varese - 25 - Udc Cassano Magnago

MERCOLEDÌ
7
MAGGIO
MALPENSA
2014
25
La casa di riposo lascia le Candie
Poliseno annuncia la clamorosa svolta: «Sorgerà in via Bonicalza. Medica France d’accordo»
OGGI L’AUTOPSIA
Ultimo saluto a Stefano
Venerdì c’è il funerale
CASSANO MAGNAGO – (g.c.) Verrà effettuata
questa mattina l’autopsia sul corpo del quindicenne Stefano Forzano (nella foto Archivio), a oggi
l’unica vittima del terribile incidente avvenuto sabato 26 aprile in via per Busto a Lonate Pozzolo. Il
giovane cassanese, iscritto al primo anno all’Isis
Ponti di Gallarate, viaggiava insieme al padre e ad
altre due persone su una delle due macchine rimaste coinvolte nel violento scontro frontale che ha
paralizzato per ore la viabilità sulla provinciale. Le
sue condizioni fin da subito apparvero gravissime,
tanto che venne trasportato d’urgenza con l'elisoccorso all'ospedale San Raffaele di Milano. Il lunedì
successivo il suo cuore
smise di battere e da quel
momento la sua salma giace all’obitorio di Segrate in
attesa della necroscopia,
disposta dal pubblico ministero Francesca Parola
per stabilire le esatte cause del decesso e aggiungere così nuovi elementi
utili alla ricostruzione della
dinamica dello schianto. Se non ci saranno impedimenti, al termine dell’esame verrà confermata la
data dei funerali, già fissati per venerdì alle 14.30
nella chiesa di Santo Stefano a Oggiona, la parrocchia frequentata dal quindicenne sin da quando
era bambino. Nei suoi progetti c’era quello di diventare animatore all’oratorio, a partire dal prossimo grest estivo. A celebrare la funzione sarà don
Claudio Lunardi, il parroco del paese, che lo conosceva e lo ha visto crescere. Domani sera alle
20.30, sempre nella stessa chiesa, verrà recitato il
rosario. Inutile dire che sono attese centinaia di
persone a dare l’ultimo saluto a Stefano.
CASSANO MAGNAGO - Non più in collina,
ma in pianura. Non più alle Candie, ma su un’area
comunque immersa nel
verde che si affaccia in
via Bonicalza ed è a un
passo dalla Pedemontana.
Svolta radicale, dietrofront, cambio in corsa dettato dalla contingenza divenuta politicamente pesante, alternativa meditata sin dall’inizio perché in
fondo in fondo l’idea di
impattare troppo su una
foresta di pregio non è
mai piaciuta del tutto, necessità trasformata in virtù per non perdere l’occasione di avere quella che
diventerebbe la più grande azienda della città e
che altri Comuni del circondario volevano scippare infilandosi nel ventre
molle creato dalla trasversale mobilitazione contro
il piano, insomma ciascun
cassanese è libero di leggerla come preferisce, sta
di fatto - ed è la sostanza che la maxicasa di riposo
di Medica France sorgerà
in una sede diversa da
quella finora individuata.
Con buona pace, a tal punto, della Fondazione Maurizi che dal rovesciamento di fronte viene relegata
a un ruolo al momento
marginale.
Ad annunciare la novità è
il sindaco Nicola Poliseno. «Negli ultimi quattro
mesi abbiamo ascoltato
tutti, abbiamo tenuto un
profilo basso, siamo stati
Niente più maxicasa di riposo alle Candie: la pregiata collina che domina Cassano (foto Archivio)
anche in silenzio, abbiamo lavorato su un’ipotesi
parallela alle Candie e abbiamo trovato la soluzione alternativa: un’area in
posizione strategica lungo via Bonicalza e molto
comoda per il futuro ingresso della Pedemontana», scandisce parola per
parola. «Certo, è una soluzione complicata da realizzare. Ma Medica France ha manifestato la volontà di rimanere a Cassano
Magnago e sta dialogando con la proprietà del terreno. Ci sono le condizioni per raggiungere il risultato». Cioè, costruire lì
una residenza sanitaria assistita capace di ospitare
200 anziani e proiettata a
dare lavoro ad almeno
250 persone. «L’intervento è importante, non potevamo perdere l’opportunità: sarà la più grande
azienda sul territorio comunale», ribadisce in
chiave nuova un concetto
molte volte espresso il primo cittadino. «Il mio dovere era continuare a far
sperare alla città che il
progetto rimanesse qui.
Perché i Comuni limitrofi
negli ultimi tempi avevano alzato le orecchie e
hanno pure presentato le
loro proposte di accoglienza all’operatore».
Dunque, per come si erano messe le cose, con una
protesta contro il maxiricovero alle Candie da parte di un’ampia fetta di cassanesi (Comitato Nord,
coordinamento composto
da Pd, Lega Nord, Comitato alluvionati, Comitato
rione sud, Acli e Legambiente, nonché in modo
meno esplicito qualche
parrocchia e qualche oratorio) assolutamente non
gradita da Medica France,
la possibilità che sfumasse tutto era un rischio concreto. Urgeva l’alternati-
va credibile e praticabile
al di là degli arroccamenti
di maniera. È stata trovata
dalla giunta Poliseno. Il
che ha sovvertito l’ordine
dei soggetti in campo: il
cambio è stato trattato direttamente dall’amministrazione civica con il colosso francese nel settore
dell’assistenza sanitaria,
mentre la Fondazione
Maurizi che era il committente adesso si trova a pensare cosa fare dell’area di
sua proprietà sulla collina
dove sarebbe dovuta sorgere la casa di riposo. Perché, per quanto il sindaco
mantenga lo scaramantico condizionale, l’opera
si farà in via Bonicalza.
«Non per problemi geologici, come attestano ben
tre relazioni che escludono qualsiasi pericolo di
tal genere alle Candie, ma
perché non avevamo più
di tanto digerito l’impatto
sul bosco», tiene a sottolineare Poliseno. «L’alternativa trovata è condivisa
da noi e dall’operatore.
Questa è l’opportunità
che mettiamo sul tavolo.
Ora chiedo a tutti di giocare a carte scoperte: siamo
pronti a parlare con chi
vuole discutere, ma non
accettiamo più allarmismo e invenzioni. Poi, sul
futuro della collina sarà il
consiglio comunale a decidere». E la Fondazione
Maurizi? «Deve essere
più aperta alla città. Deve
ascoltare e spiegare».
Angelo Perna
Consiglio ad alta tensione, nel mirino Pivetti
Rizzuto (Pd): «Ennesima vergogna». Attacco alla presidente che è tra i papabili candidati sindaco di Forza Italia
SOMMA LOMBARDO – Quattordici giorni fa fu il tur- in mano la situazione, di essere di parte e di non essere in sua un atteggiamento più fermo anche nei confronti di chi
no di Gianluca Sari (Pd) che all’una di notte, al culmine grado di gestire l’assemblea. Sono stato vittima dell’enne- siede alla sua destra». Alle parole di Pasin, la presidente
dell'ennesima bagarre, prese la parola, disse quel che dove- simo attacco personale di questa maggioranza che nel meri- non ha replicato. Al di là degli scontri verbali, il consiglio
va dire («mi sono stufato di stare in questo consiglio comu- to dei problemi non entra mai, ma lei non ha fatto nulla».
l’altra sera ha approvato le tariffe delle tre tasse comunali
nale, mi fa proprio schifo»), se ne andò a
Sulla vicenda, durante le copresentate dall’assessore al Bilancio Massicasa e la mattina dopo presentò le dimissiomunicazioni finali, si è rivolmo Cosentino: la Tari («è praticamente la
ni. L’altra sera la scena si è ripetuta con il
to a Pivetti anche il capoTares senza i 30 centesimi a metro quadrato
Parole fuori
Recenti le
compagno di partito Pietro Rizzuto che, ingruppo
del
Pd
Jimmy
Pache si prendeva lo Stato»), l’Imu per le semicrofono
dimissioni di Sari:
dispettito dalle parole fuori microfono prosin: «Certi atteggiamenti
conde case, aumentata «per necessità di bipronunciate dal
«Questo consesso
nunciate dal senatore Luigi Peruzzotti (Levanno fermati dall’inizio
lancio» dallo 0,87 all’1,02, e la nuova Tasi,
senatore Peruzzotti
ga Nord), ha preso le sue cose e ha lasciato
perché qualcuno continua
applicata con l’aliquota massima (il 3,3 per
mi fa schifo»
i lavori a metà seduta sbattendo la porta. A
ad accendere ceri vicino alle
mille) ma con una detrazione fissa di 160
differenza di Sari, però, Rizzuto rimarrà al
micce. E poi sia chiaro: non
euro per tutti. «Potrebbe sembrare un consuo posto. «Dovrebbero dimettersi loro, non noi: l’altra se- vorrei che la presidente pensasse che da parte nostra ci sia trosenso, ma è soltanto così facendo che una parte di popora è stata l’ennesima vergogna», ha dichiarato all’indoma- speculazione strumentale in funzione delle sue volontà po- lazione, quella più in difficoltà, si troverò a pagare nulla o
ni il democratico. «Il presidente del consiglio (Martina Pi- litiche (Pivetti è data tra i papabili candidati a sindaco di a pagare poco».
vetti, ndr) ha dimostrato per l’ennesima volta di non avere Forza Italia, ndr), ma soltanto la volontà di vedere da parte
G.C.
Bufera autovelox: trasmessi gli atti che riguardano la comandante da Savona a Busto
L’indagine ligure tocca la Buffardeci
Caterina Buffardeci (foto Archivio)
CASORATE SEMPIONE - L’indagine
ligure sugli autovelox ha raggiunto anche
il comandante della polizia locale casoratese Caterina Buffardeci. La notizia è emersa in questi giorni, dopo l’interrogatorio
con il pubblico ministero savonese Daniela Pischetola del comandante di Spotorno
Andrea Saroldi, messo agli arresti domiciliari da fine febbraio. La posizione di Buffardeci è stata già stralciata, gli atti sono
stati inviati alla procura di Busto Arsizio che sta indagando sulle multe della Panda
Bianca - per la valutazione dell’esistenza
di eventuali reati. Nell’ambito dell’inchiesta savonese in manette era finito anche
Claudio Ghizzoni, titolare insieme con la
moglie della ditta spezzina Igea. Quella
che a Casorate è subentrata alla Maggioli
nel servizio di accertamento della velocità.
Ghizzoni, tempo fa, era salito a bordo della famigerata Panda Bianca, quella che nel
2012 permise a Casorate di incassare la cifra record di 950mila euro con una media
di 161 sanzioni alla settimana e che ultimamente era stata messa al servizio anche di
Cardano, inglobata dalla polizia locale casoratese. L’imprenditore - che è vigile urbano responsabile di un consorzio di piccoli Comuni della Lunigiana con sede a Podenzana, in provincia di Massa Carrara - e
Saroldi rispondo a vario titolo di accuse
non lievi: concussione, corruzione in atto
contrario al proprio dovere, calunnia, truffa e rivelazione di segreti d’ufficio. In altre
parole Saroldi avrebbe intascato mazzette
pagate dall’Igea, come “compenso” per
aver fatto installare gli Autovelox nel suo
Comune affacciato sul mar ligure.
Pietro Rizzuto (Pd) ha
abbandonato l’assise in
aperta polemica con la
gestione della presidente
Martina Pivetti (foto Archivio)