Gazzettino 11-06-2011

Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 1
> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
ANNO XXXI • N. 20 • GIARRE, SABATO 11 GIUGNO 2011 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P.
ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it
> Il sindaco del popolo
> Voglia di essere protagonisti
Giarre ha ricordato la figura e l’opera
politica dell’on. Biagio Andò, a 50 anni
dalla scomparsa, con una giornata studio
> a pag. 2
Linguaglossa: festa della Repubblica 2011
all’insegna dei giovani e della valorizzazione
delle loro capacità artistiche
> a pag. 6
I tristi giorni del fango
Sul Premio “Angelo Livatino” si abbatte la bufera: gli eredi disconoscono la
manifestazione organizzata da Attilio Cavallaro e lanciano pesanti accuse
M
ancava soltanto questa, ma nel nostro mondo dobbiamo abituarci a tutto. Ed il tutto è arrivato. Parliamo del Premio “Livatino – Saetta”, da anni organizzato dal Comitato “Rosario Livatino”, guidato da
Attilio Cavallaro. Chi non ricorda l’incredibile numero di personalità internazionali che, negli anni,
sono passati per Riposto, all’interno della palestra dell’Istituto tecnico per
Geometri “Colajanni”, in occasione della consegna dei riconoscimenti.
Giudizi, poliziotti, magistrati, uniti sotto il segno della lotta contro il malaffare i tutte le sue manifestazioni.
E su tutti, la figura del “Giudice ragazzino”, di quel giudice ucciso
dalla mafia in una strada siciliana, senza scorta, senza alcuna protezione
se non la propria dignità. Un esempio per i giovani, un monito per tutti coloro i quali, al servizio dello Stato, pensano di anteporre interessi personali e “distrazioni” nel compimento del proprio dovere. Da Riposto a Mascali, cambia lo scenario ma non la sostanza. Ad ospitarlo è il Centro sociale “Karol Wojitila”. Ragazzi ed adulti riuniti sotto il segno della legalità, si potrebbe dire.
Eppure, anche nel mondo delle storie e degli esempi edificanti arrivano le sorprese. E arrivano sotto forma di un comunicato proveniente dalle
Associazioni “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatin” e “Tecnopolis” di Canicattì.
«Le Associazioni Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino e Tecnopolis di Canicattì, ribadiscono che dalle manifestazioni organizzate da
Attilio Cavallaro le stesse si sono da tempo dissociate ed addirittura hanno inviato allo stesso più di una diffida nel continuare con simili manifestazioni che, al di là della buona fede e del valore di parte dei premiati,
offendono la memoria del Giudice Rosario Livatino di cui lo stesso conosce poco e male. Si aggiunge che già da tempo lo stesso dottor Vincenzo
Livatino, genitore superstite del Giudice, ha diffidato il Cavallaro chiedendogli di smettere dallo svolgere simili manifestazioni e dall’utilizzare
il nome e le immagini del figlio. Lo stesso dottor Livatino ha appreso con
sorpresa ed incredulità che sino ad oggi il Cavallaro ha millantato che il
“premio” sia stato voluto dai familiari e peggio ancora che la scelta dei
premiati sia stata concordata o addirittura fatta dal signor Vincenzo Livatino, apponendo una firma fotocopiata estrapolata da una vecchia lettera alle comunicazioni, inviate in questi anni ad ignare persone convinte
di rendere il doveroso omaggio ad una figura adamantina e nobile come
non si è rivelata quella del Cavallaro cui si procederà per le opportune
sedi».
Buoni lavoro,
dati negativi
Nell’ambito di un incontro a Taormina il sottosegretario alle Politiche
del lavoro e delle Politiche sociali,
Nello Musmeci, ha tratteggiato un
quadro completo della situazione
sull’occupazione in Sicilia
Parole pesanti, di condanna e quasi di
disprezzo che sembrano davvero dipingere
uno scenario irreale, ben al di fuori di quel
contesto di legalità dove ha sempre operato
il “Premio Livatino”. La risposta del presidente del Premio Livatino, Attilio Cavallaro, è stata la celebrazione di una nuova edizione, senza alcun commento su questa vicenda. I lettori, i cittadini, gli stessi premiati hanno accolto con incredulità ed amarezza questa situazione, soprattutto perché vede stravolgere totalmente il contesto di correttezza, legalità e coerenza in cui si è sempre inserito il Premio Livatino. Premio che,
ricordiamolo, ha avuto il patrocinio della
Presidenza della Repubblica, con messaggi
di auguri inviati dal Capo dello Stato e dalle più alte cariche istituzionali.
Già dalle prime parole spese a favore dei presenti si è delineata l’importanza dell’incontro: «L’impegno del Governo è
costante sui temi del lavoro. Questo primo incontro nazionale, che sarà seguito da altri nelle maggiori città del Meridione,
non si tiene a caso a Taormina, in Sicilia, perchè sui buoni-lavoro in questa regione si registrano dati negativi – ha evidenziato il sottosegretario alle Politiche del lavoro e delle Politiche sociali, Nello Musumeci –. Due dati su tutti: i buoni carta-
Corrado Petralia
Salvatore Rubbino
>CONTINUA A PAG. 2
>CONTINUA A PAG. 2
Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 2
> S E T T I M A N A L E IDG
2
N. 2 0 • sabato 11 giugno 2011
giarre e hinterland
Il Sindaco del popolo
Giarre ha ricordato la
figura e l’opera politica
dell’On. Biagio Andò,
con una giornata di studio
e approfondimenti
I
l Comune di Giarre, assessorato alla Cultura, con il patrocinio della Regione Siciliana,
della Provincia Regionale di Catania, della
Fondazione del Banco di Sicilia e dell’Associazione giarrese di Storia Patria e Cultura, presieduta dal preside prof. Girolamo
Barletta, al termine delle attività culturali di quest’ultima per l’anno sociale 2010-2011, ha voluto
concludere il ciclo di conferenze ricordando Biagio
Andò “il sindaco del popolo”, a 50 anni dalla morte
(1961- 2011).
“L’Uomo e il suo Tempo” è stato il tema della
giornata di studio e di commemorazione per ricordare un grande uomo e un grande politico Biagiò
Andò. Un uomo che a Giarre segnò un epoca ed una
pagina di storia. Onorevole del gruppo del Partito
Socialista Italiano e fondatore della sezione della
sua Città, per un così notevole impegno che non si
può dimenticare. La giornata, organizzata dal Comune di Giarre, rappresentato dal sindaco Teresa
Sodano, si è sviluppata in due mezze giornate. nelle
ore del mattino la visita alla tomba di Biagio Andò
da parte delle Istituzioni pubbliche, con il Comune e
la Provincia regionale di Catania, rappresentata dai
consiglieri Francesco Cardillo e Salvò Patanè. Il
corteo si è snodato, al cimitero, lungo il viale degli
Uomini illustri ed ha portato il sindaco Sodano alla
deposizione sulla tomba di Andò di un mazzo di fiori e, a seguire, affiancata dal vice sindaco dott. Leonardo Cantarella, alla collocazione di una corona di
alloro sotto il busto bronzeo collocato nell’omonima piazzetta del centro storico di Giarre. Una piazzetta che, oggi, porta il nome di Biagio Andò. Nei
locali dell’ex pescheria è stata poi allestita una mostra fotografica con le immagini più salienti della
vita di Biagio Andò: dalla famiglia agli studi alla vita politica del grande uomo di spessore.
Biagio Andò venne eletto Primo cittadino nel
1946, diventando figura di riferimento per Giarre,
dove esercitò il suo mandato amministrativo fino al
1952, allorquando la sua attività politica assunse più
ampio respiro con la sua elezione a deputato al Parlamento, nella consultazione politica dell’anno suc-
di Giarre
Continua da pag. 1
I tristi giorni del fango
Nell’attender gli inevitabili sviluppi della vicenda, restano amarezza e sgomento, per le onde di fango che si
stanno muovendo, per le accuse che vengono mosse, per il
totale ribaltamento di prospettiva che si è verificata. Su tutto, una riflessione sorge spontanea: se neppure il sacrificio
umano di una persona, il suo esempio morale, la sua correttezza, i suoi valori, sfuggono alla meschinità umana, che
mondo stiamo creando per i nostri figli?
Continua da pag. 1
Buoni lavoro, dati...
cessivo nella circoscrizione di Catania. Nella II e III
legislatura della Repubblica Italiana partecipò attivamente ai lavori della Camera e delle Commissioni, mettendo in evidenza singolari qualità di intelligenza e di preparazione, alle quali si accompagnavano sobrietà e riservatezza del suo carattere.
Nel pomeriggio,la giornata di studi ha proposto
un convegno al teatro Rex, presieduto dal prof Girolamo Barletta. Ad aprire i lavori, allietati dal coro
dell’inno di Mameli eseguito di alunni della Scuola
media “Macherione” di Giarre e dopo il saluto alle
Autorità, il sindaco Sodano e gli interventi del prof.
Giuseppe Barone, dell’ing. Leonardo Cali, del prof.
Carmelo D’Urso, del prof. Nicolò Mino, del prof.
Giuseppe Vecchio e della prof.ssa Anna Castiglione
Garozzo. Interventi tesi a delineare il profilo di uomo e di politico e ricordare Biagio Andò come padre, gli albori della sua sindacatura e tutto quello
che fece per Giarre: potenziò l’illuminazione elettrica e la rete idropotabile, sia al centro che nelle frazioni, istituì, al centro e in periferia, scuole di primo
grado, tenne a battesimo l’istituzione di una sezione
del Liceo classico, anche se dipendente dal “Gulli e
Pennisi” di Acireale, progettò e portò all’appalto la
realizzazione di una variante che liberasse Giarre e
Riposto dal traffico ferroviario, con una linea ferrata che faceva da ingombrante confine tra i due Comuni.
Venne eletto Sindaco con un numero notevole
di preferenze, a capo di una lista “Sole Nascente”
che comprendeva una coalizione di socialisti, comunisti ed azionisti. La lista vincente ebbe un deciso contributo di voti della frazione Macchia, dominata allora da un giovane medico, Nello Cantarella,
assessore poi nella giunta Andò. Ad avvalorare la
persona di Andò anche l’intervento del senatore on.
Pino Firrarello, che ricordò come, nel complesso,
l’Amministrazione socialcomunista ebbe notevoli
successi, nonostante il difficile periodo di assestamento del dopoguerra: “I pochi fondi di cui il Comune disponeva vennero amministrati con estrema
oculatezza”. La conduzione della serata è stata curata da Patrizia Tirendi, mentre la conclusione ha visto la lettura di alcuni brani, a cura dell’attore Melo
Ingegnosi, tratti dagli interventi nell’aula di Montecitorio dell’On. Biagio Andò. Una lunga giornata
per ricordare sempre Biagio Andò, “Sindaco del popolo”.
cei emessi dall’Inps in Sicilia raggiungono appena
l’1,9% del dato nazionale, in Veneto sono il 16%.
Quelli emessi tramite le tabaccherie sono il 4% in
Sicilia, contro il 18% della Lombardia. Non è un
problema di strumenti e di reti, ma soprattutto culturale»
L’incontro ha avuto luogo a Taormina nell’ambito della tematica “Lavoro occasionale accessorio: uno strumento efficace per garantire un buon
lavoro”, sviluppato grazie agli sforzi organizzativi
di Italia Lavoro in collaborazione con l’assessorato
regionale alle Politiche sociali e del lavoro, alla
presenza di numerosi tecnici e rappresentanti di
tutte le parti interessate allo strumenti dei “buoni
lavoro”. La sintesi dei lavori è stata efficacemente
resa dai dati presentati, come riflessione conclusiva, dal sottosegretario Musumeci
«La Sicilia, purtroppo, anche in questo caso
evidenzia dati negativi, anche se è la migliore tra
le regioni del Sud. Su 17 milioni di buoni lavoro utilizzati dagli imprenditori per prestazioni di lavoro
occasionali, soprattutto in agricoltura, turismo e
servizi alla persona, solo il 7% è stato utilizzato al
Sud. In Sicilia sono appena 293.000 i voucher
spesi. Palermo è la provincia virtuosa con
432.000, Agrigento ed Enna – ha aggiunto Musumeci – sono quelle meno attive. È necessario uno
sforzo dell’Inps per diffondere la conoscenza di
questa opportunità. Già a settembre bisognerà allargare gli incontri alle scuole e alle università ed
estendere la rete anche a patronati, associazioni,
sindacati».
Anna Fichera
Santa Venerina, en plein
Il locale Circolo Didattico 3° classificato al Concorso “Storie in punta di penna”
organizzato dal Circolo “G. Rodari” di Acireale
L
’alunno Roberto Angelo Consoli, classe V B del plesso di
Bongiardo, si è aggiudicato il
3° posto al concorso di scrittura creativa – organizzato dal III Circolo “G.
Rodari” Acireale –, con il racconto in
5000 battute, “Un alieno al supermercato”.
Fantasia, ricchezza di contenuti e
proprietà di linguaggio («Aveva nella
testa due antenne che vibravano, segno che era molto affamato. (…) Passando nel reparto dei detersivi afferrò
un grosso flacone di Mastro Lindo e
lo trangugiò tutto d’un fiato. Seguì un
rutto assordante. Immaginate il barrito di un elefante, il boato di un vulcano in eruzione, mischiate le due cose.
Ci siete? Bene!! L’alieno ruttò proprio così…»), di Roberto – ha sottolineato l’insegnante di lingua italiana,
Anna Bonaccorsi Salvatrice, sono state pienamente valorizzate dal meritato
Roberto Consoli
e l’ins. Anna Bonaccorsi
riconoscimento.
Gioia e viva soddisfazione è stata
espressa dal Dirigente Scolastico ff.,
dott. Salvatore Musumeci: «Dopo la
vittoria del Coro del Circolo Didattico al Concorso Nazionale di Mirto ed
il 2° posto (coppa Memorial Santino
Chiodo, elementari maschili calcio a
5) al XXVIII Trofeo Mario Nicotra
per la squadra di calcio della Scuola
Primaria, ecco giungere il 3° posto al
concorso di scrittura creativa. Un vero e proprio en plein. Un trionfo della
“scuola di qualità”, capace di valorizzare le eccellenze senza dimenticare i meno dotati a cui, sicuramente, va
tutta l’attenzione per conseguire, in
pari opportunità, gli obiettivi previsti
dalle programmazioni didattico-educative e dal Pof, che è la carta d’identità della nostra istituzione scolastica.
Quest’anno – continua il Dirigente
Musumeci – il Pof è stato pienamente
realizzato, con risultati altamente
soddisfacenti, grazie alla sinergica
collaborazione tra Scuola ed Ente Locale, tra docenti alunni e genitori».
Apprezzamenti e valutazioni positive, inoltre, hanno riscosso i progetti: “Noi e la Terra”, realizzato dagli alunni del plesso di Dagala del Re,
che si è concluso con la “Festa delle
Fragole” (i piccoli “agricoltori”, entusiasti, hanno raccolto il frutto delle loro piantine, messe a dimora nel mese
di marzo, gustandone la fragranza “in
mille modi” insieme ai genitori, ai docenti ed alla stampa; “English and italian breakfast”, curato dall’insegnante
Gaia Paola Aleo, un incontro tra culture culinarie diverse che, comunque,
riescono ad integrarsi in una realtà
sempre più cosmopolita. Infine, va segnalato il progetto “At school”, per
gli alunni di scuola dell’infanzia, realizzato dall’insegnante Francesca Morabito. Insomma… en plein e ad
majora!
Amalia C. R. Musumeci
Sole è Via, un raggio d’amore
“S
ole è Via, un raggio d’Amore”, della casa editrice Albatros, è il titolo del terzo
libro scritto da Claudia Marchese, presentato presso la sala conferenze dell’Istituto comprensivo “Leonardo Grassi” di Mascali grazie alla
disponibilità del dirigente scolastico Giovanna Fisichella.
«L’Istituto Grassi cerca di valorizzare le aspirazioni dei giovani che vogliono immettersi nel
mondo della letteratura e della cultura in genere.
Questa presentazione acquista un valore di continuità formativa e di sviluppo delle aspirazioni che,
come ex allieva dell’Istituto Grassi, l’autrice persegue», ha detto la dirigente scolastica Fisichella.
La dottoressa Claudia Marchese ha ringraziato
la prof. Fisichella per la disponibilità e ha detto: «Il
libro comunica un messaggio positivo, una lotta per
l’affermazione dei valori del bene e della rettitudine. Il libro nasce dall’esigenza di inventare una storia educativa, di cui servirsi negli incontri di formazione con i giovani. Il messaggio che consegno al
mio libro è di continuare a sognare, sostenere la
lotta del bene contro il male perché, anche se nella
realtà molto spesso non succede, trionfino i valori
positivi».
Angela Di Francisca
foto Di Guardo
> S E T T I M A N A L E IDG
di Giarre
Direttore responsabile: Salvatore Agati
Condirettore: Corrado Petralia
Già Direttore: Angelo Patanè
Editore: Società Cooperativa di Lavori
e Servizi Sant’Isidoro a r.l.
Sede: Via Callipoli n. 18 - 95014 Giarre (CT)
Tel. 095/9895138 - Fax 095/9895036
Reg. al Tribunale di Catania N. 557 del 1980
Nuova edizione 16-12-1994
Registro Naz. della Stampa N. 6419 del 1996
e-mail: [email protected]
Stampa:
Eurografica s.r.l.
S.S. 114 Orientale Sicula - RIPOSTO (CT)
Tel. 095 931661 - Fax 095 7799108
Abbonam. Soci: €
5,20
Ordinario:
€ 48,00
Sostenitore:
€ 258,00
C/C Postale N. 18201954
L’importo dell’abbonamento è detraibile dal reddito
Pubblicità: Manchettes di testata € 130,00 cad.,
pubblicità modulo (44x36 mm.) € 41,40; commerciale, culle, nozze, ecc. € 2,00 mm.; sentenze e legali €
2,50; redazionali € 1,50 mm.; necrologi € 0,25 a parola nome in neretto e titoli € 1,50 a parola, croce €
8,00; pubblicità a colori + 3 5 % ; p o s i z i o n e d i r i g o r e +10%; pubblicità politico € 2,50 mm. I.V.A.
20% esclusa. Il giornale si riserva in ogni caso il diritto di rifiutare qualsiasi inserzione. Dei testi, dei disegni e delle foto riprodotti in questo numero del giornale è vietata la riproduzione. I manoscritti pervenuti
in redazione, anche se non pubblicati, non vengono
restituiti. Le opinioni degli Autori degli articoli non
impegnano necessariamente la responsabilità del
«Gazzettino» e sono liberamente espresse e offerte. Ai privati una prima inserzione viene concessa
gratuitamente per un massimo di 30 parole.
ASSOCIATO A
UNIONe STAMPA
PeRIODICA ITALIANA
Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 3
> S E T T I M A N A L E IDG
caleidoscopio
di Giarre
L’era delle energie alternative
Da una corretta conoscenza dei pericoli del nucleare nasce la consapevolezza
di un futuro energetico da sviluppare con attenzione
E
ra l’anno 1913 quando a Parigi ebbe
luogo un congresso internazionale di
geologia. Molte le relazioni che furono lette, ma quella che destò la maggiore attenzione fu quella che si riferiva alle risorse di carbone e di petrolio sulla terra. Grande fu la paura che la situazione
generò nel colto pubblico presente. Si presentò improvvisamente lo spettro minaccioso ed ammonitore
di una futura carestia di carbone e di petrolio. I giacimenti di carbone e di petrolio già conosciuti sono
destinati ad esaurirsi. Un mondo senza carbone e
senza petrolio è un mondo che non poteva essere immaginato. Il non avere più carbone significava, per
la maggior parte dell’umanità, rinunziare alla luce
artificiale, perché non essendovi né gas né petrolio,
l’elettricità non sarebbe stato possibile produrla.
L’umanità sarebbe tornata alle fiaccole. Non avere
carbone significava, quindi, in ultima analisi, la
scomparsa della civiltà, perché senza macchine né
attrezzi, i campi non sarebbero stati più coltivati nei
limiti necessari e l’umanità avrebbe rischiato la fine.
L’attenzione su quanto sentito travalicò i confini
della scienza ed invase la sfera politica. Sorse urgentemente la necessità che fonti alternative di energia
venissero trovate per limitare l’uso di carbone fossile e di petrolio. Dovunque i politici e gli esperti girassero lo sguardo, forte, crescente bisogno mondiale d’energia aveva bisogno di nuove iniziative.
Erano passati due anni da quando il fisico neozelandese Ernest Rutherford aveva proposto il suo famoso “modello atomico”, che costituiva il punto di
partenza per la comprensione della struttura atomica
della materia. Rutherford aveva dimostrato che un
atomo di azoto poteva trasformarsi, colpito da una
particella alfa, in un atomo di ossigeno. Aveva realizzato la prima trasformazione atomica artificiale.
Molte, tante furono le proposte che in seguito gli
scienziati proposero. La più discussa fu quella dello
scienziato Hermann Soeergel, che propose di sfruttare la differenza fra il livello dell’Oceano Atlantico
e quello del Mar Mediterraneo, che è un mare di evaporazione. Considerato che l’Atlantico cede ad ogni
secondo al Mediterraneo 88000 metri cubi d’acqua,
questo salto d’acqua avrebbe potuto alimentare due
gigantesche centrali idroelettriche che avrebbero
prodotto 160 milioni di cavalli vapore. La scelta e,
quindi, la decisione passò ai governi.
Il 1945 fu l’anno che vide la fine della guerra in
Europa. In Italia il fascismo, a luglio del 1943, era
caduto e la democrazia, a poco a poco, ritornava. In
Germania l’impero del male era crollato e la pace
aveva diviso in due il paese. In estremo Oriente
l’imperialismo giapponese resisteva.
Il due settembre 1942, Enrico Fermi, minacciato
dalle leggi razziali del 1938, a lasciare il paese, realizzava la prima reazione a catena, in grado di autosostenersi. Innescando il fuoco atomico lo scienziato
italiano aveva consegnato all’umanità una fonte di
energia pressoché inesauribile, ma anche un’arma di
potenza mai vista. La Pila di Fermi fu il prototipo dei
rettori nucleari che oggi producono elettricità in
molti paesi, che tanta giusta paura negli ultimi tempi, il loro funzionamento ha creato.
Era l’anno che in seguito fu chiamato “l’anno
della disgrazia”. Infatti, nel tragico contesto dell’epoca, si era in piena guerra, come non pensare di utilizzare per scopi bellici, e questa volta senza alcun
freno, quella enorme energia liberata e produttiva,
fornita? Il successo sperimentale di Fermi spinse il
presidente americano Roosvelt a mettere a disposizione dei fisici enormi mezzi finanziari che avrebbero permesso di costruire una bomba. E la bomba fu
costruita. E fu usata. Fu chiamata “Little boy”, il
“ragazzino”, la prima bomba atomica, quella che
venne lanciata su Hiroshima la mattina del 6 agosto
1945. quattro metri e venticinque di lunghezza, un
metro e mezzo di diametro, quarantacinque quintali
di peso. Alle ore 8.17 del sei agosto 1945, il Ragazzino scivolò nell’aria. L’esplosione si verificò 43 secondi dopo e ne vennero fuori tuoni e lampi, morte e
distruzione. Sette angeli che avevano sette trombe
cominciarono a suonarle.
Il primo angelo suonò: fu la luce, il disintegrarsi
di una stella. Un lampo accecante che abbagliò
300.000 persone e cancellò dalla città ogni ombra
dai recessi più nascosti. Alla luce seguì l’esplosione:
solo a 50 chilometri da Hiroshima fu possibile sentirne il boato. Per quelli più vicini si trasformò in silenzio.
II secondo angelo suonò. Fu il calore: liquefece i
tetti delle case, annientò persone, fissando la loro
ombra sull’asfalto a irrefutabile prova della scomparsa di esseri umani.
Il terzo angelo suonò. E fu la raffica dell’esplosione che si sprigionò dalla sfera di fuoco, alla velocità di 1300 chilometri l’ora in un raggio di moti chilometri quadrati. Le case ancora in piedi vennero
sradicate dalle fondamenta.
Il quarto angelo suonò. Fu la pioggia. Enormi
gocce d’acqua color pece caddero.
Il quinto angelo suonò. E spirò un vento di fuoco
che sollevò le onde dei fiumi, sommergendo quanti
vi avevano cercato refrigerio e salvezza. C’erano
centocinquanta templi a Hiroshima, il fuoco li distrusse tutti. Un angelo volando in mezzo al cielo diceva a gran voce: guai a coloro che abitano la terra,
per gli squilli di tromba che gli altri angeli potranno
suonare.
L’uomo aveva compiuto il più tragico ed il più
spietato dei suoi esperimenti, anche se l’aveva giustificato con la fine della guerra e la speranza che
l’energia atomica, che tanta morte e distruzione aveva causato, nei tempi a venire avrebbe aiutato l’umanità a vivere meglio. A distanza di 60 anni questa
speranza si è rivelata falsa. Chernobyl, Fukushima e
tante altre centrali atomiche non menzionate lo dimostrano.
L’energia nucleare è dipendenza ed ha costi altissimi per la messa in sicurezza. Dall’inizio dell’era
atomica i nostri scienziati ed ingegneri ancora non
sanno come gestire, senza pericoli, il trasporto, lo
smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Il
risultato della combustione sono le barre nucleari
esaurite, ammassate in depositi e strutture in ogni
parte del mondo. La prospettiva di costruire centinaia, se non migliaia, di centrali nucleari in un’era in
cui il terrorismo impera, appare come una decisione
non studiata con dovuta attenzione. Le centrali nucleari sono il primo obiettivo sensibile di attentati
terroristici. La tecnologia nucleare rappresenta oggi
una tecnologia poco funzionale, pericolosissima ed
altamente centralizzata. È una tecnologia di elite,
controllata da pochi. Il nucleare è una reliquia, una
vera e propria vestigia del passato e la sua resurrezione ci porta indietro.
Il nostro futuro energetico sta nel sole, nel mare,
nel vento. Non nell’uranio che è sicuramente radioattività, malattia, distruzione e morte.
Francesco Bottari
Orgoglio ed ammirazione
Mascali dedica una via all’illustre concittadino “Turiddu” Bella, poeta dialettale e
cantastorie che seppe raccontare a tutta l’Italia le storie della sua terra
S
abato scorso, in occasione dei
100 anni dalla nascita del poeta
Salvatore Bella (conosciuto artisticamente come “Turiddu Bella”), il
sindaco di Mascali, Filippo Monforte,
ha inaugurato ufficialmente la via dedicata all’illustre cittadino mascalese
(onorificenza ricevuta dal Bella nel
1986): «Siamo orgogliosi di annoverare il nome del poeta Bella tra le nostre vie, in modo che i giovani possano
avere memoria di un poeta siciliano,
che scriveva opere che i cantastorie
narravano in giro, nei teatri di un tempo quali erano le pubbliche piazze –
ha detto il Primo cittadino mascalese
–. Era un impegno che l’Amministrazione aveva assunto già qualche anno
fa con la figlia Maria».
Dopo l’intitolazione ufficiale della
via, l’Amministrazione comunale, i
familiari e numerosi estimatori del
grande poeta dialettale hanno partecipato al convegno, moderato da Leonardo Vaccaro, presidente dell’associazione “Mascali 1928”, svoltosi
presso l’oratorio parrocchiale Don
Bosco. La figlia del poeta Maria Bella,
presidente del “Centro studi Turiddu
Bella” di Siracusa, ha aperto il convegno ricordando il padre e le iniziative
che porta avanti in suo ricordo, augurandosi di rendere in futuro più fruibile le sue opere attraverso la costituzione di un’opera omnia. Tra i relatori del
convegno il prof. Girolamo Barletta,
presidente dell’associazione Storia
Patria e Cultura di Giarre, il prof. Salvatore Riolo, docente di Dialettologia
presso l’Università di Catania, l’ing.
Pier Luigi Bella, la prof.ssa Anna Cacciola e la prof.essa Anna Castiglione,
che ha tracciato un profilo del poeta,
mettendo in evidenza l’enorme produzione letteraria realizzata da Bella nei
60 anni di attività e il profondo legame
che lo univa alla sua Mascali, dove in
località Ficarella era nato il 10 maggio
del 1911.
Bella iniziò a soli tredici anni a
scrivere la sua prima storia. Nel 1929,
conobbe il cantastorie Orazio Strano
con il quale iniziò una lunghissima
collaborazione a partire dal primo
poemetto “Chi cosa è la Donna”, che
lo stesso Strano portò nelle piazze della Sicilia. Nel 1950, venne ucciso il
brigante Salvatore Giuliano e Bella
scrisse un poemetto di 195 sestine,
“Turi Giulianu re di li briganti”, musicato da Orazio Strano e da lui presentato al pubblico ed in seguito interpretato anche da Ciccio Busacca . Dal
1960 in poi, sono state indette delle sagre di cantastorie in diverse città d’talia alle quali il poeta ha partecipato direttamente con i suoi componimenti o
scrivendo per i vari cantastorie, ricevendo tanti riconoscimenti. Nel 1976,
andato in pensione, dopo avere prestato servizio al comune di Mascali per
ben 22 anni, intensificò la sua attività
letteraria.
«La lirica e la patria erano temi
presenti nella sua raccolta giovanile –
ha detto la prof.ssa Castiglione –. Bella era legato al popolo, ritenuto suo
fruitore particolareggiato». «Bella
era un polivalente, schivo da applausi,
cercava di parlare agli altri con il sorriso in bocca. Con la sua poesia cercava di sconfiggere la morte», ha aggiunto il prof. Barletta. «Abbiamo donato dei volumi all’Amministrazione
comunale mascalese, da divulgare durante manifestazioni culturali ai giovani, e abbiamo pensato di donare
delle altre copie alla Biblioteca comunale di Mascali, per creare una sezione dedicata a Turiddu Bella», ha concluso, infine, la signora Maria Bella.
La serata è stata allietata dai cantastorie Rosita Caliò e Giuseppe Castello e
da molta gente comune, che ha voluto
rendere omaggio al ricordo del poeta
Bella leggendo qualche brano delle
sue poesie.
Angela Di Francisca
N. 20 • sabato 11 giugno 2011
3
La regina
del territorio
Sant’Alfio: nell’anniversario
della proclamazione del
centenario Castagno a
“Monumentale Messaggero
di Pace” numerose iniziative
e spunti di riflessione
Il Castagno dei Cento Cavalli, albero più antico d’europa, nel maggio 2008 venne proclamato dall’Unesco “Monumentale Messaggero di Pace”. Quest’anno, il Comune di
Sant’Alfio ed il Club Unesco di Acireale, con la sua presidente prof.ssa Nellina Ardizzone, in occasione dell’anniversario della celebrazione del riconoscimento hanno organizzato una tre giorni di studio. Ha aperto la manifestazione la
fiaccolata che, dal Castagno, si è spostata verso la Chiesa
con numerosi partecipanti e con la presenza del vescovo
della diocesi di Acireale, mons. Pio Vittorio Vigo. A seguire,
nei giorni successivi, l’inaugurazione di una mostra “Un Castagno, una regina, stampe dei viaggiatori del ‘700-‘800”
con proiezioni di alcuni filmati, ed il convegno internazionale sul tema “Tutela e valorizzazione del Castagno dei Cento Cavalli”.
L’inizio del convegno è arrivato con i saluti del Sindaco
di Sant’Alfio, Salvatore Russo, con i successivi interventi
moderati dalla presidente del Club Unesco di Acireale,
dott.ssa Nellina Ardizzone. Hanno relazionato elena Catterini, Leger consultant Unesco – Parigi, che ha indicato possibili percorsi a livello europeo dove il Castagno dei Cento
Cavalli potrebbe essere unico protagonista, e Fulvio Viesi,
presidente dell’Associazione “Città del Castagno”, il prof.
Giuseppe Maugeri, docente di Botanica all’Università di
Catania, che sollecita la salvaguardia della pianta del castagno con la moltiplicazione della stessa pianta. L’assessore comunale Giovanni Torrisi, l’assessore provinciale
Domenico Rotella e il deputato Nicola d’Agostino, in rappresentanza dell’Assemblea Regionale Siciliana, hanno
assicurato il loro impegno politico nella valorizzazione e
salvaguardia del Castagno, attrazione principale del centro
etneo.
A fine manifestazione, gli studenti del Liceo “Amari”,
guidati dal dirigente scolastico prof. Giovanni Lutri, hanno
recitato la commedia “L’Ippolito” di euripide, per ricordare il
III anniversario del riconoscimento Unesco al Castagno dei
Cento Cavalli, definito “Monumento Messaggero di Pace”. I
festeggiamenti dell’anniversario del Castagno, che ricordiamo essere la pianta più longeva d’Italia, si sono conclusi
con la sfilata del corteo storico con la rievocazione di una
storia lontana. I personaggi in costume d’epoca, sfilando
per le vie del paese, hanno fatto rivivere la famosa leggenda legata alla regina Giovanna, che trovò riparo sotto la
chioma del castagno con i suoi cento cavalieri.
Oggi, il Castagno dei Cento Cavalli, non solo a Sant’Alfio ma in tutto il territorio, deve ampliare il valore storico dell’area geografica in questione, generare ricchezza e costituire il motore economico di tutto il circondario. L’inserimento del bene “naturale” nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, per la sua tutela e la sua conservazione,
sia per il presente che per il futuro, diventa un accordo palese con le autorità competenti, che si impegnano, sempre
con costanza, per la valorizzazione e, soprattutto, la fruizione la tutela e la conservazione della bellissima Pianta.
Anna Fichera
Sul lungomare
di Riposto
Forse questa è la strada che porta
a guardare il sole,
la notte è stata un po’ lunga.
Ho bisogno di tanta luce,
per poter correre più forte...
la forza che ho dentro non basta.
Mi affascina passeggiare
sul lungomare di Riposto,
in questo spazio c’è tanto colore...
ed io dipingo questi momenti
nella mia poesia.
Vito Cutuli
Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 4
4
> S E T T I M A N A L E IDG
acese
N . 20 • s aba to 11 g iug no 2 011
di Giarre
Una serata indimenticabile
All’Accademia Zelantea di Acireale presentata “La sua figura”, una toccante poesia
che lo scrittore-poeta acese Biagio Fichera ha dedicato in occasione della
beatificazione di papa Karol Woityla
A
pochi giorni dalla tanto attesa beatificazione in Piazza San Pietro a
Roma, la personalità, la spiritualità, la ricca umanità di papa Giovanni Paolo II è stata oggetto, mercoledì 25 maggio, di una affollata
conferenza nella Sala “Cristoforo Cosentini” della
Biblioteca Zelantea di Acireale. Promossa dall’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici nel quadro annuale
delle sue attività culturali, la serata ha avuto come relatore don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano e parroco della Basilica Cattedrale,
che ha tracciato una brillante ed esaustiva sintesi del
pontificato di Karol Woityla, il Papa “venuto da lontano”, il cui pontificato (26 anni, 6 mesi e 14 giorni)
si colloca, per durata, dopo quello di papa Pio IX.
Introdotto dal dott. Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia, che ne ha brevemente illustrato il curriculum e i numerosi incarichi ricoperti in
diocesi, don Roberto, alla presenza di un pubblico
qualificato, ha esordito puntualizzando come sia impossibile racchiudere la poliedrica personalità di
Giovanni Paolo II nei limiti angusti e circoscritti di
una conferenza, sottolineando la commozione popolare al momento della morte del Santo Padre, avve-
nuta alle 21,37 del 2 aprile 2005, testimoniata anche
dalla spontanea partecipazione degli acesi alla veglia
di preghiera tenutasi in Cattedrale fino a tarda ora.
Ha, quindi, ripercorso le tappe fondamentali della
sua vita, segnata dalla morte prematura della madre,
del fratello, del padre, dal duro lavoro in una cava di
pietra, da una vocazione al sacerdozio matura e consapevole.
Altrettanto efficacemente, don Roberto ha illustrato i momenti salienti del pontificato di papa
Woityla, evidenziandone i numerosi viaggi in Italia e
all’estero, le encicliche, le visite pastorali, le udienze
settimanali. Un ministero pastorale portato avanti
senza risparmio di forze e di energie, fino agli anni
della sofferenza fisica, affrontata con esemplare dignità. “Il Papa del coraggio”, che tutti noi abbiamo
sentito vicino nella sua dimensione più autentica,
quella umana. “Non abbiate paura: aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”: è stato questo il motivo
dominante del pontificato di Karol Woityla, il 263°
successore di Pietro.
La seconda parte della serata ha visto la partecipazione dello scrittore acese Biagio Fichera, che ha
narrato un episodio della sua vita, a riprova della
grande umiltà ed umanità del papa, e ha quindi letto,
con suggestiva intensità, quattro liriche della copiosa
produzione poetica di Karol Woityla, oltre ad una sua
personale composizione dal titolo “La sua figura”.
“Sulla tua tomba bianca”, “Canto del dio nascosto”,
“Cava di pietra” e “Canto del sole inesauribile” sono
liriche profonde che hanno destato commozione nel
pubblico, contribuendo a gettare un’ulteriore luce
sulla dimensione umana e cristiana del beato Giovanni Paolo II.
Angelita Messina
Donatori, condizioni di base
A
lla ribalta del Gazzettino la
dottoressa Gabriella Garagozzo, facente parte nella Comunale Avis di Acireale del corpo sanitario, guidato dal dottore Salvatore Pennisi. Anche la dottoressa Garagozzo all’impegno professionale e familiare
aggiunge (dal 1998) anche quello di
volontariato nell’Avis. Con lei affrontiamo il problema delle condizioni per
diventare donatore e le relative condizioni di base.
«Può essere donatore – ci riferisce
la dottoressa Garagozzo – qualunque
persona che gode di buona salute, abbia compiuto 18 anni e che pesi alme-
no 50 chilogrammi.
Sono evidentemente
escluse dalla donazione del sangue le persone che, in passato,
siano state affette da
particolari disturbi
tra cui, ricordo, le
malattie veneree, l’epatite virale, le affezioni vascolari o cardiache, le malattie
croniche renali, l’ulcera gastro-duodenale, ecc.».
Apprendiamo che
una persona soggetta ad alcolismo, ad
assunzione di droghe e a rapporti sessuali a rischio, deve auto escludersi
dalla nobile azione di donare il proprio
sangue.
«L’intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l’altra –
conclude la dottoressa – è di 90 giorni
e la frequenza massima annuale non
deve essere superiore a 4 volte per gli
uomini, a 2 volte per le donne in età
fertile che dovranno, però, astenersi
durante le mestruazioni, la gravidanza
e per un anno dopo il parto».
C.D.M.
Un luogo
di divertimento
Aci S. Antonio:
riconsegnata alla città la
villa comunale, oggetto di
interventi di manutenzione
Una occasione per riunire passione sportiva e uso
delle strutture pubbliche, ad Aci S. Antonio, è stata offerta dalla manifestazione sportiva “Fiat 500 Forever”, organizzata dal Club Nuvolari con il patrocinio del Comune.
Nel corso della giornata, infatti, è stata aperta al pubblico
la rinnovata villa comunale interessata da interventi di
manutenzione straordinaria compiuti dall’Amministrazione Cutuli, attraverso l’assessorato al Verde pubblico, retto da Stefano Finocchiaro. Gli interventi hanno riguardato, in particolar modo, la pulizia e la cura del verde presente nel principale giardino pubblico comunale; è stata
ripulita e riqualificata anche la coreografica vasca con
fontana, posizionata al centro della villa, e sottoposto a
manutenzione straordinaria il blocco dei servizi igienici.
Una novità assoluta è inoltre rappresentata dall’installazione di una piccola bambinopoli (con altalena, torre con scivolo e giochi a molla) dedicata all’intrattenimento e al divertimento dei più piccoli. Tale realizzazione è
stata resa possibile grazie anche all’importante opera di
sensibilizzazione e sollecitazione compiuta dal Consiglio
comunale. L’intenzione di Amministrazione e Consiglio
comunale è ora quella di completare l’intervento, attrezzando un’altra bambinopoli anche nella frazione di Santa
Maria La Stella. All’apertura ufficiale della bambinopoli
sono intervenuti anche Roberto Licciardello, in rappresentanza del Civico consesso, e il geom. Rosario Strano,
dell’Ufficio Tecnico, responsabile del Servizio verde pubblico. Oltre ai già citati interventi si è anche provveduto a
regolarizzare gli orari di apertura della villa comunale, in
modo da consentire, con l’arrivo della bella stagione, una
fruizione ottimale da parte dei cittadini anche nelle ore
pomeridiane.
Valeria Scalisi
Auguri Sergio e Veronica
Biancavilla, lo scorso
28 maggio, con la Chiesa Madre “Santa Maria
dell’elemosina”, ha regalato una giornata di felicità a Sergio e Veronica.
I due giovani, infatti sono
stati uniti in matrimonio
dal Prevosto Pino Salerno, davanti ai testimoni
Luca Caruso, Marco Caruso e Alfio Campanella
per lo sposo, e Placido
Milazzo e Valeria Aiello
per la sposa.
Dopo la cerimonia
commozione ed allegria hanno accolto gli inviatati per il
ricevimento presso un noto locale di Acireale.
Agli auguri di una lunga e serena vita insieme, rivolti
a Sergio e Veronica da parenti ed amici, si associa anche la grande famiglia del Gazzettino.
Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:03 Pagina 5
> S E T T I M A N A L E IDG
speciale
di Giarre
N. 20 • s aba to 11 giugno 2011
5
Lavorando... in crociera
Una reale opportunità per i giovani di intraprendere una carriera.
Alla scoperta di un orizzonte ancora poco conosciuto
S
vegliarsi ogni mattina in un
paradiso terrestre diverso.
Passare la giornata in una
lussuosa nave da crociera.
Se, fino ad oggi, tutto ciò è
collegato all’idea di vacanza, ebbene c’è chi ha reso di questo stile di
vita un lavoro. Giovani con il desiderio di
esplorare il mondo e di inseguire le proprie
aspirazioni divertendosi. Perché lo spirito
di chi lavora su di una nave da crociera è
questo: passione, impegno e divertimento.
Numerose le opportunità di lavoro, che le
aziende crocieristiche offrono in svariati
ambiti: dalle cariche degli ufficiali di bordo, al settore alberghiero, al settore artistico. Il tutto coordinato dall’abilità della figura del Direttore di Crociera.
A bordo della prestigiosa nave “Costa
Romantica”, condotta dal timone del Comandante Carmine Maddaloni, incontriamo il Cruise Director Francesco Raccomandato che così illustra le attività e le opportunità lavorative di bordo: «La figura
del Direttore di Crociera gestisce tutte funzioni pubbliche in rapporto con l’ospite: si
occupa della stesura del programma giornaliero, del coordinamento delle escursioni, delle funzioni di imbarco e sbarco degli
ospiti. Gestisce le attività legate all’intrattenimento a partire dagli spettacoli in teatro, ai musicisti, all’animazione per adulti
e bambini. In oltre mantiene le relazioni
pubbliche tra gli ospiti della nave».
- Quanto dura l’ingaggio dello staff
di bordo?
«Lo staff di animazione, sia bambini
che adulti, normalmente viene agganciato
con un contratto stagionale che va dai
quattro ai cinque mesi. Per quanto riguarda la compagnia di spettacolo serale, ha
un ingaggio di sei mesi in quanto, una volta preparato uno spettacolo con un corpo
di ballo, si propone per tutta la stagione, e
il ricambio degli artisti avviene con la preparazione degli spettacoli della stagione
successiva. Infatti, gli spettacoli vengono
selezionati e preparati a terra dal nostro
ufficio intrattenimento di Genova, che si
occupa della programmazione e della formazione del cast. Stesso iter per i musicisti».
- Quali sono le difficoltà più frequenti nel coordinamento degli artisti e dello
staff?
«In questo momento c’è un ricambio
molto forte di animatori: avendo tante navi
l’azienda sente il bisogno di ingaggiare
periodicamente tanti giovani per sostituire
i ragazzi che, dopo il periodo estivo, rientrano sulla terraferma per proseguire gli
studi. Anche se la logica aziendale è più rivolta ad un meccanismo di avanzamento e
di carriera, una volta che il giovane viene
assunto. Costa Crociere sta facendo un
grande investimento sulla formazione del
personale, con dei corsi a terra di tre settimane prima dell’imbarco: così si riesce a
capire se il ragazzo è portato o meno alla
vita di bordo. Per gli artisti viene tutto gestito dagli uffici di Genova. Quindi, il mio
incarico è quello di gestire lo spettacolo in
base alle esigenze degli ospiti e di riportare un feedback agli uffici di terra sull’operato degli artisti».
- Quali sono le prospettive di carriera per un giovane in ambito crocieristico?
«Il mercato crocieristico è in forte
espansione, ci sono tanti posti di lavoro:
stiamo facendo una miriade di corsi di formazione per animatori, cruise staff, addetti
all’ufficio escursioni, all’ufficio informazioni… C’è una richiesta molto forte di
personale e l’azienda sta investendo tanto
sulla formazione, anche in collaborazione
con le varie provincie e con la Comunità
Europea per il reclutamento del personale.
È un mondo lavorativo molto affascinante,
in cui ci si deve credere e fare l’abitudine
per affrontare, ad esempio, la lontananza
dalla famiglia e adattarsi ad un ambiente
multiculturale e multietnico».
- Aspetti positivi della vita a bordo?
«Ho sempre trovato una grande energia e crescita a livello culturale e mentale:
quando torno a casa, rispetto alla realtà di
provincia mi rendo conto che il mio modo
di pensare e di espormi è molto diverso,
perché la vita a bordo ti apre gli orizzonti:
stare a contatto con gente da tutto il mondo, vedere posti sempre diversi ad ogni
scalo ti fa intuire come vive la gente di luoghi differenti».
Proseguendo l’esplorazione tra i mestieri di bordo si incontrano le figure degli
artisti della compagnia teatrale costituita
da ballerini, cantanti e fantasisti. A fare da
cicerone nella luccicante vita degli artisti
sono le due stars di bordo: la bellissima
Andrea Libby e Giacomo Angelini, brillanti voci della Costa Romantica. Giacomo
Angelini, 23 anni, spiega cosa porta un’artista a bordo di una nave da crociera: «Il
mio percorso inizia con gli studi all’Accademia di Musical di Milano e da lì ho intrapreso la prima avventura nel mondo del
musical, che è la mia aspirazione. Ho iniziato con “High School Musical”, ho partecipato a “Il mondo di Patty” con Laura
Esquivel e poi mi è arrivata l’opportunità
di lavorare in “Mamma Mia”, che è il mio
grande sogno realizzato e che riprenderà a
Roma l’anno prossimo. Nel tempo che intercorre, ho trovato un ottimo sfogo per la
mia creatività in Costa Crociere: sulla nave da crociera viene offerto agli artisti un
lavoro molto prestigioso che si posiziona
sicuramente in alto nella classifica delle
aspirazioni di un artista».
- Qual è la vita dell’artista a bordo?
«È esattamente la vita dell’artista: fac-
ciamo due spettacoli serali da un‘ora ed
una prova generale prima dello spettacolo.
In una settimana facciamo quattro spettacoli. Gli spettacoli vengono confezionati
dalla Selection e si tratta di show divenuti
di repertorio della Costa. Poi, ci sono altri
tre spettacoli, realizzati con artisti che sono “inter port”, ovvero che salgono il
giorno dello spettacolo e noi facciamo da
spalla per dare loro il tempo dei cambi.
Per il resto della giornata abbiamo molto
tempo libero».
- Chi prepara gli artisti allo spettacolo?
«I coreografi e i vocal-coach di Silvano d’Orba, dove si trovano le sale prove. È
li che preparano i cast. La cosa buona di
lavorare su una nave è che vieni gratificato perché hai la possibilità di “fare le scale
in salita”, cosa che sulla terra ferma non
accade sempre per meritocrazia».
La talentuosa cantante Andrea Libby
aggiunge: «Agli artisti che vogliano intraprendere il percorso sulle crociere consiglio di avere la mente aperta: sulla nave è
psicologicamente molto difficile vivere,
perché si perde il senso della realtà. Non
bisogna perdere di vista il fatto che, essendo gli unici cantanti a bordo, è facile ricevere gli elogi del pubblico e questo, spesso,
fa travisare la realtà una volta scesi a terra, ed è li che scatta il reale confronto professionale con i colleghi. La crociera da
anche l’opportunità di viaggiare moltissimo: vedi posti che, altrimenti, non vedresti
mai e puoi continuare a conseguire il tuo
sogno di artista sulla nave».
Lungo i corridoi degli eleganti saloni
di una nave da crociera è facile incontrare
la figura vulcanica del Capo Animatore.
Gianfranco Arrabito così spiega le sue
mansioni a bordo di Costa Romantica: «La
vita del Capo Animatore è molto intensa:
oltre le attività d’animazione, da interno e
da esterno, si deve occupare anche di tutto
ciò che riguarda la gestione e l’organizzazione di un team vario e di nazionalità diverse: nel mio team abbiamo brasiliani,
domenicani, italiani… le attività iniziano
la mattina proseguendo fino a sera, all’interno delle grandi sale della nave».
- Cosa consigli a quanti vogliano intraprendere il percorso di animatore
sulle crociere?
«Fatelo con il cuore: divertitevi tanto.
Bisogna partire con questo presupposto
perché si tratta di un lavoro molto intenso
e la passione è fondamentale».
Il mercato crocieristico offre ottime
possibilità di crescita professionale a quanti abbiano la passione del viaggiare e la voglia di mettersi in gioco nel confronto con
altre culture: una grande possibilità per allargare i propri orizzonti ed accrescere le
proprie prospettive.
Marzia Vaccino
Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:04 Pagina 6
> S E T T I M A N A L E IDG
6
N . 20 • s aba to 11 giug no 2011
catania e provincia
Dobbiamo investire all’estero
Catania: al convegno “Processi d’internazionalizzazione” si parla dei 18 milioni di
euro di fondi Por. Delocalizzare significa potenziare le aziende.
Turchia ed emirati Arabi a confronto. Nuovi sbocchi per l’impresa siciliana
P
arlare di investimenti all’estero in un momento
economicamente difficile
è possibile se si focalizzano progetti validi: incoraggiare il commercio internazionale, mettendo da parte i pregiudizi ma analizzando i fattori di rischio. Non più “Paesi Obiettivo” ma
“Settori Obiettivo”: è questa la novità
dei nuovi bandi Por Sicilia 2007-2013
che verranno pubblicati dalla Regione
nei prossimi mesi e che prevedono uno
stanziamento di 18 milioni di euro totali, per supportare le imprese nei loro
progetti, in primis quelli rivolti all’internazionalizzazione. È un’opportunità
che apre concretamente le porte all’estero per i prodotti e i servizi dell’Isola,
in particolar modo verso Paesi come la
Turchia e gli Emirati Arabi i cui vantaggi d’investimento sono stati oggetto
di studio del convegno svoltosi all’Hotel Excelsior organizzato dall’Unione
Giovani Dottori Commercialisti ed
Esperti Contabili di Catania (Ugdcec),
dal Gruppo dei Giovani Industriali di
Catania, dallo Studio Legale milanese
Pavia e Ansaldo, con la partecipazione
di Simest Spa e di Consorzio Etna Export.
Oltre 73 milioni di abitanti di cui il
65% ha meno di 34 anni, con un età media di circa 28 anni; 400mila laureati
l’anno che denotano un elevato livello
culturale. Sostituendo le parole ai numeri: più consumatori e più forza lavo-
ro. Questi alcuni dati macroeconomici
della Turchia che, se sommati al Pil del
2010 cresciuto dell’8.1%, dimostrano
come il Paese sia in forte crescita economica. Così come è evidente il recupero e il conseguente sviluppo degli
Emirati Arabi Uniti, grazie alla spinta
del turismo, del commercio e del prodotto di punta - il petrolio - in un contesto socio-economico favorito dalla stabilità politica interna.
Nonostante oggi siano tante le
realtà imprenditoriali siciliane interessate a internazionalizzare i propri prodotti, ad ostacolare il raggiungimento
degli obiettivi è la carenza di informazioni adeguate, la scarsa capacità di saper penetrare nel tessuto economico di
Paesi culturalmente diversi. Da qui nasce l’evento, studiato ad hoc per coinvolgere i principali protagonisti del nostro mercato, per illustrare le modalità
di accesso e di operazione nei mercati
esteri e sviluppare al contempo valide
sinergie professionali. Gli interventi,
differenziati per settore e tipologia,
hanno messo in luce tutti gli aspetti di
carattere giuridico, imprenditoriale, fiscale, finanziario e aziendale, analizzando le peculiarità così come le criticità circa le modalità di approccio ai diversi contesti. Elemento innovativo del
convegno, inoltre, è stato quello di affiancare alla Turchia gli Emirati Arabi,
senza confondere le due culture, ma
evidenziando gli interessi bilaterali: la
prima, infatti, considerata il ponte tra
Europa e Paesi Arabi, potrebbe giocare
il ruolo di hub di accesso per gli altri
mercati
Hanno aperto i lavori il presidente
dell’Ordine dei dottori commercialisti
ed esperti contabili di Catania, Margherita Poselli, il presidente dell’Unione
giovani dottori commercialisti ed
esperti contabili di Catania, Sebastiano
Impallomeni, il vice presidente vicario
Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Catania, Alessia Paone e il
presidente Giovani imprenditori Confindustria Sicilia, Silvio Ontario. A seguire gli interventi tematici moderati da
Aurelio Alizzio, Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Catania: Rosario Sapuppo (Studio
legale Pavia e Ansaldo) con “Il sistema
giuridico turco: aspetti fiscali e contrattuali”; Mario Faro (gruppo Piante Faro)
con “Testimonianza d’impresa: focus
Turchia”; Daniele Carminati (studio legale Pavia e Ansaldo) con “Aspetti fiscali e contrattuali degli Emirati Arabi
Uniti”; Salvo La Mantia (GdA Emirates) con “Testimonianza d’impresa: focus Emirati Arabi Uniti”; Salvatore
Messina, presidente Consorzio Etna
Export, con “Presentazione dell’iniziativa Consorzio Etna Export”; Marcellino Seminara, presidente Federexport
Sicilia, con “Il Consorzio Export delle
Pmi, strumento permanente di sostegno
alla attività di internazionalizzazione” e
Paolo Di Marco Simest Spa (Società
italiana per le imprese all’estero) con
“Sistemi di incentivazione e di finanziamento per le operazioni di
import/export e di investimento”.
«L’approccio all’internazionalizzazione sarà rivoluzionato – ha spiegato il presidente di Federexport Sicilia,
Marcellino Seminara –, soprattutto per
settori strategici quali la nautica, l’agroalimentare, i beni culturali, ma anche hi-tech, arte, moda e arredo. Ogni
comparto, infatti, possiede le proprie
regole e propensioni, per questo occorre assistere le aziende siciliane nella
penetrazione delle singole sfere commerciali e non più del Paese straniero
in generale».
«Le attuali presenze imprenditoriali italiane in Turchia ed Emirati Arabi –
secondo il fondatore dell’Associazione
italo-turca Rosario Sapuppo, nonché
componente dello Studio Pavia e Ansaldo – sono, prima ancora che un
esempio funzionale di eccellenti sinergie professionali, la conferma reale che
delocalizzare non significa trasferire
l’azienda, ma potenziarla, aprire nuovi
spiragli d’investimento che superano i
confini del mercato ormai maturo dell’Italia e della Sicilia».
Un messaggio pratico dunque quello che il convegno vuole lanciare al
mondo dell’imprenditoria, perché
«l’internazionalizzazione non è una
tendenza ma un processo complesso di
cui bisogna avere una visione ampia e
allargata – ha precisato Aurelio Alizzio dell’Ugdcec catanese – il timore
delle aziende isolane di puntare all’estero è, spesso, dovuto alla mancanza
di chiarezza delle giuste informazioni».
Non solo aspetti economico-fiscali
e giuridici ma anche contrattuali e sociali di cui bisogna aver consapevolezza: «Le opportunità di business straniero per l’Italia sono concrete, la domande del made in Italy è forte», ha affermato Daniele Carminati dello Studio
Pavia e Ansaldo. Significative in questa
direzione le testimonianze imprenditoriali del Gruppo Piante Faro in Turchia
e di GdA Emirates negli Emirati Arabi,
rispettivamente menzionate da Mario
Faro e Salvo La Mantia.
Salvatore Rubbino
Voglia di essere protagonisti
Festa della Repubblica e “Rock Repubblic” a Linguaglossa.
L’appuntamento stimola i giovani e il paese li fa esibire in piazza
C
ome tutti sappiamo, il 2 giugno viene festeggiata la festa della Repubblica per ricordare,
appunto, la nascita della stessa. Ricordiamo
che il 2 giugno 1946 si svolse il Referendum istituzionale che mise fine alla monarchia nel nostro Paese.
Prima della fondazione della Repubblica, però, la festa nazionale italiana era la prima domenica di giugno,
anniversario della concessione dello Statuto Albertino. Con la legge del marzo 1977 la festa della Repubblica venne spostata alla prima domenica di giugno
per essere riportata a giorno 2 solo nel 2001, grazie all’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi. Le celebrazioni quest’anno, poi, hanno una
valenza particolare perché cadono nell’anno del 150°
dell’Unità.
In tutti i paesi è stata festeggiata e quest’anno, a
Linguaglossa, il sindaco Rosa Maria Vecchio, l’asses-
sore agli Eventi, Antonino Di Francesco, l’assessorato
alle Politiche giovanili, retto da Claudio Guzzetta e
l’Associazione culturale e musicale “Labim” hanno
pensato di organizzare la così denominata “Rock Republic”. Nella mattinata di giovedì 2 giugno, infatti, è
stata celebrata una Santa Messa nella chiesa di San
Francesco di Paola, da Padre Orazio Barbarino, alla
presenza del Sindaco e delle autorità militari e civili.
Al termine della celebrazione liturgica una corona floreale è stata depositata dai Vigili urbani all’altare dei
caduti, dopo che il sindaco Rosa Maria Vecchio, il
Corpo Forestale, i Carabinieri, il gruppo degli Alpini,
i membri dell’associazione Carabinieri ed i Vigili del
Fuoco volontari del paese hanno cantato, con sottofondo musicale, l’Inno di Mameli. Il pomeriggio, invece, i cittadini hanno festeggiato a suon di rock perché dalle ore 16 si sono visti sul palco parecchie rock
band locali e chi voleva fare una passeggiata poteva
visitare le belle esposizioni artistiche, degustare i prodotti tipici locali, portare i propri figli in una zona animazione oppure, per gli appassionati, andare nell’area
della briscola in cinque, realizzata a cura della NBL.
In merito all’evento, l’assessore Claudio Guzzetta
ha dichiarato: «Linguaglossa, nel 2010, si è dotata di
una sala prove musicali e ciò a permesso ai giovani
del paese di fare uscire fuori le loro capacità e potenzialità. Infatti, si sono esibiti oltre nove gruppi e ciò
ha portato al protagonismo giovanile ed a questa bellissima manifestazione che è stata proposta dall’associazione Labim. Grazie, dunque, a questi giovani è
possibile ottenere manifestazioni molto belle come
questa».
Sonia Santamaria
di Giarre
Nuovi traguardi
di tutela
Inaugurata la nuova sede
della Federconsumatori nel
Comune di Linguaglossa
alla presenza di numerosi
cittadini
Giorno 3 giugno scorso, nella Sala di rappresentanza del Comune di Linguaglossa, è stata inaugurata
la nuova sede dell’associazione Federconsumatori
che si troverà nella piazza Santo Calì del paese. Quest’associazione, costituita nel 1988 con il sostegno
della Cgil, è senza scopo di lucro e ha come obiettivi
prioritari l’informazione e la tutela dei consumatori. La
Federconsumatori è presente in tutto il territorio nazionale ed opera da vent’anni nella difesa dei diritti dei
consumatori. Presenti alla serata il sindaco, Rosa Maria Vecchio, l’assessore Claudio Guzzetta, il presidente del Consiglio comunale, Domenico Grasso, i componenti del Civico consesso, il presidente provinciale
Federconsumatori Paolino Maniscalco, la vice presidente provinciale Clelia Papale, il responsabile di zona Salvo Prestigiovanni, il segretario confederale Cgil,
Catania Angelo Villari, la segreteria Cgil, Giacomo
Rota, e Pina Paletta, e il linguaglossese presidente
nazionale della Federconsumatori, Rosario Trefiletti.
Nel corso della serata tutti hanno espresso il loro
pensiero su questa sede che si dovrà aprire a Linguaglossa e tutti, molto chiaramente, hanno spiegato di
cosa si tratta e, soprattutto, quali sono gli obiettivi comuni che la Federconsumatori non solo vuole raggiungere ma che ha sempre raggiunto: fornire consulenza e assistenza a tutti i cittadini. Il presidente Rosario Trefiletti ha, infine, dichiarato: «Noi della Federconsumatori stiamo aprendo delle sedi in tutta la provincia di Catania. Certo, è un lavoro complicato ma siamo arrivati ad una ventina di luoghi in cui la Federconsumatori aprirà delle sedi a disposizione dei cittadini.
Ciò significa seguire tutte le loro problematiche, dalle
bollette ai raggiri che possono avere, essere a disposizione, insomma, a trecentosessanta gradi. C’è una
cosa che a me piace molto: questi luoghi, a volte servono anche per parlare, perché magari qualcuno si
sente solo e abbandonato. Quindi, la Federconsumatori è una nuova forza sociale, un’implementazione
della democrazia perché noi diamo delle risposte alle
persone, discutiamo con loro e questa è una cosa
molto positiva che ci impegna moltissimo e ci impegnerà sempre, soprattutto nell’ambito del mezzogiorno, nei luoghi dove c’è anche più bisogno. Noi siamo
un’associazione di volontariato, io stesso che sono
sempre in centinaia di trasmissioni televisive, non
prendo un euro».
S.S.
Brezza
mattutina
Oh dolce brezza mattutina
da quanto tempo eri attesa
ti beffeggiavi di noi, ci deludevi
poi tutto d’un tratto fresca e tesa
ci accarezzi i visi, fai rinascere i cuori
la tua fragranza è dolce e soave
perché per tanti anni ti eri celata,
sapessi quanto sei stata invocata
ora ci inebri di vita, ci pervadi
le speranze non son più sopite
i giovani avanzano a schiere infoltite
i loro sguardi son fieri e leali
or torneranno per vivere i loro ideali:
gridare in coro la loro dignità
gridare in coro la loro libertà.
Oh dolce brezza mattutina
avvolgi serena le nostre menti
fa che i giovani non sian più silenti
la tua fragranza avanzi, si espanda
prendi per mano le loro speranze
non più di morte macabre danze!
Saro Pistorio
Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:04 Pagina 7
> S E T T I M A N A L E IDG
alcantara
di Giarre
N. 20 • sabato 11 giugno 2011
7
Silvio Benedetto: una vita che si fa “arte”
U
Nostra intervista al famoso e poliedrico artista italo-argentino in occasione dell’inaugurazione
alle Gole dell’Alcantara del museo permanente a lui intitolato ed interamente dedicato
n grande artista di fama
internazionale ha fortemente avvertito il “richiamo” della Valle dell’Alcantara, al punto da
eleggerla a sede permanente di un museo che raccoglie il meglio
della sua produzione e dei suoi ricordi professionali e personali: è Silvio Benedetto,
nato in Argentina nel 1938, ma proveniente da una famiglia siciliana (di Avola, in
provincia di Siracusa) che già annoverava
pittori e fotografi.
L’arte, nelle sue molteplici espressioni
(pittura, scultura, allestimenti teatrali, cinema, fotografia, ecc.), è dunque nel “dna” di
questo personaggio, la cui “prorompente”
creatività è stata recensita da “firme” del
calibro di Dacia Maraini, Renato Guttuso e
Leonardo Sciascia.
Il maestro Benedetto, inoltre, è stato
amichevolmente frequentato da artisti ed
intellettuali eccelsi quali Eduardo De Filippo, Carlo Levi, Ignazio Buttitta e Rosa Balistreri.
E quando, nel 1974, la sua installazione “Uomo Cristo”, destinata alla Piazza
Politeama di Palermo, fece gridare allo
scandalo i soliti “benpensanti”, intervenne
in sua difesa, sottoscrivendo un apposito
documento, gente come Dario Fo, il regista
Nanni Loy, il cantautore Sergio Endrigo e
l’intellettuale Cesare Zavattini.
Il quotatissimo artista, malgrado abbia
fissato la sua residenza ufficiale a Roma
già alla fine degli Anni Cinquanta («venni
in Italia giovanissimo – racconta al riguardo - per accompagnare mio nonno che voleva rivedere la sua Sicilia, ma finì che lui
rientrò in Argentina ed io decisi di rimanere qui»), è sempre in giro per la Penisola in
quanto enti pubblici e soggetti privati si
contendono il suo estro creativo per abbellire i rispettivi spazi.
Le opere figurative di Benedetto (tra
cui anche giganteschi murales) adornano,
pertanto, diversi luoghi del mondo e dell’Italia e, da qualche giorno, anche le “nostre” Gole dell’Alcantara, grazie al museo
permanente interamente dedicato all’arti-
Silvio Benedetto durante l’inaugurazione del museo ed insieme
al grande cantautore argentino Omar Moreno Palacios
sta italo-argentino che i fratelli Maurizio,
Nino ed Alessandro Vaccaro hanno ricavato all’interno del loro Parco Botanico e
Geologico annesso al rinomato sito naturalistico.
Pur non essendo critici d’arte, da semplici giornalisti “osservatori” ci piace riportare le nostre modeste impressioni sullo
stile di Silvio Benedetto, che troviamo
estremamente comunicativo ed al tempo
stesso innovativo; uno straordinario “mix”,
insomma, di passato, presente e futuro, che
non lascia certamente impassibile lo spettatore il quale, al cospetto dell’“esplosione” di colori e forme presente nei dipinti,
nelle sculture e nelle installazioni di quest`artista, prova intense emozioni, spesso
assimilabili ad una sorta di “gioioso senso
di divertimento”.
Ma ecco cosa ci ha detto il Maestro in
quest’intervista rilasciataci nei giorni scorsi alle Gole dell’Alcantara, dove ci ha accolto con l’umiltà e la cordialità tipiche di
chi è veramente un “grande”.
- Maestro Benedetto, da cosa deriva
questa sua quasi “necessità” di solcare
generi artistici diversi, quali la pittura,
la scultura, la recitazione, ecc.?
«Come dice lei, si tratta proprio di una
mia “necessità”, perché non mi basta
esprimermi solo con la parola: ho bisogno
anche di altre forme di linguaggio. Così,
certe cose le comunico con la pittura, altre
con la scultura, altre ancora con il teatro,
e così via».
- Chi è, secondo lei, il “vero” artista?
«Colui che vive tra sogno e realtà. Nel
senso che non bisogna alimentarsi solo di
romanticismo e fantasia, ma occorre anche saper essere “uomini del nostro tempo” sforzandoci di conoscere e capire le
problematiche della società contemporanea: è questo il mio modo di essere artista».
- Ma tra le varie forme di espressione artistica in cui lei si cimenta, ne predilige in particolare qualcuna?
«Diciamo che è il teatro ad affascinarmi particolarmente in quanto, anche se si
porta in scena la stessa opera della sera
precedente, ogni esibizione è sempre qualcosa di diverso».
Agriturismo Ghiritina:
il “cuore” dell’Alcantara
Da
qualche
settimana il “Gazzettino” ha una
nuova “amica” che
vuole ulteriormente
far conoscere le
sue tante qualità
attraverso le pagine del nostro giornale: è l’azienda
agrituristica “Ghiritina”, così denominata dalla contrada
di Francavilla di Sicilia in cui si trova.
ed, in effetti,
Lorenzo Silvestro, titolare dell’Agriturismo Ghiritina, sarebbe un grave
ed una delle eleganti camere “deluxe” all’interno della struttura “errore” venire nella Valle dell’Alcantara e non far tappa in quest’incantevole angolo di territorio, dove fascino della natura, buona cucina ed affettuosa ospitalità regnano sovrani.
Recarsi all’Agriturismo “Ghiritina” significa immergersi in un suggestivo scenario rurale incastonato tra il vulcano etna ed il
mare di Naxos e sovrastato dagli antichi centri abitati di Castiglione di Sicilia e Motta Camastra: ci si ritrova, in pratica, nel “cuore”
della Valle dell’Alcantara, della quale questa struttura ricettiva e di ristoro, sorta nel 2004, riesce a far cogliere l’atmosfera più autentica.
Al “Ghiritina” è possibile pernottare in camere “deluxe” a partire da soli venticinque euro a persona e trascorrere piacevoli momenti di svago e relax negli annessi piscina e solarium.
Ma per chi si trova da quelle parti solo per un paio d’ore, è d’obbligo fermarsi in questo accogliente agriturismo almeno per degustare la migliore cucina tipica siciliana nonché l’eccellente pizza preparata (nel forno a legna) direttamente dal titolare della
struttura, ossia il giovane Lorenzo Silvestro che è un eccelso professionista del settore avendo conseguito il diploma dell’A.P.I.
(Associazione Pizzaioli Italiani).
Le sale destinate alla ristorazione sono due: la “Mandrazzi” (duecento coperti) e la “Ghiritina” (cinquanta coperti). La prima, in
particolare, ogni sabato sera si trasforma in grande balera-discoteca dove è possibile abbandonarsi ai piaceri del ballo liscio, latinoamericano e di gruppo grazie al brioso intrattenimento musicale dello showman Maurizio Lombardo e del dj Franco Tatì (in
estate, invece, viene attivata la balera esterna). Ma lo spaziosissimo ambiente della “Sala Mandrazzi” consente anche di ospitare
eventi di spettacolo e convegnistici ed è la “location” ideale per festeggiare in allegria ed insieme a tantissime persone qualsivoglia
ricorrenza.
Lorenzo Silvestro, giovane e dinamico titolare e gestore del “Ghiritina” col prezioso supporto di papà Angelo e mamma Concetta, ha anche voluto valorizzare gli artisti figurativi locali affidando loro (in particolare ai pittori Roberto Fradale e Salvatore Maugeri) il compito di abbellire le pareti degli ambienti interni con dipinti riproducenti noti scorci paesaggistici della zona.
“Colore” e “Calore” sono, dunque, le principali caratteristiche dell’Agriturismo “Ghiritina”, che di recente anche l’elegante rivista nazionale “Motocross” ha pubblicamente elogiato sulle sue pagine in quanto alcuni giornalisti inviati al Campionato Mondiale
di enduro disputato a Francavilla di Sicilia il mese scorso, hanno avuto la “fortuna” di soggiornare lì, rimanendo pienamente soddisfatti dell’ospitalità, dei comfort e della buona tavola offerti da una struttura che costituisce un motivo in più per amare e “vivere”
la Valle dell’Alcantara.
- Limitandoci alle arti figurative, come potremmo definire il suo stile?
«Da autore che, come tale, vive in prima persona l’affascinante esperienza della
creazione artistica, posso semplicemente
dire che quando dipingo è il colore a “comandare”, mentre quando disegno è la linea».
- A quanto pare Silvio Benedetto è
rimasto “folgorato” dalla Valle dell’Alcantara e quest’ultima, a sua volta, ha
accolto la sua persona e la sua arte a
braccia aperte, al punto che nel rinomato sito turistico della Gole di Motta Camastra è stato realizzato il museo permanente a lei dedicato. Che emozioni le
ha dato quest’angolo di territorio siciliano?
«Sto avendo il piacere di frequentarlo
grazie all’amicizia che mi lega ai fratelli
Maurizio, Nino ed Alessandro Vaccaro,
giovani e brillanti imprenditori turistici
che ho conosciuto un paio d’anni fa, quando operavo in Liguria presso il Parco delle
Cinque Terre. Ma, al di là della simpatia
umana che li caratterizza, i fratelli Vaccaro meritano tutta la mia ammirazione e tutto il mio sostegno perché sono imprenditori veramente “illuminati” in quanto in tutto ciò che fanno mettono al primo posto il
rispetto per l’ambiente, attuando tutte le
buone prassi di sviluppo sostenibile. E sulla base di quanto affermavo prima (e cioè
che un artista deve essere sempre sensibile
alle problematiche della società), ciò mi
ha convinto a stare al loro fianco in quest’esaltante avventura del museo permanente a me dedicato e ricavato all’interno
della loro struttura. Pensate: ci troverete
anche la prima opera in assoluto della mia
carriera (ossia il “Nudo di Susanna” del
1951) e l’ultima che ho realizzato (“Silvia
all’Alcantara”), dedicata alla mia compagna ed a questo territorio. Desidero, a tal
proposito, ringraziare di vero cuore le
bravissime maestranze locali (muratori,
pittori, elettricisti, marmisti, ecc.) che, in
tempi brevissimi, hanno consentito alle
mie idee progettuali per questo museo di
materializzarsi: anche questi artigiani so-
no stati “artisti” al pari di me, in ossequio
ad un altro principio in cui credo fermamente, e cioè che l’arte non si fa da soli,
bensì “in squadra”. Grazie, dunque, a
Ciccio Silvestro ed al suo staff, a Roberto
Catalano, ad Ivano Ponturo, a Massimo
Siligato, a Salvatore Vaccaro, a Marco
Morello ed alla sua famiglia, a Mascha
Bom, a Hernan Ruiz, a Vito Pici, ai fratelli
Vilardo, alla pazientissima Angela ed a
tutto il personale del Parco Botanico e
Geologico delle Gole Alcantara».
- Cosa si prova ad avere intitolato e
dedicato un museo permanente in una
località della provincia siciliana?
«L’appagante consapevolezza di aver
contribuito a portare l’arte nel territorio:
perché l’arte va fruita ovunque, e non solo
nei musei e nelle gallerie dei grossi centri
urbani».
Il taglio del nastro del Museo “Silvio
Benedetto” ha avuto luogo domenica scorsa alla presenza dei sindaci di Francavilla
di Sicilia, Salvatore Nuciforo, e Motta Camastra, Andrea Scarpignato, dell’assessore
provinciale Lino Monea e di numerosi artisti ed operatori culturali locali e venuti appositamente dall’Argentina (tra questi ultimi il popolarissimo cantautore e musicista
argentino Omar Moreno Palacios e l’intellettuale José Luis Nacucchio).
Nel corso della cerimonia, un rappresentante dell’Istituto Professionale Alberghiero “Re Capriata” di Licata (il Comune
dell’Agrigentino dove Benedetto ha realizzato diverse opere) ha consegnato al maestro ed agli imprenditori Vaccaro delle targhe di riconoscimento per i rispettivi impegni nei settori dell’arte e della promozione
turistica.
Il tutto rientrava nell’ambito della kermesse “La Via del Mare”, ossia le nove
giornate che l’omonima associazione internazionale ed il Parco Botanico e Geologico
delle Gole dell’Alcantara hanno allestito
per celebrare, attraverso numerosi eventi
artistici e culturali, il forte legame tra l’Italia (ed in particolare la Sicilia) e l’Argentina.
Rodolfo Amodeo
Francavilla di Sicilia,
piccoli pittori crescono
Gli alunni della classe I B
della Scuola Primaria si sono cimentati in
un’estemporanea a Palazzo Cagnone, sotto
la guida degli artisti (nonché genitori)
Roberto Fradale e Rossella Morabito
S
ono tanti gli artisti figurativi di Francavilla di Sicilia, ed in queste settimane (come
scrivevamo in una precedente edizione) stanno esponendo le rispettive opere nelle
sale di Palazzo Cagnone. Così, nei giorni scorsi, l’antico edificio museale è stato
meta di una visita da parte delle giovanissime generazioni di francavillesi ed, in particolare, degli alunni della classe I B della scuola primaria.
Ma non è stata una semplice “passeggiata”, bensì un vero e proprio laboratorio creativo in quanto i bambini, guidati dalle insegnanti Nicoletta Silvestro e Maria Di Pietro, si
sono, per l’occasione, a loro volta cimentati in un’estemporanea di pittura sotto la preziosa guida di Roberto Fradale e Rossella Morabito, nella doppia veste di artisti professionisti e genitori di due membri della scolaresca.
Son venuti fuori tanti piccoli “capolavori”, all’insegna di colori vividi ed aventi prevalentemente a soggetto i pittoreschi “protagonisti” della rigogliosa natura siciliana (il
mare, l’Etna, i frutti della terra, ecc.).
Questi i nomi dei pittori in erba che hanno vissuto la piacevole esperienza artistica:
Riccardo Abbate, Daniel Angione, Agnese Barbagallo, Ramona Barbagallo, Giulio Bonvegna, Marta Campione, Antonino Cannuli, Patrick Cosentino, Giuseppe Fradale, Roxana Ghitulescu, Antonella Grillo, Michele La Spina, Ambra Oliveri, Marta Orlando, Alessia Pafumi, Martina Puglisi, Serana Russo, Giuseppe Scuderi, Filippo Silvestro, Tania
Verduci e Giuliano Zacco.
R.A.
Gazzettino 11-06-2011:Gazzettino-nuovo 1 10/06/11 22:04 Pagina 8
8
> S E T T I M A N A L E IDG
N. 20 • sa bato 1 1 giugno 201 1
attualità
di Giarre
Verso la conquista dei poteri pubblici
A tale scopo i Fascianti organizzarono due congressi regionali a Palermo nei giorni 21 e 22 maggio 1893…
“Per meglio comprendere la cesura unitaria”
S
econdo le idee del comitato
promotore di questi congressi, i Fasci dovevano diventare, oltre che delle organizzazioni di carattere cooperativistico e sindacale, anche
delle sezioni socialiste. Grazie alla pregiudiziale socialista, auspicata il Bosco, si riuscì a smascherare i fasci apocrifi, cioè
quelli che erano, in realtà, esclusivamente
strumenti elettorali in mano ai borghesi.
Da questi due congressi scaturirono, inoltre, altri due elementi che si sarebbero rivelati molto importanti per il movimento.
Uno fu il legame organizzativo che si stabilì tra fasci cittadini e quelli rurali, e quindi tra il movimento operaio ed il movimento contadino. L’altro fu l’attenzione e l’entusiasmo con i quali si discusse del ruolo
che le donne siciliane avrebbero potuto, e
dovuto, avere all’interno dei fasci. La loro
adesione fu infatti massiccia e significativa.
Le donne, così come i ragazzi, partecipavano attivamente alle manifestazioni ed
alle agitazioni dei fasci, anche dove non
erano iscritte, sempre nelle prime file. A
volte erano proprio loro a sollecitare i mariti all’azione. Esse presero parte anche
agli scioperi agrari d’autunno che si svolsero imponenti nelle zone del latifondo:
una di loro, Caterina Costanza, venne arrestata nella zona di Piana dei Greci in quanto promotrice dello sciopero del 30 ottobre.
A Villafrati furono fermate sei donne, poiché, insieme ad altre quattro, si erano recate, armate di bastone, nei terreni di un signore del luogo per convincere i braccianti
che vi lavoravano a scioperare.
Fu proprio la presenza dei ragazzi e
delle donne che diede al movimento quel
carattere di massa che lo distinse. Ovviamente, l’adesione femminile non lasciò indifferenti le autorità. I ben pensanti e molti
giornalisti gridarono allo scandalo, al rilas-
samento dei costumi, all’allontanamento
dalla Chiesa.... I contadini, infatti, pur continuando a credere ai dogmi della religione
cattolica ed a conservarne il culto, ne rifiutavano, non a torto, le istituzioni e le autorità che rimanevano fedeli alleate dei ricchi
proprietari. La loro “chiesa” divenne il fascio. Sembrò, quindi, naturale, soprattutto
nei centri rurali, tenere nella sede dell’organizzazione un crocifisso ed un’immagine del protettore del paese o portare in giro,
nelle manifestazioni, crocifissi e rappresentazioni della Madonna e dei Santi.
In realtà, i dirigenti dei Fasci, nelle loro propagande, facevano leva sul sentimento religioso dei contadini per suscitare
in loro entusiasmo e passione per il socialismo, inteso però non come attesa messianica di un futuro migliore, ma come impegno
concreto, attivo, di ogni essere umano per
costruire una società migliore. I contadini
prendevano così coscienza dei propri diritti
ed erano pronti a lottare per conquistarli.
Sia nei Fasci rurali che in quelli delle città,
si tenevano periodicamente delle riunioni
domenicali, durante le quali si leggevano i
giornali, si discuteva dei principi del socia-
lismo, delle proprie condizioni di vita, delle rivendicazioni da avanzare, di come organizzare e condurre scioperi e/o agitazioni. Queste riunioni costituivano una novità
per i contadini e per i minatori. Soprattutto,
concorsero a far loro acquisire la consapevolezza dei propri diritti. Consapevolezza
che si manifestò compiutamente nelle rivendicazioni avanzate, dai contadini, al
congresso di Corleone del 30 luglio 1893,
e nelle richieste formulate dagli zolfatari,
del nisseno e dell’agrigentino, nel congresso che si tenne, successivamente, a Grotte
nel mese di ottobre.
I “Patti di Corleone” non intendevano
rivoluzionare i rapporti di proprietà allora
esistenti ma, più semplicemente miravano
alla modifica degli iniqui contratti di affitto da parte dei gabelloti. Dal congresso di
Corleone uscirono anche altre importanti
rivendicazioni: aumenti salariali per i braccianti; divisione dei beni demaniali; affitto
diretto dal proprietario del terreno, in modo da eliminare la figura intermediaria del
gabelloto, fonte solo di aggravi per il contadino e di potere e ricchezza per la mafia.
La via scelta nei congressi, per il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i lavoratori, fu quella legalitaria. Per ottenere
il riconoscimento dei propri diritti, per l’attuazione degli ideali socialisti e per essere,
finalmente, i protagonisti e non le vittime
del sistema politico, le classi lavoratrici
non dovevano ricorrere alla rivoluzione ma
alle libere elezioni.
Il 9 luglio, a Catania, a Messina, a Caltanissetta, a Piana dei Greci e in altri centri
minori, vennero presentate, per la prima
volta, liste socialiste, composte sia da “fascianti” poco noti sia da candidati già molto conosciuti quali: De Felice Giuffrida a
Catania; Petrina e Noé a Messina; Barbato
a Piana dei Greci. I risultati premiarono il
lavoro svolto dall’intera organizzazione regionale. Oltre ai candidati di spicco, furo-
no eletti anche numerosi operai, contadini,
artigiani. Alla base di questo successo c’erano principalmente: le peggiorate condizioni di vita di gran parte della popolazione
ed il crescente malcontento. Sull’onda dell’entusiasmo, crebbe il numero degli iscritti e si costituirono nuovi Fasci. I giornali
del tempo e le autorità affermavano che il
numero degli iscritti ai fasci, ammontava a
circa 300.000.
Nei primi giorni di agosto ebbero inizio gli scioperi. Da Corleone e da Piana dei
Greci si estesero in diversi Comuni dell’entroterra palermitano (Bisacquino, Villafrati, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Roccamena, Belmonte Mezzagno), e
agrigentino (Casteltermini, Acquaviva Platani, Santo Stefano di Quisquina ed altri
centri minori). I contadini si astenevano
dal lavoro dopo aver compiuto i lavori di
mietitura e di trebbiatura, e convincevano
anche i pastori, e tutti i salariati, a fare altrettanto. A settembre, i coloni si rifiutarono di prendere i terreni a mezzadria alle solite condizioni, chiedendo che venissero
applicati i Patti di Corleone. I proprietari
delle terre e i gabelloti, all’inizio, si opposero categoricamente e, convinti di poter
controllare e interrompere questa agitazione con gli stessi strumenti che si erano rivelati efficaci per gli scioperi di maggio, si
rivolsero alla forza pubblica e alla “forza
privata”. A Corleone i proprietari terrieri
cercarono, inutilmente, di convincere Bernardino Verro (nella foto) a desistere dalla
sua attività offrendogli un compenso di
quindicimila lire, se avesse accettato di farsi da parte, o una fucilata, in caso contrario.
Il Verro, tra l’altro, il 12 settembre, venne
diffidato dal Sottoprefetto. Le amministrazioni comunali dove si svolgevano le agitazioni, intanto, richiedevano rinforzi militari ed erano accontentati.
Per sostenere a lungo lo sciopero, alcuni Fasci costituirono i monti frumentari e
raccoglievano offerte di denaro, per aiutare
i braccianti. I contadini alla fine, grazie soprattutto alla compattezza, alla tenacia e alla maturità dimostrata, riuscirono a fare cedere la maggior parte dei proprietari. Una
prova del successo dell’agitazione contadina, può ravvisarsi nello stato di allarme in
cui entrò il Governo in seguito al dilagare
dello sciopero agrario.
Conseguenza diretta di tale situazione
fu l’inasprimento dell’atteggiamento ostile
e persecutorio che il Presidente del Consiglio aveva iniziato ad assumere nei confronti dei Fasci, a partire dal maggio 1893.
Risalgono, infatti, a questa data i primi
provvedimenti governativi contro i Fasci.
A spingere Giolitti ad intraprendere questa
linea politica, furono le incessanti pressioni provenienti dai proprietari terrieri, dai
sindaci, dai funzionari di Pubblica Sicurezza.
Quando, in autunno, in seguito all’allarme suscitato dallo sciopero agrario, si
fecero sempre più insistenti le richieste di
provvedimenti straordinari, Giolitti, invece
di sciogliere immediatamente i Fasci, preferì prendere tempo, inviando nell’Isola il
direttore generale di Pubblica Sicurezza
Sensales.
Spesso, però, il rafforzamento militare
piuttosto che evitare i conflitti ne diveniva
un fattore scatenante, in quanto le autorità
facevano abuso delle truppe a loro disposizione, esagerando i pericoli di qualunque
manifestazione organizzata dai Fasci.
Alla fine dell’esaltante sciopero agrario autunnale, il movimento dei Fasci Siciliani non si trovò, comunque, ad affrontare
soltanto la violenta repressione scatenata
dal Governo, ma anche l’inaspettato cambiamento della politica agraria del Partito
del Lavoratori Italiani.
(60. – “Sicilia postunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010/2011)
Salvatore Musumeci
«Un tempo a nessuno era consentito di pensare liberamente. Ora è permesso ma, quasi nessuno ne è più capace» (Oswald Spengler)
L’impresa dei tuoi sogni
Inizia la
stagione... calda
I giovani imprenditori di Confindustria Catania premiano le migliori idee
proposte dagli studenti. Con la cerimonia conclusiva anche la
visita aziendale allo stabilimento Cavagrande di Belpasso
Linguaglossa: a 10 Km
dal paese un’auto prende
fuoco nel garage di un
casolare abbandonato
D
ue eventi, nella stessa giornata, hanno ulteriormente rafforzato il legame tra lo stabilimento Acquarossa di Cavagrande Spa, con il
suo innovativo Parco Solare “Le Fonti dell’Etna”, ed
il territorio etneo. Infatti, in occasione dell’evento
conclusivo del progetto “L’Impresa dei tuoi sogni”,
ideato dai giovani imprenditori di Confindustria Catania, ospitato presso lo stabilimento Acquarossa di
Cavagrande S.p.A., è stato celebrato il 3° anniversario de “Le Fonti dell’Etna”, nato esattamente a maggio del 2008. Lo svolgimento dell’evento, organizzato da Cavagrande S.p.A. in collaborazione con i giovani imprenditori di Confindustria Catania, ha proposto la consegna di tre Voucher, messi a disposizione
dal Gruppo Mangiatorella, la società proprietaria di
acqua Cavagrande, Hidria, Acquarossa e Mangiatorella, per altrettante borse premio, destinati agli studenti delle scuole di Belpasso che si sono distinti nell’ambito del progetto “Sviluppo Sostenibile in Sicilia.
«Si tratta di un progetto didattico-formativo che
Gruppo Mangiatorella ha ideato in collaborazione
col Comune di Belpasso – hanno evidenziato i rappresentanti dello stesso Gruppo –, esattamente a novembre 2010, ed indetto in occasione della cerimonia
“Apertamente 2010”, tenutasi all’interno dei locali
del Comune di Belpasso».
La consegna dei voucher, consistenti in buoni
premio del valore complessivo di 750 euro, da usufruire per acquisti presso il Centro Mediaworld di Etnapolis, è stata fatta dall’ing. Pietro Federico, Amministratore delegato del Gruppo Mangiatorella, insieme al Sindaco del Comune di Belpasso, ing. Alfio Papale. Il progetto ha coinvolto circa 150 allievi, mentre
hanno aderito al primo bando 7 lavori provenienti da
studenti degli Istituti ITIS “G. Ferraris” e Liceo
Scientifico “A. Russo Giusti”, con sede a Belpasso.
L’evento è stato introdotto dall’ing. Pietro Federico;
cui hanno fatto seguito alcuni interventi istituzionali
relativi alla tematica del Progetto Education “L’Impresa dei tuoi sogni”, che ha coinvolto 6 istituti tecnici e 60 studenti della provincia di Catania, coordinati
dal dott. Antonio Perdichizzi. Al termine del dibatti-
to, gli ospiti hanno visitato l’impianto d’imbottigliamento di Acquarossa e Hidria ed il Parco Solare “Le
Fonti dell’Etna”, realizzato a maggio 2008, con il
quale viene soddisfatto l’intero fabbisogno energetico
dello stabilimento di imbottigliamento situato a Belpasso, in provincia di Catania, attualmente utilizzato
per la produzione delle acque minerali effervescenti
naturali “Hidria” ed “Acquarossa”.
«Il Parco Solare “Fonti dell’Etna” – come hanno
ricordato i rappresentanti del Gruppo Mangiatorella
–, primo esempio di Solar Factory in Sicilia e tra i
primi in Europa, rappresenta un fortissimo esempio
di innovazione culturale e sostenibilità ambientale,
ma è anche testimonianza della capacità dell’imprenditoria meridionale di coniugare etica e sviluppo, così come un valore aggiunto dei prodotti per i consumatori finali dei prodotti».
Lunedì 6 giugno, alle ore 7.30 circa, i Vigili del Fuoco Volontari di Linguaglossa ricevono una chiamata
dalla Centrale di Catania per l’incendio di un’auto all’interno di un garage appartenente ad un casolare abbandonato. La struttura si trovava a 10 Km dal paese sulla
strada che collega Linguaglossa a Vena. Arrivati sul
posto, i Vigili del Fuoco hanno tempestivamente provveduto allo spegnimento dell’autovettura, dato che le
fiamme stavano coinvolgendo anche il garage. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri della locale stazione.
Le cause dell’incendio sono ancora da accertare.
Per fortuna non è successo niente di grave solo un po’
di paura per dei passanti perché il casolare si trovava
sul ciglio della strada e, vedendo le fiamme, sono stati
gli stessi passanti a chiamare il 115. Si preannuncia,
quindi, una stagione “calda” per i Vigili del Fuoco Volontari di Linguaglossa, chiamati a dimostrare sul campo tutta la loro professionalità.
Elisa Torrisi
Sonia Santamaria