ECONOMIA MANAGERIALE PROF. DAVIDE VANNONI LECTURE NOTES TRATTE DAL LIBRO DI TESTO DEL PROF. BARBARITO L’ANALISI COMPETITIVA. METODOLOGIA E APPLICAZIONI A.A. 2013-2014 Indice 1. I confini dell’arena competitiva 2. Il mercato nel sistema economico 3. L’analisi della domanda 4. L’analisi dell’offerta 5. Il posizionamento dei concorrenti 6. L’analisi delle performance 2 1) I confini dell’arena competitiva 1. Introduzione 2. Dal mercato e dal settore produttivo all’arena competitiva: una breve storia della letteratura economica 3. Altre possibili unità di indagine: distretti, cluster, filiere e i mercati a più facce 4. Le classificazioni dei mercati nelle ricerche operative 5. La definizione dei confini dell’arena competitiva: i criteri di selezione delle imprese per un’analisi empirica 3 Cos’è esattamente un’arena competitiva (mercato o settore) ? = Chi sta dentro e chi sta fuori dal nostro oggetto di analisi ? Arene competitive sistema economico mercati o settori imprese Un mercato/settore è una porzione del sistema economico nella quale sono aggregate imprese simili che offrono prodotti simili e sono tra loro interdipendenti 4 sono concorrenti ? • Apple, Samsung, Amazon, Google • Un produttore di bottiglie di vetro e uno di plastica • Un produttore di cartelle in cuoio e uno di borsette in cuoio 5 La letteratura economica • Marshall (1890): concorrenza perfetta, similitudine tra prodotti • • • • • Chamberlin e Robinson (1933): concorrenza monopolistica Kaldor (1935): elasticità, interdipendenza Chamberlin, Andrews (1950): similarità processi produttivi Robinson (1953): industry ≠ market Triffin, Lange: rimane l’insoddisfazione sulla definizione di settore 6 I tre criteri di aggregazione • Prodotti simili = sostituibilità tra beni o servizi (lato della domanda) • Imprese simili = similitudine dei processi produttivi (lato dell’offerta) • Elevata interdipendenza tra produttori i “pesi” sono soggettivi 7 I contributi degli economisti industriali • Il concetto di concorrenza diretta ⎧ri, j ≥ c j + dij ∃ i t.c. ⎨ ⎩ri,k ≥ ck + dik i = consumatore, r = prezzo riserva j, k = beni cj = prezzo del bene j dij = disutilità di i associata al consumo di j (= costo di trasporto) • la concorrenza indiretta: a con b, b con c .... → a con c • Momigliano (1975): “alta capacità di sottrazione della domanda di mercato” • Jacquemin (1975): “il settore raggruppa beni che abbiano legami di sostituibilità o complementarietà” 8 Porter (1980): la concorrenza allargata Potenziali entranti Comportamento dei fornitori ANALISI DELLA CONCORRENZA Comportamento dei clienti Prodotti sostituti 9 altre unità di analisi: i distretti • Tessile (Prato) • Oreficeria (Arezzo e Vicenza) • Marmo (Carrara) • Seta (Como) • Pelleteria e calzature (Firenze) 10 le filiere fornitori impianti e macchinari imprese chimiche fornitori macchinari conto terzisti imprese conciarie Produzione di calzature terzisti per lavorazioni fornitori di pelli grezze fornitori accessori Distribuzione 11 i mercati a più facce n o C ti t ta Soggetto A (Inserzionista) Piattaforma (Tv) Pr og ra m m i Soggetto B (Consumatori) 12 Le classificazioni dei mercati nelle ricerche operative • Ateco 2007 LIVELLI ATECO 91 NUMERO DI CIFRE N° VOCI ATECO 2007 1° livello Sezioni 1 lettera 21 2° livello Divisioni 2 cifre 88 3° livello Gruppi 3 cifre 272 4° livello Classi 4 cifre 615 5° livello Categorie 5 cifre 918 6° livello Sottocategorie 6 cifre 1224 13 Divisione 10 Gruppi Industria alimentare 10.1 10.2 10.3 10.4 10.5 10.6 10.7 10.8 10.9 Gruppo 10.7 Produzione di prodotti da forno e farinacei Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne Lavorazione e conservazione dei pesci, crostacei e molluschi Lavorazione e conservazione di frutta e voltaggi Produzione di oli e grassi vegetali e animali Industria lattiero-casearia Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei Produzione di prodotti da forno e farinacei Produzione di altri prodotti alimentari Produzione di prodotti per l’alimentazione degli animali Classi 10.71 Produzione di pane, prodotti di pasticceria freschi Produzione di effetti biscottate e biscotti; produzione di 10.72 prodotti di pasticceria conservata Produzione di paste alimentari, di couscous e di prodotti 10.73 farinacei simili 14 Classe 10.71 Categoria Sottocategoria Produzione di pane, prodotti di pasticceria freschi 10.71.1 10.71.2 10.71.10 Produzione di prodotti di panetteria freschi 10.71.20 Produzione di pasticceria fresca 15 Le autorità antitrust • il mercato rilevante • identificare un mercato in cui vi è una posizione dominante • identificare un contesto competitivo all’interno del quale un’operazione di fusione potrebbe potenzialmente portare il nuovo soggetto a costituire o a rafforzare una posizione dominante. 16 UE • il mercato del prodotto rilevante comprende tutti i prodotti e/o servizi che sono considerati intercambiabili o sostituibili dal consumatore, in ragione delle caratteristiche dei prodotti, dei loro prezzi e dell’uso al quale sono destinati; • il mercato geografico rilevante comprende l’area in cui le imprese interessate forniscono o acquistano prodotti o servizi, nella quale le condizioni di concorrenza sono sufficientemente omogenee. 17 USA • SSSNIP • Small but Significant Non transitory Increase in Price 18 Gli elementi comuni • L’indice di Lerner Indice di Lerner = Pm − C ' Pm • il prezzo di partenza • Merger Guidelines: prezzo prevalente • AGCM: prezzo significativamente superiore a quello concorrenziale (C’) 19 Le società di consulenza • Prometeia •Agricoltura e pesca •Cave di minerali non metalliferi •Salumi e altri prodotti base carne •Macellazione carne •Lavorazione e conservazione del pesce •Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi •Oli e grassi •Latte e derivati •Industria molitoria e riso •Pasta •Prodotti da forno •Prodotti in gomma •Prodotti in plastica •Vetro cavo •Vetro piano e tecnico •Prodotti refrattari •Piastrelle in ceramica •Laterizi •Ceramica sanitaria e per il consumo •Cemento •Calce e gesso •Calcestruzzo •Organi di trasmissione •Macchine per la metallurgia a caldo •Automobili •Mobili per ufficio •Mobili per cucina •Mobili imbottiti •Mobili per camera e soggiorno •Gioielleria e bigiotteria •Strumenti musicali •Articoli sportivi e attrezzi da palestra •Giochi e giocattoli •Dettaglio despecializzato con prevalenza di alimentare •Dettaglio despecializzato senza alimentare •Dettaglio specializzato di alimentari, bevande e tabacco •Alberghi e altri servizi di alloggio •Ristoranti, mense, catering, bar •Editoria di libri e pubblicazioni •Editoria di quotidiani e periodici •Comunicazioni radio-televisive •Telecomunicazioni •Servizi informatici 20 • Databank •Ortofrutta •Carne bovina •Riso •Acque minerali •Il distretto del vino del Chianti •Pasta •Alimenti surgelati •Caffè •Caffè del canale bar e HoRe.Ca •Tessuti lanieri per abbigliamento •Intimo donna •Il distretto tessile abbigliamento di Empoli •Calze •Abbigliamento donna •Abbigliamento informale uomo •Abbigliamento infantile •Il distretto calzaturiero veronese •Valigeria e pelletteria •Editoria di libri •Editoria scolastica •Editoria professionale •Piastrelle ceramiche •Il distretto del marmo di Carrara •Tessile casa e comunità •Pentole, coltelli e posate •Elettronica di consumo •Orologeria •Caldaie •Pannelli solari •Rubinetteria domestica •Il distretto del mobile della brianza •Il distretto del mobile di Pesaro •Mobili per cucina •Mobili zona notte e zona giorno •Lotteria e scommesse •Grande distribuzione alimentare •Distribuzione al dettaglio di abbigliamento •Software e servizi IT •Business Travel •Ristorazione collettiva, buon pasto, ristorazione commerciale moderna •Carte di pagamento •Factoring •Leasing immobiliare di degli strumentali 21 Suggerimenti operativi 1. identificate la filiera 2. decidete quali stadi aggregare assieme 3. confini geografici 4. prodotti sostituti (lato domanda) da aggiungere ? Regola del 50% 5. tecnologie sostitute da aggiungere ? 6. restringere ulteriormente il campo d’indagine (per prezzo, funzione d’uso) 22 2) Il mercato nel sistema economico 1. L’influenza del ciclo economico 2. L’interdipendenza tra un mercato e gli altri mercati del sistema economico 3. Il ruolo dello Stato nell’evoluzione del mercato 23 a) le relazioni con il sistema economico (macro) • Quanto pesa il mercato all’interno del sistema economico? • C’è una correlazione tra le variazioni del mercato e le variazioni del PIL? Il mercato è ciclico o anticiclico? • Quali sono le principali variabili macroeconomiche che hanno impatto direttamente sul funzionamento del mercato che dobbiamo studiare? Quanto è rilevante l’impatto di ognuna di queste? 24 peso del settore = valore produzione del settore P.I.L. Il peso del settore delle TLC (fisse + mobili) sul PIL 3,00% 2,85% 2,70% 2,55% 2,40% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 25 Le variazioni del settore delle TLC (fisse + mobili) e del PIL 20,00% 15,00% PIL TLC 10,00% 5,00% 0% -5,00% -10,00% 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012E 26 l’elasticità della domanda rispetto al reddito ε Qd,R var%Qd = var%R 27 macrovariabili rilevanti • Tassi di cambio • Inflazione • Costo del lavoro • Costo delle materie prime • Tassi di interesse (e disponibilità di credito) 28 b) le relazioni orizzontali con gli altri settori prodotti sostituti e complementari var%Qd(x) ε Qd ( x ),P( y) = var%P(y) 20,00% TLC IT 15,00% 10,00% 5,00% 0% -5,00% -10,00% 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012E 29 le tavole input-output Impieghi intermedi Impieghi finali Consumi Investim Var. TOTALE Agricoltura Industria Servizi Export finali enti scorte IMPIEGHI Agricoltura Industria Servizi Redditi di lavoro dipendente Risultato lordo di gestione Imposte indirette nette 5 20 30 10 50 40 35 35 30 25 20 40 5 14 13 8 16 12 Ammortamento 4 40 30 Importazioni TOTALE RISORSE 3 10 5 100 200 150 40 70 26 10 10 20 0 10 4 0 5 0 100 200 150 30 • I coefficienti diretti si ottengono dividendo il valore degli acquisti (xij) dal settore i da parte del settore j per il valore complessivo di tutti gli acquisti del settore j (Xj). • I coefficienti di interdipendenza o di attivazione (Total Requirements Coefficients) mostrano le percentuali dell’output dell’industria i richiesto per una unità di domanda finale dell’output dell’industria j (Yj) xij aij = Xj xij zij = Yj 31 c) il ruolo dello Stato • Politica fiscale • Politica monetaria • Politica industriale • Politiche commerciali • Attività legislativa • Consumo pubblico 32 3) L’analisi della domanda 1. Introduzione 2. Il ciclo di vita del prodotto 3. La segmentazione della domanda 4. Differenziazione 5. La previsione quantitativa della domanda e i trend dei singoli segmenti 33 • il ciclo di vita del prodotto Maturità Volume vendite Declino Sviluppo Introduzione Tempo 34 I diversi supporti della musica registrata (valori in milioni di unità) 1000 Vinile CD Cassette Singoli Digitali 750 500 250 0 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 35 la segmentazione • un sottoinsieme distinto di clienti, omogeneo al proprio interno, ma disomogeneo rispetto ai clienti di altri segmenti, dove ogni insieme può essere scelto come obiettivo di mercato da raggiungere con una particolare strategia. (Valdani 1984) • un segmento è definito come quell’area di consumo che mostra caratteristiche di omogeneità al proprio interno oppure come un submercato che, all’interno del mercato generale, presenta modalità similari nell’atteggiamento verso un certo prodotto, nel consumo o nell’acquisto. (Scott e Santagostino 1984) 36 I più frequenti tipi di segmentazione Industriali tipologia di settore dimensione del cliente Consumatori finali numerosità della famiglia sesso età reddito stile di vita Canali distributivi fisico/internet esclusivi/non esclusivi specializzati/non specializzati Consumatori Regioni geografiche nazionali / esportazioni per paese/regione/città Tipologia Prodotti materiali caratteristiche Livello del prezzo Performance 37 Elementi chiave • Criteri di scelta del consumatore = logica della scelta del consumatore 38 Due criteri di rilevazione (ex-post) • Esistono due (o più) segmenti di prodotto quando più del 50% dei consumatori di ognuno dei segmenti non prende in considerazione, al momento dell’acquisto, i prodotti di tutti gli altri segmenti. • Esistono due segmenti di consumatori quando almeno il 50% ha dei criteri di scelta dei prodotti diversi da quelli dell’altro gruppo. 39 Le aree strategiche d’affari (Strategic Business Units) 40 i questionari Secondo lei quanto sono importanti le seguenti caratteristiche in un servizio di ristorazione? Dia un voto in scala da 1 (poco importante) fino a 5 (molto importante). 1 2 3 4 5 qualità del cibo varietà del cibo prezzo possibilità di avere cibo dietetico possibilità di avere piatti tipici tempo impiegato a essere ... 41 Una mappa utile per la segmentazione Prezzo g d e a f h i b c Varietà 42 i focus group • significatività del campione • attributi rilevanti e soggettivi ≠ attributi necessari • perchè, come, quando, e se ... 43 La conjoint analysis • Valore del bene =α0+α1X1+α2X2+α3X3+ ... +ε 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 dimensione 37’ 37’ 37’ 37’ 37’ 37’ 40’ 40’ 40’ 40’ 40’ 40’ 50’ 50’ 50’ 50’ 50’ 50’ tecnologia Lcd Lcd Lcd Plasma Plasma Plasma Lcd Lcd Lcd Lcd Lcd Lcd Plasma Plasma Plasma Lcd Lcd Lcd prezzo € 800 € 1200 € 2000 € 800 € 1200 € 2000 € 800 € 1200 € 2000 € 800 € 1200 € 2000 € 800 € 1200 € 2000 € 800 € 1200 € 2000 44 Una mappa della segmentazione Prezzo C B A Dimensione schermo (pollici) 20‘ 30‘ 40‘ 50‘ 60’ 45 Le funzioni edoniche Prezzo =α0+α1X1+α2X2+α3X3+ ... +ε • • standardizzazione valore assoluto dei coefficienti Variabile indipendente log Hard disk log Ram log Mhz log numero drive log numero slot log processore a 32 bit (dummy) ..... Coeff. T-test 0,164 0,339 0,213 0,367 0,085 0,587 19,64 18,10 5,82 7,98 4,38 9,59 ... ... 46 Il multidimensional scaling Ferrari Fiat Ford Porsche Ferrari 0 Fiat 10 0 Ford 10 1 0 Porsche 2 8 8 0 Volkswagen 9 1 1 7 Volkswagen 0 47 output 1 dimensione 2 dimensione 1 48 una misura della bontà del MDS: lo stress di Kruskal Stress = d = distanza media =∑ dij / n 2 ˆ ∑ (dij − dij ) ∑ (d ij −d ) 2 dˆ = distanza stimata tra due osservazioni 49 Una seconda matrice di input per il multidimensional scaling Ferrari Fiat Ford Porsche Volkswagen Prezzo Potenza Consumo Emissioni Bagagliai (€) (Kw) (lx100Km) CO2 (g/km) o (dm3) 195.193 360 13,1 299 340 19.350 62 4,2 110 1310 22.250 110 6 139 1148 92.495 257 9 212 135 21.300 90 5,2 120 1270 le distanze euclidee Ferrari Fiat Ford Porsche Volkswage n Ferrari 0 3,6 3,1 1,6 3,3 Fiat Ford 0 0,5 2,4 0,2 0 1,9 0,3 Porsche Volkswagen 0 2,1 0 50 output 2 51 la cluster analysis La matrice di partenza per una segmentazione per consumatori nome numero acquisti mensili scontrino medio (€) reddito famigliare annuo (€) numero componenti famiglia % acquisti alimentari e grocery a 3 50 30.000 2 90 b 8 100 35.000 5 70 c 7 70 30.000 4 65 d 4 150 40.000 1 100 e 5 60 25.000 2 95 f 7 120 40.000 4 70 g 10 80 28.000 3 65 h 6 170 45.000 5 75 i 4 60 20.000 1 95 l 9 60 30.000 5 80 52 La precedente matrice standardizzata nome numero acquisti mensili scontrino medio (€) reddito famigliare annuo (€) numero componenti famiglia % acquisti alimentari e grocery a -1,43 -1,00 -0 -0,74 0,71 b 0,74 0,19 0 1,11 -0,78 c 0,30 -0,53 -0 0,49 -1,15 d -0,99 1,39 1 -1,36 1,45 e -0,56 -0,76 -1 -0,74 1,08 f 0,30 0,67 1 0,49 -0,78 g 1,60 -0,29 -1 -0,12 -1,15 h -0,13 1,86 2 1,11 -0,41 i -0,99 -0,76 -2 -1,36 1,08 l 1,17 -0,76 -0 1,11 -0,04 53 la distanza euclidea dab = (xa − xb ) + (ya − yb ) + ....(za − zb ) + (ma − mb ) 2 2 2 2 B Yb Ya A Xa Xb 54 La matrice delle distanze euclidee tra i consumatori a b c d e f g h i l a 0 3,49 2,87 2,92 1,17 3,35 3,69 4,29 1,57 3,28 b 3,49 0 1,28 3,99 3,35 1,11 1,87 2,32 4,16 1,44 c 2,87 1,28 0 4,16 2,78 1,81 1,48 3,27 3,45 1,56 d 2,92 3,99 4,16 0 3,03 3,26 4,51 3,31 3,41 4,40 e 1,17 3,35 2,78 3,03 0 3,41 3,23 4,43 1,00 2,85 f 3,35 1,11 1,81 3,26 3,41 0 2,36 1,60 4,18 2,33 g 3,69 1,87 1,48 4,51 3,23 2,36 0 3,83 3,82 1,80 h 4,29 2,32 3,27 3,31 4,43 1,60 3,83 0 5,16 3,55 i 1,57 4,16 3,45 3,41 1,00 4,18 3,82 5,16 0 3,71 l 3,28 1,44 1,56 4,40 2,85 2,33 1,80 3,55 3,71 0 55 La valutazione della distanza tra gruppi con gli algoritmi single linkage e complete linkage y single linkage complete linkage x ! 56 il dendrogramma finale a e i d b f h c g l 57 L’analisi dell’agglomerazione: un suggerimento per dove fermarsi Numero di cluster Distanza media intra-cluster 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0,7057 0,7825 1,0466 1,0565 1,2379 1,5648 2,6324 2,6571 4,8690 Incremento % della distanza scendendo a un numero di gruppi inferiore 10,9% 33,8% 0,9% 17,2% 26,4% 68,2% 0,9% 83,2% 58 I centroidi dei due segmenti finali: valori e (deviazioni standard) Cluster numero acquisti mensili scontrino medio (€) reddito famigliare annuo (€) numero componenti famiglia 1 (a,e,i,d) 4,00 (0,82) 80 (46,90) 28.750 (8539) 2 (b,f,h,c,g,l) 7,83 (1,47) 100 (40,50) 34.667 (6683) 4,33 (0,82) 70,83 (5,85) 32.300 (7646) 3,2 (1,62) 80,5 (13,43) media 6,3 (2,31) 92 (41,85) 1,5 (0,58) % acquisti alimentari e grocery 95 (4,08) 59 La differenziazione • segmentazione = dove l’impresa compete • differenziazione = come l’impresa compete 60 i segmenti nel mercato automobilistico Tipologia generale Euro NCAP Commissione europea Definizioni Britanniche Supermini Segmento A o Minicars Small Family Car Large Family Car Segmento B o Small Cars Segmento C o Medium Cars Segmento D o Large Cars Micorcar Bubble car City Car Supermini Small Family Car Large Family Car Compact Executive Car Executive Car Luxury Car Sports Car Grand Tourer Supercar Convertible Roadster Leisure Activity Vehicle Mini MPV Compact MPV Large MPV Van Mini 4x4 Compact 4x4 Coupé SUV Large 4x4 Pick-up Passeggeri Executive Car Roadster Segmento E o Executive Cars Segmento F o Luxury Cars Roadster sports Small MPV MPV Multi Purpose Cars Large MPV Small off road 4x4 Off.roader Large off road 4x4 Pick-up SUV, 4x4, PUP 61 una mappa del posizionamento all’interno di un segmento Potenza (CV) C D B A E Prezzo o costo d’uso 62 una mappa percettiva Reputazione Facilità d’uso 63 la differenziazione orizzontale A Gusto dolce B C Gusto amaro • costi simili di produzione e dunque prezzi simili Pa=Pb=Pc. Si può scegliere solo dove collocarsi • preferenze distribuite in modo uniforme • costi di trasporto lineari CT = t x 64 a x y i Gusto dolce Prodotto 1 b Gusto amaro Prodotto 2 Mercato di 2 Mercato di 1 L 65 • il principio della minima differenziazione • il pricipio della massima differenziazione • ma con CT = t x 2 66 La differenziazione verticale • i gusti riflettono la disponibilità a pagare (che dunque si mette nel modello come reddito) • esistono costi fissi iniziali rilevanti • il costo cresce con la qualità verticale • conclusione: la proprietà di finitezza (= non c’è spazio per tutti) 67 La previsione quantitativa della domanda e i trend dei singoli segmenti • modelli causali • Qdi = f(Pi, Pn-i, Y, ...) • Qdi, (t) = f(Qdi, (t-1), Qdi, (t-2) , Qdi, (t-3), ... ) • modelli autocorrelati • problemi di misurazione delle variabili Q, P, ecc. 68 i dati inziali Anno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Quantità dom. 259,2 134,4 151,2 333,2 446,8 550,0 438,0 387,2 238,0 332,8 362,0 422,0 302,8 366,4 450,8 408,8 Prezzo 1000 1060 1060 960 920 900 900 880 920 940 980 960 1000 960 960 940 Prezzo concorrenti 1.000 1.000 960 960 960 1.040 1.000 960 960 1.000 1.000 960 880 920 1.000 960 Reddito 416 406 412 420 400 386 373 380 388 396 410 420 434 434 432 436 69 l’output tradizionale di una regressione Riepilogo della stima R-quadro R-quadro corretto Scarto quadratico medio Media della risposta Osservazioni (o somma pesata) 0,776186 0,720232 59,10404 348,975 16 Analisi della varianza Origine DF Somma dei quadrati Media quadratica Rapporto F Modello 3 145376,23 48458,7 13,8720 Errore 12 41919,44 3493,3 C. totale 15 187295,67 Stime dei parametri Termine Intercetta Prezzo Prezzo concorrenti Reddito Stima 118,43641 -2,123271 1,0337914 3,0832635 Errore std 698,7462 0,340659 0,46682 0,998461 Rapporto T 0,17 -6,23 2,21 3,09 Prob > F 0,0003* Prob>|t| 0,8682 <,0001* 0,0469* 0,0094* 70 L’equazione di domanda • Qd = 118,43-2,12(Prezzo)+1,03(P.conc.)+3,09(Redd.) 71 inoltre ... EQd , p = EQd , p conc = dQ p dp Q = −2,12 i 958, 75 348, 975 dQ p conc d p conc Q EQd ,Y = dQ Y dY Q = 3, 08 i = 1, 03 i 408, 65 348, 975 = −5, 82 972, 5 348, 97 = 2, 87 = 3, 62 72 alcune “malattie” della regressione • specificare correttamente il modello • multicollinearità • eteroschedasticità • autocorrelazione • equazioni simultanee e modelli econometrici 73 le serie storiche • trend • variazione ciclica • variazione stagionale • eventi shock 74 modelli ARIMA 2,8 2,7 Log Passengers 2,6 2,5 2,4 2,3 2,2 2,1 2 0 29 58 87 116 145 Time 1) il valore attuale dipende da quello di n periodi precedenti 2) regolari differenze con il periodo precedente 3) correlazione tra valore attuale ed errore (o media errori) precedenti 75 Conclusioni • breve termine: serie storiche • medio termine: modelli causali • lungo: modelli qualitativi • beni durevoli: modelli causali • beni largo consumo: serie storiche 76 4) L’analisi dell’offerta 1. Introduzione 2. Le caratteristiche dei produttori e dell’offerta 3. Barriere, diversificazione, costi di produzione 4. L’arena competitiva nella filiera: uno sguardo dall’alto 5. La catena del valore: uno sguardo all’interno del processo 77 Le caratteristiche dei produttori: la concentrazione Le classi dimensionali nel settore delle costruzioni in Italia 60% % imprese % valore aggiunto 50% 40% 30% 20% 10% 0% 0-9 10-19 20-49 50-249 250 e oltre 78 l’indice di Herfindal-Hirshman n H = ∑ qm 2 i i=1 Fi qmi = FS SETTORE A impresa 1 impresa 2 impresa 3 impresa 4 impresa 5 quote di mercato 50% 20% 20% 5% 5% 2 2 2 2 2 H = 0,5 + 0,2 + 0,2 + 0,05 + 0,05 = 0,335 79 IL CR4 4 CR4 = ∑ qmi i=1 CR4 = 0,5 + 0,2 + 0,2 + 0,05 = 0,95 80 La curva di Lorenz e l’indice di Gini 100 90 % cumulata fatturato ) 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % cumulata imprese (in ordine crescente di dimensione) 81 Due osservazioni teoriche • esiste un legame concentrazione profittabilità? • esiste un legame concentrazione - potere di mercato? 82 una relazione importante • Π=P(Q)·qi - Ci(qi) ∂ Πi = P + P ′qi − Ci′ = 0 ∂ qi P − Ci′ P 1 qi = ⋅ e Q 83 • Concentrazione = f(dimensione del mercato, barriere all’entrata, economie di scala) • Esempi di settori molto concentrati: estrazione dei metalli, del petrolio, del carbone, dei trasporti aerei, delle telecomunicazioni, del tabacco • Esempi di settori poco concentrati: commercio all’ingrosso, lana, plastica, riparazioni, commercio al dettaglio, alimentare 84 La suddivisione per tipologia di prodotto Le immatricolazioni di automobili nuove in Italia Anno Benzina 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 63,42% 57,07% 51,48% 41,41% 40,43% 40,58% 40,57% 42,16% 36,17% 36,26% 39,12% Diesel Elettrica Dual fuel 36,04% 42,58% 48,20% 58,03% 58,47% 58,16% 55,65% 50,56% 41,82% 45,93% 55,20% 0,01% 0,01% 0,01% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,01% 0,00% 0,01% 0,02% 0,54% 0,29% 0,17% 0,42% 0,94% 1,17% 3,30% 6,73% 21,38% 17,39% 5,21% GPL, metano, altro 0,00% 0,05% 0,14% 0,14% 0,15% 0,08% 0,48% 0,54% 0,62% 0,41% 0,45% 85 La suddivisione per tipologia di prodotto: il mercato delle piastrelle 86 La suddivisione per tipologia di destinazione L’export italiano di gioielli e le sue destinazioni (anno 2010) Consumo nazionale Esportazioni 25% 75% Emirati Arabi Svizzera USA Francia Hong Kong Cina Turchia Germania UK Spagna Altri 3,9% 3,4% 2,9% 2,8% 2,5% 0 7,9% 6,4% 0,075 10,3% 28,2% 16,4% 15,3% 0,15 0,225 0,3 87 La suddivisione per tipologia di clientela Il consumo di calzature in Italia: le tipologie di clientela (anno 2006) Maschi 35% Femmine 65% Turisti 11% Famiglie 82% Comunità 7% 88 La suddivisione per località di produzione La localizzazione dei calzaturifici in Italia (2010) Altre regioni Puglia 7% 7% Campania 7% Marche 33% Lombardia 8% Veneto 16% Toscana 23% 89 La suddivisione per canali di vendita I canali di vendita nel settore delle calzature (2009) Canale d’acquisto Valore (%) Quantità (%) Negozio di calzature 36,5 28,0 Catene di negozi 26,0 20,8 Grandi superfici specializzate 11,0 12,9 Negozio di articoli sportivi 7,3 4,9 Ambulante 5,1 14,2 Negozio di abbigliamento 4,6 3,1 Altri canali 3,2 4,1 Spaccio della ditta produttrice 2,9 2,4 Ipermercati 2,0 7,2 Grandi magazzini 1,4 2,4 100,0 100,0 Totale 90 Le vendite di oli di oliva confezionati in Italia nel 2011 GDO 80% Dettaglio tradizionale 5% Ho.re.ca 3% Privati 9% Altri 3% 91 le barriere all’entrata • sono le difficoltà che una impresa esterna incontra se vuole entrare nel settore – permessi, licenze, brevetti, elevato fabbisogno di capitali, accesso alla grande distribuzione, .... • Come misurarle? – Bain: prezzo - prezzo teorico concorrenziale – Stigler: maggior costo sostenuto dal neoentrante – von Weizsäker: maggior costo quindi inefficienza – Demsetz: no inefficienza • cercate di quantificarle (alte, medie, basse) 92 I tipi di barriera (Bain, 1956) • Vantaggi assoluti di costo (know how, spese per pubblicizzare, canali distributivi consolidati) • Economie di scala • Differenziazione (switching cost, fedeltà alla marca, consumo ostentativo) Costi medi Costi medi Prezzi Domanda Costo medio entrante Costo medio impresa insediata Quantità Costo medio Quantità 93 le barriere strategiche • a) Lo sfruttamento aggressivo di economie di scala e di apprendimento. • • • • • c) L’uso della pubblicità per consolidare la reputazione. d) La ricerca di brevetti o tecnologie per prodotti sostituti. e) Annunci allo scopo di migliorare la reputazione. f) La fissazione di prezzi limite g) La creazione di capacità in eccesso. 94 L’uso di barriere strategiche: percentuale di rispondenti che dichiara di fare uso frequente di queste barriere Curva di apprendimento Nuovi prodotti Prodotti esistenti 26% Pubblicità Brevetti Reputazione Prezzo Capacità limite in eccesso 62% 56% 27% 8% 22% 52% 31% 27% 21% 21% 95 Il prezzo limite Prezzo Costi medi CMg RMg CMe M PM PL B A E L C D Quantità QM QL 96 P, R’, CMT, C’ P* (vedere clip prezzo limite in community) M C’ CMT L PL domanda residualeD R’ Q* Q2 Quantità 97 Le barriere all’uscita • sono ostacoli all’uscita dal settore • si esce se ... n n ∑ perdite >∑ costi fissi annuali - plusval. da cessione capitale fisso 98 Entrata e uscita: Dunne, Roberts e Samuelson (1988) • ogni 5 anni turnover del 30-40%. Questi neo entranti coprono solo il 12-20% del fatturato del settore • l’entrante medio è circa 1/3 dell’impresa media esistente, tranne le imprese diversificate • le imprese che escono hanno una dimensione media di 1/3 rispetto alle imprese esistenti • il 60% degli entranti sopravvive più di 10 anni e raddoppia la propria capacità produttiva • i tassi di entrata ed uscita variano da settore a settore ma sono correlati tra loro 99 la diversificazione N D = 1− ∑P CS=Fpp/FT 2 i i=1 Imprese monoprodotto CS>0,95 Imprese con un prodotto 0,70≤CS≤0,95 principale Imprese diversificate con CS<0,70 e l’impresa diversifica in settori realmente prodotti collegati collegati per esperienze e forze CS<0,70 e l’impresa diversifica in aree non Imprese diversificate con collegate per esperienze e forze, ma solo prodotti non collegati finanziariamente 100 I costi di produzione e le economie di scala • Ci sono nel settore … – economie di scala: il costo totale aumenta meno che proporzionalmente all’aumentare dell’output – economie di varietà (o di scopo): C(q1+q2)<C(q1;0)+C(0;q2) – economie da multilocalizzazione – economie da apprendimento: il costo medio decresce all’aumentare della quantità cumulata prodotta 101 economie di scala • economie pecuniarie • economie reali • stocastiche di scala σ = nσ = σ • dei fattori comuni • ingegneristiche Cb=Ca・(Vb/Va) 2 M x n (con x<1) 102 un esempio di dati per una stima della funzione di costo Quantità (volumi) 265 202 ... 439 Costi totali 3459 2674 ... 5078 Costi medi 13,1 13,2 11,6 Costi medi Quantità 103 • economie di varietà • economie da multilocalizzazione • economie di apprendimento C = C n C(q1+ q2) < C(q1; 0) + C(0; q2) t α c ut 1 t e Ct = costo medio unitario (deflazionato) al tempo t; C1 = costo medio unitario iniziale; nt = volume cumulato di produzione (escluso quello al tempo t); αc = elasticità del costo medio rispetto al volume cumulato (generalmente αc < 0); ut = disturbo stocastico che riflette la casualità sul costo di produzione. 104 αc -0,50 -0,33 -0,25 -0,16 Ct / C1 71% 80% 84% 89% Settore Pendenza della curva del costo medio Prod. veicoli industriali 90% Tappi per bottiglie 82% Condiz. d’aria e strumenti elettrici 80% Chimico 77% Circuiti integrati 70% Frigoriferi 70% 105 altre possibili funzioni di costo 1) b CT = aQ + + CF Q 2) CT = aQb 3) CT=A·Q1/r ·P1 α1/r·P2 α2/r ·P3 α3/r ln CT = ln A+(1/r)lnQ+(α1/r)lnP1+(α2/r)lnP2+(α3/r)lnP3. 106 Due domande • 1) qual è la dimensione minima che un’impresa del settore dovrebbe avere per competere in modo efficiente con tutte le altre? = qual’è la dimensione minima ottima ? Costo medio (lungo periodo) Q0 Q1 Dim.min. ottima Q2 Quantità Dim.max. ottima 107 • 2) quanto è svantaggiata una impresa più piccola? La dimensione minima ottima e lo svantaggio di costo di imprese sub-ottimali Settore Percentuale Percentuale della della produzione produzione del europea Regno Unito Aumento del costo medio ad 1/2 della dimens. min. ottima Fibre della cellulosa 125 16 3 Motori elettrici Birra Mattoni Calzature 60 12 1 0,3 6 3 0,2 0,03 15 7 25 1 108 La “survival technique” (Stigler, 1958) Il numero di produttori di birra, negli Stati Uniti (1959 - 1992) 10-100 Anno 1959 1963 1967 1971 1975 1979 1983 1986 1989 1992 68 54 36 21 10 10 15 13 8 8 Capacità produttiva in migliaia di barili 101-500 501-1000 1001-2000 2001-4000 91 72 44 33 19 13 12 8 7 7 30 33 35 32 13 8 2 3 3 3 18 17 18 21 13 11 13 10 5 5 8 10 10 12 12 13 9 10 6 5 più di 4000 2 3 4 7 15 20 23 23 20 22 109 L’arena competitiva nella filiera: uno sguardo dall’alto Le filiere dei media: musica registrata e l’editoria Autori, compositori, artisti, --------scrittori Case discografiche, editori musicali -----------------Case editrici produzione intermediazione Negozi, concerti, vendite online -----------------librerie, vendite on line distribuzione Fruitori finali: ascoltatori, lettori consumo 110 L’integrazione verticale • • • • Ridurre i costi amministrativi con gli stadi a monte o a valle Acquisire un ridurre le informazioni disponibili in uno stadio importante della filiera Aumentare le barriere all’entrata nel mercato Nei casi di integrazione a valle, alcuni vantaggi di marketing sono associati al poter proporre in distribuzione l’intero portafoglio prodotti 111 L’effetto della doppia marginalizzazione dovuto un produttore e un distributore monopolisti Prezzi Costi P3 P2 P1 E F G C C’D D C’P R’ Q3 Domanda Quantità Q2 112 La catena del valore uno sguardo all’interno del processo La catena del valore di Porter 113 Identificare le fasi cruciali del processo Un’analisi dei costi: la produzione di banda stagnata per lattine 100 66 12 12 3 Fatturato massimo minimo Materie prime 73 57 Lavoro 3,5 2,5 Altri costi Ammortam Altri oneri Imposte operativi enti 16 8 18 5 3 Utile 16 2 114 Un’analisi dei costi: la produzione di calzature 100 20 12 6 2 58 1 Fatturato Produzione Materie e Commercia Pubblicità e Distribuzione prime lavorazioni lizzazione promozione esterne Utile massimo 25 15 10 4 76 2 minimo 15 10 3 0 40 0 115 5) Il posizionamento dei concorrenti 1. L’approccio struttura-comportamento-risultati 2. Lo studio del comportamento: le strategie e le politiche 3. Il concetto di gruppo strategico 4. Le metodologie di rilevazione dei gruppi 5. La letteratura economica sui gruppi strategici 6. Altri usi dei gruppi strategici nell’analisi competitiva 116 1. L’approccio struttura-comportamento-risultati Struttura del mercato Comportamento delle imprese Risultati economici 117 2. Lo studio del comportamento: le strategie e le politiche data una certa struttura del settore ... 1) tutte le imprese si comportano in modo simile 2) ogni impresa adotta una differente strategia ( sinonimo = comportamento) 118 Il concetto di strategia •“la determinazione degli obiettivi di lungo periodo di un’impresa, delle politiche e dell’allocazione delle risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi” (Chandler, 1960) •ma non è chiarissimo, nella letteratura, se la strategia debba comprendere i fini oltre alle politiche 119 3. Il concetto di gruppo strategico cercheremo di identificare i gruppi strategici di imprese all’interno del settore, definendo per gruppo strategico (Porter, 1980) quel: gruppo di imprese del settore caratterizzato dal fatto di adottare un simile comportamento strategico all’interno del mercato a e b d c f h g i 120 un gruppo strategico non implica • accordi legali o partecipazioni incrociate tra le imprese • una corrispondenza tra segmenti o nicchie di mercato • una collusione tra le imprese dello stesso gruppo 121 alcune potenziali dimensioni strategiche a) b) c) d) e) f) g) h) Livello del prezzo Livello della qualità Grado di penetrazione distributiva Grado di penetrazione geografica (locale, nazionale, internazionale) Numero di prodotti offerti/segmenti serviti Livello di spese pubblicitarie Livello di tecnologia utilizzata ... 122 come sceglierle ? • approccio essenzialista • approccio empirico • approccio storico 123 4. Le metodologie di rilevazione dei gruppi • • • • Le mappe strategiche di Porter La cluster analysis L’analisi delle componenti principali ... 124 Le mappe di Porter Numero segmenti serviti i gruppi strategici nel settore automobilistico Generaliste Citroen Pugeot Seat Fiat Toyota Volkswagen Speciali Volvo Rover Alfa Lusso Audi BMW Mercedes Sportive Lamborghini Ferrari Prestazioni 125 La cluster analysis Prezzo (€/Kg.) Barilla Buitoni Voiello Panzani - Ponte Amato Agnesi De Cecco La Molisana Tomadini Russo Divella Delverde Federici Marche private Altre marche 1,06 0,99 1,44 0,87 1,04 1,35 1,55 1,39 1,00 0,96 0,85 1,19 0,61 0,85 0,75 Immagine Distribuz. (1-5) (0-100) 4 3 4 3 3 3 5 4 2 3 3 4 3 3 3 2 Quota di mercato 77 31,7% 21 2,7% 30 1,4% 3 0,5% 11 2,5% 27 3,4% 39 4,9% 11 1,5% 2 0,3% 6 1,6% 10 3,8% 17 1,1% 17 1,4% 15 7,6% (83) 0,05% (35,7%) Spese publicitarie/ Fatturato 3,0% 10,0% 23,1% 0,0% 5,0% 0,3% 2,3% 3,3% 0,0% 0,1% 13,5% 3,7% 0,0% 0,0% 0,0% 126 Il dendrogramma della cluster analysis Barilla Voiello Agnesi La Molisana Delverde De Cecco Buitoni Marche private Amato Panzani - Ponte Russo Altre marche Federici Tomadini Divella 127 L’analisi dell’agglomerazione: un suggerimento per dove fermarsi Numero di cluster Distanza media intra-cluster 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0,99 1,17 1,35 1,46 1,90 2,03 2,90 4,38 5,16 Incremento % della distanza scendendo a un numero di gruppi inferiore 17,84% 15,60% 8,27% 30,00% 6,57% 43,07% 51,30% 17,71% 128 i tre centroidi dei gruppi selezionati con la cluster 1 Barilla (Barilla) 1,06 4,0 77,0 31,7% Spese pubblicitarie/ Fatturato 3,0% 2 Qualità (Voiello, Agnesi, La Molisana, Delverde, De Cecco) 1,38 4,0 24,8 2,5% 6,5% 3 Piccoli produttori (Buitoni, Marche private, Amato, Panzani Ponte Liebig, Russo, Altre marche, Federici, Tomadini, Divella) 0,88 2,9 9,8 2,3% 2,1% media 1,06 3,3 19,3 4,3% 3,6% N° Cluster e etichetta Prezzo Immagine Distribuz. Quota di (€/Kg.) (1-5) (0-100) mercato 129 l’analisi delle componenti principali Vˆ1 =µV1 + sd V1 ⋅((CP1 ⋅ L1 ) + (CP2 ⋅ L2 )) vˆ1 µV1 sd V1 = valore stimato della variabile 1 di una specifica osservazione; = valore medio della variabile V1; = deviazione standard della variabile V1; CP1, CP2 = valori della componente principale CP1 e della componente principale CP2 della singola osservazione; L1, L2 = valori del loading (pesi) della variabile V1 rispettivamente con i componenti CP1 e CP2. 130 Prezzo Immagine Distribuz. (€/Kg.) (1-5) (0-100) Barilla Buitoni Voiello Panzani Amato Agnesi De Cecco La Molisana Tomadini Russo Divella Delverde Federici Marche private Altre marche 1,06 0,99 1,44 0,87 1,04 1,35 1,55 1,39 1,00 0,96 0,85 1,19 0,61 0,85 0,75 4 3 4 3 3 3 5 4 2 3 3 4 3 3 3 77 21 30 3 11 27 39 11 2 6 10 17 17 15 2 (83) Quota di mercato 31,7% 2,7% 1,4% 0,5% 2,5% 3,4% 4,9% 1,5% 0,3% 1,6% 3,8% 1,1% 1,4% 7,6% 0,05% (35,7%) Spese publ./ Fatt. 3,0% 10,0% 23,1% 0,0% 5,0% 0,3% 2,3% 3,3% 0,0% 0,1% 13,5% 3,7% 0,0% 0,0% 0,0% CP 1 CP 2 3,35 -0,01 -0,44 -0,56 -0,40 0,09 0,70 -0,35 -0,79 -0,44 -0,52 -0,20 -0,10 0,21 -0,55 -0,39 -0,48 2,35 -0,64 -0,07 0,15 1,60 0,95 -0,91 -0,51 0,12 0,65 -1,11 -0,86 -0,84 131 i loading Componente 1 Componente 2 0,45 0,14 0,94 0,97 -0,10 0,76 0,87 0,29 -0,08 0,70 Immagine Prezzo Distribuzione Quota di mercato Spese pubblicitarie/fatturato la % di varianza spiegata Componente 1 Componente 2 Componente 3 Componente 4 Componente 5 Percentuale 51,2 27,8 14,5 5,5 1,1 Percentuale cumulativa 51,2 78,9 93,4 98,9 100,0 132 La mappa ottenuta con l’analisi delle componenti principali Componente 2 ( Prezzo, Spese pubblicitarie/fatturato, Immagine) 2,5 Voiello 2,0 De Cecco 1,5 1,0 La Molisana Delverde 0,5 0,0 -0,5 -1,0 -1,5 -1,0 Divella Agnesi Amato Barilla Russo Buitoni Panzani - Ponte Marche private Altre marche Tomadini Federici 0,0 1,0 2,0 Componente 1 (Distribuzione, Quota) 3,0 133 5. La letteratura economica sui gruppi strategici • • • • • • • • • Hunt (1972) Porter (1979) Hatten (1974) Dess Devies (1984) Cool Dierickx (1993) Hinteruber (1984) Ryans e Wittink (1985) Baird e Sudharsan (1983) Mascarenhas e Aaker (1989) 134 6. Altri usi dei gruppi strategici nell’analisi competitiva • I gruppi differiscono per grado di profittabilità Gruppo numerosità strategico delle imprese Piccoli produttori 55 Qualità 5 Barilla 1 TOTALE 61 media (dev. stand.) del R.O.S. 1,4 (5,5) 1,7 (6,5) 3,6 ( - ) 1,5 (5,5) media (dev. stand.) del R.O.I. 2,3 (6,3) 1,4 (4,5) 4,4 ( - ) 2,2 (6,1) • Ogni gruppo è protetto da barriere alla mobilità • L’intensità della competizione è maggiore all’interno dello stesso gruppo • In alcuni casi però i gruppi possono competere tra loro • Imprese dello stesso gruppo strategico sono colpite in modo simile da cambiamenti del contesto ambientale, come i cambiamenti nella tecnologia, nel prezzo delle materie prime, nella legislazione, ecc. 135 • Differenti gruppi strategici possono essere associati a un diverso livello di rischio • All’interno di uno stesso settore la configurazione interna dei gruppi (numero e distanza tra gruppi) può cambiare nel tempo • La natalità e la mortalità delle imprese potrebbe differire tra gruppo e gruppo. 136 6) L’analisi delle performance 1. I contributi teorici 2. La misurazione delle performance dell’impresa e del mercato 137 Il legame profittabilità-struttura Bain, 1951: P=f(CR8) 335 imprese di 42 settori, anni 1936-40 Profitto/Valore netto 24% π j = β 0 + β1CR j + µ 19% 14% 10% 5% 0% 0 25 50 75 100 CR8 oltre una certa soglia di concentrazione la profittabilità delle imprese più grandi è superiore a quella delle imprese più piccole 138 • Brozen (critica a Bain) • • • nel lungo periodo i profitti si smorzano arbitraria la scelta delle industrie sovrappesate performance imprese maggiori • Weiss, 1974 π = β0+CR[β1(BE1)+...+(BEN)]+βN+1(TdC)+... • Demsetz, 1973-74 che dipende dalla profittabilità • èe lanonconcentrazione viceversa 139 il legame concentrazione-efficienza P − C′ P 1 qi = ⋅ e Q Casi estremi della concorrenza e del monopolio 140 Il trade-off efficienza produttiva e allocativa nelle industrie a costi decrescenti P, C PM PC M C CMT(C) = C’(C) = Off. concorr. CMT(M) = C’(M) R’ QM QC D Q 141 La misurazione delle performance dell’impresa e del mercato a) indicatori tecnico-qualitativi: efficienza tecnica, guasti, performance (lato domanda) b) indicatori della gestione delle risorse Produtt. media di un fattore = Output (o Ricavi) Quantità fisica del fattore Grado di rotazione delle scorte = Quick test = Ricavi Giacenze finali di magazzino Capitale circolante - Magazzino Passività a breve 142 c) indicatori della customer-satisfaction • difficoltà nell’identificare un indice valido crossindustry La soddisfazione del cliente nella GDO Vasto assortimento Rapporto Qualità/prezzo Prezzo Promozioni interessanti Qualità fresco Marche preferite 143 il net promoter score Quanto è probabile che consiglierebbe questa marca? detrattori 1 2 3 promotori 4 5 6 7 8 9 10 % promotori - % detrattori 144 d) la misurazione dei risultati economico finanziari Tabella riassuntiva delle principali voci di uno stato patrimoniale ATTIVO Immob. materiali Immob. immateriali Immob. finanziarie TOTALE IMMOBILIZZ. Magazzino Cassa Crediti Altre Attività ATTIVO CIRCOLANTE CAPITALE INVESTITO PASSIVO A Capitale sociale L B Riserve M C Utile o perdita di esercizio N D=A+B+C PATRIMONIO NETTO O=L+M+N E Passività a medio/lungo termine P F Passività a breve termine Q G H I=E+F+G+H K=D+I CAPITALE DI FINANZIAM. R=O+P+Q 145 Tabella riassuntiva delle principali voci di un conto economico CONTO ECONOMICO RICAVI Variazione scorte beni finali Altri ricavi TOTALE VALORE DELLA PRODUZIONE Acquisti Variazione magazzino acquisti TOTALE CONSUMI Costi per servizi Lavorazioni esterne VALORE AGGIUNTO Costo del personale MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) Ammortamenti Accantonamenti RISULTATO OPERATIVO Saldo proventi/oneri finanziari Rettifica valori attività finanziarie Saldo partite straordinarie RISULTATO ANTE IMPOSTE Imposte RISULTATO DI ESERCIZIO A B C D=A+B+C E F G=E+F H K I=D-G-H-K L M=I-L N O P=M-N-O Q R S T=P-Q-R-S U V=T-U 146 Alcuni indici di bilancio utilizzabili per misurare le performance Return on Sales (R.O.S.) Risultato operativo Ricavi Return on Investment (R.O.I.) Risultato operativo Capitale investito Return on Assets (R.O.A.) Return on Equity (R.O.E.) = P/Capitale investito Risultato ante imposte Capitale investito = P/A = T/Capitale investito Risultato di esercizio Patrimonio netto Margine di profitto (Profit/margin ratio) Flusso di cassa (Cash flow) Risultato ante imposte = V/O = T/A Ricavi Risultato di esercizio + Ammortamenti + Accantonamenti ± Rivalutazioni/Svalutazioni 147 I sette gruppi di indici dello studio di Ketz, Doogar e Jensen GRUPPO VARIABILI gruppo 1 (indici di redditività) R.O.E., R.O.A., R.O.I., Margine/Ricavi, Margine/ Attivo, Margine/Capitale investito, Capitale di esercizio/Ricavi, Capitale di esercizio/Attivo, Capitale di esercizio/Capitale investito gruppo 2 (indici relativi al Cash Flow) Cash Flow (operativo)/Ricavi, Cash Flow (operativo)/Attivo, Cash Flow (operativo)/ Capitale investito gruppo 3 (indici di cassa) Cassa/Debiti a breve, Cassa/Ricavi, Cassa/Attivo, Cassa/Capitale investito 148 gruppo 4 (indici di efficienza della gestione del magazzino) Costo dei beni venduti/Scorte, Scorte/Attivo, Scorte/Ricavi, Crediti/Scorte gruppo 5 (indici di efficienza del capitale investito, relativi alle vendite) Capitale circolante/Ricavi, Ricavi/Crediti, Ricavi/ Attività gruppo 6 (indici di efficienza del capitale investito, relativi alla liquidità) Capitale circolante/Passività a breve, (Capitale circolante-Magazzino)/Passività a breve gruppo 7 (indici di indebitamento) Debiti a breve/Debiti, Debiti a lungo/Attivo, Debiti/Attività 149 Le imprese italiane (2012) 9% 7% ROS ROI 5% 4% 2% 0% 1974 1978 1982 1986 1990 1994 1998 2002 2006 2010 18% ROE ROA 6% -6% -18% -30% 1974 1978 1982 1986 1990 1994 1998 2002 2006 2010 150 30,0% Cash flow /ricavi Margine di profitto 20,0% 10,0% 0% -10,0% 1974 1978 1982 1986 1990 1994 1998 2002 2006 2010 10% Stampa ed editoria Abbigliamento Meccanico 8% 5% 3% 0% -3% 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 151 Un confronto tra le redditività medie (e le deviazioni standard) dei settori dell’abbigliamento, dell’editoria e del meccanico (anni 2002-11) R.O.S. (st. dev.) R.O.I. (st. dev.) Cash flow / Ricavi (st. dev.) Abbigliamento 7,4% (1,3%) 6,1% (1,4%) 12,7% (3,2%) Stampa ed editoria 5,2% (2,7%) 3,4% (2,1%) 13,0% (7,1%) Meccanico 5,8% (0,9%) 4,8% (1,0%) 12,4% (1,4%) media Italia 6,3% (0,9%) 4,1% (0,7%) 14,9% (3,0%) 152 Tab. 6 - utilizzabili per un confronto impresa-mercato indice di redditività R.O.I. indice di Cash flow Cash flow (operativo) / Ricavi indice di cassa Cassa / Ricavi indice della gestione scorte Scorte / Ricavi indice di efficienza del capitale investito (relativo alle vendite) Ricavi / Attività indice di efficienza del capitale investito (relativo alla liquidità) Capitale circolante /Passività a breve indice di indebitamento Debiti / Attività 153 Il confronto impresa - mercato: Armani e il mercato dell’abbigliamento R.O.I. Abbigliamento Armani 6,1% 17,2% Cash flow Cassa/ Scorte/ Ricavi/ (oper.) / Ricavi Ricavi Attività Ricavi 12,7% Capitale circolante/ Passività a breve Debiti/ Attività 5,2% 21,2% 76,4% 144,0% 49,5% 14,1% 26,0% 18,2% 79,6% 315,7% 21,2% 154 Reddito operativo /fatturato Il posizionamento quota-redditività Quota di mercato relativa 155 Il ROS di alcuni segmenti del settore alimentare in Italia 12,00% 10,00% 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0% 2002 2003 Bevande 2004 2005 Caseario 2006 2007 Conserviero 2008 2009 Diversi 2010 2011 Dolciario 156
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