Gazzettino 23-04-2011

Gazzettino 23-04-2011_Gazzettino-nuovo 1 13/12/13 10.42 Pagina 1
ANNO XXXI • N. 13 • GIARRE, SABATO 23 APRILE 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P.
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it
> Creatività, memoria e passione...
> Il pericolo sopra le nostre teste...
Dalla sinergia tra Liceo Artistico “Guttuso” di
Giarre e Marina Militare nascono i colori che
rallegrano l’asilo nido “Pasquale Simone Neri”.
> a pag. 5
Riposto: mentre studi e testimonianze
confermano la pericolosità degli escrementi
dei volatili, nessuno ancora interviene
> a pag. 6
Se chiudono le strisce blu...
Mentre all Ospedale di Giarre il parcheggio a pagamento sembra
essere proprio in vista del rinnovo, il centro cittadino diventa
indiscriminata proliferazione dei famigerati stalli
N
el dubbio dell’incertezza, ad
oggi, non sappiamo se il contratto della gestione del
parcheggio dell’ospedale di
Giarre verrà rinnovato con la
Giarre Parcheggi. Tale stipula
di contratto prevede la concessione dell’Azienda Sanitaria Locale, ma numerose ombre ne offuscano l’esito.
Intanto, in questi giorni, sono apparse nuove
strisce blu in via Alfieri, strada a senso unico,
nei pressi dell’Istituto Sacro Cuore, sino a giungere all’incrocio con via Callipoli. Sono, inoltre, apparsi i cartelli di rimozione che potrebbero preannunciare l’istituzione di “strisce blu” in
via Callipoli zona alta e in via Don Luigi Sturzo.
Che sia solo un caso la presenza dei cartelli o
realmente si procederà a istituire nuovi stalli a
pagamento, in un solo senso di marcia, lungo la
S.S. 114? Lo vedremo presto: la data fissata sui
cartelli intima il divieto di sosta dal 22 aprile…
Proprio lì, fuori dal centro storico, dove sino
ad oggi non si era ancora pensato a regolarizzare
la sosta. Fruttuoso investimento che renderebbe,
certamente, più del nosocomio giarrese al gestore dei parcheggi a pagamento. Rimane da chiedersi cosa ne pensano i commercianti e i residenti. Il tutto, adesso, appare regolare, o quasi,
visto che non ci sono più stalli sui marciapiedi,
ma solamente su un tratto di statale molto trafficato, dove forse era più opportuno proibire la
sosta... Ma serve rimpiazzare al meglio i circa
100 stalli a pagamento che prima erano ubicati
nei pressi dell’ospedale di Giarre. Quindi, l’idea
migliore è quella di blindare al meglio ogni area
attigua al centro storico, sfruttando ogni angolo
e ogni strada secondaria, così che a nessuno
c’era una volta...
venga in mente la felice idea di trovare un angolo gratuito per la sosta.
Ma riportiamo l’attenzione sulla vicenda
delle strisce blu all’Ospedale. L’ironia vuole
che l’ultimo depotenziamento all’Ospedale di
Giarre sia la chiusura del comparto “strisce
blu”. In barba a coloro che avevano ipotizzato:
“L’unico reparto che rimarrà è quello delle strisce blu...”. E invece,, sembra essere al capolinea
anche quello. Da qualche giorno,, infatti, sono
scomparsi i cartelli che segnalano la sosta a pagamento ed i parchimetri sono stati coperti con
dei sacchetti neri della nettezza urbana. Scomparsi anche i dipendenti della Giarre Parcheggi,
addetti al controllo degli stalli a pagamento. Pare che la Giarre Parcheggi abbia lasciato il controllo degli stalli a pagamento nell’ospedale di
Giarre. Indiscrezioni lasciano presagire che,
conti alla mano, i guadagni erano troppo bassi
per giustificarne la presenza. Tenendo conto che
personale medico ed ausiliario usufruisce dei
pass e del parcheggio a loro riservato, e che la
maggior parte degli utenti preferisce sostare
fuori dalle strisce blu interne all’ospedale, rimane veramente poca utenza che utilizza gli stalli a
pagamento. Attualmente, pare evidente che sia
scaduta la concessione all’interno dell’Ospedale, ma probabilmente sarà rinnovata. Se così
non fosse non ci rimane che indovinare dove saranno le prossime strisce blu. Per la teoria dei
vasi comunicanti, i 650 stalli in gestione della
Giarre Parcheggio devono sempre rimanere
650!!! Eppure, non è bastato nemmeno l’arrivo
del Pta ad incrementare gli incassi delle strisce
blu!
Sarebbe un duro colpo pensare che in quell’Ospedale non è riuscito a sopravvivere nemmeno una potenziale risorsa di guadagno, come
gli stalli blu, che si aggiungono ai “reparti” tagliati. Forse, questa volta, con meno indifferenza generale.
Concetto Barone
Una buona Pasqua
Il profumo della Pasqua addolcisce
non il cuore di tutti gli uomini,
preda edi
con una
un sorriso la vita
diventa più bella.
Questa notte la luna guarda gli alberi,
i fiori sono illuminati dalle stelle…
e immersi nel buio,
i bambini dormono sognando la pace.
Forse per cambiare il mondo
ci vuole tanta sincerità,
alziamo gli occhi al cielo…
per poter vivere una buona Pasqua.
Vito Cutuli
Il Gazzettino
augura a tutti i
suoi lettori,
amici e
sostenitori una
serena Pasqua
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giarre
N. 13 ¥ sabato 23 aprile 2011
Così appassisce lo sviluppo
È
il 1975 e l’assessore
del Comune di Giarre,
dott. Carlo Calì, prende l’iniziativa e crea
l’evento “Mostra mercato delle piante della
Riviera Jonica-Etnea”, conosciuta dai
cittadini semplicemente come “La Festa dei Fiori”. Evento che nasce sotto
l’egida dell’Associazione Culturale “I
Fiori di Giarre e dell’Etna”, costituita
per promuovere la floricoltura e il turismo. Nonostante Calì sia un esperto
del settore, nel contempo risultava
molto sensibile ai bisogni della sua
terra e alle prospettive di uno sviluppo
dell’agricoltura locale e della specializzazione florovivaistica. Molto probabilmente, come Calì stesso ammise,
era un rimarcare l’oramai andata persa “Sagra delle ciliegie e delle rose”.
Si trattava di una festa popolare che si
svolgeva, dal 1956, nella frazione di
Macchia ma che, negli anni, era andata persa, a causa del fatto che i coniugi
Papa e Capilli, giarresi, avevano conosciuto Sanremo ed avevano iniziato
a produrre i garofani. La scelta di organizzare nella piazza di Trepunti, di
fronte alla stupenda Chiesa seicentesca di San Matteo Apostolo, posta sulla vecchia strada consolare, attuale
S.S. 114 non fu quindi casuale, visto il
punto strategico e la diretta vicinanza
ad un area periferica con annessa
campagna.
Il dott. Calì aveva, nel frattempo,
preso nota delle poche aziende florovivaistiche dislocate sul territorio e
conosciuto coltivatori come Ignazio
Continella, che allora produceva Strelitzie e che poi, con gli agrumi in vaso, sarebbe diventato un pioniere della
floricoltura etnea-siciliana, e poi ancora il vivaista Alfio Leotta ed altri,
che parteciparono alle prime due edizioni. Il terzo anno, il 1977, sempre
con l’intento di potenziare la Mostra,
conosciute anche fuori dalla SiciLa storia della Festa dei Fiori, sere
dalla
lia.
Allo stessosua
tempo, tutto questo
mirava a lasciare un’immagine minascita alla sua scomparsa, riporta
gliore di una Sicilia conosciuta alle
in primo piano il destino di totale
cronache malamente.
di grande successo di
abbandono dell area del MercatoCali,Dall’idea
seguono risvolti politici diversi.
che si trova sotto la piazza di Trepunti
È in questo contesto del grande suc-
il dott. Calì conosce Venerando Faro
e, alla richiesta di partecipazione, Faro rispose: “Vengo perché credo nella
pubblicità”. Da allora, in poi l’azienda Piante Faro ha sempre supportato
l’Associazione Culturale i Fiori di
Giarre e dell’Etna. Nel 1978, a vivaisti e personalità locali furono consegnati i primi cinque Garofani d’Argento: furono insigniti tre florovivaisti, l’On. Giuseppe Russo, allora Sindaco di Giarre, e l’On. Enzo Petralia,
Sindaco del Comune di Trecastagni,
che avevano supportato la manifestazione. L’on. Russo osservava con interesse le “attività in floricoltura” del
dottore Calì e gli trasmetteva regolarmente i ritagli del “Popolo” che riguardavano la floricoltura.
Per oltre trent’anni, a settembre,
nella Piazza Trepunti si svolse la “Festa dei Fiori” e, in quella occasione,
era consegnato “Il Garofano d’Argento” che, nel frattempo, era riuscito ad
emergere dal suo ambito provinciale e
cominciava ad essere conosciuto anche in ambito nazionale. Fra i premiati ci furono tanti florovivaisti italiani,
che venivano invitati a Giarre per conoscere le realtà produttive del comprensorio Jonico-Etneo. Nel 1990, per
la festa dei Fiori si aprirono le porte di
Euroflora. Un bel traguardo insomma,
assieme a numerosi altri successi nazionali. Lo scopo del premio “Il Garofano d’Argento” era semplicemente
quello di far giungere a Giarre gli operatori del settore, e perché no, flussi di
turismo, affinché le realtà produttive
del comprensorio etneo potessero es-
cesso della “Festa dei Fiori” che, negli
anni ’90, a seguito della rifacimento
della piazzetta di Trepunti, nasce l’idea di realizzare il “Mercato Comunale dei Fiori”. L’inizio dei lavori è nel
1995 e la conclusione solo qualche
anno dopo. L’opera viene completata
in tutta perfezione, al suo interno impianti elettrici, celle frigorifere, servizi igienici, uffici, depositi e postazioni
di vendita. Seguirà una inaugurazione
ma non entrerà mai in funzione. Ad
oggi, è nel degrado più assoluto, come
buona parte dell’area circostante, in
particolare la villetta comunale di
Trepunti totalmente abbandonata. Nonostante diverse voci di doverlo adibire a deposito comunale o di altro uso,
non è mai stato utilizzato attivamente,
se non per depositarci qualche rottame dismesso da altri luoghi comunali.
Pensate che dentro giace anche uno
scooter Free Piaggio della Polizia
Municipale, (deduciamo di Giarre), in
totale stato di abbandono. Nel medesimo sconforto è da qualche anno caduta la “Festa dei Fiori”, nonostante il
premio Garofano d’oro continua, con
grande successo nazionale.
Sulla rete, qualche settimana fa,
sono partite una serie di proposte su
come poter utilizzare la struttura e riportarla alla cittadinanza. Tra queste
anche la possibilità di riportare in lustro la cultura florovivaistica del territorio o integrarla con i mercati Bio.
Vedranno mai la luce queste proposte?
Concetto Barone
Il valore dell’essere umano
Dignit della persona,
verit naturale e diritti
delle donne al centro
della conferenza
organizzata dalla Fidapa
Giarre-Riposto
L’
Associazione Fidapa Giarre-Riposto, con
la sua presidente prof.ssa Carmela Raciti
Catalano, che opera attivamente sul territorio, ha fra gli obiettivi primari quello di diffondere
la cultura del rispetto dell’essere umano. In questo
ambito ha, quindi, organizzato una conferenza dal
tema: “Dignità della persona, verità naturale e diritti
delle donne”. Su questa problematica, tanto attuale
e tanto delicata, ha relazionato l’avvocato Sidro
Barbagallo, che si è soffermato sulla questione della
dignità della persona, verità naturale e diritti delle
donne. Spesso, il valore della dignità viene calpestato e vengono inferte delle ferite psicologiche alle
donne, che sono particolarmente colpite nella loro
sensibilità. Donne impegnate, che studiano e che lavorano, e che non cercano scorciatoie per arrivare,
ma che fanno fatica, giorno dopo giorno, impegnandosi onestamente nella vita familiare, nella sfera sociale.
«Rispettare la dignità della persona è importante – ha sottolineato il relatore –, ma anche rispet-
tare quella degli altri, non si deve tralasciare nulla.
C’è una evoluzione della persona umana, dal feto
alla persona anziana, e in qualunque stadio di età
ella si trovi è importante considerare il proprio valore morale. Infatti, la dignità si riferisce al valore
intrinseco e inestimabile di ogni essere umano,
quell’aspetto della nostra natura umana che suscita
il rispetto di noi stessi, e il termine dignità si usa rispettoso della condizione maschile e femminile. Anche la religione cristiana, nel suo processo di crescita culturale, non è stata insensibile alla questione della dignità, specie rivolta al mondo femminile.
A ben sostenere, ha riconosciuto alla donna ruoli
autorevoli, alternative a quelli tradizionali, ha preparato, nei secoli e si noti proprio a partire dal-
l’Occidente, il terreno per il pieno raggiungimento di pari
dignità e diritti a favore della condizione
femminile».
La Fidapa, con
queste iniziative, rinnova il valore del rispetto e l’importanza
di salvaguardare la
dignità delle persone,
come ruolo professionale e personale e
foto Di Guardo il
riconoscimento
delle sue competenze. Il rispetto della dignità non dipende dalla qualità
della persona, ma solo ed esclusivamente dall’essere persona. Anche la Costituzione italiana, tra i suoi
articoli, annovera il rispetto della dignità umana e
traduce in norme giuridiche valori che, a tale ispirazione si riconnettono. Ed allora, il valore della dignità si traduce in rispetto, in autonomia, in libertà
della persona. Bisogna proteggere la dignità. Sembra paradossale, ma essa appare più evidente nell’uomo quando si trova in uno stadio di miseria e
svantaggio. Nonostante tutto, all’uomo è donata
un’altissima dignità, che ha le sue radici nell’intimo
legame che lo unisce al creatore e nell’uomo risplende un riflesso della stessa realtà di Dio.
Anna Fichera
Riceviamo e pubblichiamo
Di seguito, una nota dell’Ufficio stampa del Comune di Giarre in merito alla sospensione
degli stalli blu nell’area perimetrale dell’Ospedale “San Giovanni di Dio e S. Isidoro”
Con propria nota la Giarre parcheggi ha informato l’Amministrazione
comunale che, con decorrenza 20
aprile 2011, come da richiesta dell’Asp, provvederà alla rimozione dei parcometri installati all’interno dell’area
perimetrale del Presidio ospedaliero S.
Isidoro e la contestuale dismissione
degli stalli blu, restituendo l’area nelle
medesime condizioni nelle quali è stata consegnata al momento dell’inizio
del servizio.
La Giarre parcheggi, nella medesima nota pervenuta per conoscenza al
Comune di Giarre, ha richiesto l’immediata ricollocazione nel territorio comunale degli stalli blu attualmente ubicati
all’interno del complesso sanitario di
via Forlanini.
“Tale comunicazione – dichiara
l’assessore alla Viabilità, Salvo Camarda – ci ha colto di sorpresa, in
quanto, l’Asp 3 non ci ha informato circa la volontà di non rinnovare il protocollo d’intesa stipulato in data 6/4/2009
tra il presidio ospedaliero e il Comune
di Giarre per la gestione del parcheggio all’interno del complesso ospeda-
liero. Resta inteso che la Giarre parcheggi si richiama a quell’accordo siglato con il Comune, tre anni orsono,
riguardo il numero degli stalli (650) da
collocare sui tutto il territorio.
La richiesta dell’Asp di non rinnovare il protocollo d’intesa con il Comune, non trova spiegazione plausibile, in
quanto, credevamo, che l’attivazione
degli stalli nell’area perimetrale dell’ospedale, fosse una precisa esigenza
dell’azienda sanitaria, allo scopo di
mettere ordine all’interno del presidio.
Richiesta legittima che l’amministra-
zione aveva pienamente condiviso.
Peraltro, iniziative analoghe, sono state adottate, ottenendo positivi riscontri,
in altri ospedali, fra cui, proprio il vicino
nosocomio di Acireale. Chiederò un incontro urgente con il direttore generale
dell’Asp3, dott. Calaciura, al fine di conoscere le reali intenzioni dell’azienda
sanitaria rispetto all’accordo siglato nel
2009 per la gestione dei parcheggi a
pagamento da parte della Giarre parcheggi”.
Frammenti di memoria
A putia di Don Angilu
du 68 a Giarre
Nel pomeriggio il “terzo tempo” aveva inizio con un altro
tipo di attività, il gioco delle carte: tressette, scopa, briscola.
Si giocava con la formula del “Patruni e Sutta” e la posta in
gioco era, quasi sempre, il vino da consumare. In realtà, si
trattava di un duplice gioco. Si stabiliva preliminarmente, tirando a sorte con le carte, chi fosse il “Padrone” e chi il “Sottopadrone” del vino che si metteva in gioco e che sarebbe
stato pagato dalla coppia dei giocatori che avrebbe perso la
partita. Quando si era in quattro, Padrone e Sotto erano di
diritto compagni nel gioco.
Parecchi erano gli artigiani che smesso di lavorare imboccavano “a strata di Pira pi ni Don Angilu du 68”. Questa
denominazione gli era stata affibbiata per il fatto che a circa
80 centimetri dalla porta di ingresso era stata collocata una
grossa pietra miliare con il numero 68, che indicava i chilometri che c’erano da lì a Messina. In questo piccolo spazio
Don Angelo a tarda sera, in estate, collocava una sedia dove si sistemava per godersi un po’ di fresco e di meritato riposo. In genere, il primo avventore pomeridiano era “Don
Tumasi u tincituri” ovvero Don Tommaso, tintore di lane, con
bottega appunto in via Tintori, oggi via Leopardi. Era un uomo gigantesco e diceva che per lui il vino non era che “acqua tinciuta”, acqua colorata, intendendo che poteva berne
a volontà, senza che ciò gli procurasse alcun effetto indesiderato. Quando Don Tumasi arrivava, Don Angelo si stava
ancora riposando dalla fatiche mattutine. Ma a Don Tommaso questo non interessava proprio. Entrava, si sedeva al tavolo centrale e sferrava un tremendo pugno su questo, producendo un gran fracasso e per farsi beffa di Don Angilu gridava: “Au, non faciti scrusciu co putiaru sta dummennu!”
(non fate rumore che il bottegaio sta dormendo). Al che il
povero Don Angelo, svegliato così bruscamente, era costretto non solo a presentarsi all’irruento avventore, ma anche a fargli da compagno per qualche partita a carte, in attesa che arrivassero altri clienti. A questo punto “u putiaru” poteva ritenersi libero. Ma intanto doveva cominciare a servire
il vino per il primo “patruni e sutta”. Infatti, per il primo giro,
fatte le carte per vedere chi fosse il padrone e chi il Sotto,
essendo ancora tutti “all’asciutto”, si beveva prima di giocare la partita, anziché dopo, come di regola.
Altri avventori abituali erano: “Don Cicciu u uttaru” ovvero il bottaio: un artigiano costruttore di botti per i commercianti di vino ripostesi e compare di don Angelo per avergli
cresimato il figlio, Lucio; “Ninu u custureri” e “Sarittu u custureri”, sarti (il siciliano “custureri” viene dal francese “couturier” ovvero sarto, cucitore); “Mazziotti”, (di questi ricordo
solo il cognome e non ho mai saputo che mestiere facesse);
“Puddu u quadararu”, costruttore di recipienti in rame; “Giuvanninu u latru”, ebanista (e direi famoso per non eccessiva
onestà); ”Vicenzu Coppula”, fonditore di boccole per ruote di
carretti; “Don Cicciu Scorcia” e il fratello Pippinu, ambedue
siddunari, (costruttori e riparatori di selle per cavalcature);
“Don Antuninu u porcu”, tornitore col pallino di mostrarsi un
intellettuale, nonostante l’indecoroso soprannome; “Isidoro
Fresta” inteso “miccio rosso”, gestore di una segheria e suo
fratello di cui non ricordo il nome; ”Turi Mantaleddu”, pensionato della guerra 1915/18; “Turi Spezi”, carrettiere; “Ninu u
pusteri”, portalettere, che restava quasi sempre all’asciutto
perché bevendo produceva, artatamente a mo’ di scherno,
un particolare rumore di risucchio che non piaceva a nessuno. Quando capitava a lui di essere “padrone” del vino, pochi erano quelli che potevano vantarsi di avere bevuto un
sorso, perché per vendicarsi delle tante volte in cui lo lasciavano a gola asciutta, beveva tutto il vino in palio, a costo di
ubriacarsi.
Li ho citati con i loro soprannomi perché a quei tempi,
nei piccoli Centri, per identificare esattamente una persona
era più sicuro utilizzare “U nciuriu”, ovvero il soprannome,
più o meno benevolo, con cui era conosciuto in Paese.
(3 - continua)
Leonardo Di Bella
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Nuova edizione 16-12-1994
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UNIONE STAMPA
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caleidoscopio
N. 13 ¥ sabato 23 aprile 2011
3
Trasparenza, oltre ogni dubbio
Impariamo la
Dopo l esposto alla Consob, Confconsumatori lancia anche a Catania
convivenza
civile
l associazione di piccoli azionisti della nuova Parmalat,
D
per fare chiarezza sulla vicenda Lactalis
opo le azioni risarcitorie sollecitate in tribunale a favore degli azionisti coinvolti nel crac
Parmalat, la Confconsumatori
sposa un’altra battaglia a favore dei risparmiatori. Infatti,
l’associazione di tutela dei diritti dei consumatori, ha presentato in conferenza stampa le azioni che intende avviare in relazione al ParmalatLactalis. Un’associazione composta da tanti piccoli azionisti della nuova Parmalat, per dar voce
ai risparmiatori e, insieme, incidere nelle decisioni dell’azienda con un voto efficace. È questa
l’idea, del tutto innovativa, presentata da Confconsumatori in occasione dell’incontro con i
piccoli azionisti, tenutosi a Parma, che ha già
fatto registrare adesioni e pareri favorevoli. Ai
presenti, i responsabili di Confconsumatori,
hanno illustrato l’attuale sforzo di appoggio legale e di assistenza che si sta fornendo anche in
provincia di Catania, ed in Sicilia in generale, ad
ex obbligazionisti (oggi, titolari anche di azioni
ricevute in concambio) della Parmalat nei processi penali e civili. Ed hanno anche ribadito che
«Confconsumatori ha i numeri ed i requisiti di
legge per creare l’associazione degli azionisti».
L’associazione degli azionisti attiverà il procedimento di legge previsto per la raccolta di deleghe di voto.
«In concreto – ha spiegato l’avv. Carmelo
Calì, presidente di Confconsumatori Sicilia –,
sarà messa a disposizione degli associati la documentazione predisposta dalla Parmalat in vista della prossima assemblea e le informazioni
sulle proposte di voto, atte a consentire ai soci
di assumere una decisione consapevole. In questa maniera, il socio, preso atto di quale sia
l’oggetto dell’assemblea e soprattutto di quale
sia la raccomandazione di voto dell’associazione, potrà conferire la delega. In tal modo il rappresentante dell’associazione degli azionisti potrà esprimere un voto quantitativamente ben più
incisivo. Sconsigliamo, però, di conferire deleghe di voto in bianco, ovvero deleghe a soggetti
che non chiariscano preventivamente come intendono votare effettivamente nel corso dell’assemblea».
Inoltre, lo scorso 30 marzo, Confconsumatori ha trasmesso un esposto motivato alla Con-
sob, chiedendo che l’Autorità verifichi con opportune indagini l’eventuale violazione della disciplina dell’offerta pubblica di acquisto da parte dell’ormai ben noto Gruppo Lactalis, protagonista della scalata Parmalat. Nello specifico,
Confconsumatori ha chiesto che la Consob “verifichi l’eventuale elusione delle norme in materia di offerta pubblica d’acquisto (artt. 106,
109, 110 e 122 del Decr. Legisl. n.58/1998
TUF); infligga le sanzioni previste, ove accertate eventuali violazioni; garantisca il regolare e
trasparente svolgimento delle operazioni societarie riguardanti gli assetti della governance;
comunichi l’esito dell’istruttoria, per consentire
ai piccoli risparmiatori-azionisti della Parmalat, di comprendere se sussistono i presupposti
per agire in giudizio e chiedere alla società
francese Lactalis (ed eventuali società corresponsabili), il risarcimento dei danni provocati
dalle condotte che dovessero risultare illecite”.
«Il rinvio – ha sottolineato l’avv. Calì –, oltre che per ragioni giuridiche, ci sembra opportuno anche perché le tante decine di migliaia di
piccoli azionisti Parmalat, ex detentori di bond
già duramente danneggiati dal crack del 2004,
si meritano un regolare e trasparente svolgimento delle operazioni societarie inerenti la governance della società, che non potrà prescindere dagli accertamenti oggi richiesti alla Consob».
Elisa Torrisi
Solo il ricordo non può bastare
A
Giardini Naxos, lo scorso
18 aprile 2011, nell’aula
magna del Liceo Scientifico “C. Caminiti” una dotta lezione
di storia è stata tenuta dal Preside
prof. Francesco Bottari. All’incontro con gli alunni ed il corpo docente, voluto e sponsorizzato dall’assessore alle Politiche culturali della
Provincia di Messina, dottor Mario
D’Agostino, presente anche il presidente del Consiglio Comunale
della città di Giardini Naxos, geometra Salvatore Bosco. Oltre trecento alunni e tanti insegnanti, hanno ascoltato la parola del preside
Bottari, il quale, in una completa ed
esaustiva narrazione, ha rievocato
il periodo garibaldino nel piccolo
Borgo delli Giardini, erede della
mitica Naxos. Il relatore, attraverso
le pagine degli scrittori garibaldini
Giuseppe Bandi e Giuseppe Cesare
Abba, ha ripercorso i tempi della
gloriosa epopea garibaldina.
Partito dalla rivoluzione del
1860, scoppiata a Palermo, che è
stata la scintilla che ha dato inizio a
quella che è passata alla storia con
il nome di “Spedizione dei mille”,
il preside Bottari ha fatto rivivere i
periodi più importanti del nostro
glorioso Risorgimento da lui definite come “il desiderio di un popolo di identificarsi e riconoscersi in
Nelson che, nel 1798, scoppiati i
Giardini Naxos: una dotta lezione
di
moti antiborbonici
a Napoli, trasportò
la
famiglia
reale
sulla nave
storia paesana proposta dal prof.
Vanguard, a Palermo. È stato anaFrancesco Bottari nell aula magna
lizzato il massacro di Bronte. il
processo e la condanna a morte dei
del Liceo scientifico C. Caminiti
rivoltosi brontesi che chiedevano
un solo stato, con una sola lingua e
con le stesse leggi”. Sono stati rivitalizzati i tentativi insurrezionali
del 1844 dei fratelli Bandiera, traditi da un congiurato e fucilati a
Cosenza, quelli del 1857 di Carlo
Pisacane, il quale, impadronitosi di
un piroscafo della linea GenovaCivitavecchia, venne accerchiato a
Padula e massacrato assieme ai
suoi compagni a Sanza. È stata ri-
percorsa la marcia del generale Girolamo Bixio, detto Nino, che dopo
che la città di Catania fu liberata il
12 maggio del 1860, iniziò la sua
marcia liberatrice verso Giardini,
dove arrivò il tre agosto 1860. In
una atmosfera attenta ed interessata
è stata rievocata la tragedia di
Bronte e la storia della Ducea maledetta, creata da Ferdinando II come ricompensa all’ammiraglio
solo terra e lavoro, pagina nera della gloriosa epopea garibaldina. Anche il processo a Bixio, fatto prima
dagli studenti del liceo classico di
Bronte ed in seguito da una commissione del riesame, formata dai
maggiori giuristi del tempo è stato
ricordato. È stato rivisto tutto il
percorso storico che portò, il 17
marzo del 1861, all’Unita d’Italia e
alla nascita del Regno d’Italia con
Vittorio Emanuele II, primo Re.
II preside Bottari ha concluso
rivolgendosi agli studenti con queste parole: “Non basta ricordare,
non basta festeggiare, occorre attenzionare e difendere quanto i nostri padri hanno fatto, impedire che
piccoli uomini, ignari della storia e
dimentichi del sangue versato da
tanti martiri, riescano a dividere
la nostra Patria, e battersi nel rispetto delle regole democratiche
affinché la nostra Italia resti Unita,
Libera, Democratica ed Indipendente”.
Sant Alfio: solenni festeggiamenti
per il 150¡ dell Unit d Italia ch
hanno coinvolto le scuole,
proponendo una riflessione
approfondita sui valori della nostra
Carta Costituzionale
Solenni festeggiamenti hanno segnato la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, evento voluto ed organizzato dal Consiglio
comunale di Sant’Alfio, con il suo presidente prof. Alfio La Spina. La manifestazione si è svolta in piazza Duomo, con la partecipazione delle autorità provinciali, tra cui l’assessore Giuseppe Pagano, in rappresentanza del Presidente della Provincia di Catania, on. Giuseppe Castiglione; i
consiglieri provinciali Francesco Cardillo e Salvo Patanè, il Sindaco di
Sant’Alfio, Salvatore russo; il tenente colonnello, Corrado rubino, del
centro documentale di Catania, in rappresentanza del Colonnello Polizzi. Dopo i Saluti da parte del Presidente del Consiglio, prof. Alfio La Spina, e dal sindaco, Salvatore russo, affiancato dal baby sindaco Antonio
Trovato, entrambi hanno riflettuto sull’importanza dell’evento e sul valore dell’Unità d’Italia.
La cerimonia è iniziata con l’alzabandiera, coordinata dai militari in
servizio alla Caserma Sommaruga di Catania, accompagnata dalla melodia dell’Inno di Mameli. Un intervento ed un messaggio efficace e vigoroso è stato rivolto ai ragazzi dal preside Girolamo Barletta, noto storico della nostra bella Patria. A giorni, gli studenti del luogo riceveranno
in dono dall’Amministrazione comunale il volumetto che contiene tutti gli
articoli della Costituzione, legge fondamentale dello Stato e che li accompagnerà nella vita, all’insegna di una convivenza civile. Spiegare la
Costituzione permette ai giovani studenti di capire ed apprezzare i valori di quella Carta fondamentale dello Stato democratico, e permette loro
di acquisire un’educazione alla cittadinanza civile, decisamente necessaria, per vivere all’interno di una società. Quindi, la strada maestra del
nostro essere cittadini italiani.
La scolaresca ha partecipato con grande impegno con i suoi insegnanti e con la presenza del capo d’istituto Maria Novelli. Accompagnati dalle note del Silenzio, le autorità civili militari e religiosi hanno deposto una corona d’alloro al monumento dei caduti e, a seguire, sono state
insignite con medaglie due anziani saltalfiesi, Alfio Maio e Salvatore
Torrisi, reduci dei combattimenti dell’ultima guerra mondiale.
Presenti, ancora, alla cerimonia il presidente dell’U.N.U.C.I., il colonnello Paolo Spinella, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di
Sant’Alfio, dott. Alfio Polisano, il maresciallo Spinella della Capitaneria
di Porto, in rappresentanza del tenente di Vascello Donato Zito, il Comandante della Caserma del corpo forestale di Zafferana Etnea, Sebastiano Spugnetti, la Croce rossa Italiana con le sig.re Dott. Lina Orlando Grassi e Nuccia Colombo. Dopo la recita di alcune poesie da parte
degli alunni, il Parroco di Sant’Alfio, Don Salvatore Garozzo, rivolgendo
le nostre intenzioni al Signore, ha benedetto tutti i presenti.
Francesca Bottaro
Anna Fichera
Crono Silente… emozione pura
al C.I.S. (Corso italiano scritto)
Zafferana Etnea: docente
presso la Facoltà di Lettere di Catania e al
LAB.I.S. (Laboratorio italiano scritto)
la prima opera
presso l’Ateneo catanese. Ed ancora, attenletteraria di Grazia
ta presidente, nella sua Zafferana Etnea,
dell’Associazione
Estrolab con la
Calanna presentata quale organizza e culturale
conduce interessanti inin una elegante
contri letterari itineranti sotto il titolo
Estro Verse”. Siamo, inoltre, abicornice tra poesia “Penne
tuati a vedere Grazia Calanna nel delicato
ruolo di relatrice in incontri in cui, con una
e scrittura evocativa
D
a lungo tempo siamo abituati a vedere Grazia Calanna nella veste di
giovane donna impegnata nel coltivare un grande interesse per la lettura e la
scrittura come un unicum, seguendola nel
vasto campo della sua formazione professionale e nelle variegate sue attività culturali. È Formatore in “Scrittura professionale, Editing e Comunicazione didattica”, è
finezza di analisi eccezionale, presenta
grandi voci della poesia italiana contemporanea e le loro opere.
Da questo aprile 2011, ci dobbiamo
abituare a vedere e seguire Grazia Calanna
(seconda da destra nella foto), a seguito
della sua prima silloge “ Crono Silente”,
edito da Prova d’Autore, presentata nell’Auditorium “S. Anna” di Zafferana Etnea, anche come poetessa, cioè come don-
na che, ad un certo punto della propria vita,
con libertà di espressione e una personale
formulazione di idee e di sintesi, svela i segreti del suo animo, le emozioni derivanti
dall’essere una creatura umana, o la constatazione della fragilità dell’umanità nella
quale è immersa. Il senso del perché di
questa apertura d’animo, della comunicazione silenziosa di certi interrogativi si col-
gono meglio
conoscendo
Grazia, semplice
nel
tratto, aperta
e discreta,
sensibile
verso la bellezza in tutte
le sue forme
Russotto fotografi
e manifestazioni.
“Crono Silente”, dunque, questa sua
prima silloge è stata presentata dal dott. architetto Salvo Patané, componente della
Commissione Cultura della Provincia Regionale di Catania, e dalla prof.ssa Luisa
Spampinato. Entrambi hanno ben pennellato come la Calanna abbia affidato alla
poesia la sua necessità interiore di farci conoscere ciò che ha dentro, con un linguag-
gio di scrittura/poesia che ha un forte potere evocativo, superiore alla stessa scrittura.
L’arch. Patané, facendo riferimento ad artisti del passato quali filosofi, scrittori e
poeti; la prof.ssa Spampinato riallacciandosi a Crono, la divinità della mitologia
greca figlio di Urano e Gea, e alla sua storia. All’inizio dell’incontro il dott. Alfio
Russo, quale Sindaco della cittadina etnea,
nel ringraziare la concittadina/poetessa per
questo suo nuovo apporto alla crescita socio-culturale di Zafferana Etnea, ha evidenziato come l’Amministrazione comunale non si sottrae alla promozione e diffusione della cultura, ricordando alcuni appuntamenti importanti: il premio letterario
“Vitaliano Brancati”, il premio artistico
“Giuseppe Sciuti”, La Festa del Libro, “Etna in Scena” ed altro ancora. L’incontro è
stato condotto da Wladimir Di Prima.
Camillo De Martino
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4
acese
N. 13 ¥ sabato 23 aprile 2011
L’impegno e la passione
Boccata
d’ossigeno per il lavoro
Aci S. Antonio: avviati i sett
Acireale: nel centenario della fondazione, un incontro culturale ha ripercorso
la
cantieri di lavoro regionali pe
storia e l impegno della Pia Unione delle Guardie d onore del Santo Sepolcro
disoccupati che impegneranno
l’organizzazione della processione a cui hanno partecipato, tra le altre au120 persone con interventi per
nelle mani della confraternita del SS. torità, mons. Pio Vittorio Vigo, arciveCrocifisso), la Pia Unione, in origine scovo-vescovo di Acireale, e mons.
il centro e nelle frazioni
composta da sedici giovani, oggi conta Giuseppe Malandrino, vescovo emeri-
foto Fabio Consoli
N
ella Basilica dei SS.
Apostoli Pietro e
Paolo di Acireale, si
sono ufficialmente
aperte le celebrazioni per i cento anni
della “Pia Unione delle Guardie d’o-
nore del Santo Sepolcro”. Fondata nel
1911 dall’Arciconfraternita del SS.
Crocifisso in San Pietro, con il compito di trasportare il catafalco con il simulacro del Cristo morto e sostenere il
baldacchino durante la processione del
Venerdì Santo (lasciando, comunque,
oltre quaranta soci, tutti uomini, ed ha
sede presso la monumentale basilica
cittadina.
Proprio in occasione della ricorrenza del centenario dalla fondazione,
si è tenuta un’interessante conferenza
sulla storia dell’associazione, introdotta e coordinata dal giornalista Antonio Trovato. Il numeroso pubblico
presente ha ascoltato, con interesse, le
relazioni del prof. Gregorio Monaco,
già docente di italiano e latino nei Licei, dell’avv. Guido Leonardi, giornalista pubblicista e cultore di storia locale, e di don Gaetano Pulvirenti, parroco della chiesa di Santa Lucia di Aci
Catena e già parroco della chiesa del
SS. Salvatore di Acireale.
Nell’ambito della manifestazione,
to di Noto (e già vescovo di Acireale,
dal 1980 al 1998), è stato conferito
uno speciale riconoscimento al sig.
Vincenzo Amore per il 50° di appartenenza alla Pia Unione. Altre targhe-ricordo, in segno di ringraziamento, sono state consegnate dal direttivo dell’associazione ai relatori e al sindaco
di Acireale.
Al termine della conferenza è stata
poi inaugurata la mostra fotografica
sulla storia del sodalizio, allestita presso la cappella del Divino Amore. La
mostra resterà aperta tutti i giorni fino
a giovedì 5 maggio, quando le celebrazioni per il centenario si concluderanno con la solenne celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo.
L.V.
di macchine a più non posso; ma priva di panchine,
dossi e proibita a transitarla a piedi, in particolar modo alle persone anziane o quant’altro.
Il solo inquinamento, fuori del minimo previsto,
dovrebbe mettere in allarme chi oggi amministra la
città. Il cronista scrive invano ed il cittadino lo denuncia a voce alta...
Anche Aci S. Antonio ha colto l’occasione di offrire una
concreta opportunità occupazionale a numerosi cittadini
ed ha ottenuto il finanziamento per sette cantieri di lavoro
regionali, che vedranno impiegate, in tutto, 120 persone,
tra allievi e personale di direzione. Questi cantieri sono
stati avviati nei giorni scorsi, cinque per il centro e due nelle frazioni, e sono finalizzati alla riqualificazione del territorio. Per quanto riguarda il centro, due di questi cantieri sono relativi alla riqualificazione della parte monumentale interna del cimitero comunale; altri due riguardano la riqualificazione del piazzale esterno del cimitero; uno la realizzazione di un marciapiede lungo la via G. Matteotti. Nelle frazioni, invece, è prevista la pavimentazione di piazza Carducci (Lavinaio) e la pavimentazione del marciapiede esistente, sul lato sud, in via Tropea e la realizzazione di un
tratto di marciapiede in via Sacerdote Michele Messina
(Santa Maria La Stella). Gli interventi avviati saranno ultimati in un arco di tempo compreso tra i 65 e gli 83 giorni lavorativi.
«Si tratta di interventi che raggiungono un duplice
obiettivo – ha sottolineto il sindaco, dott. Pippo Cutuli –: da
un lato, realizzano opere importanti per il territorio, dall’altro, invece si offre, in un momento di crisi economica generalizzata, una boccata d’ossigeno per i tanti cittadini disoccupati selezionati e per le loro famiglie. Vorrei ringraziare,
in particolar modo, l’Ufficio Tecnico Lavori Pubblici, diretto
dall’ing. Salvatore Bella, ed i responsabili del procedimento, geometri Nuccio Sapienza e Rosa Mammino, che hanno seguito con cura e professionalità l’intero iter provvedendo, inoltre, a richiedere all’assessorato regionale competente le somme previste».
Pippo Belfiore
Valeria Scalisi
C’è qualcuno che ascolta?
Acireale: troppe questioni rimangono irrisolte mentre
l Amministrazione comunale resta distante
N
on sempre il cronista sente il piacere di trasmettere alla carta stampata o alle emittenti,
avvenimenti, fatti o quant’altro. Uno di questi, richiama il caso “piazza Duomo” acese. Da
quando è entrata in vigore la recente decisione di
concedere la viabilità, anche se regolamentata, della
piazza Duomo allo scopo di non spezzare la città in
due, notiamo ad occhio nudo, il poco convincimento
degli addetti ai lavori o dei suggerimenti che hanno
contribuito al tema.
Anzitutto, in una piazza, risultano un intreccio
di strisce bianche che storpiano il tanto decantato
Barocco, quasi a metterlo in secondo piano. Su questo appunto, nessun amministratore ha fatto la voce
forte e decisiva. Il cittadino, oggi, si sente stanco e
solo - ma non solo per questo - e si rende indifferen-
te nel constatare azioni, iniziative e decisioni da parte degli amministratori locali. Alcuni ci chiedono:
“Perchè non ridurre le tante linee bianche che sembrano allestite e pronte per una gara sportiva, anziché spostare più a centro il secondo senso di viabilità e magari proibire il transito i giorni di sabato e
domenica”. Così facendo, la piazza Duomo ritornerebbe ad essere tale, tra le poche unità antiche e di
prestigio, lasciate allo sguardo, alla ammirazione ed
alla attenzione del turista.
Il cronista, ha constatato, ascoltato, evidenziato,
ma non può andare oltre, il resto spetta a chi di dovere. Vorremmo poter sapere, qualora ne foste a conoscenza, se la via Galatea rientra nella toponomastica
della città. Questa strada è lasciata al fai da te. Un
continuo transito di camion, mezzi pesanti; un flusso
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attualit
N. 13 ¥ sabato 23 aprile 2011
5
Creatività… memoria e passione
Un regista
a Fiumefreddo:
e Marina Militare nascono
Rosario
Crimi
aziendale
intitolato
al
Dalla sinergia tra Liceo Artistico Renato Guttuso di Giarre
disegni e colori che hanno reso ancora pi vivo l asilo nido
Sottocapo di 1» Classe Pasquale Simone Neri, Medaglia d oro al ValorCon
Civile
il cortometraggio
L attimo prima ,
significativa esortazione
alla prudenza sulla
strada, il giovane cineasta
ha conseguito la laurea,
con il massimo dei voti,
presso l Accademia delle
Belle Arti di Catania
foto 1
foto 2
C
i sono i colori, allegri,
luminosi, che sembrano regalare gioia di vivere; ci sono le figure,
capaci di portarci in un
mondo di fantasia; c’è
l’impegno di ragazzi ed insegnanti del
Liceo artistico “Renato Guttuso”, c’è lo
spazio triste della memoria, rivolta a
Pasquale Simone Neri ed al suo sacrifico estremo per salvare alcune vite umane, nel tragico scenario dell’alluvione
di Giampilieri nel 2009. Sono tante le
emozioni, i pensieri, le domande e le risposte che si inseguono davanti all’Asilo nido della Marina Militare, inaugurato ad Augusta e reso più accogliente
grazie al lavoro dei ragazzi del Liceo artistico “Guttuso” di Giarre (foto 3), che
hanno lavorato a lungo per colorare ed
animare le pareti della struttura. Un
ponte tra due mondi, quello delle creazioni dell’estro e della fantasia, proprie
di un Liceo artistico, e quello di “Marisicilia”, base della Marina Militare, che
ha nell’intero scacchiere mondiale il
suo teatro operativo, con unità che vanno a rappresentare, orgogliosamente,
l’impegno nazionale e l’attaccamento al
dovere, a valori quali la lealtà, il dovere,
il sacrificio.
Una cerimonia toccante, accompagnata dalla scopertura della lapide che ha
ricordato, e ricorderà a tutti, il sacrificio
di Pasquale Simone Neri: dopo aver salvato, fuori dal servizio, 8 persone, tra cui
5 bimbi, sacrificò la sua vita nel tentativo
di salvare un ulteriore bambino, di cui
aveva sentito il pianto disperato, in quegli attimi di terrore, confusione e difficoltà che furono l’alluvione di Giampilieri nel 2009. Le bandiere al vento e gli
onori tributati dai vertici militari, rappresentati dal Comandante Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, Ammiraglio di
Divisione Salvatore Ruzittu, accanto alle
foto 3
principali autorità politiche, militari, civili e religiose cittadine e regionali, nello
scenario di Campo Palma, hanno incorniciato la cerimonia di intitolazione dell’asilo nido “aziendale” della Marina Militare a “Pasquale Simone Neri” (foto 1),
medaglia d’oro al valor civile, Sottocapo
di 1ª Classe Neri. Parole commosse hanno accompagnato la consegna, al padre,
da parte dell’Ammiraglio Ruzittu, della
medaglia d’oro al merito di Marina, con
le parole del cappellano militare don Spinella, a ricordare il grande esempio e la
generosità d’animo dell’eroe.
Passeggiando per i locali dell’Asilo
nido si può quasi sentire, immaginare, vivere lo spirito di partecipazione ed il
grande impegno speso dai ragazzi del
“Guttuso” per decorarne le pareti e renderlo accogliente, colorato, familiare.
Impegno che ha trovato la concretezza
dei colorati disegni grazie alla disponibilità dei docenti Maria Villaggio e Marisella Leotta, che hanno realizzato i bozzetti, con l’attiva collaborazione dei colleghi Giuseppe Cristaudo, Anna Di Leo,
Laura Emmanuele, Sebastiano Grasso,
Rosa Scarabelli e Antonio Vecchio, con
il coordinamento del dirigente del Liceo
Artistico “Renato Guttuso”, prof. Alfredo Pappalardo (foto 2, il primo da destra), che si è detto «orgoglioso del lavoro svolto dai ragazzi, dello spirito di sacrificio e della disponibilità degli insegnanti ma, soprattutto, dell’esperienza
vissuta. Una esperienza davvero significativa, perché ha dimostrato che la creatività non ha confini ed i ragazzi hanno
dimostrato tutto il loro valore e le loro
capacità al di fuori del territorio di appartenenza, in un contesto che, a prima
vista, potrebbe quasi apparire estraneo
al mondo dell’arte che stanno rappresentando».
Orgoglio espresso dall’intervento
dell’ammiraglio Ruzittu (foto 2, al centro), così come dai rappresentanti delle
istituzioni presenti alla cerimonia, tra cui
il comandante Tommaso Perillo (foto 2,
a sinistra) e dai parenti di Pasquale Simone Neri, che lo hanno ricordato come
“un ragazzo sincero, leale, disponibile,
pronto a dare una mano agli altri”. Ricordo che diventa lezione di vita e che,
attraverso i mille colori ed i tanti disegni
che ornano le pareti dell’Asilo nido a lui
dedicato, sarà sempre presente, ad indicare una strada che, insieme, militari e civili potranno percorrere ogni giorno, crescendo quelle giovanissime generazioni
che avranno nel Sottocapo di 1ª Classe
Neri un luminoso esempio da seguire.
Corrado Petralia
Quando l’impegno è solidarietà
Prosegue l attivit di
volontariato della
Guardia di Finanza di
Patern a favore dei
diversamente abili
Q
uando si parla di volontariato, spesso ci si dimentica che il suo patrimonio principale è costituito dagli uomini e dalle donne che vi partecipano “senza nulla chiedere”. Persone che sono il
valore aggiunto alla rete sociale, in termini di allargamento della ricchezza umana al servizio della comunità. La Guardia di Finanza, rivolgendosi a tutti gli appartenenti al Corpo, rispondendo a questa esigenza di
crescita sociale, attraverso l’educazione alla convivenza civile, sociale e solidale, promuove, con valori,
esempi ed esperienze, una sensibile e responsabile
partecipazione alla stessa vita sociale ed alla solidarietà umana.
In questo contesto si inserisce l’attività dell’appuntato Angelo D’Auria, in servizio presso la Tenenza
di Paternò, il quale, fornendo un apporto diretto, in
qualità di tecnico, ha contribuito alla ottima prestazione degli atleti diversamente abili dell’associazione Vita Nova ONLUS di Caltanissetta. Ragazzi che sono
andati oltre gli ostacoli fisici e che hanno partecipato
ai campionati Italiani di bocce, svoltisi a Montecatini
Fare cinema, ossia la capacità di raccontare per
immagini, è sicuramente nel “dna” dei siciliani ed, in
particolare, delle nuove generazioni. Grazie anche alla diffusione delle più sofisticate tecnologie di ripresa
video, sino a tempo addietro alla portata solo di chi
aveva alle spalle un danaroso produttore, sempre più
giovani dei Comuni isolani si cimentano nella realizzazione di cortometraggi, ossia produzioni della durata di una decina di minuti che, pur nella loro brevità,
riescono a narrare storie intense in grado di trasmettere allo spettatore emozioni e messaggi.
Per rosario Crimi, di Fiumefreddo di Sicilia, il corto da lui ideato e diretto ha addirittura costituito la tesi
finale del suo percorso di studi presso l’Accademia
delle Belle Arti di Catania, e gli è anche valso il massimo punteggio di laurea, ossia 110 su 110.
“L’attimo prima” è il titolo del lavoro, tramite il quale l’esordiente regista Crimi (terzo da sinistra nella
foto con una parte del cast) ha voluto lanciare un’esortazione alla prudenza sulla strada, spesso teatro di
tragedie che stravolgono intere famiglie. La narrazione filmica adottata è tutt’altro che banale, in quanto si
avvale di situazioni oniriche e sequenze in flashback
che denotano nel giovane autore fiumefreddese una
notevole conoscenza della tecnica cinematografica.
Il cast allestito per l’occasione da rosario Crimi è,
in massima parte, costituito da suoi compaesani
(Francesco Cassaniti, Paolo Cavallaro, Carmelo Costantino, Dario Fichera, il giovane attore professionista Michele Bella ed i genitori di quest’ultimo Santo
Bella e Gaetana Tosto), ma anche da due sue amiche
di Giarre e Piedimonte Etneo (rispettivamente la protagonista Veronica Castro, omonima della famosa attrice messicana, e Vanessa Pollicina). Gli attori, tutti
convincenti benché alle prime armi, sono stati truccati
da Giusy Talio, di Giardini Naxos. Il set è stato prevalentemente ambientato in via Testafiume, ossia la
strada che collega Fiumefreddo alla contrada balneare di Marina di Cottone.
Rodolfo Amodeo
Avviso
L’Amministrazione Comunale di Aci Sant’Antonio,
guidata dal sindaco, dott. Pippo Cutuli, rende noto
che si ha necessità di prendere in locazione una unità
immobiliare, ubicata nella frazione di Lavinaio, da adibire a scuola media. Si richiede pertanto, a chiunque
fosse interessato, di far pervenire, entro il 29 aprile
2011, relativa offerta con allegata pianta dei locali e
planimetria della zona.
L’immobile richiesto deve ricadere nel centro abitato della suddetta frazione, avere una superficie coperta di mq 120/150 ed ubicato al piano terra. Si richiede, inoltre, che il locale sia dotato di regolare certificato di agibilità e adeguato alle norme di cui alla
Legge 46/90 e seguenti.
Un amico
Un amico
è uno sguardo sincero
Terme (PT) dal 7 al 10 aprile scorsi, organizzati dalla
FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale). Per il sesto anno consecutivo, infatti, l’appuntato D’Auria ha accompagnato e sostenuto gli atleti dell’Associazione nel corso dei campionati
nazionali. Rispetto alle precedenti esperienze, però,
quella appena conclusa ha rappresentato un’esperienza unica, in quanto, come detto, da parte del militare e
del presidente dell’associazione c’è stato un contributo diretto in occasione delle prestazioni della coppia di
atleti Andrea Alessi e Matteo Argentati, che hanno
ben figurato nella disciplina, ottenendo la medaglia di
bronzo.
L’Associazione Vita Nova, a nome di tutti i ragazzi che rappresenta, ha voluto ringraziare la Guardia di
Finanza di Paternò, che già in altre occasioni ha dimostrato grande sensibilità, per il suo essersi prodigata,
attraverso tutti i suoi componenti, affinché i ragazzi
dell’associazione avessero l’opportunità di conoscere
alcune zone del territorio etneo.
Antonio Percolla
un saluto fraterno,
un patto d’intesa
che dura in eterno.
Saro Pistorio
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6
catania e provincia
N. 13 ¥ sabato 23 aprile 2011
Il pericolo sulle nostre teste…
Un Comune,
schermo
degli uno
escrementi
Riposto: mentre studi e testimonianze confermano la pericolosit
dei volatili, nessuno interviene in maniera adeguata per fare prevenzione
Linguaglossa: concluso il
hi di noi, passando accanto a qualche
tili) nel sottotetto, tra piccioni e gabbiani che ne hanno
laboratorio multimediale
vecchio edificio, non ha fatto la conofatto la loro dimora.
per giovani dai 15 ai 30
scenza con i poco graditi “regali” che
Questo atteggiamento di tolleranza, purtroppo,
i colombi sono soliti elargire? Bersanon tiene conto dei rischi per la salute umana legati
anni, con il regista
gli maggiormente colpiti sono, soagli escrementi prodotti da questi volatili che, ricorprattutto, le nostre vetture, ma anche i
diamolo, possono trasmettere all’uomo malattie quali
Maurizio Scaiarra e l attric
pedoni non sono esenti da rischi. Eppure, ben pochi
psittacosi, ornitosi, zoonosi. Il compito della bonifica
Maria Grazia Cucinotta
sanno che, accanto al fastidio provocato dal bombardegli edifici compete al Sindaco, nella sua qualità di
C
damento di escrementi, i colombi sono portatori di
gravi rischi per la salute. In questi giorni, il problema
si è affacciato alla ribalta a causa della vicenda di una
signora la quale, a causa degli escrementi dei colombi
che stazionavano vicino casa sua, ha preso una brutta
forma di malattia polmonare. La signora è in cura da
ben 9 anni, con gravi difficoltà economiche legate alle
spese mediche sostenute in questo arco di tempo. Ad
un primo esame le era stata diagnosticata una forma di
tubercolosi ma, successivi controlli effettuati in un
centro specializzato del nord Italia, hanno permesso di
identificare sia la malattia che la causa. E così è stato
possibile curare la sfortunata signora con le adeguate
terapie.
Da noi, invece, a Riposto, i colombi li nutriamo e
ce li coccoliamo in piazza San Pietro, davanti la villa
Pantano, in via Colombo (Cristoforo, però) ed a Torre
Archirafi, negli anfratti della Chiesa Maria SS del Rosario. Poveri volatili, che male fanno, a parte i propri
bisogni? E così nessuno provvede a prendere adeguati
rimedi, i buchi nei muri, soprattutto quelli di edifici
più vecchi, non vengono fatti otturare, non si bonificano i sottotetti, non si provvede a spargere mangime
che toglie la fertilità ai colombi. Ma, soprattutto, non
si puniscono, come invece prevede la legge, coloro i
quali, senza autorizzazione, propinano tutti i rimasugli
alimentari di casa ai cari piccioni. Più di una persona
ha parlato, considerando la chiesa di Torre Archirafi,
di centinaia di chili di guano (gli escrementi dei vola-
prima autorità sanitaria, che si trova fornito, per legge,
dei poteri di ingiungere ai proprietari di edifici, privati, pubblici o di culto, di chiudere i buchi sulle mura
degli edifici, predisporre la vigilanza tramite la Polizia
municipale, fare pulire e disinfettare per terra. Compito che si avvale del coordinamento dell’Ufficio d’Igiene e Profilassi di Giarre, diretto dalla dott.ssa Genoveffa Mandolfo.
Purtroppo, nel citare l’Ufficio di igiene e profilassi, ci tocca constatare un fatto poco edificante. Gli uffici sono ubicati in viale Don Minzoni 1, all’interno
del vecchio Ospedale. Parecchi vetri delle finestre degli uffici evidenziano escrementi di colombi in quantità, mentre i terrazzi dell’ultimo piano ed anche i davanzali delle finestre ed il cortile interno sono tutti imbrattati di guano. Come mai, chi dovrebbe vigilare in
casa altrui, non riesce a fare interventi risolutivi partendo da casa propria? E, colmo dei colpi, per le bonifiche sono competenti anche i veterinari. Indovinate
dove ha sede questo servizio? Anche questo in viale
don Minzoni,1. Meditiamo gente, meditiamo. E continuiamo a schivare i “regali” dei “cari” volatili.
Corrado Petralia
La strada per l’integrazione
per una durata di 120 ore distribuite in 2
La Provincia regionale di Catania o 3 incontri settimanali, i 20 immigrati
che hanno presentato richiesta (le iscricofinanzia il primo corso di
zioni sono ancora aperte fino ad un nualfabetizzazione alla lingua italiana
mero massimo di 25), potranno iniziare
a frequentare le lezioni gratuitamente.
per gli immigrati
Si tratta, quindi, di un supporto utile sia
I
n un momento molto delicato per la
Sicilia, guardando alla situazione
derivante dai continui sbarchi di migranti ed alla difficilissima gestione di
questi flussi, un importante segnale verso la maggiore integrazione tra italiani
e stranieri arriva dalla Provincia regionale di Catania. L’Ente, infatti, ha deci-
so di cofinanziare “Io parlo italiano”,
un corso di alfabetizzazione alla lingua
italiana, organizzato dalla Cisl, in collaborazione con l’ANOLF, ufficialmente
presentato in conferenza stampa nel
Centro Direzionale Nuovaluce. Come
spiegato dai rappresentanti dei soggetti
coinvolti nel progetto, già dal 28 aprile,
alle imprese che ai privati che necessitano di regolarizzare la permanenza sul
territorio dei propri dipendenti immigrati.
«I destinatari, di diversa nazionalità ed in possesso dei documenti validi,
grazie al conseguimento dell’attestato,
potranno ottenere la documentazione
utile alla permanenza regolare nel territorio italiano – ha affermato l’assessore provinciale alle Politiche attive e
del lavoro, Francesco Ciancitto –. Riteniamo che, in merito alle competenze
dell’assessorato, questo nuovo progetto riuscirà a dare, ai migranti presenti
sul territorio, pari condizioni di accesso al sapere e, soprattutto, rafforzerà
l’educazione interculturale e l’integrazione sociale, puntando ad un obiettivo
comune che è quello di rendere molto
più semplice, sicuro ed efficace il processo di coesione per tutti i cittadini».
La frequentazione del corso è obbligatoria e le dispense e il materiale di-
dattico saranno fornite gratuitamente.
Si tratta di piccoli interventi che possono però raggiungere grandi risultati, come ha sottolineato il segretario generale
della Cisl di Catania, Alfio Giulio:
«Speriamo che questo tipo di iniziativa
riesca a porsi come d’esempio per affrontare i problemi dell’immigrazione.
Sono dei piccoli passi che vanno incontro alle esigenze reali delle persone e
che, per questo, vanno alimentati e sostenuti».
Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato anche Anastasia D’Amico della Cisl e il co-presidente di Anolf, Carmen Dumitrescu, che
hanno illustrato le finalità del progetto.
La prima fase delle lezioni sarà incentrata sull’insegnamento della lingua italiana, scritta e parlata, ma non mancheranno nozioni sul funzionamento dello
Stato e degli Enti locali, sulla sanità, sui
servizi alla persona e sulle organizzazioni. Oltre alla lingua, infatti, questi
corsi introduttivi spesso evidenziano
anche l’importanza di fornire agli immigrati un orientamento sociale e le conoscenze di base sul funzionamento e
sui valori della società.
Amalia C.R. Musumeci
In prima linea per la salute
La Polizia Provinciale
sequestra, a S. Giovanni la
Punta e a Valcorrente, due
discariche abusive di
plastica, materassi e rifiuti solidi urbani indifferenziati. L’area è stata, quindi, sottoposta a sequestro ed il
gestore denunciato alla Magistratura per il reato di gestione di rifiuti non autorizzata.
Un secondo intervento, sempre nell’ambito delle
attività di controllo e repressione dei reati in materia
ambientale, ha coronato di successo gli sforzi congiunti e la collaborazione di Polizia Provinciale, Squadra Mobile della Questura di Catania ed Ufficio Ambiente della Provincia Regionale di Catania. Le indagini hanno portato all’individuazione di un sito, nella
zona industriale di Belpasso, tra Valcorrente e Piano
Tavola, dove veniva svolta una ingente, abusiva ed il-
P.T.
Comunicato
P
rosegue l’attività di controllo della Polizia Provinciale e dell’Ufficio Ambiente della Provincia sulle attività illegali nella gestione dei rifiuti, con risultati positivi. A testimoniare l’impegno sono stati, in questi giorni, i risultati ottenuti in due distinte operazioni che hanno permesso di individuare
altrettante discariche abusive, molto rischiose per
l’ambiente e la salute pubblica.
Nel territorio di San Giovanni La Punta, personale
della Polizia provinciale e dell’Ufficio Ambiente della
Provincia, nell’ambito di una serie di controlli mirati,
ha individuato un’area in cui veniva effettuata la gestione di rifiuti in mancanza delle autorizzazioni previste dal Testo Unico Ambientale. Su una estensione
di circa 2000 mq sono stati, infatti, rinvenuti numerosi
tipi di materiali abbandonati, senza alcuna protezione
del suolo: cumuli di pneumatici fuori uso, parti di autoveicoli, RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), sfalci di potatura, carta e cartone,
Oltre 300 ragazzi dai 15 ai 30 anni hanno affollato
la platea del cine Bellini di Linguaglossa, per partecipare al laboratorio multimediale, allestito dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco, rosa Maria
Vecchio, nell’ambito del progetto “Un Comune, uno
Schermo”. Si tratta del progetto pilota avviato da Federconsumatori nazionale e Anpci (Associazione nazionale piccoli Comuni d’ Italia), con la partecipazione
di Cinecittà, in collaborazione con l’assessorato alle
Politiche giovanili di Linguaglossa, sotto l’alto patronato del Consiglio dei Ministri, dipartimento della Gioventù, per l’allestimento di schermi digitali nei centri al
di sotto dei 5000 abitanti.
Hanno preso parte all’iniziativa lo sceneggiatore e
docente di drammaturgia dell’università Tre di roma,
rosario Galli, che ha svolto il ruolo di conduttore dell’incontro; il regista Maurizio Sciarra, con il quale, dopo la visione del suo documentario “In viaggio con i
pupi”, girato in Sicilia, è stato avviato un dibattito e l’attrice Maria Grazia Cucinotta. Alla nota attrice i partecipanti hanno formulato tante domande, alle quali sono
arrivate puntuali risposte. La Cucinotta ha dichiarato
di sentirsi più felice nel fare la produttrice di pellicole
cinematografiche, ambientate nella sua adorata Sicilia, utilizzando dei cast prettamente composti di attori
isolani. L’attrice ha aggiunto, poi, di sostenere l’idea
dell’apertura delle sale cinematografiche, nei piccoli
Comuni, per dare a tutti la possibilità di andare al cinema e sognare attraverso la visione dei film.
Nel pomeriggio, i partecipanti hanno incontrato il
fotografo cinematografico Aic, roberto Girometti, che
ha relazionato sul tema “Cinematografia: dall’analogico al digitale. La tecnologia Cdf per il circuito digitale”.
In conclusione, i presenti hanno assistito alla proiezione del film “Un giorno della vita” di Giuseppe Papasso.
Calato il sipario sul laboratorio multimediale è stato
consegnato ai partecipanti un attestato di partecipazione. Un plauso all’iniziativa è stato rivolto dall’Aamministrazione al coordinatore generale Cristian Venturini, il quale si è detto felice di allestire laboratori multimediali, per sensibilizzare i giovani alla nascita di sale
cinematografiche nei piccoli centri. Sale che, oltre alla
mission sociale ed aggregativa del cinema, con un
particolare palinsesto, incrementano il turismo ed accrescono la cultura.
Soddisfazione per la riuscita dell’incontro, che ha
dato a molti giovani linguaglossesi la possibilità di conoscere dei professionisti del cinema, è stata espressa dal Sindaco, dalla Giunta e dal presidente del Consiglio comunale, Domenico Grasso, tutti presenti all’iniziativa, accanto a Salvatore Prestigiovanni, in rappresentanza del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale etneo, raffaele Zanoli, e del responsabile
dell’ Ufficio studi e programmazione, rosita D’Oxi.
Quello di Linguaglossa è il quinto laboratorio multimediale, su scala nazionale, ed altri 15 laboratori multimediali, a difesa della riapertura delle sale cinematografiche, sono in calendario, fino al prossimo mese di
giugno.
lecita attività di trattamento di rifiuti speciali, finalizzata quasi esclusivamente al riciclaggio di cavi elettrici, dai quali ricavare rame, ottone ed altro materiale
pregiato. A seguito dell’operazione di polizia sono
stati denunciati all’autorità giudiziaria i gestori dell’impianto: D.G. F., di 70 anni, pregiudicato; ed il figlio D.G.R., di 48 anni, incensurato, entrambi di Catania. L’impianto è stato posto sotto sequestro ma le indagini proseguono, soprattutto per la particolare rilevanza dei rifiuti trattati, alla luce degli innumerevoli
furti di materiale elettrico commessi nella provincia di
Catania.
Salvatore Rubbino
Gazzettino 23-04-2011_Gazzettino-nuovo 1 13/12/13 10.42 Pagina 7
alcantara
N. 13 ¥ sabato 23 aprile 2011
La Gregoraci “regina” di Francavilla?
7
Incontro tra presidenti
“Lombardo”…
Lo zio, francavillese doc , suggerisce di conferire la cittadinanza
a
La onoraria
massima rappresentante
lei ed al suo potente marito Flavio Briatore in maniera tale da dell
far accendere
associazione Mea Lux di
i riflettori dei mass media nazionali sul Comune dell Alcantara.
Giardini Naxos si
confrontata
Ma c
anche chi vedrebbe bene Elisabetta come futuro sindacocon il Governatore in occasione
S
Da sinistra: il sig. Francavilla, la nipote Gregoraci e Briatore
i discute tanto su quali strategie attuare per promuovere l’immagine
di un paese di provincia, come
Francavilla di Sicilia, attraverso
manifestazioni ed eventi vari. In
questo periodo, ad esempio, parecchie aspettative sono riposte nell’unica tappa italiana del campionato mondiale di Enduro che
proprio la cittadina dell’Alcantara ospiterà dal 13
al 15 maggio prossimi (si prevede l’arrivo di ben
trentamila persone). Ma da tempo un simpatico
tassista in pensione suggerisce una “ricetta” a suo
dire “formidabile” per far parlare di Francavilla a
livello nazionale. Il signore in questione si chiama Peppe ed il suo cognome coincide e s’identifica col nome del suo amato paese. Cosa propone, dunque, Peppe Francavilla al riguardo? Ce lo
ha scritto in un’apposita lettera recapitata al nostro giornale qualche giorno fa.
«Cari lettori francavillesi – esordisce il signor Francavilla – ormai sapete un po’ tutti chi
sono io: sono lo zio della coppia più popolare
d’Italia, ossia Elisabetta Gregoraci e Flavio
Briatore. Elisabetta, in pratica, è una mia nipote
diretta in quanto sua madre Melina è figlia di
mio fratello. Anche se sono andati a vivere in Calabria, Melina ed Elisabetta venivano spesso a
Francavilla a trovare me e la mia famiglia:
quante feste trascorse insieme ed a quante edizioni del nostro famoso Carnevale Francavillese
hanno partecipato! Ed anche quando questa mia
nipotina calabrese è diventata una star nazionale
dello spettacolo, non si è mai dimenticata di noi:
pensate che quando, tra il 2006 ed il 2008, face-
va parte del cast della seguitissima “Buona
Domenica” di Canale 5 mi telefonava durante le
pause della trasmissione per chiedermi come era
andata; e qualche mese fa, sapendo di un mio ricovero in ospedale, chiamava quotidianamente
per sapere come stavo.
«In tanti ricorderanno anche quando, due
anni fa, portò su Raiuno mia nipote Maria (figlia
di mia figlia) perché pensò subito a questa sua
parente ed ex compagna di giochi allorquando la
invitarono ospite alla popolare trasmissione “I
Raccomandati” condotta da Pupo: sapendo che
la cugina Maria aveva sempre praticato l’hobby
del canto, decise che doveva essere lei la sua
“raccomandata” (gli altri ospiti puntarono, invece, su artisti professionisti che nella gara,
ovviamente, hanno avuto la meglio).
«Elisabetta, insomma, porta sempre nel
cuore Francavilla di Sicilia, memore anche dei
tantissimi televoti che la nostra comunità le tributò quando nel 1997, agli inizi della sua carriera, fu finalista a “Miss Italia”; allora il sottoscritto fece di tutto (anche appiccicando manifesti) per portare a conoscenza i francavillesi che
al prestigioso concorso di bellezza partecipava
una loro quasi concittadina. Certo: mentre la
mamma Melina torna spesso in vacanza qui, lei
non può permetterselo, sia per i numerosi impegni di lavoro e sia per stare accanto all’uomo che
ama tanto, ossia il famoso e potente imprenditore
Flavio Briatore, ed al figlio (di nome Falco
Nathan) avuto da quest’ultimo esattamente un
anno fa».
Dopo questo esauriente preambolo, Peppe
Francavilla va al nocciolo della questione.
«A questo punto – spiega l’ex tassista –
sarebbe doveroso che il nostro Comune facesse
di tutto per rinsaldare il legame con quella che
oggi è un’autentica diva e con il suo conosciutissimo e potentissimo compagno di vita; e non è
tanto un dovere nei confronti di Elisabetta, quanto verso il nostro paese, che potrebbe trarre
notevole giovamento dall’accostamento a questi
due popolarissimi personaggi del jet-set.
«Cosa fare? Semplice: organizzare una cerimonia per conferire alla coppia la cittadinanza
onoraria di Francavilla di Sicilia. Conosco bene
la sensibilità e la generosità di mia nipote, e sono
certo che non vorrà mancare a questa manifestazione d’affetto collettiva, ovviamente concordando opportunamente con lei ed il marito la data e le modalità dell’evento.
«Sapete cosa significherebbe se l’iniziativa
dovesse andare in porto? Giornali e televisioni
che si occuperanno della nostra comunità grazie
al richiamo della coppia Gregoraci-Briatore. Ne
verrebbe fuori, insomma, un grande “spot” a
costo zero che consentirebbe di veicolare a livello nazionale il nome di Francavilla di Sicilia.
Senza contare che il ricchissimo ed imprevedibile Briatore potrebbe “innamorarsi” del nostro
paese ed invogliarsi a realizzare qui qualche iniziativa imprenditoriale (come ha fatto, ad esempio, in Sardegna con l’esclusivissimo locale
“Billionaire”) o, al limite, donare qualcosa al
Comune. Per quanto mi riguarda, se l’Amministrazione Comunale mi autorizza, posso già cominciare ad accennare la cosa a mia nipote Elisabetta».
Il signor Francavilla non ha mai nascosto il
suo incommensurabile orgoglio per la nipote
“vip”, sempre al centro delle sue discussioni con
gli amici che incontra per strada o al bar. E, l’altro giorno, alcuni francavillesi che lo ascoltavano
tessere le lodi dell’illustre parente hanno avanzato un’interessante e suggestiva proposta: visto
che alle elezioni amministrative del prossimo anno il primo cittadino uscente Salvatore Nuciforo
non potrà più ricandidarsi (avendo esaurito i due
mandati consecutivi) e che riguardo al suo
“erede” si brancola ancora nel buio, perché non
convincere la signora Briatore a cimentarsi in politica (così come hanno fatto tante sue colleghe
del mondo dello spettacolo) candidandosi a…
sindaco di Francavilla?
Insomma: dopo averla “televotata” a Miss
Italia ’97, quindici anni dopo i francavillesi
potrebbero essere chiamati a tributare ad Elisabetta Gregoraci un voto “reale”.
Rodolfo Amodeo
Francavilla di Sicilia
venera il SS. Crocifisso
di un convegno sulle prospettive
di rilancio della Sicilia
Attraverso la sua presidente Angela Lombardo, anche
l’associazione scientifico-culturale “Mea Lux” di Giardini
Naxos è stata presente nei giorni scorsi allo “Yachting Club”
di Catania in occasione della convention organizzata dalla
nascente associazione “Solo Sicilia - Laboratorio di idee per
lo sviluppo” presieduta dal prof. Carmelo Nicosia, direttore
dell’Accademia delle Belle Arti del capoluogo etneo.
Tanti i “vip” intervenuti all’incontro, tra cui il presidente
della regione Siciliana raffaele Lombardo (in foto con la
presidente di “Mea Lux”), il deputato regionale Giuseppe
Arena ed il popolare attore Enrico Guarneri.
Da tutti è stata invocata l’improcrastinabile esigenza di
partorire nuove idee per rilanciare la Sicilia, un’isola che continua ad essere “terra di conquista”. E la presidente di “Mea
Lux”, Angela Lombardo, nel suo apprezzato intervento ha in
particolare evidenziato le contraddizioni di questa terra ricca
di opportunità, bellezze e cultura, ma che ancora brancola
nel buio in tanti settori che vanno dal turismo alla raccolta differenziata, all’uso delle risorse energetiche alternative, ecc.
«Ed intanto – ha concluso la Lombardo - i nostri giovani migliori sono spesso costretti ad emigrare altrove».
La presidente di “Mea Lux” ne ha anche approfittato per
presentare l’imminente prossima iniziativa dell’associazione
giardinese (ma operante pure in altri Comuni siciliani), ossia
le due giornate (8 e 9 maggio) dedicate alla solidarietà con il
progetto “Due province ed un sentire comune”, incentrato su
un concorso sul tema “Disabilità e diversità” aperto agli studenti di terza media e primo e secondo anno superiore delle
scuole ricadenti nelle province di Catania e Messina, i quali
saranno chiamati ad elaborare temi e disegni sull’argomento.
Prevista anche una serata di gala conclusiva (il 9 maggio all’Hotel “Hilton” di Giardini Naxos) cui interverranno autorevoli
rappresentanti del mondo del volontariato, della scuola, della
ricerca ed inoltre, attori ed autori del film “Il figlio della Luna”,
ispirato alla vicenda del giovane fisico nucleare siciliano diversamente abile Fulvio Frisone, il quale, nei mesi scorsi, ha
personalmente partecipato, insieme alla mamma, a diverse
altre iniziative di “Mea Lux”.
R.A.
Randazzo, trionfo in Abruzzo
degli studenti del “Medi”
Il programma predisposto dall associazione organizzatrice prevede
(dal 27 al 29 aprile) celebrazioni liturgiche, pellegrinaggi dai paesi vicini
ed una fiaccolata con degustazione finale di dolci tipici locali
A
vranno luogo la settimana
prossima, dal 27 al 29 aprile, i festeggiamenti in onore
del Santissimo Crocifisso ligneo
della Chiesa Matrice di Francavilla
di Sicilia. Tradizione vuole che tale
evento religioso, particolarmente
sentito dalla popolazione locale, ricorra nella giornata del 20 aprile,
ma la coincidenza di quest’anno con
la settimana pasquale ha imposto lo
slittamento delle relative celebrazioni ad alcuni giorni dopo.
Il programma, predisposto di
concerto col parroco Don Giuseppe
Albano dall’associazione organizzatrice “SS. Crocifisso”, guidata da
Antonio Mancini, prevede una fiaccolata d’apertura alle ore 20,30 di
mercoledì 27 aprile, con partenza
dalla Chiesa dell’Annunziata ed arrivo alla Chiesa Matrice, nella cui
antistante piazza verranno degustati
dolci tipici locali preparati in casa
dalle famiglie. Giovedì 28 aprile e
venerdì 29 aprile saranno interamente dedicati ai momenti di religiosità con la S. Messa serale alle
I componenti dell’associazione organizzatrice e l’arciprete Albano
ai piedi del SS. Crocifisso
ore 19,00 nella Chiesa Matrice e, il
29, anche la mattina alle ore 8.30,
9.30 ed 11.00. Sempre nella mattina
di venerdì 29 è atteso l’arrivo, alle
ore 9.20, dei pellegrini devoti provenienti dal vicino Comune etneo di
Castiglione di Sicilia.
Quest’anno il Crocifisso di
Francavilla non verrà portato in processione in quanto a tale solenne
evento viene tradizionalmente data
una cadenza quadriennale (l’ultima
processione si è svolta nel 2009).
La sacra scultura in legno custodita nella Chiesa Matrice sarebbe
stata opera di due ladroni rifugiatisi
nelle campagne francavillesi per
sfuggire alla milizia romana. In segno di ringraziamento per essere
scampati alla cattura, i malviventi
pensarono di scolpire Gesù crocifisso utilizzando il tronco dell’albero
d’arancio sotto il quale si erano nascosti. A lavoro quasi concluso,
però, non sapevano da quale parte
far reclinare il volto del Cristo; intanto, sfiancati dalle peripezie della
giornata, decidevano di prender
sonno. Al risveglio, quale fu la loro
sorpresa nel vedere che quel volto si
trovava già posizionato nel verso
giusto, ossia chinato sulla spalla destra! Colsero ciò come un segno del
perdono divino e decisero di cambiare vita abbandonando definitivamente le attività criminose. Quel simulacro divenne, così, oggetto di
grande venerazione da parte della
comunità locale, che da esso avrebbe ricevuto anche miracoli. Si narra,
ad esempio, che in caso di alluvioni
o periodi di siccità, l’uscita in processione del Crocifisso determinava
un repentino cambiamento delle
condizioni atmosferiche, con grande sollievo della popolazione e, soprattutto, degli agricoltori.
Ancora un successo a livello nazionale per l’Istituto Alberghiero
“Enrico Medi” di randazzo.
Nelle settimane scorse avevamo scritto delle importanti affermazioni conseguite dagli studenti di questo istituto al prestigioso concorso dell’“Accademia Italiana della Gastronomia Storica” svoltosi a
Paestum (Salerno).
Adesso, invece, gli allievi del docente Alfio Cantarella sono tornati vittoriosi dalla cittadina abruzzese di Giulianova, dove hanno
partecipato all’ottavo concorso nazionale “Flambando al Cioccolato”
organizzato dalla locale scuola alberghiera “Venanzo Crocetti”.
In tale competizione, incentrata sulla presentazione di ricette originali a base del cosiddetto “oro marrone”, i giovani rappresentanti
del “Medi” si sono classificati al terzo posto (avendo totalizzato 2.022
punti), grazie soprattutto ai consensi riscossi da un particolare abbinamento, da loro ideato, tra il cioccolatino ed il cocktail.
Il primo piazzamento è andato, invece, ad una scolaresca dell’Aquila (2.247 punti), mentre il secondo ad una del Comune calabrese
di Praia a Mare (2.094 punti).
Gli studenti randazzesi che in terra d’Abruzzo hanno fatto onore
all’Istituto “Medi” e, più in generale, alla Sicilia sono stati Gabriele
Calanni Calamaro e Salvatore Campagna, entrambi della classe III
C (nella foto col prof. Cantarella durante la premiazione).
R.A.
R.A.
Gazzettino 23-04-2011_Gazzettino-nuovo 1 13/12/13 10.42 Pagina 8
8
attualit
N. 13 ¥ sabato 23 aprile 2011
Palermo: la notte dei pugnalatori
“Accendiamo
la passione”
Fu il primo esempio di
strategia della tensione
Presentata a Palazzo
nell Italia unita
Per
Esa la XII edizione
meglio comprendere la
dell Atelier Internazionale
cesura unitaria
della Musica
giudice con l’imputazione di tentato omicidio dello
N
ella tarda serata del primo ottobre
1862 «fatti orribili funestarono Palermo… Alla stessa ora, in diversi
punti della città fra loro quasi equidistanti, tredici persone venivano
gravemente ferite di coltello, quasi
tutte al basso ventre. I feriti danno tutti gli stessi contrassegni dei feritori, i quali vestivano a un sol modo,
erano di pari statura, sicché vi fu un momento che si
poté credere, uno solo».
Dalle prime indagini emerse che i tredici accoltellati non si conoscevano reciprocamente, non erano
collegati ad ambienti malavitosi o politici e che gli accoltellatori agirono non per uccidere o per rapinare,
ma per provocare il panico fra la gente e determinare
uno stato di panico e di insicurezza. Infatti, solo uno
morì dissanguato, un certo Gioacchino Sollima che
gestiva un banco di lotto nei pressi della stazione. La
rapidità e la sorpresa dell’aggressione, la confusione e
lo smarrimento degli accoltellati, favorì la fuga dei
pugnalatori che svanirono rapidamente nei vicoli e
nelle straduzze dei quartieri periferici, favoriti anche
dall’ora tarda, quasi la mezzanotte, dal buio delle strade poco illuminate e dall’abito scuro con coppola che
indossavano. Dodici di loro riuscirono così a far perdere le tracce. Uno solo, quasi per caso, venne catturato: Angelo D’Angelo, palermitano di trentotto anni,
lustrascarpe di professione; dopo avere squarciato il
ventre all’impiegato di dogana Antonino Allitto si
lanciò di corsa nei vicoli di Palazzo Resuttana, una
serie di viuzze buie e solitarie, ma ebbe la sfortuna di
imbattersi in un gruppo di ufficiali che uscivano da
un’osteria ubicata nei bassi di palazzo Lanza. I tre militari erano i sottotenenti: Dario Ronchei, Paolo Pescio e Raffaele Albanese piemontesi, tutti del 51° fanteria. Ai tre ufficiali si unirono richiamati dalle grida:
Nicolò Giordano, capitano delle guardie di Pubblica
Sicurezza, e la guardia Rosario Graziano, sicché l’accoltellatore fu raggiunto dal gruppo di inseguitori all’altezza di un “basso” dove teneva bottega un ciabattino. Malgrado l’ora tarda, la bottega era ancora aperta. La guardia Graziano riuscì ad acciuffare il fuggitivo che stava per infilarsi nel basso per confondersi fra
i lavoranti.
Consegnato ai tre ufficiali venne condotto al posto di polizia; perquisito gli trovarono in tasca un acuminato coltello a scatto con una lama di quindici centimetri, ancora sporca di sangue, e nove tarì in moneta
vecchia, ancora in corso legale. D’Angelo negò subito il ferimento dell’impiegato di dogana; disse che si
trovava per caso a passare nei pressi del palazzo del
principe di Resuttana e che, impaurito dalle urla del
ferito e dall’accorrere di gente, era fuggito via per non
essere coinvolto nel fatto di sangue. Disse anche che
la polizia del Regno d’Italia era prevenuta nei suoi
confronti, in quanto egli era stato schedato quale confidente del capo della polizia borbonica: Maniscalco.
Naturalmente, non fu creduto anche quando mantenne la sua versione davanti al giudice; sottoposto a
qualche pesante “carezza” da parte dei poliziotti finì
con il confessare il suo crimine e fece anche il nome
degli altri dodici accoltellatori, che erano riusciti a far
perdere le loro tracce.
Il 3 ottobre, il Giornale Officiale di Sicilia pubblicò in prima pagina la notizia della confessione del
D’Angelo: «…questo sciagurato soprafatto dall’enorme peso del crimine, scosso dal fremito dell’universale indegnazione lacerato forse dai rimorsi della
coscienza ed atterrito dalle maledizioni di un popolo,
determinatasi non solo a confessare la sua reità, ma
ben pure a svelare la serie dei fatti e tutto ciò che era
a sua conoscenza (i nomi dei complici, ndr), intorno
all’orribile macchinazione di cui egli aveva preso
parte, allo spaventevole attentato del quale era stato
uno degli autori…».
Disse anche il d’Angelo che a contattarlo era stato
un certo Gaetano Castelli, il quale gli aveva proposto
di fare un certo “lavoretto”, insieme ad altri dodici individui; il lavoretto consisteva nel bucare con il coltello la pancia di gente incontrata a caso. Raccontò
ancora il D’Angelo, di avere avuto delle perplessità
circa un “lavoro” così strano: ferire di coltello persone incontrate occasionalmente. Ma il Castelli gli aveva sussurrato in confidenza, che si trattava di questione di alta politica “burbunesca”. Comunque, la somma offerta era così allettante che D’Angelo accettò e
non fece altre domande. Dopo questa confessione fece anche il nome degli altri undici pugnalatori, che
egli conosceva bene. Furono arrestati quindi: Castelli
Gaetano, Calì Giuseppe, Masotto Pasquale, Favara
Salvatore, Termini Giuseppe, Oneri Francesco, Denaro Giuseppe, Girone Giuseppe, Girone Salvatore,
Scrima Onofrio, Lo Monaco Antonino. I primi tre
avevano svolto il compito di assoldare il gruppo a tre
tarì al giorno; e il patto, concordato di domenica, si
era concluso la sera del mercoledì quando D’Angelo
Angelo venne arrestato con i nove tarì stabiliti. Il nome del mandante fu fatto da D’Angelo al procuratore
del re, Guido Giacosa, che istruì il processo. D’Angelo, in istruttoria, profferì un nome che ebbe lo stesso
effetto di una bomba esplosa negli uffici della Procura: Romualdo Trigona principe di Sant’Elia, senatore
del regno.
I reali carabinieri, che avevano indagato per loro
conto sugli avvenimenti della sera dell’uno ottobre
(1862), nel loro rapporto al procuratore del regno
scrissero di un tredicesimo sicario, tale Di Giovanni
Giuseppe; stranamente questo nome sparì del tutto
dalle carte processuali, pur evidenziando il rapporto
che il Di Giovanni era stato messo a disposizione del
scultore Bagnasco.
Il processo ebbe inizio l’otto gennaio 1863, dinanzi la Corte d’Assise di Palermo; l’accusa era sostenuta dal procuratore Guido Giocosa, piemontese,
forse l’unico magistrato onesto fra quanti pullulavano
nella città in quegli anni torbidi (Giocosa, dopo il processo disgustato dalla corruzione generale della procura, si dimise e se ne tornò a Torino). L’imputazione
per tutti gli arrestati fu quella di tentato omicidio con
l’aggravante di «attentato diretto alla distruzione e
cangiamento dell’attuale forma di Governo». Chiaro
dunque l’assunto per l’opinione pubblica che il mandante occulto dei delitti fosse il partito borbonico che,
a detta degli inquirenti, tramava nell’ombra a mezzo
di uomini tenebrosi, fra cui il principe di Sant’Elia.
Quest’ultimo, notoriamente, era stato uno dei più accesi sostenitori dei Borbone, anche se, fatta la rivoluzione, aveva rapidamente cambiato casacca per indossare quella savoiarda, più conveniente ai suoi interessi nel nuovo ordine costituito. Naturalmente, Romualdo Trigona smentì tutto e parlò di orrenda macchinazione da parte di misteriosi politici, che avevano
tramato per infangare il suo onorato e antichissimo
nome. Malgrado le perplessità del procuratore Giacosa, il Trigona fu creduto sulla parola e non si indagò
oltre sul suo presunto apporto alla cospirazione.
La sentenza venne emessa la sera del 13 gennaio.
Furono condannati a morte: Gaetano Castelli, Giuseppe Calì e Pasquale Casotto che furono ghigliottinati la mattina del 10 aprile 1863; gli altri otto ebbero
la condanna dei lavori forzati a vita. Angelo D’Angelo se la cavò con venti anni di lavori forzati in virtù
della sua confessione. La sentenza non fece giustizia
perché non furono identificati (e non potevano essere
identificati) i mandanti, né coloro che avevano interesse a seminare il panico fra la popolazione; ma servì
di pretesto al questore, al prefetto e ai comandanti militari per potere abbattere il pugno di ferro sulla popolazione palermitana che scalpitava (ahimè, troppo tardi). Fu emesso rapidamente un decreto prefettizio che
imponeva «il disarmo generale di qualunque arma
offensiva e insidiosa», con la precisazione che i disobbedienti sarebbero stati fucilati all’istante senza
processo.
Il Precursore, giornale politico d’opposizione, il
22 gennaio 1863 esternò una conclusione sinistramente profetica alla stregua dei nostri anni di piombo
e dintorni: «Dopo la condanna siamo ancora più al
buio di prima. E la mente direttrice dell’opera micidiale può tuttavia ritenersi nascosta, irriderci e spaventarci con nuovi assassini».
Era chiaro che una vicenda del genere più che ad
un ipotetico ritorno al regime borbonico, creava nell’opinione pubblica un clima di paura e di sospetto,
che avrebbe favorito la destra più conservatrice per
spingere il paese verso una svolta autoritaria – cosa
che effettivamente avvenne in seguito –, e repressiva
di qualunque forma di dissenso.
Con il senno del poi, “la notte dei pugnalatori di
Palermo” rappresenta il primo esempio di strategia
della tensione nell’Italia unita (tesi portata avanti anche da Leonardo Sciascia nel suo libro “I Pugnalatori”, pubblicato nel 1974). Difatti, ogni qualvolta bisogna stroncare un processo democratico, ecco che i
coltelli, le bombe, le pistole o le lupare, entrano in
azione per creare nell’opinione pubblica un bisogno
di ordine che qualcuno raccoglie. Peccato che spesso,
chi si erge a paladino dell’ordine è lo stesso che arma
gli attentatori.
(53. – “Sicilia postunitaria - Controlettura del
Risorgimento” 2010/2011)
Salvatore Musumeci
«La vita si può capire solo all’indietro, ma si vive in avanti» (Søren Kierkegaard)
La parola passi ai cittadini
R
isultato molto positivo, stando
Consuntivo
alle dichiarazioni degli organizzatori, grazie alla grande partepositivo per
cipazione dei cittadini, per l’evento
l evento Diventa “Diventa protagonista per Fiumefredprotagonista per do”. Si è trattato di un momento di confronto e riflessione politica proposto
Fiumefreddo
dalla sezione locale del partito La Deorganizzato da La stra-Alleanza Siciliana. Per tutta la
Destra-Alleanza mattinata, in Piazza Chiesa Madre, i
membri della sezione fiumefreddese
Siciliana
del partito hanno fatto compilare un
questionario anonimo su idee, opinioni,
suggerimenti e segnalazioni di proble-
mi riscontrati nel paese jonico. Hanno
accettato di compilare e restituire i questionari circa 140 redatti dai cittadini,
che hanno aderito con entusiasmo alla
manifestazione, esprimendo svariati
pareri, sia positivi che negativi, sulla
vita del paese. Erano presenti, come
membri del partito La Destra, il vice
coordinatore regionale Rosaria Leonardi, il segretario provinciale Ruggero
Razza, il capogruppo al Consiglio provinciale di Catania Enzo D’Agata ed il
Commissario della sezione di Giarre,
Saretto Raciti.
«Sono soddisfatta – ha ammesso il
segretario della sezione di Fiumefreddo, Pina Pavone – perché abbiamo raggiunto un risultato importante, segno
che il nostro paese è vivo. Stileremo
una percentuale con tutte le risposte
fornite ai questionari, per conoscere i
disagi percepiti dalla popolazione ma
anche per cogliere i pregi che soddisfano la gente. A breve, ripeteremo
quest’esperienza, che è stata molto utile per far sentire tutti i cittadini protagonisti e liberi di esprimere un loro
pensiero».
Rosaria Futia
Ad una settimana dall’inaugurazione ufficiale, tenutasi
con l’opera “La Serva padrona” di Giovanni Battista
Pergolesi (in scena lo scorso 10 aprile a Gaggi), è stata
presentata alla stampa la prestigiosa rassegna concertistica, che gode del patrocinio della regione Siciliana.
Quest’anno, la manifestazione, con ben cinquanta appuntamenti in programma, si arricchisce di alcune novità: «L’Atelier Internazionale della Musica – ha affermato il direttore artistico Gianfranco Pappalardo Fiumara (nella foto) –, acquista una dimensione regionale, aprendosi oltre che alla provincia di Catania anche a
quella di Messina. Continueremo a garantire la presenza di grandi artisti, come il direttore statunitense Peter
Tiboris, ma daremo ampio spazio anche alle giovani
promesse. Come sempre abbiamo scelto di privilegiare
le piccole località dove c’è tanto fermento culturale che
noi vogliamo sostenere».
Tra i nomi di punta della XII edizione, il noto direttore
d’orchestra portoghese Mario Mateus e il pianista messicano Eric Batiz. Quest’ultimo, eseguirà un programma tutto dedicato a F. Listz, in occasione del bicentenario dalla nascita del compositore ungherese. Confermate le presenze dei Les Flutes Flamboyantes e del
chitarrista Agatino Scuderi, reduce dal recente successo alla Carnegie Hall, che per l’occasione interpreterà
la musica argentina in duo con il figlio. Spazio, inoltre,
alla musica barocca con i Filarmonici di Palermo, con i
pianisti Gianfranco Pappalardo Fiumara e roberto
Carnevale, e con la clavicembalista Gabriella Spagnuolo in concerto con il suo ensemble “La Stravaganza”. Un’altra sezione sarà dedicata alla musica popolare con lo Swing diretto da William Grosso.
«Questa manifestazione è una di quelle cui il Presidente Lombardo – ha sottolineato il dott. Giuseppe Greco,
segretario particolare – ha sempre guardato con particolare favore e sostegno, perché arricchiscono la proposta culturale e artistica della Sicilia».
La sezione lirica vedrà impegnati, invece, il celebre soprano Silvana Froli, il mezzo soprano Inna Savchenko
e il tenore Andrea raiti. Un nome su tutti infine quello di
Peter Tiboris, energico direttore d’orchestra statunitense, che dirigerà i Concerti cameristico-sinfonici inseriti
nell’ambito della rassegna estiva “Etna in Scena” di
Zafferana Etnea.
Sicuramente, sarà una stagione concertistica più variegata che mai, con diversi generi musicali capaci di soddisfare un pubblico composito. Aspetto che è stato sottolineato dal deputato dell’Ars Giuseppe Arena: «La
ricca partecipazione di giovani artisti e la diversificazione musicale sono due peculiarità molto importanti. Nel
corso della rassegna ci sarà spazio per la musica sinfonica ma anche per lo swing, per la musica popolare e
per il jazz. Questo rappresenta un forte stimolo per il
territorio che avrebbe bisogno di tanti Atelier della musica. Lo sviluppo della nostra terra passa anche attraverso la valorizzazione di queste iniziative».
Un vivo plauso è giunto dai Sindaci dei Comuni di Milo
e Tremestieri Etneo, Giuseppe Messina e Antonino Basile, che hanno aderito con grande entusiasmo al circuito (in totale 12 tappe), quale valevole opportunità
per veicolare la cultura e promuovere le proprie peculiarità territoriali.
«Accendiamo la passione – è stato, infine, il commento
del cav. Carmelo Platania, rappresentante della Isfa
Group, sponsor ufficiale –. Per noi che produciamo
fiammiferi non ci può essere slogan più appropriato.
Sosteniamo con particolare piacere l’Atelier della Musica, che dà veramente calore al freddo e frenetico scorrere della vita».
Accogliamo l’invito, aggiungiamo noi, e lasciamoci bruciare da Euterpe!
Giuseppe Musumeci