DOMENICA 11 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 111 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Serie A, oggi Roma-Juve Oggi Zanetti, ultima partita a San Siro E l’Inter gli regala una vittoria Personaggi La designer sordomuta: «I miei suoni senza voce» Servizi, commenti e pagelle nello Sport alle pagine 38, 39 e 41 Serena Danna nel supplemento Web reportage sul Corriere online Le inchieste Intercettata la moglie dell’imprenditore latitante: la separazione? Una finta per gli affari I TROPPI VOTI IN FRIGORIFERO Scajola indagato per mafia di ANGELO PANEBIANCO «Gestiva i beni di Matacena». Caso Expo, la rete di Greganti Padiglione Italia sia la replica: ancora una volta il Pd primo e i 5 Stelle secondi. A grande distanza da tutti i rimanenti partiti. Questa, a differenza della prima, non è affatto un’ipotesi probabile. Perché le elezioni politiche nazionali sono assai diverse da quelle europee: nelle Politiche, il grosso degli elettori ha idee chiare su quale sia la posta in gioco e, in più, la maggior parte di loro vota con un occhio al portafogli. Sono due condizioni che non si danno nelle elezioni europee. Il che ne spiega gli altissimi tassi di astensione e il fatto che molti elettori votino «in libertà», in modo difforme da come fanno nelle elezioni politiche. Un’eventuale replica alle Politiche dei risultati delle Europee è, per lo meno, improbabile. Ma, ancorché improbabile, si tratta di uno scenario che va preso in considerazione. Se non altro, per esorcizzarlo. Potrebbe realizzarsi solo se il centrodestra, incapace di risolvere il problema della successione a Berlusconi, si spappolasse definitivamente. Un esito che potrebbe essere favorito anche da una nuova sentenza della Corte costituzionale sulla legge elettorale. Se fossimo costretti a votare con un sistema proporzionale puro, il centrodestra non riuscirebbe a ricompattarsi, non potrebbe formare una coalizione elettorale. Con una destra polverizzata, resterebbero in campo solo il Pd e i 5 Stelle. Giannelli L’ interrogatorio con i pubblici ministeri è stato fissato per mercoledì prossimo: Claudio Scajola dovrà difendersi anche dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La stessa ipotesi di reato sarà contestata a tutte le persone sospettate di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare del Pdl Amedeo Matacena, aiutandolo anche a rimanere titolare del suo impero economico. Intercettata la moglie dell’imprenditore: la separazione? Una finta per gli affari. Caso appalti per l’Expo di Milano: la rete di Primo Greganti. il SERVIZIO A PAGINA 9 Dell’Utri in ospedale «Sono prigioniero Sentenza politica» di GIUSEPPE GUASTELLA DA PAGINA 4 A PAGINA 11 A PAGINA 11 VI RACCONTO COME SVELAI IL DATAGATE l giovedì, quinto giorno a Hong Kong, andai da Snowden in albergo. Mi accolse dicendo di avere notizie «un po’ allarmanti». Un dispositivo di sicurezza connesso a Internet nella casa da lui un tempo condivisa con la sua ragazza, alle Hawaii, aveva rilevato l’arrivo di due uomini della Nsa — un addetto alle risorse umane e un «poliziotto» dell’agenzia — venuti a cercarlo. Ciò, a suo parere, significava quasi certamente che la Nsa lo aveva identificato come probabile artefice della fuga di notizie (…). CONTINUA PAGINA 17 con un articolo di Michele Farina Le foto della sonda Cassini diffuse dalla Nasa Interventi nell’industria con i fondi della Cassa depositi Tasse alle imprese, il piano: taglio da dieci miliardi Rischio caos per la Tasi Il cosmo colorato attorno a Saturno di GIOVANNI CAPRARA L a fotografia di Saturno, il secondo più grande pianeta del nostro sistema dopo Giove, è con i suoi anelli una magnifica tavola colorata (nella foto). Ieri sera Saturno, nel suo viaggio celeste, è passato alla minima distanza dalla Terra (1,33 miliardi di chilometri). Le immagini della sonda Cassini sono state diffuse dalla Nasa. A PAGINA 25 T asse alle imprese: il piano prevede un taglio da dieci miliardi. E debutta la Tasi: rischio confusione. I molti tormenti sul tema hanno portato alla Iuc, l’Imposta unica comunale che è poi la somma di Imu (la tassazione sulla proprietà dell’immobile, dovuta per le seconde case), Tari (tassa sui rifiuti) e Tasi (imposta sui servizi indivisibili). I primi a pagare la Tasi saranno i proprietari e gli inquilini degli immobili dati in affitto. L’imposta si paga in due rate: la prima va versata tra circa un mese: il 16 giugno. La maggior parte dei Comuni non ha ancora deliberato l’aliquota dovuta. Martin Schulz «Grillo è solo vento Ricorda Stalin» di ALDO CAZZULLO ❜❜ M ALLE PAGINE 2 E 3 Marro, Menicucci artin Schulz, candidato socialista alla presidenza della Commissione europea, al Corriere: «Grillo è vento. È come Stalin. O forse come Chávez». Querzé, A. Sacchi, L. Salvia A PAGINA 15 Caserta La voragine sul tetto, gli sprechi e il decoro sparito di Aldo Grasso M Rifiuta di versare parte del compenso al Pd siciliano in rosso di Greenwald I Montecarlo-Dubai, il romanzo criminale della ‘ndrangheta Alberti, Caccia, Ferrarella Galluzzo, S. Rizzo, Vecchi Se lo stipendio è una trincea La ribellione di Corradino ❜❜ In primo piano CONTINUA A PAGINA 14 ineo di lotta e di governo. A passare per taccagno non ci sta. «Non sono un taccagno, è che io il pizzo non lo voglio pagare». Il nuovo caso nel Pd si chiama Corradino Mineo (14.000 euro al mese). Il senatore si è rifiutato di versare una quota al Pd siciliano, che si trova con i conti in rosso. «Da quando è iniziata la mia avventura, ho versato nelle casse del Pd 27.000 euro e ho sostenuto direttamente molte altre spese per le campagne elettorali». Come ha spiegato l’ex direttore di RaiNews24, «per accettare la candidatura ho lasciato la Rai e una retribuzione più alta». Alla Rai, lo stipendio di Mineo, di lotta e di governo, era di oltre 300.000 euro (lordi) l’anno, uno dei più alti. Gli hanno ricordato che il contributo di solidarietà Il libro di GLENN GREENWALD di GIOVANNI BIANCONI e FIORENZA SARZANINI AFP / NASA / JPL / UNIVERSITY OF COLORADO I 40 5 1 1> Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 LE IPOTESI SULL’AVANZATA GRILLINA l sospetto è che diverse persone abbiano cominciato da qualche tempo ad accarezzare l’idea che sia possibile ricostituire in Italia il «bipartitismo imperfetto». La formula fu coniata nel secolo scorso dal politologo Giorgio Galli. Descriveva la democrazia senza alternanza, con un partito dominante inamovibile e una fortissima opposizione anti-sistema, che fu propria del Paese per tutto il periodo della Guerra fredda. Consideriamo due ipotesi, una plausibile e una molto meno. L’ipotesi plausibile è che alle elezioni europee di maggio il Pd risulti il primo partito e i 5 Stelle si collochino al secondo posto superando di parecchio Forza Italia. Si noti che, al momento, è solo un’ipotesi plausibile. I sondaggi vanno presi con le molle e, inoltre, è nota la capacità di Berlusconi di fare grandi rimonte partendo da una posizione di svantaggio. Per giunta, non è detto, contrariamente a ciò che molti pensano, che le nuove inchieste sulla corruzione debbano per forza tradursi, al momento del voto, in ulteriori consensi per Beppe Grillo. Comunque, soprattutto in presenza di un elevato astensionismo — che è la norma nelle elezioni europee —, è possibile, e forse anche probabile, che il risultato indicato dai sondaggi (Pd primo, 5 Stelle secondo) si realizzi. La seconda ipotesi è che alle elezioni politiche successive (tra un anno o quando saranno) ci 9 771120 498008 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 Corradino Mineo serviva «anche a pagare il personale che rischia il posto e non si trova nell’angosciante dilemma di poter scegliere fra un lavoro e una candidatura in Parlamento». A passare per traditore non ci sta. In commissione al Senato, Corradino ha contribuito all’approvazione dell’ordine del giorno Calderoli (non partecipando alla votazione). Il ministro Maria Elena Boschi gli ha invano chiesto di rispettare «il senso di appartenenza a un gruppo». Mineo di lotta e di governo è stato sprezzan- te: «Non mi dimetto, ma devo in qualche modo esprimere il mio dissenso». Sta con Pippo Civati e alla riforma del Senato di Renzi preferisce la proposta Chiti. A passare per lottizzato non ci sta. Corradino, ex manifesto, sostiene di non aver avuto alcun vantaggio dalla politica. A Fabrizio Rondolino che lo accusava di essere stato «aiutato» dal Pci-Pds-Ds («Non avresti mai fatto il direttore di RaiNews24. Sei stato nominato da un partito. Non avresti mai fatto nemmeno il redattore ordinario, se il partito non ti ci avesse messo»), ha dato appuntamento in un tribunale. Che caratterino! Per sua stessa ammissione, però, la sua carriera si è svolta sotto il segno di Sandro Curzi, il mitico Telekabul, che da direttore lo ha assunto al Tg3 e da consigliere di amministrazione lo ha piazzato alla direzione di RaiNews24. Nel porgere le notizie, nel «purificare» le proprie passioni, Corradino non ha mai tradito il mentore. Mineo di lotta e di governo: la sola cosa che non passa mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA La Reggia dei soldi buttati via di GIAN ANTONIO STELLA N on ha portato bene, alla Reggia di Caserta, l’orrendo «cuorno» alto 13 metri eretto prima di Natale davanti all’ingresso: sui tetti del magnifico e ammaccato Palazzo borbonico si è spalancata una voragine. Non bastasse, sono crollati i visitatori e anche il gigantesco corno «russo, tuosto, stuorto» (rosso, tosto e storto), costato 70 mila euro e rimosso dopo le proteste, giace ora abbandonato a ridosso di un capannone. In pezzi. Colpa del malocchio? No, della cattiva manutenzione di quel tesoro che non ci meritiamo. CONTINUA A PAGINA 23 2 Primo Piano Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo Le misure Maxi sgravi Irap e via alle privatizzazioni Morando: nel 2015 ci concentreremo sulle imprese, interventi per 10 miliardi Il bonus di 80 euro sarà permanente. In settimana il decreto per Enav e Poste ✒ ROMA — Non solo la conferma del bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti, che già da solo costerà di più perché sarà ritoccato in modo da avvantaggiare le famiglie numerose e comprendere i più poveri, i cosiddetti incapienti. Ma anche un taglio corposo dell’Irap, la tassa più odiata dalla imprese, con una sforbiciata che non si dovrebbe fermare ai 700 milioni di euro di quest’anno ma salire addirittura a 10 miliardi. È il vice ministro dell’Economia Enrico Morando, di solito prudente e misurato, ad annunciare sulle tasse la fase due del governo Renzi. «Il bonus da 80 euro, che ovviamente sarà a regime, dice Morando - è soltanto il primo passo. Nel 2015 dovremo concentrarci sulle tasse che pesano sempre sul lavoro ma dal lato delle imprese. E l’obiettivo è quello di tagliare di 10 miliardi l’Irap». Una sparata da campagna elettorale, terreno dove le promesse sulle tasse sono spesso decisive? «Niente affatto. L’obiettivo del governo è portare il cuneo fiscale a livello dei nostri principali concorrenti europei. Lo abbiamo sempre detto e lo faremo». A questo punto bisogna fare due conti sul 2015. Per la conferma del bonus da 80 euro servono almeno 10 miliardi di euro. Almeno perché proprio i correttivi su famiglie e poveri costeranno qualcosa in più. Aggiungere altri 10 miliardi di taglio all’Irpef vuol dire che il governo di miliardi si impegna a trovarne più di 20. Non proprio uno scherzo. «I soldi - dice ancora Morando - arriveranno dalla revisione della spesa pubblica. Per il 2015 l’obiettivo della spending review è di 15-17 miliardi, ai quali aggiungere i circa 3, strutturali, trovati per quest’anno. Senza contare le somme recuperate dalla lotta all’evasione fiscale che vanno destinate proprio all’abbattimento del cuneo fisca- L'analisi I provvedimenti Il bonus di 80 euro Il taglio dell’Irap Le vendite Il bonus di 80 euro varrà al momento solo per quest’anno. Il governo intende però renderlo strutturale e il provvedimento dovrebbe entrare a far parte della Legge di Stabilità. A partire dal prossimo anno, inoltre, l’esecutivo intende ampliare la platea dei lavoratori che riceveranno il bonus Il taglio dell’Irap del 10% deciso dal governo sarà coperto dall’aumento dell’aliquota di tassazione sulle rendite finanziarie, salita dal 20% al 26%. Il taglio vale circa 2,4 miliardi di euro per le imprese e le coperture previste ammontano a 2,6 miliardi di euro Sono state già avviate le procedure per la valorizzazione delle quote di Poste, Enav, Fincantieri e di parte del patrimonio immobiliare dello Stato. Le entrate stimate sono pari allo 0,7% del Pil all’anno dal 2014 e nei tre anni successivi, arrivando a 12 miliardi complessivi le». Spending review vuol dire tagli, magari non lineari cioè un tot per tutti, ma comunque tagli. Operazione facile a dirsi, meno a farsi. Non è che per trovare quei soldi si finirà per alzare altre tasse, come quest’anno con il mini taglio dell’Irap finanziato da un aumento delle imposte sui conti correnti? «No, i soldi arriveranno dalla Le coperture Per la conferma del bonus nel 2015 servono 10 miliardi FILM D’APERTURA DEL FESTIVAL DI CANNES IL PREMIO OSCAR ® NICOLE KIDMAN TIM ROTH DI revisione della spesa. Sulle rendite finanziarie non si tornerà indietro ma non si chiederà nemmeno di più. Per altro faccio osservare a chi accusa il governo di dare con una mano e di togliere con l’altra, che per vedersi annullato il bonus da 80 euro dalla tassa sui conti correnti uno dovrebbe avere in banca qualcosa come 20 milioni di euro. Non proprio i risparmi di un operaio». Nella caccia alle risorse un aiuto non può venire dalle privatizzazioni che il governo sta per definire, visto che le somme incassate vanno destinate al taglio del debito pubblico. Venerdì arriveranno in consiglio dei ministri i decreti per cedere il 40% di Poste e il 49% di Enav, la società che controlla il traffico aereo. Le due operazioni saranno fatte in più tappe, per Poste si pensa ad azioni a prezzo agevolato per i dipendenti e anche per i semplici titolari di un libretto. Ma il percorso è più complesso di quanto sembra. Anche nel governo c’è chi ha qualche dubbio sull’opportunità di privatizzare un’azienda che ha pur sempre in pancia un quinto del debito pubblico italiano. Sotto traccia c’è ancora l’ipotesi di una privatizzazione light, con l’intervento della Cassa depositi e prestiti, società a controllo pubblico ma contabilmente fuori dallo Stato. E che sarà chiamata ad fare di più per aiutare la ripresa. Ieri a Palazzo Chigi si è discusso proprio del ruolo di Cassa e depositi e prestiti, non solo esaminando i capitoli più caldi, a partire dalla quotazione di Fincantieri, ma anche con l’ipotesi di piani industriali di settore per interventi che dovrebbero riguardare privatizzazioni, immobili e società partecipate. Lorenzo Salvia @lorenzosalvia FRANK LANGELLA PAZ VEGA UN FILM DI OLIVIER DAHAN DAL 15 MAGGIO AL CINEMA www.gracedimonaco.com © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ex ministro Sacconi «Sulle pensioni facciamo come Merkel Serve più gradualità» ROMA — Se la Germania vuole attenuare l’allungamento dell’età pensionabile perché non farlo anche noi? «Sono necessarie alcune flessibilità circoscritte anche se moderatamente penalizzanti. Così come dobbiamo incentivare fiscalmente i versamenti volontari tanto del lavoratore quanto del datore di lavoro. Una rigida regola di 67 anni per tutti, quantomeno nel breve e medio termine, non è sostenibile. E non è possibile che le donne in Germania raggiungano i 67 anni vent’anni dopo le italiane. Non possiamo avere un sistema più rigido di quello tedesco». Così il presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi, a proposito del piano pensionistico proposto da Angela Merkel che permetterebbe di andare in pensione a 63 anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA MA SU AUTONOMI E PARTITE IVA SARÀ ASSALTO IN SENATO di ENRICO MARRO ROMA — Non sarà una passeggiata. Il decreto legge col bonus da 80 euro entrerà nei prossimi giorni nel vivo della discussione parlamentare. E le opposizioni si preparano a presentare una serie di richieste capaci di far saltare il già fragile equilibrio finanziario su cui si regge l’operazione. Ma anche dall’interno della maggioranza arriveranno proposte di ampliamento della platea dei beneficiari degli 80 euro in busta paga. Ieri, per esempio, la portavoce del Nuovo centrodestra Barbara Saltamartini, ha annunciato che il suo gruppo presenterà «emendamenti per allargare gli 80 euro anche alle famiglie monoreddito con figli, ai lavoratori autonomi e alle partite iva che sono sotto i 25mila euro». Il decreto comincia il percorso parlamentare dalle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato. Il termine per la presentazione degli emendamenti scade martedì alle 14, poi partirà la discussione. Che rischia di diventare un palcoscenico per la campagna elettorale per le elezioni europee del 25 maggio. Forza Italia è scatenata. Spiega Lucio Malan: «Noi proporremo interventi decisi per evitare la palese incostituzionalità del bonus. Che non può essere limitato solo ai lavoratori dipendenti, Emendamenti discriminando, a Il termine parità di reddito, per la presentazione gli altri degli emendamenti contribuenti, dai pensionati ai scade martedì lavoratori autonomi, perché ciò è in contrasto con l’articolo 53 della Costituzione». Ora, visto che gran parte dei pensionati e dei lavoratori autonomi (circa 19 milioni in tutto) ha un reddito fino a 28mila euro (il tetto entro il quale viene dato il bonus), significa che l’attuale platea di beneficiari (10 milioni), rischia di triplicare o almeno raddoppiare, escludendo gli incapienti (redditi fino a 8mila euro). Le coperture? «Non le abbiamo ancora individuate, saranno pronte per martedì — risponde Malan — ma del resto coperture credibili non ci sono neppure sul bonus del governo». Forza Italia proporrà anche un taglio «più incisivo» dell’Irap e la cancellazione della norma che anticipa in un’unica soluzione il pagamento sui beni rivalutati dalle imprese, che prima si poteva fare in tre anni: «Anche questa una norma incostituzionale perché viola il patto fatto con i contribuenti», dice Malan. Anche il Movimento 5 stelle prepara un pacchetto di emendamenti per rilanciare, in campagna elettorale, i suoi cavalli di battaglia: introduzione del reddito di cittadinanza; taglio dell’Irap per le aziende sotto i 10 dipendenti; pene severe contro il falso in bilancio; abolizione di Equitalia; limiti alle pensioni d’oro; aumento della tassazione per l’indennità dei parlamentari e tetto di 5mila euro mensili per la stessa; più tagli alla difesa. «Aspettiamo gli emendamenti e poi decideremo cosa fare», dice Antonio D’Alì (Ncd), uno dei due relatori di maggioranza al decreto (l’altro è Cecilia Guerra, Pd). «Noi siamo disponibili alla discussione, ma tutte le proposte devono essere coperte». Nelle due commissioni riunite (50 senatori) il vantaggio della maggioranza sulle opposizioni, spiega D’Alì, è di 6-7 voti. Non tantissimo. Bisognerà evitare imboscate. Per prudenza il voto finale in commissione è previsto per il 27 maggio. Dopo il voto europeo, quindi. E in aula, se sarà necessario, il governo ricorrerà al voto di fiducia. Perché, come ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il decreto non può essere stravolto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 » Approfondimenti I primi pagamenti dopo l’abolizione dell’Imu LE TASSE SULLA CASA Tasi, i comuni non fissano la rata Rischio caos per la scadenza di giugno Il 16 giugno scade il termine per pagare la rata Tasi per gli immobili in affitto. Riguarda proprietari e inquilini, ma nella gran parte dei casi i comuni non hanno deciso le aliquote Soltanto 900 municipi su 8 mila hanno individuato aliquota e detrazioni MILANO — Ci risiamo. Si avvicina il debutto della Tasi e il rischio confusione è dietro l’angolo. Moltissimi tra proprietari e inquilini arriveranno al versamento della prima rata senza sapere come dividersi l’onere del tributo. Inoltre, vista l’ampia discrezionalità dei comuni, la diversa composizione di aliquote e detrazioni potrebbe portare – così stima il servizio politiche territoriali della Uil – addirittura a 75 mila Tasi diverse. Per capire cosa sta succedendo bisogna riprendere il discorso là dove lo si era lasciato. E cioè dal grande tormentone esistenzial-fiscale del precedente governo – Tasi, Trise, Tuc o Tul – che alla fine ha generato la Iuc. L’Imposta unica comunale, però, di unico ha davvero poco. Il tributo, infatti, non è altro che la somma di Imu (la tassazione sulla proprietà dell’immobile, dovuta per le seconde case), Tari (tassa sui rifiuti) e Tasi (imposta sui servizi indivisibili). I primi a pagare la Tasi saranno i proprietari e gli inquilini degli immobili dati in affitto. Infatti, in questo caso, l’imposta si salda in due fasi. E la prima rata va versata tra un mese, entro il 16 giugno. Il problema è che molti comuni non hanno ancora de- liberato l’aliquota della Tasi. Per un motivo molto semplice: il termine che in origine scadeva il 30 aprile è stata prorogato al 31 luglio (lo ha stabilito il decreto Salva Roma). Ora non c’è più fretta. Tanto più che, con le europee alle porte, i sindaci non hanno voglia di mettersi a parlare di tasse. Quanto si pagherà il 16 giugno? Se manca la delibera del comune, la legge di Stabilità dice che si versa il 50% dell’aliquota base, pari all’1 per mille. Il problema è che una quota della Tasi – compresa tra il 10 e il 30% – è a carico degli inquilini. E su questo devono Il debutto della Tasi ? 3 CHI PAGA COS’È LA TASI È il tributo sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione strade, verde pubblico, servizi per la sicurezza…) Il proprietario dell’immobile: minimo 70%, massimo 90%. L’inquilino: minimo 10% massimo 30% I comuni che arrivano alla soglia massima del 3,3 per mille devono destinare una quota pari allo 0,8 per mille alle detrazioni per categorie svantaggiate COME SI CALCOLA Tra l’1 e il 3,3 per mille del valore catastale. Il valore catastale è pari alla rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per un coefficiente che cambia con il tipo di immobile (160 per le abitazioni). Nelle seconde case la somma di Imu e Tasi non può superare l’11,4 per mille Novara Aliquota 2,5 per 1.000 Tasi media 223 euro Diff. Tasi-Imu -4 euro 2 (prima casa 80m categoaria A/2 e A/3) Milano Brescia Pordenone Aliquota Aliquota Aliquota 2,5 per 1.000 2,5 per 1.000 1,25 per 1.000 Tasi media Tasi media Tasi media 119 euro 430 euro 142 euro Diff. Tasi-Imu Diff. Tasi-Imu Diff. Tasi-Imu -148 euro +64 euro -78 euro Torino QUANTO VALGONO Aliquota LE DETRAZIONI QUANDO SI PAGA Seconde case: prima rata entro il 16 giugno, seconda rata entro il 16 dicembre. Prime case: versamento unico entro il 16 dicembre (a meno che il comune non deliberi le aliquote entro maggio) Aosta Aliquota 1 per 1.000 Tasi media 112 euro Diff. Tasi-Imu -35 euro per forza decidere i comuni. A oggi, però, secondo una verifica di Confedilizia, associazione che rappresenta i proprietari, i municipi che hanno deliberato le aliquote Tasi sono poco più di 900 (erano 300 al 30 di aprile). Certo, da qui a metà giugno qualcun’altro si aggiungerà. Ma i municipi in Italia sono oltre ottomila. Alla fine la stragrande maggioranza di proprietari e inquilini rischia di non sapere cosa versare. Confedilizia fa la voce grossa. «Siamo alle solite – dice il presidente, Corrado Sforza Fogliani –. Noi ai proprietari consigliamo di pagare il 70% I COMUNI CHE HANNO DECISO Circa 900 comuni su 8.000 a oggi hanno fissato le aliquote Tasi (stima Confedilizia). Al 30 di aprile erano soltanto 300 3,3 per 1.000 Tasi media 468 euro Diff. Tasi-Imu -7 euro Vicenza Aliquota 2,8 per 1.000 Tasi media 162 euro Diff. Tasi-Imu -53 euro Savona Aliquota 2,5 per 1.000 Tasi media 206 euro Diff. Tasi-Imu +28 euro Bologna Aliquota 3,3 per 1.000 Tasi media 301 euro Diff. Tasi-Imu -20 euro Modena Aliquota 3,1 per 1.000 Tasi media 256 euro Diff. Tasi-Imu -65 euro Cagliari Aliquota 2,8 per 1.000 Tasi media 264 euro Diff. Tasi-Imu -85 euro Pistoia Aliquota 2,5 per 1.000 Tasi media 255 euro Diff. Tasi-Imu +75 euro Fonte: UIL Servizio Politiche Territoriali Roma Aliquota 2,5 per 1.000 Tasi media 410 euro Diff. Tasi-Imu -127 euro Ancona Aliquota 3,3 per 1.000 Tasi media 306 euro Diff. Tasi-Imu -35 euro C.D.S. del dovuto e non di più. Non è colpa nostra se al momento di pagare mancano ancora le aliquote». Su un punto l’associazione apprezza l’operato dei comuni. «Dalle nostre verifiche sulle prime 300 delibere abbiamo visto che circa un terzo chiede ai proprietari di pagare il massimo (il 90%). Poco meno di un altro terzo, invece, farà versare loro il minimo. Mentre tutti gli altri si sono regolati nei modi più diversi – spiega Fogliani –. Beh, questa è stata una sorpresa. Eravamo convinti che la maggioranza avrebbe fatto pagare il massimo ai proprietari. Invece i municipi hanno tenuto conto del fatto che spesso tra gli inquilini ci sono anche cittadini abbienti». Il pagamento della Tasi è il primo nodo della nuova tassazione sulla casa a venire al pettine. A monte c’è la madre di tutte le questioni. E cioè: non sarà che con il gioco delle tre carte (anzi delle tre tasse, Imu-Tari-Tasi) Detrazioni Loy (Uil): «La varietà di forme di detrazione è enorme. Così rischiamo di avere 75 mila tipi diversi di Tasi» alla fine anche i proprietari di prima casa verranno a pagare di più di quanto si versava quando c’era l’Imu? «Abbiamo fatto una verifica sui comuni capoluogo di provincia che a oggi hanno già deliberato le aliquote. Bene: questa situazione si verificherà in un caso su quattro», stima Guglielmo Loy della segreteria Uil. «Già nel 2007, con il governo Prodi, la riduzione del cuneo fiscale fu finanziata con lo sblocco delle addizionali – continua Loy –. Non vorremmo che anche oggi si ripetesse la stessa cosa». Come si diceva, la discrezionalità dei comuni è molto ampia. A Bologna, per esempio, sono previste 23 detrazioni diverse a seconda della rendita catastale dell’immobile. «Basterebbe che ogni comune optasse per dieci tipi di Tasi e già il tributo prenderebbe più di 75 mila forme diverse», valuta Loy. Preoccupato soprattutto di un rischio: che il beneficio del bonus da 80 euro in busta paga venga troppo presto annacquato. Rita Querzé rquerze © RIPRODUZIONE RISERVATA Roma Milano Seconda casa ai figli: prelievo base La scelta e i vincoli del Campidoglio Esenzione per due inquilini su tre L’ultima mossa di Palazzo Marino ROMA — La decisione c’è già. Solo che, per renderla operativa, bisognerà aspettare il voto delle Europee. Quando, cioè, l’Assemblea Capitolina varerà (fibrillazioni tra il sindaco Ignazio Marino e la sua maggioranza di centrosinistra permettendo) il Bilancio previsionale 2014. Manovra da 6,5 miliardi complessivi, dove una delle «leve» per coprire il disavanzo dei conti è proprio la Tasi. Nella Capitale, sindaco e giunta l’hanno fissata al 2,5 per mille, dopo un lunghissimo braccio di ferro che ha portato alle dimissioni dell’assessore al Bilancio Daniela Morgante, magistrato della Corte dei Conti: lei avrebbe voluto una Tasi più bassa e una maggiore contrazione della spesa corrente, ma è stata «sconfitta» dalla rivolta dei suoi colleghi nell’esecutivo e dalla sconfessione pubblica di Marino. Tasi al 2,5 sulle prime case, quindi. Mentre, per le seconde abitazioni, l’aliquota individuata è dell’11,4 per mille, lo 0,8 in più rispetto alla vecchia Imu (era al 10,6): quella differenza andrà a coprire le detrazioni sulle prime case. La giunta Marino, infatti, ha anche inserito un distinguo. Se la seconda casa viene data in usufrutto ad un figlio, con Isee inferiore ai 15 mila euro, anche in questo caso viene applicata l’aliquota «base» del 2,5. Scatterà così, secondo il sindaco, «una modulazione tariffaria improntata all’equità sociale, che penalizza le rendita immobiliare a vantaggio di chi è proprietario solo di una casa, quella in cui vive». Inoltre, fanno notare dallo staff del MILANO — Aliquota al massimo su seconde case, uffici e negozi. Al minimo per gli inquilini, due su tre non pagheranno. E l’obiettivo — ancora in discussione — di non far pagare la Tasi allo stesso numero di milanesi che nel 2012 godevano dell’esenzione Imu sull’abitazione principale. Ecco il piano della giunta guidata dal sindaco Giuliano Pisapia, al vaglio del consiglio comunale da domani. La delibera è stata approvata dall’esecutivo lo scorso 28 marzo: l’aliquota Tasi scelta da Palazzo Marino è del 2,5 per mille per le abitazioni principali (360 mila) e dello 0,8 per mille sugli immobili soggetti all’Imu (arrivando a un massimo di 11,4 per mille: 10,6 di Imu, più 0,8 per mille di Tasi aggiuntiva che porteranno nelle casse di Palazzo Marino 75 milioni di euro destinati alle detrazioni sulla prima casa). Il meccanismo prevede una detrazione fissa (84 euro) per gli immobili con una rendita catastale fino a 350 euro. Per i valori superiori, la detrazione è riservata a chi ha un reddito imponibile inferiore a 21 mila euro (oltre la metà dei milanesi, secondo le ultime dichiarazioni) e diminuisce con il crescere del valore dell’immobile, fino a sparire per quelli oltre i 700 euro. Esempio: con una rendita fino a 200 euro e un reddito qualsiasi, la detrazione fissa è di 84 euro, dunque non si paga la Tasi; con 300 euro di rendita e un reddito qualunque, la detrazione è di 84 euro e si pagano 42 euro; con la rendita di 700 euro e il reddito oltre i 21 mila, la Tasi è di 294 euro. «Chi ha di più deve Campidoglio, «Roma rispetto ad altre grandi città si mostra attenta alla tutela dei proprietari di un unico immobile, a Milano e Torino ad esempio la tassazione sulla prima casa tocca il tetto massimo al 3,3 per mille». Facendo degli esempi, in centro storico, con una rendita catastale di 1.100 euro, la Tasi costerà 388 euro; a San Pietro, con 1.600 euro di rendita, si arriva a 660 euro; a Trastevere (1.800 euro la rendita catastale) si va a 742,5 euro. Ma per i romani, come altrove, il problema è anche la tempistica. Col Bilancio che verrà approvato tra giugno e luglio (Marino avrebbe voluto prima, i partiti e le liti hanno frenato l’iter), sfumerà l’acconto del 16 giugno: l’ok alla delibera propedeutica, che fissa l’aliquota Tasi, non ci sarà entro il 31 maggio. Così è praticamente sicuro che, per le prime case, la nuova tassa dovrà essere saldata per intero, in un’unica soluzione, a dicembre. Un regalo di Natale, proprio a ridosso delle feste. Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA dare di più», è l’idea guida illustrata da Pisapia. Per ora, nel disegno della giunta, le abitazioni esentate dalla Tasi sono 4.200 — le stesse che non hanno pagato la «mini Imu» del 2013 — ma l’assessore al Bilancio, Francesca Balzani, ha già dato un parere positivo alla proposta del Pd: fare in modo che siano in tutto 22 mila, e cioè tanti quanti gli Imu-esenti del 2012, i milanesi che non verseranno la Tasi (operazione da circa sette milioni di euro). Di questa novità, e dell’impianto generale della Iuc, si discuterà in consiglio comunale a partire da domani. E mentre rimane aperta la partita dei cento milioni di euro promessi dal governo per compensare i minori introiti che gravano sul bilancio di Milano nel passaggio da Imu a Tasi, le opposizioni dichiarano battaglia: da Forza Italia («pronti a presentare una sessantina di emendamenti», dice Fabrizio De Pasquale) a Fratelli d’Italia: «Sarà una partita durissima — annuncia Riccardo De Corato —, andremo avanti almeno fino a giugno». Annachiara Sacchi © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Politica e giustizia Il caso di Milano Le intercettazioni I volti Expo, la rete del compagno G Frigerio: così sfruttiamo i ritardi La vicenda Il blitz Sette arresti a Milano per Expo 2015 A Milano, giovedì scorso, una bufera giudiziaria si è abbattuta sull’Expo, in programma tra un anno. A distanza di poco più di un mese dall’arresto di Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, società coinvolta nella realizzazione delle più importanti opere pubbliche lombarde, la Procura della repubblica del capoluogo chiede e ottiene sette arresti per gli appalti legati alla realizzazione della manifestazione I personaggi Manager e poi politici degli anni Novanta I provvedimenti di custodia cautelare hanno riguardato Angelo Paris, responsabile dell’Ufficio contratti e con lui anche due «protagonisti» della stagione di Tangentopoli ovvero Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, i quali secondo le tesi dell’accusa avrebbero, assieme all’ex senatore e sottosegretario, Luigi Grillo, creato una «saldatura» tra imprese, cooperative e un ampio schieramento politico per condizionare e assegnare appalti in cambio di tangenti o di avanzamenti di carriera Le accuse La «cupola» e le ipotesi di reato Per il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e i pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, negli ultimi due anni avrebbe operato in Lombardia una vera e propria «cupola» che prometteva «avanzamenti di carriera», grazie a «protezioni politiche», a manager e pubblici ufficiali disponibili a pilotare le gare a favore degli imprenditori che versavano le mazzette. I pm hanno detto che la «sede» dell’associazione per delinquere (contestati anche i reati di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio) si trovava a Milano nel centro culturale intitolato da Frigerio a Tommaso Moro MILANO — Di alcune cooperative rosse Primo Greganti era sicuramente l’ambasciatore negli organigrammi degli enti appaltanti i grandi lavori pubblici: ma nel Pd chi erano, per il «compagno G» di Mani Pulite, i contatti nazionali che lo rendevano così prezioso («abbiamo fatto una grande mossa a coinvolgerlo!») agli occhi dell’associazione a delinquere trucca-appalti che i pm D’Alessio e Gittardi contestano agli ex dc e pdl Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo? La risposta delle intercettazioni è, come sempre, da lavorare molto. Perché ad esempio un nome di peso lo colgono, ma l’interessato — il vicepresidente del Parlamento europeo ed ex candidato alle primarie del Pd, Gianni Pittella — dà una spiegazione diversa. Alle 20.30 del 6 marzo scorso, infatti, microspie vengo- 68 europei. Io, non essendo in grado di rispondere, gli ho detto che avrei potuto organizzargli un incontro con qualche tecnico, ma poi non l’ho più sentito. Di relativo a Expo c’era assolutamente nulla». Perché si è rivolto a lei? «Mi aveva incontrato 6 o 7 mesi prima a Torino alla presentazione del mio libro sull’Europa, mi è stato presentato da un amico che mi ha detto “questo è il compagno Greganti”, mi ha chiesto un appuntamento a Roma». Chi glielo presentò? «Se non ricordo male, credo il consigliere comunale torinese del Pd Gioachino Cuntrò». Non l’ha dissuasa il passato giudiziario di Greganti all’ombra dell’allora Pci-Pds? «No, non penso che un cittadino non debba essere frequentato o non debba meritare un colloquio soltanto perché ha avuto una vicenda giudiziaria. Se avesse avuto intenti delinquenziali, l’avrei denunciato alla magistratura, ma per il resto io faccio così con tutti, ricevo tutti quelli che mi chiedono un appuntamento». E a poste- Il comandante Saverio Capolupo, 62 anni, è un generale di corpo d’armata e dal 23 giugno del 2012 è il comandante generale della Guardia di Finanza (Mario Proto) Minuti La durata della conversazione intercettata tra Greganti e Paris no piazzate in fretta in un ristorante prima di un incontro tra Greganti e il general manager di Expo Angelo Paris, in quel periodo sensibile alle lusinghe della «squadra» Frigerio-Grillo-Greganti che lo sponsorizza per la successione di Antonio Rognoni alla direzione generale di «Infrastrutture Lombarde». L’incontro a Roma Come però tutte le intercettazioni ambientali in affollati luoghi pubblici, anche questa di 68 minuti è molto disturbata, e trascritta con una miriade di puntini di sospensione e frasi «incomprensibili». Di certo Paris e il «compagno G», arrestato e condannato vent’anni fa per corruzione e finanziamento illecito, parlano di Expo, di cinesi, del movimento cooperativo. Poi, al minuto 27 e 51 secondi, Greganti dice: «Io sono andato giù a Roma…ho parlato con… e poi ho incontrato anche Gianni Pittella…è il presidente del Consiglio europeo (lapsus, ndr)… grande… potere enorme… al posto di parlamentare europeo…nel Pd è considerato potente ecco… io l’ho incontrato… sul piano casa abbiamo parlato parecchio…magari strumenti europei perché…». E poco dopo: «In Italia Manpower mi posso impegnare… Pittella sapeva ‘sta cosa… allora io il problema di ‘sta roba del lavoro interinale doveva essere autorizzata con normative ad hoc dal ministero… non potevi permetterti di più…». Interpellato ieri pomeriggio dal Corriere, Pittella conferma l’incontro con Greganti, ma non su Expo: «L’ho incontrato a Roma perché mi aveva chiesto un appuntamento per presentarmi un suo programma di “rigenerazione urbana”, voleva sapere se per questo progetto potevano esserci finanziamenti L’europarlamentare Gianni Pittella, 55 anni, è vicepresidente del Parlamento Europeo dal 2009. Già deputato è stato anche candidato alle primarie del Partito democratico Ex Pci Primo Greganti, il «compagno G», è stato arrestato nell’inchiesta su Expo (Fotogramma) L’ambasciatore Giampiero Massolo, 59 anni, è ambasciatore e dal maggio 2012 è direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Vicenza «L’uomo di Maltauro pagò la cena a Moretti» L’arresto di Enrico Maltauro, e le intercettazioni che lo vedono impegnato nella tessitura di una rete di relazioni politiche, scatenano dure polemiche attorno all’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi (Lega Nord) e alla capolista Pd alle Europee nella circoscrizione Nord-Est Alessandra Moretti (foto), entrambi vicentini come Maltauro. Finozzi ottenne nel 2010 dal gruppo delle costruzioni 6 mila euro per la corsa alle Regionali («Il perché non lo so — si difende — non ho mai conosciuto né frequentato Maltauro») mentre Moretti prese parte a una cena organizzata in suo sostegno da Gianfranco Simonetto, presidente della società di Maltauro, ed è accusata dal Movimento 5 Stelle di non prendere posizione sulla inchiesta (lei non commenta). © RIPRODUZIONE RISERVATA riori, ora che sa che Greganti ha speso l’incontro con lei agli occhi del general manager di Expo 2015? «Mi secca, e non poco. Perché non c’entra niente con Expo, rispetto al quale ci terrei invece a essere ricordato come colui che insieme al collega Tajani ha organizzato a Bruxelles la presentazione di Expo con il sindaco Pisapia». La cena e il comandante Intercettazioni ambientali potenzialmente interessanti appaiono anche due di Frigerio, altro condannato di Mani Pulite ma prima e dopo parlamentare (nella Dc e con Berlusconi). Il 20 settembre 2012 nel suo ufficio anticipa all’imprenditore (ora pure arrestato) Enrico Maltauro che «io mercoledì sera faccio lavoro di copertura politico-giuridica e mi porto a cena Gigi Grillo col Comandante supremo della Finanza… Capolupo… è un mio amico». Maltauro commenta: «Son sempre posizioni delicatine quelle lì», e Frigerio aggiunge: «Vado a cena con… di informazioni… perché il generale me l’ha fissato… e dovrebbe esserci come terzo Donato ❜❜ Io sono andato a Roma, ho visto Pittella, nel Pd è considerato potente Bruno (parlamentare pdl, ndr) che è un altro amico mio, Commissione Affari Costituzionali». Capolupo è il comandante generale della Gdf, che ora con la Dia sta indagando proprio su Frigerio. Ma Capolupo, interpellato ieri dal Corriere in Brasile, risponde che la cena non c’è mai stata, che nemmeno gli è mai stata proposta, e che da anni non incontra o non sente Frigerio, conosciuto in passato come parlamentare. I servizi L’11 marzo 2014, invece, Frigerio dice di aver esposto a Roma al direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), Giampiero Massolo, la propria (non disinteressata) teoria su come salvare Expo dai ritardi a meno di un anno: «Ne avevo parlato a Roma con Massolo… anche da un punto di vista dei servizi segreti, gli ho detto voi avete una carta sola… di prendere i 60 padiglioni stranieri e spaccarli in blocchi grossi…metti da 5, 6, 7 milioni…da affidare semplicemente alle 5/6 ditte che avete dentro» già, e tra le quali guarda caso c’era quella di Maltauro. Ma a prescindere dal tema, Massolo risponde al Corriere che non ha mai avuto incontri o colloqui con Frigerio, mai stato nei suoi uffici. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’incontro Ingegnere e, in passato, uomo forte della finanza rossa condannato per la tentata scalata ad Antonveneta «Stesse logiche e politica, Tangentopoli è stata inutile» Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol «Illuso chi pensava che non potesse riaccadere» DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Sarà perché dal tritacarne mediatico pareva non doverne uscire più: tempi lontani ma che ancora bruciano quando l’allora segretario ds, Piero Fassino, gli chiese al telefono a bruciapelo, era il 2005, scatenando uno tsunami tra politica e gossip: «Abbiamo una banca?» (e lui avrebbe risposto, ma la cosa passò inosservata: «Abbiamo chi? È Unipol che ha una banca...»). O perché con la magistratura ha battagliato a lungo: sulle spalle una condanna confermata in Cassazione a 2 anni e 3 mesi coperti dal condono per la tentata scalata ad Antonveneta (ma lui tiene a ricordare che la condanna è stata in qualità di presidente Unipol e non per rea- ti di tipo personale e anche i 14 tra proscioglimenti e assoluzioni). Fatto sta che Giovanni Consorte, che tutti chiamano Gianni, 65 anni, ingegnere chimico, ex numero uno Unipol, dopo essere passato per Montedison e Lega coop, uomo forte della finanza rossa che fu, un presente tra società di partecipazioni e la presidenza di «Sinistra 2020», associazione alla ricerca di un riformismo che non sia quello del Pd, assiste allo scandalo Expo con il disincanto di chi, avendo vissuto da vicino certi ambienti, è convinto che «non poteva che succedere di nuovo» e che «si illudevano, o erano in malafede» coloro che dopo Tangentopoli vagheggiavano chissà quale rinascita: «La realtà — scandisce — è che Tangentopoli è stata sostanzialmente inu- Ex numero 1 Giovanni Consorte, 65 anni, ingegnere chimico, è l’ex numero 1 di Unipol, dopo essere passato per Montedison e Legacoop tile. Non è cambiata la politica, i suoi personaggi, le sue logiche. Sono cambiate solo formalmente le regole sugli appalti». Fino a quando il banchetto delle commesse sarà dominato da quel triangolo delle Bermude che vede uniti, spesso da intenti inconfessabili, «vertici delle iniziative economiche pubbliche, intermediari e politici», fino a quando «le nomine dei grandi manager continueranno a rispondere a logiche politiche», ben poco cambierà. «L’unica cosa sarebbe riformulare l’intero sistema della gestione degli appalti. Le scelte vanno affidate non al singolo, non alla struttura interna, ma a una commissione ad hoc, capace di respingere gli appetiti della piccola politica». Consorte non prende per oro colato, pur rispettandole, le carte dell’accusa: «Aspettare almeno il rinvio a giudizio e il pronunciamento del gip è un obbligatorio senso di civiltà». E non ama coloro che, a processi neanche avviati, si atteggiano a censori contro gli indagati (e qui Consorte si toglie un sassolino, ricordando che Claudio Levorato, presidente Manutencoop, ora tra gli indagati, «nel 2005, prima ancora che io fossi interrogato, disse in un’intervista che io avevo tradito dal punto di vista etico la fiducia dei compagni…»). Di sicuro, fatica a vedere in Primo Greganti una sponda al servizio delle Coop: «Queste realtà dispongono di dimensioni e forza tali da affrontare in prima persona le partite degli appalti e delle concessioni». A Renzi che invoca un passo indietro della politica, Consorte propone una terapia d’urto: «Tagliare il cordone ombelicale tra i vertici dei grandi enti e i partiti». Quindi una riflessione: «Il Pd, figlio del compromesso storico anni 70, ha messo insieme due diversi sistemi di potere (Dc e Pci), ma non ha curato a sufficienza la definizione di obiettivi e idealità». Francesco Alberti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Il segretario di Stato Milano Inaugurata «la porta d’ingresso» La Santa Sede: «Corruzione Mai abbassare la guardia» È stata inaugurata ieri a Milano l’Expo Gate (a destra, Omnimilano), la «porta d’ingresso» della manifestazione universale davanti al Castello Sforzesco. La struttura, progettata dall’architetto Alessandro Scandurra, ospita l’ufficio informazioni e un negozio di oggetti legati a Expo 2015. TORINO — Al Lingotto parla del «nesso indissolubile tra ipocrisia e corruzione», delle «pulsioni idolatriche del denaro», della speranza di costruire un mondo «basato sulla trasparenza, la legalità, la giustizia». Quando gli chiedono dell’Expo e degli arresti, il DAL NOSTRO INVIATO Cardinale Pietro Parolin dal 15 ottobre scorso è il 59° segretario di Stato Vaticano A 59 anni è il più giovane cardinale italiano vivente © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso L’azienda pubblica al centro delle mire dei politici secondo l’inchiesta di Milano Sede a Mosca e stipendi d’oro Le mani sulla società degli sprechi I bilanci allegri della Sogin e le pressioni di Previti Se c’è una cosa che alla Sogin non sono mai mancati, quelli sono i soldi. Soldi facili, per di più: arrivano in automatico. Trecento, anche quattrocento milioni l’anno da destinare allo smaltimento delle scorie delle vecchie centrali nucleari chiuse, prelevati direttamente dalle nostre bollette. Il che, se possibile, rende ancora più insopportabile il sospetto che tutto quel denaro possa aver alimentato un giro di tangenti gestito dai soliti noti. Al tempo stesso, però, spiega pure certi fatti. Per esempio, le indicibili pressioni che alcuni politici avrebbero esercitato, secondo i magistrati, perché venisse riconfermato l’amministratore delegato Giuseppe Nucci: arrivando a scomodare per raggiungere tale obiettivo persino un ex pezzo da novanta del centrodestra ora finito in disgrazia dopo una condanna definitiva per corruzione, qual è l’ex senatore ed ex ministro della Di- 900 I dipendenti Sogin, società di Stato che si occupa della dismissione degli impianti nucleari 4 Le centrali nucleari italiane, chiuse 26 anni fa: Trino, Caorso, Latina e Garigliano Gli impianti Le ex centrali nucleari e gli impianti di cui Sogin gestisce la bonifica Impianto Eurex Centrale di Trino Saluggia -Vercelli Vercelli Centrale di Caorso Piacenza Centrale di Latina Latina Impianto FN Centrale di Garigliano Bosco Marengo Alessandria Caserta Impianti IPU e OPEC Casaccia – Roma Impianto Roma Rotondella – Matera D’ARCO fesa Cesare Previti. Pressioni a quanto pare inutili, se è vero che al posto di Nucci ora c’è Riccardo Casale. Ma che dicono tutto. Tanti soldi, dunque. Tanti che non si riesce nemmeno a immaginarli. Miliardi di euro. La storia insegna che quando in una società pubblica ci sono molti denari in ballo, fatalmente la politica tira i fili. Ma con la Sogin si è andati evidentemente ben oltre. Una prova? Novembre 2003: il feeling fra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin è all’apice e durante un vertice italo russo viene sottoscritto un accordo che dà seguito a un impegno preso dal Cavaliere al G8 di Genova di due anni prima. Per capirci, quello segnato dalla tragica morte di Carlo Giuliani e dai pestaggi alla caserma di Bolzaneto. L’impegno prevede lo smaltimento di un certo numero di sommergibili atomici russi con l’assistenza dell’Italia. Costo: 360 milioni. E chi paga? I contribuenti italiani, ovviamente. Per essere più 4,5 Miliardi di euro È la spesa preventivata per smaltire le centrali 2020 L’anno Entro il 2020 dovranno essere smaltite le centrali precisi, gli utenti. Il compito viene affidato infatti alla Sogin. Una fettina delle nostre bollette dovrebbe quindi servire a smantellare l’arsenale atomico sottomarino dei russi. Ma ovviamente anche a coprire gli altri costi che quell’operazione si porta dietro. Per dirne una, l’affitto di una sede faraonica a Mosca con una ventina di dipendenti supervip, fra cui la sorella del capo del personale. Tutti generosamente retribuiti e gratificati da una diaria di 300 euro al giorno. La faccenda non sfugge all’Autorità dell’energia, allora presieduta da Alessandro Ortis. Il quale contesta i 4,8 milioni spesi per la sede di Mosca, con la sacrosanta motivazione che è un delitto buttare dalla finestra in quel modo i soldi degli utenti. In quel momento il presidente della società controllata al 100 per cento dal Tesoro è il generale Carlo Jean, già consigliere militare di Francesco Cossiga, che fa ricorso sostenendo che per foraggiare l’inutile avventura russa sono stati utilizzati altri soldi. E sempre lì si ritorna: ai soldi. Sono anni nei quali non si bada a spese. La Sogin assume a rotta di collo. Si assumono parenti di amici e dipendenti, fino a toccare numeri da capogiro: 600 persone. Per non parlare di alcuni investimenti pubblicitari piuttosto curiosi, per un’impresa pubblica che ha come ragione sociale lo smaltimento delle scorie nucleari. Tale è la partecipazione al primo Salone del Libro organizzato alla Fiera di Milano. Costo: 257 mila euro più Iva. Una iniziativa inspiegabile, se non forse rammentando che il patron del Salone era un certo Marcello Dell’Utri, bibliofilo già capo di Publitalia e fondatore di Forza Italia a cui la Cassazione ha confermato venerdì la condanna definitiva a 7 anni per i suoi rapporti con la mafia. Ma la faccenda moscovita, unita all’andazzo discutibile, non passa certo come l’acqua fresca. Il Tesoro decide che si deve cambiare. Ed è qui che spunta Nucci, al posto dell’amministratore delegato Giancarlo Bolognini: il capro espiatorio. Viene dall’Enel e ha l’imprimatur del direttore del ministero Vittorio Grilli. Siccome di poltrone non ce ne sono abbastanza, c’è spazio anche per l’incredibile ampliamento da cinque a nove membri del consiglio di amministrazione. Con l’ingresso di un politico dell’Udc trombato alle regionali del 2005 che aveva protestato ferocemente contro la Sogin quando le scorie atomiche dovevano essere depositate a Scanzano Jonico. E che farà presto parlare di sé: Cosimo Mele verrà pizzicato due anni dopo da parlamentare con due prostitute in un albergo di Roma. Nel 2006, però, torna a palazzo Chigi Romano Prodi e i vertici della società vengono azzerati. Alla Sogin viene spedito un altro manager dell’Enel. Si chiama Massimo Romano e si dà da fare per bonificare la baracca. È una fatica di Sisifo. Che per giunta dura poco, perché nel 2008 Berlusconi rivince le elezioni e questa volta è lui che azzera i vertici. Rimettendo in sella do- po un periodo di commissariamento, affiancato dall’ex ambasciatore a Londra Giancarlo Aragona, il medesimo Nucci. Stipendio, 570.500 euro. Quando nell’autunno scorso Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni sostituiscono amministratore delegato e presidente i dipendenti della Sogin sfioravano quota 900. Ai successori spetta una bella rogna. Il piano di smaltimento dei nostri cadaveri atomici dovrebbe chiudersi per il 2020, con una spesa preventivata di 4,5 miliardi: più di quanto ci sia costato abolire l’Imu sulla prima casa. Ma siccome le cose non sono andate tutte per il verso giusto e ci sono molti ritardi, ecco che il conto, come ha sottolineato anche la commissione sui rifiuti già presieduta da Gaetano Pecorella, sono destinati inevitabilmente a salire. Di un bel po’. In una interrogazione i grillini hanno ricordato che si stima a tutt’oggi una spesa di 6,7 miliardi con un ritmo di avanzamento dei lavori dell’1% l’anno. A ben 26 anni dalla chiusura delle centrali. Sergio Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA cardinale Pietro Parolin sospira: «Non bisogna mai abbassare la guardia. Proprio perché c’è sempre il pericolo che la corruzione ritorni, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per combatterla, assicurare trasparenza e comportarci bene». Dopo Tangentopoli, vent’anni non sono serviti a nulla? «No, io credo siano serviti, l’impegno che c’è stato è entrato nelle coscienze. Però, finché esiste il mondo, il male continua ad avere i suoi effetti», dice il Segretario di Stato vaticano. «Non è per giustificare, ma per dire che questa è la realtà umana. È questo a dirci che dobbiamo essere sempre pronti, ricominciare di nuovo e non abbassare mai la guardia». La Santa Sede, comunque, conferma la sua presenza a Milano: «Credo che il nostro impegno per l’Expo 2015 continuerà, anche perché il tema dell’alimentazione ci interessa e ci riguarda direttamente, ed è un tema che sta molto a cuore anche al Papa». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il governo Le scelte Renzi e le inchieste sulle grandi opere: si fermino i responsabili non i lavori Caso Senato, Grasso frena Lega e FI: non si querela il premier ROMA — Sono solo mele marce, non rappresentano che un’esigua minoranza: «Se l’Italia ha ancora uno spazio e una possibilità, questi stanno nel fatto e nella possibilità che c’è una stragrande maggioranza di persone perbene che continuano a fare egregiamente il proprio lavoro». Non cita l’Expo, gli arresti, gli indagati, l’ennesima inchiesta che ha colpito i lavori dell’esposizione universale del prossimo anno, ma anche di questo parla Matteo Renzi, nel giorno dell’inaugurazione del teatro dell’Opera del Maggio fiorentino. Per lui è un’occasione particolare: il teatro è un’opera pubblica che ha fortemente voluto da sindaco della città, che era bloccata, anni fa, da inchieste e contenziosi amministrativi. Per questo è orgoglioso quando prende la parola dal palco, per questo lo sente come simbolo di possibile riscatto del Paese: «Quando ci sono grandi interventi, grandi iniziative, se ci sono vicende che non vanno bene, se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili e non le grandi opere». Racconta anche la sua personale visione, fondata sull’esperienza di amministratore: «A nome del governo ho il compito di ricordare quello che è accadu- In partenza Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, 39 anni, ieri alla Stazione Termini di Roma prima di salire sul Frecciarossa che lo ha riportato a Firenze, dove in serata ha partecipato all’inaugurazione del Teatro dell’Opera (Ansa) to in questi anni per dare un messaggio di speranza per i prossimi anni». Nel febbraio 2010 «quando il percorso di costruzione sembrava improvvisamente bloccato il Comune decise di sostituire i dirigenti statali arrestati e di andare avanti lo stesso». È la conclusione della giornata del premier. Nel pomeriggio si sposta da Roma a Firenze, dopo aver lavorato, a Palazzo Chigi, alla stesura degli ultimi dettagli del piano del governo per il terzo settore e dopo aver presieduto una sorta di vertice con il ministro dell’Economia e i vertici della Cassa Depositi e Prestiti. Con il ministro Pier Carlo Padoan e con il presidente di Cdp, Franco Bassanini, oltre che con l’ad di Cdp, Giovanni Gorlo Tempini, ha discusso di privatizzazioni, del ruolo che il governo immagina di ritagliare per la Cassa, indirizzato ad una serie di piani industriali di settore, dagli immobili pubblici alle partecipate: stamattina Renzi sarà a Monfalcone (prima di spostarsi a Pordenone per la tradizionale adunata degli alpini) dove Fincantieri inaugurerà l’ultima nave di crociera e dove lui farà un annuncio che riguarderà pro- Il terzo settore Oggi annuncio di un piano per 80 mila giovani, con il servizio civile universale non obbligatorio prio la società dei cantieri navali pubblici che sta per sbarcare in Borsa. Sul terzo settore invece il piano del governo prevede di aumentare sino a 500 milioni, e rendere permanente, il finanziamento del 5 per mille e punta a introdurre il servizio civile universale non obbligatorio: in sostanza passare dai 15 mila giovani di oggi ad 80 mila, un allargamento che dovrebbe essere finanziato con una spesa strutturale di 600 milioni di euro Le polemiche Il presidente del Senato Venerdì Pietro Grasso, presidente del Senato, è intervenuto in difesa dei tecnici del servizio Bilancio di Palazzo Madama finiti nel mirino del premier Matteo Renzi: «Il Senato è un’istituzione che merita rispetto — ha detto Grasso —, non un carrozzone» I dubbi dei tecnici La scorsa settimana i tecnici avevano avanzato dubbi sulle coperture del bonus da 80 euro promesso dal governo e giovedì sera, in tv, il premier li aveva bacchettati, accusandoli di dire «cose false» La foto su Twitter Sempre venerdì Renzi ha definito i tecnici del Senato «burocrati» e ha postato su Twitter, a riprova del fatto che non ci sarebbero problemi di coperture, la foto del cedolino di una busta paga di maggio portatogli dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: «Le coperture dunque ci sono. Gli 80 euro pure», ha scritto La proposta di querela I vicepresidenti del Senato Maurizio Gasparri e Roberto Calderoli hanno avanzato l’ipotesi di querelare il premier da parte di Palazzo Madama. Ieri però lo stesso Grasso ha chiesto loro di fare un passo indietro: «Non travalichiamo i limiti della contesa politica e rispettiamo le istituzioni» l’anno. Lo schema del piano seguirà quello della riforma della Pubblica amministrazione: presentazione alla stampa, quindi consultazione pubblica on line, poi una legge delega. Viene previsto anche un Fondo da circa 500 milioni di euro per le cosiddette start up sociali, ovvero finanziamenti per imprese di carattere sociale e assistenziale. Si smorza invece la polemica con il presidente del Senato, Pietro Grasso. Non ci sarà nessuna querela al presidente del Consiglio da parte del Senato. «Non bisogna travalicare i limiti della contesa politica e rispettare le istituzioni», ha in sostanza detto la seconda carica dello Stato in una telefonata ai vice presidenti del Senato Maurizio Gasparri e Roberto Calderoli, chiedendo loro di «fare un passo indietro rispetto all’idea della querela», sulla vicenda dei tecnici del servizio Bilancio del Senato. Ha detto ieri Grasso: «Il dibattito tra maggioranza e opposizione, anche in campagna elettorale, non può e non deve arrivare al conflitto e alla delegittimazione tra le istituzioni fino al punto di pensare di rimettere all’autorità giudiziaria temi che possono essere mantenuti all’interno di un dibattito pre-elettorale». Linda Lanzillotta, anche lei vicepresidente del Senato, ha offerto un’altra prospettiva: le denunce di Gasparri e Calderoli giudicate come «strumentali, visto che sono i primi a non rispettare le indicazioni del servizio bilancio del Senato, molto spesso». Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Politica e giustizia Il caso La vicenda L’arresto Giovedì mattina l’ex ministro entra in carcere Giovedì mattina l’ex ministro dell’Interno e dello Sviluppo economico Claudio Scajola viene arrestato, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Calabria, con l’accusa di essersi prodigato in favore di Amedeo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia, condannato a cinque anni per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente a Dubai Le richieste L’ex parlamentare in fuga a Dubai e gli altri indagati La custodia cautelare in carcere viene disposta pure per Amedeo Matacena e sua moglie Chiara Rizzo (latitanti), e per Martino Politi, collaboratore della famiglia Matacena. Vengono disposti i domiciliari, invece, per la madre di Matacena, Raffaella De Carolis, per la segretaria Maria Grazia Fiordalisi, per la segretaria di Scajola Roberta Sacco e per Antonio Chillemi, anche lui collaboratore dei Matacena L’accusa L’associazione per delinquere e i legami Secondo l’accusa, gli indagati «prendono parte ad una associazione per delinquere segreta collegata alla ‘ndrangheta da rapporto di interrelazione biunivoca al fine di estendere le potenzialità operative del sodalizio mafioso in campo nazionale ed internazionale». Nello specifico, avrebbero fatto in modo di interferire sulle funzioni sovrane di altri Stati per proteggere la latitanza di Matacena Le carte In giallo, i capi di imputazione dei nove indagati, vergati dai pubblici ministeri Giuseppe Lombardo e Francesco Curcio La Procura: «Scajola gestiva i beni di ROMA — Ai suoi avvocati ha detto di non voler rispondere al giudice, ma soltanto ai pubblici ministeri «perché dopo aver letto le carte sarò in grado di chiarire tutto». L’interrogatorio è stato fissato per mercoledì prossimo: Claudio Scajola dovrà difendersi anche dalla gravissima accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Non è l’unico. Tutte le persone sospettate di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare del Pdl Amedeo Matacena, aiutandolo anche a rimanere titolare del suo impero economico, sono state indagate dai pubblici ministeri di Reggio Calabria per quel reato. È la contestazione già costata cinque anni di carcere con sentenza definitiva proprio a Matacena, sette a Marcello Dell’Utri. La clamorosa circostanza emerge dal decreto di perquisizione eseguito giovedì scorso, subito dopo gli arresti effettuati dagli investigatori della Dia. Le donne per «schermare» Nelle motivazioni del provvedimento gli inquirenti — il procuratore Fede- L’accusa: concorso esterno in mafia False intestazioni e giochi societari Usava Skype per non essere ascoltato rico Cafiero De Raho, il sostituto Giuseppe Lombardo e il sostituto nazionale antimafia Francesco Curcio — delineano tutti quei comportamenti criminali che li portano ad assegnare un ruolo chiave nella gestione dei beni e delle società, non solo a sua moglie Chiara Rizzo, ma anche a Maria Grazia Fiordelisi. Ufficialmente si tratta della sua segretaria, in realtà è la donna scelta da Matacena come «testa di legno» per amministrare alcune aziende. Ma potrebbe non essere stata la sola. Dalla casa e dall’ufficio di Scajola sono stati portati via centinaia di documenti. Alcune carte farebbero emergere il suo ruolo attivo nella gestione dei beni di Matacena, soprattutto il suo interessamento per muovere capitali in Italia e all’estero. L’ex ministro dell’Interno parlava ore e ore al telefono con la Rizzo: spesso usava parole in codice, talvolta utilizzava i sistemi di comunicazione via Internet Skype e Viber per cercare di eludere le intercettazioni perché «i telefoni cellulari per me sono da esaurimento nervoso! Che strumento del c...». «Interferenze su funzioni sovrane» Nel capo di imputazione — oltre a Matacena, Scajola, Rizzo, Fiordelisi, l’elenco comprende la madre di Mata- cena, Raffaella De Carolis; il suo factotum Martino Politi; la segretaria di Scajola, Roberta Sacco; il ragioniere Antonio Chillemi, individuato come uno dei «prestanome»; l’uomo che si sarebbe occupato del trasferimento in Libano, Vincenzo Speziali — i pubblici ministeri elencano i comportamenti che concretizzano a loro giudizio il concorso esterno. E scrivono che il reato si realizza, tra l’altro, perché gli indagati «ponendo in essere, consentendo o comunque agevolando condotte delittuose diversificate — dirette a interferire su funzioni sovrane quali la potestà di concedere l’estradizione e finalizzate a proteggere la perdurante latitan- za di Matacena, già condannato in via definitiva quale decisivo concorrente esterno della ‘ndrangheta reggina per il rilevantissimo ruolo politico e imprenditoriale svolto a favore della predetta — forniscono un costante e qualificato contributo a favore del complesso sistema criminale, politico ed economico riferibile alla predetta organizzazione di tipo mafioso, interessata a mantenere inalterata la piena operatività di Matacena della galassia imprenditoriale a lui riferibile, costituita da molteplici società e aziende, utilizzata per schermare la vera natura delle relazioni politiche, istituzionali e imprenditoriali garantite a livello regionale, nazionale e internazionale». Nella richiesta di arresto per altri reati (trasferimento fraudolento di valori e procurata inosservanza di pena) i pm avevano già contestato l’aggravante del favoreggiamento alle ‘ndrine. Il giudice dell’indagine preliminare ha però rigettato quell’impostazione, ritenendo che non ce ne fossero i presupposti, e contro questa decisione la Procura presenterà appello al tribunale del Riesame. La giornata In carcere La messa a Regina Coeli, il libro del Papa emerito e i complimenti per la cella «Chapeau, molto pulita» ROMA — Quando il direttore del carcere di Regina Coeli, Mauro Mariani, giovedì scorso gli è andato incontro, su alla Quinta Sezione, Reparto Primi Ingressi, s’aspettava un uomo distrutto, dimesso, disperato. E invece Claudio Scajola, dopo aver lasciato giacca e cravatta all’ufficio matricola, aveva già indossato una comoda tuta da detenuto e alla vista della sua cella singola, di dodici metri quadrati, si è fermato un attimo prima di entrare, ha guardato negli occhi gli agenti intorno a lui e poi, sorridendo, ha esclamato: «Chapeau!». «Davvero complimenti — ha proseguito l’ex ministro dell’Interno — Qui a Regina Coeli è tutto pulito e voi siete estremamente gentili. Grazie». Quindi è entrato, ha fatto un rapido sopralluogo, passando in rassegna il tavolino, il letto, i due armadi e il bagno separato, munito di doccia, poi si è informato sul tipo di alimentazione («Chiedo scusa, ma soffro un po’ di diabete») e infine ha salutato il direttore Mariani e ha cominciato a mettere in fila sulla piccola scrivania i libri che stava leggendo prima di essere arrestato, a partire dal «Gesù di Naza- reth» di Joseph Ratzinger, il Papa emerito. E già, perché Scajola è molto religioso e stamane alle 9, con ogni probabilità, parteciperà alla messa celebrata dal cappellano giù alla Rotonda di Regina Coeli. Già da ieri il Gip gli ha revocato l’isolamento e pur se ancora in cella da solo, potrà da oggi leggere anche i quotidiani e guardare la tv. Resta in vigore invece il divieto di colloquio con i suoi avvocati, Elisabetta Busuito e Giorgio Perroni, che lo incontreranno solo martedì. Sempre martedì potrebbe ricevere la prima visita dei suoi familiari, la moglie Maria Teresa e i figli Lucia e Piercarlo. Insomma, malgrado le preoccupazioni del direttore del carcere, Scajola che è al quarto giorno di prigionia dimostra di reagire bene, con un notevole autocontrollo e una sorprendente capacità di adattamento — a detta degli agenti che sorvegliano la Quinta Sezione — tanto da sembrare, in mezzo agli altri detenuti, «uno di loro». Al passaggio in corridoio nes- «Claudio è un galantuomo, con una grande testa e un grande cuore». Poche parole quelle di Maria Teresa Verda, moglie dell’ex ministro Claudio Scajola, per ribadire di essere ancora al fianco del marito. Nonostante la bufera giudiziaria e le malelingue. suno ha levato contro di lui frasi ingiuriose o cori di scherno. Solo silenzio e un po’ di curiosità. Di sicuro, oggi è già un altro Scajola rispetto a quello di giovedì scorso alla Dia, quando ai poliziotti, ai «suoi» poliziotti, che tentavano di rincuorarlo in ascensore, vedendolo così abbacchiato, e gli dicevano «coraggio ministro, vedrà che dal carcere uscirà presto», lui scuotendo la testa e scuro in volto aveva risposto «Mah, non credo, stavolta la vedo dura...». Di certo, ha ritrovato la voglia di lottare. Con sé, in cella, ha portato anche un libro sul Portogallo, dov’era stato di recente con sua moglie Maria Teresa. E il pensiero di lei e della sua forza — più forte di tutti i gossip e di tutti i pettegolezzi che hanno preso a girare — e la certezza malgrado tutto di poter contare ancora su una famiglia «compatta e unita e dura come una testuggine», adesso accompagnano le sue ore più lunghe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fabrizio Caccia La moglie «Claudio ha un gran cuore» © RIPRODUZIONE RISERVAT Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 # I retroscena Un centinaio di telefonate tra il mediatore Speziali e l’ex senatore La trama che va da Monaco a Dubai nel romanzo criminale delle ‘ndrine L’incontro L’ex ministro Claudio Scajola incontra Vincenzo Speziali, nipote e omonimo dell’ex senatore del Pdl. Speziali, secondo l’accusa, avrebbe aiutato Scajola nel suo tentativo di trasferire Amedeo Matacena da Dubai, dove si trova libero ma senza passaporto, a Beirut. Per il pubblico ministero anche Speziali avrebbe «posto in essere o comunque agevolato condotte dirette ad interferire su funzioni sovrane quali la potestà di concedere l’estradizione» Matacena» Le intestazioni fittizie Proprio per «proteggere» il patrimonio era stato messo in piedi un sistema di «intestazioni fittizie». Nella richiesta di arresto i pm sottolineano che «dopo una prima fase in cui i membri della famiglia Matacena ricoprivano incarichi diretti in ambito societario, si è passati ad una fase successiva, caratterizzata dalla operatività anche di imprese di diritto estero e dalla presenza di continui progetti di fusione (quello già completato tra «Solemar» e «Mediterranea» e quello in corso tra «Amadeus» e «Solemar«) finalizzati a schermare gli effettivi titolari e, quindi, i reali beneficiari degli utili prodotti dalle società in questione che, alla luce delle indagini in corso, sono da individuarsi in Amedeo Matacena e nei suoi prossimi congiunti. E spiegano come Matacena «ha curato i suoi interessi attraverso un apparente distacco dalle società attuando un collaudato modus operandi che ha visto nel tempo impegnati in questo tourbillon di trasformazioni societarie, cessione di quote e girandole di incari- chi la madre, il factotum, la moglie e la segretaria, divenuta amministratore unico della «A&A» grazie al rapporto di fiducia e alla sicura affidabilità». Anche Scajola ha avuto un ruolo determinante in questo schema «individuando canali bancari e finanziari sicuri, destinati a gestire il transito di capitali nella disponibilità della Rizzo». Gli «abusi» sulla scorta Le intercettazioni e i pedinamenti hanno svelato l’uso personale che l’ex titolare del Viminale faceva della scorta, quasi fosse una polizia privata. Oltre a mandare i quattro agenti a Montecarlo, li utilizzava come autisti per la signora Rizzo. Ieri il questore di Imperia Pasquale Zazzaro ha dato «formale incarico al vicario di eseguire un’ispezione per verificare se vi sia stato un uso non corretto e poi valuteremo come comportarci in funzione di quello che ci comunicherà l’autorità giudiziaria». Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo stesso contatto per la latitanza di Dell’Utri in Libano È una trama che attraversa tre continenti. Un’associazione segreta «collegata alla ‘ndrangheta da rapporto di interrelazione biunivoca al fine di estenderne le potenzialità operative in campo nazionale e internazionale», che tiene insieme la famiglia Matacena (l’ex deputato latitante, sua madre e sua moglie), l’ex ministro Scajola, le rispettive segretarie e qualche collaboratore. Più Vincenzo Speziali, il quarantenne sposato con una libanese che secondo l’accusa trafficava insieme a Scajola per trasferire Matacena da Dubai a Beirut. E al quale s’è rivolto prima di sbarcare in Libano anche Marcello Dell’Utri, come dimostra il centinaio di contatti telefonici tra i due negli ultimi mesi, dei quali esiste traccia nei tabulati ma non la registrazione delle conversazioni. Il «disegno criminoso» ricostruito dagli inquirenti si sarebbe dispiegato tra «Reggio Calabria, Imperia, Roma, nel Principato di Monaco, nell’Emirato di Dubai, nella Repubblica del Libano e in altre località nazionali ed estere». Una triangolazione che tocca Europa, Africa e Asia. Del resto, se la criminalità organizzata è ormai transnazionale, non può non esserlo anche la rete di protezione per affiliati e complici. Ma in cima c’è sempre la Calabria, da dove dirige i suoi affari la ‘ndrangheta. Che conferma la sua fama di mafia più tentacolare al mondo. Marcello Dell’Utri, appena condannato in via definitiva a sette anni di carcere per i suoi rapporti con la Cosa nostra di Bontate e Riina, lo sapeva da tempo. Perché i calabresi bussarono alla sua porta rivendicando la propria «centralità». Nella primavera del 2008, alla vigilia delle ultime elezioni politiche che l’hanno visto candidato, l’ex senatore incontrò Gioacchino Arcidiaco, all’epoca indagato per appartenenza alla cosca Piromalli. Il quale era stato istruito da Aldo Micciché, uomo d’affari in attesa di giudizio dopo l’estradizione dal Venezuela, sulle cose da dire a Dell’Utri: «Spiegagli chi siamo, che cosa rappresentiamo... Fagli capire che il porto di Gioia Tauro l’abbiamo fatto noi... Fagli capire che in Calabria, o si muove sulla Tirrenica, o si muove sulla Ionica, o si muove al centro, ha bisogno di noi». E ancora, un altro messaggio trasmesso tramite Lorenzo Arcidiaco, padre di Gioacchino: In fuga Amedeo Matacena si trova negli Emirati Arabi (Imagoeconomica) «Fagli capire a Marcello... che c’ è una tradotta di calabresi che lì a Milano lo votano! E tu gli dici che vai lì a nome di questi...». Chissà se Dell’Utri s’è ricordato di quelle considerazioni quando nei mesi scorsi, prima dell’ultimo viaggio verso Beirut dove poi è stato arrestato, s’è rivolto a un altro calabrese: quello Speziali che — sospettano gli investigatori — si adoperava per sostenere contemporaneamente la latitanza effettiva di Matacena e quella preventiva dell’ex senatore. Strano personaggio, Vincenzo. Agli agenti della Dia che l’altra mattina sono andati a perquisirgli la casa Il lavoro ignoto Quarantenne, sposato con la nipote di Gemayel, alla Dia non ha saputo spiegare che lavoro fa Le rassicurazioni Le rassicurazioni alla moglie del parlamentare latitante: «Beirut è come una grandissima Montecarlo» non ha saputo dire che lavoro fa. È stato l’ultimo Delegato nazionale del movimento giovanile della Dc, notizie giornalistiche hanno riferito che sua moglie, Joumana Rizk, è nipote dell’ex presidente libanese Amin Gemayel, ma gli interessati hanno smentito. Nessuna smentita, invece, alla notizia delle visite dello stesso Gemayel alla tomba di Andreotti, in compagnia di Speziali, e all’abitazione calabrese di uno zio omonimo di Vincenzo, allora senatore del Pdl . A dimostrazione delle vaste relazioni dell’uomo contattato da Scajola, Matacena e Dell’Utri, nelle carte dell’indagine reggina c’è un’intercettazione con la moglie Joumana dell’11 febbraio scorso, in cui Speziali «le chiede di non parlare per telefono dei suoi affari in quanto lui, in Italia, ha paura e per ogni telefonata fa controlli. Per la casa spiega alla moglie che, secondo l’accordo fatto tra Stefano (Ricucci) e Robert (non meglio identificato, ndr), quando avranno un attimo di tempo lo dovranno fare vedere, il contratto, a Mikati direttamente». Per la Dia si tratta di Najib Mikati, due volte primo ministro libanese, l’ultima fino al marzo 2013. Forse è per via dei forti agganci della «rete» a Beirut che dopo l’arre- sto e la scarcerazione a Dubai, ma con ritiro del passaporto, Matacena voleva spostarsi in Libano. A Dubai l’Italia ha avviato una pratica di estradizione, e pochi giorni fa ha inviato una dettagliata risposta sul reato di associazione mafiosa richiesto dalle autorità locali che devono decidere il destino dell’ex parlamentare condannato per concorso esterno. Il quale dal 2008 è «di fatto domiciliato» nel Principato di Monaco dove ha la residenza sua moglie Chiara Rizzo, in Boulevard Princess Charlot 13, palazzo “Le Victoria”. E Montecarlo è diventato luogo di incontri e discorsi riservati tra la signora Matacena e Claudio Scajola. In un’intercettazione in cui l’ex ministro e Chiara Rizzo fanno riferimento al Libano come meta finale di Matacena, «più volte si compie riferimento a tale Antonio» che per gli inquirenti è l’ambasciatore italiano nel Principato di Monaco Antonio Morabito, originario di Reggio Calabria, «amico comune della Rizzo e di Scajola». Agli atti c’è pure una telefonata tra il diplomatico e la signora che chiede aiuto per poter far visita, negli Emirati, al marito detenuto in occasione del compleanno. Morabito ha precisato di essersi comportato «nel pieno rispetto delle procedure previste dalla legge», e di aver più volte suggerito alla signora di convincere il marito a consegnarsi alle autorità italiane. Senza successo, evidentemente. A rimpolpare le suggestioni monegasche della trama intercontinentale ci sono i paragoni che Scajola fa con la Rizzo: «Beirut è una grandissima Montecarlo... e Dubai è una grande Montecarlo». E c’è la coincidenza di quanto avvenuto la sera del 6 maggio. Mentre in Italia si preparavano arresti e perquisizioni, nel Principato un uomo a volto scoperto s’è avvicinato all’auto ferma al semaforo in cui era seduta Hélèn Pastor, settantasettenne ereditiera, e ha sparato ferendo gravemente lei e l’autista. Madame Pastor possiede uno dei principali patrimoni immobiliari locali, che fanno gola a molti speculatori. E tra i possibili moventi dell’attentato, c’è l’ipotesi di un avvertimento della ‘ndrangheta che da tempo avrebbe messo gli occhi sugli affari del cemento in Costa Azzurra a Montecarlo. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA La coppia Lei intercettata nega «la fine» con un’amica. Lui da Dubai: «Sono innamorato, le chiedo scusa per averla abbandonata di colpo» I pm e la «separazione apparente» per evitare le confische L’idea dell’ex ministro: 15 mila euro per pagare l’affitto della casa all’amica ROMA — Aeroporto di Fiumicino, l’appuntamento è per stasera, ore 19.45. C’è massimo fermento, perché da uno dei quattro voli in arrivo, due da Parigi, uno da Nizza e un altro da Dublino, dovrebbe finalmente sbarcare lei, la signora Chiara Rizzo in Matacena, per consegnarsi alle autorità. Il suo avvocato, il messinese Bonaventura Candido, non vuol essere più preciso e tiene vivo l’indovinello fino all’ultimo: «Posso dirvi soltanto che alle 21.20 dovrebbe prendere un altro aereo, la coincidenza per Reggio Calabria, dove alle 22.40 atterrerà». Sempreché, è chiaro, la signora Rizzo nel frattempo non abbia cambiato idea nel luogo sconosciuto dove ancora si trova, optando per la latitanza come suo marito, che oggi vive a Dubai. «Ma io in questa vicenda ho solo fatto la moglie, non ho fatto niente di male e se invece l’ho fatto chiederò scusa e sono pronta a pagare», ripete lei, nipote del potente uomo politico socialista messinese Turi Rizzo, a poche ore dal «redde rationem» con i magistrati di Reggio. Tra l’altro, se davvero si costituirà, ci sarà da capire che fondatezza abbia l’ultimo mistero legato alla presunta separazione in atto tra i due coniugi. La Rizzo, infatti, è accusata di aver contribuito a schermare il patrimonio (a rischio confisca) di Amedeo Matacena, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il sospetto di «un’attribuzione fittizia di beni» è legittimo: separazione d’interesse? Gli inquirenti negli atti parlano di «apparente separazione coniugale dei Matacena» e a questo proposito richiamano alcune intercettazioni tra cui la te- Latitante Chiara Rizzo, la moglie di Amedeo Matacena. Messinese, due figli, nel 2010 è stata eletta tra le undici donne più belle di Monaco. Per l’accusa è «l’anello di congiunzione indispensabile» per «l’intera operazione di mascheramento» del marito lefonata (del 30 settembre 2013) tra la stessa Rizzo e l’ex moglie del fratello di Matacena. Quest’ultima, Vanessa, a un certo punto sembra congratularsi con Chiara per la decisione di separarsi da Amedeo, ma lei replica sorpresa: «Non si tratta di una separazione». E allora? Matacena, da Dubai, dice: «Sono ancora innamorato di mia moglie e le chiedo perdono per aver abbandonato di colpo lei e i nostri figli. Ma non credo ai pettegolezzi, non credo alla liaison con Scajola che è un amico». Nell’ordinanza è scritto che l’ex ministro attendeva la candidatura al Parlamento europeo e la probabile elezione per poter dare 15.500 euro a Chiara Rizzo per l’affitto di un nuovo appartamento a Montecarlo. Matacena non crede «neppure al flirt con Bellavista Caltagirone: sono tutte sciocchezze, conosco mia moglie da 20 anni ed è una madre perfetta. Io me ne sono dovuto andare dall’Italia perché non ho fiducia nella giustizia italiana, a diffe- renza di lei. E preferisco starmene qui a Dubai a fare il maître e a vivere in un monolocale faticando a pagare l’affitto. Aspettando, però, da uomo libero in attesa di estradizione l’ultimo giudizio della Corte europea. Ma non c’entro con le cosche calabresi, per questo reato sono stato assolto, lo ha detto la Cassazione». Matacena è preoccupato per suo figlio Athos, 14 anni, rimasto solo a Montecarlo con la sorella più grande, Francesca, 20 anni, avuta dalla Rizzo col suo precedente marito, Franco Currò. «Ma mia moglie non vive più nell’appartamento di boulevard Princesse Charlotte numero 13, molto vicino alla casa del cognato di Gianfranco Fini, che è al civico 14. Ora Chiara vive in una casa più modesta, i tempi sono cambiati. Io comunque a Montecarlo ci andavo raramente, di sicuro meno di Fini...». Fa. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 Politica e giustizia Il colloquio Nella stanza di Dell’Utri a Beirut: sentenza politica, io un prigioniero Lo sfogo dell’ex senatore piantonato in ospedale: non sono fuggito DAL NOSTRO INVIATO BEIRUT — Disteso su un letto, a poco più di 12 ore dalle sentenza che lo ha condannato definitivamente a 7 anni di carcere, Marcello Dell’Utri è calmo ma ora più che mai convinto di essere stato vittima di un complotto fatto di venti anni di indagini e processi. «Io sono un prigioniero» e «questa è una sentenza politica», dice. Ospedale Al Hayat, Beirut. Uno degli amici e collaboratori più antichi e fidati di Silvio Berlusconi è piantonato in una stanza al quarto piano. Fuori la porta due poliziotti armati di fucile sorvegliano l’ingresso che dà su un salottino dal quale si accede alla stanza dalle pareti bianche. I poliziotti lo hanno portato qui il 16 aprile scorso, quattro giorni dopo l’arresto. Una perizia medica voluta dal procuratore generale del Libano Samir Hammud aveva stabilito che le condizioni fisiche di Dell’Utri, che è cardiopatico e ha subito un intervento di angioplastica, non sono compatibili con il carcere. Il suo arresto si deve a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura di Palermo a pochi giorni dalla prima udienza in Corte di Cassazione, poi rinviata perché entrambi i suoi legali avevano avuto problemi di salute. Alla base dell’arresto c’era il pericolo di fuga. Dell’Utri aveva lasciato l’Italia il 24 marzo per raggiungere il Libano passando da Parigi. Avrebbe potuto prendere un volo da Milano o da Roma, ma scelse un itinerario più complicato portandosi un bagaglio molto pesante, tanto che dovette pagare un supplemento sul biglietto, e 30mila euro in banconote da 50. Una La vicenda La condanna Nel 2004 Dell’Utri è condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, pena ridotta a 7 anni in Appello nel 2010 Il nuovo giudizio Nel 2012 la Cassazione annulla in parte la sentenza di II grado e dispone un nuovo Appello, che nel 2013 conferma i 7 anni La Cassazione In vista della pronuncia della Cassazione, che venerdì ha confermato la condanna, la Corte d’appello di Palermo emette il mese scorso un ordine d’arresto. Ma Dell’Utri è già a Beirut, in Libano Ex azzurro Marcello Dell’Utri, 72 anni, si trova attualmente a Beirut, piantonato in ospedale somma così alta e valigie così voluminose si giustificano solo con le necessità di un soggiorno molto lungo, secondo gli investigatori che ritengono che con la partenza da Parigi, forse raggiunta in auto, Dell’Utri volesse evitare i controlli doganali in Italia e quindi i sospetti, anche se in quel momento era in possesso di un regolare passaporto che gli consentiva di viaggiare liberamente. «Non sono fuggito e non sono un latitante» replica con gentilezza in ospedale riproponendo quello che i suoi legali libanesi e italiani vanno dicendo dall’inizio della carcerazione: nessuna fuga perché Dell’Utri non sapeva di essere ricercato. Maglietta bianca, sbarbato, le sue condi- zioni sembrano migliori rispetto al suo ingresso del 16 aprile dopo i quattro giorni trascorsi in una tetra caserma della polizia libanese. Resta sotto le lenzuola mentre al suo capezzale la figlia si prende cura di lui. Sul comodino quattro libri. Possono incontrarlo solo i suoi avvocati, la moglie Miran- I libri sul comodino Quattro libri sul comodino e il televisore: «Quello lo usano i militari di guardia, io vedo soltanto le partite» In Libano Estradizione, previsti tempi lunghi da Ratti e il figlio, oltre alla figlia e a un funzionario dell’ambasciata italiana. Nella stanza c’è un apparecchio televisivo acceso che però non riceve le tv italiane. Sul letto un giornale in lingua francese. «La televisione la guardano i soldati» spiega facendo cenno ai due militari che ormai lo chiamano confidenzialmente «Marcello». «Io seguo qualche partita», dice. E i collegamenti con Vincenzo Speziali? Il nome di Speziali emerge dalle indagini della Procura di Reggio Calabria che hanno portato all’arresto dell’ex ministro pdl Claudio Scajola accusato di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, l’ex deputato di FI fuggito a Dubai dopo la condanna a 5 anni anche lui per concorso esterno in associazione mafiosa. Speziali risiede a Beirut ed è legato all’ex presidente del Libano Amin Gemayel. Come ha sostenuto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, Speziali ha avuto un «ruolo da protagonista» nel soggiorno di Dell’Utri a Beirut prima dell’arresto. Dai tabulati telefonici emergono almeno una decina di contatti tra i due, prima dell’arrivo e durante la presenza dell’ex senatore in Libano. «Speziali lo conosco perché è il figlio di un ex parlamentare e lui si voleva candidare per Forza Italia» risponde Marcello Dell’Utri. Gli investigatori stanno indagando per accertare se i due si siano anche incontrati. Nella ricostruzione dei suoi movimenti in Libano manca ancora il periodo tra il 24 marzo e l’8 aprile, quando si registrò all’hotel Phoenicia. «Non l’ho incontrato a Beirut», dichiara l’ex parlamentare di Forza Italia il quale, quando gli si chiede come si trovi all’ Al Hayat, risponde «meglio il tribunale che l’ospedale», parafrasando un detto palermitano in cui al posto della parola «tribunale», però, c’è «carcere». BEIRUT — (G. Gua.) Gli ultimi documenti sono arrivati a Beirut venerdì: ordine di carcerazione per Dell’Utri della Procura generale di Palermo dopo la condanna in Cassazione e nota del ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla sentenza. Da lunedì la Procura generale del Libano valuterà l’estradizione. Sarà l’ora della difesa per la quale non può essere concessa perché il concorso esterno non esiste nel codice locale, il reato sarebbe prescritto e —sostengono i legali — si tratta di una persecuzione politica. Secondo gli esperti italiani invece l’estradizione deve essere concessa perché il Libano ha aderito alla Convenzione di Palermo sulla cooperazione contro le mafie. La prescrizione, che qui scatta dopo 10 anni dal reato (è del 1992), non sarebbe arrivata perché interrotta più volte. Sulla persecuzione ragioneranno (i tempi potrebbero essere lunghi) il ministro della Giustizia, il consiglio dei ministri e il presidente della Repubblica cui spetta la decisione finale. Giuseppe Guastella © RIPRODUZIONE RISERVATA [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA DAL NOSTRO INVIATO 12 Primo Piano Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Verso il voto Il centrodestra Alfano «Inutile votare FI» Ncd attacca Toti replica «Chi vuole votare la protesta vota per Grillo, che gli consente di gridare un grande “vaffa” a tutto e a tutti. Chi vuole invece votare le proposte voti noi, se non è di sinistra. E questo vuol dire che il voto a Forza Italia è inutile». Lo ha detto ieri il segretario del Nuovo centrodestra Angelino Alfano alla manifestazione del partito a Roma (foto Mistrulli), insistendo sul punto che «chi vuole che il governo vada avanti con le riforme e ne apprezza lo sforzo concreto, se non è di sinistra può votare noi, l’unica forza di destra nella maggioranza». Il ministro dell’Interno cita le percentuali: «Dai sondaggi — ha detto — emerge che un 60% di italiani ha fiducia nel governo e il Pd raccoglie il 30% di consensi. Questo vuol dire che c’è un’ampia area di moderati ai quali dobbiamo rivolgerci visto che nel governo manteniamo le nostre posizioni su importanti leggi come quella sul lavoro». Alfano non ha nascosto l’importanza del voto europeo: «È la nostra prima prova davanti agli elettori e vogliamo vincerla brillantemente mostrando che un altro centrodestra c’è». Buona parte del suo intervento è stato all’attacco di Forza Italia: «Gli italiani sono un po’ annoiati dalle molte ingiurie e battutacce degli amici di FI, a cominciare dal suo leader che ci insulta tutti i giorni. Ma noi non temiamo chi ha più mezzi di noi, chi ha le televisioni e può parlare ogni giorno». Il leader di Ncd attribuisce poi al governo la capacità di «mantenere il punto», mentre Berlusconi oscilla tra «posizioni estremiste e subalternità a Renzi: Forza Italia dimostra di non essere né carne né pesce». Immediate le reazioni degli azzurri: da Maurizio Gasparri — «Più che preoccuparsi del voto di FI, Alfano dovrebbe guardare in casa propria: il voto a Ncd più che inutile è dannoso» — a Giovanni Toti: «Ncd? Tutti politici di professione e stampella della sinistra. Dunque né nuovo né destra. Solo un centrino». © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Il vecchio inno di Forza Italia sparato tra i chiostri rinascimentali copre solo in parte la delusione. «Ma Dudù dov’è?», si chiedono in platea i duecento proprietari di cani arrivati all’Umanitaria, un gioiello architettonico a due passi dall’«odiato» Palazzo di Giustizia, quando alle undici e mezza sul palco sale Silvio Berlusconi. Duecento elettori e almeno altrettanti cani, all’iniziativa organizzata da Michela Vittoria Brambilla, l’artefice della svolta animalista del partito. Il leader azzurro dal palco lo ricorda. Ricorda gli anni da imprenditore, quando ad Arcore andava a correre al mattino presto circondato da una muta di quindici cani. E poi, certo, c’è stato l’incontro decisivo con Francesca Pascale e Dudù, il barboncino diventato icona («Ho saputo che stanno per produrre una linea di vestitini per cani e che hanno deciso di chiamarla col suo nome, ma non chiederò i diritti») regalato alla coppia proprio dalla Brambilla. Gli «amici dell’uomo», i «diritti di tutti gli esseri senzienti», ripete Berlusconi. Si deve però parlare anche di politica, con le Europee alle porte e con i sondaggi che volgono al brutto. Gli affondi più duri sono contro Grillo e, indirettamente, contro i magistrati. Nessun cenno a Cesano Boscone e alla prima giornata ai servizi sociali, ma la frase è comunque a effetto: «Se ci fosse un partito delle vittime degli errori della giustizia prenderebbe il 18, il 20 e forse 21 per cento, secondo tre sondaggi che abbiamo commissionato. In Italia ci sono milioni di vittime della giustizia, e io ne so qualcosa. Il nostro compito è rintracciare chi è stato maltrattato da questo sistema che si basa su regole non democratiche». Finito il comizio (un’ora e mezza), regalerà sul tema alla nuvola di telecamere e microfoni una sola altra dichiarazione. La condanna di Dell’Utri? «Sono molto addolorato». Quanto al leader dei Cinque Stelle, Berlusconi scomoda, per indicarne la pericolosità, niente meno che Adolf Hitler. «Quel movimento è una setta e i discorsi del suo leader assomigliano a quelli del capo del nazismo. Io ho il terrore che questi signori possano prendere la maggioranza dei voti degli italiani. Sono pe-ri-co-lo-si». Il quadro insomma sarebbe peggiore di quello del 1994, quello della discesa in campo. Anche perché nel frattempo la sinistra è rimasta sostanzialmente la stessa, nonostante il «lifting di Renzi». E allora? E allora il leader chiama alla mobilitazione il suo popolo, quello dei moderati, quello dei club «Forza Silvio». Attraverso il porta a porta e grazie alla nuova linfa vitale che arriverà dalle nuove categorie ignorate fino a oggi «dalla vecchia politica». Tra queste, appunto, i proprietari di cani e di animali domestici. Il Dudù act, lo chiamano. Diritti e welfare. Esempi? L’istituzione di un garante nazionale, la cancellazione «assoluta dell’Iva su cibi e prodotti per gli animali», un piano per dare un padrone ai 150 mila cuccioli abbandonati nei canili grazie agli sconti sulle imposte comunali, «prestazioni medico-veterinarie a carico del sistema sanita- L’arrivo Berlusconi accolto da Michela Vittoria Brambilla alla Festa degli amici animali (LaPresse) Berlusconi lancia il piano animali E sogna un partito di vittime dei pm La festa a Milano (senza Dudù). Poi l’affondo sulla giustizia Ai Chiostri Erano circa duecento i partecipanti alla Festa degli amici animali organizzata ieri da Michela Vittoria Brambilla nei Chiostri dell’Umanitaria a Milano. Oltre a Silvio Berlusconi, erano presenti all’iniziativa anche Giovanni Toti, Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e Deborah Bergamini (foto Tam Tam) rio nazionale». «E libero accesso in ogni luogo pubblico per i cani», aggiunge la Brambilla. I proprietari di animali domestici sono venti milioni di potenziali elettori e Berlusconi ha fiutato il business politico. Tra i duecento dell’Umanitaria, antico tempio della città laica e filantropa, c’è chi ammette di essere di sinistra e chi giura di essere alla prima manifestazione politica. Dudù non c’è, però. È rimasto nei parchi di Arcore con la Pascale, non abituato, spiegano, alle folle umane e animali. Ci sono molte signore della Milano che conta, in compenso, mischiate a mezzo gruppo dirigente di Forza Italia. La segretaria regionale Mariastella Gelmini e il consigliere politico Giovanni Toti, capolista del partito nel Nordovest e a caccia di voti che ne legittimino l’investitura arrivata dal Capo. E Renato Brunetta, sorridente coi militanti e aggressivo coi giornalisti. «Ho un golden retriever che si chiama Otto». Un nome tedesco? «No, sta per ottobre». Andrea Senesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio Tiziano Motti arrivato a Strasburgo con l’Udc («non sono neppure cattolico») al debutto con una hit intitolata «La Verità» L’eurodeputato che ha scelto il rock: canto le bugie della politica Il suo è pezzo cliccatissimo su YouTube «Ma le mele marce sono ovunque» ROMA — «Eh eh eh... ho un sacco di parenti ma non così tanti» se la ride l’euro-onorevole in scadenza Tiziano Motti, 48 anni, Udc, che sta per lasciare il seggio a Strasburgo ma in compenso — a dieci giorni dal debutto rockettaro con la sua prima hit intitolata «La Verità» — è ancora ben saldo nella Top 20 dei brani più venduti/ scaricati d’Italia. Il pezzo, che vanta 50 mila like su YouTube, è una schitarrata sulle leggendarie bugie della categoria («Quando un politico promette che farà/ chissà qual è la verità/ perché nel cuore forse sa quello che fa/ però il potere è una poltrona comoda» rappa Motti, nel video metà parlamentare in blazer e metà metallaro in giubbotto di pelle nera, e pazienza se la rima è molto libera) e va fortissimo. «Sono al diciassettesimo posto della classifica generale, davanti a Emma, a Mina e a Robin Williams, dati ufficiali, mica me lo dico da solo» spiega l’imprenditore reggiano (ramo publi-marketing) prestato prima alla politica (nel 2009) e ora alla canzone. Non che si sia montato la testa. «Durerà poco, è l’effetto curiosità, anche se è rarissimo che un esordiente parta così bene, erano esterrefatti pure quelli della Universal, la mia casa discografica» ammette lui. «Sì sì, mi passano tanto anche alla radio ma ben venga, visto che il ricavato del cd andrà tutto in beneficenza». L’unica critica che gli fanno gli am- Chi è La politica Tiziano Motti, reggiano, 48 anni, nel 2009 è stato eletto al Parlamento europeo con l’Udc La musica Motti è anche cantante: all’inizio del mese è uscito il suo primo album «Siamo tutti assolti», che comprende il singolo «La Verità» (foto) miratori — rendendolo peraltro felicissimo — è «che nella voce somiglio troppo a Vasco Rossi, parecchia gente pensava che fosse il suo nuovo disco», e in effetti la raucedine e la zeta emiliana (l’originale è di Zocca, Modena, Tiziano di Reggio Emilia) sono quelli. «Sono un suo fan da quando avevo 16 anni, si vada a vedere la mia cover di Ogni Volta». Motti, che da europarlamentare si è occupato perlopiù di mercato e tutela dei consumatori, si è autopromosso acquistando duemila copie del cd. «Direttamente dalla casa discografica però, sono stato onesto». O parsimonioso, visto che gli avranno fatto un prezzo di favore. «Vero, però così non ho influenzato la classifica». Il titolo della compilation — «Siamo tutti assolti» — sembra di preoccupante attualità in pieno scandalo Expo, tra corrotti e mazzette. «Nooo, non c’entra niente, però con il mio singolo sono stato un buon veggente, in effetti». Interprete e pure cantautore, l’onorevole Motti ha scritto e musicato il pezzo del debutto. «Racconto della distanza infinita che c’è tra la gente comune e i politici che in campagna elettorale, per vincere, dicono quello che gli elettori vogliono sentirsi dire». Quindi anche lui... «No, io le panzane non le ho mai dette. Al tempo feci attaccare i manifesti “Vota Motti” senza nemmeno avere una candidatura, pensi lei. All’ultimo minuto mi prese Cesa all’Udc, io che non sono manco cattolico. Però ho portato 18.500 voti». Dell’ennesima puntata di Tangentopoli non si stupisce. «La corruzione è nella natura umana, però i politici non sono tutti ladroni, le mele marce ci sono ovunque, quando a 18 anni facevo il cameriere c’era chi si fregava le mance». Giovanna Cavalli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Chi è A Napoli Francesca Pascale, nata a Napoli, 28 anni, laureata in Scienze politiche, ex showgirl nelle tv locali, si candida nel 2001 alle elezioni municipali di Napoli ottenendo 88 voti. Tesserata di Forza Italia della prima ora, nel 2009 fonda il comitato «Silvio ci manchi», un gruppo ispirato a Berlusconi, e viene eletta consigliere provinciale di Napoli con il Popolo della libertà La relazione Nel 2011 inizia la sua relazione con Silvio Berlusconi, impegnato all’epoca nella causa di separazione dalla seconda moglie Veronica Lario L’ufficializzazione Nel dicembre del 2012, ospite della trasmissione di Canale 5 «Domenica Live», Silvio Berlusconi, intervistato da Barbara D’Urso, rende ufficiale il suo legame con Francesca Pascale: «Sì, è ufficiale, mi sono fidanzato con una napoletana — rivela —. C’è un divario di 49 anni tra lei e me. Finalmente mi sento meno solo» La presidente della Camera Boldrini e la battaglia per la parità: non ho complessi verso gli uomini «Quando faccio delle nomine mi pongo sempre la domanda se vi siano delle candidate e me la pongo proprio perché sono donna: non scegliere una donna in una rosa di tre, tra dieci candidati, sarebbe un errore anche se alla base di tutto serve che siano persone qualificate». Lo ha dichiarato ieri la presidente della Camera Laura Boldrini, rispondendo a Bergamo alla domanda di uno studente delle superiori che le aveva chiesto se essere donna arricchisse la sua funzione: «Non ho complessi verso gli uomini — ha detto lei — non mi sento di meno né di più, ma voglio competere con le stesse armi». L’Italia, poi, per Boldrini, è pronta a un passo avanti: «Il 65% degli italiani voterebbe un partito con a capo una donna, dunque il Paese è pronto a vedere donne in ruoli decisionali, a un premier e a un presidente della Repubblica donna. Metà dei ministri sono donne: è un segnale positivo. Però a Palazzo Chigi servirebbe ridare un riferimento alle Pari © RIPRODUZIONE RISERVATA opportunità». Primo Piano 13 italia: 51575551575557 Le prime uscite in pubblico Dopo aver seguito corsi di dizione e portamento ed essersi sottoposta a un deciso cambio di look, Francesca Pascale inizia a comparire ufficialmente accanto a Berlusconi in uscite serali al ristorante e occasioni pubbliche, a volte anche in compagnia della primogenita dell’ex presidente del Consiglio, Marina A Palazzo Grazioli In un’intervista al settimanale Oggi, lo scorso ottobre, Pascale risponde a chi la accusa di aver preso il comando di Palazzo Grazioli: «Quando ho iniziato a vivere con lui ho trovato una situazione inaccettabile, ho fatto solo quello che andava fatto, un po’ di pulizia. Mentre Silvio faceva ordine nel partito, ero alle prese con una vera e propria riorganizzazione della casa, improvvisando una sorta di spending review: pagavano i fagiolini 80 euro al chilo, le pare possibile?» L’intervista «Lui vorrebbe preservarla, ma la lascerà libera. Sarebbe la prima candidata premier» Pascale e la carta Marina: ha le qualità di Silvio, vincerebbe le elezioni «Noi mai al governo con il Pd di Renzi» ROMA — «Sono stata la prima ad augurarmi l’ingresso di Marina in poliLe frasi tica perché ho la fortuna di conoscere le sue doti. Se alla fine scegliesse di entrarci, diventerebbe la prima donna candidata alla guida del Paese e vinceServizi sociali rebbe le elezioni. Altro che quote roDa Cesano sa…». Francesca Pascale parla dal giarBoscone dino di Villa San Martino in un sabato mattina di primavera. A metà dell’inè tornato tervista, in cui racconta di un fidanzato pieno di idee che chiama decine di volte «il mio presidente» e una sola «Silvio», viene fuori il tema della successione. Ma riavvolgendo il nastro del colloquio, ci sono dei carabinieri che alle 23 del 30 aprile bussano a Palazzo Grazioli per controllare che Berlusconi sia in casa. Come prevede la sentenza che l’ha condannaIl futuro to. Sposata? Come avete vissuto quella visita La felicità notturna? «Il presidente mi ha avvisato che mi sembra stavano salendo per il controllo, con la abbastanza sua voce rassicurante, con il solito sorriso. Lo so che ci ha sofferto, e io con Con il barboncino Francesca Pascale con Dudù lui. Però mi ha commosso la sua preoc- nel servizio fotografico per il settimanale «Gente» cupazione. Silvio voleva che non ci restassi male, che non sentissi violata la teniamo del tutto ingiuste». Però è vera». nostra intimità da parte di chi faceva Secondo lei, Berlusconi riuscirà a Lei fu la prima a parlare di Marina solo il suo dovere. In quel momento il ottenere l’annullamento della sen- in politica. Secondo lei, qualora decisuo pensiero era per me e per i carabi- tenza e la revisione del processo? desse di fare il grande salto, la primonieri». «Io sono certa che finirà bene». genita riuscirebbe a vincere le primaCome ha trovato Berlusconi dopo il Come vive il clima della nuova Tan- rie del centrodestra? primo giorno a Cesano Boscone? gentopoli che si respira a Milano? «Ne sono sicura. Sono stata la prima «Sapevo che sarebbe tornato pieno «Se allude invece ai fatti di queste ad augurarmi il suo ingresso in politidi idee, di sentimenti delicati verso le ore, non sono in grado di dare un giu- ca. Perché ho la fortuna di conoscere persone incontrate e verso chi si occu- dizio specifico. Certo, mi colpisce mol- bene le sue doti e di capire che sono pa di loro. Non mi sbagliavo. Non è sta- to che tutti i giornali siano colpevolisti, della stessa qualità di quelle del padre. ta una passeggiata in giardino, è impe- che Grillo urli di essere dalla parte dei Lui la lascerà libera. Però vorrebbe pregnativo stare con chi soffre, ma è anche pm che arrestano. Sembra quasi una servarla da questa politica indecorosa e un arricchimento. Non gli è piaciuta giustizia a orologeria». anche dalle sofferenze che giungono invece la ressa di giornalisti». Una frase già sentita. contro la famiglia con un Berlusconi Sia sincera, signora Pascale. Vivete «Anche “due più due fa quattro” lo è. candidato. Se scegliesse di scendere in più il sollievo del pericolo scampato degli arresti domiciliari o la rabbia Lega Nord per la sentenza? «La rabbia e l’odio sono sentimenti che il presidente non conosce. Il dolore e l’amarezza, questi sì. Ma la questione non è “fisica”. Anche ai servizi sociali L’ultima settimana di campagna elettorale, il segretario della Lega Matteo lui ha tecnicamente delle restrizioni, si Salvini ha deciso di trascorrerla in camper attraverso il Nord Italia, con sente dare del pregiudicato... E mi vietappe anche sotto le case dell’ex ministro Elsa Fornero e dell’ex premier ne in mente di dirgli le cose più stupide Romano Prodi. A partire da oggi, ha annunciato Salvini, «faremo 100 e vere, e cioè che anche personaggi tappe in 100 città del Nord fino in Toscana, con chiusura a Milano. storici di grandissimo rilievo sono stati Andremo nelle fabbriche in crisi, non sarà un camper dei fenomeni, come dei pregiudicati, così come alcuni quelli di Grillo o Renzi. Andremo in asili, case di riposto e carceri. grandi uomini italiani degli ultimi seRaccoglieremo firme contro la legge Fornero sotto casa sua e sotto casa di coli. Ma lui non riesce ad accettare che Prodi faremo un gazebo per raccogliere firme contro l’euro». © RIPRODUZIONE RISERVATA nel Paese in cui ha dato tutto se stesso si assumano delle decisioni che noi ri- ❜❜ ❜❜ Salvini, tour sotto casa Prodi e Fornero campo sono sicura che, in caso di primarie del centrodestra, Marina le vincerebbe. Sarebbe la prima donna candidata alla guida del Paese... altro che quote rosa. E sono certa che vincerebbe le elezioni». Se Grillo trionfasse alle Europee, pensa che il suo fidanzato si ritroverebbe nella maggioranza di Renzi? «Escludo categoricamente che Forza Italia possa stare al governo con il Pd di Renzi. Siamo e saremo sempre diversi da loro, nei valori e negli ideali. Tra l’altro, da rottamatore Renzi si è trasformato in un uomo di potere». A proposito, che voto darebbe al governo Renzi? «Da libera cittadina il mio voto al governo Renzi è negativo. E comunque “non classificabile” per ora. Tra l’altro è un presidente non eletto dal popolo sovrano. E, per ora, è un supplente della democrazia». Ci sono gli ottanta euro, non dimentichi. «Solo promesse, annunci, rinvii. Tutto con molta presunzione, anche da parte di ministri alle prime armi, che si danno arie da premio Nobel e non sanno neppure stare al passo con l’autoironia. Tutto in conto agli italiani, per giunta in un momento drammatico». Come si vede tra un anno? Sposata e mamma di un figlio? «Mi vedo serena, accanto a chi amo. Non ho l’elenco della spesa da proporre al buon Dio, la felicità mi sembra abbastanza. Di certo ho imparato dal mio presidente che per essere contenti bisogna che intorno a noi siano contenti tutti. Compresi quelli che prima ci volevano male». Lei è stata consigliere provinciale. Diventerà mai deputata? «Essere scelta da tanti è stata un’esperienza bellissima. Ma preferisco vivere e imparare stando tra la gente. Il mio fare politica lo vedo in questa responsabilità quotidiana, condividendo bisogni, cercando con umiltà e discrezione di aiutare chi è meno fortunato di me. Uno in famiglia che fa politica in prima persona basta. Se poi questa persona è l’uomo che amo, non chiedo di meglio che essere un po’ dei suoi occhi». Alfano intanto ha detto che il voto a Forza Italia non è né carne né pesce. «Visto il comportamento di Alfano, in particolare nei confronti del presidente Berlusconi, credo che avrà un risultato elettorale estremamente negativo, nonostante stia con l’Udc di Cesa. Secondo me, all’Italia serve altro. Rischiare e sacrificarsi tutti insieme, partendo dalla cultura, dall’istruzione, dai giovani soprattutto. Dare loro l’opportunità di scegliere se restare o meno in Italia e non essere mai più costretti. Dobbiamo crederci ancora e non lasciare che la delusione, la paura e la rassegnazione prendano il sopravvento. Lo Stato, soprattutto oggi, dovrebbe essere al servizio degli italiani». Tommaso Labate © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Primo Piano Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Verso il voto Il caso Il caso Emilia-Romagna agita i Cinquestelle Regione, azzerato il gruppo Il leader sospende il consigliere Defranceschi E si prepara al ritorno in Rai ospite di Vespa MILANO — L’ombra di un nuovo allontanamento e di antiche fratture. Beppe Grillo sul blog prende posizione sulla decisione della Corte dei conti dell’Emilia-Romagna, che ha contestato al gruppo regionale Cinque Stelle spese per 22 mila euro. In un post — intitolato «Fuori Defranceschi» — ieri mattina il leader del Movimento annuncia: «Il consigliere regionale Andrea Defranceschi è sospeso dal M5S e diffidato a utilizzarne il simbolo. Il M5S ha grande rispetto della Corte dei conti e se si viene sanzionato si chiede scusa e ci si autosospende». Un fulmine a ciel sereno nella (martoriata) Emilia-Romagna a Cinque Stelle: la sera prima — dopo il pronunciamento della Corte e la prima risposta del consigliere (aveva parlato dell’«ennesimo sfregio di una burocrazia che non distingue il valore del lavoro dal furto», ndr) — Defranceschi era sul palco accanto a Grillo. Con il leader si era fermato a parlare. Il giorno dopo viene raggiunto dalla notizia della sua sospensione mentre si trova a Modena per una iniziativa del Movimento. L’effetto è devastante: i Cinque Stelle si trovano azzerati in Regione, i due eletti nelle ultime consultazioni entrambi «sco- municati». Dei primi quattro consiglieri regionali pentastellati eletti in Italia ne rimane soltanto uno, Davide Bono, fedelissimo della prima ora e candidato governatore in Piemonte. L’Emilia-Romagna, la terra dei primi successi — con il 7% ottenuto alle Regionali del 2010 — e delle prime espulsioni celebri (da Valentino Tavolazzi a Giovanni Favia e Federica Salsi) sembra non trovare pace. Tornano alla ribalta vecchie ferite, contrapposizioni tra gruppi. Se- La Corte dei conti I magistrati contabili contestano al gruppo regionale del M5S spese per 22mila euro condo Massimo Bugani, fedelissimo di Grillo e capogruppo a Bologna, il consigliere regionale «doveva autosospendersi e usare parole diverse sulla Corte dei conti. Invece sembrava di sentire parlare Berlusconi». Interviene anche Favia, che dà del «kapò» a Grillo e offre una sua lettura degli eventi. «Andrea Defranceschi era già in lista di attesa per l’espulsione, i rilievi della Corte dei conti sono solo In piazza Il leader del Movimento, Beppe Grillo, 65 anni, ieri durante il suo comizio a Bologna (foto Ansa) Insieme sul palco Beppe Grillo e il consigliere regionale cinquestelle Andrea Defranceschi, entrambi di spalle, venerdì sera sul palco in piazza Prampolini a Reggio Emilia per il tour elettorale: ieri la sospensione (foto Gpp) un pretesto, Grillo e Casaleggio non aspettavano altro», commenta. Anche deputati e senatori entrano nella disputa. «Sono fiero di appartenere a un movimento che si comporta come il 5 Stelle — dice Alessandro Di Battista —. La Corte dei conti ha sanzionato tutti i partiti e noi sbattiamo fuori il consigliere regionale M5S Defranceschi e lo diffidiamo dall’utilizzo del simbolo». Un gruppo di parlamen- tari emiliani, però, si schiera al fianco del consigliere. «Ti aspettiamo dopo la sentenza del Tar», dichiara Elisa Bulgarelli. «Credo nella sua onestà e trasparenza», lo difende Giulia Sarti. Lo stesso Defranceschi replica con una nota e non si presenta in piazza a Bologna, dove ieri Grillo ha tenuto il suo comizio elettorale. «Confermo la mia sospensione a tutela del Movi- mento stesso. Così come confermo la certezza di aver utilizzato i soldi pubblici — si difende — a tutela del lavoro del gruppo consiliare e dei posti di lavoro, nel pieno rispetto non solo dell’etica ma anche delle norme vigenti». Il consigliere regionale dice che da parte sua non c’è stato «nessun attacco alla magistratura» ed entra nel merito della polemica. «Mi viene contestato di aver pagato due fatture a due persone a partita Iva — scrive — che lavorano per me da anni: Marco Affronte (candidato alle Europee e ieri sul palco con Grillo, ndr) e Alessandro Marchi, persone degne, impegnate nel Movimento e note per la loro attività sul territorio. Insomma persone com- petenti in quello che facevano». I toni si fanno più concilianti. Lo stesso Grillo — che lunedì 19 sarà a Porta a Porta intervistato da Bruno Vespa (nella stessa settimana anche Renzi e Berlusconi) — dal palco commenta la vicenda stemperandola. «Un nostro consigliere ha commesso una sciocchezza, un illecito amministrativo, ma se la Corte dei conti dice che deve restituire 20 mila euro, lui li deve ridare», spiega. E lancia un assist a Defranceschi: «Per il momento è sospeso, ma se sarà innocente lo riprenderemo. Io devo far rispettare queste quattro regole del movimento, perché noi siamo diversi». Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Verso le Europee La difficile campagna elettorale delle forze tradizionali e i timori del premier. Fitto: stringo centinaia di mani I partiti alla battaglia del Sud, dove è più forte la protesta Tra astensionismo e M5S in crescita, il Meridione giocherà un ruolo chiave nell’esito del voto del 25 maggio ROMA — Ermanno Rea lo chiama «salveminismo», richiamandosi all’illustre storico del meridione. Ma lui, oltre che capolista «simbolico» della Lista Tsipras, è un intellettuale, autore di quello straordinario ritratto critico dell’ortodossia stalinista che fu «Mistero napoletano». Più banalmente, la campagna elettorale nel Meridione deve fare i conti con una visione particolaristica e clientelare della politica. Il voto di scambio, che spesso è legato all’interesse dei singoli, e che alle Europee si collega soprattutto a quello dei gruppi e degli enti che possono beneficiare dei fondi europei. Contro questa piaga, quella del clientelismo, combatte una battaglia difficile una parte della politica. Ma in questa tornata c’è un nuovo elemento di cui tenere conto: c’è un vento forte che soffia anche al Sud e che può spazzare via consolidati assetti di potere e salveminismi di ogni sorta. Quello della protesta, che salda l’indignazione contro i partiti al grumo di insofferenza crescente nei confronti dell’Europa e della sua moneta. Protesta che i sondaggi vedono coagularsi in due esiti, L’astensionismo e il voto al Movimento 5 Stelle. E proprio il timore di un successo rotondo (e superiore a quello del Pd) di Grillo nelle regioni del Sud potrebbero prudentemente tenere lontano dal Mezzogiorno Matteo Renzi. Il democratico Gianni Pittella è alla sua settima iniziativa nella sua giornata foggiana: «Sono appena stato in visita a un’azienda che produce carciofi, a una che fa imballaggi e alla Cacc’e Mmitte, il vino di Lucera. La campagna si fa così, sul territorio: mica mi affido alle virtù taumaturgiche della televisione». Pittella non trascura l’importanza dei fondi strutturali: «L’Europa è benigna, nella programmazione 2014-2020 ci sono 40 miliardi di euro, la maggior parte dei quali destinati all’Italia, oltre al cofinanziamento». Un gruzzolo che fa gola a molti: «Ma questi soldi devono essere usati in una logica di sviluppo non di consenso. Si spende con lentezza e con metodi clientelari. Arrivano fondi a pioggia alla sagra del semolino e non si finanziano i grandi programmi per la telematica, per la ricerca, per la sanità. Nella vecchia “programmazione” furono presentati 500 mila progetti». A non molti chilometri di distanza, ecco Raffaele Fitto, capolista di Forza Italia, stremato dalla campagna: «Nel Sud funziona ancora così, con il contatto con la gente. Piuttosto impegnativo, visto la vastità del collegio. Ogni giorno ho decine di incontri e stringo centinaia di mani». E stringendole tocca con mano il nemico numero uno: «L’astensionismo. C’è un disagio forte, che però credo si ridurrà». Anche Fitto punta sui fondi: «Da ministro della Coesione nel governo Berlusconi, siglai un’intesa con la Commissione europea per superare la parcellizzazione dei fondi in mille rivoli inefficaci. Intesa sostenuta dal ministro Barca che però poi si è arenata». Che i fondi siano un’opportunità, oltre che un nervo scoperto, lo dice anche Pina Picierno, capolista Pd: «I soldi europei non vengono quasi mai spesi al Sud, tranne che in Basilicata. La Calabria ne spende appena il 20 per cento». Ma la giovane democratica punta anche su altro: «Parlo di bellezza. Provo a raccontare un Sud diverso, fuori dalla retorica di un Mezzogiorno chiagni e fotti, ripiegato su se stesso. Un Sud pieno di talenti, di energie, che riesce a liberare dal degrado la reggia borbonica di Capilista Pina Picierno Alle Europee è capolista al Sud per il Pd. La deputata, 33 anni compiuti ieri, eletta nel 2008, è alla sua seconda legislatura in Parlamento (Imagoeconomica) Raffaele Fitto Capolista di Forza Italia al Sud, 44 anni, è stato governatore della Puglia e ministro per gli Affari regionali del Berlusconi IV. È alla Camera dal 2006 (Ansa) Ermanno Rea È capolista al Sud della lista «L’altra Europa con Tsipras». Lo scrittore napoletano, 86 anni, ha vinto il premio Campiello nel 1999 (Guaitoli-Lannutti) Carditello». Tanto entusiasmo deve fare i conti con la realtà: «Sono reduce da Crotone, un paradiso terrestre, da far invidia alla Florida. Peccato che arrivare fino a lì è impossibile, niente treni, niente aerei». L’Italia divisa, non dai leghisti, non dal maltempo, ma dalla mancanza di infrastrutture: «C’è un parallelo molto forte — dice Rea — tra la disunità italiana e la situazione europea. L’unità dell’Europa è la condizione sine qua non del superamento dei nostri mali atavici». Quanto al vento della protesta grillina (Il Movimento presenta tutti giovani sconosciuti senza capolista: sono iscritti in ordine alfabetico), Rea lo vede così: «Al Sud prevale ancora la protesta generica, spesso pilotata da gruppi di potere. Una tradizione che non siamo riusciti a debellare». Clemente Mastella, candidato per Forza Italia («ma contro di me c’è un’ostilità incredibile nel partito»), ha uno sguardo un po’ diverso: «Sì, questo disgusto per la politica, ma qui da noi è un po’ ammortizzato, drenato». Da cosa? «Al Sud c’è rassegnazione e scetticismo. C’è un’abitudine allo scetticismo che frena l’indignazione». E Grillo? «È un fenomeno carsico, difficile da inquadrare. Certamente, senza Renzi, ci sarebbe stato il sorpasso e i 5 Stelle sarebbero primi. Così non è stato, ma usciamo dal nostro provincialismo: questi movimenti di protesta stanno attraversando tutta l’Europa e non sono solo un fenomeno italiano». Anche per questo, suona ormai un po’ folcloristica la contrapposizione Nord e Sud nei termini tradizionali. E lo spot antilega del sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, che in un improbabile milanese («mi me ciami…») prende in giro la Lega e i «polentoni». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento I (troppi) consensi in frigorifero SEGUE DALLA PRIMA Il Pd si troverebbe nella condizione (paradossale, data la sua origine storica) di diventare la «diga» (contro Grillo) sulla quale finirebbe per convergere, sommando i propri voti a quelli della sinistra tradizionale, anche il grosso dell’elettorato di centrodestra. Si ricostituirebbe, in forme inedite, il bipartitismo imperfetto. Il Pd governerebbe senza alternative e senza troppa paura di perdere le elezioni successive. Ottimo per il Pd, pessimo per il Paese. Così come, ai suoi tempi, per quasi un cinquantennio, fu ottimo per la Dc, perché ne garantì inamovibilità e predominio, ma pessimo per il Paese, il fatto che la più forte opposizione fosse un partito antisistema (percepito come tale dal grosso degli elettori). Chi spera che la leadership di Matteo Renzi serva a fare del Pd il nuovo partito dominante, forse non guarda con preoccupazione all’annunciato successo dei 5 Stelle. Ma non calcola che, nelle condizioni turbolente del XXI Secolo, un nuovo bipartitismo imperfetto porterebbe presto al disastro la democrazia. Quali che saranno i risultati delle elezioni europee, lo scenario del bipartitismo imperfetto resta poco probabile. Ma per essere certi di scongiurarlo abbiamo bisogno di riforme serie, della Costituzione come del metodo di voto. I pasticci, invece, hanno il potere di rendere possibile ciò che pareva improbabile. Angelo Panebianco © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Primo Piano 15 italia: 51575551575557 Verso il voto L’intervista Il personaggio Colloquio con il capo del Parlamento europeo, contrario all’austerità e favorevole agli eurobond, che punta alla guida della Commissione Schulz: «Grillo è soltanto vento Mi ricorda Stalin. O Chávez» Il candidato socialista alla Ue: la Germania non è solo rigore dal nostro inviato a Firenze ALDO CAZZULLO Martin Schulz, in tutto il mondo si reagisce alla crisi con una politica di espansione e di investimenti. L’Europa ha scelto l’austerità. Non è un errore? «Certo che lo è. Agire solo sul versante dei tagli è folle e sbagliato. Dobbiamo far crescere i redditi e i consumi. La disciplina di bilancio e gli investimenti strategici sono le due facce della stessa medaglia». Lei ha le sue responsabilità. E’ presidente del Parlamento europeo. Candida- ❜❜ Gli anti-europei possono aumentare i seggi, ma non avere impatto sulla direzione della Ue to alla guida della Commissione. Ed è un leader politico tedesco. L’austerità è la linea tedesca. «Non è così. In questi anni la Germania è stata in buona compagnia: Austria, Paesi bassi, il mondo scandinavo...». Ma a comandare è la Merkel. Non è troppo potente? «Mi viene mente Lineker, quando diceva: “Il calcio è uno sport che si gioca in undici contro undici e alla fine vince la Germania”. Purtroppo, non è vero; come ben sapete voi italiani. La Merkel è senz’altro una donna forte. Ma a Berlino non governa più da sola. Da quando i socialdemocratici fanno parte della maggioranza, la politica tedesca è oggettivamente cambiata». Voi dell’Spd avete ottenuto qualcosa sul piano interno, ad esempio sul salario minimo. Non sulla politica europea. «Non è così. Pensi all’unione bancaria. Pensi alla tassa sulle transazioni finanziarie. Ma già il secondo salvataggio della Grecia passò con i voti dell’Spd. Abbiamo stabilito il principio per cui il rispetto dei parametri di Maastricht non può prevalere sui diritti sociali: una conquista fondamentale, che farà valere i suoi effetti nel tempo. E Sigmar Gabriel, il nostro leader, ha detto chiaramente a Wolfgang Schäuble che il ministro delle Finanze da solo non può fare la politica della Repubblica federale tedesca». Riuscirete anche a rompere il tabù del 3% sul rapporto deficit-Pil? «Il 3% va rispettato. Ma per calcolarlo bisogna distinguere il debito dello Stato dalle spese per l’emergenza e dagli investimenti per il futuro. Ad esempio, i fondi spesi in via eccezionale per far fronte alla crisi bancaria non devono essere computati nel calcolo del 3%. Lo stesso vale per gli investimenti produttivi». In un’intervista a «Le Monde», lei si è detto favorevole ad accordare un anno di tempo in più a Francia e Italia per mantenere gli impegni di bilancio. Conferma? «Prendo atto che sia la Francia sia l’Italia hanno detto di non aver bisogno di rinvii. Ma non è importante il tempo in cui si consegue la stabilità; è importante la stabilità». Di questo passo, a vincere le Europee saranno le forze anti-europee. Sarà una catastrofe? O potrebbe essere uno choc salutare, come sostiene Prodi? «Forse Romano ha bisogno di uno choc. Io sono choccato già ora. Ma non dall’ascesa degli estremisti, che considero un allarme esagerato; dai 27 milioni di disoccupati, dai giovani senza lavoro, che sono il terreno fertile su cui gli estremisti seminano. Oggi gli anti-europei hanno 90 seggi a Bruxelles. Potranno averne 20 o 25 in più; ma non avranno alcun impatto sulla direzione dell’Europa. Cosa cambierà se Marine Le Pen avrà 8 o 10 o 12 seggi?». Resta il fatto che la crisi sociale dovrebbe rafforzare la sinistra. Invece non accade. Perché? «Sono convinto che la sinistra sarà il primo gruppo al Parlamento europeo. Le do ragione però sul fatto che non c’è lo spostamento a sinistra che vorremmo. Dobbiamo mobilitare il nostro elettorato tradizionale, che è tentato dall’astensionismo e dal populismo». Come giudica Grillo? «Grillo è vento. Come si fa a giudicare il vento? Non vedo la sostanza. Berlusconi ha una sostanza politica, su cui posso dare un giudizio. Grillo minaccia ammende ed espulsioni per i deputati che non votano come dice lui. L’ultimo a dire una cosa del genere è stato Stalin. O forse Hugo Chávez. Se l’avesse detto in Germania, avrebbe dovuto temere l’intervento della magistratura. La libertà di mandato dei parlamentari è uno dei fondamenti della democrazia. Mi verrebbe da dire che Grillo è espressione di Il percorso In corsa Martin Schulz, esponente del Partito socialdemocratico tedesco (Spd), è candidato alla presidenza della Commissione europea per il Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici la sua egemonia in Europa. «Questo è falso. La grande maggioranza dei tedeschi vuole “una Germania europea, non un’Europa germanizzata”, secondo la formula di Thomas Mann. Su 700 miliardi di euro messi per stabilizzare le finanze europee, 400 miliardi vengono o sono garantiti dalla Germania. Non si può dire che i tedeschi non siano solidali. Eppure, su questo le do ragione, restiamo impopolari. Dobbiamo stare attenti a presentare i nostri aiuti all’Europa non come carità ai più poveri, ma come un’azione che rientra nell’interesse di un Paese il cui Pil è legato per il 35% all’export: la stabilità dei nostri vicini è la nostra». Lei è favorevole agli eurobond? «Sì. Ma per gli eurobond ci vuole l’unanimità. Oggi non ci sono le condizioni. E’ bastato però che Draghi si dichiarasse pronto a intervenire comprando i buoni del tesoro dei vari Stati europei, per far diminuire i tassi. Dobbiamo appoggiare tutto quel che va verso la garanzia europea dei debiti sovrani dei singoli Stati». ❜❜ Silvio Berlusconi ha fallito. Matteo Renzi coraggioso e combattivo: vincerà le Europee Tedesco Martin Schulz, 58 anni, socialdemocratico Dal gennaio 2012 è il presidente del Parlamento europeo. Ex libraio, è autore di diversi libri: in Italia è uscito quest’anno da Fazi «Il gigante incatenato. Ultima opportunità per l’Europa?» (Ap) un totalitarismo moderno...». Addirittura? «Diciamo che si sente in Grillo una tendenza autoritaria. In Spagna si direbbe caudillismo». Renzi? «Coraggioso e combattivo. Vincerà le Europee». Cos’è successo tra lei e Berlusconi? Sono dieci anni che vi beccate. «Berlusconi è un fenomeno. Condannato al carcere, se la cava con quattro ore alla settimana di volontariato. Come attore, Grillo non vale Berlusconi». Berlusconi ha vinto tre volte le elezioni. «Ma ha fallito. Ha lasciato l’Italia con più debito e più disoccupazione». Molti italiani, non solo tra i berlusconiani, pensano che la Germania abbia raggiunto con la pace lo scopo che aveva fallito con due guerre mondiali: imporre Visto da Berlino «Il nuovo presidente? Ci vorranno settimane» BERLINO — Accordo rapido sul nuovo presidente della Commissione Ue? La cancelliera tedesca Angela Merkel getta acqua sul fuoco: dopo le elezioni del 2225 maggio, i leader europei si riuniranno a Bruxelles già il 27 ma per discutere di politica, non di candidati. «Prima di arrivare alle decisioni — dichiara Merkel — ci vorrà sicuramente un periodo di diverse settimane». La cancelliera aggiunge che i leader faranno tutto il possibile per rispettare la volontà degli elettori, ma c’è una lunga lista di difficoltà. Il nuovo presidente della Commissione entrerà in carica per cinque anni da novembre. Quest’anno per la prima volta, in base al Trattato di Lisbona, il nuovo capo dell’esecutivo dovrà essere scelto dai 28 governi «tenendo in conto i risultati delle elezioni» e «dopo aver consultato» il Parlamento europeo. Gli inizi Ultimo dei 5 figli di un poliziotto e di una sostenitrice del Partito cristianodemocratico, Schulz ha cominciato a militare nella Spd a 19 anni. Ha lavorato come libraio e in diverse case editrici, è stato consigliere comunale e, dal 1987 al 1998, sindaco di Würselen. Nel 1984 è entrato nel direttivo Spd In Europa Eletto al Parlamento Ue nel 1994, ha presieduto dal 2000 al 2004 la delegazione dei socialdemocratici tedeschi e nel 2004 è diventato il presidente dell’intero gruppo socialista Lo scontro Risale al 2003 lo scontro all’Europarlamento con Silvio Berlusconi, che rispose così alle sue critiche: «In Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò» Draghi le piace? «Draghi ha salvato l’Europa». L’euro è troppo forte? «E’ eccezionalmente forte. Capisco le preoccupazioni dei Paesi esportatori. Ma la materia è di competenza della Banca centrale europea. Rispetto la sua autonomia». Tsipras come lo trova? «Mi pare si stia socialdemocratizzando». C’è un pericolo Mosca per l’Europa? «No. Mosca deve capire che un Paese con potere di veto all’Onu non può violare il diritto internazionale; e la Crimea rappresenta un vulnus. Ma, come dice Obama, dobbiamo tenere un canale negoziale aperto, alla ricerca di un terreno comune. Sono convinto che tra la Russia e l’Unione europea ci sia un terreno comune». Non prova imbarazzo nel vedere Schröder che abbraccia Putin e lavora per Gazprom? «Non condivido tutto quello che fa Gerhard Schröder. Però, come ha riconosciuto lo stesso Putin, il nostro ex cancelliere ha fatto pressione perché i tedeschi ostaggio dei filo-russi fossero liberati. Il che è avvenuto». Il suo ultimo libro, pubblicato in Italia da Fazi, si intitola «Il gigante incatenato». Vedremo mai una vera unione politica europea, magari senza il Regno Unito? «Proprio Cameron faceva notare che nel 2040 nessun Paese europeo sarà nel G8. La stessa Germania sarà soltanto la nona economia al mondo. L’unione politica degli Stati sovrani europei non è solo un sogno; è una necessità». © RIPRODUZIONE RISERVATA La crisi ucraina La cancelliera riceve il leader francese. I due Paesi pronti alla terza fase delle sanzioni se dovessero fallire le presidenziali del 25 maggio Ultimatum franco-tedesco a Putin: non interferire DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — In cancelleria e all’Eliseo si sta perdendo la pazienza. La crisi ucraina diventa ogni giorno più grave e gli sforzi di mantenere aperto il dialogo con Mosca risultano ormai difficili da gestire. Le ultime mosse di Vladimir Putin — che ha rivendicato i valori dell’indipendentismo filorusso alla parata militare di Sebastopoli, offrendo una dimostrazione di forza molto poco rassicurante — hanno irritato Angela Merkel e François Hollande. Lo si vedeva chiaramente ieri a Stralsund, il feudo elettorale sul Mar Balti- co della donna più potente del mondo, al termine di una lunga tornata di colloqui che ha previsto anche una gita in battello tra le bianche scogliere dell’isola di Rügen, tanto care al pittore romantico Caspar David Friedrich. Esasperati per la linea aggressiva del Cremlino, i due leader hanno lanciato una specie di ultimatum, annunciando che ci saranno «conseguenze appropriate», cioè nuove sanzioni, se le elezioni presidenziali del 25 maggio, giudicate «di importanza capitale», non verranno lasciate svolgere nella completa regolarità. Al numero Intesa La cancelliera tedesca Angela Merkel con il presidente francese François Hollande ieri a Stralsund, nel Nord della Germania (Epa) uno russo si chiede inoltre di agire per una «de-escalation» della situazione e di impegnarsi per una «riduzione visibile» della presenza militare ai confini con il Paese vicino. Viene ribadito, inoltre, che i referendum indetti oggi nell’Est dell’Ucraina per aprire la strada ad un passaggio sotto la giurisdizione di Mosca, sono «illegali», come ha sottolineato Angela Merkel, e «non hanno peso», come ha aggiunto Hollande. Parole simili a quelle usate dal presidente ad interim dell’Ucraina, Oleksandr Turchinov, secondo cui un «sì» nella consultazione separatista sarebbe «una catastrofe» e «un passo verso l’abisso». Ma da Stralsund arriva anche un appello al governo di Kiev, le cui forze di sicurezza dovranno astenersi da «azioni offensive» contro i ribelli. «L’uso legittimo della forza per proteggere le persone e le infrastrutture deve essere proporzionato», si legge nella dichiarazione franco-tedesca diffusa a conclusione dell’incontro. La determinazione comune sulla crisi ucraina emersa dai colloqui (che sono stati l’occasione per esibire una buona intesa personale, nonostante i tanti attriti del passato) è signi- ficativa perché apre la strada all’avvio della terza fase delle misure contro la Russia riguardanti il settore dell’energia, della difesa e dei servizi finanziari (già discusse nel Consiglio europeo del 6 marzo a Bruxelles), destinate ad avere sicuramente un forte impatto sui rapporti economici tra Mosca e i maggiori Paesi europei, prima fra tutti la Germania. Secondo il settimanale Stern la crescita tedesca potrebbe essere ridotta dello 0,9% se venissero approvate le misure delineate dall’Unione europea. La cancelliera lo sa e ha infatti ricordato, tra le altre cose, che le sanzioni non sono «un obiettivo in se stesse». Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Esteri Il caso Anche il Papa aderisce alla campagna mondiale Dopo 5 mesi Il discorso di Michelle «Nelle ragazze rapite vedo le nostre figlie» Sud Sudan, siglata la tregua First lady in onda al posto di Obama erano state chiuse in seguito alle minacce di Boko Haram) hanno insistito per sostenere gli esami di fine anno. Una testimonianza importante quella di Michelle, per far avanzare la causa dell’emancipazione femminile e dell’istruzione anche nelle regioni del mondo dominate da un’arcaica intolleranza e dall’ignoranza. Ma non sarà certo un hasgtag a liberare le 234 ragazzine ancora prigioniere. E lei, la moglie del capo dell’unica superpotenza militare mondiale, ne è consapevole: «Voglio che sappiate che Barack sta facendo di tutto per sostenere gli sforzi del governo nigeriano di ritrovare le ragazze e riportarle a casa». Solo parole per celare l’impotenza di Washington che non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere in interventi militari in Africa quando, oltretutto, lo stesso governo nigeriano non lo richiede? Obama non vuole di certo rischiare un’altra Somalia (l’intervento Usa in un Paese precipitato nell’anarchia che si concluse con un massacro di soldati americani). E brucia La presenza Usa in Africa Mobilitazione Il videomessaggio della first lady americana Michelle Obama (Ansa) e il tweet inviato ieri da papa Francesco con l’hashtag #BringBackOurGirls: «Uniamoci in preghiera per l’immediato rilascio delle studentesse rapite in Nigeria» aerei da ricognizione PC-12 MAROCCO Guelmim LIBIA MALI Al Qaeda ARABIA SAUDITA OMAN CIAD Niamey Boko Haram Ouagadougou 546 Operazioni 49 I Paesi africani in cui compiute in Africa dagli Usa nel 2013 gli Usa sono intervenuti in varie forme nel 2013 Fonte: Washington Post Gruppi terroristici contrastati dagli Usa Al Qaeda BURKINA FASO SIERRA COSTA LEONE D’AVORIO LIBERIA EGITTO NIGER Nouakchott SENEGAL GAMBIA GUINEA BISSAU GUINEA basi di appoggio per i droni supporto alle forze speciali ALGERIA SAHARA OCCIDENTALE MAURITANIA ancora la lezione del 2012 quando fallì il tentativo di catturare Joseph Kony, il capo di una banda armata che terrorizzava la Repubblica Centroafricana, nonostante l’invio di una task force di cento uomini. Stavolta la Casa Bianca ha dato la sensazione di muoversi con più prudenza, anche perché il presidente nigeriano Jonathan ha fatto di tutto per minimizzare il Basi militari americane TUNISIA Remada GHANA TOGO BENIN DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Per la prima volta è Michelle e non Barack a presentarsi davanti alle telecamere per il messaggio presidenziale del sabato. La «first lady» si rivolge alle donne e sceglie di celebrare la festa della mamma parlando delle più di 200 ragazzine rapite in Nigeria dai terroristi di Boko Haram e dell’angoscia delle loro madri: le studentesse catturate dagli estremisti islamici, che minacciano di venderle per pochi dollari, hanno più o meno l’età di Sasha, la sua figlia tredicenne. E Michelle, che già nei giorni scorsi si era unita alla campagna mondiale di condanna di un atto che definisce «atroce ed enorme» facendosi fotografare con l’hashtag BringBackOurGirls (riportiamo a casa le nostre ragazze), ieri ha detto, lei prima afroamericana alla Casa Bianca, di rivedere le sue figlie nei volti delle ragazze rapite. Un omaggio alla battaglia, spesso solitaria e silenziosa, delle donne che in tanti luoghi del mondo rischiano tutto, anche la loro vita, per cercare di raggiungere un buon livello di istruzione, per conquistarsi un ruolo nella società. Come Malala Yousufzai, la sedicenne pachistana paladina della scolarizzazione femminile gravemente ferita l’anno scorso dai talebani, ricordata ieri dalla first lady. Che ha esaltato il coraggio delle studentesse di Chibok che, pur consapevoli dei rischi che correvano (le scuole NIGERIA CAMERUN Al Qaeda SUDAN YEMEN ETIOPIA Camp Lemonnier Esercito Quartier generale di Africom SUD GIBUTI e la sua unica base ufficiale di Resistenza SUDAN Arba Minch in Africa REP. del Signore (Lra) CENTROAFR. SOMALIA Nzara UGANDA GUINEA CONGO EQUAT. REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Shebab Manda Bay Entebbe KENYA Lamu Victoria SEYCHELLES CORRIERE DELLA SERA caso e, fino a qualche giorno fa, non aveva chiesto aiuto, nonostante l’evidente impotenza del suo esercito: il più numeroso dell’Africa, ma anche uno dei più inefficienti e corrotti. Negli ultimi giorni, però, qualcosa si è mosso con l’invio di una squadra di esperti americani antiterrorismo ufficialmente in Nigeria per assistere il governo locale. Ci sono anche segnali di una maggiore attenzione di Washington per l’Africa, l’area del mondo forse oggi più turbolenta, ma anche quella in crescita più tumultuosa e vitale. Dopo il viaggio di Obama in Senegal, Tanzania e Sudafrica, un anno fa, nei giorni scorsi è stata la volta della prima missione del Segretario di Stato John Kerry nel Continente nero: Sud Sudan, Congo, Angola. Poi, una settimana fa, il nuovo accordo con Gibuti per la base militare Usa di Camp Lemonnier: sedi di squadriglie di droni «Predator», di caccia F15, di una forza di intervento rapido di 150 incursori, oltre che di un corpo di 3200 soldati. Obama, si sa, è un «gendarme riluttante». In varie parti del mondo e anche in Africa. La Nigeria, poi, non ha mai autorizzato l’uso sul suo territorio dei droni americani basati nel vicino Niger. Ma non si può lasciare campo a gruppi terroristici che rischiano di diventare eserciti capaci di terrorizzare mezzo continente e di bloccarne lo sviluppo. Massimo Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Lo scrittore e regista Biyi Bandele, autore di «Half of the Yellow Sun», censurato in patria «La mia Nigeria più divisa che ai tempi del Biafra» «Se si studiasse a scuola la storia di quel conflitto adesso non saremmo ostaggio dei Boko Haram» «Non abbiamo imparato nulla dal nostro passato, i Boko Haram non esisterebbero se avessimo insegnato la nostra storia nelle scuole». Lo scrittore e regista nigeriano Biyi Bandele parla con il Corriere da un albergo di New York nel giorno del debutto americano del suo «Half of a Yellow Sun», il colossal tratto dal bestseller di Chimamanda Ngozi Adichie ambientato in parte durante la guerra del Biafra, quando le province sudorientali cristiane e animiste tentarono la secessione dal resto della Nigeria per lo più musulmano. Una tragedia di quasi tre milioni di morti per i massacri e la fame che «non compare nei nostri testi di storia», dice. Questo film — con Chiwetel Ejiofor, il protagonista di «12 anni da schiavo» — ha debuttato dal Canada alla Svezia, dagli Emirati all’India, è già uscito nelle sale britanniche e ora anche americane, ma non in Nigeria, bloccato dalla commissione per la censura. «Senza nessuna motivazione ufficiale, ai media hanno detto che è un film che potrebbe incitare la gente alla violenza». Perché fa paura il suo film? «La storia della Nigeria è quella di non parlare della sua storia. Il risultato è che il Paese è più diviso oggi di quanto non lo fosse all’inizio della guerra del Biafra, nel 1967. Quando il conflitto finì, Chi è Nato nel 1967 nel Nord della Nigeria, Biyi Bandele vive a Londra. Ha scritto per il teatro, la tv e la radio. E’ il regista di «Half of a Yellow Sun», il colossal tratto dal bestseller di Chimamanda Ngozi Adichie ambientato in parte durante la guerra del Biafra nel 1970, lo dimenticammo come se non fosse mai successo. Non lo si studia nemmeno a scuola. Una grande rimozione: ma fare finta che qualcosa non sia successo non significa cancellarlo. Non abbiamo imparato dalla storia perché non ce l’hanno insegnata. E ora siamo un Paese in ostaggio dei Boko Haram». Intende dire che in un Paese ancora più lacerato di allora gli estremisti hanno vita facile? «Boko Haram è un’organizzazione ottusa, senza scopi politici che cavalca la frattura che divide il Nord a prevalenza musulmana e più povero dal Sud cristiano e animista, dove si concentra il business del petrolio. Uccide persone in nome dell’Islam. Ci sono evidenze di sue infiltrazioni nelle istituzioni, di legami con potenti personalità del governo. In questo il presidente Jonathan ha ragione. Ogni volta che gli uomini dell’intelligence li localizzano, prima che si possa andare a prenderli scompaiono come se ricevessero delle soffiate. E’ un’organizzazione con molti soldi». Ma sotto lo slogan «BringBackOurGirls» il Paese sembra si sia ricompattato. «E’ una campagna meravigliosa con cui io simpatizzo. Ma riportare a casa le ragazze non è semplice: se l’esercito perlustra la foresta, le trova, e ingaggia Libri Una ragazzina nigeriana a scuola (Ap) ❜❜ #BringBackOurGirls E’ una iniziativa meravigliosa con cui io simpatizzo. Ma riportare a casa le ragazze non è semplice una battaglia con i rapitori, si mette in pericolo la vita delle giovani. Se le autorità si basano su informazioni di intelligence per localizzarli, loro sanno subito del blitz e scompaiono tra la popolazione locale. Non ho simpatia per questo governo ma si trova in una situazione impossibile». La comunità internazionale può essere d’aiuto? Lo scrittore Teju Cole sostiene che solo i nigeriani possono fare qualcosa: con il voto alle prossime elezioni. «Se la comunità internazionale offrisse il suo aiuto io lo accetterei. Ma in Nigeria c’è un fronte di diffidenti: alcuni pensano che i Boko Haram siano foraggiati dagli stranieri, magari gli stessi che ora vengono in soccorso. Una cosa è certa: nel video della rivendicazione, il leader del gruppo fondamentalista che annuncia la vendita delle ragazze al mercato non fa altro che la parodia delle speculazioni disseminate nel mondo sul destino delle ragazze rapite. Quando dice, con quel sorriso cattivo, “Venderò le vostre ragazze! Sì! C’è un mercato di schiavi dove le venderò”, finisce ogni frase con punti esclamativi. Un bluff. Sta semplicemente facendo il verso ai titoli delle news. Shekau ha fatto uno show per l’audience credulona che siamo diventati solo perché vogliamo indietro le ragazze di Chibok. Ma la domanda resta: dove sono le ragazze di Chibok?» Alessandra Muglia © RIPRODUZIONE RISERVATA JUBA — E’ entrato in vigore ieri in Sud Sudan il cessate il fuoco raggiunto dopo cinque mesi di ostilità tra il presidente sud-sudanese Salva Kiir e il suo ex vice Riek Machar, oggi alla guida dei ribelli. L’intesa siglata ad Addis Abeba grazie alla mediazione del premier etiope Hailemariam Desalegn, prevede la cessazione del conflitto, la creazione di un governo di transizione, nuove elezioni e l’apertura di corridoi umanitari. L’accordo è stato salutato positivamente dagli Stati Uniti, dall’Unione europea, dal vicino Sudan e dalle Nazioni Unite. Il responsabile delle operazioni umanitarie dell’Onu in Sud Sudan, Toby Lanzer, ha chiesto ieri alle parti di permettere l’invio di convogli umanitari per raggiungere la popolazione a rischio nel Paese dopo migliaia di morti e un milione e mezzo di sfollati. A fine gennaio si era raggiunto un primo cessate il fuoco che però era saltato pochi giorni dopo. Le elezioni Sudafrica, vittoria per l’Anc PRETORIA — L’African National Congress (Anc) ha ottenuto una netta affermazione nelle elezioni generali in Sudafrica, vincendo con il 62% dei voti. I risultati finali del voto di mercoledì scorso — il primo dalla morte di Mandela a dicembre — sono stati resi noti ieri. Il principale partito d’opposizione, la Democratic Alliance, si è fermato al 22%, al di sotto delle aspettative. I populisti radicali del giovane Julius Malena hanno raccolto il 6,3% delle preferenze. Nonostante un calo rispetto al 65,9% del 2009, il partito che fu di Mandela ha dunque conservato la fiducia degli elettori, benché la disoccupazione e la corruzione abbiano portato a crescenti critiche contro il governo. Il leader Jacob Zuma, riconfermato alla presidenza, ha dedicato la vittoria a Mandela. Il voto si è svolto per lo più pacificamente, con un’affluenza del 73%, anche se ieri notte sono scoppiati disordini in una township di Johannesburg: l’Inkhata Freedom Party che fa capo all’etnia Zulu accusa di brogli all’Anc. Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Esteri 17 italia: 51575551575557 # » L’anticipazione Il libro di Glenn Greenwald Spie, intercettazioni (e alligatori): lo scoop sulla «sorveglianza di massa» Il diario del reporter che ha svelato i segreti del piano americano Cincinnato, un cubo di Rubik, Barack Obama, un alligatore di plastica come segnale in codice per il primo incontro: il diario di Glenn Greenwald sulla più straordinaria fuga di notizie della storia dei servizi segreti è pieno di personaggi e incroci imprevedibili. Come i suoi protagonisti, un avvocato-giornalista free-lance e un candido spione della Rete che non ha finito le scuole superiori: due formidabili outsider americani che, da decentrati punti del globo (Honolulu e Rio de Janeiro), tra mille diffidenze e mille difficoltà si danno appuntamento all’hotel Mira di Hong Kong e da lì, con i cu- ❜❜ scini sotto la porta per paura di essere intercettati, mettono in scacco il governo degli Stati Uniti, svelando a puntate il più grande piano di sorveglianza di massa mai concepito. Tutti sotto controllo in nome della sicurezza e dell’anti-terrorismo, gente comune e vip, miliardi di metadati raccolti e archiviati: dai telefonini ai social network, Microsoft e Facebook, dagli sms della presidente brasiliana Rousseff alle conversazioni al cellulare di Angela Merkel. Comunque li si giudichi (eroi della libertà o traditori della patria), Edward Snowden e Glenn Greenwald, la pallida talpa della Cia e il combattivo reporter-attivista, hanno mosso i fili di un’incredibile spy-story che ha un po’ cambiato il nostro modo di vedere e «vivere» Internet, il diritto alla privacy e il bisogno di sicurezza. A scorrere le cronologie del 2013, il caso Snowden è tra i due o tre «piatti forti» dell’anno. I suoi effetti di lungo periodo sono tutti da scoprire. Come ancora in gioco sono i destini dei protagonisti. Con Snowden temporaneamente «sparito» dai radar e perso nel suo esilio russo, è Greenwald a proseguire la crociata contro «la sorveglianza di massa»: «Una popolazione che si sente osservata giorno e notte non tarderà a trasformarsi in una società malleabile e pavida» scrive il premio Pulitzer 2014 all’inizio di «No place to hide» (nessun luogo dove nascondersi), il diario che esce il 13 maggio in tutto il mondo (in Italia pubblicato da Rizzoli con il titolo «Sotto Controllo»). Dalla sua casa di Rio de Janeiro Greenwald racconta i retroscena dell’incontro e della collaborazione con Snowden un anno fa, dai primi contatti anonimi sulla Rete alla pubblicazione degli scoop sul Guardian fino all’approdo moscovita dell’ex agente della National Security Agency super-ricercato negli Usa. Spiega come siano riusciti, lui e la documentarista Laura Poitras, a evitare le trappole (non solo) informatiche nel cammino verso il fuggiasco di Hong Kong. E i tentativi di bruciarne la credibilità nei mesi successivi. Difficile per degli outsider trovare un posto dove nascondersi dalle pressioni dei governi, il gioco più o meno sporco di certi mezzi di informazione, gli agganci tra servizi segreti e «magnati di Internet». Nascondersi anche dalle luci di una piacevole e imprevista notorietà globale: Greenwald racconta lo scoop della sua vita con l’orgoglio del protagonista. Comunque lo si giudichi (nel libro racconta divertito come gli abbiano dato persino della «porno-spia»), «Sotto Controllo» non è il diario di un malleabile pavido. Michele Farina @mfarina9 © RIPRODUZIONE RISERVATA L’autore L’estratto SEGUE DALLA PRIMA Diede segni di inquietudine soltanto quando gli domandai se temesse ripercussioni: aveva paura che il governo potesse vendicarsi sulla sua famiglia e sulla sua fidanzata. Per limitare i rischi si sarebbe astenuto dall’entrare in contatto con i suoi cari, ma sapeva di non avere i mezzi per proteggerli come avrebbe voluto. «Che cosa ne sarà di loro? È l’unico problema che mi tiene sveglio la notte» disse con gli occhi umidi; è stata la prima e l’ultima volta che l’ho visto commosso (...). Ogni giorno che passava, le ore e ore trascorse insieme creavano tra noi un legame sempre più profondo. L’imbarazzo e la tensione del primo incontro si erano rapidamente trasformati in un rapporto di collaborazione, fiducia e comunione d’intenti. Sentivamo di vivere uno degli eventi più importanti della nostra vita. Tuttavia, l’atmosfera relativamente più leggera che eravamo riusciti a mantenere nei primi giorni fece posto all’inquietudine: nemmeno ventiquattro ore e avremmo rivelato al mondo l’identità di Snowden. Sapevamo che quel gesto avrebbe cambiato tutto (...). Una sorta di macabro umorismo s’insinuò nei nostri discorsi. «A me tocca la branda di sotto a Guantánamo» ironizzava Snowden, contemplando le nostre prospettive, e mentre parlavamo dei futuri articoli diceva cose tipo: «Questo finirà nell’atto d’accusa». Per lo più restava Il libro sarà in comunque incredibilmente vendita dal 13 magcalmo. Continuò ad andarsegio nelle edicole con ne a letto alle dieci e mezza, il Corriere della Sera come ogni sera dal mio arrivo e nelle librerie per a Hong Kong, anche adesso Rizzoli. Prezzo speche l’orologio scandiva forse i ciale di € 12,90 oltre suoi ultimi attimi di libertà. Io al costo del quotiriuscivo a malapena a chiudediano. Sarà disponire occhio per un paio d’ore, bile anche l’eBook a ma lui non variò le sue abitu€ 9,99 nell’App per dini. «Be’, credo che me ne iPad Biblioteca del andrò a nanna» annunciava Corriere distrattamente ogni sera, prima di ritirarsi per le sue sette ore e mezza di sonno, ricomparendo il mattino dopo fresco e riposato. Quando gli chiedevamo come facesse a dormire, date le circostanze, rispondeva di sentirsi perfettamente in pace, riguardo a ciò che aveva fatto: per questo le sue notti non erano tormentate. «E poi non credo mi restino molti giorni in compagnia del mio morbido cuscino» scherzava. «Tanto vale approfittarne» (...). Un giorno, prima di lasciare la mia camera per raggiungere Snowden, mentre sedevo sul letto mi tornò improvvisamente in mente Cincinnatus, il mio corrispondente anonimo di sei mesi prima, quello che mi aveva bombardato di sollecitazioni per invitarmi a installare un programma di crittografia. Forse anche lui aveva grandi rivelazioni da trasmettermi. Non ricordavo la sua e-mail ma riuscii a risalire all’indirizzo da uno dei suoi vecchi messaggi. «Ciao, buone notizie», gli scrissi. «Mi rendo L’uomo di Rio Glenn Greenwald, 47 anni, americano di New York: ha lasciato la professione di avvocato per dedicarsi al giornalismo, occupandosi da opinionista soprattutto di trasparenza su Internet. Vive a Rio de Janeiro con il suo compagno David Miranda Bestseller La rivista «Foreign Policy» l’ha inserito nella lista dei 100 pensatori più influenti del 2013. Tra i suoi bestseller, «With Liberty and Justice for Some» (2011). Grazie alla sua collaborazione con l’ex esperto informatico della Cia Edward Snowden e le sue rivelazioni sul programma di sorveglianza della National Security Agency, il «Guardian» ha vinto il premio Pulitzer 2014 Giro del mondo Sostenitori di Edward Snowden a Kiev, in Ucraina: la talpa della National Security Agency vive esiliato in Russia In quell’albergo con Snowden «Puoi stare pure tranquillo, tanto finiamo a Guantánamo» conto che ci è voluto un bel pezzo, ma ho finalmente iniziato a proteggere la posta elettronica con pgp. Possiamo parlare quando vuoi se sei ancora interessato». Più tardi, quando arrivai in camera sua, Snowden mi accolse con più di una punta di sarcasmo: «A proposito, quel tale Cincinnatus al quale ha appena scritto... ero io». Non riuscivo a capacitarmene: la persona che parecchi mesi prima aveva tentato in ogni modo di indurmi a cifrare la mia posta elettronica era Snowden. Non eravamo entrati in contatto in maggio, una trentina di giorni addietro, come avevo sempre creduto, ma molti mesi prima. Aveva tentato di raggiungere me prima di contattare chiunque altro (...). Alle cinque del mattino, poche ore dopo che l’articolo su Snowden era stato pubblicato, mi telefonò un mio lettore di vecchia data che viveva a Hong Kong. Mi fece notare che presto tutto il mondo si sarebbe messo a cercare Snowden e sosteneva che bisognasse procurargli quanto prima avvocati locali bene inseriti negli ambienti del potere. Avrebbe potuto metterci in contatto con due dei migliori legali specializzati in diritti umani, che erano pronti a rappresentarlo (...). Snowden era ansioso di andarsene. Gli dissi dei due legali, pronti a raggiungerlo. Rispose che avrebbero dovuto passare a prenderlo e portarlo in un posto sicuro. Era, disse, «il momento di dare inizio alla fase del piano in cui chiedo al mondo protezione e giustizia». «Ma devo riuscire a lasciare l’albergo senza farmi riconoscere dai giornalisti» aggiunse. «Altrimenti mi seguiranno ovunque». Riferii agli avvocati le sue preoccupazioni. «Ha qualche idea per camuffarsi, in modo da evitarlo?» domandò uno dei due. Trasmisi la domanda. «Mi sto appunto attrezzando per cambiare aspetto» disse. Evidentemente ci aveva già pensato. «Posso rendermi irriconoscibile». (…) Gli avvocati pensavano di condurlo alla Missione Onu di Hong Kong e chiedere ufficialmente la protezione delle Nazioni Unite dal governo Usa, presentandolo come un rifugiato richiedente asilo politico. Oppure, dissero, avrebbero tentato di procurargli un nascondiglio sicuro (...). Con un po’ di apprensione chiamai il cellulare di uno degli avvocati. «Il nostro uomo è riuscito ad andarsene prima che i giornalisti iniziassero a invadere il piano» disse. «Lo abbiamo incontrato in una La fuga da Hong Kong «Per uscirne devo rendermi irriconoscibile» Le lacrime di Edward «L’ho visto commuoversi solo una volta» stanza del suo hotel.» Più tardi venni a sapere che si trattava della saletta con l’alligatore, quella dove aveva incontrato noi la prima volta. «Poi abbiamo attraversato un ponte che collega l’albergo a un centro commerciale e infine siamo saliti sull’auto che ci stava aspettando. Adesso è qui con noi». Dove lo stavano portando? «Meglio non parlarne per telefono» rispose l’avvocato. «È al sicuro per ora». Pensare che Snowden fosse con persone fidate era un gran sollievo per me, ma sapevo che con tutta facilità non lo avremmo mai più rivisto e non avremmo più parlato con lui, quantomeno non come a un uomo libero. Probabilmente, pensai, ci sarebbe apparso in televisione, dentro un’aula di tribunale statunitense, con una tuta arancione da detenuto addosso e in manette, accusato di spionaggio. Mi collegai a Internet, sperando di avere notizie. Nel giro di alcuni minuti si collegò anche Snowden. «Sto bene» mi disse. «Per il momento sono in un posto segreto. Quanto sicuro o per quanto a lungo potrò restare, non saprei dire. Devo muovermi di continuo: la connessione è inaffidabile, non posso prevedere quando o quanto spesso mi troverà online». Mi rendevo conto che il mio contributo alla sua nuova vita clandestina non poteva che essere modesto. Era schizzato in testa alla lista dei criminali più ricercati dal più potente governo del mondo. Gli Stati Uniti avevano già chiesto alle autorità di Hong Kong di arrestarlo ed estradarlo in America. Ci augurammo entrambi di restare in contatto. Gli raccomandai di badare alla sua sicurezza. Glenn Greenwald Da «No place to hide. Sotto controllo», Rizzoli Corriere della Sera © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera www.jeanlouisdavid.it Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 19 italia: 51575551575557 Cronache La storia La sopravvissuta al maniaco seriale «Ho paura, lo vedo nei miei incubi» La sua denuncia decisiva: «Avevo capito che era lui il killer» La ricostruzione Il delitto Andreea Cristina Zamfir, prostituta romena di 26 anni, viene brutalmente uccisa il 5 maggio: crocifissa a una sbarra e seviziata sotto un viadotto dell’Autosole nell’hinterland di Firenze. Con l’accusa di omicidio, venerdì viene arrestato Riccardo Viti (nella foto sotto), 55 anni, idraulico fiorentino, incensurato, una moglie ucraina e due genitori che abitano con lui La confessione Viti confessa subito agli agenti che hanno fatto irruzione a casa sua all’alba con un fermo per omicidio volontario: «Sì, sono stato io, ho fatto una bischerata». Più tardi, in Questura, il maniaco seriale confesserà ogni dettaglio Gli indizi L’uomo è stato individuato grazie all’identikit ricavato dalle testimonianze delle prostitute; grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza che hanno immortalato il furgone con il quale si spostava Viti; e grazie al ricordo dell’agente Paolo De Giorgi che nel 2012 identificò Riccardo Viti dopo essere intervenuto durante un litigio tra una prostituta e un cliente che pretendeva di legarla Benevento Parla la prostituta legata e violentata da Viti nel 2011: ha preso un paio di tenaglie e mi sono sentita morire DALLA NOSTRA INVIATA FIRENZE — Scende in ciabatte e si fa strada fra i bambini che giocano lì davanti: «Sono Marta, sì, quella della violenza di tre anni fa. L’hanno beccato, finalmente, quel gran bastardo... Ma io non sono per niente tranquilla, me lo sogno ancora di notte. E se avesse degli amici come lui? Se qualcuno venisse qui a cercarmi?». Marta è una donna sulla cinquantina, capelli neri come la pece, non proprio snella, né disperata né tossicodipendente come le ultime vittime della brutalità di Riccardo Viti, l’idraulico stupratore di prostitute che una settimana fa ha legato a una sbarra, violentato e lasciato a morire Andreea Cristina Zamfir, romena di 26 anni con problemi di droga e prostituta per disperazione, appunto. Erano amiche, Marta e Cristina. Connazionali e compagne di strada, di notti e notti passate lungo il vialone delle lucciole al Parco delle Cascine. «Lei viveva a casa mia» racconta Marta che dice di essere arrivata in Italia sette anni fa. «Finché è stata con me stava bene, era una bella ragazza e non era così magra, con la faccia così scavata... ». Anche Marta, come Cristina, è finita nelle mani di quell’uomo. Ne è uscita viva ma non sa nemmeno lei come ha fatto: «Io mi ricordo soltanto che a un certo punto, mentre ero legata, l’ho visto prendere delle tenaglie da una borsa e lì mi sono sentita morire. Ho cominciato a urlare e gli ho mollato un calcione, Dio mi ha aiutato ed è scappato via ma io ero ferita e sanguinante. Mi ci sono voluti giorni e giorni per guarire e la paura non è mai passata. Ci penso ogni volta che salgo in macchina con un cliente». Fra la morte di Cristina e il momento in cui carabinieri e polizia sono andati a prendere a casa Riccardo Viti sono passati cinque giorni. Le prostitute delle Cascine sapevano di essere in pericolo, si sono organizzate: se una saliva in macchina l’altra prendeva la targa, se uno stava fuori troppo tempo l’altra telefonava, se c’era un tizio sospetto partiva la chiamata al 112 o al 113. Ma lui, l’idraulico, non si è più visto. «Io avevo capito benissimo chi era quel bastardo che aveva ammazzato Cristina ma non avrei saputo come rintracciarlo e la mia descrizione l’avevo già data alla polizia la sera dell’aggressione, nell’autunno del 2011». Marta dice di avere dieci figli: «Sono tutti in Romania, vanno a scuola, sono felici e lontani da questa vita infame. Una di loro è una dottoressa e fra poco si sposa. Vorrei tanto comprarle un’auto come regalo di nozze, per questo continuo ancora a lavorare in strada». C’è andata anche venerdì sera, sul viale delle Cascine. Viti era in carcere da qualche ora, le televisioni avevano parlato di lui per tutto il gior- no ma lei si sentiva lo stesso in pericolo. «A un certo punto è passato un tipo esattamente uguale a lui. Ho pensato: oddìo, è un suo parente, magari un fratello che viene a cercarmi per farmi del male. Gli ho urlato contro. Gli ho detto: guarda che ci sono agenti in borghese ovunque, se non te ne vai li chiamo. Per me non passerà mai il ricordo di quello che mi ha fat- I parenti to». Lei si agita, alza la voce. E dal casolare abbandonato dove vive sbucano altri bambini, donne e uomini. Marta racconta e loro ascoltano, come se fosse una favola. Ma è la storia triste di Cristina oppure è quella dell’aggressione subita da lei, che tra una frase e l’altra piazza improperi e parolacce. «Voglio proprio vedere, adesso, quanti anni di galera si farà quello... Deve sapere che io voglio esserci, quando lo processeranno. Sarò lì a chiedergli i danni e a pretendere giustizia». La stessa giustizia che, dall’altra parte della barricata, chiede la madre dello stupratore. Non che voglia assolvere suo figlio, non che voglia giustificarlo. «In 57 anni di matrimonio io e tuo padre non ti abbiamo mai insegnato tutto questo male» gli aveva detto piangendo mentre lo arrestavano. Ieri si è sfogata con l’avvocato che lo difende: «L’immagine che hanno costruito di mio figlio non corrisponde alla realtà. Riccardo non è una bestia». Tutta qui la sua difesa di madre disperata e le parole che le sembrano giuste: «Riccardo non è una bestia». L’aveva invece definito proprio così il questore Raffaele Micillo annunciando che i suoi uomini lo avevano scovato. Trovato grazie all’indicazione preziosa ❜❜ Un ricordo indelebile La paura non è mai passata. Ci penso ogni volta che salgo in macchina con un cliente Le lacrime della madre della vittima davanti alla sbarra Lo squallore del posto, il rumore delle auto che passano veloci sul cavalcavia e i fiori per terra, davanti alla sbarra delle torture. Dorina Draghicu (foto grande insieme al genero) chiude gli occhi pieni di lacrime e le sembra di vederla, sua figlia Andreea Cristina (foto piccola). È venuta fin qui dal paesino dove vive, in provincia di Benevento, per guardare da vicino quello che hanno visto gli occhi di sua figlia prima di chiudersi per sempre. La immagina, mentre la gente delle villette vicine viene a stringerle la mano: «Ci dispiace. Ci dispiace tanto se stavolta non siamo arrivati in tempo». dell’auto (una Fiat Doblò) arrivata dai carabinieri, grazie a un bel po’ di indizi messi assieme con le indagini ma, soprattutto, grazie alla memoria di un ragazzo che lavorava alla squadra volanti fino a pochi mesi fa. Si chiama Paolo De Giorgi, ha 36 anni, e l’altro giorno parlando con i colleghi delle caratteristiche fisiche del violentatore si è ricordato che uno così lo aveva identificato proprio al Parco delle Cascine mentre era di pattuglia su una volante. Quel tipo litigava con una prostituta per questioni di soldi e gli agenti si erano avvicinati per capire cosa stesse succedendo. Ieri il questore ha annunciato di voler chiedere una promozione per De Giorgi che adesso lavora alla squadra mobile: un riconoscimento per meriti straordinari che gli valga il passaggio da assistente capo a sovrintendente dopo il contributo dato a quest’inchiesta. Può darsi che quella sera la pattuglia dell’assistente capo abbia salvato la vita alla ragazza di turno. Il destino non ha voluto nessuna volante invece, domenica sera. Nessun De Giorgi piazzato sul percorso fra Cristina e la morte. Rubano carne per i figli Pagano i carabinieri NAPOLI — La sensibilità e l’intelligenza del comandante della stazione dei carabinieri di Telese Terme (in provincia di Benevento) ha fatto sì che due donne autrici di un piccolo furto in un supermercato non solo non finissero in carcere, ma anche che da oggi venissero aiutate dal Comune nella loro esigenza primaria di sfamare i propri figli. Perché non tutti i furti sono uguali, e i carabinieri di Telese hanno capito benissimo che quello denunciato dal titolare di un supermercato del centro del paese, era un furto per fame e disperazione. La segnalazione ricevuta dai militari parlava di due pacchi di hamburger portati via dalle donne dal banco dei surgelati. Identificare le autrici del furto, attraverso le telecamere a circuito chiuso, è stato semplicissimo, ma quando i carabinieri si sono presentate nella loro casa per fermarle, si sono resi conto che il «bottino» aveva appena rappresentato l’unico pasto della giornata per quattro bambini. A quel punto il comandante Roberto D’Orta si è assunto la responsabilità di prendere la decisione più umana e sensata: ha incaricato due suoi uomini di andare al supermercato e di pagare i 6,58 euro corrispondenti al valore dei due pacchi di hamburger, e invece di denunciare le due donne, le ha segnalate al banco alimentare del Comune affinché sia l’amministrazione a farsi carico di evitare che quei bambini si ritrovino ancora a saltare il pranzo o la cena. «Quando abbiamo visto quei bimbi che avevano appena finito di mangiare ci siamo commossi — ha spiegato D’Orta — e immediatamente abbiamo deciso di agire diversamente da come immaginavamo fino a poco prima di dover fare». I 6 euro e 58 centesimi, inoltre, i carabinieri li hanno cacciati di tasca propria. Giusi Fasano Fulvio Bufi @GiusiFasano © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi IL CORTEO PACIFICO DEI NO TAV PRENDE DI MIRA IL PD Le difficoltà di una manifestazione «normale» in una città blindata dopo le tensioni di MARCO IMARISIO Siamo nelle mani della Cassazione e dei sondaggi. Ma va bene anche così, almeno per la giornata di ieri. Il Viminale aveva buone ragioni di essere preoccupato per la manifestazione No Tav di Torino. L’aria che tira nelle piazze italiane, dopo lo sfregio alla memoria di Federico Aldrovandi fatto da un importante sindacato di Polizia, non è delle migliori. A bilanciare un pessimismo ormai diffuso ogni volta che parte un corteo c’era solo il caro vecchio buon senso. In una manifestazione di protesta contro l’accusa di terrorismo rivolta a quattro militanti arrestati dopo un assalto notturno al cantiere dell’Alta velocità, sulla legittimità della quale si pronuncerà il prossimo 15 maggio la suprema Corte, ieri qualunque disordine sarebbe stato un autogol alla Comunardo Niccolai. Alla causa di un pomeriggio pacifico non hanno certo guastato le imminenti elezioni amministrative, con le liste No Tav convinte di prendersi Bussoleno e Susa, due Comuni strategici e simbolici. Anche per questo ha fatto impressione vedere un dispositivo di sicurezza così massiccio, con i jersey di pietra che proteggevano il tribunale, le vie del centro blindate. Inutile girarci intorno, l’atmosfera è fetida. Era dai mesi seguenti al G8 di Genova, sono passati invano tredici anni, che i rapporti tra piazze antagoniste e forze dell’ordine non erano così tesi. Non è certo un caso che gli unici momenti di tensione siano arrivati al passaggio del corteo davanti a una ca- Induista No Tav Una donna indossa l’abito dei monaci induisti per una protesta pacifica (Afp/Bertorello) serma dei carabinieri. La manifestazione è stata civile. E partecipata, almeno 7-8 mila persone. Un modo lecito di porre l’accento su un tema delicato e controverso. Non sono da invidiare i giudici della Cassazione, chiamati a dirimere una questione giuridica — quanto gli assalti No Tav danneggiano l’immagine dell’Italia configurando così il reato di terrorismo? — nella consapevolezza che la loro decisione potrebbe avere ricadute sulla natura pacifica o meno dei prossimi cortei. Questo tranquillo pomeriggio dimostra che ogni tanto il buon senso prevale, ma che in giro c’è così tanta rabbia che non basta il nemico in divisa. Ne serve un altro. «La repressione ha un nuovo nome» era scritto sui manifesti attaccati ovunque lungo il percorso. Accanto, il simbolo del Partito democratico. Il Pd è diventato l’orco cattivo degli antagonisti, tacciato di ogni nefandezza. Un pessimo segno, per tutti. L’annuncio di un’altra manifestazione per il prossimo 11 luglio, quando in città ci saranno Matteo Renzi e gli altri primi ministri europei a discutere di disoccupazione giovanile, non promette bene. Non è mica sempre domenica, anzi sabato. © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 San Pietro In 300 mila alla festa promossa dalla Cei Il Papa agli studenti: «Non fatevi rubare l’amore per la scuola» Sul sagrato una lavagna, un banco e i libri «Si vede che questa manifestazione non è “contro”, è “per”! Non è un lamento, è una festa! Una festa per la scuola. Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo. Ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola!». Trecentomila ragazzi tra piazza San Pietro e via della Conciliazione, il Papa che attraversa la piazza tra striscioni e fazzoletti colorati e dona il suo zucchetto ai ragazzi, sul sagrato c’è una lavagna e un banco con i libri. Una festa promossa dalla Cei e nello stile di Bergoglio, senza recriminazioni o polemiche sulle scuole paritarie e statali. «Per favore, non facciamoci rubare l’amore per la scuola!». Ecco il messaggio educativo fondamentale, Francesco si rivolge alla piazza a braccio e invita gli studenti a ripetere le sue parole: «Amo la scuola perche ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla. E nell’educazione è tanto importante Piazza San Pietro Papa Francesco incontra il mondo della scuola italiana. Sopra, il Papa bacia un bambino che ha un copricapo come quello del Pontefice. A destra, il passaggio di Bergoglio tra una marea di giovani festanti (foto Ansa e Ap) quello che abbiamo sentito anche oggi: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca! Ricordatevelo! Questo ci farà bene per la vita. Diciamolo insieme: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca. Tutti insieme! È sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca!». E ancora: «Penso un proverbio africano tanto bello: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”. Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! Vi piace questo proverbio africano? Vi piace? Diciamolo insieme: per educare un figlio ci vuole un villaggio! In- L’educazione Francesco: «Amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre» sieme! Per educare un figlio ci vuole un villaggio!». Perché la scuola «è un luogo di incontro — spiega — non è un parcheggio!». Francesco ricorda con affetto la sua prima insegnante, «quella donna, quella maestra, che mi ha preso a sei anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimentica- ta!». Perché, racconta, «è stata lei che mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla». Così il Papa racconta ai ragazzi perché vale la pena di amare la scuola. «Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce ad esserlo, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E questo è bellissimo!». E cita l’esempio di un grande educatore come Don Milani: «Se uno ha imparato a imparare — è questo il segreto, imparare ad imparare! — questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà! Questo lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: Don Lorenzo Milani». Francesco si rivolge anche ai professori: «Ho sentito le testimonianze dei vostri insegnanti; mi ha fatto piacere sentirli tanto aperti alla realtà, con la mente sempre aperta a imparare! Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno “fiuto”, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, “incompiuto”, che cercano un “di più”, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. Questo è uno dei motivi perché io amo la scuola...». G.G.V. © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 I crolli, l’incuria e il rimpallo delle responsabilità. L’opera che il sindaco definì «una provocazione» e poi rimossa , ora si trova vicino a un capannone ILLUSTRAZIONE DI ANTONIO MONTEVERDI La storia Cronache 23 italia: 51575551575557 SEGUE DALLA PRIMA Silvio Berlusconi ci portò i grandi del mondo, alla Reggia casertana, durante il G7 di Napoli del 1994, per la serata di gala. Il giorno dopo, ai giornalisti di tutto il mondo, ammiccò: «Ieri sera mi sono sentito orgoglioso di essere italiano. Le fontane illuminate erano bellissime. Le signore stringevano gli occhi con anche un’aria romantica. A qualcuno ho detto: “Attenzione che sennò questa notte aumentiamo la prole”». Dicono di essere tutti orgogliosi, a parole, quelli che in questi anni hanno tenuto i cordoni della borsa. A parole, però. Perché quella straordinaria Reggia edificata a metà del Settecento da Luigi e Carlo Vanvitelli, con il suo parco, le sue fontane, la sua sala del trono, i suoi saloni, le 1.200 stanze e le 34 scale e le 1.742 finestre è da troppo tempo trascurata. E vede l’intervento dei governi e dei ministri e delle autorità regionali, generalmente, solo «dopo» qualche crollo, qualche scandalo, qualche denuncia tivù. Come il servizio, mesi fa, della trasmissione Kilimangiaro, dove Stefania Battistini fece vedere alberi secolari del parco crollati e mai rimossi, le piantine che crescevano sui cornicioni, i calcinacci ancora a terra di uno squarcio apertosi nel soffitto molte settimane prima per il crollo d’una trave sul fianco della Cappella Palatina o le erbacce che invadevano i pavimenti delle Reali Cavallerizze da non molto restaurate per una mostra. Denuncia seguita da una sistemazione delle realtà di incuria più inaccettabili. Certo è che da tempo i giornali battono e ribattono sul degrado della residenza, spesso abbinato all’abbandono della vicina Reggia di Carditello alla quale Nadia Verdile ha appena dedicato un libro. Basti ricordare il reportage di Alessandra Arachi che un anno fa raccontava di tuffi di ragazzini nella fontana di Diana e Atteone, di ponteggi montati con enorme ritardo dopo troppi crolli, di auto e moto su e giù per i viali e venditori abusivi che si infilavano «persino dentro le stanze degli appartamenti» per spacciare «guide taroccate e tarocchi della felicità, ombrelli, palloncini, biglietti per i ristoranti, persino numeri da giocare al lotto». Poi, appena l’attenzione dei giornalisti calava, tutto tornava come prima. Con Italia nostra che si sgolava per denunciare la mancanza di manutenzione, l’eterno ritorno degli ambulanti, la mancanza di custodi perché i dipendenti sono in larga parte «amministrativi», i tentativi del sindaco Pio Del Gaudio di strappare il via libera della sovrintendenza a costruire dei baracchini in piazza: «Il problema degli abusivi va risolto, che male ci sarebbe a mettere delle strutture fatte bene in fondo Il crollo Il cedimento del tetto della Reggia di Caserta, avvenuto il primo maggio scorso. A crollare è stata una porzione della zona ovest del Palazzo Reale, occupata dalla Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare: le camerate sottostanti, in quel momento non erano occupate (Ansa e Corbis) Il buco nel tetto della Reggia mentre i soldi si buttano via Il maxi corno costato 70 mila euro è stato abbandonato all’emiciclo? Siamo gli unici al mondo a non avere delle bancarelle!». Finché, motivando la sua contestatissima scelta con la tesi che voleva dare una scossa al disinteresse generale, il sindaco fece tirar su, in poche ore, nel dicembre scorso, un enorme corno portafortuna rosso battezzato «Good Luck, Caserta» proprio in faccia all’ingresso della Reggia. Reazioni scandalizzate. Foto sui giornali. Critiche pesanti. E lui: «Se davanti alla Reggia avessi messo un grande albero di Natale o un bel presepe non se ne sarebbe accorto nessuno. Un giorno o l’altro, presto, lo togliamo, ma mica mi chiamava il Corriere, se non mettevo “’o cuorno”! E invece, così, al ministero è scoppiato un putiferio e li ho costretti a precipitarsi tutti qui». E insistette: «Quando a Ro- ma l’hanno saputo mi ha telefonato il direttore generale Antonia Pasqua Recchia: “Tolga subito quel coso prima che al Unesco se ne accorgano! La piazza è nostra”. E che è: extraterritoriale come il Vaticano? “Finalmente ve ne siete accorti”, ho risposto, “Ci abbiamo messo due giorni a tirarlo su. Senza che qualcuno se ne accorgesse. Evidentemente la Reggia è incustodita e abbandonata a se stessa». Certo è che il 1° maggio quelli della Soprintendenza hanno notato un foro nei tetti della parte della Reggia occupata dall’Areonautica militare. Risposta: «La competenza sui tetti non è nostra, ma del ministero». Durante la stessa giornata, ha raccontato alla Repubblica di Napoli la funzionaria Flavia Belardelli, «il foro si è esteso diventando una voragine». Colpa della pioggia? Anche. Ma «crediamo sia Il corno della discordia L’opera di Lello Esposito, «Good Luck Caserta», era stata installata a Natale di fronte alla Reggia. Ora è abbandonata fuori da un capannone cittadino, di fronte allo stabilimento Firema I finanziamenti Franceschini «Pronti 5 milioni» Sono stati stanziati ulteriori cinque milioni di euro per le emergenze sulla Reggia di Caserta. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Dario Franceschini al termine della riunione convocata ieri a Roma dopo il crollo dei giorni scorsi. «Stiamo già lavorando a un piano complessivo per restituire la Reggia alla sua destinazione culturale e museale». Di Caserta, ha fatto notare il ministro, «non ci si deve occupare, anche se è doveroso farlo, solo in occasioni di emergenze». un problema di scarsa manutenzione». E di rimpallo delle competenze. Al punto che per una settimana lo squarcio è rimasto così. Senza che alcuno intervenisse. Più o meno contemporaneamente, scoppiavano nuove polemiche dopo la pubblicazione su Facebook, da parte dell’associazione «Ciò che vedo in città», delle foto che mostravano che fine avesse fatto «’o Cuorno». L’«opera d’arte», dopo essere stata rimossa per essere spostata da un’altra parte, è stata in realtà abbandonata all’esterno di un capannone dalle parti dell’autostrada. Dove rappresenta oggi un monumento allo spreco: 70 mila euro buttati per una bravata propagandistica di un mese. Soldi che avrebbero potuto essere spesi meglio. Magari per un minimo di decoro intorno e dentro la Reggia. Lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua e il filosofo veneziano I turisti Nel 1996, prima che diventasse sito Unesco, era il terzo luogo più visitato d’Italia: oggi è il decimo, con il 55 per cento di presenze in meno Massimo Cacciari, salendo ieri mattina la scalinata centrale del palazzo per il Forum Universale delle Culture, potevano notare insieme con la magnificenza dell’architettura, il volo dei piccioni che svolazzavano schizzando qua e là il loro guano, i mozziconi schiacciati sui gradoni, un pacchetto di sigarette vuoto abbandonato da una parte... Come meravigliarci del crollo dei visitatori? Dicono i numeri ufficiali del ministero che nel 1996, l’anno prima di diventare sito Unesco, la Reggia era al terzo posto tra i siti più visitati d’Italia: adesso è al decimo. Da allora ad oggi i visitatori paganti sono precipitati da 458.942 a 204.390: meno 55 per cento. I visitatori complessivi, compresi quelli coi biglietti gratuiti, da oltre un milione a 439 mila: meno 57 per cento. E meno male che dovrebbe, quella Reggia, renderci «orgogliosi di essere italiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA Gian Antonio Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA Giustizia Il responsabile del software Mariottini: tra i problemi anche la formazione del personale quasi in pensione Processi telematici in ritardo, tribunali verso le deroghe ROMA — Anche al processo telematico (obbligatorio dal 30 giugno) si arriverà in ordine sparso. Teramo e Milano prime della classe (avevano chiesto, addirittura, di anticipare i tempi). Palermo e Reggio Calabria in affanno. Roma non pervenuta. Più che probabile che un terzo circa delle sedi sul territorio nazionale chiedano una deroga ai termini previsti. E questo proprio mentre la sperimentazione dimostra i vantaggi dell’on line anche sotto il profilo dei costi, con circa 43 milioni di euro risparmiati (dato del ministero della Giustizia) dagli uffici giudiziari che nel 2013 si sono affidati al telematico. E se, ragionando in termini di spending review, il processo telema- tico è un auspicio, per voler ridurre i tempi monstre della giustizia civile sembra una priorità. Paradosso: l’on line fatica proprio dove sarebbe più urgente introdurlo. Come nella Capitale dove, secondo i dati forniti durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, sono necessari mille e 76 giorni per arrivare a una sentenza. In ritardo due tribunali su tre secondo l’Associazione italiana dei giovani avvocati (Aiga) che venerdì, durante un convegno a Parma, ha rilanciato l’allarme. Fornendo anche i dati di una ricerca commissionata in casa dalla quale emerge che solo il 36% dei tribunali sul territorio nazionale permette il deposito telematico di un ricorso mentre gli altri continuano a sacrificare Virginia Incendio e morte in mongolfiera È di tre morti il bilancio dell’incendio scoppiato a bordo di una mongolfiera poi precipitata al festival annuale Mid Atlantic Balloon in Virginia. spazi (e tempo) al molosso cartaceo: fogli, registri e archivi. Per l’Aiga «non c’è alcuna uniformità sul territorio nazionale»: avremo un processo telematico a macchia di leopardo, insomma. «È prevedibile che un quarto dei tribunali chiederà una deroga» stima Giuliano Mariottini, il responsabile del software per la Giuffrè Editore che, oltre all’applicazione, ci mette anche la formazione. E che, andando in giro per l’Italia, ha verificato di persona resistenze professionali e incompatibilità anagrafiche fra il percorso di digitalizzazione intrapreso e l’età media del dipendente degli uffici giudiziari. Lo stesso presidente del tribunale di Roma, Mario Brescia- no, diceva tempo fa: «Stiamo chiedendo a un nostro cancelliere di abbandonare metodi e strumenti fin qui utilizzati e riconvertirsi professionalmente a un anno o due dalla pensione». A suo tempo il ministero stanziò circa due milioni di euro per i corsi. Forse non bastano.«I problemi sono due», dice oggi Mariottini: «L’informatizzazione degli uffici giudiziari e la riconversione del personale spesso vicino alle pensione». Alla vi- Le città Napoli era partita bene ma poi ha rallentato, Milano prima L’incognita di Roma gilia del traguardo, insomma, qualcuno è ancora ai blocchi di partenza. Progressi ce ne sono. A fine 2013 l’incremento di ricorsi depositati per via telematica era pari all’85 per cento circa. E il 70% circa del personale dei tribunali ha già fatto i corsi di formazione. Ma, poi, ci sono anche problemi. Perfino la categoria degli avvocati non è immune alle resistenze. «Abbiamo dovuto progressivamente modificare i corsi fatti perché ci siamo resi conto che i dubbi erano molti. Ci sono delle ricadute di tipo generale sulla professione, non si tratta insomma solo di imparare i comandi di un nuovo software», spiega Mariottini. In qualche caso l’ordine professionale si è dimostrato più sensibile: «A Pescara, per fare un esempio, l’Ordine ha preso posizione e c’è stata una formazione serrata». Il.Sa © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Nel cosmo Londra Divisione di Huygens Divisione di Cassini Anello B 117.580 Satelliti all’interno del sistema di anelli 122.200 Il pianeta è circondato da 500-1.000 anelli composti da ghiaccio e polvere di roccia, causa dei loro colori pastello IL SISTEMA SOLARE Venere Marte 136.780 140.220 Pandora 92.000 Ieri sera Saturno si è trovato alla minima distanza dalla Terra (circa 1,33 miliardi di chilometri). E’ visibile in queste sere ad occhio nudo nella costellazione della Bilancia F Anello A S/2004S6 S/2004S3/4 km 74.500 da Saturno Divisione di Keeler Dafne Anello C Divisione di Encke Atlante Prometeo Anello D Divisione di Maxwell Pan Divisione di Colombo S/2009S1 Spazio La foto inedita scattata dalla sonda Cassini al corpo celeste che ha appena sfiorato la distanza minima dal nostro mondo: riaccadrà nel 2015 Cronache 25 italia: 51575551575557 Giove SOLE Mercurio Terra Saturno, il pianeta inanellato e il più affascinante del nostro sistema solare, ieri sera nel suo viaggio celeste è passato alla minima distanza dalla Terra (1,33 miliardi di chilometri). Era cioè in opposizione, vale a dire allineato dopo il Sole e la Terra. Quest’anno era l’unica volta che accadeva: succede ogni anno, la prossima è prevista il 23 maggio 2015. Una buona opportunità, dunque, per osservarlo anche nelle prossime serate a occhio nudo tra le stelle della costellazione della Bilancia. Per questo l’Associazione Stellaria di Perinaldo (Imperia) si è fatta promotrice, come accade dal 2012, dell’iniziativa «Occhi su Saturno» organizzando eventi e serate nella Penisola in collaborazione con l’Istituto nazionale di astrofisica. Ma c’è un’altra importante ricorrenza. Dieci anni fa la sonda Cassini della Nasa arrivava, dopo un volo di sette anni, in orbita saturniana e il 30 giugno 2004 trasmetteva una magnifica immagine ravvicinata degli anelli che ora l’ente spaziale ha diffuso come «Image of the day», foto del giorno, per ricordare la grande tappa raggiunta; ben oltre ogni previsione, anche per le scoperte compiute. La fotografia è una tavola di magnifici colori che mostra le impercettibili variazioni della fascia che circonda il secondo più grande pianeta del nostro sistema dopo Giove e attentamente osservato dalla remota epoca dei babilonesi. A intravedere gli anelli ci arrivava Galileo Galilei agli inizi del Seicento grazie al suo cannocchiale. Ma il suo occhio coglieva solo due macchie ai lati che interpretava come due lune. Ci riuscirà invece, poco dopo, l’olandese Christian Huygens grazie a un telescopio più potente col quale troverà pure Titano, la seconda luna più grande del sistema solare e l’unica con un’atmosfera. Ma l’altro illustre astronomo che ha segnato la storia del corpo celeste è l’italiano Gian Domenico Cassini, nato proprio a Nettuno Urano Saturno Gli astronomi chiamano questo evento opposizione perché si realizza un allineamento che vede in fila il Sole, la Terra e Saturno La massa di Saturno è di circa 95 avolte quello della Terra e il volume e 744 volte superiore La prossima opposizione si verificherà il 23 maggio 2015, sempre tra le stelle della costellazione della Bilancia. Poi si ripeterà il 3 giugno 2016 Maxi vetrate e tende aperte, nel grattacielo si vede dentro LONDRA — Una scheggia di vetro con qualche trasparenza di troppo. Il grattacielo londinese progettato da Renzo Piano ha vetrate talmente estese che gli ospiti dell’albergo dei piani superiori possono in certi casi vedersi a vicenda. A raccontare la curiosità — accidentale o prevista? — è il Financial Times che ieri, dalla prima pagina, ha spiegato cosa succede all’imbrunire. «Durante il giorno non ci si accorge di niente, ma di notte è diverso. Molti ospiti preferiscono non chiudere le tende — dopotutto sono lì per la vista — e così si può Gli anelli colorati vicini alla Terra La bellezza svelata di Saturno Sono le notti migliori per vedere il pianeta monitorato dalla Nasa Perinaldo, in provincia di Imperia, nel 1625, e diventato poi direttore dell’Osservatorio di Parigi. Cassini, infatti, scopriva le quattro lune saturniane — Giapeto, Rea, Dione e Teti — e anche la più evidente interruzione della fascia degli anelli chiama- ta poi «divisione Cassini». Proprio per celebrare il valore dello scienziato la Nasa battezzava col suo nome la sonda destinata alla più importante missione di esplorazione dell’affascinante mondo coinvolgendo nella partecipazione l’agenzia spaziale Il viaggio Nel 2017 la sonda sorvolerà gli anelli e poi concluderà il suo viaggio europea Esa e italiana Asi. Il robot cosmico, un gigante alto quasi sette metri, partiva da Cape Canaveral nell’ottobre 1997, seguendo le orme delle due precedenti sonde della Nasa, Pioneer-11 e Voyager, che per prime si avvicinavano a Saturno. Israele Torna il sole dopo l’ondata di maltempo È tornato a splendere il sole ieri a Tel Aviv e le persone si sono subito riversate in spiaggia (a sinistra foto Reuters / Finbarr O’Reilly) dopo l’ondata improvvisa di maltempo — del tutto inusuale rispetto alla stagione — che, nei giorni scorsi, si era abbattuta in Israele. Nel Negev, una settantina di escursionisti americani erano rimasti bloccati ed erano dovuti scattare i soccorsi per salvarli dagli allagamenti. Tuttavia erano gli occhi elettronici di Cassini a compiere una vera rivoluzione nella conoscenza del pianeta più bello del cielo con una serie di scoperte che ancora prosegue perché il robot funziona perfettamente e continua a stupirci. L’ultima è del mese scorso quando sotto i ghiacci della luna Encelado un gruppo internazionale di astrofisici guidati da Luciano Iess dell’Università Sapienza di Roma individuava sotto la coltre gelata un imponente lago di acqua liquida duecento volte più grande del Lago di Garda. E prima, tra i molti risultati (tra cui diverse lune che portano il totale a circa 150), fotografava nuovi anelli e laghi di metano su Titano sul quale aveva fatto scendere nel 2005 la capsula Huygens dell’Esa. Nonostante tutto il viaggio di Cassini sta per finire. Nel 2017 la Nasa ha deciso di farlo precipitare tra le nuvole di Saturno dopo aver sorvolato da vicino gli anelli. Così ci rivelerà i dettagli dell’esile fascia di materia spessa appena una ventina di metri formata da polveri, ghiaccio e carbonio con frammenti variabili dal microscopico ad alcuni metri. E allora sarà un’emozione perché vedremo immagini da fantascienza. osservare chiaramente cosa succede all’interno delle camere». Il problema, sottolinea il quotidiano della City, è che tante finestre insieme regalano prospettive inaspettate, un po’ come gli specchi. Darren Gearing, manager generale dell’hotel Shangri-La, ha fatto sapere di essere al corrente della situazione. «Per via della forma unica dello Shard, è possibile che da alcune stanze si riesca a intravederne altre. Gli ospiti che preferiscono maggiore privacy possono tirare le tende, sono lì apposta», ha ricordato. Lo Shard (nella foto), disegnato inizialmente da Piano su un tovagliolo di carta a Berlino nel 2000 e inaugurato nel gennaio 2013, si è perfettamente inserito nel panorama londinese, ma non manca qualche difficoltà. Solo il 30% degli uffici è stato affittato, mentre delle 202 camere dell’hotel solo 59 sono pronte. Ancora fuori uso la piscina «con vista». Gettonatissimi invece i ristoranti del 31esimo piano. Giovanni Caprara © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Paola De Carolis © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo studio Il 38 per cento degli americani controlla la posta elettronica di lavoro mentre pranza, quasi la metà lo fa anche in vacanza almeno una volta al giorno A tavola e a letto con lo smartphone: la vita privata rubata dalle email di MARIA LUISA AGNESE I l 68 per cento legge le email di lavoro prima delle 8 del mattino, il 50 per cento le legge a letto, il 38 per cento non stacca neppure a tavola mentre mangia, inseguito dagli sguardi di disapprovazione dei familiari. Ma tant’è: è più forte di tutto la paura di essere tagliati fuori dal flusso informativo, il tormento di perdersi la notizia decisiva. Sono dati americani riportati dalla rivista Mother Jones, ma si adattano benissimo anche alla realtà italiana, e sicuramente leggendoli vi hanno fatto una certa impressione anche se poi, a pensarci bene, sotto sotto lo sapevate già, sapevate che esiste una grande e nuova questione di sconfinamento dei tempi di lavoro in quelli del tempo libero, che i limiti si fanno sempre più sfumati. Mentre noi, presi nel vortice di questa rivoluzione, continuiamo a consultare i nostri brillanti smartphone: che da una parte ci liberano dall’obbligo della presenza a tutti i costi e ci permettono la «fuga» dal dentista o al saggio del figlio, ma dall’altra ci mangiano continuamente spazi personali e si rosicchiano fette della nostra vita, costringendoci a essere sempre a disposizione. Ovviamente tramite smartphone aziendale. Il lavoro ai tempi di Internet ha cambiato i codici, innescando un cortocircuito fra il senso di liberazione da molti vincoli e il sottile senso di colpa per non essere, comunque, sempre pre- senti. E si potrebbe continuare a elencare una serie di numeri da paura che riguardano la situazione attuale e quella che ci aspetta appena dietro l’angolo, li racconta sulla rivista il giornalista Clive Thompson, una delle più seguite penne tecnologiche internazionali: il 44 per cento degli americani consulta email di lavoro mentre è in vacanza almeno una volta al giorno (l’11 per cento ogni ora); nel 2015 i dipendenti di azienda riceve- ranno il 22 per cento di email di lavoro in più (e ne manderanno il 24 per cento in più) rispetto al 2012. E, gran finale, nel 2015 i cellulari faranno il gran sorpasso: saranno per la prima volta di più degli abitanti della Terra. Federalberghi Turismo, in aumento le presenze negli hotel Timidi sorrisi per gli albergatori italiani in questo primo scorcio del 2014. Per Federalberghi, nel primo quadrimestre, c’è stato un aumento medio del 2,5% delle presenze rispetto allo stesso periodo del 2013. In particolare, si è registrato un +4,2% di stranieri e un +1% di italiani. «Pur in una congiuntura economica ancora difficilissima — ha detto Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, durante la 64ma assemblea nazionale generale a Trieste — la domanda interna comincia a manifestare qualche timido segnale di risveglio, anche se il mercato è ben lontano dai livelli ante crisi e gli indici di redditività sono purtroppo saldamente attestati sotto i valori del 2007». © RIPRODUZIONE RISERVATA I nuovi Tempi moderni ci hanno liberato dalla catena di montaggio ma ci stanno tenendo al guinzaglio tecnologico, difficile da allentare. Anche se a volte diventa un obbligo, come è successo al manager portoghese Antonio Horta-Osorio, numero uno del Lloyds Banking Group, che nell’ ottobre 2011 si guadagnò fama internazionale per essere stato costretto dai medici a staccare a forza la spina: lavorava giorno e notte, non dormiva più, la sua carica era scesa a zero. Azzoppato suo malgrado: proprio allora, grazie a lui, si è cominciato a parlare di Itso, ovvero «Inability to switch off», incapacità appunto di tagliare i contatti, per dormire, riposarsi, divertirsi, ricaricarsi senza obblighi da connessione. La rivoluzione è in corso, noi ci siamo in mezzo, e dobbiamo capire i modi migliori per non farci sopraffare. Ma non è un’operazione che si può fare in solitaria, per staccare ci vuole la complicità e l’appoggio dell’azienda: in fin dei conti si tratta di una cosa seria, del lavoro. C’è una piccola ma significativa ricerca di Gloria Mark, docente e pioniera della materia che ci può indicare una via: Mark ha convinto 13 impiegati e i loro superiori (in aziende diverse) a una completa astinenza da ogni email, per una settimana solo telefono o contatti diretti. Risultato? Tutti più calmi e meno stressati (anche ai controlli cardiologici), egualmente produttivi e più creativi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 27 italia: 51575551575557 Economia Sempre in contatto con la tua energia axpo.com 800.199.978 CorrierEconomia Intervista TASSE E SPESE ECCO I VERI COSTI PER CHI INVESTE IN AZIONI E BOND «Axa punta sul mercato italiano Montepaschi, alleanza più stretta» L’ effetto congiunto è esplosivo. Le nuove tasse sulle rendite finanziarie — in testa l’aumento del prelievo dal 20% al 26% che partirà da luglio — sommate alle commissioni bancarie, stanno sbriciolando i profitti del risparmiatore che investe in azioni: quattro quinti del rendimento se ne vanno in spese. A chi mette in Borsa 25 mila euro, per esempio, in titoli che diano un rendimento lordo annuo di 1.125 euro (il 4,5%), restano in tasca solamente 244 euro, il 21,7%. Il 43,3% della plusvalenza, quasi la metà, finisce infatti alle banche (487 euro), fra spese per la tenuta del dossier titoli e commissioni di compravendita; e il 35% (394 euro) va al Fisco. Rispetto a 18 mesi fa è un peggioramento: si guadagnava un terzo in più. Va meglio per chi sceglie i titoli di Stato: tolte tasse e spese bancarie, l’incasso può essere del 51,6% se si investe in Bot e il 38,4% in Btp. I calcoli sono dell’Università Bocconi, che per il «CorrierEconomia» in edicola domani con il Corriere della Sera (con l’elenco delle banche più convenienti) ha verificato, con alcune simulazioni, l’impatto delle imposte e dei costi bancari sui portafogli. Alessandra Puato © RIPRODUZIONE RISERVATA L’amministratore delegato: «Con le riforme il vostro Paese è tornato di moda per i mercati» De Courtois: sottoscriveremo l’aumento da 5 miliardi di Siena «L’Italia è tornata di moda». Frédéric de Courtois, amministratore delegato di Axa assicurazioni e Axa-Mps, è il numero uno della compagnia francese nel nostro Paese. Seduto nella sala del consiglio del palazzo Axa a Milano, dedicata al Nobel per l’economia Franco Modigliani, riassume con una battuta l’orientamento positivo del gruppo transalpino (e non solo) verso il mercato italiano. Orientamento che si può riassumere in tre punti principali: Axa ha in portafoglio oltre 20 miliardi di Bot e Btp e prosegue negli acquisti; seguirà l’aumento di capitale da 5 miliardi del Montepaschi perciò, con il 3,6% si confermerà primo (e unico) socio industriale della banca senese; il nuovo piano strategico per l’Italia prevede una riorganizzazione importante, la crescita con aumento delle quote di mercato, l’«acquissizione» di agenti professionisti sul mercato e nuovi accordi con istituti per la distribuzione delle polizze. Cominciamo dal tema forse più «caldo»: Mps. «Confermiamo quel che avevamo già detto quanto si prospettava la ricapitalizzazione da tre miliardi: seguiremo con la nostra quota l’aumento da cinque. È un segnale di grande fiducia verso Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Abbiamo un dialogo molto importante con il top management, siamo presenti in consiglio e seguiamo con attenzione l’evoluzione della governance della banca. Siamo qualcosa di più di un partner industriale». Nessun dubbio quando la ricapitalizzazione è stata rivista al rialzo? «Consideriamo giusta la decisione, così come la determinazione a fare l’operazione il prima possibile». L’impegno è anche un segnale verso il Paese? «Senz’altro. Dico che l’Italia è tornata di moda per due ragioni. La prima riguarda anche gli altri Paesi più colpiti dalla crisi: grazie in particolare alla Bce è ormai fuor di dubbio che l’euro verrà difeso fino in fondo; in particolare per l’Italia i 4 milioni di clienti Il gruppo in Italia Dati in milioni di euro Premi vita 3.924 2011 Premi danni 4.717 4.020 2012 mercati intravedono un inizio di riforme che vanno nella direzione giusta e una maggiore stabilità politica». Quali i progetti per il nostro Paese? «Vogliamo crescere e rafforzarci in un mercato che presenta novità importanti. Il nuovo piano industriale risponde alle nuove sfide». Per novità si riferisce alle recenti operazioni che hanno coinvolto le maggiori compagnie italiane? «Anche. Certo, la fusione Unipol Sai e l’acquisizione degli asset ex Milano da parte di Allianz hanno determinato una maggiore concen- 1,8 AXA Assicurazioni Un indotto di circa 1.824 2012 AXA MPS 2013 1.823 1.603 2011 2,2 2013 10.000 risorse tra dipendenti, agenti, rete commerciale e fiduciari D’ARCO trazione nei rami danni: le tre maggiori compagnie detengono il 60% del mercato, uno dei più concentrati in Europa. Ma dobbiamo rispondere anche a sfide “strutturali” come quella digitale: quasi il 60% dei clienti prima di sottoscrivere una polizza va sul web. Cinque anni fa la percentuale era vicina allo zero. È una priorità per Axa nel mondo e anche in Italia. Puntiamo proprio sul digitale per rafforzare la capacità dei nostri agenti di essere vicini a clienti e territorio, in un Paese dove vicinanza e prossimità resteranno centrali. Prenderemo il meglio dei due mondi». Manager Frédéric de Courtois Il piano industriale è “unitario”, riguarda cioè anche la joint venture con Montepaschi? «In marzo i consigli di Axa assicurazioni e Axa-Mps hanno approvato il nuovo business plan e la nuova governance del gruppo. Prima le due compagnie erano gestite in modo indipendente, con due capiazienda. Ebbene, dobbiamo gestirle come una sola compagnia. Non possiamo prevedere una fusione perciò nel 2015 partirà una società consortile nella quale confluiranno circa metà dei dipendenti in Italia. Metteremo a fattor comune sistemi informatici, finanza, risorse umane, Puntiamo alla crescita organica ma se ci sono buone opportunità le esaminiamo Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA Sergio Bocconi Murdoch, piattaforma europea per la pay-tv di Sky Media Il patron di NewsCorp, Rupert Murdoch ❜❜ La crescita ne. In secondo luogo abbiamo deciso di lavorare anche con altre banche, utilizzando due compagnie del gruppo: una già esistente nel vita e una di nuova costituzione nei rami danni.Facciamo questo passo dopo aver raggiunto un accordo in tal senso con Mps, che è e resta il nostro partner bancario più importante». Avete già preso contatti? «Sì, con istituti nazionali e locali. Nomi non posso farne». La bancassurance in Italia ha vissuto fasi alterne. «Non è decollata nei danni, perché i prodotti sono più complessi da studiare e proporre allo sportello. Le banche finora non hanno investito. Ma le cose stanno cambiando rapidamente, gli istituti di credito hanno un grande appetito di polizze danni, come si può ben vedere dall’offerta crescente di Rc auto. Noi pensiamo di puntare anche su salute, previdenza e protezione». Il progetto di integrazione tra Gran Bretagna, Italia e Germania Costruire attorno a BskyB una piattaforma paneuropea della pay-tv. È il progetto a cui sta lavorando Rupert Murdoch che vorrebbe mettere insieme le attività di Sky in Gran Bretagna, Germania e Italia con un’operazione valutata circa 10 miliardi di euro. BSkyB, secondi i dettagli rivelati dal «Financial Times», rileverebbe il 100% di Sky Italia e il 50% di Sky Deutschland per riunire tutto sotto un’unico cappello. L’operazione sarebbe tuttavia ancora in fase embrionale, secondo il quotidiano della City. L’agenzia Bloomberg ha tuttavia rivelato che le società sarebbero in contatto da mesi e, se gestione sinistri e altro: la joint venture con Siena è stabile e ne siamo pienamente soddisfatti, abbiamo una rete agenziale di grande qualità e professionalità, ora puntiamo alla condivisione delle strategie di crescita in Italia». Con quali obiettivi? «Oggi, con oltre 6 miliardi di premi, abbiamo una quota di mercato pari al 5% sia nel vita sia nei rami danni. Abbiamo l’ambizione di salire di qualche punto, sebbene senza aver predeterminato target specifici». Anche con acquisizioni? «Pensiamo a una crescita organica. Poi il gruppo in tutto il mondo, Italia compresa, esamina le buone opportunità che si presentano». Come pensate di muovervi? «Puntiamo all’acquisizione di agenti dalla concorrenza, possibilità offerta dalla legge sul plurimandato, continuando a valorizzare la centralità dei nostri attuali agenti. Lo abbiamo già fatto in passato e intendiamo accelerare in questa direzio- tutto andrà come previsto, l’operazione potrebbe essere annunciata in estate. Il 50% di Sky Deutschland sarebbe stato valutato 3 miliardi di euro e il 100% di Sky Italia 5 miliardi. La mossa di Murdoch rivoluzionerebbe il mercato europeo della tv a pagamento. Ma il progetto consentirebbe anche a NewsCorp di fare ordine nel gruppo: da una parte un gigante europeo delle reti satellitari, dall’altra l’entertainment, il cavo, le produzioni e gli studi cinematografici. © RIPRODUZIONE RISERVATA 28 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Economia 29 italia: 51575551575557 L’assemblea a Brescia 1 2 3 4 I punti Ubi Banca cambia le regole Nella governance più spazio ai fondi (con l’1%) e tetto ai soci di 250 azioni DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA — Il nuovo modello di banca popolare è nato in Ubi. L’assemblea dei soci, con una maggioranza bulgara, ha approvato una serie di modifiche statutarie che pongono la banca presieduta da Andrea Moltrasio all’avanguardia nel modello di governo societario, fermo restano il principio del voto capitario. La lista delle innovazioni è lunga e, a suo modo, rivoluzionaria: la qualifica di socio si acquisisce possedendo non più una ma 250 azioni e per presentare una lista alle elezioni del consiglio di Sorveglianza servono 500 soci e almeno lo 0,5 per cento del capitale. Gli investitori istituzionali, invece, che in Ubi controllano circa il 40 per cento del capitale, possono derogare nel numero dei 500 soci, non nella qualifica, ma la quota di capitale richiesta sale per loro all’1 per cento. Inoltre, diminuiscono gli amministratori: i membri del consiglio di Sorveglianza passano da 23 a 17, i consiglieri di Gestione da 11 a 9. La prima assemblea senza Emilio Zanetti ha anche introdotto dei limiti d’età per gli amministratori, che dovranno avere meno di 70 anni alla nomina nel consiglio di Gestione, 5 in più in Sorveglianza e nessuno potrà oltrepassare i tre mandati, mentre le deleghe di voto ai soci salgono da 3 a 5. Addirittura, la maggioranza del consiglio di Sorveglianza sarà composta da indipendenti. Il tutto dal prossimo rinnovo, nel 2016. Se non è una rivoluzione, questa che è stata battezzata «popolare integrata», poco ci manca. Lo è certamente al confronto di altre realtà. Tancredi Bianchi, 85 anni, uno dei massimi esperti del credito Presidente Andrea Moltrasio popolare, in un lucidissimo intervento da socio, si è schierato a favore del cambiamento, ricordando come la crisi del ’29 portò alla scomparsa del principio mutualistico nel credito, mentre «questa nuova grande crisi ha posto le banche in un contesto di vigilanza nuovo, europeo. Non è uno stravolgimento, ma con il tempo anche la banca deve cambiare vestito...». Lo hanno capito i soci: 6.870 favorevoli, 15 astenuti, 95 contrari, questi ultimi in numero inferiore agli addetti al catering. Chi non era d’accordo ha giocato la carta dell’astensione, puntando senza riuscirci a non far raggiungere il quorum: alla fine era presente circa il 26 per cento del capitale, sei punti in più del necessario. La modernizzazione paga però anche cedole amare: è il caso della revisione del libro soci, realizzata negli ultimi mesi, che ha portato alla cancellazione di 20.553 posizioni. «Ci siamo battuti per giungere a un voto unitario e congiunto — ha detto Moltrasio — per eliminare l’autoreferenzialità dei consigli, evitare la polarizzazione tra categorie di soci, incrementare la partecipazione informata all’assemblea e aumentare la coesione. Crediamo di esserci riusciti. Ubi ha dimostrato una capacità di autoriforma che considero un privilegio in questo Paese: siamo soddisfatti e considero questo voto un passaggio importante per tutte le popolari». Nella parte ordinaria, l’assemblea ha approvato il bilancio 2013 chiuso con un utile di 250 milioni. Ai soci andrà una cedola di 6 centesimi, che verrà staccata il 19 maggio e pagata il 22. Martedì 13, invece, i risultati del primo trimestre. Stefano Righi @Righist © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intesa raggiunta dall’Ocse Il rimpatrio diventa vantaggioso Le norme attuative e il referendum L’inizio dello scambio e la retroattività L’intesa per lo scambio automatico di informazioni finanziarie su base annua è stata firmata dai 34 Paesi membri dell’Ocse, inclusa la Svizzera. Altri tredici Paesi partner associati hanno firmato l’accordo tra cui Singapore, Malesia, Indonesia, Cina, Argentina, Brasile e Sudafrica Secondo gli esperti l’accordo Ocse dovrebbe aumentare l’efficacia della «voluntary disclosure», allo studio in Italia per agevolare il rientro dei capitali, in quanto i clienti delle banche estere si sentirebbero meno al sicuro in presenza di una norma che legittima uno stato estero a scambiare informazioni Perché l’accordo politico raggiunto in sede Ocse diventi efficace i Paesi firmatari devono emanare apposite leggi. In Svizzera l’intesa sarà sottoposta alle Camere e potrebbe essere lanciato un referendum. L’Ocse non ha stabilito dei termini per l’adozione delle norme necessarie Lo scambio di informazioni su base annua dovrebbe iniziare a settembre del 2017. Non è ancora chiaro se le leggi di attuazione avranno effetto retroattivo. provvedimenti analoghi già adottati in altri Paesi non la prevedono e dunque il segreto sulla posizione passata resterebbe Evasione Lo scambio automatico di informazioni tra Stati a fini fiscali Segreto bancario, la spinta sul rientro dei capitali Attesa sulla «voluntary disclosure» dopo l’accordo Ocse MILANO — La Svizzera ha firmato l’accordo Ocse per lo scambio automatico di informazioni a fini fiscali, e questo — ha ammesso il ministro elvetico per l’Economia — mette fine al segreto bancario come è stato conosciuto finora. Che cosa cambierà ora sul mercato dei capitali lungo le Alpi, anche in vista della «voluntary disclosure», le regole allo studio in Italia per il rientro dei patrimoni? «L’accordo è una notizia che potrebbe aumentare il successo del provvedimento sulla voluntary disclosure se sarà approvato, perché i correntisti si sentirebbero meno al sicuro in presenza di una nor- toria per applicare anche a loro le nuove regole più vantaggiose», risponde Stefano Simontacchi, managing partner dello studio Bonelli Erede Pappalardo e direttore del Transfer pricing research center dell’università di Leiden nei Paesi Bassi. Il punto, spiega Si- Housing sociale Maxi alleanza nell’immobiliare tra Cariplo, Del Vecchio e Nattino Soluzione ponte Resta da chiarire la posizione di chi ha aderito al rimpatrio della precedente legge delega mativa che legittima lo Stato estero a scambiare le informazioni», spiega Marco Cerrato, avvocato dello studio Maisto e docente di diritto tributario internazionale all’università di Castellanza. Il decreto in materia varato dal governo Letta a inizio gennaio è stato poi stralciato alla Camera, in attesa di una ridefinizione in un progetto di legge di iniziativa parlamentare che potrebbe ora registrare un’accelerazione per le novità arrivate da Berna. E chi ha già aderito alla «voluntary disclosure» del governo Letta, presumibilmente più “severa” della prossima versione? «Andrebbe prevista una norma transi- montacchi, sono i «tanti soggetti che hanno presentato voluntary disclosure sulla base della legge delega precedente». Ma l’accordo Ocse non riguarda solo la Svizzera. L’intesa non solo copre tutti i 34 Paesi aderenti all’organizza- Polaris Housing sociale in Via Cenni a Milano Ultime limature al progetto del maxipolo immobiliare tra Fondazione Cariplo, Leonardo Del Vecchio, Gilberto Benetton e Gianpietro Nattino. Domani, salvo imprevisti, verrà firmato il memorandum per l’accordo che porterà alla creazione della seconda Sgr immobiliare italiana con asset per oltre 7 miliardi, alle spalle di Idea Fimit, leader nell’housing sociale. Il polo nascerà dall’incorporazione di Beni Stabili Gestioni e Polaris Real Estate in Investire Immobiliare e secondo la tabella di marcia il closing dovrebbe essere firmato entro l’anno. Beni Stabili Gestioni è controllata per il 75% da Beni Stabili, per il 10% da Iccrea Holding e per il restante 15% da Banca Finnat della famiglia romana Nattino, che è anche azionista di riferimento di Investire Immobiliare. Tra i soci della Sgr di Nattino c’è anche Gilberto Benetton con il 20%. Polaris, invece è controllata da Fondazione Cariplo (48%), Cassa geometri (23%), Congregazione salesiana (20%) e Fondazione Cassa di Forlì (9%). Il modello Fiat-Chrysler e la nuova industria L’italia e la produzione di auto su scala globale nel piano Marchionne que, i numeri dell’irresistibile «scalata cinese» servono a Giorgio Barba Navaretti e Gianmarco Ottaviano — cattedra di Economia alla Statale di Milano il primo, alla London School of Economics e all’Università di Bologna il secondo — per inquadrare il tema del saggio breve appena scritto a quattro mani. Made in Torino? - Fiat Chrysler Automobiles e il futuro dell’Industria (il Mulino, da pochi giorni in libreria) è certamente un viaggio nella metamorfosi del gruppo guidato da Sergio Marchionne e presieduto da John Elkann. E la tesi finale è che, così come un secolo fa è stata l’auto a inventare il «modello fordista» applicato poi nelle fabbriche di qualunque settore in qualunque parte del mondo, oggi è ancora e sempre l’auto a sperimentare il primo «esercizio di industria contemporanea». Questa volta proprio con Fca (e il giudizio non è influenzato da un presunto «conflitto di consanguineità»: a scanso di equivoci è lo stesso Navaretti a dichiarare, nelle primissime righe, lo stretto rapporto di parentela con Elkann, «ma senza interessi economici e professionali nel gruppo»). La portata della complessa «rivoluzione» che si sta tentando sull’asse Torino-Detroit, e nella quale amministratore delegato e presidente credono al punto da investire un milione a testa in L’accordo svizzero Non saranno più necessarie richieste della magistratura per ottenere informazioni F. D. R. le leggi saranno retroattive, anche se provvedimenti analoghi già adottati da altri Paesi sono applicabili solo da un certo momento in poi. Insomma, se la tendenza internazionale venisse confermata, le informazioni ad oggi resterebbero «segrete». Intanto, se mancano ancora le leggi, i soldi comunque già si muovono. Nell’attesa dei provvedimenti attuativi tra Berna e Lugano, alcuni correntisti stranieri — così si racconta sul mercato — starebbero valutando l’addio alla Confederazione per lidi più ermetici, come qualche lontana isola esotica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovanni Stringa © RIPRODUZIONE RISERVATA Il libro La rivoluzione tra Torino e Detroit raccontata in un saggio di Barba Navaretti e Ottaviano MILANO — Siamo sempre stati noi, gli occidentali, a giocarcela. Ci stavamo comodi, sul trono da cui credevamo di poter dominare all’infinito il mondo. Così comodi che ci siamo addormentati nella più pigra delle presunzioni. E quando alla fine la sveglia è suonata, il sogno era finito da un pezzo. Questa è l’epoca in cui dal trono si staglia la Cina. Non andava oltre il 6% del valore aggiunto manifatturiero globale soltanto nel 2000. In meno di 15 anni ha scalato quota 17%. Tanto quanto i cinque Paesi — Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Spagna — che insieme «fanno» l’Europa industriale. Quasi quanto (al loro 20% manca poco) gli Stati Uniti d’America. Sono numeri che conviene tenere a mente, negli scenari di sviluppo (o non sviluppo) della produzione in generale e del suo settore più particolare: quell’automotive che, nel bene e nel male, di «manifattura» rimane sinonimo e simbolo. L’aerospaziale sarà (è) più avveniristico. Il chimico-farmaceutico sarà più velocemente innovativo. Ma non c’è niente da fare: resta l’auto, il comparto-sentinella. Quello che pesa di più, che dà lavoro al maggior numero di persone, che prima e più di tutti gli altri segna i cicli di crisiripresa delle economie. A maggior ragione, dun- zione, ma anche gli Stati non membri che l’hanno firmata, fra cui Singapore, Cina, Brasile e Costa Rica. Le banche dovranno adeguare le loro procedure e i sistemi informatici. Non sarà quindi più necessaria una richiesta della magistratura per ottenere le informazioni sugli evasori con capitali nascosti in Svizzera, a Singapore, o nei caveau degli altri Paesi firmatari. Finora però siamo alle firme «politiche». Ora servono le leggi a livello di singolo Stato. In Svizzera, per esempio, l’intesa Ocse sarà sottoposta alle Camere e potrà essere lanciato un referendum. L’accordo internazionale non fissa alcun termine entro il quale adeguarsi concretamente agli standard globali di scambio automatico, ma la data ultima indicata nelle intese precedenti per riportare nel Paese di origine i dati degli investitori è stata finora quella del settembre 2017. La richiesta di informazioni potrebbe comunque iniziare prima. E i dati antecedenti? È prematuro stabilire se risposta al gelo dei mercati, non sarebbe tuttavia così semplice da rendere se il viaggio degli autori non fosse , anche, un viaggio negli scenari che l’hanno resa necessaria. L’ascesa dell’economia cinese è uno. Gli altri sconvolgimenti geopolitici, le nuove gerarchie del mondo sono il secondo. E poco altro come l’industria dell’auto, forse, li rispecchia: non è solo statistica, dice molto delle varie società nazionali — non a caso Navaretti-Ottaviano scelgono il linguaggio della narrazione, non dell’accademia — la «foto» che mostra come, in poco più di dieci anni, l’Europa sia precipitata dal 39,3 al 23,2% della produzione globale, Nord America e intera area Nafta si siano quasi dimezzate (dal 20,3 all’11%), il Giappone abbia fatto poco meno peggio (da 20,3 al 13,6%). Tutto spazio occupato dai Bric: producevano l’8,4% delle auto mondiali, oggi la sola Cina arriva al 24,6%, con Brasile, India e Russia quota 37,1% è tranquillamente superata. Cosa significa, questa redistribuzione? È un bene? Un male? Chi ci guadagna e chi ci perde? E come? Ognuno può trovare la propria risposta. Il viaggio, anche fisico, dentro le fabbriche Fca raccontate da Made in Torino aiuta a cercarla. Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA CAUSA I° Sez. Trib. Napoli G.I. Dr. Arena R.G.C. 5252/00 Notaio Raffaella Caiazzo c/o uff.vend.giud. Napoli C.so Vittorio Emanuele 663B (tel. 081/7617254 fax: 081/5980089) vende con incanto il 26/6/14 ore 18: LOTTO 1: compendio immob. in Sant’Arcangelo di Potenza (PZ) Via Cerabona composto da: app. al civ. 55 di vani 7 +acc. e locali accessori/depositi mq 17+22 oltre di fronte ai civ. 40/42 cappella privata mq 35,55 e sottostante deposito mq 39 PREZZO BASE:€ 73.000,00 OFFERTE IN AUMENTO: € 12.000,00 LOTTO 2: fondo rustico coltivabile in Sant’Arcangelo di Potenza (PZ) di catastali ha 42 are 67 ca 54 con fabbricato colonico e comodi rurali zona “Masseria Fontanelle” loc. 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Fermi 64, Trento VALORE TOTALE APPALTO: € 7.771.583,70 Iva esclusa OGNI ALTRA INFO: www.apss.tn.it sezio ne “bandi di gara”. IL DIRETTORE SERVIZIO PROCEDURE DI GARA E CONTRATTI: dott. Luciano Bocchi Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano 30 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 FORMAT Cultura La prima volta di Savic E altri 5 titoli Bompiani presi da «Masterpiece» TORINO — «Masterpiece fa scuola». L’incontro di ieri si intitolava così, ma questo è anche un fatto: alla fine della serata Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale di Bompiani, ha infatti annunciato che non saranno solo due gli scrittori editi usciti dal talent di Rai3, cioè Nikola P. Savic e Raffaella Silvestri (nella foto a destra), ma che la casa editrice ne ha opzionati altri 5: Stefano Trucco, Lorenzo Vargas, Stefano Bussa, Lilith Di Rosa e Il colloquio A margine del Salone di Torino. «La Chiesa cerca di dare risposte a persone e situazioni concrete» Il fenomeno Contaminazioni Gli scrittori recitano E i cantanti scrivono DA UNO DEI NOSTRI INVIATI TORINO — Il Salone ieri è entrato nel vivo del weekend, con un sabato affollato e sale piene nonostante la manifestazione No Tav che nel pomeriggio ha bloccato la città e probabilmente anche molti visitatori. Solo oggi si conosceranno i dati di affluenza di ieri, ma intanto continua la tendenza positiva degli incrementi con il più 3,11 per cento di giovedì e venerdì rispetto al 2013, annunciato dal Salone. Ieri è stato il giorno del libro-spettacolo, dove i ruoli si sono un po’ invertiti e, mentre cantautori come Francesco De Gregori e Francesco Guccini (ma lo stesso ha fatto venerdì Piero Pelù) hanno scelto la formula della presentazione classica, della conversazione in cui si è parlato di libri fatti (Guccini e Pelù) o da fare (De Gregori ha annunciato l’uscita di Guarda che non sono io, volume di parole, immagini, interviste), molti scrittori hanno trasformato l’incontro in un piccolo show, a volte semplicemente con il reading di un attore, a volte costruendo un vero e proprio spettacolo. Come ha fatto Paolo Giordano che, per presentare il nuovo romanzo Il nero e l’argento ha affidato le letture a Isabella Ragonese (lui stesso ha letto qualche pagina), con musica elettronica e video di fluidi che si mescolano a fare da contorno, prima di affrontare con Paola Gallo una storia in cui si entra in punta di piedi. Ad animare l’incontro tra Michele Serra e Francesco Piccolo, in una sala dei Cinquecento stipata, c’era invece Claudio Bisio, che ha interpretato a modo suo il registro tragicomico dei due scrittori con contorno di gag e prese in giro generali. Più sobria ma ugualmente efficace la lettura che Massimo Popolizio ha offerto di alcune pagine di Basta piangere!, il libro di Aldo Cazzullo che racconta, senza nessun effetto nostalgia, storie di «un Italia che non si lamentava». Oggi sarà ancora Isabella Ragonese a offrire un’anteprima del nuovo libro di Maurizio de Giovanni, della serie del commissario Ricciardi, In fondo al tuo cuore. Lo farà con Fabrizio Giufuni che, in mattinata, legge brani di Un certo Lucas, il romanzo di Julio Cortázar che Sur ripubblica in vista del centenario con una nuova traduzione. Cr. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA da uno dei nostri inviati GIAN GUIDO VECCHI TORINO — «Lo sguardo proprio del cristiano sulla vita morale fiorisce dall’esperienza gratuita della misericordia» dice il cardinale Pietro Parolin. «Per questo i discorsi sulle questioni etiche che non tengono conto di tale sorgente, o che addirittura dileggiano la misericordia facendone la caricatura e etichettandola come “buonismo”, non colgono mai le dinamiche proprie innescate nel mondo dai fatti annunciati nel Vangelo». Sempre più, eminenza, si parla di temi come le unioni civili o la comunione negata ai divorziati risposati, Francesco ha parlato di un tempo e di un’occasione, un kairós di misericordia, ma che cosa vuol dire affrontare questi temi, oggi, con misericordia? «Significa che si parte dalle persone concrete, che si tenta di dare riposta alle situazioni concrete», sorride il cardinale. «Altrimenti il rischio è di fare ideologia». Francesco ha scelto come suo Segretario di Stato un fine diplomatico che è anche «un pastore con l’odore delle pecore», Parolin arriva al Lingotto in clergyman e parla al pubblico di lettori delle «parole del Papa»: un «disgelo comunicativo» scandito da termini come tenerezza e misericordia, verità e giustizia. Nel Salone ha citato una frase di Bergoglio: «La predicazione morale cristiana non è un’etica stoica, una mera filosofia pratica né un catalogo di peccati ed errori». Chiaro che ci siano resistenze, nella Chiesa c’è chi paventa stravolgimenti della «dottrina». Ma la questione riguarda piuttosto l’atteggiamento, lo stile: «Sì, è così. Prima c’è la fede, dopo la morale. La morale cristiana si comprende solo dentro a una visione di fede. Perché altrimenti diventa solo un insieme di precetti e comandi, mentre è una adesione a qualcosa che ci precede», spiega al «Corriere» il cardinale. Il Papa ripete che «il centro è Gesù, non la Chiesa», la quale deve per questo «uscire da se stessa». Le parole e lo stile di Francesco riflettono questa necessità? «L’affetto che cresce intorno al Papa, di tanti credenti e non credenti che si sentono toccati nel loro cuore dalle sue parole e dai suoi gesti, è in qualche modo la prima verifica che è proprio così. La Chiesa esce da se stessa non per sforzo o per progetto, ma per seguire Gesù. Questa è la dinamica propria della natura della Chiesa, che non vive di luce propria, come dicevano già i Padri dei primi secoli», osserva il Segretario di Stato. «Quando non riflettono questa dinamica, anche le iniziative e gli organismi ecclesiali possono trasformarsi in realtà autoreferenziali. Così si alimentano i pregiudizi di chi identifica la Chiesa con tutti gli altri apparati di potere operanti nel mondo e applica alle azioni e alle espressioni della Chiesa In questa pagina: ragazzini affollano il Salone di Torino (foto Andrea Negro/LaPresse) A destra: la Pimpa Via l’ideologia dai Parla Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano Unioni civili e divorziati, «serve misericordia» ❜❜ La morale cristiana Pietro Parolin è nato a Schiavon, in Veneto, il 17 gennaio 1955 si comprende soltanto dentro a una visione di fede. Altrimenti diventa un insieme di precetti e di comandi chiavi di lettura esclusivamente politiche». La stessa riforma della Curia voluta da Francesco, del resto, «ha come scopo il servizio: la Curia deve essere uno strumento efficace a favore di tutta la Chiesa e un modello nel senso del servizio. Vivere l’autorità e il potere come servizio». Padre Antonio Spadaro, al Lingotto, ricordava una frase di Bergoglio: «Non occorre parlare tanto, ma parlare con la vita». Il cardinale annuisce: «Questo è l’essenziale, anche in diplomazia». Il prossimo viaggio del Papa in Terrasanta «ha una dimensione pastorale e religiosa, ma speriamo possa avere ricadute benefiche anche a livello politico, anzitutto nel senso di una ripresa decisa dei negoziati tra israeliani e palestinesi e di un ritorno di attenzione sulla Siria: temo che il conflitto finisca con l’essere dimenticato, bisogna riprendere le trattative sapendo che una soluzione militare non porterà a nulla». La «conversione cui ci richiama Francesco, credenti e non credenti», è al fondo «la centralità di ogni uomo e ogni donna», ha ricordato al pubblico. Non è solo questione di stile. «Amore e povertà senza giustizia non colmano la misura di grazia promessa dal Vangelo. A che servirebbe una Chiesa magari più austera, ma che non im- Istruzione e nuove tecnologie Twitter, app per favole, tutor Idee per una scuola digitale da uno dei nostri inviati ALESSIA RASTELLI TORINO — La riscrittura dei grandi capolavori via Twitter, fiabe che si adattano alle età e alle competenze dei bambini, tutor online che seguono gli studenti passo dopo passo mentre risolvono un problema di matematica. Progetti di scuola digitale al Salone del libro di Torino, dove oggi arriva il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. La fiera dedica ampio spazio quest’anno agli strumenti elettronici per l’apprendimento, guardando oltre la semplice trasposizione del manuale tradizionale in formato ebook. Tra gli ospiti Dianora Bardi, insegnante e vicepresidente di Impara Digitale, centro studi per promuovere la didattica innovativa. Che si è detta convinta che «la tecnologia in classe aiuti a far leggere e scrivere di più i ragazzi, seppure non debba sostituirsi del tutto al libro di carta». Un esempio, dall’Arena del Bookstock Village, è la zona dedicata ai bambini e ai giovani, dove i tre fondatori Paolo Costa, Edoardo Montenegro e Pierluigi Vaccaneo, hanno presentato Twitteratura. Ovvero un’iniziativa che è riuscita a raccogliere sul sito di microblogging oltre 38 mila interventi in 140 caratteri su I promessi sposi. Citazioni, libere associazioni, sintesi, traduzioni nei dialetti locali, link a video e foto, ispirati ai singoli capitoli del libro. «In passato avevamo proposto agli utenti di Twitter altri autori, tra i quali Pavese, ma con Manzoni abbiamo coinvolto per la prima volta le scuole. Hanno partecipato ventidue istituti e, secondo i professori, gli studenti hanno letto il romanzo con più entusiasmo» racconta Costa. Subito dopo, Twitteratura è stata ingaggiata dal comune piemontese di Sommariva del Bosco per la riscrittura delle Fiabe italiane di Calvino in otto scuole della provincia di Cuneo. Adesso i tre ideatori vorrebbero sviluppare una piattaforma autonoma, indipendente da Twitter, da rendere disponibile anche nelle classi. Il problema è trovare i finanziamenti. Così come per «GRIMM - Grow in multimedia» (oggi alle 14 al Future Lab), startup innovativa che ha creato «L’armonia delle stagioni», App che consente di leggere una fiaba che cambia a seconda dell’età del bambino: dalla versione in immagini per i piccoli a quella di solo testo per i più grandi. GRIMM è stata ideata da tre mamme torinesi, Renzo e Lucia sul web In un sito di microblogging sono stati raccolti oltre 38 mila interventi di 140 caratteri su «I promessi sposi» di Manzoni. E i ragazzi hanno apprezzato Il progetto Nelle «Grandi fiabe narrate» troviamo classici in formato elettronico, come «Pollicino» e «Riccioli d’oro», recitati da attori e arricchiti da suoni e animazioni Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Cultura 31 italia: 51575551575557 Lorenzo Raffaini. Ed è stato un incontro rilassato — certo non sono volati manoscritti come in trasmissione — in cui i giurati e i primi due classificati hanno raccontato i «dietro le quinte» del programma, togliendosi qualche sassolino. «Sapevo fin dall’inizio — ha spiegato Andrea De Carlo — le difficoltà di un’impresa simile. Fin da subito c’erano già molti pronti a dire che la contaminazione tra scrittura e televisione era un male. Ma io ho sempre pensato che la letteratura sia una cosa viva, che deve stare in contatto con il mondo che deve raccontare». Massimo Coppola ne ha approfittato per una battuta («È arrivato il ministro Franceschini? Ah, no. Magari sta guardando la televisione»), e poi ha preso la parola Giancarlo De Cataldo, che indossava finalmente «la maglietta nera che ho invidiato a De Carlo durante tutto il programma», e ha spiegato che dopo tanti talent riproduttivi («i cuochi in tv riproducono dei piatti») Masterpiece aveva osato «portare in tv l’atto creativo». Emozionati, Savic e Raffaella Silvestri hanno concordato sulla positività dell’esperimento e hanno letto brani dai loro romanzi, Vita migliore per Savic e La distanza da Helsinki per la Silvestri. Nikola, poi, ci ha spiegato: «Non sono mai venuto qui al Salone prima. Ma solo perché non potevo. O ero in Serbia o lavoravo. È la prima volta e sono molto contento». Raffaella, che da lettrice era una frequentatrice del Salone, ha confidato: «Sei qui e pensi che i tuoi sogni si sono realizzati, ma non c’è solo la gioia, è un sentimento misto. Vedi anche tutta la fatica che hai fatto». Ida Bozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Fondazione Corriere della Sera L’incontro «La creatività infantile è un terreno fertile per le scienze cognitive» Paolo VI nei luoghi di Gesù un incontro per ricordare lo storico viaggio del 1964 Cos’è il pensiero analogico? La Pimpa che parla alle nuvole Tra i motivi d’interesse della visita in Terra Santa di papa Francesco, in programma dal 24 al 26 maggio, spicca la commemorazione del cinquantenario di un evento storico: l’incontro tra il suo predecessore Paolo VI (nella foto) e il patriarca Atenagora di Costantinopoli, massima autorità della Chiesa ortodossa, che avvenne appunto a Gerusalemme il 5 gennaio 1964, durante il primo viaggio di un Pontefice romano nei luoghi dove aveva predicato Gesù. Per ricordare quell’avvenimento, che riavvicinò il ramo occidentale e quello orientale del mondo cristiano, la Fondazione Corriere della Sera ha organizzato domani a Milano (ore 18), presso la sala Buzzati (via Balzan 3), un incontro dal titolo «Francesco sulle orme di Paolo VI. La Terra Santa al centro dell’ecumenismo». Al dibattito, coordinato da Giorgio Acquaviva, partecipano Luigi Accattoli, Armando Torno e monsignor Gianfranco Bottoni. Nel corso dell’incontro sarà proiettato il documentario Ritorno alle sorgenti. Paolo VI in Terra Santa, una produzione Custodia di Terra Santa. Lo stesso documentario è contenuto nel dvd allegato al libro Paolo VI pellegrino in Terra Santa (Ets, pp. 96, 15,90), realizzato dalla Fondazione Terra Santa, che raccoglie contributi del patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal, di fra Pierbattista Pizzaballa, di Andrea Tornielli e di don Angelo Maffeis. Altre testimonianze di quell’evento sono le corrispondenze per il «Corriere» dalla Palestina di Dino Buzzati, ora raccolte nel volume a tiratura limitata Con il Papa in Terrasanta, a cura di Lorenzo Viganò (Edizioni Henry Beyle, pp. 136, 44). temi etici pegnasse i suoi membri a lavorare giorno per giorno, nella concretezza delle situazioni, per restituire ai poveri, e ancor più ai miseri e ai dannati della terra, la loro dignità — anche economica — di cittadini del mondo che vivono del proprio lavoro?». Parolin richiama il sermo humilis di Agostino, «anche oggi è il modulo espressivo più consono a una Chiesa che vuole essere amica degli uomini e delle donne del suo tempo». Colloquialità, vicinanza. Perché «la verità cristiana non è una conoscenza raggiunta con sforzo e riservata a congreghe di iniziati che poi la sequestrano come loro possesso». Alla fine, eminenza, qual è la caratteristica essenziale della predicazione di Francesco? «Tanti gesti e tante parole del Papa suggeriscono a tutti, con insistenza, che lo sguardo di Gesù per ognuno di noi è di misericordia e di tenerezza, non a caso tra le parole più usate dal Vescovo di Roma. Così Francesco ci ripete ogni giorno che Gesù vuole il nostro bene, che può abbracciare oggi le nostre attese, le nostre domande, può sollevarci dalle nostre cadute, guarire le nostre ferite, abbracciare e compiere, al di là della nostra immaginazione, il desiderio di felicità che ci accomuna tutti», conclude il cardinale. «Il Papa, soprattutto, descrive come accade anche oggi di poter incontrare Cristo, e quali sono gli effetti di questo incontro, che possiamo sperimentare nelle nostre vite. La dinamica è la stessa degli incontri descritti nel Vangelo. Francesco ci racconta con fatti e testimonianze concrete come anche oggi Cristo “passa per la città operando il bene per tutti”. Anche chi non crede si sente interpellato da queste promesse buone. Così cadono tante ostilità e fioriscono nuove, inattese prossimità». © RIPRODUZIONE RISERVATA Hofstadter, premio Pulitzer: perché amo le storie di Altan da uno dei nostri inviati CRISTINA TAGLIETTI Gabo a fumetti E crescono le piccole donne TORINO — La Pimpa come testimonial del pensiero «Infatti anche in questo caso non sarà una lezione analogico. Al Salone del libro può succedere anche teorica. Parlerò della traduzione della poesia facendo questo quando c’è di mezzo uno scienziato divulgatore molti esempi, usando delle slide in modo che il pubcome Douglas Hofstadter, figlio di quel Robert che fu blico possa leggere con me. Partirò da una poesia del premio Nobel per la Fisica nel 1961. Sessantanove anni, francese Clément Marot, Ma Mignonne, costituita da docente di scienze cognitive e letterature comparate 28 versi, con 14 distici a rima baciata, dove ogni verso all’Università dell’Indiana, laureato in matematica, con ha soltanto tre sillabe. Dunque una struttura molto un dottorato in fisica teorica (ha scoperto la presenza vincolante. È interessante vedere se si può riprodurre di una struttura frattale nei livelli energetici degli elet- la stessa struttura anche in altre lingue. Parleremo deltroni, la farfalla di Hofstadter), è uno scienziato polie- la traduzione in altre lingue e della ritraduzione, per drico dai molteplici interessi. Il suo libro Gödel, Escher esempio dal francese all’inglese e poi di nuovo al frane Bach (Adelphi), premio Pulitzer nel 1980, ha mostra- cese, per vedere che cosa succede. Insomma credo che to a un grande pubblico la serie di connessioni, spesso non sarà una lezione noiosa». insospettate, fra i linguaggi naturali, artistici, logici, Lei è poliglotta. Quando ha scoperto questa vocainformatici, ispirandosi alla tesi che l’analogia costitu- zione per le lingue? isce il cuore della cognizione. Oggi al Lingotto Hofsta«Quando, a 12 anni, feci il primo corso di francese. dter sarà protagonista di due incontri: uno sulla tradu- Nel 1958 siamo andati a Ginevra e lì mi sono innamozione, nell’ambito della rassegna «L’Autoreinvisibile» rato definitivamente di questa lingua. Poi è toccato alcurata da Ilide Carmignani; l’altro con Altan. l’italiano. Nel 1993 ci siamo presi un anno sabbatico a Professore come è nato questo incontro? Trento e con i miei figli, che allora erano piccoli, ho co«So che Altan è un vignettista famoso, ma a me in- minciato a parlare in italiano. Abbiamo continuato a teressa soprattutto per la Pimpa. L’ho conosciuta nel farlo anche una volta tornati in America, ancora ades1993, quando sono stato un po’ di so loro parlano italiano tra loro e tempo in Italia. La leggevo ai miei con me». Douglas figli, Danny e Monica, che allora Quante lingue conosce ora? Hofstadter è nato erano piccoli. L’abbiamo sempre «Ho studiato e parlo bene frana New York il 15 trovata originale e divertente. Ci cese e italiano. Quando abitavo in febbraio 1945 piace ancora adesso, anche a loro Germania parlavo tedesco, ma ora che sono ormai adulti. Così, quanl’ho un po’ dimenticato. Quindici do Ferrero mi ha chiamato per invianni fa ho studiato il russo abbatarmi al Salone, gli ho chiesto se stanza bene da tradurre in inglese fosse possibile invitare anche All’Eugenio Onegin di Puškin. Mia tan. Il giorno dopo mi ha chiamato moglie è cinese, sto studiano cinee mi ha detto che Altan sarebbe stase da anni, ogni giorno, ma devo to contento di farlo, anche se ho cadire che è molto difficile». pito che è un po’ timido e riservato. All’inizio vediamo Il suo nuovo libro, «Superfici Non vuole parlare molto, ma spero ed essenze», è uscito in inglese e solo la superficie di che poi non sarà così». francese e tra qualche mese sarà Ma che cos’ha la Pimpa che le una cosa, poi pubblicato anche in Italia, da Copiace? dice. Qui ritorna sul tema del «È difficile da spiegare, forse il con le associazioni pensiero analogico. modo in cui si muove, la fantasia, la entriamo nella sua «Alla base c’è l’idea che l’analocreatività, il fatto che possa parlare essenza profonda gia è il centro del pensiero, è un licon le nuvole che scendono dal ciebro pieno di esempi. Il titolo fa rifelo per fare un picnic con lei. Mi pia- eliminando gli rimento al fatto che, quando vediace il sole che ha freddo e si deve aspetti superficiali mo una cosa, all’inizio vediamo mettere un cappellino per salire in soltanto la superficie, poi facciamo cielo perché altrimenti starebbe associazioni che ci permettono di sempre davanti al calorifero». entrare nell’essenza delle cose, eliminando gli aspetti Lei ha indagato nei suoi libri il pensiero analogi- superficiali. Il passaggio è graduale, a volte la superfico. Che cosa le dice la Pimpa su questo? cie può fuorviare, ma spesso ci fornisce indizi molto «Mi incanta il modo in cui Altan è riuscito a rappre- chiari. È come quando entriamo in una libreria, visto sentare il modo in cui pensano tutti i bambini. C’è la che siamo al Salone. All’inizio dobbiamo decidere sulfigura di Armando, uno scettico che tollera tutte le la base della copertina, poi magari sfogliamo il libro, fantasie della Pimpa, ma non ci crede veramente. È poi magari leggiamo qualche pagina, prima di decidebuffo osservare come la Pimpa vede il suo mondo. re se entrare o no in quel libro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Penso che in fondo Altan e io abbiamo qualcosa in comune: tutti e due vogliamo comunicare a un livello concreto, con chiarezza e semplicità». Gli appuntamenti: Oggi Douglas Hofstadter tiene al SaOggi lei sarà protagonista di un altro incontro, lone di Torino la lectio magistralis «Traduttore, traditore? sulla traduzione, tema a cui è sempre stato molto Tradimento, godimento!» in Sala Blu (ore 13); alle 17 in interessato. Il programma prevede una lectio magiSala Rossa incontra Altan. Domani lo scienziato ameristralis, anche se lei parla di «ruminations on the art cano partecipa all’incontro intitolato «Le tribolazioni del of translation». filosofare» con Achille C. Varzi e Claudio Calosi ❜❜ Cina e non solo Il mercato guarda a Est L’International Book Forum, l’area business del Salone dedicata allo scambio dei diritti editoriali per la traduzione, è giunto alla sua tredicesima edizione. Ci sono 600 operatori dell’editoria, 250 dei quali stranieri e provenienti da 27 Paesi. Tra questi, la Cina, che nel 2011 ha registrato un fatturato di 185 miliardi di euro: una crescente occasione di business. Cristiana Calilli, Michela Da Pont ed Elisa Minocci. «Per ora — dicono — ci siamo autofinanziate. Nei prossimi mesi ci piacerebbe aggiungere contenuti per i preadolescenti ed entrare con il nostro prodotto nelle scuole». Anche Rizzoli Libri presenta oggi al Salone (ore 14.15 al Digilab) il progetto «Le grandi fiabe narrate»: da Pollicino a Riccioli d’oro, classici in formato elettronico recitati da attori e arricchiti da effetti sonori e animazioni. Già entrati in oltre duemilatrecento classi, infine, i tutor online della piattaforma Cloudschooling, messi a punto da un’altra startup, Maieuticallabs, fondata dai tre torinesi Matteo Boero, Adriano Allora e Ivan Molineris (ore 11 al Future Lab). I tutor sono programmi cui sono stati abbinati volti emblematici, come quello di Cicerone per il latino, che assistono lo studente nello svolgimento dei compiti. L’idea ha già catturato l’attenzione di importanti editori di scolastica come Loescher, D’Anna e Zanichelli, che hanno messo i loro contenuti all’interno della piattaforma. al_rastelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Tendenze TORINO — Intramontabili e graphic novel, ecco due tendenze notate al Salone e che a volte si incrociano. Gli intramontabili, oltre che la collana di E/O con cult di Joan Didion e Anais Nin, sono in generale capolavori spesso dimenticati dalle case editrici ma non dal pubblico. Lo dimostra la Jo March, casa editrice di Città di Castello battezzata come la Jo di Piccole donne: facendo tradurre (da Laura Pecoraro) un classico mai tradotto prima di Elizabeth Gaskell, Nord e Sud, ha venduto 8 mila copie e ora ha uno stand al Salone e una community su Facebook con 5 mila like. Le titolari, Lorenza Ricci e Valeria Mastroianni (nella foto in alto), trentenni, come Jo March hanno seguito la loro passione e ora pubblicano un nuovo titolo della Gaskell, Gli innamorati di Sylvia a cura di Federico Marroni; in catalogo Amy Levy, inediti di Charles Dickens e Wilkie Collins, biografie di Jane Austen e un Quaderno di lettura con un testo di Virginia Woolf. Altra tendenza oggi consolidata è la graphic novel. Per la prima volta al Salone arriva Kleiner Flug («Piccolo volo») con 4 collane di graphic novel da romanzi, opere teatrali, biografie e guide turistiche (Venezia Sketch Tour è già alla seconda ristampa). L’editore è Alessio D’Uva e i disegnatori sono spesso suoi ex allievi di Scuola di fumetto, a Firenze, giovanissimi. Giovanissimo anche il pubblico in coda per una dedica di Zerocalcare (nella foto sopra), che fino a oggi sarà da Bao Publishing, o il pubblico che sceglie un libro da Tunué, che oltre alla graphic dai contemporanei (Giorgio Vasta, Antonio Pennacchi) quest’anno pubblica anche narrativa, e proporrà la bio a fumetti di Gabo García Márquez. (i.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 lunedì 12 maggio 2014 I ore 18.00 PICCOLO TEATRO GRASSI Via Rovello 2, Milano CHE FORZA, LE DONNE! Reading con Anna Bonaiuto, Monologo tratto da “La belle joyeuse” Conversazioni: Lucia Annibali con Giusi Fasano Conducono Diamante D’Alessio con Dario Vergassola Carla Fracci con Camilla Baresani Teresa De Sio con Cristina Lacava INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA RSVP I tel: 02.20400334 I ilTempodelleDonne_12maggio2014corriere.it ACCREDITO DALLE ORE 17.30 Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 33 italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile FEDERALISMO ✒ Come si possono cancellare con un tratto di penna 600 milioni di poveri dal mondo? Basta impiegare l’ultima trovata dei «ragionieri» delle grandi istituzioni finanziarie globali: l’aggiustamento dei dati economici a «parità di potere d’acquisto». Proprio usando questo parametro, il Programma di comparazione internazionale della Banca mondiale, ha scoperto che il Prodotto interno lordo della Cina supererebbe quest’anno quello degli Stati Uniti. Massimo Gaggi e Sergio Romano hanno già spiegato sul Corriere che il sorpasso in realtà non c’è, è solo un gioco statistico con i numeri aggiustati, che tra l’altro lo stesso governo cinese respinge. Ma la Banca mondiale si è anche resa conto che impiegando lo stesso parametro di PPP «purchasing power parity» (calcolo della parità del potere di acquisto), chi vive con 1,25 dollari al giorno non sarebbe più sulla soglia di povertà. Così, solo per concentrarsi sui Paesi in via di sviluppo, il sistema di calcolo farebbe scomparire d’incanto metà dei poveri del mondo. La soglia di povertà fu introdotta nel 1990: allora era un dollaro al giorno, 365 dollari l’anno per sopravvivere. Nel 2008 fu alzata a 1,25 dollari. La proposta allo studio è di ritoc- carla a 1,78 dollari, quei 53 centesimi in più servirebbero ad assorbire l’aggiustamento con il PPP. Alzando l’asticella della soglia di indigenza si contano circa 300 milioni di poveri in più (la buona notizia è che si tratta comunque di un numero inferiore di molto rispetto a dieci anni fa). E si toglie un alibi ai Paesi sviluppati e più ricchi e alle istituzioni finanziarie internazionali per ridurre gli aiuti. Quindi il problema non è solo da dibattito politico-accademico come per il presunto sorpasso della Cina sugli Usa nel Pil. Il grosso di chi vive con meno di 1 dollaro e 78 centesimi al giorno è in Asia e Africa, con gli africani subsahariani in drammatico aumento. «C’è da aspettarsi un sacco di discussioni autoreferenziali e inutili sul sistema di misura, ma un fatto emerge chiaro: la falsa precisione con cui si opera nel campo dello sviluppo», ha detto al Financial Times Gargee Ghosh, direttore Development Policy per la Fondazione Bill & Melinda Gates. La Banca mondiale fa sapere che la revisione durerà un anno. Guido Santevecchi @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA FRANCESI E AMERICANI INCOMPATIBILI NON DECOLLA IL GIGANTE DELLA PUBBLICITÀ ✒ L’estate passata, l’accordo era stato celebrato stappando champagne sulla terrazza Publicis che domina Parigi, davanti all’Arco di Trionfo: John Wren (Omnicom) e Maurice Lévy (Publicis) davanti alle telecamere brindavano alla nascita del nuovo colosso mondiale della pubblicità e della comunicazione, una «fusione tra uguali» che univa la società americana (numero due del settore) e quella francese (numero tre). Publicis Omnicom Group prometteva di essere una multinazionale da 130 mila dipendenti e 35 miliardi di dollari di giro d’affari, capace di spodestare la leader britannica Wpp e soprattutto di fronteggiare l’avanzata dei nuovi attori digitali come Google. Nove mesi dopo, non se ne fa niente. È un fallimento imbarazzante, perché i due protagonisti nel frattempo hanno speso molte energie per spiegare come quell’operazione fosse necessaria, anzi indispensabile, creatrice di posti di lavoro e di nuove sinergie transatlantiche. E allora, se la fusione era così fondamentale, cosa è successo per mandarla a monte? Semplicemente, Wren e Lévy non sono riusciti a mettersi d’accordo su dettagli non di poco conto: chi compra chi? Quale sede sociale? Chi comanda? Un primo intoppo è sta- to l’impossibilità di stabilire la sede fiscale ad Amsterdam, come volevano i francesi, ma un ruolo determinante sembra averlo giocato la battaglia degli ego tra Wren e Lévy, che si sono messi a litigare sull’organigramma e sui nomi dei direttori. Una fusione epocale, che avrebbe dovuto inaugurare una nuova era nella collaborazione tra Francia e Stati Uniti, è tramontata per una questione di principio sulla scelta del direttore finanziario: il capo di Omnicom pretendeva che fosse un proprio uomo, Randy Weisenburger, mentre il manager di Publicis insisteva per Jean-Michel Etienne. Publicis è più piccola ma anche più redditizia di Omnicom, e per questo Lévy ha ottenuto una certa preponderanza nella governance. Per questo gli americani pretendevano in compensazione la nomina di Weisenburger. «Non siamo dilettanti», ripete adesso Lévy, proprio come il suo presidente François Hollande pochi giorni fa in diretta tv. Il governo di Parigi si oppone all’altra grande operazione tra General Electric e Alstom, negli stessi giorni in cui naufraga Publicis Omnicom Group. Il patriottismo economico, se non il dilettantismo, può giocare brutti scherzi. La vicenda delle ragazze rapite ha riportato l’attenzione sulla situazione nigeriana e su Boko Haram. Assalti alle chiese, massacri indiscriminati e azioni eclatanti stanno da qualche anno mettendo a ferro e fuoco il Nord del Paese. Il tutto in nome di proclami e fatwe islamiche sgangherate, infondate e che lasciano perplessi anche i gruppi radicali strategicamente più vicini. Le tradizionali e storiche remore teologiche a «scomunicare» e a condannare scelte e pronunciamenti di altri musulmani hanno però frenato e ancora frenano prese di posizione nette e coraggiose, anche da parte dei moderati. O semplicemente non ricevono la giusta attenzione. Era stato così con al-Qaeda, è stato così anche con Boko Haram, rintuzzato finora solo da ulema nigeriani, che hanno a volte ribattuto alle azioni e ai proclami più assurdi, ma hanno dovuto scontare divisioni e complicità politiche. Solo le reazioni internazionali degli ultimi giorni sembrano aver smosso qualcosa nel mondo islamico nel suo complesso. Le comunità occidentali si sono mosse per pri- di ANTONIO ARMELLINI L a campagna per le elezioni europee si è concentrata quasi esclusivamente sull’euro. Forti del ruolo di supplenza assunto dalla Bce (Banca centrale europea) rispetto alla Commissione e al Consiglio dei Capi di Governo, gli euroscettici hanno avuto buon gioco nel sovrapporre alla crisi della moneta unica la messa in discussione dell’intero modello europeo, demonizzato come schiavo di un economicismo che strangola le capacità di azione dei suoi membri e aggrava in maniera intollerabile le diseguaglianze al suo interno. Sono argomenti che fanno presa sui populisti che a frotte attraversano il vecchio continente, ma non tengono conto che l’euro è solo una parte del tutto; ha segnato un passo importante, ma l’essenza del progetto europeo sta nella sua dimensione politica di unione di Stati che mettono liberamente in comune porzioni crescenti della loro sovranità, in nome di obiettivi condivisi di democrazia e di dignità collettiva, di diritti e doveri e non solo di moneta. L’alternativa fra l’opzione di mantenere l’euro o di uscirne non può discendere dalla sola valutazione delle implicazioni economiche dell’una o dell’altra, bensì dalla scelta del tipo di Europa che si intende costruire. L’uscita dall’euro da parte di uno o più Paesi avrebbe conseguenze devastanti: quanti ne parlano con sicurezza sottovalutano gravemente le conseguenze sulle loro economie di un simile terremoto. L’Unione Europea potrebbe forse sopravvivervi, ma nascerebbe una struttura debole e molto diversa: una associazione di Stati legati dall’interesse a una razionalizzazione delle reciproche relazioni commerciali e poco più, sulla scia di quella Unione paneuropea vagheggiata da Koudenhove Khalergi negli anni Trenta e cara in epoche più recenti a Margaret Thatcher. Per l’Italia, i problemi sarebbero ancora maggiori: è illusorio pensare che un ritorno alla politica delle svalutazioni competitive — ammesso che gli altri ce le facessero fare — sarebbe la soluzione dei nostri problemi: ci vorrebbe altro per ridare fiato ad un’industria che — contrariamente a quella tedesca — ha perso il treno dell’euro per portare a termine le riforme strutturali che le sarebbero indispensabili. Era chiaro a Maastricht che, senza un vero coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, l’unione monetaria sarebbe rimasta fragile. Si procedette lo stesso; in parte sulla spinta di Kohl, che vedeva nell’ancoraggio del marco alla moneta comune lo strumento per evitare una deriva della Germania unificata verso Est; in parte nella convinzione che la pressione politica per una più marcata integrazione avrebbe finito per superare le riserve. Fu un errore: la crisi ha dimostrato come sia impossibile tenere in piedi la costruzione dell’euro senza una governance sovranazionale. Maastricht ha rappresentato l’ultimo esempio del modello di integrazione «funzionalista» ispirato da Jean Monnet (partire dall’economia per arrivare alla politica), grazie al quale la Comunità europea aveva potuto svilupparsi nei primi anni: il suo fallimento ha fornito una riprova di quanto sia cambiata l’idea stessa di Europa. La governance sovranazionale della moneta unica richiede una Europa capace di recuperare una dimensione federale. Come farlo? E con chi? L’Europa politica a Ventotto è una chimera. Al di là dell’omaggio formale stancamente tributato al concetto di Unione, sulle sue finalità si incrociano visioni profondamente diverse. Il patto fondante con cui i Sei diedero avvio alla Cee — una graduale cessione di sovranità per inserire il rapporto franco-tedesco in una rete multilaterale di controllo dalla forte connotazione atlantica — è venuto meno con la caduta del Muro. Gli allargamenti successivi lo avevano già indebolito: l’idea di cessioni di sovranità era in generale ostica ai nuovi membri i quali — con la Gran Bretagna in testa — guardavano soprattutto al loro ritorno economico. Il processo si è accelerato con l’arrivo dei Paesi dell’ex comunità socialista, i quali hanno avuto difficoltà a capire le ragioni per cui avrebbero dovuto rinunciare a parti di una sovranità recuperata da poco, e con fatica, e hanno cercato con la loro partecipazione la blindatura delle loro economie di mercato e una scorciatoia verso Washington. Il sogno federalista degli Stati Uniti d’Europa ha ceduto il passo ad una dimensione europea sempre meno comunitaria e più intergovernativa. C’è una correlazione necessaria fra il rilancio dell’euro e quello dell’Europa politica; senza la seconda la governance dell’euro non potrà funzionare; senza il primo l’Europa rischia una deriva inarrestabile. Proprio l’euro potrà fornire lo strumento atto a superare la contraddizione fra spinta federale e fragilità nell’attuale costruzione europea. Un vero Consiglio dei ministri dell’euro, assortito di uno strumento parlamentare come quello immaginato dal «Gruppo Eiffel», potrà costituire il nocciolo duro di tale evoluzione; aperto alla partecipazione di chi vorrà e, al tempo stesso, attento a valutare incompatibilità come quelle che, in una fase di adesioni all’euro motivate più da entusiasmo politico che da logica economica, hanno reso complicato il cammino della moneta comune. In una simile Europa a diversi livelli — o velocità — il primo sarà aperto a quanti vorranno riconoscersi nei principi della democrazia rappresentativa e nelle regole di un mercato comune di beni e servizi. Senza obbligare chi ancora non lo fosse a scelte «dentro o fuori» politicamente costose. Vi potrebbe legittimamente aderire la Turchia, e anche l’euroscetticismo strutturale di Londra potrebbe risultare compatibile. Il rilancio dell’euro è ad un tempo condizione e premessa di una Europa che funzioni davvero. Questo tema avrebbe dovuto essere al centro del dibattito elettorale: prima che ostico, è risultato alieno a euroscettici e populisti vari, che con una campagna strumentale e spesso clamorosamente disinformata ne hanno distorto il senso. Eppure da esso dipende in larga misura il destino di noi europei. © RIPRODUZIONE RISERVATA MEDICINA E GIUSTIZIA La verità scientifica nel rebus Stamina di GIUSEPPE REMUZZI Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA DEBOLE LA VOCE DELL’ISLAM MODERATO CONTRO LE VIOLENZE DI BOKO HARAM ✒ Un Consiglio dei ministri dell’euro può rilanciare il sogno dell’Unione BEPPE GIACOBBE CAMBIA IL CALCOLO DEL POTERE D’ACQUISTO SI SCOPRONO TRECENTO MILIONI DI POVERI me. Dopo le manifestazioni di protesta della Nation of Islam statunitense, sono seguite altre nette condanne dall’Europa sul carattere islamico dei proclami di Boko Haram di «vendere» le ragazze rapite. Il criticabile silenzio dei Paesi musulmani è stato spezzato in settimana da al-Azhar, accompagnato da qualche raro pronunciamento e da un po’ di critiche su questa sostanziale indifferenza da parte delle organizzazioni e autorità religiose islamiche di ogni orientamento. Sono timidezze ormai difficilmente spiegabili e segnalano difficoltà a prendere posizioni chiare e nette. Le proteste musulmane occidentali evidenziano come queste realtà siano ormai più sensibili a questi problemi, ed è un fatto positivo. Ma le pallide reazioni dai Paesi musulmani, così solleciti a mobilitarsi in altre occasioni, evidenziano una sostanziale debolezza di fronte ad atti che di religioso hanno ben poco, se non nel delirio di una piccola minoranza bellicosa chiamata Boko Haram. Basterebbe dirlo con forza, da parte di tutti. Roberto Tottoli © RIPRODUZIONE RISERVATA «T errificante è sempre stata l’amministrazione della giustizia, dove e quando fedi, credenze, superstizioni, ragion di Stato o ragion di fazione la dominano o vi si insinuano» (La strega e il capitano). Fu buon profeta Sciascia. Nulla di più attuale per il triste epilogo dell’affare Stamina. La procura di Torino rinvia a giudizio tutti (o quasi) quelli che hanno avuto a che fare con Stamina — direttori di ospedali, dirigenti della Regione, medici, biologi, laboratoristi, l’amministratore delegato di Medestea, i biologi ucraini, certi membri del comitato etico e persino un funzionario dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) che con una lettera non proprio impeccabile aveva preso tempo, «nulla di ostativo, aspettiamo ulteriore documentazione» (mai arrivata però) — con l’accusa di associazione a delinquere e truffa. Con un’accusa così e così tante persone rinviate a giudizio uno potrebbe pensare che la questione Stamina sia chiusa per sempre. Neanche per sogno. Altri giudici vanno avanti come se nulla fosse e ingiungono che si continuino le infusioni. E chi dovrebbe praticarli quei trattamenti? Quegli stessi medici in attesa di essere giudicati per associazione a delinquere? Altri che potrebbero a loro volta essere accusati quanto meno di truffa? «C’è qualche medico disponibile?». Forse, o forse no (non c’è giudice al mondo che possa chiedere a un medico di contravvenire al codice deontologico) anche perché per i preparati di Stamina non basta il medico che infonda, serve chi preleva le cellule del midollo osseo e poi un anestesista, degli infermieri e tanta altra gente ancora. Ma a dire di «no» non si rischia di essere accusati di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria? E forse anche di omicidio colposo se uno di quei bambini che i giudici vorrebbero curare con Stamina nel frattempo dovesse morire? Fra l’altro, i giudici del lavoro hanno idee molto diverse; il 10 marzo con un’ordinanza documentatissima di 32 pagine e tanto di bibliografia (40 voci), un giudice del tribunale di Torino respinge la domanda dei genitori di un bambino di tre anni con una gravissima malattia del sistema nervoso perché «i preparati di Stamina non risultano conformi alle norme europee di fabbricazione dei medicinali e nemmeno alle disposizioni del decreto del ministero della Salute del dicembre 2006». Un rebus insomma che — da quello che si legge sui giornali — sta per coinvolgere il ministro della Giustizia, il Consiglio superiore della magistratura e persino il Presidente della Repubblica. Intanto il ministro della Salute spiega che «in queste ore si sta costituendo la segreteria scientifica della seconda commissione istituita presso l’Istituto superiore di sanità che dovrà prendere una posizione sul fatto che quei preparati possono essere oggetto di sperimentazione come ha previsto il decreto Balduzzi». C’è un modo di venirne a capo? Certo che c’è. E non è nemmeno tanto difficile: basta un po’ di buon senso e che ciascuno faccia il proprio lavoro con rigore, facendosi guidare dalle leggi che ci sono e che andrebbero rispettate. Per loro stessa ammissione, i medici di Brescia non sapevano cosa iniettavano ma così hanno violato la legge e anche il codice deontologico («sono vietate l’adozione e la diffusione di terapie senza adeguata sperimentazione e documentazione clinico-scientifica non- ché di terapie segrete»). E chiunque continuasse a farlo violerebbe la legge e l’Ordine dei Medici avrebbe il dovere di intervenire; l’avessero fatto a suo tempo la questione Stamina sarebbe finita lì. Come possono dei giudici prescrivere cure e chiedere ai medici di violare la legge? Loro se la cavano dicendo che non prescrivono, dispongono solo che si dia seguito alla prescrizione di un medico. Ma prima di ordinare che si dia corso alla prescrizione di un medico i giudici del lavoro dovrebbero almeno accertarsi che quello che prescrivono sia «prescrivibile», proprio come hanno fatto quei giudici che invece quei trattamenti li hanno negati. E la legge delle cure compassionevoli? Con Stamina non c’entra niente, il giudice Ciocchetti — quello della sentenza di Torino — se ne è accorto subito e nelle sue 32 pagine dell’ordinanza lo spiega per filo e per segno. Come se non bastasse nel maggio del 2012 Luca Pani, il direttore dell’Aifa, aveva diffidato formalmente l’ospedale di Brescia dal continuare questa attività. Chi adesso fosse disponibile ad assecondare i giudici che impongono Stamina violerebbe un’altra legge perché in Italia nessuno può fare terapia cellulare senza l’autorizzazione dell’Istituto superiore di sanità e dell’Aifa. Iniettare quei preparati è pericoloso, dentro ci sono impurità e contaminanti come hanno stabilito a suo tempo gli esperti del ministero; ecco perché i medici che hanno creduto a Vannoni dovranno rispondere di associazione a delinquere e truffa. Ma non dovrebbe essere così anche per i giudici del lavoro che hanno imposto ai medici di praticare quelle infusioni, persino ai bambini? © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 35 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere LA FRANCIA E GLI STATI UNITI DA DE GAULLE A SARKOZY Risponde Sergio Romano La Francia mi sembra essere diventata succube delle decisioni Usa. Ben diverse le prospettive di un tempo, con un Charles de Gaulle capace d’opporsi all’interventismo americano e alle pretese della Gran Bretagna, orgoglioso della propria autonomia. Cosa è cambiato? Filippo Testa [email protected] Caro Testa, l divorzio della Francia dal suo generale è un processo lento e graduale. Cominciò nell’aprile del 1969 quando i francesi dissero no al referendum, con cui de Gaulle aveva proposto una coraggiosa riforma istituzionale, e provocarono le sue dimissioni. Proseguì con la pre- sidenza dimezzata del suo successore (Georges Pompidou morì nel 1974) che rimosse il veto opposto dal generale all’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità economica europea. Fu evidente quando il terzo presidente della V Repubblica, Valéry Giscard d’Estaing, scandalizzò i gollisti pronunciando in inglese le sue prime dichiarazioni alla stampa dopo la sua vittoria elettorale. Sia Giscard d’Estaing, sia François Mitterrand furono più europeisti dei loro predecessori e il secondo, in particolare, accettò il progetto di Delors per la creazione di una moneta unica: una decisione che de Ga u l l e , p ro b a b i l m e n te , avrebbe considerato incompatibile con la sovranità fran- VOTO USATO NASTRO ADESIVO Diritto o dovere? Donna uccisa a Firenze Caro Romano, torna il ritornello sul voto dirittodovere. A me sembra che i due concetti siano inconciliabili. Il voto o è un diritto o è un dovere. O no? Si continua a dire che la povera donna romena uccisa a Firenze era stata crocifissa. In realtà era stata legata. Alla croce Gesù fu fissato con dei chiodi, non con del nastro adesivo. I Antonio Massioni, Milano Per la verità i diritti sono due: di votare e di astenersi. Se i parlamentare hanno il diritto di astenersi, non si comprende perché questo diritto dovrebbe essere negato ai cittadini. Persino la legge sull’obbligatorietà del voto non poteva impedire che l’elettore depositasse nell’urna una scheda bianca. UCRAINA Situazioni analoghe Stati Uniti ed Europa hanno stabilito di sanzionare e minacciare la Russia per le vicende ucraine. Trovo strano che non mostrino lo stesso esaltato ardore da crociata per situazioni analoghe. Una su tutte: la questione tibetana. Infatti non c’è nazione che non anteponga il proprio tornaconto economico ai proclami. Sandro Berrini, Milano Enzo Maestripieri, Prato SILVIO BERLUSCONI / 1 Rispetto per gli anziani C’è da augurarsi che la residenza per anziani di Cesano Boscone (Mi) presso cui Silvio Berlusconi svolgerà l’affido ai servizi sociali non si trasformi ogni settimana per nove mesi consecutivi in un fortino con spiegamento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine. In quel contesto la discrezione sarebbe più che mai opportuna, se non La tua opinione su sonar.corriere.it Daimler (gruppo automobilistico tedesco) richiama al lavoro dipendenti pensionati. Approvate? @ Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 cese. La presidenza di Jacques Chirac, in questo quadro, fu una sorta di restaurazione gollista. Quando George W. Bush decise d’invadere l’Iraq, agli inizi del 2003, e chiese l’approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri francese, Dominique de Villepin, pronunciò un discorso con cui annunciò che il suo Paese non sarebbe stato della partita. Il discorso provocò nella società americana isteriche reazioni antifrancesi e lo stizzoso presidente del comitato amministrativo della Ca- altro per non peccare di sfacciataggine e di ingenerosità nei confronti di quegli ospiti ( familiari compresi) la cui retta da pagare pesa sulle spalle come un macigno. Alessandro Prandi alessandro.prandi51@ gmail.com SILVIO BERLUSCONI / 2 contributi per i giovani assunti o per coloro che hanno perso un lavoro, aumento delle pensioni minime a 800 euro mensili o, perché no?, a mille euro. Sorgono però spontanee una domanda e una considerazione: da dove li prenderebbe tutti questi soldi? Se fosse riuscito a trovarli lui, a suo tempo, quando la situazione economica del Paese era meno disastrata, forse non saremmo in queste condizioni. di dare un aumento uguale a tutti i dipendenti. Chi credeva di meritare di più non è stato contento. L’anno seguente la valutazione dei riconoscimenti era stata fatta in base alla capacità produttiva dei singoli. Scontento generale da parte di quelli che credevano di essere i migliori. Conclusione: non si accontentano mai tutti. Quindi chi al governo deve decidere lo faccia con competenza, capacità, esperienza nel compito delle sue funzioni senza nessun ripensamento. Durante il mio periodo lavorativo mi sono imbattuto nelle seguenti situazioni. La ditta andava bene e faceva utili, quindi era stato deciso Sì Le presenze negli alberghi registrano un più 2,5 per cento. È il segno che la ripresa è davvero cominciata? 40 Antonio Colonna [email protected] Accontentare tutti La domanda di oggi No © RIPRODUZIONE RISERVATA È IMPOSSIBILE SUL WEB Risposte alle 19 di ieri 60 di Danilo Taino comportavano rischi che non valeva la pena di correre. Fu questa probabilmente una delle ragioni per cui nel novembre del 2007 annunciò al Congresso degli Stati Uniti, nel corso di un viaggio a Washington, che il suo Paese, a quarant’anni dalla clamorosa uscita del generale de Gaulle, sarebbe rientrato nella Nato. Non mi sembra che la Francia, da allora, sia divenuta succube delle decisioni americane. Vi è stata persino una circostanza in cui i francesi hanno trascinato gli Stati Uniti nella più infelice delle operazioni militari dell’Alleanza Atlantica: la guerra contro la Libia di Gheddafi nella primavera del 2011. Giorgio Tescari, Milano Silvio Berlusconi non perde occasione per suggerire al governo provvedimenti che se potessero essere realizzati sarebbero un vero toccasana: riduzione delle tasse sul lavoro e sulle imprese, esenzione di tasse e Più o Meno mera dei rappresentanti Bob Nay ordinò che le parole «french fries» (patate fritte alla francese) venissero depennate dai menu di tre caffetterie del Congresso e sostituite con una formula più patriottica: «freedom fries», patate della libertà. Per qualche tempo, in alcuni ambienti americani, la Francia fu molto impopolare. Per ragioni anagrafiche Nicolas Sarkozy non poteva essere un gollista della prima ora e scelse di fare la sua carriera nell’Unione per un Movimento popolare (discendente del partito creato da de Gaulle) per ragioni di convenienza politica. Era ambizioso, pragmatico, spregiudicato e giunse alla conclusione che i bisticci con gli Stati Uniti Promesse impossibili E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] CUOCHI E MATERIE PRIME Natura italica A una domanda che tendeva a far conoscere qualche segreto della cucina, un grande cuoco rispose che avendo a disposizione una buona materia prima, bastava non rovinarla. Anche il popolo italico è sempre stato una ottima materia prima: purtroppo è stata rovinata da pessimi «cuochi»! Franco Bellini, Udine Statistical Editor Il Made in America è tornato a vincere C he la prima fase della globalizzazione dell’economia sia alla fine, è un fatto. Gli anni della Cina che attraeva fabbriche — e posti di lavoro — dall’Occidente grazie ai costi bassi sono un ricordo: anche nell’Impero di mezzo, salari e prezzi dell’energia sono aumentati, produrre lì è meno conveniente di un tempo. L’affermazione, però, va qualificata: quel che è vero per gli Stati Uniti non è così vero per l’Europa e per l’Italia. La società di consulenza Boston Consulting Group ha appena pubblicato uno studio sulle variazioni di costo che determinano la competitività manifatturiera dei maggiori Paesi esportatori. Se si fissano a cento, come benchmark, i costi negli Stati Uniti nel 2004 e nel 2014, si nota che quelli cinesi nel decennio sono saliti da 86 a 96. Detto diversamente, se si sommano le variazioni dei costi del lavoro e dell’energia, le variazioni della produttività e dei tassi di cambio, la Cina era del 14% più competitiva dell’America nel 2004 mentre ora lo è solo del 4%. Ciò significa che, dal punto di vista dei costi di manifattura, nelle esportazioni i due Paesi sono quasi su un piede di parità e che per gli americani la tendenza all’offshoring in Cina, cioè all’esportarvi produzioni per ragioni di prezzo, non ha più senso. Se prendiamo l’Italia, il quadro però cambia. Dieci anni fa, era meno competitiva degli Stati Uniti del 12% e della Cina del 26%. Oggi — dice lo studio del Boston Consulting Group — è meno competitiva dell’America del 23% e della Cina del 27%. Siamo dunque peggiorati dell’11% rispetto all’America ma anche dell’1% rispetto alla Cina. La Francia è in Gli Usa hanno una posizione simile alla nostra: quasi azzerato ha una differenza del 24% nella il gap di costi con capacità competitiva con l’industria americana e del 28% con la Cina. L’Italia quella cinese; ma nel decennio è peggiorata meno sugli Stati Uniti, lo ha allargato del 9%, mentre sulla Cina ha guadagnato l’1%. La tendenza è vera per un po’ tutta l’Europa, anche a causa del cambio forte dell’euro. La Germania, per esempio, nel 2004 era del 21% meno competitiva (sempre considerando solo i costi) degli Stati Uniti, oggi lo è del 17%; rispetto alla Cina, però, ha guadagnato il 6%, da una distanza del 31% a una del 25. Lo stesso vale all’incirca per il Belgio. L’Olanda ha fatto meglio: nello stesso periodo, ha guadagnato due punti di competitività sull’America, e ora è a meno 11%, e 12 sulla Cina. Tra i Paesi emergenti, alcuni rimangono competitivi rispetto agli Stati Uniti: per esempio l’Indonesia ha costi inferiori del 17% e l’India del 13. Il loro problema è che sono rispettivamente al 120° e 134° posto nella classifica della facilità di fare business e al 114° e al 94° nella graduatoria della percezione del grado di corruzione. Anche qui, comunque, il gap dei vantaggi di prezzo si sta riducendo. La fase uno della globalizzazione, quella della «Cina fabbrica del mondo», si sta dunque chiudendo (resta la necessità di esserci per accedere al suo mercato). Il fatto è che ne beneficia quasi esclusivamente l’America; super-competitiva. @danilotaino ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Auguri a tutte le mamme Almeno una volta nella vita capita a tutti di prendersela con lei, perché la mamma è la mamma, nel bene e nel male. Quella che la vita ce l’ha data, che lungo la strada della vita ci accompagna per mano, un’ombra, per sempre, anche quando purtroppo la vita ce la toglie. Custode di un amore purissimo, di dedizione totale, di generosità e sacrifici senza limiti, di grandi gioie e profonde sofferenze. Solo la follia può spezzare il legame tra una madre e i suoi figli, tutto il resto scompare di fronte alla forza di un rapporto unico e quindi irripetibile. Le prime, anzi la prima parola che pronunciamo è: «Mamma». Non a caso la «Festa della mamma» resta un momento speciale, sia pur in un mondo ormai avvezzo a commercializzare anche i sentimenti. Fu istituita per legge con decreto nel 1958, fin da allora si celebra sempre la seconda domenica di maggio. Andrea Delindati Manerbio (Bs) Quando i bambini imparano a leggere In riferimento alla lettera «Invito ai bambini: imparare presto a leggere» (Corriere, 9 maggio) vorrei sottolineare che i bambini di oggi, non sapranno leggere a tre anni come quelli delle passate generazioni, ma sanno fare tante di quelle cose che gli adulti e gli anziani di oggi alla loro età non ne sapevano nemmeno l’esistenza! Il mio bambino ha quasi 6 anni, é molto sveglio, molto vivace e ancora non sa leggere; ma l’anno prossimo, quando inizierà la scuola, le maestre, facendo il loro dovere, glielo insegneranno! Paola Dibenedetto, Milano I politici vecchi e nuovi A proposito di giovani e vecchi in politica (Corriere, 6 e 9 maggio), credo che la distinzione non si possa basare sul dato anagrafico. È giusta la tesi che i vecchi, quando si dimostrano all’altezza delle loro funzioni, fanno bene a non ritirarsi, a non andare in pensione. Ma è giusto altresì che entrino in campo i giovani che portano dentro entusiasmo, tensione ideale, ambizioni legittime e possono accelerare i processi di cambiamento. Ai vertici dello Stato abbiamo © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. 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Non pensava tanto ai vecchi professionisti della politica da cui si teneva lontano non solo per principio, ma anche perché ai suoi tempi la corruzione era fenomeno assai pervasivo, come oggi... Mattia Testa, Itri (Lt) Acquisti di auto per la Regione Sicilia Premesso che nella lettera sulla vendita delle auto blu (Corriere, 7 maggio) c’è un errore di stampa (le Maserati vengono vendute a 70 mila euro), concordo sulla proposta alla Regione Sicilia di acquistare cinque auto fra quelle messe in vendita dal ministero dell’Interno. Anzi, il Governatore potrebbe eliminare almeno due vetture: quella alla sede di Roma e quella alla sede di Bruxelles. E, visto che ci siamo, la Regione potrebbe eliminare anche le sedi stesse, visto il debito mostruoso che ha caricato sulle nostre spalle. Comunque una soluzione definitiva ci sarebbe: l’eliminazione dello Statuto speciale, ma nessuno vuole toccare questo argomento. Attilio Lucchini [email protected] EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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La vita del “Papa buono” nelle sue parole” € 11,30; con “La grande cucina italiana” € 11,30; con “Lucia Annibali, Io ci sono” € 14,30; con “Holly e Benji ” € 11,39; con “English da Zero” € 12,39; con “English Express” € 7,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 36 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ❜❜ Spettacoli Gli 80 anni Mi fanno sorridere. E non è un peccato aavere le rughe: le avrete tutti. Per il nuovo ruolo ho rivisto Anna Magnani, Ma un’attrice che rimane rima sopra le altre Verso Cannes La diva sarà celebrata al Festival anche con il film tratto da Cocteau in cui è diretta dal figlio Edoardo Ponti Sophia Sullo schermo Sophia Loren, 80 anni a settembre. In alto da sinistra in «La ciociara» (1960); con Mastroianni in «Matrimonio all’italiana» (1964); in «Voce umana» «Il cinema è seduzione ma non rifarei tutto» Loren: ho girato anche storie commerciali mmercialii M arcello Mastroianni è sul poster ufficiale del Festival. E lei, Sophia Loren, la sua «amica fraterna», andrà a Cannes col figlio Edoardo, che l’ha diretta nel film Voce umana, dal celebre monologo di Cocteau. «Avere per regista il proprio figlio? All’inizio è abbastanza imbarazzante, soprattutto per un progetto del genere, dove devi mettere tutto quello che hai dentro di te di drammatico. E allora mi domandavo, oddio, cosa penserà di me?, mi faccio dei crucci, sono noiosa con me stessa. Le prove ci hanno aiutato. È una cosa che volevo fare da tanto tempo, ma bisogna avere l’età giusta. L’ho vista in tutte le edizioni, la più intensa è quella con Anna Magnani, un’attrice che rimane sopra, sopra, sopra». Lei ha sempre anteposto l’amore dei suoi due figli a tutto... «Ho cercato di dare loro quella tranquillità che io, nella mia infanzia, non ho avuto. Sono cresciuta con la guerra, mamma ci adorava però non era sposata, i soldi non bastavano, ricordo mio nonno e i miei zii che la sera tornavano piegati dal lavoro all’Ansaldo di Pozzuoli, e mia zia che faceva la dattilografa. Io ero magrissima, una faccetta smunta, silenziosa. Non c’era papà, un disastro. Mi prendevo sulle spal- le i dolori della famiglia». Tuttavia lei ha sviluppato una grande solarità... «Da ragazzina pensavo che la vita doveva essere più bella di quella. Dal mondo esterno arrivava poco, non c’era la tv, alla radio ascoltavo Alberto Sordi nei suoi primi sketch. Presto mi sono detta che bisogna conservare una luce dentro di sé, e farla esplodere». A Cannes quest’anno ci sono tante donne, anche le nostre Alice Rohrwacher e Asia Argento, oltre al presidente della giuria Jane Campion. «Anch’io lo sono stata a Cannes nel passato. Vi andai la prima volta a 16-17 anni, mi sentivo già arrivata non sapendo cosa avrei fatto dopo, tutte le battaglie che avrei dovuto affrontare. A 18 anni vi tornai per L’oro di Napoli... Nel cinema più che alle quote rosa credo nel talento, che non si improvvisa. Sono poche le donne registe? Non è un problema, basta che abbiano belle storie da raccontare». Lei a settembre compirà 80 anni: com’è essere considerata un sex symbol a quest’età? «Le lancette hanno girato moltissimo... Non lo so, è una cosa che mi fa sorridere e mi stuzzica, come quando ero giovane e nel cinema mi piaceva (con garbo per carità), sedurre ed essere sedotta. Ora siamo qua,, ed è come se non fossero passati tutti questi anni. Come mi n forma? Faccio passeggiate, tengo in entina di minuti al giorno di e una ventina ica in casa». ginnastica na volta disse che è stato Lei una Walter Matthau l’attore più sexy bia incontrato. che abbia ho detto, sarà stata una bat«Se l’ho tuta. Eraa divertente, ma sexy... Quelende sexy un uomo è l’intello che rende ligenza. Il primo nome che mi viene te è Marcello Mastroianni, in mente che eraa anche bellissimo fisicamente, pieno di verve e semplice al tempo stesso. In vent’anni abbiamo Dal 28 maggio con il «Corriere» «Voce umana», in arrivo il dvd e un libro Voce umana con Sophia Loren, Virginia Da Brescia ed Enrico Lo Verso è il cortometraggio (25 minuti) di Edoardo Ponti che, dopo il Festival di Cannes, uscirà mercoledì 28 maggio allegato al Corriere della Sera. Scritto da Ponti (figlio della Loren) con Erri De Luca e prodotto da Massimiliano Di Lodovico e Rai Cinema, è ispirato al celebre monologo di Cocteau; in questa versione è a tre voci ed è ambientato nel 1950 a Napoli. Una donna al telefono, nel crepuscolo dei suoi anni, racconta la fine del rapporto con l’uomo che ama. Delle tante edizioni, fra teatro e cinema, c’è quella di Anna Magnani, diretta da Roberto Rossellini. Accompagna il dvd un libro che raccoglie l’appassionato dialogo tra l’autore, il critico Maurizio Porro, e la diva napoletana. Al centro Cocteau e il significato de La voix humaine. © RIPRODUZIONE RISERVATA fatto 14 film insieme, eravamo una coppia affiatatissima. A Cannes mostreranno il restauro di Matrimonio all’italiana». Con «La Ciociara» lei vinse 21 premi, compresi Oscar e Cannes. «È il film che ha segnato la mia carriera. I miei preferiti sono tutti quelli di Vittorio De Sica, insieme con Una giornata particolare di Scola, che è il più amato dai miei figli». Dove tiene tutti i suoi premi? «Negli armadi. È roba mia, che neanche i miei amatissimi nipoti possono toccare». C’è invece qualche film che non rifarebbe? «Sì, tra quelli che dovevano fare cassetta, come si diceva una volta». Lei oggi è un monumento, ma perché è difficile trovare registi che si pongano al servizio del suo talento? «I monumenti non parlano, lasciamoli stare, sono cose morte. Non si può parlare tanto del cinema italiano, ci sono degli exploit, come La grande bellezza di Sorrentino che è un bellissimo film. E gli altri? Non c’è molto. Ma è un momento difficile, sono sicura che passerà». Anche Brigitte Bardot compie 80 anni. «Ha fatto un film con mio marito, Carlo Ponti, ma io ne stavo girando un altro e non ci siamo incontrate, né allora né in seguito. Ha avuto coraggio a mostrarsi con tutte le rughe? Non è un peccato averle, ce le avrete tutti, le rughe». Come festeggerà il 20 settembre il suo compleanno importante? «Non so se la famiglia me lo permetterà, vorrei festeggiarlo in intimità con loro. Ho i più bei nipoti al mondo». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Spettacoli 37 italia: 51575551575557 # Debutti Ieri il primo appuntamento, a novembre torna la lirica con Ronconi, i lavori termineranno alla fine del 2015 Copenaghen Una serata tra Tosca e Otello Firenze scopre la nuova Opera È Conchita a vincere l’Eurofestival Festa per l’apertura ufficiale del teatro, Mehta sul podio Il galà Sul palco L’Opera di Firenze è costituita da una sala grande da 1.800 posti, una (da costruire) da 1.100 e la cavea da DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Tutto è stato simbolico e in divenire, ieri sera all’apertura della nuova Opera di Firenze, davanti al premier concittadino Matteo Renzi («Questo teatro è un messaggio di speranza e gratitudine»), ai ministri Maria Elena Boschi (Riforme) e Dario Franceschini (Beni Culturali), ai sovrintendenti dei teatri di Roma, Verona e Torino, e a Pereira, designato tra le polemiche alla Scala. La platea del Maggio Fiorentino è accolta dall’inno «Maggio» commissionato a Lorenzo Donati su testo di Poliziano, il poeta del ‘400 amico di Lorenzo il Magnifico, il quale come un precursore di Benigni invita a godere delle gioie dell’amore. Lo spettacolo vero e proprio, diretto da Zubin Mehta, è un cocktail dal prezzo così contenuto che il commissario Francesco Bianchi preferisce non specificarlo, lui che deve vedersela ogni giorno con i costi, avendo ereditato un passivo di 35 milioni, scesi a 22 dopo 14 mesi di terapia d’urto. Ci sono tre buone ragioni per aprire con un work in progress: il Maggio è convalescente, il teatro d’opera è stato consegnato dieci giorni fa, la torre scenica non è completata. Si fa quel che si può: il quarto atto dell’Otello che Mietta Corli affida a proiezioni e al solo letto sciato di Verdi, la milanese Corli punta su Desdemona (Maria Agresta), il suo nervosismo, la sua irrequietezza. Tra le proiezioni che si fanno scenografia, il letto è l’unico elemento concreto, due linee che poi diventano pietra tombale, un bunker di cemento, la tragedia che si chiude. E’ il punto di vista di Desdemona che attende la morte. La regista, che nei costumi saltella dalle fogge antiche agli anfibi contemporanei, riassume il suo progetto low budget con uno slogan felice: dal Rinascimento al cemento. Se Renzi l’avesse sentita, l’avrebbe fatta sua. Era lei la super favorita: Conchita. E lei ha vinto ieri sera il Festival europeo della canzone, l’Eurovision Song Contest, trasmesso su Rai2 in diretta da Copenaghen. La drag queen , Conchita Wurst (all’anagrafe Tom Neuwirth, nella foto), si è esibita con il brano «Rise Like A Phoenix». Corpo sinuoso avvolto in un vestito d’oro, viso dolcissimo, occhi allungati da un rimmel intenso, lunghi capelli corvini e una folta barba nera a rendere trasgressivo e ambiguo quel volto. Un’immagine forte che ha colpito l’intera Europa e che ha votato lei, chissà se per il brano in gara o per il suo modello di «moderno romanticismo» come l’ha definito Linus che insieme a Nicola Savino ha commentato la serata. Conchita, austriaca, ha dunque battuto l’ucraina (da Kiev era giunto l’appello a votarla per dare un segnale anti-Putin) e la nostra Emma Marrone che rappresentava l’Italia con «La mia città». V. Ca. © RIPRODUZIONE RISERVATA In platea Napolitano alla prova generale. Ieri in sala Renzi, Franceschini e Boschi Direttore Zubin Mehta (78 anni) che ieri ha diretto lo spettacolo. Sopra, una scena di «Tosca» di Desdemona in scena; Alessandra Ferri fa stretching sulla sua carriera virando sulla danza contemporanea; conclusione col primo atto di una tradizionalissima Tosca dello spagnolo Mario Pontiggia con scene dipinte recuperate dai magazzini. I lavori (la seconda sala da 1100 posti è tutta da costruire) termineranno a fine 2015, intanto la lirica tornerà a novembre, col Falstaff «di» Ronconi. I 50 milioni che mancano (su un totale di 260) saranno inseriti nel de- Su Sky Il programma che esalta la dance in onda anche su Cielo In tv il talent da discoteca Parte la sfida di venti deejay Re della console Da sinistra, Lele Sacchi, Stefano Fontana aka Stylophonic e Albertino: i tre deejay decideranno chi, tra gli sfidanti del programma «Top Dj» al via il 18 maggio, sarà il migliore d’Italia MILANO — Sono le nuove superstar della musica. Il fatto che qualcuno pensasse di costruirci attorno un talent show, in fondo, era solo una questione di tempo. Sono arrivati per primi Francesco Lauber e Pierpaolo Peroni: è loro l’idea di inventare un programma in cui si sfideranno venti dj, per stabilire chi sia il migliore. «Top dj» andrà in onda dal 13 maggio su Sky Uno HD alle 22.45 e in chiaro dal 15 maggio su Cielo, alle 24. Otto puntate per scoprire i talenti più promettenti di questo mondo fatto di dischi, casse e decibel. A stabilirlo, la nuova figura retorica televisiva che ormai fa tremare i conduttori (sempre meno determinanti): la giuria. Saranno Albertino, Stefano Fontana (in arte «Stylophonic») e Lele Sacchi, tre importanti artisti della scena elettronica e dance italiana, a giudicare i dj che si contenderanno il titolo di migliore d’Italia, dopo aver superato dei casting a cui si sono presentati in più di cinquecento. Al vincitore, Sony Music farà firmare un contratto di esclusiva discografica. Insomma, tutto come da copione quando si tratta che sembrano sassi, sono a pochi passi dalla Leopolda dove Renzi lanciò le prime slides. L’interno del teatro, rivestito di materiali della tradizione fiorentina, è disposto a ferro di cavallo (1800 i posti) all’interno di un’onda sinuosa. Girovagando, trovi i corridoi della sala con manifesti e locandine, l’oro rinascimentale del foyer, la maglia di rete metallica ramata rivelatasi preziosa per la permeabilità del suono. Che rimbalza uniforme, riservando la sorpresa che il pavimento vibra sotto i piedi e la musica si percepisce con tutto il corpo. La novità saliente del gala è Otello che troviamo all’atto finale, già pazzo di gelosia, e a Jago restano due battute, sufficienti a rinverdire il disgusto. Così lavorando con quello che le hanno la- di talent show. Solo che questa volta, anziché uno studio ci sarà una discoteca e al posto del palco i concorrenti si sfideranno dietro una consolle. «La musica dance è uno dei fenomeni di massa più importanti degli ultimi vent’anni — spiega Peroni —. I deejay sono le nuove rockstar. I loro singoli sono in cima a tutte classifiche e i loro dischi vendono milioni di copie. Riempiono le arene e gli stadi di tutto il mondo. Sono in prima pagina sui magazine, firmano linee d’abbigliamento e campagne pubblicitarie. Compaiono in film e serie tv». Tante le sfide. Per la prima prova di selezione gli aspiranti dj dovranno creare un mix di un minuto e mezzo scegliendo tra 30 dischi disponibili. Nella prova creativa dovranno invece preparare in un tempo limitato un remix di diversi bra- Idoli I giudici: nella musica di oggi artisti come i Daft Punk e David Guetta sono modelli di riferimento ni. Tecnicismi da club che ora arrivano anche in tv. «Artisti come Daft Punk, Tiesto, David Guetta, Calvin Harris, Avicii, Skrillex, sono i nuovi modelli di riferimento — riprende Peroni —. Che questo sia un fenomeno mondiale è sotto gli occhi di tutti, la sfida per la tv è mostrare come e dove si sviluppa il talento del dj che in Italia è ancora una figura poco popolare». In ogni puntata del talent ci sarà l’eliminazione di uno dei dieci dj in gara: solo tre arriveranno alla finalissima e lì presenteranno un loro inedito. Otto appuntamenti concepiti come fossero otto piccoli party, seguiti poi da un tour live durante cui vincitore e finalisti si alterneranno alla consolle. «La cosa più interessante per noi, e credo anche per gli spettatori, è mostrare come si diventa un professionista capace di lanciare hit e riempire le piste — conclude Peroni —. L’obiettivo è portare la consolle sul piccolo schermo per dare al pubblico un vero spettacolo e agli aspiranti dj uno spazio in cui mettersi alla prova». Chiara Maffioletti © RIPRODUZIONE RISERVATA creto di fine mese sull’Expo di Milano. L’operazione è durata 11 anni. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha visitato il teatro alla prova generale: «Bellissimo, tornerò». All’ingresso ci sono i cavalli che Pizzi usò per Rimsky-Korsakov, sulla facciata si proietta il video che, insieme agli arredi interni, ripercorre al galoppo la storia del Maggio, l’apertura a De Chirico e Sironi, Stravinskij, Bernstein e Kleiber, la Callas e Pavarotti… Le due sale, 2.200. Ieri opera e balletto si sono alternati sul palco. In scena con l’Orchestra e il Coro del Maggio l’ultimo atto di «Otello» (regia: Mietta Corli), «La Valse» di Ravel (coreografia: Davide Bombana,); «After the rain» di Arvo Pärt con Alessandra Ferri; il primo atto di «Tosca» © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Sport Le pagelle Inter I gioielli di Kovacic 7,5 HANDANOVIC Nella ripresa, con gli interisti impegnati a festeggiare, para l’imparabile: su Keita, in allungo su Biava, sul destro secco di Candreva. Le più difficili sui tiri di Felipe Anderson. 6,5 RANOCCHIA Biava gli sfugge una volta. Per il resto sempre presente a se stesso. 6 SAMUEL Soffre la prima mezz’ora, però riemerge bene. 5,5 ROLANDO Lascia libero Cana favorendo l’1-0 laziale. Si riscatta verso la fine del primo tempo accendendo l’azione del 3-1 interista. 6 JONATHAN Qualche bella sgroppata però manca di incisività. 6 HERNANES Gioca contro i suoi fratelli, creando spesso la superiorità numerica nella zona nevralgica del campo. Nella ripresa, opaca, firma il 4-1 definitivo: senza festeggiare. 6 KUZMANOVIC Rimpiazza Cambiasso con grande applicazione. 8 KOVACIC Gli assist per le reti di Palacio e Icardi sono gioielli di valore assoluto che sparano Mateo nell’Olimpo dei campioni. 7 NAGATOMO Dicono che fosse il più disperato dopo la sconfitta nel derby. Riversa l’amarezza sulla Lazio, correndo sulla fascia sinistra e regalando il cross per il 3-1 di Palacio. 6,5 ICARDI Nono gol, un diagonale rasoterra che non dà scampo a Berisha. 7,5 PALACIO Il Trenza è scatenato. Una doppietta, la terza in stagione, a coronamento dell’ennesima partita da fenomeno. Peccato per il fallo, inutile, su Pereirinha che lo costringerà a saltare l’ultima sfida contro il Chievo. 6,5 ZANETTI Dieci per la carriera, ma gioca con orgoglio anche l’ultima a San Siro. 7 MAZZARRI Nella festa per il capitano i fischi, assordanti, sono solo per lui e rendono amara la rotonda vittoria che, di fatto, vale l’Europa (League). Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Le pagelle Lazio Keita fa pressione 5 BERISHA Non ha colpe evidenti, ma non trasmette sicurezza. 6,5 BIAVA Segna da distanza ravvicinata e nella ripresa, di testa, prova a riaprire la partita. In difesa è l’unico in palla. 5 CANA Serve con grande intelligenza il pallone per l’1-0 rinunciando alla tentazione di mirare direttamente in porta. Poi però viene travolto e sul 3-1 interista si fa anticipare da Palacio. 4 DIAS Impresentabile. Le verticalizzazioni di Kovacic mostrano i suoi imbarazzanti limiti attuali. Sembra pronto per la pensione. 4,5 GONZALEZ Travolto da Nagatomo e sostituito dopo un tempo. 5 ONAZI Cerca di arginare, con scarso successo, le trame nerazzurre. Il giallo gli farà saltare l’ultima inutile sfida con il Bologna. 6 BIGLIA Cerca di non perdere la tramontana, ma non è facile. È tra gli ultimi ad arrendersi. 5,5 PEREIRINHA Suo il cross che avvia l’azione del gol. Nel primo tempo interpreta bene le due fasi, nel secondo molla un po’. 6,5 FELIPE ANDERSON Parte dietro le punte, poi dopo l’1-1 dell’Inter si allarga a sinistra nel 3-4-3. Molto vivace, cresce alla distanza. 4 KLOSE Il vecchio Miro gira parecchio a vuoto. Solo un bel colpo di testa, in pieno recupero, quando la partita è già segnata. 6,5 KEITA Giovane e intraprendente, tiene sotto pressione la difesa dell’Inter con ficcanti accelerazioni anche se a 20 minuti dalla fine si mangia il gol che potrebbe riaprire la partita. 6 LEDESMA Entra nella ripresa al posto di Gonzalez e si piazza davanti alla difesa. 5 REJA La Lazio saluta l’Europa. L’1-0 di Biava, dopo due minuti, aveva illuso i biancocelesti. La reazione dell’Inter non dà scampo ad una squadra distratta e spaventosamente fragile in difesa. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA La volata per l’Europa League Punti FIORENTINA 61 37ª Oggi LIVORNO 38ª 18/5 Torino In MAIUSCOLO le sfide in trasferta INTER 60 CHIEVO TORIN0 55 PARMA 54 MILAN 54 Parma TORINO ATALANTA FIORENTINA Livorno Sassuolo VERONA 54 LAZIO 53 NAPOLI Bologna Serata nerazzurra In svantaggio dopo pochi secondi, la squadra di Mazzarri ribalta il risultato con i gol di Palacio, Icardi e Hernanes MILANO — Tango argentino con numero finale brasiliano per l’addio di Javier Zanetti a San Siro, al suo stadio, alla sua gente, dopo 857 partite (e 21 gol) in nerazzurro (19 stagioni e 16 trofei vinti), a 40 anni e nove mesi domenica prossima a Verona. Quattro gol alla Lazio per la festa al numero 4 più famoso della storia dell’Inter; quattro gol che valgono la qualificazione all’Europa League, dopo un anno senza coppe. Resta da definire la posizione, fra quarto (dipende dalla Fiorentina), quinto (la soluzione più probabile, playoff) e sesto posto (doppio preliminare). L’Inter può ancora essere raggiunta dal Milan, ma ha un vantaggio enorme nella differenza reti generale: +24 contro il +8 dei rossoneri). Nella notte di Zanetti, anche le stelle hanno deciso di guardare dalla parte dell’Inter, evento abbastanza insolito in una stagione nella quale la fortuna ha guardato spesso da un’altra parte. La serata era iniziata in maniera traumatica: i fischi di San Inter Lazio 4 1 Marcatori: Bava 2’, Palacio 7’ e 37’, Icardi 34’ p.t.; Hernanes 34’ s.t. INTER (3-5-2): Handanovic 7,5; Ranocchia 6,5, Samuel 6, Rolando 5,5; Jonathan 6 (Zanetti 6,5 7’ s.t.), Hernanes 6, Kuzmanovic 6 (Taider s.v. 29’ s.t.), Kovacic 8, Nagatomo 7; Icardi 6,5, Palacio 7,5 (Milito s.v. 19’ s.t.). All.: Mazzarri 7 LAZIO (3-4-1-2): Berisha 5; Biava 6,5, Cana 5, Dias 4; A. Gonzalez 4,5 (Ledesma 6 1’ s.t.), Onazi 5 (Candreva s.v. 23’ s.t.), Biglia 6, Pereirinha 5,5; F. Anderson 6,5 (Minala s.v. 37’ s.t.); Klose 4, Keita 6,5. All.: Reja 5 Arbitro: Massa 5,5 Ammoniti: Palacio, Onazi Recuperi: 0’ più 3’ La festa d’Europa Siro per Mazzarri, dopo la sconfitta nel derby, il vantaggio della Lazio, con il colpo di testa di Biava contro una difesa impietrita, forse ancora frastornata dall’americanata che ha preceduto l’inizio della partita (e che diventerà regola nella prossima stagione). Mazzarri, offeso dall’atteggiamento del pubblico (ma dovrebbe sapere che nel calcio, come diceva Mazzetti, «chi vince è un bravo ragazzo, chi perde una ...»), non si è mai affacciato dalla panchina, rimanendo in piedi, ma senza farsi vedere e questa sfiducia, votata da San Siro, potrebbe avere effetti anche clamorosi sul futuro dell’Inter. La squadra ha reagito con una determinazione troppe L’Inter travolge la Lazio entra in Europa League e abbraccia Zanetti il capitano che lascia volte sconosciuta in questa stagione e ha costruito subito il pareggio, con un assist meraviglioso di Kovacic, trasformato in oro da Palacio (7’). La Lazio ha insistito, ha creato due occasioni buone per un nuovo vantaggio con l’imprendibile Keita, ma Kovacic (aveva un anno e tre mesi, quando Zanetti ha esordito a San Siro), in una serata baciata dalla grazia calcistica, ha ripetuto la prodezza e ha mandato in gol anche Icardi, in una serata in sospeso fra passato e futuro. L’Inter ha capito il mo- mento, ha accelerato ancora, procedendo a folate, con Nagatomo imprendibile sulla corsia di sinistra, che ha offerto a Palacio la palla del 3-1. Il Trenza non ha sbagliato, realizzando il 17° gol in questa sua seconda stagione nerazzurra, nella quale ha confermato di essere un giocatore così bravo che avrebbe trovato posto anche nell’Inter del triplete. Nella ripresa, Reja ha cambiato la Lazio, con l’inserimento di Ledesma e l’Inter ha lasciato l’iniziativa agli avversari, arrivando persino a farsi schiacciare nei propri venti metri. Mazzarri ha mandato in campo Zanetti e per quanto ha fatto vedere non si capisce bene come gli Il dopopartita Mazzarri cupo «I fischi? Non li ho sentiti» MILANO — Il bacio di Thohir alla fine, dopo i sonori fischi di tutto lo stadio all’annuncio delle formazioni. Nonostante il profumo d’Europa, una serata che più amara non si può per Walter Mazzarri. No, non se li aspettava. E c’è rimasto male, molto male, convinto com’è di aver ottenuto il massimo, in stagione, con questa squadra. «Non li ho proprio sentiti, concentrato come ero sull’inizio della partita» ha fatto sapere Mazzarri, teso e scuro in volto. Poi ha elogiato la partita di Kovacic: «Sta crescendo e diventando decisivo e determinante». Il croato, lasciato in panchina per tutto il girone di andata, non si sbilancia sui fischi al tecnico. «Non parlo di queste cose: è successo e basta. Bene tutti, non solo io: ora mi manca solo il gol, ma presto arriverà». Lo ha ritrovato Mauro Icardi. «Che assist mi ha fatto Kovacic. Il gol? Lo dedico a Zanetti». Prima della sfida con la Lazio Erick Thohir ha provveduto a ribadire, senza troppo entusiasmo, fiducia in Mazzarri. «Ha ancora un anno di contratto, perché non dovrebbe restare?» si è chiesto il presidente che non può certo permettersi di pagare tre allenatori, se non dovesse riconfermare l’ex tecnico del Napoli nella prossima stagione, visto che Stramaccioni è sotto contratto sino al 2015. Meglio destinare i soldi per rinforzare la squadra. «Due top-player? Prenderemo giocatori funzionali e che possono far parte del progetto per almeno 3 anni. Abbiamo necessità di un esterno, di un centrocampista e pure in avanti c’è bisogno di qualcuno». In ogni caso nessuno deve aspettarsi grandi colpi di mercato. «Non mi piace illudere: sono da escludere al momento — ha chiarito il d.t. Piero Ausilio —. Cercheremo di fare un mercato compatibile con le possibilità economiche che mi hanno comunicato». Franco Fiocchini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Sport 39 italia: 51575551575557 Basket, Milano gioca a Siena Superbike a Imola: in pole Rea Tennis, gli azzurri a Roma Serie A, ultimo turno. Oggi, ore 18: Roma-Varese, Pistoia-Caserta, Pesaro-Venezia, Cantù-Bologna, Avellino-Reggio E., Cremona-Montegranaro, Siena-Milano, Sassari-Brindisi. Classifica: Milano 48; Siena 40; Cantù 38; Brindisi 36; Sassari 34; Roma 32; Reggio E. e Caserta 30; Pistoia 28; Varese 26; Venezia 24; Bologna e Avellino 22; Cremona 20; Montegranaro 18; Pesaro 16. Sul circuito di Imola (quarto round della Superbike) Jonathan Rea (Pata Honda World) conquista la Superpole: il pilota nordirlandese non ci riusciva dal round portoghese del 2011. Guintoli (Aprilia Racing Team) e Giugliano (Ducati Superbike Team) completano la prima fila. Quarto l’altro portacolori ufficiale Ducati, Davies, seguito da Marco Melandri (Aprilia Racing Team). Gli avversari degli azzurri nel primo turno degli Internazionali d’Italia che iniziano domani a Roma. Uomini: Fognini-Rosol, Volandri-Simon, Lorenzi-qualificato, Checchinato-Sijsling, Seppi-Haas, Bolelliqualificato. Donne: Giorgi-Cibulkova, Knapp-Ivanovic, Pennetta-Meusburger, Schiavone-Wozniacki, Vinci-Makarova, Errani-qualificata. Il passo d’addio I tifosi vestiti con la maglia del capitano, le dediche, le parole emozionate del giocatore a fine partita Indimenticabile Immagini della serata d’addio a San Siro di Javier Zanetti: sopra, la fascia da capitano con i nomi di tutti i compagni in 19 anni di Inter; a sinistra il tifoso che ha invaso il campo per abbracciarlo, a destra un momento dell’emozionante serata di San Siro Cannoniere Rodrigo Palacio, 32 anni, segna il terzo gol dell’Inter e mette il risultato in sicurezza con la Lazio (Ansa) sia venuto in mente di smettere. Handanovic ha compiuto sei interventi prodigiosi, con Keita, Biglia e Felipe Anderson che sono arrivati al tiro con la massima facilità, confermando i difetti dei nerazzurri. Finché è arrivato Hernanes, che ha infilato il pallone nell’angolo con un diagonale perfetto e ha sigillato la partita, che consente a Mazzarri di presentare il conto della stagione in linea con quanto gli aveva chiesto il nuovo presidente, Erick Thohir (l’Europa). Ma la gara contro la Lazio, dentro San Siro strapieno a parte la curva Nord, vuota per la sentenza del giudice sportivo, ha chiarito che l’Inter è una squadra speciale e che, come ha ricordato Moratti, «il calcio è questa cosa qua, è sentimento; non si può far niente contro questo». E solo a Madrid si erano viste tante magliette nerazzurre come in questa notte così strana. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie A Ieri Inter-Lazio Verona-Udinese Oggi, ore 12.30 Atalanta-Milan Ore 15 Bologna-Catania Cagliari-Chievo Livorno-Fiorentina Sampdoria-Napoli Sassuolo-Genoa Torino-Parma Ore 17.45 Roma-Juventus Partite in tempo reale e tutti i gol e le immagini della giornata su MILANO — Quattro. Il numero che c’era, che c’è, sulle maglie di tutti i tifosi, su quelle da riscaldamento degli undici titolari scelti da Mazzarri, su quella, enorme, che copre il cerchio del centrocampo, con un «grazie» stampato sotto, questo quattro che è ovunque, soprattutto nelle sensazioni, non ci sarà più. Si ritirerà con Javier Aldemar Zanetti, 41 anni il 10 agosto. Il capitano dell’Inter, el Tractor smette di correre, palla al piede, come fa da 19 anni per l’Inter. Tutto nel calcio, e non solo, ritrova la via dell’origine. La prima squadretta di Javier si chiamava Disneyland e questa è la fine di una favola, una di quelle rare, al giorno d’oggi. Perché, disperso il velo di malinconia, tutti vivranno felici e contenti. Maglie, striscioni, poesie, foto, sciarpe, perfino una specie di top lanciatogli da una tifosa bollente. Javier Zanetti entra in campo qualche istante dopo i titolari. E accende il pubblico. Lo schermo gigante trasmette il trailer del film «Dock Sud Story», la storia di un ragazzo di Buenos Aires che è diventato un simbolo all’altro capo del mondo. Ma i tifosi vogliono tutto il film. Così, quando lo speaker pronuncia «Walter», aspettandosi che lo stadio risponda «Mazzarri», arriva una scarica di fischi. I tifosi scrivono sui social che «per le pippe in campo poteva giocare dall’inizio». Con un cinguettio si fa vivo anche Balotelli. «Un esempio di umanità e professionismo. Grande Pupi». A seguirlo, però. Passato e presente. Icardi corre da lui dopo il gol: Javier, dalla panchina, è il primo a scattare. Un abbraccio e una benedizione. L’eterno ragazzo ha seri La foto del capitano sul tabellone di San Siro, la maglia di ringraziamento e uno dei tanti striscioni dedicati a JZ È la notte di Zanetti Nel segno del 4 lo stadio si commuove «Finisce il calciatore, va avanti l’uomo» problemi con giacca e cravatta. Come farà, con l’investitura di Massimo Moratti? «Il calcio è soprattutto questo, è sentimento. Zanetti può seguire le orme di Giacinto Facchetti. Ha le qualità per farlo bene». Da «c’è solo un capitano» a «c’è solo un presidente»? Le emozioni si sprecano, ma nessuna è banale. Javier: «Difficile trattenerle tutte. Un momento così non si prepara». A 39’48” del primo tempo Zanetti si mette la pettorina verde e va a prepararsi. Lo stadio è un unico cuore che batte e urla. Sul braccio ha la fascia con i nomi di tutti i compagni che ha avuto accanto nell’Inter, da Adani a Zè Maria. «Avrei voluto mettere tutti i nomi dei veri protagonisti della mia avventura, i tifosi». Basta il pensiero. Finalmente al 6’45” del secondo è il momento di Zanetti-857. Samuel butta la fascia. A essere fiscali, il «cambio di capitano» non è previsto dal regolamento, ma chi vuole essere fiscale? Javier regala un paio di discese sulla fascia palla al piede. Un tifoso invade il campo per inginocchiarsi davanti a lui. Il capitano intercede co gli steward. È 857 partite in nerazzurro di Zanetti tra campionato e coppe: 21 i gol segnati 16 trofei conquistati con l’Inter in 19 stagioni vissute in nerazzurro 40 anni, 9 mesi e 1 giorno l’età di Javier Zanetti: è nato a Buenos Aires il 10/8/1973 Prossimo turno Atalanta Milan Bologna Catania Cagliari Chievo Livorno Fiorentina (4-4-1-1) 47 Consigli 93 Nica 29 Benalouane 6 Bellini 28 Brivio 77 Raimondi 21 Cigarini 17 Carmona 10 Bonaventura 11 Maxi Moralez 19 Denis (4-3-1-2) 1 Amelia 2 De Sciglio 13 Rami 5 Mexès 21 Constant 34 De Jong 18 Montolivo 4 Muntari 10 Honda 45 Balotelli 22 Kakà (4-4-2) 1 Curci 8 Garics 14 Natali 5 Antonsson 3 Morleo 33 Kone 11 Friberg 4 Krhin 19 Christodoulopoulos 9 Bianchi 99 Cristaldo (4-3-3) 1 Frison 2 Peruzzi 24 Gyomber 5 Rolin 18 Monzon 13 Izco 15 Rinaudo 28 Barrientos 11 Leto 9 Bergessio 19 Castro (4-3-3) 25 Avramov 24 Perico 15 Rossettini 13 Astori 8 Avelar 21 Dessena 7 Cossu 16 Eriksson 10 Ibraimi 9 Sau 23 Ibarbo (4-3-1-2) 28 Agazzi 21 Frey 3 Dainelli 12 Cesar 93 Dramé 11 Guana 8 Radovanovic 16 L. Rigoni 56 Hetemaj 77 Thereau 43 Paloschi (4-4-2) 1 Bardi 33 Valentini 23 Emerson 7 Castellini 2 Piccini 27 Biagianti 41 Duncan 24 Benassi 11 Mesbah 21 Belfodil 26 Siligardi (4-3-1-2) 25 Rosati 40 Tomovic 2 Gon. Rodriguez 15 Savic 23 Pasqual 10 Aquilani 7 Pizarro 20 Borja Valero 72 Ilicic 11 Cuadrado 17 Joaquin Arbitro: RIZZOLI di Bologna Tv: ore 12.30 Sky Calcio 1, Premium Calcio Arbitro: ROCCHI di Firenze Tv: ore 15 Sky Calcio 5, Premium Calcio 4 Arbitro: DOVERI di Roma 1 Tv: ore 15 Sky Calcio 4 Arbitro: GIACOMELLI di Trieste Tv: ore 15 Sky Calcio 3, Premium Calcio 3 Roma Juventus Sampdoria Napoli Sassuolo Genoa Torino Parma (4-3-3) 26 De Sanctis 13 Maicon 17 Benatia 5 Castan 35 Torosidis 44 Nainggolan 16 De Rossi 15 Pjanic 27 Gervinho 10 Totti 22 Destro (3-5-2) 1 Buffon 15 Barzagli 19 Bonucci 3 Chiellini 26 Lichtsteiner 6 Pogba 21 Pirlo 8 Marchisio 22 Asamoah 14 Llorente 10 Tevez (4-2-3-1) 30 Fiorillo 29 De Silvestri 28 Gastaldello 8 Mustafi 19 Regini 10 Krsticic 17 Palombo 11 Gabbiadini 21 Soriano 23 Eder 7 Maxi Lopez (4-2-3-1) 12 Reina 16 Mesto 4 Henrique 21 Fernandez 31 Ghoulam 88 Inler 8 Jorginho 11 Callejon 19 Pandev 14 Mertens 91 Zapata (4-3-3) 79 Pegolo 87 Rosi 5 Antei 26 Cannavaro 86 Ziegler 16 Biondini 4 Magnanelli 7 Missiroli 25 Berardi 10 Zaza 17 Sansone (3-4-3) 1 Perin 4 De Maio 8 Burdisso 15 Marchese 20 Vrsaliko 79 Cabral 91 Bertolacci 13 Antonelli 18 Fetfatzidis 11 Gilardino 77 Konate (3-5-2) 30 Padelli 5 Bovo 25 Glik 24 Moretti 19 Maksimovic 27 Kurtic 20 Vives 7 El Kaddouri 36 Darmian 9 Immobile 11 Cerci (4-3-3) 83 Mirante 2 Cassani 29 Paletta 6 Lucarelli 3 Molinaro 5 Gargano 32 Marchionni 16 Parolo 23 Schelotto 99 Cassano 7 Biabiany Arbitro: RUSSO di Nola Tv: ore 17.45 Sky Sport 1, Sky Calcio 1, Premium Calcio Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA 37a giornata 4-1 2-2 finita. Ricompare la grande maglia, viene steso un tappeto azzurro. A formare un corridoio di affetti sul blue carpet, dirigenti e dipendenti dell’Inter, la famiglia Moratti, Thohir, i giocatori, i tecnici. Tutti. Zanetti lo percorre con moglie e figli. E con le lacrime. Ringrazia tutti, estrae dal gruppo per un applauso speciale quelli della vecchia guardia, al passo d’addio, Samuel, Milito, Cambiasso, Castellazzi. «Ho imparato insieme a voi ad amare questa maglia e l’amerò per sempre. Finisce il calciatore, va avanti l’uomo. Ora mi tocca fare altro, ma difenderò l’Inter come ho fatto in campo». Ha ragione Moratti, in momenti come questi il calcio è una faccenda di sentimenti. È una festa sobria, Javier fa il giro di San Siro con la sua grande famiglia che porta a spasso la grande maglia. «Volevo chiudere a posto fisicamente e ci sono riuscito». Fuori dallo stadio, davanti al baretto della Nord, lo aspettano gli ultrà per l’ultimo atto dell’addio. Luci a San Siro, in campo, per Pupi non si accenderanno più. Arbitro: CHIFFI di Padova Tv ore 15 Sky Calcio 1, Premium Calcio 2 Arbitro: GERVASONI di Mantova Tv: ore 15 Sky Calcio 6, Premium Calcio 5 Arbitro: DAMATO di Barletta Tv: ore 15 Sky Sport 1, Sky Calcio 2, Premium Calcio 1 Serie B Sabato 17/5, ore 20.45 Udinese-Sampdoria Domenica 18/5, ore 15 Genoa-Roma Juventus-Cagliari Ore 20.45 Catania-Atalanta Chievo-Inter Fiorentina-Torino Lazio-Bologna Milan-Sassuolo Napoli-Verona Parma-Livorno Il Latina non molla e insegue l’Empoli Classifica JUVENTUS ROMA NAPOLI FIORENTINA INTER* TORINO PARMA MILAN VERONA* LAZIO* *una partita in più 96 85 72 61 60 55 54 54 54 53 ATALANTA SAMPDORIA UDINESE* GENOA CAGLIARI SASSUOLO CHIEVO BOLOGNA CATANIA LIVORNO 38a giornata 47 44 43 41 39 31 30 29 26 25 Venerdì Empoli-Crotone Padova-Cesena Ieri Avellino-Spezia Bari-Juve Stabia Latina-Ternana Modena-Novara Palermo-V. Lanciano Pescara-Siena Reggina-Brescia Trapani-Cittadella Varese-Carpi 3-1 0-1 2-0 3-0 2-0 Giornata storica per la B, che ha traguardato 3-1 quota 100 mila spettatori. La vittoria di venerdì 1-1 sul Crotone ha dato una spinta forse decisiva 1-0 all’Empoli per arrivare in A da seconda, dunque 1-1 senza passare dai playoff. Ma il Latina non mol1-2 la e ha vinto, con molta fatica, contro la Terna0-2 na, che ha chiuso in nove e che resta a rischio playout. Il Lanciano ha raccolto un punto in casa del Palermo (già promosso, grande festa alla Classifica 79; Empoli 65; Latina 61; Favorita) ed è stato raggiunto dal Modena, che Palermo* Cesena 59; Crotone 58; Modena e V. ha battuto il Novara, scavalcando Spezia e Tra- Lanciano 56; Avellino 55; Spezia e Bari (-4) 54; Trapani 53; Siena (-8) pani. Torna in zona promozione l’Avellino, che e Carpi 52; Brescia e Pescara 50; ha battuto lo Spezia; continua l’ascesa del Bari, Ternana e Cittadella 45; Varese 43; 40; Padova 35; Reggina** che ha travolto la Juve Stabia e ora può davvero Novara (-3) 26; Juve Stabia** 18. pensare ai playoff. Continua la caduta del Vare- (*) promosso in A; (**) retrocesse in Lega Pro se, battuto in casa dal Carpi; in questo momento, dovrebbe giocare il playout con il Novara, Prossimo turno Martedì 13/5 (ore 20.30): Avelliche due anni fa era in A, per salvarsi. Il Pescara, Brescia-Modena; Carbattendo il Siena, si è guadagnato la virtuale no-Trapani; pi-Bari; Cesena-Empoli; Cittadellasalvezza e ha messo fuori, salvo recuperi im- Palermo; Crotone-Latina; NovaraJuve Stabia; Pescara-V. Lanciano; probabili, il Siena dalla zona promozione. Siena-Reggina; Spezia-Varese; Ter© RIPRODUZIONE RISERVATA nana-Padova. 40 Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care with problem solving ordini offerte inglese francese windows mac offresi 331.12.23.422 ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. Pluriennale esperienza settore illuminazione, arredamento e allestimenti. Offerte commerciali; ufficio acquisti, gestione fornitori, Autocad. Tel. 333.14.37.804 ADDETTA paghe contributi pluriennale esperienza offresi. Contattare 334.16.25.041 dalle 18 alle 19,30 AIUTO contabile, pluriennale esperienza contabilità ordinaria, clienti/ fornitori, riconciliazioni banche, valuta proposte. 338.74.70.197. 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Un gol che pochi ormai si aspettavano perché i gialloblù avevano aggredito bene la partita, passando in vantaggio con un rigore di Toni (gol numero 20) al 14’ e raddoppiando con Hallfredsson al 9’ della ripresa, grazie anche alla collaborazione di Scuffet. I giochi sembravano chiusi, ma appena 2 minuti dopo il 2-0, Di Natale regalava uno dei suoi gioielli: stop in area, giravolta e botta di destro sotto la traversa. Il gol numero 190 di Di Natale (raggiunto Hamrin nella classifica all-time) riapriva la gara e il pareggio dell’Udinese arrivava al 92’ con Badu, appena entrato. E smorzava i festeggiamenti in corso al Bentegodi da una buona mezzora. «La posizione di Balo? Cercate polemiche» ✒ Quell’errore nel teorema di Clarence di ALBERTO COSTA lo costringeranno Q uando a scendere dalla nuvola su cui ha sistemato armi e bagagli, Clarence Seedorf dovrà per forza di cose arrendersi alla realtà: la lettera di licenziamento gli sarà infatti recapitata da Silvio Berlusconi in persona e non dai rappresentanti di quei media che, a suo dire, avrebbero costantemente fornito una distorta visione della realtà. In attesa di quel momento ormai prossimo l’olandese prosegue nella sua azione promozionale e non passa giorno che non ci ricordi tutto ciò che sotto la sua sfavillante gestione risulterebbe migliorato in maniera incontrovertibile rispetto al medioevo di Allegri. Tra i suoi meriti acquisiti — alcuni indubbiamente autentici, altri soprattutto presunti — pure il rendimento di Mario Balotelli. Refrattario alle opinioni che divergono dalle sue, Clarence preferisce affidarsi alla forza dei numeri. Contano quelli, tutto il resto è fumo. Però, a interpretarli attentamente, sono proprio i numeri a contraddire le sue certezze: Balotelli era molto più decisivo quando la panchina milanista era occupata da Allegri e, trattandosi di un attaccante, il particolare pare tutt’altro che marginale. È infatti sufficiente dividere i minuti giocati per il numero dei gol segnati e il giochino è fatto: 1.206 minuti e 12 reti la stagione scorsa al suo sbarco sul pianeta rossonero corrispondono a una media di un gol ogni 100 minuti; 1.079 minuti e 7 reti in campionato sotto la regia di Seedorf e la media-gol è schizzata clamorosamente verso l’alto, uno ogni 154 minuti. Ma anche volendo abbracciare nella sua interezza la gestione Allegri (sommando il disastroso girone di andata di questo campionato alle presenze della stagione passata) l’incidenza di Balotelli resta più marcata rispetto a quella attuale: i 2.423 minuti giocati complessivamente in serie A con l’allenatore dell’ultimo scudetto e le 19 reti segnate producono infatti una media realizzativa di un gol ogni 127 minuti. Insomma, non c’è partita, anche perché i numeri danno clamorosamente ragione a Silvio Berlusconi che da sempre invoca un altro attaccante accanto a Mario per aumentarne la forza d’urto. E soprattutto i gol. © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Scorrono i titoli di coda sulla storia di Clarence Seedorf e il Milan, ma come accade in certi film, alcune scene andranno in onda dopo. Quella dell’esonero, per esempio, difficilmente consensuale a questo punto, sarà girata a elezioni europee concluse, quindi nei giorni successivi al 25 maggio. Prima (il 19) ci sarà tempo per inaugurare (con squadra e allenatore) negozio, museo, ristorante nella nuova sede (ieri il responsabile del marketing Kalma era a San Siro per studiare le iniziative di intrattenimento organizzate dall’Inter). Ma mentre i titoli lentamente scorrono, la quotidianità è un fardello pesante da portare. L’allenatore non capisce la battuta (a dir poco urticante) del suo presidente («In clinica ho incontrato tante persone che potrebbero prendere in mano lo spogliatoio del Milan e farsi amare dai giocatori»), non parla di modulo né tanto meno di formazione (ma contro l’Atalanta nell’anticipo a rischio disordini delle 12.30 riproporrà il 4-3-1-2 con cui ha vinto il derby, cambiando solo due uomini: Honda al posto di Taarabt a fare il trequartista e Muntari per Poli) e non risponde sulla posizione di Mario Balotelli, altro cruccio presidenziale. Gli argomenti cominciano a scarseggiare, però si può sempre parlare della critica della ragion pura. Per uno che si era presentato come un rivoluzionario della comunicazione aperta e trasparente, un tipo dialetticamente abile, più colto della media degli sportivi, questo è il segno di un disagio (legittimo), se non proprio del fallimento di un progetto. Perché Seedorf ha sì ottenuto ottimi risultati sul campo (se vince le prossime due partite potrebbe chiudere il girone di ritorno a 38 punti), ma non ha certo cambiato il Milan come pretendeva di fare. Ha fatto cambiare idea però a Silvio Berlusconi che da suo primo sponsor è diventato suo primo accusatore (pare che, quando a microfoni spenti il presidente ha detto «il nome del successore ce l’ho ma non ve lo dico», la frase sarebbe proseguita con «è Silvio Berlusconi»). Era scontato che Seedorf non replicasse alle parole del presidente, però al Milan ci sono dei dogmi che tutti hanno sempre accettato, compresi gli allenatori precedenti, altrettanto bastonati. In questi casi il dogma ob- © RIPRODUZIONE RISERVATA In bilico SOLBIATE OLONA — (m. col.) Relatore al convegno del Centro ricerche Mapei organizzato dal patron del Sassuolo Giorgio Squinzi, Massimiliano Allegri (foto) ha evitato di rispondere alle frecciate di Clarence Seedorf sulla preparazione atletica dei milanisti e spiegato che la sua intenzione, al momento, è restare fermo un anno. Allegri ha dettato la sua ricetta per far uscire il calcio italiano dalla crisi: «Poiché le classifiche della Champions le fanno i fatturati possiamo colmare il gap iniziando a lavorare sui ragazzi. Dobbiamo ridurre le lacune tecniche costruendo in casa buoni giocatori italiani con i settori giovanili». Non dovete chiedere a me, lui ha detto tante volte le stesse cose su di me. Ora troverete un muro, non voglio essere preso per i fondelli». Infine, Balotelli. Secondo Berlusconi «al Milan non sono ancora riusciti a convincere il giocatore circa la sua posizione in campo», e Seedorf rilancia così: «La crescita di Mario è sotto gli occhi di tutti, ci vuole un po’ di rispetto. Io sono allenatore da tre mesi, ma ho alle spalle una carriera di 22 anni e non sono stupido. Capisco se si sta cercando per forza la polemica». Nel suo film, gli amici sono i tifosi («Si rischiano problemi con gli ultrà? Non succederà niente») e i giocatori («Sono stati disposti a parlare in mio favore, è bello, potevano essere più diplomatici»), i migliori alleati sono i risultati, i giornalisti fanno la parte dei cattivi e la trama parla di una macchinazione contro di lui. Il colpevole, però, in questi casi è sempre il presidente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Arianna Ravelli bliga di dire: «Le parole del presidente non si commentano». Seedorf ha invece scelto di dire: «Non ho capito bene, con una battuta posso dire che è veramente facile gestire questo gruppo perché sono tutti bravi ragazzi, ma non capisco bene cosa abbia voluto dire». Poi è stato un crescendo di tensione. «Non parlo più del presidente con voi. I suoi elogi a Montella? Clarence Seedorf, 38 anni, in 20 partite da tecnico rossonero ha vinto 10 gare, ne ha perse 8 e pareggiate 2. A fianco Keisuke Honda, 27 anni, 15 presenze e 2 gol nel Milan (Ap, LaPresse) L’ex rossonero Allegri pensa ai vivai, non alle panchine © RIPRODUZIONE RISERVATA Verona Udinese 2 2 Marcatori: Toni (rig) 14’ p.t.; Hallfredsson 9’, Di Natale 11’, Badu 47’ s.t. VERONA (4-3-3): Rafael 6,5; Pillud 6 (Cacciatore 6 1’ s.t.), Moras 6, Marques 5,5, Agostini 6; Sala 6,5, Cirigliano 6, Hallfredsson 7 (Maietta s.v. 36’ s.t.); Gomez 6 (Donadel 6 23’ s.t.), Toni 7, Marquinho 6. All.: Mandorlini 6,5 UDINESE (4-3-2-1): Scuffet 5,5; Heurtaux 6,5 (Widmer s.v. 31’ s.t.), Danilo 6, Domizzi 6, Gabriel Silva 5,5; Pinzi 6, Allan 6 (Badu 7 43’ s.t.), Lazzari 5,5; Nico Lopez 5 (Yebda s.v. 30’ s.t.), Pereyra 6; Di Natale 7. All.: Guidolin 6,5 Arbitro: Tommasi 6 Ammoniti: Heurtaux, Domizzi, Danilo, Allan, Donadel Recuperi: 0’ più 4’ Il posticipo Roma-Juventus, da sfida-scudetto a partita della paura. Misure di sicurezza straordinarie per prevenire incidenti La speranza di Garcia: «Mi auguro che sia una festa» ROMA — Per fortuna c’è anche il calcio. E la notizia che introduce a Roma-Juventus, che da partita tra le due migliori squadre del campionato è diventata la partita della paura, è che Miralem Pjanic ha praticamente rinnovato il suo contratto giallorosso. Mancano pochi dettagli e, anche se nel calcio contano davvero soltanto le firme, è un bel colpo per i tifosi romanisti, che si potranno godere ancora il talento del bosniaco, ma non soltanto per loro. È una buona notizia anche per il campionato italiano, che non perderà un altro campione destinato all’estero. Lo spettacolare gol di Pjanic contro il Milan ha fatto il giro del mondo, proprio come le immagini degli scontri che hanno preceduto la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, con il tifoso Ciro Esposito ancora in pericolo di vita. Il gol è uno spot della serie A, gli scontri un motivo di vergogna. Non c’è dubbio che nuovi stadi siano il primo passo per riportare la sicurezza nel nostro campionato, ma oltre agli impianti conta anche che cosa ci metteremo dentro. E vale sia per gli spettatori che per il gioco. Applausi Rudi Garcia, 50 anni, alla prima stagione sulla panchina della Roma con la quale ha disputato una grande stagione. Nella foto, sembra applaudire il collega-rivale Conte (Ansa) Titolo meritato «I bianconeri meritano il titolo? Io rispetto la classifica» Pjanic rinnova Pjanic rinnova, una bella notizia anche per il calcio italiano Roma-Juve ha anche questo compito: ridare fiducia a chi spera che il calcio non sia soltanto un problema di ordine pubblico. Non ci si può permettere un altro giorno di ordinaria follia, così la Questura di Roma ha preparato un piano che, dopo l’anticipo del fischio d’inizio dalle 20.45 alle 17.45, prevede che i cancelli dello stadio aprano alle 15.45 e che siano impiegati dentro l’impianto 530 steward e fuori dall’Olimpico un migliaio di Grinta Antonio Conte, 44 anni, alla terza stagione con la Juventus. Conte ha vinto 3 scudetti di fila con i bianconeri ma ancora non si sa se resterà a Torino (LaPresse) agenti. Sono previsti quasi 60 mila spettatori, 1.100 dei quali nel settore ospiti. Per loro sono stati pianificati itinerari che partono da tre punti di raccolta, attivi dalle 14: Saxa Rubra (via Silvio Gigli) per gli juventini provenienti dai caselli Roma nord e Roma ovest; stazione Tiburtina (Largo Guido Mazzoni) per i residenti a Roma; via Schiavonetti per quelli provenienti dai caselli Roma sud e Roma est. I tifosi saranno accompagnati allo stadio a bordo di mezzi dell’Atac scortati da agenti di polizia. Si è parlato del rischio di infiltrati o di ultrà napoletani a caccia di vendetta. Ogni controllo sarà intensificato, ma non c’è intenzione di aumentare la cassa di risonanza con un eccesso di allarmismo. Roma e Juve possono fare il loro dovere in campo, giocando una bella partita e adeguando i comportamenti alla situazione. Ieri Conte non ha parlato in conferenza stampa, lasciando la ribalta al suo staff. Difficile dire se abbiano pesato anche le polemiche a distanza con Garcia degli ultimi tempi, con l’accusa di «provinciale» che il mister triscudettato ha fatto al collega. Garcia, invece, ha parlato: «È l’ultima partita all’Olimpico di una stagione straordinaria e mi auguro che sia una festa per tutti i tifosi allo stadio. Abbiamo fatto un campionato da record, ma davanti a noi lo ha fatto anche la Juve. Forse l’anno prossimo vinceremo lo scudetto con meno punti. La Juve ha meritato lo scudetto? C’è sempre una classifica che dice chi è il migliore e io la rispetto. Conte? Non mi sono piaciute le sue dichiarazioni polemiche, ma un allenatore che fa 96 punti in campionato non può che essere bravo». Out De Sanctis e Maicon nella Roma, debutta in porta il polacco Skorupski e Destro riprende il suo posto dopo la squalifica, sperando di convincere Prandelli a portarlo al Mondiale. Nella Juve ci sarà in porta Storari ma il resto della squadra dovrebbe essere quella titolare. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Sport km 6 18 32 42 51 75 84 97 120 137 2 - Portmarnock 22 - Lusk 11 - Balbriggan DUBLINO 10 m 8 - Drogheda 12 - Castlebellingham 8 - Dundalk 73 - Forkhill 315 3 - Fews Forest 31 157 - Keady 15 232 - Markethill Summit 23 67 - Richhill 34 - Loughgall ARMAGH 31 m italia: 51575551575557 151 170 187 CORRIERE DELLA SERA Così oggi 3ª tappa, Armagh-Dublino, 187 km La tappa La carovana del Giro lascia oggi l’Irlanda del Nord e arriva in Irlanda. È l’ultimo arrivo lontano dall’Italia: la tappa è per velocisti, ma 7 curve secche negli ultimi 4 km di gara possono decidere la classifica. Domani giornata di riposo, poi il Giro ripartirà martedì da Giovinazzo, in Puglia Così in tv ore 14.30 Eurosport ore 15.05 Raitre ore 15.10 RaiSport2 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Dialogare in corsa Spettacolo a Belfast Il tedesco trionfa in volata, l’australiano scala la classifica Kittel primo, Matthews rosa è già il Giro dei predestinati Messaggi Nairo Quintana con il manubrio tecnologico (Ansa) Mail e sms sul manubrio La nuova frontiera del ciclismo tecnologico ultimo ad arrendersi a 3 km dal traguardo. La gigantesca squadra di Kittel divide la fatica della rimonta con quelle di Bouhanni e Viviani, che si sentono pronti. Ma l’esplosività del tedesco che sembra un surfista californiano e ama le auto veloci sono deborIl Codice della Strada parla chiaro: a leggere un sms danti: Kittel è alto guidando l’automobile si rischiano multe salate e cinque 190 centimetri e ha punti di patente. Il codice del ciclismo professionistico due cosce larghe non ipotizza l’infrazione. È per questo motivo che tra i come il girovita del corridori del Giro d’Italia si sente di tanto in tanto il «bip francese Bouhanni, bib» del messaggino in entrata. Un ciclista che ha che pratica il pugidimenticato il telefono in tasca? No, da un paio di mesi è in lato, a volte anche commercio un computer da manubrio che oltre a durante gli sprint, misurare i parametri di guida (velocità, potenza, ma stavolta non frequenza cardiaca…) riceve mail e messaggi di testo. riesce nemmeno a Alcuni direttori sportivi, stanchi di comunicare tramite salire sul ring. radioline gracchianti, hanno cominciato a impartire Del resto, Mardirettive via sms. Facile, veloce, inequivocabile: i corridori cellone è praticahanno sempre la testa sul manubrio, nessuno potrà dire di mente il sosia di non aver capito gli ordini di scuderia. La notizia filtra a Ivan Drago, quello fatica dal gruppo nel timore che la federazione che disse a Rocky internazionale prenda provvedimenti. Quella dei limiti o «ti spiezzo in due». dei divieti alle comunicazioni in corsa è una regola che Qui per adesso inrende il ciclismo unico cute timore solo col nel panorama sportivo. suo passaggio e Dati e immagini Se guardiamo ad auto e non ha dovuto moto, i canali di dialogo aprire bocca. Oggi Dopo la telemetria tra team e atleta sono potrebbe farlo, per vietata ma utilizzata molteplici e sofisticati. soffiare sulle canin futuro arriveranno Negli sport di squadra ci deline del suo venmicrocamere (e diritti tv) sono i time out con tiseiesimo compleanalisi del gioco su Dominio Marcel Kittel, 25 anni, tedesco, con una volata imperiosa si è aggiudicato la seconda tappa del Giro d’Italia sul traguardo di Belfast (Ap, LaPresse) anno: «Non so se tablet, in atletica gli riceverò qualche allenatori hanno spazi riservati dove conferire con DA UNO DEI NOSTRI INVIATI menti dalle spalle del vecchio a 32 denti Kittel —, ma so quali regalo, ma è tutto nelle nostre boscaiolo Tuft su quelle, tatua- sono gli avversari a cui devo mani — dice —. Non avrò una saltatori e lanciatori durante le gare. Nelle due ruote — per Le classifiche BELFAST — Quella mezzora te con un enorme angelo, del stare attento. Cavendish e pressione particolare, anche preservare spontaneità tattica e un alone di romanticismo (scarsa) di sole made in Bel- campione del Mondo under 23 Greipel, che qui non ci sono. perché un anno fa la festa me — la federazione internazionale limita l’uso delle radio fast, state sicuri che bacerà so- a Melbourne 2010. alle gare World Tour. La tecnologia però fa passi da gigante Bouhanni e Viviani che invece l’ha fatta proprio un francese, prattutto loro. Se le ragazze, Così, la corsa più amata da- ci sono e vanno forte. Ho vinto Cocquard, battendomi in Pice le tentazioni — per i direttori sportivi — sono tante. come è successo ieri, vogliono gli italiani e dagli irlandesi si fa bene, ma se divento arrogante cardia». Oggi, grazie alla fascia cardio e ai sensori di potenza nei farsi un autoscatto fuori tempo subito bella con le facce e so- o se comincio a pensare che sia pedali, un bravo coach può capire ora per ora la Gli italiani che si erano libemassimo, Marcel Kittel capirà. prattutto il talento di due facile batterli, quello è il mo- rati di Cavendish adesso devocondizione di forma di un suo corridore e consigliargli le E se la fame gli prenderà lo esponenti della nuova genera- mento in cui inizio a perdere». no fare da spettatori alla conmosse migliori. Con la telemetria breve (quella usata in stomaco un’ora dopo l’arrivo, zione rampante. La collina atFormula 1), questi dati sarebbero disponibili anche in Per adesso è stato più fatico- sacrazione di Kittel, che poi al Michael Matthews addenterà torno alla capitale dell’Ulster è so riprendere i primi quattro Tour dovrà ripetersi contro corsa. La telemetria è vietata dall’Uci, ma molti se ne un panino tra una domanda e servita a Jonathan Swift come fuggitivi del Giro che battere Cav e soci. Anche per la maglia infischiano. E non solo controllano gli atleti dalla l’altra, come se niente fosse. ispirazione per «I viaggi di Bouhanni, Nizzolo, Viviani e rosa bisognerà ripassare più macchina ma anche da casa. Come? Grazie a piccoli router Perché loro sono i predestinati Gulliver»: sul profilo di quei Ferrari in volata. Nell’Irlanda tardi: l’unico sprinter che può Gprs/Umts — nuclei di telefonini spogliati della tastiera — del ciclismo, belli e vincenti, saliscendi lo scrittore ci vedeva angustiata dalle lotte religiose strapparla a Matthews con gli nelle tasche degli atleti. Tramite un software ad hoc, un Ordine d’arrivo 2ª tappa, Belfast-Belfast, 219 km che nella città del grande Ge- un gigante dormiente e il Giro scappano un pratese che si abbuoni è ancora Petacchi a preparatore può analizzare a distanza come funzionano 1. Kittel (Ger) 5.13’25’’ (abb. 10’’) orge Best mettono l’ennesima quel colosso lo ha scoperto ie- chiama Fedi (a lungo maglia 8’’. «Spero di tenerla una setticuore e polmoni di tutti i suoi nove corridori al Giro e dare 2. Bouhanni (Fra) s.t (abb. 6’’) crocetta sulla loro fiammante ri, sveglio e pimpante più che rosa virtuale), un belga che si mana» spara Michael, che si fa loro indicazioni — via sms, appunto — su quando 3. Nizzolo (Ita) s.t (abb. 4’’) carlinga di giovani campioni: il mai: «Non faccio io le gradua- chiama Esercito (Armee), il chiamare non a caso «Bling»: attaccare (o come difendersi) lungo una salita o su quando 4. Viviani (Ita) s.t. tedescone biondo non si torie e non posso dire se sono colombiano Romero Corredor «brillante, figo, ingioiellato» e alleggerire il rapporto durante una crono. Questi dati, 5. Ferrari (Ita) s.t. scompone nemmeno i capelli il più forte al mondo — sorride e l’erbivoro olandese Tjallingii, se l’è pure fatto scrivere sulla abbinati alle immagini di microcamere montate sulle bici, 6. Belletti (Ita) s.t. scolpiti e domina con impresrivoluzionerebbero le dirette tv del ciclismo. Il veto al loro targa del suo Suv targato Mon7. Swift (Gbr) s.t. sionante facilità il primo utilizzo non ha motivi romantici: la federazione sta tecarlo: «Qualcuno vedendo8. Matthews (Aus) s.t. sprint del Giro; il ricciolino di quantificando quanto questa tecnologia possa valere in mi può pensare che io sia un 9. Appollonio (Ita) s.t. Canberra ammette che la tattitermini di diritti tv. idiota, ma non lo sono». Mai anni in due 10. Farrar (Usa) s.t. ca di squadra è stata perfetta, Marco Bonarrigo fermarsi alle apparenze. per Marcel Kittel e Michael Matthews: 12. Chicchi (Ita) s.t. così la maglia rosa è scivolata Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA 25 per il tedesco e 23 per l’australiano 15. Ruffoni (Ita) s.t. per una questione di piazza© RIPRODUZIONE RISERVATA 29. Scarponi (Ita) a 3’’ 30. Quintana (Col) s.t. 31. Cunego (Ita) s.t. 33. Uran Uran (Col) s.t. 34. Roche (Irl) s.t. 35. Aru (Ita) s.t. 58. Evans (Aus) s.t. 64. Pellizotti (Ita) s.t. 89. Tuft (Can) s.t. 100. Basso (Ita) s.t. 113. Rodriguez (Spa) s.t. cap: è stato fra i primi ingaggiati da sper, uno chef solo per lui: «La mattiDA UNO DEI NOSTRI INVIATI provocava con l’offerta del «miglior 196. Sella (Ita) a 3’45’’ roastbeef della zona». E ha tagliato una società cinese, è andato a impol- na latte di soia, succhi e cereali; la seClassifica generale BELFAST — Scappa tre chilometri via il Bushmills Inn, dove un altro verarsi nei Tour del Burkina Faso, ha ra riso, pasta, proteine vegetali... 1. Matthews (Aus, foto) 5.37’54’’ dopo la partenza. Scoppia tre chilocartello prometteva carne sulla torba vinto un Tour del Belgio, imbastì una Non è difficile, anche se si è atleti: è 2. Durbridge (Aus) a 3’’ metri prima dell’arrivo. In mezzo, innaffiata dal whisky più antico del memorabile fuga alla Milano-Sanre- normale. Quel che conta d’uno spor3. Santaromita (Ita) s.t. duecentotredicimila metri di hall of mondo. Dai prati zuppi, poi, era tutto mo, a un Tour de France fece 40 chi- tivo è lo stile di vita, non l’alimenta4. Tuft (Can) s.t. fame, senz’altra fama che lo preceda un hop-hop d’un pubblico che adlometri con un’anca rotta... Ora vuol zione. A volte ci si stupisce di me che 5. Weening (Ola) s.t. e senza fame supplementare che lo dentava bacon e di vegetale aveva sofar vedere che c’è sempre un’alterna- mangio vegetariano. Però credo sia6. Meyer (Aus) s.t. divori: la prima grande fuga del Giro lo l’erba intorno. Povero Maarten. tiva alle abitudini della massa, «a un no altre le cose che devono sorpren7. Uran Uran (Col) a 8’’ è d’un olandese che ha il nome d’un Unica consolazione, un belato grato mercato che c’impone comporta- dere...». Fanatico? «Se i miei figli mi 8. Brambilla (Ita) s.t. vulcano oceanico, Tjallingii, e la no- di pecore: viva chi mangia chilomementi alimentari di cui non ci ren- chiedono d’andare a un fast food, ce 9. Serry (Bie) s.t. mea sommersa d’un atleta un po’ tri senza mangiare noi. diamo nemmeno conto», e si può li porto...». Davvero?... «A bere una 10. Petacchi (Ita) s.t. strano che mangia solo vegetariano, Fuga per la lattuga. Non sarà come sognare anche un oro al pomodoro: bibita, chiaro!...». E se un giorno ar14. Evans (Aus) a 10’’ vince la prima maglia azzurra degli vincere l’insalatiera di Wimbledon, «Non tocco carne, uova, pesce da riva un hamburger, a sponsorizzarti? 23. Roche (Irl) a 26’’ scalatori, arriva al traguardo e non conquistare questo Gran premio delsempre — dice —. Non è che li dete- «Corro lo stesso. Il ciclismo è uno 38. Scarponi (Ita) a 41’’ beve neanche un integratore. «È stala Montagna piazzato su un’altura di sti, è che non li ho mai assaggiati. sport da uomini liberi, e questo vale Baci Maarten Tjallingii, 37 anni 39. Aru (Ita) s.t. ta durissima», commenta lui ovvio, 261 metri (praticamente una duna Non m’interessano. In casa mia sono anche per chi lo guarda». Passa il 47. Kittel (Ger) a 46’’ ma forse non c’entrano solo la piog- da golf). Ma è pur sempre da album me i triatleti che predicano l’astinen- vegetariani i miei nonni, i miei geni- cuoco Jasper: che vuoi per cena, 52. Basso (Ita) a 56’’ gia e la fatica. Che sadico, in fondo, delle figurine diventare il primo, za ovina&bovina... A 37 anni e 83 tori, mia moglie, i miei bambini… Maarten? «Ho visto come vanno i co57. Quintana (Col) s.t. chi gli ha disegnato il percorso: a un l’unico, il più famoso ciclista al mon- chili, rimasto senza un rene quan- V’assicuro che nessuno è deperito. lombiani. Ma non credo mangino 111. Cunego (Ita) a 1’23’’ certo punto della sua tappa, Maarten do che non si nutra di qualunque d’era piccolissimo e costretto a bere Mio figlio ha già muscoli mica ma- come me». 122. Rodriguez (Spa) a 1’36’’ Tjallingii ha dovuto sfiorare e igno- bendidio animale: come la Navrati- molto, Maarten dimostra da una vita le». La sua squadra, la Belkin, gli Francesco Battistini 196. Carretero (Pan) a 9’44’’ rare l’Ellie May’s Restaurant che lo lova, Edwin Moses e Carl Lewis, co- che ci si arrangia anche con l’handi- mette ogni giorno a disposizione Ja© RIPRODUZIONE RISERVATA Lo sprinter: «Il migliore? Non faccio io le graduatorie...» 48 Cibo&pedalate Tanta volontà e niente carne per l’olandese Tjallingii che scappa per 213 km, vince la maglia degli scalatori e poi crolla La fuga per la lattuga (tra le tentazioni) di Maarten Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Sport 43 italia: 51575551575557 Formula 1 Le Rosse a fondo nelle qualifiche del Gp di Spagna Montezemolo avrebbe incontrato Newey per il 2015 Così al via alle 14 Dominio Lewis Hamilton alla quarta pole consecutiva con la sua Mercedes (Ap) La Ferrari raddoppia il distacco Raikkonen (6°) e Alonso (7°) a quasi 2 secondi da Hamilton DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BARCELLONA — Lascia o raddoppia? Raddoppia. Nel senso dello scarto della Ferrari dalla Mercedes del poleman Lewis Hamilton: il pallottoliere di Montmelò, Circuit de Catalunya, lo stesso del trionfo di un anno fa, racconta di un secondo e nove decimi, con tendenza a scivolare oltre la soglia dei due. Altro che riscossa, per la Rossa tira aria di default: «Il dato peggiore della qualifica non è tanto il settimo posto sulla griglia o quanto sono distante dal podio, bensì il distacco dai migliori», dice Fernando Alonso, che di fronte al pubblico di casa è stato preceduto pure da Kimi Raikkonen. Ma fosse solo il compagno di squadra (sesto), il problema. Il guaio è che al di là della ormai consolidata «trimurti» del sabato della F1 (nell’ordine: Ha- milton e Rosberg — quando conta, Luigino accomoda puntualmente Nico al secondo posto —, quindi Ricciardo), ieri hanno tirato schiaffi al Cavallino anche Bottas e Grosjean. Che la Williams possa essere insidiosa, lo si pensa fin dai test invernali; però se perfino la Lotus dalle finanze precarie mette davanti il suo muso da tricheco, be’, la questione si fa spessa. «E per fortuna Vettel e Massa hanno avuto problemi o hanno sbagliato» aggiunge Alonso indicando un orizzonte peggiore (scampato) e riportando a galla le sue parole di giovedì: «Ve Lontani Fernando «chiama» i tifosi ma ammette: «Siamo lontani dal podio» l’avevo detto che ritenevo il podio un sogno. Ora lo reputo non impossibile, ma difficile: l’obiettivo è arrivare al traguardo con due macchine, conquistare più punti possibile e provare a scavalcare Red Bull e Force India nella classifica costruttori». Non c’è un passo indietro, ma nemmeno uno perentorio in avanti: «Abbiamo collaudato 6-7 soluzioni, però è difficile fare magie» aggiunge Fernando. La F14 T è progredita rispetto alla Cina, ma alcuni ritocchi non hanno reso (per dire: non è stata usata un’ala anteriore modificata perché non creava vantaggi a quella posteriore) e poi quelli delle Frecce d’Argento «probabilmente hanno esteso il loro margine, grazie anche ai problemi di aderenza che tutti gli altri team hanno accusato». Nel pomeriggio rosso c’è insomma un diffuso senso di incompiuto, qualcosa che affonda pure le soddisfazioni personali: «Non posso essere felice di stare davanti a Fernando se io sono sesto e lui settimo: gradirei vedere altre “fotografie”» spiega Kimi Raikkonen, modulando, con il saliscendi del suo tono di voce, vere bastonate. Eccole: «Segni di progresso? No. Al mattino (nel P3, ndr) è stato un disastro; al pomeriggio è andata meglio, ma non sono dove vorrei essere»; «Il podio? Raggiungerlo è un desiderio. Ma accadrà?». Questa precarietà diventa inevitabilmente l’humus perfetto per le voci più disparate e per le letture di certi eventi. Così la visita dell’altro giorno del presidente Montezemolo è stata associata da «radio paddock» a un sicuro colloquio con Adrian Newey, in scadenza di contratto con la Red Bull, e con un mister «ics» motorista della Mercedes che dovrebbe illuminare circa i segreti delle power unit. Il rischio è di incedere nei retroscena e di perdere il contatto con la realtà. Quella che Alonso non rinuncia a sfidare, dapprima con un tweet ai tifosi («Domani ci vediamo qui, stesso posto, stessa ora; mi riconoscerete dall’auto rossa che userò. Let’s do it») e poi, dopo essersi scambiato abbracci e caschi di gara con Jorge Lorenzo, con una visione sul futuro: «A Montecarlo ridurremo il divario e dal Canada in poi cercheremo di non essere così distanti». Visti i chiari di luna attuali, è un impegno coraggioso. Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Le qualifiche Avanti l’inglese e Rosberg, il campione partirà 15° Perplesso Fernando Alonso, 32 anni, oggi partirà in 7ª posizione, dietro anche a Raikkonen (Epa) È sempre dominio Mercedes Vettel sta vivendo un incubo DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BARCELLONA — Lewis e Nico. Nico e Lewis. Invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. Ci sono sempre due Mercedes in testa, gli altri corrono per il terzo posto. Anche nelle qualifiche la superiorità dei tedeschi è stata imbarazzante. Al Montmelò più o meno tutti sono scesi in pista con novità importanti, ma non è servito a nulla. Hamilton ha strappato la pole — la quarta stagionale e la trentacinquesima della carriera — al compa- gno di squadra con un giro perfetto e rabbioso dopo averlo inseguito a lungo. Non gli piacevano il comportamento della macchina e le modifiche effettuate nella notte di venerdì. Lo ha urlato ai box: «Non so come, ma l’abbiamo peggiorata (rispetto alle libere, ndr)». Troppi sovrasterzi e poca tenuta. Poi però è arrivato il «tempone» e Rosberg ha il morale sotto ai tacchi. Il piccolo bonus di 5 punti che ha sul rivale potrebbe esaurirsi veloce come in un videogioco. Chi sta peggio è sicuramente Sebastian Vettel, appiedato all’inizio del Q3 da un problema alla trasmissione. Talmente grave da dover utilizzare un nuovo cambio. Retrocesso di 5 posizioni, come prevede il regolamento in questi casi, parte 15°. Un incubo. La sua Red Bull è fragilissima: per un guasto elettrico Seb ha saltato quasi tutte le prove libere. Dice di non credere alla sfortuna, chissà ancora per quanto. Lontano dai guai c’è invece il compagno Ricciardo, il primo dei «normali», Cosa c’è di Nuovo staccato di un secondo dalle Mercedes. Uno scarto infinito. A Barcellona si è rivista la Williams: Bottas in quarta posizione sta rendendo la vita difficile a Felipe Massa nella scuderia inglese: il finlandese fin qui è andato sempre a punti, mentre l’ex ferrarista ha rovinato un bel sabato con un erroraccio. La vera sorpresa però si chiama Romain Grosjean, autore fin qui di un campionato da dimenticare. Lo svizzero-francese porta un po’ di speranza alla Lotus dopo che Maldonado aveva demolito la macchina contro un muretto nei primi minuti delle qualifiche. Il team di Enstone naviga in acque agitate, i conti non tornano. Una mano potrebbe arrivare dall’America: Geene Haas la prossima settimana sarà in Inghilterra. Già proprietario di un team in Nascar, si è assicurato un posto nel circus nel 2015. Con una squadra tutta sua guidata dagli Usa, almeno questi erano i programmi fino a un mese fa. Ma perché spendere una barca di soldi quando con molto meno si può rimettere in piedi un team quasi in bolletta? Daniele Sparisci notizie dalle aziende ore 14, circuito di Montmelò (4.655 metri), 66 giri per 307,104 km Griglia di partenza 1ª FILA Hamilton (Gbr) Mercedes 1’25’’232 Rosberg (Ger) Mercedes 1’25’’400 2ª FILA Ricciardo (Aus) Red Bull 1’26’’285 Bottas (Fin) Williams 1’26’’632 3ª FILA Grosjean (Fra) Lotus 1’26’’960 Raikkonen (Fin) Ferrari 1’27’’104 4ª FILA Alonso (Spa) Ferrari 1’27’’140 Button (Gbr) McLaren 1’27’’335 5ª FILA Massa (Bra) Williams 1’27’’402 Hulkenberg (Ger) Force India 1’27’’685 6ª FILA Perez (Mes) Force India 1’28’’002 Kvyat (Rus) Toro Rosso 1’28’’039 7ª FILA Gutierrez (Mes) Sauber 1’28’’280 Magnussen (Dan) McLaren 1’28’’389 8ª FILA Vettel (Ger) Red Bull 1’27’’052 (retrocesso di 5 posizioni) Sutil (Ger) Sauber 1’28’’563 9ª FILA Chilton (Gbr) Marussia 1’29’’586 Bianchi (Fra) Marussia 1’30’’177 10ª FILA Ericsson (Sve) Caterham 1’30’’312 Kobayashi (Gia) Caterham 1’30’’375 11ª FILA Maldonado (Ven) Lotus s.t. Vergne (Fra) Toro Rosso 1’28’’194 (retrocesso di 10 posizioni) Così in tv ore 14: diretta SkySportF1 ore 21: differita Raiuno Mondiale piloti 1. Rosberg (Ger) 79 2. Hamilton (Gbr) 75 3. Alonso (Spa) 41 4. Hulkenberg (Ger) 36 5. Vettel (Ger) 33 6. Ricciardo (Aus) 24 7. Bottas (Fin) 24 8. Button (Gbr) 23 9. Magnussen (Dan) 20 10. Perez (Mes) 18 11. Massa (Bra) 12 12. Raikkonen (Fin) 11 Mondiale costruttori 1. Mercedes 154 2. Red Bull-Renault 57 3. Force India-Mercedes 54 4. Ferrari 52 © RIPRODUZIONE RISERVATA a cura di RCS MediaGroup Pubblicità ISOMAR OCCHI PLUS: RAPIDO SOLLIEVO DEPURARSI CON SPECCHIASOL I RIMEDI PER LA VACANZA DI PURESSENTIEL UN FRESCO OMAGGIO CON SAUGELLA YOU FRESH REACTIFARGAN: PER PICCOLI-GRANDI FASTIDI Isomar Occhi Plus sono gocce oculari appositamente studiate per un rapido sollievo in caso di occhi secchi, donando una idratazione immediata, utili per occhi affaticati a causa di condizioni ambientali, permanenza prolungata davanti a schermi e video, uso di lenti a contatto. Grazie alla sua innovativa formulazione il prodotto contribuisce a lenire la sintomatologia dell’occhio secco poiché è Osmoprotettivo (grazie all’innovativo Complesso Isoeye Plus, idrata e ristabilisce l’equilibrio osmotico). E’Reidratante: l’acqua di mare del Parco Marino delle CinqueTerre stimola un maggiore assorbimento osmotico incrementando i livelli d’idratazione. Acido Ialuronico (0,25%) e Ipromellosa garantiscono una lubrificazione prolungata. Completano la formula estratti di Fiordaliso, Calendula, Eufrasia e Cineraria Marittima per lenire l’arrossamento. In farmacia. Liberarsi dalle tossine permette al corpo di rigenerarsi, di sentirsi più leggere e avere un aspetto più luminoso. È fondamentale curare l’alimentazione, privilegiando frutta e verdura, bere molta acqua e aumentare l’attività fisica, per ossigenare i tessuti e stimolare il metabolismo e si anche può ricorrere a prodotti specifici. Per una mirata azione depurativa e drenante Specchiasol propone la Tisana Primum, un preparato per infuso a base di erbe officinali. Per rinnovare la pelle, Specchiasol suggerisce il Verattiva Scrub Naturale,un esfoliante studiato per purificare la superficie dell’epidermide,rendendola morbida e liscia. Per restituire energia al viso, il prodotto ideale è il Verattiva Trattamento Giorno, con IdrAloe, Probiofactor, Crusca di riso e Micropeptidi del grano che idrata in profondità la cute e le dona nuova luce e freschezza. 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E’ un medicinale a base di prometazina, leggere attentamente il foglio illustrativo. 44 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 45 italia: 51575551575557 CorriereSalute LE PAGINE DEL VIVERE BENE www.corriere.it/salute Diritto Medicina Medicina Medicina Sangue infetto, a rischio gli indennizzi Cause e cure della paralisi del nervo facciale Ioni carbonio contro i tumori «difficili» Che cosa fare se il bambino «soffoca» a pagina 53 a pagina 49 MEDICI CHE IMPARANO DAI MALATI a pagina 51 a pagina 48 A chi serve mangiare senza glutine di SILVIO GARATTINI* I l rapporto fra medico e paziente ha attraversato almeno tre fasi negli ultimi decenni. Nella prima, tradizionalmente, il medico era l’indiscusso decisore; il paziente aveva completa fiducia, anche perché non vi erano strumenti che concedessero alternative. L’avvento di sofisticate metodologie, soprattutto diagnostiche, ha reso sempre più impersonale questo rapporto. Questo secondo periodo ha offerto al medico diagnosi più certe e più opzioni terapeutiche, ma ha anche raffreddato l’empatia che è elemento importante per il benessere del paziente. Il terzo periodo, quello in corso, dà più potere al paziente, che ha maggiore accesso alle informazioni mediche, fatto in sé positivo, ma che ha anche i suoi limiti: infatti, non tutte le fonti sono attendibili, in quanto spesso utilizzate da chi vuole imporre idee o vendere prodotti. Inoltre, la scarsa preparazione scientifica della nostra società induce spesso a semplificare e generalizzare conoscenze I pazienti vanno vanno invece inclusi nel «team» che rielaborate nel giusto contesto. Il medico che prende reagisce richiedendo le decisioni il consenso formale anche terapeutiche per gli interventi minori, intendendo così limitare le proprie responsabilità. Questo terzo periodo potrebbe invece essere particolarmente favorevole a ristabilire un rapporto ottimale fra medico e paziente. Per questo sono necessarie almeno tre condizioni. La prima è che il medico accetti la nuova realtà: il paziente avrà sempre più accesso alle informazioni; e il medico può trovarsi di fronte a pazienti più aggiornati di lui su un dato problema. Da qui la seconda condizione: il medico deve trarre vantaggio dalla cultura del paziente e includerlo nel team che prende decisioni. Ascoltare è perciò la parola d’ordine; e, in qualche caso, avere anche l’umiltà di imparare. Infine, la terza condizione: il paziente va educato a filtrare criticamente le informazioni e soprattutto a non ritenere che la medicina sia onnipotente. * Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ? ❜❜ Secondo gli ultimi studi l’ipersensibilità al glutine esiste davvero, ma sarebbe molto meno diffusa di quanto si pensi. Invece, la vera celiachia è ancora poco riconosciuta. In ogni caso, se non c’è un’indicazione non ha senso una dieta «gluten-free» di ELENA MELI alle pagine 46-47 © RIPRODUZIONE RISERVATA Il numero Sulla sicurezza dei farmaci cittadini sempre più protagonisti Con l’introduzione della possibilità di segnalazione diretta da parte dei cittadini europei, il ruolo della società nell’ambito dell’attività di farmacovigilanza è fortemente cresciuto. In Europa, tra il 2011-2012 e il 2012-2013 le segnalazioni di reazioni avverse da farmaco da parte dei cittadini sono passate dalle 15.371 precedenti all’introduzione delle nuove norme sulla siLe vite umane curezza dei meche si potranno salvare dicinali, alle ogni anno grazie 24.887 dopo la alla farmacovigilanza, nuova normatisecondo una stima va. «Si tratta di dell’Agenzia europea un incremento di per i medicinali circa il 60%» evi- ( ) 5 mila denzia nella prima relazione sull’attuazione della legislazione sulla farmacovigilanza presentata dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) alla Commissione europea. Passi avanti anche per quanto riguarda il numero di segnalazioni da parte dei professionisti sanitari: da 128.615 nel periodo pre-legge, a 158.134 dopo la legge. Secondo l’Ema è possibile stimare che «le nuove misure permetteranno di salvare circa 5 mila vite umane all’anno e di risparmiare annualmente qualcosa come 2,5 miliardi di euro a livello europeo». PER SAPERNE DI PIÙ Agenzia europea per i medicinali www.ema.europa.eu/ema 46 Salute Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 dossier medicina di ELENA MELI Conflitti di interesse Gino Roberto Corazza, Caterina Pilo e Umberto Volta dichiarano di non avere conflitti di interesse in merito agli argomenti trattati; Carlo Catassi dichiara di essere consulente scientifico del Dr. Schär Institute e di Menarini Diagnostici; Luca Elli dichiara di essere membro del comitato scientifico del Dr. Schär Institute. Nuovi dati Finalmente alcune ricerche portano un po’ di chiarezza su un disturbo parecchio discusso dagli esperti L’ipersensibilità al glutine esiste davvero. Ma non è diffusa Il problema riguarderebbe una quota di popolazione appena sopra l’1 per cento È un vero disturbo da curare con una dieta restrittiva, oppure è soltanto una moda, l’ennesimo regime alimentare più o meno bizzarro? Sulla sensibilità al glutine non celiaca da tempo anche gli esperti si dividono: secondo alcuni di loro è un vero problema clinico, con sintomi simili, ma non identici, alla celiachia, e riguarda una fetta consistente della popolazione; gli scettici, al contrario, ritengono che proprio non esista e che sia solo un mezzo per vendere i prodotti senza glutine a una platea più ampia di consumatori. Ora i dati raccolti dai gastroenterologi sembrano offrire le prime certezze: intanto, la sensibilità al glutine non celiaca esiste davvero, ma forse è un po’ diversa da come ce la immaginavamo e, soprattutto, riguarda una frazione più contenuta della popolazione generale, nulla a che vedere con il 6 per cento ipotizzato in passato. Lo dimostrano le ultime ricerche italiane sull’argomento, fra cui una, in pubblicazione su Bmc Medicine, promossa dall’Associazione «Preferenze» I malesseri sono più frequenti nelle donne, associati spesso a colon irritabile Italiana Celiachia (Aic) e dalla Fondazione Celiachia, coordinata da Umberto Volta, docente di medicina interna all’Università di Bologna, e Gino Roberto Corazza, direttore della Clinica Medica dell’Università di Pavia e presidente della Società Italiana di Medicina Interna. Lo studio, raccogliendo informazioni su quasi 500 casi di sospetta sensibilità al glutine arrivati in 38 Centri specializzati, traccia un profilo circostanziato dei pazienti. «Il problema è molto più frequente nelle donne e tipicamente, oltre ai sintomi intestinali, si manifesta con disturbi neurologici (si veda la grafica) — spiega Volta —. I disagi nel 90 per cento dei casi compaiono entro 24 ore dall’assunzione del glutine e spesso il disturbo si associa ad altre patologie, fra cui colon irritabile, intolleranze alimentari e allergie. Confrontando il numero di pazienti con sospetta sensibilità al glutine con quello delle nuove diagnosi di celiachia registrate negli stessi Centri durante il medesimo tempo di osservazione, abbiamo inoltre scoperto che il rapporto è di 1,15 a 1: in altri termini, se la celiachia riguarda l’1 per cento della popolazione, la sensibilità al glutine è soltanto di pochissimo più diffusa». Lo conferma un’ulteriore ricerca, di cui sono disponibili i dati preliminari, coordinata dallo stesso Corazza e condotta su 120 pazienti arrivati a un Centro di gastroenterologia con il sospetto di sensibilità al glutine. «Innanzitutto, abbiamo valutato i partecipanti per escludere chi aveva una vera celiachia, un’allergia al frumento, un’intolleranza ai Fodmap (ovvero polioli, mono-, di- e oligo-saccaridi che favoriscono la fermentazione intestinale e si trovano ad esempio in succhi di frutta, gomme da masticare o altri cibi contenenti sorbitolo, maltitolo e simili, ndr) o il colon irritabile, un problema spesso confuso con disturbi legati al glutine, così da identificare chi poteva avere una sensibilità al glutine “pura” — spiega Corazza—. I 65 soggetti rimasti sono stati sottoposti a una dieta senza glutine e poi esposti alla sostanza o a un placebo: né i partecipanti né i medici sapevano cosa stessero introducendo, perché il glutine era dato sotto forma di capsule, in modo che non fosse riconoscibile. Se infatti lo si aggiunge alle preparazioni alimentari, essendo molto vischioso, ci si può accorgere della sua presenza». «Abbiamo somministrato glutine in piccole quantità analoghe a quelle introdotte mangiando una fetta di pane o un piatto di pasta — aggiunge Antonio Di Sabatino, coautore dello studio e ricercatore presso la Clinica Medica dell’università di Pavia —. A un certo punto, poi, chi aveva ricevuto glutine ha preso il placebo e viceversa. I partecipanti sono stati analizzati per capire se i sintomi comparissero o meno in presenza del glutine, inoltre abbiamo studiato volontari sani per valutarne gli effetti in chi non riferisce sintomi». I risultati confermano che la sensibilità al glutine esiste e mostrano che questa sostanza per il nostro organismo è difficile da “maneggia- re”: pure in chi non ha sintomi ad esempio provoca una maggior fermentazione nell’intestino. «L’uomo non è “abituato” al glutine, entrato nella nostra dieta tardi durante l’evoluzione: nella maggior parte delle persone non crea fastidi, ma alcuni, pur non essendo celiaci, avvertono sintomi reali — osserva Corazza —. I meccanismi alla base della sensibilità al glutine possono essere vari e avere ciascuno un ruolo più o meno rilevante in individui distinti: il disturbo ad esempio può presentarsi in chi ha una soglia di sensibilità viscerale più bassa, per cui ciò che di solito non infastidisce provoca un malessere evidente; in altri casi l’effetto pro-fermentazione può essere più marcato; in altri ancora il problema può manifestarsi perché il glutine è una esorfina, ovvero un’endorfina esterna che stimola il sistema Provvedimenti Dubbi sulla scelta e sul livello del regime dietetico da seguire La sua esistenza è messa in dubbio, non si sa bene come diagnosticarla, c’è incertezza pure su come trattarla. Accanto a chi ritiene che l’unica cura sia l’esclusione totale del glutine dalla dieta anche per la sensibilità al glutine, ci sono esperti più “tolleranti”, come Gino Roberto Corazza, presidente SIMI: «Una dieta rigida potrebbe non essere necessaria: potrebbe bastare ridurre le dosi di glutine o assumerlo più sporadicamente per veder scomparire i sintomi». Di certo la dieta senza glutine non è un regime dimagrante: «Non ha senso pensarlo — osserva Carlo Catassi, pediatra dell’Università Politecnica delle Marche —. Tanti hanno l’impressione di stare meglio mangiando prodotti privi di glutine e questa alimentazione si è diffusa come una moda, ma in questi casi la scelta non ha nulla a che vedere con celiachia o sensibilità al glutine». Non c’è motivo di eliminare il glutine, se non c’è una diagnosi di intolleranza. nervoso con proprietà simili agli oppioidi, proprietà che spiegano probabilmente la frequenza dei sintomi neurologici». Anche questa ricerca conferma i dati secondo cui la reale percentuale dei pazienti sarebbe esigua. «La diffusione esatta è tuttora difficile da stimare perché gli studi sono pochi e l’argomento complesso — interviene Carlo Catassi, docente di pediatria all’Università Politecnica delle Marche —. Quello che più conta, se si teme di essere sensibili al glutine, è sottoporsi ai test per la diagnosi di celiachia: purtroppo molti cedono all’auto-diagnosi e iniziano una dieta di eliminazione fai da te, ma questo è pericoloso perché il paziente potrebbe essere celiaco, non scoprirlo ed esporsi così ai rischi e alle complicanze della patologia (si veda a lato)». «Il web e il mercato hanno cavalcato la “moda” e ormai la dieta senza glutine è uno stile di vita per molti — sottolinea Caterina Pilo, presidente Aic —. Questo è preoccupante, perché, oltre ad allontanare dalla diagnosi i veri celiaci, ha contribuito a ridurre la percezione della gravità della malattia: l’Europa, ad esempio, un anno fa ha “declassato” i celiaci dai gruppi di consumatori le cui esigenze nutrizionali vanno tutelate. È perciò indispensabile fare maggior chiarezza». Anche perché scegliere la dieta senza glutine pensando che sia “migliore” costa caro: secondo i dati Aic, in Italia si spendono poco meno di 6 milioni di euro al mese per acquistare prodotti senza glutine di cui non avrebbero alcun bisogno. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lavori in corso Avviato nel nostro Paese un ampio studio Decine di centri coinvolti per scoprire esami specifici C ercare di capire che cosa sia la sensibilità al glutine, quanti siano i pazienti e soprattutto come possa essere diagnosticata è un obiettivo per molti. Anche l’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri (Aigo) sta conducendo un’ampia ricerca, lo studio Glutox, che coinvolge decine di Centri in tutta Italia e vuole arrivare ad arruolare circa mille persone fra chi arriva in un ambulatorio gastroenterologico lamentando sintomi associati all’assunzione del glutine. «Per il momento abbiamo analizzato un centinaio di pazienti e anche noi abbiamo verificato l’esistenza della sensibilità al glutine — racconta Luca Elli del Centro Celiachia del Policlinico di Milano, responsabile dello studio Glutox —. Oltre a stabilire la prevalenza del disturbo, vorremmo anche individuare un metodo per la diagnosi. In futuro forse potremo riuscirci, dopo aver escluso celiachia, allergie e altre intolleranze note, sottoponendo i pazienti a test con glutine occulto come stiamo facendo per lo studio in corso: comunque si tratterà di un percorso lungo e complesso, che richiederà la collaborazione attiva dei pa- zienti». «Test specifici al momento non esistono — conferma Carlo Catassi, docente di pediatria all’Università Politecnica delle Marche —. Gli anticorpi anti-gliadina, che spesso sono presenti in pazienti con sensibilità al glutine e regrediscono con la dieta, potrebbero supportare un’ipotesi diagnostica, ma non sono marcatori specifici». «Trattandosi molto probabilmente di una sindrome multifattoriale sarà difficile trovarne — osserva Gino Roberto Corazza, presidente della Società Italiana di Medicina Interna —. Complicato anche affermare, come talvolta accade, che la sensibilità al glutine sia una condizione solo temporanea: non esistono studi sufficientemente lunghi che lo abbiano provato, nessuno sa se non corrisponda ad esempio a una primissima fase di celiachia». «Di certo, proprio perché è così complessa, la diagnosi non può e non deve essere affidata al paziente: prima di ipotizzare “test di provocazione” con il glutine o la ricerca degli anticorpi anti-gliadina, bisogna sempre aver escluso tutte le altre patologie che potrebbero dare sintomi simili alla sensibilità al glutine» conclude Catassi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Salute 47 italia: 51575551575557 Le differenze CELIACHIA 1% Stima della quota di popolazione con questa intolleranza Che cos'è Le cause Sintomi Sintomi gastrointestinali extraintestinali Diagnosi Terapia Complicanze Intolleranza al glutine su base autoimmune. Colpisce più spesso le donne (2:1 rispetto agli uomini) Specifici frammenti del glutine attivano il sistema immunitario, che aggredisce proteine dell'organismo, portando, ad esempio, alla scomparsa dei villi intestinali Diarrea o stitichezza, dolori addominali, gonfiore, meteorismo, difficoltà digestive Stanchezza cronica, dimagrimento, scarso accrescimento (nei bambini), afte frequenti, anemia, osteoporosi precoce, transaminasi alte, anomalie dello smalto, infertilità, cefalea, dolori articolari e muscolari Positività agli anticorpi anti-transglutaminasi (anche anti-endomisio e anti-gliadina), presenza di specifici geni che predispongono alla celiachia (HLA-DQ2/DQ8), lesioni intestinali visibili alla biopsia (villi appiattiti) Va eliminata qualsiasi traccia di glutine dalla dieta, per tutta la vita Linfomi intestinali, osteoporosi, anemia, sterilità e aborti frequenti; maggiore probabilità di sviluppare altre malattie autoimmuni (tiroidite autoimmune, psoriasi, diabete I) Maggiore sensibilità al glutine, senza segni di celiachia o di allergia al frumento. Colpisce più spesso le donne (5,5:1 rispetto agli uomini); è poco frequente nei bambini Si ipotizza che in alcune persone ci sia una ridotta soglia di sensibilità al glutine o che la sostanza abbia un maggior effetto fermentante o un'azione più potente a livello del sistema nervoso centrale Dolori addominali e gonfiore (80% dei casi), meteorismo, diarrea (55%), stipsi (15-20%), reflusso gastroesofageo (15-20%) Cefalea, stanchezza, mente annebbiata; comuni anche dolori articolari e rash cutaneo, anemia (15-20% dei casi contro il 40% nella celiachia) Possibile solo dopo aver escluso la presenza di celiachia, allergie e intolleranze alimentari, colon irritabile; non esistono marcatori diagnostici validati. In teoria la diagnosi può essere fatta solo con complessi «test di provocazione», dando il glutine senza che il paziente sappia che lo sta assumendo Non è chiaro se sia indispensabile l'eliminazione completa del glutine o se possa bastare ridurne le dosi Non esistono ancora dati sufficienti a stabilire se vi sia un maggior rischio di altre patologie (le prime segnalazioni indicano associazione con alcune malattie autoimmuni, nel 15% dei casi) 150.000 i casi diagnosticati SENSIBILITÀ AL GLUTINE 1,15% Stima della quota di popolazione che presenta questa condizione CORRIERE DELLA SERA Scarsa informazione Passano ancora in media sei anni prima che i malati abbiano certezza della loro condizione La celiachia invece è ancora poco diagnosticata Eppure i test sono codificati. E la giusta alimentazione è la terapia efficace L’ iceberg della celiachia sta emergendo:15-20 anni fa pochi conoscevano questa malattia e pochissimi ricevevano la diagnosi, oggi moltissimi sanno più o meno che cos’è e quali sintomi intestinali e non (si vedi la grafica) possano dipendere proprio dalla celiachia. «Nonostante ciò mancano ancora pazienti all’appello: in Italia, stando alle stime, dovremmo avere circa 600mila casi, ma i diagnosticati sono circa 150 mila — osserva Caterina Pilo, presidente dell’Associazione Italiana Celiachia —. Inoltre, in media, occorrono ancora sei anni prima della diagnosi perché tuttora i pazienti “vagano” facendo spesso esami inutili o rivolgendosi alla medicina alternativa». Eppure l’iter diagnostico è codificato: si cercano nel sangue gli anticorpi anti-transglutaminasi, anti-endomisio e anti-gliadina, poi si conferma il sospetto con una biopsia intestinale, che mostra la scomparsa dei villi intestinali; in alcuni casi si aggiunge l’analisi genetica, perché la predisposizione alla celiachia dovuta alla presenza di specifiche varianti del Dna è una condizione indispensabile perché si sviluppi la malattia. Negli ultimi 10 anni il numero delle nuove diagnosi è cresciuto circa del 10% all’anno, in parte per la maggior sensibilità al problema, in parte perché la patologia sembra in aumento, come spiega Luca Elli, del Centro Celiachia del Policlinico di Milano: «Studi condotti su campioni di sangue congelati anni fa suggeriscono che la celiachia riguardi oggi una parte più consistente della popolazione rispetto al passato. È probabile che ciò sia legato alla modifica dei prodotti alimentari, perché alcuni grani sono stati selezionati per contenere più glutine e potrebbero perciò essere più “aggressivi” per un maggior numero di persone; inoltre, la celiachia è in crescita come tutte le altre patologie autoimmuni, per motivi solo parzialmente noti, tra cui ad esempio l’inquinamento ambientale che farebbe “deragliare” più spesso la risposta immunitaria». Nel caso della celiachia, infatti, il sistema immunitario risponde in maniera anomala al glutine e attacca l’organismo, provocando la distruzione delle estroflessioni dell’intestino, i villi deputati all’assorbimento dei nutrienti. «L’intestino è il maggior punto di contatto fra il nostro organismo e l’ambiente: è 100 volte più esteso della pelle e contiene grandi quantità di linfociti — spiega Gino Roberto Corazza, direttore della Clinica Medica al Policlinico San Matteo di Pavia —. Ha perciò una enorme reattività immunologica e alcuni fattori possono scatenarne la risposta eccessiva contro il glutine: la terapia con interferone, un potente stimolatore aspecifico del sistema immunitario, può ad esempio favorire la comparsa di celiachia, così come nel corredo genetico, è più a rischio di sviluppare conseguenze negative — spiega Corazza —. Lo stesso è vero per chi riceve la diagnosi con ritardo, perché resta più a lungo in contatto con il glutine; anche la mancata aderenza alla dieta, l’unica terapia possibile, espone a rischi». Non essere rigidi nell’esclusione del glutine, aumentando l’infiammazione intestinale e generale, sembra associarsi ad esempio a una probabilità più elevata di coronaropatie. Per Il meccanismo Il glutine è una sostanza proteica presente in numerosi cereali tra cui frumento, farro, kamut e orzo. L’assunzione di alimenti contenenti glutine causa in chi soffre di celiachia una risposta immunitaria che provoca, fra l’altro, un’infiammazione cronica dell’intestino e la progressiva scomparsa dei villi intestinali. Il conseguente malassorbimento può dare disturbi della crescita durante il periodo dello sviluppo INTESTINO SANO Villi intestinali l’esposizione a qualsiasi elemento che possa attivare l’immunità». Così nei soggetti predisposti la malattia può comparire a ogni età, magari dopo un’infezione, a seguito di uno stress, perfino dopo un viaggio in cui le condizioni igieniche precarie abbiano alterato le condizioni dell’intestino. Purtroppo, la celiachia è anche associata a complicanze: se non è ben curata, ad esempio, può favorire la comparsa di linfomi intestinali, osteoporosi, infertilità e, se ci si ammala da piccoli, può compromettere l’accrescimento corporeo. «Chi è omozigote per il gene che predispone alla celiachia, ovvero ne possiede due copie In Italia Per il Ministero della Sanità lo scorso anno i casi accertati erano 148.000 INTESTINO CELIACO Atrofia dei villi intestinali fortuna, però, la vita dei celiaci oggi è molto più semplice rispetto al passato, perché l’Italia è uno dei Paesi dove c’è stata maggiore attenzione al problema e basta entrare in un supermercato per accorgersi che ormai esistono prodotti senza glutine per tutti i gusti. Il neo è il costo, più elevato rispetto agli analoghi con glutine: «Non a caso il Servizio Sanitario Nazionale prevede un aiuto mensile di circa 100 euro per le donne celiache e 140 per gli uomini (la quota dipende dal diverso fabbisogno calorico e “copre” il 35 per cento delle calorie quotidiane che, mediamente, dovrebbero venire da cibi conte- Sussidio Lo Stato riconosce dai 100 ai 150 euro mensili per l’acquisto dei cibi idonei nenti glutine, ndr) — osserva Pilo —. La sfida, con l’aumento delle diagnosi, sarà continuare a garantire il sostegno a tutti. È importante insegnare ai pazienti a privilegiare gli alimenti naturalmente privi di glutine, come il riso. Infine, è essenziale migliorare l’offerta per i celiaci nella ristorazione fuori casa, anche se molto è già stato fatto: oggi nelle mense pubbliche e nelle scuole si devono poter trovare menu per celiaci e questa è una conquista per tutti, perché formare gli operatori in modo che sappiano gestire regimi alimentari particolari significa avere mense dove possono essere preparati in sicurezza piatti per chi è allergico. Anche i locali “gluten-free” sono sempre di più: la guida ai ristoranti per celiaci (si può scaricare sul sito www.celiachia.it o come app, ndr) include già oltre 3 mila segnalazioni». Peraltro, la celiachia è forse l’unica malattia in cui l’arrivo della diagnosi significa benessere: togliendo il glutine dalla dieta, l’unica terapia a oggi possibile ed efficace, infatti i pazienti tornano subito a stare bene perché i sintomi scompaiono e l’intestino “rinasce” letteralmente, visto che pian piano i villi atrofizzati si riformano. Di certo però escludere il glutine dalla dieta non è banale, così i ricercatori, che oggi conoscono molto meglio la cascata di eventi responsabili della celiachia e le parti del glutine più “dannose”, stanno cercando strade alternative per la cura: è allo studio ad esempio un vaccino, un immunomodulante composto da tre grosse proteine che contengono i frammenti di glutine responsabili dell’attivazione dei linfociti. Iniettato sottocute, indurrebbe tolleranza sopprimendo la risposta immunitaria, stando agli studi condotti sugli animali; le sperimentazioni su volontari sembrano indicare che si tratti di un farmaco non pericoloso, ma la sua efficacia è ancora tutta da dimostrare. Lo stesso dicasi per le pillole che dovrebbero eliminare la tossicità del glutine, da quelle da prendere prima dei pasti, che dovrebbero bloccare il trasporto del glutine attraverso la mucosa intestinale, alle pillole da introdurre mentre si mangia, in grado di “digerire” il glutine frammentandolo e rendendolo innocuo. «Realisticamente non riusciremo ad approdare a soluzioni diverse dalla dieta in un prossimo futuro: le ricerche proseguono, ma occorreranno anni prima di vederne i risultati con- creti e forse anche allora la dieta di esclusione rimarrà il pilastro fondamentale della terapia — sottolinea Carlo Catassi, pediatra dell’Università Politecnica delle Marche, fra i massimi esperti di celiachia del Paese —. Invece, potremmo arrivare abbastanza presto allo screening per la celiachia, così da portare allo scoperto tutti i pazienti che ancora non sanno di esserlo: tuttora il 60-70 per cento dei casi sfugge alla diagnosi. Le esperienze condotte finora mostrano che lo screening con i test sul sangue è possibile e relativamente semplice; resta da capire a quale età sarebbe opportuno farlo, se non sarebbe piuttosto utile cercare chi ha il gene che predispone alla celiachia (chi ne è privo non può ammalarsi, ndr). Il problema semmai è sostenere i costi che le nuove diagnosi comporterebbero per il Servizio Sanitario, ma identificare tutti i casi sarebbe più che utile: anche la celiachia silente, che non dà sintomi, alla lunga può avere conseguenze negative per la salute e dovrebbe quindi essere identificata». © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Salute Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 medicina WEB L’esperto risponde alle domande dei lettori sulla radioterapia all’indirizzo forum.corriere.it/ sportello_cancro_radioterapia D’ARCO Il sincrotrone COME FUNZIONA B A Le particelle di protoni o ioni carbonio vengono accelerate dapprima in un percorso lineare, B quindi fatte circolare in un anello di 80 metri, Tecnologia Oncologia La frontiera della particelle subatomiche «Proiettili» sparati al 70% della velocità della luce contro le cellule malate Nel mondo Giappone e Germania i pioneri Il Giappone ha cominciato a trattare i pazienti con gli ioni carbonio fin dal 1994, quando ha aperto il centro di Chiba che oggi conta una casistica di 8.158 casi. Il secondo centro per importanza è a Hyogo (1.523 pazienti trattati), seguito da quello di Gunma e di Tosu (con 968 e 62 pazienti rispettivamente). Nel 2006 anche la Cina ha inaugurato la prima struttura a Lanzhou (213 casi) e quest’anno ne aprirà un’altra a Shanghai. In Europa, pioniere è stato il centro di Heidelberg nel 2006, che ha trattato finora 1.368 malati, seguito da quello di Pavia (dal 2012). Entro il 2015 anche l’Austria dovrebbe disporre di un polo per l’adroterapia a Wiener Neustadt. Protoni e ioni carbonio per distruggere i tumori più difficili C irca 100 mila persone malate di cancro sono state curare finora, in tutto il mondo, con i protoni. Altre 12 mila, soprattutto in Giappone e Germania, con ioni carbonio. È la frontiera più avanzata della radioterapia che, invece di usare i raggi X per distruggere le cellule cancerose, sfrutta particelle subatomiche, quelle che compongono gli atomi (le unità di base della materia). Queste particelle vengono prodotte e accelerate, grazie a speciali apparecchiature (sincrotroni), fino a raggiungere il 70% della velocità della luce e, una volta veicolate sul tumore, lo distruggono. Gli Stati Uniti hanno cominciato a trattare i pazienti con i protoni negli anni Cinquanta e hanno dato il via alla ricerca in questo campo, ma hanno poi perso il passo: non hanno fatto progressi nello studio di altri ioni e oggi contano 14 centri Precisione Una «potenza» liberata solamente a destinazione raggiunta Obiettivi I bersagli per ora sono soprattutto cervello, testa, collo, fegato, pancreas, retto per il trattamento con protoni, ma nessuno con gli ioni carbonio. Stanno, però, tentando di recuperare terreno tanto che il National Cancer Institute (Nci) ha deciso di finanziare nuove ricerche e di promuovere studi clinici internazionali. Nel frattempo i Paesi che hanno più lavorato in questo settore e stanno continuando le sperimentazioni sono soprattutto Germania e Giappone, ma anche Italia e Cina sono in buona posizione, secondo un report pubblicato dalla rivista scientifica Nature. La radioterapia è da sempre uno dei capisaldi della cura dei tumori, ma con alcuni limiti: certe aree del tumore possono risultare resistenti e i raggi X possono danneggiare i tessuti sani circostanti. Questi danni collaterali sono stati ridotti grazie ai progressi nella radiologia oncologica come, per esempio, la possibilità di indirizzare i raggi sul tumore da differenti angolazioni e di variarne l’intensità. Tutto questo, però, non è sufficiente. Ecco allora l’idea di sfruttare particelle subatomiche accelerate che vengono indirizzate sul tumore e libera- fino a raggiungere la velocità di due milioni di giri al secondo. A C C Una volta raggiunta l’energia necessaria, C C il fascio viene veicolato nelle sale di trattamento dove si trovano i pazienti ENERGIE DIFFERENTI Le radiazioni uccidono le cellule tumorali alterandone il Dna. I raggi X (utilizzati dalla radioterapia tradizionale) lo fanno, ma certe volte falliscono. I protoni sono più efficienti: riescono «spezzare» il Dna meglio dei raggi X. Gli ioni carbonio fanno ancora meglio: sono due o tre volte più letali dei raggi X Dna Raggi X no la loro energia quando sono arrivate a destinazione, alterando il Dna delle cellule cancerose. Gli ioni carbonio vengono utilizzati soprattutto in due centri: in Germania all’Heidelberg Ion-beam Therapy Center (Hit) e in Giappone al National Institute of Radiological Sciences (Nirs) a Chiba. A Heidelberg i medici hanno ottenuto buoni risultati nella cura dei tumori del cervello, della base del cranio e della testa e del collo. E hanno cominciato a trattare anche neoplasie del fegato e del pancreas, recidive di tumori rettali e della prostata e tumori ossei nei bambini. Normalmente per questi ultimi vengono usati i protoni, ma sta cominciando una sperimentazione clinica che ha l’obiettivo di valutare l’efficacia degli ioni carbonio proprio nei tumori pediatrici. Non solo. I tedeschi usano un approccio chiamato raster scanning (scanner a reticolo) che permette di indirizzare diversi tipi di ioni accelerati e Raggi protonici con diversa intensità in modo da colpire tutta l’area tumorale con estrema precisione. Oltre ai protoni e agli ioni carbonio, infatti, i ricercatori stanno cercando di sfruttare altre specie di ioni, come quelli dell’ossigeno e dell’elio. Questo perché quanto più uno ione è pesante, tanto più mantiene la sua traiettoria quando attraversa i tessuti e ha più probabilità di raggiungere tumori solidi profondi come quello della prostata, per esempio. Anche in Giappone stanno ampliando la gamma delle neoplasie da trattare con ioni carbonio e stanno sperimentando questa tecnica in quello del retto. Quando una persona con un tumore del retto viene operata, può andare incontro a una recidiva della malattia in circa il 15 % dei casi nel giro di 3-4 anni. A questo punto si può intervenire ancora con la chirurgia, ma solo nel 1040%dei casi. Quando, invece, questi tumori sono trattati con ioni carbonio, solo il 10% dei malati va incontro a recidiva Raggi di ioni-Carbonio rispetto al 30-70% di quelli che si sottopongono alla radioterapia convenzionale con i raggi X. Un’altra sperimentazione, sempre giapponese, sta valutando la combinazione di chemioterapia e ioni carbonio nel trattamento del tumore al pancreas inoperabile e una radioterapia pre-operatoria, sempre con ioni carbonio, in caso di tumori pancreatici da inviare poi al chirurgo. Un primo studio clinico internazionale (di cosiddetta fase 3, che vuole cioè coinvolgere un grande numero di pazienti) partirà fra poco, sotto l’egida del Nci americano, e durerà dai 3 ai 5 anni. L’idea è , appunto, quella di comparare l’efficacia della radioterapia con raggi X, di quella con protoni e di quella con ioni carbonio nel trattamento di tumori del pancreas, del fegato, della testa e collo, dell’osso, dei tessuti molli e nelle recidive di cancro rettale. Adriana Bazzi [email protected] Il primo centro Sono già stati trattati 250 pazienti In Italia gli «adroni» si trovano a Pavia È uno dei sette centri al mondo che sfruttano gli ioni carbonio, oltre che i protoni, per la cura dei tumori e si trova a Pavia: il Cnao, il Centro di adroterapia oncologica, ha avviato la sua attività nel 2011 e il sincrotrone, il sistema per l’accelerazione delle particelle, ha avuto la certificazione CE il 13 dicembre dello scorso anno e dal primo gennaio 2014 la struttura è riconosciuta e accreditata dal sistema sanitario lombardo. Quest’ultimo ha anche stabilito un tariffario per il rimborso delle prestazioni, gratuite per il malato. «A tutt’oggi abbiamo trattato 250 pazienti con vari tipi di tumore, soprattutto rari, resistenti alla chemioterapia e difficilmente aggredibili con la chirurgia — dice Roberto Orecchia, Direttore scientifico della Fondazione Cnao —. In un’ottantina di casi si trattava di cordomi, condrosarcomi, neoplasie della base del cranio e della colonna, tumori della testa e del collo per i quali abbiamo utilizzato i protoni. Abbiamo, invece, sfruttato gli ioni carbonio per le neoplasie della prostata, del pancreas e delle ghiandole salivari». Protoni e ioni carbonio sono adroni: con questo termine si indica una famiglia di particelle che hanno origine Il costo Per ciascun ciclo di trattamento occorrono 24 mila euro, ma non sono a carico del paziente dal nucleo dell’atomo e che comprendono anche altri ioni, come quelli dell’elio o dell’ossigeno. «Il costo del trattamento — continua Orecchia. — è di 24 mila euro per ciclo, indipendentemente dal numero di sedute necessarie e dal tipo di particelle utilizzate. Quello della radioterapia tradiziona- le con le tecniche più avanzate si aggira sui 10 mila euro, sempre per ciclo». P i ù c o s to s a , d u n q u e , l’adroterapia, ma con qualche vantaggio. Eccone due: l’efficacia anche nei tumori resistenti alla radioterapia classica e la rapidità del trattamento che si esegue in ambulatorio in poco tempo. Oggi l’impiego dell’adroterapia si basa su una serie di dati e di osservazioni che derivano dal suo utilizzo pratico e non su studi clinici di confronto come avviene per i farmaci. Studi che però stanno partendo. Il centro di Pavia ha avviato un protocollo con il centro francese di adroterapia di Lione per una ricerca di “fase 3”, che prevede il confronto fra terapia con ioni carbonio (condotta su 150 pazienti) e radioterapia classica (su altri 150 pazienti) in casi di neoplasie del distretto cervicocefalgico (cioè tumori testacollo, per esempio) o delle ghiandole salivari). A. Bz © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Salute 49 italia: 51575551575557 Per saperne di più sui temi che riguardano il sistema nervoso centrale e periferico www.corriere.it/salute/neuroscienze medicina pratica Mi spieghi dottore Che cosa provoca la paralisi del nervo facciale? Lo specialista In nove casi su dieci responsabile è un’infezione NERVO FACCIALE Il nervo facciale controlla il movimento dei muscoli del viso, la lacrimazione e in parte la salivazione. Emerge dalla base del cervello e passa per alcuni centimetri all'interno di un canale osseo, il canale uditivo interno, per poi innervare il volto I SINTOMI LE CAUSE La paralisi compare quando il nervo facciale non riceve un sufficiente afflusso di sangue perché si è infiammato e, gonfiandosi, preme nel canale osseo, oppure perché qualcosa, in un qualsiasi punto del suo percorso, lo comprime o lo danneggia Un lato del volto diventa improvvisamente, oppure in alcuni giorni, immobile. A volte sono ancora possibili alcuni piccoli movimenti della faccia: si parla allora di paresi di ALICE VIGNA Nel 90% dei casi la paralisi del nervo facciale è una paralisi di Bell, ovvero un’infiammazione che dipende da un'infezione virale. Il responsabile è spesso un Herpesvirus La fronte è spianata dalle rughe La palpebra superiore non si chiude e l'occhio resta aperto più del normale perché «cede» anche la palpebra inferiore La bocca si piega verso il basso Nei pazienti più anziani il rilassamento della muscolatura fa scendere tutti i tessuti in modo particolarmente spiccato: sopracciglio, guancia e labbra «cadono» I l primo pensiero corre all’ictus: ci si sveglia con la bocca piegata all’ingiù da un lato, incapaci di chiudere l’occhio dalla stessa parte e con una metà del viso inespressiva. Ma se non ci sono altri sintomi (ad esempio, incapacità di muovere gli arti, difficoltà di parola o di vista, confusione, Federico vertigini) si tratta di paralisi del nervo Biglioli facciale, il settimo paio di nervi cranici, Direttore Unità che innerva il volto. «In 9 casi su 10 la Chirurgia causa è un’infezione virale (paralisi di Maxillo-Facciale, Bell) che può essere favorita, ma non Ospedale San Paolo, Milano causata, dal freddo» spiega Federico Biglioli, direttore dell’unità di Chirurgia Maxillo-Facciale all’Ospedale San Paolo di Milano e docente dell’Università di Milano. «Il nervo percorre un lungo tratto in un canale osseo e, gonfiandosi, si schiaccia contro le pareti: ciò provoca una riduzione del flusso di sangue al nervo, che lo danneggia, causando la paralisi. In altri casi, più rari, il nervo è lesionato da un intervento chirurgico o un trauma, oppure viene compresso da una massa tumorale lungo il suo tragitto; c’è, infine, una piccola quota di casi congeniti. Non ci sono fattori di rischio riconosciuti, se non averne già sofferto: chi ha avuto una paralisi è leggermente più predisposto a nuovi episodi». Che cosa si può fare? «Occorre essere certi che il problema sia infettivo, per cui si esegue sempre una TAC di cervello, base cranica e parotidi (i tumori in questa sede possono provocare il disturbo anche se di solito con un’insorgenza lenta e progressiva, ndr). Quindi, si deve trattare subito con cortisonici ad alte dosi: l’obiettivo è sgonfiare il nervo per evitare lesioni permanenti. Dopo 20 giorni si esegue un’elettromiografia per capire se nervo e muscoli facciali siano in fase di ripresa; in media la mimica si riacquista in 2-3 mesi e nell’80% dei casi senza conseguenze permanenti». Come si interviene se il viso resta paralizzato? «Se dopo 7-8 mesi la faccia ancora non si muove, anche se le elettromiografie sono incoraggianti, significa che ci sono danni permanenti al nervo. Le conseguenze più serie sono a carico dell’occhio: l’impossibilità a chiuderlo espone a lesioni oculari, fino ad arrivare a ulcere corneali e perdita della vista. In caso di danni persistenti l’unica possibilità di cura è la microchirurgia ricostruttiva: se l’episodio è relativamente recente si riattivano i muscoli collegando al nervo facciale danneggiato un nervo donatore a livello della faccia o del collo; se invece sono passati più di 18 mesi è improbabile che la muscolatura mimica possa essere ancora attivata da uno stimolo nervoso, per cui occorre fare anche trapianti di muscoli vitali presi da coscia, schiena o in altre sedi. In entrambi i tipi di chirurgia si fa poi un “ponte” nervoso fra il nervo facciale coinvolto nella paralisi e quello “sano” dell’altro lato del viso: dobbiamo infatti rendere ai muscoli la possibilità di contrarsi, ma devono poterlo fare al momento giusto, in sincrono con il resto del volto, per far sì che le espressioni siano più spontanee possibili. Si tratta di interventi complessi che pochi Centri affrontano». In casi più rari la paralisi è conseguenza di interventi neurochirurgici al cervello o alla base del cranio, traumi oppure tumori cerebrali Esiste inoltre una piccola quota di paralisi congenite Il freddo non è di per sé causa di paralisi del nervo facciale: sbalzi di temperatura e colpi di freddo facilitano però le infezioni virali, reali responsabili del problema LE CONSEGUENZE L'occhio, non più lubrificato dalle lacrime e dall'ammiccamento delle palpebre, è più sensibile a polvere, sole, vento e ciò lo espone a lesioni della cornea La masticazione risulta problematica perché la guancia flaccida si frappone ai denti Parlare correttamente può diventare complicato a causa dello scarso tono dei muscoli La respirazione può essere difficoltosa perché la narice «collassa» verso l'interno DIFFERENZE CON L’ICTUS LA DIAGNOSI Per la diagnosi basta una valutazione dei sintomi descritti accanto. Serve tuttavia escludere cause diverse da quelle infettive, come per esempio i tumori cerebrali. Per questo il paziente viene sottoposto a una TAC del cervello, della base cranica e della parotide, sedi di possibili lesioni o tumori che potrebbero aver provocato la paralisi La paralisi del nervo facciale raramente è indice di un ictus. In caso di ictus, infatti, la paralisi non è quasi mai limitata alla faccia e vi si associano altri sintomi (come difficoltà di parola o della vista, vertigini, confusione, incapacità di muovere gli arti) LA TERAPIA Appena possibile devono essere somministrati farmaci a base di cortisonici ad alte dosi per eliminare l'infiammazione e sgonfiare il nervo. Se il trattamento è tempestivo può bastare anche una sola settimana di terapia Quanto prima viene iniziata la cura con cortisonici ad alte dosi, tanto più è probabile che la paralisi si risolva senza conseguenze LA MICROCHIRURGIA RICOSTRUTTIVA Entro 18 mesi la muscolatura non è compromessa e si può riattivare la mimica del viso innestando sul facciale danneggiato un nervo preso da un'altra parte del corpo. Un tratto di nervo grande auricolare viene prelevato per collegare il nervo facciale al nervo masseterino, una branca del nervo trigemino che diventerà la nuova fonte di movimento dei muscoli del viso Dopo 18 mesi la muscolatura del viso non può più rispondere a eventuali segnali nervosi perché si è come «atrofizzata». Si trapianta perciò un lembo muscolare prelevandolo per esempio dalla coscia o dalla schiena Il recupero della mobilità del viso avviene in media entro 2-3 mesi. Dopo 20-25 giorni dall'episodio ci si deve sottoporre a un'elettromiografia, da ripetere dopo altri 3 mesi, per valutare lo stato del nervo e le sue capacità di risposta NERVO FACCIALE Se dopo 7-8 mesi la paralisi non è regredita per recuperare la mobilità bisogna passare alla microchirurgia ricostruttiva NERVO FACCIALE © RIPRODUZIONE RISERVATA Se dopo 7-8 mesi la faccia non si muove significa che i danni sono persistenti e si ricorre alla microchirurgia ricostruttiva 90% I casi in cui la paralisi è dovuta a un’infezione virale (paralisi di Bell) NERVO MASSETERINO 80% ILLUSTRAZIONE DI MIRCO TANGHERLINI ❜❜ La paralisi del nervo facciale comporta la perdita della mobilità di un lato del viso e dipende da infezioni, traumi, lesioni o disturbi congeniti del nervo in questione I casi in cui la paralisi si risolve senza conseguenze 20% I pazienti che restano con paralisi o paresi facciale NERVO AURICOLARE NERVO MASSETERINO INNESTO NERVOSO In entrambi i casi si esegue un trapianto di nervi per connettere i due lati del viso e consentire al paziente la contrazione simultanea e simmetrica dei muscoli che governano l'espressività del volto 50 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 medicina Pratica su manichini per prepararsi all’emergenza C’è molta confusione in tema di formazione. «Per imparare le manovre di disostruzione nei bambini — spiega Marco Squicciarini, medico esperto in tecniche di rianimazione di base — non c’è bisogno di una laurea in medicina o di lunghi corsi, bastano poche ore per prepararsi a intervenire in modo professionale in caso di bisogno. Anche il corso di disostruzione nei bambini può essere certificato, ma l’importante è ricevere una formazione con un numero adeguato di ore di pratica obbligatoria su manichini». I video delle procedure salva-vita per i bambini Sono disponibili all’indirizzo http://www.corriere.it/salute/pediatria Soccorso Ogni anno 50 bimbi muoiono per ingestione di un corpo estraneo Prevenzione Gesti semplici, ma decisivi, che gli adulti dovrebbero imparare Le manovre anti-soffocamento Alcune mosse precise possono salvare la vita in caso di ostruzione delle vie respiratorie, ma pochi le conoscono L’OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE Quando un boccone di cibo o un corpo estraneo finiscono nelle vie aeree si può avere un’ostruzione totale del passaggio dell’aria, con rischio di morte per soffocamento. In questi casi bisogna chiamare (o far chiamare) il 118 e iniziare le manovre di primo soccorso PAZIENTE COSCIENTE Adulti Eseguire subito la manovra di Heimlich 1 2 1 Il soccorritore si posiziona dietro alla vittima, con la testa di lato, e la circonda con le braccia 2 Una mano è a pugno, l’altra sopra. Il pugno si posiziona sotto la base dello sterno. Poi si effettuano 5 spinte verso l’interno e in alto contemporaneamente, fino alla fuoriuscita del corpo estraneo Bambini sopra 1 anno 2 1 1 Prendere il bambino per la mandibola. Posizionare il bambino a testa in giù sul proprio ginocchio, come su un piano inclinato. Dare 5 «pacche» energiche tra le scapole, con la parte inferiore del palmo della mano, verso l’esterno per non colpire la testa 2 Alternare le 5 «pacche» a 5 manovre di Heimlich. Continuare ad alternare le due manovre fino all’espulsione del corpo estraneo Lattanti (0-12 mesi) 1 2 1 Prendere il lattante per la mandibola. Posizionarlo con le gambe a cavallo del proprio braccio, in posizione inclinata a testa in giù. Dare 5 «pacche» tra le scapole, verso l’esterno per non colpire il capo 2 Girare con cautela il lattante sulla schiena, tenendo la testa. Alternare 5 compressioni lente e profonde al centro dello sterno. Continuare ad alternare le due manovre fino all’espulsione del corpo estraneo Cosa fare se si è da soli Se la persona perde coscienza Chiamare immediatamente il 118 e accertarsi se nelle vicinanze c’è un defibrillatore semiautomatico esterno, che può essere utilizzato da soli o guidati dagli operatori del servizio delle emergenze Corriere della Sera / Mirco Tangherlini Salute 51 italia: 51575551575557 Aiutarsi con una sedia, appoggiando con forza sulla spalliera la parte alta dell’addome e poi spingendo il corpo verso il basso In ogni caso bisogna eseguire subito la rianimazione cardiopolmonare, alternando respirazioni bocca a bocca e massaggio cardiaco. Naturalmente, per essere più efficaci, l’ìdeale sarebbe aver frequentato un corso di primo soccorso R isalgono a poche settimane fa gli ultimi due episodi di bambini vittime di soffocamento, uno causato da un hot dog e l’altro da un caramella di gelatina. Il primo è avvenuto in un esercizio commerciale, l’altro a casa dei nonni. L’anno scorso, un altro bimbo è morto per un boccone di cibo andato di traverso alla mensa scolastica. Sono le prove evidenti che la cultura delle manovre salva-vita fa ancora fatica a diffondersi tra gli italiani. La morte di un bambino è già di per sé insopportabile, ma diventa assurda se a causarla sono la mancanza di esperienza pratica e l’ignoranza. Secondo i dati ufficiali della Società italiana di pediatria, ogni anno nel nostro Paese 50 bambini perdono la vita per soffocamento da corpo estraneo, percentuale che rappresenta il 27% delle morti classificate come “accidentali” nei bambini da 0 a 4 anni. E il decesso non sopraggiunge quasi mai per l’ingerimento accidentale del “corpo estraneo” , ma per gli effetti provocati dalle errate manovre di intervento praticate da soccorritori impreparati, nella concitazione dei primi momenti. «Invece — sottolinea Marco Squicciarini, medico esperto in tecniche di rianimazione di base, già formatore nazionale della Croce Rossa e della Federazione italiana medici pediatri — biso- ❜❜ Bisognerebbe che questa formazione fosse obbligatoria almeno nelle scuole gna fare in modo che coloro che vivono o lavorano accanto ai bambini sappiano che cosa fare e in primo luogo che cosa non fare in caso di soffocamento: penso sicuramente ai genitori e ai nonni a casa, agli insegnanti, e già alle donne in gravidanza». Per questo l’Associazione Trenta Ore per la Vita, con la supervisione di Squicciarini, ha realizzato un video-tutorial (vedi scheda a fianco, ndr) nel quale la showgirl Lorella Cuccarini mostra come comportarsi in caso di soffocamento secondo le indicazioni contenute nelle Linee guida 2010 dello European Resuscitation Council (vedi grafico, ndr). In buona sostanza, nell’adulto si procede con la “manovra di Heimlich”, cioè con compressioni addominali. Nel bambino sopra un anno, si alternano cinque “pacche” in mezzo alle scapole a 5 manovre di Heimlich. Nel lattante, invece, le cinque “pacche” sono accompagnate da compressioni ma toraciche. «Henry Heimlic, il medico americano che nel 1943 ha ”inventato” la manovra e ora ha 94 anni, scoprì che generando un brusco aumento di pressione intratoracica si crea una pressione negativa che a sua volta spinge fuori il corpo estraneo — spiega Squicciarini —. Nell’adulto, si comprime forte l’addome perché così tutta l’aria esce da polmoni e stomaco e agisce come un tappo di champagne. Nel bambino e nel lattante, si usano anche le pacche interscapolari». Secondo Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Consiglio Superiore dei Sanità, per combattere queste morti evitabili: «Servirebbe rendere obbligatoria questa formazione almeno nelle scuole o per chi lavora in luoghi frequentati dai bambini». Nel nostro Paese , invece, molte scuole elementari e asili pubblici e privati sono ancora del tutto sguarniti per ciò che riguarda la formazione e l’abilitazione alle manovre di disostruzione pediatriche, perché questa formazione è facoltativa e a discrezione del dirigente scolastico. In attesa dell’annunciato «Piano nazionale di educazione L’iniziativa Divulgare il più possibile le azioni da compiere per salvare la vita con un video-tutorial che l’Associazione Trenta Ore per la Vita regala a tutte le mamme nel giorno della loro festa. Nel video, Lorella Cuccarini (nella foto), socio fondatore e testimonial dell’Associazione, illustra in modo chiaro e semplice le manovre per la disostruzione delle vie aree da corpo estraneo nel lattante e nel bambino. alla salute e alla sicurezza nelle scuole italiane», un primo passo in questo senso è il progetto-pilota triennale “A scuola si cresce sicuri”, elaborato dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp) d’intesa con il ministero dell’Istruzione e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Il corso certificato DPPS (disostruzione prevenzione e primo soccorso), della durata di 8 ore, prevede una parte teorica e una pratica su manichini, con verifica finale e rilascio di attestato. «Il progetto è partito il 2 aprile — dice Domenico Careddu, vicepresidente della Fimp — ed entro giugno formeremo i primi 1.800 partecipanti, tra dirigenti scolastici, docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario in scuole di tutta Italia. L’idea è di diffonderlo poi il più capillarmente possibile, viste anche le continue richieste». Ruggiero Corcella © RIPRODUZIONE RISERVATA 52 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo ALIMENTAZIONE E INFANZIA Nel nostro Paese sono troppe le ‘dolci’ concessioni che ogni giorno vengono proposte ai bambini Meno cibi zuccherati per proteggere la salute Un consumo abituale di quantità eccessive di zucchero può avere nel tempo ripercussioni negative sul benessere futuro È un dato di fatto: i bambini italiani non mangiano correttamente fin dalla prima infanzia. E uno degli errori più frequenti riguarda lo zucchero di cui i bimbi assumono eccessive quantità, spesso già durante la delicata fase dello svezzamento. Non si tratta dello zucchero presente naturalmente negli alimenti come frutta e latte, ma di quello che viene aggiunto ai diversi cibi, sia a livello domestico sia industriale. Ancora oggi i genitori tendono ad aggiungere agli alimenti per i loro figli quantità elevate di zucchero proponendo cibi troppo dolci. Peggiora poi questa situazione, l’abitudine tuttora comune di utilizzare caramelle, biscotti, gelati, bevande dolci e dolciumi vari come una ricompensa gratificante o come una soluzione per calmare un capriccio, e quella altrettanto poco salutare di intingere nello zucchero il ciuccio. Questo eccesso di zucchero nella dieta dei bambini può, però, influenzare negativamente la loro salute futura. Infatti se il bambino dovesse acquisire una preferenza spiccata per gli alimenti sempre più dolci potrebbe nel tempo adottare una dieta scorretta che spesso è tra le cause di alcune patologie, dalla semplice carie a obesità, diabete, e problemi cardiovascolari. Una serie di rischi che sono stati confermati nuovamente anche da una recente ricerca del Center for Disease Control and Prevention di Atlanta negli USA, pubblicata sulla rivista scientifica JAMA, che dimostra come sia forte la correlazione tra consumo eccessivo di zuccheri aggiunti e la comparsa di patologie cardiovascolari gravi. UN GUSTO INNATO È certamente vero che gli zuccheri sono fondamentali per la crescita dei bambini e per il sostentamento, ma la dieta quotidiana ha già a disposizione tanti alimenti naturalmente dolci che aiutano ad assecondare il gusto dei nostri bambini senza forzature e che predispongono ad abitudini salutari. Non è quindi necessario aggiungere zucchero agli alimenti per i propri bambini o comunque è opportuno evitare di proporne quantità eccessive. In questo modo, fra l’altro, non si altera la preferenza per il gusto che è innata e che contribuisce a influen- Fin dallo svezzamento i bambini italiani consumano una eccessiva quantità di zuccheri zare le preferenze alimentari per tutta la vita. Infatti un consumo eccessivo di zucchero porterà a volerne e a ricercarne quantità sempre maggiori innalzando via via sempre più la soglia di percezione di questo gusto. LE SCELTE GIUSTE Ma come dovrebbero allora regolarsi mamma e papà per quanto riguarda lo zucchero? Oltre a fare propria l’abitudine di non aggiungere lo zucchero spesso basandosi sul proprio gusto, dovrebbero stare attenti nel momento dell’acquisto: è importante leggere sempre le etichette e fare particolare attenzione che sia specificata la quantità e il tipo di zuccheri presenti. Ad esempio nel caso degli omogeneizzati, è consigliabile scegliere quelli in cui gli zuccheri provengano solo dalla frutta. In questo modo, inoltre, si educa il gusto del bambino in modo I genitori dovrebbero conoscere le regole della nutrizione per compiere scelte consapevoli corretto senza snaturare la sua percezione naturale dei sapori e questo caratterizzerà il suo atteggiamento verso il cibo anche da adulto, a vantaggio di una dieta sana ed equilibrata. TRE ANNI IMPORTANTI Impostare un’alimentazione corretta ed equilibrata durante i primi tre anni di vita del bambino è fondamentale per una sua buona crescita fisica e psicologica e per farlo stare bene, ma rappresenta anche un’arma per proteggere da malattie che potrebbero manifestarsi in età adulta. Lo spiega il “Nutritional Programming”, la teoria che descrive l’impatto della nutrizione a partire dalla gravidanza e in alcuni periodi “critici” come l’allattamento e lo svezzamento, non soltanto sulla crescita e sulla salute del bambino nell’immediato, ma anche del futuro adulto. In particolare i periodi “critici” rappresentano delle cosiddette “finestre di opportunità” in cui i genitori possono agire con interventi nutrizionali mirati a favorire il mantenimento di un ottimale equilibrio metabolico per prevenire la futura insorgenza di malattie, quali l’obesità, il diabete e le patologie cardiovascolari. Nei primi sei mesi del bimbo il latte materno è l’alimento per eccellenza e svolge un ruolo È importante scegliere prodotti specifici per le differenti fasi di crescita del bambino preventivo di primaria importanza: è sicuro, nutrizionalmente bilanciato, fornisce un apporto proteico ottimale, è ricco in acidi grassi polinsaturi e contiene ormoni e molecole in grado di favorire la regolazione del senso di fame e sazietà del lattante. Durante i periodi dello svezzamento e della prima infanzia gli alimenti da proporre ai bambini a complemento del latte materno devono essere sicuri, specifici per la loro età in modo da rispondere in maniera ottimale alle esigenze nutrizionali del loro organismo nelle diverse fasi della crescita, rispettando contemporaneamente anche quella varietà alimentare che nel tempo li abituerà ad apprezzare gusti e cibi diversi. In questa fase, è comunque fondamentale seguire sempre le indicazioni del Pediatra. Le mamme italiane e il loro rapporto con lo zucchero Benché oggi sia maggiore l’attenzione a non eccedere con lo zucchero, sono ancora diffusi alcuni comportamenti a rischio L come lo zucchero possa giocare un o zucchero nell’alimentazione ruolo nel predisporre alla carie dentaria dei bambini è uno dei temi più ancora prima della comparsa dei dentini. caldi a cui le mamme italiane Un errore invece frequente viene fatto dedicano molta attenzione*, infatti il al momento della spesa. Davanti allo 94% dichiara di essere molto attenta, scaffale, 6 mamme su 10 appaiono specificando di non avere l’abitudine disattente: il 42% delle mamme italiane ad aggiungere zucchero alla frutta. dichiara infatti di leggere saltuariamente Tuttavia emerge che lo zucchero come tutte le indicazioni contenute premio è ancora una delle in etichetta e il 18% di pratiche più comuni che si Attenzione non leggerle affatto. Con utilizzano per tranquillizzare all’etichetta e la conseguenza che benché il bambino che piange o è a casa si stia attenti allo agitato. Fortunatamente solo alla quantità zucchero, può succedere il 14% delle mamme sostiene di zuccheri di acquistare alimenti di intingere il ciuccio nel presenti che contengono zucchero miele per tranquillizzare aggiunto. Eppure quasi il 60% il bambino, con un delle mamme intervistate atteggiamento coerente afferma che il pediatra ha all’impostazione di abitudini espressamente consigliato di non corrette. Poi, però, quando il bambino è aggiungere zucchero o di acquistare stato buono va premiato e un dolcetto prodotti senza zucchero. non può mancare, tanto che quasi il *Fonte: sondaggio Mellin on line: 2000 60% delle mamme ammette di utilizzarlo mamme di bambini dai 6 ai 36 mesi; come ricompensa! Inoltre soltanto il Aprile 2014. 30% delle mamme è a conoscenza di Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 diritto La denuncia Sei anni fa, circa 6.500 persone contagiate da sangue malato hanno scelto la strada della transazione col Ministero della Salute, sospendendo i procedimenti giudiziari in corso per vedersi riconosciuto il diritto al risarcimento per danno. «Beneficeranno di queste transazioni non più di 300 persone — denuncia ora Angelo Magrini, presidente dell’Associazione politrasfusi italiani —. Infatti, con la legge 162 /2012 le regole della transazione sono cambiate : oltre a escludere chi ha ricevuto trasfusioni infette prima del 1978, il diritto cade in prescrizione se la richiesta non è stata fatta entro cinque anni dal riconoscimento del danno biologico». Politrasfusi/1 Le Regioni non ricevono dallo Stato i soldi per gli assegni Vittime di sangue infetto, a rischio gli indennizzi H Una petizione per ottenere ciò che è dovuto Una petizione online per chiedere ai Ministri della Salute e dell’Economia il ripristino dei fondi destinati agli indennizzi per chi ha ricevuto trasfusioni e plasmaderivati infetti. L’ha lanciata su change.org il “Comitato vittime sangue infetto”. «Un giorno siamo entrati in ospedale per curarci, ma la nostra vita si è trasformata in un calvario — dice uno dei promotori, Andrea Spinetti — . Dopo più di vent’anni, nessuno ha ancora pagato penalmente per gli oltre 4 mila morti e le centinaia di migliaia di persone infettate». Per saperne di più Associazione italiana politrasfusi www.politrasfusi.it Comitato vittime sangue infetto http://www.itmnewday.it Sulle «transazioni» un’altra delusione Le Associazioni difendono i sostegni economici ai danneggiati Su change.org Salute 53 italia: 51575551575557 anno preso i virus dell’epatite C o dell’Aids per colpa di trasfusioni o emoderivati infetti. Sangue «malato» in circolazione tra gli anni Settanta e Novanta, non controllato dal Servizio sanitario nazionale: ha contagiato soprattutto emofilici e talassemici che hanno bisogno costante di trasfusioni, ma anche pazienti trasfusi, per esempio, dopo un intervento chirurgico. Nel 1992 una Legge, la n. 210, ha riconosciuto ai contagiati, a titolo di solidarietà, il diritto a un indennizzo, che prescinde dal risarcimento del danno in conseguenza del contagio (vedi box). Si tratta di un assegno bimestrale, in genere tra i 500 e i 700 euro al mese, a seconda della gravità dei danni subiti. Dal prossimo luglio, però, i danneggiati da sangue infetto rischiano di non avere nemmeno questo modesto aiuto. Le Regioni, infatti, minacciano di interrompere il pagamento degli indennizzi perché non hanno più risorse. Nel 2001, infatti, le competenze in materia di indennizzi sono passate alle Regioni, che devono anticipare le somme a fronte di un rimborso da parte dello Stato. 120 mila Le cifre Le richieste di risarcimento (una tantum) per danno da trasfusione di sangue infetto tra gli anni ‘70 e ’90 (legge 210/92) 50 mila I risarcimenti erogati 80 mila Fonte: Ass. politrasfusi italiani, Comitato vittime sangue infetto D’ARCO ❜❜ Gli aiuti in denaro, bimestrali, potrebbero cessare a luglio Gli aventi diritto all’indennizzo (assegno bimestrale a titolo di solidarietà, legge 210/92) per danno da trasfusione di sangue infetto «Due anni fa, però, — ricorda Andrea Spinetti, cofondatore del Comitato vittime sangue infetto — in seguito alla “manovra aggiuntiva Tremonti”, i rimborsi si sono interrotti e le Regioni hanno dovuto attingere alle proprie risorse». In un ordine del giorno approvato lo scorso 10 aprile le Regioni lo ricordano al Governo, sottolineando che, pur in assenza dei trasferimenti statali, hanno continuato a «erogare gli indennizzi alle persone interessate, maturando un credito nei confronti dello Stato di circa 325 milioni di euro per il pagamento degli indennizzi negli anni 2012 e 2013. Un onere finanziario che non sono più in grado di sopportare». Per questo hanno sollecitato la convocazione, entro fine mese, di una riunione straordinaria della Conferenza Stato Regioni : in mancanza di un accordo con il Governo, adiranno le vie legali. «Nel frattempo, ancora una volta a farne le spese sono i malati — dice Spinetti — . Già l’anno scorso abbiamo denunciato il rischio di contenzioso, anche in seguito alle segnalazioni di malati calabresi che da un paio di anni ricevono l’assegno a intermittenza, anche con diversi mesi di ritardo». E incalza Angelo Magrini, presidente dell’Associazione politrasfusi italiani: «Molti infettati sono deceduti, tanti altri sono rimasti invalidi, non più in grado di lavorare: oltre a lottare contro malattie terribili, devono farlo per vedere riconosciuti i propri diritti». E, se dovesse essere interrotto il pagamento degli indennizzi, i danneggiati annunciano ricorso al Tar. Pensa la salute di Riccardo Renzi Con la pena di Berlusconi si (ri)parla d’Alzheimer C’ è chi lo ritiene particolarmente adatto ad occuparsi di malati di Alzheimer, come l’illustre geriatra Marco Trabucchi, perché «è persona intelligente, sensibile e capace di intense relazioni, quello di cui hanno bisogno le persone affette da demenza». E perché «è abituato a organizzare situazioni complesse». E c’è chi invece, come lo scrittore Ferdinando Camon, ritiene sbagliata la scelta: perché «l’incontro di grandi politici con i malati incurabili non avviene mai, perché non ha nessun ritorno per i politici». Gabriella Salvini Porro, presidente di Alzheimer Italia, si dichiara «indignata», non tanto per la persona ma per il metodo: «Che senso ha? — dice —. I malati hanno bisogno di tempo per abituarsi ai volti di chi si prende cura di loro. Certamente non di vedere una persona quattro ore alla settimana». Non entriamo nel merito, ma certamente la decisione di assegnare a Berlusconi il servizio sociale di assistere malati di Alzheimer ha un pregio: il fatto che almeno si torna a parlare di Alzheimer, cioè della più grave emergenza assistenziale dei nostri tempi (44 milioni di ammalati nel mondo) destinati a triplicare entro il 2050. Dal 2010 le organizzazioni internazionali hanno richiesto che gli Stati predisponessero piani di emergenza. Così è stato fatto negli Usa e nella maggior parte dei Paesi europei, ma in Italia ancora niente, se non iniziative a livello locale (per esempio nel comune di Milano). Chissà che questa non sia la volta buona per predisporre una legge (e i soldi) per un Piano nazionale. Magari firmata (in questo caso si potrebbe fare un’eccezione) anche da Berlusconi. Maria Giovanna Faiella © RIPRODUZIONE RISERVATA Ridiamoci su Politrasfusi/2 Scadenza a giugno La «rivalutazione» che spetta ai malati A i danneggiati da sangue infetto, che usufruiscono degli indennizzi previsti dalla legge n. 210/1992, entro il 3 giugno lo Stato italiano deve pagare anche alcuni arretrati per la rivalutazione della cifra. L’indennizzo, infatti, è composto da una parte fissa e da una parte integrativa speciale: la rivalutazione spetta anche su quest’ultima e non solo su quella fissa. Il diritto alla rivalutazione integrale degli indennizzi è stato infatti sancito da una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a settembre 2013. L’Italia, quindi, deve pagare Sentenza La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha accolto i ricorsi presentati da 162 contagiati entro giugno tutti gli arretrati a chi ancora non li ha percepiti, altrimenti rischia di essere sanzionata. Riepiloga le principali tappe della questione, davvero ingarbugliata, Andrea Spinetti, del Comitato vittime sangue infetto: «La legge del ‘92 stabiliva che l’indennizzo era da rivalutare ogni anno in base al tasso d’inflazione. Molti però sono riusciti a ottenere la rivalutazione della parte integrativa speciale solo grazie a cause vinte nei tribunali. Poi, ignorando quelle sentenze, nel 2010, con la manovra finanziaria aggiuntiva, fu stabilito che l’indennizzo sulla parte integrativa non andasse rivaluta- to». I pazienti, allora, fecero ricorso alla Corte costituzionale che nel 2011 dichiarò la liceità della rivalutazione integrale. «Fu immediatamente ripristinata, ma solo per coloro che percepivano l’indennizzo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, perché avevano ottenuto il riconoscimento prima del 2001, cioè prima che la materia diventasse di competenza delle Regioni — ricorda Spinetti —. Alcune Regioni hanno attinto ai propri fondi per erogare l’indennizzo rivalutato; altre no. Per cui, malati con medesimi diritti non ricevono lo stesso trattamento. Io stesso che ne sto beneficiando mi sento un “privilegiato”». Hanno fatto ricorso alla Corte di Strasburgo 162 malati. «Con la sentenza di settembre — dice Angelo Magrini, presidente dell’Associazione politrasfusi italiani — la Corte europea ha stabilito che tutti i cittadini infettati, senza differenze, devono percepire gli arretrati della rivalutazione, a partire dal momento del riconoscimento, per legge, della loro condizione». La scadenza è un altro motivo di preoccupazione delle Regioni: per il pagamento degli arretrati a titolo di rivalutazione dell’indennità integrativa speciale, servono oltre 200 milioni di euro. Nell’ultima Legge di Stabilità, però, sono previsti 100 milioni di euro in due tranche, una nel 2014, l’altra l’anno prossimo. «Ma quella somma — avverte Spinetti — serve solo a sanare le posizioni degli infettati “di competenza ministeriale” (pratiche per il riconoscimento prima del 2001, ndr) e di quelli delle Regioni a statuto speciale». Per gli altri, ancora non si sa. M. G. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA In breve «Pain free Day» il 15 maggio a Milano In farmacia Il 15 maggio a Milano (Sala Buzzati, Via Eugenio Balzan 3 , ore 9 - 13) si svolgerà il «Pain free Day, giornata sul dolore oncologico», per iniziativa di Fondazione ANT Italia Onlus (in occasione del suo 36esimo anno di attività), in collaborazione con Corriere Salute. Partecipano Franco Pannuti, fondatore di ANT; Augusto Caraceni (Ist. Naz. Tumori di Milano); Guido Fanelli (Un. di Parma); Egidio Moja (Un. di Milano); Andrea Pession e Stefano Zamagni (Un. di Bologna). L’ingresso è gratuito (crediti formativi per personale sanitario). Info e organizz. : tel. 051. 7190173 - [email protected] «FotograFrare» la Sindrome di Sjögren A Verona il 13 maggio (Auditorium della Gran Guardia, ore 13.15) si riuniranno le scuole superiori e medie che hanno partecipato al Progetto «Conoscere per accogliere: FotograFrare», iniziativa dell’Associazione nazionale Italiana Malati di Sindrome di Sjögren (www.animass.org) per sensibilizzare sulla malattia. Un libretto raccoglierà gli elaborati sulla malattia rara e saranno presentati uno spettacolo di burattini e il cortometraggio «L’amante Sjogren» ispirato dal libro «Dietro la Sindrome di Sjogren». Concorso per spot contro le leucemie Con lo slogan «Re: Agire. La risposta è Agire!», l’Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma, Ail, indice la 4ª edizione di «TAKE... ACTION!», concorso per video maker non professionisti (18 e i 35 anni) per l’ideazione e la realizzazione di uno spot che sensibilizzi alla lotta contro i tumori del sangue. I video, su specifici temi proposti dal concorso, devono essere inviati entro le ore 12 del 3 giugno 2014. La premiazione avverrà il 19 giugno Bologna. Tutte le informazioni su www.ail.it 54 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo COSMOFARMA Le strategie di Teva, leader mondiale nella produzione di equivalenti, per mettere il paziente al centro La sostenibilità e la sicurezza delle cure dipendono anche dal ruolo della farmacia I farmacisti sono i primi interlocutori sul territorio per le aziende farmaceutiche, insieme agli altri distributori. Per loro è disponibile un’ampia gamma di molecole sicure e affidabili A te. Si tratta di un supporto molto forte: la farmacia di norma non ha la possibilità di analizzare i dati in questo modo”. L’iniziativa ha avuto un grande successo. “Da gennaio a oggi - conclude Butti - sono più di duemila le farmacie italiane che hanno aderito a testimonianza della necessità di informazione e di supporto”. Questa la missione di Teva Pharmaceuticals Industries, primo produttore mondiale di farmaci equivalenti e tra le prime quindici industrie farmaceutiche a livello globale (opera in 60 paesi con 46mila dipendenti). Un impegno appena ribadito nel corso della diciottesima edizione di Cosmofarma, la fiera dedicata al mondo delle farmacie, che si conclude oggi a Bologna dopo tre giorni di intensi Sono quasi mille le molecole a brevetto scaduto prodotte e vendute dall’industria fondata nel 1901 Cosmofarma 2014 ccanto al farmacista per essere accanto al cittadino. Le case farmaceutiche devono impegnarsi a rendere accessibili le cure e a fare la propria parte per sostenere i servizi che ne permettono l’erogazione. Come? Tanto per cominciare, coprendo il maggior numero di aree terapeutiche possibile, individuando necessità e bisogni inespressi del maggior numero di persone di tutte le età, e supportando l’attività quotidiana di un fondamentale presidio di salute pubblica sul territorio, qual è la farmacia. confronti e dibattiti. L’azienda ha partecipato all’evento con un ampio stand (96 metri quadri) in cui non solo si è presentata quale numero uno del mercato degli equivalenti in Italia, ma anche come azienda “completa”, in grado di rispondere alle diverse esigenze dei pazienti in molteplici aree terapeutiche. “Insieme al paziente, il far- macista è al centro del nostro mondo” spiega Salvatore Butti, che da luglio 2013 dirige la Generic Business Unit di Teva Italia. “Per questo motivo - prosegue il manager vogliamo capire come supportare le farmacie con una serie di servizi, in un momento in cui queste affrontano cambiamenti epocali nella loro organizzazione e mission”. Al riguardo, un’iniziativa importante allestita da Teva è il progetto Business Insight che fornisce strumenti di valutazione con dati specifici elaborati per la singola farmacia. “Business Insight serve al professionista come supporto alla gestione della propria attività - chiarisce Butti - e si basa su report che Teva invia mensilmen- Lanciato a gennaio il progetto Business Insight, strumento gestionale di supporto al farmacista la produzione di equivalenti sono complementari. Riguardo a questi ultimi, su scala planetaria mettiamo a disposizione quasi mille molecole e solo in Italia copriamo il 90% di tutti i principi attivi a brevetto scaduto. A parte rari casi, ciò che resta fuori è rappresentato da prodotti realmente di nicchia”. A tutt’oggi Teva soddisfa effettivamente una domanda di salute molto articolata che si sviluppa nelle principali aree terapeutiche (farmaci cardiologicicardiovascolari, neurologici, antinfettivi, gastrointestinali, urologici, dismetabolici, antidolorifici, oftalmici, oncologici, ormonali e respiratori) e per tutte le fasce di età. L’OBIETTIVO: ESSERE “INDISPENSABILE” Il progetto ben si inserisce nella strategia adottata da Teva a livello globale che punta a qualificare l’azienda israeliana, nata nel 1901 come l’azienda più “indispensabile” per il mondo in ambito salute e benessere. Un obiettivo ambizioso, per raggiungere il quale occorre muovere le leve della ricerca (Teva produce anche farmaci originali e innovativi) e dell’offerta universale di prodotti generici, la cui adozione consente enormi risparmi ai sistemi sanitari pubblici. Salvatore Butti non ha dubbi: “la ricerca di farmaci innovativi e PIÙ RISPARMIO STESSA EFFICACIA Vale la pena rammentare che i farmaci equivalenti rappresentano un’alternativa terapeutica di pari efficacia clinica rispetto ai farmaci originatori e sono venduti a un prezzo inferiore in quanto il loro processo di sviluppo non prevede i tempi e i costi della ricerca. Contengono lo stesso principio attivo che si trova nel farmaco di marca e rispondono agli stessi requisiti normativi. Il ricorso ai farmaci equivalenti continua ad aumentare per la crescente necessità di contenere la spesa sanitaria, in particolare in considerazione dell’aumento dell’età della Contraccezione, un decalogo per la salute della donna Teva Italia distribuirà presso il proprio stand un Decalogo sulla contraccezione orale, realizzato dalla Società Italiana della Contraccezione (SIC). Il documento, intende sfatare i miti più ricorrenti (con effetti spesso pericolosi) legati all’utilizzo della pillola anticoncezionale. Il testo – scaricabile anche dal sito della SIC –separa le evidenze scientifiche dalle false credenze, con un linguaggio chiaro e diretto. Alcuni esempi? Il Decalogo spiega che la scelta del giusto contraccettivo, da concordare con il proprio ginecologo, permette di evitare la ritenzione idrica e dunque l’accumulo di grasso indesiderato. Quanto al secondo, è chiarito che, contrariamente a quanto si pensi, i contraccettivi orali sono efficaci nel ridurre le lesioni infiammatorie e non infiammatorie dell’acne facciale; inibiscono l’attività delle ovaie e ne riducono la produzione di ormoni androgeni, limitando di conseguenza la perdita di capelli, l’acne e la peluria indesiderata. Secondo diversi studi, i contraccettivi ormonali possono inoltre proteggere da alcuni tipi di cancro. popolazione. ”Nonostante ciò – conclude Salvatore Butti – la penetrazione del generico in Italia mostra sì un trend in crescita ma è ancora bassa (20%), soprattutto a valori, rispetto alle medie europee. L’effetto della spending review ha regalato un paio di punti in più ma si è ormai esaurito”. Una mano tesa a chi parte per curarsi I bisogni, le persone. Teva Italia, aderisce al progetto lombardo “A Casa Lontani da Casa” ideato dalle associazioni di volontariato PROMETEO, AVO Milano, LILT Milano e CasAmica per ospitare i pazienti e i loro familiari provenienti da altre regioni d’Italia. Entrando nel sito un motore di ricerca facilita il reperimento dell’alloggio più vicino alla struttura sanitaria di interesse, secondo tipologia (es. camera a più letti, appartamento esclusivo etc.) e disponibilità economica a contribuire alle spese. Per maggiori informazioni: www.acasalontanidacasa.it numero verde 800 161952 Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 Salute 55 italia: 51575551575557 corriere.it/salute Inviate le vostre segnalazioni, i vostri quesiti, i vostri dubbi, all’indirizzo di posta elettronica a cura di Daniela Natali [email protected] WEB Chiedete agli esperti Oltre 160 medici specialisti rispondono online alle domande dei lettori in 50 forum VIVERE CON IL WEB Segnalato da voi www.corriere.it/salute/forum Il sito della settimana Quale attività fisica è più efficace per perdere i chili in eccesso? Sono in notevole sovrappeso, almeno di una decina di chili di troppo, e la dieta che mi ha consigliato il medico non sembra funzionare più di tanto anche se sono a «stecchetto» ormai da un mese. Perciò ho pensato di prendere sul serio il consiglio, che pure mi ha dato il medico di famiglia, di iniziare a praticare attività fisica. A questo punto mi pongo, anzi le pongo, due domande. Quale attività fisica scegliere per alzare il metabolismo e consumare più calorie? E, visto che non sono più giovanissimo e non vorrei correre rischi, qual è la frequenza cardiaca ideale da tenere durante l’attività fisica ? Risponde Gianfranco Beltrami Docente Corso di laurea in Scienze motorie, Università di Parma Associare alla dieta un idoneo programma di esercizio fisico è fondamentale per ottenere migliori risultati con la bilancia. L’attività va fatta però nel modo giusto, meglio se con una guida esperta, senza porsi traguardi impossibili e con un programma che sia anche divertente e rilassante. Quali attività scegliere dipende molto dallo stato di salute e dal grado di allenamento. Bisogna in primo luogo evitare che un esercizio fisico troppo intenso ed esasperato porti a danni o traumatismi all’organismo: prudenza, gradualità e un check up preliminare sono sempre consigliati. Detto questo, gli esercizi aerobici, come la marcia, la corsa, il nuoto, sono chiari esempi di attività in cui le grandi masse muscolari sono coinvolte consentendo di bruciare molte calorie. Ciò che conta, però, è la frequenza dell’attività, che non deve essere sporadica ma possibilmente quotidiana, ed è soprattutto la durata dell’allenamento, che dovrebbe raggiungere gradualmente almeno i 50 minuti continuativi. Per quanto riguarda la frequenza cardiaca, è utilissimo controllarla e mantenerla su un valore pari ad almeno il 70 per cento della frequenza cardiaca che si riesce a raggiungere con uno sforzo massimale. Questo tipo di esercizio con- sente di far arrivare molto ossigeno ai muscoli, di migliorare l’efficienza della circolazione e del metabolismo a livello muscolare e di sfruttare anche il maggior consumo calorico che si ha nelle ore che seguono l’allenamento. Al termine di un esercizio fisico, infatti, le attività metaboliche non ritornano immediatamente al loro livello di riposo, ma necessitano di un tempo più o meno lungo a seconda dell’intensità e della durata dell’esercizio per ripristinare le scorte energetiche, smaltire l’acido lattico, riparare le cellule lesionate dall’esercizio ecc. Più lo sforzo è stato intenso, più si allunga questo periodo in cui anche stando a riposo vengono bruciate più calorie. L’orario migliore per allenarsi è quello del mattino, prima di colazione, quando le scorte di glicogeno sono state in parte consumate dal digiuno notturno ed è più facile mobilizzare i grassi di deposito; è assolutamente da evitare invece l’attività dopo i pasti, quando l’afflusso di sangue ai muscoli viene ostacolato dalla digestione. Per chi vuole dimagrire è validissima anche una attività di potenziamento per i principali gruppi muscolari, da eseguire un paio di volte alla settimana, in grado non solo di mantenere il corpo più agile e snello ma anche di innalzare il metabolismo basale (i muscoli sono la componente corporea che consuma più energia). Sono poi sufficienti alcuni minuti di esercizi quotidiani di allungamento muscolare per la prevenzione dei traumi. Dal forum dei nostri esperti Dermatologia Contro la psoriasi funzionano davvero sole e acqua marina? Sono affetto da psoriasi diffusa sul 40 per cento del corpo. È proprio vero che l’acqua marina e il sole possono dare benefici, anche se momentanei ? Risponde Carla Nobile Reparto di Dermatologia, Ospedale Brunico, Bolzano Le radiazioni ultraviolette del sole (UVA ed UVB) rallentano la replicazione delle cellule nella psoriasi inducendo così un miglioramento clinico della patologia cutanea anche per diversi mesi. L’esposizione solare deve avvenire in modo lento e progressivo, evitando le ore più calde della giornata e facendo sempre attenzione a non ustionarsi. Sono sufficienti 20-30 minuti al giorno per almeno 2-3 settimane per produrre effetti benefici sulla psoriasi. I pazienti che fanno uso di farmaci fotosensibilizzanti o sono in terapia con psoraleni o PUVA dovrebbero comunque discutere con il proprio medico curante l’opportunità di esporsi al sole. L’acqua di mare svolge una azione esfoliante (il sale elimina le cellule morte della psoriasi), ma può provocare anche un’eccessiva disidratazione cutanea. Si consiglia quindi di risciacquare la pelle con acqua dolce dopo il bagno di mare, di applicare spesso creme idratanti, preferibilmente non profumate, e fotoprotettori cutanei in caso di prolungata esposizione solare. Vista Mal di testa Tiroide Per l’ambliopia serve la «benda»? Cure per la cefalea post traumatica? Quando togliere il «gozzo»? Mia figlia, di quattro anni, ha l’occhio destro «pigro». C’è possibilità di recupero con il bendaggio dell’altro? Perché per un mal di capo dopo un trauma mi hanno dato la duloxetina, che è un antidepressivo? Ho un gozzo con ben sette noduli (il maggiore di 45 mm) in lenta crescita. Mi consiglia di operarmi? Risponde Paolo Nucci Risponde F.Frediani Risponde A. Pontecorvi Direttore Clinica oculistica, Un. Milano Direttore Neurologia S. Carlo Borromeo, Mi Dir. Un. endocrinologia, Policl. Gemelli, Roma L’ambliopia o «occhio pigro» ha ottime possibilità di essere recuperata con un trattamento penalizzante dell’occhio migliore, ma è importante che alcune condizioni siano rispettate: l’intervento deve iniziare prima dei 6 anni , deve essere ben corretto il difetto di vista eventualmente associato, è necessaria una buona aderenza alle indicazioni dell’oculista. Nel suo caso sarei ottimista, a patto che la differenza di capacità visiva tra i due occhi non sia rilevante e il difetto sia stato riconosciuto precocemente. La cefalea post-traumatica riconosce fra i suoi meccanismi patogenetici varie cause, non solo la depressione. La sua situazione potrebbe essere complessa e derivare da una pluralità di cause. La Duloxetina non è solo un antidepressivo, è anche un farmaco che agisce sul dolore neuropatico, e probabilmente per questo le è stata consigliata. Ma se non è convinta, ne parli con i medici del Centro cui si è rivolta, per trovare un’alternativa. Il problema principale è costituito dal fatto che il gozzo multinodulare di cui è portatrice è di dimensioni importanti, senza dubbio sta cominciando a creare problemi compressivi sulle strutture adiacenti (trachea) e la crescita, anche se lenta, c’è. Do per scontato che i noduli siano stati giudicati benigni con esame citologico a seguito di agoaspirato. Difficile consigliarla senza averla visitata. La mia previsione più probabile, tuttavia, è che all’orizzonte ci sia un chirurgo. © RIPRODUZIONE RISERVATA http://aiblud.com/donare-il-latte Come e dove donare il latte materno Può essere di aiuto a molti neonati in condizioni cliniche precarie il latte umano donato da mamme volontarie, che producono una quantità superiore alle necessità dei loro bimbi. Informazioni su come e perché donarlo si possono trovare sul portale dell’Associazione italiana banche del latte umano donato http://aiblud.com/donare-il-latte La sezione «Donare il latte» contiene le risposte alle domande più frequenti: da come diventare donatrice; da quanto latte e per quanto tempo si può donare, alle procedure per l’estrazione e le modalità di conservazione. Sono disponibili inoltre approfondimenti sulle attività delle Banche del latte: per il controllo, il trattamento, la conservazione e la distribuzione del latte donato. Cliccando su «Banche del latte» si accede all’area «In Italia», dove si trova l’elenco, regione per regione, con indirizzi e recapiti telefonici, dei punti di raccolta del latte donato e distribuito gratuitamente ai piccoli pazienti che ne hanno bisogno. Sempre in questa sezione, cliccando su «Linee guida» si possono consultare le indicazioni della Società italiana di neonatologia per la «costituzione e l’organizzazione di una Banca del latte umano donato». La più cliccata Il video L’indagine Cardiologia Il rischio di malattia nelle zone contaminate Così si tratta oggi lo scompenso cardiaco Ci si ammala più facilmente nei siti industriali contaminati: questa la conclusione della terza edizione dello studio «Sentieri», finanziato dal Ministero della Salute. In crescita il cancro alla tiroide, al polmone, al fegato. Un capitolo del rapporto è dedicato ai bambini. Non ci sono più solo i farmaci per l’insufficienza cardiaca, ma anche tecnologie sempre più sofisticate. Da domani su Corriere.it/salute videointervista con Edoardo Gronda, primario del reparto di cardiologia dell’Irccs multimedica di Milano. 56 italia: 51575551575557 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera BUON SONNO La carenza e la cattiva qualità del riposo notturno si ripercuotono con pesanti conseguenze sul benessere Come garantirsi sogni d’oro per tutta la notte all’alimentazione serale, che deve essere a base di alimenti di facile digestione e non comprendere alcolici, tè, caffé e bevande a base di cola che hanno un’azione eccitante. E dopo cena non andrebbe praticata nessuna attività sportiva, altrimenti c’è il rischio che il sistema nervoso vegetativo rimanga troppo “eccitato” e vengano prodotte tante endorfine che sono euforizzanti. Meglio dedicarsi ad attività che aiutano a rilassarsi, come ascoltare della musica o leggere. Infine prima di andare a dormire per non ritrovarsi a pensare con timore alla difficoltà di dor- In questo periodo è molto comune passare le notti a rigirasi nel letto, ma le soluzioni ci sono S pesso durante i mesi primaverili dormire bene diventa davvero un miraggio. Per quanto si sia stanchi e si desideri una nottata di riposo, molti si rigirano nel letto senza riuscire ad addormentarsi, altri hanno un sonno interrotto da numerosi risvegli ed altri ancora si ritrovano con gli occhi spalancati all’alba. La colpa di questa forma di insonnia, molto diffusa e legata alla stagione, è delle variazioni della lunghezza del giorno e della notte che provocano un cambiamento nella secrezione della melatonina. Si tratta di un ormone che viene secreto dalla ghiandola pineale o epifisi, che è un organo piccolo come un pisello posto sotto la parte centrale del cervello. Ha la funzione di regolare il ciclo naturale sonno-veglia e di sincronizzare i ritmi biologici dell’organismo che sono influenzati da questo ciclo e la sua produzione nell’organismo viene favorita dal buio e inibita dalla luce. In più, l’orologio interno dell’organismo deve adeguarsi alle modificazioni dell’orologio solare, ma questo è un processo lento e ‘faticoso’che viene reso ancora più difficile dal passaggio anche all’ora legale. In pratica si verifica più o meno quanto avviene con il cambiamento di fuso orario e cioè una specie di desincronizzazione dei ritmi circadiani dell’organismo. RITROVARE IL SONNO Chi in questo periodo dorme male non deve però preoccuparsi perché le soluzioni per risolvere il problema in tempi rapidi non mancano. Innanzitutto aiuta certamente assumere un integratore alimentare che contenga sostanze mirate per questo tipo di disturbo, come ad esempio quelli a base di melatonina che sono particolarmente utili nei casi in cui il ritmo biologico sonno-veglia è alterato da modificazioni del ritmo circardiano. È poi anche necessario mantenere il più possibile inalterati gli orari in cui si va a letto e in cui ci si alza ed evitare i sonnellini di pomeriggio, anche se la notte è trascorsa ‘in bianco’. Andrebbe prestata anche più attenzione Chi dorme male ha uno scadimento delle capacità lavorative e intellettuali mire, è necessario creare un condizionamento positivo a vantaggio di un buon sonno. È sufficiente, ad esempio, mettere in atto un rituale della buona notte, semplice e fatto di qualche gesto abitudinario, come bere una tisana o un bicchiere di latte. Se nonostante tutte queste avvertenze non si riesce proprio a dormire, è sconsigliato rimanere a letto ed è meglio alzarsi, fare qualcosa di particolarmente rilassante ed eseguire delle profonde inspirazioni ed espirazioni che aiutano a togliere le tensioni e a far tornare il sonno. Melatonin Pura: una linea completa per il sonno Oggi la linea Melatonin Pura si avvale di un nuovo prodotto, utile per combattere contemporaneamente l’insonnia e l’ansia e favorire il rilassamento: Melatonin Pura Activ contiene Melatonina e Valeriana. Mentre la Melatonina riduce il tempo richiesto per addormentarsi ed allevia i sintomi del jet lag, la Valeriana è nota per le proprietà sedative in caso di disturbi nervosi (ansia, palpitazioni, eccitabilità), favorisce il rilassamento ed il sonno in modo naturale. La formulazione presenta ben 500 mg di estratto secco titolato di Valeriana ed il massimo dosaggio giornaliero di Melatonina (1 mg) consentito per gli integratori. La confezione è da 30 ovalette. 1 ovaletta al giorno. Il prodotto si affianca ai prodotti della linea, formulati in base alle singole esigenze: Melatonin Pura microta- volette. 1 mg di Melatonina per microtavoletta. In confezione da 30, 60 e 120 microtav. Melatonin Pura Fast, le cui Strip orosolubili (1 mg di melatonina) consentono una rapida assimilazione e non richiedono l’uso di acqua: sono quindi utilissime in viaggio. Melatonin Pura Gocce 50 ml. La formulazione in gocce rende semplice ottenere il dosaggio giusto. Melatonin Pura Gocce con Erbe della notte 50 ml. A base di Melatonina ed un’associazione di piante, contenute anche nel prodotto Erbe della Notte e da sempre utilizzate nei disturbi nervosi o in caso di ansia, insonnia, palpitazioni. In farmacia, parafarmacia ed erboristeria. Per maggiori informazioni: www.esitalia.com, [email protected] Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 57 italia: 51575551575557 CURA DELLA PELLE La prova bikini? Non riguarda solo i rotolini, ma anche l’aspetto della cute che chiede cure speciali Pelle liscia e compatta in vista dell’estate Dalla dermocosmesi i prodotti mirati alle esigenze specifiche e all’età della propria epidermide L a pelle non è un semplice rivestimento del corpo, ma un vero e proprio organo, meraviglioso e complesso, importante barriera contro le aggressioni esterne. Ma allo stesso tempo ha le sue fragilità. Sensibile, delicata, con problemi di secchezza o di arrossamenti, è lo specchio della nostra salute e della vita che conduciamo. Curarla nel modo giusto è importantissimo, aiuta a sentirsi anche belli e attraenti. Chiunque può notare che, se una persona non è propriamente bella nel senso classico del termine, cioé possiede lineamenti irregolari, oppure è un po’ in sovrappeso, ma può contare su una pelle perfetta, i suoi difetti in un sol colpo passano in secondo piano. Un incarnato vellutato, un’epidermide fine, la mancanza di impurità, infatti, sono un’ottimo biglietto da visita che non passa certo inosservato. Per questo motivo non va mai trascurata l’epidermide, in particolare durante il periodo in cui mettiamo in mostra il nostro corpo con abitini arrendersi a rughe profonde e cedimenti? Oggi questa è una realtà superata, lo dimostrano i tanti splendidi cinquantenni (donne e uomini) che possono sfoggiare ancora un viso fresco e lineamenti distesi. Oltre all’utilizzo quotidiano di prodotti antiage come creme nutrienti e sieri grandi possibilità le offre la medicina estetica, con interventi soft e mininvasivi che eliminano diversi anni. leggeri e costumi da bagno. Questo, infatti, è il momento dell’anno in cui si deve fare un tagliando speciale al nostro “rivestimento”, con trattamenti che ne migliorino l’aspetto o curino problemi di tipo dermatologico. E’ bene tenere presente, poi, che i mesi estivi sono quelli più difficili per la pelle: esposta in larga parte del giorno ai raggi del sole più intensi e pericolosi, senza adeguate protezioni, rischia di subire l’aggressione di Uva e Uvb, con conseguenti scottature, desquamazioni, irritazioni. Ci sono ragioni molto serie allora per fare della prevenzione in modo da evitare gli effetti dannosi del fotoaging, l’invecchiamento precoce della pelle. Un solare adeguato al proprio fototipo è l’antidoto giusto al conto salato che potrebbe presentare l’epidermide a fine estate, quando LE SETTE REGOLE D’ORO Applicare una buona crema idratante, mattino e sera, per mantenere la pelle in salute e prevenire secchezza e irritazioni. Scegliere un detergente adatto per il proprio tipo di pelle ed evitare bagnoschiuma e doccia-schiuma aggressivi, disseccanti, molto profumati. Usare un detergente delicato anche per la detersione intima. Applicare un idratante nutriente corpo ricco di oli vegetali e non con paraffina o siliconi (andare a vedere la formula INCI), partendo dai piedi e risalendo verso le cosce, con movimenti rotatori. Per la depilazione delle gambe, ascelle, inguine, meglio ricorrere al rasoio manuale o elettrico: cerette e depilatori possono essere irritanti e provocare follicoliti. Applicare sulle unghie di mani e piedi olio di germe di grano oppure burro di karitè al 100%, le renderà più sane. Massaggiare ogni giorno il cuoio capelluto, per stimolare la microcircolazione sanguigna della cute della testa e stimolare così la ricrescita dei capelli. Cute morbida ed elastica con l’Olio di Rilastil La prevenzione è tutto se si desidera avere una pelle luminosa e priva di impurità si ripone nel cassetto il bikini. Ma, come si sa, la pelle va trattata con la massima cura ogni giorno dell’anno, da quando ci si sveglia al mattino, fino al momento di andare a dormire. I SEGRETI DI CREME, OLII, SIERI... Anche se la natura non è stata generosa e non ci ha regalato una pelle al top, oggi esistono trattamenti che consentono a chiunque di ribaltare la situazione. Molecole efficaci e principi attivi, grazie agli enormi progressi della ricerca, riescono ad essere assorbidi dai tessuti cutanei stimolandone il rinnovamento. Tra cosmesi e medicina estetica la possibilità di rallentare i processi di invecchiamento è ormai sotto gli occhi di tutti. Ma non bisogna intervenire quando i guai sono ormai evidenti: la pelle va curata fin dall’adolescenza, spiegano i dermatologi, proprio perchè ogni età ha i suoi problemi Durante i mesi estivi la pelle esposta ai raggi solari più intensi rischia scottature e rughe precoci che, se trascurati, lasciano danni estetici vistosi e che richiedono interventi più invasivi per essere risolti. Per esempio l’acne, ai primi brufoletti occorre agire con terapie specifiche in modo da scongiurare le temute cicatrici; lo stesso discorso vale se si è molto giovani per i punti neri che provocano infiammazioni e uno stato di irritazione diffuso. Una buona maschera all’argilla aiuterà a eliminare le impurità grazie alle proprietà eccellenti di questo minerale il quale depura, asciuga il sebo, lenisce il rossore. A 30 anni può comparire la prima ruga poiché la pelle inizia a perdere elasticità. Siamo ancora nel pieno della giovinezza, ma è il momento di giocare d’anticipo applicando mattina e sera prodotti a base di vitamine antiossidanti che aiutano la pelle a liberarsi delle scorie accumulate durante il giorno a causa di smog e stress. A 40 anni, con le dovute attenzioni il viso e la pelle del corpo possono dimostrare dieci anni di meno. A questa età, purtroppo, il derma la parte più profonda dell’epidermide, inizia ad assottigliarsi e la rende più secca, disidratata, segnata. Ma, le creme, i sieri, gli olii di ultima generazione sono in grado di riparare i danni grazie a bioattivi capaci di stimolare il rinnovamento cellulare e aumentare la produzione di collagene ed elastina. A 50 anni bisogna Da 40 anni le donne conoscono Rilastil, un marchio sinonimo di prevenzione delle smagliature su addome, cosce, seno, soprattutto in gravidanza, ma anche di bellezza per tutte. Infatti, l’elasticità della pelle è l’unica arma a disposizione per prevenire in modo semplice e naturale molti inestetismi, quali l’invecchiamento cutaneo, l’insorgenza di rughe, la secchezza, il rilassamento e la perdita di tono dei tessuti. Per garantirsi una pelle più radiosa, più sana e più recettiva a tutti i trattamenti dermatologici e cosmetici, il primo obiettivo da raggiungere è allora quello di avere una pelle elastica. L’olio e la crema sono i due prodotti ideali per ottenere questo scopo, e anche quelli preferiti dalle donne. Rilastil Elasticizzante Olio è il trattamento di elezione di Rilastil indicato per ripristinare il giusto grado di elasticità e compattezza alle pelli secche, disidratate ed anelastiche. Dall’azione altamente restituiva, emolliente e filmogeno-protettiva, aiuta a migliorare sensibilmente anche l’aspetto estetico delle cicatrici. La sua texture, particolarmente scorrevole, lo rende ideale per essere utilizzato anche come olio da massaggio, sia per adulti sia per neonati e bambini. L’olio, a differenza della crema che possiede una buona percentuale di acqua, presenta solo un’importante fase lipidica e quindi può essere applicato anche sulla pelle ancora umida, vi rimane più a lungo e le conferisce un grado maggiore di emollienza, comfort e morbidezza in tempi molto brevi. Lifting invisibile: più giovani senza bisturi Quale donna (o uomo) non sogna di svegliarsi un giorno con qualche anno in meno senza passare attraverso pesanti e costosi interventi chirurgici? Tutto questo si può realizzare nei centri Hospitadella in cui la medicina estetica rappresenta un fiore all’occhiello. Oggi Hospitadella propone il Lifting invisibile, una soluzione soft ma efficace in grado di attivare una doppia azione di sollevamento e rigenerazione dei tessuti. Il risultato si ottiene grazie a due tipi di fili riassorbibili, quelli di trazione derivanti dal polimero dell’acido lattico, indicati per risollevare i cedimenti cutanei, e quelli in PDO (polidioxanone) che hanno un’azione rigenerativa e biostimolante. Il fastidio è minimo in quanto questi fili vengono inseriti sottocute mediante aghi sottilissimi, stimolando l’autoproduzione di collagene, l’impalcatura naturale che mantiene la pelle giovane, e che con il trascorrere degli anni diminuisce. “Il trattamento dura soli 15-20 minuti e permette di ottenere il sollevamento del sopracciglio, la tonificazione delle guance, del collo e del bordo mandibolare” spiega il dottor Miccolis, chirurgo estetico di Hospitadella. Il lifting invisibile non richiede anestesia ed è consigliato dai 35 ai 60 anni sia alle donne che agli uomini. Per informazioni visitate il sito: www.hospitadella.it 58 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 59 italia: 51575551575557 BENESSERE DEI PIEDI Strutture essenziali per il movimento, l’equilibrio e la postura, le estremità non vanno mai trascurate Un perfetto lavoro... fatto coi piedi Camminare di buon passo, è un ottimo esercizio per star bene: purché si rispettino i “protagonisti”. “Q uesto è un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”. La voce rotta dall’emozione e dai disturbi statici di Neil Armstrong giungeva il 20 Luglio del 1969 alle orecchie del mondo che col fiato sospeso lo seguiva mentre scendeva dalla scaletta del Modulo Lunare dell’Apollo 11 e posava un piede sul suolo biancastro e sabbioso del satellite. L’intero Universo si è ristretto un po’, quella sera, e il punto di vista dell’essere umano ha cambiato prospettiva. Nessun testimone, nessuna gloria ma uguale incredibile, potente conquista per il primo ominide che si è alzato in posizione eretta, fermo sulle sue estremità inferiori, per meglio vedere prede, predatori e territorio e avere due arti in più a disposizione per la gestualità. Meno solennità ma incomparabile commozione, sorrisi e gioioso orgoglio accompagnano tutti i bimbi del mondo che, con stupore e soddisfazione, si sollevano, stando ritti da soli per la prima volta sui loro piedini morbidi, destinati a fare tanti, tanti passi, a danzare, a correre come il vento, a portarli in giro per il pianeta e per le strade del destino. Camminare sembra una cosa così normale. Ma basta girarsi e guardarsi alle spalle, in montagna, osservando lo snodarsi del lungo sentiero che si sta percorrendo per rendersi conto che si tratta di un miracolo. UN CAPOLAVORO DI INGEGNERIA Leonardo da Vinci, che ne compì numerosi studi, definì il piede un capolavoro di ingegneria, dato che è una struttura piccola rispetto al peso che deve sostenere, all’equilibrio e al movimento che compie. Dal punto di vista biomeccanico la sua funzione è rappresentare il tramite con la superficie di appoggio del corpo in stazione eretta e come ammortizzatore biologico capace di assorbire l’energia meccanica generata dall’impatto col terreno immagazzinandone parte sotto forma di energia elastica, trasmettendo, nella forza di spinta, quella generata nei muscoli. permettendo la stazione e la marcia. In pratica, con le sue 26 ossa, i suoi 20 muscoli e i suoi 114 legamenti, permette la variazione dell’assetto statico e dinamico, adattandosi, grazie alla sua elasticità, alle asperità e alle variazioni di pendenza, condizione e consistenza del terreno ed inoltre funge da importante “pompa” per la circolazione di sangue e liquidi linfatici. E’ dunque evidente che qualsiasi causa intervenga ad alterare la sua così complessa composizione morfo-funzionale può determinare conseguenze anche rilevanti, fino alla diminuzione del rendimento meccanico. Attenzioni quotidiane in ogni stagione I piedi sono la base del corpo, essenziali oltre che per il movimento, anche per la circolazione sanguigna e linfatica e sono attraversati dai meridiani energetici di tutti gli organi. Gli antichi lo sapevano bene ed è per questo che sia la cultura occidentale che quella orientale si ritrovano sull’importanza dei piedi per il benessere della persona. I piedi sono la parte del corpo più usata ma spesso anche quella più trascurata. Essi si meritano invece quotidiane cure per prevenire e/o curare eventuali disturbi. Le estremità vanno sempre tenute al meglio, ma in estate sono quotidianamente in mostra e, dunque dovrebbero essere esteticamente gradevoli; in inverno, quando sono coperti da calze e scarpe non sempre adatti, occorrerebbe prendere delle misure in più. Si tratta di una prerogativa soprattutto femminile in quanto le donne risultano essere più attente e coinvolte degli uomini nella cura dei propri piedi. L’azienda francese Millet Innovation sviluppa, produce e commercializza prodotti sanitari e per il comfort caratterizzati da un notevole contenuto tecnologico. Da oltre 10 anni, Epitact® sviluppa in collaborazione con alcuni podologi francesi, dei dispositivi medicali atti ad alleviare qualsiasi dolore plantare. La gamma Epitact® è composta da oltre 30 prodotti specifici, realizzati in Francia; ciò le consente di garantire una tracciabilità, una qualità ed un’efficacia ineccepibili. I due prodotti più richiesti della gamma Epitact® sono: l’Ortesi Correttiva dell’Alluce Valgo e i Cuscinetti Doppia Protezione cipolla, alluce valgo e dolori plantari. La gamma Epitact® è distribuita in Italia da Qualifarma srl. In Farmacia e Parafarmacia. I GUAI PIÙ DIFFUSI Un’alterazione dell’appoggio, dal punto di vista medico, può rappresentare causa o concausa di eventi patologici riguardanti il piede stesso e le strutture ed articolazioni ad esso collegate, quali caviglia, ginocchia, bacino, anca e colonna vertebrale. La maggior parte dei problemi deriva, in genere, dalla postura o dall’uso di calzature inadatte, che possono modificare l’aspetto e l’assetto del piede, con conseguenze dolorose di varia intensità e importanza. Uno dei più comuni è senza dubbio l’alluce valgo, conseguenza di un alterato appoggio del piede che porta ad una lassità muscolo-tendinea a causa della quale il peso corporeo si scarica sul primo Il piede si comporta come ammortizzatore quando attutisce l’impatto col suolo e come propulsore nell’avvìo al passo dito, ovvero sull’alluce. A lungo andare il primo dito si deforma, fino ad accavallarsi sul secondo. Chi soffre di questa deformazione presenta, oltre alla sintomatologia dolorosa, anche alterazioni posturali e disturbi alle altre articolazioni della gamba. E’ possibile bloccare l’evoluzione del problema con appositi plantari e ridur- re la sofferenza con specifici rimedi e cuscinetti, ma è corretto ricorrere all’aiuto del podologo o dell’ortopedico. Un’altra diffusa manifestazione dolorosa dovuta alla non bilanciata pressione del peso sul piede è l’infiammazione dei metatarsi (metatarsalgìa), la parte inferiore e anteriore del piede, ovvero quando si grava eccessivamente, nel camminare, sull’avampiede, alzando troppo i talloni. Il dolore può peggiorare tanto da manifestarsi anche a riposo e può formarsi anche un’ipercheratosi (ispessimento della In caso di dolore meglio riposare. Poi, secondo la gravità, si può decidere il da farsi pelle), o una borsite (infiammazione). Talvolta si associa ad altri problemi come il già citato alluce valgo e le dita a martello. ATTENZIONE ALLE SCARPE Uno dei vari motivi che portano a questa situazione dolorosa va ricercato, come detto prima, anche nell’uso delle scarpe: portare troppo a lungo calzature con i tacchi molto alti costringe il piede a caricare tutto il peso del corpo sulla parte anteriore, quelle con punta stretta causano un’eccessiva compressione delle dita che può generare un processo infiammatorio; le suole rigide come ad esempio le zeppe impediscono la naturale flessione delle articolazioni del piede, facilitando il loro indebolimento; le scarpe da corsa, se si pratica assiduamente jogging, andrebbero cambiate ogni 8-12 mesi e bisognerebbe imparare a correre nel modo giusto, appoggiando il piede correttamente. Anche attività sportive praticate intensamente che richiedono sforzi prolungati o in posizioni particolari come sulla punta dei piedi, o la modificazione dell’intreccio delle fibre di collagene dovute anche all’età possono intervenire nella formazione di dolorose patologie o deformazioni. Va da sé che il primo rimedio in caso di dolore è innanzitutto il riposo. Successivamente, secondo la gravità del problema, si possono utilizzare specifici cuscinetti protettivi (in commercio ne esiste una vasta gamma, per i diversi problemi delle estremità) che proteggono le zone doloranti, redistribuendo la pressione o riducendo lo sfregamento. Se i disturbi tendono ad aggravarsi è opportuno rivolgersi allo specialista, soprattutto se vi sono patologie croniche sistemiche o se compaiono in contemporanea altri fastidi. Dunque, meglio imparare ad “ascoltare” attentamente quello che i piedi “dicono”: muoversi deve essere solo un piacere. Bisogna dar loro una mano perchè siano belli e sani Per prendersi cura dei piedi, ed evitare dolori e gonfiori a fine giornata, occorrono pochi accorgimenti, che non vanno messi in pratica solo nella bella stagione quando sono più in mostra, ma durante tutto l’anno, anzi, con maggior cura in inverno, quando sono chiusi in calze e scarpe pesanti. Innanzitutto, parlando di scarpe, meglio acquistarle nel tardo pomeriggio, quando il piede è più gonfio: non si rischierà così di ritrovarsi con calzature che fanno male. Attenzione alle punte (le dita dovrebbero avere libertà di movimento) e ai tacchi troppo alti: è prudente non indossarli troppo a lungo, riservando loro solo serate e occasioni eleganti. Per contro, mai usare scarpe piatte o con suola rigida, che impongono uno sforzo eccessivo alle articolazioni e che non permettono una giusta ammortizzazione. Consigliabili materiali naturali, perché permettono una normale traspirazione. L’ideale sarebbe poter cambiare calzature durante il giorno (l’abitudine delle donne americane di tenerne in ufficio un paio non è da scartare). A fine giornata, un pediluvio di 10 minuti, con acqua tiepida è rilassante e permette, con uno scrub delicato e la successiva applicazione di una crema idratante, dopo averli asciugati con cura, soprattutto fra le dita, di avere sempre la pelle liscia e morbida senza traumi. Utilissimo esercizio sarebbe camminare a piedi scalzi su terreni modificabili come erba o sabbia. 60 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Stefano, Ferdinando ed Andrea, a funerali avvenuti, annunciano con molta tristezza la perdita di Monica Borletti Gisin Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, tutto il personale della Società Ca Negra, sono vicini con profonda tristezza a Stefano, Ferdinando, Andrea per limmatura perdita della cara signora moglie e madre dolcissima intelligente buona generosa. - Lugano, 10 maggio 2014. Monica Partecipano al lutto: Camillo e Daniela Magliucci. Pino, Pia, Giusto e famigliari piangono la perdita della carissima Monica - Milano, 10 maggio 2014. Un grande affettuoso abbraccio a Stefano, Ferdinando e Andrea nel ricordo di Monica Laura, Francesca, Vanni, Lorenzo e Maurizio Borletti. - Milano, 11 maggio 2014. Monica Borletti Mania con affetto vi è vicina e partecipa al vostro grande dolore. - Milano, 10 maggio 2014. Carla con Andrea e Valeria si stringe a Stefano nel dolore per la perdita della cara Monica - Milano, 11 maggio 2014. - Loreo, 11 maggio 2014. Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, i dipendenti della Società Acquamarza sono vicini con profonda tristezza a Stefano, Ferdinando, Andrea per limmatura perdita della cara signora Monica - Loreo, 11 maggio 2014. Il nostro caro papà Carlo Bassi ci ha lasciate.- Lo annunciano con profondo dolore le figlie Anna con Andrea, Laura con Emma e Giulio, la loro mamma Ivana ed il fratello Aldo.- Un particolare ringraziamento allaffezionato Charlie, agli amici di una vita, alla VIDAS ed alle infermiere che lo hanno accompagnato e gli sono stati sempre vicini.- I funerali si svolgeranno nella chiesa di Santa Croce in via Sidoli 8.- Per il giorno e lora contattare lImpresa San Siro al n. 02.32867. - Milano, 10 maggio 2014. Partecipano al lutto: Vera e Gianemilio Vezzoli. I cugini Colombo profondamente addolorati piangono Carlo Bassi Rubina con Matthias e Alice, Gaia e Marco è vicina con antica e grande amicizia a Stefano, Ferdinando e Andrea in questo drammatico momento per la scomparsa di e si stringono affettuosamente alle figlie Laura e Anna e al fratello Aldo. - Milano, 10 maggio 2014. Monica Ci stringiamo forte a Laura e Anna per la perdita dellamato papà che da donna coraggiosa comera sicuramente vi seguirà per sempre. - Milano, 11 maggio 2014. Anna Bonatti Rocca e i figli Roberto, Maria, Guido, Elena, Enrico sono vicini allamico Stefano per la scomparsa di Monica - Milano, 10 maggio 2014. Andreina Rocca con Gianfelice e Martina, Paolo e Beatrice, Daria, con affetto profondo è vicina allamico Stefano per la scomparsa della cara Monica Carlo ricordandone le grandi doti umane e la sua profonda cultura che ha condiviso sempre con tutti noi.- Chiara e Marcello con Luca e Valeria e Sarah, Giovanbattista con Nicola e Ombretta. - Milano, 10 maggio 2014. Nel ricordo di una vita di lavoro trascorsa assieme, Piero Tredici con Lucia e figli piange la perdita dellamico Carlo Bassi ed è vicino a Laura, Anna, Ivana e Aldo con il pensiero e la preghiera. - Milano, 10 maggio 2014. Franco e Adriana Caja con Matteo Jessica e Arianna annunciano con dolore la scomparsa di Roberto Caja e ne ricordano con affetto la bontà e la generosità verso tutti. - Milano, 9 maggio 2014. Donatella e Giorgio con Isabella, Riccardo, Chiara, Marta e le loro famiglie ricorderanno con grande tenerezza Roberto Caja Daniela e Francesco con Andrea, Marco e le loro famiglie abbracciano Maria Vittoria e Serena per la perdita del caro inostituibile Roberto Caja - Mantova, 11 maggio 2014. Presidenti, consiglieri e soci del Golf Club Castelconturbia e dellImmobiliare Golf Castelconturbia partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del caro amico Roberto e porgono sentite condoglianze. - Agrate Conturbia, 10 maggio 2014. Il Lions Club Loggia dei Mercanti ricorda il socio fondatore Ing. Roberto Caja e si unisce al dolore di MariaVittoria e Serena. - Milano, 10 maggio 2014. Tutto il team di Golfaround saluta Roberto ricordando le doti umanitarie ed il costante impegno a favore dei bisognosi.- Ciao Roby Manuela e Federico Bonini. - Milano, 10 maggio 2014. Monica - Milano, 11 maggio 2014. Giorgio Guatri partecipa commosso al grave lutto che ha colpito Stefano Borletti e i figli Ferdinando e Andrea per limprovvisa scomparsa dellamata Monica Gisin - Milano, 10 maggio 2014. Partecipano al lutto: I collaboratori tutti dello Studio Prof. Luigi Guatri e Associati. Mariantonietta e Fabio Pellicanò ricordano la carissima Monica e sono affettuosamente vicini a Stefano, Andrea, Ferdinando. - Milano, 10 maggio 2014. Giada e Susy con Pinuccio, Emilio e le loro famiglie, profondamente addolorate per limprovvisa scomparsa di Monica Borletti Giuseppe Serini Giuseppe e Ines Portale, Giuseppe e Fulvia Visconti partecipano al dolore di Gerardo e di Renata per la perdita del fratello Prof. Romano Broggini persona di cultura e di grandi doti umane. - Milano, 10 maggio 2014. Il Centro Italiano di Psicologia Analitica esprime la propria vicinanza e solidarietà allamica e collega Monica Ceccarelli per la perdita del caro padre Mario Ceccarelli - Milano, 11 maggio 2014. Maurizio e Mariella, Francesco ed Alessandra sono vicini allamico Gigi per la perdita della cara mamma Paola Bartoli Novati Carla Damia Paglia - Milano, 10 maggio 2014. Con il dolore sempre vivo nel cuore Fiorenzo, Gianni Laura Lorenzo e Leonardo, Fabrizio Carlotta Federico ed Edoardo ricordano con immutato amore a diciotto anni dalla sua scomparsa Ambra Lavezzari Bertini Una Messa in suffragio verrà celebrata lunedì 12 maggio alle ore 18 presso la chiesa Santa Maria di Lourdes via Paolo Lomazzo, 62 Milano. - Milano, 11 maggio 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Betto e Ilaria con le loro famiglie piangono la cara cugina Paola e partecipano con affetto al dolore di Angelo e figli. - Milano, 10 maggio 2014. La figlioccia Maria Isabella, Giovannella ed il loro papà Giuseppe si stringono ad Angelo, Anna, Marta ed Andrea per la scomparsa della loro adorata Paola che ha raggiunto Alberta, amica di una vita in cui si sono scambiate fiducia, sogni, pensieri, gioie e dolori, senza mai separarsi. - Milano, 10 maggio 2014. Commossa per la perdita della carissima amica Paola Grazia Ravelli con la sorella Giuliana e famiglia, abbraccia il marito Angelo e i figli Anna, Marta e Andrea. - Milano, 10 maggio 2014. Graziana terrà stretta al cuore Paola lamica di sempre. - Milano, 10 maggio 2014. ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: PER PAROLA: A MODULO: Corriere della Sera Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti:€ 540,00 Gazzetta dello Sport Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] a&b-actionandbranding.com intelligente, colta e affabile, sono vicine con grande affetto a Stefano, Ferdinando ed Andrea. - Milano, 10 maggio 2014. È mancato al nostro affetto già dottore agronomo, libero docente in Scienze Agrarie, professore e preside di scuole superiori.Il funerale lunedì 12 maggio ore 15.15 nella chiesa San Vittore Martire, Rho.- La famiglia Serini. - Rho, 8 maggio 2014. Con immenso dolore, annunciano la scomparsa di Partecipano al lutto: Dina e Gianni ed Elena ed Elisabetta Novati. Maurizia e Carlo Novati con figli e rispettive famiglie. Mario Maroni Ing. Alberto Anzani Roberto Caja - Milano, 10 maggio 2014. Donatella e Antonia con Pierluigi e Carlo, Tomàs Gaia e Luca abbracciano con grande affetto Stefano Ferdinando e Andrea e si uniscono al loro dolore per la scomparsa della cara Monica Ciao ti ricordo con affetto Enrico Provasi. - Barlassina, 11 maggio 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari l di 81 anni.- Ne danno il triste annuncio Lucia, Patrizia, Anna e Pierangelo, Paola e Luciano e tutti i suoi amati nipoti.- Il funerale avrà luogo nella parrocchia di Velate lunedì 12 maggio alle ore 15.15.- Anticipatamente si ringraziano tutti coloro che parteciperanno. - Varese, 10 maggio 2014. Elio Roberto e Marcello Noera piangono la perdita del caro amico cara amica che ricordano con tanto affetto. - Monaco, 8 maggio 2014. Evelyne e Massimo partecipano commossi al dolore di Stefano, Ferdinando, Andrea e della famiglia per la scomparsa di Bellino Bellini grande cognato e zio e si stringono con affetto a Maria Vittoria e Serena. - Milano, 11 maggio 2014. moglie e mamma sempre presente.- Paola ha provato a resistere alla malattia con tutto il suo carattere, ma alla fine si è spenta la notte del 10 maggio.- Ringraziamo tutti coloro che le sono stati vicini, in particolare Graziella per tutto lamore che le ha dato, e tutto il personale medico e infermieristico del Centro Cardiologico Monzino.- Angelo, Anna, Andrea e Marta.- Il funerale si terrà nella parrocchia di San Gioachimo, martedì 13 maggio alle ore 11. - Milano, 10 maggio 2014. - Milano, 11 maggio 2014. È mancato allaffetto dei suoi cari Ne danno il triste annuncio la moglie Bruna, la figlia Maria Rosa con Michele, i nipoti Alessandra con Marcello e Camilla e Carlo.- Un grazie di cuore a Maria, che gli è stata vicina con affetto, ed a tutti coloro che lo hanno assistito.- La cerimonia funebre avrà luogo alle ore 11 di martedì 13 nella chiesa di Santa Maria al Paradiso in corso di Porta Vigentina. - Milano, 10 maggio 2014. FISCO 2014 PRENDI LA GIUSTA DIREZIONE € 7, 90* TUTTO FISCO 2014 Per orientarsi tra dichiarazione, redditometro, scadenze e tasse. Una guida pratica e facile per compilare il modello Unico e il 730 ed evitare di pagare al fisco più del dovuto. Tutto Fisco 2014 fa strada tra redditometro, addizionali locali, detrazioni e scadenze. Non perdere l’occasione per risparmiare. Lasciati guidare. 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Michelle Obama #Bringbackourgirls Il video del discorso della First lady sulla vicenda delle ragazze nigeriane rapite. La diretta Formula 1 Dalle 14, la diretta per sms del Gran premio di Spagna che si corre a Barcellona. 62 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER DISTRARSI PER RIFLETTERE Albertazzi e Kaká Stella Pende da Fabio Fazio e gli 007 italiani Primo ospite stasera di Fabio Fazio è Giorgio Albertazzi (foto), attore, regista, drammaturgo, che il 20 agosto prossimo festeggia 90 anni. Poi Ricardo Izecson dos Santos Leite più noto come Kaká, nel novero dei giocatori di calcio più forti del mondo: ha vinto il Pallone d’oro e il FIFA World Player e con il Milan ha conquistato, tra l’altro, uno scudetto, due Supercoppe europee, una Champions League e una Coppa del mondo per club. Collegamenti in diretta, con Fabio Volo dal Salone del libro di Torino e Diodato da Venezia . Appuntamento cult con Luciana Littizzetto. Un reportage davvero interessante e inedito quello di stasera nel programma della giornalista Stella Pende (foto), dedicato all’Unione di crisi della Farnesina. Per la prima volta parlano gli uomini che vegliano sulla sicurezza degli italiani all’estero. Storie avvincenti di questi agenti 007 capaci di riportare a casa i «nostri» rapiti da ogni parte del mondo, o di evacuare in pochi minuti gli italiani al centro di catastrofi all’estero. Il reportage d’autore è quello dell’attore Filippo Timi che intervista Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Parenti a Milano. Che tempo che fa Rai3, ore 20.10 Confessione reporter Italia 1, ore 00.30 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°ää ° 6`ivÀ>iÌ È°Îä 1 "// ° 6>ÀiÌD £ä°ää 1" ", " --,° ,ÕLÀV> £ä°Îä -1 ° ÌÌÕ>ÌD £ä°xx - / -- //, - 1-/" /,-/° ,i}i £Ó°ää , / , "° ,i}i £Ó°Óä 6,° VÕiÌ £Î°Îä /", ° £{°ää ½, ° 6>ÀiÌD £È°Îä / £° £È°Îx " ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >À> 6iiÀ £n°xä ½,/° +Õâ Óä°ää /", ° Óä°Îx , / -*",/° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> Óä°{ä , /1"° 6>ÀiÌD Ó£°Óx ,"-" -, ,"° VÕiÌ Ó£°Îä -/-- 1 ° À>°] iÃÃVÉ1Ã>] ÓääÇ®° *>ÌÀV> ,}}i° Õ}i iÀLiâ] >Ìi `i >ÃÌ] `À> ð È°ää 6" " ° 6`ivÀ>iÌ È°Îä 6,/ -° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää <",,"° /iiv Ç°Óx --° /iiv n°Óä - / 7",° ÌÌÕ>ÌD °äx "-/," " ,9° /iiv £ä°Îä ," ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä <<"", " ° 6>ÀiÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "/",° ÌÌÕ>ÌD £Î°{x +1 -*// "° /> Ã Ü £x°{ä +1 "° 6>ÀiÌD £Ç°äx / Ó °°-° £Ç°£ä -/" -*, /° ,ÕLÀV> £n°£ä äc 1/"° ,ÕLÀV> £°Îx "1 /"7 ° /iiv n°{x /, *", " nǧ 1 / <" * ° ÌÌ° ££°£ä /, -/"6-/° ÌÌ° ££°Îä /, ," 1,"*° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / ΰ £Ó°Óx /, /,, "° ,i«ÀÌ>}i £Ó°xx - ", 7-/° /iiv £Î°{ä /1 /1\ 6 6° VÕiÌ £{°ää /,° /, /"° £{°£x / ΰ £{°Îä £ÉÓ ",° ÌÌÕ>ÌD £x°ää /Î °°-° £x°äx ," ½/ Óä£{\ À `ÀiÌÌ> ÎG Ì>««>\ À>} ÕL° Và ÀiÌÌ>® £Ç°Îx -+1, -* 6 ° /iiv £n°Óä ,/,//° VÕiÌ £n°xx /" ΰ £°ää / ΰ £°Îä /,° /, /"° È°£ä / { / 7-° Ç°ää -1*,*,/-° ÌÌÕ>ÌD n°xx /° VÕiÌ>À °Óx - / " -* ", 6 " +1"/ "° VÕiÌ>À £ä°ää - / --° ,i}i £ä°xä * / ,° ÌÌ° ££°Óx /*, / {° ££°Îä / {° £Ó°ää * / ,° ÌÌ° £Î°ää , // ° ÌÌÕ>ÌD £Î°xx 1 *,9- -/",9° VÕ,i>ÌÞ £{°{x // -*,/° £Ç°ää 1,, ° £n°xä /*, / {° £n°xx / {° £°Îx -,/"°/iiÛi> È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x / "° n°xä ," /, " -*,/"° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx /," +1 / 1,",] 6 /" -*, <° ÌÌÕ>ÌD £ä°£ä 6/ ,° VÕiÌ>À ££°£ä -1*, ° ÌÌ° £Ó°ää 6,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° £Î°{ä ½, "° ÌÌ° £{°ää /*" "," ½",° ÃiÀi £x°Îä "*,-"° £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ Óä°ää / x° Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD n°ää / / *, /1// 6/° /iiv n°Óä - ""9""t *1, *" -/6"° £ä°ää , *,8 -1*, ,\ « Ì>> >À> £ 7-° ÌVVà ££°£ä 1", ,° ,ÕLÀV> ££°Îx , *,8 -1*, ,\ >ÃÃi 7 -Õ«iÀëÀÌ° ÌVVà £Ó°Óx -/1" *,/"° £Ó°{x , *,8 -1*, ,\ « Ì>> >À> Ó 7-° ÌVVà £Î°xä 1", ,° ,ÕLÀV> £{°£x , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £{°{ä /,",-° £È°Îx /, /° £n°Îä -/1" *,/"° £°ää "- /1// Ó° -iÀi È°ää / Ç ", 7° È°xx "6 -° ÌÌ° Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x ½, /, ,"° ÌÌÕ>ÌD ££°ää / -/, /° /iiv £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä ---- " -1 * "- "° £È°Îä ,, -/," "/" "* "° £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i >ÃiÞ] «Ã Óä°ää / Ç° £Ó°{ä ,/" ,9"\ ,/ *, -"° 6>ÀiÌD £Î°Îä / /*° âi®° £x°ää £È /° 6>ÀiÌD £°{ä ,<<\ -/,1<" *, ½1-"° 6>ÀiÌD Óä°£ä 8 " / \ ,6 / 8° 6>ÀiÌD Ó£°£ä 1*8 1 **,/ /" *, /,° i`>®° Óΰää /-/" ° ,i«ÀÌ>}i ä°xä ", -",° 6>ÀiÌD Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää , *," -* ",1 £° ÕÌLà Óΰää " -*",/6° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ>° `ÕVi *>> iÀÀ>À £°ää / Ó ° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä /*" ° /> à ܰ `ÕVi >L >â° ««> >}iÀL>V ÓÓ°{x / ΰ ÓÓ°xx / ," ° Óΰää " 6,- / / ° 6>ÀiÌD Ó{°ää / ΰ Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Ó£°£x 6 -/", -"*,66--1/° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi 6Viâ 6iÕÌ ä°Îx ,"" 6 ",,° £°Óx / { / 7-° i «À}À°\ iÌi°Ì Ó£°£ä -,/"° /iiÛi>° i}> Ì>iÀ] iÝ >`i>] >À> Õâ>à Óΰää , ,/" £Î ,--1 /"° ,i>ÌÞ ÓΰÎä 8-/9° ÌÌÕ>ÌD ä°Îä / x "//° £°Îä -/,/ ° Ó£°Îä 1 "" Ó°ä° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi >ÀV iÀÀÞ] ÀV ,Õ}}iÀ ä°Îä " --" ,*",/,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi -Ìi> *i`i Óä°Îä " *- ,6° 6>ÀiÌD° `ÕVi >ÕÀâ Àââ> Ó£°£ä " " 1 ,"--° ÓΰÎä /,,", "° £°£x / Ç -*",/° £°Óä *,"/-/ /-"° ÌÌÕ>ÌD £°xx **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD Ó°ää *<< " ° ΰÎä 6" " ° ä°äx /" ΰ ä°£ä / ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi > > ,Ã> £°ää 1", ",,"° "- ® 6-/° Ó°{x +1 -/, " -" ° {°Îx *° +Õâ x°äx < <° +Õâ x°Îx / { / 7-° £°ää **,-- -*, /° 6>ÀiÌD° `ÕVi Õ>> ÀiÀ>] >LLL £°Îx * ° Ó°ää , ,/" £Î° ,i>ÌÞ Ó°Óx -*",/ -/° Ó°{x -/1" *,/" ", /° ΰ£x -7 ,-° £°Îä "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°Îx / -/, /° /iiv° À>} /° iÃ] >Ì > >*>}> /£ Èä - " ° ÓΰÎä -* /£° ÌÌ° ä°Îx / £ "//° £°ää 1 ," - ,//", /6° ÌÌÕ>ÌD ii>Þ /6 £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää " " "° VÕiÌ>À £n°xx 9 /° £°ää -/, 8 Ó° -iÀi Óä°ää *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ Óä°Îä ,"" -/ " ° 6>ÀiÌD Ó£°ää 9 / ,8° 6>ÀiÌD ÓÓ°Îä , ",,", -/",9 Ó° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Trappola mortale per la bella Griffith Stiller-Barrymore e l’inquilina carogna ,>{ Dalla villa prestatagli da un amico, un attore disoccupato vede ogni sera nella casa di fronte una splendida ragazza (Melanie Griffith, foto). Che un losco figuro vuole uccidere. Omicidio a luci rosse La7, ore 21.10 Una coppia (Ben Stiller e Drew Barrymore, foto insieme) trova la casa dei sogni, ma deve fare i conti con l’inquilina del piano di sopra, una vecchietta dall’apparenza fragile... Duplex - Un appartamento per tre; Mtv, ore 21.10 Crisi energetica: come si risolve? Venuto racconta storie di scampati Petrolio, carbone, centrali nucleari, energia idroelettrica o eolica. Sulla disponibilità di energia la società scrive, con le sue scelte il proprio, futuro. Ne parlano Riotta, Bernabè e Fubini. La crisi dell’energia Rai Storia, ore 21.15 Il conduttore Vincenzo Venuto racconta le storie di Giuseppe Torselli, ustionato su una piattaforma petrolifera; Rino Pancetti, caduto in un crepaccio; Laura Tiso, travolta da un furgone. Alive - Storie di sopravvissuti Rete 4, ore 21.15 Ç°{ä °£x £ä°xä ££°{ä £Ó°Îä £{°äx £x°{ä £È°äx £È°xx £Ç°xä £Ç°xx £n°{x £°{ä Óä°Óx Ó£°£ä ÓÓ°ää ÓÓ°xä Óΰ£ä ä°{x ,>x À>°Ì À>°Ì - /1,9° -iÀi 9" ° -iÀi " /", 7"° -iÀi " /", 7"° -iÀi 8/,/,,-/,° /,° -/,° ÌÌÕ>ÌD " / 11° /iiv -- /" --° -iÀi , 7- ", "° 6 ° -iÀi -*" /° -iÀi "-/ 7-*,,° -iÀi "-/ 7-*,,° -iÀi /- "/° -iÀi /- "/° -iÀi -/,° ÌÌÕ>ÌD "/",79° âi®° ,i}> ` *Õ- i>}° **1 / /" ° ÌÌÕ>ÌD £n°Îx , 7- ", "° £n°{ä *,/1, -" /, <" ," /", " Óä£{° VÕiÌ>À Óä°{x /" " *"1 ° VÕiÌ>À Ó£°£x ,/ "°°° , ° VÕiÌ>À ÓÓ°£ä "" /"1, ,/° ÌÌÕ>ÌD ,> -ÌÀ> Óä°ää /" 1 " "° VÕiÌ Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x " -/",° VÕiÌ ÓÓ°£x ,- " ///" *//" " 66 <° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £È°Îx /1// *<< *, ",° -iÀi £Ç°Îx , 7- ", "° £Ç°{ä 6 < " ,° £°£x 1", --° -iÀi Ó£°£ä / 6" " /9° 6>ÀiÌD ä°{x /1// 1- 1",° -iÀi Ó°Óä , 7- "//° À>°Ì À>°Ì £È°ää - ", ,"--"° £Ç°Îx , 7- ", "° £Ç°{ä 1 / , - ° £°Óx "*,<" - ,"° Ó£°£x 1 -/",° ÓÓ°xx *," -1" -/ "° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £n°{x "1- " 1-° /iiv £°Îä / "6° Óä°{x 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°ää 1 1 * ° >ÀÌ ÓÓ°xä 1"6 66 /1, */, * ° >ÀÌ £È°£x /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ä ", *, ",,-° ÌÌÕ>ÌD Óΰäx / 1 /-\ ½", " ,,,° ÌÌÕ>ÌD ä°äx // ,<< / 1-/,° ÌÌÕ>ÌD n°£ä / " 6 <° ÌÌÕ>ÌD °Îä 7E",,° /iiv £Ó°£ä 1 / " /",° -iÀi £x°Îä --,° ÌÌÕ>ÌD £È°xä / "8,° Óä°xä 1 6,° £n°Îx , //"t VÕiÌ>À £°Îä /8- /,< ° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä , /1// "-/° VÕiÌ>À ÓÓ°ää +1, ° VÕiÌ>À £Ç°{x 5 //° ÌÌÕ>ÌD £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°Óx 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°Óä " "° ,i>ÌÞ ä°Óä " /" -*"-° VÕ,i>ÌÞ ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £°Îä "//",-- *1 ° >ÀÌ £°xä ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Ó£°Óä - ½",-"° >ÀÌ Ó£°{x 1" "// " 6" 9" 9"° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°ää *** *° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £x°£Î 1 ½-/, , "° £Ç°£n 9"1 6,9" 7 "7° £n°x£ " / ,-/"° Ó£°äx -6 -7",-° Óΰ{Î "8, / ½ "° ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £x°Óä Óä£Ó -1*, "6° £Ç°ää -/"* E "° >V £n°Óx , 1"° VÕiÌ>À £°Îx , ° 6>ÀiÌD Ó£°ää 1/ ", /,,° ÓÓ°{ä -/"* E " /° >V £Ç°Óä 8/, "6, " /" ° VÕiÌ>À £°ää "* -* ° -iÀi £°äx -",*,-° Ó£°£ä " / *° /iiv Óΰxx , ,/'£{ 6 x° ,i>ÌÞ ÌÛÓäää°Ì £°{ä -/", "1,-° ÌÌÕ>ÌD Óä°ää ,"-," "1,-° ,i}i Óä°Îä - / ½ ,/° ÌÌÕ>ÌD Ó£°ää ½", //-"° ÓÓ°xä <" " ,° ÌÌÕ>ÌD Corriere della Sera Domenica 11 Maggio 2014 63 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Amore sotto le stelle per Hanks e Ryan Un bimbo telefona a un programma radiofonico per raccontare che suo padre (Tom Hanks), vedovo da poco, non riesce a riprendersi. All’ascolto c’è la giornalista Annie (Meg Ryan, foto con Hanks)... Insonnia d’amore Sky Cinema Passion, ore 21 McAvoy diventa uno spietato killer -Þ i> -«ÀÌ ££°xx ," - "// +Õ>ÌÌÀ >}iÌ ` > à v> >vv`>Ài Õ L>V ` «i} Và `> V>ÃÌÀ>Ài >vÃ] «âÌÌ VÀÀÌÌ i VÀ> ` L>ÃÃ> i}>° -Þ i> >ÃÃVà £Î°äx *,-/ Õ ` `iÛ>ÃÌ>Ì `>i ÌÌi ÌÀ> Õ i Û>«À] Õ «ÀiÌi Ã`>Ì ÌÀ>«Ài`i Õ> VÀV>Ì> «iÀ LiÀ>Ài > «Ìi° -Þ i> >Ý £{°Óx 66 /1, , >V> i iÀi à `Õi Ì« ÃÃi\ `iÛ ÀÌÀÛ>Ài > «VV> *iÞ] ÃV>«>ÀÃ> `> Õ Àv>ÌÀv° ÓÎc v ÃiÞ° -Þ i> >Þ £x°ää -*, 1 -1 --" ëÀ>Ì >> ÃÌÀ> `ii -Õ«ÀiiÃ] v À>VVÌ> > ÛÌ> ` ÌÀi ÃÀii V i vÀ> Õ }ÀÕ«« ÕÃV>i ` }À>`i ÃÕVViÃð -Þ i> Ìà £È°Óx " "/ 1 6" -*///" v>ÌÌ V i > «iÀ «ÀÌ>}ÃÌ> L >}}Ã] V>ÀV>Ì `> >`>v ` Ã>Û>Ài Ài} ` ÀiLÀ° *ÀiµÕi `i º -}Ài `i} i»° -Þ i> >Ý £Ç°Óx *,/" " *iÀ À>i}À>Ài À>i `i> >`Ài] `i«ÀiÃÃ> `« > ÀÌi `i >ÀÌ] `Þ > VÛ}i Õ Û>}} `½>vv>À Ì i À>`° -Þ i> *>Ãà £n°Îä , /-9 iiLÀi À>â ` À>Và -VÌÌ Ìâ}iÀ>`] >`>ÌÌ>Ì `> À>Và À` ««>° -Þ i> >ÃÃVà £°£ä *, / " ° i>Ì ÌiÀ«ÀiÌ> > >> `i½ÌÀÛiÀÃ> ° Ài° *iÀ «>ÕÀ> V i «ÃÃ> V«iÀi ÃÕ ÃÌiÃà iÀÀÀ] i ViÀV> Õ Õ°°° -Þ i> *>Ãà ӣ°ää / ääÇ -"" *, /1" " >ià ` ,° Ài® i > v}> ° ÕµÕiÌ® ` Õ >ÀV i} >ÃÃ>ÃÃ>Ì] `iÛ ÀiVÕ«iÀ>Ài Õ Ã>À° *iV> ÕiÀ ``V° -Þ i> >ÃÃVà /" ,iiÃi 7Ì iÀë m Õ> ÃÌÕ`iÌiÃÃ> ââ> «iÀ > «ÀiÃ`iâ> `i Ì>Ì ÃÌÕ`iÌiÃV° -Þ i> ÕÌ , *"/ / "< "ÃV>À }}Ã] Õ ÕÃÃÌ> V>À>Ì>] Ûii ÌÀ>ëÀÌ>Ì i v>Ì>ÃÌV ,i} ` "â° *ÀiµÕi `i ViiLÀi v `i £Î° -Þ i> >Þ , /" -> i ° ° 6> >i® m vÕ}}Ì ` }>iÀ> i À> à >ÃV`i i LÃV `i> >vÀ>° À}i ,° >À° -Þ i> >Ý -" ½", Õ /° >î >LÌ> V v} > -i>ÌÌiÆ i ° ,Þ>® > >ÌÀ>° > `iÃÌ m >}}Õ>Ì°°° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä , 7/ , /iÃÌi ` Õ `Õ«Vi V`] ««iÀi iÀiÞ Ûii ÃiÀÌ Õ «À}À>> ` «ÀÌiâi° > > ÃÕ> ÕÛ> `iÌÌD Ûii ÃV«iÀÌ>° -Þ i> £ ÓÓ°xä , " 1 ë>VV>ÌÀi ` ÓÓ > }>}}> i «iÀ] «âÌÌÉiÀ] «iÀ ÕVV`iÀi ÃÕ> >`Ài i V>ÃÃ>Ài ½>ÃÃVÕÀ>âi ÃÕ> ÛÌ>° -Þ i> ÕÌ Óΰ£x / ääÇ ½1"" *-/" ½"," ,° Ài «iÀ > ÃiV`> ÛÌ> i «> ` `®] `iÛi ÀÌÀ>VV>Ài VÀi>ÌÀi ` Õ «ÀiÌÌi `½À V Và ÕiÀ ääÇ° ° ii° -Þ i> >ÃÃVà Óΰxä , / 1 iÀ V i >ÛÀ> «iÀ Õ½>}iâ> Vi}>Ì> >> >] Ûii ÌÀ>`Ì i viÀÌ `> ÃÕ }Ài >V° > Ûi`iÌÌ> >ÀÀÛiÀD°°° ° >>° -Þ i> Ìà 䰣ä 1 /, - / *iÀ Ã>Û>Ài > v}> >vviÌÌ> `> Õ> }À>Ûi >>ÌÌ> `i}iiÀ>ÌÛ>] *>Õ i >i `iV` ` ÀVÀÀiÀi > ÃÌÌLÃV `i ÌÀ>«>Ì i}>° -Þ i> >Ý ä°xä , 7 « >ÛiÀ «iÀà ÃÕ vi`ii V>i -«>ÀÞ] }Û>i 6VÌÀ ÃvÀÕÌÌ> «ÌiÀi `i> ÃViâ> «iÀ À«ÀÌ>Ài ÛÌ> ÃÕ >V° -Þ i> >Þ £{°ää -"\ /-/ -/° Ó£n Çc À `½Ì>> ÕÀëÀÌ £{°xx "\ /", " *, -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £È°{x / -\ Ó - /* 7À` /ÕÀ >ÃÌiÀà £äää >`À` -Þ -«ÀÌ Ó £Ç°Îä 1/""-"\ , Ó 7À` /ÕÀ} >À >«Ã «° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°{ä "\ ," 16 /1- -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £n°Îä "/" -"\ * ½/ `>i -Õ«iÀëÀÌ° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £°ää "/" -"\ * ½/ `>i -Õ«iÀLi° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Óä°ää +1/<" \ -/, * " vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Ó£°ää -"\ - *"-1,, 1 ,+1 { À ` ÕiÀµÕi° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ Ó£°Îä "\ /,<" /*"] " " " ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ ÓÓ°ää -"\ , 1 "° £nÇ Çc À `½Ì>> ÕÀëÀÌ Óΰää -"\ , 1/" - , /" À `i> >vÀ>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ Ó{°ää 6\ *,- *, 9>V Ì E -> ä°Îä 1/""-"\ *"`ÞV>À -Þ -«ÀÌ Ó -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Î°£ä 1 " ÃiÞ >i £{°£x - Ý vi £x°ää 7/ "9- ,> Õ« £È°£ä /1 , Vi`i £Ç°Óä " - Ý Ài £n°ää 1 *, Ý vi £°ää 6 ÃiÞ >i Óä°äx ° °°-° Ý Ài Ó£°ää , - /""9 Ý Ài Ó£°xx , Ý ÓÓ°ää /- ÃiÞ >i / "" 7 Ý vi "1- " ,- /, *"/, -Þ i> Ìà ÓÓ°äx /- ÃiÞ >i ÓÓ°Óä , ,,9 Ý £{°äx 6-/ -*"- " /," -1" , £{°xx 1 ", -/, 1- -Þ 1 £È°Îx *" ½ // -Þ 1 £Ç°ää 1 1" Ó Ý vi £Ç°Îx / 1 -Þ 1 £°Óä 1 ", -/, 1- -Þ 1 £°Îä / "6 ,> Õ« Óä°£ä " , /" \ 6-/ 6 " -Þ 1 Ó£°ää 1 1" Ó Ý vi Ó£°£ä ½- / / -Þ 1 Óΰ£x /"1, ÃiÞ >i Óΰ{x , /,"*"/ ä°äx ½1-" -/ ,-- -Þ 1 ä°xx * - ," " -Þ 1 £n°£ä " " >ÀÌ iÌÜÀ £°ää 7 8 1 i`à £°xx "9 // - , i`à Óä°ää "9 // - , i`à Óä°£ä 1"6 66 /1, */, * i`à Óä°£x " -/,", ," " " 1 >ÀÌ iÌÜÀ Óä°Óä -*" " Vi`i Óä°Îx ," "" " +1-/ -,7"" i`à Óä°{x 7 8 1 ,> Õ« Ó£°äx 7 /" E ,,9 -"7 iÀ>} Ó£°Îä 1"6 66 /1, - ""9"" iÀ>} £Î°£ä , " , ÃVÛiÀÞ >i £{°£ä 1"6/ " 1", >Ì> i}À>« V £x°£ä /,, -" " ÃÌÀÞ >i £È°äx "- / ,6"¶ >Ì> i}À>« V £Ç°Óä - " - " - - ", £n°£ä , ½"," ÃVÛiÀÞ >i £°£x ,-- " /," , Óä°ää 1"6/ " 1", >Ì> i}À>« V Ó£°ää , " , ÃVÛiÀÞ >i ÓÓ°£x -6 - - i`à ÓÓ°Óx 1,-- 7,- Ó £{°{x "--* ,° /iiv 9 £x°£x , ° *ÀiÕ i> £x°Îä -1/-° /iiv " £x°Î{ *, /""° /iiv 9 £È°£È 1-/ - ", /,1° /iiv " £È°{{ */ -° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°ä / 6*, ,-° /iiv 9 £Ç°£ 1-/ - ", /,1° /iiv " £Ç°ÓÓ , ,*/° ,ÕLÀV> *ÀiÕ i> £Ç°Îx " /,1 *,//° *ÀiÕ i> £Ç°x / 6*, ,-° /iiv 9 £n°£{ +1 "° - Ü " £n°{Ç / 6*, ,-° /iiv 9 £n°xä /," " " ", "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°ÓÎ 1 ° *ÀiÕ i> £°Î{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°Îx / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°ÓÎ / ", -° /iiv 9 Óä°Ó{ ,° "1- 6-" ° /iiv " La tranquilla vita di Wesley (James McAvoy, foto con Angelina Jolie) viene messa sottosopra quando scopre di essere il figlio di un assassino professionista, e di possedere lo stesso talento... Wanted - Scegli il tuo destino Cinema Premium, ore 21.15 Il perfido Gru vuole la Luna Gru (nell’immagine), criminale cattivissimo, progetta il colpo del secolo: rubare la Luna. Il piano prevede il coinvolgimento di tre orfanelle, che risveglieranno però i suoi istinti più nobili. Cattivissimo me Cinema Comedy, ore 23.15 Vita e musica del re del reggae La vita, le dichiarazioni, la musica, le donne, i figli, l’impegno e le contraddizioni del più grande e riconosciuto interprete della musica reggae giamaicana: Bob Marley. Dirige Kevin MacDonald. Marley Sky Arte HD, ore 21.30 La televisione in numeri L’energia dei giovani nel talk politico È partito a tutta velocità, innescando lo scontro fra il premier Matteo Renzi e il presidente del Senato Pietro Grasso, e conquistandosi così le prime pagine dei giornali, il nuovo programma nato dalla factory di Michele Santoro, e affidato alla conduzione di Giulia Innocenzi. «AnnoUno», in onda giovedì sera su La7, punta sui giovani per rinnovare la formula del talk, e sembra vincere la sua sfida. Con 2.203.000 spettatori medi per le oltre due ore e mezzo di programma, e una share che supera il 10%, è il miglior programma della seTop & Flop rata dopo le ammiraglie Rai1 e Canale 5. Balza inol«Fiorentina - Napoli» tre alla seconda posizione Coppa Italia, finale tra gli scontri fra le trasmissioni più seguite di La7 nella settimana, subito dopo «Crozza nel Paese delle meraviglie». Due gli aspetti più curio«Fiorentina-Napoli (I si legati al nuovo programtempo)»: 9.167.000 spettatori, ma. Il primo riguarda il 35,26% di share. Rai1, sabato rapporto con la trasmissio3 maggio, ore 21.45. Minuto ne di cui «AnnoUno» è lo picco: 9.657.000 spettatori, in spin-off: «Serviziopubblionda la partita (e gli scontri) co» ha visto, nei primi mesi per la finale di Coppa Italia del 2014, perdere un po’ di (ore 21.47) terreno, attestandosi a 1.879.000 spettatori medi, «Rob Roy» per una share dell’8,2%. Inizia il film con Liam Neeson Così l’allieva Innocenzi ha superato il maestro Santoro, certamente anche grazie alla presenza in studio di Renzi. L’altro aspetto curioso ri«Rob Roy»: 385.000 guarda la composizione del spettatori, 1,64% di share. pubblico: «AnnoUno» vuoLa7, domenica 4 maggio, le svecchiare la formula del ore 21.27. Minuto picco: talk politico, ormai un po’ 443.000 spettatori; inizia il logora, e costruisce un confilm diretto da Michael fronto più informale e Caton-Jones con Liam Neeson (ore 21.29) «giovanilistico» con un pubblico parlante di ragazzi che ricorda il primo «Amici» o i confronti di Mtv. L’audience però è quella tipica dei programmi di approfondimento: più maschile (11,2% di share) che femminile (9,1%), più adulto-anziana che giovane. Il miglior risultato è raggiunto fra gli ultra-65enni (oltre 1 milione di spettatori, 16,8% di share) anche se, rispetto a «Serviziopubblico», crescono i 15-24enni (5,2%). (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel © RIPRODUZIONE RISERVATA i`>ÃiÌ *ÀiÕ £Î°äÇ £Î°än £Î°£Ó £Î°ÓÓ 1," ",,° /iiv " , 1° /iiv 9 <""° - Ü *ÀiÕ i> / ,- ,<< * ° *ÀiÕ i> £Î°xÎ 1," ",,° /iiv " £Î°xx *< / -° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Î°xÈ "--* ,° /iiv 9 Óä°{x / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x 7 / - /1" -/ "° *ÀiÕ i> Ó£°£x / ", -° /iiv 9 Ó£°£x *,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx *,//9 // ,-° /iiv 9 ÓÓ°Î{ / ° /iiv " ÓÓ°xx +1 "° - Ü " ÓÓ°xx *, /""° /iiv 9 Óΰäx "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓΰäÈ 1," ",,° /iiv " Óΰ£x 6 1/ ",° *ÀiÕ i> ÓΰÓä -/,/-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ{ä "--* ,° /iiv 9 Óΰxx 1," ",,° /iiv " 64 italia: 51575551575557 Domenica 11 Maggio 2014 Corriere della Sera
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