Liberetà quotidiano del 17 aprile

LiberEtà
Quotidiano
Lo Spi è pronto
per le sfide future
Giovedi 17 aprile 2014 LiberEtà Quotidiano – n.3
Il nostro
viaggio
di Riccardo Terzi
La forza dello Spi è nel
suo essere lo strumento
di un presidio
democratico del
territorio. Il viaggio è
un’esperienza collettiva,
è il “nostro” viaggio. È
utile ricordarlo in questa
epoca di narcisismo
dilagante nel quale
l’individuo finisce per
essere del tutto svuotato.
Il nostro lavoro è la
ricostruzione della
socialità, delle legature
sociali, per dare
un’anima allo spazio
comune della nostra
convivenza. L’identità è
viva se sa accogliere e
integrare le differenze,
mentre all’opposto dalla
chiusura e
dall’intolleranza si
producono identità
morte. Noi dobbiamo
essere i portatori di
un’identità vivente, nella
quale ciascuno si realizza
dentro una rete allargata
di relazioni, e allora il
nostro viaggio diventa il
cammino di una società
intera, che cerca di
uscire dalla crisi e di
ritrovare il senso di una
comune appartenenza.
VISTO DA
Claudio Cadei
Copia gratuita per i delegati al congresso nazionale dello Spi
Oggi interviene Susanna Camusso: l’attesa dei delegati
Il XIX congresso lancia un ponte verso l’assise confederale della Cgil che si
terrà ancora qui a Rimini dal 6 all’8 maggio. I dodici punti programmatici per
l’azione futura. L’appello al voto di Carla Cantone per l’Europa che vogliamo
ggi il segretario generale della Cgil, SusannaCamusso,concludeil19esimocongresso dello Spi. Due giorni di dibattito,
a cominciare dalla bella relazione di Carla Cantone, hanno permesso di accordare le tante voci
in uno spartito corale. L’anima di questo sindacato è qui. Il grande disagio sociale vissuto dalla popolazione anziana è stato ben rappresentato da
questa tribuna. Tutto quello che i pensionati potevano dire l’hanno detto. Ora ci vuole una risposta da parte del movimento sindacale. E prima di tutto della Cgil.
Ieri Susanna Camusso nel palazzo comunale di
Rimini ha presentato le “giornate del lavoro”,
che si terranno nella città romagnola dal 2 al 4
maggio, alla vigilia del 17esimo congresso nazionale della Cgil. Sarà l’occasione per puntare i riflettori sul lavoro a partire dalle proposte
della Cgil, una su tutte il Piano del lavoro. Tre
giorni per parlare al paese – ha spiegato il segretario generale della Cgil – fornendo idee, cercando alleanze, individuando azioni per rimettere il lavoro al centro della politica nazionale.
O
Questo 19esimo congresso dello Spi segna comunque un importante risultato di elaborazione politica, di partecipazione, di impegno sociale. Gli interventi dei segretari generali di Fnp e
Uilp ci dicono che l’unità tra i pensionati è forte. C’è un sindacato determinato e attrezzato per
affrontare le sfide future. C’è un programma di
lavoro (i 12 punti indicati da Carla Cantone) e
un bagaglio di memoria glorioso. C’è un gruppo dirigente esteso che qui ha trovato la sua legittimazione e che ora può farsi valere nella contrattazione sociale territoriale, nelle battaglie civili e di libertà e nei prossimi appuntamenti elettorali. Le elezioni europee sono alle porte. È importante che il popolo degli anziani, che ha conosciuto gli esiti catastrofici della guerra, sappia indicare ai giovani la via maestra verso un’Europa di pace e di progresso sociale. L’appello
lanciato da Carla Cantone dalla tribuna congressuale affinché tutti vadano a votare, deve arrivare in tutte le case. Lo Spi, con la sua presenza capillare sul territorio, può assolvere a questo compito. Ne va del nostro futuro.
Il governo
pensi anche
alla diversa
gioventù
Antonio Pizzinato
dirigente storico della
Cgil ha seguito con
attenzione il congresso
dello Spi. E ha tratto
alcune considerazioni
sullo straordinario ruolo
che ha lo Spi nel porre al
centro della
vita politica e
sindacale i
problemi della
“diversa
gioventù”.
«Nei quartieri
popolari delle
grandi città oggi troviamo
il 50 per cento di
anziani. Molti di loro
sono persone sole.
Questa condizione
reclama un nuovo modo
di costruire le città e di
organizzare i quartieri
con nuovi sistemi e
tipologie abitative. Lo
stesso problema riguarda
l’organizzazione dei
servizi di prossimità e di
«Lo Spi fa bene a incalzare il governo perché
faccia qualcosa per le persone anziane. Da Berlusconi in poi non è stato
fatto niente. Mentre ci sono tante cose da fare a cominciare dalla rivalutazione delle pensioni»
assistenza. E poi
sottolinerei la condizione
economica degli anziani.
Troppi vivono con meno
di 500 euro. Bisogna fare
un ragionamento
generale sulla
rivalutazione delle
pensioni. Il problema è
che da Berlusconi in poi
è stato fatto il contrario.
Più che dare si è tolto. Lo
Spi perciò fa bene a
incalzare il governo».
2
LiberEtà
giovedì 17 aprile 2014
Il dibattito della seconda giornata congressuale
SPAZIO OSPITI
Parla l’Italia che
lotta per l’equità
Il welfare
motore
di sviluppo
di Luca Beltrametti
dell’università di Genova
Le tante esperienze territoriali si confrontano
per trovare la via d’uscita dalla crisi sociale
el dibattito congressuale irrompono i territori
con le questioni poste
dalla quotidianità, ma anche dalle grandi emergenze italiane. È
crisi la parola ricorrente da Nord
a Sud. A Palermo – dice la segretaria Concetta Balistreri – la
disoccupazione è al 20 per cento, quella femminile supera il
50 per cento: «Al Sud anche il
pensionato al minimo è un ammortizzatore sociale». In Val
d’Aosta sono stati persi 1.600
posti di lavoro. Per un territorio di 128mila abitanti, spiega
il segretario Gaetano Maiorana, «è stata una tragedia». I congressi del sindacato pensionati
sono stati soprattutto “di ascolto”. Racconta Giuseppe Spadaro, segretario Spi Puglia: «Una
signora ci ha detto: io non so
più che fare, voi che siete gli
eredi di Di Vittorio aiutate noi
e i nostri figli». Un riconoscimento alla storia del sindacato
ma anche una grande responsabilità.
N
La Cgil, spiega Rita Turati, segretaria generale dello Spi Veneto, «non deve stare né ferma
né zitta. Non dobbiamo sentirci fuori gioco solo perché non
abbiamo una sponda politica.
Non ce l’avevamo neppure sotto il governo Monti». In Veneto, aggiunge la segretaria dello
Spi di Venezia, Angiola Tiboni, vive una nuova forma di indipendentismopeggioredelpas-
{
VISTO DA
Abruzzo ed Emilia Romagna
LA VOCE DI DUE REALTÀ
COLPITE DAL TERREMOTO
2009: il terremoto rade al suolo L’Aquila. 2012: ancora un sisma devastante in Emilia. Lo Spi è stato in prima linea in entrambe le calamità naturali. All’Aquila sono stati lo Spi nazionale e LiberEtà i primi a spiegare che le “casette di Berlusconi” erano solo una truffa mediatica. A ricordarlo è Giovanna
Zippilli, segretaria Spi Abruzzo: «Ancora oggi tante famiglie e
tantissimi anziani sono sistemati in “non luoghi”, senza telefono, negozi, uffici postali».
In Emilia le cose sono andate in modo molto diverso, come dice il neoeletto segretario Spi dell’Emilia Romagna, Bruno Pizzica: «Un esito dovuto al ruolo fondamentale della Regione, che
ha messo a disposizione risorse umane e finanziarie e soprattutto capacità di governo e progettazione sia nella prima emergenza che nella ricostruzione». E ha pesato anche la laboriosità e la concretezza degli emiliani, aggiunge Pizzica (bolognese di adozione ma abruzzese di nascita).
Altan
ne e rabbia». È per questo, gli fa
eco Teti Croci, segretaria generale Spi Lazio: «Noi dobbiamo
fare i conti con i cambiamenti
nel mondo del lavoro e nei territori. Ma l’Europa deve voltare pagina». Per il segretario dello Spi Lombardia, Stefano Landini, infine il sindacato si gioca
la propria natura sulla questione della confederalità: «Nessuno è in grado di mettere in campo tanta democrazia quanto la
Cgil», ma, aggiunge il segretario lombardo, no ai separatismi
e no all’autoconservatorismo.
sato: «Bisogna dire no anche al- ciare la contrattazione sui luola richiesta di statuto speciale ghi di lavoro con la contrattaperché questa “specialità” è fat- zione sociale».
ta contro qualcuno, contro il Bruno Sciaccaluga, segretario
Sud». E ancora la vicenda Elec- Spi Liguria, vede una crisi etitrolux, simbolo della delocaliz- ca,italianaedeuropea:«Un’acrezazione selvaggia. Secondo il dine tale nei confronti della posegretario Spi Friuli Venezia litica non si è mai conosciuta.
Giulia, Ezio Medeot, questa Eu- Tra i nostri iscritti c’è frustrazioropa così com’è
non va bene: «Gli
Gli interventi di ieri e di oggi
operaipolacchidevono sapere che
Per motivi di tempo non abbiamo potuto raccogliere tutti gli interventi. Oltre a quelli
se accettano ricatcitati nell’articolo sono intervenuti: Donato Nicola Allegretti, Antonella Bezi, Oliviero Caticomequellodelpuccini, Gino Crestini, Alfred Ebner, Walter Fabiocchi, Fiorella Flori, Mina Fortunati, Enzo Gasperini, Annamaria La Foggia, Marinella Magnoni, Valentino Minarelli, Sergio Pasl’Electrolux, poi
saretti, Antonella Pezzullo, Vladimiro Sacco, Massimo Scavarda, Filomena Schiena, Daun’altra Polonia
niele Stolzi, Giovanni Varriano. Oggi sono previsti gli interventi di: Daniela Cappelli,
ci sarà anche per
Emidio Celani, Rosanna Ciuffi, Gavino Merella, Sergio Perino, Saverio Piccione.
loro. E in Italia bisogna far incro-
Il fine del welfare non è produrre
lavoro ma di migliorare le
condizioni di vita dei cittadini.
Eppure da anni c’è chi vede lo
Stato sociale come un lusso che,
soprattutto in epoca di
globalizzazione e competitività
esasperata, non possiamo più
permetterci. Lo studio che
abbiamo condotto come
università di Genova e di
Modena, rivela qualcosa di
diverso. I dati dicono che la
disuguaglianza è aumentata. La
maggior parte dei paesi
dell’Osce sta operando per
ridurla, mentre negli stessi
paesi non c’è la tendenza a
ridurre il welfare. Chi non
sostiene il sistema di protezione
sociale trova che sia causa di
maggiore tassazione e di
conseguenza, elemento di
contrazione economica. Ne
denuncia gli sprechi
“fisiologici”: una sorta di
secchio bucato, dove, se metti
dieci litri di acqua, solo un litro
finisce per dissetare chi ne ha
davvero bisogno. Resta il fatto
che in molti ambiti, dalle
pensioni alla sanità, il welfare
pubblico è più efficace dei
sistemi privati; promuove
attività imprenditoriali e,
quindi, posti di lavoro. Ricerca e
sviluppo sono spesso finanziati
dal welfare. In Liguria il
comparto della sanità produce il
7 per cento del prodotto interno
lordo regionale. Però si può
migliorare. In Italia l’anomalia è
dare a tutti la stessa cifra, a
prescindere dalle reali
condizioni delle persone. Se
aumentassimo l’indennità al 20
per cento di coloro che stanno
peggio potremmo anche ridurre
gli importi a chi forse non ha
bisogno dell’intervento pubblico.
ALBUM LIBERETÀ. SUL NUMERO DI GIUGNO E SUL SITO I VOLTI DEL CONGRESSO
Riccardo Terzi lascia la segreteria dello
Spi e riceve il saluto affettuoso di Carla
Cantone e l’applauso del congresso
”
Susanna Camusso ieri ha visitato la
sala stampa del congresso dello Spi e
ha salutato la nostra redazione augurando a tutti un buon lavoro
”
Carla Cantone allo stand di LiberEtà mentre autografa il libro in cui si
racconta. «Voglio dedicare questo libro – ha detto – ai giovani di ieri e
di oggi per dare continuità alla forza del nostro viaggio»
LiberEtà
giovedì 17 aprile 2014
”
Carlo Cremona: «Grazie Spi»
«L’amore insieme al lavoro sono due elementi che
possono rivoluzionare il mondo – ha detto Carlo
Cremona dell’associazione i-ken –. Questo
insegnamento l’ho ritrovato nello Spi che ritengo
sia il luogo dell’umanesimo, in un momento in cui la politica si
dimostra essere sempre più padronale ed egoista. A esso si
contrappone questo spazio dello Spi che non solo parla di
passato e di memoria ma che parla di progetto e di futuro ed è
per questo che sono qui insieme a voi».
”
3
Enzo Costa: «Il volontariato non basta»
In Italia la popolazione anziana cresce e le politiche per un invecchiamento
attivo reale, un sistema di informazione e di formazione permanente, non
esistono. Non parliamo di un periodo da improvvisare, ma di un tema che
non può essere visto come un costo. Se non sollecitiamo un sistema
legislativo che consideri la rivoluzione demografica in atto, rischiamo brutte
sorprese. Insieme alle associazioni che fanno capo a Fnp e Uilp e che svolgono le nostre
stesse attività, possiamo fare molto per gli anziani. Esiste una società che ha il diritto di
vivere dignitosamente anche in termini di qualità della vita. Parlo di una sanità che li
includa, di politiche di solidarietà che in questo paese sono sempre più carenti.
Parlano le delegate e i delegati del 19esimo congresso Spi
Tante storie
e una passione
in comune
Cosa si aspettano dall’assise del più grande sindacato
europeo di pensionati? Cosa pensano della crisi che toglie
futuro ai giovani e diritti agli anziani? Da Nord a Sud cosa
cambia nella percezione delle trasformazioni in atto?
osa viene da un paese a
sud di Lecce, Melendugno, ma è nata a Calimera. Per 25 anni ha raccolto
le olive degli agrari. «Quante
lotte per l’orario e il salario!
Abbiamo perfino occupato la
sala del comune per quattro
giorni... E abbiamo vinto. Ma
il fatto importante è che abbiamo preso coscienza che sì, si
poteva fare. Si poteva uscire
dalla subalternità di padri e fratelli... Eravamo alla fine degli
anni Settanta». Ora Rosa fa la
nonna e lavora allo Spi: «Credo sia la cosa giusta. Credo che
il sindacato sia un faro per tutti, specialmente per i pensionati».
R
Rosalba e Nunzia vengono da Lecco. Rosalba, 64 anni,
sposata, ha un figlio di 29 anni. Ha fatto molti lavori prima
di vincere nel 1978 un concorso alla Regione Lombardia dove ha lavorato fino al 2008. «Come ho conosciuto il sindacato,
lo Spi? In quel periodo avevo
seri problemi familiari: mia suocera con l’Alzheimer, lavoro di
cura continuo... Poi un’amica
mi ha invitato a una riunione
del coordinamento donne. So-
”
Tra azienda e sindacato
Adriano, 57 anni, pensionato dal
2010 grazie alla legge sull’editoria,
milita nello Spi Cgil regionale: «Lavoravo al quotidiano Alto Adige. Ero
responsabile del personale e ho avuto non pochi problemi e imbarazzo
per la doppia veste di rappresentante sindacale e dell’azienda». Poi, la
crisi e il processo di ridimensionamento. Il passaggio al digitale crea
esuberi e bisogna saperli gestire...
no rimasta colpita e ho chiesto
come avrei potuto contribuire...
E quindi mi occupo di questo:
formazione e problemi delle
donne. Ho conosciuto Nunzia
Bianchi della segreteria di lega
e della segreteria provinciale
dello Spi. Abbiamo cominciato a fare un piano formativo annuale che rispondesse alle esigenze dei vari livelli. Perfino
un corso di autobiografia con
l’appoggio della Libera università diAnghiari.Abbiamo creato entusiasmo e mosso energie».
Francesca, sessantʼanni, casalinga, impegnata da dieci anni nello Spi di Siracusa. Ha due
figlie: una di 36 anni e già ti
immagini la solita storia della
laureata precaria, alla ricerca
spossante e inutile di un lavoro stabile. Ma stavolta no, la
sua è una storia positiva: prima, un lavoro negli Stati Uniti, per un anno e mezzo, dopo,
il rientro in Italia, assunta alla
facoltà di fisica dellʼuniversità
di Catania, come associata. La
figlia minore ha 31 anni e do-
Fra i delegati dall’estero incontriamo Vladimir Bursic, di Pola (Croazia), Gianfranco
Gazzola di Berna, Paolo Pace di Liegi (Belgio), eletti dai congressi Spi dei rispettivi paesi.
Paolo è un neopensionato. In Belgio, nella regione Vallone, lavorava in una fabbrica di
caccia militari. «La crisi non fa differenze, anche da noi ci sono stati tagli alla spesa pubblica:
scuola, ospedali, servizi sociali. Da noi la cassa integrazione si chiama chomage e possono
accedervi tutti, in qualunque posto lavorino. Ho sempre fatto attività sindacale, ora nella
Fgtb organizzo corsi per gli iscritti. È il mio primo congresso Spi. Da domani lavorerò
all’associazione Leonardo da Vinci che segue le persone di ogni età: giovani, anziani,
bambini. Nata nel 1962, è aperta a tutti, facciamo politica e cultura».
«Anche in Belgio la crisi morde»
po aver verificato la mancanza di lavoro (i disoccupati sono il 50 per cento) a
Londra lo ha trovato in due
settimane. Francesca ha cresciuto le sue figlie solo con la
pensione di reversibilità e grazie al lavoro che svolge per lo
Spi di Siracusa: «Mi occupo di
deleghe, dei Cud, dei 730 e da
qualche tempo anche degli abbonamenti a LiberEtà».
Leopoldina, 76 anni, viene
invece da Caldaro, in provincia di Bolzano. È un poʼ preoccupata perché, dice, «parlo
poco bene italiano». Poi si tran-
quillizza e parla della sua vita
di quando era giovane: «A 15
anni ho iniziato a lavorare negli alberghi. Ci trattavano peggio delle bestie! Dormivamo in
sette in un sottotetto senz’aria,
cʼera solo un buco nel soffitto.
Ci si lavava in un posto dove
buttavano gli scarti. Lavoravamo dodici ore al giorno, senza
soste, senza ferie. Lavare i panni in un piccolo lavandino. La
padrona non era cattiva, solo
cheerarigidanelrispettodellʼorario: dalle sei del mattino alle
dieci di sera. Lì ho capito che
cosa significa la parola sindacato».
«I nostri nipoti contano su di noi»
ito, 78 anni, è di Bari ma vive a Foggia. Entra in Cgil a 17 anni
quando viene assunto alla Buitoni di Bari: «Una grande società –
ricorda – ma bisognava lavorare dodici ore al giorno. A 18 anni è nella
commissione interna: la sua storia è lunga, come la sua vita lavorativa. A
Torino, sempre alla Buitoni, poi in Egitto, Eritrea, Kenia, Russia... Oggi
Vito si occupa insieme con l’Auser di organizzare corsi di alfabetizzazione
informatica per mettere in relazione giovani e anziani. Ha una nipote di
24 anni, Paolina, che studia a Bari: «Non potrebbe farcela – dice con
tristezza – senza il mio aiuto economico. Lei vuole fare la giornalista».
V
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LiberEtà
giovedì 17 aprile 2014
LIBRATEVI
*
SETTE LIBRI ALL’ANNO, UNA LIBRERIA IN REGALO
Libratevi è il progetto che la casa editrice LiberEtà ha
ideato per promuovere e diffondere i suoi libri nelle
leghe dello Spi Cgil. In che cosa consiste? È presto
detto. LiberEtà regalerà una libreria appositamente
realizzata in vari modelli (uno dei quali potete vederlo
nella foto oppure direttamente allo stand allestito
nella hall del Palacongressi) a quelle leghe che ne
faranno richiesta e che per due anni dovranno però
impegnarsi ad acquistare in ciascuno dei due anni
Quotidiano
Speciale
XIX congresso
nazionale Spi
n.3, 17 aprile 2014
Direttore responsabile: Giorgio Nardinocchi. Redazione:
Fabrizio Bonugli, Marilena De Angelis, Romualdo Gara
Hanno collaborato: Marco Sotgiu, Fulvio Venanzetti,
Peter Zullo.
Stampa La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio srl
Autorizzazione Tribunale di Roma n. 1913, 5 gennaio 1951
almeno sette libri editi dalla casa editrice. La libreria,
che andrà sistemata nei locali della lega, è
organizzata in maniera tale da poter raccogliere, oltre
ai volumi di LiberEtà e al mensile, anche altre
pubblicazioni del sindacato come volantini, depliant e
brochure informative, e prevede uno spazio per lo
scambio di libri che saranno poi messi a disposizione
di tutti coloro che si recano nelle sedi dello Spi per il
disbrigo delle pratiche.
*
AI LIBERATTIVI DI LIBERETÀ: INCONTRIAMOCI QUI
Per allargare e rendere più efficiente la rete di
diffusione di LiberEtà, lo scorso dicembre il
direttivo nazionale dello Spi Cgil ha deciso che
tutti i comitati direttivi eletti nel corso della
campagna congressuale dovranno nominare un
referente con l’incarico di tenere i contatti con la
redazione e curare la promozione e la diffusione
del giornale. A tutte le compagne e a tutti i
compagni che hanno ricevuto questo incarico,
diamo quindi appuntamento allo stand di
LiberEtà, situato nella hall del Palacongressi,
dove potremo scambiarci informazioni, indirizzi,
numeri di telefono ed e-mail necessari per
migliorare il funzionamento della rete di quelli
che a noi piace chiamiare “liberattivi”. Sarà
un’occasione per conoscersi meglio, raccogliere
pareri, consigli, e perché no anche critiche, e
iniziare così insieme un appassionante “viaggio”.