Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 1 > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre NNO XXXI • N. 16 • GIARRE, SABATO 14 MAGGIO 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it > “A Caputaula s’assitò la pace” Si è mosso nel segno del ricordo e di un impegno assiduo contro tutte le illegalità l’evento “Ora Legale a Giarre” > a pag. 2 > Diciamo “basta fiori sull’asfalto!” Ottimo successo per la partita di beneficenza “Un Gol per la vita” che ha riproposto il delicato e scottante tema della sicurezza sulle strade > a pag. 5 Adesso è davvero finita... Quel che resta del mito Ultimi rantoli di agonia per il “San Giovanni di Dio e San Isidoro” di Giarre, mentre gli avvoltoi sono pronti a dividersi le ultime spoglie. Alla faccia dei cittadini e del diritto alla salute Tre uomini in gommone: viaggio intorno alle coste di Sicilia T ira un’aria di smobilitazione, si diceva qualche tempo addietro, riferendosi all’Ospedale “San Giovanni di Dio e San Isidoro” di Giarre. Profeti di sventura, ci dissero. E qualcuno si piccò, offeso, perché non si teneva conto degli sforzi fatti dai rappresentanti locali per “difendere” l’Ospedale. Proprio in questi giorni, però, una “capatina” fatta al Nosocomio di via Forlanini potrebbe davvero essere istruttiva. Istruttiva perché mostra la realtà, oltre le parole, oltre i proclami, oltre il fumo creato ad arte da chi “si è sempre speso in questi anni per difendere l’Ospedale di Giarre”. Ci riferiamo a commissioni consiliari varie, associazioni e politici di vario spessore che, guarda caso, hanno prodotto “tanto rumore per nulla!”. Ritorniamo alla realtà dei nostri giorni. Torniamo a vivere la quotidianità dell’abbandono. Posti letto? Ne erano previsti 110, ma la realtà parla di appena 50 posti letto. Cosa vuol dire? Che siamo sotto il limite minimo richiesto e si potrebbe benissimo procedere allo smantellamento e chiusura del Nosocomio di Giarre, con il conforto dei numeri previsti dal Piano di rientro per la sanità in Sicilia. Date un’occhiata al documento allegato e vedrete quale dissonanza esiste tra la realtà e quello che si doveva realizzare a Giarre e non lo è stato. Le responsabilità? Vediamo chi è più veloce ad individuarle... Potremmo parlare della Commissione consiliare straordinaria sull’Ospedale (in realtà la denominazione è più complessa, ma andiamo a semplificare, dai...). Quanti viaggi fatti dal Direttore generale della Asl 3 Calaciura, o dall’assessore regionale alla Sanità Russo. Prescindendo dall’eventuale indennità di trasferta (argomento che potrebbe interessare in prima persona solo le malelingue...), cosa è riuscita ad ottenere? Ha messo Calaciura e Russo con le spalle al muro, nel lodevole tentativo di difendere il diritto alla salute di circa 100mila cittadini? Vorremmo proprio saperlo... Poi troviamo la Rete delle associazioni. In prima fila nell’attaccare, argomento per argomento, il Manager Calciura, per poi arrivare alla nomina del suo coordinatore Angelo D’Anna a membro della Commissione consultiva istituita da Calaciura. Si tratta dell’ennesima presa per i fondelli (come temono in tanti...) oppure di una reale apertura alle esigenze del territorio che ha nell’Ospedale di Giarre il suo punto di riferimento? Sarebbe stato interessante chiarirlo prima della costituzione di questa Commissione ma tant’è... E il Tribunale per i Diritti del Malato? A giudicare dalla sua assidua azione di pungolo e di difesa ad oltranza dell’Ospedale di Giarre sembra esistere solo sulla carta... Ed il Sindaco di Giarre? Rimarrà scolpita nella memoria collettiva la sua strenua resistenza al ridimensionamento del “San Giovanni di Dio e San Isidoro”. Certo, sarà stata una difesa a beneficio di pochissimi intimi, ma qualcuno giura che c’è stata (“il cugino del vicino di casa del quinto dei non eletti della seconda lista alle Amministrative del 2005”, mi pare...). Perché la Commissione consiliare, la Rete delle Associazioni, il Sindaco, i vari consiglieri comunali non hanno pensato di denunciare il tutto alle due Commissioni d’inchiesta sulla sanità, quella del Senato coordinata da Ignazio Marino, e quella parlamentare coordinata da Leoluca Orlando? Mistero... Intanto, a Giarre, troviamo un Pronto Soccorso ridotto ai minimi termini, nonostante lo spirito di sacrificio e gli inevitabili sacrifici richiesti al personale medico ed infermieristico. Non esiste ancora il Triage. Inoltre, visto che all’Ospedale di Giarre è stata tolta la Pediatria bisognerebbe attivare il Pronto Soccorso Pediatrico. Ma, leggendo il Contratto collettivo nazionale dei medici pediatri di base ci sarebbe da rimanere a bocca aperta: non si fanno visite domiciliari se non si telefona il giorno prima, o prima delle otto del mattino. Dalle otto del mattino non è assicurata la risposta. Se un bambino è ammalato e la febbre non supera i 39°, invitano ad attivarsi per fargli abbassare la temperatura con adeguate medicina, prima di portare lo stesso bambino a controllo. Immaginiamo una madre sola, con il proprio bimbo che sta male, costretta ad aspettare che si abbassi la febbre e poi, caricarselo di peso e portarlo nello studio del Pediatra... Certo, esistono le lodevoli eccezioni, di pediatri umani e sensibili, ma la salute di oltre 100mila cittadini non può basarsi sulle eccezioni. Purtroppo, e da tempo, le regole non esistono più. Corrado Petralia “...Seguendo più innanzi per spatio di due miglia et un quarto, si va per un certo serpeggiamento detto le timpe di Marinata, il quale per le rupi altissime et scoscese non è men sicuro dell’altre sopradette…”. Nel 1583, il vicerè di Sicilia, Marco Antonio Colonna nominò Camillo Camilliani architetto militare, con lo specifico incarico di fare il repertorio delle torri costiere d’avvistamento e integrare il sistema di prevenzione delle incursioni piratesche. Camilliani, fiorentino di nascita, affrontò l’impresa nell’unica maniera possibile, per il suo tempo: montò a cavallo e partì da Palermo verso occidente, facendo il giro dell’intera isola. E dove il cavallo Marzia Vaccino >CONTINUA A PAG. 2 Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 2 2 > S E T T I M A N A L E IDG giarre N. 1 6 • s abato 14 mag gio 201 1 di Giarre “A Caputaula s’assittò la pace” Nel segno del ricordo e dell’impegno contro tutte le illegalità l’evento “Ora Legale a Giarre”, organizzato dal gruppo Effetto Domino all’interno del teatro Rex L’ evento “Ora Legale a Giarre”, abilmente organizzato dal gruppo Effetto Domino è stato una toccante iniziativa senza precedenti nella città Jonica-etnea. Il teatro Rex si è riempito di curiosi e simpatizzanti, interessati alla legalità del territorio. Un teatro allestito con la centralissima immagine di Falcone e Borsellino e quella di Don Pino Puglisi e in testa una frase di Pippo Pollina: “A Caputaula s’assittò la pace”. La toccante proiezione dell’intervista alla madre di Peppino Impastato è stata d’anticipazione al racconto di Giovanni Impastato che ha ricordato il fratello. Ha voluto ricordare le origini mafiose della loro famiglia, il coraggio della madre e di Peppino stesso. Peppino che si è sempre impegnato nel sociale, nella lotta alla mafia, ed ha creato una spaccatura verso la legalità nella sua famiglia con il rischio della vita dei propri cari e della sua. Ha raccontato le indagini e le difficoltà per avere giustizia sulla morte di Peppino. E pensare che Peppino iniziava denunciando le irregolarità del potere mafioso nella sua Cinisi, ma la ricerca di questa coscienza comune e sociale lo ha portato incontro ai nemici. Peppino faceva comunicazione con Radio Out, si limitava a deridere coloro che volevano deridere la legalità. La sua morte è stata la nascita di una lotta senza precedenti. Presenti all’evento il questore di Catania, Pinzello, che ha ben accettato l’invito di Libera e dei ragazzi di Effetto Domino. Non ha usato mezzi termini per condannare l’illegalità, non ha fatto giochi di parole per denunciare il disagio dell’illegalità nei giovani, senza dimenticare di non cedere ai ricatti, di denunciare e sostenere la lotta per la legalità. La voglia di combattere e il ricordo alla memoria di Peppino. Ricordando che, a soli 100 passi da casa di Peppino, c’era la Mafia. Ciò non dava occasione di averne paura, ma lo incitava a lottare, l’essere inermi è nemico della legalità. Pippo Pollina sottolinea come “la musica debba, oggi più che mai, occuparsi di temi sociali”. Ricorda il suo esordio in una piccola redazione di Catania (I Siciliani) dove, negli anni ‘80, da studente universitario, si avvicinava al giornalismo. Non abbandona l’idea che “solo la musica, solo l’arte… l’artista non può mentire mai, i politici mentono spesso… gli artisti non possono farlo”. È stato detto che in un momento di vuoto e di smarrimento, la società civile e gli artisti devono dare il loro contributo nel migliore dei modi. Vengono proiettate alcune interviste ad alcuni ragazzi degli istituti superiori di Giarre, che rivelano una forte voglia di legalità nei giovani ma anche, in alcuni casi, un senso di abbandono e rassegnazione, che potrebbe essere il punto di non ritorno alla legalità e alla fiducia nelle istituzioni. Arriva la testimonianza del vicepresidente della Confcommercio di Giarre, Gaetano Bonanno, che racconta come ha reagito al racket delle estorsioni nel 1995, e di come abbia trovato il sostegno delle istituzioni e delle associazioni antiracket. Denunciare allora era un atto complesso, farlo oggi risulta più semplice, con vantaggi per chi denuncia. La voglia di lottare, la sensibilità di combattere l’estorsione si sposa al meglio con la forza e la volontà dei giovani che pretendono legalità. Valori fermamente sostenuti dal portavoce delegato di “Effetto Domino”, Massimiliano Raciti, che mostra come i giovani del gruppo abbiano le idee chiare e pretendano la legalità sul loro territorio. Non è loro intenzione inquadrarsi come un progetto politico o un’associazione, e senza la ricerca di interlocutori, vogliono semplicemente essere dei liberi cittadini che fanno il loro dovere. “Superare il muro della paura, del timore, per se stessi e per le persone a loro vicine, allora qualcosa si può fare. Non c’è biso- gno di essere qualcosa, ma bensì di sentire veramente qualcosa”. Sul nostro territorio un problema c’è e va affrontato, lo sappiamo tutti, è sotto gli occhi di tutti. Sappiamo i nomi, sappiamo chi sono e sappiamo anche come reagire in sostanza. Viene fuori dai questionari, che sono stati divisi tra i cittadini, tra le associazioni, le scuole e i commercianti. Un allarme viene dall’omertà di molti commercianti, che hanno finanziato l’iniziativa, ma al medesimo tempo hanno chiesto di rimanere anonimi, di non comparire nell’iniziativa stessa. Avranno forse paura di farsi vedere a sostegno della legalità? Un dato che fa venire i brividi a molti, ma ci riporta a quella quotidianità a cui siamo abituati. Rimarcando il percorso dei ragazzi di “Effetto Domino”, ricordano che hanno preso parte alla lotta in difesa dell’ospedale di Giarre (e ricordano un insuccesso e una delusione gli esiti della questione, nota a tutti oramai), e successivamente l’iniziativa del Flash Mob a Natale. E ora la voglia di riprendere una di quelle che molti definiscono una “battaglia persa”: la lotta alla legalità. Forse è solo un’utopia l’Effetto Domino, e che cosa è l’utopia? Potrebbe essere l’orizzonte, che fai un passo e lui s’allontana di un passo, se ne fai due si allontana di due, se tu corri lui si allontana alla tua corsa. Allora a cosa serve l’utopia? Serve a camminare. Don Pino Puglisi ha detto che “se ogni giorno si fa qualche cosa si può fare molto”. Ed infine, si vuole ribattezzare il detto “l’occasione fa l’uomo ladro” in “l’occasione fa l’uo- Il futuro parte dal passato U n incontro tra il passato ed il presente, che ha avuto il suo fulcro nel Liceo Artistico “Renato Guttuso”. Il passato di Giarre e della Sicilia tutta, infatti, ha incontrato il presente della cittadina, rappresentato dagli alunni della scuola, che hanno accolto con attenzione l’appuntamento, ospitato nella sala-biblioteca del Liceo Artistico “Renato Guttuso” di Giarre. Un momento davvero importante, rappresentato dalla conferenza di presentazione di un significativo documento, risalente al 1907. Si tratta di un documento con cui il Regno d’Italia assegnava alla municipalità giarrese delle somme di denaro da destinare, in segno di gratitudine, ai combattenti locali che parteciparono all’impresa garibaldina. Ad appassionare i ragazzi è stato, soprattutto, il racconto del modo in cui si è arrivati al recupero del documento: appartenente ad un privato, era stato messo in vendita su Internet tramite il noto portale di aste “E-Bay”. La giornalista Gabriella Leonardi, accortasi di tale offerta, si è fatta promotrice di una colletta tra i suoi concittadini per poter acquistare l’interessante reperto; all’appello hanno risposto, tra gli altri, il presidente della locale sezione della Confcommercio, Armando Ca- Appuntamento Domenica 15 maggio, alle ore 17, sarà inaugurata la nuova sede di LiberiCittadini, in piazza Bonadies 7, con ingresso da via Sartori. Sarà presente all’inaugurazione il consigliere provinciale Salvo Patanè. storina, Gabriella Garozzo ed Angelo D’Anna. Tre giarresi che si sono spesi in prima persona per salvaguardare la storia cittadine e che, assieme alla Leonardi che ha fatto da moderatrice, sono stati i protagonisti della mattinata al “Guttuso”, dove ad ascoltarli c’erano i liceali nonché gli alunni delle classi II e III della scuola media annessa al liceo artistico. I relatori hanno annunciato di voler donare al Comune di Giarre il documento acquistato, nell’intento di stimolare l’interesse dell’Ente locale al recupero del ricco archivio storico comunale. Nel corso dell’incontro al “Guttuso” è stato anche proiettato un documentario, in diapositive, sui monumenti di Giarre dedicati ai personaggi dell’epoca risorgimentale. Ancora una volta, insomma, l’Istituto, guidato dal dirigente scolastico Alfredo Pappalardo, si è mostrato capace di avvicinare i giovani al loro territorio, scegliendo una formula dinamica ed efficace che ha parlato la stessa lingua degli studenti che puntano a trarre dalla storia del proprio territorio la basi per diventare protagonisti del proprio futuro. Elisa Torrisi mo onesto” perché si sceglie di rinunciare alla tentazione di delinquere, di sbagliare, di percorrere l’illegalità. Numerosi interventi in solidarietà sulla legalità sono giunte dai presidenti di Confcommercio di Giarre e Riposto, rispettivamente Armando Castorina e Daniele Trombetta, che seguono a quelli del dott. Dario Montana di Libera e del dott. Totò Grosso di Addio Pizzo. L’interessante riflessione finale è quello di Francesca, di “Effetto Domino”, che s’interroga come mai le autorità invitate non siano presenti. Il Sindaco di Giarre, o un suo rappresentante, non è presente al tavolo, e il Capitano dei Carabinieri di Giarre, nonostante sia stato invitato, non ha fornito risposta sulla sua assenza. Due presenze fondamentali se si parla di legalità nella propria città, unanime riflessione comune dei presenti. Al medesimo tempo si ricorda la promessa di intitolare una strada a Peppino Impastato, e lo si ricordano simbolicamente con un palo che indica il nome di due vie vicine: una chiamata Ora Legale e accanto quella Via Peppino Impastato. Ricorda come dai questionari si evince una sfiducia nelle istituzioni e al medesimo modo una grande rassegnazione di molti giovani. Una sfida viene lanciata da Gaetano Bonanno, in tono ironico: suggerisce di riproporre una giornata simile sulla legalità e garantisce che, questa volta, le istituzioni ci saranno, perché la volontà di oggi è quella di fare sul serio. Concetto Barone Le note di mille emozioni Non solo cultura, ma anche grande attenzione alle arti musicali. E grande impegno della scuola e dei genitori per poter avere una location all’altezza delle performance proposte. Parliamo dell’Orchestra Macherione, curata dai Maestri Angelo La Spina, Giuseppe Mignemi,Vito Gioieni e Patrizia Mangiagli, che opera ormai dal gennaio 2001 e che ha raggiunto livelli notevoli nel proporre un repertorio musicale di primissimo livello. Il 26 maggio la Scuola, con il patrocinio del Comune di Giarre, puntando a ricordare anche con la musica il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, presenterà un programma suddiviso in tre momenti: brani risorgimentali, brani colti, brani di musica leggera. La serata si concluderà con la premiazione del 2° Concorso Nazionale Musicale “Salvo Lombardo”, dedicato ad uno studente musicista della scuola Macherione scomparso in giovane età nel 2003. «L’orchestra ha ottenuto, in Italia, vasti consensi di critica e di pubblico – ricorda il dirigente scolastico, Carmelo Torrisi – ed è stata invitata in diverse manifestazioni provinciali e nazionali. Recentemente, è stata invitata nelle manifestazioni organizzate dall’Ufficio scolastico provinciale di Catania sul 150 anniversario dell’Unità d’Italia e nella serata conclusiva della XII edizione del Festival internazionale del Teatro Francofono di Catania». Valeria Scalisi Continua da pag. 1 non passava, montava in barca e proseguiva, prendendo appunti su quel che vedeva e, soprattutto, su quel che avrebbe voluto vedere. “Lo sguardo di Camilliani, da professionista architetto ed ingegnere quale era, comprendeva il passato e il futuro. E sarebbe interessante scoprire cosa penserebbe della Sicilia di oggi il nostro Camilliani, vedendo ciò che oggi rimane di quella costa. L’idea del nostro viaggio consiste in questo: nel fare la circumnavigazione dell’isola di Sicilia, andando alla scoperta degli Approdi del Mito. Un Mito che nei secoli si è evoluto e contaminato, nel bene e nel male”. Sono le parole di tre uomini in barca. Anzi: su un gommone. Un marinaio, Alessandro Zerilli, un fotografo, Salvatore Pipia, e uno scrittore, Roberto Alajmo, che con sensibilità professionale diversa provano a dare una risposta a questa domanda. Tre uomini in partenza sulle orme di Camillo Camilliani. Tre uomini che, soprattutto, andranno alla ricerca di un’isola ideale da un punto di vista naturalistico, culturale, e in senso più ampio, addirittura spirituale. Un’avventura alla scoperta della Sicilia eterna, ma senza pregiudizi. Per scoprire come l’eternità si sia dovuta piegare alle esigenze della modernità. Un viaggio che, per restare fedeli all’idea base così come proposta dai tre “navigatori della storia”, approderà inevitabilmente alla concretizzazione di un evento culturale multimediale: un progetto editoriale, dove le parole dello scrittore Alajmo si mescoleranno, senza soluzione di continuità, alle suggestive immagini, registrate lungo il percorso, dal fotografo Pipia, condotti intorno all’isola del mito dalle rotte del marinaio Zerilli. Il viaggio alla ricerca di “quel che resta del mito”, prevede la partenza, il 17 giugno 2011, da Porticello (Santa Flavia), proseguendo con cinque approdi (Marsala, Pozzallo, Siracusa, Acitrezza, Capo D’Orlando), prima dell’arrivo a Palermo. “Nei luoghi di approdo – spiegano gli organizzatori dell’evento – si terranno piccoli incontri di discussione sul tema oggetto dell’iniziativa, con proiezione di slideshows, Questi avverranno, preferibilmente, in club culturali o pub sensibili al tema mare. In tali occasioni, verrà dato ampia comunicazione sul web ed alla stampa, e verrà diffuso il materiale stampato con i loghi degli sponsors. Sul gommone verrà posto un tendalino, in posizione, ben visibile con i loghi di tutti gli sponsor partecipanti all’impresa. Saranno contattate, per un loro effettivo coinvolgimento, tutte le trasmissioni televisive che si occupano di temi nautici, (Linea Blu, Mediterraneo, ecc...), per garantire la copertura dell’evento, anche per via radiofonica e via web. Inoltre, una pagina Facebook sarà aperta per l’occasione”. La ragazza solitaria del mio cuore Il vento mi trascina verso di te, attraverso i tuoi occhi vedo dentro di me una luce... che mi aiuta a scoprire i miei sogni. Ho tanta voglia di volare, per poter vedere le stelle da vicino. Adesso sono con te, e non ho paura di niente... Tu sei la ragazza solitaria del mio cuore. Vito Cutuli > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre Direttore responsabile: Salvatore Agati Condirettore: Corrado Petralia Già Direttore: Angelo Patanè Editore: Società Cooperativa di Lavori e Servizi Sant’Isidoro a r.l. Sede: Via Callipoli n. 18 - 95014 Giarre (CT) Tel. 095/9895138 - Fax 095/9895036 Reg. al Tribunale di Catania N. 557 del 1980 Nuova edizione 16-12-1994 Registro Naz. della Stampa N. 6419 del 1996 e-mail: [email protected] Stampa: Eurografica s.r.l. S.S. 114 Orientale Sicula - RIPOSTO (CT) Tel. 095 931661 - Fax 095 7799108 Abbonam. 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Ai privati una prima inserzione viene concessa gratuitamente per un massimo di 30 parole. ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 3 > S E T T I M A N A L E IDG caleidoscopio di Giarre N. 1 6 • s aba to 14 mag gio 2011 Wojtyla, il papa della giovinezza “Vi auguro di non lasciarvi invecchiare; ve lo dico io, giovane vecchio e vecchio giovane” «S palancate le porte a Cristo» era l’invito di Papa Wojtyla, scritto in lettere cubitali sul colonnato del Bernini e, sotto questo colonnato, il primo maggio, erano in migliaia i giovani che osannavano il “loro” Papa che, dal balcone, alcuni giorni prima di morire, con grande fatica, si era così rivolto loro: «Vi ho cercato, adesso voi siete venuti da me e per questo vi ringrazio». Un aspetto che ha fortemente caratterizzato il pontificato di Papa Giovanni Paolo II è stato, senza dubbio, il rapporto di simpatia, di fiducia, si direbbe quasi di «alleanza» con i giovani. «Ma quanto chiasso! Mi date la parola?» rimbrottò scherzosamente i giovani in una delle sue prime udienze nella Basilica vaticana. «Quando sento questo chiasso - proseguì – penso sempre a San Pietro che sta qui sotto. Mi chiedo se sarà contento, ma penso proprio di sì...». Fu così che cominciò un lungo e bellissimo rapporto tra Papa Wojtyla e i giovani nel novembre 1978, circa un mese dopo essere stato eletto Pontefice. «Porterà i giovani dove Lei vorrà», gli aveva detto lo scrittore e giornalista francese Andrè Frossard nel 1980. «Credo piuttosto che saranno loro a guidarmi», gli aveva risposto Giovanni Paolo II. Un colloquio che si è rivelato come una profezia, perché tra Papa Wojtyla e i giovani si é creato un legame così stretto e straordinario, che ciascuna parte ha ricevuto e donato all’altra coraggio, forza ed entusiasmo. Non c’è stato, infatti, viaggio apostolico, visita pastorale o udienza settimanale in cui Egli non si sia incontrato con loro, non abbia rivolto loro la parola o non li abbia esortati a impegnarsi in qualcosa. Durante il suo primo Angelus, dalla finestra che si affaccia sulla piazza del colonnato della Basilica Vaticana, di fronte a milioni di fedeli, il Papa rivolgendosi ai giovani ha detto: «Voi siete l’avvenire del mondo, voi siete la speranza della Chiesa, voi siete la mia speranza». Era il 22 ottobre 1978. Nella sua visita a Catania, nel 1994, aveva confessato con palese sincerità: «A me piace sempre incontrare i giovani; non so perché ma mi piace; i giovani mi ringiovaniscono». E nel suo libro “Varcare la soglia della speranza” aveva scritto: «Abbiamo bisogno della gioia di vivere che hanno i giovani: in essa si riflette qualcosa della gioia originaria che Dio ebbe creando l’uomo». A Cracovia, da parroco, aveva inventato “l’apostolato dell’escursione”, portandosi ragazzi e ragazze in montagna, o nei campeggi o sui laghi. E per non dare nell’occhio, si vestiva con abiti civili e gli studenti lo chiamavano “Wujek”, zio. Da Papa, il 31 marzo 1985, quando decine di migliaia di ragazzi e ragazze, provenienti da tutto il mondo, si incontrarono a Roma per celebrare l’Anno Internazionale della Gioventù, indetta dall’Onu, proclamava la prima Giornata Mondiale della Gioventù, la cui celebrazione si svolse a Roma il 23 marzo 1986. Fu il primo di una lunga serie di appuntamenti tra i ragazzi e il “Papa dei giovani”. In quell’occasione, si rivolse ai giovani di tutto il mondo con la lettera intitolata «Sempre pronti a testimoniare la speranza che è in Voi». Durante quelle Giornate mondiali, ai toni ufficiali, Giovanni Paolo II, parlando ai giovani, ha sempre preferito usare parole semplici e amichevoli: «Vi parla un Papa che conta ormai ottant’anni, ma conserva un cuore giovane perché ha sempre voluto e intende continuare a camminare con voi che siete la speranza della Chiesa e della società». Con i ragazzi, è vero, ha sempre scherzato, parlato a braccio, costruendo una nuova immagine di Pontefice romano, lontana da quella ieratica di molti dei suoi predecessori. Lui stesso ne era cosciente. «Non chiamatemi Giovanni Paolo II, è un nome da vecchio, chiamatemi Karol», aveva detto ai giovani riuniti a Manila. Ma è ancor più vero che, durante quegli incontri, Giovanni Paolo II non ha mai blandito i giovani, non ha pronunciato discorsi facili e immediatamente accattivanti. Di fronte ad un’immensa platea a Tor Vergata, ad esempio, ha spronato i suoi giovani interlocutori a un impegno coraggioso e militante dicendo: «Voi difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno,vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti». «Vi auguro di rimanere sempre giovani, aveva detto nel dicembre 1998 in visita a una parrocchia romana, se non con le forze fisiche, di rimanere giovani con lo spirito; questo si può ottenere e raggiungere e questo io sento anche nella mia esperienza. Vi auguro di non lasciarvi invecchiare; ve lo dico io, giovane vecchio e vecchio giovane». Il Papa non parlava solo di Chiesa, di religione, ma anche dei loro problemi esistenziali, dell’amore, del lavoro, del matrimonio. E forse tutto ciò spiega perché i giovani che Egli chiamava “le sue sentinelle del mattino”, gli erano vicini e perché Egli traeva da loro una grande energia spirituale. Per tutti, giovani, uomini, donne, genitori ed educatori quel «Vi auguro di non lasciarvi invecchiare», dovrebbe essere il leit-motiv della vita. I giovani hanno la possibilità di cambiare il mondo perché sono il futuro dell’umanità e, quindi, le istituzioni hanno il dovere di restituire loro la speranza svegliando il desiderio sopito della capacità d’impegno per non lasciarsi invecchiare. Amalia C. R. Musumeci Quando si cede alle emozioni N ell’aula magna dell’Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi” di Giarre è stata presentata l’ultima fatica letteraria di poesia e narrativa di Lio Tomarchio dal titolo: “Filosofia dell’Autore ed Altro - Libero Pensiero del Siciliano Lio Tomarchio”. Ad accogliere l’autore, i relatori e i numerosi intervenuti il dirigente scolastico dell’Istituto, prof. Mario Gregorio, che ha elogiato «le tante iniziative culturali che si svolgono nella grande aula del “Fermi”, aperta agli eventi culturali che, in quest’ultimo periodo, si sono parecchio intensificati. Ed è interessante ed emozionante ascoltare le testimonianze in versi dell’autore che a suo dire afferma come “la cultura è la crescita dell’uomo nella ricerca della verità che lo migliora. È maestro colui che sa apprendere anche dai suoi allievi. Solo se alla cultura erudita affianchiamo la cultura popolare avremo cultura». Il volume è stato presentato dai nostri storici locali, il prof. Nicolò Mineo e il prof. Girolamo Barletta, che si sono soffermati sull’impulso poetico e narrativo che domina nell’animo di Lio Tomarchio, uomo che vive fra i giovani e per i giovani, lanciando messaggi che ci inducono a riflettere sull’evoluzione della società che ci circonda. Tomarchio è un siciliano che ama la sua meravigliosa terra e rispetta religiosamente il passato, ricco di suggestive tradizioni, e capace di Giarre: la presentazione del nuovo volume “Filosofia dell’Autore ed Altro - Libero Pensiero del Siciliano Lio Tomarchio”, diventa occasione per un viaggio nei mille sentieri della poesia foto Di Guardo impartirci basilari insegnamenti con il suo poetare e narrare: l’amore per la famiglia, l’amore per la sua “Signora”, unica donna della sua vita. E scrive che la mente e il cuore, dandosi la mano, trovano lo spunto necessario che lo trasporta in quella realtà vissuta e sofferta che a volte lo scoraggia, ma quasi sempre l’avvicina a Dio. Nella sua poesia “Cristo senza Varva” si sprigiona una forte spiritualità di un Cristo che si è speso per noi e che l’uomo spesso non capisce… Spesso l’autore, nelle sue poesie, nella sua narrazione, non vuole anticipare niente prima ancora che si inizi a leggerle, in quanto pensa che sia più saggio affidarle al giudizio disinteressato del lettore. La maggior parte delle sue poesie sono scritte in vernacolo e, a tal’uopo, l’autore spesso aggiunge la traduzione in italiano, affinché le nuove generazioni siciliane, e quanti fuori dalla Sicilia, leggendole, possano capirne il significato. Intanto, nel pensare e scrivere i suoi capolavori, quasi come fossero delle sue creature, considera il tempo impiegato come momen- ti particolari della sua esistenza, le sue poesie sono ricche di una forza graffiante che, a volte, sprigiona una sana rabbia interiore. Lio vuole compiere un nobile messaggio per la società: non ha mai ceduto alle mode, ma che ha sempre ceduto alle forti emozioni del suo essere cittadino del mondo. Il suo poetare si sprigiona a contatto con la natura, la verve poetica spesso lo rapisce e lo trasporta, specie nel silenzio della montagna, ed è lì che gli provengono dal di dentro le emozioni più intense per esprimersi con solenne profondità e passione. Ama il suo poetare in versi con l’ansia di comunicare e oggi Tomarchio si può definire il comunicatore per eccellenza che sa affrontare la ricerca della verità. Le tante pubblicazioni di Lio Tomarchio arricchiscono il patrimonio culturale specie del territorio Jonico Etneo e non ha caso la dott.ssa Teresa Sodano, Sindaco di Giarre, presente insieme al sindaco di Riposto, Carmelo Spitaleri, e al Primo cittadino di Mascali, Filippo Monforte, assieme all’assessore provinciale Giuseppe Pagano, ha apprezzato lo scrutare della vita in versi di Lio Tomarchio, conferendo, qualche anno fa, la cittadinanza onoraria giarrese al poeta che ben si distingue non solo per i versi, ma anche e soprattutto per la sua attività sportiva. Anna Fichera Nunziata: il risorto... in rock I n data 6 maggio, alle ore 20.30, presso i tetro del Collegio FMA di Nunziata si è svolto il Musical “Il Risorto”, scritto da Daniele Ricci. La rappresentazione, in versione rock, della passione, morte e resurrezione di Gesù è stata interpretata dai ragazzi, giovani e giovanissimi della parrocchia Maria SS. dell’Idria di Nunziata. La regia, scenografia e coreografia sono stati curati dalla dottoressa Claudia Marchese. Il gruppo di ballo è stato diretto dalla signorina Cristina Venezia- no, mentre la direzione del coro è stata a cura della professoressa Agata Spina. Grande successo e commozione grazie alla rappresentazione e interpretazione di Francesco Marchese, che ha interpretato il ruolo di Gesù. Antonio Giliberti 3 Letture ad alta voce Mascalucia: il 16 ed il 30 maggio invito in Biblioteca per i più piccoli accompagnati da genitori, nonni e zii Il sistema bibliotecario di Mascalucia organizza un laboratorio di lettura ad alta voce: “Lunedì da favola… in biblioteca”. L’attività fa parte del progetto “Nati per Leggere”, ed è un’occasione per ricordare agli adulti che leggere ad alta voce ai bambini, anche molto piccoli, e mettere loro a disposizione i libri adatti, influisce positivamente sullo sviluppo emotivo, favorisce una relazione genitore-bambino più profonda, aiuta lo sviluppo cognitivo e l’amore per i libri e la lettura. Il pediatra Agatino Torrisi introdurrà l’attività, parlando ampiamente dei benefici della lettura ad alta voce: gesto d’amore ed aiuto alla crescita. La direttrice della biblioteca, dott.ssa Maria Grazia Sapienza Pesce, esporrà il piano organizzativo del progetto e del beneficio psicologico della lettura e l’anticipo del giro con il cavallino. Il pomeriggio si svolgerà con l’accoglienza dei bimbi e dei loro genitori, con il rilascio tessera della biblioteca a chi ne è sprovvisto, la lettura di una favola illustrata e, contemporaneamente, saranno proiettate le immagini. Seguirà una breve pausa-merenda gustata sul prato, e poi appuntamento con il cavallino! Pediatri e bibliotecari saranno alleati nel raccomandare e promuovere ai genitori la lettura ad alta voce, in quanto strumento di salute e crescita culturale. Infatti, produce vantaggi cognitivi e relazionali in età prescolare; la lettura rivolta ai piccoli favorisce assiduità, familiarità e, contemporaneamente, l’uso continuativo dei libri da parte degli adulti arricchisce i piccoli di un vocabolario più ampio e di un linguaggio più evoluto, capacità espressive ed anche miglior rendimento a scuola. Ascoltare la voce familiare dei genitori o dei nonni favorisce, nell’infanzia, la stimolazione di zone cerebrali che, se non addestrate nei primi anni di vita, rischiano di “addormentarsi”. Al termine della giornata, il Pediatra risponderà alle domande dei genitori, coadiuvato dallo staff della biblioteca: Lucia Giordano, Alfina Trovato, Orsola D’Agata, Michele Signorelli ed alcuni lettori volontari. Gli appuntamenti, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, sono due e precisamente il 16 ed il 30 maggio e si svolgeranno presso la Biblioteca, sezione speciale dei diversamente abili della vista di via del Bosco 19, con ingresso da corso San Michele a Massannunziata. In questi pomeriggi, i piccoli potranno anche fare gratuitamente un giro con un cavallo messo a disposizione dal Gruppo Giacche Verdi di Mascalucia, accompagnati da istruttori esperti. Il Sindaco, Salvatore Maugeri, e l’assessore alla Cultura, Adriano Prezzo, hanno apprezzato ed incentivato il progetto rivolto ai bimbi che, hanno detto, “saranno il nostro futuro”. I dottori Angelo Salice e Stefano Borgese si sono messi ha disposizione, con la loro associazione Giacche Verdi Sicilia, per collaborare al progetto, stante che i bambini amano i cavalli. La Biblioteca di Mascalucia non è nuova ad iniziative originali e fattive: nel 2002 ha ricevuto una menzione speciale per l’attività rivolta ai non vedenti; nel 2004 si è classificata prima al concorso Nazionale per il progetto “Nati per Leggere”, a Roma, in occasione di Bibliocom 2004; nel 2009, con il progetto “Una Biblioteca per Tutti”, è stata scelta ed inserita nel sito istituzionale del Governo per il settore “Non Solo Fannulloni”, una iniziativa del Ministro della Pubblica Amministrazione ed lnnovazione in collaborazione con Forum Pa. La Biblioteca Centrale e la Sezione speciale per i non vedenti di Massannunziata sono poli di cultura e di attività rivolti agli utenti di tutte le fasce d’età dai tre mesi a cent’anni e più! Michele Milazzo Vittorio Emanuele II Vittoriu Emanueli re d’Italia, Vinisti a ruvinari la Sicilia! Ittasti fora l’udiatu burbuni E vinisti ccu li to’ lazzaruni, Di tanna a ora adaggiu, adaggiu Ama jutu di mali in peggiu È propriu veru ca o peggiu nan c’è fini Picchì semu arriddutti peggiu i l’abissini! Garibaldi Pippinu cchi vinisti a libbirari a varba a n’autra banna nan ti putevi rattuliari? ti vinniru d’arreri tutti li picciotti pinsannu ca sariumu risorti, però si torni n’autra vota cci poi jurari cauci no d’arreri sulu ti poi pigghiari. Fini cchiù infami nan ci puteva tuccari ca semu riddutti macari a dumannari, unni è cchiù l’antica nazzioni digna di rispettu e d’ammirazioni, macari u nostru celu n’arrubbastuu cca chi cimineri tuttu ammurbastuu!!! È ura cca cci a finemu ccu sta farsa semu taliani sulu ppi cumparsa, Siciliani, na ni facemu cchiù baggianari mustramu i denti e facemuni rispittari!!! Saro Pistorio Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 4 4 > S E T T I M A N A L E IDG acese N . 16 • sa bato 1 4 m aggio 2011 di Giarre Una vestale di nome Ginevra L’ atto unico dal titolo “Una vestale di nome Ginevra”, liberamente tratto da un lavoro di Rita Caramma, su una figura femminile colta e misteriosa dei primi del Novecento, ci riporta indietro nel tempo, alle Vestali, sacerdotesse della dea Veste, divinità romana figlia di Saturno e di Opi. Giovani fanciulle di nobili e potenti famiglie che, nella Roma antica, venivano scelte dal Pontefice Massimo per formare il collegio delle vergini, con il compito del culto alla dea, nonché, della custodia del fuoco sacro e del “focolare” domestico e pubblico, cioè della famiglia e dello Stato. Vergini sacerdotesse che venivano punite con la morte in caso di violazione del voto di castità. Oggi, all’inizio del XXI secolo, usiamo l’espressione vestale solo in senso figurativo, per indicare chi sostiene e tutela un grande valore ideale, un principio irrinunciabile, con intransigenza e rigore. Pertanto Rita Caramma la giovane giornalista, poetessa e scrittrice, nata ad Augusta, acese d’adozione, conoscendo molto bene la bre- ve e triste vita della pittrice Ginevra Bacciarello, finita in tragedia proprio ad Acireale, e volendo riscriverne la storia, ha giustamente intitolato il volume “Vestale di Maschere”. Una storia vera questa della Bacciarello, nata ad Ancona nel 1890 e morta (suicida o assassinata) il 9 luglio 1913, ad Acireale, dove era arrivata l’anno precedente da Roma, dopo avere sposato un giovane acese studente in scultura, Luciano Condorelli, conosciuto e frequentato presso il Regio Istituto di Belle Arti. Una storia che la Caramma ha voluto riproporre “per non essere dimenticata, in quanto intrisa di quell’attualità che rende eterno il suo ricordo di giovane donna, artista e sposa”. E il Teatro del TRE, diretto da Gaetano Lembo, ha saputo ben rappresentare nell’atto unico questa breve vita, questa storia, questa tragedia, con la regia dello stesso Lembo che ha bene inserito, in alcuni momenti della scena, brani tratti da “Elettra” di Euripide, da “Romeo e Giulietta” di W. Shakespeare, dagli atti del processo di Artemisia Gentileschi. Perché la cara Ginevra Bacciarello, in effetti, ha incarnato e ci ri- Acireale: un atto teatrale unico, liberamente tratto da un lavoro di Rita Caramma, racconta una figura femminile colta e misteriosa dei primi del Novecento corda ancora oggi questi personaggi entrati nella “Mitologia” del teatro, “per il suo ardore, l’amore per l’arte, la presenza di un tragico evento alla fine della sua esistenza”, come sottolineato dal regista Lembo (a sinistra, nella foto) che nel lavoro interpreta la parte del padre di Ginevra. Belle e brave, Melania Puglisi (al centro, della foto) che ha interpretato la Bacciarello, Ornella Falsaperla quale voce fuori scena di Elettra, Giulietta e Artemisia, nonché Martina Minissale, Lucy Russo e Ramona Vic- chitto, “spiriti” vaganti e muti. Un atto unico, in conclusione, ben riuscito (suggestivo) e ben rappresentato anche per la scelta delle musiche (suoni), la scenografia e le luci. Camillo De Martino Lo splendore della fede Il sacro nell’arte Benedetta dal Vescovo la restaurata edicola del SS. Salvatore V enerdì 22 aprile, alla presenza del Vescovo di Acireale, Pio Vittorio Vigo, delle autorità cittadine e dei fedeli, è stata benedetta l’edicola votiva sita nei pressi della chiesa del SS. Salvatore; edicola che è stata oggetto di un integrale intervento di restauro, interamente finanziato con le offerte dei fedeli. I lavori hanno fatto emergere le linee e la struttura originarie dell’altarino, che custodisce un antico dipinto su lamiera con la raffigurazione della crocifissione di Gesù. Il tema non è casuale. Nell’aprile del 1656, infatti, il padre gesuita Luigi La Nuza individuò in questo luogo, sopraelevato (allora all’estrema periferia della città), il sito più consono per rappresentare la scena della Passione di Gesù e vi fece innalzare tre croci, proprio a fianco dell’antica pieve che, da allora, viene anche designata col nome di chiesa del Calvario e dove per antica tradizione di fede, ancora molto sentita, gli acesi si recano per raccogliersi in preghiera al cospetto del simulacro del Cristo morto. La statua settecentesca, pregevole opera in cartapesta realizzata da autore anonimo e donata nel 1732 all’Arciconfraternita del SS. Crocifisso in San Pietro, rimane solennemente esposta durante l’intera giornata del Venerdì Santo per essere poi condotta in processione, in serata, per la vie della città. Guido Leonardi Si è chiusa con successo la Collettiva di pittura, scultura, poesia e fotografia sul tema “Il sacro nell’arte” organizzata dall’Accademia “Cavalieri di Federico II” Federiciani, per il numero e varietà dei partecipanti nonché per l’elevata fattura delle opere. I temi dominanti scelti dai partecipanti provenienti da tutta la provincia etnea, dato che la Collettiva si è svolta nel periodo della Pasqua, sono stati principalmente quelli riguardanti il Cristo (Vita, Miracoli, Calvario) e la Madonna (con il Bambino Gesù, ai piedi della Croce). I pittori partecipanti con opere ad acquerèllo, acrilico e tempera, sono stati Anna Bella, Innocenza Alessi, Anna Enza Calì, Emilia Coco, Carmelo Famà, Angela Fichera, Giuseppe Mario Frezza, Giovanna Leocata, Giò Grasso, Letizia Pace, Benedetto Poma, Gabriella Privitera, Salvatore Rapaglià, Damiano Rubino, Antonella Seratore, Alessandra Viola. La pittrice Rosa Libra vi ha partecipato con una sua collezione. L’unica scultura presente è stata quella di Mary Imbiscuso. Numerosi anche i poeti: Anna Bella, Sara Celano, Giovanni Di Bella, Costanza Isaja, Concita Russo e Nicola Raciti. La felice coincidenza con il periodo pasquale e la conseguente tematica sviluppata legata al detto periodo, tematica ben riportata ed espressa nelle varie opere, hanno avuto una valenza elevata che portava i visitatori della mostra, giovani e meno giovani, ad una riflessione e ad un valore educativo. Per la cronaca aggiungiamo che il presidente dell’Accademia, il Principe Don Salvatore Coco, grazie alla sua lunga esperienza, ha organizzato la Collettiva nel migliore dei modi: affidando la cura della mostra al critico d’arte federiciano, dot.ssa Rita Nicotra; facendo seguire all’inaugurazione una riflessione su “ Fede e feste” sviluppata da due alti prelati, don Salvatore Pappalardo e don Poltera. Il tutto, infine, si è sempre svolto sotto l’occhio vigile del Cerimoniere dell’Accademia il Barone Nunzio Spitaleri e del federiciano Barone Rosario Viola. Complimenti! C.D.M. Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 5 > S E T T I M A N A L E IDG catania e provincia di Giarre 5 N. 1 5 • sa bato 1 4 m aggio 2011 Basta fiori sull’asfalto! Pezzo dopo pezzo... il pericolo Ottimo successo della partita di beneficenza “Un Gol per la vita” che ha riproposto il tema della sicurezza sulla strada A San Pietro Clarenza un rudere costituisce un grave pericolo per automobili e pedoni, ma ancora nessuno interviene S ono stati oltre duemila gli spettatori che hanno assistito la partita di beneficenza “Un gol per la vita”, ospitata allo stadio comunale di Trecastagni, che ha visto la Nazionale calcio attori sfidare la rappresentativa Vip e giornalisti Siciliani. Al di là del risultato finale di 4 a 2 a loro favore, gli attori sono rimasti entusiasti per il calore del pubblico e per il risultato ottenuto nella raccolta fondi, che ha raggiunto circa cinquemila euro, che saranno utilizzati per realizzare il progetto di prevenzione e sicurezza stradale in alcune scuole medie, individuate dall’associazione SaperexGuidare, delle zone più degradate della città di Catania. All’evento erano presenti i rappresentanti dell’associazione “Familiari Vittime Delle Strada” che hanno esposto, in direzione del pubblico, uno striscione con la scritta “Basta fiori sull’asfalto”. Un messaggio chiaro, diretto che è stato recepito dal pubblico, che include numerosi studenti dell’istituto Alberghiero di Nicolosi, dell’industriale di Belpasso e delle scuole medie di Viagrande e Trecastagni. Le due squadre sono state accompagnate in campo dai piccoli calciatori dell’Unione sportiva dilettantisti- ca della Scuola calcio di Trecastagni, diretta da Salvatore Cavallaro, mentre il cantautore catanese Daniele Barbagallo ha proposto la sua canzone “Sabato sera”, che parla degli incidenti stradali che coinvolgono i giovanissimi. Tra il primo e il secondo tempo si sono esibiti i ragazzini del “Centro Studi Danza” di Valverde che hanno intrattenuto il pubblico con i loro balletti. A conclusione della manifestazione, è arrivato il sorteggio di 3 caschi, rimanendo sempre nell’ambito del messaggio di prevenzione affidato alla manifestazione, tra il pubblico presente. Caschi che sono poi stati consegnati dagli attori Enrico Lo Verso, Sebastiano Somma e Francesco Giuffrida. Le squadre hanno ricevuto alcuni trofei realizzati e offerti da Francesco Boria, tutte ceramiche di Caltagirone. La partita è stata commentata dal comico Giuseppe Castiglia, ormai da molti anni testimonial dell’associazione SaperexGuidare. Al termine della manifestazione le emozioni si sono materializzate attraverso le toccanti le parole degli attori Danilo Brugia (“non ho mai partecipato ad una partita più bella e con un pubblico così caloroso”) ed Enrico Lo Verso(“Sono felice di aver partecipato a questa manifestazione finalizzata ad uno scopo così importante e confermo la mia disponibilità a sostenere anche in futuro i progetti dell’associazione SaperexGuidare”), di Francesco Giuffrida (“l’organizzazione ha superato le aspettative ed il pubblico è stato numeroso e caloroso”), del presidente dell’associazione, Giovanni Calì (“ringrazio tutte le persone che hanno consentito la realizzazione della manifestazione tra cui il presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, e l’assessore Pippo Pagano, il sindaco di Trecastagni, Giuseppe Messina, l’assessore comunale allo Sport, Salvo Lo Monaco, il pubblico, gli sponsor e le squadre che hanno partecipato. Parecchi gli attori e i personaggi di entrambe le squadre che mi hanno dato la loro disponibilità per il prossimo evento. Vorrei, inoltre, fare un ringraziamento speciale a Giuseppe Castiglia che è stato presente per tutta la campagna pubblicitaria sino alla conclusione dell’evento”). A conclusione, l’assessore provinciale Pippo Pagano si è complimentato con Calì per la riuscita dell’evento e per le finalità sociali. Giuseppe Musumeci Roma e Nettuno conquistate! Passione e impegno per il secondo appuntamento del progetto “I Giovani scoprono l’Italia”, a sorpresa la visita del presidente FIBS Riccardo Fraccari N ettuno e Roma, protagoniste del secondo raduno delle ragazze e dei ragazzi coinvolti nel programma che unisce i valori dello sport, cultura, peculiarità regionali e passione per il diamante. Il secondo grande appuntamento con i raduni nazionali del Progetto “I Giovani Scoprono l’Italia”, nucleo di sviluppo per le Accademie Regionali FIBS, si è rivelato essere una grande testimonianza di vita e sport. Per chi vive con passione la disciplina della mazza e del guantone, recarsi a Nettuno, seconda tappa della kermesse sportiva/culturale, ha ovviamente il fascino tutto particolare del ritorno alle origini, ed è stata proprio la cittadina tirrenica la sede prescelta per la tappa “I Giovani Scoprono il CentroItalia”. a sorpresa del presidente FIBS, Riccardo Fraccari, intervenuto al raduno per salutare i giovani atleti e trascorrere con loro le ore del dopo cena per la festa di benvenuto, ma anche per illustrare le attività progettuali e cimentarsi con loro durante le dimostrazioni laboratoriali. Fraccari ha voluto sottolineare come si stia traendo il massimo profitto sportivo dal Progetto Giovani, iniziativa che non grava minimamente sulle casse federali, grazie al coinvolgimento del Ministro delle Gioventù, e all’opera delle entità che si stanno impegnando tantissimo nel condurlo: “I giovani rappresentano il futuro della Federazione e qui, insieme, toccano con mano come la passione e l’impegno possano spianare la strada a grandi risultati sia nell’ambito sportivo che nella vita quotidiana”. Diversi i momenti esaltanti della manifestazione: il primo è stato certamente durante la cerimonia di apertura, che ha visto il diamante pieno di ragazzi e ragazze, insieme ai loro tecnici, ai tecnici delle Nazionali, le autorità, centinaia di bandiere e l’inno d’Italia a sugellare la fratellanza e sottolineare il sentimento comune nel centocinquantesimo dell’unità nazionale. Il secondo momento è stato senza dubbio la visita “Al termine di una programmazione come sempre frenetica, ma minuziosa – commenta soddisfatto Michele Bonaccorso, coordinatore dell’iniziativa – tutto si è svolto nel migliore dei modi, all’insegna della passione sportiva. Alla base di tutto, voglio ancora sottolineare la grande, preziosa cooperazione dei tecnici”. “Nettuno, poi – prosegue il presidente del Comitato regionale siciliano della FIBS –, si è confermata una città a disposizione dei nostri ragazzi con i suoi impianti, i suoi tecnici attraverso la proficua collaborazione del Comitato regionale Lazio. Un plauso - doveroso - va anche all’amministrazione comunale di Nettuno e al suo sindaco, Alessio Chiavetta, che ci ha fornito un supporto fondamentale”. La formazione tecnica è stata infatti il grande, importantissimo valore ag- Lo sport e la cultura, costituiscono un binomio eccellente che ha portato al- giunto del raduno: ragazze e ragazzi sono stati protagonisti di test di velocità, esercizi sul lancio e battuta, ma anche di vere e proprie sfide agonistiche. Dimes Gamberini, con il suo staff, ha guidato il try out della Nazionale Cadetti, cogliendo l’occasione per svolgere un proficuo lavoro. Marina Centrone, “motore instancabile, leader e centro motivazionale di giovani e tecnici”, come vuole definirla Bonaccorso, ha guidato per il softball un vero e proprio gruppo di lavoro a livello nazional e . Marco Mazzieri, con la sua visita, ha voluto ancora una volta testimoniare la sua vicinanza e attenzione verso i giovani e l’intero progetto. la visita delle vie di Roma, che per un giorno è stata capitale anche all’atto pratico, visto che le strade antiche della “città eterna”, già invase dai turisti, sono state ulteriormente riempite dal suono pluri-dialettale dei ragazzi del progetto, provenienti da tutte le parti d’Italia. Formidabile, nello stimolare l’entusiasmo, si è rivelata anche la visita notturna allo stadio Steno Borghese di Nettuno per l’incontro di IBL1 tra Danesi Caffè e De Angelis Knights. I ragazzi hanno fatto rientro a casa ma le attività non si sono certo esaurite: centinaia di adolescenti di tutta Italia, vero motore di un progetto che sta facendo parlare di sé anche fuori dal contesto dei diamanti, sono già in moto per proseguire con le attività di laboratorio, con i raduni regionali e con nuove proposte di lavoro. Un lavoro incessante e che non conosce tregua, soprattutto per gli organizzatori che stanno già delineando il terzo ed ultimo incontro nazionale. “L’entusiasmo mostrato in questi giorni dai ragazzi ci conferma di aver lavorato bene, cancella la stanchezza delle scorse settimane e soprattutto ci da’ la giusta energia per continuare a lavorare nei prossimi mesi – conclude Bonaccorso –. Le aspettative e le potenzialità da mettere in campo sono ancora tantissime; l’obiettivo rimane quello della vigilia: ovvero, che i ragazzi partecipanti possano scoprire non solo le bellezze dell’Italia ma anche principi e ideali che da giovani atleti li aiuteranno a diventare i giovani donne e uomini di domani. Una grande scommessa che sta per essere vinta nel nome del baseball e del softball. Nel nome dello sport e dei suoi sani valori”. Salvatore Rubbino A San Pietro Clarenza un grave pericolo incombe sulla testa dei cittadini ma anche di tutti gli utenti della strada, da e per Mascalucia e paesi limitrofi, che transitano per la centralissima via Umberto, strada provinciale III/3. Proprio all’ingresso del centro abitato clarentino, lato Mascalucia, dopo un tratto di strada abbastanza largo, la carreggiata si restringe, dove vi è una pericolosa curva a gomito, teatro di tanti incidenti. E proprio in quella curva (come si evince dalla foto), vi è uno stabile per civile abitazione privato, da anni disabitato ed abbandonato, ridotto quasi a rudere. Nell’edificio vi sono tre aperture a piano terra, mentre al primo piano si affacciano due balconi, i cui ballatoi stanno per crollare, anche i muri perimetrali presentano diverse crepe. Di conseguenza, esiste il pericolo di crollo, sia per la vetustà del fabbricato, che per le vibrazioni prodotte dall’intenso traffico veicolare che transita in questa strada, da e per Mascalucia, Belpasso, Paternò e paesi limitrofi, con passaggi quotidiani di autobus dell’Ast, e privati, e grossi autocarri. Il pericolo deriva anche dal restringimento della carreggiata, senza marciapiedi, con tanti mezzi meccanici che ci vanno spesso a sbattere. I cittadini delle abitazioni vicine, passanti abitudinari di quella strada, pedoni o motorizzati, sono in preallarme per quello che potrebbe accadere in caso di crollo, con il verificarsi una strage. Noi stiamo girando l’appello dei cittadini al sindaco Vincenzo Santonocito, per risalire ai proprietari dell’immobile, ed invitarli ad eliminare il grave pericolo incombente. Michele Milazzo Solarino: conferenza di Bongiovanni, Caria e Frisone Domenica 15 maggio prossimo, alle ore 16.00, presso la sala Conferenze del Museo Etno-antropologico di Solarino, l’Accademia Discipline Bio Naturali (ADBN) in collaborazione con l’Associazione culturale “Giordano Bruno” e l’Associazione culturale “Dal Cielo alla Terra – Catania”, presentano la conferenza dal titolo “I messaggi segreti della Madonna”. Gli argomenti trattati saranno molteplici e strettamente interconnessi, e riguarderanno i vari aspetti del contatto fra Cielo e Terra, che si manifesta in maniera ricorrente nella storia dell’Umanità. Si parlerà, tra le altre cose, delle principali apparizioni mariane degli ultimi 150 anni e dei numerosi segni in cielo e in terra, che coinvolgono anche e non soltanto la fenomenologia extraterrestre. Le varie tematiche saranno accompagnate dalla proiezione di materiale audiovisivo inedito e straordinario, proveniente da tutto il mondo, che sarà presentato con estrema professionalità dal noto ricercatore e documentarista Pier Giorgio Caria. L’intervento dello stigmatizzato Giorgio Bongiovanni avrà il principale obiettivo di spiegare l’aspetto messianico e profetico degli eventi sopracitati, e la stretta correlazione con la profezia della seconda venuta di Cristo. All’incontro interverrà anche il noto fisico nucleare siciliano Fulvio Frisone, che da tempo si occupa dello studio di un sistema per la produzione di energia pulita, attraverso il cosiddetto processo di “fusione fredda”. L’ingresso è gratuito ma, nel corso dell’incontro, si raccoglieranno fondi per i progetti di solidarietà internazionale realizzati dall’Associazione Onlus “Funima International”. M.M. Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 6 > S E T T I M A N A L E IDG 6 N . 16 • sa bato 1 4 maggio 2011 catania e provincia Ecco il Piano formativo 2011 Confindustria, Odecec Catania e Aiti aprono allo “Small business Act” Regionale e promuovono soluzioni e progetti innovativi per le imprese “L a vera sfida dei manager di oggi non è applicare le regole dei manuali di gestione delle imprese, ma saper incrociare le competenze professionali delle risorse umane con le loro esperienze personali”. Queste le parole di Gioacchino Lavanco, docente di Psicologia delle Comunità all’Università di Palermo, che ha spiegato così l’idea che sta alla base del progetto di ricerca sul legame tra formazione e innovazione delle imprese. Questa l’idea che ha ispirato il Piano formativo 2011 “Creare Valore = Gestire Conoscenza – Management per l’Innovazione”, presentato a Palermo nella sede di Confindustria Sicilia. “Il gruppo formato da manager siciliani e laziali che parteciperà al progetto finanziato da Fondirigenti – ha continuato Lavanco – diventerà modello di studio per un’analisi della percezione del benessere e dell’incisività di quest’ultima sui processi di stimolo e crescita del business, il cui consuntivo verrà presentato alla fine del 2011”. Quando un’azienda vive in stato di benessere? Nel caso in cui la sua produttività aumenta o piuttosto quando il clima organizzativo e psicologico producono insieme valori positivi? Spesso la prima deriva dalla seconda. All’incontro erano presenti imprenditori, dirigenti e soprattutto studenti universitari che intendono intraprendere la carriera manageriale. Più che una lezione didattica, l’incontro ha trasmesso “valori”, dimostrando come “la formazione impatta positivamente sulla performance aziendale – ha affermato Massimo Plescia, coordinatore didattico del Piano e amministratore di Sdi Soluzioni d’impresa – per creare un contesto favorevole all’innovazione dei prodotti e dei servizi e alla formazione delle risorse è la più preziosa chiave di sviluppo”. Sono intervenuti, inoltre, Filippo Vullo di Aidp Sicilia, Associazione italiana per la direzione del personale, Antonio Marletta (Human resources manager Acies srl) e Raffaele Mazzeo, vicepresidente Andaf Sicilia, Associazione nazionale dirigenti amministrativi e finanziari. Inoltre, è stato presentato il libro “Gestire valore è creare conoscenza, scritto a quattro mani da Massimo Plescia e Monica Mandalà, docente dell’Università palermitana. “Il capitale umano è più importante di quello economico-finanziario” ha dichiarato nel suo intervento il direttore di Confindustria Caltanissetta, Giovanni Crescente, affiancato dal presidente Unione Regionale Sicilia Federmanager, Leonardo Grassi che auspica “una maggiore considerazione delle Pmi (piccole e medie imprese) nei confronti della formazione, spesso considerata una sottrazione agli impegni lavorativi”. Al palazzo Esa di Catania, invece, nel corso del convegno “Small Business Act: una nuova politica produttiva (Think small first)”, organizzato da Confindustria Catania, Ordine dei dottori Commercialisti e degli Esperti contabili (Odcec) di Catania e Aiti Sicilia (Associazione italiana tesorieri d’Impresa) in collaborazione con Andaf, Marino Consulting e Banca Nuova, con il contributo del Gruppo Banca Popolare di Vicenza; sono emersi dati significativi, con un richiamo ad una “apparente umiltà imprenditoriale” che suo- na quasi come una contraddizione, ma che in realtà non lo è. A saperlo sono ancora in poche micro, piccole e medie imprese: le stesse che costituiscono all’incirca il 90% del tessuto produttivo nel Meridione. C’è una “mano tesa” protesa verso queste realtà: si chiama “Small business Act” (Sba) e si traduce in semplificazione normativa, riduzione degli oneri amministrativi, apertura dei mercati che intendono mettere al centro di una nuova politica produttiva questa tipologia di aziende, permettendogli di lasciarsi alla spalle la crisi “divoratrice” di quella fetta sana dell’economia. “Il comparto produttivo siciliano, formato in gran parte da micro imprese a gestione familiare – ha affermato il presidente Odcec Catania, Margherita Poselli – risente della scarsa informazione sui tanti vantaggi e opportunità di crescita che lo Stato e l’Unione Europea riservano loro. Il convegno nasce proprio con l’obiettivo di far sapere ai nostri imprenditori che esistono gli strumenti e le soluzioni per superare la crisi. Al loro fianco svolgono un ruolo chiave i professionisti e in particolare i commercialisti, in grado di supportare le microaziende dalla fase di start-up a quella di crescita e consolidamento”. Al convegno hanno preso parte anche: il responsabile delegazione Aiti Si- di Giarre “Naturalmente a Bronte” Parco dei Nebrodi e Comuni propongono sette incontri per promuovere ambiente e territorio cilia, Roberto Marino - coordinatore dei lavori -, il capo area Sicilia orientale Banca Nuova, Carmelo Lauritano, il presidente Andaf Sicilia, Filippo D’Amico, il responsabile delegazioni regionali Aiti, Rosario Maccarrone, Francesco Renne, docente area Finanza Fondazione Cuoa, Vito U. Vavalli, vice presidente Aiti e Marco Vitale, consigliere Odcec Catania. Dalle parole ai fatti, cosa vuol dire concretamente “Pensare in piccolo”? Come va interpretato? A rispondere il tesoriere di Confindustria Catania, Nino Mirabile: “In due parole: fare rete. Non sarebbe ipotizzabile chiedere ai micro, piccoli e medi imprenditori un ridimensionamento delle aspettative e della competitività, una rinuncia al raggiungimento di livelli più elevati di benessere e prosperità. Andrebbe piuttosto considerata l’incentivazione di processi di aggregazione, attraverso strumenti quali il Fondo Italiano di Investimento, la costituzione di Ati (Associazione temporanea di imprese), i contratti di Rete, così da attuare una politica di aggregazione che abbatta i costi di produzione, gestionali e distributivi e le renda maggiormente competitive”. Se è vero che lo Sba rappresenta una corsia preferenziale per la piccola impresa, è anche vero che serve fare un passo avanti, come sottolineato da Leone La Ferla, presidente Piccola Industria di Confindustria Catania: “Definita l’ossatura normativa e i principi guida adesso occorre dare tempi certi alla loro attuazione sui diversi territori regionali. A tal proposito, nell’ambito delle priorità della revisione dello Sba è stata aperta la strada a un migliore raccordo tra politiche nazionali e regionali, attraverso la creazione di Sba regionali che tengano conto delle peculiarità territoriali. Sarebbe ora auspicabile anche la nomina di un Mr. Pmi regionale, che rappresenti un interlocutore unico per le imprese industriali ed artigiane”. Parte da Bronte una proposta di promozione del proprio patrimonio ambientale, con Comune e Parco dei Nebrodi che, fino al 23 giugno prossimo, hanno organizzato 7 interessanti incontri tematici sull’ambiente, la natura, ed i parchi, dal titolo “Naturalmente a Bronte”. Il filo conduttore riguarderà la conoscenza e la fruizione delle aree protette, con uno sguardo attento rivolto, soprattutto, alla consapevolezza di appartenere ad un territorio incastonato tra Etna, Nebrodi, Alcantara e Simeto di innato pregio naturalistico ed escursionistico. Gli incontri saranno animati da esperti nel settore provenienti da realtà professionali ed associative di grande competenza ed esperienza e saranno ospitati nel “Centro visite del Parco dei Nebrodi”, ubicato nell’antico e centrale Palazzo Virzì di via Umberto a Bronte. I convegni si svolgono ogni giovedì sera alle ore 19, ed hanno avuto inizio il 5 maggio con “Lo sport in Montagna, l’esperienza della UISP Lega Montagna” a cura di Santino Cannavò. Seguiranno, nei prossimi giovedì, gli incontri su: “Obiettivo natura - La fotografia naturalistica in preziosi scatti” a cura di Gino Fabio; “La Sicilia e la Diversità Paesaggistica – Il racconto di un camminatore esperto”, a cura di Fabrizio Meli; “Flora e Fauna del territorio Etneo – L’attenta raccolta degli elementi naturalistici” a cura di Vincenzo Crimi; “Il cielo sopra di noi: astronomia porta dell’infinito” a cura del Gruppo Astrofili Catanesi; “Iblei Storie e Luoghi di un Parco – Proiezione del documentario sul Parco degli Iblei” a cura di Renzo Lo Presti; “Il Sentiero Italia – La mappa del Sentiero Italia raccontata dal CAI” a cura di Mario Vaccarella e Giuseppe Oliveri. «Si tratta di una serie di incontri particolarmente interessanti – ha commentato il sindaco di Bronte, Pino Firrarello –, frutto dell’amore che Attilio Caldarera nutre per la natura, l’ambiente ed il nostro territorio. Un ringraziamento particolare va al Parco dei Nebrodi, impegnato, insieme con noi, nella promozione delle bellezze ambientali di questo territorio dalla bellezza abbacinante». Salvatore Rubbino Marco Sidoti Costruire opportunità sul turismo mento approvato dal Consiglio provinciale, ed hanno incontrato la soddisfazione delle stesse Pro Loco, anche se resta un fondo di amarezza per la scarsità di risorse a disposizione. Il punto della situazione è stato fatto nel corso dell’assemblea che si è tenuta nella sede della Provincia, convocata dal presidente Castiglione per far conoscere ai presidenti e agli associati delle Pro loco il nuovo regolamento. «A fronte della diminuzione di fondi, le Pro loco devono avere la capacità di spendere in modo più razionale quanto viene loro assegnato – ha dichiarato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione –. Questo documento è stato approvato con la condivisone di tutte le parti e non potrà che avere effetti benefici. Difatti, alcune Pro Loco hanno già presentato dei progetti per fare promozione turistica. La Provincia, da parte sua, farà da coordinamen- Le Pro Loco riceveranno i contributi dalla Provincia di Catania, assieme all’invito per un uso più razionale delle somme loro spettanti A ccanto ai meriti che le sono stati assegnati, la Provincia regionale di Catania può fregiarsi di un ulteriore primato: a quanto risulta, ad oggi, è l’unico Ente ad aver assegnato alle Pro Loco una grossa cifra. I contributi, relativi agli anni 2010 e 2011, fanno seguito al regola- Un abbraccio a chi soffre Catania: presentazione della manifestazione di solidarietà “Una speranza in più in un sorriso” M artedì 17 maggio, alle 16.30, nei locali dell’Associazione Rima onlus di via Cifali 3/A a Catania si terrà la conferenza stampa di presentazione dell’happening di solidarietà “Una speranza in più in un sorriso”, in programma sabato 21 maggio, alle ore 20 nei locali delle Ciminiere a Catania. Nel corso della conferenza stampa, organizzata dall’Associazione presieduta da Rita Nicotra, saranno presentati gli artisti che sabato 21 maggio infiammeranno il palco delle “Ciminiere” di Catania per una nobile causa: recuperare le libere offerte del pubblico e dei partecipanti per l’acquisto di materiale medico e paramedico in favore di coloro che soffrono e che non hanno le risorse economiche per tutelare la propria sa- lute. Ad allietare la serata del 21 maggio, presentata da Ruggero Sardo, la presenza di artisti di fama riconosciuta e di giovani talenti in rampa di lancio. Tra questi, i “Dolci e gabbati”, Laura De Palma, “I tiramisù”, il cabarettista Marco Mazzaglia, direttamente dal laboratorio di Zelig, il duo musicale “I cashmire”, il tenore Alfio Marletta Valori, i soprani Santina Calì e Angela Curiale, lo “chansonnier” Toti Sapienza, il pianista Giovanni Randino, i giovani artisti e i comici della Nuova Compagnia Odeon, guidata da Rita Nicotra. Alla conferenza stampa e alla serata di beneficenza prenderanno parte il prof. Antonino Iuppa e i dottori Marco Aurelio Da Costa Vieira, Salvatore Salluzzo, Vincenzo Sarnataro, Massimo Martino, Rosario Coltraro e Salvatore Rizzo. Il presidente dell’Associazione Rima onlus, Rita Nicotra, invita a partecipare perché «è proprio in occasioni così importanti che occorre stringersi attorno per una nobile causa. Dal momento che poi uniremo al breve ma significativo incontro con i nostri specialisti e dottori, la verve del divertimento più puro e sano, credo che non ci si possa tirare indietro. Ricordo sempre che donare è un atto d’amore per salvare una vita. Quindi, invito tutti coloro che hanno un cuore grande a prendere parte in maniera convinta e generosa alla nostra iniziativa». Michele Milazzo to e nel sito web saranno riportati giorno e data delle manifestazioni che si susseguono nelle varie località. Sarebbe utile, in occasione dei 150 anni di Unità della Provincia, progettare una iniziativa che coinvolga tutte le Pro Loco. Fare rete è indispensabile nel campo del turismo. Lungo questo versante si sta impegnando la dirigente provinciale Santa Caruso che, con il suo staff, sta riorganizzando il Servizio turismo, facendo proprie le competenze che prima spettavano alle Apt». Il presidente dell’Unpli Sicilia, Antonino La Spina, ha dato atto al Consiglio provinciale e al presidente Castiglione di aver preso delle iniziative a sostegno delle Pro Loco ed ha assicurato progetti di grande richiamo per il turismo della nostra Provincia. Valentina Consoli Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 7 > S E T T I M A N A L E IDG alcantara di Giarre N. 1 6 • s aba to 14 magg io 2011 7 Francavilla di Sicilia, gli “angeli” del Municipio L’impianto idrico e quello fognario hanno posto, negli ultimi mesi, non pochi problemi, ingenerando disservizi e disagi per i cittadini. Ma l’Ufficio Comunale di Protezione Civile, guidato dall’architetto Salvatore Damino, si è dimostrato all’altezza di affrontare interventi alquanto complessi per riportare la situazione alla normalità S ettimane particolarmente intense, le ultime, per il personale dell’Ufficio Tecnico del Comune di Francavilla di Sicilia, diretto dall’ingegnere Nino Seminara: oltre all’impegnativa predisposizione logistica della tappa del Campionato Mondiale di Enduro in corso in questi giorni nella cittadina dell’Alcantara, ha anche dovuto fronteggiare tutta una serie di emergenze ed imprevisti la cui risoluzione, però, dovrebbe assicurare alla comunità locale un futuro più roseo dal punto di vista dell’efficienza dei servizi erogati dall’ente municipale. “Drammatiche”, in particolare, sono state le tre giornate consecutive, tra il 12 ed il 14 aprile, durante le quali i rubinetti dei francavillesi sono rimasti completamente a secco a causa di un guasto al collettore dell’acquedotto comunale nel tratto ubicato in contrada S. Caterina. La particolare collocazione del segmento d’impianto in cui bisognava intervenire ha fatto presagire il peggio, trovandosi nel pieno alveo del fiume Alcantara e senza alcuna via d’accesso in quanto l’originario sentiero pedonale per poterci arrivare era stato “cancellato” dal tempo e dalla proliferazione indiscriminata della vegetazione spontanea. Si è, quindi, messa immediatamente in moto l’“eroica” macchina dell’Ufficio Comunale di Protezione Civile, diretto dall’architetto Salvatore Damino, che con un intervento di somma urgenza e con il prezioso ausilio di un’impresa edile privata ha provveduto, lavorando per tre giorni pressoché ininterrottamente anche nelle ore notturne, ad effettuare le necessarie opere di sbancamento onde ricavare il sentiero con cui poter raggiungere il luogo del gua- L’intervento di pulitura del canale fognario sottostante P.zza Annunziata e, nei riquadri (dall’alto e da sinistra in senso antiorario), l’arch. Damino ed i benemeriti dipendenti comunali Guardione, Scirto e Rigano sto, che il personale comunale è riuscito a riparare nella mattinata del 14 aprile, con gran sollievo dei cittadini francavillesi, i quali non avevano mai subito una così prolungata interruzione (tre giorni di seguito) dell’erogazione dell’acqua potabile. Ancora una volta, dunque, l’Ufficio di Protezione Civile del Comune di Francavilla di Sicilia (già destinatario, nel recente passato, di riconoscimenti speciali da parte della Regione Siciliana e di “Legambiente”) si è mostrato efficiente e capace, senza perdersi d’animo, di affrontare un intervento che, a prima vista, presentava difficoltà insormontabili. Nella lunga e complessa operazione si sono, in particolare, distinti tre dipendenti comunali delle squadre esterne, ossia Salvatore Guardione, Antonino Rigano e Tindaro Scirto; per loro il funzionario respon- sabile Salvatore Damino, nella sua relazione conclusiva sull’intervento, ha suggerito al sindaco Salvatore Nuciforo di prevedere un apposito encomio con le seguenti rispettive motivazioni: «Guardione, sempre presente alle operazioni, si è attivamente prodigato per rintracarticolare nel prosciugamento del sito di lavoro; è da evidenziare il suo tentativo, nella serata del 13 aprile, di liberare la tubazione in acciaio per dotarla della fascia di riparazione immergendosi con le mani nell’acqua estremamente fredda. Rigano, anch’egli sempre presente alle operazioni, si è pure lui prodigato attivamente per rintracciare e riparare il guasto; è da sottolineare il suo tentativo, nella serata del 13 aprile, di liberare la tubazione in acciaio per dotarla della fascia di riparazione immergendosi con le mani nell’acqua particolarmente fredda. Scirto, infine, si è speso generosamente nelle operazioni logistiche e di supporto, mettendosi a completa disposizione dell’Ufficio e provvedendo, altresì, a rifornire di acqua potabile la popolazione tramite gli automezzi comunali». Un altro apprezzato intervento dell’Ufficio Tecnico Comunale francavillese è stato posto in essere nei giorni scorsi con riferimento alla rete fognaria, consentendo, tramite operazioni di pulitura e la realizzazione di un nuovo chiusino, di eliminare contestualmente due disagi avvertiti da tempo: l’odore nauseabondo che fuoriusciva ad ogni arrivo della bella stagione dal tombino all’incrocio tra Piazza Annunziata e Via Regina Margherita ed il riversarsi di reflui maleodoranti (e probabilmente inquinanti) nei fondi agricoli serviti dal cosiddetto “Canale S. Vito” (nella zona della Guardia Medica e dell’ex macello comunale). A quanto ci è stato riferito negli uffici municipali, l’“olezzo” in Piazza Annunziata e l’inquinamento di contrada S. Vito erano strettamente collegati e, pertanto, con un solo intervento sono stati eliminati ambedue i problemi. Rodolfo Amodeo Giardini Naxos come… Lampedusa? Strade di Francavilla: ci pensa la Provincia Lo teme Giuseppe Russo, responsabile territoriale del sindacato Ugl, il quale esorta il sindaco Nello Lo Turco a porre in essere tutte le opportune iniziative preventive di vigilanza affinché eventuali sbarchi di migranti nella prima colonia greca di Sicilia non arrechino un danno alla già critica economia locale Già completati i lavori nelle contrade “Cucco” e “Mancina - S. Giovanni”, ma presto inizieranno anche quelli sulle altre arterie rurali G iardini Naxos come Lampedusa? Chissà… meglio non sottovalutare tale rischio e non farsi trovare impreparati in caso di eventuali sbarchi di migranti provenienti dai Paesi del Nordafrica. Questa, in sintesi, l’esortazione contenuta in una lettera che il responsabile comprensoriale del sindacato “U.G.L.”, Giuseppe Russo, ha inviato nei giorni scorsi al sindaco della prima colonia greca di Sicilia, Nello Lo Turco. «La cronaca di queste settimane - scrive Russo impone anche alla nostra comunità una riflessione sull’immigrazione data la vicinanza geografica di Giardini Naxos alle zone del Nordafrica attualmente scenario di guerre (Libia) e sommovimenti politici (Tunisia, Egitto, ecc.). Riteniamo, pertanto, utile suggerirle di non sottovalutare il rischio concreto che anche nel nostro territorio si possano verificare sbarchi; non ci si dimentichi che, qualche settimana fa, un barcone è approdato nelle spiagge tra i vicini Comuni di Mascali e Riposto. «Nella sciagurata ipotesi che fenomeni del genere si verifichino anche da noi, il danno economico, come se già non bastasse la generalizzata crisi, sarebbe enorme per una cittadina turistica come la nostra, che andrebbe sicuramente incontro ad una quantità enorme di disdette. «A lei ed alla sua Amministrazione Comunale, così attiva su vari fronti, chiediamo dunque di intraprendere tutte le iniziative istituzionali e di vigilanza onde scongiurare nel nostro territorio simili eventi, tenuto anche conto dell’estensione e della conformazione della costa naxiota: paradossalmente potremmo ritrovarci i migranti tra i bagnanti, e lei stesso, data l’ubicazione del Palazzo Municipale, nella sua… stanza al Comune! «Mi preme sottolineare – conclude il massimo esponente locale del sindacato Ugl - che questo nostro intervento non vuole essere in alcun modo razzista, ma è unicamente dettato dall’esigenza di salvaguardare gli interessi sociali ed economici della nostra comunità, che non può né deve certamente subire una situazione anche lontanamente simile al “Caso Lampedusa”». R.A. A lcune stanno per essere avviate ed altre sono già state portate a compimento: sono le opere di “restyling” e messa in sicurezza delle arterie rurali ricadenti nel territorio del Comune di Francavilla di Sicilia, ma di competenza della Provincia Regionale di Messina. Oltre che dai numerosi fruitori di queste strade (soprattutto agricoltori che le utilizzano per recarsi nelle rispettive proprietà terriere), la conferma giunge anche dall’assessore provinciale ai Lavori Pubblici e Viabilità Lino Monea (nella foto), particolarmente fiero di tali interventi, riguardando essi la cittadina da cui proviene ed in cui risiede nelle giornate libere dagli impegni politico-amministrativi nel capoluogo peloritano. I lavori sono già stati ultimati nelle strade che attraversano contrada Cucco e contrada Mancina San Giovanni, mentre stanno per iniziare su altre arterie rurali, ma di fondamentale importanza per l’economia locale in quanto, come prima si accennava, costituiscono spesso l’unica via di accesso ai fondi agricoli che, altrimenti, non potrebbero essere coltivati. Si tratta, prevalentemente, di strade che, all’origine, appartenevano all’ex Comunità Montana la quale, una volta soppressa, le ha cedute alla Provincia Regionale. In alcuni casi si è anche dovuto procedere a vere e proprie operazioni di consolidamento (come è avvenuto, ad esempio, per la strada di contrada Cucco) su aree particolarmente a rischio di crolli e smottamenti che costituivano una seria minaccia anche per il sottostante centro abitato. In termini finanziari, la somma complessiva impegnata dall’Amministrazione Provinciale di Messina per gli interventi in favore della rete viaria francavillese ammonta a circa ottocentomila euro. «Ancora una volta – ha dichiarato soddisfatto l’assessore Monea – ho fatto di tutto per dare risposte concrete ai problemi dell’area territoriale da cui provengo e che spesso, in passato, veniva “dimenticata” dalle istituzioni superiori. Con questi interventi di viabilità, in particolare, Francavilla di Sicilia si ritrova con un territorio più sicuro e con tanti cittadini che possono riprendere a coltivare i loro poderi potendo finalmente raggiungerli agevolmente, senza più dover affrontare i disagi causati dalle avversità atmosferiche». R.A. Alfio Cantarella, il “Prof” della pizza Il maestro pizzaiolo residente a Castiglione di Sicilia ha di recente trionfato al Trofeo “Spina”, disputato a Giarre in Piazza Duomo E’ uno dei quarantenni “di successo” espressi dal territorio della Valle dell’Alcantara. Di lui ci siamo occupati spesso nelle nostre cronache perché, in qualità di docente presso l’Istituto Alberghiero “Enrico Medi” di Randazzo, ha condotto i suoi allievi alla vittoria in alcune prestigiose competizioni nazionali di gastronomia e ristorazione. Ma nei giorni scorsi è stato lui stesso a trionfare in un’importante gara svoltasi a Giarre (suo paese natio) incentrata su quella che è la sua specialità: la pizza. Il maestro Alfio Cantarella, infatti, della pizza è a tutti gli effetti un “professore”, come sanno bene gli avventori del noto ri- trovo di Motta Camastra (frazione Fondaco) “I Due Compari” e come si evince dal primo piazzamento da lui conquistato qualche settimana fa al Trofeo “Antonio Spina” in una delle sezioni in concorso (“Pizza Veloce”). Si trattava di una gara, disputata a Giarre nella centralissima ed elegante Piazza Duomo, tra pizzaioli professionisti provenienti da tutta Italia, organizzata dall’“A.P.I.” (Associazione Pizzaioli Italiani). Ma tra Cantarella e la pizza il rapporto è, per così dire, “atavico”. «Mia mamma – ci racconta - durante la gravidanza aveva voglia di… pizza ed io divenni un provetto pizzaiolo già all’età di sedici anni. Ed è grazie alla pizza che ho potuto conseguire il diploma all’Istituto Alberghiero di Giarre in quanto, attraverso i proventi economici che mi dava quel lavoro che tanto mi piaceva, sono riuscito a pagarmi gli studi». Alfio Cantarella è, dunque, un professionista che viene realmente dalla cosiddetta “gavetta”. «A dodici anni – ci dice quando andiamo a trovarlo nel locale “I Due Compari” di Motta Camastra, che attualmente beneficia della sua maestria – iniziai l’apprendistato in un bar-ristorante-pasticceria ed il mio interesse per il mondo della ristorazione cresceva sempre più. Quindi, sia pur con qualche anno di ritardo, mi iscrissi alla Scuola Alberghiera di Giarre per poi diplomarmi “operatore turistico” presso l’Istituto “Camillo Golgi” di Brescia. Ma non ho mai smesso di viaggiare alla ricerca di novità, culture e ricette professionali diverse da quelle che usualmente conosciamo. Così, alla fine degli Anni Novanta, riuscii a meritarmi la cattedra di docente presso la Scuola Alberghiera di Brescia ed a conquistarmi la stima degli esclusivi ambienti dell’“A.M.I.R.A.” (Associazione Maitre Italiani Ristoranti Alberghi), di cui sono divenuto socio istruttore (nel 2000) e fiduciario per la sezione di Brescia (2008)». Oggi Alfio Cantarella, che risiede a Castiglione di Sicilia dove è felicemente sposato, oltre ai numerosi “fans” della sua succulenta pizza ha anche tanti giovani allievi. E sapete qual è il principio di base che inculca a questi ultimi prima di andare a parlare loro di ingredienti, impasti e tempi di cottura? Uno nobilissimo e fondamentale, che dovrebbe ispirare qualsiasi operatore della ristorazione, dal grande chef all’ultimo dei camerieri: «Servire gli altri non è un dovere, bensì un piacere». R.A. Gazzettino 14-05-2011:Gazzettino-nuovo 1 13/05/11 09:06 Pagina 8 8 > S E T T I M A N A L E IDG attualità N. 16 • sabato 14 ma ggio 2 01 1 di Giarre La rivolta del “Sette e Mezzo” L a misura era ormai colma, l’animo dei siciliani esacerbato; il primo agosto 1866 si costituì a Palermo un comitato segreto per organizzare una insurrezione armata contro il violento e dispotico governo piemontese. Il 15 settembre 1866, alle prime luci dell’alba, comparvero sulle montagne di Palermo le prime bande armate; a centinaia calarono in città per infiltrarsi fra la gente dei quartieri popolari. Nelle vie più importanti sorsero barricate per tagliare ai piemontesi i principali accessi al centro storico. Fra i ribelli c’erano molti renitenti alla leva, disertori, ex impiegati borbonici, preti che avevano avuto i beni ecclesiastici espropriati, ex garibaldini, mazziniani. Tutti uniti da un profondo odio antisavoiardo. Gridavano: «Viva Francesco II, viva Santa Rosalia, viva la Repubblica». Furono attaccati con violenza i posti di polizia, il dazio, i depositi di armi; un gruppo di rivoltosi guidato da Turi Miceli, che alla Ficuzza aveva indicato a Garibaldi la via per Palermo, assalì il carcere dell’Ucciardone con lo scopo di liberare i 2.000 detenuti ospiti. Ma l’attacco fallì perché le spesse mura del carcere, ben difese dalle guardie, risultarono inespugnabili. I piemontesi furono colti di sorpresa e si rifugiarono a palazzo Reale, nel Municipio e persino in Arcivescovado. Gli insorti ebbero un iniziale successo: decimarono un drappello di bersaglieri e massacrarono una colonna di trecento soldati comandati dal maggiore Giulio Fiastri che, crivellato di colpi, morì durante l’attacco. A Partinico fu sterminata una compagnia di granatieri che stava tornando in città in tutta fretta. Un battaglione di bersaglieri proveniente da Messina fu accolto da una fucileria micidiale e fu decimato, dovette rifugiarsi nei bassi di Palazzo Moncada; nei pressi di via Maqueda fu sorpresa una pattuglia di cinque carabinieri che furono fulminati da una grandinata di proiettili. Il 16 settembre comparvero sulle mura dei palazzi alcuni I giornali italiani nascosero il massacro dei siciliani e stamparono poche righe con caratteri minuti a fondo pagina… “Per meglio comprendere la cesura unitaria” manifesti che incitavano alla rivolta armata per sterminare “la banda di ladri che ha governato l’Italia per sei anni”. Il giorno dopo si sollevò anche Monreale, fu attaccata la caserma dei carabinieri e furono uccisi quasi tutti i militari; il capitano Epeneto Zavattini riuscì a fuggire con alcuni militi e si rifugiò presso un reggimento di granatieri che, attaccato a sua volta, dovette battere in ritirata. La rivolta si estese rapidamente in tutto il palermitano: a Misilmeri, a Bagheria, a Villabate, Piana dei Greci, Parco, Portella della Paglia, Boccadifalco. Fu costituito un comitato provvisorio di governo al quale parteciparono alcuni membri dell’aristocrazia palermitana: il principe Bonanno di Linguaglossa, il principe di San Vincenzo, il Marchese di Torrearsa, il barone Riso e quello di Sutera e un Monsignore della Curia dell’Arcivescovado. Il sindaco di Palermo marchese Antonio Starabba di Rudinì (nella foto), collaborato dal colonnello Comandante i Reali Carabinieri, Edoardo Sannazzaro, si preoccupò di difendere il porto, poiché aveva già telegrafato a Torino comunicando la rivolta e chiedendo aiuto. Il porto era un punto strategicamente importante per consentire l’attracco delle navi cariche di rinforzi. Ambedue, in seguito, furono premiati con il collare dell’Ordine Militare di Savoia. A Palermo, nel frattempo, furono ripristinati i simboli borbonici; fu occupato il tribunale e furono restituiti i vecchi nomi al Cassaro e al foro borbonico, che i piemontesi avevano ribattezzato Corso Vittorio Emanuele e Foro Italico. Il 17 settembre insorsero: Torretta, Montelepre, Lercara Friddi, Casteldaccia, Santa Flavia, Marineo, Racalmuto, Aragona, Termini Imere- se, San Martino delle Scale, Corleone e Prizzi. I carabinieri e gli altri militi piemontesi di stanza in quei centri dovettero fuggire lasciando sul terreno morti e feriti. Gli insorti, al grido antico del Vespro: “Morte ai piemontesi”, issarono la bandiera con i gigli e fecero a pezzi il tricolore dei Savoia. La reazione piemontese non si fece attendere: il 18 settembre la nave Roslino Pilo sbarcò 1.000 bersaglieri al comando del capitano Acton. Il giorno 21 attraccarono nel porto sei fregate e due corazzate che sbarcarono 6.000 uomini di fanteria; le navi provenivano da Livorno e Napoli ed erano comandate dall’ammiraglio Augusto Riboty; subito dopo lo sbarco, l’artiglieria di grosso calibro della flotta aprì il fuoco, bombardando indiscriminatamente la città di Palermo, ci furono centinaia di morti e migliaia di feriti fra i civili. Nella stessa giornata del 21 giunsero altre tre navi cariche di truppe: Washington, Città di Napoli e Principe Oddone. I militari comandati dal generale Angeletti iniziarono la controffensiva; appoggiati dall’artiglieria riuscirono ben presto a distruggere le barricate, costringendo i rivoltosi a rifugiarsi nelle vie collaterali. Malgrado tutto, gli insorti riuscirono ad annientare un battaglione comandato dal capitano Brunetta. Ma ormai la partita era perduta; i rivoltosi si dileguarono sui monti di Palermo lasciando in città pochi manipoli di coraggiosi che ancora resistevano. Il 22 sbarcò, con pieni poteri, il generale Raffaele Cadorna, reduce dalla disfatta di Custoza, alla testa di tre battaglioni di bersaglieri, ed ebbe inizio la più feroce rappresaglia che la storia di Sicilia ricordi. I bersaglieri entrati in città spararono a bru- ciapelo contro inermi cittadini che, per disgrazia, si trovavano a passare per via; in un solo giorno ci furono 2.000 morti mentre circa 3.600 cittadini inermi furono arrestati. Si sparava a vista senza preavviso contro chiunque fosse stato sorpreso fuori di casa. Il giorno 23, ottanta insorti che erano stati catturati ancora con le armi in pugno, vennero gettati in un fossato e mitragliati finché morirono tutti. Le fucilazioni durarono mesi e per mesi, la popolazione assistette al passaggio di migliaia di detenuti in catene che, a pugni e a calci, venivano spinti nelle carceri. Finì in carcere anche il colto e mite vescovo di Monreale, Benedetto D’Acquisto, di novanta anni, che il Cadorna ebbe a definire «il noto brigante D’Acquisto». Fu persino vietata la festa di Santa Rosalia, poiché era stata invocata dagli insorti, al grido: «Santa Rosalia e repubblica!». Lo stato di assedio durò fino al 31 gennaio 1867; non fu possibile alcun censimento, ma si calcola con approssimazione, che le vittime furono circa 35.000; il colera, portato in città da alcuni marinai piemontesi, fece il resto, desolando Palermo. Si calcolarono circa 50.000 morti. Il procuratore del re, Giuseppe Borsani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudizia- rio, ebbe il coraggio di dire che la giurisdizione militare aveva prodotto una giustizia violenta senza forme né garanzie. I nobili che avevano fatto parte del Comitato Provvisorio di Governo, furono prosciolti purché confessarono di avere accettato l’incarico perché «costretti dalla forza della plebaglia». Fu quella l’ennesima prova che gli aristocratici, i ricchi, la borghesia mercantile emergente, tutto quel mondo vicino alla mafia altolocata si era schierato dalla parte dei padroni piemontesi. La rivolta di Palermo è passata alla storia come quella del “Sette e Mezzo”, perché tanti erano stati i giorni dell’insurrezione armata. I giornali italiani nascosero il massacro dei siciliani e stamparono poche righe con caratteri minuti a fondo pagina. I giornali francesi, spagnoli e inglesi riportarono i fatti con una certa tempestività; ma si limitarono a scrivere che si era trattato di una rivolta repubblicana ad opera di bande di briganti (la solita etichetta!). Il Giornale di Sicilia, da sempre filogovernativo, sostenne la tesi che di bande di fuorilegge si era trattato. Su proposta dell’editore Ardizzone indisse una colletta per i soldati piemontesi morti negli scontri e per le loro famiglie. Furono raccolte 10.750 lire. Per i siciliani fu sufficiente la fossa comune al Cimitero dei Rotoli. Tutte quelle ombre gridano ancora oggi, vendetta e chiedono giustizia nel nome della libertà dei popoli. I Savoia sono stati già giudicati dal tribunale della storia che li ha condannati all’esecrazione perpetua di tutti i meridionali. Così i Fratelli d’Italia celebrarono l’unità della patria su un cumulo tragico di morti ammazzati. Vittorio Emanuele II “il galant’uomo, il padre della patria”, ebbe soddisfazione di quei miserabili che avevano osato levare le armi nell’antico nome dell’indipendenza e della libertà della Sicilia. (56. – “Sicilia postunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010/2011) Salvatore Musumeci «Il silenzio dei Meridionali e dei Siciliani sui fatti di casa propria rischia di offrire una sponda ideale proprio ai Padani, che ci tacciono anche d’omertà storica!» (Samus) All’insegna della solidarietà Sarà una festa dedicata agli “ultimi” la 35ª edizione della Giara d’Argento che si preannuncia ricca di novità importanti U na festa di solidarietà nei confronti degli ultimi. È questa l’immagine che il Grand’Ufficiale Alfio Di Maria, patron del prestigioso appuntamento, sta concretizzando per l’edizione n. 35 della Giara d’Argento, lavorando sulla traccia di una storia che ha segnato, ininterrottamente, la storia della “Sicilia pulita ed intelligente. Trentacinque anni sono davvero una vita ma la Giara d’Argento, invece di mostrare segni di stanchezza o di invecchiamento, si specchia nella sua storia per dimostrare (“in un momento di incredibili difficoltà”, sottolinea il patron Di Maria) che si può, che si deve andare avanti, oltre ogni ostacolo ed ogni pensiero di resa. E si deve andare avanti, con l’orgoglio di un lungo elenco di premiati, che sono prestigio e sprone per arrivare ad un nuovo traguardo, ad un ulteriore orizzonte di classe, eleganza e prestigiosi ospiti. Come dimenticare il gotha del giornalismo, italiano ed internazionale, che ha ri- cevuto la Giara d’Argento ed è venuto personalmente a ritirarla, a Giarre? I nomi sono quelli di Giovanni Spadolini, Indro Montanelli, Enzo Biagi, Lilli Gruber, Paolo Mieli, Ezio Mauro, Gad Lerner, Pietrangelo Buttafuoco. Ed accanto, ci sono i rappresentanti del mondo dello sport,i campioni del mondo delle rispettive specialità, i grandi uomini, esempio su campo come nella vita: troviamo Yuri Chechi, Manuela Di Centa, Antonio Rossi, Giacinto Facchetti, Sara Simeoni, Luca Cordero di Montezemolo, Jean Todt, Jean Alesi, Piero Ferrari. Poi, lo sguardo volge alla scienza, al mondo della cultura e dell’imprenditoria. E troviamo Charles Dubost, Angelo Majorana, Antonio Zichichi, Ruggero De Maria, Claude Panché, Carlo Bo, Monica Guerritore, Mario Soldati, Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Giuseppe Migneco, Turri Ferro, Mariella Lo Giudice, Tuccio Musumeci, Pippo Baudo, Renzo Arbore, Mara Venier, Marianna Demicheli, Salvatore Cundari, Se- bastiano Pappalardo, Salvatore Torrisi. Il mondo delle cariche istituzionali ai più alti livelli? Presente con, tra gli altri, con i vertici, negli anni, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dell’Esercito, della Marina, dell’Aviazione, le Frecce Tricolori e gli uomini che, quotidianamente, garantiscono ai cittadini sicurezza e protezione. Ed il mondo della solidarietà, con Banco Alimentare, Croce Rossa, Unicef. Un lunghissimo e prestigioso elenco, costretto ad una sinteticità che nulla toglie al suo valore, che si arricchirà presto di nuove personalità, di uomini e donne che rappresentano l’eccellenza italiana ed internazionale dei propri ambiti professionali. Ma la Giara d’Argento n. 35, riunirà, come ha già annunciato il Grand’Ufficiale Alfio Di Maria, passato, presente e futuro in una unico, grande, prestigioso abbraccio, che sfilerà, come tradizione, sotto il cielo illuminato dalle stelle, nel Parco di Villa Solaria, il prossimo 17 luglio 2011, con le immancabili, attese, novità provenienti dalla vulcanica immaginazione del patron. Una edizione che, già dalla sua presentazione, ha voluto rendere giusto omaggio al 150° dell’Unità d’Italia. Il tricolore abbraccia l’invito e i manifesti, dando il benvenuto “in Sicilia”, “nella Provincia di Catania”, “a Giarre”. Salvo La Rosa e Gabriella Correnti nelle vesti di presentatori, Nino Giuffrida a curare la scenografia, Guido Pistone in cabina di regia, con l’organizzazione generale di Danilo Di Maria, sono i pilastri su cui la 35ª edizione del Premio Internazionale “Giara d’Argento” sta costruendo il suo prossimo appuntamento con la gloria. Seguendo una stella guida che risponde al nome di Alfio Di Maria. Corrado Petralia Grande impegno a tutti i livelli Consegnati a Nicolosi i “Premi dell’anno” dell’Ussi Sicilia ai protagonisti dello sport isolano C ome ogni anno si è guardato all’impegno nello sport, non solo ai massimi livelli agonistici ma anche nell’attività di base e nel sociale. E come ogni anno, rispondendo a queste caratteristiche, oltre 30 atleti e dirigenti hanno ricevuto, a Nicolosi, il riconoscimento dei giornalisti sportivi dell’Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi) Sicilia, nell’ambito della 51ª edizione dei “Premi dell’anno-Candido Cannavò”, manifestazione realizzata con il contributo del Comune di Nicolosi ed il patrocinio dell’Associazione siciliana della stampa, rappresentata dal segretario regionale Alberto Cicero, e l’organizzazione di Italia Eventi di Luca Napoli. La cerimonia di quest’anno ha fatto registrare un momento di profonda commozione, con il minuto di silenzio, in ricordo del ciclista belga Wouter Weylandt, morto a causa di un incidente durante la tappa del Giro d’Italia, per poi proseguire sotto l’attenta regia di Sergio Magazzù e Nino Randazzo, presidente e segretario regionale dell’Ussi, condotta sul palco da Umberto Teghini ed Elisa Lisitano. Ed i veri protagonisti della serata sono stati atleti e sportivi come Anna Incerti, seconda nella maratona agli Europei di Barcellona 2010; Filippo Di Mulo, artefice dei successi dei velocisti azzurri dell’atletica leggera; Sandro Campagna, tecnico della nazionale maschile di pallanuoto; il Palermo calcio, e Nino Pulvirenti, presidente del Calcio Catania, felice per la salvezza matematica ottenuta con due giornate di anticipo, che ha annunciato l’inaugurazione ufficiale, il 18 maggio prossimo, del Centro sportivo della società. I riconoscimenti sono stati assegnati, tra gli altri, alla società Addiopizzo basket di Palermo, per l’impegno sociale; a Veronica Floreno, per il tiro con l’arco, a Dandolo Flumini, 94enne in perfetta forma, già calciatore di Catania, Palermo e Siracusa. Un Premio speciale è stato assegnato al presidente emerito dell’Ussi Sicilia, Luigi Prestinenza che, insieme a Luigi Tripisciano, è stato il fondatore dei Premi dell’anno. “La manifestazione è perfettamente riuscita – hanno sottolineato gli organizzatori –, grazie al coordinamento del Sindaco di Nicolosi, Nino Borzì, e degli assessori comunali Giuseppe Di Mauro e Marisa Mazzaglia. Ma non ci fermiamo qui. Infatti, la manifestazione avrà un’appendice domenica prossima: in occasione della MessinaEtna il presidente dell’Ussi Sicilia, Sergio Magazzù, e Nicola D’Agostino, responsabile del comitato organizzatore della tappa, consegneranno il Premio “Candido Cannavò” al ciclista messinese Vincenzo Nibali”. Antonio Percolla
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