40 ANNI CONTRO IL CORO 41207 DOMENICA7 DICEMBRE 2014 9 771124 883008 Direttore Alessandro Sallusti G ilgiornale.it Anno XLI - Numero 290 - 1.40 euro* AFFARI E RESE DEI CONTI Il Pd impazzisce per la Cupola Domani torna il settimanale Altro che mazzette nere, «Mafia Capitale» fa esplodere i democratici: tutti contro tutti d’inchiesta Pure Zingaretti nei guai per un’assessore. Così Buzzi & C. cercavano di contattare Alfano de «Il Giornale» Partecipate, il direttore del casinò guadagna più della Merkel L’ultima bomba è quella sotto la poltrona del governatoredelLazioZingaretti.Lasuaassessore è accusata di essere la «spia» della Cupola. EsplodeilPdromano,ormaiètutticontrotutti.E icapidellecoopcercavanodiparlareconAlfano. AMMINISTRATORI INCAPACI Sindaci ladri o ciechi, sono comunque tutti da cacciare servizi da pagina 2 a pagina 8 di Vittorio Feltri B reveriflessionesuifattaccidi Roma, che non è più un’esagerazione leghista definire ladrona. Non abbiamo letto i rapporti degli investigatori, e ciò che sappiamo- non molto - loabbiamo appreso dai media, pertanto non ci addentriamonellequestionigiudi- ziarie.Undatoperòèsicuro:ilsistemafurfantescoeraconsolidatoefaceva perno sulla collaborazione stretta fra politici, responsabili delle casse pubbliche, e criminali che erano riusciti a intrufolarsi nelle stanze del (...) segue a pagina 4 FONDI AL PROGETTO PERIFERIE Il governo regala uno spot da 200 milioni a Renzo Piano FATTE SALVE ECCEZIONI TERRITORIALI (VEDI GERENZA) lconvegnoèdedicatoalpoeta, ma il sottosegretario commemora il giurista. Se il prendere fischi per fiaschi e l’arrampicarsisuglispecchifosserospecialitàolimpiche,FrancescaBarracciu sarebbe tornataaRomadallasuaSardegnacaricadimedaglie,senzanullada invidiareaFleurPellerin,ministro francese della Cultura che, a fine ottobre, ammettendo di non sapere chi diavolo fosse il suo connazionale (...) segue a pagina 3 Antonio Signorini a pagina 9 VERSO IL COLLE? L’architetto Renzo Piano è dato tra i papabili per il Quirinale IL LEADER DI FORZA ITALIA VUOLE ANCHE LA PARITÀ EURO-DOLLARO Berlusconi lancia la rivoluzione fiscale «Aliquota unica per tutti al 20%». Sul governo: «Sta sbagliando, ma se fa riforme giuste le votiamo» Fabrizio de Feo Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha lanciato ieri lasuapropostaperlarivoluzione fiscale: «Ridurre le imposte, meno tasse, meno tasse, meno tasse su famiglie, lavoro e imprese. Serve una rivoluzione fi- scale. Serve una flat tax con aliquotaal20%». Sulpatto del Nazaerno, Berlusconi ha detto: «Renzi ci ha presentato un progettougualeainostri,nonpotevo venir meno alla nostra coerenza». PARALISI ECONOMICA S&P ha dato la conferma: Renzi sa solo promettere di Renato Brunetta a pagina 10 a pagina 11 Amanti, gaffe e colbacco: Hollande presidente da cabaret di Cristiano Gatti L’OMICIDIO DEL BIMBO O La mamma di Loris sul luogo del delitto gni popolo ha il suo Crozza. Il nostro ha dei numeri, ma i francesinehannounoletteralmenteirresistibile. Si esibisce sempre a braccio, fuori dagli schemi rigidi di un canale televisivo o di un teatro. Nonhaneppuredateeappuntamenti incartellone,nonhaautori,nonhaalle spalle diplomi da Actors Studio. Può creare in qualsiasi momento e in qualunque situazione, sui due piedi. È un improvvisatore (...) N. Materi e V. Raffa Undettaglioemergedall’indaginesullamortedelpiccoloLoris:per6minutilamamma sarebbe stata proprio nei pressi del canale dove fu gettato il piccolo. alle pagine 14-15 segue a pagina 12 di Nicola Porro » Zuppa di Porro Toh, l’odiata Fiat ha salvato i posti di lavoro decisamente più fruttuoso per un politico o un sindacalista creare 10 posti di lavoro che evitare se ne perdano 100. Nel primo caso, tutti a incensare l’opera buonaegiustarealizzata.Magari grazie alle imposte tolte dalle tasche dei cittadini e spesso per posti di lavoro improduttivi.Alcontrario,evitare che si perdano occasioni di impiego implica(...) È segue a pagina 20 L’UOMO CHE FA RIDERE (E VERGOGNARE) LA FRANCIA * SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE – D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) – ART. 1 C. 1 DCB-MILANO Giampaolo Iacobini I di Magdi Cristiano Allam D Giuristi per poeti La beata ignoranza del sottosegretario segue a pagina 2 L’IMMIGRAZIONE CRIMINALE i fronte alla sconvolgente inchiesta «Mafia Capitale» - il cui giro d’affari principale è legato alla gestione dei clandestini e dei rom e al persistere deglisbarchiedellestragidiclandestini-sefossimo veramente uno Stato di diritto e una nazione dedita al bene comune, un governo preposto a salvaguardare l’interesse supremo degli italiani avrebbe dovuto procedere con decreti legge per rendere immediatamente esecutivi: 1) La fine degli ingressi illegali dei clandestini e, di conseguenza, delle operazioni Mare Nostrum o Frontex. 2)Lafinedelfiumedidenaropubblicodestinatoallecooperativeoassociazionipertutteleattivitàlegateaiclandestinieagliimmigratiirregolari. 3) Lo scioglimento di tutte le aziende pubbliche o parificate di proprietà dei Comuni, delle Province e delle Regioni con i bilanci in perdita, trasferendo le loro competenze a aziende private vincolate al rispetto della missione sociale. 4)PromuoverelagestioneimprenditorialedelleistituzionidelloStato,assicurandouncorretto rapporto tra competenze, personale e bilancio, per garantire il miglior risultato al minor costo e nei tempi più rapidi. 5) Sanzionare nel modo più severo, alla stregua del tradimento della Patria, tutti coloro che risultano coinvolti nello sperpero e nell’appropriazione indebita del denaro pubblico. Se fossimo un Paese che si rispetti, in cui tutti i cittadinisonougualidifronteallalegge,sisarebbegiàdovutononsoloscioglierelagiuntaeilconsigliocomunaledi Roma,ma inquisiretuttalafiliera coinvolta nella criminale operazione di appropriazione indebita di denaro pubblico, che vede coinvolti la criminalità (...) SCIVOLONE DELLA BARRACCIU 2 IL FATTO Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale __ ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo il caso Roma E se dopo il Campidoglio toccasseallaRegioneLazio? Per ora sono rumors,unvociaresemprepiùfrenetico: una corda che sembra stringersiattornoalfeudodiNicola Zingaretti. Già da giorni Francesco Storace sente puzza di bruciato: vuole sapere perché mesi fa è stato revocato alla coop Capodarco l’appalto da 61milioniperlagestionedelRecup, il sistema per la gestione delle prenotazioni sanitarie. Vuole capire se quella riunione del 5 maggio, pochi giorni prima che scadesse il bando per il nuovo appalto, in una riunione nell’ufficiodelpotentissimoSalvatoreBuzzi,siparlasseproprio di quell’appalto. Vuole sapere se dietro la sospensione di tutte le gare si nasconda il desiderio difavorireleattualisocietàassegnatarie,chebeneficianodelregime di proroga. Dubbi. Per il momento solo dubbi. Che aumenteranno dopo la puntata di Report in onda stasera su Rai3, nel corso della quale andrà in onda un’inchiesta di Giorgio Mottola sui bandi per i dirigenti regionali. Un po’ troppoprevedibili.«Tuttigliultimidirettorigenerali-recital’anticipazione del servizio - sono stati scelti dopo rigorosissime selezioni,ilcuiesitoeraperòstatoprevistodaqualcunoconmoltimesi dianticipo, in alcuni casi primaancorachevenisseindetto il bando. Attraverso questi concorsisonostatinominatinellaRegioneguidatadaZingaretti finora ben 63 dirigenti esterni, quasiildoppiodiquellidell’epocaPolverini».Naturalmenteibeneficiati non sono scelti a caso: «Tra i vincitori e i nominati da ZingaretticisonoanchedirigentidelPd,familiaridipoliticiillustri,condannatierinviatiagiudizio.TuttialibropagadellaRegioneconstipendicheoscillanotra i100milaei180milaeuroall’anno». E poi c’è il caso di Paola Var- SOLUZIONE CREATIVA Ora Marino per salvarsi si inventa i dirigenti comunali «a turno» vazzo, già assessore alle Politichesocialidellagiuntadicentrosinistra dimessasi nell’aprile del2013 aseguitodelle indagini sul marito Marzio Micucci, funzionario dell’ufficio delle dogane accusato di aver intascato una tangente. La Varvazzo secondo un’informativa dei Ros neimesiprecedentil’incaricoallaPisana(comeprecisalaRegione) avrebbe fornito documenti utiliaBuzziperscreditareilgiudice del Tar Linda Sandulli che aveva sospeso un appalto vinto dalle coop di Buzzi in una strutturalacuimanutenzioneeracuratadaunasocietàdaleiparteci- Zingaretti nei guai Il suo ex assessore spia della cupola ’ di Andrea Cuomo Secondo il Ros la Varvazzo, già titolare delle Politiche sociali, passò documenti a Buzzi. La Regione: ma non era in carica Autodifesa del sindaco AL «MANIFESTO» Con Buzzi non ho avuto conversazioni di lavoro, si tenta ancora una volta di alzare un polverone DETECTIVE IGNAZIO Soldi dal re delle coop? Non sapevo se fosse un criminale, non sono un investigatore SODALIZIO Nicola Zingaretti e Ignazio Marino pata. Classico caso di conflitto d’interessi. E Ignazio Marino? Il sindaco nella tempesta non abbandona la nave capitolina che affonda e siinventa alla bisognauna rotazione dei dirigenti «a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture». Una decisione che nonspostadiunavirgolalepolemiche, soprattutto sulle contestate donazioni di Buzzi per la sua campagna elettorale. Su questo, il sindaco balbetta delle giustificazioni: «Buzzi? Non sapevo se fosse un criminale, non sono un investigatore». Il valzer della disperazione mentre l’orchestrina suona e la poltrona vacilla. Il capogruppo di Forza Italia Davide Bordoni proponel’autoscioglimentodel Consiglio comunale per «evitare l’onta dello scioglimento per infiltrazioni mafiose». Invoca le dimissioniancheilM5Scapitolino, che ha tappato le orecchie conlacerapernonsentirelesirene del consigliere radicale elet- CAOS A 5 STELLE In Campidoglio il M5S offre aiuto. Ma Grillo: «Il primo cittadino lasci» to nella lista civica per Marino RiccardoMagi,chehaoffertolorolavicepresidenzadell’assemblea capitolina per sostenere Marino. «Siamo pronti a collaboraresullequestioniprincipalicheinteressanoaicittadinima non a entrare in giunta», dice concilianteilcapogruppogrillino Marcello De Vito. Più duri Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio:«Perilbenedellacittàe delPaese,Marinofacciaunpasso indietro». Quello che pensano tutti, a Roma e in Italia. Il commento AMMINISTRATORI CIECHI O DISONESTI MANDATELI A CASA dalla prima pagina (...)potere, ricoprendo ruoli importanti,al punto che era affidatoloro il compito di gestire a vario titolo ingenti capitali, gran parte dei quali piovevanonellelorotascheenonsolo nelle loro. Ciò precisato, i sindaci e gli assessori di ogni colore, avvicendatisi in Campidoglio e alla Regione Lazio, dovrebbero ora spiegare come abbianofattoanonaccorgersidiessersi circondati da una quantità cospicua di farabutti patentati, tra cui non mancavano colli da forca, ex picchiatori, avanzi di galera. Cosa dobbiamo pensare? Che essi non abbiano letto i curriculum di coloro ai quali avevano delegato la conduzione di campi rom, case popolari eccetera, un giro di milioni e milioni che poi non servivano ad assisterepoveriedemarginati,maagonfiareletaschedellabandaerelativiaffiliati? Fosse così, fatta salva (forse) la loro buona fede, vorrebbe dire che si sono comportati con una leggerezza imperdonabile, ai limiti dell’incoscienza. Se invece, come è più probabile, gli amministratori erano consapevoli di avvalersi dell’opera di malviventi e non li hanno cacciati, per quieto vivere o convenienza personale,devono subito dimettersidaogniincaricoerassegnarsiapagare.Chipoinonsiedepiùsupoltrone di spicco faccia ammenda e abbandoni la scena politica, in attesa che la giustizia ne decida la sorte. Non è ammissibile, in ogni caso, che personaggi con funzioni istituzionali di rilievo, davanti allo scandalo, fingano di essere sorpresi, si giustifichino in maniera infantile: ero all’oscuro, non c’ero e se c’ero dormivo. L’associazione per delinquereinfatti agiva daparecchianni, eracostituitadafamosi criminalied è difficile credere che i loro referentipoliticineignorassero iprecedenti penali, consentendo che maneggiasserodenaropubblicosenzasentire l’esigenza di effettuare controlli. Insomma non la beviamo; siamo piuttostoportatia supporreche essi tollerassero il malcostume dei corruttori e dei corrotti perché era anche il loro modus vivendi, e non avvertivano neanche il pericolo di essere sgamati nella convinzione che ladisonestànelPalazzofosseunelemento indistinguibile dall’arredamento. Da notare che qualche avvisaglia c’era stata un paio di anni fa allorchélaRegioneLaziofuinvestitadalla burrasca, causa prelievi illegittimi di soldi dal fondo riservato ai gruppi consiliari. In sintesi, numerosi politici spendevano montagne di euro per sé, anziché per l’attività dipartito.Lapresidente,RenataPolverini, chiamata a renderne conto, dichiarò di non essere al corrente delle ruberie. Fu costretta a dimettersi in anticipo sulla scadenza del mandato. Una domanda resta in sospeso: è lecito che chi sta in alto non si degni di guardare in basso per verificare dove finiscano i quattrini pubblici? Vittorio Feltri IL FATTO 3 Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo BABELE DEMOCRATICA IL LEADER INDIGNATO Matteo Renzi (39 anni), premier e segretario del Pd. «Quello che emerge - ha detto dell’ultimo scandalo romano - fa letteralmente schifo. Abbiamo diritto di sapere chi ha rubato» [Ansa] IL VITTIMISTA INSOFFERENTE Giuliano Poletti (63 anni), ministro del Lavoro ed ex leader di Legacoop. «Stufo di essere tirato in ballo per una foto del 2010», ha detto della sua cena con gli indagati di Mondo di mezzo [Ansa] IL COMMISSARIO TERMINATOR Matteo Orfini (40 anni), presidente del Pd e commissario del Pd di Roma. «Azzerare e ricostruire - ha detto -. E bloccare i congressi, per mettere fine alla cancrena correntizia» [Ansa] IL GARANTISTA UOMO DI MONDO Piero Grasso (70 anni il 1° gennaio), presidente del Senato ed ex magistrato. «Per sciogliere un Comune ci vuole ben altro», ha detto in merito all’inchiesta Mondo di mezzo [Olympia] il retroscena di Laura Cesaretti Roma B lindareIgnazioMarinoe fare piazza pulita delle correnticheaRomaenel Lazio hanno fatto il bello e (come emerge dalle inchieste) soprattutto il cattivo tempo. Ai quali è stato inviato un messaggio chiaro: per il Pd romano ora inizia «l’anno zero», per le cordatedi poterechefinorasisono mosse è finita la pacchia. È questo il mandato su cui si muove il commissario voluto da Matteo Renzi nella Capitale, MatteoOrfini,cheieriharingraziato i tre indagati Pd (Ozimo, Il Pd perde la testa per Roma E la Bindi attacca il premier Lo scandalo manda il partito nel panico. Orfini ai consiglieri comunali: niente trucchi, tanto il candidato resta Marino. Ma nel Lazio la fronda anti Renzi adesso è più debole PatanèeCoratti)peressersiautosospesi dal partito. Ai consigliere democrat riuniti a porte chiusevenerdìOrfinihamandato un messaggio chiaro: «Se si dovesse tornare a votare, sia chiarocheilcandidatorestaMarino». Chi pensasse di giocare di sponda con le opposizioni (grillinieForzaItalia)checavalcanola propostadi scioglimen- to del Comune per togliere di mezzo il sindaco «marziano» e riacquistare spazio, è avvertito. «Non siamo tutti uguali», mandaadireilbracciodestrodiRenzi, Luca Lotti, «non possiamo tollerare zone grigie, non possiamo tollerare che la politica venga assimilata al malaffare. Lapolitica,labuonapoliticadeve allontanare le ombre». Per Matteo Renzi non tutto il malevienepernuocere:lo«schifo»emersodall’inchiestaglifornisce l’occasione per accelerare l’opera di rottamazione dei vecchi assetti di potere del Pd. Assettiinpartealuiapertamente avversi, in parte anche saliti inextremissulcarrodelvincitoreperriciclarsi,marispondenti a logiche estranee al renzismo dellaprimaora.Ilfattocheilterremotoromanopossaindebolire anche il ruolo del presidente della Regione, Nicola Zingaretti(chelaminoranzaPdhaspessoindicatocomepotenzialeanti Renzi) non dispiace troppo a Palazzo Chigi. Il fronte anti Renzi, dal canto suo,provaadutilizzareilpolverone romano contro il premier. figuracce da sottosegretario La beata ignoranza della Barracciu Faraone l’«okkupatore» Doveva ricordare Sebastiano Satta (poeta) ma parla di Salvatore (giurista). «Colpa del mio staff» ora non va più a scuola dalla prima pagina Ci mancava solo il sottosegretario all’Istruzione che non puòandarenellescuole.Nonci sono le condizioni o si rischiano strumentalizzazioni, la sostanza non cambia. Certo, nella prima espressione nessuno accusa nessuno e nella secondachiparlaindicanell’avversario il colpevole potenziale. In- BEI TEMPI fatti«mancanzadellecondizio- Davide Faraone ne», lo dice Davide Faraone, giovane ma già scafato esponente del Pd e sottosegretarioall’Istruzione.E«rischiodistrumentalizzazioni»lodiconoglistudentichestannooccupandoilliceoVirgilio diRoma, doveFaraone era atteso venerdì scorso proprio nella sua veste di rappresentante del governo. Ma dove all’ultimo momento ha preferito non andare perché, tradotto dal politichese in italiano, non era aria. Eilmotivoèprestodetto.Neigiorniprecedenti ilquotidianoLaStampaaveva pubblicatoinprima pagina una lettera aperta del sottosegretario chericordavalesue«okkupazioni»,quandoscopriva la passione politica e «il sesso nei sacchi a pelo». Le reazioni di insegnanti, genitori e studenti contrari all’autogestione didattica non si erano fatte attendere. E quindi la visita è saltata. (...) Patrick Modiano, fresco Nobel per la letteratura, si scusò confessando candidamente «di non aver letto un libro negli ultimi due anni». In Italia la vice di Dario Franceschini ha fatto di più. E meglio. O peggio, a seconda dei punti di vista. Invitata a Nuoro ad un evento sulla figura di Sebastiano Satta, il vate della Barbagia, il sottosegretario lo ha confuso con Salvatore Satta, altra figura di spicco del panorama culturale nuorese ma, a differenza del parzialmente omonimo poeta, fine giurista. Poco dopo aver presa la parola, al levarsi dei primi brusii dalla platea evidentemente ferrata in materia, la Barracciu si sarebbe prontamente giustificata (riferiscono le cronache locali) riconducendo la svista ad un equivoco: «Confondo sempre i IGNARA Francesca Barracciu loro nomi di battesimo». Salvo procedere oltre caparbiamente, fino ad incappare nella topica risolutrice di ogni residuo dubbio, attribuendo a Sebastiano Satta il romanzo Il giorno del giudizio, frutto della penna di Salvatore Satta. In sala stupore, sui giornali del giorno dopo clamore e polemiche. «Il sottosegretario non c’entra: è stato esposto alla pubblica derisione a causa di errori miei», s’è affrettato a spiegare il suo addetto stampa, Vassili Casula, precisando: «Considerata l’impossibilità per il sottosegretario di provvedere da sé all’intervento, in quanto in missione istituzionale all’estero, sono stato io ad elaborarlo». E lei, di rimando: «È stata una leggerezza del mio staff». Parole che sono bastate a mandare in archivio il caso, come se fosse normale, per un sottosegretario alla Cultura, farsi preparare gli interventi da altri. Nel 2011, per il portavoce dell’allora ministro Gelmini che in un comunicato magnificava «il tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso, costruito grazie ai 45 milioni investiti dal governo», il Pd pretese l’intervento della commissione Cultura della Camera. Di fronte agli inciampi del sottosegretario Barracciu non si muove foglia. Silenzi da egemonia culturale 2.0. Giampaolo Iacobini IerièstatoilturnodiRosyBindi, che dopo aver aperto il «fuoco amico» sul ministro Poletti («Deve chiarire») ha mirato direttamente al presidente del Consiglio:«Conosciamo tuttila sua determinazione, l’abbiamo vista sul Jobs Act e sulla Costituzione.Miaugurocheutilizziunpo’dipiùquestasuadeterminazione anche verso la lotta alle mafie». Poi la presidente dell’Antimafia ha annunciato di voler «indagare a fondo» anche lei, usando la Commissione, sul caso Roma, avviando un’inchiesta parallela e convocando una serie di audizioni, dal procuratore Pignatone al sindacoMarinoalprefetto.«Siè messa in testa di ripercorrere le ormediViolantesulcasoAndreotti», ironizza un parlamentare del Pd, dove più d’uno nutre il sospettochelaBindivogliausare la Commissione per pilotare politicamente il caso, tenendo aperta l’opzione dello scioglimento per mafia del Comune. GliesponentidelPdfinitiavario titolo nel cono d’ombra dell’inchiesta «Mafia Capitale» intanto si difendono. C’è Micaela Campana, deputata e membro dellasegreteriaPdinquotabersaniana, che denuncia con «indicibile rabbia» il «linciaggio mediatico» nei suoi confronti, perquel messaggino telefonico aSalvatoreBuzzi:«Hovistoripetutamenteilmionomesbattuto CONTI IN SOSPESO La pasionaria: Matteo sia determinato sulla mafia come sul Jobs Act inprimapaginaassociatoallavicenda di Mafia Capitale. Il tutto perunsalutocheiousoabitualmente, come è facilmente riscontrabile,eperunaconversazione priva di fondamento tra duepersonaggi».Campanasottolinea di non aver mai presentato l’interrogazione che gli veniva sollecitata da Buzzi a propositodelcentrodiaccoglienza diCastelnuovodiPorto.Respingonolastessaaccusaanchedue potenti parlamentari romani, il segretarioregionaleLuigiMelilli e l’ex consigliere comunale di lungo corso Umberto Marroni. 4 IL FATTO Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo il caso di Gian Maria De Francesco Roma L a «cupola» della Capitale ha un volto affaristico che,aunocchioinesperto,potrebbesembrareinnocuo e persino benefico. Servizi di raccolta differenziata dei rifiuti, manutenzione delle piste ciclabilieaccoglienzadegliimmigratiedellemadrisingle.Inrealtà, gli appalti concessi dal Comune di Roma e dalle cittadine sono la sostanza del «romanzo criminale» scritto da Massimo Carminatie dal suo braccio destro Salvatore Buzzi. Tutto ruota attorno alla Cooperativa29Giugno che rappresentail centro di un impero criminale. I rami si chiamano: 29 giugno Servizi, Formula Sociale, Eriches 29, Crd Immobiliare, Sarim Immobiliare, Crisalide, 29 Energy Green Sial e Rogest.Aquestesiaggiungelapartecipazione a diversi consorzi tra i quali Raccolta Differenziata Roma, Raccolta Differenziata Roma Due e Formula Ambiente.Chiarochesiaproprioil business dei rifiuti a portare in cassa circa il 40% dei 60 milioni Dai rifiutialle pulizie: l’impero coop di Buzzi comandavala città Nonc’eraunagaraincuila«Coop 29giugno» elesueundici affiliate nonpartecipassero. Salvini: «Ora unsindaco leghista» 1.137 38 Le pagine dell’ordinanza, sintesi di 14 faldoni di indagine(circa14mila pagine) quasi tutti su Buzzi Gli arresti dei carabinieri. BuzziarrivavaagliappuntamenticonlasuaAudiQ5 (vettura da 70mila euro) lossodell’imperodellaLegaCoop cui Salvatore Buzzi era affiliato. Quest’ultimo ne parla in un’intercettazione del 15 gennaio2014incuidescrivesinteticamente il sistema politico-affaristico che fa capo alla sinistra non solo nella Capitale ma anche nei Paesi della Provincia. «I nostri assi nella manica perfarcivincelagaradovrebbero essere la Cesaretti per conto diSel(…)Corattichevenerdìce vadoaprendeunbelcaffèemetto in campo anche Cosentino, GLI AFFARI SPORCHI La banda si alimentava grazie agli appalti concessi dal Comune di euro del 2013 (poco più di 50 milionisesiescludonoirapporti infragruppo). Ma nell’informativa del Ros deiCarabinierilapartepiùinteressante è rappresentata propriodallaricostruzionedialcune gare di appalto bandite dall’Ama(lasocietàdiigieneurbana della Capitale guidata da Franco Panzironi, anche lui agli arresti). Non c’è gara cui la Coop 29 giugno non partecipi. Bando per la raccolta differenziata porta a porta del luglio 2009: Formula Ambiente vince un lotto per 2,4 milioni. «Pulizie e bonifiche stradali» del 2011: anche qui 29 Giugno e le sueconsorellesiportanoacasa duelottiper400milaeuro.Pulizia domenicale al termine del mercato di Porta Portese, anno 2011. Chi vince? La 29 giugno ovviamente per 516mila euro. La raccolta di questi dati potrebbe far pensare che l’amministrazioneAlemannofossestataprodigacon Buzzi,Carminati & C. Ma l’ampia informativa deiRosmostrachela29Giugno Servizi aveva ottenuto importanti commesse per gli anni 2007e2008,ossiadurantelasindacaturadiWalterVeltroni.Come lapulizia degli autobusdellaTrambuspressolarimessadi Tor Pagnotta per complessivi 1,1 milioni di euro e la pulizia dell’Auditorium progettato da Renzo Piano (495mila euro). Come erano state vinte queste gare?MatramiteCns,ilConsorzio nazionale servizi, vero co- Buzzi-gate L’impero L’impero di Buzzi era composto da un gruppo da 1.200 dipendentieun fatturatodi circa 60 milioni. Bologna era la capitale politica e finanziaria delle sue cooperative Dodici cooperative Al centro di tutti c’è il gruppo «29 Giugno Onlus» nato nel 1985 (Buzzi viene scarcerato nel 1991) che controlla direttamentealtreundicicooperative Bologna caput mundi SocietànateaRomadaglianni Novanta in poi, controllate da Buzzi a cui nel 2011 si aggiungeil«Consorzionazionale servizi società cooperativa» con sede a Bologna (...) se perdemo con sti tre, non è un problema... allora perché... perfarla bene bene tu devi fa’ un accordo con LegaCoop», afferma il presidente della 29 Giugno. Non a caso è proprioquest’ultima adessersi aggiudicata due appalti per il servizio di igiene urbana a Morlupo(Roma):unaffareda3,26milioni di euro, come certificato dai dati dell’Authority di vigilanza sui contratti pubblici. Affrontando il tema dei bandiperleemergenzesociali,iCa- LA CUPOLA Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati nella cupola affaristica romana, in un video dei carabinieri contenuto nell’ordinanza dell’inchiesta «Mondo di mezzo» Nel video Buzzi spiega a chi vengono versati i soldi per ottenere favori [Ansa - ufficio stampa dei Ros] rabinieri scrivono: «Il consorziodicooperativeEriches29,diretto ufficialmente da Buzzi, operava e si sviluppava nel settorepubblicograzieadunarete di connivenze e compiacenze fornite da appartenenti all’amministrazione comunale sia nel corso del mandato di Alemanno che a seguito dell’elezionediMarino». Eriches, filiazione della 29 Giugno, gestisce infatti: il campo nomadi di Castel Romano, 13 centri di accoglienza (profughi, minori rifugiati, clochard e madri single), cinquecentri perpersone disagiatee135appartamentidadestinare agli sfrattati. Il segretariodella LegaMatteo Salviniha coltolapallaalbalzo.«Soltanto un primo cittadino leghista può fare la differenza», ha detto. D’altronde,nonsipuòpassare in poco più di vent’anni da un giro d’affari di qualche migliaio di euro a oltre 50 milioni senza avereun metodo scientifico che è lo stesso Buzzi a raccontare intercettato il 26 maggio 2014. «10 lotti, (...) uno se lo riservanoloro, lo danno aduna cooperativa che non è aderenteanessunadelletreorganizzazioni(LegaCoop,ConfcooperativeeAgci;ndr)(...)perglialtri9 ce li dividiamo secondo le nostre proporzioni: 50 Lega, 35 (...) e 15 Agci, nell’ambito di questi9cisarannodellepossibilità», afferma aggiungendo che «vuole dal 3 al 4% su tutti (...), perla politica». L’omicida Buzzi aveva capito come funziona. il commento BASTA FIUMI DI DENARO ALLE ASSOCIAZIONI LEGATE AI CLANDESTINI VERGOGNA Un campo nomadi a Roma dalla prima pagina (...)organizzata, quasi tutti i principali partiti politici, alti livelli della burocrazia dei ministeri e settori delle forze dell’ordine che si occupano di immigrazione, le cooperative catto-comuniste che hanno il monopolio della gestione dei centri di accoglienza, dei campi rom e delle mense per i poveri, in aggiunta agli imprenditori collusi. È l’immigrazione il principale affare della Cupola di «Mafia Capitale»: «Noi quest’anno abbiamo chiuso... con quaranta milioni di fatturato, ma tutti i soldi e gli utili li abbiamo fatti sugli zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero». Ed è sempre Salvatore Buzzi, braccio destro e sodale di Massimo Carminati, capo della Cupola affaristica che ha di fatto governato Roma, a sentenziare: «Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno». Corrompere tutti per poter ricattare tutti. Così la criminalità organizzata ha messo le mani sull’amministrazione della capitale d’Italia. Ma la stessa cosa accade anche negli altri Comuni, Province, Regioni, ministeri e in tutte le istituzioni dello Stato dove scorre incontrollato un fiume di denaro pubblico. È lì la radice del male. «Mafia Capitale» non è un fatto a sé stante, bensì la conferma che la vera Mafia è lo Stato stesso. Lo Stato che, dopo aver lucrato e sperperato, ci addebita il costo di una burocrazia-poltronificio elefantiaca, onerosa e per di più inefficiente, imponendoci il più alto livello di tassazione al mondo, ci perseguita addossandoci la colpa di questo sfacelo in quanto evasori fiscali o dissipatori del nostro denaro e, pertanto, nel nome dell’austerità, ci obbliga a fare sempre più sacrifici rassegnandoci a perdere le nostre case, le nostre aziende, la nostra dignità, fino a ridurci in uno stato di povertà materiale e prostrazione umana. Mi auguro che, a fronte della reazione di un governo preoccupato di arginare il caso e di farlo passare nel dimenticatoio quasi si trattasse di un incidente di percorso, gli italiani insorgano per porre fine all’ingiustizia di essere ridotti in povertà perché viene anteposto l’interesse dei clandestini, degli immigrati e dei rom, e perché un fiume di denaro va a finire nelle tasche di criminali di professione, politici corrotti, cooperanti ipocriti, burocrati malavitosi e imprenditori spregiudicati. Ora basta! www.magdicristianoallam.it 6 IL FATTO Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale ROMA SOTTO CHOC L’inchiesta Mondo di mezzo Business immigrati: così la cupola cercava agganci con Alfano RomaLa«cupoletta»puntavaacontattare Alfano, per cercare di lavorare sugli immigrati anche in Sicilia. Come noto, tra le attività più redditizie per il «gruppo»presiedutodaMassimoCarminatie SalvatoreBuzzic’èinfattiquellodeicentridiaccoglienzaperimmigratierichiedentiasilo.Unbusinessnelquale,sottolineanogliinquirenti, unruolo diprimo pianoloricoprel’exvicecapodigabinetto di Walter Veltroni, Luca Odevaine, al centrodiun«sistema»alqualeèdedicato un intero capitolo dell’ordinanza. Odevaine, in effetti, sedeva al tavolo di coordinamento nazionale sull’immigrazionedelViminale,comerappresentante dell’Upi, e da qui, secondo la procura,gestivaeorientava i flussidi immigrativersoicentridiaccoglienzadicompetenzadellecoopdiBuzzi.MaOdevaine,rimarcanogliinvestigatori,avevaun ruoloancheinuncentrochiaveperlagestione degli immigrati appena sbarcati, il Cara (centro accoglienza richiedenti asilo) di Mineo, in provincia di Catania. Una posizione che per il gip è già di per sé un conflitto di interesse. A Mineo, Odevaine lavorava in qualità di «esperto»perilpresidente.Erastatonominato da Giuseppe Castiglione - sottosegretario all’Agricoltura, con Alfano in Ncd - e poi confermato dal nuovo presidente del consorzio, prima di essere silurato in seguito al suo arresto. Ma Buzzi, Carminati e soci non lasciavano agire solo Odevaine. Si muovevano anche in proprio,cercandoagganciperla«garadiMineo», quella «dove c’è Odevaine». Il grupponeparlaloscorso5maggioinun lungo summit nell’ufficio di Buzzi della «coop 29 giugno». Fabrizio Testa, «testa di ponte con la politica» della presunta «cupola», dice a Buzzi che «il marito (...) è andato un’altra volta dai Siciliani, c’è riandato...em’hadetto che questamattina me portava la risposta». Alle perplessitàdi Buzzi(«Dai siciliani?»), Testa chiarisce: «I siciliani, il gruppo de Alfano». Interviene Carminati: «I siciliani... il gruppo de Alfano. Alfano sta solo con i siciliani...gli altri non se incula nessuno (...)luinonsefidapiùdenessuno,soltanto quel gruppo la». Claudio Caldarelli, capodiunacoopeassessorediunmunicipioaguidaPd,propone:«Madico,parlacce...per parla’ con Alfano...ma voi ce arrivate a Sammarco (Gianni, deputato ecoordinatore romanodiNcd,ndr)?Ce va dopo due giorni a parlacce». Testa smonta l’ipotesi: «Ma co Alfano non ce fa...perchépoitemandadaquell’altro... cioè il vero responsabile». Vero responsabilecheèproprio«Castiglione»,interviene Buzzi, chiedendo subito dopo «non riuscimo ad arriva’ a Castiglione?». Testa riprende la parola: «Te lo sto a dì... io so andato da Pietro... quello c’è andato già tre volte, guarda che s’è alzatoilculo...ilproblemaècheluim’hadetto:“IosonquadaiSiciliani...seisiciliani dannol’ok,iopossoparti’”».Buzzichiarisce lo scopo della ricerca di agganci: «Allora perché... deve uscire la gara di Mineo (...) quella dove c’è Odevaine capode...allora,lagaraMineoèlapiùgrande gara che deve uscì, perché quando...». Testa assicura che si informerà, maavvertecheletensioniinterneaNcd, dove i «siciliani» parlano solo con Alfano ignorando gli altri colleghi di partito, Carminati, Buzzi e soci volevano arrivare al ministro per lucrare sull’accoglienza di chi sbarcava in Sicilia Oro, benzina e resort: ecco gli altri affari della banda E spuntano favori da persone vicine al Pd e a Marino ’ Massimo Malpica Le intercettazioni CARMINATI A BUZZI “Alfano sta solo con i siciliani gli altri non se li inc... nessuno, lui non se fida più de nessuno solo quel gruppo là” CALDARELLI E TESTA “Parlace con Alfano, arrivate a Sammarco? Dopo due giorni ce va lui a parlacce” “Co Alfano non ce fa poi te manda dall’altro” BUZZI E CARMINATI “Dopodomani vedo il capo segreteria di Bubbico” “Adesso Bubbico con Alfano non ce sta più” I PENSIERI DEL «CECATO» “C’è solo povertà è pure ’na cosa brutta Non è vero che è una sòla. Nel 90% dei casi la gente proprio non c’ha soldi” IL BLITZ Un fotogramma del video diffuso dai Carabinieri che mostra l’arresto di Massimo Carminati, sorpreso alla guida della sua auto in una strada laterale della periferia romana dove i militari avevano approntato l’operazione nel dettaglio potrebbero essere un problema: «Io pe’ oggi anche questo te lo so dì. Però mentretispiegoqualèlaproblematica,laveraproblematicadituttostoambaradam è che i siciliani a Pietro, a Barbara, a coso, non se inculano nessuno... perché quelli vanno dritti, perché girano tutto quantosuAlfano(...)tant’èchesonotutti avvelenati, la lettera de 29 Senatori i cazzi so gia disp... cioè ci sta un massacro». Il gruppo, insomma, cerca un contattoconilleaderdiNcdAngelinoAlfanofinalizzatoevidentemente a unagara che riguarda il Cara di Mineo. E ancora Caldarelli insiste nel tentare un approccio al ministro per il tramite di Sammarco: «Co’ Alfano ce parla tutti i giorni, come glie pare.. dovete soloarriva’ lì.. qualcuno che... io non ce posso anda’... Sammarcolochiamaaltelefonolochiama... alzail telefono echiama Alfano, telo garantisco!».BuzzipensaauncontattotramiteilvicediAlfanoalViminale,Bubbico,delqualedovrebbeincontrareil«capo segreteria». Ma stavolta è Carminati a sconsigliare la strada. «Sentendo - annotailRos-SalvatoreBuzzidire:“dopodomanivedoilcaposegreteriadeBubbico”, precisava: “Bubbico con Alfano adesso non ce sta”». Ancora Caldarelli propone di tentare con l’eurodeputato di Ncd Alfredo Antoniozzi, domandando chi poteva «arrivarci», al che Carminatispiegadipoterciarrivare«concoso, vado a parla’ con...». Ma il «jammer», il disturbatore di frequenze che il gruppo aveva acceso temendo intercettazioni, fin lì con scarsi esiti, comincia a funzionare,interrompendo-anchepersolisei minuti - la registrazione. «CE FAI APRÌ STA COSA TE DAMO UN EURO A PERSONA» Nella stessa «riunione» del 5 maggio, qualche minuto più tardi, la conversazione verte sempre sugli «affari in corso»congliimmigrati.Mastavoltalaquestione sul tavolo è la mancata risposta del Campidoglio in merito alla richiesta del«gruppo»diaprirealtricentridiaccoglienza «Sprar» (previsti dal Sistema di protezioneperrichiedentiasiloerifugiati).Buzzimandaunsmsalcapodella direzione accoglienza e inclusione del Campidoglio («Buongiorno dottoressa le volevo ricordare le convenzioni SPRAR Un saluto Salvatore Buzzi»), e poi, sottovoce, dice ai sodali: «mo chiamoGiovanni...sape’finoachepuntoMichelaCampana (verosimilmente MicaelaCampana,deputataPd,ndr)èutilizzata con Bubbico... io domani la vedo». Il capo della coop 29 giugno insiste nel suo ragionamento sulla parlamentare dem, compagna dell’assessore alla Casa del Campidoglio Ozzimo, che s’è dimessodopoesserestatoindagatomartedì scorso: «Se io dicessi... siccome la Campana... io domani la vedo... siccomeleimesembrasvelta...no».Carminati conferma: «Svelta è svelta». Buzzi ri- prende:«Allora testo adì,no,riguardoa Michela...MichelaeBubbico stanno allo stesso partito no?... se glie dicessi... io domani siccome la devo vede’ prima de Gasbarra... e siccome dovemo dagli pure20milaeuroperstacazzodelacampagnaelettorale...“cefaiaprìstacosateda- il caso Non c’è pace in Vaticano Indagati per peculato gli ex vertici dello Ior Serena Sartini Roma Terremoto allo Ior e una nuovainchiestainVaticano.Denunciati per peculato due exmanager e un avvocato che avrebbero rubato 57 milioni di eurograzieallavenditadi29immobili di proprietà dello Ior, a Roma e a Milano. Si tratta di ex pezzi grossi della cosiddetta «banca vaticana». Ad essere iscrittinelregistrodegliindagati sono finiti l’ex presidente dello Ior, Angelo Caloia, l’ex direttore generaleLelioScalettiel’avvocato Gabriele Liuzzo per concorso,inrelazioneadoperazioniimmobiliari avvenute nel periodo 2001-2008. A sollevare il caso è stata l’agenzia britannica Reuters che ha diffuso la notizia del congelamentodeiconticorrentibancariedell’aperturadell’inchiesta. Il promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano,hadunqueavviatounaindagine e ha disposto il sequestro dei conti correnti degli indagati «ascopocautelativoqualchesettimana fa», ha precisato padre Federico Lombardi, direttore dellasalastampavaticana.Intotalesonostaticongelati16milioni di euro, derivanti da «appropriazione indebita» da parte dei tre indagati, si legge nell’ordine disequestrodel27ottobrefirmatodalpromotoredigiustiziavaticano. Secondo quanto riporta Proseguel’operazionetrasparenzavoluta dalPapa.L’expresidenteCaloiael’exdg Scalettiavrebberosottratto57milioni l’agenzia britannica, Milano avrebbechiestolacollaborazione delle autorità italiane poiché moltedellevenditedegliimmobili sono avvenute in territorio italiano. Caloiahaguidatolabancavaticana per vent’anni, chiamato daPapaGiovanniPaoloIIasostituire il «banchiere di Dio», il vescovo Paul Marcinkus, coinvolto nel crack ambrosiano di Roberto Calvi. L’avvocatoLiuzzo,91anni,ha NEI GUAI Angelo Caloia, ex presidente dello Ior è indagato per peculato insieme all’ex dg Lelio Scaletti e l’avvocato Gabriele Liuzzo IL FATTO 7 Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale sirivelafortunataperBuzzi,cheriuscirà a comprarsi la sede della sua Coop, di proprietà del Campidoglio, per usare le sueparole,a«dulire».EdèpropriolaPaone,scrivonogliinvestigatori,cheemerge «come soggetto funzionale alla presentazione ed alla successiva approvazionedi emendamenti in seno alConsiglio Comunale, per ottenere una riduzionedell’80%sulvaloredivenditadialcuni immobili pubblici in dismissione, tra cui la sede della cooperativa 29 Giugno di via Pomona nr. 63, e di via del Frantoio, in Roma». Buzzi, con i suoi, esulta:«SepassanostidueemendamentinoisecompramoviaPomonaa400mila euro, senza pagà un cazzo... non so se mi capisci!». L’operazione, però, «c’ha un prezzo», spiega Buzzi. «Il prezzo è la figlia della Paone che ce chiamerà». E che verrà assunta per otto mesi. mo 1 euro a persona... per la campagna elettorale”».Nonèdatosaperecomesia andata a finire, e nemmeno se la proposta «indecente» di finanziare «l’aiutino politico» con un euro a immigrato da reinvestire nella campagna elettorale siamaistataformulata.Macomplimen- confermato in una intervista allaReuterscheilsuocontobancario è stato sottoposto a sequestro. Le accuse sono «infondate», ha detto il legale, affermando che i soldi provenienti dalla venditadegliimmobilisonotuttifinitinellecassedellabancavaticana. No comment, invece, da parte di Caloia e di Scaletti. L’IstitutoperleOpereReligiose si è limitato a diffondere una nota in cui si conferma la notizia, senza peraltro citare nomi o cifre.«LoIor-silegge-hadenunciatodueexmanagereunavvocato alcuni mesi fa, atto che sottolinea il suo impegno a favore della trasparenza e della tolleranza zero, anche in relazione a sospettisufattidelpassato».Ifatti «sono emersi nel quadro del processo di verifica interna avviato dell’istituto all’inizio del 2013». «Siamomoltolieticheleautorità vaticane stiano agendo con risolutezza»,ha affermatoJeanBaptiste de Franssu, presidente delConsigliodiSovrintendenza dello Ior, nominato sei mesi fa da Papa Francesco al posto del managertedescoErnstvonFreyberg. La notizia conferma l’impegno dell’Istituto per le Opere Religioseintemaditrasparenza editolleranzazero.Pochigiorni fa, il cardinale George Pell, prefettodellaSegreteriadell’Economia, aveva parlato di centinaia dimilionidieuroadisposizione dellaSantaSedema«nascosti»e dunque non contabilizzati. PadreLombardiavevaperòcorrettoiltiro,specificandoche nonsi trattava di illeciti né di cattiva amministrazione. L’operazione trasparenza ha consentito di passare al setaccio tutti i conti correnti e alla chiusura, nel 2013,di396contiperunammontare di 44 milioni di euro. ti alle politiche dell’«accoglienza». LA DONNA «CHIAMATA» DA MARINO «REGALA» A BUZZI LA SEDE DELLA COOP Nonèunnomenoto,quellodiBrigidina Paone, già candidata alle primarie Pd del 2007 nella lista «Sinistra e Sociale per Veltroni con Zingaretti», ex dipendente comunale andata in pensione. Mapoirientrata in Campidoglio perché «assuntaatempodeterminatoperchiamata diretta dalla Giunta del Sindaco Marino in qualità di collaboratrice all’Assessorato alla Casa». Una scelta che GLI AFFARI DELLA BANDA E LA PIETÀ DI CARMINATI Lapresunta«cupola»diversificagliaffari. Oltre agli appalti, core business del gruppo, dagliatti saltanofuori altre attività.Pompedibenzina,concessioniedilizie«facili»,investimentiinoroda«Paesi africani». Ma colpisce come un settore caro al «ramo criminale» del gruppo, il«recuperocrediti»,vengastigmatizzatopropriodalcecatoCarminati.Sensibileallacrisi:«Saichec’è?»,diceintercettato. «C’è solo povertà. È pure una cosa brutta. Cioè ormai, capito, nel 90% dei casinonèverocheèunasòla...èproprio gente che non c’ha i soldi». LA RIVELAZIONE Carminatiriapre ilcasoAlibrandi «Fu fuoco amico» EX NAR Alessandro Alibrandi, ucciso il 5 dicembre 1981 Roma C’è spazio anche per un retroscenaineditodegliannidi piombonegliattidell’inchiesta «Mondo di mezzo». Storie che vengono fuori dai racconti - intercettati - di Massimo Carminati, che al Bar Vigna Stelluti il 20maggio 2013 rievoca episodi dellasuamilitanzaneiNar.Erivela che a uccidere con un colpo alle spalle Alessandro Alibrandi nella sparatoria tra Nar e polizia al Labaro, il 5 dicembre 1981, non fu un poliziotto, comesicredevafinora,maqualcuno del commando in azione quel giorno. InpraticaAlibrandi,ricostruisconoiRoscommentandol’intercettazione, avrebbe iniziato la sparatoria «con l’equipaggio della volante nel momento in cui i compagni avevano già attraversatolastradae,peruncasofortuito,sieranotrovatilavisualediquantoaccadevacoperta da un mezzo pesante». Così i compagni di Alibrandi, «una volta uditi gli spari e aggirato l’ostacolo, aprirono istintivamenteilfuocoall’indirizzodell’autovettura di servizio, colpendotuttaviailloroamicoche pure aveva efficacemente contrastato e colpito i poliziotti». Ed ecco in che modo Carminatiraccontaalbarlasuaversione della sparatoria al Labaro. «Il cinque dicembre col fuoco amico...Lohannoammazzatoi compagni stessi suoi (...) è successoalristorante...Alristoranteglihannosparato(...)Chepoi l’hannoammazzatoituoi,però è passato tra i compagni tuoi eh...Nonèche...Ipoliziottiluili aveva addobbati tutti e due!». Quindi il «cecato» illustra la dinamicapercuiAlibrandisarebbe stato colpito «per sbaglio»: «Praticamente lui stava dalla parte della strada... E gli altri avevanoattraversato(...)Èpassato un camion in mezzo, una volanteèuscitadalLabaro,èandataverso,diciamo,versoilraccordo, poi a un certo punto ha fatto retromarcia... (...) Come hannosentitoilbotto...Cistava ilcosoinmezzo,hannofattotutto il giro... Il tempo di fare il giro...Hannocominciatoasparare addosso alla macchina... Lui che stava nascosto dietro la macchina... Lui che ha fatto? Nascosto dietro la macchina, capito?». Carminati conclude ricordando che il dettaglio della morte per fuoco amico «a me me l’ha detto Lorenzo Lai che stava là... Peraltro non è mai uscita la cosa». E stigmatizzando il comportamento del resto del commando: «Lì loro sono saliti sulla volante e lui l’hanno lasciatolà...NonlodovevanolaMMO scia’...». 8 INTERNI Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale IL CRAC DELLE PARTECIPATE l’inchiesta di Paolo Bracalini I n media i dirigenti stanno sui 140mila euro di stipendiol’anno(calcolofattodall’ex commissario antisprechi CarloCottarelli).Unamedia,appunto, superata da molti dirigenti delle società partecipate locali. Che godono molto spesso di trattamenti faraonici. Una pacchia, una delle tante nascostenellagiungadellepartecipate locali, che contano quasi 15milapoltronesolotragliorganisociali(Cda,presidente,collegio dei sindaci) più un esercito didirigenti,pagati anchedi più. Partiamodalla maglianera dellepartecipatelocali,l’AtacdiRoma, l’azienda del trasporto dellacapitale. Uninferno per ipasseggeri, ma un eldorado per i manager,moltideiqualiguada- PRIVILEGI ASSURDI L’Atac di Roma è in rosso ma i manager prendono 250mila euro gnanopocomenodelpresidentedellaRepubblica(240milaeuro), ma qualcuno, come Antonio Abbate, capo di Atac Patrimonio, pure di più: 250mila eurol’anno. Poi, sui 200mila euro, ci sono i dirigenti del settore Investimentidi Atac,Angelo Emidio Cursi e Pietro Spirito, poi il dirigente del marketing Roberto Cinquegrani, e molti altri abbondantemente sopra i 100mila euro l’anno. «Nel corso del 2013-specifical’Atac-nonèstato corrisposto alcun compenso a titolo di retribuzione variabile». Cioè nessun premio ai dirigenti. Forse perché, nel 2013, l’Atac ha chiuso con la perdita monstre di 219 milioni di euro? E volevi pure il premio? All’Ama di Roma, altra partecipata comunale per la raccolta deirifiuti,c’èildirettoregenerale che guadagna 220mila euro, poi dirigenti ben remunerati. Come la dott.ssa Giovanna Anelli, direttore del Servizio ricercafondi pereco distretti dell’Ama,con i suoi 173mila euro e il responsabile Direzione Corporate dell’azienda della spazzatura romana, Leopoldo D'Amico,cheguadagna149milaeuro.Cifrechenoncomprendonol’eventuale«componente variabili o legata alla valutazione del risultato», non previste nel 2013. Solo 140mila euro, invece,per ilnumero unodi Zètema Progetto Cultura Srl (100% Comune di Roma), Albino Ruberti. Va meglio al direttore generale di Lazio Service Spa (Regione Lazio), Giuseppe Tota, con i suoi 156mila euro. Ma non è che la cuccagna riguardi solo Roma. A Venezia il direttore generale del Casinò, una delle partecipate comunali,guadagnapiùdellacancelliera tedesca Angela Merkel: 306mila euro l’anno. Un’altra partecipata veneziana, la Veritas Spaha un direttore generale da 200mila euro l’anno. A Brescia, invece, il Comune vorreb- Se il direttore del Casinò guadagna più della Merkel A Venezia 306mila euro al numero uno della società (comunale) di gioco d’azzardo Viaggio tra i superstipendi delle controllate locali: quindicimila poltrone d’oro be applicare il tetto di 240mila euro aivertici delle partecipate, che però rispondono picche. Come Brescia Mobilità, che non ne vuol sapere - come raccontailGiornalediBrescia-ditagliarelostipendiodi300milaeuro del suo direttore generale Marco Medeghini. Che ricoprendo in contemporanea anchelepoltronedidirettoregeneralediBresciaTrasporti,direttore generale di Metro Brescia e amministratore delegato in Apam,secondolasocietàpartecipata farebbe risparmiare sti- pendi al Comune, altro che abbassarlo. Segno evidente, lì come altrove, che portare i compensi alla cifra simbolo di 240milaeurononècosìsemplice.«Itettisonoinutilisepoisilasciacheognientelocalecostituiscanuovesocietàsenzacontrol- li-diceAndreaMazziotti,capogruppodiSceltacivicaepromotorediuntaglioallagiungla-Bisogna vietare il proliferare di queste società e chiudere quellevuoteoinutilicheservonosolo a creare poltrone». Non sempre si può sapere quanto guadagnano. Il presidentedell’Asia(rifiuti)diNapoli prende 60mila euro. E i dirigenti? La pagina (obbligatoria perlegge)sullatrasparenzadellecaricheaziendalierelativistipendidellapartecipatanapoletana riporta questo messaggio: «Pagina in costruzione....ComingSoon».Icompensinonrispecchiano le performance dellesocietà,ancheperchélenomine seguono logiche politiche piùchedimercato.Moltepartecipate sono in rosso, ma i compensino.IlresponsabilepianificazionediFinpiemontePartecipazioni Spa, una delle partecipate della Regione Piemonte, prende104milaeuro, mentrela società ha perso nel 2013 15.563.486 euro (anche nel 2012era inrosso,per 8milioni). I COMPENSI PIÙ ECLATANTI CASINÒ DI VENEZIA ATAC SOCIETÀ NOME Antonio Abbate Angelo Emidio Cursi Pietro Spirito Roberto Cinquegrani Vittorio Ravà RUOLO Amministratore unico Atac Direzione piani di sviluppo Direzione piani di sviluppo Direzione commerciale Direttore generale SETTORE Patrimonio Investimenti e controllo Investimenti e controllo Marketing e customer care RETRIBUZIONE (in euro) 250.000,00 200.000,00 200.000,00 188.000,00 ROMA SERVIZI PER LA MOBILITÀ SRL BRESCIA MOBILITÀ LAZIO SERVICE SPA (REGIONE LAZIO) FINPIEMONTE PARTECIPAZIONI SPA Massimo Tabacchiera Presidente/ amministratore delegato Marco Medeghini Direttore generale Giuseppe Tota Direttore generale Roberto Serra Responsabile pianificazione controllo partecipazioni 85.000,00 300.000,00 156.000,00 104.000,00 306.000,00 BOLOGNA SERVIZI CIMITERIALI SRL (COMUNE DI BOLOGNA) Michele Roberto Gaeta Direttore operativo ZÈTEMA PROGETTO CULTURA S.R.L (COMUNE DI ROMA) Albino Ruberti Direttore operativo 87.480,00 140.936,50 L’EGO il caso Pure i campi da golf tra i settori foraggiati Capponi, prosciutto, enoteche: il flop dei Comuni imprenditori Mariateresa Conti Dai polli all’enoteca-ristorante,passandoperilprosciuttificio.Dalformaggiodinicchiaalla sabbia delle spiagge liguri. Dai campi da golf alle speculazioni immobiliari che complice la crisi, certo, ma per colpa soprattuttodiprogettiazzardati,finiscono in flop. Sec’èunacosachenondifetta agli Enti locali italiani è la fantasia.Cheinsiemeaparolinemagichequali«tutela»,«sviluppodel territorio», «cultura e tradizioni» fa il miracolo: un consorzio dicomuniqui,unasrllà,edecco fatto,icontributipubbliciarrivano.Quanti poise ne perdano, di soldideicontribuenti,èun’altra storia. L’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, qualche mese fa ha puntato l’indice contro questa stortura del sistema che vede ben 1651 partecipate classificate come «altro»,aliascommercioaldettaglio, all’ingrosso, farmacie comunali, sino al paradosso di un prosciuttificio e due enoteche. «Circoscrivere il perimetro», è stata la sua indicazione, netta: «Il primo punto è dare piena attuazione alla norma (introdotta I rami in perdita Cibo e commercio Dalle carni a formaggi locali di nicchia: paese che vai consorzio ad hoc di comuni che trovi Ma i bilanci sono in rosso Lo sport e i viaggi Anche gli impianti sportivi sono molto gettonati. E poi il turismo: le società, tra cui molte agenzie di viaggio, sono 143 Le immobiliari Le immobiliari comunali sono circa 240. Oltre novanta però sonoinperdita.Gliinvestimentisulmattonesonostatiunflop NEL CUORE DI ROMA L’enoteca Palatium, il ristorante della Regione Lazio con la legge finanziaria del 2008)percuilepartecipatedevono agire strettamente entro i compiti istituzionali dell’ente pubblico partecipante, evitandodiprodurre benieserviziche il settore privato può offrire». E invece, nel settore alimentare, manonsolo,icomunisisbizzarriscono. Prendiamoperesempioicapponi. Anzi il cappone, il CapponediMorozzo.Hailsuobelconsorzio ad hoc, «Consorzio per la tutela e la valorizzazione del CapponediMorozzoedellepro- duzioniavicoletradizionali»,natonel2001econzerodipendenti ma, ovviamente col suo bravo Cda. Consorzioche «si propone –recita il sitointernet –oltre alla valorizzazione, all’incremento dellaproduzioneedalcommercio del Cappone di Morozzo e delle produzioni avicole tradizionali, anche la promozione di iniziative che saranno ritenute idonee per incrementare ilconsumo dei prodotti mediante marchi depositati, denominazionidiorigine,indicazionigeograficheedattestazionidispeci- ficità». E ha pure, dal 1999, un belmarchiodipresidioSlowFood,anzièilprimopresidioche il papàdiSlowFoood,CarlinPetrini, si è inventato. Risultati? Una fiera,che cade si svolgeogni anno a dicembre. L’allevamento e lavenditacertificatadeipreziosi capponi.Eunbilanciomagrissimo, stando ai dati Cerved: zero utili. Dai capponi al vino. Anzi, all’Enoteca regionale del Lazio, un piano di privatizzazione e risanamento avviato un anno fa, maprimameglioconosciutaco- me il ristorante «a scrocco» per i politici.Ehgià,perchél’Enoteca Palatiumera,epiùomenoèancora, appunto un ristorante. Un ristorante di mamma Regione chesecondoilcalcolidelliquidatore ora amministratore unico Antonio Rosati, spedito dal governatore Nicola Zingaretti al vertice di Arsial (l’enoteca è appunto una società di Arsial) nel tempo-ènatanel2004-èriuscitoabruciaretraassunzionispropositateepastigratisoffertiaipolitici ben 1,650 milioni. E per di più senza pagare affitto, visto che la sede dellaPalatium,nella centralissima via Frattina 94, è di proprietà regionale. Dalciboallosport.Anzi,auno sportd’elitecomeilgolf.InTrentino Alto Adige, per esempio, è una partecipata il Rendena golf spa,unimpiantosportivo.Lasocietà è a zero dipendenti e ha chiuso il 2013 (dati Cerved) con meno 9.871 euro. Dalla montagnaalmare,allespiaggedellaLiguria, con varie partecipate che gestiscono gli stabilimenti balneari e con relativi progetti per la tutela dell’originalità della sabbia.L’elencopotrebbecontinuare all’infinito, non c’è praticamente ambito commerciale incuinonsitrovinodellepartecipatecomunali,ingenereinperditarispettoalprivato.Unesempio? Le farmacie comunali: sono 182,ehanno unaperdita lorda media pro-quota, nel 2012, pari a sei milioni di euro. INTERNI 9 Domenica 7 dicembre 2014 il Giornale SALOTTI E POLITICA il caso di Antonio Signorini Roma N ellaleggediStabilitàarrivano200milionidieuro per il progetto di «rammendo»delleperiferiesul quale è impegnato il senatore a vita Renzo Piano. Indiscrezione che ieri ha fatto pensare a motivazioni più politiche che economiche.Esclusochesitratti di una decisione sollecitata dalle parti sociali. Le emergenzedainserirenellaStabilità,secondo imprese e sindacati, sonoaltre.Nonrisultanonemmenosponsorizzazioni deigruppi parlamentari,nédimaggioranza né di opposizione. L’appoggio governativo all’iniziativa, peraltro lodevole, dell’archistar è partita direttamentedaPalazzoChigi,quindi del premier Matteo Renzi. Facile metterla in relazione alla presunta candidatura di Piano alla presidenza della Repubblica.Ilnomedell’architettogenoveseèfinitoneltotoquirinale post Napolitano pochi giorni fa. Outsider di alto livello,insiemealdirettored’orchestra Riccardo Muti, in un Paese dove le alte cariche restano sempre e comunque dentro il mondo della politica. E alla societàcivileresta,appunto,qualchecandidaturaprecoceeniente altro. Spot del governo per Piano: un regalo da 200 milioni In un emendamento alla legge di Stabilità soldi al progetto di «rammendo delle periferie», promosso dall’architetto senatore in corsa per il Quirinale IL REFERENDUM 464 M5S raccoglie firme per uscire dall’euro I giorni trascorsi dalla nomina di Piano a senatore a vita 89% Le votazioni a cui Piano non ha partecipato perché in missione ARCHISTAR Renzo Piano (77 anni), architetto fra i più amati dalla sinistra [Ansa] Quelle di Muti e Piano sono state smentite dai diretti interessati. Comprensibile. I primi nomi a uscire di solito vengono bruciati nel giro di pochi giorni ed è prassi negare tutto. C’è da dire che, forse, all’architettoitalianopiùfamosonel mondo,senatoreavitaconuna presenzanontroppoassiduadi Palazzo Madama, non interessa troppo la politica. Preferisce coinvolgere i giovani architetti di«G124»inun’iniziativasociale e fare passare le sue idee grazie a un marchio professionale chehaunpesospecificosicuramente superiore a quello di un parlamentare. Con lo stipendio da senatore a vita, Piano ha assunto sei architetti per fare progetti sulle periferie puntati sul verde, trasportienuovimestieri.I200milionipotrebberodaregambeallateoria,vistocheperilmomento il G124 è in passivo. «Caro amico, cara amica, segna questa data: 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia. Il M5S inizia la raccolta firme per la legge popolare per indire il referendum per l’uscita dell’Italia dall’euro». Così Beppe Grillo in una lettera aperta pubblicata sul suo blog chiama a raccolta il popolo grillino per sostenere una grande battaglia (anche seincostituzionale) del movimento. «L’Italia -si legge è in una situazione drammatica,travoltadapovertàemalaffare.Gli italianidevono riprendersi il Paese e la sovranità su diesso, a partire da quella monetaria. È un giorno storico e perilsuosuccessoabbiamobisogno del tuo aiuto. Con l’euro siamo condannati al default economico». Il sostegno del governo potrebbe essere il risultato di un’adesione di pancia del premier, convinto dal progetto. NeigiorniscorsiRenziavevaincontrato Piano per parlarne. Oppuresipotrebberointerpretare,quell’incontroelostanziamento in arrivo nella prima «finanziaria» di Renzi, come segnalididistensioneversoilMovimento 5 stelle. Piano è uno dei nomi fatti direttamente da Beppe Grillo per il Quirinale. E, con il patto del Nazareno che scricchiola, una sponda grillina, o anche solo la minaccia di un«secondoforno»perleriforme, potrebbe fare comodo al premier. Un rammendo della maggioranza, insomma, più che delle periferie. Adappoggiaresubitol’emendamento pro Piano, è arrivato Ignazio Marino, che ha problemidimaggioranzaben piùgravidiquellidiRenziechestatentando di portare nella coalizionedellasuagiuntailM5sromano. Lostanziamentodi200milioni «rappresenta un’opportunitàimportantepertantecittàitaliane. Per Roma, in particolare», ha commentato il sindaco alle prese con labufera per l’inchiesta sulla mafia capitolina. Maanchequestodato,depuratodadietrologie,potrebbeessere un semplice tentativo del primocittadinoperriuscireafinanziare gli interventi che il gruppo di Piano, ha progettato perlacapitale italiana, città devastata dal degrado; e aggiudicarsi parte di quei 200 milioni.
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