primi minuti non trova spazi, né per la manovra, né tantomeno per uscire dal centrocampo, che con il passare
dei minuti arrivano, mal
sfruttati, soprattutto sulle
fasce. E a sfruttare la poca
vena dei collinari ci pensa
Zorloni, che su una mischia
scaturita da una punizione
di Valente, trova lo spazio
giusto per la girata che non
lascia scampo a Tunno. I padroni di casa provano una timida reazione, ma le occasioni migliori arrivano anche
per loro da calcio piazzato:
prima al 30’ Panepinto scodella dalla trequarti sul se-
Sesta sconfitta
interna del torneo
La squadra è apparsa
senza più stimoli
condo palo dove Conrotto al
volo impegna severamente
Sperduti, poi, quasi al termine della frazione, un bolide di
Valfrè da quasi 30 metri colpisce in pieno la traversa a
portiere battuto.
Dietro
al Giana
corsa
apertissima
23/03: Insubria C.-Lavagnese, ChiavariBorgosesia, Caratese-Sestri Levante, Giana Erminio-Verbania, Novese-Vda Aosta
S., Pro Dronero-Vado, Rapallo BogliascoAlbese, Santhià-Chieri, Asti-Derthona
Nella ripresa i padroni di
casa rientrano più grintosi,
facendosi più presenti dalle
parti di Sperduti ma senza
mai impegnarlo veramente,
con Zichella che intorno al
quarto d’ora prova la doppia
sostituzione, con Osella e
Rabbeni al posto di Nicolini e
Valfrè, alla ricerca di più vivacità in fase offensiva. Ma dopo
due conclusioni velleitarie di
Sinato e Sampò, è Benedetto
a salire in cattedra, prima salvando il 2-0 ospite con un portentoso recupero su Diop lanciato a rete (21’), poi firmando
il pareggio al 27’ sfruttando
gli sviluppi di una punizione
di Spera, in un’azione fotocopia del gol ospite. Ma è un fuoco di paglia, perché gli ospiti
al 31’ passano ancora, questa
volta sugli sviluppi di un angolo dove la palla rimane in
area con il neo entrato Cesana che infila sotto la traversa
per il 2-1 finale.
ormai abbastanza
chiaro che l’impronosticabile
andamento a singhiozzo
del Chieri, leone fuori
casa e pulcino al De Paoli, disegna la strada da
qui fino alla fine della
stagione: playoff più difficili, per quanto ancora
possibili visto che in un
modo o nell’altro l’undici di Zichella è ancora
quinto. Ma pensare di
agganciare gli spareggi
con gli straordinari in
trasferta e il lentissimo
procedere in casa è pura utopia. E’ vero che
delle 7 partite restanti, i
biancoazzurri ne hanno
4 lontano da Chieri, ma
è impensabile credere
che basti vincere una
domenica sì ed una no.
La fame della Caratese
può dunque più dell’assuefazione dei torinesi
ad una classifica ormai
tranquilla. Lassù, Giana
Erminio ed inseguitrici
continuano la loro marcia parallela, ma i 6 punti di vantaggio dei lombardi sono un fattore
per nulla trascurabile.
L’undici di Gorgonzola
espugna Vado, Il RapalloBogliasco di Sesia vince con il Sestri Levante
ed il Borgosesia di Manzo battendo 2-0 la Caronnese definisce i valori del girone con le prime tre in classifica un
gradino sopra tutte. Che
però i primi della classe
perdano due partite delle ultime 7 (fin qui un solo ko in 27 match) favorendo così il rientro di liguri e vercellesi è a dir
poco impronosticabile.
La Lavagnese che batte
con agio 2-0 il Santhià
(prossimo avversario
del Chieri, per fortuna
nel vercellese) è la squadra più in forma del lotto con la migliore difesa
del gruppo e dieci risultati utili consecutivi. Ed
ora i bianconeri sono sesti ad un solo punto dai
torinesi.
GIOVANILI
CALCIO A 5
DONNE
Primavera, granata quasi ai playoff
Allievi, la Juve in finale ad Arco
Vincono
Carmagnola
e i Bassotti
Luserna inarrestabile
Toro e Juve sconfitte
Grande vittoria per il Cld Carmagnola nella 22esima giornata della serie A2. I gialloneri hanno superato 7-0 il Lecco
in una partita senza storia.
Match già chiuso nel primo
tempo, terminato 4-0 grazie
alla doppietta di Oanea e ai sigilli di Zanella e del portiere
Mastrogiacomo. Nella seconda frazione lo show è continuato con la doppietta di Resner e il gol di Bresciani. Nel
19esimo turno di serie B invece tutto facile per i Bassotti,
impostisi 8-4 sul Blue Orange.
Bene anche il Castellamonte,
passato 3-1 a Grosseto sul
campo dell’Atlante.
[E. ZAM.]
Continua la splendida cavalcata del Luserna che, con la
vittoria nel mach clou dell’ottava di ritorno contro il Torino, si è portata a otto vittorie
consecutive nel 2014. La gara, anticipata dalle polemiche tra le società per una richiesta di rinvio, è stata decisa da 4 reti tutte di ex granata: a sbloccare il risultato nel
primo tempo Bosi, seguita
dalla doppietta di Sodini a cavallo della ripresa, per chiudere poi con il rigore trasformato da D’Ancona al 17’ della
ripresa, per una vittoria che
lancia sempre più al secondo
posto in classifica le ragazze
IVANA CROCIFISSO
Un solo punto separa il Torino dalla final-eight. Vittima
dell’undicesima vittoria consecutiva della Primavera granata è l’Empoli, seconda forza del campionato, sconfitta
1-0 al Don Mosso di Venaria
dalla capolista del girone. A
decidere il big match è il difensore Benedini, che di testa
batte i toscani sugli sviluppi
di un calcio d’angolo. Sono
ora ben 15 i punti che separano la squadra di Longo proprio dall’Empoli, sempre diciassette le lunghezze dalla
Juve, terza. E a sei giornate
dal termine manca solo la matematica: al Toro basterà un
pari sabato prossimo per raggiungere la fase finale. Un cammino incredibile quello della
squadra di Longo: 17 vittorie,
tre pareggi, nessuna sconfitta.
Nonostante questi numeri, il
tecnico granata continua a non
voler guardare la classifica:
«Speriamo di poterlo fare sabato: potremmo festeggiare un
risultato che questi ragazzi
meritano ampiamente».
Tenteranno di sollevare al
cielo un trofeo importante come l’Arco di Trento gli Allievi
della Juventus: la squadra di
Della Morte ha superato 2-1 la
Roma in semifinale (in gol Vitale e Udoh), guadagnando l’accesso alla finale, in programma
domani alle 15 (gara trasmessa
in diretta su Rai Sport). Avversario il Chievo: Della Morte non
avrà a disposizione l’ottimo
Pozzebon, squalificato.
Dopo la sosta di nuovo in
campo i Giovanissimi. Vittoria
della Juventus, 1-0 sul Varese
(decisiva la rete di Mastropietro), successo del Torino, 4-0,
sulla Pro Vercelli, frutto dei gol
di Soleti e Maiello e della doppietta di Sottil. Bianconeri sempre in testa al girone, granata
ad un solo punto dal quarto posto, che significherebbe playoff.
di Tatiana Zorri, all’inseguimento del Cuneo capolista
bloccato dall’Alessandria. Per
il Toro una sconfitta ininfluente che lascia la formazione di
Nicco a 22 punti, uno in meno
prima della pausa per l’ulteriore penalizzazione inflitta alla
società nel mese di febbraio
per fatti relativi alla passata
stagione. Male invece la Juventus, che in casa è sconfitta dall’Alba 4-0, in una partita con
tante ex in campo ma con poco
da dire in termini di classifica,
con entrambe le squadre ormai fuori dai giochi sia per la
vittoria che, fortunatamente,
per la retrocessione.
[P. PON.]
T1 CV PR T2
Piemonte Sport .67
LA STAMPA
.
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
ECCELLENZA, GIRONE A
Il punto
PAOLO
ACCOSSATO
La Pro sbanca anche Ivrea
Nel girone B
le torinesi
quasi fuori
dai playoff
Le classifiche
Girone B
Girone A
Ivrea
0
Pro Settimo
3
Ivrea
Pro Settimo
4-3-3
4-3-3
Chiaverini, Ferreri,
Zardini, Graziolo,
Munari, Cagliano,
Vicario (6’ st Pallante), Pagliero, Soster
(27’ st Santoliquido), Pierobon, Padovan (38’ st Velardi).
Maja, Barabino, Vasario, Caracciolo,
Cacciatore, Grancitelli, Piotto, Didu,
Marangone (16’ Di
Renzo) (38’ st Fiorilli), Parisi (31’ st Bellan), Gallace.
ALL. Rizzo
ALL. Davin
0-3
Atl. Gabetto-Cavour
2-2
Borgaro-Baveno
0-2
Busca-C. Alfieri D. Bosco
1-1
Charvensod-Ce.ver.sa.ma Biella
3-0
Castellazzo-Olmo 84
1-1
Gassino-Caselle
0-1
Cheraschese-Bene Narzole
1-1
Ivrea-Pro Settimo
0-3
Lucento-Acqui
0-3
J.biellese-Aygreville
1-1
Pinerolo-Fossano
4-3
Omegna-Bellinzago
1-2
Saluzzo-Valenzana Mado
0-1
Orizzonti Utd-Lascaris
0-0
Sp. Cenisia-Chisola
0-1
Settimo-Gattinara
4-1
Villalvernia-Libarna
1-1
Classifica
SQUADRE
P
73
Pro Settimo
71
Bellinzago
60
Baveno
57
Orizzonti Utd
56
Osmon Suno
45
Aygreville
41
Omegna
40
Ivrea
36
J.biellese
33
Borgaro
32
Gassino
Ce.ver.sa.ma Biella 31
31
Caselle
30
Lascaris
28
Charvensod
23
Settimo
19
Gattinara
14
Atletico To
RETI: 20’ Barabino, 38’ Parisi; st 27’ Di
Renzo
ARBITRO: Bitonti di Bologna
AMMONITI: ammoniti Cagliano, Pierobon, Barabino, Padovan, Caracciolo
SPETTATORI: 150 circa
PAOLO ACCOSSATO
IVREA
La marcia di avvicinamento
della Pro Settimo Eureka alla
madre di tutte le partite prosegue: tra due settimane al
Valla arriva lo Sporting Bellinzago e lì si potrebbe (dovrebbe) decidere il campionato. In mezzo, il per nulla banale Orizzonti United domenica
prossima, il tosto recupero
con il Borgaro mercoledì 26 e
poi via libera ai match dei match. Intanto Gallace e compagni sbarcano ad Ivrea, evidenziano le imbarazzanti amnesie difensive arancioni e se ne
tornano a Settimo con i 3 punti d’ordinanza che mantengono a due (con una partita in
meno) i punti sullo Sporting.
Rizzo sa bene che i maggiori pericoli per l’Ivrea possono
arrivare dalle fasce più che
dal centro vista l’assenza di
Zenga e così schiera il giovane
Ferreri in mezzo insieme all’adattato Cagliano e l’esperto
Munari sulla destra a placare
i furori di Marangone e Vasario. La stanca Pro, reduce dalla trasferta di Coppa in terra
vicentina, fa rifiatare Di Renzo in panchina con il mascherato Grancitelli (frattura allo
zigomo) regolarmente in
Atletico To-Osmon Suno
I «grandi vecchi»
Un contrasto tra i «senatori» Pierobon e Grassitelli
Nella foto sotto, Caracciolo (Pro) pressato da Graziolo
Classifica
V
23
22
17
17
16
12
12
11
9
10
9
7
8
7
7
6
3
4
N
4
5
9
6
8
9
5
7
9
3
5
10
7
9
7
5
10
2
P
1
2
3
6
5
8
12
11
11
15
15
12
14
13
15
18
16
23
F
65
79
60
46
55
50
42
49
40
37
33
37
34
30
33
36
40
18
S
21
22
30
25
30
34
46
46
43
37
44
48
55
48
58
68
63
66
V
21
15
14
13
12
13
12
11
11
10
10
11
10
11
8
6
4
3
N
5
10
9
8
10
6
9
9
7
9
9
6
8
4
4
7
3
5
P
2
4
6
8
7
10
8
9
11
9
10
12
11
14
16
16
22
20
F
65
52
46
43
55
43
42
53
45
37
43
37
42
33
30
27
22
33
S
20
38
23
36
39
30
38
41
38
34
40
38
38
40
61
52
77
65
Prossimo turno
23/03: Baveno-Omegna, Bellinzago-Ivrea,
Caselle-J.biellese, Ce.ver.sa.ma Biella-Gassino, Gattinara-Atletico To, Lascaris-Settimo,
Osmon Suno-Charvensod, Pro Settimo-Orizzonti Utd, Aygreville-Borgaro
23/03: Bene Narzole-Pinerolo, Cavour-Busca, Chisola-Cheraschese, C. Alfieri D. Bosco-Lucento, Fossano-Villalvernia, LibarnaSaluzzo, Olmo 84-Sp. Cenisia, Valenzana
Mado-Atl. Gabetto, Acqui-Castellazzo
troguardia arancione lo fa però
al 38’ quando su arcuata punizione di Didu e correzione in
mezzo di Cacciatore, ben quattro giocatori della Pro si trovano liberi in mezzo all’area.
L’onore della volée vincente con
un sinistro al volo tocca a Parisi.
L’Ivrea è squadra dal duplice volto: attacco vivace con
movimenti veloci e retroguardia tutta da rivedere. Partita
comunque non chiusa: l’Ivrea
piuttosto prende il terzo gol
ma non smette di offendere, e
così alla Pro non dispiace fiondarsi negli spazi: Di Renzo al
10’ punge con un destro a giro
su cui Chiaverini si fa apprezzare, Vasario al 15’ di piatto
mette alto. Pallante rende ancora più offensivi gli arancioni
e l’Ivrea non ha più mezze misure: o la va o la spacca ma a
spaccare la partita ci pensa Di
Renzo al 27’, quando scappa
via dalla trappola del fuorigioco, si porta aggrappato alla
maglia Ferreri per almeno
una decina di metri e salta
Chiaverini in uscita per il facile appoggio a porta vuota.
La bandiera eporediese
Pierobon è comunque l’ultimo
a mollare e al 37’ ribadisce
sulla traversa una punizione
si Pagliero anch’essa finita sul
palo lungo.
Tra due settimane
il match casalingo
con il Bellinzago
che vale il campionato
za con la traversa. L’Ivrea prende coraggio ma la coperta è corta e praterie si aprono nella difesa eporediese, per cui prima
Parisi salta Chiaverini ma mette in mezzo nel deserto e poi Di
Renzo di testa trova solo l’esterno della rete. Il patatrac la re-
P
68
55
51
47
46
45
45
42
40
39
39
39
38
37
28
25
15
14
Prossimo turno
campo. In casa Pro si sa che la
dea bendata è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo e al 16’
Marangone deve lasciare la
compagnia per un problema
muscolare e così dopo Gaudio
Pucci e Zenga i biancocerchiati
perdono un altro pezzo.
Sarà la rabbia o il furore agonistico ma passano quattro mi-
nuti e la Pro segna: con l’attacco
che perde i pezzi, ci pensa il difensore Barabino a sbucare dietro i difensori dell’Ivrea e ad inzuccare nell’angolo opposto.
Non è la Pro migliore dell’anno,
e ci mancherebbe vista la stanchezza e le assenze, ma è insolito il pressapochismo in difesa in
più di un’occasione. Così Pagliero ne approfitta al 23’ per un destro al bacio che fa la conoscen-
SQUADRE
Acqui
Bene Narzole
Cheraschese
Libarna
Valenzana Mado
Lucento
Castellazzo
Cavour
Villalvernia
Saluzzo
Pinerolo
Olmo 84
C. Alfieri D. Bosco
Fossano
Busca
Chisola
Sp. Cenisia
Atl. Gabetto
Le altre partite
Atletico Torino
0
Borgaro
0
Gassinosanraffaele
0
Orizzonti United
0
Settim
4
Osmo Suno
3
Baveno
2
Caselle
1
Lascaris
0
Gattinara
1
Atletico Torino
Osmo Suno
Borgaro
Baveno
Gassinosanraffaele Caselle
Orizzonti
Lascaris
Settimo
Gattinara
Assan, Tassin, Lena,
Greco, Dalle Sasse,
Scozzafava, Perciabosco (31’ st Russo), Lo Baido, Fierro
(10’ st Tazoukanit),
Sgherzi, Petrini (20’
st Tucci).
Moretto, Miglietta,
Yaong’bra, Evola,
Bonato, Fornasino,
Poi (1’ st Bettini),
Cherchi (31’ st Repossini), De Lorentiis, Agazzone, Bertola.
Gencarelli, Mazza,
Dotto (37’ st Bougram), Moreo (1’ st
Corbo), Borin, Cristino, Vocisano, Carassi, Massimo, D’Alessandro (1’ st Bonsanto).
Campana, Baldo,
Menaglio, Stanglini,
Rugariva, Pavesi (39’
st Yob), Trentani, Ramalho, Kouadio (25’
st Sefa), Beretta, Romano (41’ st Modaffari).
Okumador, Piras,
Lupu, Bava, Imburgia, Balagna, Giorgi
(27’ st Mondo), Noia (1’ st Chieppa),
Foxon, Peraudo (10’
st D’Agostino), Mirimin.
Semperboni, Moioli, Benanchi, Fioccardi, Fassio, Salvitto (32’ Lonardi),
Suppo, Di Marco
(10’ st Donofrio),
Enam’ba (25’ st
Fondello), Serra,
Greco Ferlisi.
Ferrauto, Torta (29’
st Luminoso), Freda,
Maggio, Lombardo,
Panepinto, Carini,
Comotto (27’ st Di
Lernia), Valenza,
Scutti, Gnisci (23’ st
Mbaye).
Asinelli, Mandes,
Bembouzid (35’ Ferrari), Ferroglio, Gallo, Bettineschi, Napoli (32’ Korreshi),
Serafino, Cavazzi,
D’Onofrio, Pasqualone.
Giarnera, Tigani,
Abalsamo (34’ st
Piretta), Viola, Rea,
Barbati, Tomasicchio, Dispenza, Padovan (16’ st Trentinella), Del Vecchio, Messineo
(25’ st Zarantonello).
Marchetto, Davin,
Tramarin, Polito
(19’ st Crimi), Danini, Daquino, Isabelli, Russo, Porcelli, Papa (13’ st Ganci), Ravetto (4’ st
Cianciolo).
ALL. Campanile
ALL. Rotolo
ALL. Russo
ALL. Pissardo
ALL. Gatta
ALL. Goria
ALL. Boschetto
ALL. Portesi
ALL. Del Vecchio
ALL. Beccari
RETI: 44’ Evola; st 14’ De Lorentiis, 45’
Repossini
ARBITRO: Barmasse di Aosta
AMMONITI: Greco, Lo Baido
RETI: 32’ Romano, 35’ Trentani
ARBITRO:
AMMONITI: Massimo, Carassi
ESPULSI: Borin
RETI: 13’ Greco Ferlisi
ARBITRO: Rossi di Pinerolo
AMMONITI: , Enam’ba, Greco Ferlisi
RETI:
ARBITRO: Cannata di Collegno
AMMONITI: Mandes, Ferroglio, Gallo
RETI: 9’ Padoan, 27’ Isabelli (G), 35’
Messineo; st 7’ e 14’ Dispenza
ARBITRO: Prior di Ivrea
AMMONITI: Abalsamo, Zarantonello
ESPULSI: Tramarin
Tassello dopo tassello si
sta completando il puzzle
che la Pro con pazienza
sta componendo da fine
agosto, ma alla meta
mancano ancora 6 pezzi.
E per nulla banali: Orizzonti United (quarto),
Borgaro, Sporting Bellinzago (secondo), Baveno
(terzo), Aygreville, Caselle. Con le prossime tre
sfide da giocarsi in 7 giorni. Sarà marzo con tutta
probabilità il mese che
dirà se la Pro è da serie D.
Intanto i biancocerchiati
continuano a vincere
senza scollarsi di dosso i
novaresi. Delle altre torinesi, solo l’Ivrea è tranquilla (e in un certo senso
anche l’Atletico Torino,
di fatto retrocesso) mentre gli incerottati Borgaro e Lascaris, l’altalenante Gassinosanraffaele e il
redivivo Caselle (4 successi di fila) cercano di
evitare i playout che invece il Settimo (4-1 al
Gattinara) spera di giocare perché l’alternativa
significherebbe retrocessione diretta.
Girone B
All’Acqui bastano 3 punti
con 6 partite ancora da
giocare per festeggiare la
serie D. Domenica prossima potrebbe già essere
la volta buona. Si stanno
invece sgonfiando le torinesi in chiave playoff e a
oggi gli spareggi estrometterebbero le nostre
candidate. Il Cavour già
da qualche domenica denotava impacci, confermati con il 2-2 contro l’Atletico Gabetto ultimo in
classifica. Con appena
due punti nelle ultime 4
partite, il Lucento vanifica la stupenda marcia
compiuta tra dicembre e
gennaio scivolando al sesto posto. Scatto d’orgoglio del Pinerolo che
emerge dai playout con il
rocambolesco 4-3 al Fossano (tripletta di Piroli),
mentre il Chisola continua a sperare.
T1 CV PR T2
68 .Piemonte Sport
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Le altre partite
Lucento
0
Acqui
3
Lucento
Acqui
(4-1-2-1-2)
(4-3-1-2)
MIglino, Molli, Patrone (22’ st Francioso), Farella, Ferrarese; Basiglio;
Mangano, Rizzo;
Salafrica; Martorano (10’ st Grimaldi),
Le Pera.
Teti, Bencivenga,
Buso, Morabito, Silvestri; Granieri, Cappannelli (38’ st Randazzo), Pizzolla; Innocenti (35’ st Anania); Russo (35’ st
Quinto), Giusio.
Atletico Gabetto
2
Pinerolo
4
Cavour
2
Fossano
3
Atletico Gabetto
Cavour
Pinerolo
Fossano
Ghiglione, Miglio,
Ito, Di Muro, Albanese (1’ st Ingrao),
Schiavone, Curto,
Marinaro, Cozzolino,
Padovan (12’ st Torre), Palmiotto (14’ st
Bellucci).
Garino, Laganà,
Chiaussa, Ferrati, Friso, Montagna, Ligotti (11’ st Fassina), Todella (28’ st Mazzone), Cirillo, Atteritano, Valerio.
Odier, Pepe, Ahmed,
Previati, Barrella, Lisa, Soccal (30’ st Clori), Di Leone, Piroli, Di
Gioia, Stangolini (38’
st Dedominici).
De Miglio, Racca (12’
st Del Soglio), Brizio,
Durando, Domestici
(3’ Cavallino), Douza,
Bonelli, Curti, Perri
(26’ st Raspo), Ballario, Dalmasso.
ALL. Marangon
ALL. Di Leone
ALL. Fornello
ALL. Volcan
RETI: 9’ Palmiotto, 12’ Ligotti, 15’ Cirillo;
st 41’ Ingrao
ALL. Telesca
ARBITRO: Mocanu di Torino
AMMONITI: Miglio, Cozzolino, Laganà
ALL. Merlo
ARBITRO: Filomena di Collegno
AMMONITI: Barrella, Brizio, Piroli, Ballario
ESPULSI: Di Leone e Durando
RETI: pt 37’ Granieri; st 6’ Giusio, 33’
Russo
ARBITRO: Esposito di Aprilia
AMMONITI: Grimaldi, Mangano
SPETTATORI: 70 circa
Assenze importanti
ALEX BEMBI
Il Lucento contro gli acquesi ha dovuto fare a meno dei due titolari Montesano e Schiavone
Tre è il numero prefetto per
l’implacabile Acqui che, per
la terza giornata consecutiva, rifila appunto 3 schiaffi ai
suoi avversari. Questa volta a
cadere di fronte alla capolista è stato un buon Lucento,
che paga un grossolano errore di posizionamento sul finire di un primo tempo altrimenti perfetto. Nella ripresa
non c’è stato più scampo per i
padroni di casa chiamati a
dover fare la partita contro
una squadra tecnicamente
superiore.
Il Lucento si presenta al
match più difficile della stagione privo di due titolari importanti, il bomber Montesano e Schiavone. Mister Telesca conferma l’impianto di
gioco con il rombo a centrocampo, dove Basiglio è il vertice basso mentre Salafrica
agisce dietro le punte. Gli
ospiti rispondono affidandosi
ad un 4-3-1-2, con il trequartista Innocenti lasciato libero
di svariare su tutto il fronte
offensivo. Dopo le schermaglie iniziali, con un paio di oc-
ECCELLENZA, GIRONE A
Il Lucento si arrende
alla capolista Acqui
RETI: 16’ pt e 2’ st Ballario, 18’ Previati,
31’ pt, 36’ pt e 10’ st Piroli; st 5’ Perri
Sporting Cenisia
0
Chisola
1
Sporting
Chisola
Gianoglio, Zucco,
Montenegro, Forneris, Zanchi (11’ st Secci), Bellitta, Novarese
(29’ st Seccia), Maugeri, Rubino (24’ st
Cigna), Racioppi, Costilla.
Ussia, Barbero, Ladogana, Reina, Cornaglia, Carli, Cosenza,
D’Agostino (38’ st
Tallarico), Capola
(21’ st Carulli), Vetrugno, Deideri.
ALL. Di Gianni
ALL. Ballario
RETI: 5’ Deideri
ARBITRO: Savasta di Bra
AMMONITI: Bellitta, Maugeri, Forneris, Novarese, Secci, Cosenza, Reina, Tallarico, Deideri
Deideri, in gol per il Chisola
casioni velleitarie per parte, la
gara sembra incanalarsi in
quello che sarà il leitmotiv con
i bianchi padroni del campo
grazie alla loro superiore proprietà di fraseggio e la perfetta
applicazione del fuorigioco che
limiterà per tutto il match i padroni di casa. Al 37’ l’episodio
chiave: un angolo per il Lucento viene respinto dalla difesa
ed attiva un contropiede con
gli ospiti in superiorità numerica. Servito in profondità, Innocenti serve Granieri e per il
tiro che vale il vantaggio.
La ripresa parte con il raddoppio degli ospiti al 6’. Innocenti viene pescato in area, il
suo colpo di testa trova la magnifica respinta di Miglino, ma
il più lesto ad intervenire è Giusio che insacca. A porre la parola fine all’incontro ci pensa,
intorno alla mezz’ora, Russo
con un preciso tiro a fil di palo.
Per il Lucento, gli spareggi
restano un obiettivo concreto
come afferma il direttore sportivo Gallo: «Nei play off ci cre-
diamo ancora, d’altronde non
era questa la partita in cui dovevamo fare punti». L’Acqui invece, sta per coronare una stagione entusiasmante e già
mercoledì prossimo, nel recupero contro il Busca, potrebbe
arrivare anche la matematica
a consacrare gli alessandrini
campioni del girone. Mister
Merlo non può che essere soddisfatto: «Allenare questo
gruppo è fantastico e vederli
giocare in questo modo ripaga
di un anno di lavoro intenso».
La curiosità
1 Ci sono modi e modi per
retrocedere e quello scelto
dalla Santenese, ultima del
girone C di Promozione, è tra i
più tristi. Dalla serie D alla Seconda Categoria non c’è
squadra in Piemonte che abbia totalizzato appena 2 punti in 25 partite. Due pareggi e
23 sconfitte, 13 gol fatti e 76
incassati (l’ultimo ieri nell’1-0
con l’Ivest) per un’annata a
dir poco disastrosa ora neppure più tenuta in vita dalla
matematica con l’ultimo
punto (uno 0-0 casalingo con
il Mirafiori) incamerato nel
dicembre del 2013 e la seconda retrocessione in tre anni
[P. ACC.]
ormai realtà.
Risultati e Classifiche
Prima Categoria
Promozione
Girone C
Girone C
Girone B
Girone E
Girone D
Girone F
Brandizzo-Pavarolo
1-0
Alpignano-Don Bosco Nich.
0-0
Banchette-S. F. Ardor
3-1
Atletico Villaretto-Pozzomaina
1-5
Antico Borgoretto-Bvs
1-0
Buttiglierese-Pro Villafranca
1-2
Casale-Leini
5-2
Borgaretto-Airaschese
1-0
Castellamonte-Pvf
2-4
Bacigalupo-Rapid To
2-3
Beinasco-Villar Perosa
1-1
Moncalieri-Villastellone
5-0
Mathi-Alicese
1-3
Bsr Grugliasco-Csf Carmagnola
2-0
Colleretto-Quart
2-0
Barcanova-Nizza Millef.
5-2
Carignano-Pro Collegno C.
4-0
Moncalvo-San Giuseppe Riva
1-2
Pont Donnaz-Bollengo Alb.
1-0
Cbs S. C.-Usaf Favari
2-0
Esperanza-San Maurizio C.
1-2
Barracuda-Santa Rita
3-2
Denso Fc-Valdruento
2-0
Montatese-Sandamianese
0-1
Real Canavese-Volpiano
0-1
Pianezza-Mirafiori
0-0
Fenusma-Vallorco
0-2
Orione Vallette-Cit Turin Lde
2-5
Luserna-Sporting Rosta
1-0
Nuova Sco-Atletico Santena
3-1
Rivarolese-Quincitava
1-2
Piscinese Riva-S. Giacomo Ch.
2-0
Real Leini-Saint Vincent
1-0
San Mauro-P. River Mosso
4-1
Olympic Collegno-Lesna Gold
0-2
Pecetto-Rocchetta T.
0-1
Trino-Crescentinese
3-1
Santenese-Victoria Ivest
0-1
Real Sarre-La Chivasso
3-1
Spazio Talent Soccer-Vianney
0-4
Rivoli-San Secondo
6-1
Poirinese-Roero
0-1
Venaria Reale-S. Nolese
0-0
Union Valle Di Susa-Cenisia
2-1
Verres-Bosconerese
3-2
Vanchiglia-Pertusa B.
3-1
Riposa : Cumiana
Trofarello-Villanova
2-1
S
31
24
26
33
39
46
42
38
36
62
51
57
76
50
72
81
SQUADRE
Denso Fc
Carignano
Luserna
Villar Perosa
Rivoli
Pro Collegno C.
Lesna Gold
Antico Borgoretto
Beinasco
Valdruento
Sporting Rosta
Bvs
Cumiana
Olympic Collegno
San Secondo
Riposa : San Carlo
SQUADRE
Volpiano
Casale
Quincitava
Alicese
Pont Donnaz
S. Nolese
Rivarolese
Mathi
Brandizzo
Real Canavese
Venaria Reale
Trino
Bollengo Alb.
Leini
Pavarolo
San Carlo
Crescentinese
Classifica
Classifica
Classifica
P
62
54
47
42
39
34
33
33
31
31
30
28
26
26
25
23
10
V
19
16
14
13
12
10
9
10
7
7
8
7
6
7
5
6
2
N
5
6
5
3
3
4
6
3
10
10
6
7
8
5
10
5
4
P
1
2
6
8
9
11
10
12
7
8
11
10
10
13
9
13
18
F
50
54
42
35
30
28
31
30
20
29
24
35
34
25
20
25
25
S
18
20
21
28
22
29
35
35
19
33
31
39
44
45
27
38
53
Prossimo turno
23/03: Crescentinese-Brandizzo, Mathi-Rivarolese, Pavarolo-Pont Donnaz, Quincitava-Venaria Reale, San Carlo-Trino, S. Nolese-Real
Canavese, Volpiano-Casale, Alicese-Bollengo
Alb.; Riposa : Leini
SQUADRE
P
Alpignano
55
Bsr Grugliasco
52
Cbs S. C.
49
Csf Carmagnola 49
S. Giacomo Ch.
44
Borgaretto
38
Pianezza
36
Airaschese
36
Piscinese Riva
34
Victoria Ivest
33
Union Valle Di Susa 32
Cenisia
28
Usaf Favari
27
Mirafiori
24
Don Bosco Nich. 19
Santenese
2
V N P F
17 4 4 59
15 7 3 47
15 4 6 46
15 4 6 46
12 8 5 43
10 8 7 30
10 6 9 55
10 6 9 30
10 4 11 28
9
6 10 34
9
5 11 36
8
4 13 38
7
6 12 35
6
6 13 35
5
4 16 30
0
2 23 13
S
26
27
26
30
24
29
38
37
34
41
36
51
50
39
41
76
SQUADRE
La Chivasso
Real Sarre
Colleretto
Banchette
Pvf
Fenusma
Verres
Vallorco
Bosconerese
Real Leini
San Maurizio C.
Esperanza
Saint Vincent
Quart
S. F. Ardor
Castellamonte
Classifica
Classifica
P
64
51
49
48
45
38
37
36
34
34
31
27
24
21
9
9
V
21
16
14
15
14
10
10
9
10
9
8
8
6
6
2
1
N
1
3
7
3
3
8
7
9
4
7
7
3
6
3
3
6
P
2
6
4
6
8
7
8
7
11
9
10
14
13
16
20
18
F
64
56
48
65
48
46
39
37
39
35
29
40
24
28
24
21
S
20
27
24
26
34
41
48
43
38
39
42
53
42
48
60
58
SQUADRE
P
57
San Mauro
Cit Turin Lde
57
54
Vanchiglia
47
Barcanova
Nizza Millef.
45
P. River Mosso
43
Pertusa B.
41
Pozzomaina
40
Rapid To
38
Orione Vallette 29
26
Vianney
24
Santa Rita
23
Barracuda
Atletico Villaretto 17
Bacigalupo
10
Spazio Talent Soccer 9
V N P F
17 6 2 71
18 3 4 63
16 6 3 65
14 5 6 57
13 6 6 62
13 4 8 62
13 2 10 53
11 7 7 58
10 8 7 50
8
5 12 37
7
5 13 34
6
6 13 40
5
8 12 45
4
5 16 20
3
1 21 27
2
3 20 20
Classifica
P
45
45
42
41
41
36
32
31
29
26
26
22
21
19
19
V N P F
13 6 5 51
13 6 5 43
11 9 4 41
11 8 4 32
11 8 5 40
10 6 7 39
9
5 9 34
9
4 11 38
7
8 8 33
6
8 9 31
6
8 9 22
6
4 13 29
5
6 12 32
4
7 12 22
4
7 12 38
S
27
20
27
23
25
38
33
49
32
37
29
41
45
40
59
SQUADRE
Rocchetta T.
Moncalieri
Roero
Villanova
Montatese
San Giuseppe Riva
Atletico Santena
Trofarello
Moncalvo
Nuova Sco
Pro Villafranca
Villastellone
Sandamianese
Poirinese
Buttiglierese
Pecetto
P
56
53
49
47
42
40
36
36
35
35
32
31
19
16
16
7
V N P F
17 5 3 53
17 2 6 55
14 7 4 56
14 5 6 46
12 6 7 37
11 7 7 37
9
9 7 36
10 6 9 45
10 5 10 36
9
8 8 37
8
8 9 35
8
7 9 37
5
4 16 23
3
7 15 24
3
7 15 25
2
1 21 22
S
15
25
23
32
28
31
28
41
29
37
34
50
61
51
63
56
Prossimo turno
Prossimo turno
Prossimo turno
23/03: Cenisia-Alpignano, Csf CarmagnolaSantenese, Don Bosco Nich.-Piscinese Riva, Mirafiori-Union Valle Di Susa, S. Giacomo Ch.-Borgaretto, Usaf Favari-Pianezza, Victoria Ivest-Cbs
S. C., Airaschese-Bsr Grugliasco
23/03: Bosconerese-Banchette, La Chivasso-Castellamonte, Pvf-Real Leini, QuartReal Sarre, Saint Vincent-Esperanza, San
Maurizio C.-Fenusma, Vallorco-Verres, S.
F. Ardor-Colleretto
23/03: Nizza Millef.-Vanchiglia, Pertusa
B.-Orione Vallette, P. River Mosso-Barracuda, Pozzomaina-Spazio Talent Soccer,
Rapid To-Atletico Villaretto, Santa RitaBarcanova, Vianney-San Mauro, Cit Turin
Lde-Bacigalupo
Prossimo turno
Prossimo turno
23/03: Lesna Gold-Cumiana, Pro Collegno
C.-Beinasco, San Secondo-Denso Fc, Sporting Rosta-Carignano, Valdruento-Luserna,
Villar Perosa-Olympic Collegno, Bvs-Rivoli;
Riposa : Antico Borgoretto
23/03: Pro Villafranca-Pecetto, Rocchetta T.Trofarello, Roero-Nuova Sco, San Giuseppe
Riva-Buttiglierese, Sandamianese-Poirinese,
Villanova-Moncalieri, Villastellone-Montatese, Atletico Santena-Moncalvo
LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 69
T1 CV PR T2
T1 CV PR T2
70 .Spettacoli Cronaca
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 17 MARZO 2014
I Cinema
Le trame
AMBROSIO CINECAFÈ corso Vittorio 52, tel. 011540.068.
Prezzi: € 7,50 int.; € 5,50 ridotto, militari, under 18, universitari, Io Studio; € 4,00 over 60 pom.; € 5,00 over60 ser. Proiezioni 3D: int. € 10,00,
rid. € 8,00
Supercondriaco
Sala 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Allacciate le cinture
Sala 2
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Dallas Buyers Club
Sala 3
15.30-17.50-20.10-22.30
ARLECCHINO corso Sommeiller 22, tel. 01158.17.190. Prezzi: € 7,50 int.; € 5,50 ridotto, militari, under 18, universitari, Io Studio; €
4,00 over 60 pom.; € 5,00 over60 ser. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. €
8,00
Mr. Peabody & Sherman Sala 1
P 15.30-17.20-19.00
La mossa del pinguino Sala 1
P 21.15
Maldamore
Sala 2
P 15.30-17.30-19.30-21.15
CENTRALE ARTHOUSE via Carlo Alberto 27, tel. 011540.110.
Prezzi: € 7,50 int.; € 5,00 militari, universitari, Aiace, over 65, under 18;
€ 4,00 primo spettacolo
Lei VO
16.30-19.15-21.30 (sott.it.)
CITYPLEX MASSAUA piazza Massaua 9, tel. 01177.40.461.
Prezzi: € 4,50 Donna (tutto il giorno); € 7,50 int. serale; € 5,50 int.
pom., ridotto Aiace, militare, under 18, universitario; € 4,00 over 60
(fino alle 17,55); € 5,00 over 60 (dopo le 17,55); Abb. Agis accettato. €
4,50 Tessera Io Studio;. Proiezioni 3D: € 7,50 Donna (tutto il giorno); €
10,00 Int.; € 8,00 Rid. € 6,00 Tessera Io Studio
Allacciate le cinture
P 17.40-20.00-22.30
47 Ronin
P 17.30-22.30
47 Ronin 3D
P 20.10
Supercondriaco
P 16.40-22.35
La bella e la bestia
P 18.35-22.30
Sotto una buona stella
P 20.35
300 - L’alba di un impero
P 16.40-18.35-20.30-22.30
Mr. Peabody & Sherman
P 16.50-20.30
Mr. Peabody & Sherman 3D
P 18.40
DUE GIARDINI ARTHOUSE via Monfalcone 62, tel.
01132.72.214. Prezzi: € 7,50 int.; € 5,00 universitari, militari, Aiace,
over 65, under 18; € 4,00 primo spettacolo;
Lei
Nirvana
P 15.45-18.00-20.15-22.30
Prossima fermata: Fruitvale Station
Ombrerosse P 16.00-18.10-20.10-22.10
ELISEO p.zza Sabotino, tel. 01144.75.241. Prezzi: € 7,50 int.; €
5,00 under 18, universitari, militari, Aiace; € 4,00 over 60; € 5,00 1 e 2
spettacolo; Abb. 14 € 4,40
Allacciate le cinture
Eliseo Grande
15.30-17.40-19.50-22.00
Smetto quando voglio Eliseo Blu
P 16.00-18.00-20.00-22.00
12 anni schiavo
Eliseo Rosso P 15.30-18.00-21.00
F.LLI MARX ARTHOUSE corso Belgio 53, tel. 01181.21.410.
Prezzi: € 7,50 int.; € 5,00 universitari, militari, Aiace, over 65, under 18;
€ 4,00 primo spettacolo;
Lei
Sala Groucho P 15.45-18.00-20.15-22.30
12 anni schiavo
Sala Chico
P 16.15-19.00-21.30
Allacciate le cinture
Sala Harpo
P 15.50-18.00-20.10-22.20
GREENWICH VILLAGE via Po 30, tel. 01183.90.123. Prezzi: €
7,50 int.; € 5,50 ridotto, militari, under 18, universitari, Io Studio; € 4,00
over 60 pom.; € 5,00 over60 ser. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
Supercondriaco
Sala 1
P 17.50-20.10-22.30
47 Ronin
Sala 2
P 17.50-20.10-22.30
Sotto una buona stella Sala 3
P 17.50-20.10
Un ragionevole dubbio Sala 3
P 22.30
IDEAL - CITYPLEX corso Beccaria 4, tel. 01152.14.316. Prezzi:
€ 7,50 int. serale; € 5,50 int. pom., militari, under 18, universitari, Agis,
Aiace, over 65 dopo le 17.55; € 4,50 over 65 fino alle 17.55; € 4,50
Super Saldi se vengono in 4 o più persone (solo il lunedì), Tessera Io Studio
(solo il lunedì e martedì); Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
300 - L’alba di un impero
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Need for Speed
P 15.00-17.30-20.00-22.30
Mr. Peabody & Sherman
P 15.00-16.50-20.35
Tarzan
P 15.40-18.40
Una donna per amica
P 22.30
47 Ronin
P 15.15-17.40-22.30
47 Ronin 3D
P 20.05
La bella e la bestia
P 17.40-22.30
Sotto una buona stella
P 20.05
LUX galleria San Federico, tel. 01156.28.907. Prezzi: € 7,50
int.; € 5,50 ridotto, militari, under 18, universitari, Io Studio; € 4,00 over
60 pom.; € 5,00 over60 ser. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
300 - L’alba di un impero
Sala 1
P
17.5020.10-22.30
Mr. Peabody & Sherman Sala 2
P 16.45-18.30
Monuments men
Sala 2
P 20.15-22.30
Need for Speed
Sala 3
P 17.50-20.10-22.30
MASSIMO via Verdi 18, tel. 01181.38.574. Prezzi Massimo 1
e 2: € 7,00 int.; € 5,00 rid., Aiace, stud. univ.; € 4,00 over 60. Massimo
3: € 6,00 int.; € 4,00 rid., Aiace; € 3,00 over 60. Proiezioni 3D € 10,00
int.; € 8,00 rid.
Allacciate le cinture
Massimo 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
La grande illusione VO Massimo 2
P 16.00-18.30-21.00 (sott.it.)
Il viaggio in cielo di Mamma Kusters VO
Massimo 3
P 16.15 (sott.it.)
Voglio solo che voi mi amiate VO
Massimo 3
P 18.30 (sott.it.)
Roulette cinese VO
Massimo 3
P 20.30 (sott.it.)
Nessuna festa per la morte del cane di Satana VO
Massimo 3
P 22.15 (sott.it.)
NAZIONALE via Pomba 7, tel. 01181.24.173. Prezzi: € 7,50
int.; € 5,00 under 18, universitari, militari, Aiace; € 4,00 over 60; € 5,00
1 e 2 spett. pom.; Abb. 14 € 4,40
Snowpiercer
Nazionale 1
15.00-17.20
La luna su Torino
Nazionale 1
21.00 (anterpima ad inviti)
Lei
Nazionale 2
15.00-17.20-19.40-22.00
REPOSI via XX Settembre 15, tel. 011531.400. Prezzi: € 7,50
int. serale; € 5,50 int. pomeridiano, Militari, Under 18, Universitari, Io
studio; € 5,00 ridotto Aiace, over 65; € 27,00 abb. 6 ingr.; € 51,00 abb.
12 ingr.; abb. Arthouse accettato; Abb. Agis accettato. Proiezioni 3D: int.
€ 10,00, rid. € 8,00
E fu sera e fu mattina Reposi 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
300 - L’alba di un impero Reposi 2
P 15.15-17.40-20.05-22.30
Need for Speed
Reposi 3
P 15.00-17.30-20.00-22.30
Sotto una buona stella Reposi 4
15.15-17.40
Smetto quando voglio Reposi 4
20.05-22.30
Supercondriaco
Reposi 5
15.30-17.50-20.10-22.30
Allacciate le cinture
Reposi 6
15.30-17.50-20.10-22.30
Saving Mr. Banks
Reposi 7
15.00-17.30-20.00-22.30
ROMANO galleria Subalpina, tel. 01156.20.145. Prezzi: €
7,50 int.; € 5,00 under 18, universitari, militari, Aiace; € 4,00 Over 60;
Abb. 14 € 5,00; 1° e 2° spett. pom.
Ida
Sala 1
P 16.00-18.00-20.00-22.00
12 anni schiavo
Sala 2
Il violinista del diavolo Sala 3
I segreti di Osage County
15.30-18.10-21.00
P 15.15-17.30-19.45
Sala 3
P
22.00
P
THE SPACE CINEMA TORINO - PARCO DORA salita Michelangelo Garove 24, tel. 892111. Prezzi: € 6,50 serale dopo le 17.55;
€ 5,00 over 60; € 5,00 Under 25 card; € 5,00 La tariffa A/R andata e
ritorno (solo 2D) dal lunedì al giovedì
Mr. Peabody & Sherman Sala 1
P 16.00
Need for Speed
Sala 1
P 18.20
47 Ronin
Sala 1
P 21.20
47 Ronin 3D
Sala 2
P 18.30
Need for Speed 3D
Sala 2
P 15.30-21.25
300 - L’alba di un impero Sala 3
P 15.45-18.20
12 anni schiavo
Sala 3
P 21.10
Lei
Sala 4
P 15.35-21.30
Lei VO
Sala 4
P 18.30
Tarzan
Sala 5
P 16.30
300 - L’alba di un impero Sala 5
P 18.55
300 - L’alba di un impero 3D Sala 5
P 21.35
47 Ronin
Sala 6
P 15.00
Mr. Peabody & Sherman Sala 6
P 17.45
Storia di una ladre di libri
Sala 6
P
20.30
La bella e la bestia
Sala 7
P 15.45-18.25
Una donna per amica Sala 7
P 21.25
Allacciate le cinture
Sala 8
P 16.15-18.45
Sotto una buona stella Sala 8
P 21.15
UCI CINEMAS LINGOTTO via Nizza 262, tel. 892960. Prezzi: €
6,30 int.; € 5,80 bimbi fino a 8 anni; € 6,00 over 65; € 8,00 notturno.
Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 9,00, acquisto occhiali 3D € 1,00
Allacciate le cinture
P 14.20-17.00-19.40-22.20
47 Ronin
P 14.10-16.55
47 Ronin 3D
P 19.35-22.20
Supercondriaco
P 14.50-17.35-20.05-22.40
La bella e la bestia
P 14.15-16.55-19.35-22.15
Mr. Peabody & Sherman 3D
P 22.00
Mr. Peabody & Sherman
P 15.00-17.20-19.40
300 - L’alba di un impero
P 14.50-17.25-20.00-22.35
Need for Speed
P 14.00-16.50
Need for Speed 3D
P 19.40-22.30
The Lego movie
P 14.50
Sotto una buona stella
P 19.50
Maldamore
P 17.25-22.30
Sotto una buona stella
P 15.30-18.30-21.30
Tarzan
P 15.00-17.20
300 - L’alba di un impero 3D
P 19.40-22.15
Lei
P 14.00-16.50-19.40-22.30
Snowpiercer
P 22.30
12 anni schiavo
P 19.40
Mr. Peabody & Sherman
P 14.30-16.50
Cinema: Torino e altre visioni
AGNELLI via P. Sarpi 111/a, tel. 01131.61.429.
Il capitale umano
21.00
PIANEZZA
CONDOVE piazza Marteri della Libertà 13, tel. 01196.44.128.
Allacciate le cinture
21.00
BEINASCO
CUORGNÈ
THE SPACE CINEMA BEINASCO - LE FORNACI via G. Falcone,
tel. 892111. Prezzi: € 6,70 int.; € 6,00 over 65, studenti universitari.
Proiezioni 3D: € 11,50 intero dal lun. al ven. dopo le ore 18, sab. e dom.
tutto il giorno, € 9,50 rid. dal lun. al ven. prima delle ore 18, ragazzi fino
10 anni, anziani sopra i 60 anni
47 Ronin
Sala 1
17.10
Mr. Peabody & Sherman Sala 1
19.50
Sotto una buona stella Sala 1
22.00
47 Ronin 3D
Sala 2
19.30
Need for Speed 3D
Sala 2
16.40-22.15
300 - L’alba di un impero 3D Sala 3
17.30-22.10
300 - L’alba di un impero Sala 3
19.50
The Lego movie
Sala 4
16.00
Maldamore
Sala 4
18.10
Allacciate le cinture
Sala 5
16.45-19.20
Maldamore
Sala 5
22.00
Mr. Peabody & Sherman Sala 6
17.15
Need for Speed
Sala 6
19.30
47 Ronin
Sala 6
22.30
La bella e la bestia
Sala 7
16.30-21.40
Sotto una buona stella Sala 7
19.10
Supercondriaco
Sala 8
17.20-19.45-22.20
Tarzan
Sala 9
17.20
Una donna per amica Sala 9
19.40-21.50
MARGHERITA 0124657.523.
La bella e la bestia
LUMIERE 01196.82.088.
300 - L’alba di un impero
Need for Speed
Mr. Peabody & Sherman
Allacciate le cinture
Mr. Peabody & Sherman 3D
Tarzan
Supercondriaco
CHIERI
SPLENDOR 01194.21.601.
Allacciate le cinture
21.15
COLLEGNO
CINEMA ARPINO via Bussoleno 50.
Allacciate le cinture
21.00
CHIVASSO
POLITEAMA 01191.01.433.
Supercondriaco
21.00
DALLAS BUYERS CLUB
···· Drammatico. Regia di JeanMarc Vallée, con Matthew McConaughey e Jared Leto. Durata: 117 minuti.
Il rude cowboy texano Ron scopre nel
1985 di essere malato di aids: in Messico trova medicine in grado di curarlo
ma illegali negli States, decide di importarle. Da una storia vera.
12 ANNI SCHIAVO
···· Drammatico. Regia di di Steve
McQueen, con Chiwetel Ejiofor e Michael Fassbender. Durata: 117 minuti.
L’autore di «Shame» porta sullo schermo la storia vera di un uomo di colore
di New York rapito e venduto come
schiavo negli Stati Uniti del 1841.
IDA
···· Drammatico. Regia di Pawel
Pawlikowski, con Agata Kulesza. Durata: 80 minuti. Nella Polonia del 1962 la
giovane Ida prima di diventare suora
va a trovare la zia a Varsavia: scoprirà
segreti del passato. Opera premiata.
LEI
···· Commedia. Regia di Spike Jonze, con Joaquin Phoenix e Amy Adams.
Durata: 126 minuti. L’autore di «Essere
John Malkovic» porta sullo schermo la
storia d’amore tra il solitario Theodore
e una voce femminile. Oscar alla sceneggiatura
MALDAMORE
··· Commedia. Regia di Angelo Longoni, con Ambra Angiolini e Luca Zingaretti. Durata: 101 minuti. Un interfono per bambini rimasto acceso fa
emergere verità inconfessabili in due
famiglie.
NEED FOR SPEED
··· Azione. Regia di Scott Waugh,
con Aaron Paul e Dominic Cooper. Durata: 124 minuti. Dal videogioco, la
storia di un meccanico e pilota tradito
da un amico: cercherà vendetta nel
mondo delle corse d’auto.
PROSSIMA FERMATA...
47 RONIN
CONDOVE
21.15
··· Commedia. Regia di Ferzan Ozpetek, con Kasia Smutniak e Francesco Arca. Durata: 110 minuti. L’autore de «La
finestra di fronte» e «Mine vaganti»
racconta la storia di una coppia, a volte
imperfetta, nel corso di tredici anni.
·· Azione. Regia di Carl Rinsch, con
Keanu Reeves. Durata: 108 minuti. Kai
si unisce ad Oishi, il leader dei 47 Ronin, per vendicarsi del tiranno che ha
ucciso il loro Maestro.
AVIGLIANA
DON BOSCO DIG. 01195.08.908.
Una donna per amica
ALLACCIATE LE CINTURE
··· Drammatico. Regia di Ryan Coogler, con Michael B. Jordan e Octavia
Spencer. Durata: 84 minuti. L’ultimo
giorno del 2008 di Oscar Grant, ventiduenne americano. Da una storia vera,
opera pluripremiata.
AUDITORIUM E. FASSINO via IV Novembre 19, tel. 34072.29.490.
Paulette
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CASCINE VICA - RIVOLI
A CURA DI Daniele Cavalla
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Philomena
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Cinema aperti: Area Metropolitana e Provincia
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La bella e la bestia
POLITEAMA 0125641.571.
Allacciate le cinture
BRUTTO · MEDIOCRE ··
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Belle & Sebastien
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La bella e la bestia
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300 - L’alba di un impero 3D
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Lei
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12 anni schiavo
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47 Ronin 3D
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Mr. Peabody & Sherman
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Mr. Peabody & Sherman 3D
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Una donna per amica
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Need for Speed
P 16.30-19.30-22.30
300 - L’alba di un impero
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Tarzan
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Need for Speed
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Una donna per amica
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The Lego movie
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Sotto una buona stella
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Supercondriaco
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The square
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···· Commedia drammatica. Regia
di John Wells, con Meryl Streep e Julia
Roberts. Durata: 119 minuti. la storia
delle donne della famiglia Weston.
SMETTO QUANDO VOGLIO
··· Commedia. Regia di Sydney Sibila, con Edoardo Leo e Valeria Solarino.
Durata: 100 minuti.Un ricercatore perde il posto di lavoro e decide di mettere insieme una banda criminale con
suoi ex compagni di scuola.
SNOWPIERCER
···· Fantascienza. Regia di Bong Joon-ho, con Chris Evans e Tilda Swinton. Durata: 126 minuti. Nel 2031 il
mondo è vittima di un’era glaciale. Gli
unici sopravvissuti sono su un treno
che vaga per il pianeta: i ricchi nelle
lussuose carrozze, i poveri stipati.
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I SEGRETI DI OSAGE ...
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La mafia uccide solo d’estate
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··· Comico. Regia di e con Dany Boon, Kad Mérad. Durata: 109 minuti.Il
quarantenne fotografo Roman è un
nevrotico pieno di paure: il medico lo
aiuta a cercare la donna della sua vita.
SOTTO UNA BUONA STELLA
··· Commedia. Regia di Carlo Verdone, con Verdone e Paola Cortellesi. Durata: 106 minuti. Nella vita del manager in crisi Picchioni irrompono i due
figli avuti dalla precedente moglie.
300 - L’ALBA DI UN IMPERO
··· Fantasy. Regia di Noam Murro,
con Sullivan Stapleton e Eva Green.
Durata: 102 minuti. Seguito del successo precedente, s’incentra sulle battaglie navali tra Temistocle e Artemisia
Dal fumetto di Frank Miller.
IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO
··· Drammatico. Regia di Bernard
Rose, con David Garrett e Jared Harris.
Durata: 122 minuti. La vita «smisurata» del violinista Niccolò Paganini.
Teatri
AGIESSE-ALFATEATROviaCasalborgone16/I,
tel. 011 81.93.529. Si prenota per l’operetta
La danza delle libelluledi Lehàr nei giorni
29 (ore 21) e 30 (ore 16) marzo sempre con
la Compagnia ALFAFOLIES. Info
011.8193529 - [email protected]
ALFIERIpiazzaSolferino2,tel.01156.23.800.
Domani ore 20.45 e fino al 23 marzo,in scena il nuovo entusiasmante Musical della
Compagnia della Rancia Cercasi Cenerentolacon Manuel Frattini e Paolo Ruffini,
musica S. Cenci, liriche S. D’Orazio. Una
commedia musicale per tutta la famiglia.
Si prenota per “Stomp” in scena dal 25 al
30 marzo
ARALDOviaChiomonte3,tel. 34.56.101.583.
Angelinadi F.B. Ronco. Compagnia Les Petits Filous. Venerdì 21. Ore 21
AUDITORIUM RAI p.zza Rossaro, tel. 011
81.04.653. ConcertoJohn Axelrod direttore,ViktorTretiakovviolino,YuriBashmetviola.MusichediMozart,Sostakovic.Giovedì20
e Venerdì 21. Ore 20.30
CARIGNANO/TEATRO STABILE TORINO piazza Carignano 6, tel. 800.235.333. Martedì
18 ore 19.30 Le voci di dentro di E. De Filippo, con Peppe Servillo e Toni Servillo, regia
ToniServillo,TeatriUniti/PiccoloTeatrodiMi-
lano Teatro d’Europa/Teatro di Roma. Venerdì 21 marzo inizio vendita abbonamento Prime-vere. Prosegue la vendita on-line
e in biglietteria degli abbonamenti e dei
singoli biglietti stagione TST
CASATEATRORAGAZZIEGIOVANIcorsoG.Ferraris 266/C, tel. 011 19.740.280. Sala Grande: Sabato ore 21; Domenica ore 16.30 Coltelleria Einstein presenta Il principe Felice e
la rondine d’inverno
Sala Piccola: Venerdì ore 17.30 Fondazione
TRG onlus presenta Il gioco del teatro: Storie
turche. Sabato ore 16.30 e ore 21; Domenica
ore 15.30 e ore 17.30 Compagnie sQueezz
(Amsterdam)presentaVeggiegarden-L’orto
spettacolo gestuale per i più piccoli
ERBAcorsoMoncalieri241,tel.01166.15.447.
Martedì 18 ore 21 e fino al 23 marzo, in scena il nuovo entusiasmante spettacolo dei
TRELILU: El cico latinotesti e regia del Gruppo. Si prenota per “Che fine ha fatto Baby
Jane”, in scena dal 25 al 30 marzo
GIOIELLO TEATRO via Cristoforo Colombo
31bis, tel. 011 58.05.768. Martedì 18 ore 21
efino al23marzo,inscenaLastranissimacoppiadivertentissimacommediaconMilenaMiconi e Diego Ruiz. Si prenota per “Mi ritorni
in mente live”, in scena dal 3 al 6 aprile
GOBETTI TEATRO/TEATRO STABILE TORINO
viaRossini8,tel. 800.235.333.Martedì18ore
19.30 Il misantropo di Molière, regia Marco Isidori, Fondazione del Teatro Stabile di
Torino / Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa. Venerdì 21 marzo inizio vendita abbonamento Prime-vere. Prosegue la vendita on-line e in biglietteria degli abbonamenti e dei singoli biglietti stagione TST
LAVANDERIA A VAPORE c. Pastrengo angolo via Tampellini (Collegno), tel. 011
40.33.800. Davide Balliano “Sono legione”. Concerto. Sabato 29. Ore 21
LBT- LA BOTTEGA TEATRALE corso Govone
16,tel.0161840.796.DecimaStagionediTeatro di Figura Le Figure dell’Inverno. Oggi
ore 10 per le scuole, al Teatro Educatorio
della Provvidenza in corso Govone 16 a Torino, la Compagnia Teatrino dell’es di Villanova di Castenaso (BO) presenta Il circo dei
bambinispettacolo d’animazione con attori e pupazzi
MONCALIERI LIMONE FONDERIE TEATRALI/TEATRO STABILE TORINO via Pastrengo 88,
tel. 800.235.333.Martedì18ore19.30prima
nazionale di Paradoxa – dall’arte un lavoro
sicuro, una performance di PORTAGE, Fondazione del Teatro Stabile di Torino / POR-
TAGE. Venerdì 21 marzo inizio vendita abbonamento Prime-vere. Prosegue la vendita on-line e in biglietteria degli abbonamenti e dei singoli biglietti stagione TST
MONTEROSA via Brandizzo 65, tel. 011
23.04.153.Venerdì28ore21LaLocandieradi
CarloGoldoni.Compagnia“ArcobalenoTeatro”
Sabato 29 ore 21 Il medico dei pazzidi Eduardo Scarpetta, Compagnia “I Melannurca”
TEATRO NUOVO corso M. D’Azeglio 17, tel.
65.00.200. Il Gesto e l’anima 35° Rassegna
internazionale di danza e arti integrate Sono in vendita i biglietti per Omaggio ai Beatles Sabato 22 marzo, Serata Stravinskij
Domenica 23 marzo, Meraviglia dal 28 al
30marzopressolebiglietteriedeiteatriNuovo, Erba, Gioiello e Alfieri
OFFICINA CAOS piazza E. Montale 18 A, tel.
01173.99.833.Venerdì21esabato22marzo
ore 21 Ricerca per 1 pubblicoquattro performance di danza contemporanea con Erika
Di Crescenzo / Cie La Bagarre, Carlotta Scioldo, Rebecca Rossetti, Elena Pisu / Grimaco
Movimentiumani, Francesca Cinalli e Paolo De Santis / Tecnologia Filosofica. Info
0117399833, [email protected] www.stalkerteatro.net
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L’Orchestra a puntate: abbonamento specialea3concerti.GliArchi(9/4h20,TeatroRegio), i Legni (11/4 h 20, Piccolo Regio), gli
Ottoni (13/4 h 11, Teatro Regio). Vendita:
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PICCOLOTEATROPEREMPRUNER-Grugliasco,
tel.011787.780.Untreninoamollachesichiama cuoreCompagnia Viartisti. Sabato 29.
Ore 21
SALA TEATRO MURIALDO piazza Chiesa della Salute 17/b, tel. 011 22.15.161. 13° Edizione della Rassegna “Divertiamoci a teatro”. L’IspettoreCompagnia Il teatro instabile delle gambe sotto il tavolo. Sabato 29.
Ore 21
SOLFERINO piazza Solferino 2, tel. 011
56.23.800. Martedì 18 ore 12.45 e fino al 21
marzo,torna a grande richiesta per la RassegnadelMezzogiornoaTeatro“VIVROMA
DOMAN”, con Giovanni Mussotto, Giancarlo Biò e Loredana Poletto. (mar e ven
ore 12.45; mer e gio ore 13.45). Vota via
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Segreto presenta Paolo Borsellino - Essendo
stato.Sabato29ore21compagniaIBarcaioli
in Questi fantasmidi E. De Filippo. Domenica 30 ore 18 Per la rassegna “Con occhi nuovi” Compagnia di Diana in Le ultime sette
parole di Cristo
TEATRO CIVICO GARYBALDI DI SETTIMO TORINESEviadeiPartigiani4-SettimoTorinese,
tel. 011 80.28.456. Stagione 2013/2014 “Fisico Bestiale” Elena Ruzza, in occasione
delprogettoTerra&Lavoro,presenta21marzoore21“TerraTerra”e22marzoore21“Precary Art”
TEATRO DELLA CONCORDIA c.so Puccini - Venaria, tel. 011 42.41.124. La vedova allegra
di F. Lehar. Sabato 29. Ore 21.
Cite - CapasCompagnia di Circo “eia” e Jordi Aspa. Sabato 5 aprile. Ore 21
PippidallecalzelunghediAstridLindgren.Domenica 13. Ore 16
TEATROMARCHESAcorsoVercelli141,tel.338
87.06.798. Da Venerdì 21 a Domenica 23,
Feriali ore 21 – Festivi ore 16, Una bidella
conquisteràilmondocommediacomicaebrillante di e con Walter Revello e la Compagnia“IBarbariInvasori”.E’consigliatalaprenotazione al n° 3388706798
TEATROREGIO.Stagioned’Opera:venditabiglietti per Una tragedia fiorentina - Gianni
Schicchi,GuglielmoTell,TheRake’sProgress,
La vedova allegra. Biglietteria Infopiemonte-Torinocultura (ore 10-18), on line su
www.vivaticket.itetelefonicamenteconcarta di credito (ore 9-12) - Tel. 011.8815.270
TEATRO SUPERGA piazzetta Macario - Nichelino www.teatrosuperga.it, tel. 011
62.79.789. Stagione Lirica: “Madama Butterfly” (22/3) ore 20.30, Orchestra Sinfonica di Asti e Coro Polifonico Astense. Stagione di Prosa: “L’impresario di Smirne” (29/3)
ore 21, regia di Roberto Valerio – Associazione Teatrale Pistoiese
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LUNEDÌ 17 MARZO 2014
Il tempo
Tempo .71
.
Sole e clima primaverile, nubi domani al Nord e sul versante tirrenico
L’esplosione della primavera al Nord
e probabile svolta piovosa nel weekend
LUCA MERCALLI
L’
anticiclone atlantico manterrà
inizialmente tempo soleggiato
su tutta Italia, con temperature
elevate per la stagione, anche vicine a
25 °C in Pianura Padana soprattutto
oggi per via dell’effetto di compressione favonica al Sud delle Alpi (una situazione simile accadde nello stesso
periodo nel 2002, quando a Torino si
toccarono i 30 C). Tra martedì e mercoledì subentrerà aria più umida dal
mare e qualche addensamento si formerà su Tirreno, Liguria e Nord-Est,
con isolate pioviggini. Per il resto dovrebbero essere giorni tranquilli e ancora miti. Probabile svolta piovosa al
Centro-Nord durante il weekend, ma è
presto per i dettagli.
La settimana scorsa è iniziata con
residua instabilità al Sud Italia per un
flusso fresco da Nord-Est (lunedì 10
marzo, bora a 79 km/h a Trieste, grecale a 54 km/h a Brindisi): temporali
sparsi in Puglia, con grandine nei dintorni di Otranto, neve in Appennino e
nevischio a Potenza. Da mercoledì 12 il
sereno ha prevalso ovunque, con temperature fresche all’alba, attorno a 2-6
gradi al Nord, e massime comprese tra
15 e 20 C da Nord a Sud, con punte di
23 C a Firenze e Bolzano. Formazione
di nebbie tra venerdì e sabato sul basso Adriatico, causate dalla superficie
marina fredda. Qualche pioggia soltanto in Sardegna e Sicilia per un fronte in risalita dal Nord Africa: 8 mm a
Villanova Strisaili (Ogliastra) e 13 mm
a Linguaglossa (Catania) venerdì 14.
Nuova giornata decisamente calda
ieri al Nord, per effetto di un debole
föhn a sud delle Alpi combinato con un
intenso soleggiamento: massime di 26
C a Bolzano, 25 a Milano, 24 a Torino e
Cuneo, tutte molto al di sopra della
media, con magnolie, albicocchi e peschi in fiore; più fresco invece il Centro-Sud, con 14 gradi ad Ancona e 16 a
Lecce. I problemi ambientali causati
dall’inquinamento globale furono correttamente individuati negli Anni Settanta dal gruppo di lavoro del MITClub di Roma, promosso dall’economista e manager torinese Aurelio Peccei:
in occasione del trentennale della sua
morte, il Municipio di Torino lo ricorda
venerdì 21 alle 16 in Sala Rossa, con la
partecipazione del figlio Roberto Peccei, fisico californiano, di Elsa Fornero
e dei rettori di Università e Politecnico. Nell’occasione l’editore Castelvecchi ha ripubblicato l’autobiografia di
Aurelio Peccei «La qualità umana»,
uscita nel 1977 e ancora oggi di straordinaria attualità.
IL VENERDÌ LA STAMPA E TORINOSETTE €1,50 NON VENDIBILI SEPARATAMENTE. PREZZI TANDEM, NELLE AREE DI DIFFUSIONE INDICATE
SUL GIORNALE LOCALE; € 1,20 CON «IL CORRIERE DI ROMAGNA», «PRIMO PIANO MOLISE», «L A VOCE DI MANTOVA»; €1,30 CON «IL
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LUNEDÌ 17 MARZO 2014 LA STAMPA 72