U.O.C. DAIORT Direzione assistenza infermieristica ostetrica riabilitativa e tecnica PICC TEAM PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI VENOSI CENTRALI (CVC) AD INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Gruppo di Lavoro Responsabile P.O. Attività Chirurgica e Operatoria : Claudio Benedetti CPSI con funzioni di coordinamento Paolo Mazzuca CPS Infermiere: Antonino D’Aloisio CPS Infermiere: Angelo Manca Dr. Cesare Ambrogi 1 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Griglia di approvazione Direttore D.A.I.O.R.T. Direttore f.f. U.O.C. Anestesia II Dott. Ivo Camicioli Dott. Sergio Pierdominici REDATTO DIFFUSIONE Direttore U.O.C. Radiodiagnostica II Dott. Luigi Tipaldi Gruppo di lavoro: Responsabile P.O. Attività Chirurgica e Operatoria: Claudio Benedetti CPSI Con funzioni di Coordinamento Paolo Mazzuca CPS Infermiere Antonino D’Aloisio CPS Infermiere Angelo Manca Dr. Cesare Ambrogi Infermieri dell’Azienda Ospedaliera. 2 PROCEDURA PER AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA Data inizio lavori 12/2012 L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 VENOSI CENTRALI (CVC) AD Data di revisione 11/2014 INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) INDICE Scopo pag. 4 Operatori coinvolti pag. 4 Campo di applicazione pag. 4 Breve descrizione del catetere venoso centrale di tipo PICC pag. 5 Requisiti richiesti all’infermiere per procedere all’impianto pag. 5 Matrice delle responsabilità pag. 6 Indicazioni all’impianto di CVC tipo PICC pag. 7 Modalità operative pag. 8 Condizioni cliniche pag. 8 Studio del patrimonio venoso pag. 10 Materiale occorrente per l’impianto pag. 11 Istruzione operativa pag. 12 Definizioni ed acronimi pag. 16 Bibliografia pag. 18 ALLEGATO A: Sistema di verifica delle competenze pag. 19 ALLEGATO B: Autorizzazione all’impianto pag. 20 ALLEGATO C: Formazione richiesta all’infermiere per procedere all’impianto pag. 21 ALLEGATO D: Consenso informato per l’inserimento del Picc e Midline pag. 22 3 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Oggetto: procedura per l’inserimento di cateteri venosi centrali (CVC) ad impianto periferico (PICC) Scopo della procedura: Definire e descrivere la procedura per l’inserimento di cateteri venosi centrali di tipo PICC che il personale infermieristico, preventivamente formato ed autorizzato, deve compiere. Operatori coinvolti: CPS Infermieri autorizzati all’impianto. Campo di applicazione: Tutte le UU.OO. in cui sono presenti pazienti che necessitano del posizionamento di accessi venosi centrali ad inserimento periferico tipo PICC. 4 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Breve descrizione del catetere venoso centrale tipo PICC. I cateteri venosi centrali ad inserzione periferica sono cateteri che vengono introdotti tramite una vena periferica e fatti risalire lungo il braccio fino a far pervenire la punta del catetere nel terzo inferiore della vena cava superiore ( Navan 1998;INS 2000; RCN 2003) I PICC hanno dato la possibilità di ottenere un accesso venoso centrale in un numero maggiore di pazienti grazie alla bassa percentuale di complicanze legate all’impianto e alla gestione. Vengono inseriti con tecnica eco guidata come indicato dalle più recenti linee guida nazionali ed internazionali ed il posizionamento è di competenza infermieristica ( Gabriel 1996). I cateteri più utilizzati sono in poliuretano ed in silicone di ultima generazione, hanno 1,2 o 3 lumi. I PICC possono essere di lunghezza variabile ( da 40 a 60 centimetri) ed esser poi tagliati alla misura idonea. Oggi esistono cateteri PICC non valvolati idonei per infusioni ad alto flusso e ad alte pressioni (Psi) con indicazione alla somministrazione di mezzo di contrasto (TAC) ed alla misurazione della Pressione Venosa Centrale. Possono rimanere in situ per oltre 6/8 mesi avendo attenzione nella gestione come per altro richiesto per tutti gli altri tipi di sistemi per cateterismo venosi. Requisiti richiesti all’infermiere per procedere all’impianto: L’inserimento del CVC tipo PICC può essere eseguito da personale infermieristico opportunamente formato,certificato e riconosciuto idoneo dal Responsabile del Servizio degli Accessi Venosi (Dott. Sergio Pierdominici). Occorre sottolineare che l’infermiere che esegue la manovra ( e questo vale per qualsiasi altra manovra infermieristica e non) deve essere adeguatamente addestrato a saper fare, cosa che può avvenire attraverso: Master Universitari (es. Master sul Nursing degli accessi venosi) Corsi specifici (es. i corsi Gavecelt) Addestramento interno alla Unità Operativa 5 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Matrice delle responsabilità Infermiere abilitato all’impianto Indicazione all’impianto Valutazione della tipologia di catetere da impiantare Informare il paziente sulla procedura Studio del patrimonio venoso Puntura ecoguidata e incannulamento vena Richiesta RX-Torace Gestione delle complicanze intra e post-procedurali Medico responsabile del servizio o suo delegato Medico dell’ U.O. richiedente R C R R R R R R R R R 6 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Indicazioni all’impianto di CVC tipo PICC La richiesta di impianto può essere avanzata da qualsiasi medico dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata. L’infermiere abilitato all’impianto, valuterà il paziente e la richiesta secondo il protocollo aziendale. Nel caso in cui il paziente presenti una situazione clinica particolare, sarà cura dell’infermiere abilitato richiedere la consulenza del medico responsabile. Il PICC è considerato un accesso venoso a media/lunga durata ed è indicato anche per pazienti con compromesso quadro coagulativo. Le indicazioni all’utilizzo legate alla necessità di avere un accesso venoso centrale stabile e con basso rischio di infezioni e complicanze trombotiche sono le seguenti: Pazienti che necessitano di un accesso venoso centrale stabile anche per brevi periodi di tempo Pazienti che necessitano di terapia chemioterapica con gestione domiciliare alternata a ricoveri Pazienti che hanno scarso o insufficiente patrimonio venoso periferico ( in tal caso si prende in esame anche l’utilizzo di un sistema MIDLINE se l’accesso puo’ non essere centrale) Pazienti in cui il cateterismo venoso centrale convenzionale potrebbe essere rischioso ( piastrinopenia, rischio di pneumotorace, diatesi infettiva, pazienti con patologie del collo, ecc…) Pazienti che necessitano di nutrizione parenterale totale Pazienti gestiti in Hospice e terapia del dolore Pazienti che necessitano di intervento chirurgico nel perioperatorio La valutazione del giusto sistema di accesso venoso verrà effettuata caso per caso valutando anche la prospettiva a lungo termine della necessità di un accesso venoso prendendo in considerazione: Esigenze terapeutiche Richiesta dello specialista Condizioni cliniche del paziente Compliance del paziente Possibilità di gestione da parte del paziente Studio delle vene del paziente con ecografo Tempi d’inserimento e di permanenza Queste indicazioni rientrano nel proactive vascular planning ( vedi “progetto per la costituzione di un Team multi professionale per il posizionamento di cateteri venosi centrali ad accesso periferico e di un ambulatorio infermieristico per la gestione dei cateteri venosi centrali”) che prevede il posizionamento precoce dell’accesso venoso (prima dell’esaurimento del patrimonio venoso periferico) e richiedono la pianificazione dell’inserimento al momento della diagnosi. 7 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Modalità operative: 1. 2. 3. 4. Verifica delle condizioni cliniche del paziente Studio del patrimonio venoso del paziente e modalità di selezione della vena da incannulare Materiale occorrente Istruzioni operative Verifica delle condizioni cliniche del paziente Prima dell’inserimento del PICC occorre essere a conoscenza di; Valori della coagulazione (INR, PTT, PLT), valori alterati della coagulazione non sono una controindicazione all’impianto del PICC ma è opportuno esserne a conoscenza per eseguire eventualmente una compressione più duratura ed accurata della zona di venipuntura. Segnalazione di eventuali processi trombotici delle vene superiori del tronco e delle braccia. La presenza di processi trombotici, a seconda del livello in cui sono segnalati, possono essere una controindicazione assoluta all’impianto di sistemi venosi centrali anche diversi dal PICC. Presenza di un altro accesso venoso centrale; è necessario constatare se il paziente sia portatore o meno di un catetere venoso centrale (CVC o PICC) per verificare la necessità, nel caso in cui non siano presenti complicanze infettive, del ripristino della sua funzionalità, e/o sostituzione dello stesso su filo guida e/ o di un eventuale nuovo impianto. Presenza di Pace-Maker / defibrillatore; è necessario constatare se il paziente sia portatore o meno di un Pace-Maker o altro dispositivo da un lato del tronco, poiché lo stesso indica la necessità di impiantare l’accesso venoso dal lato opposto. Necessità di radioterapia agli arti superiori o del tronco. È controindicato impiantare un catetere venoso dal lato del corpo ( braccia, tronco) che deve essere radio trattato. Tipo di terapia effettuata ( radio terapia di un arto superiore ad esempio) se il paziente è stato già sottoposto a cicli di chemioterapia per via periferica con stravasi documentati o ha effettuato in passato radio terapia su un arto superiore, la scelta dell’inserimento deve ricadere sull’arto contro laterale poiché la funzionalità delle vene del braccio trattato potrebbe essere alterata. Eventuali paresi degli arti superiori. Il catetere deve essere impiantato possibilmente in vene di braccia che hanno la migliore mobilità per ridurre il rischio trombotico. Malformazioni note dei vasi del collo e/o del torace. Alcune particolari condizioni possono ostacolare il percorso del catetere fino alla giunzione atrio cavale. Se viene indicato o si prevede la possibilità di dover confezionare una fistola arterovenosa, allo scopo di dialisi su una delle due braccia, il PICC è controindicato su ambedue gli arti superiori. 8 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Eventuale allergia alla somministrazione di anestetico; verificare se il paziente ha avuto episodi di allergia ad anestetici e quali. Eventualità di dover infondere farmaci incompatibili tra loro. Questa informazione è necessaria per stabilire se impiantare un catetere a 1 o più lumi. Presenza di infezioni in atto; la presenza di una infezione sistemica in atto è una controindicazione all’impianto, fatta eccezione per i casi un cui il PICC risulta strumento indispensabile per l’ infusione di farmaci necessari al trattamento dell’infezione stessa. Nel caso in cui il paziente sia già portatore di un PICC e presenti una infezione sistemica in atto causata dal catetere stesso, è indicata la sua rimozione ed eventuale sostituzione nel lato contro laterale. Presenza di ustioni nelle braccia; la presenza di ustioni nelle braccia a livello dell’inserimento è una controindicazione assoluta all’impianto di PICC. 9 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Studio del patrimonio venoso del paziente e modalità di selezione della vena da incannulare Il medico o l’infermiere esperto in accessi venosi, opportunamente formato, certificato ed autorizzato può, con l’ausilio di un ecografo, studiare le vene del braccio e del collo. Lo scopo di questo esame non è diagnostico ma semiologico, cioè atto solo a documentare la presenza di una vena del braccio (basilica, cefalica o brachiale) che abbia un percorso lineare ed una misura idonea ad accogliere un catetere venoso. L’infermiere non è abilitato a descrivere o a rilevare null’altro che quanto concerne l’osservazione delle vene interessate all’inserimento ed al percorso del catetere venoso. L’utilizzo dell’ecografo da parte dell’infermiere per lo scopo citato è in uso da anni in molti ospedali italiani. È necessario consultare il medico responsabile del servizio qualora la visualizzazione ecografica non sia quella di routine. Per lo studio del patrimonio venoso si privilegia il braccio dominante, in quanto generalmente presenta un maggiore calibro delle vene, inoltre l’utilizzo più frequente ( movimento) ostacola la formazione di trombi. La vena del braccio di prima scelta è la basilica mediana sia per il suo diametro sia perché il suo tragitto è il più breve e diretto alla vena succlavia. La seconda scelta ricade sulla vena brachiale sia perché generalmente presenta un diametro minore rispetto alla vena basilica sia perché il suo tragitto presenta un maggior numero di valvole. La terza scelta ricade sulla vena cefalica che però presenta un percorso poco lineare ed un aumento significativo di valvole. Nei pazienti obesi invece la vena basilica diviene la terza scelta, in quanto anatomicamente si trova più in profondità rispetto alla vena cefalica che diviene quindi la prima scelta ( occorre una vena più superficiale). Il sito di venipuntura deve essere calcolato valutando: La dimensione del vaso La posizione della vena rispetto all’arteria Il sito di inserzione del catetere deve essere sufficientemente sopra il gomito ( quattro dita almeno) e sufficientemente lontano dall’ascella, considerata una zona “sporca” e quindi a maggior rischio infettivo. Il diametro del catetere deve essere circa un terzo del diametro del vaso venoso. Nei casi in cui non sia possibile rispettare questa regola, il calibro del catetere non deve superare il 50% del diametro del vaso venoso. Il diametro del vaso venoso viene espresso in mm mentre quello del catetere in Fr (French). Il calcolo si effettua considerando che 1 mm equivale a 3 Fr. 10 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Materiale occorrente per l’impianto Ecografo con sonda angiografica Gel non sterile Guanti non sterili Laccio emostatico Sistema di verifica elettrocardiografica (ECG) intracavitaria con stampante (se disponibile) Elettrodi per ECG Kit sterile per ECG intracavitario Monitor per ECG Matita dermografica Centimetro Camice sterile Guanti sterili Cappellino chirurgico Mascherina chirurgica e/o visiera Disinfettante clorexidina o iodopovidone Garze sterili N. 3 telini sterili N. 1 telino sterile forato N. 1 siringa da 10 ml per soluzione fisiologica N. 1 siringa da 5 ml per anestetico Ago da insulina per anestetico Anestetico in fiale Soluzione fisiologica in fiale o flebo da 100 ml Gel sterile Guaina sterile per sonda ecografica Kit catetere Kit con microintroduttore e filo guida (se non previsto nel kit catetere) Cerotti medicati Contenitori per taglienti Contenitore per smaltimento rifiuti organici 11 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11//2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Istruzione operativa: AZIONE Controllare la cartella clinica del paziente e confrontarsi con i medici curanti se presenti in reparto. Verificare la presenza del consenso informato. Informare il paziente sulla procedura a cui verrà sottoposto. Posizionare correttamente il paziente a tronco scoperto( dal lato dell’impianto) con il braccio sede dell’impianto abdotto e avambraccio sollevato, capo rivolo dal lato opposto all’impianto. Porre un telo sotto il braccio del paziente. MOTIVAZIONE Verifica dell’avvenuta firma sul consenso informato e se il presidio richiesto sia adatto al trattamento previsto per quel paziente. Ottenere la massima collaborazione e tranquillizzare il paziente . La corretta posizione è essenziale al fine di portare a termine un corretto esame ecografico ed un impianto agevole. Ammorbidire la zona di contatto e rendere meno scomoda la posizione. Posizionare il monitor dell’ecografo dal lato Avere una visione del monitor diretta senza opposto all’impianto dover compiere torsioni. Mettere del gel sulla parte da esaminare Permettere l’esecuzione dell’ecografia. Esaminare le vene del braccio. Scegliere il giusto punto di venipuntura. Segnare con una matita dermografica il sito Avere un preciso punto di riferimento per esatto di puntura. l’inserimento del catetere. Posizionare il sistema ECG dal lato opposto all’impianto Posizionare gli elettrodi ECG sul paziente Misurare la lunghezza presunta necessaria del catetere dal punto d’inserzione (preventivamente segnato sulla cute) al terzo medio della clavicola e da questo al terzo spazio intercostale parasternale destro anche se si posiziona da sinistra. Indossare cappellino chirurgico, mascherina chirurgica con visiera. Lavaggio antisettico delle mani, o frizione alcolica, indossare il camice sterile e i guanti sterili. Preparare il campo sterile con tutto il materiale necessario all’impianto. Posizionare teli sterili lungo il corpo del paziente creando un ampio campo sterile escluso Avere una visione del monitor diretta senza dover compiere torsioni. Poter effettuare l’ECG. Poter tagliare il catetere alla giusta lunghezza attraverso la rilevazione delle misure antropometriche che devono permettere di posizionare la punta nella giunzione atriocavale. Indossare i necessari DPI per tale procedura e rispettare le massime precauzioni di barriera indicate dai CDC 2011. Avere tutto il materiale a disposizione. Garantire una maggiore asepsi durante la procedura d’impianto. 12 il braccio sede d’impianto. Posizionare ed allacciare il laccio emostatico all’altezza dell’ascella. Disinfettare un’ampia zona del braccio con tre passaggi di clorexidina o iodiopovidone rispettando i tempi d’azione. Posizionare un telino sterile con foro sul braccio sede dell’impianto. Porre il gel sulla sonda ecografica e ricoprirla con guaina sterile. Aumentare l’ampiezza delle vene del braccio. Essere certi di una adeguata disinfezione cutanea. Isolare il punto d’inserzione. Permettere l’esecuzione dell’ecografia evitando contaminazioni favorendo una corretta immagine ecografica. Posizionare la sonda ecografica in prossimità del Identificare il vaso da pungere e permettere la punto segnato e centrare l’immagine del vaso da venipuntura ecoguidata. pungere. La sonda deve essere impugnata con la mano non dominante Effettuare la venipuntura con l’ago ecovisibile Permettere l’incannulamento del vaso. presente nel kit catetere. Verificare la fuoriuscita del sangue dall’ago. Poggiare la sonda sul campo sterile sena lasciare Liberare la mano dell’operatore. l’ago. Inserire il filo guida nell’ago per circa 20 cm Non arrivare in atrio con il filo guida. ( non deve opporre resistenza all’inserimento). Estrarre l’ago lasciando in sede il filo guida. Permettere l’ingresso del microintroduttore. Iniettare dell’anestetico nel punto d’inserimento Evitare il dolore da inserimento del cutaneo del filo guida. microintroduttore. Incidere la cute nel punto d’inserimento del filo Permettere il passaggio del microintroduttore. guida per meno di 3 mm con bisturi lama 11. Verificare le correte connessioni e la pervietà Le due parti (introduttore e dilatatore) non si del microintroduttore ed introdurlo sul filo devono disconnettere. guida per poi inserirlo nella cute completamente ( non deve opporre resistenza) Togliere il laccio emostatico. Permettere il passaggio del sangue. Verificare che il filo guida scorra all’interno del Verificare che il movimento del filo sia libero. microintroduttore. Preparare il catetere (controllo delle connessioni, Avere la giusta lunghezza del catetere. lavaggio e taglio a misura prescelta). Il taglio deve corrispondere ai centimetri precedentemente misurati più 1 cm che deve fuoriuscire dalla cute. Estrarre il dilatatore ed il filo guida lasciando in Poter inserire il catetere evitando la possibilità sede l’introduttore (porzione esterna del di perdita ematica. microintroduttore). Chiudere immediatamente con un dito l’accesso dell’introduttore. Introdurre il catetere per circa 10/12 cm. Evitare che la punta del catetere oltrepassi la vena giugulare. Far ruotare il capo al paziente dal lato Fare in modo che il catetere scenda in vena dell’impianto in maniera di ridurre la possibilità cava. che il catetere si posizioni in vena giugulare. Oppure al medesimo scopo, far ruotare il capo dal lato opposto a quello d’impianto per poter visualizzare ecograficamente la vena giugulare 13 ed occluderla per il tempo necessario al passaggio del catetere ( circa 3 secondi). Introdurre completamente il catetere Rimuovere il dilatatore “sbucciandolo” e posizionare il catetere alla giusta lunghezza. Verificare la pervietà ed il funzionamento del catetere ( prelievo di sangue e lavaggio non debbono porre resistenza in tutti i lumi). Estrarre la guida di rinforzo metallica dal catetere ( lentamente) ed apporre un tappo Pulire la cute e fissare il catetere con il sistema di fissaggio ( Griplock o Statlock) Coprire la zona con cerotto medicato per 24/48 ore. Smaltire il materiale utilizzato secondo il protocollo aziendale. Richiedere il controllo radiografico della posizione della punta ( in caso di MIDLINE non è necessario) *Descrivere l’impianto su apposito registro e/o su cartella infermieristica integrata informatizzata nell’area consulenze, indicando il braccio utilizzato, la vena, il tipo di catetere (lumi,french ecc..) cm di lunghezza, eventuale controllo ECG. Apporre in calce alla descrizione dell’impianto la card adesiva descrittiva del catetere. SE IN POSSESSO DI SISTEMA ECG INTRACAVITARIO Collegare l’elettrodo ECG rosso al sistema. Collegare il cavo specifico al catetere ed al sistema ECG endocavitario. Attraverso lo studio delle onde elettrocardiografiche, possiamo stabilire la posizione della punta del catetere. Il catetere deve essere introdotto o retratto fino al raggiungimento della massima ampiezza dell’onda P. Nel caso in cui il catetere sia fuori sede deve essere retratto per alcuni centimetri e reinserito fino al raggiungimento dell’onda ECG desiderata. Dopo ogni variazione della posizione del catetere e comunque alla fine dell’impianto, prima del fissaggio dello stesso, deve essere provato in aspirazione ed infusione in tutti i lumi. Posizionare il catetere Eliminare il dilatatore. Verificare la funzionalità. Liberare il lume del catetere Fissare il catetere Contenere eventuali piccole perdite ematiche fino alla prima medicazione Corretta gestione dei rifiuti sanitari prodotti. Controllare il corretto posizionamento della punta del catetere(giunzione artio-cavale). Registrare quanto eseguito Dare tracciabilità al dispositivo impiantato. Creare il contatto per il tracciato endocavitario. Ottenere il corretto posizionamento della punta del catetere. Ottenere il corretto posizionamento della punta del catetere. Verificare la funzionalità. 14 * sulla cartella clinica e/o su altra documentazione prevista riportare: Tipo di anestetico utilizzato Sede di puntura (braccio e vena) Lunghezza interna del catetere Numero di tentativi di puntura Tecnica di venipuntura Nome di chi ha inserito il catetere venoso Se si utilizza la conferma ECG allegare striscia stampata della posizione della punta.(qualora sia possibile la stampa). Il Medico responsabile del servizio accessi venosi, o un suo delegato, và sempre consultato in presenza di dubbi o condizioni che derogano dal poter procedere secondo quanto contenuto su questo documento. 15 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA Data inizio lavori 12/2012 Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Definizioni ed acronimi: “IN PLANE” : nell’accezione comune riferita all’immagine ecografica di un vaso sanguigno s’intende la visione della sezione longitudinale della vena medesima. “OUT OF PLANE”: nell’accezione comune riferita all’immagine ecografica di un vaso sanguigno s’intende la visione della sezione trasversale della vena medesima. “ANTISETTICO”: agente con cui si pratica l’antisepsi. sostanza chimica che distrugge o inibisce la crescita dei microorganismi sul tessuto vivente con effetto di limitare o prevenire i risultati dannosi dell’infezione. gli antisettici trovano utilizzazione in genere per la disinfezione della cute, delle mucose o di altri tessuti viventi lesi per ferite, ustioni, ecc.. “CATETERE”: In medicina il catetere è una cannula di gomma o di altro materiale che si introduce in una cavità del corpo ( nello specifico in una vena) per favorire il drenaggio del contenuto, per introdurre medicamenti o per scopo diagnostico. “CLOREXIDINA”: Disinfettante della famiglia delle biguanidi a forte indicazione antisettica. La clorexidina ha una rapida azione battericida sia sui batteri Gram-positivi che Gram-negativi, ma non è virucida, è inattiva sulle spore e sul bacillo tubercolare, l’elevata affinità del prodotto per le proteine dell’epidermide ( grazie alla quale la molecola viene assorbita rimanendo attiva per ore) la rende utile per l’antisepsi. “CONTROLLO”: osservazione, esame attento di qualcosa per accertarne l’esattezza, la validità, la regolarità, il funzionamento. “CV”: Catetere venoso “CVC”: catetere venoso centrale ovvero con la punta in posizione centrale (giunzione atrio-cavale) “DISINFEZIONE”: E’ una misura atta a ridurre, ed inattivare la maggior quantità di microrganismi quali, batteri, virus, funghi, protozoi, spore, al fine di controllare il rischio di infezione per persone o di contaminazione di oggetti od ambienti. “DILATATORE”: Strumento atto alla dilatazione. “ECG”: Elettrocardiogramma. “FILO GUIDA (SELDINGER)”: Filo metallico che s’introduce nell’ago dopo aver introdotto lo stesso in una vena del paziente. “FORMAZIONE”: Atto, processo, modo, effetto del formare, del formarsi (in tutti i significati che ha questo verbo al quale si rimanda). “FRENCH (Fr)”: Unità di misura utilizzato per il diametro esterno dei cateteri vascolari. “GAUGE (G)”: Unità di misura utilizzato per il diametro interno dei cateteri vascolari. “INCANNULARE”: In chirurgia e nella tecnica terapeutica, introdurre una cannula in un organo cavo. “INCOMPATIBILI”: Condizione legata alla stato del paziente o alla natura dei farmaci, per cui la somministrazione di questi invece di determinare gli attesi effetti benefici può dar luogo ad azioni tossiche o indesiderate. “INDICATORE”: Un parametro o un valore determinato da parametri capace di fornire indicazioni relative ad uno specifico fenomeno, capace di ricavare un dato sintetico dell’informazione utile ai potenziali utenti. 16 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) “INTRACAVITARIO”: Misura dell’impulso elettrico all’interno del cuore, ricavabile con uno studio elettrofisiologico endocavitario. Esso esprime il tempo necessario ad uno impulso elettrico per passare dalla zona del setto inter-atriale vicina al nodo atrio-ventricolare al fascio di His ed è quindi, più precisamente, un parametro. della conduzione alla giunzione atrio-ventricolare. “INTRODUTTORE O MICROINTRODUTTORE”: Sistema atto all’inserimento di un catetere venoso tramite la tecnica di seldinger indiretto. “IODIOPOVIDONE”: IodioPovidone – Iodoforo composto organico dello iodio. È un complesso ad azione antisettica formato da iodio elementare legato debolmente con un carrier, una molecola organica che serve da deposito di iodio a liberazione prolungata. Gli iodofori trovano indicazioni come antisettici per la profilassi post-operatorie e per la disinfezione della cute e delle mucose. “LUME”: Cavità del catetere venoso. “MIDLINE”: Sistema di incannulazione di una vena periferica con catetere generalmente in silicone. Questo cateterismo venoso è periferico perché la punta del catetere MIDLINE non arriva in vena cava superiore. “PA”: Pressione arteriosa. “PIANIFICAZIONE”: processo con il quale s’individuano le azioni per conseguire uno scopo. “PICC”: Catetere venoso centrale ad inserimento periferico. “POLIURETANO”: Con il termine poliuretano si indica una vasta famiglia polimeri termoindurenti in cui la catena polimerica è costituita da legami uretanici. –NH-(CO)-O-. “PROACTIVE VASCULAR PLANNING (PVP)”: s’intende la pianificazione di un programma di studio di accesi venosi eseguito all’inizio del percorso diagnostico-terapeutico. “PROCEDURA”: Insieme di norme da seguire agendo per un determinato fine. Il suo scopo è far si che in un determinato ambito tutti gli operatori agiscano in modo uniforme e formalmente riconosciuto. “PSI”: (Pound per square inch) o libra forza per police quadro. “ROP”: Rifiuti ospedalieri pericolosi. “SBUCCIARE”: (Pell-away) sistema di estrazione del dilatatore/introduttore che si esegue dividendo, tramite trazione esterne delle alette del sistema stesso, il dilatatore/introduttore in due parti. “SILICONE”: I siliconi o polisilossani sono polimeri inorganici basati su una catena silicioossigeno e gruppi funzionali organici (R) legati agli atomi di silicio. “TEFLON”: Normalmente è più conosciuto attraverso le sue denominazioni commerciali Teflon, Fluon, Algoflon, Hostaflon, in cui al polimero vengono aggiunti altri componenti stabilizzanti e fluidificanti per migliorarne le possibilità applicative. “VALVOLA DI GROSHONG”: Sistema di lamine che aderiscono in posizione di riposo impedendo il passaggio di sangue all’interno del catetere. Si aprono applicando una pressione in infusione o in aspirazione. “VERIFICA”:Esaminare un documento, una testimonianza, un calcolo e simili per accertarne con opportuni controlli l’esattezza, la veridicità e la regolarità. 17 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) Bibliografia e sitografia: L. Dougherty – cateteri venosi centrali – mc graw hill 2007 Pittiruti M. – Scopettuolo G. gli accessi venosi centrali a lungo termine – atti del congresso nazionale Roma 2011 Gruppo Aperto di studio sugli accessi venosi centrali a lungo termine [GAVECELT] Consensus conference : indicazioni degli accessi venosi centrali a lungo termine – PICC DAY 2011 Linee guida NHS ( National Istitute for Clinical Excellence) 2005 Linee guida EPIC ( European Pannel Infection Control) 2007 Linee guida Gavecelt (Gli Accessi Venosi Centrali a Lungo Termine) Linee guida SINPE ( Società Italiana di Nutrizione Enterale e Parenterale) Linee guida INS (Infusion Nursing Society USA ) 2011 Linee guida RCN ( Royal College of Nurses UK) 2005 Linee guida CDC (Center for Diseases Control Atlanta) 2011 Nursing Best Practice Guideline assessment and device selection for vascular access registered Nurses Association of Ontario 2004 www.gavecelt.info/uploads/lineeguida/mao.pdf Evidence Best Practice in infection control guidelines for preventing infection associate with the insertion and manteniance of central venous catheter. Journal of Hospital infection 2001. www.gavecelt.info/uploads/lineeguida/epic.pdf Mazzufero – gestione degli accessi venosi centrali – 2005 www.gavecelt.info/uploads/lineeguida/centrali.pdf Dolcetti L. Scopettuolo G. De Pasquale G. Tecnica corretta per l’esecuzione di emocolture. Roma 2007 Banton L. Techniques to prevent central venous catheter infection: products, research and reccomendations, 18 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) ALLEGATO A SISTEMA DI VERIFICA DELLE COMPETENZE L’Infermiere per ottenere l’autorizzazione all’impianto deve dimostrare di avere acquisito le seguenti competenze: A Conoscenza dell’anatomia ecografica delle vene del braccio. 1. 2. 3. Sapere identificare le vene mediante l’uso dell’ecografo Saper spiegare l’immagine in sezione fornita dall’ecografo Saper identificare i tre fattori che differenziano eco graficamente l’arteria dalla vena: Pulsatilità delle arterie quando compresse con la sonda L’arteria è situata normalmente al di sotto della vena Le vene sono facilmente comprimibili con la sonda e le arterie no. Saper eseguire con l’ecografo il tragitto delle vene lungo il braccio, sopra la biforcazione dei vasi B Valutare entrambi gli arti superiori per identificare tutte le vene agibili C Saper posizionare il braccio a 90°, palmo della mano verso l’alto D Saper impugnare in modo stabile la sonda ( 2 dita sulla sonda, 3 dita sulla cute) E Identificare il tragitto dell’arteria durante la fase di valutazione e prima dell’incannulazione venosa Saper incannulare la vena con tecnica appropriata: G Guardare lo schermo ecografico e non la mano, durante le manovre di avanzamento dell’ago A 45/60° verso la vena Una volta che l’ago è passato nella vena, controllare il reflusso di sangue nel sistema Inserire la guida nell’ago avanzando delicatamente. Fermarsi se s’incontra resistenza ed eventualmente ripetere la procedura Quando la guida è nella vena, sfilare l’ago. Saper usare la lama da bisturi. H Fare incisione abbastanza ampia da consentire il passaggio del dilatatore Far scorrere la lama nella cute accanto alla guida metallica Far un’incisione di almeno 2 mm di lunghezza. Saper introdurre il sistema dilatatore/introduttore in modo appropriato. Far avanzare l’introduttore sulla guida Inserire l’introduttore nella vena con manovra di avvitamento, finché non entra nella vena ( i potrà avvertire una specie di scatto) I Una volta che il dilatatore /introduttore è completamente dentro, rimuovere la guida metallica. J Sfilare il dilatatore K L Inserire il PICC nell’introduttore per lunghezza predeterminata Sfilare l’introduttore “sbucciandolo” M Assicurarsi che si possa aspirare sangue e fissare il catetere 19 ALLEGATO B AUTORIZZAZIONE ALL’IMPIANTO DI CATETERI VENOSI CENTRALI AD INSERIMENTO PERIFERICO E SISTEMI MIDLINE L’Infermiere_______________________________________________ ha seguito il processo formativo teorico – pratico minimo richiesto per l’impianto di cateteri venosi centrali di tipo PICC ( cateteri venosi centrali ad inserimento periferico) e sistemi periferici MIDLINE indicato nelle procedure in essere presso la nostra azienda. Durante il corso teorico sono stati approfonditi tutti gli argomenti concernenti l’impianto e la gestione di tutti i tipi di cateteri venosi centrali e relative complicanze ( precoci e tardive , meccaniche ed infettive). Ha effettuato almeno quattro ore di teoria e pratica sull’utilizzo dell’ecografo per il riconoscimento dei vasi sanguigni delle braccia e del collo. Lo stesso ha eseguito almeno 8 impianti senza complicanze. In base alla formazione riscontrata, che corrisponde anche a quanto fissato nell’allegato A delle procedure specifiche, autorizzo l’infermiere sopra citato all’impianto di cateteri venosi centrali di tipo PICC e cateteri venosi periferici di tipo MIDLINE con tecnica eco guidata, all’utilizzo secondo protocollo di anestetico locale per l’impianto, alla richiesta di controllo radiologico della posizione della punta del catetere, alla consulenza gestionale per tutti i tipi di accessi venosi e di indicazione all’impianto secondo quanto previsto dalla procedura operativa relativa. Roma,______________ Firma per autorizzazione Responsabile del servizio In allegato le dichiarazioni e/o le certificazioni di formazione sia teorica si pratica (eseguiti da medici specialisti interni o da esperti esterni o presso altri istituti) previste dalle procedure in essere rilasciati e/o visionati e ritenuti idonei dal medico esperto in impianti di accessi venosi responsabile del servizio. Documenti allegati n._____ Si riserva di consegnare tempestivamente ogni altro certificato supplementare di formazione. 20 Data inizio lavori 12/2012 PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DI CATETERI Data fine lavori 11/2013 Data di revisione 11/2014 VENOSI CENTRALI (CVC) AD AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI-ADDOLORATA INSERIMENTO PERIFERICO (PICC) ALLEGATO C Formazione richiesta all’infermiere per procedere all’impianto: Gli Infermieri per procedere all’inserimento debbono aver seguito il processo formativo teoricopratico relativo all’impianto di cateteri venosi centrali di tipo PICC. In assenza di una indicazione certa si ritiene di poter accettare come congrua una formazione minima che preveda: Almeno 4 ore di teoria e pratica nell’utilizzo di apparecchio ecografo Almeno 4 ore di teoria. Almeno 4 ore di pratica su simulatore Almeno 8 ore di osservazione di impianti eseguiti da personale Almeno 4 impianti eseguiti su pazienti senza complicanze in presenza di personale sanitario esperto Questo tipo di formazione è superiore alla formazione minima indicata dal Gavecelt e dalla Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma che è titolare di master universitari per la gestione e l’impianto di accessi venosi centrali. La verifica finale delle competenze e del rilascio dell’autorizzazione ( con compilazione dell’allegato B) all’impianto è di competenza del responsabile del servizio che verifica: La necessità di un infermiere dedicato all’impianto Che l’infermiere abbia seguito la formazione minima richiesta con aggiunta di 4 ore di studio con il Responsabile medico del servizio al fine di conseguire competenze atte al riconoscimento delle onde eltettrocardiografiche corrispondenti al corretto posizionamento della punta del catetere. Che sia in grado di rispondere ai quesiti richiesti nel sistema di verifica delle competenze ( allegato A) L’inserimento di almeno 4 PICC su paziente senza complicanze È competenza del direttore D.A.I.O.R.T. verificare l’effettiva necessità e/o possibilità di ampliare il numero di infermieri autorizzati all’impianto sentito il parere del responsabile del servizio e/o l’istituzione di un Team dedicato. 21 REGIONE LAZIO AZIENDA OSPEDALIERA COMPLESSO OSPEDALIERO SAN GIOVANNI ADDOLORATA L.R. Lazio 16.06.94, n. 18 – D.G.R. Lazio 30.06.94, n. 5163 ALLEGATO D CONSENSO INFORMATO PER L’INSERIMENTO DI PICC E MIDLINE DEFINIZIONE Il PICC è un catetere venoso centrale inserito per via periferica, il MIDLINE è un catetere venoso periferico. Consentono accessi ripetuti al sistema vascolare per l’infusione di farmaci, di fluidi e di emoderivati. TEMPO DI UTILIZZO Il PICC può rimanere in sede per 3-6 mesi/1anno o per un periodo di tempo più lungo in assenza di complicanze. Il tempo di utilizzo del MIDLINE è di 30 giorni o più in assenza di complicanze DOVE E COME SI INSERISCE Il catetere viene inserito in una vena del braccio (v. basilica, vv. brachiali, o v. cefalica) sotto guida ecografica, sopra la piega del gomito; l’ecografo consente la localizzazione di vene periferiche non visibili né palpabili. Tale procedura minimizza le complicanze dell’impianto e post-impianto. Durante la procedura può essere utilizzata una dose di anestetico locale1 prima di eseguire una incisione cutanea. La punta del catetere raggiunge la vena cava superiore (PICC), la vena ascellare o la vena succlavia (MIDLINE). Il PICC può essere utilizzato immediatamente previa verifica del posizionamento della punta del catetere. COMPLICANZE PRECOCI Impossibilità di impianto: con la tecnica eco guidata tale complicanza e’ sensibilmente ridotta Malposizionamento: per varianti anatomiche, a tale scopo si effettua verifica del posizionamento della punta del catetere. Puntura nervosa: (rara) Puntura arteriosa: con la tecnica eco guidata tale complicanza è rara Ematoma: può avvenire in sede di impianto, più facilmente in pazienti in terapia con anticoagulanti orali o piastrinopenici; di solito si risolve in pochi giorni senza la necessità di alcun intervento aritmia cardiaca COMPLICANZE TARDIVE Rottura del catetere Occlusione del catetere Flebite superficiale e/o profonda Infezione Malposizionamento secondario Trombosi superficiale e/o profonda Io sottoscritto ___________________________________________________________ Nato a _________________________________ il ______________________________ Dichiaro di : • aver letto attentamente il consenso informato sull’inserimento del catetere venoso PICC o MIDLINE • aver ricevuto dal Dirigente Medico o dal Collaboratore Professionale Sanitario Infermiere impiantatore, le informazioni e i chiarimenti richiesti 1 ACCONSENTO NON ACCONSENTO L’operatore sanitario Il/la paziente o Tutore Se prescritto dal Dirigente Medico Roma, / / 22
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