DOMENICA 25 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 123 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Champions Oggi Real, che rimonta L’Atletico si arrende Letteratura Nella palude degli scrittori Su Sette Grace, il film divide il mito non s’incrina Sconcerti e Valdiserri a pagina 38 di Franco Cordelli nel supplemento Oggi a 1,90 euro con il Corriere Tre morti e un ferito grave. Interrogato un sospetto. Il premier belga: siamo sconvolti IL PASSAPORTO DELLA CIVILTÀ Attacco antisemita a Bruxelles di CLAUDIO MAGRIS Un uomo scende dall’auto e spara nel Museo ebraico Padiglione Italia alcuni suoi diritti inalienabili. Dalla democrazia della Polis greca al pensiero stoico e cristiano col suo concetto di persona, dal diritto romano con la sua tutela concreta dell’individuo all’umanesimo che ne fa la misura delle cose, dal liberalismo che proclama le sue intoccabili libertà al socialismo che si preoccupa del loro esercizio concreto e delle possibilità di vivere una vita dignitosa, il protagonista della civiltà europea è l’individuo, che la letteratura e l’arte raffigurano nella sua irripetibile e inesauribile complessità, che Kant proclama essere un fine e mai un mezzo. La civiltà europea contiene un grande potenziale antitotalitario ed è stata la «culla dei diritti umani» validi per tutti gli uomini, di principi universali che trascendono ogni orizzonte storicamente limitato e dunque pure l’orizzonte europeo e gli interessi dell’Europa. Antigone afferma le «leggi non scritte degli dèi» che nessuna legge positiva dello Stato può violare; di qui si arriverà, in un lungo e contorto processo, agli inalienabili diritti di tutti gli uomini, proclamati dalla costituzione americana del 1776 e da quella francese del 1792, sino ai diritti civili che comprendono pure la «disobbedienza civile», formulata da Thoreau, nei riguardi dello Stato quando esso violi quei diritti la cui estensione è ancora in corso, anche se contraddetta da tante situazioni di barbarie. CONTINUA A PAGINA 32 Viaggio in Terra Santa SCINTILLE DI FOLLIA E FRAGILI BERSAGLI di MASSIMO NAVA D i fronte all’attentato di Bruxelles viene subito in mente quella «banalità del male» di cui parlava Hannah Arendt. È tutto così semplificato, banale appunto, l’insieme di evidenze e coincidenze attorno al bersaglio — il Museo ebraico; al luogo — la capitale d’Europa; al momento simbolico — le elezioni europee ; e a questi morti, turisti e visitatori, vittime che ci ricordano la fragilità delle nostre società aperte e che forse — almeno oggi — ci rammentano la grandezza della posta in gioco. CONTINUA A PAGINA 3 Le parole del Papa: la pace non si vende di ANTONIO FERRARI e GIAN GUIDO VECCHI «L a pace non si compra né si vende». L’appello di papa Francesco lungo la riva del Giordano, dove sorgeva la Betania del Vangelo di Giovanni, il luogo del battesimo di Gesù. Dice Francesco: «Cessino le violenze, si torni al negoziato per la Siria e la Palestina». A PAGINA 5 con un intervento di Alberto Melloni di GIUSEPPE SARCINA F otoreporter italiano, identificato come il trentenne Andrea Rocchelli, colpito nell’Ucraina senza pace, mentre continuano gli scontri ad Andreevka, a pochi chilometri da Donetsk. Coinvolto anche un fotografo francese. Oggi le presidenziali, il favorito è Petro Poroshenko, nato 48 anni fa a Bolhrad, vicino a Odessa, patrimonio valutato 1,6 miliardi di dollari, professione oligarca. A PAGINA 15 Montefiori e Offeddu Urne aperte oggi dalle 7 alle 23: 49 milioni di italiani sono chiamati a scegliere i loro 73 rappresentanti al Parlamento europeo, 17 milioni all’elezione dei governatori e dei Consigli regionali di Piemonte e Abruzzo e alle Comunali in 4.086 centri, tra cui 5 capoluoghi di Regione (Firenze, Potenza, Campobasso, Bari e Perugia). Previsto bel tempo, ma si teme un forte astensionismo. Alle Europee prima volta per la preferenza di genere (3 nomi al massimo, ma non tutte donne o tutti uomini o la terza scelta è nulla). L’attesa dei leader: Berlusconi si fa vedere a passeggio a Milano. Giannelli Confronti Gli otto leader sotto esame di PIERLUIGI BATTISTA M atteo Renzi, Beppe Grillo, Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Nichi Vendola, Stefania Giannini. Otto leader di partito di fronte al risultato che uscirà dalle urne. Le posizioni, gli orizzonti, le aspettative. Ecco, uno per uno, che cosa si aspettano dalla tornata elettorale di oggi. DA PAGINA 6 A PAGINA 13 A PAGINA 12 Cannes Grand Prix a Rohrwacher, premiata da Sophia Loren «S Berneschi e la Carige: gli esordi in dialetto, i milioni a Lugano ALLE PAGINE 2 E 3 Fotoreporter italiano colpito in Ucraina Si vota, una sfida per l’Europa Il rischio di un’alta astensione di Aldo Grasso carsa lingua di terra che orla il mare, / chiude la schiena arida dei monti; / scavata da improvvisi fiumi; morsa / dal sale come anello d’ancoraggio; / percossa dalla fersa…». Così Camillo Sbarbaro sulla Liguria, oggi percossa più che mai dalla fersa, la sferza degli scandali. Prima l’ex ministro di Forza Italia Claudio Scajola, il ras del Ponente (inchiesta Matacena), poi l’arcivescovo emerito di Genova Tarcisio Bertone (inchiesta Ior), ora Giovanni Berneschi, ex presidente della Banca Carige. Genova, «che ha i giorni sempre uguali», sta vivendo il suo peggior periodo, i vecchi potentati tremano. Protagonista principale di questa storia di «maneggi» è l’attuale vice pre- Due donne e un uomo uccisi a colpi d’arma da fuoco sulla soglia del Museo ebraico, a pochi passi dalla grande sinagoga, tra la folla dei turisti. Un ferito grave. È il bilancio dell’attentato che ieri pomeriggio ha sconvolto Bruxelles, alla vigilia del voto europeo. Un’azione da commando: un uomo è stato fermato dalla polizia, un altro sarebbe ricercato. Nessuna indiscrezione sui loro nomi e sulla loro eventuale confessione religiosa, e nessuna rivendicazione. Il premier belga Elio Di Rupo: «Siamo sconvolti». In un villaggio Elezioni Oggi urne aperte dalle 7 alle 23. Nella notte scrutinio e risultati Ascesa e caduta del Magro che prese la banca a spalloni ❜❜ Il commento AFP / SAMI KHAHMAN C 9 771120 498008 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 LE RAGIONI DELL’IDENTITÀ EUROPEA on l’Europa, succede quello che succedeva a Sant’Agostino col tempo: quando non ci si chiede cosa sia, si sa cos’è, ma quando lo si domanda, non lo si sa più. Se per Europa s’intende non solo un’espressione geografica o un progetto politico, bensì una civiltà, un modo di essere, un’appartenenza culturale, è difficile e forse pure retorico discuterne. Si può vivere questo senso di appartenenza, sentirsi a casa — almeno parzialmente — anche al di fuori del proprio Stato o della propria lingua, così come si vive l’amore per un paesaggio o per una persona, oppure lo si può raccontare, farlo sentire, ma in modo indiretto, come fa la letteratura. Si può — si deve — parlare dei problemi concreti che ha oggi l’Europa, di ciò che favorisce oppure ostacola il processo di una sua reale unificazione, delle possibilità o difficoltà di arrivare un giorno — malgrado l’attuale gravissima crisi — a un vero e proprio Stato europeo. Si può — si deve — parlare dell’euro, della disoccupazione, dell’immigrazione e della necessità di leggi comuni a tutti i Paesi. È invece arduo e rischioso voler definire la cultura europea. Tuttavia se ne possono forse tracciare alcune linee fondanti. A differenza di altre grandi civiltà, l’Europa, sin dalle sue origini, ha posto l’accento non sulla totalità (statale, politica, filosofica, religiosa) bensì sull’individuo e sul valore universale di 40 5 2 5> In Italia (con “Sette”) EURO 1,90 www.corriere.it Giovanni Berneschi sidente dell’Abi (che giovedì sarà sostituito) Berneschi, 77 anni, padre-padrone di Carige, la più importante banca della Liguria. I vecchi genovesi la chiamano ancora «la Casana», termine orientale che significa «tesoro» con cui veniva chiamato l’antico Monte di Pietà («a casann-a»). Carriera tutta interna quella di u sciu Berneschi, da impiegato («quando mi assunsero si parlava in dialetto») dell’allora Cassa di Risparmio di Geno- va e Imperia a dirigente, a direttore generale, a presidente. Adesso è agli arresti domiciliari: c’era il sospetto che potesse riparare in Svizzera, «dove dispone di ingenti capitali e persino di una casa a Lugano». L’accusa nei confronti di Berneschi, in codice «il Magro» (una vaga somiglianza con Gilberto Govi), dell’ex amministratore di Carige Vita Nuova Fernando Menconi, detto «Testa di pera», e di cinque tra professionisti e imprenditori è di aver sottratto per anni alla banca ingenti somme (in gergo «le ragazze») attraverso le acquisizioni di immobili e partecipazioni societarie a prezzi gonfiati. Tra le accuse anche associazione a delinquere, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Dalla Lanterna, attraverso una rete di spalloni, sono stati portati in Svizzera 22 milioni, con cui è stato comprato un hotel. Come diceva ancora Sbarbaro, «il danaro ha azione cumulativa: se non si smaltisce volta per volta, intossica». © RIPRODUZIONE RISERVATA E Alice vince con una favola di PAOLO MEREGHETTI C annes premia la favola di Alice Rohrwacher. Grand Prix, ossia la Palma d’argento, a Le meraviglie. Premio prestigioso per un film di piccolo budget e grandi emozioni, capace di parlare alla testa e al cuore, che ha colpito la giuria presieduta da Jane Campion e conferma l’anno d’oro del c i n e m a i ta l i a n o d o p o l’Oscar a La grande bellezza di Sorrentino. Premiata da Sophia Loren, Rohrwacher ha ringraziato la famiglia del Festival e la sua: la sorella Alba e il padre apicoltore. Palma d’oro a Winter Sleep del turco Nuri Bilge Ceylan. ALLE PAGINE 34 E 35 Cappelli Grassi Manin Devolvi il tuo CINQUE X MILLE alla Fondazione EBRI Portiamo avanti la ricerca di Rita Levi Montalcini per la lotta contro le malattie degenerative del sistema nervoso come Alzheimer, Parkinson e SLA codice fiscale 97272740586 I FONDI RACCOLTI SERVIRANNO PER BORSE DI STUDIO PER GIOVANI RICERCATORI FONDAZIONE EBRI Rita Levi Montalcini www.ebri.it 2 Primo Piano Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # L’attentato A Bruxelles Raffica di spari, i corpi a terra La strage vicino alla sinagoga Un’azione da commando a due passi dalla «Grand Place» Fermato un sospetto. Netanyahu: «Atto contro Israele» I precedenti Sinagoga di Roma Il 9 ottobre 1982, un commando di terroristi palestinesi lancia bombe a mano e spara sui fedeli che escono dalla sinagoga centrale di Roma: i feriti sono 37. Stefano Gaj Taché, di due anni, resta ucciso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — «E’ stato il primo attentato antisemita a Bruxelles dalla fine della Seconda guerra mondiale», ha detto uno dei portavoce della comunità ebraica belga. Dopo 70 anni può accadere ancora, infatti: nel 2014, alle tre e mezzo di un dolce «Sabbath» di primavera, nel cuore della capitale d’Europa e alla vigilia delle elezioni europee, due donne e un uomo uccisi a colpi d’arma da fuoco sulla soglia del Museo ebraico, a pochi passi dalla grande sinagoga, tra la folla quella del terrorismo islamico. Anche se a Bruxelles, almeno in tempi recenti, non vi sono mai stati seri problemi fra la foltissima comunità degli immigrati musulmani (un cittadino su tre, secondo le statistiche, professa la fede in Allah) e quella ebraica. Ma agli inquirenti non mancano alternative, per ora ipotetiche: la polizia tiene sotto controllo da tempo alcuni gruppuscoli di ispirazione neonazista, del sottobosco degli ultrà calcistici o del rock «metal», che graviterebbero intorno alle aree estreme del nazionalismo fiammingo. Terrorismo L’attacco antisemita nel centro di Bruxelles. A destra l’area transennata davanti al Museo ebraico dove sono stati sparati i colpi che hanno provocato la morte di tre persone. A sinistra i primi soccorsi alle vittime dell’attentato Napolitano «L’antisemitismo è sempre in agguato Occorre tenere alta la guardia» Ilan Halimi Il 21 gennaio 2006, Ilan Halimi, 24 anni, un ragazzo francese, ebreo, fu rapito a Parigi da un gruppo filoislamico chiamato la «banda dei barbari». Il 13 febbraio viene trovato agonizzante: morirà poco dopo La scuola ebraica di Tolosa Il 19 marzo 2012, Mohammed Merah prende d’assalto la scuola della comunità ebraica a Tolosa, in Francia e spara, uccidendoli, a un docente di 30, ai suoi figli di 3 e 6 anni, e poi a una bambina di 8. L’assassino sarà poi abbattuto dalla polizia «Terrorismo», ripetono ora tutte le fonti ufficiali. «Verosimilmente un atto antisemita», confermano il ministro degli Interni Joelle Milquet e quello degli Esteri Didier Reynders, che si trovava per caso sul posto e ha visto e sentito tutto. «Risultato dell’incitamento all’odio permanente contro Israele» dice il premier israeliano Benjamin Netanyahu. A tarda sera, il centro è ancora pattugliato dagli agenti. Il quartiere, il «Grand Sablon» è quello famoso per i negozi degli antiquari, a due passi dalla «Grand Place». Uno dei posti più control- dei turisti. E altre persone portate all’ospedale, alcune per lo stato di choc. Un’azione da commando rapida e micidiale, due i protagonisti diretti: un uomo è stato fermato dalla polizia, un altro sarebbe ricercato. Nessuna indiscrezione sui loro nomi, sulla loro provenienza, sulla loro eventuale confessione religiosa. Perché non è ancora giunta alcuna rivendicazione, e dunque nessuno — neppure la comunità ebraica — lo dice apertamente: ma la pista più probabile sembra almeno per ora 42 Mila È Il numero degli ebrei che vivono in Belgio. La comunità è particolarmente diffusa nella regione di Anversa, dove gli ebrei sono circa ventimila, una delle comunità più numerose in tutta Europa. Sempre in questa città ci sono trenta sinagoghe. A Bruxelles il quartiere ebraico confina con quello islamico lati di Bruxelles, per la grande affluenza dei turisti — ma anche uno dei più vivi, pacifici e colorati. Il Museo, secondo quanto dichiarato dai suoi responsabili, non aveva ricevuto minacce. Ma la meccanica dell’azione sembra rivelare comunque un’accurata preparazione. Tutto accade in pochi minuti. Alle quattro meno dieci del pomeriggio, un’auto Audi di colore scuro si ferma in rue des Minimes, in doppia fila, a neppure 100 metri dal Museo. L’uomo al volante scende, posa per terra due borse. Poi, entra nel Museo e subito si sentono 5 o 6 colpi d’arma da fuoco in rapida successione. Qualche secondo di silenzio, poi altri colpi. Due donne e un uomo restano per terra, la gente intorno fugge urlando, l’auto con gli attentatori sparisce con una violenta sgommata. Fra i primi ad accorrere, il ministro degli Esteri Didier Reynders, che si trovava con la moglie seduto al tavolino di un caffè: «Ho visto una donna con un bambino correre verso di noi e chiedere aiuto — racconterà—. Sono corso al Museo e ho visto due corpi a terra. E’ stato terribile». «L’antisemitismo è sempre in agguato e torna a ma- nifestarsi nei momenti di maggior confusione e tensione nell’opinione pubblica. Quel che è accaduto a Bruxelles ci richiama alla necessità di tenere sempre alta la guardia, di essere pronti a stroncare ogni rigurgito di antisemitismo», ha dichiarato dall’Italia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Ancora una volta innocenti cadono sotto i colpi del fanatismo e dell’intolleranza — ha dichiarato il capo delle comunità ebraiche Renzo Gattegna —. Esprimiamo preoccupazione e sgomento per un’Europa violata nella sua stessa anima da chi, animato da un’ideologia malata, cerca di sradicare dalle nostre vi- Passato e presente Sarebbe il primo attentato antisemita a Bruxelles dalla fine della Seconda guerra mondiale te la democrazia, i diritti, persino la speranza». E poi: «Ancora una volta l’odio torna a colpire nel cuore della nostra civiltà mostrando il suo volto più bieco e miserabile. La nostra risposta a questa ennesima violenza deve essere nella coesione di tutti coloro che si riconoscono in quei valori di pace, unità e fratellanza che i nostri nemici, i nemici dell’Europa libera e plurale sorta sulle ceneri di Auschwitz, cercano di mettere una nuova volta sotto attacco». La nostra attenzione, esorta Gattegna, «deve essere dedicata anche a far sì che cessino, nel nome di una mal interpretata libertà di espressione, iniziative illegali di natura razzista, xenofoba e antiebraica. Scoprire al più presto gli autori di questo orrendo crimine aiuterà a fare chiarezza sulla dimensione e sulla portata del pericolo che ci troviamo a fronteggiare». Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 3 # L’intervista Lo scrittore lancia un appello ai musulmani per manifestare insieme Halter: «Noi ebrei siamo i più vulnerabili Adesso unire le forze contro gli estremisti» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Rog La mappa iert unn el Grand Place BELGIO Park royal Warandepark Centro città Museo ebraico Bld de Rue des Minimes lde n- Vli e Bellia rd n B R U X E L L E S . Lo oir Av l’Abatt SABLON Gu a sla Rue uis e PARIGI — «In Europa purtroppo è il momento degli estremisti. Non sappiamo ancora se a uccidere a Bruxelles siano stati terroristi islamici, ma mi piacerebbe che domani a Parigi scendessero comunque in piazza almeno mille musulmani per manifestare la loro solidarietà. Sono stanco di piangere morti con le persone della mia comunità, è inutile che ci troviamo tra di noi a darci ragione. I musulmani ora devono farsi avanti, abbiamo bisogno di loro. Non abbiano paura di condannare i pazzi, chiunque essi siano, che colpiscono gli ebrei solo perché ebrei». Lo scrittore Marek Halter, 78 anni, scampato al ghetto di Varsavia e cofondatore di Sos Racisme, risponde al telefono da Montpellier dove sta per presentare il suo libro «Khadija», la sposa di Maometto, primo volume di una trilogia dedicata alle donne dell’Islam. Da settimane Halter riceve minacce antisemite per avere osato toccare un simile argomento. Sta preparando una manifestazione per i fatti di Bruxelles? «Mi ha chiamato poco fa il mio amico musulmano Hassan Chalgoumi, l’imam di Drancy, per propormi di fare qualcosa assieme. Scenderò in piazza con lui, certo, ma se ci saranno con noi almeno un migliaio di musulmani, che non fanno quasi mai sentire la loro voce. E’ il momento di schierarsi». I musulmani spesso fanno notare che se si chiede a loro di prendere posizione, è perché sono vittime del pregiudizio che li vuole terroristi fino a prova contraria. «Capisco l’argomento ma mi sento tanto amico dei musulmani, tanto impegnato a favore della comprensione tra noi, che posso permettermi di chiedere un gesto, al di là dell’identità dello sparatore al Museo ebraico. C’è un’atmosfera velenosa che va combattuta». Perché l’antisemitismo sta crescendo in Europa? L’odio per gli ebrei si è banalizzato? «Mi pare che gli episodi siano continui, che ci sia un clima che li L’autore Marek Halter, 78 anni, scrittore e intellettuale ebreo francese di origine polacca scampato al ghetto di Varsavia e cofondatore di Sos Racisme. In Francia è appena uscito il primo volume di una trilogia dedicata alle donne dell’Islam favorisce. In Francia ha fatto bene il premier Valls a vietare gli spettacoli di Dieudonné, antisemita non musulmano e vicino all’estrema destra, il che ci ricorda che è sempre bene non generalizzare». All’uscita del suo libro sulla sposa di Maometto, le librerie che lo mettevano in vetrina sono state minacciate. L’intimidazione continua? «Continua e si aggrava. Ho ricevuto insulti dalla Siria, dalla Libia, e ieri da Rennes, dove presentavo il libro. Mi è arrivato questo tweet in arabo: sporco ebreo, non toccare il Profeta, ti taglieremo la testa e ci giocheremo a pallone. E dire che alla fine delle presentazioni vengono da me tante Fatima, tante Leila, per ringraziarmi. Mi spiace che vengano pochi ebrei, c’è come un rifiuto verso la cultura e l’identità dell’altro. Chi si sforza di coltivare il dialogo viene sospettato di tradimento». È il giorno delle elezioni europee, e in molti Paesi i partiti xenofobi e anti-immigrazione otterranno ottimi risultati. Che ruolo gioca il populismo, per esempio del Front National? «Gli estremisti di una parte sono oggettivamente alleati degli estremisti dell’altra, è sempre così. Tutto l’odio espresso dal Front National finisce per rafforzare gli steccati. Sono qui a Montpellier, una città universitaria, piena di studenti. Lo sa che la metà di loro è velata? E secondo lei portano tutte il velo per sereno e libero attaccamento religioso? Io non credo. Io sento piuttosto un atteggiamento di questo tipo: ci respingete? Beccatevi questo. La convivenza si è incattivita, le comunità si aggrappano ai simboli». Perché vengono colpiti sempre gli ebrei? «Sono la parte più vulnerabile e più visibile dell’Occidente. Chi ha ammazzato a Bruxelles, musulmano o neonazista o chissà che altro, non è un pazzo, o almeno è un pazzo lucido. Sapeva che per creare emozione non c’è niente come colpire gli ebrei, in una città che ha visto i tre quarti della sua comunità ebraica sterminati nei campi di concentramento. È un oltraggio in- ❜❜ Tradimento Oggi chi si sforza di coltivare il dialogo viene subito sospettato di tradimento ❜❜ L’attentatore Chi ha ucciso a Bruxelles non è un pazzo, o almeno è un pazzo lucido decente, e quindi perfetto per lo scopo. Si colpiscono gli ebrei per fare il maggior male possibile». Le forze dell’ordine non fanno abbastanza? «Certo fa impressione che in Francia la sorella di Mohammed Merah, il ragazzo che uccise i soldati e i bambini ebrei a Tolosa, sia riuscita a sfuggire ai controlli andando in Siria a fare la jihad. Ma tutti noi non facciamo abbastanza. Abbiamo lasciato troppo spazio all’odio». Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Il commento QUELLA MISCELA D’ODIO NASCOSTA NELLA CAPITALE D’EUROPA Un attacco alla vigilia delle elezioni nel cuore di un Paese a rischio implosione SEGUE DALLA PRIMA L’Unione Europea, bistrattata e lontana dai cittadini, minacciata dai populismi e dall’astensione, è nata dal secolo delle guerre e dei nazionalismi, dell’Olocausto e dello stalinismo. E’ stata concepita come modello di pace, integrazione e prosperità, proprio quel modello che estremisti di ogni genere ed estrazione pretendono di colpire. Con la violenza delle parole e qualcuno passando all’atto. Difficile stabilire se tutto questo si sia agitato nella testa degli attentatori. L’inchiesta proverà a chiarire se la sparatoria al Museo (a meno di seicento metri dalla sinagoga) sia un atto di antisemitismo deliberato e pianificato — anche se il Belgio non risulta essere percorso dal fenomeno in modo allarmante — o il gesto criminale di chi ha sfogato a colpi di mitra una rabbia cieca, centrando il bersaglio più facile e simbolico, la «parte» per il tutto, in una miscela di odio razziale, xenofobia, antagonismo religioso. Tendenze che non sono un’esclusiva del Belgio, ma che si nutrono di una confusa e fragilissima situazione politica che, proprio oggi, potrebbe diventare incandescente. I belgi oltre che per le europee, votano infatti anche per il rinnovo della Camera e dei Parlamenti regionali. Un triplo appuntamento nella cronica palude politica di un Paese a rischio d’implosione, lacerato da tensioni linguistiche, religiose ed economiche che hanno paralizzato il governo per mesi. Anche i seggi per il Parlamento europeo sono ripartiti fra fiamminghi, valloni e germanofoni, in un ginepraio di dosaggi ed egoismi senza fine. Sono in molti a ritenere che il Belgio non possa sopravvivere come Stato nato da uno storico compromesso politico-diplomatico, la cui identità si nutre — più che delle radici popolari — delle istituzioni internazio- nali che ospita: l’Unione Europea e la Nato. Bruxelles, la capitale di un Paese diviso, è paradossalmente la capitale (e lo specchio) di un progetto continentale che dovrebbe invece rappresentare il contrario: unità e coesione solidale fra popoli, nazioni, lingue, culture. Crisi belga e crisi europea non sono naturalmente sovrapponibili, né vanno confuse. Ma la simbologia semplificata spinge a riflettere su un comune punto di rottura, il cui grado di probabilità uscirà stasera dalle urne in tutto il Vecchio Continente. Del resto, è proprio di simbologia semplificata che si nutre il populismo antieuropeo, contrapposto alle soluzioni complesse e ai lunghi processi che potrebbero far fare all’Unione il necessario salto di qualità, dopo troppi anni di veti incrociati, gelosie nazionali, austerità finanziaria miope e devastante. E’ una simbologia semplifi- L’appuntamento I belgi oggi vanno alle urne per le europee, per la Camera e i Parlamenti regionali: triplo voto in una palude politica Il paradosso Bruxelles, capitale di un Paese spaccato, è al centro del progetto europeo che cerca l’unità dei popoli cata quella che cattura opinioni pubbliche spaventate dalla crisi, classi medie decadute, classi lavoratrici finite nel baratro della disoccupazione senza futuro; che attribuisce alla moneta unica o ai complotti finanziari le cause dell’impoverimento; che indica l’immigrato o lo straniero come il responsabile di tutte le sventure. Non è sorprendente che fra tanti megafoni del rancore si determini il corto circuito, la scintilla di terrore e follia, l’effetto simbolico sul bersaglio più semplice e banale. In fondo, il denominatore comune di tutti gli altri «mali». In fondo, nel secolo degli orrori, cominciò così. Massimo Nava [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Primo Piano italia: 51575551575557 5 Il viaggio Terra Santa Francesco: la pace non si compra né si vende L’appello: «Cessino le violenze, si torni al negoziato per la Siria e la Palestina» DAL NOSTRO INVIATO AMMAN — «Dio converta i violenti e coloro che hanno progetti di guerra. La radice del male è l’odio e la cupidigia di denaro, delle fabbriche e della vendita di armi. Chi dà ai Paesi in conflitto le armi per continuarlo?». Il sole sta quasi tramontando mentre Francesco parla nel Wadi al-Kharrar, la «valle melodiosa» lungo la riva orientale del fiume, là dove sorgeva la «Betania al di là del Giordano» del Vangelo di Giovanni, il luogo del battesimo di Gesù. Nella chiesa latina, ancora in costruzione, il Papa incontra 600 persone, profughi e disabili, e tira le somme della sua prima giornata in Terra Santa, qui nella capitale giordana, ad appena un’ottantina di chilometri dalla Siria e da quella guerra che «dura da troppo tempo», sospira, «rinnovo il mio più accorato appello per la pace, cessino le vio- lenze e si garantisca il diritto umanitario e l’assistenza alla popolazione sofferente». Francesco parla dei mercanti d’armi, «dobbiamo avere una parola per questi criminali, perché si convertano». E chiede ai responsabili delle nazioni una «pace durevole» e una «soluzione politica» alla «lotta fratricida» che in tre anni «ha mietuto innumerevoli vittime e costretto milioni di persone a farsi profughi». Spiega che la pace va costruita «artigianalmente», con i gesti quotidiani «di umiltà, fratellanza, perdono, riconciliazione», fino a esclamare, a braccio: «La pace non si può comperare, e non si vende!». Il Papa è sereno, sull’aereo saluta uno ad uno i giornalisti («al ritorno, anche se uno di voi ha detto che non sarebbe possibile dopo un viaggio così massacrante, faremo la conferenza stampa!»), ma lo dice «con dolore» fin dall’arrivo, accolto a Palazzo reale da re Abdallah II e da Rania, in abito bianco com’è prerogativa delle regine: elogiata la Giordania per «l’accoglienza generosa» ai «rifugiati palestinesi, iracheni e da altre aree di crisi, in particolare dalla Siria», invoca come «necessaria e urgente una soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione al conflitto israelo-palestinese». Re Abdallah dice che «le comunità arabe cristiane sono parte integrante del Medio Oriente» e sorride al Papa: «Santità, lei si è impegnato per il dialogo, specialmente con Profughi A re Abdallah e Rania elogi per l’«accoglienza generosa» del Paese ai rifugiati palestinesi, iracheni e siriani l’Islam». Così Francesco, ripetuto «il mio profondo rispetto e la mia stima per la comunità musulmana», rivolge «un saluto carico di affetto» alle comunità cristiane e chiede libertà religiosa, «un fondamentale diritto umano che auspico vivamente venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero». Cita Benedetto XVI («libertà di culto, di scegliere la religione, di manifestarla pubblicamente...») e scandisce: «I cristiani si sentono e sono cittadini a pieno titolo ed intendono contribuire alla costruzione della società con i loro concittadini musulmani». Ai «numerosi rifugiati cristiani provenienti da Palestina, Siria e Iraq», Bergoglio si rivolge nella messa allo stadio, che attraversa sull’auto scoperta. Vescovo di Roma, com’è sua abitudine parla in italiano, 40 mila fedeli arabi gridano «viva il Papa!», 1.400 bambini fanno la Prima comunione. Ed è qui che pronuncia la parola chiave del viaggio, «la missione dello Spirito Santo è generare armonia — Egli è armonia — e operare la pace nei differenti contesti e tra soggetti diversi». Oggi andrà a Betlemme e poi, fino a domani, a Gerusalemme: «La diversità di persone e di pensiero non deve provocare rifiuto o ostacoli». Di più: «Il cammino di pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano, se non dimentichiamo di avere un unico Padre celeste». In riva al Giordano resta assorto in preghiera. «Qui lo Spirito discese con potenza su Gesù di Nazareth». L’armonia: «Si abbandoni la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato». Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Le tappe PALESTINA Oggi e domani Ieri Betania Amman Gerusalemme Betlemme Mar Morto Oggi GIORDANIA ISRAELE GIORDANIA Il benvenuto Papa Francesco al suo arrivo ad Amman accolto dal re di Giordania Abdallah e dalla regina Rania (Reuters) L’analisi Quel passaggio sulla jeep del re interessato al dialogo tra i vicini di ANTONIO FERRARI BETANIA — Re Abdallah di Giordania, che ha acquisito con il tempo convincente solennità e carisma, scandisce, con il suo limpido inglese, ogni parola, guardando papa Francesco negli occhi con ammirazione e amicizia. Gli ricorda che, quando è stato eletto pontefice, ha spiegato a tutti che «Pontefice» significa «costruttore di ponti». «Anche i giordani sono costruttori di ponti, e il nostro lavoro include azioni concrete e tangibili da molti anni». Lo ha detto nel discorso ufficiale di benvenuto, nel salone d’onore del Palazzo reale di Amman, affermando come l’eredità cristiana abbia sempre convissuto in armonia con l’identità islamica del Paese. Per dire poi che «la pace dipende sempre dalla mutua comprensione e dalla coesistenza tra la gente di qualsiasi fede». Un discorso forte. Il sovrano sa bene che il fallimento dell’ultima tornata di colloqui tra israeliani e palestinesi, fortemente voluta dal segretario di Stato americano John Kerry, non può che indebolire la pos- sibilità di riprendere in fretta il filo del dialogo, nella speranza di tornare al negoziato. La Giordania è interessata a che non venga abbandonata la strada verso la soluzione dei due Stati: il 65 per cento della sua popolazione è di origine palestinese, e ogni turbolenza dall’altra parte del fiume Giordano ha immediate conseguenze fra la sua gente, turbando equili- Sudan Meriam verso il parto Si avvicina il tempo del parto per Meriam: la donna sudanese condannata a morte per apostasia (è cristiana ma di padre musulmano) e a 100 frustate per adulterio (il suo matrimonio con un cristiano non è riconosciuto dalle leggi islamiche) dovrebbe partorire ai primi di giugno ma resta ancora incatenata in cella con il suo primo bambino di 22 mesi. Con i rischi del caso, non azzerati dalla «possibile revisione» della sentenza nei gradi successivi del processo prospettata dall’ambasciatrice sudanese in Italia. bri delicatissimi. Accompagnando Francesco, anzi guidando personalmente la jeep elettrica con accanto il Pontefice, fin qui a Betania, sulla riva del fiume, dove secondo la tradizione fu battezzato Gesù, il re ha voluto reiterare il suo forte messaggio, cercando l’aiuto del Papa di Roma. Scelta appropriata per due motivi. Il primo è la collocazione del sito religioso: proprio di fronte a Betania, si vede la tribolata terra della Cisgiordania. La distanza fisica è di pochi metri, quella politica è più lontana, anche se Amman è in pace con Israele. Una pace turbata però dal mancato accordo con i palestinesi. Proprio questa contiguità sembra riproporre, in una situazione simile, il viaggio che nel 2000 Giovanni Paolo II fece in Siria. I tempi erano diversi dal disastro della guerra civile di oggi, già costata 150 mila morti e milioni di profughi, ma l’immagine del Papa a Quneitra, sulle alture del Golan mentre, dal territorio siriano, alza la testa e osserva la bandiera di Israele, è impressa nei ricordi di tutti. E’ proprio questa vicinanza ad imporre la necessità di una riflessione, che il re di Giordania continua a proporre instancabilmente. Ed è su questa che, evitando le trappole dell’incomprensione e dei conflitti di sensibilità, Abdallah ha insistito. Impreziosendo la visita del Papa a Betania con l’invito a una rappresentanza di profughi siriani, soprattutto bambini, a parteciparvi e a incontrarlo. Con la certezza di rendere felice il Pontefice. Che ieri, abbandonata l’ufficialità, prima e dopo la messa, ha avuto un bagno di folla che sicuramente gli ha alleviato il pensiero sugli spaventosi problemi mediorientali. Che si ripresenteranno, inevitabili, anche oggi, con la visita a Betlemme, e — via Tel Aviv — l’arrivo a Gerusalemme. Probabilmente per il momento più importante del viaggio: l’incontro e l’abbraccio con il patriarca ecumenico degli ortodossi Bartolomeo I. E’ passato mezzo secolo da quando Paolo VI incontrò Atenagora, per un abbraccio che allora sembrava impossibile. Oggi è più semplice, perché i due capi religiosi si conoscono e hanno pensieri e volontà coincidenti. Quantomeno un risultato religioso, ma anche politico, verrà sicuramente raggiunto. Un altro passo verso quella concordia che per secoli e secoli aveva lasciato il posto soltanto alle ferite e alle umiliazioni. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Letture Oriente e Occidente insieme nel Vespro Il senso profondo dell’unità ritrovata di ALBERTO MELLONI N el Vespro di questa domenica il Santo Sepolcro vedrà qualcosa che non ha mai visto. Il mitissimo vuoto nel quale i cristiani leggono la risurrezione di Gesù, è da secoli l’icona più cruda della disunità delle Chiese. Nella penombra carica di canti e rumori corrono i confini della divisione cristiana, non senza attriti maneschi. Lì i cristiani hanno pregato l’uno contro l’altro, l’uno accanto all’altro: lasciando il sogno di pregare «insieme» alla superbia di chi si sente migliore della propria Chiesa, al dolore dei profeti dell’unità. In quello spazio gonfio di fragilità il patriarca d’Oriente e d’Occidente — rappresentando in sé non due «enti», ma tutta la differenza delle Chiese — venereranno insieme la pietra dell’unzione, alla sinistra delle rocce identificate col Calvario. Poi entreranno insieme, chinandosi, nella stretta porta nel sepolcro. E usciti diranno il Padre nostro insieme. Gesti di comunione non scontati e «rischiosi». Francesco sa che la «Francescomania» — la chiama lui così — potrebbe banalizzare questo atto e raccontarlo come una delle mille «rivoluzioni» che gli vengono settimanalmente attribuite in un mondo disabituato al Vangelo. Bartolomeo — dietro al quale si staglia l’assenza del Patriarcato di Mosca, colpito dal silenzio generale che ha circondato le esecuzioni antiortodosse di Odessa — è consapevole che la superficialità dei media potrebbe minimizzare la sua presenza in questo momento che confessa la Chiesa «una, santa», come dice il concilio di Nicea, il cui centenario nel 2025 sarà la festa della sinodalità e della unità conciliare delle Chiese. Dire la fede nella Chiesa «una, sanRoma e Costantinopoli ta» ha implicazioni poL’incontro di oggi afferma litiche (la data elettorale di questo pellegriuna comunione di fede naggio sottolinea che il che rende possibile la cristianesimo non è comunione eucaristica più eurocentrico). Coinvolge le relazioni internazionali (con lo sfondo del conflitto dentro e fra i popoli, le Chiese del Medio Oriente accusate di difendere i raìs e Putin pronto ad essere lo scudo dei cristiani). Ma tocca soprattutto la teologia, giacché entrare al Sepolcro insieme significa consumare una «communicatio in sacris» e dire che l’unità non è buon vicinato o tattica missionaria, ma obbedienza a ciò che la Chiesa è. Questa concezione «sostanziale» dell’ecumenismo cinquant’anni fa non c’era. E ciò spiega perché dopo l’abbraccio fra Papa e Patriarca del 1964 e la levata delle scomuniche del 1965, Roma e Costantinopoli abbiano perso d’un soffio l’occasione di condividere lo stesso calice in pace. Un ricco dossier, di cui curo l’edizione, documenta il punto a cui si giunse: infatti — si diceva — fra le Chiese manca la comunione di fede che rende possibile la comunione eucaristica, anticiparla sarebbe un abuso da parte delle autorità; ma se una comunione di fede che rende possibile la condivisione dello stesso calice esiste, allora non obbedire a quella possibilità reale sarebbe un errore. Le esitazioni dei teologi ecumenicamente più chiusi e gli scrupoli di quelli ecumenicamente più aperti portarono nel 1969 ad un rinvio fatale di quel passo, che ancora attende la capacità di distinguere i compiti nella Chiesa. «I capi delle Chiese fanno, i teologi spiegano» diceva Atenagora nel 1964. Oggi vedremo cosa «faranno» i capi delle Chiese a Gerusalemme. Poi verrà l’intelligenza dei teologi, se c’è. Una intelligenza che deve scuotere un cattolicesimo seduto in poltrona a conteggiare pigro gli exploit del Papa; deve convincere l’ortodossia a non mettere a repentaglio il dialogo; deve dimostrare alle Chiese anglicane e riformate che non sono estranee a questo nuovo inizio. Di cui il Sepolcro vuoto, come sempre, è testimone silenzioso. © RIPRODUZIONE RISERVATA 6 Primo Piano Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Oggi il voto L’Europa Festa Il leader dello Ukip Nigel Farage (terzo da destra) ride circondato dai sostenitori dopo i risultati delle elezioni di giovedì che mostrano il grande successo per l’Ukip alle Amministrative (LaPresse/ Daniel LealOlivas) «Votate un tedesco» La gaffe di Schulz spiazza la Germania Il candidato Spd: «Solo scegliendo me possiamo ottenere la presidenza Ue» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — Nella ErnstReuter-Platz, la piazza dedicata al primo borgomastro eletto a Berlino Ovest dopo la guerra, una mano preveggente aveva sabotato nei giorni scorsi con un pesante tratto di vernice nera un grande manifesto di Martin Schulz, «Dalla Germania per l’Europa», cancellando perfidamente la seconda riga. Niente Europa, solo Germania. Gloria all’anonimo profanatore, perché aveva indovinato tutto. Il grande nemico di Silvio Berlusconi ha avuto infatti un’idea che ha scatenato un polverone social-mediatico e un’ondata di polemiche che si è abbattuta all’ultimo minuto su una campagna elettorale abbastanza tranquilla. «Solo votando Martin Schulz e la Spd, un tedesco può diventare presidente della Commissione europea», si legge in un volantino che è stato allegato anche al quotidiano popolare Bild. Il solito nazionalismo teutonico? Sono in molti a esserne certi, cancellando in un attimo, come aveva già fatto il sapiente taroccatore, anni di impegno europeista dell’aspirante successore di José Manuel Barroso. Ma queste sono le regole del gioco. «I tedeschi meritano il migliore presidente della Commissione possibile, qualsiasi sia il luogo da dove verrà», ha potuto replicare Guy Verhofstadt, l’ex premier belga candidato dei liberali europei alla guida dell’esecutivo di Bruxelles. Ma le reazioni politiche alla gaffe di Schulz, prevedibili, sono poca cosa in confronto alla tempesta che ha travolto su Twitter l’ex libraio e calciatore di Würselen. Un uomo schietto, per sua fortuna abituato ai confronti mol- Il poster Leggendo lo slogan elettorale, molti hanno sorriso sulla volontà di «dominare» l’Europa to accesi. Il blogger Tilo Jung ha inventato un hashtag: #NurEinDeutscher (Solountedesco) ed è partita la presa in giro globale. Qualcuno si è chiesto ironicamente se il volantino verrà tradotto nelle altre lingue dell’Unione, altri hanno parlato di un regalo a Berlusconi, ricordando il manifesto «più Italia, meno Germania», molti hanno sorriso sulla volontà di «dominare» l’Europa. È stato chiamato in causa, ma questo non fa ridere, perfino il gerarca nazista Joseph Goebbels, che si associa dall’oltretomba alle parole del suo connazionale. Poco humour anche da Alternative für Deutschland, il partito anti euro che si appresta a festeggiare un successo dato ormai per scontato. La scelta è stata quella di scimmiottare Schulz. «Solo votando Bernd Lucke e AfD, un tedesco può parlare per voi al Parlamento europeo», si promette in un tweet. Retroscenisti e dietrologi, che non mancano nemmeno sul web, si stanno interrogando sulla possibilità che l’uscita dello Spitzenkandidat (candidato di punta) socialdemocratico sia stata calcolata a tavolino, valutandone costi e benefici, per guadagnare qualche voto in patria. Il paradosso di questa situazione, però, è che non è detto che basti oggi una vittoria dei socialisti europei o del Ppe per assicurare a Schulz o al suo principale avversario, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, la certezza di arrivare sulla poltrona di presidente della Commissione. A molti governi questa novità non è mai piaciuta e si sente ricordare spesso che non spetta al Parlamento europeo prendere materialmente la decisione. Intanto, Angela Merkel sorride, un po’ enigmatica, in un grande manifesto sulla Ernst-Reuter-Platz accanto a quello del numero uno della Spd. La donna più potente del mondo non rischia. I suoi slogan sono sempre gli stessi. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA Intervista Il consigliere del premier britannico Cameron «Meno Europa (per salvarla) La ricetta di noi inglesi per battere gli estremisti» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Direttore del dipartimento Europa alla prestigiosa università London School of Economics, Maurice Fraser è influente consigliere di Downing Street e del Foreign Office sin dai tempi di John Mayor, che fu per poco il successore di Margaret Thatcher, prima dei trionfi di Tony Blair. Oggi è fra i coordinatori di quel rapporto che, pubblicato nel prossimo autunno, diventerà la piattaforma di David Cameron per la ridiscussione dei trattati con la Ue. Sarà «la bilancia delle competenze» che fotografa quanto e come pesa l’Europa nel Regno Unito, quanto e come l’Europa condiziona il processo legislativo nel Regno Unito. Da settimane sono in corso incontri e interviste con le categorie (business industriale e finanziario, parti sociali, commercio, università, Parlamento) per «mappare», nelle singole aree, l’utilità e l’efficacia della normativa europea nonché, al contrario, i conflitti che emergono con la legislazione e l’interesse nazionale. «Si abbandonano le parole per verificare che cosa c’è da migliorare. Londra formulerà proposte precise». Professor Fraser il successo dello Ukip di Nigel Farage spinge Londra fuori dall’Europa? «Non enfatizzerei. I partiti della protesta ci sono sempre stati e sempre ci saranno. I populisti ottengono un’ottima affermazione, uno strong showing, una prestazione spettacolare ampiamente prevista. Ma da qui a dire che condizioneranno gli sviluppi politici e le prossime elezioni generali britanniche nel 2015 ne passa. E’ un messaggio ai partiti tradizionali, su questo non c’è dubbio. Ma quando si voterà per Westminster il prossimo anno i risultati saranno diversi, anche per il sistema elettorale maggioritario. Molti elettori cambieranno posizione». Comunque i numeri parlano chiaro: tanti consensi allo Ukip? «Lo Ukip cavalca il sentimento anti élite, come del resto avviene in tutta Europa. Poi capitalizza l’euroscetticismo che è storicamente radicato, ma non profondo, nel Regno Unito. Ampio, ma ripeto, non profondo. Questa Europa, così com’è, non raccoglie consensi. Ci sono disillusione e delusione per le sue politiche e per i suoi burocratici eccessi. L’euroscetticismo è una sfida che va capita e raccolta. Gli ultimi sondaggi rilevano che la maggioranza dei britannici è ancora a favore dell’Unione Europea, allora sarebbe un suicidio perderla sottovalutando le perplessità e le critiche». Chi è l’elettore dello Ukip? «Lo Ukip raccoglie consensi trasversali. Prevalentemente fra ex conservatori arrabbiati ma anche fra ex laburisti che non si sentono tutelati. L’antieuropeismo è un pretesto per sfogare la rabbia contro l’establishment». Conservatori, laburisti e liberaldemocratici hanno margini di recupero? Le elezioni generali sono vicine, nella primavera 2015. «Nessuno ha la bacchetta magica per riconquistare la fiducia dei cittadini in brevissimo tempo. Le proteste si riassorbono con le riforme a livello nazionale e con le riforme a livello europeo. Le misu- Chi è Consigliere Maurice Fraser è il direttore del Dipartimento Europa alla «London School of Economics» ed è consigliere di Downing Street e del Foreign Office sin dai tempi di John Mayor, il successore di Margaret Thatcher. Oggi Fraser è fra i coordinatori di un rapporto che diventerà la piattaforma di David Cameron per la ridiscussione dei trattati con la Ue I risultati In Gran Bretagna, dove si è votato giovedì, non sono stati pubblicati sondaggi sulle Europee, ma il voto era abbinato alle locali in Inghilterra e Irlanda del Nord. Il dato finale dà la maggioranza dei Comuni ai laburisti, che aumentano il loro peso di 338 seggi comunali, registra la caduta dei conservatori (meno 231) e l’enorme crescita degli euroscettici «duri e puri» dell’Ukip re per il lavoro, per la crescita e per la prosperità, le misure per migliorare i servizi pubblici, per depotenziare la burocrazia: queste devono essere le risposte. Poi, occorre avvicinare l’Unione Europea al cittadino. Il vecchio modello genera malcontento. E il passaggio essenziale è rafforzare il ruolo dei parlamenti nazionali. Concordano i Paesi nordeuropei e, per quello che so, pure la Germania». Ma Cameron vuole restare in Europa o no? «Cameron è un euroscettico pragmatico, non un antieuropeista. Gli sta a cuore l’interesse nazionale. Che cosa pensa? Riassumo con poche parole: less and better Europe, meno Europa per fare un’Europa migliore. Chiederà, in modo intelligente, di ridiscutere le competenze e di restituire ai parlamenti nazionali alcuni dei poteri che sono delegati alla burocrazia di Bruxelles. E’ vitale tenere conto del sentimento pubblico soprattutto quando è orientato verso l’infelicità». Downing Street alzerà i toni contro l’Europa? «Credo che Cameron cercherà di neutralizzare l’antieuropeismo più feroce a partire dall’autunno quando sarà presentato il rapporto sull’equilibrio dei poteri fra Europa e Regno Unito. Un’indagine non di parte, scientifica e incisiva su ciò che funziona e non funziona. Un’in- Orientamenti «Cameron è un euroscettico pragmatico. Vuole un’Europa più snella ed efficiente» dagine che pone una domanda di fondo: qual è l’Europa del futuro? Poi Cameron farà leva sui successi economici della sua politica. Un Paese forte economicamente lo è anche a livello politico-internazionale». Un leader forte in patria è un leader forte in Europa? «Non vi è dubbio. Cameron potrà dire ai partner: le mie idee rafforzano l’Europa, non è vero che la indeboliscono. E’ interesse di molti governi rivisitare le fondamenta dell’Europa. E se riuscirà a vincere le prossime elezioni generali e a impostare la mediazione coi partner continentali andrà al referendum nel 2017 sostenendo convinto il sì a un’Europa più snella e più efficiente. Un percorso difficile ma senza alternative. Altrimenti gli estremismi non si placheranno». Queste elezioni e questi risultati sono una sfida all’Europa? «La contrapposizione non è più soltanto fra destra e sinistra. Ma è fra chi vuole più Europa e chi ne vuole meno, dagli euroscettici moderati agli antieuropeisti più estremisti. Entriamo in acque inesplorate. E ne usciremo bene se il centrodestra e il centrosinistra, di tutti i Paesi, e leader coraggiosi coopereranno per le riforme sia livello di Unione sia a livello nazionale. Meno burocrazia e una democrazia più ampia». Fabio Cavalera @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 italia: 51575551575557 7 8 Primo Piano Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Oggi il voto L’Italia Alle urne ELEZIONI EUROPEE Paese QUANDO SI VOTA IN ITALIA Oggi dalle ore 7.00 alle ore 23.00 Soglia in % di sbarramento (in assenza di dato: nessuna) X Numero dei deputati eletti 6 20 11 Paesi Bassi 11 73 26 Belgio Germania 21 6 Lussemburgo Francia 5 LE DATE Hanno votato giovedì Hanno votato venerdì Hanno votato venerdì e ieri Hanno votato ieri Si voterà OGGI 74 Spagna Portogallo 21 51 Rep. Ceca 5 Austria 4 Slovenia 18 8 13 Il totale dei deputati da eleggere Donna Uomo Donna Donna Donna Uomo Uomo Uomo Donna Polonia Nel caso si esprimano due preferenze, queste possono riguardare candidati dello stesso genere Slovacchia Donna Donna Uomo Uomo 5 21 32 17 73 Indicando tre candidati uomini o tre candidate donne verrà annullata la terza preferenza Donna Donna Donna Uomo Uomo Uomo Romania Bulgaria Grecia 3 21 Malta Cipro 1,8 6 6 Alle urne solo oggi: chiusura alle 23, poi lo spoglio Il nodo delle preferenze di genere sulle schede Ue Stelle guidato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Tra i due contendenti, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che ieri si è fatto vedere a passeggio in piazza Duomo. Ma è forte il timore che il primo partito possa essere un altro, quello dell’astensionismo, dato in crescita rispetto alle consultazioni precedenti. Stessi orari di voto, dunque, per le due consultazioni (l’Italia sarà l’ultimo dei 28 membri dell’Unione a chiudere le urne). Solo in caso di ballottaggio per l’elezione dei sindaci Lituania Croazia 5 11 ITALIA 4 Ore 7, si aprono i seggi La mina dell’astensione su Europee e voto locale ROMA — Le urne delle elezioni europee e delle amministrative si aprono questa mattina alle 7 e si chiuderanno alle 23 di oggi. Le due consultazioni chiameranno al voto 49 milioni di italiani per indicare i 73 componenti del Parlamento europeo che spettano all’Italia e 17 milioni per il rinnovo dei due consigli regionali e governatori (Abruzzo e Piemonte) e di 4.086 Comuni. Si conclude così una campagna elettorale molto dura, con un duello tra il Partito democratico di Matteo Renzi e il Movimento 5 ROSA (Isole) Nel caso si esprimano tre preferenze queste devono riguardare candidati di sesso diverso Uomo Donna Uomo Ungheria 5 54 751 ARANCIONE (Sud) 2 Si possono esprimere fino a TRE PREFERENZE Lettonia 5 21 ROSSO (Centro) un segno con la matita copiativa sulla lista prescelta 5 96 GRIGIO (Nordovest) MARRONE (Nordest) 1 Si vota tracciando 5 Regno Unito Irlanda Schede di colore diverso a seconda della circoscrizione Estonia 5 8 13 Gli elettori, per votare nelle sezioni in cui risultano iscritti, dovranno esibire, oltre a un documento di riconoscimento valido, la tessera elettorale. Per agevolare il rilascio delle tessere non consegnate o dei duplicati, gli uffici comunali saranno aperti oggi per tutta la durata delle operazioni di voto COME SI VOTA Finlandia Svezia 4 Danimarca LA TESSERA ELETTORALE Unione Europea 13 X nei comuni superiori ai 15 mila abitanti si tornerà a votare domenica 8 giugno. Per poter esprimere il voto serve un documento di identità valido oltre alla tessera elettorale: chi non è in possesso di quest’ultima o ha esaurito gli spazi per l’apposizione del timbro può chiedere il rilascio di una nuova tessera agli uffici comunali che resteranno aperti per tutta la durata delle operazioni di voto, dalle 7 alle 23. Dei 49.256.864 elettori chiamati al voto europeo, la maggioranza sono di sesso femminile (25.562.278) a fronte di 23.694.586 maschi. Stessa situazione alle Regionali: tra Piemonte e Abruzzo il corpo elettorale complessivo sfiora i 5 milioni (4.843.317): le donne sono 2.501.702, mentre gli uomini si fermano a quota 2.341.615 Alle Europee ci sarà un’unica scheda, che sarà di colore diverso a seconda della circoscrizione elettorale di appartenenza dell’elettore. Il voto si esprime tracciando un segno sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta. Le preferenze (nella stessa lista) sono tre, ma in questa tornata debutta il nuovo sistema della preferenza di genere: delle tre scelte, almeno una deve riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della terza indicazione. Lo spoglio per le Europee comincerà dalle 23 di oggi, subito dopo la chiusura dei seggi e l’accertamento del numero dei votanti. E da quell’ora partirà anche — nei seggi istituiti nelle corti di Appello di Milano, Venezia, Roma, Napoli e Palermo — lo scrutinio delle schede votate dagli italiani residenti negli altri Paesi dell’Unione Europea (1.398.307). Dove sono previste le elezioni regionali e comunali, lo scrutinio par- Fac-simile della circoscrizione Nordovest Risultati in diretta Maratona elettorale su Corriere.it Trenta ore di diretta non stop da questa sera su Corriere.it e Corriere Tv per seguire i risultati delle Europee e, domani, del voto amministrativo. Il via sul sito alle 19.30 mentre la diretta tv, condotta da Daniele Manca e Massimo Rebotti, inizierà alle 20. Previsti collegamenti con gli inviati del Corriere nelle sedi dei partiti, nelle piazze e a Bruxelles. Negli studi di via Solferino ospiti, tra gli altri, il direttore Ferruccio de Bortoli e il condirettore Luciano Fontana, oltre alle principali firme del giornale. Tutti i risultati sul sito, diretta anche sulla fanpage Facebook del Corriere e dal profilo Twitter @corriere.it © RIPRODUZIONE RISERVATA tirà dalle 14 di domani, dando la precedenza allo spoglio per le Regionali. Il meteo indica sole in tutta Italia per oggi, ma il bel tempo potrebbe non bastare per indurre gli italiani al voto. I sondaggisti temono un forte aumento dell’astensione, che si potrebbe aggirare sul 40 per cento. Nicola Piepoli, però, invita a contestualizzare, ricordando che l’Italia ha comunque il primato dell’affluenza rispetto ad altri Paesi europei: «In un Paese civile come i Paesi Bassi la percentuale di affluenza ha registrato appena il 35 per cento». Per saperne di più, bisognerà aspettare la chiusura delle urne e prepararsi alla maratona tv. La7 manderà in onda gli exit poll (dichiarazioni di voto raccolte all’uscita dei seggi), mentre Mediaset punta sugli intention poll (le intenzioni di voto) e Sky e Rai aspetteranno le proiezioni. Speciali ed edizioni straordinarie dei tg (in video anche Bruno Vespa e Enrico Mentana) si susseguiranno per tutta la notte. Le prime proiezioni arriveranno intorno a mezzanotte e allora si cominceranno a delineare i primi vincitori e sconfitti di questa tornata elettorale. Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 LE ELEZIONI COMUNALI Primo Piano italia: 51575551575557 COMUNI Pavia (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) Verbania NOME E COGNOME (Candidato sindaco) (Voto di preferenza) Biella (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) 2 Si traccia un segno (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato presidente) (Voto di preferenza (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato presidente) 14 Ferrara Forlì Modena sul nome di un candidato a sindaco e uno sul contrassegno di una delle liste collegate: il voto va sia al candidato alla carica di sindaco sia alla lista Pesaro Prato Firenze PIEMONTE Ascoli Piceno Teramo Perugia Pescara 1 2 3 Il voto espresso per una lista provinciale si intende espresso anche a favore del candidato presidente e della lista regionale collegati Il voto espresso solo per il candidato presidente o per la sua lista regionale non si estende ad alcuna delle liste provinciali collegate Si può esprimere voto disgiunto: scegliere un candidato presidente (e la sua lista regionale) e votare anche per una lista provinciale non collegata, con possibilità di preferenza Terni Livorno Foggia Campobasso ABRUZZO 3 Si traccia un segno sul nome di un candidato a sindaco, non scegliendo alcuna lista collegata. Il voto è attribuito solo al candidato a sindaco Scheda di colore VERDE Padova Vercelli NOME E COGNOME (Candidato sindaco) PIEMONTE 2 13 Cremona Reggio Emilia sul simbolo di una delle liste: il voto si intende attribuito anche al candidato sindaco collegato REGIONI Bergamo 1 Si traccia un segno (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) La scheda contiene i simboli delle liste provinciali, lo spazio per la preferenza e, accanto, candidato presidente e liste regionali collegate Sindaco o governatore uscente di centrodestra Sindaco o governatore uscente di centrosinistra Esempi per Comuni sopra i 15.000 abitanti NOME E COGNOME (Candidato sindaco) LE ELEZIONI REGIONALI Regioni e capoluoghi al voto, le sfide principali Scheda di colore AZZURRO Ogni elettore può esprimere fino a due voti di preferenza per i candidati al consiglio (una sola in caso di Comuni fino a 5.000 abitanti), scrivendo il cognome di fianco al simbolo della sua lista: le preferenze devono essere di genere diverso (un uomo e una donna), pena l’annullamento della seconda preferenza 9 Bari ABRUZZO Sassari Scheda di colore VERDE Potenza Tortolì (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato presidente) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato presidente) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) (Voto di preferenza) NOME E COGNOME (Candidato sindaco) (Voto di preferenza) 4 Voto disgiunto: si traccia un segno sul rettangolo di un candidato a sindaco e uno sul simbolo di una lista non collegata. Il voto va sia al candidato sindaco sia alla lista non collegata (Voto di preferenza) Caltanissetta 4.086 I Comuni dove si voterà 1 2 Il voto a una lista, con o senza preferenza, viene automaticamente esteso al candidato presidente collegato, ma non viceversa. Non ci sono liste regionali del candidato governatore Non è ammesso il voto disgiunto: il voto espresso per un candidato presidente e per una lista provinciale diversa da quelle a lui collegate è nullo CORRIERE DELLA SERA La campagna La strategia di affrontare il pubblico «avverso» paga. Legrenzi: è importante perché in tanti decidono all’ultimo ✒ Quei leader seduti sulla poltrona nemica Così la tv si prende la rivincita sul Web Il grande assente è il faccia a faccia Ma che nostalgia (anche del balbettìo) Tutti nella tana del lupo. Morcellini: il coraggio crea subito effetti positivi di FABRIZIO RONCONE ROMA — E così, la vecchia e bistrattata televisione generalista, che la Rete e i social network considerano un reperto polveroso dell’archeologia mediatica, si è ripresa una sua bella rivincita nella campagna elettorale per le Europee 2014. Mai come quest’anno le scelte di campo hanno preso in contropiede il telespettatore-elettore restituendo alla tv il suo ruolo di grande Piazza Italiana dei comizi politici. Un luogo centrale per le scelte elettorali, insomma. Perché la novità c’è stata, e nemmeno marginale. Tutti i leader hanno attraversato il campo televisivo del nemico. Hanno accettato di cacciarsi nella tana del lupo, senza più accontentarsi di intervistatori «vicini», morbidi, benevoli. Silvio Berlusconi si è seduto il 28 aprile davanti a Corrado Formigli, il padrone di casa di «Piazzapulita» su La7 e il 4 maggio è stato ospite di Lucia Annunziata su Raitre a «In 1/2 ora». Matteo Renzi ha risposto a tutte le domande di Paolo Del Debbio (uno tra i promotori della fondazione di Forza Italia nel 1994) su Rete 4 la sera del 12 maggio durante «Quinta colonna», e lo stesso ha fatto il 20 su un’altra rete Mediaset, Canale 5, ospite di «Pomeriggio Cinque» da Barbara D’Urso. E poi c’è stato Beppe Grillo da Bruno Vespa a «Porta a porta», considerato un autentico evento. Insomma, un vero e proprio rimescolamento di carte (premiato ovunque da eccellenti share) che affonda le sue radici in due episodi passati: Berlusconi che il 10 gennaio 2013 entra nell’arena di Michele Santoro a «Servizio pubblico» su La7 (serata memorabile per l’ex Cavaliere impegnato a spolverare col fazzoletto la sedia occupata fino a un minuto prima da Marco Travaglio) e Renzi mattatore da «Amici» accanto a Maria De Filippi il 30 aprile 2013, inguainato in un «chiodo» di pelle nera come Arthur Fonzarelli in «Happy Days». Da allora è diventato impossibile farsi cullare da domande caute o compiacenti: l’audience cala immediata- mente, sepolta da uno sbadiglio e da un cambio di canale. E l’effetto è anche garantito, a detta degli esperti. Spiega Mario Morcellini, da anni attento studioso dei fenomeni televisivi, ordinario in Sociologia dei processi culturali e comunicativi e direttore del dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale a «La Sapienza» di Roma: «Siamo di fronte a un pubblico televisivo, che coincide naturalmente con l’elettora- to, stanco della politica tradizionale e soprattutto post-ideologico. E così il coraggio del leader che affronta un terreno tradizionalmente non amico genera immediatamente effetti positivi». In che senso? «Questa scelta permette la “scoperta”, da parte di chi segue la trasmissione, di un leader nettamente lontano dalla percezione selettiva che ciascuno di noi ha. In questo modo è possibile illuminare In «trasferta» Su Raiuno Il 19 maggio Beppe Grillo è ospite di Bruno Vespa nel salotto di «Porta a porta»: lo share è del 26,8% (foto Eidon) Su Raitre Il 4 maggio, ospite da Lucia Annunziata a «In 1/2 h», Silvio Berlusconi totalizza il 5,74% di share (Ansa) Su Canale 5 Il 20 maggio Matteo Renzi, ospite di Barbara D’Urso a «Pomeriggio Cinque», fa registrare uno share del 19,50% (Ansa) personaggi che magari fanno parte di una dimensione di quel pregiudizio che la modernità si incarica di scalfire. E lunedì, analizzando il voto, sono sicuro che avremo molte sorprese». Non tutto è però così positivo, nell’analisi di Morcellini: «C’è il nodo della personalizzazione, avvenuta ormai in tutti i campi. L’idea, il concetto che le singole persone vengano prima della politica è da sempre uno dei cavalli di battaglia del populismo: valutare le proposte nel momento in cui si giudica il singolo personaggio indebolisce il legame logico con i problemi analizzati. Lo ripeto: è una caratteristica tipica del populismo». Potrebbe dunque esserci, conclude Morcellini, un risultato a sorpresa proprio per questo gioco politico-mediatico in campi diversi dal proprio di riferimento. Conferma Paolo Legrenzi, professore di Psicologia cognitiva all’università Ca’ Foscari di Venezia: «Gli esperti anglosassoni suggeriscono da molto tempo ai politici questo sistema. Cioè affrontare il pubblico lì dove gli elettori non si aspetterebbero di trovare quel leader. Bisogna calcolare tre fattori. Una cospicua fetta del nostro elettorato sempre più mobile è formato da persone che decidono all’ultimo, non votano più secondo una sponda ideologica ormai scomparsa e vanno alle urne decisi a cambiare scelta rispetto all’ultima volta. Questi tre fattori obbligano i partiti a riprendersi quei voti, non più marginali. E dove si trovano, quei voti? Semplice: nelle trasmissioni ben caratterizzate da un preciso pubblico, in gran parte diverso dal proprio elettorato di riferimento. E così si può guadagnare una bella quota di consensi. Margine destinato ad annullarsi». In che senso, professore? Legrenzi sorride: «Beh, io guadagno un po’ su quella rete, il mio avversario ne guadagna un altro po’ su quell’altra... E tutto si annulla». Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA A ndiamo a votare senza che dai leader politici ci sia stato concesso un solo «faccia a faccia» televisivo. Succede ormai da tempo e non succede, questo è chiaro, per caso. Sedersi di fronte al proprio avversario e confrontarsi con lui — incalzati da un giornalista — su programmi e promesse, è un genere di esercizio mediatico e democratico che arriva dal mondo anglosassone e che qui, negli ultimi vent’anni, ha funzionato poco, e male. I nostri politici preferiscono esibirsi da soli. Dopo decine di roventi campagne elettorali restano solo due memorabili confronti: BerlusconiOcchetto (1994) e Berlusconi-Prodi (2006). Per il voto europeo di oggi, addirittura, la possibilità di una sfida televisiva non è stata praticamente mai neppure presa in considerazione. A un certo punto sembrò evocarla Berlusconi, ma fu subito chiaro che non diceva sul serio. Così le uniche possibilità di confronto diretto siamo stati costretti un po’ a inventarcele. La mattina abbiamo preso l’abitudine di andare a vedere cosa avesse cinguettato Matteo Renzi, che su Twitter, già all’alba, spesso scriveva proposte e battute, riflessioni e provocazioni: subito, andavamo poi a sbirciare sul temuto blog di Beppe Grillo. I due si sono scritti, e inseguiti, a distanza. E a distanza di chilometri hanno parlato. I palchi li abbiamo avvicinati virtualmente. Com’è accaduto venerdì sera, quando il confronto tra i due è stato costruito (RaiNews24, TgCom24, La7) con sapienti incastri, mandando in diretta prima le immagini provenienti da piazza San Giovanni, dove c’era Grillo, e poi quelle che arrivavano da piazza della Signoria, dov’era stato allestito il palco di Renzi. Un po’ poco, ci siamo dovuti tutti accontentare. Davvero resta forte il rimpianto di non aver potuto assistere allo spettacolo politico di quello che rimproverava quell’altro, con quell’altro che magari per una volta balbettava, la lingua incollata al palato, senza sapere cosa rispondere. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Primo Piano Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Oggi il voto I partiti Renzi ROMA — A dispetto dei numeri o delle rassicurazioni degli ultimi sondaggi, della convinzione che Grillo e con lui gli altri gruppi di euroscettici «saranno comunque ininfluenti» nel Parlamento di Bruxelles, della speranza di avere un bottino di voti che sommato a quello degli alleati rilanci la legittimazione del governo, Renzi ha trascorso ieri una giornata di riposo in famiglia non priva di timori. L’agenda Oggi, dopo aver votato, tornerà a Ieri il premier ha Roma, seguirà lo trascorso una giornata spoglio dal suo uffidi riposo in famiglia, cio, magari farà una puntata anche al oggi tornerà a Roma Nazareno, ma sino a quando non sarà chiaro il risultato in lui come nel suo staff serpeggerà lo spettro di un exploit dell’ex comico genovese. Il distacco ottimale dovrebbe aggirarsi sui cinque punti, ovviamente a favore del Pd, ma nessuno ieri era disposto a scommetterci, sia nel governo sia ai piani del Partito democratico. È possibile un testa a testa, persino un sorpasso, entrambe le ipotesi non vengono scartate a priori, anche se sottovoce. Renzi è comunque soddisfatto, ha fatto tutto quello che poteva, non si è risparmiato nelle piazze, ha girato come una trottola dal Nord al Sud, si è concesso in decine di interviste radiofoniche e televisive, visitato presidi industriali. Ha persino spiazzato, più di una volta, gli uffici della presidenza del Consiglio, spesso all’oscuro di decisioni prese all’ultimo istante. Ci ha messo la faccia ed è convinto di aver fatto benissimo. Conteranno anche i voti degli alleati di governo, il partito di Alfano, Scelta civica: un Pd sopra il 30% può essere un buon risultato, ma a seconda di quanti voti prenderanno gli altri due partiti potrà essere più o meno lusinghiero. La variabile non è solo Grillo. La soglia del 40%, come area di consenso della maggioranza, viene considerata a Palazzo Chigi significativa, a portata di mano, capace di rafforzare la legittimità di questa coalizione e la necessità delle riforme che porta avanti. L’altra variabile saranno i voti dell’ex Cavaliere, se fossero meno del previsto, meno di quanto scritto e pronosticato sino ad oggi, potrebbero innescare un circuito vizioso che avrebbe co- Grillo MILANO — La quiete dopo la tempesta (delle piazze). La giornata di silenzio elettorale di Beppe Grillo segna un momento di riposo dopo quasi tre settimane di tour lungo tutta la penisola. Il leader del Movimento lascia Roma in tarda mattinata: meta la Toscana, il buen retiro di Marina di Bibbona. Le ventiquattr’ore tra la fine dei comizi e l’election day sono l’occasione per un break: una L’attesa giornata di relax al mare, accompaIl leader «fiducioso» è gnato dai suoi fidati stato con gli amici nella «scudieri» di semvilla di Marina di Bibbona pre, prima di tornaOggi voterà a Genova re a Genova, dove oggi è atteso al voto (al seggio dell’Istituto agrario Marsano, ndr). Pranzo al ristorante «Il Bolognese» con alcuni amici e cena a casa. Il leader — per chi ha avuto modo di parlare con lui — appare «sereno e fiducioso». La chiusura della campagna in piazza San Giovanni lascia ben sperare, anche se — da più parti nel Movimento — c’è una certa cautela, una prudente attesa dell’esito delle Euro- L’ansia per i voti al Pd e agli alleati L’obiettivo è legittimare il governo La campagna «Derby tra rabbia e speranza» La sfida principale il Pd la gioca con il M5S. Renzi definisce il voto «un derby tra rabbia e speranza». Per il premier e segretario, Grillo è un «gufo» che lucra sulle difficoltà del Paese La presenza in piazza e in tv Renzi ha puntato su un tour, chiuso nella sua Firenze, che riportasse il Pd nelle piazze, ingaggiando con Grillo una battaglia sui numeri. Diverse anche le presenze in tv La sfida del Mezzogiorno I timori di Renzi si sono concentrati soprattutto sul Sud, dove all’inizio della campagna i sondaggi erano peggiori per il Pd. Lì, nelle sue tappe, il premier ha puntato sulle possibilità di rilancio me prima vittima il patto sulle riforme del Nazareno. Timori, argomenti e variabili di cui Renzi nelle ultime ore ha discusso con i suoi principali collaboratori, nella speranza che stanotte si dissolvano, lasciando spazio a scenari senza grandi sorprese. Facendo i conti sul Parlamento europeo, che poi dovrebbero essere gli unici a pesare, sono almeno due gli obiettivi del presidente del Consiglio: sperare che sia la famiglia del Pse a prevalere sui popolari del Ppe, e in questo caso arrivare ad un risultato che per il Pd sarebbe in qualche modo storico, rappresentare il gruppo nazionale prevalente fra i socialisti eletti a Strasburgo e Bruxelles. Se così fosse l’Italia, dunque Renzi, potrebbe avere più forza per le nomine nelle istituzioni della Ue, anche per il presidente del Parlamento. L’irrilevanza politica del voto euroscettico sarebbe invece determinata dalle regole europee: per fare un gruppo ci vogliono almeno 25 parlamentari, ma soprattutto il gruppo deve accogliere rappre- sentanti di almeno 7 Paesi della Ue. Che Grillo o Marine Le Pen facciano un accordo fra loro o con altri sei partiti viene ritenuto altamente improbabile. C’è poi una possibile consolazione, anche del voto euroscettico, e anche di questo Renzi ha discusso con i suoi: le istanze di riforma della Ue che il governo italiano porterà avanti durante il semestre di presidenza, da un ruolo di- 25,4 La percentuale presa dal Pd alle Politiche 2013 (senza i voti all’estero) verso della Bce ad una costruzione politica più completa, da un Patto sociale che affianchi quelli finanziari allo scorporo di alcuni investimenti dalle regole di bilancio, saranno «tanto più forti quanto meno si potrà fare finta di niente dopo il voto», dicono a Palazzo Chigi. Il voto euroscettico, agli occhi di Renzi, può anche essere, per paradosso, un’opportunità. Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ritiro in Toscana prima del verdetto L’entusiasmo (prudente) dei 5 Stelle pee. Punto di riferimento «rimangono le Politiche» — dicono fonti dei Cinque Stelle —, l’asticella è rappresentata dal quel 25,6% ottenuto a febbraio del 2013. Nessuna ansia anche per il capo politico dei Cinque Stelle per il debutto europeo del Movimento: in passato solo Dc (36,45% nel 1979), Forza Italia (30,62% nel 1994) e Pci (29,57% sempre nel 1979, anno della prima elezione diretta dell’europarlamento,ndr) hanno ottenuto cifre superiori alla soglia del 25%. Dopo settimane di toni accesi, attacchi e invettive, sul blog, ieri, c’è solo qualche accenno di polemica. Spazio, soprattutto, alla ripresa degli interventi in piazza a Roma di Alessandro Di Battista («Questi ragazzi sono fantastici. Sono capaci di farci emozionare», scrive Grillo) e Gianroberto Casaleggio. A dominare mediaticamente tra i commenti dei pentastellati, una volta tanto, non è la Rete ma la carta stampata. L’edizione internazionale del New York Times, infatti, dedica ampio risalto alla campagna elettorale di Grillo, che viene definito dal giornale statunitense un «insorto politico». Il suo «tour al ve- Sul «New York Times» triolo» — come lo definisce l’autore dell’articolo Jim Yardley — finisce in p prima pagina e il quotidiano pone l l’accento sul fatto che un eventuale r risultato deludente dei partiti di gov verno alle Europee «potrebbe aum mentare la pressione per elezioni naz zionali anticipate». Il pensiero però è rivolto non solo agli scenari nazionali, ma anche a a quelli europei. A preq gustare lo sbarco a g Bruxelles è il responB ssabile della comuniccazione Claudio Messsora. In un post sul ssuo blog Byoblu comm menta: «Saremo una sspina nel fianco». «Gli europeisti ad ogni costo (quelli che “il grande sogno dell’Europa” senza se e senza ma) masticano amaro — analizza —. Probabilmente le forze euroscettiche, con varie declinazioni di insofferenza, avranno un peso determinante nel Parlamento europeo». E punge: «Se vogliono un’Europa unita va bene, ci mancherebbe altro, ma le condizioni dovranno mediarle fino all’ultima goccia di sangue». Gli orizzonti saranno svelati presto. A commentare i risultati saranno anzitutto i parlamentari, che hanno fissato il loro quartier generale a Roma (all’hotel Villa Eur): lì a partire dalle 20 attenderanno l’esito del voto. Una maratona notturna che vedrà in prima fila anche un altro dei volti storici del Movimento, Salvo Mandarà, impe- 25,6 Ieri il New York Times ha dedicato un lungo articolo all’ondata di «rabbia» che attraversa l’Europa nei giorni delle elezioni: in primo piano Beppe Grillo. Il quotidiano statunitense ha tracciato un breve excursus dell’ultimo anno dei Cinque Stelle: ora Grillo appare «rinvigorito». Uno «slancio» del Movimento «potrebbe minare Renzi che sta cercando di far passare un pacchetto di riforme economiche ed elettorali in Parlamento» La percentuale presa dal Movimento 5 Stelle alle Politiche 2013 gnato sul webchannel Salvo 5.0, in una diretta continua che potrebbe coinvolgere alcuni esponenti pentastellati e, forse, anche l’entourage del leader. Praticamente certo, però, che non ci sarà nessuna dichiarazione di Grillo fino a un dato definitivo. Poi, almeno nelle speranze, sarà la volta di un altro tuffo in una piazza gremita. Emanuele Buzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Primo Piano 11 italia: 51575551575557 In posa Il leader di FI Silvio Berlusconi davanti al quadro di Pellizza da Volpedo «Quarto Stato» ieri al Museo del Novecento di Milano (Ansa) ROMA — «Ho fatto il possibile. Mi sono impegnato al massimo delle mie forze, e ancora una volta ci ho messo la faccia. Adesso, sono stanco, sfinito...». Così parlava ai suoi Silvio Berlusconi venerdì sera, al termine dell’ultima faticosissima giornata di campagna elettorale «che mi ha visto con le mani legate, impedito nel parlare, nel muovermi: domattina devo andare a Cesano Boscone e sono stremato... Di più davvero non potevo fare». Qualcosa in più, in verità, il leader azzurro l’ha fatta. Come spesso accaduto alla vigilia del voto, ha rotto il silenzio elettorale imposto ai politici per poche ma significative frasi. In mattinata, uscendo dall’istituto Sacra Famiglia dove si reca una volta a settimana per assistere i malati di Alzheimer, ha detto che non votare gli «pesa, effettivamente sì». Ricordando come la sua condanna per la vicenda Mediaset gli sottragga il diritto non solo all’elettorato passivo, Berlusconi Il selfie ma anche a quello attivo. Uno schiaffo che resta insopportabile per lui, protagonista di due decenni di vita politica, che per la prima volta non voterà: «Dopo vent’anni di battaglia per la libertà, di stare in campo per la libertà, essere arrivato ad avere un pericolo da sinistra e un altro pericolo da non sottovalutare che è quello costituito dai 5 Stelle, essere qui a rappresentare l’Italia democratica senza nemmeno avere la possibilità di esprimere un voto, questo francamente mi pesa molto». Forse per questo, nel pomeriggio, ecco la seconda uscita che nessuno si aspettava: una passeggiata in pieno centro assieme alla compagna Silvio Berlusconi a Milano in posa per Francesca Pascale con un passante, Giovanni Toti e la moglie Siria Magri (Ansa) Il commento QUELLE MANI SU BERLINGUER IN UN PAESE SENZA MEMORIA di PAOLO FRANCHI P overo Enrico, questo proprio non se lo meritava. Si può discutere e, nel caso, accapigliarsi sulla sua opera, come sta già avvenendo alla vigilia del trentesimo anniversario della morte. Ma la sua figura no, quella bisognava lasciarla stare, tenerla fuori dalla volgarità dell’orrenda campagna elettorale che ci siamo appena lasciati alle spalle. Anche perché tutto si può dire di Enrico Berlinguer, fuorché sia stato volgare. Invece a Berlinguer è successo: Beppe Grillo che se ne proclama l’erede (e Dio sa come ci sarebbe rimasto lui, se qualcuno glielo avesse predetto…), Matteo Renzi che gli risponde con il più classico (e vieto) dei «giù le mani», Roberto Casaleggio che si appella alla gente di piazza San Giovanni, la stessa in cui Berlinguer festeggiò con grande orgoglio e assieme con grande senso della misura i trionfi elettorali comunisti del 1975 e del 1976, perché gridi alto il suo nome. Per via, manco a dirlo, di quella «questione morale» che già nei primi anni Ottanta il segretario del Pci aveva sollevato (lui avrebbe detto: come «signacolo in vessillo») contro la corruzione politica e, prima ancora, contro la degenerazione del sistema dei partiti, dalla quale solo il suo, in ragione di una connaturata «diversità», sarebbe stato indenne. Ora, è legittimo, forse anche doveroso indignarsi (e chi scrive, se non altro per rispetto della propria biografia, se ne indigna) di fronte alla sola idea di un Berlinguer iscritto a forza in un ipotetico Pantheon del Movimento Cinque Stelle; e pure restare un po’ stupiti, diciamo così, davanti alla pretesa di fare di un leader che fino all’ ultimo giorno di vita si proclamò comunista «per fedeltà agli ideali della giovinezza» un padre nobile del Pd. Ma l’indignazione e lo stupore non aiutano a capire. Viviamo, si dice, in un tempo che non coltiva più da un pezzo la memoria storica e politica. È vero, come testimoniano, per restare al nostro caso, molti dei ragazzi interpellati nelle scena iniziali del docufilm di Walter Veltroni su chi sia mai stato Berlinguer. Ma non è completamente vero. Un tempo a trasmettere la memoria su scala di massa provvedevano, con tutte le loro reticenze, i partiti grandi, medi e piccini, tutti insieme e ciascuno per sé. Adesso che i partiti non ci sono più, e non torneranno, è in primo luogo grazie al web, ma pure a «Mi pesa non poter votare» Poi il bagno di folla in strada una sorta di sbrindellata tradizione orale, e persino alle piazze tornate in auge in primo luogo per merito (si fa per dire) di Grillo, che spezzoni di memoria — ma di una memoria elementare, banalizzata, priva di ogni complessità e di ogni legame con la vita effettivamente vissuta, e per ciò stesso piegabile, manco fosse uno strumento usa e getta, alle logiche della comunicazione quotidiana — vengono, nonostante tutto, tramandati, decontestualizzandoli e spesso stravolgendoli; e in qualche modo si combinano con il presente, lo influenzano e ne vengono influenzati. Una politica priva di ogni capacità di narrazione del mondo e di se stessa se ne appropria e prova a utilizzarli quando serve e come più le aggrada, indifferente a quanto sia credibile l’uso che ne fa. Nella convinzione che La volgarità Grillo e Casaleggio se ne proclamano eredi, Renzi risponde con «giù le mani». Ma bisognava lasciare fuori il segretario pci da una campagna elettorale volgare sia suo diritto scegliersi in libertà le proprie icone del giorno, magari per archiviarle l’indomani. Povero Enrico, uomo di partito (ahi ahi) non riassumibile in un’ intervista a Eugenio Scalfari che pure fece epoca, così storicista da definire il suo marxismo «storicismo assoluto», così pervaso dal realismo e dal senso del limite ma pure, specie nei suoi ultimi anni, da un senso del tragico che i leader politici attuali (non solo Grillo) non sanno neppure dove stia di casa. Non se lo meritava, ma è capitato anche a lui. Fastidio morale e intellettuale a parte, sapremo domani se tirarlo in ballo così sia servito a raccogliere qualche voto in più. Ma intanto non consola, anzi, lascia di stucco, che un trattamento non troppo dissimile Casaleggio lo abbia riservato addirittura a Giovanni XXIII, riproducendone in versione Cinque Stelle l’invito ai fedeli convenuti a San Pietro (chi ha qualche anno sulle spalle lo ricorda come e più dei funerali di Berlinguer) perché, tornati a casa, portassero la sua carezza ai loro bambini. Povero Enrico, povero Roncalli … © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesca Pascale e al candidato-consigliere che tanto ha sostenuto in campagna elettorale, Giovanni Toti con la moglie Siria Magri, che si presenta capolista proprio nel Nordovest. Tra strette di mano e selfie in Galleria, altra battuta sul voto di oggi: «Spero e prego...», il sorriso a mani giunte. Nella convinzione che il tracollo annunciato di FI potrebbe essere evitato, soprattutto se l’affluenza al voto crescerà rispetto alle previsioni. «Siamo sempre il primo schieramento del Paese, è sui numeri complessivi che bisogna fare i conti», insiste il Cavaliere con i suoi in queste ore. Nella speranza che Alfano ottenga un ri- sultato modesto tanto da non poter porre condizioni rispetto ad una futura alleanza, e la Lega venga prima o poi a più miti consigli. Perché il quadro è «in movimento», e il risultato di Renzi (che avrebbe fatto sapere al leader azzurro che o cessano gli attacchi durissimi di Brunetta o salta il dialogo sulle riforme) è cruciale per capire l’esito della legislatura. Insomma «tutto è possibile», anche una campagna elettorale in tempi brevi, o un nuovo patto sulle riforme. Perché che le Europee siano solo «un passaggio» Berlusconi lo dice, ma non ci crede nemmeno lui. Paola Di Caro © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Oggi il voto I leader MATTEO RENZI Asticella oltre il 30% per blindarsi e tenere a bada la minoranza pd I la sfida 8 Domattina saranno vincitori o sconfitti: ecco cosa si aspettano davvero dal voto gli otto leader l voto deve dare una forte legittimazione elettorale all’irresistibile ascesa dell’attuale premier, dopo la spietata defenestrazione di Enrico Letta. Non sarà difficile «schiodare» il suo partito dallo striminzito 25% ottenuto nelle elezioni di un anno fa a guida Bersani. Ma l’unico risultato veramente e inequivocabilmente positivo può essere il raggiungimento di una distanza numerica molto netta con Grillo, per dimostrare che il «nuovo» Pd è in grado di bloccare l’emorragia verso i Cinque Stelle. Renzi è partito a velocità supersonica e l’inizio di una campagna elettorale brillante ha coinciso con una conferenza stampa tambureggiante di slide e 80 euro in busta paga. Negli ultimi giorni, Renzi sembra invece essersi avviato all’inseguimento dell’insultante rivale. Bloccarsi al 30%, risultato eccellente in sé, non garantirebbe la tenuta del governo. E del partito che, oggi silente a apparentemente disciplinato, ricomincerebbe a mormorare e a rumoreggiare. SILVIO BERLUSCONI La prima campagna in difesa Il vero scopo è evitare la catastrofe O ttenere un risultato sui livelli delle elezioni scorse sarebbe per Berlusconi la realizzazione di un miracolo. Per la prima volta in vent’anni, Berlusconi non ha fatto una campagna elettorale napoleonica, che è la sua specialità, mestamente riconosciuta anche dai suoi più veementi nemici. Per la prima volta non è stato lui a dettare «l’agenda» dello scontro elettorale, costringendo i suoi avversari a seguirlo, a inseguirlo, a cercare di imitarlo. Per la prima volta è apparso in difesa titubante (Renzi o non Renzi?), impegnato a frenare l’esodo del voto di centrodestra verso gli approdi grillini. Non è stata solo colpa delle sue disavventure elettorali, ma dell’appannamento di una leadership che nel giro di qualche anno ha portato il partito da un oceanico 38% allo striminzito 20 delle previsioni. Un risultato catastrofico porterebbe Berlusconi a riconsiderare il suo patto con Renzi, con conseguenze inevitabili sulla tenuta parlamentare del governo. La speranza di Berlusconi è che a guadagnare dai suoi guai possa essere il «traditore» Alfano. di PIERLUIGI BATTISTA BEPPE GRILLO Stravince se supera «quota 2013» Poi dovrà reggere le aspettative V ince se non perde nemmeno una frazione di un punto in percentuale. Stravince se va ancora più avanti rispetto alla marcia trionfale di un anno fa. Può dimostrare che la sua mobilitazione è impressionante, implacabile e che i flop nelle elezioni amministrative sono solo il riflesso di una legge da cui non si sfugge: il Movimento 5 Stelle si identifica pienamente con il suo leader supremo e vince solo quando Grillo si presenta nelle piazze. È stato lui a rendere incandescente la campagna, a lanciare accuse roventi, e promettere sfracelli in caso di vittoria. Si è ben guardato dal dire in cosa consisterebbe esattamente la vittoria, lasciando il «vinciamo noi» sufficientemente generico per non ricevere smentite. Se la distanza con Renzi sarà minima, si aprirà per il Movimento una stagione elettorale decisiva in cui l’obiettivo non potrà più essere l’invio di una pur nutritissima pattuglia in Parlamento. Le aspettative troppo alte generano, se non rispettate nei fatti, delusioni altrettanto cocenti. ANGELINO ALFANO MATTEO SALVINI La soglia decide la vita o la morte Sopra il 4% parte la «rifondazione» Più dei voti conta un altro obiettivo: farsi passare ancora per «nuovi» O quorum o disastro. Sotto il fatidico 4 per cento, il destino del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano è destinato a essere quello dell’irrilevanza. Sopra, la possibilità di giocare un ruolo importante nel tentativo di rifondare un centrodestra attualmente tagliato fuori dal nuovo bipolarismo Renzi-Grillo. Una sconfitta elettorale significherebbe per il ministro dell’Interno la certezza che il suo partito non è riuscito nemmeno a scalfire il predominio berlusconiano e che la sua scelta di stare nei governi a guida pd è stata vissuta dall’elettorato di centrodestra come un cedimento «ministerialista», nel ruolo di irrilevante ruota di scorta di Matteo Renzi in questo caso. Se Alfano non riuscirà a intercettare una parte significativa degli elettori di Berlusconi, l’operazione che ha preso avvio nell’ottobre scorso si dimostrerebbe fallimentare. E così la prospettiva di una torsione in senso «moderato» di una coalizione succube del massimalismo estremista. D alla sua, il segretario della Lega, ha la certezza che peggio di come è andata sinora non può andare, e che si può soltanto risalire dal baratro. Bisogna però intendersi sull’entità numerica di questo «meglio». La rincorsa di Marine Le Pen non può nascondere il fatto che tra il Front National francese e la Lega corrono, stando ai sondaggi, molti punti percentuali di differenza. E se per la Le Pen un risultato a due cifre è scontato, per la Lega di Salvini un forte messaggio anti euro e una reiterata campagna contro l’immigrazione devono necessariamente ottenere un ascolto di rilievo. Altrimenti, il mero oltrepassamento della soglia del 4 per cento resterebbe una voce flebile nel grande mare eurofobo del voto grillino. Salvini deve remare controcorrente per fugare la percezione diffusa che la Lega si sia con il tempo incorporata al sistema della corruzione, per colpa delle nefandezze del «cerchio magico». Difficile farsi passare per nuovi, ma è il senso della battaglia disperata di Salvini. GIORGIA MELONI NICHI VENDOLA STEFANIA GIANNINI Basta avvicinarsi al quorum per diventare una forza decisiva Una redenzione per non sparire L’ultimo bivio della sinistra radicale La prova difficile dei centristi in un confronto poco «moderato» U n volto nuovo per un simbolo antico. La battaglia per inserire le insegne della fu Alleanza nazionale nel simbolo dei Fratelli d’Italia è essenziale per calamitare un elettorato di destra traumatizzato dalla mancata fusione con il partito berlusconiano. Il guaio per il movimento di Giorgia Meloni è che per dare un segno forte di identità e di differenziazione con Forza Italia bisogna cercare di farsi largo nell’area già parecchio affollata degli eurofobi e degli euroscettici, occupata massicciamente dal Movimento Cinque Stelle di Grillo e dalla Lega. Dalla sua, il partito della Meloni ha la possibilità di non giocare la partita alla morte per il raggiungimento del quorum: anche un risultato leggermente inferiore, sebbene senza rappresentanza a Strasburgo, potrebbe consentire agli ex An di giocare una partita nei prossimi mesi. Ma deve essere «leggermente inferiore», non troppo, altrimenti la sua appetibilità di alleato verrebbe meno. Sotto il 3, la sconfitta. E x astro nascente della politica italiana, Vendola subisce un certo oscuramento della «narrazione» di cui è stato facondo protagonista negli anni scorsi. Se la trasformazioneredenzione nella lista che si intitola al leader greco Tsipras non riuscirà ad oltrepassare la soglia di sbarramento, si avrebbe, dopo una quindicina di mesi, la conferma di uno svanimento pressoché definitivo della sinistra «radicale» così come l’abbiamo conosciuta dal crollo del muro di Berlino e dalla fine del Pci in poi. La cannibalizzazione dell’elettorato anti-moderato da parte del movimento di Grillo si dimostrerebbe molto più solida e preoccupante di un effimero travaso di voti in libera uscita. Influisce anche la quasi certezza che in caso di elezioni politiche Sel, il partito di Vendola, potrebbe entrare in una coalizione guidata da Matteo Renzi. Il tentativo è almeno quello di condizionare a sinistra l’alleanza con il Pd da parte dei settori piddini più insofferenti al verbo renziano. Altrimenti, tornerebbe l’incubo della scomparsa. L’ area elettorale in senso lato «centrista» rischia di apparire il frutto di un’èra geologica politica passata, anche se molto recente. Il non brillante risultato delle elezioni politiche non ha giovato alla solidità di un progetto che aveva in Mario Monti il suo pilastro. E l’irruzione di Matteo Renzi ha molto eroso uno spazio che aveva un senso più spiccato in presenza di un Pd spostato a sinistra con la direzione di Pier Luigi Bersani. Oggi l’impresa di raggiungere il quorum per poter accedere a Strasburgo appare quasi proibitiva, anche se Stefania Giannini, importante ministro della compagine governativa presieduta da Renzi, ha più volte tentato di marcare una differenza con l’«ortodossia» giovanilista del governo. Oggi, per colpa anche di una campagna elettorale dominata dall’intemperanza, il messaggio moderato del movimento montiano appare molto più debole che in passato. Senza un’affermazione decisa, per i centristi si aprirà una fase molto tormentata di riflessione. Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Primo Piano 13 italia: 51575551575557 I cinque in corsa per la Commissione Ue Oggi il voto Gli scenari Jean-Claude Juncker Martin Schulz Lussemburghese, 59 anni, primo ministro del suo Paese dal ‘95 al 2013, presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013. È il candidato del Partito popolare europeo (Ppe) alla presidenza della Commissione europea e in Italia è sostenuto da Forza Italia e dalla lista che unisce Ncd e Udc Alexis Tsipras Tedesco, 58 anni, è stato presidente del gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici a Strasburgo e lo scorso 17 gennaio è stato eletto presidente del Parlamento Ue. Candidato del Partito dei socialisti europei (Pse), in Italia è sostenuto dal Pd Guy Verhofstadt Greco, 39 anni, leader del partito della sinistra radicale Syriza e candidato a Strasburgo per il Partito della sinistra europea: la sua candidatura è sostenuta in Italia dalla lista L’Altra Europa per Tripras, sostenuta da Sel, Azione civile, Rifondazione comunista e altre formazioni DAL PRESIDENTE UE FINO AL MUTUO CHE COSA È IN GIOCO DENTRO L’URNA Prima elezione (quasi) diretta: ma contano gli equilibri tra i governi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Si scherza spesso sull’Europa che misura i cetrioli, o controlla la qualità delle banane. E lei, l’Europa, a volte se lo merita. Ma il voto di oggi, forse come non mai, non è uno scherzo: avrà effetti seri, e diretti, sulla vita quotidiana di mezzo miliardo di cittadini, quasi 60 milioni dei quali italiani. Primo. Fra pochi giorni o poche settimane ci troveremo davanti un nuovo interlocutore al vertice della Commissione europea. Sarà espresso per la prima volta dall’Europarlamento neo-eletto, e sarà un segno finora inusitato di democrazia nella Ue (anche se bisogna essere realisti: gli accordi e gli equilibri di forza fra i governi, Germania e Francia in testa, tracceranno quasi sempre la strada maestra). Al nuovo presidente della Commissione, e ai suoi colleghi, l’Italia darà assicurazioni e chiederà risposte come già fatto con i loro predecessori: possiamo allargare un poco i cordoni del deficit? («mai chiesto», giurano a Roma, ma a Bruxelles c’è chi dice di aver sentito molto bene); oppure: «il pareggio di bilancio lo faremo nel 2016»; o ancora: «i fondi per i bonus da 80 euro ci sono, la copertura è assicurata anche per il 2015 e oltre» (ma a Bruxelles allignano i san Tommaso, cioè gli increduli, e non si può far finta che non esistano). Le risposte dipenderanno naturalmente da chi siederà nella poltrona del neopresidente: se sarà il popolare Jean-Claude Juncker, o il socialista Martin Schulz o il liberaldemocratico Guy Verhofstadt, Roma dovrà giocare carte diverse. Ma in ogni caso, dovrà ricordare per esempio che Schulz e Junker sono entrambi — pur lontani fra loro ideologicamente — vicini ad Angela Merkel. E dovrà forse evitare proclami come quelli delle ultime settimane: «An- dremo in Europa a spiegare le nuove regole...». Anche perché in quella stessa nuova Commissione avremo anche noi un commissario, e dal primo luglio avremo anche la presidenza di turno della Ue, per sei mesi: grandi occasioni, grandissimi rischi se prevarranno solo le parole. Forse questa sarà anche l’occasione per (ri)apprezzare quanto la vituperata Ue ha saputo darci: se non ci occorre più un mutuo in banca per pagare una telefonata fatta mentre stiamo all’estero, è merito della Ue e non certo di questo o quel governo; se l’Internet a banda larga si diffonderà sempre più liberandosi dalle pastoie attuali, lo dovremo soprattutto alle sollecitazioni della Ue; se certe compagni aeree private non ci faranno più pagare come extra anche uno starnuto, bisognerà ringraziare la Ue e non un singolo governo. Ma prima di tutto questo, oggi, stanotte, c’è la questione politica del vo- Ska Keller Belga, 61 anni, primo ministro del suo Paese dal ‘99 al 2008. Dal 2009 è presidente dell’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde) al Parlamento Ue. Alle elezioni è sostenuto dalla lista Scelta europea, che riunisce Scelta civica, Centro democratico e Fare per fermare il declino La vita quotidiana Da Bruxelles dipende molto della nostra vita quotidiana. Tante le piccole conquiste negli anni Populisti e unanimità Cresceranno i partiti anti euro. Ma le decisioni più importanti sono assunte all’unanimità dai 28 Paesi to «anti». Molti sondaggisti prevedono ovunque un’impennata di schede euroscettiche, o anti-europeiste, addirittura fino al 25-30% dei voti. Se questo avverrà anche da noi, e soprattutto se le schede euro-scettiche si combineranno all’astensionismo, cambierà probabilmente l’immagine che Bruxelles — a ragione o a torto — ha cucito addosso all’Italia. Già scheggiata dalla cavalcata di governi in una manciata d’anni, e dal bubbone del debito pubblico, quella stessa immagine potrebbe divenire ancor più inconsistente e perdere un altro poco di quello che la Ue le chiede: la stabilità. Parola a volte derisa a Roma, ma presa molto sul serio a Bruxelles. Meno stabilità, anche se solo esteriore, vorrebbe dire meno possibilità che la futura Commissione europea si fidi di noi: e che creda a quelle assicurazioni di cui si parlava prima. Però bisognerà anche ricordare, almeno per una volta, ciò che qui a Bruxelles o a Strasburgo si vede e si sente benissimo: ben più che le parole di Grillo, un altro fattore ha eroso in questi anni nella Ue la nostra immagine, e si chiama corruzione. Negli ultimi giorni, la rassegna stampa con le cronache dell’inchiesta Scajola dominava sulle scrivanie di molti corrispondenti stranieri, e di altrettanti funzionari Ue. Per non parlare, nei giorni precedenti, del caso Tedesca, 32 anni, alle elezioni del 2009 è entrata a far parte del Parlamento europeo per il partito Alleanza ‘90 - I Verdi, che aderisce ai Verdi europei: la sua candidatura alla presidenza della Commissione Ue è sostenuta nel nostro Paese dalla lista Green Italia-Verdi europei Expo 2015. Ma quanto conterà e che cosa potrà fare davvero, ammesso che certe previsioni si avverino, l’ondata populista nella Ue? Sarà tutto da vedere. Perché l’inno grillino, «uno vale uno», trova ai vertici della Ue una traduzione opposta: «uno è nessuno», e «28 sono 28» nel senso di Paesi: nelle materie più importanti vale la regola dell’unanimità fra i governi. Nella tassazione, nella sicurezza e nella protezione sociale, nell’adesione di nuovi Stati alla comunità, nella politica estera e di difesa, si decide tutti insieme. Il che vuol dire anche che uno può bloccare tutti, con un bel veto: ma non è forse questo, il vero obiettivo di Marine Le Pen, o di Nigel Farage, e dei loro alleati. Ben più pragmatici di quanto appaiano, ripetono: vogliamo cambiare l’Europa. E: via dall’euro. Ma sanno bene che, per cambiare l’Europa, bisognerà prima governarla, cioé negoziare per averne il governo. E anche per uscire dall’euro (ma sarebbe in ogni caso impossibile, restando nell’Ue, a meno di non stracciare i Trattati europei), non basterà un grido solitario. Fra poche ore si aprono le urne, stanotte sapremo tutto. E questa volta, non è uno scherzo. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 15 italia: 51575551575557 # Esteri ✒ Conflitto Il reporter, 30enne piacentino, aveva fondato il collettivo Cesura: sempre in prima linea L'analisi LA RICONFERMA DI SISI: LE MANI DEI MILITARI SULL’ECONOMIA EGIZIANA Dal nostro inviato al Cairo CECILIA ZECCHINELLI D Filorusso Un militante filorusso armato dietro una barricata nella città di Sloviansk, nell’Est del Paese: nella vicina Andreevka è stato colpito il fotoreporter italiano Lavorava sul fronte orientale alla vigilia del voto DAL NOSTRO INVIATO di potere, cercano la legittimazione nelle elezioni presidenziali, superando anche il boicottaggio dell’Est. La figura che dovrebbe fare riemergere l’Ucraina da due mesi di apnea politico-giuridica è quella di Petro Poroshenko, nato 48 anni fa a Bolhrad, vicino a Odessa, patrimonio valutato 1,6 miliardi di dollari, professione oligarca, politico parttime e ora candidato-presidente accreditato dai sondaggi di un consenso intorno al 48-50%. Se dovesse raggiungere la maggioranza assoluta vincerebbe al primo turno, risparmiando agli elettori il ballottaggio previsto per domenica 15 giugno. È l’ipotesi su cui puntano anche i governi europei, a comin- ciare da quello tedesco, sponsor dell’alleanza tra Poroshenko e la formazione dell’ex pugile Vitali Klitschko. Yulia Tymoshenko, 53 anni, trascina con intatta energia il suo mito di figura simbolo della rivoluzione arancione del 2004 e di perseguitata politica, ma non incanta più i suoi concittadini. Le previsioni la danno al 12-13%. L’outsider, l’ex banchiere ed ex ministro, Sergey Tigipko, 54 anni, probabilmente non arriverà neanche all’8%. Tutti gli altri 18 pretendenti non hanno e non faranno storia. Toccherà a Poroshenko, dunque, già da domani o fra tre settimane, sedersi sulla poltrona più scomoda d’Europa in questo momento. L’imprenditore ha concluso la campagna elettorale a Dnepropetrovsk, la città sul fiume Dnepro ormai considerato il confine interno del Paese. Da lì in poi, spingendosi verso Est, i filorussi aspettano, letteralmente, con i fucili spianati. Tocca a Kiev verificare se lo Stato ucraino esiste ancora nel bacino del Donbass. Ieri sera a Donetsk sventolava una sola bandiera con i colori nazionali giallo e azzurro, avvinta alla lunga stele in memoria dei caduti della Seconda guerra mondiale, in piazza Lenin. Poroshenko dovrà partire da qui, da quel drappo superstite. Non sarà facile, perché gli elettori lo voteranno per esclusione, come il meno peggio, tra il folto gruppo dei pre- La presidente della Camera Boldrini, missione negli Usa Giuseppe Sarcina © RIPRODUZIONE RISERVATA Seggi Ultimi preparativi al seggio di Dobropillia, regione di Donetsk. Oggi in Ucraina si svolgono le presidenziali: un voto per ridare stabilità al Paese Ucraina, spari sui giornalisti Colpito un fotografo italiano DONETSK — Stasera l’Ucraina potrebbe avere un nuovo presidente, ma non la pace nel Paese. Ieri gli scontri tra miliziani ed esercito ucraino sono continuati ad Andreevka, a pochi chilometri da Donetsk e Sloviansk. È stato colpito anche un fotoreporter italiano, identificato in tarda serata come il trentenne piacentino Andrea Rocchelli, che viaggiava con un attivista russo. A notte fonda la Farnesina stava ancora verificando la notizia diffusa dall’agenzia Interfax: il giornalista italiano sarebbe stato ucciso con il suo interprete. Coinvolto anche il fotografo francese William Roguelon, rimasto ferito, che ha raccontato di un vero e proprio bombardamento: «Prima abbiamo sentito colpi di kalashnikov che fischiavano. Poi sono piovuti i colpi di mortaio tutt’intorno». Rocchelli, impegnato in passato con l’agenzia Grazia Neri e lo studio di Alex Majoli, è tra i fondatori del collettivo fotografico Cesura.it: dal Daghestan all’Ucraina, sempre in prima linea. In questo clima di tensione, i due mondi paralleli, le due piazze, le due barricate, Kiev e Donetsk, i filoeuropei e i pro russi, oggi si incrociano pericolosamente. I partiti della capitale, o forse sarebbe meglio dire i movimenti mescolati ai clan tendenti. Il suo sarà un mandato strappato sull’onda dell’emergenza, non della popolarità. Basta osservare il giudizio deprimente dell’opinione pubblica raccolto da una ricerca pubblicata dalla stampa ucraina: solo il 30% degli interpellati ritiene Poroshenko una persona «trasparente». Il futuro presidente è un prodotto dell’antico regime, una di quelle personalità anfibie tra politica e affari il cui modello insuperato resta proprio il predecessore spodestato, Viktor Yanukovich. Poroshenko è stato ministro sia con Yanukovich sia con Tymoshenko, quando era già uno degli industriali più conosciuti (e più ricchi) del Paese. Ha cominciato, così narra la sua agiografia ufficiale, con un’intuizione brillante: importare semi di cacao negli anni 80, diventandone il fornitore dell’Unione sovietica. Soldi facili, come quelli che si possono accumulare operando in regime di monopolio. I super profitti sono stati investiti nell’industria pesante, nei servizi finanziari e, come da manuale del perfetto oligarca, nella televisione. L’Ucraina e l’Europa ora puntano su di lui. Poroshenko confermerà l’attuale primo ministro Arseniy Yatstenyuk per dare continuità alla rifondazione dello Stato. Ma prima di arrivare al tavolo con Vladimir Putin dovrà regolare in qualche modo le cose con le milizie armate del Pravy Sector, il Settore destro, che presidia piazza Maidan e occupa da tre mesi l’albergo Dnepro (senza per altro pagare il conto). Il suo leader, Dmytro Yarosh, 42 anni, si è anche candidato alle presidenziali. È dato al decimo posto, con un irrilevante 1%. Ma le sue falangi sono un rischio per la pace, come gli armati filorussi dell’Est. omani e dopo gli egiziani eleggeranno Abdel Fattah Al Sisi loro presidente. Non ci sono dubbi sulla vittoria dell’ex capo dei servizi militari che da luglio regge de facto l’Egitto dopo aver deposto Mohammed Morsi, unico raìs dalla fine della monarchia a non provenire dall’esercito. Il solo sfidante, il socialista Hamdeen Sabahi, non ha chance. Il vero rivale di Al Sisi sarà l’astensione. E non tanto perché pochi sperano ormai nella democrazia dopo la fallita Rivoluzione del 2011, ma perché la crisi economica è travolgente, la miseria sempre più diffusa, la fiducia che cambi qualcosa scarsa. Al Sisi non ha fatto comizi né ha annunciato programmi precisi. Ha detto che «per la democrazia ci vorranno 25 anni» ma in cambio ha promesso «sicurezza e stabilità economica». Se la prima è relativamente facile da imporre, annullando ogni oppositore o presunto tale (decine di migliaia sono in cella, centinaia sono stati uccisi) e riportando nelle strade la polizia e più discretamente i militari, la seconda è un obiettivo ambizioso. «Da tre anni deficit e debito pubblico aumentano, ora sono al 14 e al 100% del Pil. Il turismo e gli investimenti privati locali e esteri sono crollati. La crescita è stata in media del 2% mentre Controllo disoccupazione e inflazione sono salite», sintetizza «L’esercito è uno l’economista Mohammed Stato nello Stato: Samhouri. Che fare? La ricetta ora vuole gestire di Al Sisi è la militarizzazione. tutto direttamente» Non proclamata ma indicata da molti segnali. «L’esercito già controlla il 40% dell’economia e quasi il 90% della terra, ha fabbriche di pasta e tv, hotel, ospedali, petrolio. Da tempo è uno Stato nello Stato, senza controlli, ma ora vuole gestire direttamente il Paese», dice Ayman Ahmed, giornalista di Al Watan. A partire dai fondi del Golfo, che ha stanziato 15 miliardi di dollari in aiuti dopo il golpe contro l’odiato Morsi e sta varando progetti faraonici. Come quello firmato in marzo per un milione di alloggi in 48 nuove città nel deserto (costo: 40 miliardi di dollari) o quelli previsti per sviluppare il canale di Suez, a cui ancora ne seguiranno grazie alla nuova legge che elimina le gare di appalto. Tutto gestito dai militari il cui fine è aumentare il proprio «impero» creando intanto redditi e occupazione. Non potrà fare tutto da solo, l’esercito. Da mesi ha infatti intensificato i rapporti con i grandi uomini d’affari, dal magnate delle telecom Sawiris al re della ceramica Abul Enein. A questi ultimi, Al Sisi avrebbe anticipato aumenti fiscali vista l’emergenza, così come per le classi medie si sta profilando la fine dei sussidi di cui godono il 70% degli egiziani e che solo per la benzina costano allo Stato 19 miliardi di dollari l’anno. Solo per i poveri (circa il 40% della popolazione) ci sarà qualche aiuto. In parallelo i militari si stanno rafforzando nell’apparato statale, dalle province ai ministeri, per frenare la corruzione esplosa sotto Sadat e peggiorata con Mubarak, per tentare di salvare il Paese dalla bancarotta e evitare nuove rivolte. «Nessuno più pensa ai diritti umani, conta solo la crisi economica», dice Amir Salem, avvocato di molti oppositori. «Ora l’esercito avanza su tutto come un treno, sostenuto dal grande business e dagli uomini del vecchio regime mubarakiano. Ma dubito che andrà lontano, anche lì ci sono corruzione e interessi privati. Al Sisi sta rischiando molto promettendo la stabilità. Staremo a vedere». NEW YORK — Un incontro-riunione con imprenditori italiani impegnati a New York nel settore della tecnologia ha concluso la missione della presidente della Camera Laura Boldrini negli Stati Uniti, iniziata martedì a Washington con una serie di colloqui istituzionali. Nella capitale — oltre ai vertici del Congresso, come la democratica Nancy Pelosi e lo Speaker repubblicano John Boehner —Boldrini ha incontrato tanti italiani, «giovani immigrati di nuova generazione, che sono scienziati, ricercatori, o che avviano start-up» e «che oggi contribuiscono a rendere grande questo Paese». Ieri, visita al memoriale dell’11 Settembre, attentato in cui, ha sottolineato, «persero la vita tremila persone provenienti da 90 Paesi diversi». © RIPRODUZIONE RISERVATA 16 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Cronache Genova Il mediatore e i soldi arrivati a Lugano: «Non sapevo la provenienza». La procura valuta i danni alla società Carige, ora s’indaga sul falso in bilancio La banca e l’Abi accelerano i tempi per l’uscita di Berneschi che è ai domiciliari GENOVA — Sta valutando le carte ma l’intenzione è di rispondere al giudice e «spiegare tutto», fa sapere il banchiere settantenne Giovanni Berneschi dagli arresti domiciliari: «È scosso, il suo stato d’animo è inimmaginabile» dice il suo avvocato, ma è pronto a difendersi. Su Berneschi, soprannominato il Magro nella valanga di intercettazioni della Guardia di Finanza, si è abbattuta l’accusa di aver truffato la «sua» banca, la Carige, architettando insieme all’ex ad del ramo assicurativo Carige Vita Nuova Ferdinando Menconi e al faccendiere Ernesto Cavallini vendite immobiliari con perizie gonfiate. La compagnia assicurativa comprava da società di Cavallini immobili iper-valutati. Le plusvalenze finivano in società transnazionali che facevano occultamente capo a Berneschi e Menconi. Lo stesso schema si è ripetuto — secondo i pm Nicola Piacente e Silvio Franz — più volte, il danno, negli anni, per Banca Carige sarebbe valutabile intorno ai TRIBUNALE DI BARI V^ Sezione Civile Il giudice, dott.ssa Marina Cavallo, a scioglimento della riserva assunta, ha pronunciato la seguente ORDINANZA P.Q.M. 1) accoglie la domanda e, per l’effetto, inibisce alle società Zanzar Sistem s.p.a. e MV Line s.p.a. la produzione, commercializzazione, pubblicizzazione, esportazione ed ogni altro uso delle zanzariere denominate “Plana”, “Free Line”, “Free Line” anche nel modello Codice Articolo “Plana”, “Magnetica” “Nova Magnetica” e “Linda”, per quanto di rispettiva competenza, in quanto interferenti con i brevetti nella titolarità della società Effe s.r.l.; 2) dispone il sequestro nei confronti delle resistenti, da eseguirsi presso le rispettive sedi, pertinenze, magazzini, stabilimenti e spacci nella loro titolarità o presso terzi che ne abbiano la disponibilità dei modelli di zanzariera indicati sub 1) nonché di tutto il materiale pubblicitario e di tutta la documentazione contabile relativa alle suddette violazioni; 3) ordinato inoltre il ritiro dal commercio dei prodotti indicati sub 1); 4) fissa a titolo di penale per ogni successiva violazione nonché per ogni giorno di ritardo nella esecuzione del provvedimento la somma di € 400,00; 5) dispone la pubblicazione del presente provvedimento o del suo dispositivo nei quotidiani “Corriere della Sera” e “la Repubblica” e sul periodico specializzato “Nuova Finestra” a cura di Effe s.r.l. ed a spese delle resistenti in solido tra loro; 6) spese al definitivo. Bari, 12.7.2013 Il giudice estensore Dott.ssa Marina Cavallo Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano 120 milioni di euro. Ora sono in via di notifica nuovi avvisi di garanzia e — ad eccezione di alcune posizioni minori riferite ancora all’ordinanza di giovedì scorso — questa volta nel mirino c’è lo straordinario credito ottenuto fino alla caduta di Berneschi, il settembre dello scorso anno, da Ernesto Cavallini. Falso in bilancio e false dichiarazioni al pubblico (gli azionisti) e agli organi di vigilanza, sono le nuove ipotesi di reato. Le domande che si pongono gli inquirenti sono le stesse di Bankitalia nel suo durissimo report del 2013 concluso con la richiesta di un «ampio ricambio» nella governance della banca: perché Cavallini otteneva prestiti per decine di milioni di cui nessuno chiedeva la restituzione? Perché la compagnia assicurativa allargava sempre più il deficit con operazioni immobiliari oscure e perché nessuno pareva capace di intervenire? Cavallini è l’uomo che nel 2006 acquistò immobili per 620 mila euro e nel giro di ventiquattro ore li rivendette a Carige Vita Nuova a 8,9 milioni di euro, l’operazione Portorotondo che i magistrati ora vogliono riprendere in mano. Intanto la Carige e l’Abi, di cui Berneschi è vicepresidente, stanno prendendo le distanze: Carige indicherà mercoledì il Le accuse dei pm e l’associazione Le ipotesi di truffa e di riciclaggio I punti Il blitz e gli arresti voluti dai magistrati Dirigente Giovanni Berneschi, 76 anni, ex presidente di Banca Carige. L’Abi di cui è vicepresidente si appresta ad allontanarlo (Salmoirago) AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DELLA PROGRESSO SRL I sottoscritti Commissari Straordinari Prof. Alberto FALINI, Avv. Franco LA GIOIA e Dott. Renato NIGRO AVVERTONO che presso lo studio del Notaio Dott. Massimo De Mauro Paternò Castello, in Ferrara Viale Cavour n. 142, scala “A”, primo piano, tel. 0532/248438-202930 saranno posti in vendita i seguenti immobili: Complesso immobiliare sito a San Biagio di Argenta, via Buriona n. 5, distinto al C.F. del Comune di Argenta al foglio 146 mappale 168 sub. 5 graffato con i mappali 297, 303 e 304 (A/3 cl. 2° vani 6), sub 6 (A/10 cl. 2° vani 6), sub. 7 (A/3 cl. 2° vani 7), sub. 8 (A/3 cl. 2° vani 7,5), sub. 9 (C/2 cl. 2° mq. 125) e sub. 10 (bene comune non censibile); con variazione n. 69791 del 25.02.1991 sono stati variati i subalterni mantenendo i sub. 7 e 10, anche come descrizione, sopprimendo il sub. 5, graffato con i mappali 297, 303 e 304, il sub. 6, il sub. 8 ed il sub. 9 e costituendo il sub 11 (ufficio), il sub 12 (abitazione) il sub. 13 (locali di deposito) ed il sub. 14 (vano comune ai sub. 7 e 12); sono altresì comprese autorimesse distinte con il mappale 192 sub. 1, 2, 3 e 4 ed un capannone distinto con il mappale 370. Trattasi sostanzialmente di complesso immobiliare destinato ad attività commerciale e civile abitazione, costituito da una palazzina uffici, due appartamenti con scantinati, un capannone e un fabbricato con n. 4 autorimesse, compresi impianti generali e industriali, il tutto come meglio specificato nella perizia redatta dal Dott. A. Sichirollo in data 31/08/2004 e nella perizia di conformità edilizia redatta dal Dott. Ing. M. Rubin in data 29/07/04. Alcuni impianti, elettrici ed idrotermosanitari, risultano essere comuni alle diverse unità. Si segnala, inoltre, l’esistenza delle seguenti difformità rispetto agli elaborati grafici delle concessioni edilizie rilasciate: addossato alle autorimesse è stato edificato un box in metallo e legno che potrebbe essere sanato con una spesa di circa €. 1.000,00; sul retro del capannone industriale è stato realizzato un box in muratura che non risulta sanabile in quanto a distanza dal confine inferiore alla minima consentita; nell’abitazione sub. 7 è stata realizzata la demolizione parziale di una tramezzatura sanabile con D.I.A. in sanatoria ai sensi dell’art. 37 del D.P.R. 380/2001 e pagamento di un’oblazione di € 1000,00. il tutto nello stato di fatto e di diritto in cui si trova al momento della stipula del contratto di vendita, libero da persone Le formalità pregiudizievoli saranno cancellate a cura e spese dell’aggiudicatario, previa istanza, ai sensi dell’art. 64 del D. Lgs. n. 270/99. Prezzo base d’asta Euro272.769,00 (duecentosettantaduemilasettecentosessantanove,00) più IVA se dovuta Condizioni di Vendita a) al prezzo base d’asta indicato oltre IVA se dovuta b) Chi eventualmente interessato dovrà far pervenire l’offerta d’acquisto in busta chiusa, firmata sui lembi, contenente l’indicazione della somma offerta, che non potrà essere inferiore al prezzo base d’asta, ed i dati dell’offerente. Sulla parte esterna della busta dovrà altresì essere apposta la dicitura “offerta relativa al complesso immobiliare di Progresso srl con l’eventuale indicazione del lotto” I dati dell’offerente dovranno comprendere oltre a quelli anagrafici, il numero di codice fiscale e l’eventuale partita IVA; per le società dovrà inoltre essere fornita la prova della capacità del firmatario l’offerta di poter impegnare la medesima all’acquisto. L’offerta dovrà essere corredata da assegni circolari intestati a Progresso srl in A/S nella percentuale pari al 20% (venti per cento) della somma offerta a titolo di deposito cauzionale infruttifero, nonché assegni circolari intestati come sopra pari al 10% (dieci per cento) del prezzo offerto a titolo di acconto sulle spese di trasferimento. La presentazione dell’offerta comporta l’automatica accettazione del bene visto e piaciuto nello stato di fatto e di diritto in cui si trova. c) Le buste dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del giorno 11/07/2014 presso lo studio del Notaio Massimo De Mauro Paternò Castello sito in Ferrara, Viale Cavour n. 142, scala “A”, primo piano. d) Alle ore 16.00 dello stesso giorno 11/07/2014 si procederà all’apertura delle buste. e) In caso di presentazione di unica offerta l’immobile sarà immediatamente aggiudicato all’offerente, fatta salva l’autorizzazione che dovrà essere rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico. f) In caso di presentazione di più di un’offerta si procederà ad una gara tra gli offerenti che si terrà il giorno 23/07/2014.alle ore 15.00 presso lo Studio del Notaio Massimo De Mauro Paternò Castello in Ferrara, Viale Cavour n. 142, scala “A”, primo piano, con le modalità di cui all’art. 581, commi 2, 3, 4 del C.P.C.. In tale gara il prezzo base dell’incanto sarà costituito dalla maggiore offerta pervenuta nella seduta del (punto C) 11/07/2014 e le offerte in aumento dovranno essere non inferiori al 5% (cinque/00) di tale offerta. Al termine della gara l’immobile sarà aggiudicato al miglior offerente, fatta salva l’autorizzazione che dovrà essere rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico e saranno restituiti gli assegni depositati da chi non è risultato aggiudicatario. g) Il saldo del valore di aggiudicazione dovrà essere versato a mezzo di assegni circolari intestati a Progresso srl in A/S contestualmente alla stipula dell’atto pubblico di trasferimento della proprietà del complesso immobiliare che dovrà avvenire, semprechè sia stata rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico l’autorizzazione, entro e non oltre 30 (trenta) giorni decorrenti dal giorno 11/07/2014 in caso di aggiudicazione di cui alla lettera e) e dal giorno 23/07/2014 in caso di aggiudicazione di cui alla lettera f) presso lo studio del Notaio Massimo De Mauro Paternò Castello sito in Ferrara, Viale Cavour n. 142, scala “A”, primo piano, pena la rivendita del bene in danno dell’inadempiente. h) Le imposte, tasse e competenze dovute al Notaio per la predisposizione e redazione dei verbali d’asta nonché quelle relative all’atto pubblico di trasferimento di proprietà dell’immobile sono a totale carico dell’aggiudicatario. i) Le formalità pregiudizievoli saranno cancellate a cura e spese dell’aggiudicatario, previa istanza, ai sensi dell’art 64 del D. Lgs n. 270/99. Per ogni ulteriore informazione, anche relativa allo stato di fatto e di diritto del complesso immobiliare e per visionare lo stesso, rivolgersi alla PROGRESSO SRL in Amministrazione Straordinaria con sede in Argenta (FE), Via Nazionale Ponente 78 - Dott. Roberto Borzelli - tel. 0532/319601 Su ordine della procura di Genova sono stati spiccati sette ordini di arresto fra cui Giovanni Berneschi, già presidente di Carige e Ferdinando Menconi, ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova Secondo le tesi dei magistrati, gli indagati avrebbero fatto parte di un’associazione a delinquere di carattere transnazionale che operava in vari Paesi tra cui Italia, Spagna e Svizzera Sempre secondo l’accusa la finalità dell’associazione era perpetrare truffe ai danni di Banca Carige e di Carige Vita Nuova, il successivo riciclaggio e reinvestimento dei proventi illeciti suo nuovo rappresentante e Abi giovedì provvederà alla decadenza e alla nomina del sostituto. Certo fra le molte brucia quell’intercettazione in cui il vicepresidente di Abi cerca uno «spallone» per portare soldi in Svizzera. Ieri, durante l’interrogatorio in carcere Vallebuona, il commercialista, e Calloni, l’uomo-schermo nelle società possedute occultamente da Berneschi, hanno fatto scena muta. «Non ho preso mai soldi - ha fatto sapere Vallebuona - e da Berneschi non ho neppure accettato il suo olio in regalo». Ha risposto invece l’avvocato svizzero Davide Enderlin ma solo per dire che lui si è limitato a fare «il professionista» movimentando soldi di cui ignorava la provenienza. Avrebbe conosciuto Berneschi solo il 14 gennaio di quest’anno. Quando i pm gli hanno fatto presente che nella primavera del 2006 la società di Cavallini dopo aver venduto a Carige Vita Nuova l’albergo Pisana inviò bonifici per 15 milioni di euro allo studio Enderlin, destinati a una società di Berneschi, l’avvocato si è limitato a dire che «forse quella era una pratica di mio padre, non mia». Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA I protagonisti Chi sono i personaggi di cui si circondava il banchiere ligure I marlin e i soldi nei paradisi fiscali La pesca miracolosa del faccendiere Abbronzato, infradito inforcate, il «señor Caloni», come lo chiamano a Lanzarote (Canarie), contempla soddisfatto i suoi tre giganteschi marlin appesi alla Hard Hatt, la barca per pesca d’altura: un gioiellino da 70 piedi, due motori da 2.000 cavalli «equipaggiato con il top dell’elettronica moderna», quattro camere matrimoniali con bagno, aria condizionata, «lussuosamente arredato». Ha appena vinto una gara di pesca. Festa, brindisi, premiazione, strette di mano, foto ai marlin penzolanti, la gioia della moglie Maria. Era l’estate scorsa. Gli azionisti Carige non lo sanno ma il «Caloni» si è fatto la barca anche con i loro soldi. Alcune vicende e retroscena a margine dell’inchiesta genovese sulle presunte truffe al gruppo Carige aiutano a capire ambiente e personaggi. 5,6 I milioni di euro finiti attraverso una società svizzera a Berneschi e Menconi nel 2009 Il faccendiere in barca La signora Maria altri non è che Maria Imelda Bellini Dominguez «coniuge e prestanome» – così definita nel- l’ordinanza del Gip genovese – del «señor Caloni» cioè Sandro Maria Calloni, 64 anni, in carcere, «fiduciario di Berneschi Giovanni», 76 anni, agli arresti domiciliari, ex numero uno della banca. L’Hard Hatt, la barca della pesca miracolosa, è di proprietà della Dustin, una fiduciaria svizzera crocevia di molte operazioni ritenute illecite di Berneschi & c. La barca è stata comprata ed è mantenuta anche grazie ai proventi delle truffe ai danni degli azionisti Carige. Dustin, per esempio, ha coperto i reali proprietari della finanziaria svizzera Balitas che ha venduto a Carige Vita, a prezzi gonfiati, una partecipazione nelle agenzie assicurative del gruppo. Una truffa da 5,6 milioni, secondo gli inquirenti, finiti nel 2009 nelle tasche dei veri proprietari di Balitas: Berneschi e il suo sodale Ferdinando Menconi, 70 anni, agli arresti domiciliari, per anni capo delle assicurazioni del gruppo. In Carige si sapeva da anni, ben prima del 2009, dell’esistenza di Balitas e vi erano sospetti ma anche qualche traccia tangibile che facesse capo a qualcuno molto Come Hemingway La barca che Calloni usava per la pesca del marlin. È lo stesso pesce al centro del romanzo di Ernest Hemingway Il vecchio e il mare (a destra lo scrittore americano) in alto nel gruppo. Come tutti erano a conoscenza delle operazioni immobiliari sospette i cui profili illeciti oggi vengono contestati dalla procura. Negli ultimi 13 anni non una ma almeno 20 volte Isvap-Ivass e Banca d’Italia, oltre agli organi di informazione, hanno messo sotto gli occhi di decine di amministratori succedutisi alla guida delle compagnie assicurative e della banca, l’evidenza solare di operazioni sospette e palesemente in danno del gruppo. Il potere di Berneschi teneva tutti a bada. Rarissime le voci discordanti nel cda. Il record di Cavallini Era poi un fatto e non una chiacchiera che le pratiche di fido verso Ernesto Cavallini fossero molto agili. Cavallini è il tipo di cliente che una banca seria metterebbe alla porta. Condannato per bancarotta (si sapeva da anni), gestore di holding estere per eludere controlli e fisco (cosa nota), insolvente. Ora emerge come componente fondamentale della «squadra» che succhiava soldi a Carige vendendole immobili «normali» a prezzi da Piazza di Spagna. Cavallini ha addirittura stabilito il record di vedersi recapitare due ordini d’arresto in due giorni: giovedì 22 maggio per le ipotesi di truffa a Carige e il giorno prima per un’altra maxi-inchiesta. È una truffa anche questa, da 600 milioni, orchestrata da Alberto Micalizzi, ex docente di finanza ribattezzato il «Madoff della Bocconi». Cavallini avrebbe fatto sparire soldi in matrioske societarie tra Lussemburgo e Svizzera. Gli affari milanesi L’inchiesta genovese sembra destinata ad ampliare gli orizzonti. È possibile, per esempio, che la fiduciaria Dustin, quella della barca, ma anche la spagnola Vanador (gestita formalmente dalla moglie di Calloni) riservino qualche sorpresa. C’è un comparto di investimenti milanesi tutto da mettere a fuoco. Immobili anche di grandi metrature in varie zone riconducibili a società partecipate da Menconi (in una delle quali ha iniettato liquidità sua per 12,5 milioni) e da Dustin e Vanador. Ma intanto fino a novembre 2012 Menconi aveva ancora mandati d’agenzia e almeno una linea di credito da 1 milione per le operazioni immobiliari. Oggi sappiamo il perché. Mario Gerevini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Cronache 17 italia: 51575551575557 La decisione L’ex senatore di FI sconterà in Italia la condanna a 7 anni Firmata l’estradizione Dell’Utri torna in settimana Ultimo atto del presidente libanese Suleiman Le tappe La condanna a 7 anni per concorso esterno 1 Marcello Dell’Utri è stato condannato il 9 maggio scorso a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa in via definitiva L’arresto in Libano e l’estradizione 2 L’ex parlamentare il 12 aprile scorso viene rintracciato a Beirut e da allora è agli arresti ospedalieri in attesa dell’estradizione che è stata firmata ieri MILANO — A poche ore dalla scadenza del suo mandato, il Presidente del Libano firma nella residenza di Baabda il decreto per l’estradizione di Marcello Dell’Utri. Manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di Beirut prima che l’ex senatore di Forza Italia venga consegnato alla giustizia italiana per essere rinchiuso in carcere dopo la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Il 65enne cristiano-maronita Michel Suleiman dopo sei anni lascerà oggi il palazzo presidenziale a 9 chilometri a sud-est di Beirut senza che il parlamento libanese sia riuscito a nominare il suo successore. Tra i tantissimi atti che ha dovuto firmare negli ultimi giorni, evitando così che i tempi si allungassero durante l’interim, c’era il decreto numero 11923, «Consegna di L’inchiesta Verifiche sull’ipotesi di aggiotaggio Il tecnico Consob ai pm: fui ostacolato nel lavoro sulla fusione UnipolSai MILANO — Ma quanto valevano davvero i derivati Unipol? Una cosa è certa. la Consob si divise su quella valutazione e la Procura di Milano sospetta che ci sia stata una sopravvalutazione di quei titoli. L’accusa per i vertici delle società coinvolte è aggiotaggio, cioè la manipolazione delle quotazioni che mirino a turbare l’andamento regolare del mercato: «Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di Borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e Personaggio chiave Le associazioni dei consumatori chiedono le dimissioni del presidente della Consob con la multa da euro 516 a 25.822», recita l’articolo 501 del codice penale. Il sospetto: l’obiettivo di quella valutazione dei derivati era alterare le condizioni della fusione con FonSai. Agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano su UnipolSai ci sono le accuse di Marcello Minenna, responsabile dell’Ufficio analisi quantitative della Consob, al presidente della commissione, Giuseppe Vegas, e al direttore generale, Gaetano Caputi. Minenna, sentito più volte dal pm Luigi Orsi, avrebbe raccontato degli ostacoli dei vertici Consob al suo lavoro di analisi sugli strutturati di Unipol e delle iniziative disciplinari assunte nei suoi confronti. Una delibera che passò con l’astensione del commissario Paolo Troiano e il voto contrario dell’altro commissario Michele Pezzinga, che ha spiega- to ai magistrati di essere stato messo a conoscenza delle divergenze nella valutazione da parte degli uffici tecnici solo all’ultimo momento. Decisivo dunque il voto del presidente Vegas. La Commissione nazionale per le società e la Borsa in una nota ha precisato che «la valutazione degli strumenti finanziari strutturati nel portafoglio di Unipol è stata oggetto di un’analisi approfondita da parte di Consob, iniziata fina dai primi mesi del 2012. Gli accertamenti hanno portato nel dicembre 2012 alla contestazione di alcune poste di bilancio Unipol 2011. Le censure dell’autorità si sono concentrare proprio sulla rappresentazione contabile degli strutturati. La Consob ha sollecitato la società a fare le opportune rettifiche». E ha sottolineato come «i principi contabili internazionali, pur fissando criteri di carattere generale, riconoscono agli amministratori una significativa discrezionalità». La Commissione lavora a ranghi incompleti da mesi, dal momento che il governo non ha ancora nominato il terzo commissario. Ieri Federconsumatori e Adusbef hanno chiesto di commissariarla. «Sulla fusione fra Unipol e Fonsai, deliberato dalla Consob grazie al voto decisivo del presidente Giuseppe Vegas — si legge in una nota — Adusbef e Federconsumatori a prescindere dal soggetto economico che ne ha tratto vantaggio- chiedono che le Procure valutino con più attenzione il comportamento di Vegas ed una sua conseguente incriminazione. Non può essere consentito ad un’autorità “cosiddetta indipendente” di far svolgere al suo presidente il ruolo di giocatore, anziché di arbitro nella vicenda Unipol-Fonsai». Molto dipenderà da quanto risulterà essere il valore di quei derivati Unipol. Nicola Saldutti © RIPRODUZIONE RISERVATA un cittadino italiano alle autorità italiane» vistato venerdì scorso. Quel cittadino è Marcello Dell’Utri. Il documento riporta i passaggi dell’avventura libanese dell’ex senatore e si basa sull’ordine di custodia cautelare emesso dalla Corte d’appello di Palermo l’8 aprile, quando Dell’Utri era già arrivato in Libano, sulla Cassazione e sul parere favorevole all’estradizione dato il 15 maggio da Samir Hammud, il Procuratore generale di Beirut, secondo il quale il reato che il 9 maggio ha portato alla condanna definitiva, anche se non è presente esplicitamente nel codice penale locale, coincide con «l’associazione dei malfattori» della legge libanese. Cosa negata dall’avvocato Avran Azoury, uno dei legali libanesi di Dell’Utri, che ha annunciato un ricorso amministrativo che co- Nella bufera E’ atteso in settimana il ritorno in Italia da Beirut dell’ex senatore Marcello Dell’Utri. Per lui si apriranno le porte del carcere (Epa) munque non fermerebbe l’iter, anche se l’amico e collaboratore di vecchia data di Silvio Berlusconi aveva dichiarato che non si sarebbe opposto all’estradizione («Torno in Italia per scontare la pena») quando era ormai chiaro che il Libano si sarebbe liberato presto di una patata bollente che rischiava di mettere in crisi le relazioni con l’Italia. A Beirut si respira aria di insofferenza sulla questione Dell’Utri per le presunte connessioni tra l’arrivo dell’ex parlamentare e la politica locale emerse sui giornali italiani e dall’inchiesta che ha portato all’arre- Imbarazzo A Beirut c’è fastidio per il possibile coinvolgimento di Amin Gemayel sto dell’ex ministro Claudio Scajola. Nelle carte dei magistrati calabresi ci sono contatti telefonici tra Vincenzo Speziali e Dell’Utri e una presunta lettera di Amin Gemayel nella quale il potente leader del partito Kataeb ed ex Presidente della Repubblica sembra interessarsi della sorte di Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Fi ricercato e riparato a Dubai. Speziali risiede a Beirut ed è legato tramite la moglie ad Amin Gemayel. Quattro giorni dopo l’arresto del 12 aprile, Dell’Utri fu trasferito in ospedale per la sua salute incompatibile con il carcere. Se si considera che c’è voluto quasi un mese prima che la richiesta di estradizione, tradotta in francese e in arabo, arrivasse a Beirut, è stata alta la velocità burocratica con cui è essa stata accolta. In pochi giorni, la pratica è stata vistata da Hammud e dal ministro della giustizia, firmata dal Capo dello Stato e controfirmata dal Premier. Questa settimana Dell’Utri potrebbe salire su volo di linea diretto in Italia dopo le comunicazione ufficiali tra i due stati. Giuseppe Guastella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Cronache La tragedia Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 A Santa Barbara, in California, lo studente ossessionato dai rifiuti spara sui passanti. Il padre: «Avevamo avvertito la polizia del pericolo» Il video, poi il figlio del regista fa strage dalla Bmw nera «Sono vergine, vi annienterò». Sei vittime in strada WASHINGTON — Come altri sparatori folli, il giovane ha pianificato l’attacco e lo ha annunciato su YouTube con un video-manifesto. Un documento gonfio di rabbia contro le donne: lui chiedeva amore e sesso, ma le ragazze lo hanno «sempre respinto». Allora ha organizzato la sua «vendetta» uccidendo 6 persone e ferendone altre 7 a Isla Vista, località adiacente a Santa Barbara, in California. Infine l’ultimo atto. Lo scontro con la polizia, chiusosi con la morte del killer. Suicidio o forse un proiettile degli agenti. Con un risvolto che potrebbe provocare polemiche. La famiglia sostiene di aver avvisato le autorità su possibili atti violenti da parte del ragazzo. Protagonista di questa pagina nera sarebbe Elliot Rodger. Figlio di Peter, aiuto regista di «The Hunger Games», studente universitario di 22 anni, benestante, con viaggi e vacanze costose, il ragazzo è preda della solitudine e di un malessere interiore. Lo si capisce da quanto scrive sul suo blog, ossessionato dalla mancanza di una ragazza e arrabbiato con il mondo. «Ho provato a inserirmi nella vita sociale — posta sul sito — Ma ultimamente non sono riuscito a farlo... Troppe persone hanno rovinato la mia vita». E, ripetendo il copione dei killer di massa, individua l’avversario nel prossimo. Sono gli altri — giura — la causa dei suoi problemi. E per questo devono pagare. Indiscrezioni ipotizzano anche che l’omicida avesse sim- patie per un gruppo misogino estremista, ma è un aspetto sul quale non vi sono certezze. Alla vigilia dell’attacco, Elliot piazza su YouTube un filmato terribile. È la spiegazione di quello che avverrà qualche ora dopo. «Questo è il mio ultimo video — dice seduto sull'auto con il volto che guarda il sole che tramonta — Domani è il giorno della punizione. Il giorno nel quale avrò la mia vendetta contro l’umanità, contro tutti voi». E indica il nemico nelle ragazze che «concedono affetto e sesso agli altri uomini ma non a me... In auto Elliot Rodger, studente universitario di 22 anni, a bordo della sua Bmw nera dalla quale ha sparato all’impazzata venerdì sera contro decine di persone per le strade di Isla Vista Dopo 2 anni e mezzo di college sono ancora vergine e non ho mai ricevuto un bacio». Minacce accompagnate da sorrisi stonati e giudizi dove emerge l’ego dell’omicida che si definisce «Dio e gentiluomo eccezionale». Fissando il telefonino emette la sentenza: «Siete degli animali e come animali sarete sgozzati. Voi non avete mostrato compassione con me e io non la mostrerò con voi, vi annienterò». Parole non vuote, purtroppo. Alle 21.27 di venerdì sera, Elliot scatena la guerra dove nessuno se lo aspetta. Sale sulla sua Bmw nera e percorre le strade di Isla Vista a velocità sostenuta. Poi inizia a sparare senza mai scendere dall’auto. Nella linea di tiro i ragazzi che affollano i molti ristoranti della zona. «Ho sentito i primi tre colpi — ci racconta al telefono Antonio Gerli, proprietario di Sorriso Italiano, un locale della zona — Quindi ho visto la gente scappare. Poi è spuntato un agente che mi ha detto di tornare al coperto». Il killer continua nella sua marcia di morte prendendo di mira chi vede sul marciapiede o dentro un bar. Forse investe anche dei passanti. E continua per quasi dieci minuti spargendo il panico in una classica «college town», cittadina che vive attorno al campus. Il video Il filmato con il quale Elliot Rodger annuncia la strage via web Il video con le minacce è stato caricato sul sito di YouTube Alle 21.33 la storia ha il suo epilogo. Diverse pattuglie dello Sceriffo intervengono per fermare l’omicida. C’è un primo conflitto a fuoco, Elliot però riesce a sottrarsi alla cattura. Poi un breve inseguimento e la Bmw finisce contro una vettura parcheggiata. Circondato, il giovane spara di nuovo provocando la reazione degli agenti. Pochi istanti e tutto è finito. Lo studente giace privo di vita, ha una ferita letale alla testa. La zona è transennata mentre gli investigatori si dedicano al profilo dell’omicida trovando il video su YouTube: «Riteniamo che sia collegato a quanto è avvenuto nelle strade di Isla Vista», è il primo commento dello Sceriffo, subito assistito dall’Fbi. Una prudenza nell’identificare l’as- ❜❜ Domani è il giorno della punizione, il giorno in cui avrò la mia vendetta contro l’umanità sassino legata agli accertamenti di rito. Pochi dubbi, invece, sulla premeditazione: «Si tratta di una strage preparata». Ora arriva il momento degli interrogativi. La famiglia Rodger — secondo il suo legale — aveva avvisato qualche settimana fa la polizia dopo aver scoperto video allarmanti dove Elliot parlava di suicidio e uccisioni. Gli agenti avrebbero fatto delle verifiche ma senza trovare riscontri. Bizzarra la spiegazione: «Non c’era storia di armi». L’altro elemento è l’emulazione. Il video di Elliot può diventare fonte di ispirazione per altri potenziali assassini. Guido Olimpio @guidoolimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Cronache 19 italia: 51575551575557 # Cosenza Vincenzo Sapia era in cura per problemi di depressione Palermo Muore a ventinove anni nella lite con i carabinieri Aperta un’inchiesta. Il padre: assassini, ora la verità MIRTO CROSIA (Cosenza) — Soffriva di depressione, ed era in cura, Vincenzo Sapia, il giovane di 29 anni di Crosia, centro del Cosentino, morto ieri dopo una colluttazione con i carabinieri del luogo. Da un primo esame effettuato dal medico del 118, la morte del giovane potrebbe essere stata causata da un infarto, ma sarà l’autopsia a fare chiarezza definitiva sulle cause del decesso. La magistratura di Castrovillari ha aperto un fascicolo e ha affidato l’incarico al medico legale. La morte del giovane cosentino sembra comunque destinata a far discutere anche perché viene dopo quella di Riccardo Magherini, l’ex calciatore della Fiorentina, deceduto anche lui mentre veniva fermato dai militari dell’Arma. Il padre della vitti- ma, Luigi Sapia, ambulante, grida giustizia e se la prende con i carabinieri: «Assassini». «Tutti sapevano che era malato mio figlio, che bisogno c’era di fargli del male?», sostiene. Ieri poco prima di mezzogiorno il giovane era uscito di casa — abitava con la madre e le due sorelle, i genitori sono separati — per recarsi nella piazza del paese. Un percorso che faceva ogni giorno per vedere gli amici. Chi l’ha incontrato ricorda che era più agitato del solito. Vincenzo era un omaccione, ma non ha mai usato la sua forza per fare del male. Ieri probabilmente qualcosa nella sua testa non ha funzionato, tant’è che improvvisamente si è diretto verso un portone, di fronte all’ufficio postale e l’ha preso a calci. Alcuni passanti conoscendo la personalità del giovane, hanno chiamato i carabinieri. Sono arrivati in due a bordo dell’auto di servizio. Vincenzo, dopo un primo momento di smarrimento, si è innervosito vedendosi davanti gli uomini in divisa. L’intervento delle forze dell’ordine però è servito a cal- La colluttazione I militari erano intervenuti per calmare l’uomo dopo una segnalazione Le cause A chiarire le cause della morte, forse dovuta a un infarto, sarà l’autopsia La polemica Padovani, che intervistò Falcone «La trattativa? Reato inventato» PALERMO — I magistrati l’avevano invitata per raccontare Falcone visto da vicino, ma i vertici della loro associazione (Anm) forse non immaginavano tante dure critiche dalla storica corrispondente del quotidiano francese Le Nouvel Observateur, Marcelle Padovani, autrice di Cose di Cosa Nostra, il famoso libro intervista con il giudice ucciso nel ’92. Aveva accennato un diniego, perplessa davanti «al clima arroventato che si respira in Sicilia fra tanta antimafia parolaia, impastata di retorica, veleni, inconcludente». Poi, venerdì, il confronto a Palazzo di giustizia davanti a 150 magistrati, il procuratore generale Roberto Scarpinato accanto a lei, il procuratore Messineo e tanti pm nelle prime file ad ascoltare, stupiti dalla strigliata contro i «magistrati da vetrina», dalle critiche al processo sulla cosiddetta trattativa, all’impostazione data da Antonio Ingroia al quale rimprovera di «confondere verità supposte con verità accertate». Non è un caso se Marcelle Padovani richiami lo stesso appunto Giornalista Marcelle Padovani, storica corrispondente francese di Le Nouvel Observateur di Giovanni Fiandaca, autore con Giuseppe Lupo di un contestato libro che demolisce quel processo, La mafia non ha vinto. E anche lei disapprova «la trasformazione della trattativa in un reato». Più vicina quindi al professore che critica l’«antimafia delle star» e non a Marco Travaglio che ha brevettato per lui il marchio di «azzeccagarbugli filomafioso». O a Vittorio Teresi, il pm indignato dalla filippica, le mani incollate, a differenza di un centinaio di colleghi che applaudivano soddisfatti. La scrittrice sposa il fronte Fiandaca, bacchetta gli attacchi del governatore Crocetta al professore candidato pd alle Europee e suggerisce «più coraggio» al premier: «Occorre una scelta di campo chiara di Renzi fra parolai e veri antimafiosi, per ricostruire l’antimafia fuori da retorica e luoghi comuni». Non è irrituale contestare un processo in corso? «Da francese, sono schietta. Dico ciò che penso. E penso che Falcone non avrebbe mai fatto quel processo. Sembra un reato inventato mentre comincia a scarseggiare la materia concreta». Una sentenza emessa a Firenze parla di trattativa. «Ma Cosa Nostra è stata praticamente sconfitta, per il momento. La “commissione” non si riunisce dal gennaio ‘93, dopo l’arresto Riina. Grandi mafiosi in giro ce ne saranno 2 o 3. I veri traffici li fanno camorra e ‘ndrangheta...». Il mostro si può risvegliare, dicono. «Davanti a un dato certo, la sconfitta dell’ala militare della mafia, c’è chi alimenta dubbi su roba appannata, complotti, retroscena su Stato e mafia che andrebbero a braccetto. Ma diventa materia letteraria, con pochi appigli alla realtà». Si riferisce ai libri o alle inchieste? «I libri li ho letti tutti. C’è poca roba». E il processo? «Fondato su un reato poco credibile. Chi ha mai sentito parlare di “minaccia a un corpo politico dello Stato”? Che reato è? Consumato da mafiosi, politici e carabinieri insieme?». Appunto, il cuore della contestata «trattativa». «Allora, ammesso e non concesso, rivalutiamo l’idea della trattativa. Se il colonnello Mori e altri ufficiali hanno trattato per evitare nuovi attentati hanno fatto bene. Se hanno combinato altro, macchiandosi di delitti, devi dimostrarlo con accuse chiare. Per il resto, la trattativa non è un reato. Anche infiltrarsi nel crimine organizzato è lottare contro la mafia». Attività fatta senza informare la magistratura, sostengono i pubblici ministeri. «Quale magistratura? Alcuni pm di Palermo? Perché è un problema che non si pone con la magistratura di Caltanissetta. E anche queste diverse impostazioni andrebbero colte dalla politica. Con più coraggio». Felice Cavallaro © RIPRODUZIONE RISERVATA La vittima Vincenzo Sapia, 29 anni, morto ieri (ilquotidianodella calabria.it) marlo e a farlo ragionare. Vincenzo ha raccontato di aver fatto quel gesto perché «cercava un cagnolino smarrito». Tutto sembrava finire lì, anche perché nel frattempo gli amici del giovane e i passanti hanno anche loro cercato di convincerlo a rientrare a casa. Chissà per quale ragione, però, Vincenzo ha fatto finta di allontanarsi dalla piazza — almeno così raccontano i testimoni — per poi dirigersi nuovamente davanti all’ufficio postale e iniziare uno spogliarello. I carabinieri che erano rimasti in zona sono tornati in- Il precedente Firenze L’ex calciatore viola Riccardo Magherini muore il 3 marzo mentre viene fermato dai carabinieri. Per la sua morte sono indagati 4 militari accusati di omicidio preterintenzionale, 5 operatori sanitari e due centralinisti del 118 accusati di omicidio colposo dietro e hanno cercato di bloccare Vincenzo che, intanto, era diventato furibondo. I militari l’avrebbero immobilizzato per renderlo inoffensivo. Ne è nata una colluttazione. Il giovane avrebbe messo le mani al collo a uno dei militari. L’altro carabiniere nel tentativo di farlo desistere, l’avrebbe placcato e fatto cadere a terra. Vincenzo Sapia si è accasciato a faccia in giù e non si è più mosso. Gli stessi carabinieri hanno tentato il massaggio cardiaco, in attesa dell’arrivo del 118. Non c’è stato però nulla da fare. «Quando sono arrivato e ho alzato quel lenzuolo bianco ho visto il volto di mio figlio nero e pieno di graffi. Gli hanno strofinato il viso per terra per immobilizzarlo», afferma Luigi Sapia. L’uomo ha affidato a tre legali il compito di «fare giustizia». Il comandante provinciale dell’Arma colonnello Giuseppe Brancati non ha fatto nessuna dichiarazione. Da parte dell’Arma, però, «c’è la massima collaborazione con l’autorità giudiziaria per accertare la verità dei fatti». Carlo Macrì [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Ucciso davanti alla figlia di otto anni Aveva appena chiuso il negozio e aveva vicino la figlia di otto anni. L’hanno avvicinato in tre con il volto coperto e hanno tentato di strappargli il borsello dove pare ci fossero oltre 4 mila euro. Lui ha reagito e i malviventi gli hanno sparato diversi colpi. Soccorso e portato in condizioni disperate all’ospedale Civico di Palermo, Daniele Discrede, commerciante quarantaduenne del capoluogo siciliano, è morto poco dopo. È successo ieri sera a Palermo, davanti al negozio «New Cash and Carry» di proprietà della vittima. Secondo gli inquirenti Discrede aveva con sé l’incasso degli ultimi giorni. La bambina, sotto shock, ha assistito all’agguato e all’uccisione del padre con il quale stava tornando a casa. © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Crediamo che anche il migliore dei materiali possa essere sempre migliorato: Super Titanio 5 volte più resistente del normale titanio Collezione da 178 a 298 euro 5 volte più resistente del normale titanio 40% più leggero dell’acciaio inox Vetro Zaffiro, prezioso ed inscalfibile Energia inesauribile grazie alla carica luce € 278 Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Il personaggio Cronache 21 italia: 51575551575557 Nominato da Napolitano Alì Reza Arabnia, 59 anni, presidente di un’azienda leader di macchinari per verniciare le auto Il neo Cavaliere nato a Teheran che restituì la paga ai cassintegrati Passata la crisi, risarcì chi aveva tirato la cinghia: non ci dormivo MILANO — I suoi dipendenti sono «i miei ragazzi», qualunque età abbiano: «Sì, ho il complesso del padre». Gli italiani «sono come ostriche — ecco perché non è andato via —. È una metafora che uso spesso: il guscio fuori è brutto da guardare, difficile da aprire, ma contiene una perla di umanità e intelligenza». I valori «che guidano il nostro team» sono scritti sul sito: «Lealtà, coerenza, passione». L’impiegato ha un attimo di scoramento? «Abbiamo creato un giardino dei pensieri, può andare lì a rilassarsi, ascoltare la musica», le panchine, le calle, i tapis roulant, la vasca dei pesci rossi, le fontane. Alì Reza Arabnia e l’impresa delle meraviglie. Fa notizia perché è un’eccezione tra i 25 Cavalieri del Lavoro appena nominati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: è di origine straniera, nato a Teheran 59 anni fa, presidente della Geico, che fornisce alle aziende automobilistiche del mondo gli impianti per la verniciatura delle scocche. Ma ha avuto già il suo momento di ribalta per altre, più nobili, ragioni, raccontate dalla trasmissione Report nell’ottobre 2012: ha restituito ai dipendenti i soldi persi con la cassa integrazione. «Non ci dormivo la notte: lo sentivo come un debito. Togliere un pezzo di pane dalla tavola degli altri e dimenticarlo non è da me». Appena la società si è risollevata, allora, in busta paga sono arrivati gli arretrati. E a farlo sapere alla tv sono stati i sindacalisti, commossi. Mai avevano visto nulla di simile, «eppure di imprenditori che fanno queste cose ce ne sono — si schernisce lui —, solo che spesso non lo sanno raccontare. Questo riconoscimento vorrei dedicarlo a loro». Sod- Chi è Iraniano Alì Reza Arabnia (foto a destra), 59 anni, è nato a Teheran in Iran. Nel 1977 lascia il suo Paese per studiare prima Economia in Inghilterra, dove ha conosciuto la moglie Laura di Monza; poi alla «John Cabot» a Roma e quindi si è specializzato a San Diego negli Usa. Oggi è presidente e amministratore delegato della Geico Spa L’azienda La Geico è un’azienda che fornisce alle Case automobilistiche impianti automatizzati completi per la verniciatura delle scocche. Si è sviluppata in campo internazionale e ha realizzato alcuni tra i più importanti impianti del mondo per la verniciatura, come gli impianti in Brasile per Fiat -Iveco e Renault, gli impianti Audi in Germania, Sevel in Italia e per General Motors in India. Nel 2011 ha raggiunto un accordo con la giapponese Taikisha, leader mondiale del settore. Oggi ha 109 dipendenti ed esporta il 95% degli impianti prodotti disfatto? «Essere Cavaliere è un immenso onore. Dimostra anche che l’Italia non è razzista». Sorpreso? «Sapevo di essere stato candidato, ma non ci credevo: non sono nè di salotti nè di cose politiche...». Fuori dal solco, e con le parole per dirlo. Dall’Iran, Arabnia è andato via a 21 anni. «Ho studiato Economia in Inghilterra», e lì ha conosciuto la moglie Laura, monzese. «Con lei sono venuto in Italia», all’Università americana John Cabot a Roma. Quindi si è specializzato negli Usa, a San Diego. E ha cominciato a girare il mondo. L’Oriente, l’Africa, la Scandinavia, «sono stato ovunque», base a Monza: «Ho un genuino amore La metafora Degli italiani dice: «Sono come ostriche: il guscio fuori è brutto da guardare, difficile da aprire, ma contiene una perla di umanità e intelligenza» per l’Italia, soffro quando la criticano». La tempra e l’esperienza gli servono per far crescere Geico, ma soprattutto per salvarla dalla crisi, che nel 2010 diventa insostenibile: bisogna ricorrere alla cassa integrazione. Arabnia, però, la applica a modo suo. «Ho cominciato azzerando il mio stipendio, poi ho chiamato i dirigenti e ho spiegato che non potevamo sottrarci: tutti a casa il venerdì, e nessun licenziato». I vuoti di produzione li colma di formazione, ricerca, studio dei mercati: «Dovevamo essere preparati alla ripresa». Un anno e dieci mesi di «sudore freddo», poi la prima gara internazionale che cambia il corso: uno stabilimento Renault in Russia. Ora il gruppo di cui fa parte Geico (in posizione dominante) arriva a fatturare 1,8 miliardi di euro. «È una persona speciale — dice Francesco Ferri, vice presidente nazionale dei giovani industriali e suo socio —, con un forte intuito imprenditoriale. Applica al lavoro uno spirito d’abnegazione giapponese, non a caso è appassionato di storia dei samurai. E crede nei giovani». Di nuovo, contro corrente. «Prendiamo ogni anno cinque neolaureati in stage pagati», continua Arabnia. Contratto a termine di un anno, esperienze internazionali, assunzione. «Se ogni grande impresa facesse così, sarebbe un contrasto vero alla disoccupazione». Qualcuno finora ha aderito? «Nessuno. Ma spero che sperimentino questo progetto: è una grande soddisfazione». Alessandra Coppola Riccardo Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA Editoria Crisi all’Unità, quarto sciopero in un mese ROMA — Un nuovo sciopero il 27 maggio (il quarto in un mese) e niente firme fino al 5 giugno, quando si riunirà la nuova assemblea dei soci. Prosegue la protesta dei giornalisti de L’Unità per il rischio di una possibile liquidazione della società editrice, la Nie. Ieri il cdr del quotidiano ha organizzato una conferenza stampa nella sede della Fnsi nel corso della quale è anche stato annunciato un nuovo evento entro fine mese «perché con maggio finisce il nostro contratto di solidarietà attuale e noi ci ritroveremo in mare aperto: l’azienda avrà mano libera». Intanto da due mesi dipendenti e collaboratori, che chiedono «un piano di rilancio all’azienda», non prendono un euro. «A febbraio abbiamo festeggiato i nostri 90 anni, non vogliamo che il compleanno si trasformi in un funerale», ha sottolineato Bianca di Giovanni, membro del cdr. E Giovanni Rossi, presidente della Fnsi, ha chiesto che «l’azienda si assuma le sue responsabilità senza ulteriori rinvii». © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera www.jeanlouisdavid.it Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Il caso Cronache 23 italia: 51575551575557 Gli esperti del Financial Times fanno le pulci al libro diventato un fenomeno mondiale: «Smentita la crescita della diseguaglianza dopo il 1970» dati di Piketty Il confront confronto to Fonti: Thomas Piketty, Financial Times dati originali Le diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza in Gran Bretagna (La percentuale posseduta dal 10% e dall’1% più ricco della nazione) Le diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza negli Stati Uniti (La percentuale posseduta dal 10% e dall’1% più ricco della nazione) 100% 100% 90% 80% 70% 70% 60% 60% 40% Eh sì, spesso le spade hanno due lame. E a tirare fendenti ci si può ferire. Ieri, il Financial Times ha pubblicato un’analisi delle statistiche usate dall’economista francese Thomas Piketty nella realizzazione del libro sulle diseguaglianze di ricchezza che da mesi sta facendo onde alte in mezzo mondo, Le Capital au XXIe siècle (Il capitale nel Ventunesimo Secolo). E ha scoperto contraddizioni, errori, scelte discutibili che — secondo il quotidiano finanziario di Londra — ne inficiano la costruzione e le conclusioni. Oltre che a Piketty, il lavoro dell’Ft è un colpo agli economisti, in testa il Premio Nobel Paul Krugman, che hanno elevato il libro a fenomeno, anche politico, e che in passato avevano denunciato errori statistici per attaccare i lavori di economisti di scuole di pensiero diverse dalle loro. Il volume di Piketty è il frutto di un lavoro decennale di analisi dei dati. Pubblicato l’anno scorso in Francia, fu ricevuto senza clamori. Solo in marzo, quando ne è uscita l’edizione americana, Capital in the Twenty-First Century, è diventato «il libro economico più importante dell’anno, e forse del de- 90% 80% 50% La coper copertina opertitina del d l libro l di Thomas Piketty Pik C it l nell ventunesimo t i secolo» l «IlIl Capitale Top 10% 50% Top 1% 40% 30% 30% 20% 20% 10% 10% 0% 0% 1810 1850 Top 10% 1900 1950 2010 Top 1% 1810 1850 1900 1950 2010 «Errori nei numeri trascritti» La stella dell’economia sotto accusa Ma Piketty replica: statistiche migliorabili, non le conclusioni cennio», «una sapienza che cambia la qualità del discorso», nelle parole di Krugman, che dalle colonne del New York Times è stato fondamentale nell’imporlo all’attenzione, soprattutto della sinistra americana. Anche un altro Premio Nobel, Joseph Stiglitz, ha esaltato qualità e conclusioni del libro, così come ha fatto Martin Wolf, il principale commentatore economico del Financial Times. Il settimanale Il volume «Il Capitale nel ventunesimo secolo» studiato da Casa Bianca e Fondo monetario New York ha eletto il professore francese a «rock star economist». Il lavoro di Piketty è diventato un best-seller e ha così presto acquistato influenza sulla politica: il professore francese è stato ricevuto dal Fondo monetario internazionale, dal segretario al Tesoro americano Jacob Lew, dai consiglieri economici di Obama alla Casa Bianca. È quello che spesso succede a lavori di ricerca rilevanti: negli anni scorsi, un libro di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff sul rapporto tra debiti pubblici e crescita era diventato molto influente tra i governi. Un economista trovò però un errore nelle tabelle Excel che ne stavano alla base e su quell’errore Krugman organizzò una lunga campagna contro Reinhart e Rogoff. Ora, il fantasma di Excel colpisce di nuovo e la feroce critica dell’Ft rischia di sgonfiare la bolla creata attorno a un libro che, senza peccare di modestia, già nel titolo richiama la magnum opus di Karl Marx. Quello di Piketty è un gran lavoro su serie di dati lunghe 200 anni. Sulla base di esse, l’economista intende dimostrare che il capitalismo contemporaneo sta tornando a creare ineguaglianze di ricchezza come nei decenni precedenti la prima guerra mondiale, quando erano decisamente alte. Un ritorno al capitalismo patrimoniale, prodotto dal fatto che — sostiene — l’aumento della ricchezza è in genere superiore alla crescita economica. In particolare, dice che la quota di ric- L’autore L’economista francese Thomas Piketty, 43 anni, ha scritto il libro di successo «Il Capitale nel Ventunesimo Secolo» (foto Sullivan/Afp/Getty Images) chezza della quale si appropriano l’1% e il 10% più ricchi della popolazione è aumentata negli ultimi decenni. La revisione condotta dal Financial Times sui dati stessi usati da Piketty stabilisce che non è così, non in America, non in Europa. I giornalisti britannici, sostenuti da uno statistico indipendente, hanno scoperto che Piketty fa errori di trascrizione dei numeri, usa dati senza citarne le fonti, ricorre a formule non corrette, in certi casi confonde gli anni. Chris Giles, l’Economics Editor del Financial Times, sostiene di avere notato «serie discrepanze» tra i dati sulla concentrazione della ricchezza in Gran Bretagna citati da Piketty e quelli ufficiali: il professore francese sostiene che il 10% più ricco del Regno Unito possiede il 71% della ricchezza nazionale, mentre l’Ufficio per le statistiche mette la quota al 44%. Una volta «ripuliti» e semplificati — dice l’Ft — i dati europei «non mostrano alcuna tendenza verso la crescita della diseguaglianza della ricchezza dopo il 1970» e quelli americani sono «troppo inconsistenti per estrarne una singola lunga serie». Piketty ha replicato alla revisione sostenendo che le sue statistiche possono essere migliorate ma sarebbe «molto sorpreso» se le conclusioni fossero modificate «molto da questi miglioramenti». Finora, il lavoro di Piketty era stato criticato per le proposte che traeva dalla sua analisi — ad esempio una tassa globale progressiva sulla ricchezza — ma tutti avevano sostenuto che si trattava di una raccolta di dati portentosa, una base statistica capace di riorientare la discussione sulle ineguaglianze. Ora anche questo secondo pilastro vacilla. E il dibattito, che era diventato tutto ideologico e politico, torna con i piedi per terra. Dove trova i segni di più di un ego ferito. Danilo Taino @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA 24 Cronache Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Il reportage Il Principato al centro delle cronache per il caso di Chiara Rizzo e per la morte dell’ereditiera Hélène Pastor colpita da un killer sulla sua auto Coppia L’ex parlamentare pdl Amedeo Matacena con la moglie Chiara Rizzo (Imagoeconomica) Reali Le principesse Stéphanie e Caroline, sorelle di Alberto di Monaco (foto Cironneau/Ap) Il film Nicole Kidman in una delle scene della pellicola «Grace di Monaco» (foto Ap) Monaco degli intrighi «Avrei dovuto arginare la signora Matacena» L’ambasciatore, il bel mondo e i gialli MONTECARLO — «Col senno di poi…». Col senno di poi, ambasciatore? «Avrei dovuto arginare l’esuberanza di Chiara Rizzo Matacena, espansiva, invadente, pronta a chiamarti per nome ad alta voce se ti avvistava al di là della strada – dice Antonio Morabito –. Il fatto è che in questi anni ho stabilito rapporti cordiali con gli italiani che vivono nel Principato. Li ho coinvolti in eventi culturali, in manifestazioni per il made in Italy; ho reso la sede dell’Ambasciata un luogo attraente, tappezzata di opere d’arte. Guardi che meraviglia. Doni dei connazionali». Anche il salottino di damasco écru dove Morabito ci riceve, fa parte del parco regali. Arriva dalla famiglia Pastor, antiche origini Tricolore, proprietaria di Residenti un terzo del patrimonio La popolazione immobiliare del Princidel Principato che pato. Ma da un paio di si estende per settimane il cognome due chilometri Pastor viene evocato per quadrati un episodio di cronaca nera. L’agguato a Nizza, il 6 maggio, alla settantasettenne Hélène Pastor e al suo autista. Un Italiani Hanno stabilito killer li ha colpiti mentre la loro residenza erano in auto. Lo chafnel piccolo Stato feur è morto 4 giorni doche si affaccia po, la ricca ereditiera si è sul mar Ligure spenta giovedì. Notizia bomba che ha trascinato con sé oltre allo stupore la ridda di ipotesi sul movente del misterioso delitto: mafia, ‘ndrangheta, avvertimento? Infine, il lutto generale e i commenti: «Spaventoso, scioccante». La tragedia, tuttavia, non può scalfire i programmi del Principato. Che va di corsa. C’è il Grand Prix sulla scena. Oggi è la giornata finale, Montecarlo gremita, le terrazze con vista vanno a ruba. I danarosi fan dell’automobilismo sportivo sono disposti a pagare affitti di posti, da 1.350 a 1.870 euro a persona. Ljuba Rosa, vedova dell’editore Andrea Rizzoli, una vita passata tra Cap Ferrat e Montecarlo, si è assicurata l’Empire, cioè l’esclusiva terrazza dell’Hotel de Paris dove ha invitato un gruppo di amici. Sarà un pranzo con brivido, seguendo le performance dei bolidi lanciati in pista. 35.000 7.500 Poi, calato il sipario sul Grand Prix, ecco il momento della cerimonia funebre per Hélène Pastor. E Chiara Rizzo? Chiara chi? È incredibile, eppure la moglie del condannato Amedeo Matacena, finita in carcere con l’accusa di aver favorito la latitanza del marito, non sembra smuovere molti ricordi. Le sue vicende giudiziarie che interessano assai i media italiani qui evaporano in fretta. Bella, bionda, intrigante, amica dell’ex ministro Claudio Scajola, anche lui nei guai fino al collo, la Rizzo viene ignorata da molte persone che, teoricamente, dovrebbero conoscerla bene. Invece assicurano che forse l’hanno incrociata qua e là. Ljuba Rizzoli dice di avere in comune soltanto l’Isti- tuto di Bellezza, EstheCoach, in Boulevard des Moulins. «Ma non ci siamo mai incontrate — spiega —. Mi hanno parlato di lei le lavoranti, dispiaciute per la sua disavventura». Giuseppe Sarno, da 25 anni residente a Monaco, amministratore di una Banca lussemburghese e presidente della «Dante Alighieri», non la cono- Il figlio imprenditore Gildo Pallanca Pastor, figlio dell’ereditiera Hélène, con il presidente francese François Hollande, al centro, e Alberto II di Monaco, a destra (Afp) sce. «L’ho vista sui giornali, è una donna avvenente», afferma, più interessato a sottolineare che Montecarlo non è soltanto il regno del lusso. «Si fa anche cultura». «Il Bel Mondo c’è ancora — continua — ma le cose sono cambiate. Oltre al giro di vite sulla trasparenza bancaria e fiscale, le entrate economiche più ingenti oggi sono date dall’Iva; il gettito del Casinò non supera il 3-4 per cento». Rien ne va plus. Non esageriamo. Comunque sia, tra pochi giorni il Grand Casinò resterà aperto 24 ore su 24. Gli italiani a Monaco? Se ne contano 7.500 nel microcosmo di 35 mila residenti. Gente col quattrino incorporato. Come gli sfollati durante la guerra, si sentono al sicuro, mentre la crisi morde al di là del confine. Di tanto in tanto van- Lo Stato no in gita sulla Riviera Ligure dilettandosi in acquisti a prezzi stracciati. Al contrario, dall’Italia arrivano le signore molto liquide e fanno incetta nelle boutique Monarchia monegasche di pezzi firIl Principato di mati e carissimi. Meglio Monaco è uno non dare nell’occhio a Stato monarchico Milano o a Roma. A suddiviso in 4 aree: Montecarlo, la regola Monte Carlo, non dichiarata è badare Monaco, La ai fatti propri senza la Condamine tentazione di approfone Fontvieille dire troppo. «Sicurezza e L’economia qualità della vita sono i Il Prodotto interno capisaldi – osserva l’amlordo nel 2012 basciatore Morabito –. ammontava a Altrimenti, non sarebbe 6.213 miliardi di possibile attrarre le perdollari: a livello pro sone benestanti di tutto capite occupa i il mondo». Tra queste, primi posti nel Chiara Rizzo, residente mondo dal 2008. Il consorte La storia Amedeo Matacena, inNel 1297 ottiene vece, non ha mai chiesto l’indipendenza la residenza. Tuttavia, la dalla Repubblica di raggiungeva spesso al Genova e nasce la pari dell’ex ministroCasa dei Grimaldi. amico. «Scajola era semNel 1861 viene pre qui – conferma l’amfirmato il trattato basciatore –. Si faceva franco-monegasco annunciare, dettaglian(un altro verrà poi do orario di arrivo e firmato nel 2002). scorta al seguito. AccadLa Costituzione de anche per la Festa risale a 1911 della Repubblica del 2011, strombazzata dai giornali italiani. Vuol sapere come stanno le cose? A sorpresa, Scajola si presentò con i due Matacena. Non erano invitati, ma come avrei potuto respingerli?». Certo, col senno di poi… L’ambasciatore sa di essere in bilico, a causa del polverone mediatico e di un’interrogazione parlamentare. «Ho la coscienza a posto», afferma, mostrando alcuni fogli scritti. Dentro, c’è il suo rapporto al ministero degli Esteri. «La verità», dice. Marisa Fumagalli © RIPRODUZIONE RISERVATA L’inchiesta di Bologna Caserta Mancata scorta a Biagi L’ex questore: tentarono di spostare l’attenzione La lotta della gemellina sopravvissuta al parto Morti fratelli e madre «Quel che dovevo dire l’ho già detto». Così Romano Argenio, l’ex questore di Bologna che venne indagato per la mancata scorta a Marco Biagi. Il legale di Argenio, Umberto Guerini, depositò all’epoca una memoria che criticava la relazione Sorge ordinata da Claudio Scajola: «Pare che la tesi dell’analisi ambientale sia un tentativo per allontanare dal ministro dell’Interno i collegamenti con la morte di Biagi». Nel frattempo il legale dell’ex ministro, Giorgio Perroni, ha precisato che «il ministro Maroni non avvertì mai nessuno, tanto meno Scajola». È sopravvissuta solo lei al parto trigemellare. Nella clinica Pineta Grande di Castel Volturno (Caserta) sono infatti decedute ieri sia la madre, Francesca Oliva, ventinovenne di Gricignano d’Aversa, che non ce l’ha fatta a superare le complicazioni sopraggiunte dopo il «cesareo», sia la seconda gemellina. Mentre il fratellino è nato morto. Le salme della giovane madre e dei due bimbi sono state portate per l’autopsia all’istituto di Medicina legale di Caserta. Quanto alla neonata, che pesa 600 grammi, secondo i medici potrebbe farcela. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Cronache 25 italia: 51575551575557 # Società L’attrice e il rapper a Firenze dopo la festa di Versailles Kim, Kanye e quei grossi grassi matrimoni italiani Da Cruise a Biel, tutti qui. Il prossimo? Clooney A Kanye West, rapper figlio d’una professoressa universitaria e di un attivista delle Pantere Nere, innamorato di Firenze che ha visitato più volte anche in incognito e dove è stata concepita 20 mesi fa sua figlia North, non sfugge l’ironia di un matrimonio milionario — 360 mila euro versati al Comune soltanto per l’affitto della location unica al mondo in attesa della maxi parcella della wedding planner Sharon Sacks — organizzato per un non tanto piccolo esercito di ospiti milionari — 1.600? 900? 600? 200 la stima più realistica — a Forte Belvedere. La fortezza nata come simbolo assoluto del potere mediceo ma anche, prudentemente vista la storia cittadina, come possibile estremo rifugio in caso di rivoluzione. Ieri sera però West (36 anni) ha sposato proprio lì, a Firenze, la sua Kim Kardashian (33), figlia di uno dei numerosi avvocati di OJ Simpson e star insieme con madre e sorelle d’un popolare reality show. Nel corso di un grosso grasso matrimonio italiano, di quelli che piacciono sempre di più agli stranieri ricchi e famosi: Justin Timberlake e Jessica Biel recenti sposi al Borgo Egnazia di Fasano, Puglia, Sofia Coppola e Thomas Mars a Bernalda (Matera), Salma Hayek e François-Henri Pinault a Venezia, Emily Blunt e John Krasinski a Cernobbio come John Legend e Chrissy Teigen, Petra Eccle- Neosposi A sinistra Kim Kardashian, 33 anni, e Kanye West, 36, fotografati pochi giorni fa a Parigi dove hanno trascorso i giorni prima del matrimonio: i due hanno festeggiato le nozze con un party privato per 900 invitati nella reggia di Versailles (foto Gonzalo Fuentes/Reuters). Sopra, il sì pronunciato a Firenze in una foto circolata ieri su Twitter ston a Bracciano (come avevano fatto qualche anno fa Tom Cruise e Katie Holmes), William Petersen di Csi a Petrignano (Assisi). Per non parlare della tenera popstar nipponica Hikaru Utada e del suo barista italiano, Francesco Calliano, sposi a Polignano a Mare (Bari). Manca solo George Clooney, se davvero vorrà sposare l’avvocatessa Amal Alamuddin a settembre, per dare all’Italia in un momento complicato della sua storia recente un po’ di fiducia nel proprio appeal internazionale: con il dovuto rispetto per Parigi — dove Kardashian e West hanno offerto una cena per 900 invitati l’altra sera a Versailles, reduci da un brunch nel castello di Valentino — quan- 200 Gli invitati alle nozze di Kim Kardashian secondo indiscrezioni: altre fonti parlano di 600 , 900 o addirittura 1.600 ospiti do si parla di turismo a cinque stelle il mondo sogna l’Italia. Un matrimonio ripreso — tra Parigi e Firenze — per essere poi ritrasmesso nel Truman Show che è la vita da reality della famiglia Kardashian nella quale West è ufficialmente entrato, ma off limits per i fotografi anche se ieri sera uno scatto ripreso da lontanissimo, sgranato perché rifotografato da un display, è finito su Twitter. Per gli ospiti c’era infatti divieto di foto, con cellulari lasciati in guardaroba e divieto di social Le coppie e i luoghi Lago di Bracciano Gli attori americani Tom Cruise e Katie Holmes (con la figlia Suri) sposi il 17 novembre 2006 (Afp) Polignano a Mare Venerdì la popstar giapponese Hikaru Utada ha sposato il barista italiano Francesco Calianno (Agf) Lago di Como George Clooney e l’avvocatessa Amal Alamuddin potrebbero sposarsi il 12 settembre network per salvaguardare la redditizia esclusiva. Firenze attraversata da un corteo di berline nere e strettamente sorvegliata dalle bodyguard, la cerimonia con il muro di peonie e rose bianche alto sette metri e il pastore officiante importato dagli Usa, la cena molto italiana con il tavolo di marmo bianco ma con torrenti di champagne (mille bottiglie da 200 euro l’una a Versailles). E una lista piena di ospiti famosi: il regista di 12 anni schiavo Steve McQueen, il produttore-guru Rick Rubin, gli stilisti Alexander Wang e Olivier Rousteing, Lana Del Rey, Jayden Smith figlio di Will, il fashion editor André Leon Talley. Gli italiani? Lo stilista di Givenchy Riccardo Tisci, Andrea Bocelli e il direttore di Vogue Franca Sozzani (West come secondo lavoro fa lo stilista, con impegno ottimo e abbondante e risultati così così). Niente Jay-Z né Beyoncé (che ieri sera ha instagrammato un selfie: era a casa a lavare i capelli). Mancava solo Donda West, madre dello sposo, scomparsa nel 2007. Su Twitter il post più recente di Kanye risale alla festa della mamma, dedicato a lei. La foto di un grande cielo al crepuscolo e soltanto due parole: «Ciao, mamma». Matteo Persivale © RIPRODUZIONE RISERVATA Internet La causa da cui è nato il dibattito su responsabilità dei siti e opinioni degli utenti. A luglio decide la Corte europea Commenti sul web, così iniziò la battaglia in Estonia La difficile gestione dei commenti online — grattacapo dei giornali di tutto il mondo — ha trovato in Estonia un prezioso laboratorio. È nella repubblica baltica, infatti, che si sta consumando una battaglia — ricordata ieri dal Financial Times — destinata a fare giurisprudenza in materia di responsabilità editoriale e anonimato online. Protagonisti: la più importante piattaforma di news estone «Delfi» e una compagnia di navigazione chiamata «L». Nel gennaio del 2006 il sito ha pubblicato un articolo sulla decisione dell’azienda di modificare le rotte di navigazione, un cambiamento dannoso per le «autostrade di ghiaccio» che uniscono le due isole di Hiiu- maa e Sarema alla terraferma, considerate dai cittadini il percorso più economico. In due giorni di permanenza sull’homepage di «Delfi», la notizia ha collezionato 185 co m m e n t i , alcuni giudicati diffamatori dall’azienda di trasporto che ne ha chiesto la rimozione (subito accolta da «Delfi») e, non contenta, ha citato in giudizio il sito. La corte estone ha accolto le motivazioni dell’azienda e condannato la testata a pagare una multa di 270 dollari per non aver moderato i commenti anonimi dei lettori e per aver lasciato, per due settimane, gli insulti in bella vista. I giudici hanno valutato «Delfi» un con- La piattaforma La prima pagina di Delfi, il sito estone dal quale è scaturita la sentenza europea sui commenti online tent provider, quindi responsabile di tutti i contenuti prodotti dalla testata, e non un hosting provider — responsabile solo della mancata rimozione dei commenti una volta segnalato il contenuto diffamatorio. Indignati dalla sentenza, i proprietari del sito hanno chiesto un parere alla Corte europea dei diritti dell’uomo, appellandosi all’articolo 10 della Convenzione europea che tutela la libertà di espressione. Con grande sorpresa degli osservatori, a ottobre 2013 Strasburgo ha convalidato la sentenza estone poiché «data la natura dell’articolo — si legge nella sentenza —, la compagnia doveva aspettarsi commenti offensivi e dunque agire con maggiore cautela per di- fendere la reputazione degli individui». Inoltre, consentire commenti anonimi sulla propria piattaforma equivarrebbe per la Corte europea ad averne la piena responsabilità. Un atteggiamento che ha scatenato il panico tra gli addetti ai lavori — tra questi Google il Guardian — che hanno inviato una lettera aperta al presidente del Tribunale per denunciare le «ripercussioni negative che la decisione potrebbe avere sull’apertura democratica nell’era digitale». E riaprendo così parzialmente la partita: il 9 luglio la Grande Camera della Corte si esprimerà nuovamente sul parere dei giudici. Serena Danna © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 italia: 51575551575557 UN MONDO IN CUI L’ITALIA RIPARTE. C on 170 miliardi di nuovo credito alle imprese e alle famiglie italiane sosteniamo la ripresa economica del nostro Paese. E con 4.700 Filiali su tutto il territorio e oltre 22.000 gestori, vogliamo essere un punto di riferimento per l’Italia che riparte. Perché lavoriamo ogni giorno per offrirvi una possibilità in più. Con lo stesso spirito, con l’iniziativa Italia Volta Pagina vogliamo continuare a credere nell’Italia, ma soprattutto nelle idee degli italiani. CREDICI ANCHE TU, CONDIVIDI LA TUA PICCOLA O GRANDE IDEA SU ITALIAVOLTAPAGINA.CORRIERE.IT O ATTRAVERSO GLI HASHTAG DEDICATI. Messaggio Pubblicitario. Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 27 italia: 51575551575557 Economia Imposte Dalle detrazioni alle fasce di reddito: così la tassa sui servizi indivisibili. La scadenza del 31 maggio La lente LA LETTERA DI BEFERA: NOSTRO COMPITO NECESSARIO E sce di scena Attilio Befera (68 anni, foto sotto), dopo sei anni passati alla direzione dell’Agenzia delle Entrate, mentre intorno infuriano le ultime ore di una campagna elettorale in cui si è sentito parlare poco di lotta all’evasione fiscale e molto di chiudere Equitalia, la società per la riscossione che di Befera è creatura. Sarà per questo che, per accomiatarsi, l’uomo, che è passato attraverso mille polemiche e attacchi violenti, ha scelto una breve lettera ai dipendenti in cui rievoca gli «anni intensi e impegnativi, durante i quali abbiamo raggiunto risultati importanti, pur fra tante difficoltà, dovute sicuramente al lungo periodo di grave crisi economica, così come alla delicatezza e complessità del nostro compito, necessario alla collettività, anche quando è ingrato». Non poteva mancare una citazione, riservata a Thomas Merton, letterato e monaco trappista, la cui opera maggiore, «La montagna dalle sette balze», è una sorta di manuale di spiritualità. «Il tempo corre — recita la frase —, la vita sfugge tra le mani. Ma può sfuggire come sabbia oppure come seme». Quasi un velato riferimento alla continuità, che Befera vedrebbe garantita dal suo braccio destro Marco Di Capua. A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tasi e Imu, ecco come e dove si paga La mappa dei Comuni. La scadenza del 16 giugno per le abitazioni secondarie I Comuni capoluogo che hanno deliberato la Tasi Aliquota Detrazioni Tasi Differenza Tasi Differenza % casa con Imu casa con Imu A/2 2012 A/3 2012 70mq 120mq -138 73 242 no 91 0,25 Alessandria -8 0 121 si 0 0,33 Arezzo -32 -5 348 si 37 0,33 Ancona* -266 25 422 si 58 0,1 Aosta** 7 68 0 si 0 Asti 0,25 -72 96 200 si 118 0,32 Bergamo -21 0 201 si 0 Biella 0,33 -1 -2 548 si 208 0,33 Bologna 120 0 256 si 0 0,25 Brescia -135 16 306 si 39 0,28 Cagliari*** -63 71 158 no 78 0,15 Carbonia -80 7 176 si 7 0,33 Cremona 24 60 281 si 136 0,33 Ferrara -130 49 405 no 126 0,25 Forlì 92 121 180 no 121 0,25 Frosinone -285 -26 485 si 204 0,33 Genova -4 88 269 no 147 0,25 Grosseto -7 47 0 si 0 0,25 Iglesias 8 5 392 si 63 0,33 La Spezia 164 1 577 si 81 0,32 Lecco 269 46 378 no 124 0,25 Livorno 17 48 308 si 55 0,30 Lodi 24 24 144 si 24 0,25 Lucca**** 21 0 151 si 0 0,25 Macerata 130 114 281 no 114 0,24 Mantova -109 -44 395 si 0 0,25 Modena -134 -1 355 si 96 0,33 Napoli -43 71 286 no 129 0,25 Novara -450 0 -35 no 0 0,00 Olbia -182 3 354 si 96 0,33 Parma 42 74 143 si 74 0,19 Pesaro 5 14 237 si 25 0,33 Piacenza 54 98 253 no 98 0,25 Pistoia -221 1 340 si 18 0,125 Pordenone -33 0 265 si 0 Reggio Emilia 0,33 -47 1 479 si 63 0,33 Rimini -59 88 259 si 88 0,20 Sassari -77 15 326 si 95 0,25 Savona -290 si 199 -139 661 0,33 Torino -103 34 0 si 0 0,10 Trento -177 0 0 si 0 0,16 Treviso 48 100 254 si 100 0,25 Udine 25 13 168 si 80 0,33 Venezia -10 -45 314 si 0 Verbania***** 0,25 97 77 172 no 77 Vibo Valentia 0,25 -32 0 176 si 0 Vicenza****** 0,28 *La delibera con le aliquote è stata presa ma non risulta ancora pubblicata **Aliquota 0,15% per immobili A/7 *** 0,33% per immobili con rendita superiore a 1.250 euro ****oltre la rendita di 700 euro sale progressivamente fino allo 0,33% *****oltre il valore imponibile 91 mila euro sale allo 0,33% ******scende a 0 per rendite sotto i 400 euro e sale a 0,33% per rendite sopra 1.001 euro Il rischio di non incassare subito gli introiti della Tasi ha messo le ali a una parte dei Comuni che fino a qualche giorno fa non avevano ancora deciso le aliquote e così il numero di amministrazioni pronte hanno superato quota 2000, in pratica un municipio su 4. Il conto definitivo si potrà fare solo ai primi di giugno perché se l’ultimo giorno utile per determinare il livello di imposizione era venerdì scorso, c’è tempo fino al 31 maggio per pubblicare sul sito dell’Agenzia delle Entrate il testo della delibera: la pubblicazione infatti è il requisito discriminante per sapere se bisogna pagare la prima rata del tributo entro il 16 giugno. La prima rata della Tasi si paga entro il 16 giugno solo nei Comuni che hanno pubblicato entro il 31 maggio la delibera con le aliquote sul sito del ministero delle Finanze. Per gli altri i termini di versamento saranno prorogati da un decreto del governo. Le ipotesi in campo sono di uno slittamento a settembre o a ottobre. La prima rata dell’Imu si paga entro il 16 giugno in tutti i casi: se il Comune ha pubblicato la delibera Imu 2014 l’acconto si calcola sulle aliquote aggiornate, altrimenti si paga con le regole in vigore nel 2013. Sull’Imu però, meglio ribadirlo, non c’è nessuna proroga perché il calcolo dell’acconto sulla base delle regole dell’anno precedente è previsto dalla normativa. La Tasi si paga in acconto quando il Comune manda i relativi bollettini di pagamento; anche in questo caso l’amministrazione può chiedere le prime rate basandosi sulla tariffa 2013. Nella pagina presentiamo una tabella riassuntiva delle decisioni in materia di Tasi prese dalle amministrazioni che hanno approvato le delibere. I Comuni hanno una discrezionalità nel determinare le detrazioni sull’abitazione di cui non disponevano con l’Imu e anche se la base imponibile è la medesima il rischio di errori per chi vuol far da sé è più alto perché presuppone una lettura non superficiale della delibera. Aliquota e detrazioni infatti possono variare: 1) per rendita catastale; 2) per valore imponibile; 3) per numero di figli; 4) per Isee del contribuente; 5) per reddito imponibile del contribuente; 6) per zona in cui si trova l’immobile. Gino Pagliuca © RIPRODUZIONE RISERVATA Milano Bologna Seconde case, 890 euro per una rendita di 1.000 Detrazioni in 25 fasce e aliquota allo 0,33% Il capoluogo lombardo è tra quelli che non hanno approvato la delibera sulla Tasi. L’impianto tariffario è già stato approvato dalla Giunta ma in Consiglio comunale sono molto forti le polemiche dell’opposizione per giungere a un aumento delle detrazioni. L’aliquota prevista per l’abitazione principale è dello 0,25% con riduzioni a seconda della rendita catastale e dell’immobile e del reddito del contribuente. L’Imu sulle seconde case resterà invariata all’1,06%, però si aggiungerà un altro 0,08% a titolo di Tasi. Un immobile con rendita catastale 1.000 euro pagherà a giugno 890 euro, ed entro dicembre altri 1.025 euro, 135 dei quali a titolo di Tasi. Nel presentare la Tasi si era detto che non si sarebbe pagato per la prima casa più di quanto si versasse per l’Imu. A Bologna la promessa viene mantenuta anche se, da un punto di vista formale in qualche caso di finirà per pagare uno o due euro in più, e se si hanno figli si perderà la detrazione prevista dall’Imu. Il risultato è stato ottenuto prevedendo 25 fasce di detrazione e aliquota allo 0,33%. Per le abitazioni di rendita catastale fino a 327,38 euro non si pagherà nulla, per le abitazioni da 1.000 euro si avrà una riduzione di 85 euro, oltre 1.693 euro non si hanno riduzioni. Genova Napoli Sconti da 50 a 114 euro per ogni figlio convivente Immobili esentasse fino al tetto di 290 euro Il capoluogo ligure ha fissato l’aliquota Tasi sull’abitazione principale allo 0,33%, prevedendo una serie di detrazioni: per rendite fino a 500 euro lo sconto è di 114 euro per ogni figlio convivente di età inferiore a 26 anni; per rendite tra 501 e 700 euro si scende a 80 euro più 20 per il figlio; tra 701 e 900 euro il bonus si abbassa a 50 euro più 15 per il figlio; infine oltre 900 euro si ha diritto a detrazione solo se si ha un Isee inferiore a 15 mila euro: anche in questa ipotesi lo sconto è di 50 euro più 15 per il figlio. Per una casa di 70 metri quadrati in classe A/3 il conto sarà di 204 euro, 26 meno che con l’Imu, per 110 metri A/2 si pagano 485 euro, 285 meno rispetto al 2012. Aliquota al massimo anche per il capoluogo campano, che ha deciso per lo 0,33% temperato solo da una detrazione da 150 euro per gli immobili con rendita fino a 300 euro: di fatto significa che fino a 290 euro non si paga nulla; la detrazione scende a 100 euro per le abitazioni principali con rendita superiore a 300 euro. Su un’abitazione A/2 da 120 metri comunque lo sconto rispetto all’Imu non è trascurabile, visto che si pagheranno 355 euro, 134 in meno rispetto al 2012. A Napoli non si pagherà la Tasi sulle seconde case, perché l’aliquota Imu è già all’1,06%. 28 Economia DISCIPLINARE DI PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA BIGLIETTERIA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA 1) OGGETTO DELL’APPALTO Costituisce oggetto dell’appalto la assegnazione di una serie di servizi e forniture, descritti in modo estensivo nel capitolato di gara allegato al bando di seguito indicati come SERVIZIO. Si indica come oggetto principale la fornitura e gestione : 1) di un sistema informatico per la vendita di biglietti e abbonamenti relativi agli spettacoli organizzati dalla Fondazione Arena di Verona comprensivo della fornitura dell’hardware, del software necessario nonché della relativa assistenza tecnica, manutenzione e servizio di vendita e incasso on-line, tramite la rete dei canali di prevendita nei punti vendita autorizzati di biglietti e tramite internet; 2) di un servizio di call center informativo e dispositivo integrato con il sistema di biglietteria; 3) di un servizio di housing e hosting del portale www.arena.it; del sistema di controllo accessi all’Arena di Verona; 2) DOCUMENTAZIONE DI GARA: La documentazione di gara comprende: a.) Bando di gara; b). Disciplinare di gara e relativi allegati: domanda di partecipazione (mod. 1); dichiarazioni sostitutive (mod. 2 ), dichiarazioni di avvalimento; c). Capitolato di gara; d) altra documentazione: regolamento rimborso biglietti; ed è interamente pubblicata sul sito www.arena.it. 3) MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE: Il plico sigillato contenente la domanda di partecipazione e gli allegati, ivi compresi quelli relativi alla capacità tecnica e finanziaria come indicata nel bando di gara al punti III,2,2) e III.2.3) l’offerta tecnica e l’offerta economica dovrà pervenire, pena l’esclusione dalla gara, entro e non oltre le ore 10.00 del giorno 30/07/2014 al seguente indirizzo: Ufficio Protocollo Fondazione Arena di Verona Via Roma 7/d 37121 Verona dalle ore 09,00 alle ore 12,00 dal lunedì al venerdì. La consegna dovrà pervenire, a mezzo raccomandata del servizio postale, oppure mediante agenzia di recapito autorizzata. È ammessa la consegna a mano dei plichi fino al termine di scadenza (entro le ore 10.00 del giorno 30/07/2014). L’apertura della gara in forma pubblica, si terrà presso la Sala Ettore Fagiuoli della Fondazione Arena di Verona, in via Roma n. 7/d alle ore 11.00 del giorno 30/07/2014. La consegna del plico rimane a totale rischio del mittente, restando esclusa ogni responsabilità della stazione appaltante per il mancato o tardivo recapito del plico stesso o per eventuali disguidi comunque imputabili a fatto di terzi, caso fortuito o forza maggiore. Non saranno in alcun caso prese in considerazione le domande pervenute oltre il termine sopra indicato, anche se spedite entro il termine riportato nel bando di gara. Il plico dovrà essere sigillato in modo che non ne sia possibile l’apertura senza manometterlo e dovrà recare la dicitura “PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI GESTIONE DELLA BIGLIETTERIA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE”. Per eventuali informazioni sulla procedura Aperta contattare l’Ufficio Acquisti, Ing. Alberto Peretti tel. 045-8051924, fax 045-8051898, mail [email protected]. IL SOVRINTENDENTE Francesco Girondini TRIBUNALE DI FIRENZE Sezione specializzata in materia di impresa Liquidazione giudiziale Sateco S.r.l. Registro Imprese e C.F. 02248860468 AVVISO DI VENDITA DI TERRENO EDIFICABILE Sito in OLBIA località “Le Saline” Volumetria edificabile circa mc 9.000 per la realizzazione di n. 37 villette Si rende noto che il giorno 1° luglio 2014 alle ore 12:00 presso lo studio del Notaio Dott. Vincenzo Gunnella, in Firenze Via Masaccio nr. 187, avrà luogo la vendita con offerta irrevocabile ed eventuale gara di un bene immobile sito in Olbia (OT) località “Le Saline” e più precisamente: terreno della superficie complessiva di mq. 124.894, di cui mq. 54.160 a destinazione edificabile, distinto al Catasto Urbano al Foglio 45 mappale 604 e 742, e mq 70.734 non edificabili distinto al Catasto Terreni al Foglio 45 mappale 595 e 596. In data 29/09/2011 il Comune di Olbia ha rilasciato il Provvedimento conclusivo del procedimento n. 453. Presentare un’offerta irrevocabile recandosi, entro le ore 12 del giorno lavorativo precedente la data fissata per l’asta, presso lo studio del Notaio Dott. Vincenzo Gunnella o presso uno dei Notai periferici individuati sul sito www.notariato.it (Rete Aste Notarili - RAN). Prezzo base € 2.850.000,00 (duemilioniottocentocinquantamila/00); Aumento minimo € 10.000,00 (diecimila/00); Deposito cauzionale € 285.000,00 (duecentottantacinquemila/00); Prezzo base per le offerte residuali € 2.150.000,00 (duemilionicentocinquantamila/00); PERIZIA, FOTO E MAGGIORI INFO SU: www.astegiudiziarie.it; www.asteannunci.it, www.astalegale.net o presso il liquidatore giudiziale, Dott. Guglielmo Peruzzi (tel 055486189 - 0554620192; email: [email protected]). Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 Fax 02 2588 6114 Via Valentino Mazzola, 66/D 00142 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 - 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 TRIBUNALE CIVILE DI TIVOLI SEZIONE FALLIMENTARE Industria Il progetto presentato agli azionisti del gruppo siderurgico Fallimento B&S Real Estate Spa in liquidazione n. 6/11 Giudice Delegato: Dott.ssa Caterina LIBERATI - Curatore: Dott. Prof. Lodovico ZOCCA Il Dott. Prof. Lodovico ZOCCA, con studio in Roma al Viale Angelico n. 38, Curatore fallimentare di B&S Real Estate Spa in liquidazione, AVVISA BENI IMMOBILI che il giorno 16 luglio 2014 alle ore 11:00 presso lo studio del Notaio Vincenzo Ferrara, sito in Roma alla Via Monte Zebio 30 tel. 06/3241836-3235624 fax 06/32502506, si terrà la vendita - soggetta ad Iva - dei seguenti beni: LOTTO n. 1 Piena proprietà di Capannone con annessa palazzina sito in Modugno (BA) alla SS98 Km 80+500 e Km 80+466. Il compendio è meglio descritto nella perizia dell’Ing. Vincenzo Sassanelli di Bari agli atti, nella quale è specificato che trattasi di magazzino/punto vendita e di capannone industriale con annessa palazzina e corte pertinenziale. L’immobile è censito come segue: Magazzino/Punto vendita Foglio 14, Particella 29, Subalterno 1, Cat. D/1, Rendita € 41.985,00, superficie complessiva coperta e scoperta mq 14.400 ca.; Capannone industriale, palazzina e pertinenziale cortile Foglio 14, Particella 25, Subalterno 3, Cat. D/8, Rendita € 21.936,25; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 8, Cat. D/8, Rendita € 14.749,00; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 9, Cat. C/1, Rendita € 3.277,44; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 10, Cat. C/1, Rendita € 4.454,96; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 11, Cat. D/8, Rendita € 18.372,50; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 12, Cat. D/1, Rendita € 184,50; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 13, Cat. D/1, Rendita € 17.356,75; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 14, Cat. D/8, Rendita € 18.372,50; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 15, Cat. D/8, Rendita € 12.247,50; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 16, Cat. D/8, Rendita € 16.639,00; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 17, Cat. D/8, Rendita € 16.639,00; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 18, Cat. D/8, Rendita € 13.440,00; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 19, Cat. D/8, Rendita € 18.372,00; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 20; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 21; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 22, Cat. D/8, Rendita € 15.142,50; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 23, Cat. D/8, Rendita € 11.100,00; Foglio 14, Particella 25, Subalterno 24, Cat. D/8, Rendita € 6.975,50; Pezzo base d’asta Euro 27.034.845,20 (euro ventisettemilionitrentaquattromilaottocentoquarantacinque/20). Rilancio minimo Euro 50.000,00. AVVISA LOTTO n. 2 che il giorno 16 luglio 2014 alle ore 12:00 presso lo studio del Notaio Vincenzo Ferrara, sito in Roma alla Via Monte Zebio 30 tel. 06/3241836-3235624 fax 06/32502506, si terrà la vendita - soggetta ad Iva - dei seguenti beni: Piena proprietà di terreno sito in Pognano (BG) al Viale Piave, superficie catastale di circa mq. 19.375. Il terreno è meglio identificato nella perizia del Geom. Luca Mutti, agli atti, ed è censito al catasto come segue: Catasto terreni: Foglio 9, mappale 540, semin. Irr. Arb., cl. 1, ha 00.53.45, RD Euro 55,21, RA Euro 46,93; Foglio 9, mappale 23, semin. Irr. Arb., cl. 1, ha 00.74.70, RD Euro 77,16, RA Euro 65,58; Foglio 9, mappale 24, semin. Irr. Arb., cl. 1, ha 00.54.20, RD Euro 55,98, RA Euro 47,59; Foglio 9, mappale 57, semin. Irr. Arb., cl. 1, ha 00.11.40, RD Euro 11,78, RA Euro 10,01; Coerenze in corpo ed in contorno: ragione al map. 22, Via Piave, ragione ai mappali 27, 26, 25 del foglio 9 ed ancora in ragione al mapp. 22 del foglio 9. Prezzo base d’asta Euro 800.400,00 (euro ottocentomilaquattrocento/00). Rilancio minimo Euro 5.000,00. AVVISA LOTTO n. 3 che il giorno 16 luglio 2014 alle ore 13:00 presso lo studio del Notaio Vincenzo Ferrara, sito in Roma alla Via Monte Zebio 30 tel. 06/3241836-3235624 fax 06/32502506, si terrà la vendita - soggetta ad Iva - dei seguenti beni: Piena proprietà di Capannone con annesso terreno sito in Belpasso (CT) alla Contrada Rinaudo, antistante la SS121. Il compendio, di superficie complessiva pari a mq 12.700 ca., è meglio descritto nella perizia dell’Ing. Alessandro Paternò Raddusa di Catania, agli atti, ed è censito come segue: Catasto terreni: Foglio 75, Particella 147, superficie HA 1.27.07; Catasto fabbricati: Foglio 75, Particella 148, Subalterno 1, Cat. D/8, Rendita € 29.096,15; Foglio 75, Particella 148, Subalterno 2, Cat. A/2, Rendita € 242,41. Prezzo base d’asta Euro1.628.000,00 (euro unmilioneseicentoventottomila/00). Rilancio minimo Euro 10.000,00. AVVISA LOTTO n. 4 che il giorno 16 luglio 2014 alle ore 16:00 presso lo studio del Notaio Vincenzo Ferrara, sito in Roma alla Via Monte Zebio 30 tel. 06/3241836-3235624 fax 06/32502506, si terrà la vendita - soggetta ad Iva - dei seguenti beni: Piena proprietà di due capannoni industriali siti in Calenzano (FI) alla Via Baldanzese 170, della superficie coperta rispettivamente di mq 2.876 e 3.096. Il compendio è meglio descritto nella perizia dell’Ing. Luigi Tarei di Tivoli, agli atti, ed è censito al catasto come segue: - Catasto terreni: foglio 70, particella 958, qualità Ente Urbano, superficie mq 7.115. - Catasto fabbricati: Edificio 1 Foglio 70, Particella 959, Categoria D/7, Rendita Euro 16.195, piano T-1; Edificio 2 Foglio 70, Particella 960, Categoria D/7, Rendita Euro 17.573, piano T-1. Confini: il compendio confina con Via Baldanzese, proprietà Lafis o aventi causa, Autostrade SpA, salvo altri. Si precisa che l’immobile è condotto in locazione, dall’1.8.2011 con scadenza 31.7.2016 con rinuncia al tacito rinnovo, ad un canone di Euro 130.000,00 per il primo anno, aumentato di Euro 10.000,00 per le successive scadenze. Prezzo base d’asta Euro 4.239.385,92 (euro quattromilioniduecentotrentanovemilatrecentoottantacinque/92). Rilancio minimo Euro 20.000,00. AVVISA BENI MOBILI LOTTO UNICO che il giorno 16 luglio 2014 alle ore 17:00 presso lo studio del Notaio Vincenzo Ferrara, sito in Roma alla Via Monte Zebio 30 tel. 06/3241836-3235624 fax 06/32502506, si terrà la vendita - soggetta ad Iva - del seguente bene: Marchio “Aiazzone”, come descritto nella perizia di stima, nonché nel successivo aggiornamento, del Prof. Enrico Laghi, agli atti. Prezzo base d’asta Euro 6.208.000,00 (euro seimilioniduecentoottomila/00). Rilancio minimo Euro 10.000,00. Le offerte di acquisto dovranno essere formulate sulla base dei Disciplinari di vendita pubblicati, in uno con la documentazione di riferimento, sul sito www.astegiudiziarie.it, secondo le modalità, condizioni e termini ivi previsti. Il presente avviso non costituisce proposta irrevocabile né offerta al pubblico, né sollecitazione al pubblico risparmio, né impegna in alcun modo il Curatore a contrarre con gli stessi offerenti. Tutte le richieste di informazioni possono essere inoltrate presso lo studio del Curatore Dott. Prof. Lodovico Zocca sito in Roma al Viale Angelico n. 38 previa richiesta scritta al fax 06/32628035. Roma, Il Curatore - Dott. Prof. Lodovico Zocca TRIBUNALE DI NAPOLI SEZIONE FALLIMENTARE FALLIMENTO N. 204/10 G.D. DR. NICOLA GRAZIANO CURATORI: AVV. PROF. MICHELE SANDULLI, AVV. ROBERTA NAPOLITANO, DR. PROF. PASQUALE MENDITTO INVITO A PRESENTARE OFFERTE IRREVOCABILI PRIMA IPOTESI DI VENDITA LOTTO UNICO: COMPLESSO IMMOBILIARE “POLO DELLA QUALITA’ s.c.a.r.l” composto dal complesso immobiliare di cui la società fallita è titolare sito in Marcianise (CE), via Pozzo Bianco - zona ASI con i relativi diritti su tutte le parti e su tutti i beni e gli impianti comuni, come meglio descritto nella perizia di stima cui ci si riporta. Si precisa che la procedura fallimentare è titolare solo di parte dei moduli, depositi, e posti auto e della totalità dei diritti sulle parti comuni del complesso “Polo della Qualità s.c.a.r.l.”. Vendita soggetta ad IVA. Per l’esatta individuazione dei beni di titolarità della fallita società si rinvia alla relazione ipocatastale redatta dal notaio Dott.ssa Enrica Di Petrillo e depositata in cancelleria, Giorno 26 giugno 2014 ore 10.00 presso Studio legale Sandulli & Associati in Napoli alla via Agostino Depretis n. 51, verifica e apertura buste - recanti all’esterno la sola dicitura “offerta per la vendita del 26 giugno 2014”- contenenti le offerte di acquisto presentate entro le ore 12 del giorno feriale precedente presso Studio legale Sandulli & Associati in Napoli alla via Agostino Depretis n. 51 (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12). PREZZO BASE EURO 57.120.000,00 (CINQUANTASETTEMILIONICENTOVENTIMILA/00) OLTRE IVA (Risultante a seguito di ribasso, comprensivo dell’importo relativo ai diritti su tutte le parti, su tutti i beni e su tutti gli impianti comuni, oltre imposte di legge, spese di trasferimento e spese di cancellazione delle formalità pregiudizievoli iscritte sui beni sottoposti a privilegio). SECONDA IPOTESI DI VENDITA In caso di mancata presentazione di offerte per la prima vendita, o comunque qualora per qualunque motivo la prima vendita non dovesse aver luogo: vendita dei singoli moduli, depositi e posti auto di cui è titolare la società fallita con i relativi diritti sulle parti, i beni e gli impianti comuni come meglio riportati nella perizia di stima cui si rimanda per una migliore descrizione e specificazione. Si precisa che sarà trasferita la quota millesimale di parti, beni e impianti comuni. Vendita soggetta ad IVA. La descrizione dei singoli lotti ed il prezzo di ciascuno (comprensivo dei proporzionali relativi diritti sulle parti, i beni e gli impianti comuni) è riportato sul prospetto riepilogativo allegato all’invito, depositato in cancelleria e pubblicato sui siti internet indicati in calce. In relazione a questa seconda ipotesi di vendita, a coloro che risultano alla Procedura Fallimentare essere titolari di un contratto preliminare di acquisto sottoscritto con la società in bonis, sarà riconosciuto il diritto di prelazione (a parità di offerta) per l’acquisto dei moduli, depositi o posti auto oggetto del relativo preliminare di vendita, unitamente ai proporzionali relativi diritti sulle parti, i beni e impianti comuni. Si rinvia all’invito a presentare offerte irrevocabili per la indicazione delle modalità di esercizio del menzionato diritto di prelazione. Giorno 3 luglio 2014 ore 10.00 dinanzi al GD Dr. Nicola Graziano VII sezione civile del Tribunale di Napoli (piano 15^ - Torre A - locali delle aule di udienza - palazzo di Giustizia - Centro Direzionale), verifica e apertura buste - recanti all’esterno la sola dicitura “offerta per la vendita del 3 luglio 2014”- contenenti le offerte di acquisto presentate entro il giorno feriale precedente alle ore 12.00 presso Studio legale Sandulli & Associati in Napoli alla via Agostino Depretis n. 51 (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12) DISPOSIZIONI RELATIVE AD ENTRAMBE LE IPOTESI DI VENDITA Offerte con uno o più a/c n.t. intestati al Fall. Polo della Qualità s.c.a.r.l. in liquidazione (n. 204/10) per una somma complessiva pari al 15 % del prezzo offerto di cui il 10% a titolo di cauzione e il 5% per spese. In caso di deposito di più offerte, si procederà ad una gara tra gli offerenti con base d’asta l’offerta più alta, mediante rilancio libero di importo non inferiore al 5% del prezzo più alto offerto. Salvo diritto di prelazione (previsto solo con riferimento alla seconda ipotesi di vendita, cioè alla ipotesi di vendita dei singoli moduli/depositi/posti auto). Il tempo a disposizione per ciascun rilancio sarà di 3 minuti. L’aggiudicazione provvisoria avrà luogo in favore di colui che avrà formulato l’offerta più alta. Ai sensi dell’art. 107 l.fall. si precisa che i Curatori potranno sospendere la vendita qualora successivamente alla aggiudicazione provvisoria pervenga offerta irrevocabile di acquisto migliorativa per un importo non inferiore al dieci percento del prezzo offerto cauzionata come sopra, e ciò anche in caso di esercizio di prelazione di cui all’invito a presentare offerte irrevocabili.. Avviso, perizia di stima e relativi allegati, foto e mappa localizzativa sono consultabili sui siti internet www.asteannunci.it. www.asteavvisi.it e www.astegiudiziarie.it. Pubblicità televisiva attraverso il Canale Aste n. 810 di Sky/web Tv on demand www.canaleaste.it. Per ogni altra informazione, per la richiesta della documentazione sopra citata e per poter visionare il complesso aziendale rivolgersi ai Curatori Avv. Prof. Michele Sandulli, Avv. Roberta Napolitano, Prof. Dott. Pasquale Menditto presso la sede del fallimento in Napoli alla Via Agostino Depretis n. 51 (Sandulli & Associati - studio legale) tel. 0812471133 - fax 0812452102 e-mail: [email protected]; [email protected]; [email protected]. Il piano di Bondi per il rilancio Riva Servono 4 miliardi «Aumenti di capitale da 1,8 miliardi» Nei prossimi tre anni, dal 2014 al 2016, l’Ilva perderà oltre 1 miliardo. La previsione è contenuta nel piano strategico preparato dal commissario straordinario Enrico Bondi che nei giorni scorsi, come previsto dalla legge, è stato presentato alla famiglia Riva, tuttora azionista di controllo del gruppo. Anche per questo è necessaria una manovra finanziaria stimata nel documento in oltre 4 miliardi. Il 2013 è stato per l’azienda un anno da dimenticare, ma poteva andare molto peggio se non fosse stato possibile liquidare l’imponente magazzino, che ha permesso di arginare il crollo dei ricavi. Ora però, come è scritto nel documento di sintesi del piano strategico 2014-2020, il «destocking sarà esaurito nel 2014», con la necessità di provvedere all’acquisto di bramme (semilavorati) «significativamente oneroso rispetto alla produzione interna, ipotizzato solo per sopperire a limitazioni temporanee della capacità produttiva» durante gli interventi previsti per ridurre l’inquinamento ambientale provocato dagli impianti. Questo significa che il conto economico dell’Ilva è destinato a peggiorare, contribuendo a rendere insostenibile la situazione, già oggi di totale incertezza sia perché le casse aziendali sono vuote sia perché sul Enrico Bondi, commissario straordinario dell’Ilva futuro del gruppo pesano incognite di ogni genere, dall’esito delle inchieste della magistratura (di Taranto e Milano) al ruolo della famiglia Riva fino ai vincoli ambientali. Nei giorni scorsi è stato pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» il piano di risanamento ambientale e Bondi, come prevedono le procedure stabilite per legge, ha avviato il confronto con i Riva sul piano industriale, che dovrà essere approvato nella versione definitiva entro un mese ed è soggetto ad approvazione ministeriale. Più o meno nello stesso periodo scade l’incarico assunto dall’ottantenne commissario. Lunedì prossimo, come annunciato da Claudio Riva, è attesa una prima risposta ufficiale della famiglia che però, con ogni probabilità, sarà interlocutoria. Il piano industriale fissa in oltre 4 miliardi il «fabbisogno investimenti» fino al 2020. Il totale è dato dalla somma di 1,8 miliardi d’investimenti per il Piano ambientale (in piccola parte già effettuati), 635 milioni per oltre 1300 interventi previsti dal Piano salute e sicurezza, 1 miliardo e 750 milioni per in- L’ambiente Per il risanamento ambientale degli impianti investimenti per 635 milioni novazioni tecnologiche e produttive. Ciò richiede una manovra finanziaria di forte impatto che, come è spiegato nel piano industriale, ha come cardini un aumento di capitale calcolato «in via preliminare intorno a 1,8 miliardi» e un «nuovo debito finanziario stimato preliminarmente intorno a 1,5 miliardi», di cui metà da richiedere alle banche come debito a breve termine nel 2015 e la parte restante nel 2016. Sempre secondo il piano i ricavi di vendita, scesi a poco più di 3,2 miliardi nel 2013 (-29,5 per cento), sono destinati a risalire nell’anno in corso per poi stabilizzarsi intorno a 5 miliardi dal 2017 in poi. Nello stesso periodo l’ebitda, cioè il livello di profittabilità, passa da -473 milioni nel 2013 a un sostanziale equilibrio nel 2014 e a un dato positivo di oltre 400 milioni nel 2016, con un forte recupero di efficienza interna (pari a 335 milioni). La ripresa è prevista grazie a interventi importanti in termini di sostenibilità ambientale delle produzioni, alla ripresa della domanda, alle diversificazioni in segmenti di mercato più redditizi (per esempio nell’automotive). Molto discusso è l’utilizzo del forno di pre-riduzione nel ciclo produttivo, meno inquinante perché riduce i consumi di coke nell’altoforno, il cuore dello stabilimento di Taranto, ma considerato da buona parte degli addetti ai lavori troppo costoso perché richiede grandi quantità di energia che, in Italia, costa cara. Nel piano è previsto a partire dalla gestione post commissariale, con un investimento di 300 milioni. Fabio Tamburini © RIPRODUZIONE RISERVATA La storia Il caso del Comune di Anzio e la nomina nell’Ugl Comandante condannato per corruzione Ma la legge è nuova, non si può licenziare ROMA — Verbali, lettere protocollate e determine dell’ufficio procedimenti disciplinari. Da qualche mese al Comune di Anzio, già capitale dei Volsci e oggi popolosa cittadina della provincia di Roma, politica e burocrazia si esercitano in un’imperdibile prova sul destino lavorativo del dirigente Bartolomeo Schioppa. La vicenda è tanto semplice, quanto è stupefacente l’esito. Nel 2010 Franco Pusceddu, ex direttore generale del Comune di Anzio, assegna l’incarico di comandante del corpo dei vigili urbani a Schioppa. La scelta sembrava ineccepibile. Nel curriculum di Schioppa figurava del resto, come precedente, quello di comandante dei vigili urbani di Ravenna. Tutto bene, se non fosse per un dettaglio sfuggito a chi doveva vagliare l’assunzione: sul capo di Schioppa già dal 2009 pendeva una condanna per truffa e falso in primo grado. Secondo un’indagine della Guardia di Finanza, quando era comandante a Ravenna aveva beneficiato di acquisti di favore di auto e pezzi di ricambio dai concessionari che fornivano i veicoli al corpo della municipale. Il guaio è che nel febbraio dello scorso anno, nonostante i ricorsi in appello e in Cassazione, Schioppa è stato condannato in via definitiva a due anni e otto mesi di reclusione per corruzione. A quel punto anche il Comune di Anzio, guidato da un sindaco di centrodestra, Luciano Bruschini, si è visto costretto a prenderne atto. Tutto ciò malgrado già nel 2011 un’interrogazione parlamentare al Senato, ricordando le infiltrazioni criminali nel territorio di Anzio, le indagini della Dia sui clan dei casalesi, lo sciogli- mento del consiglio comunale per gravi condizionamenti della criminalità organizzata, avesse sottolineato il fatto che «il comandante dei vigili urbani Bartolomeo Schioppa risulta essere stato condannato in appello per corruzione a due anni e otto mesi». Ma tant’è. Il 6 maggio del 2013 si è messo in moto l’ufficio provvedimenti disciplinari per aprire «il procedimento a carico del dirigente, e lo stesso veniva convocato per il contradditorio». E’ iniziato, insomma, un lungo esercizio da parte degli uffici comunali per A. Duc. componenti dell’ufficio sono stati costretti per arrivare a concludere che il «dottor Schioppa può riprendere regolarmente servizio». Un capolavoro a norma di legge che, collocando i reati in data antecedente (risalgono a prima del 2005) alla riforma della pubblica amministrazione del 2009, stabilisce «che al caso de quo non può essere applicata la legge Brunetta, entrata in vigore diversi anni dopo la commissione dei fatti» e che prevede il licenziamento in presenza di una condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Invece la normativa applicabile al caso in questione è quella del 2001, in base alla quale «il licenziamento deve essere disposto solo a seguito di una condanna per un periodo superiore a tre anni». Insomma, due anni e otto mesi per corruzione non bastano. Tanto che il sindacato Ugl il 21 novembre scorso ha nominato Schioppa dirigente sindacale nazionale e componente del coordinamento Polizia Locale. In virtù della nomina, si legge nell’atto del sindacato, «allo stesso spettano le prerogative previste dalle norme vigenti in materia sindacale»: distacchi e permessi pagati. Dai cittadini di Anzio. Schioppa, dopo una sospensione, è tornato al suo posto, ma in seguito alla condanna, non potendo ricoprire ruoli di vigilanza e gestione, per lui è stata creata una carica ad hoc con compiti di analisi e studio di norme e regolamenti locali. «E’ tutta una congiura, basta leggere la sentenza - commenta Schioppa -: potrebbe accadere a chiunque». © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrea Ducci stabilire il da farsi: licenziare o lasciare in servizio il dirigente condannato per corruzione, truffa e falso? La valutazione dell’ufficio disciplinare è la prova che sfidare la forza di gravità non è più un azzardo. Un documento di quattro pagine riassume gli slalom a cui i La difesa «E’ tutta una congiura, basta leggere la sentenza, potrebbe accadere a chiunque» Dai giocatori ai debiti Il fondo Doyen Sports punta sul campionato italiano In Premier League non l’hanno presa bene. Qualche giorno fa i dirigenti della massima divisione inglese si sono tenuti alla larga dal commentare l’annuncio della società Doyen Sports, intenzionata a investire 200 milioni di euro per finanziare le squadre del Regno Unito. La ragione è semplice: Nelio Lucas, fondatore di Doyen, finanzia le società per acquistare i calciatori, con l’obiettivo di rivenderli e capitalizzare nel breve termine. Un modello di business che introduce un’ulteriore variabile nel già volubile, e indebitato, mondo del pallone. Lucas, 35enne portoghese, forte di collaborazioni con Atletico Madrid, Benfica e Siviglia, ha spiegato che altri 200 milioni di euro sono pronti per finanziare la nostra serie A. I soldi non mancherebbero, sebbene Lucas non ne precisi la provenienza. Così, Doyen Group di Londra, attraverso Doyen Sports, una controllata con sede a Malta, è disposto a aprire il portafoglio per sbarcare in Italia e foraggiare i club per comprare i giocatori, ristrutturare i debiti e rimpinguare le spese di marketing. Qualcuno parla già di nuova «pestilenza», altri magnificano l’opportunità per le squadre di condividere l’acquisto di giocatori altrimenti inavvicinabili, beneficiando di impatti positivi in fatturato e risultati sportivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Economia 29 italia: 51575551575557 L’intesa Il partner avrà sei posti nel consiglio di amministrazione della Bicocca, Tronchetti Provera presidente Il caso Pirelli, c’è l’accordo con i russi A Rosneft il 50% di Camfin, investimento di 552 milioni Peretola Lo scalo aeroportuale di Firenze Peretola La battaglia degli aeroporti tra Firenze e Pisa e quel dossier sull’Opa FIRENZE — Più che un’unificazione pacifica, nel nome della conquista dei cieli della Toscana (e non solo di essi), tra gli aeroporti di Pisa e di Firenze a decollare sono le polemiche e il campanile. E neppure l’Opa lanciata da Corporacion America, del magnate armeno-argentino Eduardo Eurnekian, è riuscita a stemperare gli animi. Anzi sembra aver attizzato nuovi focolai, non solo sulla perdita del primato dello scalo internazionale pisano rispetto a Peretola, ma adesso anche da un «dossier segreto» mai reso noto pubblicamente, nel quale si dimostrerebbe che l’Opa privilegerebbe Firenze e danneggerebbe Pisa. Secondo alcune indiscrezioni, l’analisi, commissionata dalla Regione alla società indipendente Kpmg per un costo di 363 mila euro, evidenzierebbe il valore delle quote delle singole società, con concambio di 1.3 a vantaggio di quella pisana. In altre parole il Galileo Galilei avrebbe un valore superiore a quello offerto da Eurnechian. Che in un primo momento aveva proposto circa 130 milioni, per poi passare a 140 per il Galilei di Pisa e circa 121 per Peretola. Il valore stabilito dallo studio Kpmg per l’aeroporto pisano Eduardo Eurnekian di dovrebbe invece superare i 157 Corporacion America milioni. Sempre secondo l’analisi «segreta», Pisa perderebbe un milione di passeggeri da Firenze anche con una pista da soli 2 chilometri mentre l’Enac e i manager dell’Amerigo Vespucci hanno già pronto un allungamento a 2,4 chilometri con possibili nuove emorragie di voli. La prossima settimana la Regione Toscana, socio pubblico dei due aeroporti, deciderà se aderire all’Opa argentina, ma intanto Cgil, Cisl e Uil definiscono «inquietante che a pochi giorni dalla scadenza dell’offerta pubblica d’acquisto la Regione non abbia ancora reso pubblico il contenuto dello studio di Kpmg». Marco Gasperetti © RIPRODUZIONE RISERVATA MILANO — Rosneft è ufficialmente il nuovo partner strategico della Pirelli. Il colosso petrolifero russo ha firmato l’accordo che gli consentirà di rilevare il 50% di Camfin e controllare così indirettamente il 13% del capitale del gruppo della Bicocca. Marco Tronchetti Provera ieri era a San Pietroburgo per siglare l’alleanza con la compagnia guidata da Igor Sechin e fissare i termini della governance allargata ai russi, a cui andranno subito sei posti su 15 nel consiglio della Pirelli. Una prerogativa sancita dai nuovi patti che assegnano a Rosneft anche diritti di veto in Camfin per le operazioni straordinarie che dovessero riguardare Pirelli, e un’opzione «put» per cedere la propria quota nel caso Tronchetti decidesse di lasciare la guida del gruppo. L’architettura dell’operazione studiata dalla banca d’affari Lazard (a cui hanno lavorato anche Banca Imi, Unicredit e Studio Chiomenti per Tronchetti, PwC e Linklaters per Rosneft) è piuttosto complessa, ma non lo è la logica dell’alleanza. Ieri la Bicocca ha annunciato un nuovo accordo commerciale con Rosneft che prevede l’apertura di 200 punti vendita a marchio Pirelli nelle stazioni di servizio del gruppo di Sechin, e uno per la ricerca e sviluppo e fornitura di gomma sintetica. La società milanese aveva già stretto altri accordi in Russia per l’avvio della produzione in loco e di carattere commerciale, orientati a fare un salto dimensionale in un’area dove il segmento premium e i pneumatici winter hanno ancora un forte potenziale di crescita. Ora con l’ingresso di Rosneft nel capitale la strategia fa un passo avanti decisivo. Ma decisiva è soprattutto la svolta per il futuro della Bicocca e per i piani di Tronchetti, che adesso può contare anche sulle solide spalle di un partner da oltre 100 miliardi di dollari di fatturato. Il presidente della Pirelli 200 Marco Tronchetti Provera, dal 1992 alla guida del gruppo Pirelli non solo resterà alla guida operativa del gruppo ma sarà anche garante dell’investimento di Rosneft, che ha ottenuto un’opzione «put» che le consente di vendere la sua quota in caso il numero uno dovesse lasciare. I nuovi partner hanno anche voluto che venisse semplificato il perimetro di business di Camfin, che cederà a un apposito veicolo la quota in Prelios e altre Ecco chi ha guadagnato di più con l’euro (m.sab.) La tornata elettorale che porterà all’inaugurazione dell’ottava legislatura del Parlamento europeo si svolge a 15 anni e mezzo dalla nascita dell’euro. Salutata al suo esordio da grandi speranze e non poche illusioni, la divisa comune europea ha sicuramente favorito il ribasso dei tassi e la frenata della corsa dei prezzi, che in 15 anni sono aumentati del 38,7%. I Btp hanno ffruttato nel periodo un guadagno del 98,7% e anche i Bot hanno bbattuto l’inflazione con un +44,7%. Nelle retrovie dei rendimenti si ccolloca Piazza Affari, che con il suo +25,5% (compresi i dividendi) n non riesce a mantenere inalterato il valore del capitale investito, ccosì come le blue chip europee e le azioni mondiali. Oltre ai Btp vvincono l’oro (+288,8%) e il petrolio (+822,6%), mentre le azioni ddei Paesi emergenti conquistano il terzo posto con un + 197,5%. Di qquesti risultati, ma soprattutto delle prospettive che si aprono da aadesso in avanti si occupa CorrierEconomia, l’inserto del Corriere ddella Sera in edicola domani in allegato con il giornale. 32 milioni Barclays, maxi-multa per l’oro L’Autorità britannica di gestione finanziaria (Fca) ha condannato Barclays al pagamento di una multa da 26 milioni di sterline (32 milioni di euro) per violazione del mercato dell’oro: un ex dipendente, il broker Daniel James Plunkett, ha «tentato di influenzare» il processo di fissazione dei prezzi del metallo prezioso. Ue). Anche nei rapporti tra privati (cioè cittadini-famiglie) e imprese, la situazione rimane difficile: sono necessari mediamente 75 giorni per essere definitivamente pagati (41 in più della media europea). In tutti e tre i casi appena descritti, nessun altro Paese d’Europa fa peggio di noi. Si pensi che nel rapporto tra Pubblica amministrazione e imprese in Bosnia i pagamenti avvengono in 41 giorni, in Serbia in 46 e in Grecia in 155. Questa situazione assume una dimensione ancor più preoccupante se si analizza l’andamento dei tempi medi di pagamento registrati in questi ultimi sei anni di crisi economica (2009-2014). Nel confronto tra l’Italia, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna, solo da noi si sono allungati i giorni necessari affinché il committente saldi il pagamento al proprio fornitore. Drammatica, poi, la situazione nei rapporti tra Pubblica amministrazione e i propri fornitori. I pagamenti si sono allungati di ben 37 giorni, sebbene dal 2011 la nostra Pa ha cominciato a migliorare la sua performance. G. Dos. © RIPRODUZIONE RISERVATA Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA AD: Barabino&Partners Design Compriamo le azioni Acque Potabili a 1,05 euro ciascuna. Il ritardo nei pagamenti vale il 20% dei licenziamenti continuiamo a essere i peggiori pagatori d’Europa. Se mediamente la nostra Pubblica amministrazione paga le imprese a 165 giorni (107 giorni in più rispetto alla media europea), nei rapporti commerciali tra imprese ci vogliono 94 giorni affinché il committente saldi il proprio fornitore (47 giorni in più nel raffronto con la media attività, per concentrare tutto su Pirelli. La firma della nuova alleanza chiude di fatto la lunga operazione di riassetto iniziata un anno fa, culminata con l’Opa su Su «CorrierEconomia» Lo studio La pubblica amministrazione salda in 165 giorni Un’impresa italiana su cinque è stata costretta a licenziare a causa degli effetti negativi dovuti ai ritardi nei pagamenti. L’ analisi è della Cgia di Mestre, che ha elaborato dati Intrum Justitia relativi a un’indagine effettuata nei primi 3 mesi del 2014. Questo dato conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che I nuovi punti vendita a marchio Pirelli che saranno aperti nelle stazioni di servizio del gruppo Rosneft Camfin. Esce quindi di scena Clessidra. Il fondo di private equity entrato nella filiera di controllo per consentire a Tronchetti di sciogliere la tormentata alleanza con la famiglia Malacalza, passa la mano. Venderà ai russi la società veicolo Lauro64, in cui è custodita una quota di un’altra scatola, Lauro61, che a sua volta possiede il 100% di Camfin, la holding della Pirelli. Uscendo di scena, Clessidra rinuncerà anche a quattro posti nel prossimo consiglio del gruppo milanese per far spazio ai rappresentanti di Long Term investments S.a., il veicolo lussemburghese con cui Rosneft effettuerà materialmente l’operazione, a cui la Nuove Partecipazioni di Tronchetti cederà altre due poltrone. L’ingresso è previsto al closing atteso per il 30 giugno. Il gruppo di Sechin, che nell’operazione ha investito 552 milioni di euro (equivalente a 12 euro per azione Pirelli) comprerà poi un altro pezzo di Lauro61 da Intesa Sanpaolo e Unicredit. I due istituti manterranno una piccola quota, che verrà sindacata con quella di Tronchetti. Tutto è poi destinato a finire in una Newco controllata dal presidente del gruppo milanese, che avrà il 50% di Camfin vincolato a un patto di durata quinquennale a cui Rosneft apporterà l’altra quota della cassaforte in cui è custodito il 26% della Pirelli. Hai tempo fino al 30 maggio, aderisci all’Offerta Pubblica di Acquisto. Chiedi subito alla tua banca. 15 ,5 Premio rispetto alla media ponderata dei sei mesi precedenti all’annuncio. Sviluppo Idrico S.r.l. ha lanciato un’Offerta Pubblica di Acquisto con l’obiettivo di revocare la quotazione in Borsa di Acque Potabili S.p.A. Le azioni saranno pagate il 6 giugno 2014. Per saperne di più: www.gruppoiren.it www.smatorino.it www.sodali-transaction.com [email protected] L’offerta è promossa da: Sviluppo Idrico S.r.l. Consulente Finanziario dell’Offerente e Intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni: Il Documento di Offerta costituisce l’unico documento idoneo a consentire agli Azionisti di pervenire ad un fondato giudizio sull’Offerta ed è disponibile sui siti internet del Global information Agent (www.sodali.com e www.sodali-transaction.com) nonché sul sito internet di Iren S.p.A. (www.gruppoiren.it) e sul sito internet di SMAT (www.smatorino.it). 30 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Tutte le settimane un ospite suggerisce ai follower de @La_Lettura un libro al giorno. Ecco i consigli di Massimo Franco, giornalista e scrittore Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Elias Canetti, «Potere e sopravvivenza». Analisi spietata del potere, grottesco nella pretesa di eternità. Karl Schlögel «Arcipelago Europa». Un faro sulla nuova Europa orientale, sconosciuta a Ovest. Elisabetta Piqué, «Francesco. Vita e rivoluzione». Il Papa argentino secondo un’argentina che lo conosce bene. Alex Ferguson, «La mia vita». L’epopea non di un allenatore, ma di una società di calcio. Alfonso Celotto, «Il Dott. C. Amendola direttore della Gazzetta Ufficiale». Miseria nobiltà antropologia del burocrate. John Maynard Keynes, «Le mie prime convinzioni». Appunti alla Conferenza di pace di Parigi 1919. Monito per l’Europa. Walter Veltroni, «C’era una volta Berlinguer». Un ricordo commosso dell’ultimo leader del Pci. Cultura Da oggi Maria Teresa Milicia, antropologa, consiglia i libri ai follower de @La_Lettura «Friuli», premio per la storia contemporanea La giuria della prima edizione del «Friuli Storia», premio di storia contemporanea, ha selezionato i tre finalisti: Lucia Ceci (L’interesse superiore. Il Vaticano e l’Italia di Mussolini, Laterza), Anna Foa (Portico d’Ottavia n. 13, Laterza), Gian Enrico Rusconi (1914, Il Mulino). Il vincitore del premio, realizzato con l’Associazione partigiani Osoppo e l’Istituto friulano per la storia della Resistenza (per la prima volta insieme) e il festival èStoria, sarà proclamato il 25 settembre a Udine. Le sante, la vite Lorenzo Lotto (1524), affresco della parete nord (356 x 812 centimetri, particolare), Oratorio Suardi, Trescore Balneario (Bergamo). Dedicato a santa Barbara e santa Brigida, l’Oratorio fu affrescato da Lorenzo Lotto con il Cristo-Vite (da cui germogliano le storie) e Storie delle vite delle sante di ALBERTO ARBASINO V Tutti gli affreschi d’Italia Le emozioni del Lotto, e poi facciate e chiese e chiesette Tonalità forti e tenui di un Paese dove i colori fanno festa Thomas Jones risulta il più contagioso. E l’attore Garrick appare spesso quale protagonista. Innumerevoli ritratti di William Hogarth; e a Dulwich si viene intrigati da un suo ritratto maschile in rosso, là accanto a un Rinaldo e Armida per cui Federico Zeri aveva perentoriamente insistito: sulla copertina di Fratelli d’Italia, ci vuole un Poussin! Detto, e fatto. Qui accanto, a Roma, ecco la figura involontariamente padronale del Marchese di Granby, e di Lady Bampfylde, di Joshua Reynolds. E un mercato di Covent Garden che inevitabilmente ci rimanda alla fonetica di Audrey Hepburn sotto il professor Higgins. Ah, Rex Harrison, My Fair Lady, care adorate memorie… *** A Ferrara, l’eccellente mostra Matisse — la Figura sembra piuttosto una prima occasione di svezzamento per le scolaresche circa la pittura nel passato secolo. E non già una eccezionale retrospettiva come in questo medesimo Palazzo dei Diamanti si era avvezzi, con Joshua Reynolds, Cosmè Tura, Francesco del Cossa, Chardin «pittore del silenzio». Natu- pinti del Lotto a Recanati, e neanche a Jesi da qualche parente forse un po’ artista… C’era un amico jesino, tanti anni fa, allegramente detto «Capinera», giacché scuro di capelli. Ed era lieto di mostrare appunto quei Lotto, alla pinacoteca locale. Adesso, a Brescia, in un Palazzo Martinengo, quanti capolavori delle collezioni private, sotto il segno di Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. E altri: pitocchi e pitocchetti, bottiglie e terragli, cucine e cestini e scaldini… Vecchietti, concertini, merendine, galline, verze, fiaschi, soldi, fusi, accattoni, giostre, granchi, gamberi, nani, paesaggi cittadini con giochi di carte o archi di trionfo… Nature morte, parecchie, a cura di Davide Dotti, e con presentazione di Pierre Rosenberg, sul collezionismo. («Ah, l’inizio di una collezione!» diceva un celebre professore, curiosando qui in casa). Conti e contesse, ritratti dal Ceruti con estremo decoro; e magari, alcuni umili. Santi, martiri, episodi biblici o evangelici, poco trattati in quei palazzi. Peccato che Brescia, da Roma, sia poco co- ta) — con «gran voglia di vivere», ma tenuta «isolata» perché (si diceva) aveva subìto violenza da tre individui, impiccati di lì a breve. Non era vero; e tuttavia Vantina — «splendida quanto sfortunata», precisa Milani — soffriva di questa situazione e, benché ne avesse un forte desiderio, andava persuadendosi che non avrebbe mai potuto sedurre, né essere sedotta. Fin quando, un giorno, incontra Napoleone… Milani è narratore coinvolgente; ma è inutile pretendere di riassumere il racconto. Basta riprendere le sue parole: «A sera Vantina s’era infilata nuda nel letto di Napoleone». Quel che sarebbe accaduto dopo, bisogna lasciarlo scoprire al lettore disposto a percorrere la zona d’ombra tra realtà e fantasia. moda per i non più giovani. *** Quante malinconie e tristezze, invece, fra Conegliano e le vicine «quasi città» o «comunità suburbane». Un Cinquecento inquieto (dal Cima ai roghi) tra le facciate affrescate del Monte di Pietà e la monumentale Scuola dei Battuti (allegria?). Non si evita alcun tema impegnativo: annunciazioni, deposizioni, fughe in Egitto. Nel Palazzo Sarcinelli si può osservare che ogni chiesa o chiesetta esigeva una sua Madonna in trono con suo bambino in ghingheri, e vari santi ornamentali. Ne viene fuori una Vergine fin troppo vanesia, soprattutto da giovane. Ma che mostra insolita ed interessantissima, a Conegliano, a cura di Giandomenico Romanelli e Giorgio Fossaluzza. E che eccellente occasione per nuovi ringraziamenti e complimenti a Sergio Momesso, Motta di Livenza (ancora in provincia di Treviso), per La Collezione di Antonio Scarpa (ed. Bertoncello). Mirabile regesto! *** Tornando poi a Roma, altro che guardarsi indietro: con P.P. Pasolini (al Palazzo delle Esposizioni) e con Piero Sartogo (al Maxxi) gli anni che abbiamo attraversato sono i medesimi. Ma c’è mai stato un vero incontro, fra l’altro con Fabio Mauri che era molto amico di tutt’e due? Chissà. Piero Sartogo lavorava con Daniel Buren, Furio e Gianni Colombo, Gino Marotta, Giulio Paolini, Joseph Kosuth. E Pasolini vedeva soprattutto Moravia, Dacia, la Betti, e Ninetto. La Betti cucinava benissimo, aveva una gatta che rispondeva ai «miao», dovette lasciare via del Babuino perché disturbava troppo la Spaziani e Zolla sottostanti, e viveva nel mito del nonno Trombetti insigne filologo che aveva imparato il greco prima del latino perché la grammatica greca costava un soldo di meno sulle bancarelle. Era Elsa Morante ad autorizzare Pier Paolo («vai, vai, sennò non ti aspettano») mentre ci si preoccupava dei possibili agguati dei fratelli maggiori. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ralmente queste figure soprattutto femminili si guardano o si rivedono con gusto. Però si ammira soprattutto Il funerale di Pierrot, dall’album Jazz. Tutto vi è fresco e leggiadro, secondo le notazioni dell’artista. *** Un solenne ideale rinascimento di magnificenza civile si ravvisa nei primi giri fra gli avamposti lombardi della Serenissima; Bergamo e Brescia. Quelle fondamentali emozioni davanti agli affreschi di Lorenzo Lotto a Trescore Balneario, sapendo già che il Leopardi non si curava dei di- Matisse, Giovane donna in bianco (1946) Il romanzo Mino Milani e il condottiero esiliato all’Elba, tra realtà e fantasia Vantina, nuda nel letto di Napoleone UNA RAPPRESENTAZIONE DI NAPOLEONE ALL’ELBA di ARTURO COLOMBO C ome Napoleone abbia riempito il suo tempo durante l’esilio all’Elba, dal maggio del 1814 al marzo del ’15, non si sa; o almeno i documenti storici finora non ci hanno lasciato grandi risposte. Adesso, senza darci alcuna «storia romanzata», Mino Milani ha scritto un breve, delizioso romanzo, dal titolo un po’ enigmatico, Vantina (Barion-Mursia, pp. 129, € 12). Chi conosce la fantasia di Milani (basta ricordare il ciclo delle avventure di Tommy River o il Fantasma d’amore, apparso nel 1990), ritrova in queste pagine avvincenti il racconto di una straordinaria ragazza elbana — Vantina, appunto (anche se il suo vero nome è Enrichet- ✒ Vintage Un viaggio fisico e sentimentale tra mostre e ricordi personali sparsi per la penisola orrei subito unirmi alla ormai copiosa lista di quanti deplorano la chiusura dell’Ospedale San Giacomo, in via Antonio Canova a Roma, e ne caldeggiano la riapertura al più presto. Soprattutto posso ricordare che, per un’ingestione errata di farmaci, caddi svenuto davanti al mio portone di via E. Gianturco. Si fermò un taxi, mi portò al San Giacomo dove mi fecero un’immediata lavanda gastrica (o qualcosa di simile), e un altro taxi mi riportò a casa. Tutto sollecito, istantaneo, veloce. Sarebbe stato analogo, in altri ospedali? Quella volta, ho fatto addirittura in tempo, benché malandato e terreo — a raggiungere col mio regalo un pranzo di compleanno dov’ero invitato. *** Mai, d’accordo, farsi o lasciarsi coinvolgere dagli eventi o allestimenti di massa. Soprattutto, sul territorio. Ma come si fa a distinguere un evento di massa o non di massa, con tutti in gregge in fila alle inaugurazioni? E chiaramente beati di far le file e le code, felici per l’opportunità e l’occasione di scambiare luoghi comuni con capannelli di analoghi, drappelli di omologhi, compagnie e comitive di identici? Occorreranno accorgimenti, per evitare le folle che voltano le spalle alle iniziative per far chiacchiere? Basterà andare alle controre meno gremite, e praticamente deserte? *** «…Onde la visîon crescer convene… Ivi mi parve in una visîone… L’azzurra visîon di San Marino»… Come si assaporavano e degustavano, quelle squisite dieresi, fra «Tutta tua visîon fa manifesta», «Silogizzò invidîosi veri», «In exitu Israel de Aegypto»… Ma viene piuttosto in mente un San Marino californiano, accanto a Pasadena, visitando la piccola squisita mostra a Palazzo Sciarra, giacché il tema è lo stesso: Pittura inglese verso la modernità. E in quel San Marino, presso vie che si chiamano Colorado e Figueroa e Linda Vista, o addirittura Los Padres, l’imponente palagio fine-Ottocento della Huntington Art Collection propone infatti pomposamente questi medesimi artisti: Hogarth, Reynolds, Turner, e tutti gli altri. Con gran ricchezza di opere più o meno importanti. Qui a Roma, schede accurate e minuziosissime. Però l’indice bibliografico finale è cronologico, e non alfabetico. E così vengono purtroppo smarriti i colossali album dell’editore Boydell con le sublimi incisioni di Füssli alla fine del Settecento. Contese fra gli antiquari, e acquarellate con colorini vaghi, pretesi dagli acquirenti e committenti odierni, anche se competevano piuttosto a George Romney, allo stesso Boydell, a Benjamin West. Quante stampe di Füssli si riuscì ad acquistare. Da Macbeth, Hamlet, Tempest, succulenti risvegli di Titania, ottimi fra i Piranesi, e del tutto onirici. Maria Teresa Milicia #twitterguest Improvvisi di SEBASTIANO VASSALLI Quanti non luoghi per non scrittori A nche la qualifica di «scrittore», come quella di «intellettuale», incomincia ad essere screditata. Tutti usano l’intelletto, tutti scrivono e dunque queste due parole esprimono concetti così ovvii da essere superati. Un noto autore di bestseller, oltre che personaggio televisivo, ha dichiarato recentemente di non sentirsi scrittore ma soltanto «raccontatore di storie». È un’affermazione che viene da lontano. C’era un tale, più o meno tremila anni fa, che raccontava le sue storie senza essere uno scrittore: era un ROLAND BARTHES (1915-1980) I sette giorni su Twitter di Massimo Franco 31 italia: 51575551575557 certo Omero, cieco, che andava a tentoni di città in città e di mercato in mercato e parlava di Achille e di Ulisse e di altri eroi, in cambio di un po’ di cibo e di vino. La scrittura, croce e delizia del genere umano, è arrivata dopo di lui ed è stata per tremila anni la «selva selvaggia e aspra e forte» di cui ci ha parlato Dante all’inizio della Commedia. Raccontare una storia significava attraversarla, non c’erano altre possibilità. Bisognava pungersi e graffiarsi e cercare di uscirne vivi. Ora quella selva è stata finalmente spianata. La letteratura dei nostri tempi è un non-luogo affollatissimo, come tutti i non-luoghi: come gli aeroporti o gli outlet o le spiagge d’agosto, ed è attraversata da un nastro trasportatore (la non-scrittura di cui già ci aveva parlato Roland Barthes) su cui si può mettere una storia qualsiasi perché vada a incontrare, nel nulla, milioni di non-lettori. Il nostro nonscrittore e autore di bestseller ha capito tutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Corriere della Sera SMS Idee&opinioni Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (4 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile ELEZIONI, POPOLI E POLITICA ✒ La prima cosa che viene in mente, a voler essere sospettosi, se si legge il provvedimento sul bonus per l’arte è questa: se era davvero così semplice perché non si è riusciti a farlo prima? Tanto più che, come ha spiegato il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, non saranno neppure necessari i decreti attuativi: il provvedimento entrerà in vigore senza dover attraversare irti e tortuosi percorsi amministrativi. Due buone ragioni per considerarlo un segnale concreto. Consentire alle imprese e alle persone fisiche che contribuiscono a migliorare il patrimonio artistico e museale italiano di ottenere un credito di imposta pari al 65% dell’investimento è probabilmente una delle agevolazioni fiscali più consistenti mai varata finora. Una scelta che da un lato risponde all’emergenza (non solo per il caso spesso citato di Pompei o della Reggia di Caserta) di un patrimonio che lo Stato stenta a tutelare perché sempre più a corto di risorse, dall’altra elimina dal tavolo tutti gli alibi dietro i quali spesso le imprese, le banche, gli stessi cittadini si sono nascosti: non c’è nessun incentivo a investire nell’arte. A questo punto l’incentivo è paragonabile (come principio anche se non come risorse finanziarie) a quello ricevuto negli anni dalle energie rinnovabili. Quindi non ci sono più alibi: le regole sono semplici e chiare. Il 65% di sconto sulle tasse per il 2014 e per il 2015 e il 50% per l’anno successivo. Si tratta, ha spiegato Franceschini al Sole24 ore di una sperimentazione, che se funzionerà diventerà strutturale. Qualche tempo fa si era parlato della possibilità di agevolare i prestiti delle opere artistiche che giacciono nelle cantine dei musei e delle pinacoteche, si potrebbe cominciare utilizzando questo «artbonus», ad esempio. Persino la parola mecenatismo, che era un po’ scomparsa dal vocabolario è tornata in auge in questi giorni. Il Fisco, per una volta, invece di partire dal gettito (che pure sarà positivo per quello che riguarda l’Iva) è partito dalla leva delle iniziative che potranno accelerare. Un’occasione che non va persa. Perché magari, quella che ora è una sperimentazione triennale, possa diventare una norma definitiva. In modo da dare all’arte, per una volta, un quadro di regole semplici. E soprattutto durature. Nicola Saldutti © RIPRODUZIONE RISERVATA IL TG DI BOLZANO SENZA ITALIANO GIOVA SOLO A CHI È A CACCIA DI VOTI ✒ Si sa che conquistare la televisione significa conquistare il potere. La prima cosa che in tutto il mondo fanno insorti e golpisti è tentare l’assalto alla televisione per prenderne possesso e impedire che «gli altri», i nemici, abbiano voce. In pratica è quel che si sta cercando di fare con la Rai di Bolzano dalla quale un emendamento alla recente legge che sottrae centocinquanta milioni alla televisione di Stato, presentato dal senatore della Svp Karl Zeller, vorrebbe eliminare le informazioni in lingua italiana. Secondo lui e gli altri firmatari della proposta, sarebbe sufficiente che la sede altoatesina le fornisse in tedesco e in ladino. E pazienza se, secondo quanto è emerso dall’ultimo censimento, il 70% degli abitanti di Bolzano sono di lingua italiana e se in provincia la minoranza che parla la nostra lingua raggiunge comunque il 26%. Ormai si sa — ma saperlo non consola — che periodicamente bisogna contare in Alto Adige con iniziative tese a rompere il delicato equilibrio tra gruppi linguistici, abbastanza felicemente raggiunto dopo tanti anni difficili e tormentati. Una volta è la cosid- detta, mai davvero pacificata, «guerra dei cartelli», per cui si susseguono i tentativi di eliminare dai segnali stradali l’indicazione in italiano dei toponimi, mettendo così in difficoltà i numerosi turisti italiani che d’estate e d’inverno frequentano boschi, valli e montagne della bella Provincia; una volta è, come ora, il progetto di eliminare l’informazione televisiva nella nostra lingua. A chi giovano queste scaramucce? Non certo ai cittadini che sanno quanto per l’economia della Provincia conti il turismo italiano e quanto sia necessario fornire servizi adeguati come, per esempio, indicazioni stradali e, per l’appunto, notiziari televisivi comprensibili. Senza considerare il fatto che anche gli abitanti di lingua tedesca e ladina potrebbero seguire e amare trasmissioni in italiano. Giovano, queste periodiche polemiche, esclusivamente alla politica; o, meglio ai politici che sempre sperano, con l’innalzarsi dei toni della discussione, di arraffare qualche voto in più. Cosa che, purtroppo, a volte succede. Isabella Bossi Fedrigotti © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GIORNATA DEDICATA AI PARCHI MA TAGLI E BUROCRAZIA NON LI TUTELANO ✒ La Giornata europea dei parchi, cade in un momento politico non proprio favorevole. Dalla metà del secolo scorso si è passati in Italia dai 4 parchi nazionali storici (Abruzzo, Gran Paradiso, Circeo e Stelvio) che coprivano lo 0,6% della superficie nazionale, a 23 aree protette a livello nazionale, su circa il 10% del territorio dalle Alpi alla Calabria. Due sono i problemi che gli ambientalisti del Wwf denunciano al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Il primo riguarda i finanziamenti previsti dallo Stato. Il capitolo di bilancio dell’inizio 2014 intitolato «gestione interventi Parchi nazionali» avrebbe registrato un taglio di circa 865.000 euro passando dagli originari 5.800.000 di inizio anno agli attuali 4.960.000 circa (un calo del 15%). Il capitolo di bilancio intestato invece alla «gestione interventi Aree Marine Protette», ha subito un calo di oltre 1.200.000 euro, passando dalle previsioni d’inizio anno di 5.000.000 euro, agli attuali 3.790.000 con un taglio di circa il 24%. Si tratta di tagli lineari che vanno a colpire la parte più delicata del territorio, scrigno di biodiversità e fornitrice di ser- vizi, dall’acqua all’ossigeno, dal paesaggio alla salute. La seconda grave minaccia riguarda la stasi burocratica che sta privando i Parchi Nazionali delle sue strutture di gestione. Sui 23 parchi nazionali esistenti, attualmente solo 3, Pn Gran Paradiso, Pn Dolomiti Bellunesi e Pn Sila dispongono di un presidente e di un consiglio direttivo operativo. Negli altri 20 parchi sono stati nominati solo i presidenti, ma non i consigli direttivi. Questo rappresenta un vero e proprio deficit di democrazia e partecipazione, dato che questi organismi sono composti (a titolo gratuito) da rappresentanti degli enti locali, dei ministeri competenti e del mondo scientifico e ambientalista. Nonostante la riforma legislativa dell’aprile 2013, che ha ridotto il numero dei componenti da 12 a 8, e nonostante le associazioni ambientaliste e molte Comunità dei parchi abbiano da tempo inviate le loro designazioni al ministero dell’Ambiente, mancano ancora, incredibilmente, le nomine dei ministeri interessati (Ambiente e Agricoltura). Fulco Pratesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Europa, passaporto della civiltà Le ragioni di un’identità comune di CLAUDIO MAGRIS SEGUE DALLA PRIMA Questa universalità è il contributo fondamentale della civiltà europea, anche se gli Stati europei hanno incessantemente violato questi principi da loro stessi proclamati; si pensi — ma sono solo pochi esempi fra i molti — al colonialismo, alla depredazione e distruzione di tante altre civiltà e culture, alla tratta degli schiavi, alle innominabili condizioni di lavoro e di miseria imposte a milioni di uomini privati di ogni dignità, ai genocidi compiuti in nome di ideologie, prodotto squisitamente europeo; ai Gulag, alla Shoah, culmine insuperato dell’atrocità. Non c’è Stato europeo che non abbia i suoi scheletri nell’armadio, ma la condanna morale dei crimini dell’Europa nasce da quei principi universali — e da quelle regole politiche e giuridiche che li tutelano — elaborati non solo, ma in misura eminente dalla civiltà europea. C’è inoltre un modo squisitamente europeo di concepire il rapporto fra l’individuo e la società ossia gli altri. Sin da Aristotele, l’individuo è concepito come zoon politikon, animale politico; cittadino della Polis, della comunità, che esiste in rapporto con gli altri, diversamente dalla concezione anarco-capitalista-ultrà, così enfatizzata negli ultimi anni e oggi in crisi. Essere animale politico significa rifiutare ogni livellamento collettivo, ma sentire di vivere nel rapporto con gli altri; significa sapere che la qualità della nostra vita comprende quella di chi vive intorno a noi, del mondo in cui viviamo; significa sentirsi partecipi di un comune destino. Non si tratta di buoni sentimenti caritatevoli, ma del senso concreto del proprio benessere, che si estende aldilà della nostra immediata persona; dell’esigenza di vivere in un Paese civile, in cui la sanità, i servizi sociali, le autostrade, la scuola, la sicurezza funzionino. In questo senso il welfare state è un’istituzione profondamente europea, che va corretta nei suoi abusi e nei suoi sprechi ma salvata nella sua essenza, quel senso del legame tra gli uomini e le generazioni che è l’autentico umanesimo. Da Mann a Eliot, da Croce ad Hazard, da Chabod a de Rougemont ad Auerbach a tanti altri, la cultura europea è stata considerata un’unità variegata, una radice comune di tante differenze, come quelle che Brunetière, nella sua Littérature Européenne del 1900, considerava un terreno comune sottostante alle diverse letterature nazionali. E Mazzini, nel suo saggio D’una letteratura europea (1829), richiamava le parole di Goethe su una letteratura europea che nessun popolo avrebbe potuto considerare unicamente sua, ma alla cui fondazione avrebbero contribuito tutti i popoli. Più tardi, Valéry sottolineava, contro ogni eurocentrismo, l’apertura di questa cultura europea alle altre; del resto già nella Iconologia barocca del Cavaliere Cesare Ripa, del 1618, l’abito dell’Europa è di vari colori perché «in essa c’è più varietà che nelle altre parti del mondo». Già nel suo saggio Philologie der Weltliteratur (1952), Auerbach indicava il pericolo di una standardizzazione planetaria cancellatrice delle particolarità, oggi accresciuto dalla globalizzazione e dall’impero dei media. Se questo è certo un pericolo, ce n’è un altro complementare e contrario forse ancor più insidioso: la febbre identitaria, i regressivi micronazionalismi che vagheggiano un’identità pura e chiusa in se stessa, endogamica e mortale. La diversità è un valore e va difesa, ma nel senso di appartenenza a un’identità più grande; l’umanità è un grande albero, diverso nelle radici, nel tronco e nelle foglie, ma pervaso dalla stessa vita. Dante diceva che, a furia di bere l’acqua dell’Arno, aveva imparato ad amare fortemente Firenze, ma aggiungeva che la nostra patria è il mondo, come per i pesci il mare. I Paesi e le culture numericamente, economicamente, militarmente e politicamente più deboli non hanno nulla da temere da un vero Stato europeo, che può essere invece la loro tutela. L’assenza di un potere superiore garante dell’interesse comune e il puro gioco delle forze abbandonano le culture materialmente minori alla potenza di quelle più numerose e più ricche; senza un’istanza più alta di controllo è più facile, ad esempio, che la Francia o la Germania colonizzino la Lettonia piuttosto che viceversa. Oggi l’Europa esercita un peso politico paurosamente inferiore alle sue potenzialità. L’Unione Europea è spesso bloccata da elefantiasi burocratica, cautele inibitorie, ricerca impossibile e paralizzante di unanimità (che è negazione della democrazia), iniziative più rappresentative che sostanziali, macchinosa proliferazione di enti inutili, ingiurioso sperpero di energie e di denaro volto ad accontentare ambizioni e pretese di tutte le istituzioni e gli organi politici e culturali possibili; riluttanza ad assumere posizioni precise e decise. Forse l’allargamento è stato precipitoso e sarebbe stato più realistico costruire prima un vero Stato, dotato di effettiva unità e di come regolarlo a Bologna con leggi diverse da quelle valide per Firenze. Il mercato finanziario globalizzato, con le sue chance e i suoi pericoli, travalica le frontiere e deve essere fronteggiato da uno Stato non più nazionale. La moneta unica è un necessario coefficiente di unione perché, dopo la lingua, la moneta è l’elemento che più contribuisce a farci sentire a casa o spaesati; non sapere se con i soldi che abbiamo in tasca possiamo pagare un caffè o un pranzo è come non poter decifrare i caratteri di un alfabeto per noi incomprensibile nelle scritte delle strade. La moneta è un linguaggio e del linguaggio ha molte proprietà. Chi contrappone con retorica spiritualeggiante l’Europa dell’anima a quella, pretesamente volgare, della moneta dimentica che questa anima consiste anche nella concezione che si ha della moneta, senza la quale non c’è pane sulla tavola delle famiglie né scuola per i loro figli. A questo proposito, all’Europa occorre pure un’iniezione di CHIARA DATTOLA SI SPERIMENTA IL BONUS PER L’ARTE ORA INVESTIRE DIVENTA UN’OCCASIONE effettivo potere, sulla base del progetto originario dei padri fondatori; uno Stato in cui accogliere successivamente tutti gli altri Paesi che avessero liberamente deciso di confluirvi, riconoscendo come propri i principi su cui esso si fonda. Non esistono un’Europa di prima, seconda e terza classe, perché l’arricchimento umano e culturale dei vari Paesi è un bene fondamentale. Ma esiste il problema di costruire realmente una grande unità politica, che per la prima volta si cerca di costruire tramite il consenso democratico anziché tramite la guerra. Le guerre sono più efficaci delle democrazie — né l’impero romano né l’impero absburgico, indubbiamente creatori di civiltà, sarebbero sorti in virtù di accordi anziché di conquiste sanguinose. Ma la pace è il bene più prezioso che ci sia e il nostro destino dipende dalla nostra capacità di risolvere quell’autentica quadratura del circolo che è la costruzione di un vero Stato europeo, in cui ci sia posto per tutti ma solo per tutti quelli che ne condividono il fondamento. L’unica nostra salvezza possibile è un vero Stato europeo, federale e decentrato ma organico nelle sue leggi, rispetto al quale gli attuali singoli Stati siano quello che oggi sono le Regioni per i singoli Stati. Oggi i problemi non sono più nazionali, sono europei: ogni crisi politico-economica di un singolo Paese coinvolge l’Europa; l’immigrazione è un problema europeo ed è ridicolo che sia regolato in un modo diverso in un Paese e in un altro, sarebbe ❜❜ Esiste il problema di costruire una grande unità politica per la prima volta tramite il consenso e non con la guerra «capitalismo renano» ovvero attento alle cose e alla durata, quale antidoto alle bolle del capitalismo anglosassone essenzialmente finanziario, bolle che hanno causato tanti disastri. L’Unione europea oggi certo scricchiola, ma è lo spettro di questa possibile catastrofe che deve forzare i tempi e le iniziative per renderla più concreta. Occorre soprattutto un ritorno della «grande politica», che oggi sembra svaporata nell’evanescente o truffaldina inconsistenza dei pateracchi, dei sondaggi e dei talk show, bolle di sapone che sono sempre meglio che palle di cannone, ma pur sempre bolle di sapone, di nulla. L’Europa sta cambiando profondamente; molti suoi nuovi cittadini provengono da Paesi e tradizioni culturali diverse, in un processo che non è certo privo di difficoltà e domani potrebbe assumere proporzioni drammatiche, ma è un arricchimento che prosegue la tradizione europea di apertura, di integrazione, di identità che si trasforma nel tempo senza snaturarsi. Oggi letteratura europea vuol dire pure quella tedesca di scrittori di origine turca ed è solo un esempio fra i tanti. Sta nascendo o potrebbe nascere per la prima volta nella Storia una vera universalità. In Europa popoli e civiltà oggi si incontrano e si mescolano; visioni religiose, politiche e sociali vivono fianco a fianco, in un politeismo di valori. Occorre elaborare una cultura, osserva Todorov, capace di conciliare il relativismo etico, il dialogo paritetico con le altre culture e diversità, con un quantum di irrinunciabile universalismo etico, con la fede in pochi valori non negoziabili e indiscutibili, fondamento di ogni umanità e società civile, quali ad esempio l’uguaglianza di diritti indipendentemente dall’identità etnica, religiosa e sessuale. Le leggi degli dèi di Antigone, pochissimi irrinunciabili principi, possono anche non essere scritte, come nella tragedia di Sofocle, ma sono incancellabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 33 italia: 51575551575557 Lettere al Corriere SCOZIA E UCRAINA ORIENTALE I REFERENDUM SEPARATISTI Risponde Sergio Romano Il referendum nella Ucraina orientale ha confermato ciò che si sapeva, con l’89% degli abitanti locali favorevoli alla indipendenza da Kiev. Il risultato viene definito democratico perché votato dagli abitanti del territorio in cui si è svolto. Consentirne lo svolgimento è un disegno — pilotato dalla Russia — per distruggere il concetto di democrazia. La votazione avrebbe dovuto coinvolgere la intera l’Ucraina. Se per ipotesi che l’Alto Adige o le province di Parma e Piacenza decidono di comportarsi allo stesso modo e ottengono lo stesso risultato, dovremmo assistere senza reazione, in quanto deciso dal «popolo sovrano», alla nascita di due nuovi semi-stati indipendenti o annessi da Stati limitrofi? I confini, secondo il diritto internazionale, sono intangibili e tuttalpiù si può discutere di federalismo. Ogni altro modo di pensare è anarchia. O no? Angelo Tirelli [email protected] Caro Tirelli, on credo che i problemi provocati dall’esistenza di movimenti indipendentisti e secessionisti possano essere risolti con astratte norme giuridiche. Le costituzioni hanno spesso la clausola che definisce «una e indivisibile» la nazione per cui sono state scritte. Ma le grida retoriche, per quanto solenni e apparentemente convincenti, non hanno mai impedito l’insorgere di condizioni impreviste che rendono la convivenza difficile. La Gran Bretagna, forse per sua fortuna, non ha una costituzione scritta e ha risolto il problema del separatismo scozzese con pragmatico buon senso. Nel Regno Unito gli inglesi sono l’81,5%, e gli scozzesi il 9,6% (quasi sei milioni). Se il referendum che si terra il 18 settembre 2014, fosse esteso all’intero Paese, il risultato sarebbe scontato, ma non terrebbe alcun conto della volontà di coloro che lo hanno chiesto. Aggiungo che N CONSIDERAZIONI che ben peggiore sarebbero le conseguenze di perdere quel poco di Europa Nazione che stiamo cercando, e dovremo continuare a cercare, di costruire tra di noi? Perché bisogna votare Caro Romano, oggi votiamo per le elezioni europee. Ma perché dovremmo andare a votare? Faccio mia questa domanda che molti, moltissimi italiani si stanno ponendo in questi giorni. E non tanto perché la stia rivolgendo a me stesso (io andrò a votare perché la democrazia è partecipazione) ma per cercare di ricordarci che cosa sia per noi l’Europa e quale sarebbe il rischio di «perderla»! Rischio non trascurabile viste le varie derive a cui stiamo assistendo nel continente. Certo la disaffezione al voto trova giustificazioni nella crisi, nei problemi quotidiani, nella corruzione e nella burocrazia che ci fa apparire il potere politico così lontano dai noi cittadini. Ma non sarebbe bene ricordare Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Mario Taliani, Noceto (Pr) Il premier Matteo Renzi: le elezioni europee non sono un test sul mio governo. Condividete? nenza della regione in cui abita a uno Stato piuttosto che all’altro. Ma se i rapporti peggiorano e la fazione politica che governa a Kiev preferisce voltare le spalle alla Russia per instaurare rapporti organici con l’Unione Europa e la Nato, è inevitabile che i russofoni dei territori orientale si chiedano con preoccupazione che cosa accadrà delle loro fabbriche, spesso integrate nell’economia russa, e dei loro diritti. Cambiare i confini è spesso pericoloso e sarebbe stato meglio, caro Tirelli, se il referendum non avesse avuto luogo. Ma poteva essere evitato soltanto convincendo il governo di Kiev a non prendere iniziative militari e coinvolgendo la Russia in un negoziato che tenesse conto dei suoi legittimi interessi. Finché daranno l’impressione di volere l’Ucraina nell’Ue e nella Nato, l’Europa e gli Stati Uniti correranno il rischio accogliere fra le loro braccia un Paese dimezzato. PER SNIDARE GLI EVASORI DIVORZIO VELOCE Proposta alla Rai Dopo la separazione In Italia le auto devono circolare con i fari sempre accesi. Statistiche che testimonino un calo di incidenti mi sembra non esistano. Perché l’obbligo non può valere solo in inverno e non nel periodo estivo? Dalla Rai quasi giornalmente apprendiamo che gli evasori del canone ammontano al 27%. Poiché finora nessun genio o genietto ha inventato il marchingegno che permette di snidare i furbetti del canone, perché la Rai, invece di inviare minacciose raccomandate che non producono effetto alcuno, non prova a offrire un premio a chi risolverà il problema? Umberto Gaburro Guidizzolo (Mn) Adriano Ponti [email protected] Presto si potrà divorziare in soli sei mesi. Però prima di presentare la domanda di divorzio, bisogna avere ottenuto la sentenza di separazione che può durare anni e anni. Quindi, per ottenere il divorzio, in Italia bisogna fare due cause: quella di separazione e quella di divorzio. Ovviamente questo è uno dei motivi per cui i giovani non si sposano: infatti non vogliono diventare matti e spendere un sacco di soldi quando decidono di separarsi. La vera tragedia però sta nel fatto che mentre gli interessi dei figli minori sono tutelati se i genitori sono sposati, se non lo sono gli interessi dei figli minori non sono tutelati da nessuno. Meno male che l’Italia è la patria del diritto! OBBLIGO DEI FARI ACCESI Aggiungo una sola considerazione. Se gli Stati nazionali europei affrontassero in ordine sparso i problemi dell’economia e della sicurezza in un mondo ormai «globalizzato», saremmo tutti condannati a subire la volontà degli Stati Uniti e della Cina oggi, del Brasile e dell’India domani. La tua opinione su sonar.corriere.it bentrop dell’agosto 1939. Alla fine della Seconda guerra mondiale quei territori erano ucraini, ma in un fase storica in cui l’Ucraina era ormai una repubblica federata dell’Urss. I territori orientali, invece, appartennero alla Russia zarista dal XVIII secolo e divennero definitivamente ucraini negli anni Venti quando l’Ucraina era ormai parte integrante della Unione delle repubbliche sovietiche e socialiste: una patria ideologica in cui i confini tenevano conto dell’influenza degli apparati regionali del partito piuttosto che del carattere etnico delle popolazioni. Fu questa la ragione per cui Mosca, negli anni Venti, decise di assegnare il Bacino del Donec e la Novorossija all’Ucraina e Krusciov aggiunse al pacchetto, nel 1954, la Crimea. Il rispetto dei confini dipende quindi dal contesto politico. Se Mosca e Kiev vanno d’accordo e la loro collaborazione giova alle popolazioni di confine, nessuno ha interesse a rimettere in discussione l’apparte- la Scozia fu uno Stato indipendente sino al 1603 quando, dopo la morte di Elisabetta, il trono andò a Giacomo Stuart, VI° di Scozia e I° d’Inghilterra. Per il partito nazionalista scozzese, quindi, l’indipendenza sarebbe una restaurazione. Il governo di Londra lo ha compreso e al referendum, quindi, parteciperanno soltanto gli elettori scozzesi. Il caso dell’Ucraina è ancora più complicato. I suoi confini storici hanno subito frequenti mutamenti. Sino all’ultima spartizione della Polonia, nel 1795, i territori occidentali erano polacchi. Divennero austriaci e, più tardi, austro-ungarici, sino alla fine della Grande guerra. Tornarono alla Polonia dopo il Trattato di Versailles e fecero parte del bottino dell’Urss dopo il patto fra Molotov e Rib- Davvero necessario? SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggi Sì Zuckerberg, fondatore di Facebook, investe nella protezione della privacy. Servirà per non perdere utenti? 49 No 51 © RIPRODUZIONE RISERVATA Mario Bocci, Milano @ E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Più o Meno di Danilo Taino Statistical Editor Imprese europee divise a Bruxelles L e imprese, che se sono buone imprese devono sapere fiutare la congiuntura, anche quella politica, guarderanno con enorme interesse le elezioni di oggi. In Europa, però, non tutte con le stesse aspettative. Anzi, le analisi che fanno e le attese che nutrono sono così differenziate, a seconda del Paese, da fare pensare che durante gli anni della Grande Crisi gli obiettivi del mondo dell’industria e dei servizi si siano frammentate lungo linee nazionali, un po’ come è successo al sistema bancario e finanziario. Sulla questione che è al centro delle elezioni di oggi — «più Europa» oppure «meno Europa» — le imprese tedesche che «non vogliono vedere un’ulteriore integrazione europea» sono aumentate in un anno del 12%, da un modesto 5% del 2013 al 17% di oggi; stessa tendenza per quelle francesi, salite dal 2 all’11%, per quelle olandesi, passate dal 10 al 26%. In Italia, al contrario, la quota delle imprese che non vorrebbero ulteriori passi di integrazione non solo è rimasta molto bassa ma si è addirittura ridotta, dal 4 all’1%. In un Paese, la Svezia, le aziende hanno addirittura ribaltato la propria opinione, con le contrarie a nuove forme di integrazione scese dal 55 al 14%. I dati sono il risultato di uno studio condotto su scala europea dalla società di servizi di consulenza Grant Thornton. Si tratta di tendenze divergenti che sono frutto di diversi fattori: raccontano però che le imprese europee stanno cambiando le loro strategie, le adattano al mondo del dopo crisi e nel farlo non vanno necessariamente nella In Italia 78 stessa direzione. Non si tratta aziende su cioè di opinioni ma di richieste cento vogliono alla politica che riflettono letture diverse dei mercati e del cligli Eurobond. ma di business. In media, nell’Eurozona solo In Germania 22 il 39% delle imprese vuole che l’euro sia adottato da altri Paesi. Ma la quota è del 24% in Germania, del 13% in Olanda, del 18% in Finlandia e sale al 41% in Francia, al 49% in Spagna, al 58% in Grecia, al 64% in Italia. Curiosamente, le aziende dei Paesi che hanno subito i maggiori colpi dalla crisi vorrebbero un’Eurozona più larga, mentre nei Paesi più solidi, al cuore dell’euro, vogliono che l’area della moneta unica non si ampli, probabilmente preoccupate delle tensioni sorte negli anni scorsi nella cosiddetta periferia. D’altra parte, l’idea di entrare nell’Eurozona non entusiasma le imprese dei Paesi che potrebbero aderirvi: tra il 2012 e il 2014 — sempre secondo Grant Thornton — nel Regno Unito le aziende favorevoli sono passate dal 12 al 16%; in Svezia dal 28 al 32%; in Polonia dal 64 al 49%; in Danimarca dal 62 al 60%. Infine, l’idea di emettere Eurobond, cioè di mettere in comune i debiti pubblici: tra il 2013 e il 2014, in media, nell’area euro perde favori, scende del 10%, al 55%. Ma in Italia sale dal 57 al 78%, in Francia dal 61 al 63% mentre in Germania crolla dal 32 al 22%. Imprese divise, insomma, di fronte al voto: difficile parlare di Europa forgiata dal business. @danilotaino ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Interventi & Repliche Aziende: quel profondo dualismo Economisti e politici discutono su quali riforme strutturali siano necessarie per far riprendere veramente fiato alla nostra economia. Sembrano, peraltro, trascurare che i principali attori della stessa, le imprese, non costituiscono un complesso omogeneo che può reagire uniformemente a stimoli e situazioni del mondo esterno. In realtà esiste un profondo dualismo non, come tradizionalmente si pensava, tra nord e mezzogiorno, ma tra due blocchi di aziende. Da una parte ci sono quelle dinamiche che innovano, esportano, hanno buoni bilanci assumono e formano il cuore di quello che alcuni validi studiosi hanno chiamato il «quarto capitalismo». Dall’altra vi sono imprese, quasi sempre dominate da un unico personaggio, spesso il fondatore, che non si sono rese conto che il mondo muta rapidamente e non hanno saputo adattarsi modificando radicalmente le loro politiche, hanno il fiato corto e molte di loro, prima o poi, sono destinate a chiudere, ma non lo fanno subito sia per evitare le perdite che una liquidazione o una cessione a terzi comporterebbero, sia perché l’imprenditore ci perderebbe la faccia e resterebbe anche lui disoccupato. In breve il loro andamento, nel complesso negativo, è la vera palla al piede della nostra economia. Non è facile stimare quante siano le prime e quante le seconde, ma una recente ricerca dello Studio Ambrosetti considera che intorno al 50% delle imprese manifatturiere con più di 10 dipendenti, vale a dire il cuore del nostro settore industriale, non abbia da tempo risultati che remunerino in misura sufficiente il capitale dalle stesse impiegato, quando non siano in perdita. In altri termini, non si va molto lontani dal vero pensando che intorno alla metà delle nostre imprese sia di fatto malata. Se ipotizziamo che un 10% delle stesse chiuda ogni anno questo solo necessita che le altre imprese aumentino il loro valore aggiunto nella stessa misura perché nel complesso la produzione resti invariata. Dato che al fondo di questa drammatica realtà c’è soprattutto un problema culturale, non è certamente facile tentare di risolverlo soprattutto in tempi relativamente brevi come sarebbe necessario per uscire dalla quasi stagnazione che affligge l’Italia da oltre un decennio. Tuttavia qualche passo occorrerebbe farlo. In particolare governo e © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it PREZZI DI VENDITA ALL’ESTERO: Albania € 2,00; Argentina $ 23,00 (recargo envio al interior $ 1,50); Austria € 2,00; Belgio € 2,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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Qualche decina di anni addietro un esperimento italiano in quest’ultima materia dette buoni risultati e fu anche elogiato da una commissione del Parlamento inglese che non riuscì ad imitarlo per la vittoria della Thatcher. Certo occorre una buona dose di coraggio nel tentare di accelerare quello che il mercato dovrebbe, secondo teorie ancora prevalenti, fare da solo. Ma la crisi che stiamo vivendo è la chiara dimostrazione che il mercato non ha vista lunga e rischia di rovinare il nostro futuro. Franco A.Grassini [email protected] Stipendi dei parlamentari Con riferimento alla lettera sugli stipendi dei nostri parlamentari (Corriere di ieri) mi pare giusto evidenziare che lo stesso è di 5.000 euro mensili netti contro i 6.200 di quelli europei. Lionello Leoni, [email protected] EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia na + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Il Mito” € 11,89; con “Tutto Pratt” € 12,89; con “Giallo italiano” € 8,80; con “Le grandi storie Disney” € 9,89; con “La Biblioteca di Papa Francesco” € 12,80; con “Grandangolo” € 7,80; con “Sampei” € 11,89; con “Mina, gli anni RAI” € 12,89; con “I dolci di Benedetta” € 9,89; con “Braccialetti Rossi” € 11,80; con “Sottocontrollo” € 14,80; con “La grande cucina italiana” € 11,80; con “Grande Guerra. 100 anni dopo” € 7,89; con “Holly e Benji” € 11,89; con “English Express” € 12,89 con “Biblioteca della Montagna” € 10,80 34 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Spettacoli La finale Sorprese nell’ultima serata del Festival Oro Quentin Tarantino (51 anni) e Uma Thurman (44) premiano con la Palma d’oro il regista turco Nuri Bilge Ceylan (55) per «Winter Sleep». Ceylan negli anni ha già ricevuto due Grand Prix della Giuria e un premio per la regia ✒ Il verdetto LA GRANDE FORZA DI UNA STORIA CHE PARLA AL CUORE di PAOLO MEREGHETTI U n trionfo! «È già un premio essere selezionata per il concorso», aveva dichiarato al Corriere Alice Rohrwacher quando era stata chiamata a Cannes con Le meraviglie. Adesso che un premio l’ha vinto davvero — e che premio! Il Grand Prix, che equivale a una Palma d’argento — la nostra regista può abbandonare un po’ della sua proverbiale timidezza e guardare con qualche certezza in più al proprio futuro. Tre anni fa aveva sorpreso tutti con Corpo celeste (molto applaudito alla Quinzaine des Réalisateurs) ma si sa che la difficoltà più grande è il secondo film, quello dove tutti ti aspettano al varco pronti a sottolineare ogni sbaglio. Senza concessioni o scorciatoie, Alice Rohrwacher ha continuato a scommettere su un cinema adulto, che crede nella forza delle immagini e nella loro capacità di parlare alla testa e al cuore degli spettatori, lontano dalle scorciatoie delle battute a effetto o dei facili colpi di scena, recuperando la lezione di Rossellini ma adattandola al racconto dei nostri tempi. E ha avuto la fortuna di trovare sul suo cammino una presidentessa come Jane Campion, che quelle qualità e quella sincerità le ha notate e sapute premiare, probabilmente riconoscendo in Alice qualcosa di lei agli inizi della carriera. Perché bisogna dire che nel suo complesso il palmarès di questa sessantasettesima edizione è decisamente molto buono. Certo, i miei amati Dardenne non hanno vinto niente ma hanno ceduto il passo a film tutti interessanti (il che sottolinea anche il buon livello della selezione) e la Palma d’oro a Winter Sleep del turco Nuri Bilge Ceylan non è certo una scelta di ripiego. La dedica «alla gioventù turca» con cui il regista ha accolto il premio conferma una lettura della sua opera che non è solo «cechoviana» (un uomo e due donne si vivisezionano attraverso le parole che si scambiano durante l’inverno anatolico) ma che guarda alle contraddizioni e alle tare della società tutta. Allo stesso modo non si può che condividere la scelta di usare alcuni premi per «incoraggiare» registi giovani: oltre alla trentatreenne Alice Rohrwacher, il venticinquenne Xavier Dolan (Premio della Giuria per Mommy, ritratto al calor bianco di una madre e di un figlio fuori dagli schemi) e il quarantasettenne Bennett Miller (miglior regia per Foxcatcher, che è solo la sua opera terza). Inattaccabile anche il premio a Timothy Spall che regge Mr. Turner tutto sulle spalle e anche se Julianne Moore ha soffiato la Palma della miglior attrice a una altrettanto meritevole Marion Cotillard, bisogna dire che l’attrice americana non ha certo demeritato. Ma è il Grand Prix ad Alice Rohrwacher che segna questa edizione del festival di Cannes in maniera definitiva. Conferma l’anno d’oro del cinema italiano dopo l’Oscar a Sorrentino ma soprattutto fa registrare un punto (molto pesante) a favore di un cinema che abbia il coraggio di scommettere sul nuovo, di investire sui giovani, di non accontentarsi del prevedibile o dell’«usato sicuro» ma di cercare strade alternative e innovative. Brava Alice! E forza, giovane cinema italiano! © RIPRODUZIONE RISERVATA Meraviglie italiane Palma all’epopea turca di Ceylan ma Rohrwacher vince il Grand Prix Ovazioni in sala per Sophia Loren I trofei Palma d’oro: «Winter Sleep» di Nuri Bilge Ceylan Grand Prix: «Le meraviglie» di Alice Rohrwacher Miglior regia: Bennett Miller per «Foxcatcher» Migliore sceneggiatura: Andrey Zvyagintsev e Oleg Negin per «Leviathan» Migliore attrice: Julianne Moore (foto) per« Maps to the stars» di David Cronenberg Migliore attore: Timothy Spall per «Mr Turner» di Mike Leigh Premio della Giuria: ex aequo «Mommy» di Xavier Dolan e «Adieu au langage» di Jean Luc Godard CANNES — Le magiche api di Alice Rohrwacher hanno portato fortuna al cinema italiano. Grand Prix a Le meraviglie. Premio prestigioso, oltre ogni previsione e speranza della vigilia, per un film intimo, di piccolo budget e grandi emozioni. Jane Campion, presidente della giuria, unica Palma d’oro femminile nella storia di Cannes (nel ‘93 con Lezioni di piano) ha certo amato la favola del miele e del perdono firmata dalla giovane collega italiana, dove la natura è protagonista di una tenera utopia. Timidissima e con il cuore in gola, Rohrwacher ha ringraziato tutti quelli di rito, la famiglia del Festival e la sua: la sorella Alba e il padre apicoltore. «Durante le riprese ogni tanto sono stata pizzicata dalle api — ricorda —. Pare che le loro punture preservino dai dolori reumatici. A me certo hanno portato fortuna». A consegnarle il premio una scollatissima Sofia Loren, accolta con una festosa standing ovation e annunciata da uno spezzone di Matrimonio all’italiana: la scena dove lei si azzuffa e poi bacia appassionatamente Mastroianni. «Ho fatto 13 film con quel signore che strizza l’occhio dal manifesto del Festival: Marcello! Che bei ricordi...» ha esclamato commossa. Sorpresa anche per la Palma d’oro. Smentite le voci che davano favoriti i Dardenne o la giapponese Kawase, a vincerla è stato il turco Nuri Bilge Ceylan per Winter Sleep, fluviale film da camera, dove tutto si svolge in un piccolo hotel dell’Anatolia. «Questa Palma capita nel centenario della nascita del cinema turco. La dedico alla gioventù del mio Paese, specie ai ragazzi che hanno perso la vita nell’ultimo anno in nome della libertà». Al suo fianco, invitati Lambert Wilson, maestro di cerimonie in smoking amaranto, la coppia TarantinoUma Thurman. Lui che in omaggio a Sergio Leone ha salito le Marches fingendo di sparare a destra a e manca, lei in abito bianco modello cigno, con tanto di ali sulla schiena. A far discutere e sollevare malumori tra la stampa, il Premio della Giuria, riconoscimento non di primo piano assegnato in coppia al regista più giovane e a quello più vecchio del concorso. Ovvero il 25enne Xavier Dolan per Mommy e l’83enne Jean-Luc Godard per Adieu au langage. Un ex aequo che ha scontentato sia i fan del giovane canadese che miravano più in alto, sia i devo- La dedica L’autore di «Winter Sleep»: dedico la vittoria a quei ragazzi che nel mio Paese hanno perso la vita in nome della libertà I malumori L’ex aequo tra Godard e il giovane Dolan ha indispettito i fan dei due film. Grandi sconfitti i Dardenne, favoriti della vigilia ti del maestro della Nouvelle Vague. A uno come Godard, si è mormorato, o si dava di più o era meglio niente. Di certo lo scontroso regista, trincerato nella casa sul lago di Ginevra, ieri sera non avrà brindato. Qualche lacrima di gioia è invece sfuggita al ragazzaccio Dolan, capelli biondi e un orecchino per lobo. In francese ha ringraziato la buona sorte del Festival e in inglese Jane Campion: «Il primo film che mia madre mi ha fatto vedere è stato Lezioni di piano. Amo il suo cinema perché parla di donne forti, mai vittime, mai oggetto. A cambiare il mondo non sono i politici ma gli artisti e quelli che non mollano mai». A non mollare un istante il suo telefonino è stato invece Timothy Spall, miglior attore per Mr.Turner di Mike Leigh. «Mi sono scritto il discorso sul cellulare per non perdere il filo — ha esordito incurante delle interferenze con il microfono —. Chi vi parla è un vecchio sentimentale, che ha le lacrime agli occhi. Ringrazio tutti, soprattutto il buon Dio che mi tiene ancora in vita». Assente invece la miglior attrice Julianne Moore per Maps of the Stars, feroce atto di accusa a Hollywood firmato Cronenberg. Da Hollywood sono arrivati i suoi evviva: a Los Angeles, alla Francia e al regista. Destinata al miglio esordiente, la consegna della Caméra d’Or ha innescato un corto circuito emotivo nel cerimoniale. Perché a vincerla è stato Party Girl, «film selvaggio e maleducato» come l’ha definito la presidentessa della sezione Nicole Garcia. Firmato da tre giovani registi, tra cui il figlio dell’anziana entraineuse protagonista della storia. E anche perché a consegnare il premio è stato Gilles Jacob, 84 anni, da 36 solida guida del Festival, che ora lascia al suo successore Pierre Lescure. Un congedo sofferto. Tutti in piedi ad applaudirlo con gratitudine. «La Caméra d’Or riassume tutto ciò che ho sempre voluto fare: aiutare, scoprire, preparare il futuro del cinema — ha salutato commosso Jacob —. Questo per me è il miglior modo di passare il testimone». Giuseppina Manin © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Spettacoli 35 italia: 51575551575557 Sul palco La regista Alice Rohrwacher (33 anni) con Sophia Loren (79) sul palco del Festival di Cannes: Grand Prix per «Le meraviglie» Con Monica Timothy Spall (57 anni), miglior attore per «Mr. Turner» di Mike Leigh, premiato da Monica Bellucci (49 anni) L’autore Usa A sinistra, il regista Usa Bennett Miller (47 anni) premiato per la miglior regia («Foxcatcher») con l’attore Adrien Brody (41) L’intervista La regista italiana: ero in campagna, vicino a Orvieto, quando mi hanno telefonato dalla Croisette Alice e la corsa folle verso Cannes: non mi aspettavo questo trionfo «Ho già in mente il prossimo film, penso ancora a mia sorella Alba» DAL NOSTRO INVIATO Rivelazione a 25 anni Xavier Dolan, canadese, 25 anni, ha conquistato con «Mommy» il Premio della Giuria ex aequo con il regista francese Jean-Luc Godard, 83 anni («Adieu au Langage») CANNES — Alice nel paesino delle meraviglie, quello in cui vive vicino a Orvieto, non lontano da dove ha girato il suo secondo film, Le meraviglie. «Ma non voglio dare di me un’immagine non vera — dice Alice Rohrwacher — sono tornata a vivere in campagna solo per la lavorazione del film. Ero lì quando mi hanno telefonato per dirmi che avevo vinto qualcosa, ma non sapevo che fosse il Grand Prix. Era pomeriggio, raggiungere Cannes è stato complicato, ma per fortuna stavo già andando in treno a Roma e da lì sono andata direttamente in aeroporto. Ho preso al volo una maglietta di ricambio». Cosa le ha detto Sophia Loren dietro le quinte: «Brava». Che cosa rappresenta questo premio per l’Italia, dopo l’Oscar a Sorrentino? «I premi vanno sostenuti e danno coraggio. Questo film è stato prodotto da una piccola società al suo terzo progetto, le persone vengono prima di una storia che funziona». Alice ha un volto spigoloso e irregolare, moderno e antico, è timida e lucida, la pelle color latte esalta i suoi modi miti e determinati allo stesso tempo. Ha già in mente il prossimo film: «Mi piacerebbe che ci fosse ancora Alba, ma non lo so, non parto mai da un attore». Dopo il debutto nel 2011 con Corpo celeste (alla Quinzaine), di nuovo a Cannes: «Non pensavo di essere in gara. Ho vissuto emozioni incredibili». Ha 33 anni, la sorella Alba, che come attrice, aveva raggiunto il successo prima di lei, 35. «Abbiamo un’aria simile perché simile è il nostro orizzonte di riferimento». Hanno litigato una sola volta, sul taglio dei capelli che Alba doveva avere nel film. Alice è più contemplativa, ha cominciato come montatrice e documentarista, ha suonato la fisarmonica in un gruppo di rock balcanico, ha visto il primo film a 15 anni. La sua storia, in una dimensione fiabesca all’interno di dinamiche reali, mette in campo quattro sorelle e un padre che ha costruito un piccolo regno dove il silenzio è rotto da dialoghi brevi e dal ronzio delle api: una Voti a maggioranza Jane Campion e i giurati: ha commosso tutti noi L Set Alba Rohrwacher, 35 anni, protagonista e sorella della regista Alice campagna senza contadini dove l’unico svago è il miele. «Ho raccontato un mondo rurale che conosco, una famiglia che somiglia alla mia, il padre apicoltore tedesco come il nostro. Tutto ciò non ne fa un film autobiografico. È un film molto personale, con personaggi che mi sono familiari». La figura del padre brontola, protesta, non spiega nulla ma ci fa capire tutto. «Non è un contadino e nemmeno un ex fricchettone. È a capo di una famiglia non classificabile, che vive in un territorio che viene azzerato, quando non si trasforma in agriturismo. Volevo raccontare un padre che sa quello che vorrebbe dire, ma non sa come dirlo. Ho immaginato che lui arrivasse in Italia subito dopo il 1968, ai tempi del sogno Rurale «Ho raccontato un mondo rurale che conosco, una famiglia che somiglia alla mia. Senza autobiografie» collettivo. Non volevo specificare l’ambientazione, volevo soltanto che fosse collocato dopo il ‘68, quando è successo qualcosa in Italia, e non prima. Ma le utopie sono finite e oggi si occupa dei campi in mezzo a tante difficoltà». Il padre osteggia il desiderio delle figlie di partecipare allo scalcinato concorso televisivo presentato dalla fatina Monica Bellucci. «Sono cresciuta senza tv, e ancora adesso non ce l’ho. La tv italiana mi ricorda quello che si dice a certi studenti: è bravo ma non si impegna. La solitudine è una dimensione creativa. Quella che mostriamo è una tv dolce, prima della sua storia e del suo avvento». Ha saputo che la sua coprotagonista adolescente, Maria Alexandra Lungu, vuole tornare a vivere nella sua Romania: «Penso sia nell’età in cui tutti vogliono andare a vivere da un’altra parte». Il titolo, Le meraviglie, rimanda a una fiaba. «Ma non c’è traccia di magia, i protagonisti sono persone comuni, non ci sono principi né castelli». Valerio Cappelli © RIPRODUZIONE RISERVATA a giuria di Cannes spiega le scelte. La presidente Jane Campion e gli altri otto parlano di armonia, non di unanimità. «Dare i premi tra tanti bei film e straordinarie interpretazioni si è rivelato difficile. Così, alla fine siamo andati per maggioranza di voti: cinque di noi, votando un film, ne decretavano la vittoria», afferma la Campion. Vorrebbero parlare soprattutto del Gran Prix per Le meraviglie. «Perché ci ha commosso, conquistato — sostiene la regista — e io personalmente ho trovato straordinario il modo in cui è stato girato per raccontare le anime e i legami di quella famiglia». «Ho pianto per la fine inaspettata», dichiara Nicolas Winding Refn, regista danese e di cultura newyorkese. Sofia Coppola elogia «questa famiglia, i paesaggi dell’Umbria, è tutto un viaggio davvero emozionale». Certo, poi aggiungono, ancora tutti d’accordo: «Ci siamo divertiti a dividere ex aequo il premio della giuria tra il giovanissimo regista di Mommy e il veterano Jean Luc-Godard». Campion vuole dire la sua: «E’ un autore che mi ha segnata e che comunica sempre un autentico senso di libertà espressiva». Entusiasti tutti della regia di Bennett Miller per Foxcatcher, che meritava anche più premi, bisbigliano in vari, ma la giuria ha davvero cercato «in una messe così straordinaria di temi, creativi talenti di diverse culture e nazionalità, di assegnare a tanti i riconoscimenti». «La miglior sceneggiatura per il forte Leviathan va a un film che non è solo politico, ma disegna personaggi e nodi sociali», afferma Jia Zhangke. Però la presidente riporta di nuovo il discorso su Le meraviglie: «I legami tra le sorelle, tutte le sequenze di Le meraviglie testimoniano una straordinaria, forte spiritualità e la capacità registica di creare un mondo. Molti film ci hanno trasmesso questo». Ritornano a casa soddisfatti: «Perché lo stato del cinema è in buona salute, ci ha offerto sorprese, grandi interpretazioni, solidi copioni, molti dei quali con una straordinaria scrittura». Giovanna Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 02/6282.7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE esperta referenziata impiegata ufficio commerciale customer care with problem solving ordini offerte inglese francese windows mac offresi 331.12.23.422 ABILE impiegata tecnico-commerciale offresi part-time. Pluriennale esperienza settore illuminazione, arredamento e allestimenti. Offerte commerciali; ufficio acquisti, gestione fornitori, Autocad. 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Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Spettacoli 37 italia: 51575551575557 L’intervista Alessia conduce il reality di Canale 5 da otto edizioni. «Per me è un esperimento sociologico e un gioco» «Pregiudizi sul Grande fratello In tv ci sono ben altre volgarità» Marcuzzi: con la crisi partecipa chi ha bisogno di soldi D omani su Canale 5 c’è la finale della 13esima edizione del «Grande fratello». Sono lontani i tempi in cui l’attenzione mediatica sul reality era altissima. Nel Duemila il GF è stato un evento. Ora davanti alla tv sono rimasti i veri fan che comunque, in tempi di magra televisiva, sono numerosi: una media di oltre 4 milioni di spettatori e il 19% di share, a dispetto di una partenza un po’ difficile. Fortissimo il seguito tra i giovani soprattutto su web e i social: 700.000 tweet nelle prime 12 puntate, sempre in classifica gli hashtag del GF, 1.700.000 fan su Bambini «Non sono una mamma apprensiva, ma i miei figli vanno a letto presto» Felici I finalisti certi, da sinistra: Mirco, Modestina, Chicca e Giovanni. Altri due si giocheranno il posto al televoto Facebook. A condurlo, da otto edizioni, c’è sempre Alessia Marcuzzi. Ha cominciato che aveva 32 anni e un figlio: ora ne ha 42 e i figli sono diventati due. Perché Marcuzzi, tante polemiche contro il GF? «Per partito preso. Sono convinta che chi critica spesso non ha mai visto neppure una puntata. Noi tagliamo le scene morbose, non ci sono nudi, non è ammessa l’aggressività, chi bestemmia viene cacciato, non ci sono scene di sesso. In tv si vedono ben altre volgarità: liti pazzesche tra politici, risse furibonde, scene violente in Parlamento». Lei è (comprensibilmente) di parte. Non basta non essere volgari per essere un bel programma... «Si parla di argomenti importanti: storie difficili tra genitori e figli, il tema della disabilità, l’omofobia. Quest’anno c’era un concorrente senegalese adottato da una famiglia pugliese, una sto- ria bellissima. Anche del Tibet abbiamo parlato». Dovesse spiegare cos’è il GF a qualcuno che non lo ha mai visto in vita sua, cosa direbbe? «Un esperimento sociologico, e insieme un gioco. Ci sono ragazzi chiusi in una casa che si sfidano per vincere dei soldi, ma nel contempo si tratta di giovani di ceti sociali differenti con storie diversissime, costretti a interagire». I ragazzi cercano ancora la popolarità facile? Beneficenza Sabato prossimo l’evento allo stadio Sant’Elia di Cagliari Fresu e gli altri, maxi concerto per la Sardegna alluvionata Artista Il trombettista Paolo Fresu (53 anni): con lui sul palco dello stadio di Cagliari, tra gli altri, anche Gianna Nannini, Ornella Vanoni, Luca Carboni, Geppi Cucciari, Patty Pravo V erranno anche dal Belgio, dalla Francia, o dall’Olanda, gente emigrata da chissà quanti anni. Ma certo, non per folklore. O (solo) per nostalgia. Ma per la musica. E per uno specialissimo concertomaratona: a Cagliari nello stadio Sant’Elia, la sera del 31 maggio, chiamati dal gran folletto del jazz Paolo Fresu, decine di cantanti, compositori, attori e musicisti di ogni scuola leveranno le loro voci per ri-costruire la Sardegna, devastata dall’alluvione di un anno fa, e ancor più dalla crisi economica che mette in pericolo la sua identità. «Sardegna chi_ama» (il gioco di parole «chiama - chi ama» è naturalmente voluto), è il titolo prescelto. L’elenco dei partecipanti è come un corteo variopinto. A parte Fresu, sono attesi Amii Stewart, Gianna Nannini, Ornella Vanoni, Raphael Gualazzi, Luca Carboni, Stadio, Afterhours, Paola Turci, Samuele Bersani, Patty Pravo, i Tazenda, Ron, Cristiano De André, Alice, Piero Marras, Neri Marcorè, Lella Costa, Ascanio Celestini, Gep- pi Cucciari, Celso Valli, e così via. Altri, che non potranno essere presenti in persona, interverranno però con un video: e sarà il caso, tanto per citare qualche nome, di Giorgia, Elisa, Franco Battiato, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Nomadi, Alex Britti, Piero Pelù, Fiorella Mannoia. L’alluvione del novembre 2013 si lasciò dietro 16 vittime e un disperso, provocò circa 650 milioni di danni in un’ottantina di Comuni sardi e devastò circa 60 scuole. Con il concerto-maratona, che potrebbe beneficiare anche di una diretta radio-tv, si spera di raccogliere almeno due milioni di euro, anche attraverso gli sms, per la ricostruzione delle scuole. Ma non è solo quello l’obiettivo dichiarato. Questa volta, l’arte in generale La missione Il musicista: «Vogliamo raccogliere fondi per la ricostruzione delle scuole danneggiate» e la musica in particolare cercano di ri-costruire un’identità a un’isola martoriata da decenni di errori programmatori (i veleni della petrolchimica, gli incendi dolosi, il turismo alla coatta, il cemento piantato a un passo dal mare). E di proporre altre via di salvezza: il turismo ambientale, la cultura, la memoria di se stessi, la piccola intrapresa in ogni campo. Non per nulla, fra gli spettatori vi saranno anche degli invitati politici, come il neopresidente della Regione Francesco Pigliaru, e molti sindaci. «Il concerto ha la triplice finalità — spiega Fresu — di raccogliere fondi per la ricostruzione delle scuole danneggiate, di riportare il centro dell’attenzione degli italiani in Sardegna, e di fare di questo evento una sorta di capitolo finale di un grande libro che serva a riflettere sul perché accadono queste calamità, in Sardegna e altrove». Lo spartito è pronto, fra poche sere su il sipario. Luigi Offeddu [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA «C’è stato un tempo in cui i ragazzi partecipavano solo per farsi vedere e perché speravano di riuscire poi a lavorare in tv. Ora molto meno. Con la crisi, in realtà partecipano perché hanno bisogno di soldi oltre al fatto che desiderano fare un’“esperienza diversa”». Il 2 giugno partirà un nuovo programma, che lei ha già registrato: «Extreme Makeover Home Edition». «Tutto l’opposto del “Grande Brevi I numeri Gli anni Alessia Marcuzzi (foto), 42 anni, ha condotto otto edizioni del «Grande Fratello». Quest’ultima, la 13esima, è cresciuta rispetto alla precedente e ha realizzato ascolti superiori alla media di rete: la media delle prime 11 puntate è stata di 4.045.000 telespettatori totali e il 18.65% di share (+8% rispetto a «Gf12») Sul web Forte il seguito tra i giovani sul web e sui social: 700.000 tweet nelle prime 12 puntate, sempre in classifica gli hashtag del «Gf», 1.700.000 fan su Facebook. La scorsa puntata (lunedì 12 maggio) ha sfiorato il 40% di share fratello” dove c’è un palco, luci e io sono al centro dell’attenzione. Qui sono sulla strada, via i vestiti belli, niente trucchi e in giro a parlare con la gente che ha storie durissime di precarietà. Abbiamo scelto i più meritevoli e abbiamo regalato loro una casa e una speranza per il futuro». Pensa sempre a un programma con Geppi Cucciari? «Si, perché abbiamo in mente cose buffe». Un’altra donna con cui vorrebbe lavorare? «Con Laura Pausini, siamo molto legate, ma lei fa un altro tipo di lavoro». Le ha dato consigli per il suo debutto in tv? «Non ne ha bisogno Laura, quella ci ammazza tutti. E gli ascolti lo hanno dimostrato. È un portento e non se ne rende conto. Ha un successo internazionale ma è rimasta sempre la stessa. E si ricorda di tutto, dei compleanni delle amiche, dei figli delle amiche». Lei e Luciana Littizzetto siete molto amiche. Cosa vi lega? «Io la adoro, ci vediamo poco purtroppo: io a Roma, lei a Torino. Affinità? Credo la normalità. Noi parliamo molto di figli, amori, fidanzati; molto poco di lavoro e ascolti. Lei ogni tanto mi sgrida: “Alessia non è che ti bacerai in ppubblico con questo nuovo fidanzato? Sei impulsiva, contieniti”». Alessia mamma di Tommaso e Mia. Una bella famiglia allargata con quali regole? «A letto presto perché ai b bimbi fa bene dormire tanto e mangiare sano. Per il resto non sono apprensiva. Sono giocosa. Ed è bello ritrovarsi tutti insieme». Maria Volpe © RIPRODUZIONE RISERVATA A BRESCIA Grignani ubriaco rovina il concerto di Pedrini Omar Pedrini aveva chiamato Gianluca Grignani tra gli ospiti della prima data del «Dal pianeta blu tour», venerdì sera a Brescia. Peccato che il cantante milanese si sia presentato ubriaco e dopo essere salito sul palco non è stato semplice farlo scendere. Tra le frasi sconnesse che Grignani ha rivolto a Pedrini nella sua incursione, durata diversi minuti, anche questa: «Questo sì, è un grande rocker, è un vero. Ha scritto un disco bellissimo. Come si chiama?». «Sì, sono ubriaco», ha infine concluso, mentre veniva allontanato dal palco dagli uomini dello staff. AL PICCOLO TEATRO Polemica su Jan Fabre Vincono gli animalisti La «Maratona Jan Fabre» al Piccolo di Milano (due spettacoli-manifesto del repertorio dell’artista belga, Il potere della follia teatrale e le 8 ore dello spettacolo «monstrum» Questo è teatro come ci si doveva aspettare e prevedere) si farà. Ma senza animali: dopo la polemica innescata dal consigliere comunale Gianluca Comazzi e le mail di protesta di animalisti indignati per le candele sul carapace di alcune tartarughe, il regista di Anversa e la Direzione del Teatro hanno deciso di optare per «soluzioni artistiche alternative all’impiego degli animali in scena». 38 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 # Sport Le pagelle Real Madrid dal nostro inviato a Lisbona Ramos killer spietato 4,5 CASILLAS È l’unico madridista, con Cristiano (ma allo United), ad aver vinto una Champions. Questa rischia di perderla con un’uscita scriteriata. Lo salva l’amico Sergio Ramos. 6 CARVAJAL Dal titolo Under 21 l’estate scorsa, vinto contro l’Italia di Mangia, alla finale di Champions: questo è il calcio spagnolo. Non patisce l’emozione. 5,5 VARANE Al posto di Pepe, facendolo rimpiangere. Il corner del gol nasce da una sua chiusura affrettata. 9 SERGIO RAMOS Il killer del Bayern si ripete con un altro colpo di testa, a tempo scaduto, che spezza il cuore all’Atletico. Questa Coppa è sua più di tutti. 5 FABIO COENTRAO Ha scalzato Marcelo nella classifica di Ancelotti, ma non lo merita. Gara incolore. 6,5 BALE Si sdoppia: centrocampista in fase difensiva, terzo del tridente in quella offensiva. Clamoroso l’errore sullo 0-0 che poteva costare la finale al Real, però segna il gol della «decima»: 100 milioni non buttati. 5 KHEDIRA Al posto di Xabi Alonso, squalificato. Fa il titolare con 115’ di Liga nelle gambe dopo l’infortunio del 15 novembre 2013. Esperimento fallito. 7 MODRIC Prova a mettere ordine, anche se il centrocampo dell’Atletico toglie ossigeno a tutti. Batte il corner del pareggio: i piedi buoni servono sempre. 8 DI MARIA Il pilastro del Real, unico degno del blanco in questa finale per tutti i 120’. Tutte le azioni pericolose partono da lui, compresa quella del 2-1. 5 BENZEMA Va in campo con un’infiltrazione. Il suo apporto è pari a quello di Diego Costa sull’altra sponda. 6 C. RONALDO Non è al top e si vede. Prova due volte su punizione. Non arriva, di testa, sul pallone che poteva riaprire la gara. Chiude con il rigore e il record di 17 gol. 7 MARCELO Dà molta più spinta di Coentrao e si rivela una mossa vincente. Come nella Liga dallo 0-2 al 2-2. Timbra il gol del 3-1. 7 ISCO Porta anche lui freschezza nell’assalto finale. 6 MORATA Almeno è sano e il Real torna a giocare in undici. 7,5 ANCELOTTI L’ossessione della decima lo attanaglia e Simeone lo costringe a giocare la gara del Cholo e non la sua. Ma 5 Coppe dei Campioni (due da giocatore e tre da allenatore) sono qualcosa di storico. l.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le pagelle Atletico Madrid dal nostro inviato a Lisbona Godin straordinario 6,5 COURTOIS Sicuro su due punizioni di Cristiano Ronaldo, un po’ frastornato nei mischioni finali. Ma senza colpe sul gol di Ramos e Bale. 6 JUANFRAN Regge bene l’urto di un Cristiano dimezzato e ributta in area come viene, ma viene benissimo, il pallone da cui nasce il gol dell’1-0. Crolla nel finale, in preda ai crampi. 6 MIRANDA Scolari non l’ha portato al Mondiale, come Filipe Luis. Giusto o sbagliato? Si dimostra affidabile, non un crack. 8 GODIN La quintessenza del calcio uruguaiano e del «cholismo»: bruttino da vedere, straordinario per efficacia. In una settimana segna i gol che valgono la Liga e quasi la Champions. Bell’anatroccolo. 6 FILIPE LUIS Lascia un po’ troppo a Bale, che però spreca. Il meno convincente di un gruppo perfetto fino al 95’ quando lui, però, è uscito per crampi. 6,5 RAUL GARCIA È il centrocampista che sa inserirsi di più e sostituisce in tutto e per tutto Arda Turan. Con meno qualità ma tanta intensità. 6 TIAGO Il più vecchio in campo è il simbolo del’Atletico: perfetto fino all’ultimo soffio, quando si perde Sergio Ramos sul corner dell’1-1. 6,5 GABI È il cuore del centrocampo di Simeone, perciò corre e picchia. Ma ha anche i piedi buoni per battere il corner del gol. Cala nel finale e l’Atletico si smarrisce 6 KOKE Si sfianca in un doppio lavoro, raddoppiando su Bale e proponendosi quando ha la palla l’Atletico. Ci riesce alla grande per 70’. Poi arretra un po’ troppo. 6 VILLA È l’unico dell’Atletico ad aver già vinto una Champions, con il Barça. Si batte, ma i tempi migliori sono passati. 6 ADRIAN LOPEZ Attaccante di lotta, senza fronzoli. Non tiene palla nel finale. 5 SOSA Fa rimpiangere Raul Garcia. Ha tecnica, ma non può usarla quando servirebbe solo la spada. 5 ALDERWEIRELD Guarda Bale segnare. 7,5 SIMEONE Bastavano pochi secondi per chiudere, al 90’, la stagione perfetta. Ma la perfezione non esiste. Può rimpiangere il rischio Diego Costa, però l’Atletico di questa stagione è stato il suo capolavoro. l.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie B: a Cittadella l’Empoli cerca i punti-promozione Serie B, penultima giornata. Ieri: NovaraVarese 0-0. Oggi (ore 18): Pescara-Modena. Ore 20.30: Avellino-Reggina; Brescia-Juve Stabia; Carpi-V. Lanciano; Cesena-Latina; Cittadella-Empoli; Crotone-Trapani; SienaPadova; Spezia-Bari; Ternana-Palermo. Classifica: Palermo p. 82; Empoli 68; Cesena 65; Latina 64; Modena 62; Bari (-4) 60; Crotone 59; Siena (-8), Spezia e V. Lanciano 58; Trapani 57; Avellino 56; Carpi 55; Brescia 53; Pescara 51; Ternana 48; Cittadella 45; Varese* e Novara* 44; Padova 38; Reggina (-1) 28; Juve Stabia 19. Palermo in A; Reggina e Juve Stabia in Lega Pro. Finale Champions È la Decima per Ronaldo e compagni, che vincono il derby europeo contro un’ottima squadra Real dieci e lode Tripletta di Ancelotti, che doma l’Atletico avanti fino al 93’ Il crollo nei tempi supplementari, Simeone grande ma espulso DAL NOSTRO INVIATO LISBONA — La Decima doveva essere e la Decima è stata. Nel modo più incredibile per il Real Madrid, con il pareggio di Sergio Ramos al terzo minuto di recupero, il gol di Bale (fin lì uno dei peggiori) nel secondo supplementare e la mattanza finale con le reti di Marcelo e di Cristiano Ronaldo (su rigore), che ha fissato a 17 il suo incredibile record di gol in questa edizione di Champions. È anche il modo più crudele per l’Atletico, che per la seconda volta nella sua storia si è visto raggiungere a tempo scaduto, quando pensava di aver già messo le mani sul trofeo. Nel 1974 la riprese, all’ultimo minuto dei tempi supplementari, un tiraccio da lontano di Schwarzenbeck e poi, allora usava così, il Bayern dominò 4-0 la ripetizione. Ieri è successo lo stesso, nei supplementari, ma poco toglie all’incredibile stagione della squadra di Simeone, che è arrivata a un passo dal «doblete». Carlo Ancelotti approda al quinto successo in Champions League — due da giocatore e tre da allenatore — con un pizzico di fortuna ma anche con merito: l’ingresso in campo di Marcelo e di Isco hanno cambiato la faccia alla gara. Florentino Perez non deve maledire gli oltre 1000 milioni spesi per inseguire la decima coppa, che mancava dal 2002: gli ultimi sono stati i 100 dati al Tottenham per Bale. Erano stati sprecati fino al 2-1. Ora, nella logica di un calcio sempre più dei ricchi, sono soldi benedetti. La partita dell’Atletico — compresi i suoi meravigliosi tifosi, che hanno surclassato quelli del Real per tutta la gara e che alla fine hanno ringraziato a Real Madrid Atletico Madrid Marcatori: Godin 36’ p.t.; Sergio Ramos 48’ s.t.; Bale 5’ s.t.s., Marcelo 13’ s.t.s., C. Ronaldo (rigore) 15’ s.t.s REAL MADRID (4-4-2): Casillas 4,5; Carvajal 6, Sergio Ramos 9, Varane 5,5, Fabio Coentrao 5 (Marcelo 7 14’ s.t.); Bale 6,5, Modric 7, Khedira 5 (Isco 7 14’ s.t.), Di Maria 8; Benzema 5 (Morata 6 34’ s.t.), Ronaldo 6. All: Ancelotti 7,5. ATLETICO MADRID (4-4-2): Courtois 6,5; Juanfran 6, Miranda 6, Godin 8, Filipe Luis 6 (Alderweireld 5 39’ s.t.); Raul Garcia 6,5 (Sosa 5 22’ s.t.), Tiago 6, Gabi 6,5, Koke 6; Diego Costa s.v. (Adrian Lopez 6 9’ p.t.), Villa 6. All: Simeone 7,5. Arbitro: Kuipers (Olanda) 5. Ammoniti: Raul Garcia, Sergio Ramos, Khedira, Miranda, Villa, Juanfran, Koke, Gabi. Espulso: Simeone Recuperi: 1’ più 5’. Vantaggio Il gol del 2-1 per il Real Madrid segnato da Bale, 24 anni. È la svolta della finale di Champions (Ap) piena voce la loro squadra — va comunque raccontata per prima. Perché Simeone è riuscito per 96’ a giocare il suo calcio, quel «cholismo» non estetico — il fondamento non è giocare bene, ma far giocare male l’avversario — però consociativo e sostenibile. Il singolo sempre al servizio della squadra, il monte ingaggi (64 milioni contro i 246 del Real Madrid) sarebbe il sesto in serie A. I 5 minuti di recupero dello scadente arbitro Kuipers sono stati di troppo. E Simeone, espulso dopo il quarto gol del Real, se ne è lamentato in campo. Non in conferenza stampa, dove è stato un signore. Non è più il calcio delle favole, anche se lo è sembrato a lungo. Il gol divorato da Bale (32’) e quello segnato da Godin (36’, grave errore di Casillas) sembravano la favola del brutto anatroccolo. Godin, centrale di difesa uruguaiano, arrivato quattro anni fa all’Atletico dal Villarreal per 8 milioni, una set- I gol In vantaggio con Godin, il pari di Sergio Ramos Nei supplementari gol di Bale, Marcelo e Ronaldo timana fa aveva segnato al Camp Nou il gol della conquista della Liga. Detto che Simeone ha fatto un errore mandando in campo Diego Costa e dovendolo sostituire dopo 9’, bruciandosi così un cambio che sarebbe stato ossigeno nei supplementari, resta da celebrare un campione che non guadagnerà come Ronaldo ma che ha il Real Madrid nel cuore: Sergio Ramos. Suoi erano stati i due gol che avevano messo in ginocchio il Bayern in semifinale, sua la capocciata di ieri che ha deciso il destino di Ancelotti. Nel nome del Real, dei soldi, della storia. L’analisi La squadra del Cholo ha dimostrato organizzazione e forza, ma i Blancos non hanno ceduto Il successo dell’uomo di buon senso di MARIO SCONCERTI H 4 1 a vinto il Real per sfinimento. L’Atletico ha corso e coperto il campo come poche altre volte ho visto, poteva vincere, forse doveva, ma c’è stata una piccola eccezione finale di Sergio Ramos. Alla fine i risultati nel calcio hanno sempre una loro circonferenza, una giustizia. Ma qualche volta è dolorosa. L’Atletico ha costretto il Real prima a non esserci, poi a rincorrere male, ma non è riuscito a fermarlo. Ha vinto anche nel Real la parte piccolo borghese, la semplice fatica, quella che doveva essere la forza dell’Atletico. Forse abbiamo esagerato nel raccontare l’Atletico come la rivincita dei poveri. Ha lo stesso fatturato del Napoli e della Roma, non è il Chievo. Se era una Cenerentola aveva comunque i tacchi a spillo firmati Armani. Ma nel gioco delle parti rappresentava l’altra metà dell’essere, quella della salita. In realtà il Real non ha più da tempo quel- la vecchia faccia da splendida Regina del lato oscuro della ricchezza. Ha vinto cinque Coppe dei Campioni nei primi cinque anni e quattro nei successivi cinquantatre. Fino alla sera di Lisbona. Ma resta quasi simbolico che il gol del successo sia arriva- Bacio Casillas «ringrazia» Sergio Ramos to da Bale, lo slogan della differenza, un uomo da cento milioni di mercato. Quella è la diversità. Bale non varrà mai dieci giocatori da dieci milioni, ma la sottigliezza è un’altra, la piccola ingiustizia è pagare qualunque cifra per i dieci centimetri finali. L’Atletico è stato un monumento all’organizzazione e alla forza di squadra. Il Real non ha dimostrato molto, ma è rimasto in campo. Ha avuto fortuna e l’ha investita al meglio. Non ci sono molte lezioni da capire, una finale raramente dimostra qualcosa, troppo importante il risultato. C’è però un piccolo italiano in cima all’Europa, uno dei soliti, un buon vecchio servo dei padroni come si potrebbe dire in una giornata elettorale. Non ha mai avuto un calcio suo, ma ha sempre saputo capire il calcio di tutti. Siamo noi che cerchiamo verità dovunque, poi alla fine, arrivano sempre gli uomini di buon senso chiamati Ancelotti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo stesso Ramos che, mentre Ancelotti incontrava i giornalisti dopo la finale («Questa coppa è speciale perché tutto il madridismo la aspettava. Fin dal primo giorno, al Bernabeu, mi avevano detto che ne mancava una...»), ha guidato Pepe, Modric, Marcelo e Khedira dentro la sala stampa: un coro da ultrà per «Carlo» e una spruzzata d’acqua perché lo champagne non c’era. Tutto sotto gli occhi esterrefatti del delegato Uefa, perché nessuno come Ancelotti sa far vivere bene i suoi giocatori. E, spesso, farli vincere. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Albo d’oro 1956, 1957, 1958, 1959, 1960: Real Madrid; 1961 e 1962: Benfica; 1963 MILAN; 1964 e 1965: INTER; 1966: Real; 1967: Celtic; 1968: Manchester U.; 1969: MILAN; 1970: Feyenoord; 1971, 1972 e 1973: Ajax; 1974, 1975 e 1976: Bayern Monaco; 1977 e 1978: Liverpool; 1979 e 1980: Nottingham F.; 1981: Liverpool; 1982: Aston Villa; 1983: Amburgo; 1984: Liverpool; 1985: JUVENTUS; 1986: Steaua; 1987: Porto; 1988: Psv; 1989 e 1990: MILAN; 1991: Stella Rossa; 1992: Barcellona; 1993: O. Marsiglia; 1994: MILAN; 1995: Ajax; 1996: JUVENTUS; 1997: B. Dortmund; 1998 Real; 1999 Manchester U.; 2000 Real; 2001: Bayern; 2002 Real; 2003 MILAN; 2004: Porto; 2005: Liverpool; 2006: Barcellona; 2007: MILAN; 2008: Manchester U.; 2009: Barcellona; 2010: INTER; 2011: Barcellona; 2012: Chelsea; 2013: Bayern; 2014: Real Madrid Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Sport 39 italia: 51575551575557 # L’incidente Volontario investito da moto della Rai: è in coma farmacologico L’impatto Un fermo immagine del momento in cui l’addetto alla sicurezza in mezzo alla strada viene investito dalla moto di una troupe della Rai (Ipp) DA UNO DEI NOSTRI INVIATI OROPA (Biella) — Un impatto tremendo, in diretta televisiva. Un lampo giallo, poi il buio delle immagini. Un volontario della protezione civile con la pettorina fluorescente, che si trova inspiegabilmente in mezzo alla carreggiata nella discesa da Belmonte a Biella, viene prima schivato da un corridore, ma poi viene travolto dalla moto 1 di ripresa della Rai che segue la corsa e le sue fasi più concitate dal di dentro. Angelo Leone, 58 anni, assessore alla protezione civile e allo sport del comune di Andorno, è stato colpito lateralmente e sbalzato alcuni metri più in là. I medici del Giro d’Italia lo hanno subito rianimato sul posto, poi è stato trasportato in elicottero al Cto di Torino, dove è ricoverato nel reparto di rianimazione in condizioni gravi. «Attualmente è in coma farmacologico — spiega il professor Giovanni Tredici —. Non ci sono fratture craniche, ma la situazione non è ancora valutabile dal punto di vista neurologico. La prognosi è riservata e al momento non si può escludere nulla. La fase è ancora acuta, ma ci sono buone Ciclismo A Oropa vittoria capolavoro del vicentino Enrico, l’omonimo «È la mia rivincita» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Pozzovivo invece è come una specie di sorriso: «Mi chiedevano di provarci e io ci ho provato — dice il dottore in Economia — e forse sono anche partito troppo presto, ma ho visto tutti al gancio. Peccato che Quintana non mi abbia dato un cambio e sia pure scattato negli ultimi metri. Ma quel che conta è che sulle pendenze più dure mi sento in forma. E questo è solo l’inizio». Questo è il seme che è stato piantato. Per i frutti bisogna aspettare, senza fretta. Perché il terreno è tanto. E sembra fertile. OROPA (Biella) — Il cielo in una stanza. I sogni in fondo al letto. Beato te che hai vinto, Marco, buonanotte… Vedrai che ce la fai, Enrico, ‘notte anche a te… Tutte le sere, i due inseparabili di camera con vista traguardo la sognavano e un po’ ci puntavano. Stessa chiave di stanza da sempre, da quando corrono in bici. Stessa squadra. Stessa ambizione. Compagni e compaesani. Venerdì sera uno ce l’aveva fatta e l’altro ancora no: «Supercontento per la vittoria del mio grande amico e compagno di stanza Marco Canola!!!», aveva twittato Enrico Battaglin, un cincìn per il coinquilino di gara che aveva vinto l’arrivo di Rivarolo, e pure uno sfottò: non imboscarti la bottiglia di Barolo che ti hanno dato, Canola, «attendiamo tutti di degustarla…». Ora che il santificato d’Oropa è lui, il giorno dopo Marco, a Battaglin danno la magnum da stappare e lui sul podio s’emoziona, fatica un attimo a far esplodere la schiuma e la gioia. «Ci ho creduto!», e invece non ci crede ancora d’aver fatto quella fuga a chilometro zero e d’avere azzerato tutti. «La vittoria di Marco è stata uno stimolo. Non ero certo io il favorito. Non ero il designato dalla squadra, ci sono altri più scalatori di me. Sono partito dicendomi: devi provarci. Sono riuscito a beccarla subito. Ho il morale alle stelle…». Stelline d’Italia. Da Canola a Battaglin. Bardiani da battaglia. La serie B del ciclismo che si prende i punti. Il vivaio tenuto dai «cercatalenti» Reverberi, zio Bruno e Roberto, che dà l’assalto al cielo delle prime cime. «Siamo i ragazzi di fine anni Ottanta, se la fortuna è dalla nostra parte ce la possiamo anche fare». Generazione non di fenomeni: «Sono cresciuto guardando Pantani e Cipollini — Enrico sa d’essere in un luogo sacro dei «pantaneisti» —, salendo vedevo le scritte, ma non ci pensavo troppo...». In fuga è partito con lui anche Pantano, la vittoria di Battaglin non poteva essere un refuso: «L’anno scorso ho avuto un brutto incidente. Aspettavo la mia rivincita…». Il nome del destino non l’impressiona, l’omonimia non è un refuso: «Battaglin è un cognome molto diffuso dalle mie parti. Sono di Marostica, come Gianni: mi chiedono da una vita se sono suo figlio e invece no…». Un po’ l’infastidisce: «Non ci faccio più caso. Lui ha vinto il giro, la Vuelta, io sono più uno da classiche…». La retorica dei paragoni non lo turba. Sa maneggiare le dichiarazioni. Una volta gli hanno detto che ricordava Argentin: «Magari», liquidò. Evocano le trombe del Piave, le sue zone… «Il Veneto ha dato tanto alla Grande guerra — è politicamente correttissimo —. Queste rievocazioni storiche si stanno perdendo, ma per le nostre generazioni devono avere un posto importante…». Dalle stanze del Quirinale non avrebbero detto meglio. Paolo Tomaselli Francesco Battistini © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Uran sotto attacco limita di danni 14ª tappa Agliè-Oropa di 164 chilometri 1. Battaglin (Ita) in 4h 34’41”’ 2. Cataldo (Ita) s.t. 3. Pantano (Co) a 0’07’’ 4. Jan Polanc (Slo) a 0’17”’ 5. Nicolas (Irl) a 0’22”’ 6. Albert (Ned) a 0’26”’ 7. Sella (Ita) a 0’28”’ 8. Cattaneo (Ita) a 0’33”’ 9. Wellens (Bel) a 0’39’” 10. Santaromita (Ita) a 0’54”’ 15. Quintana (Col) a 2’39”’ 21. Evans (Aus) a 2’59”’ 22. Uran Uran (Col) a 3’04’” La classifica generale 1. Uran Uran (Col)in 57h53’23”’ 2. Evans (Aus) a 32”’ 3. Majka (Pol) a 1’35”’ 4. Pozzovivo (Ita) a 2’11”’ 5. Kelderman (Ned) a 2’33”’ 6. Quintana (Col) a 3’04”’ Oggi 15ª tappa di 225 km Valdengo-Montecampione In tv Ore 14.30 Eurosport, Rai3, RaiSport2 duri della salita verso il santuario. Uran galleggia in mezzo al gruppetto dei migliori e non sembra nelle condizioni di rispondere. Nairo Quintana finalmente esce dalla nuvola di tosse degli ultimi giorni e si accoda a Pozzovivo, assieme al suo gregario Izaguirre. I ragazzi terribili Fabio Aru e Rafal Majka non mollano un metro. La maglia rosa limita i danni, dopo una tappa con due salite affrontate a ritmi normali e l’ultima a velocità elevata e perde 25’’ da Quintana, 21’’ da Aru e Pozzovivo, 17’’ da Keldermann e Majka, 5’’ da Evans. Il sorriso di Rigoberto però si è trasformato rapidamente in una maschera che tradisce il nervosismo: «Non ho nessun timore, sapevo che mi avrebbero attaccato — dice Rigo —, ma ho una squadra forte. Non c’è problema. Ho perso un po’, ma sono abbastanza tranquillo. Il Giro è ancora aperto, ma lo sapevo già. Non devo dimostrare ogni giorno qualcosa, ma essere più regolare di tutti da qui a Trieste». La sceneggiatura dell’ultima Oggi: 15a tappa 196-Desio 172-Monza 183-Trezzo sull’Adda 252-Bergamo 44 63 79 96 104 127 145 Cosa c’è di Nuovo 175 203-Pian Camuno 210-Saronno 24 343 - Endine-Gaiano 215-Busto Arsizio km PLAN DI MONTECAMPIONE 1.665 m 207-Oleggio VALDENGO 258 m 203-Carpignano Sesia OROPA (Biella) – Il seme della rimonta deve avere attecchito bene su questa salita, anche se i frutti prodotti da quella celeberrima di Pantani nel 1999 sono marciti in fretta. Quindici anni dopo, l’epica e la compassione umana sono affidate al popolo giallo degli striscioni, tutti per Marco. Ma il Giro nel suo piccolo si regala due rimonte da tenere bene a mente. La prima, un capolavoro di freddezza e di potenza, è quella di Enrico Battaglin, che nell’ultimo chilometro raggiunge i due compagni di fuga davanti a lui, Cataldo e Pantano, li riperde, ma poi negli ultimi cinquanta metri recupera ancora sul tratto in porfido e vince di slancio: «Pensavo di aver perso — dice il vicentino —, ma loro si sono impiantati e ci ho creduto fino alla fine». La seconda, è quella degli avversari della maglia rosa Rigoberto Uran, che attaccano negli ultimi 4,5 chilometri e guadagnano secondi pesanti non tanto per la contabilità di classifica, ma per la propria autostima: il Giro sembra molto più aperto e imprevedibile di quanto la cronometro stravinta dal colombiano nelle Langhe facesse pensare. Il seme della rivolta ce l’ha in tasca Domenico Pozzovivo, che a 31 anni sa che il tempo stringe ed è venuto il tempo di raccogliere qualcosa. DomDom, chiamato così per il suo grande senso dell’orientamento, attacca su uno dei tratti più Le classifiche p. tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il protagonista In stanza con Canola Battaglin e Pozzovivo due super-rimonte sulla salita di Pantani DA UNO DEI NOSTRI INVIATI speranze di superarla». L’incidente ricorda nella dinamica quello avvenuto all’ultimo Giro delle Fiandre: ma allora era stato un corridore, Van Summeren, a impattare violentemente contro una tifosa belga, che però si trovava su uno spartitraffico. La signora è uscita dal coma dopo un mese. 206 225 Omonimi L’arrivo vittorioso di Enrico Battaglin ieri e, a fianco, Giovanni Battaglin, vincitore del Giro nel 1981 (Ansa, Ap) settimana è questa e le parti assegnate sono sempre più delineate. Uran però quest’inverno ha lavorato molto per migliorare a cronometro e come succede in questi casi potrebbe aver perso un po’ di quella brillantezza in salita mostrata un anno fa, quando chiuse al secondo posto dietro a Nibali. Già oggi, con la lunga salita dalla pianura a Plan di Montecampione (18.5 km con pendenza media del 7.8%) si potrà avere la controprova. Ed è naturale che, con tutte le montagne più dure ancora da percorrere, il colombiano non si senta affatto al sicuro. La smorfia di fatica sul viso di notizie dalle aziende a cura di RCS MediaGroup Pubblicità PHYSIOGEL SENSI CUOIO CAPELLUTO DA RILASTIL LIPOREDUCER CREMA PROFESSIONAL 27 TAU MARIN LA NUOVA GUIDA ALLE TERME L’INNOVATIVO NIOGERMOX DI ISDIN Physiogel Ipoallergenico, linea dermo-cosmetica di detergenti e trattamenti per le pelli secche e sensibili, da oggi si prende cura anche del benessere del cuoio capelluto con uno shampoo per la detersione delicata dei capelli secchi, donando loro volume e splendore, e del cuoio capelluto sensibile. 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Non più da ieri e dalla fatal Montecarlo — palcoscenico predisposto di sicuro dal demonio: i due piloti della Mercedes vivono nel Principato e abitano nello stesso palazzo —, che nel finale delle qualifiche manda a pallino un incanto (ammesso che fosse tale) creando la prima crepa nel blocco monolitico della squadra fin qui dominatrice del campionato. Ha fatto apposta, Nico, ad andare lungo al termine della discesa del Mirabeau, oppure si è trattato di un errore? Buona la seconda, hanno certificato i commissari dopo aver visionato il video dell’episodio e analizzato la telemetria, la stessa procedura che nel 2006 determinò la squalifica di Michael Schumacher a causa del «parcheggio» alla Rascasse che impedì ad Alonso di conquistare la pole. «Non ha commesso alcuna irregolarità» è il verdetto, che rappresenta una pietra tombale sull’episodio ma non la schiuma giusta per spegnere l’incendio. A tanti, infatti, continua a sembrare che la furbata ci sia stata: uscendo, Rosberg ha fatto scattare le bandiere gialle e ha rovinato il tentativo estremo del compagno, che era alle spalle e che cercava di scavalcarlo in vetta.In verità, questo risulta più che altro ad Hamil- Via alle 14 L’errore Nico Rosberg , 28 anni, in una ripresa televisiva nel momento in cui «va lungo» creando i sospetti di una manovra voluta (Canoniero) ton, incavolato come nemmeno al tempo delle risse con Alonso alla McLaren e diretto nell’esporre le sue idee. Siamo alla riedizione — gli ha chiesto la Bbc — delle guerre tra Senna e Prost? «Sostanzialmente sì». Non avete inteso? Sentite il seguito. Lewis, ti siederai a un tavolo con Rosberg e la farai fuori? «Non so se loro due l’abbiano fatto». Infine, la battuta inquietante, che riporta al Rosberg, il sospetto del deliberato tampo- namento di Ayrton ad Alain nel 1990 a Suzuka: «Piuttosto, preferisco il modo in cui Senna ha regolato la questione con Prost». Tira aria grama, sullo start del Gp... È davvero difficile parlare del «resto» della qualifica, anche se ci sono da annotare i costanti progressi delle Red Bull (terza e quarta, di nuovo con Ricciardo davanti a Vettel), le prodezze di Kvyat (il russo «de Roma», debuttante a Montecarlo, prima ha distrutto Griglia di partenza 1. Rosberg (Ger, Mercedes) 1’15’’989 alla media di 158,233 Km/h; 2. Hamilton (Gbr, Mercedes) 1’16’’048; 3. Ricciardo (Aus, Red Bull) 1’16’’384; 4. Vettel (Ger, Red Bull) 1’16’’547; 5. Alonso (Spa, Ferrari) 1’16’’686; 6. Raikkonen (Fin, Ferrari) 1’17’’389; 7. Vergne (Fra, Toro Rosso) 1’17’’540; 8. Magnussen (Dan, McLaren) 1’17’’555; 9. Kvyat (Rus, Toro Rosso) 1’18’’090; 10. Perez (Mex, Force India) 1’18’’327; 11. Hulkenberg (Ger, Force India) 1’17’’846; 12. Button (Gbr, McLaren) 1’17’’988; 13. Bottas (Fin, Williams) 1’18’’082; 14. Grosjean (Fra, Lotus) 1’18’’196; 15. Maldonado (Ven, Lotus) 1’18’’356; 16. Massa (Bra, Williams) 1’18’’209; 17. Gutierrez (Mex, Sauber) 1’18’’741; 18. Sutil (Ger, Sauber) 1’18’’745; 19. Bianchi (Fra, Marussia) 1’19’’332; 20. Chilton (Gbr, Marussia) 1’19’’928; 21. Kobayashi (Gia, Caterham) 1’20’’133; pit Lane: Ericsson (Sve, Caterham) 1’21’’732 per aver causato l’incidente con Massa Oggi Gp di Monaco, ore 14 (diretta Sky F1, differita ore 21.10 Raidue) Retroscena l’ala anteriore ma poi si è preso il settimo posto) e il ricollocamento della Ferrari in terza fila, una posizione da battaglia. In realtà, lo è più per Alonso, perché Raikkonen ammette di «non aver migliorato il feeling con la vettura». Fernando, invece, ha sparato un giro mostruoso («Le mie migliori qualifiche avvengono qui: posso osare»), il miglior giro dell’anno, che alimenta speranze («Che sorpresa essere a 2 decimi da Vettel...») da proiettare a un ipotetico inserimento futuro nella probabile bufera Hamilton-Rosberg. Questo, però, al momento è troppo: «Sono così avanti nel Mondiale che possiamo seguire la loro battaglia solo dall’esterno — dice Nando —. Se migliorassimo fino a lottare per le vittorie, allora sì che la situazione si farebbe interessante». Fernando osa Alonso giro mostruoso, è quinto: «Qui oso e faccio le cose migliori» È tutto prematuro. Supremazia e liti fin qui sono «cosa nostra», nel senso della Mercedes. Torna il flash di quel «lungo» al Mirabeau: la traiettoria di Rosberg (troppo centrale?), la curva abortita, la frenata (deliberatamente in ritardo?), l’uscita, le bandiere gialle, Lewis stoppato. Al solito, i fatti diventano un processo alle intenzioni. Niki Lauda, azionista e guru delle Frecce d’Argento, difende Rosberg e con l’espressione francese usata anche da Rudi Garcia, allenatore della Roma, mette in riga Hamilton: «Riportate la chiesa al centro del villaggio». Il guaio è che il Lewis fumante, al centro del villaggio vorrebbe piazzare la sua auto. Piantata in quella di Nico. Flavio Vanetti Il verdetto di innocenza conta poco per l’inglese MONTECARLO — L’innocenza di Rosberg, proclamata dalla direzione corsa, conta poco. Pesa e peserà, piuttosto, la percezione di Hamilton, convinto ora di avere a che fare con un avversario pronto alla scorrettezza, pur di contrastarlo. Il fuoco è ormai acceso e sulla fiamma soffiamo tutti, dentro un Mondiale capace di regalare, dopo la noia, una rivalità feroce e memorabile. «Hamilton come Senna» già rilanciano gli inglesi, senza ricordare che fu Senna il primo a rompere ogni patto con Prost, in una McLaren forte come questa Mercedes. Imola, 1989. La telemetria non mente, assicurano i tecnici. Ma nessun dato può togliere dalla scena la furia disperata con la quale Rosberg ha aggredito Montecarlo, il suo ritmo strepitoso, gonfiato dall’urgenza di replicare alle 4 pole e alle 4 vittorie di Hamilton nelle prime cinque gare. Forse Rosberg non aveva alcun bisogno di un trucco. Eppure, in molti, al trucco hanno pensato; su una manovra deliberata hanno scommesso. Il che vale, proprio per Hamilton, consolazione massima. Perché Rosberg che volontariamente esce di pista, bloccando la caccia alla pole del compagno, manifesta una debolezza estrema. Un gesto disperato, compiuto da un pilota perdente. È questo il tema chiave, da oggi in poi. La tenuta di Rosberg mentre Hamilton cercherà non solo di batterlo, ma di infierire, sfruttando un talento solidissimo. La direzione corsa ha salvato la pole di Nico. Eppure, nel momento in cui torna davanti a Hamilton, la corsa, la stagione, la reputazione di Rosberg, corrono verso una verifica spietata e, crediamo, decisiva. Giorgio Terruzzi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Una vacanza speciale per i futuri mamma e papà All’Hotel Salvadori la magia delle Dolomiti a 4 stelle Con Il Gabbiano Livingston alla scoperta di un Kenya che non ti aspetti Momenti di puro relax in ambienti di raffinata eleganza, accoglienza personalizzata, trattamenti individuali al centro benessere e proposte gastronomiche a base di ingredienti biologici a km zero firmate da chéf rinomati. Sono alcune delle proposte che compongono l’offerta “Coppie in dolce attesa”, la speciale proposta di Select Hotels Collections dedicata ai futuri genitori. L’iniziativa coinvolge due prestigiosi cinque stelle della catena alberghiera di proprietà della famiglia Batani: il Grand Hotel da Vinci di Cesenatico e il Grand Hotel Rimini. Un’occasione imperdibile per rilassarsi e condividere un momento romantico prima del grande evento. Il pacchetto, valido secondo disponibilità per i mesi di giugno, luglio e agosto in entrambe le strutture, prevede per mamma e papà trattamenti personalizzati nella spa, libero accesso alla piscina esterna e servizio spiaggia con ombrelloni e due lettini. È possibile scegliere fra due fasce di prezzo. Al Grand Hotel da Vinci di Cesenatico si parte da 470 euro per camera al giorno (doppia Executive), per un soggiorno minimo di due notti e cena presso il ristorante Monnalisa. Il Grand Hotel Rimini propone una vacanza a partire da 700 euro per camera al giorno (minimo di due notti) che comprende una ricca colazione a buffet e cena al ristorante Dolce Vita. Per ulteriori informazioni www.selecthotels.it tel. 0544.977071; [email protected] Ci sono luoghi comuni che vengono sfatati dalla realtà. Accade per il Kenya, talvolta percepito come una meta legata al turismo di massa. Un Paese che invece custodisce ancora ambienti di grandissimo fascino, difficili da raggiungere e quindi ancora incontaminati. Scenari spettacolari, da scoprire a bordo di piccoli aerei ad uso esclusivo: è la proposta de Il Gabbiano Livingston, Tour Operator di Milano specializzato in viaggi su misura ed esplorazioni aeree in Africa e nel resto del mondo. Un modo per spostarsi velocemente, alternando i tradizionali trasferimenti a terra alla meravigliosa esperienza di un safari in volo. Oltre la Rift Valley, superate le aree antropizzate, si scoprono vallate che sembrano riportarci alla genesi della terra, con un susseguirsi di crateri vulcanici, antiche colate di lava nere e brune testimoni di grandi sconvolgimenti geologici, dune di sabbia e specchi d’acqua ricoperti da un mantello denso di fenicotteri rosa. Poi si risale fino al Lago Turkana, con i suoi due coni vulcanici che escono direttamente dalle acque. Un vero paradiso primordiale, dove gli animali sono ancora padroni del territorio. Al termine di ogni tappa, il piacere di un meritato relax. In un piccolo gioiello come il Desert Rose Lodge, un gruppo di soli 5 chalet che offrono una vista mozzafiato sulla natura circostante, oppure in piccoli campi tendati di lusso dotati di ogni comfort. Il Gabbiano Livingston organizza diversi programmi su misura con soggiorni di 7 notti o più in Kenya, con eventuali estensioni in Uganda, Tanzania ed Etiopia, a partire da Euro 5.090 per persona, voli di linea esclusi. Per maggiori informazioni: tel. 02.26111440; [email protected]; www.gabbianolivingston.com a cura di RCS MediaGroup Pubblicità Una destinazione per chi ama la montagna lontana dalle mode, ancora ricca di suggestione e tradizione. Siamo nel cuore del Trentino, circondati dalle meravigliose Dolomiti del Brenta, dall’Adamello, dal Parco Nazionale dello Stelvio. Qui, al centro della Val di Sole a Marilleva–Mezzana, si trova l’Hotel Salvadori: quattro stelle, 41 camere e tanti comfort accompagnati dalla cura per ogni dettaglio che è la cifra della conduzione familiare di Angelo e Paola. Da più di un secolo, la filosofia che ispira l’Hotel Salvadori è di far sentire ogni viaggiatore come a casa propria. Un weekend o un lungo soggiorno diventano esperienze emozionali all’insegna del relax, del divertimento, dello sport. E poi c’è la cucina, legata alla tradizione gastronomica trentina. Prodotti di qualità e creatività consentono allo chef di proporre piatti stuzzicanti e innovativi, da degustare in un ambiente elegante e molto accogliente. Una vacanza all’insegna dei piaceri. Qui vige la vera ‘remise en forme’ di corpo e spirito. Dopo una giornata di movimento, gli ospiti possono abbandonarsi alle coccole dell’area wellness per rigenerarsi grazie alle acque saline della piscina interna ed esterna, oppure concedersi i benefici della sauna: dalla classica finlandese al bagno turco, dalla talassoterapia alla biosauna al fieno. E poi massaggi, trattamenti beauty, giardino con terrazza solarium e palestra attrezzata per i più sportivi. Info e prenotazioni: tel. 0463.757109; www.hotelsalvadori.it; [email protected] 42 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Sport 43 italia: 51575551575557 Basket, Roma elimina Cantù Volley, l’Italia ribatte il Brasile Sbk, Giugliano in superpole Roma ha vinto gara tre 74-70 dopo un supplementare, ha eliminato Cantù e si è qualificata per le semifinali chiudendo la serie sul 3-0. Nell’altra partita di ieri, Reggio Emilia ha superato 82-74 Siena e ora conduce 2-1. Oggi torna in campo Milano per gara 4 sul campo di Pistoia (ore 20.30, diretta RaiSport1). L’EA7 guida la serie 2-1. Impresa del volley azzurro che concede il bis superando ancora il Brasile a domicilio nella World League in corso a Jaragua Do Sul. Gli azzurri di Berruto si sono imposti per 3-1 (parziali 25-17, 24-26, 25-23, 25-20). SCHERMA — Quarto centro in Coppa del Mondo di fioretto per Arianna Errigo, che si è imposta a Marsiglia battendo in finale la russa Deriglazova. Davide Giugliano (Ducati) ha conquistato la superpole nella prova di Donington del Mondiale superbike davanti a Haslam (Honda) e Melandri (Aprilia). Oggi le due prove, alle 13 e alle 16 (diretta tv Italia 1). RUGBY — Il Tolone ha vinto la Heineken Cup battendo i Saracens 23-6 a Cardiff. Per Wilkinson, al passo d’addio, 13 punti e il 100 per cento al piede. La Milano del pallone Pubblica precisazione del presidente onorario, il Milan lavora per risolvere il problema allenatore Ippica Moratti: «Questa Inter Cercasi colpo di scena non è da risanare» Jesus ultima tentazione Final Score punta al tris di famiglia nelle Oaks «Mi spiace che Thohir usi questo verbo» MILANO — Proprio vero che certe mamme sono un tesoro. Anche tra i cavalli. Specie una supermamma che, come l’italiana Holy Moon, per tre anni di fila metta al mondo una figlia capace di vincere la corsa di galoppo più importante nella vita di una purosangue, le Oaks. Non s’è mai visto al mondo: mai da quando nel 1779 il 12° conte di Derby, per scommessa con altri nobili appassionati di cavalli a Epsom, in un fastoso ricevimento di nozze «inventò» e dedicò alla volubile sposa lady Elisabetta Hamilton la corsa per femmine di 3 anni che poi ovunque ha preso il nome dalle querce della sua tenuta, appunto le Oaks, cimento che in Italia si disputa solo da 105 anni. Eppure potrebbe accadere a San Siro alle 5 del pomeriggio se le Oaks — siglate nel 2012 e 2013 da Cherry Collect e Charity Line, due figlie della 14enne fattrice Holy Moon — dovessero essere vinte da Final Score, un’altra sua erede che in comune con le altre due ha pure la scuderia Effevi dell’assicuratore Felice Villa, l’allenatore Stefano Botti e il fantino Fabio Branca. La raccomanda anche il tempismo di papà Dylan Thomas, stallone che domenica scorsa a Roma ha visto un proprio figlio, Dylan Mouth, dominare il 131° Derby per la stessa scuderia di Final Score. Ed è paradossale che, fra le 12 al via per 400.000 euro sui 2.200, spunti quasi in casa la rivale So Many Shot: sua zia Claba Di San Jore, altra supermamma purtroppo venduta nel 2012 agli inglesi per 740.000 euro, partorì per la medesima scuderia di Final Score un laureato del Gran Premio di Milano come Jakkalberry e ben due vincitori del Derby Italiano come Awelmarduk e Crackerjack King. I meneghini di rito ortodosso seguiranno la sfida lanciata dal tandem Finidaprèst e Scighèra (nomi in dialetto di rigore per tutte le portacolori della scuderia Rencati di Luciano Salice), mentre i puristi sosterranno l’esperimento sui 2.200 metri di Vague Novelle, eroina della scuderia Incolinx di Diego Romeo già a segno nel classico Premio Regina Elena ma sui 1.600 metri. La Germania invia la cavalla Nauka, rampolla del teutonico Kallisto (laureato a Roma nel 2000 del Derby) e della primatista cronometrica delle Oaks di San Siro, vinte da mamma Nagoya nel 1999. E dalla Francia arriva Elektrum, per la quale si scomoda il 49enne fantino inglese Kieren Fallon, vincitore di 3 Derby di Epsom, 2 Arc de Triomphe, 2.200 corse e 6 scudetti. Barbara: «L’Atletico è il nostro modello» Massimo Moratti ha scelto un’occasione importante, quella del premio «Mecenate dello Sport», che gli è stato consegnato ieri a Latina, per precisare che la decisione di cedere il pacchetto di maggioranza dell’Inter è stata dettata dalla volontà di rendere più forte la società e non dall’obbligo di vendere, sotto la minaccia dei creditori. Voci che girano da un anno e sulle quali il presidente (onorario) ha voluto fare chiarezza, in risposta alle domande dei presenti. «Esisteranno ancora i mecenati, gli appassionati che vogliono far felici i propri tifosi, pronti a investire i soldi di famiglia. Anche nell’industria si cercano professionisti, ma poi si nota che chi difende il Paese è una famiglia. Riconosco che noi possiamo aver sbagliato anche gravemente nella parte commerciale, cioè nel non saper vendere la squadra nel mondo. Eravamo tutti molto più attaccati alla parte calcistica e anche chi ci lavorava era molto più L’errore preoccupato di far vedere alla proprietà di essere attento al«Ho sbagliato l’aspetto sportivo. Adesso c’è a trascurare Thohir; andava bene trattare con l’aspetto lui perché portava in fretta tutto commerciale» il mercato che a costruirlo da zero avrebbe richiesto a noi 4-5 anni di lavoro. Se ce la fa, lui può portare il mercato dell’Indonesia e della Cina, ma gli servirà avere intorno persone valide. Per questo ho insistito perché Zanetti abbia un ruolo importante. Thohir è attento, preciso, onesto; rappresenta bene il club; il suo dovere sarà quello di tenere collegata squadra e città». E alla fine, ecco il colpo di fioretto. «Thohir è stata la scelta migliore, ma non mi piace molto quando dice di voler risanare l’Inter che non ha nulla da risanare. L’Inter ha risposto sempre ai propri debiti, all’acquisto dei giocatori, al pagamento degli stipendi senza mai pesare su nessuno. Ora c’è un’altra persona che spero possa continuare così, magari spendendo un po’ meno di me». Ieri Thohir ha lasciato Lisbona, prima dell’inizio di Real-Atletico ed è volato a Londra, per mettere a punto la strategia finanziaria: deve sempre liberare le garanzie che fanno ancora capo a Moratti. Stasera sarà a Milano; nelle prossime ore incontrerà Mazzarri e Ausilio per pianificare la nuova stagione. E il futuro. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista MILANO — «Del Milan mi occuperò dopo le elezioni», fa sapere Silvio Berlusconi. Quindi, in teoria, da oggi ogni giorno è buono per decidere chi sarà il prossimo allenatore. L’impressione è che servirà ancora un po’ di pazienza. Intanto, però, le linee guida sono state tracciate: serve un nome «eclatante» per sostituire Clarence Seedorf, un nome che possa convincere i tifosi, ma soprattutto far venir voglia al presidente di accollarsi i 5 milioni di stipendio dell’olandese (nella speranza che, più prima che poi, Seedorf trovi un’altra panchina). Altrimenti, si continua con lui, nonostante le perplessità (il tecnico, dopo aver preparato un dossier con la sua versione della stagione, pieno di numeri e articoli a lui favorevoli, ora cerca di ricucire i rapporti, come si evince dalla sua presenza al matrimonio di Montolivo). Nessun nome è tanto eclatante quanto quello di Carlo Ancelotti, ma dopo il trionfo in Champions non lascerà il Real. Il ventaglio dei candidati però La linea di restringersi si allarga: Serve un nome invece resta viva l’idea di Unai Emery, «eclatante», l’allenatore del Siviglia che ha altrimenti resta vinto l’Europa League, ma bisogna muoversi in fretta per evitaSeedorf re il rinnovo con il club spagnolo e al Milan serve tempo («Col Siviglia c’è totale sintonia, ma non si può dare niente per scontato», il commento dell’agente di Emery). Così l’ultima tentazione è quella di Jorge Jesus, allenatore del Benfica che, quella stessa finale, l’ha persa (ai rigori), dopo aver eliminato la Juve. Ha ancora un anno di contratto e c’è una clausola da pagare per liberarlo, ma Adriano Galliani ieri a Lisbona ha sondato il terreno con l’interessato. A Lisbona c’era anche Barbara Berlusconi, che ha ribadito come l’Atletico (quest’anno) e il Borussia (l’anno passato) dimostrino che si possono ottenere buoni risultati anche senza tanti soldi. «L’Atletico è un esempio di come attraverso un progetto, una buona programmazione, una buona rete di osservatori, anche senza infinite risorse si possano ottenere risultati importanti — le parole a Sky —. Anche paragonato alla Juve o al Milan, il monte ingaggi dei loro giocatori è molto minore e il fatturato è circa la metà». Parole che (giurano) non volevano essere una critica a Galliani, ma solo l’indicazione del modello da seguire. Onorario Massimo Moratti, 69 anni, presidente Ad commerciale Barbara Berlusconi, onorario dell’Inter dal 15 novembre 2013 (Forte) 29 anni, è la terzogenita del presidente (Ap) a. rav. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gnocchi torna sul campionato appena concluso. «L’Inter? Thohir è ‘’razzista’’, ha tirato un pezzo di asado a Cambiasso» Il Gene del calcio tra Buffon, MySky e l’«altro» Genny MILANO — Un campionato non proprio esaltante, ma, volendo, esilarante. Una stagione vista da Gene Gnocchi, che ogni giorno rompe il pallone sulla Gazzetta dello Sport e commenta (con competenza vera) le vicende calcistiche alla Domenica sportiva. Domande serie, risposte mica tanto. Cominciamo. Cosa salva di questo campionato? «Di questo campionato mi resta l’immagine di Buffon che entra nel portone con la D’Amico, ma io so che non c’è stato niente: lei gli ha spiegato il funzionamento di MySky, che lui non capiva bene. A livello tattico adesso va di moda il falso nueve, l’unico modo per arginare questa tendenza è giocare con il falso uno, falso dos, falso tres, falso quatro, falso cinco... tutti falsi». Perché la Juve domina in Italia e non vince in Europa? «Perché in Europa c’è meno sudditanza psicologica e gli avversari affrontano la Juve giocando in modo meno contratto, più sbarazzino. La cosa che mi lascia perplesso è che per celebrare lo scudetto la dirigenza aveva già preparato degli omaggi d’oro con le iniziali di ciascun giocatore. Su quello di Pogba c’era scritto TTV: tanto ti vendiamo». Dopo vari tentennamenti Conte ha deciso di restare, ma senza rinnovare. Come finirà? «Il problema è che Conte tratta i giocatori come Grillo tratta quelli del Movimento 5 Stelle. La soluzione l’anno prossimo sarebbe che Conte andasse dai Cinque Stelle e Grillo alla Juve». Garcia è stato il segreto della Roma? ❜❜ Le iniziali di Pogba La Juve ha regalato dei doni con le iniziali dei giocatori. Per Pogba c’è TTV: tanto ti vendiamo ❜❜ Seedorf e il divorzio Seedorf? L’approvazione del divorzio breve alla Camera non è stato un bel segnale «Il segreto della Roma è stato parlarsi di più: prima ciascuno aveva la propria tariffa telefonica, poi è arrivato Totti, ha imposto la Vodafone a tutti e c’è stato il salto di qualità. Ma no, il segreto è stato Garcia che da buon paraculo ha parlato subito con i capi storici dello spogliatoio, Totti, De Rossi ecc. e li ha portati dalla sua. E poi con la qualità di Pjanic, Destro, Ljajic ha fatto il resto». Capitolo Inter: Mazzarri sostiene di aver fatto il massimo con questa rosa, è d’accordo? «L’Inter mi ha deluso per il gioco, ma quello che mi è piaciuto ancora meno è lo scarso rispetto per gli eroi del Triplete: la verità è che Thohir è razzista, pare che mentre Cambiasso batteva un calcio d’angolo gli abbia tirato un pezzo di asado dalla tribuna. Poi non era necessario mettere all’ingresso di Appiano Gentile il cartello “comune deargentinizzato”, un gesto brutto». Se l’Inter non ride, il Milan piange: come finirà con Seedorf? «Seedorf è stato oggetto di una guerra psicologica incredibile, anche l’approvazione del divorzio breve alla Camera, per dire, non è stato un bel segnale. Berlusconi ha detto che gli cercherà un nuovo ruolo e pare voglia fargli sostituire Massimo Pistoc- Artista Gene Gnocchi chi come opinionista: Clarence l’ha vista come una diminutio e invece sbaglia perché Pistocchi è una colonna. Comunque Seedorf sta affrontando tutto con una signorilità e una pazienza, che neanche Veronica Lario: infatti dal divorzio prenderà più o meno lo stesso». Ha visto la finale di Coppa Italia? È stato Genny ‘a carogna a decidere che si poteva giocare. «Cominciamo col dire che non c’è stata alcuna trattativa. La verità è che Genny aveva parlato con Renzi e poi ha spiegato ad Hamsik che secondo lui l’Italicum ha senso solo se la soglia di sbarramento non è superiore al 4% e che il premio di maggioranza si dà solo se un partito supera il 40% dei consensi, sennò Genny ha detto chiaro che si ritorna al proporzionale. Questo è quello che si sono detti: se poi la solita dietrologia italiana vuol dare a Genny ‘a carogna quel ruolo che non ha mai avuto, facciano pure». Nonostante la gaffe sui Mondiali del Qatar, Blatter è sempre al suo posto, che ne pensa? «Blatter è completamente fuori dal mondo, crede ancora che Riccardo Fogli sia il cantante dei Pooh». Riesce ancora a divertirsi col calcio? «Sì, la Ds è un’esperienza molto divertente, spero di fare altre cose con Paola Ferrari, perché ormai siamo una coppia di fatto, una coppia comica. E poi ho avuto compagni di lavoro ottimi come Ivan Zazzaroni: io gli davo un tot a puntata per ridere alle mie battute, ma da grande attore qual è sembrava ridesse davvero». Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 44 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 45 italia: 51575551575557 CorriereSalute LE PAGINE DEL VIVERE BENE www.corriere.it/salute Medicina Alimentazione Medicina Diritto Inizia in ospedale la prevenzione dell’alcolismo I legumi dolci che giovano alla circolazione La colonscopia può salvare davvero la vita Al via le cure sperimentali per la Sma a pagina 48 a pagina 51 LA SALUTE MENTALE FA CRESCERE IL PIL a pagina 49 a pagina 53 La frontiera dell’elettroceutica di CLAUDIO MENCACCI* L a salute mentale rappresenta un importante fattore economico della nostra società. Nei Paesi dell’Unione Europea questo problema provoca, a causa della diminuzione di produttività, un calo del Pil calcolato in almeno il 3-4 per cento. Di fronte a un crescente aumento di disturbi psichici nella popolazione italiana (circa 16 milioni di casi) aggravati dalla crisi economica e dal clima di incertezza e di disoccupazione che riguarda in particolare i giovani, è urgente mettere in atto strategie per affrontare ciò che nel giro di pochi anni sarà la principale causa di disabilità. Fra le persone con disagio mentale i tassi di occupazione sono molto più bassi rispetto a quelli di persone affette da patologie somatiche croniche (diabete, cardiovascolari eccetera), così come maggiore è la difficoltà a inserirsi in ambito lavorativo in particolare la dove vi è un elevato livello di stigmatizzazione. Urgono quindi interventi protettivi, soprattutto Il disagio psichico verso i pazienti giovani e con basso livello di mette a rischio istruzione. I servizi di salute mentale non la produttività devono subire tagli di un crescente lineari, devono anzi numero di persone essere potenziati facilitando l’accesso alle cure anche innovative per tutti e per tutte le patologie psichiatriche. Particolare supporto e attenzione vanno riservati all’inserimento lavorativo di quei giovani in transizione tra scuola e lavoro e alle loro famiglie, va inoltre implementata la partecipazione ad attività’ di gruppo (associazioni sportive, laiche, religiose) come ulteriore fattore di protezione dalle conseguenze della crisi. In aggiunta è necessaria la lotta al consumo di alcolici, attraverso politiche di prevenzione e di aumento dei prezzi, consentirebbe una riduzione delle morti alcol correlate (si veda anche l’articolo sul referente alcologico negli ospedali a pagina 48). Ridurre lo stigma verso le patologie psichiche è, infine, una priorità in quanto impatta sulla volontà dell’opinione pubblica di investire sulla salute mentale. Una buona e diffusa salute mentale contribuisce alla produttività economica e alla prosperità dell’intera società. *Direttore Neuroscienze H Fatebenefratelli Milano Con impulsi elettrici dosati, su circuiti nervosi specifici è stata condizionata l’azione di cellule immunitarie. Secondo molti è l’inizio di una nuova fase della medicina ❜❜ ILLUSTRAZIONE DI ANGELO SIVIGLIA di ADRIANA BAZZI alle pagine 46-47 Il numero Correre (anche) a New York contro il tumore al seno Sono ben 40 le malattie croniche che possono essere prevenute con un corretto stile di vita: evitando, cioè, sedentarietà, sovrappeso, dieta scorretta e fumo. L’elenco è lungo e oltre ai tumori (primi fra tutti quelli al seno e al colonretto) ci sono obesità, diabete, ipertensione, depressione, osteoporosi, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. Numerosi studi negli ultimi anni hanLe malattie croniche no dimostrato, in che possono essere particolare, che scongiurate facendo fare regolarmenesercizio fisico te attività fisica regolarmente. non solo riduce Fra queste anche concretamente le molti tumori probabilità di ( ) 40 ammalarsi di cancro, ma contribuisce anche a migliorare gli esiti delle terapie e a diminuire il rischio di ricadute. È questo il messaggio che un gruppo di donne operate al seno porterà alla prossima maratona di New York per iniziativa di Fondazione Umberto Veronesi, in collaborazione con Gabriele Rosa, uno degli allenatori di corsa più noti al mondo. Chi fosse interessata a partecipare (gratuitamente) alla «spedizione» può inviare una mail all’indirizzo [email protected]. Per prepararsi all’evento sono previsti allenamenti plurisettimanali a Milano e Brescia. PER SAPERNE DI PIÙ si può visitare il sito di Fondazione Veronesi https://www.fondazioneveronesi.it 46 Salute Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Per saperne di più sulle infiammazioni croniche di origine autoimmune, come l’artrite reumatoide www.corriere.it/salute/reumatologia dossier medicina di ADRIANA BAZZI Ricerca Si sta delineando una frontiera del tutto nuova in campo medico, potenzialmente utile per diverse malattie Segnali elettrici invece di farmaci per agire sul sistema immunitario È stato dimostrato che con opportuni stimoli ai fasci nervosi giusti si può contrastare, ad esempio, la produzione di sostanze infiammatorie l’attività del suo sistema immunitario e di spegnere quell’infiammazione che stava all’origine della sua malattia. I due sono i primi protagonisti di una nuova rivoluzione in campo medico: la possibilità di curare le malattie con impulsi elettrici invece che con farmaci. Benvenuti nell’era dell’elettroceutica. L’idea che i segnali elettrici L’inizio Il «collegamento» fra il cervello e la milza è stato il primo a essere sfruttato possano controllare il sistema immunitario può suonare bizzarra per chi si occupa di biologia, perché si è sempre pensato che i segnali elettrici rappresentassero il linguaggio del sistema nervoso e non di quello immunitario. Si sa, per esempio, che la pressione arteriosa o il battito cardiaco sono regolati dal cervello che invia impulsi La conferma Agendo sui nervi che arrivano alla pelle si riducono alcune infezioni cutanee elettrici a tutto il corpo attraverso i nervi, riceve dei feedback sulle sue varie funzioni e si preoccupa di aggiustarle. E infatti già oggi si può intervenire per modificare questi circuiti, quando sono alterati, per esempio con pacemaker (che inviano impulsi elettrici capaci di regolare il ritmo cardiaco) o con defibrillatori che permettono al cuore di ripartire quando va in fibrillazione ventricolare. Che però una stimolazione elettrica potesse controllare il sistema immunitario, cioè quel sistema di difesa dell’organismo che qualche volta impazzisce e aggredisce l’organismo stesso (come appunto avviene nell’artrite reumatoide dove gli anticorpi prodotti da questo aggre- discono i tessuti delle articolazioni) sembrava un’idea quasi eretica. Ma Tracey ha dimostrato che non è così. Negli ultimi anni Novanta, con i suoi collaboratori, stava sperimentando un nuovo farmaco anti infiammatorio. Aveva notato che, quando lo iniettava nel cervello dei topi, questo composto riduceva l’infiammazione negli organi e negli arti periferici, ma la quantità di farmaco era così piccola che non poteva agire attraverso il circolo sanguigno. L’unica spiegazione poteva essere un effetto mediato dai nervi. Così ha cominciato a studiare come la stimolazione dei nervi potesse sostituirsi al farmaco e ha dimostrato che stimolando elettricamente i nervi che arrivano alla milza (qui vengono prodotte le cellule T del sistema immunitario, coinvolte nell’artrite reumatoide, che sono alla base dei processi infiammatori), si riduce l’infiammazione e che il cervello può dialogare con il sistema immunitario. Ma come? Le cellule nervose comunicano con le cellule immunitarie della milza attraverso sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori e la stimolazione dei nervi attiva una reazione complessa che impedisce ai T linfociti di produrre sostanze infiammatorie come il Tumor necrosis factor (Tnf, quest’ultimo, ripetiamo, si accumula nelle articolazioni, provoca infiammazione, dolore e danno ai tessuti). E, infatti, le moderne terapie per l’artrite reumatoide si basano su farmaci che bloccano il Tnf , ma sfortunatamente comportano il rischio di infezioni e non sempre funzionano. Come nel caso di Ostovich (il nome è di fantasia per tutelare la privacy) e poi in Bosnia questi farmaci non sono così accessibili. Ecco allora che Ostovich, insieme ad altri undici pazienti, si sono prestati a una sperimentazione clinica, coordinata da Tracey, che prevedeva l’impianto di uno stimolatore del nervo vago, l’autostrada elettrica che collega il cervello alla maggior parte degli organi, milza compresa. L’impianto ha funzionato: Ostovich non ha provato più dolore, i livelli di Pcr, una proteina presente nel sangue che è indice di infiammazione, sono calati, e, ultimo, ma non meno importante, non si sono rilevati effetti collaterali. Con Ostovich altri sette volontari hanno ottenuto miglioramenti e la sperimentazione è stata pubblicata sulla rivista Arthritis and Rheumatism. Tracey, individuando il primo circuito cervello-milza che controlla il sistema immunitario è stato un pioniere, ma nel frattempo si sono accumulate altre osservazioni interessanti. L’americano Clifford Woolf della Harvard Medical School di Boston ha annunciato, pochi mesi fa, di avere individuato un secondo circuito: quello di nervi che arrivano alla pelle e che, se stimolati, possono ridurre certe infezioni cutanee. Ancora: Silvia Conde della New University di Lisbona ha dimostrato che manipolando certe fibre nervose che stanno nel plesso carotideo (attorno cioè alla carotide) si può modulare la sensibilità all’insulina e magari arrivare a curare il diabete. Dimostrando così che il sistema immunitario non è nire il broncospasmo. E hanno dato il via a una sperimentazione: 81 persone, ricoverate per un attacco di asma, che non rispondevano alla terapia tradizionale hanno avuto beneficio dall’impianto di un elettrodo per quanto riguardava la funzionalità polmonare, ma no per altri sintomi come la tosse o la sensazione di mancanza di respiro. Così l’americana Brendan Canning del Johns Hopkins Asthma and Allergy Center a Baltimora (Maryland) sta cercando di isolare, sempre nel nervo vago, le fibre responsabili di questi sintomi, per poterle usare come bersaglio del trattamento. La sfida, dunque, è quella di trovare i circuiti elettrici, La stimolazione 1 Un dispositivo emette segnali elettrici diretti a fibre del nervo vago che innervano la milza, stimolandola a liberare noradrenalina (un neurotrasmettitore) 3 I linfociti T liberano acetilcolina (altro neurotrasmettitore) che agisce su macrofagi (altre cellule immunitarie), impedendo loro di produrre sostanze infiammatorie IMPIANTO NERVO VAGO 2 Il neurotrasmettitore agisce sui linfociti T (cellule immunitarie) che si trovano nella milza MILZA D’ARCO G oran Ostovich vive in Bosnia Erzegovina e fa consegne a domicilio. Kevin Tracey è ricercatore al Feinstein Institute for Medical Research a New York e ha avuto un’intuizione geniale. Il primo soffriva di una grave forma di artrite reumatoide che gli procurava dolori alle mani, ai polsi e ai gomiti e gli impediva persino di girare il volante del suo furgone, figurasi come poteva caricare e scaricare i pacchi da recapitare ai clienti. E infatti aveva smesso di lavorare. L’altro ha trovato il sistema per farlo ritornare al lavoro e anche al suo sport preferito, il ping pong: gli ha impiantato un piccolo dispositivo nel collo capace di controllare l’unico che può essere manipolato. E, infatti, alcuni ricercatori americani e la Electrocore, un’azienda americana che ha il suo quartier generale a Basking Ridge in New Jersey (molte aziende si stanno ora interessando a questo settore), stanno cercando di trovare una nuova soluzione terapeutica per l’asma e hanno dimostrato che stimolando un certo gruppi di fibre del nervo vago, si può intervenire sul rilascio, da parte loro, di neuro mediatori come la noradrenalina che agiscono sui bronchi e possono preve- coinvolti nelle malattie, che possono essere i bersagli della terapia, individuarne le alterazioni e trovare il «voltaggio» adatto per la cura. Secondo le previsioni degli esperti (e soprattutto secondo le aspettative delle aziende che stanno investendo, la multinazionale farmaceutica Glaxo Smith Kline in prima fila, ma anche il gigante dei dispositivi medici Medtronic, oltre ad aziende più piccole come l’Electrocore) il primo elettroceuta potrebbe essere disponibile sul mercato nel giro di una decina di anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Salute 47 D’ARCO italia: 51575551575557 L’elettroceuta 1 L’elettroceuta è un piccolo dispositivo che libera impulsi elettrici, i quali hanno come bersaglio i circuiti neuronali. Questi ultimi regolano tutte le funzioni dell’organismo 2 Per trattare una malattia, l’elettroceuta deve essere molto selettivo: deve cioè arrivare a particolari componenti del sistema nervoso come, per esempio, singoli neuroni di uno specifico circuito (quelli il cui malfunzionamento è correlato a una determinata malattia) FASCIO NERVOSO 3 L’elettroceuta ristabilisce il corretto funzionamento del circuito modulando i potenziali di azione dei neuroni. (Il potenziale di azione è un fenomeno che prevede un rapido cambiamento di carica elettrica tra l’interno e l’esterno della membrana cellulare ed è il sistema attraverso il quale vengono trasmesse le informazioni) ELETTROCEUTA ELETTROCEUTA Il futuro Una sfida raccolta da diverse istituzioni universitarie e anche da grandi gruppi industriali Ora si «mappano» circuiti per altre applicazioni E si cerca di capire come somministrare al meglio gli impulsi I mpulsi elettrici invece di pillole: le nuove terapie, mutuate dalla fisica, si vogliono ora affiancare, se non sostituire, ai tradizionali sistemi di cura basati sulla chimica o sulla genetica e la biologia molecolare. La nuova idea è quella di somministrare impulsi elettrici diretti a specifiche fibre nervose o a particolari circuiti cerebrali (capaci d interferire con il loro potenziale di azione:) per curare le malattie più disparate. Tutto si basa sul fatto che il sistema nervoso sovraintende a praticamente tutte le funzioni dell’organismo, inviando ordini attraverso impulsi elettrici. Quando questi impulsi non funzionano a dovere, potrebbero essere corretti dall’esterno: in questo modo si potrebbe, per esempio, stimolare la produzione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas per il trattamento del diabete, regolare l’assunzione di cibo per curare l’obesità, intervenire sulla muscolatura liscia (quella che sta attorno alle arterie o ai bronchi) per controllare ipertensione e asma. Siamo agli albori dell’elettroceutica, il cammino da percorrere è lunghissimo, occorre cambiare il paradigma di ricerca perché qui si tratta di mettere assieme competenze molto diverse (come sta accadendo nel campo delle nanotecnologie), ma molti istituti e soprattutto molte industrie ci hanno scommesso, come ci informa un articolo appena pubblicato sulla rivista Nature. La prima sfida, sulla strada della messa a punto di queste Complessità Per questi studi occorre mettere assieme competenze molto diverse nuove terapie riguarda la possibilità di mappare i circuiti neuronali, non solo da un punto di vista anatomico, ma soprattutto funzionale, e di costruire un «dizionario dei circuiti» associati sia allo stato di salute sia alle malattie e di capire come «somministrare» al meglio gli impulsi elettrici dall’esterno. Se ci pensiamo bene è lo stesso tipo di approccio che oggi si usa per trovare farmaci a bersaglio molecolare: occorre prima identificare il bersa- glio, poi costruire il «farmaco», in questo caso l’elettrofarmaco. I primi prototipi di «dispositivi-controllori-dei-circuiti nervosi» potrebbero essere microchip (simili a quelli usati oggi nell’interfaccia che permette al cervello di controllare le protesi di braccia o gambe). Quelli di seconda generazione potrebbero, in- Dubbi Qualcuno però non crede a questo approccio per l’affidabilità e durata nel tempo vece, liberare energia luminosa, meccanica o magnetica capace di modulare cellule di particolari circuiti. Per arrivare alla messa a punto di questi dispositivi occorre un lavoro di squadra: i neuroscienziati che hanno, dunque, il compito di mappare i circuiti nervosi, i bioinformatici che devono identificare i potenziali di azione tipici di una malattia, i bioingegneri che sono chiamati a sviluppare dispositivi biocompatibili, gli ingegneri elettronici che si devono occupare dei microchip. E i chirurghi che, infine, dovranno impiantare questi dispositivi. L’idea è quella di cominciare a studiare circuiti nervosi periferici facilmente accessibili che hanno a che fare con malattie comuni come l’ipertensione. Per esempio, si è già dimostrato che questa patologia può esser controllata attraverso interventi su strutture nervose: il seno carotideo (si tratta di una dilatazione dell’arteria carotide interna che è coinvolta nel meccanismo di regolazione a breve termine della pressione sanguigna) e i nervi renali (interventi di denervazione, cioè di distruzione di queste strutture portano a una riduzione della pressione sanguigna). Fino a qui, però, si tratta di interventi su nervi che regolano direttamente certe funzioni dell’organismo. I passi successivi riguarderanno condizioni mediche un po’ più complesse come l’artrite reumatoide, per esempio. In questo caso l’effetto che la stimolazione elettrica ha sulla malattia non passa soltanto attraverso il sistema nervoso, ma anche attraverso il sistema immunitario con il quale il primo dialoga in continuazione (co- Strategie Un «concorso» per superare gli attuali ostacoli tecnici Un milione di dollari a chi darà idee per lo sviluppo U na delle domande c h e s i d ov re b b e porre il capo del settore Ricerca&Sviluppo di una grande compagnia farmaceutica è la seguente: quanti farmaci saremo ancora in grado di scoprire e di sviluppare usando gli stessi modelli che utilizziamo ora e che sono basati sulla chimica e sulla biologia molecolare? Moncef Slaoui, chairman del settore Ricerca&Sviluppo della multinazionale Glaxo smith kline (Gsk) questa domanda se l’è posta già due anni fa, si è dato una risposta («Non per molto») e con i suoi collaboratori ha cominciato a cercare soluzioni alternative ai modelli di ricerca attuali sui farmaci. «Abbiamo realizzato — ha detto Slaoui a Verona in occasione di un incontro sul futuro della ricerca — che quando usiamo farmaci chimici o biologici sfruttiamo la loro capacità di interagire e dialogare con determinate strutture dell’organismo come, per esempio, le proteine. Ma l’organismo comunica anche attraverso impulsi elettrici capaci di controllare l’attività degli organi. Ci siamo allora chiesti se l’uso di impulsi elettrici poteva modificare il funzionamento degli organi». Alcune sperimentazioni erano già in corso e la Gsk stessa ha condotto una serie di ricerche che, per esempio, hanno confermato la possibilità di modulare, attraverso segnali elettrici , la produzione di insulina nel pancreas o di controllare i livelli di pressione arteriosa. Così la multinazionale del farmaco ha deciso di investire nei nuovi settori della bioelettronica e dell’elettroceutica. «L’idea — continua Slaoui — è quella di creare nano-dispositivi capaci di leggere i segnali elettrici che viaggiano nei nervi, identificare se ci sono anomalie e correggerle “somministrando” dall’esterno impulsi diversi». Nel dicembre scorso la Gsk ha organizzato a New York un forum di esperti per identificare quali sono gli ostacoli maggiori allo sviluppo dell’elettroceutica e ha offerto un milione di dollari a chi riuscirà a superarli. Non solo: l’azienda ha creato un’unità di Ricerca&Sviluppo nella biolettronica che punta a creare anche una rete di rapporti con gli scienziati che lavorano in questo settore. Già cinque istituti e università hanno aderito: tre negli Stati Uniti , uno in Olanda e uno in Portogallo. © RIPRODUZIONE RISERVATA me del resto il sistema nervoso dialoga anche con quello endocrino che controlla la produzione di ormoni nell’organismo). Infatti, come si può leggere nella pagina qui a fianco, la stimolazione del nervo vago (che arriva alla milza, l’organo dove si «organizza» la risposta immunitaria) attiva il sistema immuni- tario il quale a sua volta, attraverso cellule e mediatori, interviene sull’infiammazione che caratterizza la malattia (nell’artrite reumatoide il sistema immunitario fabbrica autoanticorpi che aggrediscono i tessuti delle articolazioni, provocando appunto l’infiammazione). Ma sono molte altre le patologie che potrebbero essere curate . Qualcuno però non ne è convinto. C’è chi dice che questo approccio sottostima la complessità del sistema nervoso e che andranno superati problemi come quelli che riguardano l’affidabilità e la durata nel tempo della manipolazione dei nervi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 Salute medicina Supporto Un problema spesso trascurato, che richiede percorsi di cura dedicati Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Per saperne di più Approfondimenti sui temi della dipendenza dall’alcol sul sito: www.epicentro.iss.it/alcol/ Medici poco preparati dall’Università Se i medici non sono in grado di riconoscere un paziente con problemi di alcol, la colpa è anche dell’Università. Ne è convinto Mauro Ceccanti, professore associato di Medicina Clinica alla Sapienza di Roma e responsabile del Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio: «L’Università non riconosce la problematica dell’alcol — dice —. Così il professionista medico, psicologo o psichiatra quando esce dalla formazione non vede gli alcolisti perché per lui non sono persone con problemi di sua competenza, ma persone con problemi sociali». La soluzione? «Inserire nell’ambito dei corsi di laurea delle Facoltà interessate l’indirizzo alcologico, perché a livello clinico nessuno lo insegna». Prevenzione Referenti di reparto contro le dipendenze L’immagine è tratta dalla Campagna di prevenzione del Centro Alcologico Regione Toscana, Ospedale Careggi di Firenze In ogni ospedale «sentinelle» antiabuso di alcol Il ricovero può diventare occasione per intercettare i casi «a rischio» P uò sembrare un paradosso: le persone ricoverate in ospedale con anche problemi legati all’alcol, sia in fase iniziale che conclamata, sfuggono in gran parte alle maglie della rete dei Servizi di alcologia. E il problema non riguarda soltanto gli ospedali. Anche i medici di medicina generale e gli altri operatori sanitari non hanno l’abitudine di indagare sul consumo di alcol dei loro assistiti. Lo ribadisce la Relazione 2013 del ministero della Salute al Parlamento, sulla base dei dati del Sistema di sorveglianza «Passi» coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Nel 2012, fra le persone intervistate nell’ambito di «Passi» In Trentino Sono i pionieri, grazie al progetto il 42% dei pazienti ora si rivolge ai Servizi specifici che si erano recate dal medico nei 12 mesi precedenti l’indagine, solo il 14,6% ha dichiarato di aver ricevuto domande sulle proprie abitudini di consumo alcolico da parte del medico o di un operatore sanitario (16% nel 2011). Tra queste persone solo il 6,4% dei consumatori a maggior rischio ha ricevuto il consiglio di ridurre i propri consumi (6% nel 2011). Per favorire l’accesso dei pazienti a percorsi di diagnosi e cura e per realizzare un’attività di counselling e di informazione anche per le famiglie, in tutta la provincia di Trento e all’ospedale Careggi di Firenze (unici esempi in Italia) è stata introdotta la figura del Referente alcologico di reparto, di solito un infermiere formato in modo specifico. In Trentino, che ha fatto da caposcuola, sono partiti alla fine degli Anni 90 dalla scoperta che il 17% dei ricoverati risultava positivo all’alcol, con punte superiori al 30% nei reparti di medicina, nelle chirurgie e ortopedie maschili. Di questo 17%, solo nel 20% dei casi veni- va fatta diagnosi di problemi alcol correlati di qualche tipo. Perché? «Per sottovalutazione o non attenta raccolta delle storia medica nelle persone con problemi di alcol, che, come sappiamo, di solito tendono a negare anche il non negabile — spiega Roberto Pancheri, direttore del Servizio di alcologia e dipartimento dipendenze dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento —. Ci sono domande chiave da fare, bis o g n a a n d a re a co r re l a re l’anamnesi con alcuni esami e a volte occorre anche sentire i familiari, cosa che non viene quasi mai fatta. Per i problemi alcol correlati, il servizio pubblico applicava la politica della "porta girevole": una persona entrava in ospedale per una gastrite alcolica, le davano gli antiacidi o gli antiulcera e usciva senza che nessuno le parlasse del suo bere. Poi, magari, quella persona finiva in chirurgia per una pancreatite o un politrauma». La soluzione è stata di proporre a tutti i pazienti che entrano in ospedale una scheda sullo stile di vita. In mezzo alle tante domande, sono «camuffate» anche quelle che funzionano da IN ITALIA 15-25% 8 milioni I consumatori di alcol a rischio (maggiori di 11 anni) 14,6% Solo il 620-720 mila La stima delle persone con problemi di alcoldipendenza 69.770 Le persone seguite dai Servizi di alcologia della popolazione ha ricevuto da un medico domande sul proprio consumo di alcol 6,4% Solo il dei consumatori a maggior rischio ha ricevuto da un medico il consiglio di ridurre i propri consumi Fonte: Istituto Superiore di Sanità, dati 2012; Letteratura internazionale «spia» di una situazione a rischio. In questo caso, il paziente è segnalato al Referente alcologico di reparto (per il suo lavoro extra orario riceve un gettone di 300-400 euro l’anno) che fa con lui un colloquio, cosiddetto «breve», allo scopo di indirizzarlo ai Servizi di alcologia o ai gruppi di auto mutuo-aiuto. Il progetto, operativo dal 2002, ha incontrato difficoltà e resistenze all’interno dei reparti. «All’inizio ci hanno visto come marziani — dice Pancheri —. Poi abbiamo spiegato che, se fossimo L’Osservatorio nazionale CORRIERE DELLA SERA riusciti a fare diagnosi in più, avremmo risparmiato livelli indicibili di sofferenza alle persone. Su questo, ci sono venuti incontro tutti». I risultati? Grazie ai primi colloqui con il Referente, ben il 42% dei pazienti adesso è inviato ai Servizi di alcologia. «Sembra una cifra bassa, — sottolinea Pancheri — ma in realtà non lo è, anche perché comunque abbiamo aperto uno spiraglio in situazioni familiari in cui, forse, fino a quel momento non si pensava neanche ad affrontare In Toscana A Careggi è stato realizzato il primo presidio dove gli alcolici sono del tutto banditi alcolici, nè possono esser venduti negli spazi aziendali. Allo stesso tempo stiamo lavorando sul regolamento del fumo. La nostra idea, allora, è di creare un Referente di reparto non solo per l’alcol, ma anche per il fumo e gli stili di vita in generale». L’azienda ospedaliera ha applicato le «Linee di indirizzo per gli accertamenti sanitari di assenza di alcol dipendenza in lavoratori addetti a mansioni che comportano particolari rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute di terzi», approvate il 9 dicembre scorso dalla giunta regionale della Toscana. E «liberi dall’alcol» sono stati proclamati anche alcuni ospedali in Veneto e in Emilia Romagna. Ruggiero Corcella © RIPRODUZIONE RISERVATA A chi rivolgersi «Ancora troppi buchi, serve una rete vera» In farmacia La quota di ricoverati che presenta problemi alcol correlati iniziali o conclamati (stima) il problema». Nel progetto dell’ospedale di Careggi, invece, la figura del Referente di reparto non è altrettanto sistematizzata e finora il personale interessato aderisce su base volontaria. «Stiamo anche lavorando in modo diverso dal Trentino — dice il professor Valentino Patussi, responsabile del Centro alcologico regionale di Careggi —. Un paio di settimane fa, l’azienda ha realizzato un regolamento interno molto avanzato: tutto il complesso ospedaliero è “alcol free”, cioè dentro le mura di Careggi non si può bere, non si possono consumare Calcoliamo che in Italia esistono circa 8 milioni di consumatori di alcol a rischio. Sappiamo che circa 800 mila di loro hanno un consumo dannoso, cioè consumano quotidianamente e per abitudine quantità di alcol che danneggiano l’organismo e probabilmente sono già alcoldipendenti. Noi nei Servizi di alcoldipendenza abbiamo in carico “soltanto” 69 mila utenti. È chiaro che c’è qualcosa che ci sfugge». Il professor Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, lo dice senza mezzi termini: «Il problema dell’identificazione precoce delle persone alcoldipendenti è di carattere generale. In Italia, oggi come oggi, manca un sistema di rete. Abbiamo tantissimi referenti, dai medici di base fino a quelli nei servizi specialisti e negli ospedali; una serie di competenze che in ogni caso dovrebbero e potrebbero rappresentare un’opportunità per chi ha un problema alcol correlato, quando entra in contatto con un nodo della rete del Servizio sanitario nazionale». Invece, anche se il tasso di alcoldipendenti che fanno ricorso ai Servizi alcologici è in crescita, il divario tra gli alcolisti osservati e quelli attesi è enorme. Alla base della difficoltà di intercettare il grosso delle persone con problemi di alcol, il direttore dell’Osservatorio riconosce una serie di lacune: «Solo il 30% dei medici sa come si fa l’identificazione precoce — aggiunge — e solo il 30% sa come si fa l’intervento breve, cioè un colloquio motivazionale di 10 minuti che consente di verificare se il paziente è un consumatore a rischio». C’è poi la carenza di personale: «Sappiamo che solo il 30% di quello dei Servizi delle dipendenze è completamente dedicato all’alcoldipendente» dice Scafato. E, non ultimo, l’organizzazione: «Non può essere fatta in maniera diversa da una regione all’altra — sottolinea l’esperto —. Ci vorrebbero linee guida. Siamo in Italia, il Servizio sanitario è nazionale e quindi fare rete significa riuscire a trovare un modello anche operativo che possa consentire di mettere in collegamento l’ospedale con il territorio». R. Cor. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il primo passo è rendersene conto «Ho problemi di alcol, cosa faccio?». La domanda, dicono gli esperti, è già un buon passo avanti perché significa che ci sta rendendo conto della propria condizione. Digitandola su Google , si ottengono un milione e mezzo di risultati. Nella selva di siti a disposizione (da valutare con molta attenzione), ve ne sono alcuni la cui affidabilità è certificata; quelli del ministero della Salute (www.salute.gov.it) e del dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri (www.politicheantidroga.it). Già, che fare? Proviamo a rispondere con le parole dell’iniziativa «Un finale migliore» (www.unfinalemigliore.it) voluta da cinque Società Scientifiche (Società italiana di Alcologia, Società italiana di Psichiatria, Società italiana Psichiatria delle Dipendenze, Federazione italiana Operatori dei Dipartimenti e Servizi delle Dipendenze e Società italiana Tossicodipendenze): «Puoi decidere di chiedere un supporto e iniziare a scrivere il tuo finale migliore. Puoi confidarti con i tuoi familiari, con il partner, con gli amici, con il tuo medico di famiglia o rivolgerti ad uno specialista. Puoi scegliere tra centri di alcologia, centri per le dipendenze (SerT, NoA, Comunità Terapeutiche, Dipartimenti di Salute Mentale) e partecipare alla terapia che ti verrà offerta secondo le più diverse impostazioni: farmaci, psicoterapia, interventi psicoeducativi e gruppi di auto aiuto. Puoi rivolgerti a psichiatri, medici o altri specialisti in patologie alcol correlate che ti indicheranno le terapie più corrette, a partire dai più recenti ed innovativi modelli di trattamento». Oppure ci si può rivolgere ai gruppi di mutuo auto-aiuto. I due «storici» sono gli Alcolisti Anonimi (www.alcolistianonimi.it), che hanno dato vita anche ad Al-Anon e Alateen (www.al-anon.it) per aiutare le famiglie di alcolisti, e Aicat (www.aicat.net) Associazione italiana Club degli Alcolisti in Trattamento, che adottano il metodo del neuropsichiatra Victor Hudolin. R. Cor. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 Salute 49 italia: 51575551575557 Per saperne di più sulla prevenzione e sulla terapia dei tumori www.corriere.it/salute/ sportello_cancro medicina pratica Mi spieghi dottore Come si previene il tumore al colon? Lo specialista Il tumore del colon di solito si sviluppa dai cosidetti polipi adenomatosi, lesioni inizialmente benigne che possono, col tempo, evolvere in cancro La colonscopia permette di rimuovere polipi pericolosi 1 COLON TRASVERSO I FATTORI DI RISCHIO Età (circa il 90% dei pazienti ha più di 50 anni) Precedenti familiari di tumore del colon o di polipi adenomatosi Polipi adenomatosi già sviluppati in passato Malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e/o malattia di Crohn) Sovrappeso Vita sedentaria Fumo e abuso di alcolici Dieta ad alto contenuto di grassi animali di ANTONELLA SPARVOLI O gni anno sono più di 35 mila i casi di tumore del colon, malattia che insorge soprattutto dopo i 60 anni e che nel 90% dei casi è preceduta dalla comparsa, a livello del colon, di formazioni benigne (polipi) che possono nel tempo degenerare in tumore. Per questo Armando è importante la prevenzione, che Santoro permette sia di ridurre il rischio di Humanitas Cancer ammalarsi, anche grazie all’asportazione Center, Milano di eventuali polipi, sia d’identificare e Accademia in fase precoce un possibile tumore. Nazionale Chi rischia di più di svilupparlo? di medicina «Tra i fattori di rischio spiccano familiarità, età e alcune patologie infiammatorie intestinali croniche — spiega Armando Santoro, direttore dell’Humanitas Cancer Center di Milano e direttore scientifico dell’Accademia Nazionale di medicina —. La maggior parte dei tumori deriva dalla trasformazione in senso maligno di polipi intestinali. I polipi in genere non provocano nessun sintomo e rimangono per anni o decenni sulle pareti intestinali senza che ce ne si accorga. Talvolta possono dare perdite di sangue nelle feci che meritano un approfondimento diagnostico con la colonscopia. Non tutti i polipi, però, sono a rischio di malignità. Lo sono solo quelli definiti adenomatosi. Sedentarietà, eccessivo consumo di grassi animali, sovrappeso e obesità, fumo e abuso di alcolici sono tutti fattori associati a un aumentato rischio di ammalarsi. La familiarità resta comunque un fattore importante che deve indurre a fare controlli endoscopici anche prima dei 45-50 anni». Come si può prevenire il tumore del colon? «Le regole sono: aumentare frutta e verdura, ridurre pane e cereali raffinati, patate, carne rossa, dolci e zucchero. E poi attività fisica regolare e stop a sigarette e alcol. Fondamentale è lo screening. La ricerca di sangue occulto nelle feci è consigliata a tutti dopo i 45 anni. La positività al test non indica di per sé la presenza certa di un tumore, perché può anche essere spia di altri problemi (per esempio emorroidi), però è un segnale che va approfondito. La raccomandazione è ricorrere alla colonscopia, esame che permette sia di individuare e rimuovere eventuali lesioni pretumorali, sia di evidenziare lesioni tumorali che vengono diagnosticate in modo corretto attraverso la successiva biopsia. In alcuni casi si può ricorrere alla cosiddetta colonscopia virtuale, basata sull’utilizzo della Tac. Si tratta di una tecnica di studio non invasiva che però non consente la rimozione di eventuali lesioni durante la sua esecuzione». Come si cura questo tumore? «Il trattamento è in prima battuta chirurgico e oggi si ricorre sempre più spesso al poco invasivo approccio laparoscopico. Negli stadi iniziali, senza interessamento dei linfonodi addominali, la percentuale di guarigione è superiore all’80-90%. Se sono coinvolti i linfonodi si fa una chemioterapia postoperatoria, con una percentuale di guarigione intorno al 60-70%. Se il tumore è diffuso ad altri organi oltre che su chirurgia e chemioterapia, si può contare su alcuni farmaci biologici, che hanno migliorato la prognosi in queste fasi avanzate». 3 Una piccola percentuale di polipi continua a crescere, a volte per 10 anni e oltre. Lo sviluppo di mutazioni genetiche può favorirne la trasformazione in senso tumorale Man mano che questi tumori s’ingrandiscono, si sviluppano altre mutazioni e le cellule proliferano sempre più profondamente, andando a coinvolgere lo strato muscolare che circonda il colon Se il tumore invade il sangue e il sistema linfatico, le cellule maligne possono arrivare ad altri organi e causare metastasi I casi di tumore del colon stimati ogni anno in Italia 4 I SINTOMI LA DIAGNOSI Il riscontro di polipi può avvenire solo con esami specifici, come la colonscopia che è l’indagine di riferimento per la diagnosi di tumore del colon La precoce individuazione di polipi permette di prevenirne la trasformazione in tumori ed è per questo motivo che si consiglia di sottoporsi a controlli periodici dai 45-50 anni e, qualora esista una familiarità, anche prima In Italia sono attivi Programmi regionali di screening che si basano sulla ricerca di sangue occulto nelle feci, ogni 2 anni, nei soggetti di età superiore a 50 anni. Se il test è positivo, è necessario La colonscopia consiste nell’esplorazione sottoporsi a una colonscopia diretta del grosso intestino con un lungo tubo In casi particolari, in alternativa della tradizionale colonscopia flessibile dotato di telecamera, in grado si può ricorrere alla colonscopia virtuale, che utilizza immagini di trasmettere le immagini su uno schermo. acquisite mediante Tac di ultima generazione. Con questa metodica si possono rimuovere È comunque meno accurata della colonscopia e non permette contestualmente anche eventuali polipi l’asportazione dei polipi o di eseguire biopsie ed effettuare biopsie Altri sintomi sospetti, che però di solito compaiono quando il tumore è più avanzato sono: diarrea protratta nel tempo modifiche nella consistenza e nella forma delle feci irregolarità intestinale (stipsi alternata a diarrea) stimolo all’evacuazione anche quando non ce ne sarebbe necessità dolore addominale LA PREVENZIONE LA STADIAZIONE Se si diagnostica un tumore del colon occorre definirne lo stadio per consentire un’adeguata terapia. A questo scopo si ricorre alla Tac dell’addome e del torace che permette di valutare l’estensione del tumore, i suoi rapporti con gli organi vicini, il coinvolgimento dei linfonodi regionali o a distanza e la presenza di eventuali metastasi. In casi dubbi può essere indicata l’esecuzione di una Pet (tomografia a emissione di positroni) STADIO 4 STADIO 2 STADIO 3 Ecco alcuni accorgimenti che aiutano a ridurre il rischio di sviluppare polipi adenomatosi e tumore del colon Aumentare l’apporto di fibre, mangiando frutta, verdura e, in generale, cibi leggeri e poveri di grassi Non fumare e limitare gli alcolici Ridurre il consumo di grassi animali Svolgere una regolare attività fisica Evitare il sovrappeso Sottoporsi a controlli regolari dopo i 45-50 anni (prima se sussistono fattori di rischio) STADIO 1 LE CURE STADIO 0 © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli «scudi» fondamentali sono esercizio fisico, dieta ricca di frutta e verdura e povera di grassi animali, niente fumo 2 SIGMA RETTO APPENDICE Di solito il tumore del colon non dà sintomi nelle fasi iniziali, tranne, talvolta la perdita di sangue dal retto o la presenza di sangue sulla carta igienica dopo l’evacuazione ILLUSTRAZIONE DI MIRCO TANGHERLINI ❜❜ 35 mila COLON COLON ASCENDENTE DISCENDENTE Le cellule che rivestono la parete intestinale sono molto attive, in continua divisione, e creano delle formazioni note come polipi. La maggior parte dei polipi è di piccole dimensioni, di natura benigna e, in genere, smette di crescere spontaneamente STADIO 0 STADIO 1 STADIO 2 STADIO 3 STADIO 4 Il tumore è limitato alla mucosa Il tumore si estende fino allo strato muscolare, ma non interessa i linfonodi Il tumore si estende fino alla membrana sierosa, sempre senza interessamento dei linfonodi Il tumore ha coinvolto i linfonodi regionali Il tumore si è diffuso ad altri organi (metastasi a distanza) Il trattamento dipende dallo stadio in cui si trova il tumore. Nelle forme iniziali (stadi 0, I e II) in cui non c’è interessamento dei linfonodi, l’unico approccio è di tipo chirurgico. In genere si ricorre alla resezione intestinale in video-laparoscopia, metodica molto meno invasiva della classica resezione a cielo aperto (laparotomia) Nelle forme tumorali in cui c’è un coinvolgimento dei linfonodi (stadio III), alla chirurgia si associa una chemioterapia precauzionale postchirurgica Infine nelle forme in cui sono presenti già metastasi (stadio IV) (la cui sede più frequente è il fegato), occorre distinguere le forme sincrone (con metastasi alla diagnosi) da quelle metacrone (in cui le metastasi insorgono dopo un iniziale intervento). In tutte le forme è indicata l’associazione di chemioterapia e terapia con farmaci biologici. Per consentire la scelta ottimale del farmaco biologico è indispensabile eseguire indagini molecolari sulle cellule tumorali per evidenziare le mutazioni coinvolte (fondamentalmente Kras, Nras e Braf) 50 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo CELLULITE Nemica della bellezza femminile colpisce indiscriminatamente otto donne su dieci, senza limiti d’età Un toccasana per ritrovare una silhouette perfetta È possibile ridurre gli inestetismi cutanei provocati dalla cellulite e ritrovare la compattezza e l’elasticità della pelle T ipica del gentil sesso, la cellulite è uno dei problemi più diffusi e più odiati dalle donne. Si localizza di preferenza su glutei e cosce, ma non risparmia neppure addome, ginocchia e braccia, trasformando l’aspetto della pelle che diventa simile a quello di una buccia d’arancia. Fra le molte soluzioni, secondo una recente indagine GfK Eurisko sui prodotti anticellulite condotta su cinquemila donne, gode di grande popolarità un rimedio cosmetico naturale, i fanghi d’alga Guam che sono risultati il prodotto preferito per contrastare gli inestetismi cutanei della cellulite e le adiposità localizzate. Problema da non sottovalutare in quanto coinvolgendo la sfera estetica può influire negativamente sull’immagine che si ha di sé e sulla capacità di accettarsi, la cellulite è la manifestazione esteriore di un’alterazione del tessuto adiposo che si trova sotto la pelle. Ha un andamento progressivo con tre fasi. Quella iniziale è l’edematosa ed è contraddistinta da uno stato di ritenzione idrica e di edema, cioè di gonfiore, specialmente alle gambe, ma che non provoca ancora segni sulla pelle. Segue la fase fibrosa, in cui si verifica un rallentamento della circolazione con ristagno d’acqua nei tessuti e accumuli di grasso che conferiscono alla pelle l’aspetto cosiddetto a buccia d’arancia. Infine compare la fase sclerotica durante la quale si verifica un addensamento delle cellule di grasso e la pelle assume un aspetto a materasso per gli avvallamenti evidenti. A giocare un ruolo nella comparsa della cellulite ci sono certamente la predisposizione famigliare, l’insufficienza venosa e gli squilibri ormonali, ma anche una dieta troppo ricca di grassi e di sale, il fumo, l’abuso di alcool, la sedentarietà e l’abbigliamento costrittivo. UN AIUTO DAL MARE Oltre ad intervenire con cambiamenti su quei fattori scatenanti la cellulite che sono modificabili, sono particolarmente utili per contrastarla le alghe Guam, come hanno dimostrato diversi test scientifici. Si tratta di particolari alghe brune che hanno la capacità di concentrare nelle proprie cellule grandi quantità di elementi preziosi, come sali minerali per esempio di calcio, sodio, iodio, e potassio per citarne alcuni, vitamine e sostanze dal potere antiossidante, che le rendono naturalmente efficaci come anticellulite. Crescono nell’Oceano Pacifico e hanno Le alghe marine Guam vengono raccolte ogni anno nello stesso periodo e negli stessi fondali oceanici la loro esplosione vegetativa in primavera quando a migliaia costituiscono una specie di campo sottomarino. In maggio, quando le alghe sono giovani e in pieno sviluppo, vengono raccolte staccandole dal fondale tramite una barca fornita di un particolare strumento. Le alghe Guam vengono quindi trasportate a riva e adagiate ad essiccare al sole e al vento per almeno 3 giorni. Perdono così gran parte della loro componente idrica, circa l’80%, trasformandosi in un concentrato secco che conserva tutti gli eccezionali contenuti. LAVORANO IN SINERGIA Tra le utilizzatrici di prodotti anticellulite, quasi il 50% ha usato i Fanghi d’alga Guam. L’indagine svolta da GfK Eurisko sui prodotti anticellulite ha rilevato che le donne utilizzando i fanghi d’alga Guam, hanno riscontrato miglioramenti degli inestetismi cutanei della cellulite e delle adiposità localizzate, con calo del giro coscia e risultati sull’elasticità cutanea, fin dalle prime applicazioni. Questa eccezionale efficacia è dovuta alle proprietà delle alghe Guam che lavorano in sinergia con gli altri composti naturali presenti nel prodotto. Le alghe Guam, infatti, agiscono riducendo l’inestetismo cutaneo della cellulite e le adiposità della pelle grazie all’effetto rimineralizzante e dermoprotettivo, inoltre contrastano l’invecchiamento cutaneo, levigano i tessuti, favoriscono il drenaggio dei liquidi e regolano l’equilibrio idrolipidico in virtù della loro azione antiossidante. L’argilla, invece, svolge un effetto tonificante, antinfiammatorio ed esfoliante per la pelle. Completano queste azioni: l’estratto di edera che mantiene l’elasticità della pelle, quello di ippocastano che migliora la circolazione e quello di alga Fucus che facilita l’assorbimento dei principi funzionali contenuti nel prodotto, e gli oli essenziali di limone e origano che sono dermopurificanti, astringenti, tonificanti. La forza del mare per contrastare la cellulite I Fanghi d’alga Guam sono da oltre 25 anni il prodotto principe dell’azienda Lacote: fin dalle prime applicazioni consentono infatti di ridurre gli inestetismi cutanei della cellulite e le adiposità localizzate, con diminuzione del giro coscia, riduzione dei micro-noduli, miglioramento della compattezza e della elasticità della pelle. La loro efficacia anticellulite è stata anche dimostrata e testata con test clinici strumentali universitari. Il loro utilizzo è davvero semplice: dopo averli mescolati, vanno distesi uniformemente con un leggero massaggio, fino a ricoprire in modo omogeneo la pelle delle zone da trattare. È quindi necessario avvolgere la parti trattate con la comune pellicola trasparente da cucina, avendo cura di non lasciare nessuna parte scoperta e lasciare in posa 45 minuti, durante i quali si potranno eventualmente indossare indumenti comodi. Talvolta durante questo periodo che è quello ideale per poter beneficiare al massimo degli effetti derivanti dall’utilizzo dei Fanghi d’alga Guam, si può avvertire un lieve pizzicorio accompagnato da rossore, che sono legati alla riattivazione della microcircolazione nella zona. Trascorso il tempo previsto è necessario risciacquare sotto la doccia con acqua tiepida e per completare il trattamento si consiglia l’uso di Crema gel ai Fanghi d’alga Guam. Applicata in strato sottile con un veloce massaggio, si assorbe immediatamente senza lasciare residui. I Fanghi d’alga Guam sono rigorosamente testati per garantire la sicurezza e l’ottimale compatibilità cutanea e sono privi di parabeni, PEG e petrolato. Per maggiori informazioni: www.guam.it Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 alimentazione A tavola S Mai dire ai bambini che un cibo è salutare Se volete convincere i vostri figli a mangiare un cibo sano non definitelo così e non dite neppure che li farà diventare forti o intelligenti: è il miglior modo per sentirsi dire «no», perché i bimbi pensano che se un alimento fa bene deve avere un cattivo sapore. Lo dice Ayelet Fishbach, della University of Chicago Booth School of Business, dopo una ricerca su 270 bambini in età prescolare. Come persuadere i bambini a mangiare carote? Dicendo che sono buone o, meglio, stando zitti. Piselli Prodotto di stagione dai pregi sottovalutati Un contorno prezioso per il contenuto di fibra, proteine e antiossidanti arà merito del sapore dolce e delicato, ma non c’è dubbio che i piselli, reperibili freschi in questa stagione, siano legumi particolarmente graditi anche ai bambini. E poiché siamo portati a pensare che «buono» e «salutare» non vadano sempre d’accordo, può venire da chiedersi se i numerosi benefici attribuiti a fagioli, lenticchie e ceci possano estendersi anche ai piselli. In realtà, in letteratura non si trovano molte conferme, perché solo pochi studi hanno considerato in modo specifico anche questi legumi. Una delle ricerche più significative è stata condotta negli Stati Uniti e pubblicata da Archives of Internal Medicine. In questo studio si è stimata la frequenza di consumo di legumi, piselli compresi, in più di 9.600 adulti, seguiti in media per ben 19 anni. Si è così visto che coloro che consumavano legumi 4 o più volte alla settimana (porzione media 80 -100 grammi, peso cotto) aveva un Salute 51 italia: 51575551575557 Proteine g Carboidrati g Fibra g Vit.C mg Energia kcal Piselli freschi Piselli surgelati* g Piselli in scatola scolati Piselli secchi 5,5 6,5 6,3 32 52 7 11,5 4,5 20 100 5,3 11,1 5,1 1 68 21,7 48,2 15,7 4 286 La porzione consigliata è mediamente di 30-50 grammi per i piselli secchi e di 100-150 grammi per quelli freschi, in scatola o surgelati Fonte: Tabelle di composizione degli alimenti INRAN agg.2000; * valori da etichetta nutrizionale rischio di malattia coronarica del 22% inferiore rispetto a chi ne consumava meno di una porzione alla settimana e che anche il rischio di malattia cardiovascolare risultava dell’ 11% inferiore. Nello studio, però, si parlava solo di legumi (piselli compresi) secchi ed è quindi legittimo domandarsi se si possono avere gli stessi «benefici» anche mangiando quelli freschi. «Non c’è motivo per non pensarlo — risponde Ly- dia Bazzano, professore di epidemiologia e medicina alla Scuola di sanità pubblica e Medicina tropicale della Tulane University di New Orleans, primo autore dello studio citato —. È anzi assai probabile che i legumi freschi — e questo vale anche per i piselli — possano offrire ulteriori vantaggi rispetto a quelli secchi, dal momento che alcuni importanti nutrienti (ad esempio la vitamina C) potrebbero essere per- L’esperto risponde alle domande dei lettori sugli argomenti di nutrizione all’indirizzo Internet http://forum.corriere. it/nutrizione La ricetta della salute Bavette «al verde» I legumi più dolci che fanno bene alla circolazione A confronto (valori per 100 g di prodotto) WEB Cereali e legumi migliorano sensibilmente la qualità delle loro proteine quando vengono consumati insieme, come in questo piatto che rappresenta una salutare alternativa alle più tradizionali tagliatelle con piselli, panna, burro e prosciutto. duti durante i lunghi tempi di conservazione. I piselli freschi sono un’ottima scelta rispetto a quelli in scatola, ai quali viene aggiunto sodio che, se in eccesso, può contribuire ad aumentare la pressione». Perché i legumi gioverebbero alla salute cardiovascolare? «I legumi — risponde Domenico Sommariva, vicepresidente della sezione lombarda della Società italiana per lo studio dell’arteriosclerosi — sono innanzitutto ricchi in fibre alimentari, che interferiscono con l’assorbimento del colesterolo, riducendone la concentrazione nel sangue. Anche le proteine vegetali hanno un effetto simile, inoltre aiuterebbero a controllare la pressione arteriosa. E colesterolemia e pressione elevate sono un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. I legumi, inoltre, sono ricchi in antiossidanti, che attenuano i processi ossidativi coinvolti nello sviluppo dell’aterosclerosi». C. F. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ingredienti per 4 persone: 320 g di bavette, 250 g di piselli sgusciati, 200 g di punte di asparagi, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaio di maggiorana fresca , 1 limone, 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale, 2 cucchiai di formaggio grattugiato, 2 ravanelli. Preparazione: lessare le punte di asparagi in acqua salata per 2-3 minuti, scolarle conservando l’acqua e condirle con un cucchiaio d’olio e un pizzico di sale. Nella stessa acqua lessare i piselli per 5 minuti, scolarli con una schiumarola. Cuocere le bavette sempre nella stessa acqua. Intanto, tritare l’aglio, rosolarlo con 3 cucchiai d’olio, aggiungere la metà dei piselli cuocendoli per 5 minuti, poi frullarli con la maggiorana e acqua di cottura della pasta sufficiente a ottenere una salsina semi liquida. Scolare le bavette al dente, saltarle in padella con la salsina, le punte di asparagi e i piselli interi, completare col formaggio e una grattugiata di buccia di limone, decorare coi ravanelli. Valore nutrizionale per porzione: proteine g 16, grassi g 13 (di cui saturi g 1,6) , carboidrati g 69, energia kcal 439, colesterolo mg 5 Ricetta suggerita dallo chef Giuseppe Capano Freschi oppure surgelati I piselli, oltre a proteine, amido e fibra, apportano minerali come potassio e ferro, e vitamine, quali la C, la K, la B1 e i folati. Tuttavia, poiché la stagione dei piselli freschi è breve, i nostri consumi sarebbero assai ridotti se non disponessimo di quelli conservati, a cominciare dai surgelati. Le differenze fra fresco e surgelato riguardano soprattutto gli apporti di carboidrati, calorie e talvolta sodio (dipende dal processo di conservazione, quindi meglio verificare in etichetta), che sono maggiori nei piselli surgelati; invece le differenze relative a potassio, ferro, vitamine sono modeste e dipendono solo in parte dal trattamento subìto e molto più da varietà della pianta, momento di raccolta, provenienza. Attenzione ai tempi di consumo: non lasciate troppo a lungo il prodotto surgelato in freezer, perché potrebbe impoverirsi dei componenti più “sensibili”, come la vitamina C. Impoverimento ancora maggiore nel prodotto fresco, se non viene consumato a breve, ancor più se conservato a temperatura ambiente. a cura di Carla Favaro nutrizionista 52 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo SCLEROSI MULTIPLA Sclerosi Multipla: una patologia invalidante che incide pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti Fondamentale intervenire tempestivamente Nella gestione della malattia è centrale la personalizzazione del percorso terapeutico individuato per ciascun paziente L a Sclerosi Multipla rappresenta la causa più frequente di disabilità cronica da patologia neurologica nei giovani adulti. Può colpire qualsiasi area del sistema nervoso centrale, quindi clinicamente è caratterizzata da un’ampia varietà di sintomi. Quelli più frequenti sono associati a disturbi visivi, disturbi delle sensibilità (formicolii, intorpidimento degli arti, difficoltà a percepire caldo e freddo, etc...), fatica e debolezza. La Sclerosi Multipla è una patologia che incide pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti, con conseguenze sulla loro attività lavorativa, sui rapporti familiari, sull’attività sessuale e sulla vita sociale, con il rischio di compromettere fortemente il loro benessere psicologico. Notevoli sono anche i risvolti negativi in ambito economico: l’Organizzazione Mondia- le della Sanità ha definito la Sclerosi Multipla una delle malattie socialmente più costose. In questo scenario diventa fondamentale fornire risposte concrete alle esigenze specifiche di ciascun paziente, attraverso un approccio sempre più personalizzato. Per raggiungere tale obiettivo, è necessaria un’attenzione costante alla gestione della malattia. Un elemento imprescindibile in questo ambito è quello della diagnosi e, in particolare, della diagnosi precoce. Si tratta di un ambito su cui, nel nostro Paese, si stanno compiendo importantissimi passi avanti. Spiega a tale proposito il professor Giancarlo Comi, Direttore del Dipartimento di Neurologia IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano: “Oggi grazie a nuovi criteri diagnostici e allo sviluppo nell’ambito della risonanza magnetica nucleare possiamo effettuare la diagnosi molto più preco- cemente. Sviluppi derivanti dall’attività dei ricercatori italiani dell’Istituto di Neurologia Sperimentale del San Raffaele di Milano e della Clinica Neurologica dell’Università di Padova hanno fortemente contribuito all’accelerazione del processo di diagnosi: la presenza di lesioni localizzate nella corteccia cerebrale e nel midollo spinale in pazienti con un primo episodio suggestivo di Sclerosi Multipla è altamente indicativa di una futura evoluzione a Sclerosi Multipla conclamata”. L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE Una diagnosi precoce è fondamentale per iniziare un tratta- Nuovi metodi per prevedere un’evoluzione più o meno aggressiva della malattia mento il più presto possibile. Una serie di studi ha concordemente dimostrato che la precocità del trattamento è l’elemento chiave per il suo successo. La seconda grande novità è rappresentata dalla personalizzazione del trattamento, cioè dalla somministrazione a ogni paziente del farmaco per lui più adatto in base al tipo di decorso della malattia. Per personalizzare dobbiamo disporre di marcatori biologici che predicano l’evoluzione individuale della malattia. Anche su questo fronte sono stati compiuti notevoli progressi. Continua, infatti, il professor Comi: “Le modalità di esordio della malattia, la quantità e la qualità delle lesioni rilevate mediante risonanza magnetica, le alterazioni del liquor cefalorachidiano, l’entità della degenerazione assonale evidenziata dal livello nel liquor dei neuro filamenti fosforilati e dall’esame mediante OCT del nervo ottico, nonché il grado Come aiutare il malato di Sclerosi Multipla La Sclerosi Multipla (SM) è la causa più frequente di disabilità cronica da patologia neurologica nei giovani adulti tra i 20 e i 40 anni: colpisce circa 5 milioni di persone in tutto il mondo, di cui 600mila in Europa e oltre 60mila in Italia. Di SM si ammalano più le donne che gli uomini (63,8 contro il 36,2%). Nel nostro Paese è in rapida diffusione, la sua incidenza è infatti pari a 6-8 nuovi casi per 100.000 abitanti per anno. Fin dal suo esordio è riconosciuta come patologia invalidante che ha ripercussioni sulla quotidianità, sull’attività lavorativa e sulla vita familiare e sociale. Ad oggi non esiste una cura definitiva e il decorso della malattia può essere solo rallentato. In questo quadro poco incoraggiante, ruolo fondamentale nell’accompagnare il malato di SM e le famiglie che si trovano ad affrontare la malattia, lo giocano le Associazioni con i loro volontari, offrendo anche assistenza psicologica. Un aiuto particolarmente utile poiché è frequente che i pazienti colpiti da SM cadano in depressione. Studi dimostrano che le cure farmacologiche non avrebbero lo stesso successo senza un approccio psicologico positivo nei confronti del decorso della malattia. Riuscire a reagire a una diagnosi di Sclerosi Multipla aiuta a vivere meglio e a rallentare la comparsa di disabilità. Secondo uno studio promosso sul Journal of Psychosomatic Research, l’atteggiamento negativo riguardo la malattia accelera la comparsa di disabilità e peggiora la qualità della vita dei pazienti. L’atteggiamento emotivo del malato influisce sul decorso della malattia attraverso i rapporti tra sistema nervoso centrale, sistema neuorovegetativo, sistema endocrino e sistema immunologico. Fondamentali risultano essere le esperienze di supporto psicologico che aiutano a vivere la malattia e a non subirla, a prendere consapevolezza dei cambiamenti e trovare soluzioni per continuare a vivere con dignità. In questo contesto in aiuto al malato interviene la rete di Associazioni che gestisce centri socio-assistenziali dove vengono effettuate attività socio-sanitarie, riabilitative, educative e di assistenza. Conoscere la malattia, i farmaci e i loro meccanismi di azione, coinvolgere i familiari e gli amici, aiuta il malato a compiere scelte terapeutiche più consapevoli e responsabili. di coinvolgimento delle vie sensori-motorie evidenziato dai potenziali evocati, ci danno nel loro insieme una stima affidabile del danno in corso e della sua evoluzione”. Il tema del trattamento precoce è stato affrontato anche in occasione dell’ultima edizione del BEMS (Best Evidences in Multiple Sclerosis) l’evento dedicato alla Sclerosi Multipla interamente organizzato da Teva Italia che si è svolto ad aprile. Il trattamento precoce oggi è potenziato grazie all’introduzione sul mercato di nuovi farmaci con diversi profili di sicurezza ed efficacia e differenti meccanismi d’azione che vengono somministrati ai pazienti fin dalle fasi iniziali della malattia. Sarà così possibile iniziare con una terapia molto aggressiva in pazienti che presentino indici prognostici sfavorevoli e partire invece con un trattamento immunomodulante di prima linea nei pazienti che presentino un esordio di malattia caratterizzato dalla presenza di indici prognostici più favorevoli. In Italia è presente una rete di centri che copre tutto il territorio ITALIA ECCELLENZA NELLA RETE ASSISTENZIALE Anche per la complessità di alcune terapie di recente o prossima introduzione è necessario maturare una grande esperienza per poter curare al meglio i malati e per disporre di una rete organizzativa in grado di fronteggiare i vari problemi che possono emergere. Proprio per garantire al paziente i più alti standard di cura, la Sin, Società italiana di neurologia, ha dato vita ad una Commissione che ha proposto un nuovo modello organizzativo dei centri per la Sclerosi Multipla. Spiega il professor Comi: “L’Italia è un Paese fortunatissimo perché ormai da molti anni abbiamo attribuito la capacità di curare questi malati solo a centri specializzati. Questo nuovo documento individua l’importanza di una rete assistenziale articolata in tre livelli, classificati in base alla complessità crescente di cui dispongono. La gestione della patologia, in Italia, rispetta alti standard qualitativi e si basa su una rete di servizi con adeguata competenza e diffusione capillare. Siamo all’avanguardia nel mondo. Siamo gli unici che sono riusciti a darsi questa organizzazione strutturata con una rete di centri che copre tutto il territorio nazionale per garantire il massimo al malato”. Teva: terapie innovative di alta qualità Tra le prime aziende al mondo nel settore farmaceutico, Teva è da sempre impegnata nel rendere accessibili terapie di cura di alta qualità attraverso lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione sia di farmaci equivalenti sia di farmaci innovativi, specialità farmaceutiche e principi attivi. Con un portfolio prodotti di oltre 1.000 molecole e una presenza diretta in circa 60 Paesi, Teva è il più grande produttore di farmaci equivalenti al mondo. Rispetto ai farmaci a marchio, concentra la sua attività di sviluppo nell’area delle malattie neurologiche, oncologiche, respiratorie, della salute della donna e della terapia del dolore. Nell’ambito delle malattie neurologiche, Teva è impegnata nello sviluppo di farmaci branded e innovativi per rispondere alle necessità di quei pazienti affetti da malattie come la Sclerosi Multipla. Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 diritto Ricerca Lunedì 26 maggio, al Policlinico universitario di Tor Vergata di Roma (Aula dell’Anfiteatro, Viale Oxford 81, ore 8-17) convegno «La sindrome di Marfan: una malattia rara ma curabile» (direzione scientifica di Luigi Chiariello, Università di Tor Vergata; coordinamento dottoressa Susanna Grego). Si parlerà di percorsi diagnostici, strategie, indicazioni terapeutiche per questa sindrome che colpisce il tessuto connettivo e riguarda in Italia una persona su cinquemila. Saranno presenti associazioni di pazienti e volontari. Prevista una tavola rotonda fra i Centri Marfan di Bologna, Firenze, Messina, Milano, Pavia e Roma. Malattie rare Dopo decenni di laboratorio le prime verifiche sull’uomo Sperimentazioni in partenza per la Sma V Incontro sulle prospettive della ricerca Le famiglie dei malati, gli scienziati e gli operatori si danno appuntamento a Lignano Sabbiadoro (Udine), dal 20 al 22 giugno, per il convegno nazionale sulla Amiotrofia muscolare spinale (Sma) organizzato dall’associazione Famiglie Sma. Sarà l’occasione per fare il punto sulla ricerca scientifica nel mondo, con la prospettiva di avviare gli studi clinici a breve anche in Italia. Interverranno scienziati esperti, italiani e stranieri. Per tutte le informazioni: www.famigliesma.org Per saperne di più sulla Atrofia muscolare spinale (Sma) si può consultare il sito a cura delle famiglie dei bambini affetti www.famigliesma.org Convegno a Roma sulla sindrome di Marfan Un’occasione che le famiglie dei piccoli malati attendono con ansia In giugno Salute 53 italia: 51575551575557 ietato parlare di cura, per non creare aspettative eccessive nei genitori dei bambini malati. Soprattutto dopo un anno ad altissima tensione, con tante famiglie che si sono affidate alla Stamina Foundation. È un fatto, però, che nelle ultime settimane la ricerca sulla Atrofia muscolare spinale (Sma) sia entrata in una fase decisiva. Dopo decenni di studi in laboratorio, le terapie che hanno funzionato sul modello animale cominciano adesso a essere testate sui bambini. Le maggiori speranze sono riposte sulla terapia genica, che potrebbe essere in grado di risolvere il problema all’origine. Molto promettenti, perché potenzialmente in grado quantomeno di rallentare il decorso della malattia, sono anche le strategie farmacologiche. Con almeno quattro molecole che hanno già superato i test di sicurezza e stanno per essere somministrate a centinaia di pazienti, in tutto il mondo. Per Sma si intende un gruppo di malattie caratterizzate dalla progressiva morte dei motoneuroni, le cellule del midollo spinale che fanno muovere i muscoli. Sono causate dal malfunzionamento di Che cos’è La Sma (atrofia muscolare spinale) è una malattia dovuta alla progressiva morte dei motoneuroni, le cellule del midollo spinale che fanno muovere i muscoli. Ne esistono tre forme. La più grave è quella di tipo 1. Neurone Midollo spinale Nervo periferico Tendine Assone motorio Muscolo CORRIERE DELLA SERA ❜❜ Terapia genica e nuovi farmaci alla prova dei fatti un gene, che non produce a livelli sufficienti la proteina necessaria a far funzionare le cellule nervose. Ne esistono tre forme principali e tra queste il tipo 1 è la più grave. Esordisce nei primi sei mesi di vita e il suo decorso è spesso fatale entro i primissimi anni, per problemi respiratori o infezioni polmonari. Diverse le strategie di ricerca attivate. Presso il Children’s Hospital di Columbus (Ohio) è appena partita una sperimentazione di terapia genica che mira a correggere il di- Pensa la salute di Riccardo Renzi fetto introducendo il gene corretto con un virus vettore. Il primo bambino è già stato trattato e nei prossimi mesi ne saranno arruolati altri otto. Gli approcci farmaceutici provano invece ad intervenire nei passaggi successivi (dal gene al muscolo). Quello più avanzato riguarda una molecola che mira ad aumentare il dosaggio della proteina insufficiente: superati i test di sicurezza e di efficacia, a breve prenderà il via uno studio su centinaia di bambini nel mondo. Ci sono poi strategie che puntano a stabilizzare il motoneurone, pur in assenza della proteina. Anche in questo caso i primi risultati di uno studio internazionale sono giudicati «molto incoraggianti». Per Eugenio Mercuri, professore di Neuropsichiatria infantile al Policlinico Gemelli di Roma: «Siamo entrati in una fase decisiva per la ricerca. Se i risultati dei primi test saranno positivi, anche i bambini italiani potranno partecipare alle sperimentazioni». «Aspettavamo da dieci anni un momento come questo. Restiamo in attesa. Con ansia» aggiunge Daniela Lauro, presidente dell’associazione Famiglie Sma. Le vaccinazioni salvavita e le «scuse» della Cia P ochi giorni fa l’Unicef ha lanciato la campagna internazionale «Vacciniamoli tutti», perché un milione e mezzo di bambini muoiono ancora ogni anno per malattie evitabili con l’immunizzazione. Ma sarà difficile riuscire nell’impresa. Non per mancanza di soldi o di vaccini, ma a causa, in molti casi, dell’ostilità delle popolazioni, che non si fidano della medicina occidentale e che considerano la vaccinazione (vecchia tesi talebana) un tentativo di avvelenamento o di schedatura genetica, per preparare armi biologiche mirate. Si tratta di invenzioni, ma in molti casi purtroppo i servizi segreti hanno utilizzato medici e strutture sanitarie per raccogliere informazioni. Il caso più clamoroso fu, nel 2011, l’identificazione del covo di Bin Laden in Pakistan, grazie a un medico che vi entrò con la «scusa» di vaccinare i bambini e che ne raccolse anche il Dna. Le conseguenze? Negli ultimi due anni almeno 56 medici e volontari di campagne umanitarie sono stati uccisi e incalcolabili saranno le vittime innocenti, per mancanza di cure. Ora, nello stesso giorno del lancio della campagna Unicef, la Cia si è scusata e ha detto che non lo farà più, che il fine non giustifica i mezzi. Basterà? Scriveva 24 secoli fa Ippocrate, nel suo giuramento: «In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario… Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio… tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili». Certo la Cia non ha mai pronunciato questo giuramento (ma i medici sì) ed è forse poco esperta di questioni etiche. Ma Ippocrate ci dice quanto meno che raccogliere informazioni attraverso i medici è un trucco vecchio quanto il mondo. Che ha sempre portato guai ai medici e ai pazienti. Marco Piazza © RIPRODUZIONE RISERVATA Ridiamoci su Strategie Alleanza internazionale Italia protagonista nella sfida globale L a sfida a patologie come la Sma è globale, con migliaia di scienziati in prima linea, sostenuti dalle famiglie dei malati, aiutati dalle loro associazioni e pronti ad allearsi con le industrie farmaceutiche se le strategie terapeutiche si dimostrassero efficaci. E una volta prodotte le nuove terapie, prima che queste vengano messe in vendita sui banchi delle farmacie di tutto il mondo, resta da fare «l’ultimo miglio». Che riguarda le istituzioni sanitarie e le autorità regolatorie, nazionali L’obiettivo Si vogliono creare strumenti di diagnosi per il maggior numero di patologie e internazionali. Il nemico da combattere è tra i più infidi. Secondo le ultime stime le malattie rare sono 6-8 mila, molte ancora senza una diagnosi. In gran parte di origine genetica, nell’80% dei casi si manifestano sin dai primi anni di vita. Grazie al lavoro di molti Centri di ricerca sparsi sul territorio nazionale, l’Italia è all’avanguardia in questo campo. Solo la Fondazione Telethon dichiara di essere «in vista del traguardo» per almeno una ventina di patologie. Fortunatamente, però, in questo campo la ricerca non è una sfida tra Paesi o tra multinazionali del farmaco. E probabilmente sono proprio la rarità di queste malattie e lo scarso interesse economico di chi deve produrre terapie a rendere possibile grandi alleanze internazionali. Come il consorzio internazionale per la ricerca sulle malattie rare (Irdirc), nato nel 2011, una sorta di Nazioni Unite della ricerca di cui fanno parte agenzie e istituzioni nazionali, fondazioni di ricerca e aziende farmaceutiche di una dozzina di nazioni di tutto il mondo. Per l’Italia, partecipano in qualità di membri fondatori l’Istituto superiore di sanità e la Fondazione Telethon. Le prime attività del consorzio hanno riguardato l’accesso e l’armonizzazione di una massa enorme di dati sulle malattie, tratti dai database degli istituti di ricerca, dei centri clinici e delle stesse associazioni. Il secondo passaggio è quello di caratterizzare le malattie, dal punto di vista molecolare e da quello clinico. Poi si passerà allo sviluppo di strategie precliniche, cliniche e traslazionali (dal laboratorio al letto del paziente). E infine sarà necessario intervenire, per snellire, sulle procedure etiche e regolatorie. L’obiettivo è preciso: creare entro il 2020 strumenti in grado di diagnosticare il maggior numero di patologie e di sviluppare 200 terapie. Ad oggi il sito di Irdirc ne registra 105. Per informazioni: www.irdirc. org. M. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA In breve Sinergia dei saperi con Fritjof Capra «Centralità della persona, sinergia dei saperi, omeopatia» è il tema del convegno che si terrà il 6-7 giugno a Milano (Società Umanitaria, Via Daverio 7) organizzato dalla Fondazione Belladonna Onlus. Scopo del convegno, l’incontro di studiosi di saperi dissimili, per la pratica integrata nella cura. Tra i relatori, Fritjof Capra, fisico e teorico dei sistemi, direttore del Center for Ecoliteracy a Berkeley. Capra, famoso anche per il saggio «Il Tao della fisica» (1975), si è occupato di sviluppo sostenibile, ecologia e teoria della complessità. Per info www.omeopatiabelladonna.it. Sfilata per Attivecomeprima Sfilata di Modelle Speciali, l’8 giugno a Milano (Centro Congressi di via Corridoni 16, ore 17), evento in favore di Attivecomeprima Onlus, a cura di «Clandipalusa», ovvero Claudia, Anna, Dina, Paola, Lucia, Sandra, donne che si sono conosciute in un momento di estrema difficoltà, ma che hanno saputo ritrovare la «Forza di Vivere». Attivecomeprima Onlus dal 1973 offre un supporto ai malati oncologici e alle loro famiglie. Per informazioni www.attive.org. Un libro fa capire l’X fragile «Oltre l’X fragile. Conoscere, capire, crescere: un percorso possibile verso l’autonomia», a cura di Raffaella Daghini e Lisa Trisciuoglio (Franco Angeli ed.) nasce dalla volontà dell’Associazione Italiana Sindrome X fragile di rispondere ai tanti interrogativi di familiari, insegnanti e operatori che entrano in contatto con questa sindrome (dal meccanismo genetico, agli interventi riabilitativi, al percorso di integrazione per accompagnare i ragazzi con X fragile verso l’autonomia). Per info www.xfragile.net 54 Salute Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 corriere.it/salute Inviate le vostre segnalazioni, i vostri quesiti, i vostri dubbi, all’indirizzo di posta elettronica a cura di Daniela Natali [email protected] WEB Chiedete agli esperti Oltre 160 medici specialisti rispondono online alle domande dei lettori in 50 forum VIVERE CON IL WEB Segnalato da voi Dal forum dei nostri esperti La mia tiroide «pigra» può creare problemi in vista di una gravidanza? Ho 30 anni e desidererei avere un bambino. Durante l’adolescenza ho sofferto di problemi alla tiroide e mi è stato detto che questo avrebbe potuto ripercuotersi sulla fertilità e sulla gravidanza. All’epoca, in seguito a cicli frequenti e abbondanti, ero diventata anemica e mi era stato diagnosticato un ipotiroidismo non grave. Da allora prendo una dose minima di levotiroxina, farmaco che «compensa» il lavoro non svolto dalla mia tiroide. Che cosa dovrei fare adesso, in vista di una gravidanza? E il futuro bambino rischia problemi di salute legati alla mia patologia? Risponde Paolo Beck-Peccoz Ordinario Endocrinologia, Un. degli Studi, Mi; presidente Ass. It. Tiroide La necessità di un corretto apporto iodico con l’uso continuativo di sale da cucina rafforzato con lo iodio («Poco sale, ma iodato» è l’indicazione dell’Associazione Italiana Tiroide) e di una diagnosi precoce dei vari disturbi che possono interessare la tiroide sono i messaggi centrali della Settimana Mondiale della Tiroide (19-25 maggio), organizzata proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul corretto funzionamento di questa «preziosa» ghiandola, che regola gran parte del metabolismo del nostro corpo. I di- sturbi tiroidei interessano circa sei milioni di italiani, sono otto volte più frequenti nelle donne che nei maschi, e per ragioni soprattutto ormonali tendono a manifestarsi in momenti «cruciali» della vita femminile: pubertà, gravidanza, subito dopo il parto, menopausa. Andando ad interferire, ad esempio, con la comparsa del primo ciclo mestruale, causando problemi d’infertilità o aumentando il rischio di aborto spontaneo e parto prematuro. Per questo, di fronte a una donna che ha problemi ad avere un figlio (specie in considerazione dell’avanzare dell’età della prima gravidanza), fra le varie verifiche da fare bisogna anche valutare se la tiroide funziona adeguatamente. Alterati valori di ormoni tiroidei circolanti o la presenza di anticorpi antitiroidei possono infatti avere un impatto negativo nell’impianto dell’embrione e nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. L’ipotiroidismo interessa circa 2 donne su 100 nell’età fertile e aumenta consistentemente con l’avanzare dell’età, fino a raggiungere una frequenza di 1-2 donne su 10. Se, come nel suo caso, la futura mamma soffre di ipotiroidismo e la tiroide non è in grado di produrre le quantità di ormone necessaria, si deve sostituire ciò che è venuto a mancare con l’assunzione giornaliera di levotiroxina, sostanza naturale somministrata a dosi fisiologiche. Per valutare la correttezza delle dosi impiegate basterà dosare i livelli di TSH: all’inizio dopo 2 e 6 mesi, e poi una volta all’anno. Studi scientifici hanno dimostrato che dopo aver iniziato le cure necessarie crescono le possibilità di avere un bambino e si hanno maggiori probabilità di successo nei casi di fecondazione in vitro. Ora che desidera un figlio, lei, che già segue correttamente la cura da anni, dovrebbe solo verificare che il dosaggio prescrittole sia quello appropriato. Poi, una volta in gravidanza, dovrà adeguare la dose giornaliera di ormone (solitamente serve un aumento del 3040%) per garantire al feto la dovuta quantità, dato che la tiroide fetale inizierà a funzionare solo dopo il terzo mese di gestazione. L’ipotiroidismo durante la gestazione va attentamente evitato, perché potrebbe comportare serie complicanze: aumenta il rischio di distacco della placenta, di aborto spontaneo e di nascita prematura, oltre a esporre il bambino al pericolo futuro di manifestare problemi d’apprendimento e sviluppo, anche questi regolati dai preziosi ormoni tiroidei. Trasmissione sessuale www.infermieriperlasalute.it Gli infermieri ci aiutano anche dal web contiene consigli pratici di assistenza, regole e informazioni per migliorare la propria salute. Le notizie possono essere filtrate per categoria, per esempio: «Figli», «Maternità», «Un anziano in casa», «Un disabile in casa», «In ospedale», «In vacanza», «Al lavoro». Sempre in home page, cliccando su «Vademecum» si accede a «Sani si diventa», una guida per mantenere l’equilibrio tra corpo e mente dall’infanzia alla maturità, e ad «Anni d’argento, anni di valore», vademecum dedicato alla terza e quarta età. Infine, nella sezione «Chi è l’infermiere?», oltre a spiegazioni su chi è e che cosa fa questa figura sanitaria, si può verificare l’effettiva iscrizione all’Albo del professionista tramite il database dei Collegi provinciali. Geriatria Vertigini, acufeni, perdita di memoria. Quali le cure? A 85 anni mia madre ha attacchi vertiginosi, acufeni, ipoacusia e perdita di memoria. Paroxetina e benzodiazepine stanno peggiorando la situazione? Risponde Niccolò Marchionni Direttore Struttura Cardiologia e Med. Geriatrica, Osp. Careggi, Firenze Le crisi vertiginose possono avere molteplici origini, e un passo diagnostico fondamentale è rappresentato da un esame audio-vestibolare, che mette in evidenza l’eventuale presenza di cupolo-litiasi (microscopici calcoli nell’orecchio medio, che possono generare con il loro spostamento crisi vertiginose, di solito nei cambiamenti di posizione del capo). Acufeni e ipoacusia, invece, possono essere secondari a una sclerosi del timpano. È raccomandabile comunque correggere l’ipoacusia con protesi acustiche, perché è dimostrato che l’isolamento acustico alla lunga nuoce alle funzioni cognitive. Nella terapia da lei descritta c’è un farmaco (paroxetina) che può determinare alterazioni di elettroliti del sangue, in particolare la riduzione del sodio che può provocare alterazioni cognitive, sino alla confusione mentale acuta. Inoltre, l’uso cronico di benzodiazepine è sempre poco raccomandabile. Un buon geriatra è lo specialista più indicato per prendere in mano la situazione. Allergie Cardiologia Per quanto tempo usare gli antistaminici? Sul rischio d’infarto pesa molto la familiarità? Allergico alla betulla verrucosa, dall’inizio delle impollinazioni uso un antistaminico che si scioglie in bocca. Meglio assumerlo alla sera? E per quanto tempo? Ho 44 anni, mia madre è deceduta a 55 anni per infarto, mio padre 15 anni fa ebbe due infarti, 3 angioplastiche e 4 bypass. Io sono «a rischio»? Risponde Enrico Compalati Risponde Gaetano Lanza Clinica di allergologia e malattie apparato respiratorio, Univ. di Genova Dirigente medico Dip. cardiologia, Policlinico A. Gemelli, Roma Il farmaco citato si può usare dalla comparsa dei sintomi (indipendentemente dal calendario pollinico) fino alla loro scomparsa. Si può assumere anche di mattina, se i sintomi sono presenti soprattutto di giorno. La formulazione orosolubile si può usare al bisogno, ma è meglio un’assunzione costante nel periodo di sintomatologia. Per il 2015 consideri la possibilità di ricorrere a un vaccino da iniziare mesi prima della stagione pollinica. L’importante storia familiare di malattia coronarica dei genitori le conferisce certamente un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Per ridurre il più possibile il peso che la familiarità può avere diventa molto importante tenere sotto stretto e costante controllo gli altri fattori di rischio eventualmente presenti e correggibili, quali il fumo, l’obesità, il colesterolo alto, l’ipertensione arteriosa e l’inattività fisica. © RIPRODUZIONE RISERVATA La più cliccata Il sito della settimana Informazioni, consigli e dossier su specifici temi sanitari sono disponibili sul nuovo portale «Infermieri per la salute» www.infermieriperlasalute.it di Ipasvi, la Federazione nazionale collegi infermieri. Cliccando su «Guide pratiche» si accede a diverse monografie di approfondimento, come quella sulle «Strategie per smettere di fumare», quella sull’«Igiene delle mani», e ancora quella sulla «Prevenzione degli incidenti domestici». La sezione «Lo sai che» www.corriere.it/salute/forum Tumore prostatico «infettivo»? Si stanno accumulando prove scientifiche che le infezioni da «Trichomonas» potrebbero favorire la nascita di tumori Attività fisica Il video Come scegliere gli esercizi di allungamento? Quali potrebbero essere degli esercizi di allungamento efficaci? E, in generale, che consigli mi può dare in merito? Ci sono libri sull’argomento? Ortopedia Diagnosi e trattamenti della distorsione del ginocchio Da domani su Corriere.it/salute video-intervista con il professor Roberto D’Anchise, primario Istituto Clinico Galeazzi, di Milano Risponde Gianfranco Beltrami Docente Corso di laurea in Scienze motorie, Università di Parma Sono davvero moltissimi i siti e i libri di testo nei quali sono descritti tantissimi esercizi di allungamento.Troppi siti e troppi libri per citarli qui. Le basterà andare in una libreria o fare un «giro» su Internet per trovarli. Importante, però, per questo tipo di esercizi (come del resto per tutti gli esercizi che possono essere eseguiti in una palestra) sono principalmente: la corretta esecuzione e la personalizzazione in base alle caratteristiche e alle necessità individuali, alla struttura fisica, alla eventuale presenza di paramorfismi o di alterazioni dell’apparato muscolo scheletrico. Il mio consiglio, pertanto, è quello di farsi preparare una scheda accurata da uno specialista, meglio se con una laurea in scienze motorie, e di imparare bene la corretta esecuzione degli esercizi. Solo a questo punto potrà eseguire da solo, anche a casa sua, il suo programma. Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo italia: 51575551575557 OBIETTIVO BENESSERE I suoi sintomi quando vegono sottovalutati condizionano la qualità e lo stile di vita Affrontare l’incontinenza urinaria maschile A ncora oggi troppo spesso gli uomini che ne soffrono non ne parlano neanche con uno specialista e come soluzione tendono invece a isolarsi e a modificare il loro stile di vita. Stiamo parlando dell’incontinenza urinaria che riguarda tra il 2 e il 10% della popolazione maschile. I sintomi che caratterizzano l’incontinenza maschile sono tipici e interessano specialmente gli over 50 anni: difficoltà ad urinare, intermittenza di emissione del flusso urinario, perdite pre e post minzione, frequente necessità di urinare, incapacità di trattenere lo stimolo alla minzione anche durante la notte, spesso più volte. Nella maggior parte dei casi questi sintomi sono in relazione a un problema di ingrossamento della prostata oppure sono conseguenti a un intervento chirurgico o ad un indebolimento dell’apparato urogenitale causato dall’età avanzata. Quando però vengono affrontati in modo adeguato, possono essere tenuti sotto controllo ed essere affrontati in modo molto efficace. CAMBIA LO STILE DI VITA Questi sintomi che vengono definiti con l’acronimo inglese Luts (Lower Urinary Tract Symptoms), hanno un considerevole impatto sulla vita lavorativa, sociale e sessuale Chi ne soffre tende il più delle volte a modificare le sue abitudini Per tenerla sotto controllo è necessaria una maggiore informazione sugli accorgimenti e sui rimedi che dovrebbero essere adottati sia dell’uomo sia della sua partner. Come hanno rilevato i risultati di un’importante ricerca internazionale promossa da TENA, leader del mercato di riferimento, condotta in Inghilterra, Francia, Germania, Svezia ed Italia e che ha coinvolto un campione di 1134 uomini affetti da sintomi urinari e 988 donne, mogli o compagne di questi ultimi. Infatti molti uomini affetti da Luts perdono velocemente la fiducia in se stessi, con un conseguente effetto negativo sulla loro qualità della vita in quanto tendono ad isolarsi e a modificare le proprie abitudini, ad esempio smettono di andare in palestra o evitano di organizzare viaggi. Inoltre i Luts sono persino un motivo di astensione dall’attività sessuale con la propria partner e possono diventare causa di ansia e di depressione, con gravi conseguenze anche sul benessere psicologico. PIÙ INFORMAZIONI PRATICHE Le partner sono strettamente coinvolte nella situazione di stress fisico e psicologico che vive l’uomo affetto da Luts e proprio per questo il loro ruolo è davvero fondamentale: il più delle volte sono proprio le donne a convincere l’uomo a recarsi dal medico e ad aiutarlo a trovare la giusta soluzione pratica per gestire al meglio la situazione. Dalla ricerca è infatti emerso come gli uo- TENA Men: studiati appositamente per Lui Attenta alle problematiche legate all’incontinenza maschile, TENA, leader del settore, ha studiato e messo a punto una gamma di prodotti specifici per l’uomo all’insegna della efficacia, della discrezione e della comodità. È la linea di assorbenti TENA Men che grazie all’innovativo sistema Maxx Protection Technology, consente di trattenere le perdite di urina in modo ancora più sicuro, garantendo così la massima tranquillità, ma in totale discrezione. I prodotti TENA Men sono caratterizzati anche dall’innovativo sistema Odour Control che impedisce la formazione dei cattivi odori, evitando così sgradevoli imbarazzi, mentre l’esclusivo materassino a doppio strato Absorb Tec per la massima assorbenza, e il rivestimento esterno traspirante che permette all’aria di circolare e aiuta la pelle a mantenere le sue condizioni naturali, offrono un eccezionale comodità e un corretto comfort. Infine la presenza sull’assorbente della striscia adesiva che consente di fissarlo in modo sicuro agli slip, offre libertà nei movimenti. TENA ha anche una soluzione per chi è alla ricerca di qualcosa di ancora più pratico: TENA Men Protective Underwear. È l’intimo assorbente che si indossa come la normale biancheria intima. Essendo stato specificatamente ideato per l’uomo garantisce il massimo della sicurezza e del comfort. TENA Men Protective Underwear ha un design anatomico ed è pratico come la biancheria tradizionale anche in virtù del suo morbido rivestimento in tessuto elasticizzato. Per maggiori informazioni: www.tena.it/uomini mini desiderino ricevere anche informazioni di carattere pratico su come affrontare i Luts. È risultato che nei paesi interessati dalla ricerca, almeno il 20% degli uomini che soffrono di Luts non utilizza prodotti specifici, mentre in Italia almeno il 10% degli uomini ricorre a soluzioni ‘fai da te’, come fazzoletti o carta igienica negli slip o più slip contemporaneamen- te. Diventa allora un compito fondamentale degli operatori sanitari, primi tra tutti i farmacisti che costituiscono un importante riferimento per cittadini in tema di salute, fornire le informazioni corrette sull’utilizzo di prodotti specifici per aiutare gli uomini a gestire quotidianamente i Luts, contribuendo così a migliorare la qualità della loro vita. 55 56 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo OBIETTIVO BENESSERE Le infezioni a carico delle basse vie urinarie sono un disturbo molto frequente fra le donne Stop alla solita e fastidiosa cistite È importante conoscere i suoi fattori di rischio per cercare quando possibile di prevenire il ripresentarsi di un nuovo attacco N el corso di un anno ben tre donne su dieci si lamentano almeno una volta di essere colpite da un attacco di cistite, un’infezione a carico delle basse vie urinarie: la vescica e l’uretra. Terza per importanza fra tutte le malattie infettive femminili, la cistite è più frequente soprattutto durante l’età fertile della donna e durante la terza età, ma può dare segno di sé anche durante i periodi dell’infanzia e dell’adolescenza. La maggiore incidenza della cistite nel sesso femminile rispetto a quello maschile dipende dalla conformazione anatomica dell’apparato urogenitale delle donne. In particolare, l’uretra è più corta e la vagina, le vie urinarie e l’ultimo tratto dell’intestino sono situati molto più vicino rispetto alla posizione che hanno negli uomini, che inoltre hanno un’ulteriore barriera rappresentata dalla prostata situata tra vescica ed uretra. Questa Delturil : un approccio naturale ed integrato per il benessere delle vie urinarie Non solo D-Mannosio selezionato e purissimo da betulla, con la sua importante funzione depurativa del tratto genito-urinario, ma Zinco, Echinacea e Lattoferrina in Delturil della Promin. Il prodotto è stato formulato per affrontare i disturbi delle vie urinarie in una visione di benessere globale. Perché per chi soffre di disturbi del tratto genito-urinario sporadici o ricorrenti non è sufficiente eliminare gli agenti inquinanti a livello locale ed i fastidiosi sintomi. Occorre agire sul benessere generale dell’organismo correggendo lo scompenso che ha permesso l’instaurarsi del disturbo, riequilibrando contemporaneamente l’intestino, da cui spesso i disturbi hanno origine, e supportando il sistema immunitario onde evitare recidive. Delturil della Promin è una combinazione di sostanze naturali, minerali ed estratti vegetali mirata a risolvere in una visione completa i vari problemi che coinvolgono il benessere del tratto genitourinario. I componenti naturali di Delturil aiutano a purificare il tratto urinario e ad alleviare i sintomi dei disturbi. Contemporaneamente favoriscono la buona flora batterica intestinale e supportano il sistema immunitario, prima e fondamentale difesa dall’attacco di batteri e funghi. Delturil, in bustine da sciogliere in acqua o direttamente in bocca, è in farmacia. struttura femminile facilita la risalita dei batteri, che vivono normalmente nell’intestino, fino alla vagina che colonizzano e da qui alla vie urinarie e alla vescica dove si riproducono dando il via all’infezione con il suo corredo di sintomi inequivocabili. Un senso di pesantezza e di fastidio nella parte bassa della pancia, un stimolo improvviso, imperioso e frequente ad urinare, accompagnato da difficoltà ad iniziare la minzione e contemporaneamente da un bruciore molto forte e da dolore mentre si urina. Inoltre le urine appaiono torbide, hanno un odore sgradevole e spesso sono anche arrossate per la presenza di sangue. FATTORI SCATENANTI Si manifesta con un corredo di tipici sintomi che sono generalmente fastidiosi e persino dolorosi www.prominmed.it Info: 848000995 Una volta che fa la sua comparsa, la cistite ha la particolarità di ripresentarsi periodicamente. Alla sua origine infatti c’è anche una predisposizione in quanto è dimostrato che le donne che ne soffrono spesso hanno un’alterazione su base genetica delle sostanze che costituiscono il ‘biofilm’ che riveste la mucosa della vescica con il compito di impedire alle tossine presenti nell’urina ed ai batteri responsabili dell’infezione di aderirvi. Ma ci sono dei fattori scatenanti. Un ruolo chiave lo svolgono le secrezioni vaginali. Infatti in talune condizioni, come ad esempio in seguito a cure antibiotiche, si modifica la secrezione vaginale di sostanze ad attività antibatterica come enzimi e immunoglobuline che costituiscono un valido sistema di difesa, e così i batteri che vivono nell’intestino colonizzano la vagina e da qui le vie urinarie e la vescica. Altri fattori di rischio sono: la stipsi, la cattiva igiene intima, i rapporti sessuali, le variazioni ormonali legate alla menopausa, la gravidanza, l’utilizzo di Dopo una sua prima comparsa, il disturbo tende a ripresentarsi con un’incredibile periodicità indumenti troppo stretti, un’alimentazione ricca di spezie e insaccati, il clima troppo freddo o troppo caldo e le terapie antibiotiche. CONSIGLI UTILI In caso di cistite è necessario rivolgersi al proprio medico che valuterà la necessità di fare un’urinocoltura e il tipo di terapia da prescrivere che infatti cambia se si tratta di un episodio una tantum o ricorrente. Particolarmente utili in ogni caso sono le terapie a base di sostanze naturali come il d-mannosio. Riduce la capacità dei batteri di attaccarsi alla parete della mucosa vescicale e di dare il via all’infezione, rispettando l’equilibrio della secrezione vaginale e quello della flora batterica intestinale e non deprimendo le difese naturali dell’organismo. Aiutano inoltre sicuramente a prevenire la cistite: combattere la stitichezza seguendo una dieta ricca di fibre, eliminare spezie, insaccati, cibi conservati, superalcolici e bere tutti i giorni almeno due litri d’acqua. Sono importanti l’igiene intima quotidiana da effettuare con un detergente delicato e a pH acido, come anche l’accortezza in caso di impiego di assorbenti interni di cambiarli spesso e di non utilizzarli la notte. Si deve poi stare attente a non indossare indumenti troppo stretti che facilitano la scarsa aerazione e un contatto fra uretra e genitali. Infine un ultimo suggerimento: non trattenere mai l’urina per molto tempo e ricordarsi di urinare prima di un rapporto sessuale in quanto dopo il rapporto c’è una momentanea distorsione delle pareti dell’uretra per cui il flusso dell’urina è vorticoso e una parte dell’urina può rientrare trascinando con sè i batteri. Un legame davvero molto stretto Nelle donne spesso la cistite tende a comparire più o meno contemporaneamente ad un altro disturbo tipico del gentil sesso: la candidosi. È un’infezione che colpisce le parti intime femminili i cui sintomi sono inconfondibili: un prurito e un bruciore intensi e insopportabili alla vagina e alle parti intime esterne, arrossamento di tutta la zona genitale e perdite bianche di una consistenza simile a quella del latte cagliato. È scatenata da uno squilibrio dell’ambiente vaginale. In vagina, infatti, risiedono normalmente molti batteri fra cui i lattobacilli che agiscono come difese naturali contro la crescita di altri microrganismi. Succede allora che quando certe situazioni, come l’assunzione di antibiotici, creano uno squilibrio nell’ambiente della vagina e un calo delle difese dell’organismo, i lattobacilli diminuiscono e prendono il sopravvento altri microrganismi. È per l’appunto il caso della candidosi che è provocata dalla candida albicans, un microrganismo che si sviluppa in quantità non tollerabili e diventa un vero e proprio disturbo. Inizia così una specie di circolo vizioso fra cistite e candida, che si autoalimenta in quanto la candidosi facilita l’ingresso dei batteri che vivono normalmente nell’intestino fino alla vie urinarie, ma a questo punto se per curare la cistite non si ristabilisce l’equilibrio perso e non si potenzia il sistema di difesa dell’organismo, ci si ritrova al punto di partenza. Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 57 italia: 51575551575557 OBIETTIVO BENESSERE Alitosi, placca, infiammazioni alle gengive, sono le conseguenze di una cronica mancanza di attenzioni Denti perfetti per un sorriso smagliante La prevenzione si fa con cibi ricchi di vitamine e minerali, l’igiene orale, visite di controllo dal dentista li al fluoro, dagli spazzolini elettrici fino ai colluttori, che dovrebbero proteggere il cavo orale, e poi ci sono le paste naturali alle erbe o al bicarbonato che campeggiano sulle mensole del biologico. Per quanto riguarda la consistenza e gli ingredienti delle varie paste i prodotti in commercio offrono garanzie di sicurezza, quindi la scelta si basa su gusti individuali e preferenze. In ogni caso i bimbi più piccoli andrebbero seguiti durante l’operazione lavaggio per evitare che ingeriscano eccessive quantità di dentifricio. Le setole dello spazzolino vengono proposte in tre versioni: morbide, medie, dure. A meno che non ci siano sanguinamenti e gengive particolarmente delicate sono da preferire le setole medie. Una via di mezzo che consente di eliminare i residui di cibo senza provocare graffi allo smalto o alle mucose. Purtroppo, uno degli strumenti di igiene orale ancora poco utilizzato è il filo interdentale, eppure il 45% della superficie dei denti si trova tra un dente e l’altro. Basta esercitarsi un po’ e diventerà una mossa automatica che salvaguarderà la salute di ogni singolo dente a lungo. M ai prima di questa epoca era stata riconosciuta tanta importanza ai denti. Che, insieme alle gengive, restano i protagonisti assoluti non solo del benessere della bocca, ma anche dell’estetica di un volto. Proviamo a immaginare l’impatto negativo che trasmette una persona se, pur avendo lineamenti regolari e occhi espressivi, al primo sorriso mostra una dentatura trascurata. Ma le attenzioni che si dedicano ai denti, come spiegano gli specialisti fin dall’inizio della gravidanza alle neomamme, è soprattutto un fattore che riguarda la salute generale. Infatti, i bimbi, fin dallo spuntare del primo dentino, devono iniziare a imparare i gesti quotidiani di una corretta igiene orale. I denti da latte, anche se destinati a cadere, devono essere lavati con spazzolino e dentifricio dopo ogni pasto, per mantenerli sani e privi di carie. Una visita dal dentista, almeno una volta all’anno, rappresenta un controllo ideale per prevenire qualsiasi tipo di problema. In questo modo il piccolo viene educato a prendersi cura della propria bocca, e continuerà a fare così una volta cresciuto. Sarà possibile intervenire per tempo anche se occorrerà “raddrizzare” qualche dente che non cresce bene. Il Il Pronto Intervento Dentale di FIMO Quante volte è capitato di stare male il 15 di agosto o il 25 dicembre e di non trovare al volo uno specialista disponibile? Assodato che i problemi di salute improvvisi non conoscono date di calendario, anche a chi ha una protesi dentale o un’otturazione può succedere di ritrovarsi alle prese con un problema alla bocca mentre sorvola l’oceano su un’aereo diretto dall’altra parte del mondo, soggiorna su una nave da crociera o semplicemente in un villaggio distante ore da un presidio medico. A questo punto se si stacca un ponte o una capsula, non si riesce a mangiare con l’aggravante di ritrovarsi lontano da casa e dalle comodità. Che fare? Il Pronto Intervento Dentale di FIMO è la risposta a questo interrogativo, un aiuto davvero importante in grado di tamponare una situazione inaspettata che può creare difficoltà e rovinare le sospirate vacanze. FIMO, presente da oltre 25 anni nelle farmacie italiane, ha messo a punto tre prodotti: Pontefix, cemento a base di Ossifosfato di Zinco, per fissare capsule, ponti, corone, denti a perno e non pregiudica l’intervento successivo del dentista (17,80 euro); Nocavity, impasto che indurisce in 1520 minuti a contatto con la saliva, per otturazioni dentali provvisorie, elimina la sensibilità al freddo, regalando un bel sollievo (10,90 euro); Protesan Mono e Protesan Rapido, una resina odontotecnica che ripara le protesi dentali lesionate e riattacca i denti (22,90 euro e 15,90 euro). Per maggioroi informazioni: www.fimosrl.it regalo per lui sarà una dentatura bella, un sorriso a prova di sguardi, fino alla vecchiaia. Dalla bocca passa il nutrimento per il corpo, è evidente che non può diventare un ricettacolo di batteri introdotti con il cibo e lasciati indisturbati sullo smalto a proliferare. La prevenzione, quindi, per evitare complicanze che possono trasformarsi in disturbi seri e compromettere l’importante funzione della masticazione, è la strada maestra da seguire. Oggi, fortunatamente, sono più rare le bocche prive di denti o con gravi infiammazioni alle gengive, in quanto il concetto di estetica dentale e cura è entrato con forza nell’immaginario collettivo. Ritrovare il sorriso in poche ore con l’All-on-4 L’All-on-4 è una valida soluzione in caso di denti mobili o molto compromessi e per il problema dell’edentulia totale (mancanza di tutti i denti) che, nella maggior parte dei casi, è causata dalla malattia parodontale. L’All-on-4 prevede la sostituzione dei denti mancanti con una protesi fissa, supportata da soli quattro impianti dentali: due in posizione verticale e due inclinati, che supportano una protesi provvisoria fissa a carico immediato. “Inclinando i due impianti posteriori, è possibile utilizzare impianti più lunghi in un volume osseo minimo, aumentando così il contatto impianto-osso e riducendo la necessità di aumento osseo verticale (innesto osseo). Inoltre, gli impianti angolati posteriori possono essere ancorati nell’osso anteriore di miglior qualità e offrono un miglior supporto alla protesi, riducendo le estensioni” ci spiega il dottor Gobbo, direttore sanitario della clinica odontoiatrica Hospitadella, e aggiunge “siamo in grado di posizionare la protesi fissa provvisoria il giorno stesso, subito dopo l’intervento. Dopo un periodo di guarigione di qualche settimana, verrà posizionata la protesi definitiva”. Questo è sicuramente un intervento in grado di migliorare parecchio la qualità di vita, in quanto le protesi supportate da impianti assicurano aspetto e funzionalità del tutto identici a quelli dei denti naturali. Mangiare, parlare e ridere di nuovo rende più sicuri, perché quando c’è il sorriso e una corretta masticazione, si ritrova anche l’autostima. Info: www.hospitadella.it Bisogna conservare tutti i denti, solo così si otterrà una corretta masticazione ANCHE LA DIETA FA LA SUA PARTE Tutti sanno che un eccesso di zuccheri rappresenta una porta spalancata all’arrivo della carie, il peggior nemico della dentatura, in quanto i batteri che ne sono responsabili erodono lo smalto fino a distruggere il dente completamente. Questo tipo di batteri sono favoriti dagli zuccheri che restano per ore sullo smalto. Allora, oltre al consiglio di limitare le bevande zuccherine e i dolci, soprattutto a fine pasto, la mossa giusta è lavare i denti almeno tre volte al giorno, e non andare mai a dormire senza averlo fatto. Infatti, se ci si dimentica per stanchezza di effettuare questa operazione igienica, i batteri cariogeni hanno tutto il tempo per agire indisturbati. In sostanza, un dolce ce lo possiamo concedere a patto di eliminarne le tracce subito dopo. Ma una bocca sana è soprattutto costi- tuita da una dentatura forte: gli alimenti che assumiamo hanno un ruolo importante in questo senso. Vitamine e minerali sono i mattoni che proteggono la salute dei denti. Iniziamo dalla vitamina D, notissima per la sua azione positiva sulla struttura delle ossa, e dei denti che come qualsiasi osso hanno bisogno di calcio e fosforo, minerali il cui assorbimento da parte dell’organismo viene facilitato proprio da questa vitamina. La D, in pratica, facilita la rimineralizzazione dello smalto difendendolo dall’attacco della carie. Dove la troviamo? In alcuni alimenti grassi, come il burro (usato a crudo su una fetta biscottata a colazione, è ottimo), le parti grasse del pollo e del tacchino, nei formaggi e nel latte, ma anche nella pancetta e in alcuni pesci come il salmone, lo sgombro, il tonno, il pesce spada, le alici. In estate lasciamo la pelle scoperta, perché la D si assorbe anche attraverso la pelle baciata dai raggi del sole. Per prevenire le infezioni e le infiammazioni delle gengive, invece, è importante la vitamina C, dal potere antiossidante. La si trova nella frutta freschissima (si perde nel giro di poco tempo), come arance, kiwi, limoni, fragole; nelle verdure come broccoli e cavolfiori, spinaci. I denti da latte, anche se sono destinati a cadere, vanno curati fin dall’inizio DENTIFRICIO, COLLUTTORIO & CO Si fa presto a parlare di igiene orale, ma quali sono i prodotti migliori da usare? Gli scaffali dei supermercati traboccano di proposte allettanti, dai dentifrici sbiancanti a quel- LA PRATICITÀ DI UNO STUZZICADENTI PRO LA C VA SUBITO DA 7 ONFEZIONE ASSOR SCOVOLIN I TITI A SOLI 3€ 1 2 3 4 5 6 7 ZZZÀPRVUOLW ,1 )$50$&,$ 58 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 S P E C I A L E a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo 59 italia: 51575551575557 SCLEROSI MULTIPLA Sclerosi Multipla: discussi al Top Seminars di Sorrento i principali aspetti clinici e terapeutici della malattia Grandi progressi diagnostici e terapeutici Nuove strategie per ridurre il rischio di una progressione della disabilità I l 28 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla. In questi giorni, neurologi e massimi esperti a livello nazionale ed internazionale fanno il punto della situazione sui progressi della ricerca scientifica su questa grave patologia neurologica. Negli ultimi anni la scienza biomedica ha fatto passi da gigante sia sul versante diagnostico che terapeutico: nuovi farmaci, tecniche di diagnosi precoce e innovativi modelli organizzativi per offrire assistenza a 360° al malato, ridanno speranza a chi è colpito da questa malattia estremamente invalidante. PERCORSI TERAPEUTICI PERSONALIZZATI Il Top Seminars Sclerosi Multipla - uno dei più importanti appuntamenti scientifici europei di aggiornamento sui principali aspetti clinici e terapeutici della malattia, che si è chiuso ieri a Sorrento - ha consentito a oltre duecento neurologi di confrontarsi in numerose sessioni di approfondimento tenute dai maggiori esperti della malattia. Tra loro Carlo Pozzilli, Professore di Neurologia presso l’Università La Sapienza e Responsabile del Centro di Sclerosi Multipla dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma. Al Professore abbiamo chiesto di illustrare le novità emerse in ambito terapeutico, proprio perché l’arrivo in Italia di farmaci basati sulla medicina molecolare sta rivoluzionando l’approccio alla malattia, rendendo possibile un intervento diversificato rispetto alle caratteristiche individuali del malato. NUOVE OPPORTUNITÀ E NUOVE SFIDE “Rispetto al passato – spiega il Professor Pozzilli – disponiamo di un numero di farmaci nettamente superiore. Ciò da un lato apre maggiori possibilità, dall’altro impone al medico una valutazione più comples- In prima linea nella lotta alla Sclerosi Multipla Genzyme, società del Gruppo Sanofi, è una delle più importanti aziende al mondo nel campo delle biotecnologie farmaceutiche e concentra la propria attività nello sviluppo di soluzioni terapeutiche per gravi malattie ancora prive di una risposta clinica adeguata, in particolare Malattie Rare e Sclerosi Multipla. Per quest’ultima, ad oggi, non esiste una cura definitiva e il suo decorso può essere solo rallentato. Grazie a Genzyme, in Italia saranno presto disponibili due nuove terapie. L’EMA ha infatti recentemente autorizzato l’immissione in commercio di due farmaci per contrastare questa patologia che potranno dare un contributo significativo al miglioramento delle aspettative e delle condizioni di vita dei pazienti. Il primo è una compressa che unisce efficacia terapeutica a comodità di assunzione. Il secondo è un anticorpo monoclonale somministrato per infusione endovenosa che ha dimostrato di poter raggiungere risultati significativamente superiori, in termini di efficacia, al trattamento attualmente considerato quale standard di riferimento. Richiede uno schema di somministrazione che, pur prevedendo un monitoraggio mensile in stretta collaborazione con il Centro di cura, libera il paziente da un trattamento cronico. Vi sono inoltre significative evidenze circa la possibilità di poter ridurre la disabilità già acquisita, aspetto estremamente rilevante nel panorama delle opzioni terapeutiche disponibili. Ancora molto rimane da fare, ma sicuramente la ricerca sta dando importanti risposte per affrontare efficacemente le sfide che la Sclerosi Multipla pone. In Italia è presente una rete di centri altamente specializzati sa nella scelta della cura per ciascun paziente. Di certo anche questi nuovi farmaci agiscono in modo più efficace se somministrati precocemente, perciò è fondamentale il tema della diagnosi precoce. Per quanto concerne l’approccio terapeutico, stanno intervenendo importanti cambiamenti: la strategia più utilizzata fino ad ora è quella per cui a gravità crescente del danno si somministrano farmaci sempre più potenti. Oggi si sta imponendo alla nostra attenzione uno schema diverso, definito induttivo, che prevede l’utilizzo di un trattamento aggressivo, con farmaci molto potenti, nelle prime fasi della malattia per poi passare ad una terapia di mantenimento più leggera. Questa strategia mira a ridurre il rischio di una progressione della invalidità precoce. Il compito del neurologo diviene quindi molto complesso: deve capire quando è il momento di agire d’attacco e quando mettersi sulla difensiva”. L’incremento del numero e della tipologia di farmaci e l’aumento delle possibilità terapeutiche implica grande competenza da parte dei Centri che si occupano del trattamento della Sclerosi Multipla. Sotto questo aspetto l’Italia è un Paese all’avanguardia, spiega il Professore: “Già dagli anni Novanta il trattamento della malattia è affidato a Centri altamente specializzati, ciò è importante perché consente di evitare il rischio di inappropriatezza terapeutica.” 60 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Circondata dallaffetto dei suoi cari è mancata Lalla Consonni Bertola dopo una lunga malattia, vissuta con coraggio e serenità.- Lo annunciano con immenso dolore il marito Carlo e i figli Federico ed Eleonora, tristi per il vuoto incolmabile che lascia nei loro cuori.Si ringraziano i medici e gli infermieri che lhanno accudita con professionalità ed affetto.- Non fiori, ma donazioni alla Fondazione IRCCS o Una Mano alla Vita-Onlus.- Il funerale si terrà il 26 maggio alle ore 11 nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano. - Milano, 24 maggio 2014. Piero e Giovanna, Marcello e Dady, con Nicolò e Ariberto piangono la loro amata Lalla e la ricorderanno sempre come esempio di equilibrio, dolcezza e coraggio. - Milano, 24 maggio 2014. Giovanna e Sandro con Filippo, Ale e Dario abbracciano commossi Carlo, Federico ed Eleonora nel triste momento della scomparsa della cara Dario, Paola e Ludovica si stringono con affetto a Carlo, Federico e Eleonora per la scomparsa della cara Lalla - Milano, 24 maggio 2014. Le amiche del mercoledì Anna, Dolli, Donata, Giovanna, Maresin sconvolte piangono Lalla e abbracciano stretti Carlo, Federico ed Eleonora. - Milano, 24 maggio 2014. Giorgio e Angela Pepi e Luisa Chicca Pucci e Annamaria Giorgio e Laura Silvia Roberto e Donatella e Alfonso e Lucia si stringono con tanto affetto a Carlo Federico Eleonora Piero e a tutta la famiglia ricordando la carissima amica Lalla che ha illuminato con il suo sorriso i tanti momenti trascorsi assieme. - Milano, 24 maggio 2014. e ricordano i bei momenti trascorsi insieme. - Milano, 24 maggio 2014. Profondamente commossi e addolorati Dolli e Enrico con Ambrogio Camilla e Guillaume abbracciano Carlo, Federico, Eleonora e tutta la famiglia per la perdita di Partecipano al lutto: Roberta Castagna e i collaboratori dello Studio Isacco & Associati. ricordando il suo sorriso e il suo coraggio. - Milano, 24 maggio 2014. Lalla Margherita, Ernesto e Ceci, Pepi e Cesi, Gianni e Marika abbracciano Carlo, Federico ed Eleonora ricordando il sorriso della cara Lalla - Milano, 24 maggio 2014. La dolce e coraggiosa Lalla riposa in pace.- Mariateresa e Mariadele con le loro famiglie abbracciano con grande affetto i cugini Consonni e Bertola. - Milano, 24 maggio 2014. Giovanni con Vichi Kiko con Mariolina Mercedes sono vicini con infinito affetto a Carlo Eleonora Federico e ai fratelli Piero con Giovanna Marcello con Dadi nel ricordo della carissima Lalla - Milano - Locarno, 24 maggio 2014. Renata con Bebe Ale con Fritz Monica con Marco Giorgio con Chiara Andrea con Petra Gianfranco con Arianna e tutti i nipotini abbracciano forte Carlo Ele e Federico ricordando il dolce sorriso e lallegria che ha sempre trasmesso la cara zia Lalla - Milano - Shanghai - Locarno, 24 maggio 2014. Angelo e Rory con Carlo e Piero si stringono affettuosamente a Carlo, Federico ed Eleonora nel ricordo della carissima Lalla Bertola di cui porteranno sempre nel cuore il dolce sorriso. - Milano, 24 maggio 2014. Partecipano al lutto: Michi e Dea de Francisci. Paolo e Giovanna Colombo si stringono a Carlo e suoi figli con affetto per la dolorosa perdita della signora Maria Gabriella Bertola - Milano, 24 maggio 2014. Ambro, Bea, Cate, Ceci e Guido, Flavia e Andre, Gegia e Pato, Giachi, Giulia, Giulio e Petta e Luli, Guido, Lalla e Ale, Meg, Robi, Teo e Chiara, Vale e Nico abbracciano forte Ele e Fede, con Dodo e Nat, per la morte della mamma Lalla Miki e Bea con Maria Giulia, Paola, Marina e le loro famiglie abbracciano Carlo Eleonora e Federico ricordando con affetto e tenerezza la grandissima e indimenticabile Lalla - Nerviano, 24 maggio 2014. Troppo presto ci ha lasciato la carissima Lalla Partecipano commossi al dolore della famiglia Aldo e Laura, Daniele e Anna, Alberto e Franca, Paolo e Danila, Francesco e Maria, Federico e Renate, Mario e Elisabetta, Pierluigi e Stefi. - Milano, 24 maggio 2014. Giorgio e Valeria Bresciani Torri, Pietro e Barbara Dagnino, Vincenzo e Umberta Gagliardi, Johnny e Flavia Marengo, Valerio e Lorenza Michetti, Marco e Francesca Molteni, Teodora Niccolini, Giancarlo e Marina Robbi de Agostini, Roberto e Laura Pontremoli, con i loro figli rimpiangono la dolce, concreta, discreta, coraggiosa, carissima amica Lalla Bertola e si stringono con affetto a Carlo, Federico ed Eleonora e a tutta la famiglia. - Milano, 24 maggio 2014. Claudio e Floppi, Roberto e Francesca, Bibo e Patrizia, Marco e Nilda sono affettuosamente vicini a Carlo, Federico e Eleonora ricordando e rimpiangendo la carissima Lalla - Milano, 25 maggio 2014. Tutti gli amici di Metodo abbracciano affettuosamente Carlo Eleonora e Federico nel ricordo di Lalla - Milano, 24 maggio 2014. Partecipano al lutto: Rory e Angelo. Luca e famiglia. Elena e Ambrogio. Margherita e Andrea. Adriana e Giuseppe. Colpiti dalla scomparsa di Giampiero - Milano, 24 maggio 2014. Laura, Mario e Mariateresa con Simona, Stefania, Silvia e Marco, partecipano al lutto di Silvana, Claudia, Laura e Massimo. - Milano, 24 maggio 2014. Federico e Pupi, Franco e Roberta, Andrea e Barbara, Marco e Peppa partecipano con grande tristezza al dolore di Carlo, Federico ed Eleonora per la scomparsa di Con immenso affetto e profonda commozione, carissima Silvana, ti siamo vicini insieme ai tuoi figli in questo momento così doloroso per la scomparsa del tuo amatissimo Lalla Lalla avvenuta dopo lunga malattia affrontata coraggiosamente e si stringono a loro con un abbraccio affettuoso. - Milano, 24 maggio 2014. Ciao Lallina indimenticabile amica e sorella di una vita.- Giulio Miky abbracciano con affetto Carlo Federico Eleonora, Marcello Piero. - Milano, 24 maggio 2014. Roberto e Luciana con Ambrogio e Barbara, Benedetta, Luigi e Ottavia profondamente addolorati per la scomparsa della carissima amica Lalla abbracciano con tanto affetto Carlo, Federico ed Eleonora e serberanno nel cuore il ricordo della sua bontà e del suo coraggio. - Milano, 24 maggio 2014. Giampiero Cesare e Gabriella Peter. - Gallarate, 24 maggio 2014. Roberto Nicla ed Egon sono vicini alla famiglia per la perdita del caro Dott. Giampiero Muggiani - Milano, 23 maggio 2014. A funerali avvenuti, Franco, Carlo, Dodo, Nanni e rispettive famiglie annunciano la scomparsa di Franca Torricelli Tremolada Forte, coraggioso e tenace si è spento, dopo avere a lungo combattuto Angelo Colico Ne danno lannuncio con grande dolore la mamma Elsa, la sorella Cinzia.- I funerali avranno luogo lunedì 26 maggio alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale San Vito in Lentate sul Seveso.- La cara salma è composta nellabitazione di via Diaz, 6 in Lentate.- Un commosso ringraziamento a coloro che parteciperanno alla mesta cerimonia. - Lentate sul Seveso, 24 maggio 2014. Marco e Tommaso avevano in grande considerazione lo zio Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i soci ed il personale del Barlassina Country Club esprimono le più sentite condoglianze ai familiari per la scomparsa del caro amico Angelo Colico socio del circolo da molti anni. - Birago, 24 maggio 2014. Partecipano al lutto: Liana Lanfranconi e figli. Alberto, Anita e Ilaria Negrisoli. Antonio e Ross Carrari. Sergio, Simonetta e Carlo Papetti. Ciao Angelo Angelo e lo ricorderanno sempre con immenso affetto.Ciao. - Lentate, 24 maggio 2014. ci manchi già...- Alfredo, Marco, Marina, Micaela, Stefania, Peg, Titti, Silvia, Camillo, Albino. - Birago, 24 maggio 2014. Addolorati per la prematura scomparsa di Angelo Massimo Tita Luca e Fernando sono vicini ad Elsa Cinzia Marco e Tommaso. - Varese, 24 maggio 2014. Partecipa al lutto: Lella Cattaneo. Silvana Paola e Resi sono vicine alla cara amica Cinzia per la perdita dellamato fratello Angelo - Giussano, 24 maggio 2014. Antonio Fusetti, profondamente commosso, si unisce al grave lutto dei familiari per la prematura scomparsa del carissimo Il giorno 21 maggio 2014 ha concluso in Roma la sua esperienza terrena il prof. Ignazio (Ezio) Caruso Per sua espressa volontà, ne danno lannuncio, ad esequie avvenute nella chiesa di Santa Caterina in Donnalucata, ladorata moglie Alda, le amate figlie Giovanna ed Alessia con i generi Giorgio e Daniele ed i carissimi nipoti Veronica, Angelica, Edoardo, Emanuele ed Eugenia.- Le preghiere degli amici che lo hanno conosciuto e voluto bene aiuteranno il suo passaggio nella casa del Signore. - Roma, 25 maggio 2014. La cugina Franca Maltese Maria e i figli Cettina e Bartolo piangono con Alda, Giovanna e Alessia la dolorosa perdita di Ezio Caruso - Scicli, 24 maggio 2014. I soci Alte Groane insieme ai dipendenti partecipano al dolore per la scomparsa del Presidente Angelo Edo Colico che ha tanto amato questo circolo. - Lentate, 24 maggio 2014. I soci e le maestranze di Perfetta Srl partecipano al dolore dei familiari per la prematura scomparsa del caro socio Angelo Colico - Lentate sul Seveso, 24 maggio 2014. Partecipano al lutto: Le famiglie Maspero. Le famiglie Sala. Le famiglie Venegoni partecipano al dolore dei familiari per la prematura scomparsa del caro amico Angelo Colico - Boffalora Ticino, 24 maggio 2014. Il Consigliere Delegato Renato Rodenghi e tutto il personale di Mach 2 Libri SpA partecipano al dolore di Marco Ruggeri per la perdita del papà Andrea Ruggeri - Peschiera Borromeo, 23 maggio 2014. Giorgio Mariuccia Caccia hanno perso un vero amico Mario Giambra Fiorina Fontana ved. Boselli Mamma, i tuoi occhi buoni si sono chiusi, ma il tuo sorriso dolce ci accompagnerà sempre.- Donatella e Simona. - Corsico, 23 maggio 2014. Gigi Bianca e Federico ricorderanno sempre con tanto affetto il loro caro cugino Giuseppe (Bebi) Zolla - Sanremo, 24 maggio 2014. Un uomo è tornato alla casa del Signore.- Paola Fendi Saracino, Alessandro, Fé, Paola e Alessia, lo piangono e si stringono ad Alda e alla sua famiglia. - Roma, 24 maggio 2014. Prof.ssa Alberta De Benedetti in Deiure Ignazio e si uniscono con un abbraccio ad Alda e a tutta la sua amatissima famiglia. - Roma, 24 maggio 2014. Caro Ignazio tutti noi uniti siamo vicini ad Alda, Giovanna e Giorgio, Alessia e Daniele, Veronica, Angelica, Edoardo, Emanuele e Eugenia, immaginandoti nella tua cara terra di Sicilia.- Con affetto, Franca Fendi Formilli e Luigi con Guido e Chicca, Federica, Andrea e Cristina, Luca e Simona con Giulia, Ginevra, Francesco, Giovanni, Flaminia, Benedetta, Ascanio, Altea e Martina. - Roma, 24 maggio 2014. Carla Fendi Speroni ricorda con amore e per sempre Ezio cognato e fratello di una vita.- Solare, gioioso, ironico, innamorato della sua famiglia e della sua Donnalucata; della sua luce e del suo mare che gli ha fatto amare con Candido e con mamma Adele, insieme ai suoi indimenticabili genitori.Si unisce al grande dolore della amata sorella Alda, Giovanna e Giorgio, Alessia e Daniele e degli adorati nipotini Veronica, Angelica, Edoardo, Emanuele e Eugenia. - Roma, 24 maggio 2014. I familiari dellavvocato Enrico Vizzardelli informano che i funerali si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Passione (via Conservatorio), lunedì 26 maggio alle ore 14.45. - Milano, 25 maggio 2014. Partecipa al lutto: LAvvocato Vittorio Romano. La zia Margherita con i figli, profondamente addolorata per la perdita del caro SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 Un abbraccio a Marisa Giorgio e Stefano. - Laveno Mombello, 24 maggio 2014. Giuseppe, Giovannella e Maria Isabella Deiure desiderano ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al loro dolore per limprovvisa scomparsa della loro adorata moglie e mamma Anna Fendi Venturini con Pino, Maria Teresa con Shay, Silvia, Ilaria e i loro familiari, ricorderanno per sempre RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano Prof. Paolo Zaniol caro e indimenticabile amico, guida ideale di noi tutti fra le sue amate montagne. - Modena, 24 maggio 2014. Ezio Caruso Angelo Colico Resterà sempre nel mio cuore. - Meda, 24 maggio 2014. Con profonda tristezza e rimpianto Giuliana e Guido, Luciana e Gianfranca, Liliana e Carlo sono affettuosamente vicini a Maria Grazia nellesprimerle il loro accorato cordoglio per la dolorosa scomparsa del suo amato CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Una messa in suffragio verrà celebrata il 2 giugno 2014 nella parrocchia di San Vincenzo de Paoli alle ore 18.30. - Milano, 25 maggio 2014. PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 25 maggio 1992 - 25 maggio 2014 Nel ricordo, affettuoso come sempre, cè molta nostalgia per il mio papà A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 540,00 Dott. Domenico Garavoglia Maddalena con Claudio, Cecilia ed Emanuele. - Milano, 25 maggio 2014. A Luciano de Gioia Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 nel ricordo dolcissimo dei tuoi occhi ti portano sempre nel cuore con tanto amore Henny, Lotti, Milena. - Milano, 25 maggio 2014. 25 maggio 1980 - 25 maggio 2014 Enzo Marcozzi Papà adorato, luce della mia vita, sempre vivo nel cuore di tua figlia Alba. - Milano, 25 maggio 2014. Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 Andrea nel venticinquesimo anniversario ricorda con immutato affetto il caro papà L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Daniele Mazzesi - Milano, 25 maggio 2014. 1964 - 2014 Ing. Luigi Vaccari Grazie, sei stato un papà meraviglioso!- Loredana. - Milano, 25 maggio 2014. Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 e-mail: [email protected] Servizio sportello da lunedì a venerdì Milano: Via Solferino 36 orario continuato dalle 9 alle 17.45 Enrico Vizzardelli partecipa con affetto al dolore dei suoi cari. - Milano, 24 maggio 2014. Alice, Fiorella e Umberto Buttafava si uniscono commossi al dolore della moglie Carla per la perdita del caro avv. Enrico Vizzardelli - Milano, 24 maggio 2014. la tanto amata "zia Franca". - Milano, 25 maggio 2014. CAL - Cenobi Avocatt Lombard è vicina alla famiglia dellindimenticabile amico Partecipano al lutto: Tremolada Assicurazioni. Maria e Gabriele Crespi Reghizzi. e lo ricorda per le particolari doti di cultura e di sincera amicizia. - Milano, 24 maggio 2014. Avv. Enrico Vizzardelli Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”). Conformemente all’impegno e alla cura che la nostra società dedica alla tutela dei dati personali, La informiamo sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui Suoi diritti, in conformità all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003. Per permetterle di usufruire dei servizi offerti da RCS MediaGroup S.p.A., la stessa deve trattare alcuni Suoi dati. I dati personali che Lei fornirà al Titolare, verranno registrati e conservati su supporti elettronici protetti e trattati con adeguate misure di sicurezza. I dati saranno trattati da RCS MediaGroup S.p.A. esclusivamente con modalità e procedure necessarie per fornirLe il servizio da Lei richiesto. I dati non saranno diffusi ma potranno essere comunicati, sempre per la predetta finalità, a RCS MediaGroup S.p.A., oltre che a società che svolgono per nostro conto compiti di natura tecnica od organizzativa strumentali alla fornitura del servizio richiesto, e che sono stati nominati Responsabili del Trattamento. Lei ha diritto di conoscere, in ogni momento, quali sono i Suoi dati e come essi sono utilizzati. Ha anche il diritto di farli aggiornare, integrare, rettificare o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento. Ricordiamo che questi diritti sono previsti dal Art.7 del D. Lgs 196/2003. Per ogni informazione riguardo ai diritti può rivolgersi, a tal fine, al Responsabile del trattamento dei dati personali di RCS MediaGroup S.p.A. scrivendo allo stesso c/o RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano. Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 61 italia: 51575551575557 Il Tempo Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile 6 6;)6 6;) ' 6);6 52 6;66 ; 6;56 6 6;1 1 6; 5; 6; 51 6; 5' 6;5 -&2( -".2 (.2 &:" "$&( (-"&( ($(& &(6 "-&: &(& -5" # #(/&4 #& */9$&: 0($ #4 07 /& */4 $$ / #(&# 0$9( /(90# *(%/##&# 07 $# **&&#&# &7# #& 7%&4( 07$ #%(&4+ # #(/&# 0700#9# #$ 4%*( 0/ #& */9$&: 7(&( $ 7 %&4/ $ (/ 4(/&/&&( $ *#( &" # 4%*(/$# 0(*/44744( 07$$ $*# /$*# % &" 07$$ / # *#&7/+ *#( $ &4/( #&4/00/&&( % #(/%&4 # 044(/# (/#&4$# $# **&&#&# #& &/+ $( 4/%#( &/$+ ,+5"$ %*(..( -" (2&: *($" 2&:-( $"-" (04 (/#&( &(9 ($( & (% %*(00( + $/# 4&# #$&( /&4( &:# /#04 #/&: /7 # &(& -,7#$ *($# /# (4&: 4 $-%( $/%( $ "/( $#/# 7/ # $# ($ 79($( (*/4( #( # (90# %*(/$# 9 (/4( (/4 ($4( (/4 $%( %8 &(& (04 /# ($( & ($:&( /0# $#/# )/ ); )' )4 )3 ) )3 43 4; 4 4 40 43 4 /&( #( # %8 )4 )/ ) ' )) )/ )3 44 43 4 4) 4 4) 43 79($(0( -,7#$ 00#& #$&( *($# $# $/%( %*(/$ %"& %8 )3 )/ ) )3 )' )4 ) 43 40 4 43 40 43 4 (*/4( 8 9 2 5 2 3 1 8 6 1 9 5 4 Puzzles by Pappocom 8 6 6 2 7 5 Altri giochi su www.corriere.it %"& %8 )4 )4 ) )) )3 ) )3 4 44 4 4) 4) 4 4 (90# (% (/#&( /&4( /#04 #& &:# /(& %"& %8 9 8 LA SOLUZIONE DI IERI 6 8 9 5 1 3 4 2 7 2 1 4 6 7 9 5 8 3 3 5 7 2 8 4 1 6 9 1 6 2 8 3 7 9 4 5 7 4 3 9 2 5 8 1 6 8 9 5 4 6 1 7 3 2 4 3 8 7 5 6 2 9 1 5 2 1 3 9 8 6 7 4 -$"&( -.6" - (&- "6 %.2-% 2(($% (*&!& 5$"&( "&& $-( -"" "$&( &#- 5-.2 -" (% -$$(& ".(& "-& 2& 5&"." $-" )0 )) )4 ) ) )0 )4 4/ 4) 4 4 4 40 4 $!" !&!" &#(# 9&9 9 7 6 1 4 2 3 5 8 Estrazioni del 24 maggio 2014 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 75 28 18 47 62 79 29 43 40 37 22 1 38 59 86 65 56 51 8 59 78 76 12 66 43 79 63 26 47 89 38 38 48 34 83 76 85 84 51 89 9 4 12 87 83 89 34 74 71 34 1 58 55 15 9 &2"( 7 (-# "( &"-( 5&(. "-. (. 5& "22 $ *( "22 $ .."( I più letti 3 22 38 70 77 81 32 numero Jolly 22 numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 6.300.000,00 341,09 Ai 3 stella: 1.692,00 Ai 6: 20.836.103,22 Ai 4: 100,00 Ai 3: 16,92 Ai 2 stella: Ai 5+ nessuno Ai 5 stella: nessuno Agli 1 stella: 10,00 5,00 Ai 5: 22.610,44 Ai 4 stella: 34.109,00 Agli 0 stella: Lotto Svizzero 8 16 19 20 28 40 6 Joker 353864 Replay 4 Lo speciale #ragazzianni90 Kaori, «du is megl che uan»: le pubblicità tormentone del decennio. SuperenalottoCombinazione vincente www.corriere.it/giochiepronostici "-(" Oggi su www.corriere.it 1 8 12 18 28 29 37 38 40 43 47 51 56 59 62 65 75 78 79 86 Chance !"( & -&".( (. &$. $ "-( &(56- 10eLottoI numeri vincenti Lotto .$& "% "-2 # (#9( -. 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Oltre 250 feriti Gp di Monaco Dalle 14, la diretta della gara di Formula 1 sul circuito di Montecarlo. Fotogallery Berlusconi in Galleria L’ex premier a passeggio in centro a Milano con la fidanzata Francesca Pascale. La diretta Elezioni Ue Dalle 19.30 la maratona elettorale di Corriere.it : exit poll, proiezioni e commenti in tempo reale. 62 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera italia: 51575551575557 Tv in chiaro Teleraccomando ,>£ di Maria Volpe PER CONOSCERE PER DISTRARSI Fazio saluta Angelina Jolie con l’ex capitano strega cattiva Chiude stasera dagli Studi di via Mecenate, a Milano, l’11esima edizione del programma condotto da Fabio Fazio. Che anche quest’anno, con una media di oltre 3 milioni e mezzo di telespettatori, conferma i suoi ottimi ascolti. Protagonisti di quest’ultimo appuntamento: Javier Zanetti, nerazzurro dal 1995, capitano dell’Inter dal 1999, che domenica 18 maggio ha disputato la sua ultima partita (foto); Gabriel Garko, protagonista con Charlotte Gainsbourg di Incompresa per la regia di Asia Argento, in concorso al Festival di Cannes. Immancabile Luciana Littizzetto. Alcuni minuti in anteprima e in esclusiva del nuovo film Disney Maleficent con Angelina Jolie (foto) in uscita nelle sale dal 28 maggio. Maleficent racconta la storia inedita della strega della Bella addormentata nel Bosco ed esplora la vicenda del tradimento da lei subito, che le ha indurito il cuore. Assetata di vendetta e nel disperato desiderio di proteggere le terre su cui domina, Malefica lancia una maledizione su Aurora, la neonata figlia del Re. A seguire, alle 21.10, il classico d’animazione da cui tutto è partito: La bella addormentata nel bosco, con la dolce principessa Aurora. Che tempo che fa Rai3, ore 20.10 Anteprima «Maleficent» Sky Cinema 1, ore 21 ,>Ó ,>Î ,iÌi{ >>ix Ì>>£ >Ç /Û À>°Ì À>°Ì À>°Ì i`>ÃiÌ°ÌÉÀiÌi{ i`>ÃiÌ°ÌÉV>>ix i`>ÃiÌ°ÌÉÌ>>£ >Ç°Ì ÌÛ°Ì °xx 6-/ ** , - " /,, - / - / -- *<< /"° ,i}° ££°Îä -1 -* 6" /,, - /° ÌÌ° £Ó°ää 6,° V° £Î°Îä /", ° £{°ää " °°°½, ° 6>ÀiÌD £È°Îä / £° £È°Îx " °°° " ° 6>ÀiÌD £Ç°xx " /," 1 " ** , - " " -" xäc 6,-," ½ " /," /, ** *"" 6 */,, / ",° ,i}° £°ää ½,/° +Õâ Óä°ää /", ° Óä°Îx , / -*",/ -, Óä°{ä , /1"° 6>ÀiÌD Ó£°£ä ,"-" ,"° VÕ° Ó£°£x *,// *,//° À>>ÌV] iÀ>>] Ó䣣®° ,i}> ` > ØiÀÃV ° Ài`ÀV 6 / Õ Ç°ää <",,"° /iiv Ç°Óx --° /iiv n°£x - / 7",° ÌÌÕ>ÌD °äx "-/," " ,9° /iiv £ä°Îä ," ° ÌÌÕ>ÌD ££°Îä <<"", " ° 6>ÀiÌD £Î°ää / Ó ", "° £Î°Îä / Ó "/",° ÌÌÕ>ÌD £Î°{x 1"° / ÀiÀ] >>`>] Óää® £x°£x -+1, " -/ 1 /-/" - <"-"° >] iÀ>>] Óä£Î® £Ç°ää "--," ,<"° /iiv £n°ää / Ó °°-° £n°äx -+1, -* *-° /iiv £n°xä "--," ,8° /iiv n°äx 1 , ° À>°] Ì>>] £{® °xä ",,6 ½ "° ÌÌ° £ä°{x / ,° ÌÌ° ££°£ä /, -/"6-/° ÌÌ° ££°Îä /, ," 1,"*° ÌÌÕ>ÌD £Ó°ää / Î £Ó°Óx /, /,, "° ,i«ÀÌ>}i £Ó°xx ," ½/ Óä£{\ Và £Î°£ä - ", 7-/° /iiv £{°ää / ," ° /"° £{°£x / ΰ £{°Îä ," ½/ Óä£{\ £xc Ì>««>\ 6>`i} *> ` ÌiV>«i° Và ÀiÌÌ>® £n°äx " ",-" ** " *<< - \ À> «Ài ,>° µÕÌ>âi £n°xx /" ΰ £°ää / ΰ Ç°£ä / { / 7-° n°ää <",,"° /iiv n°Îä " " -",-"° VÕiÌ>À °Óx /° VÕiÌ>À £ä°ää - / --° ,i}i £ä°xä * / ,° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi /iÃÃ> ià ££°Îä / {° £Ó°ää * / ,° ÌÌÕ>ÌD° £Î°ää , // ° ÌÌÕ>ÌD° £Î°xx 1 *,9- -/",9° VÕ,i>ÌÞ £{°{x <",,"° /iiv £x°Îx 1,,,° ÕiÀÀ>] 1Ã>] £Çä® £n°xx / {° £°Îx -,/"° /iiÛi> Óä°Îä /*-/ ½",° ->« "«iÀ>° > -iivÀi` È°ää / x *, * ° ÌÌÕ>ÌD n°ää / x // ° n°{x / "° n°xä ," /, " -*,/"° ÌÌÕ>ÌD £ä°äx 1 ",° 6>ÀiÌD £ä°{x 6/ ,° VÕiÌ>À £Ó°ää 6,° ÌÌÕ>ÌD £Î°ää / x £Î°{ä ½, "° ÌÌÕ>ÌD £{°ää 1,", 6 /" -*, <° ÃiÀi £È°ää /,"° -iÀi £È°Îä 1 *,-" *, 1° i`>] Ì>>] Óää®° ,i}> ` *iÀ i° 6>iÃÃ> VÌÀ>`> £n°xä 6 / 1 /,"t +Õâ° `ÕVi iÀÀÞ -VÌÌ n°Óä /" E ,,9 ° °] 1Ã>] £Ó® °xx */ //"° °] 1Ã>] Óää® ££°xä , ,/" £Î° ,i>ÌÞ £Ó°Óx -/1" *,/"° £Ó°Îä , *,8 -1*, ,\ « 1°° >À> £ 7-° ÌVVà £Î°{ä 1", ,° ,ÕLÀV> £{°Îä , *,8 -1*, ,\ « 1°° >À> 7 -Õ«iÀëÀÌ° ÌVV° £x°Îä , *,8 -1*, ,\ « 1°° >À> Ó 7-° ÌVV° £È°{ä 1", ,° ,ÕLÀV> £Ç°ää 6 -/,° 6>ÀiÌD £Ç°{ä 1, 7° 6>ÀiÌD £n°Îä -/1" *,/"° È°ää / Ç ", 7° i «À}À>>\ iÌiÆ "ÀÃV«Æ /À>vvV È°xx "6 -° ÌÌ° Ç°ää " 1- ,-- -/*° ÌÌÕ>ÌD Ç°Îä / Ç° Ç°xä " 1- /"° ÌÌÕ>ÌD Ç°xx " 1-° ÌÌÕ>ÌD °{x -6"° À>>ÌV] 1Ã>] £x{®° ££°£x "9 ] ° ÛÛ°] 1Ã>] £xÈ®° £Î°Îä / Ç° £{°ää / Ç ," ° ÌÌÕ>ÌD £{°{ä * " ° >] L] £Èx®° £È°Îä ,, -/,"\ *," <" ° / ÀiÀ] 1Ã>] Óääx® £x°Îä / , ,- *-"° 6>ÀiÌD £È°Óä "* "° 6>ÀiÌD £Ç°Óä /-\ - //½ -iÀi £n°£ä , <" \ " </¶ 6>ÀiÌD £°£ä ,<<\ -/,1<" *, ½1-"° 6>ÀiÌD Óä°£ä 8 " / \ ,6 / 8° 6>ÀiÌD Ó£°£ä * "° À>>ÌV] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` V >ÃÃ>ÛiÌià ÓΰÓä /-/" ° -iÀi £°£ä ", -",° 6>ÀiÌD Óä°Îä / Ó Óä°Îä° Ó£°ää , *," " " ",1£° ÕÌLà i «À}À>>\ *i *ÃÌÆ À> *Ài ` >V ` ÀÕ>£] >À> ÕÌLà £°Îä / ," ° /"° Óä°ää "° ÌÌÕ>ÌD Óä°£ä /*" ° /> à ܰ `ÕVi >L >â° ««> >}iÀL>V ÓÓ°{x / ," ° ÓÓ°xä / Î -* <" 1,"* Óä£{° Ó£°£x / *,-° i`>] 1Ã>] Ó䣣®° ,i}> ` 7`Þ i° "Üi 7Ã] ,>V i V`>Ã] >Ì Þ >Ìið i «À}À>>\ /}VÆ iÌi°Ì Óΰää -* / "Ó{° Óä°ää / x° Óä°{ä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD° `ÕVi Õ>> ÀiÀ>] >LLL Ó£°£ä ° 6>ÀiÌD° `ÕVi >À> i «« ä°Îä /x <" ° ÌÌÕ>ÌD £°ää 6 -/,° 6>ÀiÌD £°{x /1,1 / -- 6"" 1", " /,""° / ÀiÀ] 1Ã>] Óä£ä®° ,i}> ` Ài` "i ,>Þ° >ëiÀ 6> i] À>` ÕÀv] Vi }}iÀÌ £n°£ä ½-*//", , 9° /iiv Óä°ää / Ç° Óä°{ä " *- ,6° 6>ÀiÌD ÓÓ°äx -* / Ç -* <" ° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀV iÌ>> ÓÓ°xä " ½1,"*° ÌÌÕ>ÌD° ÀÕ 6ië> /*" ° ΰäx "- 6/°°° -"//"6" ° ÌÌÕ>ÌD ÓΰÎä " -*",/6 -//° ,ÕLÀV> ëÀÌÛ> ä°{ä / Ó ° £°ää *,"/-/ /-"° ÌÌÕ>ÌD Ó°ää /" ΰ Ó°äx 1", ",,"° "- ® 6-/° ÌÌÕ>ÌD° `ÕVi ÀV iââ Ó£°Îä - ° *âiÃV] 1Ã>] ÓääÈ®° ,i}> ` -«i ii° iâi 7>à }Ì] Ûi "Üi £°Îä / Ç -*",/° £°{x "6 -° ÌÌÕ>ÌD £°xä 6 /1, ° /iiv° V >i i ,>{ ,>x Ó{°ää -/6 ,{° ÌÌÕ>ÌD ä°äx -/° À>>ÌV] >>`>ÉÀ>V>É Ì>>] ÓääÇ® £°Îä **,-- -*, /° 6>ÀiÌD £°xx -/", " 1° i`>] 1Ã>] £®° ,i}> ` ,L ,iiÀ ii>Þ /6 £È°xx 9 /° £Ç°ää 9 /-° ÕÃV>i £n°ää " " "° VÕiÌ>À £n°xx 9 /° £°ää 5 Èä - " ° 6>ÀiÌD Óä°ää *- -/ Ó° VÕ,i>ÌÞ Óä°Îä ,"" -/ " ° 6>ÀiÌD Ó£°ää 9 / ,8° 6>ÀiÌD ÓÓ°Îä 7, Ó° /iiv 2 -/$/ ?$! $/!2 Film e programmi Il talent di Maria arriva in semifinale Wilson nella Parigi di inizio Novecento Penultimo appuntamento con il talent condotto da Maria De Filippi (foto). In corsa per la finale i cantanti Deborah e Alessio (Band Dear Jack), i ballerini Christian e Vincenzo. Amici Canale 5, ore 21.10 Gil (Owen Wilson, foto) è a Parigi con la fidanzata. Una sera, mentre lei è a ballare, lui accetta un passaggio su un’auto d’epoca ritrovandosi magicamente nella Ville Lumière degli anni 20. Midnight in Paris Rete 4, ore 21.15 Europa al voto lo speciale di Vespa Owen rapinatore tratta con la polizia Speciale sui risultati del voto per l’Europa: nel corso della trasmissione le proiezioni Rai del voto degli italiani. Ospiti di Bruno Vespa i leader dei vari schieramenti politici. Speciale «Porta a porta» e Tg1 Rai1, dalle 22.50 Cinque rapinatori tengono in scacco una banca di New York: il detective Frazier (Denzel Washington) deve trattare con il capo (Clive Owen). Finiranno per diventare (quasi) amici. Inside Man Italia 1, ore 21.30 À>°Ì À>°Ì È°£x -, 7,-° ÌÌÕ>ÌD È°Îä 1- ° ÌÌÕ>ÌD È°xä 1//""9° VÕiÌ>À Ç°Óä " / 11° /iiv n°äx - /1,9° -iÀi °Îx 9" ° -iÀi ££°äx " /", 7"° -iÀi £Ó°{ä -9 /,-° £{°Óä ", {n ",° £È°ää 1//""9° VÕiÌ>À £È°Îä *-° -iÀi £n°ää , 7- ", "° £n°äx 6 ° -iÀi £n°xä -*" /° -iÀi £°Îx "-/ 7-*,,° -iÀi Ó£°£ä /- "/° -iÀi ÓÓ°xä -/,° ÌÌÕ>ÌD Óΰ£x -/,/ " / 11° âi®° ,i}> ` >ÀÌ 7` £Ç°xä , 7- ", "° £Ç°xx 6 //, -"7° /> Ã Ü £n°{ä " ,/" "<,/° ÕÃV> Óä°{ä " /" "6° VÕ° Ó£°£x +1-/" -/ /"° VÕiÌ>À ÓÓ°£ä "" /"1, ,/° ÌÌÕ>ÌD ,> -ÌÀ> Óä°ää /" 1 " "° VÕiÌ Óä°Îä /*" -/",° VÕiÌ Ó£°£x " -/",° VÕiÌ ÓÓ°£x ,- " ///" *//" " 66 <° VÕiÌ ,> ,> *ÀiÕÀ>°Ì Ûi £È°Îä /1// *<< *, ",° -iÀi £Ç°Îä , 7- ", "° £Ç°Îx 7 E /° £°£x 1", --° -iÀi Óä°£x 1", --° -iÀi Ó£°£ä / 6" " /9° 6>ÀiÌD ä°£ä /1// 1- 1",° À>°Ì À>°Ì £Ç°Îx , 7- ", "° £Ç°{ä +1 "6 // 1",° £°{x " -",/" " "° Ó£°£x 1", " /,""° Óΰ£ä - - ° £°Óä , 7- "//° ,> Õ« À>°Ì ,i> /i Ài>ÌiÌÛ°Ì >Ãà /Û >Ý >Ç` `>Ý°Ì V>ÃÃ°Ì >Ç°Ì £Ç°xx 7 8 1° >ÀÌ £n°Óä 1* , Óä£ÎÉÓä£{° ÌÌÕ>ÌD £n°{x "1- " 1-° /iiv £°Îä < E "9\ ° Óä°xx 7 8 1° >ÀÌ ÓÓ°£ä 1 1 * ° >ÀÌ £Î°xä "-- /",/° ÌÌÕ>ÌD £{°{x , **° ÌÌÕ>ÌD £È°£x /" -*"- , -° ÌÌÕ>ÌD Ó£°£ä *,"*"- * ,\ *,"*"-/ *,//° ÌÌÕ>ÌD ÓÓ°£ä <" --" -*"-° ÌÌÕ>ÌD Ç°ää *," /*"° ÌÌ° n°£x / " 6 <° ÌÌ° °{ä 7E",,° /iiv £Ó°Îä 6 ", 1* -«ÀÌ £x°Îä --,° ÌÌ° £Ç°Óä ," -/ ½--/"° Ó£°ää 1 / ΰ £Ç°{x *,"*,/9 7,-° VÕiÌ>À £n°Îx , //"t VÕiÌ>À £°Îä /8- /,< ° ÌÌ° Óä°Óä " *1 ° VÕiÌ>À Ó£°£ä , /1// "-/° VÕ° ÓÓ°ää +1, ° VÕ° £Ç°{x 5 //° ÌÌÕ>ÌD £n°xx / Ç° £°ää "" ° ÌÌÕ>ÌD £°Óx 1" ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°Óä " "° ,i>ÌÞ ä°Óä " /" -*"-° VÕ,i>ÌÞ ,> 99 Àà i >x /Û Óäää À>°Ì £n°Îä 1"6 66 /1, **° >ÀÌ £n°xx "9° >ÀÌ £°£ä - * / 6®° >ÀÌ £°Îä "//",-- *1 ° >ÀÌ £°xä ,/" " < "° >ÀÌ Óä°£ä *** *° >ÀÌ Àði`>ÃiÌ°Ì £Î°£x 1 1 ° £x°În ,, -,° £n°xÓ "/ ° 6>ÀiÌD £°äÎ 9,° Ó£°än -1/,° ÓΰäÎ / ° £°ä{ , ,-° ΰäÓ 7-° ViÌÛ°Ì i`>ÃiÌ°Ì £x°xä /7-/,-° >Ì>ÃViâ>] >>`>ÉÕÃ>] Óää® £Ç°Îä "/ " - "° 6>ÀiÌD £n°£x , 1"° VÕiÌ>À £°{x , ° 6>ÀiÌD Ó£°£ä -+1, {° âi] 1Ã>] Óää{® £°£ä "* -* ° -iÀi £°£x /, -"//" 1 ///"° Ó£°££ -/," ,,6, ,-,° i «À}À>>\ /} Æ iÌi°Ì Óΰäx *½ /1 ° /iiv Ó{°ää /,1 "t 6>ÀiÌD ÌÛÓäää°Ì Óä°ää ,"-," "1,-° ,i}i Óä°Îx 1", ", " -* ° ÌÌÕ>ÌD Ó£°ää -* ** /,, - /° ,i}i ÓÓ°ää -1 6 ° ÌÌÕ>ÌD Corriere della Sera Domenica 25 Maggio 2014 63 italia: 51575551575557 Pay Tv Film e programmi Torna la passione tra De Luigi e Gerini Il ménage un po’ spento dei coniugi Fabio De Luigi e Claudia Gerini (nella foto insieme) si riaccende con l’arrivo di un amico di lei (Filippo Timi) che di professione fa l’attore porno. Com’è bello far l’amore Premium Cinema, ore 21.15 Dopo la catastrofe Smith salva l’umanità -Þ i> -«ÀÌ £È°ää -,/ //, /Ài À>}>ââ à ÌÀÛ> «iÀ V>à >` >vvÀÌ>Ài Õ½À}>ââ>âi VÀ>i i ÌiÌ>ÌÛ ` ÃÛiÌ>Ài «>° -Þ i> >Þ £È°xä ," - <" / "* 9 9"1 * > ÛVi`> `i½>ÛÛV>Ì À>Ì] «>`Ài i Ûi`Û > VÕ ÛiÀ> `iÌÌD Ûii > }>> «ÀÛÛÃ>iÌi° > À>â ` i À`° -Þ i> >Ý £Ç°£ä , / 1 iÀ V i >ÛÀ> «iÀ Õ½>}iâ> Vi}>Ì> >> >] Ûii ÌÀ>`Ì i viÀÌ `> ÃÕ }Ài >V° > Ûi`iÌÌ> >ÀÀÛiÀD°°° ° >>° -Þ i> Ìà £Ç°Óx ,""- Û>}} ÌÀ>«Àià `>> «À> v>}> `i> ÃÌÀ> `i `] µÕ>` > V>ÛiÀ> V i «ÀÌi}}i `> «iÀV Ûii `ÃÌÀÕÌÌ>° -Þ i> £ -/,8 "8\ -,6<" -1 -/ iÃ>Ài i xä >° ° `iV`i ` Û>`iÀi > ÀÌ>>° > Ài}> `i Õ} >`> Õ ÃÕ ÕvvV>i > V i`iÀi >ÕÌ > Õ «VV Û>}}° -Þ i> >Þ £Ç°Îä *,"*"-/" ,9 ° À`] >Li >ÛÛV>Ì V>ÀÀiÀ>] Ãi}ÕÌ >` Õ> À>«> V>`i V>° > ÃÕ> ÛÌ> V>LiÀD À>`V>iÌi° ° i}° -Þ i> *>Ãà £Ç°Îx "97"" *,/9 *° -iiÀÃ] i ÀÕ ` Õ >`iÃÌÀ >ÌÌÀi `>] `ÀiÌÌ `> ° `Ü>À`Ã] Àââ> Ãiâ> Ì ÃÕ ÞÜ`° i`> «iÀ`Li° -Þ i> >ÃÃVà £n°xx ", " // iÀV >i ° -V Ü>Àâii}}iÀ® `vi`i Õ> À>}>ââ> `>½ÕÌ> V>À>âi `i >i ° ÞÀi®° -Þ i> >Ý £°£ä 9-1 i Ó£x{ } iÃÃiÀ Õ> à `ÛÃ Ó V>ÃÃ\ «ÀÛi}>Ì ÛÛ ÃÕ ÞÃÕ iÌÀi ÀiÃÌ >ÀÀ>V> ÃÕ Õ> /iÀÀ> `iÛ>ÃÌ>Ì>°°° -Þ i> £ £°£x -/,/ 1 /Ài "ÃV>À >i ÌiÀ«ÀiÌ iÀ i "° Õ>à i >> ÃVii}}>ÌÕÀ>®] «iÀ µÕiÃÌ> Vi`> LÀ>Ìi `ÀiÌÌ> V iÃÌiÀi `> ° iÜð -Þ i> >ÃÃVà £°Óä x v À>VVÌ> > ÃÌÀ> ` Õ }ÀÕ«« ` iÀ VÃVÕÌ > L>L\ >LL >Ì>i] } *>õÕ>i] > >Ì> `i iÌ°°° -Þ i> >Þ Ó£°ää / ääÇ , -° iÀÞ] V i >ÛiÛ> ÃiÃà «> ` ääÇ ``V > «À>] >VViÌÌ> Õ> ÀiÌÀji° ÀÃVÌÀ `i «ÕLLV m ÌÌ° -Þ i> >ÃÃVà /1//" -1 , 1> >`Ài] `« > «iÀ`Ì> `i v}] Û> >> ÀViÀV> `i «>`Ài ` Õ° *° ÀÕâ° -Þ i> ÕÌ / ,/ " / 1 ,i>i `i> Ã>}> À}>À> V ,° >VV ° -Ì>ÛÌ> m Õ À>}>ââ >iÀV> > ÌÀ>ÃviÀÀà > *iV ] VÌÀ>` LÕ ` ÌÕÀ° -Þ i> >Þ , 7 ,"-- 1> «Ìiâ> `½ÌÀiVi> Û>`i } -Ì>Ì 1Ì° « à V â>i] ÃÕ«iÀÃÌÌ `iV` ` V>ââ>Àà VÌÀ iV° -Þ i> >Ý , ½ / ,1- ", - < ," +ÕVÞ Ûii >Ì }À `i> ÃÕ> viÃÌ> ` v`>â>iÌ° i«ÀiÃÃ] `iV`i ` ÃVÀÛiÀi Õ LÀ ÃÕ Vi ºÀ«iÀi» Ãiâ> ÌÀ>Õ° -Þ i> *>Ãà ӣ°£ä ", // "- " -Þ i> £ / 8 iÀÀÞ ° *ÌÌ® i ->>Ì > ° ,LiÀÌî à iÌÌ ÃÕi ÌÀ>VVi ` Õ½>ÌV> «ÃÌ>] V >>Ì> º/ i iÝV>»° i`> «V ÀÕÃVÌ>° -Þ i> Ìà ÓÓ°Îä / 1 - *- " 7° -Ì ÌiÀ«ÀiÌ> ÃV>ÌÀ ÌV ] Õ ÛiÀ >Ãà «iÀ µÕ>Ì À}Õ>À`> i µÕiÃÌ >ÀÃi] >V i Ãi µÕ>`°°° -Þ i> £ /9 - iÜ 9À ÛÛ ,ââ] Õ½«ÀL>Li i V«V>Ì> v>}> `Ûi iÃÃÕ m «iÀviÌÌ i ÌÕÌÌ iÌ > ÌÕÌÌ° -Þ i> *>Ãà £{°Îä -"\ 6 " " / *" Çc À `½Ì>>° ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £x°Óx // ,\ " ", ,/" ,>-«ÀÌ £ £x°xx ,19\ - ,/", "\ ,"6" " " >«>Ì >â>i `½VViiâ> ,>-«ÀÌ £ £Ç°Îä / -\ *," /1, " ,>` >ÀÀð ÀiÌÌ> ÕÀëÀÌ £Ç°xx "\ *- , " -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ £n°ää +1/<" \ {§ ", / -" *," ££ *>ââ> ` -i> ,>-«ÀÌ £ £n°Îä ,19\ /"" -, iii Õ« -Þ -«ÀÌ Ó Óä°£x ,19\ /,"" /"*" " -Þ -«ÀÌ Ó Óä°Óä -/\ -, - *9 " + ,>-«ÀÌ £ "\ {£ ", / ÀiÌÌ> -iÀi ° ÀiÌÌ> -Þ -«ÀÌ £ Ó£°Îä -/\ *>Þvv -Þ -«ÀÌ Ó ÓÓ°Îä 1/""-"\ 7", -,9 , 1/ vviÀÌ> ÕÀëÀÌ -/ ,/-/ \ *" /" 1,"* -+1, //,<< - ,>-«ÀÌ £ Óΰää "/" -"\ * , ,/ `>i -Õ«iÀLi° vviÀÌ> ÕÀëÀÌ -iÀi /Û ÌÀ>ÌÌiiÌ ,>}>ââ VÕiÌ>À £{°ää £{°Îä £x°ää £x°Óä £È°£x £È°Îä £Ç°Óx £n°£ä £n°Îx £°ää £°£ä Óä°ää Óä°äx £{°ää - ""9"" 6-", >ÀÌ iÌÜÀ £È°ää 1 ", -/, -* -Þ 1 £Ç°Îä 1,, ", -Þ 1 £n°Óx , 1" -Þ 1 £°£ä 1 ", -/, -* -Þ 1 £°xä 1 " "<, " Ý vi Óä°{ä "// - - ÃiÞ >i Ó£°ää 1 1" Ó Ý vi ÓÓ°Îä ½- / / -Þ 1 Óΰ£x /"1, ÃiÞ >i ÓΰÓä *,- / " /¶ -Þ i> >Þ ÓΰÓx /"1, ÃiÞ >i ÓΰÎä ½- / / -Þ 1 £n°£ä " " >ÀÌ iÌÜÀ £°ää ,1// //6 >ÀÌ iÌÜÀ £°£x 7 8 1 i`à £°Îx -*" " Vi`i £°xx "9 // - , Ó Óä°ää -*" " Vi`i Óä°äx 7 8 1 i`à Óä°Óä "9 // - , Ó Óä°Îx ," "" " +1-/ -,7"" i`à Óä°xx ½" "-/, -/ /", "°°° i`à ӣ°äx 7 /" E ,,9 -"7 iÀ>} £{°ää , " , ÃVÛiÀÞ >i £x°Óä , +1//," ,1"/" / ," ÃVÛiÀÞ >i £È°£ä /, \ 1,"* 6-° 1- ÃVÛiÀÞ -ViVi £Ç°Îä , " , ÃVÛiÀÞ -ViVi £n°äx 1* , >Ì> i}À>« V £°äx , +1//," ,1"/ ÃVÛiÀÞ >i £°£ä ,-- " /," , Óä°£x 6\ /-", *,1/ ÃVÛiÀÞ -ViVi Ó£°ää , " , ÃVÛiÀÞ >i - ",-" , 6, -/", ÃÌÀÞ >i £È°ää " * ",/"° - Ü -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £È°Ó{ / 6*, ,-° /iiv 9 £È°Óx 1-/ - ", /,1° /iiv " £È°Îä 1" ", " // "° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £Ç°ä / 6*, ,-° /iiv 9 £Ç°Óä 1-/ - ", /,1° /iiv " £Ç°Ó / , 1,/ 7" ,-/" ° *ÀiÕ i> £Ç°xn / 6*, ,-° /iiv 9 £n°Óä *," / , / £° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £n°{È / 6*, ,-° /iiv 9 £n°xx /," " -",° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £°äÇ <""° - Ü *ÀiÕ i> £°Óä -/, -+1° *ÀiÕ i> £°Î{ ,° "1- 6-" ° /iiv " £°Î{ / 6*, ,-° /iiv 9 Óä°ÓÎ ,° "1- 6-" ° /iiv " New York, 2012. Un virus ha ucciso gli uomini trasformandoli in vampiri. L’unico sopravvissuto è un medico (Will Smith, foto), scopritore di un possibile antidoto che potrebbe salvare l’umanità. Io sono leggenda Cinema Energy, ore 23.25 Una pistola d’epoca inguaia Brad Pitt Per amore della fidanzata (Julia Roberts), Jerry Welbach (Brad Pitt, foto) promette di «ritirarsi». Lo aspetta però un ultimo colpo: recuperare una pistola d’epoca su cui pesa un’antica maledizione... The Mexican Sky Cinema Hits, ore 21.10 ° °/° , ÃiÞ >i , Ý ,6 Ý vi /- ÃiÞ >i 1 Ý °-°° Ý Ài " - Ý Ài 1-/ E 9 ÃiÞ >i /1//" ,/" ÃiÞ >i 6 ÃiÞ >i ° °°-° Ý Ài "7 / 9"1, "/, Ý ° °°-° "- Ý Ài Ó£°ää , - /""9 Ý Ài -*-" Ý Ó£°£x - E / Vi`i Ó£°Óx -*-" Ý Risultati Europee maratona in diretta i`>ÃiÌ *ÀiÕ Dati in tempo reale aggiornati a ritmo continuo, collegamenti dai comitati elettorali e ospiti in studio, commenti a caldo dei protagonisti e, in diretta, i risultati provenienti dagli Stati UE interessati dal voto. Maratona per le Europee Sky Tg24, dalle ore 21 £{°ää ,<" *, ""-° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> £{°ä£ 1," ",,° /iiv " £{°£Î , "° *ÀiÕ i> £{°{È "--* ,° /iiv 9 £x°Îx *, /""° /iiv 9 £x°Î -1/-° /iiv " £x°{ <""° - Ü *ÀiÕ i> £x°xÇ **° *ÀiÕ i> La televisione in numeri La partita europea delle elezioni in tv B erlusconi, Grillo, Renzi. I tre leader hanno monopolizzato la campagna elettorale per le Europee con la loro presenza sul piccolo schermo. La partita della campagna elettorale, appena conclusa, ha un vincitore: è il presidente del Consiglio Matteo Renzi che totalizza — anche in virtù del proprio ruolo istituzionale — oltre 80 ore e 50 minuti di presenza (tempo di parola e di notizia) nei Tg nazionali, e oltre 20 ore nelle trasmissioni extra-tg, durante l’ultimo mese. Al secondo posto arriva Silvio Berlusconi, con 65 ore e 46 minuti nei Tg, e Top & Flop 26 ore e 43 minuti nelle trasmissioni extra-tg. Terzo Laura-Ho creduto a un sogno classificato è Beppe Grillo, Pausini canta con Baglioni con 39 ore e 51 minuti nei Tg e 13 ore e 55 minuti nei programmi extra-tg. Se Renzi domina soprattutto nei telegiornali, Berlusconi, come si vede, è il «Laura - Ho creduto a un campione delle trasmissiosogno»: 5.946.000 ni diverse dai notiziari. Atspettatori, 24,36% di share. traverso i talk ma anche Rai1, martedì 20 maggio, ore l’infotainment i leader han21.24. Minuto picco positivo: no cercato di parlare a pub6.492.000 spettatori, Laura blici diversi dai loro più fePausini si esibisce con deli. Ha cominciato proprio Claudio Baglioni (ore 21.58) Berlusconi, ospite di Lucia Annunziata il 4 maggio: alConferenza stampa IdV lora ha raccolto però solo Di Pietro incontra i giornalisti 937.000 spettatori (5,7% di share), soprattutto fra persone anziane (quasi 9% fra gli ultra 65enni) e laureate (11,8%). È andata decisamente «Conferenza stampa Italia meglio a Beppe Grillo, andei Valori»: 268.000 che lui sceso in campo per spettatori, 1% di share. Rai3, parlare a un pubblico dimartedì 20 maggio, ore stante: a «Porta a Porta» si è 21.51. Minuto picco negativo: rivolto a oltre 4 milioni e 199.000 spettatori, incontro 200 mila spettatori, ancora con la stampa del partito di Antonio Di Pietro (ore 21.54) piuttosto anziani (31% di share fra gli ultra65enni), e bene istruiti (37% fra i laureati). A «Pomeriggio 5», il 20 maggio, Matteo Renzi ha dialogato con Barbara D’Urso davanti a 1.961.00 spettatori, in questo caso un pubblico molto femminile (23% di share), piuttosto giovane e molto popolare. Le urne ci diranno a breve se questa strategia del contendersi consenso in tv ha funzionato, e a chi ha giovato di più. (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel © RIPRODUZIONE RISERVATA Óä°ÓÎ / ", -° /iiv 9 Óä°{x / , --,¶° VÕiÌ>À -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Ó£°£x "½ " , ½",° *ÀiÕ i> Ó£°£x / ", -° /iiv 9 Ó£°£x ½-, /" £Ó - ° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> ÓÓ°äx *,//9 // ,-° /iiv 9 ÓÓ°Î{ / ° /iiv " ÓÓ°xx *, /""° /iiv 9 Óΰäx 1 *,//° *ÀiÕ i> Óΰäx 1," ",,° /iiv " ÓΰÎä "7 1/° /iiv -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> Óΰ{ä "--* ,° /iiv 9 Óΰ{x /," /" ½° -ÌÕ` 1ÛiÀÃ> 64 italia: 51575551575557 Domenica 25 Maggio 2014 Corriere della Sera
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