Introduzione Questa tesi e dedicata allo sudio di tecniche operazionali applicate a funzioni e polinomi speciali. Le due tecniche sviluppate sono il principio di monomialita ed il metodo della funzione generatrice. Il principio di monomialita sara esposto nei primi due capitoli e con- siste nel trovare due operatori detti di "derivazione" e di "moltiplicazione" tali che, applicati ad un generico polinomio pn (x), soddisno le due seguenti relazioni P^ (pn(x)) = npn 1 (x) M^ (pn(x)) = pn+1 (x) Si verichera che la maggior parte dei polinomi utilizzati nelle applicazioni soddisferanno il principio di monomialita e, sotto l'azione degli operatori P^ e M^ di volta in volta specicati, risulteranno essere dei "quasi monomi". A questa classe vedremo che apparterranno ad esempio i polinomi di Hermite (ad una o piu variabili e ad uno o piu indici) ed i polinomi di Laguerre. 1 Sebbene non sia chiaro se tutti i polinomi speciali appartengano alla famiglia dei quasi monomi, e possibile legare polinomi apparentemente non quasi monomiali a quasi monomi e studiarne le proprieta in maniera relativamente semplice. Vedremo che un esempio di quanto detto sono i polinomi di tipo Legendre. Applicando il principio di monomialita ricaveremo oltre alle proprieta di base dei polinomi in questione anche formule di tipo Nielsen e di tipo Mehler. L'utilizzo del principio di monomialita permettera inoltre di studiare famiglie di funzioni che nascono dalla combinazione delle Bessel e dei quasi monomi. Discuteremo pertanto funzioni di tipo Hermite-Bessel e Laguerre-Bessel le cui applicazioni si ritrovano soprattutto in problemi sici ed in particolare in elettromagnetismo. Combinando invece tra loro i quasi monomi con la stessa tecnica utilizzata per le Bessel si possono ottenere nuove famiglie di polinomi quali quelli di tipo Hermite-Laguerre e Laguerre-Hermite. Il metodo congiunto della monomialita e della funzione generatrice per- mettera di calcolare, analiticamente ed in maniera semplice, integrali contenenti prodotti di funzioni speciali. In questo contesto un ruolo fondamentale sara giocato dai polinomi troncati e da loro forme generalizzate di cui non si aveva ancora una trattazione completa. Nell'ultimo capitolo si fara l'analisi approfondita delle proprieta di tali polinomi e se ne studiera il legame sia con i polinomi di Hermite che con quelli di Laguerre. 2 Si vedra inoltre come questi polinomi sono legati sia ai polinomi di Bernoulli che a quelli di Eulero. Si dimostrera inne l'utilita di queste relazioni sia per quanto concerne problemi sici (spettro di corpo nero, funzioni di Einstein ed altri) sia per problemi matematici (teorema di addizione di Bernoulli). 3 Capitolo 1 Principio di monomialita 1.1 Introduzione L'utilizzo del cosidetto "principio di monomialita" semplica lo studio di una vasta famiglia di polinomi inclusi quelli di tipo Hermite e Laguerre. Nonostante il fatto che il termine "principio di monomialita" sia improprio e che esso possa essere piu in generale visto come un sottoprodotto della trattazione Lie algebrica delle funzioni speciali [1, 2], nel corso di questo capitolo continueremo ad usare tale locuzione ed in base a questo deniremo un polinomio pn (x) (n 2 N e x 2 C ) un "quasi monomiale " se esistono due operatori P^ e M^ , chiamati di "derivazione" e di "moltiplicazione", tali che 4 P^ (pn(x)) = npn 1 (x) (1.1) M^ (pn(x)) = pn+1 (x) (1.2) in questo modo tutte le proprieta del polinomio pn (x) sono specicate da quelle degli operatori P^ e M^ i quali soddisfano la relazione di commutazione [P^ ; M^ ] = P^ M^ M^ P^ = ^1 (1.3) dove ^1 e l'operatore unita. La (1.3) assicura che gli operatori P^ ; M^ e ^1 costituiscono un gruppo di Weyl rispetto all'operazione di commutazione e diremo pertanto che i quasi monomi possono essere "generati" dal gruppo di Weyl. Vedremo nel seguito piu specicamente il signicato della precedente aermazione. Analizziamo qui di seguito come possiamo dedurre le proprieta di pn (x) da quelle di P^ e M^ 1. Se P^ e M^ hanno una realizzazione dierenziale allora pn (x) soddisfa l'equazione dierenziale M^ P^ (pn (x)) = npn (x) 5 (1.4) 2. Se p0 (x) = 1, allora pn (x) puo essere costruito esplicitamente come pn (x) = M^ n (1) da questa relazione si trova, moltiplicando entrambi i membri per mando su n etM^ (1) che risulta essere la funzione = 1 n X t n=0 n! pn (x) (1.5) tn e somn! (1.6) generatrice di pn(x). I polinomi di Hermite e Laguerre sono due esempi di quasi monomi.Vedremo nei prossimi paragra come le loro proprieta possano essere dedotte dal punto di vista della monomialita. 6 1.2 Alcune identita operatoriali Nel corso di questo capitolo ci occuperemo di realizzazioni dierenziali degli operatori M^ e P^ e poiche faremo spesso cenno ad operatori esponenziali e opportuno premettere alcune identita operazionali che utilizzeremo spesso nel seguito e la cui dimostrazione e data in Appendice A. Identita di disaccoppiamento di Weyl [3] Nel caso in cui A^ e B^ sono operatori che non commutano, risulta cioe ^ B^ ] = k [A; (1.7) dove k e un numero diverso da zero e non un operatore, si ha eA^+B^ 6= eA^eB^ (1.8) Osserviamo che, se in tale situazione, vale la seguente proprieta di commutazione [k; A^] = [k; B^ ] = 0 (1.9) allora possiamo scrivere la seguente uguaglianza, detta appunto identita 7 di Weyl eA^+B^ = eA^ eB^ e A;B 1 ^ ^ [ ] 2 (1.10) Identita di Crofton m m eA^ f (B^ ) = f (B^ + kmA^m 1 )eA^ ^ B^ ] = k. nella quale si e sfruttato [A; 8 (1.11) 1.3 Monomialita e polinomi d'Hermite In questo paragrafo considereremo una banale rappresentazione dierenziale del gruppo di Weyl ovvero M^ = x + 2y@x (1.12) P^ = @x I quasi monomi associati alla realizzazione precedente, che denoteremo con Hn(x; y ) [5, 6], soddisfano le @x Hn (x; y ) = nHn 1 (x; y ) (1.13) (x + 2y@x)Hn (x; y ) = Hn+1 (x; y ) da cui si deriva l'equazione dierenziale (2y@x2 + x@x )Hn(x; y ) = nHn (x; y ) si trova inoltre la funzione generatrice 1 n X t n=0 (1.14) n! Hn (x; y ) = e(xt+yt ) 2 9 (1.15) la quale e ottenuta dalla (1.6) sostituendo opportunamente il polinomio pn (x) con Hn (x; y ) e l'operatore M^ con la denizione data in (1.12). Si ha cos 1 n X t n! n=0 Hn (x; y ) = et(x+2y@x ) (1) (1.16) la quale applicando l'identita di Weyl e osservando che e2yt@x (1) = 1 (1.17) da la (1.15). Sviluppando il membro di destra della (1.15) e uguagliando le stesse potenze di t, si ottiene la forma esplicita dei polinomi [n] Hn(x; y ) = n!xn 2r y r r!(n 2r)! r=0 2 X (1.18) E evidente che i polinomi Hn (x; y ) si riducono ai polinomi di Hermite ordinari [4] nel caso 1 ) 2 Hn(x) = Hn(2x; 1) Hen(x) = Hn(x; 10 (1.19) Il punto di vista operatoriale, appena accennato, permette di ottenere una famiglia di identita particolarmente importanti. Facciamo prima di tutto notare che insieme alle ricorrenze (1.13) vale anche la relazione @y Hn (x; y ) = n(n 1)Hn 2 (x; y ) (1.20) dalla quale si ottiene l'uguaglianza @y Hn (x; y ) = @x2 Hn (x; y ) (1.21) Risulta pertanto chiaro che i polinomi Hn (x; y ) sono soluzioni naturali non banali dell'equazione del calore. Dalla (1.21) poiche Hn (x; 0) = xn si ottiene anche la seguente denizione operatoriale dei polinomi Hn (x; y ) Hn (x; y ) = ey@x (xn ) 2 (1.22) la quale puo essere specializzata, come di sotto riportato, per quanto concerne i polinomi di Hermite ordinari 11 Hen(x) = e 1 2 @x2 xn h Hn(x) = 2n e 1 4 @x2 xn (1.23) i Tornando alla relazione (1.22) ed alla identita di Crofton, considerando il blocco a destra come un operatore otterremo ey@x xn = (x + 2y@x)n ey@x 2 (1.24) 2 L'operatore O^ n = (x + 2y@x)n puo essere scritto esplicitamente in termini di polinomi di Hermite operando come segue 1 n X t n=0 n! 1 n X t O^n = n=0 n! (x + 2y@x )n (1.25) = et(x+2y@x ) = etx+yt e2y@x 2 pertanto dallo sviluppo in serie in potenze di t si ottiene O^ n = n X n s=0 s la quale risulta essere l'identita Hn s (x; y ) (2y@x )s (1.26) di tipo Burchnall, la (1.26) applicata 12 all'operatore identita si riduce a Hn (x; y ) = (x + 2y@x )n (1) (1.27) Relazione che puo essere facilmente ottenuta, infatti si ha O^ n (1) = = n X n s=0 s n X n s=0 s Hn s(x; y ) (2y@x)s (1) (1.28) Hn s(x; y )Æs;0 = Hn (x; y ) L'inverso dell'identita (1.26) e dato dalla relazione S^n = Hn (x 2y@x ; y ) = n X s=0 ( 1)s n n s x (2y@x)s s (1.29) che puo essere dimostrata utilizzando una tecnica analoga al caso precedente, ovvero notando che 1 n X t n! n=0 S^n = e(x 2 y@x )t+yt2 13 = ext+yt e 2 2 yt@x (1.30) Nel prossimo paragrafo studieremo invece il principio di monomialita applicato ad una altrettanto nota famiglia di polinomi, quella dei Laguerre. 14
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