Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 1 > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre ANNO XXXI • N. 20 • GIARRE, SABATO 11 GIUGNO 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it > Il sindaco del popolo > Voglia di essere protagonisti Giarre ha ricordato la figura e l’opera politica dell’on. Biagio Andò, a 50 anni dalla scomparsa, con una giornata studio > a pag. 2 Linguaglossa: festa della Repubblica 2011 all’insegna dei giovani e della valorizzazione delle loro capacità artistiche > a pag. 6 I tristi giorni del fango Sul Premio “Angelo Livatino” si abbatte la bufera: gli eredi disconoscono la manifestazione organizzata da Attilio Cavallaro e lanciano pesanti accuse M ancava soltanto questa, ma nel nostro mondo dobbiamo abituarci a tutto. Ed il tutto è arrivato. Parliamo del Premio “Livatino – Saetta”, da anni organizzato dal Comitato “Rosario Livatino”, guidato da Attilio Cavallaro. Chi non ricorda l’incredibile numero di personalità internazionali che, negli anni, sono passati per Riposto, all’interno della palestra dell’Istituto tecnico per Geometri “Colajanni”, in occasione della consegna dei riconoscimenti. Giudizi, poliziotti, magistrati, uniti sotto il segno della lotta contro il malaffare i tutte le sue manifestazioni. E su tutti, la figura del “Giudice ragazzino”, di quel giudice ucciso dalla mafia in una strada siciliana, senza scorta, senza alcuna protezione se non la propria dignità. Un esempio per i giovani, un monito per tutti coloro i quali, al servizio dello Stato, pensano di anteporre interessi personali e “distrazioni” nel compimento del proprio dovere. Da Riposto a Mascali, cambia lo scenario ma non la sostanza. Ad ospitarlo è il Centro sociale “Karol Wojitila”. Ragazzi ed adulti riuniti sotto il segno della legalità, si potrebbe dire. Eppure, anche nel mondo delle storie e degli esempi edificanti arrivano le sorprese. E arrivano sotto forma di un comunicato proveniente dalle Associazioni “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatin” e “Tecnopolis” di Canicattì. «Le Associazioni Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino e Tecnopolis di Canicattì, ribadiscono che dalle manifestazioni organizzate da Attilio Cavallaro le stesse si sono da tempo dissociate ed addirittura hanno inviato allo stesso più di una diffida nel continuare con simili manifestazioni che, al di là della buona fede e del valore di parte dei premiati, offendono la memoria del Giudice Rosario Livatino di cui lo stesso conosce poco e male. Si aggiunge che già da tempo lo stesso dottor Vincenzo Livatino, genitore superstite del Giudice, ha diffidato il Cavallaro chiedendogli di smettere dallo svolgere simili manifestazioni e dall’utilizzare il nome e le immagini del figlio. Lo stesso dottor Livatino ha appreso con sorpresa ed incredulità che sino ad oggi il Cavallaro ha millantato che il “premio” sia stato voluto dai familiari e peggio ancora che la scelta dei premiati sia stata concordata o addirittura fatta dal signor Vincenzo Livatino, apponendo una firma fotocopiata estrapolata da una vecchia lettera alle comunicazioni, inviate in questi anni ad ignare persone convinte di rendere il doveroso omaggio ad una figura adamantina e nobile come non si è rivelata quella del Cavallaro cui si procederà per le opportune sedi». Buoni lavoro, dati negativi Nell’ambito di un incontro a Taormina il sottosegretario alle Politiche del lavoro e delle Politiche sociali, Nello Musmeci, ha tratteggiato un quadro completo della situazione sull’occupazione in Sicilia Parole pesanti, di condanna e quasi di disprezzo che sembrano davvero dipingere uno scenario irreale, ben al di fuori di quel contesto di legalità dove ha sempre operato il “Premio Livatino”. La risposta del presidente del Premio Livatino, Attilio Cavallaro, è stata la celebrazione di una nuova edizione, senza alcun commento su questa vicenda. I lettori, i cittadini, gli stessi premiati hanno accolto con incredulità ed amarezza questa situazione, soprattutto perché vede stravolgere totalmente il contesto di correttezza, legalità e coerenza in cui si è sempre inserito il Premio Livatino. Premio che, ricordiamolo, ha avuto il patrocinio della Presidenza della Repubblica, con messaggi di auguri inviati dal Capo dello Stato e dalle più alte cariche istituzionali. Già dalle prime parole spese a favore dei presenti si è delineata l’importanza dell’incontro: «L’impegno del Governo è costante sui temi del lavoro. Questo primo incontro nazionale, che sarà seguito da altri nelle maggiori città del Meridione, non si tiene a caso a Taormina, in Sicilia, perchè sui buoni-lavoro in questa regione si registrano dati negativi – ha evidenziato il sottosegretario alle Politiche del lavoro e delle Politiche sociali, Nello Musumeci –. Due dati su tutti: i buoni carta- Corrado Petralia Salvatore Rubbino >CONTINUA A PAG. 2 >CONTINUA A PAG. 2 Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 2 > S E T T I M A N A L E IDG 2 N. 2 0 • sabato 11 giugno 2011 giarre e hinterland Il Sindaco del popolo Giarre ha ricordato la figura e l’opera politica dell’On. Biagio Andò, con una giornata di studio e approfondimenti I l Comune di Giarre, assessorato alla Cultura, con il patrocinio della Regione Siciliana, della Provincia Regionale di Catania, della Fondazione del Banco di Sicilia e dell’Associazione giarrese di Storia Patria e Cultura, presieduta dal preside prof. Girolamo Barletta, al termine delle attività culturali di quest’ultima per l’anno sociale 2010-2011, ha voluto concludere il ciclo di conferenze ricordando Biagio Andò “il sindaco del popolo”, a 50 anni dalla morte (1961- 2011). “L’Uomo e il suo Tempo” è stato il tema della giornata di studio e di commemorazione per ricordare un grande uomo e un grande politico Biagiò Andò. Un uomo che a Giarre segnò un epoca ed una pagina di storia. Onorevole del gruppo del Partito Socialista Italiano e fondatore della sezione della sua Città, per un così notevole impegno che non si può dimenticare. La giornata, organizzata dal Comune di Giarre, rappresentato dal sindaco Teresa Sodano, si è sviluppata in due mezze giornate. nelle ore del mattino la visita alla tomba di Biagio Andò da parte delle Istituzioni pubbliche, con il Comune e la Provincia regionale di Catania, rappresentata dai consiglieri Francesco Cardillo e Salvò Patanè. Il corteo si è snodato, al cimitero, lungo il viale degli Uomini illustri ed ha portato il sindaco Sodano alla deposizione sulla tomba di Andò di un mazzo di fiori e, a seguire, affiancata dal vice sindaco dott. Leonardo Cantarella, alla collocazione di una corona di alloro sotto il busto bronzeo collocato nell’omonima piazzetta del centro storico di Giarre. Una piazzetta che, oggi, porta il nome di Biagio Andò. Nei locali dell’ex pescheria è stata poi allestita una mostra fotografica con le immagini più salienti della vita di Biagio Andò: dalla famiglia agli studi alla vita politica del grande uomo di spessore. Biagio Andò venne eletto Primo cittadino nel 1946, diventando figura di riferimento per Giarre, dove esercitò il suo mandato amministrativo fino al 1952, allorquando la sua attività politica assunse più ampio respiro con la sua elezione a deputato al Parlamento, nella consultazione politica dell’anno suc- di Giarre Continua da pag. 1 I tristi giorni del fango Nell’attender gli inevitabili sviluppi della vicenda, restano amarezza e sgomento, per le onde di fango che si stanno muovendo, per le accuse che vengono mosse, per il totale ribaltamento di prospettiva che si è verificata. Su tutto, una riflessione sorge spontanea: se neppure il sacrificio umano di una persona, il suo esempio morale, la sua correttezza, i suoi valori, sfuggono alla meschinità umana, che mondo stiamo creando per i nostri figli? Continua da pag. 1 Buoni lavoro, dati... cessivo nella circoscrizione di Catania. Nella II e III legislatura della Repubblica Italiana partecipò attivamente ai lavori della Camera e delle Commissioni, mettendo in evidenza singolari qualità di intelligenza e di preparazione, alle quali si accompagnavano sobrietà e riservatezza del suo carattere. Nel pomeriggio,la giornata di studi ha proposto un convegno al teatro Rex, presieduto dal prof Girolamo Barletta. Ad aprire i lavori, allietati dal coro dell’inno di Mameli eseguito di alunni della Scuola media “Macherione” di Giarre e dopo il saluto alle Autorità, il sindaco Sodano e gli interventi del prof. Giuseppe Barone, dell’ing. Leonardo Cali, del prof. Carmelo D’Urso, del prof. Nicolò Mino, del prof. Giuseppe Vecchio e della prof.ssa Anna Castiglione Garozzo. Interventi tesi a delineare il profilo di uomo e di politico e ricordare Biagio Andò come padre, gli albori della sua sindacatura e tutto quello che fece per Giarre: potenziò l’illuminazione elettrica e la rete idropotabile, sia al centro che nelle frazioni, istituì, al centro e in periferia, scuole di primo grado, tenne a battesimo l’istituzione di una sezione del Liceo classico, anche se dipendente dal “Gulli e Pennisi” di Acireale, progettò e portò all’appalto la realizzazione di una variante che liberasse Giarre e Riposto dal traffico ferroviario, con una linea ferrata che faceva da ingombrante confine tra i due Comuni. Venne eletto Sindaco con un numero notevole di preferenze, a capo di una lista “Sole Nascente” che comprendeva una coalizione di socialisti, comunisti ed azionisti. La lista vincente ebbe un deciso contributo di voti della frazione Macchia, dominata allora da un giovane medico, Nello Cantarella, assessore poi nella giunta Andò. Ad avvalorare la persona di Andò anche l’intervento del senatore on. Pino Firrarello, che ricordò come, nel complesso, l’Amministrazione socialcomunista ebbe notevoli successi, nonostante il difficile periodo di assestamento del dopoguerra: “I pochi fondi di cui il Comune disponeva vennero amministrati con estrema oculatezza”. La conduzione della serata è stata curata da Patrizia Tirendi, mentre la conclusione ha visto la lettura di alcuni brani, a cura dell’attore Melo Ingegnosi, tratti dagli interventi nell’aula di Montecitorio dell’On. Biagio Andò. Una lunga giornata per ricordare sempre Biagio Andò, “Sindaco del popolo”. cei emessi dall’Inps in Sicilia raggiungono appena l’1,9% del dato nazionale, in Veneto sono il 16%. Quelli emessi tramite le tabaccherie sono il 4% in Sicilia, contro il 18% della Lombardia. Non è un problema di strumenti e di reti, ma soprattutto culturale» L’incontro ha avuto luogo a Taormina nell’ambito della tematica “Lavoro occasionale accessorio: uno strumento efficace per garantire un buon lavoro”, sviluppato grazie agli sforzi organizzativi di Italia Lavoro in collaborazione con l’assessorato regionale alle Politiche sociali e del lavoro, alla presenza di numerosi tecnici e rappresentanti di tutte le parti interessate allo strumenti dei “buoni lavoro”. La sintesi dei lavori è stata efficacemente resa dai dati presentati, come riflessione conclusiva, dal sottosegretario Musumeci «La Sicilia, purtroppo, anche in questo caso evidenzia dati negativi, anche se è la migliore tra le regioni del Sud. Su 17 milioni di buoni lavoro utilizzati dagli imprenditori per prestazioni di lavoro occasionali, soprattutto in agricoltura, turismo e servizi alla persona, solo il 7% è stato utilizzato al Sud. In Sicilia sono appena 293.000 i voucher spesi. Palermo è la provincia virtuosa con 432.000, Agrigento ed Enna – ha aggiunto Musumeci – sono quelle meno attive. È necessario uno sforzo dell’Inps per diffondere la conoscenza di questa opportunità. Già a settembre bisognerà allargare gli incontri alle scuole e alle università ed estendere la rete anche a patronati, associazioni, sindacati». Anna Fichera Santa Venerina, en plein Il locale Circolo Didattico 3° classificato al Concorso “Storie in punta di penna” organizzato dal Circolo “G. Rodari” di Acireale L ’alunno Roberto Angelo Consoli, classe V B del plesso di Bongiardo, si è aggiudicato il 3° posto al concorso di scrittura creativa – organizzato dal III Circolo “G. Rodari” Acireale –, con il racconto in 5000 battute, “Un alieno al supermercato”. Fantasia, ricchezza di contenuti e proprietà di linguaggio («Aveva nella testa due antenne che vibravano, segno che era molto affamato. (…) Passando nel reparto dei detersivi afferrò un grosso flacone di Mastro Lindo e lo trangugiò tutto d’un fiato. Seguì un rutto assordante. Immaginate il barrito di un elefante, il boato di un vulcano in eruzione, mischiate le due cose. Ci siete? Bene!! L’alieno ruttò proprio così…»), di Roberto – ha sottolineato l’insegnante di lingua italiana, Anna Bonaccorsi Salvatrice, sono state pienamente valorizzate dal meritato Roberto Consoli e l’ins. Anna Bonaccorsi riconoscimento. Gioia e viva soddisfazione è stata espressa dal Dirigente Scolastico ff., dott. Salvatore Musumeci: «Dopo la vittoria del Coro del Circolo Didattico al Concorso Nazionale di Mirto ed il 2° posto (coppa Memorial Santino Chiodo, elementari maschili calcio a 5) al XXVIII Trofeo Mario Nicotra per la squadra di calcio della Scuola Primaria, ecco giungere il 3° posto al concorso di scrittura creativa. Un vero e proprio en plein. Un trionfo della “scuola di qualità”, capace di valorizzare le eccellenze senza dimenticare i meno dotati a cui, sicuramente, va tutta l’attenzione per conseguire, in pari opportunità, gli obiettivi previsti dalle programmazioni didattico-educative e dal Pof, che è la carta d’identità della nostra istituzione scolastica. Quest’anno – continua il Dirigente Musumeci – il Pof è stato pienamente realizzato, con risultati altamente soddisfacenti, grazie alla sinergica collaborazione tra Scuola ed Ente Locale, tra docenti alunni e genitori». Apprezzamenti e valutazioni positive, inoltre, hanno riscosso i progetti: “Noi e la Terra”, realizzato dagli alunni del plesso di Dagala del Re, che si è concluso con la “Festa delle Fragole” (i piccoli “agricoltori”, entusiasti, hanno raccolto il frutto delle loro piantine, messe a dimora nel mese di marzo, gustandone la fragranza “in mille modi” insieme ai genitori, ai docenti ed alla stampa; “English and italian breakfast”, curato dall’insegnante Gaia Paola Aleo, un incontro tra culture culinarie diverse che, comunque, riescono ad integrarsi in una realtà sempre più cosmopolita. Infine, va segnalato il progetto “At school”, per gli alunni di scuola dell’infanzia, realizzato dall’insegnante Francesca Morabito. Insomma… en plein e ad majora! Amalia C. R. Musumeci Sole è Via, un raggio d’amore “S ole è Via, un raggio d’Amore”, della casa editrice Albatros, è il titolo del terzo libro scritto da Claudia Marchese, presentato presso la sala conferenze dell’Istituto comprensivo “Leonardo Grassi” di Mascali grazie alla disponibilità del dirigente scolastico Giovanna Fisichella. «L’Istituto Grassi cerca di valorizzare le aspirazioni dei giovani che vogliono immettersi nel mondo della letteratura e della cultura in genere. Questa presentazione acquista un valore di continuità formativa e di sviluppo delle aspirazioni che, come ex allieva dell’Istituto Grassi, l’autrice persegue», ha detto la dirigente scolastica Fisichella. La dottoressa Claudia Marchese ha ringraziato la prof. Fisichella per la disponibilità e ha detto: «Il libro comunica un messaggio positivo, una lotta per l’affermazione dei valori del bene e della rettitudine. Il libro nasce dall’esigenza di inventare una storia educativa, di cui servirsi negli incontri di formazione con i giovani. Il messaggio che consegno al mio libro è di continuare a sognare, sostenere la lotta del bene contro il male perché, anche se nella realtà molto spesso non succede, trionfino i valori positivi». Angela Di Francisca foto Di Guardo > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre Direttore responsabile: Salvatore Agati Condirettore: Corrado Petralia Già Direttore: Angelo Patanè Editore: Società Cooperativa di Lavori e Servizi Sant’Isidoro a r.l. Sede: Via Callipoli n. 18 - 95014 Giarre (CT) Tel. 095/9895138 - Fax 095/9895036 Reg. al Tribunale di Catania N. 557 del 1980 Nuova edizione 16-12-1994 Registro Naz. della Stampa N. 6419 del 1996 e-mail: [email protected] Stampa: Eurografica s.r.l. S.S. 114 Orientale Sicula - RIPOSTO (CT) Tel. 095 931661 - Fax 095 7799108 Abbonam. 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Ai privati una prima inserzione viene concessa gratuitamente per un massimo di 30 parole. ASSOCIATO A UNIONe STAMPA PeRIODICA ITALIANA Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 3 > S E T T I M A N A L E IDG caleidoscopio di Giarre L’era delle energie alternative Da una corretta conoscenza dei pericoli del nucleare nasce la consapevolezza di un futuro energetico da sviluppare con attenzione E ra l’anno 1913 quando a Parigi ebbe luogo un congresso internazionale di geologia. Molte le relazioni che furono lette, ma quella che destò la maggiore attenzione fu quella che si riferiva alle risorse di carbone e di petrolio sulla terra. Grande fu la paura che la situazione generò nel colto pubblico presente. Si presentò improvvisamente lo spettro minaccioso ed ammonitore di una futura carestia di carbone e di petrolio. I giacimenti di carbone e di petrolio già conosciuti sono destinati ad esaurirsi. Un mondo senza carbone e senza petrolio è un mondo che non poteva essere immaginato. Il non avere più carbone significava, per la maggior parte dell’umanità, rinunziare alla luce artificiale, perché non essendovi né gas né petrolio, l’elettricità non sarebbe stato possibile produrla. L’umanità sarebbe tornata alle fiaccole. Non avere carbone significava, quindi, in ultima analisi, la scomparsa della civiltà, perché senza macchine né attrezzi, i campi non sarebbero stati più coltivati nei limiti necessari e l’umanità avrebbe rischiato la fine. L’attenzione su quanto sentito travalicò i confini della scienza ed invase la sfera politica. Sorse urgentemente la necessità che fonti alternative di energia venissero trovate per limitare l’uso di carbone fossile e di petrolio. Dovunque i politici e gli esperti girassero lo sguardo, forte, crescente bisogno mondiale d’energia aveva bisogno di nuove iniziative. Erano passati due anni da quando il fisico neozelandese Ernest Rutherford aveva proposto il suo famoso “modello atomico”, che costituiva il punto di partenza per la comprensione della struttura atomica della materia. Rutherford aveva dimostrato che un atomo di azoto poteva trasformarsi, colpito da una particella alfa, in un atomo di ossigeno. Aveva realizzato la prima trasformazione atomica artificiale. Molte, tante furono le proposte che in seguito gli scienziati proposero. La più discussa fu quella dello scienziato Hermann Soeergel, che propose di sfruttare la differenza fra il livello dell’Oceano Atlantico e quello del Mar Mediterraneo, che è un mare di evaporazione. Considerato che l’Atlantico cede ad ogni secondo al Mediterraneo 88000 metri cubi d’acqua, questo salto d’acqua avrebbe potuto alimentare due gigantesche centrali idroelettriche che avrebbero prodotto 160 milioni di cavalli vapore. La scelta e, quindi, la decisione passò ai governi. Il 1945 fu l’anno che vide la fine della guerra in Europa. In Italia il fascismo, a luglio del 1943, era caduto e la democrazia, a poco a poco, ritornava. In Germania l’impero del male era crollato e la pace aveva diviso in due il paese. In estremo Oriente l’imperialismo giapponese resisteva. Il due settembre 1942, Enrico Fermi, minacciato dalle leggi razziali del 1938, a lasciare il paese, realizzava la prima reazione a catena, in grado di autosostenersi. Innescando il fuoco atomico lo scienziato italiano aveva consegnato all’umanità una fonte di energia pressoché inesauribile, ma anche un’arma di potenza mai vista. La Pila di Fermi fu il prototipo dei rettori nucleari che oggi producono elettricità in molti paesi, che tanta giusta paura negli ultimi tempi, il loro funzionamento ha creato. Era l’anno che in seguito fu chiamato “l’anno della disgrazia”. Infatti, nel tragico contesto dell’epoca, si era in piena guerra, come non pensare di utilizzare per scopi bellici, e questa volta senza alcun freno, quella enorme energia liberata e produttiva, fornita? Il successo sperimentale di Fermi spinse il presidente americano Roosvelt a mettere a disposizione dei fisici enormi mezzi finanziari che avrebbero permesso di costruire una bomba. E la bomba fu costruita. E fu usata. Fu chiamata “Little boy”, il “ragazzino”, la prima bomba atomica, quella che venne lanciata su Hiroshima la mattina del 6 agosto 1945. quattro metri e venticinque di lunghezza, un metro e mezzo di diametro, quarantacinque quintali di peso. Alle ore 8.17 del sei agosto 1945, il Ragazzino scivolò nell’aria. L’esplosione si verificò 43 secondi dopo e ne vennero fuori tuoni e lampi, morte e distruzione. Sette angeli che avevano sette trombe cominciarono a suonarle. Il primo angelo suonò: fu la luce, il disintegrarsi di una stella. Un lampo accecante che abbagliò 300.000 persone e cancellò dalla città ogni ombra dai recessi più nascosti. Alla luce seguì l’esplosione: solo a 50 chilometri da Hiroshima fu possibile sentirne il boato. Per quelli più vicini si trasformò in silenzio. II secondo angelo suonò. Fu il calore: liquefece i tetti delle case, annientò persone, fissando la loro ombra sull’asfalto a irrefutabile prova della scomparsa di esseri umani. Il terzo angelo suonò. E fu la raffica dell’esplosione che si sprigionò dalla sfera di fuoco, alla velocità di 1300 chilometri l’ora in un raggio di moti chilometri quadrati. Le case ancora in piedi vennero sradicate dalle fondamenta. Il quarto angelo suonò. Fu la pioggia. Enormi gocce d’acqua color pece caddero. Il quinto angelo suonò. E spirò un vento di fuoco che sollevò le onde dei fiumi, sommergendo quanti vi avevano cercato refrigerio e salvezza. C’erano centocinquanta templi a Hiroshima, il fuoco li distrusse tutti. Un angelo volando in mezzo al cielo diceva a gran voce: guai a coloro che abitano la terra, per gli squilli di tromba che gli altri angeli potranno suonare. L’uomo aveva compiuto il più tragico ed il più spietato dei suoi esperimenti, anche se l’aveva giustificato con la fine della guerra e la speranza che l’energia atomica, che tanta morte e distruzione aveva causato, nei tempi a venire avrebbe aiutato l’umanità a vivere meglio. A distanza di 60 anni questa speranza si è rivelata falsa. Chernobyl, Fukushima e tante altre centrali atomiche non menzionate lo dimostrano. L’energia nucleare è dipendenza ed ha costi altissimi per la messa in sicurezza. Dall’inizio dell’era atomica i nostri scienziati ed ingegneri ancora non sanno come gestire, senza pericoli, il trasporto, lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Il risultato della combustione sono le barre nucleari esaurite, ammassate in depositi e strutture in ogni parte del mondo. La prospettiva di costruire centinaia, se non migliaia, di centrali nucleari in un’era in cui il terrorismo impera, appare come una decisione non studiata con dovuta attenzione. Le centrali nucleari sono il primo obiettivo sensibile di attentati terroristici. La tecnologia nucleare rappresenta oggi una tecnologia poco funzionale, pericolosissima ed altamente centralizzata. È una tecnologia di elite, controllata da pochi. Il nucleare è una reliquia, una vera e propria vestigia del passato e la sua resurrezione ci porta indietro. Il nostro futuro energetico sta nel sole, nel mare, nel vento. Non nell’uranio che è sicuramente radioattività, malattia, distruzione e morte. Francesco Bottari Orgoglio ed ammirazione Mascali dedica una via all’illustre concittadino “Turiddu” Bella, poeta dialettale e cantastorie che seppe raccontare a tutta l’Italia le storie della sua terra S abato scorso, in occasione dei 100 anni dalla nascita del poeta Salvatore Bella (conosciuto artisticamente come “Turiddu Bella”), il sindaco di Mascali, Filippo Monforte, ha inaugurato ufficialmente la via dedicata all’illustre cittadino mascalese (onorificenza ricevuta dal Bella nel 1986): «Siamo orgogliosi di annoverare il nome del poeta Bella tra le nostre vie, in modo che i giovani possano avere memoria di un poeta siciliano, che scriveva opere che i cantastorie narravano in giro, nei teatri di un tempo quali erano le pubbliche piazze – ha detto il Primo cittadino mascalese –. Era un impegno che l’Amministrazione aveva assunto già qualche anno fa con la figlia Maria». Dopo l’intitolazione ufficiale della via, l’Amministrazione comunale, i familiari e numerosi estimatori del grande poeta dialettale hanno partecipato al convegno, moderato da Leonardo Vaccaro, presidente dell’associazione “Mascali 1928”, svoltosi presso l’oratorio parrocchiale Don Bosco. La figlia del poeta Maria Bella, presidente del “Centro studi Turiddu Bella” di Siracusa, ha aperto il convegno ricordando il padre e le iniziative che porta avanti in suo ricordo, augurandosi di rendere in futuro più fruibile le sue opere attraverso la costituzione di un’opera omnia. Tra i relatori del convegno il prof. Girolamo Barletta, presidente dell’associazione Storia Patria e Cultura di Giarre, il prof. Salvatore Riolo, docente di Dialettologia presso l’Università di Catania, l’ing. Pier Luigi Bella, la prof.ssa Anna Cacciola e la prof.essa Anna Castiglione, che ha tracciato un profilo del poeta, mettendo in evidenza l’enorme produzione letteraria realizzata da Bella nei 60 anni di attività e il profondo legame che lo univa alla sua Mascali, dove in località Ficarella era nato il 10 maggio del 1911. Bella iniziò a soli tredici anni a scrivere la sua prima storia. Nel 1929, conobbe il cantastorie Orazio Strano con il quale iniziò una lunghissima collaborazione a partire dal primo poemetto “Chi cosa è la Donna”, che lo stesso Strano portò nelle piazze della Sicilia. Nel 1950, venne ucciso il brigante Salvatore Giuliano e Bella scrisse un poemetto di 195 sestine, “Turi Giulianu re di li briganti”, musicato da Orazio Strano e da lui presentato al pubblico ed in seguito interpretato anche da Ciccio Busacca . Dal 1960 in poi, sono state indette delle sagre di cantastorie in diverse città d’talia alle quali il poeta ha partecipato direttamente con i suoi componimenti o scrivendo per i vari cantastorie, ricevendo tanti riconoscimenti. Nel 1976, andato in pensione, dopo avere prestato servizio al comune di Mascali per ben 22 anni, intensificò la sua attività letteraria. «La lirica e la patria erano temi presenti nella sua raccolta giovanile – ha detto la prof.ssa Castiglione –. Bella era legato al popolo, ritenuto suo fruitore particolareggiato». «Bella era un polivalente, schivo da applausi, cercava di parlare agli altri con il sorriso in bocca. Con la sua poesia cercava di sconfiggere la morte», ha aggiunto il prof. Barletta. «Abbiamo donato dei volumi all’Amministrazione comunale mascalese, da divulgare durante manifestazioni culturali ai giovani, e abbiamo pensato di donare delle altre copie alla Biblioteca comunale di Mascali, per creare una sezione dedicata a Turiddu Bella», ha concluso, infine, la signora Maria Bella. La serata è stata allietata dai cantastorie Rosita Caliò e Giuseppe Castello e da molta gente comune, che ha voluto rendere omaggio al ricordo del poeta Bella leggendo qualche brano delle sue poesie. Angela Di Francisca N. 20 • sabato 11 giugno 2011 3 La regina del territorio Sant’Alfio: nell’anniversario della proclamazione del centenario Castagno a “Monumentale Messaggero di Pace” numerose iniziative e spunti di riflessione Il Castagno dei Cento Cavalli, albero più antico d’europa, nel maggio 2008 venne proclamato dall’Unesco “Monumentale Messaggero di Pace”. Quest’anno, il Comune di Sant’Alfio ed il Club Unesco di Acireale, con la sua presidente prof.ssa Nellina Ardizzone, in occasione dell’anniversario della celebrazione del riconoscimento hanno organizzato una tre giorni di studio. Ha aperto la manifestazione la fiaccolata che, dal Castagno, si è spostata verso la Chiesa con numerosi partecipanti e con la presenza del vescovo della diocesi di Acireale, mons. Pio Vittorio Vigo. A seguire, nei giorni successivi, l’inaugurazione di una mostra “Un Castagno, una regina, stampe dei viaggiatori del ‘700-‘800” con proiezioni di alcuni filmati, ed il convegno internazionale sul tema “Tutela e valorizzazione del Castagno dei Cento Cavalli”. L’inizio del convegno è arrivato con i saluti del Sindaco di Sant’Alfio, Salvatore Russo, con i successivi interventi moderati dalla presidente del Club Unesco di Acireale, dott.ssa Nellina Ardizzone. Hanno relazionato elena Catterini, Leger consultant Unesco – Parigi, che ha indicato possibili percorsi a livello europeo dove il Castagno dei Cento Cavalli potrebbe essere unico protagonista, e Fulvio Viesi, presidente dell’Associazione “Città del Castagno”, il prof. Giuseppe Maugeri, docente di Botanica all’Università di Catania, che sollecita la salvaguardia della pianta del castagno con la moltiplicazione della stessa pianta. L’assessore comunale Giovanni Torrisi, l’assessore provinciale Domenico Rotella e il deputato Nicola d’Agostino, in rappresentanza dell’Assemblea Regionale Siciliana, hanno assicurato il loro impegno politico nella valorizzazione e salvaguardia del Castagno, attrazione principale del centro etneo. A fine manifestazione, gli studenti del Liceo “Amari”, guidati dal dirigente scolastico prof. Giovanni Lutri, hanno recitato la commedia “L’Ippolito” di euripide, per ricordare il III anniversario del riconoscimento Unesco al Castagno dei Cento Cavalli, definito “Monumento Messaggero di Pace”. I festeggiamenti dell’anniversario del Castagno, che ricordiamo essere la pianta più longeva d’Italia, si sono conclusi con la sfilata del corteo storico con la rievocazione di una storia lontana. I personaggi in costume d’epoca, sfilando per le vie del paese, hanno fatto rivivere la famosa leggenda legata alla regina Giovanna, che trovò riparo sotto la chioma del castagno con i suoi cento cavalieri. Oggi, il Castagno dei Cento Cavalli, non solo a Sant’Alfio ma in tutto il territorio, deve ampliare il valore storico dell’area geografica in questione, generare ricchezza e costituire il motore economico di tutto il circondario. L’inserimento del bene “naturale” nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, per la sua tutela e la sua conservazione, sia per il presente che per il futuro, diventa un accordo palese con le autorità competenti, che si impegnano, sempre con costanza, per la valorizzazione e, soprattutto, la fruizione la tutela e la conservazione della bellissima Pianta. Anna Fichera Sul lungomare di Riposto Forse questa è la strada che porta a guardare il sole, la notte è stata un po’ lunga. Ho bisogno di tanta luce, per poter correre più forte... la forza che ho dentro non basta. Mi affascina passeggiare sul lungomare di Riposto, in questo spazio c’è tanto colore... ed io dipingo questi momenti nella mia poesia. Vito Cutuli Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 4 4 > S E T T I M A N A L E IDG acese N . 20 • s aba to 11 g iug no 2 011 di Giarre Una serata indimenticabile All’Accademia Zelantea di Acireale presentata “La sua figura”, una toccante poesia che lo scrittore-poeta acese Biagio Fichera ha dedicato in occasione della beatificazione di papa Karol Woityla A pochi giorni dalla tanto attesa beatificazione in Piazza San Pietro a Roma, la personalità, la spiritualità, la ricca umanità di papa Giovanni Paolo II è stata oggetto, mercoledì 25 maggio, di una affollata conferenza nella Sala “Cristoforo Cosentini” della Biblioteca Zelantea di Acireale. Promossa dall’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici nel quadro annuale delle sue attività culturali, la serata ha avuto come relatore don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano e parroco della Basilica Cattedrale, che ha tracciato una brillante ed esaustiva sintesi del pontificato di Karol Woityla, il Papa “venuto da lontano”, il cui pontificato (26 anni, 6 mesi e 14 giorni) si colloca, per durata, dopo quello di papa Pio IX. Introdotto dal dott. Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia, che ne ha brevemente illustrato il curriculum e i numerosi incarichi ricoperti in diocesi, don Roberto, alla presenza di un pubblico qualificato, ha esordito puntualizzando come sia impossibile racchiudere la poliedrica personalità di Giovanni Paolo II nei limiti angusti e circoscritti di una conferenza, sottolineando la commozione popolare al momento della morte del Santo Padre, avve- nuta alle 21,37 del 2 aprile 2005, testimoniata anche dalla spontanea partecipazione degli acesi alla veglia di preghiera tenutasi in Cattedrale fino a tarda ora. Ha, quindi, ripercorso le tappe fondamentali della sua vita, segnata dalla morte prematura della madre, del fratello, del padre, dal duro lavoro in una cava di pietra, da una vocazione al sacerdozio matura e consapevole. Altrettanto efficacemente, don Roberto ha illustrato i momenti salienti del pontificato di papa Woityla, evidenziandone i numerosi viaggi in Italia e all’estero, le encicliche, le visite pastorali, le udienze settimanali. Un ministero pastorale portato avanti senza risparmio di forze e di energie, fino agli anni della sofferenza fisica, affrontata con esemplare dignità. “Il Papa del coraggio”, che tutti noi abbiamo sentito vicino nella sua dimensione più autentica, quella umana. “Non abbiate paura: aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”: è stato questo il motivo dominante del pontificato di Karol Woityla, il 263° successore di Pietro. La seconda parte della serata ha visto la partecipazione dello scrittore acese Biagio Fichera, che ha narrato un episodio della sua vita, a riprova della grande umiltà ed umanità del papa, e ha quindi letto, con suggestiva intensità, quattro liriche della copiosa produzione poetica di Karol Woityla, oltre ad una sua personale composizione dal titolo “La sua figura”. “Sulla tua tomba bianca”, “Canto del dio nascosto”, “Cava di pietra” e “Canto del sole inesauribile” sono liriche profonde che hanno destato commozione nel pubblico, contribuendo a gettare un’ulteriore luce sulla dimensione umana e cristiana del beato Giovanni Paolo II. Angelita Messina Donatori, condizioni di base A lla ribalta del Gazzettino la dottoressa Gabriella Garagozzo, facente parte nella Comunale Avis di Acireale del corpo sanitario, guidato dal dottore Salvatore Pennisi. Anche la dottoressa Garagozzo all’impegno professionale e familiare aggiunge (dal 1998) anche quello di volontariato nell’Avis. Con lei affrontiamo il problema delle condizioni per diventare donatore e le relative condizioni di base. «Può essere donatore – ci riferisce la dottoressa Garagozzo – qualunque persona che gode di buona salute, abbia compiuto 18 anni e che pesi alme- no 50 chilogrammi. Sono evidentemente escluse dalla donazione del sangue le persone che, in passato, siano state affette da particolari disturbi tra cui, ricordo, le malattie veneree, l’epatite virale, le affezioni vascolari o cardiache, le malattie croniche renali, l’ulcera gastro-duodenale, ecc.». Apprendiamo che una persona soggetta ad alcolismo, ad assunzione di droghe e a rapporti sessuali a rischio, deve auto escludersi dalla nobile azione di donare il proprio sangue. «L’intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l’altra – conclude la dottoressa – è di 90 giorni e la frequenza massima annuale non deve essere superiore a 4 volte per gli uomini, a 2 volte per le donne in età fertile che dovranno, però, astenersi durante le mestruazioni, la gravidanza e per un anno dopo il parto». C.D.M. Un luogo di divertimento Aci S. Antonio: riconsegnata alla città la villa comunale, oggetto di interventi di manutenzione Una occasione per riunire passione sportiva e uso delle strutture pubbliche, ad Aci S. Antonio, è stata offerta dalla manifestazione sportiva “Fiat 500 Forever”, organizzata dal Club Nuvolari con il patrocinio del Comune. Nel corso della giornata, infatti, è stata aperta al pubblico la rinnovata villa comunale interessata da interventi di manutenzione straordinaria compiuti dall’Amministrazione Cutuli, attraverso l’assessorato al Verde pubblico, retto da Stefano Finocchiaro. Gli interventi hanno riguardato, in particolar modo, la pulizia e la cura del verde presente nel principale giardino pubblico comunale; è stata ripulita e riqualificata anche la coreografica vasca con fontana, posizionata al centro della villa, e sottoposto a manutenzione straordinaria il blocco dei servizi igienici. Una novità assoluta è inoltre rappresentata dall’installazione di una piccola bambinopoli (con altalena, torre con scivolo e giochi a molla) dedicata all’intrattenimento e al divertimento dei più piccoli. Tale realizzazione è stata resa possibile grazie anche all’importante opera di sensibilizzazione e sollecitazione compiuta dal Consiglio comunale. L’intenzione di Amministrazione e Consiglio comunale è ora quella di completare l’intervento, attrezzando un’altra bambinopoli anche nella frazione di Santa Maria La Stella. All’apertura ufficiale della bambinopoli sono intervenuti anche Roberto Licciardello, in rappresentanza del Civico consesso, e il geom. Rosario Strano, dell’Ufficio Tecnico, responsabile del Servizio verde pubblico. Oltre ai già citati interventi si è anche provveduto a regolarizzare gli orari di apertura della villa comunale, in modo da consentire, con l’arrivo della bella stagione, una fruizione ottimale da parte dei cittadini anche nelle ore pomeridiane. Valeria Scalisi Auguri Sergio e Veronica Biancavilla, lo scorso 28 maggio, con la Chiesa Madre “Santa Maria dell’elemosina”, ha regalato una giornata di felicità a Sergio e Veronica. I due giovani, infatti sono stati uniti in matrimonio dal Prevosto Pino Salerno, davanti ai testimoni Luca Caruso, Marco Caruso e Alfio Campanella per lo sposo, e Placido Milazzo e Valeria Aiello per la sposa. Dopo la cerimonia commozione ed allegria hanno accolto gli inviatati per il ricevimento presso un noto locale di Acireale. Agli auguri di una lunga e serena vita insieme, rivolti a Sergio e Veronica da parenti ed amici, si associa anche la grande famiglia del Gazzettino. Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 5 > S E T T I M A N A L E IDG speciale di Giarre N. 20 • s aba to 11 giugno 2011 5 Lavorando... in crociera Una reale opportunità per i giovani di intraprendere una carriera. Alla scoperta di un orizzonte ancora poco conosciuto S vegliarsi ogni mattina in un paradiso terrestre diverso. Passare la giornata in una lussuosa nave da crociera. Se, fino ad oggi, tutto ciò è collegato all’idea di vacanza, ebbene c’è chi ha reso di questo stile di vita un lavoro. Giovani con il desiderio di esplorare il mondo e di inseguire le proprie aspirazioni divertendosi. Perché lo spirito di chi lavora su di una nave da crociera è questo: passione, impegno e divertimento. Numerose le opportunità di lavoro, che le aziende crocieristiche offrono in svariati ambiti: dalle cariche degli ufficiali di bordo, al settore alberghiero, al settore artistico. Il tutto coordinato dall’abilità della figura del Direttore di Crociera. A bordo della prestigiosa nave “Costa Romantica”, condotta dal timone del Comandante Carmine Maddaloni, incontriamo il Cruise Director Francesco Raccomandato che così illustra le attività e le opportunità lavorative di bordo: «La figura del Direttore di Crociera gestisce tutte funzioni pubbliche in rapporto con l’ospite: si occupa della stesura del programma giornaliero, del coordinamento delle escursioni, delle funzioni di imbarco e sbarco degli ospiti. Gestisce le attività legate all’intrattenimento a partire dagli spettacoli in teatro, ai musicisti, all’animazione per adulti e bambini. In oltre mantiene le relazioni pubbliche tra gli ospiti della nave». - Quanto dura l’ingaggio dello staff di bordo? «Lo staff di animazione, sia bambini che adulti, normalmente viene agganciato con un contratto stagionale che va dai quattro ai cinque mesi. Per quanto riguarda la compagnia di spettacolo serale, ha un ingaggio di sei mesi in quanto, una volta preparato uno spettacolo con un corpo di ballo, si propone per tutta la stagione, e il ricambio degli artisti avviene con la preparazione degli spettacoli della stagione successiva. Infatti, gli spettacoli vengono selezionati e preparati a terra dal nostro ufficio intrattenimento di Genova, che si occupa della programmazione e della formazione del cast. Stesso iter per i musicisti». - Quali sono le difficoltà più frequenti nel coordinamento degli artisti e dello staff? «In questo momento c’è un ricambio molto forte di animatori: avendo tante navi l’azienda sente il bisogno di ingaggiare periodicamente tanti giovani per sostituire i ragazzi che, dopo il periodo estivo, rientrano sulla terraferma per proseguire gli studi. Anche se la logica aziendale è più rivolta ad un meccanismo di avanzamento e di carriera, una volta che il giovane viene assunto. Costa Crociere sta facendo un grande investimento sulla formazione del personale, con dei corsi a terra di tre settimane prima dell’imbarco: così si riesce a capire se il ragazzo è portato o meno alla vita di bordo. Per gli artisti viene tutto gestito dagli uffici di Genova. Quindi, il mio incarico è quello di gestire lo spettacolo in base alle esigenze degli ospiti e di riportare un feedback agli uffici di terra sull’operato degli artisti». - Quali sono le prospettive di carriera per un giovane in ambito crocieristico? «Il mercato crocieristico è in forte espansione, ci sono tanti posti di lavoro: stiamo facendo una miriade di corsi di formazione per animatori, cruise staff, addetti all’ufficio escursioni, all’ufficio informazioni… C’è una richiesta molto forte di personale e l’azienda sta investendo tanto sulla formazione, anche in collaborazione con le varie provincie e con la Comunità Europea per il reclutamento del personale. È un mondo lavorativo molto affascinante, in cui ci si deve credere e fare l’abitudine per affrontare, ad esempio, la lontananza dalla famiglia e adattarsi ad un ambiente multiculturale e multietnico». - Aspetti positivi della vita a bordo? «Ho sempre trovato una grande energia e crescita a livello culturale e mentale: quando torno a casa, rispetto alla realtà di provincia mi rendo conto che il mio modo di pensare e di espormi è molto diverso, perché la vita a bordo ti apre gli orizzonti: stare a contatto con gente da tutto il mondo, vedere posti sempre diversi ad ogni scalo ti fa intuire come vive la gente di luoghi differenti». Proseguendo l’esplorazione tra i mestieri di bordo si incontrano le figure degli artisti della compagnia teatrale costituita da ballerini, cantanti e fantasisti. A fare da cicerone nella luccicante vita degli artisti sono le due stars di bordo: la bellissima Andrea Libby e Giacomo Angelini, brillanti voci della Costa Romantica. Giacomo Angelini, 23 anni, spiega cosa porta un’artista a bordo di una nave da crociera: «Il mio percorso inizia con gli studi all’Accademia di Musical di Milano e da lì ho intrapreso la prima avventura nel mondo del musical, che è la mia aspirazione. Ho iniziato con “High School Musical”, ho partecipato a “Il mondo di Patty” con Laura Esquivel e poi mi è arrivata l’opportunità di lavorare in “Mamma Mia”, che è il mio grande sogno realizzato e che riprenderà a Roma l’anno prossimo. Nel tempo che intercorre, ho trovato un ottimo sfogo per la mia creatività in Costa Crociere: sulla nave da crociera viene offerto agli artisti un lavoro molto prestigioso che si posiziona sicuramente in alto nella classifica delle aspirazioni di un artista». - Qual è la vita dell’artista a bordo? «È esattamente la vita dell’artista: fac- ciamo due spettacoli serali da un‘ora ed una prova generale prima dello spettacolo. In una settimana facciamo quattro spettacoli. Gli spettacoli vengono confezionati dalla Selection e si tratta di show divenuti di repertorio della Costa. Poi, ci sono altri tre spettacoli, realizzati con artisti che sono “inter port”, ovvero che salgono il giorno dello spettacolo e noi facciamo da spalla per dare loro il tempo dei cambi. Per il resto della giornata abbiamo molto tempo libero». - Chi prepara gli artisti allo spettacolo? «I coreografi e i vocal-coach di Silvano d’Orba, dove si trovano le sale prove. È li che preparano i cast. La cosa buona di lavorare su una nave è che vieni gratificato perché hai la possibilità di “fare le scale in salita”, cosa che sulla terra ferma non accade sempre per meritocrazia». La talentuosa cantante Andrea Libby aggiunge: «Agli artisti che vogliano intraprendere il percorso sulle crociere consiglio di avere la mente aperta: sulla nave è psicologicamente molto difficile vivere, perché si perde il senso della realtà. Non bisogna perdere di vista il fatto che, essendo gli unici cantanti a bordo, è facile ricevere gli elogi del pubblico e questo, spesso, fa travisare la realtà una volta scesi a terra, ed è li che scatta il reale confronto professionale con i colleghi. La crociera da anche l’opportunità di viaggiare moltissimo: vedi posti che, altrimenti, non vedresti mai e puoi continuare a conseguire il tuo sogno di artista sulla nave». Lungo i corridoi degli eleganti saloni di una nave da crociera è facile incontrare la figura vulcanica del Capo Animatore. Gianfranco Arrabito così spiega le sue mansioni a bordo di Costa Romantica: «La vita del Capo Animatore è molto intensa: oltre le attività d’animazione, da interno e da esterno, si deve occupare anche di tutto ciò che riguarda la gestione e l’organizzazione di un team vario e di nazionalità diverse: nel mio team abbiamo brasiliani, domenicani, italiani… le attività iniziano la mattina proseguendo fino a sera, all’interno delle grandi sale della nave». - Cosa consigli a quanti vogliano intraprendere il percorso di animatore sulle crociere? «Fatelo con il cuore: divertitevi tanto. Bisogna partire con questo presupposto perché si tratta di un lavoro molto intenso e la passione è fondamentale». Il mercato crocieristico offre ottime possibilità di crescita professionale a quanti abbiano la passione del viaggiare e la voglia di mettersi in gioco nel confronto con altre culture: una grande possibilità per allargare i propri orizzonti ed accrescere le proprie prospettive. Marzia Vaccino Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:04 Pagina 6 > S E T T I M A N A L E IDG 6 N . 20 • s aba to 11 giug no 2011 catania e provincia Dobbiamo investire all’estero Catania: al convegno “Processi d’internazionalizzazione” si parla dei 18 milioni di euro di fondi Por. Delocalizzare significa potenziare le aziende. Turchia ed emirati Arabi a confronto. Nuovi sbocchi per l’impresa siciliana P arlare di investimenti all’estero in un momento economicamente difficile è possibile se si focalizzano progetti validi: incoraggiare il commercio internazionale, mettendo da parte i pregiudizi ma analizzando i fattori di rischio. Non più “Paesi Obiettivo” ma “Settori Obiettivo”: è questa la novità dei nuovi bandi Por Sicilia 2007-2013 che verranno pubblicati dalla Regione nei prossimi mesi e che prevedono uno stanziamento di 18 milioni di euro totali, per supportare le imprese nei loro progetti, in primis quelli rivolti all’internazionalizzazione. È un’opportunità che apre concretamente le porte all’estero per i prodotti e i servizi dell’Isola, in particolar modo verso Paesi come la Turchia e gli Emirati Arabi i cui vantaggi d’investimento sono stati oggetto di studio del convegno svoltosi all’Hotel Excelsior organizzato dall’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Catania (Ugdcec), dal Gruppo dei Giovani Industriali di Catania, dallo Studio Legale milanese Pavia e Ansaldo, con la partecipazione di Simest Spa e di Consorzio Etna Export. Oltre 73 milioni di abitanti di cui il 65% ha meno di 34 anni, con un età media di circa 28 anni; 400mila laureati l’anno che denotano un elevato livello culturale. Sostituendo le parole ai numeri: più consumatori e più forza lavo- ro. Questi alcuni dati macroeconomici della Turchia che, se sommati al Pil del 2010 cresciuto dell’8.1%, dimostrano come il Paese sia in forte crescita economica. Così come è evidente il recupero e il conseguente sviluppo degli Emirati Arabi Uniti, grazie alla spinta del turismo, del commercio e del prodotto di punta - il petrolio - in un contesto socio-economico favorito dalla stabilità politica interna. Nonostante oggi siano tante le realtà imprenditoriali siciliane interessate a internazionalizzare i propri prodotti, ad ostacolare il raggiungimento degli obiettivi è la carenza di informazioni adeguate, la scarsa capacità di saper penetrare nel tessuto economico di Paesi culturalmente diversi. Da qui nasce l’evento, studiato ad hoc per coinvolgere i principali protagonisti del nostro mercato, per illustrare le modalità di accesso e di operazione nei mercati esteri e sviluppare al contempo valide sinergie professionali. Gli interventi, differenziati per settore e tipologia, hanno messo in luce tutti gli aspetti di carattere giuridico, imprenditoriale, fiscale, finanziario e aziendale, analizzando le peculiarità così come le criticità circa le modalità di approccio ai diversi contesti. Elemento innovativo del convegno, inoltre, è stato quello di affiancare alla Turchia gli Emirati Arabi, senza confondere le due culture, ma evidenziando gli interessi bilaterali: la prima, infatti, considerata il ponte tra Europa e Paesi Arabi, potrebbe giocare il ruolo di hub di accesso per gli altri mercati Hanno aperto i lavori il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Catania, Margherita Poselli, il presidente dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Catania, Sebastiano Impallomeni, il vice presidente vicario Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Catania, Alessia Paone e il presidente Giovani imprenditori Confindustria Sicilia, Silvio Ontario. A seguire gli interventi tematici moderati da Aurelio Alizzio, Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Catania: Rosario Sapuppo (Studio legale Pavia e Ansaldo) con “Il sistema giuridico turco: aspetti fiscali e contrattuali”; Mario Faro (gruppo Piante Faro) con “Testimonianza d’impresa: focus Turchia”; Daniele Carminati (studio legale Pavia e Ansaldo) con “Aspetti fiscali e contrattuali degli Emirati Arabi Uniti”; Salvo La Mantia (GdA Emirates) con “Testimonianza d’impresa: focus Emirati Arabi Uniti”; Salvatore Messina, presidente Consorzio Etna Export, con “Presentazione dell’iniziativa Consorzio Etna Export”; Marcellino Seminara, presidente Federexport Sicilia, con “Il Consorzio Export delle Pmi, strumento permanente di sostegno alla attività di internazionalizzazione” e Paolo Di Marco Simest Spa (Società italiana per le imprese all’estero) con “Sistemi di incentivazione e di finanziamento per le operazioni di import/export e di investimento”. «L’approccio all’internazionalizzazione sarà rivoluzionato – ha spiegato il presidente di Federexport Sicilia, Marcellino Seminara –, soprattutto per settori strategici quali la nautica, l’agroalimentare, i beni culturali, ma anche hi-tech, arte, moda e arredo. Ogni comparto, infatti, possiede le proprie regole e propensioni, per questo occorre assistere le aziende siciliane nella penetrazione delle singole sfere commerciali e non più del Paese straniero in generale». «Le attuali presenze imprenditoriali italiane in Turchia ed Emirati Arabi – secondo il fondatore dell’Associazione italo-turca Rosario Sapuppo, nonché componente dello Studio Pavia e Ansaldo – sono, prima ancora che un esempio funzionale di eccellenti sinergie professionali, la conferma reale che delocalizzare non significa trasferire l’azienda, ma potenziarla, aprire nuovi spiragli d’investimento che superano i confini del mercato ormai maturo dell’Italia e della Sicilia». Un messaggio pratico dunque quello che il convegno vuole lanciare al mondo dell’imprenditoria, perché «l’internazionalizzazione non è una tendenza ma un processo complesso di cui bisogna avere una visione ampia e allargata – ha precisato Aurelio Alizzio dell’Ugdcec catanese – il timore delle aziende isolane di puntare all’estero è, spesso, dovuto alla mancanza di chiarezza delle giuste informazioni». Non solo aspetti economico-fiscali e giuridici ma anche contrattuali e sociali di cui bisogna aver consapevolezza: «Le opportunità di business straniero per l’Italia sono concrete, la domande del made in Italy è forte», ha affermato Daniele Carminati dello Studio Pavia e Ansaldo. Significative in questa direzione le testimonianze imprenditoriali del Gruppo Piante Faro in Turchia e di GdA Emirates negli Emirati Arabi, rispettivamente menzionate da Mario Faro e Salvo La Mantia. Salvatore Rubbino Voglia di essere protagonisti Festa della Repubblica e “Rock Repubblic” a Linguaglossa. L’appuntamento stimola i giovani e il paese li fa esibire in piazza C ome tutti sappiamo, il 2 giugno viene festeggiata la festa della Repubblica per ricordare, appunto, la nascita della stessa. Ricordiamo che il 2 giugno 1946 si svolse il Referendum istituzionale che mise fine alla monarchia nel nostro Paese. Prima della fondazione della Repubblica, però, la festa nazionale italiana era la prima domenica di giugno, anniversario della concessione dello Statuto Albertino. Con la legge del marzo 1977 la festa della Repubblica venne spostata alla prima domenica di giugno per essere riportata a giorno 2 solo nel 2001, grazie all’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Le celebrazioni quest’anno, poi, hanno una valenza particolare perché cadono nell’anno del 150° dell’Unità. In tutti i paesi è stata festeggiata e quest’anno, a Linguaglossa, il sindaco Rosa Maria Vecchio, l’asses- sore agli Eventi, Antonino Di Francesco, l’assessorato alle Politiche giovanili, retto da Claudio Guzzetta e l’Associazione culturale e musicale “Labim” hanno pensato di organizzare la così denominata “Rock Republic”. Nella mattinata di giovedì 2 giugno, infatti, è stata celebrata una Santa Messa nella chiesa di San Francesco di Paola, da Padre Orazio Barbarino, alla presenza del Sindaco e delle autorità militari e civili. Al termine della celebrazione liturgica una corona floreale è stata depositata dai Vigili urbani all’altare dei caduti, dopo che il sindaco Rosa Maria Vecchio, il Corpo Forestale, i Carabinieri, il gruppo degli Alpini, i membri dell’associazione Carabinieri ed i Vigili del Fuoco volontari del paese hanno cantato, con sottofondo musicale, l’Inno di Mameli. Il pomeriggio, invece, i cittadini hanno festeggiato a suon di rock perché dalle ore 16 si sono visti sul palco parecchie rock band locali e chi voleva fare una passeggiata poteva visitare le belle esposizioni artistiche, degustare i prodotti tipici locali, portare i propri figli in una zona animazione oppure, per gli appassionati, andare nell’area della briscola in cinque, realizzata a cura della NBL. In merito all’evento, l’assessore Claudio Guzzetta ha dichiarato: «Linguaglossa, nel 2010, si è dotata di una sala prove musicali e ciò a permesso ai giovani del paese di fare uscire fuori le loro capacità e potenzialità. Infatti, si sono esibiti oltre nove gruppi e ciò ha portato al protagonismo giovanile ed a questa bellissima manifestazione che è stata proposta dall’associazione Labim. Grazie, dunque, a questi giovani è possibile ottenere manifestazioni molto belle come questa». Sonia Santamaria di Giarre Nuovi traguardi di tutela Inaugurata la nuova sede della Federconsumatori nel Comune di Linguaglossa alla presenza di numerosi cittadini Giorno 3 giugno scorso, nella Sala di rappresentanza del Comune di Linguaglossa, è stata inaugurata la nuova sede dell’associazione Federconsumatori che si troverà nella piazza Santo Calì del paese. Quest’associazione, costituita nel 1988 con il sostegno della Cgil, è senza scopo di lucro e ha come obiettivi prioritari l’informazione e la tutela dei consumatori. La Federconsumatori è presente in tutto il territorio nazionale ed opera da vent’anni nella difesa dei diritti dei consumatori. Presenti alla serata il sindaco, Rosa Maria Vecchio, l’assessore Claudio Guzzetta, il presidente del Consiglio comunale, Domenico Grasso, i componenti del Civico consesso, il presidente provinciale Federconsumatori Paolino Maniscalco, la vice presidente provinciale Clelia Papale, il responsabile di zona Salvo Prestigiovanni, il segretario confederale Cgil, Catania Angelo Villari, la segreteria Cgil, Giacomo Rota, e Pina Paletta, e il linguaglossese presidente nazionale della Federconsumatori, Rosario Trefiletti. Nel corso della serata tutti hanno espresso il loro pensiero su questa sede che si dovrà aprire a Linguaglossa e tutti, molto chiaramente, hanno spiegato di cosa si tratta e, soprattutto, quali sono gli obiettivi comuni che la Federconsumatori non solo vuole raggiungere ma che ha sempre raggiunto: fornire consulenza e assistenza a tutti i cittadini. Il presidente Rosario Trefiletti ha, infine, dichiarato: «Noi della Federconsumatori stiamo aprendo delle sedi in tutta la provincia di Catania. Certo, è un lavoro complicato ma siamo arrivati ad una ventina di luoghi in cui la Federconsumatori aprirà delle sedi a disposizione dei cittadini. Ciò significa seguire tutte le loro problematiche, dalle bollette ai raggiri che possono avere, essere a disposizione, insomma, a trecentosessanta gradi. C’è una cosa che a me piace molto: questi luoghi, a volte servono anche per parlare, perché magari qualcuno si sente solo e abbandonato. Quindi, la Federconsumatori è una nuova forza sociale, un’implementazione della democrazia perché noi diamo delle risposte alle persone, discutiamo con loro e questa è una cosa molto positiva che ci impegna moltissimo e ci impegnerà sempre, soprattutto nell’ambito del mezzogiorno, nei luoghi dove c’è anche più bisogno. Noi siamo un’associazione di volontariato, io stesso che sono sempre in centinaia di trasmissioni televisive, non prendo un euro». S.S. Brezza mattutina Oh dolce brezza mattutina da quanto tempo eri attesa ti beffeggiavi di noi, ci deludevi poi tutto d’un tratto fresca e tesa ci accarezzi i visi, fai rinascere i cuori la tua fragranza è dolce e soave perché per tanti anni ti eri celata, sapessi quanto sei stata invocata ora ci inebri di vita, ci pervadi le speranze non son più sopite i giovani avanzano a schiere infoltite i loro sguardi son fieri e leali or torneranno per vivere i loro ideali: gridare in coro la loro dignità gridare in coro la loro libertà. Oh dolce brezza mattutina avvolgi serena le nostre menti fa che i giovani non sian più silenti la tua fragranza avanzi, si espanda prendi per mano le loro speranze non più di morte macabre danze! Saro Pistorio Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:04 Pagina 7 > S E T T I M A N A L E IDG alcantara di Giarre N. 20 • sabato 11 giugno 2011 7 Silvio Benedetto: una vita che si fa “arte” U Nostra intervista al famoso e poliedrico artista italo-argentino in occasione dell’inaugurazione alle Gole dell’Alcantara del museo permanente a lui intitolato ed interamente dedicato n grande artista di fama internazionale ha fortemente avvertito il “richiamo” della Valle dell’Alcantara, al punto da eleggerla a sede permanente di un museo che raccoglie il meglio della sua produzione e dei suoi ricordi professionali e personali: è Silvio Benedetto, nato in Argentina nel 1938, ma proveniente da una famiglia siciliana (di Avola, in provincia di Siracusa) che già annoverava pittori e fotografi. L’arte, nelle sue molteplici espressioni (pittura, scultura, allestimenti teatrali, cinema, fotografia, ecc.), è dunque nel “dna” di questo personaggio, la cui “prorompente” creatività è stata recensita da “firme” del calibro di Dacia Maraini, Renato Guttuso e Leonardo Sciascia. Il maestro Benedetto, inoltre, è stato amichevolmente frequentato da artisti ed intellettuali eccelsi quali Eduardo De Filippo, Carlo Levi, Ignazio Buttitta e Rosa Balistreri. E quando, nel 1974, la sua installazione “Uomo Cristo”, destinata alla Piazza Politeama di Palermo, fece gridare allo scandalo i soliti “benpensanti”, intervenne in sua difesa, sottoscrivendo un apposito documento, gente come Dario Fo, il regista Nanni Loy, il cantautore Sergio Endrigo e l’intellettuale Cesare Zavattini. Il quotatissimo artista, malgrado abbia fissato la sua residenza ufficiale a Roma già alla fine degli Anni Cinquanta («venni in Italia giovanissimo – racconta al riguardo - per accompagnare mio nonno che voleva rivedere la sua Sicilia, ma finì che lui rientrò in Argentina ed io decisi di rimanere qui»), è sempre in giro per la Penisola in quanto enti pubblici e soggetti privati si contendono il suo estro creativo per abbellire i rispettivi spazi. Le opere figurative di Benedetto (tra cui anche giganteschi murales) adornano, pertanto, diversi luoghi del mondo e dell’Italia e, da qualche giorno, anche le “nostre” Gole dell’Alcantara, grazie al museo permanente interamente dedicato all’arti- Silvio Benedetto durante l’inaugurazione del museo ed insieme al grande cantautore argentino Omar Moreno Palacios sta italo-argentino che i fratelli Maurizio, Nino ed Alessandro Vaccaro hanno ricavato all’interno del loro Parco Botanico e Geologico annesso al rinomato sito naturalistico. Pur non essendo critici d’arte, da semplici giornalisti “osservatori” ci piace riportare le nostre modeste impressioni sullo stile di Silvio Benedetto, che troviamo estremamente comunicativo ed al tempo stesso innovativo; uno straordinario “mix”, insomma, di passato, presente e futuro, che non lascia certamente impassibile lo spettatore il quale, al cospetto dell’“esplosione” di colori e forme presente nei dipinti, nelle sculture e nelle installazioni di quest`artista, prova intense emozioni, spesso assimilabili ad una sorta di “gioioso senso di divertimento”. Ma ecco cosa ci ha detto il Maestro in quest’intervista rilasciataci nei giorni scorsi alle Gole dell’Alcantara, dove ci ha accolto con l’umiltà e la cordialità tipiche di chi è veramente un “grande”. - Maestro Benedetto, da cosa deriva questa sua quasi “necessità” di solcare generi artistici diversi, quali la pittura, la scultura, la recitazione, ecc.? «Come dice lei, si tratta proprio di una mia “necessità”, perché non mi basta esprimermi solo con la parola: ho bisogno anche di altre forme di linguaggio. Così, certe cose le comunico con la pittura, altre con la scultura, altre ancora con il teatro, e così via». - Chi è, secondo lei, il “vero” artista? «Colui che vive tra sogno e realtà. Nel senso che non bisogna alimentarsi solo di romanticismo e fantasia, ma occorre anche saper essere “uomini del nostro tempo” sforzandoci di conoscere e capire le problematiche della società contemporanea: è questo il mio modo di essere artista». - Ma tra le varie forme di espressione artistica in cui lei si cimenta, ne predilige in particolare qualcuna? «Diciamo che è il teatro ad affascinarmi particolarmente in quanto, anche se si porta in scena la stessa opera della sera precedente, ogni esibizione è sempre qualcosa di diverso». Agriturismo Ghiritina: il “cuore” dell’Alcantara Da qualche settimana il “Gazzettino” ha una nuova “amica” che vuole ulteriormente far conoscere le sue tante qualità attraverso le pagine del nostro giornale: è l’azienda agrituristica “Ghiritina”, così denominata dalla contrada di Francavilla di Sicilia in cui si trova. ed, in effetti, Lorenzo Silvestro, titolare dell’Agriturismo Ghiritina, sarebbe un grave ed una delle eleganti camere “deluxe” all’interno della struttura “errore” venire nella Valle dell’Alcantara e non far tappa in quest’incantevole angolo di territorio, dove fascino della natura, buona cucina ed affettuosa ospitalità regnano sovrani. Recarsi all’Agriturismo “Ghiritina” significa immergersi in un suggestivo scenario rurale incastonato tra il vulcano etna ed il mare di Naxos e sovrastato dagli antichi centri abitati di Castiglione di Sicilia e Motta Camastra: ci si ritrova, in pratica, nel “cuore” della Valle dell’Alcantara, della quale questa struttura ricettiva e di ristoro, sorta nel 2004, riesce a far cogliere l’atmosfera più autentica. Al “Ghiritina” è possibile pernottare in camere “deluxe” a partire da soli venticinque euro a persona e trascorrere piacevoli momenti di svago e relax negli annessi piscina e solarium. Ma per chi si trova da quelle parti solo per un paio d’ore, è d’obbligo fermarsi in questo accogliente agriturismo almeno per degustare la migliore cucina tipica siciliana nonché l’eccellente pizza preparata (nel forno a legna) direttamente dal titolare della struttura, ossia il giovane Lorenzo Silvestro che è un eccelso professionista del settore avendo conseguito il diploma dell’A.P.I. (Associazione Pizzaioli Italiani). Le sale destinate alla ristorazione sono due: la “Mandrazzi” (duecento coperti) e la “Ghiritina” (cinquanta coperti). La prima, in particolare, ogni sabato sera si trasforma in grande balera-discoteca dove è possibile abbandonarsi ai piaceri del ballo liscio, latinoamericano e di gruppo grazie al brioso intrattenimento musicale dello showman Maurizio Lombardo e del dj Franco Tatì (in estate, invece, viene attivata la balera esterna). Ma lo spaziosissimo ambiente della “Sala Mandrazzi” consente anche di ospitare eventi di spettacolo e convegnistici ed è la “location” ideale per festeggiare in allegria ed insieme a tantissime persone qualsivoglia ricorrenza. Lorenzo Silvestro, giovane e dinamico titolare e gestore del “Ghiritina” col prezioso supporto di papà Angelo e mamma Concetta, ha anche voluto valorizzare gli artisti figurativi locali affidando loro (in particolare ai pittori Roberto Fradale e Salvatore Maugeri) il compito di abbellire le pareti degli ambienti interni con dipinti riproducenti noti scorci paesaggistici della zona. “Colore” e “Calore” sono, dunque, le principali caratteristiche dell’Agriturismo “Ghiritina”, che di recente anche l’elegante rivista nazionale “Motocross” ha pubblicamente elogiato sulle sue pagine in quanto alcuni giornalisti inviati al Campionato Mondiale di enduro disputato a Francavilla di Sicilia il mese scorso, hanno avuto la “fortuna” di soggiornare lì, rimanendo pienamente soddisfatti dell’ospitalità, dei comfort e della buona tavola offerti da una struttura che costituisce un motivo in più per amare e “vivere” la Valle dell’Alcantara. - Limitandoci alle arti figurative, come potremmo definire il suo stile? «Da autore che, come tale, vive in prima persona l’affascinante esperienza della creazione artistica, posso semplicemente dire che quando dipingo è il colore a “comandare”, mentre quando disegno è la linea». - A quanto pare Silvio Benedetto è rimasto “folgorato” dalla Valle dell’Alcantara e quest’ultima, a sua volta, ha accolto la sua persona e la sua arte a braccia aperte, al punto che nel rinomato sito turistico della Gole di Motta Camastra è stato realizzato il museo permanente a lei dedicato. Che emozioni le ha dato quest’angolo di territorio siciliano? «Sto avendo il piacere di frequentarlo grazie all’amicizia che mi lega ai fratelli Maurizio, Nino ed Alessandro Vaccaro, giovani e brillanti imprenditori turistici che ho conosciuto un paio d’anni fa, quando operavo in Liguria presso il Parco delle Cinque Terre. Ma, al di là della simpatia umana che li caratterizza, i fratelli Vaccaro meritano tutta la mia ammirazione e tutto il mio sostegno perché sono imprenditori veramente “illuminati” in quanto in tutto ciò che fanno mettono al primo posto il rispetto per l’ambiente, attuando tutte le buone prassi di sviluppo sostenibile. E sulla base di quanto affermavo prima (e cioè che un artista deve essere sempre sensibile alle problematiche della società), ciò mi ha convinto a stare al loro fianco in quest’esaltante avventura del museo permanente a me dedicato e ricavato all’interno della loro struttura. Pensate: ci troverete anche la prima opera in assoluto della mia carriera (ossia il “Nudo di Susanna” del 1951) e l’ultima che ho realizzato (“Silvia all’Alcantara”), dedicata alla mia compagna ed a questo territorio. Desidero, a tal proposito, ringraziare di vero cuore le bravissime maestranze locali (muratori, pittori, elettricisti, marmisti, ecc.) che, in tempi brevissimi, hanno consentito alle mie idee progettuali per questo museo di materializzarsi: anche questi artigiani so- no stati “artisti” al pari di me, in ossequio ad un altro principio in cui credo fermamente, e cioè che l’arte non si fa da soli, bensì “in squadra”. Grazie, dunque, a Ciccio Silvestro ed al suo staff, a Roberto Catalano, ad Ivano Ponturo, a Massimo Siligato, a Salvatore Vaccaro, a Marco Morello ed alla sua famiglia, a Mascha Bom, a Hernan Ruiz, a Vito Pici, ai fratelli Vilardo, alla pazientissima Angela ed a tutto il personale del Parco Botanico e Geologico delle Gole Alcantara». - Cosa si prova ad avere intitolato e dedicato un museo permanente in una località della provincia siciliana? «L’appagante consapevolezza di aver contribuito a portare l’arte nel territorio: perché l’arte va fruita ovunque, e non solo nei musei e nelle gallerie dei grossi centri urbani». Il taglio del nastro del Museo “Silvio Benedetto” ha avuto luogo domenica scorsa alla presenza dei sindaci di Francavilla di Sicilia, Salvatore Nuciforo, e Motta Camastra, Andrea Scarpignato, dell’assessore provinciale Lino Monea e di numerosi artisti ed operatori culturali locali e venuti appositamente dall’Argentina (tra questi ultimi il popolarissimo cantautore e musicista argentino Omar Moreno Palacios e l’intellettuale José Luis Nacucchio). Nel corso della cerimonia, un rappresentante dell’Istituto Professionale Alberghiero “Re Capriata” di Licata (il Comune dell’Agrigentino dove Benedetto ha realizzato diverse opere) ha consegnato al maestro ed agli imprenditori Vaccaro delle targhe di riconoscimento per i rispettivi impegni nei settori dell’arte e della promozione turistica. Il tutto rientrava nell’ambito della kermesse “La Via del Mare”, ossia le nove giornate che l’omonima associazione internazionale ed il Parco Botanico e Geologico delle Gole dell’Alcantara hanno allestito per celebrare, attraverso numerosi eventi artistici e culturali, il forte legame tra l’Italia (ed in particolare la Sicilia) e l’Argentina. Rodolfo Amodeo Francavilla di Sicilia, piccoli pittori crescono Gli alunni della classe I B della Scuola Primaria si sono cimentati in un’estemporanea a Palazzo Cagnone, sotto la guida degli artisti (nonché genitori) Roberto Fradale e Rossella Morabito S ono tanti gli artisti figurativi di Francavilla di Sicilia, ed in queste settimane (come scrivevamo in una precedente edizione) stanno esponendo le rispettive opere nelle sale di Palazzo Cagnone. Così, nei giorni scorsi, l’antico edificio museale è stato meta di una visita da parte delle giovanissime generazioni di francavillesi ed, in particolare, degli alunni della classe I B della scuola primaria. Ma non è stata una semplice “passeggiata”, bensì un vero e proprio laboratorio creativo in quanto i bambini, guidati dalle insegnanti Nicoletta Silvestro e Maria Di Pietro, si sono, per l’occasione, a loro volta cimentati in un’estemporanea di pittura sotto la preziosa guida di Roberto Fradale e Rossella Morabito, nella doppia veste di artisti professionisti e genitori di due membri della scolaresca. Son venuti fuori tanti piccoli “capolavori”, all’insegna di colori vividi ed aventi prevalentemente a soggetto i pittoreschi “protagonisti” della rigogliosa natura siciliana (il mare, l’Etna, i frutti della terra, ecc.). Questi i nomi dei pittori in erba che hanno vissuto la piacevole esperienza artistica: Riccardo Abbate, Daniel Angione, Agnese Barbagallo, Ramona Barbagallo, Giulio Bonvegna, Marta Campione, Antonino Cannuli, Patrick Cosentino, Giuseppe Fradale, Roxana Ghitulescu, Antonella Grillo, Michele La Spina, Ambra Oliveri, Marta Orlando, Alessia Pafumi, Martina Puglisi, Serana Russo, Giuseppe Scuderi, Filippo Silvestro, Tania Verduci e Giuliano Zacco. R.A. Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:04 Pagina 8 8 > S E T T I M A N A L E IDG N. 20 • sa bato 1 1 giugno 201 1 attualità di Giarre Verso la conquista dei poteri pubblici A tale scopo i Fascianti organizzarono due congressi regionali a Palermo nei giorni 21 e 22 maggio 1893… “Per meglio comprendere la cesura unitaria” S econdo le idee del comitato promotore di questi congressi, i Fasci dovevano diventare, oltre che delle organizzazioni di carattere cooperativistico e sindacale, anche delle sezioni socialiste. Grazie alla pregiudiziale socialista, auspicata il Bosco, si riuscì a smascherare i fasci apocrifi, cioè quelli che erano, in realtà, esclusivamente strumenti elettorali in mano ai borghesi. Da questi due congressi scaturirono, inoltre, altri due elementi che si sarebbero rivelati molto importanti per il movimento. Uno fu il legame organizzativo che si stabilì tra fasci cittadini e quelli rurali, e quindi tra il movimento operaio ed il movimento contadino. L’altro fu l’attenzione e l’entusiasmo con i quali si discusse del ruolo che le donne siciliane avrebbero potuto, e dovuto, avere all’interno dei fasci. La loro adesione fu infatti massiccia e significativa. Le donne, così come i ragazzi, partecipavano attivamente alle manifestazioni ed alle agitazioni dei fasci, anche dove non erano iscritte, sempre nelle prime file. A volte erano proprio loro a sollecitare i mariti all’azione. Esse presero parte anche agli scioperi agrari d’autunno che si svolsero imponenti nelle zone del latifondo: una di loro, Caterina Costanza, venne arrestata nella zona di Piana dei Greci in quanto promotrice dello sciopero del 30 ottobre. A Villafrati furono fermate sei donne, poiché, insieme ad altre quattro, si erano recate, armate di bastone, nei terreni di un signore del luogo per convincere i braccianti che vi lavoravano a scioperare. Fu proprio la presenza dei ragazzi e delle donne che diede al movimento quel carattere di massa che lo distinse. Ovviamente, l’adesione femminile non lasciò indifferenti le autorità. I ben pensanti e molti giornalisti gridarono allo scandalo, al rilas- samento dei costumi, all’allontanamento dalla Chiesa.... I contadini, infatti, pur continuando a credere ai dogmi della religione cattolica ed a conservarne il culto, ne rifiutavano, non a torto, le istituzioni e le autorità che rimanevano fedeli alleate dei ricchi proprietari. La loro “chiesa” divenne il fascio. Sembrò, quindi, naturale, soprattutto nei centri rurali, tenere nella sede dell’organizzazione un crocifisso ed un’immagine del protettore del paese o portare in giro, nelle manifestazioni, crocifissi e rappresentazioni della Madonna e dei Santi. In realtà, i dirigenti dei Fasci, nelle loro propagande, facevano leva sul sentimento religioso dei contadini per suscitare in loro entusiasmo e passione per il socialismo, inteso però non come attesa messianica di un futuro migliore, ma come impegno concreto, attivo, di ogni essere umano per costruire una società migliore. I contadini prendevano così coscienza dei propri diritti ed erano pronti a lottare per conquistarli. Sia nei Fasci rurali che in quelli delle città, si tenevano periodicamente delle riunioni domenicali, durante le quali si leggevano i giornali, si discuteva dei principi del socia- lismo, delle proprie condizioni di vita, delle rivendicazioni da avanzare, di come organizzare e condurre scioperi e/o agitazioni. Queste riunioni costituivano una novità per i contadini e per i minatori. Soprattutto, concorsero a far loro acquisire la consapevolezza dei propri diritti. Consapevolezza che si manifestò compiutamente nelle rivendicazioni avanzate, dai contadini, al congresso di Corleone del 30 luglio 1893, e nelle richieste formulate dagli zolfatari, del nisseno e dell’agrigentino, nel congresso che si tenne, successivamente, a Grotte nel mese di ottobre. I “Patti di Corleone” non intendevano rivoluzionare i rapporti di proprietà allora esistenti ma, più semplicemente miravano alla modifica degli iniqui contratti di affitto da parte dei gabelloti. Dal congresso di Corleone uscirono anche altre importanti rivendicazioni: aumenti salariali per i braccianti; divisione dei beni demaniali; affitto diretto dal proprietario del terreno, in modo da eliminare la figura intermediaria del gabelloto, fonte solo di aggravi per il contadino e di potere e ricchezza per la mafia. La via scelta nei congressi, per il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i lavoratori, fu quella legalitaria. Per ottenere il riconoscimento dei propri diritti, per l’attuazione degli ideali socialisti e per essere, finalmente, i protagonisti e non le vittime del sistema politico, le classi lavoratrici non dovevano ricorrere alla rivoluzione ma alle libere elezioni. Il 9 luglio, a Catania, a Messina, a Caltanissetta, a Piana dei Greci e in altri centri minori, vennero presentate, per la prima volta, liste socialiste, composte sia da “fascianti” poco noti sia da candidati già molto conosciuti quali: De Felice Giuffrida a Catania; Petrina e Noé a Messina; Barbato a Piana dei Greci. I risultati premiarono il lavoro svolto dall’intera organizzazione regionale. Oltre ai candidati di spicco, furo- no eletti anche numerosi operai, contadini, artigiani. Alla base di questo successo c’erano principalmente: le peggiorate condizioni di vita di gran parte della popolazione ed il crescente malcontento. Sull’onda dell’entusiasmo, crebbe il numero degli iscritti e si costituirono nuovi Fasci. I giornali del tempo e le autorità affermavano che il numero degli iscritti ai fasci, ammontava a circa 300.000. Nei primi giorni di agosto ebbero inizio gli scioperi. Da Corleone e da Piana dei Greci si estesero in diversi Comuni dell’entroterra palermitano (Bisacquino, Villafrati, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Roccamena, Belmonte Mezzagno), e agrigentino (Casteltermini, Acquaviva Platani, Santo Stefano di Quisquina ed altri centri minori). I contadini si astenevano dal lavoro dopo aver compiuto i lavori di mietitura e di trebbiatura, e convincevano anche i pastori, e tutti i salariati, a fare altrettanto. A settembre, i coloni si rifiutarono di prendere i terreni a mezzadria alle solite condizioni, chiedendo che venissero applicati i Patti di Corleone. I proprietari delle terre e i gabelloti, all’inizio, si opposero categoricamente e, convinti di poter controllare e interrompere questa agitazione con gli stessi strumenti che si erano rivelati efficaci per gli scioperi di maggio, si rivolsero alla forza pubblica e alla “forza privata”. A Corleone i proprietari terrieri cercarono, inutilmente, di convincere Bernardino Verro (nella foto) a desistere dalla sua attività offrendogli un compenso di quindicimila lire, se avesse accettato di farsi da parte, o una fucilata, in caso contrario. Il Verro, tra l’altro, il 12 settembre, venne diffidato dal Sottoprefetto. Le amministrazioni comunali dove si svolgevano le agitazioni, intanto, richiedevano rinforzi militari ed erano accontentati. Per sostenere a lungo lo sciopero, alcuni Fasci costituirono i monti frumentari e raccoglievano offerte di denaro, per aiutare i braccianti. I contadini alla fine, grazie soprattutto alla compattezza, alla tenacia e alla maturità dimostrata, riuscirono a fare cedere la maggior parte dei proprietari. Una prova del successo dell’agitazione contadina, può ravvisarsi nello stato di allarme in cui entrò il Governo in seguito al dilagare dello sciopero agrario. Conseguenza diretta di tale situazione fu l’inasprimento dell’atteggiamento ostile e persecutorio che il Presidente del Consiglio aveva iniziato ad assumere nei confronti dei Fasci, a partire dal maggio 1893. Risalgono, infatti, a questa data i primi provvedimenti governativi contro i Fasci. A spingere Giolitti ad intraprendere questa linea politica, furono le incessanti pressioni provenienti dai proprietari terrieri, dai sindaci, dai funzionari di Pubblica Sicurezza. Quando, in autunno, in seguito all’allarme suscitato dallo sciopero agrario, si fecero sempre più insistenti le richieste di provvedimenti straordinari, Giolitti, invece di sciogliere immediatamente i Fasci, preferì prendere tempo, inviando nell’Isola il direttore generale di Pubblica Sicurezza Sensales. Spesso, però, il rafforzamento militare piuttosto che evitare i conflitti ne diveniva un fattore scatenante, in quanto le autorità facevano abuso delle truppe a loro disposizione, esagerando i pericoli di qualunque manifestazione organizzata dai Fasci. Alla fine dell’esaltante sciopero agrario autunnale, il movimento dei Fasci Siciliani non si trovò, comunque, ad affrontare soltanto la violenta repressione scatenata dal Governo, ma anche l’inaspettato cambiamento della politica agraria del Partito del Lavoratori Italiani. (60. – “Sicilia postunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010/2011) Salvatore Musumeci «Un tempo a nessuno era consentito di pensare liberamente. Ora è permesso ma, quasi nessuno ne è più capace» (Oswald Spengler) L’impresa dei tuoi sogni Inizia la stagione... calda I giovani imprenditori di Confindustria Catania premiano le migliori idee proposte dagli studenti. Con la cerimonia conclusiva anche la visita aziendale allo stabilimento Cavagrande di Belpasso Linguaglossa: a 10 Km dal paese un’auto prende fuoco nel garage di un casolare abbandonato D ue eventi, nella stessa giornata, hanno ulteriormente rafforzato il legame tra lo stabilimento Acquarossa di Cavagrande Spa, con il suo innovativo Parco Solare “Le Fonti dell’Etna”, ed il territorio etneo. Infatti, in occasione dell’evento conclusivo del progetto “L’Impresa dei tuoi sogni”, ideato dai giovani imprenditori di Confindustria Catania, ospitato presso lo stabilimento Acquarossa di Cavagrande S.p.A., è stato celebrato il 3° anniversario de “Le Fonti dell’Etna”, nato esattamente a maggio del 2008. Lo svolgimento dell’evento, organizzato da Cavagrande S.p.A. in collaborazione con i giovani imprenditori di Confindustria Catania, ha proposto la consegna di tre Voucher, messi a disposizione dal Gruppo Mangiatorella, la società proprietaria di acqua Cavagrande, Hidria, Acquarossa e Mangiatorella, per altrettante borse premio, destinati agli studenti delle scuole di Belpasso che si sono distinti nell’ambito del progetto “Sviluppo Sostenibile in Sicilia. «Si tratta di un progetto didattico-formativo che Gruppo Mangiatorella ha ideato in collaborazione col Comune di Belpasso – hanno evidenziato i rappresentanti dello stesso Gruppo –, esattamente a novembre 2010, ed indetto in occasione della cerimonia “Apertamente 2010”, tenutasi all’interno dei locali del Comune di Belpasso». La consegna dei voucher, consistenti in buoni premio del valore complessivo di 750 euro, da usufruire per acquisti presso il Centro Mediaworld di Etnapolis, è stata fatta dall’ing. Pietro Federico, Amministratore delegato del Gruppo Mangiatorella, insieme al Sindaco del Comune di Belpasso, ing. Alfio Papale. Il progetto ha coinvolto circa 150 allievi, mentre hanno aderito al primo bando 7 lavori provenienti da studenti degli Istituti ITIS “G. Ferraris” e Liceo Scientifico “A. Russo Giusti”, con sede a Belpasso. L’evento è stato introdotto dall’ing. Pietro Federico; cui hanno fatto seguito alcuni interventi istituzionali relativi alla tematica del Progetto Education “L’Impresa dei tuoi sogni”, che ha coinvolto 6 istituti tecnici e 60 studenti della provincia di Catania, coordinati dal dott. Antonio Perdichizzi. Al termine del dibatti- to, gli ospiti hanno visitato l’impianto d’imbottigliamento di Acquarossa e Hidria ed il Parco Solare “Le Fonti dell’Etna”, realizzato a maggio 2008, con il quale viene soddisfatto l’intero fabbisogno energetico dello stabilimento di imbottigliamento situato a Belpasso, in provincia di Catania, attualmente utilizzato per la produzione delle acque minerali effervescenti naturali “Hidria” ed “Acquarossa”. «Il Parco Solare “Fonti dell’Etna” – come hanno ricordato i rappresentanti del Gruppo Mangiatorella –, primo esempio di Solar Factory in Sicilia e tra i primi in Europa, rappresenta un fortissimo esempio di innovazione culturale e sostenibilità ambientale, ma è anche testimonianza della capacità dell’imprenditoria meridionale di coniugare etica e sviluppo, così come un valore aggiunto dei prodotti per i consumatori finali dei prodotti». Lunedì 6 giugno, alle ore 7.30 circa, i Vigili del Fuoco Volontari di Linguaglossa ricevono una chiamata dalla Centrale di Catania per l’incendio di un’auto all’interno di un garage appartenente ad un casolare abbandonato. La struttura si trovava a 10 Km dal paese sulla strada che collega Linguaglossa a Vena. Arrivati sul posto, i Vigili del Fuoco hanno tempestivamente provveduto allo spegnimento dell’autovettura, dato che le fiamme stavano coinvolgendo anche il garage. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri della locale stazione. Le cause dell’incendio sono ancora da accertare. Per fortuna non è successo niente di grave solo un po’ di paura per dei passanti perché il casolare si trovava sul ciglio della strada e, vedendo le fiamme, sono stati gli stessi passanti a chiamare il 115. Si preannuncia, quindi, una stagione “calda” per i Vigili del Fuoco Volontari di Linguaglossa, chiamati a dimostrare sul campo tutta la loro professionalità. Elisa Torrisi Sonia Santamaria
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