Omeostasi: stabilità delle funzioni organiche ottenuta con l’intervento di meccanismi automatici di regolazione che portano l’organismo ad essere un sistema aperto in continuo equilibrio. Tutti i processi fisiologici hanno come scopo preservare le condizioni di vita nell’ambiente interno. La regolazione omeostatica avviene tramite feedback negativo (riduzione dell’errore) o positivo (amplificazione risultato, ma crea instabilità). Il FB negativo è composto da sensoreÆcomparatoreÆdispositivo effettore. Esistono due tipi generali di regolazione omeostatica: omeostasi dei materiali che utilizza i depositi ed opera un aggiustamento fra domanda ed offerta; omeostasi dei processi che modifica la velocità delle reazioni biochimiche. Riserva funzionale e scompenso: La riserva funzionale è l’aliquota di energia corrispondente alla differenza tra lavoro max ed il lavoro fornito in condizioni basali. Quando questa si annulla o quando la qualità della prestazione si modifica completamente, il sistema va incontro allo scompenso funzionale. La ris. funzionale è legata alla respirazione mitocondriale. Nello scompenso funzionale della cellula ci sono due elementi chiave: la disponibilità di ossigeno e l’integrità della catena respiratoria mitocondriale. A livello d’organo la maggiore prestazione può essere ottenuta con il reclutamento di unità morfo-funzionali prima silenti. RENE la rf ha sede solo nell’epitelio tubulare del nefrone, la funzione glomerulare è passiva. CUORE riserva dipende da freq cardiaca (controllo estrinseco) e forza contrattile (controllo intrinseco). POLMONE la riserva dipende dal lavoro dei muscoli respiratori. Quando la richiesta di un lavoro maggiore diventa permanente, la riserva può essere aumentata solo con l’aumento di massa cellulare attraverso i processi di iperplasia (lavoro > e qualitativamente uguale a quello basale) e ipertrofia (lavoro > ma con rendimento ridotto)Æ nn aumenta il numero di mitocondri cellulari né si ha estensione del microcircolo. Il compenso presenta comunque sempre dei limiti. Insufficienza cardiaca: dovuta ad un deficit energetico. Valutazione tramite precarico (vol ventricolare telediastolico) postcarico (tensione ventric sistolica durante eiezione) inotropismo. La pressione di riempimento del ventricolo sx Æ situazione clinica complessiva del cuore. Insufficienza congestizia presenta gettata cardiaca ridotta, R periferiche aumentate, attivazione simpatica; l’insufficienza acuta può dar luogo ad edema polmonare acuto. Insufficienza respiratoria: diminuzione della ventilazione alveolare. Scende nel sangue art la pO2 e può aumentare la pCO2. Parametri per la valutazione sono la capacità vitale e il rapporto ventilazione/per fusione. Nelle broncopneumopatie croniche ostruttive si distingue soffiatore rosa, con predominanza di enfisema, dall’edematoso blu con predominanza di bronchite. Insufficienza renale: modificazione della filtrazione glomerulare e dei trasporti tubulariÆ compromissione del compartimento extracellulare, pressione arteriosa, funz endocrina del rene. Cause: alterata per fusione, perdita di integrità, modificata pervietà delle vie urinarie. L’insufficienza si instaura quando la funzionalità è ridotta del 70%. Parametri della funzionalità renale sono gli indici di filtrazione glomerulare (azoto, creatinina), volume di urina, volemia, potassiemia, equilibrio acido-base. La sindrome clinica dell’insufficienza renale è l’uremia che può evolvere nel coma uremico. Insufficienza epatica: sono gravemente ostacolati il metabolismo della bilirubina, la sintesi e secrezione di albumina e proteine plasmatiche, la sintesi e secrezione di fattori della coagulazione, detossificazione ammoniaca, metabolismo estrogeni; insufficienza è dovuta a necrosi acuta massiva o a epatiti croniche si instaura quando si perde 80% di capacità funzionale. Parametri: bilirubinemia, albuminemia, ammoniemia, indici di coagulazione e coagulazione disseminata intravascolare, aumento sierico di transaminasi, ginecomastia. L’insufficienza può evolvere nella cirrosi (compensata o scompensata), nella sindrome epatorenale e nell’encefalopatia. Bioenergetica cellulare: le trasformazioni esoergoniche ed endoergoniche vengono accoppiate. Ad ogni giro del ciclo di Krebs 3 molecole di NAD sono ridotte a NADH e una di FAD a FADH2. questi cederanno poi i loro elettroni all’ossigeno molecolare durante la catena di respirazione mitocondriale. Durante la respirazione mitocondriale 6 protoni sono spinti all’esterno della membrana mitocondriale interna; si viene così a creare un gradiente elettrochimico (di concentrazione e potenziale), con interno negativo, che costituisce una riserva temporanea di energia da utilizzare per produrre ATP da ADP. ADP è il fattore limitante. La glicolisi è il processo ossidativi a carico del glucosio con formazione di piruvato, se O è sufficiente a mantenere livelli adeguati di NAD, o di lattato se i citocromi non riescono a mantenere livelli adeguati di NADÆ debito di ossigeno per fronteggiare ipossia temporanea. L’ossidazione parziale del glucosio produce atp, piruvato (krebs o via alanina) o lattato (fegato o sposta eq a-b)., glicerolo-3-fosfato (acidi grassi), acetil-CoA. Enzima Fosfofruttochinasi è inibito da ATP e citrato, attivato da ADP e AMP e piÆ in questo modo la glicolisi è controllata dalla respirazione mitocondriale (effetto Pasteur). Shunt dei pentosi produce ribosio per sintesi nucleotidi e NADPH. Effetto Crabtree è una diminuzione della respirazione in presenza di glucosio. Rapporto NADH/NAD il NADH è prodotto da β-ossidazione, glicolisi, ciclo di Krebs; sorgenti di NAD sono la catena respiratoria mitocondriale e le reazioni di desaturazione degli acidi grassiÆ lattato/piruvato indicatore dello stato redox della cellula. La membrana mitocondriale interna è impermeabile al CoA e ai nucleotidiÆ substrate shuttle mechanism per trasportare equivalenti riducenti es. malato/aspartato. Il rapporto NADH/NAD è connesso con il rapporto citoplasmatico di fosforilazione ATP/ADP x Pi che esprime lo stato energetico cellulare Stress: ratti stimolati davano risposta stereotipata: iperplasia della corteccia surrenalica, ipoplasia del timo e del tessuto linfatico, ulcere gastro-duodenali. Sindrome generale di adattamento si sviluppa in tre stadi: la reazione di allarme iperplasia surrene con produzione di cortisolo e di catecolamine; periodo della resistenza si ha l’adattamento dell’organismo alla stimolazione con attenuazione delle manifestazioni d’allarme; fase di esaurimento per perdurare stimolazione si ha scomparsa delle reazioni adattive e la ricomparsa delle manifestazioni iniziali. Se stimolazione eccessiva l’organismo può andare incontro alla morte. Agente stressante è modulato dal filtro cognitivo del soggetto e si connota come soggettivo e specifico. Il filtro cognitivo è localizzato nel sistema libico. Lo stress è una risposta naturale ed intensa dell’organismo sottoposto a pressioni di vario tipo, vengono messi in moto meccanismi fisiologici e psicologici per promuovere l’adattamento e ristabilire l’omeostasi. EustressÆ adattarsi a varie circostanze e migliorare qualità della vita / Distress la pressione è troppo elevata la crisi nn viene risolta. I fattori di stress sono i più disparati e lo stimolo, per indurre stress, deve andare incontro ad una rielaborazione cognitivaÆsolo allora provoca nell’organismo un’attivazione del comportamento. La rielaborazione soggettiva dell’evento comprende valutazione e il coping. La valutazione è il processo con cui un significato soggettivo è assegnato ad un determinato evento. Il coping è un processo in cui si analizzano le risorse individuali adatte a fronteggiare l’evento dopo che sono state valutate le sue conseguenze. Se l’evento è giudicato dall’individuo superiore alle risorse che ha a disposizione per affrontarlo, si crea una situazione da sola in grado di stimolare l’organismo a produrre risposta allo stress. All’attivazione comportamentale segue quella biologica con l’intervento del sistema nervoso vegetativo, del sistema endocrino e del sistema immunitario. Se attivazione fallisceÆ crisi o stress. La risposta allo stress può essere acuta o cronica. Acuto vi è stimolazione asse ipotalamo-ipofisi-surrene in cui l’ipotalamo è stimolato da noradrenalina e neuropeptidi centrali. Il quadro ormonale plasmatici è caratterizzato da aumenti di ACTH, cortisolo, ormone della crescita, prolattina, catecolamine. Attivazione simpatica e midolla surrenale sono molto importanti per produzione di : noradrenalina (aggressività)Æ risposta nervosa stato di allerta, insonnia, irritabilità, minore consumo di cibo;adrenalina (fuga)Æ si ha risposta neuro-ormonale con aumento p arteriosa, iperglicemia, pallore cutaneo. Quest’attivazione è dovuta all’ipofisi che produce ACTH ed endorfine a sua volta stimolata dai nuclei ipotalamici. Se stress acuto è di breve durata attraverso feedback negativo si ritorna verso calma. Se invece perdura vuol dire incapacità dell’organismo a di neutralizzarlo o adattarsiÆ campanelli di allarmeÆ disturbi funzionali soggettivi comprendenti sintomi psicologici infelicità, irrequietezza, ansia, depressione.. e sintomi organici cefalea, tachicardia, sudorazione, secchezza fauci. Dopo stress ripetuti molte reazioni utili diventano potenzialmente patologiche: p alta, deplezione sistema immunitario, ansia. Æ minore attivazione asse ipotalamo-ipofisi-surrene Æ maggiore vulnerabilità organismo Æ es. ulcere gastro-duodenali, herpes labiale, ipersensibilità di tipo 1, disturbi legati a iperventilazione (alcalosi respiratoria, caduta pCO2). Stress è una risposta psico-neuro-endocrino-immunologica di un organismo sollecitato in modo abnorme in cui vengo attivati meccanismi per promuovere adattamento. Quando stimolo supera capacità di adattamento si ha crisi stress e organismo diventa + vulnerabile alle malattie fisiche e psichiche. Interazioni neuroendocrine accentuati processi cognitivi, percezione del dolore è attenuataÆ secrezione di β-endorfinaÆ regolazione su sistemi neuromodulatori cerebrali, ruolo nell’esaurimento dell’attivazione comportamentale. Cortisolo ha effetto immunosoppressivo, citochine hanno attività neuroendocrina es. IL-6 stimola produzione di ACTH, TNF-α di astrociti stimola surrene e inibisce tiroide, interferoni stimolano ACTH GH e cortisolo. Le citochine sono secrete anche da granulociti e monoliti attivati nel focolaio di infiammazioneÆ reazione di fase acuta con produzione di proteine di fase acuta da parte del fegato tra cui la prot C reattiva. Interazioni neuroimmunitarie: esempio: ablazione ipotalamo anterioreÆ diminuita reattività immunologia. Monoliti possono passare barriera emato-encefalica e persistere nel cervello. Stimoli possono indurre l’espressione di molecole del sistema maggiore istocompatibiltà su cell astroglia, microglia e oligodendrogliaÆ bersagli di linfociti T citotossici. Nei linfociti sono presenti recettori per neuromodulatori e corticosterone. Ipossia: è un’ossigenazione inadeguata dei tessuti, che si accompagna frequentemente ad una diminuita pO2. E’ un fenomeno paragonabile alle carenze nutrizionali e induce risposte cellulari simili. Genera profonde deviazioni metaboliche che alterano stato redox ed energetico cellula. Aumento rapporto NADH/NAD, calo rapporto citoplasmatico ATP/ADP x Pi Æ attivazione glicolisi (manca l’inibizione sulla fosfofruttochinasi)Æ formazione lattatoÆ acidosi intracellulare poi generalizzata. Ipossia ipossica diminuzione O2 disponibile per la reazione con Hb. Si verifica quando: è diminuita la pressione parziale O2 nell’area alveolare, alterata la composizione dell’aria inspirata, ipoventlazione, ipoperfusione polmonare, riduzione superficie respiratoria, alteraz lamina alveolo-capillare, vizi congeniti di cuore con rimescolamento sangue arterioso venoso. Æ riflette una ridotta paO2 o una ridotta saturazione arteriosa di O2. ipossia anemica diminuzione del trasporto di O2: diminuzione numero eritrociti, diminuisce Hb eritrocitaria, Hb modificata (carbossiemo, metaemo, solfoemo). Æ il V di O2 è ridotto ma sono normali paO2 e paCO2 ma se ipossia anemica è severa c’è stimolazione chemocettori con aumento ventilazione e caduta di paO2. ipossia ischemica diminuita disponibilità di O2a livello tissutale per flusso ostacolatoÆ si può avere pressione parziale O2 venoso ridotta. Ipossia stagnante diffusione O2 capillare ai tessuti è diminuita nell’unità di tempo per alterazione circolatoria, caratteristica dell’insufficienza cardiaca congestizia e dell’iperemia passiva, si può avere pressione parziale O2 venoso ridotta. Ipossia istotossica incapacità cella utilizzare O2, alterazioni della citocromo ossidasi (reazione con cianuro o CO)Æ blocco respirazione mitocondriale. Le pressioni parziale di O2 art e venosa tendono a livellarsiÆ nn c’è consumo! Organismo possiede meccanismi di compenso di tipo respiratorio, cardiovascolare, ormonale, emato-renale e angiogenetico. Respiratorio e cardiovascolare insorgono velocemente ma si esauriscono in breve tempo: qnd pO2 scende di 20-40 mmHg, i chemocettori aortici e carotidei sono stimolati e aumentano frequenza respiratoria e capacitàÆ se accentuato da acidosi lattica alcalosi respiratoria; bassa pO2 stimola centro vasomotore sia via chemocettori (cresce frequenza e gittata e p arteriosa). Si ha risposta surrenale, midollare e corticale, che riaggiusta attività respiratoria e cardiovascolare e metabolica. Produzione renale di eritropoietinaÆ cresce numero gr e piastrine e concentra hb. Formazione circoli collaterali via neoangiogenetica. Ipossia è uno dei principali meccanismi della patologia umana principale in anemie, infarto e shock. Aumenta capacità invasiva delle cellule tumorali e nella forma ischemica attiva geni che mediano risposta infiammatoria. Cianosi: segno clinico caratterizzato da colorito bluastro della cute e delle mucose dovuto a un aumento della quantità assoluta di hb ridotta. Se CO2 hb tende al rosso scuro in assenza tende al nerastro. Può essere locale o diffusa a tutti gli organi o centrale o periferica. Cianosi centrale può avvenire nel corso di un’insufficienza respiratoria, cianosi periferiche si possono verificare quando flusso sanguigno è severamente ridotto (iperemia passiva) o ostruito, con marcata riduzione hb nel sangue venoso, come nell’insufficienza cardiaca congestizia, nei vizi congeniti di cuore nell’infanzia, nella vasocostrizione da freddo. Quando hb ridotta assoluta raggiunge o supera i 5g per 100ml di sangue capillareÆ cianosi. I pazienti anemici nn hanno mai cianosi sebbene abbiamo grave ipossia tessutaleÆ hanno poca hb! Il contrario per individuo policitemico. Curva di dissociazione di Hb: curva sigmoide nella sua parte superiore grandi variazione di p O2 danno piccole modificazioni nella saturazione, inferiormente il contrario. La somministrazione di elevate concentrazioni di O2 a pazienti ipossici può costituire spreco dato che HbO2 aumenta di poco (può essere tossica). Aumento di H+, pCO2, t°C, 2,3-DPG spostano a destra la curvaÆ minor trasporto di O2 nel sangue dato che è diminuita l’affinità dell’O2 per hb. L’abbassamento degli stessi valori provoca spostamento a sinistra della curva e quindi una diminuita liberazione di O2 a livello tessutale. Trasporto e utilizzo di O2: ossigeno ed anidride carbonica si muovono da microcircolo e cellule per diffusione spinti da gradiente di concentrazione. La co2 diffonde 200 volte + veloce. Organismo ha riserve limitate per far fronte a ipossia o asfissia (1500ml)Æ 6 min. Trasporto di O2 nel sangue avviene in 2 modi disciolto (henry) e legato all’hbÆ dipende quindi da concentrazione hb, saturazione percentuale hb, quantità di ossigeno legato hb (1,34 ml o2/g di hb). Il trasporto in condizioni basali è in eccesso 1 l/min rispetto al consumo 200ml/min, ma quando aumentano le richieste si può arrivare a valore critico in corrispondenza del quale l’estrazione tessutale nn aumenta proporzionalmente e il metabolismo si sposta verso l’anaerobiosi con produzione di lattatoÆ gravi ipossiemie, emodiluizioni, patologie con bassa gittata cardiaca. Anche in sepsi sindrome da di stress respiratorio, insuff di + organiÆ grave ipossia per ridotta efficienza dei meccanismi cellulari di estrazione o2. Omeostasi di acqua e Na+: i liquidi sono costituiti da h2o e soluti; i vari compartimenti fra i quali i liquidi sono ripartiti si trovano in uno stato di equilibrio dinamico. Ci sono massa grassa e massa magra, a cui è associata acqua corporea). Compartimento intracellulare ed extracellulare che comprende plasma, interstizio e tessuto connettivo. Plasma e interst hanno composizione elettrolit simili Na Cl HCO3, mentre concentrazioni proteiche diverse. Intracellulare non è continua cambia col tessuto K fosfati e proteine. L’h20 diffonde da un compartimento all’altro in base a concentrazione degli ioni nn diffusibili. Scambi avvengono nel tratto gastroenterico (assunzione) polmoni (uscita CO2 e h2o acido-base e termoregolazione mediante perdita d’h20 non controllabile con perspiratio insensibilis), pelle (escrezione controllata da nervoso) rene(mantenere volume e composizione sia dei singoli ioni sia ioni rispetto ad h20 sia ioni fra loro)Æ controllo flusso renale, rapporto filtraz glomerulare, riass, escrezione tubulare, influenze ormonali. Trasporti: secrezione e riassorbimento. Diffusione secondo gradiente di concentrazione, diffusione facilitata trasporto + veloce di previsioni (es. urea, glucosio, aa). (bisogna tenere conto di osmosi:movimento passivo di h20 lungo grad di concentrazione attraverso membrana semipermeabile), trasporto attivo (primario e secondario). Æ processi di accoppiamento cotrasporto e antiporto es. glucosio e aa accoppiati al Na. Gli ioni determinano gradiente di potenziale: lume – tranne che contorto prox e ascendente spessa Henle dove viene riassorbito Cl. Per misurare dimensioni compartimenti corporei si usano dei marcatori isotopi radioattivi e stabili, saccaridi nn metabolizzabili. Si può misurare l’h2o totale (acqua deuterata), extracellulare(ione bromo) NO intracellulare e interstizio. Volume plasmatici = volume ematico(1- ematocrito). Extracellulare contiene 1/3 dell’h2o totale intracellulare i 2/3. ioni sono presenti in quantità scambiabile che rappresenta il contenuto che riesco a misurare con i metodi di diluizione isotopiciÆ sono quantità osmoticamente attive. Omeostasi h2o è legata a quella del Na in quanto fa variare osmolarità del liquido extracellulare. Osmolarità plasmatica dipende da rapporto soluti e acqua mentre volume extracellulare è determinato dalla quantità di Na scambiabile. Nella regolazione osmotica i recettori ipotalamici percepiscono osmolarità plasmatica (osmocettori)Æ ADH e sete, ADH va a cellule epiteliali tubulo collettore del neurone. Quando urine raggiungono massimo della concentrazione abbiamo attivazione dei centri della sete. ADH è stimolata anche da diminuzione del V ematico, calo p arteriosa, catecolamine, angiontensina II, eventi stressanti e alcuni farmaci. I recettori ipotalamici sentono solamente l’osmolarità efficace (urea nn conta glicemia attiva subito). Per regolare il volume ci si accorge di variazioni del volume arteriosoÆ recettori interstizio polmonare e atrio destro (bassa pressione) barocettori aortici e carotidei(alta p), recettori intrarenali (apparato iuxtaglomerulare)Æ risposta con Angiontensina II ,aldosterone , prostaglandine renali, peptide natriuretico striale, bradichinina renale, nervoso orto. Tranne ADH, Aldost e orto aumentano escrezione renale di sodio. Angio II stimola centro ipotalamico sete, pep nat atr inibisce azione renina e angio II. Aldo promuove riass Na e secrez K tubuli distali e collettore, intestino crasso e ghiandole salivari. Rene Senile: aumento R vascolari, diminuzione capacità autoregolazione microcircolatoria, risposta ad ADH e capacità concentrare le urine sono ridotte Æ perdita Na e disidratazione. Riduzione filtrazione glomerulare nn si accompagna ad un aumento della creatinemia per la concomitante riduzione della massa muscolare (dal cui metabolismo proviene). Ramo ascendente spesso henle si ha riassorbimento di NaCl senza h2o + urea da collettore rendono tubulo iposmotico e interstizio iper. Urina nel collettore si equilibra con interstizio diventando + concentrata Å sotto influenza ADH. Poco ADH urina diluita. Negli stati di malnutrizione poca ureaÆ nn basta a mantenere meccanismo controcorrenteÆcompromissione concentrazione urine. Nell’ipopotassiemia, ipercalcemia e diabete insipido il meccanismo contr è integro ma c’è insufficiente risposta dell’epitelio dei tubuli all’ADH. Nello scompenso cronico di cuore (restrizione terapeutica di apporto sodico), in cui sono presenti diminuzione gittata cardiaca e attivazione simpatica, è compromessa la capacità renale di diluizione delle urine dato che il filtrato che giunge a spessa henle e iposmoticoÆ limita escrezione di h2o. Alterazioni dell’osmolarità e del volume del LEC: se deplezione di Na aridità mucose, scarso turgore cutaneo, variazione posturale dell’ampiezza del polso e della pressione arteriosa con iperazotemia e oliguria. Se aumenta Na scambiabile edema generalizzato, aumento p arteriosa, diminuzione polso, edema polmonare acuto. Sindrome iperosmolare: condizione clinica accompagnata da ipernatriemia, dovuta a deficit idrico assoluto o relativo. Il rene è incapace di concentrare le urine e di restituire all’organismo acqua libera da soluti per diluire i liquidi corporei. Il deficit idrico è assoluto solo quando è diminuito nello spazio extracellulare il Na scambiabile. Divisibile in 3 casi: con Na scambiabile aumentato, diminuito, invariato. Sindrome iposmolare: condizione clinica, accompagnata da iponatriemia, dovuta a ritenzione idrica assoluta o relativa: il rene è incapace di diluire le urine e sottrarre all’organismo acqua libera da soluti per concentrare i liquidi corporei. La ritenzione idrica è assoluta solo quando nello spazio extracellulare è aumentato il Na scambiabile. Divisibile in 3 casi: con Na scambiabile aumentato, diminuito, invariato. Nell’iponatriemia va prima accertata l’esistenza di un’iposmolarità reale: infatti l’iponatriemia può essere isotonica o ipertonia. Isotonica: si verifica se lipidi o proteine spostano Na e acqua dal plasma. Ipertonica: indica che nel plasma si trova un’altra sostanza, osmoticamente attiva e diversa da Na, che da un lato contribuisce all’osmolarità plasmatica e dall’altro (per estrazione osmotica di acqua dalle cellule) diluisce lo ione Na (es. mannitolo). Sindromi Iperosmolari ipernatriemica ipovolemica perdita di Na da lec e h20 da LEC e LIC. Liquidi sono ipotonici rispetto plasma. Perdita renale (urine ipotoniche con concentrazione urinaria di Na inferiore a 10 mEq/l) diuresi osmotica, perdite extrarenali (urine ipertoniche con concentrazione di Na urinario superiore a 20 mEq/l) gastroenterico vomito diarrea o cute sudorazione profusa. Diuresi osmotica si verifica quando si raggiunge carico tubulare maxÆ qnt rimasta nel lume trattiene h2o che arriva ad ansa di henle e fa diminuire efficienza pompa ClÆ urine meno concentrate (soluti responsabili di diuresi osmotica sono glucosio, urea, mannitolo). Ipernatriemica ipervolemica aumento improvviso Na (dovuto per lo più ad apporti iatrogeni) provoca estrazione osmotica h2o da cellÆ espansione del compartimento extracellulareÆ edema polmonare acuto e grave disidratazione cellulare (perché parte dell’acqua extracellulare è persa con la diuresi quindi, per compensare, le cellule rilasciano solvente verso l’extracellula) Æ la rapidità di questi processi può portare a possibili manifestazioni neurologiche perché il cervello non riesce a produrre le “osmoli idiogene” (emorragie cerebrali, convulsioni). Ipernatriemica isovolemica perdita di sola h2o porta a disidratazione cellulare, sete, diminuzione forza muscolare alterazioni neurologiche. Le perdite possono essere sia renali che extra: nelle perdite renali le urine sono ipotoniche, in quelle extrarenali sono ipertoniche. Sindromi iposmolari iponatriemica ipovolemica lec ridotto, perdite NaCl superano quelle idriche. Ipovolemia stimola ADH con riassorbimento Na e h20 al prossimaleÆ ritenzione idrica, mantenuta in quanto nel tratto diluente dell’ansa di henle arriva liquido con poco NaCl (perché riassorbito nel tubulo prox). Perdite di H2O per via renale (nefropatie parenchimali) o extra (vomito e diarrea o perdita es. in flittene negli ustionati gravi). Iponatriemica ipervolemica (sindrome edemigena) LEC aumentato, edema generalizzato. In scompenso cronico cuore(diminuz gittata), cirrosi scompensata(diminuite resistenze), sindrome nefrosica (ipoalbuminemia), insufficienza renale avanzata (scarsa risposta ad atriopeptinogeno alfa). Æ diminuzione del volume arterioso efficace. Es. in scompenso cronico di cuore e ascite scompensata si ha anche elevata produzione di ADH e elevato riassorbimento di H2O e Na nel tubulo prossimale per l’aumento della frazione di filtrazione Æsono iponatriemie dovute a diluizione (l’acqua introdotta non riesce ad essere eliminata) con concentrazione di Na urinario ridotta. Restrizione idro-sodica e diuretico. Iponatremica isovolemica secrezione di ADH in seguito a stimoli inappropriati (farmaci o produzione ectopica caratteristica di certi tumori maligni polmonari). Quando l’apporto idrico supera l’eliminazione si avrà l’espansione del LEC con iponatriemia a cui seguirà, per aumento del volume arterioso efficace, la risposta natriuretica. Frazione di filtrazione: è la frazione di plasma filtrato tasso filtraz glomerulare/ portata plasm renale. In condizioni fisiologiche è circa il 20% (125/min/625/min) e svolge un ruolo importante nella regolazione del riassorbimento di Na Variazione tono arteriolare alle estremità glomerulo porta aumento resistenze vascolari e riduzione portata plasmaticaÆ FF varia solo se predomina la costrizione dell’arteriola efferente. I vasi renali sono innervati solo da fibre dell’ortosimpatico. Nella stimolazione moderata simpatica il tasso di filtrazione glomerulare non diminuisce quanto la portata plasmatica renale, predominando la costrizione dell’arteriola efferente, e la frazione di filtrazione aumenta. Aumento FF in insufficienza cardiaca congestizia o shockÆ difetto perfusione renale (la riduzione della portata plasmatica renale è maggiore di quella del tasso di filtrazione glomerulare). L’aumento di FF porta a plasma + concentrato e ad un aumento riass Na e h2o. riduzione della FF si può avere in seguito a vasodilatazione renale riflessa da aumento volume ematico. Escrezione frazionale è carico filtrato che è presente nelle urine. L’inverso è il riassorbimento frazionale. Per queste misure si sfrutta clearence creatinina. Riassorbimento prox Na è isotonico Æ rispetta bilancio glomerulo-tubulare. Volume arterioso efficace è quello che è capace di stimolare i recettori di volume negli apparati iuxtaglomerulari e di perfondere attivamente i tessuti. Dipende da LEC, Gc e RÆ scompenso cronico cardiaco (scende gittata), cirrosi scompensata scende R, e la gettata cardiaca è normale op aumentata perché si formano anomale comunicazioni artero-venose che, funzionando come fistole, aumentano il ritorno venoso. Questo volume è valutabile attraverso escrezione urinaria di Na: è ridotto o aumentato quando la concentrazione urinaria di Na è inferiore o superiore a 10-15mEq/l. Adattamenti dell’encefalo a variazioni dell’osmolarità: problemi isotonici di h2o e Na nn modificano contenuto cerebrale di questi elementi. Viene percepita variazione di osmolarità. Encefalo produce solutiÆ osmoli idiogene da proteolisi vengo liberati aa, oppure perdita ioni Na e K. Edema generalizzato: segno clinico che indica iperidratazione dello spazio interstiziale. Forze di Starling e drenaggio linfatico. Aumento p idrostatica capillare (da aumento p venosa centrale in scomp card congestizio, cuore polmonare, aumento volume ematico); diminuì p oncotica es. diluizione albumina plasmatica, perdite albumina urine, gastro-intest, ustioni, alteraz endotelio; aumentata permeabilità capillare da citochine, prostaglandine, ipossia, agenti tossici; ostacolato drenaggio linfatico compressioni estrinseche (bendaggi gessati eseguiti male) e intrinseche (tumori e filarie). Fattori edemigena tessutali: pressione idrostatica interstiziale (prodotta dall’elasticità dei tessuti) e la pressione oncotica dell’interstizio (in condizioni fisiologiche trascurabile). L’edema è clinico quando l’idratazione dell’interstizio aumenta fino a 2,5-3 litri. All’inizio ci sono 3 meccanismi protettivi: passaggio liquido nell’interstizio, aumento liquido interstizio, aumento flusso linfatico. Nell’insorgenza dell’edema generalizzato 2 aspetti fondamentaliÆ alterazione emodinamica del microcircolo e ritenzione renale di Na e h2o (solitamente se lo ione Na viene eliminato dalla dieta l’edema non si sviluppa. Edema Secondario a insufficienza cardiaca congestizia diminuzione gittataÆ diminuzione volume arterioso efficace (sentito come diminuzione della volemia)Æ attivazione ortosimpatica, attivazione renina-angiotensina-aldosteroneÆ accumulo h2o e NaCl e aumento volemia. In seguito all’attivazione simpatica si ha vasocostrizione renaleÆ caduta portata renale ematicaÆ riduzione VFGÆ sangue viene dirottato da parte superficiale corticale (nefroni Na-disperdenti) alla parte midollare (nefroni Na-ritenenti). Riassorbimento di Na al distale (by aldosterone) ma anche al prox (dovuto all’aumento della frazione di filtrazione). In condizioni fisiologiche la pressione arteriosa è mantenuta da una parte da scarica ortosimpatica e dalla secrezione di renina dall’altra dai sistemi che limitano la volemia. I sistemi limitanti originano negli atri e in altre stazioni dilatabili a bassa pressioneÆ stimolo fa scaricare fibre vagali che limitano l’attività orto e la secrezione di renina; allo stesso tempo la dilatazione stimola i cardiociti a rilasciare pep natr striale. Nell’emorragia la p arteriosa e venosa scendono quindi i due sistemi intervengono sinergicamente per ripristinare omeostasi pressoria; nello scompenso cardiaco cronico invece in presenza di diminuita gittata prevale il controllo dei valori pressori elevatiÆ la p arteriosa diminuisce ma quella venosa aumenta. Infatti aumento p arteriosa viene percepita come minaccia e l’organismo reagisce espandendo il lec attraverso aumento volemia e p venosa. Intensificazione meccanismi pressori renale, nervoso ed endocrinoÆ ritenzione renale di acqua e saleÆ lec si espande e liquido che si accumula nell’interstizio ha le caratteristiche di trasudato e sistemi che limitano volemia sono di fatto inattivi. Inoltre l’ipossia tessutale induce aumento massa eritrocitaria. Edema secondario a cuore polmonare caratterizzato da aumento volumetrico del ventricolo dx secondario a ipertensione polmonare dovuta a patologie polmonari vascolari o parenchimali (cardiopatia ipertensiva polmonare destra). Vi è ipernatriemia ipervolemica, aumento Gc ma no diminuzione del volume arterioso efficace. Iperidratazione interstizio è dovuta ad aumento p venosa centrale, che agendo direttamente sul rene provoca ritenzione di Na. Ulteriore aggravamento porterebbe ad aumento p arteriosa nella polmonare, della pressione telediastolica nel ventricolo dx e della pressione venosa che indurrebbe nuovamente ritenzione sodica instaurando così un circolo vizioso. Ascite secondaria a cirrosi epatica è un accumulo di liquido nel cavo peritoneale, quando supera i 500 ml diventa clinicamente evidente, ha le caratteristiche di essudato o trasudato, quando è secondaria a cirrosi scompensata ha caratteristiche di trasudato. V ematico e Gc sono aumentati, R vascolari periferiche molto ridotte, la p arteriosa sistemica è + bassa. Rene è incapace di eliminare in tempi brevi carico di h2o e NaCl. Si verifica eliminazione urinaria di ADH e aldosterone e ritenzione Na da cui dipende espansione volume ematico, sono molto elevate e precedono insorgenza ascite. C’è riassorbimento Na sia a livello del distale, stimolato da aldosterone sia a livello prossimale per aumentata FF. Elementi aggravanti la ritenzione idrico-salina sono ipertensione portale e diluizione albumina plasmatica che aumentano il gradiente di filtrazione capillare. Vi è sviluppo di shunt artero-venosi multipli sia nella circolazione polmonare che in quella sistemicaÆ compensi circolatori e renali simili a quelli in risposta a fistole artero-venose. Il passaggio anomalo di sangue da arterie a vene è percepito come un’insufficiente riempimento della componente arteriosa dell’albero circolatorio. Riduzione volume arteriosoÆ meccanismi nervosi e umorali Æ ritenzione h2o e NaÆ espansione volume plasmatico e aumento p venosa Æ edema sia alterando drenaggio linfatico sia per riassestamento delle resistenze pre e post capillari. Vengono così favoriti edemi periferici ed in particolare a livello della capsula del fegatoÆ ascite. Sindrome epato-renale nei pazienti cirrotici in particolare in quelli con ascite oltre ritenzione idrico-salina è presente un’insufficienza renale caratterizzata da marcata riduzione della portata plasmatica renale e del filtrato glomerulare. Creatininemia è maggiore di 1.5 mg per 100ml, azotemia elevata, natriuria inferiore a 10 mEq/l in presenza di oliguria. Ipotensione arteriosa sistemica, attivazione simpatica e renina-angiotensina è accentuata insieme a secrezione non osmotica di adiuretina e ridotta sintesi renale di prostaglandine ad azione vasodilatatrice. Bassi livelli di pep natr atriale sono concausa della ritenzione e conseguenza della diminuzione del volume arterioso efficaceÆ insufficienza funzionale in qnt no alterazione morfologica e riprende a funzionare se trapiantato in paziente con fegato integro. Edema nella sindrome nefrosica dovuta a gravi lesioni dei glomeruli renali, caratterizzata da proteinuria massiva (+ di 3,5g), ipoalbuminemia, iperlipidemia, sensibilità ad infezioni aumentata per perdita urinaria di Ig e componenti del complemento a basso peso molecolare e complicazioni tromboemboliche frequenti a causa della perdita urinaria di fattori anticoagulanti come antitrombina III, e di fattori antiplasminici. Sono stimolate la secrezione di aldosterone e la secrezione non osmotica di ADH. Il riassorbimento di Na nn è elevato in quanto ipoalbuminemia riduce riass prossimale ma lo favorisce nei capillari peritubulari Æ raramente iponatriemia. Espansione LIC e edema sono accompagnate da oliguria. Ipoalbuminemia altera forze di StarlingÆ contrazione del volume ematico quindi riduzione volume arterioso efficace con conseguente riduzione attivazione nervosa e umorale. Ritenzione Na è risposta a impedire eccesiva contrazione V plasmatico. Edema polmonare acuto accumulo di liquido nel parenchima polmonare che può arrivare fino all’inondazione alveolare. Cause: insufficienza ventricolare sinistra, sovraccarico circolatorio, sindrome da di stress respiratorio dell’adulto Æ aumenta la permeabilità della microcircolazione polmonare e conduce ad ipossiemia. Barriera polmonare tra sangue e gas alveolari è formata da 3 foglietti con caratteristiche strutturali differenti: 1 citoplasma cellule endoteliali (giunzioni lasse) 2 spazio interstiziale 3 epitelio alveolare (giunzioni strette che funzionano da barriera contro inondazione). Sono + gravi i fattori che aumentano permeabilità epitelio alveolare che quelli che danneggiano il solo endotelio Æ liquido si riverserebbe nel solo interstizio. Sedi con accumulo iniziale dove c’è + interstizio: spazi perivascolari, peribronchiolari e regioni spesse delle pareti alveolari. Il liquido ha natura di trasudato con piccole quantità di proteine e di potenziali mediatori di danno nel caso di edema polmonare secondario a insufficienza cardiaca acuta oppure secondario ad aumentata pressione nella microcircolazione polmonare; invece il liquido dell’edema polmonare secondario ad aumentata permeabilità capillare contiene elevate qnt di proteine e di mediatori di danno polmonare. Tappe:1) accumulo di liquido e di macromolecole nell’interstizio 2) accumulo di liquido intorno ai bronchioli e alle venule 3) accumulo di liquido nelle giunzioni delle lamine epiteliali alveolari 4) invasione alveolare da parte di liquido e macromolecole. Nella fase 1 vengono forzate giunzioni lasse per aumentata p idrostatica capillare o diminuita p oncotica o lesione tossica lamina endoteliale; nel 2 stadio inadeguato deflusso linfatico; terzo stadio forzate giunzioni strette; quarto rapida diffusione del liquido ad ampie aree polmonari favorita da assenza di pressione. Cause di edema per aumento di pressione idrostatica sono sovraccarico circolatorio e insufficienza ventricolare sx. alterazione emodinamica ha ruolo importante ma non esclusivo. Infatti aumento permeabilità capillare (nel liquido diventa alto contenuto proteico) e influenza nervosa che attraverso catecolamine Æ riflessi vasomotori simpatici con iperafflusso ematico polmonare. Tossine, ipersensibilità immediata, radiazioni, CID Æ danneggiano lamine endoteliali e la loro azione può determinare sindrome da di stress respiratorio dell’adulto. Aumenta la frazione C5a del complemento e compaiono aggregati di leucociti attivati con conseguente danno anatomico e funzionale dell’epitelio alveolareÆ alterata formazione del surfactant con perdita stabilità alveolare, collasso parenchima e comparsa di aree atelettasiche. Il liquido è ricchissimo di proteine e la diminuzione della p oncotica aumenta la gravità dell’edema. Scompenso cronico di cuore alterazione emodinamica ad evoluzione progressiva con diminuzione efficienza contrattile miocardio e rallentamento della fase di rilascioÆC riduzione Gc e aumento della p venosa. Le risposte sono di natura neuroendocrina, citochine infiammatorie e ipertrofia del miocardio. Queste risposte sono utili nel breve periodo ma a lungo aggravano le manifestazioni cliniche e la prognosi. Infatti la ritenzione idrosodica peggiora la congestione del cuore polmonare e l’edema generalizzato, la vasocostrizione aumenta il L del cuore scompensato, la stimolazione adrenergica cardiaca aumenta il suo metabolismo energetico e produce alterazioni del ritmo. Miocardio diventa sorgente di citochine che inducono deperimento generale “cachessia cardiaca”. Ipertrofia dovuta all’aumento del numero dei sarcomeri che alla lunga provocano alterazione architettura cardiaca: si passa da ipertrofia concentrica (disfunzione diastolica), in cui la frazione di eiezione è poco modificata, a ipertrofia eccentrica (dilatazione con disfunzione sistolica), in cui la frazione di eiezione (data da rapporto tra gettata sistolica e volume telediastolico)è nettamente ridotta. Insorgenza e deterioramento ipertrofia sono legati a angio II, noradrenalina, aldosterone, endotelina. Alterazioni dell’equilibrio acido-base e del potassio: nei liquidi dei compartimenti corporei le sostanze allo stato ionizzato sono soggette a legge di elettroneutralità cariche + e – si equiparano. LEC è debolmente basico, LIC acido. I parametri per la valutazione sono pH, concentrazione plasmatica di HCO3- e pCO2. per analizzare omeostasi acido-base occorre prendere in considerazione la produzione metabolica e l’introduzione nell’organismo di acidi + o – forti, diluizione, quantità dei tamponi e meccanismi che assicurano le loro scorte. Acido che + è prodotto è quello carbonico può andare incontro sia a disidratazione sia a dissociazione, altri acidi sono es. quello solforico. Gli acidi fissi devono essere escreti dai reni. I Sali potassici introdotti con la dieta producono bicarbonato abbassando l’acidità. Sistemi Tampone: formato da acido debole e sua base coniugata forte; pertanto il potere tampone dipende dagli anioni e non dai cationiÆ impediscono che si abbiano brusche variazioni di pH in seguito a brusche variazioni di H+. Bicarbonato extracellulare è il tampone + importante sia per elevata concentrazione sia perché può andare incontro a un doppio equilibrio, fosfati plasmatici poco rappresentati. Proteine plasmatiche ed emoglobina si comportano da tamponi (Hb, che si comporta come un anione, ha un potere tampone intracellulare efficiente con un pKa molto vicino a 7,4). Anche osso è struttura tampone andando incontro a processi di mineralizzazione e demineralizzazione. L’equazione di henderson-hasselbalch (con la modificazione della legge di Henry) dice che il pH del LEC dipende da due fattori: PCO2 e concentrazione di bicarbonato. Le membrane biologiche sono permeabili alla CO2 e all’acido carbonico ma no a ione bicarbonato e idrogeno. Liquido cefalorachidiano e liquor impiegano + tempo a mettersi in equilibrio con bicarbonato plasmatico. Nel LEC quando H+ aumenta una parte viene tamponata da bicarbonato, una parte assunta da osso e una parte entrerà nelle cellule dove si combinerà con i sistemi tampone. Per mantenere l’elettroneutralità ioni Na e K andranno nel LEC. Se H+ scende si verifica il contrario. Dato che K nel lec è 4-5 mEq/l aumento o diminuzione di ioni H+ determina iperpotassiemia o ipopotassiemiaÆ acido base strettamente legata a ioni K. Bicarbonato che esce da eritrociti è compensato da Cl che entra (scambio dei cloruri, con conseguente rigonfiamento della cellula)(le concentrazioni plasmatiche di bicarbonato e di Cl- sono generalmente inversamente proporzionali). pH fisiologico tra 7,36 e 7,44 (medio 7,4). pH patologico ma compatibile con la vita tra 6,85 e 7,65. pH liquor più acido del sangue arterioso (7,32) in quanto la sua concentrazione di CO2 è maggiore e corrisponde a quella del sangue venoso. Regolazione metabolica: RENE: la reazione acido-base delle urine dipende dal carico filtrato di bicarbonato e dalla secrezione di ioni idrogeno dall’epitelio tubulare renale (questa secrezione dipende dalla PCO2 del sangue arterioso, dal gradiente elettrochimico protonico tra cellule e lume tubulare e disponibilità di tamponi urinari). Ioni idrogeno vengono generati nel rene in numero equivalente a quelli che è necessario eliminare, per ogni H+ secreto un HCO3- è aggiunto al plasma (e uno ione Na è conservato per riassorbimento dal liquido tubulare). Acido carbonico si disidrata e Co2 viene rimossa dai polmoni in quantità equivalente agli ioni idrogeno secreti nel lume tubulare. Riassumendo le urine diventano + acide (possono arrivare a 4,4), il plasma basico ed Na viene conservato, ma se qnt di H+ è elevata nel lume tubulare la secrezione può diminuire arrestarsi o dar luogo a retrodiffusione passiva. Gli H+ sono secreti nelle urine inclusi in h2o, h2po4- e nh4+; l’ammoniaca diffonde liberamente nel lume ma trasformandosi in ione ammonio vi rimane intrappolataÆ viene poi neutralizzato da Cl formando NH4CL (cloruro d’ammonio). Acidità urine è titolabile ed è dovuta agli ioni H dissociati dal fosfato h2po4-:questa acidità è definita come la quantità di NaOH che bisogna aggiungere alle urine delle 24 ore per dare pH=7,4. Sotto a pH 5 nh4+ è il tampone migliore in qnt viene costantemente neosintetizzato nelle cellule dell’epitelio tubulare. FEGATO idrolisi metabolica di proteine produce aa + ioni bicarbonato + ioni ammonio. Se quantità di bicarbonato è elevata viene sintetizzata urea nel fegato che consuma ioni ammonio e bicarbonato; nell’omeostasi dello ione ammonio ci sono 2 vie epatocitarie: la sintesi dell’urea che consuma bicarbonato (2molecole di nh4+ e 2 di bicarbonato che viene smaltito) e la sintesi della glutammina che influenza la genesi renale di ammoniaca e non ha effetto su omeostasi bicarbonato (se il livello di bicarbonato è basso). Regolazione respiratoria: eliminazione Co2 è direttamente proporzionale alla % di Co2 nell’aria alveolare e alla ventilazione alveolare. Chemocettori periferici (glomi e arco) rispondono a diminuzione pO2 arteriosa, pH (non quelli dell’arco aortico), aumento pCo2. chemocettori centrali bagnati da liquor rispondono a variazioni di pH: una diminuzione di pH provoca aumento della ventilazione, mentre un aumento la inibisce. I chemocettori centrali sono + sensibili in quanto è presente una sola coppia tampone: acido carbonico/bicarbonato. Di conseguenza la variazione di PCO2 determinerà nel liquor maggiori modificazioni di pH di quelle del sangue arterioso. L’arco riflesso si chiude con l’intervento dei centri nervosi respiratori sensibili a pCo2 e pH, alla temperatura del sangue arterioso e impulsi sfera psichica. Alterazioni acido base respiratorie provocano reazioni di plasma e liquor nello stesso senso, quelle di origine metabolica provocano reazioni in senso inverso. Aumenti di ventilazioni si vedono solo quando si scende sotto a pH del liquor se no sono coperti da scarica dei recettori centrali (perchè prevale il liquor sui chemocettori periferici). Æ solo quando il liquor diventerà più acido si avrà un aggiustamento centrale. Negli adattamenti il polmone compensa, il rene normalizza. Acidosi miste: si verificano quando i meccanismi di compenso sono totalmente compromessi. Acidosi: concentrazione totale di basi tampone del lec è inferiore al normale. Acidemia: reazione del sangue abnormemente acida. Se nei diagrammi henderson-hasselbalch metto anche gli altri tamponi trovo linea tampone di sangue che più è pendente maggiormente è efficace. Aumento del pH per aggiunta base fissa al sangue o diminuzione per addizione acido fisso al sangue (indica, così come l’alcalemia, alterazioni scompensate o parzialmente compensate). Linea tampone normale del sangue: variando PCO2 in presenza di bicarbonato ed altri tamponi si creerà una linea con una pendenza definita, chiamata linea tampone normale: la pendenza di questa linea dipende dalla concentrazione dei tamponi diversi dal bicarbonato (principalmente l’Hb): più elevata è la loro concentrazione, più elevata sarà la pendenza e più efficace il tamponamento. Alterazioni scompensate giacciono su linea tampone normale quando di origine respiratoria o su isobara 40mmHg se metaboliche. Alterazioni completamente compensate si trovano su perpendicolare ad ascissa passante per pH 7,4. valutazione della componente respiratoria pCo2 fra 35 e 45 mmHg. Alterazioni parzialmente compensate sono su differenti isobare e/o linee tampone. La determinazione della componente respiratoria nel sangue pCO2 è affidabile: aumenta (ipercapnia) nell’acidosi respiratoria e diminuisce (ipocapnia) nell’alcalosi respiratoria. Dato che la componente metabolica (bicarbonato plasmatico o reale) è influenzato anche dalla funzione respiratoria bisogna ricorrere alla misurazione del bicarbonato standard. Bicarbonato standard: contenuto di bicarbonato del plasma separata anaerobicamente da un campione di sangue (plasma vero) precedentemente equilibrato a 38°C con pCo2=40 e ossigenato da saturare completamente l’emoglobina ha un valore di 22-26 mEq/l. Risulta aumentato nell’alcalosi metabolica, diminuito nell’acidosi metabolica e poco modificato nelle alterazioni di origine respiratoria. Rapporti bicarbonato standard e reale: 1. se uguali equilibrio respiratorio 2. se standard è alto o basso anche reale sarà alto o basso; invece reale alto o basso può coesistere normale standard. 3. reale>standard acidosi respiratoria 4. reale< standard alcalosi respiratoria 5. basso standard acidosi metabolica 6. alto standard alcalosi metabolica 7. reale = standard e bassi acidosi metabolica scompensata 8. reale = standard e alti alcalosi metabolica scompensata. Altro metodo per valutare componente metabolica è l’eccesso di base. Definizione: quantità di acido o di base che, aggiunta ad 1l di sangue, equilibrato a 38° con pCO2=40 riporta il pH a 7,4. A valori fisiologici l’eccesso di basi ha valore 0mEq/l +/- 2,5. valori positivi: eccesso di basi (o deficienza di acidi fissi) e valori negativi viceversa. Acidosi respiratoria: quando: ipercapnia secondaria a ipoventilazione alveolare es. insufficienza respiratoria, ipoventilazione: centrale (affezioni SNC o ingestione sostanza deprimenti centri respiratori o affezioni neuromuscolari);periferica es enfisema, asma, fibrosi polmonare plasma:aumento di H+ e HCO3- diminuzione di Cl (acidosi ipocloremica). Poiché la base tampone totale nei primi momenti nn è variata l’aumento del bicarb è relativo diminuendo gli altri anioni tampone (fosfati e proteine); nei momenti successivi per l’intervento del riassorbimento renale l’aumento del bicarb assoluto (e aumenta la base tampone totale). Acidosi respiratoria acuta tamponamento svolto principalmente da Hb (con ioni H+ che entrano negli eritrociti e ioni Na e K che escono) Acidosi respiratoria cronica importante ruolo dell’osso nel tamponamento con rilascio da esso di ioni Na e Ca++. No pericolo di iperpotassiemia. Nonostante l’elevato carico filtrato di bicarb la reazione delle urine è acida in quanto secrezione tubulare di H+ aumenta (sostenuta da un’alta pCO2 arteriosa) più dell’aumento della filtrazione glomerulare di bicarb. Curva di dissociazione dell’Hb spostata a destra, quindi rilascio di O2 è favorito ma ostacolato il legame con O2 a livello alveolare Æ ipossiemia marcata con acidosi lattica. Alcalosi respiratoria: Quando: ipocapnia secondaria a iperventilazione. Questa può essere centrale (cause psicogene, ipossia cerebrale, coma epatico, CO, tetano) Plasma: diminuzione H+ e bicarb e aumento Cl (alcalosi ipercloremica) per aumento riassorbimento a livello dei tubuli. Urine: alcaline nonostante il basso carico filtrato di bicarb: secrezione tubulare di H+ diminuita per diminuzione di pCO2 arteriosa. Curva dissociazione Hb a sinistra con cessione di O2 ai tessuti ostacolata Acidosi metabolica: Quando: LEC sottoposto ad aumentato carico acido, secrezione acida a livello dei tubuli renali gravemente ostacolata, perdita di basi tampone (diarreaÆ perdita di bicarb), cause iatrogene. L’aumento del carico acido può essere dovuto ad aumentata produzione di acido acetacetico e β-idrossibutirrico nel digiuno prolungato (per accentuato catabolismo lipidico), nelle febbri persistenti e chetoacidosi diabetica, oppure dovuto ad un’aumentata produzione di acido lattico(shock per lo stabilirsi di un’ipossia generalizzata) Plasma: aumento di H+ e K, diminuzione bicarb; Cl normali nell’iperproduzione e nella ritenzione di acidi (acidosi normocloremica), aumentati (acidosi ipercloremica) quando si ha perdita di basi tampone. Compenso inizialmente respiratorio con iperventilazione, successivamente renali con riassorbimento bicarb. Intervallo anionico AG = Na + K – (Cl + HCO3). Rappresenta la somma di tutti gli anioni presenti nel plasma esclusi Cl e HCO3. il valore fisiologico di AG è compreso fra 10 e 20 mEq/l. è aumentato nell’acidosi metabolica del diabete mellito scompensato nello shock e nell’insufficienza renale. In queste condizioni patologiche, in cui il bicarbonato plasmatico è diminuito, la parità di carica è assicurata da acetoacetato, βidrossibutirrato, lattato, solfato e fosfato. Nelle acidosi con AG aumentato la cloremia è normale, nell’acidosi in cui AG è normale la cloremia è aumentata. La misura di Ag serve per differenziare le acidosi metaboliche. Alcalosi metabolica: Causa: perdita di acidi digestivi es. vomito o aspirazione gastrica; sovraccarico di bicarbonato (iatrogeno) e ipopotassiemia (K spinti da gradiente elettrochimico passano da cel a plasma controbilanciati da spostamento di H+ da plasma a cel) Plasma: H+ diminuiti bicarb aumentati, frequente è l’associazione con ipocloremia e ipopotassiemia Compenso prima respiratorio con ipoventilazione e poi renale con eliminazione di bicarb nelle urine. Curva di dissociazione di Hb; in questa condizione si ha ipossia tissutale per ostacolata liberazione di O2 dall’ossiemoglobina. Urine basiche per elevata concentrazione plasmatica e quindi urinaria di bicarb. Quando all’alcalosi metabolica è associata deplezione potassica, il deficit di K rende il LIC eccessivamente acidoÆ acidosi intracellulare. Questo comporta, a livello renale un’aumentata secrezione di H+ quindi urina acida con aumentato riassorbimento di bicarb e conseguente potenzialmente dell’alcalosi extracellulare. Omeostasi del potassio: Nel lec 4-5 mEq/l lic 150 mEq/l. 2 forme di adattamento dell’organismo a K (schema): • passaggio di k esogeno nelle cellule (insulina e aldosterone, stimolati dalla potassiemia) • eliminazione renale (aldosterone)Æ indipendente dal suo carico filtrato (contrario Na). K riassorbito in modo attivo lungo tutto il nefrone, a livello dei tubuli distale e collettore si ha secrezione con modalità dipendenti dalla sua concentraz cellulare. Quindi solo poco k può rimanere libero nel LEC. I fattori che stimolano la secrezione di K sono: aumento riassorbimento (da aldosterone), aumento concentraz intracellulare K, ridotta secrezione di H+. un aumento del riassorbimento di Na si ha quando c’è una maggiore disponibilità di na nel lume tubulare distale, osservabile quando questo catione è accompagnato da anioni non diffusibili ( tutti gli anioni diversi dall’anione cloruro). La potassiemia controlla direttamente il riassorbimento di Na nel tubulo distale poiché stimola indipendentemente dal sistema renina-angiotensina la liberazione di aldosterone da parte del surrene. Aldosterone promuove riassorbimento Na e secrezione K non solo nel tubulo distale ma anche intestino crasso, ghiandole salivari e sudoripare. La regolazione renale di Na è prioritaria su quella di altri cationi e può verificarsi a spese di H e K. L’omeostasi di K, regolata dai processi di secrezione risponde alle variazioni di composizione di LIC con meccanismi rivolti alla sua eliminazione; l’omeostasi di Na è invece regolata da processi di filtrazione riassorbimento con meccanismi rivolti alla sua conservazione e risponde alla variazioni di composizione e di volume del LEC. Deplezione potassica e ipopotassiemia: Deplezione potassica: riduzione di contenuto corporeo di K scambiabile non accompagnata da una diminuzione equivalente di bilancio azotato (durante catabolismo proteico è liberato K intracellulare proporzionalmente a entità catabolismo). Nell’omeostasi del Na non c’è una relazione tra concentrazione plasmatica e quantità scambiabile; nell’omeostasi di K invece, anche se limitatamente alla deplezione potassica, questa relazione sussiste. In genere il riscontro di un ipopotassiemia indica una deplezione potassica, tuttavia in alcuni casi, come ad esempio nell’alcalosi acuta può essere il risultato di uno spostamento da LEC a LIC,senza perdite dall’organismo. Tre modalità di deplezione potassica: 1. diminuito apporto (rarissima) 2. aumentata eliminazione renale, regolata dalla sua concentrazione intracellulare ed influenzata da alcuni fattori es. concentrazione Na nel lume del tubulo distale (es. uso di diuretici potenti, diuresi osmotica, alcalosi metabolica cronica, chetoacidosi diabetica). Nell’alcalosi metabolica conseguente al vomito poiché si perde HCl il riassorbimento di Na si assocerà a quello del bicarbonato dopo l’esaurimento del carico filtrato di Cl; se la capacità tubulare di riassorbire il bicarb sarà superata dal suo carico filtrato, al tubulo distale arriveranno molti ioni bicarb e Na il cui riassorbimento stimolerà la secrezione di K. Chetoacidosi diabetica per la deplezione potassica concorrono diuresi osmotica e l’elevato carico filtrato degli anioni di chetoacido (nn diffusibili). Condizioni edemigena: associate a deplezione potassica e ipopotassiemia probabilmente nn dovuta ad elevata presenza in circolo di aldosterone ma alla somministrazione di diuretici. 3. deplezione potassica da perdite extrarenali: diarrea cronico o ustione estese per stabilire la natura renale o extra della perdita di K, un’indicazione è data dalla sua concentrazione urinaria: se bassa (inferiore a 10-15 mEq/l): perdita extrarenale; se alta (superiore a 30-40 mEq/l): perdita renale. Ripercussioni: alterazioni proprietà elettriche es diminuzione onda T e aumento onda U. Eccesso di K e iperpotassiemia: Iperpotassiemia: concentrazione plasmatica di K superiore a 5-5,5 mEq/l. la gravità di iperpotassiemia dipende dalla funzionalità renale (es. insufficienza renale acuta oligurica). Cause: anomala distribuzione transcellulare del K (acidosi metabolica acuta); eccessivo apporto iatrogeno; eccessivo carico endogeno (dovuto ad improvvisa distruzione cellulare, che superi la capacità di eliminazione renale es ustioni) Ripercussioni: depolarizzazione parziale delle membrane delle cellule miocardiche a riposo es innalzamento appuntito e simmetrico dell’onda T. quando la concentrazione plasmatica di K raggiunge i 10 mEq/l si ha la morte per arresto cardiaco. Trattamento: infusione di ioni Ca per eliminare gli effetti di membrana, infusione di glucosio e insulina per promuovere ingresso K nelle cellule; soprattutto allontanamento di K dall’organismo (emodialisi). Nelle acidosi acute l’eliminazione urinaria di K diminuisce, nelle alcalosi acute aumenta. Volume ematico, pH arterioso e potassiemia: La diminuzione del V arterioso efficace fa aumentare il riassorbimento del Na al livello del tubulo distale che, incrementandola negatività del lume e ostacolando la retrodiffusione, favorisce l’accumulo di ioni H nel lume tubulare. Il mantenimento del V ematico avviene così a spese del pH. La presenza di ioni Na nel lume tubulare distale e di anioni non diffusibili (bicarb, lattato, acetoacetato, βidrossibutirrato) in presenza di ipovolemia stimola secrezione di ioni H e K indipendentemente dall’equilibrio acido base esistente; così ci sono perdite urinarie di K nel vomito, nell’acidosi lattica e nella chetoacidosi diabetica. La diminuzione del pH stimola l’entrata delle cellule di H controbilanciata dall’uscita di K. Nella chetoacidosi diabetica e nell’acidosi lattica la deplezione potassica è associata in genere a potassiemia normale o aumentata. L’aumento di pH stimola entrata di K nelle cellule mentre diffondono nel lec H liberati dai tamponi cellulari(ipopotassiemia, deplezione potassica e alcalosi extracellulare). Ipopotassiemia primitiva promuove uscita di K controbilanciati dall’entrata di H (alcalosi extracellulare). Chetoacidosi diabetica: Si manifesta nel diabete mellito scompensato Plasma: pH acido, cloremia fisiologica da un espansione dell’intervallo anionico (dovuta a aumentato acetoacetato e β-idrossibutirrato) e da potassiemia spesso normale. Si associano poliuria (disidratazione), perdite renali di Na e K come conseguenze della diuresi osmotica (indotta dall’elevato carico filtrato di glucosio). Alterazioni post-operatorie: Dal catabolismo proteico e necrosi cellulare si libera K eliminato con le urine, in seguito all’h20 persa con l’essudato e dalla muscolatura traumatizzata sia attivano meccanismo di conservazione di h2o e Na; il dolore e il trauma mantengo elevata la secrezione di adh Æ oliguria con bassi livelli Na che lentamente tornano alla normalità, con aumentata escrezione urinaria di K che persiste per 3 4 gg Perdite di liquidi gastro-intestinali: Succo gastrico: molti H, K doppio rispetto al plasma, Cl 1,5volte plasma. Vomito: con succo gastrico si perde HCl Na K e h2o, conseguenza c’è alcalosi metabolica ipocloremica del lec, associata a disidratazione (con ipovolemia) e a deplezione di Na Cl e K. A seconda che la perdita di h2o sia maggiore o minore della perdita Na potremmo avere ipernatriemia o iponatriemia. La perdita di Na e h2o attiva i meccanismi di conservazione di questi con ulteriori perdite di K. La diminuzione del carico filtrato di Cl e l’aumento del carico filtrato di bicarb alimentano un circolo vizioso che porterà a grave deplezione potassica ed alcalosi metabolica scompensata e persistente. Correzione terapeutica con somministrazione di Cl che aumenterà il loro carico filtrato e la loro disponibilità ad essere riassorbiti insieme a Na (al posto di bicarb) Diarrea: perdita di Na e K, bicarb e h2o. le perdite di bicarb provocano acidosi metabolica ipercloremica del lec, deplezione di Na e K, accentuata disidratazione con ipovolemia. A seconda che la perdita di h2o sia maggiore o minore della perdita Na potremmo avere ipernatriemia o iponatriemia. I meccanismi di conservazione di h2o e Na attivati alimentano un circolo vizioso che aggraverà la deplezione potassica Omeostasi della pressione arteriosa: Principali fattori emodinamici della circolazione sono: pa, eliminazione renale h2o ed elettroliti, V lec, V ematico, p riempimento del circolo, ritorno venoso e Gc. Tutti integrati mediante feedback – Elementi importanti sono: Gc e Resistenze vascolari: fanno parte dell’autoregolazione. Autoregolazione: capacità dei tessuti, anche denervati di riportare alla norma un flusso ematico alterato; controllo il flusso ematico in funzione delle necessità metaboliche dei tessuti e dipende dalla concentrazione dei metaboliti locali e dal riflesso miogeno. La comparsa di un microcircolo collaterale può essere un meccanismo di regolazione a lunga scadenza. Se le Resistenze vascolari aumentano (primitivamente), il letto vascolare diminuisce e diminuirà quindi la Gc e viceversa. Se Gc aumenta primitivamente le resistenze vascolari aumenteranno per ridurre il letto vascolare di fronte all’aumento della quantità di sangue, salvaguardando il letto nei confronti del flusso ematico (riflesso miogeno) e viceversa. La p di riempimento del circolo è un parametro che valuta insieme la capacità del sistema circolatorio e la quantità di sangue che lo riempie: esso dipende dal rapporto tra V ematico e capacità di contenimento del sistema. Valore normale 7mmHg: corrisponde alla pressione media del circolo periferico che spinge il sangue verso l’atrio dx. il ritorno venoso a cui è legata la Gc, è direttamente proporzionale tra p di riempimento del circolo e p atrio dx. La p di riempimento del circolo serve a valutare lo shock ipovolemico (diminuzione di vol ematico es emorragia; aumento capacità sistema circolatorio es vasodilatazione in shock anafilattico)e lo scompenso cronico di cuore (espansione del V extracel conseguente a un’alterata funzionalità renale: caratteristico di questa patologia). Pressione arteriosa è determinata dal prodotto della Gc per le resistenze al flusso del sangue. Poiché la Gc è direttamente proporzionale alla superficie corporea (mentre la p arteriosa è direttamente proporzionale al peso) è conveniente esprimerla come rapporto tra Gc e superficie corporeaÆ indice cardiaco. Pertanto la p arteriosa risulta dal concorso della Gc, V ematico e R a scorrimento sangue a loro volta sotto il controllo nervoso e ormonale interconnessi a loro volta in una complessa rete di circuiti di regolazione. Controlli nervosi Controlli Ormonali della P arteriosa: mineralcorticoidi e ADH(vedi schema sopra) per aumentare la pressione. Aldosterone (mineralcorticoide): ritenzione idrica, quando c’è iperpotassiemia aumenta la sua secrezione per eliminare K+ , fattore di crescita per le cellule muscolari lisce e fattore ipertrofizzante. NO, CO, prostacicline, bradichinina e alcune prostaglandine Æ vasodilatatori Trombossani, endotelina, angiotensine Æ vasocostrittori La principale sede di inattivazione della bradichinina e della conversione dell’angiotensina I in angiotensina II è il microcircolo polmonare. Angiotensina: da sistema renina-angiotensina. Recettori dell’angiotensina II sono stati dimostrati sul muscolo liscio e sul surrene. Angiotensinasi inattivano l’angiotensina, e sono presenti in tutto l’organismo. Azione vasocostrittrice (rapida), attivazione del sistema simpatico, con liberazione di catecolamine dal surrene e stimolazione del centro vasomotore, produzione di aldosterone e ADH funzionando così come agente ipertensivante che esplica tale effetto utilizzando la componente vascolare e il volume del LEC, l’angiotensina II aumenta o induce la produzione di endotelina I e si è dimostrata fattore di crescita di cellule muscolari lisce e agente ipertrofizzante. Produzione renina da parte del rene sottoposto a 3 controlli: Nel normoteso il sistema renina-angiotensina-aldosterone mantiene l’omeostasi pressoria e interviene principalmente in condizioni di deplezione sodica; nel rene esiste anche un sistema callicreina-bradichinina che si oppone a quello delle angiotensine; i due sistemi simili sotto l’aspetto biochimico e collegati sotto l’aspetto omeostatico da uno stesso enzima. Attività ipotensiva degli ACE-inibitori in pz con renina circolante bassa. L’attivazione del sistema renina-angiotensina può contribuire alla patogenesi dell’ipertensione arteriosa (essenziale e reno-vascolare); può svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’ipertrofia miocardica e nella genesi della placca ateromasica; contribuire ai danni dell’ischemia miocardica aumentando l’estensione dell’area necrotica; responsabile dell’insuff renale da nefropatia parenchimale. NO: enzima NO sintetasi indotto da IL-1 LPS IFNγ. NO è la principale molecola effettrice liberata dai macrofagi (nei modelli di rattoÆ nell’uomo nn è sicuro) vasodilatatore. Endoteline: sono 3. la 1 è la più conosciuta. espresse da endotelio e vari tipi cellulari. Attive su due recettori ETa ed ETb: mitogena su muscolo liscio, vasocostrizione, bronchiolocostrizione, stimolazione secrezione di aldosterone by ETa. Espressa in modo costitutivo nelle cellule endoteliali ed inducibile nelle altre cellule. Peggiorano lo scompenso cronico di cuore (ipertrofia miocardica; aumento contrattilitàÆ maggior dispendio energetico). Peggiorano l’insufficienza renale acuta (perché sono vasocostrittoriÆ peggiorano ischemie preesistenti). Peggiorano ipertensione arteriosaÆ aumentata espressione di ET-1 può: mantenere elevate le R periferiche e/o facilitare l’ispessimento della parete vascolare (perché è mitogena sulle cell muscolari lisce). CO proviene anche da catabolismo dell’eme: emeossigenasi ossida eme nel RE, quindi si formano quantità equimolari di biliverdina, ferro e CO. Provoca vasodilatazione, è implicato nella traduzione di alcuni segnali neuronale, inibisce l’aggregazione piastrinica e protegge da danno ischemico (attiva inibitore dell’attivatore del plasminogeno e attiva meccanismo fibrinolitico). Avvelenamento acutoÆ ipossia anemica; cronicoÆ ipossia anemica + istotossica. Meccanismi di controllo della press arteriosa a lungo e breve termine: Il riflesso innescato dai barocettori presenta latenza molto breve (sec) e alta capacità di correzione. Meccanismi con latenze + lunghe: sistema renina-angiotensina (si attiva dopo pochi minuti e aldosterone dopo alcune ore). Nei tempi lunghi (giorni o settimane) pa è regolata dal sistema rene-liquidi: la quantità di h2o ed elettroliti eliminata con i reni e l’apporto netto di questi elementi stabiliscono in ogni momento se il V del lec è normale dim o aum. Quando queste due grandezze sono in eq rimango stabili il volume lec, ematico e pressione riempimento circolo, ritorno venoso e pressione arteriosa, d’altra parte la pa influenza l’escrezione renale di h2o ed elettroliti (idronatriuresi da pressione) e quindi indirettamente il V del lec ed ematico. Aggiustamenti emodinamici nelle variazioni posturali: Quando si assume la posizione eretta, la forza di gravità inizialmente spinge il sangue a raccogliersi nelle vene degli arti inferiori: V sangue distretto intratoracico si riduce di 400 700ml, p venosa periferica aumenta di 50 100mmHg e la p idrostatica capillare aumentata spinge h2o ed elettro dal microcircolo nell’interstizio. Il ritorno venoso diminuisce, scende la Gc e,se nn funzionano i meccanismi di compenso si può avere caduta di pa. Iniziatori dell’azione compensatoria: barocettori (arco aortico e seno carotideo) attivati da diminuzione pa conseguentemente a diminuzione Gc. Si verifica contrazione vasi periferici di resistenza e dei vasi di capacità, aumento di freq cardiaca e atti respiratori, attivazione sistema renina-angiotensina-aldosterone e autoregolazione del circolo cerebrale. La perdita elevata di liquido dal microcircolo degli arti inferiori è ostacolata da contrazione sfinteri precapillari, che riduce superficie filtrante, e dalla contrazione muscoli sc arti inferiori con le vene che vi decorrono, che diminuisce p idrostatica capillare e aumenta scorrimento sangue venoso verso ventricolo dx. alla fine si ha adeguato vol di sangue in compartimento toracico e perfusione cerebrale appropriata. Ipertensioni secondarie ad eccesso di mineralcorticoidi: Ipertensione arteriosa Convenzionalmente secondo l’OMS si deve considerare ipertensione arteriosa la condizione caratterizzata da valori uguali o superiori a 140 mmHg di p sistolica e da valori uguali o superiori a 90 mmHg di p diastolica. A seconda dei valori pressori l’ipertensione può essere distinta in lieve, moderata, grave e molto grave; uno stadio intermedio compreso tra valori normali e valori ai limii della norma (130-139/85-89), deve essere tenuto sotto attenta osservazione. Conseguenze proprie: scompenso ventricolare sinistro e cardiopatia ischemica, encefalopatia ipertensiva ( es ictus), aneurismi arteriosi, emorragie retiniche, insufficienza renale cronica. In riferimento al pericolo di vita si parla di ipertensione benigna e maligna, in riferimento alle cause si parla di ipert essenziale e, largamente prevalente, secondarie a cause note. La misura della pressione arteriosa non è di per se un indice dalla sua gravità. Indicatori di rischio di ipertensione essenziale arteriosa sono l’elemento genetico, il peso corporeo, fattori dietetici e fattori legati allo stile vita. Ipertensione ha correlazione familiare ed ha carattere poligenico di ereditarietà. Patologie predisponesti sono il diabete mellito insulino-dipendente e l’aterosclerosi; l’aumento pressorio persistente è molto spesso associato agli indicatori di rischio dell’aterosclerosi. All’ipert essenziale contribuisce anche l’ambiente. Studi dimostrano che aspettativa di vita è inversamente proporzionale ai valori pressori e che fra peso corporeo e ipert art esiste una correlazione significativa dipendente dall’età e dal sesso (obesi hanno maggiori probabilità di diventar ipertesi). L’NaCl e pressione non sono dirett legati. Ipertensioni arteriose secondarie È solo il 5-8%. Esempi: ipert nel corso di patologie renali, dovuta a tumori secernenti dell’apparato iuxtaglomerulare, da aumentata secrezione di ormoni surrenalici, da alterata secrezione di ormoni tiroidei, da obesità, da diabete mellito. In molti casi si verifica resistenza del carico pressorio anche dopo che è stata eliminata la causa. Dovuto a sensibilità vasi renali all’aumento di p, adattamento della parete vasale (autoregolazione) e riaggiustamento dei barocettori. Aumento p induce ispessimento delle arteriose renali, ispessimento della parete vasale, amplifica riduzione del lume prodotta da qls stimolo, riflessi del seno carotideo rimangono attivi ma spostati a un livello di regolazione + alto. Tutto questo produce a lungo termine un rimodellamento cardio-vascolare. Ipertensione arteriosa nel corso di patologie renali vi sono due elementi di base uno in rapporto con attivazione di meccanismi pressori(elemento o fattore renale), l’altro in rapporto con perdita di sostanza renale (fattore reno-privo). Nell’ipert caratterizzata da elemto renale nelle prime fasi si ha aumento dell’attività plasmatici della renina, riduzione volemia, aumento attività neurogena; inizia con aumento Gc (dovuto ad aumento del tono dei vasi di capacità indotto direttamente da angiotensina II attraverso aumento dell’attività neurogena) ed è mantenuta da aumento delle R vascolari periferiche. Se prevale elemento reno-privo è caratterizzata da rapporto positivo tra volume ematico e p arteriosa, assente o ridotta attività plasmatici renina, attività neurogena che varia inversamente a volemia. Bilancio ioni Na è positivo, nelle fasi tardive per normalizzare i flussi ematici si ha aumento delle R arteriolari. La Gc e volemia tendono a tornare a valori fisiologici e ipertensione è mantenuta dalle aumentate R periferiche vascolari. Edema assente in quanto aumento lec è compensato da aumen escrezione Na al rene dovuta al fattore natriuretico striale e aumentata p arteriosa (idro-natriuresi). Goldbatt modelli sperimentali :a un rene (stenosi arteria renale monolat), a due reni (ipertensione renovascolare da arteriti, placche ateromasiche, emboli di colesterolo), reno-privo, con ablazione renale subtotale associata ad aumentato apporto di sale (insufficienza cronica renale). Allo sviluppo di un’ipertensione arteriosa secondaria a patologie renali partecipano sia elementi renali sia elementi reno-privi in percentuale diversa dipendente dalla quantità residua di sostanza renale e dalle alterazioni della circolazione che irrora il parenchima renale restante. Nelle ipertensioni renali second.. l’aumento delle R periferiche è uniforme tale da impedire una redistribuzione preferenziale del flusso ematico alla muscolatura sc (NON in quella essenziale) Ipertensioni arteriose da aumentata secrezione di ormoni surrenalici: Iperaldesteroidismo primitivo l’ipert arteriosa, in presenza di bassa attività plasmatici di renina, è la conseguenza di una gettata cardiaca elevata prodotta da secrezione autonoma di aldosterone (iperplasie, neuroplasie secernenti della corticale del surrene). Ipervolemia nn da luogo ad edema sia per alti livelli circolanti di peptide natriuretico striale sia per fenomeno della idro-natriuresi da pressione. L’aumento del K urinario in assenza di terapia è un reperto costante. Alterazioni tipiche da sindrome da eccesso di mineralcorticoidi: ipopotassiemia, deplezione potassica, alcalosi metabolica. Sindrome di Cushing: [ipersecrezione di cortisoloÆ obesità centrale, ipertensione art, diabete mellito, osteoporosi. L’iperfunzione della corticale del surrene può essere primitiva (ACTH indipendente) oppure secondaria da ipersecrezione ipofisaria o produzione ectopica di ACTH] ipert dovuta all’aumento della volemia e delle resistenze periferiche. Ipervolemia dovuta ad alti livelli di mineralcorticoidi circolanti e di cortisolo. Feocromocitoma: ipertensione spesso parossistica dovuta a neoplasia secernente catecolamine della midollare del surrene. L’andamento parossistico è dovuto ad immissione casuale delle catec in circolo e disfunzione sistema adrenergico. Aumentata sensibilità alle catecolamine e riscontro nelle urine di catec e loro metabolici. Ipertensione arteriosa da alterata secrezione degli ormoni tiroidei Ipertiroidismo: Gc alta e ipervolemia. Patogenesi: dilatazione arteriolariÆ aumento Gc dovute ad effetti indiretti degli ormoni tiroidei (aumento consumo O2 e termogenesi) e dalla stimolazione del sistema reninaangiotensina-aldosterone dovuta a un effetto diretto di questi ormoni Ipotiroidismo: Gc bassa e R periferiche elevate. Il sistema renina-angiotensina-aldosterone non è stimolato dall’ipovolemia. Ipertensione arteriosa e nell’obesità e nel diabete mellito Obesità: Gc alta, ipervolemia, evoluzione successiva nella varietà a resistenze periferiche elevate. Patogenesi: Fattore cruciale è l’aumento di insulina circolante( da aumentata ingestione di carboidrati, aumentata resistenza delle cellule all’ormone, diminuita captazione dell’ormone da parte del fegato)Æ insulina stimola riassorbimento del Na al distale e forse anche al prossimale in più attiva il sistema simpatico. Nell’aumento iniziale della Gc può essere importante l’aumento del consumo di O2 dovuto all’aumento di superficie e al peso. È un tipo di ipertensione sensibile al sale Diabete mellito: ipervolemia con ritenzione di Na, aumentata sensibilità delle arteriole agli stimoli pressori. Nel diabete isnulino-dipendente è in stretto rapporto con patologia renale; nel diabete insulino-indipendente con l’obesità. Ipertensione arteriosa essenziale È il tipo + comune, marcata componente ereditaria e lunga iniziale durata senza manifestazioni cliniche. Emodinamica: ipertensione essenziale fissa con Gc normale o diminuita, R periferiche elevate (maggiore nel rene e minore in muscolo sc). Nelle fasi progressive si ha progressiva alterazione cardiaca (ipertrofia del ventricolo sx) e si assiste in assenza di scompenso di cuore a una riduzione netta della Gc. Ipertensione essenziale labile: Gc alta e R periferiche sono normali. Aumento Gc è dovuto a contrazione vasi di capacità per intervento del sistema simpatico promosso da angiotensina II . R sono cmq su valori alti e nn proporzionali a Gc, questa sproporzione viene messa in evidenza nell’esercizio fisicoÆ circolo periferico nn si adatta a flusso ematico e pa rimane alta. Attività neurogena: stretto rapporto tra sistema pressorio renale e sistema nervoso simpatico: angiotensina II potenzia effetti cardiovascolari di questo sistema, a sua volta iperattività simpatica metteb in azione il sistema renina-angiotensina-aldosterone. Efficace terapia con soppressori dell’attività adrenergica. In questa forma di ipertensione ha un ruolo lo stress cronico. Compartimento extracellulare: volemia dipende in modo inverso dalle resistenze periferiche. Poiché V lec è normale è possibile che diminuizione sia associata ad espansione interstizio tale da nn arrivare all’edema. Ipertensione maligna Valori pressori molto elevati e lesioni ischemiche di molti organi (rene cuore retina), marcato iperaldesteroidismo dovuto all’attività plasmatici della renina; ipopotassiemia. Necrosi fibrinoidi della parete dei piccoli vasi. Ipotensione arteriosa Quando la p sistolica scende al di sotto dei 100mmHg, escluso per lo shock non ha grande rilievo clinico, infatti il cervello in posizione eretta è per fuso anche da una pressione sistolica di 60mmHg. Il quadro dei sintomi dell’ipotensione acuta può essere polimorfo dipendendo sia da difetti diretta dipendendo sia da effetti diretti quali la ipoperfusione di alcuni organi vitali (es perdita di coscienza), si effetti indiretti prodotti da meccanismi di compenso (iperattività simpatica con pallore, sudorazione, tachicardia o iperattività vagale con nausea e bradicardia). Conseguenza frequente è la sincope. Sincope: perdita di coscienza improvvisa e transitoria dovuta a un’alterazione del metabolismo cerebrale per una forte diminuzione, e di breve durata, di glucosio e ossigeno. Il deficit può verificarsi per riduzione o arresto della circolazione cerebrale (sincope cerebrale), per riduzione della Gc in seguito a patologia primitiva del cuore (sincope cardiaca) , per riduzione acuta della pression arteriosa in assenza di una patologia primitiva cardiaca (sincope ipotensiva), per una diminuzione della quantità di ossigeno e glucosio nel sangue che per fonde il cervello (sincope metabolica). La sincope cardiaca si osserva freq negli anziani e può essere conseguenza di alterazioni del ritmo cardiaco (fibrillazione ventricolare, tachicardia parossistica), di alterazioni coronariche (angina pectoris, infarto), di cardiopatie ostruttive (stenosi aortiche). Le sincopi ipotensive comprendono quelle dovute a ipotensioni arteriose acute posturali, sincopi riflesse da disturbi funzionali del sistema neurovegetativo (es sindrome vasodepressiva del seno carotideoÆ iperattività vagale; sincopi emozionali da brusche emozioni, dolore, vista sangueÆ ipotensione arteriosa x vasodilatazione periferica da iperattività vagale attacco vago-vagale) la posizione supina porta al ripristino della coscienza. Ipotensione arteriosa cronica essenziale: legata alla costituzione longilinea e ha stretti rapporti con ipotensione arteriosa ortostatica. Minor carico di lavoro x cuore e vasiÆ favorevole alla sopravvivenza. Ipotensioni arteriose croniche secondarie: da cause endocrine (morbo di Addison), ipotensioni cardiovascolari (stenosi aortiche e mitralica) e altre Ipotensioni arteriose acute: le varietà posturale, cardiaca e riflessa Ipotensione arteriosa ortostatica: di tipo posturale, caduta della pressione arteriosa sia diastolica che sistolica di almeno 20mmHg dopo assunzione della posizione eretta. Vertigini, annebbiamento vistaÆ sincope. In posizione supina manifestazioni scompaiono e la p arteriosa ritorna normale oppure rimane ridotta (emorragia) o aumenta. Si distinguono due gruppi: Primo gruppo: segni iperattività simpatica, sono comprese quelle condizioni in cui c’è la difficoltà all’allontanamento del sangue dagli arti inferiori per inadeguato tono muscolare (gravidanza, aumento capacità venosa, lunga degenza a letto, no gravità, gravi varici, anoressia nervosa) altre condizioni con riduzione del volume vascolare (emorragia, disidratazione, perdite gastro-enteriche di liquidi). Secondo gruppo: scarsa o assente iperattività simpatica, sono compresi processi patologici con alterazioni R periferiche es età avanzata, arteriolopatie, disfunzioni neurologiche. I soggetti con scompenso cronico di cuore tollerano agevolmente i cambiamenti di posizione probabilmente in seguito all’espansione del volume del lec che rappresenta il compenso (dannoso) messo in atto dall’organismo in seguito a diminuita Gc, per sostenere la pa. Alterazioni emodinamiche nell’emorragia: L’emorragia è una fuoriuscita di sangue dal letto circolatorio; il sangue può riversarsi all’esterno o all’interno. Può essere acuta o cronica (da luogo ad anemia sideropenica). Le conseguenze generali dell’emorragia acuta dipendono dalla quantità e dalla velocità di sangue perso (35% in botta morte, in 24 ore no). Ipovolemia prodotta dall’emorragia acquista rilevanza clinica qnd la riduzione della massa sanguigna supera il 25%, in questa particolare condizione i meccanismi compensatori diventano inefficaci e si ha shock ipovolemico. Cause: rottura traumatica parete cuore e grandi vasi, rottura vaso da modificazioni parete (lesioni infiammatorie, invasione neoplastica, ateroma, aneurisma), aumentata p sanguigna nei vasi(ipert arteriosa in corrispondenza di aree lese o ipert venosa in corrispondenza di varici. Meccanismo: redistribuzione del sangue restante ad organi vitali Æ ricostituzione V plasmatico Æ ricostituzione massa eritrocitaria persa. Nelle fasi inziali dell’emorragie si può verificare sincope (attacco vago-vagale) per dilatazione arteriose muscolari, con iperattività vagale. Gc normale. Inizialmente riduzione Gc per diminuito ritorno venosoÆ stimola attività simpatica e deprime quella vagaleÆ tachicardia, attivazione sistema renina-angiotensina-aldosteroneÆ contrazione vasi resistenza e capacità. Gc può essere così sostenuta e pa mantenuta. La vasocostrizione arteriolari riguarda tutti i muscoli, la pelle, gh salivari, intestina, fegato, milza e reni. Da manifestazioni cliniche: pallore, secchezza mucosa orale e sete, alterazioni digestive, oliguria o anuria. Cervello, cuore, diaframma e musc intercostali si ha vasodilatazione. La vasocostrizione renale può essre particolarmente grave e dar luogo a ischemiaÆ necrosi tubulareÆinsufficienza renale acuta. Anemia genera nell’organismo acidosi metabolica (lattica) di gravità dipendente dal sangue perso. Æ stimolazione centri respiratori con quadro clinico da fame d’aria. Si avrà riduzione forze di starling con passaggio di liquidi da interstizio a plasma fino a quando questo si risarà ricostituito. Nella ricostruzione del volume si avrà un emodiluizione progressiva con apparizione di anemia normocitica e normocromica. Ipossia anemica è lo stimolo alla secrezione renale di eritropoietina che in 6 7 settimane porta alla completa ricostituzione della massa eritrocitaria. Shock:È una sindrome acuta, sistema cardio-vascolare è colpito pesantemente, la microcircolazione compromessa è il fattore critico dello shock, per cui indipendentemente dal flusso gli organi vitali sono perfusi inadeguatamente. Squilibrio fra flusso ematico e metabolismo tessutale. In corrispondenza dei tessuti si ha insufficiente apporto di nutrienti e insufficiente liberazione di O2 insieme a bassa rimozione cataboliti. È un’insufficienza circolatoria acuta associata a ipoperfusione tessutale, tendenzialmente irreversibile per danno parenchimale, accompagnata da scompenso funzionale di vari organi In base alle cause può essere classificato in quattro tipi: 1. Cardiogeno dovuto ad insufficienza del miocardio con diminuzione severa della Gc 2. Ipovolemico si ha diminuzione della p di riempimento del circolo, come risultato di una sproporzione tra capacità del sistema vascolare e volume ematico ; il v ematico può diminuire o aumentare la capacità dei vasi 3. Settico conseguenza di infezioni batteriche aggressive e di setticemie sostenute da batteri gram – o gram +. 4. Neurogeno durante anestesia o dopo lesioni spinali simile all’ipovolemico ed associato ad aumentata capacità vascolare Su base delle caratteristiche emodinamiche si divide in • Varietà ipodinamica: + comune, R periferiche sono alte, mentre quantità di urine, ritorno venoso, Gc e pa sono bassi. • Varietà iperdinamica: nei momenti precoci dello shock settico, R periferiche basse, urine soddisfacenti, Gc elevata pa normale o alta. Gli aumentati livelli di amine vasoattive e gli stimoli neurovegetativi creano condizione di ipermetabolismo, con elevato fabbisogno di O2 che può essere soddisfatto solo con aumento Gc e ventilazione polmonare! La diminuzione delle R periferiche Æ aumento Gc ma nn compensaÆ ipotensione. Condizione ipermetabolica stressa notevolmente asse cardio-respiratorio I segni dell’ipoperfusione cerebrale (sonnolenza, confusione, ansia, disorientamento temporo-spaziale) e renale (oliguria anuria) sono presenti e costanti. Fase reversibile e una irreversibile in cui la correzione emodinamica nn è più efficaceÆ contrassegnata da insufficienza microcircolatoria dovuta a CID. Effetti dello shock su organi e funzioni Cuore: diminuita per fusione coronaria, alterazioni zonali, lesioni necrotiche emorragie sottoendocardiche. Scarica adrenalinica fa aumentare fabbisogno di O2 e freq con diminuizione del tempo di diastoleÆ aumenta precarico ma nn gittata. Cervello: molto sensibile alla diminuzione di O2, quadro di encefalopatia ipossia con aree di necrosi Polmone: resistente all’ipossia, può anche nn essere colpito se è shock ipovolemico puro. Sindrome da di stress respiratorio dell’adulto. Dovuto ad attivazione vasoattivi e aumento R vascolari, con infiammazioni, lesioni endoteliali e diminuita produzione surfattante fino a CID. Fegato: vasocostrizione splancnica riduce il flusso ematico e la pO2 portale, se flusso attraverso art epatiche è ridottoÆ fegato ischemica con necrosi emorragica centrolobulare e ittero grave. Se no ittero lieve. Rene: risposta in base a riduzione portata ematica al rene: se media prima vasocostrizione delle arteriose efferenti, le R totali aumentano, flusso ematico diminuisce ma filtrazionr g è preservata per aumento della FF. con riduzione severa del flusso si ha costrizione areriole afferentiÆ scende FF e filtrazione glomerulare. Cresce secrezione renina e ADH con ritenzione idrica. Se calo p nn è compensato da eccesso di liquido la filtrazione glomerulare si arresta quando la p sistolica scende sotto 70mmHg. Rischio è insufficienza renale acuta con necrosi tubulare (lesioni solo con CID) Surrene: va incontro a iperplasia nella reazione di allarme e ipoplasia nella fase di esaurimento che precede shock conclamato. Omeostasi acido-base: combinazione di + alterazioni: prevalente acidosi metabolica( lattica) o alcalosi respiratoria (x aumento ventilazione alveolare come in sepsi). Coagulazione del sangue: le lesioni tissutali (con esposizione del fattore tessutale), le endotossine, gli immunocomplessi e il complemento determinano una stimolazione inappropriata della cascata coagulativa e nello stesso tempo un consumo dei fattori di coagulazioneÆ CID con microtrombi e microemorragie. L’andamento dello shock può essere seguito controllando almeno la frequenza cardiaca, la ventilazione alveolare, la pa, la t corporea, la pO2 arteriosa, livelli plasmatici di lattato, frammenti di fibrinogeno plasmatici e qnt di urine. Fase irreversibile è data dalla CID Shock settico Shock settico (attivazione vie umorali) Shock settico (rete citochinica) Altri tipi di shock Anafilattico: dovuto ad ipersensibilità di I tipo è uno shock ipovolemico dovuto ad aumento capacità sistema cardiocircolatorio e successivamente passaggio di essudato nell’interstizio. L’ipossia è aggravata dalla broncocostrizione, istamina è il principale mediatore dell’aumentata permeabilità dell’endotelio e della contrazione della muscolatura dei bronchioli. Da ustioni: simile ipovolemico con perdita di liquido dalla circolazione ed emoconcentrazione, liquido ha caratteristiche di essudato. Ipossia aggravata da anemia, grave insufficienza renale e deplezione sodica. Proporzionale ad estensione ustione. Coagulazione intravascolare disseminata Processo a carico del microcircolo in cui si ha una combinazione delle alterazioni della coagulazione e della fibrinolisi; sorprendentemente considerando la sequenza emostatica, la formazione del trombo e il sanguinamento avvengono contemporaneamente. Alterazioni ad endotelio, piastrine, cascata coagulativa, fibrinolisi, inibitori coagulazione e fibrinolisi, sistema complemento e quello delle chinine. Trombi di fibrina associati a necrosi emorragiche tessutali. Dove: in patologia ostetrica(aborto), infezioni (sepsi da gram + e - , malaria), tumori maligni (leucemie acute, tumori disseminati), patologia epatica (cirrosi), danni tessutali di varia specie (traumi massivi, ustioni estese, morsi di serpenti, sindrome da di stress respiratorio dell’adulto, fase irreversibile dello shock). Fattore scatenante diretto è la presenza nel sangue del fattore tessutale che attiva la coagulazione, generando trombina e favorendo i depositi di fibrina insieme al consumo di fattori procoagulanti e di piastrine; formazione di fibrina nel microcircolo porta all’attivazione del plasminogeno e quindi del sistema fibrinolitico. Fattori scatenanti indiretti: sono le endotossine (LPS in particolare) e complessi Ag-Ab in grado di attivare il complemento Æ danno tissutale e da questo è attivato fattore di Hageman (FXII) con comparsa di coagulazione e fibrinolisi. Meccanismi che alimentano il circolo vizioso e il fattore tessutale sono l’attivazione del complemento, del FXII e dei macrofagi. Il complemento induce danno tissutale , è attivato anche da plasmino e durante attivazione i componenti C3a e C5a provocano eventi infiammatori rappresentati dalla chemotassi, vasopermeabilità, attivazione fagociti. Fagociti attivati immettono in circolo fattore tessutale, IL-1, TNF, e specie reattive dell’ossigeno con azione citolesiva. Il fattore di Hageman è attivato anche da endotossine e da componenti polisaccaridi della parete dei gram +; esso a sua volta attiva sistema delle chinine (formaz di bradichinina) e indurre endotelio e monociti a esprimere fattore tessutale. Risposta infiammatoria mantiene ipercoagulabilità. Sostiene fibrinolisi e amplifica effetti citolesivi. Elemento essenziale per la CID è iperfibrinolisi secondaria attraverso elevati livelli ematici di prodotti di degradazione della fibrina o suoi frammenti. Omeostasi termica L’attività enzimatica cellulare è molto suscettibile alle variazioni di temperatura: un aumento incrementa il metabolismo tessutale, una diminuzione lo riduce. La temperatura ascellare e quella inguinale tengono conto delle variazioni ambientali, la temp che rappresenta meglio quella dell’organismo è quella rettale anche se non tiene conto delle variazione di temp del sangue arterioso. La misurazione orale sottolinguale è inferiore a quella rettale ma tiene conto del sangue. T media 36,8 e oscilla fra 37,4 alle 18 e 36,1 alle 3. La temperatura tende a rimanere costante nonostante ampie variazioni termiche dell’ambiente: grande capacità di disperdere calore e limitata di produrlo. Termogenesi: la produzione di calore è direttamente collegata al metabolismo dei tessuti e dei avri organi. In condizioni basali è di ca. 1400 1800 calorie al giorno e dipende dalla superficie corporea. Metabolismo è incrementato da innalzamento temp (1° +13% ), ingestione di cibo, ormoni tiroidei, ormoni ipofisari (ACTH, TSH e GH) e ormoni surrenalici. Gran parte del calore a riposo è prodotto dal fegato e da cuore. Durante attività fisica aumento è dovuto alla muscolatura scheletrica. Termodispersione: avviene in 5 modi 1. riscaldamento aria inspirata nelle vie aeree e riscaldamento degli alimenti nell’esofago 2. perspiratio insensibilis dalla pelle e dal tratto respiratorio 3. irraggiamento cutaneo (no contatto) 4. conduzione (per contatto) e convezione (moti convettivi dell’aria) 5. evaporazione sudore (a 37° è l’unico metodo per disperdere calore) le prime 3 dipendono dalla frequenza respiratoria, dalla temperatura esterna e dall’umidità dell’aria Meccanismi di termoregolazione sono integrati nei centri termoregolatori del SNC • regolazione fine: riguarda il flusso sanguigno cutaneo che varia fra vaso costrizione e dilatazione, da queste variazione dipende la temperatura cutanea e quindi la perdita per irraggiamento, conduzione e convezione. • Regolazione grossolana: riguarda la produzione di calore per mezzo del brivido muscolare, qnd temperatura ambientale si abbassa e perdita di calore con evaporazione del sudore qnd temp ambientale si alza. Questi meccanismi sono integrati da un dispositivo centrale paragonabilead un termostato, situato nell’area preottica dell’ipotalamo anteriore. Formatod a neuroni sensibili alle variazioni di temperatura del sangue arterioso da cui partono impulsi simpatici vasali e impulsi alla muscolatura scheletrica per l’insorgenza del brivido. La temperatura del sangue arterioso del circolo ipotalamico viene chiamata temperatura centrale. La termoregolazione è nettamente influenzata dalla diminuzione dell’h2o totale corporea. Poiché h2o ha elevato calore specifico protegge organismo dagli sbalzi di temperatura funzionando come tampone e riserva termica. Alterazioni dell’omeostasi termica Ipertermia: è l’aumento della temperatura corporea, al di sopra dei valori fisiologici, dovuto a produzione di calore nn accompagnata da un’equivalente perdita oppure ad un’alterazione della regolazione centrale. Nel primo caso si parla di ipertermia nn febbrile nel secondo caso si parla di febbre. Durante esercizio fisico fino a 38° ma quando cessa ritorno a valori normali Febbre: aumento della temperatura corporea conseguente ad un’alterazione dei centri nervosi ipotalamici di regolazione: l’alterazione consiste nell’assestamento del termostato ipotalamico a un valore di temperatura superiore a quello fisiologico. È un segno clinico. In numerosi processi patologici: infezioni (no gonorrea e sifilide), necrosi e flogosi estese, tumori maligni a crescita invasiva, nell’attacco gottoso, malattie del collageno, malattia da siero, lesioni cerebrali di particolari zone, tireotossicosi, emorragia, iperplasia corticosurrenalica, gravi epatopatie. Morfologia del tracciato febbrile è importante se costante sopra a 37°C febbre continua; se oscillazioni sopra i 37°C febbre remittente; se oscillazioni comportano valori al di sotto dei 37°C febbre intermittente; se periodi febbrili intervallati da nn febbrili febbre ricorrente; periodo da freddo temperatura si alza e si avverte freddo periodo della caduta graduale (caduta per lisi) o rapido (caduta per crisi) con sudorazione. Alterazioni funzionali: riguardano sistema cardiovascolare (aumenta la freq, aumenta la pressione arteriosa nel periodo del freddo e diminuisce nel periodo del caldo), l’apparato gastroenterico (diminuzione appetito, nausea vomito), apparato respiratorio (aumenta la freq degli atti respiratori), funzionalità renale (diminuzione del volume e aumento della concentrazione delle urine), il sistema nervoso centrale (fotofobia, cefalea). L’omeostasi acido-base e idrico-elettrolitica è in genere alterata (varia con intensità e durata febbre); possono sorgere lieve acidosi e sindrome iperosmolare. Alterazioni metaboliche: quadro ipermetabolico dovuto ad aumento delle catecolamine circolanti: aumento del MB, consumo di O2 (lavoro cuore e atti resp), corpi che tonici nel sangue, scende glicogeno epatico, aumenta glicemia aumenta escrezione urinaria si azoto. Considerando la disidratazione, la lipolisi e la diminuzione delle masse muscolari (aumento metabolismo proteico)Æ febbre può indurre un sensibile calo del peso corporeo. Se di lunga durata e intensitàda complicazioni: cefalea, fotofobia, herpex simplex, segno di stress, albuminuria, convulsioni, delirio e coma. La differenza fondamentale tra ipertermia febbrile e nn febbrile è dovuta al fatto che nella rpima condizione, ma non nella seconda, è presente l’alterazione dei centri nervosi termoregolatori. Questa alterazione è il risultato dell’interazione di numerosi fattori esterni ed interni all’organismo. Le sostanze in grado di indurre la febbre sono chiamate pirogeni. Gran parte dei microrganismi patogeni sono pirogeni (pirogeni esogeni) ma hanno bisogno di sostanze (pirogeni endogeni) prodotte dai monociti. Se pirogeno da vasocostrizione che porta a caduta della temperatura cutanea, brivido intenso e aumento della temp rettale. Sono pirogeni endogeni IL-1, TNF, interferone (α e β), etiocolanolone. Patogenesi: pirogeni esogeni, complessi immuni, attivatori endogeni, steroidiÆ attivazione sistema monocito/macrofagoÆ pirogeni endogeniÆ con sangue arterioso si portano ad ipotalamoÆ endotelio vascolare del microcircolo ipotalamico produce prostaglandineÆ penetrano nella sostanza cerebrale e attivano direttamente i neuroni termoregolatori mediante aumento dei livelli di cAMP. L’iperpiressia non febbrile può aver luogo per aumentata produzione o per diminuita dispersione di calore. Esempio in seguito a sforzo fisico intenso o condizioni patologiche quali tempesta tiroidea, ipertermia maligna (di origine genetica dovuto ad ipertono muscolare per aumentate concentrazioni di Ca). colpo di calore è insufficienza acuta della termodispersione. In ambienti con elevate temp ed umidità specialmente se con lavori fisici faticosi. Arresto sudorazione, alterazione del sensorio, ipotensione arteriosa e coma, emoconcentrazione, iperazotemia, e segni di CID, acidosi mista L’iperpiressia febbrile può osservarsi in infezioni molto gravi ed è molto spesso sostenuta da gram -Ipertermia febbrile può essere trattata con farmaci quali acetilsalicilico e paracetamolo mentre ipertermia non febbrile deve essere trattata con provvedimenti che promuovono la termodispersione (mezzi fisici di raffreddamento) se nella febbre si ricorresse soltanto a mezzi fisici di raffreddamento l’abbassamento della temperatura corporea sposterebbe l’omeostasi termica verso una maggiore produzione di calore con comparsa di brividi e vasocostrizione cutanea. Ipotermia Temperatura nel sangue arterioso inferiore a 35°C. si utilizza un termometro per basse temperature o temp delle urine appene emesse. Fase iniziale (35-33°C) che non desta particolari preoccupazioni in quanto sono operanti le difese contro raffreddamento. Fase di pericolo (33-30°C) in cui non sono + operanti tali difese. Le difese sono termogenesi e dai suoi meccanismi di regolazione. Ipotermia può essere accidentale (rapida sottrazione di calore; alterazioni fisiologiche dell’anziano dovuta a bassa percezione al freddo e diminuita h2o; ridotta termogenesi Æ ipotermia metabolica in seguito a malnutrizione, ipoglicemia, chetoacidosi diabetica, ipertiroidismo; alcuni tpi di farmaci) se la causa è l’esposizione ad un ambiente freddo; ipotermia endogena quando è causata da una malattia; ipotermia indotta quando è intenzionalmente prodotta a scopo terapeutico. Nell’ipotermia hanno notevole importanza i meccanismi di termodispersione. La sudorazione ha un ruolo decisivo nelle persone che svolgono lavori in ambienti freddi e l’evaporazione. Conduzione se in h2o fredda tipo immersioni; irraggiamento con testa scoperta in ambienti freddi. Alterazioni funzionali aumento freq cardiaca, vasocostrizione periferica, aumento pressione arteriosa , stimolo simpatico-surrenalico. Se temperatura centrale scende ulteriormente il battito cardiaco rallenta, vasodilatazione periferica, pressione arteriosa calaÆ arresto cardiaco. Ipotermia endogena spesso dovuta a battriemia è molto grave. Apparato respiratorio inizialmente respirazione aumenta per aumento metabolismo Æ alcalosi respiratoria e tetania. Bassa temp nell’aria inalata aumenta la secrezione bronchiale. Apparato gastro-enterico: ridotta peristalsi, rallentato flusso splancnico con diminuzione per fusione e funzionalità epatica. Compromessi secrezione pancreatica dell’insulina, i suoi effetti periferici e il trasporto cellulare di glucosio; ipotermia grave iperglicemia può risultare insensibile all’insulina. Rene: aumento della diuresi, diminuita capacità di concentrazione per diminuita liberazione aDHÆ disidratazione iperosmolare con riduzione successiva della filtazione glomerulare (iperazotemia e ipercretininemia) emoconcentrazione con aumento viscosità del sangue e rallentamento circolo(rischio trombotico). SNC depressione delle sue funzioni Metabolismo tessutale: spostamento a sx della curva di dissociazione dell’Hb rendendo + difficile la cessione di O2. metabolismo prima aumenta poi diminuisce. Dato che anziano ha metabolismo rallentato si riscalda dopo e si raffredda primaÆ ipotermia accidentale. Trattatamento: produrre il brivido, immersione in acqua calda se lieve ipotermia, emodialisi con dializzato caldo, riscaldamento dell’app respiratorio con vapor acqueo. Assideramento è l’abbassamento della t corporea a valori a cui nn sono + operanti le difese contro il freddo. Ibernazione assideramento artificiale Congelamento o ipotermia locale è lesione tessutale dovuta all’azione locale del freddo; a aseconda della gravità può essere distinta. 1° grado è presente ischemica locale che può evolvere in un’area edematosa rossastra e successivamente in un’area edematosa violacea. 2° grado presenti le fittene, piccole bolle dovute alla raccolta di liquido edematoso fra gli starti dell’epidermide o fra questa e il derma. 3° grado presente necrosi spesso di tipo colliquativo. Il congelamento è superficiale 1 e 2 quando la lesione è confinata alla cute, profondo 3 quando la lesione coinvolge il sottocutaneo, la muscolatura o l’osso. Alcune condizioni patologiche sono aggravate dall’esposizione al freddo es sindromi da anticorpi freddi (emoagglutinine o emolisine che portano a occlusione vascolare periferica o a emoglobinuria parossistica), la crioglobulinemia (occlusioni vascolari)
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