STUDI FRANCESH RIVISTA QUADRIMESTRATE FONDATA DA FRANCO SIMONE t62 ANNO LIV . FASCICOLO III . SETTEMBRE-DICEMBRE 20IO ROSBNBERG & SELLIBR BDITORI IN ToRINo 583 Nouecento to riguarda il trattamento dell'omonimia e della polisemia,-l'A. ha fatto riferimento al Dictionnaire des argots frarigais di G. Esnault (1965) pur sottolineando che la distinzione in omonimi è stata sistemaîhzata per entrate lessicali che presentano differenze morfosintattiche. In merito alla microstruttura, l'A. sottolinea che le definizioni sono, per la maggior parte, di tipo sinonimico e, in misura minore, perifrastiche, che le rubriche lndication(s) e Explication(t) contenute nell'originale di Bruant sono itate mantenute, mentîe la maggior parte degli esempi e delle citazioni è ripresa dall'edi^zi"ne dei 1901, óiù raramente da quellà del 1905: se, da un lato, gli esempi in prosa o in versi sono attribuibili a Léonìe Bercy, pei le citazioni, spesso tratte da altri dizionari, I'A. ha iercato di colmare la laconicità di Bruant indicando, per ciascuna di esse, almeno I'autore dell'ooera da cui sono tratte. Dopo aver ricordato le fònti da cui Bruant ha tratto ispirazìone - opere lessicografiche pubblicate fta la fi' nè del xx e I'inizio del pt secolo, nonché, per I jargon, opere che vanno dal xu al xrru secolo -, I'A. termina sóttolineando la fornura del dizionario di Bruant, che ha costituito una delle numerose fonti del Trésor de la Langue Frangaise. Un indice contenente le entrate lessicali dell'edizione frangais-argof di Bruant, mantenute nella presente versione, segue il dizionario vero e proprio. - Riflesso della lingua di un'epoca,IJArgot au xf siècle offte al lettore un panorama fedele dell'argor di un preciso periodo storico-letterario consentendogli di accedere-con maggiore facilità ad opere letterarie di autori anteriori, posteriori e coevi: da Balzac, Hugo eZola a Céline, Courteline e Dorgelès. lpaolo rnassr] HrNru Aran-FounNmn, Le Grand Meaulnes, édition critique par Marie-Hélène Bonrer, Paris, Champion, 2009,pp.)85. Nella nuova edizione critica de Le Grand Meaulnes offertaci da Marie-Hélène Boblet, docente di letteratura francese all'Université Paris Ill-Sorbonne Nouvelle, la modernità e la complessità del romanzo di Henri Alain-Fournier rivestono un ruolo di primo piano. Tra simbolismo e awentura, le vicende di Augustin Meaulnes e dell'antieroe - e narratore - Frangois Seurel si dipanano sullo sfondo 4..t4 Sologng incantata, dove ! inistero incotporato nel reale prende vita. Il limitare di tnf.anziae adolescenza diventa così quello stesso punto di incontro dove ooesia e romanzo si fondono e si confondono, in una ùrrazione volutamente frammentaria: la sapiente architettura del racconto e le trappole tese dall'àutore rivelano molto più del già noto, inscindibile binomio di arte e vita, facendone non solo un romanzo sentimentale, ma anche e soprattutto il racconto iniziatico di un momento artistico e letterario concepito in fondo come un rito di passaggio. Ormai annoverato tia i clàisici contemporanei della letteratura francese, Le Grand Meaulnes è rappresentativo del nuovo slancio poetico di inizio secolo e dei suoi interrogativi, in una svolta letteraria testimoniata d'altro canto dalla corrispondenza ra Henri AlainFournier eJacques Rivière. Romanzo inaugurale e profetico. cheioroassa il naturalismo e il realismo del secolo órecedenie, il testo di Alain-Fournier vede i suoi personaggi presi nella continua ed incessante ricerca ài un oggetto del desiderio tanto taciuto quanto riconoscibiÉ] Pur non proponendo alcun disiorso teorico di inizio s.colo, Ir-Grand Meaulnes si fa comun- que portatore di quel rotnanesque intérieur che trova la sua concreti zzazlone nelltorizzonte spazio-temporale dell'infanzia. Sono d'altronde il concreto e il contin- gente a trasmettere quella geografia immaginaria capaóe di trasformare un luogo nell'eispressione della coscienza, Faducendo in reàltà interióre e soggettiva un paesaggio sensibile. Per Marie-Hélène Boblet tre resta- no comunque gli orientamenti tra cui I'autore spazia e, talvolta, tentenna: dal racconto poetico al romanzo d'awentura, passando pet ù roman romanesque,la costruzione dinàmica e incalzante dell'opera rimanda per certi versi a quelle collisioni accidentali in un mondo accidentale suggerite da Hegel. Completa la presente edizione Champion la ricca appendice coitituita da brani estratti dai Míracles e dallà corrispondenza di Alain-Fournier, dove la ge. stazione del romanzo - tra I'altro I'unico compiuto dell'autore - è ripercorsa nei minimi 'dettagli, il che permette di chiarire alcuni momenti chiave del discorso creativo. [rltsa noRcntno] Nrcoms Dl MÉo, Le Coswopolitisme dans la littérature frangaise, Genève, Droz, 2009, pp. 3rI. La prima metà del secolo scorso è stata oggetto di approfonditi studi sull'articolazione fra letteratura e iiléologie, ma mancava ancora un quadro d'insieme su un'iiea che percorre in modo trasversale il campo letterario visto da una prospettiva storico-ideologica. Sulla complessità del cosmopolitismo analizzato senza ignorame le sfumature Di Méo non manca di insistere, mostrando evoluzioni e differenze non solo fra un periodo e l'altro, ma spesso all'interno dell'opera di ogni singolo autore. Appare così un mosaico complesso nel quale tuttavia I'idea in sé col passare degli anni perde le connotazioni negative cui era associata sul finire del xrx secolo, quando sul concetto di nazione e di appartenenza alla "tazza" poggiava il senso dell'identità individuale e sociale in modo così pervasivo da essere raramente messo in discussione. Non stupisce che autori quali Bourget, Barrès, Morand, Drieu La Rochelle riconbscano nella fedeltà ai costumi tradizionali l'unica garanziadi ordine e stabilità, anche se per quest'ultimo il determinismo biologico sarà presente solo alla fine della sua produzione. Ma spesso I'ostilità al cosmopolitismo inteso come fusione di rczze supera le barriere destra/sinistra, per esempio laddove I'anticapitalismo si lega all'antisemitismo. Le scelte dell'A. all'interno della produzione letteraria del periodo sono funzionali all'emergenza della connessione fra ibridazione e decadenza, còsmopolitismo e amoralità, desiderio d'ordine e fuga dagli schemi culturali imposti dalla società. Ijattenzione àlle sfumature permette tuttavia di segnalarne la complessità pur all'inierno di una temperie culturale piutt^osto ,rt ifot*. che, fra le due gueire, vede prevalere l'associazione fra modernità, cosmopolitismo e standardizzazione. Si critica il cosmopolitismo laddove lo si confonde coh un meticciato di massa che induce alla perdita dei tratti identitari e all'abbandono dei costumi e dei valori ffadizionali. Ma l'A. mostra come le sue connotazioni cambino qualora lo si consideri elitariamente (Larbaud) come un'opportunità e non un pericolo (Cendrars), come una delle cause della supremazia europea (Valéry), o quando si ritiene che la Francia sia la migliore rappresentante di un ideale di armonia fra i popoli (Giràudoux, Benda). Così, poco a poco, il cosmópolitismo esprime un ritorno alle fonti della 584 Rassegna bibliografica vera identità europea, fra ideale classico e messaggio di tolleranza cristiana (Rolland). IJimperatore Adriano (Yourcenar) segna la fine dell'evoluzione di un ideale universalistico ancora capace, nel 1950, di ordinare il mondo. LA. ha scelto di relegare in nota la dibattuta questione dell'antisemitismo yourcenariano interpretando per giunta la scelta di rappresentare un potere autoritario forte come <<une tentative de réhumanisation de I'autorité> (p. 115). La conclusione di uno studio che ha mostrato i legami del cosmopolitismo con le nozioni di decadenza e progresso, identità e differenza, armonia e ordine, non è priua di spunti da sviluppare per estendere I'analisi all'arco temporale successivo. lmuna rrucnou] Vtclomn Ftew, And.ré Gíde and. Curiosity,Amster(<<Faux titro>, 140), dain-New York, Rodopi,2009 pp.316. Nei Farrs diuers (1930) Gide sosreneva che <,la cu- riosité est un des ressorts de notre activité [...1 le plus méconnu et le moins étudi6. Oggi sarebbe quindi piacevolmente stupito dal numero di studi nel frattempo condotti sull'arlomento, tra cui, il più recente, q.t.ilo di Victoria Reid, dove, previa una dettagliata panoramica sulla bibliografia ctitica degli ultimi trentacinque anni (pp. 25-)2), viene intrapresa un'analisi dd corpus narratito e memoriale dell'autore (compresi gli scrini preparatori di suo'pugno) in chiave psicoanalitica, in basè alle teorie di Melanie Klein. Queste, infatti, più di altre, si dimostrano adatte alla comprensione di determinati tratti comportamentali di Gide, dei suoi orientarhenti sessuafi e dei suoi interessi, interpretandoli come sintomatici di una (presunta) mancata elaborazione in età infantile della cosiddetta "posizione depressiva", in cui il bambino dovrebbe costruirsi un'immagine "positivao della madre. In quest'ottica, le principali forme di curiosità ("sessuale", "scientifica" e "scrittofia", che in questa stessa sequenza sono proposte dalla scansione ínterna del saggio) t"ppt.t.nt.t.bbero, da un latol delle manifestazioni di ti o nevrotico-ossessivo dell'irrisolta operazione mentale e affettiva e, dall'altro, una forma di difesa inconsciamente attuata nei confronti dell'alterata immagine materna. Il primo capitolo, il più esteso e documentato, traccia lè coordinate della <<sexual incuriositp> di Gide tanto per la dimensione erotica di tipo eterosessuale quantó per il soggetto femminile (dalla cotporeità alla sènsibilità), awalendosi a tale scopo sia delle ammissia della testimonianza dei sioni dell'autore al'riguardo, -(principalmente Martin du Gard) suoi contemporanei e delle prerogative di alcuni personaggi in questo senso esemplificàtivi (scopofilia, feticismo, pederastia, frigidità); questa sezionè, inoltre, senza ignorare il conéizionamento sessuofobico derivante dall'educazione pfotestante, ma coetentemente con l'approccio metoàologico prescelto, imputa l'incuriosity dello scrittore essenzialmente al vissuto psichico. Il capitolo successivo prende in esame invece l'interesse di Gide per varie disèipline, dalle scienze naturali a quelle sociali, prospettandole sempre come reazioni a un disagio interiorè, mentre I'ultimo si sofferma sul ruolo compensativo della scrittura e della lettura rispetto al senso di vuoto susseguente alla scomparsa della madte. Dopo la conclusione, completano il volume un glossario dei termini psicanalitici (pp. 277-28t) e una ricca e aggiornata bibliografia (pp. 284 -307 ). [uoxn MEzzErrrl Albert Camus cortemporain, éd. Dolorès Lyoteno, Villeneuve d'Ascq, Presses Universitaires du Septentrion,2009, pp. 218. Pubblicazione parziale delle comunicazioni presentate nel corso di un convegno del 2007, il volume evidenzia I'attualità dell'opeta di un A. che affermava provocatoriamente <<Je ne suis pas moderne>> e il cui <<classicisme tragique [...] donnait alors le wai ton, pour beaucoup inentendu, de noffe condition pérenne comme de notre modemité après Auschwita> (p.11). Se in molti contributi vengono sapientemente evidenziati collegamenti e differenze tta poesia, teatro, romanzo e essais, un'attenzione maggiore viene concessa ai controversi liHomme réuohé e Le Prenier honzme, due testi particolarmente adeguati alla rilettura contemporanea argomento del volume: <<Il en va, si intimement, de la survivance intense, incomparable, de ces €uvres dont l'étonnante anticipation réttospective, dont le bouleversant contretemps posthume ne cessent de nous atteindre, d'irriguer notre idée du vivre ensemble> (p. 13). Ne Le Dernier Camus et la Méditerranée (pp. 15-28), David R ElusoN si concentra sugli scritti degli anni'50 per evidenziaie la presenza di un immaginario costruito a partite dall'elemento socide e politico ma sotteso da una <<pensée du Midb> su cui si sofferma anche Raymond Gev-Cnosmn nDe lbonofaber à lihomo ludens: defense et illustation de la pensée de rn;di (pp.29-44). Alcuni contributi esaminano i rapporti ra l'r{. e altri pensatori più o meno contemporanei: Philippe Sasoi (LesMésauentures de la dialectique. Canus oitique "IiHomme réuoh{, pp.45-60) mostra de Kojère dans come la portata critica dell'opera non possa essere disgiunta dal contesto di pubblicazione (del 1947 sono Humanisrne et Terreur di Merleau-Ponty e I'edizione dei corsi di Kojève srila Fenomenologia dello spírito) in quanto I'umanesimo camusiano e il concetto di rivolta misurata si pongono come superamento della negatività e della praxis storica così come dell'idea kojeviana di una salvezza secolatizzata; Gérard Fanasse (Ponge etCatnus: un dialogue désaccordé,pp. 10r-120) evoca insospettate influenze e affinità tra figure appa- rentemente opposte quali quelle citate; Maurice Slr(l,a Tentation du "tout est permis'. Carnus ntetour', pp. 6l-77) indaga la probleentre "détour' et matica dell'omicidio - privato e pubblico - e della sua eiusti.ficazione alla luce del superamento di un nichifismo di nicciana memoria risóòntrabile anche in Dostoievskij. Il riferirnento all'autore russo ispira anche Philippe Fonesr che, in Albert Camus et f infanticide (pp. 77-S0), mostra la coerenza del pensiero camusia,ro o.ru"ro'dal ricorrere della riflesiione sull'assutdità Ael'infanticidio. mentre Aliocha \ù0aLo Laso'orisrt (Éctats tragiques, pp.91-102) si interroga sul significato della tivolta quale appare nelle prime opere di YEMBERGH Camus e Sartre. Si concenta sulla produzione ultima Pierre-Louis Rry, che in Les Strateí de la mémoire dans "Le Premier botnme" (pp.l2l-ll0) esamina I'opera citata come testo di memoria volontaria - egotista e collettiva - e di ricerca delle diverse stratificazioni dell'io. Il lungo saggio di Dolorès Lvornnn (It Prose du Jour, pp. 131174) ripercorre la produzione dell'4. per sottolineare come là creazione tenda ad essere <.p/os€ du monder> e ad impadronirci de <,1'euénement duJoul sans pourtant se contenter de I'anecdote immédiate qui en motive mais atrssi en suture le sensr, (p. l3J). Tetmina il volume Gérald Srnz, (La Voix incèndiée, pp. 175-218) che si interroga sul movimento della rivolta ne LlHonme ;irl ,il :l :i1 t:tl :i 'i.i 'i,j ,l','t Jì :Jii:i ::i]
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