LUNEDÌ 30 GIUGNO 2014 ANNO 53 - N. 25 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Del lunedì Mondiale Oggi L’Olanda rimonta e passa su Costa Rica avanti ai rigori Mercati Guadagnare ancora dopo sei mesi positivi Su Living Quando la Catalogna assomiglia a Miami F. Monti, Sconcerti e Tomaselli alle pagine 35 e 36 Cometto, Drusiani, Gadda Monti e Sabella nel supplemento Il magazine domani in regalo con il Corriere della Sera CorrierEconomia SCUOLA E TRIBUNALI AMMINISTRATIVI Parla il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: le riforme? Sull’Italicum c’è un equilibrio GLI ABUSIVI DELLA CATTEDRA «Così possiamo tagliare il debito» di GIOVANNI BELARDELLI Delrio: fondo Ue con gli immobili dello Stato come garanzia QUEI BIMBI SOLI AVANGUARDIA DELLE NUOVE MIGRAZIONI di LORENZO SALVIA di GIUSEPPE GUASTELLA za, le figure che un tempo fissavano regole e le facevano rispettare (dall’insegnante al medico, dal capof a m i g l i a a l d i r i g e n te d’azienda) si rivelano non più in grado di svolgere questa funzione. Da parte sua, chi un tempo accettava le decisioni di un’autorità sociale oggi — se non è d’accordo — ricorre sempre più frequentemente alla magistratura. Dunque, dietro la sentenza del Tar che ha annullato una bocciatura, come dietro altre pronunce consimili, c’è il fenomeno, da tempo sotto gli occhi di tutti, della perdita di autorità e di credito sociale degli insegnanti. Oggi, di fronte alla bocciatura di un figlio, a molti rischia di apparire normale andare direttamente dall’avvocato (per non parlare dei casi limite di chi, come la coppia di genitori di Cosenza di cui ha parlato giorni fa il Corriere, ha letteralmente aggredito la vicepreside). Quella perdita di autorità e di credito non è certo un fenomeno solo italiano; ma da noi appare tanto più forte per il fatto stesso che — nonostante i continui, vacuamente retorici, riferimenti al merito — una parte del Paese pensa ormai che valutare il merito di qualcuno (non soltanto attraverso il voto, certo, ma a volte anche con un voto) voglia dire discriminarlo, escluderlo, porlo ai margini della società. È la nostra cultura che, in preda a una deriva pseudobuonista (pseudo, perché la possibilità della scuola di contrastare le differenze legate alla diversa provenienza socioculturale si lega anche alla sua capacità di valutare il merito di ciascuno), dietro ai voti e alle insufficienze non sa vedere altro che un atto illegittimo. Contro cui chiedere dunque l’intervento di qualche tribunale amministrativo disposto a sostituirsi agli insegnanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA I l sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio la definisce «una strada nuova». Ma non per questo «improvvisata». Cita Prodi e Quadrio Curzio e propone la «mutualizzazione del debito». Giannelli In primo piano Quali diritti? Pos obbligatorio per i professionisti Proteste e prove ALLE PAGINE 2 E 3 AP / REBECCA BLACKWELL ono ancora i professori ad avere la responsabilità pedagogica dell’insegnamento nelle nostre scuole? È in fondo questa la domanda che nasce dalla lettura di una recente sentenza del Tar del Lazio, che ha annullato la bocciatura di uno studente di un liceo classico romano il quale aveva riportato alcune pesanti insufficienze: 3 in matematica, 4 in fisica, 3 in storia dell’arte. Al di là delle motivazioni più tecnicogiuridiche della sentenza, spicca il rimprovero del Tar agli insegnanti per non avere adeguatamente valutato la preparazione complessiva dello studente, all’interno della quale — secondo i giudici amministrativi — un 3 in matematica e un 4 in fisica sarebbero meno gravi trattandosi di un liceo classico. Anche a prescindere dall’opinione che si può avere su un’argomentazione del genere (personalmente, la reputo una sciocchezza), a lasciare di stucco è il fatto che in questo modo il Tar salga, letteralmente, in cattedra. Finisce infatti per sostituirsi agli insegnanti in quell’attività chiave della loro funzione pedagogica che consiste nella valutazione di uno studente: una valutazione che può fare a ragion veduta (o almeno così credevamo) solo chi lo abbia avuto in classe per un anno scolastico. Una sentenza del genere va inserita in quella tendenza generale — comune a tutti gli Stati democratici contemporanei, ma in Italia più accentuata che altrove — che vede la magistratura amministrativa (e non solo) intervenire in un numero sempre maggiore di ambiti della vita sociale, dagli scrutini scolastici alle cure mediche. È il fenomeno che il politologo Alessandro Pizzorno ha definito come «resa dell’autorità sociale alla legge» (Il potere dei giudici, Laterza): in sostan- di FABRIZIO MASSARO E Renzi per l’Europa cede al discorso scritto A PAGINA 4 Prime votazioni sul Senato: Forza Italia frena di MARCO GALLUZZO F orse per la prima volta Renzi non parlerà a braccio. Avverrà per l’inizio del semestre di presidenza italiana davanti al Parlamento di Strasburgo. E affiora l’ipotesi Nelli Feroci commissario A PAGINA 3 europeo al posto di Tajani. di DINO MARTIRANO A PAGINA 8 Fuga in gommone (e droga sul fondo) quando arrivano i marines S ono decine di migliaia i bambini soli che ogni anno affrontano da clandestini mari e deserti, stenti e pericoli, sognando una vita migliore. Quali sono i diritti di quei piccoli, avanguardia delle nuove migrazioni? A PAGINA 11 Natale La ricostruzione della famiglia di Chiara Bici e pedali scambiati: un’altra ombra nel delitto di Garlasco di GIUSI FASANO D U.S. NAVY PHOTO S 40 6 3 0> In Italia EURO 1,40 www.corriere.it italia: 51575551575557 I narcos alla battaglia dei sottomarini di GUIDO OLIMPIO P rima i pescherecci, ora anche i sottomarini. I narcos colombiani ricorrono a ogni mezzo per far arrivare la loro «merce» negli Usa. C’è la rotta del Pacifico che approda in Messico e quella dei Caraibi via Honduras e Nicaragua (nella foto l’equipaggio di un sub tenta la fuga in gommone). Ma A PAGINA 12 la task force dei marines in Florida dà loro la caccia usando satelliti e informatori. ue biciclette, una nera da donna che una testimone vede davanti alla villetta del delitto e una bordeaux che su un pedale ha le tracce biologiche della vittima. Il colpo di scena arriva dopo sette anni di indagini e processi. Stiamo parlando dell’omicidio di Chiara Poggi, a Garlasco, e delle due biciclette di Alberto Stasi, suo fidanzato e unico accusato per il delitto. La domanda a questo punto è: perché mai i pedali della bicicletta più preziosa sono stati montati sull’altra? In una memoria che l’avvocato della famiglia Poggi ha depositato alla Corte d’appello (dov’è in corso il nuovo processo contro Stasi dopo due assoluzioni e la sentenza della Cassazione che ha ordinato ai giudici di riaprire il caso), tutta questa faccenda dei pedali viene riassunta con una sola spiegazione: sono stati invertiti. A PAGINA 15 Lo scambio di embrioni I genitori biologici: il parto è vicino, l’altra coppia sfugge «Sono figli nostri, non ci arrendiamo» di MARGHERITA DE BAC «C i hanno fatti sedere e ci hanno detto: spiacenti, c’è stato un errore, i vostri embrioni sono stati dati a un’altra coppia, arrivederci e grazie». Parlano al Corriere i genitori biologici dei due gemelli che ora stanno crescendo nel grembo della donna sbagliata per uno scambio all’ospedale Pertini di Roma, annunciando battaglia legale. A PAGINA 17 Il grande accusatore dell’inchiesta Mose con la moglie Nella villa californiana dei Mazzacurati «Stiamo male» di ANDREA PASQUALETTO A PAGINA 19 Il caso Wulff L’ex presidente che accusa media e giudici di PAOLO LEPRI I l caso Wulff mette alla prova la Germania. L’ex presidente, costretto a lasciare sotto una raffica di accuse e poi prosciolto, si racconta al Corriere. Il «Kennedy tedesco», come lo chiamavano, è oggi un uomo solo: ha perso il posto e la moglie, di 15 anni più giovane. Lui ora attacca l’alleanza tra giudici e media, che di fatto lo condannò prima della sentenza. A PAGINA 13 2 Primo Piano Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 ❜❜ Il governo Le scelte Se Mogherini andrà in Europa si tratterà di sostituire lei. Ma nessun rimpasto, per carità «Con la flessibilità Ue dieci miliardi l’anno Si potrà investire di più» Delrio: l’euro union bond per tagliare il debito Ogni Stato garantirà con i propri immobili L’agenda L’Italia alla guida Ue: meno due giorni al via Il 2 luglio il premier italiano Matteo Renzi presenterà al Parlamento europeo di Strasburgo riunito in sessione plenaria il programma del «semestre», durante il quale toccherà all’Italia guidare il consiglio dell’Unione Europea La visita a Roma dell’uscente Barroso Il 3 e il 4 luglio, il presidente uscente della Commissione europea, José Barroso, con gli altri commissari, verrà a Roma per incontrare il governo italiano in occasione dell’inizio del semestre La nuova Commissione e il rebus delle nomine La Commissione Ue, guidata da Jean-Claude Juncker, si insedierà a novembre. L’Italia punta a ottenere per il proprio componente la delega agli Esteri. Per l’incarico è in pole position l’attuale ministro Federica Mogherini ROMA — L’Italia torna da Bruxelles con la regola del «miglior uso della flessibilità» già prevista. Non è un po’ poco, sottosegretario Graziano Delrio, per parlare di un’Europa che abbandona la linea del rigore e di vittoria del governo Renzi? «No, non è poco perché è proprio dal mancato uso della flessibilità già consentita che sono arrivati i nostri problemi più seri». Quindi, nel semestre di presidenza dell’Unione, l’Italia non chiederà di alzare il tetto del deficit, il famoso 3% del Pil, il Prodotto interno lordo? «Non credo sia una legge scolpita per sempre nella pietra ma non vogliamo essere noi a spostarla sulla sabbia. No, non chiederemo di alzare il 3%. Anche per evitare sospetti e risolini in Europa, anche ricordando che ci sono altri Paesi che sforano quel limite in modo palese e per un certo periodo l’ha fatto persino la Germania». Scusi, ma allora questa maggiore flessibilità cosa vuol dire? «Vuol dire che quando si calcola il deficit non viene considerata, o meglio viene considerata flessibile, una parte della spesa. Di fatto si allenta il patto di Stabilità. Può essere fatto per il cofinanziamento, cioè i soldi che l’Italia è obbligata a spendere per utilizzare i fondi europei. Parliamo di una cifra intorno ai 7 miliardi di euro l’anno. Ma c’è anche la clausola degli investimenti, che consentirebbe di lasciare fuori dal calcolo spese ad alto impatto sociale, come la messa in sicurezza delle scuole o del territorio. Parliamo di una somma intorno ai 3 miliardi di euro. In tutto la flessibilità potrebbe valere 10 miliardi l’anno anche se non è scontato che queste due voci possano essere sommate». L’anno scorso Bruxelles ha detto che la clausola per gli investimenti non poteva essere usata dall’Italia. «Vero, e naturalmente sarà la Commissione a definire gli spazi possibili. Ma il no dell’anno scorso era motivato con una curva di discesa del debito pubblico ancora troppo lenta». Se è per questo il nostro debito pubblico, invece di scendere, sta continuando a salire. Omai siamo al 135% del Pil. «Scenderà ma bisogna percorrere una strada nuova. Che non è improvvisata o avventurosa come qualcuno dice. Se ne parla da tempo ma finora nessuno ha avuto coraggio di fare il primo passo». Sta pensando alla ristrutturazione del debito pubblico, come in Argentina o in Grecia? «Quelle sono riflessioni che farà il presidente del Consiglio. Ma l’Italia non cerca scorciatoie e nemmeno salvataggi. Qui se ne viene fuori solo con un orizzonte europeo più ambizioso». Quale sarebbe la proposta allora? «Quella di Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio, gli euro union bond, cioè la mutualizzazione del debito. Si crea un fondo federale europeo al quale ogni Stato conferisce un pezzo del proprio patrimonio immobiliare e non. Sono garanzie reali che possono essere utilizzate in parte per investimenti strutturali in parte per allegge- Al governo Chi è Graziano Delrio, 54 anni, medico, sposato, 9 figli, è il sottosegretario (Pd) alla presidenza del Consiglio Gli esordi in politica Nel 1999, Delrio diventa consigliere comunale (Ppi) a Reggio Emilia, la sua città. Nel 2004 è sindaco e nel 2009 ottiene il mandato bis. Nel 2011, è presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani Il passato recente Renziano della prima ora, Delrio è ministro per gli Affari regionali nel governo Letta. Lo scorso febbraio, Renzi lo porta al governo come braccio destro rire il debito pubblico. A quel punto non faticheresti più a trovare 3 miliardi di euro l’anno dalle privatizzazioni ma taglieresti il debito del 2530%». Sta dicendo che le privatizzazioni e le dismissioni immobiliari, sempre considerate l’arma numero uno per abbattere il debito pubblico, non bastano? Intesa Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, a sinistra, scambia un cenno in Aula con il premier Matteo Renzi (Granati) Senza riforme voto anticipato? Se rimanesse un bicameralismo mascherato, il Parlamento dovrebbe assumersi le sue responsabilità ❜❜ «Quel percorso va avanti comunque, uno Stato più leggero resta il nostro obiettivo. Ma con un debito pubblico sopra i 2 mila miliardi di euro c’è bisogno di una soluzione radicale. Oltre che di un ritorno alla crescita, che renderebbe tutto più facile». Dopo la ripresina di fine 2013 nei primi tre mesi di quest’anno davanti al Pil è tornato il segno meno. Confindustria ha appena rivisto al ribasso le stime da qui alla fine dell’anno. Il bonus da 80 euro non funziona? «Non è vero. Nel mese passato c’è stata una inversione di tendenza nella fiducia dei consumatori. Sono sicuro che tutte le misure del governo per ridare competitività al Paese, non solo il bonus da 80 euro ma anche la riforma della giustizia e della Pubblica amministrazione, daranno i loro frutti molto presto». Ecco, le riforme. Comincia la settimana clou per quelle istituzionali. La curiosità Gli oggetti di valore superiore a 150 euro devono essere indicati in un elenco. Ci sono anche il cognac armeno e una «palla del benessere» Dal leone in bronzo al set per bistecche. I regali kitsch alla Ue Vasi con dedica e strumenti mongoli Gli omaggi nei dieci anni dell’era Barroso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — «Storia della Sicilia (12 volumi), da un governo regionale al presidente Barroso»; «Storia della Sicilia” (12 volumi) da un governo regionale (la Sicilia? ndr) al commissario Frattini»; «Uovo di cioccolato, altezza più o meno 80 centimetri, da un’organizzazione internazionale alla commissaria Fischer-Boel»... Commissione europea che se ne va, Commissione che arriva: e ognuna lascia dietro di sé, in stanze con vari scaffali ordinati, i regali che i suoi componenti hanno ricevuto negli anni del loro mandato, e il cui valore supera i 150 euro. Al di sopra di questa cifra, il protocollo stabilisce che i regali non possano essere accettati, e finiscano dunque elencati in questo elenco, certificato dalla stessa Commissione come una prova di trasparenza. I donatori sono altri leader, governi e capi di Stato, o visitatori privati. E nell’ultimo decennio 20042014 in cui per due mandati ha governato la commissione Barroso, hanno regalato veramente di tutto. Con autentici virtuosismi kitsch. Tappeti, quadri, orologi, coppe d’argento e cristallo, quadri inquietanti di artisti locali. Ma anche gemelli da polso, o due leoni — uno ceco di bronzo e uno cinese di cristallo — al presidente Barroso, che si è visto porgere anche tre cravatte di seta, una spilla per cravatta, e una «geode con ametista grezza», dono di un capo di Stato forse appassionato di geologia. L’ex commissario tedesco all’industria, Verheugen, ha ricevuto per poi archiviarlo negli scantinati un «set dorato» per bistecche «con coltello, fiaschetta e piccola accetta», più alcuni cellulari ultra accessoriati, un corredo per linee wi-fi e Magazzini I sotterranei della Commissione a Bruxelles (E. Scagnetti) un modello di Airbus-380. Il suo collega alla Sanità Tonio Borg una «palla del benessere», e quello agli affari sociali Vladimir Spidla una bicicletta, nell’ambito della campagna antidiscriminazione «Non c’è che un solo sesso». Mentre Janez Potonik, allora commissario all’Ambiente, ha dovuto fare esercizio di umiltà, rinunciare a un «grande vaso con il suo nome inciso sullo zoccolo». Naturalmente, i governanti d’Europa non si limitano solo a ricevere regali. Ne fanno anche, eccome. Basta una breve ricerca su Internet, nei siti protocollari della Casa Bianca, per scoprire per esempio che l’8 luglio 2007 Barroso in visita donò al presidente George Bush Jr. una «tazza in porcellana e argento, valore 500 dollari», mentre il giorno dopo Silvio Berlusconi si presentò con un «assortimento di cravatte Marinella, valore 1.860 euro»: entrambi i regali, spiega una nota interna, furono accettati perché «il non accettarli avrebbe causato imbarazzo al donatore e al governo degli Usa». Per tornare a Bruxelles, l’ex com- missario al commercio De Gucht ebbe in dono dal governo moldavo una «collezione di vini moldavi», mentre il collega Stefan Fule ricevette «3 bottiglie di cognac armeno», e «6 pietre armene», ovviamente dal governo armeno. Barroso ha poi ricevuto e dal governo di Ulan Bator uno «strumento musicale mongolo», e da quello indiano La Sicilia in dodici volumi La storia della Sicilia in 12 volumi è arrivata al politico portoghese e a Frattini. E c’è chi ha ricevuto un maxi uovo di Pasqua un «busto in bronzo di Gandhi». La commissaria all’agricoltura FischeBoel, forse amante della lirica, si vide invece offrire «due biglietti per l’opera Tosca». E un «vaso in lacca nera con fiori dipinti», e una «collana d’argento con schegge d’ambra». Luigi Offeddu © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 125 i giorni trascorsi da quando il governo di Matteo Renzi ha ottenuto la fiducia. Il premier ha avuto 378 sì alla Camera; 169 al Senato, grazie all’appoggio decisivo di Ncd Il premier A Strasburgo un discorso scritto, un’eccezione per lui Renzi prepara il semestre: tocca alla classe Erasmus Al posto di Tajani l’ipotesi di Nelli Feroci ROMA — Sta scrivendo un discorso, forse per la prima volta. È una notizia anche agli occhi del suo staff. Di solito Matteo Renzi parla a braccio, conta sulla propria capacità oratoria, sulla memoria, sull’aiuto degli appunti. Al massimo, dicono, può appoggiarsi a una scaletta. Per dopodomani, quando per l’inizio del semestre di presidenza italiana parlerà dava n t i a l n u ovo P a r l a m e n to d i Strasburgo, il presidente del Consiglio ha invece deciso di scriverlo un discorso. Non lo aveva fatto nemmeno in occasione della fiducia di fronte alle Camere. Oggi in Consiglio dei ministri potrebbe arrivare la nomina di un nuovo commissario europeo al posto di Antonio Tajani, dimissionario perché eletto in Parlamento. La nuova Commissione si insedierà a novembre, c’è da occupare un posto «italiano» per Nessuna manovra Il sottosegretario all’Economia Baretta esclude la possibilità di una manovra correttiva in autunno I senatori chiedono di tagliare anche il numero dei deputati. Una buona idea o un modo per prendere tempo? «Non sono innamorato delle dietrologie ma non capisco il vantaggio di mettere in campo soluzione alternative dopo tutto il lavoro fatto. La proposta mi sembra consolidata: avere una sola Camera elettiva con un’altra basata sulla rappresentanza di Regioni ed enti locali». Se non passa si va al voto anticipato? «Il Paese ha bisogno di governo non di minacce, nemmeno quelle sul voto anticipato. Ciò detto, se rimane un bicameralismo mascherato ci sarà da ragionare bene. E il Parlamento si dovrebbe assumere le sue responsabilità». Sulla legge elettorale puntate ancora sull’Italicum o si può tornare al Mattarellum? «Una legge elettorale che non con- sente di capire chi ha vinto non è compatibile con il funzionamento moderno della democrazia. Sull’Italicum abbiamo raggiunto un equilibrio. Se poi arriva un contributo nuovo, come quello del Movimento 5 stelle, e tutti ci mettiamo d’accordo evviva. Ma non mi sembra questo il caso almeno per ora». Delle preferenze si può discutere? «Si può discutere di tutto ma non ne sono particolarmente innamorato. Hanno molte contro indicazioni, come il rischio di prestarsi al voto di scambio». Berlusconi ha detto che bisogna regolamentare le unioni civili. «Bene, un altro segnale che su alcune questioni le riforme si possono fare con un consenso largo. E anche velocemente come abbiamo dimostrato in questi primi 100 giorni». Sulla giustizia mica tanto. Oggi in Consiglio dei ministri porterete non un decreto e nemmeno un disegno di legge ma solo delle linee guida. «Nessuna frenata, è lo stesso percorso che abbiamo scelto per la riforma della Pubblica amministrazione. Prima i principi, poi la consultazione pubblica e solo alla fine i testi veri e propri». Esiste il partito delle toghe? «No, esiste una materia che per anni è stata condizionata dalle situazioni giudiziarie di politici di primissimo livello. Non c’erano le condizioni serene per fare una riforma, adesso sì». Se il ministro degli Esteri Federica Mogherini andrà in Europa ci sarà un rimpasto. Sarà l’occasione per allargare la maggioranza? «Se Mogherini andrà in Europa si tratterà di sostituire lei. Ma nessun rimpasto, per carità». Lorenzo Salvia @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA circa quattro mesi, Renzi potrebbe scegliere di non fare nulla, ipotesi che ha già espresso a Bruxelles, visto che si tratta di un ufficio a tempo e per giunta esiguo, oppure nominare un sostituto, che in questo caso, molto probabilmente, sarebbe Ferdinando Nelli Feroci, già rappresentante permanente dell’Italia presso la Ue dal 2008 al 2013. «Non provate un brivido pensando di essere chiamati oggi a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d’Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del Dopoguerra iniziò la creazione di un nuovo soggetto? Il tema dell’Europa è dire ai nostri figli, noi che siamo la generazione Erasmus, che è possibile che l’Europa oggi sia il luogo in cui è possibile la speranza». È questo il messaggio che ieri il capo del governo ha scritto sul sito web del semestre di presidenza italiana. In tema di conti pubblici invece il sottosegretario all’Economia Pierpao- lo Baretta ha smentito le previsioni di una manovra correttiva in autunno: «Non ci sarà una nuova manovra. Lo escludiamo, c’è stato un esplicito riconoscimento degli sforzi che l’Italia sta facendo» e che «sarà in autunno la nuova Commissione, su dati che saranno presentati anche con la nuova legge di Stabilità, a dare il giudizio definitivo» sulle richieste del governo. Alla vigilia del semestre italiano Eurostat, l’Istituto di statistica della Ue, ha scattato questa «fotografia» dell’Italia: vale il 12% dell’intera Ue, almeno per quanto riguarda Pil e popolazione ed è nella media (qualche anno fa era sopra la media) per una serie di parametri economici. Con l’eccezione debito pubblico. Con 59,7 milioni di abitanti, si scopre, il nostro Paese rappresenta il 12% del totale Ue e stessa proporzione è rappresentata dal nostro Pil (1.560 miliardi di euro) rispetto a quello europeo. Nella media il Pil pro capite: il nostro è di 25.600 euro l’anno rispetto a una media europea di 25.700 euro. «Alla vigilia del semestre europeo e in una stagione di riforme particolarmente importante per il nostro Paese, la guida del presidente» Giorgio Napolitano «è un presidio solido, certo, imprescindibile», ha affermato ieri Renzi, rivolgendo gli auguri di buon compleanno al presidente della Repubblica. In tema di agenda dei prossimi mesi il sottosegretario dalla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, che ha la delega agli Affari europei, ha precisato che a differenza di quanto riportato da alcuni media italiani «non esiste nessun piano Renzi, quella di investimenti da 240 miliardi di euro è una proposta tutta francese». Si tratta di «una proposta che il presidente francese François Hollande ha presentato al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy per un programma di investimenti a livello Ue», ha spiegato Gozi. «Se la Francia presenterà proposte in tal senso durante il nostro semestre, troverà terreno favorevole, ma è tutta una proposta francese, non c’è nessun piano Renzi». Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ La lettera I poteri rafforzati della Commissione e il ruolo debole di Mr Pesc ❜❜ Caro direttore, Mi sembra che nel dibattito italiano successivo al vertice europeo della settimana scorsa manchi una considerazione politica importante. Con la nomina di Juncker, imposta in parte dal Parlamento europeo, e le conclusioni del Consiglio europeo che invitano a fare il miglior uso possibile dei margini di flessibilità consentiti dal patto di Stabilità, è stato rafforzato il ruolo politico della Commissione europea, rispetto al Consiglio e al Parlamento. È infatti compito della Commissione quello di valutare qual è il miglior uso dei margini di flessibilità, tenuto conto delle specifiche circostanze. Certo, le raccomandazioni della Commissione devono poi essere approvate dal Consiglio, ma con le nuove regole «two-pack» e «six-pack», ci vuole una maggioranza qualificata dei ministri per cambiare la proposta della Commissione sulla politica di bilancio dei Paesi membri, il che non sarà facile. In una Commissione più politica, ma Chi è Lorenzo Bini Smaghi, 57 anni, economista, è stato membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea dal 2005 al 2011. Incarico che ha lasciato subito dopo la nomina di Mario Draghi a capo della Bce. Siede nel board della banca d’affari Morgan Stanley (AGF) 3 all’interno della quale si decide a maggioranza, il ruolo e l’influenza dei vari membri dipenderà dal loro peso politico e dalla capacità di creare alleanze su tematiche importanti come quelle relative al patto di Stabilità. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le questioni economiche, dove il commissario responsabile sarà probabilmente l’ex primo ministro finlandese Katainen, un falco. La posizione complessiva della Commissione dipenderà tuttavia dalla capacità di altri commissari di contrastare le tendenze rigoriste di quest’ultimo, e dalla mediazione I rischi L’Alto Rappresentante partecipa raramente alle riunioni settimanali. Così il Paese che lo nomina rischia di non essere rappresentato su tematiche importanti di Juncker. Dal punto di vista di un Paese come l’Italia, che si troverà spesso come controparte della Commissione su alcuni dossier importanti, vale la pena interrogarsi se la posizione di Alto Rappresentante per la Politica estera (Mr o Ms Pesc), sia effettivamente la scelta migliore per difendere i nostri interessi. Per sua natura, e come si può facilmente verificare dai verbali delle riunioni della Commissione, l’AR partecipa molto raramente alle riunioni che si tengono settimanalmente, perche impegnato spesso fuori sede nei negoziati internazionali e in visite ufficiali. Di fatto il Paese che nomina Ms Pesc rischia di non essere rappresentato su tematiche importanti che vengono discusse dalla Commissione e di non poter creare quelle alleanze necessarie per far passare la visione piu vicina alle esigenze del proprio Paese. L’Italia dovrebbe forse puntare su una posizione apparentemente meno prestigiosa, ma di maggior spessore e maggior peso politico, capace di rappresentare gli interessi nazionali nei negoziati che si tengono giorno per giorno nelle stanze del potere europeo. Lorenzo Bini Smaghi © RIPRODUZIONE RISERVATA A Hollande e Valls L’appello pro riforme delle imprese francesi Un appello affinché vengano applicate le riforme promesse. Lo hanno scritto gli imprenditori francesi indirizzandolo con una lettera aperta al loro presidente della Repubblica, François Hollande e al premier Manuel Valls (in alto nella foto Ap). Il testo — pubblicato dal settimanale transalpino Jdd — è stata sottoscritto da otto organizzazioni imprenditoriali: da Medef (la Confindustria francese) ad Afep, l’associazione dei principali gruppi privati, da Cgpme, la confederazione delle Piccole e medie imprese, agli artigiani dell’Upa, dai liberi professionisti dell’ Unapl agli agricoltori della Fnsea, fino ai sindacati d’impresa Asmep-Eti e ai dirigenti delle Pmi di Croissance+. Tutti compatti nel chiedere al governo di applicare le riforme annunciate per porre fine a «un lento declino» del Paese. Le richieste degli imprenditori transalpini sono dettagliate (e somigliano a quelle più volte avanzate dai loro colleghi italiani): riduzione delle imposte e dei contributi, semplificazione delle norme, riduzione della spesa pubblica. Gli imprenditori criticano il «blocco» del corporativismo e determinati «atteggiamenti» della politica. Incoraggiano infine l’esecutivo a restare fermo nei suoi propositi. In particolare il loro messaggio, che arriva dopo la pubblicazione (la settimana scorsa) dei dati negativi sulla crescita e sulla disoccupazione, è indirizzato ai senatori che hanno rinviato l’esame della riforma territoriale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Primo Piano Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Il Fisco Le novità Gli obiettivi del governo Pos obbligatorio, protesta dei professionisti SPENDING REVIEW 4,5 Da oggi per le spese superiori ai 30 euro dovranno accettare il bancomat E domani scatta la minipatrimoniale su conti correnti, azioni e obbligazioni Come funziona la tracciabilità La scelta al cliente Il cliente ha la facoltà di chiedere di pagare le prestazioni e i servizi oltre 30 euro con moneta elettronica o comunque tracciabile, oltre che in contanti Le tre vie: pos, bonifico, assegni La legge fa riferimento alla «tracciabilità» ai fini fiscali. Vanno bene dunque gli assegni, il bonifico e il pagamento elettronico tramite terminale «pos» Niente sanzioni per chi non si adegua Chi decidesse di non dotarsi di un terminale «pos» per il pagamento con il bancomat non rischia alcuna sanzione I costi Le associazioni di categoria stimano un costo annuo per il Pos di 1.200-1.700 euro l’anno di professionisti (architetti, ingegneri, medici, avvocati), artigiani (specie quelli che non hanno una sede come idraulici, falegnami, tassisti) e piccoli commercianti è stato di subire l’obbligo di installare un Pos per i pagamenti, perché per legge oltre i 30 euro il cliente può pretendere di non pagare in contanti. Sulla norma introdotta dal governo Monti la battaglia è stata dura: le associazioni di categoria sono riuscite a ottenere lo slittamento di sei mesi per l’entrata in vigore, da gennaio 2014 a fine giugno, e soprattutto l’assenza di sanzioni. In sostanza non ci sono Resta la facoltà dei contanti Oltre i 30 euro il cliente può pagare alternativamente con assegno, bonifico o bancomat ma può anche continuare a pagare in contanti fino a mille euro La platea degli interessati La norma si applica a professionisti (architetti, ingegneri, medici, avvocati), artigiani e piccoli commercianti: in totale circa 1,5 milioni di persone Il costo del terminale Il timore delle associazioni di categoria è di una spinta del mercato a dotarsi del «pos» e dei costi conseguenti. Le stime sono di una spesa annua di 1.200-1.700 euro punizioni per chi non si doterà di questo strumento. E c’è una ragione: l’obiettivo della norma è ottenere pagamenti tracciabili ai fini fiscali entro i mille euro (oltre questa cifra scatta il divieto dei contanti per le regole antiriciclaggio). E un assegno o un bonifico sono assolutamente adeguati allo scopo, fermo restando che il cliente può comunque ancora pagare in contanti. Per questo i professionisti — che già ricorrono a questi canali — tirano un sospiro di sollievo per aver evitato l’obbligo del Pos, una stangata di almeno 15o euro di costi fissi più le commissioni pagate alle banche e ai circuiti dei Pos (la stima è del Consiglio nazionale degli architetti). Per la Cgia di Mestre il costo totale sarà di circa 1.200 euro l’anno e per Confesercenti addirittura di 1.700 euro nel caso di una piccola o media impresa da 50 mila euro di transazioni l’anno, che equivalgono complessivamente a 5 miliardi di euro per le imprese italiane. Critici sull’applicazione della norma sono soprattutto artigiani e piccoli commercianti: «L’interesse dello Stato viene scaricato nel rapporto/conflitto di interessi tra privato e operatore economico», lamenta la Confederazione nazionale artigiani (Cna). Il timore è soprattutto per «ambulanti e operatori senza sede»: anche senza obbligo del Pos sarà il mercato a forzarli a richiederlo — sostengono — per evitare di perdere i clienti, con gli inevitabili costi di attivazione e transazione. Per questo motivo Adusbef e Federconsumatori hanno chiesto al governo di intervenire «per un abbattimento dei costi ed evitare che siano i cittadini a pagare il costo della modernizzazione e della trasparenza, elargendo l’ennesimo regalo alle banche», dicono i presidenti Elio Lannutti e Rosario Trefiletti. Sui conti degli italiani si ab- 17 miliardi nel 2015 Cosa cambia per i risparmiatori La nuova aliquota Dal 1° luglio cambia l’aliquota sui redditi da attività finanziarie. Il governo Renzi l’ha innalzata dal 20% al 26% su conti, titoli e azioni tranne Bot e Btp 32 I conti correnti Palazzo del ministero dell’Economia di via XX Settembre a Roma Dividendi, cedole e plusvalenze Il rincaro dell’aliquota colpisce anche i dividendi di azioni, le cedole di obbligazioni e le plusvalenze da compravendite di azioni e bond Per Bot e Btp non cambia nulla Il nuovo regime fiscale non si applica alle plusvalenze e alle cedole maturate sui titoli di Stato, la cui aliquota è mantenuta al 12,5% Buoni fruttiferi postali Stesso regime di favore dei titoli di Stato è conservato anche per i buoni fruttiferi postali, i cui proventi sono ancora tassati al 12,5% Gli introiti per il Tesoro La misura è stata introdotta dal governo Renzi per contribuire a finanziare il taglio del 10% dell’Irap. Nel 2015 sono attesi 755 milioni di gettito miliardi nel 2016 La nuova aliquota colpisce i conti correnti e di deposito, che sale al 26% dopo essere stata ridotta dal precedente governo dal 27% al 20% ILLUSTRAZIONI DI FABIO SIRONI MILANO — Due provvedimenti differenti ma destinati a incidere entrambi in maniera significativa nei comportamenti di consumo e di risparmio degli italiani sono in arrivo tra oggi e domani. Si comincia con l’obbligo di ricorrere a pagamenti tracciabili — assegno, bonifico, carte di credito o bancomat — per i servizi o i lavori di importo oltre i 30 euro resi da artigiani, professionisti, piccoli esercenti. Domani 1° luglio parte invece la «minipatrimoniale» ovvero l’innalzamento dal 20% al 26% dell’aliquota sugli interessi del conto corrente o di deposito e sulle plusvalenze relative ad azioni e obbligazioni tranne che i titoli di Stato e i buoni postali. La prima questione è stata dibattuta per mesi come «la guerra del Pos», la macchinetta che consente il pagamento con bancomat o carta di credito. Il timore della platea dei circa 1,5 milioni miliardi I risparmi nel 2014 batterà poi da domani la «minipatrimoniale», ovvero l’innalzamento dell’aliquota dal 20% al 26% su interessi e altri proventi di conti correnti, depositi bancari e postali così come sulle cedole delle obbligazioni, i dividendi delle azioni e i capital gain realizzati sulla vendita dei titoli. Bot e Btp manterranno invece l’aliquota al 12,5%. Era una misura nota e attesa, tra i primi provvedimenti del governo Renzi in materia finanziaria e di risparmio, a parziale copertura del taglio dell’Irap del 10%. Arriva dopo il decreto Monti che aveva portato dal 12,50% al 20% la tassazione sui bond ed è di fatto una mezza marcia indietro sul taglio dell’aliquota sui conti di deposito dal 27% al 20%. Secondo le stime del governo l’aliquota porterà 755 milioni di introiti nel 2015. Per i singoli risparmiatori l’effetto sarà diverso a seconda del portafoglio e del modo in cui verranno gestiti i risparmi in relazione alla maggiore aliquota. Ad avvantaggiarsi potrebbe essere ancora una volta il Tesoro: i titoli di Stato acquistano maggiore attrattiva visto che sono tassati al 12,5%, una disparità da sempre criticata dall’industria del risparmio. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA I pagamenti Aliquota al 26% Per saldare il conto è possibile usare anche assegni e bonifici Sale il prelievo sugli interessi Per i titoli di Stato resta al 12,5% Commercianti, artigiani e liberi professionisti, con modalità diverse, da oggi dovranno dotarsi del Pos (Point of sale), il terminale per i pagamenti elettronici, e quindi accettare pagamenti con bancomat o carta di credito dai propri clienti. L’obbligo è già in vigore per le imprese e i professionisti che hanno realizzato, nell’anno precedente, un fatturato superiore a 200 mila euro. Ora viene esteso a tutti coloro che forniscono merci o servizi ai cittadini: dal dentista al venditore ambulante, all’avvocato. Per idraulici, elettricisti, falegnami, antennisti, manutentori di caldaie e tutti coloro che svolgono la loro opera per lo più nel domicilio del cliente sarà obbligatorio possedere un terminale Pos mobile. La misura serve a combattere l’evasione fiscale sia attraverso la tracciabilità delle spese e degli incassi sia tramite la riduzione dell’utilizzo del denaro contante nelle transazioni. Nonostante la lunga gestazione del provvedimento di cui si parla dal 2012, l’entrata in vigore non prevede al momento sanzioni per chi non si adeguerà. Va detto che la nuova norma ha generato diverse Da domani entrano in vigore le nuove aliquote per la tassazione dei redditi di natura finanziaria. la novità riguarda tutti coloro che possiedono un conto corrente o un conto titoli. Per evitare incomprensioni l’Agenzia delle Entrate ha fornito in una circolare tutti i chiarimenti sulle misure previste dagli articoli dal decreto legge 66 del 2014 che ha modificato il prelievo sulle attività finanziarie (non tutte) portando l’aliquota di tassazione dal 20% al 26%. Primo chiarimento: il maggior prelievo verrà applicato solo sugli interessi o le rendite maturate a partire dal 1° luglio. Vediamo ora quali sono gli strumenti su cui verrà applicata la nuova aliquota. Innanzitutto gli interessi o altri proventi generati da conti correnti, depositi bancari e postali. Si applica il prelievo del 26% anche sui redditi derivanti da obbligazioni, titoli simili e cambiali finanziarie (previste dall’articolo 26 del Dpr n. 600 del 1973) e sugli interessi, premi e altri proventi derivanti dalle obbligazioni, maturati a partire dal 1 luglio 2014, indipendentemente dalla interpretazioni, oltre a proteste e ricorsi da parte di alcuni Ordini professionali. Secondo la lettura prevalente, la norma non obbliga gli studi professionali a dotarsi di Pos, bensì dà facoltà ai clienti privati di poter pagare con il bancomat le fatture superiori ai 30 euro. Il Consiglio nazionale forense ha emanato un’apposta circolare sul tema specificando appunto che non si tratta di un obbligo ma di un Nessuna sanzione Non sono previste sanzioni per i liberi professionisti o per gli artigiani che non si doteranno del Pos onere. Il ministero delle Finanze, rispondendo a un’interrogazione, ha aderito a questa tesi. Vediamo ora di chiarire come funziona il meccanismo. Innanzitutto l’obbligo di accettare pagamenti elettronici, o comunque tracciabili, a partire da una spesa di 30 non vuole dire che per le spese superiori ai 30 euro è obbligatorio pagare con carta o bancomat. Resta una facoltà del cliente quella di chiedere tale tipo di pagamento. Se l’esercente o il professionista fosse sprovvisto di Pos il cliente non sarà ovviamente esentato dal saldo della spesa ma dovrà farlo con altre modalità. Per esempio con un bonifico bancario o un assegno, che l’esercente sarà comunque obbligato ad accettare. Quando si tratta di prestazioni di studi professionali, architetti, commercialisti o avvocati, va indicato nel mandato che il cliente intende saldare la parcella con il bancomat. Le associazioni di categoria hanno protestato a causa dei maggiori costi che dovranno sostenere per adeguarsi alle nuove regole e per le commissioni che dovranno pagare ai circuiti bancari ai cui terminali sono collegati. I quali, tuttavia, si stanno attrezzando proponendo convenzioni agli Ordini professionali o condizioni particolari ai liberi professionisti. La sensazione è che i costi verranno scaricati sul cliente finale. F. D. R. © RIPRODUZIONE RISERVATA data di emissione dei titoli. Da domani cambia anche la tassazione per i redditi diversi di natura finanziaria, su cui si applicherà la nuova aliquota del 26%, che non vale invece per le plusvalenze maturate sulle partecipazioni qualificate (per esempio quelle superiori al 5% del capitale nelle società quotate in Borsa o al 2% dei diritti di voto in assemblea). L’elenco è contenuto nel Testo unico della Fi- Plusvalenze Sulle plusvalenze latenti maturate prima di luglio è possibile versare un’imposta sostitutiva del 20% nanza. Poiché il maggiore prelievo si applica solo sui redditi maturati a partire dal 1° luglio, al fine di evitare che l’aumento incida anche su quelli maturati antecedentemente è prevista la possibilità di affrancare il costo o il valore di acquisto delle attività finanziarie possedute al 30 giugno 2014, con il versa- mento di un’imposta sostitutiva del 20% sulle plusvalenze latenti. Resta invece tutto uguale per chi possiede titoli di Stato. Su Bot, Cct, Ctz rimane infatti confermata l’aliquota del 12,5%, che vale anche per i buoni fruttiferi postali emessi dalla Cassa depositi e prestiti,e per titoli equiparati, emessi da organismi internazionali, nonché per le obbligazioni emesse da Stati esteri compresi nella cosiddetta «white list» e da loro enti territoriali. Per questi ultimi in realtà il prelievo scende: l’aliquota di tassazione passa infatti dal 20% al 12,5%, con riferimento agli interessi e agli altri proventi maturati a partire dal 1 luglio 2014 e alle plusvalenze derivanti dalla loro cessione o rimborso realizzate dalla stessa data. Sparisce infine la ritenuta sui redditi generati dagli investimenti e attività estere, pari al 20%, che ha effetto ai fini dell’esonero dall’obbligo di compilazione del quadro Rw della dichiarazione dei redditi da parte dei contribuenti e di segnalazione da parte degli intermediari. F. D. R. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 PRIVATIZZAZIONI DI SOCIETÀ AZIENDE PUBBLICHE Quanto Quando Incasso possibile*** Borsa 30% 3 luglio 2014 0**** Poste Italiane Borsa Enav Cdp Reti* 11 miliardi incassi pari allo 0,7% del Pil ogni anno nel periodo 2014-2017 2° semestre 4.800-5.000 2014 Fino al 49% 2° semestre 2014 700-800 Vendita Fino al 49% Fine 2014 3.180 Vendita Eni 40% Borsa o vendita Borsa o vendita Sace PRIVATIZZAZIONI DISMISSIONI DI IMMOBILI Come andrebbe sul mercato Fincantieri Fine 40-60% 2014-2015 2.500-3.000 3% Fine 2014-2015 1.890 Gli immobili demaniali. 10 progetti valutati ad alta fattibilità Newco Grandi Stazioni 2 Vendita 100%** 2015 600 St Microelectronics Vendita 14% 2015 820 **** La Cdp ha ritirato la sua quota in vendita. La società si quota solo con un aumento di capitale per 351 milioni Superficie lorda in metri quadrati 1 Bergamo Carcere di Sant’Agata 5.810 2 Peschiera del Garda (Vr) Caserma La Rocca 9.400 Peschiera del Garda (Vr) 3 Caserma XXX Maggio 18.100 Venezia 4 Isola di San Giacomo in Palude 2.550 Soriano nel Cimino (Vt) Castello Orsini 9.000 5 Orvieto (Tn) 6 Caserma Piave 34.550 Orvieto (Tn) 7 Complesso di Santa Maria della Stella 8 *Contenente il 30% di Snam e Terna ** Della quota pubblica - *** Stime 5 Ercolano (Na) Villa Favorita 6.300 7.040 Forio d’Ischia (Na) 9 Faro di Punta Imperatore 670 Isole Tremiti (Fg) 10 Faro di San Domino 130 Fonte: elaborazione su dati Agenzia del Demanio CORRIERE DELLA SERA I conti pubblici Manca un miliardo dalla spending review. In ritardo il processo di vendita di Poste Tagli, privatizzazioni e immobili Ora il governo deve accelerare ROMA — Europa o non Europa, flessibilità o non flessibilità del patto di Stabilità, su tre capitoli il governo è in ritardo rispetto ai suoi stessi obiettivi: taglio della spesa pubblica (spending review), privatizzazioni, dismissioni immobiliari. Il primo capitolo è fondamentale per tenere il deficit sotto il 3% del Prodotto interno lordo, specialmente se quest’ultimo, come possibile, crescerà meno dello 0,8% previsto dall’esecutivo per il 2014. Il secondo e il terzo sono im- Dismissioni Dalla vendita delle caserme e degli immobili della Difesa sono previsti incassi per almeno 500 milioni di euro portanti per mandare quel segnale atteso dall’Unione Europea sulla capacità dell’Italia di invertire l’andamento del debito pubblico, in crescita anche quest’anno (135% del Pil). Ecco perché è su questi tre fronti, che insieme valgono 15-16 miliardi, che il governo dovrà accelerare, fin dai prossimi giorni. A sei mesi dalla fine dell’anno, infatti, meno di un terzo del bottino appare assicurato. SPENDING REVIEW Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, continua a ripetere che il commissario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, prosegue il suo lavoro. Resta il fatto che mentre il Def (Documento di economia e finanza) del governo indica per il 2014 l’obiettivo di tagliare di 4,5 miliardi la spesa pubblica, il governo ha deciso finora tagli per 3 miliardi e mezzo. Manca quindi all’appello un miliardo. Cottarelli, parlando qualche giorno fa in audizione alla Camera, lo ha ammesso, aggiungendo che non sono per ora previsti altri tagli. Il commissario ha quindi spiegato che si sta concentrando sulla riuscita delle decisioni prese, per esempio sulla riforma della spesa per beni e servizi della Pubblica amministrazione. Basti pensare che ben 2,1 miliardi dovrebbero venire da questa voce in sei mesi, 700 milioni a carico delle amministrazioni centrali e il resto da Regioni ed enti locali. Risultati per nulla scontati. Allo stesso tempo Cottarelli dovrebbe suggerire al governo i 17 miliardi di tagli per il 2015 e i 32 miliardi per il 2016 indicati nello stesso Def e necessari a garantire il mantenimento del bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti a basso reddito e a finanziare l’ulteriore taglio del cuneo fiscale: Irap per le imprese ed eventuale estensione del bonus a incapienti (redditi fino a 8 mila euro), compresi pensionati e partite Iva. Nessuno ha capito come si potranno fare tagli così grandi senza intaccare il perimetro dello Stato sociale (pensioni, sanità, assistenza). Ed è appena il caso di ricordare le resistenze incontrate rispetto ai tentativi di riorganizzare le forze di polizia e le forze armate. PRIVATIZZAZIONI Anche qui gli obiettivi del governo Renzi sono ambiziosi. Basti dire che l’esecutivo Letta, prudentemente, aveva stimato per il 2014 e per gli anni seguenti introiti da privatizzazioni pari a circa lo 0,5% del Pil, cioè 7-8 miliardi all’anno. Renzi e Padoan, nel Def, hanno alzato l’asticella allo 0,7% del Pil per il periodo 20142017, cioè circa 11 miliardi l’anno. Una goccia rispetto a un debito pubblico che viaggia oltre 2.100 miliardi, ma un passo necessario verso Bruxelles e utile, secondo il governo, ad avere «uno Stato più leggero». Per il momento però è stata avviata solo la vendita del 40% di Poste e del 49% dell’Enav. Si stima un incasso di 4-5 miliardi nel primo caso e di un miliardo nel secondo. Ma è difficile che i soldi arrivino entro la fine dell’anno. Ci sono state le elezioni e il cambio ai vertici delle Poste (Caio al posto di Sarmi) e quindi un certo ritardo è comprensibile. Ma le difficoltà non sono finite. Sia per le Poste sia per la società di assistenza al volo sono stati individuati gli advisors ma per le Poste deve ancora essere sciolto il nodo della valutazione, che dipende tra l’altro dalla nuova convenzione con Cassa depositi e prestiti (ancora da chiudere, che dovrebbe assicurare un miliardo e mezzo l’anno alla società per 5 anni) e dai contributi pubblici per il servizio universale (700 milioni all’anno chiesti da Poste) subordinati alle decisioni che l’Authority per le comunicazioni prenderà a fine luglio. L’Enav, invece, è ancora in attesa del rinnovo dei vertici, dopo due anni di commissariamento per lo scandalo appalti. L’assemblea, già rinviata due volte, è aggiornata per ora all’8 luglio. Tra queste incertezze tornano dunque a galla sia le altre privatizzazioni elencate nel Def sia quelle nuove ipotizzate di recente, prima fra tutte quella di Ferrovie dello Stato, visto che al nuovo presidente, Marcello Messori, il Tesoro ha affidato a n c h e i l co m p i to d i s t u d i a re un’eventuale quotazione in Borsa, mentre il vecchio piano di privatizzazioni già prevedeva la cessione del 60% di Grandi stazioni in mano alle Fs. Per il resto il menu contempla quote di Eni ed Enel senza scendere sotto il controllo pubblico, Stm (colosso dei semiconduttori partecipato al 50% dal Tesoro e al 50% dalla Francia), e quote di società detenute indirettamente attraverso Cdp, quali Sace (vendita del 60%), Terna, Fincantieri (l’operazione è partita in queste settimane, ma sta andando meno bene del previsto), Cdp Reti (49%), Tag (89%, del gasdotto). La fabbrica Maserati Consiglio dei ministri: Renzi non va a Grugliasco C’era attesa per l’arrivo previsto oggi a Grugliasco, negli stabilimenti Maserati, del premier Matteo Renzi, in occasione dell’assemblea annuale dell’Unione industriale di Torino. Da Palazzo Chigi hanno tuttavia fatto sapere che il premier non riuscirà a partecipare, essendo impegnato in un Consiglio dei ministri. Renzi era atteso a Grugliasco anche dall’amministratore delegato Fca Sergio Marchionne, il quale sarà presente all’assemblea con il presidente del gruppo, John Elkann, il sindaco di Torino, Piero Fassino, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi. DISMISSIONI IMMOBILIARI Qui l’obiettivo del governo non pare ambizioso. Si tratterebbe infatti di portare in cassa 500 milioni l’anno. Eppure il traguardo sembra lontanissimo. La legge di Stabilità 2014 del governo Letta prevede un programma straordinario di cessione di immobili pubblici, in particolare caserme ed altri edifici della Difesa non più utilizzati. Ma il piano non è decollato, nonostante il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, avesse annunciato la vendita di 385 caserme. Per sbloccare la situazione sono allo studio norme per superare gli ostacoli burocratici. E non è ancora decollata Invimit, la società del Tesoro costituita nel maggio 2013 per la valorizzazione e la cessione di immobili pubblici. La società guidata da Elisabetta Spitz ha ottenuto a ottobre l’autorizzazione della Banca d’Italia alla gestione collettiva del risparmio e lo scorso marzo ha istituito un fondo di investimento in due comparti, dove è previsto l’apporto di immobili delle amministrazioni centrali e locali, la loro valorizzazione e il collocamento di quote sul mercato secondario. Per accelerare su privatizzazioni e dismissioni Padoan ha convocato una riunione dei vertici del ministero nei prossimi giorni. Anche sul fronte della spending Cottarelli potrebbe annunciare qualche novità. Ci vuole una scossa, visto che il bottino di una quindicina di miliardi da privatizzazioni e spending previsto per il 2014 è lontano. E se non si corre ai ripari lo spettro della manovra aggiuntiva, ancora ieri negata dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta («non ci sarà, la escludiamo»), potrebbe prendere forma. Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La relazione La «banca delle banche centrali» invita gli istituti di credito a far emergere le perdite e rafforzare il patrimonio L'allarme della Bri: «Non si cresce facendo debito, servono le riforme» La recessione nell’area dell’euro è superata. Adesso però stanno emergendo nuovi rischi. Tassi di interesse bassi come gli attuali possono stimolare una crescita anemica. Cosa fare allora per evitare questa trappola? Bisogna affrontare di petto gli ostacoli strutturali. Questo l’allarme lanciato dalla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali, la più antica istituzione finanziaria mondiale, la «banca delle banche centrali» (visto che ne rappresenta 56, compresa la Bce), in occasione dell’assemblea generale. I pericoli maggiori per garantire una crescita, oggi ancora fragile e incerta, vanno individuati, secondo la Bri, nel fardello del debito e nella mancanza di riforme. Detto in altri termini, quella che stiamo vivendo è una crescita drogata dal debito e dai tassi di interesse bassi, da mercati euforici ma dipendenti dall’azione delle banche centrali, mentre le banche, soprattutto quelle europee, non hanno ancora fatto emergere del tutto le perdite e non si sono sufficientemente ricapitalizzate, frenando così la ripresa. E il direttore generale, lo spagnolo Jaime Caruana, rincara la dose: «Negli ultimi decenni la crescita ha fatto massiccio affidamento sul debito, e i boom finanziari hanno indotto gravi distorsioni nell’allocazione delle risorse in mol- te economie. Gli stimoli monetari e fiscali ci hanno consentito di guadagnare tempo, ma non possono sostituirsi alle riforme strutturali». Secondo la Bri, certi fenomeni di euforia finanziaria del recente passato hanno occultato un’erosione del potenziale di crescita. Rispetto al 2007 nelle economie del G20 il rapporto tra il debito complessivo del settore non finanziario e il Pil è salito di oltre un quinto: è questo — sottolinea la Bri nella sua 84esima relazione annuale — il lascito degli imponenti stimoli fiscali impressi durante la Grande recessione nelle economie avanzate, e delle ingenti nuove emissioni di debito da par- Al vertice Jaime Caruana, 62 anni, direttore generale della Bri dal 2009: «La buona notizia è che l’economia globale ha ricominciato a crescere, quella meno buona è che permangono gravi difficoltà e stanno emergendo nuovi rischi» te delle imprese nei Paesi emergenti (Eme). «Da allora — aggiunge Caruana — le economie avanzate hanno fatto qualche passo avanti nella riduzione dei disavanzi. Ma di fatto i livelli del debito aggregato continuano a crescere: complessivamen- te, il rapporto debito-Pil si attesta oggi al 275% nelle econome avanzate e al 175% nelle Eme. Questa esplosione del debito ha certamente contribuito a sorreggere la domanda corrente. Ma non è altrettanto chiaro se sarà in grado di innalzare il reddito negli anni a venire, assicurando in tal modo una crescita sostenibile. Non si capisce come potrebbe essere d’aiuto stimolare la domanda con ulteriore debito». In pratica, come del resto aveva già avvertito la stessa Bri un anno fa, gli stimoli monetari e fiscali ci hanno consentito di guadagnare tempo, ma non possono sostituirsi alle riforme strutturali. E un debito in perenne crescita, ribadiscono i banchieri centrali da Basilea, non può sostenere la fiducia, così come non può farlo una prolungata estensione di tassi di interesse estremamente bassi, dal momento che «un basso livello di tassi può certamente incre- mentare l’assunzione di rischio, ma non è scontato che ciò si traduca in investimenti produttivi». Un capitolo particolare della relazione è dedicato anche alle banche, che «devono far emergere tutte le loro perdite e rafforzare il patrimonio, e in questo senso la verifica della qualità degli attivi e gli stress test sono fondamentali». Non è un caso che «Paesi dove le autorità si sono maggiormente impegnate per costringere le banche a riconoscere le perdite e a ricapitalizzarsi, come gli Stati Uniti, sono anche quelli dove la ripresa è stata più solida». Gabriele Dossena © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Riforme Il governo Giustizia, gli ostacoli politici alla riforma Oggi le linee guida di Orlando, rinvio sui testi. Nuove critiche dall’Anm Il compleanno Napolitano, auguri e gratitudine bipartisan Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha festeggiato ieri il suo 89esimo compleanno, in famiglia, nella residenza di Castelporziano, a 25 km da Roma. Per tutto il giorno, si sono susseguiti i messaggi di auguri da parte di forze politiche e istituzioni. A partire da quelli del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha definito «la guida lungimirante» del capo dello Stato, «un presidio solido, certo, imprescindibile». Il presidente del Senato Pietro Grasso ha ringraziato Napolitano per il «continuo sprone alla politica a fare di più e meglio». Mentre la presidente della Camera Laura Boldrini gli ha telefonato dalle Marche. Nel flusso di messaggi, decisamente bipartisan, anche quelli del ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Napolitano è un punto di riferimento delle istituzioni repubblicane». Mentre per il sindaco di Roma Ignazio Marino, il presidente «è un esempio da seguire per tutti gli amministratori locali, le sue doti etiche sono una ricchezza per l’Italia». Il coordinatore nazionale del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello invita la politica ad «essere all’altezza della sua generosità»: «L’Italia gli deve il fatto di essere riuscita a superare passaggi difficilissimi». Per il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, Napolitano «ha dimostrato, in tutti questi anni, come della buona politica ci sia ancora molto bisogno». «Affetto e gratitudine», dal vicesegretario del Pd Debora Serracchiani e un augurio «sincero» via Twitter dal presidente di FdI Giorgia Meloni. In serata Napolitano ha ringraziato tutti con una nota «per queste espressioni di stima e personale vicinanza». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — «Speriamo che sia una riforma della giustizia e non dei giudici. Ma in piena bufera di inchieste Mose ed Expo, sentiamo parlare molto di filtri da eliminare nelle azioni risarcitorie contro i magistrati, di nuovi criteri di nomina del Csm, e non del problema numero uno: allungare i termini di prescrizione e abbreviare quelli del processo. Altrimenti i reati di corruzione che vediamo dilagare rischiano di rimanere impuniti». Maurizio Carbone, segretario generale dell’Anm, sintetizza così i timori dei magistrati alla vigilia della presentazione della riforma della giustizia. Per capire se siano timori mal riposti occorrerà attendere il Consiglio dei ministri di oggi, nel quale il Guardasigilli il- lustrerà «a braccio» la sua riforma. Fino a ieri sera nel suo entourage si escludeva che ci fossero, non solo slide, o articolati, ma anche una semplice bozza. Solo «linee guida». Il pacchetto ambizioso che intende mettere assieme snellimento del processo civile, misure anticorruzione come la reintroduzione del reato di abuso d’ufficio e, appunto, responsabilità civile dei giudici, solo per citarne alcune, non è pronto. Ma non è una questione tecnica. Alcune di queste norme sono già state presentate in Parlamento o addirittura dal governo. E per quanto riguarda la riforma del processo civile, la commissione guidata dal consigliere di Cassazione, Giuseppe Berruti — a cui l’esecutivo ha chiesto di approfondire la materia — ha già presentato il 16 giugno un documento programmatico di oltre 35 pagine su come fare per eliminare tutte le inefficienze e le lentezze. Un documento riservato che cambia la prospettiva del processo civile togliendo alibi ad avvocati e giudici. Facendo sì che sin dalle primissime battute ci sia la «discovery» (lo svelamento) immediata di tutte le carte di fronte al giudice. Gli avvocati sarebbero costretti a presentare subito gli atti e non mantenersi la causa pendente con uno stillicidio di ulteriori istanze. Il giudice sarebbe però responsabilizzato, non potrebbe più presentarsi in udienza senza conoscere appieno e da subito la causa. Un progetto, anticipato nella sua visione prospettica al Forum della giustizia del 18 giugno dallo stesso Berruti, che ha raccolto com- I temi Non è pronto il pacchetto che va dall’anticorruzione alla responsabilità civile dei giudici L’opposizione Il sindacato delle toghe: «Allungare i tempi della prescrizione e tagliare quelli dei processi» menti positivi della Confindustria. Ma resistenze negli avvocati. Ma è soprattutto dal punto di vista politico che il pacchetto giustizia non è pronto. Basti pensare alla bufera causata dalle anticipazioni su una stretta nelle intercettazioni, che, si precisa dal ministero, riguarderà solo la diffusione e non la possibilità di utilizzo come strumento investigativo. O al dibattito in corso proprio sulla responsabilità civile delle toghe, dopo che alla Camera è passata la norma che prevedeva l’azione risarcitoria diretta, e non sullo Stato, dopo la condanna definitiva. Dal varo dell’attuale legge sono state solo 7 le azioni di rivalsa sui magistrati per errori giudiziari compiuti. Il filtro di ammissibilità delle richieste di risarcimento ha maglie troppo strette. E la norma appena varata alla Camera, sulla scia dell’emendamento Pini, prevede di eliminarlo. Cosa dirà oggi Orlando? L’ipotesi allo studio è quella di mantenerlo, ma con maglie più larghe. E, parallelamente, di aumentare al 50 per cento, dall’attuale 30, la quota che il magistrato sarebbe tenuto a risarcire allo Stato. «Noi non siamo contrari a rivedere la disciplina dei risarcimenti — spiega Carbone dell’Anm — ma, ci chiediamo, in un Paese con il processo più lungo d'Europa e i tempi di prescrizione più brevi è davvero questa la priorità?». Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro tedesco Stragi naziste, Steinmeier a Civitella: mi vergogno «Oggi sono qui a Civitella come ministro tedesco. Non riesco a concepire ciò che poté fare il popolo tedesco qui. Sono tedesco. Mi vergogno profondamente, sono sconvolto. Mi inchino dinanzi ai morti». Lo ha detto il ministro degli Esteri di Berlino, Frank-Walter Steinmeier a Civitella Val di Chiana (Arezzo) per i 70 anni dell’eccidio nazista del 29 giugno 1944. Il ministro è la più alta carica tedesca mai intervenuta finora per commemorare la strage. Ad accompagnarlo Federica Mogherini: «Le parole pronunciate in italiano dal ministro — ha detto la sua omologa italiana, che ha parlato di «gesto storico» — hanno un significato politico ed emotivo molto forte» (nella foto Ansa, i due con i parenti delle vittime) La novità Molti tribunali (e avvocati) sono ancora indietro. E sale il contributo chiesto dallo Stato, compreso tra 43 e 1.686 euro Debutta il processo civile telematico tra ritardi e aumento dei costi MILANO — Oggi non succederà niente, eppure sarà una rivoluzione: il 30 giugno 2014 è il giorno dell’obbligo del processo civile telematico, concettualmente importante perché da oggi vige per legge l’obbligo per gli avvocati di depositare non più in carta ma telematicamente le memorie per i procedimenti civili di nuova iscrizione. Ma in pratica oggi e nei prossimi giorni accadrà ben poco, perché la naturale scansione dei vari termini procedurali farà sì che, per la maggior parte delle nuove cause civili, il momento del deposito delle prime memorie arriverà intorno a metà novembre: data cioè molto vicina all’altro termine del 31 dicembre 2014 che per legge farà diventare obbligatorio (sempre solo nei Tribunali, perché per le Corti d’Appello se ne parlerà solo il 30 giugno 2015) il deposito telematico delle memorie anche per le cause già iniziate, per le quali già da oggi il deposito telematico è invece solo facoltativo nei pochi Tribunali individuati dal ministero come tecnicamente attrezzati, ad esempio Milano o Firenze o Torino. La scelta ministeriale di questo doppio binario temporale è del resto stata motivata proprio dalla volontà da un lato di non cedere per l’ennesima volta al rito tutto italiano del rinvio all’ultimo minuto di una riforma che poi a forza di rinvii finisce per non partire mai, e dall’altro dall’intenzione di lasciare così ai Tribunali e agli avvocati (e allo stesso ministero) un supplemento di tempo per colmare le lacune organizzative, tecniche e in parte anche ancora culturali che potrebbero altrimenti fare fallire questo epocale passaggio dalla carta ai computer della giustizia civile. Le ultime ricognizioni svolte dal Csm e dal ministero della Giustizia, infatti, fotografano uno stato dell’arte a preoccupante macchia di leopardo: Tribunali civili come Milano, che sono da sempre all’avanguardia della sperimentazione online, e altri (almeno 8) che come Venezia o Lecce non hanno servizi telematici attivi. La velocità di connessione, che quando tutto sarà telematico diverrà cruciale per non fare altrimenti saltare il sistema, è giudicata insufficiente da un Tribunale italiano su quattro, il 40% degli uffici ritiene che siano inefficienti i computer fissi in dotazione, e il Csm chiede al ministero il 78% in più di scanner e il 53% in più di portatili. Decisiva per il successo o fallimento sarà poi l’assistenza informatica ai giudici e cancellieri in caso di guasti o impasse, e qui sembrano esistere davvero due Italie: metà degli uffici la trovano assicurata in tempi accettabili, metà invece la lamentano Il periodo «finestra» e la scadenza di dicembre Per avviare le cause spese superiori del 15% Le tappe Rivoluzione digitale, è il giorno del via 1 Parte nei tribunali la rivoluzione digitale. Da oggi, 30 giugno 2014, gli avvocati dovranno per legge consegnare non più in forma cartacea, ma telematicamente, le memorie per i processi civili di nuova iscrizione. Per le cause già iniziate il deposito telematico è solo facoltativo 2 All’inizio, le novità saranno quasi impercettibili. A causa della scansione dei termini, per la maggior parte delle nuove cause civili, il momento del deposito delle memorie arriverà a metà novembre. Dal 31 dicembre 2014 il deposito telematico delle memorie sarà obbligatorio anche per le cause già iniziate 3 Il decreto-legge Renzi aumenta in media del 15% il «contributo unificato» che bisogna pagare allo Stato per poter avviare una causa civile: si va dai 43 euro (erano 37), per quelle di minor valore a 518 euro (invece di 450) per quelle medie, fino a 1.686 (invece di 1.466) per quelle di maggior valore troppo lenta. Deve essere allestito il sistema di disaster recovery, mentre delle tre sale server nazionali non è ancora impiantata quella che dovrebbe essere collocata a Milano. E più in generale colpisce che il processo civile telematico dipenda moltissimo dal mondo extra ministero della Giustizia, quindi da Ordini degli avvocati, Camere di Commercio, amministrazioni locali, banche: «Oltre il 60% degli uffici – scrive il Csm – ricorre a risorse esterne per garantirsi l’utilizzo di apparecchiature efficienti». Anche gli avvocati italiani, per parte loro, mostrano di avere molta strada da fare: nell’ultimo anno hanno depositato almeno un atto online soltanto 25.000 avvocati, quando la categoria è composta da 236.000 professionisti. Eppure qualcosa faticosamente si muove: il numero degli atti online depositati dai legali è comunque salito nell’ultimo un anno da 30.000 a 50.000, così come i magistrati in 12 mesi hanno raddoppiato i loro atti telematici da 66.000 a 120.000. Ci sono però anche le dolenti note, e sono quelle fiscali: annunciare che la giustizia civile telematica cela in realtà il fatto che il decretolegge Renzi aumenta in media del 15% il già più volte innalzato «contributo unificato», cioè quello che bisogna pagare allo Stato per poter avviare una causa civile: a seconda degli scaglioni di valore si pagherà ad esempio 43 euro (invece di 37) su quelle di minor valore, 518 (invece di 450) su quelle di medio valore, fino a 1.686 euro (invece di 1.466) su quelle di maggior valore. Luigi Ferrarella © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Riforme I partiti Il futuro di Palazzo Madama Oggi in commissione Affari costituzionali comincia l’esame degli emendamenti al testo di riforma e al titolo V della Costituzione I CARDINI DEL DDL In commissione il vaglio al rallentatore degli emendamenti ROMA — Nei piani di Forza Italia non è certo quella che inizia oggi la settimana decisiva per la riforma del Senato e del Titolo V (federalismo) perché, almeno fino all’incontro di giovedì 3 luglio tra i gruppi azzurri e Silvio Berlusconi, non è dato sapere quale trattamento sarà riservato dall’opposizione al ddl Renzi-Boschi. Conferma il capogruppo Paolo Romani (FI): «Non credo che fino a giovedì si tratteranno temi importanti però di cose da approfondire ce ne sono molte...». Forza Italia — che avrebbe per ora assicurato a Renzi solo il sì immediato in commissione — gioca comunque sui tempi perché dopo il 3 luglio si profila su un orizzonte neanche troppo lontano il 18 luglio, cioè il giorno della senten- za di appello del processo sul caso Ruby in cui l’ex Cavaliere rischia la conferma di una pesante condanna. Per cui c’è tempo per ragionare, lascia intendere Romani: «Noi siamo stati determinanti alla Camera per approvare l’Italicum e lo siamo ancora di più al Senato per le riforme, tanto più che la minoranza del Pd sembra essere ragionevolmente agguerrita. Quindi se noi oggi votiamo, le riforme passano. Se non votiamo, non passano». Oggi, in I commissione al Senato, FI chiederà alla presidente Anna Finocchiaro di tirare il freno a mano. E così inizierebbero al rallentatore le votazioni per le circa mille proposte di modifica (tra emendamenti al testo Boschi e subemendamenti al testo dei relatori Finocchiaro e Calderoli) che hanno bisogno di molte giornate piene di lavori per essere concluse. La frenata sui tempi, però, serve a Forza Italia per regolare i dissensi interni L’avvertimento L’azzurro Romani: senza di noi non hanno i numeri, ci sono molte cose da approfondire Il nuovo fronte Il lettiano Russo: così si stravolge il ruolo degli organi di garanzia, dal Csm al Quirinale innescati da Renato Brunetta (che giovedì vuole un chiarimento con il collega Denis Verdini, accusato di essere troppo schiacciato sulle richieste di Renzi) e dal gruppo di 37 senatori azzurri che ha firmato il ddl di Augusto Minzolini sull’elezione diretta dei senatori. Ma anche il Pd, paradossalmente, non può rischiare di andare subito al voto sui temi caldi della riforma del Senato. Il renziano Andrea Marcucci ostenta sicurezza: «Vedremo tra poche settimane se la riforma del governo Renzi avrà la maggioranza del Senato, dopo aver conquistato con il 41% quella degli elettori». Eppure, già domani, l’assemblea dei senatori democratici è chiamata a sbrogliare una matassa ben più aggrovi- Il nuovo Senato non voterà la fiducia all’esecutivo Palazzo Madama non voterà neanche il bilancio dello Stato Non è prevista l’elezione diretta per i membri della Camera alta I membri del nuovo Senato non percepiranno compensi aggiuntivi LA COMPOSIZIONE 74 consiglieri regionali eletti dalle rispettive assemblee. Nessuna Regione potrà averne meno di tre, tranne Molise, Val d’Aosta e Province di Trento e Bolzano (uno ciascuna) 21 sindaci eletti da 19 consigli regionali e uno ciascuno dalle Province autonome di Bolzano e Trento gliata di quella posta sul tavolo delle trattative dalla minoranza guidata da Vannino Chiti con gli emendamenti sull’elezione diretta dei senatori. Il nuovo tema posto da un altro pezzo non di stretta osservanza renziana del Pd — 27 senatori dell’area rifor- 100 5 di nomina presidenziale membri scelti dal capo dello Stato restano 7 anni in carica mista legata a Bersani e a Letta — è quello della composizione numerica del futuro Parlamento. Il testo del governo prevede una cura dimagrante solo per il Senato (da 315 a 100 seggi) mentre lascia intatta la Camera (630 seggi), con ripercussioni aritmetiche e politiche rilevanti sugli equilibri per l’elezione degli organi di garanzia: il Csm, Corte costituzionale e, prima di tutto, il capo dello Stato. Se lo squilibrio tra i pesi delle due Camere rimane quello immaginato dal testo Renzi-Boschi, spiega il senatore lettiano Francesco Russo, «si rischia di modificare il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica, introducendo nel nostro ordinamento una sorta di presidenzialismo non dichiarato dietro il quale, tuttavia, non vedo nulla di preordinato...». Aggiunge Russo: «Dunque, data la delicatezza del tema trattato bisogna rimediare prima che sia troppo tardi». Le strade per correggere il testo Renzi-Boschi sarebbero tre. La prima l’hanno già intrapresa i relatori che hanno aggiunto ai 100 senatori 63 grandi elettori regionali chiamati a Roma ogni 7 anni per eleggere il capo dello Stato. La seconda è quella proposta dalla senatrice Doris Lo Le mine sull’intesa Moro e dai 26 colleghi di area riformista del Pd con l’emendamento 1.011 che punta (come fanno d’altronde in varia misura anche Sel, Lega e M5S) a ridurre a 500 il numero dei deputati. La terza, non ancora formalizzata, è stata messa in cantiere dal gruppo di area riformista e potrebbe essere accettabile per il governo. Si tratterebbe, in sostanza, di riportare oltre quota mille i seggi del plenum (il Parlamento in seduta comune previsto dal ddl Renzi-Boschi è di appena 730 seggi) che ogni sette anni vota per il capo dello Stato: ai 630 deputati, si aggiungerebbero i 100 senatori, i 73 parlamentati europei espressi dall’Italia con sistema proporzionale, 108 sindaci dei capoluoghi e 100 delegati ragionali. Totale 1.011 «grandi elettori» la cui maggioranza assoluta è difficilmente controllabile da un solo partito. Anche se ha vinto il premio di maggioranza alla Camera previsto dall’Italicum e controlla oltre un terzo del mini-Senato ideato dal testo Renzi-Boschi. «Nessuno vuole rompere — chiosa Russo — ma il tema dell’elezione del capo dello Stato va assolutamente affrontato, con serietà». Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Le alleanze trasversali Miguel Gotor (Pd) «Un progetto stile Putin ma io sono disciplinato» Lo scenario ❜❜ TEL 02 38 598 000 Senato, Forza Italia frena Neanche il Pd ha fretta di votare I paletti fissati dal governo Il rischio Il partito che vince le elezioni potrà eleggere da solo il presidente della Repubblica ROMA — «La questione del Senato elettivo è secondaria, è una sorta di velo di Maya che serve a coprire il vero problema: le garanzie costituzionali. Toccando il bicameralismo perfetto, si modificano gli equilibri parlamentari, fondamentali per scegliere capo dello Stato, Csm e Consulta». Miguel Gotor, minoranza del Pd, non si riconosce nella battaglia di Chiti, ma ha presentato con Lo Moro un altro emendamento. Cosa chiedete? «Noi vorremmo ridurre i deputati da 630 a 500. In Europa, solo in Germania, che ha 80 milioni di abitanti, c’è un divario così largo tra senatori e deputati. E c’è un problema grande come una casa. Con una legge maggioritaria, al partito che vince basterebbero 33 senatori per eleggere da solo il capo dello Stato. Si rischia il modello russo plebiscitario: il candidato premier che vince le elezioni potrebbe farsi eleggere al Colle e mandare il suo delfino a Palazzo Chigi. Come Putin e Medvedev. Un presidenzialismo indiretto pericoloso, senza contrappesi» Come rimediare? «Propongo di tornare ad avere un migliaio di grandi elettori, coinvolgendo anche parlamentari europei e sindaci». Voterà emendamenti di altri partiti? «Io sono per la disciplina di partito. C’è questo problema serio, ma sono sicuro che il Pd vorrà correggerlo». Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 9 I nodi La svolta L’apertura del leader suscita anche malumori nel suo partito L’ELEZIONE DIRETTA L’IMMUNITÀ I POTERI IL VOTO PER IL COLLE I DEPUTATI Un fronte trasversale, con esponenti di Pd e Forza Italia accanto a Lega e M5S, chiede che i membri del Senato siano eletti direttamente dai cittadini Tra le questioni da risolvere, anche l’immunità per i futuri senatori: non era prevista nel testo iniziale, ma è stata poi reintrodotta in commissione Affari costituzionali Il nuovo Senato potrà proporre modifiche alle proposte di legge, ma l’ultima parola spetterà alla Camera. Ha competenza in materia di Europa ed enti locali. C’è chi chiede un ampliamento dei poteri I senatori parteciperanno all’elezione del presidente della Repubblica: ma c’è chi sottolinea come i 100 avranno, a Camere riunite, un peso in proporzione inferiore ai 630 deputati (oltre ai delegati regionali) Un emendamento chiede poi che si tagli anche alla Camera: da 630 a 500 deputati. Opzione sostenuta dalla minoranza Pd, che piace anche ai partiti di opposizione (Lega, FI, M5S e Sel) Dopo l’iscrizione di Pascale all’Arcigay I NUMERI 581 I subemendamenti presentati dai partiti al disegno di legge sulla riforma del Senato 36 I firmatari del testo di legge presentato dal Pd Vannino Chiti che si discosta dal progetto del governo e chiede il Senato elettivo: 19 di questi fanno parte della maggioranza Così all’estero Washington Due membri per Stato Il Senato Usa è formato da 100 membri eletti, due per Stato. Tra le sue funzioni la ratifica dei trattati internazionali e le nomine dei giudici federali. Condivide con la Camera il potere legislativo e funzioni di controllo sull’esecutivo Londra I Lord, parlamentari a vita Soltanto la Camera dei Comuni è elettiva. L’appartenenza alla Camera dei Lord, l’altro ramo del Parlamento, era in passato un diritto ereditario. Oggi è composta da membri a vita (663), ereditari (88) e vescovi (26) Berlino La Camera regionale In Germania la Camera Alta, il Bundesrat, è l’organo con cui i Länder (l’equivalente delle Regioni) partecipano al potere legislativo centrale e all’amministrazione dello Stato federale. Si occupa anche di questioni relative all’Ue Parigi L‘elezione indiretta I 348 senatori in Francia sono eletti a suffragio indiretto: possono votare circa 150.000 grandi elettori, tra amministratori locali (sindaci, consiglieri municipali, dipartimentali e regionali), oltre ai deputati dell’Assemblea nazionale La composizione mista In Spagna le Cortes sono composte da Congresso e Senato. Il Senato è a «composizione mista»: 208 senatori sono eletti a suffragio universale, 56 designati dalle Assemblee delle comunità autonome Tokyo Madrid Pippo Civati (Pd) Berlusconi in campo per le unioni civili: «Traguardo ragionevole» Il potere di veto sulle leggi Il Giappone ha un bicameralismo imperfetto: Camera alta e bassa non hanno gli stessi poteri, ma il Senato può bloccare ogni legge in discussione. Il Senato (Camera dei Consiglieri) conta 242 membri con un mandato di sei anni ROMA — Finora si era esposto poco. Qualche battuta poco felice sui gay, qualche mezza frase di sostegno rispetto all’ipotesi di varare in tempi brevi una legge sulle unioni civili. Ma ieri Silvio Berlusconi ha messo nero su bianco, in maniera formale, la sua posizione: «Quella per i diritti civili degli omosessuali è una battaglia che in un Paese davvero moderno e democratico dovrebbe essere un impegno di tutti. Da liberale, ritengo che attraverso un confronto ampio e approfondito si possa raggiungere un traguardo ragionevole di giustizia e di civiltà». Un’uscita imprevista, ma che — racconta chi gli è vicino — esprime in pieno il suo pensiero maturato anche recentemente in tante discussioni che lo appassionano, ben più di quelle su riforme e dintorni alle quali «dedica molto meno tempo di quanto si pensi...». Discussioni con le persone che gli sono vicine in ogni momento, e alle quali tiene molto. Come France- Il confronto La compagna dell’ex premier dice sì anche alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Gasparri: non condivido, oggi come ieri sca Pascale. Non è affatto un caso, infatti, che la nota ufficiale dell’ex premier arrivi il giorno dopo l’iscrizione all’Arcigay della sua fidanzata e di Vittorio Feltri, annunciata con un comunicato congiunto. E dopo che la stessa Pascale abbia spiegato, anche dalle colonne del Giornale, quanto il tema le stia a cuore: parlando da «cristiana che spesso viene guardata con pregiudizio severo perché al fianco di un uomo che non solo ha cinquant’anni più di me ma è anche pluridivorziato», la compagna del leader azzurro si dice favorevole anche alle «adozioni riguardo alle coppie dello stesso sesso», oltre che a quelle di fatto eterosessuali. Giovanni Endrizzi (M5S) Il sospetto ❜❜ Il dubbio Noi le riforme le vogliamo, non vorrei fosse Renzi a farle saltare: vuole solo aumentare la tensione Il consiglio ❜❜ Prudenza Il premier ha fretta ma nel definire i pilastri della democrazia bisogna muoversi lenti Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel mondo La scelta tedesca sulle adozioni 1 «Pronto a votare con Chiti o saremo cornuti e mazziati» ROMA — «Noi abbiamo un principio generale, l’abbiamo detto subito: vogliamo mantenere l’elezione diretta dei cittadini per tutti gli organi più importanti». Il senatore Giovanni Endrizzi spiega i punti cardine degli emendamenti a 5 Stelle. Sull’elettività voterete con il pd Chiti? «L’architrave della sua proposta è condivisibile e può essere terreno di confronto». E la diminuzione a 500 dei deputati, chiesta dalla minoranza pd? «Su questo no: noi vogliamo il dimezzamento di deputati e senatori. Altra cosa importante per noi è parametrare l’indennità al reddito, in modo che i parlamentari non percepiscano più di tre volte del reddito nazionale». E sull’immunità? «Siamo per mantenerla solo per le opinioni espresse e i voti dati in Aula». Voterete emendamenti di altri partiti o procederete da soli? «Non è questione di votare i loro o i nostri emendamenti. Dobbiamo evitare di stravolgere l’impianto democratico. Renzi ha fretta, ma la fretta è causa di ritardo per il Paese. Bisogna muoversi lenti nella definizione dei pilastri della democrazia. E non unilateralmente: bisogna coinvolgere tutte le forze politiche e i cittadini». Il percorso ❜❜ Il paradosso Proponiamo l’elezione del capo dello Stato e finiamo accettando senatori non eletti ROMA — «O il Senato è elettivo o è meglio che non ci sia. Sono pronto a votare l’emendamento Chiti». Augusto Minzolini ha una posizione diversa da quella della maggioranza del suo gruppo, Forza Italia. Cosa propone? «Io vorrei un Parlamento con 400 deputati e 200 senatori, differenziato per materia. Ci sarebbe più competenza, efficienza e risparmio». La distanza dal governo è grande. «Infatti. Hanno preso un’altra strada, ok. Ma non si può transigere sull’elettività del Senato. Sono d’accordo con il pd Migliavacca: c’è il rischio di eleggere il capo dello Stato con i voti di un solo partito». E Berlusconi? «La sua riforma era migliore. Ora siamo al paradosso: partiamo proponendo l’elezione diretta del Presidente e finiamo accettando senatori non eletti. Cornuti e mazziati». Riuscirete a far cambiare idea a Renzi? «Sembra incredibile che rischi di far saltare tutto sull’elettività. La crisi si può aggravare e Renzi, non tenendo fede alle sue promesse, potrebbe aver bisogno di una via di fuga: le elezioni. Con il Consultellum non avrebbe la maggioranza. Se riformasse il Senato, il capo dello Stato potrebbe sciogliere solo Palazzo Madama e Renzi manterrebbe il controllo della Camera». Al. T. Al. T. Al. T. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA In Germania, le «partnership» omosessuali sono riconosciute dal 2001. Le unioni gay godono di tutti i diritti e i doveri previsti per i matrimoni eterosessuali, tranne le adozioni. Ma se uno dei due coniugi ha un figlio naturale, l’altro partner può adottarlo La Francia prevede le nozze gay 2 Un anno fa, la Francia ha legalizzato le nozze gay e le adozioni da parte delle coppie omosessuali. «Il matrimonio — si legge nella nuova versione del codice civile — è contratto tra due persone di sesso opposto o dello stesso sesso» Usa, regole diverse per ogni Stato 3 Augusto Minzolini (Forza Italia) «I 5 Stelle sono disponibili «Sì al confronto in Aula Noi dem dobbiamo aprire» con gli oppositori del Pd» ROMA — «Noi le riforme le vogliamo, non vorrei che, se passasse l’elettività dei senatori, fosse Renzi a farle saltare». Pippo Civati, uno dei pochi oppositori duri e puri del segretario del partito, spiega i motivi delle critiche e degli emendamenti. Cosa proponete? «Di ridurre i deputati e di avere un Senato elettivo. C’è un dibattito anche su cosa farà il Senato, che mi pare la cosa più importante: dovrà avere una funzione di garanzia, di advice and consent, rispetto alle scelte del governo. Ovviamente, più funzioni si danno, più è necessario che il Senato sia elettivo». Voterà contro la bozza del governo? «Renzi ha ricordato che in Aula ogni senatore si comporta come crede. Adesso naturalmente cambierà idea anche su questo. Dico a Renzi: hic Rhodus hic salta («qui è Rodi, e qui devi saltare», ndr). Se davvero ha tutta FI con lui, deve stare sereno perché ha i numeri. Se non ha l’accordo blindato con Verdini, si vedrà». Con i 5 Stelle potranno esserci convergenze? «Sul Senato loro si sono resi disponibili da tempo. Se il Pd e il governo aprissero sull’elettività, ci potrebbe essere un voto quasi unanime. Ma secondo me Renzi vuole solo aumentare il tasso dello scontro». Parole che hanno creato un certo malumore fra le file forziste, tanto che c’è chi spiega l’uscita di Berlusconi come una messa a punto della linea di Arcore: va bene aprire il confronto, è giusto affrontare una volta per tutte il tema di una legge sui diritti civili, ma il traguardo deve essere «ragionevole». Insomma, niente matrimonio e niente adozioni, come peraltro tuona già Maurizio Gasparri: «Bisogna rispettare i diritti e evitare discriminazioni. Ma resto convinto che matrimoni gay e adozioni da parte di coppie gay siano una scelta sbagliata che non condivido. Oggi, come ieri». E però, altri — vicini a Berlusconi — danno un’interpretazione diversa della nota del Cavaliere: voleva sostenere la sua compagna, voleva far sapere a tutti che le sue idee sono condivise, e non fuori linea. Voleva, insomma, far sapere che chi attacca lei su questo punto attacca lui. Lei che, raccontano, era pronta perfino a partecipare a Napoli alla manifestazione dell’Onda Pride che si è svolta sabato. Alla fine non c’è stata la possibilità, per disguidi organizzativi con l’amministrazione cittadina, ma è arrivata l’adesione all’Arcigay, che peraltro dà il benvenuto alla Pascale e a Feltri sperando — dice Flavio Romani — che con questo si dia «una scossa» ad una destra ferma su posizioni conservatrici, e magari — auspica Vladimir Luxuria — una mano potrebbe darla anche Marina Berlusconi, che «invitiamo al Gay Village». Ci si chiedeva se Berlusconi avrebbe preso le distanze, o se avrebbe avallato. E lui non si è nascosto. Nella battaglia ci sarà, come si vedrà. A settembre Renzi ha già annunciato che si lavorerà ad una legge sui diritti civili, e in Forza Italia la componente liberal favorevole a un accordo sul modello dei Dico già proposti da Brunetta è consistente, e oggi rispetto a qualche anno fa anche i cattolici azzurri ammettono che «l’aria è cambiata, c’è più apertura». Probabilmente sarà tema da libertà di coscienza, ma Berlusconi ha spalancato le porte. E non era affatto scontato. Negli Stati Uniti, la legislazione sulle unioni gay varia da Stato a Stato: 19 quelli che riconoscono il matrimonio omosessuale. Nel 2013 la Corte suprema ha abolito il Dma: la legge che riconosceva il matrimonio solo se tra uomo e donna Il sì di Londra al matrimonio 4 Da marzo in Inghilterra e Galles le persone dello stesso sesso possono sposarsi. Il Marriage (Same Sex Couples) Bill, voluto dal premier Cameron, supera la legge delle unioni civili già in vigore dal 2005. Le confessioni religiose possono decidere di celebrare i matrimoni La legge simbolo del governo Zapatero 5 La legge sulle nozze gay è stata approvata dal parlamento di Madrid già nel 2005 ed è stata uno dei simboli del governo socialista di Zapatero. Ai coniugi dello stesso sesso è permessa l’adozione. Esiste comunque il registro delle unioni civili per le coppie che non vogliono sposarsi 10 italia: 51575551575557 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 11 italia: 51575551575557 # Esteri ✒ Allarme globale Al confine con il Messico è allarme. La Casa Bianca chiede 2 miliardi per i rimpatri. Da Lampedusa al Libano all’Iraq è la nuova emergenza L'analisi LE TUTELE CI SONO MA CHI PARTE NON LO SA di MARIA SERENA NATALE M Giuseppe Guastella inori stranieri non accompagnati, nucleo indifeso di un esodo globale. In fuga da guerre, emergenze sociali e ambientali, senza la guida degli adulti che li hanno lasciati andare, inconsapevoli delle norme che li tutelano, prede di criminali e trafficanti. Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie, su un totale di 59.400 migranti erano non accompagnati 6 mila dei 9.300 minori approdati in Italia tra il primo gennaio e il 22 giugno scorso. La conta del 2013 si era fermata a 5.232. «Dublino II», il regolamento che determina lo Stato dell’Unione Europea competente a esaminare una domanda d’asilo o il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra, assegna la competenza dell’esame al Paese presso il quale il ragazzo presenta la domanda: a differenza dei maggiorenni, il minore non deve fermarsi nello Stato d’ingresso o nel primo dove sia stato foto segnalato, ma spesso lo ignora e per paura cerca di proseguire il viaggio in clandestinità. Il quadro normativo internazionale poggia su capisaldi come la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale il 20 novembre 1989 e ratificata da tutti i Paesi del mondo con l’eccezione di Somalia e Stati Uniti. Tra i principi fondamentali sanciti dalla Convenzione che devono ispirare qualsiasi legge e decisione in materia, il superiore interesse del minore, il diritto alla vita e allo sviluppo, la non discriminazione. Un’architettura che si scontra con inefficienze strutturali dei sistemi d’accoglienza, carenze di fondi, scarso coordinamento tra Stati, ciascuno con il proprio ordinamento in tema di assistenza e protezione. In Italia i minori non possono essere espulsi e hanno diritto alla «residenza legale» fino ai 18 anni. Nei giorni scorsi organizzazioni come Save the Children, Terre des Hommes, Comunità di Sant’Egidio, hanno invitato il governo a porre tra le priorità la questione dei piccoli migranti. Un appello tanto più urgente, alla vigilia del semestre di presidenza della Ue. [email protected] [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il treno Una bambina sale sul convoglio che attraversa il Messico e sul quale si nascondono i migranti diretti negli Stati Uniti (Ap) Nel deserto, per mare e senza i genitori La fuga dei migranti bambini DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Ci può essere una tragedia più grande dell’ essere costretti a lasciare la propria terra per paura o per fame? Sì, doverlo fare da bambini, e da soli. Sono decine di migliaia i minorenni abbandonati a se stessi che come gli adulti ogni anno affrontando da clandestini mari e deserti pericolosi sognando una vita migliore. Molti finiscono nelle mani dei trafficanti spietati e senza scrupoli ad alimentare il mercato della pedofilia, altri vengono costretti a combattere con le armi e altri ancora muoiono durante il viaggio per gli stenti o le ferite. I flussi migratori dei minori non accompagnati seguono esattamente quelli dei maggiorenni che entrano o tentano di entrare nelle nazioni più progredite fuggendo dalla criminalità diffusa in alcuni Paesi del Centroamerica o dalle guerre regionali dell’Africa e del Medioriente, oppure, più semplicemente, cercando condizioni migliori. Ed infatti, sono sempre più i bambini al di sotto dei 17 anni, ma soprattutto quelli che hanno meno di 13 anni, che tentano di varcare il confine tra Messico e Stati Uniti o che si imbarcano sulle carrette del mare che attraversano il Mediterraneo. Nel 2011 furono 4.059, già due anni dopo sono diventati circa 21 mila e per quest’anno le stime delle autorità di frontiera americane dicono che saranno addirittura oltre 60 mila i minori clandestini non accompagnati che saranno fermati sul territorio americano provenienti da Messico, Guatemala, Honduras e Salvador. Ad attrarre questa massa di giovanissimi in molti casi sbandati è la convinzione che una volta entrati non dovranno rischiare la vita attraversando il deserto perché, messo piede sul suolo americano, difficilmente saranno rimandati indietro. Ed infatti i rimpatri sono stati appena un paio di migliaia l’anno scorso. Questo perché la Obama: «Non venite più. O vi rimanderemo tutti indietro» L’emergenza globale Messico Afghanistan Birmania Iraq Honduras Eritrea Cambogia Guatemala Somalia Brasile Repubblica Centrafricana 23 mila verso Camerun 740 mila Siria Messico verso Libano, Giordania ed Europa 52 mila verso Stati Uniti Verso l’Italia I bimbi non accompagnati arrivati nel nostro Paese 2014 2013 (fino al 22 giugno) 5.232 6.000 legge statunitense prevede che, dopo il fermo al confine, i minori vengano sottoposti a processi che possono anche durare anni. Nel frattempo, però, possono essere affidati ai parenti, se ne hanno negli Usa, oppure a famiglie americane che, nel 50 per cento dei casi, finiscono per adottarli legalmente. Ed è così che sono gli stessi genitori a pagare tra 6 e 7 mila dollari ai trafficanti per far partire i figli, sia per riunirsi a loro negli Usa sia sperando che da soli trovino in America un futuro migliore. Ma ora le cose stanno cambiando. Pressato dai repubblicani, che lo accusano di favorire questo tipo di immigrazione, e dopo che una quarantina di senatori gli ha chiesto di dichiarare pubblicamente che coloro che passano illegalmente i confini non ottengono un trattamento speciale, il presidente Barack Obama ha cambiato marcia. «Assolutamente non mandate i vostri bambini da soli» perché «saranno rimandati indietro» ha detto giovedì rivolgendosi dalle telecamere della Abc ai genitori centroamericani. «Non sappiamo quanti di loro non ce la fanno, quanti sono finiti nel traffico sessuale o uccisi perché sono caduti dal treno», ha aggiunto riferendosi alla «Bestia», un convoglio che attraversa il Messico sul quale ogni anno salgono migliaia di immigranti illegali stipati dentro e sui tetti dei vagoni merci. Con una lettera che sarà firmata oggi, Obama chiederà al Congresso due miliardi di dollari per varare misure specifiche come l’apertura di nuovi centri di accoglienza al confine con il Messico e un per- Nigeria © RIPRODUZIONE RISERVATA Iraq Nuove stragi di Boko Haram Fedeli uccisi nelle chiese in 4 villaggi vicini a Chibok Enoch Mark, pastore cristiano di Chibok, fra terrore e stupore: «Hanno bruciato e raso al suolo tre chiese — raccontava ieri pomeriggio alla France Press — non possiamo contare i cadaveri, Boko Haram è ancora in giro, com’è possibile distruggere interi villaggi alla luce del sole senza che l’esercito difenda i suoi cittadini?». Secondo Mark i soldati in loco, avvertiti dalla popolazione, sono scappati nella boscaglia, anziché contrastare quella trentina di terroristi che facevano il loro sporco «lavoro» di routine in quattro villaggi dello Stato del Borno (Kwada, Ngurojina, corso accelerato per le procedure di identificazione e rimpatrio dei minorenni clandestini, lo stesso che già viene applicato nei confronti dei messicani grazie ad accordi bilaterali Messico-Usa. Due bambini sporchi e vestiti di stracci per qualche spicciolo lustrano le scarpe dei passanti lungo la strada. Sono siriani, soli, ma a Beirut di loro nessuno si cura. Ce ne sono tanti come loro, fanno parte dei 4.150 bambini che secondo l’Unicef da soli hanno attraversato i confini della Siria, 1.700 dei quali sono arrivati in Libano, ma ci sono anche 300 che dall’Iraq si sono rifugiati in Kurdistan. Tutti «semplicemente per avere salva la vita» messa in pericolo dai combattimenti, spesso «mandati via dai propri genitori per la paura che potessero essere arruolati», si legge sul sito dell’organizzazione. Anche l’Italia deve far fronte a questo fenomeno. Nei giorni scorsi Save the Children e altre organizzazioni, tra cui Caritas e Amnesty International, hanno firmato un appello al governo e al Parlamento chiedendo che ai minorenni che arrivano senza un adulto venga riservato un trattamento adeguato, ad esempio mettendoli in comunità di accoglienza o affidandoli temporaneamente a famiglie italiane. «Nel 2013 su un totale di 42.925 migranti, 8.336 erano minori e di questi 5.232 erano non accompagnati». E già nei primi sei mesi del 2014 si calcola si sia raggiunta quota 6 mila. Karagau, Kautikari) tutti nel raggio di 10 chilometri dalla cittadina di Chibok dove a metà aprile il gruppo islamista ha rapito oltre 200 studentesse. Sono arrivati su moto e pick up, hanno lanciato bombe nelle chiese gremite per la messa della domenica mattina, hanno braccato i superstiti che cercavano scampo. I morti sarebbero decine. Un’altra giornata di sangue firmata Abubakar Shekau, l’ex discepolo di una scuola coranica di Maiduguri diventato leader di Boko Haram: dacci oggi il nostro massacro quotidiano. Questa volta non le scuole ma le chiese nel mirino. Secondo alcune stime i cristiani rappresentano un quarto di tutte le vittime di Boko Haram. Almeno una cinquantina di chiese sono state bruciate soltanto nel Borno negli ultimi anni. Diverse testimonianze confermano la ricostruzione fatta dal pastore di Chibok: un’area che dopo il rapimento di massa delle minorenni sarebbe dovuto diventare come minimo un fortino irraggiungibile per i terroristi, un’oasi di dolore per i familiari che sognano il ritorno delle figlie. E invece no: ancora e ancora. Tra le cose incredibili della tragedia nel Nord-Est della Nigeria, il Paese più ricco e popoloso dell’Africa, c’è la ripetizione di massacri fotocopia e la reiterata assenza delle forze di sicurezza. Mentre i governanti ad Abuja fremono per la Nazionale di calcio che fa la storia in Brasile. Michele Farina © RIPRODUZIONE RISERVATA Arrivano i caccia di Putin in soccorso di Bagdad E l’Isis proclama il Califfato DAL NOSTRO INVIATO BAGDAD — Arrivano i jet russi a dare manforte al governo iracheno contro la rivolta fondamentalista sunnita dell’Isis che proprio ieri ha annunciato la creazione di un «califfato islamico» dall’ovest dell’Iraq all’est della Siria. Il gesto di Mosca per ora è più politico che militare. Vladimir Putin scarta Barack Obama, dà uno scossone alle titubanze militari americane e nel contempo ricrea in Iraq quell’asse Mosca-Teheran che ha già dimostrato di essere particolarmente efficiente nel sostenere il regime di Bashar Assad contro la rivolta armata in Siria negli ultimi tre anni. È questo il significato dell’arrivo di almeno cinque Sukhoi 25 all’aeroporto di Bagdad tra sabato sera e ieri. Nelle prossime ore dovrebbero giungerne altri due, quindi ancora almeno sette aerei da combattimento, assieme ad almeno 200 tra tecnici e consiglieri militari russi. «Saranno necessari tre o quattro giorni perché siano operativi», specificano i portavoce del ministero della Difesa iracheno. Pochi, ma certo un aiuto più tangibile dei 300 consiglieri militari inviati da Washington. E più determinato delle incertezze che accompagnano il dibattito americano sull’eventuale utilizzo degli aerei senza pilota in Iraq e sul loro possibile armamento. L’esercito iracheno chiede vengano rafforzate le sue forze aeree in sostegno all’offensiva che sta lanciando sulla zona di Tikrit e a difesa di Samarra. I numeri delle vittime sono incerti, ma potrebbero esservi centinaia di morti, tra cui molti civili. La tensione cresce anche con l’avvicinarsi della prima riunione del nuovo Parlamento iracheno, prevista per domani. Nel tentativo di guadagnare le simpatie dei sunniti moderati, i partiti sciiti e i curdi potrebbero coalizzarsi contro l’eventualità che venga confermato il terzo mandato per il premier sciita Nouri Al Maliki. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Esteri Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il racconto Una giornata con la Task Force della Florida che cerca (e spesso trova) i «siluri» diretti negli Usa Motore Serbatoi carburante Posto di pilotaggio Stiva per la droga Usa Messico Key West La base della Task Force Honduras Nicaragua Rotte caraibica del Pacifico Colombia Ecuador Oceano Pacifico CORRIERE DELLA SERA Caccia grossa ai sottomarini dei narcos Pieni di droga, quasi invisibili, partono da Colombia ed Ecuador A bordo due o tre uomini e fino a 12 tonnellate di cocaina 1.500 Dollari La ricompensa destinata ai banditi per ogni viaggio su un sommergibile Task Force. «Se li scoviamo sotto costa — racconta Rideout — è perché una nostra talpa ci ha avvertito». Ed è la situazione migliore. In altre li aiuta il caso. I narco-sommergibili non li vedi facilmente e gli agenti sperano che abbiano problemi ai motori con il capitano costretto a rompere il silenzio radio per chiedere aiuto. Dialoghi che gui- dano gli investigatori. A parte un paio di modelli, si tratta di mezzi piuttosto rustici. Qualcuno li ha definiti delle bare galleggianti. All’interno i motori diesel da 300 cavalli sprigionano un calore altissimo, non si respira. E di solito non hanno spazio per il wc, sostituito da un bidone. Il viaggio può durare dai tre ai dieci giorni. Dipende dalle condizioni meteo come dalla velo- Image Building KEY WEST (Florida) — È il rito dei cacciatori. Ogni mattina si ritrovano in una sala senza finestre. Sulle pareti schermi dove sono trasmesse immagini satellitari e video. Sul tavolo i rapporti raccolti nella notte e costantemente aggiornati. Gli ufficiali presentano i loro bersagli. Tracce elettroniche o molto più spesso la segnalazione di un informatore sulla costa colombiana. Indizi sulla possibile partenza di un «narco-sub», un semisommergibile con a bordo diverse tonnellate di cocaina. Ogni cacciatore vorrebbe puntare sulla sua preda. Gli analisti presentano le prove a carico, le incrociano, quando è possibile, con l’intelligence. Un’istruttoria svolta a migliaia di chilometri di distanza. «Le risorse però non bastano — spiega il colonnello Ryan Rideout dei Marines —. Su dieci target possiamo seguirne soltanto due o tre. E allora si discute, anche in modo animato. Quasi volano gli stracci». Da quel meeting escono gli ordini. Su dove mandare un ricognitore. Oppure spostare un pattugliatore per verificare se ci sia un intruso da ghermire. Siamo all’interno della base che ospita la Joint Interagency Task Force South a Key West, Florida. A pochi metri dalla casa di Ernest Hemingway agiscono militari, Cia, Fbi, Nsa, Dea ed altre agenzie. Al loro fianco i rappresentanti di 17 Paesi. Un team per contrastare il flusso di stupefacenti. Nel 2013 il comando ha registrato 460 «eventi sospetti» in Atlantico e 388 nel Pacifico. Al primo posto i «go-fast», i motoscafi veloci. Poi i finti pescherecci. Quindi i «sottomarini», battelli che procedono sotto il pelo dell’acqua lasciando emergere solo una minuscola torretta. I narcos li dipingono di verde scuro o di blu intenso per mimetizzarli. Usano fibra di vetro e materiale reperibile sul mercato civile. Di solito sono costruiti in aree al confine tra Colombia ed Ecuador all’interno di «cantieri» — in realtà delle baracche — sui bordi di canali navigabili. Imbarcazioni abbastanza ampie da ospitare quattro uomini e la merce, fino a 12 tonnellate destinate al mercato americano. Gli uomini della Task Force, con l’aiuto di una mappa, mi indicano le rotte. La preferita è quella del Pacifico, che arriva fino alle coste meridionali del Messico. La seconda passa dai Caraibi, con meta Honduras e Nicaragua. La coca è trasbordata a terra e da qui prosegue in direzione Nord. Il battello, costato fino a 2 milioni di dollari, poi viene affondato. Non vale la pena tornare indietro. I guadagni permettono di metterne a punto a decine. Nessun problema per reclutare i banditi. C’è sempre qualcuno disposto a chiudersi nel sarcofago per 1.500 dollari a viaggio. Vita ad alto rischio che non poteva sfuggire all’occhio di Hollywood. In preparazione già due film sul tema. Dal 1993, quando fu intercettato dai colombiani il primo sub, il «San Andres», ne sono stati bloccati a dozzine. L’ultimo lo hanno sorpreso a maggio. Aveva lasciato il parco naturale di Sanquianga, non lontano dalla costa ecuadoriana. Lungo 13 metri, con a bordo 2 tonnellate e mezzo di roba e tre contrabbandieri. Non è andato troppo lontano. Una nave militare lo ha inseguito con l’assistenza di una fregata Usa. Decisiva, probabilmente, anche l’imbeccata della cità, sugli 11 nodi quando va bene. Al posto di guida un timone di una barca, poi radio, Gps e telefono satellitare. Solo in qualche occasione hanno una nave in appoggio. E per mangiare devono bastare le poche scorte consentite. Come ogni impresa, i cartelli si adattano alle esigenze del mercato dividendosi i compiti. In Colombia c’è chi si è specializzato solo nella costruzione. Personaggi locali che hanno avuto, all’inizio, l’aiuto di un paio di ingegneri navali e successivamente la consulenza di stranieri, ben pagati. È nata così una professione che risponde alle richieste dei fornitori. Molto attiva la banda dei «Los Rastrejos» e il «Fronte 30» dei guerriglieri Farc. I trafficanti hanno anche creato il sottomarino-charter: vendono gli spazi nella stiva e chi vuole può spedire solo una quota. Altri invece incorporano la coca nelle pareti dello scafo. Si inventano barche che, viste da lontano, somigliano a pescherecci. In realtà le sovrastrutture sono finte. Una copertura per ingannare le vedette della Guardia Costiera. Sono flessibili quanto ambiziosi. Nel 2010 in Ecuador hanno sequestrato un modello di classe superiore, dotato di periscopio, cuccette, aria condizionata e sonar. Un vero sottomarino. Alla Task Force non sono sorpresi. Conoscono il nemico e sanno che in questo momento all’orizzonte, sotto quel mare azzurro, c’è un altro pirata della droga. Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA Chennai Tokyo India, cento sepolti nel crollo del palazzo «Restiamo pacifisti» E si immola col fuoco CHENNAI — Un centinaio di persone sono intrappolate per il crollo di una palazzina a Chennai (l’ex Madras), nel Sud dell’India. Sono già 26 le vittime accertate, cinque i bambini. Cinque dirigenti di una compagnia di costruzioni sono stati fermati. Il palazzo è collassato quando decine di operai vi lavoravano, mentre le piogge monsoniche si abbattevano sull’area. Un altro edificio di quattro piani è crollato a New Delhi, causando la morte di 11 persone. Anche qui, arrestati alcuni dirigenti della società edile. TOKYO — Un giapponese si è dato fuoco a Tokyo dopo aver pronunciato un discorso contro il progetto del premier Abe per riformare la Costituzione pacifista. L’uomo, sui 50 anni, si è cosparso il corpo di benzina in uno dei quartieri commerciali più frequentati della capitale mentre diverse persone scattavano foto per postarle subito dopo su Internet. L’uomo è stato portato in ospedale in gravi condizioni. Il tragico episodio è avvenuto vicino alla frequentatissima stazione di Shinjuku, sopra un ponte pedonale. Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Esteri 13 italia: 51575551575557 # La storia L’autobiografia è diventata un bestseller. Ma la sua denuncia del corto circuito tra magistratura e media per ora non ha scosso il sistema Il caso Wulff: ascesa, caduta e vendetta del presidente che accusa la Germania Ha perso il potere e la moglie, era innocente. Ora attacca stampa e giudici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Chi ha paura di Christian Wulff? Non tutti, almeno a giudicare dalle apparenze. Poche settimane dopo il suo epilogo, il caso dell’ex presidente costretto a lasciare l’incarico per una serie di scandali, veri o presunti, e poi totalmente prosciolto dalla magistratura (che ha anche rinunciato a presentare appello), sembra destinato ad essere digerito senza pesanti complicazioni. La carriera Nonostante la furibonda offensiva, pensata per lasciare il segno, che il grande inquisito ha lanciato contro la stampa e contro la giustizia. Il «Kennedy tedesco», come lo chiamavano, è ora un uomo solo che cura le molte ferite con la medicina della vendetta. Ha perso la seconda moglie, quindici anni più giovane di lui, che lo ha lasciato dopo la conclusione della sua avventura istituzionale. Con la fine del loro matrimonio, avvenuta tra dimissioni e assoluzione, era comunque calato il sipario su un’epoca minore. Quella di una Germania «carina», amante dei privilegi Presidenza del potere, in cui il tatuaggio tribale sul Christian Wulff, braccio destro della bionda Bettina, ac55 anni, cusata perfidamente di avere fatto in cristianopassato la escort, era diventato un po’ il democratico, nuovo simbolo dello Schloss Bellevue, presidente della il Quirinale berlinese. Germania dal Ganz oben, ganz unten (Molto in al2010 al 2012 to, molto in basso), il suo libro di meAccuse morie, si vende bene. È al primo posto L’ex «Kennedy nella saggistica. Ma Wulff non è riuscitedesco» si era to a ottenere quella incondizionata sodimesso per le lidarietà che sperava di ricevere. Con inchieste a suo l’eccezione di un uomo dalla lingua tacarico. Il gliente come il socialdemocratico Peer tribunale di Steinbrück, rivale di Angela Merkel Hannover lo ha nelle ultime elezioni, il mondo politico poi giudicato ha sostanzialmente guardato dall’altra per il conto di un parte. E il sessantasette per cento dei albergo pagato cittadini interpellati da un sondaggio da un dell’Istituto Forsa continua a ritenere produttore in «giusta» la scelta di fare un passo incambio di un dietro, presa nel pieno di una tempesta aiuto. Cadute le che aveva scosso, nel febbraio 2012, altre una nomenklatura meno solida di imputazioni (un quello che si può comunemente riteneprestito e un re. mutuo ottenuti Wulff non ha risparmiato le bordate a condizioni di e non ha nascosto i risentimenti. «Sarei favore) anche oggi la persona giusta nell’incaLa moglie rico di presidente», ha detto, mancanBettina lo ha do forse di rispetto al suo successore, lasciato dopo le l’ex pastore evangelico e leader del disdimissioni senso nella Ddr Joachim Gauck, e irriIl libro tando anche coloro che avevano salutaGanz oben, ganz to con favore la avvenuta riabilitazione. unten (Molto in Insomma, ha sguainato la spada. Sono alto, molto in ormai lontani i giorni dell’orgoglio sibasso) si vende lenzioso. Quando fu assolto, qualche bene in mese fa, si limitò a dichiarare, uscendo Germania dal tribunale di Hannover, che sarebbe tornato a prendere i figli a scuola «per far vivere loro un padre più sereno di quanto lo sia stato negli ultimi anni». «Sono stato vittima di una persecuzione», è invece il suo pensiero di adesso. In realtà, va ricordato che contro Wulff aveva resistito solo un’accusa delle tante che si erano succedute in quel terribile inverno. Il tribunale di Hannover lo ha giudicato, alla fine, per il conto di un albergo di Monaco, durante l’Oktoberfest, pagato dall’amico produttore cinematografico David Groenewold in cambio di una raccomandazione per il finanziamento di un film. Tutte le altre imputazioni erano già ca- Il referendum Affluenza record a Hong Kong In più di 800 mila, a Hong Kong, hanno partecipato al referendum simbolico organizzato da Occupy Central per chiedere il suffragio universale senza imposizioni di nomi. Il referendum è stato definito «nullo» da Pechino (nella foto Reuters l’attesa dei risultati). dute: un prestito e un mutuo a condizioni di favore per la costruzione di una villa (nessuna irregolarità, si accertò poi, almeno dal punto di vista penale), le vacanze pagate nell’isola di Sylt, i tanti favori ricevuti da un uomo che sembrava aver costruito, quando era alla guida della Bassa Sassonia, un sistema di potere ramificato. «Non ci sono prove», fu l’annuncio della Corte. L’onore perduto è stato restituito. Quali sono gli elementi principali della campagna dell’ex presidente? «Media e magistratura si sono passati a vicenda la palla», ha tuonato. Per molte settimane è effettivamente sembrato che la giustizia indagasse su quello che scrivevano i giornali e che i giornali pubblicassero rivelazioni trapelate durante le inchieste. Sono stati setacciati migliaia di file, esaminati quarantacinque conti bancari, controllate trentasette linee telefoniche e perquisite otto abitazioni. Il conto finale è di quattro milioni di euro. Quando la Procura di Hannover decise di chiedere la revoca della sua immunità la stampa lo seppe immediatamente. Wulff, dopo un colloquio con Angela Merkel (che lo aveva scelto due anni prima per togliersi di torno un rivale pericoloso nel partito, in grado anche di aspirare alla cancelleria), non ebbe altra possibilità che fare le valigie. La sua presidenza è durata 598 giorni. Adesso c’è però anche spazio per alcuni spunti di autocritica. Ammette di avere sbagliato andando in vacanza con un imprenditore. Definisce «un errore fatale» la telefonata al direttore di Bild Kai Diekmann e il messaggio lasciato sulla segreteria telefonica del giornalista in cui minacciava «una guerra» se l’in- Addio Christian Wulff, oggi 55 anni, quando era presidente e sposato con Bettina, la seconda moglie 15 anni più giovane chiesta sul prestito fosse stata pubblicata. Fu quell’episodio, che sollevò le proteste dei media, a rappresentare una svolta irreversibile nelle fortune del numero uno della Bundesrepublik. La guerra è arrivata veramente, ma molto più tardi. Wulff ricorda ora con rabbia, per esempio, che i giornali continuarono a colpirlo perfino all’indomani della sua uscita di scena, quando furono in molti a chiedersi se non fosse opportuna una revoca del vitalizio presidenziale. L’offensiva lanciata dal cinquantacinquenne ex «cavallo di razza» cristiano-democratico è stata accolta con un iniziale fuoco di sbarramento. «Respingiamo le accuse contro la stampa» fu il secco comunicato della Djv, l’associazione tedesca dei giornalisti. Toni più duri quelli di Meedia.de, secondo cui gli ultimi sviluppi della vicenda hanno confermato che «la presidenza Wulff è stata uno sbaglio». Modulata la posizione di Der Spiegel. Il settimanale di Amburgo ha riconosciuto che gli attacchi dell’ex presidente alla stampa «sono comprensibili dal suo punto di vista», ma ha aggiunto che le dimissioni erano indispensabili. Chi dispone di una buona memoria, nel mondo giornalistico tedesco, ricorda che l’allora governatore della Bassa Sassonia garantì di non avere mai avuto «nessun rapporto» con l’uomo d’affari che gli aveva anticipato il prestito di 500.000 euro utilizzato per comprare la casa nuova. Una bugia, detta per di più intervenendo nel Parlamento regionale, che continua ancora adesso a pesare. Se questo è vero, è vero anche che la vicenda deve essere valutata in tutti i suoi risvolti. Ha interpretato questa esigenza la Süddeutsche Zeitung, secondo cui i media si sono rifiutati di provare a chiarire se sia stato Wulff o siano stati loro a «sbagliare tutto». «Forse — ha aggiunto il quotidiano — la verità come spesso accade sta nel mezzo». Fin qui i giornali. Ma il vero protagonista di una discussione che forse non è mai decollata è stato Steinbrück, convinto che «la lama affilata della libertà di stampa si sia trasformata in uno strumento di tortura». L’ex ministro delle Finanze (il cui intervento è apparso su Die Zeit, affiancato da un articolo molto equilibrato) ha rimpianto di aver perduto il momento giusto per «fare un gesto» nei confronti del suo antico avversario e ha definito «sorprendente» il «ruolo passivo» svolto dalla classe politica. In questo dramma teatrale, recitato dai poteri tedeschi, il palcoscenico rischia quindi di rimanere vuoto. Lo avevano riempito, in un giorno di gennaio del 2012, i manifestanti che sfilavano con le scarpe in mano di fronte alla residenza presidenziale per invocare le dimissioni del suo inquilino. Una immagine, questa, che Wulff non dimenticherà mai. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA Kennedy a Bellevue Era il «Kennedy tedesco». Il tatuaggio al braccio di Bettina, di 15 anni più giovane, era diventato il simbolo di una Germania moderna e «carina» Il processo Sono stati esaminati 45 conti bancari, controllate 37 linee telefoniche, perquisite 8 case: l’inchiesta è costata 4 milioni. Alla fine, la Procura ha rinunciato all’Appello COMUNE DI TARANTO Il ripudio Christian Wulff era stato scelto dalla Cancelliera in persona per la presidenza. Un modo, secondo i maligni, per non avere un rivale nel partito. Caduto in disgrazia, Merkel non lo ha difeso Prima donna in 400 anni Una compositrice alla corte di Elisabetta LONDRA — Una donna è stata scelta per la prima volta in 400 anni come compositore reale della corte inglese. Si tratta della musicista classica Judith Weir, 60 anni, fortemente voluta dalla regina Elisabetta. Come ha scritto ieri il Sunday Times, andrà a sostituire Sir Peter Maxwell Davies che ha lasciato il posto dopo 10 anni di onorata carriera al servizio di sua Maestà. L’annuncio ufficiale verrà dato da Buckingham Palace il prossimo mese. Elisabetta chiama così un’altra donna fra gli intellettuali più importanti di Palazzo. Nel 2009 era stata la volta di Carol Ann Duffy, la prima in 341 anni di storia a diventare poeta ufficiale del Regno Unito. Il ruolo di Weir a Palazzo sarà molto importante: dovrà comporre le musiche per ogni tipo di evento, dalle celebrazioni, ai matrimoni fino ai funerali, lungo un mandato che ha durata decennale e che un tempo era a vita. In passato l’artista, che ha lavorato per le orchestre sinfoniche di Birmingham, Boston e della Bbc, si è battuta per le donne, chiedendo per loro ruoli femminili diversi nelle opere sinfoniche e non solo quelli di figure tragiche condannate a morti cruente. SERVIZIO APPALTI E CONTRATTI Via Plinio n. 75, 74121 TARANTO Tel. 099.4581926-948; fax 099.4581999 e-mail: [email protected] BANDO DI GARA PER ESTRATTO Il Comune di Taranto, in esecuzione in esecuzione alla Determinazione Dirigenziale n. 166/2014 emessa dalla Direzione PUBBLICA ISTRUZIONE CULTURA SPETTACOLO SPORT deve procedere all’esperimento di una procedura aperta, da tenersi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per l’affidamento, in regime di concessione, della GESTIONE DELL’IMPIANTO SPORTIVO POLIVALENTE CENTRO SPORTIVO MAGNA GRECIA (Appalto n. 17/2014 - CIG: 5726802283)”. La durata della concessione è fissata in anni 5. Canone annuo di concessione, oltre IVA, posto a base di gara: € 90.444,00#, soggetto ad aumento percentuale. Gli interessati, in possesso dei prescritti requisiti, devono inoltrare la propria offerta secondo le modalità ed i termini riportati nel relativo Bando di Gara Integrale pubblicato a decorrere dal 17 Giugno 2014 all’Albo Pretorio - On Line di questo Comune e sul sito internet www.regione.puglia.it; lo stesso Bando di Gara unitamente al Disciplinare di Gara e sua modulistica, al Capitolato Speciale e relativa Planimetria ed il Protocollo di Legalità, sono disponibili sul sito internet istituzionale www.comune.taranto.it BANDI CONCORSI AVVISI. Termine ultimo per la ricezione delle offerte: ore 12,00 del giorno 28 Luglio 2014. Responsabile del Procedimento: Dott.ssa Anna Pia CITO - Direzione PUBBLICA ISTRUZIONE CULTURA SPETTACOLO SPORT (tel. 099.4581726/731). Firmato Il Responsabile del Servizio Appalti e Contratti dott. Michele MATICHECCHIA COMUNE DI SALA CONSILINA Provincia di Salerno C.A.P. 84036 Bando di gara - Lavori di: “Riqualificazione energetica casa comunale”. Stazione Appaltante: Comune di Sala Consilina (SA) Via Mezzacapo, 44, tel. 0975/525262 fax. 0975/525268. Procedura di Gara: Procedura aperta ai sensi dell’art. 55 D.Lgs n. 163/06. Importo lavori: 644.968,22 Euro di cui non soggetti a ribasso Euro 92.900,31. Requisiti Richiesti: Cat. Prev. OG1 Cl. III. Termine: 242 giorni. Finanziamento: Poin Energie Rinnovabili Risparmio Energetico 2007/2013. Scadenza offerte: 05/08/2014. Apertura offerte: 07/08/2014. Resp.le del Proc.to: geom. Vito Lavista. Il bando integrale, unitamente al disciplinare ad alla domanda e disponibile sul sito internet: http://www.salaconsilina.gov.it. Il dirigente dell’area tecnica ing. Attilio De Nigris 14 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Cronache Roma A casa l’imprenditrice scomparsa L’omicidio di Yara Le lame analizzate dagli uomini del Ris Esami su due coltelli trovati fra gli attrezzi sequestrati a Bossetti «Volevo trovare pace e serenità». Per questo chiedeva la grazia alla Madonna. È il racconto di Maria Stella Giorlandino, l’imprenditrice della sanità romana di cui si erano perse le tracce da tre giorni, tornata a casa dopo essere stata ritrovata a Pompei (a sinistra accompagnata dalle forze dell’ordine, Photomasi). «Sono felice di riabbracciare mio figlio», ha detto varcando la porta della sua villa. Ma sulla vicenda la Procura di Roma vuole indagare ancora e convocherà la Giorlandino. I pm vogliono verificare se dietro al suo gesto vi siano questioni personali o aspetti penalmente rilevanti Le tracce di calce: indagini su un cantiere Spuntano due lame sospette dagli attrezzi di Massimo Bossetti, sequestrati dal Ris di Parma. Due coltellini piuttosto corti, che potrebbero corrispondere alle dimensioni indicate dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo e messe nero su bianco dal gip Ezia Maccora nella sua ordinanza: uno spessore minimo di 0,2 millimetri e una lunghezza di almeno due centimetri. Dettagli rilevati grazie a uno studio approfondito delle ferite sul corpo di Yara Gambirasio: il cadavere «presenta almeno otto lesioni da taglio e una da punta e taglio, al collo, ai polsi, al torace, al dorso e alla gamba destra, senza che vi siano presenti lesioni tipicamente da difesa». Una di quelle due lame, trovate forse in una vecchia legnaia sul retro dell’abitazione di Mapello, può essere l’arma utilizzata per seviziare la giovane vittima? L’assassino non ha semplicemente colpito Yara con un oggetto contundente. Ha infierito sul suo corpo, probabilmente quando la ragazzina era già pri- Con il «Corriere» In edicola il libro sul caso La storia di Yara, la caccia all’assassino, gli errori nell’inchiesta fino alla svolta, dopo quattro anni, grazie alla più grande indagine basata sul Dna mai compiuta in Italia. Le firme del Corriere della Sera ripercorrono la storia del delitto nel libro che sarà in edicola da domani, martedì 1° luglio a 6,90 euro, oltre il prezzo del quotidiano. © RIPRODUZIONE RISERVATA va di sensi: quasi una pratica sadica, con la punta di un coltellino che non è mai andata troppo a fondo, tanto che la lunghezza delle lesioni rilevate non va oltre i due centimetri. Sarà il Ris a dire se sui due coltelli sequestrati, in mezzo a tanti altri attrezzi, è possibile trovare tracce biologiche utili per l’inchiesta, anche se il pessimismo in questo caso è d’obbligo, essendo passati più di tre anni e sette mesi dall’omicidio. Ma in seconda battuta potrebbe essere l’anatomopatologa a esprimere un parere sulla compatibilità tra le ferite sul corpo di Yara e le lame ora in possesso degli inquirenti. La ricerca di nuove prove scientifiche prosegue a ritmo serrato: domani a Parma, in contraddittorio tra le parti — quindi anche in presenza del genetista Giorgio Portera per la famiglia Gambirasio e degli avvocati del presunto assassino — i carabinieri del Ris analizzeranno con ogni tipo di tracciante a disposizione la Volvo grigia familiare e il furgone Iveco di pro- prietà di Massimo Bossetti. Ma l’attenzione è anche concentrata su un cantiere che potrebbe offrire un’ulteriore svolta all’inchiesta: quello di Palazzago, a soli sette chilometri da Brembate Sopra, dove il carpentiere di Mapello aveva lavorato dalla fine dell’estate 2009 all’agosto del 2011, per la costruzione di tre villette. Gli inquirenti non chiedono ai titolari del cantiere di ricordare solo gli atteggiamenti di Bossetti, in carcere dal 16 giugno. Il tentativo di polizia e carabinieri, che lavorano a squadre miste sul territorio (anche in questo, for- se, l’inchiesta è unica nel suo genere), è ricostruire un elenco dettagliato dei materiali utilizzati per le abitazioni a Palazzago. Sul corpo, sui vestiti e nell’albero bronchiale di Yara, erano state infatti rilevate polveri riconducibili a calce: tracce rimaste sulla vittima a causa della pressione esercitata dall’assassino, ma non sufficienti a svelare le impronti digitali. L’obiettivo è quindi scovare in quale cantiere quella particolare calce sia stata utilizzata: un lavoro non facile, nel caso di Palazzago, dove le villette furono consegnate quasi tre anni fa. Si cerca- L’inchiesta Si cerca tra le fatture di acquisto dei materiali per le villette alle quali lavorò il muratore Palazzago Il presunto assassino è stato impegnato a Palazzago da fine estate 2009 all’agosto 2011 no le fatture d’acquisto dei materiali, che potrebbero regalare nuovi riscontri. Mentre prosegue la lunga ricostruzione della personalità dell’assassino, che potrebbe aver mentito sulla sua passione per le lampade abbronzanti: «Non ne avevo bisogno». In realtà, anche il 13 giugno, appena tre giorni prima del fermo, curava la sua tintarella al centro «La Playa» di Curno, alle porte di Bergamo. «Veniva qui tre volte alla settimana», dicono i gestori. Una bugia inutile, almeno in apparenza. Armando Di Landro © RIPRODUZIONE RISERVATA Imola Il carabiniere ferito il 28 aprile 2013 davanti a Palazzo Chigi Il ritorno alla vita di Giangrande: «Voglio mostrarmi come sono» Insieme Giuseppe Giangrande, 52 anni, ferito davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile 2013, ieri con la figlia Martina, 24 anni, all’inaugurazione di un giardino per la riabilitazione dell’istituto dov’è ricoverato (foto Marco Isola) «È una doppia promozione», hanno commentato sorridendo alcuni carabinieri dopo aver visto il collega parlare con i giornalisti e intrattenersi con gente sconosciuta che si avvicinava per salutarlo come si fa con gli amici. Perché Giuseppe Giangrande, il sottufficiale ferito nell’attentato del 28 aprile 2013 davanti a Palazzo Chigi, non ha avuto soltanto l’onore di un passaggio di gradi (è stato promosso maresciallo per meriti speciali), ma sabato, dopo più di un anno, per la prima volta ha avuto la forza di mostrarsi in pubblico e ha partecipato all’inaugurazione del nuovo parco attrezzato e del giardino per la riabilitazione dell’istituto di Montecatone, nell’Imolese, dove è stato ricoverato nuovamente da febbraio. «Ringrazio di cuore tutti gli operatori del centro — ha detto Giangrande —. Sono stati straordinari. Le mie condizioni non facevano sperare nulla di buono ma loro si sono prodigati, hanno fatto cose grandi. E poi mi ha colpito il clima di solidarietà, con i malati e i loro parenti. Che dire ancora? Devo solo ringraziare, ringraziare, ringraziare». Il maresciallo Giangrande era accompagnato dalla figlia La promozione Prima apparizione in pubblico: «Sono stanco ma mi sono divertito» Promosso maresciallo Martina, una ragazza eccezionale, che segue il babbo continuamente. L’ha assistito nella casa di Prato e continua a farlo adesso nel centro di riabilitazione. «Questa inaugurazione è stata anche una scusa per mettere mio padre alla prova — racconta Martina — e si è rivelata un punto di svolta. Adesso babbo si sente meglio, è pronto ad affrontare quella che sarà la sua vita. Il passo che gli mancava in più era quello di affrontare la normalità, le cose di tutti i giorni, gli altri». L’esame Giangrande l’ha superato. Anche se, come racconta la figlia, a metà pomeriggio era distrutto dalla fatica. «Devo imparare a vedermi e farmi vedere così some sono ora. Sono stanco ma mi sono divertito», ha confessato a Martina. Il nuovo ricovero di febbraio doveva protrarsi tre o quattro mesi. «Poi sono arrivate complicazioni e imprevisti e non sappiamo quando potremo tornare a Prato — spiega Martina, che ha affittato un appartamento a Imola —. Speriamo presto perché credo che entrambi ci siamo meritati un po’ di tranquillità». Marco Gasperetti © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Il giallo Sulla bicicletta nera vista da una testimone davanti alla casa del delitto sarebbero stati montati parti di un altro mezzo, già requisito, su cui era stato trovato il Dna della vittima C’è una bicicletta nera da donna che una testimone vede davanti alla villetta di un delitto. Ce n’è un’altra bordeaux che su un pedale ha le tracce biologiche della vittima. E sette anni dopo l’omicidio c’è un colpo di scena. Questa storia comincia nella sede di una storica azienda di Monza che costruisce biciclette, la Umberto Dei. L’amministratore delegato della società ha davanti l’avvocato Gian Luigi Tizzoni ed è al telefono con un tecnico del suo magazzino. La voce che arriva dall’altro capo del filo gli sta dicendo che sì, tutto coincide. I pedali di cui parla l’avvocato sono proprio quelli che da sempre loro montano sul modello Giubileo da uoLa vicenda mo. Si chiamano Union. Non c’è margine di dubbio. Sigle, gomma, catarifrangenti, scritte, forma, misure: torna proprio tutto. Tutto, tranne un dettaglio fondamentale. E cioè il fatto che quei pedali non sono stati trovati sulla Umberto Dei da uomo bordeaux, dove aveva senso che fosIl delitto sero, appunto, ma Il 13 agosto 2007 sulla più modesta LuChiara Poggi, 26 anni xury nera da donna (foto sopra), viene che, di suo, dovrebbe uccisa nella sua avere pedali di una livilletta di Garlasco nea ben più sportiva. (Pavia). Il fidanzato Stiamo parlando Alberto Stasi, allora dell’omicidio di Chia24enne laureando ra Poggi, a Garlasco, e alla Bocconi, dà delle due biciclette di l’allarme dopo aver Alberto Stasi, suo fiscoperto il cadavere. danzato e da sempre Ma per l’accusa unico sotto accusa l’assassino è lui per il delitto. La doIl processo manda è: perché mai i Il 17 dicembre 2009 pedali «Union» di il gup di Vigevano quella più preziosa Stefano Vitelli, dopo sono stati montati una battaglia di sull’altra? Dettaglio perizie, assolve Stasi, non di poco conto daimputato di omicidio vanti al quale si povolontario: indizi trebbe ipotizzare che contraddittori e qualcuno li abbia insufficienti scambiati. Per quale L’appello motivo? Il 7 dicembre 2011 la In una memoria Corte d’assise che l’avvocato Tizzod’appello di Milano ni, per conto della faconferma miglia Poggi, ha apl’assoluzione. Per i pena depositato alla giudici «la verità è Corte d’appello (dorimasta sconosciuta v’è in corso il nuovo nei suoi molteplici processo contro Alfattori» berto dopo due assoIl ricorso luzioni e la sentenza Parte civile e Procura della Cassazione che generale di Milano ha ordinato ai giudici presentano ricorso in di riaprire il caso) tutCassazione e la Corte ta questa faccenda dei il 18 aprile 2013 lo pedali viene riassunta accoglie rinviando con una sola spiegaStasi di nuovo a zione: sono stati inprocesso vertiti. O quantomeno: quelli montati sulla bicicletta bordeaux — che si chiamano Wellgo e sui quali c’erano tracce del Dna di Chiara — non erano gli originali, trovati invece sulla Luxury nera. Quindi la nuova ricostruzione che la parte civile ha messo a punto (e che in teoria anche il sostituto procuratore generale Laura Barbaini dovrebbe sostenere in aula) è la seguente: quella mattina Alberto ha usato la bicicletta nera per andare da Chiara, tornando a casa dopo averla uccisa ha lasciato sul pedale tracce del sangue di lei (i consulenti di Alberto negano che sia sangue), dopodiché, sapendo di una testimone che raccontava della bicicletta nera, ha scambiato i pedali Cronache 15 italia: 51575551575557 2 Il confronto Sone due le biciclette sequestrate ad Alberto Stasi: una nera da donna, che una vicina ha detto di aver visto davanti alla casa di Chiara Poggi il giorno dell’omicidio, e una bordeaux da uomo 1 La «Luxury» nera da donna è stata requisita un mese e mezzo fa, sette anni dopo il delitto. Montava i pedali usati sulle «Umberto Dei» I pedali «Union» di serie sulla «Umberto Dei - Giubileo» La «Umberto Dei - Giubileo» bordeaux da uomo è stata sequestrata questrata sette giorni ni dopo la morte di Chiara. Sui pedali c’erano tracce biologiche logiche della vittima ma I pedali «Wellgo» con il Dna di Chiara Poggi che erano sulla bici bordeaux Alberto Stasi, imputato nel secondo processo in Corte d’appello dopo due assoluzioni CORRIERE DELLA SERA Garlasco, dopo sette anni la scoperta: «Scambiati i pedali delle bici di Alberto» La memoria depositata dai legali della famiglia di Chiara Poggi convinto che gli inquirenti avrebbero sequestrato proprio quella nera da donna, visto che la testimone ne parlava, e non quella bordeaux che nessuno aveva collocato sulla scena del delitto. E invece no. Per una serie incredibile di passaggi decisi da chi ha indagato e che visti oggi sembrano uno più illogico dell’altro, sette giorni dopo l’omicidio viene requisita proprio la Umberto Dei bordeaux. E non quella nera. Che soltanto dopo sette anni, un mese e mezzo fa, i giudici fanno sequestrare e portare in aula. Perciò solo adesso è stato possibile osser- varla da vicino e scoprire che aveva «addosso», diciamo così, i preziosi pedali Union dell’altra: dettaglio certificato da documenti dell’azienda produttrice ora allegati agli atti del processo. Il pasticcio infinito di questa bicicletta, è nato lo stesso giorno dell’omicidio, il 13 agosto del 2007. Chiara, 26 anni, viene trovata morta, con la testa sfondata, in fondo alle scale che portano in cantina, nella sua villetta di Garlasco. La trova Alberto, allora 24enne laureando alla Bocconi. Nel pomeriggio dello stesso giorno Franca Bermani, madre di una vi- Il nuovo processo In Corte d’appello è in corso il nuovo processo dopo 2 assoluzioni e la sentenza della Cassazione che ha fatto riaprire il caso cina dei Poggi, racconta ai carabinieri di aver visto davanti alla casa del delitto una «bici nera da donna con portapacchi posteriore» in una fascia oraria che poi risulterà compatibile con quella dell’omicidio. In caserma i genitori del ragazzo spiegano, in verbali separati, di avere tre biciclette: una Umberto Dei bordeaux, una grigia e una nera da donna. Mentre Alberto alla stessa domanda dice: abbiamo tre bici, una Umberto Dei bordeaux e altre due, una grigia e una rossa in soffitta. La nera non la cita (la Cassazione dirà poi che quest’omissione era un «potenziale indizio» contro di lui). Il giorno dopo, mentre giornali e televisioni parlano della testimone e della bicicletta nera, il maresciallo della locale stazione dei carabinieri, Francesco Marchetto, scrive un’annotazione di servizio nella quale racconta: assieme al padre di Alberto, Nicola (morto a fine 2013 per un malattia) sono andato nella sua officina a controllare la bicicletta nera da donna della famiglia Stasi e ho deciso di non sequestrarla perché «non corrispondeva alla descrizione della testimone». Però il maresciallo Marchetto non era presente durante la deposizione della teste, anche se poi, durante il processo di primo grado, ha giurato il contrario davanti al giudice. Può darsi che avesse let- La denuncia I genitori della ragazza hanno denunciato per falsa testimonianza il maresciallo che decise di non requisire la due ruote nera to il verbale. La cosa certa è che un reperto potenzialmente così importante è stato lasciato fuori dall’indagine per presunte discrepanze — così ha spiegato il militare — su dettagli come le molle sotto la sella e il cestino. E ancora: il sottufficiale ha giurato per quattro volte in aula che la bici vista da lui non aveva il portapacchi. E invece si scopre, adesso che è stata portata davanti ai giudici del nuovo processo, che il portapacchi c’era e aveva anche il mollettone descritto dalla testimone, quello per tenere fermi i giornali. Giuseppe e Rita Poggi hanno denunciato il maresciallo per falsa testimonianza (il processo è ancora aperto) convinti che, dopo la deposizione della signora Bermani, davanti a una bicicletta nera da donna il sequestro fosse praticamente obbligatorio. Ora, può anche darsi che alla fine di tutto il percorso giudiziario biciclette e pedali si rivelino ininfluenti. O che Alberto Stasi possa chiarire come, quando e perché i pedali della Umberto Dei sono finiti sulla bici nera. Ma, comunque vada a finire, il caso Garlasco oggi ha una certezza: la «bicicletta nera da donna» doveva entrare nelle indagini il 13 agosto del 2007. Giusi Fasano RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Cronache Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Vaticano «I comunisti? Ci hanno rubato la bandiera dei poveri» Francesco e la vocazione «Per il Papa è definitiva e finisce nella tomba» Ai vescovi: state lontano dal potere ROMA — Nell’occasione solenne della Festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, di cui il Papa è vescovo (ed è Papa proprio in quanto vescovo di Roma) Francesco ha imposto il pallio a 24 nuovi arcivescovi metropoliti. Cioè ha messo loro indosso — durante la messa nella Basilica — un paramento liturgico costituito da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle, che rappresenta la pecora che il pastore porta sulle sue spalle. Anche in questa celebrazione Bergoglio non ha mancato di dare una sua precisa indicazione: ha scelto di indossare «il vecchio pallio», quello usato dai pontefici fino a Giovanni Paolo II, in tutto uguale a quel- lo degli altri vescovi metropoliti, quindi fatto allo stesso modo, ad Y, della stessa larghezza e con le sei croci,che indicano le piaghe di Cristo, nere, e non più rosse, come prevedeva la variante introdotta da Benedetto XVI. E ha, ancora una volta, esortato i vescovi a rimanere lontani dal potere. In sacrestia — riferisce l’arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini — «ha Nella Basilica Il cardinale Comastri: scherzando mi ha detto dove vuole essere sepolto a San Pietro risposto a una mia lettera invitando discutere in Calabria la sospensione della figura dei padrini nei battesimi e nelle cresime, per evitare le strumentalizzazioni delle cosche». Alla vigilia della celebrazione, invece, Francesco ha parlato della vocazione «definitiva» del Papa. Come uomini di oggi «abbiamo paura del definitivo», ha detto. Ma «per scegliere una vocazione, una vocazione qualsiasi, anche quelle vocazioni “di stato”, il matrimonio, la vita consacrata, il sacerdozio, si deve scegliere con una prospettiva del definitivo». «Su questo aspetto del definitivo — ha aggiunto Francesco — credo che uno che ha più sicura la sua strada San Pietro Papa Francesco tra i porporati per l’imposizione del pallio a 24 nuovi arcivescovi metropoliti (foto Giuseppe Lami/Ansa) definitiva è il Papa!». «Perché il Papa? Dove finirà il Papa?», si è chiesto sorridendo. «Lì, in quella tomba, no?», ha risposto indicando la Basilica di San Pietro nelle cui Grotte vengono sepolti i Papi. Con una battuta, insomma, Bergoglio è sembrato profilare un’opinione contraria alla possibilità di dimissioni. Rispondendo a una domanda dei giornalisti sul volo di ritorno dalla Terra Santa, era stato lui stesso a lasciare aperta questa «porta», non escludendo che dopo Benedetto XVI potrebbero esserci altri Papi emeriti. «Io credo che un Vescovo di Roma, un Papa che sente che le sue forze vengono meno — perché adesso si vive tanto tempo — deve farsi le stesse domande che si è posto Papa Benedetto», aveva detto. Ribadendo lo stesso concetto nell’ampia intervista al quotidiano spagnolo La Vanguardia. Incontrando però il 7 giugno le società sportive italiane aveva chiesto: «Pregate per me perché possa fare questo gioco fino al giorno in cui il Signore mi chiamerà a sé». «Il Papa da vero credente ha sempre presente il pensiero della morte», ha commentato a Tgcom24 il cardinale Angelo Comastri, arciprete di San Pietro. «Qualche giorno fa — ha rivelato —, eravamo insieme in Basilica e passando vicino alla cappella dov’era sepolto Giovanni Paolo II, mi ha detto un po’ scherzosamente, ma credo che sotto sotto il suo pensiero fosse ben chiaro: “Mi raccomando quella lasciatela per me”». Il vescovo di Roma ha confessato di conoscere poco la sua città. E addirittura ha rivelato — in una lunga intervista al Messaggero — di aver visto la Cappella Sistina «per la prima volta quando ho preso parte al conclave che elesse Benedetto XVI (2005, ndr). Non sono nemmeno mai stato ai musei». Quanto al fatto che l’Economist l’ha paragonato a Lenin, per il suo amore per i poveri Francesco ha commentato: «Io dico solo che i comunisti ci hanno derubato la bandiera. La bandiera dei poveri è cristiana». «Sono così entusiasta della sua umanità», ha dichiarato, in un’intervista a Sky News, parlando di Francesco, Elton John. «Riconduce le cose all’essenziale». M.Antonietta Calabrò Le nomine I palli donati a 24 arcivescovi All’inizio della messa in basilica per la festa dei santi apostoli Pietro e Paolo, protettori di Roma e della Sede Apostolica, ieri papa Francesco ha benedetto i «palli» che poi ha donato a 24 arcivescovi metropoliti di tutto il mondo da lui nominati negli ultimi 12 mesi Il simbolo del compito pastorale Il pallio è una stretta fascia di stoffa, larga cinque centimetri, tessuta in lana bianca, incurvata così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la pianeta o la casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro. Rappresenta la pecora che il pastore porta sulle spalle simbolo del compito pastorale Tra i nominati due italiani Tra i ventiquattro arcivescovi nominati che riceveranno il pallio due sono italiani: Giuseppe Fiorini Morsini, di Reggio Calabria-Bova e Marco Arnolfo di Vercelli. Altri tre arcivescovi riceveranno il pallio nelle loro sedi, impossibilitati ad andare a Roma © RIPRODUZIONE RISERVATA Fuga di notizie su Schumi la pista dei barellieri svizzeri Due settimane fa qualcuno, sotto lo pseudonimo «Kagemusha», ha offerto via email a varie testate editoriali notizie riservata sulle condizioni di salute di Michael Schumacher per circa 48 mila euro. La famiglia ha subito minacciato denunce e si è aperta un’inchiesta, ieri è arrivata una svolta. «Kagemusha», chiunque sia, sente quasi certamente il fiato degli investigatori francesi sul collo. Il ladro di informazioni riservate non sarebbe più da cercare tra le mura del gigantesco ospedale Nord di Grenoble, che il campione ha lasciato due settimane fa, dopo sei mesi di coma, per cominciare la riabilitazione in Svizzera. Per il procuratore di Grenoble, Jean-Yves Coquillat, che conduce l’indagi- ne, la fuga di notizie è avvenuta grazie a una lettera di 12 pagine, preparata dai medici francesi per i colleghi svizzeri, che viaggiava con Schumacher nel trasferimento al centro universitario di Losanna. Un viaggio di 200 chilometri e, dunque, un ambiente ben più ristretto entro il quale identificare l’autore del «colpo». I sospetti si orientano sui lettighieri del servizio svizzero di Visp, nel Canton Vallese, incaricato del delicato trasferimento. La lettera potrebbe essere stata riprodotta sull’ambulanza. Ma i barellieri avevano dovuto consegnare i telefonini prima ancora di sapere chi fosse il paziente da trasportare. Protetto anche lui da uno pseudonimo: Jeremy Martin. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 L’intervista Cronache 17 italia: 51575551575557 I genitori mancati: i bimbi hanno il nostro Dna e noi non ci arrendiamo, abbiamo chiesto al Tar di conoscere il nome della signora che ha ricevuto l’impianto «I nostri gemelli nel grembo di un’altra Il parto si avvicina ma speriamo ancora» ROMA — «Ma quale estate... Per noi le stagioni non esistono più. Da quel giorno tutto è uguale, grigio e doloroso. Ci hanno fatti sedere davanti a una scrivania e ci hanno detto, ci dispiace cari signori, c’è stato un errore, i vostri embrioni sono stati dati a un’altra coppia, arrivederci e grazie. Piangiamo molto, tutti e due. Stiamo stati abbandonati a noi stessi, dalle istituzioni e dallo Stato. Ed è questo che ci ferisce di più». Quel giorno è il 17 aprile, un mercoledì che ha cambiato la vita di Angelica e Michele (ma non sono i loro nomi reali, preferiscono tutelare la propria identità), i genitori biologici di due gemelli, un maschio e una femmina, che ora stanno crescendo nel grembo della donna sbagliata per uno scambio avvenuto all’ospedale Pertini, lo scorso dicembre, durante un trattamento di procreazione medicalmente assistita. Passeggiamo in loro compagnia lungo i viali di un parco al centro di Roma. Due persone semplici, ragionevoli e profondamente tristi. Non c’è luce nei loro sorrisi, di tanto in tanto gli occhi si velano di lacrime. Lei appare più forte e coraggiosa di lui che a tratti si commuove. Quando incrociamo un passeggino, si voltano istintivamente. Forse pensano a se stessi e a come sarebbero stati felici se tutto fosse andato come doveva. Parlano con pacatezza. Sembra quasi che non abbiano voglia di combattere per riavere i bambini la cui nascita è prevista tra agosto e settembre. Invece dietro l’aspetto mite si cela la determinazione di andare fino in fondo, soprattutto dopo la provvidenziale sentenza della Corte di Strasburgo. La scorsa settimana i giudici europei hanno condannato la Francia per aver proibito il riconoscimento legale della relazione tra un padre biologico e i figli nati con la maternità surrogata (o utero in affitto), praticata in una clinica americana. Secondo la Corte, la negazione del legame ha posto i bambini in una «situazione di incertezza legale che mina l’identità dei piccoli nella società». La storia di Angelica e Michele è diversa. Lo scambio di embrioni ha determinato quella che potrebbe essere considerata una maternità surrogata involontaria. Il risultato però è lo stesso. L’appartenenza biologica che rischia di non essere riconosciuta.Vi sentite rinfrancati da questa sentenza che riafferma il diritto dei neonati? «Rinfrancati è una parola grossa. Si riaccende però la speranza di riavere i nostri bambini. Noi abbiamo sempre pensato che i loro interessi dovessero essere messi al primo posto. E il loro bene è crescere nella loro vera famiglia, con i genitori che gli assomigliano e in cui si riconoscono perché hanno lo stesso naso, la stessa forma del viso, lo stesso modo di camminare. Perché privarli dei veri nonni? Dell’ambiente in cui se quell’errore non ci fosse SPAGNA Ovodonazione 6.000-6.500 Fivet e ovodonazione 8.000-9.000 Icsi e ovodonazione 9.000 le coppie italiane Gran Bretagna ND STATI UNITI* (Boston e New York) Ovodonazione 7.000 Fivet 8000 Icsi 8.500 Fivet e ovodonazione 18.000-20.000 Utero in affitto 40.000- 45.000 Diagnosi pre impianto oltre 2.000 Belgio 11% Svizzera 5070% 10-50% Stati Uniti ND Spagna 10-50% Gran Bretagna* Fivet 4.500-5.000 Fivet e ovodonazione 10.000 Icsi 7.500-9.000 Diagnosi pre impianto 9.000 Dati espressi in euro Belgio Turchia 10-20% Ovodonazione 5.500-6.500 Fivet e ovodonazione 8.000 Icsi e ovodonazione 9.000 Diagnosi pre impianto 3.000-3.500 ITALIA Grecia 12-15% GRECIA 11% le coppie italiane Ovodonazione 3.500 Fivet e ovodonazione 4.500 Icsi e ovodonazione 5.500 Fivet 4.500 Ovodonazione (non ammessa) Diagnosi pre impianto 1.500-2.000 12-15% 50-70% le coppie italiane 10-20% le coppie italiane le coppie italiane Svizzera Turchia Fonte: Corriere della Sera L’inchiesta 4 dicembre 2013 Il cognome simile e lo scambio 1 Cinque donne che devono sottoporsi alla fecondazione assistita si recano all’ospedale Pertini di Roma per il prelievo degli ovociti. Due giorni dopo vengono trasferiti gli embrioni. Si verifica uno scambio tra due pazienti che hanno cognome simile 15 gennaio 2014 Il test della villocentesi 2 Una delle donne coinvolte nello scambio dei tre embrioni prelevati dalla piastra appartenente all’altra scopre di essere incinta. Un mese dopo la donna esegue i test della villocentesi per accertare eventuali anomali del feto: scopre che gli embrioni non sono suoi 17 aprile 2014 L’esame del Dna scopre la verità 3 Si concludono le indagini che erano state avviate dalla Commissione di esperti per ricostruire quanto accaduto attraverso l’esame del Dna delle coppie coinvolte. Viene accertato che una donna aspetta due gemelli biologicamente appartenenti a un’altra Lo studio Coldiretti: spesa per hotel e ristoranti sopra la media Ue Vacanze in Italia, allarme prezzi Fare le vacanze in Italia è piu’ caro che nel resto d’Europa. Lo sostiene uno studio della Coldiretti, secondo cui nel nostro Paese «la spesa per hotel e ristoranti è superiore del 10 per cento rispetto alla media europea. L’Italia si classifica come la più costosa tra le diverse mete del mediterraneo». L’analisi della Coldiretti si basa sui dati Eurostat del 2013, ed evidenzia che a frenare gli incassi turistici in Italia è il sovrapprezzo che i vacanzieri nazionali e stranieri devono pagare. E se il Bel Paese offre servizi non sempre all’altezza a prezzi pepati, la classifica delle nazioni più convenienti per hotel e ristoranti, mette il Montenegro al primo posto, dove si paga il 37% in meno rispetto alla media comunitaria. Seguono *(ND: percentuale delle coppie italiane non disponibile) Il turismo procreativo D’ARCO Le vittime dello scambio di embrioni: vogliamo parlare con quella coppia Croazia (-26%), Portogallo (-23%), Turchia (-22%), Grecia (-12%) e Spagna (-9%). «Il Montenegro in 15 anni ha fatto passi da gigante: costa poco, buoni servizi e mare bello. Da noi la gente arriva ma i servizi non si evolvono» commenta Sofia Gioia Vedani, di Federalberghi Milano. Il dato risulta ancor più negativo per l’Italia se si pensa 10% La percentuale che i turisti pagano di più, rispetto alla media comunitaria, per hotel e ristoranti durante le vacanze in Italia che l’Europa resta, nonostante la crisi, una delle destinazione preferite del turismo internazionale (+5% nel 2013). Secondo l’Osservatorio Nazionale del Turismo lo scorso anno c’è stata una contrazione degli arrivi del 4,3%, che ha riguardato sia italiani (-8%) che stranieri (-0,2%). E per l’estate appena iniziata le previsioni sono di quelle che non faranno contenti gli albergatori: solo meno di un italiano su tre in vacanza alloggerà in hotel. Più gettonate, secondo Coldiretti, le abitazioni in affitto (19%), di proprietà (14%) o di parenti e amici (17%). A seguire i villaggi turistici (7%), i bed and breakfast (7%) e gli agriturismi (3%) che fanno segnare un aumento rispetto allo scorso anno. © RIPRODUZIONE RISERVATA stato sarebbero diventati grandi e che avrebbe influenzato il loro sviluppo culturale? Per poi un giorno dovergli rivelare la verità... No, tutto questo è profondamente ingiusto. Noi questi bambini li abbiamo desiderati, sono il nostro progetto di vita». Siete pronti a una battaglia legale? «Avremmo preferito la strada del dialogo con l’altra coppia e lo abbiamo cercato in tutte le maniere. Ma sono spariti e si sono sottratti alle nostre richieste non rispondendo a un’istanza da noi presentata all’ospedale Pertini dove chiedevamo che ci fossero comunicati i nominativi. Siamo convinti che se ci incontrassimo, noi quattro e basta, senza gli avvocati, potremmo trovare una soluzione, chissà. Il dialogo è importante. Invece ci hanno ignorati, sono fuggiti e non hanno pensato al bene dei gemelli che hanno dei veri genitori e siamo noi. Fossimo al loro posto non potremmo convivere col rimorso di coscienza di esserci presi ciò che non ci appartiene». Vi siete arresi di fronte alla loro volontà di nascondersi? «Macché arresi. Il termine dell’istanza scadeva la scorsa settimana. Abbiamo presentato un ricorso al Tar del Lazio dove chiediamo di poter conoscere il nome della signora nella quale erroneamente è avvenuto l’impianto di embrioni che hanno il nostro stesso Dna. Speravamo di non dover arrivare a tutto questo. Noi intendiamo far valere il diritto fondamentale a essere riconosciuti come genitori dei nostri figli. Ma prima di noi i bambini hanno diritto alla propria identità. Lei ci sente parlare come fossimo avvocati. Quanto avremmo desiderato non dover mai studiare leggi». Com’è la vostra vita adesso? «È una assenza di vita. Andiamo al lavoro indossando una maschera per non tradire le emozioni, tutto ci appare scialbo, piangiamo spesso. I bimbetti li sogniamo, cerchiamo di immaginarli, è come se li accarezzassimo. Il giorno del parto si avvicina ed è sempre più difficile sopportare questo dolore. Il pensiero che nascano lontano da noi è una violenza inaudita. Pensi, quando quel maledetto mercoledì 17 ci hanno mostrato la risposta dell’analisi del Dna ci siamo emozionati nel vedere quei colonnini che indicavano i caratteri dei nostri bambini. La loro fotografia genetica. Non vogliamo che rimanga l’unica». Margherita De Bac [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 COMUNE DI SALA CONSILINA PROVINCIA DI SALERNO ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Liguria ESITO DI GARA L’ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per la Liguria - comunica che è stata esperita la sotto indicata procedura aperta con il criterio del prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dall’art. 82 comma 1 e comma 2 lettera a) del D.Lgs 163/2006 mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara. GARA COD. GELAV001-14 - COD. CIG 5585071264 - CUP F47H14000030001. Strada Statale n. 1 “Via Aurelia” - Lavori urgenti per il completamento del ripristino definitivo delle pendici di monte dei cigli di valle e delle opere idrauliche, comprese barriere danneggiate dagli eventi alluvionali del 25/10/2011 tra i Km. 428+000 e Km. 444+500. Interventi di completamento. Numero offerte ricevute: 77 - Numero offerte valide ammesse: 68. Operatore economico aggiudicatario: Italia Costruzioni e Ingegneria S.r.l. - Via Renato Salvatori, 29 - 00173 Roma. Importo di aggiudicazione: € 785.125,22 di cui € 53.000,00 per oneri relativi alla sicurezza - Ribasso offerto: 30,074%. Data di aggiudicazione efficace: 29/05/2014. Responsabile del Procedimento: Arch. Renato Maria Giampaolino. L’avviso dell’appalto aggiudicato è pubblicato sulla GURI n. 71 del 25/06/2014 e sui siti internet www.stradeanas.it, www.appaltiliguria.it e www.serviziocontrattipubblici.it. Il Dirigente Amministrativo Dott. Giovanni Camaiori VIA SAVONA, 3 - 16129 GENOVA Tel. 010/5477210 - Fax 010/5477238 • sito internet www.stradeanas.it ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Liguria ESITO DI GARA L’ANAS S.p.A. - Compartimento della Viabilità per la Liguria - comunica che è stata esperita la sotto indicata procedura aperta con il criterio del prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato secondo le modalità previste dall’art. 82 comma 1 e comma 2 lettera a) del D.Lgs 163/2006 mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a base di gara GARA COD. GELAV004-14 - COD. CIG 5585130314 - CUP F87H14000070001. Strada Statale n. 45 “di Valle Trebbia” - Lavori di ripristino di parte del rivestimento gravemente ammalorato della galleria “Scoffera” dal Km. 23+068 al Km. 24+431. Numero offerte ricevute: 195 - Numero offerte valide ammesse: 194. Operatore economico aggiudicatario: Global Strade S.r.l. - Via Torino, 2 - 20123 Milano. Importo di aggiudicazione: € 592.181,77 di cui € 28.000,00 per oneri relativi alla sicurezza - Ribasso offerto: 30,089%. Data di aggiudicazione efficace: 06/06/2014. Responsabile del Procedimento: Arch. Renato Maria Giampaolino. L’avviso dell’appalto aggiudicato è pubblicato sulla GURI n. 71 del 25/06/2014 e sui siti internet www.stradeanas.it, www.appaltiliguria.it e www.serviziocontrattipubblici.it. Il Dirigente Amministrativo Dott. Giovanni Camaiori VIA SAVONA, 3 - 16129 GENOVA Tel. 010/5477210 - Fax 010/5477238 • sito internet www.stradeanas.it MINISTERO DELLA DIFESA DIREZIONE GENERALE DI COMMISSARIATO E DI SERVIZI GENERALI II Reparto - 4^ Divisione Piazza della Marina, 4 - 00196 Roma www.commiservizi.difesa.it Posta Elettronica: [email protected] Posta Certificata: [email protected] AVVISO DI GARA Procedura di gara: dematerializzata a procedura aperta in ambito nazionale, ai sensi dell’art.20, in coordinato disposto con l’allegato II B (cat. 18), D. Lgs. 163/06. Oggetto: appalto del servizio di trasporto/spedizione su ferrovia, in ambito nazionale e nternazionale di materiali e mezzi delle Forze Armate e servizi/prestazioni accessorie, per l’anno 2015. Importo presunto: • Importo presunto annuo Euro 10.618.181,81= IVA esclusa IVA esclusa. • Alla scadenza contrattuale l’A.D. si riserva la facoltà di far ricorso procedura negoziata, ai sensi art. 57, comma 5 lett. b) D.Lgs.163/06 nei tre anni successivi alla stipulazione del contratto iniziale. In tal caso l’importo presunto complessivo sarà pari a € 42.472.727,24= IVA esclusa per l’intero periodo. • Tale limite complessivo di € 42.472.727,24= IVA esclusa potrà essere elevato sino a € 63.709.090,86= IVA esclusa in caso di ricorso ad eventuali atti aggiuntivi, nei limiti del 50% del valore di ciascun contratto, dovuti ad imprevedibili esigenze ulteriori collegate principalmente alle missioni fuori area. Offerte: devono pervenire entro le ore 16,00 del giorno 10 settembre 2014. Indirizzo: trattandosi di gara in forma smaterializzata le offerte dovranno pervenire secondo le modalità previste dalla documentazione di gara. Bando di gara: • In corso di pubblicato sulla GURI - 5^ Serie Speciale; • Bando e documentazione gara visionabile e sul sito internet www.commiservizi.difesa.it e www.acquistinretepa.it. Ulteriori informazioni possono essere richieste: • all’URP della Direzione Generale Tel 06/36803680 - Fax 06/36805643. • Posta Elettronica: [email protected]. • Posta Certificata: [email protected]. • Codice identificativo gara (CIG): 582375282D. IL CAPO DELLA 3^ DIVISIONE - Dr. Fabio TOTA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO CROB-IRCCS Rionero in Vulture (Pz) BANDO DI GARA PER ESTRATTO L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico CROB-IRCCS con sede in Rionero in Vulture (Potenza) alla Via Padre Pio, n. 1, in esecuzione della delibera del Direttore Generale n. 282 del 11/06/2014 ha indetto gara a procedura aperta ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs 12 aprile 2006, n. 163, e s.m.i., per l’affidamento della fornitura dei gas medicinali e tecnici e del servizio di manutenzione della rete di distribuzione dei gas e delle centrali di produzione dell’aria medicinale e del vuoto presso la propria struttura. La durata della fornitura è stabilita in anni cinque. Lotto unico. Importo complessivo presunto annuale posto a base d’asta per il detto lotto € 188.897,00 esclusa IVA, corrispondente, per i cinque anni d’affidamento, all’importo di € 944.485,00 Iva esclusa. Non sono ammesse offerte in aumento. Criterio di aggiudicazione: offerta col prezzo più basso ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs 163/2006 e s.m.i.. E’ ammessa la partecipazione dei raggruppamenti temporanei di imprese ai sensi di quanto previsto dall’art. 37 D.Lgs 163/2006 s.m.i.. Termine perentorio per la presentazione delle offerte: ore 13,00 del giorno 16/09/2014. Per i termini, condizioni e requisiti dei concorrenti, si rinvia ai documenti di gara, ritirabili dalle ore 9:00 alle ore 12:00 di ogni giorno lavorativo, sabato escluso, presso l’U.O. Provveditorato-Economato telefono 0972-726392 - telefax 0972-723509 - posta elettronica [email protected]. I documenti in questione sono disponibili anche sul sito Web: www.crob.it, sezione bandi concorsi e trasparenza. Il bando di gara è stato trasmesso in data 18/06/2014 - Numero 2014-079717 per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee. Responsabile del procedimento è il dott. Pietro Tantalo, dirigente dell’U.O. Provveditorato - Economato. Il Direttore Generale - Dott. Pasquale F. Amendola MILANO SERRAVALLE - MILANO TANGENZIALI S.p.A. (Società soggetta ad attività di Direzione e Coordinamento della Provincia di Milano) Sede legale: Via del Bosco Rinnovato, 4/A - 20090 Assago MI AVVISO DI GARA SERVIZI N. 05/2014 Si avvisa che a seguito di Determina a contrarre del 29/04/2014 è indetta la Procedura Aperta per l’affidamento dei Servizi ambientali sull’intera rete in concessione. CIG 5766201398 - CPV 90710000-7. Importo complessivo: Euro 4.600.000,00 comprensivo di costi per la sicurezza non soggetti a ribasso pari a Euro 260.516,64. Importo soggetto a ribasso: Euro 4.339.483,36. Criterio di aggiudicazione: “maggior ribasso” previa verifica dell’anomalia dell’offerta. Durata: 36 mesi giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data di consegna del servizio. Termine perentorio arrivo offerte: ore 13,00 del 09/09/2014. Tutte le condizioni di ammissione alla gara sono riportate nel bando, nel disciplinare, nella documentazione di gara pubblicati sul sito www.serravalle.it. Sopralluogo obbligatorio: per le modalità vedi disciplinare di gara. Seduta Pubblica: 11/09/2014 ore 10,30. Responsabile del Procedimento: Dott. Ing. Giuseppe Colombo. Il bando è stato trasmesso alla GUUE in data 24/06/2014. Il Direttore Generale - Avv. Mario Martino COMUNE DI PORDENONE AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI Istruttoria pubblica finalizzata all’individuazione di un soggetto del Terzo Settore disponibile alla coprogettazione per la gestione del servizio di centro gioco, spazio gioco, sportello informativo e attività connesse CIG 5166190AD8. Aggiudicazione: 28.04.2014 ditta ITACA Soc.Coop.Soc. onlus, di Pordenone. Valore stimato, IVA esclusa: € 528.270,33 di cui € 325.223,97 fino al 20.07.2017. Ha presentato offerta una ditta. Pordenone, 10.06.2014 IL FUNZIONARIO INCARICATO DI P.O. Stefano Franzin AGENZIA REGIONALE PER LO SVILUPPO E L’INNOVAZIONE DELL’AGRICOLTURA DEL LAZIO Via Rodolfo Lanciani n. 38 - 00162 ROMA Tel. 06.862731 AVVISO DI APPALTI AGGIUDICATI 1) OGGETTO: gara n. 06/2013 - procedura aperta di rilievo comunitario per l’affidamento dei servizi per la realizzazione del Piano di Comunicazione Integrato del PSR Lazio 2007-2013 - Misura 511 Ambito C Informazione e Pubblicità. 2) CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: offerta economicamente più vantaggiosa art. 83 D.lgs. 163/2006 e s.m.i.. 3) CATEGORIA DEL SERVIZIO: 27. 4) DATA DI AGGIUDICAZIONE: 04/06/2014. 5) NUMERO OFFERTE RICEVUTE: 13. 6) AGGIUDICATARIO: TWBA ITALIA S.P.A. Via Leto Pomponio 3/5 20146 MILANO. 7) IMPORTO DI AGGIUDICAZIONE: € 767.827,50. 8) BANDO PUBBLICATO ALLA GUCE: 2013/S 222386789. 9) AVVISO DEGLI APPALTI AGGIUDICATI: 2014/S 118-210806. Servizio Provveditorato e Sistemi Informativi Provveditorato - Il Dirigente (Dott.ssa Maria Raffaella Bellantone) Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: C.A.P. 84036 ESTRATTO DEL BANDO DI GARA LAVORI DI: “Opere infrastrutturali nell’area PIP frazione Trinità località Santa Maria degli Ulivi e Fontanelle - completamento”. Stazione Appaltante: COMUNE DI SALA CONSILINA (SA) - Via Mezzacapo, 44, tel. 0975/525281 - fax. 0975/525268. Procedura di Gara: PROCEDURA APERTA ai sensi dell’art. 55 D.Lgs n. 163/06. Importo lavori: 706.795,56 €. di cui non soggetti a ribasso € 23.929,15. Requisiti Richiesti: Cat. Prev. OG3 Cl. III. Termine: 240 giorni. Finanziamento: P.OR. CAMPANIA FESR 2007 - 2013. Scadenza offerte: 01/08/2014. Apertura offerte: 05/08/2014. Resp.le del Proc.to: geom. Maurizio Monaco. Il bando integrale, unitamente al disciplinare ad alla domanda e disponibile sul sito internet: http://www.salaconsilina.gov.it. Il Dirigente dell’Area Tecnica Ing. Attilio De Nigris COMUNE DI SALA CONSILINA PROVINCIA DI SALERNO C.A.P. 84036 ESTRATTO DEL BANDO DI GARA LAVORI DI: “COMPLETAMENTO FINITURE, DECORAZIONI ED ARREDI DEL COMPLESSO AUDITORIUM TEATRO POLIFUNZIONALE CAPPUCCINI”. Stazione Appaltante: COMUNE DI SALA CONSILINA (SA) - Via Mezzacapo, 44, tel. 0975/525281 - fax. 0975/525268. Procedura di Gara: PROCEDURA APERTA ai sensi dell’art. 55 D.Lgs n. 163/06. Importo lavori: €. 1.690.000,00 di cui non soggetti a ribasso €. 97.342,56. Requisiti Richiesti: Cat. Prev. OG1 Cl. III , Scorp. OS6 Cl. II e OG11 Cl. II. Termine: 365 giorni. Finanziamento: P.OR. CAMPANIA FESR 2007 - 2013. Scadenza offerte: 30/07/2014. Apertura offerte: 01/08/2014. Resp.le del Proc.to: geom. Maurizio Monaco. Il bando integrale, unitamente al disciplinare ad alla domanda e disponibile sul sito internet: http://www.salaconsilina.gov.it. Il Dirigente dell’Area Tecnica Ing. Attilio De Nigris TRIBUNALE DI ROMA Sezione Fallimentare Liquidazione Concordataria dei Beni di “Agricap s.r.l. in liquidazione” Concordato Preventivo n. 982/1993 Avviso di vendita del credito della procedura Notaio delegato: Dott. Antonio Matella. Vendita con Incanto del credito residuo della procedura pari al 68,54673% al seguente prezzo base d’asta: 1) Credito residuo pari al 68,54673% verso Federconsorzi euro 1.405.088,55. La procedura di vendita con incanto si espleterà mediante asta, che si terrà avanti al notaio Antonio Matella, con studio in Roma, viale Mazzini, 88 - tel. 06 37514857; fax 06 37514031, il giorno 25 luglio 2014, ore 10,00. Le offerte in busta chiusa, corredate di A.C. di importo pari al 10% del prezzo base d’asta, dovranno pervenire presso lo studio del notaio Antonio Matella entro le ore 12,00 del giorno 24 luglio 2014. In caso di più offerte di pari importo si procederà al rilancio pari ad Euro 50.000,00.= ogni tre minuti. Maggiori informazioni presso lo studio del Delegato e del liquidatore Giudiziale Dott. Giuseppe Bizzarri (tel. 0670450606 e-mail: [email protected]). Perizie, modalità di partecipazione sul sito www.astegiudiziarie.it. Roma, 26 giugno 2014 VENDITA DI UNITÀ IMMOBILIARI DI PROPRIETÀ DI “FONDO IMMOBILIARE – COMUNE DI MILANO I” SITE IN MILANO – VIA LANZONE 47 BNP Paribas Real Estate Investment Management Italy Società di Gestione del Risparmio p.A., per conto del “Fondo Immobiliare - Comune di Milano I”, avvia la vendita frazionata dell’immobile sito in Milano, Via Lanzone n. 47. La vendita delle singole unità immobiliari avverrà attraverso una procedura competitiva al massimo rialzo da svolgersi in conformità al relativo disciplinare. La SGR ha affidato a Gabetti Property Solutions Agency S.p.A. (“Gabetti”) l’incarico di assistere il Fondo nelle attività di vendita. La documentazione che regola la vendita e le informazioni relative alle unità immobiliari di Via Lanzone n. 47 saranno disponibili in formato digitale su apposita data room virtuale. Per ottenere l’accesso alla data room occorrerà: (i) inviare la relativa richiesta all’indirizzo [email protected] con indicazione di un nominativo, numero di telefono e indirizzo di posta elettronica a cui trasmettere le informazioni di accesso; e (ii) compilare l’apposito questionario di identificazione e accettare l’accordo di riservatezza che vi saranno inviati via e-mail all’indirizzo fornito. Informazioni relative alle unità immobiliari saranno disponibili presso l’ufficio vendite allestito da Gabetti all’interno dell’immobile di Via Lanzone 47 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, oppure chiamando il seguente numero telefonico 02-77.55.343. Il termine ultimo per le offerte d’acquisto, da presentarsi in busta chiusa e in conformità a quanto previsto nel disciplinare, sarà il giorno 29 luglio entro e non oltre le ore 12:00. - www.reim.bnpparibas.it BNP Paribas REIM SGR p. A. Via Carlo Bo, 11 - 20143 Milano Entra in BNP Paribas REIM SGR p.A. con il tuo Smartphone www.reim.bnpparibas.it VENDITA DI UNITÀ IMMOBILIARI DI PROPRIETÀ DI “FONDO IMMOBILIARE – COMUNE DI MILANO I” SITE IN MILANO – VIALE MONTE NERO 73 BNP Paribas Real Estate Investment Management Italy Società di Gestione del Risparmio p.A., per conto del “Fondo Immobiliare - Comune di Milano I”, avvia la vendita frazionata dell’immobile sito in Milano, Viale Monte Nero n. 73. La vendita delle singole unità immobiliari avverrà attraverso una procedura competitiva al massimo rialzo da svolgersi in conformità al relativo disciplinare. La SGR ha affidato a Prelios Agency S.p.A. l’incarico di assistere il Fondo nelle attività di vendita. La documentazione che regola la vendita e le informazioni relative alle unità immobiliari di Milano Viale Monte Nero n. 73 saranno disponibili in formato digitale su apposita data room virtuale. Per ottenere l’accesso alla data room occorrerà: (i) inviare la relativa richiesta agli indirizzi [email protected], [email protected] con indicazione di un nominativo, numero di telefono e indirizzo di posta elettronica a cui trasmettere le informazioni di accesso; e (ii) compilare l’apposito questionario di identificazione e accettare l’accordo di riservatezza che vi saranno inviati via e-mail all’indirizzo fornito. Informazioni relative alle unità immobiliari, saranno disponibili presso l’ufficio vendite allestito da Prelios Agency S.p.A., all’interno dell’immobile di Viale Montenero 73 dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00, previo appuntamento chiamando il numero telefonico 02-62814200. Il termine ultimo per le offerte d’acquisto, da presentarsi in busta chiusa e in conformità a quanto previsto nel disciplinare, sarà il giorno 29 luglio entro e non oltre le ore 12:00. BNP Paribas REIM SGR p. A. Via Carlo Bo, 11 - 20143 Milano Entra in BNP Paribas REIM SGR p.A. con il tuo Smartphone www.reim.bnpparibas.it Roma Servizi per la Mobilità S.r.l. Via di Vigna Murata 60 - 00143 Roma ESTRATTO DI BANDO DI GARA N. 2/2014 Si comunica che sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 73 del 30/06/2014 è stato pubblicato il bando relativo ad una gara pubblica, con la forma della Procedura Aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/06 e ss.mm.ii., per la conclusione di un accordo quadro con più operatori, a norma dell’art. 59 del D.lgs. 163/06 e ss.mm.ii., della durata di 3 anni, per l’affidamento di attività di analisi trasportistiche e statistiche relativamente al sistema di trasporto. CIG: 5741901E96. Il suddetto Bando è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 25/06/2014. L’AMMINISTRATORE DELEGATO (Dr. Massimo Tabacchiera) AVVISO DI GARA Poste Italiane S.p.A. - Acquisti - Acquisti di Beni e Servizi Immobiliari - Viale Asia 90 - 00144 Roma, rende noto che il Bando per l’istituzione di un Sistema Dinamico di Acquisizione per la fornitura di prodotti consumabili per stampanti ed altro materiale EDP a Poste Italiane ed alle società del Gruppo Poste per un valore complessivo massimo nel triennio di € 7.000.000,00 è stato inviato alla GUUE in data 24/06/2014 e pubblicato sulla GURI 5^ Serie Speciale n. 72 del 27/06/2014. Il Responsabile Funzione Acquisti Dott. Manlio Caporali AVVISO DI GARA Poste Italiane S.p.A. - Acquisti Acquisti di Beni e Servizi Immobiliari - Viale Asia 90 - 00144 Roma, rende noto che il Bando per l’istituzione di un Sistema Dinamico di Acquisizione per la fornitura di articoli di cancelleria a Poste Italiane ed alle società del Gruppo Poste per un valore complessivo massimo nel triennio di € 12.000.000,00 è stato inviato alla GUUE in data 24/06/2014 e pubblicato sulla GURI 5^ Serie Speciale n. 72 del 27/06/2014. Il Responsabile Funzione Acquisti Dott. Manlio Caporali MIBACT - Archivio di Stato di Bergamo Estratto indagine di mercato immobiliare L’Archivio di Stato di Bergamo comunica che è interessato ad individuare un immobile da adibire a sede dell’Archivio da condurre in locazione. Il Bando è consultabile sul sito http://www.asbergamo.beniculturali.it. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12.00 del giorno 25/07/14 con le modalità e all’indirizzo specificato nel bando (prot. n. 1228). RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano TRIBUNALE DI MILANO MANIFATTURA DI LEGNANO SRL IN LIQ. IN CONCORDATO PREVENTIVO DISCIPLINARE DI RACCOLTA DI OFFERTE Manifattura di Legnano srl in liquidazione in concordato preventivo (C.F. - P.IVA 00771160157) già con sede in Legnano, Via Lega 13, giusto decreto di omologa 963 del 22.01.2009 intende procedere a una raccolta di offerte volte alla cessione in un unico lotto dell’immobile di compendio della Procedura, sito nel Comune di Legnano (MI) di circa 41.000 mq di superficie rappresentato dallo storico stabilimento tessile definitivamente dismesso. Trattasi di complesso immobiliare, realizzato all’inizio del secolo scorso, che presenta parti di notevole pregio ed è collocato in zona centrale di Legnano. Il PGT individua l’area come zona “BD1-produttivo consolidato in zona vocalmente residenziale” e prescrive la conservazione di parete dei fabbricati esistenti mediante recupero con introduzione di funzioni compatibili (quali attività commerciali, attività congressuali e fieristiche ed anche produttive che non richiedano l’accesso con mezzi pesanti), con la sua dimensione e struttura. Sono previste inoltre nuove possibilità edificatorie residenziali. La raccolta di offerte è soggetta alla seguenti condizioni e precisazioni: 1) il prezzo minimo è stabilito in € 17.600.000,00 (Euro diciassettemilioniseicento/00) oltre iva se dovuta; 2) le offerte di acquisto, formulate in busta chiusa contenuta in altra busta in cui sarà inserito l’assegno circolare relativo alla cauzione, dovranno pervenire alla Procedura tramite consegna presso il Notaio dott. Fabio Capaccioni di Milano con studio in Via Morozzo della Rocca 6, improrogabilmente entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 25 settembre 2014, con apertura delle buste in data 26 settembre 2014 alle ore 10.30; 3) le offerte dovranno essere accompagnate da cauzione di euro 1.760.000,00 (unmilionesettecentosessantamila/00), quale che sia il prezzo offerto, a mezzo assegno circolare, non trasferibile, intestato a “Manifattura di Legnano srl in liq. in cp” e contenere impegno a mantenerne ferma la validità per giorni 60 (sessanta) dalla scadenza del termine di presentazione; 4) l’apertura delle buste avverrà presso lo Studio del Notaio Fabio Capaccioni, alla presenza del Liquidatore giudiziale e del Comitato dei creditori o almeno di uno dei Componenti appositamente designati dal Comitato stesso; delle operazioni di apertura delle buste verrà redatto il verbale a cura del Notaio Fabio Capaccioni; 5) il Liquidatore Giudiziale comunicherà a coloro che avranno presentato offerte valide, l’entità della migliore offerta pervenuta; le offerte migliorative potranno pervenire sempre presso lo Studio del Notaio Fabio Capaccioni entro i successivi 30 giorni dalla comunicazione dell’esito della gara; in caso di parità, si provvederà all’aggiudicazione del diritto d’acquisto mediante sorteggio; 6) il pagamento del prezzo, da parte dell’aggiudicatario, dovrà avvenire a mezzo assegno circolare da depositare presso il Notaio Fabio Capaccioni entro sessanta giorni dall’esito della gara; solo nel caso in cui il prezzo finale di vendita superi l’importo di € 17.600.000,00 (euro diciassettemilioniseicento) l’importo potrà essere corrisposto in non più di tre rate entro sei mesi dall’aggiudicazione, purché l’aggiudicatario fornisca opportuna fidejussione di primaria banca italiana per l’importo dilazionato; 7) il trasferimento del bene avverrà solo a seguito del pagamento del prezzo secondo le modalità fissate al punto che precede; 8) si precisa che in ogni caso l’accettazione della proposta del migliore offerente è comunque condizionata ad eventuale diverso avviso del Giudice Delegato; 9) la consegna dell’immobile avrà luogo nello stato di fatto e di diritto in cui essa si trova; 10) gli interessati potranno richiedere alla Procedura copia dell’elaborato redatto dal Perito; verranno fornite le indicazioni per poter effettuare un sopralluogo; 11) si precisa che non potranno essere considerate offerte valide quelle presentate da Soci, Amministratori, Sindaci, Direttori generali e da Procuratori della Società in concordato preventivo, o di altro soggetto che abbia con essa una o più relazioni di cui all’art. 2 co. 1° del D.L. 233/86; 12) il presente non costituisce offerta o promessa di vendita, ma solo un invito a formulare offerte. Il deposito cauzionale verrà restituito ai mancati aggiudicatari al termine del procedimento; 13) tutti gli interessati dovranno sottoscrivere una copia del presente disciplinare, in segno di incondizionata accettazione e di impegno a mantenere riservati i dati e le informazioni dei quali dovessero venire a conoscenza nell’ambito del presente procedimento; 14) tutte le comunicazioni rivolte alla Procedura dovranno essere inviate per iscritto all’indirizzo di posta elettronica [email protected] ovvero al numero di telefax 02/55.01.47.29. Per ragioni di privacy non verranno fornite informazioni tramite comunicazioni telefoniche. Milano, lì 9 giugno 2014 Il Liquidatore Giudiziale - Dott. Avv. Giorgio Zanetti TRIBUNALE DI MILANO Politecnico di Milano C.P. 305/2013: IL TRIBUNALE DI MILANO SEZIONE FALLIMENTI CON DECRETO IN DATA 22/5/2014 DEP. 30/5/2014 HA DICHIARATO APERTA LA PROCEDURA DI CONCORDATO PREVENTIVO DELL’IMPRESA: IMMOBILIARE NI.PA. SRL CON SEDE MILANO VIA AROSIO N. 4. IL TRIBUNALE HA DELEGATO ALLA PROCEDURA G.D. LA DOTT.SSA AMINA SIMONETTI; HA NOMINATO COMMISSARIO GIUDIZIALE: DR. EDOARDO PALMA CAMOZZI VIA CIRCO N. 12 MILANO. HA FISSATO LA DATA DEL 24/9/2014 ALLE ORE 13,00 PER L’ADUNANZA DEI CREDITORI PRESSO L’AULA B, PIANO I, LATO VIA SAN BARNABA DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA. M0013178 Estratto bando procedura aperta Il Politecnico di Milano indice appalto per la fornitura di pubblicazioni in abbonamento e servizi gestionali connessi per il Politecnico di Milano per la durata massima di 4 anni. L’importo complessivo, comprensivo di eventuali proroghe, è di € 1.672.360,00 + IVA. L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Termine per il ricevimento delle offerte: ore 12:00 del 21/07/2014. Tutta la documentazione di gara può essere consultata e scaricata all’indirizzo www.polimi.it. Il bando integrale è stato pubblicato in GUUE il 13/06/2014. Il RUP Dott. Cristian Borrello Via Rizzoli, 8 20132 Milano Tel. 02 2584 6665/6256 Fax 02 2588 6114 Politecnico di Milano Estratto esito di gara Il Politecnico di Milano ha aggiudicato la procedura aperta per la FORNITURA CAMERA CLIMATICA VOLTA A TESTARE LE PRESTAZIONI DI REFRIGERATORI DI LIQUIDO, POMPE DI CALORE E COMPONENTI IDRONICI AVENTI POTENZA NOMINALE DA 20KW A 100KW CIG 5645641256. Valore finale totale dell’appalto: € 783.550,00 IVA esclusa. Data di aggiudicazione: 06/06/2014. Aggiudicatario: Air Control S.r.l., Via Cavour, 66 - 21040 Jerago con Orago (VA) - Italia. L’avviso di avvenuta aggiudicazione è stato spedito alla GUUE il 17/06/2014. IL Rup - Andrea Papoff Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Il caso Mose Cronache 19 italia: 51575551575557 Nella villa di La Jolla dove si è rifugiato l’ex numero uno del Consorzio Venezia Nuova I Mazzacurati in California: ci è caduto il mondo addosso La moglie: «Giovanni sta male, si sta curando» DAL NOSTRO INVIATO LA JOLLA (San Diego, Stati Uniti) — Lo davano a Los Angeles, a New York, a Parigi. «Si sta curando». «No, sta fuggendo». Il lungo silenzio era sospetto e così intorno a Giovanni Mazzacurati è cresciuta l’idea dell’uomo furbo e scaltro che si sta godendo i milioni del Mose in qualche angolo bello della Terra. E in effetti la cittadina oceanica di La Jolla brutta non è con le sue dolci colline, le mille curate villette e il Pacifico che schiumeggia sotto un cielo così azzurro da sembrare lavato a secchiate. Eccolo, dunque, il rifugio del Presidentissimo del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), l’eminenza grigia che sta facendo tremare i potenti della laguna con la chilometrica confessione delle tangenti versate per anni in nome della più imponente e costosa creatura artificiale del mare, il Mose. Alla vigilia dello scandalo, dopo aver fatto nomi cognomi e cifre ed essersi così guadagnato la libertà, l’ottantaduenne ingegner Mazzacurati ha salutato l’Italia ed è venuto in questa quieta località di frontiera sulla costa californiana di San Diego, a una cinquantina di chilometri dal confine messicano. Una scelta, come dire, naturale: casa confortevole su due piani, giardino verdeggiante, clima mite e distanza rassicurante da Venezia e dalle sue acque diventate di colpo ostili e limacciose. Il campanello accanto al portone d’ingresso è minuscolo ma rompe di colpo il silenzio. Dal terrazzo si affaccia stupita una signora bionda che cerca di focalizzare l’anomala presenza. È Rosangela Taddei, la moglie di Mazzacurati, da un mesetto ribattezzata lady Mose perché il suo nome spunta spesso fra le pagine dell’inchiesta che comunque non la vede indagata. «Nooo, anche qui!», scuote la testa quando capisce che non è il postino. «Come hai avuto questo indirizzo?», chiede preoccupata in un curioso italocaliforniano. Poi si calma e un po’ racconta: «È un momento molto difficile per noi, siamo stati colpiti da varie vicende e abbiamo entrambi dei problemi di salute. Lui deve andare all’ospedale, io ho un dolore intenso qui, al braccio, non riesco nemmeno a muoverlo». La signora sembra sofferente ma determinata a difendere la posizione: «Anche se ci sta crollando il mondo addosso, anche se ci attaccano, penso che sia il caso di dare la parola alla giustizia». E il marito? «In questi giorni lasciatelo stare per favore, non sta affatto bene. Siamo messi così, io ho difficoltà anche a fare le scale». Il supertestimone, che gli ex amici chiamano oggi grande burattinaio, fa la spola con San Diego, dove c’è l’ospedale e dove ci sono Mark e Maria Elettra Snow, figli di prime nozze della moglie che è americana. Dopo aver collabora- Volti e luoghi to a lungo con i magistrati, ha deciso di cucirsi la bocca per non infastidirli troppo, visto che hanno in mano il suo destino. Al momento gli è andata benissimo: nonostante la grande corruzione si ritrova libero in questo piccolo paradiso, senza vincoli di sorta o beni sequestrati. Un privilegio che sta facendo venire qualche mal di pancia a Venezia, attraversata da una sorta di pensiero unico sul suo conto: «Questo corrompe, devasta una città, poi confessa e se ne va in vacanza all’estero, comodo così». Non è esatto: c’è il privilegio, è vero, ma c’è anche l’incertezza. Mazzacurati è indagato, potrebbe essere processato, condan- La giustizia «In tanti ci attaccano. Adesso però bisogna dare la parola alla giustizia», ha detto la donna La residenza Giovanni Mazzacurati (foto sopra), ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, si trova a La Jolla, località della California (nella foto grande la villa) La famiglia Mazzacurati, che con la sua confessione sta facendo tremare i potenti della laguna veneta raccontando di tangenti versate in nome del Mose, si trova negli Stati Uniti con la moglie Rosangela Taddei (foto piccola più in alto) nato ed estradato, sempre che non riesca a chiudere la partita in anticipo scendendo a patti con gli inquirenti e restituendo il maltolto, che poi è il suo primo obiettivo. Per questo non vuole parlare ufficialmente. Ma in privato non fa mistero delle sue idee: dice che era il sistema a stimolare le mazzette, dice che per rispettare i tempi del Mose bisognava agire così, pagare tutti, dice che non è il Mose ad essere malato ma l’Italia. Un sistema onnivoro. «All’onorevole Milanese 500 mila... — ha scritto di suo pugno — al candidato sindaco Orsoni 4/500 mila... al generale Spaziante 500 mila... all’ex ministro Matteoli contanti per le campagne elettorali... al Magistrato alle acque 200 mila ogni sei mesi... al magistrato della Corte dei Conti 150-00 mila due volte l’anno…». E avanti così, per decine di nomi e milioni di euro. Un terremoto. Rispetto al quale passano quasi in secondo piano i favori familiari del Cvn, dove la moglie e i figli sono pur presenti. Elena che chiede un anticipo, le cartelle di Carlo, l’impianto di climatizzazione, la casa di Piazza di Spagna che i coniugi avrebbero voluto prendere «mescolando dentro il Consorzio». Un quadro nel quale sembra rientrare anche la villa di La Jolla. Di proprietà della signora Taddei, sarebbe stata considerata per anni una sorta di base-foresteria californiana del Consorzio e come tale beneficiaria di un affitto. Naturalmente a spese del Cvn che, è bene ricordarlo, lavora con fondi pubblici ministeriali (5,4 miliardi solo il Mose). La piccola La Jolla di Rosangela Taddei, distante un oceano e due continenti da San Marco, era diventata un punto di riferimento del Consorzio già nel 2005, quando una parte dei denari riservati alla tutela della città lagunare fu destinata a un progetto con il locale centro di ricerca, lo «Scripps institution of Oceanography», che sorge sul mare a una manciata di miglia dalla villa di famiglia. Oggetto del lavoro? «La determinazione sperimentale degli effetti del riutilizzo dei più diffusi sedimenti marini». I maligni sorridono: progetto inutile. Venne promosso in grande stile dal Ministero delle Infrastrutture attraverso il Magistrato alle acque, cioè quella Maria Giovanna Piva alla quale Mazzacurati giura di aver versato uno stipendio in nero per anni. Nel frattempo è arrivato Mark, il figlio della Taddei, che scende dal Suv con un balzo . «Lui parla solo americano», avverte la signora. Yes, pleasure, bye, sorride e va. Mark ha i pantaloni corti, esce scalzo e vive di corsa. «Non conosco questa vicenda — dice al volo — so solo che l’ingegnere e mia madre non stanno bene. Io non so nulla dell’Italia, give me your address, bye». Lui ha fretta e il cagnolino, Jewel, s’arrabbia e abbaia. Jewel, gioiello, come viene anche chiamata La Jolla. Un tempo era terra di cercatori d’oro, avventurieri che devono aver partorito una generazione di uomini in bermuda e infradito, a giudicare da quel che si vede. Gente un po’ foolish ma aperta, sorridente e fantasiosa. I Mazzacurati ne sono circondati. Di fronte alla villa c’è un pastore di anime, padre Adam Stadtmiller, che ha creato una nuova chiesa cristiana. «Non abbiamo ancora un nome — spiega il “sacrestano” Dave Peterson —. Siamo un po’ battisti e aspettiamo nuovi fedeli, anche il signor Mazzacurati che non ho ancora conosciuto». Questo però non è il periodo giusto: il Presidentissimo sta facendo la valigia perché gli scade il visto dei tre mesi e dunque deve lasciare gli States. Non sarà un addio. Il suo desiderio è scritto: punta a fare il californiano nel buen retiro di San Diego. Andrea Pasqualetto [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ La lettera «Salvare il Ticino, patrimonio Unesco da preservare» ❜❜ Gentile ministro Galletti, a nome di molti agricoltori e cittadini mi rivolgo a Lei con un accorato appello affinché si impegni per la sopravvivenza del fiume Ticino. Quel fiume che Monelli sul Corriere chiamava fiume Azzurro. Nelle scorse settimane i suoi uffici hanno sospeso la sperimentazione avviata nel 2009 che consentiva al fiume Ticino ed a tutta la pianura lombarda circostante di beneficiare di una quantità di acque rilasciate dal lago Maggiore sufficienti a garantire un deflusso minimo considerato vitale per la sopravvivenza del fiume e del suo bacino idrografico. I funzionari si sono mossi su basi «amministrative» e su pressione della Confederazione Svizzera rispondendo a un dovere di ufficio. Resta però il fatto che applicare una legge del 1945 che determina il livello del lago Maggiore e quindi la quantità di acqua che si riversa nel fiume Ticino è al giorno d’oggi sicuramente un provvedimento che rischia di compromettere irrimediabilmente il patrimonio naturale del Parco del Ticino e la sua biodiversità che vale il riconoscimento Mab dell’Unesco. Come pure gli importanti e preziosi raccolti agricoli, la produzione di energia pulita, la fruizione turistica, nonché l’assetto idrogeologico di un intero territorio. Difatti la quantità di acqua minima vitale è, nel periodo estivo, fondamentale per l’equilibrio del rapporto uomo-agricolturanatura che ha dimostrato in questi anni, dopo decenni di discussioni e liti, quanto l’elemento acqua sia importante per il territorio, il paesaggio e le attività umane. Modificare questo prezioso equilibrio per esigenze non primarie, ovverosia per risparmiare qualche modica esondazione su terre che storicamente vengono sommerse dal lago Maggiore in territorio svizzero, rischia di avere per la Lombardia e il Piemonte ma anche per la Pianura Padana conseguenze irrecuperabili. Inoltre va ricordato come il fiume Ticino sia un importante corridoio biologico di connessione tra il sistema Alpino del Nord Europa ed il bacino mediterraneo del Sud, per cui svolge una funzione ambientale, sociale, economica di tutto rilievo. Questa non può essere messa in discussione per pochi centimetri di acqua in caso di precipitazioni eccezionali su qualche lido lontano. Le rivolgo questa supplica assieme a tutti gli agricoltori impegnati nella zona e a nome di tutti i giovani e anziani che, pur arrivando dalla città, godono le bellezze incontaminate del Parco del Ticino e non vorrebbero vedere «appassire» questo patrimonio dell’umanità per qualche interesse locale. Se lei, in questo momento cruciale, ha davvero a cuore il nostro grande patrimonio territoriale e ambientale, nonché la nostra agricoltura che già si trova in crisi, sono certa che vorrà impegnarsi con le istituzioni nazionali e svizzere per risolvere con urgenza all’inizio della stagione estiva (quella più difficile per l’agricoltura), questa incresciosa vicenda. Giulia Maria Mozzoni Crespi Presidente onorario Fai - Fondo ambiente italiano 20 Cronache Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tavolo verde Agli Europei azzurre in corsa per il titolo nel gioco che appassiona Omar Sharif e Bill Gates Concentrazione e feeling di coppia Quegli italiani stregati dal Bridge Nel nostro Paese i praticanti sono 3 milioni. Con la sorpresa «rosa» Il miliardario Warren Buffett, una volta, ha confessato: «Se accanto mi dovesse passare una donna nuda mentre sto giocando a bridge credo che non mi accorgerei nemmeno di lei». Ed è anche grazie all’«oracolo di Omaha» se Bill Gates, il fondatore di Microsoft, passa ore seduto a un tavolo prima a «contrattare», poi a cercare di rispondere carta su carta. L’attore Omar Sharif è addirittura un professionista e parte della bibliografia sull’argomento porta anche la sua firma. Grandi appassionati sono Thom Yorke, leader dei Radiohead, la tennista Martina Navratilova e l’ex presidente statunitense Dwight Eisenhower. Per non parlare, ma qui siamo nel campo della letteratura, di «giocatori» come James Bond e Snoopy. «Ma attenzione: non stiamo parlan- vecchiaia». Non scherza. «Vedevo i genitori del mio ragazzo di allora giocarci e ho pensato: questa è una cosa che mi servirà quando sarò anziana». Ilaria si allena via web, soprattutto con Simonetta. «L’intensità e il tempo dedicato dipendono molto dalle competizioni in vista», spiega. Di cosa ha bi- Fortuna inesistente «Serve molta resistenza psicologica e la fortuna è inesistente», dice il presidente della Federazione Medugno Nord sogno il bridge? «Di concentrazione, tanta, e nervi saldi». Simonetta Paoluzi è nata a Caserta 46 anni fa, ha due figli — una femmina di 20 e un maschio di 13 — e a Roma lavora al Consiglio nazionale delle ricerche. Una «bridgista» doc, Simonetta: in famiglia era il gioco principale di mam- «dichiarazione». Nel 1873 arrivò il «whistbridge» che prevedeva quattro giocatori divisi in coppie La novità Nel 1904 arrivò l’«auction bridge» e venne introdotta la «dichiarazione». Nel 1925 toccò al «Contract Bridge»: le regole sono quelle ancora in vigore. Quattro anni dopo arrivò la prima rivista sistenza psicologica mica da poco». Per questo è anche una realtà che tiene allenata la mente. «Ci sono studi scientifici europei e americani che lo dimostrano — continua Medugno —: con il bridge il cervello di fatto resta “acceso”». Quanto alla divisione per sesso, qui non si pone il problema delle «quote rosa»: «il 51% dei nostri giocatori è di sesso maschile, il 49% di sesso femminile», calcola il presidente. Ma quando è consigliato iniziare? «Non c’è un’età giusta, anche se i corsi a scuola partono dalle medie», risponde Medugno. «Secondo me, chi vuole di- In Italia Durante il fascismo fu chiamato «Il Ponte». Dal 1993 è riconosciuto dal Coni come attività sportiva (disciplina associata) I nomi Tanti i giocatori famosi: da Omar Sharif (nella foto più in alto, secondo da destra) a Warren Buffett e a Bill Gates (il primo a sinistra e il secondo a destra, fotografati nel 2000, nell’immagine qui sopra) ventare un giocatore di alto livello dovrebbe partire dai 18-20 anni», aggiunge Simonetta Paoluzi. Nella speranza che non si arrivi agli «scenari» di Warren Buffett che, agli amici di tavolo, rivelò: «Se finisco in galera, ma nella mia cella ci sono altre tre persone che sanno giocare a bridge, non sarebbe affatto un problema stare dietro alle sbarre». Le regole Si gioca con un mazzo di carte (52) francesi e a coppie che prendono il nome dei punti cardinali Est (Nord/Sud contro Est/Ovest): quelli che giocano insieme si siedono uno di fronte all’altro Ovest LA GERARCHIA DELLE CARTE Rango dei 4 colori (o semi): Valore delle 13 carte di ciascun colore (dal più importante) Sud 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3 Picche Cuori Quadri Fiori Asso Re Dama Fante 2 Il mazziere (a rotazione ciascuno dei quattro giocatori) distribuisce il mazzo di carte, fornendone una alla volta e partendo dal giocatore alla propria sinistra. Ora comincia il gioco che si svolge in 2 fasi La 1° fase do di un semplice gioco di carte. Le sue regole sono complicate e il fattore fortuna è inesistente», spiega Giovanni Medugno, presidente della Federazione italiana gioco bridge, che fa parte del Comitato olimpico italiano. In questi giorni Medugno è a Opatija, in Croazia, dove fino a domani si svolgeranno i campionati europei di bridge suddivisi in tre categorie: open (misto), donne e senior. Un torneo che, almeno tra gli Azzurri, sta riservando un po’ di sorprese. «Gli uomini, di solito tra i migliori al mondo, sono molto indietro — racconta il numero uno —, le donne per ora volano al secondo posto». Della comitiva femminile dell’Italia fanno parte Ilaria Saccavini e Simonetta Paoluzi. La prima, romana 46enne, è mamma di tre maschi di 6, 11 e 14 anni, compagna di un magistrato con la passione per il tennis e cuoca a domicilio. Gioca a bridge dal 1990 e da allora ha collezionato alcuni ori e tanti argenti. «Ho iniziato da giovane — ricorda —, ma l’ho fatto perché volevo imparare qualcosa che mi sarebbe servito per la Le origini Il bridge si considera discendente del «whist», un gioco praticato in Inghilterra nel XVI secolo e diffuso dall’Ottocento. Nel «whist», però, i giocatori erano tre e non c’era la ma, papà e uno dei due fratelli. Lei ha iniziato nel 1986 e non si è più fermata. Ora, anche nella sua di casa, il bridge è una passione per il compagno e il figlio più piccolo. La più grande non ne vuole sapere. «Ma soltanto perché lei studia Medicina e ha il suo bel da fare», ragiona Simonetta. Tutti pazzi per il bridge? Il presidente Medugno sforna un po’ di numeri: «In Italia i tesserati sono 25 mila e le associazioni 320. A livello amatoriale gli appassionati sono circa tre milioni». Ma non c’è spazio per i facili entusiasmi. «Si tratta di un gioco di coppia, servono feeling, concentrazione e un tasso di re- Il gioco LE NOSTRE GIOCATRICI IN AZIONE Nella foto, Ilaria Saccavini (a sinistra, con la maglia azzurra) e Simonetta Paoluzi (a destra) ieri agli Europei di bridge in Croazia La 2° fase LA «DICHIARAZIONE» (O «LICITAZIONE») IL GIOCO DELLA CARTA Ogni giocatore opera una chiamata dichiarando quante prese (oltre le sei) ritiene di poter effettuare. La dichiarazione può essere: a colore (come nella briscola, ma qui si chiama atout) senza colore preferenziale (senza atout) Inizia il gioco l’avversario alla sinistra del «dichiarante»: quest’ultimo ha l’obiettivo di mantenere il contratto Ogni dichiarazione deve essere più alta di quella precedente La fase termina quando a una dichiarazione seguono 3 «passo» consecutivi: questa costituisce il contratto finale Fonte: Federazione italiana gioco bridge, Cug - Università di Genova A questo punto il compagno del «dichiarante» scopre le sue 13 carte diventando il cosiddetto «morto» perché è il «dichiarante» che deciderà il movimento Ogni giocatore al suo turno deve giocare una carta dello stesso colore o seme dell’attaccante fino a esaurirle, a quel punto può rispondere con una carta di un altro seme Vince la presa chi ha giocato la carta più alta nel seme in gioco o chi ha l’atout più alta. E spetta a lui ripartire La coppia vince quando rispetta il contratto promesso nella fase di dichiarazione CORRIERE DELLA SERA Leonard Berberi @leonard_berberi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Cronache 21 italia: 51575551575557 # Linguaggi Il calciatore uruguaiano è stato lasciato dai suoi sponsor, ma in 24 ore altri marchi hanno cavalcato l’eco mondiale della sua scorrettezza IL MORSO DI SUAREZ: LA PUBBLICITÀ RISCRIVE UN GESTO CATTIVO Il social-marketing che arriva dalla Rete di ALDO GRASSO L Undici rigatoni, uno con il morso Barilla ha dato il bentornato ai calciatori della Nazionale di calcio con undici rigatoni messi in fila: uno di loro aveva un piccolo morso uis Suarez non immaginava certo, quando ha morso Chiellini, di diventare testimonial involontario di molte aziende che, approfittando del gesto clamoroso, hanno sfruttato a dovere un’occasione inaspettata. Anzi, a rimetterci dal punto di vista economico, è stato proprio l’attaccante del Liverpool e della Nazionale uruguaiana, abbandonato dagli sponsor. La storia è curiosa da almeno due punti di vista: quello più prettamente tecnico, che pertiene alla pubblicità, e quello che riguarda un nuovo tipo di senso comune. Da Barilla a Eataly, dalla Puma alle case che producono alcolici, alcuni marchi famosi e altri meno noti hanno deciso di cogliere la palla al balzo usando prontamente il «morso» per promuovere i loro prodotti. L’operazione è stata resa possibile dall’eco mediatica e globale che accompagna un evento come il Mondiale di calcio. Nessuna programmazione, nessuna campagna pensata e pianificata, nessun brainstorming per piegare la fantasia alle regole del mercato. Il social marketing funziona così, un po’ all’impronta, tendendo l’orecchio agli scatenamenti della Rete, a episodi di user generated content. Dove non ci sono regole, dove ognuno può dire la sua, è più facile accendere l’ironia, ribaltare luoghi comuni attraverso il sarcasmo, trasformare un gesto «cattivo» in una buona causa per la comunicazione. Questione di prontezza, di rapidità, di agilità mentale. Se i media tradizionali non si sintonizzano con i nuovi tempi (tempi materiali e tempi morali) rischiano l’estinzione: la copertina del New York Post del 25 giugno è un buon esempio di tempestività; anche il «vecchio» David Letterman ha subito dedicato la sua «Top Ten» alle dieci cose che ha pensato Suarez mentre morsicava Chiellini. Ma c’è un altro aspetto curioso: perché un atto ritenuto «riprovevole» dai più (sanzionato pesantemente dalla giustizia sportiva e da quella degli sponsor) si trasforma nel suo contrario, in un gesto encomiabile? Si potrebbe dire che il senso comune dei media tradizionali è diverso dal senso comune della Rete. O che la pubblicità è un continuo esperimento sull’immaginazione morale collettiva. O che i beni di consumo sono il bene più pratico che conosciamo. Sta di fatto che la comunicazione esplode solo quando è in grado di mordere sul «reale». Elevandosi a surreale. Lo snack soddisfa di più Lo snack fatto con arachidi, mou e cioccolato una volta che viene morso soddisfa più degli italiani: è la trovata scelta per lo Snickers © RIPRODUZIONE RISERVATA La «spalla» giusta per Suarez Qualcosa da mettere tra i denti L’apribottiglie Il Whisky Monkey Shoulder diventa l’unica «spalla» (shoulder, in inglese) con la quale Suarez si può divertire (enjoy) In Cina si sono inventati l’apribottiglie a forma di Suarez. Un vero e proprio giocatore in miniatura apre una bottiglia di Budweiser (birra scelta non a caso, è sponsor ufficiale dei Mondiali di calcio del Brasile). L’utensile si può acquistare sul sito di shopping online TaoBao ed è stato prodotto poche ore dopo la partita Uruguay-Italia La pubblicità (indiretta) sul Post Eataly approfitta dello spot gratuito che arriva con il titolo scelto dal New York Post e acquista una pagina di pubblicità sui quotidiani dicendo «Tutti vogliono mangiare italiano» Il software per l’apprendimento delle lingue «Rosetta Stone» lancia l’italiano come «qualcosa da mettere tra i denti» Difficile resistere a un morso I calciatori italiani stanno così bene con le loro magliette Puma che è difficile resistere alla tentazione di dargli un morso La storia Tutte le mattine usciva di casa come se niente fosse. L’azienda non c‘era più, ma lui non riusciva a dirlo alla sua famiglia L’imprenditore che fingeva di lavorare e la vergogna (ingiusta) del fallimento di PAOLO DI STEFANO F ingeva ogni giorno di andare al lavoro, ma la sua azienda era fallita e da mesi non aveva più nessuna ragione per continuare le abitudini di anni. Quel che gli mancava, oltre al lavoro, era il coraggio di confessarlo in famiglia, dunque fingeva la normalità di sempre. Ogni mattina si vestiva e usciva di casa come se tutto fosse rimasto come prima. Dove andava, nessuno lo sa. È la storia di un imprenditore di Nese, una frazione di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. 63 anni, troppo tardi per ricominciare da zero, troppo presto per rassegnarsi alle giornate vuote. Probabilmente troppa delusione, troppa vergogna, l’amor proprio che viene meno, un futuro carico di nuvole. Dunque ha scelto la zona grigia della procrastinazione e dell’attesa, ma quando ha capito che l’attesa si faceva interminabile, giovedì mattina ha preso la strada del non ritorno. Per 24 ore deve aver vagato lungo le rive del Serio, forse senza uno scopo, forse con la tentazione di farla finita. E così i familiari, prima stupiti dall’assenza, poi sempre più allarmati di fronte al suo cellulare muto, hanno rotto gli indugi e in serata la figlia ha pensato bene di denunciarne la scomparsa. La sua Renault Clio, abbandonata in una piazzuola di sosta al km 6 della Superstrada della val Seriana, le ore che passavano, i Vigili del fuoco e i carabinieri sguinzagliati, la vana perlustrazione della zona, un elicottero, i sub, la Protezione civile… Come ha raccontato Fabio Paravisi sabato sul Corriere di Bergamo, non una traccia di speranza tra la valle e la montagna. Finché Billy, un labrador dal naso fino, in un quarto d’ora, verso le dieci di sera e ormai al buio, ha gui- La fuga Dopo mesi aveva deciso di sparire: è stato ritrovato in stato confusionale da un Labrador addestrato dato i suoi istruttori verso Ranica, nella zona di San Dionisio, e l’ultima fiutata è andata a fermarsi sui piedi di un uomo con le idee confuse, gli occhi spersi, la vaga intenzione di raggiungere una stazione dei treni. E così la storia dell’imprenditore di Nese si è risolta non proprio in un lieto fine, ma quasi: con un cane eroe, una figlia felice e una vita salvata, diversamente dalle tante vite di piccoli industriali naufragate nella disperazione della crisi. E spesso nel suicidio. Fallire non è morire. L’inizio di questa storia somiglia terribilmente all’«Avversario», il capolavoro-verità di Emmanuel Carrère: qui un piccolo imprenditore italiano, là il francese Jean-Claude Ro- man che per tanti anni mente alla sua famiglia fingendosi medico. Ma là il finale è tragico che più tragico non si può, qui per fortuna, grazie a un cane di nome Billy, niente di irreparabile. Non si contano i romanzi che narrano di fughe senza fine. Qualche volta con il pretesto di un equivoco che diventa l’occasione giusta per liberarsi del passato e cambiar vita per sempre, vedi «Il fu Mattia Il messaggio Hemingway spingeva ad affrontare le difficoltà: un uomo può essere distrutto ma non sconfitto Pascal», dove l’obiettivo di sottrarsi allo sguardo degli altri è quello di cancellare la propria identità per provare a costruirsene un’altra. E chissà quanti romanzi nasceranno dalle centinaia di smarrimenti fisici e mentali dovuti alla crisi economica di questi anni. Quello dell’imprenditore di Nese potrebbe portare un titolo che apre una speranza: «Fallire non è morire». La comprensibile vergogna, peggio se c’è il rimorso di una menzogna, non si deve tradurre meccanicamente nella sparizione definitiva. Chi l’ha detto? Antonio D’Orrico, nel 1991, scrisse un libro intitolato «Cambiare vita». Sottotitolo: «Si vive più di una volta sola». Raccontava casi di gen- te che dall’oggi al domani ha optato per la svolta. Eravamo alla fine degli anni Ottanta, quando cambiare vita non era proprio una necessità. Oggi spesso lo è, e la vergogna ti soffoca, specie in un piccolo paese, dove tutti ti guardano (e ti giudicano). Ma altrove no, si può finire e ricominciare, a qualunque età. Anzi, se un insegnamento va tratto da questi tempi ciechi è che: si deve. È un imperativo. «Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto» diceva Ernest Hemingway. Aveva ragione, avrebbe dovuto credere di più alle sue stesse parole. Purtroppo per lui, il labrador Billy non era ancora nato. © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 23 italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile REGOLE PER IL FUTURO ✒ Tredici studenti dai venti ai 28 anni dell’Università di Padova durante il corso di Psicologia della comunità guidato dal professor Alessio Vieno hanno tradotto in pratica i «comportamenti prosociali» teorizzati nei loro libri di testo con un progetto che piacerebbe molto a papa Francesco: «Il pane in attesa». I ragazzi, con il benestare del Centro universitario, il patrocinio del Comune e il finanziamento da mille euro della coop «Il raggio verde», hanno chiesto alle panetterie della città di poter lasciare pagata una pagnotta per chi non ha i soldi per comprarla. Un po’ quello che succede con il «caffè sospeso» di Napoli: si paga per due, ma si prende un solo ristretto; l’altro andrà a un passante che non ha un euro da spendere. Nel caso di Padova l’aiuto è più sostanziale: il pane è l’ingrediente più semplice dei nostri pasti, quello che in tempo di guerra si mangiava duro e secco perché non si poteva comprarne di fresco, quello che oggi sempre più frequentemente sta sparendo dal carrello della spesa. La Coldiretti ha denunciato che il consumo è ai minimi storici e che il 42 per cento degli italiani lo mangia del giorno prima. Il dato fa il paio con la fotografia dell’Istat, se- condo la quale le nostre famiglie in condizioni di povertà assoluta sono il 6,8%, vale a dire oltre 4,8 milioni di persone. «Abbiamo ragionato su come si poteva aiutare la comunità attraverso gesti semplici e ci è venuta questa idea» ci ha raccontato Francesca Lazzaro, 21 anni, portavoce del gruppo che ha messo in piedi l’iniziativa alla quale ha aderito una ventina di panifici a Padova. Sabato c’è stato il debutto: un po’ timido, ma c’è da capirlo; a nessuno piace entrare in un negozio e dire «Non ho i soldi per pagare, vorrei il pane gratis». L’obiettivo, però, è sfondare il senso del pudore con quello della comunità. Ci stanno provando da marzo a Messina, dove qualcosa di simile succede già in quattro forni, per iniziativa dell’associazione Invisibili onlus. A Lecce il «pane in attesa» lo ha voluto l’assessore alla Protezione civile Andrea Guido. Siracusa, Sassari, Ozieri, Monserrato e Trapani hanno le loro ceste da riempire sul bancone del droghiere. E Viterbo, Torino e Livorno vorrebbero replicare. Un segnale della povertà che cresce, forse. O della responsabilità sociale che sale. Elvira Serra @elvira_serra © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PD DI RENZI RILANCIA LA FESTA DELL’UNITÀ MA NON È UN’OPERAZIONE NOSTALGIA ✒ Quando ancora il Partito democratico aveva due anime ben distinte — ex Pci, ex Dc di sinistra — e quando ancora la segreteria era, con l’intermezzo di Franceschini, nelle mani di ex comunisti, le Feste dell’Unità cambiarono quasi ovunque nome, si trasformarono in Feste democratiche: si doveva mostrare fisicamente il cambiamento. Da quest’anno, con l’avvento di Matteo Renzi alla segreteria del Pd e con lo spostamento in soffitta di chi conobbe le Botteghe Oscure, le Feste dell’Unità torneranno a chiamarsi così, come fu dal 1945 fino al 2008. Paradosso, fino a un certo punto. Si possono osservare due aspetti di Renzi. Il primo è che, in un momento di grande diffusione dei «partiti personali», Renzi ha voluto rimanere ancorato al Pd, ha preferito «scalare» il Pd, anche con colpi di gomito e gambe tese, piuttosto che mettersi in proprio, come pure avrebbe potuto tentare. All’interno di questo disegno, ha martellato molti dei fondamentali della sinistra storica, in specie quella comunista, ma riservandosi di fare e dire talune «cose di sinistra». L’ingresso nel Partito socialista europeo, ad esempio, sul quale nessun segretario precedente era stato deciso come lui. O la pur piccola diminuzione delle tasse a partire dai redditi bassi. Ora, il ripristino delle Feste dell’Unità. Scopriremo nei mesi prossimi se si tratti di spot o del desiderio di restare comunque legati ad alcuni contenuti tradizionali. Il secondo aspetto è la forte sensibilità dimostrata da Renzi per i messaggi semplici, immediati e «Festa dell’Unità» è un titolo facilmente riconoscibile e di duraturo successo. Un posto dove passare le serate fra dibattiti, shopping e cibo e, in misura via via più sfumata, sentirsi parte di una stessa parte. La possibilità, in tutto questo, è che pur avendo Renzi ripescato il vecchio nome e il vecchio marchio, a frequentare le feste, quest’anno, siano sempre meno comunisti o ex comunisti e sempre più la nuova razza emergente, i renziani. Andrea Garibaldi [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PRESIDENTE DI GOOGLE VISITA CUBA APPELLO PER LA LIBERTÀ E FIUTO DEGLI AFFARI ✒ Mr. Schmidt goes to Cuba. Un anno dopo le visite in Corea del Nord e Myanmar per promuovere il libero accesso su Internet, il presidente esecutivo di Google Eric Schmidt ha portato il suo messaggio di apertura nel cuore del regime castrista, guidando a l’Havana una piccola delegazione di manager dell’azienda di Mountain View. Circondati da un’aria di mistero sulle circostanze del viaggio, visto che tecnicamente i cittadini americani hanno ancora il divieto di spendere soldi sull’isola, Schmidt e i suoi colleghi hanno visitato la Facoltà di scienze informatiche dell’Università di Cuba. Ma il punto forte della puntata caraibica è stato l’incontro con Yohani Sanchez, la blogger di 14ymedio, il sito di notizie indipendente che da un mese cerca tra molte difficoltà di fare informazione vera, sfidando le ire del regime comunista. È stata proprio Sanchez a rivelare la presenza dei dirigenti di Google a Cuba, dove appena 2,6 milioni di persone (su una popolazione di oltre 11 milioni) hanno accesso a Internet, peraltro lento e quasi del tutto limitato a pochi siti governativi, a quelli degli hotel e di qualche gruppo straniero. «Abbiamo parlato soprattutto della vita qui a Cuba» ha scritto Sanchez nel suo blog. Ma il punto centrale della visita era chiaramente l’effetto di annuncio. Schmidt si vuole campione delle virtù di un web libero e aperto ovunque, anche nei Paesi autoritari. Lo fa per motivazioni ideali e per ragioni commerciali. Vede Cuba immersa nella contrastata vigilia di importanti cambiamenti, fiuta ottime opportunità e si muove con l’agilità che non è concessa alla politica, nonostante l’Amministrazione Obama abbia favorito negli ultimi anni l’aumento delle visite di cittadini americani nell’isola. Nulla può favorire il cambiamento in un Paese come Cuba meglio della libera circolazione delle idee e delle opinioni sulla rete. A condizione naturalmente che non finisca come in Cina, dove Google ha dovuto accettare il firewall, il filtro censorio imposto dal regime all’Internet. Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Costruire un’Europa più solidale ispirandosi alla «teoria dei giochi» di MAURO MAGATTI D opo giorni di trattative convulse, l’esito del vertice europeo è lontano dalle aspettative dei giorni scorsi: la sostanza del patto di stabilità non cambia, l’apertura di una fase più centrata sulla crescita genericamente affermata. Nemmeno sulla questione migratoria il vertice ha segnato un significativo cambiamento di agenda. L’impressione è che, scampato il pericolo delle recenti elezioni — dove i partiti antieuropeisti non hanno fatto saltare il banco — i decisori politici non siano riusciti a cambiare la logica che li ha guidati negli ultimi anni. Il problema sappiamo qual è: l’Unione Europea è e rimane una forma istituzionale di secondo livello. Il che comporta che il legame esistente tra il cittadino e i suoi rappresentanti — già molto usurato sul piano nazionale — finisce per diventare sottilissimo. Condizione che si coglie plasticamente guardando la trattative di questi giorni: dove, con un Parlamento appena eletto su base universalistica, i veri attori in campo restano i primi ministri dei governi nazionali. In questa cornice istituzionale, la ratio dell’azione politica è chiara: si affrontano le questioni europee pensando alle elezioni nazionali. Ciò spiega perché l’Europa — che pure si è data il vincolo di una moneta unica e di una politica monetaria centralizzata — finisce per essere la combinazione tra una tecnocrazia che tende a diventare autoreferenziale e equilibri politici, precari e contingenti, costruiti tra interessi non solo diversi — il che è normale per una società avanzata — ma troppo spesso incapaci di riconoscere presupposti comuni. Dietro la discussione sulla flessibilità circa l’interpretazione dei trattati si nasconde la questione che, ancora in questi giorni, è accuratamente evitata: come è possibile fare reali passi in avanti per concretizzare l’idea che sottende la stessa idea di Unione, e cioè che «il tutto è superiore alla parte» nel senso che esistono vantaggi — di ordine materiale e spirituale — che derivano dallo stare insieme? La teoria dei giochi ci aiuta a capire la natura del problema. Ci sono situazioni, come quella nella quale si trovano gli Stati europei, in cui una razionalità guidata dal proprio interesse immediato produce un risultato subottimale. La teoria ci dice anche che è la mancanza di comunicazione tra i giocatori ad impedire di adottare quella modalità cooperativa che produce vantaggi per tutti. Ed in effetti, anche se si parlano, i capi di BEPPE GIACOBBE «PANE SOSPESO» DA PADOVA A MESSINA UN SEGNO DI RESPONSABILITÀ SOCIALE Stato europei sembrano non intendersi. Ciascuno preoccupato delle conseguenze che le decisioni prese producono nel breve termine presso la propria opinione pubblica. Ma in questo modo, oltre ad alimentare la reciproca diffidenza — i tedeschi pensano che i Paesi indebitati siano poco affidabili mentre questi ultimi sospettano che la Germania voglia approfittare della sua posizione di forza — si finisce per perpetuare la situazione così come è, con tutti gli squilibri che ben conosciamo. Se ne esce solo cambiando lo schema di gioco, secondo la strada indicata da Jurgen Habermas, il più importante filosofo europeo vivente. È da qualche mese che Habermas denuncia con forza il gravissimo deficit politico di cui soffre oggi l’Europa. L’idea della politica nasce nella polis, cioè nella città. Ci può essere politica, tanto più politica democratica, solo se si riconosce una comunanza. Per questo, come ammonisce Habermas, per uscire dalla trappola in cui si è infilata, l’Europa ha urgentissimo bisogno di riconoscere che non c’è politica a prescindere dal principio di solidarietà. Un tale termine significa in solido. Proprio da qui viene l’idea moderna di società, derivante da socius — che decide liberamente di assumersi, in solido con altri, una comune responsabilità, al di là dei vincoli affettivi e di sangue. Habermas è esplicito nel dire che non ci può essere società europea se non si riconosce una solidarietà originaria come base necessaria per quella politica di cui tutti denunciano la mancanza. Se si prescinde, cioè, da un bene comune che non è generico buonismo, ma la capacità di tradurre in azioni concrete l’idea declamata retoricamente che il legame che abbiamo deciso di assumerci è capace di tradursi in vantaggio per tutti. Se non parlano di questo, i vertici tra i capi di Stato negano nei fatti i principi che affermano. Siamo all’inizio di una legislatura europea. Lo spettacolo di questi giorni dà ragione, una volta di più, a Habermas: non è possibile compiere i passi in avanti che i cittadini e la ragionevolezza chiedono senza dotarsi di un principio guida di natura politica. Che impegni tutti: i Paesi forti e quelli più deboli. E verso cui vengano modellate le graduali innovazioni istituzionali e politiche di cui abbiamo bisogno. Storicamente non si conoscono forme politiche nate senza riferimento a un’idea di solidarietà. Se non quelle sorte attraverso la guerra o la conquista. Come insegnano tante vicende storiche, tale principio è tutt’altro che astratto: proprio come nel dilemma del prigioniero, il gioco nel quale l’Europa è intrappolata può essere sbloccato solo includendo l’altro come una opportunità, per arrivare là dove, da soli, non si riesce a giungere. © RIPRODUZIONE RISERVATA RISPOSTA AL MARXISMO Il Papa rivendica la bandiera dei poveri di MARCO GARZONIO È certo una riaffermazione del cuore del Vangelo dire, come ha fatto Francesco ieri intervistato da Il Messaggero, che «la bandiera dei poveri è cristiana». Ma secondo lo stile cui ci ha abituato il Papa, più che sottolineare un asettico argomento di tipo dottrinario, ha fatto irruzione nella vita, nel sentire della gente, nei problemi che inquietano le notti e i giorni degli uomini e delle donne di oggi. Ha posto al centro della sua riflessione il senso da dare a quell’esser poveri che affligge milioni e milioni di persone e che potrebbe portare alla disperazione e alla rivolta, se a tale condizione di miseria, materiale e morale, non avesse cercato di porre riscatto e dare speranza duemila anni fa l’annuncio evangelico, cioè l’esperienza della passione, morte e resurrezione di Gesù in nome proprio dei poveri. Perché non sussistessero dubbi, Francesco ha fatto riferimento a due capisaldi cui deve attenersi chi vuole essere coerente con il Vangelo, testimoniandolo nelle scelte piccole e grandi di ogni giorno, non solo proclamandolo a parole. Il primo è costituito dalle Beatitudini: poveri, miti, afflitti, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per causa delle giustizia: «di essi è il regno dei cieli» recita Matteo. Il secondo, sempre in Matteo, è rappresentato dal capitolo 25, a proposi- to del «giudizio finale», che il Papa chiama «il protocollo sul quale saremo giudicati: ho avuto fame, ho avuto sete, sono stato in carcere, ero malato, ignudo». In nome di queste due «bandiere», il termine è di Francesco, il Cristianesimo e la Chiesa sono riusciti a sopravvivere sino ad oggi, nonostante le infedeltà e le negazioni pratiche del sacrificio di Cristo, gli scandali interni, i compromessi con il potere politico ed economico, la corruzione. Materiale scottante e attualissimo, visto che ancora ieri, consacrando nuovi vescovi, il Papa ha messi in guardia i pastori (di essi solo qualche mese fa aveva detto che devono avere l’«odore delle loro pecore», per ribadire la doverosa vicinanza del vescovo al quotidiano patire dei fedeli) dal cercare le sicurezze nelle cariche e nei privilegi, dal garantirsi «l’appoggio di quelli che hanno potere in questo mondo». Affermando che «la povertà è al centro del Vangelo», con l’intervista Francesco ha assestato un paio di colpi sul piano culturale e politico. Ha risposto ad almeno un secolo di accuse provenienti da parte di liberali e marxisti, ai primi dicendo che la scelta di campo della Chiesa è in linea con il Vangelo e quindi la smettano di accusarla di pauperismo e non cerchino di strumentalizzarla come fattore d’ordine; quanto ai secondi, propensi a rimproverare le arretratezze della Chiesa, ha ribaltato le argomentazioni, affermando «I comu- nisti ci hanno rubato la bandiera». Ma il Papa ha fatto anche giustizia di tante polemiche che hanno avvelenato la vita a preti, vescovi, esponenti della cultura e semplici cristiani all’interno del mondo cattolico e della Chiesa, bollati come «comunisti» o, con un neologismo tutto italiano, chiamati con spregio addirittura «cattocomunisti». La storia nostrana sotto il fascismo e nel dopoguerra può essere letta anche attraverso le persecuzioni e le emarginazioni di figure che han preparato il Concilio, lo hanno vissuto e han poi cercato la sua attuazione. Francesco oggi patisce in parte certe accuse, in particolare da ambienti nordamericani. E nell’intervista Franca Giansoldati gliele riferisce: essere cioè secondo alcuni critici: comunista, pauperista, populista. Il Papa ha riso dell’essere paragonato a Lenin. E in tale espressione liberatoria in qualche modo ha riscattato le tante emarginazioni inflitte da noi ai Mazzolari, ai Dossetti, ai Turoldo, ai Lazzati, al Montini della prima ora, ai La Pira, ai don Zeno Saltini, ai Martini, ai militanti dell’Azione cattolica sostenitori della «scelta religiosa», ai sindacalisti, agli esponenti delle Acli, ai semplici fedeli che pensavano ai poveri e a un Vangelo da vivere, per assicurare giustizia sociale, democrazia e convivenza al Paese prima ancora che un’opinione pubblica matura e adulta nella Chiesa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 italia: 51575551575557 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 25 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere Ho scritto all’onorevole Luigi Zanda: «A lei che predica la libertà di mandato osservo che il candidato al Parlamento fa la sua campagna elettorale e chiede voti promettendo di perseguire determinati obiettivi; ma una volta eletto pretende di fare ciò che vuole, MONDIALI DI CALCIO Port Natal e Balbo Caro Romano, Prandelli prima dell’incontro con l’Uruguay, si era appellato all’orgoglio nazionale. Eppure i vertici di Coni e Figc avrebbero potuto ricordare orgogliosamente una grande impresa sportiva dell’Italia, portata a compimento a Port Natal — luogo di quell’incontro — quando una formazione di 16 idrovolanti comandata da Italo Balbo (dopo avere, per la prima volta nella storia della aeronautica, attraversato l’Atlantico) il 17 dicembre 1930 raggiunse in quel porto il continente americano. È stata solo mancanza di cultura sportiva o fair play del politicamente corretto? Senza dire dei media che neanche a titolo di curiosità storica mi sembra abbiano ricordato quell’evento. Antonio Patierno [email protected] Ne approfitto per ringraziare una signora svedese, Ann-Marie Kjellander, che abita a Orbetello (da dove partirono gli @ E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] IMMUNITÀ E VINCOLO DI MANDATO Particelle elementari RIFLETTERE PRIMA DI CAMBIARE di Pierluigi Battista Risponde Sergio Romano È giusto che un parlamentare eserciti le sue funzioni protetto da una certa immunità, come avviene in altri Paesi. Tuttavia sarebbe molto apprezzato da tutti gli italiani un previo, spontaneo e solenne atto di rinuncia all’immunità da parte di ogni parlamentare, subito, al momento della nomina. Si può inserire nella legge almeno una raccomandazione in tal senso? Riccardo Cesati [email protected] Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 anche cambiare casacca, in forza della supposta libertà di mandato, tradendo quindi l’elettore. L’elettore dà il voto al candidato che soddisfa le proprie aspettative e ha il diritto di pretendere ciò che l’eletto ha promesso in campagna elettorale. Non Le pare?». Angelo Tagliabue [email protected] Cari lettori, e due questioni — imm u n i tà e n a t u r a d e l mandato — possono sembrare diverse, ma le soluzioni adottate dai costituenti rispondono a una stessa logica: tutelare l’indipendenza del parlamentare. Nel caso prospettato da Tagliabue, i critici dell’art. 67 («Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni L senza vincoli di mandato») partono generalmente dalla premessa che il candidato debba restare fedele agli impegni presi durante la campagna elettorale. Ma quelle promesse sono molto spesso generiche, retoriche e fatte, per di più, in circostanze che possono cambiare nel tempo ponendo il candidato di fronte a situazioni impreviste. Chi invoca il principio della fedeltà al mandato, pretende in realtà, anche se non sembra esserne consapevole, che il deputato resti fedele al partito con cui è stato eletto. È indubbiamente utile che i partiti possano contare sulla disciplina dei loro parlamentari. idrovolanti) e ci ha inviato una lunga lettera in ricordo della traversata. RIFORME DEL GOVERNO Senato, la politica economica. Le buone riforme sono tali se portano a un miglioramento del grado di efficienza e di democraticità del sistema istituzionale e in certi casi più che imporre un calendario quel che conta è convincere. Rispetto del calendario La capacità del governo Renzi di decidere rapidamente sui tanti problemi aperti del Paese non solo non è una colpa ma una grande qualità, soprattutto se confrontata con l’irresolutezza e i rinvii cui ci aveva abituato la politica italiana. Ma questa prontezza di decisione non può far sempre premio sul merito dei provvedimenti e delle soluzioni adottate e oscurare le obiezioni e le critiche rivolte da più parti, ad esempio, sulla legge elettorale, la riforma del La tua opinione su sonar.corriere.it Canone speciale Rai per chi usa tv in hotel e ristoranti o comunque in luoghi di lavoro. È giusto? Ma sino al punto d’impedire che qualcuno manifesti la propria indipendenza con una scelta diversa da quella che il partito vorrebbe imporgli? Forse che il partito non modifica mai i suoi programmi e non li adatta alle circostanze in cui deve operare? Un partito libero di agire secondo le proprie convenienze, ma autorizzato a esigere la disciplina cieca e assoluta degli iscritti, non è compatibile con una società democratica. Quanto alla immunità, converrà ricordare che fu introdotta per proteggere i deputati dalla magistratura e dalla polizia quando l’una e l’altra erano strumenti del potere esecutivo. Le condizioni sono cambiate e il Parlamento ha dovuto prenderne atto, nel 1993, quando ha considerevolmente ridotto le prerogative di cui i parlamentari aveva- no goduto sino a quel momento. Ma se vogliamo che il potere legislativo conservi la propria indipendenza di fronte agli altri poteri dello Stato dobbiamo evitare che il deputato sia alla mercé di accuse infondate ed esposto al rischio di un uso strumentale della giustizia. Come ha ricordato recentemente Michele Ainis (Corriere del 28 giugno), l’immunità viene concessa alle funzioni, non alla persona. Conosco le ragioni per cui la classe politica e il Parlamento suscitano oggi diffidenza e ostilità. Troppi scandali, troppi errori e, in parecchi casi, un uso spregiudicato e personale delle funzioni pubbliche. Ma non credo che queste siano buone ragione per abolire norme dettate dall’esperienza e dalle esigenze della democrazia. Peccato che almeno la metà del debito sia finanziato dai piccoli risparmiatori italiani che hanno creduto nel proprio Paese. Questi suggerimenti non prevedono poi che lo spread lieviterebbe immediatamente così come gli interessi, in breve tempo gli effetti del mancato pagamento sarebbero annullati e lascerebbero più povere le famiglie italiane. anestesia e rianimazione e responsabile di struttura complessa (primario a tempo pieno) in un ospedale pubblico del Nord Italia — oltre tre volte inferiore a quella del collega medico della Camera dei deputati che cura i malanni dei nostri cari politici, mi vergogno un po’ di essere cittadino italiano. Franco Pensini Carlo G. Lorenzetti [email protected] CRITICHE Stipendi dei dipendenti La ristrutturazione Alcuni economisti suggeriscono di ristrutturare il debito pubblico. Significa, in sintesi, non pagarne una parte. Leggendo le retribuzioni dei dipendenti della Camera e confrontandole con le mia che è — con 35 anni di anzianità nel ruolo di medico specialista in SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Per i pagamenti sopra i 30 euro Pos obbligatorio per professionisti e negozianti: ritenete che sia una norma giusta? 20 No 80 Paolo Maisano [email protected] [email protected] CAMERA DEI DEPUTATI DEBITO PUBBLICO © RIPRODUZIONE RISERVATA Noi e l’Europa Il nostro sistema fiscale, oltre ad essere oppressivo, è anche vessatorio perché obbliga il cittadino che vuole pagare le tasse a impressionanti peripezie per capire come deve versare i suoi soldi allo Stato. Se poi i denari pubblici frutto delle tasse, invece che essere usati per garantire servizi di qualità adeguata ai cittadini, servono per foraggiare politici corrotti, allora non possiamo stupirci se siamo anche mal considerati in Europa. Mario Pulimanti Lido di Ostia Tutti i numeri dello Stato famelico S ì, certo, avere speranza, l’Italia può uscire dalla palude, uno sforzo tutti insieme, e va bene. Ma poi i numeri di un’invadenza statale asfissiante e senza limiti uccidono ogni speranza. E allineare le cifre dell’oppressione statalista raccontate da Paolo Bracalini nella Repubblica dei mandarini pubblicata da Marsilio toglie il fiato. Non per le tante bizzarrie surreal-burocratiche che fanno dell’Italia un Paese bellissimo, un Paese ridicolo. Ma per la scientifica e pervicace volontà di mortificare, di soffocare gli spiriti animali del mercato, ogni desiderio di fare, ogni audacia, ogni energia imprenditoriale, ogni voglia di uscire dal pantano. «Lo Stato parassita è vorace quando deve incassare, ma lentissimo quando deve pagare». Se sei in credito con lo Stato, mettiti in fila e aspetta 450 giorni, la media del tempo che ci vuole per farsi restituire i propri soldi. Se invece paghi in ritardo anche di un solo giorno, il Moloch pubblico, l’aguzzino fiscale ti sequestra i beni, guadagna indebitamente sull’«aggio», e sbaglia addirittura nel 48,3 per cento delle volte in cui i tartassati fanno ricorso. Il giurista Sabino Cassese calcolò in circa 150 mila leggi l’abnorme carico di regole che paralizzano l’Italia, contro le circa 10 mila di Francia e Germania: e ogni volta si chiedono in aggiunta «nuove regole». Per aprire un negozio devi adempiere per legge a 118 procedure. Una nuova manifattura, tra autorizzazioni, concessioni, «subingressi», comunicazioni richiede soltanto 84 obblighi di legge da rispettare. Nella giustizia civile bisogna attendere in Paolo Bracalini media 1.210 giorni per recuperare un credito. Le imprese soracconta in un no costrette a 15 pagamenti anlibro le anomalie nui che richiedono mediamente 269 ore l’anno per «inghiottidell’Italia re», annota Bracalini, il 65,8 per cento dei profitti. Per compliilliberale carci ancora più la vita dal 2008 al 2013 «sono state approvate ben 491 norme fiscali, di cui 288 con impatto burocratico sulle imprese». Per gli adempimenti tributari è necessario ogni anno un tempo pari a 36 giorni lavorativi. A Firenze un mercato dell’Esselunga ci ha messo 44 anni per aprire. Il titolare dell’omonimo pastificio, Giovanni Rana, ha raccontato che per aprire uno stabilimento a Chicago ci ha messo un settimo del tempo impiegato in Italia, sette anni, per dare lavoro a centinaia di persone. La British Gas, dopo undici anni di paralisi e di attese inconcludenti, ha rinunciato al progetto del rigassificatore di Brindisi: 125 milioni di euro buttati, un migliaio di posti di lavoro anch’essi buttati. Con le tasse occulte la pressione fiscale raggiunge quasi l’80 per cento: leggete bene le bollette e ve ne accorgerete. E vi accorgerete che catastrofe è stato il discredito verso un’espressione ormai sputtanata, «rivoluzione liberale», ma che era l’unica speranza di mettere a dieta uno Stato prepotente e oppressivo, l’unica speranza di ripartire davvero, l’unico modo per uscire dal pantano. Chissà come, oramai. Chissà quando. ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Enzo Tortora Misurata e convincente la giornalista Gaia Tortora, figlia dello scomparso giornalista televisivo, Enzo, nel respingere le insincere e tardive scuse del dottor Diego Marmo, «appena» 31 anni dopo l’arresto del padre per associazione camorristica (Corriere, 28 giugno). Il magistrato di Napoli fu il duro accusatore del conduttore tv, sulla base delle dichiarazioni, rivelatesi mendaci, di assassini «pentiti», come il camorrista Gianni Melluso, detto «Gianni il bello». E auspico che il sindaco di Pompei revochi la discussa decisione di affidare l’assessorato alla legalità al pubblico ministero dell’inquietante inchiesta giudiziaria, che provocò un lungo periodo di detenzione, a Poggioreale, di Enzo Bozzetto Tortora, che morì un anno dopo la sua definitiva assoluzione. Pietro Mancini, Cosenza Proprio tutto male a Pompei? Sabato scorso sono stato a Pompei e ho visitato il sito archeologico accompagnando alcuni ospiti stranieri. Mi aspettavo di trovarmi di fronte allo sfascio completo, data la pessima pubblicità che da tanto tempo accompagna il sito nei media di tutto il mondo. Invece, con mia sorpresa, ho visitato un’area archeologica ben tenuta, con una razionale gestione degli ingressi e delle visite (il luogo era affollatissimo da migliaia e migliaia di visitatori), piacevole e organizzato anche se alcune parti risultavano non accessibili. All’esterno poi ho trovato un contesto di attività commerciali che offrono ristoro e possibilità di acquisti di oggettistica ai visitatori, senza aggressività né maleducazione. «Dulcis in fundo», ho preso la Circumvesuviana per tornare a Napoli Centrale e di lì rientrare a Roma. Mi aspettavo un luogo degradato e mezzi vecchi e sferraglianti. Invece ho trovato una stazione ben tenuta, pulita, piena di gente e, sorpresa, un treno nuovissimo, con tanto di aria condizionata e oltretutto anche in orario. Lo so che sono controcorrente rispetto alla vulgata di questi tempi. Non stiamo esagerando con queste polemiche contro il sito più famoso del mondo? Alessandro Bianchi, funzionario Mibact © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 13,50 (recargo envio al interior $ 1,00); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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E non è difficile, purché ci sia la volontà politica, istituire corsi di recupero seri (non di due settimane!) ed efficaci, come si verifica in altri Paesi dell’eurozona, per migliorare la preparazione degli studenti che hanno denunciato carenze in questa o quella disciplina. Mattia Testa, Itri (Lt) EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. 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In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi € 0,62 + € 0,50 + € 0,78. PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette € 1,90 (Corriere € 1,40 + Sette € 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna € 1,90 (Corriere € 1,40 + IoDonna € 0,50). A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como € 1,20 + € 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20; sab. Corsera + IoDon- La tiratura di domenica 29 giugno è stata di 482.645 copie ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 Thailandia THB 190; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l’estero tel. 0039-0263.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. 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Il DNA e altre verità” € 8,30; con “I dolci di Benedetta” € 9,39; con “Braccialetti Rossi” € 11,30; con “Harry Potter” € 14,30; con “Skylander” € 11,30 ; con “La grande cucina italiana” € 11,30; con “D-Day. 6 giugno 1944” € 8,30; con “Grande Guerra. 100 anni dopo” € 12,39; con “English Express” € 12,39; con “Biblioteca della Montagna” € 10,30 26 italia: 51575551575557 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 27 italia: 51575551575557 RICONOSCIMENTI «Congratulazioni a Donna Tartt e Doris Kearns Goodwin». Così il sito dell’American Library Association (www.ala.org) riporta i vincitori 2014 delle Andrew Carnegie Medals rispettivamente per le categorie Fiction e Non fiction. L’annuncio è stato dato a Las Vegas durante il meeting annuale dell’associazione che riunisce le biblioteche statunitensi e che dal 2012 premia i migliori libri per adulti pubblicati in America. Oltre al riconoscimento intitolato Donna Tartt raddoppia: dopo il premio Pulitzer vince la Carnegie Medal all’imprenditore e filantropo Andrew Carnegie (18351919) ai vincitori andrà un premio di 5 mila dollari finanziato dalla Carnegie Corporation di New York. «Il cardellino» di Donna Tartt (1963), uscito in Italia da Rizzoli, aveva quest’anno già vinto il Premio Pulitzer per la fiction: romanzo-fiume di quasi novecento pagine con protagonista il tredicenne newyorkese Theo Decker è stato scritto nell’arco di dieci anni tra New York, Amsterdam e Cultura Las Vegas. Nipote di bibliotecari, Donn Tartt che da giovane ha lavorato in una biblioteca ha in più occasioni ricordato l’importanza di queste istituzioni. Il riconoscimento nella sezione Non Fiction va, invece, alla saggista, biografa e commentatrice politica Doris Kearns Goodwin (1943) per «The Bully Pulpit» (edito da Houghton Mifflin Harcourt) un saggio sui rapporti tra giornalismo e potere politico. (C.Br.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Prosa, poesia e pittura: una settimana over 50 Da domani a Baveno (Verbania) prenderà il via la rassegna «50&più», settimana dedicata agli over 50 che si dilettano in prosa, poesia, pittura e fotografia. La rassegna prevede un concorso, giunto alla XXXII edizione che premierà le opere migliori delle diverse sezioni. In giuria: Renato Minore, Lina Pallotta, Elio Pecora e Duccio Trombadori. Durante la settimana si alterneranno incontri, dibattiti e serate musicali. L’associazione 50&più, che organizza la kermesse, conta 330 mila iscritti ed è presente in tutta Italia con 103 sedi. Anteprima Al festival di Bologna Il Cinema Ritrovato, i cortometraggi che la coppia girò insieme nel 1957, scoperti in una discarica a Londra «Mio padre Mordecai e Peter Sellers prove, ben riuscite, di umorismo» La figlia di Richler: insieme capacità di invenzione e malizia raffinata di MARTHA RICHLER Testimonianza È una circostanza straordinaria quella che vuole tre film scritti da mio padre presentati in Italia a tredici anni dalla sua morte, avvenuta nel 2001. L’Italia è una terra che amava, e dove avrebbe sperato di vivere. Una notte di pioggia, a Londra, poco prima di morire, suggerì a mia madre che forse era giunto il momento di trascorrere assieme i loro inverni in Italia, dove quello che sarebbe diventato il suo ultimo, e, a mio avviso più grande, romanzo, La versione di Barney, si è trasformato in un bestseller, cosa che lo sorprese e lo riempì di felicità. Sono sicura che l’amore dei lettori italiani per La versione di Barney abbia dato a mio padre un piacere ancor maggiore di quello procuratogli persino dai suoi migliori sigari e scotch whisky… e sto parlando di cose molto importanti! Nel 1957, Peter Sellers era sconosciuto, ma il suo talento era talmente notevole che già questi tre brevi film mostrano un maestro al lavoro. Non era facile trovare un autore umoristico che potesse pareggiare o addirittura superare la presenza sullo schermo di Peter Sellers e il suo straordinario ventaglio di voci ed espressioni. Mio padre, benché avesse solo ventisei anni — era nato nel 1931 —, aveva già scritto due romanzi, Cocksure e The Acrobats, e stava per pubblicarne un terzo, Scegli il tuo nemico, nello stesso anno in cui venivano realizzati questi tre film. Scegli il tuo nemico, che ho di nuovo letto recentemente, è così fresco e divertente, rivela il lato più caotico della vita bohémien londinese: il non aver nulla da perdere, la povertà disinvolta di artisti e scrittori degli anni Cinquanta. Sarà stato perché mio padre era quasi senza un soldo, ma le trecento sterline per scrivere quei tre film gli sono sembrate un jackpot! Qualunque lavoro per la televisione era per gli scrittori di allora come una vincita alla lotteria. Quel denaro donava loro il tempo per scrivere, la risorsa più im- Qui sopra, l’attore Peter Sellers (1925-1980). Nella foto grande Mordecai Richler ritratto a Montréal nel 1992 (Christopher J. Morris / Corbis). I libri di Richler sono editi in Italia da Adelphi portante, e potevano quindi permettersi quel poco che serviva per tirare avanti per mesi senza alcuna preoccupazione che non fosse il foglio bianco. Mio padre affittò quindi una stanza da cinque sterline al giorno, in un’isola greca, e batteva i tasti della sua macchina da scrivere dall’alba al tramonto. E aveva appena conosciuto mia madre, che gli diede, come le disse sul letto di morte, molto di più di quanto avrebbe osato sognare. La verità è che le abitudini di lavoro di mio padre non sono poi cambiate tanto, in oltre cinquant’anni di scrittura, dalle stanzette londinesi al tavolo di legno con la sua sedia al sole della Grecia, a Montréal e, infine, nell’ufficio che guardava sul lago Memphremagog in Québec, dove lavorò meglio che in qualunque altro posto. Da quando aveva diciott’anni, non fece altro che scrivere, dalla mattina alle quattro del pomeriggio. Mantenne la stessa abitudine fino a quando si ammalò, a settant’anni, e con sua grande frustrazione, perché aveva appena iniziato un nuovo romanzo. Come ultimo atto, lasciò il suo certificato di nascita alla fine dell’ultimo manoscritto, in modo che mia madre lo trovasse alla sua morte. Una vocazione intensa «Da quando aveva 18 anni papà non fece altro che scrivere, dalla mattina alle quattro del pomeriggio. Lo fece fino a settant’anni» Questo testo di Martha Richler (nella foto sopra), figlia di Mordecai, è stato composto in occasione della presentazione della «Trilogia di Hector Dimwittie», i tre cortometraggi scritti da Mordecai Richler, diretti da Leslie Arliss e interpretati da Peter Sellers nel 1957. La trilogia, che per oltre cinquant’anni era sparita, viene presentata alla ventottesima edizione del festival «Il Cinema Ritrovato», a Bologna fino al 5 luglio. La proiezione sarà al cinema Arlecchino (ore 16) giovedì 3 luglio, anniversario della morte dello scrittore scomparso 13 anni fa. L’iniziativa è promossa dalla Cineteca di Bologna La sua vita era scrivere. Tutto il resto era in più, o un’interruzione, benché abbia sopportato cinque bambini e diversi animali. Mia madre era quella che badava a tutto per lasciargli la libertà di scrivere. Al di là del lavoro, tutto ciò che desiderava, oltre a mia madre, erano un drink o due al bar di fiducia, The Owl’s Nest, al lago Memphremagog, o, quando era a Montréal, al Grumpy’s, che si vede nel film tratto da La versione di Barney, e dove una targa lo ricorda. Tutti scherzano sul suo amore per lo scotch e i sigari, ma quello che amava, quello di cui aveva veramente bisogno, erano storie e personaggi. Come i professori vanno in biblioteca, papà andava nel suo bar preferito. La cosa più eccezionale di questa collaborazione tra Peter Sellers e Mordecai Richler sta nella freschezza dei loro approcci, nella loro capacità d’invenzione, in un momento in cui l’umorismo era fatto di torte in faccia e banalità. La loro raffinata malizia, il gioco attorno ai confini sono caratteristiche di entrambi questi artisti. In particolare in Dearth of a Salesman, c’è una vena tragicomica nel ritratto del venditore. Una tale compassione per l’uomo fallito era un tema che mio padre portò avanti per il resto della vita. Sapeva comprendere il dolore e l’umiliazione che nascono dalle ambizioni fallite. Credo che Dearth of a Salesman possa essere visto come il primo esercizio per il personaggio di Duddy Kravitz. Il primo lavoro di un artista che amiamo è sempre un evento imprevedibile. Qui possiamo cogliere Sellers e Richler nel tentativo di trovare la loro cifra, prima con passo incerto, poi con spavalderia e coraggio che sorprendono, realizzando questi film, freschissimi ancor oggi. Si prendono carico del rischio assieme, in un modo che gli scrittori e gli attori d’oggi dovrebbero ammirare e invidiare. Nel mio piccolo, da disegnatrice, guardo sempre alla commedia, e studio spesso i primi lavori dei maestri della comicità. Se pensiamo a un Woody Allen, già nei suoi primi spettacoli a Londra possiamo intravedere i tratti di Annie Hall. Conoscendo e amando Sellers e Richler, possiamo considerare una vera fortuna avere questi primi film. E quanto è curioso — date le umili origini di mio padre nel ghetto ebraico di Montréal — che questi tesori siano stati scoperti in una discarica a Londra, non da un archivista, ma da un custode dall’occhio attento. © RIPRODUZIONE RISERVATA Novità Patricia S. Churchland Marc Augé Daniel C. Dennett Gian Piero Quaglino (a cura di) L’io come cervello L’antropologo e il mondo globale Strumenti per pensare Formazione Come esplorare le idee con nuove capacità I metodi Una semplice e affascinante esplorazione della mente Le società contemporanee sotto la lente di un grande antropologo Gian Piero Piretto (a cura di) Memorie di pietra I monumenti delle dittature Francesca Rigotti Onestà Topografia di una virtù www.raffaellocortina.it M. Ammaniti, V. Gallese La nascita della intersoggettività Lo sviluppo del sé tra psicodinamica e neurobiologia Daniel J. Siegel Mappe per la mente Guida alla neurobiologia interpersonale 28 Cultura Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Le iniziative del Corriere Romanzi d’Europa Intervista Oggi in edicola il capolavoro del premio Nobel francese. Parla l’attore che il 2 e il 3 luglio lo porterà in scena a Milano «La parola di Camus nasce dal corpo» di MAURIZIO PORRO ALBERT CAMUS FOTOGRAFATO DA DEAN LOOMIS A PARIGI NEL 1955 (GETTY IMAGES) D opo aver vivisezionato ignudo Pasolini e depositato Gadda davanti a casa come fosse cronaca di oggi, Fabrizio Gifuni, incontentabile nei confronti di se stesso, decorato del Nastro d’argento per il rampante protagonista del Capitale umano, alza ancora l’asticella e affronta una prova difficile dove neppure il grande Visconti laggiù nel 1967 era riuscito. Il 2 e 3 luglio, inaugurando la lunga, meritevole stagione del Teatro Parenti di Milano, legge, vive, recita, fa sue, poi nostre, le parole, alternandole ma non alterandole con musiche, del romanzo di Albert Camus Lo straniero, che dal 1942 non ha smesso di essere un classico per ogni taglia e misura di coscienza. Dal punto di vista teatrale è una novità e, pure se non c’è bisogno di giustificazione, si ricorda il centenario della nascita di Camus (1913-1960), morto «assurdamente» in un incidente d’auto come in un suo romanzo. Proprio questo suo libro-manifesto della crisi dell’uomo esce nella collana del «Corriere della Sera» con la nuova prefazione di Dacia Maraini. Lo straniero marchia a fuoco e Gifuni lo lesse quando è più giusto e proficuo farlo, a vent’anni: «Nel periodo dell’Accademia ho divorato grandi titoli, il teatro ha fatto da spinta per la letteratura, che diventava la presenza fisica di un testo, chiave di accesso che ha fatto scattare e saltare la serratura d’attore. Questo imprinting l’ho conservato e non a caso negli ultimi anni ho lavorato molto con testi letterari riscritti sulla scena». Lo straniero è la storia di Meursault, che dopo la morte della madre vive la sua vita, va al cinema, in spiaggia, fa l’amore, ma in un pomeriggio di sole uccide per caso un arabo (siamo ad Algeri), affronta un processo e viene condannato, senza mai il sospetto di una catarsi, ma anzi scoprendo l’essenza stessa dell’«estraneità» al mondo. Un piatto ghiotto per un attore curioso, sensibile e raffinato come Gifuni. «Due cose sostanziali — afferma l’attore — Gifuni: «Lo straniero» è perfetto per il palcoscenico trasmette sensi, suoni, luce, odori, sapori e superfici Presa diretta «Quando affronto un testo non mi piace partire con una categoria dove si sistema comodo un pensiero. Voglio scoprire l’esperienza sul palco» ci sono nel libro, di cui bisogna farsi carico. La prima è che è un racconto in soggettiva, che si svolge attraverso occhi e parole del protagonista, quindi leggere quelle stesse parole è entrare a far parte di quest’uomo. La seconda è la sua naturale disponibilità alla scena, la dimensione fisica e sensoriale della materia, una delle virtù abbaglianti del romanzo e uno dei motivi potenti dei quattro capitoli essenziali: funerale della madre, omicidio, processo, carcere e condanna sono tutte aree attivate dai sensi, suoni, luce, odori, sapori, superfici. Una visione sensoriale che giustifica il corpo a corpo con l’attore nel rispetto integrale del testo ad opera mia e della regista Roberta Lena». Perché in locandina si legge «Un’intervista impossibile?». «Parafrasando Manganelli — risponde Gifuni —, ci siamo immaginati una sorta di ritorno di Meursault, che viene a raccontare la sua storia. Non uso categorie ufficiali, ma so che il mio corpo è attraversato in scena da Meursault, come un concerto reading». Torna il gran problema di come passare dalla prima alla terza persona (come la Recherche, la cui scrittura scenica è stata tentata da Tiezzi e Lombardi), nodo teatrale che pochi fortunati sono in grado di sciogliere: vedi Luca Ronconi, primo a traslocare romanzi in scena (da Orlando furioso a Pornografia di Gombrowicz, passando per Nabokov ed Henry James), aprendo un varco dove poi si sono accomodati altri. Oggi il caso di Camus si inserisce quasi in una tendenza: Ida Marinelli all’Elfo è stata madre coraggio della Storia della Morante, fra breve alcune attrici (Marinoni, Fracassi, Crippa) leggeranno brani dal magnifico Diario di Etty Hillesum, edito da Adelphi: una ritrovata fiducia nella forza delle parole che sono pietre. «Nello Straniero le dissolvenze incrociate, il gioco di prima e terza persona si risolvono in una linea unica, una voce sola: non c’è il narratore, le due figure coincidono. I sensi dello spettacolo sono tutti aperti, in azione, soprattutto la luce. Avere a disposizione un materiale così naturalmente strutturato Il protagonista L’attore Fabrizio Gifuni sarà l’interprete dello spettacolo «Lo straniero, un’intervista impossibile» tratto dal romanzo di Albert Camus, che aprirà la stagione del Teatro Parenti di Milano, il 2 e 3 luglio è un adescamento molto forte verso l’attore la cui voce si fa corpo», dice Gifuni quasi mistico. E che Camus fosse affascinato dal teatro, per cui scrisse Caligola, non è un segreto. «Nel Mito di Sisifo ha scritto pagine belle e profonde sul lavoro dell’attore, partendo non a caso dalla battuta di Amleto sulla recita-trappola in cui far cadere la coscienza del re. In inglese il doppio significato di play svela che giocare è recitare, la più seria delle attività dell’uomo». Camus inserisce l’assurdità del teatro, che si perde con la fine della recita, aprendo una polemica con la Chiesa sulle radici transeunti: «Ma Eschilo nell’Edipo re racconta proprio questo, che solo chi sa giocare e recitare resta vivo, o la Sfinge lo inghiottirà. La nostra società dovrebbe praticare di più la serietà del gioco, permette di capire che cosa sono le regole, e i bambini infatti sanno cos’è la mimesi, sanno che il corpo umano è disponibile a diventare milioni di cose». Camus rilancia il tema del tempo perduto e ritrovato, guarda caso, dietro le quinte, come salvezza e perfezione, ma solo dell’apparenza: tolti i costumi, l’attore non è più nulla se non un viaggiatore del tempo. «Lo scrittore trae le conclusioni migliori — prosegue Gifuni — dall’assunto che un giorno si deve morire, quindi hai tre ore per essere Jago, Alcesti, Fedra o Gloucester, entro 50 mq, fare un personaggio e prenderlo in trappola. Meno tempo hai, più la scommessa vale». E per interpretare il finale: ideologia, spirito, filosofia? «Mi interessa cercare di scoprirlo attraverso l’esperienza del teatro. Quando affronto un testo, non mi piace partire con una categoria dove si sistema comodo un pensiero. Il gioco è suonare ad alta voce con quelle parole e vedere a ogni recita che cosa si crea: lasciarsi sorprendere dalla lettura per me è importante». Come traslocare le pagine dal testo al palco senza romperle o scheggiarle? «Niente di più naturale che staccare le parole dal testo, dal supporto cartaceo dove giacciono orizzontali e rimetterle in verticale, nella loro sede naturale che è il corpo da dove provengono, quello dell’autore. Pasolini diceva: nulla è separato dalla mia esperienza fisica, le parole vengono dai corpi, presenti nella scrittura. Leggere ad alta voce è rifarsi carico di un peso. Quando finisco Lo straniero, la mia condizione fisica è la stessa di quando facevo Pasolini. In teatro accade qualcosa che passa attraverso i corpi di attori e spettatori, la scommessa di ogni sera è dimostrare che c’è un motivo per trovarsi insieme. Nella caducità di un’esperienza, come quella dello Straniero, non riproducibile, molti pensieri attraversano la testa di uno spettatore». E conclude: «Si deve creare un campo magnetico, altrimenti meglio stare a casa, il teatro non è solo un gesto estetico e intellettuale, deve ricreare una dimensione rituale. Sarà evidente, credo, quando verrò a Milano al Piccolo per la commedia di Massini su Lehmann Brothers, allestita da Ronconi. I temi della crisi, finanza ed economia, ancora una volta si traducono sui corpi reali dei cittadini, come nel Capitale umano, che infatti ha intercettato perfettamente una domanda che è nell’aria». © RIPRODUZIONE RISERVATA In edicola La prossima settimana «Nebbia» di Miguel de Unamuno Radiografia di un mondo indifferente alla rovina P rosegue con il dodicesimo volume, in edicola da oggi, la collana «Romanzi d’Europa» a cura di Paolo Di Stefano: la nuova uscita è il romanzo Lo straniero di Albert Camus (il prezzo di ogni volume è di 9,90 più il costo del quotidiano), uno dei capisaldi della letteratura francese ed europea, in questa edizione presentato con l’introduzione inedita di Dacia Maraini. La vicenda del protagonista Meursault è esemplare della condizione umana nella visione pessimistica di Camus, ma anche rappresentativa degli umori europei del periodo e di un momento particolarmente importante della cultura francese, negli ambienti filosofici esistenzialisti parigini: il protagonista attraversa senza passioni e senza interesse vicende come la morte della madre, l’amore di una donna, addirittura l’omicidio di un uomo inerme che egli stesso colpisce senza alcuna emozione, fino all’incredibile indifferenza per la propria condanna a morte. Si tratta di un romanzo che illustra gli umori più cupi della Francia e del continente durante la Seconda guerra mondiale: lo sguardo del protagonista sembra «continuamente rimosso, deviato», come scrive la Maraini nell’introduzione. «Ricordiamo — continua la prefazione — che Lo straniero è stato pubblicato nel 1942, e quindi è stato concepito e scritto negli anni peggiori della dominazione hitleriana in Europa». Quanto più il mondo di Meursault è uniforme, tanto più Camus lo sottolinea con «la sua prosa secca e paratattica, dal sapore aspro e apparentemente sciatto, la sua visione in bianco e nero di un mondo senza colori e sapori». Il tredicesimo volume della collana, in edicola dal 7 luglio, sarà il romanzo Nebbia dello scrittore spagnolo Miguel de Unamuno (1864-1936). (i.b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Al Teatro Parenti Il colloquio «impossibile» inaugura la stagione Sarà l’unico teatro in Italia a inaugurare la stagione 2014-2015 già il 2 luglio, e lo farà proprio con un testo complesso come Lo straniero di Albert Camus: il Teatro Franco Parenti di Milano proporrà il 2 e 3 luglio il reading spettacolo Lo straniero, un’intervista impossibile tratto dal romanzo del maestro francese e interpretato dal mattatore Gifuni nella riduzione letteraria di Luca Ragagnin, per la regia di Roberta Lena (ore 21, via Pier Lombardo 14, biglietto 32, ridotto 16, telefono 02 59 99 52 06). Con lo spettacolo prodotto dal Circolo dei Lettori di Torino (che ha visto già il tutto esaurito al Teatro Carignano), si rende omaggio al centenario della nascita di Camus, con un recital che ne propone la lettura in un’atmosfera densa di citazioni: non può mancare la traccia estetica di Luchino Visconti, che dall’opera trasse un film interpretato da Marcello Mastroianni. Gifuni leggerà brani in una drammaturgia che intreccia la prosa a un sottofondo musicale ispirato al capolavoro esistenzialista, con canzoni come Killing an Arab dei Cure e The Stranger dei Tuxedomoon. Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Vintage Tra la spoglia regìa di Patrice Chéreau e i cromatismi delle (troppe) Madonne toscane Elzeviro A Milano una mostra delle sue «forme» GIÒ POMODORO, L’ARTE COME POESIA di SEBASTIANO GRASSO C Giò Pomodoro, «Sole serpente» (1988) i si inoltra fra passato e presente, in questa mostra milanese di Giò(rgio) Pomodoro (1920-2002). Capolavori in bronzo, marmo, acciaio e fibra di vetro dal 1958 al 2001 (Milano, sino al 10 luglio, per informazioni tel. 02.833.90.437, www.progettoarte-elm.com): Folla, Tensione, Tensione bandiera, Forma distesa, Marat, Sole, Sole serpente, Giano e così via. Corre un brivido: lo stesso registrato, a suo tempo, da Guido Ballo nei suoi versi dedicati a Giò: «Carezzare la pelle di palude/ dà un brivido di frane lisce, sospese/ lasciarsi cadere senza peso, quasi,/ all’interno di questo animale accasciato», scriveva in Palude. Stavolta era un poeta (e ❜❜ I versi di Pound furono una fonte di ispirazione. Ma anche la musica di Mozart critico) come Ballo che si ispirava a un’opera di Pomodoro per comporre un poemetto. Normalmente avveniva il contrario. Era l’artista a confrontarsi con la pagina scritta. Non a caso, infatti, la maggior parte dei suoi lavori ha una tensione lirica stimolata da letture di versi e dalla musica. S’è detto più volte: la parola si muta in gesto, in segno e la scultura diventa, così, l’esito di una trascrizione emotiva della fantasia creatrice, una sua metafora. «C’era odore di menta fra i lembi pendenti della tenda/ specie dopo la pioggia/ (…) e nei giorni piovosi eran nubi/ nelle montagne come sotto i posti di guardia»: proprio a questi versi di Ezra Pound dei Canti pisani, Giò s’era ispirato per una serie di geroglifici esposti alla Biennale del 1956. Alle suggestioni del poeta americano seguono quelle dell’inglese Eliot, del russo Majakovskij, del cileno Neruda, dell’italofrancese Apollinaire. E non solo. Ci sono anche Platone con il «triangolo rettangolo scaleno», Plutarco con le Vi- Terza Pagina 29 italia: 51575551575557 Elektra e Pontormo, elogio delle follie L’eroina greca trionfa alla Scala, il manierista incanta Firenze di ALBERTO ARBASINO te parallele, Campanella con La città del sole. Pomodoro era attratto dai miti dell’antica Grecia e dalla sua architettura classica. Non era certo un recupero il suo, ma una rilettura di un mondo in cui la forma diventava essenziale e lo spazio si concretizzava in luoghi fortemente suggestivi ed ineffabili. I vari Sole nascono proprio così. Come Pier Paolo Pasolini («La nostra più grande attrazione è verso il passato — scriveva in Pilade — perché è l’unica cosa che conosciamo e amiamo veramente, tanto che confondiamo con esso la vita»), Giò Pomodoro aveva un’anima antica nella quale, però, coesisteva lo spirito moderno. Poeti, ma anche saggisti, antropologi. Per esempio, agli Inni omerici accostava il celebre Miti e misteri di Károl Kerényi. Credo, anzi che, verso la fine degli anni Sessanta, abbia voluto incontrare lo studioso ungherese, che si era dedicato alla rivisitazione della mitologia greca. Risultato? Una serie di sculture dedicate al dio Hermes (il Mercurio dei romani). Così come la monumentale Contatti tenaglia, in bronzo, nelle cui superfici interne il metallo era modellato in anse, caverne, gomiti ed abitacoli che, per il taglio violento e deciso, e per il senso del mistero, facevano venire in mente la tomba d’Atreo a Micene. Alla fine è come se dalla cultura classica, Pomodoro rubasse i miti per dare loro una forma moderna; prendendo invece dalla cultura contemporanea il gioco dei rimandi, delle suggestioni: «In ore come questa ti alzi e parli/ ai secoli, alla storia, al creato./ Il mare retrocede./ Il mare va a dormire./ Come suole dirsi: l’incidente è chiuso» recitava Giò, citando Majakovskij. La musica, s’è detto. Nello studio milanese di via San Marco, Giò era solito lavorare ascoltando Verdi, SaintSaëns, Dvoràk, Kummell, Bach, Corelli. E, soprattutto, Il flauto magico. Poi, come sempre, passava a letture di approfondimento. Dal flauto di Mozart a quello di Massimo Mila, al Significato della musica di Schneider. Anche nella musica, infatti, Pomodoro cercava il legame con la cultura greca. Si ripercorrano le superfici tese, in espansione, dei bronzi per percepirne la forza improvvisa. È come se, fra le limpide magie classiche, affiorasse il ritmo selvaggio dei riti della Primavera. Mozart e Stravinskij. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla M Milanesiana e su Corriere.it Gesù Cristo nella letteratura Un testo di Roberto Cotroneo Roberto Cotroneo partecipa oggi alla Milanesiana, con un intervento su Gesù nella letteratura e nell’arte, durante l’incontro «Viaggio nella parola, nell’arte. La fortuna della parola» alla Sala delle Colonne di Palazzo Corio Casati a Milano (via San Paolo 12, ore 18, ingresso libero). Con lui alla rassegna, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, intervengono Tommaso Cerno, Roberto Mussapi, Elisabetta Rasy, Franco Rella, Andrea Renzi e Armando Besio. Il testo di Cotroneo è anticipato online su Corriere.it/cultura. A l Bargello fiorentino, nella mostra di Baccio Bandinelli, si possono apprezzare e ammirare i livelli qualitativi eccelsi che erano evidentemente normali e ordinari nella scultura fiorentina del Rinascimento. O la sublime precisione di piume e squame di pesci e uccelli, nei sommi disegni di Jacopo Ligozzi per le illustrazioni granducali... E così, nel nuovo museo della Casa Martelli, contemplare l’abituale standard di mobilio e allestimento in un palazzotto nobiliare dei secoli successivi. Stratificazioni generazionali: una quadreria di ritratti, paesaggi, conviti, conversazioni, congiure… Committenze decorative a Beccafumi, Benigni, Locatelli, Conca, Salvator Rosa, fra cornici dorate, tappezzerie fioritissime, gale, frulli, frappe, volants… «Troppe, troppe Annunciazioni tutte eguali in casa nostra a Firenze», sospirava una dama ormai installata da decenni a Roma, «solo con un paio di Pontormo e Vouet». Sopra cantine piene di «porcellane Sassonia», giacché quelle principesse cattoliche ai primi dell’Ottocento soltanto a Roma potevano trovare coniugi altrettanto principeschi, e con capaci seminterrati per accogliere gli scatoloni o i bauli di Meissen. In Palazzo Strozzi, adesso, gli estri più o meno indocili del Rosso Fiorentino si pongono a confronto con l’incantevole garbo compositivo del Pontormo. Anche se restano a Santa Felicita e a Volterra le due sensazionali Deposizioni movimentate nella Ricotta di Pasolini, davanti a un Orson Welles indifferente fra Mongoli e Tartari, Macbeth e Falstaff e una Deposizione di Andrea del Sarto a Palazzo Pitti e le caffetterie nella zona bassa di via Veneto, con tavolini neanche lontani dall’ex re Faruk. «Una coltre di primule…». Welles legge solennemente Mamma Roma, là dove il Giuliano Briganti de La maniera italiana spiega il temperamento del Rosso: «Più violento e bizzarro che non melanconico e introverso, più diavolesco e stregato che non oppresso da angosciose ossessioni». E ancora: «I legami con il classicismo rinascimentale fiorentino sono mantenuti in apparenza come metodica di stile, ma le variazioni raggiungono una tensione così disperata, una tonalità così esorbitante da rendere ap- In alto l’«Elektra» di Strauss con regia di Chéreau alla Scala. Qui sopra: «Eva» di Baccio Bandinelli. A destra: «La visitazione» di Pontormo pena riconoscibile il tema fondamentale». Firenze quale «fucina di tendenze», per il nostro amato Roberto Longhi. E «proprio nel cuore dei movimenti più irrealistici del cosiddetto manierismo, e addirittura nei più famosi rappresentanti dell’irrealismo come il Bronzino e il Pontormo» si potrebbero osservare dei residui di una vena naturalistica, amorosamente dedita all’apparenza ottica delle cose. «Valori» forse ereditati dalla figuratività del Quattrocento? Ma nel Libro mio del Pontormo, le continue cene col Bronzino vengono dettagliate con i frugali ingredienti. E al Poggio a Caiano, cosa si sarà mangiato? *** Purtroppo il ricco catalogo non ha indici di autori o di luoghi. Solo una ricca bibliografia. Quindi è difficile risalire alle competenze delle Rovinate o dei Battuti. Inoltre, giustamente le opere non devono viaggiare. E quindi, come per gli affreschi del Poggio a Caiano, si andò in treno. Ma qui, alla mo- stra, si staglia il profilo tremendo del Savonarola, con quei roghi tuttora incomprensibili in una città così d’arte. E in un altro profilo del Pontormo (e non più di Fra’ Bartolomeo) di Cosimo il Vecchio agli Uffizi, «uno avulso non deficit alter», triste su un ramo «svelto» (cioè «divelto»), ma fiorente su un altro marcato P-P-P che non attiene a qualche Pier Paolo ma si spiega quale Pater Patriae Publice ai bei tempi del Poliziano e del Ficino. E inoltre, nel museo lacustre di Paolo Giovio, l’elogio di Cosimo de’ Medici sarà un encomium ripetuto più volte, sotto ogni libro di elogi d’uomini d’arme illustri. Ma che meraviglie di muscolature carnali, dove Mosè difende le figlie di Jetro, molto avventurose, agli Uffizi. E che soavi affinità femminili, nella pia chiacchiera della Visitazione a Carmignano. Visi lieti e puliti, fresche frasche. Ma diecimila martiri non possono apparire numerosi, nelle classifiche percentuali delle popolazioni? Così come undicimila vergini, a Firenze? O an- che in città più popolose? Mah. *** In queste molte Madonne troneggianti fra santi o spedalinghi o arpie, e in queste incisioni con abbondanti stragi di Innocenti fin sopra le orecchie degli stragisti, non si nota mai una preoccupazione forse ignota alle varie Madonne del Bellini in mostra a Brera. Più d’una si erge, maestosa, altera, solenne. Ma il Piccino è lì lì, sull’orlo delle ginocchia. E non appena lei fa un movimento, il Piccino casca per terra? Impareranno a Firenze, questi veneti, come si tengono i più piccoli? O lì apprenderanno piuttosto come sbrigarsela, alle prese con tutti quegli angiolotti così graziosi e polposi? *** Alla bellissima sensazionale Elektra straussiana e scaligera, diretta da EsaPekka Salonen con la regìa di Patrice Chéreau, impossibile evitare le ondate dei ricordi. Inge Borkh a Roma, nel delirio rutilante e sportivo di una campionessa olimpionica del ’36 abbacinata dalle volpi bianche delle dive dell’Ufa. In contesa col meraviglioso canto passionale di Martha Mödl: convolvolo cannibalesco, sotto i cieli stupendamente trascoloranti degli elettricisti tedeschi. O il giovane Chéreau in giro per Milano con le sue sciarpine bianche, ai tempi del lavoro al Piccolo Teatro sulle Lulu di Wedekind e poi di Berg, con Paolo Grassi. Smisurato espressionismo, su scenari monumentali. E stupendo protagonismo di Evelyn Herlitzius, fra Waltraud Meier e Adrianne Pieczonka. Con Oreste non si riconoscono lungamente, e Chéreau spiega che se ne è andato da piccolo, però con bel tòcco registico la vecchia nutrice prostrata lo riconosce dai piedi, come la balia omerica Euriclea. Per Adorno, «Hofmannsthal pretende di giungere a una trascendenza di fronte alla society, e il pensiero di essere un outsider non è estraneo a chi deve inventare una sua society». E «anche George e Hofmannsthal rivelano una inspiegabile mancanza di gusto per quanto riguarda le arti figurative della loro epoca». Ma soprattutto si ricorda adesso che a un Tristan und Isolde con regìa di Chéreau qui alla Scala, ci si stupiva per la quantità di cipressi in Cornovaglia. E lo scenografo obiettava che le ville romane sono piene di cipressi. «Già — osservava una signora — e i cipressi che a Bolgheri alti e schietti?». Ma nelle scuole francesi, ovviamente, si imparava tutt’altro, a memoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Narrativa «Quel segno sulla fronte», edito da Imprimatur, è il nuovo inquietante libro di Emilia Costantini Traffico di organi, ragazzini spariti L’orrore irrompe nella quotidianità di SEVERINO COLOMBO «L’ intento di questo romanzo è di contribuire a sollevare degli interrogativi affinché le istituzioni preposte indaghino e possano dare delle risposte». È più di una dichiarazione di intenti, quella suggerita da Emilia Costantini nell’«Avvertenza» che precede il suo nuovo romanzo Quel segno sulla fronte (Imprimatur Editore, pp. 287, 15). È una scelta di campo: la determinazione dell’autrice — giornalista del «Corriere della Sera», scrittrice e critico teatrale — a mettere la scrittura al servizio del giornalismo, a trarre «spunto da fatti di cronaca» per affrontare «i problemi sociali e morali che viviamo quotidianamente». Come era accaduto con il romanzo d’esordio Tu dentro di me (Aliberti, 2009), che anticipò un dibattito oggi attualissimo sulla fecondazione eterologa, e poi con Oltre lo specchio (Aliberti, 2010), sul destino opposto di due gemelle divise dalla nascita, anche con il nuovo lavoro Emilia Costantini affronta temi sociali e morali importanti e ingombranti quali il traffico illegale di organi e la sparizione di minori. Crimini tanto orribili che viene più facile allontanarli (dal nostro Paese) e cancellarli (dalla memoria) anziché provare a metterli a fuoco. Scrive: «Riguardo la sparizione ogni anno di centinaia di ragazzini, per esempio tra quelli che approdano a Lampedusa, è stato più volte sollevato il problema». Con coraggio torna a farlo ora Costantini a partire da una storia vera, resa irriconoscibile nei suoi protagonisti. La vicenda è stata raccontata all’autrice da una persona che con il traffico d’organi e con i minori ha avuto a che fare e che «è a conoscenza di cliniche nel Nord Italia, dove questo mercato esiste ed è fiorente». Costantini affonda le mani nell’attualità e ne ricava una materia narrativa autonoma. Posta la questione come premessa, la scrittrice e giornalista è brava a non prendere di petto il problema, a non sbattere l’orrore in faccia al lettore. Umberto e Jasmine sono una coppia felice La ludoteca per bambini aperta a Lampedusa da Save the Children e Caritas con la parrocchia dell’isola (Ansa) la cui stabilità vacilla quando la donna perde il bambino che stanno aspettando. Di origini rumene la giovane parte per Bucarest, un viaggio che è un appuntamento con il destino: l’incontro con la piccola Ana. Il lettore ha il tempo, così, di entrare nella quotidianità della coppia, di conoscerne il passato — che infanzia e che adolescenza hanno avuto e che adulti sono diventati; di condividerne (o meno) le scelte. Con una costruzione narrativa che riflette una passione per il teatro classico, Costantini — che è anche autrice del testo dello spettacolo dedicato a Oriana Fallaci che ha debuttato nel 2011 a Festival di Spoleto (con Monica Guerritore) e che qualche giorno fa è approdato a New York (interpretato da Andrus Nichols), di una biografia di Rodolfo Valentino (Fivestore) e di una Intervista immaginaria a Marina Berlusconi, testo teatrale per la regia di Filippo Crivelli che apre il 21 agosto il Todi Festival — gioca di rimandi e colpi di scena, spartisce equamente colpe e meriti tra i personaggi, costruisce situazioni che si aprono e si chiudono con tempi scenici precisi, dando fluidità al racconto. Al ritmo incalzante di una caccia all’uomo, meglio alla bambina, si passa dal dramma personale all’intrigo internazionale (Romania, Turchia) per trovarsi, infine, faccia a faccia con ciò che spesso non si vuole vedere. © RIPRODUZIONE RISERVATA 30 italia: 51575551575557 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 31 italia: 51575551575557 Spettacoli Il regista aveva 88 anni Addio a Piero Nelli, firma del neorealismo al cinema e in tv È morto ieri a 88 anni Piero Nelli, regista di cinema, autore televisivo e romanziere. Dopo la guerra lavorò come aiuto regista di De Santis in Riso amaro. Nel ’52 debuttò con La pattuglia sperduta, unico esempio di neorealismo in costume. In tv curò per la Rai «Parlare, leggere, scrivere. Storia dell’Italia unita tra lingua e dialetti», insieme con De Mauro e Eco. L’intervista Dalle modelle hot nel video con Thicke al nuovo disco con il volto solare di una ragazza di colore: la svolta del cantante-produttore Il successo Pharrell Williams con i Daft Punk. Il sin- Lo scandalo Williams con Robin Thicke nel video del golo «Get Lucky» ha venduto oltre 7 milioni di copie brano «Blurred Lines», accusato di volgarità e sessismo La copertina Il volto di una ragazza di colore per il singolo «Marilyn Monroe» Pharrell cambia registro: mi schiero con le donne capita a tutti» confessa adesso. A proposito di sentirsi happy, la sua ricetta per la felicità è semplice: «La mia famiglia» dice. Nel 2003 qualcuno aveva calcolato che il 43% della musica passata dalle radio americane aveva la sua firma. Un decennio dopo Pharrell è tornato a dominare. Allora erano le sue produzioni in team con Chad Hugo sotto la franchigia Neptunes che regalavano hit a Britney Spears, Kelis, Snoop Dogg, Jay Z o Justin Timberlake. Adesso ci pensa in prima persona. L’anno scorso ha piazzato i due tormentoni Mr. Musica allontana le accuse di sessismo «Meritano di governare, voterei Hillary» P harrell Williams e le donne. Quello fra il genio del pop e l’universo femminile è un rapporto controverso e fatto di alti e bassi. La scorsa estate Pharrell è finito nel mirino delle femministe (e non solo) per «Blurred Lines», la hit da oltre 350 milioni di visualizzazioni su YouTube che ha scritto per e cantato con Robin Thicke. Qualche frase esplicita nel testo, un poco elegante «so che lo vuoi» rivolto a una ragazza e la parte affidata al rapper T.I. ancora più volgare, gli ha procurato accuse di sessismo. E le modelle nude della versione senza censure del video per molti sono state l’ennesimo esempio di sfruttamento del corpo della donna. Bisognava correre ai ripari. Con l’album solista «G I R L», i due spazi fra ogni lettera del titolo li ha voluti lui, la star dal tocco d’oro (l’anno scorso c’era il suo zampino anche in «Get Lucky» dei Daft Punk) ha voluto fare un omaggio a tutte le donne: «Se smettessero di lavorare il mondo crollerebbe» aveva detto. L’ultimo successo preso da quel disco si chiama «Marilyn Monroe» e per la copertina la trovata del 41enne americano è stata quella di un ritratto di una ragazza di colore. Un primo piano semplice e pulito. Senza ammiccamenti. «Penso che l’essere umano Marilyn Monroe fosse una bella persona — racconta Pharrell che sarà in concerto in concerto in Italia il 20 settem- 27 GIUGNO 13 LUGLIO 2014 bre al Forum di Milano —. Ognuno ha la forza di essere un’icona a casa propria e fare questo significa celebrare l’unicità dell’individuo e non conformarsi a un modello statuario o a una definizione standard». Parole della stessa persona che per il video della canzone ha scelto immagini che insistono sui marmorei «lati b» di un corpo di ballo. Ma per confondere le acque c’è una recente intervista all’inglese Channel 4 in cui mister Tormentone ha confermato il proprio sostegno a Hillary Clinton per le presidenziali americane del 2016: «Mi piacerebbe vedere una donna alla guida del Paese: storicamente questo mondo è stato governato da uomini e chissà come sarebbe se il 75% dei leader mondiali e dei premier fosse donna... Non lo sappiamo perché siamo troppo occupati a dire alle donne quello che possono e che non posso- no fare con il loro corpo». Icona di stile: quando a gennaio si è presentato ai Grammy con un cappello da bovaro firmato da Vivienne Westwood su Twitter sono partire le parodie, oggi quel copricapo fa tendenza. Stilista che ha collaborato con Moncler, Louis Vuitton, Adidas e Uniqlo. Milionario in dischi venduti a nome suo o come produttore per altri. La rivista Time lo ha messo fra le 100 personalità più influenti del 2014, ma Williams ci tiene a mostrare il suo lato umano. Quando in tv Oprah Winfrey, la stella dei talk televisivi americani, gli ha mostrato come su YouTube si fosse diffuso il contagio di «Happy» con video da tutto il mondo (Iran compreso, e le ragazze che lo hanno fatto sono state arrestate) in cui gente normale mostrava la propria gioia ballando sulle note della sua canzone, lui si è messo piangere. «Mi capita, come ❜❜ In studio Mi piace comporre brani che io e la gente che lavora con me sentiamo dentro L’annuncio del chitarrista Clapton si ritira: «Basta concerti, sono insopportabili» Eric Clapton (foto), maestro della chitarra blues, dice addio a concerti e tournée alla soglia dei 70 anni. La vita in giro è diventata una sofferenza per Clapton, che in un’intervista alla rivista Uncut, che gli dedica la copertina di agosto, annuncia il ritiro dal palco. «Credo che quello che mi consentirò sarà di continuare a registrare in studio, ma andare in giro è diventato insopportabile» dice il musicista che non nasconde acciacchi, strani dolori e stress. Dopo mezzo secolo di carriera il musicista fa capire che vale per lui quello che annunciò il vecchio amico scomparso JJ Cale, autore di «Cocaine», al quale rende omaggio con l’album tributo «The Breeze». «Quando compirò 70 anni — disse Cale — sarò ufficiosamente in pensione». Una scelta che «Slowhand», come è sopranominato Clapton, è deciso a fare sua, visto che compirà 70 anni il 30 marzo 2015. dell’estate. Negli ultimi mesi è arrivata «Happy». Non si stanca mai di sentirsi in radio? Fa il modesto: «Lavoro moltissimo in studio e non ho molto tempo per ascoltare radio a casa o in macchina o altrove». Giura di non essere uno che costruisce hit a tavolino, di non avere sensazioni su quale canzone sarà un successo: «Dipende dalla risposta della gente: se qualcosa è amato viene portato in alto». Nemmeno la sua personale risposta alle canzoni non gli suggerisce quale sarà quella del pubblico. «Investo il mio tempo cercando di fare musica che io e la gente che lavora con me sentiamo dentro. A volte quando esce diventa più grande di quanto possa aver immaginato e non puoi che dire grazie. Senza la partecipazione del pubblico sarebbero solo canzoni». Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 italia: 51575551575557 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Spettacoli 33 italia: 51575551575557 Teatro Recital di Popolizio e Peppe Servillo per celebrare i cento anni dall’inizio del primo conflitto mondiale «Le voci tra illusioni e trincee» Va in scena la Grande Guerra Cederna: il cammino dall’esaltazione futurista all’orrore 1 luglio Al Ravenna Festival Peppe Servillo (nella foto qui sotto) interpreta tra musica e parole «Le trincee del Con l’elmetto Giuseppe Cederna (57 anni) S epolti in un eterno campo di battaglia, le voci dei soldati straziati da mitragliatrici e baionette tornano a parlarci della Grande Guerra. A cento anni di distanza dal conflitto del ’15-’18, il teatro racconta tra musica e parole la guerra che causò in Europa tra 15 e 17 milioni di vittime. Un itinerario di morte e ferocia che si snoda su più fronti: il Forte di Tenna (Trento) ospita il 4 luglio la prima nazionale di Nel ventre della guerra, reading concerto con Massimo Popolizio a cura di Angela Demattè, una delle più autorevoli esponenti della drammaturgia italiana. «Il nostro è un viaggio nella vulnerabilità umana — spiega l’autrice —, nella paura camuf- fata di ardimento (come recita la poesia di Corrado Govone che apre il recital: “Guerra! — una voce d’abisso urlò. E gli uomini si sentirono uomini finalmente, plasmati d’odio e di ferocia”), nell’assurdità di un martirio collettivo in cui milioni di esseri umani furono mandati al massacro». Accompagnato da canti alpini — interpretati dal coro Castel di Pergine —, e costruito, tra le altre, sulle poesie di Musil, Palazzeschi e Owen intrecciate a lettere e diari di soldati e piccole cronache quotidiane dall’inferno di fossati e trincee, lo spettacolo, prosegue Demattè, «da un lato indaga le testimonianze di chi ha provato a narrare l’indicibile; dall’altro il silenzio di chi, davanti alla follia, impazzì. Come i molti solda- ti che non riuscirono più a tenere insieme ciò che erano stati in guerra e quello che chiamavano l’“uomo” prima di essa». Sui sacchi di sabbia di una trincea si muove anche Giuseppe Cederna, accompagnato dalle musiche di Alberto Capelli (chitarre) e Mauro Manzoni (sax e flauto), interprete di L’ultima estate dell’Europa. Il sublime e l’orrore (il 26 luglio a Trento, in diretta su Radio 2 La drammaturga Angela Demattè: così si racconta la vulnerabilità umana, la paura camuffata da ardimento Concerto Il 20 luglio l’originale esibizione del grande jazzista e Radio 3; il 18 agosto al Parco del Tonale e il 24 a Lesmo). Spiega Cederna, anche autore del testo con Augusto Golin: «Racconto il cammino dall’esaltazione futurista della guerra, espressa con vibrante brutalità da Filippo Marinetti nel suo Manifesto Guerra sola igiene del mondo (1915), alla consapevolezza dell’orrore come racconteranno tra gli altri Ungaretti e Gadda». Il Mittelfest, dal 19 al 27 luglio a Cividale del Friuli, ricorda il centenario della guerra con il recital di Emanuele Carucci Viterbi Mentre le granate cantavano orribilmente, selezione di poesie su testi di Alvaro, D’Annunzio, Zanzotto e Ungaretti. «Quest’ultimo — sottolinea l’attore — vide nell’arruolamento Incassi Usa Le date cuore - Canti popolari della Prima Guerra Mondiale», a cura di Ambrogio Sparagna 4 luglio Al Forte di Tenna (Trento), Massimo Popolizio (foto sopra) dà voce all’assurdità del martirio collettivo nel reading concerto «Nel ventre della guerra», a cura di Angela Demattè 31 luglio Al Festival Dino Ciani, a Cortina (Belluno), canti della Grande Guerra alternati a letture e poesie con Corrado Tedeschi volontario la soluzione di una crisi, il termine del vagabondaggio. “Sono un estraneo (…). E se la guerra mi consacrasse italiano?” Scrisse nel 1914 a Prezzolini. Per poi lasciare una delle testimonianze più toccanti dello strazio ma anche della fraternità della trincea, le 32 poesie di Il porto sepolto: (“Un’intera nottata/buttato vicino/a un compagno/massacrato/con la sua bocca digrignata/volta al plenilunio”)». Il mondo sull’orlo dell’abisso è il tema su cui si incardina il Festival Dino Ciani (Cortina d’Ampezzo, dal 31 luglio al 10 agosto): debutterà sui canti del periodo della guerra eseguiti dal Coro Cortina alternati al reading di Corrado Tedeschi delle lettere dei soldati in partenza per il fronte; accompagneranno l’attore il piano di Jeffrey Swann e la voce del soprano Adelyn Renée. A ripercorrere i canti di trincea italiani e dialettali, intrecciandoli con letture poetiche, Ambrogio Sparagna e l’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma hanno invece chiamato Peppe Servillo e Gabriella Gabrielli. «Le trincee del cuore – Canti popolari della Prima Guerra Mondiale (1° luglio, Ravenna Festival) — spiega Sparagna, autore del progetto — ripropone, attraverso la voce e la forza della poesia, i tanti canti che cercarono di dare conforto agli orrori e alla disumanità della guerra. Per ricordare, con il cuore, i giorni della trincea». Laura Zangarini «Transformers 4» è da record: cento milioni in un weekend Il ciclone Transformers si abbatte sul botteghino americano: il quarto film della serie, L’era dell’estinzione, batte il record di apertura del weekend 2014 con un incasso stimato di 100 milioni di dollari, superando i 95 milioni raggiunti da Captain America 2 e i 93 messi insieme da Godzilla. Il film di Michael Bay con Mark Wahlberg (43 anni, nella foto), atteso in Italia il 16 luglio, riesce a raccogliere in totale nel mondo 300 milioni di dollari. Per ora è lontano il record stabilito dal terzo film della saga che ha incassato oltre 1 miliardo e 120 milioni di dollari (al settimo posto nella classifica degli incassi di sempre). Tornando al box office Usa del fine settimana, chiudono il podio, staccatissimi, 22 Jump Street con 15,4 milioni di dollari e Dragon Trainer 2 con 13,2 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA PINK FLOYD Galliano: la mia fisarmonica DIVISION BELL suonerà sul cratere del Vesuvio THE 20th ANNIVERSARY COLLECTOR’S EDITION «L e imperfezioni sono importanti, bisogna coltivare i propri difetti, la somma delle irregolarità dà come risultato la personalità, che poi è l’essenza della qualità». È un paradosso artistico, e se lo può permettere solo uno dei più grandi (il più grande?) fisarmonicisti del mondo. Padre italiano, Richard Galliano è nato a Cannes 63 anni fa. Da 59 ha iniziato a suonare il «suo» strumento, quando aveva 4 anni e molti difetti. In quale imperfezione si riconosce? «A volte metto troppa energia quando suono, devo controllarmi. Un tempo avevo paura del vuoto e del “suono” del silenzio, ora ho capito che non devo strafare, che il silenzio dell’aria ha il suo fascino». Lo stesso fascino che Galliano ritroverà il 20 luglio sul cratere del Vesuvio, che farà da quinta naturale al suo concerto, un evento raro organizzato da Scabec Campania Artecard e dal Pomigliano Jazz Festival nell’ambito del progetto «Viaggio in Campania. Sulle orme del Grand Tour» che propone itinerari culturali ai viaggiatori di oggi, ispirandosi ai grandi viaggiatori del passato — scrittori, artisti, aristocratici — che venivano in Italia per il loro percorso di formazione. «Ho già suonato sperduto tra i monti o in riva al mare racconta — ma su un vulcano non mi era mai capitato. In queste situazioni in genere si crea sempre un’atmosfera magica e sacrale, di vera comunione con il pubblico». Un luogo tra lo spettrale e l’incantato, dove la Natura è padrona. Ma Galliano non avrà occhi per guardare: «In generale non guardo quasi mai, suono quasi sempre a occhi chiusi, però quando l’atmosfera è speciale la percepisci comunque». Proporrà il suo jazz improvvisato — che in musica non vuol dire approssimazione, ma assecondare le onde dell’estro —, ci saranno classici di Piazzolla come «Oblivion» e «Libertango», canzoni del repertorio napoletano con Rino Zurzolo. Alle pendici del Vesuvio un tempo c’erano Pompei e Ercolano, ora la colata di lava ha lasciato spazio a un’indistinta colata di cemento, di case spesso abusive. Riflette Galliano: «Anche in Costa Azzurra abbiamo assistito al mancato rispetto del paesaggio, alla rottura di quell’armonia che avevamo ereditato dal passato. Penso che stare nel bello aiuti a stare meglio, sia una fonte di ispirazione di comportamenti virtuosi». Figlio musicale di Astor Piazzolla, uno dalle qualità artistiche ma anche umane fuori dal comune, uno che prima di assumere un nuovo musicista doveva cenare con lui («non mi fido molto delle persone che non bevono, che non mangiano…»). Anche lei Galliano fa così? Ride: «Nella vita e nei rapporti cerco sempre la semplicità, non amo i comportamenti da star. Cerco la stessa semplicità che metto anche nella musica, mi piace il suono puro e chiaro». Lui ha iniziato con la musica a 4 anni, ha studiato all’Accademia di Musica di Nizza, ha seguito un percorEstro Richard Galliano è nato nel 1950 so didattico lontano dalle scorciatoie televisive dei talent show: «Non mi piace la giuria di questi programmi, l’attitudine ad essere tropEmozione po duri nei giudizi. Io sono un Sarà un momento artista e mi piace la fragilità dell’artista, non mi piace chi unico, si creerà come una macchina. Le un’atmosfera magica suona imperfezioni sono importanti, bisogna coltivare i propri con il pubblico difetti...». LA RIEDIZIONE DI UN ALBUM FONDAMENTALE NELLA STORIA DELLA MUSICA 01.07.14 BOX DA COLLEZIONE IN EDIZIONE LIMITATA CONTIENE: Doppio LP rimasterizzato in vinile 180g, 2011 remastered CD, Audio Blu-ray inedito 24/96 HD, 5.1 surround mix con il nuovo video di Marooned, booklet 24 pagine in formato grande, versioni da collezione dei singoli originali in vinile colorato in 12” e 7” di High Hopes e in 7” di Take It Back, 5 stampe da collezione in edizione limitata, 24/96 & 320kbs download card. Disponibile anche in doppio LP e HD download. ❜❜ Renato Franco © RIPRODUZIONE RISERVATA www.pinkfloyd.com Facebook.com/pinkfloyd • Twitter.com/pinkfloyd 34 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # MondialiBrasile Crisi tattico-fisica Niente equilibri né centrocampo Non è Seleçao DA UNO DEI NOSTRI INVIATI SAN PAOLO — Felipao Scolari (c.t.) e Carlos Alberto Parreira (d.t.) hanno solleticato la folla sul senso di accerchiamento. «Il fatto che il Brasile possa vincere la Hexa può non andare giù a molte persone, la Fifa non sarebbe contenta di un “club” con sei titoli». Certo il vecchio metodo «soli contro tutti» di bearzottiana e lippiana memoria serve sempre a ricompattare i ranghi, però nessuno in Brasile è contento del primo dei due elementi che il giornale di Belo Horizonte, Hoje, ha messo nel titolo per sintetizzare l’ottavo di finale verde-oro: «Sufoco e fiesta». E anche il secondo, la fiesta, non sembra aver attecchito più di tanto. Passata la paura, restano i punti negativi di una squadra che è passata, come sottolineano tutti, grazie a Julio Cesar (Ave) e alla traversa. Rispetto al 2002, Felipao ha cambiato sistema, ma non abitudini. Quando conquistò la Penta a Yokohama, giocava con il 3-42-1. Tra i quattro di centrocampo, c’era Kleberson. Felipao ha tentato la stessa mossa di 12 anni fa per irrobustire il centrocampo. Nel 2002, nei quarti contro l’Inghilterra, sostituì uno della coppia di centrocampo: Via Juninho Paulista per Kleberson. Quello che era uno dei suoi classici cambi, divenne permanente e si rivelò vincente perché Kleberson era più deciso nei contrasti. Adesso ha tentato la stessa mossa, via Paulinho per Fernandinho, Gli schemi ma non gli è andata così bene. Gli schemi Fernandinho è sono due: stato uno dei lancio dalla difesa sostituiti. o azione personale Premesso che non ha lasciato a casa una generazione di fenomeni, Felipao si trova in grave crisi tattico/fisica. Non esiste il gioco, e fin qui passi, neanche il Giappone brillava per spettacolo, ma in questo caso il commissario tecnico del Brasile si trova ad avere a che fare con un vuoto a centrocampo. Paradossalmente gioca un po’ come l’Argentina di Maradona nel 2010: senza centrocampo. Quando troverà una formazione pronta a sfruttare la voragine a metà campo saranno dolori (Germania-Argentina 4-0). La linea centrale del 2002, Cafù, Gilberto Silva, Kleberson e Roberto Carlos, aveva due esterni con caratteristiche da ali, più che da terzini, ma i due in mezzo erano affidabili e coprivano egregiamente la difesa con Lucio, Edmilson e Roque Junior. Il Brasile di Scolari della Penta era una squadra equilibrata, questa no. Dani Alves e Marcelo, bene quando attaccano, in difesa possono fare pasticci (vedi rimessa laterale con 1-1 del Cile). I due difensori centrali, Thiago Silva e Daviz Luiz, sono forti (più Thiago) spesso sono soli. Ma il vero problema resta il vuoto a centrocampo. Kleberson (2002) era bravissimo a recuperare e ripartire, Luiz Gustavo e Paulinho/Fernandinho appaiono lenti e prevedibili e, soprattutto, costretti dall’inferiorità numerica a marcare gli avversari, impostare a singhiozzo. Così gli schemi del Brasile sono due: lancio dalla difesa, oppure azione personale con gol o passaggio decisivo. Neymar, spento come Oscar (per non parlare dell’odiato Fred, amato solo da Felipao), spesso arretra a centrocampo a caccia di palloni. Non è Brasile questo. Però, tutte le volte che non lo è stato, perlomeno negli ultimi vent’anni, ha vinto la Copa. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo spavento Un morto e centinaia di ricoverati durante la partita con il Cile RIO DE JANEIRO — È uno di quei giorni che il tifo prima di tutto, l’importante è il risultato, non servono a nulla. Perché il Mondiale continua, per arrivare all’agognato «Hexa» mancano tre vittorie, e andando avanti così sarà molto difficile riuscirci. Il giorno dopo la grande paura, il Brasile è costretto ad affrontare la realtà. Nemmeno il più cieco dei torcedores, il più patriottico dei commentatori può negare che la partita contro il Cile, più che un campanello d’allarme, sia stata una dura lezione. Bisogna correggere la rotta, la combinazione di fortuna e passione non può essere l’arma per andare avanti. Curiosamente, i commenti nei bar e nei social network somigliano molto a quelli sentiti in Italia dopo l’eliminazione con l’Uruguay. «Tanto saremmo usciti con la Colombia agli ottavi... ». E i sorprendenti cafeteros delle Ande saranno proprio i prossimi avversari della Seleçao, venerdì prossimo a Fortaleza. «Continuando così si esce, ragazzi». Il lucido Tostao, eroe del 1970 oggi commentatore, lo dice chiaro: «Non abbiamo problemi emotivi, ma tattici e tecnici. Restiamo forti candidati al titolo, ma prepariamoci ad altri momenti di panico». «Siamo stati a un passo dall’inferno e, detto tra noi, ce lo saremmo meritato tutto», aggiunge Juca Kfouri sulla Folha de Sao Paulo. I brasiliani adorano l’epica della resurrezione, quella di Julio Cesar lo è tutta, come Ronaldo nel 2002: da rotto e finito a eroe assoluto. «Ave Cesar!», sparano i titoli della mattina. Felipao Scolari, che contro tutti ha voluto titolare l’interista del Triple- Un tweet al giorno James Rodriguez @jamesdrodriguez La gioia è della Colombia, la gloria è di Dio Brasile in ansia Il Paese comincia ad avere dubbi sulla sua nazionale te, ora si permette una deroga alla sua abituale schiettezza. Dice che «comunque abbiamo fatto più di loro», quindi il passaggio del turno è meritato. Con buona pace di chi ha visto un’altra partita, o ha rischiato le coronarie. Centotrentasette persone sono state soccorse allo stadio di Belo Horizonte per malori vari, tra cui quattro principi di infarto; e un povero tifoso non è nemmeno arrivato ai rigori, si è sentito male dopo il gol annullato a Hulk ed è morto in ospedale. Scolari poi la mette sul piano dell’aggressività: «Siamo stati troppo molli, d’ora in avanti vedrete!». Ma dimentica che il suo Brasile non è proprio una squadra di gentleman. Contro il Cile ha com- Preghiera L’attesa di Neymar e dei compagni del Brasile durante i rigori che li hanno portati ai quarti di finale (Ap) messo 28 falli e subiti appena 23. Tutti hanno visto Neymar picchiato senza troppi complimenti, ci si indigna ma sorvolando sulle scorrettezze che lui commette, e sono molte per un giocatore nel suo ruolo. Quel che appare fuori luogo sono le lamentele e i sospetti, segnali di un nervosismo giunto a un livello di guardia. Sostiene Carlos Alberto Parreira, braccio de- Il Paese si riconcilia con il suo portiere JC il «salvador» L’ex solitudine del numero uno Da uno dei nostri inviati ALDO CAZZULLO RIO DE JANEIRO — «JC salvador» hanno scritto su un muro all’ingresso di Duque de Caxias, tristanzuola città della cintura di Rio, finita sui giornali negli ultimi anni solo per una megaretata di poliziotti corrotti dai trafficanti di droga (60 arresti), e oggi all’onore del Brasile come luogo natale di Julio Cesar, JC, stesso acronimo del Salvatore, quello vero. Nel barrio di Grajaù, quartiere di piccola borghesia lontano dal fascino triste delle favela e dalla luce delle grandi spiagge, dove JC ha esordito — da centravanti — nel Grajaù Country Club, hanno prepara- to uno striscione: «O campeao voltou», il campione è tornato. Quattro anni fa, Rio non era così fiera del figlio portiere, «carioca da gema», fino al tuorlo. Julio Cesar fu considerato il responsabile dell’eliminazione contro l’Olanda, per un’uscita a vuoto. Invano si era difeso assicurando di aver chiamato la palla a Felipe Melo, coautore del gol olandese: il colpevole in Brasile è sempre il portiere. Lavoro ingrato. Impopolare quasi come l’arbitro. Da sempre affezionati agli attaccanti «habilidosos», cioè dribblomani, i tifosi si sono fatti piacere con il tempo i centrocampisti difensivi e financo i due «zagueiros» — difensori centrali Certezza Julio Cesar, 34 anni, ha disputato 84 partite con il Brasile. Gioca in Canada col Toronto; dal 2005 al 2012 ha difeso la porta dell’Inter con 5 scudetti e 1 Champions (Reuters) — Thiago Silva e David Luiz, oggi tra i più amati; ma il portiere resta il capro espiatorio. È sempre stato così. Moacyr Barbosa, «goleiro» infilato da Schiaffino e Ghiggia nel giorno nefasto che costò al Brasile il Mondiale del 1950, è stato perseguitato per tutta la vita: la gente si scansava per strada, le madri indicavano ai figli «l’uomo che ha fatto piangere il Paese». Alla vigilia della seconda e definitiva morte, Barbosa dettò il suo epitaffio: «La pena per un assassino è di trent’anni; io da mezzo secolo pago per un crimine che non ho commesso». Non solo a Copacabana il più scarso va in porta; Leao e Valdir Peres furono considerati l’anello debole del grande Brasile campione nel 1970 e di quello grandissimo battuto da Paolo Rossi al Sarrià nell’82. L’inversione di tendenza si deve a Dida, più considerato in patria che nel Milan; che però era silenzioso, serio, un po’ scostante. Julio Cesar è un vero brasiliano, fin dal sobrio soprannome di gioventù: «O Imperador do Gol». Abbandonata a malincuore la porta avversaria per la propria, JC esordi- Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Sport 35 italia: 51575551575557 In tv # Le partite di ieri OLANDA MESSICO Le quote Snai: chi sarà il prossimo c.t. della nazionale azzurra Le partite di oggi FORTALEZA Ottavi di finale 2 1 RECIFE Ottavi di finale BRASILIA Ottavi di finale PORTO ALEGRE Ottavi di finale COSTA RICA 6 GRECIA 4 dopo i calci di rigore FRANCIA NIGERIA ore 18 Sky Mondiale 1 GERMANIA ALGERIA ore 22 Raiuno, Sky Mondiale 1 3,00 3,00 10 Quota Quota Quota Massimiliano Roberto Luciano ALLEGRI MANCINI SPALLETTI 12 Quota Francesco GUIDOLIN 25 D’ARCO 30 Quota Quota Alberto Fabio ZACCHERONI CAPELLO 50 75 Quota Vincenzo MONTELLA Quota Carlo ANCELOTTI Quota 3,00 altro L’impresa I centroamericani, in vantaggio con Dos Santos, capitolano al 94’. Nei quarti gli Oranje con la Costa Rica Il complotto Carlos Alberto Parreira, braccio destro di Scolari, la spara grossa: «C’è un complotto contro di noi» roghe alla formazione titolare, si sono rivelati inutili. I nuovi entrati hanno quasi sempre giocato peggio di chi usciva. Il che rilancia un sospetto che nell’ultimo anno il Paese aveva voluto mettere da parte: questa del Mondiale in casa, ahinoi, potrebbe non essere la generazione giusta per il sesto titolo. Rocco Cotroneo © RIPRODUZIONE RISERVATA sce a 18 anni nel Flamengo contro il Palmeiras: anche allora si segnala parando un rigore (prende due gol però). A 21 anni è già titolare, vince quattro campionati carioca, è convocato in Nazionale, para un altro rigore all’Argentina nella finale di Coppa America, sposa Susana Werner, l’ex di Ronaldo. Ma quando il Flamengo finisce in fondo alla classifica, i tifosi se la prendono con lui. Per quattro volte tentano di aggredirlo. JC proclama: «Sono pronto a dare la vita per la mia maglia, non c’è al mondo flamenguero più fanatico di me». Subito dopo passa all’Inter, che lo parcheggia un anno al Chievo. A Verona è incompreso: terzo portiere, dietro Marchegiani e Marcon: «Avevo bisogno di un po’ di tempo per capire il calcio italiano, ma qui non ci capisco un c...». All’Inter si presenta nel modo migliore: si ricorda di essere stato centravanti e segna un rigore al Milan, in un derby estivo («e non avete visto come tiro le punizioni»). In Italia diventa un divo. La sua immagine è curata dalla Cmg Worldwide, che prima di lui aveva ingag- Olanda in sei minuti dall’inferno al paradiso Sneijder e Huntelaar rimontano il Messico Van Gaal ironico: «Siamo modesti». Herrera furioso: «Rigore inventato» Olanda Messico 2 1 Marcatori: Dos Santos 3’, Sneijder 43’, Huntelaar (rig.) 49’ s.t. OLANDA (5-3-2): Cillessen 6; Verhaegh 5,5 (Depay 6,5 12’ s.t.), De Vrij 6, Vlaar 6, Blind 5,5, Kuyt 7; Wijnaldum 6,5, De Jong s.v. (Martins Indi 5,5 9’ p.t.), Sneijder 7,5; Van Persie 5,5 (Huntelaar 7,5 32’ s.t.), Robben 8. C.t.: Van Gaal 7 MESSICO (5-3-2): Ochoa 7,5; Aguilar 5,5, Marquez 5, Rodriguez 6, Moreno 5,5 (Reyes 6 1’ s.t.), Layun 5,5; Herrera 7, Salcido 6,5, Guardado 6,5; Dos Santos 7(Aquino 6 16’ s.t.), Peralta 6 (Hernandez 5,5 30’ s.t.). C.t.: Herrera 6 Arbitro: Proença (Portogallo) 5,5 Ammoniti: Aguilar, Marquez, Guardado Recuperi: 4’ più 6’ (un time out di 2’ per tempo) Tocco di Klaas La gioia di KlaasIan Huntelaar, 30 anni (LaPresse) DA UNO DEI NOSTRI INVIATI FORTALEZA — Restano in campo fino all’ultimo, a godersi un po’ di ombra e a rivivere, come vecchi amici dopo una partitona in spiaggia, lo sprint lucido e furioso che li ha lanciati improvvisamente verso una nuova dimensione. Quella di una squadra capace di passare in sei minuti dalla scaletta dell’aereo ai quarti di finale nella parte più tenera del tabellone mondiale (affronteranno la Costa Rica): l’Olanda di Van Gaal è un gruppo che sta bene, che ha cuore, gambe e fiato. E in più ha la qualità e la fame dei suoi senatori, Robben, ma anche Sneijder, Kuyt e Huntelaar, capaci di far crescere, chissà fino a che punto, le certezze dei compagni più crudi. Il Messico ha tenuto l’arancia nel forno dello stadio Castelao per un’ora, poi coi guantoni del suo fantastico portiere Ochoa ha cercato di non scottarsi. Ma un tiro teso di destro di Sneijder (43’) e un rigore procurato da Robben e tirato dal volontario Huntelaar (49’) hanno fatto volare per aria la teglia dei messicani che già si leccavano i baffoni: il magnifico sinistro a incrociare di Dos Santos a inizio del secondo tempo aveva in effetti indirizzato ulteriormente una partita dominata per larghi tratti dai centroamericani. I trentacinque gradi umidi (con punte di 38) e soprattutto il sole a picco all’inizio mettono in evidente difficoltà l’Olanda. Il Messico, alla sesta partita con il fumantino Herrera in panchina, giato solo altri quattro brasiliani: il pilota Emerson Fittipaldi, il chirurgo plastico Ivo Pitanguy, il cestista Oscar e la diva nazionale Carmen Miranda. Si scopre così che Julio Cesar è impegnato nel sociale e ama il cinema d’essai. Quando la squadra va male, è lui ad arringare i compagni negli spogliatoi. Se sbaglia, riconosce l’errore: «Scusate, oggi in campo c’era mio fratello». Si tatua i nomi dei figli, Cauet e Giulia, sul polso destro, quello con cui para. Va in tv da Chiambretti a difendere lo scudetto assegnato a tavolino (la sua Inter ne vincerà altri quattro). Ma quando finalmente arriva la Champions e Moratti, placata l’ombra del padre, rinuncia alla consueta munificenza, ci si ricorda che Julio Cesar guadagna quasi 5 milioni l’anno, ed è Un rapporto difficile Quattro anni fa le accuse per l’eliminazione dal Mondiale, ieri gli attacchi a Scolari che l’ha convocato, oggi è un eroe Time out La prima volta Al 31’ del primo tempo l’arbitro portoghese Proença sospende la partita per il primo time out della storia del calcio Come funziona Il regolamento prevede il «cooling break» quando la temperatura supera i 32°. La durata è di 3 minuti, che vengono recuperati alla fine della frazione di gioco spesso infortunato: il gomito, la schiena… L’Imperatore viene deposto. Finisce a Londra, in una squadra minore, il Qpr. Poi a Toronto. A 35 anni è a fine carriera. Il 90% dei brasiliani vorrebbe Jefferson, il portiere del Botafogo; Felipao Scolari lo ignora e chiama ancora Julio Cesar a difendere la porta nel Mondiale di casa. Entrambi vengono subissati dalle critiche; fino a sabato. A Belo Horizonte, al momento dei rigori, JC ha cercato di tranquillizzare i compagni, in lacrime anzitempo: «Tirate pure tranquilli, che io ne paro almeno tre». Poi ha pianto anche lui per la tensione. Di rigori ne ha parati due, ma la traversa ha fatto il resto. Alla fine ha pianto ancora, a dirotto, davanti alle telecamere di Rede Globo. L’intervistatore era lo stesso del 2010, Tino Marcos: «Ti ricordi quanto piangevo?» gli ha detto Julio Cesar. Pareva che in questi quattro anni non avesse mai smesso. «Stavolta però sono lacrime di felicità. Solo Dio e la mia famiglia sanno quello che ho passato. Non è facile fare il portiere in Brasile». © RIPRODUZIONE RISERVATA ci aggiunge il sacro fuoco delle grandi occasioni: «El Tri» è passato ai quarti solo quando ha giocato in casa (1970, 1986) ma qui si sente a suo agio, ha la maggioranza dei tifosi e una grande facilità di corsa sotto la canicola. Van Gaal perde subito De Jong per infortunio (anche per i quarti) e con lui l’equilibrio: Blind avanza a metà campo, ma soffre la velocità degli incursori Herrera e Salcido, al servizio di Peralta e Dos Santos. Cillessen però deve fare un paio di parate non impossibili. Al 31’25’’ del primo tempo l’arbitro portoghese Proença concede il primo time out ufficiale del Mondiale: due minuti trascorsi da molti giocatori con gli asciugamani freschi sulla testa o sul collo. Il punto di cottura dell’Olanda, con il gol di Dos Santos e le successive occasioni per raddoppiare del Messico, sembra però molto vicino. Van Gaal mette Depay e Huntelaar, ma Ochoa, dopo la grande partita contro il Brasile, ricorda a tutti che lui è sempre in cerca di squadra: la parata, colpo di naso compreso, su De Vrij è il manifesto di uno stile spettacolare ed efficace. Il sole nella metà campo messicana non c’è più ma il capellone volante spera che il nuovo time out faccia tramontare in fretta la crescita olandese. È il contrario. Van Gaal mostra a Sneijder il suo bloc notes e l’Olanda, per non tornare a casa, torna se stessa: avanti con il 4-3-3, squadra molto più proiettata in avanti, a tratti con 4-2-4. I gol arrivano comunque da due calci piazzati: da un corner, con successiva sponda di testa di Huntelaar, nasce il destro imparabile di Sneijder. Da un altro fallo di Marquez su Robben, scaturisce il rigore decisivo a 2 minuti dalla fine del recupero. Huntelaar chiede di tirare e dimostra che la testa fredda e il cuore caldo possono fare grandi cose. Herrera invece ha il crapone che fuma: «Andiamo a casa per un rigore inventato. Speriamo che faccia altrettanto anche questo arbitro: perché ne hanno mandato uno europeo?». La domanda, a uso e consumo della dolente «prensa» di Mexico City, si perde nella brezza calda di Fortaleza. La sera è dolce solo per Van Gaal e i suoi ragazzi: «Ci hanno creduto fino all’ultimo, dimostrando uno spirito eccezionale. Io ho approfittato del time out per cambiare sistema di gioco e poi l’ho cambiato ancora. Secondo la stampa olandese questa squadra non avrebbe passato il primo turno. In effetti continuo ad avere giocatori modesti — dice con ironia — quindi non pensiamo troppo in grande… ». Diavolo di un Louis: questa Olanda è più calda del sole di Fortaleza. Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Palla avvelenata Rissa Pinilla-Paiva un altro caso per la Fifa La traversa a pochi minuti dalla fine che avrebbe sicuramente dato la qualificazione al Cile, il rigore che gli ha parato Julio Cesar e anche un pugno che gli ha sferrato Rodrigo Paiva, ex portavoce di Ronaldo e adesso capo della comunicazione della nazionale brasiliana. Sabato non è stato il giorno di Mauricio Pinilla, centravanti del Cile e del Cagliari. C’è altro lavoro per il «panel» disciplinare della Fifa. Dopo il caso del morso di Suarez a Chiellini, infatti, dovrà investigare su una rissa scoppiata negli spogliatoi del Mineirao, durante l’intervallo di Brasile-Cile. Innescata da uno schiaffo di Fred al cileno Medel, è partita una zuffa nella quale — pare testimoniata da un inequivocabile filmato — il dirigente brasiliano ha colpito Pinilla. «L’ho solo spinto e l’ho fatto per difendermi», ha detto Paiva, che nei giorni scorsi si era scontrato (verbalmente) con un giornalista cileno. A differenza di Suarez, Paiva non ha detto di aver perso l’equilibrio e, in ogni caso, una sua eventuale squalifica farà meno male a Scolari di quella di Luisito a Tabarez. l.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ stro di Scolari, «Sento nell’aria un complotto contro di noi. La possibilità di un sesto titolo mondiale dà fastidio a molti. Non chiedetemi a chi e perché». Già, perché? Scolari, nervosissimo in panchina, furioso con l’arbitro Webb per gli interventi dei cileni, la prende appena un po’ più alla larga: «Ci state lapidando, voi stranieri. E gli arbitri sono “distratti” con noi». Nelle parole dei tecnici c’è un sentimento di ripicca per le critiche piovute dopo il rigore dubbio assegnato al Brasile nella partita di esordio con la Croazia. Ieri un portavoce della Fifa ha preferito non commentare i sospetti. «Reazioni emotive, tutto normale». Ieri Scolari ha mandato i suoi a riposare e invitato i giornalisti a fare altrettanto. «Vediamoci tra qualche giorno, sennò la nostra relazione finirà per deteriorarsi», ha scherzato. Ma il Brasile non potrà fare a meno, nei prossimi giorni, di continuare a discutere su cosa si può fare, e cambiare, prima del quarto con la Colombia. Il c.t. finora era stato elogiato per la sua coerenza, ha puntato presto su un gruppo fidato, senza titubanze. Le sue convocazioni non hanno sollevato critiche, e resta assai difficile pensare a qualche giocatore lasciato a casa che sarebbe tornato utile. Il problema è che i cambi effettuati nel corso di queste quattro partite, le de- L'analisi FINCHÉ REGGE ROBBEN È DA FINALE di MARIO SCONCERTI È strano veder giocare così l’Olanda, quasi telecomandata da Van Gaal che gioca a scacchi con la propria difesa e si tiene sempre basso come un vecchio italiano qualunque. Van Gaal è uno di quei selezionatori sbagliati che vogliono allenare la propria squadra, nessuno anzi è più allenatore di lui. Solo che stavolta ha scelto il semplice. L’Olanda non ha molto, 11 giocatori su 14 sono normali. Ha però Robben, uno tra i primi cinque fuoriclasse al mondo, e ha Sneijdeer, uno che da lontano può risolvere qualunque partita. Non lo vedi per 60 minuti, ha sempre quell’aria compassionevole da Cristo dei Parioli, poi alla fine decide. E ha Van Persie, forse il centravanti più tecnico al mondo, limitato da questa sua stessa diversità. Non gioca mai banale, solo grandi palloni, ma il banale purtroppo anche nel calcio è dovunque. Van Persie e Sneijdeer non sono della genia dei Robben, sono una categoria sotto. Robben, per la facilità di gioco e per quanto incide, è la più grande ala dai tempi di Garrincha, solo che è il suo opposto. Garrincha aveva una gamba più corta dell’altra, la sua finta era sempre la stessa ma non lo prendevi mai perché sembrava innaturale. Correva poco, dribblava e crossava, al centro aveva Didi, Vavà, Pelè, Pepe, poteva bastare. Robben invece è un’accelerazione continua, adesso ha imparato a scattare anche a fine partita, quando gli avversari sono sfiniti. Segna molto ma non troppo, perché è troppo veloce. Il calcio resta un gioco di prestigio, se corri velocissimo controlli meno lo strumento. E Robben è come il vento. È abituato alla foga, infatti non gli hanno fatto battere il rigore. Van Gaal ha così scelto di inventare un’Olanda chiusa che affida il resto a Robben. È un gioco semplice, più personale che collettivo, completato dall’intelligenza di tutti i giocatori. Pochi sbagliano passaggi o posizione in campo. La tolleranza tattica di Van Gaal si vede da quanto impieghi Kuit e quanto meno Depay, molto più giovane e talentuoso. Ma uno è un giocatore per la squadra, mentre l’altro cerca ancora se stesso pur avendo doti universali. Il risultato del lavoro porterà molto lontano l’Olanda più operaia della storia, forse alla finale con il Brasile, ma il suo limite è nella sua forza: vincerà finché reggerà Robben. Solo che Robben di solito regge. © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Sport Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Mondiali Brasile Caos Africa Altro colpo Costa Rica, la bella storia continua La Grecia s’inchina ai rigori I centroamericani avanti: è la loro prima volta ai quarti. L’errore di Gekas 6 4 DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Inchieste in Camerun e Ghana Quando il calcio finisce sotto inchiesta. Succede in Camerun e Ghana. Il presidente del Camerun, Paul Biya, ha incaricato il suo primo ministro di fare una relazione su quanto accaduto in Brasile e di avanzare delle proposte per riorganizzare e migliorare il sistema calcio nel Paese. Il presidente del Ghana, John Mahama, è andato già oltre e ha sostituito il ministro per la Gioventù e lo sport. Entrambe le squadre hanno chiuso all’ultimo posto la fase ai gironi e hanno fatto parlare più per le polemiche interne che per le performance in campo. I giocatori del Camerun avevano minacciato di non partire per il Brasile senza prima un accordo sui premi e la Federazione era stata costretta a chiedere un prestito per garantire 12mila dollari a ogni membro della rosa. In Brasile poi ci sono state le risse tra Assou-Ekotto e Moukandjo, l’espulsione di Song per una gomitata a Mandzukic e il caso di Samuel Eto’o (nella foto) alloggiato in una villa separato dal resto del gruppo. Non meno problemi in casa Ghana: Sulley Muntari e Kevin Prince Boateng sono stati cacciati dal ritiro a poche ore dal match col Portogallo, il primo per una lite con due federali, il secondo per presunti «insulti volgari all’allenatore». Il tutto dopo che il governo del Ghana era stato costretto a noleggiare un jet per portare in Brasile 3 milioni di dollari in contanti per i giocatori. «Un brutto esempio nei confronti dei cittadini» ha tuonato la stampa locale. Ma ieri Boateng si è difeso: «Tutti pensano che facciamo chissà quale bella vita. Io voglio semplicemente sapere dalla Federazione dove va a finire il denaro che prendono. Noi non ci siamo divertiti». © RIPRODUZIONE Costa Rica RECIFE — Passa la Costa Rica, prima volta ai quarti di un Mondiale nella sua storia e sabato 5 luglio dovrà vedersela con l’Olanda. L’Arena Pernambuco diventa lo stadio benedetto per i Ticos: qui avevano conquistato la qualificazione agli ottavi contro l’Italia; qui hanno ottenuto il via libera dalla Grecia ai rigori, dopo essere stati raggiunti quando era già iniziato il recupero da 20” (gol di Papastathopoulos) e aver rischiato di perdere due minuti dopo (Navas su Mitroglou). La partita si è trasformata nei supplementari in una sfida per la sopravvivenza, in tutti i sensi, giocata in condizioni estreme e con protagonisti stravolti dalla tensione e dalla fatica. Alla fine, ha deciso l’errore di Theofanis Gekas, quarto rigorista, che si è fatto parare il penalty dal prodigioso Navas, mentre i costaricensi sono apparsi implacabili anche dagli 11 metri. Come il 20 giugno contro gli azzurri, a sbloccare la gara era stato Bryan Ruiz, il capitano, maglia numero 10, che il Fulham aveva prestato al Psv Eindhoven (lo aspetta un derby): ha cambiato porta rispetto a dieci giorni fa, ma non abitudine. Ma questa volta per portare a casa la vittoria è stato Il personaggio Grecia Marcatori: Ruiz 7’, Papastathopoulos 46’ s.t. Sequenza rigori: Borges (gol), Mitroglou (gol), Ruiz (gol), Christodopoulos (gol), Gonzalez (gol), Cholevas (gol), Campbell (gol), Gekas (parato), Umana (gol) COSTA RICA (5-4-1): Navas 8; Gamboa 6,5 (Acosta s.v. 32’ s.t.), Duarte 5, G. Gonzalez 6, Umana 6, J. Diaz 6,5; Ruiz 7, Borges 6, Tejeda 6 (Cubero 6 21’ s.t.), Bolanos 6 (Brenes 6 38’ s.t.); Campbell 7. C.t.: J. L. Pinto 7 GRECIA (4-2-3-1): Karnezis 6; Torosidis 6, Manolas 6, Papastathopoulos 7, Cholevas 6,5; Samaris 5,5 (Mitroglou 6 13’ s.t.), Maniatis 5 (Katsouranis 6 33’ s.t.); Salpingidis 6,5 (Gekas 5 24’ s.t.), Karagounis 6,5, Christodolopoulos 6,5; Samaras 6,5. C.t.: F. Santos 7 Arbitro: Williams (Australia) 6 Espulsi: Duarte 21’ s.t.; F. Santos 15’ s.t.s. Ammoniti: Samaris, Tejeda, Manolas, Navas, Granados Recuperi: 2’ più 5’, 0’ più 2’ Decisivo Il portiere della Costa Rica Navas para il rigore tirato da Gekas (Reuters) necessario trasformare la partita in una maratona e giocarsi tutto ai rigori. La Grecia ha avuto più possesso (57%), più palle gol, più iniziative, soprattutto dopo essersi ritrovata con un uomo in più (espulso Duarte al 21’ della ripresa), ma la Costa Rica, guidata dal diabolico Luis Pinto, continua a stupire per la qualità dell’organizzazione di gioco. I Ticos erano apparsi in partenza meno brillanti rispetto alle partite con Uruguay e Italia, più contratti, quasi sentissero il peso della responsabilità, ma sono stati scientifici nella freddezza con la quale hanno atteso l’occasione buona, arrivata in avvio di ripresa (7’), quando la Grecia ha dato improvvisi segnali di sbandamento dopo un buon primo tempo. Solo al limite dell’area, Ruiz ha colpito di piatto ed è sembrato risolvere tutto. Ma non aveva fatto i conti con lo spirito dei greci, che non si sono mai arresi anche quando sembrava che la situazione fosse senza sbocchi e che la palla non dovesse mai entrare in porta. Erano andati vicinissimo al vantaggio al 37’ del primo tempo (conclusione di Salpingidis, su lancio perfetto di Cholevas e paratona di Navas), ma poi, sotto di un gol, si erano trovati nella stessa situazione dell’Italia: la Costa Rica, corta, compatta, quasi perfetta nei movimenti, con tutti che aiutavano tutti, si è lasciata schiacciare soltanto dopo essersi ritrovata in 10. Eppure sembrava potercela fare a vincere, visto che Navas stava prendendo tutto. Una volta raggiunti sul pareggio, i Ticos non si sono persi d’animo, sebbene la situazione si fosse fatta difficilissima. Hanno sofferto le iniziative greche nel primo supplementare; hanno reagito nel secondo e, per arrivare al gol, hanno rischiato di prendere l’1-2 in contropiede, ma Navas era stato ancora perfetto su Christodopoulos. E alla fine gli uomini di Pinto hanno trovato il rigore che li spinge fra otto migliori squadre del Mondiale. I greci, ben prima di cominciare, avevano chiarito che co- Vittoria in 10 La vittoria nonostante l’espulsione di Duarte: gol di Ruiz e Papastathopoulos Ora l’Olanda sa significhi essere una nazionale: hanno scritto al primo ministro Antonis Samaras, chiedendo che i soldi per la qualificazione agli ottavi vengano utilizzati per la costruzione di un centro di allenamento. «Noi giochiamo per la Grecia e per il suo popolo; vogliamo che nasca una casa per la nazionale». Ma il finale è stato per loro tremendo. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA La doppietta all’Uruguay ha definitivamente consacrato il numero 10, già nominato miglior giocatore della prima fase del Mondiale James, colpi e maturità: è nata una stella La Colombia sogna con Rodriguez: «Abbiamo voglia di stupire» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BRASILIA — «Finalmente ho trovato il mio calciatore preferito». LeBron James ci scherza sopra. Lui è il più forte cestista del mondo, anche se quest’anno ha dovuto lasciare l’anello Nba ai San Antonio Spurs dell’eterno Tim Duncan, ma James Rodriguez può diventare davvero il numero uno del calcio. Al Mondiale lo è già: il colombiano è stato nominato miglior giocatore della prima fase di Brasile 2014 ed è il capocannoniere del torneo con 5 gol in 4 partite, lui che non è un centravanti ma un trequartista. James — che nessun colombiano pronuncia all’inglese ma chiamano tutti Cames, tranne qualche compagno di squadra che ha «studiato all’estero» come Juan Cuadrado, che lo pronuncia Oxford stile — è l’ultima e raffinata evoluzione del numero 10. James, Messi, Neymar, Muller: è il Mondiale dei «falsi nueve» impossibili da marcare a uomo. La dimostrazione che, al di sopra delle banalità di invidiosi che hanno aspettato anni, il calcio totale — dall’Olanda di Cruijff al Milan di Sacchi, fino al Barcellona di Guardiola — continua a fare scuola per chi ama vincere giocando bene. Esemplare, in questo senso, la partita di James contro l’Uruguay, dove il c.t. Pekerman ha sfruttato il talento del giocatore dentro un quadro tattico. Partito trequartista nel 4-2-3-1, Rodriguez ha poi svolto il doppio lavoro — esterno nel 4-3-3 in fase difensiva, dietro le due punte centrali quando la Colombia riconquistava palla — ed è stato eccezionale per quantità e qualità. Il primo gol, stop di Omonimi LeBron lo adotta «Il mio preferito» Tra gli estimatori di James Rodriguez è spuntato il fuoriclasse del basket Nba, LeBron James (foto): «Sto guardando la partita della Colombia e credo che Rodriguez sia il mio giocatore preferito dei Mondiali: ovviamente il suo nome lo aiuta», ha scritto su Twitter. James LeBron Rodriguez James Cucuta nato a Akron (Ohio) 12/7/1991 30/12/1984 il colombiano nazionalità statunitense 180 cm 203 cm altezza 78 kg 113 kg peso calcio basket sport Monaco Miami Heat club petto e tiro al volo di sinistro, che ha ricordato quello di Maxi Rodriguez nei supplementari di Argentina-Messico al Mondiale 2006, è stato un capolavoro. Il secondo ha chiuso una perfetta azione di squadra. «James ha un dono che lo rende speciale — ha detto il c.t. uruguaiano Tabarez —: non ha bisogno di esperienza per fare Prodezza Uno dei due spettacolari gol realizzati da James Rodriguez all’Uruguay (Reuters, Epa) Felicità «Sono felice perché stiamo facendo la storia. La sfida con Neymar? Sarà un piacere giocarla» le cose, le ha dentro innate. Messi, Maradona, Suarez: è in questa categoria».Il ragazzino ha ringraziato: «Sono felice perché stiamo facendo la storia. È un sogno grande, speriamo di andare avanti. La sfida contro Neymar? Non c’è pressione, il Brasile gioca bene, ma anche la Colombia: devono stare attenti pure loro. Il Brasile ha più storia, noi abbiamo voglia di stupire. Sarà una grande partita, un piacere giocarla. Sono orgoglioso delle parole di Tabarez, questo è il miglior momento della mia carriera». Claudio Ranieri lo ha avuto alle sue dipendenze con il Monaco nell’ultima Ligue 1: 34 presenze, 9 gol, premio come terzo miglior giocatore del cam- pionato. Ciro Ferrara lo aveva affrontato con l’Italia under 21 al prestigioso torneo giovanile di Tolone, due anni fa: «E già si vedevano le sue qualità. Era il capitano della squadra, un sicuro talento. Adesso per lui comincia il difficile, perché lo aspetteranno tutti. E magari qualche avversario cercherà di fargli saltare la concentrazione. Però ha la fortuna di avere Pekerman come allenatore, uno che con i giovani ci sa fare». José Pekerman — tre campionati del mondo under 20 nel 1995, 1997 e 2001 — ha cresciuto generazioni di campioni argentini e ora si coccola James: «Il suo colpo migliore? La maturità». Figlio di un calciatore, dopo il divorzio dei suoi genitori è cresciuto con la mamma. Ed è cresciuto in fretta, in una nazione non facile. Ieri a Bogotà, nei festeggiamenti per la qualificazione ai quarti di finale, otto persone sono rimaste uccise per colpi di arma da fuoco. James, però, è l’opposto del «bad boy» Luis Suarez. Si è sposato giovanissimo con la sorella del portiere Ospina, Daniela, che gioca a pallavolo. Sul suo profilo twitter (@jamesdrodriguez, 2 milioni e mezzo di follower) ha scritto: «La alegria es de Colombia, la gloria es de Dios». Il 12 luglio farà 23 anni, il 13 luglio c’è la finale al Maracanà. Regalo? Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 ❜❜ Sport 37 italia: 51575551575557 ❜❜ Sarà il nuovo presidente federale a scegliere l’allenatore. Basta con i tecnici da due milioni di euro l’anno Carlo Tavecchio, presidente Lega Dilettanti Come c.t. ci vuole uno di personalità. Allegri ha personalità, Mancini ha personalità, ci vuole uno... non un signorsì Eugenio Fascetti, ex allenatore Futuro Inizia il dopo Abete, il presidente dei Dilettanti favorito Niente scelta condivisa Tavecchio in pole spinge per Guidolin Anche Maldini entrerà in Federazione ROMA — Il calcio è all’anno zero. E la ripartenza non è tanto vicina. Oggi alle 12 Giancarlo Abete presenterà al Consiglio federale le sue dimissioni irrevocabili che seguono quelle, altrettanto irrevocabili, di Cesare Prandelli. Prima, intorno alle 10,30, il presidente uscente incontrerà i responsabili delle sette componenti a cui chiederà un gesto di responsabilità: trovare subito un’intesa per un nuovo c.t. Demetrio Albertini, presidente del club Italia e pure lui dimissionario, sarebbe pronto a coordinare la squadra della cosiddetta buona volontà. Ma la missione, salvo sorpresone, si impantanerà nelle acque paludose della politica pallonara. Carlo Tavecchio, presidente della Lega Dilettanti e primo candidato alla poltrona federale, chiederà ad Abete di ritornare sui suoi passi e poi opporrà un rifiuto sdegnato alla soluzione condivisa: «Sarà il nuovo presidente a scegliere l’allenatore», il suo diktat. Perché, pensa Tavecchio, scegliere tutti insieme quando tra 40 giorni posso decidere da solo? Il presidente della Lega Dilettanti ha idee precise in testa: Francesco Guidolin sulla panchina azzurra e al tempo stesso istruttore di una cantera di tecnici da allevare, da Cabrini a Di Biagio, passando per Cannavaro e Gattuso. E in Federazione potrebbe entrare Paolo Maldini. L’ex milanista, che Barbara Berlusconi per un momento voleva inserire nel nuovo Milan, ha risolto i suoi guai con il fisco e adesso è pronto. Maldini potrebbe entrare nel- la cantera azzurra o assumere il ruolo di direttore tecnico della nazionale. Per quanto riguarda la panchina più scomoda d’Italia, Tavecchio insiste: «Basta con i tecnici da due milioni di euro». Ma se si risparmiano soldi da una parte, se ne perdono dall’altra. Perché da Sacchi in avanti è lievitata la voce stipendi per allenatore e staff, ma anche quella degli introiti pubblicitari (chie- Visto in rete Presidenti Carlo Tavecchio, 70 anni, presidente della Lega Dilettanti, e Giancarlo Abete, 63, presidente dimissionario della Federcalcio Passaggio di consegne Oggi in consiglio Abete confermerà l’intenzione di farsi da parte, Tavecchio è il candidato più forte alla sua successione Candidati dere alla responsabile Benedetta Geronzi). E anche questo sarà uno spunto di riflessione. Tavecchio è il candidato principale alla poltrona di Abete con Macalli e Lotito vice presidenti. Difficile pensare che possano essere loro, i presidenti della Lega Dilettanti e della Lega Pro, a guidare il calcio professionistico fuori dalla crisi in cui è precipitato. Ma ci sarà tempo per analizzare il futuro. Oggi conta il presente. Se la Commissione non troverà un’intesa e, stando a oggi non è possibile trovarla, le componenti dovranno impegnarsi per riuscire a fare l’assemblea elettiva l’11 agosto. In quel caso il nuovo presidente potrebbe annunciare l’allenatore dopo Ferragosto e quest’ultimo avrebbe più di dieci giorni per scegliersi lo staff e preparare le prime convocazioni (l’1 settembre per l’amichevole del 4 a Palermo contro l’Olanda). Sino al momento in cui Tavecchio non sarà presidente, ma la # Il tifo lo leggi negli occhi «P er caso qualcuno è riuscito a intervistare la tifosa con le lenti a contatto con la bandiera del Brasile, inquadrata durante i rigori?». @pedrox lancia l’appello su Twitter e la risposta (solo per il momento) è no. La donna (foto sotto) è stata ripresa dalle telecamere di GloboTv mentre soffre e poi esulta per un tiro dal dischetto trasformato dalla Seleçao. La caccia al nome e cognome della «torcedora» è partita: @Macedobritoalex chiede informazioni a «Madruga SporTv», il programma notturno del canale sportivo dedicato 24 ore su 24 al Mondiale. Forse perché lo scoop non è ancora riuscito a nessuno, @rafaelcal pensa che il personaggio sia stato notato un po’ troppo poco. Cosa che, per @cianfloner, twittatore di Tempi lunghi Tempi lunghi senza accordi: assemblea elettiva l’11 agosto e scelta del c.t. dopo il 15 Francesco Guidolin 58 anni, nelle ultime stagioni con Palermo, Parma e Udinese (LaPresse) Max Allegri 46 anni, riscuote più consensi, ma non quello di Tavecchio (Ansa) strada è lunga e gli ostacoli seminati un po’ dappertutto, restano in corsa tutti i pretendenti alla panchina di Prandelli. Massimiliano Allegri è quello che vanta più consensi tra le componenti (Lega di A, Assoallenatori, forse anche Assocalciatori) e sarebbe il preferito di Demetrio Albertini, che per il momento però ha deciso di non candidarsi. Max ha solo voglia di cominciare e non ne fa una questione di soldi (il messaggio può essere per Tavecchio). Stesso discorso vale per Roberto Mancini, che pur di allenare l’Italia è pronto a firmare in bianco o quasi (vorrebbe però Paolo Maldini garanzie sullo staff). Oggi tutto 46 anni, potrebbe entrare in Figc con un ruolo tecnico sarà più chiaro. O semplicemente più complicato. (Ansa) Recife, non è per forza un male, visto che l’immagine gli farà prima o poi «venire gli incubi». Detto tutto questo, è una Coppa del Mondo davvero difficile per il Brasile: nemmeno sulle lenti a contatto colorate, infatti, può vantare il primato. Se va bene, il Paese che ha lasciato molti anni di vita sulla traversa centrata da Pinilla, in questa classifica finisce secondo. Il web fornisce prove inconfutabili che, oltre un anno fa, nel maggio 2013, la finlandese Minna Westman indossò lenti con i colori della bandiera del suo Paese durante i Mondiali di hockey ghiaccio. La partita era Francia-Slovacchia, ma non stiamo a guardare i dettagli. Tommaso Pellizzari © RIPRODUZIONE RISERVATA Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Gioco e problemi L’uomo giusto per ripartire sarebbe stato Prandelli. Obbligo di risultati con una serie A sempre a 20 squadre e in cui dominano gli stranieri La lezione del 1974, ora non cerchiamo il tutto e subito Bernardini fece una rifondazione globale Il futuro c.t. avrà scelte e tempi limitati DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RECIFE — Nello spazio di due mesi, con l’elezione di un nuovo presidente oppure con la nomina di un commissario, la crisi istituzionale ai vertici della Figc verrà risolta. Il problema più complesso è come uscire dal tunnel tecnico-tattico nel quale il calcio italiano si è infilato. È una situazione che ha molti punti di contatto con quella del giugno 1974. Anche allora l’Italia era stata eliminata dopo le tre partite della prima fase (Haiti, Argentina e Polonia). Anche allora, sembrava che gli azzurri dovessero fare un grande Mondiale: nel 1973 avevano battuto il Brasile e due volte l’Inghilterra (pure a Wembley); Zoff si presentava imbattuto da 1056’; la squadra era forte e con la giusta esperienza. Poi la caduta e anche allora, dopo l’addio di Valcareggi, sembrava impossibile trovare un c.t. A sorpresa venne scelto Fulvio Bernardini, classe 1905, con Bearzot all’Under 23 e anche allora sembrava che l’Italia avrebbe impiegato decenni per risorgere, nel segno di un gioco considerato vecchio e superato. Dominava il mito dell’Olanda: il calcio totale (giocatori eclettici, pressing, ritmi al- tissimi e soprattutto una generazione di campioni, da Cruijff in giù) grazie al Mondiale (perso in finale con la Germania Ovest) e alle dirette tv (l’Ajax aveva già vinto tre Coppe dei campioni consecutive dal 1971 al 1973) aveva stupito tutti. Bernardini, con la sua competenza, aveva avuto il coraggio di accettare le difficoltà di una rifondazione globale: maggiore attenzione al gioco (l’Italia dei piedi buoni), ma senza rinnegare il passato; intelligente gestione del complesso passaggio generazionale (l’addio a Mazzola, Rivera e Riva); graduale inserimento dei giovani; totale disinteresse per le critiche che gli piovevano addosso, di fronte a risultati deludenti, compresa la non qualificazione all’Europeo 1976. Il bello è che allora si diceva che la chiusura delle frontiere 1974 La disperazione della panchina azzurra (Juliano, Boninsegna, Re Cecconi, Albertosi e Riva) per la sconfitta con la Polonia che segna l’eliminazione dell’Italia e la fine di un ciclo. Nel tondo, il c.t. Ferruccio Valcareggi (Ansa) stava penalizzando il calcio italiano, privo di un confronto diretto con altre scuole. Come avrebbe scritto Giorgio Tosatti, alla fine della sua avventura in azzurro (ottobre 1977, via libera a Bearzot), «Bernardini riuscì a formare un nucleo di freschi talenti accomunati dalla qualità tecnica, con Antognoni come simbolo e dalla disciplina di squadra». Un nucleo che sarebbe arrivato al quarto posto al Mondiale 1978 e al primo nel 1982. Le sconfitte con Costa Rica e Uru- guay sembrano aver azzerato quanto di buono l’Italia di Prandelli aveva costruito in questi quattro anni, come se il Mondiale non fosse il torneo di un mese, ma un giudizio universale, valido per l’eternità; come se le partite di Euro 2012 non fossero mai esistite e come se i club italiani da anni dominassero in Europa. Si parla di un nuovo calcio, magari antitetico rispetto alla scuola italiana, senza sapere bene che cosa si vuole e si sta cercando, perché, a parte Prandelli che ha molto la- 2014 L’Italia esce battuta dal match con l’Uruguay, dopo la vittoria con l’Inghilterra e la sconfitta con la Costa Rica. La squadra di Cesare Prandelli, nel tondo, non raggiunge gli ottavi di finale (Afp) vorato anche per decifrare il futuro, l’unico che in questi mesi ha parlato in concreto di progetti, della necessità di lanciare i giovani, di identità di squadra da trovare o da recuperare e ha raccolto risultati con le nazionali giovanili è stato Sacchi (coordinatore in uscita pure lui). Con una serie A frequentata da giocatori italiani per il 43% (erano il 70,6% nel 2006-2007), perché dominano stranieri di modesto valore (il presidente Macalli a metà maggio ha spiegato bene perché i club sono tanto interessati a loro anche per i settori giovanili); con campioni veri sempre meno numerosi; con giovani che non trovano spazio adeguato; con le componenti federali che sanno soltanto litigare; con una Lega di A che pensa ai soldi, la situazione è in partenza simile a quella del 1974, ma appare ben più complessa negli sviluppi. Per quello che ha costruito in questi anni, per le esperienze maturate, la sua storia, le qualità anche pedagogiche che ha sempre dimostrato, l’uomo ideale per ripartire sarebbe stato proprio Prandelli. Il peggio non è per lui che ha lasciato, ma per chi dovrà raccoglierne l’eredità, con scelte limitate, poco tempo per lavorare (la A è ancora a 20 squadre!) e altissima richiesta di risultati immediati. Tutto (male) e subito. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA 38 Sport Vecchio Continente Porto Alegre, ore 22 Joci il «vincente» che non vince mai La Germania si fida di Low, c.t. per caso SALVADOR — Alto, bello, francamente bello, con i capelli neri (tinti?), il ciuffo sugli occhi, in panchina sempre sfoggiando una camicia slim, rigorosamente slim perché si capisca che gli addominali hanno la forma di una tartaruga, perché una certa voglia di avere le telecamere addosso è abbastanza irresistibile: come l’aria spavalda che mette su, un miscuglio di supponenza e ironia, quando parla. Joachim Low è il perfetto figurino dell’allenatore vincente. Che, finora, non ha però vinto. La sua Germania: seconda all’Europeo del 2008, terza al Mondiale del 2010, semifinalista all’Europeo di due anni fa. Eppure ogni volta favorita alla vigilia. È un mistero che siano ancora tutti ugualmente caramellosi con lui: Joci di qua, Joci di là, tutti a dire quanto sei bravo Joci, ma come li fai giocare bene Joci. Identico registro prima di Germania-Algeria. I calciatori che arrivano con il Corano negli spogliatoi sono considerati spacciati. Mario Gotze la mette giù dura Stasera l’Algeria Gotze: «Non possono spaventarci». Il tecnico: «Limitiamoci a vincere» — «Non possono spaventarci» — e non è che Joci intervenga, no, niente. Dice solo: «Limitiamoci a vincere la partita». Farebbe bene a vincere anche un titolo, una coppa, qualcosa. Da calciatore, solo 52 presenze nella Bundesliga; da allenatore, una modesta esperienza in Turchia e poi uno scudetto con l’Innsbruck in Austria (sulla quale i tedeschi non hanno cambiato granché opinione rispetto ai tempi in cui Bismarck diceva simpaticamente che «un bavarese è un incrocio tra un uomo e un austriaco»). Era un allenatore qualsiasi, Joci. Avrebbe potuto smettere e nessuno se ne sarebbe accorto. Poi succede questo (primavera Germania Algeria (4-2-3-1) 1 Neuer 20 Boateng 17 Mertesacker 5 Hummels 4 Howedes 16 Lahm 7 Schweisteiger 16 Kroos 19 Goetze 8 Ozil 9 Muller (4-2-3-1) 23 M’Bolhi 20 Mandi 4 Belkalem 5 Halliche 6 Mesbah 14 Bentaleb 12 Medjani 10 Feghouli 11 Brahimi 18 Djabou 13 Slimani Arbitro: RICCI (Brasile) Tv: ore 22 Mondiale 1, Sky Mondiale 1 Tecnico Joachim Low, 54 anni, c.t. tedesco dal 2006 (Epa) 2004). Sentite. Un pomeriggio se ne sta a camminare su un sentiero della Foresta Nera (adora boschi e montagne, gli capita di partire e sparire settimane sulle Ande: azzeccato il soprannome di Orso Joci) quando sente un rumore che non è quello di una beccaccia. È il suo cellulare che squilla. Voce di Jurgen Klinsmann: «Divento allenatore della Germania: vuoi farmi da vice?». (Qui è Low che ricorda: gli chiesi, perché proprio io?) «Perché al corso allenatori eri il più bravo a spiegare la tattica del 44-2». Da allora, un’amicizia molto forte. Su cui la stampa tedesca ri- Macarrão DA UNO DEI NOSTRI INVIATI O RD EM M E PR OG GRE RES SSO SO Mondiali Brasile Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 cama, sgradevole, torva, appena può. Low è un’icona della comunità gay; il suo ultimo sponsor è una famosa marca di creme per il viso. L’ultima volta che un cronista è andato sull’argomento, Joci ha reagito con il gesto dell’ombrello. Sua moglie Daniela, contabile in un autonoleggio, distaccata: «Pettegolezzi da pattumiera». Sul modulo tattico preferito, Joci ha però cambiato idea: adesso la sua Germania gioca un 4-23-1. Per necessità (e un po’, forse, per imitare il Bayern di Pep Guardiola): senza attaccanti (solo l’anziano Miroslav Klose in panchina) e con tante mezze-ali (termine da album Panini, che forse andrebbe rispolverato), ha deciso di utilizzarle tutte. Ozil e Muller, a turno, fingono di fare il centravanti. Nient’altro. Anzi, no: ieri la cancelliera Angela Merkel ha telefonato a Joci. «Mi fido di te». Lo coccola. Non ha mai vinto, e lei lo coccola. Fabrizio Roncone © RIPRODUZIONE RISERVATA Reyes è affamato Robben si lascia mangiare in testa di LUCA BOTTURA PIANO B Moviola in campo, Prandelli rivendica la primogenitura: «Ho schierato Paletta che giocava già rallentato di suo». ANALISI APPROFONDITE «Io ho attaccato Balotelli perché non so niente del resto» (Vittorio Sgarbi, «Processo al Mondiale», Raiuno). AMPUTAZIONI «Rientrano tutti con le loro gambe, tranne Diego Reyes» (Riccardo Trevisani, Olanda-Messico, Sky). LIDI DI MARZIO «Abbiamo visto i nomi dei giocatori che giocava Maradona ai Mondiali? Scomparsi tutti! Non si sa neanche dove vivono...» (Gianni Di Marzio, «Talk Pomeriggio Mondiale», RaiSport). PRANZI AL SACCO «Prova a staccare Robben, gli mangia in testa Reyes» (Riccardo Trevisani, OlandaMessico, Sky). PRECISAZIONI Alcuni lettori scrivono per segnalare un presunto caso di pubblicità occulta in «Processo al Mondiale». In realtà Varriale indossa una cravatta Harmont e Blaine (la marca del cagnolino) così è sicuro che non lo guardano quattro gatti. GLI HA DETTO C*LO «Oggi bravissimo Julio Cesar, però quando tu prendi una traversa al 120’ e l’ultimo rigore è un palo, lì non è il portiere è proprio...». «Jella!». «Si può dire culo? Diciamolo» (Ivan Zazzaroni e Enrico Varriale, «Processo al Mondiale», Raiuno). LOGICA MENTE «La Grecia non finisce di sorprenderci perché non è la prima volta» (Billy Costacurta, Sky). ROMANZO QUIRINALE «Io non so neanche chi sia questo Blatter, non mi sembra una faccia molto rassicurante, si rifà a Scalfaro» (Vittorio Sgarbi dà del delinquente a un ex presidente senza che Varriale batta ciglio, «Processo al Mondiale», Raiuno). IMPERFETTI «Se il tiro era più centrale, era gol» (Marco Lollobrigida, Olanda-Messico, Raiuno). ZERO SU DUE «Sarà il medico della Fifa a dire se si potranno concedere questi time break come li chiamano loro». «Time out». «Dipende, i brasiliani li chiamano time break...»(Bruno Gentili e Eugenio De Paoli, OlandaMessico, Raiuno, introducono a loro modo il «cooling break», nella foto). COOLING BREAK MOUNTAIN Appreso che durante Olanda-Messico si sono consumati due cooling break, l’ex ministro Giovanardi è stato dissuaso all’ultimo dal rilasciare una dichiarazione indignata. (ha collaborato Francesco Carabelli) © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Sport 39 italia: 51575551575557 # ❜❜ ❜❜ Le conosco queste cose, va tutto bene quando si vince. Però è vero che dopo 40 giorni insieme abbiamo ancora il sorriso Didier Deschamps, c.t. Francia Lo sciopero? Ma no, abbiamo solo parlato tra di noi di premi. I soldi non sono arrivati, ma siamo comunque motivati John Obi Mikel, centrocampista della Nigeria Cambiamento Rispetto al Sudafrica, tutta un’altra squadra Brasilia, ore 18 Nemmeno Pogba è sicuro del posto nella Francia felice La Nigeria sicura: «Noi in semifinale» Matuidi. Brutto segnale per il nostro campionato, sempre meno attraente e competitivo. Didier Deschamps ha difeso lo juventino: «Sono contento di quello che ha fatto finora. Se ho qualcosa da dirgli, lo faccio di persona e solo per farlo migliorare in quello che non fa ancora bene come tutto il resto. Cerco di leggere e ascoltare il meno possibile quello che si dice al di fuori del mio gruppo». Non gli può promettere, però, una maglia da titolare: «Ma non DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BRASILIA — Da noi è considerato — e se lo è guadagnato sul campo — il crack sicuro della serie A, il giovane che non può fallire. Eppure oggi, contro la Nigeria, nell’ottavo di finale che apre anche per la Francia il momento del «dentro o fuori», Paul Pogba non è sicuro di essere tra gli 11 titolari. È in ballottaggio con Moussa Sissoko per un posto a centrocampo, accanto a Cabaye e lo faccio con nessuno». A differenze delle ultime e disastrose spedizioni, in Sudafrica e in Ucraina, la Francia ha un gruppo talentuoso ma anche disciplinato. L’esclusione di Nasri dai 23 è stata un toccasana — la fidanzata non twitta più insulti rivolti a Deschamps — e anche l’infortunio di Ribéry, tutto sommato, è stato più una fortuna che una sciagura. «Ma io le conosco queste cose — filosofeggia Deschamps —: va tutto bene quan- Francia Nigeria (4-3-3) 1 Lloris 2 Debuchy 4 Varane 5 Sakho 3 Evra 14 Pogba 6 Cabaye 14 Matuidi 9 Giroud 10 Benzema 8 Valbuena (4-2-3-1) 1 Enyeama 5 Ambrose 2 Yobo 13 Oshaniwa 22 Omeruo 17 Onazi 10 Obi Mikel 7 Musa 15 Azeez 8 Odemwingie 9 Emenike miei occhi». È iniziato il ramadan e anche nella squadra francese ci sono giocatori musulmani. Come gestirlo? «Lasciando a ognuno la libertà di scelta». La Nigeria è arrivata agli ottavi senza brillare, spinta da un clamoroso torto arbitrale ai danni della Bosnia (annullato un gol regolare a Dzeko) nello scontro diretto. In più, come da tradizione di molte squadre africane, c’è stato uno sciopero (un allenamento saltato) per la questione dei premi: i giocatori volevano il pagamento immediato della qualificazione agli ottavi di finale, la federazione ha preso tempo. Il c.t. Stephen Keshi e il portiere Enyeama sono sicuri di far bene: «Nessuna squadra africana è mai arrivata in semifinale, ce la faremo noi». Mancherà Babatunde, che si è rotto un braccio per una pallonata di Onazi nel finale della gara contro l’Argentina, ma ci sarà Musa, che ha pareggiato 2 gol a 2 la sfida con Messi. Arbitro: GIGER (Usa) Tv: ore 18 Sky Mondiale 1 Coppia vincente Benzema con il c.t. Deschamps (Afp) do si vince. Però lo vedo anch’io: sono 40 giorni che stiamo insieme e abbiamo ancora il sorriso». Il buonumore potrebbe passare per il gran caldo di Brasilia — previsti 34 gradi — e per il fischio d’inizio alle 13. Particolari che potrebbero favorire i nigeriani. «Dobbiamo tenere la concentrazione soltanto sulla partita. Il caldo ci sarà anche per loro. Abbiamo curato l’alimentazione e programmato gli allenamenti nelle ore più calde, in questi ulti- mi giorni, per non avere problemi. Abbiamo anche fatto i test sulla resistenza e sul recupero fisico, che ci hanno dato buoni risultati anche se, pur tenendo conto di questi numeri, lo strumento di cui mi fido di più sono i Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Il cammino verso la Coppa GIRONE A GIRONE B GIRONE C GIRONE D GIRONE E GIRONE F GIRONE G GIRONE H Data Ore Data Croazia 3-1 Spagna Olanda 1-5 Colombia Messico Camerun 1-0 Cile Australia 3-1 Brasile Messico 0-0 Australia Olanda 2-3 Camerun Croazia 0-4 Spagna Cile 0-2 Camerun Brasile 1-4 Australia Spagna Croazia Messico 1-3 Olanda Cile Ore Grecia Incontro 3-0 Uruguay C. d’Avorio Giappone 2-1 Colombia 2-1 Giappone Grecia 0-3 2-0 Ore Data Ore Data Incontro Ore Algeria 2-1 Inghilterra ITALIA 1-2 Francia Honduras 3-0 Iran Nigeria 0-0 Ghana Stati Uniti 1-2 Russia Sud Corea 1-1 Uruguay Inghilterra 2-1 Svizzera Francia 2-5 Argentina Iran 1-0 Germania Ghana 2-2 Belgio Russia 1-0 0-0 ITALIA Costa Rica 0-1 Honduras Ecuador 1-2 Nigeria Bosnia 1-0 Stati Uniti Portogallo 2-2 Sud Corea Algeria 2-4 Giappone Colombia 1-4 Costa Rica Inghilterra 0-0 Honduras Svizzera 0-3 Nigeria Argentina 2-3 Portogallo Ghana 2-1 Algeria Russia 1-1 Grecia 2-1 ITALIA 0-1 Ecuador 0-0 Bosnia Iran 3-1 Stati Uniti Germania 0-1 Sud Corea Belgio 0-1 C. d’Avorio Uruguay Francia Classifica Brasile 7 3 2 1 0 7 2 Olanda 9 3 3 0 0 10 3 Colombia 9 3 3 0 0 9 2 Costa Rica 7 3 2 1 0 4 1 Francia 7 3 2 1 0 8 2 Argentina 9 3 3 0 0 6 3 Messico 7 3 2 1 0 4 1 Cile 6 3 2 0 1 5 3 Grecia 4 3 1 1 1 2 4 Uruguay 6 3 2 0 1 4 4 Svizzera 6 3 2 0 1 7 6 Nigeria 4 3 1 1 1 3 3 Croazia 3 3 1 0 2 6 6 Spagna 3 3 1 0 2 4 7 C. d’Avorio 3 3 1 0 2 4 5 ITALIA 3 3 1 0 2 2 3 Ecuador 4 3 1 1 1 3 1 Bosnia 3 3 1 0 2 4 4 Camerun 0 3 0 0 3 1 9 Australia 0 3 0 0 3 3 9 Giappone 1 3 0 1 2 2 6 Inghilterra 1 3 0 1 2 2 4 Honduras 0 3 0 0 3 1 8 Iran 1 3 0 1 2 1 4 3 OTTAVI DI FINALE FRANCIA - NIGERIA oggi ore 18 4 OTTAVI DI FINALE 5 OTTAVI DI FINALE OLANDA - MESSICO GERMANIA - ALGERIA Porto Alegre 6 OTTAVI DI FINALE P G V N P F S 7 OTTAVI DI FINALE COSTA RICA - GRECIA 2-1 oggi ore 22 10 QUARTI DI FINALE 6-4 d.c.r. ARGENTINA - SVIZZERA San Paolo 11 QUARTI DI FINALE domani ore 18 Classifica P G V N P F S Classifica P G V N P F S Germania 7 3 2 1 0 7 2 Belgio 9 3 3 0 0 4 1 Stati Uniti 4 3 1 1 1 4 4 Algeria 4 3 1 1 1 6 5 Portogallo 4 3 1 1 1 4 7 Russia 2 3 0 2 1 2 3 Ghana 1 3 0 1 2 4 6 Sud Corea 1 3 0 1 2 3 6 8 OTTAVI DI FINALE Le città del Mondiale BELGIO - STATI UNITI Salvador domani ore 22 12 QUARTI DI FINALE Fortaleza na Manaus Vincitore 3 - Vincitore 4 4/7 ore 22 Rio de Janeiro Vincitore 9 - Vincitore 10 Belo Horizonte 4/7 ore 18 OLANDA - COSTA RICA FINALE 3° E 4° POSTO Perdente 14 - Perdente 13 13 SEMIFINALI 8/7 ore 22 Brasilia 12/7 ore 22 FINALE Vincitore 14 - Vincitore 13 Tutte le partite in diretta online su www.corriere.it or Belgio P G V N P F S Fortaleza dC Su 4-0 Classifica BRASILE - COLOMBIA ea ia ss ria Ru Al ti io ge lg Be a ni an iU llo St at Gh ia ga an rto rm Portogallo P G V N P F S Brasilia Ge Germania Classifica 2-0 Ore 2-1 P G V N P F S 9 QUARTI DI FINALE Incontro Bosnia Classifica 4-3 d.c.r. Data Argentina P G V N P F S COLOMBIA - URUGUAY Ore 2-1 Classifica 2 OTTAVI DI FINALE Incontro Ecuador P G V N P F S BRASILE - CILE Data Svizzera Classifica 1 OTTAVI DI FINALE Po n ria Ni ge ia Bo Ira sn in a as nt ur ge Ho nd an Fr Incontro 1-3 C. d’Avorio Costa Rica Ar r cia a do er Ec Sv ua izz AL IT ilt gh In Co Data IA ra ica er y aR ua st ug ne Incontro Brasile Ur rio C. Gi d’A ap vo po ia a m Gr Co lo st Au Incontro ec bi lia le ra Ci da na an ag Sp Ore Ol o er m sic Incontro Ca zia oa as Cr Br Data un O es E SSSS M GR ile O RD E M E PRO Rio de Janeiro 13/7 ore 21 Salvador Vincitore 7 - Vincitore 8 5/7 ore 22 Brasilia B R A S I L E 5/7 ore 18 Cuiaba Brasilia Salvador Belo Horizonte 14 SEMIFINALI Vincitore 11 - Vincitore 12 San Paolo Natal Recife 9/7 ore 22 S U D A M E R I C A San Paolo Curitiba Rio de Janeiro Porto Alegre CORRIERE DELLA SERA 40 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 COMMERCIALE Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). 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Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: Corriere della Sera € 4,42; Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00. n. 16: Corriere della Sera € 1,67; Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08. n. 22: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67. n. 23: Corriere della Sera € 4,08; Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00. RICHIESTE SPECIALI Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Rubrica 4 “Avvisi Legali”: 1 modulo: € 400 2 moduli: € 800 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Sport 41 italia: 51575551575557 Mercato Oggi il Cda dell’Inter, tra bilancio e nuovi acquisti. Kakà lascia il Milan: ora il San Paolo, poi negli Usa. Raiola: «Balotelli incedibile, altrimenti la società mi chiami» Thohir accelera su Cerci, Galliani pronti 25 milioni per Iturbe MILANO — È il giorno dell’Inter. Tra conti e mercato. Oggi è in calendario un appuntamento importante per il club nerazzurro: il Consiglio di amministrazione per il quale è arrivato dall’Indonesia, con quarantotto ore di anticipo, Erick Thohir. Nella riunione, il presidente affronterà diversi temi: il bilancio dell’esercizio 2013-14, che chiuderà in passivo per circa 80 milioni, il budget per la prossima stagione, i finanziamenti ricevuti dalle banche nell’ultimo periodo. E, naturalmente, anche il mercato. La nuova stagione incombe (venerdì sarà già il momento del raduno), e finora l’unico L’intervista Trattative Mario Balotelli e Alessio Cerci, un obiettivo Inter (Ansa, Epa) volto nuovo è Vidic. La nuova Inter, di fatto, deve ancora nascere. Le idee sono tante: da Biabiany a Ibarbo, da M’Vila a Behrami, a Mustafi. La novità è l’accelerazione per Cerci. In settimana è previsto un incontro con il Torino, ufficialmente per il giovane Benassi, ma sarà l’occasione per parlare approfonditamente anche del fantasista che tanto piace a Mazzarri. Il tecnico, tra l’altro, è stato blindato da Thohir fino al 2016: manca solo la firma, ha assicurato il tycoon, quindi si attendono sviluppi a breve. Attenzione poi alle lusinghe dell’Atletico Madrid per Icardi: se i Colchoneros offrissero oltre 25 mi- lioni allora i nerazzurri, finora irremovibili, potrebbero vacillare. Chi saluta certamente, invece, è Kakà che lascia il Milan e si trasferisce agli Orlando City, passando prima per San Paolo. Oggi Adriano Galliani incontrerà Bosco Leite, il papà del brasiliano, per definire la fine della seconda vita rossonera del numero 22. L’ad rossonero, intanto, ha dato a Ricky il permesso di volare oggi stesso negli Stati Uniti per firmare il contratto con Orlando (forse già domani la presentazione), dove debutterà in Mls nel 2015. Prima Kakà andrà in prestito al San Paolo fino al 31 dicembre. Dal Brasile arriva la conferma direttamente dal vicepresidente del club paulista. «Dopo 60 giorni di trattative, siamo tutti d’accordo. Mancano solo le firme» rileva Ataíde Gil Guerreiro. La partenza di Kakà consentirà al Milan di risparmiare 8 milioni lordi di ingaggio e di iniziare il mercato in entrata. Galliani ha pronta un’offerta da 25 milioni al Verona (10 milioni subito e gli altri 15 pagabili in tre anni) per Iturbe. Per l’argentino è derby con la Juventus che ha messo sul tavolo 21 milioni più Quagliarella e vorrebbe chiudere in fretta l’affare. Probabile un nuovo incontro Juve-Hellas in settimana. Meno cinque giorni alla Grande Boucle, al via sabato da Leeds (Inghilterra). Parla il leader dell’Astana, fresco del titolo italiano 16 Terzo nel 2012 Dedicato ad Emma Vincenzo Nibali è nato a Messina il 14/11/1984. Sposato con Rachele, ha una figlia di 4 mesi, Emma (con lui sul podio). Pro dal 2005, ha corso con Fassa Bortolo, Liquigas e, dal 2013, con l’Astana. Su 31 vittorie, 1 Giro (2013), una Vuelta (2010), due Tirreno-Adriatico (2012, 2013). Al Tour 2012 è arrivato terzo. Il Tour de France 2014 3.664 km, 21 tappe (6 di montagna, 1 a cronometro), 198 corridori di 22 squadre. Il via sabato da Leeds, arrivo il 27 luglio (in notturna) a Parigi. il presidente del fan club di Messina anni fa, a un Mondiale da dilettante. Lo striscione venne inquadrato dalla Rai e il soprannome mi è rimasto. El tiburon, in spagnolo. Sì, mi piace». Musica, libri, hobby. Ci racconti cosa fa quando non pedala. «Non amo la musica tagliavene, sono per i classici: U2, Vasco, il buon vecchio rock. Libri pochini... L’ultimo? La biografia di Novak Djokovic: certi aspetti della sua crescita mi sono piaciuti». Diventare papà di Emma, lo scorso febbraio, come l’ha cambiata? «Ha rivoluzionato me, mia moglie Rachele e il nostro nucleo famigliare. Di notte non ho il problema di svegliarmi per cambiarla perché dorme come un ghiro. Il peso maggiore, oggi, è restare lontano da casa...». Ha una moglie comprensiva? «Quando mi ha sposato ha fatto una scelta: sapeva che questo è il mio stile di vita. Non me lo fa pesare, no. Ci siamo conosciuti tramite un inciucio di Agnoli, il mio compagno di squadra. Colpo di fulmine». Rachele è gelosa del bacio delle Miss? «No! Non ne ha motivo». Vincenzo, purtroppo il caso Ulissi ha riportato di recente il ciclismo in zona doping. «A questa domanda, mi scusi, non rispondo. Diego è un mio amico». Mi dica però se si aspetta un Tour mediamente pulito. «La risposta è scontata: sì. Non lo metterò certo in dubbio io che lo corro. Io faccio tutti i miei controlli e penso che nessuno bari». Tiene casa a Lugano e squadra (Astana) in Kazakistan. Cosa le manca di più della sua Sicilia? «Gli arancini, i dolci, la pizza. E il mare. A Messina riesco a tornare solo a Natale e il bagno me lo scordo...». ❜❜ Nessun richiamo La squadra non mi ha richiamato: è arrivata a tutti una mail d’incoraggiamento ❜❜ Nessun complesso Non invidio né la vita né le Ferrari né le veline dei calciatori. Amo la mia normalità © RIPRODUZIONE RISERVATA Fotofinish Bolelli-Nishikori Oggi si riprende Dopo la domenica di riposo, oggi Wimbledon riprende con il proseguimento del match di terzo turno di Simone Bolelli, l’ultimo italiano rimasto in tabellone. L’azzurro era stato fermato dall’oscurità con il n.12 giapponese Nishikori sul punteggio di 6-3, 3-6, 6-4, 67, 3-3. Oggi in campo anche il detentore del titolo Murray contro Anderson, il killer di Fognini, Djokovic contro Tsonga e le azzurre Errani/Vinci in doppio. Diretta su Sky Sport dalle 12.30. Dopo il tricolore, la Francia: «Froome e Contador? Non me li farò sfuggire» Gli anni trascorsi dall’ultima vittoria di un corridore italiano al Tour de France: nel 1998 (anno della doppietta GiroTour) Marco Pantani aveva preceduto il tedesco Ullrich e l’americano Julich sul podio della Grande Boucle. Filippo Bonsignore TENNIS Nibali è pronto a sedurre anche il Tour «Metterò il cuore in ogni pedalata» Il morso sferrato al Campionato italiano, sabato a Fondo (Trento), con la bocca spalancata, il pugno alzato a sfondare il cielo e le lacrime di chi aveva accumulato tensione e rabbia al livello di guardia, l’ha lasciato esanime (ieri non ha partecipato alla crono), però ancora affamato. Trecentonovantanove giorni senza vittorie sono lunghi (ultimo guizzo le Tre Cime di Lavaredo al Giro 2013) ma Vincenzo Nibali li aveva messi in conto. Da gennaio vive in funzione del Tour de France, il numero 101 della storia, al via sabato da Leeds: tre tappe in Inghilterra prima dello sbarco sulla Côte d’Opale (Le Touquet), che lancerà l’immensa volata — 18 tappe (1 a cronometro, 6 di montagna), 3.664 km totali (15,4 di pavé), 198 corridori — verso Parigi. Lo squalo è pronto. Barba lunga, scavato in volto, asciutto (64 kg) come chi alla strada non desidera regalare niente, perché quest’anno l’asticella è più in alto e Nibali non si accontenterà dei déjà vu. Sul podio del Tour c’è già stato: terzo nel 2012, dietro Wiggins (tagliato dalla Sky!) e Froome, il grande favorito che insegue il bis. Lo squalo vuole di più. E la maglia tricolore con lo scorpione rosso sul petto è la risposta che cercava. Non è un chiacchierone, ma nemmeno chiuso come ce l’avevano annunciato. Pondera le risposte, sorride spesso, ha l’acume sospettoso dei siciliani e i piccoli tic dei timidi (grattatina all’orecchio, grattatina alla spalla). Ecco come Nibali Vincenzo da Messina, 30 anni il 14 novembre (scorpione), ha in mente di annettersi il Tour. Vincenzo, il ciclismo è fatto di sacrifici e fatica. Chi sbanca il Tour si mette in tasca 450 mila euro, la paga mensile di un calciatore al top. Ma chi gliel’ha fatto fare? (ride) «Non mi sentirà dire che ho un complesso d’inferiorità nei confronti del calcio. Come sport non mi è mai piaciuto: non amo il contatto fisico. Non nutro alcun rancore contro lo strapotere del pallone, non invidio né le Ferrari né le veline dei calciatori. Sono affezionato alla mia normalità». Che risale agli Anni 90: vecchio telaio Pinarello dipinto di rosso da papà Salvatore, cicloamatore. «La bici è una passione ereditata da lui, insieme all’ammirazione per Francesco Moser, che sono troppo giovane per aver visto correre. Ma a 12 anni avevo già un idolo tutto mio: Marco Pantani». Croce e delizia degli italiani. «Certo con il senno di poi, se devo valutare tutti i pro e i contro della sua carriera... Ma da ragazzino di lui mi piaceva tutto, ma proprio tutto». Ha corso con la sua bandana? «No. Ma con la sua sella sì». Pantani era il Pirata, lei è lo Squalo dello Stretto. È un soprannome che le calza? «Come carattere no, ma per lo stile di corsa mi rispecchia. Me lo affibbiò E Balotelli? «Mario è stato un signore: lo hanno attaccato tutti, nessuno lo ha difeso, nemmeno la Federcalcio — ha detto il suo agente, Mino Raiola —. Credevo facesse parte dell’Italia ma non è stato così. Al Milan qualcuno gli vuole bene, altri no. È incedibile, ma se non lo vogliono più tenere mi chiamino. L’errore è stato riportarlo in Italia». Su Pogba Raiola è chiaro: «Posso tranquillamente affermare che il suo futuro è ancora alla Juventus dove si trova benissimo».Galliani lavora anche per il prestito di Saponara all’Empoli e smentisce la voce di un tentativo per De Jong del Manchester United, che insiste con la Juve per Vidal. Sul pavé BASKET Vincenzo Nibali, siciliano, 29 anni, in azione sul pavé della quinta tappa del Tour de France (testato lo scorso aprile), che scatterà sabato da Leeds, in Inghilterra. L’azzurro dell’Astana contenderà la vittoria ai due grandi favoriti della Grande Boucle, il keniano Froome e lo spagnolo Contador. È dal ‘91 (Bugno) che un campione italiano non si presenta in Francia con la maglia tricolore (Bettini Photo) Olimpia e «Corriere» Ci spiega la storia del richiamo scritto dell’Astana? «Un’esagerazione. Non mi è arrivata nessuna lettera. È arrivata una mail aperta a tutta la squadra — corridori, fisioterapisti, massaggiatori, staff — per spronare il gruppo e spingerci a dare il meglio. Tutti». Cosa ci sarà sul suo comodino al Tour? «Il telefono per chiamare casa. Il Tour è così frenetico che la valigia la apri solo per estrarre il necessario. Né santini né amuleti, anche se sono credente e superstizioso». Che Tour de France si aspetta? «Una corsa lottata, giorno per giorno, tra mille difficoltà. Mi aspetto sorprese e imprese. Starò attento a non farmi sfuggire nulla e nessuno». Teme più Froome o Contador? «Ciascuno, il giusto, per le sue caratteristiche. Due grandissimi rivali». Il ciclismo è più gambe, testa o cuore? «Un mix. Ma senza cuore non ottieni niente. E io metto cuore in tutto ciò che faccio». Nibali, tocchiamo ferro: se vince è disposto a farsi un tatuaggio o una cresta bionda alla Balotelli? «Mmmmm... No, ad essere sincero non ne sento il bisogno. A 29 anni non sono più un ragazzino». Gaia Piccardi © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo scudetto numero 26 dell’Olimpia Milano celebrato dal Corriere della Sera: da mercoledì sarà in edicola una nuovissima edizione di «Scarpette Rosse — La vittoria dell’Olimpia Milano signora del basket» di Werther Pedrazzi con prefazioni di Roberto De Ponti e Flavio Vanetti al costo di euro 7,90 più il prezzo del quotidiano. AUTOMOBILISMO Storico a Imola Vince la Cerruti Storico risultato a Imola nella Auto Gp: la 26 enne Michela Cerruti, del team Supernova, si è imposta centrando il primo successo della carriera su una monoposto. È la prima donna, negli ultimi cinque anni, che vince su un’auto con queste caratteristiche. ATLETICA — Yelena Isinbayeva, astista russa biolimpionica, è diventata mamma di una bambina. La campionessa tornerà alle gare per puntare, nel 2016 a Rio, a un terzo oro ai Giochi. AUTOMOBILISMO Alonso rinuncia ai test di Silverstone Domenica torna la F1 con il British Gp a Silverstone, seguito dalla terza tornata di test (previsti pure collaudi per la Pirelli). La Ferrari proverà con Raikkonen e de la Rosa: Alonso ha rinunciato, anche se in teoria sarebbe toccato a lui perché a Barcellona si era visto Kimi al volante. È il bis della situazione del 2013, che portò a tensioni tra il pilota e il team? Si spera di no e che non sia un atto di scetticismo da parte di Fernando verso il lavoro di sviluppo. 42 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 CorriereMotori Mercato Un cambiamento di tendenza proietta le previsioni per il 2014 verso risultati sorprendenti in un segmento ricco di novità Il ritorno del lusso L’angoscia Prima, viaggiare con un’auto esclusiva valeva una paletta della Guardia di Finanza sul parabrezza all’appello mancherà qualcosa, i livelli potrebbero comunque tornare a quelli di fine 2011. Che a guardarla bene non è una data qualunque, ma l’inizio della «grande paura»: la stagione delle politiche fiscali, forse più spettacolari che rigorose, del governo Monti. Un periodo, ricorda un concessionario, «nel quale viaggiare con un’auto di prestigio significava andare di sicuro incontro a una paletta della Guardia di Finanza e a un immediato controllo dell’Agenzia delle entrate». Un «indizio di colpevolezza» che, insieme al «superbollo» (140 milioni di entrate fiscali perse in un anno secondo quanto sostengono le associazioni di categoria), ha avuto le sue conseguenze: nel 2012 le vendite dell’auto di Gennaio/Maggio 2013 2014 Il timore dei controlli fiscali sembra passato e le vendite di auto premium risalgono Longo: «Non cantiamo vittoria» Il problema Ma le ammiraglie ibride rimangono ferme al palo In Italia le auto verdi di lusso non si vendono. Lexus a parte (ha il 90% del mercato delle ibride alto di gamma), i numeri di vendita sono ridotti al minimo. La difficoltà è globale e coinvolge anche gli invincibili tedeschi: le varie Audi A8, Bmw Serie 7, Mercedes Classe S e Porsche Panamera, vendute in versione ibrida, si contano sulle dita di una mano. Nessuna soddisfazione neppure dai suv: il segmento avanza a colpi di record ma le vendite dei modelli di lusso ibridi resta al palo. Si salva solo la Lexus RX, venduta, sfida nella sfida, come la prossima NX, solo in versione ibrida. In queste condizioni non sarà facile neppure per la sportiva Bmw i8: innovativa nel design, nella costruzione con fibra di carbonio e nel sistema ibrido plug-in, con un elettrico che affianca un piccolo motore benzina 3 cilindri, riuscirà a convincere clienti disposti a spendere oltre 130 mila euro? Meglio sembra andare all’elettrica Model S della californiana Tesla: da inizio dell’anno a oggi si sono vendute 23 unità. Nei prossimi mesi lo scenario però è destinato a cambiare: l’arrivo dei nuovi limiti sulle emissioni di CO2 (95 grammi per km dal 2021) costringerà, soprattutto le Case con in listino sportive, suv e ammiraglie, a lanciare modelli ibridi plug-in o elettrici in grado di abbassare il valore medio delle emissioni della gamma. Non sarà però sufficiente: per usufruire dei supercrediti, le «verdi» dovranno essere anche vendute. La partita inizia solo ora. a.m.t. © RIPRODUZIONE RISERVATA lusso scendono del 36% e si fermano a 2.996 unità. Il calo non si arresta fino a settembre 2013: per gli amanti delle coincidenze, quattro mesi dopo le dimissioni del governo Monti. A quel punto c’è l’inversione di tendenza, ma il segmento non fa in tempo a recuperare le gravissime perdite e chiude l’anno con un -11,3% (2.657 unità vendute). La novità è sotto gli occhi di tutti, compresa la facoltosa clientela di queste auto. Il trend positivo si amplifica in questa prima parte del 2014, in coincidenza con l’arrivo del governo Renzi e il miglioramento di alcuni indicatori economici. Insomma: a questo punto dell’anno siamo al +70%. Che cos’è cambiato negli ultimi mesi? Si è diffusa la consapevolezza che l’Italia «non è più sull’orlo del baratro», come ha detto pochi giorni fa il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi? O c’è dell’altro? «I controlli fiscali continuano, ma non c’è più la spettacolarizzazione delle operazioni. Ciò ha contribui- 1 2 3 Corriere della Sera / Mirco Tangherlini ROMA — I numeri raccontano più delle parole. Storie che prendono il via e finiscono nello spazio di un foglio Excel: li metti in fila in una tabella e hai un racconto tra le mani. È il caso delle auto di lusso. Ammiraglie e sportive, quelle che gli appassionati sognano e i tecnici rinchiudono nel recinto del «segmento F». Una storia con un finale a sorpresa: nei primi cinque mesi del 2014 le vendite delle auto esclusive sono cresciute del 70 per cento. E viene la tentazione di credere che sia finita la paura dei controlli fiscali. Se la crescita continuasse così, le vendite raggiungerebbero a fine anno circa 4.800 unità. Poco male se poi LE PIÙ VENDUTE 4 MASERATI GHIBLI * non*era ancora in vendita 494 PORSCHE 911 MERCEDES CLASSE S PORSCHE PANAMERA Innocenti (Porsche) «I controlli fiscali continuano però non c’è più spettacolarizzazione delle operazioni» to a distendere il clima generale risvegliando l’entusiasmo per un certo tipo di auto che era diminuito, più per il fastidio dei controlli troppo pressanti che per la reale necessità dei proprietari di nascondersi», è il parere di Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia. E le vendite decollano. Trainate verso 294 310 41 198 109 187 l’alto in particolare dalla Maserati Ghibli, la più venduta della categoria: la spinta arriva soprattutto dalla versione diesel con il 3 litri V6 da 250 e 275 cavalli, che in Italia rappresenta l’80% delle vendite della Ghibli. Non solo. «È un segmento dove la novità stimola in maniera decisiva le vendite», spiega Da- Anteprima Nelle concessionarie Ford dalla seconda metà dell’anno prossimo, sfiora i cinque metri. Verrà proposto con due motori a gasolio, da 180 e 210 cavalli Edge, il grande suv tecnologico con gli airbag nelle cinture di sicurezza COLONIA — Si chiama Edge ed è il terzo Suv della Ford in ordine di grandezza, dopo l’EcoSport (427 centimetri) e la Cuga (452). Lungo 481 centimetri (per 193 di larghezza), è di fatto l’ammiraglia «a ruote alte» europea del costruttore americano e arriverà alla fine del 2015. La strada che porta alle concessionarie, dunque, è ancora lunga, ma l’attesa del pubblico va alimentata. Così ecco la presentazione «statica» della vettura, in grande stile, con tutta la prima linea del management. L’ottimismo della Ford riguardo al futuro del nuovo modello è appoggiato sui numeri, oltre che sulle qualità (che vedremo meglio al momento della prova su strada) del progetto. Tra il 2008 e il 2013, il mercato europeo dei Suv è cresciuto del 21 per cento. Alla tendenza generale dà il suo contributo il crescente successo della Kuga, lanciata nel 2012 e cresciuta del 38 per cento nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2013. Il «piccolo» (e appena messo su strada) Ecosport ha già raccolto 16 mila ordini. L’Edge si mette nella scia, aggiungendo tuttavia qualcosa di peculiare. Che cosa lo spiega Roelant de Waard, vice presidente marketing e vendite di Ford Europa: «È un Suv in grado di offrire più di quello che i clienti si aspettano da que- La Ford Edge: 481 centimetri di lunghezza, cinque posti. Affiancherà i suv EcoSport e Kuga (Afp) sto segmento. Negli ultimi anni, in tutto il mondo, gli sport utility hanno eroso quote di mercato alle auto convenzionali. Lo stile molto caratterizzato, la straordinaria combinazione di comfort, eleganza e praticità, e l’alto profilo tecnologico metteranno la Edge al centro dell’attenzione nel segmento dei Suv raffinati». Design forte, ma non esasperato. La macchina ha personalità sia nelle linee esterne sia nell’architettura degli interni. Della carrozzeria risaltano il profilo sportivo, con il posteriore inclinato (secondo la moda dei crossover-coupé), la griglia anteriore cromata, i fari a Led e gli ampi passaruota che «abbracciano» i grandi cerchi in lega da 20 pollici. Il look è solido, piuttosto americano, ma non manca di equilibrio. «Uno degli obiettivi principali nello sviluppo dell’auto — spiega Joel Piaskowski, direttore del design — era la creazione di una certa atmosfera all’interno. Il profilo elegante è stato raggiunto scegliendo materiali “premium” e trattando i dettagli con ricercatezza». Tre gli allestimenti in listino (che per la parte prezzi è ancora un mistero): Trend, Sport e Titanium. Due i motori, entrambi Tendenza Tra il 2008 e l’anno scorso, il mercato europeo dei Suv è cresciuto del 21% diesel di due litri: uno da 180 cavalli, con cambio manuale a sei marce (149 g/km di CO2) e l’altro da 210 cavalli, abbinato al cambio automatico Powershift a sei rapporti (159 g/km di CO2). Nella dotazione lo sterzo adattivo, la riduzione attiva delle rumorosità, la doppia telecamera con visibilità a 180°, il portellone Hands-Free Tailgate, il sistema di connettività Sync 2, il parcheggio semiautomatico, l’assistenza al parcheggio e le cinture posteriori con airbag integrato. Prima della Edge, la Ford lancerà le nuove Focus e Mondeo. Poi sarà la volta della leggendaria sportiva americana Mustang e della gamma Vignale. Valerio Monaco © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 Lunedì prossimo (7 luglio) insieme con il Corriere della Sera, verrà distribuito in edicola (gratuitamente) il nuovo numero di Corriere Motori (a sinistra, la copertina). Titolo inevitabile: Guido con un cane. Si tratta di un fascicolo interamente dedicato alle auto e... ai cani. Naturalmente anche ai loro padroni. In molti casi illustri come Joe Bastianich, Martin Castrogiovanni, Fabio Testi, Elisabetta Illy, Almo «Guido con un cane» Lunedì 7 luglio torna il Corriere Motori AUDI A8 89 130 5 BMW SERIE 6 GC 36 116 6 JAGUAR F-TYPE 60 112 7 FERRARI 458 43 81 8 MASERATI QUATTROPORTE 32 56 9 MERCEDES SL 27 36 10 niele Maver, presidente Jaguar – Land Rover Italia. Come dire: innovazione e novità di prodotto vincono su tutto. Politiche fiscali comprese. Tedesche, nuove e aggiornate, in prima fila: Audi A8, Bmw Serie 6 Gran Coupé, Mercedes Classe S e SL, tutte con vendite in salita. A crescere è anche Jaguar Motori 43 italia: 51575551575557 con la F-Type, un modello innovativo in grado di spostare il concetto di sportività verso parametri non tradizionali per la categoria come versatilità ed economia dei consumi. O la Range Rover Sport, che, sia pure in un segmento diverso, grazie alla nuova generazione fa segnare un +290%: dalle 437 unità del 2013 alle 1.702 del 2014. Fino ad arrivare forse ai simboli della «grande paura», Porsche e Ferrari: la prima vede correre la Panamera e riprendere, seppure in maniera meno decisa delle concorrenti, le vendite della 911; Maranello, con la 458 nelle due versioni Coupé e Spider, raddoppia i volumi. Che cosa accadrà adesso? La ripresa ha basi solide? La parola d’ordine è cautela: «Siamo ancora lontani dal poter parlare di una ritrovata vitalità del segmento di berline di lusso e sportive. Anche ipotizzando una chiusura dell’anno sui livelli di crescita Maver (Jaguar) «Questo è un segmento dove le novità di prodotto stimolano in maniera decisiva le vendite» attuali, resteremo comunque lontani dalle quasi 10 mila unità che si potevano contare nel 2006 e 2007, quando la crisi era lontana. In ogni caso è un segnale di ripresa», è l’opinione di Fabrizio Longo, direttore Audi Italia. Di sicuro sembrano resistere le difficoltà dell’usato di lusso: il principale sito specializzato di vendita di auto online, ad esempio, ha nel suo piazzale virtuale ancora 3.900 Porsche e circa mille Ferrari. «Nonostante qualche segnale positivo, favorito da prezzi molto inferiori delle quotazioni ufficiali, per le vetture di lusso la strada principale resta ancora quella dell’esportazione verso altri mercati, Germania in testa», spiega un concessionario. A questo punto, forse, si tratta solo di aspettare, e nel frattempo aprire il garage e tornare in strada. Alessandro Marchetti Tricamo © RIPRODUZIONE RISERVATA Bibolotti... Ciascuno di loro presenta il proprio amato amico a quattro zampe. Più di uno, a volte. Servizi fotografici esclusivi, racconti divertenti e un’importante parte del giornale di puro servizio per chi si accinge ad andare in vacanza con Fido: le spiagge e i ristoranti dove i cani sono i benvenuti, i consigli del veterinario per far viaggiare i nostri amici in modo comodo e sicuro, i gadget che non devono mancare in valigia. Infine, una serie di consigli sul comportamento da adottare nel caso si trovasse un cane smarrito o... abbandonato in strada (stiamo entrando, purtroppo, in questa «brutta stagione»). Anche online, su motori.corriere.it/guido-con-un-cane verrà realizzato uno Speciale con tanto di mappa interattiva per individuare le mete che accontentino tutta la famiglia. Animali compresi. Stile Lo Ied di Torino compie vent’anni e ospita molti ragazzi stranieri I sogni dei giovani designer «Studiamo per passione ma sarà dura trovare lavoro» «Solo due su dieci troveranno una sistemazione» TORINO — Uno dei massimi teorici dell’architettura del ventesimo secolo, Paolo Soleri, torinese, precursore negli anni 40 del concetto di sviluppo sostenibile, diceva ridendo che un uomo dovrebbe potersi permettere al massimo un cavallo. Cento cavalli pro capite sono una cosa contro natura. Nella sua Torino natia, però, i cavalli delle automobili continuano a esercitare un’attrazione fatale. Non solo per chi li desidera e li guida, ma anche per chi all’automobile — alla sua progettazione — spera di dedicare una vita. Sono i ragazzi dei corsi di Car Design che lo IED organizza da vent’anni. Vent’anni che hanno portato grandi trasformazioni industriali, culturali, ambientali. Un tempo lungo e breve, che ha visto pullulare di veicoli le strade di Mosca, Pechino e Mumbai. Stradoni che sembravano incolmabili e che invece si sono saturati esattamente come successo, con larga premonizione, nelle metropoli dell’occidente. Non importa, le quattro ruote continuano ad affascinare. Al convegno organizzato al Museo dell’Auto di Torino per festeggiare due decadi di scuola l’atmosfera è spumeggiante: tra gli studenti (per metà stranieri) e tra i docenti dello Alcuni dei modelli degli studenti dello Ied, esposti al Museo dell’Auto di Torino. In alto, la «Passocorto» disegnata per la Hyundai, con il gruppo che l’ha progettata IED, che incassa una media di diecimila euro all’anno per ogni iscritto. Riccardo Balbo, direttore dei corsi, è fiero: «Siamo la seconda scuola al mondo dopo il Royal College di Londra, nessun’altra affonda le radici in un territorio così ricco di fermenti e di storia». E ancora: «Mi rifiuto di guardare all’auto solo come a un problema di mobilità. La città dovrà convivere con essa, il tema è complesso, ma il designer avrà sempre un oggetto-auto a cui dare bellezza». Un esperto al tavolo fa notare che, in piena scoperta del drive by wire, l’auto tra vent’anni potrebbe assomigliare a un salottino semovente, forse a noleggio, al quale dire solo dove si vuole andare. Interesserà agli studenti appena iscritti disegnare salottini? Solo un paio di quelli che interpelliamo sono convinti che, anche ridotta a una capsula automatica, l’auto dovrà © RIPRODUZIONE RISERVATA ben avere una forma. Gli altri continuano a sognare i concept e la vettura edonistica. Qualcuno dovrà ben disegnarla. Lo ha fatto, ad esempio, Andrea Militello, 32 anni, che ha lavorato agli esterni della Ferrari F12 vincitrice pochi giorni fa del compasso d’oro. «Io ho studiato, insegnato e trovato impiego grazie allo IED — dice Militello — e allo stretto rapporto tra formazione e industria su cui questa scuola si fonda. In garage ho due Alfa degli anni 70 e un motorino scassato per andare in ufficio. Sono i simboli di come intendo il trasporto del futuro: un mezzo pratico e un giocattolo. Spero di poter continuare a progettare entrambi». In platea c’è Leonardo Fioravanti, classe 1938, che ha firmato la Ferrari Daytona e altre auto-icona. «Oggi, dietro un nuovo modello, ci sono decine di mani che disegnano. Impossibile dire chi sia il papà di una vettura, tranne rarissimi casi. Non so se i ragazzi siano consapevoli di questo. E non so se io, che ho sempre deciso molto da solo, mi iscriverei a una scuola per diventare designer, avessi la loro età».Chi lo rifarebbe sono tre ex studenti: uno è rima- Lo stilista Fioravanti: «Non so se io, che ho sempre deciso molto da solo, mi iscriverei a una scuola per diventare designer» sto allo IED a insegnare, gli altri due lavorano come modellatori in aziende di componenti. «Il bilancio, a distanza di sette anni, è positivo — ammettono —. A scuola abbiamo imparato a lavorare: non è una cosa scontata». Che dire, in conclusione, a questi ragazzi innamorati, che si iscrivono a decine ogni anno, per provare ad entrare in un mondo (intero) fatto di tremila professionisti? «Che ce la mettano proprio tutta — dice Rodolfo Gaffino, direttore del Museo dell’Auto e docente lui stesso — sapendo che alla professione (non allo stage) arriveranno in due su dieci. E solo se hanno talento e forza di volontà. Questo, ai miei allievi, io lo chiarisco subito, mi auguro lo facciano anche gli altri». Uscendo, ecco i modelli di fine corso dei vari anni accademici: sono quasi tutte dream car, fresate dalle stesse macchine digitali che lavorano per i grandi. È quello che resta delle prime generazioni di studenti, un po’ come a Cambridge, nella mensa dei college millenari, dove pendono le pagaie del canottaggio, firmate dai ragazzi del 1914. Buona voga e testa sulle spalle, speranzosi designer. Giosuè Boetto Cohen © RIPRODUZIONE RISERVATA Assicurazione Dal 2015 potrebbe diventare obbligatoria: controlla il comportamento dell’automobilista e in caso d’incidente fa scattare i soccorsi La «scatola nera» che fa risparmiare sulla rc auto e smaschera i truffatori MILANO — L’ultima frontiera assicurativa è la scatola nera, che rileva il comportamento dell’automobilista alla guida e permette di contenere il costo della rc auto. Costo che, com’è stato denunciato nei giorni scorsi dall’Ivass (l’Istituto di vigilanza sul settore assicurativo), in Italia è il doppio della media europea, con un premio medio di 500 euro contro i 250 degli altri Paesi. La sperimentazione su questo dispositivo, che vede l’Italia all’avanguardia in Europa con circa 2 milioni d’installazioni, è fra le attività di punta di GeneraliCar, uno fra i centri di sperimentazione all’avanguardia nel settore automobilistico e unico in Italia membro di Rcar, l’associazione mondiale dei ri- Il laboratorio Generali dove vengono sperimentate le «scatole nere» cercatori auto: la struttura, che ha sede a Milano Pero, fa capo a Generali Italia. «Le ricerche sulle scatole nere sono cominciate alcuni anni fa — spiega Marco Castelli, direttore di GeneraliCar — se in passato vi erano alcuni problemi legati soprattutto a un’installazione non corretta e alla gestione dei dati, ora l’affidabilità è decisamente migliorata. La scatola nera permette di gestire meglio il sinistro ed eventualmente combattere efficacemente le frodi, per esempio i falsi incidenti, e quindi di contenere le tariffe rc auto». Salvo possibili slittamenti, del resto, dall’anno prossimo a livello europeo diventerà obbligatoria l’installazione sui veicoli nuovi di un dispositivo che offre alcune funzioni della scatola nera, e in caso d’incidente invia un segnale d’allarme a una centrale operativa. GeneraliCar opera anche su altri fronti. «Il problema della riparazione dei veicoli danneggiati negli incidenti stradali impone una continua ricerca di metodologie per contenere i costi degli interventi e mantenere al tempo stesso le caratteristiche di sicurezza del veicolo — sostiene Castelli —, da tem- Affidabili La ricerca su questi dispositivi è in corso da anni: oggi sono molto più resistenti agli urti po collaboriamo con case costruttrici di autoveicoli, fabbricanti di componenti e di prodotti utilizzati nella riparazion e d e l l e ve t t u r e . G r a z i e all’esperienza acquisita nella sicurezza dei veicoli attraverso i crash test, abbiamo recentemente sviluppato una ricerca per dimostrare come determinati urti ai veicoli non possano produrre un colpo di frusta». Un altro filone è quello della formazione. «GeneraliCar svolge corsi rivolti ai professionisti che operano nella valutazione e riparazione del danno — spiega Castelli —, periti, tecnici di carrozzeria e liquidatori sinistri, a cominciare da quelli del gruppo Generali. I partecipanti sperimentano nuovi metodi di riparazione, vengono addestrati all’analisi e valutazione dei danni causati da incidenti stradali e formati sui processi di lavoro in carrozzeria, lattoneria, verniciatura, meccanica ed elettronica, oltre che sulle tecniche di costruzione dei veicoli». Fra queste attività rientra il controllo sulle perizie trasmesse in via telematica dai periti e sulle riparazioni effettuate dalle circa millecinquecento carrozzerie convenzionate con il gruppo Generali. GeneraliCar ha sviluppato infine il Tempario Siva, un nuovo sistema per definire i tempi di riparazione dei danni e sostituzione dei ricambi, che rispecchia il modello utilizzato nel resto d’Europa. Roberto E. Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Daniela e Matteo con Carla e i famigliari tutti annunciano affranti limprovvisa scomparsa dellinsostituibile Mario Sideri Per i funerali contattare il numero 0523.907005. - Milano, 29 giugno 2014. Partecipano al lutto: Antonella, Chiara, Margherita e Paolo. Raffaella e Gianmario Rocco. La mamma piange disperata la perdita del suo amatissimo Mario - Milano, 29 giugno 2014. Carissimo e adorato Mario da sempre figura centrale della nostra famiglia, troppo presto ti sei sciolto dal nostro abbraccio.Ti ricorderemo sempre per le innumerevoli qualità e talenti che ti hanno fatto amare da tutti.Cristina, Simonetta, Stefania con Maugi e Francesco. - Milano, 29 giugno 2014. Valentina, Giacomo, Idano, Emilio, Luca e Tommaso si stringono forte a Matteo sconvolti per la perdita del grande e indimenticabile zio Mario per sempre nel loro cuore. - Milano, 29 giugno 2014. Carissimo Mario grande cugino, come un fratello, siamo cresciuti insieme e per tutta la vita abbiamo condiviso i momenti gioiosi e quelli tristi, con le nostre famiglie sempre unite nella ricca diversità che ne contraddistingue i componenti.- Ti porteremo nel cuore con le nostre preghiere saremo come sempre con grande affetto accanto a Daniela e Matteo.- Alberto e Mariella. - Milano, 29 giugno 2014. Partecipano al lutto: Novella Pietrasanta. Carlo con Laura. Iside con Odo. Ale e Marina, Michele e Andrée con Ginevra, Luca e Chiarina con Giulia salutano Mario di cui porteranno sempre il ricordo nei loro cuori e partecipano commossi allo straziante dolore di Daniela e Matteo, Miranda, Cristina, Simonetta, Stefania e famiglie per la grave perdita. - Milano, 29 giugno 2014. Giorgio, Patrizia e Paolo con Tommaso e Aurelia ricorderanno per sempre il "grande" Mario - Milano, 29 giugno 2014. Giovanna, Sergio, Idano e Emilio attoniti si stringono a Daniela e Matteo per la tragica scomparsa di Mario - Milano, 29 giugno 2014. Quando un attimo basta a travolgere i ricordi di una vita le parole lasciano spazio solo al silenzio.- Ciao Mario un abbraccio forte a Daniela e Matteo da Sara e Paolo. - Milano, 29 giugno 2014. Franca e Marco, Annamaria e Franco, Maria Grazia e Piero sono vicini con affetto e commozione a Daniela e Matteo per limprovvisa scomparsa di Mario - Milano, 29 giugno 2014. In ricordo dellamico e compagno di viaggio Mario Elena e Massimo si stringono a Daniela, Matteo e alla famiglia. - Milano, 29 giugno 2014. Angelo, Luca, Marco Maggioni con Nicoletta Colombo si stringono a Daniela e Matteo nel dolore per la improvvisa scomparsa dellamico fraterno e collega Dott. Mario Sideri Il ricordo del tuo entusiasmo ci aiuterà a proseguire i progetti da te iniziati rivolti al benessere ed alla centralità delle pazienti con neoplasie ginecologiche. - Milano, 29 giugno 2014. Mario Sideri Ghil, Susanna e i ragazzi abbracciano gli amici Sideri e Nobolo con laffetto di sempre. - Milano, 29 giugno 2014. Umberto Veronesi si stringe addolorato alla famiglia per la perdita di Mario Sideri E il mio cuore per un istante ha taciuto insieme alle parole Mario Sideri mi ha salvato la vita e sarà sempre nei miei pensieri con la gratitudine e laffetto.- MariaGiovanna Luini con Alberto abbraccia i familiari e i colleghi in questo momento di distacco temporaneo da Mario. - Milano, 29 giugno 2014. affettuoso amico e grande studioso dellorigine virale dei tumori. - Milano, 29 giugno 2014. Mohssen Ansarin e la Divisione di Chirurgia Cervico-Facciale dello IEO partecipano commossi alla tragica scomparsa del collega ed amico Paolo e Maria Teresa Vercellini con Vittorio e Rita Rognoni sono vicini a Daniela, Matteo e a tutta la famiglia per la prematura scomparsa dellamico Mario Sideri Dott. Mario Sideri - Milano, 29 giugno 2014. - Milano, 29 giugno 2014. Tutto il CEMP si stringe con immenso affetto attorno alla cara amica e collega Daniela ed a Matteo per limprovvisa e tragica scomparsa del caro Mario Attoniti dalla tragica scomparsa di Mario Sideri ricordiamo la sua grande umanità, bontà danimo e sincera amicizia.- Giancarla, Paolo, Patrizia e Piero con le rispettive famiglie si stringono intorno a Daniela, Matteo, Mirella, Cristina, Simonetta, Stefania, Alberto e Mariella in questo triste momento. - Milano, 29 giugno 2014. - Milano, 29 giugno 2014. Giorgio Bolis, Luigi Fedele, Alessandra Kusterman con tutti i collaboratori della Clinica Mangiagalli partecipano commossi al dolore della famiglia per limprovvisa perdita del caro collega Mario Sideri - Milano, 29 giugno 2014. Mario carissimo la tua passione per la ricerca, il tuo contagioso entusiasmo per i nuovi progetti, il tuo volto sempre sorridente e il tuo ottimismo imperturbabile lasceranno un vuoto incolmabile.- Fabio, Giovanni, Luca, Vanna. - Milano, 29 giugno 2014. Paola e Michele, Cinzia e Dino, Lucia e Gigi Giacchino, Matilde, Pippo, Michela e Anders, Valentina, Alessandra e Ruggero, Emanuela e Giovanni, Donatella e Alessandro, Jacqueline e Roberto, Lucia e Gigi Paglia, Attilia, Daniela, Laura, Renata e Manuela sono vicini con grande affetto a Daniela, Matteo e Carla in questo momento di grande dolore per limprovvisa perdita di Mario - Cavi di Lavagna, 29 giugno 2014. Mario unico insostituibile per sempre nel mio cuore.Dorella. - Milano, 29 giugno 2014. Francesca Merzagora e Claudio Mencacci affranti abbracciano Daniela e Matteo ricordando Mario Sideri legati a lui da profondo affetto e stima. - Milano, 29 giugno 2014. Partecipano al lutto: Il Consiglio Direttivo, il Comitato Scientifico, lo staff di Onda. Michele, Francesco e Maura salutano il loro capitano Mario abbracciando forte forte Daniela e Matteo. - Milano, 29 giugno 2014. Il Presidente, i Vice Presidenti, lAmministratore Delegato, il Direttore Scientifico, unitamente a tutti i Direttori, ai membri del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e ai collaboratori tutti dellIstituto Europeo di Oncologia partecipano con profonda commozione e tristezza al grave lutto della famiglia per la scomparsa del Direttore dellUnità di Ginecologia Preventiva dellistituto Dott. Mario Giovanni Sideri - Milano, 29 giugno 2014. Dott. Mario Sideri Caro Mario, sei stato un amico generoso ed un grande professionista.- La tua dedizione al lavoro e le tue capacità scientifiche e cliniche, riconosciute in tutto il mondo, sono state una guida costante per noi e per le nostre pazienti.- Grazie Mario, rimarrai per sempre nei nostri cuori.- I medici, il personale infermieristico, le segretarie della Divisione di Ginecologia Istituto Europeo Oncologia. - Milano, 29 giugno 2014. Alberto Luini e tutta la Divisione di Senologia dellIstituto Europeo di Oncologia abbracciano i familiari nel dolore per la perdita del grande amico e collega Mario Sideri Mario sarà sempre uno di noi. - Milano, 29 giugno 2014. Presidente e Comitato Direttivo della Società Italiana Interdisciplinare di Vulvologia esprimono il proprio dolore per limprovvisa perdita dellamico e valente studioso Dott. Mario Sideri - Torino, 29 giugno 2014. Il Comitato di Coordinamento del GISCi e tutti i soci partecipano con commozione alla improvvisa e prematura scomparsa del collega e amico Dott. Mario Sideri membro del Coordinamento Nazionale, e sono vicini con affetto al dolore della famiglia. - Firenze, 29 giugno 2014. Caro Mario con te abbiamo perso un carissimo amico e assieme un grande scienziato che faceva onore al nostro Paese.- Enrico e tutti noi dellOspedale Buzzi. - Milano, 29 giugno 2014. Elena e Martina con Mariuccia e Massimo, Giorgio e Anna annunciano con grande dolore la morte del loro adorato grande imperfetto papà Attilio Segantini Carlangelo con Maria Luisa, Cristina con Nicolò, Adele e Benedetta, Valentina con Matteo, profondamente addolorati annunciano la scomparsa di Carla Bianchi Bonomi amatissima mamma, nonna, bisnonna.- I funerali si svolgeranno martedì 1 luglio alle ore 9 nella chiesa di Santa Maria della Consolazione al Castello. - Milano, 29 giugno 2014. Partecipano al lutto: Gian Battista, Chiara e Alcherio Origoni della Croce. Aldo, Manni e Tommaso Ghedini. Ambrogio con Gabriele ricorda con grande affetto la sorella Carla Bianchi Bonomi - Milano, 29 giugno 2014. Barbara e Alfredo con Edoardo e Andrea partecipano commossi al dolore di Carlangelo e famiglia per la scomparsa di Carla Bianchi Bonomi - Milano, 29 giugno 2014. Carla Bianchi Bonomi - Milano, 29 giugno 2014. Carmelo, Germana, Giandomenico ed Andrea accomunati nel dolore per la dipartita di Attilio Attilio Segantini Partecipano al lutto: Lamico Alessandro e Thel, Riccardo Nardari. Giorgio Corbellini, con Umberto, Paola, Giovanni e le loro famiglie è vicino a Elena e Andrea, Andrea e Maria, Claudio e Serena per la scomparsa di Giovanni Signorelli in ricordo di una lunga e fraterna amicizia. - Milano, 30 giugno 2014. Partecipano al lutto: Ernestina Bracchi. Franca Sansone. Il 27 giugno è deceduto il Generale Paolo Mauri La famiglia, gli amici, i colleghi lo ricordano con affetto.- La salma sarà tumulata nel cimitero Maggiore di Erba - colombaro n. 30. - Milano, 29 giugno 2014. Carla Bianchi Bonomi Giovanni e Rachele con MariaLaura e Giulia si stringono a Charlie e Luisa nel dolore per la perdita della carissima mamma SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ Patricia Caprotti Polillo Conserveremo sempre il bellissimo ricordo del suo spirito arguto e dei tanti momenti lieti vissuti assieme.- Alberto e Maura, Giulia con Guido e Marco, Marco e Young Ju, Roberto e Edda. - Milano, 30 giugno 2014. Carla Bianchi Bonomi sono affettuosamente vicini al figlio Carlangelo e al fratello Ambrogio. - Milano, 29 giugno 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Flora Peyvandi e Pier Mannuccio Mannucci con i colleghi del Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi del Policlinico di Milano partecipano al lutto della famiglia per la perdita di Oggi ci stringiamo tutti accanto allamico Roberto Polillo per dare lultimo triste addio alla sua amata TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Pierluigi Saccani Gli amici si stringono con affetto a Stefano, Marinella e Andrea per limprovvisa scomparsa dellamato Pigi.- Tomaso, Antonella, Lorenzo, Giuseppe, Veronica, Tommaso, Eleonora, Gioia, Lupo e Silvia. - Milano, 29 giugno 2014. Carla - Genova, 29 giugno 2014. Jacques con Fernanda è vicino allamico di sempre Charlie nel ricordo della sua cara mamma Gazzetta dello Sport 30 giugno 2004 - 30 giugno 2014 Ester Marinetti Mauri Nella testa, nel cuore, nellanima... sempre.- La tua famiglia. - Milano, 30 giugno 2014. PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Carla Bianchi Bonomi - Milano, 29 giugno 2014. - Milano, 29 giugno 2014. Grazie delle belle ore passate insieme Carla Bianchi Bonomi - Milano, 29 giugno 2014. Achille e Giovanna Colombo Clerici con Malu e Giulia con Stefano Simontacchi, Francesco e Sveva abbracciano affettuosamente Charlie con Luisa, Cristina e Valentina nel rimpianto della carissima madre e nonna Elena ti siamo ancora più vicine per la scomparsa delladorato Mi mancherai.- Glauco. - Milano, 29 giugno 2014. Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio dei Revisori e il Direttore Scientifico della Fondazione Angelo Bianchi Bonomi partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa della fondatrice - Milano, 29 giugno 2014. Luigi e Maria Giulia Arborio Mella sono affettuosamente vicini a Charlie e a tutta la famiglia per la scomparsa della madre Elo, Popi e famiglie. - Milano, 29 giugno 2014. Carmelo Puglisi. Franco Pugassi. Cesare Rosselli. Donato Sagramoso. Giancarlo Silva Confalonieri. Antonio Sormani di Missaglia. Luca Stendardi. Bruna Vanoli Gabardi. Italo Pallaroni. Achille Frattini. Gian Massimo Verna. Maria Grazia Viotti. Partecipano al lutto: Paola Piccinelli. Tina Romano. Grazie Massimo grande e unico amico di sempre.- I funerali si svolgeranno lunedì 30 giugno, ore 14.45 presso la chiesa Mater Amabilis via Previati 8 Milano. - Milano, 29 giugno 2014. Nuzzo Carla Bianchi Bonomi Ugo e Gaspara, Giulia con Nunzio e Stefano con Giulia partecipano con affetto al grande dolore di Charlie, Maria Luisa, Cristina e Valentina per la scomparsa della cara Carla Bianchi Bonomi - Milano, 29 giugno 2014. Il presidente, i vice presidenti, i componenti il Consiglio direttivo, il segretario generale di Assoedilizia partecipano, con profondo cordoglio, al lutto del consigliere Ingegner Carlangelo Menni di Vignale per la scomparsa della madre Carla Bianchi Bonomi - Milano, 29 giugno 2014. Partecipano al lutto: Achille Colombo Clerici. Edgardo Barbetta. Alfredo Campanini Bonomi. Bernardo Negri da Oleggio. Roberto Rezzani. Luigi Arborio Mella. Giuseppe Barbiano di Belgiojoso. Eugenio Bergamasco. Andrea Bologna. Febo Borromeo dAdda. Sergio Brembati. Giuseppe Cavajoni. Mario Cicogna Mozzoni. Michele DAmico. Ugo Dozzio Cagnoni. Paolo Fumagalli. Paolo Jacini. Giuseppe Luce. Alessandro Panza di Biumo. Camillo Paveri Fontana. Laura Perego di Cremnago. Mamma dieci anni volati via e la strana sensazione di cose non fatte, di parole non dette.- Manca tutto, manca troppo, manca il nostro modo speciale di raccontarci la vita.- Ora non so proprio con chi farlo!- Ro. - Milano, 30 giugno 2014. Ad un mese dalla scomparsa la moglie Ester, i figli Massimiliano con Marilena, Danilo con Alessandra, gli adorati nipoti Francesca, Edoardo e Sebastiano, Alessandro e Lorenzo, gli amici di una vita Paola e Bruno con Marta insieme ricordano con infinito amore Renzo Del Bosco e ringraziano quanti hanno preso parte al loro dolore. - Milano, 30 giugno 2014. Nel decimo anniversario della scomparsa di Antoinette Rossi i parenti tutti e i dipendenti della Esperis S.p.A. ricordano con grande affetto la Presidente e guida della società per tanti anni.- Un caro ricordo anche al fondatore Dottor Adriano Fayaud. - Milano, 30 giugno 2014. Per ricordare Ermanno Crippa dalla giovane vita fermatasi la mattina del 20 luglio 2012 in corso Milano, Monza nel giorno del tuo compleanno.- Ovunque sei auguri.- Mamma e papà. - Monza, 30 giugno 2014. Ventanni di ricordi indelebili per Vittoria Fabretto Alberghini Da parte di Mario Gabriella Maurizio Mirko Lorenzo. - Milano, 30 giugno 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 45 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 77 7<7 3 7<66 7))' 66 7<6 62 7< 62 7)) 7 7))7 7 7)<7 67 7)<7 6 7)<< -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" %*( &(/ $#:%&5 #&05#$ $ (/ (& #058/# 0(*/55855( 08$ /#:&5(1 ,8$" *#(:0( #&($5/ 08$$ / /#5#" $$( $5/(:+ $ (/0( $$ 055#%& $.$5 */00#(& /#& 0# #%*/(&#/ :# :# $$ *�($ $0#&( 0*;#( 0($%&5 8& /5 #&05#$#5 08$$ $*# 08$$ /$*#+ (*( %5 055#%& / */( /00#:%&5 *#9 $( 08 5855 $ / #(&# 0*#$%&5 08 ,8$$ &5/(%/##(&$#+ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" (05 (/#&( &(: ($( & (% %*(00( + $/# 5&# #$&( /&5( &;# /#05 #/&; /8 # &(& -,8#$ *($# /# (5&; 5 $-%( $/%( $ "/( $#/# 8/ # $# ($ 8:($( (*/5( #( # (:0# %*(/$# : %8 (/5( (/5 ($5( (/5 $%( &(& (05 /# ($( & ($;&( /0# $#/# )/ )0 4; )' 4; ) 43 4' )' 34 4 4 4 3) /&( #( # ) )/ )' )/ )/ 44 )' 4/ 3) 3; 44 4' 43 4 8:($(0( -,8#$ 00#& #$&( *($# $# $/%( %*(/$ %"& %8 )3 )/ )' )' 4; ) 4; 40 34 34 4) 3; 34 3 (*/5( /% /8 # 0/ #0 (5&; + $/# #%#&# : %"& %8 )0 ) )0 )/ ) )' )' 40 4/ 3) 40 4/ 34 3) (:0# (% (/#&( /&5( /#05 #& &;# /(& %"& %8 )/ ) 4; 4) )' )' ) 3; 4) 4 4' 43 4/ 40 3 5 9 5 6 2 7 7 9 5 2 4 LA SOLUZIONE DI IERI Puzzles by Pappocom 1 4 5 9 3 9 7 8 1 9 2 8 Altri giochi su www.corriere.it 6 8 2 1 4 6 7 9 3 5 9 6 5 1 3 8 2 7 4 2 7 9 6 1 3 4 5 8 5 1 6 8 7 4 3 9 2 4 8 3 9 5 2 7 6 1 3 5 2 7 8 6 1 4 9 1 9 8 3 4 5 6 2 7 "6 -.6" - (&- "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 (% -$$(& -" ".(& "-& 5&"." $-" 2& 6 4 7 2 9 1 5 8 3 $!" !&!" a 7,90 euro più il prezzo del quotidiano (#9( &(56- 9&9 !"( &2"( 7 (-# $ "-( & -&".( (. &$. .$& "% "-2 Da mercoledì 2 luglio in edicola con il Corriere il terzo volume della collana «La matematica come un romanzo», viaggio tra i segreti della materia: «L’enigma dei numeri primi». -. ((2 &#(# 5$ Da mercoledì con il Corriere La matematica senza segreti: il terzo volume Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 7 3 4 5 2 9 8 1 6 -$"&( %.2-% 5$"&( !"&( # Sudoku Difficile 7 2(($% (*&!& #55( %8 %*(00( 5&# /(5(& 8&( #/&; &(: %*/# (00( %"& $."&#" .$( "%5-( %"& ($ # & 058/ */0&5 5/ $ /& /5 & $ / $5#" #&$8&; #0%&5 #$ 5%*( 08 /& */5 $$.8/(* &5/(055&5/#(&$ (& */#*#5;#(&# /,8&5# 0*00( &" /55/ 5%*(/$0( #& */5#($/ 8/&5 $ (/ *(%/##&+ 8$ (/( $$ */00#(& (//&5# 08(#&5$# *(/5&( #&: 8& $( *#855(05( #&5&0( &# */00# $$ / #(&# $&#"+ "( &"-( 5&(. "-. "22 $ .."( "-(" (. 5& "22 $ *( Oggi su www.corriere.it I più letti L’omelia Il Papa e i comunisti Lavaredo Ultra Trail Il Pontefice a San Pietro: «I comunisti ci hanno rubato la bandiera dei poveri» La corsa tra le vette Il video Pos obbligatorio per 1 Datutti.oggiProtestano gli artigiani Bossetti e quelle sere vicino 2 a casa di Yara. Le altre prove ritrovata a 3 L’imprenditrice Pompei: pregava in basilica La doppietta di Rodriguez 4 schianta l’Uruguay anche i deputati» 5 «Tagliare Una mina sul nuovo Senato Amore per sempre Malato terminale sposa la sua amata e muore dieci ore dopo. Il video virale Negli spogliatoi Il balletto di Pogba Il calciatore improvvisa un balletto in mutande per divertire i compagni Un percorso di 119 km con un dislivello di quasi 6 mila metri in cima alle Dolomiti: la corsa più dura delle montagne è stata vinta da Anton Krupika (Usa). Le foto e i video dell’impresa 46 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CAPIRE PER CONOSCERE Dopo la cronaca Storia e attualità Sottile fa politica con Paolo Mieli Dopo la chiusura di Linea Gialla, Salvo Sottile ( foto) torna in video sempre su La7. Il popolare conduttore, che ormai da tempo non ha più molta voglia di parlare solo di cronaca nera, sarà infatti alla guida di un programma di approfondimento di attualità politica, tutte le sere insieme alla brava giornalista Alessandra Sardoni. Il talk per anni è stato condotto da Luca Telese prima con Luisella Costamagna, poi con Nicola Porro. Tra gli ospiti di stasera il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e Maurizio Belpietro. Tutti i lunedì da stasera per 10 puntate, un nuovo programma che è una rivisitazione degli argomenti piu forti trattati in «Correva l’anno». Sarà lo storico Paolo Mieli (foto) che accompagnerà le immagini della nuova trasmissione, commentando di volta in volta i servizi e riattualizzando i temi di cui si parla. Stasera: l’impegno contro la mafia nella disperazione e nel coraggio di madri, figlie, sorelle e vedove che hanno visto i loro cari morire ammazzati e non si sono rassegnate, non hanno taciuto. In onda La7, ore 20.30 Gli archivi del ‘900 Rai3, ore 23.55 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì È°{x 1 "// -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä -*", -"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi }À` ÕVVÌi ££°Îä " //" ΰ ÃiÀi £Î°Îä /", ° £{°ää / £ " "° ÌÌÕ>ÌD £{°äx ° ->« "«iÀ> £x°ää 1 " n° -iÀi £È°xä , *, /" /", ° £Ç°ää / £° £Ç°£ä -// ,//° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi iÀ> >ii] i`iÀV +Õ>À>Ì> £n°xä ,<" / ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >`iÕà Óä°ää /", ° Óä°Îä ," " ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi *>> iÀÀ>À -, Ó£°Îä *" / " " ,- Óä£{\ "ÌÌ>Û ` v>i\ iÀ>> }iÀ>° >V ÀiÌÌ>® ä°äx "// " ° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ>° `ÕVi `Ài> ÕÃV] -> ,>` n°Óä -", "° /iiv °{x *-" *,"° /iiv £ä°Îä /Ó - -//° ÌÌÕ>ÌD £ä°{ä / Ó -/",° ÌÌ° ££°Óä "-/," " ,9° /iiv £Ó°£ä "-/, ,"° /iiv £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó °°°-// " "-/1° ÌÌÕ>ÌD £Î°xä Îΰ ,ÕLÀV> £{°ää //" //" 8° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä / "" 7° /iiv £Ç°ää , " ° ,ÕLÀV> £Ç°{x / Ó - °°-° £Ç°xä , / -*",/° £n°£x / Ó° £n°{x "--," ,8° /iiv Óä°Îä / Ó Óä°Îä° n°ää ", -//° ÌÌ° £ä°ää , *, /" -*<","° ÌÌ° £ä°£ä -// " /," ",/ £Ó°ää / ΰ £Ó°£x - ", 7-/° /iiv £Î°äx 6, 6" /° ÌÌ° £Î°£ä /*" -/",° ÌÌÕ>ÌD £{°ää / ," ° /"° £{°Óä / ΰ £{°xä /, *<< ,° ÌÌÕ>ÌD £{°xx / Î -° £x°ää /,, "-/, Ó° /v £È°ää -* /Î\ ,<" 1 ½1/",/ , / " ",, < , /"° ÌÌÕ>ÌD £È°xä ,<<" " " ½"," È° £n°£ä " < Óä£{° £°ää / ΰ Ç°Óä 6 ° /iiv n°£x -/,//" *"<° /iiv £ä°{x , // ½/ ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä / { /", £Ó°ää / /6 ",-° /iiv £Ó°xx - ", "° /iiv £{°ää " -*",/" ",1° ÌÌÕ>ÌD £x°Îä 1, -/,//" Ó£° /iiv £È°Îx , " /6° 6>ÀiÌD £È°{x " / ", /° /iiv £n°xx / { /", £°Îx , " /6° 6>ÀiÌD £°xx /*-/ ½",° ->« "«iÀ> Óä°Îä -,/"° /° Ûi>° n°ää / x // ° n°{x /,"° -iÀi °äx 1 ,"/", *, "° i`>] ÀÛi}>] ÓääÈ® ££°ää ",1° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x° £Î°{ä 1/1° ->« £{°£ä 1", ,° /iiÛi> £{°{x 1" " *"° /> Ã Ü £È°£ä /, ,"- 6 Ó° ÃiÀi £Ç°ää - / 1",° À>>ÌV] >] Óä£Ó®° ,i}> ` Õ}>à >ÀÀ £°ää -,/"° /iiÛi> Óä°ää / x° Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD° `ÕVi À}> *>>Ã] 6ÌÌÀ ÀÕÌÌ È°£x , -° -iÀi È°Îx , 1-° /iiv Ç°Îä 8 ] *, *-- 1,,,° /iiv n°Óx /° /iiv °Îä 9 Èä° VÕiÌ>À £ä°{x /1, ", 1 /,-° V ££°Óx 1 *,9° V £Ó°Óx -/1" *,/" -*",/ -/ / *<" ° £Î°ää -*",/ -/° £{°äx -*-" ° >ÀÌ £{°Îä 1/1,° >ÀÌ £{°xx /° /iiv £È°{ä "° ° /iiv -/1" *,/" / *<" ° £n°Îä -/1" *,/" £°Óä *,-" " /,-/° /iiv° >Ûiâi] />À> *° iÃ] iÛ >«> È°ää / Ç Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x " ,° ÌÌÕ>ÌD ££°ää "//" <<"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀÕLiÀ ££°{ä ½, /, ,"° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÞÀÌ> iÀ £Î°Îä / Ç° £{°Óä / Ç ," ° £{°{ä -/,-9 E 1/ ° /iiv £È°{ä "--," ",,° /iiv £n°£x ½-*//", , 9° /iiv° iÌÌiÃ] >i 7Þ>À Óä°ää / Ç° Óä°Îä " ° /> à ܰ `ÕVi ->Û -ÌÌi] iÃÃ>`À> ->À` £x°£ä /", "6 -*, <° 6>ÀiÌD £È°ää - ,1-° -iÀi £È°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £Ç°xä £È /° 6>ÀiÌD £n°xä * \ 1"6 ° 6>ÀiÌD £°xä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD Óä°£x /-\ - //½ -iÀi Ó£°£ä , 9"1 / " ¶ 1 -*, /" ½",° 6>ÀiÌD ÓÓ°ää "1- " "" *, * / 1 ° 6>ÀiÌD Ó£°ää " \®° -iÀi Ó£°£ä ,"-- ,-- 6 < , ° i`>] 1Ã>] Óää®° ,i}> ` >` *iÌÀi° > 6>À`>Ã] ,V >À` ÀiÞvÕÃÃ] iÝà iÀ}Õð £°Îä / ," /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä " ,/° /iiv Óä°Îx 1 *"-/" -"° ->« Ó£°äx - " "- 1/ " /" ° ,i>ÌÞ° `ÕVi Õ -V>À«>Ì Ó£°£x ½ *"-/J *, /° i`>] 1Ã>] £n®° ,i}> ` À> « À° i} ,Þ>] / >Ã] *>ÀiÀ *ÃiÞ° iÌi°Ì Óΰxä ½-//° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä ,"// ,9° À>>ÌV] LÉ}iÀ>>ÉÕÃ>] Óä䣮° ,i}> ` > ÀÃÌÀ}° >Ìi >V iÌÌ] Þ ÀÕ`ÀÕ«] V >i >L° i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Ó£°£ä /7" ° âi] ÕÃÌÀ>>É1Ã>] Óää{®° ,i}> ` *Ìv Óΰ£x - -- 79° ,i>ÌÞ ä°xx 6 -/,° 6>ÀiÌD° `ÕVi *> ,Õvv Ó£°£ä /" 1 " "° À>>ÌV] 1Ã>] £x®° ,i}> ` "ÌÌ *Ài}iÀ° >ià -ÌiÜ>ÀÌ] ii ,iV Ó{°ää / Ç° ä°£ä "6 -° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°xx " / ½",° i`>] 1Ã>] Óä£ä®° ,i}> ` >À -ÌiÛi à Óΰ£x / ," ° ÓΰÓä / Î "// -//° /" ΰ Óΰxx , 6 ¼ää° ÌÌÕ>ÌD Óΰxx *, " ° À>>ÌV] -«>}>] ÓääÓ®° ,i}> ` *i`À `Û>À° /}VÆ iÌi°ÌÆ /} { Óΰ{x ° ÛÛiÌÕÀ>] >>`>ÉÕÃ>] Óää®° ,i}> ` À> >À° >ÀÞ -Ü>] ,V >À` iÀi £°xä -*",/ -/° Ó°xx -/1" *,/" ", /° ΰÓx /"* " ° +Õâ° `ÕVi ÀV *>« ä°£x " ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /â>> *>i> £°Îä -7, -6 "-*/° VÕiÌ>À ,>x ,> -ÌÀ> ,> Õ« ,i> /i £°Îä /£ "//° Ó°äx -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD ΰäx 1// 1 ° ÃiÀi ΰÎx /,< * ° ÌÌÕ>ÌD ii>Þ /6 £n°ää /9° /iiv £n°xx 9 /° £°ää *,// " /,"**"° -iÀi £°Îä 6 -- Ó° -iÀi Óä°ää +1 " -/ "° 6>ÀiÌD Óä°Îä ", *-1° Óä°{x 1", ,"° 6>ÀiÌD Ó£°£x ,"" ° 6>ÀiÌD Ó£°Îä *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ ÓÓ°ää ,6 £° /iiv Óΰää 7, Ó° /iiv ÓΰÎä , ",,", -/",9 Ó° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 "*1/ Film e programmi Scarpati cantastorie Tra Hanks e Ryan di gente comune è amore via mail ,>{ Torna il programma che ha raccontato le storie degli italiani: Giulio Scarpati (foto), conduttore d’eccezione, farà rivivere le storie che hanno fatto emozionare, stupire, divertire, commuovere. Sconosciuti collection Rai3, ore 21.05 Due rivali in affari (Meg Ryan e Tom Hanks, foto insieme) si odiano in ufficio. Si innamoreranno su Internet ignari delle loro vere identità, mantenute anonime. C’è post@ per te Rete 4, ore 21.15 Cappellini sul palco con Luca Ronconi Halle Berry rinasce donna-gatto Il giornalista Stefano Cappellini spiega il teatro di Luca Ronconi, un artista che ha scardinato i principi della messa in scena classica e portato la rappresentazione a più livelli. Il teatro di Luca Ronconi Rai5, ore 0.10 Patience (Halle Berry) viene uccisa perché scopre il segreto antietà che la sua committente (Sharon Stone) sta per lanciare sul mercato. Rinascerà donnagatto pronta a vendicarsi. Catwoman Italia 1, ore 21.10 À>°Ì À>°Ì È°Îä 1- ° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää -/, -° ÌÌÕ>ÌD Ç°äx ,/ ° -iÀi Ç°xä ,° -iÀi n°{ä " " , ° -iÀi °Óx 1 ° -iÀi £ä°Óx ° -iÀi ££°£x -/,° -iÀi £Ó°{x -*" /° -iÀi £Î°Îx -/,/ / /-° /iiv £{°Óä " /", 7"° -iÀi £x°£ä " /, ° -iÀi £È°ää -/,° -iÀi £Ç°Óx , 7- ", "° £Ç°Îä " " , ° -iÀi £n°Óä ,° -iÀi £°äx " /", 7"° -iÀi Óä°Óä -/,/ / /-° /iiv Ó£°£ä 6 // ," ° / ÀiÀ® ÓΰÓä 6 -° -iÀi ä°£ä ,"\ º½,/ /" /" 1,» -iÀi £n°Óx , 7- ", "° £n°Îä 6 //, -"7° /> Ã Ü £°Óä "<,/° ÕÃV> Óä°{ä *--*,/"1/° ÌÌ° Ó£°£x x 1" "/6° V Ó£°Óä -/ 1 -° /i>ÌÀ ÓΰÎx 1+° VÕiÌ>À ä°£ä //," 1 ," " ° /i>ÌÀ £n°Îä //° VÕiÌ £°Îä -/,", , -/", ½/° VÕ Óä°Îä ", " -/",° VÕiÌ Óä°xä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°Îx ,7 ," ° VÕiÌ ä°Óä ", " -/",° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £x°{ä ,° ÌÌÕ>ÌD £x°xä 1 "° ÃiÀi £Ç°{ä , 7- ", "° £Ç°{x /"*<"° /iiÛi> £°£x 1 E ° -iÀi Óä°£ä ,,° -iÀi Ó£°£ä ° -iÀi ÓÓ°{ä +1 /, /- , ° -iÀi À>°Ì À>°Ì £n°ää +1 ,-/ " ,/"° £°Îx " " - "° Ó£°£x " 7-° -iÀi Óΰää ° ä°Îx , 7- "//° ä°{ä "- "° Ó°Îä ,* /", À>°Ì Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` V>ÃÃ°Ì `>Ý°Ì >Ç°Ì £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x -1, ,-° /v £°Îx 6"//° /iiv Óä°Óx /1//" ,/"° /v Ó£°£x 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°Îä 1 1 * ° >ÀÌ° ÓΰÓä -/,", , 66 /1, 1- 6, ° >ÀÌ £n°äx /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD £n°Îx "/" ° ÌÌ° £°Óx "// 1* ° ÌÌÕ>ÌD Óä°Óä 8/, "6,\ / /" ° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä " "----" ° ÌÌÕ>ÌD £ä°Îä " " ° -iÀi £Î°Óä -," ° -iÀi £È°ää / ", "° ÌÌÕ>ÌD £È°Îä / -*",/° ÌÌÕ>ÌD £Ç°ää -/,//" *"<° -iÀi Óä°xä / ,-/ 1° ÓÓ°Îä 7E",,° /iiv £°ää *,"*,/9 7,-° V £°Îä , 6° VÕiÌ>À Óä°Óä " ,° VÕiÌ>À Ó£°£ä , 1" ° V Ó£°Îx , 1" ° V ÓÓ°ää 1 / -1 /° ÌÌÕ>ÌD £È°xx -°"°-° //° ,i>ÌÞ £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°£ä 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä -8 / /9° /iiv ÓÓ°{ä 1 888" ° /> Ã Ü ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì Àði`>ÃiÌ°Ì ViÌÛ°Ì £n°Îä 1"6 66 /1, **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - ½",-"° >ÀÌ £°Îä *,/ ½ -" " ½ ° >ÀÌ £°xä ,/" " < " ½","° >ÀÌ £Ç°Óx 1 " / -"°°° 6"- *9° £°ä 1 *°° /v Óä°ä{ <<,° /iiv Ó£°ää /9 --/" "/<° Óΰ££ ,6<" ° £°ÎÈ / 7/° ΰÓÎ 7- £n°£x 19 E - ° VÕiÌ>À £°£ä , 1"° VÕiÌ>À Óä°£ä , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä /1// "* -,° Óΰäx 6"/ ½,"-° VÕiÌ>À i`>ÃiÌ°Ì £n°Óä 8/, "6, " /" ° V £°Óä "--* ,° /v Óä°Óä 1 *, ° /iiv Ó£°£ä , *, 1 -" " ÓÓ°xä 9 9 ,° -iÀi ÌÛÓäää°Ì £n°Îä / Óäää° £n°xx ½-*//", ,, ° /iiv Óä°ää ,"-," "1,- ,i}i Óä°Îä / /° Ó£°äx -," "-° /iiv ÓÓ°xx -6"/ "6 " ,,//° ÌÌÕ>ÌD Corriere della Sera Lunedì 30 Giugno 2014 47 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Theo la lumaca mette il turbo La lumaca Theo (nell’immagine) ha un sogno: diventare la più veloce del mondo. Un giorno, dopo uno strano incidente, il suo desiderio si avvera. Decide così di partecipare alla 500 miglia di Indianapolis. Turbo Sky Cinema 1, ore 21.10 Hoffman e Hawke rapinano i genitori -Þ i> -«ÀÌ £°£x / /",9 "// " /," /*" ½Ã«iÌÌÀi iÌV iÀ Ãi}Õi `> > V>à ` Õ ÃiÀ> iÀ° +Õ>` ÃÕ> v}> ÃV«>Ài Ìii V i Ã> vÌ> ii > `i >>V° -Þ i> £ ,/ i] Ãi}>Ìi ` Õ ÌÃÕ V`ÕVi Õ> ÛÌ> ÀiÛi }iÃÌi` Õ> «>iÃÌÀ>] > ÛiÀÀD > VÌ>ÌÌ V `i} À}>ââ>ÌÀ ` VÌÀ°°° -Þ i> >Ý £°Óä "] -1" > Ài}ÃÌ> ` ºiiÌ Ûi» À> iÛ>Ì] Õ> Vi`> «iÀ > v>}>° -Þ i> >Þ 1" ÀÝ] £È{\ ÃÀi> ÞÃÕà ° -ÌÀii«® «iÀ> Õ ÃÌÌÕÌ `Ûi >ÛÀ> «>`Ài Þ *° -iÞÕÀ vv>®] V i >ÌÌÀ> ÃëiÌÌ `i> Ài}Ã>°°° -Þ i> Ìà " " * , > LiÃÌÃiiÀ `i½À>`iÃi Þi] > ÃÌÀ> ` Õ½>Vâ> «ÃÃLi ÌÀ> Õ L>L iLÀi i v} ` Õ }iÀ>ÀV>° *iV> `i Óään° -Þ i> *>Ãà ӣ°ää 1-/<, 7-/ ÃViÀvv Ü>À` } Ì}>i] ââ> «iÀ Õ «ÃÌ `> Ãi>ÌÀi] >ÃÃ`> Õ >« ` Ãi Õ «iÀ V>ÌÌÕÀ>Ài Õ vÕÀi}}i° -Þ i> >ÃÃVà 9 *,- > V>«ÀVVÃ> À`> ViÀV> ÌÕÌÌ ` ` LiÀ>Àà ` i] > `> V i ÃÕ >>Ìi -Ìi« >i > V >>Ì >vvV m à «ÌiÃÃi VVÕ«>Ài ` i° -Þ i> ÕÌ -,/ //, /Ài À>}>ââ à ÌÀÛ> «iÀ V>à >` >vvÀÌ>Ài Õ½À}>ââ>âi VÀ>i i ÌiÌ>ÌÛ ` ÃÛiÌ>Ài «>° -Þ i> >Þ /" /Ài ÛiÌiÀ> À}>ââ> V« `i> ÛÌ> > `> ` Õ> V«>}> «iÀ VÕ Ã v> >ÃÃÕiÀi Vi }Õ>À`i }ÕÀ>Ìi° -Þ i> >Ý 7/ ÃÀ` ` Vi>Ì}À>vV ` >Þ>i] ÃÌ>À `i >Ì««° i v ÕÃV>i >V i 6>iÃÃ> ° 7>ð -Þ i> *>Ãà ӣ°äx iÀ>} Ó£°£ä /1," 1> Õ>V> }À>> > µÕÌ> µÕ>` ÌÌii ` `i> ÃÕ«iÀÛiVÌD° /ÕÀL «iÀ¢ «>À> V i iÃÃÕ «Õ¢ >vviÀ>Àà `> Ãt -Þ i> £ *,"/1- 1 Û>}} >ÌÌÀ>ÛiÀà VÕ >VÕ ÃViâ>Ì Ã ÌÀÛiÀ> Õ ` V i ÀÛiiÀD À i ÀëÃÌi V i ½iÃÃiÀi Õ> ViÀV> `> Ãi«Ài° -Þ i> Ìà ÓÓ°Óx -1*, 1 " 6, -1*,," µÕi VÕVV -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £Ç°Óx -*-" Ý £n°Óä /1//" Ý £°£x " 7/ " ÃiÞ >i ° °°-° Ý Ài -*-" Ý £°{x 1-/ E 9 ÃiÞ >i Óä°ää ," - * , >ÀÌ iÌÜÀ "9 " *,"" Ý vi Óä°xä ," - * , >ÀÌ iÌÜÀ Ó£°ää °-°° 7 9", Ý Ài Ó{\ 6 "/, 9 Ý ,9½- /"9 Ý vi Ó£°£ä 1" ",/1 ,t ÃiÞ >i Ó£°Óä /1 , Vi`i Ó£°Îx 76,9 ÃiÞ >i £°äx " 1" " £°Óä "-- - -Þ 1 £°{ä 1 " "<, " Ý vi £°{x "-- - -Þ 1 £°xä 1 " "<, " Ý vi Óä°£ä ,- 9 -Þ 1 Óä°{ä ,- 9 -Þ 1 Ó£°£ä ,/ ½- "/ / / 6°"°® -Þ 1 ÓÓ°ää £ä *5 "6 1-/, -/, / Î -Þ 1 ÓÓ°Óx /"1, ÃiÞ >i ÓÓ°xä 1 1" Ó Ý vi Óΰää -/, / Î -Þ 1 Ó{°ää ½- / 1- -Þ 1 £n°Óä "," iÀ>} -/6 1 6,- >ÀÌ iÌÜÀ £°£ä "9 // - , iÀ>} ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ Óä°äx "9 // - , i`à Óä°{ä 9 // *" 9\ ½ < iÀ>} /" i`à Óä°{x "9 // - , Ó Óä°xä /" i`à ӣ°äx 1"6 66 /1, */, * i`à ӣ°£ä /" Ó Ó£°£x ,1, -"7 >ÀÌ iÌÜÀ 7 8 1 ,> Õ« £Ç°ää -/", ½1 6,-" ÃÌÀÞ >i £n°ää ÃÌÀÞ >i £°ää , ÃÌÀÞ >i "- / ,6"¶ >Ì> i}À>« V Óä°ää , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i , 1" /8- ÃÌÀÞ >i Ó£°ää " //" ÃVÛiÀÞ >i \ *<<" ÃÌÀÞ >i *,/",,' /1" " Ó£°Óä "- / " " 1,¶ >Ì> i}À>« V Ó£°Îä " //" ÃVÛiÀÞ >i £x°xx / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°äÎ 1 *, ° /iiv 9 £È°ÎÇ {Ó 6, -/", 1 , ° *ÀiÕ i> £È°{x - -/", 1 6/ ,° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°xÓ // //,-° 9 £Ç°ÎÎ / ° /iiv " £Ç°xx *,- , ,/" ° /iiv " £n°{£ 1 *, ° /v 9 £n°xx 1-/ *"7,- ",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°ä{ , ° *ÀiÕ i> £°ÎÓ / 6*, ,-° /iiv 9 £°ÎÇ -1/-° /iiv " Óä°Ó£ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°Ó{ -1/-° /iiv " Óä°{ä " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x 1 <" *, /° *ÀiÕ i> ÓÓ°Îx ÓÓ°{ä ÓÓ°{x ÓÓ°xä Óΰ£x ÃV«À `i ÃÌiÀà >i V i }>À>ÌÃV À «ÌiÀ ÃÌÀ>À`>À° L>ÌÌiÀ> VÃ Õ Û>ÃÀi >i°°° -Þ i> >Þ ," - <" / "* 9 9"1 * > ÛVi`> `i½>ÛÛV>Ì À>Ì] «>`Ài i Ûi`Û > VÕ ÛiÀ> `iÌÌD Ûii > }>> «ÀÛÛÃ>iÌi° > À>â ` i À`° -Þ i> >Ý ½1"" *" i ëiÀ>âi i > Ìi>V> ` ,Õ`Þ >ÞÀ ° >®] }Û>i >ÛÛV>Ì V i >VViÌÌ> ` Ãv`>Ài Õ½>ÃÃVÕÀ>âi VÀÀÌÌ>° ° ° ««>° -Þ i> ÕÌ " ,-"" ÀÌÀ `>> À>`i ÕiÀÀ>] >ÀÀÞ `iV`i ` ÀÌÀÛ>Ài Ãm ÃÌiÃÃ] >`> > Ìi > ÃÕ> ÛÌ> i «>ÀÌi >> ÛÌ> `i½>>Þ>° -Þ i> >ÃÃVà 7 " /" / *1 Ý VÀ>i ÀvÕ}>Ìà Ã>`>] >VL m VÃÌÀiÌÌ > ÌÀ>Ài > `À> µÕ>` ÃÕ v} À>i VÛÌ Õ> À>«> >`>Ì> >i° -Þ i> £ *,"*"-/ / *iÀ Õ i ` `>À] Õ> `> ° Ài® ëÃ>Ì> >VViÌÌ> ` ÌÀ>ÃVÀÀiÀi Õ> ÌÌi ` ÃiÃà V Õ ÃVÃVÕÌ ,° ,i`vÀ`®° -Þ i> *>Ãà n°{x /," " ½, "\ Î /** ««> `i `° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ "\ " Óä£{ -Þ `>i £ °£x ,"\ 1-/, "* vviÀÌ> ÕÀëÀÌ ££°ää ,"\ 1-/, "* ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Î°äx "\ " " Óä£{ £Én ,>-«ÀÌ £ £{°ää "\ 1" ", " ," ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £{°äx -/\ " 7 9", -Þ -«ÀÌ Ó £{°£ä ,"\ 1-/, "* vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £{°{x -"\ /*, /ÕÀ `i À>Vi° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°Îä "\ 1" ", " ," ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £n°ää "\ 1 *,// `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ £n°£x -"\ /*, /ÕÀ `i À>Vi ÕÀëÀÌ Ó£°ää "\ * 1,"* /"1, 7 ÌiÀ>Ì> "«i -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°ää 7,-/ \ 6 / " /" ÕÀëÀÌ "\ 1 *,// `> Óä£{° ÀiÌÌ> -Þ `>i £ ÓÓ°{x -1,\ Óä£Î -Ü>ÌV Àà *À 9>V Ì E -> Sempre a corto di soldi, Andy propone a suo fratello Hank (Philip Seymour Hoffman e Ethan Hawke, foto insieme) di rapinare la gioielleria di famiglia. L’impresa avrà esiti tragici. Onora il padre e la madre Cinema Emotion, ore 21.15 Bijoux fai da te, a lezione da Buttarelli La designer e creatrice di gioielli Elena «Luli» Buttarelli (foto) insegna a tutte le fashion addict i trucchi e i segreti per realizzare gli accessori più originali e alla moda. Do you Bijoux? DeAKids, ore 11.15 Vendetta governativa contro l’agente Watts i`>ÃiÌ *ÀiÕ Un giornalista (Sean Penn) critica l’amministrazione Bush dalle pagine del «New York Times». Per vendicarsi, il governo Usa svela l’identità di agente operativo Cia della moglie (Naomi Watts, foto). Fair Game Cinema Energy, ore 21.15 £{°ää 9 "/° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°£n /," " -",*,-° /Û 9 £{°xx , /° *ÀiÕ i> £x°än ,° "1- 6-" ° /iiv " £x°xÓ ,° "1- 6-" ° /iiv " A fil di rete di Aldo Grasso «Veep» e l’umorismo sul potere made in Usa I n America la politica ha modi complessi di autorappresentazione e la tv non ha certo perso occasione di trasformarla in racconto, in oggetto di narrazione: dal capolavoro «West Wing» a «24», da «House of Cards» fino a «Scandal». La Casa Bianca e i suoi uffici sono stati lo sfondo d’intrighi e alti ideali, la cornice di azioni di patriottismo e insieme dell’esercizio spietato del potere. Ma cosa succede quando il racconto televisivo non nobilita la politica ma la osserva con occhio disincantato? Del Vincitori e vinti resto è possibile scherzare solo sulle cose serie (in Italia, per Rupert esempio, la realtà supera semEverett pre la fantasia e una serie sul Senza Quirinale sarebbe impensabiil calcio, le). È questo il punto di partensentimenti za di «Veep», la serie comedy contro sentimenti: firmata da Armando Iannucci vince Rupert Everett. che racconta le giornate di SeTolta la partita dei lina Meyer, la prima Vice PresiMondiali, Rai1 punta dente (la Veep) donna degli su «L’altra moglie», Stati Uniti (Sky Atlantic, mercon Rupert Everett: coledì, ore 21.10, con repliche per 2.550.000 anche il venerdì sera). spettatori, 14,8% Selina, interpretata in modo di share straordinario dall’attrice Julia Louis-Dreyfus, non è propriaAlissa mente un gigante della politiJung ca: consumata gaffeur, sempre Senza alla disperata ricerca dell’atil calcio, tenzione del Presidente, ha il sentimenti dono di mettersi continuacontro sentimenti: mente in situazioni imbarazRosemunde Pilcher zanti, dalle piccole cose ai superata da Rupert grandi temi dell’agenda nazioEverett. Su Canale 5 il nale. Vorrebbe lasciare un sefilm «Quando il cuore gno nella storia americana ma si spezza» (con Alissa pare difficile che ci riesca, anJung): per 1.991.000 che perché tende a circondarsi spettatori, 11,4% di collaboratori improponibili, di share «yes men» capaci di combinare più pasticci di lei. Bisogna subito dire che l’umorismo di «Veep» è sottile e che forse il sottotitolo in italiano «Vicepresidente incompetente» non rende proprio giustizia alla raffinatezza della serie. Ci sono molte battute e riferimenti specifici della cultura americana, che forse allo spettatore italiano rischiano di sfuggire. Ma la serie resta molto divertente e promette di crescere nel corso delle puntate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Ó£°£x *-9 ° /iiv " Ó£°£x *, /""° /iiv 9 Ó£°£ " +1-//",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx *-9 ° /iiv " ÓÓ°äx , 9° /iiv 9 ÓÓ°xn *½ /1 ° /iiv 9 Óΰä 6" -° *ÀiÕ i> Óΰ£x 1/1 7 9",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ{ "--* ,° /iiv 9 ä°£n ,° "1- 6-" ° /iiv " ä°{ä "--* ,° /iiv 9 £°äÓ ,<< *" ° *ÀiÕ i> £°äx " 1-° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°äÈ ,° "1- 6-" ° /iiv " 48 italia: 51575551575557 Lunedì 30 Giugno 2014 Corriere della Sera
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