Capitolo 6 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi in risonanza magnetica 08-capitolo 6.indd 121 18/10/13 14:05 08-capitolo 6.indd 122 18/10/13 14:05 6. Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi in risonanza magnetica Un grammo di osservazione non vale una tonnellata di teoria? Carl Sagan 6.1 introduzione La risonanza magnetica, grazie alla multiplanarietà, all’elevata risoluzione di contrasto e alla panoramicità, fornisce un rilevante contributo per lo studio sia dello scheletro assiale che appendicolare, in corso di artrite psoriasica. L’impiego di sequenze appropriate (fat sat) e la somministrazione di mezzo di contrasto consentono di formulare una diagnosi precoce e di ottenere una corretta visualizzazione delle strutture interessate dal processo infiammatorio. A livello dello scheletro assiale, la risonanza magnetica è in grado di visualizzare, in fase pre-radiologica, l’edema osseo dei corpi vertebrali, la distensione capsulare delle articolazioni interapofisarie, costo-vertebrali, sterno-costali e manubrio-sternali, così come la flogosi a livello dell’inserzione dei legamenti spinosi e dei tessuti molli paravertebrali. Come per la spondilite anchilosante, nell’artrite psoriasica, essa risulta particolarmente utile nelle fasi precoci della sacroileite e consente la visualizzazione sia delle lesioni acute (edema osseo, versamento articolare, entesite, capsulite e sinovite) (Figura 44) che croniche (erosioni, accumulo intrasongioso di tessuto adiposo, sclerosi subcondrale e formazione di ponti ossei). 123 08-capitolo 6.indd 123 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni Figura 44. Artrite psoriasica. Risonanza magnetica del bacino. Sacroileite monolaterale. La sequenza T2 fat sat in sezione assiale evidenzia edema intraspongioso a carico dell’articolazione sacro-iliaca destra. L’artrite periferica predilige, generalmente, le articolazioni interfalangee distali di mani e piedi, ma anche le interfalangee prossimali, le coxo-femorali, le caviglie, le spalle e le articolazioni temporomandibolari (Figura 45). L’entesite coinvolge più frequentemente il tendine d’Achille, la fascia plantare e il tendine rotuleo con ispessimento degli stessi, borsite ed edema osseo inserzionale. Figura 45. Sequenze Ax FSE T1 (a) e GRE T2 morfologiche (b,c): è evidente il rimaneggiamento strutturale osseo di entrambe le ATM, più marcato a destra, con distensione della caspula articolare, erosioni e cisti subcondrali in paziente con artrite psoriasica nota. 124 08-capitolo 6.indd 124 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi A livello dello scheletro appendicolare la risonanza magnetica consente la definizione del pattern di interessamento articolare, il riconoscimento delle lesioni elementari (sinovite, tenosinovite, entesite, borsite, edema extra-capsulare e dei tessuti molli sottocutanei, periostite, edema osseo, erosioni ossee, accumulo adiposo periarticolare e proliferazione ossea) e la valutazione dell’attività della sinovite. 6.2 Fondamenti generali di risonanza magnetica L’esame di risonanza magnetica dovrebbe sempre prevedere sequenze morfologiche (di solito Spin Echo T1 pesate e Gradient Echo T2), che consentono di evidenziare le lesioni croniche, quali le erosioni ossee, l’accumulo adiposo periarticolare (alto segnale nelle sequenze T1 con basso segnale nelle sequenze in soppressione del tessuto adiposo) e la proliferazione ossea e sequenze ad alto contrasto o fluido-sensibili (sequenze T2 pesate con soppressione del grasso: STIR o simili) per la visualizzazione delle lesioni infiammatorie attive, in particolare dell’edema osseo e periarticolare, della distensione fluida della capsula articolare, delle guaine tendinee e delle borse periarticolari. L’esame può essere completato con sequenze T1 pesate con soppressione del grasso, dopo somministrazione del mezzo di contrasto, che consente la visualizzazione dell’alto segnale determinato dall’impregnazione della spongiosa ossea (osteite), delle erosioni, delle borse, delle guaine tendinee e della sinovia, espressione di infiammazione in fase attiva. Va, tuttavia, precisato che non sempre è indispensabile somministrare il mezzo di contrasto, poichè è stata dimostrata una diretta correlazione tra l’elevato segnale nelle sequenze T2 STIR (edema o infiammazione) e l’enhancement contrastografico dopo mezzo di contrasto. L’utilizzo di sequenze dinamiche, dopo mdc, risultano essere particolarmente utili per la quantificazione dell’entità della flogosi e per la valutazione della risposta al trattamento. 125 08-capitolo 6.indd 125 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni 6.3 Coinvolgimento assiale: segni di infiammazione attiva e lesioni strutturali Come nelle altre spondiloentesoartriti, nell’artrite psoriasica, l’impegno assiale prevede l’interessamento sia del rachide che delle articolazioni sacro-iliache. A livello del rachide è tipico il coinvolgimento infiammatorio dei corpi vertebrali, delle articolazioni zigoapofisarie, costovertebrali, sternocostali e manubriosternali. Frequente, inoltre, è l’interessamento flogistico delle entesi, dei legamenti sovraspinosi, interspinosi e dei legamenti gialli. La risonanza magnetica gioca un ruolo fondamentale nella fase preradiologica e con l’utilizzo di sequenze ad alto contrasto o fluidosensibili e del mezzo di contrasto consente la visualizzazione delle lesioni acute, quali la sinovite, il versamento articolare, l’edema osseo intraspongioso/osteite nella sede di inserzione dei tendini, dei legamenti, delle strutture capsulo-legamentose e del disco intervertebrale. Nell’artrite psoriasica, frequente è, inoltre, l’impegno delle articolazioni sacro-iliache, che, rispetto alla spondilite anchilosante, è in genere asimmetrico e meno severo. I vantaggi principali della risonanza magnetica sono legati alla sua elevata sensibilità nelle fasi precoci della malattia e alla sua capacità di discriminare il tessuto fibroadiposo (lesione cronica), dall’edema infiammatorio intraspongioso, che viene ritenuto, secondo i criteri ASAS/OMERACT, la lesione elementare necessaria per porre diagnosi di sacro-ileite attiva. Come per il rachide, l’utilizzo di sequenze appropriate del mezzo di contasto permette di evidenziare le altre lesioni acute, in particolare, la sinovite, il versamento articolare, l’enhancement contrastografico midollare e capsulare e l’eventuale coinvolgimento dei tessuti molli periarticolari. Fra le lesioni strutturali croniche, la risonanza magnetica, con l’impiego delle sequenze morfologiche consente sia a livello del rachide (Figure 46 e 47) che delle articolazioni sacro-iliache (Figura 48), la visualizzazione dell’infiltrazione di tessuto adiposo intraspongioso, che rappresenta la conseguenza del processo infiammatorio acuto, a cui fa seguito l’osteosclerosi, così come le erosioni e la neoproduzione ossea, fino all’anchilosi. 126 08-capitolo 6.indd 126 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi Figura 46. Scansione sagittale FSE T1 e STIR T2 (a-b): oltre l’apposizione sindesmofitosica e la sostituzione adiposa sono evidenti dei grossolani parasindesmofiti a becco a livello degli ultimi metameri lombari che tendono all’anchilosi. Figura 47. Sequenze T1 pesate (a-b): apposizione sindesmofitosica lungo il legamento longitudinale anteriore e i legamenti interspinosi sotto forma di sottile linea ipointensa continua che congiunge a ponte i vari metameri. E’ altresì presente la sostituzione adiposa della spongiosa ossea localizzata a livello degli spigoli somatici. 127 08-capitolo 6.indd 127 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni Figura 48. Sequenze morfologiche T1 e GRE T2 pesate: sono evidenti erosioni, accumulo adiposo periarticolare e sclerosi ossea subcondrale, espressione di esiti di pregressi episodi infiammatori. 128 08-capitolo 6.indd 128 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi 6.4 Coinvolgimento periferico: segni di infiammazione attiva e lesioni strutturali La risonanza magnetica nel coinvolgimento dello scheletro appendicolare in corso di artrite psoriasica consente lo studio della sinovite, dell’edema osseo, della distensione della capsula articolare, della tenosinovite e del grado di flogosi dei tessuti molli circostanti, oltre che delle lesioni osteostrutturali (erosioni e proliferazione ossea) (Figura 49). Figura 49 Sequenze T1 pesate con soppressione del grasso dopo mdc. (a) impregnazione delle erosioni e della sinovia interposta tra le ossa del tarso, di alto segnale in tale sequenza (iperintensi). (b) foci di elevato segnale anche a livello dell’inserzione tendinea o nella metafisi di un ginocchio in un paziente con artrite psoriasica (entesite ed osteite). Nell’artrite psoriasica, generalmente, la flogosi non è circoscritta alla sola capsula articolare, ma si estende nei tessuti molli periarticolari e la sinovite rappresenterebbe un fenomeno secondario all’entesite. Il quadro tipico è rappresentato da un edema adiacente alle entesi, con estensione nei tessuti molli, al di fuori della capsula articolare. Attualmente, viene rivisto il concetto che la lesione dominante dell’artrite psoriasica sia rappresentata da una sinovite articolare, poiché proprio la risonanza magnetica ha dimostrato la frequente coesistenza delle altre lesioni elementari ed in particolare dell’entesite e dell’edema osseo, sia perinserzionale che subcondrale; inoltre l’edema osseo può anche essere diafisario, lontano, cioè, dall’articolazione, e spesso non è associato ad un coinvolgimento sinovitico-articolare. 129 08-capitolo 6.indd 129 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni Sinovite La sinovite in risonanza magnetica appare come una membrana sinoviale ispessita con segnale intermedio nelle sequenze T1 pesate, moderato/alto nelle sequenze T2 pesate e nelle STIR ed iperintenso nelle sequenze T1 pesate con somministrazione di mezzo di contrasto e soppressione del grasso, in relazione ad enhancement contrastografico (Figura 50). L’accumulo di liquido all’interno della capsula articolare appare di bassa intensità di segnale nelle sequenze T1 pesate e di alta intensità nelle sequenze T2 pesate, preferibilmente con soppressione del grasso (STIR o similari). Sebbene la sinovite in corso di artrite psoriasica sia indistinguibile da quella nell’artrite reumatoide, studi di risonanza magnetica hanno osservato che nell’artrite psoriasica il processo infiammatorio si estende a distanza dalla capsula articolare, coinvolgendo i tessuti circostanti, con ispessimento dei legamenti e dei tessuti molli periarticolari ed in particolare le entesi. Ciò ha indotto ad ipotizzare ⇑ ↑ Figura 50. Sequenza T1 pesata con soppressione del grasso dopo mdc: aspetto ispessito della guaina tendinea del flessore del I dito (freccia piena) e della capsula articolare metatarsofalangea del IV dito di un piede (freccia vuota) con alto segnale dopo mdc, espressione di aumentata permeabilità capillare infiammatoria (tenosinovite e sinovite). 130 08-capitolo 6.indd 130 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi che il processo infiammatorio possa iniziare in sede extrasinoviale, a livello cioè delle entesi e che la sinovite sarebbe secondaria all’entesite. Studi istopatologici hanno evidenziato che all’edema osseo sub-inserzionale corrisponde un infiltrato di cellule infiammatorie, prevalentemente di tipo macrofagico, con incremento della vascolarizzazione e segni di osteite. A supporto dell’origine entesitica, extrasinoviale del processo infiammatorio, è stato ipotizzato che alla base dell’onicopatia e del coinvolgimento delle articolazioni interfalangee distali, vi sia un’entesite del legamento ungueale e del tendine estensore, con diffusione del processo infiammatorio al letto ungueale, ai legamenti collaterali e all’articolazione stessa, con conseguente edema osseo, erosioni e neoproduzione ossea. Il tipico coinvolgimento delle articolazioni interfalangee distali impone la diagnosi differenziale con l’osteoartrosi. Studi di risonanza magnetica hanno evidenziato come in entrambe le condizioni il processo infiammatorio a livello dei legamenti collaterali e dei tendini possa essere la manifestazione di esordio, tuttavia nell’artrite psoriasica la flogosi è generalmente più intensa. Tipicamente, nell’artrite psoriasica si evidenzia ispessimento dei legamenti collaterali, edema osseo ed erosioni in sede sub-inserzionale dell’entesi ed entesofiti. L’edema osseo intraspongioso ha generalmente un carattere diffuso nel contesto della falange ungueale. Nella osteoartrosi l’edema osseo è di tipo focale, in sede subcondrale, nel punto di maggior danno cartilagineo, dove è più evidente la riduzione della rima articolare. L’utilizzo del mezzo di contrasto consente di evidenziare un enhancement contrastografico dei tessuti molli periungueali e dei legamenti collaterali ispessiti; reperti generalmente non apprezzabili in corso di osteoartrosi. 131 08-capitolo 6.indd 131 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni Tenosinovite La tenosinovite è la distensione fluida delle guaine sinoviali dei tendini con alta intensità di segnale nelle sequenze T1 pesate con soppressione del grasso dopo somministrazione mezzo di contrasto e nelle sequenze T2 pesate con soppressione del grasso (STIR o similari) (Figura 51). a) b) Seq. T2 STIR Seq. T1 dopo mdc Figura 51. Sequenza STIR T2 (a): distensione fluida della guaina tendinea del flessore del I dito del piede (alto segnale) in relazione a tenosinovite. Sequenza T1 con soppressione del grasso dopo mdc (b): alto segnale della guaina tendinea, espressione di impregnazione di significato infiammatorio attivo. 132 08-capitolo 6.indd 132 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi Dattilite La dattilite rappresenta una frequente manifestazione in corso di artrite psoriasica e viene evidenziata in circa un terzo dei pazienti. Essa è dovuta ad una combinazione variabile di diverse lesioni, quali la tenosinovite, prevalentemente dei tendini flessori, l’edema dei tessuti molli, la sinovite delle piccole articolazioni, l’infiammazione a localizzazione extracapsulare (entesite) e l’edema osseo, periarticolare, ma che in alcuni casi può interessare l’intera falange (Figura 52). Olivieri et al., utlizzando la risonanza magnetica, hanno documentato una dattilite a livello delle dita delle mani e dei piedi in diversi pazienti con artrite psoriasica e la principale componente era rappresentata da una tenosinovite essudativa. La tenosinovite più spesso interessava i tendini flessori rispetto agli estensori e la concomitanza della sinovite delle piccole articolazioni rappresentava un’evenienza relativamente rara (6-27% dei casi). a) b) c) d) Figura 52. Sequenze STIR T2 paracoronali della mano ottenute con bobina di superficie. Si osserva in tutte le sequenze (a, b, c, d) l’ispessimento del II dito determinato da edema delle parti molli e tenosinovite del tendine flessore. 133 08-capitolo 6.indd 133 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni Entesite L’entesite caratterizza l’infiammazione nella sede inserzionale dei tendini, dei legamenti e della capsula articolare all’osso e si manifesta con ispessimento ed iperintensità di segnale nelle sequenze T2 pesate e con edema dell’osso sub-inserzionale, che presenta alta intensità di segnale nelle sequenze T1 pesate con soppressione del grasso dopo mezzo di contrasto e nelle sequenze T2 pesate (STIR o similari) (Figura 53). I tendini più frequentemente coinvolti sono il tendine rotuleo, il tendine di Achille e la fascia plantare. Solitamente, si associano edema dei tessuti molli limitrofi e distensione delle borse adiacenti. Figura 53. Sequenze T2 STIR: (a) fascia plantare ispessita con alto segnale, da edema osseo, del calcagno in sede subinserzionale; (b) alto segnale della spongiosa ossea della rotula all’inserzione del tendine rotuleo ispessito (testa di freccia); elevato segnale anche del cellulare adiposo del corpo di Hoffa e distensione fluida della borsa infrarotulea (freccia vuota). Onicopatia L’onicopatia rappresenta una condizione frequente in corso di artrite psoriasica e in risonanza magnetica l’unghia si presenta ispessita e a volte la superficie appare irregolare, anche quando questo reperto non è apprezzabile clinicamente. 134 08-capitolo 6.indd 134 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi Edema osseo L’edema osseo è un reperto frequente nell’artrite psoriasica, evidenziabile, non solo a livello dell’entesi e dell’osso in sede subcondrale, ma anche a livello dei tessuti molli periarticolari o alla regione diafisaria ossea, in sede lontana dall’inserzione tendinea o dai margini articolari (Figure 54 e 55). ↑ ↑ ⇑ Figura 54. Sequenza STIR T2: è evidente l’ispessimento del tendine Achilleo (freccia piena), il diffuso rimaneggiamento strutturale del calcagno sia all’inserzione dello stesso che in maniera diffusa a livello del corpo (freccia vuota), la distensione della borsa retrocalcaneare profonda (freccia piena) e della capsula articolare tibio-astragalica (freccia vuota). Tali alterazioni, espressione di edema, versamento ed infiammazione, appaiono tutte di alto segnale in tale sequenza. 135 08-capitolo 6.indd 135 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni a) b) c) Figura 55. Sequenze T2 STIR: (a,b) diffuso ispessimento del tessuto sottocutaneo in sede dorsale e perimalleolare con elevato segnale come per edema ed infiammazione (c) alto segnale della spongiosa ossea in sede meta-diafisaria della tibia prossimale anche lontano dall’inserzione del tendine rotuleo e dai margini articolari. Un recente contributo della letteratura ha dimostrato una correlazione fra l’edema osseo e il danno strutturale, evidenziato radiologicamente, a supporto del possibile valore pre-erosivo dell’edema osseo intraspongioso. Soprattutto nei pazienti con artrite psoriasica in variante mutilante è stata evidenziata una correlazione fra l’edema osseo e le erosioni e la riduzione della rima articolare, a favore dell’ipotesi che l’edema osseo possa rappresentare un fattore sfavorevole di danno strutturale e che possa, pertanto, essere considerato un utile biomarker di aggressività di malattia. L’edema osseo, tuttavia, sebbere rappresenti una manifestazione precoce, non è un segno specifico dell’infiammazione in corso di artrite psoriasica, in quanto può trovarsi in molteplici altre situazioni, come l’infezione, la malattia degenerativa in fase di rimaneggiamento, l’algodistrofia o nella patologia neoplastica. 136 08-capitolo 6.indd 136 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi Erosioni ossee L’aspetto morfologico in risonanza magnetica delle erosioni ossee in corso di artrite psoriasica è simile a quello documentato nell’artrite reumatoide. Esse appaiono come perdita della normale bassa intensità di segnale della corticale e della normale alta intensità di segnale della trabecolatura della midollare ossea nelle sequenze T1 pesate. Nelle sequenze T2 pesate e nelle STIR esse presentano alta intensità di segnale e l’enhancement contrastografico dopo somministrazione di mezzo di contrasto è espressione di attività del processo infiammatorio (Figura 56). Tuttavia, la differenza riguarda la loro distribuzione, con coinvolgimento delle articolazioni interfalangee distali (caratteristicamente risparmiate nell’artrite reumatoide) e delle articolazioni interfalangee prossimali ed il marcato carattere litico, che contraddistingue la variante mutilante. Figura 56. Ricostruzione sagittale di sequenza volumetrica T1 pesata con soppressione del grasso dopo mdc: alto segnale dopo mdc delle erosioni e della sinovia delle articolazioni intertarsali e della tarso-metatarsale del II dito. 137 08-capitolo 6.indd 137 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni Proliferazione ossea La proliferazione ossea rappresenta la risposta dell’osso all’insulto infiammatorio ed è caratterizzata da apposizione periostale esuberante. L’apposizione ossea (ponti ossei, entesofitosi, sclerosi, ecc) appare di bassa intensità di segnale in tutte le sequenze e non modifica il proprio stato dopo somministrazione di mezzo di contrasto. Le alterazioni ossee di tipo proliferativo sono più facilmente evidenziabili alla radiologia tradizionale e sono spesso segni tardivi, compatibili con un processo infiammatorio cronico. 6.5 Elementi di diagnosi differenziale con l’artrite reumatoide La risonanza magnetica, oggi, fornisce nuovi elementi, non solo per migliorare la diagnosi in fase precoce e per consentire un migliore bilancio di estensione del processo infiammatorio, ma anche per cercare di comprendere i meccanismi eziopatogenetici e per porre una diagnosi differenziale. In particolare, tale tecnica di imaging ci permette di cogliere aspetti distintivi fra l’artrite psoriasica e l’artrite reumatoide, soprattutto nelle fasi precoci della malattia. Caratteristico dell’artrite psoriasica è il riscontro di entesite, con un edema osseo intraspongioso, più esteso, interessante la diafisi di almeno una falange o un metacarpo, e, in alcuni casi localizzato ad una considerevole distanza dalla zona subcondrale, con associato un edema dei tessuti molli in sede extra-articolare, esteso fino in sede sottocutanea. I tendini flessori sono più spesso coinvolti rispetto agli estensori. Al contrario, nell’artrite reumatoide i segni di flogosi sono principalmente localizzati a livello della membrana sinoviale e non si osservano segni di entesite. Quando presente, l’edema osseo è prevalentemente localizzato in sede subcondrale, adiacente alla cartilagine, come reperto isolato o intorno alle erosioni, e molto meno esteso rispetto all’artrite psoriasica. Più spesso è evidente il conivolgimento dei tendini estensori, soprattutto nelle fasi precoci della malattia. Studi istopatologici hanno evidenziato che la membrana sinoviale nell’artrite psoriasica differisce da quella in corso di artrite reuma138 08-capitolo 6.indd 138 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi toide, in quanto presenta una minore iperplasia del “lining”, un più marcato edema subsinoviale ed un maggior numero di vasi per millimetro quadrato. I vasi sanguigni neoformati sono tortuosi e dilatati, mentre nell’artrite reumatoide presentano un andamento rettilineo. Malgrado queste differenze istopatologiche, l’aspetto della sinovite in risonanza magnetica è identico nelle due condizioni, sia all’esame di base che nelle sequenze dinamiche, in quanto le curve di enhancement contrastografico, espressione sia di neovascolarizzazione che di vasodilatazione, sono simili nei primi 3 minuti dall’infusione del mezzo di contrasto. Tuttavia, recenti studi hanno evidenziato, che dopo 15 minuti dall’iniezione del mezzo di contrasto il “rate di relative enhancement” è significativamente più elevato nei pazienti con artrite reumatoide, rispetto all’artrite psoriasica, dove si osserva un più rapido washout. Anche per quanto riguarda le erosioni sono state evidenziate delle differenze. In particolare nell’artrire reumatoide esse sono tipicamente localizzate in sede marginale, nella cosidetta “area nuda” (priva cioè di rivestimento cartilagineo), nel punto in cui la membrana sinoviale viene a diretto contatto con l’osso, come conseguenza della proliferazione sinoviale. Al contrario, nell’artrite psoriasica, le erosioni tendono a localizzarsi nella sede di inserzione dei legamenti collaterali e della capsula sull’osso. Tuttavia, queste differenze sono state più frequentemente evidenziate nelle piccole articolazioni delle mani (metacarpofalangee, interfalangee prossimali ed interfalangee distali). Grazie alla tomografia computerizzata ad alta risoluzione è stato possibile evidenziare una differenza anche per quanto riguarda la forma delle erosioni, che sono generalmente più piccole e più profonde nell’artrite psoriasica rispetto all’artrite reumatoide ed hanno una forma tubulare e ad “W”, mentre nell’artrite reumatoide hanno una forma ad “U”. Inoltre, nell’artrite reumatoide è insolito il riscontro di osteofiti/entesofiti, che, se presenti, sono rari e di piccole dimensioni, mentre nell’artrite psoriasica sono più frequenti, più grandi, diffusi e possono circondare l’intera circonferenza dell’osso associandosi a fenomeni di periostite. Quest’ultima appare come un ispessimento del periostio con un più elevato enhancement contrastografico rispetto all’osso limitrofo. Inoltre, la distribuzione delle lesioni rappresenta un altro carattere distintivo fra le due condizioni. Infatti, l’interessamento delle articolazioni 139 08-capitolo 6.indd 139 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni radio-carpica, mediocarpica, carpo-metacarpale e metacarpo-falangee sono significativamente più frequenti nell’artrite reumatoide rispetto all’artrite psoriasica, che caratteristicamente coinvolge le articolazioni interfalangee distali. 6.6 Risonanza magnetica whole-body La risonanza magnetica “whole-body” consente di valutare in modo panoramico l’estensione di malattia e l’eventuale presenza di siti di infiammazione clinicamente silenti (Figura 57). a) b) Figura 57. Sequenze Whole-body STIR T2 e DWIBS (a, b): è possibile ricercare in modo panoramico l’eventuale presenza di foci di edema osseo, anche se clinicamente silenti, a discapito tuttavia della risoluzione spaziale. 140 08-capitolo 6.indd 140 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi L’utilizzo di bobine ad alta risoluzione (micro-coil) permette la valutazione di alterazioni microscopiche come ad esempio il coinvolgimento ungueale nell’artrite psoriasica oltre alle più piccole alterazioni, ovviamente in tal caso a discapito della panoramicità (Figura 58). Figura 58: Le sequenze T1 pesate con soppressione del grasso dopo mdc e STIR T2 lungo il piano parasagittale ottenute con bobina micro-coil da 46 mm di diametro forniscono un elevato dettaglio anatomico e consentono di valutare anche le più fini alterazioni come la presenza di sinovite della metacarpofalangea e la tenosinovite dell’estensore (non evidenti nell’esame di base). Inoltre permettono di escludere la presenza di erosioni articolari o di alterazioni del letto ungueale. L’adozione della risonanza magnetica per consentire un precoce inquadramento diagnostico dell’artrite psoriasica o per monitorare la progressione clinica è una sfida a causa della diversità delle caratteristiche di imaging sopraelencate e della loro differente espressione nei singoli pazienti. Essa, è comunque in grado di rilevare il coinvolgimento assiale o periferico anche in assenza di sintomi, enfatizzando cosi’ l’importanza della malattia subclinica e della diagnosi in stadio precoce (early o very-early) e rendendo sfumata la distinzione tra psoriasi ed artrite psoriasica. Un importante passo futuro, che è oggi in fase di studio, sarà lo sviluppo di metodi di scoring da applicare all’artrite psoriasica e la loro validazione in studi trasversali e longitudinali. 141 08-capitolo 6.indd 141 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni 6.7 Metodi di valutazione semiquantitativa dello scheletro appendicolare in risonanza magnetica 6.7.1 Metodo psa MRI SCORE (PAMRIS) per l’artrite psoriasica Come per l’artrite reumatoide il gruppo OMERACT (Outcome Measures in Rheumatology Clinical Trials) ha proposto e validato per l’artrite psoriasica uno score per la valutazione in risonanza magnetica dell’interessamento dello scheletro appendicolare, denominato PsA MRI score (PAMRIS), che rappresenta una variazione del RAMRIS (the Revised OMERACT RA-MRI scoring system) validato per l’artrite reumatoide. Le articolazioni valutate sono rappresentate dalle metacarpo-falangee, dalle interfalangee prossimali (IFP) e dalle interfalangee distali (IFD), dal 2° al 5° dito della mano. Queste articolazioni vengono suddivise in 3 regioni da una linea passante per la parte centrale dell’osso metacarpale e delle falangi prossimali ed intermedie e in 6 sottoregioni da una linea passante per lo spazio articolare (Figura 59). Le lesioni elementari valutate sono rappresentate dalla sinovite, l’edema osseo, le erosioni ossee e la flogosi extra-capsulare. Dato che la sinovite, le erosioni e l’edema osseo sono simili a quelli evidenziati in corso di artrite reumatoide, viene utilizzato lo stesso score semiquantitativo del RAMRIS. In particolare, lo score prevede un punteggio da 0 a 3 in ciascuna delle 3 regioni per la sinovite, da 0 a 10 per le erosioni, a seconda della percentuale di osso coinvolto, per ciascuna delle superfici articolari esaminate e da 0 a 3 per l’edema osseo valutato in ciascuna delle 6 sottoregioni. Viene, inoltre, aggiunto allo score il punteggio di altre lesioni elementari tipiche dell’artrite psoriasica. La tenosinovite viene valutata per ognuno dei quattro tendini flessori in ciascuna delle 3 regioni, con uno score da 0 a 3, in funzione dello spessore dell’enhancement contrastografico o dell’iperintensità di segnale all’interno del tendine. La flogosi periarticolare viene punteggiata come presente o assente in sede limitrofa a ciscuna delle 3 regioni articolari sul versante dorsale e palmare del dito. Anche la proliferazione ossea, definita come “un’anomala formazione di osso in sede periarticolare”, come a livello delle entesi (entesofiti), o all’interno dell’artico142 08-capitolo 6.indd 142 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi lazione (anchilosi)”, viene punteggiata come presente o assente in ciscuna delle 3 regioni. Nella versione precedente del metodo, l’edema veniva distinto in subcondrale, diafisario ed a carico delle entesi, ma tale distinzione era troppo difficile da valutare ed è stata, pertanto, rimossa dall’ultima versione del metodo. Studi di validazione sono ancora in corso per valutare la concordanza inter ed intra osservatore per ciascuna delle lesioni elementari prese in considerazione, al fine di raggiungere una maggiore standardizzazione sia della tecnica di esecuzione che dell’interpretazione dei risultati. Figura 59. Sedi articolari valutate nel metodo PsA MRI score (PAMRIS). 143 08-capitolo 6.indd 143 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni In breve 1. Come per la spondilite anchilosante, anche nella spondilite psoriasica, l’esame di risonanza magnetica, con le sequenze appropriate (fat sat) e la somministrazione di mdc, risulta particolarmente utile, soprattutto nella fase pre-radiologica. 2. La risonanza magnetica grazie alla multiplanareità, all’elevata risoluzione di contrasto e alla panoramicità permette di ottenere una diagnosi precoce ed un migliore bilancio di estensione nel coinvolgimento assiale delle strutture interessate dal processo infiammatorio. 3. Le lesioni elementari in corso di artrite psoriasica sono rappresentate dalla sinovite, dalla tenosinovite, dall’entesite, dall’edema delle parti molli, dalla periostite, dall’edema osseo, dalle erosioni ossee, dall’accumulo adiposo periarticolare e dalla proliferazione ossea. 4. Il gruppo OMERACT (Outcome Measures in Rheumatology Clinical Trials) ha proposto e validato per l’artrite psoriasica uno score per la valutazione in risonanza magnetica dell’interessamento dello scheletro appendicolare, denominato PsA MRI score (PAMRIS). 144 08-capitolo 6.indd 144 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi Test di valutazione 1. A livello dello scheletro assiale, la risonanza magnetica in corso di artrite psoriasica in fase pre-radiologica è in grado di visualizzare: a) L’edema osseo dei corpi vertebrali b) La distensione capsulare delle articolazioni interapofisarie, costo-vertebrali, sterno-costali e manubrio-sternali c) La flogosi a livello dell’inserzione dei legamenti spinosi d) La flogosi a livello dei tessuti molli paravertebrali e) Tutte le precedenti 2. A livello dello scheletro appendicolare, la risonanza magnetica in corso di artrite psoriasica quali delle seguenti lesioni di infiammazione attiva è in grado di visualizzare: a) La sinovite b) La tenosinovite c) L’entesite/periostite d) L’edema osseo intraspongioso e) Tutte le precedenti 3. Come appare il segnale in risonanza magnetica in corso di sinovite psoriasica: a) Segnale intermedio nelle sequenze T1 pesate b) Moderata/alta intensità di segnale nelle sequenze T2 pesate c) Moderata/alta intensità di segnale nelle sequenze STIR d) Iperintensità di segnale nelle sequenze T1 pesate con somministrazione di mezzo di contrasto e soppressione del grasso, e) Tutte le precedenti 4. Quali fra i seguenti metodi di scoring per la valutazione delle lesioni acute e croniche in risonanza magnetica vengono utilizzati nello studio dell’interessamento appendicolare in corso di artrite psoriasica: a) Metodo SPARCC b) Metodo PASRI c) Metodo PAMRIS d) Metodo BASRI e) Metodo RAMRIS 145 08-capitolo 6.indd 145 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni Letture consigliate • Bøyesen P, McQueen FM, Gandjbakhch F, Lillegraven S, Coates L, Wiell C, Haavardsholm EA, Conaghan PG, Peterfy CG, Bird P, Ostergaard M. The OMERACT Psoriatic Arthritis Magnetic Resonance Imaging Score (PsAMRIS) is reliable and sensitive to change: results from an OMERACT workshop. J Rheumatol 2011; 38 (9): 2034-8. • Brockbank JE, Stein M, Schentag CT, Gladman DD. Dactylitis in psoriatic arthritis: a marker for disease severity? Ann Rheum Dis 2005, 64: 188-90. • Cimmino MA, Barbieri F, Boesen M, Paparo F, Parodi M, Kubassova O, Scarpa R, Zampogna G. Dynamic contrast-enhanced magnetic resonance imaging of articular and extraarticular synovial structures of the hands in patients with psoriatic arthritis. J Rheumatol Suppl 2012; 89: 44-8. • Cimmino MA, Parodi M, Innocenti S, et al. Dynamic magnetic resonance of the wrist in psoriatic arthritis reveals imaging patterns similar to those of rheumatoid arthritis. Arthritis Res Ther 2005; 7: R725-31. • Cimmino MA, Parodi M, Zampogna G, Paparo F, Silvestri E, Garlaschi G, Scarpa R. Magnetic resonance imaging of the hand in psoriatic arthritis. J Rheumatol Suppl 2009; 83: 39-41. • Coates LC, Hodgson R, Conaghan PG, Freeston JE. MRI and ultrasonography for diagnosis and monitoring of psoriatic arthritis. Best Pract Res Clin Rheumatol 2012; 26 (6): 805-22. • Godfrin B, Zabraniecki L, Lamboley V, Bertrand-LatourF, Sans N, Fournié B. Spondyloarthropathy with entheseal pain. A prospective study in 33 patients. Joint Bone Spine 2004; 71: 557-62. • Hetland ML, Ejbjerg B, Hørslev-Petersen K, Jacobsen S, Vestergaard A, Jurik AG, Stengaard-Pedersen K, Junker P, Lottenburger T, Hansen I, Andersen LS, Tarp U, Skjødt H, Pedersen JK, Majgaard O, Svendsen AJ, Ellingsen T, Lindegaard H, Christensen AF, Vallø J, Torfing T, Narvestad E, Thomsen HS, Ostergaard M; CIMESTRA study group. MRI bone oedema is the strongest predictor of subsequent radiographic progression in early rheumatoid arthritis. Results from a 2-year randomised controlled trial (CIMESTRA). Ann Rheum Dis 2009; 68 (3): 384-90. • Hoenen-Clavert V, Rat AC, Loeuille D, Bettembourg-Brault I, Michel-Batot C, Blum A, Pourel J, Chary-Valckenaere I. Inflammatory and structural evaluation in spondyloarthritis: magnetic resonance imaging analysis of axial and peripheral involvement. J Rheumatol 2007; 34 (4): 762-8. • Jevtic V, Watt I, Rozman B, et al. Distinctive radiological features of small hand joints in rheumatoid arthritis and seronegative spondyloarthritis demonstrated by contrastenhanced (Gd-DTPA) magnetic resonance imaging. Skeletal Radiol 1995; 24: 351-5. • Marzo-Ortega H, Tanner SF, Rhodes LA, Tan AL, Conaghan PG, Hensor EM, Radjenovic A, O’Connor P, Emery P, McGonagle D. Magnetic resonance imaging in the assessment of metacarpophalangeal joint disease in early psoriatic and rheumatoid arthritis. Scand J Rheumatol 2009; 38 (2): 79-83. • McGonagle D, Conaghan PG, Emery P. Psoriatic arthritis: a unified concept twenty years on. Arthritis Rheum 1999; 42: 1080-6. 146 08-capitolo 6.indd 146 18/10/13 14:05 Semeiotica delle lesioni elementari e metodi di valutazione semiquantitativi • McGonagle D, Gibbon W, O’Connor P, et al. : Characteristic magnetic resonance imaging entheseal changes of knee synovitis in spondylarthropathy. Arthritis Rheum1998; 41: 694-700. • McGonagle D, Marzo-Ortega H, O’Connor P, et al. Histological assessment of the early enthesitis lesion inspondyloarthropathy. Ann Rheum Dis 2002; 61: 5347. • McQueen F, Lassere M, Bird P, Haavardsholm EA, Peterfy C, Conaghan PG, Ejbjerg B, Genant H, O’Connor P, Emery P, Østergaard M. Developing a magnetic resonance imaging scoring system for peripheral psoriatic arthritis. J Rheumatol 2007; 34(4): 859-61. • McQueen F, Lassere M, Duer-Jensen A, Wiell C, Conaghan PG, Gandjbakhch F, Hermann KG, Bird P, Bøyesen P, Peterfy C, Ejbjerg B, Haavardsholm EA, Coates L, Ostergaard M. Testing an OMERACT MRI scoring system for peripheral psoriatic arthritis in cross-sectional and longitudinal settings. J Rheumatol 2009; 36 (8): 1811-5. • McQueen F, Lassere M, Ostergaard M. Magnetic resonance imaging in psoriatic arthritis: a review of the literature.Arthritis Res Ther 2006; 8: 207. • McQueen FM, Benton N, Perry D, Crabbe J, Robinson E, Yeoman S, McLean L, Stewart N. Bone edema scored on magnetic resonance imaging scans of the dominant carpus at presentation predicts radiographic joint damage of the hands and feet six years later in patients with rheumatoid arthritis. Arthritis Rheum 2003; 48 (7): 1814-27. • McQueen FM, Dalbeth N, Doyle A. MRI in psoriatic arthritis: insights into pathogenesis and treatment response. Curr Rheumatol Rep 2008; 10 (4):303-10. • Melchiorre D, Calderazzi A, Maddali Bongi S, Cristofani R, Bazzichi L, Eligi C, Maresca M, Ciompi M. A comparison of ultrasonography and magnetic resonance imaging in the evaluation of temporomandibular joint involvement in rheumatoid arthritis and psoriatic arthritis. Rheumatology (Oxford) 2003; 42 (5): 673-6. • Narváez J, Narváez JA, de Albert M, Gómez-Vaquero C, Nolla JM. Can magnetic resonance imaging of the hand and wrist differentiate between rheumatoid arthritis and psoriatic arthritis in the early stages of the disease? Semin Arthritis Rheum 2012; 42 (3): 234-45. • Olivieri I, Barozzi L, Favaro L, et al. Dactylitis in patients with seronegative spondylarthropathy. Assessment by ultrasonography and magnetic resonance imaging. Arthritis Rheum 1996; 39: 1524-8. • Olivieri I, Salvarani C, Cantini F, et al. Fast spin echo- T2-weighted sequences with fat saturation in dactylitis of spondylarthritis. No evidence of entheseal involvement of the flexor digitorum tendons. Arthritis Rheum 2002; 46: 2964-7. • Olivieri I, Scarano E, Padula A, Giasi V: Dactylitis involving most of the fingers. Clin Exp Rheumatol 2003; 21: 406. • Ostergaard M, McQueen F, Wiell C, Bird P, Bøyesen P, Ejbjerg B, Peterfy C, Gandjbakhch F, Duer-Jensen A, Coates L, Haavardsholm EA, Hermann KG, Lassere M, O’Connor P, Emery P, Genant H, Conaghan PG. The OMERACT psoriatic arthritis magnetic resonance imaging scoring system (PsAMRIS): definitions of key pathologies, suggested MRI sequences, and preliminary scoring system for PsA Hands. J Rheumatol 2009; 36(8): 1816-24. 147 08-capitolo 6.indd 147 18/10/13 14:05 F. Salaffi, M. Carotti, E. Scarano, M. Gutierrez, O. De Lucia, A. Marchesoni • Palosaari K, Vuotila J, Takalo R, Jartti A, Niemelä RK, Karjalainen A, Haapea M, Soini I, Tervonen O, Hakala M. Bone oedema predicts erosive progression on wrist MRI in early RA--a 2-yr observational MRI and NC scintigraphy study. Rheumatology (Oxford) 2006; 45(12): 1542-8. • Scarpa R, Soscia E, Peluso R, et al. Nail and distal interphalangeal joint in psoriatic arthritis. J Rheumatol 2006; 33: 1315-9. • Schoellnast H, Deutschmann HA, Hermann J, Schaffler GJ, Reittner P, Kammerhuber F, Szolar DH, Preidler KW. Psoriatic arthritis and rheumatoid arthritis: findings in contrast-enhanced MRI. AJR Am J Roentgenol 2006; 187 (2): 351-7. • Schwenzer NF, Kötter I, Henes JC, Schraml C, Fritz J, Claussen CD, Horger M. The role of dynamic contrast-enhanced MRI in the differential diagnosis of psoriatic and rheumatoid arthritis. AJR Am J Roentgenol 2010; 194 (3): 715-20. • Stone MA, White LM, Gladman DD, Inman RD, Chaya S, Lax M, Salonen D, Weber DA, Guthrie JA, Pomeroy E, Podbielski D, Keystone EC. Significance of clinical evaluation of the metacarpophalangeal joint in relation to synovial/bone pathology in rheumatoid and psoriatic arthritis detected by magnetic resonance imaging. J Rheumatol 2009; 36 (12): 2751-7. • Strube H, Becker-Gaab C, Saam T, Reiser M, Schewe S, Schulze-Koops H, Treitl M. Feasibility and reproducibility of the PsAMRIS-H score for psoriatic arthritis in low-field-strength dedicated extremity magnetic resonance imaging. Scand J Rheumatol 2013. [Epub ahead of print] • Tan AL, Benjamin M, Toumi H, Grainger AJ, Tanner SF, Emery P, McGonagle D. The relationship between the extensor tendon enthesis and the nail in distal interphalangeal joint disease in psoriatic arthritis--a high-resolution MRI and histological study. Rheumatology (Oxford) 2007; 46(2): 253-6. • Tan AL, Grainger AJ, Tanner SF, Emery P, McGonagle D. A high-resolution magnetic resonance imaging study of distal interphalangeal joint arthropathy in psoriatic arthritis and osteoarthritis: are they the same? Arthritis Rheum 2006; 54(4): 1328-33. • Tan YM, Østergaard M, Doyle A, Dalbeth N, Lobo M, Reeves Q, Robinson E, Taylor WJ, Jones PB, Pui K, Lee J, McQueen FM. MRI bone oedema scores are higher in the arthritis mutilans form of psoriatic arthritis and correlate with high radiographic scores for joint damage. Arthritis Res Ther 2009; 11(1): R2. • Tehranzadeh J, Ashikyan O, Anavim A, Shin J. Detailed analysis of contrastenhanced MRI of hands and wrists in patients with psoriatic arthritis. Skeletal Radiol 2008; 37 (5): 433-42. • Wiell C, Szkudlarek M, Hasselquist M, Møller JM, Vestergaard A, Nørregaard J, Terslev L, Østergaard M. Ultrasonography, magnetic resonance imaging, radiography, and clinical assessment of inflammatory and destructive changes in fingers and toes of patients with psoriatic arthritis. Arthritis Res Ther 2007; 9 (6): R119. 148 08-capitolo 6.indd 148 18/10/13 14:05
© Copyright 2024 Paperzz